)A *&sa OPERE FILOSOFICHE DI PIETRO VERRI Tom JIL (0 PAVIA PRESSO GIOVANNI CAPELLI i8o3. Quosdem ratio ducil : qubutdam nomina dar apponendo sunl f a! auctoritas } quae liberum non re linguai annum ad speciosa siupentem . Seneca de Consolai Cap. II. PIETRO VERRI A L LETTORE MILANESE e uesf opera fu scritta sono ornai quasi treni anni neU occasione in cui si volava sgombrare C amministrazione pubblica dalle nebbie dagli errori consacrati dall' anti- chit. Si credeva che i soli mezzi per sal- vare la Provincia dalla carestia fossero i vincoli ; e quindi una legge obbligava a notificare ogni anno tutti grani raccolti ; altra legge obbligava a introdurre una data porzione nelle Citt: pene severissime erano imposte a chi amassasse Grano senza ima patente : cautele sulla macina de Mu^naj , i moltiplicheranno questi errori , tanto pi diverr la nazione corrotta , simula- ta , inerte , e spopolata : essendo in na- tura umana l'imitazione gradatamente de' pi autorevoli , il ricorso all' astuzia a misura che si diffida della sicurezza pro- pria ; e T avvilimento , o la fuga a pro- porzione che si dispera la vita Egiata e tranquilla . Alcuni esempj rappresenteranno con chiari contorni le mie idee . Suppongasi che si voglia accrescere la popolazione dello Stato , dilatare la coltura sui ter- reni abbandonati , perfezionare i frutti II del paese; diao che queste provvide idee rovinerebbero lo Stato se fossero pro- mosse con leggi dirette , e se il legisla~ tore in vece d' invito e di guila si ser- visse della forza e del comando . Le leg- gi dirette sarebbero, per esempio, proi- bire T evasione dallo Stato , ed obbli- gare ogni cittadino giunto a' 20. anni ad ammogliarsi ; comandare alle comu nit di mettere a coltura le terre del loro distretto ; comandare il metodo di preparare la seta , l' olio , il vino rac- colti ne' proprj fondi . Gli effetti di que- ste leggi dirette e vincolanti sarebbero la spopolazione e la desolazione dello Stato . L' evasione crescerebbe , perch r uomo ama meno lo stare dov co- stretto che dove spontaneamente sog- giorna ; sarebbero ripiene le carceri di infelici cittadini non d' altro rei che di non aver tradita una fanciulla associan- dola alla loro miseria ; sarebbero le co- munit esposte alle esecuzioni militari per non avere, coltivata quella terra per la quale mancavano le braccia ; gli sgher- ri, e la feccia degli uomini rompereb- bero T asilo delle domestiche mura per incfuirire sui metodi prescritti per 1' ap- parecchio de' predoni de' fosidi 3 e si ri- 13 fuggirebbero i sudditi affannati presso i finitimi abbandonando la patria . e cer- candone una nuova, ove tranquillamente passar la vita sicuri di goderla in pace sin tanto cbe le loro mani saranno mon- de da ogni delitto . Che se in vece il legislatore inviter i cittadini alle nozze ; e gli esteri a sta- bilirsi ne' suoi Stati con preferenze date agli ammogliati per gV impieghi , e ono- ri pubblici , non renderli esenti da un tributo, col facilitare le vie all'industria, coir assodare la propriet , preziosissimo bene dell'uomo sociale, col procurare agli abitanti la maggior possibile per- suasione della propria sicurezza nel che solo consiste la libert civile ; se affran- cher da ogni censo i terreni nuova- inente posti a coltura , e i Coloni che li coltiveranno ; e lascier privilegiati da ogni gabella i prodotti di qae' fondi ria- nimati , i quali sono una vera conquista umanissima per lo Stato ; se dispenser dalle comuni gabelle o in tutto , o in parte le materie prime delle terre pre- parate co' metodi migliori ; allora , dico , coti queste leggi indirette si otterranno i benefci fini che si propongono , e s otterranno stabilmente, poich'i la ritrosa vo- i3 volont dell' uomo vuol essere invitata senzi scossa e guidata senza violenza > perch s' ottenga un bene costante , e non compensato da un mal maggiore : Laonde Y arte di scrivere buone leggi si appunto omelia di far coincidere r in- teressa privato col pubblico , nel che con- siste la somma delle cose . In fatti qualunque legge, l'osser- vanza ' di cui non ridondi in bene della maggior parte ds'sudditi, , e sar sem- pre trascurata , e inutilmente si tenter di proclamarla replicatamente , po.ich non porter essa se non effetti passeg- gieri ed effimeri, cospirando a deluderla la somma degl'interessi privati che vi si oppongono . Dal elie ne viene che do- vunque si veda ineseguita una legge pro- mulgata e ripetuta ; se V antichit , e i fatti intermedj non vi siano che 1- abbia- no fatta tacere ; ragionevolmente se ne concluder essere tal legge inopportuna; e questa generale teora altra eccezione non softYe che nel tributo odioso sem- pre , sebben necessario ; perch V uomo comune sente pi i bisogni suoi che i pubblici ; e perci appunto la migliore ripartizione sji pochi che ammassano l'alimento de' moki , e sai quali insea-. Cammei-:' o de grani b *4 , sibilmente se a risarciscono ; e cos rendesi minore la somma degli opposi- tori alla legge, escludendosi in tal modo da questa classe i consumatori , ultime termine del tributo , il quale , rispetto alle terre , ed all' agricoltura sempre eguale D sterilit . Questi principj sviluppati nella piena luce de nostri tempi erano perfettamente sconosciuti ne' secoli passati. L'arte di reggere una nazione era l'arte di tenere gli uoii.ini obbedienti al Governo: le te- nebre del mistero coprivano tutti gli af- fari pubblici : la popolazione , l' indole del commercio , le Finanze d' uno Stato erano oggetti o sconosciuti a chi regge- va, o ricoperti da un velo impenetrabile per modo che la strada de' pubblici im- pieghi non era battuta se non colla ta- citurnit, colla diffidenza:, e colla dissi- mulazione a' fianchi . L' arte di reggere una nazione ora 1' arte di spingere la nazione alla prosperit; ie verit annun- ziate da alcuni uomini privilegiati si sono generalmente sparse in Europa ; sono queste salite sino al trono de' benefici Sovrani , si sono scossi g ingegni ; e Goirailritto reciproco si va moltiplicando queste elettricismo die rischiara gli 0- w getti relatiri alla pubblica felicit degna delle meditazioni nostre non meno di quello che lo sono le verit, astratto , i fenomeni della natura , ed i latti deF antichit , stretti confini che per lo pas- sato si fissarono all'impero delle scienze. Dibattendosi in un libero , ma ur- bano conflitto le opinioni appartenenti alla legislazione , facilmente se ne schiu- dono utilissime idee , le quali poi esa* minate dalla penetrazione de' ministri fan- no emanar dal Trono felici provvedi- menti, e questi aucbe naturalmente nati da' lumi de' Monarchi giungendo al pub- blico lo trovano pi. illuminato, conse~ guentetaeate pi docile e grato alla so^ rana beneficenza . Sotto il nome di le- gislazione cadono tutte le materie di Economa. La grand' arte della legista zione prende nomi diversi a misura cha si mutano gli oggetti a' quali si Volge : quando verte sulle relazioni che la na- zione ha colle altre , chiamasi Diritto delle genti ; quando si volge a rissare la propriet de beni e delle persone chia- masi Diritto ch'ile ; quando ha di mira i costumi , la decenza , e V ordine intero delle citt chiamasi Polizia ; quando ha per oggetto il tributo , 1' annua ripvodu- b a iQ zi on e , ed il commercio dicesi Economia pubblica. La grand' arie del legislatore si di promuovere la felicit pubblica; dun- que 1' oggetto della pubblica Economia si promuovere l'industria conducente alla felicit pubblica . Le leggi proibitive o vincolanti il commercio sono appunto nel caso di percuotere immediatamente 1' oggetto ; fion sono un invito , ma un comando ; sono una porzione di libert tolta ai sudditi ; si ripetono pi volte , e bene spesso rimangono deluse . L' oggetto di sua namra interessa tanto la societ, eh' io spero non sia per esspre discaro l'esame ch'io ne i-ctiaprendo . Esporr adunque prirnu rameme ' indole delle leggi vincolanti per rapporto all'Econo- mia pubblica generalmente ; poi passer particolarmente ad esaminare come sieno esse nate a togliere la libert del com- mercio de' Grani , e come in varj Stati d'Europa vadano abolendosi a'tempi no- stri ; finalmente adatter i principi allo Stato di Milano . Entro in un'analisi piena d'aridit; ma forza sviluppare i primi principi , definire . intendere me stesso per acco- starmi alla dimostrazione guscio sia pog 11 $t-fbi!e; l'importanza del soggetto; la iolla delle opinioni volgari contrarie ; Y appa- renza di paradosso che hanno le verit che sono per dire ; la preferenza che merita la gloria di persuadere sopra l'al- tra di dilettare mi costringono a diventar minuto , e non mettere le idee inter- medie almeno per poche pagine . Perch un commercio si l'accia , non basta che sia libero', bisogna che sia utile il farlo . L' utilit d' un trasporto nasce dalla differenza del prezzo : conosciamo i primi elementi che formano il prezzo , ed avremo conosciuto il principio mo- vente, la cagione di ogni trasporto , con- seguentemente la cagione d'ogni com- mercio; conseguentemente il primo prin- cipio da cui scaturiranno tutte le teorie dell'Economia politica. Per entrare in questo esame preli- minarmente stabiliamo alcune definizio- ni. Cosa denaro ? L'indole del denaro non si ben conosciuta da chi lo defin misura del valore ; poich ha valore egli medesimo nell'opinione degli uomini, e e come si misurerebbe la misura ? Ne l'ha ben definito chi ha detto il denaro essere un pegno: poich questa propriet cerarne a qualunque cosa contr^ua- b 3 bile che pure e pegno della cosa eoa cui pu combiarsi E stato detto' che i denaro e la rappresentazione del valore delle cose', anche questa definizione poco precisa; poich i metalli pure sono cosa come le altre merci, le quali vicen- devolmente sono rappresentazione del valore del denaro. Cosa dunque il denaro ? la merce universale . Questa definizione compete al denaro solo e comprende tutti gli e fretti e l'indole sua - 11 commercio il cambio che si fa omette inutilmente la legge tul- ruiuo. i monopolisti : potr rovinarne alenai; ma saranno immediatamente suc- ceduti da altri; troppo grande l'utile in questa frode, e troppo mezzi vi sa- ranno sempre perch il ricco addormenti i bordinati custodi della legge. Sem- pre che vi saranno vincoli , vi -saranno monopolisti , e fin che essi vi sono , . _ :iolo saia il numero de' venditori nei corso ordinario deli' anno a lroute de' com retori ; perci saia alio il prezzo : di che i' esempio d'Inghilterra ci som- ministra una piova di fatto , poich ac- r libert a quello commercio e ren- ribass -:ti i prezzi interni In lo stesso. fa meraviglia oomo in mezzo a tutta . 3^ la. rete de' vincoli tessuta ne secoli pas- sati non sia mai caduto in monte di vin- colare anche la custodia del grano de- stinato per semente . In fatti , seguendo i principj coattivi , che non suppongono inerente alla natura delle cose medesime il mot al bene , ma vogliono impri- mervi questo moto, che non poteva fi,' ;r\ per intimorire gli animi volgari , e far riguardare sautarissimo e provvidissimo il vincolo sui grano da seminare l Que- sti una psrte sensibilissima del rac- colto ; sar almeno la quarta parte .- e che diverr lo Staio ( potevasi dire ) se i:z spensieratezza o l ingordigia caver da Gra- nai qmsto germe delia ventura raccolta e. lo maciner t L' incent'vo dell' utile h Sem - pre urgente; V uomo sacrifica i Insogni dell' anno venturo agli attuali . Dunque si ob- blighi ogni possessore a depositare una pro- porzionata quantit di grano sotto la tv-trio, pubblica per seminare il suo campo. Ep- pure questo non si l'atto mai ; inimi- cato mai per questo il grano bastante a seminare ? Non mai . Perch V iuteresse privato d' ognuno quando coincide coi pubblico interesse smpre il pi sicuro garante della sicurezza pubblica ; e il bene o il mala in ogni costituzione ni d a 4o fa sempre dalla pluralit de'sufira:; ti solo diversi nella Democraza dagli altri governi ; che ivi sono palesi , e ne- gli altri taciti ed occulti ; ma non perci meno attivi in effetto , e decidenti ogni stabile sistema . Ma si dir: una nazione agrcola ciar un ordonnance que le Tappar: d' un dix est eg etti d' un d vinai . 48 un ottavo d'oncia d'argento puro si chia- mer lira . Patto ci : la proporzione dell'argento coli' oro e col rame; la tas- sazione di ogni moneta non deb-b essere altro che una semplice operazione arit- metica appoggiata al valore che 1' opi- nione universale d a' metalli , e allon- tanandosi da questa legge inerente alla natura delle cose scapiter il Soviano , e la nazione di tanto quanto sar l' ar- bitrario adoperato , allontanandosi della realita . Una superficiale politica altro non sa suggerire che leggi vincolanti. Per fondare una nuova manifattura si ricorre al privilegio esclusivo , e si toghe in fa- vore d' un forestie"1 talvolti mal cono- sciuto , a tutt' i Cittadini la libert di adoperare l'industria in quella classe. Cos si crea un monopolista ciie seriv.a concorrenti non ha sprone all'industria ; e un vincolo universale rarissime volte produrr che vada prosperamente una manifattura , come f esperienza univer- salmente dimostra . Altri vi sono, i quali vedendo che V uomo ha bisogno dell' alimento , del v ;rito , del fuoco ec. vorrebbero che una nazione procurasse nel suo interno la produzione pi varia e pvop orzi nata possibile a' bisogni : quasi che dove gli ostacoli politici non vincolino la natura , sia possibile che non si dividano da se, e si bilancino le colture a' bisogni dello Stato . L'oggetto dellEccnomia pubblica si di procurare* come si detto , la massima riproduzione annua possibile , ad ottener questo fine ogni vincolo un ostacolo. Tagli chiunque vuole il bosco, e sopra un terreno disabitato vi pianti le case per nuove famiglie che lo colti- vino e lo coltivino a lor talento. Se l'ec- cedente il consumo di qae' nuovi abita- tori valga tanto da ricondurci nello Sta- to pi legna di quella che produceva il I)osco , l'annua riproduzione sar accre- sciuta ; conseguentemente sarassi fatta una mutazione salutare . 11 prezzo che colla libera concorrenza livella ogni cosa, determinando l' interesse privato , deter- mina il pubblico , quando i vincoli non vi pongano ostacolo . Quando la legna scarseggia il di lei prezzo s' innalza , e s' innalza a segno che non torna pi il mettere a nuova coltura i boschi ; e sin che si cerca di coltivarli una dimo- strazione , che dedotte le spese della coltura , 1' eccedente basta a far entrare Commercio de ^rani P. I, e 5o nello Stato pi legna di quello che ne dava il bosco . Ogni legge che freni la coltivazione tende a diminuire 1' annua possibile riproduzione . D' una nazione volerne lare un piccol mondo un idea di simetra mal intesa: procuri il legisla- tore che si crei il maggior possibile va- lore , cerchi , lo ripeto , di proteggere 1' annua riproduzione maggiore possibi- le, rimuovendo gli ostacoli, e si riposi sulla natura delle cose la quale da se far che si dividano ie colture a misura dell' utile di dilatarne pi una che V al- tra ; utile sempre proporzionato al prez- zo nato dal bisogno , come dissopra si detto . Il Mondo va da se , detto antico che singolarmente si verifica in queste materie . Ogni vincolo , ogni legge che si tenti di portare direttamente suli* industria , o sull' abbondanza pubblica produce un effetto diametralmente op- posto : impegna una guerra sorda , e fa- tale fra il legislatore , e i privati inte- ressi ; cadono alcune vittime di tempo in tempo; manca la pubblica abbondan- za ; 1' avvilimento e lo squallore si spar- gono sugli Stati , e danno un colpo ai gran principio motore dell' industria li libert -, r Quai saranno adunque gli oggetti che occuperanno un Ministro di Ecoao- mia pubblica, se tutto il bene, e la pro- sperit d'una nazione sono l'opere della natura , e ricusano la mano dell' uomo i Rimuovere gli ostacoli, abolire i vincoli, spianar le strade alla concorrenza ani- matrice della riproduzione, accrescere la libert civile , lasciar un campo spazioso all' industria , proteggere la classe de' ri- produttori singolarmente con buone leggi sicch l' agricoltore , o 1' artigiano non temano la prepotenza del ricco , assicu- rare un corso facile . pronto , e disinte- ressato alla ragione de' contratti , dila- tare la buona fede del commercio col non lasciar mai impunita la frode , sem- plificare la forma , e 1' esaz'one de' tri- buti , ripartirli nel modo pi innocuo lion mai direttamente sull'industria, com- battere con tranquillila , e fermezza in favore della causa pubblica ben intesa, di quella causa che sempre la c-.msa del Sovrano; non disperare mai del bene, ma accelerarne l'avvento, diffondendo nella nazione i germi delle pi utili verit ; questi e non altri sono gli oggetti che debbono occupare un abile Ministro di Economa pubblica : il restante foiz' abbandonarlo alla natnra . Era Ma corae nella niente degli uomini sono universalmente nate , cresciute , e radicate colla tradizione de' secoli idee tanto fallaci , e deluse costantemente da- gli effetti quanto quelle de1 vincoli ? Co- me mai accaduto che la parte pi colta dell' Europa sino a un secolo fa , abbia potuto conservare questi vincoli e risguardarli come i garanti della abbon- danza pubblica? Per conoscerlo bisogna ch'io brevemente esponga come pensas- sero gli antichi in questa parte della le- gislazione , qua} tradizione siane venuta a noi, come alcuni Scrittori abbiano co- minciato a combattere il pregiudizio , e quali riforme gradatamente siansi vedute in Europa sin ora lo mi atterr sem- plicemente al commercio de' Grani . Molti popoli antichi ebbero per l'a- gricoltura non solamente amore , e ri guardo , ma rispetto e riverenza singo- lare . L' invenzione di coltivar la terra fn da essi attribuita alla Divinit. Alcuni 3Ionarchi dell' Asia si gloriarono di col- tivar la terra colle loro mani (a) , come fai Scnofont de Oezonom. C/c de Sentct Plm. l.b. 18. ap 4. 