LALA ALII ISO DFAFARAR | PE Ce [ai Ono de | LAFAIA DCYSAGAGGIS OGOGAGGE ht as ee 1. . A 4, . = : 3 sog Ne n . AL 3 3 SA: : n (% n i x - Pi = Delta i . f 3 IRESENEE :. : x L i ne e : oi . DI f(% , dl 5: l hr f a i A 7 - gd i . & Mi, Toe * Cnn ; Se SE ehrbdri han 4 PESEPLELYLY d SS hebbrbtri PPS +-+ AP lil il ee ire n ee a pre I MRI eil Lincei irrita NEL SOLENNE INGRESSO DI MONS. PIETRO CARPELLARI ma SEDE VESCOVILE DI CONCORDIA: IL GIORNO XXVIHI LUGLIO MDCCCLXXIT. eni se neri *ting. n= ne mn Monsignore IHl.mo e Rev.mo! Se la patria Vostra che per tanti lustri. sperimentava. gli effetti benefici dell alla intelligenza e della profusa Vo- stra carit oggi piange la dipartita Vostra, a iulla ragio- ne fa festa ed esulta la Diocesi Concordiese che oggi Vi , accoglie a Vescovo e Padre. N essa poleva avere maggior prova di Vostra virt del desiderio vivissimo che di Voi la- sciate col ove per s lungo volgere di tempo e per si diffi- - cili circostanze indefesso e franco sempre incedeste nell o- perare e nell amare. A questa Diocesi ora serbato dalla Provvidenza il soave compito di temperare al Vosiro cuore l'amarezza del distacco da Vostri ameni colli nalivi e da fanti Vostri figli s caramente diletti, col ricambiarvi di un affetto e reverenza non secondi a quelli di che la Greggia da Voi abbandonata diedevi sempre cos belle testimonianze. id oggi anche i sotloscrilli desiderano darvi pegno di questo affetto e della parte vivissima che prendono alla co- mune esultanza, offrendovi una Memoria intorno la vita e n i ni 1 le opere dell illustre Tunannio Rurino: memoria a Voi dop- piamente cara e perch ricorda una splendida gloria di questa ormai tutta Vostra Concordia, e perch lavoro di Per- 1 sona valente a Voi congiunta da antica amicizia. Accoylietela, Ill.mo e Rev.mo Monsignore, colla beni- quit tutta propria del Vostro dell'animo, e benedite a quelli che almeno col buon volere saranno sempre per Voi e con Vot. II teu , Portogruaro, 28. Luglio 1872. Umil.mi Dev.mi Obb.mi D." GIACOMO PEROSA. | LORENZO GENNARI. DI GENTILE MARANGONI. LUIGI BRUNI, D. ERNESTO DEGANI, do MANI ) | FABBRICIERI della Chiesa Ausiliaro di S. Andrea Ap. di Portogruaro. hd 1 Sava) - Pe; SELLA LIL WVPYNINPIALIAPLINPINIZAPLNLINPIACGZALI AODNY/OZI Ne territorio di Aquileia, lunghesso il mare, in un ijuogo presso Con- cordia nacque Rurino circa la met del secolo IV. A que tempi fioriva in Aquileia una scuola ecclesiastica di grande rinomanza, ed un celebre monastero solto la vigilanza pastorale del Vescovo S. Valeriano. Nella scuola nel Mo- nastero noi troviamo Rufino nellanno 371 insieme con S. Girolamo con S. Cromazio, e con quegli illustri, de quali Girolamo stesso scriveva, che gli rappresentavano un Coro di Angeli: se | Speciali memorie del vivere di Rufino a que d non ci rimangono, ma bens un fatto il quale della celebrit di Rufino e della scuola aquileiese ci rende una splendida testimonianza. La seniore Melania, quella illustre romana di cui i Padri e gli scrittori ecclesiastici di que tempi esalta no a gara le laudi, avea ad imprendere il viaggio d Oriente per dedicarsi del tutto con altre chia- rissime, che fe si erano date a disciplina, al servigio divino nella preghiera, nel ritiro, nelle opere di misericordia, cui avea consecrato il suo ricchissimo patrimonio: quella Melania, che, quando torn dall Oriente per confermare nel proposito di vita perpetuamente continente la nipote S, Melania la gio- vine, vide venirsi incontro fuori di Roma i Senatori i Patrizii e moltitudine di popolo per far omaggio alle sue virt, rivolse gli occhi alla scuola eccle- siastica di Aquileia per scegliersi il maestro c la guida spirituale, e scelse Ru- fino, bench pon avesse che 25 anni d'et, e non fosse ancora ordinalo