Le valli occitane (in occitano "valadas occitanas") sono una serie di vallate dove vi sono parlate autoctone di ceppo alpino, ascritte dunque al gruppo linguistico occitano.
La descrizione di tali valli è duplice.
Quella risultata dalla legge 482 del 1999 è basata sulle auto-dichiarazioni dei consigli comunali, mentre dalle fonti scientifiche emerge un quadro ben diverso frutto di ricerche linguistiche sul campo dall'Ottocento al Novecento.
Secondo le statistiche, l'alpinoè oggi conosciuto dal 49,4% della popolazione delle valli, così come definite dalla legge 482/99.
Tale numero è risultato da un sondaggio telefonico in italiano, quindi non è stato misurato l'effettivo livello di competenza linguistica alpina.
Tutti i valligiani conoscono comunque l'Italiano.
Quella risultata dalla legge 482 del 1999 è basata sulle auto-dichiarazioni dei consigli comunali, mentre dalle fonti scientifiche emerge un quadro ben diverso frutto di ricerche linguistiche sul campo dall'Ottocento al Novecento.
Secondo le statistiche, l'alpinoè oggi conosciuto dal 49,4% della popolazione delle valli, così come definite dalla legge 482/99.
Tale numero è risultato da un sondaggio telefonico in italiano, quindi non è stato misurato l'effettivo livello di competenza linguistica alpina.
Tutti i valligiani conoscono comunque l'Italiano.
Le valli occitane descrivono fin dal nome un territorio dall'orografia complessa.
Si trovano sul versante orientale delle Alpi, formato da numerose vallate parallele intervallate da catene montuose che si sviluppano con andamento E-O.
Se la comunicazione diretta tra le singole valli è difficoltosa, le stesse sono facilmente accessibili dalla Pianura Padana.
Grazie al Colle della Maddalena e al Colle del Monginevro, che comunicano con il versante ovest delle Alpi, gli abitanti delle alte valli hanno a lungo mantenuto contatti ultramontani, sia in termini di relazioni economiche, sia sociali e linguistiche.
Si trovano sul versante orientale delle Alpi, formato da numerose vallate parallele intervallate da catene montuose che si sviluppano con andamento E-O.
Se la comunicazione diretta tra le singole valli è difficoltosa, le stesse sono facilmente accessibili dalla Pianura Padana.
Grazie al Colle della Maddalena e al Colle del Monginevro, che comunicano con il versante ovest delle Alpi, gli abitanti delle alte valli hanno a lungo mantenuto contatti ultramontani, sia in termini di relazioni economiche, sia sociali e linguistiche.
Posto che in tutti i comuni che si dichiarano occitani la lingua piemontese, non tutelata dalla legge 482/99, è compresente, e anzi detiene sempre un numero di parlanti più numeroso, con una media del 65% e picchi del 91% a seconda del comune, resta da capire in quali comuni i patois provenzali siano realmente vivi ed autoctoni.
Questi studi scientifici segnalavano inoltre come in alcune località il "patois" fosse estremamente debilitato, a causa del declino delle comunità di alta montagna che lo tenevano vivo.
La legge prevedeva che venissero incluse nel programma di tutela quelle circoscrizioni amministrative in cui la minoranza fosse stanziata storicamente (escludendo quindi le minoranze linguistiche originate da movimenti migratori recenti).
L'individuazione dei territorio era deliberata dai consigli provinciali, sentiti i comuni interessati, su richiesta di almeno il 15% degli iscritti alle liste elettorali del comune o di un terzo dei consiglieri comunali o ancora, con un pronunciamento favorevole della popolazione residente nel comune, consultata mediante referendum.
Si dovevano quindi unire due elementi nel riconoscimento: il radicamento storico della lingua minoritaria nel territorio e la volontà da parte della popolazione locale o dei suoi rappresentanti.
L'individuazione dei territorio era deliberata dai consigli provinciali, sentiti i comuni interessati, su richiesta di almeno il 15% degli iscritti alle liste elettorali del comune o di un terzo dei consiglieri comunali o ancora, con un pronunciamento favorevole della popolazione residente nel comune, consultata mediante referendum.
Si dovevano quindi unire due elementi nel riconoscimento: il radicamento storico della lingua minoritaria nel territorio e la volontà da parte della popolazione locale o dei suoi rappresentanti.
Di fatto per le valli occitane, così come sono risultate, sono stati i consigli comunali a deliberare la richiesta di riconoscimento e i consigli provinciali hanno accolto tutte le richieste.
Si noti che la popolazione residente nei comuni denominati alpina, così come tutti quelli citati nella legge 482/99, non conosce necessariamente, né è tenuta ad apprendere la lingua minoritaria.
