Speranza
Il trovatore (o trovadore o trobadore, forma arcaica, in occitano trobador) è un compositore ed esecutore di poesia lirica, ovvero di testi poetici e melodie, che utilizza la "lingua d'oc" parlata, in differenti varietà regionali.
Trovatori non utilizzarono il latino, lingua degli ecclesiastici, ma portarono nella scrittura l'occitano.
Indubbiamente, l'innovazione di scrivere in volgare fu operata per la prima volta proprio dai trovatori, supposizione, questa, da inserire nell'ambiente di fervore indipendentistico locale (vedi: età dei Comuni, nascita delle Università, eresie e autarchie cristiane).
Indubbiamente, l'innovazione di scrivere in volgare fu operata per la prima volta proprio dai trovatori, supposizione, questa, da inserire nell'ambiente di fervore indipendentistico locale (vedi: età dei Comuni, nascita delle Università, eresie e autarchie cristiane).
La tradizione trobadorica inizia in Occitania, regione culturalmente autonoma rispetto alla quella del nord dove si parlava un'altra lingua, "oil", e continua nelle corti aristocratiche.
Successivamente, in seguito alla crociata contro gli albigesi, i trobadori si spostarono in Sicilia alla corte di Federico II.
Il loro prestigio acquisito influenzerà tutte le principali tradizioni letterarie d'Europa: la poesia toscana delle origini, il minnesang in Germania, la cosiddetta scuola siciliana,e quella dei "trovieri" nella Francia settentrionale.
Questa ultima tradizione si differenziavano dai trovatori per il fatto che erano attivi al nord della Francia e scrivevano in "lingua d'oïl".
L'arte dei trovatori declina e alla fine si estingue in concomitanza con l'epidemia di peste nera.
Tuttavia, i jeux floraux organizzati dal consistori tenteranno, con successo alquanto discutibile, di continuare la tradizione della poesia dei trovatori.
Tuttavia, i jeux floraux organizzati dal consistori tenteranno, con successo alquanto discutibile, di continuare la tradizione della poesia dei trovatori.
Le opere trobadoriche sono note principalmente attraverso le raccolte manoscritte che prendono il nome di "canzonieri".
I componimenti delle canzoni trobadoriche erano MONODICI --, ovvero a una sola voce.
I testi avevano per argomento principale i temi di
-- cavalleria e dell'
-- amor cortese, in maggior parte metafisici, intellettuali e stereotipati.
Molte sono satire comiche o volgari.
I componimenti possono essere raggruppati in tre stili:
-- il trobar leu, o leggero
-- il trobar ric, o ricco, e
-- il trobar clus, o chiuso.
Allo stesso modo ci sono molti generi, il più popolare dei quali è la "canzone", ma ci sono anche "sirventes" e "tensos" in special modo popolari in Italia.
I testi avevano per argomento principale i temi di
-- cavalleria e dell'
-- amor cortese, in maggior parte metafisici, intellettuali e stereotipati.
Molte sono satire comiche o volgari.
I componimenti possono essere raggruppati in tre stili:
-- il trobar leu, o leggero
-- il trobar ric, o ricco, e
-- il trobar clus, o chiuso.
Allo stesso modo ci sono molti generi, il più popolare dei quali è la "canzone", ma ci sono anche "sirventes" e "tensos" in special modo popolari in Italia.
La prima volta che si fa menzione della parola nella forma "trobador" è in un testo occitano del XII secolo di Pietro d'Alvernhe.
Mentre il termine francese "troubadour" viene documentato per la prima volta nel 1575 in un contesto storico atto a individuare il poeta della "lingua d'oc" operante nelle corti del XII-XIII secolo.
Mentre il termine francese "troubadour" viene documentato per la prima volta nel 1575 in un contesto storico atto a individuare il poeta della "lingua d'oc" operante nelle corti del XII-XIII secolo.
In genere si accetta il fatto che "trovatore" tragga il suo significato dall'uso provenzale di trobar, "poetare".
Corrisponde al francese "trouvère", da cui l'italiano trov(i)èro.
Corrisponde al francese "trouvère", da cui l'italiano trov(i)èro.
"Trovare", nell'attuale significato non ha alcun riscontro in latino, dove per lo stesso concetto si usavano i verbi "reperire" e "rinvenire".
Sono state scritte molte pagine sull'origine dell'uso provenzale della parola "trobar".
Le proposte maggiori possono ridursi a due.
Una faceva risalire formalmente "trovare" al latino "turbare".Le proposte maggiori possono ridursi a due.
L'altra ricostruiva un latino "tropare", con significato prima di "trovare", poi di "comporre", quindi comparare, confrontare.
"trovare" viene anche utilizzato dall'ambiente dei pescatori, usi a battere con strumenti diversi le acque per spaventare i pesci e poi catturarli, quindi cercarli per trovarli.
Alcuni studiosi obiettano che il significato di battere non è mai documentato per "turbare" e che, inoltre, lo sviluppo fonetico, almeno per il provenzale, non è rispettato.
Alcuni studiosi obiettano che il significato di battere non è mai documentato per "turbare" e che, inoltre, lo sviluppo fonetico, almeno per il provenzale, non è rispettato.
G. Paris (Romania VII) propone una derivato dal latino "tropus," un grecismo, da "trópos" nell'accezione di "uso artistico di una parola", che Venanzio Fortunato impiegò nel uso di "modo di cantare, canto",
Con le ricostruzioni si è andato più in là attraverso i germanici "dar tröv", 'emettere un suono' e "dar triev" dare ascolto" (J. Jud, Vox Romanica XI) a conferma dell'impiego musicale, allargatosi poi, col composto "contropare", confrontare", comparare, alla terminologia giuridica.
Un sintetico quadro sulle denominazioni romanze di trovare è abbozzato nel lavoro di C. Beyer, Die Verben des “essens”, “schickers”, “kaufens” und “findens” in ihrer geschichte vom latein bis in die romanischen sprachen, Leipzig-Paris.
I primi studi sui trovatori si focalizzano intensamente sulle loro origini, ma nessun consenso accademico è stato mai raggiunto in questo campo.
Ezra Pound nel suo Canto VIII splendidamente dichiara che Guglielmo d'Aquitania aveva portato la canzone oltre la Spagna con i cantori e le vielle, facendo riferimento alla canzone trobadorica.
Nel suo studio, Lévi-Provençal si dice che abbia trovato quattro stanze arabo-ispaniche quasi o completamente ricopiate nel manoscritto di Guglielmo d'Aquitania.
Secondo fonti storiche, Guglielmo VIII, il padre di Guglielmo, aveva portato a Poitiers centinaia di prigionieri musulmani.
Trend ammette che i trovatori abbiano derivato il loro senso formale e anche la materia tematica della loro poesia dai musulmani.
L'ipotesi che la tradizione trobadorica venisse ad essere creata da Guglielmo d'Aquitania (più o meno, dopo la sua esperienza delle arti moresche, mentre stava combattendo per la Reconquista in Spagna) viene anche sostenuta da R. Menéndez Pidal all'inizio del XX secolo.
Le sue origini risalgono al Cinquecento e a Giammaria Barbieri e a Juan Andrés (morto nel 1822).
Meg Bogin si mantiene nel solco di questa ipotesi.
Certamente un corpo di canzone di pari intensità, profanità ed erotismo esisteva nell'arabo a cominciare dalla seconda metà del IX secolo.
Secondo la teoria bernardino-marianista o cristiana, è la teologia sposata da Bernardo di Chiaravalle e la mariologia sempre più in auge che più fortemente influenzeranno lo sviluppo del genere trobadorico.
Specificamente, l'enfasi sull'amore spirituale e religioso, il disinteresse, il misticismo, e la devozione per Maria spiegherebbero l'amor cortese.
L'enfasi riformista di Roberto d'Arbrissel sul matronato per raggiungere i suoi fini può spiegare l'atteggiamento del trovatore verso le donne.
Cronologicamente, tuttavia, questa ipotesi è dura da sostenere: le forze ipotizzate come la causa dell'insorgere del fenomeno arriveranno più tardi.
Ma l'influenza della teologia mariana e bernardina può essere presa in considerazione senza che venga ad essere implicata la teoria delle origini.
Questa teoria venne proposta per la prima volta da Edoardo Wechssler e successivamente da Dimitri Scheludko (il quale mette in risalto la riforma cluniacense) e Guido Errante.
Mario Casella e Leo Spitzer vi hanno aggiunto l'influenza agostiniana.
La sopravvivenza di usanze sessuali pre-cristiane e i codici guerrieri delle società matriarcali, celtiche, germaniche, pittiche, o cavalleresco-matriarcale, tra l'aristocrazia d'Europa, può avere inciso sull'idea o fusione dell'amor cortese.
L'esistenza del matriarcato pre-cristiano è di solito stato trattato con scetticismo, dato che nell'Europa dell'alto medioevo vi si trova la persistenza di un sottostante paganesimo.
La teoria del latino classico dell'Antica Roma produce paralleli tra Ovidio, specialmente i suoi "Amores" e "Ars amatoria", e la lirica dell'amor cortese.
L'aetas ovidiana che predomina nel XII secolo all'interno e nei dintorni di Orléans, l'ideologia quasi-ciceroniana che prevale nella corte imperiale, e i frammenti di Platone allora a disposizione degli studiosi, sono stati tutti citati come influenze classiche sulla poesia trobadorica.
Secondo la tesi cripto-catare, la poesia trobadorica è un riflesso della dottrina religiosa catara.
Mentre la teoria cripto-catare viene sostenuta a tratti dal resoconto tradizionale e quasi-universale del declino dei trovatori in coincidenza con la soppressione del catarismo durante la crociata albigese.
Il significato esplicitamente cattolico di molti componimenti trobadorici arcaici non danno ugualmente sostegno alla teoria.
La lirica trobadorica potrebbe essersi sviluppata dalla liturgia e innodia cristiana, oltre che dall'influenza del "Cantico dei cantici".
Non vi è alcuna precedente poesia latina che somigli a quella dei trovatori.
Su queste basi, nessuna teoria delle origini di quest'ultima dal latino può essere costruita, ma ciò non ha scoraggiato alcuni nel credere che un corpus latino preesistente deve esserci stato, anche se è andato perduto.
