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Monday, April 30, 2012

Vedrò qual sommo incanto

Speranza Vedrò qual sommo incanto di femmina nel petto rechi un novello affetto, o un lusinghiero ardor. (Bramo l’istante e il temo.) Curioso è l’accidente... (Ah che in pensarvi io fremo...) Ti credo assai possente: Del tuo trionfo io stesso sarò qui ammirator. (Ah se per te m’accendo, deh non tradirmi ancor.) --- Rossini, "La scala di seta" Atto unico Il teatro rappresenta l’appartamento di Giulia. Una porta nel fondo e due gabinetti ai lati. Sul davanti, una poprta vetrata che conduce ad un poggiuolo. Dirimpetto, una porta agriglia che guida ad una stanza. Queste due porte debbone essere situale faccia a faccia dello spettatore. Una tavola coperta da un tappeto, un burò, sedie. Scena prima Giulia e Germano, poi Lucilla Giulia (inquieta) Va’ sciocco, non seccarmi, qui sola vo’ restar. Germano (con flemma) Pazienza un pochettino, lasciatemi parlar. Giulia Da te non voglio nulla m’hai tu ben ben capito? Germano (con riso sciocco e malizioso) Capisco che vicina a prendere marito avete, o padroncina, un po’ di convulsione. Un’ottima lezione perciò vi voglio dar. Giulia (inquietandosi sempre più e passeggiando) Non voglio sentir niente! Germano (andandole dietro) Un savio colla barba... Giulia Diventi impertinente! Germano Ha detto già mill’anni... Che ognun che si marita va a caccia di malanni!.. Non vo’ che andiate in collera; saprò poi terminar. Giulia Che dica, ch’abbia detto a me non preme un zero. Non farmi andar in collera, va’ via, non mi seccar. (Germane parte.) Giulia Son pur sola, alfin respiro. S’allontani il caro oggetto. Deh corona un dolce affetto se pur senti amor pietà. (s’avvia al gabinetto alla destra. Alla voce di Lucilla, che sorte, retrocede precipitosamente) Lucilla Cugina, cugina! Giulia Un altro malanno! Lucilla Vi dice il tutore, che in sala venghiate. Giulia Verrò, ma frattanto voi prima n’andate. (Germano esce correndo) Germano Padrona, padrona... Giulia Qui ancora scioccone! Germano Mi manda il padrone... Giulia Ho inteso, son lesta... a3 Giulia Ma prima un affare Compir vo alla presta. Andate voi altri. Verrò, non capite! Uscite, finite, Mi fate inquietar. (O cielo quest’alma Mi fan palpitar.) Germano e Lucilla Lasciate l’affare Di poi finirete Andiamoci insieme Gran cose saprete. Via via colle buone, non serve gridar. (Quei detti quel foco mi fan sospettar.) (partono dalla porta del fondo, che vien chiusa da Giulia.) Scena seconda Giulia, Dorvil Giulia chiusa la porta, apre il burò e ne trae una scala di seta, indi passa al gabinetto, e n’esce Dorvil Giulia Siamo sicuri. Uscite; caro Dorvil sollecito partite. Dorvil O cielo! così presto? Giulia Un giorno intiero vi par poco? Dorvil Un momento. Giulia (gli da la scala di seta, e poi va ad aprire la porta vetrata) Eh al solito poggiuolo questa scala attaccate, che vi serve per venirmi a trovar, e tosto andate. Dorvil Ah! con quanto martir! Giulia Perché? Dorvil A momenti dee venir quel Blansac destinatovi in sposo dal tutore. Giulia Essendo vostra moglie ei non mi può sposar. Dorvil Ma quando penso alle espression d’amante ch’egli sarà per farvi... Giulia E che? geloso siete tuttora? e mai scaccierete da voi questa mania? Non basta ch’io mi sia dinanzi all’ara fatta segretamente a