STORIA DELLA Da Giovanni Ciac. Capelli Stampatore-Librajo. OFIA GRECA DEL DOTTORE V SACGHI. Venerar inventa sapentioe y inventar es~ que: adite tamquam midtorum hare- ditatcm juvaC, SeUECA. k Digttized by Google ni INTRODUZIONE T # J UOMO sortito dolici natura ad alte cose, ed a nobilissimo fine, nasce /or- nilo cP importantissime facolt , di, squi- sitissimi sensi, e composto con siffatto ordine in ogni sua parte, da ricevere tutte le impressioni che. fatte gli vengono dagli ometti esterni, percepirle distinta- mente , paragonarle fra di loro , onde edere la relazione che hanno* col suo ben essere, e far si che tutte concor- rano a formare la propria felicit. Bello quindi , e maraviglio so spettacolo , ed uti- lissimo in un punto si quello di vedere quest' uomo sortire in certo niodo dal nulla, merce V azione degli oggetti ester- ni, e per un proprU) suo sforzo, prov- vedere a suoi bisogni, dissipare coi lami. Digitized by Google m ir ilella ragione le tenebre fra le quali lo uvea la natura avviluppato , innalzarsi sovra se stesso ^ slanciarsi collo spirito y merc un audacissimo volo, fra lo spazio infinito dei cieli, ed ivi in un tratto, al pari del sole, che in un solo giorno vede titte le create cose, contemplare tutta V immensit sublimissima ed infinita dell ujversor 31 a ci che ancora pi grande e difficile, ed in uno pi bello di contemplare, si di vederlo rientrare doli immenso universo, rivolgersi sovra se stesso, onde studiare t uomo, cono* scere la sua natura, i sum doveri, U fine per cui fa creato. Vedere quindi moltiplicarsi i suoi bisogni fisici, crearne dei nuovi per lo spirito , provvedere con pari industria a tutti egualmente, co^ manicare cd suoi simili , onde dcd com^ m'rcio .delle proprie colle altrui opinioni , trarre maggior partito a se stesso , insti- tuire le pi profonde e le pi ardite speculazioni sopra ogni genere di unuuuf Digilized by Google 'V sapere , e sorgere quindi un immensa folla di diverse, opinioni y che pi 'o meno s accostano al vero , secondo la direzione che fu impressa al volo dello spirito umano, ' Quale, studio pi . di questo dilettevole e grande per t anima bennata y che ama conoscere ih ogni parte .T- uomo? Qual diletto non deve provare il fUosfo nel considerare > quanti secoli dovette percor- rere, quanto studio,' quante fatiche so- stenere onde giungere * al punto >in e si ritrova , e fornito delle cognizioni che il suo secolo gli permette di avere^Qual immenso caletto nel veder sorgere dal- t. infanzia tante importanti discipline y che arrecale aUa perfezione y son il pii bell ornamento dell essere sociale, la base ed il sostegno . delle umane associazioni?. Dolce il contemplare un si. lungo se-y Il dei luoghi in cui si ritrovavano. Intanto quel principio di attivit che si trova negli uomini , e li trae a perfezionarsi , principio che in essi altamente si fece sentire fin dal primo momento che si unirono in societ., veniva' creando le arti che sono un' immitazione della na- tura. Conciosiach il piacere vario ben- s, ma troppo universale degli oggetti che appresentava al loro sguardo la natma, degenerato in molestia, li con- sigliava ad abbellire quelle arti neces- sarie, che per riparare ai gravi biso- gni della vita, fino dal primo nascere della societ, aveano ritrovate. E pro- gredendo pi oltre, e volendo unire air utile il diletto , ed ecco ne sorsero di nuove atte a dilettare T intelletto, a soddisfare il cuore, a pascere F im- maginazione. Nello stesso mezzo quei primi senti- menti di morale che erano rimasti rozzi insieme ai primi hlosof legislatori, fe- Dlgitlzed by Google 12 cero vantaggiosi progressi. Gi sentivasl come la base dell eguaglianza sociale deve essere la giustizia sussidiata dalla umanit , e l equilibrio dei diritti di ciascheduno ; come ogni uomo debba porre le proprie forze per conseguire il line della sociale istituzione; come formatisi idee pi ciliare dei vizj e delle virt , questo essere sempre felice quando giusto, e che la sua felicit va unita a quella de suoi simili. Si incominci ad osservare il cammino e linfluenza delle passioni, si scopri- rono delle leggi generali, ed unita la morale cos perfezionata 'alla fisica, che giungeva ad un altissimo grado , for- mavano un Essere creatore delle cose, a cui finalmente diedero i convenienti suoi attributi. Questo il punto in cui si cominci ad innalzarsi a pi perspicue astrazioni , a separare l Intelligenza dalla materia. Allora si vidde come tutto proveniva da . > Mi wm Digilged by. i3 questa Intelligenza , tutto s volle spie-' gare con essa nello stesso modo che prima crasi praticato colla, materia : al- lora si vidde Dio operare ogni cosa o immediatamente da se stesso , o per mezzo di Genj che aggiravansi sulla terra. Dopo ci pot lo spirito umano proce- dere all arte di combinare ; fece quindi passaggio a quella di realizzare, c po- scia air analisi , e da queste a tutte, quelle altre innumerevoli speculazioni a cui esso pu rivolgersi nella massima energa del suo sviluppo. Se ne venisse dato di conoscere tutti gli studj che percorse lo spirito umano in una nazione isolata, onde giungere al pi alto punto a cui pu tendere, io porto opinione che vedremmo essere egli passato di mano in mano per tutte queste epoche indicate.% l^a soventi fiate diverse esterne circostanze fanno si, che. in una nazione questo sviluppo o sia Voi. /. a Digitizec Google 14 ritardato , o prenda un corso diverso , 6 venga accelerato per tal modo , che pa- recchie epoche in un sol punto sorpassi. Cos succede allorch uomini gi edu- cati arrecano la cultoi'a in una di cjueste nazioni. Cosi accadde, pochi secoli or sono passati , all America , la quale sa- rebbe tutt ora nell infanzia e nella roz- zezza , n gli sarebbe accaduto di giun- gere a maggiore civilizzazione se non a capo di molti secoli, se un ingegno Itabano non avesse pensato ad un nuovo mondo, e se le altre nazioni ivi non avessero arrecata tutta la cultura del nostro emisfero. CAPO li. Principi t/eWa Filosofia fra i Greci. La Grecia fu una di quelle nazioni , che dall esterne circostanze favorita,., fece pi rapidi progressi di quello non sarebbe accaduto, se da sua posta avesse ' Oig nes freno al loro ardore , niun potere tratteneva sulle loro labbra la verit, liberi d ogni servaggio, sciolti dogni superstizione. CAPO III. Setta Giornea. Contuttoci era assai addietro ancora r umano sapere , la morale incompleta , e lo intelletto confuso : nella loro filo- sofia, siccome indole dogni sistema nascente, si scorgeva un gran numero di cognizioni e d idee, ma senza or- dine , e senza legame. Il cammino delle scienze suole progredire con assai len- tezza, bisogna concedere che tutte le follie si abbiano per importanti verit, Voi /. 3 a'6 che tutti gli uomini s ingannino , onde giungere a conoscere qualche cosa di certo , e perch gli altri siefio posti fuori dal caso d ingannarsi. Allora sorge qualche genio che od ordina., o rinnova, a inventa nuovi sistemi, che d una spinta air umano sapere , e pone nel cuore degli uomini il desiderio di te- nergli dietro. Quindi novelli seguaci, nuove sette , Ja verit ora posta in piena luce, ora confusa da strane opinioni^ quindi la squisitezza il pi alto grado a cui possa giungere una scienza , e dopo ci o per desio di sopravanzare gli altri , o perch manca la lena al pen- siero , o perch le circostanze dei tempi gliene tarpano le ali, cade per avvilirsi fino al nulla, onde risorgere di nuovo a compiere un eguale rivoluzione. Que- sto appu|^' il corso che dovette per- correre aij^e la Greca filosofia. L ingegno destinato a segnare lepoca pi importante a uuprimere il moto a Digilized by Googlt *7 ^eeta felice rivoluzione era quello, di Talete, clie fond nella Gionia la pi antica setta,; che noi sappiamo essersi in Grecia volta alle hlosoficlie specu- lazioni. Fino dai tempi di Aristotele e di Pla- tone poco si conosceva dei principj di Talete , e perch pochi scritti si ebbero da suoi seguaci, e perch la supersti- zione distrusse pose in non curanza le loro opinioni , e- perch si amava piu darsi allo- studio' della morale, che a quello della natura. Quindi facile il vedere di quanta incertezza sieno le cognizioni che intorno a questa setta a noi pervennero-. Se vorrassi per con- siderare a ci, che per mezzo al bujo de secoli fuggitivi, e &a le sparse co- gnizioni che rimangono possiam trave- dere, io m avviso che assai troveremo onde commendare quell antica setta , se in ispecie' avrerno sempre in pensiero i tempi nella quale fiori, e lo . stato a Digilized by Google 2^8 cui era potuto giungere lo sviluppo delle umane cognizioni. I Ginnici furono i primi che si pro- ponessero di non confondere, come avcan fatto i loro predecessori, la re- ligione e la fdosofia, e comprendendo che n 1 una , n 1 altra erano talmeutc purificate, e condotte a tal perfezione da poterle congiungere con comune le- game, e farle insieme concorrere ad insegnare agli esseri ragionevoli le loro distinzioni e dignit; proclamarono la indipendenza della filosofia da ogni opi- nione religiosa. Tracciarono una linea maravigliosa di confine fra esse , ed in- dicarono il campo, nel quale ciascuna potea spaziare a suo talento. N deve gi trarne a meraviglia perch essi si sciogliessero da questi pregiudizj vol- gari, conciossiach se avessero trascu- rato di far ci, n la filosofia avrebbe osato innalzarsi , e la religione ne avreb- be dovuto sostenere disagio. Quindi, e at torto il filosofa Francese pose nel numero degli Atei i Gioiiici, e fu vana la cura di quel letterato Italiano , che tanto si studi onde toglier loro simile taccia. Essi aveano delle idee sull Essere supremo, ma fin dove le poteano scor- gere la suppellettile delle loro cogni- zioni. Il pretendere, e F attribuir loro di pi, voler ci che lo spirito umano non poteva ancora concepire, e quel loro stesso ardire di distinguere la fi- losofia dalla religione, fu quello appunto che anim poi i filosofi della Grecia in tempi pi colti, a ragionare s profon- xlamente siili esistenza della Divinit. I Gionici calcarono una nuova via, e r additarono agli altri nelle loro ri- -ccrche sulla natura, consacrandosi alla' analisi dei fenomeni sensibili , onde'p- tere giungere alla scoperta di tutti gli elementi delle cose, ed a quella forza creatrice che loro diede la forma, ed impresse il moto. Essi tentarono di dare 3 * 3o meccaniche spiegazioni di tutti i feno- meni, che aveano pel volgere di molti secoli abbagliata la vista , sospeso T a- nimo, rapito il pensiero, ma che non era ancor riescilo di comprenderli. Cosi furono i primi che ponessero le fonda- menta di una cosmogonia filosofica in- nalzata sui principj metafisici. Talete di Mdeto. n fondatore adunque di questa pi antica setta della Grecia fu Talete. Nato esso a Mileto nella Gionia, ed elevato pe suoi talenti, per T altezza del suo spirito , e per la cospicuit de suoi na- tali all amministrazione delle pubbliche cose , diede riguardevoli segni della sua prudenza e del suo valore. Ma pi che la dignit, era caro al nobile suo cuore lo studio della filosofia, onde intento a ) 3i voler procacciarsi ampio tesoro eli co- gnizioni, per studiare i fenomeni della natura, arrecossi prima a Creta, ed ivi volle conoscere il culto e la teolog;ia di que popoli, i quali erano i pi an- tichi che avessero rivolto il pensiero air origine del mondo, ed alle sue ri- voluzioni. Percorse P Egitto , si trattenne a lungo co saggi di I\Ienfi, ed in Fe- nicia attinse le cognizioni astronomiche, per le quali sovra gli altri andavano alteri que popoli. N onori offertigli , n pl*eci di prin- cipi, n richiesta damici il poterono dopo s fausto viaggio trarre di nuovo alla cura de pubblici affari. Loro era largo de suoi consigi), ove ne era ri- chiesto , e di cui gran conto in ispecie ne facea Solone, ma intero consacrato allo studio della natura, per volgersi alla politica, non voleva tralasciare di ' togliere il velo che la ingombrava, e contemplarne da vicina le sue bellezze. 1 by Cgte' I 3i Considerando Talete come gli clementi incessantemente vacliu a cangiarsi luno nell altro, e solo trattenendosi alla pri- ma impressione , che vcniagli fatta allo sguardo, cercava di spiegare i fenomeni della natima appoggiato alla sola testi- monianza dei sensi. Determinare un idea generale della materia, non era opera da lui, perch non poteva innalzarsi, colla sfera delle cognizioni che aveva, a siffatta astra- zione. Perci volendo rimontare ai prin- cipj delle cose, considerava accurata- mente gli elementi , ed accorgendosi come r acqua un elemento che ha parte in quasi tutti i corpi in istato naturale, o preparato dalle mani della natura, venne nell opinione, che que- sta fosse r elemento principale produt- tivo d ogni cosa. Tutti i corpi sono formati dallacqua, e in essa si risolvono, perch ella ne costituisce il loro principio primitivo { Dtgitized by Google 33 dall acqua rarefatta si produce laria, e dall aria ne proviene il fuoco , il quale il pi sottile di tutti gli ele- menti; la terra invece formata dal- r acqua condensata , colla quale sono formati i corpi : da qui nc viene l or- dine di tutti gli elementi. La terra viene nudrita dall acqua ; gli alberi e i vege- tabili sono nudriti dall mnido della ter- ra; gli animali anch essi si pascono o di questi vegetabili alimentati dall ac- qua, oppure di altri animali che se ne erano nudriti prima. Le esalazioni del- lacqua scendono a nudrire i pianeti, i quali sono duna materia terrestre, ma infiammata, e a queste esalazioni appunto essi devono il loro accresci- mento e la loro variet. Siccome tutti i corpi perci sono for- mati dall acqua , se questo principio venisse meno, ne nascerebbe un uni- versale disseccamento ', e perirebbero tutti gli animali ; il mondo is tesso ne ' 54 sosterrebbe infilito disagio e mina , perch esso come una nave nuotante in meazo all acqua. Perci non vi sono corpi stabili nella natura, un- continuo movimento li cangia, la materia si di- vide senza posa, e lo stato delle cose momentaneo. Alcuni hanno sostenuto , come il Gas- scndi, che il principio che Tale te avea chiamato acqua , fosse quello stesso,, che Esiodo avea nominato Caos. Ma egli sembra che ninna ragione vi abbia onde persuadere questa opinione, ed aceusare Talete d aver presa un opi- nione da Esiodo , che meglio si pu credere la attingesse alle scuole Eg> ziane ; perch P acqua di Talete doveva immaginarsi come una cosa omogenea, mentre il Caos di Esiodo tenuto come uno stravagante miscuglio 'di tutti i principj. Altri hanno invece portata opinione , appoggiati a Sesto Empirico , che Esiodo Digitized by Google ss per 'Caos intendesse lo spazio, e che Talete appunto, prendendo T opinione del Poeta, non aveva che cangiato il nome. I\Ia ed Esiodo quando parl del Caos , non intese giammai ragionare dello spazio, perch sotto questa pa- rola Caos voleva significare lo stato confuso nel quale erano le cose prima che venissero distinte, e loro fosse as- segnato un luogo conveniente. Che se Talete avesse voluto insegnare la dot- trina di Esiodo , come si pretende dello spazio , ne veniva che P acqua non era il principio primitivo ed il pi antico, perch essendo essa un corpo , e come tale occupando del luogo, era mestieri che prima dell acqua esistesse lo spazio. Oiid che lacqua del nostro filosofo tutt altro che lo spazio , e da ci mi pare ne venga , ehe quest acqua pri- mitiva non occupasse spazio. Alcuni obbietravano che ammetten- dosi un sol principio materiale ed omo- 56 genco, questo non potrebbe essere la causa di tutti i corpi. IMa certamente Talete supponeva che questo principio suscettibile di diverse qualit, perch vi sono delle cause , che sanno modi- ficare r estensione secondo la sua alte- razione o mutabilit, e considerava Tac- qua come un tutto perfettamente omo- geneo in atto, sebbene eterogeneo in potenza. Con ci intendesi di dire , con alcuni peripatetici , che l acqua consi- derata in se stessa, e .come principio della forma di tutti i corpi , dev es- sere attualmente acqua in tutte le sue parti ; ma che , ci nulla ostante , ca- pace di poter essere cangiata in aria , in fuoco, in terra, e da questi elementi nelle diverse sostanze, come in legno, in metallo, in sangue, ec. Cos si viene a togliere T opinione di coloro , i quali eransi dati a credere che Talete dovesse considerare T acqua come il pi denso degli elementi , onde ; 'Qigitizect 3 ; passare per gradi all aria , al fuoco , die il pi sottile, ed anche il parere di quegli altri , i quali hanno sostenuto , che r acqua di Talete non pu essere principio dei corpi, se non se quando impregnata di molecole eterogenee, le quali si cangiano in corpo mediante r evaporazione di lei , poich in tal caso toglievano all acqua d essere la causa primitiva di tutti i corpi. Una continua fermentazione dell ac- qua quella che la trae ad essere prin- cipine dei corpi, e secondo i diversi gradi di rarefazione o di condensazione che essa sostiene, quelli prendono di- versa forma. In Inghilterra ove ogni genere di filosofia trov sempre insigni cultori, Giovanni Battista Ehnont, volto nella opinione di Talete, istituiva clii- raiche osservazioni onde comprovare che l'acqua il principio di tutti i corpi. Didatti egli sovente ne suoi scritti nc parla di avere istiloite molte e belle Voi, I. 4 38 esperienze, e racconta che gli venisse di ritrovare un dissolvente generale , ossia Alkaest, il quale dissolv^a tutti i corpi in un liquore insipido , malgrado la loro pi stretta composizione. Noi poi non vogliamo essere tanto gravi da rimproverare a Tale te , perch non ripiegasse come T acqua avesse in- cominciato a cangiarsi, se prima si ra- rific o condens, se il fece per po- tenza propria, se essa nacque insieme al mondo , od era- sempre esistita col- r acqua; perch poi se questa potenza r aveva fin da principio , percorse una eternit senza dar forma a niun corpo^ N amiamo poi avvolgerci fra le con- troversie , e vedere se l autorit di Ci- cerone basti onde comprovare che Ta- lete supponeva essere stato Dio la cusa efficiente che form tutti i corpi. . Perch poi in questi tempi progre- divano insieme la matematica, P astro- nomia , la fisica e la filosofia , nella qual Digitized by Google ^9 - le prime erano comprese, non sar inu- ^ tile il vedere y avanzamento che insieme ' ad essa quelle venivano facendo. Talete avea gi fatti rimanere sorpresi sul mar*aviglioso suo ingegno i Sacerdoti di Menf, allorch in un modo tutto nuovo misur T altezza delle piramidi , paragonando lombra che esse gittano al mezzo giorno, con quella che gitta un corpo esattamente misurato. L astro- nomia non ebbe da lui pochi progressi ; institu osservazioni accurate sui venti , sul tuono, sul corso delle stelle, sul giro del sole : divise la sfera in cinque circoli paralelli, determin il diametro apparente del sole, assegn per il pri- mo fisiche cagioni dell, eclissi , dicendo che r interposizione della luna che eclissa il sole. Studiossi di dare alcuna fisica spiegazione sulle escrescenze del Nilo, asseriva che non esisteva voto, che la luna illuminata dal sole, che vi ha una sol terra, la quale posta Digitized by Coog e 4 nel centro del mondo, e siccome abbia- mo osservato che la credeva fluttuante nell acque , opinione del tutto Egiziana , cosi crediam tolta lasserzione di co- loro, che per dame il vanto a Talete^ voleano rapire a Pitagora la gloria di avere il primo pensato agli antipodi. Poche cognizioni ne vennero di cpianto ei pensasse sullanima; credesi dicesse, che lanima umana si muove sempre da se stessa, che immortale, e che le cose inanimate anche esse hanno anima e sentimento. Poneva poi al governo di tutte le cose l neces- sit, o una forza sparsa nelluniverso per una continua successione, la quale la potenza immutabile, e la volont costante della provvidenza. Se Talete fosse Ateo , od in qual grado , non giova il cercarlo ; pare che ammettesse dei genj , che volesse il mondo opera Divina; pare anche che in nulla la impiegasse nel suo sistema: Dig!l!?ed by Googit 41 forse noi fu: nc basti il sapere quello che pi importa, eli era virtuoso. Sem- pre intento al bene de suoi simili , vero amatore della sapienza, teneva a vile le vane pompe, che tanto ponno sui piccioli cuori, e lieto di propagare la virt, la insegnava a tutti senza esi- gere ricompensa. Cos caro ai discepoli , utile a suoi simili, mor Talete pieno danni e di gloria (i). - ' Anassimandro. Succedeva nella scuola Gionica a Ta- lete r amico suo e discepolo Anassi- (i) Talete nato nel primo anno della XXXV olimpiade , mori in et di 90 anni soffocato nella folla della moltitudine ai giuochi olimpici , giacch il racconto di ei sia caduto in un fiume per contemplare le stelle, ed ivi morisse, non che una allegoria per significare il suo amore per t astronomia. . 4 ^ mandro,, che era pure d Mileto^ nato nel terzo anno della XLIl olimpiade^ Intento anch' es^o a scoprire il- principio di tutte le cose , che* era stato V argo- mento delle meditazioni del maestro, fu il primo che osasse innalzarsi ad un'ardita astrazione, dicendo che Tim- fnito era il principio di tutto. Ninna cosa': pu essere principio di ci' che* va soggetto a cangiamento, ed limi- tato, fuorch ci che non va soggetto a nessuna rivoluzione , ned finito , e questa non pu che essere infinita , onde produrre mondi infiniti. L infinito adunque, che uno, non in numero, ma in grandezza , immutabile nel tutto , ma variabile nelle parti, che non soffre alcuna diminuzione o cangiamento, in cui tutto regolato, tutto certo senza variazione e successione, tutto, da lui tutto viene , e in lui tutto si scioglie. Dallinfinito sono venuti i corpi ce- lesti, ed uninfinit di mondi che na* Digli!?"! by Googk' 4 ^ scono , periscono , e ritornano nell in- finito, e il movimento circolare, e la perpetua loro rivoluzione, sono la causa delia generazione e della corruzione. ' Egli insegnava , onde dare 1 origine dei diversi corpi celesti, che la terra fu circondata dai principj del caldo e del freddo , i quali , quando fu fatto il mondo , erano separati , che f avvilup- parono alla foggia che fa la corteccia intorno ad un albero, e la fecondarono. Ma questa sfera mano mano disseccan- dosi si ruppe , e rpiesti pezzi formarono altrettanti corpi sferici , che sono la luna, il sole e le stelle, v^n sole si colloc nel luogo pi alto ; pi grande assai della terra sparge la luce nell universo come farebbe una ruota incavata, nello spargere della pol- vere che vi fosse riposta sovra, ove celerissima si aggirasse. La luna rimase pi bassa*, sparge la sua luce come il sole , ma obbliqua , gettando il fuoco da 44 una parte come da un imbuto, e sco- standosi dall opinione del maestro di- ceva che succedono le sue eclissi , al- lorch si cliiude questa bocca d onde sorte il fuoco. In quanto alla luce della luna ebbe seguaci parecch) moderni , poich egb credeva , che la luna ha una luce sua propria , ma debole e fioca , e che tramanda lume merc di quella che le viene dal sole. Dietro' la luna vengono le stelle , le quali sono globi rotondi pieni di un aria infiammata, che inspirano e respirano, e si muovono coi cicli o le sfere, alle quali sono attaccate; opinione seguita dappoi anche da Aristotele. Cos dal- r infinito egli facea procedere ogni cosa, ma non ancora capace di fare un intera astrazione , giacch noi permettea la suppellettile delle sue cognizioni,, non ispogli affatto questo infinito da tutte le nozioni materiali, e il compose di un elemento mezzano pi sottile del- Digitized by Googl 45 r acqua , e pi denso dell aria. Ebbe questo sistema poi, che pare in se rac- chiuda i principj fondamentali dello spinosismo, chi il chiam in vita nei nostri secoli , e in ispecie in Inghilterra, ove trov sopra tutti gli altri nel si- gnor Buckingham, chi gli diede mag- giore lustro e rischiaramento. Clemente Alessandrino crasi dato a credere , che Anassimandro sotto il no- me d infinito formatore di tutte le cose, avesse inteso di ragionare di un Dio, intelligenza senza limiti. Ma egli sem- bra che prendesse errore, giacch gli Dei di Anassimandro non erano che le stelle , e perci venivano aneli essi dal- r infinito , e nel quale dovevano dopo lungo tratto di tempo cessare di esistere. E per venire alle opinioni di Anas- simandro sugli esseri viventi, non al- lontanandosi, in quanto al principio, dal maestro , credeva che gli animali fossero stati creati nell umiditi, e co- per, onde avessero a difendersi,, da una corteccia di spine. Questa poi venne a disseccarsi, e si apri, onde gli ani- mali sortirono dal loro inviluppo, seb- bene non li fosse dato, che di vivere pochissimo tempo. Ned meno sorprendente la sua opi- nione sull origine degli uomini. Non sapendo comprendere come gli uomini dopo d essere nati potessero provvedere ai loro bisogni, per la fralezza della umana natura ne suoi primi momenti di vita, si diede a credere, che prima fossero stati generati nel ventre dei pesci, ed ivi nudriti fino a tanto che acquistarono bastante forza , onde prov- vedere a se stessi , vennero vomitati sul secco. N diceva di sapere in altra maniera comprendere come l uomo po- teva essersi conservato, giacch mentre gli animali appena che sono nati sanno scegliere di subito il loro nutrimento, r uomo solo abbisogna d essere per molti anni nudrito. Otgui;:' 47 Anassimandro arrec le matematiche ad un punto assai pi elevato , di cpiello non avesse fatto Talete , che crasi trat- tenuto a qualche preposizione elemen- tare sulle linee , sugli angoli , e sui triangoli. Invent ed innalz un gno- mone a Lacedemonia , conobbe T obbli- quit del Zodiaco, e fece un orologio onde segnare i tropici e gli equinozj. N sono meno commende voli le sue opinioni sulle meteore , e la spiegazione che dava sui tuoni, sulle saette e sui e turbini. Il vento un aria mobile , e divien tale quando le parti sue pi sot- tili sono messe in movimento , e che il sole le risolve. Questo vento produce i turbini^ quando una nube si rompe, manda rumore e produce il tuono ; non sempre eguale , perch ineguale ap- punto anche il rompimento. II tuono il movimento di un vento pi forte o pi denso, e la folgore, lagitazione del vento stesso, che eccita un fiioco T' - V 48 debole. Quando il vento passa a tra- verso di un aria grossa e secca, tuona sebbene il cielo sia sereno: quando il vento troppo debole , non pu ecci- tare che il remore senza la fiamma, e perci talvolta s ascolta il ruggire del tuono, senza essere abbarbagliati dalla folgore. Diceva poi Anassimandro, che acca- dono tutte siflfatte cose con tal ordine , che il cielo ha forte influenza sulla no- stra bassa regione; cosicch il fuoco, venuto a contatto con delle nubi fredde, manda femore; se le rompe, folgora; se pi debole la forza del fuoco , lampeggia ; se maggiore , suscita il fulmine. Queste spiegazioni , eh egli studi di darci , ne procacciano grande stima del suo, ingegno , giacch furono arrecate al pi alto punto che da lui si poteva , e non poco influirono sull avanzamento della filosofia. ( Digitized by Google AnassUnene. Anassimene seguendo le tracce se> gnategU da Talete e da Anassimandro, e succedendo a quest' ultimo ad inse- gnare la filosofa nella scuola di Mileto , il seguiva anche nell opinione dell in- finito. Entrambi conoscevano questo in- fnito qual principio di Divinit ; ma mentre Anassimandro emergendo dal- r acqua , il riponea in una sostanza in- termedia fra r acqua e l aria ; Anassi- mene ergeasi fino all aria, riponendola in mezzo ai quattro elemtenti , l acqua e la terra , il fuoco e l etere. E qui amo avvertire , che andarono errati que- gli storici che accusando Anassimene di minor perspicaccia del suo maestro , dissero che diede al suo infinito un ca- rattere pi materiale ; perch e Anassi- mandro non neg il carattere materiale Voi I. - .5 5o al suo principio, e certo Anasslmene riponendolo nell aria , F innalz ad un grado superiore e meno materiale di quello , non fosse un elemento interme- dio fra r acqua e F aria. L aria il principio ed il fine di tutti gli esseri , eterna , divina , infinita ; ma gli oggetti da essa prodotti per sono finiti, onde un giorno dovranno ritornare nel loro principio. Una gran porzione de suoi elementi per la loro tenuit sfuggono al nostro sguardo , ma il caldo ed il freddo, che la fanno con- densare e rarefare , generando le cose , la rendono a noi sensibile. L aria ra- refatta allultimo grado ha generato il fuoco, e in un grado minore ha pro- dotta F atmosfera , condensata in un grado F acqua , in un maggiore la terra , e bel pi alto grado di condensazione il legno , i sassi , ec. , ond che F ac- qua, il fuoco e la terra sono state le prime produzioni dellaria. Digitized by Google 5t Il freddo ed il caldo adunque sono le cause opposte della generazione, e gli strumenti della distruzione, a cui si aggiunge l umidit. Ma tutte siffatte prerogative dell aria sarebbero inutili , ove non avesse il movimento, che con essa coeterno, e linnalza al pari della Divinit, la quale risulta non gui come conseguenza della natura dei cor- pi ^ ma deir unione di tutti i corpi nell ordine migliore in cui possono es- ser posti. Badisi che il movimeuto dato da Anassimene allaria eterno e ine- rente alla sua natura, e non comuni- catogli dappoi , come alcuni riputarono , perch pare anzi, che in questo egli riponesse la principale causa efficiente della formazione del mondo. Si scor- gono i principj di questo sistema, ma - per esposti con miglior ordine ed ar- tifizio in Plinio ed in Varone, i quali portavano parere , che i germi di tutte le cose cadono per una certa simpata 5a dal cielo ; che questi sono nell aria co- me in un serbatojo conservati,- e che la terra coltivata li riceve come un principio della sua fertilit, e come un prezioso dono della corrispondenza che essa tiene col cielo. L aria quella che conserva ed ani- ma il mo^do , siccome 1 anima fa al corpo umano , la quale anch essa com- posta di aria, e gli Dei' al pari di quelli di Anassimandro, sono composti dello stesso principio da cui venne la ma- teria, e vanno al pari di questa sog- getti a distruzione. La terra una vasta superficie piana &o&tpnuta in mezzo al- l'aria, e i vapori che da essa furono esalati poich si furono rarefatti, in- fiammati ed arrecati a grandissime di- * Stanze, produssero gli astri, che sono perci di una sostanza ignea e frammi- schiati a corpi terrestri invisibili.* Laria 'condensata tien lungi dalla terra questi pianeti, e li conduce in giro intorno Digitized by Google 55 ad essa, senza per che si abbassino o s innalzino sotto o sopra eli lei. Il sole , secondo questo filosofo , in> disco composto d una sostanza ignea , presso al quale si accostano i segni dell estate e dell inverno. Tal pure la luna, le cui eclissi, pari a quelle del sole., dipendono dal chiudersi lorifizio da cui sorte il calore. Giacche qui cade il destro siami concesso di far osservare, come in queste opinioni dei vapori esa- lati dalla terra, nirefatti ed infiammati , ritrovinsi le fraccie della chimica mo- derna. Ma quello che pi importa si , che mi pare di scorgere moltissima ana- logia fra i principi di Anassimnc sulla formazione degli astri e del sie, con quelli or ora posti in campo dal signor Allix nel nuovo suo sistema sulla Teoria dell universo. Quant affinit ditYatti non si trova fra i vapori esalati" dalla terra e dall umido, rarefatti, infiammati, e (piindi produttivi i corpi celesti di Anas- 5 * 54 .simene, e il gas idrogeno diAIlix, svi- luppato dal calorico, dai vegetabili, da- gli animali morti, dall'acqua, insomma dai corpi terrestri, e che alzatosi, di- latatosi nello spazio, dopo varie chimi- che combinazioni va a formare i corpi luminosi e il sole? N' qui si tratteneva il nostro filo- sofo Gionico, ma comprendeva chera d uopo spiegare come questi corpi ce- lesti sieno trattenuti nelle loro orbite, e per qual forza si muovano. Qui il gran Newton innalzava il suo sistema, che pare abbia troppo ferma base, per- ch possa facilmente essere abbattuto, ed ove quello di Allix si accostasse pi al vero , certo non trionfer se non a capo di qualche secolo, giacch i suoi coetanei, come dice Thomas esser accaduto di Cartesio, non si vor- ranno talmente spogliare da ogni pre venzione, onde porsi nella capacit di rendergli giustizia. Digitized by Google 55 Alllx anche nel dar la spiegazione di questo fenomeno pare che in qual- che cosa si accostasse al Greco. Didatti la circolazione del calorico e della lu- ce, la dilatabilit e la relazione dei gas, ec. , che muovono i corpi celesti, secondo Allix , T unione di tutte le atmosfere particolari dei corpi cele- sti, che formano unatmosfera comune, e costituiscono a forza merc cui i sistemi sono stretti insieme ; quanta re- lazione non hanno coll aria di Anassi- mene , che riempie il voto (i), senza cui i corpi celesti . sarebbero .disordi- nati, e per 'cui sono mossi intorno alla terra. * Con ci io non intendo, se mai per avventura avessi colto in qualche parte nel vero, di togliere, troppo ligio de- (i) Anassimandro diceva che nel mon~ do non vi ha voto, ed probabile Anas- simene seguisse t opinione del maestro gli antichi , al moderno filosofo T oiiore della sua ^coperta. Vi un'infinit di diverse circostanze che diversificano il suo sistema dall'antico^ e forse anche quelle da me accennate mal vi si con fanno, perch non intelligente di chi- mica, mal forse vi compresi lo spirito, od ho travveduto. Mi basta per di non avere trascurata la circQstanza prc- seutatamisi , onde trarre qualche lode maggiore al filosofo antico, senza me- nomare quella del moderno. Meritano poi qualche particolare os- servazione alcune .fisiche opinioni di Anassimene intorno alle meteore, giac- ch in molto mi pare che aneli' esse si accostino , alcune speciahnente , al moda di pensare dei nostri tempi. Diceva egli adunque che le nulii si formano dall' aria condensata , e die dalla con- densazione delle nubi ne viene la piog- gia, dalle quali quasi essa spremuta. La neve altro non essere che acqua Digilized by Google 57 la quale si congela cadendo, e la gran- dine acqua del pari condensata da un vento freddo. Ih quanto ai tuoni ed ai fulmini portava la stessa opinione del suo maestro. v N sono men belle le spiegazioni che porgeva dell iride e del terre- moto, mentre la prima diceva essere prodotta dalla riflessione dei raggi del sole sopra una nube, e il secondo essere cagionato da un calore o da un freddo eccessivo , i quali producendo una^ ra- refazione , od una siccit della terra , fanno s che ella sostenga simili scuo- timenti. In comprova di quanto Anassi^ mene conoscesse questo fenomeno, di- cesi che avesse predetto un furioso terremoto di terra , e perci consi- gliasse gli Spartani di abbandonare le loro case. Questo diffatti accadde con molta ruina della citt, e col rove- sciare una parte del Taigeto: Siccome poi scorgeva che i terremoti accadono Digiti'--! bv 58 in tempo di scco ^ del pari che in tempo umido, cosi diceva che la terra si apre, e per una eccessiva siccit e per un umidit sproporzionata , e che scossa dai pezzi che da essa si staccano. Studiandosi di dare la spiegazione d' ogni fenomeno, indicava la ragione per cui r uomo emette il fiato ora freddo ed ora caldo , poich essendo , secondo esso, la contrazione o condensazione freddo , e la rarefazione calore , ne viene , che quando T uomo comprime, e condensa il fiato colle labbra fred- do, ed invece quando respira colla bocca aperta ed emette Taria, questa rarificata , calda. L orologio a sole di Anassmene frutto delle sue astronomiche cognizioni rapi r ammirazione di Sparta ed in breve di Grecia tutta, poich ognuno era sor- preso nel mirare come l ombra gittata da uno stilo, segnasse con tanta pre- cisione il movimento del giorno , e lo Di^tized dividesse in parti eguali. Badisi di non confondere questa sua invenzione con quella di Anassimandro, o di negargli simil vanto dal sapere, che ai suoi tempi non era ancora diviso il giorno in do- dici parti eguali, poich le invenzioni camminano verso la perfezione col vol- gere degli anni , e coll esperienza. Visse Anassimene intorno alla LV. olimpiade : condusse lunga vita fra le sciagure, e fra la povert, ma senza per che potessero prostrare 1 animo suo , senza che la filosofia ne dovesse arrossire, ' 4 . Altre opinioni sulla causa primitiva dell universo , e nuova direzione di Ermotimo, - In questo modo venivano que filosofi secondo il maggiore o minore loro in- Digitized by Googlt 6o gegno introducendo a formare la causa primitiva delle cose or l uno or F al- tro elemento, e vi fu, come vedrassi dappoi, chi la riputasse il fuoco , chi il miscuglio di tutti gli elementi insie- me, e chi il pi materiale ed il pi denso di tiutti, cio la terra. Costui fu un .tale Ippone,, di cui poche notizie abbiamo, giacch sdegnarono gli anti- chi storici di parlare di lui , perch mentre gli altri avean sempre cercato di mettere per principio una materia sottile , egli , come dice Aristotele , ab- bassando il pensiero fino al volgo, la riponeva in una densissima. Nulla del pari sappiamo come esso spiegasse il modo pel quale dalla terra sortono tutti ^ gli elementi, e tutte le sostanze che costituiscono F universo , e solo ne vien ricordato, che unendo in qualcl^e parte al suo il sistema di Talete , -diceva che questa sua causa prima , la terra era animata dallacqua. Come ci sUc- t Digitized by Google 6i cedesse se questa terra avesse ima forza inerente a se stessa, o comunicatagli, tutto ne ignoto, n giova il cercare pi oltre ; soltanto faremo osservare , che Ippone ebbe a seguaci un intera nazione, quali furono i Frigi, che attri- buirono, secondo Firmico, alla terra il principio di tutti gli clementi, e forse parecchi moderni. Col crescere per delle cognizioni flosofche era facile che si conoscesse come tutti gli elementi non erano di bastanti condizioni forniti, onde costi- tuire il principio materiale delluniverso, e quindi cercando questa causa , riputa- ronsi di trovarla alcuni in una forza ine- rente alla materia , la quale F anima e il principio della vita. 'Quindi aJ^ri volendo introdurre altre spi^azioni , sorsero -un infinit di nuove opinioni, quanti erano i filosofi che a- ci v^l- gean il pensiero ; allora apparve il sisteipa dell'amicizia e dell inimicizia , Voi. I. 6 Digitized by Google dell armona e della fliscordia , altri vo- lendo dar qualche spiegazione intorno air anima, o la compose di quattro ele- menti che agiscono 1 uno sull altro , e chi la form di natura 'aerea , e chi ignea, e chi duna quinta sostanza. In questo modo crescevano sempre pi le filosofiche cognizioni, e pi ar- dito lo spirito umano spiccava rapidi voli: questi vedevano gli errori , le in- congruenze dei sistemi anteriori ; quindi il desiderio di trovare la verit , quello ' della gloria, la compiacenza che luomo sente delle proprie cose, la verit che in esse gli pare di scorgere, la facilit colla quale gli sembra coi proprj prin- cipi di 'abbattere gli altrui, aprivano vasto immenso campo a nuove opiniom. Tutti adunque rivolti solamente a ri- cercare la somma e pi importante co- gnizione , qual sia cio il principio delle cose, altri pi si accostarono al vero, altri caddeo in . gravissimi errori , I 63 cos vklde la Grecia nascere nel suo seno tutti que stravaganti sistemi , tutt^ quelle sublimi verit, che le procac- ciano r ammirazione di tanti secoli , e fanno nel cuore degli uomini sensibili nascere profondo dolore pel misero stato in cui giace , e formare fervidi voti per un novello suo risorgimento. Ma per non tralasciare i seguaci della scuola Giornea onde arrecarci all esame dei sistemi, che dietro le di lei ricerche furono suggeriti ad altre sette, osser- veremo che mentre, dopo Anassimene, gli altri filosofi erano involti fra una folla di errori, e strane opinioni aggi- ravansi per le loro fantasie, i Gionict fedeli a chi gli avea additata la via, onde giungere alla scoperta del vero, proseguivano a porre attento studio sulla natura, e sulle osservazioni astronomi- che, sempre appoggiando le loro spie- gazioni sui principj empirici. Questo modo gi indicava da lungi come si t* I Digitized by Google veniva all'idea dell armona , come si procedeva sempre pi verso le astra- - zioni , e come era vicino a nascere giuste idee sull anima e sullo spirito animatore della materia. Ermotimo di Clezomene diSatto al- lora , scorto da un elevato ingegno , volgea le sue meditazioni sulla natura del principio pensante. Cohoscea per tal modo l impero che ha l anima sopra il corpo, che dicea aver questa', facolt di elevarsi al disopra, delle cose sensi*- bili sidattamente , che per qualunque impressione venisse fatta al corpo, non si giungea a scuoterla, ov essa fosse stata assorta nel meditare'. Diccsi che diffatti esso talmente giungesse ad in- nalzarsi collo spirito fuori di se, che ne rimanea il corpo siccome cosa estin- ta , e che ci fosse appunto cagione della sua morte. Fh buon fsico e buon pensatore ; h altro sappiam di lu , fuorch predicesse Digitized by (oogic 9 .65 de temporali e dell eclissi , e che dopo la sua morte , gli abitatori di Clezomene gl innalzassero un tempio , e gli tri- butassero divini onori. . 5 . Vv Anassagora. Ma gi Anassagora il raggiungeva , e calcando la via che da lui sembra- vagli aperta , poneva la prima epoca del puro deismo. Questo filosofo pure di Clezomene pieno d amore per la virt, e che soleva dire essercele pi felici condizioni quelle che il sembrano meno , che non bisogna cercare le per- sone che gustano la vera felicit fj^ i ricchi, cinti donori, ma fra quelli che tendono a coltivare il suolo, e che si applicano alle scienze senz ambizione ; trasport la scuola di Talete prima ad Atene , e poscia a Lampsaco , ove a 6* 4 % VV _ J 9 A*;:' uigitfijaby Googl^ 'i 66 chiunque amasse di conoscerla, stadia- vasi di porre in piena luce la verit. Niuno fra i filosof dell antichit ebbe tanta grandezza d animo come Anassa- gora*, pari bont di cuore e desio per conoscere la verit ; al che si univa uno sterminato ingegno, che lo innal- zava sopra i pregiudizj del secolo, e in lui riponea tutte quelle eminenti qua- lit , che non facile il ritrovare sparse in molti. Trascurate le ricchezze che ebbe in retaggio dagli avi , abbandonato ogni onore che lamicizia di Pericle, e la- sua virt potevano facilmente pro- cacciargli , riponeva ogni sua passione nel ricercare i segreti della natura , ogni sua felicit nella libert, e nella indipendenza, tfhe questi studj procac- ciano al vero filosofo (i). (i) Il suo abbandono delle ricchezze gli procacci il rimprovero di parecchi Digitized by Google 67 Accurato osservatore della' natura, ne annalizzava i suoi fenomeni, insti- tuiva ricerche sulla materia , e sulla causa di tutte le cose, e per certo le sue scoperte, i principj eh egli addotto ne procacciano tfo^a stima del suo ingegno. Che se cadde in alcuni errori , mostr anche con questi come nel ri- cercare i secreti della natura, andasse pi oltre di tutti coloro che aveanlo preceduto, e nell osservare , maggiore esattezza e precisione de suoi contem- poranei. Veramente dir si potrebbe che Anassagora fondasse una nuova scuola; tanto erano diversi i suoi principj da quelli dei Gionici, e solo ebbesi a co- antichl scrittori, non che filosofi, ma io m'avviso che costoro il facessero o perch li moveva inimicizia, oppure per- ch riponevano ogni pura in quella brutta passione che i Qreci appellano jcpq tht* affina. DIgitized by Googlc 68 stame di porlo in quella schiera, pr- che molti de suoi principj provenivano da quella scuola, e tendeva allo stesso fine a cui avevano mirato i seguaci di Talete. Dalle ricerche generali instituite sulla materia, e sulla causa produttrice di tutte le cose, dallo studio posto sulla natura , e sulle qualit delle diverse parti del mondo, dei fenomeni, e dei varj infiniti oggetti che sono sparsi sulla faccia della terra, giunse Anassagora a concepire l idea di un fine dell uni- verso. Allora altamente si alzava contro coloro , che ammettendo una materia vile ed informe, meccanicamente spiega- ' vano r origine del mondo , e credevano che il caso o la cieca fatalit fossero stati da tanto , onde formare l universo nell ordine che lo si vede. Il suo siste- ma che consiste in ispecie nelle omeo- merie, ossia particelle similari, una dottrina ingegnosissima , e del pari ini- Digitized by Google 69 portante , se si vorr aver mente al tem- po in cui nacque, ed al fine per cui fu instituita. Tutto ci che esiste eterno , perch ' impossibile che qualche cosa venga dal nulla, o si risolva in esso. Tutte le cose reali per* non furono sempre neir ordine , nella situazione , o nei rap^> porti in cui si ritrovano al presente, ma eravi dlia eternit una materia*, la quale composta di una moltitudine immensa di' corpi infinitamente piccoli ed invisibili', i (piali sono gli elmen 'dei corpi , e che sono simili , ossia omo^- genei nelle loro (jualit ai corpi che costituiscono, 'cio un corpo formilb di altrettante picciole parti invisibl^ eguali al corpo stesso. Cosi, a cagion desempio, un osso visbile formato di altrettanti piccioli ossicini invisibili*; cosi una goccia di sangue consta di altrettante picciole goccie, e cos dicasi deir oro , del metallo , ec. , e queste Digili^: i hy Coosle 7d pcciole particelle ei le chiamava onieo- merie (i), ossia similari. Perci ne viene, che queste particelle sono di altrettante diverse specie quante sono le specie dei corpi, percli ove non si ammettesse a ciascun corpo le sue parti elementari particolari, indi- struggibili , e di una natura omogenea , ne accadcrebbe, che qualche cosa o verrebbe dal nulla, o si scioglierebbe in esso , il che affatto impossibile. Cosi se la terra si fosse formata di corpi che non fossero terra , essa sarebbe venuta dal nulla; e se invece essendo stata terra , avesse poi cessato di essere - tale, allora sarebbesi annichilata; dun- que bisogna che la terra sia composta di parti omogenee , cio di terra , e nel risolversi queste parti, e nel dividersi, non possano ritornare che in particelle , le quali sieno di terra. (i) ybOLoyi>pHai(;. Digitized by Googic 7 * Il mondo pertanto , T aria , e 1 etere aneli essi , che voleva Anassag;ora fos- sero pure composte dell omeomerie , le quali sfuggono ai nostri sensi, ma che agiscono possentemente nella gran- 'de opera della produzione , sono una unione di varj corpi composti da que- ste particelle similari. Badisi per bene , non si abbia a credere Anassagora di- cesse, che tutto linsieme del mondo fosse omogeneo , siccome pensava il Morcri, giacch questo sarebbe un er- rore, a cui mai non ebbe il fdosof ^ rivolto il pensiero. Il mondo formato di parti opache, diafane, di corpi o liquidi , o duri , e quindi un composto di varie sostanze eterogenee. Quando V intelligenza form il mondo^ avea trovato in una materia infinita una infinit di piccoli corpuscoli , i quali si rassomigliavano , ma che per un confuso v miscuglio erano attorniati da altri che non b rassomigliavano. Allora furono ' Gon^e. 1 ' t 7 ^ uniti insieme i corpuscoli della mede- sima specie od omogenei , ed in questo modo ne risultarono varie masse di di- versa sorta , come una pietra , un astro , r aria , l acqua , ec. , ma le parti costi- tuenti una massa erano diverse da quelle che ne formavano un altra. Perci si parler convenientemente alle opinioni di Anassagora, ove si dica, che il mondo un composto di varie masse dissimili , che sono formate di particelle omo- genee. Ecco dietro ci come facilmente an- che si comprenda perch Anassagora chiamasse la materia assoluta un' unit ; n si avrebbe intorno a ci mossa da alcuni inutile controversia, ove si. fosse ^osservato , che non essendo possibile di distinguere nulla nella materia prima dejla creazione del mondo, non si po- teva di essa formarsi, che un idea come di qualche cosa in generale, e quindi un unit. ^ \ Digitized by Coogl Abbiamo or dianzi detto , cbe un corpo formato di tante particelle omo- genee invisibili ^ perch, quantunque gli esseri si riferiscano a dei generi dietro le loro comuni qualit, e' che queste qualit o particelle similari devono avere il loro fondamento nella mate- ria , e sebbene esse possedessero an- cora tutte le qualit che noi scopriamo al presente nel mondo corporale, tut- tavia nel loro primordiale miscuglio non potevano essere osservate , sentite e distinte. Questi germi non sono visi- bili nella materia prima , e molto meno le loro qualit di caldo, di freddo ec. , perch il miscuglio di questa, la quale informe prima della lor separazione, non permette di distinguerli, e perch essendo la materia divisibile all infinito , una parte infinitamente piccola pu con- tenere il principio di certe qualit simi- lari, o un omeomcria, ma che la sua picciolczza per toglie che possa cadere Voi. 1. 7 I 74 sotto al sensi. E non par egli che que- sta divisibilit infinita delle omeomerie abbia molta rassomiglianza alla filosofia corpuscolare dei Cartesiani , e dei New- toniani? Quando Anassagora disse, che da una parte infinitamente piccola se ne potrebbe tkare tante altre parti da coprire un infinit di cieli, senza mai votare le parti che restarebbero a di- vidersi, io non trovo che in molto di- ferisco dai Newtoniani , quando dice- vano che una particella piccolissima di materia possibile che si .estenda sopra uno spazio grandissimo, e lo copra in maniera, che non vi abbia alcun poro. Ma troveremo altrove tal sistema fra gli antichi pi ampiamente sviluppato. Tutte le parti del corpo s dell uo- mo, che degli animali, sono formate ed accresciute per mezzo degli alimenti , perch gli alimenti raccludono in se tutte le qualit, le quali insensibilmente da essi nascono e , divengono visibili* Digitized by Goog ( . 75 Cos nel pane che si mangia si racchiu- dono le particelle di sangue, della linfa, degli spiriti animali , dei nervi , dei ca- pelli ec. , le quali vanno per loro pro- prio movimento ad occupare quei luo- ghi che loro sono destinati. In questo modo pare credesse di to- gliere la difficolt , che le cose , che servono a nutrire gli uomini, gli ani- mali, e le piante non abbiano alcuna omogeneit con essi, quantunque ci non tolga r inconveniente, che essendo per esempio T erba di un prato di cui si pasce un animale composta di ossa, di carne, di peb ec., non pi omo- genea, ma invece un miscuglio di cose eterogenee. N ci vale dell erbe sol- tanto , ma dir si deve lo stesso del pane, dell acqua , e degli altri alimenti e so- stanze, poich qual vi ha cosa in na- tura che non serva del pari delle altre nell importante ufficio del cangiamento , e della riproduzione dei corpi? ^ 76 Dietro questo coutinuo cambiamento non vi ha in natura n generazione a ^ corruzione , ma tutto si risolve in una associazione e discioglimento di parti similari , le quali dopo lo scomponi'' mento di un corpo animale o vegeta-* bile, vanno a foitnre un altro corpo della medesima specie, e perci non vi in natura n nascita ne morte pro- priamente dette. Cos a cagion d esem- pio allorch si abbruccia un legno, le particelle di fuoco, di fumo, di acqua, di cenere, che il formavano, si distin- guono le une dalle altre, ma non per eh esse cessino di esistere , o can- ginQ di natura, poich dopo avere per alquanto tempo nuotato nell aria , van- no a formare dei nuovi legni. E in que- sto modo Anassagora spiegava tutti i fenomeni della natura. Questo sistema fu riprodotto dal piu grande naturalista del secolo passato, il sig. Buffon t il quale pensava con A(ias- Digitized by Google 77 sagora che vi in natura una materia comune agli animali ed ai vegetabili, la quale serve al nutrimento ed allo sviluppo di tutto ci che ha vita c cresce. Sosteneva anch esso che la ma- teria nudritiva e produttrice, sparsa universalmente da per tutto, ed com- posta di particelle organiche sempre attive tendenti incessantemente allor- ganizzazione, che non vi sono germi preesistenti, ossia germi contenuti luno nellaltro allinfinito, ma una materia sempre organica, sempre attiva, senv- pre pronta a modellarsi, ad assimilarsi, ed a produrre gli esseri simili a quelli che la ricevono. La differenza che vi fra questi due sistemi in ci soltanto consiste, che men^- tre Anassagora pensava, le parti simi- lari fossero sempre della stessa specie, Buffon dice eh esse divengono specifi.- che quando si sono assimilate alle di- verse parti del corpo' che devono coni*- 7 * by.Go^I X . 78 porre , e per tal modo destramente evi- tava parecchi errori che si scoprono neir antico. Sistemi per che del pari procacciano molta lode a loro autori; e stimiamo Anassagora perch fu il primo, e in mezzo ai molti inconve~ nienti che seco traeva la sua opinione, fece per pomposa mostra del suo iur- gegno , e commendiamo il Francese , perch approfittando del microscopio , appoggi r asserzion sua all esperien- za , e seppe togliere di mezzo molti errori, e porgervi un lustro maggiore. Ma queste oineomerie, come furono separate dal loro miscuglio primitivo ? Per qual forza furono condotte alla formazione dei corpi? Chi diede loro la forma armonica che si vede nell uni- verso? Anassagora avea bastantemente conosciuta linsufficienza degli elementi, perch fosse si scemo da credere, che essi possano essere la causa dello stato di certi esseri, e della generazione di Digiiized by Google 79 altri , n gli sostenne V animo d' attri- buire un si prodigioso effetto al caso od alla cieca fortuna. Primamente egli negava adunque alla materia quel moto produttivo della forma, che quasi tutti i filosofi aveangli attribuita. Ma la causa materiale non si cangia O da se stessa, ed mestieri vi sia qual- che altra cagione, che produca siffatto cangiamento ; se Anassagora avesse po- sta la forza motrice nel numero delle qualit di questa materia, chegli con- siderava come un ente astratto e senza moto, ne avrebbe disgiunti i partico- lari elementi, ed allora essi sarebbero divenuti sensibili. La separazione adun- que delle parti elementari della mate- ria, la loro elevazione all ordine di esseri reali, esigono una distinta forza motrice. Ma questa forza sola non ba- sterebbe, perch P universo prendesse quella forma, e .quell ordine maravi- gliosissimo che in tutte le sue parti si 'p^l!?ecf by tSogl" 8o scorgono , n ci potrebbe accadere , ove r azione di tpiesta forza non fosse soggetta a leggi ragionate. Ove si veg- gono queste leggi e queste azioni , e questa armonia , come accade nell uni- verso, si deve supporre a dirigerle im essere intelligente. Per tal modo Anas- sagora si conduceva ad immaginare uno spirito creatore e reggitore dell univer- so, ehe impresse in lui la forma armo- nica, lintelligenza del quale costitui- sce lessenza, ed il produttore fe- condissimo di tutti gli esseri intelligenti. Un essere intelligente distinto dalla massa infinita ed immobile delle omeo^ merie , trov questa massa confusa e disordinata, e conoscendo che questa era una imperfezione, male conveniente a se, die per la propria sostanza, pel proprio potere e sapienza, andava in- nanzi a tutte le altre nature, volle porvi ordine. Allora si accost alla ma- teria , separ ci che era confuso e 8i frammisclato , uni i corpi simili ai simi- li, e loro impresse un moto, il quale li governasse onde formare tutti i corpi che costituiscono 1 ordine dell univer- so. Le parti dure e gravi furono dis- giunte dalle molti e leggiere, il caldo dal freddo, la luce dalle tenebre, il secco dall umido , ed ogni simile in sonuna lasci 1 eterogeneo che gli era vicino , e unito all omogeneo diede va- ria forma alle cose. Gli elementi pi lievi diafani e secchi si elevarono nella parte superiore, e formarono il sole, la luna , le stelle , 1 aria , e 1 etere , e gli*elementi duri, umidi, freddi ed oscuri presero luogo nella pi bassa regione, e quivi formarono, riunendosi in varie guise le piante , gli animali e gli uomini. Ecco adunque l unica causa del mo- vimento dell ordine, e della bellezza del mondo , uno spirito : una mente ha tratto dalla confusione tutte le parti che costituiscono l universo , le ha or- dinate per tal iiiddo, che tutto succe- da con ordine, ed egli stesso lo pene- tra c r a nim a. Siami concesso il riflet- tere , che in ci fu Anassagora assaa pi accorto di Platone, il quale attri- buendo alla sua materia prima , e di astratta al pari delle omecwaerie , ' un anima materiale , la cui presenza si manifesta merc un movimento disor- dinato e distruttore, pare che ponesse ima contraddizione nella idea di que- sta materia istessa. r Dopo tutto ci non posso indurmi a credere col Wossio e con qualche altro pi recente scrittore, che Anassagora credesse Dio formato dell aria e dell ete- re , e perci firaramischiato in tutta' la materia. Egli ad ogni prova il credeva uno spirito puro , semplice , separato , e distinto dalla materia , ed amo piuttosto che alle loro ragioni, le quali in vero hanno poco fondamento , attenermi a Plutarco ed Aristotele, i quali asseri- Digitized by Google 83 scono concordi, che secondo Anassa- gora lo spirito, il quale avea impresso moto alla materia, el-a esente d ogni miscuglio ( I ). Quest intelligenza poi non che il principio della forma armonica e pu soltanto separare e cambiare le omeo- merie, che si trovano racchiuse nella materia , senza per che nulla possa cangiare nella materia istessa; giacch se questa intelligenza potesse cangiare o modificare lessenza della materia, o darle nuove qualit, che non ha per sua natura, le sarebbe convenuto trarre qualche cosa dal nulla, e ci non pu accadere, perch nulla non viene dal nulla. (i) ( A'va^aypaQ ) ^eivat, ' lisp,Lrp.va xavTOh , xv vv. Tvrv fuyt} fipov xai xadapp. Dice poi ( Anassagora ) che tutte le cose sono miste eccetto V intelligenza : e questa quindi soltanto essere semplice e pura. ^4 Ma e perch mai questa iiitelhgenzai lasci le omeomerie nella confusione , nel disordine ed inattive per un in- tera eternit ? . Perch tard cotanto a rivolgere 1 opera sua ad ordinarle , a dividerle , ed a formarne tanti corpi mogenei ed a comunicarli il moto produttivo della forma? Ma, e come mai poi se P intelligenza non pu trar nulla dal nulla, vi trasse pure questo moto che non esisteva? Se non poteva cangiare nulla nella materia, come vi impresse questa propriet distintiva , che di tanto la diversifica? Mi pare che silfatte obbiezioni sieno insolvibili, ma aggiunger ancora che esse, e mas- sime le prime sono comuni a pressoch tutti i sistemi, anche ricevuti dai filo- sofi pi accreditati, e pi illmrtinati di quello, non potesse essere Anassagora. La cagione poi del male, e dell asso- pimento dei fenomeni , si la tendenza che ha la materia, la quale costituisce 85 i corpi a ritornare all antico suo mi- scuglio; ma ecco vi pofle rimedio T ani- ma ^del mondo, che torna a preparare questa materia informe, e di nuovo la spinge all armonia che le impresse. Dio adunque un essere intelligen- te, straniero alla materia, di cui il primo motore, la prima causa della se- parazione c della combinazione delle omeomerie, ma che per non libero di cangiare la natura essenzialmente immutabile della materia. Dio perci r architetto del mondo, in quanto alla sua forma, perch esso impresse alle omeomerie il moto, come abbiara osser- vato , e lasci che esse seguissero il principio darmona che loro avea co- municato. Ecco argomento presso alcuni , di amari rimproveri ad Anassagora, per- ch in tal modo filosofasse sulla na- tura di parecchi fenomeni , che accado- no indipendentemente dalla intelligenza. Voi. /. 8 f' 86 Ma in questo modo per, cg,ll spiegava come, se nel mpmlo vi sono delle im- perfezioni, non voglionsi accagionare a Dio , ma alla materia di cui esso non r autore. E in ci parmi che vogliasi dar molta lode al filosofo, pcrcli con grandissima sagacit togliesse a Dio^la taccia di tali imperfezioni, e Kant in questo proposito saviamente facea os- servare, che la maggior parte degli antichi filosofi nell immaginare il loro sistema sulla creazione , badando al niale che si trova nel mondo, fecero * ^* * * .mostra di maggiore spirito dei moderni. ,.Que'sti sostenendo che anche la mate- ria opera di Dio, si viddero astretti 'ad aver ricorso alla Teodicea per ripa- rare alle imperfezioni, che pajono ri- trovarsi nellopera divina, mentre cos non accadeva degli antichi. . Ove si voglia favellare intorno a che Anassagora diceva sull'anima, fia. d'uopo prima, onde iscansare ogni Dfgitized by Goog e efjvdvoco , avvertire come egli parve ad alcuni , che talora frammischiasse Dio intellingenza pura e semplice , coll ani- ma ; ma che richiamati ad accurato esame i suoi principj , agevolmente vie- ne osservato , come questa intelligenza Dio in quanto che differisce dalla materia, e che ha una esistenza a par- te, ma r anima del mondo se pene- tra la materia, forma, conserva, e go- verna il mondo fisico. L anima adunque che .una sostan- za divina, sparsa per tutto T universo, la causa del sentimento e del movi- mento di tatto ci che penetra, una sostanza pi dilicata e pi pura di tutte le altre; e si dist'mgue dallaria e dall etere. Essa che il principio di tutti i movimenti, i sentimenti ed i pensieri, penetra e governa tutto, ci che animato, e si ritrova in tutti gli animali dal pi picciolo insetto fino all uomo, che il pi nobile di tutti. 9 1 . 4 ^ ^oogk i 3 :d il primo anello della catena degli esseri. Perci pari l anima negli ani- mali e nell uomo , perch procede dal mondo, e p'erch cagione di senti- mento ove si ritrova ; quindi anche non pu perire , immortale essendo quella del mondo. Gli animali adunque, pari- menti che luomo, hanno una vita, il sentimento, il desiderio, il pensiero, e la differenza che in essi si scorge di ingegno e di perfezione, ad altro non vuoisi attribuire che alla maggiore o minore perfezione, e alla diversa orga- nizzazione della maccliina animale pe- netrata ed animata dalla intelligenza. Gli. animali poi , che quest anima pene- tra e muove, sono liberi per quanto il ^ concede la natura dei loro organi ma- teriali e del loro corpo. Il sonno quindi come un semplice cangiamento .del corpo e non dell anima, e la morte altro non , che una separazione dell intel- ligenza dal corpo mortale. Digilized by Googe 89 Quello per che pi amiamo si ri- guardi, si r opinione giu accennata sull'anima degli animali, e sul motivo della maggiore o minore loro perfezio- ne, siccome opinione figlia della pi ragionata metafisica , e dominante nei sistemi moderni. Il cervello poi esso il riputava la parte pi nobile del corpo umano, perch la sede di tutta la sensibilit, la sorgente di tntte le sensazioni. Ora favellarono diversa- niente Cartesio e Locke, e i metafisici e i fisiologi dei nostri secoli? Quantunque oscure sentenze ne la- sciasse il filosofo di Clezomene intorno ai sensi , tuttavia ove le si vogliono ordinare e considerare , troveremo in esse molto da commendare il suo spirito. Anassagora diceva, che le mani era- no state le cagioni del sapere , e dell in- dustria deir uomo, e che merc queste sole esso superiore agli animali. Plu- ^tarco gliene fece amaro rimprovero. 