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Friday, June 20, 2025

Grice ed Alfonso

 SO AEREI DC : A; A 1 Pd 151 fp PSICOLOGIA DEL LINGUAGGIO (SECONDA EDIZIONE) ROMA SOCIET EDITRICE DANTE ALIGHIERI  "a 1899 ... Digitized by Google  calle AVVERTIMENTO Ogni anno, nel R. Liceo Umberto I, ho fatto seguire le mie lezioni di psicologia e di logica da un breve corso di psicologia del linguaggio, che si pu dire un compimento di quelle. A nessuno sfugge limportanza della trattazione di questo argomento che fa acquistare ai giovani la con- sapevolezza delleleva!a natura delluomo, mentre d loro 10 fondamento per intendere il processo della cultura n gene- rale. Pubblico ora lo schema di questo corso che era prima anvoluto in un opuscolo di poche pagine, Pensiero e lin- guaggio, edito nel 1857, per dare ai giovani del mio liceo un ricordo sommario delle lezioni fatte a voce. Credo ancora che questo breve libro sar per essere utile agli stu- diosi di pedagogia, i quali potrebbero vedervi le leggi fon- damentali dellinsegnamento, ed a quanti si occupano di psicologia, normale e patologica. Roma, 7 novembre 1808. NicoLo LALFONSO. Digitized by Google PSICOLOGIA DEL LINGUAGGIO I.  PRELIMINARI. Oltremodo intricata e complessa  la funzione del lin- guaggio e, quando si voglia pienamente intenderla, non si deve considerarla come un fatto a s, indipendente da altri fatti o come un fenomeno accidentale che si sia prodotto nelluomo, ch allora pi si avvolgerebbe in fitte tenebre, ma si deve invece studiarla in tutti quegli altri elementi, in tutte quelle altre condizioni, che hanno con- tribuito al suo formarsi e che tuttora esercitano una parte importante alla sua produzione. Ed anzi tutto, quantuuque la nota specifica del liu- guaggio sia quella di essere un'attivit psicologica, pure  lattivit psicologica pi alta e pi complessa che possa concepirsi ; perch presuppone tutto il processo psicologico, tutta una vita interiore psichica e tutto cio che questa presuppone, ch altrimenti non potrebbe darsi. Cusi, non potendosi scindere i fenomeni psichici dai fatti organici, bisogna vedere quali organi debbano intervenire alla RL IP funzione del linguaggio : ci che costituisce la parte ana- tomica nello studio di 6330, la parte pi immediata, quella dalla quale si deve partire per intendere gli aspetti funzio- nali pi fini e pi elevati. Ma se lattivit psichica propriamente de.ta implica lattivit organica, vi sono p?r vari gradi cella energia psichica, che possiamo distinguere in quelli pi elevati e pi complessi che richiedono molte condizioni, esteriori all'organismo e interiori per prodursi e funzioni molecolari finissime ; e in quelli pi rudimentali ed immediati che sono condizione pei primi ma che possono per avve- nire senza di essi. Questi ultimi costituiscono un aspetto particolare nella funzione psichica del linguaggio e che si pu chiamare fisiologico, che  pi immediatamente connesso allanatomico. Conosciuti gli aspetti anatomico , @ fisiologico del linguaggio, si  sulla buona via per inten- . dere questattivit dal punto di vista puramente psico- - logico. Studiando la psicologia del linguaggio nellindividuo, si  cotretti a riconoscere che tale funzione ha il suo fine nella vita sociale e che questa serve di maestra alluomo nellapprendimento di essa. Onde senza la vita collettiva il linguaggio non avrebbe ragion d'essere e non potrebbe intendersi; per cui nello studio psicologico di esso biso- gna distinguere laspetto individuale dal sociale, luno in intimo rapporto con laltro. Come in ciascun individuo il linguaggio pu essere studiato in rapporto alla sua storia psicologica, deve avvenire lo stesso in tutte le nazioni che hanno una lingua. In una nazione vivente le lingua  immobile ? E perch vl sono varie lingue nel mondo ? E que!le tuttora cono- serra sciute sono le sole apparse ? Risolvere questo problema  trattare il linguaggio sotto laspetto storico. E si pu studiare anche il linguaggio sotto l'aspetto preistorico; cio avviene quando ci storziamo dindagare le leggi psi- cologiche secondo le quali i primitivi linguaggi si son potuti formare. Si possono studiare ancora le varie lingue comparativamente quando si nota la identit e la diffe- renza, che esistono circa al contenuto e alle forme di tutte le lingue morte o viventi. Ma lattivit della loquela  inscindibile dallattivit logica ; giacch senza di questa, come si dimostrer, non potrebbe sussistere linguaggio o lingua; bisogna perci vedere che cosa sia la logica e come essa sia condizione e parte necessaria del linguaggio : ci costituir l'aspetto logico di questo. Se luomo abbandonato alla vita sociale apprende una lingua, bisogna per riconoscere che lapprende in molto tempo e con poca perfezione e che per raggiungere il fine dimpararla presto e bene occorrer lintervento dellarte suidata dalla scienza.  questo il lato pedagogico nella trattazione del linguaggio. i Avviene poi che lindividuo che ha attinto un alto grado nella funzione della loquela, per morbi o vecchiezza, perda quest'attivit o lentamente o in modo brusco; si entra allora in unaltra sfera del linguaggio che  la patologica. E se non vi  linguaggio senza base organica, laltera- zione di esso non pu essere senza lalterazione degli organi; e daltra parte, essendo complessa la funzione del linguaggio, complessi sono ancora gli organi che lo sosten- gono e manifestano, sia che vengano considerati isolata- tamente, sia nei loro rapporti; onde unalterazione della iii loquela pu dipendere da svariatissime alterazioni orga- niche. Ora investigare quali progressive alterazioni orga- niche corrispondano alle progressive alterazioni della lo- quela (i fatti morbosi sono essenzialmente storici : o ritor- nano allo stato dintegrit o procedono aggravandosi)  fare la clinica delle funzioni della loquela. Se l'individuo che ha presentato tali alterazioni muore e si vuole constatare con la necroscopia degli organi interni la supposta alterazione, si entra allora in un campo nuovo che  lanatomia pato- logica degli organi per la loquela. Avviene ancora, quando l'individuo  stato colpito da disordini della loquela nel'a sua giovinezza, che essi rimangano per molto tempo stazionari e si vuole tentare ogni via per farli sparire in tuito od in parte, si ha allora la pedagogia patologica del lin: uaggio. Come tutti snno il bambino nasce muto: ma  in lui la potenzialit ad attingere per mezzo delleducazione i pi alti gradi nella funzione della loquela. E qualche volta pu avvenire che per cause organiche, che importa bene dindagare, non solo non si raggiunga la perfezione, ma, anche quando si mettano in azione tutte le cure educa- tive ordinarie, non si pu n anco pervenire a far com- picre questa funzione nel modo pi volgare e puerile; allora si  innanzi alla teratologia o alle anomalie del linguaggio, le quali possono essere considerate come forme di regresso individuale in questa funzione che dordinario negli altri uomini dovr compiersi perfettivamente. Tali anomalie possono essere svariate secondo le varie cause che le producono ; ed indagare dopo morte quali organi non hanno raggiunto in quel dato individuo la forma perfetta normale alla quale deve corrispondere una per- SEO fetta funzione e per quali cause,  fare l anatomia teratologica ed etiologica per gli organi del linguaggio. Data per una speciale anomalia del linguaggio, si pu tentare, quando non dipenda da assenza assoluta di vita interiore psichica, di esagerare la funzione degli altri aspetti o degli altri strumenti del linguaggio per colmare quel difetto o renderlo meno grave. Allora si ha una pe- dagogia speciale per quelle speciali anomalie del linguaggio. Quando  coltivato da uomini di molta coltura cd intelligenza il linguaggio pu dare per risultato unopera darte; anzi si possono considerare tutte le forme del- larte e tutte le esecuzioni artistiche come forme del lin- cuaggio. Considerare questo aspetto del linguaggio, parlato o scritto, in relazione con le altre forme dellarte e vedere quel che vi  didentico e di differente fra di loro  com- pito di colui che tratta la psicologia del linguaggio nella sua ampiezza. Ma nel linguaggio si ris:ontrano due aspetti: linteriore e lesteriore. Fare vedere come il primo si formi e costi- tuisca quasi tutta la vita interiore mentale e come questa si estrinsechi nel lingnaggio esteriore  trattare un argo- mento che tutti gli altri presuppone e che perci  il pi alto e complesso della psicologia. IU. GLI ORGANI PEL LINGUAGGIO E LA LORO FISIOLOGIA, Quando s vogliano studiare gli organi indipendente- mente dalla loro funzione e dalla energia psichica i cui sono strumento si fa una certa violenza alla realt; perch, essendo ess veramente inscindibili dalla loro x bi funzione e dal loro rapporto con la psiche, debbono es- sere considerati come scissi da essa: ci che a prima giunta deve renderli incomprensibili. Ma  questo uno stato empirico temporaneo della mente verso loggetto, un punto di partenza necessario per elevarsi alla funzione dalla quale gli organi verranno poi vivificati ed espli- cati. Nondimeno, volendo fare tale studio, dobbiamo pro- vare immediatamente una delusione ; giacch non troviamo organi particolari per la funzione del linguaggio, come avviene per le altre dellorganismo e siamo costretti invece a riconoscere che per esse sono messi a profitto organi ed apparecchi, i quali sono primitivamente desti- nati a funzioni fondamentali dellorganismo. Si direbbe che si fosse fatto un risparmio ed uneconomia di organi per funzioni che si son prodotti tardi nella storia della vita. Si pu infatti immediatamente dire che sono organi pel linguaggio il polmone, i bronchi, la trachea, il laringe, il faringe, le cavit nasali; ima sideve subito riconoscere che questi sono gli organi per la respirazione e non basta respirare per parlare. Vi  un periodo della vita in cu si respira e non si parla; la respirazione  comune a tutti gli animali inferiori alluomo ; ma essi non parlano. Si deve ancora dire che sono strumento pel linguaggio gli organi costituenti la cavit boccale, come il gutture, la lingua, i denti, le guancie e le labbra; ma la cavit boc- cale  prima di tutto deputata anche essa alla respira- zione e poi alla masticazione e alla deglutizione del cibo. Si pu constatare che di organi puramente speciali per la produzione della loquela abbiamo solamente le corde vocali vere o inferiori che sono alcune pieghe della mu- cosa laringea, che si trovano quasi in tutti i mammiferi 2 - - .-.*P*v  235 L-rrtniez==._simeiiiniihniimmiiitmenie nni Line ed uccelli; da non confondere con le corde vocali supe- riori, la cui funzione non ha parte attiva nella loquela. Ma poich, quando l'individuo non parla, le corde vocali infer'ori sono rila-ciate in modo da permettere liberamente il passaggio allaria respiratoria e quando parla o canta esse debbono essere sollevate e pi o meno avvicinate fra di loro pei margini liberi e questo lavoro non si d senza l'intervento della contrazione di piccoli muscoli. potremo anche questi chiamare organi particolari pel linguaggio ; come si pu dare anche tale nome a quelle speciali escavazioni che sono tra le corde vocali supe- riori e le inferiori, che si dicono ventricoli del Morgagni vere camere di risonanza) e allepiglottide che pu s0c- chiudere il forame superiore laringeo. I quali organi pos- sono essere considerati come lievi modificazioni di un organo destinato alla respirazione quale  il laringe 0 pure come lievi aggiunte ad esso. Inoltre, come la respirazione non  la loquela, ma questa non  senza quella nella quale devono intervenire speciali muscoli, anche questi possono essere considerati come organi indiretti per la luquela. E poich i muscoli non si contraggono senza nervi, senza, cio, correnti ner - vose centripete e centrifughe, dobbiamo ammettere che quei nervi che intervengono alla funzione respiratoria e quei centri nervosi ai quali i detti nervi si connettono sono anche organi del linguaggio. Ma se i centri speciali dei nervi della respirazione sono alcuni gangli simpatici e il midollo allungato, questi non possono dirsi centri della loquela ; invece ad essi deve connettersi il centro massimo del sistema nervoso cio i due emiseri cerebrali. Per, considerando che gli emisferi ne si hanno in tutti i vertebrati e tra questi non parla che luomo, si deve ammettere che in questo gli emisferi ce- rebrali assumano forme e costruzioni pi meravigliose e tunzioni pi complesse che non negli altri vertebrati e che si sovraggiungano a quelli dei centri immediati dei nervi respiratori. Si pu dire che laspetto puramente fisiologico del lin- guaggio sia rappresentato da quella serie di movimenti che rendono possibile la respirazione, cio la contrazione dei muscoli toracici e del diaframmatico, la dilatazione e il restringimento polmonare; da quei movimenti delle tibre centripete nervose per le quali l'essere vivente av- verte gli stati degli organi che intervengono alla respi- razione. E poich questo avvertimento si d nel centro nervoso dove le fibre centripete approdano e donde par- tono le fibre centrifughe che si diramano negli organi nei quali inducono il movimento che  continuazione del centripeto che si  ritlesso immediatamente nel secondo, passando pel centro nervoso, quantunque questo movimento nervoso sia ancora psichico, pure implica linfimo grado di attivit psichica che  puro fisiologismo. Finch siamo nella sfera puramente respiratoria siamo nella regione dei moti riflessi, non siamo entrati ancora nella sfera del linguaggio il quale  rappresentato da qualche cosa di psicologico che si aggiunge al fatto fi- siologico e che si forma sulle basi di esso. *  e ee ne n LL 6 III.  FONDAMENTI PSICOLOGICI DEL LINGUAGGIO, Essendo il linguaggio un fatto psicologico, bisogna ve- dere a quale ordine dei fatti psichici appartiene prima di studiarne il contenuto e ivari aspetti. Ed anzi tutto si son divise in tre ordini tutte le attivit psichiche. Il primo comprende quelle centripete o dintrinsecazione (sensa- zioni e percezioni) ; il secondo le attivit centrali quali sono le rappresentazioni di ogni stimolo avvertito e di ogni oggetto percepito, della loro organizzazione, del pen- siero e di tutti gli stati atfettivi e passionali che dal do- lore o dal benessere sensitivo vanno ai pi alti gradi di godimento o di dolore e a quegli stati di privazione del- luno e dellaltro che sono lindifferenza e la noia; il terzo ordine comprende tutte le attivit centrifughe o di estrinsecazione, cio tutti i movimenti nella loro immensa vari:t e gradazione, che gli animali e luomo possono compiere Questi tre ordini di attivit psichiche non sono ciascuno indipendente dagli altri, ma legati solidariamente fra di loro e luno presuppone e compie laltro. Cos un per.etto sistema sensitivo contribuisce immensamente ad un per- fetto sviluppo del secondo ordine delle attivit psichiche, cio. lattivit rappresentativa, lintellettiva e la passio- nale; e, viceversa, le attivit int:riri per/ette, inerenti ad una perfetta costituzione cerebrale, dnno un pi alto va- lore alle semplici sensazioni e percezioni alle quali co- municaro, elevandole, la propria natura. Similmente il terzo ordine delle attivit psichiche allora ha il suo pi into rata ein a (E alto e vero valore quando non  che la estrinsecazione dell'ordine precedente. Questo terzo ordine comprende tutti i movimenti, in tutte le loro gradazioni, degli animali e delluomo, dal moto riflesso allimpulsivo e all istintivo, al trasferimento del proprio organismo da un punto ad un altro, che tutti gli animali, in forma particolare a ciascuna specie, deb- buno compiere; alla deambulazione in tutte le sue variet, quali sono la corsa, il salto, il ballo, il nuoto; al lavoro muscolare che luomo pu eseguire (che ha forme mol- teplicissime e svariatissime se si considera che vi  una grande variet di mestieri, di arti e di professioni, che richiedono ciascuno una forma speciale di lavoro musco- lare); alle espressioni fisionomiche, al grido, allesclama- zione, al canto, al pianto, al riso, allimitazione dei vari suoni o rumori della natura, al gesto, alle esecuzioni musicali ed artistiche, al linguaggio parlato e allo scritto. Fra tutta questa immensa variet di movimenti i riflessi sono i pi semplici e i pi :ondamentali ; giacch impli- cano una rapida traduzione di una sensazione n movi- mento ; e qui il centro non funge che come punto di riflessione ; onde si pu dire che, data la preesistenza della via nervosa, il mondo esteriore, in quanto agisce da stimolo sull'organismo, produce tali movimenti. L'anima vi  interamente passiva. Quantunque essi siano come la base degli altri movimenti di ordine pi elevato, i quali possono essere considerati coine una complicazione di essi, per cui sono in fondo a tutti i gradi delle funzioni ps'- chiche centrifughe, avendo una larga parte nei fenomeni di moto degli animali inferiori ed in