53 aticlie al d d' oggi s costuma nell' im- pero Chinesc . I Ptomani sino dalla fon- dazione loro destinarono eli* agricoltura i primi onori , e gli ArVali , cos detti ab Anis , furono Sacerdoti distinti , e privilegiati sugli altri (a) . Sono bastan- temente noti i fatti della Romana Storia, e di Cincinnato, e d'altri illustri Roma- ni che dall aratro passarono a! trionfo , e dal trionfo all' aratro (b) . In Roma fu tenuta sempre in onore l'agricoltura sin che in onore vi fu la virt ; ed ogni mezzo per promoverla , e favorirla , fu sempre risguardato come uh oggetto pre- zioso a segno , che mentre tutti i libri rappresagliati nel sacco di Cartagine si distribuirono dal Senato Romano a'Prin- cipi alleati , il medesimo Senato volle ritenere per f i vent' otto libri sull' agricoltura di Magone Capitano Carta- ginese, e ne commise la versione a De- cio Silano , e gelosamente furono cu- stodii dappoi ; del che reggasi Plinio , e 3 (a) PJhi -.'ero de A^ric et Macro Su tur lib 3- fhi Pin Iti 4. cap 3. Livio Iti 3. Jlor i7iis. JiUar Uh. e. de de mta, Ul. I* cap 42 (e, Crcer Tlsc cuaeti 1:6 5 5? . e nel Codice (a) de naturahbus liberi* &i confondono indistintamente la donna quae mcrciinoniis publice pracfuit, e la Schiava, 1' istriona , e la scostumata ; vcggansi Considerati ons sur la grandeur et la deca- denze des Roma in s (b) , e l'Esprit des Lo ix (e) . Nel corpo delle Leggi Romane tro- viamo che parlasi degrani singolarmente nelle Pandette ; e non sar inutile il qui riferire quanto vi si legge. Al titolo dun- que (d) de extraord. Crini, vedesi Anno- nam adtemptare et vexare vel maxime Uar- danarii solent . Quorum araritiae obviam ilum est tam mandatis , c/uam Constitulio- nibus. jtfandatis denique ita (.aostur . Prae- terea debetis custodire ne Dardanarii ullius mercis sint , ne aut ab his , qui coemptas merces sappi munt aut a locupletionibus , qui Jructus suos aequis prctiis vendere nollent , duin minus uberes proventus oxpectant. . no Annona oneretur . Poena aulem in ho$ va- rie statui tur . JS^am plerwnque si negetian fa' Idem Uh 5 (beinpro- nia prooosta da Caio Sempronio Gracco per togliere dalla radice questa funesta generosit de' privati, venne stabilito che pubbliche spese si distribuisse ogn* anno una quantit di Grano al popolo. Qualunque sia stato il fine di questa legislazione, il fatto fita che poche Storie del Mondo raccontano s frequenti care- stie quanto la Romana. Per testimonian- za d' Alicarnasso (a), e di Plutarco () vi fu carestia in Roma nell'anno di su* fondazione 244- Troviamo in Livio (e) al- tra carestia nel 262. Nello stesso Auto- re (d) carestia nel 3oo. Parimenti da Li- vio (e) vedesi la carestia nel 3 e 5. 11 me- desimo Storico (f) ei riferisce la care- stia del 363., ed ecco come ne' primi '. 'J ^.Jli. _ J>JliJR?..JAiL.lJL. mie. fa) Lio x. (h) In Corcai. (C) 2 34. (d) 3 33. f) 4 12, (0 4. 5a. 6o tempi di Roma circa quattro volte ogni cent' anni fosse quella nazione esposta al pericolo di morir di fame . Ne' tempi di minor virt , e maggior fortuna . cio al principio dell'Impero leggiamo in Sue- tonio (a) una ferocissima carestia sotto Augusto per cui dovettersi bandire da Roma gli Schiavi , i Gladiatori , e i Fo- restieri . Troviamo pure in Suetonio il medesimo disastro accaduto pi d' una volta sotto il Regno di Claudio (b); cosi sotto V Impero \ Adriano per testimo- nianza d' Elio Spartiano ; e cos molte altre volte , il che formerebbe un cata- logo lugubre e vasto per chi volesse im- piegare il tempo a compilarlo esatta- mente . A fronte di questi fatti sarebbe stato giusto il ragionare cos: se in Roma , malgrado le leggi coercitive del com- mercio de' grani , malgrado una severa legislazione contro i monopolisti , e gli incaritori del grano , il popolo stato frequentissimamente soggetto alla care- sta : (a^ In Aitgvst cap 41. (bj li Claud x8 cap 20. Or stia ; dunque i vincoli immaginali dalle lor leggi sono insufficienti ad assicurare la pubblica abbondanza. Forse nel tem- po della Repubblica vollero i Romani comprarsi la libert anche colla fame ; e si temettero pi le pubbliche larghezze colle quali si seduceva la plebe di quello che si temesse la stessa fame: fors anche quella nazione guerriera t e non com- merciante, conquistatrice, e non curante degli oggetti di pubblica Economia cre- dette di potersi salvare dagli effetti sen- za ascendere alle cagioni delle cose. Ma cos non s ragion; la cieca venerazio- se prevalse, e quel sentimento di rispet- to td entusiasmo che ispirano gli avanzi istessi della Romana grandezza non lasci luogo a ragionare, ma forz l'imitazio- ne de' successori persuasi di andar bene quando seguivano le tracce lasciate da' Romani Pure nella situazione de' paesi d'Europa facile sarebbe stato il conosce- re la differenza ; poich Pv.oma sin da* primi suoi tempi dovette vivere col gra- no degli esteri, e invece d'essere uno Stato attivo nel commercio de' Grani fu anzi sempre tributaria, e passiva Le ti e Isole Corsica, Sardegna, e Sicilia son quel- le che Cicerone chiama.--/ a benign issino $ Ito- Commercio de grani Jr,% i 6 mae nutriaes et trio, frumentaria subsiila Rei* puhUcaa . Accresciutosi poi f Imperio , e e con esso la popolazione di Roma , vi si portavano i grani anche d' Affrica , d' Egitto , Iella Beozia, della Macedonia, del Chersmeso, dell'Asia, della Siria, e talvolta delle Gallie , e della Spagna , come comunemente vedesi ne' Scrittori (a). 1 gran; dunque in Rocna furono sem- pre considerati un mero oggetto d ab- bondanza , non mai un prodotto delle terre proprie da conservarsi ; ivi cgni commercio di grani si fece quasi sempre a spese del pubblico erario, dal che com- provasi quanto indebitamente siasi voluto far servire lo spirito delle leggi Romane di norma allo spirito delle legislazioni posteriori dell'Annona massimamente ne* paesi coltivatori , e abbondanti di pro- prio grano . Le leggi Romane , cio la raccolta delle leggi Triboniane cadde come sap- piamo coli' Imperio ; indi collo scopri- r'! Plutarc in Coes. Sex Aurei Vct. in Ociav Liv li 33 Cic in Verr. et pr Leg et ad Attic Epist g f^aro de re Rustica. . Pi . Ib 18 et iq Joseph, ex Vrtfion Agripae ai Jmko Ciiiudian l i. 63 mento delle Pandette riprese credito, e vigore . Allora fu che verso i tempi di Lotario fecondo , lrnerio apr in Bolo- gna la Scuola di Giurisprudenza , e a tal venerazione ascese quella professione che da un consesso di Giurisperiti si rego- larono gli affari di Stato sinch giunsero Martino e Bulgaro Lettori di Bologna a disputare la gran causa della libert e della servit del Globo Terracqueo co- me diffusamente leggesi in Ottone Mu- rena nella Storia di Lodi . Tale lu l'a- scendente che prese allora quella pro- fessione che f Ircperador Ccradino fu dal Re di Francia giudicato in un Consi- glio di Giurisperiti divenuti gli Aruspici di quel secolo, e de' consecutivi . Lo spirito de' Prammatici , general- mente parlando, quello di operar sem- pre con leggi dirette , e comandare la prosperit a una nazione , anzi she diri- getela ; cos se una nazione sia perden- te nel commercio , ed abbia la bilancia in proprio discapito , per il che sia for- zata necessariamente a trasmettere il de- naro a' forestieri , vedo lo spirito de" Pram- matici rivolersi , non gi a svincolare l'industria nazionale, ed a togliere la ca- mion del male; ma bens a proibire 1' u- f 2' scita del denaro medesimo con inutili tentativi : giacch non possono proibirsi gli effetti sinch sussistono le cagioni. Cos se per cattivo regolamento da uno Stato cercano d'espatriare i sudditi, e singolarmente i pi industriosi tarai sono i ma affatturi eri , osservo che i Pramma- tici in vece di ricorrere al solo mezzo di conservare la popolazione . voglio dire a procurare agli uomini nello Stato la ti* curezza , la libert , la protezione, eguale per Io meno a quella che possono tro- vare altrove , ricorrono a leggi penali proibitive dell' evasione , inutili sempre per lo meno . Se un Banco pubblico non trova la confidenza della nazione , invece di tarla nascere con una chiara e semplice amministrazione tuttricc della tede pubblica ; ordinano con un Editto che la conti. lenza nasca obbligando ne' contraiti a ricevere le Cedole del Bmco, mezzo puntualissimo per alienare sciupio pi la pubblica conldenzn . Lo stesso dico delle tante prammatiche che dallo .spirito de' Giurisperiti sono state propo- ste dal Secolo terzo sino al presente , c.oc smo dal tempo in cui Giulia Mara* :nea assistila da un consiglio di Gi- . riti rognaya per Alessandro sue ! 65 volendo ridurre gli nomini sudditi del vasto Impero Romano alla regolarit Claustrale (a) ; le quali prammatiche ten- dono ad estinguere in gran parte la va- nit , e r emulazione animatrici dell' in- dustria facile ad assopirsi cessando que- sti stimoli , tolti i quali cade ogni na- zione nella inerzia, nel letargo, nella povert , e nel' avvilimento . Lo stesso spirito de' Commentatori del testo delle leggi , spirito diretto e vincolante , spirito che comanda e non guida stato quello che ha suggerito d comandare al popolo che credesse che un'onGia d'oro valesse pi d' un'oncia d' oro , un' oncia d' argento pi d' un' on- cia d' argento , o meno di quello che generalmente viene valutato in Europa , come facilmente pu vedersi .presso la maggior parte de' Prammatici . Questo spirito , che non considera la felicit pubblica come il risultato della felicit della maggior parte degli uomini , ma bens cerne un essere immaginario, e di- viso da ogni uomo ; questo spirito che f 3 (a) Aehui LampT.d. in iA!aa apenc anzi uri umo cospicuo di coi.nnicrv.ir attivo, trasportando agli e;teri 1' e.:cc- .djue il proprio bisogno (a) e il i'ortu- ^iuio effetto di questa lege !e' due i.) C rali( r IN ok . '' . Lais tres n/itians '' in 1 U - fa fomiti" ; roycnu ,?r j. J oh i a u ' s projcts qu pouf s tu ^.drantir ; nous cvons trojui' pai /u primu . }ssa:re la ri'x : plus /laurei tx qur. nus te$ i:c- li s voint ces ex- clssi^ et subites dijjcrenccs dans le piix dts (a Lo stalo di e->p->rta~ione de' Grani- pre- sentato ntl '75 alla Damer de' Comuni dimo- 8 .'ie sono usciti dall' Inghilterra dal 1^46 al I^o Ouarter 1200000 circa , 1 qunli .si STTO ve-duti lira Sterline 74c5d , cio rivea sedici 1ml1_.n1. e da gerito Novanta mila Zecrbini sor.o fcut:.t: per qpes ' ail.c ilo neli' Inghilterra , e ramo 'ti ut;!s Comixieicio p--r nderui; to pstdaira. a quel Regno 1' anntfr-~guadag--di /- cliuii ^2 oco '> "-Iternarjues sur ?g$ hvAnUrgS ci ! f dftran- tJges de la Franca et de la Grande Bn/t^-.c , l>.ea e 1734 pag fi- 93 des blds toujours causes plutt par la crainte que par In realif de la diseite , erainte qui souvent en avance et en aug- mente Ics hrrears . En pluce de vastes et iQinbreux greniefs de ressource et de pr- voyance nous avons de vastes plaines ense- mencs dont leproduit se renowelle et s ac- ero it tous les ans . No tre culture , et nos rcoltes soni devnaes sans ornes des que r.os Laboureurs ont t srs d'une censom- matton cerfaine au deors , et au dedans . I due esempj fecero rivolgere alcuni politici del continente a pensare su di questo argomento. 11 Maresciallo di Vau- ban nel suo Testamento Politico stam- pato nel l'yoS. (a) iu di opinione che le pauvre perii par /' avilissement du prix des Bleds , et V extrme sterilite ou ehert est inevitable de temps en temps sii ny a une continuelle permission 4 enlvement hors le Royaume , except les temps de c/ier ex- traordinaire qui portent mme leur de/'ense avec eux . Molti Scrittori dappoi si an- darono accrescendo , e a misura che l'Economia pubhliaa fece progressi si Commercio de grani IP. I. g (?j Pagina 189. moltiplicarono le grida in favore della jihert del Commercio . la fatti nelle tauuzioni che il Re delle Spagne Filippo V. in data del 4- Luglio 1*718. consegn agi' Intendenti delle Provincie leggiamo rlcnne massime in questa materia lontane dalla antica pratica , e che gi comin- ri;:no ad acco3tarsi ai progressi del Se- colo. Now sar discaro il vederle. PSelle istruzioni adunque aH'Articolo LKf. cos legge&i (a) : che il principale oggetto del Ministro degl'Intendenti si cf eneenra- ;r;- et de mantenir l" abondance des pr- ductions de leurs Provinces , sur toni celle des 'jrains ; (/'/e puseurs se Irompent sur les moxens , pretendane iction dans le Bled , elle doit 4fre dans toute son etendue pour les autres denres , et marchandises . Poi parlando specialmente Hel grano (/?) dice Soit dans la disette , soit dans V abondancs la libert C?es transports d' une Province V autre est le Jondement d'une borine Regie E' vero die questo Autore non aveva idee decise e chiare per la libert del com- mercio de' grani ; ma per si conosce che nemmeno era persuaso che i vincoli fossero un bene. Ne' tempi a noi pi vicini vennero poi l'Autore della Theorie de l Impot , il quale disse che ceux qui ne voyent que le pain dans T agricolture , jettoient T Etat dans une dsettc vnversclle , si on li tir confinit la direction de V Agri- euture et da Commerce des pi'oduciioiS de la terre . La terre est la source de toute s les richesses aV une Nntion Agricole ; mais en n ottieni ces richesses que par les d~ penses de la culture , et par la libert du fa) Pag 55. (b} Pagina 3af. w Commerce das proiictions gii elle fai' n . tre (a) . Dello stesso de:iso $ntfna&nt si mostr X Amore degli Elemens du ( merce in cui lesesi: les peiiples qui n'o'if cnvisag la culture des terres que da coli; de la subsisfancc ont toujours vcu dans l cralnie des disettes , et les ont souvent eprou- j-V:?s . Ceux qui V ont envisage corame ufi oljet de Commerce ont joui d une abon- dancc assez io&tenlie pnur se trouver tou- jours en tttt de suppltr aux besoins dea ctrangers . V Angleterre nous Jfnt font la /bis r un et, V autre exemple . Ette avoit suivi , camme presqus tous les autres peuples , /' esprit dei loix Romaines sur la polics des grains . Loix genantes , et con traires a leur ohjet et. {/;) . Il Traduttore del The BritLsk fll-irchant parlando dei hi Legislazione Inglese sui grani dice . De- puis que cette police y est iiblie elle n a point essuj de Jamine . Le pam s'y sou-* fa) Thcorie de l' linpot -par V Auteur de Fami des lommes: h. Amsterdam cuez Arkte et Mer- kus 1761 pag 76. (b) Elemens du Commerce : Leyde et s^ frouve a Pam chea Itis>rij eie, 1704, Tom- 1... pag. 105. "8. , iient a la vcrit un eertain prix : mais ce ri psl pis tant le boa marche de cet'e den'e quii imporle de procurer au peuple , que Ics moyeus de t acheter ; le salai re des ouvriprs est toujours en raison du prix des denrces'. Ics grandes P^illes en sont la preu- i> e (a) . Cos sulla circolazione interna de' grani s' esprime 1' Autore delle Conside- rat'on sur le Finances d" Espagne (/>), La libane de la venie, e du transport dans 1' intrieur sans aucune restriction , ac- acroit la concurrence des vendeurs et des acheteurs ; e' est- dire quelle fa- ?ilite la subsistance du peuple, en me me tems qu elle encourage la culture. P ri memi , e con termini pi illimitati si dichiara 1' Autore delle Rcmarques sur plusieurs />ranc/ics de Commerce et de TVa- vigation (e) che V uni que rnoyen d' cu- courager X Agricultnre c'est de permet- tre l'extractioB des grains pour les pays eiranarers. Elles ont constamment mar- )> , e in altro luogo ritornando a quest'argomento ragiona cos _- L' in- tcrt regne galement chez toutes les ions : raais nous avons un prejug plus que Ics autres ; une police diffe- rente , et des Rglcment particuliers fa.) sfai sur la potice generale des G-rans sur l(u.s pfix et sur les ejftts de V Agr'Hulturt ; ;\ Ber- lin i ,j . pag s5 (aj _. ' 3; {malmeni** irv altro luogo legge-i presso lo stesso Au- tore si la vile t du prix est u ob*tacle la fecondile ; si no-? terres peuvent fournir au de l du ncessaire, et nous 'pi vsentent une mine plus abondante (me ceies du Peroa ; si la linerie ab solve peut ncus parer de tous iueon- veniens , et nous procurer de grand avantages; mettrons-nous encore ds bor- nes an\. bien-.its d& la nature .' Et no- tre Police timi le , et variable serat eic toujours allarmtte par une crainle po- apnlaire? (b) . Non mi diffonder pi ol- tre a citare i numerosissimi suffragi de- gl auto-ri che tutti concordemente disap- provino i vincoli vigenti fra! commercio de' gr^'.r ; dir soltanto che in questo secolo sempre si andarono moltiplicando le autorit de' Scrittori (e) , e per grani si andarono mutando le idee de' Ministri. (i) Pag r33i (b! Ibidem paT =63. f) Per il che veggans Observations sur te de* Orain Amsterdam i-"q. J.ci'rc sur l' imputa tion jtiite Colbert d' cuoir Inter. Ut la UberlJ du Commerce das Grains Paris 1763 Lc/.'r.' d' . - :nt sur l j.vts iiux fiomietes gens qui rculcnt b;cn Jaire par M. .Abbi Bandeau "aris 768 Lettre de- M de * * Conseiiler au Parlement de Rouven M de JI* * * Premier President, i~68 Tres humbles 3 et tres respectueuses supplications des clais de Lajiguedoc au Roi sur le Commerce des Grains 17(8. I logij pub- blici sono pieni di suppliche , e rimostranze de' Paramecti alcune pei- i vincoli } altre uer ia Iiben . . 