Filomela è una figura della mitologia greco-romana, figlia di Pandione, re di Atene.
Per impedirle di riferire le violenze le tagliò la lingua, ma Filomela riuscì ad informare la sorella ricamando un messaggio per lei su una tela che le fece pervenire. Non appena saputo il fatto, Procne uccise il figlio Iti avuto con Tereo e glielo diede in pasto di nascosto.
Non appena Tereo capì quanto avvenuto si diede alla ricerca delle due sorelle che nel frattempo s'erano rifugiate a Daulia, in Focide. Le due invocarono l'aiuto dagli dei, e furono trasformate in due uccelli: Procne in un usignolo, Filomela in una rondine. Anche Tereo fu trasformato in uccello, un'upupa[1].
Catherine Maxwell sostiene che "Filomela non è solo castrata, ma castrante".
Nota che "l'immagine della sua lingua mozzata è una reminiscenza di castrazione, un'impressione che è rafforzata dalla descrizione grafica resa da Ovidio nelle Metamorfosi":
« Guizzò la radice della lingua, il resto giacque sulla nera terra, mormorando e tremando come si muove la coda di una serpe mutilata della lingua » |
(VI, 555-560) |
Note
- ^ Apollodoro, Biblioteca III.
- ^ Catherine Maxwell, The Female Sublime from Milton to Swinburne: Bearing Blindness, Manchester University Press, 2001, pp. 22-23
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