Con l'approvazione della legge, è emerso subito, in particolar modo tra i linguisti, una grossa contraddizione: dagli anni 70 del secolo scorso era stata condotta una capillare ricerca linguistica per individuare le aree in cui erano note e utilizzate le diverse parlate locali.
Molti comuni che sono stati riconosciuti come appartenenti a una minoranza linguistica in seguito alla legge del 1999 non risultavano tra quelli in cui tale lingua era utilizzata dalla popolazione alcuni decenni prima, quando, si presume, le parlate locali dovevano risultare più diffuse.
Il problema non riguarda solo le amfizone o «zone grigie» ove anche storicamente si potevano trovare frazioni di uno stesso comune in cui si usavano parlate diverse, ma anche comuni palesemente ed unicamente piemontofoni.
L'opinione degli studi precedenti è stata dichiarata «superata» da occitanisti.
Un numero di linguisti tra cui Werner Forner, Fiorenzo Toso e Tullio Telmon considerano del tutto arbitraria la denominazione di varietà occitane in riferimento alle parlate di alcune località montane prossime al Monte Saccarello (comune di Briga Alta e Ormea in provincia di Cuneo e comuni di Triora e Olivetta San Michele in provincia di Imperia)
Controparti del dibattito sono stati Franco Bronzat, occitanista, oltre che l'associazione culturale occitanista brigasca A Vastera, che sostengono con forza l'appartenenzaculturale alle comunità alpine, anche a prescindere dalle isoglosse linguistiche.
Un numero di linguisti tra cui Werner Forner, Fiorenzo Toso e Tullio Telmon considerano del tutto arbitraria la denominazione di varietà occitane in riferimento alle parlate di alcune località montane prossime al Monte Saccarello (comune di Briga Alta e Ormea in provincia di Cuneo e comuni di Triora e Olivetta San Michele in provincia di Imperia)
Controparti del dibattito sono stati Franco Bronzat, occitanista, oltre che l'associazione culturale occitanista brigasca A Vastera, che sostengono con forza l'appartenenzaculturale alle comunità alpine, anche a prescindere dalle isoglosse linguistiche.
Si tratta dei comuni che fuori da ogni dubbio hanno ospitato o ospitano tuttora una minoranza autoctona di persone che parlano provenzale accanto all'italiano e/o al piemontese.
Val d'Ols | Alta Val di Susa |
---|---|
Bardonescha | Bardonecchia |
Chesana | Cesana Torinese |
Chaumont | Chiomonte |
Las Clavieras | Claviere |
Exhilhas | Exilles |
Ols o Ors | Oulx |
Salbertrand | Salbertrand |
Lo grand Sauze | Sauze di Cesana |
Sausa d'Ols | Sauze d'Oulx |
Sestriera | Sestriere |
Val Cluson | Alta Val Chisone |
Fenestrellas | Fenestrelle |
Praamòl | Pramollo |
Prajalat | Pragelato |
Vialaret | Roure |
Usseaus | Usseaux |
Val San Martin Val Sopata | Val Germanasca |
Pomaret | Pomaretto |
Masèel | Massello |
Perrier | Perrero |
Praal | Prali |
Salça | Salza di Pinerolo |
Val Pèlis | Val Pellice |
Engruenha | Angrogna |
Buebi | Bobbio Pellice |
La Tor | Torre Pellice |
Lo Vialar | Villar Pellice |
Val Pò | Alta Valle Po |
Ostana | Ostana |
Val Varacha | Val Varaita |
Blins | Bellino |
Chastèldalfin | Casteldelfino |
Fraisse | Frassino |
Lo Mèl | Melle |
Pont e la Chanal | Pontechianale |
Sant Pèire | Sampeyre |
Valmala | Valmala |
Venascha | Venasca |
Val Maira | Val Maira |
Acelh | Acceglio |
Chanuelhas | Canosio |
Cèlas | Celle di Macra |
Elva | Elva |
L'Arma | Macra |
La Màrmol | Marmora |
Prats | Prazzo |
San Dumian | San Damiano Macra |
Estròp | Stroppo |
Val Grana | Valle Grana |
Chastèlmanh | Castelmagno |
Montrós | Monterosso Grana |
Pradievi | Pradleves |
Val d'Estura | Valle Stura |
Aison | Aisone |
L'Argentiera | Argentera |
Demont | Demonte |
Pèirapuerc | Pietraporzio |
La Ròca | Roccasparvera |
Sambuc | Sambuco |
Vinai | Vinadio |
Val Ges | Valle Gesso |
Entraigas | Entracque |
Roascha | Roaschia |
Vaudier | Valdieri |
Val Vermenanha | Val Vermenagna |
Limon | Limone Piemonte |
Robilant | Robilante |
Lou Vernant | Vernante |
In questi comuni, al netto dell'italiano, la lingua dominante oggi è il piemontese.
