EUGENIO RIGNANO RELIGIONE MATERIALISMO SOCIALISMO BOLOGNA NICOLA ZANICHELLI EDITORE Omaggio ' lAutore DEL MEDESIMO AUTORE Di' un socialismo in accordo colla dottrina economico-liberale. Edizione italiana: F.lli Bocca, Torino, 1901. Edizione francese: Giard et Brire, Parigi, 1904. La Sociologia nel Corso di filosofia positiva di Augusto Comte. Edizione italiana: Sandron, Palermo, 1904. Edizione francese : Giard et Brire, Parigi, 1902. Sulla trasmissibilit dei caratteri acquisiti. Ipotesi di una centro-epigenesi. Edizione italiana: Zanichelli, Bologna, 1907. Edizione francese: Alcan, Parigi, 1906. Edizione tedesca: Engelmann, Lipsia, 1907. Edizione inglese: The Open Court Publishing Co., Lon- dra-Chicago, 1911. Essais de synthse scientifique (Le rle des thonciens dans les Sciences biologiques et sociologiques. - La valeur synthtique du transformisme. - La mmoire biologique en nergtique. - Ori gine et nature mnmoniques des tendances affectives. - Qu est-ce que la conscience. - Le phnomne religieux. - Le Matrialisme historique. - Le socialisme). Edizione francese: Alcan, Parigi, 1912. Edizione inglese: George Alien and Unwin, Londra, 1918. Psicologia del ragionamento. Edizione italiana: Zanichelli, Bologna, 1920. Edizione francese: Alcan, Parigi, 1920. Il finalismo della oita. Edizione italiana: Zanichelli, Bologna, 1920. una riforma socialista del diritto successorio. Edizione italiana: Zanichelli, Bologna, 1920. Per EUGENIO RIGNANO RELIGIONE MATERIALISMO SOCIALISMO BOLOGNA NICOLA ZANICHELLI 'ia/ ~f EDITORE PREFAZIONE Sono tre articoli comparsi, prima della guerra, nella rivista Scientia e che sono stati ripubbli cati, in francese, insieme ad articoli biologici e psi cologici, nel volume Essais de synthse scienti- fique , il quale ha poi avuto la fortuna anche duna edizione inglese. Se mi decido a ripubblicarli oggi in italiano, non soltanto per soddisfare al desiderio del mio editore, ma perch in questi tempi di di sorientamento generale, in seguito alla grande crisi che ha sconquassato e sconquassa ancora il mondo, il richiamare lattenzione degli uomini di pensiero e di azione sopra alcune delle leggi sociologiche pi fondamentali che reggono i destini dellumano consorzio pu essere di utile guida, o, per lo meno, di utile salvaguardia contro il pericolo tanto di cieche e impotenti reazioni quanto di folli tentativi di rivoluzioni violente, le une e gli altri esiziali alla civilt e al progresso sociale. Milano, Ottobre 1920. E. R. IL FENOMENO RELIGIOSO Il fenomeno religioso si presenta a primo aspetto come un duplice paradosso psicologico e sociologico. Vediamo, infatti, formarsi e fissarsi nella mente umana delle credenze del tutto opposte a quelle che dovrebbe suggerire lesperienza quotidiana; e vediamo sorgere e svilupparsi nellorganismo sociale un organo ben specializzato, la cui funzione pre cipua pare a prima giunta non sia che quella del- linutile sperpero di energie collettive preziose. Vediamo, p. es., degli individui offrire degli ali menti a degli oggetti inanimati e ripetere la stessa azione ogni giorno ad onta che gli alimenti stessi restino ogni volta naturalmente intatti, oppure ri volgere ogni giorno a delle imagini impassibili sempre le medesime preghiere per quanto queste non ottengano mai risultato alcuno ; e vediamo delle 12 Il fenomeno religioso abbastanza rilevata, che distingue 1 uomo dagli animali, cio a dire labito mentale ed emotivo dell'atto propiziatorio. Lattitudine degli animali nella lotta universale della vita solo quella della fuga o dellattacco, ignoto loro latto propiziatorio. La nuova attitudine intermedia non sorge che nella lotta dell uomo contro luomo. Alluopo era prima necessario un notevole sviluppo delle pi alte facolt intellet tuali, di osservazione, di inibizione e di ragiona mento, affinch lesperienza potesse insegnare, ad un tempo, al vincitore, il vantaggio di risparmiare il vinto che faceva atto di sottomissione e, al vinto, tutto il valore che poteva avere per la sua salvezza latto propiziatorio stesso. Solo, quindi, presso quei progenitori dell uomo, che pei primi praticarono latto propiziatorio verso i propri simili, pot tale abitudine venire estesa anche verso altri esseri, sup posti animati da motivi di condotta analoghi ai loro propri. Il primo uomo che si gett faccia a terra non pi so 1 !tanto dinanzi ad altro uomo, quello fu il primo credente e il primo fondatore di tutte quante le religioni. Lesperienza per insegna -che fra gli atti pro piziatori, fatti verso gli stessi propri simili, alcuni riescono ed altri no ; n questi atti non riusciti pos- Il fenomeno religio 13 sono infirmare il valore di quelli riusciti. Lo scacco tender, anzi, a venire attribuito, come il caso infatti molto spesso, a qualche errore o lacuna nel latto propiziatorio stesso. Quindi, anche per gli atti propiziatori religiosi, i replicati loro scacchi non possono scuotere la fede nella loro utilit ; fede, daltra parte, di continuo rafforzata dai for tuiti rari successi, e che di rimbalzo rafforza allora il presupposto animistico da cui essa ha preso le mosse. cos che gran parte della complicazione degli atti e riti religiosi, le rigorose e minute pre scrizioni che simpone lorante o il sacrificante pro vengono appunto dall intento di perfezionare e completare sempre pi 1 atto propiziatorio stesso, alla cui imperfezione e incompletezza vengono at tribuiti molti degli scacchi patiti ( ). Labito mentale di propiziazione si aggiunge cos al presupposto originario animistico per produrre e sviluppare e consolidare, presso le menti primitive, la fede religiosa. Tuttavia ci non basta ancora a spiegare come mai questa fede perduri tenace anche presso menti umane infinitamente superiori a quelle primitive, ad onta che 1 esperienza sempre pi larga mai fornisca ad essa un appoggio positivo (') Cfr. G. FOUCART, op. cit. : La mth. comp. dans lhist, des rei., 155. Il fono, meno religioso ed anzi la mini di continuo con sempre nuove smen tite che le sviluppate facolt razionatrici dovrebbero saper fare apprezzare al loro giusto valore, e ad onta sopratutto della contraddizione che a poco a poco sorge e si fa sempre pi stridente fra labito mentale che attribuisce la fenomenalit cosmica al libero giuoco di una o pi volont del tutto arbi trarie e labito scientifico, che viene a mano a mano imponendosi, che riconosce lesistenza di invariabili leggi della natura. Si ricorso all'uopo allazione inibitoria e de formatrice che gli stati emotivi ed affettivi intensi esercitano sulle facolt dosservazione e di razio cinio. Una forte ed intensa affettivit, infatti, pre valente Esclusivamente e durevolmente su tutte le altre, per la sensibilit che acuisce verso certe sen sazioni e che ottunde verso certe altre, per revo cazione che desta o ravviva di certi ricordi e che ostacola o affievolisce di certi altri, per la dire zione che imprime al processo imaginativo, e per la meta che assegna a quello raziocinativo, perviene a produrre ed a secernere solo quegli stati mentali che direttamente o indirettamente la alimentano, la rafforzano o la soddisfano, mentre riesce ad esclu dere tutti i restanti che siano con essa incompati bili. Selezione affettiva degli stati mentali che, Il fenomeno religioso 15 esercitata dal sentimento religioso di paura, pu essere atta a spiegare il perdurare delle credenze conformi a tal sentimento, sebbene di continuo smen tite dalla realt. Senonch, lasciato libero che fosse stato ciascun singolo individuo di osservare e giudicare a suo piacimento, senza alcuna suggestione esteriore, quanto avviene nel mondo intorno a lui, mal si com prenderebbe visto che in nessun tempo e in nes sun luogo le sue condizioni naturali di vita possono certo essere state tali da porlo in istato di continuo terrore come avrebbe potuto nascere e mantenersi in lui unaffettivit religiosa s intensa da opporsi con tanto successo allesperienza stessa quotidiana pi evidente. duopo quindi ricorrere, appunto, a qualche opera di continua suggestione esteriore, esercitata dalla collettivit, che abbia alimentato e rafforzato artificialmente, presso ogni individuo e in ogni momento della sua vita, quello stato di paura religiosa che le sole circostanze naturali non avreb bero potuto produrre che presso alcuni e solo oc casionalmente. E cos il problema psicologico non di per s completamente risolubile se prima non si risolve quello sociologico, relativo allesistenza dun tal organo sociale di suggestione religiosa. 16 Il fenomeno religio Secondo il principio Lamarckiano, che vige tanto per lorganismo animale che per quello sociale, il solo fatto dellesistenza dun organo implica luti lit per lorganismo della funzione esercitata dal lorgano stesso. Ed , anzi, 'allesercizio duna tale funzione, richiesto e mantenuto attivo dai bisogni o dalle necessit di vita dell'organismo nel suo complesso, che va attribuito il formarsi e levol versi graduale dellorgano rispettivo. Utile, non v ha dubbio, deve essere dunque stata anche la funzione sociale dellorgano religioso, e lo sviluppo maggiore o minore di questultimo deve avere pro ceduto di pari passo e in rapporto al bisogno che la societ aveva della sua attivit funzionale. Il fatto stesso sopra rilevato del sorgere e svi lupparsi dell attitudine di sottomissione e di propi ziazione, come succedanea a quella di fuga, sta a denotare che 1 uomo lottava contro luomo anche nel suo stadio di sviluppo presociale e che, appena a questo stato d isolamento successe un barlume di vita collettiva, questa dovette subito essere ca ratterizzata da un qualche parassitismo o sfrutta mento di alcuni da parte di altri e da una qualche conseguente differenziazione o divisione rudimentale di lavoro. Altrimenti, senza lotta fra uomo e uomo, non si comprenderebbe come dei rapporti pacifici Il fenomeno religioso 17 avrebbero mai potuto dar luogo ad alcuno atto pro piziatorio di implorazione di clemenza, e, viceversa, senza parassitismo o qualsiasi altra consimile forma di sfruttamento delluomo da parte di altro uomo, non si comprenderebbe quale interesse avrebbe po tuto spingere il vincitore {alla conservazione del vinto, al quale fine latto di sottomissione e di pro piziazione era appunto rivolto. Nelle specie ammali, presso le quali vigono rapporti pacifici fra i propri individui, quali i mam miferi erbivori, ratto propiziatorio non sussiste n potrebbe sussistere e la vita collettiva si forma, senza alcun parassitismo e senza alcuna differenziazione (di attivit, unicamente pel vantaggio che essa offre contro gli attacchi delle specie carnivore; per tali societ animali, il semplice spirito di gregariousness, cos perfettamente analizzato dal Galton, allora il legame psichico necessario e sufficiente. Daltra parte, nellaltro tipo di societ animali, con paras sitismo pi o meno parziale o totale e con divisione sociale del lavoro, che ci offrono gli insetti sociali polimorfi, la diversit strutturale stessa e la diver sit conseguente dellistinto che assegna a ciascuno la propria mansione, mentre per la compattezza del laggregazione e per gli atti uniformi di tutti i mem bri, di cui la collettivit ha spesso bisogno per 18 Il fenomeno religioso fuggire od attaccare il nemico, per trasmigrare, e cos via, bastano quella rapida suggestione e tra- smissiorie da singolo a singolo dello stato emotivo corrispondente e quellunit psichica che ne consegue di tutto il gruppo, che lEspinas fra i primi ha cos magistralmente descritto (). Nelluomo, invece, ripetiamo, lesistenza stessa dellatto di sottomissione, di propiziazione, dim plorazione di clemenza c insegna che la societ umana ha avuto origine da una preesistente lotta fratricida e dal vantaggio che il vincitore in seguito trov nel sostituire alluccisione del vinto dati rap porti con lui di parassitismo o sfruttamento, per via di una incipiente differenziazione o divisione del lavoro. Rapporti di dipendenza e di ineguaglianza economica e tecnica, che, data luguaglianza orga nica dei singoli individui, non potevano per con servarsi se non mantenendo anche in seguito, presso il vinto, quello stesso stato di timore verso il vin citore, che 1 aveva spinto al primo suo atto di sot tomissione, e che ora doveva indurlo alla pi cieca obbedienza. (') Cfr - FRANCIS GALTON, Inquiries inlo Human Faculties, London, Macmillan, 1883 : Gregarious instincts, pag. 68-82 ; ALFRED ESPINAS, Les socits animales, 2"'* d Paris, G e rmer Baillire, 1878, Sez. HI, Cap. II: La Socit chez les insectes. Il fenomeno religioso 19 Da ci la necessit pel vincitore, capo ormai di una piccola societ di propri simili vinti e sog giogati, di mantenere di continuo presso costoro un salutare terrore verso s stesso ; e, conseguentemente, di valersi anche di ogni mezzo a sua disposizione, atto a dare ai suoi sottoposti sempre pi numerosi lidea pi grande possibile della propria potenza e terribilit. Sempre pi dovette egli quindi trarre vantaggio da ogni e qualsiasi avvenimento cosmico incutente tenore o timore e da ogni bench minimo accidente doloroso che colpisse qualcuno della col lettivit, presentandoli rispettivamente come mi naccia e punizione propria, eseguita da lui stesso direttamente o da lui espressamente sollecitata presso qualche altra volont occulta sua possente alleata. N ci certo sempre per pura e sola astuzia, giacch, appunto come credente egli stesso nell animismo della natura circostante, non poteva a meno di at tribuire i propri successi anche allaiuto propizio di questa o quella forza cosmica sua alleata e pro tettrice e quindi di credere in tale intervento e ricor rere ad esso in qualunque altra evenienza della vita (). ( 1 ) Contro le teorie del XVIII secolo sull impostura religiosa, vedi, fra gli altri, SALOMON REINACH, Orpheus, Histoire gene rale des religione, Paris, Picard, 1909, pag. ! 2- 9. 20 II fenomeno religioso Quel vago sentimento religioso, gi natural mente diffuso pi o meno in tutti, doveva cos, grazie a questa continua azione di suggestione reli giosa da parte del capo e grazie allimpronta unica che questi tendeva con ci a dare alle varie credenze animistiche individuali, venire a rafforzarsi, a pre cisarsi ed a uriiformizzarsi sempre pi. E colla sot tomissione e devozione che in tal modo assicurava da parte dei vinti verso chi colla sua opera era pervenuto a costituire il primo nucleo di raggrup pamento sociale, colla cieca obbedienza che ad essi imponeva ai voleri duna sola mente ordinatrice e regolatrice dei primi rudimentali rapporti sociali, il sentimento religioso stesso assumeva cos, fin dal suo nascere, la funzione di consolidamento e ordi namento sociale. Ben si comprende come allora lat tivit e lo sviluppo conseguente dellorgano rispet tivo, sorto separato e distinto colla prima delega fatta dal capo di alcune funzioni religiose a sacerdoti suoi rappresentanti, abbiano dovuto procedere di pari passo collo sviluppo della societ ; giacch col crescere del numero dei suoi membri tanto pi au mentava il bisogno di una tale funzione consolida- trice e ordinatrice, che fosse atta a fare d una semplice aggregazione amorfa e fluida di individui, pur tuttora capaci ciascuno di vita autonoma isolata, Il fenomeno religioso 21 e altrimenti perci fra loro affatto indipendenti e slegati, un sol tutto consistente, vero e proprio or ganismo sociale. Ond che nelle societ antiche la religione co stituisce da sola tutta l impalcatura psichica cos indispensabile di consolidamento sociale e pervade, regola, dirige e sospinge lattivit di ciascun membro della collettivit in ciascun istante della sua vita. Cos, la religione che eleva e sostiene tutte quante le istituzioni sociali a cominciare da quella della propriet, individuale o collettiva le quali a guisa di dighe servono a inquadrare ed a incanalare il corso di date serie di atti o di rapporti sociali o ad impedire espressamente atti o rapporti di natura antisociale. Ogni cosa sociale , cio la di cui fissazione e conservazione di interesse collettivo, nel tempo stesso cosa sacra , che peccato di tangere. Obbligazione civile e dovere religioso non sono, come fa osservare anche il Sumner Maine, che una stessa ed unica cosa. La religione non pertanto, secondo lespressione del Reinach, che un insieme di tab che fanno ostacolo al libero esercizio delle facolt individuali ('). (!) SUMNER MaINE, Ancient Law (1861). London, Murray, 1908, pag. 3 e seg., 16 e segg.; SALOMON REINACH, op. cit. : Hist. gn. des rei, pag. 4. 22 religioso Il fenomeno Tutto il diritto ha cos origine prettamente re ligiosa e lordine sociale che esso oggi garantisce nelle nostre societ civili incombeva allora per intero sulla religione, la di cui sanzione era la sola, a quei tempi di assoluta insufficienza tecnica delle altre, che potesse essere veramente efficace. Notiamo che ogni infrazione di tab, ogni atto antisociale, per tale sanzione stessa che rendeva necessaria, met teva ogni volta in funzione lorgano religioso, e tanto pi energicamente quanto maggiori erano il danno sociale e il conseguente bisogno di rafforzare con tale sanzione il rispetto pel divieto ora infranto. Da ci lesercizio continuo e il conseguente sviluppo che a tale organo venivano cos ad essere assicurati. A queste istituzioni regolanti dati atti o rapporti altre se ne aggiungono che servono a classificare gli individui in una quantit di scompartimenti sociali diversi secondo let, il sesso, lo stato celibe o coniugato, la professione, la casta, e via dicendo. Ciascuno di questi gruppi speciali organizzato es senzialmente su basi religiose e, per passare dalluno all altro, necessario sottomettersi alle rispettive cerimonie che la religione prescrive. Dal giorno della sua nascita a quello della sua morte lindividuo pertanto continuamente preso in una serie intermi nabile di riti.daggregazione, diniziazione, di con- Il fenomeno religioso 23 sacrazione, di cui quelli che ancora sopravvivono nellattuale nostra societ, quali la circoncisione, il battesimo, la cresima, la comunione, il matrimonio religioso, ecc., non ci danno che una ben pallida idea. Ciascuna societ, osserva il Van Gennep, pu essere considerata come una specie di casa divisa in tante stanze e corridoi, a pareti tanto pi spesse e con porte tanto pi strette quanto pi sviluppate sono le cerimonie religiose necessarie per passare da uno scompartimento allaltro (). A questopera di consolidamento statico, la re ligione aggiungeva quella di determinare e promuo vere essa stessa direttamente tutte le attivit d in teresse sociale, sopratutto di quelle per le quali la simultaneit o la coordinazione fossero indispensa bili alla loro efficienza. Dal levamento delle tende da un luogo per mettersi in cerca di un altro alla scelta della nuova sede sia provvisoria che fissa, dal primo atto di fondazione della propria casa a quello di andarvi ad abitare, dall adunata e par tenza per la caccia alla spartizione e consumazione della preda, non v atto economico, collettivo od individuale, che non sia da essa rivestito dun ca- (!) A. VAN GENNEP, Les ritesde passage, Paris, Nourry, 1909; p. es., pag. 2, 36, 271-276. 24 Il ferie religioso rattere sacro e cos imposto in tutte le sue modalit necessarie allosservanza generale. Tipici sopratutto a questo riguardo erano i riti e sacrifizi agrari, quali, p. es., quelli cos diffusi in tutto il mondo antico di Adone, Attide ed Osiride, e dei quali si ha ancora oggi un vestigio nel pane azzimo e nel lagnello pasquale, che, per la stessa loro origine e primitiva significazione, finivano col promuovere, guidare e regolare tutti i lavori dei campi in genere, di seminagione, di mietitura, di irrigazione, e via dicendo ('). Da tale bisogno di disciplinare e regolarizzare tutto l'andamento in genere della vita collettiva trae la sua origine anche la funzione primitiva del ca lendario, che, come fanno osservare Hubert e Mauss, essenzialmente religiosa. I primi calendari, infatti, non hanno come primo loro scopo quello di misurare il corso del tempo considerato come una O Cfr. ad es. J. G. FRAZER, The Golden Bough, Third Edi- tion. Pari IV, Adonis Attis Osiris, London, Macmillan, 1907, in ispecie Libro terzo. Capitolo terzo: The Calendar of th Egyptian Farmer, Rites of irrigation, rites of soiOing, rites of harvest; GRANT ALLEN, The evolution of th Idea of God, London, The De La More Press, Cap. XIII : Qods of Cultioation, Cap. XIV : Corn-and Wine-Qods-, GOBLET DALVIELLA, Les rites de la moisson et les commencements de lagricolture, Revue de lhistoire des religions , Paris, Leroux. 