Il corsaro | |
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Lord Byron in vesti albanesi (1835) | |
Lingua originale | italiano |
Genere | melodramma tragico |
Musica | Giuseppe Verdi |
Libretto | Francesco Maria Piave |
Fonti letterarie | George Byron, The Corsaire |
Atti | tre |
Epoca di composizione | inverno 1847-1848 |
Prima rappr. | 25 ottobre 1848 |
Teatro | Teatro Grande, Trieste |
Personaggi | |
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Autografo | Archivio Storico Ricordi, Milano |
Il corsaro è un melodramma tragico in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave tratto dall'omonima novella di George Byron.
L'opera debuttò al Teatro Grande di Trieste il 25 ottobre 1848.
Gli interpreti e gli artisti coinvolti furono i seguenti:[1]
Personaggio | Interprete |
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Corrado | Gaetano Fraschini |
Medora | Carolina Rapazzini |
Seid | Achille De Bassini |
Gulnara | Marianna Barbieri-Nini |
Giovanni | Giovanni Volpini |
Selimo | Giovanni Petrovich |
Eunuco | Francesco Cucchiari |
Schiavo | Stefano Albanassich |
Scene | Pietro Pupilli |
Figurini | Damore |
Maestro del coro | Francesco Desirò |
Maestro al cembalo | Luigi Ricci |
Primo violino e direttore d'orchestra | Giuseppe Alessandro Scaranelli |
Trama
Corrado, corsaro in esilio in un'isola dell'Egeo, è stanco della sua prigionia. Pur vivendo con l'amata Medora, decide di andarsene e di sconfiggere l'odiato pascià Seid a Corone, con un attacco di sorpresa. Durante una festa a Corone, cui partecipa Gulnàra, prediletta di Seid, che lei odia, Corrado, sotto mentite spoglie, irrompe nel bel mezzo della festa, combattendo contro Seid, mentre i suoi corsari tentano d'incendiare le navi ottomane. Ma l'impresa fallisce: sconfitti i corsari, Corrado è condannato a morte. Gulnàra, però, innamoratasi di lui, durante la notte uccide Seid e libera il corsaro. I due tornano sull'isola dove trovano Medora che, alla falsa notizia che l'amato era morto, si è avvelenata. Quando Medora muore, Corrado, ignorando le preghiere di Gulnàra, si suicida gettandosi dalla scogliera.Commento [modifica]
Il corsaro è immeritatamente considerata un'opera minore di Verdi, ed è poco rappresentata.Suoi altissimi pregi sono le stupende arie, gli straordinari finali del II atto (dove l'Autore raggiunge i vertici del grande concertato operistico per soli, coro e orchestra) e un'appassionata "inquietudine" melodica e armonica che segna la fine di un periodo e introduce al Verdi della Luisa Miller.
I suoi "difetti" si possono ricondurre alla squilibrata architettura narrativa, e quindi musicale, dovuta sia al libretto (che pure aveva grandemente appassionato Verdi all'inizio) sia al fatto che, durante la composizione de Il corsaro, Verdi stesso si invaghì di un nuovo testo che, evidentemente, si confaceva di più alla nuova espressività che ne Il corsaro appare già con chiarezza ma ancora in nuce. Tale testo era, per l'appunto, il libretto della Luisa Miller e fu probabilmente questo che indusse il Maestro a terminare un poco frettolosamente Il corsaro e, dopo il crollo dell'opera alla prima rappresentazione di Trieste, a seppellirne lo spartito in un cassetto.
Ma lo strano destino di quest'opera continua con la seconda rappresentazione, tenutasi ben 115 anni dopo e organizzata da Franco Ferrara in seno alle "Vacanze Musicali Veneziane" in forma di concerto, all'aperto, nel cortile di Palazzo Ducale, il 31 agosto 1963, con le voci di Maria Battinelli (Medora), Virginia Denotaristefani (Gulnàra), Aldo Bottion (Corrado) e Silvano Carroli (Seid), sotto la direzione del polacco Piotr Wolny. La sera dell'unica rappresentazione alla Battinelli mancò totalmente la voce, sicché, non essendo stati previsti i sostituti, a metà del terzo atto il M° Wolny dovette fermare l'esecuzione, non solo perché la Battinelli non emetteva suono, ma anche perché al pizzicato dei violini ("Oh mio Corrado appressati") si sovrapposero i dodici rintocchi del campanile di S. Marco che era stato bloccato solo fino alle 23,30. Ne seguì un pandemonio generale fra le violente proteste del pubblico, la fuga degli orchestrali e degli artisti e l'intervento dei carabinieri. Per fortuna, di questa seconda, tragica rappresentazione, la Rai aveva effettuato la registrazione la sera precedente nel Teatro La Fenice, che fu in seguito regolarmente trasmessa. Dopo qualche anno Il corsaro fu riproposto in eccellenti edizioni.