Nei paesi della Val Chisone in passato erano maggioritarie le comunità valdesi. Chisone, Pellice e Germanasca erano chiamate le "Valli Valdesi", e la parlata locale di ceppo provenzale era un tempo chiamata "lingua valdese", contrapposta a quella dei cattolici, che parlavano piemontese. La Bassa Val Chisone ha vissuto un poderoso sviluppo industriale in quando luogo nativo della famiglia Agnelli, e nel corso del Novecento il valdese è regredito dai comuni più trafficati. A Oncino e Crissolo il patois è scomparso in seguito a un drammatico spopolamento.
Nei paesi della Val Chisone in passato erano maggioritarie le comunità valdesi. Chisone, Pellice e Germanasca erano chiamate le "Valli Valdesi", e la parlata locale di ceppo provenzale era un tempo chiamata "lingua valdese", contrapposta a quella dei cattolici, che parlavano piemontese. La Bassa Val Chisone ha vissuto un poderoso sviluppo industriale in quando luogo nativo della famiglia Agnelli, e nel corso del Novecento il valdese è regredito dai comuni più trafficati. A Oncino e Crissolo il patois è scomparso in seguito a un drammatico spopolamento.
Val Cluson | Val Chisone |
---|---|
L'Envèrs de Pinascha | Inverso Pinasca |
Peirosa | Perosa Argentina |
Pinascha | Pinasca |
Prustin | Prarostino |
San Geman | San Germano Chisone |
Lis Vialars | Villar Perosa |
Val Po | Valle Po |
Criçòl | Crissolo |
Oncin | Oncino |
Si tratta dei paesi citati come "occitani" nella legge 482/99, o dall'agenzia per la tutela Chambra d'Oc, senza tuttavia un corpus di studi precedenti alla legislazione che supportassero tale denominazione. Sono quindi i paesi la cui parlata non è mai stata classificata in precedenza come occitana e nei quali non è mai stato riscontrato il radicamento della minoranza linguistica occitana. In questi casi la versione provenzale del toponimo talvolta non è presente, oppure si tratta di un esonimo utilizzato dai patoisants delle alte valli in riferimento ai centri di bassa valle, oppure si tratta della traslitterazione occitana del toponimo piemontese/ligure.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Istituto di Ricerche Economico Sociale del Piemonte (2007): Le lingue del Piemonte. (Collana di Ricerche, 113). accesso 11 giugno 2011.
- ^ Rapporto IRES 2005 a cura di Enrico Allasino Le lingue del Piemonte, diffusione e uso
- ^ Silvia Colosso e Tullio Telmon, Minoranza linguistiche galloromanze nelle Province di Torino e Cuneo, Schede inedite elaborate per l'ufficio Studi della Camera dei Deputati (ms in copia presso la biblioteca dell'ALI, Università di Torino), 1973
- ^ Salvi (1975)
- ^ Ballone (1980)
- ^ Freddi (1983)
- ^ Olmi (1986)
- ^ Ballone (1988)
- ^ Telmon (1992)
- ^ Bellinello (1996)
- ^ Toso (1996)
- ^ «Quem tu probe meministi» Studi e interventi in memoria di Gianrenzo P. Clivio, a cura di Albina Malerba, Ca dë Studi Piemontèis, Torino 2009, pagg.23-24
- ^ Fiorenzo Toso, L'occitanizzazione delle Alpi Liguri e il caso del brigasco: un episodio di glottofagia, da pag. 177 in «Quem tu probe meministi» Studi e interventi in memoria di Gianrenzo P. Clivio, a cura di Albina Malerba, Ca dë Studi Piemontèis, Torino 2009
- ^ Luisa Pla Lang, Occitano in Piemonte: riscoperta di un'identità culturale e linguistica?, pag. 70
- ^ a b c d e Fiorenzo Toso, Il brigasco e l'olivettese tra classificazione scientifica e manipolazioni politico-amministrative, in Intemelion. Cultura e territorio - Quaderno annuale di studi storici dell'Accademia di cultura intemelia, n. 14, anno 2008; consultabile online (PDF)
- ^ a b c d Domergue Sumien, La classificacion dei dialèctes occitans, in Lingüistica occitana, n. 7, settembre di 2009; consultabile online (PDF)
- ^ Franc Bronzat, La posizione linguistica del brigasco, A Vastera, n.44, 2008 consultabile online
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Guardia Piemontese
- Isola linguistica
- Lemma di Rossana
- Lingua occitana
- Lingue parlate in Italia
- Lingue galloromanze
- Val d'Aran
- Valli arpitane piemontesi
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Chambra d'òc, chambradoc.it.
- Guida turistica e informazioni sulle valli occitane nel Piemonte sud-occidentale, ghironda.com.
- Legge 15 dicembre 1999, n. 482
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