SULL'UOMO PENSIERI DEL CAV. PROF. A. CATARA- LETTI ERI Antonio Catara Lettieri Digitized by Google Digitized by Google j AW Illustrissimo SIGNOR PRESIDENTE DELLA R. ACCADEMIA PÉLORITANA CAV. PÀRKOCO GAETANO MESSINA PROFESSORE ni DIRITTO ecclesiastico sella n. università degli stcd di Messina preside DELLA FACOLTÀ GIURIDICA fjl fu A \ i ò s i nto ó temente Offrendo alla S. I . Ili™ questo mio lavoro mi e caro il dire, che soddisfo un voto del mio eiwre , perocché si e per Lei massima- mente che si videro cominciare le domenicali Conferenze nel nostro Sodalizio, cotanto bene accolte nel nostro Paese, e che saranno con- tinuate nel novello anno. Io non debbo ricor- dare tutto che si è tatto di bene durante la Sua Presidenza , che la Sua modestia mei vieta, cume per medesimezza di ragione noìi devo dire della dottrina vasta e profonda di Lei e delle specchiate virtù, che han sede nel Suo petto — ma mi permetterà dirle che mandando alle stampe la prima conferenza, che per me si lesse in quella prima tornata, ed il seguito che avrei dovuto leggere per. C anno vegnente, che essi scritti si appartengono alla Accademia — però che sento il debito fre- giarli del nome di Colui, che degnamente rappresenta il Peloritano Sodalizio. Mi con- tinui la Sua amicizia , mentre ho V onore essere Messina 21 novembre 186ÌL \ i De wli «siino A. . Cat«ra-Lettierl. Digitized by Google UNA PAROLA AI SOCI Son lieto potervi annunziare che la risoluzione di aprire in questo luogo , sacro al Sapere , le con- ferenze domenicali , ò stata accolta con plauso da coloro , che son socii del Peloritano Consesso , ed anche dai non socii. Pure non toccava a me esordire quest' oggi , perocché non era affatto preparato , ma dovetti sob- barcarmi , piegando la cervice , non senza il timore di non colpire nel segno, trattandosi d' un lavoro fatto d 7 un fiato. Quindi alla mia pochezza, io nqn dubito, sop- perirà la vostra indulgenza. Il mio discorsetto suir uomo non sarà invero dire una conferenza, ma piuttosto V inizio delle con- ferenze, che saranno ogni domenica date dai nostri egregi Socii. Se dovessi dirvi schiettamente la cosa, la mia conferenza sarà lo schema di una serie di conferenze ' relative ali' Uomo. • Digitized by Google VI Noi dicendo conferenze domenicali scnz' altro , abbiamo intono lasciare intera la libertà dei socii, non legandola a nessuna specie d' argomento sia letterario, o scientifico, od artistico, o classico, o tecnico — abbiamo inteso eziandio che le lor confe- renze sian popolari , o pur no , o siano miste di cognizioni che rispondano alla comune apprensiva degli animi colti , e di quelle che sono patrimonio esclusivo dello scienziato. Abbiamo tutto questo vo- luto lasciare alla discrezione d' ognuno. Rispettando tale libertà non solo si risponde alla varietà dei bisogni , delle tendenze e delle ca- pacità , ma si rende un omaggio alla Società che seppe e volle attuarle. La quale, ponendo mente all'attuale movimento degli spiriti, ben comprese il dovere di prender parte a quel commercio di lumi cotanto importante al progresso dell' umano consorzio. Io adunque prendo l' iniziativa , facendo asse- gnamento stili' animo vostro benevolo , che saprà accordare alle mie povere parole larga indulgenza. Digitized by Google L'UOMO (*) 1. Sento una voce che altamente dice, una voce ripetuta da mille lingue : 1/ uomo 4 un bruto! 2. Mirato qu^st' essere ! Ora ignorante , ipocrita , su- perstizioso — ora credulo , avaro , ambizioso , il buo cuore essere sede delle più abbiette passioni. 3. Egli sacrifica il bene altrui alle sue brutali passioni! Caino e Giuda non furvn soli nel mondo , il loro seme non si è spanto mai. 4. Lodino pure ed innalzino a cielo quest'essere umano, ludibrio di tutto le più scompigliate passioni, dei più tetri e rei disegni , non potranno giammai negar la storia che alta- mente ad ogni piò sospinto smentisce la vanità degli umani pensieri. 5. Egli porta la mano sacrilega sul suo simile , e Te- nore , la persona , gli averi altrui non isfuggono alle sue cupidigie ingorde. (•) Conferenza letta nella Rcalt Acromi» Prioritari» il giorno 13 aiu»no 1JM30. 8 6. Fa sa ben dissimulalo , ti sbatte in viso il turiboli ■MI' adulazione — c , in raen che tei dico, ti tradisce. 7. Oh il bacio di Giuda non restava infecondo! 8. Se non à potuto agguantare il potere, ti vien fatto wd rio tutto umanità, ogni 6uo discorso esser tutto micio di rwi umanitario, di eguaglianza, di libertà, di civiltà, e di tutto le più bollo parole che suonano così gradite alle crecchie casto , ai cuori retti! 9. Oh Dio! Eccolo già in alto saggio, su cui vi per- venne coli' ipocrisia e col delitto — e con questo e con quella si mantiene , dando sfog » ai suoi istinti brutali. 10. Ove n'andato quei sensi umanitari , quelle promesse di migliorar lo umane condizioni, lo stato del popolo? 3 1. Povero Popolo] tutti dicono che son per te, e da to , ma tutti finiscono con crocifiggerti ! 12. Povero Popolo! sei zimbello di tutte le adulazioni, di tutte le più smodate lodi — bugiardo osanna, cui tien dietro il crveifìi/e! Perocché alla fine col tuo sangue si chiude ogni dramma sociale. 13. Tu, o Topo lo , paghi tutto! Per te lo caste, per te la servitù , per t« il feudalismo , e quinci e quindi il pauperismo. H. Ludibrio dello passioni dei potenti, vi si aggiunge lo scherno chiamandoti — Popolo Sovrano/ 1 5. Sovrano che à tra per lo mani la canna per scettro, in capo la corona di spine! con quella sei battuto, e con le acutissime spino ti si traiigo il capo ! lo. Si lasci almeno al popolo la sua più preziosa ere- diti, qual si e quella dello »uo credenze! Ah non si attenti a questa sacra proprietà ! 17. Eccolo ferocemente bruto portar la sua mano sa- crilega sul Santo dei santi , e far di tutto per alterar o per annullare le più sublimi e consolanti verità, patrimonio della umanitaria coscienza, che. dovria restare inviolabile ai deliri delle bugiardo passi' mi ! 1S. Mirato come la vita dell' uomo di lettere è sparsa di dolori, e spesso di tormenti che gli sono un vero martirio! 19. Egli cho tien dietro al bello, al vero , al bene in questa vita terrena, e non mai può coglierli del tutto, ma pur ognora vi] aspira, e fu di tutto per incarnarne alcun che nelle sue opere , nelle sue azioni, vedesi tormentato dalla società, dai fatti che essa più o meno offre in opposizione a queir ideale per lui vagheggiato nel proprio spirito 1 20. Adunque doppio martirio è per lui , quello di una idea che gli sta ognora presente , e sempre gli sfugge , e quello dei fatti sociali, degli uomini che lo fan segno delle loro calunnio , o dei fatti che vede in antagonismo a quelle alto idee che vagheggia ! 21. La vita di lui è attorniata di tutti i pericoli. Tenta portar la face nrlle tenebre della vita , e di presente tutto lo passioni si svegliano , si scatenano e vogliono anni- chilire la potenza di quel pensiero apportatore di luce. 22. Lasciatolo , dico uno , è pazzo ! non vedete che il suo pensiero ò in antagonismo alla realità della vita ! 23. Schiacciamolo colla potenza dell'oro, dice un' altro I Ma la virtù dell'uomo divino sfugge all'azione corruttrice dell' oro , non avendo la potenza morale aflinità alcuna con lo ricchezze , anzi ripulsione, 24. Non abbiamo che farne di costui , grida alto una voce I gittiamoio in una prigione , egli scandalizza e conrompo il popolo , e io solleva ! 25. Ed ci, l'uomo virtuoso, vi sta incatenato pfr s^i lustri come Campanella ! E la potenza d«l suo sovrano intel- lo Mto non si spegli» 1 , ansi divien più luminosa a mille doppj in quel luogo tetro. 26. N«>n vi è eh.» farne di uomini così caparbj, insen- sibili a tutte le p^ne dei ferri, dell'esilio, delle carceri, delta torture, però levasi la v >ce di molti: mandiamolo a morte! 27. E 1 uomo divino muore si , ma come Socrate be- vendo la cicuta , e predicando 1' immortalità dell' anima — o come Mario Pagano, disputando coi colleglli di martirio la nera che precesse la sua morte sul palco eretto dalla ferocia dei tiranni , sul tema socratico ed a prò di esso ! 28. Oh animo benedetto di Anassagora, di Socrate, di Pagano , di Cirillo e di cento altri , noi vi salutiamo , ed il nostro saluto sia un omaggio reso alla virtù, che ebbe sede nei vostri intemerati petti ! 29. Oh martiri della fede, della patria, della scienza! Voi mostrando la potenza della fede , del patriottismo , del vero, mostraste la potenza dell' intelletto e del cuore umano! Voi mostraste che 1' uomo non è argilla soltanto , ma questa animata e vivificata dallo spiro divino I Voi mostraste che 1' uomo non ò soltanto bruto, ma alla natura animalesca con- giunge un cho di divino ! 30. Se guardi la stupidezza, la corruzione, le roe ten- denze, l' abbiezione, 1' abbrutimento di alcuni uomini sei tentato a dire che 1' uomo sia un bruto o un demone. 31. Ah sospendi , per amor di Pio, il tuo giudizio — - osserva meglio , estendi 1' orizzonte delle tue idee , allontana Io sguardo dalle miserie umano, in che l'avevi ristretto, volgiti altrove, e vedrai 1' altro lato dell* uomo ed il più im- portante, lo vedrai un angelo. '\2. Fa ragione che quegli uomini stessi la cui mente ^'ìaco avvolta nel hujo dell' ignoranza , son capaci di essere Digitized by Google 11 illuminati , il loro spirito può eascro stenebrato. Quelle umane creature il cui cuore è avviticchiato dal reo costume, e per- Vertito tanto che oflVe il tristo spettacolo di una furia di sverno — esse stesse son capaci di smetterò quelle colpevoli azioni , quello ree abitudini ed entrare in una via di morale perfezionamento. 33. Basterebbe questo solo a mettere in chiaro non essere l' uomo del tutto bruto , esistere in lui un che di supe- riore alla natura tutta sensata, all' immensa schiera animalesca. Pon mente a quel che dico. A lui solo il rimorso, il pentimento, perche a lui solo apparisce la legge, a lui appartiene la libertà. Egli adunque nei suoi stessi traviamenti comprende che è uomo o non bruto. Che vaio dunque addurre le sue colpe, se in esse stesse si legge che uon ò bruto , se in esse sta scolpita la sua umanità , la eccellenza del suo essere ? 34. Ma vi ha di più , anzi quasi dirò il meglio , che forma V iucantesimo di quanti voglian essere giudici imparziali e son scienti. Mirate i prodigi dell' umana potenza in tutte le opere che Ella ha largamente sparse , e quasi vorrrei dire gettate sulla terra ! 35. Se volgi lo sguardo alle Piramidi d' Egitto , al Colosso di Rodi, al Panteon, al Circo si appresenteranno grandi e magnifici insieme il Vaticano , il l'aìazzo di cristallo, il Tunnel .... e cento di simili opere colossali fra gli antichi od i moderni. 30. Mira la trasfigurazione dell'Urbinate, forse e senza 1' opera più perfetta che sia uscita dalle dita d'un pittore! Volgiti alle logge del Vaticano! 37. Son semidei , non ò egli vero , son angeli coloro che fecero opere sì stupende , por non ricordarne altre ! Non 12 pare che la Provvidenza per rendere mono incresciosa la vita mandi quando a quando qualche spiriti superiori, che con le loro opere faccian dire ai contemporanei: Eglino son angeli! 38. E non furono angeliche lo opero di un Bellini , e quello della sovrana mente del Rossini ? Si , la Pittura , la Scultura , la Musica sono «stupendo manifestazioni della potenza del pensiero umano , eh" non si può stoltamente confondere con nulla did creato. 39. Eppur vi ha un' arto che pinge , scolpisco ed è armonia. La è questa la Poesia. Omero , primo ptttor delle memorie antiche , è ad un tempo scultore del pensiero armonicamente. 39. Che dirai della Stampa, della Pila di Volta, del Vapore ? Mi dirai cho intendi ad alto line , quello cioè di accomunar le ideo, dando a queste, possibilmente, in atto quella universalità che si hanno in potenza. Vuoi in un certo modo fare che il pensiero non sia esclusivamente mio o tuo , ma umanitario. In pochi istanti il pensiero fa il giro del mondo. Pria giravano gli uomini per acquistar le idee ; oggi viaggiano queste per istruir gli uomini. L' uomo vive sotto l 1 impero della leggo del tempo e dello spazio — ma ei colla forza del suo spirito ha fatto di tutto per ridurre , quasi direi , a nulla e spazio 'e tempo. L' anima sua vivo noi t^mpo e nello spazio, e non già per questo e quello, corno l'unità dello epoche e quella dei corpi; brama ed opora in modo per trasfondere nelle coso circostanti la sua potenza unificatrice, figlia dell'unità dell'essere pensante. 40. Né spaziando solo nel campo dell'arte, sia bella o meccanica , o predomini in essa il raggio del bello o V ele- mento dell' utile , ti vien fatto toccar con mani la grandezza dell' uomo, ma pure se alle scienze sollecita ti fai a volgere lo sguardo — svolgendole sarai meco che 1' uomo esercita un Digitized by Google 1.1 imprrio su lu natura tutta quanta , ed < gli solo lo esercita , perciò a lui solo è dato quello spirito immortalo che primeg- gia sulla natura intera. 41. Dalla molecola al globo coleste, dall'insetto all'ele- fante, dalla fogliuzza all'albero più alto e maestoso tutto ei ha tentato conoscere. La potenza del suo genio gli fa crear degli strumenti , e penetra nelle più esili parti della materia, ne rileva le leggi di composizione p decomposizione ; le leggi generali della natura comprende. 42. Non isfagge il globi terrestre alle sue indagini — t-i tenta penetrarne 1' intima natura , la struttura , la forma- zione — quasi geografo dolio età sconosciute, vede addentro la scorza della t rra, fatta por lui diafana, lo trasformazioni che nel corso dei secoli ha ella subito. 43. Invano la sterminata distanza fra terra e cielo , chè drizza alle sfere l* ottica lenta, vi ascende vittorioso, vedo le vie dogli astri , ne conosce lo moli , le orbito , le attrazioni , le aberrazioni , — addiviene legislatore degli astri. 44. Quindi non più impallidisce delle eoclissi , e della malaugurata luce d 'Ile fiammeggianti comete , ma seguitandolo col pensiero nel cammino dei secoli, i più tardi nepoti del loro apparire ammonisce. 45. Oh i prodigi della mente dei sacerdoti d' Urania f di questi profeti astronomici ! 46. Ricco ornai di tanto sapere attinto negli astri , scendo sulla terra, e malgrado cho essa col senso sia incom- mensurabilo , pure col pensiero la stringe in piccol campo . e la misura, come si fa del più piccolo oggetto che si ha tra mani. 47. Dalle astronomiche cognizioni egli ottenne guida su pei mari — norma stabile nei pesi e nello misure. 48. Le leggi del moto ci rivela, e quindi allevia di li dure fatiche gli uomini , dà nonna certa agli editizj , uustodia alle città dai fulmini dei guerrieri offensori. 49. Ed è pur bello il dire che egli ha ottenuto tali miracoli su pei cieli, sulla terra e sul moto muovendo dai con- cetti dello spazio e del tempo, ed atjgiraudoM nH campo ideale, ai ù fatto ricco di quel materna; ico sapere, cui l'acuto senno della iMatomca fìlosotìa die il n me di Ih'anoja, per significarne il carattere medio fra 1' intelligibde ed i sensibili , fra la scienza e 1' opinione, 50. Dimmi ora, sa il cuor ti basta, che l'uomo è bruto ? che uno spirito non informi il suo corpo , e come di- cea il Pascila! , che l' uomo non sia una canna pensante ? 51. egli ù fragile quauto una canna fisicamente consi- derato, ma forto e potente rispetto al pensiero. Il quale non contento di scendere, or nei profondi abissi della terra e del mare , or d' innalzarsi nelle interminate vie del firmamento, pur ardito sollevasi all' Eterno, e lo vede in ispecchio ed in enigma, per usar lo parole dell' Apostolo. 51. Non vi ha molecola , non erbetta , non insetto , di cui non intenda comprenderli 1 le leggi, la struttura, gli usi, i lini, le attinenze col creato intero. Quindi scoprendo le leggi dei minerali , dei vegetabili . degli animali , piega la natura ai suoi desideri! , la doma, la impera — egli tanto può, quanto sa. 52. Volete adunque sapere la forza , 1* astensione del suo pensiero ? mirate il suo prodigioso potere. Se dal campo della natura corporea ei è principe mercè V anima, vasta e potente, si ò colla stessa forza divina ohe penetra nel mondo morale ed in quello sociale. ó:'». Chi potrebbe dimostrare brevemente come il pen- siero scandaglia se stesso , il mondo , DJb ? Senza fotocopi] , microscopi , crogioli, fornelli , reattivi , Digitized by Google 15 scalpelli il pensiero ha virtù di penetrare in se , nelle ragioni supremo degli esseri , nella ragion prima creatrice Egli è vero che penetra in tutto questo, ei è capace di questi sublimi voli , di eseguire questi difficili e miracolosi viaggi scientifici , che all' occhio volgare sembrano impossibili, o fan- tasie, ma tutto quest > lo fa coli' ajuto della luce ideale, che lo anima e vivifica , tuttavolta è certo che senza la potenza cogitativa di riflettere non potn'a sì allo sollevarsi. 54. Oh auimc sublimi di Platone e di Vico, d'Aristotile e di Cartesio, di Senofane e di Miceli, di Bruno e di Spinoza', di Kant e di Hegel , di Anzelmo e di Tommaso , di Danto e di Bonaventura di Lock , di Romagnosi , Galluppi , Bosmini , Gioberti , t'ousin o cento altri , noi rispettosa- mente vi «aiutiamo , e con noi tutti coloro che sono all' al- tezza di comprendere la misaioue della scienza principe, della scienza dello scienze ! di questa legislatrice di lutto lo scibile ! Potrà alcuno ignorarla , potrà pur calunniarla — ma chi non ha attinto a quella fonte , avrà sempre inaridita 1' anima , e si morrà come Tantalo. 55. Ed è appunto n i campo sociale, che ei scendo armato col sapere filosofico. — E qui è dove i doveri ed ì diritti individuali , sociali , pubblici interni ed est-mi — la società nella sua natura, nel principio vitale, mi suo tripli, e stato economico, morale o politico — la legge che serbano nella loro evoluzione — oppur le leggi dell' ordine n casari > delle ricchezze. 56. Un altro passo — ed ecco ascendere alto allo — dalla contemplazione dell' Idea studiar la vita dell' umanità, e formolarne la legge, o scandagliar la legge che serba l'urna mtà nello evolgimento del vero, del bene, del bello, nelle quali ella compie tutta quanta se stessa — Tali sono le impr-a* 16 giganti àel pensiero nell'ordine morale, giuridico, economie), umanitario. 57. Pur maestoso è ammirare il pensiero procedendo da tronco a ramo, o da ramo a foglia, tutto rischiarare T intrec- ciato albero delle favelle, che si allargò sulla terra. 58. 0 colla stampa produrrò V immensa rivoluzione noi mondo intellettivo, cosicché cessando il sapere d'essere la pro- prietà di pochissimi privilegiati, divenne patrimonio comune, ed il solo di Minerva illuminò rapidamente tutto il globo. Se allora 1' acquisto d' un' idea costava un tesoro , oggi poco o nulla vaio — allora viaggiavano i sofi per imparare , oggi i libri per insegnare — oggi le idee viaggiano, facendo il giro della terra, colla rapidità dell' elettrico. 59. Ammirato questa fragil canna pensante , coli' aiuto della stampa , trascorrere 1' oceano ed il nuovo mondo , e far stupire l'antico — penetrare la terra dello sabbie, ravvivare le ceneri di Cartagine , e far parlare lo ossa dei Faraoni — rovistare l* Asia , e squarciare il velo Sanscrita , palesare i misteri dell' Indostan — dapprima col cannone britannico , quindi con amichevoli relazioni atterrare 1' egoista muraglia del celeste impero, già da tanto tempo addormentato alle cantilene dei suoi Bonzi ed allo sbadiglio dei suoi imperatori — tirare di mezzo alle onde un nuovo continente , i; l' Oceania colle nuove sue pianto , coi suoi nuovi animali , collo mille isole , sorge quinta figlia del mondo, ed all'amore dello maggiori sorolle presenta il suo seno ancor vergine, |' incanto della sua gioventù. 60. L' umana intelligenza adunque non cammina più a stento od al nulla, ma cammina alla perfezione, e svolgendoci sempre più vinco il passato, domina la barbarlo e la forza, »■ coragpoia &i stende all'avvenire. Digitized by Google 17 61. Quando io lui penso che ebbi culla in una terra , patria di quegli arditi e potenti pensatori , che destarono il mondo dal profondo letargo in che viveasi , imprimendogli quel moto che die vita a tutte le genti — io ne lodo la Provvidenza di un tanto bene ! * Quando ini ricorrono alla mente Dante creatore delle lettere ed arti cristiane , sintesi suprema di tutti i tipi della estetica moderna, ingegno eminentemente dinamico — Flavio Gioja elio insegna ai naviganti !a virtù misteriosa dell' ago magnetico — Colombo che d ma al mondo antico un nuovo mondo — Galileo che scuotendo !' immobilità della terra , ai fò ardito a lanciarla fra' rotanti pianati — Archimede che rivive in Maurolico — e Telesio , e Campanella, e Bruno, e Macchiavclli, e Sarpi, e Torricelli , e Volta colla famosa Pila, e Vico Creatore di una scienza e conscio di esserlo o tutti coloro che levarono vanto d'esser maestri delle genti — il mio cuore s'inonda di gioj.i, e ne ringrazio Colui che tutto muove.... Si, la Divina Commedia, la Scienza' Nuova, la Pila di Volta bono tal triade gloriosa dell'ingegno creatore italiano, che rolla maggioro ! 62. Non è boria nazionale, ma verità di fatto. — Qui la sovrunità dell'ingegno siede maestosa sin da' tempi vetusti, e si perde nelle venerande memorie del Pitagorismo, e più in là. Qui la Provvidenza suscita in p chi lustri ciò che al- trove ha luogo in secoli , e forse , per alcuni rispetti , non inai — Qui per tristi casi , per nequÌ2Ìe di tempi non venne mono giammai ! 63. A me pare di vedere con Dante assorto nella con- templazione della sua Beatrice — con Colombo che si volge alla scoperta dei Nuovo Mondo — con Galilei che non paven- tando nò la tortura nè il rogo, pronunzia il sublime: Eppur la si muove/ — con Cavalieri che medita 1' invenzione della 2 18 Geometrìa dogi' indivisibili — con Michelangelo inteso allo innalzamento della Olinola dol Vaticano — con Raffaello elio pingo la trasfigurazione a ino paro di vedere il simbolo dello scienze , d ;lle lettere e delle arti I Ogni simbolo doflo ombre venerande dei grandi figli di Italia ò una potenza, una storia, una scienza, un'arte — o più che una face, un faro, un Sole nel tempio dell' universo sapere I G-i. Potea adunque qui durar per sempre la schiavitù del pensiero, la servitù allo straniero, la patria scissa iu brani ? La sovranità della mente richiedo autonomia , che ra- zionalmento reclamavano il pensiero , la nazionalità , e perciò nelP ordino operativo dimostra fondarsi la grandezza di quello intellettivo. G5. Spingo ancora lo sguardo dilla mente nel processo dell' umano pensiero. Il quale tende ad accomunarsi eolla tradizione nella specie, o quindi a rappresentar se stesso con immagini, d' onde la scrittura ideografica o rappresentativa, o con simboli , la scrittura simbolica o geroglifiea, Mia Bempre imperfettamente, finché non perviene a c mprendere non dovero imprimere s< stesso immediatamente , ma i segni dei suoni , che saranno segui dei pensieri — ecco la scrittura alfabetica. Si avvantaggia grandemente , che il pensiero , che pria era individuo, addiviene sociale — pur non è ancora umani- tario. Non ò certo 1' isolamento della prima epoca , ma ù pensiero, da cui deve venirne la comunione, è quasi solitario. La scintilla, arcanamente divina, tende a produrre gran fiamma, ad accendere un faro universale, ma mancalo 1' ossi- geno , 1' aria. »'•<>. il |*'iisiero di quell'epoca rispetto all'umanità, ò lampade che illumina più sè stessa, che vii altri — o latn- Digitized by Google 19 pade cho illumina gli scheletri d' un sepolcro. La virtù cogi- tativa risplende rinserrata in se, come la potenza di ro soli- tario in isola deserta ; o come ro , cui manchi il popolo , od oratore nel deserto. So non che, verrà giorno in cui gli scheletri si tramu- teranno in esseri rigogliosi di vita por opera dello stesso pensiero, che troverà modo, come acquistare in atto quella signoria che si ha in potenza , annullando tutto che si oppone alla sua universalità, alla sua forza espansiva ed unificatrice, * ognora perenno anche quando sembri che non operi , o pur che facci l' opposto. 