sacer- dote. Venne quindi in Roma 1 anno 372 e pass con Melania in Oriente. Men- tre la pia dama erasi recata a fondare un monastero in Gerusalemme, fer- Li La + sia mossi Rufino in Alessandria, ed ascolt per sei anni le lezioni del celebre Di- dimo. Venuto poscia in Gerusalemme vi fu ordinato sacerdote, e dimor in Pale- stina fino al 397, attenlendo alla direzione spirituale del monastero di Melania, e recandosi per intervalli a visitare i grandi monasteri c i famosi anacoreti che popolavano la Siria, la Mesopotamia, il basso Egitto, cd abitavano la deserta Tebaide, per apprendervi esempii e documenti di vita spirituale, e per farne tesoro agli studii della cristiana sapienza, ai quali interamente dedicava il tempo, che dalla preghiera, dalla meditazione e dalle opere di piet gli so- pravanzava. In questi suoi lavori ebbe egli ad incontrar disparere coll ami- cissimo suo S. Girolamo sul fatto dei libri di Origene, che Rufino vena. vol- tando dal greco, Quindi scritti da una parte e dall altra che risentivano del- I ardore della contesa, la quale sedata una volta dalla mansnetudine del co- mune amico S, Cromazio, allora Vescovo d Aquileia, si riacceso allorquando Rufino ritornato in Italia con Melania nella circostanza test ricordata, c ri- tiratosi nel monastero di Pineto, in uno deglimmensi sobborghi che dall an- tica Roma stendevansi sino al mare, continu a tradurre gli scritti di Origene. Quivi inteso alla piet e agli studii dimor dall'anno 397 fino al 408, non dipartendosi se non per recarsi a rivedere la sua Aquileia. Ma s avvicinava la divina vendetta sulle ostinate reliquie del paganesimo, e gli Unni ed i Goti entrati in Italia seminavano ogni contrada di morti, di arsioni, di stragi. Melania pens riparare in Oriente, e colla sua compagnia partitasi da Roma giunse a Messina. Qui s indugi per raccogliere e soccorrere col suo patrimo- . o que miseri che fuggivano dinanzi alla spada dei barbari. Alarico penetr in Roma ai 24 di Agosto dell'anno 409 c per tre giorni orribilmente la riem- p dincendii e di stragi. Uscito di T, dopo averla saccheggiata, continu le sue devastazioni lungo la penisola, e mentre le fiamme che incenerivano Reggio di Calabria si ripercoteano sulle castella dell atterita Messina, Rofino ai 24 di Giugno dellanno 440 quivi piamente, com'era vissuto, si addor- miva nel Signore. Questo rapido cenno abbrevia di molto il mio dire ; poich non mestieri parlare singolarmente delle virt, c distinguere partitamente gli atti di tale tomo, di cui lintera vita comparisce animata da un solo Spirito. Spirito di cristiano e sacerdotal sacrificio informava I anima di Rufino, Scegliere la via pi spedila e pi sicura di seguitare Ges Cristo colla pratica dei consigli evange- lici nel monachismo : obbedire alla voce divina che lo chiamava al sacerdozio, Apparecchiandosi col mettersi alla disciplina del suo Vescovo con tanto abbando- no da esser nella casa ecclesiastica uno degli Angeli di quel coro aquileiese : at- fenderc agli studii con tanta assiduit e tale profitto da esser in ancor verde et prescello a maestro di vita spirituale da una matrona cui eran notissimi i pi illustri ecclesiastici dell'occidente ; accettare quest officio che lo staccava affatto dalla patria, dai parenti, e gli troncava le speranze di cospicue digni- lla {i : aggiungersi ad un sodalizio, qual era quel di Melania e delle sue conso- rello, di virt austera e di vita penitente e laboriosa, al quale dovea egli farsi maestro, non tanto colla dottrina quanto colla preminenza dell'esempio: con- tinuare nello studio della cristiana sapienza fino alla morte e per essa impren- der viaggi e recarsi ad ascollare e consultare i pi famosi uomini dell orien- te: scrivere la scienza appresa affine