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Wednesday, June 19, 2013

Villa JOVIS on Capri

Speranza



Villa Jovis (dal latino Villa di Giove), è situata sulla vetta del monte Tiberio, che si trova nella parte orientale dell'isola di Capri.


Dalla sua villa, l'imperatore romano Tiberio Claudio Nerone governò l'impero per oltre undici anni. Alcuni frammenti storici riferiti alla personalità di Tiberio citano questi come una persona molto introversa e di poche parole. Pare che trascorresse intere giornate nella più profonda solitudine, rinunciando addirittura alla presenza della scorta imperiale e abbandonandosi a passeggiate solitarie lungo il belvedere della sua villa che affaccia sui due golfi di Napoli e Salerno.[3]
In base ad alcune informazioni non ancora confermate, pare che Tiberio, anche a causa dell'età avanzata, soffrisse di crisi esistenziali e che avesse un carattere isterico che lo spingeva a comportarsi in modo del tutto anomalo. Altri storici riportano che soffrisse di tubercolosi, ragione forse del suo esilio a Capri. Per altri, l'esilio a Capri aveva ragioni politiche, come riporta Svetonio.[4]
Quanto al suo stato di salute si presume che questi durante la sua gioventù nelle sue campagne d'Africa fosse stato contagiato da un batterio che gli rese la vista debole. Ragione plausibile del suo carattere sensibile. Durante la sua permanenza sull'isola di Capri, nonostante il suo precario stato di salute, Tiberio ordinò la costruzione di altri undici palazzi intorno ad essa, e non solo.

Ricostruzione ottocentesca dell'aspetto originario di Villa Jovis.
Nella stagione estiva si trasferiva sulla costa, tra le costruzioni oggi note come "bagni di Tiberio" o "palazzo a mare". In questo suo quartiere marittimo, l'imperatore amava fare il bagno. Gli architetti che progettarono la sua villa per rendere il soggiorno dell'imperatore confortevole, si trovarono di fronte ad un grosso problema, ossia l'approvvigionamento idrico. L'acqua, se abbondava nei bassi rilievi dell'isola, scarseggiave nei livelli superiori. Pochi anni prima che l'imperatore lasciasse la capitale dell'impero, con un progetto del tutto ardito, fecero costruire due o più cisterne di enorme portata disposte nelle fondamenta della Villa stessa. Con la raccolta di acqua piovana nelle cisterne della villa, fu resa possibile l'erogazione di acqua pura e potabile anche nei secoli successivi fino all'attuale centro storico.

Dall'età borbonica in poi [modifica]

Villa Jovis venne riscoperta nel XVII secolo sotto il dominio di Carlo di Borbone.[2] Quindi, durante l'età borbonica, la villa subì dei devastanti scavi durante i quali vennero asportati molti preziosi pavimenti in marmo.[5]
Villa Jovis fu oggetto di altri interventi di scavo nel 1932; in quest'anno, infatti, prese luogo un atto di lavoro di recupero che si dimostrò capace di valorizzare nuovamente le rovine della villa. L'opera di restauro, diretta dall'archeologo italiano Amedeo Maiuri, permise di liberare il sito archeologico dalle macerie accumulatosi nel corso degli anni.[2]

La parte settentrionale della villa.
In onore a Maiuri, che dirisse tali scavi, oggi è stata dedicata la strada che, partendo dal centro della contrada di Tiberio, conduce alle rovine.[2]

Descrizione [modifica]

Villa Jovis è sita sul promontorio occidentale dell'isola, in un posto del tutto strategico. Dalla sua posizione sublime si può osservare l'isola d'Ischia, Procida, il golfo di Napoli, la penisola sorrentina quindi il golfo di Salerno fino alle terre del Cilento.[6]
La villa si caratterizza per la sua particolare costruzione compatta a pianta quadrata, dalla quale si distaccano alcuni ambienti; infatti, avendo poco spazio a disposizione, villa Jovis si dispone su terrazze costruite elevandosi a più piani.[5]
La villa si dispone attorno ad un ambiente centrale che è occupato dalle cisterne, costruite per soddisfare il bisogno d'acqua necessario per le esigenze di un palazzo imperiale. Sul lato meridionale del complesso vi è l'atrium, con quattro colonne di marmo cipillino, vicino al quale si dispongono i bagni. Il più complesso piano superiore funge come una vera e propria terme romana, disponendo di uno spogliatoio e perfino di un calidarium e di un tepidarium.[5]
Nella parte settentrionale dell'edificio v'è il quartiere imperiale, dove c'erano le aule private di Tiberio; la porzione sud del complesso, invece, corrisponde al quartiere servile ove soggiornava la servitù dell'imperatore.[5]

Note [modifica]

  1. ^ Capri - Rovine di villa Jovis. SorrentoHoliday.
  2. ^ a b c d Villa Jovis e Monte Tiberio. Capri.it.
  3. ^ La grotta delle Felci. Pompeii Restaurant.
  4. ^ Svetonio, Tiberio, 10; trad. di Felice Dessì, Le vite dei Cesari, BUR.
  5. ^ a b c d Guida ai monumenti antichi dell'isola di Capri. CapriTourism.
  6. ^ Le ville di Tiberio. Capri.net.

Bibliografia [modifica]

Voci correlate [modifica]

Altri progetti [modifica]






Ancient documents report that there were at least TWELVE luxurious Roman villas on the Isle of Capri, built by Augustus and Tiberius, of which VILLA JOVIS, built by Tiberius, was the largest and most sumptuous.

Tiberio lived here from autumn to spring. In the summer, he stayed at Villa Damecuta at Anacapri.

Legend has it that Tiberio's victims were forced to make the famous 300-meter leap of death over the cliff from the Villa Jovis into the sea.

The ruins of Villa Jovis can be reached by heading to the highest point of MONTE TIBERIO.

It takes approximately 45 minutes to reach VILLA JOVIS on foot from the Piazzetta, following the ceramic signs that lead to the villa's first forecourt.

VILLA JOVIS is among the best preserved on Capri.




The Villa included baths, gardens, terraces, avenues, ornamental fountains, pools, and immense cisterns to collect rainwater.

Villa JOVIS was sacked by the Bourbons.





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