Il fatto che molti trovatori avessero ricevuto la loro istruzione grammaticale in latino attraverso la Chiesa (dai clerici, chierici) e che molti venivano formati musicalmente tramite la Chiesa è ben documentato.
La scuola di musica di Saint-Martial a Limoges ne è un esempio.
I tropi para-liturgici già vi erano in uso nel periodo precedente alla comparsa dei trovatori.
La teoria feudale-sociale o sociologica, o insieme di teorie correlate, ha guadagnato terreno nel XX secolo, come un approccio alla questione più metodologico che teorico, chiedendo non da dove provenga la forma o il contenuto della lirica, ma piuttosto quale situazione e circostanze la fecero sorgere.
Sotto l'influenza marxista, E. Köhler, M. Bloch e G. Duby hanno suggerito che l'egemonia essenziale della moglie del signore nel castello durante la sua assenza fosse una forza trainante.
L'uso della terminologia feudale nelle poesie trobadoriche viene considerato probatorio.
Questa teoria è stata sviluppata in direzione di una spiegazione psicologica distante da una motivazione sociologica.
Secondo M. Menocal, A. Jeanroy per primo suggerì che folclore e tradizione orale diedero origine alla poesia trobadorica.
Secondo F. M. Warren, fu Gaston Paris, il critico letterario di Jeanroy, che per primo individua le origini trobadoriche nelle danze festive delle donne che ascoltano la primavera nella Valle della Loira.
Questa teoria folcloristica o ritualistica popolare primaverile, d'allora è stata ampiamente screditata, ma la scoperta delle jarchas sollevano la questione dell'estensione della letteratura (orale o scritta) nell'XI secolo e ancor prima.
Hans Spanke analizza la connessione intertestuale tra latino medievale o mediolatine e volgare (come le canzoni goliardiche).
Questa teoria è sostenuta da R. Bezzola, P. Dronke e J. Chailley.
Secondo loro, "trobar" significa "inventare un tropo", essendo il tropo una poesia dove le parole vengono utilizzate con un significato diverso dal quello che comunemente hanno, vale a dire metaforico e metonimico.
Questa poesia era originariamente inserita in una serie di modulazioni finali di una canzone liturgica.
Poi il tropo diventa un pezzo autonomo organizzato in forma di stanza.
In questa connessione, Brinkmann sottolinea l'influenza dei poeti della scuola della Loira come Marbodio di Rennes e Ildeberto di Lavardin.
La teoria neo-platonica è una delle più cervellotiche.
Gli effetti nobilitanti dell'amore nello specifico sono stati identificati come neo-platonici.
Il fatto che questa teoria richieda una seconda teoria su come il neo-platonismo fosse stato trasmesso ai trovatori viene visto come una forza o una debolezza.
Forse può essere correlata con una delle altre storie delle origini o forse svolgere solo un ruolo marginale.
K. Axhausen ha sfruttato questa teoria e A. Denomy l'ha collegata con l'arabo (attraverso Avicenna) e il cataro (attraverso Eriugena).
Il primo trovatore di cui sopravvive un qualche componimento è Guglielmo IX d'Aquitania (ovvero di Peitieus)
P. Dronke, autore di "La lirica medievale", tuttavia, crede, come vari altri critici, che
le [sue] canzoni rappresentano non gli inizi di una tradizione, ma il massimo del suo compimento. |
Il suo nome si è conservato poiché Guglielmo IX era il Duca d'Aquitania.
Ma la sua opera ha a che fare con strutture già pre-stabilite.
Ebolo II di Ventadorn viene spesso accreditato come il predecessore di Guglielmo IX d'Aquitania sebbene nessuno dei suoi componimenti ci sia pervenuto.
Orderico Vitale ci dice che Guglielmo IX d'Aquitania compose le sue canzoni, riguardo alle sue esperienze avute, al ritorno dalla Crociata del 1101.
Questo può essere il primo riferimento alle liriche trobadoriche.
Ma la sua opera ha a che fare con strutture già pre-stabilite.
Ebolo II di Ventadorn viene spesso accreditato come il predecessore di Guglielmo IX d'Aquitania sebbene nessuno dei suoi componimenti ci sia pervenuto.
Orderico Vitale ci dice che Guglielmo IX d'Aquitania compose le sue canzoni, riguardo alle sue esperienze avute, al ritorno dalla Crociata del 1101.
Questo può essere il primo riferimento alle liriche trobadoriche.
Orderico Vitale ci fornisce inoltre ciò che potrebbe essere la prima descrizione dell'esibizione del trovatore: un testimone oculare racconta di Guglielmo IX d'Aquitania.
Picauensis uero dux miserias captiuitatis suae coram regibus et magnatis atque christianis coetibus multotiens retulit rythmicis uersibus cum facetis modulationibus.
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Allora il duca di Poitiers le miserie della sua prigionia davanti a re, magnati e adunanze cristiane raccontava molte volte con stanze ritmiche e poesie briose.
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In totale, ci sono oltre 2500 liriche trobadoriche disponibili, come manufatti linguistici, per lo studio.
La tradizione dei trovatori sembra abbia avuto inizio nell'Aquitania occidentale (Poitou e Saintonge) e Guascogna, da lì espandendosi oltre all'interno dell'Aquitania orientale (Limosino e Alvernia) e Provenza.
Al suo apogeo diventa popolare in Linguadoca e nelle regioni di Rouergue, Tolosa e Quercy.
Infine inizia a espandersi prima in Italia influenzando inoltre tutte le scuole letterarie d'Europa: la scuola toscana, la scuola siciliana, e la scuola tedesca.
Questo sviluppo è stato chiamato il rayonnement des troubadours, l'irradiamento dei trovatori.
I più famosi nomi tra le file dei trovatori appartengono a questo periodo, durante il quale l'arte lirica dei trovatori arriva al culmine della sua popolarità con il maggior numero di poesie sopravvissute.
Distinta come genere diventa la "canzone d'amore", il cui maestro, e il trovatore che riassume il periodo classico, è Bernart de Ventadorn, tenuto in gran considerazione dai suoi contemporanei, come lo era Giraut de Bornelh, reputato dal suo biografo il più grande compositore di melodie che mai sia vissuto, e Bertran de Born, il maestro del sirventes, o canzone politica, che acquista in questa fase sempre più popolarità.
Marcabruno è il trovatore più completo e rappresentativo della prima generazione dei trovatori.
Il periodo classico viene ad essere visto dalle successive generazioni, specialmente durante il XIV e il XV secolo e fuori dall'Occitania, come il più alto punto toccato dalla poesia lirica e i suoi generi come modelli da emulare.
La lingua dei poeti classici, insieme alla sua grammatica e vocabolario, allo stile e ai temi, erano l'ideale a cui aspiravano i poeti del risveglio trobadorico a Tolosa e i loro contemporanei catalani e castigliani.
Durante il periodo classico le regole di composizione poetica furono per la prima volta standardizzate e scritte da R. Vidal e successivamente da U. Faidit.
La lingua dei poeti classici, insieme alla sua grammatica e vocabolario, allo stile e ai temi, erano l'ideale a cui aspiravano i poeti del risveglio trobadorico a Tolosa e i loro contemporanei catalani e castigliani.
Durante il periodo classico le regole di composizione poetica furono per la prima volta standardizzate e scritte da R. Vidal e successivamente da U. Faidit.
I trovatori a noi noti provengono da esperienze diverse, conducendo la loro vita in una molteplicità di modi, vivendo e viaggiando in molti luoghi differenti, e attivi in molti tipi di contesti sociali.
I trovatori non erano intrattenitori girovaghi e, in genere, restavano in un posto per un lungo periodo di tempo, sotto la protezione e il mecenatismo di un ricco nobile.'
Tuttavia, molti viaggiavano in modo esteso, soggiornando da una corte all'altra.
Il loro status sociale era il più disparato, dall'alta nobiltà come lo era il Duca d'Aquitania e J. Rudel, della classe cavalleresca, come Cercamon e Marcabru.
Al più antico trovatore, il Duca d'Aquitania, proveniente dall'alta nobiltà, seguono immediatamente due membri della classe cavalleresca, Cercamon e Marcabru, e un rappresentante della classe principesca, J. Rudel.
Dapprincipio, i trovatori erano sempre dei nobili, talvolta di alto e talvolta di basso rango.
Molti trovatori vengono descritti nelle loro vite come cavalieri poveri, tra cui Berenguier de Palazol, Gausbert Amiel, Guilhem Ademar, Guiraudo lo Ros, Marcabru, Peire de Maensac, Peirol, Raimon de Miraval, Rigaut de Berbezilh e Uc de Pena.
Albertet de Sestaro viene descritto come il figlio di un nobile "menestrello", presumibilmente di un lignaggio nobile minore.
Al più antico trovatore, il Duca d'Aquitania, proveniente dall'alta nobiltà, seguono immediatamente due membri della classe cavalleresca, Cercamon e Marcabru, e un rappresentante della classe principesca, J. Rudel.
Dapprincipio, i trovatori erano sempre dei nobili, talvolta di alto e talvolta di basso rango.
Molti trovatori vengono descritti nelle loro vite come cavalieri poveri, tra cui Berenguier de Palazol, Gausbert Amiel, Guilhem Ademar, Guiraudo lo Ros, Marcabru, Peire de Maensac, Peirol, Raimon de Miraval, Rigaut de Berbezilh e Uc de Pena.
Albertet de Sestaro viene descritto come il figlio di un nobile "menestrello", presumibilmente di un lignaggio nobile minore.
I successivi trovatori in special modo potevano appartenere alle classi inferiori, che vanno da quella media di mercanti e borghesi -- persone stanziate in città -- ai commercianti e ad altri che svolgevano lavori manuali.
Salh d'Escola e Elias de Barjols erano descritti come figli mercanti ed Elias Fonsalada era il figlio di un borghese che svolgeva l'attività di menestrello.
Perdigon era il figlio di un povero pescatore e Elias Cairel di una maniscalco.