di diffondere la verit e trarre quante pi poteva persone all amore di Cristo; egli questo un complesso di vita sacerdotale tanto luminoso da non maravigliare se in alcuni particolari mar- tirologi dell antichit sia stato Rufino tra i heati annoverato. Che se la Chiesa aquileiese e la Concordiese pu sotto questo rispetto an- dar meritamente gloriosa di Turannio Rufino, pu altres andar lieta di lui come ingegno chiarissimo famoso scrittore. Non tutte le opere che Rufino scrisse giunsero fino a noi, ch parecchie seco ne travolse l'onda vorticosa dei secoli, Facendo ragione delle superstiti, noi riconosciamo in lui un ingegno di comprensione assai vasta, poich ab- bracci Ja storia, la biblica, la mistica, l ascetica, la dogmatica, le regole ca- noniche, lapologetica, la filosofia. Alla vasta comprensione univa quell aculezza d intendere, che, elevando- si a generali principii, Ic cose apprese in tal ordine congiunge, che l una ri- chiami 1 altra, e 1 una dall'altra ordinatamente dipenda; perci egli predi- ligeva la cristiana filosofia apparata alla scuola del mirabile Didimo, e amava divalgarla recandosi a tradurre ghi scritti di Origene. Bene egli vero che questa predilezione gli divent feconda di fastidii, ma di ci avremo a farne poscia brevi parole. Se non che l'ingegno di Rufino oltre queste due qualit, ne avea una terza non meno esimia, per la quale avveniva che 1 acutezza dell ingegno suo non trasmodasse in isterili speculazioni, n si aftaccasso tenacemente ai possibili in modo da trovarsi in disappunto colla realt dei fatti, principalmen- te con quelli, che sono dipendenti o collegati strettamente con un ordine alla mento umana impervio, coll ordine soprannaturale. L ingegno di Rufino non solo era vasto ed acuto, ma era altres giudizioso; e perci, a cansare il pe- ricolo di sofistiche astruserie, allo studio della filosofia contrappose lo studio i manchevoli principii dell umana scienza complet largamen- a e disciplinare: anzi a questi studii della storia, te colla sapienza ecclesiastica, dogmatic diede Ja maggiore e la miglior parte, e le dottrine cattoliche con tanto amore ricerc, che del suo Commentario sopra il Simbolo degli Apostoli, scrisso gi ?' eruditissimo Vescovo di S. Ippolito, Giuseppe Fessler, non esservi su questa materia in tutfa 1 antichit cristiana un lavoro pi crudito e pi famoso, quale il rofiniano, che L'intero simbolo, articolo per articolo chiarissimamen- te espone. La quale sentenza di tanto personaggio, eletto per il suo vasto sapere dal dti cale Santo Padre PIO IX a secrelario del Concilio Ecumenico Vaticano I, dal me- rito scientifico ci conduce a parlare del valor letterario di Rufino. Era egli stato educato con Girolamo ad una scuola in cui la forma nobile cd iMustre della lingua latina si avea in grande onore e diligentemente si coltivava. L'esercizio del suo ministero presso Melania e le altre chiarissime compa- gne gli valse a mantenere e a crescere quella pulitezza di forme letterarie, che era tanto in fama presso fe dame romane del secolo IV, delle quali la chiarissima Apicia Jaltonia Proba' celebre poetessa, che coi versi virgiliani & con altri suoi proprii cant le meraviglie cristiane, teneva commercio epi- stolare con Rufino. Lo studio della lingua greca, in cui era versatissimo; la famigliarit coi pi illustri letterati cristiani d Oriente vi aggiunsero una ma- niera pi spigliata e franca di esporre, che predilesse nello scopo di giovare largamente agli altri. Perci nelle sue opere originali, se ne eccettui le po- che contenziose, egli tiene un far semplice e chiaro, or pittoresco, ov bril- lante e sempre vivace, uno stile corretto, una latinit castigata quanto i mi- gliori di quellet, e temperata in modo che Yunzione e la