generale negli atti primordiali ed elementari e quasi organici della psche - -  * ee T_T T___-- - - ia a  e == ed una piccola parte negli atti pi elevati che sono la. manifestazione e l'espressione di particolari fatti o stati psichici umani, del pensiero, dei sentimenti etici, artistici, ecc. pure non sono affatto da confondere e da equiparare con la ricchezza di contenuto che essi acquistano quando sono lespressione di questi fatti delle alte stere della psiche. Questi non sono il prodotto di una sensazione, ma di speciali stati interiori e di rappresentazioni che agiscono per mezzo dei nervi di moto come stimolo su speciali mu-. scoli, producendo il movimento determinato mediante cui si estrinsecano. Ogni fatto, ogni movimento animale che non trovasse nei fatti interiori psichici il suo punto di partenza ed ogni movimento umano che non fosse la ma- nifestazione di una rappresentazione, di un pensiero, di un concetto o di stati affettivi interiori, sarebbe un puro movimento meccanico ed inconscio, cio sarebbe il puro moto riflesso o il puro moto fisiologico. V  dunque una grande differenza tra il moto ritfesso e gli altri movimenti, anche quelli che pi vi si avvici- nano in quanto sono il prodotto non pi duno stimolo esteriore, ma di un fatto interiore, come l'impulso e l'i - stinto ; la differenza poi  grandissima quando vengano paragonati coi fatti psicologici centrifughi pi complessi. In generale si pu dire che cos lanimale come luomo tendono ad estrinsecare i loro fatti psichici interiori e ci li mette in relazione col mondo esteriore, senza di che la loro esistenza sarebbe monca o impossibile. E, poich questi fatti e stati interni non sono gli stessi nel- l'uomo e nelle diverse specie animali, ne segue che i fatti di estrinsecazione non hanno lo stesso valore e lo stesso contenuto ne vari esseri viventi -   Pra Ci E primieramente si possono ridurre tutti questi fatti interiori psichici che sono molteplicissimi nelluomo di elevata cultura e che possono ridursi ad nna ben povera cosa negli animalie soprattutto negli animali inferiori, a tre specie : alla rappresentazione di tutte le sensazioni esteriori o interiori all'organismo e di tutte le percezioni che l'essere vivente pu avere avuto ; agli stati di benes- sere, di malessere o dindifferenza che accompagnano le rappresentazioni, continuazione e ripetizione di stati i- dentici che necessariamente furono connessi alle sensazioni e alle percezioni avute ; e ai legami e ai rapporti che passano tra rappresentazioni e rappresentazioni, ci che costituisce lattivit logica del soggetto. Gli animali infimi (monere, microbii, ecc.) che non pos- sono elevarsi alla percezione e alla coscienza, alla di- stinzione, cio di s dal mondo esteriore e che s nutrono assorbendo per endosmosi i materiali nutritivi che trovano intorno a s, non possono avere che rappresentazioni di sensazioni interne che provano quando hanno bisogno dellalimento e dopo che hanno colmato il loro vuoto, alle quali si collegano stati di malessere e di benessere organico. Essi si muovono indeterminatamente ; e quando il movimento non  che fine a s stesso, non  cio che mezzo allesplicazione di energia animale, onde esso si conserva ed emette per esosmosi i materiali ridotti. deve necessariamente tendere ad assorbire i materiali nutritivi per colmare i vuoti che continuamente si producono nel piccolo organismo. Tutto il suo movimento estrinseca cos questi pochi e poveri stati interiori. Se si eccettuino gli animali menzionati, tutti gli altri percepiscono e distinguono da s il mondo esteriore ; ma il modo e le vie di percepirlo non sono gli stessi per tutti, giacch ognuno lo distingue pi o meno indeter- minatamente. Il soggetto percepisce indeterminatamente il mondo circostante quando delle molte zone e dei molti oggetti che lo costituiscono non vede i limiti e la circo- scrizione di ciascuno, ma vede gli uni come continuantisi con gli altri o, se distingue oggetto da oggetto, questi non appariscono innanzi a lui che come risultanti di una o due propriet.  questa la posizione degli animali di- rimpetto al mondo esterno, cos di quelli dinferiore or- ganizzazione che cominciano ad eseguire le prime perce- zioni brute, come dei mammiferi superiori che hanno una pi avanzata potenza percettiva. La grande ricchezza e molteplicit di oggetti e la grande quantit di propriet e qualit di cui questi sono costituiti sfugge a loro. L'animale per vede qualche determinazione nel mondo naturale che costituisce il suo ambiente nel quale vive, s muove e s conserva; e poich vivere e conservarsi nel presente costituisce il filo regolare della sua attivit e tale fine non pu raggiungere senza entrare in rap- porto col mondo esteriore, questo esso si sforza di per- cepire e di scrutare in quegli oggetti e in quelle deter- minazioni di oggetti che possono entrare in relazione di- retta con esso. Cos percepisce bene e distingue da s e da altro ci che pu servirgli da cibo, ci che pu dis- setarlo, percepisce bene e ricorda le vie che lo conducono ai luoghi dove pu trovare da alimentarsi e che possono servirgli da ricovero, come percepisce bene tutto ci che ha altre volte provato e che tenderebbe a contrariare la sua esistenza, onde lo sfugge. Poich ogni oggetto percepito lascia limmagine di s en. e nellanima, che  la rappresentazione, essendo povero nellanimale il campo delle percezioni, egualmente po- vero  il mondo interiore delle rappresentazioni. E la connessione che queste possono avere fra di loro o con gli oggetti percepiti  dinfimo grado, cio di coesistenza e di successione. Vi  ancora una connessione tra alcuni oggetti e alcuni stati piacevoli o dolorosi che essi pro- dussero nellanima animale, per cui i primi possono ri- chiamare i secondi e questi possono spingere lanimale a muoversi per andare in cerca di essi o per fuggirli. Rimanendo lanimale escluso dalla percezione della molteplicit degli oggetti di cui  ricco il mondo este- riore e del gran numero di determinazioni di cui  ricco ciascun oggetto, deve necessariamente ancora essere e- escluso dal gran numero di connessioni intime che gli og- getti e le propriet di ciascun oggetto hanno tra loro. Inoltre, poich ogni percezione, quando non  indiffe- rente per lanimale, pu contribuire o a conservare il suo organismo, e perci ad accrescere in esso, il benes- sere organico, o pure pu contribuire a turbarne lesi- stenza, questi stati si connettono con le rappresentazioni e seguono le vicende interiori che queste subiscono ; tali stati, piacevoli o dolorosi, sono anche essi negli animali limitati alle poche percezioni e rappresentazioni determi- nate che lanimale pu avere. Questo cos povero mondo interiore lanimale manifesta per mezzo dei movimenti e degli atti suoi; giacch per ciascuno di essi s mette in relazione un fatto interiore col mondo esteriore; si pu perci notare come per la- nimale sia assai povero il mondo circostante, indizio che egli non pu) vedere la ricchezza del contenuto di esso, PE [-SSEZA ma vede solo ci che pu contribuire ad alimentarlo e aconservarlo. Bench vario sia il mondo delle rapp vesen- tazioni in ciascun animale, secondo che vario  il mondo esterno delle percezioni e secondo che   costretto, in ragione delle proprie condizioni organiche, ad esercitare in modo speciale la sua attivit su di esso,  per sempre limitato a pochi oggetti del suo mondo esterno, quan- tunque ci nun avvenga egualmente in tutti gi animali. Ma il mondo interiore, cos povero in tutti gli animali inferiori alluomo, si eleva in questo ad una complessit e ad un organismo meravigliosi. Per le speciali condi- zioni dei suoi centri nervosi e dei suoi organi percettivi e per l'educazione che questi possono ricevere, egli ha un ammirevole potere determinativo e distintivo su tutti  fatti naturali ed umani che costituiscono il suo am- biente, per cui ogni cosa pu apparirgli nella sua limi- tazione dalle altre ; egli mette in esercizio tutti i suoi organi sensitivi per potere percepire tutte le qualit e le propriet delle cose di cui per ogni organo sensitivo afferra propriet particolari. Cos per mezzo dellocchio luomo pu vedere la forma ed il colore, esterni od interni, di una melarancia, la gran- dezza, la posizione, la distanza da s. Per mezzo del pi perfetto organo tattile che  la mano percepisce della melarancia anche la forma (e questa, avvertita per mezzo della mano aggiunge una nota particolare alla forma av- vertita per mezzo della vista); percepisce, facendo scor- rere la mano su di essa, i piccoli rilievi ed infossamenti della sua superficie, come anche lo stato termico. Quando poi si adopera la mano non solo come organo tattile ma ancora come crgano muscolare (ed in questo lavoro in- d terviene la con'razione dei muscoli deliavambraccio e del braccio), si pu percepire della melarancia il peso e, quando si comprime fra le due mani o fra una mano e un oggetto sterno, la sua resistenza. Percossa col dito d una vibrazione particolare secondo che  pi o meno pregna di succo e contiene pi o meno di gas, come av- viene se cada dall'alto, vibrazioni che posso essere av- vertite per mezzo dell'orecchio come per mezzo della mano. Si pu percepire ancora il suo odore con lolfatto e assaporarla con la lingua. Tanta molteplicit di note avvertite per vie diverse e riferite tutte allo stesso oggetto sono altrettante deter- minazioni che contribuiscono tutte a meglio limitarlo e distinguerlo dag:i altri oggetti. Ma, oltre alle qualit inerti, vi sono anche le speciali attivit, sieno meccaniche, chimiche o organiche, che noi possiamo percepire nelle cose, secondo che queste si ar- restano alla zona meccanica e fisica della natura, ovvero si elevano alla zona chimica o allorganica o alla psi- chica. A percepire tali energie luso immediato degli or- gani sensitivi delluomo non sempre  bastevole. Per, col progresso che si  fatto nella conquista delle leggi mec- caniche, fisiche e chimiche della natura, si son potuti co- struire speciali apparecchi per sempre meglio scrutare le energie meccaniche, fisiche, chimiche e fisiologiche, i quali hanno reso facile alluomo percepire con precisione feno- meni naturali che senza quelle scoperte e senza quelluso non si sarebbero mai potuti percepire nella loro preci- sione. Cos con la scoperta di leggi fisiche si son potuti co- struire apparecchi i quali han servito a scoprire nuove SSW = leggi fisiche e fisiologiche. Inoltre noi possiamo attribuire alle cose qualit che non hanno nulla di percepibile, ma. invece hanno qualche cosa di tradizionale. Quando di- ciamo : questo bastone  nostro e ci  stato donato da Giulio ed appartenne a Goethe, ecc., io. aggiungo nuove qualit alloggetto le quali connesse alle qualit percepibili lo rendono pi distinto dagli altri. La rappresentazione che dell'oggetto rimane nel soggetto dopo di averlo iu tal modo percepito e contrassegnato dev'essere egualmente complessa. | Poich per lesercizio dei vari mestieri e delle varie professioni gli uomini sogliono limitarsi a studiare e a percepire certe date provincie della natura e della vita. sociale, essi hanno di questi oggetti rappresentazioni de- terminate e distinte, mentre rappresentazioni relativa- mente indeterminate conservano delle altre s ere della realt. Ma vi sono individui che dedicano tutta la loro esistenza allo studio di tutte le varie regioni della na- tura e della vita sociale, essi dovranno perci conservare rappresentazioni assai vive e complesse di tutti gli og- getti sui quali hanno esercitata la loro attivit. E se  vero che vi sono alcuni che conoscono la realt o una regione di essa siccome disgregata nelle sue parti, vi potranno essere altri che o giuvandosi dei frutti dellat- tivit degli altri studiosi che lo han preceduto o dellat- tivit speculativa propria, possono vedere nelloggetto un sistema o, che  qualche cosa di pi, un organismo. Non si arriva a questalta zona della conoscenza senza vedere i molti oggetti o le varie provincie di cui la realt risulta o le varie propriet di cui ciascuna cosa risulta, connessi fra di loro da legami intimi, veri, scientifici, e- | _ 8  terni, necessari; cos un obbietto o tutto lobbietto  con- siderato come una unit in cui le varie parti o le varie propriet debbono tutte essere fra di loro necessaria- mente connesse, non potendo essere l'una senza laltra. A differenza dellanimale che si sforza di percepire le cose in quanto possono essere utili alla sua esistenza, luomo non solo pu far questo, ed ii modo assai pi meraviglioso, ma ancora altro. In fondo alla grande attivit umana, sia che la si con- sideri nel presente, sia nel passato, possiamo scorgere uno sforzo per conoscere la natura esteriore ed adattarla ai fini delluomo, sforzandosi di renderne pi facile e com- piuta lesistenza, col fargli godere una grandissima quan- tit di beni che la natura e lindustria possono produrre. Fer se la maggior parte degli uomini conoscono perl'u- tile, ve ne sono altri che si sforzano di conoscere il gran- dioso organismo delluniverso indipendentemente dal gio- vamento materiale che essi possono cavarne ; come, se la maggior parte degli uomini mette a fine della propria at- tivit il procurarsi un gran numero di beni individuali, ve ne sono altri che possono dedicare la propria attivit al bene sociale. Tali individui si elevano al grado massimo di attivit conoscitiva e pratica; perch immenso  il numero delle rappresentazioni che debbono possedere, come immenso  il numero dei nessi che debbono vedere tra rappresenta- zioni e rappresentazioni. Quelli poi che si dedicano alla pi grande attivit pratica debbono al lavoro precedente connettere una serie di movimenti che contribuiscono al raggiungimento del fine, onde ogni movimento deve essere connesso coi movimenti precedenti e con le rappresenta-  19  zioni e i nessi logici interiori e nello stesso tempo dev'es- :sere visto in redazione coi movimenti che dovranno com- piersi. Ma oltre allimmensa serie delle rappresentazioni e delle energie logiche, abbiamo un altro aspetto della vita interiore ed  il passionale che nell'uomo pu elevarsi a forme complesse e a gradi vari dintensit. Quando attivit animale  limitata a soddisfare i bi- sogni dellorgamismo, ogni percezione come ogni rappre- :sentazione, se non  divenuta indifferente, ha la nota del benessere o del malessere organico. Ma quando, come nell'uomo, l'attivit conoscitiva e pratica si esercita lar- gamente come s  visto, nel mondo esteriore e la sog- sgettivit dellanima si eleva conformemente alla cono- :scenza e al domivio che es3a esercita sul mondo circo- stante, diviene sempre pi complesso ed elevato il mondo passionale dell'uemo. Anche in questalta regione dellattivit psicologica ogni percezione pu contribuire ad elevare o a deprimere le- nergia soggettiva, pu cio essere conforme o pure avversa :alle aspirazioni che il soggetto pu avere. Cos ogni per- cezione pu avere un colore piacevole o doloroso pel s0g- .getto. Ma dobbiame ancora ammettere le percezioni indit- ferenti che si dnne o quando l'oggetto che si percepisce, per la ripetizione, ha cessato di esercitare un'azione viva sull'organismo o sullanimo del soggetto o quando, non es- sendo considerato dal soggetto come una cosa che possa interessarlo, diventa assolutamente estraneo ad esso. La nota passionale @ affettiva che  insita alle perce- ion si conserva nelle rappre:entazioni. Andando queste soggette a molteplicissime vicende nel campo psichico e a cosciente, per cui se alcune di esse tendono a sminuire e a sparire col tempo da lanima, altre all'incontro che prendono parte immediata al lavorio mentale, sia che vengano in questo considerate come fine che come mezzo, sono quasi sempre presenti nellanimo, dobbiamo dire lo stesso della nota passionale che  inscindib'l2 da esse ;. giacch lo stato passionale non esiste di per s solo senza che sia connesso agli oggetti o alle rappresentazioni di essi. Onde si deve riconoscere che pi complessa  una mente, pi vasta e ricca  la tela delle rappresentazioni, dei nessi logici, dei fini che il soggetto si propone e pi complessi ancora e molteplici sono i colori, sentimentali affettivi e passionali che ciascuna rappresentazione contrae. con le altre. -  facile riconoscere quale grand: importanza abbia per la vita intellettuale e pratica il colore passionale delle rappresentazioni e delle percezioni. Senza di esso la pil fredda indifferenza sarebbe tra luomo e il mondo este-. riore ed egli contemplerebbe passivamente le propri? rap- presentazioni. La nota passionale sveglia nell'uomo la pi grande attivit a raggiungere i pi grandi fini nel mondo. subbiettivo ed obbiettivo e gli procura i pi grandi piaceri e i pi grandi dolori. Ma, dopo questo, lattivit passionale, anche conside rata in tutte le sue immense gradazioni e neile difte- renze dintensit,  sempre qualche cosa dindeterminato. Quando diciamo oggetto percepito o rappresentazione di esso vogliamo indicare sempre qualche cosa che ha ter- mini, confini, limiti, molteplicit di propriet percepibili: o immaginabili e pensabili, anche ammettendo che non In ogni grado di soggettivit loggetto apparisca come SOL compiuto ne!le sue note; e perci siamo nel campo della determinazione. Anche le energie logiche che sono nelle cose e nelle loro rappresentazioni sono qualche cosa di determinato in quanto manifestano il movimento, l atti- vit che  in esse, una o pi propriet cio che si mani- festano, s rivelano, estrinsecandosi. Ma i fa*ti passionali sono qualche cosa di puramente subbisttivo e non abbiamo noi un mezzo per fissarli e misurarli percettiramente. Le cose per 3} stesse, siano zanche le opere darte, non hanno alcun movimento pas- sionale, il soggetto si commuove e sinteressa per esse e ne gode o soffre; ma questo stato commotivo e passio- nale  circoscritto all'energia soggettiva ed  una crea- zione tutta propria del soggsatto. Di questa sua attivit nulla pu il soggetto comunicare alle opere naturali od artistiche, le quali rimangono perfettamente inerti ed in- comunicabili e sono inconsapevoli dei moti interiori che possono destare in chi li contempla e perci non in tutti i soggetti destano gli stessi moti, riuscendo indi terenti per alcuni. Perch indeterininati questi moti dellanimo, variano dindi:iduo ad individuo, variano per variare di con- dizioni soggettive, per variare di et, di stagioni, di luoghi, di climi, per variare di condizioni organiche ; onde non  possibile fissarli in certi stati particolari ed applicarli come talia molti.  