voi consorte? Verrà la buona zia col cui consenso v’ho sposata in segreto. Del tutore per opra sua lo sdegno cederà. E tutto allora in bene finirà. Dorvil E intanto? Giulia A mezza notte con il solito mezzo della scala a trovar mi verrete, e allo spuntar del giorno partirete. Tutt’oggi, con periglio che il tutor se ne accorga, meco vi tenni. Egli or mi chiama: dunque senz’altro indugio andate, ed alla mezza notte ritornate. Dorvil Ubbidisco, ma ancora non son le sei... Giulia (vivamente) Ogni cosa vuoi rovinar? Dorvil No, no. Vado mia sposa. (va al poggiuolo, attacca per di fuori la scala e scende) Scena terza Giulia, poi Dormont e Lucilla Giulia dopo aver ritirato dal poggiuolo e rimessa nel burò la scala di seta, e chiusa la porta serrata Giulia Egli è sceso... respiro! Apriam la porta. (va ad aprire) A tempo egli è partito. Ecco il tutore. (Escono Dormont e Lucilla.) Dormont (un po’ risentito) Per bacco! tutto il giorno perché chiusa nel vostro appartamento? Pensate che a momenti ritorna qui Blansac destinatovi in sposo Lucilla (vivacemente) O com’è bello, amabile, elegante, allegro! Dormont Eh basta, or non marito voi. Lucilla (mortificata) Lo so, pur troppo! Giulia Vi supplico signore... troppo presto concluso avete. Dormont Anzi sia fatto, e lesto. Scena quarta Detti, Germano frettoloso dal fondo Germano Signor padron, signor padron... Dormont Ch’è stato? Germano C’è il signor di... come diavol si chiama?.. Aspettate che vada a domandargli il suo nome... (per andare) Dormont (trattenendolo) E’ Blansac sicuramente. Germano Signor, sì, un nome in ac... Blansac! Dormont Stordito! Lucilla (Che gioia) Giulia (Che imbarazzo!) Dormont Vo ad incontrarlo. (a Giulia) Voi pensate al modo di ricever lo sposo degnamente. (parte) Lucilla Voglio andarlo a vedere destramente. (parte) Germano Vado anch’io, servo suo... Giulia Ferma... senti... (imbrogliata a Germano e come per parlargli, ma s’astrae e parla seco medesima fantascando) Germano Son qua. Giulia (passeggiando, e Germano le va dietro osservandola) (Per liberarmi da questo sposo qual util progetto mi passa per la testa!) Germano Onde, signora?.. Giulia (Capisco che a Lucilla mia cugina piace molto Blansac.) Germano Non ho capito neppure una parola... Giulia (Se impegnarlo potessi a sposarla in mia vece...) (guardando Germano) (La sciocchezza di costui può giovarmi.) Germano Ma parlate con me o col muro? Giulia (artifiziosamente) Caro il mio Germano! Germano (con riso sciocco) Caro!.. oh perdono alla sua gran bontà!.. Cosiccé... si si può... Giulia Sentimi qua. Io so ch’hai buon core, che m’ami davvero; e un pegno d’amore or bramo di te. Germano Ah cara padrona se amor mi chiedete, oh quanto volete ne avrete da me. Giulia (Per altro ci vuole giudizio e prudenza!) Germano (Non trova parole, cotanto è in ardenza!) Giulia (Se a lei si fa sposo, che sorte per me!) Germano (Se dice davvero che sorte per me!) (vivamente) Via chiaro spiegate... Giulia (con artifiziosa riserva) Mi manca il coraggio... Germano (incalorendosi sempre più) Son qui, comandate... Giulia Sei pronto? Germano Prontissimo. Giulia Disposto? Germano Ardentissimo. Giulia (lo piglia a se, e gli parla in aria del più grande segreto) Attento ti bramo all’ospite ognora: e se mia cugina con esso talora fa un poco la corte saper vo da te. Germano (mortificato) Io! Giulia Tu caro mio... Germano Io, grazie... pulito! Volete? ho capito. (Credea la bragiola d’avere sul piatto, ma oimè venne il gatto e via la sgraffiò.) (affettando vivacità) Oh in somma, poiché son uomo di spirito, andrò... sentirò... e tutto dirò. a2 Giulia Oh quanto son grata a tanto buon core! Gran prove d’amore t’attendi da me. Germano O quanto son grato a tanto buon core! Gran prove d’amore son queste per me! (Giulia entra in un gabinetto, e Germano parte dal fondo.) Scena quinta Blansac, Dormont, Dorvil, un sevitore Blansac Oh senza cerimonia... di buon core... Grazie... ma ov’è la sposa? Dormont Giulia e certo allo specchio, ma a momenti verrà qui. Blansac Alla campagna Non servon tante smorfie. Or finché viene, conoscete Dorvil in questo amico che vi presento. Dormont Il nome suo m’è noto. (civiltà con Dorvil che vi corresponde, ecc.) Blansac Lo incontrai qui dappresso, e testimonio lo vo del mio contratto. Dorvil (Buono!) Blansac Doman sia fatto. Dormont E doman si farà. Vò a dar degli ordini e Giulia ad affrettar. Blansac (affettatamente) Ve ne scongiuro. Dormont Tutto compito fia, state sicuro. (parte col servitore.) Scena sesta Blansac e Dorvil Dorvil (Distoglierlo tentiam da queste nozze) E che? tu ti mariti? Blansac Qual sorpresa! Dorvil So che il tuo core è instabil tanto. Blansac (in aria romanzesca) Voglio fissarlo divenendo il più fedele, il più tenero sposo. Dorvil Odi in segreto. Fai la più gran pazzia sposando Giulia. Blansac Perché? Dorvil (marcatamente) Ho le mie ragion. Blansac Qual tuono maimisterioso è questo? Dorvil (in aria di gran confidenza) Per Parigisi dice già che Giulia si fa sposa solo per obbedire al suo tutore, ma non perché ti stimi o porti amore. Blansac (vivissimamente) Ah cospetto! son punto. Ella non m’ama? Io non saprò piacere a lei? tu stesso giudicar ne dovrai. All’entusiasmo io sono già d’averti ritrovato. Dorvil Perché? Blansac Per riparare la mia gloria qui presente ti vo’ di mia vittoria. Dorvil (Quest’è proprio superbia!) Blansac Ma potrebbe Giulia in presenza tua avere dei riguardi... e allor... ci vuole un ripiego... osserviamo... (apre la porta con griglia) Dorvil (con rabbia segreta) Il mio espediente proprio è in bene riuscito!) Blansac Ottimamente! Asconditi qui dietro e osserva tutto per doverne stupir. Dorvil Tu vuoi?... Blansac Va lesto. Vedrai, godrai... Dorvil Eh lascia... Blansac Quai riserve? Dorvil (Sì, conosciamo il cor di Giulia a fondo.) Blansac Ebben, che dici? Dorvil Il tuo desir secondo. Vedrò qual sommo incanto di femmina nel petto rechi un novello affetto, o un lusinghiero ardor. (Bramo l’istante e il temo.) Curioso è l’accidente... (Ah che in pensarvi io fremo...) Ti credo assai possente: Del tuo trionfo io stesso sarò qui ammirator. (Ah se per te m’accendo, deh non tradirmi ancor.) (entra nella porta a griglia e si chiude.) Scena settima Dorvil nascosto, Blansac, poi Germano, indi Giulia Blansac Io non so conquistar un cor di donna? Un Blansac! impossibile! (esce Germano, e non veduto, si ferma indietro in osservazione presso un gabinetto) Germano (Eccolo qui, osserviamo, e a servir la pradrona incominciamo.) (entra nel gabinetto e si fa vedere a suo tempo.) Blansac Son punto, e la vedremo. (esce Giulia, concentrata in se stessa) Giulia (Sì, voglio che Blansac sposi