chiarezza delle idee delle cose cristiane non venga chiusa forzatamente nella nicchia delle forme Telterarie di un mondo pagano per soverchia smania di purezza leg- giadria, * . i Il pellegrino ingegno e la ben disciplinata letteratura non bastano a dare celebrit ad un personaggio, se non vi si agciunga 1 importanza ce l'utilit de suoi-lavori. Questo merito non manc punto al nostro Rufino, La Chiesa ortentale avea avuto scrittori delle ecclesiastiche dottrine, che splendevano tra i maggiori luminari della cristiana sapienza. Leresie sorte e diffuse prima- mente in Oriente furono cagione principalissima, per cui i Vescovi e i Dot- lori di &reca favella si facessero cos ampiamente e strenuamente propusna- lori della cattolica tradizione. Rufino spertissimo della greca letteratura volle rendere famigliari alla Chiesa di Occidente que magnifici tesori, e dimostrare colle prove di fatto l'unit, L'indefettibilit, la concordia nella professione della fede n tutta la vera Chiesa di Ges Cristo. Si di impertanto a recare in lingua latina i lavori di que sommi con singolare propriet, non punto badando se alcuno gli volesse apporre taccia di troppo libero tradutl:re, pur- ch rendesse chiari i concetti dei preci scrittori. Come poi nessun argomen- fo s forte a dimostrare la perpetuit della fede, quanto la continvafa serie dei fatti, cos egli volse lanimo a tradurre fa storia ecclesiastica del famoso Eusebio di Cesarea, Kiconoscendo per che al sommo ingegno. ealla vasta dottrina del greco istorico non avea risposto Ia libert dell'animo, offeso da parzialit, pens Rufino di tenere il fondo del deltato di Euscbio, aggiungen- do, togliendo, immutando quanto era necessario affinch la storia e scevra fos. sc da spirito di parte, e completa nelle lacune, che non a caso sospettavasi avesse lascialo il Cesariense; poscia la continu tutta di suo fino all empio "Wu o ul tentativo di Giuliano lApostata per la ricostruzione del tempio di. Gerusa- lemme. Perci il lavoro di Rufino, come riconoscono i dolti, anzich una tra- duzione fu un rifacimento, e divent un opera originale. originali del (nt- to sono le sue opere Delle Vite de Padri, Le Benedizioni dei XII Patriarchi, Il Commentario sopra il Simbolo degli Apostoli dianzi ricordato, La Profes- sione di fede al Papa S. Anastasio, Le Apologie, e parecchie altre, che anda- rono perdute, rammemorate coi loro titoli dagli antichi scrittori. se non mi fuggisse il fempo avrei per ogn altro argomento . della im- portanza di questopere di Rufino, e di moll' altre traduzioni dei Padri greci. la testimonianza dei confemporanei pi illustri sia per la sua persona, sia per i suoi lavori. Mi sia lecito almeno ricordare alcuni nomi. Ai santi e dot. ti Vescovi, Venerio di Milano e Gaudenzio di Brescia intitol de suoi scritti; altri ne dedic ai preti, che poscia ascescero cattedra episcopale, i santi Paoli- no di Nola e Petronio di Bologna, suoi carissimi; al nobilissimo Aproniano, convertito alla fede da Melania, invi le sue apologie, S..Cromazio d Aqui- Jeia lo amava pi che fratello, e il sommo Dottore e Vescovo d Ippona S. A- gostino, avendo avuto notizia della dissensione insorta tra Rufino e S. Giro. lamo, dolorosamente la piange, tra personaggi per la loro celebrit. nolissimt. a quasi tutte le Chiese cunctis pene ccclestis. o Ed eccoci giunti a quella famosa controversia, intorno alla quale tanto scrissero dottissimi letterati in diverse sentenze. N alcuno pu credermi 4 ardito che io voglia entrarvi di nuovo. Narrer la somma dei fatti. Famosis- simo fra i pi illustri doltori cristiani d oriente fu Origene, Alcuni de suoi libri (che S. Girolamo, riducendo il compulo fatto da altri, conta per ben 2000) sia per intemperanza d'ingegno, sia per maliziosa corruzione