Nella vita di Arnaut de Mareuil si specifica la sua provenienza da famiglia povera, ma non si sa se fosse povera secondo il modello standard di nobile o in senso generale.
Salh d'Escola e Elias de Barjols erano descritti come figli mercanti ed Elias Fonsalada era il figlio di un borghese che svolgeva l'attività di menestrello.
Perdigon era il figlio di un povero pescatore e Elias Cairel di una maniscalco.
Nella vita di Arnaut de Mareuil si specifica la sua provenienza da famiglia povera, ma non si sa se fosse povera secondo il modello standard di nobile o in senso generale.
Molti trovatori possedevano anche un'educazione clericale.
Per alcuni questo rappresentava il trampolino di lancio per le loro composizioni, dato che l'istruzione clericale li equipaggiava di una conoscenza delle forme poetiche e musicali così come della formazione vocale.
Le vite dei successivi trovatori richiamano il loro status clericale: Aimeric de Belenoi, Folchetto di Marsiglia (che diventa vescovo), Gui d'Ussel, Guillem Ramon de Gironella, Jofre de Foixà (che diventa abate), Peire de Bussignac, Peire Rogier, Raimon de Cornet, Uc Brunet e Uc de Saint Circ.
I menestrelli e giullari (joglars) a differenza dei trovatori, non componevano, ma cantavano e recitavano opere altrui, ovvero dei trovatori.
Non era raro all'apogeo della cultura trobadorica vedere un trovatore attaccare con disprezzo un menestrello onde ristabilire i rispettivi ruoli.
Un trovatore poteva dunque scrivere la sua composizione ed eseguirla lui stesso, oppure farla eseguire da un menestrello.
Nonostante le distinzioni rilevate, molti trovatori erano anche noti come joglars, prima o anche dopo che iniziassero a comporre, come Aimeric de Belenoi, Uc Brunet, Uc de Saint Circ e tanti altri.
Per alcuni questo rappresentava il trampolino di lancio per le loro composizioni, dato che l'istruzione clericale li equipaggiava di una conoscenza delle forme poetiche e musicali così come della formazione vocale.
Le vite dei successivi trovatori richiamano il loro status clericale: Aimeric de Belenoi, Folchetto di Marsiglia (che diventa vescovo), Gui d'Ussel, Guillem Ramon de Gironella, Jofre de Foixà (che diventa abate), Peire de Bussignac, Peire Rogier, Raimon de Cornet, Uc Brunet e Uc de Saint Circ.
I menestrelli e giullari (joglars) a differenza dei trovatori, non componevano, ma cantavano e recitavano opere altrui, ovvero dei trovatori.
Non era raro all'apogeo della cultura trobadorica vedere un trovatore attaccare con disprezzo un menestrello onde ristabilire i rispettivi ruoli.
Un trovatore poteva dunque scrivere la sua composizione ed eseguirla lui stesso, oppure farla eseguire da un menestrello.
Nonostante le distinzioni rilevate, molti trovatori erano anche noti come joglars, prima o anche dopo che iniziassero a comporre, come Aimeric de Belenoi, Uc Brunet, Uc de Saint Circ e tanti altri.
I termini occitani "trobador" e "trobaire" sono relativamente rari se confrontati al verbo "trobar", comporre, inventare, di solito applicato allo scrivere poesia, a significare che una poesia era originale per un autore (il "trobador") e non semplicemente cantata o suonata da qualcuno.
Il termine, utilizzato in massima soltanto nei lavori più accurati, come le vite, non veniva in genere applicato alla composizione musicale o al canto, anche quando la stessa poesia trobadorica non era molto precisa.
Tuttavia, a volte, una distinzione veniva puntualmente fatta tra un inventore di una stanza originale e gli esecutori di quelle altrui.
Questi ultimi venivano chiamati joglars, dal latino "ioculatores", dando adito anche alla forma francese jongleur e all'inglese juggler (giocoliere), riferito a un tipo più specifico di esecutore.
Il jongleur/joglar medievale è in realtà un "menestrello".
Il termine, utilizzato in massima soltanto nei lavori più accurati, come le vite, non veniva in genere applicato alla composizione musicale o al canto, anche quando la stessa poesia trobadorica non era molto precisa.
Tuttavia, a volte, una distinzione veniva puntualmente fatta tra un inventore di una stanza originale e gli esecutori di quelle altrui.
Questi ultimi venivano chiamati joglars, dal latino "ioculatores", dando adito anche alla forma francese jongleur e all'inglese juggler (giocoliere), riferito a un tipo più specifico di esecutore.
Il jongleur/joglar medievale è in realtà un "menestrello".
Al culmine della poesia trobadorica si vedono i trovatori spesso attaccare i jongleurs e, per lo meno, due piccoli generi sorgono intorno al tema: l'ensenhamen joglaresc e il sirventes joglaresc.
Questi termini sono messi comunque in discussione, poiché l'aggettivo "joglaresc" sembra implicare "la maniera dei jongleurs".
Inevitabilmente, i lavori di detto genere sono attacchi verbali ai jongleurs, in generale e nello specifico, bollati come individui urlatori.
È chiaro, per esempio, dalla poesia di Bertran de Born, che i joglars fossero esecutori che non solevano comporre e che spesso eseguivano le canzoni dei trovatori, cantando, suonando strumenti, danzando e facendo inoltre acrobazie.
Questi termini sono messi comunque in discussione, poiché l'aggettivo "joglaresc" sembra implicare "la maniera dei jongleurs".
Inevitabilmente, i lavori di detto genere sono attacchi verbali ai jongleurs, in generale e nello specifico, bollati come individui urlatori.
È chiaro, per esempio, dalla poesia di Bertran de Born, che i joglars fossero esecutori che non solevano comporre e che spesso eseguivano le canzoni dei trovatori, cantando, suonando strumenti, danzando e facendo inoltre acrobazie.
G. Riquier lamentava le inesattezze dei suoi contemporanei scrivendo una lettera ad Alfonso X di Castiglia, un illustre mecenate di letteratura e dell'erudizione di tutti i generi, onde fare chiarezza sull'appropriato utilizzo dei termini trobador e joglar.
Secondo Riquier, ogni vocazione merita un nome appropriato e l'utilizzo abborracciato di joglar copre una moltitudine di attività, ad alcune delle quali, senza alcun dubbio, Riquier non voleva essere associato.
Alla fine Riquier argomenta — e Alfonso X sembra essere d'accordo, sebbene la sua "risposta" sembra essere stata scritta dallo stesso Riquier — che un joglar non era altro che un intrattenitore di corte (opposto al popolano o a un individuo di classe inferiore) e un trovatore, un poeta e compositore.
Secondo Riquier, ogni vocazione merita un nome appropriato e l'utilizzo abborracciato di joglar copre una moltitudine di attività, ad alcune delle quali, senza alcun dubbio, Riquier non voleva essere associato.
Alla fine Riquier argomenta — e Alfonso X sembra essere d'accordo, sebbene la sua "risposta" sembra essere stata scritta dallo stesso Riquier — che un joglar non era altro che un intrattenitore di corte (opposto al popolano o a un individuo di classe inferiore) e un trovatore, un poeta e compositore.
Nonostante le distinzioni rilevate, molti trovatori erano anche noti come joglars (giocolieri, giullari, menestrelli), prima o anche dopo che iniziassero a comporre.
Erano di fatto joglars-trovatori: Aimeric de Belenoi, Aimeric de Sarlat, Albertet Cailla, Arnaut de Mareuil, Elias de Barjols, Elias Fonsalada, Falquet de Romans, Guillem Magret, Guiraut de Calanso, Nicoletto da Torino, Peire Raimon de Tolosa, Peire Rogier, Peire de Valeira, Peirol, Pistoleta, Perdigon, Salh d'Escola, Uc de la Bacalaria, Uc Brunet, e Uc de Saint Circ.
Una vita è una breve biografia in prosa di un trovatore, scritta in occitano.
Nei canzonieri (vale a dire, le collezioni di manoscritti della poesia trobadorica medievale), le opere di un particolare autore sono spesso accompagnate da una breve biografia in prosa.
Le vite sono i primi lavori di una certa rilevanza di saggistica in prosa volgare.
Ciò nondimeno, sembra che molti di essi derivino le loro notizie dalle letture (in senso letterale) delle stesse poesie a cui sono riferite, lasciando perciò in dubbio la loro affidabilità storica.
La maggior parte delle vite sono state composte in Italia, molte da Uc de Saint Circ.
Il termine "ragione" è allo stesso modo un breve componimento in prosa scritto in lingua occitana che specifica le circostanze di una particolare composizione.
Una ragione normalmente introduce un componimento poetico, spiegato in essa, che può, tuttavia, condividere alcune delle caratteristiche di una vida.
Le ragioni peccano degli stessi difetti delle vite in termini di affidabilità, molte delle quali sono parimenti dovute al lavoro di Uc de Saint Circ.
Erano di fatto joglars-trovatori: Aimeric de Belenoi, Aimeric de Sarlat, Albertet Cailla, Arnaut de Mareuil, Elias de Barjols, Elias Fonsalada, Falquet de Romans, Guillem Magret, Guiraut de Calanso, Nicoletto da Torino, Peire Raimon de Tolosa, Peire Rogier, Peire de Valeira, Peirol, Pistoleta, Perdigon, Salh d'Escola, Uc de la Bacalaria, Uc Brunet, e Uc de Saint Circ.
Una vita è una breve biografia in prosa di un trovatore, scritta in occitano.
Nei canzonieri (vale a dire, le collezioni di manoscritti della poesia trobadorica medievale), le opere di un particolare autore sono spesso accompagnate da una breve biografia in prosa.
Le vite sono i primi lavori di una certa rilevanza di saggistica in prosa volgare.
Ciò nondimeno, sembra che molti di essi derivino le loro notizie dalle letture (in senso letterale) delle stesse poesie a cui sono riferite, lasciando perciò in dubbio la loro affidabilità storica.
La maggior parte delle vite sono state composte in Italia, molte da Uc de Saint Circ.
Il termine "ragione" è allo stesso modo un breve componimento in prosa scritto in lingua occitana che specifica le circostanze di una particolare composizione.