07. Allora ti verrà fatto ammirare quel re solitario, re cT immenso popolo, umanitàrio , re dell' umanità ! E ciò sarà un fatto. Io il dico con piena convinzione , che in me o pro- dotta dal presente unito con vigorosa sintesi al passato , unione di presento e di passato che mi fa presentire il futuro. Ciò che fummo , spiega ciò che siamo — quel che siamo , dichiara quel che saremo. G8. Facciasi ragione che se all' epoca di assorbimonto ò .succeduta quella di antagonismo o di guerra: a questa terrà dietro un epoca di pace o di conciliazione, più o meno. per- fetta o proporzionevole all' imperfetta e perfettibile umana natura — alla quajo n.l secondo ciclo ò sol concessa quella perfezione , cho nel tempo ò follia sperare , ma cho pure essa brama, ò il mjvent^ precipuo delle magnanime op^re, tanto nel campo del sapere, quanto in quello pratico. 00. Volgasi con me uno sguardo fuggevole al passato ed al presente , e tantosto si riv-i-lerà all' anima il futuro , e ai accrescerà la fedo in esso. Di vero so ti farai ad esaminare con occhio superticial-i il corso degli ultimi tre secoli, non vi vedrai che lo spaven- Lovolc caos, che novella Babele — Sistemi che si seguono. . incalzane , e miti ai urtano , m contraddicono — Scien» che si c.DU-ndf/no a viva forza il primato , anzi par che vo- gliano assorbire tutto in se stesse lo scibile — Tutte le credenze tir. osse , tutte le autorità chiamate a render severo conto di ce, della loro ragion d' essere , anco quella della steppa ragione , che chiamava tutto a novello sindacato — e talvolta tutte esautorate, coni" la ragione uccise se stessa. 70. Lunghe c fi>re son citali battaglie, che io chiamerei umanitarie; in esse si combattono sempre l'idea c<">n la scusa- zione, la libertà cn l'autorità, la ragione col senso, la fede con la ragione, la civiltà con la barbarie. Ed imminente ti aspetti la morte dei combattenti, pe- rocché) semi raso dirette dal soffio venefico d< 1 genio della distrattone , che fra non guari t' immagini assiso sui rottami del mondo delle nazioni , e eoli' inno d< Ila vittoria intonare i funerali dell' umanità. 71. Ma DO ! allontana 1' «occhio dalla buccia delle cose, o spingilo addentro in esse — penetra c<dla tua mente, ti dirò col linguaggio Kantiano , n^lla realità noum. nica , non curando quella fenomenica, che è quati la Maja degl'Indiani, ed aliora leggerai apertamente nel compito dei secoli, uou già un lavoro doli' indolo di quello di Penelope, o di quello delle Dftnajdi , immagini pagane della fatale itasi, o di un Cerchio fatalo ed eternamente identico, ma vi leggerai, il ripeto, le vittorie dell'uomo, di questo misto di miseria e grandezza, nel mondo lìbico, intellettivo, politico.... 72. Ah si, leviamo con grato animo alto la mente a quegli uomini, che furono i profeti delle grandi idee nou solo, ma i martiri ; perocché noi al loro patire ed al loro sangue- dobbiamo la libertà ed i beni di cui godiamo. Qua=i direi novelli imitatori di Cristo, a' immolarono pel riscatto dell'umano pesueiro, e eoa ea-o delle umane associazioni ! 11 loro sangue, Digitized by Google 31 quasi direi , ai trasformò in quella sostanza vitale , chi? forma il nutrimento sostanziale , .salutare della moderna società , la quale a quel sanguo benedetto ed a quei dolori santissimi va debitrice, se oggi non ha più inutile e sacrilego spargimento di sangue , e non ò più martoriata da atroci dolori. 73. Un'altro istante con me, signori, o toccherete con mani la realità di belle , eloquenti vittorie. Allora si uccideva 1' uomo che pensava — oggi nem- meno si uccido 1' uccisore del pensiero. Allora il rogo a chi pensava ; oggi nemmeno al bruto che non pensa, Allora si martoriava l'accusato colla corda, col ferro, col fuoco — ora nemmeno il ivo vien punito con tali pene. Allora il diritto mentiva le apparenza di divino, ma <ra in fatto regio, patrizio, nobile, di sangue, era privilegio — oggi il dritto è tutto in tutti, ed ò veramente divino sol perchò è diritto. Allora il dirilt » del re era solo sulla sua spada — oggi precipuamente nel volerò del popolo. Allora il diritto del re era la forza, ed i! dovere del popolo una fatalo necessità prodotta dalla forza imperante — oggi il dovere del popolo ò il diritto del principe , corno il dovere di questo si risolve nel j'.is del popolo. Allora dicevasi : io sono re per volere di Dio — oggi per volere del popolo. Oggi un pazzo direbbe : io sono lo Stato — ma invece io sono pel popolo e dal popolo. Allora la forza di uno che mentiva il giure di tutti — oggi il dritto del popolo che ne investe chi merita, chi è galantuomo, Allora il diritto divino — oggi il divmo-umano — ciò* 1 hi* 22 allora il ro dice»: Dio e*l Jo — oggi dir dove — /sto, il po- polo ed io. 73. Allora...! Oggi ! Oh l' immenso divario che corre fra 1* un tempo e l'altro ' Divario che si accrescerà ognora , essendo Y avvenir» simile al passato. 74. Infine medito mille insegne adottato da tre nostri italiani sapienti, o vi leggo il pensiero magnanimo e sublime, elio ò stato 1' anima del mio discorso. Divoro quando richiamo al mio spirito , 1* insegna di Tommaso Campanella — una campana col motto: Kon tacd>o. L'intitolarsi che facea Giordano Bruno: Dormi tantium r uni- morum cxumbitor. L' impresa da Bernardino Tele» io posta all' accademia di Cosenza, una luna crescente col motto: Dome lotum imnkat orbcm — quando a tali simboli io penso, com- prendo allora la voce , che parl i forte o soave ad un tempo all' umanità , anco quando sembri che stia silenziosa. Veggo la sua potenza, che custodisce e scuote l' inerzia d^gli animi , e li tien desti , anche quando questi faccian le viste d' ossero profondamente addormentati. E veggo infine che il verbo interno umanitario sempre loquente, sempre custode e potente, tende mai sempre a riempir di se tutto il globo, ad attuaro quella suprema signoria, che si ha in potenza. E pur veggo che ù 1' Ideale, che è nell'umanità, sopra l'umanità ed al di là di essa, e pertanto è distinto dalla stessa. È l'Ideale, che muove l'umanità, la penetra, la informa, la vivifica, la anima — e pur non è l'umanità! Compreso da riverente affato adoro tal sublime parola , che muovendo arcanamente 1' umanità , le dà nobile indin/jw ! Me lo prostro , e voi con me. Digitized by Google L ' UOMO ( ' ) Dovendo preludere alla solenne apertura doi eorbi d' questa R. Università» il mio discorso, quanto alla sostanza ed all' intento propostomi , riesce opportuno — oggi elio por taluni si mettono innanzi vecchi errori, degni solo di occupare un posto nella storia delle aberrazioni dello spirito umano — oggi par proprio debito dello scrittore impugnar la penna c vi^o- rosamento combatterli, cacciandoli nell' obblio, da cui la pas- siono vollo cacciarli fuori. Taro veramente una contraddizione , ma puro ò una verità di fatto , che mentre i' attuale generazione concepisce , ed intende con generosi sforzi attuare le più bolle aspirazioni che siano cadute in mente umana, rispetto al progresso sociale, quali sono il vivere libero, la pace perpetua ed universale, il risorgimento delle nazioni, la trasformazione delle plebi in popolo.... e cosi via via, che sarebbo lungo il ridire a lodo dei nostri tempi — pare impossibile , io dico , che si dia opera per alcuno a rinnegare la nobiltà dell' essere umano , confon- dendolo colla natura brutale del gorillo o dell' orang-outang ; pare impossibile che le scienze naturali si faccian tanto scon- finare , asserendosi per taluno che la materia à tutto, il sistema nervoso ò 1' unico fattore nell' uomo. [■'■) Alcuni brani di questo lavoro furono per ino letti il 16 no- vembre in occasiono dell* solenne apertura doi corsi di questa Regia l'nivcrwtd de^li Studi. Iti* 1A Coma si può rendere ra"ione .li Ini mostruosa contrad' dizione ? Da una parte la brama <Y invadere il campo altrui . costume vecchio quanti il mondo, ed a cui non può far lieto viso che 1' ignoranza , o ppgpìor cosa ; corno d' altra parto i prosperi successi ottenuti nella sfera delle scienze che han per obbietta la natura materiale, possono illudere al segno di trasportare in altre scienza, di eoa e ben diverse dalla materia ed in altra guisa conosciute, il proprio metodo, il proprio criterio, Io abitudini proprie Vi son altri fattori che dàn spiegazione , ma che per ora non è necessario significare. Solo devo diro che por molti si tien dietro al cattivo vezzo , perchè usciti da un' epoca di servitù, alla quale non si tornerà giammai, l'invaghiscono di una libertà fescennini, sconfinando nelle loro azioni ; simili a quei giovinetti tenuti per lunga pezza sotto oppressiva tu- tela , venuti poi a libertà, olirono una condotta per nulla edificante, ina pur scandalosa, immorale. Pure è da sperare che dopo aver toccato 1' estremo opposto , si accorgano quando che sia dei mali commessi , che il sentiero da loro battuto non conduco alla s spirata meta , e però scelgano una posizione che stia fra gli estremi opposti , percorrano una via dignitosa o che risponda a capello a quei lini , che all' uomo si appartengono. Se non che ad ottenere l'intento bramato, ad accelerare il momento sospirato è mestieri alzar la voce e forto contro i pretesi saggi, che facendo le viste di emancipar 1" uomo dal- l' crr re , richiamano essi stessi a lurida vita rancidi errori . nati in essi da abitudini inveterate. Si, se in noi è amoro al vero, dubbiamo a tutto potere abbattere ciò che altra volta venne felicemente abbattuto. Non è tempo di sacrificare in silenzio i nostri sinceri affetti , lo Digitized by Google nostro più profonde e ragionevoli convinzioni. Non è tempo «li dissimulare i danni prodotti da uno speculare licenzioso, da un pessimo indirizzo — è debito escir dall' inerzia. E poiché i creduti sapienti c^ngiung no con falsa sintesi la loro opinione alia politica, allo scopo umanitario, asserendo che distruggendo anima o Dio potranno i popoli esser vera- mente liberi e riuscir al rea! ? godimento dei beni civili e politici sinora non avuti ; cosi corro allo scienziato il debito a dileguar questo futilo o funesto errore, che potendo preva- lere nello inenti inesperto sarebbe causa di esiziali danni nel civil consorzio. Il tempo in che viviamo rende grave e di somma im- portanza T argomento di cui parlo, perocché oggi la quistione politica ti ri 1' onore del campo, quinci e quindi è facile il farsi abbindolare dall' errore impudente , facilità che cresce a mille doppi , avendo V occhio che il nostro risorgimento ha preso una tal quale ilsonomia religiosa , e ciò massimamente per la lotta con Roma , a tal che si vorrebbe p< r taluni an- nullare Dio ed anima col pretesto di attuare con facilità la legittima aspirazione nazionale. Noi mirando allo sc«jpo nazionale non dobbiamo darci della falce sui piedi , che tale sarebbe il dar io sfratto a quello idee sovrane, che sono la base e la vita di ogni umano consorzio. Il materialismo e 1' ateismo son la negazione di tutto che all' ordino morale e sociale si spetta. Noi non dobbiamo imitare quei tali dei nostri nemici in commettere orrori, che tornino a noi stessi nocivi, chè se essi in grazia di un granello d" arena sacrilegamente fan ser- vire la religioni ai loro rei disegni, noi non dobbiamo in grazia della giustizia della nostra causa adoprar dei mezzi indegni , cho portano la nostra stessa rovina. Se miriamo ad 20 e?sor grandi, dobbiamo mettere in opera i messi veri per esserlo consentiti dalla ragiono, dalla storia , e dal consenso dell' amenità. La scienza, la patria, la religione tre afletti, tre idee, tre nobili aspirazioni del cuoro umano, che Etan racchiuse in quello sapremo categorie elio l'umanità contengono e rivelano; ^sso sono in lotta perenne, porche nella lotta sta ii progresso, dalla lotta poi la vittoria, ch^ vicn coronata dal premio — le intelligente miopi gi scandalizzano reggendo la lotta, ma il filo- sofo vi scorge la legge provvidenziale d^I pr^gn sso, richiamando alla monto le parole di Paolo, che anco le eresie son necessarie. Forse in una sintesi suprema, in uno schema sublimo ideale mollo tre grandi nozioni si unificano, erme V Essere da cui • vennero ò uno — ma V essere umano imperfetto e perfettibile , non potendo elevarsi tant'alto incespica negli errori, e questi servono spesso a condurlo al vero — In somma ei lotta, e dalla lotta viene il progresso, e dall' ottenuta vittoria il premio. La scienza ha un grande compito , quello cioè del trionfo della ragione sul senso, del diritto sulla forza, della civiltà sulla barbarie , e francamente vi dirò che barbarie rediviva sono il materialismo e 1* ateismo che per alcuni si vogliono propagare nei popoli e nelle nazioni. E tutto questo mi stndierò dimostrare nella presento orazione inaugurale , a cui mi chiama il dovere d' amicizia verso V ogregio collega professore P, Interdonato , chiamato altrovo per impreveduto {accendo domestiche, e la voce dello illustre Rettore , che sul mio animo esercita tanto potere. Che cosa avrei potuto io fare in duo settimane, dopo di essermi per molto l'iato provato nel difficile aringo? Mi fu forza fra tanti mwi inediti lavori sceglier quello che piti si aflacesse alla circostanza, accomodandolo al possibile con molta fatica all' ufficio impostomi. Digitized by Google 27 Fortunatamente vi ha una larghezza di vedute tali, una tal quale universalità di sapere, che ben può in gran parto rispondere allo scopo. So non che , essendo ben lungo il lavoro , ho dovuto accorciarl o e forse privarlo di cose che sono di molto interesse ; nò ho potuto fare altrimenti che in alcun luogo non manife- stasse la sua erigine , cioè una tal quale popolarità, essendo nato per far seguito alla mia conferenza sull' Uomo, letta il giorno 13 Giugno nella nostra Feloritana. L' uomo in vero dire, essendo un soggetto troppo com- plesso , non potea per me ossero svolto in quella tornata cV in parte, e nello relazioni più importanti, o, meglio, in ciò che costituisce il titolo precipuo della sua grandezza ed eccel- lenza — il che al certo per coloro che han diraestichozza con la scienza era un' affermazione solenne della spiritualità del- l' anima ed una disdetta all'abbietto materialismo; quindi ri- chiedevansi nuovi svolgimenti, io li promette» ; ed eccomi presto a darli. Se non che oggi devo, più che altro volto, aver fiducia nel generoso compatimento di coloro cho mi onorano. § L La Scienza Pupolan. Vi ha chi ehi opera a voler rendere la scienza popolare. ( Ili animi buoni o superficiali vi prestan fede ; dico buoni , stantechò si propongono un fine retto, qual si ò quello di giovare al prossimo ; dico intelletti supertìciali , perchè imma- ginano le BCicDZQ e lo intelligenze comuni, non quali realmente soni , ina in altro stato. Popolarizza^, la scienza , democratizzarla , sono parole die molto illudono ai nostri tempi ; è necessario quindi met- (erto giusto loro aspetto, toglierne i' orpello, mostrandone il vero senso. Si può flemocrattaer la scienza n<>] senso di portare alla comune intelligenza i risultati, almeno alcuni, pratici ed Otiti delle scienza stesse. Così si può faro una Fisica , una Chimica popolare . anco un catechismo d' Economia Politica , e co^ì via. In tali casi il democ ratizzare equivale a castrare le scienzo , o ron- fiarle ad un tempo acefalo. In sostanza non è la scienza che in tali casi si trasforma , ma è V uomo che intendendo far goderò al maggior numero i benefici effetti della scknza , allontana pr»r anni. si quel che in c*so o di sublime, veramente scientifico, e riunendo ciò che è privo dell' elemento essenziale, lo porgo agli spiriti comuni. Valga quest'esempio. Eccovi un individuo, il qual<- volendo far gustare alcuni cibi ad un' altr' uomo , ma attesa I' incapacità di questo ad ingojarli o a digerirli , ed attesa la impossibiliti del cibo ad esser condott.) allo stomaco di quel- 1' infermo uomo , si studia con amore ricavare , e , direi , ra- schiare da quello sostanze alimentari tutto che possa esserne cavato fuori , ed ing jato e digerito. Ciò mostra che la scienza , in se considerata , occupa un alto seggio, è aristocratica; essa n r n può scendere, masi d V" a 4 essa salire. La si può far scendere , ma a brani , a ritagli, a minuzzoli, omettendo quello che scienza la costituisce. Chi intende metter soft' occhio ad una congrega di uomini il corpo umano e darne una tal nozione di esso, quale vien data dalla scienza d" oggi , non può supplirvi giammai , mostrandone un dito, un dente, o il carpo, o il tarso, od una vertebre. Democratizzare la scienza per me non ista nello snaturare Digitized by Google 29 la seleni», ma piuttosto uH rimuoverò tutti gli ostacoli, tutte le paatoje, tatto ciò che ne rende non solo difficile, ma Miche impossibile l'acquisto delle scienze alla generalità dei cittadini. Quindi bando ai monopolj , ai privilegi , agi' impacci. Da questo aspetto Guttembcrg democratizzò la scienza nel vero senso della parola. Egli la rese accessibile a tutte le intelligenze, diffondendo i libri ad un prezzo tènue. Egli tolte queir aristocrazia della scienza , che non era naturale , della essenza della cosa, ma quella che era accidentale e viziosa - come arbilrarie e viziose sarebbero quelle leggi che respinges- sero il povero dai Ginnasj . dai Licei, dalle Università, o dagli Stabilimenti Tecnici , e che a ftp» di regolamenti in- ceppassero la libertà degli studenti. A me sembra che la scienza rispetto agli uomini si possa figurare a questo modo. Ella è come augusta matrona, che abita in luogo emi- nente , che per la giacitura e gV ingombri , che presenta , ò quasi inaccessibile agli umani sguardi. Essa non può scendere a noi uomini, ma siamo noi che dobbiamo avere il coraggio, la forza e l'animo tenace a salirvi. In modo che l'ascendere presto o tardi, c u maggiori o minori sforzi, averne la beata, visione , più o meno di essa sovrumana donna , o non averne allatto è opera nostra , e quindi offrir deve delle disu- guaglianze necessarie, nate dalla varietà delle disposizioni intellettive c volitive dei singoli individui. E questa disugua- glianza è tale che V umana potenza non può scemare o can- cellare. So non che , vi ha una disuguaglianza o aristocrazia , ohe non ha sua base nella democrazia. E, tornando alla figura, rendendo il terreno più agevole a tutti gli uomini , senza distinziono alcuna , a poter salire , togliendo al possibile gì' ingombri che nffre il Ur>go selvaggio. 30 rendendo tutti gli nomini «'gualment* capaci , se vogliano , a potervi ascendere — è questa la democrazia attuabile , legittima o giusta. Guttemberg a tanto mirò ; il resto ò l'opera sapiente d' opportuno e giuste leggi ; le quali facondo scemare gì* incagli, agevolando tutti egualmente, e menomando 1' azione governativa sul sapere, mirano alla democrazia attuabile della scienza , di cui parlo. Facciam caldi voti che tutti sien chiamati al banchetto intellettuale , senza distinzione di sorta ; vi sia un luogo vuoto ognora attorno del grande desco , per chi vuole o può , quan- tunque poi ognuno userà di quei cibi , che si affanno ai su»» gusto ed alle proprie forze digestive. E per dire un' altra parola sull* argomento, che ho tra mani , mi par giusto osservare, che noli' apologo , nella favola o parabola io veggo chiaro, cho non potendo la sapienza degli antichi, far. scendere la scienza morale o politica negli animi volgari, facea tutti gli sforzi per renderno accessibile alcun bricciolo , presentandolo sotto quella forma sensibile a tutti ben conta. Era anche questa un' opera democratica , ma sempre rispondente a quel che per me ò stato detto. L'apologo ù un piccol ritaglio, che la sapienza strap- pava al manto di quella regalo donna per coprirne la nudità dei bisognosi. Però , io ben dicca in altri luoghi , essere la scienza por un lato monarchica , per un' altro aristocratica , o per un terzo aspetto democratica. II sapere è monarchico , quanto al principio, emanando dall' Eterno Vero i raggi primi della scienza : è democratico , rischiarando tutte le umane menti, e porcili tutte han diritto ad illuminarsene: ma perchè tutti gli .spiriti han lume in r.i- giono delle loro disposizioni , d< lla lor volontà e degli . L'orzi, zed by Google 31 e Insogni speciali , è por questo verso il aaporo disuguale o aristocratico. Si potrebbe dire che nello stato intuitivo ò democratico, ina iu quello riflessivo è aristocratico , essendo opera della riflessione la disuguaglianza dolio svolgimento della tela idea- le , e dell' applicazione dello verità attinto in alta regione ai vari rami dello scibile. Ciò rispondo a capello ai diversi caratteri della riflessione e dell' intuito o visione ideale. In somma il sa pero è monarchico nel principio, da cui muovo ; è democratico nella diffusione e nel diritto eguale in tutti gli uomini ad essente partocipi ; e aristocratico in fatto giustificato dal diritto. È un fonte , ove tutti gli uomini han diritto di attin- gervi acqua , ma ognuno ve 1' attinge a seconda lo sue forzo e dei bisogni e voleri propri. 