1898. Il fenomeno religio 25 quantit, bens procedono dallidea del tempo qua litativo, cio composto di parti religiosamente etero genee. Ogni frammento del calendario, ogni parte del tempo, quale essa sia, ha sempre in s qualche carattere sacro ; ogni giorno una Feria, ogni giorno ha il suo santo, ogni ora la sua preghiera. Ogni momento dellanno ha cos le sue prescrizioni reli giose, positive o negative, che imprimono un corso regolare e ordinato a tutto lo svolgersi della vita sociale (*). Osserviamo che quanto pi complicato e solenne era il rito che accompagnava un dato fatto sociale tanto pi tenacemente il ricordo del fatto stesso si imprimeva in tutta la collettivit. Cos il rito che consacrava i confini dun dato nuovo territorio oc cupato fissava nellimaginazione di tutti il legame formatosi in quella occasione fra quella data porzione di terra e il rispettivo proprietario, individuo o col lettivit che fosse ; e quello che scomunicava 1 in- frattore dun qualche tab costituiva unimpronta indelebile su questo individuo antisociale, contro il quale tutti ormai potevano premunirsi. 11 rito che () Cfr. HUBERT et MAUSS, Mlanges dhistoire des religione, Paris, Alcan, 1909, La reprsentation du temps dans la religion, pag. 189-229. 26 Il fenomeno religioso accompagnava 1 entrata d un dato membro della trib nelluno o nellaltro dei sopra accennati scom partimenti sociali ne costituiva una registrazione mnemonica, la cui utilit tanto per lindividuo che per la collettivit non pu mettersi in dubbio solo che si pensi allutilit che hanno oggi per noi le corrispondenti registrazioni amministrative che ne sono i succedanei. Il rito che accompagnava una data operazione rurale serviva a mantenere viva presso tutti la nozione di essa e dei suoi necessari dettagli, che altrimenti avrebbero potuto venire in parte dimenticati o alterati. I riti distinti delle suc cessive feste del calendario assicuravano la ripe tizione annuale di dati atti sociali sempre i medesimi e generavano e rafforzavano con ci la tendenza abitudinaria e conservatrice della societ, non ultimo fra i fattori di consolidamento sociale. La religione fungeva cos anche da vero e proprio organo mne monico, atto a mantenere vivi nella collettivit tutti quei ricordi e a fare acquistare tutte quelle abitudini o routines che potessero esserle di vantaggio. E quanto pi lorganismo sociale aveva bisogno di raf forzare date registrazioni mnemoniche o di ste reotipare dati atti tanto pi ben si comprende come il rito corrispondente dovesse complicarsi e farsi pi Il fenomeno religioso 27 solenne ; di modo che anche qui il bisogno creava e sviluppava lorgano atto a soddisfarlo. Azione, infine, di consolidamento sociale eser citava la religione anche collo sviluppare in tutti i membri duna stessa collettivit quel senso di co munione psichica , equivalente sotto molti rispetti a quello di gregariousness sopra rammentato, e con seguenza immediata dellidentica orientazione men- tale-affettiva che in tutte le cerimonie religiose e in mille altre occasioni essa perveniva irresistibil mente a produrre con i mezzi suggestivi pi svariati. Tali, per sommi capi, le vie diverse con cui la religione riusciva a soddisfare il bisogno di coe sione e organizzazione, che tanto pi era sentito dalla societ quanto maggiore era il numero dei suoi membri e pi esteso il territorio da essi occupato. Ma dove un tal bisogno di consolidamento e uni ficazione si acuiva singolarmente e la funzione della religione assurgeva ad importanza addirittura di vita o di morte era nella guerra. Nessuna attivit sociale, infatti, pi della guerra metteva in movimento l'organo religioso ed eserci tava conseguentemente su di esso una maggiore azione trofica. La lotta fratricida antica fra uomo e uomo, cui, come abbiamo visto, si deve il sorgere dei primi Il fenomeno religio nuclei sociali, continu anche fra questi non meno inesorabile di prima. E, come guerra, cio come lotta di una collettivit in massa contro unaltra, rese necessarie nellorganismo sociale la stessa coor dinazione e simultaneit e rapidit dazione dei vari suoi elementi, che lorganismo animale atto a for nire nella lotta individuale. Si trattava, in altre parole, di rendere unaggregazione, di per s sle gata, di individui compatta e agile come un animale da preda. Se dannoso sarebbe stato in tempo di pace un qualche atto di insubordinazione, addirittura fatale poteva essere in guerra anche la sola lentezza nel- 1 ubbidire. Pi che mai necessario era quindi di garantire lobbedienza pi cieca e pi pronta di tutti al proprio duce, di ridurre i singoli individui rispetto a questultimo quasi diremmo nelle condi zioni stesse in cui le cellule somatiche dellorga nismo si trovano rispetto ai centri psichici superiori. Ora, appunto questa sottomissione supina che, sopra ogni altra cosa, la religione fu chiamata a ga rantire e che essa riusc perfettamente ad ottenere. Non si potrebbe mai ripetere abbastanza, scrive lo Spencer, che dai tempi pi remoti fino ai nostri giorni, 1 azione costante ed essenziale dei sacerdoti, Il fenomeno religioso 29 in ogni tempo, in ogni luogo, in nome di qualunque credenza, stata di inculcare lobbedienza ( L ). Cos, p. es., il carattere sacro o divino del prin cipe, che lorgano religioso tendeva in mille guise a rafforzare di continuo, rendeva per ci solo sa crilego ogni bench minimo atto dinsubordinazione in genere. E ovunque e sempre, come mezzo atto a garantire la fedelt e la disciplina in date cir costanze di particolare importanza, si ricorreva al giuramento, a un atto religioso, cio, col quale chi faceva la promessa richiamava su s stesso, pel tra mite deUoffciante presente, la collera divina in caso di spergiuro. Era la religione, inoltre, che mirabilmente per veniva a evocare e intensificare tutti gli istinti sociali, i pi atti a garantire, col solo venire svincolati , lo slancio aggressivo in massa simul taneo e fulmineo di tutta la collettivit, quali lodio di trib o di razza e il fanatismo pi acceso ( 2 ). Le risposte favorevoli degli oracoli, linnalza- mento e la consacrazione di templi votivi e le altre (*) (*) SPENCER, Principes de Sociologie, Paris, Alcan, 1887, t. IV, pag. 174. ( 2 ) Cfr., p. es., LETOURNEAU, Lvolution relgieuse, Paris, Vigot, 1898, pag. 553; Io stesso. La guerre dans les diverses races humaines, Paris, Battaille, 1895, p. es., pag. 41, 128-131, 161-180, 354, 384, 405-407, 413, 448, 522, ecc. ecc. 30 II fenomeno religioso cerimonie solenni allo scoppiare degni guerra, la benedizione delle milizie, delle anm e delle insegne, i sacrifizi e le preghiere e i rendimenti d. grazia prima e durante e dopo ogni battaglra, .1 trasporto degli dei stessi o dellarca santa o di altri oggetti sacri nel campo stesso della pugna costituivano, infine, altrettante attivit religiose richieste dal bi sogno di ispirare nei combattenti una grande tede nella vittoria, che costituiva da sola un essenziale elemento sique, son objet et sa structure, Paris, Chevalier et Rivire, 1906, prima parte, Cap. IV, 1 : Les esprits amples et les esprits profonds. 44 II fenomeno religioso ad una, anzich in blocco, le varie assurdit reli giose, e dando cos luogo al formarsi di continue nuove sette, il cui tratto comune la tendenza sempre pi marcata ad eliminare ogni credenza od affermazione rii fede un po precisa e concreta ed a ridurre la religione a non altro che ad una morale simbolica (). Lorgano religioso, inoltre, per lo sviluppo cui esso d luogo duna casta sacerdotale economica mente distinta dalle altre, e sopratutto per laiuto che le altre classi sociali cercano di ottenere da esso a difesa dei propri interessi, entra esso pure nel grande dramma materialistico storico della lotta di classe. E mentre in passato il movente economico di queste o quelle classi, assurte che fossero a po tenza tale da potersi opporre con successo alle altre fino allora sole preponderanti, e fallito che andasse il loro tentativo di accaparrarsi lorgano religioso, ten deva a provocare piuttosto rivoluzioni o riforme )> religiose, nei tempi pi recenti, invece, esso attacca addirittura di fronte il principio religioso stesso e O Vedi, ad es., in RENAN, ludes dhistoire religicuse, Paris, Michel Levy, 1864, il movimento religioso cos tipico del Channing negli Stati Uniti; e cfr. GUYAU, op. cit.: Lirrligion de V avenir 2. a parte, 2. cap.: La foi symholique et morale; dissolution de la foi symholique. Il fenomeno religios 45 contribuisce cos dal canto suo ad influenzare note volmente la rapidit maggiore o minore con cui lirreligiosit si diffonde. Cos, p. es., mentre il dilagare del volterrianismo prima della rivoluzione francese si spiega colla guerra che la borghesia muo veva allorgano religioso, allora sostegno dei diritti feudali, lappoggio larvato o palese che ad esso d oggi invece la borghesia stessa, e lapparenza che ne consegue talvolta qua e l dun certo ri sveglio religioso , ha il suo movente economico nellaiuto possente che la religione oggi pu dare in ricambio alla classe capitalista col ritardare lir ruenza delle rivendicazioni proletarie ('). Sostegno fittizio al sentimento religioso, che, viceversa, minaccia di essergli poi di danno e di accelerarne la rovina, per la propaganda anti-re ligiosa delle classi interessate, come lo dimostra appunto la lotta per lo pi vittoriosa che contro la religione muove oggi pi o meno apertamente il partito socialista di tutti i paesi. La natura diversa della mentalit della razza, il movente economico delle classi interessate, nonch altri molteplici fattori dordine ancora pi secon dario, quali la frequenza in date regioni di cataclismi P) cfr. lo studio che segue sul Materialismo storico. 4(j II fenomeno religioso tellurici (Buckle), la pericolosit della principale professione locale, la solitudine di vita delle po polazioni troppo disseminate, e cos via, possono, dunque, col loro intervento, accelerare o ritardare pi o meno la tendenza della societ attuale verso una irreligiosit sempre pi pronunciata e piu estesa ; ma essi non rappresentano che semplici elementi perturbatori, pi o meno trascurabili, di fronte alla imponenza dun movimento evolutivo generale, che altre cause ben pi fondamentali, quali le sopra rammentate, sembrano rendere ormai irresistibile e fatale. Senonch, com noto, contro questo tramonto definitivo cos preconizzato del sopranaturale e del sacro dallorizzonte sociale non mancano di venir portati ancora oggid altri argomenti, di due ordini almeno dei quali, fra loro del resto abbastanza affini, qui merita fare un rapido cenno. Cos, per il Kidd, la religione sarebbe tuttora una condizione indispensabile di sopravvivenza so ciale, nel senso che le societ irreligiose sono con dannate a scomparire, nella lotta universale della vita, di fronte a quelle religiose. E questo perch, secondo lui, una societ composta di individui uni camente guidati dalla ragione non si occuperebbe che del presente, cio del maggior benessere pos- Il fenomeno religioso 47 sigile delle sole generazioni viventi, mantenendosi del tutto indifferente al futuro della specie. Spet terebbe dunque alla religione di indurre la societ ad una condotta antirazionale, atta ad assicurarle le condizioni migliori di successo futuro. Ma quale sarebbe questo supremo principio di condotta antirazionale, impresso dal cristianesimo alle societ odierne, atto a garantir loro le con dizioni migliori di successo? Sarebbe, secondo il Kidd, un principio contenuto in germe in questa religione fino dal suo nascere, ma che, rimasto la tente per ben diciotto secoli, non doveva svilupparsi e dare i suoi frutti che solo oggid : il principio dell eguaglianza, al quale sarebbe appunto dovuta la tendenza irresistibile odierna a render il pi pos sibile uguali per tutti gli individui le condizioni iniziali della lotta economica; ci che, garantendo la sopravvivenza solo degli individui migliori, ga rantirebbe per ci stesso anche la sopravvivenza della societ cristiana nel suo complesso su qua lunque altra che perseverasse in un regime di minore equit ('). P) Cfr. Kidd : op. cit. : Lvolation sociale ; lo stesso : Prin- ciples of Western Cioilisation, London, Macmillan, 1908; lo stesso; The tiro Principal laws of Sociologi), Scientia , 1907, N. 1V-4, e 1908, N. V-l. 48 Il fenomeno religioso Strana davvero questa teoria del Kidd, che nel suo sviluppo distrugge quanto di seducente po teva a primo aspetto trovarsi nel concetto fonda- mentale da cui ha preso le mosse. Si sarebbe capito, infatti, che, dato questo suo punto di partenza, egli si fosse sforzato di'dimostrare, ad es., che un regime di non equit, cio tale da non garantire in condizioni di pace il maggior benessere del mag gior numero dei viventi, pu per essere il pi adatto, come il caso per le societ a tipo dispotico-mili- tare, ad assicurare la vittoria nella lotta in massa, o guerra, contro le altre societ; e che quindi la religione che garantisce e rinsalda un tal regime e stata fino ad oggi la condizione sine qua non di sopravvivenza sociale. Ma no ! ad onta di tutti gli insegnamenti della storia e dei fatti stessi pi palesi che si svolgono sotto i nostri occhi, e tratto in inganno da quello spirito di protesta proletaria del cristianesimo primitivo che doveva venire ben presto sopraffatto dalle tendenze opposte, comuni a tutte quante le religioni, egli attribuisce alla fede tuttora vigente per lappunto queUodierno movimento so ciale in favore delle classi lavoratrici, che , invece, il portato diretto dellaffievolirsi generale del senti mento religioso e dellagitazione proletaria razionale che ne consegue per una maggior giustizia sociale. Il fenomeno religioso 49 Ma astrazione pur fatta dallo sviluppo parti colare datogli dal Kidd, il concetto fondamentale stesso da cui egli si partito, la capacit, cio, della selezione naturale di fissare condizioni sociali che pur dannose alla societ presente possono per assicurarle il successo nel futuro, che un pi attento esame ci deve far rigettare come inammis sibile. Il Kidd, tutto impregnato delle teorie del Weismann, ha trasportato nella societ, come si vede, la concezione biologica di questultimo che, per la selezione naturale, 1 utilit dell individuo passa in seconda linea rispetto a quella della specie, e che quindi possono venir fissati caratteri somatici e particolarit funzionali, a cominciare dalla morte fisiologica stessa, che pur dannosi allindividuo sono utili alla specie. Ora, questa concezione Weisman- niana oggi oltrepassata, anche nel puro campo biologico, dalla sempre minore efficienza che nel le voluzione delle specie viene ormai attribuita al pro cesso selettivo ; e, ad ogni modo, non si potrebbero ammettere per gli organismi sociali, considerati come altrettante unit in lotta fra loro, quelle immani ecatombi di vinti di fronte a un minimo numero di superstiti, cui i Neo-Darwinisti sono costretti a ricorrere a sostegno della pretesa onnipotenza della selezione naturale. N, infine, col nuovo e Rionano 50 Il fenomeno religio s crescente favore con cui vengono oggi riprese le teorie Lamarckiane della funzione che crea lor gano, si pu ormai pi ammettere, neppure e anzi tanto meno nella scienza sociologica, che alcun organo possa sorgere e svilupparsi nellorganismo sociale se non previa qualche funzione, che risponda a dati bisogni effettivi della collettivit vivente, e dalla quale appunto esso venga a poco a poco direttamente plasmato ("). Il favore incontrato dalle teorie del Kidd si spiega per col fatto che esse parevano portare un aiuto indiretto a quell'altro ordine di argomenti in favore della vitalit perenne della religione, del quale pure, come sopra dicevamo, dobbiamo ora per ultimo fare rapidissimo cenno. Si dice, infatti, che la religione, ritiratasi ormai da tutti gli altri campi di attivit sociale, oggi per pi che mai necessaria in quello morale; che senza principi morali nessuna societ pu sus sistere e che la religione soltanto pu stabilirli, in fonderli e rafforzarli. Da ci il pericolo gravissimo, secondo costoro, cui va oggi incontro la societ at- () Per una trattazione pi estesa della contesa ancora aperta fra Neo-Lamarckisti e Neo-arwinisti, Da cfr. EUGENIO RlGNANO : Sulla trasmissibilit dei caratteri acquisiti. Ipotesi duna centro-epigenesi, Bologna, Zanichelli, 1907, Cap. V. Il fenomeno religioso 51 tuale, se essa non si arresta a tempo nella sua corsa verso lirreligione ( l ). Qui bisogna distinguere : La preoccupazione maggiore, anche se non lo si confessa esplicitamente, riguarda il movimento sempre pi esteso e im ponente di rivendicazione proletaria, il quale, se oggi si limita a premere sulla cosiddetta legislazione sociale, prima o poi tender ben probabilmente, cre sciuto ancora che sia in potenza, ad attaccare e trasformare in senso a s pi favorevole le istituzioni sociali stesse pi fondamentali, a cominciare dal diritto di propriet. Questo movimento certo un portato diretto del raffievolirsi presso le classi lavo ratrici del sentimento religioso, che, conforme alla funzione ad esso propria, le predisponeva sempre in passato allacquiescenza al regime vigente quale esso si fosse. Ma, evidentemente, non si ha qui a che fare con una questione morale ; bens con un episodio, forse il pi grandioso, della secolare lotta di classe, il quale, appunto perch provocato dalle classi sfruttate e pi oppresse, non potr condurre, e sperabilmente per vie pacifiche e legali, che ad (l) Cf., come esempio tipico fra i tanti, LUIGI LUZZATTl: La libert di scienza e di coscienza, Milano, Treves, 1909, Cap. Vili: Scienza e Fede. 52 Il fenomeno religioso una nuova trasformazione sociale pi equa, cio pi conforme al maggior benessere del maggior numero. Quanto alla questione morale propriamente detta, essa si suddivide in altre due, luna che riguarda 10 stabilimento dei cosiddetti principi morali e la loro evoluzione verso forme sempre pi elevate, e laltra relativa, invece, allinculcamento e al raf forzamento di essi nella collettivit. Ora, per quanto concerne levoluzione morale, sta.il fatto, come osserva lo Stuart Mill in quel saggio dove dimostra appunto 1 inutilit sociale ormai della religione, che stato sempre il pro gresso delle idee e dei sentimenti, operatosi nella societ al di fuori del sentimento religioso, che ha migliorato di continuo le religioni e non viceversa. E questo perch la coscienza collettiva stata sempre pi pronta ad adattarsi alle nuove e superiori forme dellevoluzione economica, che permettevano 11 raddolcimento e il raffinamento continuo della vita morale, mentre la religione, conservatrice in tutto per la sua natura stessa, ha sempre opposto la resi stenza pi tenace anche ad ogni cambiamento del letica propria. E giustamente perci ritiene lo Stuart Mill che un progresso morale ulteriore, non Il fenomeno religio 53 solo saia possibile, ma sar facilitato dal non sus sistere pi di alcuna religione ('). Per quanto concerne, invece, linculcamento e il rafforzamento dei principi morali, che a mano a mano le circostanze sociali o linteresse della classe dominante esigevano fossero partecipati dalla col lettivit, certo che questo fu uno dei principalissimi compiti di tutte quante le religioni e che, anzi, come abbiamo visto, era questa la funzione cui esse do vevano la loro stessa origine e che ne costituiva come la ragion dessere. Ma anche in tal campo, come gi in tutti i restanti, la religione stata a poco a poco sostituita da un altro organo, tecnica- mente pi efficace, e oggi sopratutto sviluppatosi in modo meraviglioso, che possiamo chiamare di for mazione e di esplicazione della coscienza collettiva. Costituito da tutti i mezzi di comunicazione e trasmissione del pensiero, da tutti i pi svariati modi di propaganda delle idee, da tutti i cosiddetti organi dellopinione pubblica, da tutte le sorta di riunioni e di associazioni atte a dare espressione e peso alla media o alla risultante di pi volont individuali, da tutti i sistemi rappresentativi in tutti i campi ( 1 ) STUART MlLL : Three Essays on Religion, Third Edition, London, Longmans Green, 1885, secondo saggio : Utility of Religion, pag. 75. 