Una ragione normalmente introduce un componimento poetico, spiegato in essa, che può, tuttavia, condividere alcune delle caratteristiche di una vida.
Le ragioni peccano degli stessi difetti delle vite in termini di affidabilità, molte delle quali sono parimenti dovute al lavoro di Uc de Saint Circ.
Sorge in Italia un fenomeno, individuato all'inizio del XX secolo da Giulio Bertoni, riguardo a uomini che svolgono in molte città l'attività podestarile a vantaggio di volta in volta del partito dei guelfi o dei ghibellini, che scrivono componimenti politici in rima in lingua occitana.
Queste figure in genere provengono dalla classe media urbana, e aspirano a una cultura elevata, anche se, diversamente dalla nobilità, non sono mecenati di letteratura, ma i suoi divulgatori e lettori.
Il primo podestà-trovatore è Rambertino Buvalelli, possibilmente il primo trovatore nato in Italia, podestà di Genova tra il 1218 e il 1221.
Il guelfo Rambertino, presta servizio di volta in volta come podestà di Brescia, Milano, Parma, Mantova e Verona.
È probabilmente durante la sua occupazione triennale che introduce la poesia lirica occitana in città che, successivamente, svilupperà una fiorente cultura letteraria occitana.
Il guelfo Rambertino, presta servizio di volta in volta come podestà di Brescia, Milano, Parma, Mantova e Verona.
È probabilmente durante la sua occupazione triennale che introduce la poesia lirica occitana in città che, successivamente, svilupperà una fiorente cultura letteraria occitana.
Tra i podestà-trovatori successivi a Rambertino, quattro sono di Genova: '
-- i guelfi Luchetto Gattilusio, che svolge la sua attività a Milano, Cremona e Bologna,
-- i ghibellini Percivalle Doria, attivi ad Arles, Avignone, Asti e Parma, e '
-- Simone Doria, già podestà di Savona e Albenga.
Tra i podestà-trovatori non genovesi c'è Alberico da Romano, un nobile di alto rango, mecenate e compositore di poesia lirica che governa Vicenza e Treviso, a volte come ghibellino e altre come guelfo.
-- i guelfi Luchetto Gattilusio, che svolge la sua attività a Milano, Cremona e Bologna,
-- i ghibellini Percivalle Doria, attivi ad Arles, Avignone, Asti e Parma, e '
-- Simone Doria, già podestà di Savona e Albenga.
Tra i podestà-trovatori non genovesi c'è Alberico da Romano, un nobile di alto rango, mecenate e compositore di poesia lirica che governa Vicenza e Treviso, a volte come ghibellino e altre come guelfo.
Andrebbe fatta menzione del trovatore Isnart d'Entrevenas, il quale fu podestà di Arles, sebbene non si adatti al fenomeno che Giulio Bertoni aveva per primo identificato in Italia.
Alcuni trovatori sono (dall'A alla Z): Alberto Malaspina, Arnaut Daniel (ricordato nel XXVI canto del Purgatorio), Bartolomeo Zorzi, Bernard de Ventadorn, Bertran de Born (ricordato da Dante nel XXVIII canto dell'Inferno), Cercamon, Marcabru, Folchetto di Marsiglia, Giacomo II di Aragona, Giraut de Borneill, Granet, Guglielmo IX d'Aquitania, Jaufré Rudel, Lanfranco Cigala, Marcabruno, Peire Vidal, Pietro III di Aragona, Raimbaut de Vaqueiras, Raimbaut d'Aurenga, Rambertino Buvalelli, Riccardo Cuordileone, Sordello da Goito (personaggio di spicco nel VI canto del Purgatorio).
Di alcuni di questi trovatori si possiedono vite molto poco attendibili, le cui informazioni sono perlopiù desunte dai contenuti delle opere.
Autore di molte vite fu il trovatore Uc de Saint Circ
Autore di molte vite fu il trovatore Uc de Saint Circ
La base della poesia trobadorica è dunque l'ideale dell'amor cortese («fin amor»), il cui concetto base è la misura, la distanza tra fuoco passionale e signorilità dei modi nel corteggiamento, o tra carnalità e realtà dei fatti nel caso di un possibile adulterio.
La pratica dell'amor cortese viene a svilupparsi nella vita di corte di quattro regioni:
-- Aquitania
-- Provenza
-- Champagne e
-- Borgogna,
pressappoco al tempo della prima crociata dall'Aquitania, Eleonora portò gli ideali dell'amor cortese prima alla corte di Francia, poi in Inghilterra, dove fu regina di due re.
Sua figlia Maria, contessa di Champagne portò il comportamento cortese alla corte del conte di Champagne.
L'amor cortese trova la sua espressione nelle poesie liriche scritte dai trovatori, come Guglielmo IX, duca d'Aquitania, uno dei primi poeti trovatori.
-- Aquitania
-- Provenza
-- Champagne e
-- Borgogna,
pressappoco al tempo della prima crociata dall'Aquitania, Eleonora portò gli ideali dell'amor cortese prima alla corte di Francia, poi in Inghilterra, dove fu regina di due re.
Sua figlia Maria, contessa di Champagne portò il comportamento cortese alla corte del conte di Champagne.
L'amor cortese trova la sua espressione nelle poesie liriche scritte dai trovatori, come Guglielmo IX, duca d'Aquitania, uno dei primi poeti trovatori.
I poeti adottarono così la terminologia del feudalesimo, dichiarandosi vassalli della donna e rivolgendosi a lei con l'appellativo lusinghiero di mi-dons (mio signore), una specie di nome in codice in modo che il poeta non ne rivelasse il nome.
Questo nuovo tipo di amore vedeva la nobiltà non in base alla ricchezza e alla storia della famiglia, ma nel carattere e nelle azioni, e quindi faceva appello ai cavalieri più poveri che vedevano così una strada aperta per progredire.
Poiché a quel tempo il matrimonio aveva poco a che fare con l'amore, l'amor cortese era anche un modo per i nobili di esprimere l'amore non trovato nel loro matrimonio.
Gli amanti nel contesto dell'amor cortese non facevano riferimento al sesso, ma piuttosto all'agire emotivo.
Questi amanti avevano brevi appuntamenti in segreto, che si intensificavano mentalmente, ma mai fisicamente.
Questi amanti avevano brevi appuntamenti in segreto, che si intensificavano mentalmente, ma mai fisicamente.
Gli studiosi si sono dati battaglia sulla questione se o in che modo e in quale misura le dottrine càtare abbiano potuto influenzare l'amor cortese.
Denis de Rougemont fornisce un'ipotesi suggestivamente esoterica riguardo al fatto che la poesia lirica cortese abbia potuto, se non altro, ispirarsi all'atmosfera religiosa del catarismo.
Altri trovano questa ipotesi inaccettabile (negando di fatto che la figura femminile possa esclusivamente rappresentare in qualche modo l'anima del poeta che anela a una vita spirituale superiore), in quanto, il tema principale della poesia trobadorica è sempre l'amore nelle sue diverse fasi (e soprattutto il "desiderio", anche carnale); mentre, per la filosofia dualistica dei càtari il corpo è solo un'espressione del male, e la via per vincere il male rimane il dispregio di ogni corporalità: nel catarismo è infatti predicata l'astinenza sessuale, e il matrimonio rimane in secondo piano rispetto al celibato.
Le due realtà, invero, hanno trovato ragion d'esistere nello stesso contesto storico-geografico e in qualche modo una certa interazione anche tra poesia e religione non poteva non verificarsi.
Molti trovatori seguiranno i loro signori mecenati nella lotta contro la chiesa, altri la difenderanno.
La condanna dieresia della Chiesa inflitta al catarismo e il conseguente ventennio di lotte estenuanti per terre linguadociane, durante la crociata, finiranno per prostrare l'intero territorio occitano, portando la splendida cultura trobadorica inevitabilmente al declino.
La crociata albigese segna così una forte cesura tra passato e futuro.
Le corti meridionali occitane si impoveriscono, a causa di una ferrea politica filo-francese, e i trovatori non avranno più il loro ambiente propizio, da cui dipendevano materialmente, ma soprattutto non avranno più la possibilità di esercitare la loro arte.
La cultura delle corti occitane ormai proseguirà il suo cammino, non più da protagonista, ma come fonte ispiratrice e modello da imitare.
Primo trobadore pare fosse stato Guglielmo IX d'Aquitania, ma la poesia trovadorica si sviluppò con delle regole precise, codificate alla corte di Eleonora d'Aquitania.
Molti trovatori seguiranno i loro signori mecenati nella lotta contro la chiesa, altri la difenderanno.
La condanna dieresia della Chiesa inflitta al catarismo e il conseguente ventennio di lotte estenuanti per terre linguadociane, durante la crociata, finiranno per prostrare l'intero territorio occitano, portando la splendida cultura trobadorica inevitabilmente al declino.
La crociata albigese segna così una forte cesura tra passato e futuro.
Le corti meridionali occitane si impoveriscono, a causa di una ferrea politica filo-francese, e i trovatori non avranno più il loro ambiente propizio, da cui dipendevano materialmente, ma soprattutto non avranno più la possibilità di esercitare la loro arte.
La cultura delle corti occitane ormai proseguirà il suo cammino, non più da protagonista, ma come fonte ispiratrice e modello da imitare.
Primo trobadore pare fosse stato Guglielmo IX d'Aquitania, ma la poesia trovadorica si sviluppò con delle regole precise, codificate alla corte di Eleonora d'Aquitania.
Difatti il movimento trovadorico era inizialmente composto per la maggior parte da signori e principi le cui corti divennero rapidamente dei veri centri di produzione letteraria.
Guglielmo IX d'Aquitania fu un modello per generazioni di poeti italiani.
Al centro della poesia trovadorica, come si è detto, vi è l'ideale dell'amor cortese («fin'amor»), il cui concetto base è la mezura, cioè la "misura", la distanza tra fuoco passionale e signorilità dei modi nel corteggiamento, o tra carnalità e realtà dei fatti nel caso di un possibile adulterio.
Le origini della poesia dei trovatori, pioniera nella produzione lirica in lingua volgare, non sono state ancora identificate con precisione.
