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Monday, January 28, 2013

VERDIANA: VA' PENSIERO

Speranza

Nabucco
Hanging Gardens of Babylon.jpg
Babilonia in una riproduzione storica
MusicaGiuseppe Verdi
LibrettoTemistocle Solera
Fonti letterarieNabuchodonosor, dramma di Auguste Anicet-Bourgeois
Attiquattro
Epoca di composizioneestate 1841 - 1842
Prima rappr.9 marzo 1842
TeatroTeatro alla Scala, Milano
Versioni successive



Personaggi
AutografoArchivio Storico Ricordi, Milano
« Non son più re,son Dio! »
(Nabucco, parte II)
"Nabuccodonosor" è la terza opera di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo.

Composta su libretto di Temistocle Solera, Nabuccodonosor fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano.

Ha aperto le stagioni operistiche del Teatro alla Scala nel 1946, 1966, 1986.

Gli artisti impegnati nella prima furono:
PersonaggioInterpreteRegistro vocale
NabucodonosorGiorgio Ronconibaritono
IsmaeleCorrado Miragliatenore
ZaccariaProsper Dérivisbasso
AbigailleGiuseppina Strepponisoprano
FenenaGiovannina Bellinzaghisoprano
Il Gran SacerdoteGaetano Rossibasso
AnnaTeresa Ruggeri
AbdalloNapoleone Marconi
SceneBaldassare Cavallotti,
con modifiche di Filippo Peroni
Maestro del coroGiulio Granatelli
Maestro al cembaloGiuseppe Verdi (per tre recite),
poi Giacomo Panizza
Primo violino e direttore d'orchestraEugenio Cavallini

È stata spesso letta come l'opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell'epoca potevano riconoscere la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese.


Questo tipo di lettura è tuttavia incentrata soprattutto sul famosissimo coro Va' pensiero sull'ali dorate, intonato appunto dal popolo ebreo.

Il resto del dramma è invece incentrato sulle figure drammatiche del re di Babilonia Nabucodonosor II e della sua presunta figlia Abigaille.

Occorre inoltre ricordare che il librettista Solera aderì alla battaglia risorgimentale da posizioni neoguelfe, circostanza che giustificherebbe la collocazione di un'autorità di tipo religioso, l'inflessibile pontefice Zaccaria, a capo della fazione ebraica.

Una prospettiva non condivisa da Verdi, la cui simpatia e il cui interesse di drammaturgo vanno soprattutto verso le figure più complesse e tormentate del tiranno babilonese e di Abigaille.


Pochi forse sanno che, in origine, il nome dato da Giuseppe Verdi alla sua opera fosse "Nabuccodonosor" ma, data la lunghezza dello stesso sulla locandina, venne diviso in due righe e cioè "Nabucco" e, a capo, "Donosor" ma la gente faceva caso solo alla prima riga.

Da qui la diffusione del nome dell'opera fino ad oggi come del "Nabucco"

 

Trama [modifica]

Parte I - Gerusalemme [modifica]

All'interno del Tempio di Gerusalemme, i Leviti e il popolo lamentano la triste sorte degli Ebrei, sconfitti dal re di Babilonia Nabuccodonosor, che ora è alle porte della città.
Il gran pontefice Zaccaria cerca di confortare ed incoraggiare la sua gente: la figlia di Nabuccodonosor, Fenena è in mano loro, tenuta in ostaggio, ed affidata a Ismaele, nipote del re di Gerusalemme.
Ma il giovane Ismaele è sul punto di tradire il suo popolo lasciando libera la prigioniera perché un giorno a Babilonia egli stesso, prigioniero, era stato liberato proprio da Fenena, di lui innamorata.
I due stanno organizzando la fuga, quando giunge nel tempio una schiera di Babilonesi guidata da un'altra figlia del babilonese, Abigaille.
Anche Abigaille è innamorata di Ismaele e minaccia la sorella di riferire al padre che ella ha tentato di fuggire con uno straniero, ma alla fine si dichiara disposta a tacere a patto che Ismaele rinunci a Fenena.
A capo del suo esercito irrompe Nabucco, deciso a saccheggiare la città e Zaccaria, per fermarlo, minaccia di uccidere Fenene, ma Ismaele si oppone, strappa la giovane dalle mani del gran sacerdote e la consegna, salva, nelle mani di Nabucco.