54 Il fenomeno religio di attivit sociale, questorgano cos complesso della coscienza collettiva permette oggi sempre pi fa cilmente, sempre pi perfettamente, e in un numero sempre maggiore di occasioni, laccordo e lazione di concerto fra i componenti di ciascun gruppo e sottogruppo sociale e poi fra i diversi gruppi e sot togruppi sociali stessi e cos in definitiva fra tutti i membri della societ. Esso acquista conseguen temente un efficacia determinatrice sempre maggiore in tutti i campi di attivit sociale e quindi anche in quello morale. Cosi, il consenso unanime della collettivit in torno a dati principi morali, che siano per tutta la societ, e non solo per questa o quella classe sociale al potere, veramente indispensabili od utili alla propria esistenza od al proprio benessere, simpone ormai al singolo individuo con unautorit che non la cede m nulla a quella che prima esercitava la religione; e la lode e il biasimo, la stima e il disprezzo dellopinione pubblica vanno acquistando ogni giorno pi unimportanza tale da costituire ormai per la grande maggioranza degli individui la precipua molla di qualunque loro azione ( l ). 0) Cfr. STUART M ll l , Religion, 78-81-84-87. secondo saggio: Utility of Il fenomeno religioso 55 Sta il fatto, ad ogni modo, che lorgano che viene messo oggi in moto ad ogni nuovo o maggior bisogno morale da parte della societ ormai questo soltanto della coscienza collettiva e non pi quello religioso : associazioni contro questa o quella piaga morale, propagande a base di buone e brave sta tistiche sul danno individuale e sociale arrecato da questo o quel vizio, campagne giornalistiche ed elet torali contro questo o quello scandalo, ostracismi taciti o clamorosi a questo o a quel rappresentante pi tipico duna moralit antisociale, questo lunico meccanismo che la societ oggi attiva per combattere l immoralit , in sostituzione delle folgori celesti, ormai inefficaci e fuori duso. E lo stesso vale quando si tratti, invece, di unazione moralizzatrice positiva, cio di inculcare e rafforzare direttamente qualche nuovo principio morale e di elevare il livello etico collettivo in questa o quella direzione particolare che pi sia urgente : sistemi educativi atti a plasmare ed orien tare durevolmente nel senso desiderato la psiche affettiva giovanile; nuovi e pi svariati modi di esprimere e rendere tangibile la stima pubblica, si che essa venga tanto pi intensamente ambita da tutti ; sempre maggiore accuratezza e discernimento nel concedere questa stima pubblica, si che sia reso sempre pi diffcile che chi ne immeritevole possa occupare, come oggi ancora spesso succede, posizioni morali sociali nelle quali essa dovrebbe essere impli cita ; glorificazione, sopratutto, di quella fierezza del proprio valore sociale che di gi oggi spinge chi altamente sente di s, l dove limbelle co stretto a pensare sordidamente a s solo, a prodi garsi invece il pi possibile anche per gli altri, a rappresentare da solo il massimo contributo di be nessere e di utilit sociale ( 1 )' La coscienza collettiva, infine, quanto pi estesa e perfetta, tanto pi facilmente scopre e mette a nudo miserie e pene ed ingiustizie, leco delle quali per la stessa sua umile provenienza rimaneva fino ad ora del tutto inavvertita. La societ diviene cos ogni giorno pi sensibile, la sua emotivit si affina, il suo ? d "f? il suo livello morale si e eva ad .Ite, sempre m, gsiore eppllr Uta . te sognata sotto alcuna religione. La societ, non pi guidata ormai nella sua condotta che da principi puramente dordine razio naie, potr assistere cos tranquilla e i O Cfr- Eugenio Rignano- l , d. Sociologia , Genn.-Febb. 1906, pag . 97 ' ' no/e ' Riv. It. Il fenomeno religioso 57 forma di attivit, alla quale, per avere oggi perso ogni sua utilit, essa non deve perci meno la sua origine, il suo sviluppo e la sua civilt attuale. Ma se condannata ad una definitiva scomparsa sembra cos la religione in quanto organo e fenomeno sociale, altrettanto, certo non pu dirsi in quanto manifestazione psichica e fatto individuale. Il proiet- tamento del proprio finalismo anche al di fuori di noi stessi in tutto quanto luniverso, ultimo elaborato residuo filosofieo-metafisico del rozzo presupposto animistico dell uomo primitivo, 1 aspirazione al trionfo del bene sul male, il bisogno, ancora pi in genere, di credere che quanto per noi ha valore, se pure al presente non , si conserva tuttavia, a traverso tutte le peripezie del mondo reale, come in potenza, per attuarsi in seguito, unitamente alle pi dolci, intime ed ineffabili consolazioni, che solo pu dare lillusione creata dallardente desiderio, sono e saranno sempre queste le fonti perenni di religiosit per tutte le nature pi o meno portate al misticismo ('). (*) (*) Cfr. LUIGI VALLI : Il fondamento psicologico della religione , Roma, Loescher, 1904; in ispecie Cap. Vili; L'essenza della reli gione', HARALD HFFDING: Religionsphilosophie, Leipzig, Reisland, 1901, Cap. III: Psychologische Religionsphilosophie , in ispecie sezione D : Der Satz von der Erhaltung des Wertes ; STURT MlLL : op. cit., secondo saggio: Utility of Religion, 120. Il fenomeno religioso Questa mistica lite potr cos mantenere accesa nel proprio seno e tramandarsi di generazione in generazione la sacra face religiosa lontano nei mil lenni futuri forse quanto durer la vita umana stessa. Si pu dire che il Materialismo Storico abbia rappresentato e rappresenti tuttora, nella scienza so ciologica, quello stesso movimento di idee che, nella scienza biologica, ha avuto luogo al principio del secolo scorso, tutto inteso a vagliare, allo scopo duna classificazione naturale delle specie e d una comprensione adeguata dei fenomeni vitali del! or ganismo, limportanza relativa delle varie caratte ristiche morfologiche. E come quel movimento mir a mettere in rilievo la ben maggiore importanza che a tale riguardo la struttura intima e profonda dell organismo ha sulla esterna pi appariscente, cos il Materialismo Sto rico sorse a protestare contro limportanza esagerata che gli storiografi ed i filosofi della storia avevano sempre dato fino allora a certe manifestazioni sociali 62 Il Materialismo Storie esteriori, dordine del tutto secondario, trascurando invece completamente altri fenomeni pi riposti e pi umili, a primo aspetto privi di ogni interesse, che invece hanno un valore grandissimo per com prendere il complicato meccanismo e levolversi di tutta quanta la vita sociale. E quale fenomeno sociale il pi importante di tutti, il Materialismo Storico additava, come noto, quello economico. Ma il Materialismo Storico non si limitato a questo. Nel tempo stesso che, con una sintesi possente, riconosceva la somma importanza della struttura od Organizzazione economica rispetto a tutta la restante fenomenalit sociologica, affermava an che, e qui cadeva nell'errore, lirresistibilit e im perturbbilit del corso dei fenomeni economici, il quale, pur determinando e plasmando via via a sua immagme e somiglianza tutta la restante superstrut- tura sociale, costituita dai fenomeni giuridici, po litici, etici e ideologici, non era alla sua volta influenzabile da nessuno di questi ultimi. Esso non poteva perci venire mai in alcun modo modificato nemmeno dalla volont degli uomini, anche se col lettiva, e quindi neppure dal diritto che di questa volont collettiva lestrinsecazione pi diretta. Il Materialismo Storico 63 Con ci il Materialismo Storico veniva ad af fermare una dipendenza semplicemente unilaterale, anzich completamente reciproca, dei vari fenomeni sociali fra loro, e dava alla evoluzione della societ un aspetto rigidamente fatalistico. Inoltre, la struttura economica stessa, da cui dunque poi dipenderebbe tutta la superstruttura so ciale, sarebbe alla sua volta determinata, in ciascuno stadio del suo processo evolutivo, dai modi successivi dessere di un fattore supremo, il quale, costretto per la sua natura stessa ad una continua auto-tra sformazione, provocherebbe cos ineluttabilmente tutta quanta levoluzione economica e sociale e il senso di questa evoluzione. Pel Marx, questo fattore supremo sarebbe lo strumento di produzione in senso lato, ci che egli chiama col nome di forze pro duttive materiali . Rimarchevole sopratutto sarebbe stata la sua azione nel determinare il passaggio dal leconomia domestica alleconomia capitalista e dal regime della piccola a quello attuale della grande industria. Per altri, altro sarebbe questo fattore pri mordiale. Cos, pel Loria, sarebbe la densit di popolazione che col suo continuo andare aumen tando avrebbe in passato determinato i quattro stati fondamentali successivi dell economia collettiva, schiavista, servile e salariante e oggi continuerebbe 64 Il Materialismo Storico a determinare di questultima tutte le manifestazioni secondarie. E cos, per altri seguaci, altro ancora sarebbe questo primo impulsore. Ma in tutti resta immutata la tesi fondamentale che la struttura eco nomica evolva di per s stessa, per propria forza intrinseca, modificando via via corrispondentemente tutta la restante superstruttura sociale, senza essere, viceversa, da questa superstruttura, e neppure dal diritto che ne la manifestazione pi importante, minimamente tocca o influenzata. Non si pu negare che tutta una serie di fatti bene accertati non diano a questo modo di vedere una forte apparenza di verit. Cos, nota 1 im potenza di molte leggi di fronte a dati fenomeni economici che esse tendono sia a favorire sia ad ostacolare. Ci basti rammentare, a semplice titolo desempio, le leggi mercantiliste nel diciasettesimo e nel diciottesimo secolo intese a rendere il pi possibile favorevole la bilancia del commercio onde aumentare di continuo nel paese la massa dei metalli preziosi e le odierne anti-trust-laws degli Stati Uniti. Daltra parte y molte di queste leggi, del tutto im potenti dapprima a lottare contro dati fenomeni economici, si sono viste poi col tempo venir meno la loro materia di applicazione pel trasformarsi che hanno fatto i fenomeni economici stessi del tutto Il Materialismo Storico 65 indipendentemente da esse. Cos le leggi contro la usura del medio evo, dapprima impotenti a lottare contro lalto interesse del denaro, hanno poi con tinuato spesso a permanere in vigore anche quando la discesa naturale del saggio del profitto, e con seguentemente dellinteresse stesso del denaro, ve niva a renderle completamente inutili. Il permanere in vigore, per lo meno durante un certo tempo, di consimili leggi ormai fuori duso (obsolete laws, come dicono gli inglesi), e lesistenza che cos si rivela di una specie di forza dinerzia del diritto, sembrano denotare essere i fenomeni giuridici tra scinati a stento dagli economici e seguire questi ul timi, anzich procedere essi per i primi e modificare in seguito gli economici. Che poi anche le trasformazioni pi importanti, cui pu andare soggetto un dato regime economico, possano avvenire, talvolta, in seguito al solo na turale evolversi del processo economico, senza che il diritto vi prenda alcuna parte attiva, lo dimo strano quei casi in cui questultimo assiste quasi direi impassibile a questa evoluzione economica, cio a dire del tutto immutato, per lo meno per qualche tempo, nelle sue linee fondamentali. Cos, la trasformazione sopra accennata del regime della piccola in quello della media e poi della grande 66 Il Maleralismo Storct industria, che si pu dire ha mutato completamente la faccia al regime capitalista, e cos magistral mente descritta nellopera massima del Marx, si compiuta quasi totalmente fermo stante lordina mento della propriet e prima anche che le altre istituzioni giuridiche pi speciali, relative a questo lato del processo economico, venissero a prendere notizia del mutamento avvenuto. Che pi ? Le stesse trasformazioni sociali pi profonde possono avvenire allinsaputa quasi di remmo del diritto. Cos, sul decadere dellimpero romano, la rarit crescente e il conseguente alto prezzo degli schiavi, da una parte, e, dallaltra, lestendersi continuo del depauperamento nella classe parassitarla, che creava un proletariato di liberi e di liberti sempre pi numeroso e bisognoso, davano luogo spontaneamente, perch economicamente pi conveniente, alla surrogazione graduale della schia vit col lavoro servile del colonato nellagricoltura e col lavoro salariato nelle arti e mestieri. Ma questi fatti ed altri consimili, che si po trebbero moltiplicare a piacere, bastano essi a di mostrarci lautonomia e l'imperturbabilit assolute dei fenomeni economici di fronte al restante della fenomenalit sociologica, ed in ispecie limpossi bilit che essi vengano mai modificati dalla volont Il Materialismo Storico 67 umana collettiva quali pur siano le istituzioni per le quali essa si estrinsechi ? O, piuttosto, non stanno essi a denotare altro che, per lintrinseca diversit dei rispettivi modi dagire di questi due fattori so ciali per eccellenza, l'economico e il giuridico, il loro reciproco interferire ed influenzarsi dipende da ben determinate condizioni che si tratter appunto di investigare? Gi una smentita solenne, tanto pi efficace m quanto avveniva sotto i propri nostri occhi, veniva data allaffermata fatalit della evoluzione econo mica dai ripetuti successi delle associazioni operaie di resistenza, prime e pi gloriose fra tutte le Trade Unions inglesi, nella loro lotta intesa al rialzo dei salari. Mentre pel corso naturale del processo eco nomico questo avrebbe dovuto condurre, secondo il Marx, ad un immiserimento ed abbrutimento pro gressivo della classe lavoratrice, lazione collettiva di questultima riusciva a modificare a suo vantaggio levoluzione economica stessa. Se lazione collettiva cosciente si mostra cos gi di per s sola efficace, anche prima di assurgere a fenomeno giuridico vero e proprio, a deviare in un senso piuttosto che in un altro il corso dei feno meni economici, non gi a priori presumibile che tanto pi essa ne dovr, in dati casi, essere capace. 68 Il Materialismo Storie ove essa pervenga ad estrinsecarsi e consolidarsi nel diritto in genere, che ne prolunga nel tempo l'effi cacia operativa, e nel diritto di propriet in ispecie, che ci che inquadra e incanala tutto il corso dei fenomeni economici? Ora, questa presunzione a priori non che troppo confermata a posteriori. Si paragonino, p. es., gli ordinamenti della propriet fondiaria nella Francia e nella Granbret- tagna. In questultima, gli usurpatori normanni e la loro discendenza, divenuti per via di conquista proprietari di tutto il suolo, e pochi di numero ri spetto alla popolazione restante, mirarono al man tenimento del loro monopolio istituendo, come sul continente, il maggiorasco e il fidecommesso, che hanno prodotto il latifondo. A diversi secoli di distanza, in Francia, Faccaparramento da parte della borghesia rivoluzionaria dei beni della nobilt e del clero, grazie alla frazione ben maggiore che tale classe espropriatrice costituiva della popolazione totale, ha condotto, invece, al frazionamento del suolo, favorito vieppi dalle speciali leggi testa mentarie, che la borghesia stessa si affrettava a istituire per evitare il pericolo di vedere a poco a poco riformarsi la grande propriet terriera. E cos la differenza dei due ordinamenti della propriet dei due quadri incanalanti i fenomeni economici Il Materialismo Storico 69 rurali, ha condotto a manifestazioni ed evoluzioni economiche del tutto diverse : l, i latifondi im mensi, lassenteismo, lestendersi su tutte le terre dellal levamento del bestiame a scapito della col tivazione del grano, lo spopolamento delle campa gne, le evidions di intere popolazioni rurali, la grande disuguaglianza nella distribuzione della ric chezza ; qui, lo sminuzzamento eccessivo del suolo, il proprietario coltivatore della propria terra, lagri coltura intensiva a giardinaggio, il diffondersi e l'intensificarsi dello spirito di risparmio, la maggiore uguaglianza distributiva. N si dica che, in tali casi, lordinamento della propriet riflette e segue il processo economico. Ch, evidentemente, invece, lo precede e lo determina. Ma come se questi esempi, moltiplicabili a pia cere, provanti leffettiva efficacia determinativa, in dati casi, del diritto sui fenomeni economici, che gli avversari avrebbero potuto portare e in gran parte hanno portato contro la dottrina fatalista del Materialismo Storico, ancora non bastassero, soc corse a rinvigorire lassalto il Materialismo Storico stesso collaltra sua affermazione, questa verissima, ma contradditoria colla prima, e di cui gli fu facile fornire numerose indiscutibili prove, intendiamo dire quella della lotta di classe . Il Materialismo Storico con questa legge so ciologica della lotta di classe veniva, infatti, ad affermare che la grande maggior parte dei fatti sociali pi salienti, che costituiscono la trama della storia, non sono che il risultato e la manifestazione pi o meno diretti o indiretti della lotta incessante che in ogni societ si combatte fra le varie sue classi ad interessi omogenei, sospinta ciascuna dal proprio movente economico. La storia della societ che ha esistito fin qui, scrivevano Marx e Engels nel celebre Manifesto del Partito Comunista, la storia duna lotta di classi . Per lotta , in tal caso, si deve intendere semplicemente la tendenza di ciascun gruppo sociale cosciente, economicamente omogeneo, ad accrescere i suoi vantaggi economici a spese di tutti i gruppi restanti. L egoismo degli individui, cos scri veva lo Spencer stesso nella sua introduzione alla sociologia The Study of Sociology , - con duce all egoismo delle classi e produce, oltre gli sforzi individuali per appropriarsi una parte esagerata dei prodotti complessivi dell'attivit sociale, uno sforzo collettivo diretto verso il medesimo scopo. Le ten denze aggressive che si sviluppano cos in ogni classe devono essere controbilanciate da tendenze ugual mente aggressive nelle altre classi . * Il Materialismo Storicc 71 La lotta di classe in seno allorganismo sociale, cos intesa, corrisponde dunque esattamente a quella lotta delle varie parti fra loro, organi, tessuti e cellule, che Wilhelm Roux metteva in evidenza combattersi di continuo in seno ad ogni organismo biologico. Ed essa pure non appare cos che una delle tante manifestazioni e conseguenze di quella tendenza universale e irrefrenabile della vita alla propria espansione, impulsore primordiale e fon damentale di tutta quanta levoluzione organica, sia biologica che sociologica. Ma, evidentemente, non basta affermare questa lotta delle varie classi fra loro. Necessario sar studiare i diversi modi con cui essa viene ad estrin secarsi, sia direttamente nel campo economico sia di rimbalzo in tutti gli altri campi sociali restanti ; e indispensabile sar pure seguire passo a passo il continuo mutare della rispettiva efficacia o peso di queste classi in quanto fattori sociologici, e gli effetti via via di questi mutamenti, i quali solo di tanto in tanto, n sempre necessariamente, verranno a culminare, nei periodi cosiddetti di rivoluzione, nellavvicendamento al potere di queste classi. Una volta che ci si faccia, allora innegabile che una luce vivissima venga cos a proiettarsi, tanto sui diversi cambiamenti nella costituzione politica e giu- Il Materialismo Storico ridica dei vari Stati e su tutte le altre manifesta zioni sociali interne in