vero nondimeno che nelle varie lingue si possiede una nomenclatura speciale di una moltepli- cit di stati psichici, ci che a prima giunta ci pu far credere che essi sino determinabili e distinti gli uni dagli altri nella loro serie; ma, se si riflette, si osserva che ess sonostati determinati si, ma indeterminatamente. Giacch _ 2929 i poeti sopra tutto che hanno meglio scrutato e studiato- questa attivit interiore dellanina e che sf sono sforzatr di riprodurla con la parola, confessano di non poter ma pienamente riprodurre o comunicare agli altri ? loro go-- dimenti e i loro dolori. E nessun poeta che abbia fatto per obbietto dellarte sua le proprie passioni dovrebbe confessare di essere perfettamente riuscito a tradurle con le parole psicologiche del comune linguaggio poetico ; al- listesso modo che noi non possiamo essere sicuri che,. quando leggiamo unopera poetica nella quale l'artista ha voluto riprodurre i moti e le lotte del suo. animo, noi possiamo riuscire, attraverso alle parole che egl ha usato,. di provare i medesimi dolori o i medesimi godmenti nello stesso grado e nella stessa intensit che furono provati dall'artista, quantunqu: non si debba sconoscere che una certa comunicazione dei suoi moti interrori avvenga nel lanimo del lettore. Vi  dunque nellanima delluomo qualche cosa che non  perfettamente comunicabile agli altri, per quanto grande sia larte del poeta; e questa  il mondo della passiona- lit; ma pu essere meglio comunicabile # mondo delle rappresentazioni nelle loro energie quande vi  unade- guata perizia nellartista Si potrebbe meglio dire: le rappresentazioni possono estrinsecarsi determinatamente,. mentre i moti interior si estrinsecano indeterminatamente. Ma, considerato nel suo organismo, questo cos com- plesso mondo interno delluomo deve estrinsecarsi ; giacch, sopra tutto nella vita psichica, non vi  fatto interno che, presto o tardi, consapevolmente o inconsapevolmente per l'ente psichico, non si traduca in esterno ; ed ha vie mol- teplic per estrinsecarsi, come molteplici sono gli aspetti Pe e di esso. Ino!tre, nella sua pi grande perfezione, esso  il risultato di una storia educativa ; per la sua manite- stazione non si ha solamente quando esso ha raggiunto lultimo termine della sua storia, ma si comincia ad a- vere dal suo primo formarsi ed  pi o meno cumplessa secondo il grado della sua formazione.  stato detto che la vita interiore risulta dal processo delle rappresentazioni, delle energie logiche e dele pas- sionali. Questi tre elementi dordinario progrediscono e si complicano fra di loro armonicamente ; ina quelli fra que- sti tre elementi che hanno pi qualche cosa di determi- nato o che si determinano progressivamente sono ultimi a prodursi e a mani:estarsi; ed anche qui  una gradua- zione ; giacch cio che diciamo determinato nel principiv della sua storia si determina indeterminatament? o cio che pu essere determinato per molte vie si determina per una sola. All'incontro quei fatti interiori che sono per s stessi qualche cosa dindeterminato, come i passionali, per quanto possano essere inscindibili dai determinati, sono primi a mani:estarsi ed hanno vie particolari a ci. Se vi  qualche periodo nella storia dellindividuo in cui tutta la vita di estrinsecazione  di fatti interiori indeter- minati, nelle epoche ulteriori, quando si estrinsecano 1 fatti interiori determinati, possono i primi unirsi a_ que- sti e comunicar loro una nuova energia. Cos tra tutti i movimenti centrifughi che sono fatti di estrinsecazione psichica ve ne sono alcuni che esprimono i moti interiori in varie loro forme. Fra questi il primitivo e il tondu- mentale  il grido che  lespressione di una sensazione dolorosa o piacevole violenta ovvero di una percezione che turba o minaccia di turbare lo stato di ordinario bu- nessere o di una percezione che da uno stato di males- sere riconduce o promette di ricondurre ad uno stato di benessere ; ovvero di una rappresentazione dolorosa che entra bruscamente nel campo della coscienza quando il soggetto si trova in uno stato di relativa tranquillit 0, viceversa, di una rappresentazione piacevole di stati gi provati o ancora da provare prossimamente. Il grido perci, in tutti i suoi gradi e nelle sue varie forme,  di tutte le et delluomo in qualsiasi periodo del suo sviluppo mentale ed occupa gran parte delle espres- sioni degli stati interiori di un gran numero di mammi- feri e di uccelli Poich nel grido al movimento ritlesso respiratorio si unisce la voce che  la vibrazione delle corde vocali non siamo pi nel puro campo fisiologico ma nel psicologico:  unattivit nuova che si unisce alla respiratoria. Perci se nel grido abbiamo una inspirazione od una espirazione, che  pi frequente, con passaggio dellaria attraverso il forame laringeo, ristretto pel sol- Jevamento delle corde vocali le quali sono cos messe in vibrazione da essa, come le corde del violino dallarco, abbiamo la manifestazione di un atto interiore. Ma se il grido  lespressione di fatti che violentemente si producono nellanimo, i movimenti interiori pi tran- quilli si esprimono per mezzo di vibrazioni pi calme delle corde, come si esprimono ancora movimenti pi ele- vati di piacere o di dolore per mezzo del canto che negli uccelli, per le speciali condizioni del loro organismo, pu assumere forme graziose e complesse e che nell'uomo puo elevarsi ad una forma artistica, divenendo musica, ed espri- mere moti interiori delicati e vari. D'altra parte i movimenti dell'organismo negli animali NR) e nell'uomo manifestano .ancora gli stati interiori nelle Joro gradazioni ed intensit, come avviene in un modo parti- colare ancora per mezzo delle espressioni del volto. Si ha poi nelluomo il pianto ed il riso, che sono espres- sioni pi speciali di stati interiori piacevoli o dolorosi e che implicano insieme movimenti respiratori, vocali e del volto. Il bambino che non ancora  giunto a determinare qualche cosa del suo mondo circostante esprime col pianto e col riso gli stati indeterminati dell'animo suo, le sue sofferenze organiche o il suo stato di soddisfazione. Anche luomo che per morbi o vecchiezza ha perduto le facol: del linguaggio determinato che richiede un lavoro psico- logico complesso e difficile, esprime col pianto e col riso la sua vita interiore come i suoi rapporti col mondo e- steriore. Vi  poi il sospiro che  un atto respiratorio profondo che pu essere accompagnato da vibrazione delle corde e si ha quando stati passionali gravi e dolorosi occupano lanima. In tali casi il movimento psicologico moleco- lare  lento e perci) anche gli atti respiratori. Questo stato avendo la tendenza ad aggravarsi per il poco ossi- geno che affluisce al cervello, le energie pi attive del- lanima si sforzano di risollevarsi per mezzo di tali atti respiratori. Cos gli stati psicologici indeterminati si estrinsecano prima e pi facilmente de determinati, ci che avviene quando si vogliono indicare oggetti che si percepiscono o si vogliono comunicare ad altri rappresentazioni di og- getti percepiti. Se si vogliono indicare oggetti presenti basta fare un gesto e il gestire in generale pu servire per indicare anche stati interiori dell'animo e qualche  26  volta oggetti lontani o fa'ti passati. In tal modo il gesto apparisce come una forma di passaggio dalle espressioni. interiori alle rappresentative di cose esteriori. Quando si tratta di dovere rendere ad altri rappresen tazioni di oggetti lontani e complicati o di avvenimenti passati e complessi, allora sar necessario di riprodurre con immagini materiali gli oggetti, prima origine del-. larte; ma essendo questo un lavoro molto lungo e dif- ficile, si tenta di riprodurre, imitandola, la vibrazione degli oggetti, prima origine della loquela. Come ogni attivit umana, la loquela o il linguaggio parlato ha la sua storia, come nellumanit, cos nellindivi luo. Per meglio intenderla in questultimo bisogna intenderla prima in quella. | IV.  LA PREISTORIA DEI LINGUAGGIO. Col linguaggio entriamo nella sfera di estrinsecaziona dei fatti psicologici determinati interiori; e tra tutte le attivit centrifughe  la pi complessa e la pi maravi- gliosa, sia che si consideri dal punto di vista fisiologico che dal psicologico e logico:  un argomento intricato e difficile, soprattutto se si voglia studiare nella sua storta; giacch> il linguaggio, come ogni attivit psicologica, come ogni fatto della nasura e del'o spirito, ha avuto la sua storia, il suo sviluppo, cos in ciascun popolo come ne!- l'umanit in generale; esso non  sempre stato quale lo riscontriamo nelle nazioni civili. Nel senso pi largo noi crediamo poter definire il lin-- guaggio per quella funzione psichica mediante la quale BEER, Ger con segni, voci o parole pi o meno comp'icate luomo - esprime gii stati interni dell'animo, i suoi timori, le sue: speranze, i suoi desiderii, le sue rappresentazioni, i suoi concetti o tutta una tela di rappresentazioni e di con-- cetti. Se ci  vero, poich ogni attivit centrifuga esprime. lo stato interno quale si sia della psiche, e vi sono via che esprimono stati interni determinati ma inferiori, il linguaggio rappresenta una specializzazione funzionale tra una serie di fatti, che perci acquista maggior pre cisione e perfezione ; perch esso esprime quel che il canto,. il riso, il gesto, l'atteggiamento del volto o qualsiasi altro movimento non possono esprimere, quantunque riceva. dagli altri movimenti maggior forza e vigore, allistesso. modo che d a quelli un pi-alto significato. Bench questa funzione nella sua forma pi concreta. sia propriet esclusiva delluomo, pure  indubitato che. si trovino i primi rudimenti di essa negli animali inferi .ri. Coloro che hanno studiato i costumi di questi animali: privi di organi fonici hanno osservato come essi, quando. sono in rapporto od in societ fra di loro, facciano fa-. cilmente dedurre allosservatore che abbiano alcune vie. speciali per comunicarsi i loro bisogni, come per appa-- garli, per fuggire alcuni pericoli, come per prestars scam- bievole aiuto. i Negli animali superiori si cominciano a manifestare gli stati psichici determinati per mezzo degli organi del respiro (che, allistesso modo del cuore, sono stretta-- mente legati, mediante speciali nervi, al gran centro del' sistema psico nervoso ; e ad ogni avvenimento psichico,. di qualunque grado sia, corrisponde una modifica: ione nel ritmo cardiaco e respiratorio). Perci nella ispirazione: n Ola e nella espirazione si deve cercare il primo . passo del linguaggio. Cos una ispirazione od una espirazione vio- lenta, risultato di una emozione profonda, fa avvertire -&lcuni rumori; come. mediante alcune contrazioni dei muscoli esterni ed interni del laringe, onde le corde vocali vengono sollevate, della lingua, dei muscoli, del'e ma- scelle, de'le labbra, i primitivi rumori respiratori subiscono una modificazione, acquistando miglior qualit e maggior quantit di vibrazioni, per cui divengono suoni o voci.  da notare per che gli animali superiori con pochi speciali rumori o suoni o con varie gradazioni di uno stesso suono son costre:ti ad esprimere tutte le variet -dei loro stati psishici indeterminati, quantunque alcune specie di uccelli, a preferenza dei mammieri, per le condizioni particolari del loro apparato respiratorio, es- sendo dotati di forti muscoli pettorali e di speciali tasche .aeree, per cui possono fare protonde inspirazioni ed espi- razioni, ed essendo dotati di una lingua esile (proprio il contrario dei mammiferi) che si presta ad una variet di movimenti, possano compiere una serie meravigliosa di note. Dagli animali non si va dun salto agli uomini nei quali si ha un linguaggio perfetto. Anche ai nostri tempi si trovano alcune trib nomadi nellOceania, nellA ffrica me- ridionale e nellAmerica del sud, che fanno vedere sola- mente un limi:ato progresso relativamente agli animali circa al modo di esprimersi per le vie foniche ; il con- tenuto per del linguaggio  differente. E se, al presente si fa uno studio comparativo tra i linguaggi di tutti i po- poli della terra, sar facile scorgere in essi un progres- sivo e graduato complicarsi e specializzarsi del rumori e OG delle voci pi elementari comuni agli animali fino a che. non s raggiungano le lingue pi complesse dei popoli civili. Si ha insomma nello spazio i vari gradi di ci che  avvenuto nel tempo mediante un lungo ed elevato svi- luppo di queste facolt delluomo. Il linguaggio entra nella storia e pu fornire materia. di studio quando gli elementi che lo costituiscono si con- servano, sia vivi che simboleggiati, nella memoria degli uomini o in segni esteriori. E se lo studio storico de? vari linguaggi ci d un progressivo complicarsi ed or- ganizzarsi di voci e di parole primitive, bisogna stabilire. una linea di qua dalla quale entra il linguaggio storico propriamente detto e di la dalla quale si ha la sua prei- storia, che  in generale il formarsi di tutte le condizioni che preparano un avvenimento nella sua forma primitiva. Trattandosi del linguaggio umano la sua preistoria  rappresentata da una serie di sforzi, dei quali non si conserva memoria, che gli uomini han dovuto fare per addurre il linguaggio storico o pure in una serie di forme rudimentali e indeterminate che lo hanno precorso. Es- sendo la preistoria del linguaggio il presupposto della storia di esso, la quale se ne puo dire una continuazione ed uno svolgimento,  necessario ammettere che ambedue procedano da un solo principio per quanto complesso sia. Ma se, volendo considerare i linguaggi storicamente si ha una materia di studio nei documenti vivi o signifi- cati, ci non si ha per la preistoria la quale daltro canto non potr essere conosciuta ; perch di essa nessuna me- moria o documento esiste; giacch se esistessero, questi entrerebbero nella storia: ci dovrebbe fare perdere la speranza di conoscere la preistoria del linguaggio. Aa Ma  questo un argomento che bisogna affrontare per . intenderlo, sia retrocedendo dalla storia alla: preistoria ed applicando a questa le stesse leggi della storia del linguaggio, semplificandole ancor pi e riducendole alla forma fondamentale, e sia facendo, aiutati dalla psicologia e dalla logica, un trasferimento di attivit; applicando cio ad unepoca della vita umana in cui il linguaggio non esisteva, quei tentativi che il bambino fa per par- lare, prima che egli abbia appresa questa facolt. Per trattare perci logicamente e psicologicamente la preistoria del linguaggio, bisogna immaginare ed ammet- tere unepoca in cui il linguaggio non esisteva ; per do- veano esistere le condizioni organiche e fisiologiche per la sua produzione e gli uomini si erano per la prima volta uniti in comunione fra di loro; giacch non  pos- sibile formarsi un concetto cos della preistoria come della storia del linguaggio se non lo consideriamo come una necessit della vita comune. L'uomo solo o gli uomini isgregati fra di loro non haano alcun bisogno di lin- guaggio. Le basi organiche, fisiologiche e psicologiche, delluomo n quest'epoca sono perci il presupposto pi immediato del primo linguaggio. Oltre allapparecchio respiratorio coi suoi annessi e con le sue funzioni, si richiede un cer- vello atto a percepire possibilmente per tutte le vie il mondo esteriore e a conservarne memoria ed atto ad essere il punto di partenza di una serie di movimenti centrifughi; ma non ancora atto