Parte II - L'empio [modifica]

Abigaille, sola negli appartamenti reali, tiene fra le mani una pergamena sottratta a Nabucco, che attesta le sue umili origini di schiava. La sua rabbia esplode in una furia incontenibile alla notizia che Fenena, nominata Reggente dal padre, ha dato ordine di liberare tutti gli ebrei. Ormai Abigaille è decisa a tutto pur di impossessarsi del trono.
Zaccaria, prigioniero degli assiri, entra in una sala della reggia seguito da un Levita che reca le Tavole della Legge e, dopo aver sollecitato Iddio a parlare attraverso il suo labbro, si ritira.
Ismaele, convocato dal Gran Sacerdote per rispondere del suo tradimento, è maledetto dai Leviti, ma Anna, sorella di Zaccaria, lo difende; il giovane infatti non ha salvato la vita ad un'infedele bensì ad un'ebrea, giacché la figlia del re nemico si è nel frattempo convertita alla Legge.
La situazione precipita: in un rapidissimo susseguirsi di eventi Abigaille irrompe in scena con il suo seguito e pretende da Fenena la corona, ma Nabucco, creduto morto in battaglia, giunge e richiede per sé la corona. Poi comincia a deridere il Dio Belo, che avrebbe spinto i prigionieri a tradirlo, e dopo anche il Dio degli ebrei. Esige di essere adorato come l'unico Dio, minacciando di morte Zaccaria e gli ebrei se non si piegheranno al suo volere. Subito dopo il Dio degli Ebrei scaglia un fulmine sul suo capo, la corona cade al suolo e il re comincia a manifestare segni di follia. La corona viene prontamente raccolta da Abigaille.

Parte III – La profezia [modifica]

Abigaille, seduta sul trono accanto alla statua d'oro di Belo, nei giardini pensili di Babilonia, riceve l'omaggio dei suoi sudditi. Quando il Gran Sacerdote le consegna la sentenza di condanna a morte degli ebrei, la regina si finge ipocritamente incerta sul da farsi. All'arrivo del re spodestato – in camicia da notte e con lo sguardo smarrito – l'usurpatrice cambia atteggiamento e gli si rivolge con ironica arroganza, dando ordine di ricondurlo nelle sue stanze. Quindi lo avverte di essere divenuta la custode del suo seggio e lo invita perentoriamente a porre il regale suggello sulla sentenza di morte degli ebrei. Il vecchio re esita, Abigaille lo incalza accusandolo di viltà e alla fine Nabucco cede. Ma lo coglie un dubbio: che ne sarà di Fenena? Abigaille, implacabile, afferma che nessuno potrà salvare la fanciulla e gli ricorda che anch'essa è sua figlia. Ma il re la sconfessa: ella è solo una schiava. La donna trae dal seno la pergamena che attesta la sua origine e la fa a pezzi. Il re, ormai tradito e detronizzato, nell'udire il suono delle trombe che annunciano l'imminente supplizio degli ebrei chiama le sue guardie, ma esse giungono per arrestarlo obbedendo agli ordini della nuova regina. Confuso e impotente, Nabucco chiede invano ad Abigaille un gesto di perdono e di pietà per la povera Fenena.
Sulle sponde dell'Eufrate gli ebrei, sconfitti e prigionieri, ricordano con nostalgia e dolore la cara patria perduta (coro: Va', pensiero, sull' ali dorate). Il Pontefice Zaccaria li incita a non piangere come femmine imbelli e profetizza una dura punizione per il loro nemico: il Leone di Giuda sconfiggerà gli assiri e distruggerà Babilonia.

Parte IV – L'idolo infranto [modifica]

Nabucco, solo in una stanza della reggia, si sveglia da un incubo udendo alcune grida e, credendole segnali di guerra, chiama i suoi prodi a raccolta per marciare contro Gerusalemme. Tornato in sé all'udire altre voci che ripetono il nome di Fenena, egli si affaccia alla loggia e vede con orrore la figlia in catene. Disperato, corre alla porta, tenta invano di aprirla e infine, rendendosi conto di essere prigioniero, cade in ginocchio e si rivolge al dio di Giuda invocando il suo aiuto e chiedendogli perdono. Come in risposta alla sua preghiera, sopraggiunge il fedele ufficiale Abdallo con un manipolo di soldati, restituendogli la spada e offrendosi di aiutarlo a riconquistare il trono.
Nei giardini pensili di Babilonia passa il triste corteo degli ebrei condotti al supplizio. Zaccaria conforta Fenena incitandola a conquistare la palma del martirio; la fanciulla si prepara a godere delle gioie celesti. L'atmosfera mistica è interrotta dall'arrivo di Nabucco che, alla testa delle sue truppe, ordina di infrangere la statua di Belo. Miracolosamente, «l'idolo cade infranto da sé». Tutti gridano al «divino prodigio», Nabucco concede la libertà agli ebrei, annunzia che la perfida Abigaille si è avvelenata e ordina al popolo d'Israele di costruire un tempio per il suo Dio grande e forte, il solo degno di essere adorato. Mentre tutti, ebrei ed assiri, s'inginocchiano invocando l'«immenso Jehova», entra Abigaille sorretta da due guerrieri: la donna confessa la sua colpa e invoca il perdono degli uomini e di Dio prima di cadere esanime. Zaccaria rivolge a Nabucco l'ultima profezia: «Servendo a Jehova sarai de' regi il re!».