9 elicendo che Y uomo il pi saggio degli animali, non gi perch solo ha le mani, ma perch di sua natura ragionevole ed ingegnoso. Ma per co- noscere la ragione di smile sentenza del nostro Gionico, bisogna ripetere la cosa da pi alto principio, ed investi- gare dai frammenti, che ne conserva- rono gli altri autori, quanto egli opi- nasse sugli altri sensi. La ragione priva del soccorso dei sensi non che oscura, incerta ed in- sufficiente , ma anche questi devono essere diretti dalla ragione , onde accer- tarsi dalla loro testimonianza , e siccome le istruzioni dei sensi non hanno che un valore relativo , bisogna studiarsi di spiegare le qualit sconosciute delle cose , dietro le qualit conosciute , o le sensibili apparenze. I sensi sono deboli , insufficienti, .ed inesatte sono le cogni- zioni degli oggetti esteriori che ne procurano , perch ne ingannano soven- Digilized by Coogk - 91 te, e ne fanno riferire ai corpi le sen- sazioni che altro non sono, che nostre proprie maniere di esistere, e nulla ne insegnano sulla divisibilit infnita dei corpi, sulla picciolezza ed il numero delle omeomerie. Cosi a cagion d esem- pio, se si prendono dei colori liquidi di diversa specie , e li si versino a goccia a goccia gli uni negli altri , non possibile di conoscere il cangiamento od il miscuglio graduato di questi co- lori, come succede in natura. Ora come combinare tutto ci colla asserzione che T uomo merc solo il tatto saggio, e si distingue sopra gli altri animali? Ognuno conosce quanto siano vaghe ed incerte , e Condillac gi abbastanza lo. ha comprovato, le cognizioni che ne procacciano gli altri sensi, se non sono sussidiati dal tatto. E non potrebbe essere, che a ci avesse ben anco mirato la sentenza del greco blosofo? Quello, che come dissi, in si remota antichit , insegnava che le sen- sazioni altro non sono che nostre ma- niere di esistere, opinione che presso alcuni gli procacci la taccia di setti- co, non poteva anche avere, fra le altre verit e gli altri eriori, che disse in- torno ai sensi, anche s felice pensiero? Del resto siami qui concesso di osser- vare la diversit fra l opinione sulle maui di Anassagora, ed il principio di coloro, che attribuendo al caso la for- mazione di tutti gli esseri , vennero nella folle opinione, che gli organi ed i sensi non erano stati dati all uomo affinch se ne servisse, ma che aven- doli trovati acconci a certe funzioni , imprese per suo comodo a servirsene. Favellai or ora di molti errori del nostro filosofo intorno ai sensi, ed in vero alcuni sono tali , che a dritto gli procacciarono il nome di settico. Qual folUa, qual ragione il consigliava a credere , che tutti gli oggetti sensi- Digitized by Googl 93 bili, e molti colori non sono realmente come lo sembrano. Cos asseriva che la neve nera perch formata dell ac- qua , che di questo colore. Ma e qual ragione lo inclinava a credere , che l ao qua fra i molti colori, che sembra avere, fosse nera? Forse simile opinione dester in alcuni o il riso o la compassione sulla debolezza dello spirito umano, e com- patir di buon animo un grande errore ad un grand uomo. Ma e chi fia , pensi poi, che anche simile stranezza ebbe i suoi seguaci, e che Einio sostenendola, consigliava a non confidare nell appa- rente colore della neve, e compiangeva r errore di coloro , i quali fanno uso di essa, onde pulire ed imbiancare le vesti? Ma e vorrnnosi tacere le sue opi- nioni sulla terra, sui corpi celesti, sulla origine degli animali e dei vegetabili? Molti errori, ma molte verit ancora si ritrovano in esse, e dagli uni e dalle 9'4 altre viene di comprendere , come ogni minimo fenomeno della natura, venisse da Anassagora chiamato a rigoroso esa-^ me, e come ad ogni cosa ei tentasse di darvi spiegazione. '' Sebbene nulla dicesse sulla gravit c leggierezza dei corpi, cercava tut- tavia la cagione, per cui tutta F im- mensit delluniverso non precipita i e credeva che F universo s appoggia a se tesso, od fondato sovra se stesso, e che le stelle sono sostenute - nelle loro orbite dalla forza che le conduce a descriverle; giacch non si pu cre- dere che altrimenti si pensasse allorch diceva, che le stelle sono delle pietre, che il rapido movimento delletere ha innalzate sopra la terra, ed arrecatele nella regione del fuoco. Se vero 'che spogliando, contro lopinione popolare ^ gli astri della loro divinit, il primo osasse sostenere , che la luna- una terra simile alla nostra , ed abitata , che Digitized by Googl avesse la stia luce dal sole , ed iudicasse le cagioni del suo accrescimento e di- minuzione , e deir eclissi , e dicesse che la via lattea la luce di certe stelle, che noi non possiam vedere, perch nel tolgono i raggi del sole, che Tiride prodotta dalla rifrazione dei raggi solari, noi non possiamo che concepire unaltissima idea del nobile suo genio. La terra , secondo il nostro filosofo , era immobile, perch al pari di Anas- simene la riputava un disco sostenuta sopra laria, chegli riguardava come un corpo reale, e capace di resistere come gli altri corpi. La terra era sulle prime spugnosa e paludosa , ma fu resa solida dappoi, e dura dagli abitatori: ma vi rimasero tuttavia alcune cavit nella sua parte inferiore, ed allorch alcun raggio dell etere precipitando sovr' essa , penetra questi vuoti , la scuo- te, e ne succede il terremoto. Quando un raggio di sole rarifica ed agita 1 aria , 96 ne viene il vento: se dell esalazioni umide s innalzano nell aria .superiore e fredda , vengono condensate , e se i^e forma la grandine, se dallalto scend una massa di etere, che poi siestingue, produce la folgore, ed il tuono. Dalla sua opinione sull' anima,- che penetra il mondo necessariamente ne doveva venire il credere, chei faceva essere tutte le piante, e i vegetabili animali viventi al pari degli uomini, e soggetti a pensare, a sentire dei pia- ceri , dei dolori , e delle avversioni. Sempre avverso a coloro che voleano attribuire al caso ogni cosa , e per fino il modo con cui il seme degli animali diviene una parte vivente, ne attribuiva la cagione ad un calore eterico e ad una facolt divina e formatrice, per cui il seme insensibilmente organizzato, animato , e cangiato in una creatura fornita di tutte le sue membra. Ed in quanto allembrione, l opinion. sua Digitized by Goojle 97 concorde a quella generalmente accet- tata dai moderni fisiologi, cio chegli formato dal seme del padre, ed in quanto alla diversit dei sessi, con uno strano parere credeva che sieno generati secondo la diversit della parte diritta o sinistra da cui viene il seme, che il feto* concepito si nutrisce per mezzo dell ombelico , e che la prima parte del corpo a formarsi il cervello , appunto perch il sensorio comune. Ma e vorremo pi a lungo avvol- gerci ora fra le altre incerte opinioni a lui attribuite? Ricordarem noi come egli addentro conoscesse l astronomia e la matematica? Come fosse il primo a tentare la quadratura del circolo ? Non ne baster , onde formarci alta idea dell altissimo suo intelletto , il con- siderare com egli giunse a concepire lidea di uno spirito intelligente, asso-^ lutamente immateriale, annunziando al mondo il grande ordinatore delle cose ? Voi. /. 0 Ma qual frutto ei ne traeva? Una cru- dele persecuzione l accusa di empiet presso gli Ateniesi, e fors'anco la morte segnata o dal superstizioso furor popo- lare , o da iniqui tribunali , se non giun- geva a. salvarlo la possanza di Pericle. Ecco in qual modo la superstizione ritarda i progressi della fdosofia , tronca il volo agli ingegni pi sublimi, e la verit rimane avvolta fra le tenebre. Se Anassagora, sbigottito mentre inco- minciava a volgere il piede sul cam- mino della virt, non fosse stato danimo forte, e talmente bramoso di studiare la natura, che prima di deviare dalla gloriosa impresa sarebbe morto, s egli era debole, qual danno, qual ritardo ne sarebbe venuto alla filosofia ? La via eh egli aperse a suoi suceessori, non. doveva essere invece tentata da essi? Dunque quest orrido mostro della su- perstizione pot anche sulle pi libere nazioni , e non fu la misera Italia sola DIgitzed by Googh 99 che pianse sulle persecuzioni eccitate contro la verit, ed inorrid sui roghi preparati a suoi fdosofi , sebbene un fatai dono rendesse in essa pi fre- quenti questi luttuosi spettacoli? Ma nulla poterono le persecuzioni dei nemici del nostro filosofo, contro la sua costanza ed il suo coraggio. I suoi po- steri coir innalzargli dopo la sua mor- te (i) tombe ed altari, gli tributarono (i) Anassagora mori nella olimpiade LXXXVllI. Dubbia la cagione della sua morte , alcuni credono accadesse die- tro uii ingiusta condanna , ma pare ci non siaj giacch dopo i processi mossi- gli contro in Atene , sappiamo che a lungo visse a Lampsaco. Anassagora fu il primo che pubblicasse opere. Merita d esser ricordato il suo Epitaffio conser- vatoci da Diogene Laerzio, u'.riBda(; et tppa, O'vpaviov xapov., xelrai Mva^aypat;, Hic situs ille est, cui rerum patuere recessus, Atque arcana poli , magnus Anaxagora, qigfcaj by^oOgk ICO quella gratitudine che quasi mai gli uo- mini grandi ottengono in vita ^ e la sua virt , le opere sue gli prepararono una gloria immortale nei secoli avvenire. Diogene d Apollonia, Siccome Anassagora era tenuto in grandissima riputazione da tutte le colte nazioni , ove qualche Principe abbi- sognasse d consiglio o per stabilire nuove leggi., o per formare trattati di pace, o per altri gravi affari di sta- to, Ei venivano tosto richiesto, onde sentirne il suo parere. Accadendo per- *ci che sovente fosse assente da Lara- psaco, sosteneva allora la sua incum- benza, onde erudire negli studj della natura i giovani che da ogni parte quivi convenivano , P amico suo Dio- gene d' Apollonia. Digitized by GtjO^Ie lOI Questo filosofo che visse verso la LXX. Olimp. non era stato discepolo di Anas- sagora, e neppure fors anco di Anassi- mene , ma amico del primo , seguiva in generale le opinioni della setta Gio- nica. Buon parlatore del pari , che buon pensatore , pubblic parecchie opere, conciliossi molta stima presso gli uo- mini dabbene , ed in' uno T invidia di quei tristi, che in nulla abili ad ope- rare confortano solo la loro ignoranza col disprezzare F altrui ben oprare. Dallo studio posto sui cangiamenti che succedono nella natura , Diogenp riconobbe, che le cose, le quali non era possibile fossero tratte dal nulla , non potevano provenire che. da un solo principio, separate cio, o tratte da esso, perch aUrimenti non potreb- be esservi fra esse azione e reazione. Nello stesso modo che il freddo ed il caldo non possono T uno cangiarsi nell* altro , ma richiedono un soggetto 9 * * 0 ^, ' : toogle loa comune^ che successivamente sia fred- do e caldo , cos non vi possono essere pi sostanze e cause prime elementari, immutabili, le une dilTereiiti dalle altre, le quali sieno insieme concorse a com- porre le cose , come voleva Anassagora. ' In simile caso non potrebbe accadere che le cose create potessero con tanta variet di forme trasmutarsi le une nelle altre, e con tanta frequenza si cangiassero e si fraramiscliiassero. Una al certo la materia prima, che com- pone tutta la varia complicata immen- sit degli oggetti che compongono V uni- verso, ed in questa sola, dopo aver subite varie rivoluzioni, debbono tutte ritornare. Noi comprovano forse abba- stanza la vegetazione degli arboscelU, r accrescimento continuo delle piante , che sortite dalla terra, stendono mae- stose i loro rami al cielo? Noi com- provano la nascita continua , 1 incre n^ento e la distruzione di quanti animali Digitized by Google strisciano e si aggirano sulla terra, guizzano in mezzo all onde, ed aggi- ransi fra gli spaziosi campi delf aria ? E noi confermano finalmente i continui cangiamenti , le rivoluzioni che senza posa succedono ed in (|uesta bassa re- gione, e fra le sfere? Condotto da siffatte osservazioni , Dio- gene allora stabiliva, quale sia questa materia prima , da cui prodotto l ac- crescimento , la diminuzione d ogni cosa , ed in cui tutto ritorna , e ad essa, accurato pensatore, tutti quegli attributi concedeva, che si convengono al nobile ed importante magistero a cui destinata. L aria questo principio di tutte le cose. Ma perch mi riesca di esporre , spoglio da ogni confusione T intero si- stema di Diogene, e perch si possa ordinatamente vedere , per quanto la cognizione che abbiamo delle sue opi- xdoni il comportano , L' ordine col quale 104 dallaria facea procedere tutto l uni- verso , d uopo intrattenersi alquanto intorno all idea di egli aveasi formata di questo suo elemento. Cos vedrassi come presero grave errore coloro, che si erano dati a credere, Diogene pen- sasse al pari di Esiodo e degli altri filosofi, che il caso od una cieca fata- lit, avesse dato movimento alla ma- teria prima. L aria il principio delle cose , per- ch lelemento pi acconcio a can- giarsi in altre nature; essa non sem- pre simile a se stessa, talvolta pi sottile, talvolta pi densa : un essere intelligente , possente e grande , eter- na ed immutabile. Dunque nellaria vi sono due cose principalmente; una ma- teria, con cui tutti i corpi dell uni- verso possono essere prodotti, e una virt divina, perch senza questa per- fezione non possibile all uomo , che contempi^ la natura, immaginare come io5 tutte le cose possano essere poste nell ordine magnifico in cui si trova- no, come possa essere governato lu- nione dell intero universo , il succe- dersi ed il cangiarsi dei giorni e delle stagioni. Ecco in qual modo il nostro filosofo compose dell aria , e della virt divina un tutto , nel quale , se l aria la ma- teria, la virt divina 1 anima e la forma. Ma siccome la forma quella che specifica il composto e gli d no- me , cosi ne viene , che l aria animata da questa .virt divina , sembra innal- zata alla divinit. L aria dietro questo sistema una materia, ed una causa efficiente insieme unita; come materia elemento (i) dei varj corpi delluni- verso ; cd unita alla virt divina la causa efficiente, Dio. Tutto pare com- (i) OTOt^eov^ 4 Goc^le M- ' io6 provare, che questa ragione o questa virt divina 'attribuita alUaria da Dio- gene, era un attributo di essa, e non gi una forma od un anima distinta daU'aria, e questa non essere che una sostanza sola, la quale il principio materiale di tutte le cose, il motore, la ragione, la sapienza, F intelligenza, la sovrana sottilit, che costituiscono un solo cmnposto , il quale come causa efficiente dirige la produzione, e lo scioglimento di tutte le. cose. , , - L' aria di continuo la causa mate I jdale ed efficiente di tutte le cose *, essa sola eterna, immanente, principio di tutti gli esseri, che vanno per soggetti a dissolvimento : in se stessa essa pro^ duce tutti i corpi dell universo , ed una infinit di mondi; nulla esiste che non partecipi di essa, o non, sia da essa provenuto. Quale rassomiglianza fra questa opinione di Diogene lo Spinosismo ? Egli mi sembra che in Diiiiz-'t ^ 107 gran parte non si abbia che a cangiare il nome, ed appellato Dio, secondo il moderno , ci che F antico chiamava aria, vanno insieme almeno in quanto ai principj , a confondersi i due siste- mi. Ma i principj dello Spinosa avremo altrove campo di rinvenirli pi aper- tamente sviluppati negli anticlii sistemi. Ma r aria ha in se stessa delle grandi ditfcrenze, talvolta pi 'sottile, tal- volta pi densa, pi calda da una par- te, pi fredda dall altra, ove pi secca e pi Umida, ove pi vile e pi nobile, e da questi diversi rapporti della ma- teria prima, ne provengono le dilTerenze che si ritrovano nelle forme, e nelle perfezioni delle sue opere. Quando tutte le cose furono poste in movi- mento, Faria in parte venne rarefatta, ed in parte condensata, prima la con- densata, poscia la rarefatta si cangiarono in turbini vorticosi, ed in questo tem- po fra lo sconvolgimento e la rivolu- Digilizad^/ Google io8 ione, ne sortirono i corpi, ed una innumerevole moltitudine di mondi. Al- lora le parti pi sottili che rimasero dopo questa rivoluzione, si alzarono nella regione superiore, e quivi forma- rono il sole. Con questa opinione at- tinta in parte alla scuola di Anassime ne , e che sente assaissimo dei principj di Cartesio sulla formazione del mon- do , conciliava destramente parecchie opinioni de suoi predecessori , e . pro- curava di togliere le contraddizioni che appajono ne loro sistemi , e porre emen- da alle imperfezioni della fisica antica. Ma laria, che il principio della forma e dell esistenza di tutte le create cose, quello ancora della vita, del sentimento e del pensiero in tutti gli animali. L uomo generato da un seme composto di una materia spirituale ed aerea, merc di unanima composta di un aria eguale , pi calda dell aria este- riore, ma pi fredda di quella di cui 1 ic>9* compostala massa luminosa del sole, vive , sente le impressioni che gli si fanno sui sensi, le paragona, e tutte adempie le funzioni importantissime deir intelletto. Perch nell uomo nasca il pensiero, duopo che lanima col sangue penetri per mezzo delle vene tutto il corpo: allorch cessa la respi- razione, le parti dellaria, che muo- vono , animano e dirigono l uomo iu tutte le funzioni della vita , si separano dal di lui corpo, allora egli cessa di. vivere. Se questanima d vita e sentimento- a tutti gli esseri viventi, anche le be- stie , penetrate dall aria animatrice , hanno le prime facolt al pari degli uomini. Ma siccome questaria pu es- sere pi o meno calda, cos a norma della diversit del grado di calore, che si trova nelle parti costitutive dell ani- ma ; si ha nei sensi e nelle facolt degli esseri animati maggiore o minore peV- Vol. I. ^ ' I O DigitiZCE; Google II lezione. Perci le bestie die sono for- nite di un aniina formata d un aria pi calda di quella che anima l uomo , han- no la facolt di conoscere gli oggetti col mezzo dei sensi esteriori , e di pro- vare le impressioni piacevoli e dolo- rose i) ma non possono usare della in- telligenza, della libera ragione, pari- menti dei furiosi e degli insensati. In questo modo diversamente di Anas- sagora , spiegava il filosofo d Apollonia la diversit che si trova dellingegno, e della sensibilit negli animali non solo, ma ancora negli uomini. Dietro i tuoi principi , tendendo sempre a con- ciliare colla ragione le opinioni de suoi predecessori, ogli studiavasi di dare alcune leggiadre spiegazioni sull origi- ne e sulla distribuzione dei venti, e sulla cagione di altri fenomeni della natura. Credesi eh ei dicesse, che la terra una sfera allungata posta * nel cdntro e resa consistente dal freddo e Digitzed by Google dal caldo, c che essendo la sfera da prima diritta, dopo la formazione degli animali venne ad inchinarsi. Alcuni credettero , che per mancanza di termini Diogene non porgesse com- piuta perfezione al suo sistema , ma egli mi pare, che se a noi non pie- namente noto, se ne deve accagionare la voracit del tempo, e la trista ven- tura che distrusse insieme alle, altre le opere di quel filosofo, perch sem- bra che in quanto alle qualit eh' esso attribuiva . all aria , si spiegasse con lau- dcvole chiarezza , e forse pi di co- loro che si vogliono da taluni porre fra suoi seguaci intorno alle qualit di questo elemento. Diffatto che disse il sig. Boyle coll asserire , che l aria rac- chiude ' delle occulte qualit, le quali non fia , riesca giammai di compren- dere , finch non si conosca tutti i corpi sotterranei, i quali mandano delle esa- lazioni, da cui vengono degli umori na . ijuasi insensibili che si spandono nella nostra atmosfera ? Farmi che Diogene usasse ben maggior precisione , e desse assai pi chiara idea delle qualit della sua aria primitiva. Da qualche fram- mento di fatto, che si sottrasse dello- pera sua all ingiuria del tempo, noi vediamo eh egli sapeva unire la gra- vit, e quella semplicit che il ca- rattere delle opere dingegno. V S- 7- . Archelao. Archelao di Atene o di Mileto lul- iho filosofo Gionico, di cui la storia ne faccia menzione, non tralasciando di ricordare Metrodoro di Lampsaco , di cui altro non sappiamo, fuorch usasse domesticamente con Anassagora e seguitasse le sue opinioni. Digitized by Google ji5 t/ Archelao adunque stabili in Atene Ja scuola di Talete, ove vide correre ad ascoltarlo da ogni parte il fiore della Greca giovent, ed ottenne alti onori ove Anassagora corse periglio di morte; poich tale pur sempre l aura popo- lare dessere in contnua contraddizio- ne con se stessa. La filosofa d Arche- lao , poco nota, poco ne favellarono di essa gli scrittori, e intorno al poco che ne ricordarono, sono in contrad- dizione. Clemente Alessandrino e 's. Agostino credettero, che seguisse i dogmi di Anassagora , ma presso me in questa circostanza hanno pi autorit d co- storo e Diogene Laerzio, e Plutarco, i cui frammenti intorno ad Archelao stu- diandomi di conciliare, arrecher come meglio mi riescir le sue opinioni. La esperienza comprova , che in una scuo- la , come osserveremo pi avanti in tutte le sette greche, quanto pi ere-* IO* Digitized by Google 114 M:ono le opinioni, gli ultimi general- mente non s' appigliano mai ad un solo, ma tentano, conciliando i varj sistemi dei predecessori , di formare im pi , .compiuto sistema aggiungendo qualche propria opinione. In questo modo e non altrimenti io reputo sia nato lEt- tlicismo in Alessandria , dopo che in Grecia erano fiorite tante diverse sette filosofiche, e si erano insegnate tanta copia di errori e di verit. Cos pare nella setta Gionica abbia in parte fat- to Diogene, e cos io credo facesse Archelao. Uni questo filosofo adunque Y aria di Anassimene , T infinito di Anassimandro , e di essi ne fece il principio delle cose. Dalla condensazione e dalla rarefazione di quest'aria, ne risultano il fuoco e lacqua, od il calore e l umidit, che sono il principio di tutte le cose, e cos pare , che ammettesse l' aria infinita per materia prima, il fuoco e l'acqua Digtized by Goog e ii5 per elementi (i). Il moto formato in questaria dalla separazione di caldo e del freddo; il primo in azione, il secondo in riposo. La terra fu resa so- lida dal caldo , c merc il calore e lii- mido di questa, si sono prodotti per la prima' volta gli animali e gli uomini che del pari hanno unanima eguale, e che poscia si propagarono a vicenda fra di loro. Con questa sentenza ac cordavasi il nostro filosofo, anche con Anassagora,* il quale avea detto, che gli animali erano in prima emanati dal- lumore, dal calore, e dalla terra,' ed a vicenda si propagarono dappoi (a). Anassagora vi avea impiegato in questa formazione e le oraeomerie, e lintel- ligenza; se egualmente il facesse Ar- chelao, non noto. (i) Io non so altrimenti conciliare Diogene e Plutarco. (a) Zoo, ysviddai Ik vypy xal 9eal yeda; txrzfpov k dX^ii^av, 1 16 Faremo solo osservare non essctc poi s strana la sua opinione sulF origine degli animali, come alcuno la crede, perch non fu n allora per la prima volta posta in campo , n fu priva dap- poi di valenti sostenitori. Favellando degli astri e del sole, dicea che i primi sono terre abbrac- ciate , e il secondo esser il pi grande di tutti i corpi celesti , che dopo il sole viene la luna , e che la grandezza delle stelle variabile. Cosi diede altre spiegazioni di varj fenomeni , e nell'ap- plicare i principi de suoi predecessori ai casi pratici, talora destramente da essi si scost, onde porre emenda agli errori da loro commessi. Cominciava gi in que" tempi a sor- gere in Grecia la scienza dei costami o l'etica, ed appunto perch Archelao fu lultimo che si applicasse alla sola filosofa naturale , gli venne dappoi il soprannome di fsico. Non per che Digiiized by Google 11 ? eeao fosse affatto digiuno dei principj dell etica , che anzi sappiamo eh ei di- ceva non esservi in se stesso nulla di giusto o di ingiusto , di onesto od ino- nesto , ma essere ci determinato dalle leggi. Socrate veniva alla sua scuola, ed ivi apprendeva forse i principj della sua morale, quel Socrate istesso, che abbandon lo studio della fsica , perch se crediamo a Platone, ne lo aveano ributtato i principj di Anassagora. Seb- bene forse sarebbe facile il provare, che Socrate in questo punto, pi che Anassagora dovesse incolpare il suo mal gusto , noi , rimettendo chi desidera saper pi oltre al Fedone di Platone, ove arrecansi i ragionamenti di Socrate ; perch n il' tempo , n l officio nostro il permettono , ci accontenteremo di quivi aggiungere alcune generali osser* vazioni sull avanzamento della filosofa nella setta Gionica, e come avesse parie ii8 a dar vita a molte altre sette ed ai pi grandi sistemi della Greca ^ filosofia* S-8- , . r Considerazioni sttUa setta Gionica y e sua influenxa^ sidV csoanzamento ideile scienze in Grecia, , - Ecco come agevolmente osservato ne venne, che le speculazioni di Talete volsero lo spirito filosofico sulla dir ritta via onde giungere alle astrazioni, ed alla scoperta del vero, come dai primi sistemi dedotti colla scorta dei sensi, e dopo aver tratti a parte al gran magistero della creazione tutti gli elementi, si facesse passaggio. a distin- guere la materia dal suo ; motore, ed a riflettere sul principio pensante , e cos ne venisse per mezzo di Ermotimo e di Anassagora il puro Deismo., Nulla Digrtized by Google 9 vuoisi dire deir influenza che ebbe r opinione di Talete sul principio delle cose^ a dar vita a quelle di Eraclito, di Empedocle, il sistema di Anassi- mene a suggerire ad Aristotele il suo quinto elemento , nulla del vantaggia che produssero i dubbj sparsi- da Anat> sagora sui sensi, se non hanno in soc-, corso la ragione, e le sue ricerche instituite sugli esseri in quanto alle metafsiche speculazioni , che gi da lungi annunziavano i sistemi di Platone e di Aristotele. Tai cose ne accadr di considerarle , quando avendo gi scorsi tutti i sistemi, e potremo agevolmente arrecarci sovra di essi di bel nuovo e tutti richiamarli ad esame , e . veder- ne r unione, la secreta corrispondenza che gli uni aveano cogli altri , ed i soc- corsi che a vicenda si saranno prestati. La setta Gionica pare che si divida in due scuole, gli uni che misero la' sola elaborazione della materia senza 120 cooperazione diddio, e questi furono i primi; gli altri invece che progre- dendo sempre pi ad internarsi nell esa- me della natura distinsero cjncsta ma- teria, e vi posero ad ordinarla una in- telligenza. I primi credettero alla loro materia prima necessario un moto, ad essa inerente, onde potesse produrne la forma dei corpi, gli altri che noi vollero concedere coeterno alla mate- ria , fecero che ve lo comunicasse l In- telligenza. Opinione nella quale Anassa- gora ebbe a seguace Cartesio : e in quanto alle omeomerie sembra che con essa abbia molta relazione l opinine di quei iilosof moderni , i quali sosten- gono ritrovarsi delle sostanze primor- diali sparse per tutti i misti, le quali per qualuurpie forma prendano i misti , . per qualunque cosa possa loro acca- dere , mantengono sempre la loro figura determinata, siccome elementi inalte- rabili, n vha fosrza che li possa fac Digitized by Google cangiare di forma. Tali sono le parti- celle saline, nitrose, metalliche, sulfu- ree , arsenicali ec. , le quali hanno parte nella formazione de corpi misti, e che non soffrono alcuna alterazione , ma sempre compajono colla stessa forma e colle medesime qualit. I primi Gionici generalmente chia- marono assai poco o nulla a parte dei loro sistemi 1 opra divina; tutto essi riponeano nell azione e nella reazione dei corpi , con queste qualit degli ele- menti , colla figura delle parti della materia, spiegavano la vegetazione delle piante , le meteore , la luce , e tutti gli altri fenomeni della natura. Forse cre- deano non essere opera da filosofo il ricorrere a Dio, e fitr ogni cosa dipcii- derc da lui. Che anzi essi in generale diedero a Dio unorigine bassa e vile, ed invece di dire eh egli era stato il creatore della materia , lo voleano un prodotto di essa. Ma e come poi questa t Fol. I. 1 1 I. JUi . causa era meno perfetta del suo effet- to? Come una natma intelligente pu avere per causa una materia brutta ? Da ci si vede eh essi avevano un idea imperfettissima della Divinit. N si dica che prima dessi aveano gi a lungo favellato i poeti di quest essere ' sommo , ordinatore , intelligente. Essi aveano data tmidea si stravagante di questo Dio, che aveano creato piena- mente ad immagine dell uomo colle sue passioni, co suoi vizj e virt, che i , filosofi sdegnarono di seguire le loro dottrine. Perci tralasciarono di favel- larne finch la coltura non li condu- cesse a tal punto, da potere innalzarsi a contemplare come conviensi la divi- nit, come fece Anassagora. Cosi la via da essi aperta insegn ai filosofi die vennero dappoi come giungere alla sco- perta del vero. Dio, l universo, luomo, ecco i punti principaU su cui si aggira la filosofia : tutti furono dai Gionici Digitized by CoogU-^ 123 toccati, su tutti sparsero molta luce , ed apersero la via a miglior volo. Ivi attinsero didatti Socrate, gli Accade- mici, i Cirenaici c pressoch tutte le altre Greche sette, i primi erudiment^ della filosofia, e colla scorta di questi si rivolsero alla ricerca di nuovi sistemi. Quant obblig^o ebbero poi a questa setta del loro avanzamento le matema- tiche e l'astronomia? Il nuovo modo ' di misurare le piramidi adoperato da Talete gi dava luogo alla quarta pro- posizione del sesto libro di Euclide, la sua divisione della sfera annunziava, e apriva facile la via alla divisione della sfera in cinque zone. Che dir della osservazione di Anassimandro sull ob- bliquit del zodiaco? Essa produceva le tavole geografiche ed i mappamondi su cui erano descritte tutte Je situa- zioni dei fiumi e delle montagne , e che sappiamo essere gi ai tempi di Socrate arrecati a somma perfezione. Taccio i 134 vantaggi che da questa scoprta iie po- terono venire alla storia, e alj arte mi- litare, e solo faccio osservare, che loro- logio solare di Anassimene era quello che produceva la giusta distinzione delle stagioni e delle ore ; distinzione tanto necessaria all agricoltura , alla dome- stica economia, ed all incertezza delle epoche. Anassagora annunziava il per- fezionamento della fisica antica; e la unione che aveano instituita della filo- sofia, della metafisica colle matemati- che cognizioni i primi Gionici, indiriz- zava Pitagora a cercare la spiegazione dei fenomeni del mondo e della sua causa prima, col soccorso delle mate- matiche", della fisica e della filosofia insieme collegato. Digilized by Googli 125 CAPO IV. . Setta Pitagorica. La luce che spargono le arti e le scienze, fugate le ultime tenebre della barbarie , gi illuminava il bell orizzonte della Grecia : le arti deponevano la loro rozzezza e venivano pulendosi in- sieme ai progressi del gusto nazionale; i costimu che vanno soggetti a tutte le rivoluzioni dello spirito umano , avan- zavano sempre pi verso la cultura : gi Sparta ed Atene vantavano ottime leggi e be^ regolati tribunali : il va- lore delle Greche schiere avea gi di se riempiuto.il mondo, e le muse in- gentilite sul labbro dei poeti , venivano intrecciando i lauri della gloria sulla fronte degli eroi. La filosofia unita alla metafisica , che comune hanno l oggetto ia6 ed il principio, aveano spinto a s fe- lice porto lo 'sviluppo dello spirito uma- no in cpiella nazione ; ma ora qual spe- ranza se ne potea trarre, che la mate- matica veniva associandovisi , e terza so- rella era loro compagna nella scoperta dei fenomeni dell universo ? A questa felice associazione deve tutto lo scibile umano i principali suoi progressi , e ad essa r aver veduto la Grecia e l Ita- lia nostra produrre nel loro seno una novella rivoluzione nelle scienze. A quest associazione dovettero i Pitago- rici, che i primi furono eletti ad avere per iscorta queste tre sorelle nella ri- cerca del vero, le loro tante avanzate astronomiche cognizioni, per cui pre- vennero di molti secoli le opinioni piu ardite, larte importante e difficile di combinare, quella di conoscere i nu- meri e le figure, e finalmente lavere data alluniverso una savia e del pari che sublime definizione, 1 Ordine. 127 - Tutto favoriva in Grecia i rapidi progressi di uno sviluppo dello spirilo, che appunto aggirandosi sul principio pensante, suol essere pi lento e pi tardo. Quindi si vddero in poco d ora i Pitagorici rivolti sopra una nuova via , onde darsi alle hlosoficlie speculazioni, dare una nuova, e ardita forma alla filosofia della natura non solo , ma ri- volgersi alla riforma della morale, della politica , e pensare alla grande idea della felicit degli uomini. S rapidi progressi non potevano essere che ac- celerati da varie esterne circostanze. Diffatto i Greci aveano commercio cogli Egizj, e con altre nazioni che gi mol- to erano inoltrate in ogni genere di sapere; molti saggi da quelle arreca- vano in Grecia i loro insegnamenti , e molti Greci venivano viaggiando in quelle nazioni onde erudirsi, e ritor- nare in patria poi ad insegnare ai con- cittadini peregrine dottrine. Cosi era r laS . accaduto dTaleta^ cos accadde di Fe- recide di Sciro, dal quale in ispecie appresero i Greci le dottrine Egiziane. Poche cognizioni giunsero a noi in- torno a questo filosofo : la sua vita ' un continuo miscuglio di contraddizioni incerte fra le lodi, che gli attribuiro> no quei grati popoli a cui esso avea arrecate le cognizioni dell Egitto , e le contumelie che contro lui scagliarono i sacerdoti, dei quali avea smascheratale menzogne, e squarciato il velo dell im- postura e della superstizione. Ei fu ^ poeta e filosofo, e scrisse sullorigine delle cose ; pensava che la causa prima ed ordinatrice fosse buona , n altro sappiamo di lui, dubbj rimanendo se questa causa la separasse o la unisse alla materia, giacche nulla ne accerta intorno a ci l unico firammento che ne rimase dell opera sua , la quale cos incominciava. Giove, il tempo, e la s> massa erano ima sol cosa esistenti Digni/r.L I ; Cjoogic 129 dalla eternit, ma la massa si chia- ra terra, quando Giove rabbell. Ferecide pensava alla metempsicosi, opi- nione che gi aveano adottata quasi tutti gli Orientali. . Amai ricordare questo breve cenno intorno a Ferecide, e perch non fosse dimenticato, e si argomenti quanta in- fluenza avr potuto avere sulle opinioni della setta Pitagorica, mentre in ispe- cie da esso apprese la filosofia Pitagora , capo e fondatore di essa. ^ S- Pitagora^ . I Difficile e vana impresa per avventura sarebbe quella di volere esattamente investigare il tempo in cui visse Pita- gora , o le parziali circostanze della sua vita. Siccome suol accadere il pi delle volte nel favellare dei grandi uomini, iSo non v' ha estremo a cui follemente noa siasi giunto da coloro che trattarono intorno a Pitagora. Chi lo volle Egiziano, chi di Samo, chi ne compart lonore a questa Italia nostra , e dii finalmente credette non fosse neppure vissuto , sic- come, dietro i principj del Vico, inse- gnava assai destramente, sul principio del secol nostro , Y autore del Platone in Italia. Ove poi si volle parlare dei suoi costumi , delle sue virt , non v ha eccesso a cui non siasi giunto, e chi il volea divino personaggio mandatone , quasi gi dal cielo, e chi invece il tac- ciava da vile e da impostore. Quali assurdit non attribuirono poi alle sue dottrine il Tritemio, il Veigel, ed altra schiera di simili visionar] ! Cessi il cielo che ne tragga inutile curiosit ad avvolgersi fra si spaventevole nu- mero d inconciliabili contraddizioni : fra un inutile garire, non si scoprono le tracce della filosofia, da s vani cavilli Digitized by Google i5l rifugge r animo disdegnoso, n si ha pi modo a ritrovare la verit. Noi vo- gliam conoscere Pitagora filosofo , n poco monta se fosse ilare o tristo, se nascesse a Samo od in Italia; ogni an- golo del mondo patria di colui che giov a suoi simili , e fe progredire la filosofa (i). Pitagora apprese i primi erudimenti della filosofa, come abbim detto, da Ferecide e da Talete , e quest ultimo scorgendo com egli facesse mostra di grandissimo ingegno, il consigliava di arrecarsi a Menfi, onde quivi apparare la filosofa da que sacerdoti, giacche amoroso gli diceva , quando si ha la (i) Chi amasse conoscere tutte* queste controversie pu consultare Hismann , Brucher ^ Dodwel , lackson^ Leyde ^ Nause^ Freret y Sche f ero y Wossio ec. Forse dopo aver letto molti volumi y di- mander con Malebranche a se stesso que cella *prouve ? - T r iSa ventura di piacer lro., si certi di attingere alla vera fonte della sapienza : essi ne aprono tutti i tesori. Pitagora didatti arrecatosi in Egitto, in Fenicia ed in Caldea ove , se cre- diamo ad Holwel, il sup nome ce- lebre tuttora, dopo il volgere di molti anni, dopo aver dato dovunque prove di sommo amore per la virt, ritorn a Samo ove vea la casa paterna ed i parenti, ma tosto fugg trovandola op- pressa dalla tirannia, di Policrate, giac- eli il soggiorno dei tiranni non potr essere giammai il retaggio del libero filosofo. Si appresent allora alla Grecia, percorse varj paesi, e in fine si trat- tenne nella parte di qijesF Italia nostra che allora cliiaraavasi Magna-Grecia. Pieno delle cognizioni di cui avea fatto tesoro ne suoi viaggi , spronato da un incessante zelo, di giovare ai suoi simili, desideroso di dare alle nazioni buoni cittadini, profondi filosofi, e at- Digilized by Goo^le i33 tenti legislatori, allora egli accingevasi' a spargere in larga copia le sue dot- trine su chiunque il volesse ascoltare. Un aria modesta , un fino discernimento , raccolto e circospetto comportarsi , im- mensa avidit di sapere, profonda pe- netrazione , traevano a lui maraviglioso numero di seguaci. Nel consacrarsi Pitagora allo studio delle matematiche , quale attento osser- vatore, alla di cui penetrazionje nulla deve sfuggire , facilmente gli venne os- servato come le verit necessarie ed universali sulle quali sinnalza questa scienza, sono talmente insieme colle- gate, ed hanno tanta relazione, che fa- cilmente si possono ridurre ad essere il principio di tutte le cognizioni. Tutti gli oggetti dei quali composto il mon- do sensibile, hanno la duplice condi- zione del numero o quantit, e della estensione, le quali facilmente si pos- sono ridurre a calcolo, e scoprire cos Voi. I. la * i34 i loro rapporti. Consider poscia la quantit numerica o* in se stessa , o in altro corpo, T estesa o in rapporto., o in movimento, e ne trasse, che la quantit numerica in se stessa e T og- getto deir aritmetica , in un altro corpo forma T oggetto della musica : cos la quantit estesa allorch in riposo forma V oggetto della geometria, e quan- do in movimento , quello della sfera. Siccome il tempo e la durata sono elementi universali nella rivoluzione dei corpi, e questi possono pure facilmente, come egli prestamente il vidde, ridursi a calcolo esatto , pens che colla scorta delle matematiche verit facilmente si possa ridursi alla scoperta delle cose reati, indicarne le loro classificazioni, e stabilirne i pi esatti rapporti. Che non si potea sperare da tanta perspicacia? Che non si potea promet- ' tere un tanto in";eno? Gi introduce- vansi in Grecia i pesi e le misure , gi Digitized by Google i35 venlano sotto il suo esame 1 corpi, gi la geometria progrediva a gran passi, allorch instituite esatte teorie sui tri- angoli , egli scopriva l Ipotenusa in- venzione che gli arrec tanta gloria, e per cui ne soleva ringraziare le muse, giacch esse sono le madri feconde di ogni scienza pi bella. N perch .questo teorema ora sembri /acile, non si deve meno stimare T inventore di lui: bisogna considerare lo stato in cui s trovava la scienza allorch si fanno le scoperte, e vedrassi che esse co- stano sempre gran fatica all uomo di genio. Il primo che accost un ferro temperato ad im marmo e ne trasse la testa di un uomo, non vuol essere meno stimato del divino Canova, che ta con tanta maestra far pendere o dubbia , o ^invidiosa la natura sulle opere sue; e se anova fosse appunto vissuto in que tempi e in quelle cir- costanze, sarebbe stato pei divino suo i36 genio il primo scultore. Perch stime- remo noi pi Euclide, che ridusse la geometria ad esattissima scienza , del primo che form un triangolo, e ne mostr le sue propriet? Perch final- mente tributeremo pi onori a Newton, che a Gallileo? Se questo Italiano avesse conosciute le scoperte eh egli forni allInglese, io quasi m avviserei ,' che a lui dovremmo il sistema delle leggi dell universo. Pitagora era uno di quei genj av- venturati, di cui rare vlte ai mortali largo il cielo, ma che soli bastano all' onore di un secolo, alla gloria di una nazione, come fUrono dopo lui Archimede, e ne secoli moderni Galli- leo, Cartesio i e Newton, come fu ed appunto ai nostri tempi, il padre di un nuovo genere d^ fsicg Alessandro Volta. Questi imprimono un nuovo corso allo spirito filosofico, ed il fanno avan- zare di parecchi secoli. Qual rivolazio- Digitized by Google ne clKfatti non produssero in ogni ge- nere di scienza quei tre filosofi, onore deir Italia, della Francia e dell Ingll- terra? Qual 'nuovo aspetto non prese la fsica, quai nuovi secreti non si tolsero al seno della natura dopo F invenzione della Pila? E quindi qual nuovo aspetto non prese la clximica moderna ? L opera di un uomo solo produsse tante sco- perte , che in pi secoli a stento avreb- bero pqjtuto rinvenire Y Italia , V Inghil- terra e la Francia insieme unite. Questo ci che Pitagora fece in Grecia: ogni genere di sapere senti il benigno influs- so del suo ingegno , e P antichit deve in esso riconoscere quello , che impresse una nuova rivoluzione in tutte le scienze, 2 - Sistema Musicale. La prima felice applicazione che Pi- tagora fece delle matematiche alle arti cd alle scienze, fu il ridurre il primo ' mo filosofo r opinione poi richiamata da Filolao e da Copernico ; opinio> ne per cui fu visto trassinato crudel- mente dal fanatismo il sommo Galileo. Pitagora conobbe l obbliquit dell ecli- tica, ammetteva la pluralit dei mondi, ed insegnava che le due stelle foriere del mattino e della sera , espero e luci- fero , non sono che un astro solo , cio Venere. Sosteneva che la terra sfe- rica , ed abitata dovunque , poclm . di- cea , che gli uomini possono stare diritti su loro piedi in una direzione opposta direttamente alla nostra. Si voleva gran- de ingegno , onde spogliarsi in quei tempi del naturale pregiudizio, che la gravit agisca sempre nel medesimo senso, e l'aver pensato il primo agli antipodi, una di quelle opinioni che principalmente formano la gloria .di Pitagora: opinione che quantunque co- Digitized by Google stasse qualche amaro disgusto a chi la riprodusse fra i moderni, comprovata dal fatto, fece per cadere le armi di mano alla superstizione , confusa ed avvilita. . . 5 . ^ ..ti!. > ' Aldina Universale. Ma ora qual questa causa produt- trice di quest ordine immenso ? Chi dirige, dii imprime movimento rego- lare e simmetrico alle sfere, pone vita ed ordine negli elementi, li comunica attivit e forza? Chi in fine muove e forma questa sublime armona delluni- verso , per cui .vincendo la materia la propria inerzia, viene modificata, orr ganizzata, prende figura, e distruggen- dosi onde di nuovo riprodursi, causa di tutte le bellezze sorprendenti, im- mense, infinite, di cui ripieno 1 Ordi- i68 ne? Questa causa produttrice ed ani- matrice di tutto un Essere sommo, infinito, quale gi il persuade E impo- nente maest dell Ordine istesso. Pitagora non ammetteva per coi spiritualisti che questa divinit sia se- parata dal mondo , tenendo questo come un opera materiale qual , e su cui le cause astratte ed isolate da lui, ossia Dio, agiscono di continuo. Egli invece voleva che fosse questo Dio raccliiuso nel mondo istesso, univa tutte le sue parti le uue alle altre, ei 'solo princi- pio del movimento armonico, ma esso per sempre immobile. , Dio una sostanza unica le cui parti si estendono in tutto luniverso senza parte, senza differenza, senza inegua- glianza , siccome appunto l anima nel corpo umano, tutto intero nell Or- dine intero. La natura delle cose per- ci, e Dio sono lo stesso, egli causa del moto in tutto ci che si muove Digiiized by Google i6y i83 L' intelligenza deve regolare e go- vernare il pensiero e le azioni^ e sic- come r identico o simile non pu essere conosciuto che dall identico o slmile, cosi la natura delle cose universali non potr essere conosciuta che dallintel- ligenza, per la ragione che essa fa parte di queir anima che loro d vita. Il^ntimento la sorgente dei de- sideri e delle passioni, e sebbene per propria natura sia sottoposto allintel- ligenza , tuttavia allorch questa non sa conservare la dignit che gli si con- viene,* egli con essa viene a contrasto, e a se la rende soggetta. Il sentimento poi .va soggetto all' intelligenza , perch essa sola il criterio della verit; .ma r intelligenza per formata, guidata e perfezionata dallo studio degli esseri e dalla cultura, e non gi- la comune ed incolta. Tutte le relazioni dei nomi o degli oggetti sensibili, che vanno sog- getti al sentimento, sono sottoposte a I t*4 tue grandi relazioni generali , cio alla coesistenza nello spazio e alla succes- sione nella durata. Tali due relazioni poi sono sottoposte alla comune legge del calcolo , e T anima quella a cui si appartiene la numerica loro relazione. Considerata questa idea sotto questo punto, sembra che abbia molta analogia con quella di Kant, il quale presenta 10 spazio e la durata, come due forme generali della sensibilith , T unit , il duale e la pluralit come forma del- r intelletto. Parrai che vi abbia questa sola differenza , che mentre Pitagora dava a queste forme un valore mate- riale, Kant si studi di negarglielo. L'anima, la cui comunicazione, se- condo Esso , succedeva dal cuore al cer- vello, la causa delle sensazioni, e i nervi, le vene; le arterie, sono i legami da cui essa circondata. Distingueva 11 sentimento che chiamato irragione- yole , in irascibile e concupiscibile : Digitized tjy Goc ;k j35 da questi nasce la collera e il desiderio per cui siamo portati a difenderci o a vendicarci, e ad appetire le cose che ne convengono e sono proprie alla no- stra conservazione; e mentre T intelli- genza ha sede nel cervello , la sede del sentimento la riponeva nel cuore, c perci ammetteva unione fra queste due parti del corpo, ed probabile che soltanto parlasse del sentimento o della parte men nobile dell' anima quando diceva , che essa si nutrisce del sangue. L intelligenza fa in noi nascere le* cognizioni , la collera dispone la forza , il desiderio conduce a ci che si bra- ma; perch vi sia virt e buon senso, bisogna che fra queste cose vi sia ar- mona ; se altrimenti succede , allora sottentra il vizio. Ecco come da ci si pu comprendere, che esso metafsica- . mente spiegava l origine e landamento delle passioni. Pare per, che conoscesse i6* i86 come la 'sola intelligenza' non basta da se stessa a creare delle idee, ma abbisogna del soccorso e delle facol- t, degli oggetti e del sentimento. E diSatti sembra che la sua distinzione delle otto facolt fosse un principio deir analisi con cui cercava dinvesti- gare la generazione delle umane co- gnizioni. Questi organi delle cognizioni sono : i sensi , l immaginazione , l arte , ]' opinione , la prudenza , la scienza , il sapere e l intelligenza ; le ultime quattro le hanno comuni gli uomini cogli Dei ; le due prim l uomo le divide coi bruti, e lopinione propria della sola sua natura; lintelligenza poi che discende nell anima , e che una parte divina , la base della sua immortalit. .. Questo spirito poi e questa intelli- genza la si pu talmente alienare da far cessare ogni commercio dell anima col corjpo, innalzandosi a profonde filo- sofiche meditazioni. Anzi esso imponeva DIgitized by Goo DIgitized 2C5 saade e convince , ricliiamava ciascuiu al suo dovere e li rivolgeva sul cam- mino della virl. Allora, prodigioso effetto delle sue dottrine , si videro abbandonare quei popoli in brev ora il vizio , cangiar^ il lusso in frugalit, porre un freno alle passioni. Deponevano le matrone i pomposi ornamenti , che appendevano nel tempio di Giunone, e rivolgeansi a miglior vita, ed alle domestiche cime: fu proscritta la Venere vulgivaga , ri- spettato il nodo conjugale. I cittadini ergendo l animo prostratto dal vizio, davano miglior forma alla loro libert, scossi dal dolce amor della patria; e i giovinetti pieni di deso per la virt si affollavano intorno al filosofo, per- ch su loro spargesse di quel sapere, che pur l unico , che F uomo rende in qualche parte simile ai Numi. Dicesi che Pitagora , onde trarre mag- gior partito dalle sue dottrine, facesse m. /. iS*' ac6 uso della mistagoga, dando a credere che la sua dottrina emanava dall ora- colo dApolline. Noi n sappiamo ne- gare simile racconto, e neppure ripro- vare in ci la condotta del filosofo , come alcuni troppo zelanti vollero fare. Gli uomini in molte circostanze vogliono essere condotti al bene coll illusione, 'adescati ed atterriti rial raaraviglioso. Noi incliniamo a credere, che appunto .ritagora destramente, siccome profondo conoscitore del cuore umano, si ser- visse di un innocuo inganno onde trarre alla virt mia nazione intera, dai sentimenti intorno a ci manife- stati da Timeo uno dei primi seguaci di quel filosofo. Egli soleva dire , che a colui, che indocile e ribelle alla sapienza , devono cadere sul capo le pene che gli minacciano le leggi, e lo si spaventi anche col terrore degli Dei , e gli si dipinga la vendetta che gli si prepara in cielo, od i upplizj che i Digltized by Google 207;. attendono in unaltra vita. Nello stesso modo che si guarisce il corpo talora con delle passioni, allorch il male non pi domabile dai rimedj dell ar- te, si possono talora frenare con delle utili menzogne gli spiriti , quando inutile la verit. Io credo ingiusti i rimproveri ap- posti intorno a ci al nostro filosofo , poich egli in fine non si servi che di un lieve inganno, se vogliamo aver mente al vantaggio che ne trasse. Tutti gli uomini non sono capaci di essere egualmente illuminati , e se ciascuno porta nel cuore i principj della giu- stizia, e del suo dovere, questi germi non si sviluppano, se la ragione non costringe 1 uomo a conoscerli e ad adoperarli. Il gusto morale si dice da alcuni che naturale a tutti gli uomini, e che la natura pose in seno alla gione umana la base della giustizia. Ma il gusto morale che misura la convc* DlgKL- by Coogfe 208 nienza e disconvcnicnza delle azioni umane , deve esser frutto dell esperien- za , della riflessione e della ragione ; la misura di esso dipende dalla sensibilit che si ha ricevuta ; la sua cultura e la sua forma dipendono dalla societ ove si vissuto. Ora questo gusto potr egli essere perfetto , ove T ineguaglianza troppo grande? Ove la tiranna di alcune opinioni fanno svanire' tutte le altre? Ove la vanit, il vizio regnano su tutto? Ivitmn pu essere n buono, n perfetto, n molto meno facile il destarlo. N i germi della giustizia e deir equit, che sono nell mnan cuore, credo che siano destati, ove un abitu- dine depravata gli ha sfigurati, ed i popoli a stento , predominati da fiere passioni, cedono ad un austera virt. In simili casi non si vuole, che una scossa pi forte, una passione, che possa domare le altre ; in generale pare che il maraviglioso sia lunico partita Digitized by Goo^ ac9 a cui appigliarsi. I pi grandi legisla- tori, Licurgo, che si facea cliiamarc ami- co degli Dei, Numa, che avea la Diva da cui prendeva consiglio , Minosse , Zoroastro , Zanolchi , Belo , ed altri infi- niti, non seppero che porre in opera questi mezzi, e da cui ne trassero per larghissimo compenso la felicit delle nazioni, che aveano impreso ad educare. N si opponga che progredendo il popolo a miglior cultura, e conoscendo r inganno per cui era stato condotto, pi non ritrovi alcun appoggio alla mo- rale, vedendo come era poco solida la base sulla quale il prestigio V aveva innalzata. Allora sono capaei gli uomini di gustare la virt, allora sono gi svi- luppati tutti i germi e del giusto e deir onesto , il gusto morale gi volto sul vero cammino, e la filosofia unita alla ragione gi vede i v^antaggi larghi, infiniti che se ne traggono dalla virt. Se cade un. principio labile e caduco , ai tsto ne' risorge un altro, onde diri- gere i doveri dell uomo , poich ces-^ iati gli incanti del' prestigio rimane quella, che pi importa, la verit pie- namente illuminata. Tanto basti , onde sia chiarito , che se Pitagora , talora annunziava la volont degli Dei, non dessi per dargli la tac- cia, che ingiustamente gli si vuole ap- porre. Se non era unita al peso delle sue ragioni lautorit celeste, che po- teva il nome della virt in un popolo che aveva tn troppo gustati i piaceri del vizio (i).^ (i) La mistagoga adoperata da Pi- iagoray siccome ne lo attestano gli scrit- tori pi a lui vicini, era semplice , poich 'ben lungi egli fu dalS usare tutte quelle spirane imposture che gli si vogliano 'at- tribuire , e tali che n Nostradamus , n Fico , n i pi fanatici seguaci della, cabalistica pretesero di fare , come di lecere in cielo i decreti . degli Dei , o Diyiil-ori hy Googlc !U1 / Pitagora allora cinto- da numeroso stuolo di giovani non solo , ma di per- sone d ogni et e d ogni sesso , che ricercavano di ascoltare i suoi precetti, desiderosi d essere ammaestrati in quella scienza che tanto a loro il rendeva ve- nerabile, rivolse il pensiero a formare una delle pi sublimi instituzioni , quale fu appunto il collegio da lui istituito. Dalle osservazioni che attento avea fatte sui collegi, che in Egitto racchiudevano coloro che consacravansi alla virt, da di altre simili divinazioni. Si esaminino gli storici e si vedr ^ che queste follie furono attribuite a Pitagora da scrittori che vissero molti secoli dopo lui, e spe^^ cialmente fvwono immaginate nei prime secoli dell' era volgare, allorch i nemice della nostra religione vale ano in ogni modo mostrare come anche gli antichi filosofi sapessero operare grandi prodigi , quando in fine Roma vide le strane ini posture di Apollonio e de suoi seguaci. aia ci die avea 'tratto dall esaminare le va- rie costituzioni dei governi , come que- ,, ste influiscano sull educazione e sull in- dole delle nazioni , e quanta influenza abbiano le scienze sulla morale dei po- poli, e questa sui governi; pens, che non si poteva fare opera pi bella pel genere umano, che distituire in Gre- cia una societ, la quale dopo di avere illuminati e perfezionati nella filosofia i suoi allievi, li potesse dare alla na- zione talmente istruiti, che sapessero, approffittando delle politiche circostan- ze, ordinare, stabilire nuove leggi, e sostenere la libert, la giustizia. L idea dell armona , che avea sem- pre guidato Pitagora nelle sue filosofi- che meditazioni , era il fondamento della sua morale. Larmonico concorso delle facolt dell anima coll universo , ecco la base della sua morale. L uomo come abbiam osservato ha due princi- pali facolt, r intelligenza , ed il senti- DIgitized by Googl 2i3 mento; la prima lo trae ad acquistare le cognizioni, pel secondo sente la forza delle passioni, i desiderj e le inclina- zioni. Quando l intelligenza superiore, e le passioni 7 vorire lo sviluppo del corpo , dello spi- rito e del cuore, li avea s destramente distribuiti e con tanta variet, che i piaceri succedevano ai travagli, a questi il riposo, onde giammai non potessero produrre gli uni noja o molestia, gli altri fatica o stanchezza. Cosi provedeva alla sanit , eh ei facca consistere in una giusta proporzione di travaglio , di riposo e di dieta, impediva che la noja cercasse il ciiore, che tristo 'annunzio di pi tristi mali, e del pari con ci toglieva il troppo abbandonarsi in grem- bo al piacere. Sorti i Pitagorici alla mattina col sole (i), la cui venuta salutavano ge- l. (i) Noi non vorremo troppo a lungo intrattenerci intorno agli usi , ed alle minute costumanze praticate nel collegio Pitagorico , che alcuni siffattamente* de~ scrissero come se appunto avessero avuta parte in quellassociazione, e solo ac~ Voi. 1. 2i3 nufleBsi, arrecavansi soli a diporto negli ameni boschi sacrati o nei tenipj. E ci non solo per risvegliare il sensibile dal torpore, ed ergere, scuotere T in- telligibile, rivolgere in mente gli utili insegnamenti che ogni giorno appren- deano, ma ricliiamavano al loro pensiero le azioni commesse nel giorno addietro e nella notte, e con animo tranquillo arrecandosi ad esaminarle, investigava- no se erano state convenienti alla loro dignit. Che se alcune li avesse lutti traviare dal sentiero della virt, le avea- no ben fitte in mente, onde potersene correggere, e cos troncare il vizio al suo primo nascere. Ottimo divisamento cenneremo quelle circostanze , che cre- diamo bastanti ed essenziali' a mostrare quanto fosse perfetto quest* ordine di educazione. Chi desidera massiori ri U m ~V schiarimenti pu consultare Giamblico , Porfirio y ec., e fra i moderni Vossio'e Stanlejo. .. . Digitized by Googl^ aio prv disporre gli uomini al bene ope- rare e mantenerli virtuosi, che Seneca altamente encomiava , e vantavasi di seguire, abbencli sembri che ne traesse poco profitto. Cos conciliatisi con se stessi potevano entrar pi tranquilli nelle turbolenze della societ , sicuri di una matura riflessione in ogni cosa, perch Pitagora diceva , che tutte le sciagure, le discordie ed i turbini, che agitano la societ, da altro non proce- dono , che dalla irreflessione e dal pre- cipitare le azioni e gli affari. Per meglio ravvivare gli spiriti e disporre P animo ad un attivit unifor- me, rivolgeansi quindi alla musica ed al canto. E qui piacemi di osservare, che la musica ebbe sempre distinto luogo nell educazione degli antichi : essa, oltre il piacere che arreca alla organizzazione del nostro corpo, eccita .in noi alcuni sentimenti, muove delle affezioni , delle quali ne abbiamo i 22 ermi nel nostro cuore, e fra tutti i piaceri dei nostri scusi quella, clic corrompe meno 1 animo- Oiova nella educazione, perch risveglia adunque questi sentimenti, ove per il legisla- tore abbia allontanate prima , come Pi- tagora faceva nel suo collegio, tutte quelle circostanze che possono portare alla corruzione; perch se in noi sono i germi della virt , la musica li ri- desta e li avviva, ma in uno pu ri- rio , Sesto , Qiamblico ed i moderni , parecchi dei quali intorno a si picciola quistione , si compiacquero scrivere qualche volume. * *' Digitized by Co(\\U Perch vietasse di mangiare le fave e intorno a cui tante fole si scrissero e tanti errori, n giova, n sappar- tiene a noi il ricercarlo. Se ci vero non sar stato senza qualche fine , senza cercare n la ragione addotta dallim- pudente Luciano , n perch esse siano il simbolo dell oligarchia, n perch quando nascono rassomigliano ad una testa di morto : forse avr tal comando seco tratto qualche utile insegnamento, forse avr ragione Teofrasto essere state vietate, perch sono nocive alla salute ed alla fecondit. Opinione che fu adottata dalla scuola di Salerno , ove dicevasi che il cil)ar delle fave pro- duce la podagra. Il divieto di mangiar pesci poi pare che specialmente provenisse ^dal suo principio di por freno allingordigia, giacch in que tempi era questo cibo il miglior ornamento delle mense, e la delizia dei parasiti. In Sibari diiTat k * saaSsa 2aS coloro che portavano il pesce^ antlava- iio esenti da ogni imposizione al pari di quelli che introducevano o fabbri- cavano le stoffe di porpora. Forse fu per mostrare, che non conveniva ci- barsi di animali indegni d essere sacri- ficati agli Dei, forse fu per nudrire in loro il sentimento di compassione,, e di non divorare animali innocui all uo- mo, forse fu luno e laltro insieme ^ ma mi pare che il voler fare astenere i suoi discepoli da un cibo tanto gra- dito per avvezzarb alla sobriet, sia la cagione pi ragionevole. Questi sobrj banchetti, questo modo di vita furono da esso instituiti dietro la costmnanza dei filosofi Egiziani, ed. i principj del rigido Licurgo. Pitagora teneva, che tutte le malattie provenga- no dall intemperanza, e solea riguar- . dare come un attestato di un modo di .vita sempre temperante , quello stato sempre uniforme del corpo ^ che non DIgitized by Googk 1229 pu essere n cangiato, n interrotto, fuorch dalle Jeggi necessarie della na- tura , le quali del pari indeboliscono tutti gli animali, e li traggono egual- mente a perire lentamente , che a svilupparsi, ed a perfezionarsi. Molti flosoh vero seppero commendare i vantaggi che seco trae la temperanza, mostrare come utile sia parimente al- r animo , che al corpo , ma ninno per seppe come quello di Sarao. , fedel- mente servendo alle sue leggi, trarre gli uomini, ed in ispecie la giovent a seguirla, a reprimere i bisogni che il vizio contrario crea neir uomo , ed accostumarlo cos agli usi delia semplice e primitiva natura. Dopo il cibo davansi ai pubblici affa- ri, giacch singannarono coloro i quali credevano, che i Pitagorici solo intenti a coltivare lo spirito, in nulla si curas- sero della politica : poscia il passeggio , mediante il quale godeano di ripetere Voi I, Oigi^ I by Goog^ 20 aSo gli insegnamenti loro alla mattina es- posti : ed al ritorno il bagno e T armonia onde sollevare lo spirito dalle sostenute fatiche , e qualche lettura istruttiva. Dopo aver poscia novellamente richia- mate ad esame le azioni commesse nel giorno , vicina T ora del sonno , che ve- niva col cader del sole, terminavano i loro giornalieri travagli colf olfrire voti ed incensi agli Dei. Pitagora poi prima di licenziarli solca loro ricordare ostnora di non istancarsi giammai di onorare gli Dei, i Genj, gli Eroi, di rispettare co- loro da cui aveano avuti o la vita, o de benefizj , e di correre sempre in soccorso delle leggi, ove fossero violate. Cos incominciavano, e davan termine alle azioni del giorno , dopo salutari ammaestramenti, dopo essersi coociliati con se stessi, e coi santi Numi immortali. L'amicizia era la base su cui s'in- nalzava questa societ; i voleva che i socj del pari fossero congiunti dai Digtized by Coogle pi stretti e soavi legami cV amore fra loro , non meno che cogli altri cittadini, giacche consigliava un amicizia di tutti verso tutti. L uniformit dei costumi , dei principj, delle opinioni, e -la co- munanza della vita dei Pitagorici, l usare famigliarmente insieme, il comunicarsi i loro pensieri, fecero nascere quella amicizia si fedele ed energica fra quei filosof, che pass in Grecia a lungo in dolce ricordanza. Onde tener sempre congiunti questi santi legami , proponeva Pitagora dei consiglj , degli usi , che esigeva egli stesso, e rigorosamente li faceva ese- guire. I segni d amicizia erano indicati con un sol motto, ma doveano essere accompagnati da tale espressione, che indicasse i veri sentimenti del cuore. Per questo stesso segno tutti i giovani, che appartenevano a questa filosofica famiglia, sebbene posti in lontane con- trade, sebbene non si fossero giammai a3a conosciuti, al primo vedersi .fartiigliar- mente usavano insieme, come se fossero stati da lunga amicizia congiunti, e si prestavano mutui attestati del pi sin- cero amore. Consigliava di non chie- dere mai air amico ci che gli possa arrecare dispiacere, e perch non si avesse minimo argomento di molestia, ed in qualche modo offendere l amici- zia, vietava ogni disputa fifa loro di qualunque sorta , e conunendava assais- simo colui, che sapesse cedere all amico di proposito (i). Perch lamicizia debba essere durevole, esigeva delle conven- zioni, dei riguardi, decenza, fermezza. (i) Da questo principio di evitare le contese, che sovente fra gli amici da picciole, sono germi di dissapori , io credo avesse Orione quell Ipse dixit , che al~ curii tanto amaramente rimproverano ai Pitagorici apponendo loro a torto d! es~ sere troppo schiavi al maestro , e di non osa,re muover dubbio su ci che insegnava. Digitized by Goo.