9l sostengono la buono causa ; la prima si del 12. Luglio 17G8 : l'altra del 26. Aprile 1769. Leggasi nella prima quali effetti abbia prodotto nel Delfinato la libert dei Commercio s scordata coli' Editto del i^(34 Luglio; il Parlamento della Provincia che cos scrive al Re ; non un privato Scrittore . La terre fri'rappe de sterilite pendant trois ans ccnseuufs presentoit au Dauphin" la uperspective la plus efifravinte ; cepen- dact tous Ics man hs de cette Provin- :e ont toujours t abondammcnt pour- vs de Grains ani se scnt soutenus a un prix. inferieur a celui o on les avoit ovus sous le Regne des prohibiiions , et des permissions particulieres dans des annes o les recoltes n' avoient pas rte' si mauvaise et pendant les queles T des l'use pr- voyance trop timide . - ok Il risultato di questa prima supplica s d' implorare dal Re che abolisca le restrizioni portate all'Articolo VI. dell' Editto di Luglio i}64, le quali limitano la libert sin che il grano per tre con- secutivi mercati non sia giunto al prezzo di dodici franchi e mezzo il Quintal per- ch dice il Parlamento che qnesto limi- te, e queste cautele ravorisent le mo- nopole jnterieur; que la necessit de recoufir des ordres du Conseil p tir dever la proliibition , lui picfe un nou- vel appui, parce qu'il prolonge le tems *pour continuer les mneuvies particu- lieres , afin de faire lermer les Pcrts , 6. Aprile t^Go assai pi difi'usanaente viene discussa la materia . E' bella as- sai la pittura che ivi si legge degl' im- barazzi che cagionano le leggi vincolanti che sempre si moltiplicano a t'ormare un vero labirinto , un vero c^os d'inciampi. Que l' exereice du droit de propnet csoit restreint par des loix prohibitives , rer.zt che doveva nascere colla liberti noe nacque perci appunto che la li- bert pa'-ve precaria e incerta . In fatti la Poiice di INcmes li 4- ^ cernere 1360. ; malgrado la libert teccidata dall'Editto di Luglio 1764.: cor^rii x..i negoziante di creili per nome Gaifiicr, e gli proib e' i: O) ..'-'*- o WiJ N Ci - ut ut N> " -J J-- M u- 0 - -N B o * o C/i A 3 E. o 2- 3 E. ^5 5 2 2.3 P- 2aS p era i ut 2^ O 2. fi B a -. O e- "' a. o fri 4^ 10 * ** 2.2. 3 1 0 13 mei elle e eh -J enee - !" 3 M M 03 , O) tn (0 fri M O 3 ^ fi s U5 . Or *n tTt C 4^. O OJ +^ CO 4s> X !v J5? f** CTS W W O fe- r 2 8- s e ero 00 2i Da ci vedes come in quindici an- ni sono accrescine officine 124 Vacche i684o-, e il raccolto de' Caci di annue Forme 2276- Per alimentare una Vacca da latte per verosimile vi vogliono '3. Pertiche di prato . Dunque nelle sole tre Provincie, Ducato, Pavese, e Lodi- giono in questi ultimi quindici anui si pu calcolare che si siano messe a prato Pertiche 218920. le quali in buona parte sono una diminuzione della coltura a' grani e qnste Pertiche 218920. se tut- tora fossero coltivate a grano computan- do otto Perriche per il vitto d' un uomo alimenterebbero la popolazione di 27 365. anime . Si computano dalle notificazioni fatte dai Cancellieri del Censo in quest'ana 1769 attualmente esistenti nello Stalo Vacche Se Ducato .... Num. 633^5. ISfel Pavese 847 2- j^el Cremonese .... 19054. Kel Lodigiano 21288. ?iel Comasco 11820. 5um. 115009. la 25 In queste notificazioni universali non g pu mai pretendere l'esattezza aritme- tica, ma sibbene una approssimazione. Dal confronto di questi dati ve desi che la maggior parte delle Vacelie non ist unita in mandre , ina bens il numero rnnggiore si di quelle che stanno di- vise ne' tugurj do' poveri Contadini ; e se dieci per esempio vivono re 11 e mandre destinate a fabbricare i Caci, venti sono disperse nelle stalle de' paesi coltivati a Grano destinate a somministrare il Bur- ro-, e a bonificare col latte l'alimento dogli Agricoltori . Ci singolarmente ve- dosi in tutta la parte alta del Ducato , nel Comasco , e nel Cremonese dove la raccolta totale deiormaggi appena ascen- de a l'orine 3659- annue, a formar le quali vi si contano destinate Vacche non pi di 1723. E. da osservarsi che in questi ultimi anni sono cresciute le ricerche degli esteri per i nostri Caci conosciuti netl Europa col nome di Parmigiani . e le Forme si vanno puro facendo di mole maggiore cosicch laddove per l' addietro ciascuna era del peso di circa rubbi 4 al giorno d'oggi sul Lodigiano partico- larmente si fanno del peso di rubbi 5 Commercio de grani P. 11. e 26 i/a e pi, e questa la cagione per cui vedesi che laddove nella notifica- zione del 1753. ogni Vacca corrisponde a cinque annua forme di Cacio, nell' ul- tima notificazione corrisponde a sole 4 forme circa . Per adequato calcoleremo ogni forma di Formaggio del peso di rubbi 5 ; e computando quello che si raccoglie nel Cremonese unitamente alla notifieszione del 1968. sar l'annua rac- colta de1 Caci forme isSyy^., ossia rub- bi 644970. L'arte di livellare, e d'irrigare i fondi s' andata sempre pi raffinando ia questo secolo , ed una sensibile parte di quelle terre che al tempo delle stime del Censimento sono state registrate per aratorie nei quarantasei anni che sono trascorsi hanno mutata natura , e servo- no alla coltura de Formaggi. Un terreno qualora possa irrigarsi , e coltivarsi a mandre frutta assai pi che non fareb- be coltivandosi a Grano ; s perch i Caci nostri sono un frutto che non sof- fre concorrenza con altra Nazione , s anche perch i Caci godendo duna li- bera esportazione in ogni tempo , pro- ducono al coltivatore un'entrata pi si- cura , meno soggetta alle vicende p- 2f litiche. Quei,.' accrescimento de'Prati con. Il diminuzione dell' aratorio dunque utile a' particolari possessori, e perci viene promosso . Ma diminuendosi la coltura de' Gra- ni , con essa deve dimirKiirsi la popcla- 1 zione delle Campagne, avendo i Prati bisogno di molto minor numero de' Co- j Ioni . Sopra un estensione di terra di j trenta Pertiche vivono pi di tre persone ss si coltiva a Grano , e appena una ! sola ne alimentata coltivandosi a pra I to . La coltura a prato tende adunque a scemare la popolazione , cio la forza fisica e reale dello Stato, essendo il nu- mero degli abitanti la vera e sola misura | della potenza d'uno Stato . In questo proposito non deve dimen- ticarsi una riflessione ; ed che il pos- sessore de' Fondi non cerca altro ogget- to se non d' accrescere il prodotto della pcrzion Dominicale ; mentre l' illuminato Legislatore deve ricercare l'accrescimento del prodotto totale e fisico di tutte le terre dello Stato . Il Proprietario non tanto ricerca, e studia i mezzi d1 accise- scere la fertilit fisica del suo fondo , quanto la diminuzione delle spese della coltura. Un esempio render' pi chiara a 2 28 , quest'idea. Suppongasi eli? il manteni- mento d'ogni Contadino coati dieci Scu- di all' anno ; suppongasi che un posses- sore possa coltivare il suo podere o a Grani coli' opara di dodici Contadini, ovvero a prato coli' opera di soli tre Con- tadini ; egli evidente che se coltivan- dolo a prato il possessore ne ricava cento cinquanta Scudi annui , e colti- vandolo a Grano solamente cento Scudi, evidente , dico , che il possessore pro- ferir la coltura a prato consultando da- saggio padre di famiglia i principi della domestica economia. Ma chiaro pure che la fertilit del fondo risguardandosi colle viste dell' ecouomia pubblica di- minuita; poich coltivandosi a Grani quel iondo ha prodotto il valore di cento .Scu- di al proprietario, ed ^1 tri cento per il mantenimento di dieci Contadini il che fa la somma di Scudi dugento , e colti- vandosi a prato ha prodotto al proprie- tario Scudi cento cinquanta, e trenta altri Scudi p3r il mantenimento di tre soli Contadini, cio nella totalit. Scudi cento ottanta il che importa la perdita della vera fertilit fisica del dieci per cento . Dallo spoglio de' libri della Mercati- 2" i.ia dell'anno 172. appare 1' uscita de' nostri Formaggi in rubbi '2i/Lof\Z , i quali a lire (>. i4- producono Y utile di lir. i434o8t. 8 Dallo stesso foglio appajono usciti di Butirro ruLbi iSoog , i quali a lire 9. 2 1. importano lire i36644 8 9. Da ci appare come la coltura de' prati nella sua totalit abbk prodotto allo Sta- to T utile di lire 1-570725. 16. 9 , ossia Gigliati (a) 104715. Nell'anno medesimo dallo speglio de' libri della Dogana , e dalla Scainatura per la Provincia di Cre- mona appajono entrate nello Stato Vac- che 8o84- , le quali a lire i5o. l' una importano a uscita dello Stato lire 1 2 1 2600. per il che 1' utile reale dello Stato per la coltura de' prati si residuerebbe a sole lire 358 ts5. 16. 9 : l'uscita dei Vitelli in, quell'anno stata in numero di 326. t quali a lir. 3o. danno la tenue impor- c 3 fa) L 'ira Milanese variabile assai : se- condo h legge lir 14 r/ fanno un cigliato ; ma nella contrattazione s; consi -iera la lira ora la decima quinta prie d'un Gigliato, ora la decima sesta pane In questo calcolo la consi- dero la de :i(r.a quinta parte del Gigliato; e cosi fai in seguir . 3o lanza di l'ir, 9780. S: aggiunga ii fieno di cui constano usciti in detto anno Carri 202 ^A i quali a lira 60. impor- tano lire 12174, cosicch per ricapito- lare T utile risico che ricava lo Sialo dalla coltura de prati che semhra tanto vantaggiosa al primo aspetto prendendo per norma Tanno 1762. rester come segue : Formaggi . . li Butirro .... Vitelli .... Fieno . . . . Somma di utile allo Stato lir. 1592679 16. 9. Si detraggano Vacche comprate !!' irrigazione non saprei dove sieno ; di queste felici operazioni non ne ab- biamo alcuna notizia ; dove sar dunque il brnefcio che fa allo Stalo la irriga- ticene ? Si dice che 1' irrigazione non crea una nuova acqua nello Stato, per- ci 1 on pu rendere l'aria pi umida col dilatarsi . Siffatte ragioni bisogna pu- re discendere a pesarle poich si spar- gono: le evaporazioni dell'acqua non so- no gi proporzionate all' assoluta quanti- t d: essa . ma bens alla superfcie che V acqua presenta. Un corpo d'acqua che ncatalato trascorre non cagiona 1' eva- p M-n?.ione che farebbe se si distendesse a lambire lentamente molte miglia di cnmoi , e a formarvi una vasta palude , fon fa bisogno di molti lumi d' Idraulica o i tablit i l il et.j.t pfut considtraile dans Terra i iciua >ote - .1 e w'-hae - 7' V dnglois ds M. R. e S M R et mmore de U /-.,-" [ da loncourt Professeur ds L . .: .- m .: Paris* A' Londres 1704 gag- * ^9 par pura forza della organizzazione y on- de non e sempre un nitrito delia poli- tica dove ci accada ; la seconda si che dove ci non accada , o dove ac~ ctcscasi meno di quelio che naturalmen- te dovrebbe , quando non vi siano ca- gioni fisiche apparenti , si debb impu- tare quel mene accresciuto a vizio deiia politica . E' facile il provare in qualunque paese che la popolazione cresce, ovvero che scema quando si scelgono arbitra- riamente i dati per fora- are il calcolo . In due maniere si possono scegliere i dati arbitrariamente , o scegliendo un anno pi che un altro de' passai per paragonarlo all'attuale popolazione, ov- vero prendendo un anno da un registro, e l'altro da un diverso registro . Mi spie gher; quasi impossibile che in alcune delle epo , Y tliro quello degli tsiasfici. 1! Registro ari Censo debb' essere certamente meno esatto ; perch i C -.. sparsi nello Stato non han- n ne n presse h : a tale : que- sta ricerca un tedio per essi, e nool- isioni lascian correre per ab- iure la fatica . Cosi ne accade che i l 'gistri dpi Censo sono mancanti e minori del vero Se paragoneremo adun- ane lo stato delle anime che ci viene al r. registro ecclesiastico stato delle anime degli anni pas- sali oli" i sne dal Cto totale ilclla popolazione del Milanese appare dunque dal Censo che nel 196* era di Cittadini numero j[epolazione che scaturisce dal Regi- stro Ecclesiastico in quest'anno 17^9 sia sensibilmente maggiore di questo cai nolo ; non perci sar provato che cresca la popolazione . Una cosa sar da osservarsi se dalle Tavole Ecclesia- stiche compariranno pi i nati, ovve- ro i morti ; se i morti sono in maggior numero , qualunque accrescimento ap- jraja dai confwfht de' registri censuarj cosrli ecclesiastici , dovremo sospettare che la popolazione realmente diminui- sca. Questo sospetto risulta giustificato dalle visite in questi ultimi anni , e si manifesta sensiblracnte in Pavia , e nella Provincia superiore Cremonese, e in Codogno, e in Castel Leone, e in altre: parti dello Stato . Da ci concludesi che non ben provto che la popolazione dello Stato si accresca ; e quando poi anche ci fosse non verrebbe per questo provato nulla centro lo scapito che cagiona alla popolazione medesima 1' accrescimento de' prati adacquatorj . Il consenso unanime e universale di tutti i pi accreditati Scrittori di pnb- - 44 Llica Economia, la consecutrice riforma che da Regno a Regno s' andata dila- tando in Europa hanno indi tlo molti a stab'lire la massima favorevole alla li berta de' grani ; ma nel secreto del loro onore , quando poi si tratta di porla in pratica , si svi'uppa il timore realmente non distrutto ne dalla ragione , ne dall' autorit, n dall'esempio. Dalla con- vinzione alla persuasione v' una distan- za che si manifesta assai frrqiien te mente nella mente umana . Quindi che sta- bilita la libert di questo commercio f come primo e provato principio , tante modificazioni poi si vorrebbero imporre, e tante cautele , che della pretesa liber- t non ne rimane die il nome ; e in vece di fare una benefica riforma al cattivo sistema , si propone di fare una semplice mutazione . In simili materie sono da temersi anche le persone della pi pura e zelante intenzione ; poich vi vuole una sorta di coraggio , e di spinta Dell' animo per balzare al vero degli inviluppatissimi moltiplicati pregiu- dizi , ne' quali siamo stati allevati , e cresciuti . Giovi adunque vedere quest' oggetto in ogni sua parte, ed esaminare V indole delle modificazioni che natu talmente si affacciano . Alcuni semono g' inconvenienti e l'assurdit che \ d'impedire 1' interna cirt elezione de grani , sicch non pos- sano trasportarsi liberamente da un di- stretto all' altro delio Stato . Se questa gravosa in un vasto Regno a pi forte ragione riesce tale in una provincia ri- stretta come la nostra . Quasi unanime il desiderio di vedsre sciolta e libera l'interna circolazione. Ma l'uscita agli esteri fa temere, e non s vede ben chia- ro da ognuno questo assioma clic , co- me dicono gli Scolastici , dalla potenza all' atto non vale la conseguenza ; onde libert di trasportare tutto il grano non significa lo stesse come il dire si tra- sporter tutto il grano . Quindi vorrebbesi- da moUi libera la circolazione interna, e vincolata 1' uscita . Ecco immediata- mente nata una difficolti , ed : la cir- colazione sar ella libera sino alla linea de confini ? Se ci , non si potr pi impedire l'uscita; poich . in un istante succeder il contrabbando , e bisogne- rebbe avere trenta e pi mille uomini in vigilia a' confini . Dunque bisogna nel circondario de' confini per una fascia di tre miglia proibire la circolazione . Ecco che la Provincia Cremonese la quale r.na striscia lunga d terreno ," non pro- fitter della circolazione libera ; poco ne potr godere il Pavese e il Comasco; parte sensibile dei Ducato e del L di- giano sar esclusa dal beneficio. La cir- conferenza d' uno Stato tanto propor- zionatamente s'accresce, quanto lo $ iii piccolo Diminuendosi uno Stato' e riducendosi alla sola met, i confini saranwo diminuiti in molto minore ra- gione. Adunque questa libert cos mo- dificata si riduce ad ur.a pi tane ser- vit . Va progetto naturalmente viene nell* animo di molti, che esaminano la ma- teria dell' Annona ; ed, quello di lare nella gran famiglia dello Stato ci ctie da un buon Fa .re li famiglia suol arsi nella domestica economa ; e come in questa provvidamente si conserva e cu- stodisce il grano per il pr. rio bisogno d'na anno, cos' ne' granaj pubblici, o il Sovrano, o i pubblici R 'ppreseatauti custodiscano la quantit che corrisponde ai bisogno del popolo , provveduto al quale resti poi libera la contrattazione , tb T esportazione de' gfani L esempio di alcuni Stati , e T opinione del sig. di Bielfeld vi concorrono . Cos pare a pri-, ino aspetto che resti saggiamente prov- veduto a'due oggetti, cio alia sicurezza dell' abbondanza pubblica , ed al favore dell'agricoltura. Questa idea merita as- sai riflessione. La costruzione de' pubblici Magaz- zeni in un pyesa che gi non gli abbia un articolo di qualche peso . Suppongo che questi Magazzeni vo- gliansi fabbricare nelle sole Citt dello Stat , e per il solo consumo de' Citta- dini . Da noi si tratta del vitto di un aoooco anime circa. Pongasi il grano a sole lire 19 il moggio , e pongasi la consuasazione di sole due moggia per ogni abitante vi vorr in contante effet- tivo tutto in un colpo la somma di sette milioni , e seicento mila lire : ossia pi di un mezzo milione di gigliati . La compra de' grani a conto del Sovrano, o del pubblico: o facciasi im- mediatamente dai Commessi destinati a tal elletto , ovvero da persene alle quali sia stato affittato questo carico sempre soggetta a rovinosi inconvenienti : poi- ch , o si lascia la libert nel prezzo, e mille frodi ne