I Masnadieri | |
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fotografia di Giuseppe Verdi | |
Lingua originale | italiano |
Genere | Dramma lirico |
Musica | Giuseppe Verdi |
Libretto | Andrea Maffei |
Atti | quattro atti |
Prima rappr. | 22 luglio 1847 |
Teatro | Her Majesty's Theatre di Londra |
Personaggi | |
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Autografo | Archivio Storico Ricordi, Milano |
I masnadieri è un'opera lirica di Giuseppe Verdi tratta dalla tragedia omonima di Friedrich Schiller.
Giuseppe Verdi diresse personalmente questa prima rappresentazione.
Gli interpreti e gli artisti coinvolti furono i seguenti:
Personaggio | Interprete |
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Massimiliano | Luigi Lablache |
Carlo, tenore. | Italo Gardoni |
Francesco | Filippo Coletti |
Amalia | Jenny Lind |
Arminio | Leone Corelli |
Moser | Lucien Bouché |
Direttore d'orchestra | Giuseppe Verdi (per tre recite), poi Michael William Balfe |
L'opera fu subito accolta con successo dal pubblico, anche se oggi non è molto rappresentata.
Un'importante ripresa è l'edizione discografica con Franco Bonisolli (Carlo), Matteo Manuguerra (Francesco), Samuel Ramey (Massimiliano) e Joan Sutherland (Amalia) diretta da Richard Bonynge.
Trama
L'opera è ambientata in Germania nel XVI secolo.
Atto I
Carlo ha abbandonato la casa paterna ma desidera ritornarvi (O mio castel paterno) quando viene a sapere tramite una lettera firmata dal padre che egli lo ha bandito da casa e ha intenzione di imprigionarlo.
Carlo allora decide di porsi a capo di una banda di masnadieri (Nell'argilla maledetta).
In realtà la lettera è stata scritta dall'invidioso e perfido fratello, Francesco, che intende impossessarsi dei territori del padre Massimiliano, il reggente di Moor.
Chiama il servo Arminio e gli ordina di vestirsi da soldato e di recarsi dal padre recandogli la falsa notizia che il figlio è morto (Tremate o miseri).
Intanto Massimiliano dorme placidamente, e Amalia, un'orfana adottata da lui, ed innamorata di Carlo, lo contempla e ricorda l'amato (Lo sguardo avea degli angeli).
Il vecchio si sveglia ed esprime ad Amalia la sua preoccupazione per la lontananza di Carlo.
Entra Francesco che annuncia l'entrata di Arminio travestito, che pronuncia la falsa notizia.
Massimiliano non regge e sviene.
Amalia, credutolo morto, fugge, e Francesco già si bea di possedere i territori del padre (Morto? Signor son io!).
Atto II
Massimiliano viene creduto morto, e viene organizzato un banchetto in onore di Francesco.
Amalia si sottrae alla festa, e ricorda l'amato Carlo che crede morto (Tu che del mio Carlo).
In quel momento entra Arminio, che, pentito, svela la verità, e Amalia gioisce nel sapere che Carlo e Massimiliano sono ancora vivi (Carlo vive!).
Entra Francesco, che cerca di dissuadere la fanciulla a ricordare l'amato morto, ma lei lo disprezza, continuando ad amare Carlo.
Nel frattempo Carlo, diventato capo dei masnadieri, è colpevole dei più atroci delitti, seppure rimpianga la vita di prima e l'amata Amalia.
Atto III
Amalia è riuscita a fuggire dal castello di Francesco, ma è terrorizzata dalle voci dei masnadieri che sente nella foresta.
Incontra Carlo, e i due si riabbracciano dopo tanto tempo.
Amalia spiega che Francesco è diventato signore dopo la morte di Massimiliano, e che egli intendeva usare violenza su di lei.
Carlo giura di vendicarla, ma prima si rinnovano le promesse d'amore (Lassù, lassù risplendere).
I masnadieri intanto hanno preso come base delle rovine diroccate di una torre.
Carlo veglia, insonne, e scorge un'ombra avvicinarsi ad un pozzo con una grata, da cui esce una voce.
È Arminio che porta da mangiare ad un prigioniero, ma fugge spaventato appena vede Carlo.
Carlo toglie la grata e scopre che l'uomo nel pozzo è il vecchio padre, che racconta che era stato gettato nel pozzo a morire di fame dal figlio Francesco (Un ignoto, tre lune or saranno) e sviene.
Carlo giura vendetta, e sveglia i masnadieri.
Insieme attaccheranno il castello di Francesco.
Atto IV
Francesco, intanto, è colto dai rimorsi e dagli incubi.
Racconta ad Arminio un incubo in cui sembrava di essere Caino maledetto da Dio (Pareami che sorto da un lauto convito).
Arminio esce ed entra Moser, un pastore, che gli comunica che Dio lo sta punendo per i suoi crimini.
Arminio rientra e comunica che i masnadieri stanno invadendo il castello, e Francesco, anche se sa di morire in breve, lancia l'ultima bestemmia contro Dio.
Massimiliano, nel covo dei masnadieri, continua ad invocare invano Francesco, e a chiedere il perdondo di Carlo.
Infatti non sa ancora che il capo dei masnadieri è suo figlio.
Carlo dice che il figlio lo perdonerà.
In quel momento entrano i masnadieri, di ritorno dal castello, conducendo Amalia come prigioniera. Carlo, allora non può più tenere nascosto niente al padre e all'amata.
Egli è a capo di quella masnada di ladri ed assassini (Caduto è il reprobo!).
Amalia giura di amarlo anche se a capo dei masnadieri, ma Carlo, piuttosto che portarla in mezzo alla polvere, la uccide, e si appresta a consegnarsi alla giustizia.
Numeri musicali
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Atto I
Preludio
Scena: Quando io leggo in Plutarco (Carlo, Voci)
Ecco un foglio a te diretto... (Coro, Carlo)
Nell'argilla maledetta (Carlo, Coro)
Atto II
"Come splendido e grande il sol tramonta"
(Carlo) Scena VI
Atto III
Coro Le rube, gli stupri, gl'incendi, le morti (Masnadieri) Scena III
- Finale III
Atto IV
- Sogno di Francesco
-
Scena e Duetto
Note
- ^ Eduardo Rescigno, Dizionario verdiano, BUR Dizionari, Rizzoli, Milano, 2001, ISBN 88-1786628-8
Collegamenti esterni [modifica]
- I Masnadieri - Argomento, Analisi, Discografia, Libretto
- (FR) Les brigands, Parigi, 1870: lo spartito completo.
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