0 come la luce ed il calorico , che vengono dal sole » cho illumina e riscalda tutti i corpi, ma in ragione delle loro speciali disposizioni, 1 quali pensieri sulla popolarità d- Ha scienza sono t>p- portuni , o p ossono avere di grandi svolgimenti ; ma mi fu f >rza attenermi a brevità , essendo il mio sc^po discorrere della parte più nobile dell' uomo , cioò dello spirito , che ani- mando e vivificando il corpo organico , costituisco un' uniti concreta , sostanziale , cho e la persona umana, l' uomo. § II. R Naturalismi , il MatcriaUòiiw <• li Spiritualismo. Non iscrivo pei dotti nelle socratiche carte, ma per cloro che corrono facilmente dietro a quello, che giudicano nuovo, o purché han letto o meditato poco , credono che sien c*xm nuovo , aucho quello cho aon vecchio quanto il inondo. < 32 Del quale erroneo giudieio non possiamo chiamare in colpa il Bùchner, che malgrado i suoi stessi futili errori, confessa non avere il pregio della novità. Is'on pochi si lascian spesso abbindolare da parole alto- sonanti ! Arrogi a ciò l'umana inerzia, che brama sapero senza studio , ed ove se ne richiegga molto , mostrasi meglio ■ presta a negare. E qual miglior libro , a cagion d' esempio , ohe libera con pochi tratti di penna di tanto indagini, di tante luculra- zioni , analisi o sintesi , e studj incessanti o profondi , qual libro, io dico, come quello che s' intitola Fui za e Materia, che intende annientar tutto che non parla ai sensi , tutto ciò che non si palpa e non si vede ? Se non che, dal detto al fatto vi ha un grande abisso, che non potrà giammai essere colmato , non dico già dalle vane ciancio dei ciurmadori della scienza , ma nemmeno da coloro che stanno in cima , per meritata fama , delle naturali scienze. Veramente saria molto comodo cacciar via tante scienze, e rendere più semplice Y albero genealogico del sapere. Di vero , se 1' unica via del sapere è il senso , se non vi ha altro mezzo d'istruzione che esso veicolo, spariranno la Ontologia , la Cosmologia, la Psicologia , la Teologia razionale e tutte le scienze, che ne derivano. Resteranno allora i corpi , sento dirmi — e coi corpi organati ed inorganici, animati o pur no, c cui loro modi, si costruirà tutto l' albero enciclopedico. Tale insano tentativo venne messo in atto più volte nelle epoche di declinazione di lle scienze razionali . cioè quando lo spirito, fuorviando, ripudiò la coscienza, l'intuizione , il raziocinio , ed ogni altro mezzo di pervenire al vero , e con- centrò tutto se stesso su 1' unica sorgente del senso, o megli"» Digitized by Google 33 si fece assorbir ila questo — eppure quante volto queato upeculare vizioso apparve nel campo scientifico, tanto e con forza fu respinto dall' unanime consentimento dei sapienti , e fra questi da uomini insigni anco nelle naturali scienze. So non cho allora, diranno taluni, le scienza naturali non erano così progredite , come oggi lo sono ; però oggi po- tranno esse condurre ad effetto ciò che in altri tempi non potevano , od al più le era dato soltanto intravedere. Così s' immaginano taluni , o almeno si potria per alcuno fantasticare. Or egli ò vero , cho 1' incremento dello scienze naturali dovrà seco trarrò la distruzione delle scienze razionali e morali ? Senza entrare in lunghe e profondo discussioni , io mi so , e la storia il dimostra , che V aumento di una scienza influisce, o influir può al miglioramento d' altra scienza sorella • come ò avvenuto nelle scienze che han per obbietto la natura rispetto alla medicina , cho ha usufruito dei trovati di quelle , ma di progredire d' un ramo di scibile, che produca la morte d' altra scienza, non vi ha fatto storico che il dimostri. So che lo scienze percorrono varj periodi; so che con 1' avanzar dei lumi una scienza ne partorisce altre, quasi fos- sero racchiuse nel suo seno , oppur si distingua una scienza dall' altra colla quale dapprima confondevasi, ma senza perdere esse duo scienze lo relazioni scambievoli, come ò avvenuto al Diritto rispetto alla Morale. ìson ignoro conio una scienza non percorra tal fiata quella via , che sola può condurla alla desiata meta , e che dopo un periodo più o meno lungo di aberrazioni smette il brutto vezzo di camminare in via tortuosa e sdrucciolevole e non conducente al segno, e con piò franco e sicuro e con alacrità percorre il cammino, che la conduce alla sospirata meta , come: ò avvenuto alle scienze tìsiche dal (Jaliloo e 3 0 <fv 34 Bacone in poi, eccetto la Geologia, che malgrado il retto avviamento dal nostro Scilla datole, pure fin l'altro ieri pro- cedeva non per la via dei fatti , ma piuttosto per fantasie ; ma di una scienza, convien ripeterlo, che col suo progressivo perfezionamento uccida altre scienze , non vi ha esempio. So cho l'Alchimia addivenne Chimica, l'Astrologia Astronomia, ma ciò altro non fa che drizzare lo sguardo al vero scopo di esse scienze, rimuovendo il futile fantastico che lo deturpava, ed allora il mezzo addivenne fine, e lo Rcopo cui miravano svanì. E di ciò la ragiono è semplice e chiara quant' altra mai ; conciossiache ogni scienza ha il proprio obbietto, il suo metodo, i suoi pnncipj ed il criterio, quindi bo anco una scienza possa alcuna volta errare quanto al criterio , V errore tosto o tardi potrà cssrr corretto, c sì del metodo e via. Adunque ci ò forza concili udore, che l'avanzare di un ra- mo dell' albero dell' umana enciclopedia non può menomamente recar danno ni portati inconcussi d' altre scienze , non può il progresso delle scienze , che mirano alla natura materiale , inorganica od organica , animata od inanimata , produrrò il menomo danno alle scienzo razionali o morali. Se non che , un pensiero si affaccia alla mia mente , quantunque dinanzi dichiarato , ed ò questo. La distruzione delle scienze razionali e morali viene dal perchè osse non reggono alle osservazioni dei sensi , con le quali procedo vittorioso nel campo della natura il naturalista. Adunque paro che anche le matematiche pure messe a viva forza nel letto di Trocuste del senso, non solo si do- vranno impicciolire, ma pur annullare; eppure è cosa ormai evidente che questo erroneo modo di speculare ò nell' impos- sibilita di rendere ragione dell' esistenza delle scienze dello matematica pura , cotanto belle , cospicuo ed utili. Ma se ò Digitized by Google 35 un fatto 1' esistenza di questo scienze , ne conseguita eli' esso solo ha virtù a ridurrò in nulla il futile empirismo della vana declamazione dell' aberrato naturalista. Si dica tal modo di speculare empirismo, sensismo, 0 positivismo poco importa, giacché cangiando la parola per nulla muta il significato, salvo ebo la parola positivo oppo- nendosi al negativo, nelle menti volgari suscita quella della realità , che esclusivamente poi essi fanno appartenere alla filosofia dei sensi. Finche non si sappia, che positivo ò ciò che ò nel senso, pel senso , e non può andare al di là di esso , può la parola aver qualche prestigio nelle nienti pregiudicate o deboli , ma certo le verrà meno , quando si avrà saputo esser tutt' uno col lurido sensismo. Non è adunque 1' avanzare delle scienze della natura , che vuole l'annientamento delle scienze razionali e morali, ma il falso criterio, il sistema erroneo che tutto sensualizza l'uomo, ed in questa fantastica concezione negar deve tutto quello non è coi sensi apprezzabile. Si dirà che cosiffatto naturalista è come colui che cieco a nativilatc vuole a tutto potere negare i colori, o come colui che non sentendo i suoni colla vista e col palato, ne nega la esistenza ? O piuttosto il naturalista inorgoglito dai felici risulta- menti ottenuti nel campo fisico , inconsideratamente si fa a trasportare quelle tali abitudini , quei tali metodi , che fanno gran prò nell'oggetto delle suo indagini, in altro campo tutto affatto diverso dal proprio, o che procedo per altra via e con altro abitudini ? Pognamo due campi vicini , limitrofi 1' uno all' altro , 1 proprietarj di essi fondi hanno dei doveri , delle relazioni reciproche , nato dalla vicinanza dei poderi. Ma tali relazioni /.ve 36 m vero dire, so impongono un dovere d' aiuto reciproco , non importano che 1* un padrone possa invaderò od usurpare il campo altrui, cacciarne a viva forza il contiguo domino, e dire questo campo ò mio. La relaziono non è medesimezza, La dualità non è unità. L' anima è in relaziono col corpo, massime col cervello; ma quella è unità , questo è molteplice. Como ò stolto 1' idealismo , clic immedesima il molte- plice all' uno, ò flel pari stolto il materialismo, che fa l'uno ad immagine del molteplice. L' idealista idealizza il corpo — il materialista materializza lo spirito — errore dall'una parte e dall'altra. Errore si, perchè osservano per metà, cioè l'uno coi soli sensi , 1' altro o;!la sola coscienza — quindi la meta negletta dovetto essere immedesimata coli' altra rispettiva meta percepita — in tal modo 1' idealista ha spiritualizzato la ma- teria , il sensista ha materializzato lo spirito. Come ammesso , che i scusi esterni sono coscienza il moltiplice devo logicamente essere annullato; per medesimezza di ragiono ammesso che la coscienza ò la stessa cosa del senso esterno , 1' uno dovrà esser soppiantato dal moltiplice. Ecco l' immagine dell' invasione , ecco spiegato (' esein- i pio dei due campi. Turo si può spiegare la cosa in altro modo , o mi par giusto dirlo. Quando allo spirito umano e dato in alcun ramo otte- nere dei felici risultamcnti', suolo accadere che si susciti in lui un impulso interno a trovar modo di trasportare in altri rami dello scibile quei metodi produttivi di buoni effetti. Ciò è naturalo. La medicina ne offro palpabili esempi nel chinina nel mercurio od altro farmaco specifico in alcune malattie , ma che si volle applicaro in altri morbi , e si ottennero dei fatti in opposizione al caritatevole , inconsiderato desiderio. Ciò Digitized by Google 37 «> prodotto da astrazione precipitata, perchè non avente 1' ad- dentellato nei fatti , la ragion d* essere nell' osservazione di essi ; e però figlia di un nobile desiderio di avanzar nello scibile e produrre un bene all' umanità , ma non condotto in atto nei modi prescritti ali' umano intelletto per afferrare il vero, e coglierlo senz' ambagi, senza vio tortuose, e secondo il metodo proprio di quel dato ramo di sapere: e perciò lungi dal condurre alla desiata meta, ti fa forviare , ed inabissar noli' errore. Quasi lo stesso deoei dire del naturalista, che pieno di santa ebbrezza osa temerariamente trasportare il suo buon metodo , produttore di eccellenti effetti nella scienza per lui coltivata, in altra scienza cno ha un obbietto diverso dal suo , che cammina con altro metodo. Non ò adunquo 1' incremento dello scienze fisiche o na- turali , che dia un diritto ad usurpare il campo altrui , ad imporre un metodo , a dire battete la via che io ho calcato meglio che per tre secoli , e vi troverete bene , e farete dei progressi rapidi e belli, simili a quelli per noi ormai ottenuti , ma è il sensismo , 1' empirismo , il positivismo elevato ad assioma filosofico, che, per non salire troppo alto, avea dato Hobbes , dichiarando essere la filosofia la scienza dei corpi dei lor vwdi, che signoreggiando la mento di alcuni naturalisti conduceli a negar tutto ciò che non provenga dai sensi , senza disdire 1' influenza cho possano esercitare le proprie abitudini e 1' avanzamento della propria scienza. Adunque non ò come naturalisti cho ossi negano , ma come sensisti, Quanto eccede la sfera dei semi è falso c di mal» provenienza «lice Bùchner (1), senza awr juvsento la storia (1) F.y. x » Matxrta — Prefctione dell' EOi/. Italiana p.i« "1 Digitized by Google o vv — 38 doli' umanità , 1 principi Jello scibile , l«' matematiche pnr<* » misto-, elio sono tanti scogli, ove va a rompere il vecchio, fruite e sdrucito l-gno dell' empirismo. Lo spirito spesso tocca gli estremi, 0 va dall' uno al 1' altro opposto ; perocché al naturalismo elio dominava non « % gran tempo molto nobili intelligenze, elio traeva la naturo dallo spirito, oggi è succeduto nn naturalismo, che fa 1» spirito ad immagino della natura ; se quello era idealismo , questo ò materialismo. E poiché la materia , quasi direi , si specchia nello Hpiritr» , e quo?to in certo modo si specchia nelle. cose che lo circondano; cosi confondendo Io specchio con la cosa riflessa , la materia addivenne spirito nell'idealismo germanico, come oggi lo spirito addiviene materia. Le quali fasi del pensiero filosofico mi richiamano quel combattimento fra lo spinto e la materia , fra 1* idea e la sensazione, c la vittoria dell' una a scapito dell'altra, ma momentauca , finché un mezzo conciliatore o dialettico non le ridurrà in pace. Tutto il fin qui detto dimostra, che il naturalista, come naturalista, cioè scienziato che si occupa della cognizione d- Ila materiale natura , non può , non devo entraro col suo metodo , coi suoi principi nel campo filosofico , cioè in quelli della natura intellettuale e morale, e so egli tanto osa, è ciò un' usurpazione derivata da un principio falso , cioè dal sen- sismo. È corno 1' appropriazione , che fa un uomo della roba altrui in forza dell' assioma Prudoniano: la proprietà cssero un furto. Ma se la proprietà è un diritto? allora il rapire l' altrui sarà un delitto. Così se il sensismo ù falso? aliterà le pratese del naturalista saranno assurde. Digitized by Google 39 § ÌIÌ. Delle attinenze fra le scienze razionali, inorali e quelle naturali. V argomento è grave e merita che si guardi da tutti i lati. Or eccomi a mostrare lo vere attinenze fra lo scienze razionali e quelle naturali , giacché se noi siam contro le ec- cessivo pretese , che vanno all' errore , comprendiamo e con- fessiamo le relazioni fra esse Bcienzo, rappresenta trici delle relazioni fra la dualità , che costituisce l' unità umana. E qui calza a proposito il ricordare la divisione dello « scibile in varj rami essere stata oberata per nostro comodo, per sorreggere la limitazione del nostro spirito, e conoscer meglio la natura materiale o spirituale ; ma quando questa divisione subbiettiva si trasporta assolutamente negli obbietti, anzi che aver guadagno , si ha grande scapito. Vo' dire che gli esseri tutti han delle relazioni, tutti son legati, il finito all' Infinito, V essere finito materiale a quello finito spirituale; sminuzzando adunque le scienze non dovete credere che gli obbietti di esse sieno per effetto della nostra divisiono slega- ti, divisi, perocché essi sono sempre ciò che erano pria della divisione , cioè aventi le stesse attinenze. Adunque per ovitàr 1' errore ò mestieri avor presento » che la divisiono dello scibile è artificiale e subbiettiva, nata dalla nostra pochezza , e quindi nel discutere 1' oggetto spe- ciale di una qualsiasi scienza è gioco forza guardarlo non isolatamente, ma insieme alle relazioni che esso ha con altri oggetti: bisogna in somma usar dello sguardo di vigorosa sintesi. Se è erroro massimo 1' immedesimare gli esseri distin- Digitized by Google Oro 40 ti. e jiViie errore trasp- rtnre Bell- cose un'assoluta dicotomia. [)cw lo scienziato mutare, \vì processo scientifico, la natura Delia produzione delle ricchezze j deJle qaaK se la divisione w è una causa , 1' associazione n' è un' altra, anzi n«»n vi lui divisione senza associazione. Cobi le ricchezze intellettuali , i tesori dell'umana scienza si ottengono e colla divisiono o con l'associazione, o coli' analisi e colla sintesi nel modo suddetto per noi dichiarato ; come la povertà si ha esagerando od usando uno dei due mezzi , cioè eoli' esagerar la sintesi si ha 1' immedesimazione, ed usando all'eccesso la sola analisi, »i attiene la biasimata dicotomia. So taluno riflessivamente si studj richiamare al pensiero quelle sentenze della S. Scrittura — aÌiumus gaudenti mtar tem Jloridam facit, sjriritus tristis exicat ossa (1). Corpus cui tu qvod comtftipttur , aggravai anima.ni , et terrena in- hahitatio depriviti soisum multa cogitantein (2) — Scntio aliati» legnn in numbris mcis repugnantem legi intuii s mee (3) chiaro ben comprende lo relazioni reciproche fra 1' anima ed il corpo, fra il me spirituale ed il corpo organico, Se ricorda che gli antichi faceano le loro pitture o scolture degli eroi con fronte spaziosa c prominente, e che la favola fece Ercole con grande corpo e piccola testa, e fece venir fuori Minorva dal cervello di Giovo — ben vede i sim- boli della grande verità delle relazioni esistenti fra il fisico ed il morale. So spinge lo sguardo nelle sentenze dei sapienti, relative alla sede dell' anima, vedrà che Pitagora, Platone, Galeno la giudicavano nel cervello , Erofilo nei grandi ventricoli del cer- ti) Trov. XVTI 22. (2) Sftj». IX 15. (3) Rom. VII 23 Digitized by Google velleità , Scrvett» nell' aquidotto di Silvio, Auranti nel ter- zo ventricolo del cervello , Cartesio nella Glandola jrinctdc , Vartham e Schelharamer nella jmnta dolici nascita della vridolut spinale, Drclincourt , Malacarne nel cervelletto, Bentkoè, Lan- cisi , Lapeyronnie nel corpo calloso o grande commisura del cerccllo, Willis nei corpi striati, Vieucessiens nel centro ovaie della sostanza midollare , Ackermann nei tubercoli dei sensi (strati ottici o corpi striati) ed altri — ricorderà pure che Aristotile , Ippocrate e gli Btoici ne collocavano la sede nel cuore , ove l'animo si pasce d' una materia pura e luminila separata dal sangue, Erosistrato nelle Meningi, Van Helmont nello stomaco e cosi via altri in altro regioni del corpo — Ricordando tutto questo , ben comprenderà , elio esse vario opinioni sono 1' espressione della relazione fra 1' anima ed il corpo. Se richiama alla mente i fatti narrati da Tucidide e Diodoro Siculo di quegl' individui , che camparono dalle pesti- lenze di Atene e di Siracusa, e non riconoscevano più nè amici, nù parenti , ben si accorge della cospicua relazione , di cui parliamo. Se volge il pensiero allo ipotesi con le quali si preteso spiegar la dipendenza in che trovasi la facoltà riproduttrice dallo stato cerebralo , vedrà cellette , impressioni digitali od altro di materiale , ma immaginato , che sempre accenna alla verità per noi dichiarata. Ed oltre alla storia, che ci mostra oratori e professori colpiti sui pergami e sulla cattedra da apoplessia, chi ò che ignori che dopo lunga ed intensa meditazione , la fronte dà segno di speciale calore e la testa duole ? ciò ò conforme a quella legge per cui cresce il calore, aumentandosi l'aziona d' un organo, e si sviluppa il senso di fatica. 42 Chi ù che non sappia che l' nomo travagliato ila gravo dolor di testa , non può meditare affatto , o almeno non può in quel modo , quando ne è privo ? Chi ignora che dopo lauto pranzo, è più viva la facoltà immaginatrice, o non quella di giudicare? e che, trasandando certi limiti nel bere, si alterano siffattamente e l 'una e V altra e tutto le facoltà dell' anima da produrre ghiribizzi e peggio ? Ognuno bene sa gli effetti dell' ubriachezza considerata nei suoi noti gradi, e gli effetti dell'uso dell'oppio ed altri narcotici Chi non sa che digestioni faticose, che incessantemente si succedono , sono accompagnate da incapacità a riflettere in quello stesso modo , quando lo stomaco e gì' intestini erano sgombri da quella smodata quantità di sostanze alimentari? Per qual ragione i filosofi antichi coli' astinenza si pro- paravano alla meditazione? E Carneado usava 1' elloboro per rispondere meglio allo obbiezioni di Crisippo ? Ho voluto mettere sotto i vostri sguardi dei fatti co- muni, ben conosciuti da chiunque, i quali tutti accennano allo relazioni fra lo due sostanze componenti 1' uomo. Solo devo aggiungerò che 1' influenza dell' anima sul corpo , quantunqne per me accennata, puro molti e molti fatti ognora la dimostrano ad evidenza. Son noti gli effetti delle passioni sul corpo, anzi su taluni organi ; corno lo spavento di un incendio vicino al luogo degli ammalati , o per un forte tremuoto diè l' uso dello gambe a paralitici, che da anni giacnano in letto, senza spe- ranza di guarigione dal male , da cui erano travagliati. E gli stessi sistemi che han voluto determinare ciò che vi ha nell' organismo , e nel cervello massimamente giudicato V organo , lo strumento delle facoltà cogitative , che rende Digitized by Google i uomo l'essere pili. intelligente, o meglio l'essere intelligente, chiaro dicono anche essi questo commercio , queste relazioni fra lo spirito ed il corpo organico. Se ben si considerino essi sistemi , o nonne materiali dell' intelligenza, si vede di leggieri che V assoluta dimensione del cerei «ro , o la proporzione fra il peso del corpo e quello del cervello , l* angolo faciale di Camper , 0 quello occipitale di Daubenton , o Y unione di tutti e due angoli , o la freno- logia del Gali, della quale si volle vedere il germe in San Bonaventura , come insegna 1' Alighieri , ed anco la fisiogno- raonia del Porta e Lavater sino alla norma del numero delle circonvoluzioni del cervello , o alla quantità del fosforo relati- vamente alla maggiore intelligenza , non già come essere pen- sante .... questo ed altr ) di simil risma in fondo non dico altro, che relazione fra l'io immateriale ed il corpo organico, poco montando, se i fisiologi o naturalisti sieno stati più o meno felici in determinare ciò cui intendevano. I fatti adunquo per me accennati, posti nel loro ordino naturale, le sentenze e le opinioni dei filosofi , i pensieri dei fisiologisti e dei naturalisti , le convinzioni umanitarie ben meditato non dicono nò che 1' anima è materiale , nò che il corpo ò spirito, ma che l'unità umana risultante dalla dualità deve soggiacerò ai cambiamenti avvenuti in uno degli elementi di questa. Dalle coso per me esposte in questo paragrafo, ò facile dedurre le relazioni fra le scienze razionali e morali e le scienze naturali : stantechò se l' anima immateriale è in attinenza col corpo organico , seguir no deve che le scienze che han per obbietto 1' umano organismo sono in relazione con quelle , che mirano alla cognizione dell'anima, presa questa in senso lato, cioè considerata in tutti i suoi fattori. Che so poi si volesse allargare , come ò di ragiono , il concotto delle relazioni fra 44 osse scienze a questo modo , cioè che l' organiamo, informata dallo spirito, trovasi in effettiva relazione colla natura latta quanto , ben si dedurrebbe che tutto le scienze naturali , pio o meno , sono in attinenza colle scienze razionali e morali. Scrivendo per tutti , non posso dispensarmi d" esempi di facile intellig» nza , e che rondan ciliari i pensieri per me dichiarati. L' unità della sp eie umana è una tal verità, che è in intima connessione coli' unità di legislazione e di religione Pongasi per poco che le vario razze sieno varie specie, allora vicn meno e 1' unità delle leggi e quella dello religioni , anzi la schiavitù è di diritto , non solo naturale , ma divino , come ha proclamato ai nostri giorni il Courte t de V Isle , ammet- tendo , come ei fece , le varie razze come diverso specie. Nò ad illazioni meno esiziali si arriva, facendo lieto viso all' opinione dei superlativi lodatori della cagiono climatologica rispetto al morale umano — niente meno si tratta di largire la civiltà , la scienza , la libertà , il progresso ai fortunati abitatori di alcuni luoghi, in certi gradi paralleli e in taluno circostanze topografiche , e condannare quei popoli alla barba- rie , all' ignoranza , al dispotismo , alla stasi , che sventura- tamente trovansi in condizioni opposte. Ciò che dico è di sì grave importanza die nulla più , e mostra le relazioni intime di che ragiono , come si può anco in altro modo facile dichiarare. La giustizia , dovere e diritt» dell' uomo , bisogno su- premo di lui ed aspirazione perenno d' ogni umano consorzio, non potrebbe essere attuata , il che significa che la vita , l'onore, le sostanze dei cittadini non potrebbero esser tutelate senza gli oracoli ed i responsi del medico e del naturalista. E chi T avrebbe mai sospettato nei tempi antichi , che per attuare il giusto peso e la giusta misura , 1* uom i avesse dovuto ricorrere all' Astronomia ? 45 Tutto è legato , tutto ò unito nulla natura , tutto può risponderò tosto o tardi agli svariati e molteplici'bisogni umani. Non vi sono cognizioni inutili. L' impulso , la leggo che fa bella la verità, anche quando non so no vegga l'utile, ò provvi- denziale. L' uomo deo adunque avere un ossequio , un affetto per tutto lo scienze , perocché tutte son belle , tutte sono utili, tutto son legato con rapporti di solidarietà. Ciò il diciamo con animo franco in omaggio alle scienze naturali, delle quali ne abbiam sempre compreso e manifestata T alta importanza , quantunque lungi il nostro pensiero da quella esclusività , da quella supremazia , o spirito di assor- bimento che inconsideratamente si va bocinando per taluni § IV. Confutazione del materialismo fisiologico — lìclle atti- nenze reciproche fra la Psicologia e la Fisiologia dedotte dalla natura ed ìndole di esse scienze, e dei loro limiti. Qui fisiologisti o naturalisti cho pretendono ridurre il morale al fisico, l'anima spirituale all'organismo o parte di esso, sia cervello, cellula, sia fosforo o qualunque altra mate- riale sostanza , gravemente errano , ed importa non poco conoscerò il loro badiale errore. E di buon grado io il farò , presentando degli argomenti, cho a me pajon perentori. E per procedere colla masssima chiarezza il vo' faro quasi per domande e per risposte. Dapprima domando : Qual' è la materia propria su cui si travaglia la loro scienza ? Tutti unanimamente risponderanno : è la vita, 0 le fun- zioni organiche, tanto nollo stat) sano o fisiologico, quanto in quello morboso o patologico. Digitized by Google 16 In secondo luogo m dimando: Qual'è.il mezzo che ella adopera por pervenire a ;>! nobile intento ? L' osservazione diretta a' fenomeni vitali, osservazione che dalla virtù cogitativa (sorretta da svariatissime verità porte dalle scienze sussidiarie) vien fecondata, offrendo in tal guisa quello leggi che vitali o fisiologiche son dette. Ma pure una terza domanda : Come adunquo si osa per alcuno dire, che lo spirito o la sostanza immateriale pensante è una chimera ? Sento rispondermi : Perchè non cado sotto la sensata osservazione , la quale non vedo altro che organi e lo loro azioni. Al che io rispondo : Per questo appunto , cho l' anima immateriale non può esser presa dall' ispeziono dei sensi, voi avreste dovuto tacere, cioè non affermarne, nò negarne la esi- stenza, limitati nello vostre indagini, come siete, ai sensi. Pe- roccchò suppongo che sappiate (e come no?) che vi ha una altra scienza detta Psicologia, la quale si occupa a conoscere 10 facoltà cogitative o le loro leggi, come la natura ed il de- stino dell' essere pensante. Quindi , conoscendo ciò , avreste dovuto almeno percorrere il campo psicologico, e ragguagliando poi bene lo cose, comprendere che l'anima pensante non è oggetto della fisiologia o d' altra scienza che tratta della ma- teriale natura, ma obbietto della psicologia, cui si appartiene 11 diritto d' indagare le manifestazioni , lo leggi , la natura e simili di quella realità spirituale. Perciò non conveniro al fisiologo decretare lo sfratto di ciò , che in altra scienza ò stabilmente saldo. Di nuovo si controrisponde : Non esser mestieri conoscere la Psicologia , perchè lo verità dalla Fisiologia svelate annullano per sempre sin auco zed by Google 47 la possibilità del soggetto immateriale pensante. Così tutto le esperienze mostrano , che cotesta virtù cogitativa , elevata al grado di spirito, altro non essere che nervi e cervello e simili, nei quali non che essa risederò, ma da essi derivare, come da lor precipuo fattore. E si dice precipuo e non unico fattore , giacché alla produzione del pensiero concorre lo esterno collo suo azioni, che poi son trasformate dalla sostanza cerebrale in percezioni, in idee ec. appunto come il polmone riceve l'aria dall' esterno , e sur essa operando , trasformala , rioavandono l'ossigene, mercè di cui avviene rematosi. Io replico : Ma di grazie , mi giova non poco sapero quei fatti , ohe distruggono la spiritualità dell'anima, metten- dovi invece di lei gli organi cerebrali. E che ! hanno forso colali fisiologisti veduto e palpato il cervello pensante ? Sproposito! sento gridarmi all'orecchio, il cervello si vede o si palpa, il pensiero non mai. Come adunque, io dirò, si è potuto asserire, che l'anima non possa esistere, perchè non cade sotto l' esterna osservaziono, se il pensiero che non è nò veduto , nò toccato si stima esi- stente ? Non vi ha mezzo : 0 si ammettano due specie di osser- vazione, 1' esterna e l' interna, i sensi e la coscienza, o si dica che noi non pensiamo , o si dica che i pensieri son vedu- ti o palpati nella midollare sostanza , come i cibi mezzo digeriti nello stomaco e negl' intestini. Ma poiché noi abbiamo certezza che pensiamo , come siam certi che i pensieri non si son veduti nel cerebro, cioè delle tre proposizioni le due ultime sono assurde, resta evidente che il pensiero è dalla coscienza manifestato. Or fate meco ragione , so il pensiero ò dato dalla co- scienza, il cervello ò da essa pure offerto ? Certo che no. Perchè dunque il pensiero dalla coscienza 4* rivolato è da alcuni teologhiti attribuiti al corvello , quandi queet' organo non e da quella veduto? 