Tra le tesi sulla sua provenienza ne appare addirittura una sull'origine liturgica, sebbene la maggior parte della produzione trobadorica sia costituita da liriche d'amore.
Tra le tesi sulla sua provenienza ne appare addirittura una sull'origine liturgica, sebbene la maggior parte della produzione trobadorica sia costituita da liriche d'amore.
I trovatori esercitarono un notevole influsso sulla poesia italiana in siciliano e toscano.
In particolare, la critica ha da tempo stabilito che Madonna, dir vo' voglio, la più famosa canzone di Giacomo da Lentini, considerato il principale esponente della cosiddetta scuola siciliana, posta in apertura della raccolta dell'autore nel principale canzoniere che la tramanda (il Vaticano latino 3973, sia sostanzialmente una traduzione/imitazione di un componimento del trovatore Folquet de Marselha, intitolato, A vos, midonç, voill retrair' en cantan.
I tre stili principali identificati nella poesia lirica occitana sono:
-- i trobar plan o trobar leu o leggero: stile facile e immediato
-- i trobar ric o ricco: con riferimenti allusivi e misteriosi e strutture sintatticamente più complesse
-- i trobar clus o chiuso, ermetico, caratterizzato dall'utilizzo di espressioni oscure e metaforiche, seguendo la passione medievale per gli indovinelli e gli enigmi.
In particolare, la critica ha da tempo stabilito che Madonna, dir vo' voglio, la più famosa canzone di Giacomo da Lentini, considerato il principale esponente della cosiddetta scuola siciliana, posta in apertura della raccolta dell'autore nel principale canzoniere che la tramanda (il Vaticano latino 3973, sia sostanzialmente una traduzione/imitazione di un componimento del trovatore Folquet de Marselha, intitolato, A vos, midonç, voill retrair' en cantan.
I tre stili principali identificati nella poesia lirica occitana sono:
-- i trobar plan o trobar leu o leggero: stile facile e immediato
-- i trobar ric o ricco: con riferimenti allusivi e misteriosi e strutture sintatticamente più complesse
-- i trobar clus o chiuso, ermetico, caratterizzato dall'utilizzo di espressioni oscure e metaforiche, seguendo la passione medievale per gli indovinelli e gli enigmi.
Il trobar plan o leu (leggero) è stato di gran lunga il più comune.
L'enunciazione è lineare è relativamente semplice in confronto al rico e gli espedienti letterari sono meno comuni rispetto a quelli del clus.
Questo stile è il più accessibile ed è immensamente popolare.
Il poeta più famoso del trobar leu è stato Bernart de Ventadorn.
Lo stile più difficile d'altra parte è il trobar clus, che regolarmente si sottrae alle interpretazioni degli studiosi moderni.
Le parole vengono di solito usate in senso metaforico e simbolico e ciò che la poesia sembra essere esteriormente, raramente rappresenta ciò che era nelle intenzioni griceana del poeta o nelle possibilità di comprensione del pubblico "colto".
Lo stile clus venne inventato da Marcabruno, ma sostenuto in seguito soltanto da pochi maestri.
Il trobar ric non è così opaco come il clus ma impiega piuttosto un ricco vocabolario, usando molte parole, rare, inventate, insolite ed espressioni colorite.
L'enunciazione è lineare è relativamente semplice in confronto al rico e gli espedienti letterari sono meno comuni rispetto a quelli del clus.
Questo stile è il più accessibile ed è immensamente popolare.
Il poeta più famoso del trobar leu è stato Bernart de Ventadorn.
Lo stile più difficile d'altra parte è il trobar clus, che regolarmente si sottrae alle interpretazioni degli studiosi moderni.
Le parole vengono di solito usate in senso metaforico e simbolico e ciò che la poesia sembra essere esteriormente, raramente rappresenta ciò che era nelle intenzioni griceana del poeta o nelle possibilità di comprensione del pubblico "colto".
Lo stile clus venne inventato da Marcabruno, ma sostenuto in seguito soltanto da pochi maestri.
Il trobar ric non è così opaco come il clus ma impiega piuttosto un ricco vocabolario, usando molte parole, rare, inventate, insolite ed espressioni colorite.
Gli studiosi moderni riconoscono molte scuole nella tradizione trobadorica.
Tra le prime vi è una scuola costituita da seguaci di Marcabruno, talvolta chiamata scuola marcabruniana (Bernart Marti, Bernart de Venzac, Gavaudan e Peire d'Alvernhe).
Questi poeti favoriranno il trobar clus o ric oppure un ibrido fra i due stili.
Spesso mostrava un tono moraleggiante e critico nei confronti della società cortigianesca contemporanea.
Un'altra delle prime scuole, il cui stile sembra aver perso il favore, è la scuola guascone (Cercamon, Peire de Valeira e Guiraut de Calanse).
Cercamon, racconta il suo biografo, aveva composto nel vecchio stile, la uzansa antiga, e le canzoni di Guiraut erano d'aquella saison, di quel tempo.
Questo stile di poesia sembra essere legato ai primi trovatori della Guascogna ed è caratterizzato da riferimenti alla natura: foglie, fiori, uccelli e loro canzoni.
Questa mania letteraria guascone era impopolare in Provenza all'inizio del XIII secolo, nuocendo più che altro alla reputazione dei poeti ad essa associati.
Tra le prime vi è una scuola costituita da seguaci di Marcabruno, talvolta chiamata scuola marcabruniana (Bernart Marti, Bernart de Venzac, Gavaudan e Peire d'Alvernhe).
Questi poeti favoriranno il trobar clus o ric oppure un ibrido fra i due stili.
Spesso mostrava un tono moraleggiante e critico nei confronti della società cortigianesca contemporanea.
Un'altra delle prime scuole, il cui stile sembra aver perso il favore, è la scuola guascone (Cercamon, Peire de Valeira e Guiraut de Calanse).
Cercamon, racconta il suo biografo, aveva composto nel vecchio stile, la uzansa antiga, e le canzoni di Guiraut erano d'aquella saison, di quel tempo.
Questo stile di poesia sembra essere legato ai primi trovatori della Guascogna ed è caratterizzato da riferimenti alla natura: foglie, fiori, uccelli e loro canzoni.
Questa mania letteraria guascone era impopolare in Provenza all'inizio del XIII secolo, nuocendo più che altro alla reputazione dei poeti ad essa associati.
Nel tardo secolo XIII sorse una scuola a Béziers, una volta il centro della Linguadoca pre-albigese e dei signori di Trencavel, grosso modo tra il 1260 e il 1290.
Alcuni poeti sono rappresentativi di questa "scuola" sono Bernart d'Auriac, Joan Esteve, Joan Miralhas e Raimon Gaucelm.
Tutti nativi o cittadini di Béziers e membri della classe media urbana e non cortigianesca.
Miralhas era forse un vasaio e Bernart un mayestre, insegnante.
Tutti costoro era sostenitori del re Luigi IX e dell'aristocrazia francese contro la nativa nobiltà occitana, e vengono descritti come gallicizzati.
R. Gaucelm sostiene l'ottava crociata e scrive inoltre un planh, unico nel suo genere, per un cittadino di Béziers.
Sia J. Esteve che Bernart compongono a sostegno del francese nella crociata aragonese.
Béziers è uno splendido esempio della trasformazione dell'Occitania dopo i postumi della crociata albigese, ma rappresenta anche la capacità dei trovatori di sopravvivere ad essa.
Alcuni poeti sono rappresentativi di questa "scuola" sono Bernart d'Auriac, Joan Esteve, Joan Miralhas e Raimon Gaucelm.
Tutti nativi o cittadini di Béziers e membri della classe media urbana e non cortigianesca.
Miralhas era forse un vasaio e Bernart un mayestre, insegnante.
Tutti costoro era sostenitori del re Luigi IX e dell'aristocrazia francese contro la nativa nobiltà occitana, e vengono descritti come gallicizzati.
R. Gaucelm sostiene l'ottava crociata e scrive inoltre un planh, unico nel suo genere, per un cittadino di Béziers.
Sia J. Esteve che Bernart compongono a sostegno del francese nella crociata aragonese.
Béziers è uno splendido esempio della trasformazione dell'Occitania dopo i postumi della crociata albigese, ma rappresenta anche la capacità dei trovatori di sopravvivere ad essa.
I trovatori, se non altro, dopo il consolidamento del loro stile, seguiranno di solito un certo insieme di "regole", come per es. le leys d'amors.
Inizialmente tutti i componimenti trobadorici venivano chiamati semplicemente "vers", nome che presto verrà riservato soltanto alle canzoni d'amore e successivamente rimpiazzato dal termine "canzone", sebbene il vers continuerà a vivere come antica espressione dei primi componimenti trobadorici e impiegato inoltre con un significato più tecnico dall'ultima generazione di trovatori (metà del XIV secolo), quando si pensava derivasse dalla parola latina "verus", 'vero', e perciò utilizzato per descrivere composizioni didattiche o a scopo moralistico.
I primi trovatori svilupperanno molti generi che prolifereranno solo allorquando le regole di composizione verranno ad essere messe per iscritto.
I generi più conosciuti -- dall'A alla Z -- sono:
-- alba, canzone del mattino, canzone di un amante all'approssimarsi dell'alba, spesso con l'inclusione della guardiana che avvisa allorquando pericolosamente il marito geloso della signora viene intravisto nelle vicinanze.
-- arlabecca, canzone definita dal metro poetico ma forse una volta relazionata alla ribe.
-- canzone, il genere più usato, originariamente vers, oltre che chanso o canço: cinque o sei stanze con un invio, costruite sulle stesse rime, con una struttura che richiama quella degli inni
-- cobla esparsa, un componimento costituito di una singola stanza.
-- comiat, una canzone di rinuncia di un amante.
-- canzone di crociata, canzone riguardante le crociate, di solito per incoraggiarle.
-- dansa o balada, una vivace canzone da ballo con ritornello
-- descort, canzone fortemente discordante nella forma strofica e/o nel sentimento.
-- desdansa, danza dedicata a occasioni tristi
-- ensenhamen, lungo poema didattico, di solito non diviso in stanze, che insegna impartisce una lezione morale o pratica
-- enuig, poesia che esprime indignazione o sentimenti offensivi
-- escondig, giustificazione dell'amante
-- estampida, o ductia, canzone da ballo.