^lt-^ 233 fedelt, pudore, e circospczione, te- nendo a vile cpiel tristo , che abban- donava r amico quando qualche gra- ve sciagura gli sovrastava. Perci si videro sovente passare que fidi amici i mari, incontrare ogni sorta di disa- stri, porre in periglio la lor fortuna e la loro vita, onde soccorrere o salvare i loro compagni caduti fra V indigenza , o perseguitati dall avversa fortuna. La fedelt degli amici diceva essere sacra , n potersi questa unione disgiungersi , se non se per la irreparabile corruzio- ne del cuore di coloro fra i quali era formata. Pitagora stesso , .che reggea quel collegio colla tenerezza di un pa- dre, ma collautorit di un monarca, conducea per, fra suoi discepoli la vita come fra i pi teneri amici, li assisteva ammalati , li confortava afflitti, . e tutti interrogava e conoscea i secreti del lorp cuore. Per questunione, per quest amicizia 20 * a34 ei sperava di giungere a formare il bene generale colla riforma dei gover- ni, giacch il sapere suggerisce tali imprese, il coraggio, T amicizia le con- forta, la fedelt* e l unione le tragga a fine. 1 sacerdoti Egizj divisi fra lo studio e le preghiere, che rinunciarono ai piaceri ed ai comodi della vita, non aveano cura che dell interesse della loro societ, ma il nostro filosofo, sem- pre intento al bene dell umanit dispo- neva i suoi discepoli a rilonnare le nazioni. L amore di tutti verso tutti che inspirava ai giovanetti, che un giorno potevano essere destinati a dar leggi alle nazioni , li preparava ad essere gli amici de loro sudditi , come accad- de di fatto, e non gi i tiranni, a con- sacrare le loro forze il loro sangue alla difesa dei diritti, della sicurezza, e della libert dei cittadini. Perch gli amici poi nell usare insie- jne dimesticamente potessero governarsi Digitzed by Google giusta 1 suol precetti , consigliava loro di condursi cogli amici in modo , come se fosse impossibile che divenissero loro nemici, e invece coi nemici, come se un giorno dovessero divenire amici. Vo- leva perci che padroni delle proprie passioni, fossero ferrai e s innalz;as8ero al disopra dogni umano avvenimento, vietandoli del pari, e lo sfogo d una gioja smoderata, e le dimostrazioni di una eccessiva tristezza, ed i trasporti della collera, e le umili supplicazioni che degradano la dignit dell uomo, perch tutte turbano la tranquillit del- r anima , che nel vero filosofo deve essere sempre inalterabile. Se alcuno permettendo che il senti- mento predominasse sopra T intelligen- za, troppo ligio ai moti dellirragione- vole e deir irascibile , si lasciava cieca- mente trasportare dall impeto di queste passioni , ed avea vilipesa la dignit che gli si conveniva ; dovea di presente ^itirad by.C^Ogle j a36 arrecarsi iti luogo solitario , colla medi- tazione porsi in calma, e far trionfare r intelligenza. Quindi aragli vietato , finch non giungesse a questo punto, di livellare intorno a qualche cosa , di punire un servo, o di rivolgere qual- che rampogna agli amici. Non vi era cosa che pi Pitagora commendasse ,'n che riputasse pi pre- ziosa fra tutti i vantaggi che distinguo- no Puomo dai bruti, fra tutte le virt che ne possa procurare V intelligenza , della dolcezza di carattere. Questa ne rende pieghevoli ad ognuno , ne dis- pone a favorire i nostri amici , a ren- derci piacevoli ed accetti ad ogni per- sona, ed a conciliarne persino Y animo de nostri nemici , madre 'della mode- stia, del pudore, di quell amore, che ne unisce a tutti gli uomini, ne pone in armona con tutti. A questa virt eh egli chiamava accordo armonico del- l' anima col corpo, si oppone la du- DIgitized by Googl a37 rezza c la ferocia del carattere. Essa ne toglie ogni forza , ne fa cadere sotto il peso d ogni avversa fortuna, lascia libero ogni freno all irascibile , e allon- tana r uomo dall uomo , togliendo quella preziosa armona, che unisce gli indi- vidui colla societ. Onde poi mantenere sempre vivo nel cuore dei giovani quel dolce sentimento di piet, che ne ispirata dalla natura, che ne fa piangere al pianto de nostri simili, egli vietava die non si facesse male ad alcun uomo non solo, ma an- cora agli animali irragionevoli, ed agli oggetti perfino privi di sentimento. Cos li avvezzava, come diceva, ad aste- nersi meglio dal nuocere ai loro simili, ed a quelli cui sono uniti coi lega- mi di umanit di sangue e di amicizia. Ecco perch cadeano di rado vittime di sangue sull are dei Pitagorici. I prin- cipj di giustizia, di piet li ritraevano da s sanguinosi sacrifici. Qual diritto I- 338 ei diceva, aI>biamo di togliere la vita, ad esseri che al pari di noi ebbero questo dono dal cielo? Poche frutta, schietto miele, erano le offerte che i primi uomini porgeano ai Numi; poche legna e poche fronde ne formavano r ara , e ne era il tempio un puro ed innocente cuore. Pera clii primo os crederli sitibondi di sangue, chi ambi- ziosi riputando gli Dei , gli offriva doni pomposi, gli ergea sontuosi altari che grondarono sangue d animali innocenti. Perci Macrobio ne attesta, che Pita- gora adorava un ara sacra ad Apolline in Deio , la quale non era giammai stata profanata da sanguinosi sacrific}. Che non diceva Pitagora contro la volutt? Con quai neri colori non la dipingeva ai giovani suoi fdosofi? Ne- mica della virt, della ragione, la pi perniciosa dei mali, la pi pericolosa delle nostre ammaliatrici, madre feconda d'ingauni, di tradimeati, di sciagure, / Digitized by Goo e c font di tutti i delitti d ogni sorta. Avvezzavali pertanto allorch essa sol- lecita colle sue possenti attrattive, a ponderare se la cosa a cui essa ne trae buona ed onesta, utile o comoda. Additava loro come vi hanno due sorta di piaceri , gli ani comuni, bassi , vili e generali, gli altri grandi, onesti e vir- tuosi, gli uiii che hanno per oggetto cose del corpo, gli altri quelli dell ani- ma, e Loro lasciava la scielta dicendoli che r uomo non sicuro se non se quando si raccolto sotto lo scudo della sapienza, non felice, se non quando in sicurezza, non si rassomi- gli ai Numi se non se quando bene- fico, umano, leale, pietoso. Ma sopra ogni cosa stava a cuore di Pitagora , il dar ordine all importante magistero della generazione. Perci im- poneva d esercitare di continuo il loro corpo, voleva che sulla loro fronte sempre regnasse la modestia ed il pu-r a40. dor , che il pi bell ornamento deW r uomo nella fresca et , quello che ne accende, che ne innamora sulla fronte di una ingenua fanciulla , me- glio di tutte le grazie di cui la possa aver fregiata la prodiga natura. Im- poneva fossero casti, fedeli sopra ogni cosa alle mogli, ma anche con queste di non seguire tutti gli impulsi del sensibile, di non darsi in braccio ad una sfrenata libidine, ma di regolare colla virt i casti amori ed i dolci pia- ceri, e cangiarli in ima soave inclina- zione sempre sottomessi alla intelligenza.' Perci voleva che i giovani e le don- zelle talmente si allevassero , che si togliesse loro, come meglio riesciva dall esser presi in giovane et dalla passione damore, e consigliava che i giovani almeno non conducessero mo- glie , prima di giungere all et di venti anni. Non iscorgete, diceva loro Pita- gora, come le piante e gli animali pre- 0 Digitzed by Coogh 241 coci , e (juelli a cui T arte clictle con mezzi artificiali un immaturo sviluppo , producono dei frutti deboli e caduchi? Imponeva sobriet anche a coloro , che gi avevano et conveniente e sposa, onde conservare la sanit e le forze, e perch non si avesse T anima ad avvezzare di troppo a godere dei pia- ceri del corpo, mentre si deve pascere de pi bei piaceri intellettuali , abban- donare questa spoglia mortale , onde arrecare lo spirto alla perfezione. La riforma dei costumi, lo studio dellimportante scienza del governare, i doveri, che si appartengono ai ma- gistrati, ai cittadini, ed iii fine ogni sorta di politici affari, non erano di- menticati nella Pitagorica istruzione. E siccome ei riponeva la pi importante inciunbcnza della politica nel ridurre gli uomini ad un commercio generale fra di loro , all amicizia , al culto degli Dei, alla piet verso gli estinti, alla Voi. 1. 21 legislazione ispirava loro foia'e va- lore onde opporsi al dispotismo ed alle oppressioni dei tiranni, dolcezza, amore onde mantenere in tutte le classi dei cittadini' una dolce armonia, ed una moderata aristocrazia , che dovesse aver per fine la felicit di tutti. - Per formare questa eletta societ innalzata sui principj della pi sana morale, e destinata a dare dei filosofi, dei cittadini e dei legislatori, non si voleva porvi a parte chicchessia il ri- cercasse. Per la qual cosa Pitagora pri- ma di ammettere nella sua radunanza i giovani voleva esaminarne la figura, il portamento , le inclinazioni, le abitu- dini , le disposizioni non solo , ma in- vestigava come si comportassero col loro parenti, con chi li era superiore, ^ e coi soggetti, la maniera di vivere, i discorsi, la taciturnit , le occupazioni alle quali amavano di rivolgersi, a quali passioni andasse soggetto il loro ira- Digiiized by Google 24 ^ cibile , ed in quali circostanze special- mente fossero destate, se aveano quella dolcezza che egli volea dipinta sul volto di tutti i mortali. Faceva poi loro, siccome Y esigevano le circostanze, fare due , tre e fino a cinque anni d inizia- zione, nei quali doveano serbare un ri- goroso silenzio. Non vuoisi per con ci intendere, che adatto avvezzasse i suoi iniziati ad una muta stupidit, che per certo non amava, ma li accostumava colla taciturnit a raccogliersi in se stessi , a^ rendersi ragione d ogni pen- siero , ed a frenare ogni volta eh era d uopo la lingua. Poneano i Pitagorici poi in comune i loro beni, e voleano che fossero di tutti, giacche diceano che fra gli amici tutte le cose devono essere comuni (i), sebbene non mancassero maligni inteiv (i) dtoiv/ ra (pi^ov evau ^44 preti anche a s bella costumanza. Quelli poi cui non piacea rimanre nel colle- gio, o che non meritavano, per inde- gno operare , di aver parte in quella eletta famiglia , vernano espulsi, e si teneano da loro seguaci come se fos- sero estinti, giacch dicesi, l' innalzas- sero fino la tomba. Ecco adunque come da questo piano perfettissimo di educazione, egli sa- pesse dirigere naturalmente i giovai alla virt, e sviluppare in loro tutte le facolt intellettuali fsiche e morali. I primi movimenti della natura sono sempre diritti , non vi ha perversit originale nel cuore umano , onde , che bisogna garantire il cuore dal vizio, e lo sprito dall errore. Poche sono le passioni che abbiamo naturalmente, e tutte le altre ne vengono dalla rela- zione che abbiamo cogli oggetti esterni, le quali vanno col maturare dell et crescendo , siccome succede di un fiume 1 / Digitized by die a poco a'poco si gonfia , (pianto pi si scosta dalla sua sorgente. Allonta- nare lerrore, opporre un cuore inac- cessibile al vizio , procurare le passioni che sono d- onore all uman genere , fu lo scopo di Pitagora, egli che avea avvezzati i suoi discepoli a fuggire ci- che si deve sempre evitare, a prati- care quello che ognora accade di fare, a desiderare ci che sempre si deve amare, ed a disprezzare tutti quegU 1 elle ne rendono infelici e sciaguratL . .. * - * ' ' * . 9 . l (h Propagacene e caduta del CoUc i 54 . 5 . Anima Urtiversale .... 167 . .6. Sistema Metafisico:' .... 178 . 7. Metempsicosi 190 g. 8. Sistema Morale 200 g. q. Propagazione e caduta del Collegio Pitagorico .. . 245 6 dalle molti dalle molli ivi 21 uno spirito: uno spinto una mente mente 94 i 5 si ei i 5 i 6 reali. reali ? 159 7 deli Oriente dall Oriente A u A Pigitized by GoogkSTORIA ' della. PAVI 4 , 1819 FILOSOFIA GRECA del dottore defendente SACCIII. ToM. II. PRESSO I COLLETT. DEI CLASS. METAFISICI. Coi Tipi di Giovanni G ac. Capelli Stampatore-Librajo, Digitized by Google mero di coltivatori la filosofia.. Affiora si -richiamarono a novella vita le scienze, e cinte d tutta la loro luce altamente suonavano sulle labbra de' nuovi suoi segnaci l opinioni del Filosofo di Sarab. ' Ma uomini che soli bastino a rivol- gersi ad un'mtnenSa mole di cose quale era stato Pitagora, Aon sono che rare volte concessi* ai mortali, 'e per fot- iS niarli lopera si vuole e dei secoli c delle circostanze che possano concor- demente avervi inflnenza. Niuno perci fra nuovi seguaci di Pitagora os ab- bracciare tinti gli studj cui egli avea inteso , c si rivolsero quali alla contem-^ plazione dell universo, quali alle co- ^niogoniclie e metafisiche speculazioni, altri alle astronomiche sperienze , altri ^i fermarono alle verit matematiche , e chi si cciisacr atP armonia, chi alla medicina, chi alle altre scienze della natura. Per tal modo pi profondamente poterono disputare sugli studj prescelti, e arrecandoli al punto che per loro si potea maggiore , ottennero presso tutte le nazioni e tutte le et , qne tributi di gloria che meritamente si procacciarono. Dovean per necessariamente le pb* tagoriche dottrine sostenere qualche cambiamento nel succedersi s e nel mol- tiplicarsi de coltivatori, e siccome ri- chiedeva r ordine delle cose ottenere .1 Digitized by maggiore sviluppo e perfezione. Vol- gendo essi didatto le meditazioni sul sistema^ deir anima universale, agevol- mente si accorsero, come questo mi- scuglio di cielo e di terra, di causa e deffetto, anima in un tempo e sog- getto delle cose animate', in se rac- chiudeva molte imperfezioni. Allora eb- b'ero tosto mente a procurare di porre rimedio a questa maccliina ove erano confuse la vita e la materia, e pensa- rono di distinguere la causa prima in ' attiva e passiva, la prima agente, la seconda paziente, la prima che comu- nicando il moto alla seconda forma un* . tutto unico perfetto. Quindi .l'unit non fa pi il principio primordiale della materia e della forma, ma si ammisero . due principi . fondamentali, l' unit, ed il duale. Ma procedendo pi innanzi , * e instituendo alcune ricerche sulla ma- teria, sull' origine del mondo, n saper- do assegnar la ragione del- passggio Digifized by Google 'ao . dello stato disordinato del' caos allo stato ordinato del mondo , vi posero riparo col dire che era eterno ed in- creato. Allora fra il disparere di molti, e' dietro pi sottili ricerche emanarono le distinzioni del mondo intelligibile e del sensibile o visibile, e molte dispute si ebbero sulla loro eternit , e intorno alla libert del sommo facitore* nella loro creazione. Simili periodi percorsero le astrono- miche opinioni , il sistema della preesi- .stenza .delle anime , quello della "me- tempsicosi, e tutte le altre pitagoriche dottrine, ed a quella dei numeri sosti- tuirono idee pi chiare e pi intei Agibili. Ma finalmente a chi dovettero siffatte opinioni il nuovo loro sviluppo?,. Quai furono que prescelti mortali che osa- rono accostarsi ed adorare il simulacro che Pitagora aveva in Italia' innalzato alla filosofia? Come superarono gU osta- Digilized by di filosofi , venissero conlinuamente cr> and opere novelle a chignon le area mai fatte, sicch ivi insieme a quelle di Aristotele si moltiplicarono le opere - di Pitagora e de' suoi seguaci. ^Tcauto il gusto deir astrologia, e della magia dopo Alessandro , coloro che pensavan di dare autorit a quest'arte,, ne pub-' .blicavan libri di essa col nome di antb chi filosofi, e cresciuta 1' impudenza di ar ci al maggior segno , ne' primi se> .coli jdellera volgare crebbero s prodi- giosamente le opere de' pitagorici , che non ve. ne ha presso che alcuna, delle poche che sfuggirono 1' ecidio univer- ' sale , sopita la cui autenticit non siansi sparsi dubbj dai crtici moderni,^" ^ by Googk Noi per sempre avversi a troppo * ^ lunghe dispute, non vorremo avvolgerci fra tante contese , n cercheremo di trarre dalla oscurit qualche nome fino ad ora ignoto alla filosofia; ma seguendo il nostro costume ci studieremo di tes- sere la storia di que pitagorici che in- fluu-ono suir avanzamento della filosofia, e lungi dal chiamare ad esame l au- tenticit delle opere loro, dallo studio posto sugli antichi scrittori sul loro con- temporanei, ed in ispecie su coloro che cercarono di combatterli , ci sforzeremo di desumerne le loro opinioni, ed or- dinandole d esporne i loro sistemi. i - t * * A C ME ONE. ?oicli Pitagora ebbe pel primo in- cominciato a sciogliere la medicina dalle pratiche religiose fra le quali fino a' suoi tempi era stata avvolta, ed egli stesso vi nvea data nuova forma siccome ad una scienza si conveniva^ pareccbj de' suoi seguaci intendevano a quest'arte impor- tantissima. sebbene essi si servissero i generalmente di rimedj pi esterni che interni, e traessero molto partito dalla cura morale, n punto si esercitassero nella maschia chirnrgia , tuttavia si pro- cacciarono in breve gran nome, ed i Xrotoniati erano tenuti in conto di primi medici della Grecia. Fra i pi antichi di questi vuol essere annoverato AlC- tneone appunto di Crtona, e che si Difilli.: Cd ty Googlf . A 4. 0- lite oi ri ,n lOl /' ro ic h o r i ji ti V- V t .> 2i> crede ascoltasse Pitagora negli uliimi anni della sua vita (i). Consacratosi, wccome richiedeva il costume della sua setta, a tutti gli studj che in quella sinsegnavano, si rivolse per in ispecial modo alle scienze Maturali, ed alla medicina. Spinto da. un nobile sentimento di umanit , eser- citava quest arte nelle citt della Ma- gna-Grecia senza richiederne alcuna mercede , procacciando a se molta fama ed onore ai principi della sua setta ; dicesi che ne suoi rimedj fosse parco e semplice, e tentasse ogni via perche brevi dovessero essere le malattie ; rara virt in un medico , c che onora in Alcmeone il seguace di Pitagbra. La lontananza dei tempi non ne la- sei che poche ed oscure sentenze della filosofa d Alcmeone. Quanto non ' . -'X ?.' / (i) JEsso fiori verso V Olimpiade LXVL 'ed V unico che potrebbe esser posto nel -Tic. iCI!' numero dei veri PitagoricL Tom. II. A - Vf. /ab* a6 , 'V oscura dilTatti^ e (Junnte iaterpretazioni noa si studiarono di dare gli antichi ed i moderni, a quella stta sentenza che quell cose le c|uali fra gli uonaini sdtiQ. molte si riducono a due. Ebhero^'alcUai ricorso ai numeri , nei quali -1 unit Dio, ed il duale la materia, e erede- vano quella .origine del bene, - e, questa del," male, ed a ci riputarono ridursi il principio del nostro filsofo. Aristo- tele credeva , che accennasse le vicissi- tudini , e le contrariet di due estrmi che si hanno nell umana _ vita , cme la fatica e il ripos', la sanit e la morte, Ciclicit e r infelicit, partendo dall o- piniqne che nulla si dia in natura che .n^bh ia il contrario. Non conviene avvlgerai fra tali' ; controversie , ma "''non* potrebbe egli accadere invece che , , il nostro 'filo^fp avesse di mira il du le, r.esBere -cio'.'seropre lo sw^ e , quello sempre cangiante, dai qpj^ oiuj camente, come meglio vedreoib mqaif- ' . . /: . ' . - r D;g,;,zecl by = i V w , -I . V! 27 z^, facevano i pitagorici della seconda scuola dipendere tutto ci che succede nella natura ? E non -questa inter- pretazione pi conveniente al linguag- gio di quella setta , dell opinione di Cas- sabuono ; sull origine del bene e del male, e in quanto alla spiegazione di tutte le cose alle quali la sentenza di Alcmeone pu essere applicata? Nello spiegare per lorigine delle cose , egli avea giusta il costume del maestro ricorso ai numeri, che poneva come il principio dei corpi : quello che nell or- dine della natura procede i corpi deve essere il loro principio , i numeri sono in questo caso,, dunque essi sono il principio dei corpi. Di due cose si deve tenere la prima quella che pu conce- pirsi senza l altra , quando questa al contrario non pu concepirsi senza la prima*, ora i numeri possono essere ^ concepiti indipendentemente dai corpi , e non mai i corpi, senza i niuneri; V, f .N * \ t * -A , .... dunque i numeri sono anteriori ai corpi neir ordine della natura. E per "seguire intieramente le dottrine de primi pitagorici sui numeri , ei non trascur il numero dieci tanto rinnomato , e appunto si conserva la sua o scala fondata sulle opposizioni simili; ma che po'rge per argomento di osser- vare, che in essa non essendo le idee presentate che in istato concreto , mo- stra come poco si fosse proceduto alle astrazioni (i). (1) Xa tavola cC Alcmeone la seguen- te; abbenche alcuni la credino alquanto alterata: Il finito scepctg' V infinito ^ aitetpov , , - V impari ' . .. Ktpitzok: r V. .1 ^ ^ f~ t ruko '^ - . multiplo Digitized by Goole -* COIji _ :trK HOO ato, ( -*y Abbiamo gi detto altrove che ripu- tiamo inutile lintrattenersi a concigliare colla realt questa metafisica opinione dei numeri origine delle cose, ed ora idc, ' La , destra La suiistra liU de^iov apigepov Il maschile Il femminile appv drik DO* alk V immobile Il mobile fipepovv Hivov pevov Il diretto Il curvo' evdv ^apitvXov to La luce' Le' tenebre * * - (poq aXOTOQ ri bene Il male ayaOov xaxav Il quadrato 'Il trapezio TETpa/yovov repopnixsg Forse queste decadi pitagoriche fornirono ad Aristotele V idea delle sue categorie. 3 * n~2ii'?ed by Google I' 3o ne ba&ci'^l dire ad abbondanza, che se Alcmeone poteva ridurre tutto ci che si ritrova nell' ordine ^ delle co^ :ai numeri ed ai corpi, forse appoggiava ^u questa opinione la or ora accennata sentenza, ' . > N' son meno incerte le altre sue opinioni sull' universo. Diceva che le stelle erranti si muovono' al contrario delle fisse; il sole, la luna e tutte le altre stelle, essere dalla eternit- infor- mati dalla divinit; le fasi della luna che d'una sempiterna natura, esser prodotte dalla convessione del battello , mentre egli era d'opinione come lo fa Eraclito poi, che la luna fosse come una nave. L' anima immortale , e per sua natura si muove di continuo' come .il sole", prossima perci agli Dei. Que- sti per hanno una certa scienza , e cognizione manifesta delle cose invisi- bili ed immortali, mentre gli uomini non ne hanno che fin dove il comporta Digitizeo by Google che Cll cose dvi M ;oe le io le ir- la r 'f a - e r 3i la congettura. - Intorno a siffatte opi- nioni non a dirsi 'quante obbie- zioni si movessero, da Cicerone fino ai nostri giorni; ma egli ne pare che il volere accasare il Filosofo di Crotona perch si tiene che facesse degli astri altrettante divinit, se male non mi appongo, si un mal conoscere il si- stema pitagorico. La parte posta al di- sopra della luna non ella , secondo Pitagora, legemonico o la sede della- nima del mondo, del fuoco celeste, che danno natura immutabile a tutto ci che circondano, e rendono pi perfetti -quegli esseri che in se racchiudono .maggior , ' ^ual modo averli sciolti. Se codesto in- dovinamento avesse sortita la medesima ventura di quello sulle sezioni coniche di Appolonio da Perga, fatta dal me- desimo Viviani , che rinvenutasi lopera, deir antico si ritrov con meraviglia universale avere il moderno pienamente coito nel vero-, converrebbe dire al certo' che F opera del nostro pitagorico avesse merito grandissimo, e fossero tate le matematiche in que tempi pi avanzate di quello non lo si crede. Dicesi che Aristeo si mostrasse nei r costumi vero seguace della virt, e conviene sapesse governare se stesso qual vero pitagorico, poich m crede menasse lunghissima vita. * V . . , - ; r Digitized by Goo^ ;.Va: C E X. l O. A porgere maggior lustro e sviluppo i principi sul mondo e sugli esseri del tibili^-e pongono in chiaro quelle idee che spesso disordinate e confuse abbiam ' ravvisate , nell' esposizione delle dottrine della prima scuola pitagorica. Ocello di Lucania , altro paese di que- sta felice Italia nostra , calc le orme dei primi pitagorici, e rivolse le sue medi* tzioni suir universo , e sulla durata ; ma non ischiavo a' principi altrui ^ si scost da 'essi allorch dovendo trattare degli elementi, carco non coi numeri, ma colle loro qualit di mostrare T essenza c le trasmutazioni. .... . . . Digtzed by Google 4 ; V Egli tenne indifferentemente per lo stes- so r Universo, il Mondo, ed il TuttOv; pei quali ebbe T universalit degli es- seri che compongono il mondo; un , composto regolare di tutto ci che esi- ste, 'ed un sistema ordinato, perfetto e completo di tutte le nature, siccome appunto si credeva in qne tempi. -x' Senza porre una natura di mezzo, .come vollero i filosofi moderni, e a cui forse lo spirito umano nelle cognizioni - in -cui' si trovava non poteva rivolgersi, fra il tutto ed il nulla, che una parte del tutto, -e 'la quale non ha mai inco- minciato; persuadendolo le deduzioni 'della ragione non esservi mai stato tem- po in. cui nulla esistesse, n sapendo altrimenti pensare aH'ordine delle cose, si consigli di ammettere l eternit del- r universo. Il Tutto non ebbe principio , ' e non avr fine, perch se fosse stato*' tempo in cui nulla fosse esistito, non' esisterebbe ancora: e eso fosse stato i" ze by Google t 45 precotto nulla si troverebbe in mi a potesse ridurre e disciogliere, ed al- tronde quella sostanza' con cui ei sa- rebbe stato^'compost, dova esistere prima' del^'fdtto, e ci in cui dovrebbe annicbilarsi esisterebbe dopo di lui; Tntt ci che ha una durata limitata , cresce, si perfeziona , decresce e si distrugge ; in ci che si cangia si scorgono nuovi accozzamenti'' di parti, cambiate le si- metrie, alterate le confgurazioni ; ora se rUniverso fu prodotto, distruggi- bilev e si cangia , sar passato e dovr passare per tutte queste progressioni. Ma' nulla di tutto Ci ne viene in esso osr- servato, non fu visto n nascere,. n- migliorare, n deteriorarsi, ma in ogni tempo sempre eguale a se stesso , .-mo- ' etra che non limitato nella ina dorata^V Tutto ci che .il mondo contiene poi, ba ' dei rapporti . necessar) con - lui , ha bisogno di consigliarsi con altri esseri - diversi, ma.lvmoadq non ne bacche * V Digmzed by Googic 44 , . con se stesso. Inoltre tutto ti che rende perfette le altre cose, deve in se rac- chiudere eminentemente ci che produ- ce, e il mondo che la causa dell essere della conservazione e della perfezione degli altri esseri, non sar per se stesso- eterno, perfetto, permanente in tutti i , tempi ? Diffatti la sua eternit si manife- sta all occhio de mortali impressa ne cor- pi pi elevati e nobili che da per se si muovono, percorrono le loro orbite, e non cangiano mai n di natura , n d es- senza , negli elementi che cangiano senza posa di natura, ma cangiamento di forma e non di luogo. Il fuoco condensato diviene aria , que- t sta acqua, lacqua terra, e reciproca- mente quando la natura ritorna al fuoco ond partita, formando un cerchio in cui ove fnisce un capo laltro gi inco, minciato. Pi trista la sorta degli uo- mini e degli altri animah; essi non rif tornano allo stato primiero , non vanno ^ ' T - - ' * \ ' * j. ^ Digilized ^ 45 soggetti air alternativa della produzione e della riproduzione, poich percorse le quattro parti del cerchio periscono , e scoropajono interamente. Ci che pro> va, luniverso che tutto racchiude, ri- maner sempre lo stesso, e avervi soli alcuni esseri in lui generati, che ven- gono a perire, c si decompongono. La stessa figura sferica dell universo , il suo movimento circolare che non hanno n cominciamento nc fine , non annuu" ziano forse colla loro durata infinita r eternit del Tutto? Ma ed ove potesse essere distrutto qual cosa il' potrebbe mai? Non un esterna perch nulla fuori di lui , ed un interna sarebbe as- surdo perch converrebbe in tal caso cjbe una parte fosse pi forte del tutto. trovata anche tal causa , in che cosa sarebbe ridotto ? Non in qualche cosa ^ perch allora il Tutto non sarebbe di strutto rimanendo una parte di esso , non in niente perch un essere non pu venif^ tolto dal numero degli esseri. A 46 - Tale il ragionamento di Ocello a comprovare V eternit del mondo,^n da esso molto si scostarono que moderni che sostennero la medesima tesi. La cau- sa poi essenziale di cui questo filosofo si era formata Y idea , e che teneva ab- bia in se eminentemente tutto ci che produce, ove fosse spogliata della ma- teria, sarebbe un dogma di pura teo- logia , e forse da qui mosse Anassagtwa nel formarsi 1 idea della divinit; e quan- tunque Ocello fosse conseguente in questi attributi, e nel provare, che il non avere . rapporti fuorch con se, faccia in modo che r essere necessario sia indipendente da tutto , gli rimaneva tuttavia a provare che sia il mondo questessere necessa- rio. Esso era sul retto sentiero, sentiva . quali attributi gli si convenivano , ma le cognizioni del suo secolo^ non porgeano ' tanta lena allo spirito di lui onde potes- se emergere dalla materia. N in quanto all' impossibilit si distrugga ogni cosa .. i* - f r"'i . Digilized by G 47 ' potendo esser da tanto onde addurre in .mezzo, come fecero pi sottili filosofi due sostanze, delle quali 1 una indi- pendente da tutti gli altri esseri come causa c come soggetto , T altra indipen- dente come soggetto soltanto, quantun- que dipendente da qualche altro come causa; poco scostandosi dalla filosofia dei sensi, ammetteva un principio im- mutabile che agisce , e nn principio mobile che resiste all azione, la riceve e la modifica, e da cui risulta un terzo essere composto. ' Posti questi principj comuni a presso che tutte le sette filosofiche, egU ne viene variando le conseguenze secon- . do il fine del suo sistema, studian- - dosi di. spiegare la . generazione delle' cose, e la cagione dei fenomeni della uatura. U mondo , composto di due , cause, r una attiva, laltra passiva; la -prima che* genera fuori . di se , la se- conda che principio di produzione in 4B ' . r ' se stessa, Tuna divina forpita di ragio- ne e dintelligenza sempre la stessa, laltra mortale priva di ragione sem- pre cangiante. La prima sempre mo- ^ vente, governa ci che sempre mosso e governato, e queste due cause com-r ponenti il mondo eterno indistruggibile, forza abbiano sempre coesistito. Lordine istesso delluniverso separa queste due parti del mondo colla linea che descrive la luna. Ci che al di- sopra di questo pianeta e fino ad esso inclusi vamente, la parte impassibile e sempre la stessa; questa la pi vasta, contiene tutte le altre, racchiude letere, . che la sostanza immutabile degli Dei l elemento della immortalit : in questa parte non ha luogo ninna discordia, ^ niun torbido, ninna calamit, ninna distruzione, ninna produzione; ivi scia tillano tutte le stelle fisse ed erranti, in mezzo a cui siede il sole come 1 u nione pi maravigliosa e possente della Digilized by ( ! 49 materia eterea. Da questa linea lino al centro del globo posta la sede dell e - sere sempre cangiante ; ivi la materia soggetta alla variazione od alle vicissi- tudini della vita e della morte , ed il soggiorno della Natura, che il principio della riproduzione delle cose distrutte, e della Discordia, principio della disso- luzione delle cose. Perch l essere sempre lo stesso possa agire sul mondo sottoposto alla genera- zione ed alla Natura, e perch abbiano questi due agenti onde produrre novelli fenomeni , richiedeva Ocello tre cose : i. la materia soggetto universale, perch base di tutte le cose, o un essere atto a ricevere tutte le forme, in cui tutto e in potenza prima della generazione, in elTetto e formalmente quando ha avuta generazione : a. le qualit con- trarie, il calore, il freddo, lumidit, e la siccit onde produrre le alterazioni ed i cangiamenti della oatura , quando Tom. II. 5 ' 'So la rnateria ha una nuova disposizione ! 3. finalmente le essenze, cio 'il fuoco, lacqua, Interra e laria, a cui appar-. tengono le qualit, e di cui il freddo e il caldo sono cause e principj eflQcien- ti, il secco e Tumido come materie. Le qualit differenziali dei corpi sono di due sorta: le une appartengono agli elementi, le altre alle nature formate dagli elementi, ed il giudicare di esse ai conviene al tatto. Delle quattro na- ture il fuoco e la terra sono i due estremi, laria e T acqua occupando il mezzo ; il fuoco e T aria hanno comune il calore, lacqua e la terra il freddo , la terra e il fuoco il secco, 1 acqua e laria lumidit, quantunque per cia- scun elemento .abbia una qualit pro- pria e dominante, onde al fuoco il calore, la siccit alla terra. Tumido allaria, e allacqua proprio il fred- do. Nelle trasmutazioni rimane la parte comune dellessenza, e la parte propria Digitized by J ' * 5i V si cangia quando vinta dalla contra- ria , come allorch T umido dell' aria vince il secco del fuoco, succedono i cangiamenti; e quindi emerge il terzo essere quando la qualit contraria pe- risce e resta la comune^ come avviene se Tumido dell'aria supera il secco del fuoco, questo convertito in aria. L'al- tra generazione succede quando le due qualit sono vinte dai loro contrarj, e Aon ne resta alcuna di comune, come ' accadendo che il secco del fuoco fosse vinto dall'umido dell'acqua, e il freddo di questa dal caldo del fuoco ; il fuoco sarebbe convertito in acqua. Non resta poi alcuna natura, se vengono distrutta in due elementi le qualit comuni non rimanendo che le contrarie. ? Quantunque Ocello abbia divisato quest'ordine nella generazine delle cose dietro la scorta delT analogia, che ebbene non sia d'accordo colla natura , N presenta ci nuUadqneo una piace-* \ * \ l Digiiized by Googlc- 5a . ' - vle- simetra; pure c queste qualit, c queste essenze, e questa materia, che meglio non poteva essere descrit- ta, preparata a ricevere le forme, non sono che principi passivi. Si vuole una . forza , un principio che le imprima at- tivit e vita. A questo ufiGcio che altri richiamarono il moto eterno ed inerente alla materia, altri un ente metafsico - e straniero, nel sistema di Ocello posto r essere sempre lo stesso, e tutto ' ci che posto al di l della luna. L a- zione istessa e linfluenza de raggi del sole hanno parte in questa generazio- ne, essi penetrando nel mondo sublu- nare agiscono pi 0 meno a propor- - zione della prossimit de corpi in cui s incontrano, infiammano la regione : del fuoco, dilattano quella dellaria, sciolgono r acqua e comunicano la fecon- . dit alla terra, la quale porge pi fa- cile e copiosa generazione , quanto pi quest'astro benigno a lei si avvicina. Digitized by Tutta la natura quindi si distrgge c ricompone merce F alternare di conti- nue disfatte e vittorie: le sue forze con- giurate nel suo seno' le tolgono ogni 8pemed*pae e di riposo; ma da que- ste istesse ' nessanti' turbolenze ,^'da' questa specie di .sedizioni e di rubello le piante trassero la prima foro orUi V ^iae dalla terra, dunque il cielo p tutto* V ci^di cui esso CormatQ, la tetra toi^ ^ vegetabili/ c gli, animdi , ' lo spazio ae^ , ' t con tut i sum fenomeni, sono e- terni e sempre esistiti. Clie se posto neir ordine delle cose, in ogni parte .. del mondo esser vi debba naa - specie raj go an|e , in cielo gli Pei , V uomo sulla - teria,'e.^ lj>ttiti nell aria , aeces^ .* serio ebe il gra^c- umano abbia " - p^e coesistito, aUrinmnt qqe 'l ot ^dkie sarebbp stato, interrotto. N , perch sulla tetra succedanp de violenti cambiamenti cagionati dafeno*ieni ua* ^ turali,' fei, avr, per ci a credere che la Sua, costituzione sia interamente distrttt* ta, n perch non .possa rimontare li|. 55 nostra memoria che a certi tmpi, si dovr credere che allora il nioudo aves^ se priacipio ; ma bisogna tenere che quella sia T epoca di un considerevole cangiamento. La terra sosterr pi volte le medesime rivoluzioni, ma giammai non le accadr d'avere n aumento n diminuzione, gli uomini la crederanno novella , e non sar che rnnovellata. ' Siccome, prescindendo dalla rivela- zione, sommamente dilBcile per lo spirito amano , il formarsi F idea d' un tempo nel quale non vi sia stato od es- sere non vi debba n spazio , n esten- sione, n luogo, u abisso, ma tutto sia nulla , e molto pi F attribuire la crea- zione della materia ad un essere spi- rituale, che non ha con ess^ alcuna analogia, alcun punto di contatto, tutti' i primi flosoh si accordarono nell am- mettere una materia eterna dalla quale ne sorti l universo. La maggior parte per furono d avviso che questo uni- tltOm / '/ vrso ordinato avesse un principio, credesi 116 in ci convenisse anche Pitagora. Non c per che la sentenza di coloro i quali posero come eterno anche P universo ordinato, si debba credere come figlia dell infanzia e della debolezza dello spirito umano, giacch essa non ebbe origine che dall osser- vare le contraddizioni, che gi emerge- vano negli altri sistemi. Essa posta in mezzo fra i primi passi che volge la filosofia alla ricerca delle cause, e alla scoperta dell essere spirituale, e pu risorgere anche dopo quest epoca tardissima, allorch cio a qualche sot- tile filosofo, parendo di scorgere delle contraddizioni anche in questo sistema, crede di non saperle concigliare che coir abbandonarsi a porre 1 eternit di ogni cosa. Facilmente sar corso al pensiero del leggitore, come Ocello adducendo in mezzo una materia che in potenza il G. ;k ^ . 57 principio di tutte le cose, ordinata e distribuita dalla causa operante fuori di se; pare che ammetta un tempo nel - ' quale essa non era ancora ordinata, e quindi il Tutto e non parrebbe essere eterno, c sentire il suo sistema di con- traddizione. Questa idea che orane sem- bra oscura e contraddicente, ne verr di scorgerla sviluppata da Timeo, nel- r ammettere T idea , o il mondo intellet- tuale chfe ha preceduto r effetto o il mondo materiale ; ed il non avere chia- , ramente Ocello conosciuto questo primo istante di ragione, questo passaggio dair astratto al reale, varr meglio a mostrarne come i sistemi parimenti ch tutte le umane cose, si vadano perfe- zionando a poco a poco, e fra quali angusti confini sia bmitata la mente-, umana. Ma ih Tilosofo di Lncania non solo avea meditato sulla natura; la morale e la politica furono oggetto delle sue Digitized by Google 53 - . contemplazioni; quindi sappiamo che avea scritto dei libri sulle leggi, sulla santit, ed altri di cui non ne sap- p iamo r oggetto. Il primo e pi impor- tante fondamento della sua morale e politica, era la propagazione della spe- cie , dovere eh ei faceva dipendere dalla divinit; poich avendo essa, a suo avviso, scorto che giusta le leggi della natura ogni individuo mortale, vi provvide colla generazione, il cui suc- cedersi riempie l eternit. Dio non diede agli uomini facolt , organi , desideri j onde procurar loro sensazioni aggra-. devoli, ma per assicurare l immortalit della specie: questa dev essere lunica mira delluomo, e nell associarsi cogli altri, e nello stringere i matrimoni ; ogni altra illegittima. Esso come parte- di una famiglia, di una Citt, e prin- cipale parte del mondo , deve riparare alle perdite giornaliere della specie*;' altrimenti tradisce le comuni speranze Digitized by elle eolia lap- ipot* le t 5p iaili 500 ella soc* ie^e det\ P aliti wca ,gli uj! 3/te fiD- are rie ie, ^9 - e%oh si pone come debito sno in rapporto col Tutto. Perci viola i pi sacri diritti della societ chi adopera diversamente, e sciagurati saranno i suoi figli degno oggetto dell odio uni- ^ ^ versale. Biasiina perci altamente il nostro filosofo quegli infausti matrimonj che, o per mira' d interesse, o per piu tristo fine , uniscono sposi di diversa ,, et: allora, ei dicea, trovano nel loro imene la discordia invece dell unione , . la. guerra ove deve aver sede la' pace; allora sono infelici le Citt,, le nazioni, perch composte di famiglie sciagurate rassomigliano alle loro parti. il' prin- cipio che decide deir esito d ogni intra- presa; e nel modo stesso, che neUiii- nalzace - una ^ casa tutto dipende dai^ fondamnti, se si'ti^ta di musica tutto ^ ' riposto nella flessibilit ed estensione della voce; negli stati tutto dipende dalla costituzione e dell unione interna delle famiglie .che li compongf. -X ,v Digitized by Google 6o ' ' Saviamente ei volea ciuindi cUe,i^l _ modo istesso die le piante e gli ani- mali non sono fecondi se non fino ad un certo tempo, ed duopo abbiano ac Locke e di -altri moderni, che nelle- sporre le 'regole per una buona edu- . , ' cazione, incominciarono allorch i figli , sono nati, senza punto curarsi di quanto .Tom, JJ, \6 -, - ' Di, : -rd by Googli re a [01 ooa are ad a i d or- ia io tata ella uo* irti Ctfi rie tte .la , 0 ) 1 ' Dpo ' r una necessit , giacch bello e ne- cessario che le case siano ripiene di nu- ' , merose famiglie, che la maggior parte* della terra sia coperta d uomini virino- s, essendo questo animale il pi per- . . fetto, ed il 'pi dolce di tutti. Regni - ^ ' 'r la santit nel matrimonio e le citt . saranno ben regolate dalle leggi, le , ; famiglie dai costumi , e i popoli amici degli Dei. Dopo principi si savj si creder an- cora, che Socrate fosse il primo a chiamare la morale dal cielo in terra per guida degli uomini? Pitagora ed i suoi seguaci ne conosceano prima di lui : . tutto il bisogno, ma intenti al sistema - generale dell universo, ancora incom- ' pleto e mal fermo, non poteano iute- - ramente rivolgersi ad essa , onde darne . un ordinato sistema. pigitized by Google V. 3 - F I C A R M 0^ ^ La Sicilia che avea gi inviata la sua giovent nella Magna-Grecia ad ;ascol- tare il Filosofo di Samo^ in poca tmpo fu piena d nomini che intendevano con indefesso zelo alle pitg^oriche dottrine, e qOeste aveano aiSattamente occupato T animo di quella nazione, che ornai la filosofia di^ Pitagora era lunico studio a cui si rivolgessero i Siciliani. Quindi vediamo col seguaci di queste dottrine i filosofi non solo, ma e i' legislatori, e i sacri cultori delle muse, ed ogni genere^ di persone che volgessero i loTO^ stttdj- alla letteratura; quindi in ^ tutte le 'citt di* queir isola erano'' gi,, pochi anni dopo la morte di Pitagora (i), in- nalzati i collegi e le scuble ove si iw-, segna va^no le dottrine di ini , e l setta . (i) Verso f Olimpiade LXXIV\ Digilized by Google " '65 Italica deve nei Slclliam riconoscere moltissima influenza al suo risorgimento. In Siracusa diffatto fu dove Epicarmo di Coo, che altri vogliono di Samo o di Mcgara, ascolt ed attese alla filo- sofia pitagorica. La Greca letteratura va debitrice a questuomo dell invenzione dellantica commedia, e se questo ge- nere di componimento arreca vantag- gio, ed ha influenza, come pare, sulla riforma de costumi, deve a lui saper buon grado, per averle dato il pri- mo compiuta forma , tutto il genere umano. Epicarmo sapeva unire il sacro culto delle Muse agli studj della nuova filosofia, ma impedito di professare in pubblico i suoi dogmi dal rigore della setta, e dalle persecuzioni del tiranno lerone , verso cui per sempre adopr liberamente ; prese il partito di porre sul teatro in versi i dogmi della sua scuola, del che ^ se ne ebbero a buon dritto inolto male i suoi compagni. ' 6 * 66 E fama che costai fosse assai versato nella filosofa naturale, nella medicina , e nella morale, ma dai frammenti che rgoglio de stranieri , e intanto tutte le atti godeano a gara di fendere pi bello il governo di un uomo, che dovea fra posteri essere og- getto d biasiitio e "di lode ,' mentre Roma dava non dubbie prove del suo - valore contro la' nemica Regina demari , Digitzed by Googlt J e la Sicilia scacciati i suoi tiranni , ripo- sava nella pace coltrice accurata dello pi nobili discipline ; incominciava il Gergentino Empedocle a volgersi sul cammino degli studj e della gloria. Gi Parmenide c Xenofane lo aveano ancor giovinetto acceso d amore per la filosofia , gi V esempio di Melisso di . Zenone e di Democrito suoi coetanei, aggiungendo oguor nuova lena all' animo suo, faceano s che intero si rivolgesse a questi studj, chegli di pronto inge- gno dotato, di accesa e facile fantasia , di squisita sensibilit e gusto pel bello, veniva frammischiando ai vezzi della poesia. E forse in questi tempi ch'egli scrisse alcune tragedie, che sappiamo aver ottenuto plauso sui Greci Teapriy se pure non sono di un altro Empe- docle. Che se queste non fossero di lui, non si verrebbe a menomare per ci la poetica fama che seppe procac- ciarsi co suoi filosofici poemi. Tutta i s V r antichit il pone fraV pi gratuli poeti della Grecia , - e * Aristotele dice . che ne* suoi vrsi respira il genio 4^Qmerb , c che in quanto al linguggio bille v un- magini ed a tutti, gli ' altti .^onicqenti della poesia , .pochi gli tengon^esso e " mimo lo vince: quindi non- a dirsi quanto la maest, T armonia del suo ^ stile, abbench talora fosse oscuro pi . del bisogno, possono -avere influito sul perfezionamento della Greca favella. ' Sia per che le., sottigliezze della scuola Eleatca ih troppo non sbiettas- sero cil nostro filosofo, che' meglio delle cose astratte amava conoscere T essnza delle reali,^ sia che su lui potesse mag . sti principj , che interamente sono chi- mici , ei prosiegue a spiegar la creazion delle cose colle stesse leggi, e poneva, - come riescir facile di scorgere, gli elementi del sistema Dinamico, che ia Germania tuttora tanto celebrai o , e. ottiene iDvoto de primi filosofi, la ssere accagionato V il 'perdersi ^ nella fred^ stagione o il serbarsi dagli, alberi lefoglte. Gli uni tra* spirano, copiosamente^in estate ^ e speifi sati perdono le foglie, in antunno, gli . altri', per pco traspirare, resi, robusti le mantengono anche nei rigore dett' iur Dgitized by Google 1 r . J ii3 verno. I moderni non seppero intorno a questa tesi aggiungere o maggiori verit air opinione di Empedocle , o pro- porne una pi soddisfacente. L' ultimo vncolo con cui uni il no- I stro filosofo questi due regni della na- tura quello della sensibilit: i corpi non organizzati nulla hanno di comune co vegetabili, e questi invece molto hanno di comune cogli animali, e le primarie funzioni della vita , il nutrirsi , . e il crescere, il sostenere malattie, l in- vecchiare, e la morte; quindi se i corpi inorganizzati son privi di senso , i ve- getabili ne debbono essere partecipi in . ispecie onde perfettamente rassomi- gliare agli animali. Che anzi l avere un anima materiale non solo dell u- jnana natura, ma privilegio conces- so eziandio a tntti i corpi organizzati. Anima quindi e sentimento hanno tutti vegetabili, e sono suscettibili dogni animalesco appetito. Quel fiore che al Digitized by Google II4 nascere dell aurora schlade il seno c ' si raddrizza sullo stelo, quellerba che toccata sdegnosa si racchiude in se stes-'- sa, questo ramoscello che si rivolge verso la benigna luce del sole, quest al- tro forelino che tutto inclinato verso un suo compagno , quell arboscello che perde le fronde, quella pianta che dis- secca ; o inaridisce , sentono piacere o dolore, sono compresa da volutt o da sdegno, da groja o da tristezza. Que- sta in vero un idea vaga e degna di un sommo filosofo che cerca di av- vicinare i diversi regni della natura , e che fra le mani di Darwin e di La ' Methrie fu dallo spirito di sistema ar- recata a si alto punto, che si dettero a credere di trovare tanta rassomi- glianza fra i vegetabili e gli animali, che Tollero fossero suscettibili. per fino di tutte le umane passioni. Un filosofo che ponea in relazione tutti gli esseri della natura , dovea pure 1 Digitized by Google ii5 addurre in mezzo alcuni doveri fra tutti questi, e ve ne dovea corrispon- dere una conveniente morale. Il Ger- gentino fond difFatti su questa fsica sensibilit comune a tutti i corpi orga- nizzati le sentenze di sua morale, che differ da quelle di Pitagora per in tre soli cap; nell' attribuire cio agli spiriti umani* una colpa anteriore alla loro incorporazione , nello spiegare di- versamente il passaggio delle anime , e nell' ordinare P astinenza di alcuni cibL siccome di questa reit delle ani- me cagione della metempsicosi non si trova vestigio presso i filosofi prima di Empedocle, cosi si suol ripetere da lui la seconda epoca del pitagorismo^ Molti spiriti mentre menavano vita beata e piena di diletti in cielo caddero nel peccato, onde tolti dai divini onori vennero scacciati perch dovessero e- spiare colla pena i loro delitti. Esuli erranti vanno quindi lungi dal cielo- ii6 . pel corso di trentamila anni , e vagando espiano meritamente i loro errori *, 1 c- tere le precipita nel mare, il mare li sbalza sulla terra, questa li sospinge nelParia, e l'aria di nuovo li innalza fino all' etere, in questo mezzo essi informano var] corpi ove siccome ia carcere stanno racchiusi. Il grande* pe> riodo nel quale gli spiriti sostengono questa pena o trasmigrazione , diviso in altri dieci di tremila anni per cia> scheduno , a capo de' quali incomin- ciano di nuovo la loro peregrinazione. In ognuno per di questi periodi essi ^vanno una sol volta ad animare un uomo, e in tutto il rimanente onde ter- minare il circolo scendono non solo nei bruti, ma ben anco nelle piante. ' Questi* spiriti perch provenienti dal cielo naturalmente tendono alle cose spirituali e divine , e quindi animando r uooM> ne viene eh' esso la loro merc dovrebbe essere virtuoso. Ma siccome Digilized by Google Hi-l .. -. ^iWfcias * .. " **7 essi sono chiusi nel corpo, c tendendo, jla materia per se stessa alle cose mate- riali e caduche,' ne accade che T anima stessa ne sia contaminata, e sospinta quindi pi. a seguire le fallaci attrattive del male, che i puri piaceri del bene;., quindi scorgi misero ed infelice il gene- re umano, combattuto da mille disastri, agitato da crudeli dolori, sottoposto a una schiera infinita di mali e di pianti. Queste due tendenze che sono proprie alFuomo verso la- virt ed il vizio, am il nostro filosofo ricorrendo alla religion . popolare rappresentarle sotto il nome degenj, onde meglio venisse compreso, e. maggiore vantaggio dalla sita morale ne potesse ritornare a' suoi concittadini ; quindi tutte le virt , e tutti i vizj deir uomo sono da lui rap- presentati sotto forma e nome di genj. Due sono quelli che siccome direttori della nostra vita sono incessantemente di scorta airuomo; il primo ne guida' - A ' f Digit zh .iglc ' Il8 ^ r e conforta alla virt, il secondo ne at- ' trae ed alletta al vizio.. Gli Dei benefci ' sono quelli a cui commessa la cura di ricondurre le anime purgate e pen- tite al baccio di Dio in cielo , ed a godere dei perduti onori divini ; quindi verso loro dovere di osservare un santo e religioso culto. Ove si osservi che questi Dei bene- fci , erano virt astratte deifcate , si qiplaudir'ad Empedocle ehe sapesse rendm:- cara.! per siffatto, modo la vkth:, 'e - insegnasse > di non potersi innaUtare a Dio, se non che coll esercizio di essa.i La sua morale tendeva interamente a questo unico virt, quegli animava a generose azioni, ram- pognava il codardo , frenava- 1 impetno- > so, mordea l'audace, abbatteva lprgo-' glio de grandi, la perversit de malvagi.- . , Pasceva di dolci' speranze i buoni, li adescava a confortare i loro simili di scambievoli soccorsi, a -sollevare con ' . \ *' . * l t ' sofia, e la macchina sociale. * . 5 . . . Teleaugi. ' ' Allorch si ricorda i pitagorici ed il Gergentino, corre^ insieme alla mente il nome di Teleaugi figlio di Pitagora, che fu amico o siccome alcuni credono in- stitutore di Empedocle. Nulla in vero n di costui n di Mnesarco suo fra- tello ne ricordano gli storici , n sarebbe accaduto volessi spendere tempo e pa- role nel qui favellar di lui, ove ^ non mi avesse tratto il desiderio e la neces- sit di pur dir nulla del verso d oro o sacro , che si ha sotto il nome di Pita- gora, e di cui alcuni ne fudo autore codesto suo figlio. > Digitized by Coogle ia8 1 versi d'oro non consistono che in ftlcune brevi sentenze* di morale, in alcuni precetti sul modo di condurre rettamente le proprie azioni ^ di vivere ' felice, ed apprendere a conoscere se stesso, a riformare il proprio cuore, a persstere nel bene, e procacciare al proprio spirito di ritornare , poich ab> bia lasciato la spoglia mortale , in cielo al bacio ed in unione della divinit. E siccome prima cura dell' uomo dev' e^ sere onorare la. religione , e far riflet- tere gli affetti dolci del cuore verso i suoi simili, cosi ivi gli si impone ^ onorare prima i santi Numi del cielo, poscia gli eroi .della terra e gli spiriti sott^mmei; coloro cui Paotao va jdelHtor della prpria vita ed i con^ ,1 giunti. Sii amico dei buoni , non odiare ' per lieve cosa i tuoi simili, avvezzati a vincere la gola , il sonno , la lussuria' e Tira, bada a non oprare cosa sozza n con altri n con tesolo, ma soprat- tutto rispetta te stsso. Dopo aver ricordato come soprat-. tutto bello e necessario esser giusto , n come 1 uomo si debba inconsidera ' tamente impacciare in ogni cosa ; perch fermo esser debba fra le sventure che s' incontrano nel cammino della vita , e possa tenere in poco conto le cose mon- dane, gli richiama a mente come sia legge invincibile che tutti debbano mo- rire , e'che quaggi tutto passaggero e caduco. Le ricchezze altre si acqui- stano, altre si perdono , e siccome sono date dal cielo molte calamit in retag- gio ai mortali, le sostieni con fermezza d animo sempre eguale , n mai ti pren- da perci corruccio o sdegno , ma piut- tosto ti studia per quanto in tuo potere di porvi rimedio. Sogliono nel commer- cio della vita cadere agli uomini molti discorsi e tristi e buoni, ma tu sii cauto e tientene lontano y u troppo sdegnarti se alcuno ti dice false cose , n lasciar eh altri o con fatti o con parole ti ad- f V Digitized by Coogle \ f % i3o duca a far ci che tornare tl possa in isvantaggio. Se brami vivere glorioso bada a non far mai nulla di ci che ignori, n ci onde tabbia a pentire, ma canto apprendi quello che si deve : ed in ispeoie bada a non operare cosa che desti invidia, tienti egualmente lon- tano dal profondere le tue dovizie e dal mostrarti avaro, e prima di operare pondera bene ogni cosa. N un vivere semplice epuro, n la cura della salute del corpo dimenticava il nostro filosofo, ma proponeva una sa- via misura governatrice della vita. Rac- comandava per in ispecial modo di non chiudere i lumi al sonno, prima di richiamare tre volte con rigoroso esame alla memoria , ci che si fatto nel giorno. Precetto che ove venisse osser- vato tornerebbe di somma utilit agli nomini non nreno che al genere umano , poich nulla meglio di questo costume porta lo spirito alla perfezione. Siccome Dgitized by Go; i3i la ragione nell' uomo non che un tardo frutto deir esperienza , della conoscenza del vero e della riflessione , ed abbiso- gnando esso sopra ogni cosa onde venire a capo di ci, lunghe e serie medita- zioni sovra se stesso e sovra gli esseri che lo circondano; nulla gli schiuder meglio la via a meta si avventurata del meditare ogni giorno le proprie azioni , e conseguentemente juelle di coloro con cui si ritrova associato ; distinguere ci che favorevole da quello che contrario al suo ben essere; ci che deve amare e cercare, da quello che deve sfuggire e paventare ; ci che gli procura un bene durevole e veritiero, da ci che non gli procaccia che un piacere fallace cduco." Seneca, che ove ^i tratti di precetti fu il fUpsofq pi savio di Roma, altamente commen- * t dava questo costume siccome abbiam gi osservato, e si compiace di dire eh egli stesso pria^che il sonno gli soc- 3 - chiudesse gli occhi avea cura di esa- minare tutto ci che avea fatto nel gior- .. no. Questa tua azione , racconta dicesse a se stesso, riprovevole, bada ad e- mendartene: oggi fosti ad un banchetto non ti fu conceduto il primo posto e ti sei sdegnato-, e perch ci? Ti fu forse presa qualche cosa ? Non sei tu * ancora lo stesso? E in tai modo tutte scorreva ed esaminava le giornaliere sue azioni. Questo savio costume , pari- menti del silenzio, fu rinnovato sul prin- cipio del secolo undecimo in un collegio filosofico instituito a Becco in Norman- dia da Lanfranco nostro concittadino e filosof profondissimo, che in quc tempi ili somma ignoranza, e pieni di scola- stiche sottigliezze, appunto con questa quasi pitagorica istituzione, richiam la perduta crtica a novella vita e la spenta filosofa (i). Ei volea che appunto (i) Non vi sono lodi che non siano tribucate a quest' uomo dagli autori Digrtized by Goo^l t i33 I giovani filosofi alla sua cura affidati^ ' richiamassero alia mente le opere loro giornaliere, e per tal modo ove male avessero operato s riprendessero da se stessi, se bene ne prendessero piacere^ n fu tal costarne dimenticato da pi accorti moralisti moderni, e confermato dalla pratica di molte religioni. Questo costume non pu che porre sulla retta via, c r autore de versi doro diceva meritamente che desso accenna le vesti- gia di una divina virt: per tal modo Francesi ed Inglesi , forse verso lui pi. giusti di alcuni Italiani. Io ho scritto un articolo ove cercai fra il bufo di quF tempi y di esaminare la sua filosofia ed in ispecie le costituzioni del suo col- legio filosofico. Questo fa parte di una mia Storia da' Letterati e dell Universit di Pavia che ho gi condotta fino al se- colo decimoquarto , e che se mi fia dato compiere consacrer alla memoria della mia patria y ed alla virt de miei tra- passati concittadihi. Tom, II. la j - AaWttiii L>' umano dirazza divina, e a lui tutto mostra sacra alta natura; della quale se tu fai parte, tieni quanto ti dissi e scemeranno i tuoi affanni: sii ottimo auriga in ogni cosa , che lasciata la frale umana spoglia , perverrai all etere libere e non s^ai pi mortale, ma Dio incorruttibile ed immortale. Quantunque in questo poetico com- ponimento non si parli delle astratte speculazioni pitagoriche, i principj di morale che in ess si ravvisano per sono silTattaraente d accordo con quelli 1^ 2 ^ z * . > 'j' ? i X f . ' . i35 die regolavano la condotta e le azo-' ni di que filosofi che d uopo con Crisippo, con Galieno e gli altri . uomini pi saggi dell'antichit) tenerlo siccome opera di un pitagorico. Alcuni credettero che i versi d oro fossero pi antichi di Pitagora, e che esso li avesse presi nei mister] Eleusini ^ ma* il non avere giammai di essi parlato n Isocrate, n Platone, n Aristotele, mostra piuttosto che fossero di uno dei pitagorici che vissero dopo la caduta del collegio a Crotona e usavano con ' Arlstosseno ed Eraclde, massime che in essi si rinvengono alcuni versi d Em- pedocle. La sconnessione poi che si scorge in alcune parti di questo com- ponimento, porge certi argomenti a du- bitare ehe non ne sia pervenuto in- tero, quale era allorch fu composto. Da quanto fu detto cade quindi an- che il dubbio eh' ei sia se non di Pi- tagora neppure di, Teleaugi, ned'io ho di loL Abbandonate' le 'monadi intelli- dei primi' pitagorici , pose , per lementi di ( quelle cose che' cadon) sotto, i sensi , .alcuni corpnecoli nei qua i esistono tre differenze , la grandezza , Digilized by Googl' iSf la forma e' la potenza: volle cli infi- irito fosse il numero loro, c che dopo di essi si estendesse il vto. Ecco per- ci come tenendo esso il numero loro siccome infinito per la nostra cognizio- ne, ed avendo mente alle vicissitudini della materia che senza posa in moto ed in cangiamento, disse non poter av- venire che si acquisti una vera cogni- zione delle cose. Quindi non accade di involgerlo fra un forse involontario pir- ronismo. Il sistema atomistico del filosofo Si- . racusano differisce da quello di Demo- crito e degli Epicurei, in ci eh' egli ponea che questi corpuscoli sono mossi dalla divina mente od anima, e non gi dalla gravit , impulso , o da qualche altra forza loro inerente, siccome cre- dettero gli Eleatici fisici, ed Empedo- cle. Cosicch accostandosi ai principj di Anassagora tenne.il mondo non solo co- stituito dagli- atomi, ma governato dalla nrovvidenza. la* Digitzed by Coogle i38 ^ - Ecfanto diceva, con Eracllde di Ponto,' die la terra si muove, ma non gi die si diparta dal proprio luogo , poich ferma sopra la sua ruota, quasi sopra na asse, si gira dintorno a questa da Oriente in Ocidente. Da ci ne viene eh egli escludesse il movimento an- nuale o di traslazione intorno al sole. Tanto valga a mostrarne in quale stato fosse a' suoi tempi T astronomia, e ca- dutone pi innanzi favellare di filosofi che in essa sentivano assai avanti , e a cui debitrice di molte scoperte , ne indichi quai soccorsi trovarono e quali ostacoli dovettero superare. Ecfanto scrisse anche un libro intor- no al regno , nel quale considerando questo siccome cosa incorrotta , sincera e per la sua eccellenza pressoch ^di- vina , richiede che colui il quale im- prende a governarlo sia puro, afi&nche colle sue macchie non venga a conta- minare quel luogo santissimmo. Il Digitized by i39 anche coi costumi deve insegnare , e imitare la virt della divinit perch egli appunto quaggi T immagine del supremo facitore. Dio non odia le sue creature, n le stelle, n il mondo, e siccome governa con giustizia, cosi obbedito da coloro che ne sono go-* vernati; perci i re della terra deb-r bono esser fregiati di quelle virt di cui ' fornito quello dell universo. Dio collarmona unisce tutte le cose crea- te , il re coll unione deve avvicinare . gli uomini, poich nulla pu rimanere se togli r amicizia e 1 unione: quindi > la benevolenza devessere nel cuore di tutti , e prima nel re verso i sudditi , poscia ne sudditi verso lui. Vuole in fine il nostro filosofo , eh' ei sia il pi perfetto modello di virt , onde colla emulazione spinga gli altri ad imitarlo; sav) comandamenti che. hanno di mira la. pi perfetta virt in chi regge, e la felicit desili uomini. 1 Digitized by Google 140 ' 7 . Timeo. Ma a meglio esporre la parte aritme-' tca e fsica "delle dottrine lasciate im- perfette dai ^ primi Pitagorici , a dare idee "pi chiare dei due priacipj ^ e deir essere che li anima., accingevasi Timeo, che nato da agiati parenti in una citt in qne' tempi per la sapienza e per le leggi famosa quale era Locri , si rivolse a tutte le flosofche cogni- zioni. Rapito dall* amena prospettiva che esse gli appresentavano, abbracci allora, siccome dice Socrate, la sfera \ ^ delle scienze , dopo la generazione del , monde, fimo alle parti che concernono la natura ed i doveri dell* nomo. Imprendendo Timeo a tramare delle cause di tutti gli esseri, e riguardan- dole dalla parte della loro causalit, Digitized by Gooj le *41 ne pose per le 'prime V Intelligenza che ' ; , * ^ causa di tutto ci che annunzia un . = disegno, spirito e ragione , ha la, ^ natura del buono, e chiamasi Dio j e > la Necessit, che causa di tutto ci che esiste per una certa forza, giusta : ' la potenza e la facolt de corpi. Tutto ci che esiste o idea o materia, o lessere sensibile che ne la loro pro- duzione: il primo di questi esseri o lidea ingenito, immutabile, perma- nente, sempre lo stesso, intelligibile e modello di tutti gli esseri prodotti - e cangianti, e la cognizione di lui spetta - allo spirito ed alla scienza. La materia come la madre; la nutrice, il sog- getto che riceve limpronta e tratti di rassomiglianza e di conformazione, da cui risultano' gli esseri prodotti, e . formano la' terza natura; eterna ma non immntabile, senza forma e figura, mp capace di riceverne , divenuta corpo divisibile, in fine per sua . natura Digltized by Googic V s f.. tinaja, procedendo per toni e mezzi ., toni fino al trentesimosesto termine, d per somma centoquattrdici mila sei- cento novantacinque che sono tutte le - divisioni di cui suscettibile FaniDh del mondo (i). (i) Per madore intelligenza d questa distribuzione dell anima nel sistema di Timeo, dietro quanto disse Platone nel su-o dialogo di questo nome e Proclo nel suo commentario seguendo le traode di Batteiix , indicheremo i trentasei numeri colla loro progressione armonica, e la somma di tutti questi. . ' ^ i3* : i5o Dietro siffatte proporzioni vengono governati i diversi movimenti degli astri, a norma delle differenti forze 384 I 1296 3888 ^_.,;- 482 1488 4874" ' 486 . iS 36 - 4 4608 5 ia 1728 8184 . 676 1944 S 83 a 648 2048 6144 729 2187 6861 . 768 a 2804 6 6912 864 *- 2892 777 ^ 972. 2916 8748 . 