genere, le etiche e le ideo logiche comprese, quanto sugli atti esteriori stessi della societ, quale unit a s, come guerre o trattati di pace, smembramenti o fusioni di Stati, imperia lismo o politica di raccoglimento, e cos via. Fenomeni sociali che parevano fra loro del tutto dissimili e dovuti alle cause pi diverse hanno potuto cos essere ricondotti ad una causa unica, assimilati fra loro, quindi spiegati nel senso vero e proprio che a questa parola d la filosofia positiva. La ricerca del movente economico di questa o quella classe sociale come propulsore o fattore di questo o quell avvenimento storico, che a primo aspetto magari sembrava dovuto a cause di tutt altro ge nere o di cui non si riusciva a comprendere affatto la causa, e la ricerca delle cause, per lo pi eco nomiche, alteranti via via di continuo il rispettivo (( peso delle varie classi sociali, sono venute cos a costituire la chiave di volta di tutta una serie di ricostruzioni storiche fatte su basi scientifiche. Sono troppo noti, perch valga qui la pena di soffermarcisi, i fatti storici pi tipici, su cui pi specialmente insistono i seguaci del Materialismo Storico a fondamento e sostegno di questa dottrina della lotta di classe. Nelle crociate, p. es., met- Il Materialismo Storico 73 tono in evidenza linteresse economico che le classi dominanti delle fiorenti repubbliche italiane, ed in ispecie di Venezia, avevano a muovere guerra al turco per assicurarsi i ricchi traffici delloriente. La riforma di Lutero appare come in gran parte dovuta all'interesse di sottrarsi, non tanto al dogma, quanto ai troppo pesanti balzelli di Roma costituiti dalla vendita delle indulgenze. La diffusione del cristia nesimo stesso si disvela nei suoi primordi come un movimento vero e proprio di riscossa proletaria. Il trasporto della capitale da Roma a Bisanzio e lele vazione a religione ufficiale del cristianesimo sono attribuiti dallo stesso Renan allo spostamento av venuto del centro di gravit dellimpero, pel ((peso preponderante acquistato dalle classi commercianti ricche dellOriente, la borghesia di allora, appog giatisi sul proletariato cristiano onde controbilan ciare e schiacciare lantica aristocrazia parassitala romana. La grande rivoluzione francese apparsa subito a tutti come dovuta al brusco tracollo dun equilibrio gi da troppo tempo instabile per la pre ponderanza acquistata dalla borghesia capitalista sulla nobilt fondiaria. La stesse successive nume rose trasformazioni politiche di quel paese, che al lume delle sole ideologie Bonapartista, legittimista, Organista, repubblicana, plebiscitaria, e via di- 74 Il Materialismo Storico cendo, rimangono un inesplicabile mistero, alla luce, invece, dei molteplici interessi in giuoco che sotto queste denominazioni si sforzavano di prevalere gli uni sugli altri, quelli dei detentori attuali delle terre gi nazionalizzate e quelli degli antichi pro prietari espropriati, quelli della grande propriet fondiaria in parte ricostituitasi sotto i Borboni e quelli della grande finanza e della grande industria rappresentati dalla Casa dOrlans, quelli del pic colo commercio e della piccola industria, cui col- 1 aiuto del proletariato operaio si deve la rivoluzione del 48, e quelli dei contadini proprietari su cui si a PPggi av a Napoleone III, appaiono allora ri portate tutte ad una stessa causa e quindi ben mag giormente comprensibili, s come, ad applicazione ed illustrazione della propria dottrina, ha saputo mostrarci in pagine suggestive Io stesso Marx. Alcuni, come Vilfredo Pareto nei suoi Sy- stemes Socialistes, nella lotta di classe non vedono che una lotta di lites intente a soppiantarsi 1 un 1 altra. Ma bisogna distinguere fra lotta di e/ifes, ciascuna appoggiatesi sopra una propria classe sociale, e lotta di lites, avvenente in seno ad una stessa classe sociale. Nel primo caso, Vlite non rappresenta che il centro necessario di ralliement dei dispersi membri della classe, lorgano sinte- Il Materialismo Storico 75 tizzatore e coordinatore della volont collettiva, quale si sprigiona un po caotica dalle singole vo lont individuali. La lotta delle lites non , in tal caso, che laspetto superficiale sotto cui si na sconde il fenomeno ben pi profondo e ben pi fondamentale della lotta di classe. Nel secondo caso, invece, in cui le lites pure appoggiandosi ciascuna sulla medesima classe sociale tentano di sbalzarsi reciprocamente di seggio, il fatto non rap presenta che un fenomeno d importanza del tutto secondaria rispetto a quello della lotta di classe vera e propria. Il prevalere di una lite piuttosto che dellaltra sta al fatto fondamentale della lotta che questa classe combatte contro le sue antago niste, come laccompagnarsi accidentale di questa o quella nota armonica alla nota fondamentale sta alla vibrazione di quest ultima. Le varie lite s che si succedono le une alle altre non mutano, per cos dire, che il timbro della lotta vera e propria, che la classe nel suo complesso persiste a combattere sostanzialmente invariata : cos, il succedersi delle varie lites in seno alla borghesia rivoluzionaria du rante il periodo pi agitato della grande rivoluzione francese e il dilaniarsi delle varie lites in seno al partito socialista attuale non alterano gran che la sostanza del fatto principale, che sotto queste misere parvenze permane un fenomeno storico grandioso dimportanza fondamentale. Daltra parte, con questa sua affermazione di una lotta di classe, ciascuna sospinta dal proprio movente economico, il Materialismo Storico non si sogna certo di negare lesistenza delle singole idea lit individuali anche le pi alte, scevre di ogni bench minimo interesse materiale ; solo afferma che esse non riescono ad improntare di s lazione duna collettivit cosciente ad interessi economici omoge nei, la cui fisionoma morale non rispecchia che la media delle caratteristiche etiche pi comuni dei rispettivi membri. Il Materialismo Storico, anzi, non nega neppure certe idealit collettive e la loro efficacia a muovere le masse; o quelli, che questo negano, cadono nella esagerazione e nell errore. Ma in tali casi si tratta di istinti sociali, quali la fede religiosa, lodio di razza, e simili, cio a dire di tendenze collettive a modi stereotipati di reagire, impulsivi e irriflessivi, del tutto simili, appunto, agli istinti o ai moti riflessi dell organismo animale. E le classi coscienti, cio quelle, secondo la definizione del Kidd, i cui membri hanno, invece, la facolt di agire di con certo sotto linfluenza della ragione, si valgono allora i ta i istinti collettivi, che basta sapere ((svincolare Il Materialismo Storico 77 indifferentemente in mille modi diversi, onde muo vere e dirigere ai propri fini le masse stesse. Cos quando Pietro lEremita incitava le turbe a liberare il santo sepolcro, n Pietro 1 Eremita stesso ne queste turbe erano certo mossi da alcun movente economico ; ma di questa forza preziosa incosciente, le classi coscienti seppero bene approfittare a loro vantaggio economico. Alcuni negano lasserzione del Materialismo Storico che ogni classe cosciente sia tratta ad agire esclusivamente secondo il proprio tornaconto eco nomico, mostrando come le classi dominanti pren dono e fanno talvolta, e magari anche spesso, prov vedimenti e leggi che riescono a loro danno ed a vantaggio, invece, delle classi dominate, come p. es. tutta la cosiddetta legislazione sociale attuale in favore delle classi operaie. Ma, cos affermando, si dimentica che una classe anche ben lontana dal potere pu sempre tuttavia avere un certo a peso , anche notevole, che in un modo o nell altro essa riesce sempre a far valere. Cos, nei regimi assoluti stessi ben nota la necessit in cui sempre venuta a trovarsi la classe al potere, la corte o la nobilt, di appoggiarsi su queste o quelle classi sociali, che il .suo intuito politico, le faceva ritenere come le pi potenti. Ora, questo vale tanto piu negli odierni regimi rappresentativi. E il Loria appunto dimostra benissimo come la lotta fra i due classici partiti po litici inglesi, il conservatore e il liberale, rappresen tanti luno gli interessi della grande propriet fondia ria e laltro quelli della grande industria, abbia con dotto a tutta una serie di atti legislativi e di prov vedimenti in favore della classe operaia, per la necessit appunto che tanto lun partito che laltro avevano di acquistarsene lappoggio con continue nuove concessioni. Da ci, anzi, da questa necessit di ciascuna classe sociale al potere di appoggiarsi su altre classi, cio di accrescere col peso di queste ultime quello proprio, deriva laltra di rivestire il proprio movente economico di apparenze idealistiche, cio a dire di presentare i propri piani di azione so ciale come rispondenti allinteresse sociale il pi generale possibile. Del resto, non che per una tendenza del tutto naturale e spontanea, e spessissimo in piena buona fede, che gli appartenenti ad una data classe eco nomica sono spinti a scambiare i propri interessi particolari di classe per quelli di tutta la societ in generale, e, conseguentemente, a ritenere le isti tuzioni o sanzioni sociali, che questi interessi favo riscono o proteggono, come altrettanti diritti na- Il Materialismo Storico 79 turali o principi supremi di giustizia . pos sibile e facile a chiunque fare delle esperienze in proposito, interrogando sopra una data questione so ciale qualsiasi di portata generale una dopo laltra diverse persone appartenenti a classi le pi differenti. Ciascuna, pur non svolgendo che considerazioni di utilit generale, giunger ad una soluzione conforme agli interessi della propria classe. Cos, p. es., circa alla questione sui rapporti fra lindividuo e lo Stato, tanto la formula Manchesteriana del laissez faire laissez passer o la teoria filosofico-giuridica Spen- ceriana deHmdividuo contro lo Stato, quanto la dottrina opposta del lintervento dello Stato per via duna legislazione sociale normativa e frenatrice, troveranno ciascuna i loro pi convinti seguaci ri spettivamente ip quelle classi al cui interesse eco nomico esse verranno a corrispondere. Ed anzi cos, pel comparire di nuove classi sulla scena politica che impongono nuove direttive allazione sociale, e pel mutarsi continuo dei valori o ) E come ci ha dimostrato, purtroppo, la terribile guerra mondiale provocata dall' imperialismo della classe della grande industria tedesca, guerra per, questa, che, appunto perch profon damente perturbatrice dei pi vitali interessi di tutti quanti gli altri paesi, ha sollevato contro di s la sanzione di tutto il mondo civile, ad ammonizione imperitura pel futuro. Rionano 82 Il Materialismo Storie Questa dottrina, infatti, da una parte, proclama che la lotta di classe la legge suprema della storia, che dessa che fa la storia, e, dairaltra, nega che lazione cosciente di queste classi, n per via dellazione diretta sui fenomeni economici stessi n pel tramite di adeguate modificazioni al diritto di propriet e alle istituzioni giuridiche in genere, possa mai avere alcuna efficacia determinatrice sul corso del processo economico, il quale continuerebbe im perturbabile la sua evoluzione autonoma e fatale. Si pu immaginare una contraddizione maggiore di questa ? O la lotta di classe, intesa ad assicurarsi vantaggi economici maggiori, sussiste, e allora ne consegue che i fenomeni economici possono, a se conda del preponderare di questa o quella classe, venire modificati in questo piuttosto che in quel senso. Oppure il processo economico ha un suo fatale andare, sottratto ad ogni e qualsiasi influenza umana, s come il corso immutabile degli astri, e allora non pu sussistere, per mancanza di materia dapplicazione, la lotta di classe, che ha precisa- mente per obietto il cambiamento del processo eco nomico stesso. Cos, certi mutamenti nel corso del sole sarebbero sicuramente di grande vantaggio eco nomico pei popoli settentrionali e di danno pei me- Il Materialismo Storie 83 ridionali, ma invano, riteniamo, si cercherebbe negli archivi della storia, una qualche lotta di popoli o di classi intesa a deviare il sole dal suo eterno cammino. , anzi, per questo suo vizio dorigine che il Marxismo, se dapprincipio, col suo vaticinio fata listico del prossimo necessario avvento dun regime economico senza n sfruttati n sfruttatori, ha ser vito mirabilmente a infondere e diffondere nelle masse operaie la fede e il verbo socialista, s come per la diffusione del cristianesimo giov la fede nel prossimo avvento del millennio, poi, invece, di venuto esso stesso la causa precipua della profonda crisi attuale del partito socialista di tutti i paesi, per non avergli saputo indicare alcuna linea di con dotta all'infuori di quella... di aspettare la fatale maturazione del regime collettivista. Se poi invece, si ammette la possibilit che il processo economico conduca ad essere un fattore sociologico preponderante o con-determinante una nuova classe, interessata, p. es., ad introdurre un dato cambiamento nellordinamento della propriet che le garantisca nuovi e maggiori vantaggi econo mici, e che questo cambiamento, una volta intro dotto, venga a modificare il processo economico nel 84 Il Materialismo Storico senso desiderato e previsto, allora sar lazione di questa classe cosciente, efficacemente esercitatasi per un tal tramite duna modificazione adeguata al di ritto di propriet, e non gi un processo di elabo razione interna, che costituir la causa effettiva del cambiamento avvenuto nel corso dei fenomeni eco nomici. Sia pure, il che non sempre necessaria mente, che laccrescimento di potenza della nuova classe sia esclusivamente la conseguenza del modo con cui anteriormente si svolto il processo econo mico, ci non toglie che lopera di questa classe, una volta assurta a fattore preponderante, non co stituisca per questo un fattore sociologico a parte, di natura del tutto diversa da quella del fenomeno economico vero e proprio. Rigettata dunque che sia questa contraddizione stridente del Materialismo Storico, che gravemente e profondamente ha inquinato tutte le applicazioni scientifiche che della dottrina hanno fatto anche i suoi migliori seguaci, allora questa legge della lotta di classe si addimostra veramente come una delle pi belle conquiste della scienza sociologica, perch la prima, si pu dire, all'infuori'di alcune leggi economiche propriamente dette, che ha reso pos sibile, anche per la sociologia, la previsione, che Il Materialismo Storica 10 scopo supremo di ogni scienza e la misura del suo grado raggiunto di perfezione ('). Baster, infatti, in molti casi, esaminare, p. es., quali classi sociali vedrebbero i loro interessi av vantaggiati e quali altre vedrebbero i propri dan neggiati da una data azione sociale eventuale, quale una data guerra, una data modificazione dellor dinamento della propriet, una data legge o un dato provvedimento qualsiasi, e verificare quale fra questi due gruppi di classi il preponderante, cio a dire ha il peso maggiore in quanto fattore so ciologico, per potere subito prevedere, con tutta certezza, se questo avvenimento avr luogo o no. Ma appunto per dare a questa legge sociologica della lotta di classe una capacit di previsione sempre maggiore, bisogna completarla. ci che abbiamo cercato di fare in altra nostra opera, ri cercando, in primo luogo, le leggi che governano 11 variare dei pesi rispettivi delle diverse classi sociali ; e, in secondo luogo, investigando le leggi che regolano i vari modi possibili dagire e la con seguente efficacia determinatrice di queste classi. ( x ) Vggasi in proposito quanto abbiamo gi svolto nel nostro studio: La Sociologie dens le Cours de Philosophie Positive d'Auguste Comite Paris, Giard et Brire, 1902, pag, 41 e seg. ; ediz. italiana, Palermo, Sandron, 1904, pag. 116 e seg. Il Materialismo Storico una volta che qualcuna di esse pervenga, sia ad avere un peso addirittura preponderante, sia ad ac quistare una nuova forza capace di controbilanciare almeno in parte quella delle altri classi. Fra gli elementi che concorrono a determinare lefficacia sociale di qualsiasi gruppo dindividui, il grado di perfezione della coscienza collettiva del gruppo, la sua potenzialit economica, e il numero dei suo componenti, ci sono apparsi fra tutti i pi importanti. Solo che il grado di perfezione di co scienza collettiva, da cui dipende lazione pi o meno strettamente concorde e il numero maggiore o minore di circostanze in cui il gruppo potr pro cedere di concerto,. dipende alla sua volta da altri elementi, non tutti di natura economica, che complicano grandemente il fenomeno, e sui quali sarebbe qui inutile di indugiarsi (*). Quanto ai vari modi possibili dagire di cia scuna classe, essi variano a seconda del peso stesso che essa ha relativamente alle altre. Cos, solo quando non le possibile ancora di dirigere (') Ci permettiamo di rimandare su ci alla nostra operar Di un socialismo in accordo colla dottrina economica liberale, Torino, Bocca, 1901; ediz. francese: Un socialisme en harmonie avee la doctrine c. lib., Paris, Giard et Brire 1904; capitolo ultimo: La coscienza collettiva della classe proletaria quale fattore sociologico. Il Materialismo Storico 87 la propria azione modificatrice sui fenomeni giuridici che essa si volge direttamente agli economici ; s come, appunto, gi vedemmo essere successo per le Trade-Unions e tutte le organizzazioni operaie di resistnza in genere nel primo svegliarsi a coscienza della classe lavoratrice. Ma semplicemente come un pis aller, per limpossibilit, date le sue tuttora troppo deboli forze, di sceglierne uno migliore che una collettivit qualsiasi si adatta a seguire un tal sistema dazione, a rendimento tecnico minimo. Lazione collettiva, infatti, per la sua natura stessa, implicando essa per ogni sua nuova mani festazione un accordo preventivamente deliberato fra pi individui spesso in numero grandissimo, inter mittente. Il fenomeno economico, invece, in ispecie al giorno doggi, continuo e continuamente mute vole. Gli atti di compra, di lavorazione, di vendita delle varie merci non sostano per cos dire un istante, in ogni istante i prezzi delle materie prime e delle materie manifatturate cambiano a seconda delle con dizioni del mercato, in ogni istante, si pu dire, muta anche la richiesta e lofferta della mano dopera e le conseguenti condizioni fatte al lavoro. Le intese fra le unioni di compratori e di venditori duna medesima merce portano bens una maggiore stabilit nei prezzi, come le intese fra le organiz- Il Materialismo Storico zazioni dei lavoratori e gli imprenditori capitalisti portano una maggiore stabilit in tutte le condizioni fatte alla mano dopera, quali la durata della gior nata di lavoro, il salario e via dicendo. Ma ci non toglie che i fenomeni economici mal si adagino a questa fissit e tendano quindi a premere di continuo sulle norme ad essi imposte da tali intese ed a sot- trarvisi completamente allo spirare degli accordi. E questo tanto pi facilmente, ove dalla parte inte ressata a rigettare questi accordi si abbia la volont agile dun individuo singolo, quale il capitalista imprenditore, e dallaltra la volont duna collet tivit numerosa, lenta ad esplicarsi, difficoltata so pratutto dalla sua stessa natura a ripetersi con quella frequenza che pur sarebbe necessaria per conservare almeno le conquiste economiche gi ottenute. Basta leggere, ad es., anche solo alcuni ca pitoli del classico libro dei coniugi Webb Indu striai Democracy)), in cui viene narrata dettaglia tamente la storia della pur mirabile organizzazione che a poco a poco ha saputo darsi la porzione pi evoluta della classe lavoratrice inglese, per vedere quale complicato e lento e costoso meccanismo deve tuttavia essere messo ogni volta in moto per ciascuna deliberazione un po importante da prendersi da una qualunque delle Trade-Unions anche fra le Il Materialismo Storico meglio organizzate. E quando poi per far valere la propria deliberazione questa Trade-Unions sia costretta a entrare in aperta lotta