nascono in pregiudizio de! Principe , e dello Stato ; trovandosi i grani raccolti nei Magazzeni , di un 4* prezzo sicuramente maggiore del comu- ne; o si costringono i possessori a som- ministrarne una data porzione a un de- terminato prezzo ; e con ci s' impone un aggravio intollerabile a questo genere di Agricoltura, pi funesto fors' anche di quelle Leggi che dirigono tuttora F Annona . A ci s' aggiungano le frodi che fa- cilmente possono commettersi nella cu- stodia de1 pubblici Magazzeni ; la dimi- nuzione del gri.no per V imperizia , o trascuraggine de' Custodi facilissima a ritrovarsi in ogni pubblico istituto . A ci s' aggiunga la necessit di costringere i Forni pubblici a non pre- valersi d'altro grano che del raccolto nei Magazzeni , e chiaramente vedrassi una folla d'inconvenienti, che debbon nascere da si fatti regolamenti. Noi vediamo] disfatti che le Citta. nelle quali si voluto discendere a que- ste minute timide provvidenze sono sempre state le pi soggette ai pericoli della f me . Si osservi finalmente che quando i grani per il consumo d' una Citt si debbono raccogliere in Magazzeni pub* blici , tosto che se ne debbano far* dell fi* delle grandiose provvisioni, forzi che il prezzo de' grani scnsib luieme s'ac- cresca; e questa provvidenza, bench dettata dalle mite le pi benefiche del ben pubblico , realmente degenera in un odioso monopolio , utile ad alcuni pochi che vi partecipano, e rovinoso per l'in- tera societ . Quando i grani agli occhi del Le- gislatore diventano uu oggetto di com- mercio , molti particolari , Possessori di terre , o Mercanti di quel genere di- ventano naturalmente i M g zzinien dello Stato; poich molli di questi conservano sempre una porzioni di grani, e ci par- ticolarmente i pi denarosi , colla spe- ranza di lame miglior mercato occor- rendo che se ne accresca il bisogno ; e questa mercanzia per se voluminosa non pu mai celarsi per modo che non sap- piasi in ogni terra dove siano riposti i grani , e non si possa dalla pubblica auiorit in un caso estremo stendervi la mano per ritrovare il soccorso per la pubblica indigenza. In questi privati Magazzini viene custodito con assai pi. cura che non farebbesi uc' pubblici, per la ragione che l'uomo a nessun auro interesse bada pi da vicino comune-: Commercio de grani P. IL e .10 mente elio al proprio, la questi Magaz- zeni si contiene il grano comprato da ciascheduno col maggiore vantaggio , e conseguentemente si pu rivendere a prezzo minore . Questi Magazzeni final- mente essendo molto liberi, e ripartiti nello Stato sono in una vicendevole con- correnza , e conseguentemente ne e prova. Do- vunque v' libert v' concorrenza; do- vunque ve concorrenza non pu esservi monopolio . La libert dunque del com- mercio de' greni il rimedio pi sicuro e stabile di ogni ahro contro i monopo- listi , e 3 54 Ogni Legge die vincolasse i Mer- canti , o incettatori de' grani sarebbe direttamente opposta ai veri principj di- rettori dell'Annona che abbiam di sopra veduti . A tal proposito io osservo che po- chissimo sarebbe il Commercio di ogni merce o derrata, se i contratti dovesse- ro fars- sempre fra il primo possessore di essa, e l'uomo che la consuma . 11 possessore per lo pi sollecito di ave- re lo smercio totale del suo genere , il consumatore aspetta la necessit ordina- riamente di provvedersene, e ne ricerca piccole partite proporzionate all' attuale suo bisogno ; perci sonovi nella societ i Mercanti i quali servono di un punto di meizo fra il primo possessore , ed il consumatore . il Mercante propriamente non che nu mediatore dei contratti, ed un veicolo del commercio ; egli an- ticipa il denaro al possessore , e da lui compera tutto il di Ini prodotto ; egli ofire in ogni tempo al consumatore il comodo di acquisitive quella porzione che gli abbisogna , e della qualit che pi gli piace Un utile considerevole portano di pi allo Stato i Mercanti, ed : che essi le provvisioni loro cercano 55 di fonie ne' tempi, ne' quali i prezzisene ribassati; per il che s'impedisce cli8 non cadano nell'avvilimento totale i prez- zi de' generi . Per favorire ed accrescere il Com- mercio d' esportazione convien favorire l'esportazione medesima: non v' Com- mercio che possa fiorire se non vi sono mediatori fra il primo possessore della merce , e 1' ultimo che la consuma , e questi sono i Mercanti . La fecondit della terra cresce colla fatica del colti- vatore , e la di lui fatica cresce colla fiducia di trovare buon prezzo della der- rata , e la derrata finalmente acquista valore* colla facilit dell'estrazione. Da questi semplici e universali prin- cipe deriva che non solamente il porre ostacoli al trasporto de' grani ; ma il li- mitare il numero e la libert de' Mer- canti , e il proibire la libert d"gli am- massi , tende immediatamente a dimi- nuire il prodotto delle terre ; e creare i monopolisti; e ad accostarci precisamen- te a quello stato di caresta che sem- brasi appunto voler evitare con siffatte Leggi . Quando a molti libero il far com- mercio de' grani , e che chiunque pu 56 a stia voglia farne ammasso non mai si avvilisce il prezzo di essi grani , malgra- do 1' abbondante raccolta ; perch allora appunto a gara concorrono i Mercanti medesimi a riempierne i proprj Magaz- zeni . In essi Magazzeni frattanto si cu- stodisce il gn;no con maggior cura che non fessi dal pi dei Possessori di ter- ra , s percL il frutto di essi il capi- tale del Mercante, s anche per la mag- giore esperienza , e attenzione del Mer- cante medesimo , d1 onde minor perdita di grano per lo Stato : che se poi la penuria succede ; allora s' aprono i Ma- gazzeni , e a gara i Mercanti cercano di rivenderlo alla INtzione a preferenza de' forestieri , avendo sempre i IVezionali in loro vantaggio la gabella che i forestieri pagano all' uscita , e la maggiore spesa di essi pel trasporto. Da questi principi ne scaturisce che cgni Legge che voglia imporsi su Mercanti , o Ammassato di grano sar contraria al Commercio di essi , conseguentemente al saggio regor lamento dell'Annona. Vi sono taluni i quali sentendo la difficoli e gl'inconvenienti de' Magaz- zeni pubblici vogliono la libert della esportazione bens , ma temono semf re- *7 la carestia, onde vorrebbero conservare il vincolo clic obbligasse alla introdu- zione de' grati; nella Citt. . Si detto essere antichissima pratica fra di noi di comandare per Legge V annua iulro- duziono per le Citi^ dello Stato (f una determinata porzione de' grani raccolti^). T>on v' memoria che siasi mai dat^i multa, o pena alcuna per mancanza di (al In Pavia , ed in Como si ordina ti' in- trodurvi tutta la {-arte dominicale d\ frumeiito; i Illa io , e in Lodi la met ii essa parte dominicale ; e in Cremona la terza parte . La parte dominicale la meta del totale raccolto ; con questa Legge adunque pare cio P vi i , ed in Cero.o i cittadini siano di numero eguale agli abitatori del Contado ; ehs in Metano i cittadini seno la quarta parte degli abita'on della Campagna del Ducato ; e cne la popolazione di Cremona , sia la sesta parte del Cremonese : Di pi si suppone che non siavi nel raccolto 1' eccedente oltre il bisogno nazio- nale. Eppure in Favia sono anime ijoo e nel Principato ili Pavia anime 47619 In Como so- no aiiii'i I25i4 , e nel Comasco anime 4)656, tanto sono lontane dall' essere conguagliate . Cos Cremona fa 585 anime, le quali non so; 0 la sesta parte di anime 96440 , che tro- vatisi nel Cremonese . 58 qmste introduzioni. Non ve memoria che siasi pure intentato un processo contro alcun possessore per mancanza d' introduzione nelle Cina . Di p u in molti anni nemmeno sono stati posti dal Magistrato Camerale alle Porte cella Citt i Registratori i quali in gilassere sulle intrctii zioni . Da questi latti evi- dentemente ne concludo che Je Cside periodicamente pubblicate a tal oggetto siano piuttosto una solennii ^ he s; ri- nova ogni anno , a-nxi cht Leggi che influiscano sulla pubblica abbondanza ; giacch btegje non pu chiamarsi qu#lla a cui si j impunemente c Osservisi , come volendo obbligare l'introduzione nelle Citt ne viene in conseguenza che debb obbligare il pos?es;ore y t!a notificazione del grano raccolto; poi deb beai sospendere la li- ber de' Commercio estero sin tanto cher commer- ciarli in questa incertezza ? Nessuno cer- tamente , trattine que' pochi che attual- mente lo fanno , perche protetti e pri- vilegiati personalmente , o perch pi scaltri e pratici nell' addormentare i cu- stodi . Ecco adunque che questa sola formalit che voglia ritenersi boster per impedire la concorren/.a : lascier sussi- stere il monopolio : sparger universal- mente la diffidenza , ed esporr lo stato al pericolo di mancare di sussistenza lasciando nelle mani di pochi questo commercio , e sciogliendo nel tempo medesimo que' pochi da ogni vincolo con usa mal intesa libert , che si ri- duce ad un privilegio . Il secondo male si , che se vo- gliamo essere conseguenti , non si pu permettere la libert del commercio f meno poi dell' uscita nello spazio di tempo che trascorre dal raccolto al te*"- 65 mine del conteggio delle notificazioni : altrimenti se in questo frattempo vi libert , prima che siano compilate le tabelle rappresentanti 1' annuo raccolto , pu essere spogliato il paese e giungere inutilmente la notizia di questi fatti . La ragione si , perch quando i mercanti de' grani , e gli incettatori prevederanno che la somma del notificato sar per riuscire tenue si affretteranno , se loro si d la libert , di far uscire frattanto e riporre in luogo sicuro la mercanzia sul timore d'una imminente sospensione . Dunque bisogna , se si vuole ritenere in vigore la notificazione, bisogna, dico, sospendere la liberti, sin tanto che la notificazione sia compiuta . Per com- pierla bisogna raccogliere in mi so! punto di vista la notificazione di mille e quattrocento comunit ; bisogna dal- le estremit dello Stato , dai confini de' Grigioni , e del Bozzolese che sia- no state trasmesse le notificazioni; bi- sogna che i Cancellieri del Censo le abbiano eonseguentemente prese sul luogo ; abbiano costrutta la tabella del- le loro comunit; l'abbiano trasmessa a Milano, e da queste sia formato il prospetto in un solo colpo a occhio . f 3 &6 Ognuno facilmente intender che vi vo- gliono pi mesi per eiettuare questo conteggio . Ej4(> Grano Turco .... S9S0OQ Moggia i6~~ 3 5 2 ET l- ?; w 5 45 w o r O e a a- G o ^ a e & r B -- r ^ * c o ".. -w a 5 o> ** !"* ti * x- = B3 fe & S ?5, Non abbiamo veruna descrizione del lo Stato posteriore a questa , bench fatta sino dal 1721. Calcolando su que- sto dato che pure l'unico, appare che i terreni incolti erano allora a fronte de' coltivati pi di sette per cento ; e notisi che le suddette pertiche 8*ti^5 sono di terreno incolto, non gi di cep- pi e sassi audi ; poich di questi se ne contano in quella misura, parte nel Du- cato , e parte nel Gomasco pertiche 465077 tavole ifi ; cos ia tutto sopra il totale perticato del Milanese , che di pertiche ii385iai , si trovarono d' in- fruttifere pertiche 1286452 ; il che ben lontano dal formare l'uno e duo terzi per cento forma quasi il 12 per cento di suolo sterile nello Stato . Siccome , gi lo dissi , non vi misura o stima dello Stato posteriormente fatta ; cosi nemmeno possibile il citare un docu- mento su cui si appoggi quella pretesa riduzione dell'uno e due terzi per cen- to . Si dir che dal tempo della stima del censo a questa parte moki terreni allora incolti si sone resi coltivi . Que- sto vero, ma due cose bisogna osser- vare ; la prima si che non essendo Rot* , u potendo essere ad alcuno 1 g a 7 quantit die d' allora a questa parte si re>'i coltiva^ nessune pon ora tas- sare quanto p^r cento s; b.a accresciuta la coltura; 1' altra si che forse si sono moltiplicati i prati in maggior propor- zione a scapito dell" aratorio a giano, di quello che non si siano posti a coltura terreni nuovi. Dico torse; perch quan- do si tratta di semplici opinioni non lecito mai parlare con altro linguaggio. In questa materia par altro pu servire di norma il risultato della visita latta in questi ultimi tempi , cio nel 1767 , dalla quale risulta che in otto sole Co- munit s sono ritrovate esistenti di ter- reno incolto come segue : J^ ri o SI* o 5 2 B - o n a co * ^ o 5' , *t 9 O 0 c ? c cr? e o 3 2- *"" o M ^ n "*- c a PS* a. 2 P IL **> s g- " " 2 e 3 n m.-> stiate visitate Si vedr pure che di tutte il Pavese, di tutto il Cre- monese, e Casal Maggiore, e di tutto il Lodigianp , bench sieno compresi nella visita , pure non vi marcata una sola pertica di terreno incolto ; perch altri oggetti non ne hanno lasciato il tempo . Cos pure an>.he nel Ducato nelle Pievi di Bollate, di Mezzate ,' d Somma , e nel Comasco le Pievi Me- naggio .Nesso , Gravedona, Isola, Don- go , BeDano ec. sebbene visitate per i filatoj , manlfetture ec non rimase tem- po pr raccogliere le notizie sui terreni incoiti , onde nella relazione medesima si legge che a perjfezjonare queir opera* 79 V abbisognano altn anni ed al ire visite^ ed ecco come si sia errato in massima considerando come totale quantit quel- la che unicamente era parziale . Manca tra le altre ia questo calcolo la ster- minata brughiera di Somma, la quale s' estende a pi miglia di paese tutto -incolto . L' antico pregiudizio si era che que' terreni non fossero coltivabili ; ma i pro- gressi della ragione hanno persuaso al- cuni a tentare ; e i tentativi riescono tanto felicemente che ornai nessuno vi n che dubiti non potersi utilmente col- tivare . Il Sig- Giuseppe Pezzoli ha messe a coltura molte terre ^Cassano, le qu alb- erano incette , e ne ricava un frutto conveniente. 11 Sig Giambattista Tosi che abita in Busto Arsizio ha messo a coltura circa 4 pertiche della Brughie- ra di Somma , ed prodigioso il frutto che ne ricava; vi sono gelsi, viti; vi frumento, e tutto riesce assai bene ; il grano turco singolarmente vi si coltiva con felice successo , poich a quanto lo stesso proprietario mi assicur , laddove nelle terre contigue gi. coltivate questo grano produce &l pi otto staja circa per ogni pertica, su la Brughiera in lo 'vece ne fi-urta sino a floclici staja per pertica . Osservisi che tutte le lrughie- re restano lontane dalle abitazioni ; ed verisimile che anticamente quelle pia- nure fossero coltivate al paro delle al- tre ; ma ne' disastri de' secoli passati ^ scematasi la popolazione , gli abitanti si accontentarono di coltivare i terreni pi vicini alle case, e mancarono le braccia per estendersi , onde rimasero incolta quelle che ora sono Brughiere. Dopo avere esaminata questa ma- teria da diversi aspetti io oser avanzare (ma proposizione , ed che circa la de- cima parte dello Stato di Milano giace infruttifera , parte per l'infecondit na- turale de' monti sassosi, parte per gli errori nostri e per i pregiudizi che ci hanno oppressi. La porzione poi che potr col tempo , e con savj regolamenti essere rianimata , e fecondarsi , io la valuto a un di presso la decima quinta parte dello Stato ; tanto siamo lontani dal poterci lusingare di avere ridotta la coltura de' terreni a quel punto d per- fezione a cui taluni la decantano. Non ci addormentiamo alla voce di questa adulazione la quale ron pu produrre fisssun buono cretto . Non attribuiamo 51 all' industria nostra quello clie dipencl dalla intrinseca feracit del nostro suolo non ci attribuiamo una superiorit c?u non ci si debbe . Chiunque avr trascor so nel Piemonte e nella Terra ferina de Veneziani avr vedute delle terre' tante ben coltivate; quanto le nostre; chiauV que poi avr veduta la Toscana, e pa' ra^on^io con o.csa il Milanese , mi acl corder che la natura pi che Tind'istri4 fanno la nostra ricchezza , e che se l'agri' coltura fosse spinta da noi a quei gradc" a cui si trova nella Toscana, assai pii* sarebbe l'annua riproduzione, ed assa' p' perfezionati i frutti del terreno . i contadini di Toscana avessero da col- tivare un terreno quale si il nostro 7 ne caverebbero forse un terzo di pi di frutto , e questo frutto sarebbe assai pivi perfezionato di quello che sieno i nostri I vini per esempio del Monferrato e della Toscana sono di molto superior ai Milanesi ; forse questo dipende no? solo dalla diversit del clima , ma prin eipalmente dalla cura di coltivar la vite della scelta della vite dal tempo di rae cogliere, dal modo di far fermentare dal modo di premere, custodire, tra- sportare il vino , e da simili attenzioni . 82 ^L* seta nostra e inferiore di molto alla Bolognese, alia Bergamasca, ed alla Pie* jinontese singolarmente; la cura de' Gel- fisi , de' vermi da seta , la maniera di fa- Tre , filare, torcere la seta forse da noi tsono assai imperfette. Von pretendo n sdi scrivere un trattato di agricoltura , n adi defraudare dal merito loro i miei Con- v^ittadini i quali massimamente nelle parti pj^cno feconde dello Stato mostrano as- ciai industria ; ma nemmeno posso io acciecare me stesso e addormentare con t,nna lusinga mal fondata gii altri ; ne tipotr dire giammai che l'agricoltura sia cda noi g unta alla perfezine , sin tanto ;che vi saranno Brughiere nello Stato, te sin tanto che non avremo ridotte le esete , i lini, vini nostri alla perfezione hai cui sono suscettibili . q La fantasia di taluno e giunto al sd- egno di fare encomj alle Brughiere , tro- v.