1024 8072 8 9216 1182 3 ' 8486 9 io 368 27 'J 114698 I numeri della seconda colonna sono i moltiplicatori del 884 c numeri che li corrispondono ne sono i prodotti y questi numeri esprimono e ottave, gli inter- medj , come sarebbero quelli da 884. moltiplicato da 1^ fino a '^ 68 . .moltipli- cato per rO. sono quelli che esprimono i toni, che sono nel rapporto di 9. -tt 8., o i mezzi toni che sono nei 'fappot to Digiiizix) by Google Mmi bBBSBIh i5i delle anime loro, composte coi due principj in dosi pi o meno forti, se- condo la loro distanza' dal centro o dalla circonferenza; questanima quel- .la che mantiene sempre vivo e presente .il movimento, e perci ove si ha pi di anima ne consegue vi sia movimento maggiore. Tutti que corpi che si ve- dono collocati in cielo nelletere, gli uni hanno la natura dell essere sempre lo stesso, gli altri quella dellessere sempre cangiante. I primi posti alla cir- conferenza , ove lattivit materiale e lattivit Divina sono pure, trasportano tutte le parti che sono dentro merc di a56. a 348 . Fu preso poi per- primo il 384. invece delV unit , ajfnch come avverte Plutarco si evitassero le frazio- ni , e ci non fu fatto senza molta per- spicacia e profondit. Questa scia poi fu applicata alla musica de' moderni alt astronomia , e perfino alla gradua- zione, dt colori dell Iride, Digitzed by Coogle 4 , i52 un movimento generale dall Oriente in Occidente ; gli altri posti al di i|n della circonferenza hanno il movimento del- Tessere sempre cangiante dalTOccidente in Oriente, movimento che loro pro- prio. Questo movimento dell essere can- giante compartito giusta armoniche proporzioni in sette circoli : la luna vicinissima alla terra compie il sno giro in un mese, il sole che la siegue im- mediatamente adempie il suo in un an- no. Esso conduce il giorno merc il suo giro dall Oriente in Occidente, la notte in altra guisa contraria a questo movi- mento cio pel ritorno d Occidente in Oriente cagionato in lui dal movimento dellessere sempre lo stesso. Lanno per lo produce merc un movimento suo proprio e particolare , e cos per questi due movimenti egli descrive una linea spirale, avanzandosi di giorno in gior- no verso un punto colatterale, ed trasportato dalla ftfera delle stelle fsse I. * ' i6i tlcolarmente nelle sensazioni successi- ve. Osserver primamente con questo stesso illustre filosofo, che d uopo baciare , il dar troppo importanza a queste astratte e generali speculazioni, non ne faccia trascurare T esperienza, nelle parti che possono spargere luce sulla natura delle nostre facolt, e ser- vire al gran fine di far conoscere noi a noi medesimi. Ove si badi pi che le sensazioni son. cagionate dai var| movimenti delle nostre fibre, che la durata delle medesime prodotta dal- r oscillazione prolungata di queste fibre medesime scosse vivamente, verr tolto ogni pensiero di attribuire una forma ad un essere quale V anima che te- nendosi semplice non ne suscettibile; e richiamando finalmente la metafisica air esperienza le si prepara nella fisica sensibilit un ordine di nuove ed uti- lissime scoperte. Il secol nostro clev' es- sere obbligato a Darwin, a Gabapis, ed 14* -i * 4 si riposasse. E concesso ancora che ci interamente non fosse vero, e Tom. II. t ' solo si possa quella paragonare all uc- cello di Reggioniontano che solamente scuoteva le ali , sar sempre laudevo- lissima pel tempo in cui fu costrutta , ed arrecher quel piacere che sogliono produrre questi generi di automi, che, siccome diceva un moderno, pare che imitino per quanto concesso airuomo 1 arte secreta del grande architetto della natura. Archita che riponeva la sapienza nella studio degli Dei e dei Genj, e nella cognizione degli uomini e delle cose appartenenti alla vita, e riputava sa- pientissimo e veracissimo colui che sa- pesse risolvere tutti i generi che sono formati da uno stesso principio, poscia di nuovo comporli e numerarli, e merc di questa speculazione poter contem- plare Iddio e tutte le altre cose nella loro serie, ed ordine separate da lui ; rivolgeva appunto la forza della sua mente allo studio di tutta la natura. K Ciigitized by Goqgle ipl sommamente a dolerci che a noi nuna sia giunta delle inoltiplici sue opere che Platone altamente commend, e inge- nuamente disse che cadute in sue mani ne trasse molto profitto. Rivolto allo studio deir astronomia , e cercando di abbracciare col pensiero la mfinita estea- , sione deir universo, crasi formata una grande idea della bellezza di lui, poi- ch soleva dire che se ad alcuno fosse stato concesso di salire in cielo , e di l contemplare la natura del mondo, la bellezza delle stelle , e P ordine di tutte le create cose, sarebbe stato rapito da somma ammirazione, ove specialmente dato gli venisse di poter far parte ad alcuno del suo stupore. Primo allora (lefini la natura del tempo , che secondo lui un numero, il moto e lo spazio disse essere quella dell universo. Le cose naturali si muovono secondo una certa proporzione di eguaglianza , e quindi si aumentano in proporzione secondo tutte le parti. ira Merc siffatta contemplazione non a dirsi qual purissima idea ei si for- masse della divinit: Dio non solo fornito della sincera virt scevra d ogni , umana perturbazione, ma possiede an- cora la di lei libera e tranquilla facolt per la maest e magnificenza de fatti esterni, ci clic non e all uomo dato di conseguire: esso principio pre- stantissimo a cui congiunta la mente, e per cui cagione sono presti tutti i beni : esso finalmente principio mezzo ' e fine di tutte quelle cose , che si fanno secondo la giustizia e la retta ragione. Dietro tali idee sulla divinit la mo- rale del nostro filosofo non doveva es- sere che savjssima, n potevan essere mal ferrai i principj di chi credeva , che la felicit dell uomo proviene dalla scienza , che 1 uomo buono non in un tempo felice, ma che il felice sar an- che buono. E buono colui che sa ret- tamente adoperare delle cose e dei Dgilized by Google tempi, e la felicit non riposta nel possesso della virt , ma nell uso dii lei, e la virt compone la felicit. La virt r abitudine costumata ed ottima del sentimento, e questa adoperata al conseguimento della felicit forma la beatitudine. Ogni uomo deve a suo po- tere promuovere la virt, ed buono colui che fa uso di essa, e quando la fortuna propizia, e quando avversa', ed in qualunque altro tempo della \nta:' ninna virt soverchia , ma nell ope- rare per bisogna aver di mira il de-' coro, ove questo peraltro non sia trop- po accresciuto, giacche in simil caso fnte di viz] ed offusca la virt , poich noti vha niun eccesso che sia buono. Nel conseguimento dei beni onde ricei;; care la felicit alcuni si desiderano per se, alcuni per altri, ed alcuni per en- trambi. I primi sono riposti nella bea- titudine, i secondi nella forza di far dei beni , gli ultimi nella virt e m ci . ogIe l&I scacciati dalle citt d'Italia. Consacratosi ' i alle scienze speculative avea composto dei commentar] di fisica che si credono di grandissimo pregio, e che vennero comperati da Platone , il quale ne facea ' moltissima stima. Delle opere sue.per a noi non riman- gono che alcuni interrotti frammenti dai quali non si pu raccappezzare al- cun sistema, e che se non vennero al- terati dagli storici, fanno mostra del genio di un sottile ed oscuro pitagorico. Conobbe esservi nell' universo- un' armo- nica proporzione, e come merc di questo concento, e. della necessit tutto in esso accada;, e si scorge pure par- lasse dei due principi, giacch era sua eenteuza che T unit non il principio di tutte le cose, perch non pu pre- | starsi n come ^ principio alla genera- -, sone , n come meta ' alla riflessione , ' . . i ma ad essa - s deve aggiungere anche il binnario. Nell universo.! la natura ' Tom, //, . i6 Digiiized by Google ' f82 conformata di cose finite ed infinite; come pure ci -che in essa si trova, quindi nulla di ci che hassi a conoscere pu essere principio, essendo tutte le cose indeterminate ed infinite. Essendo per necessario si contemplino gli enti dalla divina provvidenza con tanta ac- curatezza costituiti, le scienze devono a vicenda , separare e determinare ci che da esse si comprende , il quoto e la quantit, quello oggetto dell aritme- tica, questo della geometria, ed anche suddividerlo in altre specie onde ne emani il circolo di tutte le scienze ma- tematiche. Quindi ammetteva per criterio della verit la sola ragione, non la ra- gione comune per , ma quella che fa formata dallo studio delle scienze. Pen- sava in fatti che la ragione o Paniiua che respira in noi non che una por- zione , un emanazione di quella che sparsa nell universo , e siccome il simile non pu essere riconosciuto che ,del Dk-i -.yCoogle . ' i83 simile, ci che si appartiene alla ragione di comprendere e giudicare la natura delle cose universali , in ispecie cpiando essa purificata dallo studio e spogliata dair ignoranza e . daU.obblo, che ha contratti nella sua unione col corpo. Pare poi che in quanto alle cose di , cui Filolao tenea composto il mondo, arrecando le nozioni ad un grado pi alto di' astrazione , per le infinite inten- desse la materia, e per le finite le tto- dificazioni delle forme; pel numero poi che ei lo avea come il vihcolo che so- stiene con la sua potenza la perpetua durata delle cose mondane, pare inten- desse gli eterni ed immutabili 'principj delle cose. Alcuni valenti astronomi si sono stu- diati di mostrare come potessero giun- ... . . zata pi di non Io-fosse in Grecia a tempi di Filolao, e che piuttosto cre- der la si possa venuta, priva per di prove , pi che dall Egitto dalle Indie per mezzo di Pitagora ; giacch neppure r astronomia in Egitto, secondo Baily, era tanto innanzi da poter conoscere il moto della terra. Anche Iceta Siracusano filosofo ei pure pitagorico avea, per testimonianza di Tullio, annunziata que- sta opinione in un modo assai conve- niente, dicendo che il cielo, la luna, le stelle, e tutte le cose superiori sono in riposo , e che la terra sola in mo- vimento neir universo ; essa che col rapido suo moversi intorno al proprio asse, produce le -stesse apparenze che V. 1^0 avrebbero avuto luogo, se essendo essa in riposo il cielo solo fosse in movimento. Forse avr data simile spiegazione anche Filolao , ma non giunse fino a noi., Gon- vien dire per o eh essi rappresentassero questa opinione in poco ve- risimile, giacch non^ffl^Tu dato ve- derla adottata da alcuno astronomo Greco che venne dappoi -, o che i Greci nuda quale gliela presentarono non fossero in istato di concepirla, perch se le loro cognizioni astronomiche T avessero com- portato, bastavano queste prove ondessi avssero a procedere ad ulteriori ri- cerche. Diffatti il solo cenno di Cicerone intorno a Icta, fu bastante per sug- gerire a Copernico il suo sistema, ed egli stesso dice in una lettera a Paolo III, che avendo di l preso occasione di pensare al movimento della terra, inco- minci a formarlo, e questo annunziato ai secoli moderni^ abbench ritrovasse dei fanatici contradditori, venne uni- ( r * . I 1.9* versalmente abbracciato, perch tutti erano in istato di conoscerne la ragio- nevolezza. Non per che vogliasi to- gliere alla setta Itlica la gloria d avere per la prima annunziata questa opinione alla Grecia ,>|^||Mrsi i germi di quelle scoperte ch^^ero dappoi progredire s maravigliosamente le astronomiche cognizioni. Ma per ritornare alle opinioni di Fl- lolao, duplice ei credette poter essere la corruzione del mondo, Funa pro- dotta dal fuoco che cadr dal cielo, r altra cagionata dall acqua che verr sparsa dalla luna per lo girare della- ria, e lesalazione di queste due cos essere il nutrimento del mondo. Parve a taluno che questo mondo gi da lui creduto incorruttibile, e che poscia ora crede poter corrompersi per questi due piodi, mostri una contraddizione ne suoi principj ; ma egli ne pare che dietro F opinione di Ocello il mondo c incor- Digitized by Hs r. i^U -A-JL ruttibile per se stesso, abj^'neli pos- sano in. esso accadere delle rivoliizio- ' ni, ed ogni contraddizione sfuggirebbe .. prendendo il mondo nel primo caso per r universo, nel secondo pel nostro pia- neta. Pu didatti ess^Aj^iversamente, se questa corruzione ^Wolao la facea dipendere da fuoco caduto dal cielo o da acqua lunare? E indubitato per chegli avea posto molto studio sulle cose celesti, poich ne calcol le rivoluzioni e pose il cir- colo dell anno grande di cnquahtanove nni, nei quali si ritrovano ven'tuna lune, ci che prva er facesse il corso della luna di- ventisette giorni e tredici ore, e quello del 'sole 'di 365 giorni. La cognizione di' quel trato di giorno che compie la lunghezza dellanno era ^tata" nascosta dagli Egizj Sacerdoti ai nostri ' ftosof che col viaggiavano , ed essi quindi, .che pare' non si 'attenes- sero che alle cognizioni ivi attinte la O Digitized by Google . ?9^ ^gnorarauo, n fino a questepoca avea- no cercato di conoscere pi innanzi le rivoluzioni dei pianeti. ,, Filolao ebbe per tristo fine ; chia- mato da' suoi concittadini a porgerli nuove leggi il fece di buon animo , ma costoro poi ingrati l uccisero presi , non. si sa se da giusto timore, volesse mina- re la repubblica occupando la tirannide. L I S 1 D E. . \ : ' A Filolao fa amico e. conipagno Lisi- de .Tarantino, runico fra' pitagorici ' ivi convenuti che insieme a lui potesse col suo valore sottrarsi a Metapunt'o dalle insidie e dalla mprte. Di l cercando miglior ventura e pi, . tranquillo asilo, lifuggiossi a, Tebe, ove venne accolto amorevolmente da Poiino che il preg, colesse essere precettore di Epamtnojudn Tom. II. 17 ' \ Oigitized by Googlc suo figlio, clic in giovanile et raccliia- deva gi uno spirito assai maturo , e dava gi di se le pi belle speranze. Accett il filosofo s importante cura, e voltosi a coltivare lo spirito del no- vello suo allievo, il volle ammaestrato in ogni scienza e virt. Epaminonda diffatti in breve si mostr degno di Liside e della filosofia che professava, talch era malagevole di rinvenire uomo pi saggio e virtuoso ; e i destini della Tebana libert posti poscia nelle mani di un pitagorico, non poterono ripu- tarsi che avventurati. /-r' r Vuoisi che Liside fosse anche maestro di Filippo: non fu uomo . vero n pi ^ prudente, n pi sagace, n pi p-* litico di costui, ma chi tent il primo di porre in ceppi la Grecia non pu ssere di onore ad tm pitagorico come aol pu essere - ad Aristotele U genio conquistatore di suo figlio.- Si attribuiscano a lui 'i tre libri in* J ^ . 195 torno air istituzione, allarte di gover- nare,, ed alla natura, ehe si avevano sotto il nome di Pitagora, ed alcuni il fanno autore dei versi doro gi nel Teleaugi ricordati. Pare tuttavia che Liside non dovesse essere troppo facile a pubblicare le proprie dottrine , sic- come colui che fu osservatore accurato de precetti del maestro, e molto geloso del silenzio : non gi perch fosse suo pensiero non si dovessero ammaestrare gli altri nella filosofia, ma perch voleva non s iniziassero in essa che coloro , i quali prima se n erano mostrati meri- ^ tevoli. E perch pienamente si com- prenda quali fossero i sentimenti dei pitagorici intorno a codesto silenzio, Bii . caro di qui ricord ar& come ram- pognasse Ipparco silo collega ed amic, perch avesse comunicata la dottrina a chi non n era iniziato e in nulla ammaestrato dalle scienze e 'dalia pon- tmplazione, .t.. Digilized by Googlc Liside. adunqne ricorda ad Ipparco ' come ei male adoperasse delle proprie dottrine , e lo rimprovera perch avesse ci fatto contro i voleri del maestro: Egli ne disse , dovessimo aver fermo in animo essere pio, e ci richiedere i divini ed umani voleri , non si doves- sero comunicare beni della sapienza a colorcT, il cui animo non per anca purgato. Ned lecito porgere a chic- chessia ci che si procacciato con tanta fatica, del pari che propagare fra pro- fani i mister] Eleusini : perci sono in- giusti ed empj coloro che fanno o l uno o r altro. E d uopo richiamarsi alla mnte quanto di tempo ne fu mestieri spargere , nel tergere l animo dalle mac- chie, affinch trascorso lo spazio di cinque amii potessimo sentire e far serbo delle desiate dottrine, e perve- nire alla meta de nostri desiderj; con- ciosiach come i tintori lavano prima e torcono le vesti "che hanno a tin-. ^97 gere, onde cos sinzuppino nel nuovo colore che non si abbia a smarrire ; nel modo istesso quell uomo divino pre- parava gli studiosi della filosofia, affin- ch non venisssero meno le sue speranze sovra coloro , che si lusingava dovessero essere buoni ed onesti. N spacciava ei gi una falsa dottri- na, n si serviva de lacci con cui molti sofisti colgono la giovent, ma era ol- tremodo istrutto nelle cose umane e divine; mentre costoro al contrario spacciano molte cose mirabili, coglien- do nelle proprie retila giovent, anche con modi indegni purch vi c^da , e rendendo cosi prosontuosi e procacci anche loro scolari. Costoro spiegando liberamente a chi le chiede le scienza mducono costumi disordinati e turbo- lenti. Nel modo istesso che se alcuno infondesse limpid acqua in un pozzo .profondo e pieno dlto fango,. di pre- sente e il fango diventerebbe pi tor- 17* 19 * biclo , e r acqua insieme si corrompe- rebbe ; cos accade de maestri e dei discepoli: poich circondano il cuore e la mente di coloro che non sono ini- ziati di continue e dense spine, le quali offuscono ci che hanno di modesto, di mansueto e di ragionevole in modo, elle pi non li dato procedere a mi- glior fine. _ f' Da qui proviene ogni sorta di male, crescono e inviluppano la ragione e le tolgono di fare avanzamenti. Madri loro sono r intemperanza e lavarizia, en- trambe fecondissime: dall' una son pro- dotti- gV infami congiungimenti, la libi- dine, lebrezza, gli stupri, le sfrenate passioni e que veementi desider) che conducono alla morte ed alla rnna; poi- ch vi hanno alcuni che sono sifiatta- mente strascinati dalla libidine , che non rispettano n le madri n le fighe: anzi corrotte le leggi e disprezzate', sotto la tirannide delle passioni, sono Google tm J99 violentemente strascinati all estremo ec- cidio. Feconda lavarizia, di rapine, di furti, di paricidj, di sacrilegi e di ve- neficj. Bisogna innanzi tratto col ferro;, .col fuoco, e con tutti i soccorsi delle scienze, purgare il ripostiglio in cui # appiattano questi vizj , liberare lo spi- rito da questi mali, e poi educarlo comunicandogli qualche cosa di utile. Di Liside non si hanno altre partico- lari opinioni; si mostr filosofo e vir- * tuoso colle sue azioni e dicesi che senza ^ giammai scomporsi, ebbe la stessa fer- . Ippaso isteaso dal suo, sicch venne chiamato un pitagorico infedele , e si dice che con no suo mistico sermo^. ne" calunniasse perfino Pitagora? Certo lavere avuto a discepolo Eraclito' maggiore argomento a credere quale e Diurai by Googlf ' ' J ' . o3 . si fosse, e, che per ci? Ci- sforzeremo noi forse di sconvolgere la sua dottrina a mostrare che avesse altri sentimenti ? I sistemi vogliono essere esposti quali furono, ned savio adii ama conoscere landamento delle cose umane v velare I gli errori dei filosofi. Del resto questa anima eh ei volea composta di questo fuoco elementare forse impossibile , forse meno oscura di quella di Timeo composta di numeri , di quella di Demo- crito composta datomi? La scuola dIppaso si distinse in is- pecie nell aritmetica, e. dicesi chegli .con Laso Ermionese trovasse le (ragioni della consonanza per la celerit e tar- ^ danza del moto. Divulg e descrisse la sfera di dodici pentagoni , per la quale opera Giamblico racconta che siccome empio perisse in mare. Digitized by Google a4 i ' . >X 2* IpP CORATE^ DI ChI0^ * * La fortuna che il pi delle volte pare prenda giuoco degli nmaiii eventi-, o meglio il caso fecero dono alle ma- tematiche d' Ipp ocrate di Ghio ; che nato commerciante semplice fi rozzo atten- , deva sul mare a' proprj interessi , e di- cesi che anche in questi si mostrasse talmente imperito che quasi teneasi come acemo. Ingannato costui a Bisanzio in certi suoi affari da alcuni marinai , preso da ira contro il commercia ne sospse l'esercizio, d arrecossi ad Alene onde porre in assetto i proprj affari. Ivi tratto da curiosit venne un giorno alla scuola di un filosofo, e talmente fu preso della geometria che col s' insegnava , che abbandon di. presente tutte le altre foccende per consacrarsi interamente ad essa; per che si rivolse ad una scuola pitagorica. Digitized by '^Accade spesse volte che il genio negli uomini grandi si tenga a lungo celato, e mostri al contrario negli individui che il possiedono tutti i caratteri della stupi- dit, sino a che non trovi a cui si debba appigliare, rimanendo ottuso ad ogni im- pressione, finch non sia ferito da quelle sensazioni che a lui si richiedevano onde svilupparsi, nel qual caso vivamente ec- citato fd pompa della massima sua ener- gia. Il genio matematico in ispecie sem- bra in certo modo eguale a quello che produce i poeti, un impulso della natura che celatosi a lungo siccome un fuoco soffocato, alla prima occasione che li porge alimento, si desta , si accende e ingigantisce. Quindi non che Ippo- crate non fosse nato per essere grande , ma perch lo ingegno suo non sapeva fermarsi sugli oggetti dai quali in prima era circondato, e attendeva ristante da svilupparsi. Questi esempj comprovano sempre Tom, II, i8 V i6 pi non accostarsi al vero T opinione; di coloro che ammettono T eguaglianza de- gli spiriti e quanto possa al*contraro sullo sviluppo delle nostre facolt T in- fluenza deir economia animale. Altro; al certo sar lo spirito in quegli uomini di sempre amabile e ridente fisbnma, i cui nervi sempre spansi rendono le loro impressioni vive e rapide, che atti a que" lavori d immaginazione che ri- chiedono lusingliiere impressioni, sono incapaci di quegli studj che vogliono una grande e forte meditazione. Altro in coloro che aventi robusta muscolatura mostrano gran capacit di concezione,, ricevono e rcumunicano con prestezza molte impressioni diverse, e sono in- cessantemente strascinati dal torrente della loro immaginazione e passione; rari talenti, grandi lavori, grandi errori e talora grandi delitti sono la dote di questi esseri o sublimi o perniciosi. Altro- Jn coloro che deboli allaspetto hanno r , 2/07 sensazioni poco vive e poco profonde, le loro idee poco numerose e poco.*rapide, ma per chiare e nette*, le .loro affezior placide e dolci ma senza energia; fanno si che mostrino mediocrit in tutte le loro qose. Altro finalmente in quegli il cui aspetto di debolezza , ma sono forti , i cui movimenti hanno il carattere della lentezza e della circospezione , le cui impressioni non sono in generale n moltiplicate n rapide, ma dtma profondit e tenacit che non vi si ponno sottrarre ; le loro idee sono T opera della meditazione, cercano in tutti i soggetti nuovi rapporti, ne trovano spesso dei chimerici, e fra loro quindi insieme ai grandi scopritori , sorgono i grandi vi- sionar). Ninno negher che questi uomini tolti dalla sfera delle idee di cui soiio suscettibili si mostreranno spesse volte o stupidi o meno accorti, e quanto pi verranno feriti da oggetti che si con- vengono alla fisica loro disposizione , . \ tanto pi diverr cnerglco l loro in- ' gegiio. Ci amai' accennare perch' si conosca quanto sia importante, giudi- cando dellingegno' dei filosofi, il 'porse attenta- considerazione alle 'cisdsniz C- ' . s**. **. - '*.* tutte che del, pari poteano avereinfluenza sili lro fisico e sul loro morale, e come il . filoso^ . debba' colla medesima cima , stiidiai'e. .e T uno e l altror^ncll umo. > . i* Posto lingegno dfp^crate i* livell di ci che si riciiedva ^oade venisse, - scosso ,C fatto geometra seppe in brve ora il pi' stupido de marinai innalzarsi ^ sopra minori matematici. Scopri allora la quadratura .della,^lunOla i. e per questo' .ritrovato' prese tanta confidenza che. si Itising di rinvenire la misura del circolo istesSo , alla dala impVesa si accinse ,con Un ragionamento finissimo e del -tutto nuovo, e che^ sebbene no vada 'iente d inconvenienti, non tglie per di arfcate -meraviglia a pi espem Rderai matematici.' Dicesi da alcuni \ * * . * i ' ' . , - Digitized by Google ao9 che il {primo ei mostrasse la duplica- zione del cubo, ma siccome ne venne osservato simil problema gi tentato e sciolto da altri , convieii dire che ei ne tentasse una nuova e pi felice risolu- zione. E' a dolerci sommamente poi che non ne siano giunti gli elementi di geometria eh egli fu il primo a scrivere fra Greci , e che ove tuttora esistessero , mostrandone lo stato in cui si trovava in que tempi la scienza, ne darebbero pi. facile argomento a giudicare dell ingegno de suoi coltivatori in quella nazione. Ippocrate fu anche^^tronomo , poich dicesi spiegasse la coda e la chioma delle comete formarsi per la riflessione dei raggi del sole sulla colonna dei va- pori che le comete traggono dietro sej spiegazione adottata- anclie presente- mente. Raccontasi poi che questo filosofo ve- nisse scacciato da una setta pitagrica, perch avea ricevuta mercede .onde in- i8* Digiiized by Coogle l- t " ' 210 segnare la geometria. E la vero qnest s facili esilj non sono del tutto lodevoli per questa setta, giacche alcuno potrebbe a buon dritto rivolgerle il rimprovero gi scagliato contro gli Indiani; che sola aspirasse a possedere le scienze perche voleva che niuno le propagasse. Sebbene per si abbia luogo a rallegrarsi che se I il rigore di lei richiedeva si pernicioso silenzio, i suoi seguaci che ne conosce- vano il dann seppero all uopo violarlo , e quantunque per mitigare lopinione che co suoi rigori abbia celate le sco- perte di qualche ingegno, si possa cre- dere che coloro i quali si giacquero muti, il fecero perch cos richiedeva la corta suppellettile delle loro cogni- zioni; non cesser per il dubbio che il silen^o de primi pitagorici abbia di ; molto ritardata la cognizione di alcune scoperte, e che non siansi manifestate che poche opinioni di Pitagora, e forse . le meno importanti. Dkj- ^ i^^I( E U N O P I D E. . Euiioplde.di Chi da alcuni creduto lo stesso che T or ora accennato Ippo- orate, viaggi in Egitto, ed ivi si ad- dottrin in ispecial modo nella geome- tria, onde venne riputato uno de migliori matematici del suo tempo (i). A lui si attr ibiiisce l invenzione dei due pro- blemi che formano la dodicesima e la ventesima terza proposizione del primo libro di Euclide. Ma per convien cre- dere che la sua riputazione procedesse da migliori a noi incognite .scoperte, ' giacche bisognerebbe pensare fosse ai suoi tempi beue addietro la geometria , ove non si fosse ancora pensato a fare . .un angolo eguale" ad un angolo dato. (i) Ippocrate ed Eunopide fiorirono fra la LXXX, e XC, Olimpiade^ Dlgiiized by Googli' e ad abbassare da un punto' una per- pendicolare sopra ima linea. N ci pu accadere poich a tempi di Euno- pide era questa scienza pi avanzata , e sappiamo che Zenodoro suo contem- poraneo si occup di cose maggiori. . Vuoisi che trovasse la quadratura della Innola^ ma la maggior parte T attribui- scono ad Ippocrate, n si pu dargli graa lode poi perch parlasse dell eclitica , e come il sole tenga un andamento contrario a quello degli altri astri, giac- ch e Pitagora ed altri prima di lui ne aveano parlato, senza che il merito a vero- poco di tutti, perch questa co- gnizione venne dall Egitto , nel quale aveanla appresa; cosi pure dicasi del movrmento proprio del sole non ignoto a Talete. Achille Tazio racconta che Eunopide credeva la via lattea fosse lan- tica strada del sole, ma che lorrore da cui fu preso pel banchetto di Tieste , il fece incanuuinare su una strada con- n,glc ' . " - 2I3 tracia, quale quella del Zodiaco pre- sentemente descritta. Lopinione per che pi mi pare gli sia donore, fra quelle che a noi sonov giunte, si lesistenza di un calore nel centro della terra che vi sussiste sempre , indipendentemente da quello del sole, e che ponesse per principio delle cose il fuoco e laria,, sicch le* acque sot- terranee sono fredde d estate e calde dinverno. Con questi principi ei si sforz di spiegare le escrescenze del Nilo, mentre credeva eh' esso si ab- bassa in inverno perch allora non pu venire pi vento in Egitto; il calore che concentratto nella terraTin questa stagione consuma le acque e diminuisce il fiume, invece in estate" la freschezza naturale del Suo fondo ne mantiene la sua solita abbondanza.' Che se da ci si ha luogo ad argomentare eh ei fu cat- tivo fisico, e se male applic la teoria del calore centrale della terra in que- sta splegaziori, per*da conimcn- darsiV perch si studi forse il primo- di spiegare un fenomeno, quale Ve- screscenza 'deT Nilo, che. fu argomento .per^Jiingo tempo di ' molte ricerche ed anche di molti errori; e perch final- raent indovin questo^ fimco centra- le. ora. ammesso da tutti i fisici r > H*', A-- .V li TJ P.O S S 0. * 3 ' Eudossp' di ^.nido ^ fu, il J>i grande astronomo chfc vantar la' Grecia prima ddla 'scuola' Alessandrina, .ebbe a maestri Accbka ni^ geot^tria , Fili- Btone^. nella medicina, e .sicome era costume de pitagorici, fu dd pn astroi .nomo.;, geometra, medico e legislatore. '/ Abbench di ristrtte fortune tratto dall amore/del sapere -e dalla fama dei Socratici (i); venne ad Atene, viaggi e conobbe la Grecia, e il desiderio di penetrare addentro gli arcani dell astro- nomia il trasse in Egitto, ove rasasi la barba e i sopracigli, s intrattenne a lungo co Sacerdoti dEliopoli, onde da loro attingere le sospirate dottrine. Sort lesito dififatto conforme al suo de- siderio, siffattamente di esse fu preso, che 'bramava di abbruciare al' pari di. Fe tonte pmtch gli fosse dato accostarsi al sole e conoscerne a suo talento la di lui natura. Raccolte nesuoi viaggi Je osservazioni sulla levata e sul cadere del sole fatte in Asia, in Italia, in Sicilia eddnEgit-- to , fatto serbo d ampio tesoro di altre peregrine astronomiobe cognizioni , duce fra suoi sal a tanta V. V ; (i) JEtidosso fior verso la CHI. -On^ piade,, rv : V- r Sesto Empirico nemico acerrnuo' de ma- tematici, annovera Eudosso insieme ad Ipparco come i pi grandi astronomi della Grecia. Il primo frutto che trasse dal suo viaggio fu la conoscenza esatta delle rivoluzioni della luna (i), e quella deir anno solare di 365 giorni 'e un quarto , racchiusa nel piccolo periodo di quattro anni, che . secondo lui ricon-r duceva nel medesimo giorno i venti e le altre intemperie della stagione che dipendono dal sole. .Questo periodo .che ^ venne chiamato Tetrateride di Eudosso, era conosciuto in Egitto ed il nostro .deir anno bisestile. . Lastronomia de Greci non era con- sistita ne tempi che abbiamo percorsi , . se non che in osservazioni fatte a caso (\)ila.facad2.(). ,012.. 43,^ 38;^'. Dh -l ^C'.iu)qIc 1 f senza alcun* legame, alle quali eransi unite aldine opinioni talora stranissime dei 'filosofi. In questo mezzo Platone avea proposto il problema di soddisfare ai fenomeni del movimento dei corpi' celesti , senza per tentarne la soluzione egli stesso: a questa impresa rivolgeasi Eudosso, il quale tentandolo col movi- mento circolare e regolare, fu cagione simmaginassero tutti gli epicicli ed i circoli che vennero descritti dai Greci a lui posteriori. Siccome la ricerca dell^ cause un pensiero che tardi sugge- risce, perch sembra non si debba pre-^^ sentare allo spirito umano che dopo una certa maturit di cognizioni, e al- lorch si hanno riuniti un certo numero di fatti , e perci sebbene la teoria del jtiovimento dei piane'ti si' debba .ad astronomi posteriori al nostro tutta ' via Seneca ne riferisce eh ei trasport' in Grecia gli elementi del moviment ' depianet, e ne pare : di potere asse- Tom, II, ' *9 i>i8 rire che primo tentasse di darvi una spiegazione. Dicesi che questo proble- ma non fosse neppure tentato da Caldei e dagli Egizj , sia perch mancassero, di necessarie forze onde, innalzarsi a questo volo , sia perch queste ricerche vogliono uninquietudine, unattivit e Tin desiderio sempi'e vivo di conoscere nuove cose, di cui mancavano i popoli dell Oriente , e che invece forma il prin- cipale carattere de Greci. Essi diffatti vi si accinsero, e sebben privi degli strumenti, che diede E Italia dappoi a questa scienza, la arrecarono al punto maggiore che per loro si poteva. Anassimne avea posta la solidit dei cieli, Pitagora ne diede uno differente a tutti i pianeti , Filolao ne avea fatto iin capriccioso sistema, e per tal modo tutti di troppo aveano' traviato onde porre chi veniva dappoi sul retto cam- mino. Eudosso per pi accorto a me- glio riescile nell impresa, onde rap- DlQlizeu by C'.nnglt P le sfere. Ogni pianeta ha una specie di cielo a parte composto di sfere con- centriche, il di cui movimento modili- candosi sull altro forma quello del pia- jieta : tre sfere ha il sole , 1 una che gira da Oriente in Occidnte in venti- quattro ore , e cosi rendea ragione del movimento diurno, una che gira in- torno al polo ed all eclitica in 365. giorni e un quarto che producono il movimento annuale del sole. La terza data per un certo movimento del sole merc cui si allontana dall eclitica , e questa sfera gira sopra unasse perpen- dicolare ad un cerchio, inclinato alle- clitica iste^a , in quantit necessaria a questa pretesa ' aberrazione. La luna aveva anch' essa secondo il nostro ^Filosofa tre - sfere relative a suoi movimenti in lungitudine, in latitudine . ed al suo movimento diurno : agli altri pianeti poi ne attribuiva quattro ^ uno f by GlJU^lc di pi onde dar ragione della loro sta- zione e della loro retrogradazione. Se si osserva poi che questi cicli erano ap- plicati gli uni su gli altri in modo , che i differenti pianeti non erano separati se non che merc lo spessore di questi cicli, si converr, che se tale ^ipotesi cattiva , fu per conforme ai feno- meni celesti ; e se T immaginare che un pianeta sia attaccato a tutte queste sfe- re, e il credere che esse obbediscano - in un punito ai loro differenti movi- m enti , un assurdit che nel presente stato delle astronomiche cognizioni di troppo contraria al buon senso; si dovr per ingenuamente convenire che siffatta ipotesi maravigliosa e de- gna di attenzione. Che se si vorr por ^ . mente eh essa era la prima , che non . avea avuto alcun antecedente soccorso, non la si terr in minore considerazio- sue ope- re , facilmeilte ne sarebbe dato, cono- . scere quanto ei potesse nella medicina. N ^ nella rtiorale e in ogni altro genere di sapere, ma il tempo d ogni cosa di- struttore non rispett neppure i fram- menti. Di quanto della 'sua morale pot fuggire il bujo de secoli , sappiamo so- lamente che riputasse il piacere massi- ino del bene : tutti gli animali e quelli che sono dotati di' ragione, e quelli che ne sono privi, vanno incessante- mente in traccia di lui; e siccome ci che da tutti desiderato anche one- sto, e ci che onesto ottimo, ne viene eh ei sia ottimo sopra ogni . cosa. Ne lo prova e il desiderio che tutti abbiamo di fuggire incessantemente il dolore, che ne spinge per la stessa ragione a cercare il contrario , ed il sapere che desiderabile ci che^bra-f -miam per se stesso; ora qual cosa pi del. piacere non desideriam per s&stessa? quello che pi, importa, ci che va unito ad ogni bene, e ne aumenta- i beni istessi non sar il migliore di tutti , j Digilized by Google I W c come appunto il piacere che condisce e rende pi beato e squisito ogni altro bene? Quindi esso migliore della vir- t, il pi laudevole dei beni ed il pi glande, perche a lui siccome a fine si riferiscono tutti gli altri. Ma ora come un rigido pitagorico sar divenuto il pi acerrimo sosteni- tore del piacere? E come unirem noi in una setta istessa Archita che il crede il massimo dei delitti, ed Eudosso che gh sacrifica siccome al primo fra Numi? Non potrebbe forse accadere mi degli uomini, tenea clie leducazio- t ne dei fiinciulU fosse il fondamento, di ; tutta la repubblica. Le viti non porgono r* i '?-C^ aaS ottimi frutti se non sono ben coltivate, poich i frutti pari sono ai corpi con cui hanno -comunicazione e da cui sono insinuati. Quantunque per n le viti n il vino reggano le citt, ma Tuomo ed il suo spirito, tuttavia suolsi aver maggior cura di quelle, che di perfe- zionare quest essere sovrano. Quindi ei ' raccomanda sommamente Y educazion dei fanciulli, e scorgendo che gli. studj degli uomini non possono essere intera- mente tranquilli vuole , siccome pratica- rono a suo dire gli altri legislatori, si h unisca a questi il ballo e la musica in certo modo ordinato e costante, e a ci 8 aggiungano i giuochi che promuovono o alle mutue amicizie, o al vero modo di conoscere e coltivare 1 ingegno. Pari-' menti il suono e il canto vuoisi conce^ dere a coloro che sabbandonano alla- crapula ed al vino, affinch con tjuesti modi rassodato l ingegno , prendano ma- turando pi onesti costumi. . Conviene prima del pranzo e della cena invocare la divinit , non gi perch essa abbia bisogno di nostre preghiere, ma perch nel ricordarla sillustri Tarri- mo nostro; poich discesi dai Numi loro mente per noi s abbia a fare retta- mente ogni cosa. Quattro sono le cagioni per cui noi d essi ci rendiamo degni , la natura, la legge, larte, e la fortuna. La legge preside e autrice di quelle cose che si fanno giusta il costume degli uomini e la concordia civile. L arte vuol essere a dritto appellata madre di quelle cose che gli uomini operano con pru- denza; e la fortuna autrice di quei beni e di quemali che accadono a caso ed incostantemente; nascono dalla natura ' poi quelle cose che si muovono o av- vengono per una forza interna. Favellando il filosofo della sovranit richiedeva la legittimit del sovrano perch dovesse essere giusto, non po-* tendo a sno avviso esservi niun re oltr Tom, //. ao tSo la giustizia, n potenclosi dar giustzia fuori delle leggi; ond' che il giusto ei lo tenesse tal per forza delle civili istituzioni. Ai sovrano, che egli avea siccome la . legge viva , apponeva tre oBzj , comandare , giudicare ed onorare gli Dei. Potr rettamente comandare, se sapr alP uopo ed a dritto far la guerra: sar perito di giudicare e di udire tutti i suoi sudditi, se avr tn- parato come si conviene i diritti e le leggi della natura, se distribuir ad ognuno i proprj diritti, e cropartir ai suoi sudditi premio o castigo a norma delle leggi e della giustizia: sar Ottimo pel culto degli Dei se li avr stmatir La. religione .appartiene al sovrano per- ch vuol' essere amministrata dall' ottimo e dal sommo, e siccome Dio sopra tutte le nature, il re lo sopra tutti i mortali ; cpiello regge P universo, questi ,|a. societ , e come il mondo sta a Dio , questa sta al sovrano. - La societ colia r a3i sua anione imita T armonia del mondo , il re imperando nocevole a nessuno rappresenta fra gli uomini la figura dei Numi. ' Perch meglio poi il sovrano possa accostarsi all'Ente di cui Diotogene il volle r immagine fra i mortali, richie 'dea fosse sopra ogni cosa saggio e vir- tuoso: il sovrano non deve lasciarsi vincere dal piacere , ma lotando con lui sortirne sempre vincitore, ch a chi deve imperare agli altri conviensi il vincere i proprj afftti. Quindi sia tem- perante nei piaceri, liberale nei favori,' prudente e grave nel comando , severo e spaventevole nel perseguitare i mal- vagi, la benignit il renda caro ad ognuno, la gravit terribile ed' invito ai nemici, e un cuor magnanimo e gC"' neroso amico a' suoi sudditi. La benignit soprattutto gli sieda in cuore , V equit e la prontezza nel perdonare son seguaci della giustizia , ma in ci non alle pre- j Digilized by Google 3a ghiere, ma abbia riguardo all ingegno ed alla -volont di quelli a cui vuol perdonare. Sia in somma egli dice come il Giove d Omero, grave e. terribile perch punisce l'ingiustizia, e stringe il fulmine perch regna su tutti. -- r . 6 . ' . . *.** * j;. , X - M E T O P 0. Metopo. di Metapunto al contrario scrisse intorno alla virt con maggiore studio e lode, poich appoggi i suoi precetti ai principj metafisici della pro> pria scucda. Questo filosofo aveva la virt deir nomo siccome la perfezione deir umana natura , poich teneva ogni cosa per virt della sua natura essere perfetta; cos la virt degli occhi con- sistere nellacutezza della vista, e in generale tutti i sensi nell adempimento dell officio loro. Era suo avviso per che l aS ogni virt debba avere queste -tre cose; la ragione,* la facolt e T arbitrio della volont. La ragione con cui giudica e contempla, la facolt con cui produce e vince, la volont per cui propenso ed ama. ^ . .. , . , Il giudicare e il contemplare poi ap- partengono alla parte intellettuale del- r anima, il rimanente irragionevole, giacch la volont consta dell' intelletto e del desiderio , e Y intelletto appartiene alla parte ragionevole dell anima , il desiderio all irragionevole. Queste due parti talora vanno d accordo , talora vengono a pugna fra di loro, e questa succede per eccesso o per difetto. Quindi ~ allorch vince la ragionevole nasce la tolleranza e la continenza, quando vanno d accordo nasce la virt. Siccome la tolleranza consiste nel resistere al do- lore , la continenza nell esser fermi alle attrattive del piacere, V incontinenza ; e la mollezza al contrario nel non resi- 20 * d hy Gtogle stere e comandare, e perci ottenendosi queste virt con dolore , accade che* gli uomini fuggano il dolore , e le buone azioni e i delitti siano prodotti da que- ste facolt. Per tal modo il nostro pitagorico dalla parte ragionevole e irragionevole, dair irascibile e concupiscibile dell uo- mo, facea provenire tutte le virt ed i vizj, siccome abbiam gi veduto nel sistema pitagorico , e sopra codeste me- tafisiche basi innalzava i principj^di sua morale. Fu riputato laudevol cosa F trat- tare la morale dietro i principi della metafisica; gli antichi tentarono con suc- cesso vero s utile' intrapresa, e die- tro questi primi sforzi dei pitagorici applaud la Grecia ai tentativi di Pla- tone e di Aristotele , ma- i moderni la arrecarono a meta pi avventurata. . Dato bando ne nostri secoli a una metafsica che incerta vaga e piena di sottigliezze e di parole , come la lancia Digitfted by Coo^i : Hteiaii a3^ d' ckille che guariva iu n punto le piaghe che aveva fatte , si prestava egualmente a sostenere ed a negare le medesime verit; e innalzatane invece una pi certa, che cerca dappoggiarsi non sulle parole ma sui fatti, non su enti immaginar] ma sulle umane facolt; si tolse la morale da un seggio unica- mente precettivo e magistrale, e la si addusse per nuova via a conoscere il cuore umano, ed a nuove e pi felici scoperte. Allora pot essa condurre e governare gli umani affetti messa dal Ginevrino a parte della educazione, e ponendo l uomo su un retto sentiero a se sola far chei sia debitore delle pi belle virt; allora con Elvezip seppe scoprire all uomo le proprie sue passio- ni ed arrossendo far che vada meno altero delle sue pretese virt: sistema che quantunque Laharpe credesse gran- de per i .piccoli e piccolo per i grandi, otterr il voto dei secoli, 'e baster a Digil ** \zcr^ by gl( far cadere le vane accuse dei filoso- fanti , r ingenua confessione di una fem- mina che scrive ad Elvezio : voi mi avete troppo spesso fatta arrossire. Molti dif- fatti disprezzano questo filosofo perch appunto ha svelate le loro mascherate virt. Ma non solo la morale, si tent ia questultimo secolo di ridurre aprin cipj metafisici ogni genere di discipli- na, e lItalia nostra' che 'ultima veniva alla generosa impresa seppe , cogliere le' pi belle palme. Cosi mentre Kant in Alemagna poneva col trascendenta- lismo nuove basi all estetica , Vico, l in- felice Pagano alle radici del Vesuvio e Parini sulle sponde del P , misuravano con questa il corso delle nazioni , e ri- ducevano alla metafsica i principi della letteratura e delle belle arti; e intanto la scienza criminale, nata pochi anni prima nelle mani di Beccarla, poneva merc di Bomagnosi le sue radici sul / Digitiz^ by Google 2^7 'cuore umano e cercanV/. " V. l-'. 'ir-- \ Delle ' Pitagoriche- e fonsideraoni sulle , . \ donne ^osofs^nti. - , /* r . i - * r .. ' s '' ' "Uigillzed by Googl^ , ConsiderOfiion sulla filosofia di Pitagora ! e della Setta - Italica e sua influenza A ' , 267 de' suoi raggi il sovrano, il ministro maggiore dei fenomeni della natura. Proseguendo coll occhio di un geo- metra a contemplar l' universo e ridu- cendo allunit numerica gli elementi delle cose, poneano que filosofi le fon- damenta di una fisica che avea di mira investigare gli elementi dei corpi. ab-, bench le propriet dei numeri, come gi osserv Aristotele, non potessero dar ragione della qualit degli elementi, della leggierezza, del peso, del calore; che queste propriet non dessero a co- noscere la diversit infinita dei feno- meni ; abbench procedendo troppo innanzi nel generalizzare identificas- sero i principi dei numeri con quelli delle cose, facessero degli esseri che non esistono, riguardando siccome cose xeali esistenti per se stessi il caldo, il freddo , il secco , e l umido, c credes- sero trovare nelle verit matematiche il codice della legislazione deHuniver- 208 , ^ _ -i . so; pure .tl metodo pose principi delia vera unit sistematica^ che ah> bracciata dagli Eleatici li trasse a pro- fondissime' metafisiche dottrine,' che ha determinate tante meditazioni , rivelate grandi Terit , e prodotto s gran -nn- ^rnero d'ipotesi) e che in Kant forni * l oggetto di una intera completa teoria. Che. diraasi dlie -scienze naturali? -Quar nuovo aspetto non presero, c quindi a qtial nuova e nbil meta non mirarqno la metafisica; la morale e la ' politica su 'di ess appoggiate? La mei- diciua che '^prima non era stata cono- sciuta che dai Sacerdoti del tempio cF Esculapio , eh era'smpre ahdata con- / giunta 'alla divinazione, e veniva dalla luoltitndine riguardata come un prodi- gio della- divinit, vehne da Pitagora ridotta ad upa spienza seoplic e sa- lutare - pel genere umano. Esso avea osservate attentamente /le funzioni del- r economia animale, ^ avea insttuite rir cerche sul valore delle erbe, si era il 'primo innalzato contro l ipotesi degli antichi che gli animali possono nascere dalla corruzione, e in fine avea osser- vata r armonia che vi tra la vita fisica morale dell uomo. I pitagorici furono i primi a studiare luorao sano e malato per conoscere le regole di conservargli e rendergli la sanit, ed osservarono i rapporti mutui degli uomini fondati sulla facolt fisica e morale. A tal uopo nulla fu n pi vantaggioso n piu comodo dei collegi da essi instituiti. Ivi il primo Pitagora port il calcolo nello studio deir uomo, e volle sottomettere a forme meccaniche i fenomeni della vita; sco- pr fra i periodi dei movimenti febbrili, dello sviluppo o della decadenza degli animali, certe combinazioni o ritorno regolare di numeri, di rapporti, che r esperienza dei secoli pare avere con- confermati, ed accenn ai moderni la dottrina delle crisi. s.?o Da questa vengon non solo utili indicazioni all' arte salutare, ma impor-* tanti considerazioni sull Igiene e sulla fsica educazione. La natura produce luomo con organi e facolt determi- nate , ma r arte pu accrescere queste facolt, cangiare o dirigere il loro ofi&- cio , creare in qualche modo organi novelli. Questa 1 opera della educa- zione, che larte delle impressioni c delle abitudini, e perci ne viene che si divida in due rami, quella che agi- sce direttamente sul fisico , e quella che si occupa pi particolarmente delle abi- tudini morali. Pitagora ne conobbe in- teramente la forza, e quindi seppe trarne partito sulla maniera di regolarne i travagli dello spirito , di cogliere il momento in cui le disposizioni degli organi gli danno pi forza e lucidit pe studj che richiedono serenit di mente, e non affaticarlo allorch abbi- sogna di riposo;, e siccome colui che co- Di--- 'dby G(i-3gle / Mfci. a^i iTOscea il primo studio esser quello degli strumenti che noi abbiam ricevuti dalla * . natura, il secondo quello di conoscere - i mezzi che possono correggere , mo- dificare e perfezionare questi strumenti ; sapea del pari dirigere la fisica educa- , zione. E nbt che una buona educa- zione fisica fortifica il corpo, guarisce molte malattie e fa acquistare maggior ^ forza : di l pi possanza ed estensione nelle facolt dello spirito , pi equili- brio nelle sensazioni : di l quelle idee ; pi giuste e quelle passioni pi elevate \ che vanno unite al sentimento abituale ed al regolare esercizio cdi una pi Dietro siffatti principj innalzarono Ocello ed Empedocle una metafsica dottrina che cercava di appoggiarsi* sui sensi, ed apriva la .'va al sistema e alle ricerche sui principj delle cogni- zioni nel modo istesso che i principj astratti su cui avea innalzate Pitagora ** grande forza. Digiiized by Google 372 le scienze reali, posero i suoi seguaci sul cammino onde giungere alla ricerca degli elementi delle cose. Allora in que- sta scuola per la prima volta si addu- ceva in mezzo quell opinione s sera- plice e s vera sull eterna trasmuta- zione della materia : l amore quella di- vinit de poeti, che fu la prima causa che, i filosofi teologi ponessero per prin- cipio nelle loro opinioni sull origine delle cose, venne qui trasformato in una propriet, in una forza della ma- teria legislatrice delluniverso, e a cui i moderni altro non fecero che porre diverso nome; e intanto merc le cure f , di que' filosofi si tentava di conoscere queir essere che diviene il principio dei corpi e fu argomento dappoi di tante e belle ricerche. Tutti i climi hanno le loro produ- zioni,' tutte le parti della terra i loro imitatori, e dove regna eterno ghiac- cio, e .dove diritti vibra i suoi raggi il Digitized by ( ^ 7 ^ . ' sole tatto animato ^ dalla sommit delle montagne fino al fondo delle valli tutto vegeta e respira : in natura un commercio reciproco lega insieme tutti gli esseri terrestri, la subordinazione delle cagioni e degli effetti si estende dal pianeta pi lontano fino allinsetto pi impercettibile, T azione e la rea- zione continua dei corpi che. nasce dal- r energia della loro natura modifica di continuo e reciprocamente il loro stato. ' In questa immensit di cose niun essere isolato , quelli che sono inorganizzati si riferiscono come a loro centro agli esseri organizzati, questi si connettono insime vicendevolmente e incessante- mente gli uni hanno bisogno degli altri. Ma tali rapporti non bastano 'al pitago- rico; egli vuole di pi, alla sua voce si popola la natura di sostanze supe- riori distribuite in diverse gerarchie , ed unisce mirabilmente vegetabili ed animali, esseri ragionevoli ed irragio- -i 1 , . I Digitized by Googic 374 nevol, per la fsica sensibilit e per un'anima universale che avviva tutto egualmente. Peritai mod^o si avvicina- vano tutti gli esseri e s' innalzava una morale, eretta si^ pi dolce e, pi bello dei sentimenti che la natura compartisca al cuore umano , che la base di tutte le virt sociali, lo sprone a grandi e generose azioniti r elemento dell' eroi- smo; la piet naturale. Dopo ci quali dovean essere i le- gj^latori che aveano a sortire da que- sta scuola ? Guai a quella nazione . il cui legislatore, non senti mai che tutti gli esseri meritano del pari la nostra compassione; guai a quel popolo il cui principe non vide mai piangere il suo istitutore sulle sciagure altrui, o che non fu intenerito al racconto di una azione generosa! Il legislatore, il ma- gistrato nel cui petto fu dolcemente ali- mentato questo santo princpio di piet, non potr resistere , alle sciagure de'po- poli alle sue cure affidati ; lungi di pen- sare a soggiogarli, porr loro la mano e tenter di sollevarli se oppressi , in- franger le loro catene, rifiater come Empedocle il dominio, e vorr essere eguale e non superiore a suoi simili. Qual setta didatti , qual societ fu pi vantaggiosa ai costumi, alla liber- t , alla costituzione ed alla morale dei Greci di questa? Ninna setta n prima u poi produsse numero maggiore di inventori, di propagatori delle scienze, di magistrati, di legislatori, di capi- tani , di liberatori della patria. Ne fa testimonianza del vantaggio cui debitrice pel propagamento di questa morale la Magna-Grecia, che vicina a Sibari in se racchiudeva tutto il lusso di cui possa far pompa maggiore il molle Persiano, e la Sicilia che cor- rotta si giaceva nel letargo e nelle ca- tene. Queste dopo P introduzione delle pitagoriche scuole si rivolsero alla pra- tica di tutte le pi belle virt, e co- noscendo i proprj diritti e sentendo' d esser uomini , scossero in breve il giogo de loro tiranni, e si posero al- Tombra della libert fondata sulla in- dipendenza popolare. Ne fa fede dei li- berali sentimenti, e della politica di questi filosofi, Simico tiranno /li Cen- toruba in Sicilia, die apprese queste- dottrine abdic alla tirannide e fe dono*- ( di parte de suoi beni a suoi concitta- dini; la libert di Tebe che alla Grecia intera fe sembrare pi cara la propria, merc gli sforzi d Epaminonda. Quanta influenza avessero sulle altre sette r osserveremo nello scorrere che faremo di esse, e nell esaminare qual ) partito traessero dalle dottrine dei pi- tagorici. Per quanto alcuni siansi atten- tati di vilipendere 1 onore di, questa setta, per quanto credano di condan- nare il loro silenzio perch ritardasse il perfezionamento delle scienze, e ri- Digilized by 27f servasse a loro soli le cognizioni' delle verit , io son d avviso ci credano coloro ai quali non vennero interamente esaminati i priuclpj di questa scuola , cli ove a- ci con diligenza si accin- geranno , impossibile che possano rimanere indifferenti a quadro s inte- ressante. Vi ha egli spettacolo pi bello di una societ d uomini incessantemente occupata nel ricercare i mezzi di far progredire le scienze, di migliorare il destino umano , di sottrarre i popoli alloppressione, di fortificare il legame sociale, di portare ne costumi pubblici queir energia quella severit , clic si avrebbero se tutti gli uomini fossero filosofi o tutti cittadini uniti dai pi dolci legami di sangue e di amore ? Vi furono altre sette che ebbero maggior numero d uomini' eh erano da tanta oura stretti pel ben pubblico, che al- lorquando disperavano di potere agire sulla coltura generale , si sforzavano 'j- .fx Al Digitized by Google 37 ^ nulladimeno , ora co precetti di tma filosofia forte e severa, ora colle. dot- trae -pi rideati e facili , ora colle azioni severe ed. incontaminate , ora col disprezzo di tutto ci che dan- noso ai mortali, di mettere in salvo la felicit individuale dal furore del dispo- tismo, dall iniquit delle leggi, dai ca- pricci istessi della natura e del destino? - Ove alla Filosofia fossero sempre stati concessi simili coltori ed ai popoli simili legislatori, al certo essa non avrebbe pi volte dovuto arrossire, e gli uo- mini sarebbero pi felici. Fme del Tomo secondo. / Digi;i>' - 1 , fttu m i>iiia> i ii *i l ii 279 INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL PRESENTE VOLUME- Capo V. ioetta Italica . . . . pag. 3 g. I. Alcmeone . . a4 , a. Ocello . . . 41 g. 3. Epicarmo . . ..... . . 64 g. 4. Empedocle . . 8 g. 5. Teleaugi ...... . . la? g. 6. Ecfanto . * i36 g. 7. Timeo . ._ - . 140 g. 8. Archita ... . -. 168 g. 9. Filolao . . 180 g. IO. Liside . 193 g. II. Ippaso 3 > aoi g. la. Ippocrate di Chio - . . ao4 , g. i 3 . Eunopide 3 aii - g- 14. Eudosso * ;u 4 Digilizoc by ''.rnglc i-i t" a8o- p i STORIA DELLA FILOSOFIA GRECA DEL DOTTORE DEFENDENTE SACCHE Prlsso IL Lbrajo Giovanni Torri Coi Tiri di Giovanni G ac. Capeli4 Slampatoit-LiLrajo. Digilized by Google STORIA , . 7 , , DELLA f ^ f t FILOSOFIA GRECA i/T ; CLA E 0 VL _ .j,. r Setta Eleatlca . Prima Scuola^ ^ '.k* f '.i * l#i.^ , 've si volga ano sgnafido filosofie sul corso dei popoli, che condussero una vita luminosa negli andanti tempi; con facilit ne verr osservato che lo sviluppo dello spirito umano, come altre volte ne accadde accennare^ eie- 4 gne la una nazione 1* andamento che avvin hello svilupp delle facolt deir uomo, finch q^ti^ -limitato a sole sensazioni, non conosce che gli oggetti presenti, n gli avviene far giu- dizj di paragone; e niun desiderio lo nuove che rchiegga cose, lontane o il tragga ad esercitare azioni riflesse* Ma come prima gli vengono, in soccor- so le pi nobili sue facolt, ponendosi ' in relazione pi estesa , e pi imme- dia ta cogli og g etti esterni; paragona le sue idee, le unisce, analizza, de- compone le sue percezioni, ed asso- ciando le presenti colle passate, aggiun- gendole a nuove che immagina ; forma dei principj generali, nuovi gindsj^ verit a'stratte , cui tengou dietro tutta le altre pi diffcili operazioni dello^ intelletto. Cosi ove ne fosse dato co* noscere il corso di tutte le nazioni vedremmo ess'ere 'ivi accaduto dello^ svilup|>o delle cogniziou, come avvc^: Digitized by mito della filosofia fra' Greci neperiodi fino ad ora trascorsi. I primi Greci li- mitandosi agli oggetti sensibili e solo scorti dair immaginazione, avevano una filosofia presso che descrittiva , che era vaga soltanto intrattenersi ai fenomeni apparenti della natura, che vestiva dim- maginose fole. Poscia s'incominci dai primi Ginnici a iniziarla a porre giudiz) piu complicati , ad intrattenersi l** contemplazione delle forze della natu- ra , e ad investigare P origine primitiva del mondo. 1 fenomeni della natura non offrono a primo aspetto che un vago affastel- lamento di cose , ove tutto pieno di disordine , di confusione e di sconnes- sioni. Limmaginazione sovraggiunge, ed operando su questi clementi ci che la musica fa dei suoni, forma delle combinazioni , delle serie ; P analogia di forme la guida , e cos P uomo pone innanzi ad og^ni fenomeno una sene e dinamagml clie sembrano in armonia con lu, e preparano lo spirito a con- cepirle naturalmente e senza sforzo: nnit nel disegno , correzione nelle parti , simmetria nella distribuzione ; ecco quanto richiede allora la flosofa gi divenuta dogmatica. Per che i flo' toh fatti pi curiosi per interesse e per istinto , cominciarono pi atten- lanicnto osservare la generazione naturale , la formazione artifiziale de- gU oggeui fsici , e concepirono ^ la grande generazione degli esseri. Nella quale meditazione restando, addestran- do ognora piu l intelletto ,alle speou lazioni f e tratti dal piacere da cui luomo mosso dallo scoprire la verit; facilmente si formarono nelle pitagori- che scuole due principj, la materia che per se senza azione, e un'ani- ma nniversale che le d movimento , lutto riempiendo desseri spirituali c immaginar). Digiibn:: by Googlf ? Ma non tentando astratte medita- zioni, col ragionar poco e nulla defi- nire , solo intrattenendosi quasi all im- mediata intuizione; non avevano per anco i filosofi addirnandato a se stessi, come esista questo principio, n merc quali leggi codesti elementi primitivi 6i convertano e si trasformino in altre sostanze. N questo elemento primitivo eterno , n questo principia attivo egualmente eterno dei pitagorici, to- glievano di mezzo tutte le difficolt, n prestavano scioglimento a que pro- blemi, che gi tentava il perfeziona- mento dello spirito specblativo; come H variare dei fenomeni , il cangia- mento, e sopra tutto la cagione delle cose , essendosi sempre limitati di sup- porre la metafsica possibilit del can- giamento. Lo spirito umano era ornai giunto a tale da procedere a piu diffi^ cili speculazioni, e d investigare T ori- gine delle cose; sembrava ornai che t '.OgljPi 8 si dovesse riempiere al voto lasciato dagli antichi filosofi, e si ricercasse come le cose potessero cominciare ad esistere, ed in qual modo, una volta I esistenti , potessero essere sottomesse a rivoluzioni ed a cangiamenti. La pri- ma che si avvide di questo voto nelle scienze filosofiche , fu la setta insti- tuita da Xenofane in Elea Citt dIta- lia da cui le venne il nome di Elea- tica (i), e i cui seguaci colla speranza di ' pocvi riparo- si rivolsero - ad ua nuovo modo di speculazioni. Dietro r orme di Pitagora che era stato il loro maestro , vollero questi filosofi cercare nelle verit razionali la soluzione del problema , divisarono determinare a priori merc la sola forza (i^ Questa Setta incominci pochi ttnni dpo la caduta di Pitagora , men- tre fioriva Anassimandro ^ e tutti i suoi contemporanei, - DIgitizcd by Google 9 della ragione t come le cose possano e debbano esistere. Ma arrecarono poi pi innanzi le loro astrazioni, non per- ch fossero meno esaltati del loro mae- stro, ma perch le di lui meditazioni li avea posti in grado d essere pi metodici, ed atti a far procedere pi innanzi la scienza. Perci cercarono di rendere, pi profonda P unit che Pitagora ayea pOCa nella monade, & giunsero in breve a formarsi ridea di un essere ptimivo , unico > essere de-^ gli esseri. f sn cui innalzarono come dalle fondamenta, le loro dogmatiche dottrine. Ma essi non avean ancora bastante copia di cognizioni per in-^ nalzarsi da lor posta sopra il grande edificio della natura, e gi questa ri- gorosa unit sembrava abbattuta dalla idea di causa ^ che trae seco quella di effetto ; da quella di azione, che seco conduce quella di reazione. Die- dero alle loro dottrine vero una It forma pi severa, mostrarono quale sia la direzione rigorosa a Cai volgere si deve la metafisica quando vuole anti- cipare sui fatti', e ragionare * sui ' pri- mi,, fondamnti di tutta V esstenssa ; ma pr quanti sforzi adoprassero onde spogliare la materia de' suoi attributi, e non farne che un essere in potenza ^ nn niente reale, trovavano sempre un errare, egli accadeva m quest' Uno, di- rinvenre ognora la moltitdijae iayecp deir unit. ' f Uin~1iu sidotaLoni dello ^'Spirito , nel modo istcsso che trae T uomo a trasportare le sensazioni negli oggetti che le pro- ducono. Avvezzo r uomo a scorgere nel corso ordinario della vita, che rie immagini le quali tmiavono i suoi sensi corrispondono a certi tipi este- riori; con facilit si persuade che' le nozioni generali, le semplici relazioni", aver debbono anch' esse il loro modello fuori di lui in una sfera che sfugge a' suoi sensi. Pitagora aveva gi identi- ficato il principio delle cose con quello delle cognizioni, ponendo il principio di queste nelle combinazioni razionali; appena si voglia alquanto generaliz- zare questa idea , si scorge come facil- mente possa addurre alf eleatic/smo ; e nello stesso modo che noi consderia- i3 tentazioni dell unlve'rsb fisico , non si- durer gran fatica a considerare le nozioni astratte come V iinmagihef-^1^ nn mondo metafisico, cni la filosofia diede esistenza nelle regioni dell in~ telligenza. N 1 abitudine sola ^ ma r immaginazione ve li traeva quel sentimento per cui facilmente Tuomn; realizza le fantasie dello intelletto. Il filosofo allorch concepisce lidea doL mondo intellettuale e metafisico, abban-' dona di presente il mondo materiale e sensibile , e trasportato dalia medita*^* zione in uno spazio senza confini , fra r immensit e la sablime grandezza del suo concetto, non iscorge attorno di se pi alcun punto fisso dietro cui possa coudurre le proprie meditazioni, come pilota in alto mare a cui vieti, meno e- la bussola e * la benigna luce delle stelle. Allora' ei stabilisce l pi^ arbitrarie supposizioni, poich non xinviene nel medesimo ordine di co&e ^ Xom. IJI, a niuna .espei'ienz;^ possibtie' che po^a> Illustrarne Y ^rro^e. , Qhe lilzi cnrti alcun metodo. 4\osaervazioiie, che. tardo presso voli doH^ sua iaptai) sia ; assoggettato . all' impero delL':im sorprende la ' fantasia ; il meravigltoso> de'8ogn>*Le tenebre, de^ mistero, ne: nvvoigono da ogni parte : separati duk tutte le idee che ne erano familiari , ra- pitiin ima incognita regione , isolati neh seno deir infinito^ non tsporgiamo piih intorno; a noi questi archetipi- di comn pauae^ioney querce > impressioni reali, y che ne r servono (d appoggio ne^zKQfitei; gin^izj ordinar]. ( 4Uoca. (assopite tutte ( le nostre facolt fuorcli quella di com- binare ,* realizziamo tutto ci die si cifre al nostro pensiero ; come appunto avviene al filosofo rapito dalla sola im- tosawlnazioile che trionfa sull osserva- O 'zione e uU' esperienza. A ci si aggiunga quella tendenza, che nell umana ragione di ridurre le scienze all' unit sistemtica, o ad un punto solo da cui tutto -abbia a di- partirsi ; queir entusiasmo filosofico gi seguito dai* pitagorici , e per cui si realizza e si personifica tutti gli enti s materiali che metafisici; e fiuaU mente quel piacere che l spirito uma- no trova fra gli accordi armonici, e che ne trae a ritrovare l' armonia io ogni cosa, e addasse gi i Pitagorici a penetrarne l accordo maravigKoso che scorge in tutti gli esseri della na- tura , ed ora trae gli Eleatici a stabilire un accordo fra lidea e gli oggetti, fra il mondo reale ed il metafsico fisti non iscoprlvano Tie nn mormorio con- fuso nella natura sensibile; si ritira- iropo in questa regione ideale ove a ]oro talento ii era dato fissare nuovo ordine di cose, nuovi principi alle loro idee ed all' armonica unit che rinve- ,Bvano in ogni parte. Pi obbedisce i'aomo a questa inclinazione di nna immaginazione che ' s' inganna 9 e .. pii avvalora P identit : tutto ivi egli scorge .essere racchiuso , e la diver- sit dei fenomeni e il' sistema degli cssen'^9^ altro a lui sembrano che la stessa sostanza , la quale si ripete in jtntte le_ parti, in tutti gli oggetti; ^ome la stessa voce mandata in una ^Ue, rimbomba e si ripete nella mol- riplicit dei seni, degli scogli, e della caverne. DtgitizeG by Google #7 S* ' --^ ^ . X N O F N E L'uomo scelto dall' ordine delle filo- o&che opinioni, dal succedersi delle sette , e dalle circostanze pubbliche private a imprimere moto a questo nuovo ordine di idee, fu Xenofane di Colofone (i). ladipendente da ogni pubblica cura , sciolto da particolari xiguardi, scevro dei volgari pregiu- dizj, povero, perseguitato, ma sem- pre libero ed intraprendente; si senti da tanto , senza nulla paventare , di volgersi contro le antiche opinioni. Avvegnach ei non dubitasse deU r esistenza dei corpi , tuttavia iscor- (i) Nacque sul fine della LI IT. Olm^ piade j ed era ancora vvo nella LXXXI* a* gelido che nlua sistema per attco nona veva spiegata convenevolmente la ge- nerazione dello cose, n riescendogli di comprendere come queste si potes- ero formare , incominci dallo spar- gere dubbj sull idea dell origine. Xe- nofane non sapeva formarsi ragiono per cui ci che non esiste ha princi- pio, e ci che esiste va soggetto alle iricissitudini del eangiaraento , e fermo nel principio di ragione che nulla non viene dai nulla , cio che tatto ci elle al presente essere reale o sostan- za, ha sempre esistito non solamente in sua causa o emiuenceraente , ma for- nsahneme ed in se stesso ; ne veniva traendo per induzione necessaria T ^ ternit di tutto ci che esiste; da cui emauaroao pei una serie di conse- guenze, che incominciando dal negare r impossibilit dogni cangiamento, se ne veniva a capo col negare l-cai 4teriza d ogni cosa. Kula non viene lai nulla, eio una cosa che non sempre esistita, non pn giammai incominciare ad esistere, dunque, diceva Xenofane , tutto ci che esiste eterno. Se ci che esiste non fosse eterno , sarebbe stato crea- to-, ora facea mestieri che questa cosa fosse stata prodotta o con ci che esi- steva , o c'^ a ci che non esisteva ^ con una sostanza omogenea od etero- genea. Ma non pu accadere si for- masse di ci che non " esisteva , n di nna sostanza eterogenea , perch ne- cessariamente verrebbe dal nulla , ed impossibile dal nulla venga qualche cosa ; non di una sostanza omogenea , poich essa non pu produrre nuli di eterogeneo, e il mondo compohiudendo ogni osa , deve avere un^ Digitiz ed by Google perfetta immobilit *, e percir se po- tesse cangiar luogo, dovrebbe entrare o nel pieno o nel voto : se entrasse nel pieno esisterebbe qualche cosa fuori di lui, e quindi non sarebbe in- finito ; nel vto poi non possibile entri, perch un essere di ragione. Se senza cangiar luogo poi potesse ssere alterato , converrebbe che qual- che cosa la quale 'non fosse eterna .venisse ad essere prodotta, e qualche osa che fosse esistita dall' eternit cessasse di esistere. Ora ci impos- sibile , giacch tutt9 quello che non essendo eternamente esistite incorain- cerebbe ad esistere, sarebbe prodotto dal nulla; tutto ci poi che ebbe inco- minciamento ha un' esistenza necess- ria , n pu giammai cessare di esi- stere. Ei non pu neppure cangiare se stesso da se, poich un essere eterno che esiste necessariamente, indipeu- dentemente da se stesso, e possiede enza* fl Qoncdrsd delta 'saa vtodt tutti gli ' attributi della sua n/itura ; si 'deve tenere che fino dal suo principio era' compiuto , n pu concedere vi Sk* introducano nuove qualit: dunque questessere o il Tutto ternO'^^ itn* mobile, indistruggibile ed immutabile^ Xeuofane poi unendo lidea della pi grande perfezione possibile ^ a questa sostanza unica, eterna ed mutabile; la elev, anzi la. identific colla divinit. ' Alcuni avvisarono - che il nostro filosofo ponesse due princip|> Tessere, ed il non essere, il primo-' Dio, ed il secondo la materia muta'^ bile; oppure distinguesse la divinit dal mondo , tenendo quindi in qu^to i avesse movimento, produzione o distrazione. 