Lucilla, E in tal guisa allontano il mio periglio. Dorvil (Mi sembra assai pensosa.) (aprendo un poco, a Blansac, che gli si trova vicino) Blansac (Taci.) Germano (osservando Dorvil) (Oh bella! Un altro lì in gabbiotto!) Giulia (Ma conosciamo in prima s’egli è tale Da renderla felice.) Blansac (scoprendosi) Ah bella Giulia posso offrirvi una volta i voti miei! N’è rapita quest’alma! Deh! perchè mai celarvi a chi v’adora? Giulia Voi supponete d’essere un amante tenero! Blansac Tenerissimo. Giulia Con vostra buona grazia non vi credo. Blansac Quest’è un ingiusto oltraggio. Giulia Voi volete piacere a tutte, e, s’ho da dirvi il vero, non mi sapete interessar. Dorvil (Va bene!) Germano (Ma perché mai quell’altro fa bao bao?) Blansac Signora!.. Giulia Ognun vi taccia di leggero. Blansac Ah che più non lo sono. E’ l’incostanza dell’età mia il difetto, ma i suoi dritti su me ragion riprende. Finché libero io fui correr potei di bella in bella, ma se d’esser fido ad una degna sposa io giurerò lei sola eternamente adorerò. Giulia Dite davvero! voi così parlando m’incantate. Dorvil (Oimè!Che vuol dir questo?) Germano (Oh bella! si rimescola!) Giulia (Egli mi par sincero, e di Lucilla Può far la sorte.) Blansac (Ella di già s’accende.) Giulia E voi certo?... Blansac Ah qual dubbio! egli m’offende! Sì che unito a cara sposa io sarò fedele ognor. Dorvil (A qual barbaro cimento or si trova questo cor!) Giulia Ah ch’io temo che sincero non sia il voto dell’amor. Germano (Qui v’è sotto qualche imbroglio, qui v’è troppo mal umor.) Blansac Sì che a lei sarò costante. Giulia Sempre fido!... Blansac Sempre amante... Di tutti i sposi sarò il miglior. a4 Giulia e Blansac I voti unanimi, la tenerezza, gioie, desiri, piaceri, ebbrezza! Ah quest’è un’anima felicitar. Dorvil (Bravi si servano, vadano avanti; godano pure de’ loro incanti, ma tutto in aria farò volar.) Germano (Quel si rimescola, quello riscaldasi... Ah qui di certo v’è uno sconcerto... Voglio la storia deciferar.) (accostandosi a Giulia ed accennando ov’è Dorvil) Padrona, è lì... Giulia (fissando Blansac) Lo vedo. Germano (incalzando il lazzo) No no ch’è lì... Giulia Sei matto! Germano E’ lì dico!.. Giulia Ma chi? (Blansac apre la porta e n’esce Dorvil. Sorpresa, ecc.) Blansac (a Dorvil in aria di trionfo) Sei già scoperto. Avanti. Dimmi, chi porta i vanti? Dorvil (ironico) Con lei me ne consolo amabile signora. Quei dolci affetti teneri si goda lieta ognora. Esempio è suo bel core Di vera fedeltà. Giulia Che ardire! che imprudenza! (Freniamci.) (a Blansac) Ei come qua? Blansac (come sopra) Io stesso l’ho condotto e il volli testimonio di mia felictà. (Ognuno tirando a sé Germano che si mostra imbarazzatissimo.) Dorvil Insolente e chi t’ha detto ch’io colà mi stava ascoso? Germano Compatite mio signore, per istinto io son curioso. Blansac Dimmi un po’ chi t’ha ordinato metter man nei fatti miei? Germano V’assicuro che l’ho fatto sol per dare gusto a lei. Giulia Io che c’entro se ciascuno qui di te si chiama offeso? Germano Padroncina, perdonate v’avrò forse mal inteso. a4 Giulia e Blansac Tu sei causa bestia matta! (a Germano) Pria si sente, pria s’intende... (a Dorvil) Per te ognuno è in convulsione... (a Germano) Sempre ben non si comprende... (a Dorvil) Ah la testa in confusione traballare or qui mi fa! Dorvil Tu sei