-vandole opportunissime e chiamandole la pDofc delle Terre colti j ate , perch questa dfcWe somministra qualche tenue quantit cidi concime , colla quale buonifiear le ftterre ; il beneficio che fanno le Brughif- c re simile a quello della guerra; poich a anche co' cadaveri umani si rende pi l ferace un fondo. Io desidero, e enec# 83 10 desidera o bene sia utilissima per altri paesi post in diverse circostanze. Primieramente falso che il Milanese sia circondato d| vicini penuriosi 'di grano: un' occhiai che diasi alla Carta del paese disiug^u nera chiunque. Noi confiniamo coli O.5 trep, col Vigevenasco, e co! Ncvarcs dalla parte del Re di Sardegna, e guest- Xre Provincie sono non solamente rdt vedute di gran per il bisogno loro , m anzi ne sono fertilissime, e ne esportane , u V verso Genova , e verso gli Svizzeri . I Voi confiniamo col Bresciano , e col *Cremasco paesi abbondantissimi di gra- rio, e che ne l'anno esportazione. Il Pia- centino, die pure confina con noi, pro- duce grani per il suo bisogno; e di se- cale singolarmente ne- abbonda . Questo ^en calcolato torma due terze parti de' v*ostri confini , onde cosa di Litio che F, vicini nostri per la maggior parte non fanno bisogno de' grani nostri. Gii Sviz- :ri e i Grigioni , e il Bergamasco sono 1 soli confinanti nostri penuriosi di gra- "o . Non dunque vero il dire Siam dir* * iridati da vicini penuriosi di grano . Ma 1 -lottiamo qnesto tatto , e suppongasi ' e realmente la terra alla linea de'no- 1 vi confini diventi sterile , e che la fe- ,c dita della Lombardia sia ristretta al I lo Milanese. Domando ancora: quando e*io Stato circondato da vicini pcnu- vosi di grano qv.ale sar il regolamento Fa abbracciarsi? Quello sicuramente the "eviene pi provvidamente la carestia. c_ quale questo regolamento ? La li- ";rt. la natura, lo svincolato dibatti- c ento degl'interessi privati di ognuno, *.iico mezzo per ottenere che n grano sii divise in mola concorremi e non si R5 s coacervi in pochi monopolisti . Quale sar il regolamento da evitarsi pi di ogni altro in un paese circondato da vicini penuriosi ? Quello ohe fa uscire dallo Stato p grano ; chef lo espone a mancare del necessario ; che spinge ar- tificialmente l'uscita al di l del limile, al quale sarebbe andata abbandonata alla concorrenza ; che mantenendo una stabile diversit di prezzo fra l' interno e V esterno alletta con utile sempre vi- gente l'esportazione; quello che rende alcuni pochi arbiiri della comune sussi- stenza, i vincoli in una sol* parola sono da evitarsi appunto ne' paesi pi esposti al pericolo , e circondati da vicini pe- mm'osi . Di che pare che si detto ab- bastanza per dilucidare la materia sino dal principio. Dunque non , n pu essere mai una eccezione della regola il dire : il nostro paese contornato da vicini penuriosi di grano . Ma in un paese piccolo sar egi: da temersi quel sistema che limita l'uscita al solo superfluo ed assicura all' ii-.terno il necessario ? Tale I-effetto della con- correnza , e della Libert come abbiana veduto . Qual obbiezione sar dunque il dire il nostro paese piccolo: Anzi Commercio de grani P. 11. h 86 pare a me che appunto in uno Stato piccolo essendo pi grande a propor- zione la linea de' confini, e pi corto il viaggio del trasporto sia pi che al- trove pericoloso ogni vincolo; poich se provato, come Io credo, che le leggi vincolanti ristringon di loro natura la merce in poche mani , che i monopoli, sii abbiano empre mezzi pronti e saga* cissimi per deludere , o sedurre i cu- stodi ; sar pure provato che il loro giuoco funesto saiA sempre pi esegui- bile in uno Stato piccolo che in u grande ; essendoch il pericolo della scoperta sempre tanto maggiore quan- to pi lunga la tratta del viaggio di una merce di contrabbando . Dunque la piccolezza dello Stato un moivo di pi per mostrare necessaria la libera concorrenza . Aggiungasi che in uno Sta- to piccolo la minore differenza del prez- zo co'fiuitimi basta per cagionare l'utile del trasporto ; poich minore si la spe- sa intrinseca di esso trasporto. Per esem- pio , i grani dal centro della Francia non si trasporteranno mai nella Savoja sebbene i prezzi fossero pi alti nella Savoja d'un Gigliato al moggio di quello ch non lo sono ael centro delta t'raa\ . 87 eia . In vece dal centro del Milanese baster che siavi la differenza d'un mez- zo Scudo al moggio co' finitimi , che i ' grani vi si trasporteranno. Bisogna adun- que pi uno Stato piccolo , pi inter- porre i mezzi pcrcli i prezzi de' gran stiano equilibrati ira noi e i vicini pi ohe si pu colla minore uscita possibile dallo stato ; si provato che a questo fine non si giunge se non colla libert. Dunque appunto la piccolezza d' una Provincia 1 una ragione di pi che deve far temere ogni vincolo , e rende ne- cessaria la libert , e se i vincoli non hanno per lo passato cagionata la care- stia frequentemente da noi dehbesi at- tribuire , lo ripeto , al torpore e all'ina- zione, colla qusle si trascurano le leggi; per poco che si volessero porre in vigore e attivila rigidamente, i funesti effetti non mancherebbero di provare la verit di questo ragionamento . Ma per dilucidare ancora di pi questa obbiezione sulla picciolezza del nostro Stato, facciasi una supposizione. Figuriamoci l'Italia formare un solo Sta- to soggetto al medesimo Sovrano. Que- sto Stato potrebb' egli avere 1' interna circolazione de' Grani libera senza in- h ^ 83 convenienti ? Ciascuno dir di s, e die anzi questa libera circolazione sarabbe provvidissima. Il Milanese una piccola provincia di questo Regno ; dunque po- tranno (in questa supposizione) uscire i grimi dal Milanese e trasportarsi in al- tre pani d'Italia. Usciti che siano dal Milanese saranno essi necessarj all' ali- mento della Provincia dove sono siati trasportati? Dico in questo cas che n il Sovrano vorr obbligare la provincia che gli ha ricevuti a perir di fame per restituirceli, u ritorneranno mai Non, saranno essi necessarj alla provincia che gli ha ricevuti ? Dico che naturalmente ritorneranno nel Milanese tanto se siavi in Itala un solo Sevrano, quanto se sia divisa in varj Stati; peroh l'incentivo del prezzo tale , e la sperienza lo di- mostra che la proibizione de' finitimi nn impedir mai che quando essi ab- biano Grani si trasportino di contrab- bando da noi , tosto che vi sia lo sti- molo del maggior prezzo . La industriosa necessit delude sempre la legge mal- grado ogni vigilanza , e la vigilanza e il re possono bens trovare delle vitti- me , ma non mai 1' osservanza di leggi , contro -le quali urta incessantemente l'in- *9 tres3e conspirante dei pi . Gii elfet del commercio , di sua natura libero e indipendente, sono presso poco gli stessi fra due provincie sicno esse sotto lo stesso governo o non lo Steno ; poich le leggi vincolanti altro effetto non pos- sono produrre che condensare in mano di pochi la merce , ma non mai impe- dirne fisicamente il trasporto come si Veduto . Ogni difficolt adunque ohe si appoggia sulla picciolezza dello Stato o non \ix senso , ovvero se lo ha porta in. conseguenza di trovar dannosa la libert deli' interna circolazione accordata ne' vasti regni ; essendoch un vasto regno altro non che un aggregato di tante picciole provincie da ciascuna delle quali pu uscire il grano tosto che sia libera la circolazione ; n vi si potr restituire se non tostoch vi sia 1' utile del prezzo eccedente la spesa del trasporto . Siamo una picciola provincia , con- finante con vicini penuriosi di Grano , e siamo lontani dal mare ; dunque non ci conviene la libert del commercio de* grani; questa la pretesa ragione, colla quale si crede di annullare l'evidenza della dimostrazione per la libert . Per foco che ognuno vi rifletta trover che h 3 90 . non vi connessione alcuna ira l'ante- cedente e la conseguenza. Se prosato (come pure lo , con quella precisione colla quale lo pu essere una verit po- litica ) se provato a priori che dovun- que in ogni clima , in ogni Siato , la li- bert il migliore sistema per mante- nere l'abbondanza ; se l'esempio di tanti Stati d' Europa conferma praticamente queste verii ; se la vece de' Scrittori maestri di Economia pubblica si unisce concordemente a proscrivere i ceppi , e le catene ; se questa teoria pesta in s chiara luce, couie certamente lo su di questa materia , che vorr dunque dirsi col ricordare che.* siamo un piscio- Io Stato ( ed vero ) , che siamo cir- condati da ogni parte da vicini penuriosi di Grano (e non vero) , che siamo lontani dal mare? E' vero che abbiamo novanta miglia di strada per vedere il mare di Genova ; ma pur vero altres' che noi a mezzod confiniamo col pi gran fiume d'Italia col P, nel quale cadono 1' Adda e il Tesino die costeg- giano il Milanese da Levante e da Po- nente , e che per queste acque il Mila- nese ha comunicazione col mare . Pare che molta stDiig'i-uiza corra fra la p- 9T sizione del Milanese e quella del 1 nato ; la estensione presso poeo la stessa , il Delfinato discosto d;l mare quanto lo siamo noi , ed ha il Rodano che lo rende comunicante col Mediter- raneo . come noi il P coli' Adriatico Il Delfinato confina colle sterili monta- gne drlla Savoja , coaie.noi con quelle de' Grigioni e Svizzeri. Sia grande o piccolo lo Stato , sia lontano o sia vicino al mare bisogna fare in tsodo che non esca dal nostro paese fuori che il superfluo dei grr.ni, e che vi rimanga sempre il necessario . Dunque bisogna interporre quei mezzi , i quali impediscano 1' uscita del Grano al di l del superfluo . Quai seno que- sti mezzi ? La libert , ovvero i vincoli ? L'unanime consenso degli autori classici dice che e la libert . L' esempio dele pi illuminate nazioni lo conferma . L* ragione ci fa vedere che dai vincoli na- sce la s- nubile e costante differenza fra il prezzo interno ed esterno, dalla q;ule incentivo perenne al trasporto. Dai vin- coli T esperienza e la ragione ci fan ve- - dere che nascono' i monopolisti , e di- strutti i vincoli svaniscono . La ragione dunque e insegna che coi vincoli segue s1 pi uscita di grano che colla libert. A queste ragioni mal si risponde colla ge- nerale proposizione , che la massima buona , ma non conviene al nostro paese . Conviene al nostro paese quel siste- ma che allontani maggiormente il peri- colo della carestia; il sistema che allon- tana maggiormente il pericolo della ca- restia la libert della contraffazione od estrazione ; dunque il sistema che con- viene al nostro paese il sistema della libert della centrai fazione , ed estrazione . Dove libert della contrattazione ed estrazione ivi non manca mai il neces- sario . Regola generale . Dove perfetta libert della contrattazione ed estrazione non vi mai pericolo di carestia , e i pericoli vergono dove vi sono vincoli , e pi sono rigidi e in vigore , maggiore la frequenza dei pericoli. Il necessario non esce mai da uno Stato qualunque ove vi sia liber' della contrattazione ed estrazione ; prova ne siano tntti i paesi liberi . Dunque il sistema che allontana maggiormente il pericolo della carestia la libert della contrattazione , ed estra-. zione . A questi ragionamenti o bisogna cre- dere , ovvero bisogna internarvis'i, e tro- 9J varne l:i fallacia e porla in. utl giorno chiaro ; n meato concorrerebbe tanto zucchero do- ve il prezzo pi aito . quanto abbiso- gna per il conguaglio. Dove il commer- io svincolato ivi sono tanti tubi co- municanti, ne' quali i fluidi si livellano da se. Quello che ho detto dello zuc- chero lo dico de' Graui con tanto mag- gior fondamento , quanto 1 Grani sono una merce pi comune. Dunque data la libert , si conguaglieranno i prezzi ; dunque chi supponesse che posta la li- bert dell' interna ed esterna contratta- zione vi sar la disparit dei prezzi fra l'interno, e l'esterno che ora vie, pec- cherebbe in Logica , supponendo che sussista un effetto senza cagione , e tra- sportando la idea de disordiui presenti a quel sistema che radicalmente li toglie. Per convinursi della insussistenza delle obbiezioni che si f; nno basti ri- flettere a questo ragionamento L Grani non escono, ne si trasportano fuori del- lo Stato se non a misura che il prezzo esterno maggiore dell'interno; e tanto pi si trasportano , quanto maggiore questa differenza , e quanto pi costan- temente durevole . Dove il commercio sia vincolato ivi la differenza del prezzo dell' jnterno all' esterno pi sensibile e pi costante . Dunque dovunque sia vincolato il commercio deve trasportarsi al di fuori pi Grano di quello che vi 95 i trasporterebbe se vi fosss i universale libert . Non sperabile il custodir mai i confini per modo che un monopolista non corrompa i custodi , e non trasporti quanto, e come vuole. L'esperienza ce ne conviene , e la ragione egualmente ce lo persuade . Poich il monopolista che trasportando , per esempio , due mille ajoggia di grano vi guadagner due mille scudi , pu spendere trecento quattrocento e pi scudi per corrom- pere i custodi ; in vece che il posses- sore per cento e dugento moggia noa potrebbe tare spese paragonabili. Radunato il commercio nelle mani de' pochi , come succede dovunque vi sono vincoli, i compratori esteri debbon ricevere la legge; del prezzo dai nostri monopolisti; cos i venditori interni sono costretti a ricever da essi la legge in gran parte ; ed ecco come sussiste co- stantemente la diversit del prezzo fra i mercati interni e i mercati esteri ; ed ecco come si verifica quel Grans (ri). Ivi an- no per anno, leggousi i prezzi del grano Inglese d; 43 anni che han preceduto atto di gratificazione , e il prezzo co- mune era due lire , dieci soldi , otto danari sterlmi . Nei 43 anni consecutivi all' atto di gratificazione il prezzo comu- ne fu due lire , cinque saldi , otto da- nari sterlini ; per il che fu diminuito il prezzo di cinque soldi sterlini, cio circa un Filippo al Quarter . Nei 24 anni po- steriori i quali terminano col 1754 il (a) BtrVsn I;> / '9 * e > a tetto cottuae fu una lira , quindici soldi, Otto danari sterlini ; appare dun- que come la libert, e la gratificazione inglese hanno fatto ribassare quei prezzi di circa a lire Milanesi, quasi quattro Scudi al Quarter. Tali sono gli effetti della libert . La ragione, d'un fenomeno politico tanto inaspettato , e lontano dalla co- mune maniera di prevedere deve attri- buirsi a due ragioni. L' una si l'inco- raggiamento e vigore dell' agricoltura, per cui si moltiplica il grano in mag- gio* ragione di quel che ne esca ; V al- tra si che moltiplicandosi i venditori , cio comparendo per venditori di graui i veri possessori , i quali nel $jsi presente cedeuo la lor parte ai pochi monopolisti ( tutto il restante essendo eguale ) si deve ribassare il prezzo ; poich esattamente esaminandolo il prez- zo d'ogni cosa, siccome si dimostrato, iu ragione diretta dei compratori , e inversa de' venditori . N colla libert si moltiplicherebbero i compratori esteri, i quali anche attualmente tutti lo rice- vono dagl'interni nostri monopolisti. La libert altro effetto non farebbe adun* o nulla di quanto si detto ; per altro la sola lettura di trattati ne mostrer a chiunque la insussistenza . E' libero al Sovrano , e interamente li- bero lo stabilire quel sistema interno che trova pi confacente alla prosperit dell'agricoltura, ed all' abbondanza dello Stato; n a questa tanto naturale e tanto dilicata libert si rinunziato mai con verun trattato . Taluno In pure suggerito ci tire l'uscita dallo Stato, e di acc7 in Milano , alla porta riceva il ricapito con cui potr fare uscire dallo Stato altre cento moggia . Questo sistema che presenta un fallace aspetto d'industriosa speculazione porta con se la supposi- zione che la libert assoluta sia soggetta a rischio , e alle conseguenze di tutti gli altri vincoli , e ristringe 1' attenzione alle sole citt , dimenticando la pi im- portante popolazione della campagna , ed apre la strada a tutte le corruzioni verso i molti che dovrebbero aver d- ritto di spedire i ricapiti d' intrcduzio* ne , ed altro non fa che favorire i pos- sessori delle tene pi vicine alle citt , e aggravare d'una maggiore condotta le terre pi lontane , e condensare il gra- no nelle sole citt e piantare un nuovo labirinto oU cautele che si moltipliche- rebbero col progresso degli anni a mi- sura che la frode industriosa tentasse nuove vie per deludere. Con tal pro- getto sarebbe adunque mutato il sistema bens , ma non migliorato , Mi si perdoni se dir la stessa cosa pi volte : scrivo affine di mettere la verit nella sua miglior luce, non per organizzare un buon libro . Questo mio scritto io ucsiino al ben pubblico, non to3 alla mia glori* Mi si perdoni adunane se ripelo parte o.i quello oha gi lio detto. Si tratta i p: t jjiur.z! radio mi e attive r sali ; si tratta di errori che taluni hanno interesse a difendere ed inviluppare; la stessa ragione tona u aspetto colpisce uu lettore, botto uu aspetto contornato altrimenti colpo ad un Uro lettore. Ilo riferite le difficolt, e tutte le modificazioni iil'uenti cagioni possono por- tar la carestia in uno Stato coltivatore . La prima si perch le sue ieri non producono grano bastante a' suoi biso- gni. La seconda si perch il- grano raccol'o esca da quella nazione oltre il saperfluo anche porzione del neeessano al di lei mantenimento . Facilmente s'inteade d ognuno co- me 1' agricoltura possa essere per cattive leggi scoraggiate e diminuita; ma noti si pu intendere come da una nazione possa uscire la parte di grani necessaria ti proprio consumo , se non quando il commercio de' grani sia ristretto aele mani d'alcuni pochi monopolisti Poi- ch essendo i prezzi di ogni cosa la misura del bisogno che se ne ha cre- scendo i bisogni interni d' uno Stat per un genere, cresce a proporzione Conitfitrc'to de grani P. IL no prezzo d; esso : e dolendo il forestiere re oltre il prezzo primitivo anche il tributo all' uscita .