8« non che, ecco come rispondono infine : Perche il pensiero soggiace a tutte lo vicossitudini cerebrali : esso na- sce, si svolge , si altera, vien meno , secondo che la sostanza midollare va soggetta ad alcuni cambiamenti: il pensiero è adunque un prodotto dal cerebro. E continuando , osservano, che le leggi dell' organismo sono generali : cosi cibi ed azione dello stomaco e degl' intestini . . . danno per prodotto la digestione; aria ed aziono dei polmmi . . . producono la respi- razione ; sensazioni ed aziono cerebrale , e si ha per prodotto il pensiero. Ma alterato o distrutti lo stomaco od altri visceri addominali, alterati o distrutti i polmoni, si alterano o di- struggono la digestione o la respirazione ; dunque queste fun- zioni si appartengono ad essi organi , perciò detti digestivi o respiratori. Perche adunque, se alterato o distrutto il cerebro, viene alterati o spento il pensiero , non dovremo noi diro ohe la funzione cogitativa si appartenga alla sostanza cere- brale ? Non sarebbe contro l' analogia il pensare diversamente ? Udite la risposta. No, non ò contro l' analogia , anzi 1* asserito processo del fisiologista è contro ogni analogia. Conciossiacchò nello funzioni, addotte in esempio, pongasi mento cho materiali sono gli organi, materiale è lo stimolo, materiale è il loro prodotto, e sì quelli che questo sono apprezzabili coi sensi; ma non così del pensiero, il quale non è materiale, non è osteso, non ha nossuna delle qualità dei corpi, e però i sensi non possono prenderlo , avvertirlo, sfugge alla loro azione ; è dalla sola co- scienza rivelato. Ove ò adunque l' analogia di che parlasi ? Anzi e violare enormemente l'analogia il volersi ad ogni modo inca- ponirò per ispiegarlo a somiglianza delle altro fisiche funzioni; porche in queste trattandosi di cose estese od aventi le altn: Digitized by Gc 49 qualità doi corpi, conviene a forza ricorrere ai sensi materiali, ma il pensiero essendo in se privo d'estensione ed immune di qualsiasi qualità primitiva o seconda che sia , conviene far ricorso alla coscienza, senza di cui non sapremmo giammai di essere pensanti , e non potremmo renderci conto dello nostro cogitazioni Che direbbero di colui, cho volesse conoscere i co- lori colle narici, o coli' udito? o coi sensi esterni aver contezza della fame o della sete ? Ogni senso ha la sua sfora speciale, offrendo ciò a cui da natura fu disposto: il veder fare altri- menti ò opera di mente insana. Or so talo sarebbe colui, cho volesse sostituire uno dei sensi esterni ad un altro, cho direm- mo se si volesso all' interiore riflessione stupidamente sostituire T esterna osservazione ? E si faccia ragione, lo scienziato, come ogni altro uomo, non esser libero nella scelta dei mezzi cho il conducono ad un fine, ma aver soltanto piena liberU nella scolta di questo ; il quale essendo determinato, i mezzi saranno tali e non altri, cioè quolli necessari per ottenerlo. Così p. es. chi vuol recarsi in Palermo, muovendo da Messina, dove fare un viaggio o per terra, o per mare , e secondo cho si determina andar per quello o per questo, ha mezzi diversi e tali, che non dipende dal suo volere il cambiarli. In pari modo si è dei viaggi scientifici , nei quali se da noi dipendo il farli, badisi pertanto che scelto il punto, determinato lo scopo, non ista più in noi il volere impiegarvi taluni o tali altri mezzi , ma quelli offerti dalla natura , che sono quelli opportuni e rispondenti all' intento. Posto ciò, qual' ò il fine o l' oggetto, cui mira il fisiolo- go? le funzioni degli organi. Fin poi era libero, giacché po- teva proporsi tutt' altro fine. Ma determinatalo una volta , io dirò, quai ne sarà il mezzo per conseguirlo? Qui non ò più libe- ro, essendo la natura cho impera su di lui, come nel fine cho ebbe in mira fu il suo libero volere che comandò. Il mezzo è i fi<th 50 r esterna osservazione , che ae^i-: necessaria dai fine voluta Non è perciò di sua competenza 1' anima spirituale, nò il menomo raggio di pensiero. - Nò vale il dire, che l'esperienza attesta i cangiamenti, cui il pensiero soggiace per opera delle modificazioni succedute nella midollare sostanza, perocché , senza tener conto entro quali limiti stieno le attinenze fra il fisico ed il morale , ò certo che cotale dipendenza non dà giammai al fisiologo il diritto di usurpare 1' altrui campo, o- mo al psicologo di fare al- trettanto. Se non che, ciò merita spi<-g:izione, e son presto a darla. Il fisiologo, come fisiologo, ha per obbietto la cognizione delle azioni degli organi, mercè l' esterna osservazione ; se non che questa essendo legata alla coscienza , egli prende, in que- sto punto di contatto i fatti psicologici, non direttamente, ma quasi sfiorandoli , e per meglio dire , egli tocca il lembo della . coscienza, 11 psicologo, in quanto psicologo, colla riflessione inte- riore , della quale è oggetto lo spirito che pensa , non va più in là della coscienza; ma poiché questa ha relaziono coi sensi, egli accorger si deve mediatamente delle variazioni di questi, egli insomma lambe il margino dell' oggetto fisiologico, È adunque evidente, che in questo punto misterioso di contatto fra la coscienza ed i sensi, fra lo spirito e la materia, fra 1' interno e 1' esterno stà 1' attinenza mutua fra la Psico- logia e La Fisiologia , ed i loro limiti rispettivi son segnati. Il psicologo non può colla coscienza scenderò sul terreno della Fisiologia , ma può , atteso il legame di sopra dichiarato , servirsi dei lumi fisiologici. Medesimamente il fisiologo non potrà giammai eoli' osservazione sensibile trasferirsi nel mon- do psicologico ; egli trasferendosi col suo mezzo nel campo psicologico , romperà nello scoglio di materializzar lo spirito ; Digitized by Google 51 ina può , pel legamo in cui 1' osservazione sensata è colla co- scienza , mettere a profitto le verità offerte dalla Psicologia. Anzi dirò meglio : il fisiologo deve mettere a profìtto le verità psicologiche , perocché quando egli intendo a dichiarare i fenomeni della vita animale , ò astretto ad avvalersi degli ajuti della Psicologia , senza di cui , perchè privo di guida nello suo ricerche , imbatterebbe in errori funesti. Al certo , come potrà egli far parola di tutto il corredo nobile degli atti intellettivi , affottivi e volitivi , senza far ri- corso ai lumi della coscienza, senza la riflessione psicologica ? Pongasi mento che col solo dire cho ei fa, sonsaziono, percezione, desiderio, volontà, giudizio, raziocinio, riflessione, analisi, sintesi, immaginaziono riproduttrice od inventrice, associazione delle idee, unità sintetica e simili, si 6 di già trasportato nel campo psico- logico, si è accostato ed avvalso del lume della visiono interiore. E notisi , cho i' esterna osservaziono gli darà moto , o non mai volere , moto e non mai sensazione. E so questi son fatti , cioò il moto volontario e la sensazione , che hanno re- lazione cogli organi, e tanto che ò percepita coi sensi cosiffatta relazione , come noi volere , e nella cagione della sensazione , cho diremo quando gli atti del soggetto pensante si limitano nel soggetto istesso , cioò non trasandano 1' uomo interiore, e cominciano dall' interno ? 11 solo dire moto volontario , ò un accennare alla co- scienza , ò un attingerò dalla stessa quella guida sicura per ispiegare quei fatti , che altrimenti sarebbero inesplicabili , e senza ragion d' essere nel fisiologo che gli accenna. § v. Obbiezione e llisposta. Voglio fare un' obbiezione a me, poiché il muoverla par- liti clic renda più chiari i miei concetti. Digitized by Google 52 Si potrebbe dire per alcuno : conio la ideologia potrà dar luce alla Fisiologia , se gli frumenti di cui esse si gio- vano , son del tutto diversi ? E poi pare che la stessa natura dello cognizioni delle due scienze ha tal diversità , che non ammette V applicazione, di cui parlasi. È giusto in conseguenza che si lascino , non che distinte , separate. Al che è facile la risposta. 8e alcuno dicesse al fisico t Voi applicando Io verità puro della matematica ai fatti dellt natura , commettete un errore gravissimo , stantechè riunito cognizioni di natura di- versa, essendo le cognizioni del matematica o priori, indipen- denti da qualsia esperienza,-., e quelle della natura sono a posteriori , sperimentali ..... ragionerebbe a somiglianza di chi non vuol riconoscere nel fisiologista il bisogno delle psicolo- giche notizie. Se non che ò degno d' osservarsi, che la diversità, che corre fra le ideo della pura matematica ed i fatti sensibili, è mag- gioro di quella che passa fra i fatti della coscienza e quelli fisiologici, giacchò tanto questi, quanto quelli sono a posteriori e percepiti, quantunque gli interiori e spirituali, gli altri esterio- ri e materiali, mentre le idee della matematica sono a. priori ed intuite, i fatti della natura a j^teriori e sentiti. E si noti ancora , che l' attinenza fra i fatti psicologici, e quelli fisiolo- gici è sì intima, che gli uni e gli altri avvengono nelfuomo, vale a dire, cho quei fisiologici sono fatti spettanti allo stru- mento , cioè al corpo, e quelli psicologici bì appartengono allo spirito, che servesi di esso strumento , a cui quaggiù è unito, costituendosi la persona detta uomo. Ed e si stretto tal legame, cho nel misterioso punto di contatto , di cui dinanzi si tenne parola, il fisiologista prende, ma in modo rasente, la coscienza. Ma siccome la mente di lui è rivolta all' osservazione sensata, Digitized by Google 53 può facilmente avvenire che egli, in grazia dell'oggetto principale dello sue meditazioni, ed ancora della lunga abitudine di atten- dere agli oggetti dei sensi, e per mezzo di essi, perda di vista l'accessorio , o lo immedesimi coli' oggetto proprio principale , senza porre mento , che ciò che è accessorio per lui , nella spiegazione poi di quegli atti organici, che concernono la vita psicologica, é principale. Ed e facile eziandio osservare la strana inconseguenza nel fisiologo, che ripudia lo psicologiche verità , considerando quanto egli sia sollecito ad accogliere e far tesoro di tutto che possa offrirgli la fisica, la chimica e simili scienze. Perchè si fa buon viso a queste, e si dà lo sfratto a quelle ? non si può dir per la ragione cho gli obbietti di quello scienze, i fatti che prendono in eaame sono nell'umano organismo, perche i fatti psicologici non sono in rogiono estra- nea all' umana natura, anzi ne sono parto nobilo ed eccelsa di §. VI. JDileinvia che dimostra la necessità in che trovasi il Fisiologo di far tesoro delle verità psicologiche. Presento un dilemma al senno imparziale di chi ascolta. O il fisiologo intende alla spiegazione di tutte le funzioni de- gli organi dell'ornano corpo, o pure di alcune. Se mira a renderne ragione di talune , cioè di quelle della vita vegetativa od automatica, pare cho possa far senza dei dettati psicologici ; se non che, essendo la vita fisica nel- r uomo in relazione con quella intellettiva o spirituale , non potrebbe il fisiologista essere del tutto digiuno di senno psicologico. Che se poi egli , corno il fatto dimostra , intende alla spiegazione di tutte 1*» funzioni organiche , fra le quali han luogo quelle della vita, a buon diritto detta intellettiva, morale, psicologica , spirituale , ò in allora Biottamente tenuto a far tesoro delle verità psicologiche, senza delle quali non gli verrà giammai fatto dare un sol passo , che non lo precipiti nello abisso degli errori, il che e evidente dalle cose dianzi discorse. Scelgano adunquo quei fisiologi, che non sono d'accordo con noi e cogli illustri nomi d<;gli Haller , Sthal, Bonnet , Foderò, Matthey, Berard, Virey, Buisson, Hartemann scelgano : 0 stringere il loro discorso alle sole funzioni nutri- tive, rompendo il legamo che queste hanno con quelle animali, e così mutilar la loro scienza : 0 assumere tutte le funzioni nel doppio ordine di nutritive ed intellettuali, ritirando queste alle verità psicologiche , senza di cui perderebbero la loro di- gnità , il loro primato , e Y orroro di trasformare la causa strumentale in causa efficiente sarebbe inevitabile. Si persuada chiunque è tuttora ostinato , the non si può parlar di facoltà intellettive e morali , senza metter pié nel campo psicologico, il che significa senza usar d'altro stru- mento , attingere ad altra sergente cho è quella vera. Si persuada ognuno , dirò ancora , che ò massima in- conseguenza ricorrere alla Fisica, alla Chimica, quando trattasi di spiegaro de' fenomeni , oggetto di quelle scienze , e rifiutar poi la psicologica scienza , quando si discorro di coso , cho sono di sua esclusiva competenza. Si persuada infino , cho il fisiologo non può star cam- pato in aria, dovendo egli decidersi a riguardare il corvello, od altro agente materiale, o corno strumento, o come causa effi- ciente , nò ciò può fare staudo limitato all' osservazione dei sensi , cioè senza far ricorso alla Psicologia. Digitized by Google 55 § VII. Una preghiera ai psicologi ed ai fisiohgisti. • Kon la finirei più , se volessi diro tutto quello che mi ricorre alla mente sui limiti di esso scienze, e sulle loro scam- bievoli relizioni. Solo, quasi a preghiera, dirò ai fisiologi ed aj psicologi quanto Beguo : Egli è certo che vi ha una psicologia terrena , come ve ne ha una celeste — ma di quest' ultima all' uomo è dato saperne , nella vita presente , ben poco ; ciò a cui egli può aspirare a conoscere, si è l'animo pensante strettamente legato al corpo e soggetto agi' influssi di questo. Pure i psicologi par che sovente dimentichino la psicologia terrona per sosti- tuirvi qui quella celeste. Vi ha una fisiologia materialista, ed una spiritualista : la prima e un' impresa assurda e veramente impossibile , la seconda , non solo non trascende le umane forze, ma ne è doverosa la sua attuazione, come è stato fatto da insigni uomini testé ricordati. Eppure non vi ha penuria di fisiologi, che si av- volgono nelle assurdità del lurido e stomachevole materialismo. Laonde , se ò giusto ricordare ai Psicologi , che non fossero tanto celestiali , cioò che non dimentichino , quando occorro , 1' anima essere avviticchiata al corpo ; per medesi- mezza di ragiono è giusto dire ai fisiologi , cho non fossero tanto terreni o materialisti , cioè non facciano astrazione dello spirito , cho è il soggetto arricchito di quelle nobili facoltà , per le quali 1' uomo principalmente eccelle cotanto sulla natura. § vm Spiegazione del materialismo Fisiologico. Conoscendo la generazione degli umani errori , egli riu- scirà facile lo evitarli. Bacon o a ciò intese coi famosi quattro Digitized by Google 56 idoli — Idola Tribu8 , Idola Specus , Idola Fori , Idola Thea- tri. Sarò brcvo o chiaro al possibile. L' uomo ebbe da natura largiti sensi , coscienza ; con quelli prende cognizione del mondo esterno , materiale , con questa del mondo intento , intellettuale. Coi sensi percepisce i fatti esterni, cioè i corpi colorati, caldi , freddi , odorosi , saporosi , est-si, in moto a dir tutto in poche parole , percepisce coi sensi ciò che avviene fuori di lui — colla coscienza prendo cognizione de' fatti in- terni , intellettivi , psicologici , cioè delle sensazioni , delle no- zioni , delle idee , dei giudizi , dei raziocini , dei desideri , dei voleri e simili insomma di ciò che intimamente avviene. Col mio discorso io non intendo escludere l* intervento d' altro facoltà, tanto pei sensi, quanto per la coscienza, come l'intui- zione o la riflessione per ottenero la cognizione del mondo ma- teriale e di quello spirituale — ma in vista di semplificare la cosa, ne ho fatto senza. Or siccome 1' uomo munito di sensi , non è por questo solo fisico , chimico , naturalista ... così quantunque dotato di coscienza , non ò per quest i solo titolo filosofo , perchè è mestieri volgere la riflessione a ciò che offre il senso , a ciò che svela la coscienza. Quindi applicando la riflessione ai sensi, ai fatti esterni , forma la grande famiglia delle scienze , che han per obbietta i corpi ; applicandola poi sui fatti interni , su quelli svelati dall' inlimo senso, e non senza V apprensione intuitiva da vita alla psicologia propriamente detta. Al certo questo ritorno dell' io di sè, in se e per sè, questo ri- pensare il già pensato, rifaro e ritcssere il già fatto e costruito, é baso precipua della scienza dell' anima. Qui tutto è chiaro , nessun, credo, che il possa negare. Ora gli uomini fanno essi eguale uso dei sensi e della coscienza ? meditano tutti sulle rivelazioni di quelli e di questa? Digitized by Google 57 No, certamente, perciocché avvi taluni uomini ebo sin dai loro teneri anni han rivolto il pensiero agli obbietti posti * di fuori; essi tutto ciò ebo sanno, lo conoscono pei sensi, perchè la loro riflessione han concentrato esclusivamente sugli oggetti di questi. Dal che seguo che eglino dànno importanza solo allo scoperto ed allo cognizioni ottenuto pei sensi , e ciò può giungere al grado di credere che non possano ottenersene altre, in altra maniera, e di non lieve importanza. Ciò ó sem- plice o naturale, giacché i bisogni dell'uomo attirano la sua mente all'esterno; l'esercizio frequente rendo facile siffatta inclinazione, e si forma quindi l'abito di cou<->scere per mezzo dei sensi. È perciò necessario fermo e risoluto volere e riflettere rientrando in se stesso , e per molto tempo , a fine d' inter- rompere tale abito, ed acquistare l'opposto, cioè quello psicolo- gico, o di ripiegarsi in so stesso. Lo stesso avviene in coloro, che, assuefatti all'abito psicologico, devono passare allo acqi- sto di quello ontologico. Tali scienziati hanno il senso intimo, ma non riflettono sullo sue rivelazioni. Quindi ò elio tali uo- mini associano finalmente la certezza a ciò che viene dai sensi, e, sopprimendo in tal modo la coscienza e qualunque altra visione, credono fermamente che nulla si possa sapere, se non quello che si vede o tocca, ossia si statuisce nel lor pensiero, come verità inconcussa: ogni notizia viene dai svisi e pei sensi. Adunque ò evidente che per troppo esclusivo meditare sui sensi, si finisce con dire : Tutto l'uomo sta nei sensi, ogni certezza viene dai sensi. Tale ò la spiegazione, o la gènesi del fisiologico mate- rialismo, e di qualunque materialismo. A mo pare, che cotali materialisti son simili a quegli idealisti , che quantunque muniti dei sensi , pure meditando unicamente sulla coscienza, si stringono soltanto a questa, nè Digitized by Google 58 veggendo più in là di essa, immedesimano V uggctù, conosciuto al tubbietto conoscitore , come quegli scienziati , avvolti nella materia, il subbiato fanno ad immagine dell' oggetto. Tatti han torto, perehè abusano, quelli dei sensi, questi della coscienza. Tutti han torto, perchè mutilano 1' uomo, quelli materializzandolo , questi spiritualizzandolo. Tatti han torto , perchè- seco stessi contradditori , i primi sentend > l' attività interna dell' essere pensante , eli altri non interrompendo lo pratiche della vita esterna. Un BorcheW , un llubb s potranno avere dei discepoli più o meno ardenti per le loro dottrine, più o meno dotti, ma non potranno giammai avere a discepola l' umanità ; la qualo respingerà mai sempre eoo tutte le più splendide dichiarazioni, le più costanti ed universali manif-stazioni lo spiritualismo assolato ed il material isino. È agevole ora l'intendere a che si riduca il tanto van- tato materialismo fisiologico ; esso è nò più, nò meno che cieca abitudine, nata dalla diuturna osservazione sensata. Adunque il materialista è schiavo dei sensi , schiavo dell' abitudine ? Chi può dubitarne ! Egli che vagheggia la libertà del pensiero , e dico ad ogni piè sospinto: io s >n lib-rj pensatore, ò mestieri tutto sacrificare alla libertà del pensiero. Egli che fa le viste di ser- barsi immollo all'influsso di qualunque idea, di qualsiasi con- cetto. Egli elio dispregia il volgo, perchè schiavo a non so quante o quali abitudini. Egli è in fritto più schiavo del volgo stesso, porche avviticchiato alla più abbietta delle schiavitù , che è quella dei sensi. Tutto questo dimostra quanto sia diificile, anche a' più millantatori del libero pensiero , il mostrarsi coerenti ai lor principi. Digitized by G §. IX. 59 Urta jxirola conciliatrice. Non creda alcuno ch'io intenda accennare ai congressi di pace, al famoso Progetto della Pace perpotua di Emmanuel© Kant, o d' altro autore franceso — nulla di tutto questo — ma io ritorno , consentaneo a me stesso , a quello che meglio che 27 anni addietro io mi facoa a proporre: alleanza fra la Micologia e la Fisiolojia (1), paco fra le scienze razionali e morali e lo scienze naturali Ciò in vero non è un caritatevole desiderio , che muo- vendo da buona radico, pur tuttavia è inattuabile , ma ò una necessaria deduziouo dalle coso nuora discorse , dalle relazioni intime fra esse soienze. Conciossiacchò, se è errore materializzare lo spirito, ò del pari errore spiritualizzare la materia- Spiritua- lismo assoluto o material temo sono sistemi esclusivi, incompleti, mancanti, che or ti trasportano alle nubi , or ti pittano nel fango , come se non vi sia uu luogo da star bene fra quello o questo. L' uomo non ó né tutto sensi , nò tutto coscienza ; deve dunque avvalersi di quelli e di questa ; riliutare 1' uno dei duo, è render l'uomo monco, e bruttamente svisarlo., Se adunque lo spirito e unito alla materia; so i sensi sono congiunti alla coscienza , è tempo, giustizia altamente il reclama, che Fisiologi o Psicologi si dieno il bacio della concilia- zione, e cessi lo scandalo che l* uomo separi ciò che natura ha strettamente unito, che egli voglia distruggerò cièche natura ha creato. E sì, valgano lo sapienti parole dell' illustro fisiologo Tommasi « non voglio diro con questo cho io intenda procla- mare divorzio fra lo scienze naturali o lo speculative e lo morali , qualuuquo possa essere la grande povertà delle mie parole: (1) V. La Fisiologia calunniata «li Materialismo — Nutulu IS 12. Digitized by Google 60 al contrario la natura e l'uomo, la geologia o la storia compon- gono necoasariamonto un tutto organico ; o non c'è bisogno di trovaro il principio dell' unita per poterne affermare così intui- tivamente. Che maraviglia adunque elio il filosofo abbia ad importare dalla sola esperienza il materiale o il contenuto dei suoi concetti universali, e d' altra parte che i naturalisti ricono- scano , anzi invochino una /orma ideale al frutto delle loro esperienze ? nessuno di noi deve rifuggire dal nobile desiderio di organare le diverso parti del sapere, e sta bene che questo sapore svariato armonizzi con le leggi del pensiero. Il naturalista sotto questo punto di vista vorrebbe esser filosofo anche lui ». Nò certo vi alieneranno, dalla reclamata, giusta pace lo vane voci cho qua e là sorgono , perocché sono declamazioni, che finiranno con ammazzar se stesse. Veramente quaT impressiono potranno fare Bull' animo di un uomo , cho alle filosofiche cognizioni coogiungo ancora quelle notizie anatomiche o fisiologiche necessarie all'argomento, qual' impressione, io dico, con serietà tutti quegli esperimenti eseguiti sui conigli e sullo rane o sovr' altre bestie ? Sia togliendo alcuni fili nervosi , o amministrando la stricnina, o toccando parte dol loro corpo coli' acido solforico, o avvelenan- doli col curaro , o coli' etere solforico in altro modo ? Signori , gli esperimenti son veri , cioè vi dànno taluni determinati effetti , apprezzabili quasi da chiunque non abbia perduto il bene dell'intelletto — il modo di spiegarli è falso: la loro interpetraziono non regge alla sana logica ; lo deduzioni sono illegittime, Tutti gli esperimenti fatti , o possibili non potranno dimostrare altro, che questa antica verità antropologica quanto il mondo, che il morale dipendo dal fisico, le facoltà pensanti dall'organismo, ma che il pensiero si appartenga, come effetto a causa, a tale o tal altro organo , a tale o tal altra parto di Digitized by Google 61 un organo , corno alla sostanza grigia del corvello ed allo celialo di cui esso è composto tutto questo, od altro di simil risma, ò arbitraria deduzione non legittimata dalla logica. E qui permettete che chiaramente voi dica , il tanto decantato positivismo so ne va in fumo, onde essere surrogato da un audace razionalismo. E qui le scienze dette positive addivengono le più in- temperanti , le più razionali e fantasticamento a priori. Tutti gli esperimenti ormai fatti o faciendi potranno darci a conoscere più specificatamente la notissima dipendenza , porgerò nuovi e splendidi casi, ignoti sin ora, di tali rolazioni fisico- morali, ma senza dare il diritto di menomamente offendere la inconcussa esistenza del Me spirituale. Io ammiro l' ingegno umano , che cotanto sa spingersi nei recessi del misterioso sistema nervoso — ma cessa la mia ammirazione o sottentra lo sdegno ed il disprezzo , quando si voglion dedurrò < cose fuori dell'esperimento , quando la in- vasione va all' eccesso. Avete voglia di spiegaro , corno taluni si lascian tra- sportare tant' oltre ? É facile dalle coso discorso il comprenderlo: sono vitti- me di cieca abitudine ; pria degli esperimenti, poscia tortamente interpretati , se non tutti , molti , eran materialisti, o la loro mente non informata dallo spirito delle socratiche carte. Non può essoro diversamente , leggendo quelle pagino ove uno di essi dice che • la sostanza grigia del cervello, agisco » come una bilancia delicatissima ; essa pesa le singole im- » pressioni che riceve dal di fuori — e queato posare ò un t processo che noi sentiamo in noi stessi, del quale abbiamo » coscienza p cho chiamiamo pensare ad una cosa » (1). (1) Fisiologia del Sistema Nervoso del «Ioli. Alessandro ILìraen. Milano 1868 , pag. 15 , E. Trovo»? e C. Digitized by Google 62 Benissimo ! i nostri padri avean detto cogitare, cogitatio, quasi accennando all'azione che ha luogo nell'animo , quando pensa — nella nostra lingua si disse pensare quasi pesare , alludendo al confronto che fa l' anima delle idee , preso il vocabolo in senso traslato — oggi ci si fa conoscere che pensare è pesaro in senso proprio, perchè il pesatore è mate- riale Benissimo I E la coscienza come c'entra ? La coscienza che nulla dice di bilancia cerebrale; i sensi , e sarebbe cosa di loro competenza , nulla pure dicono di bilancia nella sostanza grigia ; adunque chi lo dice ? La fantasia dell'autore, che certo è senza bilancia- si accorse l' autore , che trasandava i limiti della sua scienza, invadendo la Psicologia, e soggiunge : t Noi siam giunti senza avvedercene in mezzo alla psi- • oologia, o sarebbe stato difficile avvedercene, giacché nella » natura non esiste alcun limite fra la fisiologia c la psico- » cologia — Oggidì la scienza è* in grado di dichiarare la * loro identità t (1). Un uomo cho invade il campo altrui , vicino al suo , tradotto innanzi al magistrato , dirà quel campo esser suo , perchè senza alcun limite. Così pare che faccia il citato autore. Alla fine i limiti fra una scienza ed un'altra saranno forse le colonne di Ercole ? L' autore ha dimemticato che la divisione fra' diversi rami dello scibile è più soggettiva, che og- gettiva. Stanco alle sue pirolo nemmeno vi ha limito fra la fisica e la chimica, eppure son duo scienze belle e fatte. E si noti che la chimica , la fisica , la mineralogia, la geologia , 1' astronomia han tutto un oggetto materiale, tutte si servono delle osservazioni dei sensi ; ma la psicologia ha un' oggetto (i) Pag. i<;. Digitized by Google 63 spirituale, c la fisiologia corporeo, la psicologia procede mas- simamente colla coscienza , la fisiologia coi sensi — dunque esse due scienze hanno un limite tale che non è nelle scienze, che della natura materiale si occupano. L'autore, senza avvedersene, entrò nella psicologia, non perchè avvi un'identità fra essa e la psicologia , ma perchè le duo scienze hanno delle relazioni , come abbiamo preceden- temente dimostrato — se non che, egli vi entrò collo suo a- bitudini, col suo metodo, materializzando tutto. Quindi la scienza non è in grado di dichiarare la identità delle due scienze , come non può dichiarare identici l'anima ed il corpo, la coscienza ed i sensi. Io avrei lasciato in pace 1* autore della conferenza sulla Fisiologia del Sistema Nervoso fatta in Firenze nel 1S67. Ma . il pensare che trattasi di scienza popolare, che libercoli di tal natura fanno il giro dell' intero regno , e con essi s' intendo porgere al popolo un cibo sostanziale , ciò m'indusse a dirne due parole , come ora no dirò qualche altra , sembrando che invece di cibo di sostanza, si amministri la stricnina o il curaro. Udite con attenzione. » Possiamo esprimere cosi il risultato, dice l'IIerzen, » generalo di ciò che mi sona sforzato di spiarvi oggi. t Ogni nostra azione dipende da tre fattori essenziali: » (Già m' immagino, voi col pensiero volato all'intelletto, alla volontà, alla facoltà locomotrice — al n )sse, velie, posse . . disingannatovi, nulla di tutto questo). » 1.* Dalla nostra organizzazione individuale; » 2.° Dallo stato in cui un' impressione dal di fuori trova i nostri nervi in un dato moment") ; t 3.° Dal complesso d* impressioni che in quel dato momento riceviamo dal mondo esterno (1). (2) Fn» 4f,-47 64 Voi vi accorgete di leggieri che questi tre fattori es- senziali di ogni umana operazione , por usar le parole dello autore , sono tutti e tre organici e fatali , essendo escluso qualunque arbitrio , atto di volontà , che imperando modifichi colla sua azione quelle subiettive organiche disposizioni insieme all'esterne impressioni. L' aut ro , pensa tutto questo, com- prende la cosa, e dove vada a finire, ma con parole, che stanno fra h stupido ed il buono, continua. » E se finalmente da questo conclusioni vogliamo trarre » un' applicazione alla vita pratica — essa sarà veramente di » natura tale, da fare andare la scienza superba del suo » lavoro •. Ognuno già colla sua mente tenterà arrivare al trovato peregrino nella vita pratica, che farà andare superba la scienza del suo lavoro — chi penserà già ad un modo di rialzare la finanza, chi ad altro per iscemare il numero dei reati , a chi ricorrerà al pensiero un nuovo metodo educativo, a chi infine sembra che l'autore ha bello e fatto il trovato di mettere in su il principio autoritativo , circondandolo dall' aurèola Bua propria, senza scemar punto la libertà — datevi pace, frcuate il corso dei vostri pensieri, rassegnatevi ad ascoltarlo. > Essa non sarà altro cho una raccomandazione di » usare della massima indulgenza verso lo parole e gli atti • del prossimo, tenendo sempre in mento cho l' azione sua ò il t prodotto di tre fattori indipendenti di lui, di tre fattori dei » quali esso non ò punto padrone, di tre fattori cho al con- » trario dominano lui » (1). So dividessi il parere dell'autore, sarei indulgente con lui, che comincia col materialismo e finisce apparentemente colla morale. (1) rag. 17. Digitized by Google ♦35 Sì, in apparenza , giacché il suo discorso ò oltremodo immorale, Le sue parole fan tremare i polsi agli uomini onesti, c fan gongolare di gioja selvaggia gli assassini. Il lavoro della scienza è il materialismo ed il fatalismo — quindi gli atti del prossimo fatali e necessari non meritano nò lode , nò biasimo , non premio , nò pena, non sono nò vir- tuosi, nè malvaggi — perciò in vista di ciò clic farete ? Massima indulgenza, massima indulgenza vi raccomanda la scienza per bocca di Herzen. Voi, assassini, continuate nell'opera vostra chò il dottor Herzen vi assicura l'impunità sino alla consumazione dei secoli! E la società debbe ancora sapergli grado, perchù viene a liberarla da tante inutili spese per la magistratura giudi- ziaria , o per altra autorità che intende -alla sicurezza , anzi, spingendo il pensiero di lui alle ultime illazioni ai potrebbe stabilire una magistratura d'indulgenze, ma senza timore che si rinnovi e susciti un'altra Riforma. E questo ò cibo sostanziale che si porge al popolo , o stricnina o curaro? Se il popolo facesse gran caso delle parole di lui , so vedesse perchè si voglia ricorrerò all'indulgenza , darobbo un prodotto da fare andar veramente superba la scienza, e chi per essa ! A voi il giudizio. > §. X. Il progresso delle scienze "naturali non può menomar^ la spiritualità dell' anima. Poniamo ora che la cognizione delle leggi fisiologiche ai conduca grado a grado a maggior perfezione, ma <-prt-» restando nel giro dei fatti esterni , di esterna esperienza , 66 solo avanzate al seguo di esprìmere i modi della eintesi della umana dualità, costitutiva l'unità antropnlogicafche avrebbesi che potesse ledere in modo alcuno la spiritualità dell' essere nostro ? Sarà impossibile al fisiologista venir fatto mostrare, dicea io in altro luogo, che la superiorità psicologica, intellet- tuale e morale, dell' uomo suli' orang-antang derivi d' un po' di più di polpa cerebrale esistente nel cranio degli nomini, e che spieghi i fatti psicologici col moto , o colle leggi organiche. • I motodi, i processi delle scienze naturali finora conosciuti » non danno nessuna traccia, dalla quale potessimo arguire » una benché lontana spiegazione del pensiero. Un'illustre » fisiologo e giudice molto competente in questa materia , il > Virchow , dice che non si ha il diritto , almeno nello stato » attualo dello scienze naturali, di entrare nel dominio della » coscienza, e ciò si potrà fare soltanto allora, quando si sarà » trovato un metodo sufficiente a spiegarne i fenomeni. Ed un » altro fisiologo tedesco , il Volkmann , non solo dichiara la > incompetenza della fisiologia sulla personalità, ma soggiunge » che il solo fondamento, che possa venire proposto come dub- » bio è la dissoluzione dell' organismo nella morte. In ogni > caso però dalla fisiologia V anima personale non è posta , » ma soltanto determinata mediante 1' organismo » (1). Non potrà giammai il fisiologo, o il naturalista entrare col suo metodo nel dominio della coscienza , essendo il metodo di studiar questa o il pensiero in antagonismo a quello dei cultori della natura materiale. Però vennero meno tutte quelle pretensioni che il Morgan ed il Cabanis misero avanti. Io il ripeterò: oggetto, metodo, strumento tutto distin- gue lo studio dell' anima da quello dei corpi, senza annullarne le relazioni ed i limiti. (I) Dell' immortalità dell' anima umana — Discorso della Mar- ciosa Marianna Fiorenti Waddington. Firenie Le Mounier pag. 13. Digitized by Google G7 Per altro [conviene esser giusti , ed in confidenza dir fra noi, che quando si tentò dai fisiologi materializzar lo spi- rito , la colpa stesse più da parte dei filosofi che da quella dei fisiologi ; perocché se questi attingevano all' impura sor- gente del sensismo , dai filosofi era stato proclamato, e quindi non potevano che logicamente i fisiologi incarnare nell' organo la sensazione, alla quale avean ridotto il pensiero — insomma il materialismo di quei fisiologi tTa conseguenza del sensismo, che signoreggiava in allora le migliori intelligenze da sovrano assoluto. Quindi a me sembra chiaro , che non si possa, non ai debba dire da alcuno : io perché son medico , o fisiologo , o naturalista , perciò son materialista. No : il medico, il fisiologo, il naturalista può abbracciare il materialismo, non perchè pro- fessa quelle scienze della natura , ma perché ó sensista , e perché invade il campo altrui coi suoi metodi , coi suoi stru- menti , col suo modo di procedere. Io richiamo agi' imparziali pensatori a rivolgere lo sguar- do della loro meditazione dentro di loro stessi , nel santuario della lor coscienza , e dirmi col cuore sulle labbra , se noto- mizzando se stessi , nella grande varietà e moltiplicità prodi- giosa dei modi di essere che ognuno vede in se , e che pare dovriano condurlo ad ammettere un aggregato di forze , di esseri, di subbietti, ai quali appartengono essi modi o facoltà non coglierà col suo pensiero V io uno — perocché di leggieri ei si accorge che V io che sente , poi pensa , quinci e quindi vuole .... è sempre lo stesso soggetto : egli è uno. E facciasi , ragione che se un' epoca è una , un corpo è uno , vo' dire che se alle epoche ed ai corpi si riferisce per noi 1' unità , non è quella che alla sostanza pensante si conviene , quantunque pure tale unità agli avvenimenti ed ai corpi attribuita sia m relazione coli' unità spirituale. La quale 68 non è riunione di elementi nel tempo — essa ha vita e du- rata , ma senza decomporsi o dividersi , essendo sempre la stessa — nella successione resta la stessa , in tutti gì' istanti la stessa, perocché cambiano gli atti , mutano gì' istanti , e 1' io pertanto vedo se sempre lo stesso — Non moltiplica cogli clementi della durata, anzi veggendo cangiare e moltiplicar la durata , vede aè lo stesso. Uno è adunque nel tempo ; e tale è puro nello spazio. Conciossiachè in lui non vi ha moltiplicità o composizione nello spazio: non ò un tutto, di cui le molecole sucoessiva- niento decrescono od in un modo qualunque cambiano, come tutto dì vedesi succedere nei corpi, giacché un assieme avente sempre delle parti connesse in una perfetta simultaneità, è cosa contraddetta dai fatti, e repugnanto alla natura del mol- teplice, che è necessariamente divisibile. Pertanto di quale divisione è capace Y io f dove ò in lui la pluralità ? Quante e quali unità il compongono ? — For- se le facoltà che irraggiano da lui , e per lo quali bellamente risplende ? — Certo che no , perchè le facoltà non sono di- verse da lui stesso. — Forse i suoi attributi , i suoi atti ? Nulla di ciò , giacché facoltà , attributi , ed atti di lui sono esso stesso. Né v' illuda il vedere che si enumerano gli atti , le fa- coltà, perocché con tale enumerazione non si accenna all'essere, che é uno, ma alle apparizioni, ai modi di sua manifestaziono, essendo il nr.mcro tanto in antagonismo con lui , che è indi- visibile , quanto lo è il composto col semplice. A questa forza unica adunque, che facilmente è com- presa da chi sa bene interrogar se stesso , mal si conviene T unità delle cose successive , o quella delle composte ; le quali ultimo perché estese , figurate , impenetrabili , perchè aggregati di forze , se costituissero il me , o ei fosse a loro 69 immagine e somiglianza , non unico io , ma tanti , quanti non unica forza, ma tante indefinite coscienze di sentire , di pensare , di volere : ma una coscienza ò in noi , unico io , un' unità pensante. È adunque uno il nostro subbietto e nel tempo e nello spazio , e non già per questo o per quello. E pongasi mente che la stessa unità che egli riferisce alle cose successive, o epoche, od alle cose composte, o corpi, od a quelle coso che sono une pel tempo e per lo spazio, da lui stesso viene , quantunque trovi un che in esso — dico da lui , essendo egli che scopre le attinenze degli avvenimenti , o la composizione delle parti di qualunque composto , e vi riferisce il pensiero unificato ed unificatore, perchè egli è uno. A dir breve e chiaro: Perchè egli ò uno nel tempo o nello spazio, e non già in virtù di questo e di quello , qualifica , dando 1' impronta dell' unità , ciò che non è uno nel tempo e nello spazio. § XI. Spiritualismo nelle Bell* Arti. Come che io non iscriva pei sapienti, ai quali son noto tante dottrine , tante discussioni , profondi pensieri in modo cho nulla più , pur tuttavia mi sarà concesso considerare la spiritualità del soggetto pensante da aspetti , quasi direi , nuovi ed intimamente legati alla vita pratica , o meglio alla vita delle arti belle , della scienza , della società e dei popoli della terra. Nella vita dei popoli, nelk- svariate fasi di essi vi ha ilei tempi in cui predominando un' id«>a , un sentimento , come il concetto politico, quello utilitario qualunque, .sembra ohe ciò Digitized by Google 70 che quello predominante non sia , e che con forza attraente assorbisce tutto in se , sembra , io dico , che meriti lo sfrat- to eppur non è così. L' uomo non può rassegnarsi a non ripensare il bello, che risplende al suo intelletto, ed aste- nersi d' incarnarlo nei marmi , nelle tele , od in altra materia ed in altra guisa. I lavori artistici sono allora vere e solenni proteste contro coloro che , se potessero , vorrebbero materia- lizzar tutto, e dare ad intendere di vedere unicamente nell' uomo, che è corpo e spirito ad un tempo in unità armonica , che ha senso , ragiono ed idea, che fona- e materia, e di scorger* nei suoi indefiniti , svariati e nobili prodotti t che macchine e conti. Ah sì , egli è evidente adunque , che Y arte sbugiarda anch' essa il materialismo ed i materialisti! L' arte invero , questo nobile slancio dell' anima verso 1' alta regione del bello , ne coglie alcun raggio e lo incarna nella materia , e , quasi direi , la divinizza , e con .questo an- nulla il sozzo pensiero che intende materializzar 1' uomo. L' artista è novello Prometeo, che rubba il fuoco a Dio per farne partecipi gli uomini , annulla il materialismo , che concentrandosi unicamente nei fisici bisogni, vorrebbe imperare da sovrano assoluto, obbliando i bisogni morali , le magnani- me tendenze , che alto reclamano alla lor volta i loro diritti manomessi , che hanno ragion d' essere nella stessa umana natura, così bruttamente mutilata. L' arte adunque riduco in frantume 1' apoteosi del ▼entro. L' artista è qual novello Francklin che eripuit cerio julmen — se non che 1' americano commise il generoso e sapiente furto per tutelare il capo degli uomini dalla malefica potenza del fuoco elettrico , mentre gli artisti furano i raggi estetici del cielo per farne partecipi i mortali. 1/ QUO e gli Digitized by Google 71 altri ricorrono al cielo coli' intento lodevole di beneficare l' u- manità, ma in modo diverso; cioè il cittadino del nuovo mondo allontanandone dei mali terribili ed improvvisi , gli altri col far piovere sovr' essa dei beni squisiti e puri E però è gioco-forza considerare 1' artista qual sacer- dote , che fa scendere dal cielo sulla terra un che di divino, salvo che il magistero ieratico ò nell' ordine del mistero , quando 1' artista opera nel mondo della natura — eppur sarà sempre vero che V arte è il sacerdozio dell' estetica. Adunque la manifestazione delle ispirazioni estetiche, anche nei tempi nei quali si corre a voto materializzar tuttd è una nobile protesta contro il materialismo, è un' affermazione solenne della spiritualità dell' anima, E qui mi pare opportuno richiamare alla mente alcune idee per me manifestate altra volta , e che son legate all' ar- gomento. Laude si deve a chi fa opera trovar dei mezzi , attin- gendo nelle scienze , che si occupano della natura materiale , organica od inorganica , onde render comuni quelle immaginii quei fatti , quelle cose che interessano ogni uomo ; a questa guisa, io direi, che V arte si democratizza, per quanto è pos- sibile. Se non che , 1' utile che si può ottenere , abbassandone il prezzo, perchè si è scemato e tempo e fatica ed altro in produrle, non deve far s\ che annulli ciò che non si possa ottenere in altro modo, e concerne le più nobili aspirazioni dell' uomo. Di vero coi moderni trovati si è ottenuto più Y utile , che il bello , più la merce a buon patto , che il bello , più il buon negozio che lo sviluppo dell' arcana relazione fra 1' ani- ma ed il bello — e ciò anziché esser da me biasimato , n' è lodato , ma pure entro certi limiti , cioè di estendere a tutte le classi in data colai maniera e grado di perfezione una pai- 72 lida immagine d»-i dip ; nti <• d<-llo incisioni, ma non già nel tengo clic le arti bello sieno mandate giù. Ciò non può , non devo essere , dovendosi trovar modo d' associare, sejpure è possibile , come parnii che lo sia, 1' utilo al bello , ma quello non dove aver nò punto nè poco prevalenza su questo o di- struggerlo. E sino ad un certo segno 6 mestieri far plauso allo intento di render comuni a tutte lo classi i benolìcii della scienza e dell' arto — e qui si fa bone , percliò si opera pel popolo. Ma è mestieri aver presento ognora, che il bello non è V utile, e che per troppa brama di stendere 1' utile, questo non usurpi i diritti del bello. Si ponga attenzione che 1' nomo non ò tutto senso , tutto corpo ; c' ò in lui alcuna cosa d' intangibile, d' invisibile, d'intelligibile, che non può cadere sotto 1' apprensiva dei sensi, e che sfugge alla dnra forinola del dare ed avere , del peso r> della misura. Si riflotta ancora che altro è il pretendere, che si svol- gano gli elementi dell' umana natura , altro è poi che 1' uno viva a scapito dell'altro, richiedendosi anzi cho si armonizzino, perocché 1' armonia compie 1' npera dello svolgimento , Benza della quale non vi ha vero progresso. A me sembra, che pensare altrimenti si è sconoscere quella leggo di solidarietà , che ha luogo fra gli esseri o fra gli elementi, cho compiono 1' umana natura tutta quanta. Ilo fede che la vittoria riportata dall'uomo sulla na- tura coli' intento di far partecipi i più dei grandi trovati dell' ingegno , per quanto le arti belle riguarda , se apporta alcun che di danno allo parti più nobili dell' arte, sarà ciò per poco , non durerà gran fatto , non patendo 1' uomo rinun- ziare alla sua intima natura, che cacciata anche a viva forza, tornerà ognora vincitrice. Digitized by Google 73 Le quali riflessioni sa la tendenza attuale a spingerò al possibile le cose artistiche al meccanismo, mostrano che la signoria assoluta di questo su 1' elemento estetico segnerà il volgere in basso dall' arte, che sarà sempre il nobile attributo dell' uomo, risorgendo a nuova vita dalle sue stesse ceneri. § XH. Spiritualivmo nella ruttura. E fate meco ragione, che il pensiero umano non è quale per taluni si crede, perocché esso ben comprende anche nella materia uno spiritualismo, non già che spiritualizza questa, ma per veggendola, pensandovi su, riflettendovi, di presente comprende un che non materiale , ossia 1' uomo col pensiero va più oltre delle cose materiali, dei sensibili. Appunto come» veggendo un altro uomo, gli si attribuisce uno spirito, o me- glio si spiritualizza in certo modo 1' organismo di lui, in pari guisa avviene dell' universo : la mente umana non si ferma alla terra, al sole, alla lana, alle stelle, e cosi via. Se ella vede un fiorellino vario pinto , ne ammira pur la vaghezza , le foglie , lo stelo , il calice non senza essere ammaliata dal grato odore , e via via. Eppur non si ferma l' umana mente a tali percezioni, a tante grate sensazioni, poiché dal fiore passa al seme, da questo ad altri esaeri, e quindi infine a quei primi esseri che chiudean virtualmente tutti i fiori , che furono e che saranno al mondo .... in fine alla causa su- prema di tutti i fiori, come di tutte le cose. Nò qui ha posa V umano intelletto, che si spingo , por naturale virtù, a legare gli effetti alle cagioni, a comprendere le cagioni finali degli esseri, e legge in essi i fini, cui mirano, e la corrispondenza fra mezzi e fini ; e però vede nella natura impressi i caratteri indelebili della Mente Sovrana. 