a compiere quei movi menti muscolari particolari che richiede la loquela nella sua forma pi complessa. In questo periodo non vi sono vie cerebrali per l'ese- Ra cuzione del linguaggio, allistesso modo che in tempi pi progrediti, quando il linguaggio  gi unacquisizione di parecchie generazioni di uomini, le vie possono esservi; ma la funzione della loquela, che  un fatto di educa- zione, non  gi bella e data con esse. In questo periodo .s presuppone ancora che esistano le forme d estrinse- cazione inferiori alla loquela, che abbiamo indicate, come esiste la voce. Inoltre abbiamo precedentemente detto che per mezzo .della loquela si vogliono comunicare ad altri, immedia- tamente, per le vie pi brevi, le rappresentazioni di 0g- getti lontani e non riproducendone le immagini visive. In questo caso la pi facile a riprodurre e a imitare delle qualit degli oggetti naturali  il loro movimento vi- bratorio ; ed in ci luomo ha due grandi mezzi di aiuto : 1 La propria voce che si presta per mezzo di varie mo- diticazioni degli organi boccali e laringei ad imitare pi o meno perfettamente le varie vibrazioni della natura, le varie voci animali ed umane ; 2 le varie vibrazioni della natura medesima, le quali sono svariatissime e che pos- .sono dividersi e specificarsi in rumori, suoni e voci. Un fatto dincontestabile verit che bisogna tenere pre- .sente nello studio del linguaggio  che gli uomini, come gli animali, cos nellorigine della formazione del lin- guaggio come posteriormente, si studiano dimitare e di assimilarsi la voce, i suoni, i rumori che odono attorno .a4 loro. Si sa che i fanciulli apprendono quella lingua speciale che si parla dal popolo e dalla famiglia, in mezzo a cui son cresciuti. E se ogni animale ogni uomo ha la sua voce particolare ed ha originariamente attinto nellimitazione dei moti della natura e degli esseri do- _ 32- tati di vita la produzione della voce, crediamo di nore. errare dicendo che ogni cosa, ogni oggetto de'la natura  atto a dare vibrazioni o suoni o rumori anche essi tutti particolari, essendovi tra le cose differenza ed insieme identit di struttura e di costituzione molecolare, e che questa differenza di vibrazione delle cose abbia contri- buito ad una differenza di voce. Non vi sono corpi, quale che sia il loro stato, che, per-. cossi od urtati, non sieno atti a vibrare ed a comunicare all'orecchio e all'organismo dell'uomo, secondo le note leggi della fisica e della fisiologia (1), le loro vibrazioni. I corpi solidi, sia che vengano considerati come semplici che in mescolanza od in composizione chimica con altri corpi, presentano ciascuno vibrazioni particolari e ditte- renti da quelle degli altri; avviene lo stesso per le so-- stanze vegetali el ani nali. I liquidi, quando vengano a- gitati, dnno una variet di vibrazioni secondo la loro composizione chimica. Secondo la loro quantit, come secondo laltezza dalla quale cadono ed incontrano laria. od altri corpi, vibrano in modo speciale. Il mare d variet di vibrazioni secondo limpeto col quale il vento e la pioggia softiano su di esso, secondo che si  in alto mare o nelle vicinanze del lido o tra gli scogli. Tutti i fiumi nel loro corso dnno anche essi va- riet di vibrazioni secondo la quantit dellacqua e i ma- teriali che la corrente gonfia trascina con s, secondo lindice dinclinazione del loro letto, secondo che scor-- rono tra roccie, tra valli o in una pianura. Il veato si ode - - (1) V. D'ALFONsO, Sensazioni vibraforie.  Roma, Societ editrice Dante Alighieri. 9 variamente secondo che si  in una valle, in un punto ele- vato od in una pianura, secondo che si  tra alberi di mediocre o di straordinaria grandezza e secondo la strut- tura e le dimensioni delle loro foglie. Anche i grandi fe- nomeni, i grandi fatti, i grandi cataclismi della natura, come gli uragani, i terremoti, le frane, presentano una variet di vibrazione nel loro prodursi e nel loro succe- dersi, in ragione della loro intensit ed estensione. Abbiamo ancora speciali vibrazioni delle cose secondo che  messa in gioco la loro attivit meccanica, la fisica, la chimica o lorganica. Il fuoco pu dare variet di vibrazioni secondo la qualit e la quantit dei combu- stibili; cos le sostanze che fermentano, lelettricit, il mo- vimento delle cose, possono dare vibrazioni particolari. Nel mondo animale poi le vibrazioni sono molteplicissime e svariatissime, non solo per quelle che si possono pro- durre in loro in quanto sono considerati come corpi e per quelli che in loro si producono pel meccanismo fun- zionale; ma perch vi-sono negli animali superiori or- gani che dnno vibrazioni particolari che costituiscono la voce; ed in molte specie di animali inferiori abbiamo spe- ciali vibrazioni rumorose e sonore per movimenti di al- cuni apparecchi organici, come particolarmente avviene in molte specie dinsetti. Vi  poi la voce umana la quale ha qualche cosa di particolare in ciascun uomo per tutta la sua vita, prin- cipiando dallinfanzia. Nei gridi e nelle voci di alcuni bambini riscontriamo un timbro tutto particolare relati- vamente ai gridi degli altri bambini. E ci perch  im- possibile che tutti gli organi che con la loro funzione contribuiscono alla formazione della voce, abbiano lo Fi coi stesso.grado di sviluppo; che le corde vocali abbiano in tutti le medesime dimensioni, la medesima costituzione molecolare e perci dieno le medesime vibrazioni ; che i muscoli abbiano in tutti lo stesso volume, listesso grado di contrattilit ; che le camere di risonanza abbiano in tutti la medesima ampiezza, come la cavit laringea, fa- ringea e nasale, ecc.; sicch ogni bambino ha la sua voce particolare. Questa particolarit di voce, per quanto possa subire alcuni mutamenti in ragione dellet e del genere di vita, si ha, finch si vive, per ogni uomo. Sicch pare riesca impossibile trovare due uomini che abbiano iden- tico timbro di voce.  degno di osservazione che tra tutte le qualit e pro- priet degli oggetti che si percepiscono la nota vibrato- ria  quella che lascia di s l immagine pi viva nel sog- getto, soprattutto quando s tratta di voci di animali; mentre la ricordanza delle altre propriet dell'oggetto tende ad affievolirsi ed a sparire. La voce delluomo poi, massime se  stata udita parecchie volte ed ha esercitato una grande azione su di noi, ci lascia una viva ricor- danza di s, che s conserva anche dopo parecchi anni. Si pu ricordare con grande precisione, anche dopo venti anni, la voce di un attore che ci abbia fortemente im- pressionato nella rappresentazione di qualche opera dram- matica. Vari poeti hanno intravisto la memorabilit della voce umana e ne hanno tenuto conto nelle loro opere. In tempi dunque in cui il linguaggio umano parlato non ancora esisteva vi era il linguaggio della natura; e, come quando il linguaggio  gi formato, il fanciullo che compie bene le sue attivit percettive, specialmente la- custica, ode bene e conserva limmagine fonica delle pa- = 95: role, sforzandosi di renderla con gli organi della loquela come lha ricevuta, deve avvenire lo stesso quando esso non  ancora formato. L'uomo cio fa suoi i rumori, le mille voci della natura; e quando vuole comunicare ad altri che si trovano nelle sue identiche condizioni psi- cologiche la rappresentazione di una cosa lontana che ha una vibrazione particolare, s sforza dimitar questa. Non altrimenti fa il bambino quando, pure vivendo nel mondo delle parole, egli  estraneo al loro significato: egli, volendo indicare un oggetto che ha una vibrazione particolare o un animale che ha una data voce, si sforza .dimitare quel rumore o quella voce. La natura  stata cos la prima maestra del linguaggio alluomo. Ma, essendo ciascuna regione della superficie terrestre variamente formata relativamente alle altre, per mon- tagne, per valli, per fiumi, avendo ciascuna una variet speciale di alberi, di animali, per la variet dei climi, dello stato del suolo, ecc. si debbono in ciascuna di esse avere vibrazioni particolari. Anche questa grande variet dei grandi rumori della natura, che vengono imitati dagli uomini primitivi, contribuisce sempre a rendere pi varia la loro voce. i Gli stati psichici, come le emozioni, le commozioni, i sentimenti, gli appetiti, gli stati passionali, creano negli vomini una disposizione speciale a percepire con pi o meno di vivacit alcuni dati suoni o rumori ed a ripro- durli ancora con pi spiccata particolarit ; perch me- diante questi stati psichici e secondo il loro grado si ac- centuano e si affievoliscono alcuni rumori o voci, che si emettono. Sicch, se ogni uomo ha suoni particolari per lindicazione delle cose che lo circondano, segue che cia-  30  scuno deve avere originariamente un modo a s di espri mersi tutto differente da quello degli altri. E pure, se non fosse che cos, oltre che sarebbe inutile: lesprimersi, sarebbe anche impossibile lintendersi. Lin- tendersi fra gli uomini, che  il fine del linguaggio, al- lora solo  possibile quando quel dato suono o rumore 0 quel sistema di suoni o di rumori  riconosciuto, se non da tutti, almeno da un numero, per quanto ristretto sia, d individui, come lespressione di quella cosa o di quel dato stato psichico o di quel sistema ed intreccio di av venimenti e di cose ; e perci  qualche cosa di comune, di universale, senza di che sarebbe una funzione isolata e vacua. | Ma dopo una serie di tentativi e di sforzi che alcuni hanno dovuto fare per comunicare integralmente le loro rappresentazioni agli altri e questi per intenderli, si  dovuto riuscire all'intento: si  dovuta trovare e ricor dare da un gruppo dindividui una forma di vibrazione che fosse lunit della vibrazione della cosa e di quella. della voce dell uomo, connessa a quella della cosa. Cos dovette avvenire per molte forme di vibrazioni spe ciali rispondenti a cose. Si ebbe cos la parola la quale nel suo significato primitivo  quella vibrazione determi nata e riconosciuta almeno da parecchi uomini, che si ha per mezzo degli organi vocali, che si connette a una data cosa e che ne rappresenta il segno o l'indicazione fonica, di modo che lesecuzione della parola richiami la cosa; senza di che essa non sarebbe parola ma pura vibrazione. L'espressione degli stati passionali interiori non sono pa role; perch non esprimono nulla di determinato nel mondo esteriore. Convivendo un gruppo di uomini insieme, ia dovette necessariamente prodursi un certo numero di parole. Ma le parole hanno una storia; e, se nel loro primo prodursi, sono,  vero, qualche cosa di determinato, ma di semplicissimo e quasi dindividuale, col tempo s deter- minano e complicano sempre pi. Per se noi vogliamo fare la preistoria e la storia del linguaggio indipendentemente dalla storia delle altre e- nergie che costituiscono la vita sociale, non riusciremo ad intenderla; giacch in un organismo cos complesso, che ha aspetti cos molteplici, come nessuno di questi pu essere conosciuto se non  messo in connessione con gli altri aspetti, avviene cos della storia di ciascuno di essi. La preistoria e la storia del linguaggio si connet- tono dunque con tutta la preistoria e la storia dellu- manit in tutti i suoi aspetti e gradi. Ora, dato una volta un complesso di parole determi- nate in un piccolo agglomeramento di uomini, bisogna ammettere che questo non avrebbe potuto sussistere se non avesse avuto un'attivit economica ; n possiamo dire che a questo primo aggruppamento di uomini si deve fare rimontare il primo nucleo della preistoria come della storia dellumanit ; n che esso sia stato sempre fisso in un punto. La logica della storia delleconomia ci obbliga ad ammettere che i primi uomini, ignari dellarte di pro- durre i beri necessari per vivere (e ci solo avrebbe po- tuto obbligarit a fissarsi in un luogo al quale si fossero affezionati ; perch offriva loro minori disagi alla vita), doveano vivere esclusivamente dei prodotti della natura, animali e alcune piante delle quali lesperienza avea in- segnato che gli uomini potessero nutrirsi. E, poich questi beni non sono abbondanti ed inesauribili in tutti i punti Et CORNI della superficie della terra, anzi, perch venivano cercati e consumati, doveano divenire sempre pi rari, gli uo mini, piuttosto che sottomettersi a morire per mancanza. di cibo, dovettero spingersi ad andare in cerca di esso ovunque si trovasse. N si deve ammettere che a queste faticose imprese i primi uomini si accingessero tutti compatti fra di loro, poich, anche se il risultato della conquista fosse stato certo, dovea di sicuro prodursz una lotta fra di loro per la divisione della preda; onde. un certo numero di uomini doveano rimanerne priv..  pi logico perci ammettere che, per andare in cerca. del cibo e per conservarsi, dovessero gli uomini dividersi in gruppi e sottogruppi, seguendo ciascuno la propria via. e allontanandosi sempre pi dagli altri. In questo periodo della vita umana gli uomini furono perci costretti ad una grande mobilit e spinti ad avventure pericolose e- spesso fat ili, onde la luro attivit percettiva e pratica, per la continua esperienza che delle cose e sulle cose doveano fare, diventava sempre pi fine ed esperta. Ciascun gruppo doveano adoperare, per le necessit della vita un certo numero di parole; ora, anche ammettendo che questi gruppi derivassero da un disgregamento del primo nucleo di uomini, il quale avea gi conquistato il suo linguaggio, non si pu ammettere che i sottogruppi con servassero integralmente il linguaggio del gruppo primi tivo. E ci perch le condizioni naturali esteriori non essendo pei vari gruppi le medesime del gruppo primitivo, doveano glindividui avvertire nuove variet di vibrazioni della natura e perci nuove forme di vibrazioni da imi- tare; se a ci si aggiunge la variet della voce nei var uomini, si vede la necessit di dover ammettere che   99 - vari gruppi disgregantisi continuamente fra di loro assu- messero nuove forme di linguaggio. Ma vi  un altro fatto che ci obbliga ad ammettere ci. Come ogni altra attivit psichica che ha una storia, quella del linguaggio va soggetta a continui mutamenti progressivi quando concorrano tutte le condizioni neces- sarie; ma, se alcune di esse mancano nel principio della sua formazione ovvero quando si  n cammino, vi pu essere non solo un arresto nel suo miglioramento ma. anche un regres:0. Questo principio domina cos la pre- istoria come la storia del linguaggio, cos lindividuo come la vita sociale. Inoltre, anche anunettendo che il mutare delle condi- zioni esterne non induca un progresso od un regresso nello sviluppo del linguaggio, esso esercita per sempre unazione a far mutare la vibrazione fonica e l'esecuzione delle parole e la forma di esse riconosciute come parole ; tende cos a fare acquistare un nuovo linguaggio. Anche le condizioni psicologiche di colui che parla tendono a mutare continuamente ; egli cio tende a dimenticare la forma fonica o pure la cosa a cui quella si connette 0i movimenti che si debbono fare per comunicarla agli altri: queste tendenze debbono indurre sempre un muta mento nell'esecuzione del linguaggio, che pu essere anche favorito dal mutare delle condizioni psicologiche degli altri uomini che ci costringono pi o meno ad eseguire certe date parole. Cos il linguaggio preistorico non pot avere forme stabili, allistesso modo che n anco le prime famigli? e i primi gruppi di uomini eran fissi in particolari siti. Del linguaggio di questo primo stadio di vita umana indeter-  40  minata nessuna traccia dovea rimanere, venendo tutta lattivit occupata da interessi poveramente egoistici e dai bisogni pi immediati della vita, che non lasciano tracce durature; perch si pu dire che allora non si viva che nel presente e pel presente. Rimane nella me- moria degli uomini solo ci che ha un valore costante, universale e sociale. Cos si ha ragione ad opinare che nei primordi della vita del linguaggio dovettero esservi speciali gruppi di rumori, di voci e di parole perspeciali gruppi di uomini e di famiglie e che questa specie di linguaggio rudimen- tale, non esprimente da prima che la rappresentazione arbitraria ed egoistica della cosa, dovette subire alcune metamorfosi in ragione del vario dirimersi e del nuovo aggrupparsi dei vari gruppi di uomini e di famiglie e che allora solo acquist un valore stabile ed universale, divenne cio parole e sistema di parole, quando si co- minci ad usarlo ed a 1iconoscerlo da un numero grande dindivi lui siccome esprimente quel che vi ha di uniforme e di costante nelle cose. V.  