colla classe av versaria, a tutti ben noto quale immane dispendio economico questo conflitto venga a costituire. Ond che il sistema dellazione collettiva por tata direttamente sul fenomeno economico, che rende necessario un frequente ripetersi dellazione collet tiva stessa, finisce sempre col riuscire eccessivamente costoso e ad essere, quindi, come sopra afferma vamo, tecnicamente molto imperfetto. Quindi si comprende come appena una classe venga ad ac quistare quel tanto di peso strettamente neces sario per potere esercitare la propria influenza de- terminatrice sui fenomeni giuridici, subito rivolga ad essi la propria azione, quale sistema tecnicamente superiore. Infatti, il fenomeno giuridico, cristallizzando, per cos dire, i desiderata della classe in uno schema di norme per s stante, cio a dire tale che una volta stabilito permane invariato grazie al sostegno che allora viene ad esso da tutti gli organi sociali addetti al mantenimento e alla difesa del diritto in genere, prolunga lefficacia operante della volont collettiva della classe stessa indefinitamente oltre listante della sua attivit effettiva, e da intermit- 90 Il Materialismo Storico tento la rende, avuto riguardo agli effetti, come se fosse continua. Cos, quando un sindacato nazio nale di minatori, ad es., sia venuto ad ottenere col suo agitarsi la fissazione per via legislativa della giornata di lavoro nelle miniere ad otto ore, per quanto maggior sforzo questa azione diretta sul fe nomeno giuridico possa essergli anche costata che se fosse stata invece rivolta a strappare direttamente questa concessione alle imprese capitaliste rispettive, tuttavia la via seguita rappresenter pur certo sempre quella del minimo mezzo pel nessun bisogno che per ben pi lungo tempo vi sar di rinnovare uno sforzo nuovo consimile. Ma fra tutti i fenomeni giuridici quello pi importante per lefficacia che esso ha nel determi nare o modificare il corso dei fenomeni economici rordinamento della propriet. Infatti, il fenomeno giuridico incontra in molti casi difficolt grandis sime a cogliere e mantenere entro il voluto quadro rigido di norme il fenomeno economico, quando questo si trovi in corso di attuazione. Il fenomeno economico, in ispecie quando ambedue le parti fra cui si produce, o anche una parte sola, siano costi tuite da enti economici minuti, sia singoli individui che minuscole imprese, alcunch di guizzante e di inafferrabile, che passa facilmente attraverso le Il Materialismo Storico 91 maglie delle norme giuridiche. Cos, il sWeating System, p. es., come gi lusura del medio evo, si ride di tutte le leggi che tentino combatterlo. Da tale inefficacia in molti casi del diritto sul fenomeno economico trae in gran parte origine, anzi, come sopra avvertimmo, la dottrina appunto, esagerata e quindi erronea, della immodificabilit assoluta dei fenomeni economici di fronte allopera delluomo. Senonch, tutte le azioni e reazioni economiche si partono sempre da determinati stati di possesso di beni per produrre od arrivare parimente ad altri stati di possesso. Quindi, pur libere anche che siano lasciate nel restante, o che in pratica riescano ad essere, di prodursi a piacere per via contrattuale fra i diversi membri della societ, queste azioni e rea zioni economiche non possono tuttavia non dipen dere, non rimanere vincolate, dal quadro generale di norme giuridiche, che regola e stabilisce le varie modalit dessere di questi stati di possesso. Cos, p. es., se un fidecommesso impedisce la vendita o lo spezzettamento dun latifondo, i fenomeni eco- nmoici che potranno dipartirsi da un tale stato di possesso saranno di necessit del tutto diversi da quelli che potranno dipartirsi da unuguale esten sione di terra vendibile e spezzettabile a piacere. Se un maggiorasco impone che tutto il patrimonio 92 Il Materialismo Storie paterno debba spettare al primogenito, i fenomeni economici che, alla morte del detentore attuale, po tranno venir prodotti dai diversi figli saranno di ne cessit differenti da quelli cui questi figli avrebbero, invece, dato luogo, se la disposizione opposta della legittima fosse venuta a dividere il patrimonio stesso in parti uguali. E cos via. Cosicch, queste norme giuridiche determinanti le varie modalit dessere degli stati di possesso, e costituenti ci che chia masi lordinamento del diritto di propriet, fungono nella guisa stessa dun sistema rigido di dighe, atto ad incanalare, a seconda della sua conformazione, in questa o quella direzione, tutto quanto il corso dei fenomeni economici. Sono dunque le modifica zioni a questo ordinamento della propriet, grazie alle infinite modalit dessere di cui esso per sua natura suscettibile, che si addimostrano perci come il mezzo dazione pi efficace, che qualsiasi classe sociale possa mettere in pratica, onde modi ficare il processo economico a suo vantaggio. naturale, quindi, che a tale mezzo defficacia massima si sia di preferenza sempre volta lazione delle varie classi, appena il loro grado di potenza abbia loro reso questo possibile. Giacch, appunto per 1 efficacia sua a modificare sostanzialmente le condizioni economiche rispettive dei vari strati so- Il Materialismo Storico 93 ciali, questo il mezzo che pi accanita incontra la resistenza delle classi, le quali dalla modificazione da apportarsi verrebbero ad essere danneggiate. Tanto pi che, mentre le modificazioni giuridiche secondarie, riguardanti direttamente certe categorie di fenomeni economici, non interessano per lo pi che solo alcune delle tante classi o sottoclassi in cui si divide la societ, una modificazione sostan ziale del diritto di propriet, invece, per le riper cussioni che ha su tutta la vita economica, le inte ressa pi o meno tutte, che vengono cos ad aggiun gersi alluna o allaltra delle due parti antagoniste principali. Ond soltanto quando avviene un so verchiamente molto pronunciato dellun peso duna classe o dun gruppo di classi su quello dianzi pre ponderante dellaltra classe o dellaltro gruppo, che questo mezzo pu essere tentato e riuscire. Queste alterazioni sostanziali nei pesi ri spettivi delle varie classi sociali costituiscono, in fondo, vere e proprie rivoluzioni sociali. Ma non sempre queste si presentano sotto un aspetto cata strofico, quale quello classico della rivoluzione fran cese. Esse possono benissimo anche avvenire, spe cialmente al giorno doggi grazie a quelle valvole di sicurezza che sono i sistemi rappresentativi, per vie del tutto pacifiche e legali. Cos, p. es., le 94 Il Materialismo Storico profonde modificazioni allordmamento della pro priet fondiaria, che lInghilterra fu costretta a con cedere allIrlanda, e lintroduzione, anche prima della guerra mondiale, di imposte di successione sempre pi elevate, sia nellInghilterra che nelle colonie inglesi dellAustralia e della Nuova Ze landa, le quali venivano perdendo cos il carattere fiscale per assumere gradualmente quello duna vera e propria compartecipazione ereditaria della col lettivit nei patrimoni privati, gi si erano avvicinate a questo tipo di rivoluzioni pacifiche e legali. Ad ogni modo, catastrofici o no, simili tracolli nel rispettivo preponderare delle classi non avven gono che raramente. Durante ciascun intermezzo, lordinamento della propriet rimane immutato nelle sue linee fondamentali, quali vennero a suo tempo determinate dal tornaconto economico della classe tuttora dominante; il processo economico muta, in vece, nel frattempo, ed evolve : Anche per questo, dunque, assume un certo aspetto dindipendenza, che ha contribuito esso pure non poco a trarre in inganno i fondatori e i seguaci del Materialismo Storico, nel proclamare il fatale andare del processo economico stesso. Abbiamo, dunque, cos, tre principali modi di esplicarsi dell azione sociale delle varie classi, a Il Materialismo Storico 95 seconda che essa si volge direttamente sul fenomeno economico, o sul fenomeno giuridico in generale, o sul diritto di propriet in particolare. Abbiamo, inoltre, una legge, che potremmo chiamare dei tre stadi consecutivi dellazione collettiva, la quale ci mostra come il succedersi di questi vari modi d azione dipenda dal graduale accrescersi in potenza della classe, che rende ad essa possibile di passare dal sistema meno efficace via via a quello pi efficace. Abbiamo, infine, qualche nozione, seb bene ancora oltremodo rudimentale, sul grado di verso di efficacia determinativa sui fenomeni econo mici, o di rendimento tecnico, di cui capace ciascuno di questi tre sistemi dazione. Questi tre ordini di fatti, unitamente alle leggi che ci insegnano le condizioni da cui principalmente dipende il peso relativo delle diverse classi, rappresentano un insieme di dati, che gi di per s costituisce un primo piasse verso quel completamento sopra au spicato della legge sociologica della lotta di classe, il quale ci permetter di aumentare sempre pi, anche rispetto alla fenomenalit sociologica, il nostro potere di pretisione. Aumentato e perfezionato adeguatamente che sia, questo corredo di leggi sussidiarie a comple tamento della principale costituir una guida pre- 96 Il Materialismo Storico ziosa, atta ad illuminare le diverse classi sulla via che, volta per volta, a seconda delle circostanze e degli scopi che esse si prefiggono di raggiungere, sar maggiormente consigliabile per esse di seguire. Allora, e allora soltanto, larte politica, nel senso pi elevato della parola, s dei dirigenti la cosa pubblica che delle lites a capo delle diverse classi, verr ad appoggiarsi, come fervidamente si augurava Augusto Comte, su basi veramente scientifiche. Riassumendo perci tutto quanto il fin qui detto, possiamo concludere affermando che effettiva e grande veramente stata 1 importanza, che, ad onta di non poche sue esagerazioni ed in ispecie della sua contraddizione stridente fondamentale, il Ma terialismo Storico ha avuto nello sviluppo e progresso della scienza sociologica. Basterebbe, non fosse al tro, a meritargli un buon posto fra le maggiori e pi fertili concezioni umane il fatto, che con questa legge fondamentale della lotta di classe, col rilievo dato al movente economico quale propulsore sociale per eccellenza, coHimportanza giustamente asse gnata fra tutti i fenomeni sociologici a quello eco nomico, che prima invece veniva negletto o tra scurato del tutto, colla parte attiva da lui assegnata ai fenomeni economici nella determinazione del di ritto, da cui, sia pure suo malgrado, derivato il Il Materialismo Storie 97 riconoscimento anche di quella inversa dei fenomeni giuridici nella determinazione degli economici, e con la spiegazione, infine, da lui tentata, a mezzo di questi pochi principi fondamentali, di tutta quanta la fenomenalit sociologica, attuale e passata, il Materialismo Storico venuto a costituire nel suo complesso una sintesi grandiosa, atta a comporre in un corpo solo, oggi veramente degno-del nome di scienza sodologica, le tre grandi discipline fino allora del tutto disgiunte e autonome, procedenti ciascuna per conto proprio quasi allinsaputa luna dellaltra, della economia, del diritto e della storia. Allinfuori del problema storico, ormai si pu dire risoluto, delle cause che' hanno dato luogo al movimento socialista, quanto ha rapporto cl socia lismo pu scindersi nelle due questioni fondamentali, del tutto distinte fra loro, del suo grado di pro babilit e del suo grado di desiderabilit . La prima riguarda il fatto in s dellavvento futuro necessario o probabile o semplicemente pos sibile (o impossibile) d un regime cosiddetto socialista; laltra, che si scinde alla sua volta in altre due, in ultima analisi fra loro strettamente connesse, riguarda rispettivamente il maggiore o mi nore rendimento edonistico e la maggiore o mi nore (( equit del nuovo regime, cos preconizzato, di fronte a quello attuale. Evidentemente, le due questioni della maggiore o minore probabilit e 102 Il Socialis della maggiore o minore desiderabilit non potreb bero essere pi diverse ; ed per averle invece trat tate molto spesso indistintamente insieme che gli scrit tori, tanto socialisti che anti-socialisti, a cominciare dai maggiori, hanno creato la grande confusione che vige tuttora in materia. Tanto per luna che per laltra questione poi evidente che la soluzione verso la quale si potr propendere dipender dal significato che si dar a questa parola di socialismo , non essendovi forse in tutta la scienza economica e sociologica alcunaltra parola di significato altrettanto incerto ed elastico. Ci proponiamo, perci, nelle pagine che seguono, di esaminare a larghissimi tratti laspetto che assu mono luna e laltra questione nei vari principali socialismi ; in modo da dare uno sguardo il pi sintetico che ci sar possibile, e, per quanto star in noi, serenamente obiettivo, alla cosiddetta que stione sociale nelle sue linee pi fondamentali. La questione sociale nella sua tipica fase odierna duna scissione della societ in due classi principali antagonistiche, luna di proletari salariati privi degli strumenti e mezzi di produzione e laltra di capita listi, ha, si pu dire, il suo principio colla scomparsa graduale deHindustria domestica e della piccola industria dellartigianato in genere in seguito Il Socalhmc 103 alla introduzione, nel campo della produzione eco nomica, dun capitale tecnico di proporzioni sempre maggiori rispetto al capitale sussistenze, che fino allora, invece, era stato quello quasi esclusivo o per lo meno preponderante. Sostituzione della cosid detta (( macchina al precedente modesto uten sile , che venuta a provocare una diminuzione sempre pi notevole nel valore normale del prodotto della giornata di lavoro del semplice artigiano ; ci che gli ha reso impossibile di sopravvivere nella con correnza economica quale lavoratore indipendente provvisto di soli arnesi e di solo capitale sussistenze e lha costretto, una volta consumate le sue ultime riserve, ad arruolarsi come salariato negli opifici stessi suoi concorrenti. Scomparsa della grande mag gioranza dei lavoratori indipendenti e soppressione dintere classi sociali (prima in ordine di tempo e forse anche di gravit la scomparsa dei tessitori a mano), che, come noto, raggiunse il suo massimo dintensit in Inghilterra al principio dello scorso secolo. Ed appunto dallo studio del nuovo regime economico, quale era venuto a svilupparsi in questo paese ancora prima che altrove, e dalla visione dolo rosa delle grandi miserie di cui linizio di un tal regime era stato la causa diretta, che il Marx fu 104 Il Socialismo spinto a cercare di penetrarne liniquit fondamen tale, che tutto doveva pervaderlo. La teoria del valore del Marx assume implici tamente come (( equo soltanto quel regime econo mico che garantisce al lavoratore il prodotto inte grale del suo lavoro. Siccome poi per la divisione sociale del lavoro, nessuno pu consumare tutto il prodotto del proprio lavoro ed abbisogna nel tempo stesso anche dei vari prodotti del lavoro altrui, cos la formula si muta nellaltra che tutti i prodotti debbano scambiarsi in proporzione delle ore di lavoro immagazzinato o cristallizzato in ciascuno di essi (tenuto conto tuttavia della intensit e qualit del lavoro stesso) e ciascuno ricevere in cambio del proprio prodotto tanti beni di consumo che rappre sentino nel loro insieme il medesimo numero di ore di lavoro. Ed partendosi da tale regime ideale di retribuzione, arbitrariamente scelto come equo, che il Marx si propone di dimostrare teoricamente lini quit del regime capitalista. Bisogna, infatti, porre bene in rilievo che, pi che una dottrina scientifica la quale investighi impas sibile le leggi che reggono i rapporti fra dati feno meni economici, la teoria del valore del Marx una (( valutazione affettiva fra il grado di equit Il Socialismo 105 di due sistemi, di cui luno scelto come ideale e laltro quello che si vuole combattere. noto il processo del ragionamento seguito dal Marx per dimostrare l usurpazione )) da parte del capitalista del proprio profitto .. Lo scambio dei prodotti o merci, nel regime della libera concorrenza, avviene, secondo il Marx, effettivamente in propor zione della rispettiva quantit di lavoro stata neces saria a produrli. Una merce soltanto non sottost a un tale scambio equo ed precisamente quella rap presentata dalla forza di lavoro . Mentre il lavo ratore infatti d al capitalista tante ore di lavoro le quali si immagazzinano nella merce che poi da questultimo viene scambiata con le altre in propor zione di tale lavoro ne riceve in cambio un salario- sussistenze solo nella misura strettamente necessaria a mantenerlo in vita, cio strettamente ammontante al costo di produzione della forza di lavoro.. Ma questa retribuzione rappresenta una quantit di lavoro ben minore di quella fornita dal lavoratore stesso. Il valore della differenza costituisce cos un plus valore (Mehrwerth), di cui il capitalista si appro pria, senza dare in cambio all operaio alcun corri spettivo, e che va a costituire il profitto del suo capitale, 106 Il Socialismo Questa teoria si basa dunque tutta sull'afferma zione errata che le merci si scambiano semplicemente in proporzione delle rispettive quantit di lavoro contenute in esse. Se questo vero per quelle pro dotte da solo capitale-salari, perch allora il capi tale stesso proporzionale alla quantit di lavoro fornita, cessa invece di esserlo, come gi laveva nettamente avvertito per il primo il Ricardo, quando intervenga il capitale tecnico (macchinario, materie prime, ecc.) in proporzioni disuguali rispetto ai capi tali-salari e alle corrispondenti quantit di lavoro delle due merci. In tal caso, che ormai quello normale, il profitto del capitale tecnico, il cui tasso si commisura a quello del capitale salari, va, come noto, ad aumentare il valore di scambio o prezzo della rispettiva merce. Se il Marx stesso ha poi, nel terzo volume po stumo del Capitale, riconosciuto questazione alteratrice del valore di scambio da parte del capi tale tecnico, ha cercato di larvare il pi possibile questo suo riconoscimento colla formula ambigua che le merci le quali hanno richiesto proporzioni diverse di capitale tecnico non si vendono pi al loro valore. Perch questa paura da parte del Marx di rico noscere apertamente la verit delle cose, cio che Il Socialisr, 107 il profitto del capitale tecnico entri a far parte del valore di scambio delle merci ? Perch attribuire tanta importanza alla negazione di qualsiasi rialzo dei prezzi cagionato dal profitto del capitale tecnico ? Non certo, infatti, da ci che pu dipendere la equit o non equit del profitto stesso. Tutta la differenza sta in questo : Secondo il Marx, tanto il profitto del capitale salari che il profitto del capi tale tecnico sono tolti alloperaio nella sua qualit di produttore. Secondo la teoria opposta, se lope raio, come produttore, costretto a cedere soltanto il profitto del capitale salari, poi come consuma tore, causa laccrescimento di prezzo delle merci prodotte con capitale tecnico, che egli viene a pa gare il profitto del capitale tecnico stesso. Siccome ogni operaio ad un tempo produttore e consuma tore, cos la teoria del valore di Marx non ha affatto, per la dimostrazione dellequit o non equit del profitto, limportanza che ad essa attribuiscono i socialisti in genere e i collettivisti in ispecie. Anche ammessa che fosse per vera, la teoria del valore del Marx non costituirebbe nessuna di mostrazione )) della iniquit del profitto, perch un Senior potrebbe sempre soggiungere che il plus valore, che va a costituire il profitto, appunto quel (( premio allastinenza che equamente 108 Il Socialis dovuto al capitalista per la sua funzione di risparmio e di accumulazione. N vale che il Marx, per evi tare in precedenza tale obbiezione, si sforzi di dimo strare che lorigine prima del capitale, anzich al lavoro e allastinenza, dovuta allusurpazione vio lenta di terre gi comunali. Ch tale origine impura, in parte vera, non toglie che il capitale in via di continua nuova formazione e di accrescimento