causa bestia matta! (a Germano) Tutto chiaro ho ben sentito... (a Giu. e Blansac) Per te ognuno è in convulsione... (a Germano) Pienamente ho già capito... (a Giulia) Ah la testa in confusione traballare or qui mi fa! Germano Ma pazienza miei signori... Veh che caso indiavolato! Vi dirò la mia ragione... Bella mancia che ho pigliato! Ah la testa in confusione traballare or qui mi fa! (Giulia e Germano partono.) Scena ottava Blansac e Dorvil Blansac (vivamente) Va là presto, va là! del mio trionfo Riempi tutta Parigi. Dorvil Io! Blansac Te ne spiace? Dorvil Anzi ne godo, e corro sul momento a darti lode. (O gelosia, o tormento!) (parte dal fondo) Scena nona Blansac e Lucilla Blansac Or andiam dal tutor... (esce Lucilla) Bella Lucilla, voi qui? Lucilla Credea trovarvi mia cugina... Io vado!.. Blansac Deh! un istante. Mi sembrate Molto più bella. Lucilla Oh adesso mi burlate! Blansac Parlo da senno. Lucilla E mia cugina? Blansac E come vicino a voi d’altra beltà si puote rammentar o parlar? Lucilla Che dite mai? Forse che mia cugina?.. Blansac Essa è adorabile, ma non è sola in cui beltà s’accolga. V’è qualch’altra... Lucilla Signore, arrossir voi mi fate. Blansac Ebben, più cara vi rende quel rossor. Lucilla Cara! a chi mai? Priva di merti, io temo che la vostra eccedente bontà a riguardo mio ingannare vi posa. Blansac O quanto mai felice si saria arrivando a piacervi! Lucilla Veramente non ho crudele il core, né mi duole goder l’altrui favore. Sento talor nell’anima Un dolce movimento, Che lusinghiero e tenero Mi va parlando in sen. Allor se un caro sposo Avessi al fianco mio, Quanto nel cor desio Saria compito appien. (parte) Scena decima Blansac poi Germano, con lume Blansac Bellissima! il casetto e proprio nuovo! Cerco una bella, e duo qui ne ritrovo. (Esce Germano.) Germano Signore. (posa il lume sul burò) Blansac Cosa vuoi? Germano La compagnia è già rientrata nel Salone. Blansac Han detto che ad avvertir mi venga? Germano Signor no. Ma non importa. Allor che si sta solo si prova noia... ma... (con riso sciocco) Oh sì sì... vicino alla signora Giulia... mi capite... è vero?.. si sta bene, anzi benone. Blansac Ah bravo! hai dello spirito. Vedete come si vanno calunniando gli uomini! Dicono che sei sciocco! Germano (in aria di goffo complimento) Oh signor mio!.. Grazie... voi siete buono... Blansac (ridendo) Addio, addio. (parte dal fondo) Scena undicesima Germano solo Germano E ognun mi dice sciocco! E anche Tognetta se fo’ all’amor con lei... me ne dispiace... Io so che ho dello spirito... Oh finiamo le ciarle. Si fa notte. Chiudiam porte e finestre. (sbadiglia) Veramente ho bevuto un pochetto... Cominciamo da questo gabinetto. (entra nel gabinetto alla sinistra, lasciando il lume sul burò.) Scena dodicesima Giulia, poi Germano Giulia Sollecitiam perché Blansac si sposi domani a mia cugina... E quel Dorvil qui trattenersi? Ah perché un sol momento, almeno alla sfuggita, non potei favellargli! Ma appieno il torto suo conoscerà, e per forza perdon mi chiederà. Germano (uscendo, trattenendosi in disparte, parlando da sé, non veduto da Giulia, che parla sempre astratta) Qui ancor la padroncina... Giulia Ma nol potrà ottenere sennon a mezza notte... Or sotto il mio balcon forse m’attende. Germano (Sotto il balcon! Giulia Sarei troppo crudel, se a lui negassi