\ per fM!)'!' lie tempo rotabile essere diverso da un luogo all' feltro se non iSsolut-. che si po'Sf le . r, dal vero e reale bisrgao che ne ha la na- zione} mz bens conviene ripeterlo, dai te compratori parcigonato al ni* de. vendite i . Se an uomo solo possedesse stor- ruiuati aakgazz ni di grani, e ti* tip un. on dovesse prenderli da lui, egli nte t;he il prezzo di quei graj difenderebbe interamente dai volere di ; solo monopolista, e che gl'istes' 'i divisi in dieci possessori di- penderebbe il prezzo de' grani dal valo- re che volassero fissarvi essi dieci pos- sessori , e cos crescendo il numero in- definitamente . Faci! cosa il compren- dere come quell'accordo e congiura clt e Ira u pircol numero di posses- sori con dilueo't maggiore si va.ia tando a misura che il numero de' sessori cresce: poich uri solo de' pos- sessori che cerchi di guadagnare pi presto de^ii altri compagni rompe im- mediatamente la congiura non avendo egli verun ostacolo a diminuire il prezzo della derrata che vende , e cos invi- tando tutti i compratori a contrattare con esso , anzi che cogli altri ; e da ci no nasce la necessit , e la gara degli al- tri a lar miglior mercato per avere pia pronto e copiosa smercio de' loro gene-. ri ; nei che tossiste il gran principi k i *4 deU.i concorrenza sola , legittima . e L.'- neh" a livellatrice del prezzo delle cose in ogni nazione . Da ci ne deriva die i grani clan- destinamente o privileg atau.ente tras- messi dn pochi nazionali a pochi fore- stieri finitimi, non tarmando quella con- correnza tra compratori, e venditori che nasce da molte piccole partito libera- mente dedotte in commercio, e mer- canteggiate apertamente , ne nasce dico che uscendo dallo Stato quanto Grano basterebbe a livellare il prezzo se fosse ripartito su molti possessori , con tutto io la divergila del prezzo rimane ; e cos rimane l'incentivo di esportarne 1 di pi di quanto esigerebbe la natura del commercio Cos questa legge , la qu.de setrbra diretta a conservare i gra- ni nelio Srato termina a farne uscire pi di quello che ne uscirebbe natu- ralmente; b togliere al pubblico l'utilit che ritrarrebbe eia questo commercio , condensandola nelle mani de' pi po- tenti , e sagaci ; e a diminuire la col- tura di un genere, i possessori del quale non son sicuri di ricavare nel prezzo tanto utile , quanto ne possono sperare m altri prodotti dell' ?gricaUura ; un i5 genere per (ine sul quale pende la scure del Legislatore minacciando sino 1' ulti- mo supplizio al possessore se voglia li- beramente contrattarlo . Che se la legge proibitiva del tras- porto de' grani fuori dello Swto deve produrre questi effetti perniciosi, dia- metralmente opposti al fine stesso della legge , che doVrassi poi dire di quelle leggi che persino vietano la circolazio- ne interna del grano da provincia a pro- vincia dello Stato medesimo , e lo as- soggettano a cautele e formalit , mi- nacciando chiunque osi dimenticarle ? Pare che questa parte di regolamento sia diretta a far s che mentre una pro- vincia abbonda di grani V altra u scar- seggi ; clie sia sensibilmente diverso il prezzo de' grani neile diverse terre dello Stato ; che sia sempre aperto 1' adito ai monopolisti e privilegiati di approfittare soli dtd trasporto anche interne de' gra- ni ; e di porre in somma e stabilire un perpetuo scisma fra i sudditi dello stesso Sovrano , che contribuiscono allo stesso tributo che vivono sotto le stesse leggi, e che fermano la stessa civile societ . L'impedimento posto da queste leggi venuteci da secoli, poco illuminati cer- pare agli cechi di enunci; n io dm v!ei a j io are il danno clic ci deve recare, poich ognuno facilmente ili vedere su >' artico io una riforma . Da queste ri ti ne nascono le conseguauze seguenti: Prime. La proibizione dell'uscita de' grani da huo Stato conduce alla care- stia , perch fa uscire dallo Stato pi io che uon uscirebbe se ne fosse libero il cooiru.. rei > - Seconda . La legge che vieta la li- beri circolazione de' grani nello Stato, tenue a scoraggiar i' agricoltura , conse- guentemente si oppone alle provvide viste della pubblica abbondanza . 1 Terza. 1 vincoli, le cautele eolie quali si circonscrivono la custodia , e la propriet de' gru ni producono un ef- fetto oppos.o al line 5^o il valore del fru- mento fu di sessanta lire il moggio (a) come ci attesta xm autore conte ipora- neo ; e assai pi enorme si fu il prezzo a cui per testimonianza dei (Jorio isc?se ii grano da noi l'anno i45o, cio venti ducati il moggio (b) per il che rag g'iando la lira di quo' tempi alla nostra e quella moneta colla corrente -ppare veramente enorme quel prezzo . Ma que- ste straordinarie carezze nascevano ap- punto allora perche pochissima corri- si, on- fa Aggiunta dell'universale Hstoria , e de le cose di M.lar-.o del P Pra Gasparo 8u- gatti Pointnicano dal l566 al i58l 1 Milano per Francesco ed eredi di bimon l'iai ijfc? pagina 76 (b Cor:p vqt r fine : Ila part ". e iva. in fbgl p ig .o^. 1 2T spondenza vi era fra Sialo e Stato , ge- losissime le reciproche leggi vincolonti , e poco animata la navie^oie la quale con poca spesa nnisc le pi rimote re- gioni , e conguaglia l' abbondanza e i prezzi non solamente fra i Regni oV Eu- ropa, ma oll'Affrica iste&sa e coli' Ame- rica . Due anni sf no lo farine nate.nelL* America trovavansi ne' magazzeni di Ge- nova . Le Poste la Stampa , i Fogli pubblici , la bussola magnetica hanno data una nuova torma al genere umano, ed hanno organizzata una vasta societ sola , di tante piccole societ esclusive , gelose , e solcane che vivevano in que* tempi Perci dico che gli esempi de' passati secoli non possono pi farci te- mere simili disastri . Un paese che raccoglie abitualmen- te pi grani di quel che consuma ha due porzioni di grani ; la porzione ne- cessarla e la porzione superflua. Lo stato della questione s riduce a vedere se colla libert naturale del commercio pos- sa uscire della porzione necessaria . bu questo articolo bene primieramente il riflettere che nel sistema situale non si impedir l'uscita del necessario, perch i custodi delle Leggi vincolanti non san- Commcrcio de' crani F 21. 1 22 no, n possono sapere qual porzione di grano superfluo siavi nodo Stato , at- tesa la fallacia delie notificazioni Es- sendo questo 1" unico Ilio che ora vi minorare il bisogno e 1' abbondan- te viene che ogni tratta d'estrazione che si concede redmerne un rischio. A ci si aggiunga che le clandestine estrazioni non si sono mai potute esat- tile impedire: ernie se il necessario pu uscire dallo Stato, singolarmente lo pu nei sistema odierno , per cui si ensano i Grani in poche mani . Secondariamente conviene dirci , sicco- me da principio accennai , per quale occulto misteiioso principio la merce giano nelle vicende della libera con- trattazione debba provare effetti che nes- suna altea merce prova mai . Un tatto costante prover ad evidenza credo io a cbiur.ji i si e no gli eliciti de'la li- bert , qi ; effetti dei vincoli . Que- sto latto 1' abbiamo celi' interno del no- stro paese, ed alia portata di ognuno. il nostro Stato manca di vino e manca o 18 soldi nell'Estate si vendeva. Perch questo fenomeno.' Non si pu dire che sieno scemate le man- dre ; anzi sono , come si veduto , ac- cresciute Non si pu dire che siasi per- messa maggiore estrazione dallo Stato ; anzi mai non si usata maggiore ditti* eoli a permetterla . Si sono raddop- piale le diligenze e le inquisizioni , s sono accresciute le custodie in quest' auno , e in quest' anno nata la mag- giore scarsezza . Perch ? 'perch pi fischia il {Ugello della legge sopra una merce , e pi il primo possesore cerca di disiarsene , nasce il monopolista e lo ammassatore ; e questo padrone del prez- zo , malgrado la custodia deluda , o cor- rompe sempre . Nel i y 5i per favorire le fabbriche del Filugello si proib V esportazione di questo naturale frutto delle nostre terre: Si credette che in tal guisa rimanendo nello Stato la materia prima sarebbe stata a miglior mercato e pi abbon- 1 (a; Questa libbra di ventoU'' onci.'; T26 dante , onde alimentare i tessitori di Stoffe di filugello Si proibirono gli am- massi . se ne viucol il commercio La raccolta annua dello Stato appare dai notificati di Rubi circa quattrocento mila di bozzoli , dei queli per verosimile se ne cavano trentamila Rubi di filogello . Dopo questa operazione sono nati im- mediatamente i monopolisti di filogello, i quali malgrado Y ottimo fine che si era proposte la legge si rendono arbitri di questo genere, defraudando il coltiva- tore del gmsto prezzo , e spogliano lo Srato con un privativo lucro . La sni- versn de' flugellai in rovina; pi di quaranta tessitori di quest' arte andava- no mendicando due anni sono ne mai la manifattura del filugello stata deso- lata al segno al quale si trova presente- mente . Nel medesimo snno i^52 s'impose un nuovo tributo sull' uscita della seta greggia ; ognuao la pu esportare pa- gando il tributo , ed il commercio ne libero 11 raccolto delle sete va prospe- rando ogni giorno ; s calcola la seta come il prinoipal ramo del nostro utile commercio, per il quale pi di dieci milioni delle nostre lire , ossia seicento . "S 1 sessanta e pi mila gigliati' entrano ogni auuo nello Slato . Nell'anno passato 1^68 si proi- bita l'uscita delle uova dal Lodigiaud ppr manienervele a buon mercato . Que- sto un capo di commercio utile che facciamo con Genova . Nel in62. ne uscirono rubi 82^4 > * quali calcolati a lir. 6" soldi 5 per ogni rubo , danno l'utile di lire 61712 io, ossia gigliati tremila quattrocento cinquanta . L' effet- to che ne accadde si fu di vedere , ap- pena dopo seguita la legge vincolante , accresciuto il prezzo delle uova e si mantenne a un livello superiore al so- lito per tutto 1' inverno . Questi fatti ognuno pu agevolmen- te verificarli , ognuno pu esserne giu- dice , sono attuali e vigenti. Q iresti fatti sono una prova talmente pratica in fa- vore della libert che non possibile , credo io ricusare di conoscerne la evi- denza . Due anni sono si vollero porre in esatta osservanza le nostre leggi vinco - lanti su i grani ; ne venne in conse- guenza che realmente fummo ridotti a mali passi e a strette inquietudini per nodo che se il raccolto tardava accora t>8 |>er qualche settimana , e ia stagione non fosse stata propizia eravamo sul punto di provar u lame ; unico effetto di c^nei principi , i quali si vorrebbero pure sostenere come 1 cardini dell' abbon- danza . Il vigore che si voluto dare alle nostre leggi ci ha esposti , oltre alle inquptusiini interne , a un pericolo prossimo di mali i pi ser) Giovi os- servare die negli Siati Pontifici , nel Napoletano, e nella Toscana erano in questi ultimi anni rigorosissime le leggi vincolanti il commercio de'grani. Su di che da vedersi una bella analisi del II; golamento di Napoli del Sig Abate Morellet stampata in Parigi 17^4 col titolo: Fragmp.nt d'une lettre sur la pohce dts grains . Per il che le carestie sof- ferte da quegli Stali provano che ap- punto le leggi vincolanti non preservano uno Stato cibila carestia. Questo tanto vero , e questo s'.ato con tanta evi- denza conosciuto sul luogo nella Tosca- na, che ammaestrato quel Governo dai mali proprj , ed illuminato dall' esempio delle altre nazioni , e dalla comune opi- nione de' pi accreditati autori di que- sta materia coli' Editto 18 Settembre 176*7 quel Sovrano po finalmente rom- 1 : ;. pere i ceppi , e dare alla sua nazione la libert della circolazione , ed espor- tazione de' suoi naturali prodotti sin che il Grano non oltrepassi il prezzo comu- ne le lire i.| il sacco senza obbligare ad alcuna notificazione i possessori , o ad alcuna introduzione nelle Cina serr/.i proibire gli ammassi, senza in somma conservare alcuna di quelle cautele die pur si vorrebbero iar riguardare nella piena luce di questi tempi come il Pal- ladio della pubblica abbondanza , quan- tunque sieuo veri avanzi dell' antica bar- barie dei secoli d'ignoranza che ci hanno preceduto . 3Non si ommessa arte alcuna per disseminar delle voci in discredito della libert. Al principio dell'anno scorso si sparse rumore ira di noi , che nella Toscana , e particolarmente in Siena fosse quel popolo ridotto nelle pi cri- tiche strettezze in conseguenza della li- bei l ohe il Gran Duca aveva accordilo coli' Editto 18 Settembre 1767 Questa voce sparia pr tutta la Citt nostra , assicurata, e- creduta universalmente mi stimol a fame ricercare una sincera notizia , ed ecco cosa vtune in risposta da 5ieua ai Febbrajo 1768. E' Jais* i3o quanto cost zi sparso sul proposito di una carestia in Siena Presentemente tutto lo Sta'o gp le d' una cgunl i , e sui fine di Ottobre , e seguente ?ioi>ernb~re dell anno scorso , allorch in Firenzi; -a fare cruest' uso di lettere private serza il previo sser-so 'li chi Je scrisse, e questo uog '.' !:o . l* elio , eli lamenti del poy.nlo Fiorellino i il q'iale maissimo contento di questa li!) era estrazione di Grani . eri Olio nccor~ data . V.i /i'.i sta al acquietarlo un libretto pu!'h!i3a>o ultimamente m Firenze, e che si dice tra licione del Francese risana irla ite i vantaceli originati falla libera sortita da DO O G nini , nel (/itale si dice , che il Grano tende a livellarsi come l acqua , e gli al" tri fluidi , onda mancali lo in una Provin- cia, mme Untamente le altre circonvicine trasmettono il Gratto che hanno di pi , e cosi si supplisce alla mancanza , e s induce n gli Stati una perenne cireobizione di Grano, e di danaro. La provvida cura del Sovrano appaga pi ri/ pi dell cnunziata ragione , e di qualunque altra ce Lo spi t i r v> utmno e le passioni de- gli uomini s'assomigliano sempre, ben- ch si esercitino sopra oggetti diversi, quando essenzialmente siano simili le cagioni motrici; e se vorr farsi un esa- me attento di quello elio accaduto ai promotori della inoculazione del vajuo- o : uomini benemeriti della umanit di cui cercavano di salvarne la decima par- te , arr^verso ai pregiudizj ed interef' de' Medici ostatati ad impugnarla, tro- veremo cjie molta analogia vi con i 3 5 mia rito accade presentemente si pr. no- tori della libert dei commercio de' giri- ni . 1 primi furono chiamati avvelenatovi del pubblico , noi siamo qiu.buoati op- pressori della pi infelice plebe . Cento l'avole smentite una dopo 1' altra si sorx promulgate per discreditare i innes'o , asserendone un gran numero di periti per questi op-'r.-izione . e un gran nu- mero d'altri, ai (piali non suta V ino- culazione mi bastante preservativo con- tro il vajuolo naturale:, dai' quale in se- guito sono stati sorpresi. Fat'i tutti suc- cessivamente sventati con prove giuridi- che , ed asseriti gratuitamente . Contro la libert del commercio de' Grani s' in- ventano con eguale facilit 1 latti per discreditarla, e bench non possano aver vita che poche settimane i rumori che si spargono nel popolo , pure non si cessa di mettergli nel cuore la diffiden- za, la qui.le non manca mai neh impor- tante materia del pane di lasciar lulla molli ladine nna Impressione difficilissima a cancellarsi . perch eoa forme alle leg- gi , alle opinioni succhiate col latte, e a tutte le superficiali apparenze degli oggetti, oltre la qna'e non si Spinge mai la maggior p. conseguenza , e una contraddizione al sistema . Se poi non possibile cir colla libert resti lo Stato sprowsdnto del necessario; allora di slancio bisogna atterrare la libert , la semplicit , e T ottimo ; ogni modificazione del quale un male , di cui non possiamo preve- dere le conseguenze . Tra la luce di questo secolo sotto di un governo vigilante non era possi- bile che pi a lungo regnassero i fune- sti pregiudizj che su 1* importante le- gislazione dell'Annona da secoli ha spar- so una mal pensata timidit. Partono^da esso i ra?gi che ci additano il buon sentiero. INTel i rfSg con Sovrano Rescritto ai Agosto dichiarasi la massima di do- versi proteggere , e favorir quanto il comporta V esigenza dello Stato , e il reale servigio, la contrattazione ed esira~ zio ne de' naturali prodotti , brattando che celi' applicazione e coli' industria sia- no migliorati, ed accresciuti, per sem- pie pi dilatare il commercio. Pi chia- ramente poi nelT Articolo XIII. della Istruzioni unite al Dispaccio dei 20. No- vembre 1765 vedesi che nel progetto sull'Annona ordinato da farsi il Jne prin- cipale dovr essere che senza discapit dfl Regio Er ario possa ottenersi la libert del" la contrattazione ed estrazione de naturali prodotti . La proposizione di cui si tratta noti, si di esaminare se convenga al nostro Stato adottare la libert del Commercio de grani . Questa proposizione resta gi dal Sovrano Rescritto decisa , poich il fine principale del progetto dovr esser non gi comporre la libert ciV abbon- danza pubblica , ma unicamente com- porre la libert coli interesse del Regio Erario . Troppo illuminata la mente Sovrana , e socio degni di lei i Ministri perch si tema da essi che la libert lei commercio sia mai in contraddizione colla pubblica abbondanza. Altro a. qne bop resta da effettuarsi f non di j >rre un piano, per mezzo di cui r libero il commercio d^ Grani , e ne. discapiti ii 'Itgio Erano tti quel i o che da questo laudo ritrae , e o sar l' oggetto di quanta mi re- sta ri dire * Distribuire sull'uscita dcgrt.ru' dallp Staio in somma totale del tributo die al di d' oggi p^ga il con. mercio de' grani : questo il progetto ch'io propongo, e lo cred.o il pi semplice di tutu il solo j tubile . Con questa seuipl e* operazione non sar aggravata certamente d' un sover- chio ueso la contrai tazicne de' gr*ni , poicli presa tuua in nome portwr il imedesimo tributo he ha. portelo sin ora. e nel tempo afiadesi-mq ->ara svin- colata da tutti gli ostacoli, ne quali sinor: estate inv luppata . H .. detto por- tava il rry.. iesirm tubulo e doveva torse dir' ne perle uo minore asai; poi- ch s l -imitala - solo tr>buto legittimo. Il Krgio Eiui'ic saia indennizzato ccl ' diurna sni'.ioia che gii frutta 1' An- r jii.i ; onde al medesimo non ne verr discapito alcuno. Gli ufficiali che sino I4J al prsente hanno consultata la lor vi- ta, e i servigi loro negli impieghi subor- dinati dell' Annona verrebbero in questo progetto trattali ton quella discrezione , e amanita che merita ogni fedele e ono- ralo ufficiale , poicli da! fondo raedesi- se gli conserverebbero g!i annui Jore disperidj ; e siocome molti di essi son forniti i abilit e zelo ; cos po- trebbero impiegarsi parte a tenero i re- gistri separati ed a refereudare le boi- lette de libri di questo tributo , altri in fcu-i u file] s-enza aggravio della Regia Camera . Resta a vedersi adunque qu-jl sia la quantit de' Gran ebe verosimilmente escono dallo Stato ; quale la quantit dui tributo , che attualmente pagasi dal commercio de Grani ; chi dovrebbe ave- re la cura della percezione di questo tributo ; ed in qual proporzione dovreb- be distribuirai su i diversi Grani. (Que- sti oggetti dilucidiamoli , e ci fatto , s-ir esaurito quanto vesta da dire su di guest' argomento . 