non nasca oggi appunto, in via normale, dal risparmio e dalla accumulazione. L importanza data dal Marx e seguaci alla pi rigorosa proporzionalit fra il valore di scambio delle merci e la quantit di lavoro stata necessaria a pro durle sarebbe giustificabile nellipotesi che questo non contribuire da parte del capitale allaumento del valore di scambio delle merci significasse che nullo fosse il valore dutilit sociale del capitale stesso. Mentre, evidentemente, non vha fra le due cose correlazione alcuna. Non si pu per negare essere stata appunto questa la ragione intima della apparenza di dimostrazione della iniquit del profitto, che ha assunto per i pi la teoria del valore del Marx. La questione, dal punto di vista dell equit , non sta dunque nel vedere se per questa o per quella via che il capitale riesce a prelevare il suo Il Socialismo 109 profitto dall'ammontare totale della produzione so ciale. Questo ha interesse dal punto di vista scien tifico dellanalisi del processo di produzione e di distribuzione delle ricchezze. Ma non ha nulla a che fare colla questione se il profitto, cos tolto in un modo o nellaltro dal fondo annuo sociale, sia equo o no. A risolvere questultima sarebbe stato necessario esaminare, anzitutto, lutilit o meno del capitale. E due oasi gli si potevano cos presentare che, bench opposti, avrebbero pur sempre potuto condurre il Marx alla negazione dellequit del profitto, del tutto indipendentemente da questa o quella teoria del valore. Dimostrata, infatti, che egli avesse la non utilit, o, peggio ancora, la dannosit del capi tale (come, p. es., nellinfierire della crisi dolorosa sopra accennata che condusse alla proletarizzazione di tutto lartigianato, non pochi economisti furono condotti a sostenere), liniquit del profitto ne sa rebbe conseguita senzaltro. Ma anche riconosciuto che egli avesse apertamente 1 utilit del capitale, e riconosciuto conseguentemente 1 equit d un certo premio allastinenza , gli sarebbe sempre rimasto da opporre che da ci non conseguiva sen zaltro lequit del profitto in genere. Giacche sarebbe rimasto pur sempre da verificare se un tal 110 Il Socialis premio, pel fatto che spetta non alla persona, ma alla cosa in s, finch questa dura e avulsa pur che sia dall'originario suo accumulatore, non possa venire a superare quella misura strettamente necessaria e sufficiente a spronare al massimo al risparmio e alla accumulazione, o, peggio ancora, finire col mutarsi in un semplice diritto di prelazione dal prodotto annuo sociale concesso ad alcuni privilegiati, senza alcun corrispettivo di qualsiasi prestazione personale effettiva da parte loro. Ma, come noto, pago della dimostrazione)) delliniquit del profitto basata sulla sua teoria del valore, il Marx non sceso a nessuna investigazione di simil genere. Comunque sia, dimostrata a suo modo liniquit del regime capitalista, il Marx non procede, come i suoi predecessori, a schizzare progetti fantastici di ricostruzione sociale, cui avrebbe dovuto condurre questa o quella misura pi o meno insignificante per s medesima, ma dalle virt magiche rigenera tive ; bens imprende a investigare senzaltro la dire zione verso cui fatalmente tende, per forza delle cose e non per volont degli uomini, il processo economico stesso. Da ci la grande distinzione che i collettivisti anno fra il socialismo utopistico precedente al arx e il socialismo scientifico di questultimo. Il Socialismo Qui dunque si abbandona la questione valuta tiva circa la maggiore o minore equit dun dato regime di fronte a un altro e si entra, o, meglio, si dovrebbe entrare in quella puramente scientifica del freddo esame delle leggi naturali reggenti la dinamica dei rapporti economici. Ma in questo il Marx, malgrado tutte le appa renze in suo favore, non si discosta sostanzialmente dal precedente socialismo utopistico, ch, accarez zato un dato regime come equo, sillude di poter costringere i fatti a dimostrare che il regime attuale, pel suo stesso divenire sempre pi iniquo, tende al regime ideale. La tesi produce lantitesi da cui si comporr la sintesi nel senso Hegeliano. Tutti sanno in che consiste il processo di accu mulazione e di concentrazione capitalista in cui il Marx, colla sopravvivenza delle imprese sempre maggiori sulle minori, ha trasportato, nel campo economico, quella lotta per la vita e quella sele zione naturale del pi adatto, che il Darwin con temporaneamente applicava alla biologia. Ben dolo rose, invero, debbono essere state le origini del capitalismo odierno, e ben profonda impressione deve aver fatto su tutti i contemporanei la concor renza accanita con cui il capitalismo stesso si affer mava, se la concezione duna lotta senza quartiere i- e di una ecatombe incessante di vinti riusciva a compenetrare tanto di s, contemporaneamente e indipendentemente luna dallaltra 1 una diret tamente, laltra indirettamente, merc lopera di Malthus, le due massime teorie della met del secolo scorso, s da apparire come perno di tutta levoluzione biologica ed economica ! La concentrazione capitalista spinta all estremo limite porter, cos vaticinava il Marx, alla concen trazione di tutta quanta la produzione nelle mani di un piccolissimo numero di magnati del capitale. Baster allora far saltare, per via di espropriazione rivoluzionaria da parte del proletariato, il fragile involucro capitalista, per ottenere gi maturo e instaurare senzaltro il nuovo regime collettivista. AHinfuori della concezione finale catastrofica, questa parte in cui viene analizzato il processo di accumulazione e di concentrazione capitalista forse la migliore e la pi geniale dellopera del Marx, e quella in cui, come lo dimostrano i trusts odierni, si pu dire egli abbia avuto delle vere divinazioni. Tuttavia la profezia nel suo complesso non regge allesame obiettivo dei fatti, quali in ispecie sono venuti svolgendosi da allora ad oggi. I numerosi dati che i nuovi sistemi sempre pi perfezionati della statistica economica hanno reso Il Socialismo 113 possibile di raccogliere, lelaborazione che di essi hanno fatto i due campi avversi, e le polemiche cui hanno dato luogo fra i dissidenti stessi nel campo socialista, quali il Kautsky e il Bernstein, permet tono ormai di affermare, anzitutto, che se inne gabile una certa tendenza delle grandi imprese pro duttive a divenire sempre pi grandi e a stringersi in trusts sempre pi colossali, essa non per uni versale, e che, anzi, in molti campi, la piccola e media industria tiene ancor testa con vantaggio alla grande; in secondo luogo, che a questa concentra zione deH impresa non procede sempre parallela la concentrazione della propriet , un certo fra zionamento di questultima essendo compatibile con quella, grazie allassociazione. Ad ogni modo, la concentrazione tanto delle imprese produttrici che della propriet del capitale non procede certo tutta di pari passo, s da rendere possibile di far sal tare via tutto in una volta linvolucro capitalista e instaurare integralmente dun sol colpo il regime collettivista. N concepibile una espropriazione ri voluzionaria a pi riprese, cominciante dalle imprese maggiormente concentrate, nella tranquilla attesa che le altre raggiungano il dovuto grado di concen trazione per essere espropriate alla lor volta senza indennizzo alcuno.. N, infine, i reciproci rapporti 114 Il Socialismo di potenza fra la classe capitalista che dovrebbe venire espropriata e il salariato che dovrebbe espro priarla tendono davvero, come vedremo in appresso, a divenir tali da rendere possibile un atto rivoluzio nario di simile natura e gravita. Della teoria collettivista non resta, all atto pra tico, che la concezione e la tendenza ad affidare alla collettivit (Stato, Provincia, Comune) la ge stione di certe industrie a carattere ad un tempo di monopolio e di servizio pubblico. Ma evidentemente questo non rappresenta neppure il pi piccolo prin cipio deHavverarsi della profezia catastrofica del Marx. Non si ha gi qui alcuna espropriazione rivo luzionaria, bens il passaggio procede gradatamente per via di espropriazione con indennizzo completo. Lammontare del quale indennizzo e del capitale necessario allesercizio dellimpresa oggi lente pub blico non perviene a procurarsi che per via del cre dito. Basta questo a dimostrare la grande limita zione che di necessit non pu non avere oggi un tal processo e la perdita completa, ad ogni modo, del suo aspetto di questione politica per non ritenere che quello di pura e semplice questione tecnica, relativa alla capacit amministrativa dellente pub blico e al tornaconto economico di tutta la comunit. Il Sociali 5 115 risolvibile diversamente a seconda di ciascun caso particolare. Inutile sarebbe, per conseguenza, soffermarci a toccare neppure brevemente la questione del ren dimento edonistico del preconizzato regime collet tivista, quale stato tratteggiato nella classica espo sizione dello Schaffle. Agli argomenti addotti dai collettivisti per la superiorit di una organizzazione unitaria di tutta quanta la produzione di fronte alla anarchia attuale della produzione individualistica e della libera concorrenza (cui pur tentano di riparare appunto i sindacati industriali, i cartels e i trusts odierni), i liberisti rispondevano, in ispecie per bocca del Paul Leroy Beaulieu, col negare anzitutto la possibilit stessa dun tal regime e col porre ad ogni modo in rilievo gli effetti benefici della solerte iniziativa privata e della concorrenza stimolatrice di fronte allinerzia e alla lentezza di movimenti per cui va proverbiale la burocrazia ed alla incapacit in genere dello Stato e di tutti gli enti pubblici alla gestione produttrice diretta. Ribattevano i collettivisti che nella questione del rendimento edonistico va compresa, oltre quella della produttivit economica in senso assoluto, anche laltra duna distribuzione delle ricchezze migliore, giacch a parit di produttivit economica tanto pi 116 Il Socialismo cresce per la societ nel suo complesso il rendi mento edonistico quanto meno disuguale la distri buzione. Tuttavia non a torto rispondevano i libe risti, col Paul Leroy Beaulieu stesso e sopratutto collo Spencer, che una limitazione della propria libert individuale, quale non poteva non venire mi nacciata da un regime in cui lo Stato disponeva coercitivamente di tutte le, forze umane di lavoro e facevasi il produttore di tutti i beni di consumo, materiali ed intellettuali, doveva considerarsi come una perdita edonistica di tale gravit da non potere essere compensata da qualsiasi vantaggio materiale. Ma inutile sarebbe, ripetiamo, soffermarci espressamente su questi dibattiti, che pur tanta eco hanno avuto nel passato, visto che il regime collet tivista vero e proprio stato ormai relegato esso pure, dai socialisti stessi, nel gran limbo delle utopie. Piuttosto ci giover dare una rapidissima scorsa agli altri socialismi, anteriori e posteriori al Marx, perch tutti, si pu dire, a somiglianza del col lettivismo stesso colla collettivizzazione dei servizi pubblici, hanno lasciato nel loro naufragio qual che residuo vitale di s, e perch di tutti questi vari residui che si compone in gran parte il complesso socialismo attuale. Il Socialismo 117 Cos p. es., del socialismo creditizio-coope- rativistico, naufragata lillusione del Buchez e del Louis Blanc sulla irresistibile forza di auto espansione della cooperazione di produzione, ed e stato facilmente sventato lerrore economico del Proudhon e del Lassalle sulla pretesa capacita crea trice di capitali attribuita al credito. Ma rimasta tuttavia viva e feconda lidea della cooperatone di produzione, agricola e industriale, e dei prestiti di capitale con cui lo Stato pu soccorrerla e darle impulso per mezzo di apposite Banche rurali, Ban che per le cooperative, Banche del lavoro, che sempre pi tendono effettivamente a venir promosse e sussidiate dai vari Stati. Altrettanto successo del socialismo agrario o (( fondiario del Wallace e del George. La proposta del Wallace, lillustre biologo emulo del Darwin, di nazionalizzazione della terra, si partiva, come noto, dalla teoria Ricardiana della rendita fondiaria. Questa, infatti, gli-permetteva di proclamare che alla comunit soltanto dovrebbero spettare queste rendite differenziali, dovute esclu sivamente alla generosit diversa con cui la natura aveva dotato delle sue forze indistruttibili i vari terreni. Senonch fu facile obbiettargli che non v in fondo alcuna ragione per dare alla terra un posto a parte e privilegiato fra tutti gli altri strumenti e mezzi di produzione. Se la terra rappresenta forse ancora la categoria pi importante di strumenti di produzione raffron- . tata a qualsiasi altra categoria isolatamente presa, essa non rappresenta, ormai, nei paesi economica mente pi progrediti, che una frazione ben piccola, e sempre minore, del valore totale di tutti il com plesso degli istrumenti di produzione e capitali in genere. Se vero che la pura area occupata dalla terra coltivabile non stata fabbricata da alcuno, questo vale anche per larea su cui si erige qualunque opi fcio ; ma la terra, non meno dellopificio, ha dovuto assorbire ben notevoli quantit di lavoro umano e di capitali prima di raggiungere la sua capacit pro duttiva attuale. E se i vari terreni presentano gradi di fertilit diversa, queste sono ormai, come fra gli stessi opifici di efficienza tecnica diversa di una medesima indu stria, differenze qualitative acquisite, del tutto preponderanti sulle differenze primordiali. Ma anche ove la terra, a differenza degli altri strumenti di produzione, dovesse tuttora la sua capa cit produttiva e le sue differenze qualitative pi alla natura che allopera delluomo, non a torto Il Socialis 119 stato fatto notare che ormai i proprietari di terre, se non in Inghilterra, per lo meno sul continente, sono divenuti tali per la maggior parte in seguito ad acquisto ; e che quindi, dal punto di vista giuri dico positivo come da quello di unastratta equit, non differiscono in nulla dai proprietari di capitali. Non sarebbe per conseguenza equo , neppure dal punto di vista socialistico, usare verso i primi alcun trattamento di una qualsiasi forma di espropriazione senza indennizzo che non si credesse di potere usare .anche verso gli altri. Il George, invece, come parimenti noto, ha rivolto maggiormente la sua attenzione sulla rendita dellarea o di situazione, rendita Ricardiana diffe renziale essa pure, ma producetesi effettivamente all'infuori dogni opera o concorso da parte del rispettivo occupante, e che, in ispecie nelle grandi citt in via di rapido sviluppo, soggiace ad un con tinuo aumento, spesso addirittura favoloso. Del socialismo del Wallace rimasto sopratutto di vitale il principio di conservare in propriet col lettiva, non solo tutte le terre forestali o coltivative, tuttora demaniali o comunali o che potessero via via divenir tali, salvo poi retrocederle in semplice affitto a imprenditori privati o a cooperative di produzione rurali, ma pur anco tutte le nuove miniere, tutte le 120 Il Socialismo cadute dacqua utilizzabili come forze motrici, tutte le nuove forze naturali , insomma, suscettibili di dare comunque una rendita Ricardiana, sia differen ziale che di monopolio. Del socialismo del George sono rimaste, quali forme mitigate, il principio ap punto della devoluzione alla comunit di tutto lul teriore uneamed increment delle aree urbane, quello analogo della betterment tax )) per ogni aumento del valore degli immobili urbani di dati quartieri dovuti a lavori edilizi da parte dei Comuni e la tendenza a conservare in propriet collettiva i terreni provenienti da sventramenti di quartieri vecchi e i nuovi immobili urbani stessi sorti su questi terreni, in modo da ritorcere, insomma, per luna o laltra via, a vantaggio di tutta quanta la collettivit, il anno che ciascun membro di essa, non proprietario, viene singolarmente a risentire da tutti questi aumenti del valore dellarea urbana. Non ci sembra, invece, possa avere applicazioni pratiche effettive il socialismo terriero integrale oria, che egli ha creduto dovere opporre a que o parziale del Wallace e del George ora esaminato, e che varrebbe, secondo lui, ad abro gare per sempre, nonch la rendita della terra, il P tto ,del capitale, ossia a demolire irrevocabil- nte 1 intero edificio delleconomia capitalista. Il Socialismo 121 Il Loria, nei suoi studi sulle colonie inglesi del lAmerica e dellAustralia, stato fortemente col pito dal fatto che i capitalisti ivi emigrati non riu scivano, neppure collofferta di salari altissimi, a trattenere presso di s i lavoratori loro necessari, perch questi se ne fuggivano sulle terre ancora ver gini e inoccupate di quei nuovi e feraci paesi, attratti dalla prospettiva di farsi coltivatori indipendenti. Questo fenomeno era gi stato osservato e posto in rilievo dagli economisti inglesi, i quali per lo ave vano implicitamente mantenuto circoscritto in questo campo e in questo momento particolari delle colonie moderne al loro inizio. stato merito grande e indi scutibile del Loria di averne esteso la portata nello spazio e nel tempo. Egli vi ha visto, infatti, La causa precipua della schiavit nei tempi antichi e moderni (come nelle colonie Americane coi negri e in quelle Australiane coi deportati della madre patria), come unico mezzo, esistente che sia la terra libera, destorsione dun profitto. Mentre, nella densit crescente della popo lazione e nella conseguente difficolt sempre mag giore pel lavoratore di recarsi sulla terra libera e di trovarvi col solo lavoro il proprio sostentamento, ha scorto la causa del mitigarsi graduale della schia vit stessa e della sua sostituzione dapprima col 122 Il Socialismo servaggio e poi col salariato. questa la parte migliore e veramente vitale dellopera del Loria. Ma questi ha voluto vedere in un ritorno alla terra libera la soluzione della questione sociale. Lasciate pure, egli dice, che i capitalisti accumulino e si tengano i loro capitali : se concedete al lavora tore il diritto alla terra , impossibile sar loro di estorcergli neppure il pi piccolo profitto. Fra il lavoratore, infatti, cui sia reso possibile di recarsi a suo piacimento sulla terra libera e di lavorarvi per proprio conto, e il capitalista, che apporti pure quanti capitali vuole, non potr stabilirsi, affinch il lavo ratore si decida a non usufruire del suo diritto alla terra, che 1 associazione mista del tutto eguali taria, cio tale che capitalista e lavoratore, lavo rando ambedue, si spartiscano il prodotto secondo la quantit di lavoro da essi effettivamente prestata. Inutile soffermarci a dimostrare la iniquit in senso inverso di un tal sistema, in cui il capitalista, anche se effettivo accumulatore di nuovi capitali, non verrebbe piu a ricevere neppure il pi piccolo premio all astinenza . E lasciamo pur stare che assolutamente impossibile riesce invero di concepire m quali modi potrebbe lo Stato, nei nostri vecchi paesi s densi, garantire a chiunque il diritto im prescrittibile alla terra, il diritto, cio, di potersi Il Socialismo 123 recare, a proprio piacimento, e ogni volta appena gii occorresse di farlo, sopra quella porzione di terra, o unit fondiaria , come la chiama il nostro au tore, s ufficiente a sostentarlo col solo proprio lavoro, anche se non provvisto di alcun capitale. Soffermia moci piuttosto un istante sullaffermazione del Loria che il regime attuale tende fatalmente a instaurare di nuovo un tale regime della terra libera. Egli prevede, infatti, che gli interessi antagoni stici, sviluppantisi in seno al regime economico at tuale, condurranno ad un sistema complicato di limitazione produttiva reciproca delle diverse cate gorie di produzione delle ricchezze e, per conse guenza, a una depressione economica generale e a una crisi fondiaria permanente che ((lancier sul mercato delle masse sempre nuove di terre deprez zate . Di modo che la terra libera verr a rein staurarsi da s e lo Stato non avr che da sanzionare, col suo (( diritto imprescrittibile alla