'Ma essi : si diedero a vedr ci' a qui Xenofane non" ebbe punt pensiero, giacch come fne Iterr osser* VJBto, piuttsto che concedere il cam- biamento-^ nelle cose j - am sparger Digitized by Googit dubbj sulla fede sensii^n ai rier 8ce poi ,4utnaginartni ^loa al^ri> oqte ei Jistiaguesse la divinit^-jdftl^ mondo^ c nellj'istesso mezzo la riputasse simile a lui. Ei pare- vero che codestq filosofo ^i fosse arrestato a nozioui poco distinte parlando della divinit, e non avesse ia ispecial modo esaminato, se T unit conveniva a Dio in .quanto alla ra- gione, o in quanto alla materia; ma certo c\ie questa sostanza ,cUe ei voleva unica, la identi6c. colla divi- nit istessa. Ci che Uno., ei diceva Dio , e se questo lapice della per- fezione, se la sua esistenztu, posta nell andar oltre ogni altya cosa , e nel non essere vinto da nessuna ; deve essere unico. Ove se n,e avesse pi- di uno, converrebbe che questi esseri fos- sero o eguali od ineguali in quanto alla loro perfezione ; ora se fossero eguali uiascheduno non sarebbe l essere pi % M perfetto, pfercfi avrebbe un em? idi pTer-fzione 166 fossero ineguali, il meno perfetto sarebbe soverchiato dal* laltro, e quindi non essendo Tessere il pi perfetto, la ragione non acconsen- tirebbe ravvisate' in lai un 'Dio. Co- ldesto Dio noia ha corpo,- ma la sua so- stanza egualmente si estende in ogni modo, e riempie uno spazio immenso e sferico; non si pu dire che sia finito, poich non ha alcun limite come acca- de dei corpi fisici; e neppure infinito, perch solo il niente infinito, e Dio per la sua resistenza dilferisce dal nien- te. Siccome esso Uno e Tutto, non n mobile, perch non ha spazio, nel quale si possa muovere; n Iffuriobil^ perch rT attivit -va necessariamente rnica alTida della pi grande perfe- zione^ clte si 'deve conoscere nella Di- vinit. Essendo* perci il pi prfetttor degli 'esseri, fornito del sentimento e del. pensiero nel maggior* grado po Digrtizi"^ ; Googk 25 ftibile ; ma non gi in qualche parte soltanto come T uomo , ma dovunque perch di figura rotonda , in ogni parte uniforme ed eguale a se stesso. Da ci si comprende che ove egli parlasse di questa sostanza divina, noti la poteva separare e distinguere dal- r universo se non che per astrazione, poich una, seguendo T opinion sua, la natura di entrambe ; e mentre teneva l universo siccome eterno ed uno, non voleva poi contrapporvi unal- tra unit che gi avea negato poter esistere. Quindi che cade ogni prin- cipio di spiritualit si possa riputare ammesso nel suo sistema, ed aperto presentasse un panteismo pi ardito e pi seducente di quello dello Spinosa, Gli attributi che Xenofane concede al suo essere diiifiait, d'immobilit e di immutabilit , nobilitando un essere la cui esistenza necessaria ed indi- struggibile , presentando un dogma Tarn. ///, 3 a6 - della pi pura teologia e che racchiu- de i principj degli ortodossi sulla divi- nit; facilmente possono sedurre e trar- re iu inganno anche i pi avveduti : ^ mentre il preservativo che ha seco r ipotesi di Spinosa per la mutabilit e la corruttibilit continua', che attri- buisce alla natura divina rispetto alla modalit; arreca siffattamente onta, ed s contraria alla ragione, che in breve mostra T assurdit che trae seco. N per ci solo pare meno bella o pi seducente P ipotesi deli antico filosofo , ma perch da suoi principj si pu trarre un' obbiezione al sistema del moderno: conciosiach se tutto ci che non ha principio immuta- bile , il Dio di Spinosa deve essere incapace di sostenere qualunque can- giamento , n per ci pu essere la causa immanente dei cangiamenti che accadono nell universo. Ogni cosa im- inanente produce qualche cosa' in se N stessa :' qnsta o an,inodo injdefimt^ colla - sostanza che . modifica , o una' qualit assoluta e realmente distinta dal suo soggetto d inesioiie ; se un modo indefinito , Dio non lo pn pro- durre, poich esistendola sostanza di-' vina necessariamente , essa non pu dipendere da alcuna causa efficiente ; se una qualit distinta, ne verrebbe che Dio potesse creare degli esseri' di- versi di lui , ed allora verrebbe a ca- dere r ipotesi di Spinosa. , A ci ag- giungi che la produzione di un mon- do, o di un accidente, la distruzione di nn altro : da ci siegue che se Dio, fosse la causa immanente de* cangia- menti della natura, vi avrebbero delle modalit .etrne che sarebjiero perite , poich . air avviso .di, Bayle, Spinosa non, potrebbe negare .che Dio non bda sompf. -avute delle modalit. i Xenofiine pertanto^ onde sostenere gU- attributi dell' ssere unico d lai posto j Digilized by GoogU su . ja mezzo , u volendo introdurre l di- stinzione di Spinosa pel cangiamento, o perch sentisse di cadere in contraddi- zione, o perch non poteva arrecar trop- po innanzi tjueprncipj che appena egli avea stabiliti; videsi astretto sostenere V impossibilit , che T essere eterno accpiisti alcun nuovo modo distinto dalla alia propria sostanza. E siccome ogni cosa in natura porgeva argomento a rovesciare V asserzione di lui, non es- tendo l'universo, che un continuo mo- vimento o combinazione da esso for- mata , onde ne trae che V universo non un solo essere , e contiene qual- che cosa che mutabile perch cangia in atto; non isbigottendosi di questo contrasto della sua filosofia co fatti che i sensi danno a conoscere : non esit negare la realt dell esperienza , quan- tunque volte sembrava c^provare quella del cangiamento. Affidato dalla evidenza del suo principio puramento iitizoci oy GoogU i speculativo, ricus egli adunque la testimonianza dei sensi, asserendo cho ne ingannano ; che le generazioni ne fanno credere avvenire nella natu ra , altro non sono che apparenze fal- laci: perci in- nulla ad essi conviene attenersi, anzi non dessi curarli , allor- ch vengono in oontradclizione con ve- rit gi scoperte incontrastabili , e con- formi alla ragione. A chi prende vaghezza dinvestigare V- origine de' filosofici sistemi , age-' volmente verr osservato , come dal contrasto di codesti principi del filo- sofo di Colofone, e dal bisogno die il stritigea onde sostenere le sue dottri- ne; ne emanassero i principi dell idea- lismo , sorgente e in questa scuola e in tempr pi recenti di tante metafisi- che verit ed errori. Non gi che siffatta dottrina facilmente possa sug- gerire, giacch sembra piuttosto figlia di mature osservazioni. L uomo diffi- 5 * lmente conosce it nostro intelletto e la sorgente delle nostre cognizioni , poich quando incomincia a riflettere le sue sensazioni' sono modifcate in* mille modi dall bi indine. Quindi ne wiene che questa leghi per noi . s for- temente la presenza degli oggetti esterni al sentimento delle- modfcazioni che cagionano sui nostri sensi , che queste due cose pressoch si- identificano nella nostra maniera di conoscere. Per que- sta abitAdme adunque trasportiamo le . nostre sensazini' sui corpi , e siamo in ci si fermi , che giammai non ne ' corre ai pensiero di esaminare il diritto ^ propriet che abbiamo sulle nostre sensazioni , se non ) ne' vi costringono molte evidenti riflessioni , le quali quasi, nostro malgrado ne-mostrano, come-le. nostre sensazioni sono poco d' accordo! e con se stesse, e cogli oggetti c'n. cui amiamo paragonarle. Cos n,e ac; cade nel sonno provare le stesse ;seni'> . S* azioni che ne modificarono nella ve- glia , quantunque siano rimotirgli og- getti che le produssero ; lo stesso og- getto non fa provare le medesime sen- . sazioni a parecchj individui, c spesso non le produce eguali sul medesimo individuo in diversi istanti , e talora contemporaneamente, come quando un corpo appare caldo ad una mano^ men- tre dair altra giudicato freddo. u- mana ragione allora s avvede dell in- ganno in cui Tavea tratta. rahitndine, scopre come queste sensazioni, a cui essa concedeva un carattere asso- luto, non sono che modificazioni re.Ia-. tive,. Anassagora avea gi sentita questa verit, allorch le tenne tutte siccome un affeziona interna del nostro esse- re (i); ma gli eleatici gli diedero mag- (i) Tom. I. Forse l principj di quel filosofo non furono considerati con quella-, dira che pichiededno.., come pure quelli giore sviluppo c niiova Iforma' dl'sste-* . ma, ti^atti dalla natura della loro flci- sofia per ciii incommciato ' eh* ebbe- Xenofane a negare la verit' delle sen-*' sazioni si ft stretti per ispirito dr sistema negare ogni' specie di niovi-*^ mento. 1 ' : Tuttavia un sistema rnvinoso a seguo- da sprezzare interamente la testimonian-^ za de' sensi, non poteva a meno che* sentir di paradosso: a quegli stesso che- il sosteneva , ' ' fecilmente*- gH ' sar: corso alla mente' come le stesse ilkt"-* sioni dei sensi dovevano pure' averci una causa , che le apparenze deit sensi non cangiano se il nostro spirito! rimane sempre Io stesso ;-c conceiBO degli altri Gionici ; ma quel" pritn po- ' lume intraprso improvvisamente per un concorso , non fu cie V opera di quaranta giorni) come noto a! miei amici, pei' che abbisogna di alcune men--' de , o, almeno di maggiore profondit. 33 pnre che gli esseri esterni non siano suscettibili di cangiamento , forza che lessere o lorgano il quale in noi riceve le sensazioni, sia mutabile ed alterabile onde facile^ gli venisse provato non essere vero , che non succede alcun cangiamento nell univer- so. A togliersi datante contraddizioni, e da s dubbia ambage, non riescen- dogli di decidere se la verit risieda nella testimonianza dei sensi, o nelle speculazioni dello intelletto*, altro par- tito non si vide innanzi,,. se non che sostenere il contrasto de sensi, e dello intelletto fare in modo, che 1 esistenza del mondo fsico divenga enigmatica ed incomprensibile ; che nulla vi ha di conosciuto e certo; non esistere una facolt proporzionata alla verit; e che delle cose non abbiamo la scienza, ma soltanto r opinione. Perci ei non cre-^. deva nel vero sapere, e solo concedeva *di congliietturare, di presumere; per- 3 -r ^ ^ . . cTi niuno pu giungere alla conoscea- za chiara e certa della verit) e se.r alcuno per avventura T Avr rinvenuta^ dubbioso non potr sapere di averla raggiunta. Quindi che prima degli Acataleptici ei negava, siccome' ne^, far fede Sesto Empirico , esistere un cri- terio della verit, una regola, una mi- sura della medesima. . Quantunque il nostro ilosofo rpo Basse specialmente sulle conclusioni, dello intelleitO) e .riputasse* la sol% vera filosofia quella I delle cose ; elicr . esistono ossia la metafisica, nulla cn che interamente ponesse in non cale, la scienza dei fiitti , e delle cognizioni* della natura : poich non era, possibile si facesse in poco dora un s' rapido, passaggio, quale era quello dabban-. donare lo studio delle cose fisiche che avea formata la cura de' suoi prede- 35 cessor, onde abBandonarsi a sole me- ditazioni razionali. Perci Xenofane dovette cedere all abitudine, ed intrat- tenersi esso pure alla contemplazione dei fenomeni naturali. Quindi attribu al mondo intero r eternit , P unita , Pinfinit,. e Pira- mobilit, maniere die lintelletto ri- trova nelle cose in generale, senza togliere per agli oggetti quali cadono sotto i sensi le propriet contrarie , la variabilit cio, e la diversit. Teneva si avessero quattro elementi dalla cui combinazione si formata la terra, che e la sostanza di tutti gli esseri , e che nel vasto universo ove posta continuamente trasportata al basso. Quanti cangiamenti egli ' poscia non pose ove sinnalz a favellare delle meteore , e della formazione dei corpi celesti ? Credeva che gli astri ^fossero nubi infiammate, che si estinguono di giorqo, e si riacceqdPtto ondo spargere $6 ' lame alla. notte, il sole formato da jin ammasso di particelle ignee, clic si distrugge , e si rigenera nello spazio i re ; esso . si leva alla mattina siccome un immenso fuoco acceso da recenti vapori, i cjuali si consumano e vengon meno a misura eh ei pro- cederne! suo corso, ed alla sera cade estinto sulla terra. Quando la, sua estin- zione avviene .innanzi tempo ne sucr cede r eclisse; n ve ne ha uno soltanto, ma ogni clima ed ogni zona ha il suo sole, che* s' innalza onde arrecar loro la luce: il movimento del sole per non succede in linea curva come falla- cemente la lontananza ne lo d a vede- re, ma procede in linea retta. Il sole allorch acceso attira a se delle esalazioni dalla superficie della terra, e queste formano le nubi. Alcuna di 'queste essendosi condensata form la .luna, la quale diciotto volte pi grandq della terra/ abitata QQOie Digilized by Google questa, e contiene dei regni e deile citt. Da ci si comprende 'come Xenofene fosse stretto ad ammettere la realt empirica del mondo c dei mo- vimenti che in esso accadono , e sen- tisse come i sensi non danno a cono-r scere che gli oggetti isolati, mentre r intelligenza abbraccia tutto l intero. Fra tutte le or ora accennate opi- nioni sui fenomeni dell universo, che in vero non si pu asserire se tutte debbansi attribuire a lui, ve ne hanno alcune che mostrano V infanzia dello scienze a suoi tempi, o almeno come Xenofane volto alle ricerche metafisi- che, poco si curasse di studiare, le fisiche opinioni de' suoi conterapora-. nei. Non vuoisi negare tuttavia che al- cune fra queste danno sentore di un grande ingegno , e racchiudono i germi di quelle grandi verit , che. tanto lustro ottennero nei tempi mb-^ derni, come sono T apparenza circolare, 2'om, III, 4 ' SS" e(fetto della grande distanza; la pturaf lit dei soli, la luna abitata e la for- mazione delle nubi. A ci rie piace di aggiungere l opinione che in questo genere arreca pi lode alla sua osser- vazione, ed che i mari abbiano coperta tutta l terra, che ei credeva dimostrato per la presenza de corpi marini sulla sua superficie; opinione' che con entusiasmo abbracciava it Plinio francese , ed esponeva colta pompa della sua eloquenza. Nel modo istesso poi che quel francese lasci presentire , che le acque possono di bel nuovo venire ad occupare la terra e quei luoghi, ove per avventura ebbero lantica sed; Xenofane asseriva che i! genere umano avr fine , quando la terra entrando 'strascinata nel fondo der'mare, questo ammasso di acque si spander per ogni dove egualmente scomporr il globo e lo ridurr ad un pantano ; i secoli si volgeranno, rim- Digitized by Google 39 nienso pantano torner a disseccare, c gli uomini a rinascere^, r Trascorrendo le accennate opinioni diXenofane puramente speculative sulla divinit, che identidcava coll universo, teneva come nltiuio apice della per- cezione; facile avvedersi che disen- tiva dalla religione popolare, e teneva sem- birandogli inconcepbile la dipendenza colla natura divina, e riguardava come unempiet il sostenere, che essi na- 6COQO e muojono , perch in tal caso essi non esisterebbero in ogni tempo. Si scorge eh egli credeva la religione e codesti Numi come figli interamente )dell umana fantasia, poich etudiavasi . 4 Hli persuadere che essi nulla hanno di eomatie C.0II' uomo, n in quanto al corpo , n in quanto all' anima; e che . ee le bestie avessero saputo dipingere,' 1 sarebbero rappresentate le loro di- vinit , secondo la figura della loro propria specie. Queste opinioni erano altrettanti dardi mortali al cuore del volgo , che incapace d innalzar la mente a concepire lidea sublime del- V essere regitore dell universo , lo ve- lie delle proprie spoglie , gli attri- buisce le sue passioni , e lo degrada e confonde co mortali. Perci si con- citarono gli animi contro il filosofo , e gli si mosse contro s fiera persecu- zione, che fu stretto fuggire dalla pa- iria, abbandonare la pace amica degli studj , c contrastare coll indigenza e coll avversa fortuna. Xenofane poteva ricovrarsi presso Cerone ed ivi fruire li quella pace che gli si era involata in patria ; ma sdegnava il libero filo- -i by Googlc ' ssf' ^'af^ arrossire la^filosdfia a ' 'di un tiranno \ e innanzi ad "Ogni 'bene [poteva sul suo 8e stessa ; V et ma- jtutiia non aduna che care ed inquietu- Digitized by Gtuigle ^iai';>e ficco me t ttome f i ente '^ogafft Veair'^ menoma' poco, a poco, le f forze ^ ci che perde aamenta i bqo ;dipia'> ceri 4 e una cotitima diffidenza lo agita a quanto ^gU rimane. flilftiA fine gkpH'* r ltimo r periodo . della vita ; A gioire! di tutti i mali, 4a fredda incomoda a se stessa, e oiaggiormente chef inseasibilqcientifiii invola alle sue: palpebre i^quesli fh^ racchntdond. in breVe 4, fi onoifjtrlHkMll,!:- air nomo, che nna confasa rimembrAlM|r^ delle passate cose^ finch rpii'acerbS^I; fato lo travolge fra gli orrri del epolcro. ^ . f 1 Vuoisi pare ci si lagnasse dell avs* versa sua fortana c ili una misera vita , ove i pi grandi filosofi non , tro- varono in compenso de' sparsi sudori a vantaggio del genere umano , che una lunga serie di guai : ma non 4 ^ trossi per giammai la generosa aoi- ma sua incurvata sotto il peso delle sciagure. I mali di questa vita passag- gera ponno opprimere lo spirito del volgo, non gi 'quello del sacerdote della ;virt, a cal sempre largo com- penso allorch rimane la filosofia, .Ei s'; innalza colla mente sopra questa Lassa regione : s aauientano a lui di* nanzi le basse cure de mortali, avvolto fra gli inesausti piaceri della contem- plazione , e mentre al suo sguardo^ si ahbella la natura e a se assoggetta tutte le leggi dell universo ; si pre- para nelle future et una gloria im- mortale, larghissimo compenso detra- vagtj che sostenne ristante che ,.vi&se u questa misera terta^ , , . ' j -, A, i > ; : /I .cjir ^ ttiiaii 'fa i ; O; i.- 'X, . vfgji \ , '- ^3 tebbe differente dall unit contenuta , e- per conseguenza cesserebbe di essere una sostanza unica. Essa immobile , ti pu esser cangiata;' perch non si pu concepire cangiamento o rnovi- niento senza trasposizione di parti t 3 uno -non ^partecipe di nessuna et, n in lu cadono le circostanze di tempo; quindi non esistito, non siste, e non esister giammai: perci non lo si pu n sentire , n con prndere', u denominare. E infinito perch non pu essere distrutto, n da se stesso, n da altra cosa adunque questa idea archetip esiste necessaria>^ mente per se stessa,' una realt in- divisibile , omogenea dovunque , de- terminata da se stessa invariabile, che non manca di hull , e fuori di cui non* vi nulla, ed perfetta al maggior grado possibile. ' ^ Considerato per siffatto modo l tino fa se stesso, agevlmente si comprendo Diqiri: : I Google die un essere di ragione pura , che solo pu appena raggiungersi dallo intelletto, e che nel rigore metafisico non potrebbe neppure essere cono- ciuto ; perch i suoi attributi sono talmente contradditprj, che si distrug- gono a vicenda ^ e lo rendono una nozione incerta ed oscura. Parmenide per onde aprirsi la via a ragionare su principj pi certi , consider P uno concreto ed esistente , e il volpa partecipe di quella essenza per cui esistono le ^ose singolari; anzi avvi- sava che tutte le cose da esso ricono- scono la facolt di esistere, e per tal modo ispiegava come P unit o la prima idea, anche Pesse're esistente e moltiplice. L' uno esiste, dunque vi ha in lui P unit e resistenza, due cose di cui P una dilFerisce dall altra : quindi che P imo esistente ha delle parti; dunque uu tutto, ha princi- pio, mezzo e fine , .figura , posizione, 5 * coso (singolari. Ond c Qh t|ueU'qo , ij . 5(5 xjaale iadeterrainabile e serusa pari finche Parmenide il -cottsideca iaasttat- to, diventa. determinato nelle altre idee o nelle cose.- . - > ' Considerando poi la relazione' che vi fra queste idee geiterat, e qoella causa primaria, 'veniva , siocouie.' gi fece deir no, divisando tutte le loro adezioni, e qualit. I molti o le cose hanno di comune collidea archetipa che sono uno, perch tutte le cose singolari" che sono contenute nella loro estensione , si riferiscono tutte . definitamente alla sua specie ; ed hanno di -particolare che quest uno nelle cose singolari finito, cio ha > principio, mezzo e fine. Le idee seconde sussi- stono veramente tutte nelle cose singo- lari, non gi che da queste proceda la loro essenza , ma perch si veggono in esse ,* come se , si volesse conoscere che cosa sia umanit ,, converrebbe contemplare tutti gli uomini singolar- B? mente, nei quali visibile la specie, cos che le idee seconde sono confi- gurate nelle cose visibili. Nelle cose singolari poi vi sono le seconde specie, lo stesso^ e il diverso', lo stesso vera- mente in se, e il diverso nelle cose sin- golari; cd questa la cagione per cui stanno e si muovono, mentre lunit non va soggetta al moto fra le vicis- situdini delle cose caduche. I molti provengono dall uno , ma questo istesso M/tO, che si vede in essi, ha la sua esistenza da una certa terza Cosa, cio dagli individui, che esistono interamente nelle seconde idee : ma in modo che esse hanno tutta la forza deir uno , ed hauno da lui quella stessa forza per cui fanno sussistere l cose singolari (i) Nel sistema di Parmenide secon- de idee, cose singolari, molti, si^ni-^ . ficano lo stesso, i . ^ 58 Le seconde idee agiscono con pirirt- clpj contrarj , ma in modo che quelle cose contrarie si connettono cli un certo vincolo di rassomiglian25a , c * perci da quella congiunzione ne emana una terza cosa: di modo che nelle cose naturali vi concorrono tre' modi, i contatti o gli enti che fra loro si toccano, e il terzo che serve per unirli ed l somiglianza delle ra- gionL Le cose singolari esistono nel tempo, in quanto, che. quasi nascono nei- loro individui ; cio mentre per l' forUa del tempo le cose naturali esisto-f no e periscono, le specie durano [eter- namente : onde T cn%e si diversifica ne- gli individui , ma non nella specie, , la quale dmra costantemente fra le di- verse' vicissitudini . degli ihidividui, e il volgere dei secoli. ' ;' * ' Onde ricercare la metafisica verit 'di questi esseri, e il giudizio intorno alle cose singolari,' Parmenide avea Diaiiizc LiOCj^le 5 ^ ricorso a quell uno archetipo ed im- mutabile. Cosi pure stabiliva delle nozqni o sieno seconde intenzioni ; le quali negava sussistere propriamente negli animi nostri , ma solo nella co- gnizione dell ente , e perci scono- sciute alla natura umana , non hanno r essenza in noi , ma in loro stesse ^ esistendo nella natura come esemplari. Cosi pur volea delle altre nozioni che noi abbiamo , poich esse non sono che immagini delle idee esistenti, e se queste non esistessero in natura, quelle sarebbero incognite: ma siccome tutto riferiva all ne veniva sostenesse noi possiam formarci solamente idee generali delle cose , e non gi degli individui , a ci solo ristringendo il commercio della natura a dello in- telietto. 1 Per questo modo quantunque Parme- nide abbia stabilita l unit infinita del tuo maestro , conserva per 1 una e s tb r altra natura , e la pone determinata wei mol o nelle seconde idee; e rende a ciascuna di queste quegli attributi cbe lora si appartengono. Senza invol- gersi in un assoluto pironismo intorno alle umane cognizioni, pose cUe^nel- 1 essenza dell uno o dell essere per eccellenza , sia posto 1 oggetto delle .idee razionali o dell intelligenza ; e nell essenza delle cose singolari si rin- j venga 1 oggetto dei sensi : ma in ci 'poi veniva in .contraddizione co* suqi :principj poich negava si potassero formare idee concrete delle cose na- turali , eh ei pure concedeva esistes- -sero nelle cose singolari, , E in .quanto all esistenza, degli esseri credette sod- . disfatta la sua tesi, col. mostrare ^ la -quasi congiunzione dell] mo colle^ se- conde idee ;, ma tale, che nell ^ * la ragione della, certa -.essenza e le altre esistono in' quanto che coinum- cano coUwqo, , se meglio vuoisi iq(- Digitized by Google Ch fendere , tiUt le cse create esi- stono merc la forza e il benefizio dlia prifna causa',' la quale una. sola e veramente esistnte. Non vuoisi per negare seco adducano* questi ! principj molta oscurit , n troppo I rettamente adoperasse Parmenide con- I fondendo questa prima idea creatri- ce , colle seconde e , naturali , quasi insieme mescolando la cus^ e V effet- to , r opera e P artefice *, c co' in- trodurre cose fsiche mentre s' avvol- geva in ragioni metafsiche. Tuttavia, per quanto ne possa essere da ci turbato P ordine ed il soggetto , ed alcuni ne sentano ainistrameute , e' no. pare in queste dottrine ravvisare quella forza e finezza di raziocinio che il sommo Leibnitz addusse in mezzo nelle proprie , allorch si dipartiva in molti principj da quelli del nostro Eleatico. ' Allorch Parmenide ^er volgeyasi ' a ragionare intorno' alla sosqinza ed TQrn, III, 4. valle facolt dell' animai, abbandonava) le ricerche razionali onde segiuire in sot- . ^ * -til e calda , le stelle di no miscngl^ ' di calore e di freddo in diverse pro- porzioni , la luna di ima sostanza pi spessa' e pi fredda del sole, da ,ci)i riceve la sua luce. La terra rotonda, ccnpa il centro -di rquesta nniv.ersit di cos_^ , sospesa in eqail|>fio ,ed M immobile perc|i - da ^ guali^^nte distante^ I altri , p.qo|i 5^1) p.nYer8Q_; oq.de; pu^ ..c^s-eref qf- non gi tolta dal suo; lago.-;t)fa^- Ipai, il' fuoco- aUa terra -, e disaeccaOK il fango che la,riQpriya, ne, sortirono .g]^ Yiomini:, reaova pcr.^ chO: il niond9 deye finire. Questa filosofia einpirica^del nostro filosofo , , fq., ricbiamata : a - vita deqimqfesto dal nostro ^Ta^ l^io,';6ul)e royina di Aristotele, e ^ di i poneva come Farmenido picimi . agenti corporali il il jredfib, che jiapiu la fiapolt di^^ 65 I Hfire e di, conoscere^ e da cui fu ge- nerato il cielo e la terra. Ond che dalle dottrine di., quell antico .filosofo ne venissero i germi di due grandi sistemi moderni , quello di Leibnitz e I questo del nostro filosofo Italiano. Dalle fin qui esposte cose v facilmente si comprende come Parmenide si stu- diasse, di conciliare i dispareri della sua scuola coi princtpj delle altre sette. Linteresse che lo spirito sente onde .ibrmarsi un idea precisa intorno ai ' principj del in ondo , opera in njodo i non si possano adottare, alcune spie- I gazioni ^dei fenomeni appoggiate alla I filosofia speculativa , ed anche Xeno- I fan abbiamo osservato avesse ricorsa I ai sensi, onde rinvenire .il modo per i ispiegare i. fenomeni naturali; ma solo I pare ignorasse poi -la maniera di con- I ciliare questa filosofia co suoi principj razionali. Parmenide .si volse allo stu- I f^o di entrambe e le ridusse egual- 6 ^ V Digitized by Google 7 viluppo dello spirito umano, se ebbe parte , come osserveremo pi innanzi ir avanzamento della filosofia e del modo di ragionare*, sar d uopo con- venire che essa arrecasse pi van- taggi che danni ; come avvenne dei fistemi astratti e troppo generalizzati metafisici , . che prepararono ne tempi moderni gli allori al genio di Locke , -e concorsero indirettamente a dar for- ma alla filosofia del secol nstro, che finalmente dopo avere errato a lungo fra le regioni dell astrazione si inte- ramente intrattenuta alia contuipla- ione dell uomo e de suoi rapporti fisici e morali; giacch abbiam detto altra fiata che conviene lo spirito uma- no cada in molti errori , onde ele- Vam a coatemplare piu bella la verit 't T. sor iy de quali incerto se fosse di- scepolo. Melisso ammetteva ; 1 esistenza di "lina sostanza unica , eterna , immobile^ assoluta e sosteneva che ci che noa {lyFiori verso V Olimpiade LXXXIt* Digitized by Google r.9 esiste , impossibile. Deve esistere ^ualclie cosa ^ e perch non si pu con- cedere alcun attributo, reale , c conse- guentemente: ninn attributo a ci che non esiste realmente ^ orid che esista ci a cui ^ noi diamo degli attributi,- e perch non si ha* ragione- di credere nulla eslstant^t questo qualche^ cosa jcbbe o no principio; s. rebbe,.-dop- vette- provenire on da qualche cosa o dal. nttlla ; ' nel- pijimd. -cas esso gi sistevai il econdo poi:non pu^ aver iuogo, perch i' 'niente non es'te' c tiulia non -viene dal nulla; quindi. ;chu ci che esiste non ha 'inai avuti' prin- cipio ed eterno., Esso del pari in-r^ capace d'essere distrutto, perch non pu risolversi in 'quel niente* che noq esste : anche infinito , quindi nico, perch se esistesserodue ose , esse re- ciprocamente si porrebbero limiti, c cesserebbero per ci dessere infinite. Xa sostanza .- -Irife, e' qualche cosa, che ^non esisteva dianzi avrebbe prnoipo^'' mentre, se nello -spazio.'^ diedi- ijail atmiil imoddo potesse - sostener jcangiamenc nella* pi pcdloU cosa/ sarebbe -hcessario che qualche ' volta perisso quantunque non^ s ' potrebbe divisarne il tempo; efallora pi non srebbe.n-iddistrug*' , gibile de etern. ^Non ' poi 'possihiile possa prendere, un altra dorma giac^ ch- la- ^sostanza 'udlc che , esistita fino ad ora, none peranco venata me- no , ned - possibile nei esista giammai un altra,; che attualninte' non esiste.', . Se nulla .non . pu pradrs o^Ie 7 *' le Htill annicliilato o "canai ato ? come' mai una' cosa pu mutare di l^orina,' se nulla non pu prender for- nia diversa, fuorch divenendo altro di quello^ che era in prima ? . Il Tutto non pu neppure provare alcun dolore, perch nello stato di malattia non avrebbe, n la medesima potenza, n le medesime ^ |ualit di cui gioisce nello stato di salute: e se fosse , soggetto a soffrire ,.' ci. in lui addiverrebbe, o perch 'qualche cosa si dividesse da lui , o perch una sostanza straniera a lui si unisse ,. ed, in questo, caso cesserebbe . dj essere simile a se stesso. Ci che sano poij non pu, mentce.si ritrova in '.questo stato , essere molestato da alcun do- lore, poich in simil caso la sanit q qualche cosa di reale verrebbe ad essere , annichilata e ci che non. esiste realmente, incomincerebbe ^ad esistere. ]\] siccome tutto ci non pu accadere, il Tatto - impsisiljne sia molestato d iiua dolore. Provava pi il nostro filosofo P namolMltt 'della sostanza onica con .nuovi .rgoinCnti , oltre quelli addotti iO mezzo da' sudi predecessori. prinimente iacomin- ciava dal negare P esistenza dello spazio voto, perch diceva jd vto non r nulla , e il nulla non, pu esi-' etere realmente. ^ Ora non esistendo alcun veov il Tutto non si pu muo- vere, n per inclinazione da qualche' prte non , avendovi alcnno spazio vto . che lo possa ' ricevere , n si pud ripiegare sopra s ' stesso perch in' tal caso sarebbe o ' pi compatt pi porso che se r stesso; ' ci che ira- possibile, e perch il poroso non pu' essere pieno oome il compatto, e perch il primo al contrario pi vto del secondo',' e noi abbiam gi detto che non esiste alcun 'vto. Quando un oggetto cede ad un'altro io riceve, ' / Digitized by Google Tto;,TO avviene il contrario pieno: ma . r universo necessariamente deve essere pieno ^ perche non esiste vto ifl natura: quindi affatto impossibile succeda qualche movimento, ^ . E bello il ^considerare T ordine eoa cui questi tre filosof venivano ragio nando sull Unita ^ > e come gli uni aggiungessero nuovi argomenti e nuove opinioni a quelle degli altri, onde ' arrecare al maggior punto d astra- aione il nuovo loro sistema. Xenofane volle che tutto fosse uii, tenendo la stessa cosa il Tutto e T universo* che poi identi&cava colla divinit , nel modo istesso, che Tuomo uno quan- tunque formato, di anima e di corpo, Parmenide arrec pi ardito innanzi ' il piede , ma sostenne che T Uno solo e 1 essere, poich le variazioni ed i movimenti non erano propriamente esseri, e di questi per ne formava un separato empirico sistema, VIeiisso Ioni, UI, ^ n fiSjjlized by Goc^k /li. finalmente non consider che f esser in generale,- senza aver cura di tutto ci che neir universo , e facendo di questa idea astratta una' realt che la sottrazione di tutte le forinej disse che tutti gli esseri erano Um, Parmenide prendeva' la parola esse- re pel principio delle forme , Me- lisso pel loro soggetto; il primo po- neva Tessere definito e determinato nelle seconde idee; il secondo il voleva lempre infinito , indeterminato - infor- me^' rigettando tutte le produzioni - e cangiamenti , distrazione , og^ movimento. ' ^ * - Avendo posta il filosofo di- Samo in un senso tanto stretto ' e metafisico T esistenza di una sostanza naica, ne conseguiva necessariamente. eh. ei pure non altrimenti di "Xenofane, rigettasse la testiuiooianza dei sensi. Diffattk ai la teneva io disprezzo, perch questi non ne rappresentano in tattici tempi Digitized by Google I, i medesimi oggetti nella stessa maniera, n colle medesime qualit. Tutto ci die i sensi percepiscono intorno alle cose altro non che una pura illusio- ne, conciosiacli se gli oggetti fossero reali come essi ne li rappresentano, le nozioni che la loro merc abbiamo, dovrebbero rassomigliare a quelle che acquistiamo collo spargere dubbj sulla sostanza del mondo , e col meditare lessere unico: ma essi al contrario ue dipingono alla mente dei fenomeni che variano di continuo, e nulla hanno di fermo ; dopo ci a che si appoggia la pluralit delle cose variabili, se non che sopra semplici apparenze? E per- ch doyremnoi afl&darsi a ci che nulla ne apprende di certo e di costante? Perch ripntermo noi le cose variate feti- iRobili dietro .fallace .testimonianza, mentre la .ragione, dinmstra che tali oggettl.non .ponno esistere realmente 2 BgU] .perci che interamente ei Digitized by Google ^6 scostava da Xefldfaae , che pure avea latora conceduta' la sua- meditazione uir empitiBmo , e da Parmenide- che non isparse dubbio alcuno sulla diver- sit dei fenomeni, allorch ragionava dietro la scorta dei sensi. Melisso pot ^ * * procedere pi innanzi di loro , nella astrazine materiale, e. concedeva a questa materia sprovveduta di forme le qualit a cui il conducevaf il ragiona- mento^ e quindi fu astretto negare interamente la realt ideile osserva- zioni. Ek credette por riparo aU evi- dente .contraddizione de' suoi prineip) metafisici coir esperienza , dicendo , .che la verit relativa fe apprezitare.la ve* rt delle cognizioni procacciate pec mezzo dei sensi. L' opinione che tntt ci che esiste sia eterno , infinito , unico, invariabile; Si accsta- pi al vero che iidei^ contraria a- cui ne dducono^i sensi^ *e perci ijuCfetti dessi ' tenere -siccome fatea , e . sortire la prima o almeno porla innanzi. Digitzed by Google ^77 A questi princip] necessariamente doveva addurlo il sno modo troppo metaBsIco di ragionare , e se come abbiamo osservato pur dianzi, l uo- mo inclina all idealismo allorch si avvede che le sue sensazioni altro non sono che^suoi proprj modi di es- sere ; maggiormente vi si avvolge allor- ch si diparte da princlpj puramente razionali. Volto a considerare un essere puramente metafisico c che si presta a comprovare tutto ci che la ragion^ crede in esso di scorgere*, se prima aveva dubitato della testimonianza dei sensi ,' successivamente toglie loro il potere rappresentare la u&atra delle cose , e iton vede in essi che. 1 espres- sione dei rapporti delle nostre idee. Negato si possano , ammettere come verit primitive 'i risultati dellespe- rienza,, c che non debbasi tener per vero se' rton^cHe quanto comprovato dal ragionamento, 'od' l il risultato d^ . una iassiroa' llecessarla ed fcVidlente; tion V na pi 'ninn legame, tolto ogni' punto" d' appoggio per istabilre resistenza degli oggetti esterni', I9 loro propriet e i ' rapporti merc cui on legati coll uomo. Si 'avr' forse ri- corso ad una 'percezione immediata, se questa non pu provenire dall espe- rienza? Forse ne addurr a smile sco- perta qualche risultato delle massitile speculative, s' esse sole rsi Tolgono ini rapporto delle* nostre*' idee ne ponno essere principio di empiriche verit? Il filosofo allorch Megne* questi principj razionali, non ritrovando -che lidentit delle sue idee, non ' possir bile giunga' a' conoscere qualche -cosa distinta da lui, ed forza si abbandoni a un necessario idealismo. Gos^avvenne a Malebranche che ' riconoscendo iu Dio la sola cagione delle nostre cogni- zioni, ammise 1 esistenza*' di' corpi old perch il' richiede vand' ^ ^ -t J *, I ' t; - Sterne dato fortnarcne unidea soddi- V , -I,; 1 ., O (> i facente, ,La. sua filosofia pare a dir vero, consistesse pi in proposizioni che jn prove ; tuttavia osserveremo che, coll idea d,ella sua. unit, con cui ^ne presento upa materia , un soggetto^ una, sostanza indeterraiuata e infinita, che e la .sostanza immutabile degli esseri, il loro, vero e solo essere, sic- ch le forme appaienti non sono pro- priamente esseri, ma tnedificazloni.del- 1 . unita,: ,^u viciiio ad .iscoprire pi . pj^ bejle yerit. -Diffatti se ^piamente avesse dimandato 4 , se, Digitized by Gof)gle Si d'olide vetigono qaeste forme apparenti e le^lovo'Tatiiazioni ; mm- sarebbe fa- eilotiente giunto a congettnrare prore niasero>'>dlal 'fondo della ' materia , e quindi a supporre in essa un principi attive, ed ;* lino passivo che riceve 'razione? Ma Mei isso fermo ner*cbn^ .templare r unit lasci ad altri il pr gradire ipi innanzi , d aver i lorn Si^iaa,la.Ta : i.* t ' 'Quest**trnm9 poi non fu" solameme filosofo, ma capitano valoroso' e somino Botno di otatol ^so generale db Sa midy se|^e sdoperafsi.cosi tasit virt militate dieATop^ . 'scoi^se; teoesi ia- ua tempo > che ripatavatni ittvinctlli;'M' r umore della filosofia il trasse dair mmitsrrazione delle pnbbliche ose a meditare fra il si- lenzio, come avea gi fatto Parmenide che per la filosofia abbandon le ca- riche luminose a cui, la sua nascita' i snoi talenti il richiedevano. Cosi V f V 84 r amore della, . contemplazione invol sovente al ben pubblico uomini di somalo ingegno, i quali potevano al certo essere sommamente vantaggiosi al bene della societ. Non vuoisi per di ci richiamarsene alla filosofia, poi- ch essa non toglie interamente al co- mune vantaggio coloro, alle cui turali disposizioni aggiunge la -pr** pria prudenza e li prepara ad esser migliori , se alle cose di stato venissero poi novellamente richiamati. Ma pure a dolersi ! che il filosofo venga . . > r\- . . ' ' ' DigiliiC-d by Googlc ss i'.l j il i i i i " X ; ^ t ; . 4* ^ / f . I * ' , . * i Zenone. T *|' , fc-t.'i 'Ai/-', i'' - .1 *. . *^'1 comitiui caogiamenti della natura, lotto ci che ad 'Ogni istante si vede nell universo nascere , crescere e scooi* perire; ! intima testimonianza dalla coscienza *di cti^iofik fra due cose simili Tona sar" 'pia^i4 sto prodotta che produceiite, sl eguale nell' una e nell' altra'. Ned l meno possibile la seconda supposizio* ne , ppicne se una cosa eguale po^ tesse- sere 'prodtta da una cos ineguale , bisognerebbe che il pi po^' tsente producesse il meno possnte il pi perfetto il meno perfetto, o vic(T- versa'; ma siccme n l' nuo n' l' altro 4^ possibile perch in 'simili casi s'i- -celibe mestieri o die qualdie cosa fosse prodotta dal niente, o die qual- ^;tiie cosa si riducesse al niente, e ci non potendo accadere; bisogna trarne becessariamente che la divinit eterna. Questa divinit secondo il nostro filosofo anche necessariamente unica, e ci perch colla scorta degli eleatici principj la teneva come il pi possente e il pi perfetto degli esseri. Per lo che ove supponiamo due o pi Del che Jianno delle perfezioni eguali od ine- rguali , cesseranno essi allora d essere Dei, cio Ja natura la pi perfetta e Ja pi possente. Gonciosiach o tu am- metti che sono eguali in potenza ed in perfezione, ciascuno dessi non l es- sere il pi possente e il pi perfetto , perch ognuno ha fuori di se delle nata Je perfette quanto la propria. Se imma- gini al contrario parecchi Dei ineguali in potenza ed in bont, non si Scfpran- o .tenere come Dei quelli che h^no 5T ' ^pta . fi ' fta ftoit^asa . pi pot^ eate c pi perfetta.' /' !" *. > t' Essendo - adunque pcrtsibile - cKe In , fiiviait sia unica perch sonunamento possente e prffetta, ei concludeva . eh anche in o^ai parte deve essere simile ^ se stessa^ che ella vede. ed intendo dappertutto , 'cd esercita in tutte, le parti gli altri sensi j altrimenti con- Tcrrebbe dire che certe parti della divinit sorpassano e superano le altre ^ da 'esse ne sono' vinte e superate* Questo dogma Interamente quello di Senofane, e come esso diffatti Zenone ; attribuiva alla Unit ' una forma sfe- rica e in quanto -agli -altri attribu idie le concedeva non si^ scostava gran fa Ita da lui. -Il Dio unico - e sferico sempre eguale a se stesso, non pu- (Essere n finito u. infinito, n circo^ scritto n senaa confini -, non vi ha che 'A nulla il quale sia infinito per* uh non ha n principio , - mezzo, j Digitized by Google 9 ** a fine, n partir ora la sostanza unica con situile n al nulla , n ad una quantit o pluralit di sostanze^ essa adunque non pu essere n senza li- miti come il prritno, n essere formata e limitata dalle' altre sostanze come le seconde. Non si pu neppure dire che r unit sia mutabile o immutabile, non avendovi d immutale che il solo nulla 4 perch non pu sostenere n cangiamento in se medesima , n unirsi essa stessa a qualche cosa. La divinit poi non pu essere neppure mutabile^ perdi il cangiamento non pu succe- dere senza movimento , e : perch ove accadesse cangiamento -la sostanza unica cesserebbe d' esser tale. La divinit adunque secondo Zenone un essere amico ^ sferico, sempre eguale a st stesso , n fnito n intuita, n vanta- Lile n in movimento.^ A sidatte conclusioni degli eleatici-^ Jtdie non v abbia ^io n l -slstono', ed del pari impossibile di- . mostrare che esiste qualche cosa, come .provare che non. esiste nulla. A che dunque se vi ha una realt , struggersi nel cercarla invano nella esperienza? Non vi pu'- essere che una realt id- lellettual, e perci non bisogna cer- carla se' non che nell' intelligenza^ ]\I procedendo ancora' pi innanzi, onde far aperta la contraddizione cbe seco adduce l' esperienza , pretendva olla scrta de' medesimi argomenti, non .potersi provare coH' empmsrqV n che esiste una sostanza unica, n che n esistono parecchie. S si am^ mette una sola sostanza , essa deve essere, indivisibile ed eterna , perch nulla non viene dal nnlla: se .essa jndiyisibile o ha, n? nn ha estensione^? nel primo caso, psto che s aggiunga d Unaltra cosa non* potr n ccre- eperla n diminuirla, e ' quindi sar Oigilized by Google i $5 Bolla; nel secondo poi corporale perch soltanto il corpo ha estensione , ed in tal caso verrebbe ad essere di- visibile^ e cesserebbe perci d essere una sostanza unica. Se questa sostanza unica eterna, bisogna che sia anche, infinita; ma T infinito non potrebbe esistere , perch non si trova n in se stesso, n in altra cosa: non in se stesso perch allora ei non sarebbe ninna parte, ci che impossibile ; non in altra cosa, perch in questo caso si avrebbero due cose, runa clte esiste, Taltra quella in cui essa esiste^ ed allora esisterebbero pi esseri. Onde comprovare poi che neppure 1 e$pe nieutoyate , e se ebbero princpio _ 9 forza siano provenute dal niente, ici^ che impossibile. Ei negava poi che tutte le cose^ reali si trovassero o do- vessero starsi in un luogo determina- i- to, perch allora ogni luogo dovrebbe trovarsi in un luogo, questo in un altro, e cos di seguito fino all'infinito. E da tutto ci ne concludeva , che r esperienza istessa nulla ha di reale, e che non vi ha altro partitola coi appigliarsi ove non si voglia araraet- , tere la sostanza' unica , dedotta e comprovata dai semplici ragionamenti intellettuali. N lieto d arrestarsi a questo termine, siccome richiedevano, i suoi principi , s' avvolse maggior- mente fra le speculazioni dell idea/ lisnio , e dall ammettere un essere . unico indivisibile, conchindeva nuUa' - , ^ V esservi nell universo. Se vi ha ,ua essere unico . indivisibile, ora^ ci. che non divisibile non qualche cosa perch non bisogna prre nel numero Digitzed by Googic ^egli esseri ci. che d tal natura fornito, cKe aggiunto ad un altro noa produce aumento, distaccato non arre- ca ' diminuzione., onde esso nulla di reale; e per ci Tessere unico nulla, e non esiste propriamente ua essere,' * . ^ 'Allorch si disse nulla avervi di 'tanto contrario al buon senso ed alla ragione che non sia stato sostenuto, e che la storia della filosofia in uno quella degli errori e dei deUrj dello spirito amano; non si and gran fatta luhgl'dal vero, giacch nulla potevasi ' pd uomo intentare di pi ardito di quello di negare resistenza delle cose reali. Del resto codesti filosofi non si avvedono che ove nulla di reale esistesse} lo 'spirito istesso non po trtbbe formarsene T idea. Pu forse an cieco nato concepire Tidea dei co* Jori 0 un sordo quella dei suoni? Pos-" siamo noi formarci iMdea di ci che Tom, III. ' 9 .9* . _ - . , non Esiste f e di ci che non Cade sotto i iensi , se noi formiamo cogli attributi delle cose sensibili? come r uomo nnlla esistendo, sar riescko a formarsi quella del reale ? Non dalla privazione, poich la negazione di una idea vana , non la supposizione di qualche cosa di reale ; non per /de- composizione , poich non si pu trarre per astrazione da un certo insieme -se non che cose le quali di gi esistono ; e neppure per combinazione , conciosia- ch dei nulla aggiunti ad altri, non ponno prodarre che un nulla assolato. Si potrebbe forse supporre che questa idea di reale ne sia venuta dal di 'fu ori, oppure dall interno"? Ma nel primo caso converrebbe ammettere 'T esistea- ' za delle canse esteriori, le quali mo- dificassero il nostro essere. Dall interno poi poi non possiamo avere che la co- scienza del nostro i^ e deil sue op erazioui , e fiuch siamo isolati:. -i,. Digitized by Google 99 finedi siain posti ia me 2 zo a an vuoto :^eaza fjie, sentiremo di esistere bensi^* ma non ne riescir di formarci Tidea. del reale o della^ realt esteriore# Tattavia non badando i f]osof a ({iieste i.dii&a>ltv5 formarono lidea dell esse- re reale e ne negarono F esistenza ; e iiVaBO richiese loro, se tutta la na- 'tor . no ombra vuota e fallace chet ofiaoK^ essi, -che .siamo noi, che cosa mai esser possono tatti questi oggetti iiibnti , che. ne circondano, muovono nostri 'sensi, ne alimentano, ne sosteni gono^?. Essi' ferrair ne loro prncipj 4 osservano . potasi dar . che i nostri sensi: fossero . in modo dalla natura, o; da Dio dispsti da rappresentarci come esistenti degli oggettiiche non esistono^ siccome ilr si .possenti f ch^ quantunque i presentar IXie aliano 'Vi " abbia , creda' Balla asista inori dei '^sengi^ in 6no ad ora per, non vi ebbe chi potesse pienamente ^combatterli, e io stesso Hume fa for> zato rimanersi in nn involontrio scet- ticismo. Questa opinione, che sem- bra 8 contraria al buon senso fu sostenuta parecchie volte fra' moderni , e si ritrovata seguita anche in Gliina nella setta .di Foe gi altra io , ed ' ebbn fino ottanta mila discepoli diceva > a suoi seguaci presso a morte in. et di 79 anni, che avea lord sempre tenuta celata la jrerit, e che era tempo di scoprire .il suo parlare metaforico.; cio chcv non vi ha nulla a cercare, c intorno a cui . si possa nudrire qual- che speranza, fuorch il nulla ed il vto, che il primo priuctpte tutte Digitized by Google / t , ioi , le cose. Dopo questo avvenimento la ^ dottrina interna che profi^ssano i se~ guaci di questo filosofo, escile per non isvelano giammai ai rozzi, poi- ch a loro sentenza conviene frenarli ' col timore dell infeniO}r e daltri si- r mili cose , consiste nello, sfabilire per principio di tutte le cose un certo vota ed m\ niente reale. Dicono che *i ' n- atri primi padri - sortirono da questo nnlla, che vi ritorneranno dopo- Digitized by Google ' jlcmpo,alia giovanile nostra > mente,, di: percorrere . un giorno tutti i 'sistemi . della lo$^a nniversale , e considerare > le rivoluzioni dello spirito niusao die-r.- tcor" pi* , maturi e flosofci principi * forse ne riescir di mostrare agli ama* . . tori della filosofia, come questa in UHtA^ le nazioni , col concorso delle medesimL-^ ..eireostanze , fece le stesse .ri voluj^ionL .. per ritornare onde ci siamo aero . a ' combatterlL , primamente ei diceva , se vi fosse movimento , bso*^ gnrebbe che si avesse unn spazio fra . due estremit dall* una delle, quali il ^ corpQ.pQte8se..,8rrai:ai verso f altra Digitized by Google gra6e1i'ile air infnito , ne Con- segoe 'cke lo'spaaio posto fra queste due estremit sar divisibile an' infi- - Bto, '6 conterr un' infnit 'di partir ora ica- due luoghi vi sar sempre uno spazio infnito, che un corpo tmpos- r- lilyile ' possa ^percorrere. II mezzo ' - composto-da una infinit di particlie un ' corpo deve scorrere successivamente le nbe dopo ' le altre , > senza che mai - pois' toccare quella dinanzi nel mede. simo tempo che a contatto con quella che - al di dietro. Di maniera' che per passare un- piede di - materia 'A e* Jff^eip per arrivare davi fino a jff-.Vi' abbisognerebbe un tempo infinito, per- ^ ch spazj - che sono posti fra questi - due eonfini- essendo infiniti in- numero,, , aperto, ohe ' non li si pu pereojqrere' le fc^ia una infiait di momenti; ' =104 ^ tt mna' che si volesse sostenere e!ie il corpo , in piji laogki nello tesso tempo, ci.che itnpUca 'contraddizione. - E' impossibile che\.un corpo sia ia ' due luoghi' nello stesso momento, e che . due parti, del tempo possano esistere iosiemef, perch non v\ha alcuna pAr- , , te, qualunque ella sia, che possa coe-^ istere con ua' altrui^ eiascuna deve ' esistere -sola, cascnna deve incomia- .ciare ad* essere quando cessa la pre- cednte , ' e ciascuna , de ve cessare d' esi- stere qund . la" seguente - iacooiincia. liu -corpo che si -muove si trova -ad Ogni -istante in uno spazio ch gli eguale, e perci esso in ogni istante in riposo,, perch non in uno spazio datCui sorte; dunque esso non ha mo- mnto. nel quale si muova, e se acea- "desse che in qualche istante' si avesse in* muovere , 'biognrebbc che fosse insieme' in riposo cd in movimento. A ^ Ma CI contr^dittmrio , perch il-ieB* Digitized by Google io5 po divisibile alf infinito e la dorata successiva delle cose ^composta, cora fa osservato, da momenti propriamente detti, dei quali ciascuno sempre in- divisibile , perfettamente distinto dal passato e dal futuro , e non contiene che il tempo presente; dunqhe non si pu dare movimento reale. -i Onde -mostrare poi la contraddizione che seco ' adduce T ammettere. movi> mento-, Zenone poneva ia mezzo. il aegoence paralogismo. Abbiasi nos ttK Tola immobii lunga quattro piedi; e iOpva di essa due corpi A e B anche ssi ; di * quattro' piedi di langheBza t> il corpo A sia sostenoto dalla tavola perda langhczza di due piedi o .delie met a - manca, e - il corpo sia destra, e non tocchi col saonapo-che; Px>rlo deUa -tavola.- -Si mnova esso sopra la eavla verso il sinistro lato, sicch percorrendo' in -mezz* ora due - piedi Tcr^ga contiguo al 'corpo A, ed essOi Digitized tiy Google io6 pure occuper con due piedi- dlia sua lunghezza la tavola. Suppniamo- che don s incoutrino he per le' lorb estre- mit, di maniera che il movimento deir uno verso la sinistra, non impe-- disca all altro di tendere verso ' la destra: nel 'momento che i due corpi vennero a contatto, A cominci a ten- dere verso' la destra ^ mentre l'altro prosiegue il suo carajniino alla manca; ihvendosi con eguale veloit e nello spazi di' un altra mezz ora cotti- pir ' di "coprire tutta la lunghe^ ' della tavola , ed avr perctt lo spazitf'di quattro pit^i^ in ntt Orai iti questa itaezz ora^' che avea incmiuciat' muoveri, ha occupata esso'pui^ la tkvola , ed ha percorso quindi 'no spazio : di quattro piedi , ' perch , ha toccata tutta 1. estensione ' di'* in tutte- le siie parti, ponendosi' pira^ lello *a lui: Da- ci 'ne eonsegrebbfe , che due corpi dell eguale celrit Digilized by Googl percorrerebbero lo stessa spazia T ano in meaizora T altro in un'ora, ci che ; contradditorio , perch converrebbe che questi due.,, tempi fossero eguali. Questo ragionamento riusciva a prop vare al. parere di Zenone che il^ mo- vimento' .un illusione, dei sensi, ma ei noli abbadava com- si nascondesse 1 j^il sofisma. nel suo modo di ragionare .e nella sua supposizione, poich il -corpo .4 era in riposo mentre .ff occur pava i primi due piedi della tavola, e il primo poi non ha percorso che .'due predi'seli. L ultima 'obbiezione che il nostro filosofo opponeva al movimento, tende . a mostrare che il corpo pi veloce seguendo il corpo pi lento, non por* ;tr giammai raggiungerlo e . ci ,apr . poggiato alla sola divisibilit .della materia. Con qualunque prestezza si muova' un corpo, non. possibile possa jpaggiupgere un altio che ggeupi uno |fd8 prano avanti di lui, perch H' nlti^o conviene' costantemente asp'euare il luogo ove fu Tatua , il quale gli reste- * r ad ogni modo, semprednnanzi. Sup-; poniamo una formica posta d innanzi ad Achille sulla medesima linea, ed abbia questo eroe una velocit dieci, volte maggiore della fornica. Questo piccolo animale ha superata gi la met dlia linea, allorch Achilie inco* mincia soltanto a percorrerla. Intanto mentre la formica percorre la seconda met, Achille percorre la decima parte di , questa met ; e intanto che la formica Occupi la decima seguente , Achille fa lo stesso della decima di . questa decima ec. ; e perci, questo, eroe a malgrado della sua decupla ve- locit, non potr giammai raggiungere il tardo insetto che gli va dinanzi. Ma ci essendo ridicolo non che impossi- bil cosa, ed il movimento ^ essendo parte di una simile conUa4d;^9jiii^ s. ooQ possibile che esistai Digilized by Google r . I ^ ..Tali ^eraao gli argomenti da cui sr partiva il filosofo di Elea onde nefarc la realt del movimento, a cni forse altri n aggiunse a noi ignoti, .e che pufe'ii grande ingegno di Bayle si studi^ di esporre: non accade per di dverli ricordare giacch non appar- tengono alle dottrine di Zenone, nm bens alle opinioni di quel filosofo che volle SQscitare i principj dell Eleatico confortandoli di novelle prove. Vo- glionsi per avvertiti gli studiosi che cogli accennati argomenti , Zenone negava la realt del moto, ma non gi le apparenze di esso; e che quindi dessi tenere per sofstica la risposti^ che fece Diogene a chi opponeva le ri-* cordate ragioni contro il moto , col porsi ' a passeggiargli dinanzi; risposta di cui alcuni filosofanti fan trpppo caso e so-*r glion^ come spiritosa esporla nelle scuole. .Ma ci non egli un escir dai limiti della questione ? k che va* Tom. Ili, I# ^ V iicr ' : V : - ' >- ; . l^va il passeggiare ?^ Prova fpjrse. cir altra cosa se non clic P apparenza del jnoviniento? Trattavas forse di questa o la negava il nostro fdasofo, 8 quale non st opponeva gi alP illusione che . ne fa .vedere \ in apparenza, il moto/ ' ma 'negava che noi non possian^Q esser sicuri, che questa apparenza abbia qualche realt altrove fuorch nel npstro pensiero ? La risposta del Cini- co venne giastamente\' rassomigliata, dall illustre mio amico Degerando , quella di Alessandro che tagli il nod gordiano quandp gli si proponeva di cigliero colla difirnza pero a mio avviso', che il Macedone con quel taglio animava egualmente alla con- quista i suoi soldati, e Diogene se non. intehde^a' di- richiamar gli eleacf alP intima testimonianza della cosce'n;^ sulla . realt de fatti , non opponeva che un miser scherzo, a, ragion amatL, sottilissimi e che ,d altronde ne pro-i v/ - / Google -cacciano testimonianza ili sommo in- gegno in chi li proponeva (i). _ (i) Per quanto sentisse di sarcasmo questa risposta , certo non potea che adescare al riso il fdosofo a cui sar, stata diretta , mentre fu assai pi dura quella del medico Erofilo al sofista Dio- doro. Costui onde negare il movimento jdiceva; se un corpo si muove il fa o nel luogo ove si trova ^ o in quello dove non si trova : ora esso non si muove n nelC uno n nelC altro caso ,* non nel Juogo ove si trova perch gli conver^ ^ehbe sortire da sso,^ e pi non sarebbe in quel luogo ; non nel luogo ove non c, perch nulla pu n soffrire n fare xtlcna tosa ove non si trova. Ora essen- .dosl a costui per mala ventura slogata una spalla , ebbe ricorso ad Erofilo onde gliela accomodasse , a cui sorridendo rispose il medico : tu non sai che cosa ti dica : come la tua spalla slogata ? Ci non pu accadere poich essa non, pu essere sortita dal luogo n ove era , n ove non si trova. l filosofo cui fie- ramente cruciava il dolore^ poco in quel ixa Zenone porgeva inoltre altre difficolt contro il realismo empirico, e ne poneva alla stessa sostanza unica che ammetteva^ e a cui attribuiva e to glie va molte qualit , spargendo cosi il dubbio sn ogni' cosa, siccome' usaro- no gli 'Acataleptici in altri tempi. Egli duro in vero lo scorgere come qnest'uonio potesse prostituire il sno genio a queste puerilit, e pel piacere di combattere i suoi avversar], anteporre ad una gloria Impassibile che gli sa- rebbe tornata dal far progredire le scienze speculative, una falsa e diffi- cile che necessariamente va unita al biasimo di coloro che amano la verit. JVla per forza d' ingennamente con- fessare , e meco converranno coloro 'momento atto a gustare i suoi stessi principj , prfg Erofilo di scordarsi dei suoi ragionamenti-e di apprestargli V op^ portano rimedio ' ' Digitizcn iiS fftiQ Stranieri atto - ftpixito di p^ie , giadcanp gli uomini quali furono , ch a mezzo alle, stranezze ed agli errori di questo Ulosofo , traluce tanta acu- tezza . 4' i^gf^gtio e tanta destrezza di i raziocinio ; che non potendo venire ^ ned essere sostenuti fuprchc da Zeno- ne, come suolsl dire di tt.erh.elci ^ui nome tributeranno sempre omag- .gio coloro che sentono quanto costi il pensare. Alle quaU cose si pu aggiun- gere , che cjuesti istessi studiati ragio- namenti non sono del tutto inutili e dannosi , poich ne addestrano a co- noscere i limiti dello spirito umano e insieme la forza di lui , come vi ab- ttiauo delle cose a conoscer le quali non sa da tanto, e come possa talora poggiato sull ali sue stesse , pervenire a dar colore di verit a ci che falso. Sicch tenendo dietro dligcotemeute a questi suoi voli, giova ricercar^ come i^)ossa ritornare dal traviato cammino , fet8 ffdtierfno ' onlrt) fe Ittsfhghi ctie v4I' trassero , nde aV^'iriarsi va 'contni' piare ' pi ^ blla la verit , nel ^modlo' slesso clfe rie apphr* j;)i avvenente e duplicato il ^giorno dopo il tnrbirie - la prricellii.' . ^ ; - .... . Qnale influenza pesano aVere sr.* Sitata le sttigliezze di Zenone' sulla ilirezione die prese dappoi la- ft8fia.4 ne verr di comprenderlo allorch tratti trenio di '^SoCsti fe sUi per ultimo ne sia dat ricordare'a'que' filosofi ,, che Appiattati ili gremi)o alla soTtadine, nri hanno pensiero che a se e' alle proprie meditazioni', 'come Zeftorie parimenti de- gli altri 's^i della Grecia , pose ogni sua "'opera' e "fatica onde procurare vantaggio del suoi' cbncitrtadini,' * w studio 'sempre 'd ^riostrarsl tlle sue azioni vero sacerdote della' virt. Figlio di' una patria n' cui cittadini educati dietro i principi di-Pitagora, cresciuti nel seno- della filospfia /^^ cella -pratusn I .rigorosa dei doveri sociali procuravano i dessere onesti e virtuosi; egli senipie I antepose questa al soggiorno dilette- I vole d Atene. Ma Elea 'ra oppressa, da I un tiranno il cui giogo dolenti sopporta- vano i cittadini avvezzi a $;jirare aure ' di libert; mal sostenne il filosofo tanta SHcliiavit e animso accingevasi a dare a se ed alla patria la sospirata ndipenden- -za, se la fortuna non se gli mostrava av- versa, n si scopriva la preparata congin- ra, per cui ritrov catene e morte , ove credeva dare liberiade e vita. Lanimo indomito di Zenone per non si avvi- liVR 'innanzi ^al suo tiranno-; cg^^'erft ^losofo e non sapeva tepiere, umana Vpllo I sapere i suoi complici, eh egli invece I n accusava tutti 4. di lui satelliti ed I 'amici , e pria di porre in periglio i se- i ,'guaci seppe "morire da forte,, fra il [ compianto de concittadini, fra'lav- ) t^ilimeaco devSnoi oppressori ^ . P Qlized by Google / farsi Bertno eonli^ le ittstngli c!ie vit-: trassero , onde - avvicinarsi .a 'contem-r'^^ piare 'pi * blla ia vni , nel ^modo* ,8tso clfe rie appr* avvenente e duplicato il "giorno dopo il. tnrbie 4a procella m i > , . n:,,- Quale influenza pssano aVere csfer- Sitata le sttiglfezze d 2none' sulla direzione che prese dappoi la filosofia 4 ne verr di comprenderlo allorch tr&t 4 trenio di ^Sofisti fe sUl per'rilllnan ne sia dat ri cordar e *a'que filosofi,, che ppiattati ingrem^)'o alla sofitdine, non hanno pensiero che a Se e' alle proprie . nedtcziori,come Zettorie parimenti de gli altri saggi della Grecia , pose ogni sua'^oper e fatica onde procurare fl vantaggio di siior cbncit'tadiniy w "studio -sempre 'di toostrarsi" tile sne azioni vero sacerdote della virf. Figlio di' mm patria "i cui cittadini educati ' dietro i principi diPitagora, cresciuti nel seno deUa filosofia cella -.pratic Digitized by U irigoresa del doveri sociali procuravano -d'essere onesti e virtuosi; egli sempre antepose questa al soggiorno dilette ble'S#A.te. Ma Elea era oppreis^ da H cui giogo doleuti sopporta- vano i cittadini avvezzi a spirare- aure -diHliert; mal sostenne il filosofo tanto bcfiiUt&b animso accipgevafi a dare a Mia patria la sospirkaindipenden- i, se la fortuna non-se gli mostrava av- no scopriv-la preparata congiu- rivi?*?^^ catene e mrtb, ve ^redova'date -libertade e vita. Lhimr Indomito di Zenone per non si avvi- ftva tiinanai al suo tiranno : eg^ji era dlosofo e non sapeva teprece^ nmatra .{tosanaa ; lo disprezzo. 