-- gap, canzone vanagloriosa, di frequente presentata come una sfida, spesso simile ai moderni inni sportivi,
-- maldit, canzone che si duole del comportamento e del carattere di una signora
-- partimen, uno scambio poetico tra due o più poeti, dove uno presenta un dilemma a un altro e questi risponde a tema.
-- pastorela, dialogo fittizio fra il cavaliere e una pastorella che ne respinge o ne accetta le proposte d'amore ("Where are you going to, my pretty maid?")
-- planh, amento o canto funebre, in special modo in lode di una qualche figura importante
-- plazer, poesia che esprime piacere
-- salut d'amor, lettera d'amore indirizzata all'altro, non sempre il suo amante
-- serena, canzone di un amante che aspetta impazientemente la sera per coronare il suo sogno amore.
-- sestina, forma strofica estremamente strutturata.
-- sirventes, una componimento politico o satira o morale, originariamente messo in bocca a un soldato pagato o sirvens.
-- sonetto, genere italiano importato nella poesia occitana nel XIII secolo
-- tenso, dibattito poetico su questioni d'amore ma anche di politica, di morale, tra due poeti o anche immaginario
-- torneyamen, dibattito poetico fra tre o più persone, spesso con un giudice, come nel torneo.
-- viadeyra, lagnanza del viaggiatore
-- virelai.
Inizialmente tutti i componimenti trobadorici venivano chiamati semplicemente "vers", nome che presto verrà riservato soltanto alle canzoni d'amore e successivamente rimpiazzato dal termine "canzone", sebbene il vers continuerà a vivere come antica espressione dei primi componimenti trobadorici e impiegato inoltre con un significato più tecnico dall'ultima generazione di trovatori (metà del XIV secolo), quando si pensava derivasse dalla parola latina "verus", 'vero', e perciò utilizzato per descrivere composizioni didattiche o a scopo moralistico.
I primi trovatori svilupperanno molti generi che prolifereranno solo allorquando le regole di composizione verranno ad essere messe per iscritto.
I generi più conosciuti -- dall'A alla Z -- sono:
-- alba, canzone del mattino, canzone di un amante all'approssimarsi dell'alba, spesso con l'inclusione della guardiana che avvisa allorquando pericolosamente il marito geloso della signora viene intravisto nelle vicinanze.
-- arlabecca, canzone definita dal metro poetico ma forse una volta relazionata alla ribe.
-- canzone, il genere più usato, originariamente vers, oltre che chanso o canço: cinque o sei stanze con un invio, costruite sulle stesse rime, con una struttura che richiama quella degli inni
-- cobla esparsa, un componimento costituito di una singola stanza.
-- comiat, una canzone di rinuncia di un amante.
-- canzone di crociata, canzone riguardante le crociate, di solito per incoraggiarle.
-- dansa o balada, una vivace canzone da ballo con ritornello
-- descort, canzone fortemente discordante nella forma strofica e/o nel sentimento.
-- desdansa, danza dedicata a occasioni tristi
-- ensenhamen, lungo poema didattico, di solito non diviso in stanze, che insegna impartisce una lezione morale o pratica
-- enuig, poesia che esprime indignazione o sentimenti offensivi
-- escondig, giustificazione dell'amante
-- estampida, o ductia, canzone da ballo.
-- gap, canzone vanagloriosa, di frequente presentata come una sfida, spesso simile ai moderni inni sportivi,
-- maldit, canzone che si duole del comportamento e del carattere di una signora
-- partimen, uno scambio poetico tra due o più poeti, dove uno presenta un dilemma a un altro e questi risponde a tema.
-- pastorela, dialogo fittizio fra il cavaliere e una pastorella che ne respinge o ne accetta le proposte d'amore ("Where are you going to, my pretty maid?")
-- planh, amento o canto funebre, in special modo in lode di una qualche figura importante
-- plazer, poesia che esprime piacere
-- salut d'amor, lettera d'amore indirizzata all'altro, non sempre il suo amante
-- serena, canzone di un amante che aspetta impazientemente la sera per coronare il suo sogno amore.
-- sestina, forma strofica estremamente strutturata.
-- sirventes, una componimento politico o satira o morale, originariamente messo in bocca a un soldato pagato o sirvens.
-- sonetto, genere italiano importato nella poesia occitana nel XIII secolo
-- tenso, dibattito poetico su questioni d'amore ma anche di politica, di morale, tra due poeti o anche immaginario
-- torneyamen, dibattito poetico fra tre o più persone, spesso con un giudice, come nel torneo.
-- viadeyra, lagnanza del viaggiatore
-- virelai.
Tutti questi generi erano altamente mutevoli.
Un incrocio tra un sirventes e una canso diventava un meg-sirventes (mezzo-sirventes).
Una tenso poteva essere inventata, ovvero composta, da un singolo poeta.
Un'alba o canso poteva essere scritta avendo in mente un significato religioso, dedicata a Dio o alla Vergine; e un sirventes poteva essere nientemeno che un attacco (satira) politico.
Il maldit e il comiat erano spesso messi in connessione dando luogo al maldit-comiat, usati possibilmente per attaccare e rinnegare una figura diversa dalla signora o dall'amante, come per es. un ufficiale al comando, quando venivano combinati, in un certo senso, con il sirventes.
Un incrocio tra un sirventes e una canso diventava un meg-sirventes (mezzo-sirventes).
Una tenso poteva essere inventata, ovvero composta, da un singolo poeta.
Un'alba o canso poteva essere scritta avendo in mente un significato religioso, dedicata a Dio o alla Vergine; e un sirventes poteva essere nientemeno che un attacco (satira) politico.
Il maldit e il comiat erano spesso messi in connessione dando luogo al maldit-comiat, usati possibilmente per attaccare e rinnegare una figura diversa dalla signora o dall'amante, come per es. un ufficiale al comando, quando venivano combinati, in un certo senso, con il sirventes.
Peire Bremon Ricas Novas usa il termine "mezza canzone" e Cerverí de Girona usa una frase simile, miga canço, entrambi riferiti a una breve canzone e non a una mescolanza di generi come supposto talvolta.
La mig (o meig) di Cerverí', vers e miga canço, è un vers nel nuovo senso, una canzone moralizzatrice, che è inoltre altamente critica e perciò combina la canso e il sirventes.
Tra gli oltre un centinaio di lavori di Cerverí de Girona, si trovano molte canzoni con etichette uniche, le quali possono corrispondere più a "titoli" che a "generi", ma ciò è discutibile: peguesca (nonsense),espingadura (canzone per zufolo), libel (petizione legale), esdemessa (balzo), somni (sogno), acuyndamen (sfida), desirança (nostalgia), aniversari (anniversario), serena (serena).
La mig (o meig) di Cerverí', vers e miga canço, è un vers nel nuovo senso, una canzone moralizzatrice, che è inoltre altamente critica e perciò combina la canso e il sirventes.
Tra gli oltre un centinaio di lavori di Cerverí de Girona, si trovano molte canzoni con etichette uniche, le quali possono corrispondere più a "titoli" che a "generi", ma ciò è discutibile: peguesca (nonsense),espingadura (canzone per zufolo), libel (petizione legale), esdemessa (balzo), somni (sogno), acuyndamen (sfida), desirança (nostalgia), aniversari (anniversario), serena (serena).
La maggior parte delle canzoni di crociata vengono classificate come cansos o sirventes, ma talvolta separatamente.
Alcuni stili diventano popolari in altre lingue e in altre tradizioni letterarie o musicali.
In francese, l'alba diventa aubade, la pastorela pastourelle e il partimen jeu parti.
La sestina diventa popolare nella letteratura italiana.
I trovatori non erano contrari ai prestiti.
Il planh si sviluppa dal latino planctus e il sonetto viene rubato alla scuola siciliana.
Stranamente, la bassa dansa veniva per la prima volta menzionata nella tradizione trobadorica ma soltanto in quanto eseguita da joglars.
Alcuni stili diventano popolari in altre lingue e in altre tradizioni letterarie o musicali.
In francese, l'alba diventa aubade, la pastorela pastourelle e il partimen jeu parti.
La sestina diventa popolare nella letteratura italiana.
I trovatori non erano contrari ai prestiti.
Il planh si sviluppa dal latino planctus e il sonetto viene rubato alla scuola siciliana.
Stranamente, la bassa dansa veniva per la prima volta menzionata nella tradizione trobadorica ma soltanto in quanto eseguita da joglars.
I trovatori, oltre a comporle, eseguivano anche le loro canzoni, mentre i joglars (esecutori) e cantaires (cantanti) eseguivano soltanto le canzoni dei trovatori, potendo attingere ai canzonieri, molti dei quali sono arrivati a noi, o possibilmente da altri più rudimentali (e provvisori), nessuno dei quali è sopravvissuto, ammesso che fossero mai esistiti.
Alcuni trovatori, come A. de Maruelh, avevano i loro propri joglars, specializzati nel cantare le loro composizioni.
Il joglar et cantaire di Arnaut era Pistoleta, probabilmente sia cantante che messaggero, il quale portava le canzoni d'amore di Arnaut alla signora di questi.
Il messaggero era un luogo comune nella poesia trobadorica, e molte canzoni fanno riferimento a un messaggero che consegna le composizioni al suo destinatario.
Un trovatore spesso stava con un suo proprio mecenate nobile intrattenendo la corte con le sue canzoni, le quali potevano essere usate qui non solo come intrattenimento, ma anche come propaganda, elogiando il suo benefattore, biasimando i suoi nemici, incoraggiando le sue guerre, insegnando l'etica e l'etichetta, e mantenendo l'unità religiosa.
La corte non era il solo luogo in cui si esibiva il trovatore.
Secondo la vida del Monaco di Montaudon, egli ricevette uno sparviero, un pregiato uccello da caccia, per la sua poesia, dalla cour du Puy, una sorta di società poetica associata alla corte di Alfonso II di Aragona.
Le competizioni più famose si sono svolte al crepuscolo dell'epoca dei trovatori, nel XIV e XV secolo.