LA STORIA DEL LINGUAGGIO. Pi tardi, quando un maggior numero di uomini si. strinsero in rapporti fra di loro e furono animati dal fine comune di aiutarsi nel superare le difficolt per la vita, onde si vide il grande vantaggio del lavoro collettivo, questo fatto ebbe una grande importanza per quegli uomini e pei primordi dellumanit in genere. Fu allora necessaria la dimora fissa in un luogo, ci che dovea  41  diminuire loro i disagi e le incertezze del domani. Si prefer di dimorare presso le rive dei fiumi, dei laghi e del mare, che offrivano certi vantaggi. Risoluto il problema dellesistenza nelloggi, fu reso possibile il tentativo di produrre pel domani, allora s principi ad allevare il bestiame ed a coltivare la terra, prendendo insegnamento, come potevano, dalla natura. Allora fu reso maggiore il bisogno di esprimersi e din- tendersi in un pi largo ambito e nacque nell'uomo il desiderio di ben provvedere al suo avvenire, a quello della trib o della piccola societ ed a ricordare la vita passata per trarne insegnamento per lavvenire; fu reso ancora necessario il tradurre in segni materiali, e perci pi memorabili, irumori e le voci di espressione : prima origine della scrittura e della lettura. Ma, anche in questo caso, quando non si trattava di do- vere riprodurre limmagine sensibile delle cose, ma di u- sare segni pi o meno facili ad eseguire e da connettere alle parole, ciascuno dovette significare da principio in modo aftatto arbitrario ed inintelligibile agli altri le pro- prie rappresentazioni ; e solo posteriormente per mezzo di accordi alcuni segni furono ricunosciuti da parecchi sic- come esprimenti alcune date rappresentazioni. S sta- bilirono cos tanti segni per quante erano le parole in uso. Per un cosiffatto costituirsi della societ primitiva non avvenne per un aggruppamento solo, in un solo sito, di uomini e di famiglie. Dato invece il continuo dirimersi e disgregarsi degli uomini preistorici, bisogna ammettere che sia dovuto avvenire, isolatamente, in vari punti della superficie della terra; e per ciascuna piccola societ dovettero stabilirsi speciali segni di scrittura e di lettura. BOO, O er Queste societ col vivere a lungo in un sito andarono incontro ad alcuni disagi per lo sfruttamento del terreno non ancora coltivato secondo le leggi naturali o per la distruzione degli animali boschivi o infine perch il loro sviluppo sociale dovea far loro avvertire nuovi bisogni o per dar nuove esplicazioni alle loro energie. Nacque perci in loro o in parecchi di essi il bisogno di avvici- narsi ad altre societ, sia per offrire a queste i prodotti particolari del loro suolo e della loro industria e rice- verne altri; sia per offrire loro le proprie energie orga- niche dalle quali volevano trarre un profitto. Lavvici- namento e poi la reciproca compenetrazione degli animi avvenne per via pacifica o per la violenza e la forza, onde la societ sopravvegnente sottomise a s lindigena. Questi movimenti demigrazione e dimmigrazione, di con- quiste, raggiunte con la violenza o con la calma e lastuzia, furono pi frequenti nei primordi della storia; poich in quei tempi non tutti i bisogni individuali e sociali delluomo potevano essere sollecitamente soddisfatti, quan- tunque fosse stato prepotente in lui il desiderio di sod- disfarli. E poich ogni gruppo sociale migrante, come avea un complesso di parole, cos poteva avere un complesso di segni a quelle corrispondenti, avvenendo lo stesso per la societ che subiva l'immigrazione o il dominio, con la mescolanza degli uomini dovette ancora avvenire una me- scolanza di differenti linguaggi parlati e scritti. In questo caso il gruppo sociale pi potente dovea esercitare il suo dominio sul popolo nuovo arrivato o sul debole ; era neces- sario perci che gl'imponesse anche il proprio linguaggio e la propria scrittura, altrimenti non sarebbe stata possibile la comunicazione degli animi, prima condizione al vivere 23 49; sociale. Ma si deve anche ammettere che il popolo vinto o il nuovo abbia in parte contribuito a modificare il lin- guaggio dellaltro, non potendosi ammettere che esso si fosse potuto cos facilmente e presto privare del suo. linguaggio abituale e laltro non ne avesse subta alcuna. modificazione. Cos, come la parola, anche i segni di scrittura e di lettura dovettero subire molteplici metamorfosi in ragione del vario congregarsi e disgregarsi degli uomipi, in ra- gione dei vari influssi che quelle societ esercitarono fra. di loro. E quando in mezzo alla vita indeterminata delle societ primitive sorse un popolo energico e forte che acquist di s una coscienza superiore a quella degli altri popoli che si sforz di soggiogare e di dominare ed im- pose loro i suoi costumi, le sue credenze, fu quello il primo popolo veramente storico e allora il linguaggio di esso, con quel dato sistema di scrittura e di lettura, fu imposto ai vinti ed ammesso e riconosciuto da questi. Ma un popolo che sappia esercitare il suo dominio  destinato a vivere e a perpetuarsi.  necessario allora che esso diventi qualche cosa di organico, che abbia un ordinamento interno, che abbia leggi ed istituzioni. Un popolo cos costituito  costretto a conservare ed a co!- tivare il proprio linguaggio e la propria scrittura, dando un valore determinato alle proprie parole; perch solo cos  possibile il governo che deve implicare la stabilit. delle leggi e dell istituzioni alle quali deve perci con- nettersi un linguaggio determinato e fisso, altrimenti quel popolo ricadrebbe, come, malgrado ci, tende sempre a ricadere, allo stato primitivo di disgregamento. In un popolo che vive e dura il linguaggio deve non ce: Afei solo fissarsi ma le parole di cui consta debbono molti- plicarsi. E ci non pu non ammettersi se si considera che una societ che vive non pu non compiere, per mezzo degli individui che la costituiscono, unattivit psicologica scrutativa e conoscitiva sulla natura circostante. Questa che da principio apparisce come qualche cosa di molto semplice, come un tutto a s, in ragion che pi s esercita lattivit umana sopra di essa, apparisce distinta in una molteplicit di gradi o di oggetti i quali alla loro volta da prima appariscono indeterminati nelle molte propriet di cui risultano e, progressivamente, appariscono sempre pi determinati. Tale  stato il movimento della conoscenza dai primordi della storia sino ai nostri tempi e non si  peranco arrestato. Di nessun oggetto si pu dire che esso sia stato cos studiato ed analizzato in tutte le sue note, in tutti i suoi rapporti, che un ulteriore studio nulla di nuovo potrebbe darci. Quantunque questo processo di scrutazione e di cono- scenza s sia eseguito sopra ogni cosa, pure non tutti i popoli hanno allistesso modo fatte le loro conquiste in ogni ramo della realt ; giacch alcuni hanno scrutato un ramo ed hanno lasciato intatto un altro di essa e, conse- guentemente, il linguaggio si  pi arricchito in quella regione della natura che non in unaltra. Inoltre  avve- nuto nella storia che, come gli uomini hanno fatto un progresso nel campo della conoscenza, si sono ingegnati di servirsi delle loro cognizioni per modificare la natura esteriore a loro profitto, producendo una molteplicit di beni e sovrapponendo cos allopera della natura una nuova creazione che  quella dellarte. | Tutte le istituzioni sociali sono creazioni dello spirito, 27 ne ae Lada nelle quali se la natura interviene, essa non vi  come puramente tale, ma rianimata da un nuovo soffio. La storia ci fa vedere che ogni societ civile ha prodotto qualche cosa di particolare n un ramo delle istituzioni sociali; o nelle leggi o nellindustria, nel commercio, nellarte mi- . litare, nelle belle arti, nella religione, nella scienza. Cor- rispondentemente a questo progresso nellattivit intellet- tuale e pratica, nuove forme particolari debbono sorgere che contribuiscono ad accrescere la somma delle parole di un popolo. Cos quando un popolo emerge nellarte della guerra e delle conquiste, come il romano ed il greco, deve anche creare una nomenclatura in cose militari e guerresche; giacch, anche in questo caso, ogni nuova veduta, ogni nuova invenzione, per quanto possa sembrare poco apprez- zabile, pure deve essere contrassegnata dalla sua parola. Tale linguaggio non poteva riscontrarsi .nei popoli che, nel movimento storico, precedettero quelli. Ed allora il nuovo linguaggio potr in prosieguo divenire patrimonio di nuovi popoli; perch le conquiste di una nazione nel campo della conoscenza e dellattivit pratica tendono a divenire patrimonio ed eredit delle altre nazioni, Una nazione che emerga nel mondo pel suo dominio sul mare, ci che non pu avvenire senza la costruzione di vascelli di meravigliosa complicazione, come in questo secolo linglese, deve creare una nomenclatura marinaresca, sia per le varie parti edi vari apparecchi di cui consta un vascello, come per la loro funzione e per gli uomini che vi si addicono, nomenclatura che prima della formazione di quei vascelli non avea ragion dessere e che ora deve essere accettata dalle altre nazioni che vogliono costruire  46 navi di quei tipi o forme, onde quelle parole inglesi deb- bono in massima parte essere accettate come tali dalle altre nazioni. Anche una nuova e grande religione, come il Cristia- nesimo, dovette formarsi un nuovo linguaggio relativa- mente alle antiche religioni, quantunque alcune parole di queste siano state conservate nella nuova religione, allistesso modo che qualche cosa del contenuto delle prime religioni si perptua nel contenuto delle altre. E, poich la religione, sopra tutto il Cristianesimo, compe- netra ed informa tutti gli aspetti della vita individuale  sociale, esercita la sua azione modificatrice nel linguaggio di tutte le istituzioni sociali. Nei Vangeli e in S. Paolo troviamo parole che hanno un contenuto differente da quello che avevano nei popoli precedenti o che non ancora hanno accettato il Cristianesimo, quantunque ie stesse parole possano prima essere state usate. E, poich il Cristianesimo  stato il punto di partenza di un grande e lungo svolgimento artistico, teologico e filosofico, informato ai suoi principii, si  dovuto ancora produrre un linguaggio atto a rendere in tutti i loro ele- menti le nuove e grandi concezioni. Cos lattivit pratica sociale e le istituzioni contribui- scono a fare arricchire una lingua. Ma in fondo a questo progresso linguistico sociale dobbiamo trovare come prin- cipale fattore lattivit individuale. Come avviene delle nazioni che non fanno un passo innanzi nel progresso dellumanit se non per lopera dei grandi uomini che esse nondimeno hanno creato e educato, avviene anche pel progredire del linguaggio sociala. Giacch glindividui in quanto vedono aspetti nuovi della natura o della vita s0-  47  ciale contribuiscono a formare il linguaggio ed impri- mono parole nuove a nuovi fatti reali che si sono sco- perti od escogitati. Ippocrate che fu il fondatore della scienza medica nellantichit fu anche il creatore del lin- guaggio medico che si conserva in fondo al complesso linguaggio medico moderno. Cesare dette nuove determina- zioni ed una pi grande precisione al linguaggio militare. Per da principio essi hanno ricevuto dalla societ in seno alla quale sono nati e cresciuti un linguaggio che era patrimonio comune a molti; essi lhanno solamente arricchito in quel ramo di attivit nella quale hanno espli- cato la loro energia e, se questa riguarda immediatamente la vita del popolo, potranno le nuove parole divenir po- polari, altrimenti rimarranno sempre chiuse nella cerchia dei pensatori e degli studiosi. Cos il linguaggio filosotico non  popolare come non  popolare la filosotia, mentre il linguaggio della religione e dellarte potr pi fa- cilmente scendere sino al popolo e divenire suo patrimonio; perch esse al popolo sopra tutto sindirizzano ed in esso debbono trovare alimento. Pertanto se il linguaggio dellarte, della filosofia, della storia differiscono in qualche modo fra di loro, differisce anche il linguaggio di un cultore di quella data branca di attivit umana da quello di un altro. Cos il linguag- gio di Platone differisce da quello di Aristotele e di Hegel; il linguaggio di Omero differisce da quello di Dante, di Shakespeare e di Goethe; il linguaggio di Tucidide e di Erodoto differisce da quello di Livio, di Tacito, di Ma- chiavelli. E ci perch ciascuno scrittore impiega nella realt che studia e perci nel linguaggio che trova e contribuisce a creare, quella sua attivit particolare che - RIME (- PR lo spinge ad usare nuove parole o a dare un nuovo con- tenuto a vecchie parole o  nobilitarle o a degradarle. In questo modo il linguaggio di un popolo che, come ogni conquista delluomo e dellumanit, tende a sminuire e a perdersi,  sostenuto dalla vita nazionale ed  mi- gliorato dal progresso che essa fa in ogni ramo dellatti- vit umana. Il suo progresso va di pari passo col pro- gresso dellumanit, allistesso modo che il decadere di questa trae seco il decadere del linguaggio. Una nazione mantiene integralmente il suo linguaggio quando una sola vita ed un solo pensiero circolano in essa quando vi , cio, unit nazionale, onde tutti i cittadini hanno la stessa educazione, la stessa coltura, le stesse aspirazioni, volgono la loro attivit allo stesso fine collettivo, par- tecipano intimamente agli avvenimenti nazionali, sono animati dello stesso spirito religioso, artistico, Quando lo spirito nazionale si affievolisce o cade, ten- dendo allora la lingua a degradarsi, la scuola apparisce come una sostituzione alla vita sociale, la quale pu creare il culto della lingua nazionale, facendo interpretare e gustare i capilavori letterari, storici e politici che quella data nazione possiede. In questo caso la scuola pu creare un movimento per. un nuovo risorgimento nazionale 6 per mezzo di essa pu la lingua durare e vivere anche quando le istituzioni che la formarono e la sostennero son decadute; ma se in quei casi la scuola manca, tutto va in rovina. Nella scuola va incluso anche il culto per larte, quando questa non rappresenti il punto saliente della vita na- zionale, come avvenne in Grecia la quale dovette la popo- larit di quella meravigliosa lingua primieramente al sas: 495 culto per Omero i cui canti, artistici e religiosi insieme, venivano imparati a memoria e ripetuti e cantati da tutto il popolo. La religione ha anche essa una grande potenza a mantenere in vita una lingua, quando ogni altra isti- tuzione sia perita in una nazione; perch essa, tendendo a ditondere un complesso organico di principii e di mas- sime a tutto un popolo, in modo che tutti glindividut vengano illuminati e spinti allazione da essa (e gi la religione esercita la sua azione in tutti i fatti della vita, onde il linguaggio religioso penetra in ogni cosa), deve tenere percio vivo il culto per la lingua nazionale. Quando queste condizioni mancano la lingua si discioglie, soprat- tutto se quella nazione continua ad essere il centro dim- migrazione di altri popoli, come avvenne dellImpero Ro- mano dopo la sua caduta, in cui, con la invasione dei barbari, quando la scuola mancava, nuovi linguaggi e nuovi costumi penetrarono che dovettero atfrettare la disorganizzazione di quela lingua in tanti linguaggi par- ticolari a varie provincie e luoghi, varianti fra di loro secondo che varie erano le nuove condizioni di ciascuno. Alcuni di questi particolari dialetti pi tardi divennero anche essi nuove lingue, quando apparvero i poeti, gli oratori, gli storici, i legislatori, i religiosi, i quali, per adattarsi al popolo al quale doveano volgere lopera loro, dovettero bene conoscere il nuovo linguaggio ed, usan- dolo, gli accrescevano prestigio e destavano il culto per esso. In questo modo una grande lingua si discioglie e gli altri linguaggi che vengon fuori da quella disso:uzione possono di nuovo nobilitarsi e divenire storici. La lingua tedesca non sarebbe divenuta una nobile e bella lingua se Lutero, col movimento religioso che egli A. ssa! Bic fondo ed inizi, in cui dovea avere gran parte la cultura del popolo, non avesse destato un culto per essa, I grandi poeti tedeschi, gli storici, i filosofi, gli scienziati, animati dallo spirito della riforma, contribuirono poi a rendere importante nel mondo e nella storia quella lingua. La- vere la Grecia conservata, dopo la sua caduta, la sua antica lingua la quale, tenuto conto dei mutamenti ne- cessari che in essa son dovuti avvenire pel progresso del pensiero umano, si  continuata nella lingua greca mo- derna, si deve all'essere essa, dopo la sua caduta, stata quasi tagliata fuori dal grande movimento del mondo, il cui centro divenne Roma, e al non essere pi essa stata fatta segno alle invasioni e alle immigrazioni di altri popoli. Risulta da quel che si  detto che non  stato un solo il popolo storico, ma vari, quantunque per si debba am- mettere che questi si sieno manifestati in una regione piuttosto che in unaltra del mondo e che vi sieno stati po- poli storici di cui non sono rimaste vestigia; perch la parte che essi hanno rappresentato per la storia dellu- manit in genere'non  stata di grande importanza, onde non sono divenuti centro di attrazione di altri popoli e non hanno avuto perci lenergia di sottometterne e di dominarne altri. Allistesso modo che ogni popolo ha una storia parti- colare e comparisce e sparisce dal teatro del mondo e ad un popolo si succedono altri