terra , una condizione di cose gi stabilitasi di fatto e di per s stessa fatale. successo, dunque, come pel Marx. Attratto dal miraggio del regime dequit quale, secondo lui, deve essersi spontaneamente avverato nei primordi dogni societ, quando la terra era ancora per la sua maggior parte libera e ferace, si illuso anche lui 124 Il Socialismo di poter forzare i fatti a dimostrare che a un tal regime deve di nuovo condurre il regime attuale, per via delle sue stesse iniquit. Ma duopo riconoscere che mentre per la concezione catastrofica del Marx tutta una serie di fatti, la tendenza alla accumula zione e concentrazione capitalista, poteva realmente essere addotta in suo appoggio, nessun fatto, invece, sembra accennare neppur lontanamente ad alcun ri torno ad un regime a terra libera. questa, a nostro avviso, la parte meno felice e pi caduca di tutta I opera Loriana. Mentre che tutti questi socialismi, pi'o meno teorici, venivano elaborandosi, il fatto su cui avevano contato i materialisti-fatalisti stessi pi puri, a comin ciare dal Marx, per dare 1 ultimo crollo al vecchio regime, cio quello di un accrescimento continuo della potenza relativa di classe del proletariato, sembrava accennare a realizzarsi. La proletarizzazione di tutto quanto 1 artigia nato durante il primo imporsi del capitalismo mo- erno aveva reso ad interessi economicamente omo- genei lo sterminato stuolo di lavoratori tutti ormai n otti ugualmente a salariati privi dogni strumento o mezzo indispensabile al lavoro. Nel tempo stesso agglomeramelo negli P ifici di masse operaie Il Socialismo 125 sempre pi ingenti aveva facilitato, con gli accordi e le intese comuni, il loro rapido svegliarsi a coscienza collettiva di classe. Al che poco appresso erano venuti ad aggiungersi, da una parte, il loro accre sciuto livello intellettuale, grazie allistruzione ele mentare obbligatoria e aHistruzione professionale, promossa dalla classe capitalista stessa come condi zione necessaria alla introduzione di perfezionamenti produttivi-tecnici sempre pi complessi e delicati, e, dallaltra, laccresciuta potenza economica del sala riato. Dato, infatti, il gran numero dei suoi membri, anche quellaumento modesto dei salari individuali, o anche solo di alcune loro categorie, che era stato ottenuto per via delle prime associazioni di resistenza nate spontaneamente dallagglomeramento negli opi fici, veniva a costituire un aumento notevole della potenzialit economica complessiva di classe. Tanto che a tutti noto come il proletariato sia gi in grado di stipendiare uno stato maggiore completo di propri impiegati, unicamente destinati a organizzare e dirigere il movimento a pr delle sue rivendica zioni. Infine, il meraviglioso sviluppo recente di tutti i mezzi di trasmissione del pensiero veniva ad avvan taggiare, per le intese collettive e lazione di con certo, le classi povere e numerose relativamente pi di tutte le altre. Cause molteplici e simultanee, dunque, che, unite all'affievolirsi del sentimento religioso in antico predisponente sempre allacquiescenza, avevano con tribuito a fomentare lo spirito di rivendicazione delle masse lavoratrici e a dar loro un peso sempre mag giore in quanto classe sociale. stato in grazia di questo che hanno potuto trovare e che potranno forse trovare pratica attua zione, pi o meno parziale, i postulati di quegli altri socialismi, di cui ci resta ancora da fare brevissimo cenno e che possiamo raggruppare nelle due grandi categorie del socialismo riformista e del socia lismo giuridico . Molte delle riforme, infatti, caldeggiate e pre conizzate dal socialismo cristiano , evangelico o cattolico, dal socialismo della cattedra , dal so cialismo di Stato , hanno gi ricevuto e conti nuano a ricevere, con un rapido crescendo, la san zione legislativa, la quale il solo mezzo per im porre a tutti quanti gli imprenditori senza loro danno certe misure, che prese, invece, daHimprenditore singolo, lo metterebbero in condizioni troppo svan taggiose di fronte ai propri concorrenti. Cosi le leggi impedenti il lavoro notturno o limitanti le ore di avoro diurno delle donne e dei fanciulli, e, per la ne industrie e in taluni paesi, anche degli uomini Il Socialismo 127 adulti, il riposo obbligatorio festivo, le misure contro la insalubrit delle diverse industrie e di prevenzione contro gli infortuni, le assicurazioni contro gli infor tuni e le malattie professionali e contro tutte le ma lattie in genere, le pensioni per la vecchiaia, la rego lamentazione disciplinare interna delle fabbriche e la istituzione del probivirato diretta a dirimere paci ficamente i conflitti e a garantire maggiore equit di rapporti fra imprenditori ed operai, e cos via, e cos via : si pu dire essere questa, pel momento, lunica forma di socialismo in via di pratica at tuazione. Ma sorge la questione se la pressione del prole tariato potr continuare a limitarsi a queste riforme, le quali, per quanto indiscutibilmente in complesso a lui utili (sebbene alle volte suscettibili di contrac colpi economici impreveduti che possono ritorcersi a suo danno), pur sono sempre ben modeste di fronte a quella emancipazione completa, fattagli bale nare dinanzi ai primordi del movimento socialista. O se, invece, dalla sua potenza stessa, ancora mag giormente accresciuta, non si vedr tratto un giorno a passare dal socialismo riformista odierno a quello giuridico , mirante addirittura a modifi cazioni pi sostanziali, da introdursi per via legi- 128 Il Socialismo slativa, nella forma attuale del diritto stesso di pro priet. Il diritto complesso di propriet si pu conside rare, tanto dal punto di vista giuridico che da quello economico, secondo fanno rilevare rispettivamente il Sumner Maine e Adolfo Wagner, come un fa scio o una somma di singoli diritti o poteri (eine Summe einzener Befugnisse), distinti gli uni dagli altri e suscettibili ciascuno di un godimento separato. E di tutti questi diritti, quelli particolar mente presi di mira dai diversi socialismi giuridici dal pi radicale al pi blando sono stati sempre il diritto di testare e quello di eredit. Essi urtano, sopratutto, contro il concetto di equit quale a poco a poco oggi venuto forman dosi e che si riassume nella formula, cos cara, del resto, anche agli economisti liberali ortodossi, a ciascuno secondo le sue opere o i suoi meriti . Tanto pi, aggiungono i socialisti giuridici, che per la trasformazione in capitali portanti un profitto, che tutti i beni di consumo o prodotti in genere oggi subiscono fino dal primo momento della loro accu mulazione, il diritto di testare e quello di eredit vengono ad investire lerede, non gi della libera di sposizione di una quantit limitata di beni di con sumo anticamente prodotti non consumati dal Il Socialismo 129 proprio padre, bens di un diritto di prelevatone indefinitamente continuata , senza alcuna presta zione personale effettiva in contraccambio, di beni di consumo sempre nuovi, prodotti dal lavoro altrui. Nel tempo stesso, il diritto di testare e quello di eredit rappresentano lostacolo maggiore a quella socializzazione dei capitali, indispensabile, secondo costoro, a garantire al lavoratore la libera e gratuita disponibilit degli strumenti e mezzi necessari al proprio lavoro. Daltra parte, un fatto indiscutibile che il di ritto di testare e quello di eredit costituiscono oggi la molla pi possente, se non lunica, che spinga al lavoro, al risparmio, alla accumulazione indispensa bile e benefica di sempre nuovi capitali. Ed preci samente una tale considerazione che ha fatto sempre naufragare, anche dal punto di vista teorico, ogni proposta di abolizione pura e semplice di essi, quale quella preconizzata dal Saint-Simon e dalla sua scuola. Il socialismo giuridico si quindi sempre visto costretto a propugnare delle trasformazioni in termedie. Cos il De Laveleye e il Wagner si limi tavano a delle semplici imposte di successione, sia proporzionali che progressive secondo lestensione del patrimonio, da evolversi alla nazionalizzazione 130 Il Socialismo graduale della terra o alla municipalizzazione gra duale degli immobili urbani. Lo Stuart Mill, che sotto certi rispetti pu ascriversi egli pure fra i socia listi giuridici, voleva rispettare il diritto di disporre per via di testamento di tutto lasse patrimoniale ma limitare quello di ereditare al di l di un dato limite modesto. Egli mirava cos ad ugualizzare mag giormente le fortune private e ad impedire che i grandi patrimoni ereditati incitassero all ozio, e, possiamo aggiungere noi, distogliessero da un accu mulazione o capitalizzazione ulteriore dei rispettivi redditi, la quale dalla grandezza stessa del patri monio ereditato per il solito resa completamente superflua e viene quindi completamente tralasciata. LHuet accordava allaccumulatore di un patrimonio il diritto pieno ed assoluto di testare, ma rifiutava completamente allerede il diritto di disporre del patrimonio ricevuto in eredit, il quale andava cos allo Stato, salvo poi a questultimo di retrocedere in propriet privata questi patrimoni cos nazionaliz zati, distribuendoli secondo certi principi dequit. E il Wallace, per la sua nazionalizzazione della terra, proponeva che le annualit da versarsi allo Stato a ciascun landlord pel riscatto della rispettiva rendita Ricardiana naturale (quit-rent), da lui del resto go duta, secondo questo autore, sempre indebitamente, Il Socialismo 131 dovessero essere continuate anche a tutti i di lui eredi gi nati al momento della promulgazione della legge, affinch nessuno venisse frustrato di alcuna speranza che lo Stato avesse fino allora legittimato, ma doves sero cessare, invece, immediatamente, alla morte di questi eredi. Ci sia permesso qui di far menzione anche della proposta di una prelevazione nelle successioni da parte dello Stato progressiva nel tempo , cio tale che, tenue sullammontare patrimoniale dovuto al proprio lavoro e al proprio risparmio, andasse poi rapidamente crescendo sulle diverse quote patri moniali acquistate dallattuale defunto per via di eredit, e con tassi di prelevazione tanto maggiori quanto maggiore il numero di trapassi ereditari ri spettivamente subiti da ciascuna di queste quote o frazioni del patrimonio complessivo. Ove, natural mente, le quote diverse non dovrebbero venire con siderate che nel solo aspetto quantitativo dellam- montare del loro valore e non gi distinte secondo la natura del loro investimento, suscettibile di subire di continuo le pi svariate trasformazioni. Preleva- zioni nelle successioni, che abbiamo chiamate pro gressive nel tempo, perch sarebbero progressive, non gi in ragione dellestensione o grandezza del patrimonio, bens, in media, in ragione del tempo 132 Il Socialismo trascorso dalla rispettiva originaria accumulazione di ciascuna delle diverse quote patrimoniali. Lo scopo cui si mirava con tale modificazione al diritto di propriet era appunto quello di costi tuire un processo graduale e sempre all opra di riduzione in propriet collettiva dei capitali privati, s dei vecchi gi accumulati nel passato che di quelli nuovi continuamente in via di formazione ; e di assi curare, anzi, a seconda della progressivit prescelta, quella rapidit maggiore o minore del processo di socializzazione che le complesse circostanze del mo mento, sia politiche che economiche, rendessero pi opportuna. E questo, mentre si tendeva nel tempo stesso a stimolare, ben pi che non col diritto di testare integrale attuale, al risparmio e allaccumu lazione di sempre nuovi capitali, appunto per questa facolt lasciata al testatore di disporre in ben mag giore misura dei beni accumulati per opera e merito propri che non di quelli ereditati. S che si potrebbe dire che il nuovo diritto di propriet, cos modificato, sarebbe venuto a costituire, ci si permetta lespres sione, come un brevetto di accumulazione e di capi talizzazione , limitato a quella durata strettamente necessaria e sufficiente al massimo utile sociale ('). (') Vedi EUGENIO RIGNANO, Di un socialismo in accordo colla dottrina economica liberale, Torino. Bocca. 1901 ; edizione Il Socialismo 133 Non mancano, come si vede, e non abbiamo qui fatto cenno che solo di alcune fra le pi carat teristiche, le trasformazioni al diritto di propriet che potrebbero essere atte a realizzare quella nazio nalizzazione su vasta scala dei capitali privati, che il socialismo in genere, pi o meno esplicitamente od implicitamente, ha sempre ritenuto indispensa bile alla emancipazione effettiva per lo meno duna forte maggioranza del proletariato attuale. Pi che come un socialismo a se, dunque, il socialismo giu ridico si presenta come quello atto a fornire ai vari socialismi sopra esaminati i mezzi per lattuazione pratica di quei loro residui, che alla prova dei fatti si sono mostrati vitali. Dal credito, infatti, per la .cooperazione di produzione, agricola e industriale, a mezzo di apposite Banche del lavoro , alla nazio nalizzazione o municipalizzazione delle imprese eser centi servizi pubblici a carattere monopolistico ; dal- lincameramento dei terreni coltivativi, da retroce- francese, Paris, Giard et Brire, 1904, Cap. II e Cap. Ili; e i due opuscoli dello stesso, a scopo di propaganda : La question de V hri- tage. Paris. Soc. Nouv. de Libr. et dd., 1905, e: Generatio- nenfolge und Progression in de, Erbschaftssteuer, Zw. Aufl., Berlin, Wigand, 1909. La proposta stata poi ripresa e sviluppata dal punto di vista di pratica ed immediata attuazione nel recentissimo libro : Per una riforma socialista del diritto successorio, Bologna, Zani chelli, 1920. 134 Il Socialismo dersi in afftto ad imprenditori privati o a cooperative rurali, al passaggio in propriet del Comune degli immobili urbani ; dalla ammortizzazione dei debiti pubblici dello Stato e delle Provincie e dei Comuni alla sostituzione graduale duna finanza a redditi a quella attuale ad imposte, desiderati massimi questi due delleconomia ortodossa stessa, nes suna di queste riforme potrebbe mai avere alcuna possibilit di un vero e proprio sviluppo, a larga e solida base, se prima non si fornissero allo Stato i mezzi necessari alluopo. Il socialismo giuridico si presenta, tuttavia, in antitesi perfetta col socialismo collettivista, pel suo aspetto completamente liberale . Giacch esso non intenderebbe assegnare allo Stato alcuna funzione coercitiva, bens quella semplicemente di fornire, col mezzo di organi autonomi appositi, a un numero sempre maggiore di lavoratori, i mezzi necessari al loro lavoro, liberandoli cos dallattuale loro dipendenza dai possessori di capitali privati, e, coll'agevolare il pi possibile lassociazione e coo perazione spontanea di lavoro, mirerebbe ad impri mere al regime libero-contrattualista uno svi luppo ben maggiore ancora dellattuale. Il socialismo giuridico si presenta, infine, evidentemente, non gi come un regime nuovo cui Il Socialismo 135 fatalmente conduca lo svolgersi ineluttabile del pro cesso economico attuale, bens come una riforma radicale del diritto di propriet, la cui attuazione non pu dipendere che dallazione cosciente di quella classe sociale, cui pi che a qualunque altra riuscirebbe economicamente vantaggiosa. La questione sta dunque nel vedere, come ap punto sopra dicevamo, se il proletariato vada real mente aumentando di continuo la sua potenza di classe relativamente a quella della classe avver saria, e se, cos continuando ad aumentare di peso in quanto fattore sociale, potr anche per lav- venire limitarsi a premere, come oggid, sulla co sidetta legislazione sociale o non volger e con verger piuttosto i suoi sforzi verso il socialismo giuridico )) stesso. Al secondo quesito si pu rispondere che il Materialismo storico cinsegna come ogni classe so ciale, pervenuta che sia al potere o a decisa e so verchiarne preponderanza sociale sulle altre classi fino allora le sole predominanti, si sia sempre volta a trasformare in senso a s favorevole il diritto di propriet, come mezzo il pi efficace e il pi pronto atto a soddisfare i propri interessi economici. Per cui non resta, veramente, che il primo quesito circa la tendenza del proletariato ad aumentare di con- tinuo la propria potenza di classe relativamente a quella della classe capitalista. Il Marx vedeva nella omogeneit economica , sopra considerata, di tutti i lavoratori salariati, pri vati ormai dogni strumento o mezzo di produzione, unita al lro continuo aumento di numero, la grande forza del proletariato ; mentre vedeva tutta la de bolezza della classe capitalista nel suo continuo an dare diminuendo di numero, fino a ridursi a pochi grandi magnati soltanto, detentori di tutto quanto il capitale. Ora, non si verifica invece affatto che la classe capitalista si sia ridotta o tenda a ridursi sempre pi di numero. La statistiche ci dimostrano, anzi, come il numero dei capitalisti, nel senso di individui provvisti dun qualsiasi reddito di capitale, vada aumentando, non solo in via assoluta, ma anche in proporzione della popolazione. La piramide capi talista Va allargando la sua base anzich restringerla. A questo ha contribuito e contribuisce notevol mente la nuova classe media dei piccoli e medi ed alti ((impiegati, che il capitalismo stesso, collo sviluppo dato alle grandi imprese private e alla azione degli enti pubblici, venuto a sostituire in parte a quella degli antichi artigiani indipendenti, oggi quasi scomparsa, e in parte allaltra dei piccoli nudL. Il Socialismi 137 e medi capitalisti-imprenditori, realmente diminuita, se pur solo in via relativa, di numero e di impor tanza. Classe burocratica , la quale ha profittato pi di qualsiasi altra, pei suoi risparmi, di quel frazionamento sopra rammentato della propriet ca pitalista, che lassociazione economica ha reso com patibile colla concentrazione sempre maggiore delle imprese e che il grande sviluppo dato ai prestiti dello Stato e delle Provincie e dei Comuni dallau mentata azione di questi enti pubblici ha tanto age volato alla sua volta. Cosicch ne sorta questa nuova classe media di lavoratori-redditieri, che alla retribuzione o salario del proprio lavoro aggiungono il reddito dei loro risparmi. Di tale classe e dei suoi interessi, nonch dellaltra, sotto questo ri spetto analoga, dei libero-professionisti , non potr certo non tener conto, nel suo programma massimo , il partito socialista, se non vorr trovare in essa un avversario ad oltranza, anzich un prezioso e forte alleato. Allallargamento di base della classe capita lista venuto anche ad aggiungersi laumento no tevole, quasi diremmo ipertrofico, della sua ric chezza complessiva, in ispecie negli strati superiori. E questo non pu non averne aumentato e non au mentarne di continuo la potenza di classe. Ma come Il Socialismo causa intrinseca profonda di grande debolezza, so- verchiante forse da sola tutte le altre favorevoli unite insieme, va segnalata la sua eterogeneit economica, la quale fa s che, anzich con una classe unica, si abbia per lo pi a che fare con tante sottoclassi ad interessi i pi diversi e pi o meno fra loro antagonistici (propriet fondiaria da una parte e propriet mobiliare dallaltra; industriali protezionisti ad interessi opposti dei com mercianti liberisti ; alta finanza speculatrice in lotta collindustria produttrice; capitalisti imprenditori e capitalisti redditieri ; industriali di date categorie contro quelli di altre ; redditieri di date, fonti di reddito contro quelli di fonti diverse ; piccoli contro medi e medi contro grandi capitalisti ; e cos via e cos via). Di questo antagonismo intra-capitalistico ha ben saputo approfittare, come noto, il pro letariato, per procedere sempre innanzi nelle sue conquiste collappoggio ora dell'una e ora dellaltra di queste sottoclassi. Intanto anche il proletariato, gi ormai sover- chiante di numero da solo tutte le altre classi sociali unite insieme, andava aumentando, e notevolmente, come sopra vedemmo, la propria potenza di classe. 