I jocs florals organizzati dal Consistori del Gay Saber a Tolosa, da Pietro IV d'Aragona a Lérida, e il Consistori de la Gaya Sciència a Barcellona ricompensavano con omaggi floreali la migliore poesia, secondo le varie categorie, giudicata in base alla sua aderenza a un codice chiamato Leys d'amors.
Secondo la vida del Monaco di Montaudon, egli ricevette uno sparviero, un pregiato uccello da caccia, per la sua poesia, dalla cour du Puy, una sorta di società poetica associata alla corte di Alfonso II di Aragona.
Le competizioni più famose si sono svolte al crepuscolo dell'epoca dei trovatori, nel XIV e XV secolo.
I jocs florals organizzati dal Consistori del Gay Saber a Tolosa, da Pietro IV d'Aragona a Lérida, e il Consistori de la Gaya Sciència a Barcellona ricompensavano con omaggi floreali la migliore poesia, secondo le varie categorie, giudicata in base alla sua aderenza a un codice chiamato Leys d'amors.
Le canzoni trovadoriche sono tuttora, sebbene raramente, eseguite e registrate.
Le canzoni trobadoriche erano di solito monofoniche.
Meno di 300 melodie su 2500 stimate si sono conservate, la maggior delle quali composte dai trovatori stessi.
Alcune furono adattate a brani musicali preesistenti. Raimbaut de Vaqueyras scrisse la sua Calenda di Maggio con musica composta dai joglars del Monferrato.
A cominciare dall'inizio del XIII secolo, l'estensione della poesia occitana richiedeva grammatiche e dizionari, specialmente per chi non fosse di lingua madre occitana, come i trovatori catalani e italiani e loro imitatori.
La produzione di tali opere aumenta soltanto con l'accademizzazione della lirica trobadorica nel XIV secolo.
La produzione di tali opere aumenta soltanto con l'accademizzazione della lirica trobadorica nel XIV secolo.
Razos de trobar | Spiegazione sulla composizione | R. Vidal |
manuale in prosa per la composizione poetica che difende la superiorità dell'occitano rispetto agli altri dialetti volgari, dizionario occitano–italiano. | |
Donato provenzale | U.Faidit | imitazione occitana del grammatico latino Elio Donato. Un rimario e dizionario latino–occitano dedicato agli italiani. | ||
Doctrina de compondre dictats | Dottrinale per la comprensione dei generi | R. Vidal | catalogo e spiegazione dei diversi generi poetici, in special modo delle razos e potrebbe essere la sezione conclusiva delle Regles di Jaufre de Foixa. | |
Breviario dell'amore | M. Ermengau |
enciclopedia a carattere religioso, la cui ultima sezione, Perilhos tractatz d'amor de donas, seguon qu'en han tractat li antic trobador en lurs cansos, è una grammatica occitana. | ||
Doctrina d'acort | Dottrinale della concordanza | Terramagnino da Pisa | Sardegna | adattamento poetico condensato delle razos, scarsamente conservate nei manoscritti. |
Regles de trobar | Regole per la composizione | Jaufre de Foixa | Sicilia |
esempi di componimentio trobadorici, volti ad accrescere le Razos de trobar. |
Mirall de trobar | Specchio della composizione | Berenguer d'Anoia |
Tratta principalmente retorica ed errori, con esempi di composizioni trobadoriche. | |
Cançoneret de Ripoll | Piccolo Canzoniere di Ripoll | Cerdagna | canzoniere che contiene un sola grammatica, comprensiva di un catalogo di generi poetici, ampliato dalla Doctrina de compondre dictats e dalle Leys d'amors. | |
Leggi d'amore | Guilhem Molinier | Tolosa | regole in prosa che governano il Consistori del Gay Saber e il Consistori de Barcelona. | |
Leggi d'amore | Tolosa | adattamento poetico delle Leys in prosa. | ||
Leggi d'amore | Joan de Castellnou | Tolosa | versione in prosa, finale, ampliata, delle precedenti Leys. | |
Doctrinal de trobar | Dottrinale per la composizione | Raimon de Cornet | identico nella struttura alle Leys di Guilhem Molinier. | |
Glossario | Joan de Castellnou | commentario sul Doctrinal de trobar. | ||
Compendio | Joan de Castellnou | catalogo di tutti i "vizi" che si possono commettere trasgredendo le Leys ecc. | ||
Libro delle concordanze o Dizionario di rime | Jaume March II | rimario occitano per catalani. | ||
Torcimany | "Traduzione" | Luys d'Averçó | Un rimario e dizionario catalano–occitano. |
Si sono conservati quasi 2600 componimenti o frammenti di circa 450 trovatori identificabili, in massima parte in libri di canzoni detti canzonieri, fatti per mecenati facoltosi.
Alle canzoni trobadoriche, come per quasi tutte le poesie, in effetti, si fa riferimento generalmente utilizzando gli "incipit", vale a dire il verso iniziale.
Se questo è lungo, o è già stato menzionato, si può per convenzione usare un'abbreviazione dell'incipit.
Alcune canzoni trobadoriche sono note con dei nomi che derivano di solito dall'argomento trattato, come per es., "D'un sirventes far" di Guilhem Figueira che comunemente viene chiamato "Sirventes contra Roma".
Quando uno scrittore vuole evitare l'uso dell'occitano non chiosato, l'"incipit" della canzone può essere invece fornito nella traduzione, oppure può essere anche inventato un titolo che rifletta il tema dell'opera.
Specialmente nelle traduzioni destinate al grande pubblico, come quelle di Ezra Pound, i titolo in inglese sono in genere inventati dal curatore.
Ci sono esempi, tuttavia, di canzoni trobadoriche fornite di titoli occitani nei manoscritti, come un'anonima pastorela che inizia "Mentre per una ribeira", intitolata Porquieira.
Se questo è lungo, o è già stato menzionato, si può per convenzione usare un'abbreviazione dell'incipit.
Alcune canzoni trobadoriche sono note con dei nomi che derivano di solito dall'argomento trattato, come per es., "D'un sirventes far" di Guilhem Figueira che comunemente viene chiamato "Sirventes contra Roma".
Quando uno scrittore vuole evitare l'uso dell'occitano non chiosato, l'"incipit" della canzone può essere invece fornito nella traduzione, oppure può essere anche inventato un titolo che rifletta il tema dell'opera.
Specialmente nelle traduzioni destinate al grande pubblico, come quelle di Ezra Pound, i titolo in inglese sono in genere inventati dal curatore.
Ci sono esempi, tuttavia, di canzoni trobadoriche fornite di titoli occitani nei manoscritti, come un'anonima pastorela che inizia "Mentre per una ribeira", intitolata Porquieira.
Tavola dei canzonieri in pergamena
Nella Francia settentrionale abbiamo i trovieri che compongono in lingua d'oïl, la cui cultura s'interseca con quella occitana dei trovatori.
La personalità più importante di questo movimento culturale è senz'altro Chrétien de Troyes.
Anche in Italia l'influsso della cultura occitana fu decisivo.
Tra i seguaci della poesia trobadorica, scritta in lingua occitana troviamo i nomi di Alberico da Romano, Dante da Maiano, Lanfranco Cigala, Percivalle Doria, Rambertino Buvalelli, Sordello da Goito e tanti altri.
La lirica occitana influenza fortemente la scuola siciliana e quella toscana che utilizzano ormai il volgare dei dialetti italiani, rispettivamente il siciliano e il toscano, e il poeta per antonomasia Dante, che nel canto XXVI del Purgatorio metterà in bocca del suo tanto ammirato Arnaut Daniel versi nostalgici declamati in lingua occitana.
tan m'abellis vostre cortes deman/qu'ieu no me puesc ni voill a vos cobrire/Ieu sui Arnaut, que plor e vau cantan/consiros vei la passada folor/e vei jausen lo joi qu'esper, denan/ara vos prec, per aquella valor/que vos guida al som de l'escalina/sovenha vos a temps de ma dolor.Inoltre, l'ispirazione dei poeti-cantori attingeva materia dalla tradizione in situ, mentre l'influsso occitano si presentava piuttosto attenuato. Anche se la maggior parte dei poeti, dei quali si possiedono riferimenti, provenivano dalla Galizia e dal Portogallo settentrionale, la lingua galiziano-portoghese [della poesia lirica] venne coltivata comunque da una moltitudine di poeti di altri luoghi della penisola iberica (l'esempio più notevole è rappresentato da Alfonso X il Saggio, autore delle Cantigas de Santa María, ugualmente in galiziano-portoghese), arrivando ad essere una lingua fondamentale nella lirica colta della Castiglia dei secoli XIII e XIV.
L'intenzione di proseguire nel solco della tradizione trobadorica, dopo la diaspora culturale occitana successiva alla crociata albigese, si deve all'istituzione del Consistori del Gay Saber di Tolosa e al suo, in effetti nient'altro che clone, Consistori de Barcelona.
Questi non fanno altro che regolamentare con norme (poetiche, stilistiche, morali, religiose) abbastanza rigide la lirica e gli stilemi di quel glorioso passato che fu la poesia trobadorica. In effetti, sebbene formalmente regolamentato e ispirato a quel periodo aureo, ai nuovi poeti partecipanti negli agoni poetici allestiti annualmente dal Consistori (i cosiddetti Jocs florals) veniva proibito di cantare l'amor cortese adulterino dei bei tempi andati, travisandone, in questo modo, lo spirito, oltre al fatto che la situazione socio-culturale e politica, che alimentava il fuoco dell'arte occitana del XII-XIII secolo, era profondamente mutata.
Nella penisola iberica, la tradizione dei trovatori sembra rifiorire nel XX secolo con la corrente culturale cosiddetta del neotrobadorismo, un'avanguardia poetica sorta intorno al 1930, subito dopo la divulgazione in Galizia della lirica medievale galiziano-portoghese, tramite l'edizione commentata di J. Joaquin Nunes.
La cultura trobadorica da cui attinge questo movimento, ovviamente, non è quella occitanica, ma dei trovatori galiziano-portoghese.
Il neotrobadorismo continuerà nel dopoguerra fino ai nostri giorni.