d cre- lici, come altri mantennero, non in tutte [e loro sentenze convenivano colle: dottrine della santa Chiesa Cattolica. Ad onta per delle macchie che li offa- scavano, tanti crano i tesori della cristiana sapienza in essi contenuti, che premurosamente li facevano ricercare. Lo stesso Girolamo ne avea [radolte in latino alcune omilie. Rufino, sollecitato da alcuni monaci, tradusse i libri famosi Dei Principi, che si ritenevano in alcune sentenze macchiati di opi- pioni contrarie alla fede della Chiesa, Quindi, zelando ardentemente Girola - mo che Ice origeniane dottrine non pigliassero voga, e mantenendo Rufino VU or- todossia di Origene, a suo parere dagli eretici maliziosamente nei libri adul- terala, nc proruppe una discordia romorosa, mentre gli avversarii di Origene davano a Rufino la taccia di eretico. La vigilanza del supremo Pastore della Chiesa Papa S. Anastasio richiam a se la causa, ed invit Rufino a purgarsi, La lettera apologetica di Rufino al Santo Padre esiste ancora, e basta da s a darci il vero concelto della questione, anzich perderci nell increscioso jaberinto delle smodate recriminazioni, che nellacceso fervore della disputa ci lanciavano sprovvedutamente i confendenli, a Con parole rispetlosissime Rufino si purga intorno al fatto. Narra di aver impreso la versione per le preghiere di alcuni monaci; ma s non egsere n il difensore, n il vendicatore, n il primo interprete di Orirene Origenis ego neque defensor sum, neque usser tor, neque primus interpres . In quanio alla fede egli ne fa una piena cd esplicita professione, rigorosamente confor- me alle definizioni della Chiesa; espone le dottrine controverse tra i dottori, sulle quali la Chiesa non avea ancora pronunciato g siudizio definilivo, e si di- chiara di non aver abbracciata come cerla e definita nessuna delle contrarie sentenze Ego vero cum hace singula legerim, Deo teste, quia certi ct defi- niti aliquid usque ad praesens non teneo . Si protesta in fine di tenere U- nicamente la fede che tiene la santa Romana Chiesa, e di avere come ereti - co chi da essa si diparte . Et si quis aliter credit, quisquis ille est, ana- thema sit . Dopo ci non pi a dimostrare che Rufino, siccome visse sem- pre da santo, e consum la sua vita alla dilatazione e alla esaltazione della cattolica fede, per la quale, trovandosi in Alessandria quando I Ariano im- perator Valente la perseguitava, pat i rigori del carcere, cos sempre in essa si mantenne costante fino alla beata morte. Rufino credeva e professava Vin- fallibilit del Romano Pontefice, e con questa professione gli era impossibile prevaricare. Scriveva nella citata lettera al Papa S. Anastasio, che la santa mente di sua Beatiludine era come un sacrario di Dio, la quale non pu mac- chiarsi, n accogliere cosa che non sia retta Ut litteris meis satisfacerem | Beatitudini tuac, non ut de sancta mente tua, quac velut quoddam Dei sacra rium, aliquid iniquum non recipit, maculam suspicionis abstergerem. + N pi oltre mestieri condurre il mio discorso, che ben si pare qual- mente a tutta ragione Rufino un nome glorioso per la nostra Chiesa e per la patria nostra, avendoci lasciato perenne monumento della sua fede, delle sue virt, delloperoso ingegno suo in una vila. interamente dedicata alla gloria di Dio. BIBLIO EG A_DEL SEA > VES PE a AN AE ESSO/IE 1 Di, A IRE TICIISE NA 640 en vasid= Pret tt EIA n pi = # - tt en, e rieti isti .4, Sio n tri dirnta n "i i - ' 4 4 x A . ; da hi . sca %. . 2 . 1.) . - RO li : i . . i . E N - e , . . Lo . s +. i 3 ri ti - x 5 .. al . - - ? . , a Lo PA . . P 4 bi . . Cei nu! A i 2. 0 # : i - A . N TERA i AAT nt go _ 1 ere. call onianai lo FR e 0 mb mn
Monday, June 23, 2025
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