popoli ed ognuno ha la ere- dit degli altri ed ha insieme aspirazioni, tendenze ed uno spirito proprio, si foggia ancora in modo particolare la propria lingua. E come il suono o la voce  lespres- sione dello stato interiore psichico indeterminato della- E mnimale o delluomo, anche la lingua, nel complesso si- stematico delle sue parole,  lindice dello stato intellet- tuale di un popolo, della sua storia, del grado della sua eticit, della sua energia, delle sue aspirazioni economi- che, artistiche, sociali, religiose, scientifiche. Sicch, co- nosciuta la lingua di un popolo, ci  dato conoscere la sua vita naturale e spirituale; perch nulla  nella vita naturale e spirituale degli uomini che non sia in qualche modo nel suo linguaggio. Diciamo in qualche modo, per- ch la lingua non  lespressione perfetta della vita e del movimento della psiche. Le parole di cui il linguaggio consta sono sempre vi- brazioni tradizionali, empiriche 0 convenzionali per espri- mere alcune rappresentazioni o azioni o energie delle -cose ; sono perci involucri naturali ed estrinseci in cui si avvolge la coscienza e la mente per esprimere la realt delle cose e degli avvenimenti ; la cui ricchezza di par- tisolari, dintrecci e di energie  profonda ed inesauribile. Sono perci una pallida immagine della realt e della mente, quantunque siano per qualche cosa di superiore e di pi perfetto relativamente al linguaggio indetermi- nato. E quando vi  diss'dio tra realt e lingua, di modo -che quella apparisce alla mente nel suo progresso di complicazione, mentre la lingua si pietrifica, questa diviene un impaccio alla espressione della mente che di continuo si muove e si svolge; ed  solo rompendo questo in- volucro sensibile e dandogli un valore pi nuovo e pi alto che si possono intendere e manifestare le pi ascose pieghe del pensiero e della mente; giacch per inten- dere il pensiero non vi vuole che il pensiero. Quando, dopo la rovina dell'impero romano, il pen-  52  siero cristiano che port seco ura nuova civilt, pi pro fonda e pi complessa della romana,.a poco a poco st sostituiva alle vecchie istituzioni, la lingua del Lazio mn pot essere pi adatta ad esprimere il nuovo pensiero, sopra tutto dopo le invasioni barbariche; e se fu colti-- vata dalla Chiesa e dai dott, questi per-entrare in re-- lazione col popolo e partecipare perci alla vita. nazio-- nale, dovettero usare il volgare. Ad ogni modo la mente nella sua progressiva forma-. zione si sforza di creare il suo linguaggio; perch il lingnaggio serve pel pensiero ; e foggia nuove parole o nuove combinazioni di parole o d un nuovo significato. alle vecchie parole. E percio la storia ci fa vedere che quelle nazioni che sono state rieche di pensiero, co: ne!la sfera di attivit pubblica e sociate, come nella s'era ar-- tistica, religiosa, scientifica, hanno avuto una lingua an- cora ricca di parole, di locuzioni, di flessioni per espri- mere i pi fuggevoli moti della realt e. dello spirito ;. ed in quella nazione in cui la vita del pensiero  stata povera o nascente si  ancora avuta una lingua povera. di parole e di uso. Ciascuno di questi gradi dell'evoluzione del lingnaggio:  lespressione dello stato psichico e cerebrale di quei dati popoli, stato in parte ereditato in parte acquisito; dello stato degli organi vocali e dell'ambiente cos na- turale come etico che gli uomini si sono ereato ed in cui sono vissuti. Queste tre serie di fattori hanno la parte: principale nella storia del linguaggio e, secondo il grado: del loro accordo # dello svituppo' di esso, costituscono il linguaggio peculiare di un dato popolo. Qualche cosa di analogo avviene nella storia dellin ape dividuo. Come il grido indefinibile che lanimale emette  l'espressione dello stato indeterminato dei sentimenti che lo agitano e dello stato informe delle rappresenta- zioni che lo muoveno, come della povert dei centri del suo : sistema nervoso, cos il bambino che nei suoi primi anni  psicologicamente molto simile agli animali, emette an- che esso dei suoni indeterminati. Ma in ragione che ac- quistano maggior sviluppo i sistemi del suo organismo e :gli organi vocali e le sensazioni acquistano maggior pre- cisinne funzionale, il bambino si assimila gli elementi delle voci o delle parole che ode intorno a s, assimila- zione che  resa facile da predisponenti condizioni ere- ditarie, le riferisce alle cose con cui  in rapporto, le fissa nella memoria, si sforza di pronunciarle, riuscendovi male da principio ; ma dopo una lunga esercitazione, ar- riva a pronunziare bene ed a mano a mano non solo al- cuni monosillabi, ma anche parole pi o meno semplici. Nella storia del fanciullo si ha insomma come riepilogo quello che  avvenuto nella lunga storia dellumanit ; cosi il bambino da poco nato non ha altro modo per esprimere i suoi stati interni che il grido, il pianto, che sono poco pil che un moto riflesso, una forte sensazione -che si estrinseca per le vie del respiro. Abbiam9 usato promiscuamente la parola l'nguaggio e lingua; ma  benas dichiarare che la lingua implica mag- giori determinazioni che non il linguaggio che  qualche cosa di pi generale ed inderminato relativamente ad essa. La lingua  un linguaggio divenuto classico o storico, con- nesso cio ad una vita nazionale, per cui ogni parola ha una storia e .le cui origini si possono seguire anche in :altri linguaggi che sono presupposti della lingua che si oa studia. Si pu dire linguaggio della natura, linguaggio degli animali, dei bambini, ma non lingua. L'uomo che per morbi perde la facolti di parlare che prima posse deva in modo perfetto, non parla pil la lingua, ha per. un linguaggio. La condotta delluomo si pu chiamare un linguaggio in quanto manifesta per mezzo di una. serie di atti tutto un concetto interiore della vita. Dopo che le parole son divenute storiche, sono state: cio connesse ad un segno materiale, possono continuare, sopra tutto in tempi in cui le lingua si formano, ad a- vere una storia circa alla loro struttura. Ed anzi tutto pare non si debba ammettere che, quando il linguaggio pre- istorico abbia principiato a divenire storico, si fossero tra- dotte in segni materiali tutte le parole parlate. Invece sf deveaminettere che queste dovettero essere moltissime nella loro gradazione di pronunz'a da individuo ad indiv'duo, da trib a trib, per la ragione detta precedentemente. Equando si volle tradurre in segni una parola la quale: aveva immense gradazion , essi furono appunto quasi una. somma di una molteplicit di parole parlate le quali se: poterono fissars in segni non poterono per definitivamente: fissars in un tipo di vibrazione fonica ad esse corrispon- denti, quantunque pero questo fosse stato il fine dellin- venzione dei segni materiali e della scrittura e questo. fosse anche il fine dellinsegnamento della lettura. Da ci. segue che le parole parlate furono moltissime relativamente alle impresse. | Stabilitasi la forma della parola parlata e della im pressa non si tenne pi alcuna ricordanza della deriva- zione primitiva di essa n si pens pi a modellare le: parole sulle forme delle vibrazioni naturali. Dovette per RESA ci necessariamente ammettersi che i primi popoli storici dovettero avere ciascuno una nomenclatura e corrispon- denti forme dimpressione e di scrittura e, nel loro con- tinuo movimento di espansione e di concentrazione, tutto dovette mutare fino a che un popolo non raggiunse la sua stabilit; ma anche allora la stabilit della lingua non fu definitiva. Abbiamo detto che la parola  qualcosa di molto pi complesso del semp'ice suono o della semplice voce 0 esclamazione o della semplice imitazione di suoni o ru- mori naturali, quantunque derivi da essi;  gi un suono o pi suoni e rumori connessi che complessivamente e- sprimono una rappresentazione formata od unazione od un concetto. Vi sono perci parole di pure voci o suoni, altre di puri rumori ed altre infine risultami degli uni e degli altri. Studiando lacquisizione della loquela nel- lindividuo vedremo come egli dallattivit pi semplice passa alla pi complessa, cosa che, come avviene ora nel- l'individuo, si veritica anche nella storia dellumanit. in genere. Dovettero percio  primi uomini da principio pronunziare parole risultanti di pure voci o di puri ru- mori; anche allora, o pi tardi poterono pronunziarsi monosillabi, che sono lunit di un rumore e di una voce. Il monosillabo  perci la paro'a pi conforme alla possibilit fisiologica e psicologica di esecuzione fonica. dei popoli primitivi e rappresenta la vibrazione primitiva della cosa, trasformata dallattivit fisiologica e psicolo- gica degli uomini. Le lingue dei primi popoli furono per- ci monosillabiche. Ed a questo proposito possiamo not indagare se le lingue primitive fossero pi o meno ric che di parole delle lingue moderne o in generale delle: See; pe lingue pi complesse. E bisogna dire di s se si pensa che, quantunque pei primi popoli storici il mondo este- riore fosse qualche cosa di molto semplice, pure, nel ri- produrre gli oggetti essi teneano conto solo della vibra- zione la quale era varia dintensit nelle cose ed era ancora pi variamente ripetuta od imitata dagli uomini di una popolazione e dalle varie popolazioni. Onde varie parole doveano primitivamente indicare la stessa cosa; anche perch, potendo una stessa cosa dare vibrazioni di- ferenti, essa veniva indicata con quella tale vibrazione della quale pi sinteressava il soggetto. Cosi il cavallo poteva essere indicato pel suo nitrire, per lo scalpitare, pel mo- vimento della criniera, pel rumore che fa nei masticare il cibo, per la velocit nella corsa, ecc. Per questa ragione le parole dovettero molto pi delle cose essere prese in considerazione. Ma in tempi pi pro- .grediti abbiamo lingue pi complesse, in cui cio le pa- role o la maggior parte di esse sono risultanti di pi sillabe; e in questo caso le parole monosillabiche non spariscono. Sono queste le lingue polisillabiche o le agglutinanti o le articolate; perch in esse le sillabe s collegano o si articolano con le sillabe. La parola po- lisillabica pot divenir tale o perch monosillabi di dif- ferenti linguaggi si vide che corrispondevano alla stessa cosa, di modo che, pronunziandole insieme due o pi esigenze venivano conciliate ; o perch una sola sillaba assumeva voci nuove secondo che la cosa assumeva nuovi movimenti; perch le cose assumono ancora nuove energie se lattivit scrutatrice del soggetto si esercita su di esse. In tal caso la parola mono:illabica primitiva si dice dei sa radice la quale non cessa di essere parola, perch espri- me una rappresentazione, per quanto indeterminata, ma  considerata come una parola elementare la quale  come il ceppo comune ed originario di altre parole. Essa, entrando in rapporto con altre parole pi o meno semplici o pure assumendo varie flessioni, si complica in modo da esprimere una rappresentazione pi complessa o un concetto. . Se le lingue monosillabiche, esprimendo rappresenta- zioni indeterminate, sono le lingue primitive, le agglu- tinanti o articolate segnano un progresso relativamente alle precedenti; perch in esse le parole sono un com- plesso di monosillabi e perci si parlano da quei popoli nei quali  pi sviluppata lattivit rappresentativa, onde un solo monosillabo non sempre  sufficiente ad espri- mere una rappresentazione molto complessa. | Le lingue, la maggior parte delle cui parole hanno fles- sioni, in cui la radice ed il tema assumono varie forme terminali, si chiamano flettenti ; sono quelle che hanno raggiunto il maggior sviluppo possibile e possono costi- tuire lespressione di una tela organica di concetti e di un pensiero dalle pi ricche gradazioni e di sfumature appena apprezzabili. In tali lingue il nome ed il verbo assumono flessioni e mediante tali forme si esprimono i vari rapporti delle cose e lavvenimento dellazione nei vari gradi di tempo e di condizione in rapporto con l'avvenimento di altre azioni. . Le lingue flettenti sono perci posteriori anche alle ag-  glutinanti, quantunque non bisogna credere che, quando esse appariscano, le parole agglutinanti e monosiilabiche non esistano pi. Esse sono le ultime apparse nella storia 4/08 delle lingue, e sono state parlate e scritte da popoli ricchi di pensiero e di azione. Se dunque le lingue ultime dei popoli civili, che noi crediamo le pi perfette, perch ricche di flessioni (onde tra queste bisogna comprendere la latina e la greca) hanno avuto una cos lunga e avventurosa istoria ed alla loro formazione hanno, pi o meno immediatamente, con- corso tanti e cos disparati elementi e lingue di minore perfezione e lingue anche complesse e ciascuna lingua, per quanto immediata sia, risulta di elementi moltepli-. cissimi ed accidentalissimi (per quanto vi sia qualche cosa di costante), comparisce chiaro quanto debba essese dif ficile, far: una compiuta anatomia di una lingua cd assegnare a ciassuno elemento di essa, a ciascuna parola di cui essa risulta, il suo vero valore e la sua vera istoria. VI  Linevagcio E Locica. Con lo sviluppo del linguaggio va di pari passo lo svi- luppo del mondo logico ; giacch sono due aspetti di una stessa cosa: il pensiero e. la sua manifestazione sensibi'e- Non si pu ban comprendere limportanza del linguaggio senza vedere limportanza dellenergia logica che  in- clusa in esso, la quale sottratta, lattivit della loquela ri- marrebbe un fenomeno puramente fisiologico o pure sa- rebbe lespressione degli stati interni indeterminati. Abbiamo detto che luomo, vivendo, compie psicologica mente un lavoro di distinzione e di determinazione sul mondo circostante e su s stesso: ci che  conoscere- E, poich il conoscere  pel soggetto un lavoro essenzial- mente storico, per cui si deve, come in ogni fatto che 50 implica una storia, partire da un punto in cui conoscenza - non vi  per raggiungere laltro in cui si ha la conoscenza compiuta, la prima volta che il bambino comincia a distin-- guere il mondo esterno da s, egli non conosce nulla di esso, perch gli apparisce come un qualch di omogeneo, risul- tante di una nota sola, come la nebbia che tutto nasconde. Ma, vivendo egli, la sua attivit soggettiva si educa e complica e loggetto gli appare progressivamente suddi-- viso o in parti distinte fra di loro o in qualit differenti; questo progresso continua con la vita, quantunque rag- giunga il suo massimo grado nell'epoca della maturit Data la prima molteplicit nelloggetto,  dato 1 primo: movimento logico cos nella realt come nel soggetto; giacch questo, in quanto conosce, fa suo, intrinseca il mondo esteriore e senza di questo non sarebbe quel che. . Durante la sua vita il soggetto, non potendo fare a meno dal progredire nel campo della conoscenza, quan-. tunque questo progresso sia pi o meno lento secondo le condizioni organiche, psicologiche e esteriori in cui il sog- getto si trova, secondo leducazione a eui viene sottomesso che deve aver per fine di esercitare le sue energie psi- chiche a conoscere presto e bene il mondo esteriore, egli s'interna sempre pi nel regno della logica. Avendo detto che la logica  la molteplicit nelle cose, bisogna aggiungere che essa non  costituita dalle cose in quanto tali, ma s bene in quanto esse appariscono ir. rapporto fra di loro, di qualunque grado questo sia ; tolto il rapporto, il nesso, la relazione, che  lo stesso, fra le cose, se ci fosse possibile, queste perderebbero ogni po- tenzialit logica, ricadrebbero nella materia indetermi- nata primitiva nella quale nessuna molteplicit o deter-  60  minazione apparisce. Sicch le cose, se non fossero una molteplicit, non potrebbero essere nulla di logico e daltra parte la logica nom potrebbe essere quella che  senza Ta molteplicit delle cose Se nelluniverso non esistesse  che una sola sostanza, uniforme ed immobile, some per esempio letere, non vi sarebbe logica nella natura ; perch mancherebbe la variet, il movimento e la molteplicit. Abbiamo detto che i popoli e le nazioni, vivendo, pro- . grediscono nella conoscenza della molteplicit delle cose ; .leredit che nel campo della conoscenza essi hanno degli :alri popoli rende pi facile il loro progresso. L'individuo nella sua storia riproduce il cammino dellumanit, as- .similandosi le conquiste logiche della realt. Se lo studio dei nessi delle cose, non scissi da queste, perch debbono essere nessi tra cose, forma lobbietto della logica, questo deve implicare una variet di nessi che debbono essere seguiti gradatamente e storicamente nel Joro intreccio e nel loro processo. E anzi tutto i nessi possono essere tra cosa e cosa, tra grado e grado della realt ed anche tra qualit e qualit, tra propriet e pro- priet della stessa cosa; perch cos in questa come in quella vi deve essere molteplicit. Questi nessi possono essere di puro meccanismo tra le cose o le loro propriet, come quando una cosa si connette ad un'altra in modo estrinseco, accidentale ; perch, data l'una, non  data laltra necessariamente e non si vede l'una andare unita sempre con laltra, l'una seguir sempre laltra; n si potrebbe vedere la ragione di tale indissolu- bilit. Cos non si potr mai vedere una necessit tra un macigno ed un elefante; fra essi vi  sempre unac- scidentalit dincontro, a meno che non si considerino da  GL un punto di vista molto alto, da quello cio della scienza . della natura ed allora apparir la necessit dellesistenza . cos dell'uno come dell'altro e si vedr l'identit e la diferenza tra luno e laltro; ma dal punto di vista del- luomo ordinario non si vede alcuna necessit. Tanti incontri tra cosa e cosa, tanti avvenimenti che si succedono ad avvenimenti, al popolo sembrano acci- dentali; ma il pensatore e lo scienziato sanno vedere. tra essi un legame intimo e necessario. Dato un oggetto, questo deve risultare di una molteplicit di note di cui lo scienziato sa vedere la necessit; ma per luomo irriflessivo le note sono ivi aggregate le une accanto alle altre senza ragione alcuna. Onde vi  una regione della conoscenza in cui le cose appaiono connesse accidental-. mente fra di loro ; da questa regione le cose del mondo appaiono come mescolate le une accanto alle altre e non si pu) vedere l'uvit, l'armonia e la bellezza del cosmo. Anche una cosa considerata in s stessa appa- risce come una mescolanza nelle propriet di cui risulta. mentre allo scienziato potr comparire come un sistema. od un organismo. Da questa regione della conoscenza che  propria del-- luomo incolto e del fanciullo, ci eleviamo ad unaltra che possiamo chiamare del chimismo logico in cui ogni cosa apparisce connessa ad un'altra necessariamente, inti- mamente, come ogni propriet apparisce connessa ad unaltra della stessa cosa, e si vede non solo lindisso lubilit dell'una dallaltra, ma la ragione di essa.  questa la zona della scienza in cui si vedono nessi manifesti o reconditi tra cosa e cosa, per cui un grado della realt,. come un fenomeno fisico, un minerale, una pianta, un (600 -animale, possono essere studiati in tutte le loro manife- . stazioni, in tutti gli elementi che li costituiscono. Ma, se questa conoscenza intima di un grado della  realt pu essere coltivata e raggiunta da molti, bisogna .riconoscere che vi  un grado superiore a questa, in cui tutti i gradi della realt, come le propriet nella cosa, .debbono apparire connessi in una sola unit, in un solo -organismo.  