il randevu. Germano (Il randevu! picciole bagatelle! Giulia Esso è geloso, è vero, ma d’un amor sincero quest’è prova fedele... ormai vicina è già la mezzanotte. Germano (La mezzanotte!) Giulia Al punto egli è già di venir. Dunque attacchiamo la nostra scala sul balcone e andiamo. (s’incammina al burò poi si ferma con riflessione) E il povero Blansac! Germano Blansac! ah! intendo. E’ l’amico aspettato... Ora capisco tutto. Giulia Ma se mai, ora che il mio tutore è in si gran movimento o sospetta o discopre... Ah! qual cimento! Il mio ben sospiro e chiamo vita e speme a questo core; ma fra l’ombre del timore son costretta a palpitar. Ah si vada... qui che fai? (accorgendosi di Germano che fa vista d’entrare nell’altro gabinetto) Vai a chiuder?.. Ti dispenso... Vien qualcun... Chi sarà mai?.. (osservando verso la porta del fondo) E’ il tutor sicuramente!.. Gli dirai... (cresce l’imbroglio...) Tu va pur... (confusa incerta io mi sento vacillar.) (Quanto pena un’alma amante! Quanto costa un vero amar!) (entra nel gabinetto a sinistra e si chiude.) Scena tredicesima Germano, poi Blansac Germano Brava!.. vada, si serva... Che grand’uomo che son io! Scoperto ho il tutto E’ chiaro, è indubitabile, è sicuro. qui il signor di Blansac Deve venire a mezzanotte! buono! Un randevu! va bene. Vengano adesso a dirmi che son sciocco? E’ un randevu al signor Blansac, sì sì. E la causa di questo... (pensa un poco) Bravo Germano! ho ben capito il resto. Amore dolcemente tu prima accendi il core; poi crescer fai l’ardore, e a delirar si va. Perciò la padroncina... (sbadiglia e siede a canto alla tavola) Che sonno!.. stamattina... volea... pensiamo un poco... che io... facessi... il gioco... se... l’altro... che... si sa!.. (mezzo s’addormenta.) (Esce Blansac.) Blansac (fermandosi un poco indietro) Giulia dov’è?.. oh colui seduto lì che fa? Germano (mezzo stordito dal sonno) Sì... la signora Giulia... Blansac (interesandosi ad ascoltare senza muoversi) Che? Germano Ha dato...il randevu... Blansac Il randevu!.. Germano A Blansac... Blansac A me!.. Germano Stanotte... Blansac E che? Sogna? e finzion? sappiamo. Germano!.. (lo scuote) Germano Chi va la! (s’alza impetuosamente ed impaurito) Blansac Che dici in tua malora! Germano (ridendo e rassicurato) Eh nulla... sono un sciocco... Blansac Su parla alocco! Germano (puntigliato) Io alocco!.. Attento e ve lo spifero tal quale la sarà. Quando suona mezzanotte voi dovete venir qua; (Blansac è stupito assai) e una scala la padrona per salir vi calerà! (accennandogli la porta vetrata) Voi entrato che sarete poi direte, poi farete... Io non cerco i fatti altrui, e sarà quel che sarà! Su via ditemi bravissimo! Argutissimo, acutissimo! Della vostra bella sorte mi consolo in verità. (parte dal fondo) Scena quattordicesima Blansac, poi Dormont, Lucilla e Germano Blansac Cosa? come? a me Giulia un randevu? E non mel dice?.. ora capisco!.. brava! Che donnesca finezza! Perché n’ha certo un poco di rossore mel fa sapere dal suo servitore. Ma che vorrà mai dirmi? Ah che certo le è nato qualche grande accidente... Vien mezzanotte! Io sono impaziente. (Escono i suddetti.) Dormont Perché spariste? Già s’è ritirato Dorvil l’amico vostro. Un poco troppo perseguitate Giulia. Lucilla E questo è vero. Blansac Io l’ho cercata invano. Dormont Eh, eh, la