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Note:
Il termine francese "troubadour" proviene dall'antico francese dalla parola occitana "trobador", il caso obliquo del nominativo "trobaire", un sostantivo del verbo "trobar", derivato dall'ipotetico tardo latino "tropāre", a sua volta da "tropus", che significa "tropo", dal greco τρόπος, vale a dire "cambiamento, maniera".
Un'altra possibile radice latina è turbare, capovolgere o rovesciare.
"Trobar" è imparentato con il verbo trouver delmoderno francese, che significa "trovare".
Allorché il trouver francese diventa trouvère, la forma nominativa, invece dell'obliquo trouveor otrouveur, la lingua francese adotta il caso obliquo occitano e da qui entra nell'inglese.
Il senso generale di "trobar" in occitano è "inventare" o "comporre" e questo è come viene comunemente tradotto. (In latino il verboinvenire significava precisamente "trovare").
Un trovatore o troubadour perciò compone i suoi lavori, laddove un joglar (giullare o menestrello) esegue e interpreta i componimenti altrui.
Questa etimologia è sostenuta dal dizionario francese dell'Académie Française, dal Larousse e dal Petit Robert. Non sorprende che l'ipotesi greco → latino → occitano → francese → inglese sia stata ampiamente sostenuta da coloro che cercano le origini della poesia trobadorica nelle forme del latino classico o nelle liturgie latine medievali, come Peter Dronke e Reto Bezzola.
C'è una seconda teoria, meno tradizionale e meno popolare, in merito all'etimologia della parola trobar, sostenuta da alcuni, come María Rosa Menocal, che cerca le origini dei trovatori nelle pratiche musicali arabe andaluse. Secondo costoro, la parola araba tarab, "suonare", è la radice ditrobar.
Alcuni proponenti di questa teoria argomentano, per ragioni culturali, che entrambe le etimologie possano essere corrette, e che possa esserci stato un consapevole sfruttamento poetico della coincidenza fonologica tratrobar e la radice trilettere araba TRB, nel momento in cui le forme musicale sacre islamiche dei Sufi con il tema amoroso venivano per la prima volta esportate da al-Andalus verso la Francia meridionale.
È stato anche messo in rilievo che i concetti di "trovare", "musica", "amore", e "ardore" — il preciso campo semantico assegnato alla parola troubadour — sono affini in arabo sotto una singola radice (WJD) che svolge un ruolo maggiore nelle discussioni sufiche di musica, e che la parola troubadourpossa in parte riflettere questo. Centre National de Ressources Textuelles et Lexicales - Troubadour.Jean de Nostre Dame, Vies des anciens poetes provençaux, in Gdf. Compl. Come dal Romanische Etymologien II Wien, 1e poi più volte ribadito in ZrPh XXVI XXVII, XXXI 1907:5-8).
Si vedano a proposito le diverse accezioni nelle voci Tropo (dominioretorico) e Trope, di area più prettamente musicale. Roger Boase, The Origins and Meaning of Courtly Love , Manchester, Manchester University press, The Origins and Meaning of Courtly Love. M. Guettat, La Musique classique du Maghreb (Paris: Sindbad). J. B. Trend, Music of Spanish History to 1600, New York, Krause Reprint Corp., Grove, "Troubadour". Gerald A. Bond, Origins, F.R.P. Akehurst and Judith Davis, G. A. Bond, Origins.
Molti trovatori vennero in larga misura coinvolti nella crociata contro i catari della Linguadoca, in quanto i loro nobili protettori erano catari, o almeno simpatizzavano per loro. Dopo questo periodo di splendore culturale inizia il declino, spesso attribuito alla Crociata albigese e all'Inquisizione che ne seguì.
Warren, 4. Warren, 7. Menocal, 47. Troubadour, Observatoire de terminologie littéraire, Università di Limoges, Francia. G. A. Bond, Origins, op. cit., p. 244. Menocal, 46. Silverstein, 118. Peter Dronke, The Medieval Lyric, Perennial Library, Errore nell'uso delle note: Tag
non valido; il nome "Dronke" è stato definito più volte con contenuti diversi
Traduzione in inglese basata su Marjorie Chibnall, in Bond, Paden, Paden. Bertran de Born fa capire chiaramente che i joglars erano di solito esecutori e non compositori, che cantavano le canzoni dei trovatori, cantando, suonando strumenti, danzando e facendo inoltre acrobazie.
Il riferimento più antico alla basse danse proviene da Raimon de Cornet, il quale l'attribuisce ai joglars della metà del XIV secolo. "Troubadours, trouvères".
Judith Tick. "Women in music, 500–1500", Grove Music Online.
Bruckner 199, Bruckner, Matilda Tomaryn; et al. Songs of the Women Troubadours, xii. Bruckner, Matilda Tomaryn; et al. Songs of the Women Troubadours, xxxix.
Earnshaw, Doris. The Female Voice in Medieval Romance Lyric. Bruckner, Matilda Tomaryn; et al. Songs of the Women Troubadours, xv.
Le trovatore, poetesse dell'amore cortese Maririì Martinengo.
Femmes entre elles. Filles et épouses languedociennes (XIe et XIIe siècles) Claudie Duhamel-Amado, Bruxelles 1992. William W. Kibler, Medieval France: An Encyclopedia, 1995. Paden. Stephens. Bruckner 1995, xxxiii. Dronke. Rieger, Angelica. Was Bieris de Romans Lesbian?, Women's Relations with Each Other in the World of the Troubadours: The Voice of the Trobairitz. Francesco De Caria, Donatella Taverna, Dame, draghi e cavalieri: Medioevo al femminile : atti del Convegno internazionale : Casale Monferrato, Salone S. Bartolomeo.« Eleonora d'Aquitania (come più tardi Bianca di Castiglia, sua nuora) fu anche trobairitz e cercò di introdurre il movimento trovadorico anche in Inghilterra, ma con poco successo, data l'importanza nella vita quotidiana dei cantori e cantatrici » Trobar, Trobairitz, tempest solutions . Mariateresa Fumagalli, Beonio Brocchieri, Pensare il Medioevo, Mondadori Università, « I versi di Costanza sono pieni di riferimenti al mondo classico e ricchi di virtuosismi: Orazio e le sue eroine sono il modello »Patricia Adkins Chiti, Donne in musica, Armando,Eleonora di Aquitania fu regina di Francia ed Inghilterra ed anche trobairitz dimostrò grande talento musicale. Simon Gaunt, Sarah Kay, The Troubadours: An Introduction, Courtly Love, Middle AgesCourly Love and the origins of romance, Wsu A History of Women: Silences of the Middle Ages, The Art of Courtly Love by Andreas CapellanusHenri-Irénée Marrou, I trovatori.Le forme poetico-musicali, secondo il musicologo Friedrich Gennrich, si possono sintetizzare in: tipo litania: ripetizione di una stessa cellula melodica, con possibile alternanza tra solo e coro AAA; tipo lai-sequenza: ogni frase viene ripetuta due volte -- AA BB CC -- tipo inno: strofe aventi la stessa melodia e la stessa metrica; tipo rondeau: il ritornello corale si contrappone a una o più strofe solistiche. Si usò anche qualche canso-sirventes o sirventes-canso. Bertran de Bornusava il termine miei sirventes. Frank M. Chambers, An Introduction to Old Provençal Versification, (Darby, PA: Diane Publishing, The Grove Concise Dictionary of Music curato da Stanley Sadie. Macmillan Press Ltd., Londra. Talvolta Doctrina de cort: "Dottrinale di corte". Talvolta Vers e regles de trobar: "Componimenti e regole della composizione". Fully Las flors del Gay Saber, estiers dichas las leys d'amors: "I fiori della Gaia Scienza, detti leggi dell'amore".Ovvero, Compendi de la conexença dels vicis que.s podon esdevenir en las dictats del Gay Saber: "Compendiio della conoscenza dei vizi che possono essere espressi nella Gaia Scienza".Cantigas de amigo e Cantigas de amor (1932) dei trovadores galiziano-portoghesi.
Bibliografia:
- Akehurst, F. R. P., and Davis, Judith M., A Handbook of the Troubadours. Berkeley: University of California Press.
- Aubrey, E. References to Music in Old Occitan Literature. Acta Musicologica, 61.
- Boase, R. The Origin and Meaning of Courtly Love: A Critical Study of European Scholarship. Manchester: Manchester University Press.
- Chaytor, H. The Troubadours. Cambridge: Cambridge University Press.
- Gaunt, S., and Kay, S. The Troubadours: An Introduction. Cambridge: Cambridge University Press.
- Jones, W. The Jongleur Troubadours of Provence." PMLA, 46.
- Menocal, M. Close Encounters in Medieval Provence: The Birth of Troubadour Poetry." Hispanic Review, 49, Williams Memorial Issue.
- Paden, W. Troubadours and History, The World of Eleanor of Aquitaine: Literature and Society in Southern France between the Eleventh and Twelfth Centuries, edd. Marcus Bull and Catherine Léglu. Woodbridge: Boydell Press. ISBN 1-84383-114-7
- Riquer, Martín de. Los trovadores: historia literaria y textos. 3 vol. Barcelona: Planeta.
- Silverstein, T. Andreas, Plato, and the Arabs: Remarks on Some Recent Accounts of Courtly Love." Modern Philology, 47:2 (November), pp. 117–126.
- Warren, F. The Troubadour Canso and Latin Lyric Poetry." Modern Philology, 9:4 (April), pp. 469–487.
Voci correlate: Il trovatore di Giuseppe Verdi, Lingua occitana, Poesia trobadorica, Ménéstrandise, Troviero, Lista di trovatori, Lista di trovatori galiziano-portoghesi, Il cipresso di San Bartolomeo, Novas, Aetas ovidiana
- Lirica Medievale Romanza
- Literary Encyclopedia: Troubadour.
- Said I. Abdelwahed. Troubadour Poetry: An Intercultural Experience.
- Banca dati di tutti i trovatori e concordanza lessicale a cura di Rocco Distilo (Messina, 1999)., letteraturaeuropea.let.uniroma1.it.
- Trovatore, in Tesauro del Nuovo soggettario, BNCF, marzo 2013.
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