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Tuesday, June 10, 2025

GRICE E FRANCHINI

  genza di far rientrare nella teoria del giudizio storico, insieme alla dimensione del passato e del presente, anche quella del futuro. Ma ciò poteva avvenire, proprio grazie alla ormai matura acquisizione di quello che potremmo definire l'asse portante dello storicismo prospettico di Franchi-ni: la concezione della storia come "realtà incompiuta". La storia non è mai riducibile alla storicità del dato, né è racchiudibile soltanto nell'oggetto della storiografia. Questo aspetto è solo una parte della verità, ma certamente non la esaurisce. Aveva ragione Croce, quando, osserva Franchini, sosteneva che il giudizio storico fosse da intendere come sintesi di intuizione e concetto. Ma ciò che Croce non aveva debitamente messo in luce è il fatto che «il giudizio storico, proprio perché guarda agli eventi in pro-spettiva, cioè frontalmente, anche se la fronte è assai distanziata, finisca col capovolgere in senso metodologico e scientifico la corrente concezione della storia come mero accadimento, come ciò che è "superato" perché, ormai, è "alle nostre spalle". La storia non è mai alle nostre spalle, al contrario essa ci sta dinanzi e siamo noi come storici a rettificarne continuamente la prospettiva, cioè la distanza non solo cronologica ma ideale e politica, da quelli che comunemente si chiamano i nostri tempi ([...]. Il giudizio storico, insomma, solo per una vecchia illusione ottica, di ottica sto-  riografica, sembra cercare il passato [...], mentre in realtà esso lo afferra e sospinge dinanzi a noi, lo proietta verso ciò che non è ancora, verso il futuro»!1. Stanno qui le premesse - come fondatamente osserva ancora  Cotroneo - di quella autonoma ed originale svolta della riflessione di Franchini verso una teoria del "giudizio storico-prospettico" che si richiamava esplicitamente al giudizio riflettente kantiano e che, dunque, entrava in consapevole rotta di collisione verso i principi logici tradizionali 2 e verso le forme assolute del sapere. Insomma lo storicismo come "principio logico" aveva ormai abbandonato ogni residuo tratto che potesse accomunarlo allo storicismo idealistico. Ciò in cui Franchini finiva coll'imbattersi  - e che da lui veniva originalmente ripensato - è quell'universale senza concetto di cui parlava - come ricorda Cotroneo - Kant nella Critica del giudizio, ma è anche, mi sentirei di aggiungere, quel giudizio senza riflessione di cui parlava Vico nella Scienza nuova. Insomma è quel giudizio adeguato ad una visione aperta e non prescrittiva della storia e che si affida ad una razionalità flessibile che nasce nella storia e con la storia continuamente si trasforma.  " Cfr. R. FRANCHINI, Teoria della previsione, cit., pp. 30-31.  12 Su ciò resta fondamentale tutta l'argomentazione svolta in R. FRANCHINI, Eutanasia dei principii logici, Napoli 1989.

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