1/ opinione volgare fa ascendere la esportazione annua de' nostri Grani a moggia n.ioit)- . Abbiamo unito al Ma- gistrata Carnevale i Regio Ufficio delie i4^ tratte de" grani , ove si registrano le li- cenze per ou'ni esport!.: le' Grani . L'uscita de" Grani i questo Stato dell' X^ltituo decennio, appare eia i registri dell' Uffi tratte p lo di some ijitr,. st. io, ossia moggia . Moggia iJiyoOy sono a moggia ioif' come i $ a io t circa . Dunque apposta l'opinione volgare sopra ogni iredi Uero uscire di t lo ;n frode della U-gge , e uela regalia ino:. i' re al brd principio che se una cos prodigiosa libert di ' . le leg- gi., e le reglie stabilite sin Grani fosse realmente in uso in questa Provincia , vi sarebbe di che maravigliarsi, die al- cuni tuttora rtcorrino al Magistrato per le trane , e si sottoponghino e pagare il tributo . L esperienaa , e la comune o| re sono d'accordo in ci ctie si asse- gnano per verosimile con su irte in ogni nazioue due moggia e ruezao di grano all'anno per testa (a). Se 1 tsoortazion e fa) Disopra Lo assegnato por gli a')itat>)i dello Citt Uue moggia prr tesra , perch nelle i43 de' grani del Milanese ascendesse dova l'opinion volgare la porla, converrebbe dire, pi di 400oo uomini vivessero inori dello Stato di Milano col Graiio dello Stato di 3iilao, e (jnesta somma altres pare troppo esagerata L'inverosimiglianza di questo gran- dioso trasporto va sempre pi crescendo, se paragonisi col commercio de giani dei Regni pi fertili d' Europa , ci* della Polonia , e dell' Inghilterra . 'Citt s nutriscono gli uomini con minor grano per {' se che fanno (felle carni iN'ella Gii i'Jilano appaje^o per adequalo vemule a i approssimi :i pi alia verM sar facile il retti- ficare i! calcolo ; numi' altro cerco se non la V'in.'i, e sar il prim a mutare d'opinione 3 dell* errore . Se dovessimo stare a qusnto ei af- fossa it Coi, roti? nl suo sh tii Lettere eopra la Russia alla lettera v,> i'. i Pelaceli! : il gn no lo reirlo! o ai JJanzieani, tendo permesso ai t}.>- erlo ai , -r la so'o spazio ili oinque giorni durante li 7u-ra ci stima che /' /00000 come uno a quattro crescente . Dunque sarebbe il commercio de' nostri grani pi che la qv.inta parte dell'insigne coruraercio del- la Polonia per Danzia ' Commercio de grani P. TI. n fa Tonneau* (b) Vic/ionaire Geograpbitjue artcolo Damerei, te Samry Cotnifterce page 464 , ed Essai tur fa Poliva Gncr. Jet Grains pag 1\(. (3) Sararj Commerce pag 179. La forza di questo paragone cresce assai riflettendo che le coprannominate l 'fi \iucie della Polonia eo inimicanti culla ala (ormano lo spazio d'una jiianuiM ili miglia quadrate italiane 4-5ooo. La iitiej superficie dello Stato di Milano si calcola circa miglia quadrate italiane a5oo (a) . Dunque lo Stato di Milano la di- ciottesima parte delle accennate Profitta ce delia Polonia , ossia lo Stato di Mi- ano si comprendffiebbe io volte nelle fa) Questa estensione cavala dalle carie stampate P converrebbe rettificarla Dalla misura (Ille Terre appare che I* estensione del censi- Mie si Pertiche 1137*121. 12,. 5. 6 12 Ag- giungasi le strade , i Fiumi , i Laghi ec per 10 meno 1' estensione sar Pertiche r'.oooooo . Kon so se il Miglio che serve al Magistrato Camerale sia la sessantesima parte d' ut giado. 11 Miglio Camerale bracca a568 , os>ia Tra- bucchi 585. I. io Dunque Pertiche 3566 1. sono un Miglio quadrato del Magistrato . Dun- que 12. milioni di Pertiche sarebbero Miglia udiate 3365. crescenti . Dubito che la misura del Migiio de} Magistrato sia pi corta del Mi- glio Italiano . In ogni caso io lascer che que- sti fatti si esaminano, e si verifichino, contento d-tlla mia parte di non avere occultate le ob- ;iit?;oni che li possono fare . suddette pianure della Polonia . Da du- ne segue die preudendo in massa il Milanese, e paragonandolo alle accennate pianure della Poion:a , se 1' opinion vol- gare sussistesse, dovrebbe dirsi la fecon- dit tei Milanese esser quadrupla , ri- spetto a' grani, eiella fecondila del suolo di quella parte di Polonia , per mo- do che due porzioni eguali di terra , una nel Milanese, l'altra nella Polonia qulla del Milanese dando lue moggia , quella della Polonia dovrebbe darne solo mezzo moggio. Giacch le. miglia qua- drate italiane 45ooo della Polonia pro- ducono moggia Milanesi quattro india- ni , e novecento mila , verr a risul- tarne per ogni miglio quadrato ioo erica ; e nel Milanese spazio di miglia italiane quadrate a5oo distribuendosi 1 moggia un milione e diecimila cento novautasette , verrebbe ad essere il pro- dotto d' ogni miglio quadrato di moggia 44 crescenti , il che appunto corri- sponde al qudruplo circa . Che se paragonisi il commercio de nostri grani, giusta la volgare opinione, col commercio dell'Inghilterra, crescer ancora ohremodo l'inverosimiglianza. Il commercio de'.Gvani dell' Inghil-, n a i43 terra un ramo dei principali del com- mercio attivo di quell'itola Ognuno sa quanto si . l'ertile in grano tntti quei Re- gno , e particolarmente 18t)87 il che forma p&r sdegnato l'uscita annua di quartr o^>^ij6^ cre- scenti 'a . fa' Rsmar.jups sur Iti avantages et !et iexavan- tagts de la Franse f et de la Grand* Bt+fagn* pos- ti , et Essai- sur la Po/tee generale des Grami /''?. 2. 1 v paese al M do ci 1 non deb- bano -uscire gran c'aii'l ti aiicle questo debi^'.s^er-* certamente il R^sjno d'Inghilterra dove per la gratilcazione che ricevevi dal pub- i\ quarter iuglese pesa libbre 5x2 di once 12 per libbra (a). i moggio Milanese pesa libbre di once ri Sari circa . Dunque un quarter corrisponder a moggia Milanesi 1 st. 4 quart. 2 . Dunque l' uscita annua di quorlef ioj-;)')'9 corrisponder a moggia Mila- nesi 1653076 crescenti . Ma le moggia 1010197 sono a mog- gia 16.0076 come 5 a 8. Dunque il to- tal commercio d esportazione de' Grani del Milanese sarebbe pi della met del totale commercio de' grani che fa l'Iso- la d Inghilterra . L'intera Isola d'Inghilterra ha di estensione 65ooo miglia quadrate italiane;, Lo Stato di Milano la ventesima Sesta parte dell'Isola d'Inghilterra. Da n 3 Hliso Er.irio all' uscita de' Grani il non regi- strarli sarebbe lo 6tesso che perdere una sen- sibile parte di guadagno di 5- soldi sterlini per quarter, come fra gli altri il Negociant uLnglois 'Ioni 2. pag- 82 (a) Storia del Commercio . della gran Breta- gna ( che appena la deGioi citava parie (ti quella porzione d Polonia . che pi: fertile di grano, trasponi pi della qnin- ta parte del grano che trasporta la Po- > ti -i . La terza che la esportatone de grani del Milanese sia pi dtlla piet lei' esportazione de' grani che fa l'Iso- la d' Inghilterra , la quelle per estensio- ne contiene pi di -iG volte lo Stato di Milano . Queste tre conseguenze sono tal- menta iuv^risi raili che evidentemente di- mostrano non esservi che 1 ignoranza per base, sulla quale viene appoggiata l opinion volgare . Tre sono gli argomenti su i quali si appoggia l'opinione che fa ascendere il commercio di questa Provincia ne' grani a moggia 1010197 . Il primo supponendo che il rac- colto d' un anno de' grani del Milanese hasti per 18 mesi . Il seconde che il totale del pro- dotto annuo delle terre del Milanese sia li lir. 72900000 . Il terzo appoggiato su la quantit dell'aratorio che risulta dall' Ufficio del Censimento . Il primo argomento , cio La rac- i53 colta de' nostri grani basti per i3 mesi, rsru che la raccolta de' uos ri grani sia la met di pi de' nostri bisogni , .-.Uro ron elio nna gratuita petizioni di principio, col^a quale supponesi pfr fon- damento rinfilo clie oggetto della ri- cerca. Quindi tutto il ragionamento ivi appogsj 'io non pu dirsi appoggiato a verun fondamento . il secondo argomento il prodotto annuo di lire 73900000 , a cui si fauno ascendere le terre dello Stato. Questa somma veramente romanzesca , e tas- sata da chi non aveva notizie d' altri paesi per IVrne il confronto . Dando un' occhiata all' opera del Marchese Mirabeau , che porta il titolo ; Theorle de /' Import pag 1 4- trovasi the ji totale prodotto delle tftrie di tutta la Frnnria , considerata sotto tre diversi aspetti, di franchi 4f'8"8ii6o, cio di lire Milanesi * 1 3 1 7 1 ^4 circa Se il prodotto delle nostro terre fosse di ~3 milioni , sarebbe V ottava parte dl valor totale del prodotto dtlle terre di Francia , poich 70 milioni sono a 61 3 171740, come 1 a 8 crescenti. A chi vorrassi mai far credere che il valor delle terre Milanesi sia 1' ottava i ;>4 parte del valore di tutte le terre di Fran- cia , la quale uno spazio di miglia quadrate italiane 172800; mentre lo Sta- to di Milano lo spazio soltanto di mi- glia quadrate italiane uSno , cio la ses- santesima nona parte del liegnodi Francia.' Che se vorrassi nheriormente con- frontare questa valutazone ridicola data alle terre Milanesi , colle notizie che ri- caviamo dai pi illuminati Scrittori delle materie economiche , troveremo che in questa supposizione il prodotto annuo delle terra di questa Provincia verrebbe a riuscire pi della met di quanto pro- ducono alia Corona di Spagna le M:- niere del Potos, e le Colonie dell'Ame- rica Meridionale . Di ci se ne vedono le prove in D Gerolamo Ustariz infor- mato e zelante Ministro della Spagna, il quale nella Teorica, e Pratica del Com- mercio a yng. 26 ci insegna , che %o milioni di piastre all' anno il totale che il Re di Sp;.gna riceve dalle sue copiosissime Miniere dell'America. Venti milioni di piastre corrispon- dono a centoquaranta milioni di lire Milanesi . Settantatre milioni soao a ente quaranta milioni Milanesi , come 1 a a r 55 crescenti : dunque il prodotto annuo dille nostre terre verrebbe ad essere pi della mela di quel che producono alfa Corona di Spagna tutti i suoi te- sori dell' America . Da qualunque parte si paragoni que- sta grandiosa valutazione delle terre , sempre ne scaturisce qualche risultato che dimostra T^ssurdit dll'esagerazione. Se vero qnanto il sig. D.ivid fiu- me asserisce nel suo disborso politico sul denaro , cio che la massa totale che entra neli' Europa ogn1 anno per il commrcio d'America, ed Africa non oltrepassi la somma di sette milioni di lire sterline , ne avverrebbe che il pro- dotto annuo assegnato alle nostre terre fosse eguale alia terza parte di quello che fruttano alla Spagna, al Portogallo, alla Francia, all' Inghilterra , ed ali' O- Lnia riunite tutie le Miniere , le Co- louie, ed il Commercio d'Airica, e cibile In -iic Occidentali; poich sette milioni di lire srerlme corrispondono a lue Mi- lanesi 23ioooooo, e settantatre milioni seno a duecento trentuno milioni come 'j. a 3 circa Da questi paragoni nasce l'evidenza che i! secondo fondamento non sia ap- poggiato che all'ignoranza, ed alla cUb- bennaggino Per far ascendere il prodotto an- nuo delle tetra di questa Provincia alle lire quasi setiantatre milioni si sibabi- 1 sce u principio , il quii e opposto dia universale espprien/.a , cio die la porzione Dominicale sia soltanto la ter- za parte del prodotto , quando elLi realmente la met essendo una gr;in psr- te delle terre di questa Provincia colfi- vate colla divisione per un^ del pro- dotto fra il padrone ed il coltivatori', ai quale stanno incaricate le spese della coltivazione (a) . Giova il r flettere come nel valor capitale dello Stato di IVIil no satinato dui Censimento di scudi j^G^bSi v' 8' comprendano le ctje, e tutti i.btjni disa- mati fa) Questo fatto non solamentp noto a qualunque niii nel Stila esc , ma si tova ati- che nrgli Au ori Oitrnimntatii ctit i>r ano d'Ha nostra Agri altura : d>xn.t Ir iWfaii&i U Frm/'er danne au Proprie/aire Li tre:/. du j/rouit Ji Li terre au leu du ters "Basai mr /j nature du Commerci eri general t raduti de l Jtngta* , Lo- i ri i.5 per ogni scudo d'estimo, dun- que pag.-si il '>y per cento. Il ch s'ac- costi alla terza parte o\ prodotto . Il frutto annuo adunque che si vor- rebbe calcolare delle nostre terre mol- to esagerato, come ognuno vede, e non li a fondamento alcuno . Notisi che que- sto Iruttto delle terre comprende la se- ta , il lino , il cacio , e il burro non il grano solo. La seta un ramo d'an- nua riproduzione , che risulta pr ade- quato -j 00000 libbre di seta II lino delle terre singolarmente nel Cremonese si calcola che per il solo commercio estero se ne trasportano circa i4oooo rubi. L'articolo della seta il massimo per il Milanese , ed un errore ben grande quello che alcuni asseriscono che il principale ramo del nostro commer- cio utile sieno i grani (a) . Finalmente convien dare un'occhiata al terzo fondamento , il quale presenta fa) Questi falli nascono da uno spaglio esattamente l'ilio sui libri de' daziati e dalla bo- ti'iicaziofie della seta raccolH un aspetto di maggiore solidit degli al- tri, e par conseguenza pu conciliarsi qualche particolar attenzione . Yieno esso Appoggiato su d'un fat- tp , al quale per dassi u' arbitraria va- lutazione . 11 latto che vi. siano neUo Stato di Milano attualmente di terreni coltivati : Aratorio stabile . . . Pert. 4^7988 Aratorio a vicenda ... 22,j2aS Risar . . 86 1 1 99 Sommano Pert- 55664 * 5 La valutazione arbitraria il tassare r aratorio stabile a quattro st*ja di pri- mo grano dedotta la semente; l'aratorio a vicenda a stara sei ; la risar a stara sei . Per cominciare dal fatto ; cosa degna d' osservazione , come ie stime e misure del Censimento , d' onde tai no- tizie sono tratte , diano la descrizione esatta dello stato della coltivazione delle terre del 17*0, e 721. 11 voler calco- lare Io stato odierno su d' una descri- zione , dopo di cui sono trascorsi pi di 4 anni , espone a p,ericolo di erro- o 2 2 SO re Tanto pi questo pericolo 'accre- sce, quanto l' industria degli agricoltori pi attenta a preinovere la coltiva* rione di que1 generi , che giusta le mu- tazioni delle circostanza debbono ren- dere pi sicura ed ampia ricompensa della lor fatica . Da ci ne segue , che la vera qaan* tit dell'aratorio valutabile al d d . ggi per il commercio de' grani debb* essere realmente minore delle pertiche 55664 Fare suppongasi ad abbondai za , verificato quest' assunto , resta da verifi- carsi la tassazione che ad esso stata fatta . Le varie osservazioni che sin qui si sono esposte . facendo r-gionevol- mente nascere della differenza sui con- teggi fatti in favore della volgare opi- nione relativamente ai grani, non trovai mezzo pi classico, e meno turbolento per indagare la verit . che quello di ricorrere all'istesso Ufficio de] Censi- mento per osservare da un punto medio delle stime di esso Ufficio qual fosse la tassazione verisimile da stabilirsi Presa per in prospetto la Crta generale dello Stato di Milano Mietente in esso (Jilcio , feci assegnare dagli Ut- i6t noili medesimi del Censimento diversi punti sparsi su tutta quella estensione , con avvertenza che quanto fosse possi- bile in o^ni diversa parte della Provin- cia s ne scegliesse qualche pezzo , e cosi fecesi la scelto di trcntunove Co- nni ni , i quali debbono verisimilinente per la loro posizione essere e nelle parti pi fertili , e nelle pi sterili dello Stato , per modo che dall' adequato di essi ne risulti un verisimile adequato della tassazione universale da farsi ai nostri terreni (a) . o 3 fa.) Se avessi ricercato lo spaglio di tutte le Comunit fieli Stato le quali sono pi di I^oo l'operazione sarebbe stata lvmghissma e fa;icosi6 per il terzo aggiuntevi de' terreni a vi cenda a st. 5 per pertica moggia . . , . . IV. 42^>49 9 3 Totale moggia N. aGjiiaaa 7 Si deducono per ve- rosimile consumo interno 1 c^ie C1 dimostra la uscita di some 543^ pi di quello che rr ai- strato rittll' UlTicio dello tratte , che ap- punta importa il contrabbando tatto ali* Ufficio del ai per cento: aggiungasi il contrabbando che sar ulteriormente Stato tatto all'impresa della mercanzia, e non sar in verisimile il fissare la somma de'due coutrabbaadi al 2 per cento . Le conseguenze di questo prospetta sono le seguenti : Prima: il contrabbando che tassi de* grani all' Ufficio delle tratte il a5 per cento . Seconda : il commercio de' nostri grani viene ad essere circa la d^cinf ottava parte del commercio de1 Grani della Polonia comunicante con Diinzica , la qnal parie della Polonia contiene ap- punto 18 volte lo Suto di Milano. Terza : il commercio de' nostri grac- ili risulta circa la nona parte del com- mercio de" grani dell' Inghilterra . Queste tre conseguenze come assai pi naturali e verisituii di quelle che emanane dai priacipj su i quali s'ap-. xGC* poggia la opinion volgare , determinano bastantemente la ragione in favore di quella som -ita , a stabilir la quale coli- mano i registri del Magistrato ; il para- gone fra essi registri , e i libri della Mercanzia; l'adequato delie stime del Censimento , e tutte le regole di pro- porzione cogli Stali pi fertili d grano d' Europa . Fondatamente adunque asse- risco che T uscita annua de1 nostri gruni si di moggia 1 75^2 \euiiamo quanta sia la quantit del tributo che attnal- inente pagasi dal commercio de' grani t il che il secondo dato necessario ad aversi per bilanciare il nuovo sistema , e assicurare la rendita del Regio Erario. Riceve la Tesoreria generale ogn' anno .... lir. ^>3o$ Riceve la C incelleria Segreta 8 1 40 Riceve la Cassa del Magi strato Camerale . . 