questa la regione del pensiero filosotico. Per . quanto difficile sia raggiungere questo punto, pure si ha ragione di aspirarvi, essendo questo un bisogno delluomo, una necessit obbiettiva ; giacch l'universo costituisce un tutto organico. Queste tre regioni della conoscenza hanno immense gradazioni e non sono divise fra di loro .da linee insuperabili. Ogni uomo deve necessariamente partecipare come pu ad una di esse; e se si eccettui la regione della filosofia assoluta, in cui luniverso deve apparire allistesso modo a tutti che si muovono in quel punto di vista, nelle altre regioni ogni uomo deve for- marsi un particolare concetto della realt, un modo particolare di intendere il mondo, differente pi o meno -da quello degli altri, secondo il vario grado di educazione ricevuta. A questi differenti modi dintendere la realt luomo associa pi o meno uniformemente la propria condotta; -e, parlando e operando, egli manifesta lo stato e il grado della sua conoscenza, che alla loro volta tendono a ri- produrre la realt. Ora, per mezzo della parola, egli pu esprimere agli altri o la realt naturale e sociale o gli avvenimenti individuali o quelli di famiglia o gli avvenimenti sociali. Una parte di questi fatti impl'cano lesistenza del molteplice e si descrivono, come i fatti PRESSE 10 E -celesti, i minerali, i geologici e geografici; le piante, gli animali, gli uomini, alcuni ordinamenti e disposizioni e istituti dello stato. Nella descrizione, sforzandosi colui che parla o scrive di riprodurre l'esistenza del molteplice o delle qualit e propriet nelle cose o delle cose, in mescolanza od in sistemazione fra di loro, deve passare da propriet a pro- priet, partendo dalle pi importanti e andando verso le meno importanti o viceversa. E qui si nota una differenza fra colui che descrive ed ha studiato a fondo loggetto, servendosi anche degli studi che altri prima di lui hanno fatto sullo stesso obbietto, e colui che descrive superfi- .cialmente e indeterminatamente. Questi accenna ad alcune propriet e trascura le altre, vede alcuni rapporti fra di esse ma in modo accidentale ; quegli si sforza di mettere in evidenza tutte le propriet e di vederle in un sistema in cul ognuna di esse apparisca connessa intimamente e razionalmente alle altre. Un'altra parte del mondo interno che luomo deve per mezzo del linguaggio esprimere sono i fatti che divengono, avvenimenti che si succedono ad avvenimenti e che sono punto di partenza di altri avvenimenti : ci  narrare. Ed anche qui comparisce la difterenza tra il narratore super- ficiale che vede estrinsecamente il succedersi di avveni- menti ad altri, trascurando di mettere in rilievo tutti gli aspetti di essi e la necessit del passaggio da luno allaltro e il narratore che fa assistere per mezzo delle parole ad una vera riproduzione degli avvenimenti che vuole rendere, perch tutti i gradi di essi vengono posti in un legame intimo di successione degli uni dagli altri ed uno non potrebbe essere tolto senza che una lacuna oi apparisse nella trama del racconto. Si fa tale distinzione tra il descrivere ed il narrare, quantunque, rigorosamente parlando, luno non sia senza laltro, per luno pu predominare sullaltro. Cos i fatti geologici come a noi ora si presentano, i geografici, i mineralogici si descri-  vono; ma essi hanno avuto una storia e, se lo studioso s sorza di rintracciarla, di seguirla e di farla intendere, egli fa entrare nel campo della storia ci che ora sembra immobile. Vi sono altri fatti che possono essere descritti, ma che nello stesso tempo harino avuto una storia pi recente che pu facilmente essere rintracciata: un giardino, un bosco possono essere descritti, ma sono quel che sono. per mezzo di una storia che hanno subita. Fare lanato- mia di una pianta o di un animale  gi fare una de-. scrizione; ma la pianta  risultato di un germe che ha dovuto attraversare una storia; lanimale  anche esso il risultato di un processo storico di un uovo. Quantunque la narrazione debba predominare sulla descrizione quando si tratti di avvenimenti naturali, come un uragano ; di avvenimenti di famiglia o della societ civile, pure essa indica sempre la successione di qualche cosa che coesiste o che  stato percepito; onde la narra-- zione non pu scompagnarsi dalla descrizione. I veri storici narrano e descrivono insieme; cos fecero i poeti degli avvenimenti che vollero riprodurre. Anche nel lin- guaggio comune non s fa che descrivere o narrare o luna cosa e laltra insieme. Coloro che descrivono e narrano meccanicamente e riproducono poveramente la realt si trovano nella sfera del meccanismo logico. Allincontro coloro che riprodu- Casp a cono nella loro integrit le cose e gli avvenimenti si trovano nella sfera del chimismo logico che ci fa vedere la realt non pi come una mescolanza (ci che si ha nel grado precedente), ma come un sistema od un orga- nismo. L'uomo dunque parlando rivela il suo grado di energia logica. Nel primo periodo della vita delluomo in cui lattivit psicologica si esaurisce nella funzione sensitiva tutte le emissioni foniche non sono che lespressione di' sensazioni, interne o esterne, immediate o mediate ; ed n tale espres- sione non si manifesta che una nota, sola od un solo aspetto della cosa che stimola e, se questa ha una vibra- zione particolare, si tenta di riprodurla, imitandola. Nella pura sensazione e nella rappresentazione di sensazioni, trattandosi di modificazioni indeterminate dellanimo, non vi  nulla di logico, vi  invece qualche legame quando cominciano ad essere molteplici le rappresentazioni sen- sitive, ma lanima allora non vede che linfimo grado della estrinsechezza. | In un ulteriore sviluppo della psiche luomo non espri- me solamente gli stati suoi pi immediati e sennplici, ma quelli mediati e complessi (gli oggetti delle percezioni e le loro rappresentazioni) in tutti i loro stadi meccanici, anche in quelii pi alti che contengono il minimum di qualit logiche chimiche. Qui siamo nel campo logico non solo perch molteplici sono gli oggetti delle perce- zioni e le loro rappresentazioni; ma anche perch ciascun oggetto  un molto di qualit e di propriet, quantunque per non si esca dalla zona meccanica e dalla mescolanza. Tuttavia  questo un nuovo e pi elevato periodo della storia logica del linguaggio; perch lespressione della 5.  66  rappresentazione presuppone non solo uno sviluppo cor- poreo ed una pi compiuta funzionalit psichica, ma un maggiore sviluppo ed una maggiore pieghevolezza fun- zionale degli organi della voce.  da notare che nella espressione della rappresenta- zione, cos informe come in gran parte formata, luomo deve manifestare per via di rumori e di voci un com- plesso di note che costituiscono la cosa che viene rap- presentata, tra le quali non sempre  qualcuna che indichi la vibrazione particolare della cosa, ci che quasi avviene sempre per l anima meramente sensitiva, ma spesso altre propriet di essa. E ci in modo sempre vario se- condo i vari uomini; per cui quella nota della cosa che interessa un uomo, non interessa o non interessa allistesso modo un altro e quel che interessa oggi non interessa domani. In ragione di questo stato vario del soggetto verso la cosa si esprime la rappresentazione di essa me- diante suoni o rumori speciali, tutti differenti nei vari uomini; perch la rappresentazione  lo stato psichico pi proteiforme che si possa immaginare ; igiacch pre- suppone un maggiore e pi complicato intreccio di con- dizioni cerebrali e psichiche e vari sono gli stati del soggetto dirimpetto ad essa. La rappresentazione del cavallo viene espressa in modo diverso secondo che si  pi o men impressionati dal suo nitrire, dal suo colore, dal suo movimento, dalla sua altezza, dalla sua forma, dalla sua irrequietezza, dall'uso che se ne pu fare. In tal caso si debbono foggiare nuove vibrazioni o servirs delle usuali, dando loro un nuovo contenuto. La sfera rappresentativa nel linguaggio appartiene sem- pre alla zona meccanica della logica, perci i molti in essa SR e sono una mescolanza. Questa ha un vantaggio relativa- mente alla sfera precedente perch  ricca di molteplicit, mentre quella ne  povera.  vero che la molteplicit isgregata non  ancora il concetto, il sistema, lorga- nismo logico, ma  prossima a divenir tale, a divenire ci che vi  di pi alto nella logica ed a cui si arriva dopo molti sforzi e tentativi. Per quanto questa zona abbia una vasta latitudine ed una lunga graduazione, perch comprende da una parte il fanciullo che principia 2 rappresentare e dallaltra luomo colto che vive nel- larte e perlarte o colui che  sul limitare della scienza, pure chi si muove in essa, quale che ne sia il grado, manifesta pi o meno parlando o una molteplicit indeterminata di rappresentazioni, come fa il fanciullo, connesse per lo pi fra di loro accidentalmente o ca- sualmente; 0 rappresentazioni, come fa luomo incolto, di cui alcune sono connesse intimamente, ma chi parla non ne vede la ragione, ed altre accidentalmente che intercorrono nelle prime ; 0, come fa luomo colto, mani- festa un complesso sistematico di rappresentazioni, ma nou tutte appariscono nella loro intimit vera, reale e razionale. Solo luomo che vive nella regione del concetto, cche  la scienza, o nel concetto dei concetti che  la filosofia o il pensiero, pu esprimere un complesso siste- matico ed organico di rappresentazioni o di nessi intimi, reali e razionali rispondente alle varie regioni del mondo reale, esistente o storico. Quantunque il pensiero venga d ordinario confuso con la somma delle rappresentazioni e degli stri fatti psichici centrali, nel fatto  essenzialmente nesso e sistema di nessi costanti ed universali, unit e distinzione di - GR rappresentazioni logiche e di concetti e sistema di rap-- presentazioni logiche e di concetti.  funzione logica che pu preesistere alle nominate rappresentazioni nel soggetto, bench allora non sar pensiero attivo e con- creto; come pu, inconsapevolmente al soggetto, costi-- tuire lenergia della realt naturale e spirituale, bench allora non sar una perfetta funzione logica perch ignora s stessa. Il pensiero soggettivo ha dunque bisogno delle rappre- sentazioni, d loro il nesso ed il sistema, innalzandole. ad una pi alta realt, ma non si esaurisce in esse; a. tal segno che possono sparire le singole immagini sulle- quali il pensiero s esercitava, venendo sostituite da altre nuove, sulle quali si esercita ora; ma rimane quella cnergia logica soggettiva che  il pensiero. E ci pu. avvenire in tutte le gradazioni della vita cosciente, dalla coscienza volgare che si muove nel campo della rappre-- sentazione logica, scissa e frammentaria o incompiuta,. alla mente filosofica che si studia di abbracciare lunit Sistematica dei concetti delle cose dell'universo. Raggiun=- gere questalta sfera del pensiero  per luomo il risultato di un lungo e difficile cammino attraverso le regioni del. meccanismo e del chimismo logico. E quando il soggetto .non solo vede lunit s'stematica ed organica delluni-. verso, ma unitorma alla sua conoscenza la propria con-. dotta nella vita pubblica, allora egli ha raggiunto la pi alta conoscenza e concretezza logica. Ma il mondo logico che lindividuo a gravi stenti rag-- giunge  anche il risultato di lente conquiste che luma-. nit ha fatto attraverso i secoli, conquiste che sono state tramandate e aumentate di generazione in generazione. in e di nazione in nazione. Onde, come avviene per lindi- viduo che non pu conquistare dun tratto la regione logica, questa non comparisce d'un tratto tra gli uomini ma ha bisogno di un lungo periodo di gestazione, me- diante il quale dalla rappresentazione bruta ed amorfe e dal nesso meccanico delle rappresentazioni si passa al loro nesso logico o al pensiero, al concetto pi o meno organico ed al sistema dei concetti che sono qualche cosa di comune, di costante, di universale. | Lo studio della storia ci fa vedere questa lenta e pro- gressiva conquista che l'umanit ha fatto nella logica; giacch i linguaggi primitivi, come quelli dei popoli bar- bari, rivelano per mezzo delle parole le rappresentazioni indeterminate rispondenti a cose indeterminatamente per- cepite : la povert dei ness di coesistenza e di successione nella riproduzione della realt, la instabilit continua di questa. In tali linguaggi non troviamo nessi logici stabili, i quali appariscono pi tardi quando le tradizioni cominciano ad avere un peso sulla vita dei popoli e co- minciano a formarsi le leggi, i costumi sociali e politici, le credenze religiose, larte; quando comincia a vedersi uneconomia naturale, individuale e sociale. Sono queste istituzioni che, secondo che si vedono allo stadio rudimentale o a mano a mano ad uno stadio di sviluppo pi o meno concreto e perfetto, accennano a un si- stematizzarsi o, ci che  pi complesso ed elevato, ad un organizzarsi del pensiero nella realt sociale. Giacch uno stato perfetto che risponda al concetto pi alto e pi vasto di organismo in cui tutte le energie possibili sono in attivit, cos le spitituali come le pratiche, ed in cui le attivit individuali sono in armonia cun le esi- ME | ygre genze sociali, realizza la pi alta energia logica. Corri spondentemente a questo alto grado di realt logica, il linguaggio si eleva anchesso, divenendo atto a rendere- le complessit delle istituzioni sociali e scientifiche. VII.  PSICOLOGIA E PEDAGOGIA DELLA LOQUELA. Il parlare, il leggere e lo scrivere sono tre forme deli linguaggio di cui la seconda  pi complessa della prima e la terza  pi complessa della seconda e della prima. Per imparare perci a parlare si richiedono minori condizioni fisio-psicologiche che non per imparare a leggere; e per: imparare a scrivere s richiedono pi condizioni funzionali che non per parlare e per leggere.  