'Invano Oi'iVplle Japre 1 suoi complici, eh egli invec aie accusava tutti ^, di' lui satelliti ed sifmici, e pria di porre in periglio i so- igaai seppe 'morire da -forte , -fra incompianto de concittadini, e fra 'ra^ incompianto iariUneato de.suoi oppressori^ * Intorno al Panteismo^ Elea^ . ckmiderato relativamente a de^^ modernL , ! i *. -y Avviene Io scesso 9 c^nsider^^ io rivoluzioni dei popoli e Je rovine degli imperi , cme .a ,cjbi medi^ oro, della' ^losofa. prim^ vede do vantane grandi nazioni^ nascere. ^ tutte agognano le palme della gloria^ e deirimmortalit, e dualmente tutte, del pari ricevono dalla mano implacabile del tempo il rovescio' fatale che le precipita neUobblio. Ma n. pel succe- dersi di rivoluzioni , n pel volgere di secoli, avviene che i. sistemi scora- fi * pajano iuteramnte, onde luogo Digilized by Googlc ^48 JBL. altri prima ignoti: ma ognora Viii- novellati e percorrendo le stesse rivo- luzioni, non cangiano che indole e nome , come avvenne dei princip) di Platone,' di Epicuro ed in ispecie del Panteismo degli Eleatici. gli perci che spesse fiate coloro che di sover- chio seguono le antiche cose , ne ri- chiamano quel trt;o adagio , nulla aver- vi di nuovo sotto il sol ; abbench ove con 'alquanta cura vogliansi Con elderare i Sistemi rinnovellati , ' verri . di cnscere come fossero d assai nai- '' igliorati , e vestano' sempre il carattere de tempi in cui comparvero. ' ' ' Abbench non sia istituto nostro fa- vellare della moderna : filosofia', cado-' tone il destro abbiamo per spesse fiate ricordate le opinini che i mo- derni innalzarono sugli, avanzi degli ^ > antichi' sistemi; e gi accennatnino, come la stessa filosofia dei primi elea- . tic! venisse dopo il risorgimento delle'* lettere richiamata a nuova vita. flou vuoisi al certo negare che Ja grande idea di generllzzare a segno la divinit di spargerla e confonderla coir universo, , sia seducente in modo dessere spesse" volte seguita dai po- poli e dai filosofi. Pure altrove ebbsi a ricordare come le nazioni contem- plando le maravigliose bellezze della natura e cercando di trovare la ca- gione o lessere che ve le avea im- presse, senza badare se questa causa fosse un effetto od un opera , n risa- lire a ricercarne una invisiiiile ; ai trattennero alla natura sensibile : n quindi conobbero altre cause univef- . sali ed altre divinit che la natura e le sue parti, L universo al loro sguardo sembrava racchiudere in se il principio di vita, di movimento e darmonia che vi si scorge , e quindi in lui ne riposero il principio attivo che tutto produce, ed a lui o alla natura rivol- sero i loro vti e porsero preghiere e I wo ' . . acrifizj, I movimenti e le tradizioni di tutte le auticUe nazioni ne fanno* testi mouanz'a di questa loro crednza e religione, ed Ensebio attesta non avervi che un piccini numero di saggi come Mos, che aveano cercato Dio a la causa - deir universo fuori di 'fui,* ma che i filosofi Egiziani e Fenici, ! tutti gli altri riposero la causa" supre- ma nella natnra istessa. f ^ la quanto' ai filosofi le cni opiuiu# ^ certo- non voglionsi confondere ei debrai del volgo- e delle religioni^ sono addotti a questo modo di filosofare^ ap'pumo dal desiderio di ricercare una causa pi possente produttrice della natura; ma non potendo reggere ' ad emergere dalle sostanze terrene, e non credendo ragionevole il creare un esse- re spirituale; e d'altra parte quanto pidi t . . r' studiano la natura ritrovando sempre in essa le cagioni de suoi fenouTeni fadlmente si persuadono a unire questa Digitized by Google colla divinit c formarne un essere unico e Dio. Dipartendosi da' questo principio facile il giungere ad iden- tificare questi due esseri; se in ispecie vi ricorrono alcune circostanze simili a quelle che diedero forma al panteismo degli eleatici. Allorch si vuole "colle sole forinole della logica , e colla scorta delle sole massime razionali in- nalzarsi sopra resistenza, e fissare a priori la legislazione degli esseri; le' massime speculative non essendo che r espressione dell identit, le forinole, logiche non essendo che mezzi di tra- sformazione in a)uco alla medesima ; r uomo si trova in ogni parte racchiu- so in una sfera , ove la sola identit ne traccia i limiti. Posto nell impossi- bilit di ammettere altre condizioni fuorch quelle da cui mosse, non gli riesce che di rinvenire costantemente la medesima idea figurata sotto dilferenti espressioni ; quindi c stretto a misura ///, 1 1 . che 8* inoltra gittare lungi .da se tette le vrit-, tutte le modificazioni ,, e 8e gue una linea uniforme, inflessibile da cui non pu traviare se non che per nna inconseguenza di* ragionamento. Quindi che tenendo dietro a ita razionale fu stretta di prendere allor- ch ebbe a seguaci spiriti intrapren- denti e perseveranti, i quali le vollero tenere detro fino- alle ultime rigorse conseguenze -, n - lo chiarirono gli Elettici che primi si sforzarono d4 applicare' la diatetica alle speculaationi di Pitagora. E fra modrni si vide . ri* eorgcre il sistema d'assointa identit e il panteismo con Bruno che primo tent di richiamare, la buona mctaflf Digitized by Google V oca/ eoa) Spinosa che vlle generliz- sare i principi rii Cartesio, e coi di* 'tte'poli ^i^Santk . ir. veroppanteismo consiste appunto identificare Dio coli' universo , e per lasciare^ i popoli che adottarono xii^^]hiFp> religioni codesta'grande' idea , rammemorate di molte sette ^e ' io varj tempi seguirono questa ^ttrina. E primamente Pietro Della )-Valle ' ne ricorda di certi Maomettani T - ... he >sl hiainavano Ehi Eltahkik , . ct^ /che suona lo stesso di uomini della 'Vorisv i qnali non ammettevano che ^quattro elementi,, che sono Dio;, Toomo ^tatte 'le* cose'; e parla' pure dei Ztn- -diki ti altra setta Maomettana, i qnali portavano opinione che tutto ci che ni nel mondo, tatto ci che fu crea- to, Dio. Per non richiamare poi le ^dottrine degli Arabi intorno a questo argomento, che poteano averle attinte rdai Greci, -e .sono poco conosciute, si D- by Google '534 - ritrvato' clic slmile flosofa sia se- guita anche nelle Indie dai Pendets, e sia tuttavia il dogma dei Soufys e della maggior parte dei letterati Persiani, Questi cabalisti pretendono secondo Bernier , che Dio o P essere sovrano .che essi chiamano Achar , immobile , immutabile , abbia non solo prodotte o estratte le anime dalla sua propria sostanza , ma ben anco tutto . ci che yi ha di materiale e di corporeo nel- r universo ; e che questa produzione ion gi avvenuta semplicemente nel modo delle cause efficienti , ma a ma- niera di un ragno che forma una tela che estrae dal proprio ventre e ri- prende quando le piace. Perci la crea- zione altro non che un estrazione edl 'estensione che fa Dio della sua propria sostanza, di queste reti che estrae co- me dalle proprie viscere , nel modo istesso che la distruzione altro non che il riprendere eh ei fa di questa Oigitized by Google Ia5 dviaa sostaaza di qaeste reti in 6o stesso , di maniera che nell ultimo giorno del mondo o Mapeeo o Pralea in cui tutto sar distrutto , altro non avverr che una ripresa generale, di tutte queste tele che Dio avea tessute colla sua propria sostanza. Formatasi' questa idea della divinit, questi flosol ^ne concludevano, come gli eleatici ao . tichi , che non vi ha nulla di reale e di elTettivo in tutto ci che noi ci avvisiamo vedere, udire o odorare, gu- st&ra o- toccare. Tutto questo moadot non che una speme di soguo e una ' pura iUusione, in quanto che tutta questa j3aoUiplicii.& . diversit di cose,' chea ne appajono non .sono che pna sola unica . ed egaal cosa , eh Dio medesimo,; , nel modo- istesso che tutti inameni che noi compatiaoio di. die- ci ^rdi venti 1 . cento , e ^i_, mille, non sono. ^ che una stessa unit, rip^e- tuta pi voIte..^Dim jjmxpofeo ina * Digitized by Google ifaC' Biapelc' * i&eofihittibik^^' > *' Ma per ritornare a filosofi che ebbero' maggiore relazione colle antithe dot- la^ Ifiae ' fra i. modrni . il pantelsino fi primamente seguitot da. Pietro Abellar** do^iel^ primo riaccete.ile spente fa- TUe i deila filosofa , i qnale yvisd Dio essere -tutto ^ e tutto essere Dio ; esso eaogiarsin. tutte le cose e questo araanmtarai jn lui: e nel secolo XIIL poirida-' j)a vide -Dinante clte non am- mfitttv-.nltiiia distinzione fra Dio .e pn si voglia per ri- eordare quello, di Alessandro Epicureo, ebe ;Vis^ al tempi di Plutarco. Questo, filosofo siccome attesta Alberto il grande disse Costai pose tutto essere Dio e'Dio essere tutto: il creatore eja cteaftura essere lo stesso ; le idee crearsi ed essere Create , tutto iu fine chiamarsi Dio; ed ^esso fine essere di tutto perch tutte le cose debboa tornare -a lai v,' onde' immutabilmente . in lui riposare ^ e' Dio finalmente essere l'essenza di tutte le cose e di tutte le creatarew / * Questa dottrina fu tenuta per empia V abborninato il nome del suo Autore in modb, che nel iao8 fti disottrrato^ il suo cadavere e ridotto in eener : cosi fino cl bujo di que' rozzi tempi s'iu* cominciavano a sviluppare i germi la* tali y che doveano fra i moderni opprU mere la filosofia.' ' ' ' i Almaric per ebbe dna dottrina alquanto rozza siccome il concedevano s ^ 129 i suoi tempi 4 f clxe forse prese, dallo . Scotto., che, pi si accosta, al Pita- gorisiivo., . che al, Panteismo nssolnto^ Onde, t il ^ primo a dar .bella foggia a questo naodo . di filosofare fu Piofelice nostro Giordano Bruno, che. accolto da tntte le nazioni ove percorse alta- ' ^ inente onorato > redace in Itali^ ov;e il traeva .P amre di qne&ta . bella -,pa-i trio* nostra vif: nfisermj^tO.^fatto pe-r rirc- sul' rog delP inghi3ti2t marrirf , della fildsofia. Bruno disse .che lo . spir SIto-; -Dio per, eccellenza infuso iq tatti gU weri/,:Pio' essere U monadfli v * Iffiacipale sorgente^ di. tutti,,! nnmeri^ semplicit di tutte riiedema seneenaa di IhunO) e siccome ceti'* altezza del- Digitized by Googl no genio pot'^n^primervi nuova forma e porvi maggior ordine, pose il suo nome a questo sistema. Ammise esso primamente he T identico* non pu essere prodotto 'che dallidentico, che una causa non pu generare un effetto ^ _ fuorch An, ci che lidea della q>rima determina quella della seconda nel- nostro' spirito a priori , e quindi in virt deir identit. Ammettendo con'' segaentemente che , V idea del finito non che una negazione, ne trasse * non possano esistere n. due s)stanze' simili, nc due differenti, n alcuna so- stanza fnita: che le sostanze non pos-^ sono essere distnte' e limitate nel re- le, 'fuorch nel modo che lo sono ' , nello spirito. Posta lessenza della so- stanza, nell esistenza, e tratti i suoi - ' ^ risaltati dall idea che - abbiamo della . * * I sostanza alla realt, e dalle associa-,, zioni dello spirito alla necessit dellei cose; stahiliya 9 he 4a sostanza ~ ' Dgitized by Google l3 necessariamente e per se stessa^ efee *c unica , infinita , e questa ' sostanza poi cliiamantlola Dio ne concludeva che Dio tutto, e tutto Dio. Il ragiona-* mento per cui. ei giungeva a, questti risultato molto pi astruso di quelle degli Eleatici e pi trascendentale^ ma Spinosa partiva da principi metafsici , mentre quelli prendevano le mosse dagli assiomi che facea tenere inalterabili il dogmatismo de loro L' infinita esteso^ e il pensiero infinito conipone vano, a sentenza di Spiaosa, L due attributi della sostanza di Dio, o della natura naturante. Questi due attributi li avea siccome identici fra loro, 'sic- ch formavano ur^ assoluta unit ed erano inseparabili nella scala > degli esseri. Gli esseri corporali non sono che i modi del movimento e -del ri-^* poso nellestensione dell infuit, co- me la volont e la ragione sono i modi iouoediti 4d pcnsierQ ialoitoi Digitized by Google pieeti Tcomponcvano c&e cbia-* mava natura naturta. Lassoluto pea^ siero ia (jael sistema-' la* coscienza) immediata nellessere universale e sic-^ come questa coscienza la voleva neces-* wriamente unita alla estensione; teneva Ae tatto ci che La luogo nell esten- sione,. -deve .aver luogo nella coscienza' ^eato- principio forniva a Spinosa il modo di stabilire la realt delle cogni- zioni, e di convertire il suo idealismo ia una specie di materialismo. , Non ' accade presentemente di richiamare^ ' ad esame questi principi , ehe sem- brano ipi che agli altri panteisti acco- starsi a quelli di Parmenide, e invol- gere quelle contraddizioni che appunto, apparvero^ nell antico , e persuasero Melisso -richiamate P unit sistematic'a: al pi albo punto di rigore, in nulltv wtrattenendosi, alla realt delle : cose. j . - Questa la /meta a cni tentleva fra i- oiodern^ 'Sohelling * scciessore d| Tom. Ili, la * iFichte nella scuola dr- Kaiit, fl qvnaW eehtendo come V idealismo trascenden- tale fosse chiamato ad nn pi alto do- BtinoV vi diede negU uUimi tempi una forma ancora sconosciuta - in Germa- nia richiamandolo aiV assolata identit, traeste filosofo pose lto primitivo ed infinito, come il principio di tutte le realt e di tutte le sciente: ^umdt ebbe la natura siccome Cattivit di questo IO, lo sviluppo di una uwola^ aime primitiva, ma ({aesa: involmsione per non ssere ma soltanto i tur atto ideate, uni snte assolata, natura tende a un iuflnifo sviluppo, ' riposando sopra semplici ziom, e' non opra prodotti azioni che tuttavia non possono essere conosciute come esistenti, e divenendo un prodotto che si genera da s, osserv come nel tempo istesso ella- sia V infinito del Zj- mitatoe \\ limte detP infinita. Ma la teneva poi w strettamente per lo svi- Digitized by Google \ i35 lappa dell io o dell* essere - primitivo assoluto, cho asseriya^ ilosofare sulla natura essere. lo stesso cli creare ^la natcura (i ),' Schelling, pi profondo di lutti. gli uni trj,] consider con. occhio filosoieo . r idontit delle scienze, i principi della filosofia., che tenne', come - un arte d imitazione. .. 'Favell deL magnetismo e del- galvanismo , ma non 'nel modo^ non cui Xenofane avea parlato del calore., poich r.an^cp poc /conseguente rinomava atta realt fisica^ .mentre Bid fisteraa di SchelUng il ma- gnetMine aiHl .diy6ne^>che come la. jcategojia ' reale, della 'fisica. Perch pienamente poi fosse identica la natura e. la diyijoit in questo sistema, .osser- . areremo, he dicevasi la jiatnra ossere una sorta di divinit in germe,, 'ma JDio non esistere ancora, poich ei r j(i) Natttr /usa la forza divina colrio b Tessere Assoluto primitivo , infinito , somma mente libero che ha creato se, e quindi latta, la natura. . Ne sia concesso per ultimo di os- ervare , come potrebbesi annoverare anche fra i panteisti T autore del siste- ma della Natura. Era naturale ch se i'iumi ^ella flosofadel secolo passate e i' prodigiosi risaltati dir s|ierienza, toglievano di pi^rgere pi oltre Scettici ^ubbj sulT esistenza dei' corpi ; tuttavia mostrando sempre pi , come tutta la matura e nelle sue parti e helT insieme^, non mostri ehe delle caus e- degli ^effetti necessari uniti da una consecu-i trva catena ; addacessero;nnafdito filo sofo che sdegnava ricercare una causa spirituale fuori delT universo , a for- mare della natura un essere da 'per se Digitized by Googlc 4UtWo e necessario. Quindi BlI^abeaud ^tratto da qaeste lusinghe , sotto colore di ricondurre gli erranti mortali agli altari della natura, e di distruggere le chimere filosofiche a 'cui la toro 'saltata immaginazione avea dato esi- istenza; sostenne che nulla vi .ha n -fuori n sopra la natura, eh' essa capace di produrre merc un'attivit propria'^! tutto senza un soccorso tra- -niefo, eh' essa ia causa del tutto ^ che esiste da. se, esister mai sempre - d causa di se stessa: il movimento c i cangiamenti che' le tengon dietro altro non essere che una conseguenza necessaria della di lei esistenza , e nul- T altro essere Dio che cotesta natur^ animata ed attiva, o. la somma delle ffbrze sconosciute che danno vita al- i' universo, e che costringono gli esseri ad agire a' norma della loro propria nergia, e perci dietro leggi neces- 4aiie ed immutabili.. Cade per ulmodo in' questo sistma Ogni idea di mi esaet$ superiore e Dio che presso gli altii panteisti 'bbench identifcato e con- fos'o colla materia, par causa pro^ .dttrice, in questo' interareute sban- dito ; o se ne chiamato a parte- non appare he siccome uh semplice nome concesso alla natura. Essa per - Dio perch flpera secondo il francese filo- sofo, tutto ci che avviene nell universo c che si concedea ^dagU altri panteisti* ad un essere straniero, ma che pure ^olean confondere colla natura. Tanto pot un ardito d intraprendente in- gjyno, che os\ tratto da spirito di novit combattere i dogmi pi sacro- santi che da tanti secoli ottennero la de- vozione dmortali-; e arrecando la ma- to profana sullara innalzata all ordi- natore dell universo, col dire figli del- lumana ignoranza i suoi attributi ^ primo ardi fra i moderni- apertamente palpestocfte lr U90)t6 e m . * Digilized oy Googit H rito , e non 'solo nuovo Encelado ^Sfidare i fulmiin e. le saette della* pro-^ vocta ' Divinit , ma rovesciarle il trono ^ distruggerla ed annientarla. " Le quali cse tntte considerando, si avvede come il panteismo degli Elea- tici fosse r opera di una filosofa che ancora 'sentiva dVeesere sorta da un aecolo , mentre quello de' moderni pifii metafisico 7 fa mstra di nn filosofa 'pili ardita e pi profonda. L"' essere degli eleatci era la somma intera delle costanze che compongono il mondo, e na' specie dessere di cagione, Jat cui nitro attribnto non conoscevano, che X essere, ed a ei toglievano per astrae zione ogni idea di causa e di effetto-, di movimento , di modificazione e di for- ina \ ma lasciavano presentire che pure questo essere era qualche cosa -hc esisteva, Essi s? sarebbero al certe '^maggiormente innalzati , ed' avrebbe fo stabilito m panteismo pur^e^ ^ 40 . speculativo , s ia no .arrecavi loro impaccio lo spazio .che li.seni> brava inseparabilp., dalla rOtatma per- ch ignora ado la yera.nat.ara:ied grih-. gine di qaestV ultirn , allorch , Yo- leaao . combinarla insieme allo spazio si avvolgeano fra inevitabili contraddi- zioni. Quindi ne venne la contrariet, cd il poco rigore metafisico neMoro '^istemi, ove in ispecie.. vogliansi con* eiderafe a questo riguardo.. Xenofane che concedeva a, Dio una figura , en^ r^iiesta contraddizione, aenza per po- terla togliere, n qnindi gU riesc'con- i^ederp al sub Dio , che, .degli attribnti iqnasi tatti negativi. Pare,, che Parme- nide formandosi Videa di una Divinit |iaramente astratta si .studiasse d evi- rare le mende, che ravvis nel sistemar del. maestro, e .che .perci, la forma urotonda che attribuiva all. Uno , fosse ^puramente; una- metafora onde rie! scisse di concepire il sno,p^iero : Digilized by Googlc ii iiss sosteneva die si pu formarsi un idea reale della sostanza del mon- do , e mentre si studiava di conside- rarla puramente nel rigore metafisico, addiiceva in mezzo per unidea reale, un idea in fatto vuota di senso. In quanto a Zenone ove lo si consideri come apo- iogista del sistema di Parmenide, pare appunto comprovi quel filosofo sepa- rasse Dio da questo spazio , quantun- que fosse incerto sulla natura de loro mutui rapporti ; che se si avesse ta- lento di considerare la sua opinione , si durer fatica di raggiungerla involta fra gli argomenti contro la realt empi- rica dello spazio , e la non esistenza ~ deir essere. Siccome poi in questo essere^ degli Eleatici non vi era alcun princi- pio di generazione, ne veniva la con- tinua ripugnanza delle cose soggette ai sensi e mutabili, nata colle relazioni dellUno e del Tutto, quindi i principj ^empirici di Xenofane, Je idee seconde t4 di ParmCDlde , l identit assolata di Melisso, e perci contrariet di prin- cipi neHa stessa scaola. . ' In quanto , ai moderni Bruno si accost agli anticH pi di Spinosa; il quale volle nel suo essere trovare Ja cagione della corruttibilit e 'can^^ giarae!ato delle, coae. Il partito per pi filosoficoT per un panteista, quello he meno involge contraddizioni nel sistema, -pare il pi metafsico di tutti e il pi . speculativo ^ quello cio : dd ;filo8ofo Alemanno, che lo uni ll' asso- luto idealismo.' ^a questo sistita laon pu- essere che il fratto di una* tarda meditazione, e ne accadr di osservare fra i e questa consiste in ci,' che gli antichi in nulla ripetevano i principi di morale dlj^ loro nietaGsic'^ e quasi riguardavano i loro 'sistemi astratti siccome ingegnose speculazioni, I moderni, al contrario, e ,ci ne procaccia opinione di maggiore matu- rit ed ingegno , traevano dalle loro , metafsiche speculazioni i principi dietro cui debbonsi governare le ' azioni dei cittadini e dei popoli, come usarono Bruno, Spinosa e lo stesso Schelling, che associ alla sua filosofia teoretica una pratica egualmente dedotta dal- r idealismo trascendentale, che si ap- poggia specialmente su questa propo- sizione ; r assoluta , astrazione , o il- principio -della coscienza di noi stessi, non pu ssere spiegata; se non che per la determinazione di se stesso, o per un' azione dell intelligenza sopra se stessa. Per quanto per possano essere accorti que filosofi .che innal- Digitized by Google 44 ^ zana a morale sa questa, specie ^ clonsi verdeggiare e dopo d aver fatta l>ella pompa di numerosa famiglia di fiori , inaridire e yeun; ' meno ; quali finalmente crescere per naturale svi- luppo dinterne forae, quali' \per lovra imposizione; e vede T uomo 'in- nanzi al suo sguardo merc le combi- nazioni della natura convertirsi le arene in duri macigni, le acque in varie so- i 4tanze, che si trasmutano facilmente in rilucente cristallo , che rifrange per; mille parti il settemplice raggio 4del sole. Come persuadersi che nulla scompare se ogni cosa intorno a se vede caduca e mortale', abbassarsi i monti, scomparire l intere specie degli animali, e travolgersi in pochi anti mille generazioni sulla faccia della terra ? Come creder che nulla ai muova , se posto sovra un atomo che lacesaantemente si gira sopra se e tea* o, tutto, scorge intoj&o a se sato. e ,ia moviineato..,ned ergendo cchi al cielo si vede, sul capo la cQtiaua danza dei, pianeti ,e delle afere ? _ . . ; - Fra r immensit dei pensieri e delle meditazioni che ruomo yolge, nella in- sta ncabil mente , suole vero slanciare talvolta questi voli giganteschi e subli- mi., ed innalzarsi sopra. Ma. natura in un mondo ideale, ma siccome acquila che dopo pur lungo viaggio . forza cerchi ove fermare il volo; cos esso stanco forza ritpirni alle cose terrene. Perci era difficile che il gusto metafi- sico arrecato air eccesso" nella scula dElea , dovesse durare troppo lunga- mente. Qand.o gli spiriti sono mossi dai desiderio di sapere, la pi lieve scintilla li commuove, e, li risveglia, ma allorch s avvedono ci L successori di questa;' scuola sbigottiti dalle .di lei contraddiziohi, si rivlsero ad un op- posto genere di ' flosofare, e forma- rono' la classe degli Eleatici fisici. t .' t, > :'n)v L ^ *: '/ j; - j' r 1 m - - * r ^ ' 'L E u 0 I p p'; , H primo che si volse sul nuovo cammino, e' and 'in trceia in questa scuola d una" pi ' . certa ^ filosofia fu Leucippo di Ela, com' alt^i vo* gliono d Abedra, discepolo ^di. Zenone 'forse di Melisso. Questo filosofo s ac- corse che la diffidenza sparsa da' suoi predecessori contro la testimonianza dei sensi, distruggeva ogni - filosofa , e che tornava meglio ricercare In quali circstanze ne traggano in inganno^, che persuadere con logiche sottigliezze^ g se ed agli aitri che ne ingannano sempre. Mosso a sdegno dei numeri di PitgOra; della Mietafisica di Xeno^ fase e- dei sofismi di . 2tnode V' intera si eonsai^ ^ allo 'studi , delU-UB^veirsa^ ed alla rleerca delle propriet e degH attributi degli esseri. Il solo- mezz-'^ ei diceva, di conciliare i sensi 'colla ragine , di rccoglre dei fatti, ' e fermarne la base della specUlaiiiOiUir senza flti- tutte le - idee * sistema ttelcf non * ne' scoprono ulla , liOn soiib Che tiibr fallaci ed incostanti,- 'Ohe' Uj^enaf ' * J , ^ , * si mostrano 'e scoinpa jono in nn istan e ' Quindi imprciidesse Lencippp ' riformare non sedo- la propria scuola, ma a far ricerca d' altri materiali, di nuovi priucipj, e in ogni cosa con- traddire , i suoi predecessori. Questi videro tutto nelle idee, Leucippo nulla volle ammettere tolto ci che osser- vava nei corpi : quelli avean cercato di annientare la materia per non accor- dare r esistenza che alle cose intellet-. tuali; questi parve annichilale le cose> intelligibili,, per non ammettere che la materia t i primi non conoscevano che. im essere , una sostamta . immutabile esso ne .^olle una iuJ^oit tutta muta- bile: essi. non aveano che un tnotido;/ Leucippo ne fece un numero infinito } r universo era rotondo , ei gli ' tolse Ogni figura; era pieno nel vto, e il vto venne a parte della, composissione. delle cose: la sostanza, era una,. e fu. divisa iu una infinit di , atomi : era ^nza attributi e qualit; divenne essen- zialmente solida;.e grave, e fu mate- ria in tutto: non a vca alcuna specie. i55 di movimento, n quello della genera- zione n della corruzione ; ed ebbe un movimento locale', che la traeva a pro- durre' le forme: si aveva fnalmente un Dio, uno, intelligibile, sensibile, ab- bench identificato col mondo, Dio in gni sua parte; e ne venne persino proscritto il nome, pel timore di la- - 4 sciar nulla di arbitrario nella filosofia. A Leucippo conveniva spiegare T esi- stenza del principio primitivo dell uni- verso , e il cangiamento della forma , onde questo principio primordiale bi- sognava contenesse tutto ci che ap- partiene alla ^possibilit della diversit infinita che si osserva nelle qualit', composizioni e forme della natura. A tal uopo nulla gli parve venir pi in destro degli atomi , nde spiegare tutti gli elementi adottati dai fisici che lo aveano preceduto , ai quali uni il vto snza etti questi 'non potrebbero 'esser pt8 in ipovia}ejto fo^to ci ammise Digitized by Google iS6 ' per j solo ^reggitore del mondo il' caso, ..volle , eh ei solo fosscJ 'il princpio di quei movimenti e di quelle combina . zioni che sembrano governati da leggi .costanti ed uniformi, ei solo principio ;di ci che chiamasi ordine ed armo- , nia , innalzandolo per tal modo sul trono della divinit. ' / Luniverso, ei dicea, infinito, 'ed -a comporlo concorrono due principj ; il ^pieno ed il vto : il primo composto d atomi o particelle indivisibili , che riempiun uno spazio indivisibile*, il .vto lo spazio interposto ai corpi o \i- peni.' Siccome poi gli atomi sono enti e i vti non enti , ed' entrambi essendo neCeSsar) , ne avviene che non solo abbiasi 1* ente , ma ben anno il non ente, che' anche esso princi- pio , e unito all ente, forma la causa (liiatriale dell uni veVso. Gli enti o gli atomi sono quelli che formano 1 uni- -vrso , siccome la figura , la in^sa Digilized by Googlc / c la posizione' delle parti componenti ' r sono quelle ohe danno forma c so ' stanza nella -natura ^ ae ' viene che qa^tl atomi abbiano diVerse'affezioni; ' Essi sono cos; piccioli- che. ne. lim- !Cosa,^ infiammatasi poi si trasfornv ^ in altrettanti astri differenti. In questo ^ modo dopo varie jCQiqbina?iqni .(Q di- ^atruziom si .&ruiarono ; friuauo .i ^.mondi, infiniti , che. di, cqntijuuo .si |r|- .'iiolvono . onde dar vita . a , novelli cos , .chq dalla.^ casuale combin^ione degli ^-atomi , ebbe forma questo, ordine, che : noi *chiamiamo natura. .. . ' ' ' - . j, In .questo modo Leucppo, spieg ,co- w formino, tutti, ^quesd; glphiinh- che ne i^ostengoup^r rischiuane ' i6i ne^' cifcohJno questo" ordine' im- mense di cose di ciii r uomo fa parte fe 'pare sedervi svrtrti. Per quanto -que- ste idee siitano dei principj sistematici, coihtinque si reputino poco conformi a prestare la spiegazione di tutti i fe- nomeni esse, fanno mostra di molta profondit e sono conformi all ossr- \azione. Qualunque sforno 'per noi si fccia onde penetrare il " segreto della i - natura non n viene forse di ritr-i vare' dovunque materia diversa per se, T t divrsamente modificata^ e combinata? ti suo insieme che altro ne mostra so non che delle cause e degli efiett neces- sari, gli uni originano dagli altri? 4)ifiatti merc le loro propriet speci- fiche tutti gli esseri th- conosiamo , gravitano , i attraggono e si, respingo- no, nscono o si dissolvono', ricevonor peraap tibAtio afsnavecviie- iaaa nuova, .a, vioiesitu(]ine > fi f -coi van debitori i fenomeni > cli9 scorgiamo operarsi nell' universo ; Questi cangiamenti che deve aver ihente il flpsofo, allorch non vuole dipartirsi i^a pr incipj as^at^ \ onde conoscere e. penetrare i secreti, della natura. Essa misuriosa'ed'oscura se non che per coloro', i qnali amano osservar^ in astratto e. sono oppressi dai pregia* dizj; ma ricoperta , siccome una bella ritrosa^, di un legger velo onde ne, sia* po maggiormente presi coloro che som vaghi: di conoscerla, a chi sa deatrar ntente togliersi qusto ostacolo , fa mo* tra di tutte le sue bellezze. Fu questa meditazione che si rivolse Leu- cippo sfuggito da idee astratile vecchiamente generali : solo e senza scorta penetri assai -nei .mister) della .natura Ve S:^, al. tutto non ne svel te 1 dditjagli altri il -modo onde Digitized by Coogle : *163 ^conseguire pi.; avventurate conquiste. -Se non conobbe come Empedocle poi e i imoderni le leggi inerenti alla materie^ conobbe cbe vi aveano delle fo^ze mo- ^venti nella natura cbe attribu alla gra- "vit -'degli -atomi ed al vto, di coi fece altrettante leggi attive cbe por- *tano la sostanza nel luogo ove deve lare delle considerevoli concre^ioiM. * causa . nh ^vdto, iOy- tutti i ' corpi n 'maovono: con- hna ccelerit egnal dei corpi che sentono sensibile^^ e che - r intelletto risiede in un atomo. Paro- die anche Leu cippo , da ci che -'pos- ' Siam trarre da Democrito, tenesse ilj principi pensante come una combi- nazione di questi atomi, e perci il prodotto. di diversi' movimenti. Ma se non provvedeva al modo con cui- essi possano divenire sensibili, egli certo ebe addncevai in mezzo un > principio osenro ed inconcepibile* Con tutto ci ne sia concesso esser-- * vare,^ che nello stato in cui- trovavansi ? le /scienze sperimenta|i in GreciaV lo scioglimento che Lencippo diede al problema snlLorigifue del mondo, era il .pi ragionevole che possa sugge- rire in mente ad un uomo mosso vra- - mente da. sprito blosofco. Gli atomi che vanno casualmente errando in , I mezzo ad un voto sent'^a fine, si, pre- stavano assai pi- ragionevolmente, ii T y68^ * spiegare la variet' e l'a88ociaeione* ' dei fenomeni' ^naturali , di tutti- gl elementi richianjati dai fisici? antichi parie della ' generazion ! dette > cose, * Egli ben vero; che il nostrof' filtKofb * non 'accordava agli atomi qnella srn-> phcit s assoluta , che -loro attribui- scono i' moderni ^ conciosiach * mentre- esso non li sottraeva alla testiqio - nianza dei sensi, questi li tengono > di tanta semplicit, che -appena si pu raggiungere , coir analisi ' mentale, Lei* ' cippo teneva Io spzio coroe un 'sem- plice vto-, come appunto s lo^po- immaginare un rozzo ingegno che non abbia giammai meditalo sullo' spazio , ' 'cosi che secondo iesso^ non vi ha luogo se non che dove si ^ova qualche iCO-- sa, sembrandiOgli yiiimerica 1 idea - di uno spazio ove Aulla* vi fosse.' 'A -dui ' per ^ vuoisi ' con(.cedere la gloria di ' avere, per da prima'- volta ammesso' il * vq^o nel vero su senso ^ giacch se u. . . - 169 alconp ne parl innanzi di lui, il met- teva ^fuori del mondo, con^e Zenone,' che dal negare il vto ne concludeva r impossibilit del movimento: ond > che Leucppo foss il primo, .a credere iltv^o .necessario per facilitare il mo* yimento, e ponesse i , principi di ,una dottrina che dovea fra moderni dive- nire il fondamento di interi sistemi, e. di tutto il moviment della meccanica celeste. . i Da ci si scorge che arrecasse questa dottrina all, altezza* che per -lui ei potea maggiore conciosiach l' idea 4ella divisibilit dello spazio e della materia air.iidinito, non poteva essere che il frutto di pi^ lunghe e ripe- tute^ meditazioni : cos che essa non pose- alcun ostcolo agli inventori del ' sistema atomistico , ehe rozzo ^sulle' prime j e pieno di contraddizioni schiuse la via a investigare con me- todo. :p .analitico i fenomeni fiic* Torrit JII, ' 170 E per forza convenire, che colla in** venzione di - questo sistema , ei fe* mostra di conoscere una completa serie di cause con una chiarezza non istata- concessa da prima a' suoi antecessori , c che a pochi moderni fu dato di .pa- rimenti conseguire,- poich quasi tutti partendo da speculative meditazioni., che loro persuadono essere stato f uni- verso creato da un ente metafisico straniero al mondo , accusarono gli atomisti non solo di professare ratei- amo , ma di nina filosofia nel ragionare. Questo per l'ultimo rifugio della ragione f giacch il filosofo .deve cer . care" la cagione intrinseca delle cose, e la spiegazione dei fenomeni indi- pendentemente della divinit, poich allora forza che taccia la filosofia. "Perci pare che Leucippo onde non interrompere la serie delle cause, n volendo uscire dalla sfera dei fenomeni ^asihiiii ammettesse gli atomi come eterni: n ricorccia(|nne poi gli antichi ci che pensasse' intorno agli Dei, o non avendo egli stesso voluto par- larne; avviene ei sia^il primo teo che ne ricordi la storia della filosofia. Ma appantq perch questo sistema sali fra breve in molta riputazione, si ebbe di corto chi volesse spogliare il nostro filosofo della gloria dell in- venzione*; tanto vero che in tutti i* secoli si ebbe sempre questo principio di malignit, che tende a manomettere la fama- altrui. Possidonio vuol darne a vedere che il sistema degli atomi era di gran lunga pi antico di Leu- cippo e di coloro che il seguirono , essendo gi stato divisato da un Mosco filosofo' della Fenicia. Non vuoisi ne- gare che anche in Fenicia possa essere , . sorto questo modo di filosofare, poi- ch se quella nazione condusse come la Greca una vita illuminata dalle , scienze e dalla filosofia, ^ avr- avuti Digitized by Google 17 ^- . . sistemi ' non solo simili all* atomismo, f ' ma a tutti quelli che sono . general- mente . conosciuti nella storia della filosofia , come li - ebbe la Caldea , 1* Egitto e tant* altre nazioni che pre- sentemente appena ne dato accen- jiare ove furono. Non ne consiegnc' per, che Leucippo il debba aver tolto da Mosco, coir atomismo del quale avea questa- essenziale differenza il Gre* co, che mentre i Fenici ammettevano la divisibilit degli atomi, Leucippo, De- mocrito- ed Epicuro sostennero che gli atomi non possono essere divisi. Fu poi al certo Leucippo il primo che -fece ' della combinazione casuale di queste particelle, la causa universale .di tutte le cose, e pose la^base di una filosofia che fra gli antichi e fra i moderni ebbe molti segnaci, e in Gassendi'specialmente ritrov un ri- storatore, il quale rigettato il movi- loenio' fortito degli atomi ,e la loro Digitized by Coogli' . ^ ^ m . *-r * etermt j.^Kedie naov B^la forma questa dottrina. , . Leucippo avea anchB studiato 1 ^uonao cd i ftiomeni della vita sicfcome era costume dei filosofi anticKl, ma presso che nulla ne fu riserbato delle sue , opinioni. Dicesi i credesse che il sonno appartiene 'solamente al corpo, e che quando il calore del corpo ani-' male si scema pi del convenevole, allora siegue la morte perch questi effetti sono del corpo e non dell aniina. In quanto alla generazione: era dav-' viso che il feto si formi ' rispetto' alla corrispondenza di memWi , perch il maschio ha' il germoglio,- ' la femmina^ la natrice : opinione che forse racchiu- deva il germe del sistma slla" gne-' razione d Ippocrte, siccome os'serve-^ ^ remo allorch'' ne acdr di favellare* di questo filosofo. Sntoiio di naggior grandezza cme che poche se ne ab- biano W sue opinioni astronomiche , le i5* Digitized by Google 1 quali de Jqcevami . da' ' prncipe generali sulla composizione dell uni- verso. Il sole il pi lontano di tutti gli astri 4^1la terra , la luna ne > la pi vicina / e in mezzo ad essi posta la sfera . delle altre stelle. Queste si accesero merc la -rapidit dei loro movimento, e col. loro fuoco porgono alimento a quello del sole. La luna per che' ne -ha pi poco di tutti lo invol dal spie. Entrambi questi pia neti sosteugono delle eclissi ; quelle del sole accadono perch la terra pende, verso il mezzo giorno, e se' la luna pi di frequente eclissata del iole, ne .cagione la differenza delle ' loro orbite. La terra dalla parte che piega verso il mezzo giorno pi rara , verso il settentrione a cagione del fredd che vi domina agghiac-' cata'^ mentre verso loriente al con- , irario ^^ travagliata dal caldo. Tatti questi astri poi si mnovono con tanta Di^itizea by t'.OOgle niioore celerit, quanto pi sono vicini ;il cenjro.;^ ' ' Per questa maniera Leucippo si sta- dio di far cessare lo scandalo della guerra stabiirta' da suoi predecessori , fra la ragione e r esperienza. La ra- gione richiedeva P unit, 1* inhnit o la. permanenza delle cose; lesperienza al contrario mostrava dovunque degli oggetti moltiplicati e ^distinti, di mo- vimenti , dei cangiamenti ^ delle pro- duzioni "e delle* distruzoai. Leucippo col distinguere destramente i composti dagli elementi che concorrono a for- marli , soddisfo la ragione coll.atiri-- buire a questi elementi uu picco nu- mero di propriet costitutive, col porli^ semplici , indivisibili , e sebbene nf? niti in nnmero formarne' tuttavia ann sostanza unica ; giustific la, testimo- nianza dei sensi , dimostrando come le combinazioni di questi elementi va- 4iuo- continuamente soggette a cangia- 7principio ma- lefico, che appellavano'Aermano; inse- gnavan,o e spiegavano P origine del mondo, la natura degli astri, la 'for- mazione degli elementi con principi *' tratti dalla demonologia. Questi saggi ammettevano P immortalit dell anima e una punizine ricompensa dopo la morte, secondo che siasi bene o mal condotta la vita. Pel culto reli- gioso per . sdegnavano tempj edaltari, perch ,8ostedevano che si ditainuisce ' la maest della divinit racchiudoudola Digitized by Google tSt- Ihi 'le ntopa, ^asseretulo clic ermoda htcsso cU r universo annunzia la stia grandezza la sua potenza, ei solo deve ess^e'il- vero suo tempio. : ' Tali furono i primi maestri di De- mocrito che ebbe pi adani-ieo aneW- Ant?ssagora, il primo che in Grecia annunriva. la divinit, 'b le dottrine 4e quali ei abbandon dappoi per se- guire queHe degli, Elatici , com 'prima' ebbe-sentilto Lencippo di cui fu disce- polo ed amico. Se vi ebbe filosofo che merc le prime istruzioni e ja filosofa dei suoi tempi, dovesse volgersi snl cammin percorso da Ermotimo e da Anassagora; era al certo Democrito,* - a cui fino da' primi anni venivano posti i principj della pi pura teologia; e il non avere seguita questa dottrina come accadde pure di Zerioe, TlIelisso'. d' IppOcratc , chiarisse ' come 'T* idea' di nrr essere ragionevole ed unicoV ordinatore e conservatore del "mondo , Tom, III, ' i6 Digilized by Google tSTa; a&sai diflcle a ritrovarsi ^ -a com-^ .prendersi ed a propagarsi , e che in principio essa non appariva neppur probabile ai ^grandi . ingegni , sicch amavano pieglip , ' cme Democrito, ab bandonarsi ai delirj d' immaginosi 'si- stemi. ' ; Acceso pertanto- Democrito fino dai -primi anni teano ottenere dorpo morte sepoltura ; accolsero con disprezzo il ritorno del filoMfo in patria. Democrito che mal sosteneva di esporre la sna memoria tanta ingiuria, e yolea dimostrare come non. aveva inatUmente dato fondo alle dovizie del padre, e sia bastantemente ricco chi possiede la virt e. la filo- sofa; lesse ai magistrati di bdra l'opera che recentemente avea com- posta ed era il frutto de' snoi viaggi , la qnale trattava dell' uni verso. Sen- tirono con trasporto i suoi concittadini -il frutto, de' suoi studj e presi per la . ^ di / lei .bellezza, fecero 'all'autore iL presente di citi({ueceato talenti, onde potesse proseguire T iatrapresip cam- utno innaizarono statue , gU tri- Digitized by Coogle ixtQ 3satarono ^nor, sttmroao per una* 'laime decreto, che alla sua morte 1 jiul)blico avesse cur^ de' suol funerali. S accese d nuovo deso di coltivar 3a filosofa ramino del sapiente, e in- \ foraggiato dall antere de suoi e dalle ,ure della patria, intero consacravasi a corrispondere alle altrui concepite speranze. Quale v ha p i nobile sprone n segnir la virt degli incoraggiamenti 4ella patria, e dq magistrati? Qual viia pascolo pi gradito per le anime gran- .di, della gloria e degli onorii* Ma non fu ^he- ia sola Grecia , la quale sapesse s 'nobiliAente incoraggiate la virt, e la \^ola Grecia ebbe tanti sapienti e tanti ro. I grandi della terra agognano spesso aver laude si avventurata, ma essi non cercano a sostenere gl in- gegni nascenti, e non amano che co- loro, i quali meglio sanno lusingare Je umane passioni : e il secolo di iicon X.] e quello di Luigi XlV, , h# 187 lianno l orgoglio des8er''stat'i mastri delle nazioni e sostennero cotanto le lettere, ebbero pur troppo delle grandi perseenzioni, poich mentre brillavano alle corti i poeti, , raminghi persegui- tati si opprimevano i sostenitori del vero, _ ' ^ Presi dalle moltiplici virt di De^ moorito , allora i suoi . concittadini gli affidavand V tmuainistrazion de'^ pub* blici afifari , e 'un 61osofo-che avea apeso tanto tempo neU conscere gli - uomini -ed i governi., e cotanto medi* tato> non poteva 'rire le leggi che la governano. Alcuni sonosl dato a credere dietro iu sublimi meditazioni, il ripa-' tasser pazzo. A trarre il Iqro filosof da tanto ma-' h>re chianaaVono Ippocrate che g> ri Digitized by Google Irveva in cnto di* sommo medico. nuto esso a DemocrUo ., il ritrov in^ eidendo cervelli d animali , in coi si Inforzava di scoprirci mister] delia fisica sensibilit , e di riconoscere gli organi e le cause die producono 'il pensiero. Non mestieri onde ddurre' prova della saviezza e della sagacit di Democrito ilt narrare, come indovinasse ad Ippocrata che il latte, il quale gli veniva presentato fosse di una capra nera , e come una fanciulla che era con quel medico , il primo giorno la salutasse per figlia, il secondo per doatia, essendosi avveduto che alla notte avea perdntp il virgineo fiore ; sagacit -per avventura impor tana e che siccome vagamente osservi un francese , nostri giorni sarebbe capace di rendere la filosofia odiosa alia pi bella parte del genere umano; Smili racconti vogUonsi concedere alla credulit di alcuni storici e al deside- T xio del maravigUoso , giacch per gU Tom, III, if *94 . . cani si credette parlando degli uomini grandi,' di spargere il favoloso sulle loro azioni, come se ci si richiedesse onde acquistar loro pi alta fama di virt, e per tal mdo vennero disse- minate nella storia duella filosofia tante avventure prodigiose ed ammirabili , come in quella dei paladini e delle fate. Cosi pure vuoisi tenere di tanti altri prodigi che si raccontano di Demo- crito, e perfino prolungasse di qualche giorno la sua morte, onde sua sorella potesse assistere alle feste di Cerere , facendosi ogni mattina arrecare pane caldo fiutandone 1 odore finche le feste furono terminate ; poich tale racconto soltanto si potrebbe concedere ove si credesse come narra Ateneo , ehei togliesse a morire di fame e pro- lungasse di qualche giorno la vita col miele, ' . Tali cose s accordano coll opinione di al,cttn altri che ei conoscesse la ma- Diuitizgd by Googl / gi, c ci unito' afl sua condotta d a' suoi studj , fece in modo che ' alcuni il tenessero per un mago o per un uomo sovrumano, e quindi' operasse prodgi , e scrivesse libri di isimil fatta, come uno -sulle antipatie di*'cui fii raccontano le maggiori stranezze del ' mondo. Abbiamo gi altre volte osser- vato che facilmente simili libri si attri- buiscono a grandi filosofi, e 'vogliamo si badi pi che in tempi di. poca col- tura. sii tiene > facilmente per ^ mago eolui, che conosce j spiega c prevede i fenomeni della ' natura , poich i pro- digj non accadono che in tempi digno- ranza. Chi conosceva la virt deUo erbe c di qualche miuerale, non era facile operasse qualche novit P'Qante non ne accadono naturalmente al solo avvicinarsi di due diverse .sostanze Erano a tempi di Democrito conosciute . le scienze da. tutti come fra di noi,- e i secreti della natura erano forse a t Digitized by Google chicchessia svelati? E twn farotto > te- Itati per maghi i filosofi anche in tempi di migliore.. coltura ? Non arse sai oghi deir inquisizione lo Stabili, per- ch avea predetto qualche fenomeno celeste, o qualche umana vicenda che ' la prudenza di qualunque uomo avreb h>e conosciuta? Sarebbe inutile il muo- 'cere pi a lungo quistione su tai cose, n cercare di togliere a Democrito la taccia di spacciarsi per mago, poich bgnuno conosce quanto sa facile il yiputar tale un uomo che vivea* come ^ni , e ninno v ha si scemo a tempi! nostri si dia a credere, che nn uoino) qualunque possa opporsi alle forze della natura ed operare dei prodigj, Per ritornare onde ci siamo dipar- titi, dio adunque che Ippoerate fit preso da meraviglia per l' occupazione av cui ritrov Democrito epnsacrato, q postosi a ragionare con - esso lai, e- -comunicatisi vicenda i loro* pensieri^ Digilized by Google s' intrattennero a lungo' di grari fil' -soficbe quistioni, ed -in ispecie sull' or- dine generale dell* ani verso, anlla causa produttrice dei corpi , sui fenomei della natura e suir nomo, di eni *en- * % trambt' facevano il primo oggetto delle loro cure, abhench ciascuno lo ,con- siderasse per diverso fine. Dopo siBatto colloquio , Democrito * parve aver mcr glio sentita la connessioue dello' stato fisico . del morale deir uomo , e il medico * giudic che non -al preteso ma- lato, ma beasi agli Abderitaui si cou- veniva somministrare T eleboro. Democrito fra queste meditazmni., moltiplicando le esperienze in ogni genere d' cose, n mai cessando di osservare , veniva ordinando ' le% sue idee sul sistemi generale dell' universo, seguendo i *principj *,che avea attinti alla scuola di' Leueippo. Appena s . volgevano sguardo sulla natura 'e si considera r economia degli esseri, di^. 17* Digilized by Google .prescmte - sjl , accorge ne>, accrescioiemo e aoetatiea ;di un. altro; aire lannafiiira integra 'Bon mantiene il vto ^ Digilized by Google J99 *;e dazione e. nella distruzione degli esseri. , Democrito si formava una nozione bistrattale igen.orale della materia ^ ch -gli serviva' d arebetipo per da defin* jaioue che diede,. suoi atomi-. o che ^realizz negli atomi stessi :'-ed ammet* teado' unicamente, ogni estensione divisibile , *o .iftten>ft.(^ pr^pOfiztoai ;eipU* Sg^fteate ,anfluB3te, r appunto per,^h wr y^)lte jspizgavo.il wtiyo.ip^ri cui 9u[a , cfisa . fii ,trpvo88c ii un tal mQ ..per . 'XjUal.*, cagione, ammettesse, un principio piuttosto, cueiiun pUro. o , . St$bijiti^i questi j due ,principj/j gli atomi' e.jil vto ^ ei li teneva come lo .ta^se 4 ptinie da Cui furono^ tratti tutti J Cspefki't O .jdaUe., leggi j eterne del jaaovitneato o dalla necessit, o dagli cHetti senza scopo di una Cieca natu> . fa. .In qn^kfttp all pyiioa.. generazione delle cosc: credette., toisplrer-nO' il pror Idemat. snppoaendQ ,efee . i, tempi., no# Jncjominciata,. . oo cir ; . yerp .era j appiofondre r ina . ndn > i^olvcce hi didcelt.; Essendb il .teolpo: ingenito^ 'impQ 9 ibile .il . crederei che de . cose aiiiO'j state wf^eate,. e^. pervio t.non, ai pu >rifihicdece la cagieim perteni esee fiono, gifoch hanno >epprQ refifiiQ)* wa/ aojtpntt^ ne. dtt ir^reiilA rar Tom, IIlV *- i8 ' aro gtooe ' che ne abitita iscono fra {-loro di . grandezza e di figura, ci, che gi gti> atomi hanno le 'propriet che 'appajono nelle' cose, n ie qualit che in esse si manifestano, poich non 8onO^n bianchi. n neri, n caldi n freddi, 'n dolci n 'amari; Ci che' altribaim toro come propriet in* noi, e non prodotto in essi che dalla varia > disposizione .degli atomi nel for- mare le cose;;cosi il nero aspro, e la sna oscnre cagionata perch le parti. pi alte adombrano le pi basse > irbianco invece tale, .perch ' ie- liigato. Da ci-.pnre trarre; si deve . la tagioe perch ad ^Icaai cembri dolce ti' che agli alpri ; amaro, mentre* qneste sensazioni non sono inerenti all eose' . stesse, ma originano. dtdla varia disposizione ^ ed > ordine atomi. Cosicch e fece degli atomi una sostanza unica ed omogenea , e in ci appunto posta la principale diffe- renza fra gli atomi di Democrito e . di 'Epicuro, e quelli degli altri hlosof., i a oB . quali 'arttri bui vano loro qualit diffe-. renti^ ch jecondo> la varia'loco coni-' binaziph formavano la > diversitt dei corpi. Questa, . pure Id tsrtema'^ di Palton che diede formai do p -'le rvo. lazioui della Chimica v ad ani nnovo'i atomismo ^ ohe predntemeute viene 80 ->( guito dai coltori delle scienze naturali. * uno- di idrogeno," o' alcuni di' ossigeno e di azoto, formano oF acqua o- Farla atmosferica." Questo sistema > aldutto' nuovo nella>.flosoha ed quello ohe. pi si accosta al vero , sicch a desiderarsi che 'i ^^rogressi dclla^ chi- mica gli dieno sempre pi nuovo lume base pi ferma. PercK gli' atomi concorrano alla formazione dei corpi , Democrito li poneva di continuo in movimento ^ Digitized by Google ^ ao9 rttnta che f>er 4! qnesto He assegnasse jC^io^e Icona parimenti di Leocippo e, .di Epicuro, che n^ concedendo . g)i atomi n un anima n^ un altra ,|Col^ loro inerente onde poirb 4a attivit , presentarono nel loro, sistema degii atomi ^ e siccome questo movimento il chiamava necessit del fato^ d uopo pensare che vel ere- flesse inerente dall' eternit, pocq solr lecito o dinvestigare, o di . mani- festarne la .^ausa efficiente. Ogni altra l'icerca sarebbe inutile., perch noa , ne converrebbe .avvolgersi che fra ^ se ure controversie , e ne basti il cono- scere come Pemocrito sentiva che il olo movimento la cagione di tutti i cangiamenti,, delle combinazioni, 'delle forme, e di tutte le modifcazioni della natura, come ciascuno s'avvede allorch si ama seguire gli esseri nei diversi [stati , per cui merc le loro . j>ropriei forza si trasmutino. Il mo- vimento diffatti la prima qualit ne- 'pparenza sensibile, e tenevano quindi ci che appare essere vero: ma sog- giungevano scorgiamo che le appa- renze sono infinite e contrarie, dun- , ,que vi' hanno degli atomi infiniti, *i . - quali sono la causa di tali apparenze, -cosi che , gf infioiti cangiamenti ..che Digilized by Google possono avvenire in tati atomiJ' opc-^ rano *in' modo che gli oggetti appajonet iti infiniti mdi, e ia menoma diversit' lugo e , di- 'fi gra produca divetsaf apparenza.' ->Csi - Democrito parimen di Leucippo , tenendo gli atomi il vto come cose' reali ed esstenti ' da no stesse , credeva che i corpi e le toro ^uaHty nondi sito, sicch sb separino , accede la corruzione: se accade ade- sione d' atomi , ne viene aumento : se sottrazione , ne accade diminuzione. Se in uno spazio troppo stretto si rac- chiude una grande quantit di tomi , si forma nna corrente: se al contrario essi si disperdono in un vto troppo grande , rimangono per la loro pochezza in riposo ; poich . nello stesso modo che in una strada quando la gente Digitized by Google ai6 poca si 'caMtnlaa^senza' rumore, ed ove iuveoe molta turba conviene in un an> gusto luogo ^ gli. uni- urtando gli altri si fa lite; 'iu .questo spaAO da coi siar ano circondati', quando* iu tino starett^ luogo si riUovauo muUi coi;p forza gli uni vengono a dar di. cozzo 'cogli altri , si respingano, si fr'ammischiuo I ai comprimano boch ritrovino il luogo elle 'loro si" conviene, Da ci si avvede die in questo si* atema gli atomi sono ad uu (emp ^'agente ed il paziente , ci che il' rende diverso da tutti i principj degli altri flosoii che ammettendo Dio pria- .erpio d.'totto'^H ac &cev)aiiio tuttavia oaieasece: duale, drijci ruao>opeiava ^o./ se*; atesQ, . e rltxoi fuori di -s 4 come .il Pitagrici. Per questa coiuiima giuzione di aton, Deuiocrit. teneva ai iose etteya> III 151 Digitzed by Google !&i8 'grande .di tatti , la luna, ha le su roontagne,, le sue valli , i saoi piani , neir ordine di tnttr. i corpi celesti jprima vi sono le stelle fsse, quindi i |>ianti , poscia il sole , Bnalmente In- ieifero','e la Inm^ 11 movimento che a noi sembra tengano i pianeti dall' occi- dnte in oriente, non che una sem- flice apparenza, poich non ve ne ha '^che uno sol da oriente in occidente. *|lifa ci ne sembra soltanto perch i pianeti vicini al nostro globo obbe^ discono meno al suo movimento, c progredendo con maggiore lentezza , restino addietro, onde' ne viene sem- ' bri si muovano verso V oriente. La Via V ' lattea altro non e che un ammanso di 'stelle -ibhhitamente lontane / la ei luce sr confonde per formrne quella biancastra che s Vede ; cosi accade p^e delle comete che sono corpi c- lesti ^ d cui T ardore del fuoco ha 'formato delle stelle fisse, poich quaudb Digilized by Google ai9 9 ' ncoa$ra^o due o pi^di queste stelle 9 ritroyaoo s. vicini;, che', pon^stf la loro luce'., si mostrano all sguardo dgli uomini come ,|in solo astro. Per ci non dato conoscere il numero de' pianeti, poich molti ne si tolgono jda questi incontri , i quali accadono spesso pome avviene spvente Tappari- gione di qualche cometa; ond' che llo scomparire di una cometa, *^ordina- irianaepie si veggono risplen/lere nnoyq I . Cosicch Depaocrito hon le tenev 2 | come semplici fenomeni o .corpi che vanno girando dBor4inatamea|aria, la quale si trova fra T occhio e r oggetto lontano renda quest ' pi piccolo, poich sosteneva^come ne fa lestiroonianza Aristotele, che noi po- tremmo vedere una formica in ' cielo ^ o lo spazio che vi ' posto in mezzd fosse 'interamente vto. Pare inoltre } che 'Democrito fosse uno dei principali promotri della dottrina elementare 4ul contatto del cicli delle sfere, aulle linee irrazionali" e le 'solide. In guanto all incflinazione dei pianeti verso la direzione comune del loro mvi- risento, ei vi aveva provveduto ioinia- ginando delle correnti, di materia ete- rea, che le allontanano, e le avvicina- ho alternativamente all equatore. Cre- dono' alouni'ohe.aranittesse anche delle stelle erranti i) ma non le conoscesse pi innanzi, gicch didatti in quei tempi' non se ne era ancora calcolato il corso e le riVolnzioni. certo pr che teneva i' corpit celesti risolversi e disttnggersi come tutti 'gli altri della natra^ giacch sostenne che in queste rivolttzioni; alcnniv'^pezzi di corpi ce- lesti sono lanciati nella nostra atmo- sfera, ve cagiona'no* malattie straor'* dinarie^ . > - > 'm' n * ; ^ Nel ' modo istesso ' che Democrito ebbe assegnata l origine de corpi . ce- lesti, 'provvedeva agli elementi, alla terra, ed agli animali onde' feconda. Poich si formarono tasti questi astri, il rimanente - della molritudinev degli atomi ^ rimase r confusa nel centro del oadoi 'ove si formarono la* terra e U}* U geiBWaione dgli 43pio!.ld. tcbrr per la '^ 0 p^cciple^it^^ {C leggerezza era tra^pof taa ifl iper^ ir immensit ' dello i #palt> per B. jnovimento irregolaie^ ipa ae^uist4pd^ per col' volgere . de tempi qoos#|teza e forza, il suo .roovieaeiwo a poqp f potp ; venne. scemaadoai; in modo che finalmente rimase t in riposo, del qele essa debitrice alla sa estensione ed Ila sua gravit. Essa on vastp disc^ he divide lo spazio, inferiore i' ditti mlsferi, P uno saperiore , T altro- iar /ferore , e Y eguaglianza di forze questi due emisferi cagione che cote xihaanga mmohilc. Siccome , le ipstre- jnit delle sue parti australi sono pli deboli , accresciuta la massa pieg g iquel verso; 'Onde le parti boreali sons^ meno temperate, le osirali pi temper rate. Avendovi. poi iti essa malte cave, e in gran copia d. acqua , i- sapi scuf^ tUaenti possono snccedere a quaodo'l Digitized by Google u]ka4sa'd*c,aUftah il vento .rovet^a. grandi ^nloone xl'nda tntJte le . parti liella cavit non tcva pi ijio uni nasjcoO) mntre gli altri mntljono la cadta deirtmo porge - alimento ' a formare^un altro^ e cos- cOntinnamnte vanno alfernando pel fortuito accoazament degli- atomi, e gli spazj Btssi'che occupano^':! li- miti che li circoscrivono, grintefvaUt xhe li peparono | variano airin^fo. ' i Questa .dottrina sulla pluralit di mondi innalzata da Democrito per ispirito di sistema , ottenne dappoi >il voto degli antichi e>de'mpderni iloBofi Democrito ed- Epicero, conseguenti- ai loro prineipj li 'credettero .infiniti ini ' .^inaier, sicch vagamente uno .scrit- tore diceva loro,, di aver$.fattOv propo- nimento di percorrere . - tutti i loro mondi, averne gi passati' pi^ di mille, ma;. soggiunge' lro , li' avete si prodigiosamente moltiplicati^ che per- Digitized by Google 225 istanchezza e per maocnza di lezzi' fui stretto interrompere il mio viaggio. * Osserveremo per che' questa pare r-opnione de'' moderni e che al ceito pi verisimile di quella di coloro, che ne vollero determinare 11 numeco.^ DiBatti ' chi rivel a Petrooe di Sira-^ cosa che - fossero cento ottantaaove posti in forma triangolare , sicch ogni parte del triangolo ne contenesse^ ses- santa , e i'tre che avanzavano fossero^ , posti ai tre angoli? Chi a ssicura va* Plu- tarco che *ve ne avessero solamente cinque; o - qne' filosofi che nei primi secoli della Chiesa sostenevano che vi sono tanti mondi quanti sono i giorni dell'anno, onde poi mettevano Dio in fatica per un anno intero creandone uno al giorno ? ' L' idea adunque che_ ve ne abbia un numero: infinito la> pi ragionevole e la pi filosofica, se;- P nomo- nella pompa del suo, orgoglio non si. ostina a credete che tutta. Digiiized by Google V _ questa immensit di cose, tutte stelle che altrettanti soli illominano r immensit dello spazio, siano create per lui solo; n si avvede come le vastit deir universo, sarebbe vaqa , e poco (degna della ma|io eombinazione degli atomi avr al cerio anche in quest' o- Digitized by Google - ^ -'aa7 pera 'avuta parte, abbeich embri dovesse essere nella sentenza^' dr co^ \ loro che ammettono la successiva per- fezione della specie, e tenesse che* da terra sia stata fluida poich disse l^uo- mo essere -nto dal fango e dall' acqua. Questa opinione ne fu* gi osservata ripetuta pi volte e fra i Gionici e da Empedocle e dagli Eieatic, sicch pare non debba essere senza alcun , fonda- mentp e proceda appunto della ragio- nevolezza di ammettere 1 antica l!ai- *dit della terra.; Ho gi osservato par- lando di Empedocle, che ove non si voglia porre l eternit deiruom, c ci mal-si* pu combinare colla flui- dit del globo , forza ' ricorrere alla! snccessva progressione di qualche ani- nale che uniformandosi mano mano alle circostanze in cui il globo 'si po- neva,' venne a formare ruomo rima- nendo la terra nello state stazionario, in -cui si trova, 'lia uccessivn catena che non mai interrottasi rinviene ^ dal pi semplice zoofito o dall essere che pi si accosta ai vegetabili, ed anche econdo alcuni dai pesci , fino a questo ent'e ragionevole, pare sempre pi confermi questa opinione , la quale non venne trascurata dagli antichi osservatori, che facilmente inducevansi a credere V uomo essere nato dal flui- do. N fra i moderni manc di se- guaci, poich per non ricordare altri gi mentovati, il nostro Cantieri in .una sua * memoria sull nomo pesce,., mostr ultimamente come U pesce -, racchiuda in piccolo la ^ostruzione ,deir uomo , del quale pare' creda questo ne sia uno sviluppo , e mi si .dice essere stata rinnovellata soltanto . neir anno passato da alcuni celebri * .naturalisti in Germania. ' ^ Democrito avendo posto clic gji .atomi sferici e pi sottili componevano T elemento il pi mobile quale .il Digitized by Google faoco, appanto perch la loro forma cd estrema piccolezza forniscono loro la pm grande mobilit ; compose T ani- ma della stessa natura dHioco, ossia d' atomi caldi ^ . facendo ' produrre i movimenti .delie 'anime merc facolt cir a suo senno attribuiva a questi atomi. Perci voleva che' gli uomini si muovano appunto perch informati da atomi sferici chee ' per loro - natura non possono stare in riposo, talmente che Aristotele disse che Demcrito po- neva in movimento gli uomini co' suoi atomi sferici, nel modo istesso ,che Filippo il comico diceva. Dedalo aver dato moto ad' una Venere di legno con dell' argento vivo. Ei si sforzava s inoltre di spiegare la conservazione 'e. la distruzione delle anime merc qusti; atomi medesimi, da cui interamente faceva dipendere la vitalit nell' uomo. L'anima colnposta di' atomi rotqndtv perch perla loro strema, esilit o' To/n. Ili, ao forma sono' mobiirsimi e possono 'pr* netrare ogni cosa e porre, in movi mento que corpi a cui si comnnicno^ quindi interamente * acconci^ a dare moto agli animali. Latiima pone in movimento i corpi pcrcH lo ha' essa stessa, e glie lo comunica quale ssa il possiede , e da questi movioient hanno origine tutte le umane facolt, Questi atomi sferici che costitniscono Fanima dell' nomo, fanno parte dlia composizione de' nostri corpi ; essi sono in noi, e perch non abbiano ad isfng- gire, gli animali sono forniti 'dlia aresplmzione da coi traggono infinito *vantaggi ed alimento alla irita. Sic-> come il corpo preme 'perogni dove queste particelle costitutive l' anima , a cagione dell' aria che lo preme da ogni parte , correrebbe pericolo' che esse fossero spnte inori dal corpo in- sieme air aria che si spira , se l' aria atmosferica non fosse' piena di questi a3i Atomi rotondi; e se entrando nel corpo merc T. ispirazione, non comprimesse atomi afBncli non escano, ed altri nuovi, non ne intromettesae , per tal modo ponendo riparo- a quelli che ottono e si disperdono. Perci quando il corpo comprime gli, atomi i quali lo Animano , per siffatta maniera che vinca la forza deU' aria , sicch a ^questa, entrando merc P ispirazione ia tolto eomprimere.ed impedire Pn^ scita delle parti costitutive P anima / r animale allora la emette, n potendo Paria rimettere altri atomi nel corpo ^ ne viene, che esso cessi. di vvere. Fc le quali cose la vita '* . .i'" >f , I - ; ' dipendere a suo avviso , non per elTetto di un agente spirituale clic ei non po- teva conoscere, ma per una. causa na- turale ed ordinaria, onde pensa, va che . I. r.