74 Laonde e chiaro, che allo sguardo dell' umanità gli es- seri tutti , che compongono V universo , dall' atomo al globo celeste, dal fiorellino al boabab, dall' insetto all' elefante, . . . quindi all' uomo non è un' accozzaglia di esseri sdruciti , in congiunzione, per usar questa parola nel significato di Davidde Hume, ma un tutto , quasi direi , organico , connesso , diretto ad un fine pensato dall' intelletto divino ed attuato dal su- " perno volere. Adunque la materia che si percepisce, che si vede e si tocca, in distanza od in vicinanza, grande o piccola , orga- nica od inorganica non è dall' uomo intesa in modo da tro- vare un limite in ciò che vede soltanto, scompagnata da qua- lunque concetto, anzi la intende animata e vivificata da quei nobili ed alti concetti, che da inerte , fredda dal gelo di morte la elevano a quel grado superiore, la circondano di una splen- dida aureola, la spiritualizzano. La è questa la poesia dell' umanità, ma naturale e su- blime poesia. Dire si deve ancora metafisica dell' umanità; conciosiachd, come ben dicea il Vico, la poesia essere una me- tafìsica in abbozzo , la si dee perciò chiamar poesia e meta- fisica ad un tempo. E ciò risponde a capello al pensiero del Kant , che ammetteva una metafisica naturale , ed ai pensieri del Gali , che nel cervello vide pure 1' organo della teosofia , e vi assegnò un cantuccio. Ed anche se taluno non facesse lieto viso alle idee si- stematiche dell' autore della Craniologia o Cranioscopia , non si verrebbe per questo a menomare per nulla il valore del nostro discorso; il quale poggia tutto sulla disposizione dello spirito \tfnano, non disgiunta dall' attinenza in cui esso è col- 1' organismo — Se poi questo è come V intende Gali , o pure, come si pretende da altri, una semplice disposizione cerebrale, senza la creduta divisione del cerebro in tanti organi Digitized by Google 73 ciò in nulla influisce a scornare la forza del nastro argo- mento. Signori, allo sguardo del genere umano la natura tutta quanta , 1' intero universo non è una macchina , che opera da se e per se, come orologio senza artefice , ma orologio con un artefice ; e più che orologio ed artefice , è musica , parto di maestro sublimo ; e più che musica e maestro, poesia di divin poeta; e più che poesia e poeta, palagio di grande architetto; e più che edifizio di sommo architetto, pianta svolta da spiro potente , pensiero* che la muove, anima che la vivifica , e n' è ragione d' essere. Vedete adunque, se io mi abbia il diritto a dire, api- ritualismo nella natura. Ed osservasi che io nel pensiero umano, che spiritua- lizza, nel senso per me dichiarato, la natura, ho dovuto porro un limite necessario al mio discorso , trattandosi di ragion comune, d' umanitari pensieri. Quindi ho messo innanzi ciò che vi ha in tutti, eaclu- dendo al possibile l'opera della riflessiva potenza del filosofo ; la quale, quantunque nelle varie scuole non sia immune d' er- rore, pure eccetto una breve falange di seguaci dello schietto naturalismo, che, secondo alcun sapiente, è merce soltanto mo- derna, pure, io dico, la massima parte dei filosofi è pel retto spiritualismo della natura nel giusto senso della parola, spi- ritualismo che ha poi un riscontro superlativo in colui, che idealizza la materia, in chi fa 1* apoteosi della natura , in chi le dà un'anima, ma non già in coloro che spiritualizzano i primi starai dell' universo colla famosa monadologia del filosofo di Lipsia. A me pare che il nostro Bisazza , questo spiritualismo per me messo in rilievo, cantava esprimendo al vivo il concetto umanitario, di cui parlo: 7G Chi ha dato all' onda Confin «li sponda ? Chi all' erbe o al ùniv Diede 1' odore ? Chi a voi diè stolli- Rosee fiammelle? Egli é il vergine fiato dell* eterno Che infronda , o svesto le infrondite cime , Atira di primavera, algor d' inverno, l'iacido nel nucel, nel tuon sublime. Alpi che arcate Vi sollevate, Ripidi monti Padri dei fonti, Chi vi diè o rupi Frane e dirupi ? Chi vi appese le splendide corone O noia della notte , nstri pietosi ? Chi ti precinse d' infocate Bone, Sole , che or levi il capo , or ti riposi ? É il suo beato Spiro increato , Che il ciel gioconda , Cho il mar feconda , Che in terra cade , Sciolto in rugiade. Veggo i cernii monti alluminarsi , Poiché fiato ò di Dio la luce nnch' essa. Veggo gli augelli a turbini levarsi Che un* aura di quel fiato in lor sta impressa. Scorrete o rivi Placidi e vivi, Levate o monti Al ciel le fronti , Dite siam figli Dei suoi consigli ! Deh fra le corde di commossa lira , Che di terrena polvere S* ammanta , Deh tn soffio di Dio , discendi e spira , Mentre rapita in te, l'anima canta 1 (1) A me pare che il mio diacono procede chiaro ed inat- taccabile , anche se taluno venga innanzi con qualche errore, (1) Fide e Dolore, pag. 20 — 21. Digitized by Google 77 elio la rozza mente comune possa produrre, conciossiachè il fatto dell' errore non distrugge Y esistenza dello spiritualismo noila natura , ma sol che esso ha bisogno di riflessione e di emendamento. Como il fatto di alcun costume barbaro od inu- mano non annulla la moralità ; così alcun errore, quanto allo spiritualismo della natura , non menoma punto la natia di- sposizione od attuosità dell' intelletto , ad animare , o meglio a concepire a traverso della materia questo cotale spiritua- lismo nell' universo, prestandogli con sintesi quelle nobili ideo, che gli danno vita ed essere. A me sembra chiaro assai, cho quando ad un uomo vien fatto dire : Oh quanto è belio quell' essere ! Quanta 0 sublimo quell' altra cosa I per mo d evidente che le nozioni del bollo e del sublime eziandio accennano implicitamente allo spiritualismo, di cui parlo. § XIII. Spiritualismo nel Senso Comune dei popoli. Il concetto dell' anima spirituale ò cosa essenziale alla vita pratica dello umano associazioni , anzi lo circonda , le avvolge e compenetra in ogni verso e sin negli intimi pe- netrali. Ragioniamo da noi , ma in modo facile , piano e colla massima evidenza nel tempo stesso. Concentriamo lo sguardo della nostra mente su quell' uo- mo ; egli e padre , il quale leva a cielo le doti morali della figlia , per nomo Giulia , che è modesta , ubbidiente , capace di sacrificio pel bene dei simili , alla vista dello cui miserie è tocca da indicibil dolore. 78 Un altro genitore si addolora , e quanto , pensando di aver perduto il figlio , chiamato Eugenio , il cui animo era seggio di apecchiate virtù morali , di belle qualità mentali. Povero genitore ! egli ne rimembra le virtù peregrine di quell' angelica creatura , e gli astanti dividon con lui quei sensi di mesto affetto! Tutto questo ha per base , che quelle creature avessero uno spirito dotato di nobili facoltà , anzi d' una facoltà che è il pregio morale dell' uomo , e , quasi direi , lo emancipa da tutto il creato, e lo rende arbitro del suo destino, voglio dire della volontà. La quale rende 1' uomo capace di legge morale, responsabile delle sue azioni , e queste degne di premio e di pena — la quale volontà libera costituisce la virtù ed il vi- no, il merito e la pena , a tal che tutto il sistema morale e di legislazione è fondato sovr' essa , e compenetrato in essa stessa. Questo dice, manifesta il senso comune, universale dei popoli tutti quanti della terra che furono , che sono, e che saranno. Coli* intimo convincimento di tale cospicua verità, pene- trato il loro spirito di tanta morale scienza, tutti i legislatori delle nazioni dettarono le leggi ad esse, sapendo di applicarle ad esseri liberi , ad esseri capaci di legge , e degni di pena e di premio , e capaci di rientrare nei diritto sentiero ormai smarrito ; insomma il legislatore seppe aver che fare con esseri intelligenti e liberi , ebbe piena e lucida coscienza di ciò , e non mai con automi. Così alla lor volta , i popoli accolsero di lieto animo le leggi nella coscienza del loro dovere, della loro libera volontà. Questa manifestazione del senso interno , quest' intimo convincimento , questo dogma di ragione naturale , conduce 79 1' umanità ad ammirare il virtuoso , a venerare l 1 eroe , a rizzare altari a quegli uomini, che si segnalarono per le loro peregrine virtù ! Come, per medesimezza di ragione, a condannare all' oblìo, alla meritata pena coloro , che abusarono del loro potere , che con volere e scienza violarono la legge ! Gli umani apprezzamenti adunque, i gindizj degli uomini ànno quel fondo comune , quel sustrato , poggiano su quella concezione dell' anima spirituale , una , superiore e distinta di ciò che vediamo e tocchiamo. Or , se vi fa cuore , fatevi a sostituire all' essere pen- sante immateriale i portati della materialistica dottrina: ove sarà più il pregio singolare dell' umano pensiero , dell' umano volere , la bellezza e V incanto delle doti mentali e di quelle morali ? Re il pensiero non ò nè più, nè meno di un prodotto del cervello sullo sensitive impressioni, un modo di digerirle , come lo stomaco e gì' intestini digeriscono i cibi, e danno il chimo ed il chilo, o un modo di secrezione, come il fegato rispetto alla bile. Se il pensiero , intelletto e la volontà e tutte le fa- colta morali e mentali non sono al più che fosforo, e l'anima una cellula , od altro supposto impasto di materia , o imma- ginato prodotto di leggi fisiche, chimiche, vitali, ove sarà più quel primato ed eccellenza che l' umanità tutta quanta accorda , vede , riconosce e sanziona nella virtù cogitativa ? Non è uno stolto quel genitore , or ora ricordato , che innalza a cielo le belle doti della figlia di lui ? Non è un insensato quell' altro , che va tanto altero dei pregi morali ed intellettivi del figlio suo? Sì , sorgo io a nome del materialismo , fate Benno uo- mini illusi , che date tanto valore a ciò che di cesi mente , 80 anima , spirito , ragione , intelletto , volontà , virtù di mente , virtù di cuoro , tutte queste coso prese a singolo , o sinteti- camente altro non sono che forza e materia , nò più, nò meno dei prodotti della digestione , delia respirazione , della secre- zione dello urine , od altro di simil natura. È evidento che materializzando tutto V uomo , si dovrà per legittima illazione materializzar tutto elio all' uomo si ap- partiene. Se non che materializzar tutto ciò, che non ò materia, quantunque trovisi in relazione con questa, è snaturare, ò an- nullare ; dunque logicamente il pensiero colla sua potenza , 1' anima colla sua nobiltà , grandezza ed eccellenza vanno in fumo — e vi ha tanta ragione od apprezzare ed ammirare i voli del genio, i portati del sovrano ingegno, quanto ve ne ha ad ammirare un poco di cispa, di urina, o di qualunque so- fìti^nz8( o s o r in di t i /j i il « Eppure lo stesso Voltaire manifestava una grande verità, quando in un suo romanzetto , facendo lo viste d' immaginar quel mostruoso gigante che toccava Sirio , scendendo sino alla terra , e che veggendo un vascello , prendevalo e poggiavalo Bull' unghia del suo pollice, e compiacevasi di guardare guegli insetti cho formicolavano, per lui microscopici, cioè gli uomini, i quali alla vista di quella mostruosa creatura , senza un fia- tar di mezzo, facendo uso di strumenti e di calcoli, ne deter- minarono con meravigliosa esattezza o celerilà l'altezza del gigante. Manifestava il Voltaire una grande verità, facendo escire dalla bocca di quello spaventovolo essere, dopo cho vide il miracolo della potenza dell' umano ingegno, cho in un atti- mo colse la misura intellettualmente di quella smisurata altezza : Uomo sei un insetto, quanto al corpo, ma un angelo ti mostri riguardo allo spirito. Digitized by Google SI Permettete ora che io interroghi lo stesso Voltaire- oggi la cosa ò facile, che collo spiritismo si evocano le ombre dei trapassati , e si ottengono delle risposte , come se fossero in vita tra noi. Caro Voltaire, gli dirò coi materialisti, la grandezza dello spirito, 1* eccellenza di lui è cosa apparente e non reale, essa è un pò di sostanza cerebrale con qualche imponderabile, o una cellula od altro di simil natura; poni giù adunque la. poesia delle lodi e dell' ammirazione superlativa ed Hfclusiva. Voltaire risponde : Cari miei , io mi tengo stretto ai fatti ; V eccellenza dell' ingegno umano è un fatto ; ma che V umano pensiero sia materia, o prodotto di essa, almeno fin- che io fui peregrinando in terra, non era un fatto. Rispondono a coro i materialisti moderni : Altro cho fatto oggi, ma è dimostrato da un subisso di fatti. A cui 1' arguto francese : Almeno additatemene uno , perchè" io da tanti anni nell'altro mondo, potrò ignorare ciò che si è fatto in questo in tanto tempo — ve ne saprò grado, perchè mi dileguerete i dubbii che mi tormentarono in vita. Certo non obblierete quel cho per rne si fece a prò della vo- stra scuola E qu\ i valenti materialisti presti a sciorinare tanti splendidi esperimenti, ben noti a voi che ascoltate, quello, a mò d' esempio , del taglio del nervo . . . quello dell' etere solfo- rico . . . quello del curaro ... e così via. A questo punto Voltaire subisce un cangiamento nel volto, e con brutto cipiglio risponde: Ma, miei signori , questi fatti io gì' ignorava , è vero . ma ne sapea dei simili : ma questi fatti da voi allegati non annullano 1' eccellenza del pensiero , e vel dico in confidenza h-A noi, sema che il sappiano gli spiritualisti , essi esperimenti 82 accrescono soltanto la scienza delle mutue relazioni fra il tìsico ed il morale, ma non dimostrano punto che questo è cosa ti- sica, ma che solo in contatto col corpo. In ogni tempo si è saputo che, dando a bere una quantità di alcool ad un genio , come ad un Newton , dopo un istante sparirà la potenza del genio , ed il sommo inglese addiverrà meno di un fanciullo , o meglio meno d' un otten- toto. Perciò chi ha detto mai da senno , fra di noi parlando che nof ci ascoltino gli spiritualisti , chi ha detto che per tali fatti, ed altri di simil risma, si possa logicamente de- durre cho T anima ù la stessa cosa del corpo ? Tante cose si dicono, tanta e quante io ne dissi per ispargere a larghe mani il dubbio; ma fra noi, miei valenti medici, l'eccellenza del pensiero e un fatto , ma 1' opinione che il pensiero è pro- dotto da materia o modo di essa, ò un' ipotesi — ora un' ipo- tesi non può distruggere un fatto, perchè essa non è un fatto. Che so si voglia dire, che 1' ipotesi sia fatto rispetto alla sua effettiva esistenza, dicasi pure, ma non ò fatto per ciò a cui mira, anzi aspetta dai fatti il trasformarsi in fatto, per- dendo 1' ipo ed allora addivien tesi. Lasciatemi adunque , io ritorno d' onde venni , e coi miei dubbi ancora , e colla dolorosa certezza che il materia- lismo non ha fatto alcun progresso, da che lasciai questo mondo ! § XIV. Spiritualismo nella Morale e nel Diritto. lo dioea che il concetto dell' anima spirituale ò essen- ziale alla vita pratica , il che è verissimo , e parrai averlo di- mostrato ; ma vi ha di più , anzi , quasi direi , il meglio , se pur si possa dire. Digitized by Google 83 Vo' qui mostrare la relazione intima m che btanno i doveri ed i diritti coli' anima spirituale, una, immateriale. Tutto le scieuze, che han per oggetto i diritti ed 1 do- veri umani suppongono la eccellenza del soggetto pensante Di vero , se il mio pensiero , so la sostanza de. 1 essere pensante e cosa corporea , o parte di esso corpo, qual nozione potrò io avere del dovere e del giure ? Se son logico , il mio dover© ed il mio diritto non saranno uè 1' imperativo, nò la facoltà morale di operare , ma 1' impeto dei miei istinti, la necessità ineluttabilo della mia natura. Bo con queste ideo , sa con questi preliminari si possa attuare un ordino mnrftle , giuridico , rispondente ai bisogni dell' umanità , si lascia alla discrezione di chi ascolta. Trasportiamoci nel caso della vita pratica, o vedrem « so la dottrina materialistica sia d' alcun prò. Ecco un accusato alla presenza del magistrato. Udito questo dialoghetto , e giudicate. Magistrato — Voi siete imputato d' omicidi'» con fur- to — difendetevi. Accusalo — Signore , può essere che i>> sia accusato , ma la mia difesa sta nella mia natura, nella vostra, in quella di tutto il genere umano. M. Ìsoiì v' intendo — spiegate meglio il vostro pen- siero. A. Il mio pensiero ò chiaro. Quelle azioni che dicono che io abbia commesso , e tutte quelle che si possono com- mettere , son prodotto dalle stesse cagioni , sono identiche del tutto. M. Como ! ò identica 1' azione di spogliare il simile con quella di coprirne la nudità ? Quella di uccidere un uo- mo con quella di salvami la vita? Un pazzo sulo può pen- sare a questo modo. 34 A. No , anco un savio pensa a questo modo, corno son io. L' aziono di chi spoglia e quella di chi copre la nudità del simile , di chi uccido e di chi salva sono movimenti ne- ecaifcri del sistema nervoso nell'uno e nell'altro uomo — perfettamente identici nell' uno e Boll' altro. M. li atto di spogliare e quello di ucciderò , come quello di far bene al prossimo sono prodotti dall' umana vo- lontà — cioò gli atti imperati, vi dirò collo scuole, sono moti organici, ma non mai quegli eliciti , che son gli schietti voleri. A. Non signore, anche 1' atto elicito, la stessa volontà, 1' anima stessa sono modi necessari del sistema nervoso. M. Ma il dovere che si ha di rispettare la roba e la vita altrui ? A. Signore , il dovere viene dagli uomini , la passione dalla natura. Perciò ò leggo naturale , è dovero quello che risponde agi' impulsi del mio animo , e non già quello che fecero gli uomini. M. Ma in tal guisa v^ngon giù tutte lo leggi, ed anco la possibilità di una legislazione attuabile fra gli uomini , mancandone il fondamento razionale. Perocché senza liber- tà nel volere , non vi ha responsabilità , imputabilità , mo- ralità A. Il volere è libero , quando non incontra ostacoli — è un moto organico non impedito, ma che è prodotto da cause, a cui non si può sottrarre colui che lo commette. Tutt' altro , io non T intendo , è linguaggio di pretume, che fa la guerra al progresso della scienza. M. Io non son prete , ma saeerdoto di Temi. Ma con chi e dove avete studiato , o meglio imparato sì strane , an- tisociali , inattuabili idee ? A. Signore , io sono stato in Firenze , in Torino , in Napoli , in Milano — ho appreso da Chiff . da MoJlescolt . $5 da Eletteli, dai liberi pensatori, e più dalla lettura dell'aureo libro — Forza e Materia, che per me vale un tesoro. .Signore , vi dirò in due parole U mia professione di fedo — il mio credo, che é il simbolo della novella fede e del - progresso. lo mangio materia , respiro materia , eento materia , tocco materia , e palpo materia , mando fuori dal mio corpo materia, sono circondato ed immerso nella materia . . . adunque non conosco altro che materia . . . sou tutto materia ! So dopo di ciò volete condannarmi , io non vi biasimo, come se mi assolveste , io non vi loderei , perchè 1' una e 1' altra azione sono necessarie e prodotte in voi da cagioni che vi dominano , come 1' omicidio ed il furto per mo perpe- trati furono effetti di prepotenti ed irresistibili cause — i fat- tori delle azioui del genere umano son fatali e necessari. Ilo voluto sotto la forma di dialogo presentare la con- nessione , che vi ha fra il dovero ed i diritti , ossia fra V ordine morale e la spiritualità dell' anima umana. Se volessi spingere il mio sguardo più oltre,, farei toc- car con mani , che le tristi influenze del materialismo vanno più in là di quello, che comunemente si crede. Ciò sarà svolto in altri §§. § XV. tSjkntualismo neW Jù:onomta litUtica. ►Seguitemi ora colla vostra attenzione , entrando in una scienza , che ha pure un grave compito sociale , vo' dire la Economia Politica , ed i scopriremo le belle attinenze fra essa e la spirituale sostanza. Uno sguardo fugace sovr essa scienza , che mirando a rilevare le leggi dell'ordine necessario delle ricchezze nel tri- Sii plico appetto della produzione , del consumo e della diatriba* tìntiti , vedrà, , che essa scienza ha per obbietti V uomo considerato in una relazione determinata coi beni materiali , ma non comprenderà la squisita attinenza fra essa scienza ed il Eoggetto spirituale pensante. Ciò invero sarà un difetto di sintesi molto ordinario , mostrando 1' esperienza che molti ma- terializzano cotal ramo di sapere ; perocché rivolta la loro mente a* termini del rapporto di questa scienza , quali sono 1' uomo ed i beni materiali , non si addanno che 1' uomo con- siderato dal lato esteriore è materiale , ma nell' uomo inte- riore il principio pensante è immateriale. E poiché 1' uomo esteriore è legato a quello interiore , perciò è dell' ultima evi- denza che uno dei termini dei rapporti molteplici e svariatis- simi economici é immediatamento legato allo spirito. Perciò d evidente ancora che la scienza economica non può prescinderò •Lilla relazione colla spirituale sostanza. A mo non cale tener qui parola dell' alleanza fra la Giurisprudenza e 1' Economia , come ben dichiarò 1' alta mente del Romngnosi , nò se altri ai nostri giorni colpì nel segno , ammattendo un diritto economico, facendo sconfinare la scienza dalla sua cerchia, trasformando la relazione in medesimezza — solo devo ancor mostrare col fatto stesso della scienza la re- lazione , che essa ha col soggetto spirituale: insomma l'ho dimostrato per !a natura della scienza considerata ne' termini, dai quali svolgo le attinenze , che concernono la ricchezza , ora lo mostrerò nel fatto stesso della scienza esplicata. La più chiara nozione del capitale lo presenta , comò un lavoro accumulato , cioè il lavoro dell' ieri, conio il lavoro dell'oggi ò il capitale del domani. Quindi ciò mostra la stret- ta attinenza fra lavoratori o capitalisti, l'amicizia naturale in che si trovane, e che l'ignoranza, l'ingordigia od altra bassa passione può disconoscere, ma contro ragiono. So non che, Digitized by Google 87 l'uomo ò un agente della produzione, è un capitale anch'esso, ò una macchina semovente , è un capitalo immateriale — fin qui d'accordo. Ma sorge un dubbio, ed è questo: Come il capitalista deve trattare l'operajo, cioò in quale relazione star debba questo con quello ? Forse come l'asino ed il bue stanno a petto del lor padrone ? Al certo che no, direte voi, perocché* egli è vero che il bue e l'uomo sono macchine lavoratrici en- trambe e semoventi, egli è vero che sono tutti e due capitali, ma differiscono nella natura del capitale e nell'indole del pro- dotto — giacche l'uomo che si offre anch' esso dall'Aspetto di macchina, di capitalo ha un'intelligenza immateriale, ha un volere libero , ha comuni con ogni altro uomo le aspirazioni al vero, al bene, al bello, in che si compie l'umana natura, appalesando la propria eccellenza. Però ne conseguita da ciò che il capitalista non può , non deve trattare l'operajo che come uomo, cioè in modo pro- porzionevolo alla sua natura. Dal clie tutti quei contratti che violassero i naturali , reslì e razionali rapporti fra il capitalista e l'operajo cioè che non fossero in equazione alla sua natura morale, spiritatilo sarebbero nulli. Da ciò lo ore di lavoro per ogni giorno, cho non possono assorbir tutta la giornata, dovendo l'operajo rifocillare le sue forze non solo, ma pur soddisfare i suoi bi- sogni morali, volgerò il pensiero o l'opera al suo moral per- fezionamento. Qui hanno eziandio ragion d'essere i giorni di riposo o festivi o simili. L' uomo non può, non deve in alcun modo, e per alcun pretesto essere trasformato in fossile ed in mero congegno meccanico. Ciò rilutta all'eccellenza del suo essere, sarebbe nè più, nè meno cho una nuova fasi dell' abborrita schiavitù. 