1 rapidi e sempre nuovi progressi della legisla zione sociale sotto la pressione del proletariato Il Socialismo 139 organizzato dimostrano appunto che il crescere con tinuo in potenza di questultimo un fatto. Una nuova causa di debolezza sorge per pel proletariato ed quella stessa che ora appunto ab biamo visto minare sempre pi gravemente la classe capitalista, cio la perdita della propria omoge neit economica. Accanto ai salari, infatti, no tevolmente accresciuti, in questi ultimi tempi, di certe categorie di lavoratori sussistono ancora, per altre, gli stessi salari miserrimi di una volta ; e fra i due estremi tutte le gradazioni possibili ; come pure tutte le gradazioni possibili sono venute a poco a poco a formarsi nella durata e nelle altre condizioni di lavoro. Parimente, accanto agli operai skilled di certe grandi industrie, a istruzione professionale sempre pi elevata, rimangono quelli tuttora com pletamente unskilled di altri rami di produzione. S che forse mai come ora leterogeneit tecnica e di condizioni dambiente delle varie industrie venuta a riflettersi nelle condizioni economiche e intellettuali dei rispettivi operai. Nel tempo stesso, pel seguire pi dappresso che fanno oggi i salari, sotto la pressione dei lavoratori, le condizioni pro spere della rispettiva industria, succede gi talvolta che alla ribalta degli antagonismi economici si pre sentino fra loro solidali gli interessi dei salariati 140 Il Socialismo con quelli dei propri capitalisti imprenditori, al punto da coinvolgere nei conflitti economici fra le diverse imprese e le diverse industrie anche le ri spettive masse operaie. In ispecial modo, poi, agli interessi dei lavoratori o impiegati dello Stato e di tutte le aziende pubbliche, s cresciuti oggi di nu mero, e gli aumenti dei cui salari debbono essere coperti con imposte, si oppongono quelli dei lavora tori delle imprese private, che in tutto o in parte, di rettamente o indirettamente, dovrebbero sopportare queste imposte. Dalla grande massa, inoltre, degli operai salariati gi si distacca spesso, su date que stioni, la frazione costituita dagli operai cooperatori. Mentre ai lavoratori produttori di merci di prima necessit vengono a far riscontro, in proporzione sempre maggiore, i lavoratori produttori di merci di lusso o prestanti servizi diretti alle classi ricche, i quali vedrebbero diminuita la richiesta del loro lavoro da un indebolimento troppo brusco nella po tenzialit economica di queste ultime. E i tenui risparmi, infine, di date categorie di operai, cui ha dato accortamente impulso la classe capitalista con tutte le facilitazioni offerte al piccolo risparmio, costituiscono gi un anello di congiunzione fra l'lite proletaria e la classe dei piccoli capitalisti. Si ram menti, a tale proposito, la satira mordace del Richter Il Socialis: 141 della controrivoluzione vittoriosa, all'indomani stesso della espropriazione e socializzazione di tutti i ca pitali privati eseguita dal socialismo trionfante, do vuta alla protesta dei piccoli depositanti alle casse di risparmio. Questa eterogeneit incipiente fa gi s che, anzich con un partito socialista unico, si abbia spesso in realt a che fare con partiti proletari mol teplici. Anzi, essa gi si rispecchia ormai si pu dire stabilmente nella scissione fondamentale fra sindacalisti rivoluzionari e socialisti riformisti. I primi, costituiti in prevalenza da quelle masse operaie che meno si sono avvantaggiate della cosi detta legislazione sociale, rimproverano ai secondi che il loro programma minimo non costituisce neppure il pi piccolo passo di avviamento verso il (( programma massimo della socializzazione degli strumenti e mezzi di produzione, 1 unica ri forma essenziale, essi sostengono, capace di av vantaggiare ad un tempo e sensibilmente tutto quanto il proletariato senza distinzioni. Ma essi si attardano ancora nella vecchia e vieta dottrina catastrofica Marxista, che possa bastare un colpo di vento rivo luzionario a instaurare un giorno il nuovo regime. Onde pare che, se ancora vi sia possibilit di rifusione di tutto il proletariato in un partito unico, 142 Il Socialismo ci non possa avvenire che per via di un pro gramma medio )>, il quale costituendo un principio di avviamento verso quello massimo ricostituisca, nel desiderato comune a tutto il proletariato, lantica omogeneit oggi minacciata ('). Se ci siamo tanto dilungati su queste conside razioni, per uno sviluppo maggiore delle quali rimandiamo alla nostra opera sopra citata, stato per meglio far risaltare che la questione relativa al divenire pi o meno del socialismo, e sotto qual forma, che pur tanto interessa anche dal punto di vista prettamente scientifico, va considerata so pratutto sotto laspetto deHequilibrio e della risul tante delle varie classi sociali, a seconda dei loro pesi rispettivi e dei loro interessi economici, e non gi soltanto sotto 1 aspetto fatalistico di dove tenda ineluttabilmente il processo meccanico del- le voi uzione economica. Una tale concezione fatalista non regge alla disamina imparziale dei fatti. E gi, anzi, avemmo occasione di far rilevare, nel nostro studio prece dente, la contraddizione fondamentale in cui si di- O EUGENIO RIGNANO, Partito socialista unico o partiti pro letari molteplici? - Riforma Sociale , Torino, anno XII, fascio. 8; e: lo stesso, Per un programma medio - Critica Sociale , Milano, Il Socialis 143 batte il Materialismo storico del Marx e seguaci, che mentre da un lato proclama la lotta di classi essere larbitra e la fattrice della storia affida nel tempo stesso tutta quanta levoluzione sociale al cieco giuoco dei fenomeni economici. Gran merito, senza dubbio, del socialismo fata lista del Marx e della sua scuola, stato quello di avere aiutato cos efficacemente la scuola storica nel modificare radicalmente la concezione delleco- nomia classica del limmutabilit delle leggi e dei rapporti economici e di avere spinto a studiare col pi intenso ardore lavvicendarsi dei successivi re gimi sino dai tempi pi antichi o dagli inizi delle nuove moderne colonie. Gran merito, daltra parte, del socialismo giu ridico stato quello di contribuire- a modificare radicalmente, alla sua volta, la concezione meta fisica dun diritto naturale , assoluto ed immu tabile, alla quale lo stesso Spencer in Justice non era riuscito a sottrarsi. Ci basti qui rammentare, ad es., gli studi del Sumner Maine e del De La- veleye, i pi suggestivi fra tutti nel presentare la grande variabilit di cui suscettibile il diritto in genere e quello di propriet in ispecie. Senza tacere delle applicazioni stes.se che, dallo Stuart Mill a 144 Il Socialismo I Adolfo Wagner, sono state fatte anche al diritto di propriet del principio utilitaristico del Bentham, che solo il massimo utile sociale dun tal diritto in questa o quella sua forma particolare, a seconda del momento e delle circostanze, possa costituirne la giustificazione e la maggiore o minore equit . Ma n il semplice evoluzionismo fatalistico eco nomico n il semplice evoluzionismo giuridico, che vorrebbe predire dalle trasformazioni passate del diritto la tendenza delle trasformazioni future, pos sono da soli, ripetiamo, senza lanalisi accurata della societ attuale nelle sue varie classi sociali, bastare a indicarci neppure vagamente 1 avvenire sociale. Pi o meno ignoto e quale che sia, del resto, tale avvenire, questo intanto a conclusione di tutto il sin qui detto ci dato gi oggi di con statare, che d luogo a conforto. Cio, che lav vento a coscienza della classe pi misera, di tutta questa s grande porzione sinora reietta dei nostri simili, ha gi costituito di per s un ampliamento e un perfezionamento della coscienza sociale nel j suo complesso ; mentre il suo accrescimento di po tenza ha gi reso meno impari le varie forze sociali in antagonismo fra loro. Il risultato ne stato una sensibilit maggiore verso tutte le pene e tutte le sofferenze per cui gemono ancora innumeri creature Il Socialismo 145 umane e il rifulgere di un nuovo ideale supremo di una maggiore equit. S che ci dato ormai di sperare che pur nel cozzo di tutti i futuri antago nismi, comunque essi possano in definitiva venire a risolversi, lumanit pi non abbia da temere alcun naufragio verso maggiori abissi ma fidente e sicura possa assurgere a pi eccelse vette, a migliori destini. io INDICE Prefazione. Pag. 5 Il fenomeno religioso. 7 Il Materialismo storico . .. 59 Il Socialismo. 99 NICOLA ZaNICHELL!:B0l2odo del dopo . BOLOGNA NICOLA ZANICHELLI EDITORE Serie B Pubblicata sotto gli auspici del Comitato Nazionale Scientifico- Tecnico Voi. I. (N. 1-2) - Per lo sviluppo e lorganizza zione dei nostri trasporti ferroviari di Pietro Lanino.L. 4 La quesiione pi assillante per lItalia che lavora trattata ampia mente nei suoi molteplici aspetti. Le ferrovie debbono sopratutto servire al Paese. Questo studio che scortato dalla esperienza e dalla com petenza d ad una materia vecchia un indirizzo nuovo. Ed l'argo mento del quotidiano rammarico. Voi. II. (N. 3) - I problemi della arboricoltura italiana del prof. Gaetano Briganti . . L. 2 Larboricoltura in Italia allo stato primitivo. Gli agricoltori non hanno corretto i loro errori e i danni si sono perpetuati. 11 libro suggerisce Voi. III. (N. 4) - Per lo sviluppo dellindustria enologica italiana di Arturo Marescalchi L. 3 Questo scrittore ha una ben riconosciuta competenza per dire con larghezza di vedute sullo sviluppo dell industria enologica nel nostro paese. Poich questa indubbiamente una fonte di ricchezza nazionale il problema ha carattere di pubblico e riconosciuto interesse. Daltra parte nessuna industria pi di questa ha base cos profonda nel clima e nella natura del nostro paese. Se rappresenta col suo prodotto un valore enorme, deve anche significare un coflcente assai rilevante nel nostro commercio internazionale. Voi. IV. (N. 5-6) - Le nostre piante industriali: canepa, lino, bietola da zucchero, tabacco ecc. d Vittorio Peghon. ..; L. 4,50 Per ciascuna di queste piante industriali dedicato nel libro un capitolo di ampia trattazione inspirato a concetti moderni nel risveglio economico industriale del paese. -o scrittore fa opera di esposizione, di indagine e di critica ma sopratutto suggerisce dei rimedi e propugna delle idee. Questo libro traccia la storia della nostra rn guerra, ne espone le sue vicende durante i. - . . J vedimenti e propone dei rimedi. In un paese marittimo qual Italia, in un paese nel quale il mare uno degli elementi, se non il mag giore, della prosperit economica, questo argomento ha il pi grande degli interessi. Si tratta del problema che rappresenta le condizioni della nostra esistenza, della nostra produzione, del nostro commercio e del nostro sviluppo. Cio le sorgenti della ricchezza e Voi. VI. (N. 9) - Il patrimonio zootecnico italiano e i suoi pi urgenti problemi d Antonio Pirocchi. L. 3 Questo un problema di vita oggi pi che mai ampiamente studiato se non del tutto risolto. Secondo lo scrittore necessario che si con tinui nell applicazione dei provvedimenti fin qui emanati. Ma egli stesso detta delle proposte che scaturiscono da bisogni urgenti constatati e mirano a perfezionare e a rendere pi efficace lazione del governo. Voi. VII. (N. 10) - Per lo sviluppo tecnico della nostra agricoltura di Mario Castelli . L. 3 Lo scrittore accenna ai particolari tecnici dei miglioramenti e a quelli generali ai quali i primi dovrebbero essere informati limitandosi tuttavia a considerare le principali questioni, che potrebbero, compiutamente risolte, dare a breve scadenza risultati notevoli. Voi. Vili. (N. 11-13) - Per lo sviluppo della metal lurgia italiana dei metalli non ferrosi di F. Sartori e U. Savoia. L. 8 Nel campo delle vaste industrie, questo volume porta la trattazione di una questione ponderosa attraverso gli studi e le pratiche pi recenti. La metallurgia italiana significa una delle maggiori sorgenti della nostra ricchezza e delle nostra espansione coloniale. Per questo il libro assume oggi i caratteri di un valore peculiare. BOLOGNA NICOLA ZANICHELLI EDITORE Voi. IX. (N. 14-15) - Problemi di agricoltura ita liana di Ugo Pratolongo. . L. 7,50 Uno spirito alacre di rinnovamento pervade l'agricoltura italiana. Ma come attendere un pi celere ritmo di progresso ove perduri questa diffusa ignoranza sui fattori naturali dell'agricoltura italiana e la loro influenza sulla produzione agraria 1 Tale lo spirito cui informato questo lavoro. Voi. X. (N. 16) - Per lo sviluppo della nostra industria della pesca di Felice Supino L. 5 Anche l'industria della pesca interessa grandemente l'economia nazio nale. Provvista di capitali adeguati e convenientemente organizzata, essa deve costituire in breve tempo, come avviene in altri paesi, vera e grande sorgente di ricchezza. Bisogna che affluiscano alla pesca capitali, societ di trasporto, organizzazioni nazionali, che siano il prodotto di uno studio accurato dovuto ad un personale tecnico aiutato dal governo. 11 libro una esauriente dimostrazione di questa necessit. ' Voi XI (N. 17-19) - Per lincremento della nostra floricultura di Gustavo Vagliasindi . . L. 10 Secondo questo scrittore tutta l'Italia che vanta il clima migliore del mondo, che produce frutti e profumi che altre regioni non possono ottenere, che esporta all'estero i prodotti naturali delle sue terre, tributaria dell'estero per i prodotti chimici che importa per il proprio consumo. E necessario invece promuovere quel risveglio agrario e que e trasformazioni e innovazioni culturali che devono portare benessere a le classi rurali in modo da render possibile sia detto a proposito dei fiori - il sorgere di un'altra industria nazionale esente da protezionismi ,o no a he essa vivente di prodotti della terra che devono essere pi largamente e pi sapientemente sfruttati. Voi XII (N. 20) - Come migliorare lorganizzazione del lavoro nelle nostre industrie di Felice^ Vinci li problema della organizzazione del lavoro presenta un lato tecnico scientifico che si presta egregiamente ad analisi calme e ..passionate. E appunto di questo lato tecnico e scientifico che s. occupa questo libro P D'altra parte le organizzazioni di lavoro e 1 nuovi cnteii al quali devono essere volte e la loro applicazione sono questioni che si dibattono in questi giorni e che qui sono studiate non in un disutile catalogo ma in una accurata esposizione. BOLOGNA NICOLA ZANICHELLI EDITORE Voi. XIII. (N. 21-24) - Disorganizzazione e riorganiz zazione ospedaliera di Mario Varanini L. 15 La questione ospedaliera in molti centri d'Italia non risolta. Nei piccoli centri stata da qualcuno dichiarata insolubile. Mancano talora energie fattive e volitive. Tuttavia questo problema cos esenziale di vita e di civilt da essere compiutamente risolto. Questo scrittore n addita la via. RECENTISSIME PUBBLICAZIONI EUGENIO RIGNANO Per una riforma socialista del diritto successorio - Un volume in-16 !.6 50 Con tre capitoli "Per una maggiore democratizzazione economica ", Bisogna decidersi ", " ! marxisti al bivio ", Eugenio Rignano riprende con maggiore ampiezza di vedute una sua vecchia proposta socialista svolta fin dal 1901, ne! volume "Di un socialismo in accordo con L dottrina economico-liberale " che ebbe due edizioni in Italia e in Francia. In una seconda parte di questo nuovo libro lo scrittore riporta le principali critiche che gli furono mosse da uomini eminenti e vi aggiunge le sue risposte. In un'ultima parte riproduce lo schema an IV Pr ge,, dl egge ctle offre materia agli studiosi per un esame ETTORE PAIS Imperialismo romano e politica italiana. Ut, volume m " 10 . l 9_ Palri^ha di'p! 3 puro,' attraversrHa'sua stori 3 P -'" a e ^^ ^ furono detti - a sua stor,a P lu ,n3l 8 ne - Questi discorsi e sono volutami, annl j Eur P a eta desolata dalla guerra atroce sono volutamente preceduti da quello sulla genesi dell' Unit d'Italia cospetto delle genti i Zi iZrceSXii. ^ S ' ,a r Vend ' Ca BOLOGNA NICOLA ZANICHELLI EDITORE GEORGE TREVELYAN MACAULAY Scene della guerra dItalia - Traduzione di L. De Lisi - In-16. .L. 6 Ecco una nuova e interessantissima documentazione della nostra guerra. Lo storico di Garibaldi, il fervido ammiratore di tutto ci che italiano, fin dallo scoppio delle ostilit si trovava al nostro fronte quale coman dante di un gruppo di ambulanze britanniche. Il suo racconto riesce in questo modo un riflesso delle immagini pi vive, degli spettacoli pi strani che si sono svolti sotto gli occhi dello scrittore. Un intero capitolo dedicato a Caporetto. Ma il libro arriva fino alla nostra vittoria sul Piave. ALDO VALORI La guerra Italo-Austriaca 1915-1918 - Storia critica con carte e piani.L. 30 Quest' opera di circa seicento pagine, corredata di tavole, di schemi, di appendici, di statistiche, di diagrammi, ampiamente lodata dai maggiori critici militari d Italia, riempie una grande lacuna. Tutti gli scritti di colore e tutte le descrizioni di carattere giornalistico cono sciute fino ad oggi riuscirono soltanto a confondere le idee e a deviare i giudizi. 1 pochi libri tecnici di storia militare della guerra, scritti da competenti, sono opere polemiche o apologetiche, accuse o difese. Cio la negazione della storia. Questa fu scritta con lo scopo di fornire la spie gazione dei fatti che racconta, di offrire la chiave degli avvenimenti, sviscerando tutti gli elementi politici e militari dai quali il fatto guerresco risulta. Questo dunque un racconto critico della guerra, cio una storia ricostruita secondo un criterio di interpretazione personale. Perci mentre il libro del Valori costituisce unopera armonica documentata con efficacia e condotta con un filo logico costante, esso permette di orizzontarsi tra i complicati avvenimenti in un periodo drammaticissimo. La guerra e noi - In-16.L. 2,80 Questo giornalista era stato, durante la guerra, un sottile analizzatore. Cosi tutto ci che nel tempo immediato egli aveva pensato, indagato, raccolto, scritto, sarebbe stato indubbiamente disperso. Ecco dunque un libro di libera critica e di storica documentazione. La sua tesi che poi il fondamento schema del ragionamento consiste nel concepire la guerra mondiale del 1914-18 come il prodromo di una serie di urti che assumeranno aspetti diversi ma che tendono necessariamente a creare forme di civilt nelle quali lItalia deve prendere un posto importante. Casa Editrice NICOLA ZANICHELLI - Bologna ANTONINO ANICE - Nella scienza e nella vita. In-16. . . L. 8,50 FRANCO CABURI - Francesco Giuseppe, la sua vita e i suoi tempi. Voi. I In-16.L. 15. GIUSEPPE De LORENZO - La terra e V uomo. Terza edizione riveduta e aumentata dallautore. In-16.L. 12,50 DEMETRIO FERRARI - Commento delle Odi Barbare di Giosu Carducci. Libro primo. In 16.L. 6,50 Libro secondo. In-16.L. 6, Commento storico-letterario al fa ira di Giosu Carducci. In-16 L. 6,50 TERESA LABRIOLA - I problemi sociali della donna. In-16 . L. 4, ALESSANDRO LEVI - Filosofia del diritto e tecnicismo giuridico. In-16 L. 7,50 ERNESTO LUGARO - Idealismo filosofico e realismo politico. In 16 L. 15, GIOVANNI PAPINI - L' Uomo Carducci. Terza edizione In-16 L. 5, MICHELE PERWOUKHINE - La sfinge bolscevica. In-16 . . L. 8 ITALO RAULICH - Storia del Risorgimento politico dItalia. Voi. I (1815-1830).L. 25, GIUSEPPE RENSI - La scepsi estetica. In-16.L. 6,50 Polemiche antidogmatiche. In-16 L. 3,50 Principi di politica impopolare. In-16 . . . . . . . L. 6, EUGENIO RlGNANO - Psicologia del ragionamento. In-8 . . L. 22, Il finalismo della vita. In-8.L. 3,50 _ Per una riforma socialista del diritto successorio. In-16 . . L. 6,50 ETTORE ROMAGNOLI - Nel regno di Dioniso . Studi sul teatro comico greco. In 8 con figure e tavole fuori testo.L. 12,50 Minerva e lo Scimmione. Seconda edizione. In-16 con copertina di E. Sacchetti.L. 5, Lo Scimmione in Italia. - In-16.L. 7,50 Il trittico dellamore e dell'ironia. Commedie. In-16 . . L. 8,50 MARCO SLONIM - La rivoluzione russa. In-16.L. 8,50 ALDO VALORI - La guerra italo-austriaca. In-8 . . . . L. 30,
Monday, June 23, 2025
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