- . ... :.r, ; ... ii ^ -i, * ;; lu'ove , ,e Si avessero, a conservare i Ix- - ' . X corpi non gi perche potessero risusci- tare, ma perch in loro non poteva per avventura essere venata raeno^ jiuella materia o calore che li coace,- hu .1 x'ji-; i "'/x^ de seatunento c. vita. Ne perche si p ,.o7"'0 i r i t - }>,. reputi, questa opinione poco degna di ^in filosofo, giovi il ricordare come sia. tata richiamata nel secolo passato da ^inslow tanto c^aro alle scienze na- ; : f pi . r p - I J turali, il quale opinava si dovesse, te- ner serbo de corpi umani credati morti^ lncb una veritiera putrefazione ac- certasse della loro morte reale, Diffatti clie/^eiosrit9 (l QulU^eoa9e alia ci^ Jo.rflnjTO lIpccV ^ alcunjl ^i^vai^, giuoco perch si, flps^e -rjtii^Mo a., naeditare io "Vas to^b t , ^qonciatisi, siccome spcN af^et^qido certp |iaccple.in piaoo, *i||?ipti:]^iai^eio di Bp'ppiatp ia. essa .oiidp -i|big,(^yiqlp ^ D,ei;ppci:Ho[ aUofp^ apparii^ POS^o ^qn^ca tovf, ^prCjgU occhi, disse loxj, pPf cesserebbe).; 'pfli d'rimga;^^^ stanco era persuaso , r. * racepiirti .che, i riferii jopoop j^el; ritorno 4eg^l^ spiriti. ei delle, itpjrp, apparizioni onp , fpte chjn\ecebr giosfa, a.pravarCj aUrimeatl,. eii^. che. ^Qcqota Gipliapo , .cbp, morta , -a s^qjndonp pcpsolabiliuea^ /epipctkoj gHr.ptopaise, pbe^ . richpmerpbbe.. a,, vh p.rpjsapessei taritroyargli Jtre .perfojip cUp f.n90;;fo8^ *ee|ro'. giamw^ wlosptjp da , Composta V 'anima udana 'd*' atomi / ne verrebbe nel sistema di Dmcrto* che il'* pensiero, Ja sensazine e il moto dovessero risaltare da iina me- desima' 'sostanza, e* unicamcnte' dal suo movimento dovessero originare le fa-^ colta deir uomo. Credono tuttavia al-'- cimi eli ei diviflessd facolt 'dell ani- 1 . * ma in Sublimi- ed infitro,' che la parte d anima la -qul risiede nel cuore r- l'Atte , pensa e vuole , quella sparsa uui- tformememe per tatt le altre paj^ Digiiized by Google dd corpo , sente solamente. Quste dottrine ne furono tramandate sparse, di molta oscurit, n si sa compren* dere come questi atomi sferici potes- sero formare il principio pensante, n in qual modo Democrito li ponesse in contatta col corpo: tuttavia la sua te interamente ' passiva nelle : sue funzioni intellettuali^ e tutte le sue cogntzioai le vengono dal di furi diffusa per tutto il corpo, e 'questo essendo composto dei quattro elepieuti , le sensazioni ripe- tere si dovranno dalT assimilazione dei medesimi, onde l' identico si riconosca dall identico; Gli oggetti per agiscono sopra di essa in modi assai differctui^ tfSB primieramente i corpi pel movimento e la scossa che comunicano agli organi del corpo , le trasmettono diverse im- pressioni ; in secondo luogo da tutti i corpi emanano in tutti gli istanti certe immagini delicatissime , simili ai corpi medesimi, e che quando sono intere sprimono e contengono il loro carat- iere. Queste vagolando per V aura si accostano al corpo animale, ove T ani- ma li mette in ordine , quando esse non si ordinano da per se *, e ci ac- cade perch questi simulacri per la sola virt della facolt assimilante , si nniseono a quell' organo i cui elementi sono eguali ai loro , e per queste modo vengono a comunicarsi coll'ani- ma ; ond' che a siffatte comunica- / Eoni siano necessarj certi mezzi come l'aria e l'acqua. Cosi avvengono i fe- Bomeai dlU 'nsidhei, allorch leTrat mginl dei corpr di natnra acquosa 4vvicinaao allVocclo^' si combinane Digilized by Google oUa parte acquea >'del medesimo , e presentado per tal modo all' anima i simulacri degli oggetti osservati , sic eh noi veggiamo per mezzo dell ac-* qua: cosi 1 udito prodotto dalle par ticelle sonore dell aria, combinate ad altre simili esistenti nell orecchio. '. Al- lorch 'questi idoli o> immagini' noa vengono, pi oltre a'fnodificare i nostri sensi', cessano insieme le sensazioni s, i mo vnenti per che gli antichi gli autori di questa opi 'nione, che Condillac in ispeci si studi di sviluppare nella moderna metafsica. Tutte queste qualit per che ne ven- gono comunicate dai sensi, Democrito non le teneva poi che siccome pro- prie nostre raodifcazioni, poich ne venne gi osservato che negasse esi- stano negli atomi n odori, n colori, n sapori ; e in quanto a questi li fa- ceva dipendere dalla forma degli ato- mi, di modo che il dolce a suo pa- rere era prodotto da atomi rotondi , r acido da acutangoli ec., opinione non ili molto diversa da quella di que mo- derni fsiologi, i quali ripetono la di- Xom, ///, ai Digitized by Google tS4^ versit dei sapori dalla diversa cristal- lizzazione delle sostanze. Partendo adunque dal suo principio che il vero solo esiste negli atomi e nel vto, A rigettava la testimonianza dei sensi come imperfetta , oscura , in- gannatrice ed assolutamente insufficiente a conoscere la verit. Essi non possono percepire le cose che pure sono le sole reali cio gli atomi e il vto, che solo si appartengono conoscere ^ alla ragione , il resto sono simulacr ingannatori, e i sensi ne comunicano idee di oggetti e di qualit che non cono in fatto ci che sembrano di ssere. Perci l'uomo lungi dalla verit, poich quantunque ciascuno di noi abbia la sua opinione, ninno h.a la scienza ; onde d' uopo distinguere la facolt sensitiva, dalla facolt pon- snte e dalla intelligenza; l'una che .riceve le impressioni fallaci dagli o^ l^tti, l'altra che Conosce ci ehe uai- Digitized by Google 34^ camente vero. Quindi che vi ab- biano due filosofe , l' nua sensibile e r altra razionale , l' una tenebrosa e r altra genuina: la tenebrosa si aggira sopra tutte le sensazioni, siccome la vista , r udito , r olfato , il gusto , il tatto ; la genuina al contrario quella cbe da essa divisa, imperciocch vi una legge del dolce, una dell' ama- ro, una del caldo, una del freddo,, mentre quelle cose che si reputano e^ tengono sensibili, non sono tali in., fatto, e nulla vi ha di vero fuorch gli atomi e il vto. Quando per la tenebrosa non pu vedere pi oltre, n udire, n, odorare, n gustare, n sentire col tatto, d' uopo aver ricorso all'altra. Quindi savio che Tuorao sappia che -va lungi dal vero, che nulla ne dato saper di reale, ma tutti abbiamo uu^opinione secondo il diverso modo con cui le cpse (Heali ne si appresentano. Digilized by Google 244 * ^ In questa maniera Democrito colla dottiina degli atomi, merc cui le cose sono tra loro contrarie ed infinite ia numero, giustificava i sensi |dalle ob- biezioni state mosse contro lEleati- cismo; ed allorch fenomeni sfuggi- vano la testimonianza dei sensi , aveva ricorso alla filosofia razionale, ed asse- rendo che le idee, le quali ne vengono dai primi sono oscure , quelle che sono il prodotto della ragione e della in- telligenza sono vere; veniva ad am- mettere air avviso di Diotimo , tre criterj della verit; per quelle cose che sono evidenti, lintelletto; per le - controversie, la nozione esatta di ci dare all' intelligenza un dominio asso* luto sui sensi, e si doleva di continuo, ^ . che in generale noi non abbiamo al- cuna cognizione esatta e certa, che le nostre opinioni sono assolutamente ' , dipendenti dallo stato del nostro cor- fpo, e finalmente che; la verit co- me nascosta nel fondo di un pozzo, 'da rci ninna forza nmilna la- poliva' trar fuori. Di .maniera ;che parimenti di Leucippo ai avvolse nel ;raziona7^ liamo degli antichi Eleatici, e vicinp ' ad una importante scoperta sulla me- tafisica origine e verit delle nostre cognizioni , fu impdito di raggiungerla dai -pregiudizi della propria scuola, e dalla forza che un assoluto idealismo .esercita . spU umana ragione. Altrove abbiamo accennato .come un rigoroso idealismo conduca ad uno scetticismo assoluto , e- Democrito diffatti invece- di richiamare la metafisica sulla via ai* Digitized by Google ' sperimritaf ; incommci^ k 1 tVtoIgftrlii fra i "tubbj onde'Pl'tagora posca^dt scpolo del nostro Eleatico neg 'come "osserveremo esistere nulla di reale, c Metrdor ^"di ' Chi fu ' uno scettii^ 'assoluto.* ' ' ) * ' Siccorrie poiI)emt)crt possano . predire quelle cose , che merc questa disposizione degli atomi e dei pensieri- dovranno avvenire. Quanto poi gli atomi sono pi sottili, con tanta mag- f.gior forza U40, qoiti , perci Digitzed by Google diiTicile lo scioglimento di questi si> mulacrt. Cicerone teneva Democrito siccome abile geometra, e tutta T antichit gli tributa il vanto di grande scopritore nelle cose naturali; e se e fu inven- tore delle volte,- se vero che la prospettiva lui vada di molto debi- trice, certo che le matematiche e le arti debbano in lui riconoscere le. pi belle scoperte. In quanto all cose ' naturali , perch non vuoisi prestare molta credenza a Possidonio , che il reputa ritrovatore delParte di pulire lavorio, e di cangiare in ismeraldo una grossa massa di pietre ; questa fama gli venne da' suoi studj , dalie sue esperienze, e dalle sue opinioni sulle cose fisiche, alcune delle* quali intorno alla generazione pervennero fino' a noi. primamente riputava il liquor seminale provenire da tutte le V parti del. corpo esser corporea Ja Digitized by Google Ma attivit, aerea la saa natura/ e la diversit de sessi essere determinata V ' secondo che il seme del padre o delia madre, perviene il primo ' dove Tenir brione deve essere sviluppato. Opin' ehe prima si formassero nell' embrione' le parti esterne, e che in seguito' la hatura agisca snile interne,* e in quanto' al nuttimento Plutarco sostiene / 'che' Democrito fosse d opinione che' il feto riceve nell utero il suo alimento colla bocca, e questa essere la cagione, per cui' i- fanciulli appiana 'nati sanno di*-' presente attaccarsi* a''capeEzoli' della madre, perch nell* utero stesso il feto succhia un umore nutriente da atcuiie papille ed orifzj che ivi si trovano. Ripet la cagione dei mostri dall abuso de piaceri damore, per cui il seme mer scolandosi con quello sparso dapprima,'* cagiona le escrescenze e le aderenze mostruose degli embrioni. RiconobI>e la sterilit -delle mule dallo st^o pie- To/n. ///, 22 Digitized by Google a54 tcrtiaturale degli organi sc^Kaii,. cjueto a cagione la diversit dello jparti, genitali della specie .asinina da quella de cavalli. .Plinio gli concedo^ molta suppellettile di cognizioni nella notomia comparatale ci, specialoiento il deduce 4gir aver^ egli osattamente} analizzato il Qatnaleonte ^ e scriftaue tm opera particolare. Giusta la rela- zione di ^lliano.y trovo la causa della rigeiieraziono , delle corna del cervo nella ^tenerezza ;.delle -^corpa .istcsse, .e delle vene, le.rq.tJ^U attraggpnq soU lecitamente a l'i alimento dell ani .male. Sarebbe vano volere ricordar .pi a lapgo altre simili . cognizioni , ^ cbe da naepp/ accreditati scrittori si attribpisconp *l .noa'tro filosof , e sol , tanto si reput.' opportuno, il richia- mare queste pi certe, perche e nostro propoaimento nel tessere la storia della filosofia, quella pure d unirvi della medicina, della fisica > delle- altre. Digitized by Google a55 tneaze naturali , die press gU ami- chi andarono unite, perch tutie ai dipartono dagU stcM principj ed liain* HO) un legame comune. j ' Ma r uomo era sempre stato la cnra prediletta di Democrito, e nel modo istesso.che studiava ;t di lui fenomeni Metafsici compiacQV asii di'- conside rame anche i morali; qnindi la di lui condotta in societ, le sue azioni,' arizj e virt venivano dal nostro filo- ofe coitr diligenza osservati , e ne draeva tiiTatti,priaci{>i che in vero ben i convengono all' ^Ua sua mente ed alla, condotta dell' uomo.. Egli ben -vero , che nel considerare le umane azioni, come gi ne fet accennato, era in ispecie ferito da quelle che nostro ^ iinalgtado ne mostrano T umana debor dezaa, di -modo che sentiva .disprezzo q>er gli- aoinioi , e soleva di continno darsene beffe. Allorch diffatti Ippo-^ xi:ate s' iatrattenev con lui, fa preso j Digitized by Google a56 tJa meraviglia per codesto sno modo, le risa a cui Democrito talora si abbandonava allorch ragionavano dei pi serj argomenti, mossero quel me- dico ad addimandarne la cagione, ed a richiederlo se ne suoi discorsi qual- che cosa ei ritrovasse che il movesse a riso. Allora si ricompose il filosofo, e dopo alquanto tempo di silenzio, si fece a capo a ragionare sulle folle e le stranezze del genere umano. ' Ei mostr primamente che non v ha nulla di pi ridicolo e di pi incerto di tutta r umana vita, chella intera- mente gittata a ricercare dei beni im- maginar], a formare de progetti che richiederebbero la vita di molti uomi- ni, che sfugge nel momento che si 'fa taggloirt donfto'd essa-* della sua durazione e 'come .finalmente non sia che una perpetua illusione che seduce }>hk viit^ breve con maggiore agevo- lezza, jpeich arreea con se stessa i Digitized by Googl a5f -jpnnc^') 4^lla> - v sedazione. Kompendo .il seno * alla! tetra , ei diceva degli Ma . egli ancbe coatinuamente sciagurato nel 'di una: breve vita. Mentre si teduca iantle .a se, Fop^i -ialtrui ; pcotervo^ affanoad in- ^rno -ad un tmlla'; basse inclinazioni e ^ridicole rivestite dal nome di virn^ |>icciole care .,' disordini 'di fantiglia, ttegoig pieni d' inganni v di oni' np^ iti naa far balestra a 4:ntiti e. solo se. ne yal|p(^a mi egreto. df gereia 'IM legami formati a caso , - immagini *4t piaceri , che sfaggono .innanzi alla arifleBsioife V ^ Mostra ' d^ffjb^a ed agnramu > fanno Veliere come beHe^^eroiclie e clamorose., ^ ^qnantUnqne degne solo di^iispfczzo. ' -dopo tatto- ci ^tralasceremo .noi- di ri- 'dre degli -uomini, ' dli^ci giooco d^U pretesa loravirt^ c di tatto ci.clm.r-^a Uiat^do cg^to stolto orgoglio? % ' - Di-jii' 3 nemica aorte e lo squallore della msena,^ '.affinch pi grandi ne paj^ono e degan '/d' essere* apprezzate Je pfr esnti forta> .'ey n Tanimp sia mosso ed agognare -080 niaggiorL Giacch colai . che ' eie- . -ca mente ammira ' quelli che serbano empie dyzie e li tiene beati, tempre 'sso in questo pensiocOy peusa* ogova a. nuove* cose-, er onde pudr soddisfare 4 a sua cupidigia , trascinato >pro^ curarsi ci che tristo^ e divietato dalle leggi. Perci non conviene appe^ tire tai cose, ma .prendere la propria .vita con quella di coloro chei la- con- ducono. .pi. misera: ed infelice , e ite- -nere se stesso avventurato: e dald>eney n '.correre dietro alla fortuna, che fino -ai limiu assegnati * dai bisogni della O^uira. Ferme, iai '.cose,, apatie Digitized by Google ilieti 1 pi bei giorni deHa'vit, si ^tengono lonune innumerevoli molestie, non 'si adesca n l' invidia, n T em- 'Iasione , n T odio altrui , si conoscono, ie proprie forze, e nulla si intenta di .vano-e;di prosuntuoso. . Vi. Iia'} precetto pi di questo savio ;e oonduttor di tutta la vita? Per esso si. ila .nn.e'guj^inza , luna .soddisfi- zione^'di se. stesso ,:;ana costante! tran- quillit d' animo ^ merc, coi da.se si .precaccianb i pi . grandi piacri , nota si desiderano, con ardore i piaceri -esteriori; e sensuali , .non si cerca 'se .'non che ci che ne dato procurato ^merc le proprie forze.,- nulla si im- prende che oltrepassi n ci che si conviene nelle domestiche pareti , u .nflla sopir e,, paragonandosi . co' pi -nfe|iei , si - sempre contenti del.p.i;q- iprio: Sfato. Democrito poi era^ davviso ionvettire all' uomo , d! avere naggioc enea deli' animo th dei eorio , poich Dtgitized by Googlc 6a se.r anim perfetto emenda 1 mali del corpo, e la forza di questo invece enza 1' uso della ragione non rende migliore lo spirito. La buona salute nella mano dell nomo, purch^ non la perda per la libidine e l intemperanza: esse porgono breve tempo di diletto, cui sieguono spesso lunghe cure e la -tristezza. Chi desidera d essere tran- quillo non deve contristarsi delle cose assenti , n ricercare di far molte cose in pubblico o in privato che seno da jpin delle proprie forze ,= ma solo cura .'gli prenda di se , n ricerchi pi el- itre , poich pi dolce il fruire di ci che ne si conviene , che un inutile ' abbondanza. Colui che si e formata una rego la dietro cui si governa , prc- -vede ci che gli potr accadere , e "coloro che sono bene accostumati, vi- vranno anche una buona vita: i lavori ^olontarj rendono pi lievi anche ^ dnvoloutarj , nel modo stesso che moLtd Digitized by Google Ireof.n prciwati "pi coll' serciaio 4 che codia natura. La gloria J lodo deilagiustizia, e la hdueia della mento c Io stato dell'animo buno, e la fuga dall ingiustiaia il terminB: della ^ea*. laot. L' uomo aaggio non si affeziona fortemente , a nulla di tutto ci che gli pu essere tolto , e la filosofia non dimander nulla e .meriter tatto, non si .meraviglier punto , e si far so- Teme ammirare^. ^ . . Democrito in quanto all' origine delle aveva de principi che furono appresso dai sofisti pi ampiameotit sviluppati, e racchiudono i germi 'di quelle dottriue che espose Obbes sul pubblico e sul privato diritto. Fu.aUiiar que sua sentenza che le leggi .non proibiscono agli individui .di vivere, a loro talento , se non perch gli pai non siano nocivi agli altri; poich l'in* Tdia il principio della seduzione n ci solo, ma fu fra i prio, che ne>y Digitized by Google *fl4 garono T etrna "nozione dell' onesto poich avvisava che le azioni sono tarpi od oneste non gi perse stesse, ma per le leggi e per la societ. E* poi conseguenza del suo' fsico sistema quel' principio di lui, che il tristo, il quale ignora l intera dissoluzione finale, e che ha la coscienza de* suoi delitti, vive' in - timore, muore fra lo spavento, e non pu astenersi di attendere da una giu- stizia ulteriore che non esiste, quel castigo che ha meritato da quella che esiste, e da cui ingnora 'di sfuggire morendo. Hannosi di Democrito molte altre particolari opinioni, ed in ispecie sul- r educazione, la quale diceva pi. della natura formare gii uomini onesti , e che la temperanza del padre il pre- cetto migliore a suoi figli. Ma consKle- rahdo per i mali e le incomodit cho seguono questa cura e la procreazione dei figli, ei consigliava al saggio che - .T^ - a65 ama il suo riposo, di ndo %/ 1 .a s. 3 , u M H'i '/ f JDela differenza. .che , vi u .fraJa flci^ sofia ^pecvlatwa e quella d!t osservai^ zione , loro indole , e quale debba preferirsi, - - do e. componendone di nuove, ma pesse fiate n fa un cattivo uso.. Si >rma dei principj, ma sovente o non deduce rettamente, o 'ne trae conse- guenze a suo senn Itende sempro alla ricerca del , vero , ima' talora per giungervi presto, talora , orgoglioso - di pervenirvi, in modo diverso degli altri^ si volge su nuovo disastroso i cammino, onde avviene si perda'^";ed.ove ere- d.eva rinvenire la verit, hon ritrova che i fantasmi della' propria mmagU nazione, che il pi.delle' vette si osti Rosoli, e favorisce meglio, le speranze Digitized by Google A74 che dovettero concepire. BifiBitti le verit dell' esperienza , non sono che spoglie di cui ci adorniamo merc >i- ensi che le procurante fnori di vuoi* esse sembrano costituirci in uno stato di dipendenza, e ne rendono in certo modo ' passivi ; mentre qulle'l di ragio- namento hanno la. loro sorgente ii|> noi medesimi, et senza r badare che t^loro- materili rio sono fomiti' dagli oggetti esterni, l' umana ragione se] ne com- piace; come i di sua propria fattura^ mentre a torto si sdegna contro /le pri me senza cn appna ' acctirebbe - di esistere. A'' questa prima- inclinazione^ direi quasi materna e aggiungono mille altre- circostanze che ne accre-> cono le attrattive. 'Le 'Verit d-osss'r- vazione non.- dato ottenerle ' che per una serie*' successiva -, di espeneuze' 4 qpindi richiesto molto tempp o l' ope* fa di. parecchi iridividai, 'ed essendo da. principio' poche isolate, o sparse; u i hy Google 2j6 tioa fanno mostra della loro fecondit d importanza , e, poco lusingano Tamor proprio di chi le ricerca: i principj astratti al contrario si offrono 'in nn modo immediato alla .contempla* zione deir uomo, esso solo gli svolge e li ricerca, e gli presentano sull' istante una moltitudine' di conseguenze, una serie nfnita di verit di cui vede la connessione e ne sente tutta la forza. Le verit dell esperienza finalmente ne giungono col 'mezzo dei sensi ; ma questi luomo li ha comuni co bruti, essi compongono la parte 'materiale ilei nostro essere, sono la sorgente dei nostri errori, la sede o loccasione di queste passini , che troppo spesso rea- ' dono schiavo e degradano il nostro pirito. Le verit astratte al contrario embrno indipendenti da ,ci che mortale e caduco; esse sono fglie della meditazione, di questo esercizio so* '2>limepei: cui l' uomo eei^te tuuala Digitized by Google .gnit del (SUO essere, V. . altezza j 4ella sua natura, T energa. delle sue facolt morali ; adducono seco una calma inal- terabile che .lo eleva al disopra, delle umane passioni, lo tolgono; dalle cur.e mortali e sembrano porlo .in' rapporto cogli Dei. Lo spirito dell' uomo sfugge lincertezza ed s sbigottito dalla propria debolezza, che teme ognora gli vengano meno bastanti argomenti onde sostenere le proprie opinioni, e in questo conflitto si volge sempre a ci che sembra dimostrargli meglio qual una cosa , e la ragione chciglie la fa esser tale. Le verit d osserva- zione non si appoggiano , che ad espe- rienze le quali non si spiegano e sono ammesse come assiomi ; quelle della speculazione sono dedotte merc una semplice genealogia' da verit intuitive., cher fornite di una evidenza istantanea, si giustifcano~ da se stesse e soddi- sfano il desiderio della ragipne. L'espc-' \ Digiti^ cittJV GlHTJllC ^77 .rleaza' mostra soltanto ci elio esiste, ragiona mento dice ci che. deve *easere;( jei verit .speri mieptali ioeerte per lro natnra sembrano, sempre presto debelezza cpi^ 0 , 9 ^ . fu testimonio^ per conoscere i litoiti i. dello spazio , >per vgiungere ,a. .verit ^di , pn ordine ' superiore , a', suoi; sepsi. Lei verit astratte al.' contrario sono .di . tutti i tempi, di tutti i luoghi, esse* si appoggiano suinint^r^'.c.reazioue , seta- Tom. 111. ^4 I Digitized by Googic 370 brano risiedere nel seno dell eternit, . presentano delle dimostrazioni a tutta ci che si richiede, no sia o no suscet- tibile, ne iniziano al secreto istessa ' del destino , e ne innalzano sul trono diddio a contemplarlo in tutta la sda 'magnificenza. . ^ ' , ... Ma intanto iP- filosofo persuaso che per questo 'raddo*^ solo' conviene acqui- ^ stare cognizioni , . lusingato dall idea che acquista della -forza' dell umana ragione, vi si abbandona iuteramente, e racchiuso; nella (solitudine, fra il si- lenzio*^ e r oscurit ( colla sola' compa- - gna 'desuoi pensieri^ si crde innal- zat sopra la natura o abitare lo stesso' santuario delia verit. Quindi ammucchia principi sopra principi , unisce - consegueaze. a consegnenze , da cui trae infinite verit sempre applaa- dendo al suo modo di filosofare, e com- ' piacendosi delle sue pretese scoperte, f eoza giammai no istante dimandare Digifeed by I 0 4' fle stesso. c1te si .pone' le 'fonda n^ota; al psitno l'abnso dei poca . cura ed anche la poca sincerit con ' coi' la si ricerca, poich i 'flosofl ta- lora sono 'una specie di commercianti, che sacrificano il vero per ispacciacn e aostiiQere le proprie tnerci . . Digitized by Google a8o Ma se questo sforzo dell umana ra-, gione sovente illude e soggioga lo spi- rito, scom'pajono immantinente questi vantaggi die presenta ai filosofi , se si , volgono; attentamente a considerarli e amanti ideila verit si studiano dii ' cercare la via che veramente li adduce, a scoprirla", e scorgendo i coiifint che distingue qusti diie modi di filosfare'.j e* qial certezza adduc sec fiossr- vaztone e T esperienza, non esitano punto nella scelta. Le cognizini di fatiofa ctto una rappresentazione di ci che; siste fuori 'Mei confine della nostra propria immagihazion ,. quelle astratte si' racchiudono invece fra i limiti del mondo ideale, c mentre le prime esa- minano e paragonano gli oggetti , jueste'non esprimono che la compa- razine delle nozioni che le compoa- gonO;: Limitandosi - alio ' studio 'delle! ^uistibni astratte lo:8p*rto si isola in-'j teramentc dagli oggetti resterai, poca - Digitized by Google aSi a^endogU di -sapre se esista fuori dei suo pensiero ' qualche modello dietro cui diriga 'le proprie medita- czioni : mentre Tolgendost alle peri- Hientali , cerdh di conoscere 1' esistenza degli oggetti esterni e pne le sue cure nell analizzarli e paragonarli onde scoprire le loro propriet. Per istabi- lire le verit di fhtto , il giudizio a interpone hi -qualche modo fra T in- telletto e la realt stessa 'delle- cose, esamina la conformit che si trova fra' gli oggetti, r ordine con cui si succe-' dono i fenomeni, le relazioni e i mu- tui legami per cui tutti gli esseri della natura formano una grande armoniosa famiglia. Onde innalaare verit astratto il (giudizio s interpone soltanto fra una nozione ed un*^ altra . nozione, ed esa- mina P identit' che esiste fra esse, in quanto *' alle diversit delle loro espressioni. Ne giudlzj dosservazione .tutto 8 riferisce ad una percczioae Digitized by Googlc V aemplice 'eontiderata melf i^eazx 4 nei giudizj specalativi tatco^ si riferisce ad un paragone a una percezione doppia considerata filori deir esistenza. l,a filosofa. specioaeatale tutto esammay , paragona, disngoie e divide, la spe ^ * 'na' quello- della: Luna,- a - Giove si die- 4e governare TOlimpo, incatenare ro* noreggianti sotto il suo piede le tem- peste e trattare il 'fulgore- della ven -detta, Giunone ebbe la regione del- lAria, Nettuno intorbid il mare. Pa- ne, Cerere, Flora e Pomona si divisero limpero delle rnandre, delle messi., . dei fiori e dei frutti. Ma appena la ^filosofia di Talete :.e di Pitagora tolss di mezzo 'quste fole del- volgo , e -erc mostrare la ragione deHe cose rigenerato l spirito ipotetico', innaia ngU Eleatici questa unit rigorosa , per sostenere la quale distruiserts 4utti gU esseri della uasura. Digitized by Coogle fiBaj. Per che aperto come questo potere mal augurato di realizzare delle astra Eoni e delle chimere, di associare in eeme ide disparate od elementi in compatibili , di vedere o porre negli oggetti , o idee che facciano loro inte- ramente cangiare di aspetto, o di to^ glierne ci che ne' fa o ne deve esser: - parte *, sia la sorgente inesausta, dei pregiudizi e degli errori, di coi si cooa- pone air>avviso di un moderno T uma- na sragionevolezza. Quando la mente' analizza, compone e decompone con esattezza o idee complesse, o idee astratte di cui debitrice per ai sensi^ ^nch non vede o non trova negli og- getti fuorch quello che vi in fatta, Bon^ sorte dalla, sfera delle' cose reali e vere,' n pu scostarsi dal ragionevole . e dal possibile ;* ma quando l' immagi- nazione deir uomo, che in lui altro non* ' che una forza produttrice , dopo jtvere a suo senno create ogni otta Digitized by Cooj^le idee , ,0; immgmi n- wole trasfor- , marie inicse reali, o attribuire a qtic- i fit suoi fntasmi una esisteniza che noa ^ hanno ; > allora, nasce e s ingigantisce , tia 'filosofia , e dei principi inunagv*.; narj , assurdi ed impossibili. N la ;sola, metafisica pr^nde questa fcnma,. ma sxf hanno tnte sorta) di fantasmi ; quanti- sono i; ramii delle - umane cognizioni , p t la fisica ,! la storia naturale , la aro rale'i la politica { haonjo. i loro delirj fMmano>i deii sistemi immaginari ^ .deL, romanzi filosofici , che > abbagliano j e , si- crede- 'ehe:> iUmininlo ^ ^ dipingono y la, euperfioie delle cose e 'reputa ne> chiariscano V esenaa , espongono er- - tri perniciosi e si adottano per verit, Peli perfezionamento delle nostre cp- ^ ghizioni- si richiedonoi due condizioni^ cwienzal , la .riforma degli errori.^ed il; ritrvamiito'di'Vrir novelle; bi-, sogna ,crrggere i giudiiz|' erronei,- moltiplicare le' utili istruzioni , ripe- ; Digitized by Google tere le esperienze y 'c tentare in diTerte. modo di scoprire e di trarre mede-; imi 'risultati. Ora come a ci perre- ' iure con una ^losofia astratta e. colla ! sola scorta de^ proprj pensieri? Se.il/ cognito solo ne conduce a ncroTare . l'incognito^ se le' sie Vert'reali ponnor Tenderci esft conto di ci ebe gap-! patn r e* ne fornkeeno^ i- matriaU . onde arrecare ' sicuri i nostri- gindizj . no sulle' cose die non ne dato per-, cepire ; come ci -potr riescirue sei unicamente ci aggiriamo su nn qui- stone ipotetica 'la 'qnale dipende 'da condizioni che esigono un fatto sup- posto , e da principj che racchiudono un fatto immaginario e non conoscinto? A che studiarci 'di stancare la mente in inutili meditazioni o Ricerche , se cigni qutstione sciolta appna si ritrovi la convenienza e T identit dei principj supposti? L* intelligenza richiede, onde meglio prestarsi ai nostri bisogni , delie Digitized by -Mcefpt facili, e jaestc lo soho inag- giormente quanto pi si aceostano a -quelle prime che i ne farono prestate dai sensi; e quando sono astratte con- viene siano legate e spiegate da altre meno- astratte, hnch si giunga a una 'idea particolare e sensibile che ne sia .il fondamento. di restringerli, n di appli- 'Carli a casi di ^diversa . natura. In un coffie fissare Digitized by Google r estenslri . dei, principj ? E q.usm^o questi sono vaghi edincerti, come ,p appesasi potesse sostenersi: ognono applaqdi-^ rebbe alf ingegno dell' artefice , ma tutti , biasinaerebbero la sua iniperfe-v zione ed , imprudenza , tutti .aonnire- rebbero il suo lavoro , ma , uiqqo vorrebbe lafifidarvi "la propria, vita. I sistemi ^ astratti in. fine. sono, come il palazzo jncaatatO; di Atlante SQOB| Tq/ti. Ill^ a5 290 pare al semplice infrangersi di alcune otri piene di vento. Perci d uopo a chi desidera me- ditando adoperare rettamente, volgersi alTosservarione ed all esperienza , e allora si toglier alla filosofa tutto ci che vi ha di oscuro, di arbitra- rio e di incerto, e pi rapidi pro- gressi verr conseguano tutte le umane cognizioni , poich essendo legate coi principj filosofici, allorch qusti sono puramente razionali e speculativi , spargono sopra essi il loro carattere di aridit e di languore. Ci ne verr confermato se porremo mente agli- ostacoli che i metodi scolastici oppo- sero alla rrstaurazione del gusto, e il ritardamento che produsse F astrono- mia giudiziaria e il platonismo moderno allincremento di- tutte le scienze na- turali. La flosofa speculativa facendo dipendere T avanzamento dello spirito umano tlaile formolo del ragionamento , r* ^ 9 % e htrattenendo Tint^lUtto intorno ad I - id^ U cui estrema, astrazione .facil*^ mente ne sfugge sco arrecano un'aridit, una sottigUeeza che si ma- nifesta per fino nello stile ; quste uoh ne trascinano che a moltiplicare, le' dispute di parole fuggendo le ricerche 4- ad avvolgerci in vaae> nomeiM:Iatur& sostituendo parole a cose. Essa ne to- glie da questa contemplazione natura che la v^ra- scuola delie. bcdlo arti , dallo studio de* moti del cuore^ e.delle> passioni', ohe il vero prin- eipio, dell* eloquenza; essa ne: predio tpone ad anteporre queste considera- zioni dello spirito ai sentimenti dcd- y animai e quindi fino ai nostri giorni s ebbe in costume d..; porre in pro- blema le prime affezioni come le pri- me impressioni , e si' dedusse le regole di morale da leggi e - da coroHarj > mentrei non sono- che il risultato.' delie interna nostra ' esperienza^ Quindi si ' Digilized by Google investigavano le regole de' nostri do- veri nelle combinazioni ideali, e ifbtt nella' cognizione dimoi stessi ^ si voi-: gcvaiio le^ nostre mire a ben, altra ciira ebe air interesse degli nomini , ce' 'le legislazioni invece d essere, ^innalzate sulle molle del cnore umano, non avntO' aleno rignardo ai luoghi , ai 'tempi e air ndole delle nazioni, erano piene di massime assolute ed .inflessibili che o non osservate le rendevano ^natili , ^'rigorose formavano la infebeit delle nazioni. -Si Analmente permon avere t.tndiata'la natura c le sne leggi /pe non avere cercato 'i suoi ajuti eie sue propriet, che l' nomo rimase' si' Irga-^ mente nell* igaoranza^' o fece dei proV gre^si' s 4onti^e: )ii inceirti per rare il suo ^esl^nb.* La sua inerzia ' si .compiace di pelare unicanieiite senza ossei^vare, dl lasciarsi guidare ( dall' e- eem'pio , . dall- os r;' dall autorit*, piutv Ipsto che dall' esperienza' che .'cioerci attivit, e dalU. ragiQne che esige riflessione. Da qui procedette ancora questa avversione -che gli uomini. di- mostrano , per tutto ci che sembra allontanarci dai loro costumi,, il loro rispetto scrupoloso per) T antichit , il timore che li prende ove loro si proponga di sostituire ai loro antichi pregiudizi opinioni ; ragionevoli perch' essi amano' meglio seguire la via gi trita che cercarne di nupve e.. pre- feriscono i deliri della loro immagi- nazione e' gratuite congetture ad espe- rienze laboriose, che sole sarebbero capaci- di togliere alla natura quel.velo, che tuttora ne fa pendere incerti so- pra i suoi misteriosi vvenimeati. I sensi sono i soli mezzi, che ne le- gano, agli oggetti che ne cijccondano, poich senza di essi non potremmo avere .ninna idea j di questo magniflco^; spettacolo che. rapisce la nostra ain^ Qjrazione, e ciascuno , d'^^essi u rap- Digitized by Google ksi4 ^ ^ presenta' ia particolare' i didTerrtti esseri con cui viviamo ih, societ: la suemoria raccoglie tutte queste mp- presentaziohi diverse, T immaginazione e r associazione ne 'facttano 1 uso , la riflessione le considera e ne ' traccia rapporti, onde noi operiamo sempre sulle sensazioni e sulle idee, o piut- tosto queste sono elaborate onde pro- durne di nuove. Perci la filosofa deve dipartirsi dai* sensi se vuole scoprire la verit ed essere di vantaggio al genere umano, e quando gli nomini rinnneiarono alla loro testimonianza , non furono guidati in* tutte > le- loro azioni ed intraprese > che dall' imma- ginazione , dall entttiasmos 'dall' abi- mdine e dal pregiudizio. Sistemi im- maginar] si ebbero invece di medi-' fazioni conformi al vero ,' e il genere umano si rimase a* Inngo in un' in- fanzia da ' cui dar grande fatica a Jqgliersi tuttavia. O ve > si consideri che Digitized by Google 2q5 le diverse leggi della natura si com- binano ad ogni istante in mille nuove maniere, e si rifletta che leleganza de suoi disegni' prodotta dai prin- cipj semplicissimi da essa posti in ope- yaysi converr come le cognizioni che abbiamo acquistate siano sterili, allor- ch non si decomposto il fatto pri- mitivo, e quale prodigiosa' fecondit Quste cognizioni 'acquistino, 'raltrch olr analisi^ si cercano le sue leggi semplici ed elemntari. Lo spirito da- nalisi r anima della vera filosofia : si estende a tutto, comprende T arte d -rimontare alla generazione'de nostri errt'i,^di scioglierne la confusione,- poi- ch per togliere tutte le sorgenti dei mali d uopo in prima conoscerli , e viene di trovarli sviluppando questo lungo tessuto di errori , -consacrato dair autorit e da una filosofia imma- ginaria,. Essa sulla distruzione di questi VrorKinnalza le pi belle verit Digitized by Google la face che ae scorge a penetrare t secreti della natura, j Nel sistenaa dell'universo tutte le parti si avvicinano le une alle, altre, tutti i movimenti sono coordinati, tutti i fenomeni si legano,^ si bilanciano e necessariamente gli /uni producono gli altri : nulla succede invano , ogni cosa tende, -aj copservare la grandarmonia che lor goyerna, e tptti gU esseri a vicenda. gli uni cqncorrono alla,. con*? ervazione degli altri. Qual, vha di questo argomento pi capace di fissare r attenzione dell uomo, di rapire e fli scuotere con immagini vive, forti e sublimi, ed eccitare l entusiasmo delle anime sensibili ? E non vi bastante copia di bellezza , sufficienti verit a scoprire, moltiplici oggetti su eui. in- trattenere losservazione peli api verso, senza che si abbia a ricorrere ad uno immaginario' ed ipotetico onde porgere alimcutQ al pensiero ? Come pondo Digitized by Googic I. ^ 9 ? reggere i filosofi, per segatre le pro- prie astrazioni di ftbbaiidoaare questa' bella natura > attiva , e ; vi venie ? ! Chi non mosso all' aspetto Idi stante bel- lezze eh' ella spiega incessantemente innanzi al nostro sguardo, e versa in- torno'a noi con una saggia profusione ? Come risplende'.d' opulenza e di gran- dezza , il solo' ter-> mine di .-suo immenso - impero , ed essa sola pu soddisfare la calda reneri gi deir anima , e riempiere 'tatti cuori. Essa sparge di dolcezze il des- simo di colui che ascolta le sue 'lo- zioni , -e- eiegine- le rsu .inclidazioni. Questo studio formando del pari ' un dolce sentimento, la. delizia del cuore . e il luminare dello intelletto,* si prestai a tutti i bisogni legittimi (Mio spirito .umano ; esso soddisfa questa attivit crescente .che s4. sviluppa in lui .merc la-coltitra delle sue facolt i aqhiuden- Digitized by Google 29 ? lugli u seguito iufiaito d'osservazioni successive da faccogUr^, di combtaa* ziot i da.- formare, ed ogni istante "ne fa palpitare il ci^ore ' su nna nuova scoperta , e ne ^ riempie la mente' di future speranze. questa filosofa che appaga quell' avvida curiosit che V agogna la spiegazione dei fenomeni che ne ' circondano , scoprendo, merc eomparazioni metodiche prima le cause prossiue e complesse, quindi le pi lontane e le pi semplici Non d'essa che ne svela^qnesto sistema di cause subordinate le noe ^l altre ^ riunendo* in un corpo d scienza i fe- nomeni isolati da prima e sparsi, che toglie r incertezza, la sorpresa che ne prende, allorch per la prima volta li osserviamo? ^ N., si opponga che le pi grandi tcopeirte non. si devono* agli sforzi dello spirito umano,- ma bens al caso. Le crcstanz particolari- vero pr- V Digitized by Google ^ 9 ^ sentarfi delle coDibinzioai prima aco Dfosciate , aia se veniva meno T esser- yazionc e T esperienza , esse al certo non ^sarebbero statela feconda sorgente di tante scoperte. Questd adunque )' unico mezzo per apprendere ci che b' ignora , per eseguire ci che s divisato o per essere utili a se ed a- suoi simili. E'il metodo dell' uomo che ama* condursi in societ , quello del filosofo che desidera spargere un rag- ^Ofdi luce fra le tenebre che si op- pongono alle sue ricerche 1 isiru- mento' del naturalista che brama tessere la storia della natura e delle parti che la compongono , quello del letterato che cerca nei buoni scrittori le mma-' gini vive e vere degli affetti che lo mossero. Esso trasse i flosof a scorrere e misurare la superfcie della terra, a ricercare nelle sue viscere, come negli archivj della natura , i testimonj delle grandi rivpluiioni che dovette sotte- Digitized by Google 3oo aere il nostro, globo, e della ena anci*^ chit. Questo solo innalz Galileo ^ Newton fra le sfere ad ordinare T unU verso , e riconducendo ^ sulla terra Li- neo e Buffoti li .scorse, a ritrovare la relazione fra i vegetabili e gli anicnali ; Torricelli e' Volta a penetrare le Be- erete forze della natura. , investigare e scoprirne le leggi ; Lavoisier e Dawy^ decomporre le sostanze e ricercjare gli eleorenti della materia. Esso^ final- mente rivolse i\uomp snlf uomo ,, e guid fra le viscere palpitanti degli animali, f insanguinato coltello della- Butoraico a ricercarne i movimenti in- terni, ,e sulle spoglie^ degli estinti mor- tali a.scpprire il . marayiglioso tessuto della macchina umana. Fu questa filo- solia che dduceva il primo Ilaller a divisare i fenomeni che succedono nei I ^ corpi organizzaci, e ricercare dietro certi principj le . fonti della vita ; Darwin e CabaU ad la 3oi medicina ; Morgagni Scarpa a co- gliere la natura sul fatto e a svelarne i mister] delle nostre sensazioni , e che prepara sul Ticino nuovi allori al loro ^unno /i), come sulla Senna illumina la niente di Gali e di Tinel onde in- vestigare r influenza della nostra , orga- nizzazione sulle morali inclipazioni del- ruonio, e scorge; Cuvier ja nuove con- quiste nell' anatomia comparata. saa (i^ Il Prof. Bartolommeo ^Panizza. Sostenga la singolar^ modestia di questo illustre Anatomico codesto giusto tributo a' suoi meriti , e conceda cK io gli ricordi come gV Italiani attendono con impa- zienza la pubblicazione delle sue belle scoperte. La modestia un inutile con~ trasto , poich quando un filosofo ot- tenne una scoperta non appartiene pi a lui, ma alla nazione^ che ha diritto di esigerla conte propria cosa , e la no- stra patria ha doppiamente un tale di- ritto , poich questi sono gli unici allori che le acconsentono di cogliere le cir- costanze dei tempi. Tom, III. Digitized by Google 3oa finalmente porge alle arti' i primi' U- neanienti del bello ideale^ alla oeiet ^nelle leggi che conservano T armonia degli individui ed hanno di mira la prosperit delle nazioni. Essa 'T ani- ma del commercio ; guida suir oceano le navi ; innalza le moli immense che Jottano cogli anni e pongono in rela di utile e di glorioso fra i mortali , di rinunciare ai loro pregiudizi, , di spogliarsi del- r orgoglio delle scuole, e volgersi alla contemplazione dell' universo .con uno ^ ' spirito e delle vedute veramente pure. Deponga ruorao i suoi pregiudizi, e si accosti alla natura eoa occhi e sen> timenti puri, come pu inspirarli una vergine modesta; esso la contempler nella pompa di tutti i suoi vezzi, e sar meritevole di fruire partitamente delle sue bellezze. Non arrossiscano questi filosofi di divenire fanciulli onde studiare gli elementi, c i veri prin- cpi delle cose, pongano in opera tutti Digitized by Googlc 3o4 isasBtdj deir et 'e delia ragione', onde' agite e meditare, lasciando le cure' delle parole alle due infanzie delia vita umana: possano vivere lungameni^r e morire nello stadio della natura. - Fine del terzo Volume^ ^67 Digitized by Google Errori da correggersi Tag. ' 3 a lin. 22 mcDde emende l6i I circondano circondano i8d i 3 de del 217 22 igeaci ignei 'iSt a 3 stano stanno 264 'i 3 ingnora ignora N * t 1 t f ? 1 r 1 t ' i * s ' i . ! . f * ^ ( , ' ^ ^ * *. < 4 t ; ' . . 0 Digttized by GoogleAJ* '*M\ v . ^T* . H* 7r "*7i^ *r STORIA DELLA FILOSOFIA GRECA SE L DOTTORE DIFENDENTE SACCHE tL ToM. IV. PAVIA, 182#. Presso il Libraio Giovanni Torri Coi Tipi di Giovanni Giao. Capei** Stampatore-Librajo, Me aa^L. a> . ^ Lift 1 fjOogk STORIA i * . DELIA FILOSOFIA GRECA. i CAPO Vili. fi ' t - * * . * Setta. Eraclitea. JL oich gli uomini abbandonate le idee vaghe ed incerte, che in loto avean destate le prime impressioni della na Aura, e le ipotesi che la fantasia pii} die l ragione ii suggeriva , e furono presi da vaghezza di considerare pii} da vicino le cose; tutti generalmentd convennero nel volgersi alla ricerca o dei primi elementi , o delle primo Digitized by Google le Veggi dei fenomeni dell universo. Rimaneva adunque la ricerca dell prime cause, a cui per anco non erasi rivolto lo spirito filosofico , e alla quale immediatamente siegue lesperienza, a cui non eransi di troppo avvicinati gli Eleatici della seconda scuola, o perch troppo avvezzi alle astrazioni di Xeno- fane e di Parmenide s 1 intrattennero all 1 osservazione^ o perch non dato allo spirito umano , spingere d un tratto solo s rapido volo, da giungere dalla massima astrazione a una filo- ' ofia interamente sperimentale. Questa cognizione pone anche maggior con* * -fidenza nello intelletto , e maggior certezza nei principi eh 1 esso deduce. * il legame che esiste era i fatti , la' sola guida che possa condurre il no* atro spirito a meditare successivamente > eovr'essi, e la sola che possa scorgete i nostri giudizj oltre la sfera delle eensazioni presenti ed istantanee*, fa*- v Digitized by Google 0 colt che appunto eminentemente in- nalza luomo sopra tut gli altri ani- mai. Questa associazione , per cui uniamo una serie di fatti, ond essere ferma, duopo si diparta dalla Bo- rione delle cause; poich a noi no Tiene n di disporre degli agenti che sono in nostro potere, n di spin- gersi a prevedere lavvenire, n coi*- egnentemente di far uso di tutti questi agenti , se ignoriamo la fonte di questi a potere delle cause. Questa co- gnizione quella ia ispecie, che no* Milita le facolt dell uomo e il fa gite in conseguenza del ragionamento. * Eraclito fu il filosofo che veniva ri* chiesto dall ordine delle cose a quest ultima pi importante ricerca delle prime cause: a lui tutto parve in un perpetua vicissitudine- ma per l effetto di un ordine primitivo ed immutabile^ ed ammise il fuoco non come princi* pio delle cose , ma come ; principio Digitized by Googl ? delle rvolo rioni. E perch ,,1 ordine non venisse mene nello sviluppo delle cognizioni, e questa ricerca adduce* se alla vera sua meta , Ippocrate in questa scuola pose le fondamenta alla filosofia deir esperienza* . La filosofia avea gi da se stessa spiegato bastantemente il volo nelle greche contrade, e gi divisato quei sistemi a cui da se sola e colla sem- plice scorta dell osservazione poteva dar vita e forma, e immaginato la tra- smigrazione degli elementi , il mecca- sismo di un mondo composto a caso, le astrazioni di un mondo intellettuale ; e una metafisica del pari oscura ed in- certa , le era venuta di scorta nelle diverse vie che avea percorse. Nella nuova ricerca per che le rimaueva a tentare , oltre gli avuti soccorsi c losservazione, avea bisogno dell espe- rienza: queste sono due compagne clic non possono lungamente andar dis- Digitized by Google * _ % giunte , e Tana abbisogna deTT altra, onde unire e perfezionare ci che trovano disgiunto ed incominciato* L osservazione conduce all' esperienza merc il desiderio che pone di pene- trare nelle cose , 1' esperienza guida all osservazione , merc le belle ape- Tanze onde nutrita; ed poi inc- eneri ' che entrambe radino unite perch altrimenti non si 'saprebbero moltiplicare i mezzi -d'interpretare la natura. La metafsica stessa , questa nobile scienza dell' uomo , andr er- rando incerta ove fa la traggano gli errori e le fantasie de' filosofi, senza giammai fermarsi al vero oggetto dello sue meditazioni , e -non avr per meta l' esperienza , ci che -appunto quasi ebbe di mira Eraclito, e fu compiuta- mente divisato da Ippocrate. Tocca questa meta, le prime meta- fsiche ricerche ed i sistemi originali aarauao compiuti , n rimarr alla greca l Digitized by Googljjj 4 * r * filosofia che o la corruzione, o ua nuovo perfezionamento e sviluppo degli antichi sistemi. . >> avi . ri r>;.. j. '.V* . , s . **'** "'3 , * -v. - * ' - * t 1 ; . : i j /* - * i . va. } n- ti a Ln.Ok_.u!i *.;i ,.r V * * * ^ - *'** * il'i.'M * Sono vi alenai uomini elle fino dal furimi anni si mostrano sortiti per la meditazione e la filosofia. Eraclito in- cominci a meditare appena fu all' uso della ragione p e ' profondamente ferito dalla sentenza * scritta sul tempio di Delfo , sent la necessit di studiare u stesso, e il bisogno, .di ritornare, sulle opinioni che : gli erano state in* segnate ed aveva, acquistate da se. Onde incominci^ a. fine di porgere meditazioni conformi alla vera sapien- za, a dubitare di tutto, confess di non sapere nulla, rinuuzi a tutte lo te prime opinioni per rinnovellarle*, Digilized by Google 10 ardita impresa di cm mano ftlCOlfll ne avea fornito V esempio, e che il trasse in breve a sentire di conoscere tutto , come Cartesio , che seguendo le tracce dell' antico , dal confessare ili saper nulla , innalz quasi sul trono della, divinit, onde svelare ai mortali 1' ordine dell' universo. 11 f Eraclito fu preso siffattamente 'per sfe igne meditazioni yt* dalla, bellezza dlia filosofia, che per* consacrarsi in- teramente 'adessa, lasci le cure cis* tadine e dicesi per 'anco il trono di Efeso sua patria, che rper diritto di 'famiglia gli si convenivate il cedeva a suo fratello, poich si riputava di gran lunga maggiore di un regno. Richiesto per non isdegn attendere ai pubblici affari: e pregato un giorno perch pro- ponesse la sua opinione intorno alla concordia, sal in un luogo eminente ove imposto gli si arrecasse un nappo pieno d'acqua, entro cui versata alcun Digitized by Google rt $6Co |i farina e qaesta misturata eoa molto: paleggio, la bevette e se no parti;, con, ei volendo intendessero, che se fossero contenti i pi abbietti, n i migliori richiedessero di troppo, avrebbero fra loro la pace e la con* ordia. E al certo non poteva essere che savio amministratore della giusti* eia , e della felicit delle nazioni colai, che tenea doversi governare gli uomini, Come gii Dei governano il mondo, ove latto opera della necessit. E sa- rebbe stato pi a lungo cortese dei proprj consiglj a suoi concittadini, se non avessero mandato in esilio Ermo* doro suo amico e loro benefattore, asserendo che ninno meritava la loro riconoscenza. Per. che Eraclito si riti* sava, n pi volle aver parte nei pub* Mici affari, richiedendolo gli 6tesss una volta di Riformare le loro leggi che riconoscevano difettose, con dispres* 90 rifiut la loro domanda, asserendo Digitized by Google m essere impossibile dar leggi ad uomini tristi e corrotti* Quindi ritiratasi nel tempio di Diana si pose a giuocar po fanciulli , e venendogli osservato fhe alcuni credevano ci poco con* veniente ad un uomo suo pari, di eh ti maravigliate , disse loro , gente sco* Starnata, non forse meglio intratte persi con degli innocenti, che go ver-* .pare degli uomini corrotti?'.,* - .it:'; t Pieno di questo sdegno:, li ritiravo poscia fra le rocce di alpestri monti M meditare fra il silenzio d' amica soli* tudine, lungi dai tumulti del mondo } ivi intero si - volse agli studj , all 1 os&er-t fazione e compose la sua grand 1 opero he trattava dell 1 universo *> della p* litica e della teologia , . la quale vpoi depose nel tempio di Diana siccome pubblica cosa. Che non si poteva afe . tende di grande , da chi avea eoa savio metodo rinnovellate le proprie meditazioni , ricercata le cagione delle Digitized by Google ' tote, che sosteneva fa' sapienza umi- camente consistere nel conoscere 1* ot- cline secondo cui tutte le cose si go- vernano nell' universo, ed aveva in disprezzo Orner, quel grande dipin- tore delle umane passioni, perch non rasi rivlto a questi studj ? Dibatti in mezzo ai disordini apparenti dell' uni- verso, seppe conoscere Larmona per- fetta , quantunque nascosta , che ne 4ia tracciato il disegno; in mezzo alle rapide rivoluzioni delie cose sensibili* ravvis la cestAnza delle leggi dlia natura. Non mestieri apporre ad Eraclito taccia di malignit perch fosse oscuro ne suoi scritti, n credere con alcuni che avesse studiosamente inviluppate 4e sue opinioni di un tenebroso dir, onde instigare la curiosit di coloro che desideravano impararle. Le opinioni che- ne rimasero di Eraclito, e i giudfdj che posero gli antichi filosofi intorno Tom. IV. a Digitized by Google *4 q \ suoi scritti, ne chiariscono lo stata delle scienze e della lingua in Grecia verso il tempo della distruzione dei Pitagorici. Alcuni credono che Eraclito fosse il primo filosofo Greco che scrives- se ,in prosa: la lingua greca ancora giovane e povera , non si prestava gran fatta al linguaggio astratto e generaliz- zato della filosofia: quindi lo stile di Eraclito era poetico ed oscuro, che indole appunto delle lingue ancor gio- vani , non adattarsi che al linguaggio dell immaginazione. Aggiungi a ci che rendevano oscuro Eraclito , non *olo uno stile enigmatico e figurato , sua ben anco una totale mancanza di punteggiatura; onde forza conc Illu- dere che verso la LXX. Olimpiade-, in jQrecia non si avessero ancora inven- tati i segni, che distinguono le diverse parti del discorso. Per le quali cose jCratete diceva , che per leggere le opere d Eraclito, faceva mestieri esse Digitized by GoOgle if hauti nattore, affinch la profondit e il peso della dottrina, non inghiottisse* e soffocasse il lettore. Quantunque di quest opera non se ne siano sparse che picciol numero di copie, e la sua oscurit facesse in modo non fosse gran fatta conosciuta , n avesse molta parte alla propagazione delle utili cognizioni ed al progresso dei lumi ; procacci tuttavia un onore infinito al suo autore. Essa per deve essersi smarrita in breve * ed forse fra quelle de 1 greci filosofi che ai tempi di Porfirio erano gi perdute; ond che poche cose ne giunsero della filosofia - d 1 Eraclito, e conviene attenersi alle po* che sentenze che ne riferirono gli an- tichi scrittori. Verr per agli studiosi di osservare nelle sue idee, abbench non siano che abbozzi , un carattere assai grande e profondo : e Socrate difi. fatti che avea grande stima del no- stro Efesino, interrogato intorno agli t scritti di Eraclito, si racconta dicesse ci che avea compreso essere assai bel- lo, n dubitare punto fosse dell egual forza ci che non gli era riuscito di comprendere. Discepolo questo filosofo di Xenof- ne, in tempi ne quali erano assai spar- se le dottrine pitagoriche; non volle attenersi a niuna di queste Sette, forse perch i loro sistemi non si prestavano a tutte le ricerche del suo intelletto , che desiderava volgersi ad investigare la causa dei fenomeni* Dopo queste meditazioni diffatti, Eraclito scopri nel fuoco T agente possente ed universale della natura ; fu il primo che noi con- k sider come un elemento o come parte degli elementi , ma bens quale causa di essi : osserv codesta attivit im- mensa ed infaticabile onde la natura interamente animata , e s avvide come questa vicissitudine continua pu conciliarsi con leggi costanti , poich Digitized by Google %7 la loro uniformit consiste nel legare tutte le rivoluzioni le une alle altre , ed additare loro epoche periodiche. ' Onde essere coerente al principio che nulla non pu prodursi dal nulla, ten- ne adunque il nostro filosofo il fuoco , o un etere igneo mobilissimo da lui appellato anatomiasi (i), come la causa prima, e la materia originaria eterna, dndistruggibile del mondo, da cui tutto ra sortito secondo le due leggi della necessit , e in cui tutte le cose do- vranno ritornare.' Il fuoco una so^ stanza intelligente che penetra tutti gli esseri ; essa in loro , e questi sono in lei, merc P eterno suo movi- mento, onde costituita l'anima del * mondo. Questo fuoco formato di particelle minutissime, incorporee, iu- clivisibili ed eterne , che non si vedo- vi) A va$otirOb- veva essere inerente e necessario per la legge della inimicizia , e perch tutto le cose modificate per questa necessit e intrinseca cagione , si abbiano a for- mare. Ma se Eraclito per si accostava al vero nell' ammettere che tutti gli esseri cangiano continuamente , era pre- so da errore nel sostenere che gli og- getti pi lontani erano spinti verso un medesimo punto, e che quelli che sono i pi opposti per loro natura > diven- gono eguali in natura. Onde mostrare poi quanto dissentano fra loro gli umani consiglj , ne sia dato osservare , come questo sistema totalmente opposto a quello di Xenofane , quando credeva che tutti gli esseri erano in riposo t senza movimento ; ed a quello di Em- pedocle , che mentre costituiva lami- cizia in principio di produzione, Era- clito ne formava la causa di distru- zione. . . Digilized by Google Italie due diverse esalazioni , le irne infiammate ; e luminose che sortono dalla terra, le altre umide che emer- gono dallacqua, e dallo stesso fuoco generatore? deduceva Eraclito la sua dottrina sulla natura che ne circonda, sull 1 essenza dell anima umana , ab-- bench avvisasse ssere impossibile dire - qualche cosa di certo sui principj me- tafisici', sull errore e / sulla ^verit - * Credeva ? adunque che le esalazioni della terra miste a quelle dellacqua^ formino la grande atmosfra d aria m cui' nuotiamo come in un immenso Oceano. Questaria fornita di senti- mento* e dintelligenza, e da questa sostanza commista di diverse specie d altre, e soprattutto col fuoco, ema- nano le anime degli uomini, che sono esalazioni umide. Siccome l aria del mondo poi pregna di queste eva- porazioni , cio piena e composta di ignee particelle che sostennero una Tom. IV. 3 , minima incitazione, e le anime umane essendone loro emanazioni ; ne viene che le anime, le quali non sono rac- chiuse in una corteccia densa e umida, e perci sono pi secche e piene di maggior fuoco-, sono ottime e pi atte alle azioni intellettuali. Ove poi quel fuoco sia addensato da vapori umidi * e umida pure divenga V anima , perde tutte le sue qualit, siccome avviene in quella degli ubbriachi ; e muore poi se si cangia il suo fnoco in masse dacqua. Questa sentenza per mal si ea conciliare con quanto riporta Por- firio, che Eraclito cio opinasse, per le anime non essere una morte, ma un piacere il divenire umide, e che per la parola piacere intendesse il principio della loro esistenza; se non Vogliam credere, ci ei tenesse acca- dere per la legge dell inimicizia , , che a tendere anche le anime, essendo di fuoco, al loro contrario* c Digitized by Google ' %e anime poi parimenti che le altro sostanze , in questo sistema vannat soggette a cangiamenti continui , e questi cangiamenti formano per esse il riposo , mentre sostengono doloro quando restano nel medesimo stato. La ragione e l'attitudine a conoscere la verit, dipendono dall'unione in- tima dell' anima colla ragione divina , comune, universale che si spande ia tutti gli esseri pensanti , merc una effusione immediata. Questa ragione divina viene a comunicazione eoa noi col mezzo de' sensi, che siccome altrettante porte gli prestano adito a penetrarne. Per ci fino a che i nostri seasi sono aperti, noi sramo intelli- genti e prudenti; e nel sonno invece chiudendosi i canali delle nostre sei$ sazioni , noi siamo obblivio: concio? siach essendo l' intelletto la rappre* senrazione del cammino dell universo % finch ne conservata merc la mar 1 3 $ moria - , nc accade di prdere T intelli- genza e ad. un punto questa facolt* -allorch chiusi, i sensi ne . tolta T vtr nione coll anima ragionevole.. I/intelr letto polo universale e divino, presenta nelle sue istruzioni uniformit, e co- stanza, ed a lui solo dato conoscere la verit, poich i sensi sono giudici fallaci, non possono fornirci alcune certa conoscenza degli oggetti , non essendo le loro istruzioni n uniformi n costanti. Perci, non vi ha di vero se non che quello, che . conforme alla ragione generale: onde a ci solo intorno a cai tutti gli uomini sono d accordo, uopo prestare credenza , e quello che sembra vero all 1 in teli i- da codesta natura ed ori* igine delle stelle misuratrici del tempo, ne viene ei sia di natura corporea, cio le cose sieno nel tempo e il tempo nelle cose. - Nel modo stesso che Eraclito si ao- -cordava coi Pitagorici nell ammettere che tutte le cose sono in un perpetuo cambiamento , generate e distrutte fuorch P elemento primitivo, conve- niva pure con esso loro in quanto agli Dei ed ai Demoni. Le sue opinioni S4 psicologiche, la religione e la filosofia de' suoi tempi, il conducevano al pria* cipio che F anima umana, dipartendoti l'uomo da questa vita terrena, ritorna in quella dell' aniverso , di cui ne . unemanazione: opinione in vero se* ducente e che venne spesse fiate e ia varie foggie ripetuta dai pi belli in* gegni dell antichit. Per ci, Eraclito asseriva che la vita ano stato di morte, e il corpo delFuomo il sepol- cro dell'anima sua; poich le anime, quando viviamo, sono in noi morte e sepolte, perch strette e compresse nel nostro corpo, perdono molte par- ticelle della loro ignea natura, ci che torna lo stesso di morire: libere in- vece del corpo, e di nuovo ricongiun- tesi al fuoco animatore del mondo, ri* 4 prendono agilit e moto , e fan ritorno alla vita primiera Siccome poi quest' anima dell' uni- verso, o questo fuoco primitivo, Era- Diglized by Google 35 dito lo innalzava sul trono della divi- nit; da esso faceva pure emanare gli Dei ed i Demoni, chiamava gii uomini Dei mortali, e gli Dei uomini immor- tali. Perci teneva Y aria sempre e dovunque piena di queste divinit , e raccontasi che volendogli alcuni una volta favellare, e trovatolo in casa un fornajo mentre stava scaldandosi , e ri- cusando costoro di entrarvi per la bas- sezza del luogo ; il filosofo disse loro non isdegnassero di porvi il piede , poich pure in quella vilissima casa eranvi gli Dei immortali. Si racconta fosse convinto della veracit deli ora- colo di Apolline Delfico e delle anti- che Sibille , ma tenesse siccome ridi- colo il prestar culto ad immagini spo- glie di sentimento e di vita, e dicesse essere strano indirizzare loro voti e - J preghiere, parimenti che Y intrattenersi a ragionare con delle mura. Perci so- steneva di mal animo molte cerimonie 36 . ' del calco de Greci ed in ispecie le lustrazioni fatte coi sacrificj , poich coleva dire che entrato nella fogna, volesse poi. con essa lavarsi. Perci applaudiva ai saeritzj spirituali ponendoli innanzi a tutti gli altri, quando per veqivapo. offerti da un picciol numero d uomini scelti. i , ; ** Investigata, la cagione delle cose e studiati pui da vicino i fenomeni che 1 circondano, l uomo finalmente ri- volge la meditazione sopra se. stesso, considera i fenomeni" delia vita ani- Digitized by Google male, s studia di scoprire la relazion immediata che gli oggetti esterni pon- ilo avere sopra di Ini* e considerane doli ne mutui loro rapporti, e sotto tutti i punti di vista possibili, seguen- do una via sperimentale, sparge nuova luce sopra se stesso , e sopra tutta la natura. Eraclito gi avea rivolto il cammino a questa meta , e gi avea fatta sentire la necessit di swdkre r uomo in se stesso,- ma questo studio ne richiede molti altri di sussidio, ed in ispecie quello della medicina : poich nulla vha di pi atto a scorgere a felici scoperte sull 1 umana natura, di questa scienza, che considera la mac-' china animale ne varj periodi e stati di sua vita, ricerca ci che abbia in- fluenza sopra, di tei; essa che necessa- riamente conduce all 1 esperienza. Una serie di favorevoli circostanze parve a ci necessariamnte destinas- sero Ippocrate di Coo, 6so che for*- Digitized by Google] 45 aito di un genio sterminato , discen- dente degli A&clepiadi di quell' Isola , Grecava seco per ordinare le sue me- ditazioni e confermarle , le osserva- zioni di diciassette medici della sua famiglia; che erano state raccolte e tracciate sui fatti da uomini pieni di tagaeit, che lo studio delle filosofiche epinioni, non avean potuto distrarre da quello della natura e dell' osserva- zione, e che successivamente raccolte, etrasmesse da padre in figlio, venivano finalmente i nostro filosofo in prezioso * eta ggi paterno. La scienza medica che prima dei Pitagorici non conssteva- se non che nelle tavole votive appese nei varj tempii della Grecia, avendo questi filosofi incominciato a cercarne la parte teorica, erasi gi resa alquanto -pi popolare; poich i Sacerdoti che soli prima ne possedeano le chiavi^ erano stati astretti a svelare i loro se- creti e volgersi quindi ad uno studio pi fondato e regolare. Fra questi ave* gi da molti anni addietro incomin* ciato in Coo una famiglia sacerdotale fra gli Asclepiadi , a disprezzare la superstizione e il pregiudizio che i loro maggiori gli aveauo tramandati e traea seco la religione , e presa da nobile e generosa ingenuit, e deso dessere utile a suoi simili ingegnavasi di schiu- dere agli studiosi il sentiero , percor* rendo soltanto il quale si pu arrecare a perfezione la medicina , e quindi co* raggiosamente in questo s inoltrarono essi stessi que' prediletti mortali onde scoprire verit pi utili e luminose Ippocrate fu appunto nelle costoro pre- ziose fatiche che rinvenne i primi ele- menti della sua gloria , e della prospe- rit de* suoi simili. N lieto di quanto gli venia di pre- zioso in sua famiglia, onde meglio com- piere il divisato disegno di dar forma *U arte pi .salutare pel uomo, per- Digitized by Google ' . . . . M corse tutti i paesi ove gli fu dato pe- netrare , studi la storia delle malattie appese alle colonne dei teinpj in cui si avvenne , cerc da se stesso la na- - tura e la costituzione del corpo uma- no. E perch giova a chi ama far serbo di verace sapienza consultare le opi- nioni de' saggi, Ippocrate s intrattenne co' primi filosofi del suo tempo, con Democrito ed in ispecie con Eraclito, alla cui scuola attinse i principi della filosofia , e seppe trar partito e studio ben anco dalle osservazioni fatte , e dalle felici idee proposte dai medici della scuola di Gnido, nemici della sua famiglia e suoi, che non sapevano co- me essi adoperare le occasioni onde giungere a nuove verit, ma che tut- tavia aveano avuto modo di raccorre buon numero di fatti. Cos addottrina- tosi in ogni parte , arricchito delle spo- glie de suoi predecessori e contempo- ranei, questo erede di tante cognizio- t 4 8 ni, si pose a contemplare egli stesso 4 e nel corso di una lunga vita e di una pratica avventurata e luminosa , ebbo agio di farlo felicemente : ordin le verit gi unite, le arricchi di novelle scoperte , ed innalz ordinata la nuova arte sui materiali , che molti uomini du- rarono fatica a preparargli pel corso di tre secoli successivi, i Colle cognizioni della medicina , ri- volto allo studio della filosofia, e fatta di queste due scienze una 'nuova al- leanza , colla loro scorta intese a con- templare. L osservazione gli fu ognora inseparabile compagna, interrog sem- s pre religiosamente la naturale n ebbe le risposte conformi al suo deso, ne scopr sovente gl intatti noi misterj , talvolta la sorprese ne suoi segreti. v 1,0 studio della natura sempre nuovo o grande ,. e porge largo compenso ognora a chi vi si consacra. .Diffatti quale vha mai cura che meglio corri- Dgitized by Googli % A ' , ' nizzati, e quelli perfino degli insetti.* le cui membra sono con tanta armonia * * V, disposte , altro non siano che l opera di un fortuito concorso di particelle, coordinate dal moviment e dalla' fer * mentazione. Facilmente gli si parr di- nanzi, come con questo sistema non (i) Il Mercuriale sparse dubbj sulla autenticit del libr de Carnibus nuisce al punto li diverare invisibile, mentre . si -tieue che siffatto oggetto perisca ; pretendendo che a tale pro- posito torni meglio riposare sulla testi- moniauza de proprj occhi, che seguire le opinioni ed i ragionamenti dei filo- sofi. Lo stato pertanto in cui si trova ci che esiste prima di comparire agli uomini fltcesi Ade (t), o stato d* invi- sibilit ; e conseguentemente tutte quelle cose v che dopo essere state visibili di- yengono siffattamente piccole, che sfug- gono tutti i sensi , , diconsi ritornate nell Ade. Lo stato al contrario , merc ,*-*.