Vocalità [modifica]

La parte di Abigaille, una delle più impervie che Verdi abbia composto per la voce di soprano, richiede un soprano drammatico d'agilità di inusitata potenza e flessibilità. Il ruolo impone anche difficoltà tecniche onerose (con la ricorrenza frequente di crescendo al do sopracuto da eseguire a voce spiegata), funzionali a mettere in luce il carattere iracondo della principessa.
Tra le più celebri Abigaille spiccano Maria Callas (1949), Ana Stephanie Senè, Elena Souliotis e Ghena Dimitrova.
Il ruolo di Fenena, figlia legittima di Nabucco, richiede una voce morbida e ben calibrata di timbro brunito ed è stato interpretato finora da vari mezzosoprani celebri italiani ed esteri quali Giulietta Simionato, Fiorenza Cossotto, Violeta Urmana e Caterina Novak.

Organico orchestrale [modifica]

La partitura di Verdi prevede l'utilizzo di:
Da suonare sul palco:

Brani celebri [modifica]

  • Sinfonia (parte I)
  • Mio furor, non più costretto, (finale parte I)
  • Ben io t'invenni, o fatal scritto!... Anch'io dischiuso un giorno, recitativo e aria di Abigaille (parte II)
  • Vieni, o Levita, preghiera di Zaccaria (parte II)
  • S'appressan gli istanti!, concertato (parte II)
  • È l'Assiria una regina, introduzione (parte III)
  • Va', pensiero, sull'ali dorate, coro degli ebrei (parte III)
  • Dio di Giuda, perdono! preghiera di Nabucco (parte IV)

Numeri musicali [modifica]

  • Sinfonia

Parte I [modifica]

  • 1 Introduzione
    • Coro: Gli arredi festivi (Coro) Scena I
  • 2 Recitativo e Cavatina di Zaccaria
    • Recitativo: Sperate, o figli! (Zaccaria, Coro) Scena II
    • Cavatina con coro: D'Egitto là sui lidi (Zaccaria, Coro) Scena II
    • Tempo di mezzo: Qual rumore? (Coro) Scena II-III
    • Cabaletta con coro: Come notte a sol fulgente (Zaccaria, Coro) Scena III
  • 3 Recitativo e Terzettino
    • Recitativo: Fenena! O mia diletta! (Ismaele, Fenena) Scena IV-V
    • Terzettino: Io t'amava!... Il regno, il core (Abigaille, Ismaele, Fenena) Scena V
  • 4 Finale I
    • Coro: Lo vedeste?... Fulminando (Coro, Zaccaria) Scena VI
    • Scena e marcia: Viva Nabucco!... (Abigaille, Coro, Zaccaria, Ismaele) Scena VI
    • Seguito del Finale I: Che tenti?... Oh trema, insano! (Zaccaria, Nabucco, Fenena, Abigaille, Ismaele) Scena VII
    • Stretta del Finale I: Mio furor, non più costretto (Nabucco, Abigaille, Fenena, Anna, Zaccaria, Coro) Scena VII

Parte II [modifica]