29539 Riceve la Cancelleria delle Biade . . . . ii4o Ricevono gli Ufficiali spar- si nello Steto .... 585o8 lir. 1690.55 i6'j La soifcma totale adunque da ripar- tirsi sopra le moggia 1^222 d' uscita si di lire .096.^3 , le quali col tempo potrebbero alleggerirsi in benefizio del pubblico; poich a misura che verranuo a mancare gli Ufficiali di Annona po- trebbe l'arsi il risparmio sino alia som- ma di 5c)ooo lire, cio circa quatt:o mila Gigliati , che si potrebbero iar ca- dere a sollevamento di questo ramo di commercio colla diminuzione del tri- buto . Ritengasi fermo il prezzo delle li- mitazioni ; cio ai Gngioni some 49^J adequato d' un novennio , le quali pa- gano soldi io per ogni diritto della Te- soreria e Cassa d'emolumenti e un soldo per la spunta, in tutto soldi n la so- ma . Agli Svizzeri some per adequato j.\-]G\. a soldi 18 la soma. Agli 2?taUi Sardi some i^coo a soldi i3 d. 7 1/2 tome importa il trattato del f]bi all' articolo 4 saranno : n 5 rjr. 2 * - ,63 e g c ' a n - 2. i s 5 ? - ere w 5 - 2 5*" a- 3 21 3 p , OB O a N a PS f3 - " * c 1- 3 Bj *" r a a o &. e- 1 W " (^tr!) 2. Ci. o w a- c - n Ora CO V -e C/3 2. 2.* S I o 8 O E- o o a. 1^ Li M 1 e Ci CC w> Crt 05 K> Gg torna che esterna da tutti gl'intoppi che presentemente aggravano il coltivatore. ]N credo io clic il tributo di lir. t. 5 3 per moggio d'uscita possa dirsi ec- cessivo. Il valore de'grani per adequato presi in ruotate si di lir. 19 il moggio: s.rehbe adunque questo tributo circa il ti ijh per cento del valore del grano e non pi . Che diremo poi rispetto ai pre'zzi correnti ? ISe' due anni scorsi fu il frumento sito a lir. 38, e pi il mog- gio ; presentemente corre a lir 24 , ed a quest' ultimo prezzo sarebbe il tributo poco pi del 5 1/4 per cento. Osservisi che nel Ti aitalo fra l'Imperatrice Regi- na, e S. M. ii He di Sardegna all'Arti- colo 4 $ 7 si stabilisce il pagamento al riso che esca dalle Provincie smembra- te , a lir. 1 e scl Miglio . : . . al mog. 11 iq Cremo Turco . . al mog. i3 9 Commercio le grani P IL p tali sono i prezzi del Mercato del Bro- | letto di Milano . Se convenga tener promiscuo paga- mento , indistintamente ad ogni grano, ovvero proporzionarlo in rrfgione . V .). Economia pubblica . Com or i-a lihe~a . Unico freno del. mo- nopolio P. 11. pag. 5.f e seg. 1) "Dicerie sparse nel nostro Paese per in- timorire, e allontanare gli animi della libava del Commercio de grani P. II. pag. 129 e seg, l19 E Economia pubblica . Suo iine , promuo- vere r industria conducente alla feli- cit P. 1. pag. 16 Suo principio mo- tore P. 1. pag 17 e seg Come si di- riga P. 1 pag 3a e seg. Deve cercare la massima riproduzione col minimo travaglio P. 1 paj. i\v e seg, Divide gli uomini in tre classi , riproduttori , mediatori , e consumatori P. I. pag. 42 Oggetti che debbono occupare un buon Ministro relativi all' economia pubblica P. I pag. ^9 Lo slogo del superfluo il solo garante del ne- cessario P. I. pag. 5x. Felicit pubblica mal conosciuta da' Giu- risperiti P i. pag 65 e seg. Filugello . Quanto se ne raccolga nello Stato di Milano P. II. pag. 125 e seg. Penuria lo Stato daach se n' proi- bita 1' esportazione pag. ivi . Formaggi . Dilatazione del raccolto de' formaggi nel Milanese P. II pag 2 e seg. Calcolo dell' utile che porta lu coltivazione de formaggi nel Milanese i8p P. II. pag. 25 e aeg Qualsia il totale \ prodotto de nostri formaci P. II pag 12V Francia . Com* sotto Enrico IV. avesse adottata la libert del commercio He' Grani pag. 39. Nel i-j6~$ si rese libera Y interna circolazione de' grani , e nel 1764 si rese libera anche l'esporta- zione P. I pag 83. Dispareri che vi furono fra i Parlamenti intorno alla libert del commercio de' grani P. I. psg. 88. Autori che hanno scritto sul commercio de' grani in questi ni timi ;:nni P. I. paflf. (ji e seg. Rappresen- tanza del Parlamento del Delfmato al He del 12 Luglio njfiBpag. ivi e seg. Rappresentanza del Parlamento sud- detto del 26 Aprile 17% P. I. pag. p4 e 8eS k' editto del Ile per la li- bert fu contrariato nella esecuzione P. I. pag. 96 e seg. Annua riprodu- zione di quel Pegno P. II. pag. i44- Sua esieusioue pag. ivi . Giurisperiti qua! sia il loro spirito, d'on- de nato nelle materie pubbliche P. I pag. 62 e seg. Gra- i8i ranl sono soggetti alle leggi universali di tutte le altre merci, e siccoma deile altre merci la libert del commercio non produco carestia , cos'i meno da grani P. 1. pag. 26 II problema sulla libert dei grani si riduce a conser- va? il necessario, esitare il superfluo, incoraggiar la riproduzione P. 1. j 38. Erano in Roma non solamente nn oggetto d' abbondanza , ma di sedu- zione P. I. pag. 58. Se ne rese libero il commercio nella Francia nel secolo passato P. I. pag. 60. Cos nell'In- ghilterra P. I. pag. 69. L'antica tradi- zione del Milanese faceva ascendere 1' annuo raccolto al triplo del bisogno P. II. pag. 20. La coltura si va sce- mando nel Milanese P. II. pag. 21. Qua! sia il mezzo per conoscere l'an- nua riproduzione di grani in uno Staio P. II. i pag. 69. Come taluni hanno esagerato il raccolto de' nostri grani P. II pag, 142. Qual ne sia 1' esporr tazione che per adequato ne risulta dall' Ufficio delle Tratte pag ivi. Quan- to ne consumi all' anno una popola- zione ivi e seg. Quanto taluni a tort0 risguardino i grani come la prineipa| ricchezza del Milanese P. II. pag, i\&, Commercio de grani P. IL p Con quale cautela si debba i% ogni pscse procedere a una riforma sulla leggo annonaria P. IL pag. i5i e seg- Inghiherra . Vedi Atto di Gratifica zio ne ; Cagione delle inquietudini negli ulti- mi anni passati per la temuta care- stia , la quale mai a proposito si vuol attribu.re alla libert P. 1 pag- 58, Suo commercio de' grani P. 11. pag. t48 e seg. Introduzione nelle Citt . La legge cke obbliga i Possessori ad introdurre parte del lor grano in Citt inutile arbitraria, e perniciosa P. 1. pag. 56 e seg. L >eggi. Quando non sono osservate e una prova che non sono opportune P. I. pag 12 e seg Le leggi vincolanti non impediscono Y uscita dallo Stato P. I. pag. 27. Producono l' effetto di far nascere i monopolisti P. I. pag. 28. Tendono ad isterilire P. I. pag. 2$. Fanno nascere l'arbitrio P. 1 pag. 3o. Bevono lasciare all'arbitrio meno ehe i83 I si puu pag. ivi . Romane sai commer- j ci de'Grani pag 55. e seg. Inoppor- tunamente adattate alle odierne Na- I zioni P. I. pag. 60 e seg. Sontuarie funeste all' industria P. I pag. ^5 e seg. Soverchianente rigide non sono rimediate che da un disordine P. II. pag 9 Leggi annonarie del Milanese unicamente non producono carestia perch non sono mantenute in vigore P li. pag- ?.o e seg. Legislatore . Va indirettamente al suo fine P. IL. pag. 8. e seg. Modifica le ca- gioni , *on comanda gli effetti P I. pag. io Invita e guida , non foiza , o prescrive P. 11. pag. 1. Sua grand* arte si di far coincidere 1' interesse privato col pubblico P. 1. pag. 1 2. In quante parti si divida la di lui scieii? P. I. pag. 16. Non pensi m?i a for- mare un piccol Mondo della sua Na- zione P. 5o. Non deve aspettare i mali per rattopparli f per bens orga- nizzar un sistema , per allontanarli pi che si pu P. II. pag. 108. Libert . E' interesse del Sovrano di la- sciarla quanto pi si pu a' sudditi P. I. pag. io. Nel parlare e scrivere sugli oggetti pubblici utilissima 1*. I. P 2 3b4 p^g. 16. Pstl commercio congusglia i prezzi e li riduce a nv'glior mercato pag. 2D e seg. Divide l'utile sul r gior numeri:,, e limila 'tueitc': alneio superflap P. I. pg. 3a Utile auoba ai paesi sterili tf. 1. pag 3i , 35 e 122. l\?.l commercio de' giani quali abbia effetti prodotto in Francia sotto Enrico IV. P. I. pag 67 e seg. Quali nell'Inghilterra P. 1. pag. 69 e seg. Quali effetti produca P 11. pag 11$. Esampj domestici nell'olio, e nel vino a fiorite del burro P. 11. pag i-*2 e t.'g. La libert produce 1' abbondanza P. 1. pag 49 Chi la difende incontra la sorte di quei che sostennero 1' ino- culazione P. II. pag. i3t e seg. Li- bert comandala nel Dispaccio deli* Irnyerauice Pdaria Teresa P. 11 pag. i3b' e seg Su guai fondamenti sia da taluni asserito ebe le leggi attuali del Milanese lasciano la liber del com- mercio de' grani P II. pag. i4 e seg. La libert di trasportare non signiiii a la possibili; di trasportare P li pag. a(>. INon si pu accordare nel Mila- nese la libi ita del commercio interno tie' grani senza accordare anche quella del commercio estero pag. ivi . La li- i85 berta del commercio conviene anche ai paesi piccoli P li. pag 83 e seg. Conguaglia i prezzi al giusto livella P 11. pag x 54 e se 'Amite del prezzo alla libert dell'uscita, pregiudica all' Inghilterra P. 1 pag 89, e lo pregiudicher dovunque P. II. p. 61 e seg. Posto in Francia coli' ditto di Luglio 1764 P. 1. p- 89. Limitazioni cosa siano , e a che soggette P 1. p. 32. Quante se ne dia dal Mi* lanese ai Grigini , agli Svizzeri, e agli Stati Sardi P. II. p. 590. ino Qual sia 1' annua esportazione che se ne fa dal Milanese P. II. p. i4 M Magazzeni. Sarebbe un oggetto pernicio- so quello di formarli nello Stato per assicurare l'interna abbondanza P. II. p. 4j e seg. Mercanti di grano . Non si pu limitarne il numero , anzi deve procurarsene la moltiplicazione P. II. p. 54- Milano. Quali siano le attuali leggi dell' Annosa P. II. p 5. e seg Dispendio he cagiona al pubblico l'attuale si- stema P. II. 11 e seg. In quanti di- p stretti si consideri diviso in quanto ali' Annona P. II. p 12 e i5 listensioise del Milanese P il. p. 74 e .bt> Tirreni incolti die vi si contano P 11 p j5. e si-g. Indebitamente si asserisce che lo Stato di Milano sia circondato da vicini penurii si di grano P. 11. p 83 e seg. IJa qut-lche analogia coi Deifinato P. il p. q Cesa pesi un moggio di gra- ng P. II. p. 1 ;). Essgerazione dtlT an- iq prodotto dille terre P. Il p. 141 e seg. Con quale contratto il propr e- tatio delle terre le consegui ai colti- vatore P, li. p. i4 e Etg. e fr Calcolo del prc dotto in grani delle terre reti- iicato P 11. p l\(j e seg Annua espor- tazione de' grani dal Milanese P. ii. p. at e seg. Quanto pagbi di tributo nelF odierno sistema il commercio de' grani P li. p. i56. Prezzi adequati distinti dei grsni del Milanese P. II p. 5y. e seg. Mistero de tempi passati copriva tutte le atu ministrano ni pubbliche P. 1. p i3. Moneta mai definita fin era . sua vera de- finizione P I. p. 4 ki livella come ogni altra merce fra gli Stati commercianti P. 1. p. 33. e seg. fton pu proibirsene l'uscita dallo Sisto P. 1 p. 41;- ^on pu ku arbitrariamente tassarsi p. ivi e seg. ,8' Monopolisti eonae nascono dai vincoli V. II. p. 3o e i34 e set. ftum possono esservi ne' paesi Lben P 11 p. 3* i'3y e setj. lnn: !ziso il prezzo nelle merci P. I p. 35. ltun'mente si proscr'vo- no mentre sussistono le leggi vinco- lami P. t. p. 39 Come nascano P. II. j>. ut e seg. Il JSTotifcuzione de* grani sempre perniciose, e da abolirsi P il p. 64 e seg Qua! sia il raccolto de' grani del Milanese , che appare dada notificazione P. II. p. 68. O Olio quanto ne riceve il Milanese da' paesi esteri P II p. la. Opinione . Per quai gradi ceda alla ve* rit P. 1. p. 85. Paralogismo cae si fa da molti peren superficialmente hanno esaminato il problema della libert del commerci V. 11. p. ii4 e seg. i*8 Polonia ebbe sempre libera la contrat- tazione de1 graai P. I. p. 67. Qual sia il suo commercio de' {rasi P. II. p. i44 e seg. Pop/azione con leggi dirette pn si pr* xtaove , e si promuove colle indirette P. I. p. 11 e seg Cerne naturalmente il genere umano tenda a moltiplicare P. 11 p. $j. Fallacia d'alcuni metodi , de5 craali si vuol servire taluno di calcolar la popolazione P. Il p. ^9 e seg. Popo- lazione he risulta dalle notificazioni del Censo per la campagna del Mila- nese P il. p 4- Popolazione delle cit- t del Milanese notificata al Censo nel J797. P li. p 4"* e seg. Divisione vero- simile degli abitanti del Milanese fra gli agiati e i poveri P. IL. p 96 e seg. Popolo. Sempre pi falso quanto meno libero P 1 p. 10 Sempre pi docile e grato , quanto pi illuminato P. I p. 14 Quanto indebitamente si pretenda di far la causa del minuto popolb , difendendo i vincoli sul commercio de' grani P. II. p. q5 e seg drammatica . V Leggi sontuarie . Prati irrigatorj danme che fanno al terri- torio Milanese P. 1. p. in. e seg. Quante indebitamemte taluni gli abbino qua-. . l89 liticati per u beneficio dell agricoltura p. 35. e sag. Cosa siano p. 36 e sei,'. Si pu temere che sempre pi si di- latino p 36 Prezza d. Ile cose Come si miseri p. iB. e Si g. Quando vanno sa!fu':ii;;3:(*nte i prezzi un efi Ielle leggi vincolanti p. 25 I vincoli accrscono i prezzi p. 3-. Kon si pu tassarlo rnsi ad alcuna merce senza inconveniente p. /p e se^. La libert ribass prezzi dell' Inghilterra p. 70. e seg. e p 02 De' grani nei Mercato ci. Milano negli an- ni passai' p. 104 Siraotdindrj che si sn tatti in Mi la*o del trumen<o in occasione delle penurie ne' secoli pas- sati p. (20. Privativi . ossia Privilegi esclusivi sempre funesti all'industria p 49- Pp vetta di accordare la i berta delle ir- '.te , per una porzine li quel che ciascuno introdurr r-elle cita p .00*. Che credesi ottimo per la nuova legislazione -'Annona p '4 Progressi che In fatti in questo secolo F arte di governare p. i^j. I<)0 R Ricchezza d' una nazione s V eccesso della riproduzione annua sull' annuo onsumo p. 4r- Riso guanto ne esc dal Milanese p. i5. Seta qual sia 1' annua riproduzione clie se ne fa nel Milanese p. . 4 Spagna sino nel .7.8. conosceva l'utile delia Lberf del commercio de' grani p. 74 e stg. Si rese Jibera la con- trattazione del grano <.ol solo lisnte del prezzo nel .^60. p. ^5. Suo trat- tano di commercio colf Imperadore di M^rccco lia pregiudicato alla colnira de'grni Inglesi p. 87. e seg. CtKsa annualmente producano le Miniere d' America p. i4#. Toscana si rese 1 bera la ce-ntrattazione del grano nel -767. p. 117. Sin tanto che il prezzo comune non oltrepassi In- 1 \ il sacco p. . -j'. Trasporto . Le spese del trasporto irope- discono die le merci voluminose , co- me il grano si commercino al di l d'una cena distanza p 119. Trattati. Nessun trattato vi che impe- disca nello Stato i Milano di stabilir U libert del commercio de' grani p. 107. Tratte de grani . Nel sistema attuale ogui concessione un rischio p. i2D. Tributo . Esenzione del tributo , mezzo da promuovere 1' agricoltura , e la po- polazione p. 12. e i3. Quai siano le massime per ben distribuirlo p. i3. e e seg. Quali efletti produca nel com- mercio p. a6. U Ufficiali dell' Annona non dovrebbero avere discapito nel nuovo piano p. i/^t. Vincoli insteriliscono , e conducono alla carestia p. 3 5. Loro effetto si di alzare il prezzo p. 'j. e seg., e 123. e seg. Sono la scuola sofstica dell' Economia pubblica pag- 37. Come siati nati ne' passati tempi pag. 35. Effetti che producono di procurar la carestia pag 52. e seg p. 108. e seg. pag. pag 28. e seg. psg. i36. fino . 11 Milanese ne manca per il suo *y2 consumo , e lo ricve dagli esteri p. ii6. Universit delle Aiti e Mestieri pregiudi- cano all' abbondar za p. 24 Uova capo di commercio utile del Mi- lanese diminuito daccL se a proi- bita 1' esportazione , e se n' e accre- sciuto contemporaneamente il prezzo interno p. 12;. Fine d&W Ti" J University of Toronto Library DO NOT REMOVE THE CARD FROM THIS POCKET Acme Library Card Pocket Under Pat. "Ref. Index File" Made by LIBRARY BUREAU
Saturday, June 21, 2025
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