troveremo, e il contratto doman soscriveremo. Ritiriamoci tutti. Lucilla Immantinente. Blansac Bella Lucilla addio. (Vien mezzanotte! o qual ardore è il mio!) (parte dal fondo) Dormont Tu seguimi, o Germano (segue Blansac) Germano Servo. Gran novità! Lucilla Cos’è successo? Germano Vostra cugina in questo appartamento ha dato a mezzanotte un randevu... Lucilla A chi? Germano Eh!.. al signor Blansac. Lucilla Come? Germano Ma zitto! Fate com’io, tacete, o nascerà qualche diavol... Dormont (di dentro) Germano! Germano Sono qua. (via correndo) Lucilla Qui per Giulia, Blansac! Sentir potessi! Faccio per imparare... Ho una smania... Vien gente... Ascondiamci lì dentro prestamente. (entra nella porta a griglia, e si chiude) Scena quindicesima Germano solo Germano Buono non c’è persona. Un randevu e s’io piglio Tognetta per la mano mi regala per solito un schiaffone? Eh, il signor di Blansac mi può insegnare il mestiere, e da lui voglio imparare. Qui bisogna nascondersi... ma dove? Gnaffe! sotto la tavola. Che gusto sarà il mio! Imparerò, e doman vo’ che Tognetta Trovi caro carino il suo Germano... Apron la porta... a noi. Sotto, pianpiano. (si nasconde sotto la tavola.) Scena sedicesima Detti nascosti. Giulia dal suo gabinetto, poi Dorvil, indi Blansac. Giulia va a chiudere la porta del fondo. Giulia Dorme ognuno in queste soglie, ma qualcun veglia in giardino. Il momento è omai vicino e la scala io vo’ calar. (trae dal burò la scala, e va ad attaccarla al poggiuolo) Germano Si comincia per mia fè. (facendosi vedere a suo tempo dietro la tavola) Giulia (al poggiuolo) Perché attendere si fa? Zitto, è desso... zi zi zi (chiamando sottovoce) Siete voi? Dorvil (dal di fuori) Son io... Germano (Ci siamo Or a scuola ce ne andiamo.) (Dorvil comparisce e scende) Dorvil Posso alfine... Giulia In pria chiudete. (Dorvil chiude la porta vetrata) Germano (Come! qui il signor Dorvil! Oh veh veh! due randevu!) Dorvil Di vedervi in tutto ardea... Giulia Uomo ingrato, e core aveste di suppor ch’io fossi rea! Dorvil Ma se intesi... Giulia E che intendeste? Finsi allor... ciel! (Si batte alla porta vetrata, poi di fuori.) Dorvil Fu battuto! (Si volgono tutti due ed ascoltano.) Germano (Va benon! vien l’altro amico.) Giulia e Dorvil Ascoltiam... Si batte ancora! (Si replica la battuta.) Dorvil (torbido assai) Che vuol dir?... Giulia (agitatissima) Che brutto intrico! Germano (Incalzando va l’affar.) Blansac (dal di fuori) E’ mezzanotte! Oggetto amabile, Deh vien quest’anima A consolar. E’ mezza notte! Dorvil (avviandosi incollerito alla vetrata) E’ Blansac! Giulia Quale imprudenza! Dorvil Vo’ punir la su insolenza! Giulia Qui celatevi un istante. (accennandolgli il gabinetto all sinistra) Dorvil Voi volete!... Giulia Lo dovete, o si va a precipitar. (ve lo costringe) Blansac (come sopra) E’ mezzanotte!.. Oggetto amabile, è mezzanotte!.. Dorvil E mi posso o ciel frenar! (entra per forza nel gabinetto) Giulia Può sentirlo il mio tutore, che vicina ha qui la stanza. Ah ci vuole ardire e core; convien tutto cimentar. (apre la porta vetrata che resta aperta) (Blansac scende ed entra.) Germano (Quanto vado ad imparar!) Blansac (con brio) Che fortuna imprevveduta! Tant’osare io non avrei... Giulia (risentita assai) Qual ragion v’ha qui guidato? Io saperlo or ben vorrei! Blansac Resto assai