11 Cri- stianesimo, e la civiltà diffusa da questo, riprovano altamente SS c.ò che appo i pagani era diritto, era legge; perocché il pa- gano servendosi degli uomini, come di macchine, esercitava un impero illegittimo, perchè era quello della forza bruta, mentre il cristiano vede oggi in un altro uomo il raggio sublime della nobile origine, una comune discendenza, identico destino, però esercita il proprio poterò sulla natura materiale, potere la cui legittimità è proclamata dalla filosofia , santificata dalla Religione. E mi par bello ridire ciò, che tre lustri addietro scrivea, Se fu un portato di nobile intelletto afferrare le armonie d'una scienza, ò senza alcun dubbio parto di nobilissima mente quello di comprendere lo armoniche relazioni di tutti i rami dello scibile. Or, s^nza occuparmi di quel che concerne un tema cotanto vasto, diremo solo alcuua cosa che concerne l'Economia civile , la qualo non può giammai essere in opposizione collo altre scienze, che mirano pure all'uomo ed alla società. Ognuna di queste scienze mira 1' uomo da un lato, ma guardandolo da un aspetto, non può esagerar questo sino a farà un divorzio cogli altri lati, cioè collo altro scienze. Noi intendiamo tutto questo in linea razionale , e non di puro fatto, mostrando questo sovente gli abusi dell'uomo ; e si è per tali abusi dell'uomo, che noi c'impegniamo a riti- rar le coso a' veri principi. In effetti l'Economia che intende, per alcuni rispetti, ai mezzi materiali che servino all'uomo pel soddisfacimento dei suoi bisogni , non deve obbliare elio cotali fini economici ser- vono a fini più nobili, il che in altri termini significa, che essa non può , non deve sconoscere le relazioni che ha colle altre scienze, le quali si occupano di talune cose, allo quali ciò che l'Economia propone è mezzo. Così, a cagion d'esempio, la pro- duzione d'una sostanza che tendesse o facesse rovinare la sa- lute degli uomini, quantunque avesse virtù grande di alimentare Digitized by Google 89 Jo ricchezze , essa sostanza essendo proscritta dalla medicina , il retto senso no vieterebbe V uso. E però, dovendo la Econo- mia armonizzare colla Medicina , dovrebbe quella rassegnarsi ai dettami di questa, che sarebbero anche quelli della Morale, la quale ha poi un' incontrastabile primato su tutto lo scibile. Così, se un esercizio qualsiasi è nocivo alla salute, o degrada la nobiltà dell'essere umano, e perciò si oppone ai fini digni- tosi e nobili della creatura, qualunque incremento di ricchezza potria produrrò , qualunque incitamento o stimolo alla produ- zione , alla circolazione delle ricchezze , è per natura vietato , dovendo l'Economia essere in armonia, non solo colla medici- na , ma dblla Morale e col Diritto. E già il Romagnosi chia- mava con molto senno uno dei peccati capitali il' divorzio fra 1* Economia ed il Giure privato e pubblico (1). Sarà forso l'uomo fatto per V economia, o questa per l'uomo ? cioè l'uomo è fatto per la ricchezza, o questa ò fatta per l'uomo ? E quan- do dico uomo intendo lignificarlo tutto, abbracciarlo da tutt'i lati, riassumere con vigorosa e reale sintesi tutti i fattori che lo costituiscono. Se non che, ordinariamente non si pratica così, si abusa della astrazione, guardandosi un sol lato, concentrandosi l'attenzione sopra un sol fattore, c»n obbliaruc gli altri ed i più nobili. Quindi se Y uomo ha bisogno di pane , ma non deve averlo a prezzo di mali , d' infamia : V uomo ha bisogno di pane , ma deve acquistarlo senza mancare a' fini nobili del suo essere, senza vulnerare le sue più alte aspirazioni. Io il so, che le tendenze del secolo son troppo per le cifre, non già per quei calcali che feoro ascendere un Cava- lieri , un Leibntz , un Newton , un Laplace , un Maurolico ed (1) Collezione ,U'jU a) t. di Economia roliti'a. Prato 18jU } >ag 7 e vgnmti — pag, 00. Digitized by Google \00 un Galilei tanf alto , che nulla più, ma por qtj<-i calcoli vo' «lire Bancari , che quasi, se fosse possibile , vorrebbero concen- trare tutto in essi ; ma so die istinti nobili stanno a tutela delle umane associazioni, che fuorviano, per ricondurle nel retto sentiero. Ed all' istinto non manca sovente la potente voce • Iella ragiona E gode 1' animo allora dire. — Le dottrino eco- nomiche debbono salire ad un' altra sfera diversa da quella dei materiali capitali, nei quali un Galileo ed un Lax'oiser ven- tano accomunati al bue ed al cavallo, e gli operai alle mac- chine insensate. Questo modo di trattar la dottrina, oltre eh* spando un gelo ferreo ed immorale d' inumana cupidigia , ma- nifesta la più completa ignoranza dello leggi irrefragabili della natura. Avvi nella politica economia dello ricchezze una parte spirituale, la quale fonda ed assicura la morale dell' u- manitA. Le sole aspettative, o non assicurato, o interrotto o soffocate , bastano a colpire con una apoplessia tutta 1' indu- stria , tutto il commercio , e quindi tutta la sicurezza di uno «tato (1). L' economia politica adunque non e materialista ; essa sta in bella ed armonica relaziono coli* anima spirituale. Questo concetto è adunquo essenziale nelle scienze, che han per oggetto 1' uomo : questo concetto dol soggetto incor- poreo anima e vivifica esse scienze ; perocché quando ho detto che la morale , il giure , 1' economia sono essenzialmente con- nesse coli' immaterialità del me , è facile il dimostrare , come tutte le altro scienze sociali, che sono un' applicazione ed uno svolgimento di quelle, sono dipendenti dalla psicologia, rice. vono da essa lume e vigore. (1) 0]>. oit. del Ktei<n-_m»»si — S)il ,,,i,do w*<i/<> di traila,' Ir dot trifU f^tmOmtfht. Digitized by Google 01 §. XVI. ^'jn ritualismo nrll' manna associazione, nei governi , nella po- litica, nel? uguaglianza , nella libertà, nella civiltà, nel. progresso — ossia relazione di essn vice colla spiritua- lità del soggetto pensante. Non vo* andar troppo alle lunghe, però accorcio quanto più mi sarà possibile. E qui non voglio passar sotto silenzio una dichiarazione 0 , meglio , una protesta che ci viene da parte doi materia- listi ; i quali si fanno a diro essere eglino onesti ed ubbidienti alle leggi dello Stato. Questa loro dichiarazione ha un grande significato, ed 6 questo. Eglino ben compresero, almeno all' ingrosso, che il ma- terialismo è dottrina di tal natura, che attuata produrrebbe lo scompiglio in tutto l'ordine sociale; perciò la loro protesta si traduce a questo modo: Vero egli è che la dottrina per noi difesa e propagata è nociva agli umani consorzi ; ma puro dal canto nostro la società non avrà nulla a temere, perocché l'onestà e l'ubbedienza alle loggi non si scompagneranno giam- mai da noi. Voi adunque, io mi fo a dir loro, avete coscienza della perversità della vostra opinione, come adunque vi basta il cuore di adoperare ogni mezzo per insinuarla ? Forse perché siete convinti della sua verità ? Ma se è nociva , se è un male, o , meglio , condotta in atto fa sprofondar la società in un' abisso di mali, come mai sarà una verità ? Una verità nociva 1 Una verità che scatena tutti i mali nelle umane associazioni , non può essere una verità! Comprendo che un materialista può essere onesto, come lo può essere un ateo ma l' onestà del materialista o dello 92 ateo, non è come materialista e rome atK>, ossia non è eco del materialismo ed ateismo in essi esistenti, ma come uomini che operano in opposizione a quelle false concezioni, ma pure in conformità a quelle primissime ideo , che ebbero dall' edu- cazione , che si connaturarono col loro spirito , e tanto che pensano in un modo , ed operano in un altro. E qui calza a proposito la sentenza del Voltaire — Mettetevi in guardia dell' ateo, che opera come ragiona. Ora mi par giusto volgere una parola al dottor Bùch- ner: Ha egli mai pensato che cosa sarebbe una società in- formata e guidata dallo spinto del materialismo ? Se egli noi sa, glielo dirò io chiaro, chiaro in due parola. Una società brutale — una società in cui la forza ed il libito sarebbero tutto. Egli cho vuole che la t baso della filosofia, e con essa » anche quella che più importa dello stato e della società , » non potrà più esser teologica o metafisica , ma bensì sol- » tanto antropologica , ossia fondata sulla riconosciuta unità » dell' umana natura non teme di dire che « le neces- » sarie conseguenze di questo progresso non p« tranno pro- » durre che grandi trasformazioni d' universale e benefico » effetto, e dar nuovo impulso al progredire di tutte le sfero > della scienza e della vita (1 ) ». Non va a dubbio , dirò al Bùchner , che se lo stato e la società avessero per base 1' unità dell' umana natura , cioè la medesimezza dello spirito coli' organismo, dovrebbe seguirne un grande cangiamento in tutto ; ma grandi trasformazioni di universale benefico effetto ? nuovo impulso al progredire dì tutu le sfere della scienza e della vita .» Di buon grado accet- terei il pensiero dell' autore , purché si facessero queste va- (1) Forza e MaUna Prefazione della Edizione italiana, j>ag. 31. Digitized by Goo 93 rianti , cioó alla vogo benefico si sostituisse malefico , ed a quella pro>jrcdke retrocedere. Come, con qual diritto, con qual coscienza asserire, che l'attuazione del materialismo trarrà seco grandi trasformazioni a universale benefico efìetto , mentre è evidente essere il mate- rialismo la negazione dèlia moralità , della giustizia , di tutte le virtù, e la trasformazione dell' uomo in animale bruto , sic- come antecedentemente venne per mo dimostrato ? ' Ditemi , sig. dottore , voi che amate i fatti , e tanti che vorreste concentrar tutta la scienza nei soli fatti , non vi accorgete di un fatto , ben riconosciuto da tutti i sapienti , che senza spirito di parte han meditato sull'uomo e sulla so- cietà , mirando al nobile scopo di arrivare alla soluzione dei grandi problemi sociali , la cui soluzione ò il martirio dello intelligenze ? Vo'dire, che grande parte dei mali che al presente tra- vagliano la povera società sono l' effetto di quella dose di ma- terialismo, che guasta e corrompe i consorzi, e scema o non fa godere quei beni, che son frutto di vero, genuino progresso. Ah, signore, vi pr-ghiamo ad avere più rispetto ai fatti, altrimenti vi diremo, che voi predicate la filosofia positiva colle parole, ma poi la rinnegato coi fatti ! È inutile aggiungere, che la materialistica dottrina, es- sendo attuata, non potria produrre l' immaginato nuovo indulso al progrosso delle scienze e della vita, ma la morte delle scienze e della vita sociale. Tarmi evidente che l'alemanno medico abbia tal fanta- sia, che in lui tiene spesso le veci della ragione. Di vero, che lo stato e la società debbono avere una base non più teologica e metafisica, ma materialistica, cioè non più Dio, nò più anima sieno l'addentellato delle umane socie- tà , ma forza e materia , che poi alla fin fine significa atomi Digitized by Google JL1M> *• moto , <• lo stesso pensi-ro epicureo presentato sotto altra torma. Non entra nei disogno per me ideato esaminare qual sia la base dello stato e della società — il pensiero dall'au- tore enunciato in questi termini, che lo stato e la società »on dovranno più avere una base teologica e metafisica, ma antropo- logica, vale che Dio ed anima dovranno essere cacciate dagli umani consorzi, e soppiantati dalla sola ed unica materia, dal- l' ateismo e dal materialismo. Se non che, siccome la Religione nei primordi dell' umana società assorbiva tutto , scienza e go- verno , che poi a bel bello se ne emanciparono , costituendosi potenze a se, quantunque per la prima è tutt'ora un desiderio, così in questi due stadi dell' umano incivilimonto vi ha sem- pre la Jerocrazia , ma in proporzioni diverse. Questo offre la storia ; ciò è positivo. Or può aver luogo un terzo periodo, in cui la Religione sparisse del tutto dalle associazioni umane, dai popoli o dalle nazioni, dall'umanità, anche come motore o fattore dello stato morale della società? Al certo che no, come estesamente mostrerò in un' altra lettura, che ha per titolo : La Morale e la Legge. Pertanto osservo che la sapienza civile dei più grandi uomini presso l'antichità, e quella presso i moderni, anco di liberi pensatori, ha messo il suggello a tal grande verità, cioè fu sempre d'accordo in giudicare la Religione come essenziale alle umane società. Solo per ora diremo al Sig. Bùchnor e consorti: Voi avete una prova, cho la base materialistica ed ateistica, per voi reclamata, non può avere dogli effetti benefici; aprite gli occhi evedretola nel fatto d'Italia nostra, nella quale molti mali si deplorano precipuamente , perchè l'ateismo ed il ma- terialismo han fatto cap olino più del consueto. Questa venefica atmosfera d' empirismo fatale tenta avvolgere in se la scienza , Digitized by Google 95 i governi,, i popoli, e se la virtù c l 1 amoro non vi si opponessero, ^uai, guai all'umanità sedotta dallo bugiarde promesso degli apostoli del nulla. Di vero, fate che i popoli abbiano l'universale, interno convincimento che V uomo tutto intero sia un' impasto di ma- teria organata ; che come lo spirito non anima il corpo , così una mente Sovrana creatrice non muove e governa l'universo, e però tutto non essere che forza e materia sin dall' eternità . . . Oh, allora vedrete come si ò la preoccupazione di un'idea si- stematica vagheggiata, e la forza di essa sola, non convalidata dalla storia, anzi smentita , sbugiardata da questa vi conduce a vedere il bene, ove è il male, la luce, ov' è le tenebre, la vita ov'è la morte. Il dì nel quale l'Idea divina si spegnesse del tutto noi civili consorzj, sarebbe questo il momento della loro morte. Ed ò bello il ridiro coli' illustre traduttore di Esiodo: Dio, parola ed arcano, concento Di mille arpe, ponster del pensiero: Da to solo in un solo momento Tutto il corso dei secoli usoi. • Mille mondi sollevi ad un fiato, E mill? altri nel vano risolvi: E immutabil tu resti increato, Senza il primo ne l'ultimo di. Ore poetici Messina 1842. Spiriti superficiali, che non comprendete le squisite re- lazioni fra le cose , ed immaginate che sia facoltativo , o me- glio un'ostacolo al bene dolio società, ciò ch'ù una naturale necessità dell'umanità, compiacetevi por mente a quel che dice chiaramente o senz'ambagi di sorta un autore non sospetto, Voltaire. 96 • L'ateismo è un mostro pericolosissimo in coloro, che • governano ; ed è in tal modo nelle persone di gabinetto , • quantunque la loro vita sia innocente, perchè dal loro ga- » b netto possano penetrare sino a coloro, cbo stanno nelle piaz- i za. È evidente essere la santità del giuramento necessario, e » che dovesi d'avantagio aver fiducia in color), che pensano • un falso giuramento sarà punito, che a coloro che pensano » che essi possano spergiurare impunemente » (1). Ed altrove t Io nnn vorrei avere affari con un principe » ateo, che troverebbe il suo interesse in farmi pigiare in un • mortajo , perocché io son ben sicuro che vi sarei pigiato. » Io non vorrei , se fossi sovrano , avere affari con cortigiani » atei, il cui interesse sarebbe d' avvelenarmi , mi saria ne- • cessano prendere , per premunirmi , il contro veleno ogni » giorno. — È adunque necessario, tanto pei principi, quanto » pei popoli, che Y idea d* un Essere Supremo, creatore, go- • vematore, rimuneratore e vindicatore aia profondamente im- » pressa negli spiriti » (2), Ed in altro luogo: « Togliendo agli uomini il pensiero d* un Dio vindice » e rerauneratore, Siila e Mario si tuffano nel sangue dei loro » concittadini : Augusto, Antonio o Lepido sorpassano i furori ■ di Siila : Nerone ordina a sangue freddo l* assassinio di » sua madre. Egli ó certo che la dottrina d' un Dio era e- • stinta allora appo i Romani. L' ateo furbo , ingrato , calun- t niatore, brigante, sanguinario, ragiona ed opera conseguen- » temente , se egli è sicuro dell' impunità per parte degli uo- » mini ; poiché senza la crodenza di un Dio , questo mostro » ò Dio a so stesso. Egli immola a se stesso ciò che brama, (1) Tom. 40 pag. 343 — 846, (2) Tomo 48. pag. 345. Digitized by Google 97 » o tutto ciò che gli è d" ostacola Le preghiera più tener*, » i migliori ragionamenti, non han potenza sopra di lui, de » sopra un lupo famelico di carname. È verisimilissimo cha t 1' ateismo sia stata la filosofia di tutti gli uomini potenti , » che han passato la lor vita in questo cerchio di delitti che » gì' imbecilli chiamano politica, colpi di Stato (1). E valgano quest' altre parole dell' autore del Contratto Sociale, anche non sospetto e libero pensatore quant' altri mai . « Nulla esiste , se non per Colui che ò. L desso che » dona un fine alla giustizia, una base alla virtù, un prezzo » a questa corta vita impiegata a piacergli ; è desso phe di » continuo grida ai colpevoli che i loro delitti secreti sono • stati veduti, e che fa dire al giusto obbliato : le tue virtù » hanno un testimone! È desso, è la sua sostanza inaltera- » bile, che è il voro modello della perfezione, di cui noi por- t tiamo in noi stessi 1* immagine. Lo nostre passioni hanno » un bel fare a sfigurarlo, perocché tutti i suoi tratti legati » all' essenza infinita , lo rapprcseutano ognora alia ragione , > servendogli a reintegrare ciò che l' impostura o 1' amore ne • hanno alterato. Tenete la vostra anima in istato di deside- » rare che vi sia un Dio , e voi non ne dubiterete giammai. » Fuggite coloro cho sotto pretesto di spiegare la natura , » spargono nei cuori degli uomini dello desolanti dottrine, e il » cui scetticismo apparente è cento fiate più affermativo e » dogmatico, che il tuono decisivo dei loro avversari. Sotto » il superbo pretesto cho essi soli sono illuminati, possessori » del vero, di buona fede, essi vi sommettono imperiosamente > alle loro perentorie decisioni , e protendono darci per vari » principi delle cose gì' inintelligibili sistemi , che eglino han » fabbricato nella loro immaginazione. Del resto, abbattendo , (1) Tom. ih 7 98 » distruggendo , calpestando sotto i piedi tutto ciò che gli » uomini rispettano, eglino negano agli afflitti l* ultima conso- » laziono della loro miseria , ai potenti ed ai ricchi il solo » freno allo loro passioni ; eglino strappano , svellon odal fondo • dei cuori i rimorsi, die produce il delitto, la speranza della » virtù, e menano vanto ancora di essere i benefattori del » genere umano (1). Udite lo stesso Ginevrino, eh- merita ancora un attento sguardo : » Ciascuno devo sapere che esisto un Arbitro della sorte > degli uomini, di cui noi siamo tutti figli — che ci prescrive » a tutti di essere giusti, di amarci gli uni agli altri, d' es- » sere benefattori e misericordiosi , di mantenere le nostre » promesse verso tutti gli uomini , anco coi nostri nemici ed » i suoi — che 1' apparento felicità di questa vita ù un » niente , ma che ve no ha un' altra dopo di questa , nella » quale l'Essere Supremo sarà il remunerat^ro dei buoni ed » il giudico dei cattivi. Questi dogmi sono quelli che importa » d' insegnare alla gioventù , ed insinuare a tutti i cittadini. » Chiunquo combatto questi dogmi merita castigo senza dub- t bio ; egli ò perturbatore dell' ordine ed il nemico della so- » cietà ». Udiste ? Fcrturbatori dell' ordine e nemici della società Bono i materialisti o gli atei I Quanto al meritar castigo dall' umana autorità , io non to' prender parte, gli è un affare che eglino si sbrigheranno con Rousseau e consorti. E potrei qui chiuder questa parte , quanto a citazioni » ohe concerne il fondamento dell' umana società e dello stato l se non che, la grandezza dell' argomento, cotanto rimpicciolito (1) J. J. Rousseau Ktoilc 90 e svisato per alcuni ai nostri giorni, in' induco se non ni' im- pone il dovere di far sentire eziandio la voce d' un uomo , per nulla sospetto, e degna d'essere ricordata nei momenti di declinazione degli animi umani, e di perturbazione sociale, come era il tempo in che egli proclamava questi sentimenti. » Cittadini, dicea il Robespierre, è nella prosperità che i popoli, a somiglianza d'i privati, debbono, per dir così, rac- cogliersi per ascoltare nel silenzio delle passioni la voce della saggezza. Il momento , ovo il rumore delle nostro vittorie ri- suonò nell'universo ò adunque quello, nel quale i legislatori della repubblica francese devono vegliare con una novella sol- lecitudine sovr' essi stessi e sulla patria, consolidando i prin- cipi sui quali dove riposare la stabilità e la felicità della re- pubblica. Mi farò a sommettero oggi alla vostra meditazione delle verità profondo, che sono importanti alla felicità degli uomini , ed a proporvi delle norme , che naturalmente no con- seguitano 11 fondamento unico della società civile ò la morale. Non consultate cho il bene della patria e gì' interessi dell' u- raanità. Ogni istituzione, ogni dottrina cho consola e che eleva gli animi deve essere accolta ; rigettato tutte quelle che ten- dono a corromperli ed a degradarli. Rianimate, esaltato tutti i sentimenti generosi e tutte Jo grandi idee morali cho si d dato opera a spegnere; ravvicinato, mercò V incanto dell'ami- cizia ed il legame della virtù , gli uomini che intendevasi di- videre. Chi dunque ti ha dato la missione di annunciare al popolo , che la Divinità non esiste , o tu che ti lasci preoc- cupare dalla passiono , cho ti appassioni per questa arida dottrina , e non ti appassioni giammai per la patria ? Qual vantaggio trovi tu dunque a persuadere 1' uomo , cho una forza presiede , governa i suoi destini e percuota a caso il de- 100 htto e la virtù, che l'anima di lui è un'aura leggera, che sì spegne sul limitare della tomba? » L' idea del suo proprio niente gì' ispira essa dei sentimenti più puri ed elevati , che quelli della sua immorta- lità? d'ispirerà essa più rispetto verso i suoi simili e verso se stesso , più devozione per la patria , più d' audacia per affrontare la tirannia , più di disprezzo por la morto e per la voluttà ? Voi che piangete un amico virtuoso , voi che vi compiacete a pensare che la più bella parte di lui è sfuggita alla morte , voi che piangete sul feretro di una donzella o di una sposa , siete voi consolati per questo che voi dite , che non resta più di loro che vile polvero ? Infelici che spirato sotto i colpi d' un assassino , il vostro ultimo sospiro ò un richiamo alla giustizia eterna! » L' innocenza sul patibolo fa impallidire il tiranno sul suo carro trionfale: avrebbe ella quost' ascendente se la tom- ba eguagliasse Y oppressore o 1' oppresso ? Infelice sofista ! con qual diritto ti fai a strappare all' innocenza lo scettro della ragiono per metterlo nelle mani del delitto , gettare un velo funebre sulla natura , disperare la sventura , rallegrare il vizn , sconfortare la virtù, degradare i' umauità ? Quanto' più un uomo ò dotato di sensibilità e di genio, tanto più egli si attacca alle id^e che ingrandiscono il suo essere e che elevano il suo cuore ; e la dottrina degli uomini di talo tem- pra addiviene quella dell'universo. Kb! come quest» ideo non sariano punto delle verità ? Io non concepisco nemmeno come la natura avrebbe potuto suggerire all'uomo delle finzioni più utili di tutto le realità ; e se 1' esistenza di Dio , se 1' im- mortalità dell'anima non fossero che dei sogni, sarebbero eziandio lo più belle di tutto le concezioni dello spirito umano. » Io non ho bisogno di osservare, che non si tratta qui di fare il proc«»so ad alcuna opinione filosofica in particolare, Digitized by Google 101 nò di quistionare so tal filosofo può esser virtuoso, qualunque Biano le suo opinioni, ed anco ad onta di esse, e ciò in virtù di felici disposizioni naturali, e di una ragiono superiore; si tratta solamente di considerare l' ateismo corno anti-nazionale e legato ad un sistema di cospirazione contro la repubblica * L' Mea d' un Essero supremo e dell' immortaliti dell' anima ò un richiamo incessanto alla giustizia ; essa idea sociale è repubblicana ». (Si applaudisco). Vi contesso, esimi colleglli, cho mi fa pena scendere a confutare pensieri sì futili , cho appena potrebbero cadero in mento di un giovinetta imberbe , uscito dal Ginnasio. Vegga una volta il materialista Moleseott, che non ò il pretume, nò altro cho gli muove questa guerra, ma la scienza. Vegga 1' autore della circolazione della vita cho non sono coloro che odiano la scienza e la verità, perche importune ai loro materiali interessi, ma gli fan contrasto coloro cho amano la scienza e la verità , a nome delle quali difendono , propu- gnano gli interessi umanitarj. Koi non vogliamo saperne nò di pretume, nò di laicume, nò di altro che siasi di simil risma. Koi abbiamo 1' occhio alla verità ed alla scienza , cho nobilmente mira alla stessa. Gli atleti che han fatto bella mo- stra, veri campioni dello scibile, sono cimo d' intelligenza , e sono in s\ grande numero, cho si dura,f.ttiga ad enumerarli. — Cominciano , per non ascendere più in sù , da Platone ed Aristotile , ad Agostino , a Tommaso , ai Padri della chiesa , che formano una forte falange , non mai veduta , un' aurea catena le cui anolla sono indestruttibili, e vanno a Dcs Cartes, Leibnitz , Gerdil , Vico , Keid , Cousin , Genovesi , Galluppi , Rosmini, Gioberti, per ricordalo alcuni dei morti, ed altri ed altri, o tedeschi, o frane-si, o inglesi, od italiani, o spapnuoli. 