* . Cui un oggetto incomincia ad essere percepito, chiamasi luce (a) ; onde ci che nato e prodotto sorte dallode e viene alla .luce ; ci che muore , distrutto e scompare, vi ritorna di bel nuovo .. ' * * ' (t) Adqg invisibile . ( 3 ) (p;* . Digitized by Google Rimontando per il nostro filosofo dietro i principi di Eraclito ad inve- stigare la causa dei fenomeni, ei pure la ripose nel contrasto di elementi con- trarj. Tutta la forza della natura, e la causa prossima di tutti i fenomeni che si percepiscono dai nostri sensi r sono poste nel perpetuo contrasto delle cose contrarie , da cui necessariamente ne lisulta una. certa pugna e contraria azio- ne delle cose che sembrano fra loro contrarie ; ciascuna delle quali ci nulla meno conserva in questa pugna il pro- prio stato , e concorre col suo contra- rio a produrre gli effetti della natura , T. a mantenerla nel proprio ordine, men- 4 tre perirebbe se questa lotta venisse a cessare. Questa pugna o sforzo fra le parti contrarie, per cui ora supera que- sta ed ora quella , produce un moto ed un cangiamento , merc il quale * tutte le cose continuamente nascono , periscono, esistono e svaniscono. Que- Tom. JK * * 6 Digitized by Google tte forze sono ripste , fa prima ed attiva nel fuoco, la seconda e passiva nellacqua; mentre questi due elementi sono i principj essenziali d tutte lo cose, a cui si prestano colle loro qua- lit , V uno col secco e col calore , V al- tra coll umido e col freddo , e colla loro perpetua pugna. E forza poi che questi due principj siano uniti onde produrre tutti i fenomeni , fotti gli esseri, tutti gli animali e luomo isies- so , giacch n * il fuoco n 1 acqua soli , sono sufficienti per se stessi a conservare il proprio stato ed a pro- durne alcun altro. Il fuoco tutto move, passa e condensa in tutti ri luoghi e in ogni maniera ; V acqua tutto -nod r- sce, aggiunge, misura, ili tuffi i tem- pi , dovunque e in ogni foggia. * ( Di questi due principj il fuoco cio el 1 acqua , voleva pure composti i get*- jpi di tutte le cose , quelli istessi che sviluppati formano T uomo. Tutta Digitized by Google 63 in natura essendo composto d' acqua e di fuoco , da questi principi siccome suscettibili di forme diverse , ne risul- tano dei semi e degli animnlculi , fra cui non viha ninna rassomiglianza, n per la specie n per la facolt; poich I acqua e il fuoco non rimanendo mai nel medesimo luogo o stato , ma so- stenendo continui cangiamenti , anche ci che da essi proviene t deve essere necessariamente dissimile. E vero che nulla di ci che esiste viene a depe- rimento, e nulla viene alla luce che prima non sia esistito ; ma tuttavia il miscuglio e la separazione dei princi- pj , sono cagione si produca di conti- nuo qualche cangiamento anche nei germi di tutte le cose. L aria , 1 acqua e la terra sono piene di una congerie . infinita di questi semi od animalett Essi si girano nell Ade colle loro for- me , membra e parti , come le hanno quando sono sviluppati ; n quivi haa Digitized by Google dbisogno di riceverne di novelle n d perderle, poich impossibile gliene -crescano di nuove , che prima dalla natura nn le furono date , siano pure e no- nudrite; poich non essendo nel luogo destinato onde crescere pel nu- trimento , finch sono nell Ade , n -divengono pi grandi, perch lor ga- nniscano particelle omogenee , n pifc piccole, perch queste particelle pos* sano da essi disgiungersi. Questi semi entrano nei corpi di tutti gli animali merc la respirazione, ed anche in quelli degli uomini senza' che per essi 6e ne avveggano. Ma perch non accada germogli il seme di un animale in un uomo , o quello di un uomo nel ter- reno , o quello di una pianta in un animale; la provvida natura ha divisato che il loro accrescimento interamente dipenda dal luogo in cui T animalculo e depose , ed ivi non riceva che quanto gli si conviene; cosi che quei semi i Digitized by Google 4 6 quali non orno della stessa specie del corpo in cui si trovano , non possono svilupparsi: e non che quando ven- gono a contatto con nn corpo loro omogeneo , che crescono e vengono alla luce. Gli animalculi, che sono 4 germi deli' uomo poi , entrano del pari negli uomini giovani o vecchj , e nell# donne; ma non crescono in tatti egual- mente , poich in coloro che sono di troppo giovani , la circolazione degli umori succede con soverchia rapidit* sicch tolgono agli animaletti fermarsi nella nuova loro dimora , onde fuggo* no, si spicciolisceno ed assimilati, ser- vono al nutrimento del corpo. Nell# persone vecchie al contrario, sono di? strutti per la lentezza del movimento di questi stessi muori , e la freddezza -della macchina animale : quindi non avervi che i corpi i quali giungono a maturit, e sono nell'et atta alla ge- nerazione, che possano prestare idonea 6 * Digitized by Google Cts stanza a questi semi , irodrirli , farti crescere , onde popolare di nuovi indir vidui le generazioni. > : j , . Qualunque seme poi che nel corpo dell' uomo si ferini in quale che aia parte * fuorch nei vasi destinati alla generazione , inutile e non cresce ; mentre in questi soli trova il luogo je -gl alimenti che gli si convengono* Aguale per la natura di tutti , c tutti del pari arrecano seco i primi sta- mi generali della conformaziope , lanzani , da Baker e ultimamente da Mulir. certamente se a questi mo- derni codesta opinione o scoperta arrec molta stima , dobbiamo alta opinione concepire del filosofo di Coo* che giunse a trarre gli stessi risaltati tanti secoli innanzi , senza la scorta dell' osservazione di tanti uomini e dei pi squisiti strumenti , ma col sola soccorso del proprio raziocinio: eco Diqilized bv Google fetta effe fa niente profonda di loffio, diceva essere difficile raggiungere col solo ragionamento. Eppure non mi ar reca poca meraviglia il vedere, come niuno storico infino a questi giorni' n della medicina n della filosofia, se si eccettui qualche accademico di Gotinga e di Berlino, siasi curato di esporre questi principi di tanto onore a mio avviso, pel padre della medicina. Negli Itimi tempi Buffon e pi di recent qualche altro naturalista, richiamarono questa opinione a vita, ma pare che dopo Muller , e Fray pi non abbiasi a tenere che siccome un ingegnosa ipotesi. Diffatti a che fine riputar ne cessano di ammettere V esistenza di pretesi germi, che non si ponno ve-* dere, e porgere la spiegazione del fe* nomeno pi importante della natura * con un principio oscuro e vago? Co- loro che tengono ferma opinione , senza germi nbn si possano avere delle ge _ Si didatti nellorganizzazione del- 1 uomo e nelle disposizioni costanti della sensibilit , che deve il legislatore Tom. ir, - a B6 cercar? t fondamenti dli? istituzioni , onde combinare il bene pubblico con quello degli individui r e divisare certe ordinanze che tion potrebbero essere eguali e produrre gli stessi effetti in tutti i paesi e in tutte le et. Quindi, e che tanto encomio vuoisi compartire ai governi presenti di Europa , che finalmente scuotendo il giugo della venerazione che aveansi per le leggi Romane, porsero ai popoli nuove isti- tuzioni convenienti alle loro circostan- ze, e tolsero quel barbaro e ridicolo costume, per cui i popoli presenti do- vevano vivere uniformemente alle leggi di venti secoli trapassati. Perci tutte le nazioni presentemente adottarono codici proprj, e non vha pi alcuno che non terrebbe per assurdo Tordi- tiare che le leggi di un popolo e di un clima, abbiano a governare quello di un altro. c Ippocrate favellando dell Asia, e de- scrivendo il temperamento di que po^ Digitized by Google foli mostr appunto di .sentire profon- damente codesta s importante verit. Se gli Asiatici macerati ed affievoliti dalla mollezza , senza attivit , senza coraggio , sono meno bellicosi degli Europei , se hanno dei costumi pi dolci; vuoisi cercarne la cagione nell' influenza del clima e nell 1 ordine con cui ivi si succedono le stagioni. In Asia l' alter- nare del freddo e del caldo , non av- viene mai n cou violenza, n con ce- lerit ; perci non accade mai le forze vitali siano prese da stupore, n il corpo sorta violeutemente dallo stato naturale. Ora queste posseui comtno- sioai aumentano il calore animale , fo- mentano le disposizioni colleriche , raffinano la prudenza; tutte qualit che non sono del pari sviluppate in uno stato monotomo e permanente, poich sono i cangiamenti che eccitano io spirito dell uomo e non lo lasciano mai in riposo. In Europa invece gli m - omini differiscono assai fra ^i loro per Ja grandezza e per le forme ^ merc grandi' e frequenti cangiamenti delle stagioni che avvengono nellanno. Forti calori , rigorosi inverni , abbondanti piogge, molte siccit, venti impetuosi , in fine tutte le temperature ivi gover- nano e si succedono a- vicenda : e questa pur la cagione per cui gli Europei da una Citt ,alF altra differi- scono nelle apparenze esteriori. Gli effetti del clima si mostrano pure nei loro costumi , giacche le accennate circostanze producono caratteri pi energici e pi indomiti; imperciocch le continue commozioni traggono seco una rozzezza meno socievole, che dif- ficilmente permette si trasformino ia abitudine la dolcezza e P urbanit. Per la stessa ragione i popoli di Europa devono essere pi coraggiosi di quelli dellAsia, perch uno stato oli cose sempre eguale produce Piner- ria, mentre la variet sprona il corpo e lo spirito al lavoro ed alla attivit* In Asia le istituzioni politiche secon- dano possentemente le inclinazini delle circostanze locali , e ne aumentano sin- golarmente le tristi conseguenze. La maggior parte dell Asia* vive sotto il governo dei Re. Ora .uomini che noa ebbero parte alla formazione delle loggi da cui sono governati, che non sona signori di se stessi, e il cui capo curvo sotto il giogo del dispotismo , non hanno alcun motivo di 'coltivare le arti della guerra; mentre invece molte forti ' ra- gioni li traggono a non essere bellicosi. NuHft di comune fra essi e i loro capi; n le fatiche h i pericoli , che i primi sostengono doli ; n la fortuna n la glorik, che dovrebbero tornare ad ertr Crambi, ma a cui il soldato non ha parte alcuna. Allorch questi infelici schiavi, stretti ad abbandonare i loro focolari,, le loro mogli, i ! loro figli ed amici, ' 8 * vanno in campo # ad incontrare la fa- tica e T disagi, tutte le vittorie per la loro virt ottenute, non giovano che ad accrescere le dovizie degli avidi loro ti- ranni, e T unico fratto che ad essi ri- mana ono i perigli, le ferite, e la morte. Per tal modo, indifferenti sul fcne della guerra, sono -incapaci di so- stenerla : come pare sono inabili - a coltivare un terreno, ove niun certo godimento, niuna. speranza confortano ed eccitano la loro attivit. Uomini di tal fatta , lasciano incolta e finalmente spopolata lingrata terra che abitano; ed ove sorga fra loro anime per na- tura fornite di coraggio e d 1 energia, bestemmiano e rifiutano leggi che me- ritano soltanto la loro a bb otiti nazione. Ci comprova maggiormente un altro fatto luminoso. I popoli pi bellicosi - dell Asia sono Greci o barbari, che, calpestato ogni tirannico potere, con- servano la loro naturale indipendenza^ Digitized by Google 9 l Siccome costoro non muovono che in- traprese a loro scelta, ne raccolgono essi tutto il frutto, e 6e incontrano perigli, il fanno per se soli; ricevano sempre la ricompensa del loro coraggio come sostengono la pena della loro vilt. Cos se gli Europei vanno altieri di t anta superiorit sugli Asiatici , perch non vivono come essi sotto i tiranni ; i po- poli sottoposti alla dispotica volont di un solo, sono necessariamente vili. ni- me abbattute e prostrate dalla schiavit' perdono ogni forza ed ogni virt. Da questi savj principi si dipartiva- no appunto le migliori dottrine degli antichi sulla legislazione, n i moder- ni n Montesquieu istesso, aggiunsero gran fatta a quanto avea detto il no- stro filosofo sull 1 influenza dei dinar e dei temperamenti. Ci che ognora rae- glio chiarisce di quanti risultati e per la metafisica e per la morale siano fe- conde le eli lui opere , e non fu che Digitized by Google A 9 a malato studiavano le malattie , veden- do, preparando i rimedj, e coir osser- vare i risultati delle lro differenti applicazioni, acquistavano precise no- zioni sulle loro qualit sensibili, e siti loro effetti nel corpo umano. Dalle lab- bra poi del loro precettore, udivano quelle gravi dottrine eh egli aveasi formate col lungo meditare , e coll# di lui scorta essi pure, cercavano colle- sperienza di scoprire i segreti della natura. 4 ; > - N solo quivi si addestravano a pe- netrare nei pi reconditi secreti della scienza , ma si veniva formando , co- me alla sapienza il loro intelletto , alla virt il loro cuore. La medicina quest arte che apprendevano gli Dei ai mortali pel bene dell egra umani- t, un continuo esercizio di benefi- cenze che luomo porge al suo simile,' e richiede unanima sensibile e gene- rosa, che fattasi un bisogno della pra- Digitized by Google fica del bene, sempre presta in soc- corso degli afflitti mortali. Tutte le riflessioni che Ippocrate rivolge ai me- dici , spirano il candore, l 1 onest, la giustizia , il disinteresse. Merita in ispecie eterna ricordanza lonestissimo- uso onde ei stringeva i suoi discepoli a giurare, che riguarderebbero il loro ma?stro siccome un padre, i figliuoli di lui e condiscepoli come fratelli : che non somministrerebbero giammai a veruno droghe mortali o farmachi peir Sconciarsi: non darebbero mai cagio- ne di giuste querele , esercitando la lof arte , siccome ad uomini onesti si- conviene. Non cercate n il fasto n- * ? T opulenza , e la sublimit della vo- str arte, non sia contaminata dal vile- interesse e dalla vanit ; guarite gra-* tintamente , per la sola speranza della stima e della riconoscenza. Prestate soc- corso quando ne siete richiesti a chio ehessia } arrecando con voi la 'spemot Digitized by Gooole I e' $T e la consolazione e nel tugurio dell in- digenza, e nel palazzo delle dovizie 5 , n desistete mai d esser larghi di be- nefzj anche fra T ingiustizia e gl in- grati, poich se non amate gli uomini non amerete la vostr arte. La prudenza vi sia sempre indivisibile compagna , essa diriga i voli troppo rapidi del vo- stro genio, e li diriga a pi utile me- ta : essa vi abitui ad osservare lun^a- O mente innanzi di proporre spiegazioni % e ad accompagnare le vostre decisioni con una lentezza saggia e religiosa. Se siete consultati essa vi sia compagna , n adoperate giammai parole o discorsi studiati e pomposi , poich nulla pi facilmente di ci svela T incapacit , . ed imitare il vano cicaleccio delle farfalle. Nelle malattie noi che lasciano scelta di varj metodi , il pi. semplice e il pi comodo , quello che deve seguire luomo savio e illuminato, e- che non ama imporre ed abbagliare. II.. Tom. IV % 9 / 1 Digitized by Google medico deve sempre sostenere la di* gnit del proprio sacerdozio, ma user co suoi simili ci nulladimeno , con quella nobile familiarit che ad un punto concilia il rispetto e la confi- denza. Siate per ben cauti nel mante- nere fedelmente il secreto a colui che * aprir al vostro cuore i tristi sforzi della sua debolezza e delle sue pas- sioni , e prestate rimedio anche ai mali che vi si tengono celati fingendo di igno- rarli. Non cessate mai di porgere sol- lievo di dolce conforto all infelice che lotta col malore e colla morte, e se a voi vien meno ogni,. speranza della sua salute, non vi perdete per dani- mo e di coraggio , n cessate mai di conquistare un? : vita anche contro gli ujtimi sforzi della morte. Togliete tatto ci che pu di ipolto anticipare .una crudele agona, e i vostri ammalati, confortati da lusinghiere parole, abban- donino con minor dispiacere 1' ultimo Digitized by Google istante di una penosa esistenza. Ma iti ispecial modo il vostro animo puro incontaminato, sia sempre scevro di superstizione e di pregiudizj : se la sa- lute dell umanit il richiede, di nulla esser dovete avari ben anco della vo- stra riputazione. Confessate con inge- nuit i Vstri errori ; siate modesti , e rispettate gli Dei immortali, la cui po- tenza e bont si fanno palesi incessan- temente nella vostr arte. Tale richiedeva Ippocrate esser do- lesse il medico, e siccome bell ai precetti unire 1 esempio , tale *dimo- 6travasi egli stesso : buon cittadino , filosof senza disprezzo per gii uomini , religioso senza superstizione e pronto al soccorso 1 de suoi Simili. Porgeva! poi in s il modello di moderazione e di umilt, sicch non tenne mai come vergognoso di confessare i suoi errori j T storia de malati che gli erano tnorti. ; Nel primo 1 e terzo libro degli ,I epidemici diffatti , ingenuamente rac^ conta che di quaranta malati di cui ne tesse la storia, ne trasse a guari- gione solamente diciassette : questa confessione mostra il carattere dell 1 uo- mo onesto, ed uningenuit di cu non 6ou capaci che le anime grandi. Quanto, il stringesse T amore de' suoi simili e della patria y il chiar ben alta- mente allorch si avvent sopra l 1 Attica la fatale pestilenza , che pose in lutto ed in terrore la Grecia tutta. Ippocrate solo fra il terrore della morte che mie- teva mille vittime a lui dinanzi, por- geva soccorso coll 1 opera e col consi- glio ai moribondi concittadini, e tanto si adopr che giunse ad arrestare il corso, ed a liberare la sua patria da codesta pestifera mortalit. Nel tempo istesso flagellava larmata dArtaserse lo stesso malore , e al Re che offriva ad Ippocrate, onde vi porgesse soccorso, tmje le ricchezze che potevano ade- * ' N, Digitized by Google scare la sua ambizione , tutti gli onori Che lusingar potessero il suo amor pr* prio; ei rispose che in Grecia aveva il bisognevole, che 1* amor della patria solo poteva su v lui , e non si sarebbe giammai arrecalo , a servire i nemici della Grecia e della libert. Ecco il cittadino fedele , il filosofo amico della gloria e degli uomini , eh# .porgeva alla sua patria servigio pef questo semplice rifiuto, come Milziade e Temistocle colle loro strepitose vit- torie. Il medico sovente un eroe,, talora un padre e pi spesso un Nume, che arreca salute e vita agli individui ed alla societ. A lui solo dato fruire quei dolci piaceri di un anima sensi- bile, che vengono dalla venerazione de buoni, dalla gratitudine di coloro a cui porgesti il dono pi prezioso, la vita; onde dolce il ricordare come quasi imitando le divinit che il crea, ridonasti ad un uomo lo spirito fuggitivo 9 * *1 40 e non hai cos vissuto inutilmente. Dol- ce regnare su suoi simili, ma non gi come un tiranno innanzi a cui tremano incerti della lor vita i popoli, ma sul cuore di coloro a cui sei presto a con- servarla, ed avere lapplauso eia gra- titudine delle intere nazioni. * Didatti a Ippocrate fu grata pe suoi servigi la Grecia intera, e Atene gli fece il presente di una corona doro, ed alla sua morte (i) gli si decretarono gli onori della apoteosi, e gli si innat aareno altari siccome ad un Nume. * - * .1 (i) Nacque nel i. anno dell Olirnp. LXXX . , e mor secondo alcuni nel 4 della C . , secondo altri nel 3 della GII* Digitized by Gooale Sfella vicendevole dipendenza della filo- sofia e della medicina . 4L V - *m # V , ! * * r k Grande pel filosofo al certo la contemplazioue dell 1 universo , bello lindagare larmonia per cui in vicen- devole dipendenza si legano le create cose , sublime 1 immensa catena dei grandi avvenimenti della natura, elle rapiscono in estasi coleste la mente del mortale, c narrano incessantemente la magnificenza e la potenza della causa che vi diede ordine e forma : ma l uomo non meno da meraviglia c da indicibile piacere compreso , allor- ch dalia propria meditazione ricon- dotto sovra se stesso , sollecitato dal nobile deso di sapere che cosa ei sia. Allora in lui si muovano a vicenda nna nuova serie di de sider e di pia- rz* - I04 ceri, e ad ogni istante trascorre da nuove ricerche a nuove meditazioni ; e il vedi ora desioso di conoscere ' \ ^ questi organi complicati e semplicissimi che il pongono a contatto cogli altri oggetti , e gli rivelano le loro qualit e forme; ora rapito nel considerare questa tela animata , su cui la natura dipinge tutte le' sue meraviglie e i suoi oggetti ,, sovra i. quali ei reagisce in vrj modi, secondo che gli arrecano sensazioni piacevoli o dolorose. Pi 'cerca di conoscere questa macchina tanto semplice, e pi s avvolge in soggetti che lo sorprendono, e vede in essa moltiplicarsi gli uffizj e le opera- zioni le pi grandi e le piu importanti. Allora nuovo deso lo sprona di sapere come accadano tutte queste percezioni, si formino queste idee, queste facolt che le scompogono , le analizzano, le riuniscono, -e per cui T umano intelletto assoggetta al suo impero tutti gli cs- Oigitiz^fi by Go^gle io5 ieri, ne compone de"* nuovi , rivale della natura: per qual meccanismo o per qual maga il pensiero si unisca allo intelletto, la volont al movimento-, come in noi accadano questi propo- nimenti che ne determinano ad ope- rare ; per quali cagioni continuamente passiamo dallerrore alla verit * dalla ragione alla folla, dal piacere al do- lore; e cosa sia in fine questa scintilla immortale, questo principio di vita, per cui accade la prodigiosa operazione del pensiero, e che gli antichi chia- marono un 1 emanazione dell essere che anima funiverso. Perch riesca al filosofo trarre a fine, - questo nobile proponimento-, non deve gi intrattenersi soltanto all osserva- zione degl effetti delle nostre opera- zioni , a porgere teorie sulla classifif cazione delle idee, sul numero delle facolt, e sulla capacit trascendentale della ragione pura: ma d uopo di* id8 scenda nelP abisso del propria essere-*, ed ivi svelando gli organi che lo com* pongono, cercare T origine di tutte le nostre cognizioni, occuparsi dell' ana- lisi delle umane facolt , della loro relazione con se stess e colla maC- china delluomo, di questa in ispeci meditare la CompSizi'he , l ordine la natura. Perci non Solo* reputar dessi bastante l v osservare*, ma ^duOpO dii* scendere come Ippocrate,;e soVi*a tatto i fisiologi moderni , all esperinza. Essa la scorta sicura, che siccome nelte Psiche, anche nelle metafisiche ricer- che, ne adduce in traccia del; vero, se * necessaria nelle prime, che presentano all osservazione sola ben molte Verit, maggiormente sserlo de* Ve nell 1 uomo, le cui operazioni acca* dono nel bujo della interna sua orga* nizzazione.- t"'- ' ' Ma onde miioverlo a tant opera bi- sognava porgergli altri mezzi; perci ^gli diede sensi squisiti , che -formati t Digiiized by Google eon tutta la. maestra dellarte, lo ac- certano dellesistenza dei corpi esterni, gli dipingono allo spirito le loro forme , di alcuni gli fanno sentire, le qualit odorose o saporose , di altri gli comu- nicano lo strepito o quella dolce ar- mona con cui molti animali riempiono laure di dolqezza, e pare applaudano coi loro canti alla sapienza del loro facitore. Gli forn un istrumento a lui solo riserbato, quali sono le mani i che gli servono in tutti i bisogni della vita, gli sono ministre nella ricerca d innocenti piaceri , e nell industria alelle arti, per cui luomo abbella e ingentilisce i che dalla . natura ne viene di rozzo e di selvaggio, crea nuovi oggetti a soddisfazione di novelli bisogni , e presenta una seconda natura tutta vaghezza e piacere. E perch a ci meglio si prestasse nell' accomu- narsi co* suoi simili, a lui solo tolse ralla laringe impedimento importuno, e io* Digitized by Google n usc quindi daTle site labbra una voce soave con cui comunica a suoi simili i proprj bisogni , imita con maggior mae* stra i canti naturali degli augelli, e intrattiene gli altri col narrare le ma- gnificenze dell universo , lordine e la bellezza che risplende in tutte le create cose. ; - .* ' Ma perch ei potesse far uso di que- sti organi, n dovesse tornare a vuoto io studio* con cui s destramente K fcompose, la natura forn all'uomo ut principio di attivit e di vita , una scintilla incomprensibile e divina, che presente in tutte le di lui parti, lo mantiene > attivo e impedisce la loro decomposizione o morte. Siccome a questa va necessariamente unita l-irri> abilit, Agni parte della sua organiz- zazione fornita' di una sensibilit particolare, che -esiste in esse in mag- giore o minore quantit , secondo l im- portanza del loro officio nell economia Digitized by Google nbnalfe, nelle funzioni intellettuali. 11 cervello che riposto nella parte pi eminente dell uomo, il cuore da cui si diparte purificato il fluido ap- portatore del calore in ogni parte del corpo, e incentro epigastrico al quale metton capo importantissimi nervi,* sono gli organi pi sensibili e che esercitano le funzioni le pi essenziali. Il cervello per che i centro comune della vita di relazione, pare -quello ove riunita la massima sensibilit e la capacit di percepire , quindi lorgano del pensiero, I nervi sono la sede particolare della sensibilit: essi mettendo capo al cer- vello, o alla midolla obblongata, si diramano tortuosamente in .tatti gli organici cui formauo il legame gene* cale e ne alimentano la vita:/ e la sen* sibilit che lultimo termine dei fe- nomeni di questa, il primo. di quelli' per cui si generano le nostre facolt intellettuali. I nervi che sono a con- M6 . . tatto de nostri sensi , ricevono le im-* pressioni o i moti che producono sovra essi gli oggetti esterni, e le comuni- cano al cervello con una azione im- mediata pari a quella con cui si pro- paga il fluido elttrico. Quest organo botato di una attivit singolare o della capacit di sentire, ne riceve la sensa- zione, e in questo caso esso pas- sivo: nello stesso momento questa ca- pacit o lanima attende alla sensazione che le viene comunicata, e allora Iti percepisce incominciando per questo modo lo spirito nostro a divenire at- tivo. Percepita la sensazione , essa piacevole'' dolorosa; ai quali senti- - meati non potendo essere indifferente il nostro spirito, conosce i rapprti che quelle percezioni hanno col suo bene o mal essere, e divenuto interamente attivo, li giudica, li segue o Ir fugge per un azione che si diparte dal suo , centro mettendo in moto i suoi organi. Digilized by Google Perci ne! momento che percepiamo le nostre sensazioni , noi esistiamo , e conosciamo di esistere; ed assicuran- doci colle viarie operazioni , la. cansa delle nostre impressioni risiedere fuori di noi, ne viene di formarci- T idea di ci che siamo noi stessi. , . - I. movimenti volontarj adunque non essendo determinati in noi che in vir* t di queste percezioni , ne accade Vadano soggetti anch essi a questo principio di sensibilit. Essa per non in tutti egualmente costante , ma pi attiva nella giovent , s indebolisce a misura che il corpo vien perdendo la tua prima flessiblit/.col divenire pi denso nella vecchiezza: essa varia an che fra gli individui secondo 1 organiz- zazione primitiva vd sesso, i tempe- ramenti ; varia nello stesso individuo v secondo let, lo stato di sanit o ma* lattia , o anche di maggiore o minore irritabilit : modificata in tutti i eli- ti8 v mi, concentrata di soverchio al polo* rilasciata di troppo alla linea , e pu essere inoltre modificata dalle abitudini fisiche , dal regime e da tutte le cir- costanze possibili. Perci essendo essa quella che fornisce all 1 uomo i mate- riali delle sue cognizioni , che assume una maschia energa onde resistere agli attentati delia morte, e spesso si veste di tutte le illusioni dell 1 immaginazione, onde gustare i piaceri della vita ; facile il vedere come tutte le nostre determinazioni ed affezioni , debbano essere varie siccome instabile il principio che loro porge alimento. Nell 1 uomo accadono inoltre dei movi- menti involontarj e non percepiti , i quali dipendono dalla irritabilit ne principj di vita , e da impressioni ri* cevute negli . organi v ,e da secrezioni naturali; questi riuniti hanno essi para influenza sulle percezioni del cervello t e quindi anche sul modo di detenni, pare la nostra volont. Digilized by Gc .. - i i 9 Per le quali cose u avviene -, che L'uomo trovi in se stesso la fonte ine- sausta delle . sue inclinazioni, de 1 suoi istinti, e delle sue morali affezioni* la. lui sono tatti i semi dei nostri biso- \ . gni , che sono il risultato necessario o' primitivo dell' organizzazione , o la somma dei desidcrj* abituali che ne trascinano verso gli oggetti, tenuti ne- cessarj per la nostra conservazione, o pel nostro ben essere , o per lo stato attuale delle nostre occupazioni e dei no- stri piaceri. Quivi mettono radice tutte le nostre passioni' che sono catene for- mate : d idee , di desiderj e di bisogni* La loro forza proporzionata alla quan- tit dell energia , alla continuit di loro elementi-, dipendono dalla viva- cit con cui T immaginazione traccia ( gli oggetti , nascono e si fortificano coi nostri temperamenti, e variano col Variare bielle nostre forze vitali. Quindi si sviluppino a norma dei diversi I iao 6tati in cui si trova la macchina ani- male , ora questi puerili affetti figli di una attivit somma nella vita , ora questi freddi e crudeli sentimenti che sono il retaggio della canizie , e an- nunziano all 1 uomo la gelida mano che sta per travolgerlo nella tomba; orale bollenti passioni .della giovent, che sono le pi energiche e le pi strepi- tose. Perci in questo periodo di vita irt ispecie si sviluppano quelle delta gloria, della libert e dell 1 amore, che la pi energica di tutte ed seguita da un tumulto di affetti, e da cui non pu andare esente umano cuore: pas- sione che affina lo spirito, ingentilisce il cuore, riempie di energia , e spro- na a generose azini ; che la pi antica , e al certo il Dio a cui tutti ! popoli prestarono il primo culto v e che sola basterebbe a civilizzare ed a rendere socievoli gli erranti e set vaggi figli della natura. Digitized by Google ' Finalmente nell* nomo il patere di correggere , educare i proprj organi \ perfezionare i proprj sensi , e dirigere i proprj affetti. Da questa organizzazione poi, da questa sensibilit, da qusto principio attivo, e da queste facolt; ne risulta in lui la capacit sua pr* pria della perfettibilit, quel dno obtf \ in ispecie innalza 1 uomo sovra tutti gli altri animali, e per cui doma le loro forze, e fa in modo che tntta la natura si presti al soddisfacimento dei Suoi bisogni. Tutti gli esseri viventi, tolto l'uomo, nati perfetti conducono sempre la stessa vita, hanno le stessa inclinazioni, la stessa industria: n pef volgere di secoli e propagazione di specie, avviene essi presentino indizio di nuova perfezione , mentre l uomo nato selvaggio e rozzo, per una serie successiva di rivoluzioni , si associa co suoi simili , forma delle lingue , crea delle arti, dei sistemi, dei beni arti* Tom. IV. li W5 , Sciali, e ad ogni istante d formi! a nuovi oggetti, migliora se stesso, e fa riflettere il benigno influsso del suo perfezionamento, sopra tutti gli esseri che lo circondano , siccome il sole che in ogni tempo colla riflessione de suoi raggi, illumina tutte le parti dell uni*. Verso (i). (i ) Questi principi verranno pi aiti* piamente sviluppati in un saggio sull 1 uw no a cui presentemente sono intorno $ se la giovanezza e C umilt della men- te , fia reggano alle sublimit del con- cetto. Questo saggio verr diviso in tr parti , nella prima delle quali si consi- derer V uomo sopra il duplice rapporto delle sue facolt intellettuali , e della sua fisica costituzione : la seconda ver- fird sulT educazione fisica e morale dei- li uomo e sul perfezionamento delle sue facolt : la terza finalmente sui mutui bisogni e doveri degli individui , consi- derati come fondamento della morale universale* , ' , - Digitize v Da quanto ne venne esposto chiara-* mente appare, essere di troppo esseu; siale al filosofo lo stadio delle medi** che scienze, ed in ispecial modo quello dell 1 anatomia e della fisiologia, se puro vago di porgere accurate meditazioni tuli 1 uomo. Didatti senza il soccorso di queste, come mai gli riescir di analizzare quest'essere complicato, e di cui tutte le parti esercitano funzioni necessarie alla sua economia animale d intellettuale, e il di cui fisico e mo- rale sono s strettamente uniti ? Per es^ ere in istato di calcolare le forze e i risultati di una macchina , bisogna avere esatta contezza di tutte le suo parti, del loro legame, e del modo con cui ciascuna di esse posta in movimento: ora i corpi organizzati e vivi sono altrettante maniere di mac* chine assai complicate , da cui risultano il movimento spontaneo, la vita, la sensibilit, lintelligenza, quasi n^ Digitized by Google - jgpod i stesso che la propriet di . se- gnare, le ore, il risultato della coi- istruzione di un orologio , se non che a questo pone moto una molla arti&f siale, e a quelli un principio etereo e dotato di tutte le qualit pi sublimi. Esso per abbench libero e indipen- dente, si determina dietro le impresa aioni che gli comunicano gl* organi della macchina animale, e perci a chi ama por giudizio sulle di lui deterrai' ^azioni, deve rettamente conoscere gli Strumenti che gli sono ministri. -jErrarono a lungo i filosofi ed i ra* dici nell .investigare nel corpo umano .ve questo principio o propriet della macchina vivente, principalmente r^- oieda; ed alcun* confondendo T anima colla sensibilit, le compartirono una stesa sede e' la posero in tutte le parti del corpo, altri la racchiusero in un Ipiunto unico, e quindi si ebbero d Ani- matotele fino a noi varie opinioni col 'ia5 tarlare dei filosofi. Lo Stagirita la pose nel cuore , Erasistrato nella membrana cerebrale, Erofilo nelle grandi cavit del cervello, Servet nelacquedoto di Silvio , Oranzio nel terzo ventricolo, Cartesio e Bonnet nella glandola pi- neale , Warton e Schell; mier nel prin- cipio del midollo spinale , Bontekoe, Lancisi e La Peyronnie nel corpo cal- loso , Willis nei corpi canalati, Vieusent hl centro ovale della sostanza bianca. Tutte queste opinioni per vaghe ed incerte le sono inutili, se poco curando dovabbia sede, per conoscere. le sue operazioni , si studino gli organi di cui si serve questo principio di attivit, di sentimento, e di vita. Perci con- viene lo studio di questi organi, o vo- gliasi porre cogli antichi le facolt in- tellettuali nel capo, e le qualit affet- tive nell addolcine e nel petto; o si cerchi con Reil la sede delle affezioni e delle passioni nel centro nervoso e? a art) nei gangli del basso-ventre e del petto? O vogliasi dedurre con Dumas, Riche rand e Sprengel la differenza della qualit dello spirito dai temperamenti, con Elvezio dall educazione , con Gali dalla costruzione del cervello, con altri dalla diversa organizzazione , poich in essi soli dato scoprire la verit. E 1 il solo studio della fisiologia e della anatomia , che pu accertarne se le idee Vengano solo dai sensi , e se le facolt affettive sieno il risultato delle impres- sioni esterne: esse solo ne porranno spiegazione' su molti fenmeni 'che tutt ora rapiscono la niente, come il Sonnambulismo, la pazza; scoprire quel principio attivo che fa vegetare , vi- vere, pensare ed agire R animale; questa armonia felice che produce e conserva la sanit, la ragione, e i cui cangia- mnti e alterazioni fanno nascere tutte le- variazioni della sensibilit * delle idee e delle facolt , 1 alternativa dei ' ' ! Digitized by Google piaceri e dei dolori * le malattie di -ogni genere , la salute e la morte. Esse .potranno chiarirne, se le facolt mo- rali e intellettuali possano far di se 'mostra quando il cervello interamente -disorganizzato, ulcerato, ossificato,- efl esserne di scorta nel ricercare , se la' ragione e la volont agiscano indipen- dentemente dalle condizioni organiche, oppure se ne sono un necessario ri- voltato. La via della ragione ha i suoi tur- bini e le sue malattie, lorgano dello spirito ha le sue aberrazioni e i suoi -errori ; quindi non si richiede che la *notomia a investigarli, e meditare sui risultati i pi elevati e i pr interes- santi della natura umana. A chi meglio addice del medico , il dar sentenza -sui varj periodi che percorre la vita gere spiegazione sulle azioni degli uo- mini senza degradarle ed avvilirle ; formando per tal mpdo di quest esser s, il cui pi bel pregio di aver re- lazione con tutta la natura, un essere interamente isolato , che nulla ha di comune cogli altri , e che sarebbe folr 4a cercare di conoscerlo. Fu appunto per avere trascurato s felice connubio della medicina della filosofia, per averli i\ metafisici trasandato di studiare le leggi J del sistema nervoso, la sensibie li t animale , e il legame reciproca de nostri organi : che sonosi da Par* cnenide fino a nostri giorni , sparse tante fole sull origine delle idee; at- tribuite soverchie cognizioni anteriori alla capacit trascendentale della ra- gione pura ; invano disputato da leno fino ad Elvezio , sulla cagione della variet degli spiriti , e per cui altri o tutto concedessero o tutto to- gliessero all anima, porgendo ragioni 'metafsiche intorno a ci, che spesso non nelluomo che l'opera della sua fisica costituzione. I sensi vanno soggetti ad errori, che spesso dipendono o dall averli male usati o dal loro stato morboso; la me* dicina s accorge ad ogni istante che il regime di vita', la situazione interna del corpo , ha molta influenza sulla / Digitized by Google iSv Ibrza delle impressioni cagionate dalla presenza degli oggetti, sulla chiarezza della loro percezione ; e col divisare quando queste siano pi vivaci, quai mezzi presti loro una maggiore attivi- t , e quale stato ne renda gli organi pi torpidi e meno atti a trasmetterle ed a comporle , suggerisce il mezzo di perfezionarli. La nostra immaginazione pu essere alterata , disordinata T asso- ciazione delle idee, conturbate e affie- volite le umane facolt : la pazzia so- vente . procede da morali cagioni , e spesso le malattie morali provengono da canse fsiche, che converr al filo- sofo conoscere e studiare nell' uomo. Le nostre stesse facolt ponno essere per opera nostra migliorate, ed ap- punto per la loro limitazione , che in gran parte si spiegano i nostri erro- ri, i nostri pregiudizj , e l imperfezione delle nostre cognizioni. Uu accurata ti* flessione , dice Degerando , ne terrebbe i3a * % Schermiti contro il potere delle' abitu- dini, e ne renderebbe sicuri anche d quelle gi contratte; poich esaminando con severit ci che crediamo, con fa? edita ci avvediamo di quanto v ab- bia darbitrario ed inutile nelle nostre idee. Una riflessione pi attiva allontana da noi le illusioni a cui porge 1 im- maginazione inesausto alimento, poi- ch vegliando sovra noi stessi , ne sa- rebbe facile calmare lemozione dei nostri sensi ed opporre una savia di* fidenza contro la sedazione dei pre- stigi : con un attenzione pi esatta , ne accadrebbe di cedere meno facil- mente alla forza dell entusiasmo , poi- ch non si pu essere esaltati, fuorch per una cosa di cui non si ha una 'tftJ* zione accuratamente determinata. Coti una attenzione pi estesa u riescireb- be porre giu di'/ j pi completi , gene- ralizzeremmo meno, e ne verrebbe di fare pi sicure applicazioni. Si al Digitized by Google i33 progresso della riflessione cui si ap- partiene arrecar nuova luce sullo stu- dio delle scienze inorali, e alla perse- veranza dell attenzione riunita allo spirito di combinazione , che si con- viene trarre in tutte le scienze un mi- glior partito dalle gi fatte osservazioni. La ragione, questa augusta facolt che nobilita la nostra natura, questo prin- cipio creatore di tutte le nostre co- gnizioni , questo mezzo possente del nostro perfezionamento, la ragione non che la riflessione istessa , Gnch ado- pera sull 1 attenzione un saggio c legit- timo impero e la dirige nella via dei metodi. In uno essendo serrtpre colla sue facolt che Io spirito agisce , con facilit chiarito, che dandogli mag- giori facolt , si pu renderlo capace di agir meglio Ma onde trarre ci a compimento , perfezionare, queste fa- colt, e migliorare lo spirito , d uo* ^po innanzi tratto conoscerne e perfe- Tom , IV. 12 134 ionarne gli organi, con quella savia economia e metodo accurato , che .la sola medicina associata alla filosofia ponno prestare. La stessa educazione dell uomo, che di tanta importanza pel pubblico e pel privato bene, e che dirigendo le prime inclinazioni fisiche e morali, quella che in lui sparge ed alimenta i germi delle pi belle virt ; spesse fiate di soverchio mal governata.*, perch appunto limitandosi gli istitu tori allo intelletto, non sicurano con- temporaneamente di educare nell' uomo anche' il corpo. Ed in ci riposto appunto il difetto dei sistemi di edu- cazione fino al presente pei filosofi divsati, che soltanto ebbero cura di prestar regole per illuminare le facolt intellettuali, e poche onde fornire con*, sistenza ed attivit ai loro organi, Jb* uomo fino dal primo istante che esce a spirato questa Ubera aura di Digitized by Google * iS$ -tuta i soggetto a mille sciagure che da ogni parte gli sovrastano, e minaci* ciano ad ogni istante di troncare qnel filo lieve che lo uuisce ad una penosa esistenza. La sua macchina non an- cora bene consolidata, e le sue ossa risentono a lungo della fragilit e dell# tato della molle sostanza da cui sor- tirono, le sue facolt sono inerti, ed t sensi non gli forniscono che nuove ed incerte idee. Ad ogni istante della tua vita succede una nuova rivoluzione nella sua macchina, e il suo fisico del pari che il suo morale , procedono ordinatamente al perfezionamento: ei passa dallo stato d' infanzia alla pu- bert, da questo all'et virile con ut tumulto di fenomeni fsici e morali, eoo una folla di affetti e di nuovi bisogni $ che abbandonato a se stesso e mal di- retto, o sarebbe lessere il pi infelice della natura , o ad ogni istante dovreb- be essere annichilato e scomparire in* terameitfe dal numero degli esseri,. Digitized by Google m . perci quanta cura non si conviene ad un istitutore di questa educazione , quale attenta osservazione non dovr egli porre spra ogni passo che questo esser novello imprime sopra un fratta dolente terreno , che ad ogni istante pu spalancargli dinanzi orrido abisso? E come potr egli mai a ci convene- volmente prestarsi, se non conosce l 6tat0 fisico dell uomo , e la forza degli affetti che lo seguono nelle diverse et ? Ei cercher di limitare quegli innocenti piacer che in un fanciullo concorrono allo sviluppo de suoi organi, e vorr, innanzi tempo porgere energia alle sue facolt intellettuali, quando hanno me- stieri di maggiori forze. La ragione pon incomincia a formarsi se non a papo di molti anni, e quando il corpo lia presa una certa consistenza: perci dye esser cura delleducazione che il corpo prenda forza prima che si eserciti lo spirito. Linfanzia ha i suoi modi Digitized by Googl di vedere, di pensare e di sentire, come gli ha la pubert. Allorch perveniamo a questa , tutte le nostre facolt assu- mono nuova attivit , cerchiamo di moltiplicare i nostri rapporti coglr og- getti esterni , ci consacriamo con calore allo studio, perch !a massa cerebrale jiou avendo per anco la consistenza che acquista col crescere iu et, pi atta a ricevere e ritenere le grandi impres- sioni che le sono trasmesse dai snsi, combinarle diversamente onde ord nare le idee che ne risultano. Perci il filosofo che presiede alT educazione* deve tutte conoscere queste importanti rivoluzioni della macchina umana,* e i principi dell igene, ae ama distribuire con eguale economia i piaceri e le fa- tiche , fecondare le favorevoli inclina- zioni, togliere le malvagie v modera** -que moti che ponno sortire perniciosi effetti, e condurre P educazione con- .forme ni voleri della natura ^ che fiere itized by Google V *39 miti, umane o dispotiche, si avranno o fieri combattenti per la patria e per la libert a Sparta e a Roma, o miti co Icori delle scienze e delle arti ad Ate- ne, o in Oriente schiavi effemminati e ' vili sotto il giogo delle servili catene del dispotismo. Ma n al medico, se desia riescire a felice fine nella sna scienza, si addice meno lo studio della filosofia, che al filosofo convenga quello della medicina. La metafsica che deve inseparabilmente procedere colla fisiologia e colla noto- mia, si offre ad esse svelando ai loro coltori la storia delle sensazioni, delle idee, delle passioni e degli altri feno- meni morali dell 4 esistenza animata. Si sforzandosi di scoprire i pi recon- diti segreti dellorganizzazione, e po- nendo attenta osservazione sui fenomeni ideila vita, che il medico cerca cono- scere lo stato della perfetta -sanit ad ' in ispecie quali, circostanze fsiche La filosofa appunto consiglier il me- dico ad intrattenersi non solo alla parte fisica dell' nomo, ma collo stadio co*K tante delle operazioni e dei fenomeni flei sistema intellettuale , lo guider pi spesso a ricercare nel fondo del Cuore umano il germe delle malattie, t Le numerose alterazioni che accadono nel sistema intellettuale sono note di troppo, ma non per facile del pari colle sole cognizioni della medicina, scopr ire le loro pi intime cagioni. Vi ha sovente s poco rapporto fra il tipo dell 1 affezione e F agente che la suscita, pian no risultare tanti diversi effetti dalli tessa causa , e queste cause istesse 4& sono talvolta di s alta natura, che f duopo prendere nel seno della meta- fisica i lumi che si convengono, e i mezzi onde porvi rimedio, e prestare sollievo a quelle . tristi malattie che producono 1* eclissamento delle umane cognizioni. Un medico profondo, a cui preme lesto di ottenere felici avvenimenti , deve rivolgersi innanzi tratto a stu- diare l' artifizio e il meccanismo di tutte queste sensazioni, che percepite insieme, si isolano poi, onde formare una particolare associazione ; deve co- noscere come tutte queste idee avve- gnach separate e distinte, siano tut- tavia unite da una continuata catena i cui punti di contatto sono impercet* tibili, sapere quale sia il modo e i can- giamenti di queste associazioni, ed esa- minare ci che in loro ponga aggiusta- tezza, chiarezza ed ordine, e quali cause ponno o tutte o in parte secondarle. r 3 by Google 143 Volgerle e disordinarle. Guai a quell in- felice cui preme fiera malattia, e al quale V accosta un medico a cui non siano note tutte le molle del cuore umano, non abbia meditato sovra tutte le pas- sioni , tenuto lor dietro in tutti gli effetti, n conosca il modo di mode- rarne le perniciose impressioni! Guai ee non sente la forza di alcuna delle nostre facolt , n sa il modo con cui altre sono poste in isquilibrio ! Quante sciagure , quanti crudeli trattamenti non si prestano appunto a quegli iufelici>- che hanno perduto il bene dello intel- letto, soltanto perch non presiedono dei filosofi alla loro cura ? La pazza cagionata o dal dominio di una passio- ne, o da un fsico disordine nelle fa-* colta mentali, o dalla forte impressione di qualche avvenimento; deve eccitare la compassione dell uomo e non gi& il suo sdegno. A che racchiudere questo essere, squallido, ignudo, senza con- Digitized by Google H4 forto fra gli orrori di un dispietat ospizio, o piuttosto di una fiera pri- gione ? Perch caricare di catene coi- rne un malfattore, questo infelice che? piange sulle umane sventure ? A che manomettere quest altro sciagurato che fogge gli uomini , perch persua- so che siano cattivi? Ei li fugge ed essi Io perseguono , e invece di con- ciliarsi il suo amore , lo inasprisco- no con villani trattamenti, onde pi fiero divenga nel suo proponimento! La filosofia invece sinoltrer in questi ospizj dell umana debolezza , siccome la madre , la consolatrice , T arnica. Questi pascer di lusinghiere speranze su un prospero avvenire , a quegli porr conforto di dolci parole sull ac- caduto , prester al solitario e misan- tropo teneri pensieri e melanconiche idee,* freuer senza opporsi colla forza il furente , corregger con dolcezza * m i * l - I f il hi cade nellerrore, e sar larga a tutti d opera e di consiglio (1). N il medico deve studiare soltanto i torbidi delle umane facolt; allorch ei si accosta ad un ammalato, di pre- sente deve percorrere col pensiero tutte le fatali cagioni morali , che panno averlo trascinato sull orlo della tomba. Ora si avviene in un ambizioso , muto, avvilito, pieno donta e d ira, perch le sventure il posero al fondo , e lo ; avvolsero nelloscurit, mentre egli volea dominare sovra gli altri ; ora in un prodigo , che o dilapidati gli aviti (1) Questi appunto erano i dolcf, pen- sieri che mi cercavano il cuore , allorch visitai col Professore Spedalieri V Ospi- zio de" Pazzi di Aversa. La filantropia, di quella istituzione troppo nota per - th non venga da tutti applaudita , e non muova in cuore il desio' che s bei esempio venga seguito dagli altri go ver ilo I taliani. V L Tom IV r - i3 tesori, giace nella miseria, o avendo dilatata di troppo la sfera dei bisogni, vf duole nell abbondanza gli ^vengano meno le dovizie; ora in un ardito com-' merciante che reduce in ptria carico dorientali tesori, perdette in una for- tuna di mare ogni suo aver , e noti trasse a salvamento che per ventura la vita. Queste passioni per sono figlie della nWf immaginazione , - e procedono d deficienza di bisogni creati da noi stessi i ve ne hanno altre ancora pi terribili e che pongono radice nel cuore umano. Quanto non egli fiero il dar- do che avventa un Nume al cui po- tre cede terra e cielo, ed il primo sostenitore dell'umana specie? Squal- lida , sconsolata , agitata da frequenti singhiozzi , da improvvisi squotimenti c da continua febbre , ti si presenta una vergine tradita da chi non dovea che studiarsi di formare la di lei feli- 4f cita , 0 che rapita da crudi genitori ai mirti di un puro ed innocente amo* # re, langue moribonda 6ulle ignave pia- ne. H filosofo sente da' suoi gemiti la yoce del suo cuore, legge ne' suoi oc- chi la fierezza della sua passione., co- nosce da' suoi palpiti l'oggetto de' suoi teneri affati : cos se non era un filo- fofo , periva il giovane re innamorato di Stratonica. .Quanti mali seco non trae il dolore di una sposa orbata dal jlolce suo compagno e dai figli ; e la tristezza che siede in cuore di un fiero icittadino agitato dal furore di parte , perdente, perseguitato ed oppresso? E come non trasse spesso nella tomba JP intrepido seguace di Sofia , la perver? sita degli uomini , sicch gli fu forza rinunciare al magistero importante a .cui lo avea sortito la natura, di me<y ditare, affievolito , agitato e oppresso dal peso e pi ancora dall aspetto dei mali ? Tutti questi non cadrebbero spesso vittima di un malore che pre- cede da morali cagioni , se la filosofi adducesse la medicina a scoprirli ,, ed a porvi colla persuasione e coll arte salutare rimedio. 4 Per le quali cose tutte chiarito -, iniuuo pi del medico aver di mestieri ad ogni istante del lanalisi. Quella stessa che adduce il chimico a scoprire i principj delle cose, il fisico a divisare le loro qualit, e il filosofo ad indagare V origine delle umane cognizioni ; scor* ge il medico a conoscere le fisiche e morali cagioni primitive delle aff* zio ni morbose, le siegue nel loro pro- gresso e diminuzione, e toglie il velo che le ricopre allattento sguardo del- I osservatore. Questa analisi filosofica iloti pu condurre che ai pi felici ri- sultati, e r unione della filosofia e della t - ' medicina, non pu che essere feconda dimportanti vterit e di felici scoperto pel genere umane. ' # *49 ' Questa la via clic seguirono i pi grandi scopritori del vero , la face ' che prest servigio di copiosa luce alle pi import. inti ricerche , che illumin la mente sublime d Ippocrate , onde tuttavia ottiene la devozione de secoli fuggitivi , che addit a Locke la meta per giungere a conoscere 1 umano in- telletto, che scorse Condillac e Bonnet all analisi delle umane facolt, e con- - < fort Rousel, Cabanis, e Vernier a sco- prire nell uomo i germi di tutte le sue affezioni. Si uniscano queste due scien- ze in amico connubio , e diverranno tuttavia lo splendore del nostro secolo nascente. Scorte fedeli al pensiero, in- terpreti accurate dei bisogni delluo- mo, avranno cura dell educazione pri- vata e pubblica delle nazioni: si assog- getteranno con un dolce impero tutte le altre scienze ed arti, da cui ritrar- , ranno nuovi principj e rischiarimento, come le minori stelle traggono calore iZ* ' . Digitized by Google *5o c luce dal sole. Stenderanno migliori forme le societ; fia tolto ai codici ci che vi ha ancora di sistematico e Wf astratto ; si perfezioner il fisico ed il morale dell umana specie , e P al- bero sacrato della sapienza spargendo grandi e copiosi rami , rapir P ammi- razione dei mortali, che devoti offri- ranno nel tempio stesso ostie votive 'alla medicina ed alla filosofa. - ' CAPO IX. ( " . t Setta dei Sofisti. f * . ^ - inch Pnomo volgendosi primamente alla meditazione, savvede della pro- pria ignoranza , umile ed abbattuto cerca di togliersi il velo che lo rico *pre, e d investigare e conoscere la na- -tura che lo circonda : ma come procede nel far tesoro di nuove cognizioni e Digitized by Googl scoperte, si solleva rabbattuto suo spirito , e in brev ora dall 1 ignorare lOgni cosa, divenuto orgoglioso tutto pretende conoscere , prescrivere a suo senno le leggi ad ogni avvenimento ed innalzarsi rivale della natura. Cos av- viene pure delle cognizioni e del per- fezionamento dello spirito umano, e questa appunto fu la via che percorse la greca filosofia; conciosiach quivi incominciando i primi filosofi a studiarsi -li spiegare alcun poco i fenomeni pi comuni che accadono, s 1 innalzarono di corto alla contemplazione non solo del- l' ordine dell 1 universo, ma a prescri- vergli leggi a loro capriccio, e final- -niente a credere che colla filosofia tutta fosse nelle mani dell 1 uomo, e impu- nemente potesse del pari far credere altrui ci ehe gli veniva pi in grado. A questa ardita meta fu spinta V umana ragione per opera dei Sofisti, che se- guendo le dottrine degli Eleatici, osa- t ?5a jrono arreca re nella filosofia Y impa -denza ed il delirio. - Non per die a siffatti errori lo spirito umano venisse tratto unicamente dal capriccio dei filosofi, poich lo stato delle cognizioni in Grecia, landamento istesso delle filosofiche discipline e le politiche circostanze di quella nazione, parvero concorrere a prestar adito a questo nuovo modo 1 di filosofare. 1 Greci aveano con ispavento osservato discen- * dere ed invadere le loro contrade lor- goglioso Persiano con un esercito ricco, grande e poderoso, che minacciava di togliere loro, non solo le sostanze e le persone, ma il pi sacro dei diritti ^ il pi dolce conforto delluomo, la li * berta. Non a dirsi con quale vee- menza venisse agitato T animo sensibile de Greci innanzi a s spaventoso appa- rato, e come fieramente li affliggesse il periglio iminente della patria treme- bonda. Quindi in breve tutti poser t litized by Google i in opera ogni loro ingegno, unirono, le loro fatiche e le loro forze per la causa comune. Gessarono le cittadine discordie : furono spenti gli sdegni : tacquero le guerre intestine delle gre- che repubbliche ; ch il periglio della comune libert , solo occupava ogni cnor. Allora sorsero mille eroi , e si videro fulminare a Maratona e alle Termopili i brandi dei 'greci su cui combattea lamore della patria. Allora fu veduta unintera citt abbandonare gli Dei tutelari, le mogli e. le sacre tombe degli avi, e arrecarsi sul mare onde far 1 ultima prova di virt e di Valore, o perire <?olla patria; sicch fra mille clamorosi avvenimenti, fra mille eroi che in vario modo operarono illustri azioni per la libert, fu stretto il barbaro riedere sconfitto e profugo ai proprj confini, e tranquilla sorrise la Grecia a suoi figli che V aveano con- servata illesa e indipendente. Questi avvenimenti produssero gran* di cangiamenti nei popoli della Grecia* e se la guerra allavviso di Tucidide modifica i costumi dei popoli , questa a cagione delle circostanze che la se- guirono, modific ben anco lindole de loro studj e la loro morale.. Il p$. riccio di cadere sotto il giogo dei bar.- bari, avea non solo scosso laniqio dqi Greci, ma prodotto nella maggior parte di essi la pi forte tensione di tutte le facolt del corpo e dello spirito, s che in breve sorsero coi pi illustri croi, mille che in vario .modo diedero lustro alle scienze, alle lettere ed alle arti. Le ricche spoglie tolte 31 Persia** ni nelle varie sconfitte e divise fra i Combattenti, quelle che si procaccia*** rono nello stesso tempo le colonie gre- che della Sicilia nelle vittorie riportate sui Cartaginesi ; accrebbero in brev ora le pubbliche ricchezze e le private fortune di molte famiglie, e rista&ra-* 1 55 Ton molte citt he dianzi erano im- poverite ed esauste per la guerra : onde in brve i Greci, divennero in molta opia posseditori di uh metallo fatale, che prima era assai scarso fra loro, e dhe vendic crudelmente il Persiano- delie sostenute sconftte. Qusta improvvisa agiatezza, e la coscienza delle grandi azioni che avea- ho commesse, elev lanimo dei Greci per se stesso desioso di gloria e di onori, e il sentimento de loro meriti delle loro forze, produsse nelle ulti- me classi del popolo in ispecie in Ate- ne, una famigliarit coi grandi e coi capitani, e un desiderio irresistibile di essere posti a parte essi pure nei primi e preziosi vantaggi della libert, che . aveauo salva e difesa col proprio san- gue. Quindi allora pi che mai divenne il popolo sovrano , e perci ardito ed orgoglioso , e la greca democrazia tutta spieg la pompa del suo splen- A 1.5 6 ? - r ' dor. Intantp questi coraggiosi vinci* tori, si studiavano di abbellire le loro citt colle spoglie dei vinti, . con ma- gnifiche opere e sontuosi edificj per dar fondo alle dovizie che ipiprovvi- . samen te aveano raccolte mentre un lusso pria sconosciuto , s 1 introduceva nelle domestiche pareti. In breve vide Atene per consiglio di quel Temistocle stesso che V avea salva a Salamina , ... riedificate le sue mura , fabbricato il Pjreo e questo congiunto alla citt. Ei consigliava agli Ateniesi in prima che il mare loro porgea unica via di salute, e poscia che il mare e il suo commer- cio soli poteano renderli il primo po- polo della Grecia ; ed essi seguiano il di, lui consiglio e accrescevano le loro ricchezze. . i" ' ' . * , , ' ** ^ ' In questo mezzo sorgeva in Pericle un nomo grande ed ambizioso , che possente rivale di tutti i generali e di tutti i politici del suo tempo iu corag- gi Digiljzed by Ctaogle gio ecl ih amore per la patria, andava innanzi a tutti per le sue doti scien* . * tifiche e cittadine. Univa esso ad una maschia e seducente eloquenza, Parte di conciliarsi il cuore dei popoli : in* stancabile nell 1 attivit , nelle fatiche ; pronto* nel dar ordine a pubblici affari, prudente nelle intraprese militari; av- veduto nel prevenirne, nel provvedere accorto. D 1 animo grande, fecondo del pari in istrepitosi progetti e nell ese- guirli, era costante nellavversit co- me nella poospera fortuna. Stretto per d ambizioso desiderio e dalla cupidi- gia non solo di primeggiare fra valo- rosi , ma di predominare in patria, la trasse colle moltiplici sue virt al punto che si potea maggiore di potenza , di gloria e di grandezza, ma ad un tem- po si studi di corromperla, di ren- derla molle e inchina solo ai piaceri , onde poi con maggiore agio lo fosse alle sue- voglie. Pericle seppe secoa** Tom. IV* 14 *58 dare la nuova inclinazione dei citta- dini pei piaceri e pel lusso, e venuta in sua mano la somma della repubblica, pot in breve profonderne i tesori in magnifici banchetti , in feste , in sa- crifici, in teatri, moltiplicando ognora pi i pubblici divertimenti , che si faceano pi brillanti a maniera che Atene per questo suo lusso, diveniva sempre pi il centro della Grecia , e lagone ove accorrevano que forestieri che erano desiosi di feste, di giuochi e di nuove cose. , L aumento e la nuova magnificenza di questi spettacoli, il modo con cui essi solleticavano ed aggiravano piace- volmente lo spirito degli Ateniesi , e la spinta che una convenevole abbon- danza faceva ognora nascere in essi di conseguirne dei nuovi , operarono in modo predominasse nell animo loro una inclinazione- irresistibile pei piaceri dei sensi , e quindi vi 6t soffocasse il fto per le grandi azioni e venisse meno la tendenza che' fino dal secolo d Solone ebbero pei lavori e per la fatiche. Il superfluo per , l' ozio e ih desiderio di brillare produssero quello d istruirsi in alcuni ; * il lusso P am- bizione e la bramar- di procacciarsi jricchezze , foment in altri quello di coltivare le arti ed anche le srienze? \ poich venivano generosamente ricom- pensati coloro, che insegnavano la sa- pienza parimenti di quelli che por- gevano nelle pere della loro industria nuovi argomenti , che o producessero piaceri all 1 intelletto col bello ideale , o secondassero i desiderj e le inclina- eioni pei piaceri d ogni sorta. Perci sorsero facilmente molti ingegni, altri de quali sii consecrarono alle arti tili, altri a quelle di diletto , ed altri riu- nendo i pensieri le scoperte de se- coli. precedenti , adornandole di pro- prie cognizioni, si volsero a porgerle a chi* era Vago d istruirsi con poca fatica*: ' oi.i* u* '*!' . * * ' Quindi le scienze annunziavano ad gni istante i nuovi loro progressi , spargendo nuovi lumi e peregrine co- gnizioni^ mentre la Grecia acco- glieva e fecondava il germe eie doveva spegnere l antico suo valore , ' ergeva in onore della nazione un monumento colle scienze, colle arti e colla filo- sofia l che avrebbe sfidato le rivoluzioni dei secoli e che ottiene tuttavia la de- vozione dei mortali. La poesia che al facilmente si associa alle affezioni: ~del - cuore, e lusinga le piacevoli mclitc- zioni dell uomo y accresceva sempre pi il suo splendore valersi; schideva nuove vie nel cnore ie porgeva uuovo pascolo alla mente, ora eoi gravp So- focle rappresentando o le antiche gesta drcole o le sciagure d' ? Edipo * ora castigando i costumi col lepido attico sale, quando non si dilettava. dinnal- i6t Bare inni risuonant agli Dei della pa- tria. Il tempio di Teseo innalzato di recente da Conone, unito a quello di Giove eretto da Pisistrato , i Teatri e gli edifizj fatti per ordine di Peri- cle , offrivano agli architetti i pi bei monumenti dordine e di magnificenza. I Greci non pi adoravano ne 1 loro Tempj una pietra quadrata che rap- presentasse gli Dei tutelari , ma inspi- ravano maest e riverenza le statue animate dallo scarpello di Fidia. Gi gli Ateniesi meravigliati pendevano in- certi sotto il portico d Atene, ammi- rando la battaglia di Maratona dipinta da Penemo , ed eran cercati da me- raviglioso piacere nel vederne ritratte le forme dei condottieri. Mentre la musica accompagnava gl inai dei Ra< psodi , e le tragedie di Sofocle , la Storia colla face della critica- toglieva dagli avvenimenti il meraviglioso <* e diveniva una bella lezione ai nipoti,. ( Digitized by Google gli allori concedati al di lei padre Erodoto, preparavano agli eroi viventi un alto compenso nelle corne che intessere lor doveano Tucidide e Xe- uofonte. ' Cos a maniera che si accresceva * T amore degli studj si aumentavano le utili cognizioni, e la filosofia , che- ^rr nel secolo passato avea posta Ter- * ma radice , fioriva pi che mai con * Anassagora e co suoi seguaci , mentre si associava da un altro lato allelo- quenza, siccome il richiedeano le cir- costanze della nazione , e sorgevano quindi in gran copia i Retori ed ir Sofisti. Questi in ispecie rapirono Vani-? no della moltitudine , che ben sapeano assecondarla , e sostenuti quindi dal , proprio egoismo e dalla leggerezza po- polare? addivennero quelli, che, ora- tori decidevano degli affari di stato y filosofi aggiravano a loro talento la fan- tasia della nazione. Digitized by Google l63 ; Siccome poi l opulenza produsse H dosso e questo seco adduce la corru- zione dei costumi e i vizj dogni sorta, era facile die anche coloro che per insegnare la sapienza erano in continua relazione colla moltitudine, dovessero uniformarsi al di lei modo di pensare- e i loro principi sentissero della corru- zione generale. Ove si ricordi pertanto che i Sofisti erano appunto quelli, che per moltiplici mire continuamente con- versavano colla giovent e cogli uomi- ni popolari, da cui traevano onori e ricchezze ; sar facile argomentare , quali esser dovessero il loro carattere d i loro principj. r ' * Nott ua dirsi per quanta dispa- rit di pareri si abbia , -e presso gli antichi e presso i moderni intorno a costoro : conciosiach vi furono alcuni che li innalzarono a cielo e -tributa- rongli soverchie lodi, mentre da altri fi ebbero- a vile, e si tennero siccome '$4 ciarlieri senza ragione, e declamatori miserabili, ricchi soltanto di parole, che condussero una vita viziosa coll im- maginare e spargere inutili sottigliezze e stravaganze. Da alcuni non si tennero neppure meritevoli daver luogo nella storia della Greca filosofia; e i pi ri- putarono assai parlarne per incidenza, senza per farsi caso gran fatta della loro 6etta e delle loro dottrine. Ma a chi prende piacere di svolgere le opere di Platone e di Aristotele, e prende in considerazione quanto dissero in- torno a costoro Isocrate , Filostrato e Cicerone, pone alquanto modo a si precipitati giudizj, ed e preso dal de- siderio di conoscere quali veramente si fossero i Sofisti, onde potere poscia di loro dare giusta, sentenza. Non vuoisi al certo erigersi in pani- gerista delle costoro dottrine, n tam- poco encomiare il loro modo di filo- sofare* ma forza tuttavia esporr \ Digitized by Google
Saturday, June 21, 2025
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