maravigliato! Giulia Su parlate. Blansac Io... Giulia Vi spiegate. Blansac Io ne vengo al randevu. Giulia Chi vel diede! Blansac Bella! voi. Germano (O pur io.) Giulia Farneticate! Germano Per la voce di Germano... Germano (Ahi!) Giulia Germano! Blansac Vi calmate, e quel tenero pudore... Giulia Oh finiamola signore! Chi vi rese si insolente? Blansac Chi? la scala ivi pendente. Giulia (Ah! levarla m’ho scordato!) a4 Blansac Deh poiché fui qui chiamato, oltraggiarmi è crudeltà. Giulia Qui nessuno v’ha chiamato, del destin è crudeltà. Dorvil (Qui nessuno l’ha chiamato, del destino è crudeltà.) Germano (Ah quell’altro era chiamato! Ho sbagliato come va.) Scena ultima Detti. Dormont, che comparisce in berretta da notte un po’ alla volta dal di fuori del poggiuolo, poi scende. Giulia Finir convien la scena, Sbrigatevi, scendete... Dormont Oh lode al ciel: ci sono! Giulia Ah! (al sommo della paur alla voce di Dormont) Blansac Zitto e non temete. (si nasconde nell’altro gabinetto) Giulia Oh cielo! Dormont (con riso sardonico) Ah ah! stupite? Non era atteso, è vero? Giulia Signor... Dormont Non serve fingere. La scala e il canterino scoperta han già ogni cosa. (in gran collera apre la porta a griglia ov’è rinchiusa Lucilla) Fuori costui! Lucilla (correndo fuori timidamente) Son qui... Giulia, Dormont e Germano Oh bella! chi può intenderla? Dormont Estrema è la mia collera! Altri ci debbon essere... Vediamo un po’... (apre la porta del gabinetto e n’esce Blansac) Blansac Son qui... Dormont (a Lucilla) E che garbuglio è questo? Lucilla Io seppi da Germano che quivi a mezza notte seguiva un randevu, e venni ad imparar. Germano Ahi, ahi! che sono fritto!) Dormont (a Giulia risolutamente) Un randevu! bennissimo! Ora sposarlo subito vorrete voi medesima. Tiriamo innanzi il tavolo... (tira in qua la tavola e si scopre Germano che resta in ginocchio e mal coperto dal tappeto che gli cade a ridosso) Germano Ahi che ci son!... Tutti eccetto Lucilla Germano! Dormont Un altro! Lì che fai Germano (timidamente) Sapea che qui dovea seguire un randevu. E venni ad imparar. (rimette il tappeto) Dormont (minaccioso a Germano e Lucilla) I conti avremo a fare! Frattanto soscriviamo. (cava una carta e la mette sul tavolino) Giulia (Or qui convien parlare.) Signor... Dormont (risolutissimo a Lucilla) Vostro marito Senza ritardo... Dorvil E’ qui... (esce animosamente e si mette a canto di Giulia) Dormont Un altro! in quanti siamo! Blansac Ah ah! quest’è un portento Un randevu in duecento! Dormont (a Dorvil incollerito) Spiegatevi. Dorvil (con nobile fermezza) Di Giulia sono il marito... Dormont Voi! Giulia Perdono o mio tutore, causa di tutto è amore. La buona zia per lettera il nodo ci ha permesso. (cava una lettera e la dà a Dormont che la scorre e se la ritiene) Sposar chi non amava non erami concesso. Voi troppo fiero... ah voi dovete perdonar. Dormont L’ardir eccede... (accennando Blansac) E lui? Blansac (con molto brio) Lucilla io sposerò, e tutto aggiusterò. Dormont Lucilla. Lucilla (raccomandandosi) Ah sì! Blansac (a Dormont accennandogli Lucilla) Vedete? Tutti Perdon! Dormont Quel che volete; non serve più parlar. Tutti Quando amor si fa sentire troppo egli è nei cor possente. Si contrasta inutilmente vince ognora il suo poter.

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