102 Io veggo in taluni materialisti moderni grande audacia in affermare il materialismo — veggo scrittori dotti , animati da uno zelo ardente di faro in polvere la metafisica , anima e Dio, con furore simile a quello elio agitava, gl'iconoclasti, fa- cendo in brani gl'idoli — veggo degl'uomini ebbri delle sco- verte della scienza moderna, alla qualo vorrebbero ridurre tutto, anzi con essa spiegar tutto, — simili, mi si accordi il paragone, a qu "gli uomini eh ' ingenuament ? ci dicono di non saper leg- ger^, che nel soh od unico 1 >ro libro — veggo in molti di loro dogli amici ardenti del pregresso politico e sociale — come ne scorgo accusatori d- Ila metafisica, dicendola rea di avere apprestato i soporiferi sorismi e dello chimere , con cui ha reso gli uomini indili r -nti ali i libertà I Fichte e Mario Pagano basterebbero a smentire essi s/.li questa gratuita ed in- giuriosa asserzione, senza far pure bella ricordanza del Gioberti so che i materialisti mettono la lor dottrina al servizio del radicalismo politico — so che Vogt nel Parla- mento di Francofort nel 1848 occupò 1' estrema sinistra, e vi pronunziò dei discorsi pieni di fu' co ; che fu proscritto ed ebbe asilo in Ginevra .... so tante altre coso — ma che perciò ? Signori , lasciando a Dio ed all' anima il dominio della coscienza, vo' ammettere che si abbia una retta intenzione , cho si voglia fare il bene, pure ò facile il comprendere che la vostra mente non imbercia sei vero, forse a ciò impedita da ar- denti passioni, dalle quali è con veemenza agitata. Conciossiachè, so Dio ed immortalità dell'anima sono tali verità , che nella vita pratica sono moralità, giustizia ed ogni nobile slancio; se moralità , giustizia sodo le basi inconcusse d' ogni attuabile progresso ; so Dio cJ immortalità dell'anima, perchè produttrici del giusto e del morale, sono idee eminentemeute democratiche, ne conseguita cho Voi , c ;n tutta la migliore intenzione del mondo, facendo ingiusta gu'-rra a Dio od anima, siete in con- Digitized by Google 105 traddizione a voi stessi, scavato la foBsa o Bepellito , metten- dovi su lapide sepolcrale, ed il progresso e la democrazia. So non che, panni sentire uua voce elio forte mi dica: La nostra dottrina noi la mettiamo in relazione alla politica , ma intendiamoci bene a quella politica ampia , elio va per numeri ben larghi, elio non ù la comune ed ordinaria, cioò noi siam teneri della politica radicale. Questo ù il segno, a cui miriamo, la meta dei nostri sforzi Pronta e facilo è la risposta, cho mi farò a dare. 10 il so che ogni dottrina, cho concerne l' umana natura può avero un eco nell'ordine sociale, o che questo ò il crogiolo delle metafisiche concezioni — quindi la grande sollecitudine, non mai abbastanza, di studiar l'uomo in tutti i suoi fattori — perocché l'errare speculativo, avendo un eco nella realità, dovrà tosto o tardi produrre il malo nel civil consorzio in proporzione dell'enormità dell'errore stesso. Or l'erroro del materialismo ò cotanto grave, che nulla maggiore. 11 materialismo , negando l' anima, ed essendo , per non dir altro, colla morale ed il diritto in intima connessione l'anima spirituale, seguir ne devo che sfumeranno in questa esiziale dottrina il dovere ed il diritto, per esser soppiantati dal libito e dalla forza. In altro modo. Essendo e materialismo ed ateismo dottrine negative , esso però saranno la negazione del giure e del dovere. Signori, non ci debbano illudere le parole, ma penetriamo con nobile audacia e grave senno nel significato intim > di essci nella lor sostanza, e ci verrà fatto toccar con mani l'errore, che si nasconde sotto quelle parole. Uditemi. L'uomo non può uscir dell' umana natura. Se non che talvolta avviene, che l'umanità tutta quanta dica una cosa © la riflessone sapiente ne ottenga un altra diversa, an»i op- 104 posta a quella umanitaria. Che faro allora ? uscir dall' umana natura ? ciò è impossibile — mettersi in opposizione al senso umanitario ? noi consento la prudenza. Che faro adimque ? non volendo lo scrittore rinunziare ai suoi concepimenti, nò oppor- si alle umanitarie convinzioni, almeno apparentemennte, troverà comodo per lui e rispondente ai suoi disegni conservare, usare quelle parole d'uso comune ed universale, ma svisandole, sna- turandole al possibile da quel che sono, da ciò che naturalmente devono rappresentare. Così l'umanità ha per suo patrimonio il debito, il giure, per suo aspirazioni il progresso, l'eguaglian- za , la libertà — quindi l'autore non darà lo sfratto a tali parole, le conserverà, usandole e quanto, ma coli* accortezza fiua, coli' accorgimento squisito di ritirarle al possibile allo ottenuto false concezioni. Sb n^ ha una prova in Hobbes , in Spinosa, nel comunismo e in tutti i filosofi di simil risma. Allora il diritto sarà la forza, il dovere l'intinto, l'im- peto irresistibile dell'umana natura — ecco materializzati e diritto e dovere, il che vaio annullati. Sarà la forza di un solo , di pochi , di un popolo , ed ancho dell' umanità tutta quanto poco monta, giacché non sarà per questo giammai diritto, non essendo la sede, che costituisce il giure , o chi Ij esercita , ma la natura stessa di esso , nò per cangiar di soggetti può la forza schietta perdere la sua natura esiziale e divenire diritto. Allora la libertà non avrà quella formola squisitamente razionale, cioò poter fare quel che si deve, ma una formola selvaggia, poter fare come piace. E qui si scorge sempre il dominio del libito o della forza, sostituiti al dovero ed al giure. Allora 1' eguaglianza non sarà noi diritti, ma negli ogget- ti di questi ; non sarà un trattare inegualmente esseri ineguali, ma trattare egualmente esseri ineguali, o trattare inegualmente esseri eguali. 105 Allora la civiltà non sarà quello stato, ove si vanno at- tuando le condizioni rispondenti ai bene, al vero, al bello, sublimi aspirazioni in cbo si compie l'umana natura — ma la barbarie decorata sarà pur civiltà. Allora il progresso sarà regresso , come la civiltà bar- barie, la libertà licenza, il diritto la stessa cosa della forza bruta, il dovero ogni voglia impetuosa ed insana. E la democrazia, presa nel vero senso della parola, che intende a diffondere sui maggior numero i comodi, le utilità, estendere ogni guisa di godimenti e di prosperità su tutte le classi, porgendo loro quel cibo intellettuale e quella morale educazione proporzionevoli a' lor bisogni — facendo ogni opera di fare ascendere in su coloro che trovansi in basso, di tra- sformare il servaggio sensuale delle plebi in potenza razionale di popolo la democrazia logicamente verrebbe meno al suo nobil compito, cessando la leva potente dell' ordine morale, so- ciale, e politico, quali sono Dio ed anima. Ditemi adunque, seppellendo il vostro spirito nella carne e cacciando 1' universo intero nella cieca forza degli atomi , che cosa potrete ottenerne ? Vel dirò in poche parole. Un subisso di proteste dapprima. Le bello arti, che vivono più di spirito che di corpi, vi daranno lo sfratto. Protesta la natura tutta quanta che , senza lo spiri- tualismo che le fa corona , perde 1' incantesimo indicibile per addivenire peggio elio cadavere calvanizzato , senza 1' essere che lo calvanizzi. Il senso universale dei popoli vigorosamente s' innalza contro di voi, perdendo i suoi giadizl. le sue tendenze quella ragion di es3ere che si hanno nella spiritualità dell' essere pensante. 106 La morale, volgendo la faccia altrove, poderosamente vi respinge , qual pudica vergine , la mano impertinente d' insano, furibondo uomo — il giure con la forza che è in lui, dalla santità della sua sorgente , vi fa aperta guerra ed a morte — come la politica economia vi guarda in cagnesco , se pur non vi odia, per la degradazione , a cui intendete condurla. Se poi vogliamo considerare la cosa da un altro aspetto, quello cioè di considerare la vostra dottrina in relazione alla società , alle attinenze coi suoi membri , alle libere istituzioni, alla civiltà , al progresso, all' eguaglianza , alla libertà, allora vi vedrete ancora e meglio il guasto , lo scompiglio , il caos da esse dottrine prodotto, avendo eco nelle associazioni. Potete voi gridare con quanta forza ne abbiate in gola : progresso , libertà , civiltà , eguaglianza ! Potrete occupare in un' assemblea legislativa 1' estrema sinistra , ed improvvisare dei discorsi con maggioro eloquenza del maggior oratore della rivoluzione francese ; che perciò ? Datevi pace, che il fuoco delle vostro orazioni non avrà virtCl di cangiar la natura dello cose. Ne conseguita da tutto questo , fin qui per me detto , cho so allo spiritualismo sono legati fortemente , jn dissolubile mente e dovero e giure , e libertà e4 eguaglianza , e progresso e civiltà, insomma tuttofò cho interessa grandemente l' uma- nità , ne viene che noi difendendo o Dio ed anima , siamo i propugnatori degl' interessi più vitali umanitari — cioè noi i difensori del progresso , della civiltà, dulia libertà , dell' egua- glianza, ed i sostenitori e propagatori di esso nobili idee — noi gli amici dolla democrazia, che ha per sostrato la santità del giure e del dovere — noi infine gii amici di ciò che vi ha di umanamente nobile ed attuabile nei civili consorzi. Digitized by Gooole % XVII. 107 Apostrofe all'Anima. 0 anima , raggio celeste , a te volgo infine la mia parola ! Sei puro spirito , ma sei avvolta nella creta. Spesso 1' uomo confonde la benda che ti cinge , con te stessa : e fa offesa al vero. Ciò non sia mai al senno filoso- fico imparziale. Perocché spesso hai le ali dorate , invece di quelle di limo, e penetri ove l'occhio terreno non può, nò potrà giam- mai i e sublimi verità arcane si rivelano a te stessa , e ti fanno cosa immortale e divina. Tu sei fra la terra ed il cielo, fra il finito e l'Infinito, fra il mondo e Dio. Sei colle cose terrene , finite , mondiali pel velo di creta , che ti cinge , ma col cielo , coli' Infinito , con Dio nel sublime slancio della tua nobil natura. Facil cosa ò adunque , che 1' uomo , che si trovi posto fra due , scambii V uno coli' altro ; si concentri tutto sul ter- reno o tatto sul divino ; materializzi tutto , o spiritualizzi ogni cosa. Rifugge il filosofo da sì mostruosi errori , chò egli in una vigorosa sintesi abbraocia , senza nulla confondere , te a un tempo e il tuo corpo od il terreno soggiorno , come il fi- nito e 1* Infinito , terra e cielo , senza immedesimarli. Vedi giudizio uman comn spesso erra ! vi fu chi ti disse fango , chi ti disse Dio — nè l' uno, nè l* altro del tutto , o 1' uno e 1' altro , ma questo ed in certo Benso. 0 anima , ti fa bella e sovrumana 1' occhio , che drizzi in alto , lo sguardo che levi su per le sfere , e contempli quelle verità ascose al senso e ad ogni essere, che viva quag- Iu8 giù , come Io sguardo , che volgi in basso , ajutata dal tuo misterioso compagno , il corpo. Son belli questi dae tuoi sguardi — eppur l'umana fralezza tal fiata ne obblia uno a scapito del vero! Non ti adirare per questo , o farfalla dei cieli , che sempre sei bella ! sei gemma che splende pur nel fango — ma non sei fango. Chi dice che sei fango , erra e quanto ! Ma che vuoi , ciò in alcun uomo avviene per considerar di troppo la materia, e sempre volgere il proprio pensiero ad essa. Simile a quegli uomini , che per lunga abitudine di convivere colle bestie , e quasi con esse sole , si assimilano alla fine i lor costumi , s' imbestialiscono ; così succede di chi troppo rivolto alla materia , e unicamente alla stessa, finisce con materializzar sè stesso. Anima , sei bella ancora , anche quando 1' uomo diso- nora se stesso con opere ree ! Non è il fallo che ti rendo bella, ma il rimorso , il pentimento che tengon dietro al male fatto, rimorso e pentimento che accennano alla nobiltà del tuo essere , perchè figli del tuo arbitrio e della leggo suprema , che splendo al tuo intelletto I Anima , sei pur bella , quando 1' uomo cammina nel sentiero de' vizi, perchè hai virtù di andare a ritroso , e sbu- giardare , emendare con opere buone la vita trascorsa ! Ti veggo pur bella , o anima , quando sei immersa nell' ignoranza , che tanto offende il tuo intelletto , che aspira nobilmente al vero — non ò 1* ignavia che ti rende bella e maestosa , ma il potere , che grande serbi nella profondità di te stessa , a dileguarla , a passare alla scienza , come dallo tenebre alla luce. Chi non è uso a medi taro in se , per so , con se , nel silenzio delle passioni, c di tutte le sensitive esteriori impres- Digitized by 109 sioni ; chi non è avvezzo a questa notomia psicologica , e ad , appuntar lo sguardo a quei semi ideali, che riescon poi tanto fecondi nella tela scientifica , che si va svolgendo ; chi non mette in opera tutto questo , deve dare gran prò ai sensi , e finire con dogmatizzare , perchè immerso sino alla gola nella Forza e Materia : quanto eccede la sfera dei sensi è falso / 0 anima , io ti ammiro sommamente nelle opere escito dall' onnipotenza del Creatore, perchè le vinci tutte in sapienza, in potenza , in bontà — cioè porchè risplende in te un raggio, ed in te sola , di quel solo divino , che illumina ogni uomo , che viene quaggiù — perchè col volere libero ti sottrai alle leggi del Cosmo , e vivi vita morale , e di amore , e di bel- lezza , e di virtù , che son tuo esclusivo retaggio 1 0 anima , hai nemici , che ti vorrebbero preoipitar nel nulla ; eppur non ti mancano degli antichi e nuovi amici che li faranno arrossir per vergogna. 0 farfalla dell' Empirò ! Vana sarà ognora 1' opera di chi vorrebbe farti tutt' uno col corpo. Perocché la tua potenza d' intendere , di slanciarti più oltre del senso, ed in opposizione di questo, la celerità, 1' estrusione, 1' unità armonica dei tuoi concotti , 1' essere il pensiero non Bolo uno in se stesso , ma comunicar© 1* unità o la semplicità sua al moltiplico od all' eterogeneo , abbraccian- dolo; il riunirò che fa in se stesso i contrari ed immedesi- mare le differenze , ciò mostra che non sei un accidente , un modo , ma la sostanzialità intima , come quella che mediante l' identità pcrsonalo ha il pieno possesso , e come dire la compenetrazione di se medesimo , e a cui tutte le altre so- stanze si appoggiano e riferiscono. Sì , dirò ancora , lo slancio costanto verso 1' Infinito , il bene ed il male morale , il bello ed il sublime , il dovere , il diritto, la legge , il rimorso, il pentimento , V arbitrio , la Digitized by Google 110 virtù ed il vizio, il premia e la pena .... tutto ben meditato annullerà ognora i Bollerai insani di chi vorrebbe seppellirti nella carne. O anima , io ti ammiro , ed a mille doppi veggo ri- splendere in te la gloria di Colui, che tutto muove! Le tue facoltà a me pajon microscopi ideali , che ben mostrano le cose , che si sottraggono ai sensi — simili a te- loscopt , la cui forza annulla la distanza degli esseri — è la tua potenza cogitativa qual prisma ideale, che ne scompone i concetti sino agli esili elementi — fuoco d' una lente , che riunisce e condensa i raggi ideali sopra un sol punto — infine come il vette di Archimede , che muove tutto il sistema pla- netario e ad un tempo la mano di Copernico e di Newton, che Io dirige , tu , o spirito , colla potenza del tuo volere muovi , e governi il mondo morale e quello delle nazioni. FIHK. Digitized by Google INDICE Dedica P»g- » Una parola ai Sodi » 5 // U omo » 7 L' Uomo (scritto secondo) , . . * » 23 |t La Scienza Pope-laro » 27 j IL II naturalista, il materialismo e lo spiritualismo . . . ■ 31 \ IIL Delle attinenze fra le Scienza razionali, morali e quello naturali « » 39 2 IV. Confutazione del materialismo fisiologico — Delle attinente reciproche fra la IV. -o\ . :\ \ e I-i F:.-'i-.v -ria d?dotl ? dalla natura o dall'indole di essj scienza, o dei loro liiaiti . » 45 g V. Obbiezione o Risposta » 51 \ VI. Dilemma che dimostra la necessita in che trovasi il Fisio - logo di far tesoro delle venta Psicologiche » 53 § VII. Una preghiera ai psicologi ed ai fisiologisti > 55 \ VIII. Spiegazione del materialismo Fisiologico i id. g IX. Una parola conciliatrice » 50 \ X. Il progresso delle scienza naturali non poò menomato la spiritualità dell'anima » 65 \ XI. Spiritualismo nella Belle Arti i 09 \ XII. Spiritualismo nella Natura % 73 g XIII. Spiritualismo nel Senso Cornane dei Popoli » 77 g XIV. Spiritualismo nella Morale e nel Diritto i 83 \ XV. Spiritualismo noli' Economia Politica t 85 3 XVI. Spiritualismo nell'umana associazione, nei governi, nella politica, nell'eguaglianza, nella liberta, nella civiltà, nel progresso «— ossia relaziono di esse ideo colla spiritualità del soggetto pensante » 91 \ XVH.Apostrofj all' Anima » 107 AVVERTENZA. Nota Prima alla pagina 59: ' Le parole del professore Tomtnasi lì leggono nei Morgagni anno Vili, pag. 819, 820. Nota Seconda alla pagina 74: Dove si tien parola del dottor Gali conviene aggiungere, o dir meglio, che il dottor Spurzheim chiamò tal facoltà surnaturalité , o facoltà del •oprannaturale. Vedi Kouveau Manuel de Frenologie par Ooerge Combc — Bruxelles 1837, pag. 81. OPEKE E LA VOltl DELL'AUTORE 1. Sopra alcuni errori d'Ideologia — Innominato, au, I , n. 8, 9, 1*35. 2. 8uli' Ideologia di M. Gioja — Innominato. 3. Sul Diritto Naturalo del prof. D' Ambra — Innominato. Sul Giornale di Statistica di Palermo — Innominato. 5. Conno sull'Adulazione — Spettatore Zancho , an. VII. C. Sulla vita e sul Sistema di Emanuele Kant— Sentinella dd Piloro, 1842. 7. Rassegna di Opere — Annunzio Nocrologieo del Galluppi — Gior- nale del Gabinetto Letterario di Messina , fase. XIH , 1817. 8. Proemio alla Rivista Siciliana — Sul Sistema dalle Facoltà dell'ani ma , an. I , n. 1,2. 9. Sopra le macchine — Sentinella del Peloro , 1843. 10. Dialogo fra il Senso ed il Cervello 4 — Beo Pelorilano, an. Ili, fase. 12. 11. Sul Lockismo — Eco Peloritano, an. IV, fase. 4. 12. Sulle Bollii Arti — Eco rcloritano , an. IV , fase. 8. 13. Discorso sulla vita e sullo Opere dell' Ab. Antonio Sarao, letto n<.)U R. Accademia Peloritana — Eco Pelorxtano , an. IV , fase. 10. 14. Biografi -i di Elisabetta Molino — Ero Ptloritano, an. IV. fase. 11, 12. 15. L' Uomo non ha l'uso della Ragione — Eco Pclontano, an. IV, faec. 1. 16. Dialogo — L'Ideologo ed il Naturalista. Messina tip. Ant. d'Amico Arena, 1S39. Digitized by Google ■ 114 17. Introduzione allo Studio della Filosofia — Messina tip. G. Fiumara, 1842. 18. Osservazioni unii* Empirismo — Messina tip. Nobolo, 1842. 19. Sopra i Frammenti di Hamilton — Messina tip. Fiumara. 20. Memoria Estemporanea pel Concorso a Professore Sostituto alla Cat- tedra di Logica e Metafisica nella R. Università degli Studi di Mes- sina — Messina tip. Fiumara , 1815. 21. Discorso Filosofico ai suoi Allievi — Messina tip. Fiumara, 1817. 22. La Liberta — I Sacerdoti — nel Giornalo L'Aquila Siciliano — Messina, an. I, 1848. 23. Sullo Statuto — Messina tip. Capra, 1848. 24. Sulla Cicca Serrile Imitazione degli Stranieri in fatto di Politica — Palermo 1819. 25. Premio alla Potenza del Pensiero — Palermo M. Consolo, 1819. 26. Opuscoli Editi ed Inediti — Messina tip. d'Amico Arena, e d'A- mico, 1854 e 1855 — voi. cinque. 27. Scritti Vari d'Etica e dì Diritto Saturnie — voi. 1 . tip. d'Amico Arena, 1858. 28. Dialoghi Filosofici sull'Intuito — Messina tip. d'Amico Arena , 1860. 29. Orazione Inauguralo per la trienne apertura d.gli Studi dell'anno Scolastico 1859-60 della E. Università di Messina — Messina tipo- grafia Ignazio d'Amico, 1860. 30. Introduziono al Giornale 1' I<ka — Messina 1S61, un. I, 2* semestre. 31. Iutrodnzione alla Filosofia Morale ed al Diritto Eazionale, voi. unico — Messina tip. Ignazio d'Amico 1802. 32. Discorso letto nella Società degli Operai inaugurando la solenne Aper- tura delle Scuole pei figli dei Socii — Messina tip. Ignazio d'Amico 1863. 33. L'Eguaglianza considerata da un nuovo aspetto — Prolusione letta nella R. Università degli Studi il giorno 13 del 18C3 — Messina tipografia Ignazio d'Amico, 1863. 84. Predica di un Parroco in occasione della morte di Giuseppe La Farina — Messina tip. Orazio Pastore, 1863. 35. Relazione letta nella R. Accademia Peloritana intorno ad una Disser- Digitized by Google • 115 tationo sulla Sovranità dell' A vv. Trof. Giacomo Maeri — Messina tip. Ignazio il 1 Amico, 1863. 36. Relazione intorno «Ila R. Scuola Tecnica di Messina per l'anno Sco- lastico 1863-64 - Massino tip. Ribcra. 18f,5. 37. Ter la fino dell' anno Scolastico 1861-05, Discorso scritto per la Repiri Università degli Studi di Messina —Messina tip. Ignazio d'Amico ISO" 38. Relazione letta nella R. Accademia Peloritnnn intorno all'Opera in titolata: Origine e Progressi ddi Aritmetica del Colonnello Cav. Do- menico Martines — Messina tip. Ignazio^d' Amico 18G5 39. Intorno ad alcuno Glorie di Messina, Oraziouo Inaugurale p.-r la solenne apertura dell' Università dell'anno Scolastico 1865-66 — Mes- sina tip. Ignazio d'Amico, 18GG. 40. Con6idorazioni sul Precipuo Fattore dell' Eguaglianza — Estratto dall' Archivio Giuridico — Bologna tip. Fava c Garngnani. 41. Per nn Disegno a penna del Trof G. Benincasa — Messina tipe grafia Ignazio d* Amico, 1SG7. 42. Relaziono letta nella R. Accademia Peloritana intorno al Discorso del Presidente della Società Geografica Italiana Coram. Negri Cristoforo — Messina tip. d'Amico, 1S68. 48. Commemorazione degl'Illustri Accademici morti nel colera del 1S>7 — Messina tip. Ignazio d'Amico, 18G8. 44. Discorso i:i occasione dell' ottavo anno della Società Operaja di Mes- sina — Messina tip. Ignazio d' Amico 18G8. 45. Un Fiore sulla tomba di Maria Ellero. Messina tip. d'Amico, 1869. 46. Relaziono Finala per Panno 1869. Letta nella R. Accademia Pelori- tana — Messina tip. d' Amico, 1869. 47. L'Omu nun avi l'uau di la Ragiuni Cicalata — Messina tipograiin d'Amico, 1869. 48. Studi sull'Intelligenza negli Annali dell' Istruzione — Messina lUnip. e stereot Capra 1869. - 0 1 1 p INK1M T I 1. Introdottone alla Filosofia Morab ed ul Diritto Rasiouale, Seconda Edizione migliorata ed accresciuta pia d'una metà. 2. Dio — Meditazione-. 3. La Legge e la Morale. 4. Il Saluto al Capo d'Anno — Conferenza '.letta nella R. Accademia Peloritana il giorno J del !<0. 5. L' Eguaglianza ó il Diritto. ' - 6. Intorno l'Eguaglianza — Conferenza Poppare. ?. Miscellanea Filosofica. * t < - • _ ■
Sunday, July 20, 2025
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