Brani famosi [modifica]
- Non so le tetre immagini, Medora (atto I);
- Vola talor dal carcere, Gulnara (atto II);
- Il fiero corsaro è mio prigione!, Seid (atto III);
- Eccomi prigioniero!, Corrado (atto III).
- Oh mio Corrado appressati, Medora e terzetto finale (atto III).
Numeri musicali [modifica]
Atto I [modifica]
- 1 Preludio
- 2 Coro, Scena e Aria di Corrado
- Coro Come liberi volano i venti (Corsari) Scena I-II
- Scena Ah sì, ben dite... guerra... (Corrado) Scena II
- Aria Tutto parea sorridere (Corrado) Scena II
- Tempo di mezzo Della brezza col favore (Giovanni, Corrado, Coro) Scena III
- Cabaletta Sì: de' corsari il fulmine (Corrado, Giovanni, Coro) Scena III
- 3 Romanza di Medora
- Recitativo Egli non riede ancora! (Medora) Scena IV
- Romanza Non so le tetre immagini (Medora) Scena IV
- 4 Scena e Duetto di Medora e Corrado
- Scena È pur mesto, o Medora, il canto tuo! (Corrado, Medora) Scena V
- Duetto No, tu non sai comprendere (Medora, Corrado) Scena V
- Tempo di mezzo Ma l'ora avanza celere... (Corrado, Medora) Scena V
- Cabaletta Tornerai, ma forse spenta (Medora, Corrado, Coro) Scena V
Atto II [modifica]
- 5 Coro
- Coro Oh qual perenne gaudio t'aspetta (Odalische) Scena I
- 6 Cavatina di Gulnara
- Recitativo Né sulla terra creatura alcuna (Gulnara) Scena I
- Cavatina Vola talor dal carcere (Gulnara) Scena I
- Tempo di mezzo Seide celebra con gioia e festa (Eunuco, Gulnara) Scena II
- Cabaletta Ah conforto è sol la speme (Gulnara, Coro) Scena II
- 7 Coro e Inno di Seid
- Coro Sol grida di festa (Soldati e duci Musulmani) Scena III
- Recitativo O prodi miei, sorgete (Seid) Scena IV
- Inno Salve, Allah!... tutta quanta la terra (Seid, Coro) Scena IV
- 8 Recitativo e Duettino di Corrado e Seid
- Recitativo Giunge un Dervis fuggito alle catene (Schiavo, Seid, Corrado) Scena V-VI
- Duettino Di': que' ribaldi fremono (Seid, Corrado) Scena VI
- 9 Finale II
- Recitativo Resta ancora. - Signore... (Seid, Corrado) Scena VI
- Scena Ma qual luce diffondesi intorno? (Seid, Corrado, Gulnara, Coro) Scena VI-VII-VIII-IX
- Andante Audace cotanto mostrarti pur sai? (Seid, Corrado, Gulnara, Giovanni, Coro) Scena IX
- Tempo di mezzo Signor, trafitti giacciono (Selimo, Seid, Corrado) Scena X
- Stretta del Finale Sì, morrai di morte atroce (Seid, Gulnara, Corrado, Giovanni, Coro) Scena X
Atto III [modifica]
- 10 Recitativo e Aria di Seid
- Recitativo Il fier corsaro alfine è mio prigione! (Seid) Scena I
- Aria Cento leggiadre vergini (Seid) Scena I
- Tempo di mezzo Ma pria togliam dall'anima (Seid, Selimo) Scena I-II
- Cabaletta S'avvicina il tuo momento (Selimo) Scena III
- 11 Duetto di Gulnara e Seid
- Scena Eccola!... fingasi (Seid, Gulnara) Scena III-IV
- Duetto Vieni, Gulnara! (Seid, Gulnara) Scena IV
- Tempo di mezzo Signor, che ascolto! (Gulnara, Seid) Scena IV
- Cabaletta Sia l'istante maledetto (Seid, Gulnara) Scena IV
- 12 Scena e Duetto di Gulnara e Corrado
- Recitativo Eccomi prigioniero! (Corrado, Gulnara) Scena V-VI
- Duetto Seid la vuole: inutili (Gulnara, Corrado) Scena VI
- Tempo di mezzo Di seguirmi tu dunque disdegni? (Gulnara, Corrado) Scena VI-VII-VIII
- Cabaletta La terra, il ciel m'abborrino (Gulnara, Corrado) Scena VIII
- 13 Finale ultimo
- Scena Voi tacete... io non oso (Medora, Ancelle, Corrado, Gulnara, Coro) Scena IX-X
- Terzetto finale Per me infelice vedi costei (Corrado, Medora, Gulnara, Coro) Scena X
Note [modifica]
- ^ Eduardo Rescigno, Dizionario verdiano, BUR Dizionari, Rizzoli, Milano, 2001, ISBN 88-1786628-8
Collegamenti esterni [modifica]
- Il corsaro: spartiti liberi su International Music Score Library Project
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