  • 5 Scena e Aria di Abigaille
    • Scena: Ben io t'invenni, o fatal scritto!... (Abigaille) Scena I
    • Aria: Anch'io dischiuso un giorno (Abigaille) Scena I
    • Tempo di mezzo: Chi s'avanza? (Abigaille, Gran Sacerdote, Coro) Scena II
    • Cabaletta con coro: Salgo già del trono aurato (Abigaille, Gran Sacerdote, Coro) Scena II
  • 6 Recitativo e Preghiera di Zaccaria
    • Recitativo: Vieni, o levita!... (Zaccaria) Scena III
    • Preghiera: Tu sul labbro dei veggenti (Zaccaria) Scena III
  • 7 Scena e Coro
    • Scena: Che si vuol? - Chi mai ci chiama (Coro, Ismaele) Scena IV
    • Coro: Il maledetto non ha fratelli... (Coro, Ismaele) Scena IV-V
  • 8 Finale II
    • Scena: Ma qual sorge tumulto! (Fenena, Ismaele, Zaccaria, Coro) Scena V-VI-VII-VIII
    • Canone: S'appressan gl'istanti (Coro, Tutti) Scena VIII
    • Scena: S'oda or me!... Babilonesi (Nabucco, Fenena, Gran Sacerdote, Zaccaria, Anna, Coro) Scena VIII
    • Delirio: Chi mi toglie il regio scettro?... (Nabucco, Zaccaria, Abigaille) Scena VIII

Parte III [modifica]

  • 9 Introduzione
    • Coro: È l'Assiria una regina (Coro) Scena I
  • 10 Scena e Duetto di Nabucco e Abigaille
    • Scena: Eccelsa donna (Gran Sacerdote, Abigaille) Scena II
    • Duetto: Donna, chi sei? (Nabucco, Abigaille) Scena III
  • 11 Coro e Profezia
    • Coro: Va', pensiero, sull'ali dorate (Coro) Scena IV
    • Scena: Oh, chi piange? (Zaccaria) Scena V
    • Profezia con coro: Del futuro nel buio discerno... (Zaccaria, Coro) Scena V

Parte IV [modifica]

  • 12 Scena e Aria di Nabucco
    • Scena: Son pur queste mie membra!... (Nabucco) Scena I
    • Aria: Dio di Giuda!... (Nabucco) Scena I
    • Tempo di mezzo: Porta fatale, oh t'aprirai!... (Nabucco) Scena I-II
    • Cabaletta con coro: Cadran, cadranno i perfidi (Abdallo, Coro, Nabucco) Scena II
  • 13 Finale ultimo
    • Marcia funebre Scena III
    • Recitativo: Va'! la palma del martirio (Zaccaria) Scena III
    • Preghiera: Oh, dischiuso è il firmamento! (Fenena) Scena III
    • Scena: Viva Nabucco! (Coro, Gran Sacerdote) Scena III-IV
    • Inno: Immenso Jehovah (Coro) Scena IV
    • Scena finale: Oh! chi vegg'io? (Nabucco, Abigaille, Zaccaria, Coro) Scena V

Dedica [modifica]

"Posto in musica e umilmente dedicato a S.A.R.I. la Serenissima Arciduchessa Adelaide d'Austria il 31 marzo 1842 da Giuseppe Verdi".

Incisioni discografiche [modifica]

AnnoCast (Nabucco, Abigaille, Zaccaria, Ismaele, Fenena)Direttore
1949Gino Bechi, Maria Callas, Luciano Neroni, Gino Sinimberghi, Amalia PiniVittorio Gui
1961Ettore Bastianini, Mirella Parutto, Ivo Vinco, Luigi Ottolini, Anna Maria RotaBruno Bartoletti
1965Tito Gobbi, Elena Souliotis, Carlo Cava, Bruno Prevedi, Dora CarralLamberto Gardelli
1977Matteo Manuguerra, Renata Scotto, Nicolaj Ghiaurov, Veriano Luchetti, Elena ObratzsovaRiccardo Muti
1979Sherrill Milnes, Grace Bumbry, Ruggero Raimondi, Carlo Cossutta, Viorica CortezNello Santi
1982Piero Cappuccilli, Ghena Dimitrova, Evgeny Nesterenko, Placido Domingo, Lucia Valentini TerraniGiuseppe Sinopoli
1988Renato Bruson, Ghena Dimitrova, Paata Burchuladze, Bruno Beccaria, Raquel PierottiRiccardo Muti
2002Juan Pons, Maria Guleghina, Samuel Ramey, Gwyn Hughes Jones, Wendy WhiteJames Levine
2007Leo Nucci, Maria Guleghina, Carlo Colombara, Fabio Sartori, Nino SurguladzeDaniel Oren

Note [modifica]

  1. ^ Eduardo Rescigno, Dizionario verdiano, BUR Dizionari, Rizzoli, Milano, 2001, ISBN 88-1786628-8

Voci correlate [modifica]

Altri progetti [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

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