necessario perci che il bambino apprenda a parlare prima di leggere; ed a leggere prima di scrivere. Come  noto, queste tre funzioni appartengono a quel-- lordine dei fenomeni psichici che son detti di estrinseca- zione e che presuppongono una certa organizzazione in-- teriore dei fatti psichici, senza la quale non potrebbero prodursi; perch mancherebbero di un qualcosa dinterno di cui sono la manifestazione. E noto ancora che questa. organizzazione interiore non pu darsi senza un altro or-- dine di fenomeni psichici, che- suo presupposto e che . detto di recezione (sensazioni e percezioni); e che questi tre ordini di fatti, di recezione, di organizzazione interna  di estrinsecazione, in un uomo che venga compiutamente educato, s svolgono insieme solidalmente; per cui ad un dato grado di sviluppo delle funzioni interiori va con nesso un dato altro grado di sviluppo delle funzioni d esplicazione, come di recezione ; e cos di seguito. cea  un fatto noto a tutti che il bambino nei primi mesi di sua vita non emette alcuna parola ; e ci perch mancano in lui le condizioni psicologiche interiori che rendono pos- sibile la parola esteriore. E, perch queste condiz'oni in- terne mancano, si ha di pi che il bambino a cui s parla o che ode parlare,  del tutto estraneo al significato delle parole che ode. Ma, poich la parola emessa  la estrin- secazione della parola che si  udita, quando il bambino  pi inoltrato nei mesi ed  atto a compiere un certo lavoro psicologico, afferra e conserva limmagine fonica delle parole; la quale potr, pi tardi, date nuove con- dizioni fisio-psicologiche centrifughe, essere estrinsecata ; per cui l'organo delludito  il primo fondamento per imparare a parlare e, quando questorgano non funziona, il bambino rimane muto. Similmente quel bambino che, pure avendo lorgano dell'udito integro, vien cresciuto in un ambiente affatto privo di parole, finch questo stato dura, non imparer a parlare. Potr solamente apprendere a riprodurre i rumori od i suoni che ode dintorno od emetter solamente alcune voci. D'altra parte il linguaggio parlato o la serie delle parole di cui esso risulta, se lo s considera come sussistente per s solo e non come una serie di segni o di simboli delle cose,  una semplice serie di vibrazioni senza valore. E il bambino che arriver a pronunziare parole od a par- lare senza conoscere od intendere le cose e lazione che le parole esprimono, ripeter semplicemente, non inten- der le parole che pronunzia; giacch intendere  appunto riferire le parole alle cose e agli avvenimenti. Cos un buon metodo per fare pervenire  bambini a parlare si ha al- lora quando si fa conciliare l'apprendimento delle parole con lapprendimento delle cose che esse esprimono. -_ i er... Ma da principio il bambino pu avere appreso lim- magine della cosa e del suo movimento prima di avere appreso la parola che a quella corrisponde, come pu avere appreso la parola a cui non corrisponde la cosa che essa significa; in un fatto pi complesso pu avere appreso l'immagine della parola rispondente alla cosa e pu non sapere rendere questa parola. E ci, perch rendere la parola  un lavoro molto pi complesso e difficile che non acquistare limmagine della cosa e limmagine della parola che le corrisponde. Ad ogni modo la prima cura che bisogna avere quando c proponiamo di avviare i bambini a parlare si  quella di pronunziare bene innanzi a loro alcune parole, mostrando loro gli oggetti a cui esse corri- spondono. Cos avviene unassociazione nellanimo del bam- bino tra la parola e la cosa che le corrisponde, di modo che, sempre che egli poi vedr l'oggetto, questo gli richia- mer limmagine della parola ad esso associata, come la parola gli richiamer loggetto. Quei bambini che, al primo affermarsi dalla loro coscienza, non sono sottoposti da coloro che nella famiglia li circondano, e pi tardi nella scuola, a questa esperienza oggettiva (per cui devonsi anche loro manifestare le principali propriet degli oggetti e le pa- role ad esse corrispondenti), quei bambini avranno un campo psicologico molto povero dimmagini di cose e di parole; e tutto lo sviluppo cosciente verr ritardato, do- vendo allora il bambino, piuttosto che giovarsi immediata- mente dei frutti dell'esperienza altrui, imparare a propria esperienza e secondo che il caso lo metta in rapporto colle cose e gliene faccia pi o meno tardivamente ap- prendere le propriet e le parole corrispondenti. Ma, oltre a ci, il bambino  indotto, fin dai suoi primi  (3  mesi, istintivamente, a rendere ed a riprodurre anche esso coi suoi organi le parole che ode. Ed in questo la- voro incontra grandi difficolt; perch egli non pu ri- produrre a prima giunta e bene una data parola ; ma a mano a mano  atto a rendere prima una serie di pure voci indeterminate, e poi pi o meno determinate, il pi semplice lavoro fonico che possa fare, comune agli ani- mali. La voce, in generale o indeterminata, implica prin- cipalmente una vibrazione espiratoria delle corde vocali; ma, se a questa vibrazione si unisca uno speciale ncco- modamento linguale e labiale che modifichi la emissione della voce primitiva, dando speciali tipi di voce, si hanno allora le voci determinate che sono le vocali. Questo lavoro di accomodazione va crescendo ed  reso pi complicato dalla pronunzia della vocale A, all0, all 7 allE ed all/, essendo queste le principali voci determi- nate fondamentali, mentre le vocali intermedie a queste possono nelle varie lingue ascendere complessivamente sino a trenta. Ed in fatti per rendere la vocale A bisogna compiere una emissione fonica a bocca interamente aperta. Per lO bisogna invece restringere ed allungare l'apertura boccale, spingendo alquanto indietro il corpo della lingua. Per lU bisogna ancora pi restringere ed allungare la- pertura boccale, spingendo ancora pi indietro l corpo della lingua. Per rendere poi la vocale E bisogna semi- chiudere lapertura boccale, spingendo alquanto in fuori ciascuno dei due angoli che le labbra formano a destra ed a sinistra e nellistesso tempo abbassando un pochino lau punta della lingua e contraendo ed insensibilmente spingendo alquanto in alto il corpo di essa. Per la pro- munzia poi dellI si richiede che il corpo della lingua, = contratto, si avvicini molto al palato duro in modo che la emissione fonica si compia attraverso ad uno spazio boccale ristretto e lungo. Da principio queste vocali sono. pronunziate dal bambino isolatamente luna dallaltra e solo in un pi complicato lavoro fonico pu renderne una subito dopo unaltra, pronunziando quel che si dice un dittongo. In alcune lingue poi si possono rendere vocali complesse, risultanti da due o tre vocali primitive e insieme da una vibrazione piu o meno alta c bassa delle corde vocali. Pi tardi il bambino  atto a produrre speciali rumori insieme con le voci che emette, facendo vibrare laria espiratoria attraverso ad un restringimento che si pro-. duce mediante speciale contrazione ed accomodamento delle labbra e della lingua, insieme con speciali vibrazioni di questi stessi organi. Ora questa pu situarsi colla sua punta dietro una leggiera fessura che si produce tra i denti incisivi superiori e glinferiori, o pu formare una fessura coi denti incisivi superiori; 0 pu spingersi indietro avvicinandosi molto al palato posteriore o molle. Si ha cos una serie di rumori che il bambino pu pronunciare, facendoli insieme precedere o seguire da vocali. Pronun- ziati senza di queste i rumori dnno vibrazioni che rie-. scono ingrate allorecchio e costituiscono le cos dette consonanti pure. Precedute o seguite da vocali prendono il nome di sillabe. Le consonanti pure secondo lo speciale restringimento degli organi per cui son prodotte, si dicono : Labiali (P, B, F, V, W, M, R labiale che non sitrova nelle lingue europee). Di queste per la F, la Ve laW, le quali si possono dire gradazioni di uno stesso rumore. si producono facendo vibrare laria attraverso ad una ca leggera fessura che si produce tra il labbro inferiore ed i denti incisivi superiori. Inoltre la pronunzia della con- sonante M  accompagnata da una risonanza del cavo faringeo per un rilasciamento che si produce del velo- pendolo del palato. Nella P si ha una vibrazione delle labbra chiuse che finisce con una improvvisa apertura delle medesime. Nella B si ha di pi una risonanza del cavo boccale e laringeo. Linguali (T, D, S, Z, L, Ci, Gi, Sch dura, Th inglese, N, R linguale). Di queste la T, la D, ed il Th, gradazioni anche esse di uno stesso rumore, si producono facendo vibrare laria attraverso ad un ristretto forame che si forma tra la lingua ed i denti incisivi superiori, mentre la S e la Zsi producono per una vibrazione alta dellaria espiratoria, crescente dalla prima alla seconda, attraverso ad una fessura che si forma tra i denti incisivi superiori e glinferiori dinnanzi e la lingua di dietro. La L, si ha mettendo in contatto la punta della lingua con la volta anteriore del palato e facendo passare laria espiratoria. La Ci, la Gi, la R linguale, la Sch tedesca che sta tra la S e la C, si producono attraverso a forami che si fanno tra la lingua e la parte anteriore del palato duro. La N poi  pi o meno accompagnata nelle varie lingue da una risonanza del cavo faringeo per un maggiore o minore rilasciamento del velo palatino. Gutturali (H, Ch tedesco, Ca, Ga, K, Q, N, R, gutturale). Si ha anche un H laringeo. Di queste le due prime si hanno facendo passare dolcemente laria attraverso ad un forame che si produce tra il corpo della lingua e la volta posteriore del palato. Il Ga, il Ca e il K sono gradazioni di un rumore che si ha prima restringendo, progressiva- cea mente dalla prima alla terza, un forame formato dal corpo della lingua e dalla volta posteriore del palato, messi in vibrazione e poi immediatamente rilasciati. Nella pro- nunzia del Q si ha lo stesso fatto di contrazione e di vibrazione che nei rumori precedenti, per la dilatazione del forame gutturale avviene mentre le labbra sono nella stessa posizione nella quale viene pronunziata la vocale U.  da notare per che se questi sono i principali rumori che luomo pu emettere, possono questi nelle varie lingue presentare sfumature di pronunzia differenti. Il bambino inoltre non pron.nzia a prima giunta determinatamente questi rumori, ma li pronunzia in modo impreciso ; e solo dopo un lungo tentativo li rende in modo determinato. Ora dalla pronunzia delle consonanti labiali alle gut- turali il bambino deve compiere un lavoro contrattivo ed accomodativo sempre pi complesso. Poich a causa del movimento per la suzione del latte, che egli dal suo primo giorno esegue per le vie riflesse, mette ben presto in fun- zione prevalentemente i musccli delle labbra, per ci questi sono ancora pre:llisposti al eseguire facilmente una funzione vibratoria. Alquanto pi tardi pu il bambino adoperare la parte anteriore della lingua, gi esercitata anche essa nei movimenti della suzione, per rendere le consonanti linguali. Ultime a essere prodotte sono le gut- turali, perch implicano un lavoro maggiore, cio una contrazione della parte posteriore della lingua, la quale, avvicinandosi al velo del palato, produce cos in quel sito un restringimento per dove si fa vibrare laria espiratoria.  chiaro inoltre che, per pronunziare una consonante su- bito dopo unaltra, si richiede maggior lavoro che non per pronunziarne una sola, dovendosi rapidamente arti- colare la prima con la seconda. =: Come si  detto, la produzione delle consonanti  ac- compagnata ordinariamente da una vocale; ora la con- sonante chiaramente preceduta o seguita da vocale od una vocale la quale  insieme seguita e preceduta da consonante  gi una sillaba. E, poich vi sono sillabe le quali sono atte a significare cose o movimenti o stati particolari delle cose cos alcune di esse possono essere anche parole. Ma, nelle lingue complesse ed in alcune pi che in altre, sono relativamente poche le parole ri- sultanti di una sola sillaba; e predominano invece quelle di due, tre o pi sillabe Ed  chiaro che se il bambino  arrivato a pronunziare facilmente una sillaba, incontrer difficolt nel rendere una parola composta di varie sillabe ed articolare due o pi di esse ; finch col tempo anche qnesta dillicolt  vinta ed egli pu rendere le parole pi complicatamente articolate. Cos il bambino  a mano a. mano adatto a compiere una serie di movimenti vibratori dalla voce primordiale ed indeterminata alla parola pi complicata. Si comprende agevolmente come s possa pervenire a questo risultato. Dalla voce indeterminata alla voce pi determinata egli deve compiere una serie di movimenti gradatamente pi complessi in modo che, quando  atto a rendere movimenti fonici complessi,  ancora pi adatto a compiere con facilit e perfezione i movimenti elemen- tari i quali servono di base per la esecuzione dci primi. Similmente, per eseguire la serie delle consonanti, dalle labiali alle gutturali, si deve compiere un lavoro sempre pi complesso, di modo che, quando si  atti ad eseguiro una linguale, si  ancora pi adatti ad eseguire una la- biale e, quando si  pervenuti ad eseguire le gutturali, i (SE con molto pi di facilit si  atti ad eseguire le linguali e le labiali; in questa esecuzione di consonanti s trova implicata la esecuzione delle vocali. Allistesso modo, nel rendere parole complicate si devono implicitamente ese- guire le varie consonanti connesse a vocali; e si deve di pi compiere un lavoro di articolazione delle varie sillabe. E questo lavoro di articolazione, cio di connessione di una sillaba con unaltra, non  possibile se non si ese- guiscono prima facilmente le varie sillabe. Cos il lavoro complesso  reso possibile ed  preparato dal lavoro semplice. Ma passare gradatamente dalla esecuzione delle sem- plici voci alla esecuzione delle parole pi complesse non  unlavoro agevole pel bambino ; si richiede a ci invece un periodo di quattro a cinque anni, in cui egli grada- tamente fa le sue conquiste nelle funzioni della pronunzia. Come si  detto, il bambino tende a parlare istintiva- mente, perch sono preformati ed ereditati in lui gli organi adatti al linguaggio e vi sono le vie atte ad ese- guire i movimenti centrifughi nervosi e muscolari che lo rendono possibile; ma queste vie che nel principio della vita non sono funzionanti bisogna sempre pi rendere aperte ed attive in modo che londa centrifuga che, dal centro superiore nervoso per i nervi motori, va ai muscoli sonori e fonici, venga reso con grande energia e sollecitudine. Ed a ci non vi  che una condizione sola a stabilire, l'esercizio ; pi questo  accentuato e frequente pi si ar- riva presto a compiere la funzione della pronunzia. Ma il bambino non potrebbe riuscire a parlare senza la memoria dei singoli speciali movimenti che gli organi della parola debbono eseguire per ciascun vocale e con- RELA sonante. Se questa condizione mancasse il parlare sarebbe impossibile o difficilissimo ; perch quegli speciali movi- menti sarebbero sempre nuovi per lui; o solamente egli potrebbe eseguire alcune parole udite l per l, che sa- rebbero ineseguibili qualche tratto di tempo dopo la loro udizione. Invece la ricordanza di essi fa s che egli non perda nulla delle conquiste fatte in quest'ordine di fun- zioni; onde  sempre atto a compiere nuovi e pi com- plicati e rapidi movimenti in ragione che, mediante un lungo esercizio, rende sempre pi con facilit e ricorda quei movimenti elementari che furono primi ad essere eseguiti da lui, insieme con altri e pi complessi. Quando il bambino comincia a parlare,  facile osser- vare che egli compie un lavoro pronunziativo analitico ; egli distingue e fa distinguere chiaramente, parlando, le vocali dalle consonanti ed una sillaba da unaltra, lavoro difficilissimo di memoria che egli deve compiere. E ci, perch non ancora ha reso, mediante labito e le- sercizio, facili quei determinati movimenti e non ancora ha acquistato pienamente la memoria di essi. Col tempo questo lavoro di analisi non si compie pi e lesecuzione del linguaggio diventa una funzione automatica e non costa altro lavoro fuori della ordinaria contrazione mu- colare e dell'ordinario lavoro psicologico. Si osserva inoltre facilmente nel fanciullo che quando egli arriva al punto da potere eseguire con facilit qual- siasi parola e pu connettere molte parole fra di loro, non  ancora nello stato di eseguire un vero discorso od una serie non interrotta di parole; giacch questo  il pi alto ed il pi difficile lavoro nell'esecuzione del lin- guaggio ed  una funzione che si acquista cogli anni e LL 0 mediante un frequente e prolungato esercizio. Questa fun- zione a cui s pu dare il nome di coordinazione dei mo- vimenti articolati degli organi del linguaggio deve anche implicare una ricca messe di fatti psichici centrali ed una grande varia ed ordinata mobilit psichica e presuppone gi lattivit pensante vigorosa ed adulta, connessa ad un proporzionato grado di organizzazione e di educafone cerebrale. Per fatti morbosi pu perdersi questa facolt coordinata dei movimenti pel discorso parlato, mentre puo restare la facolt di articolar bene le parole o di connettere parecchie di esse. Ma la memoria del movimento necessario alle parole presuppone unaltra condizione importantissima, cio non solamente limmagine primordiale delle parole udite pre- cedentemente, ma la ricordanza viva di esse. Se questa vien meno, come si riscontra per fatti morbosi, quantunque sieno integre le vie centrifughe per lesecuzione del lin- guaggio parlato, non solo non  pi possibile la coordi- nazione dei movimenti del linguaggio, ma n anco lese- cuzione di una sola parola, se di essa non si conservi limmagine acustica. Ci fa vedere come la memoria sia condizione ancora importantissima del linguaggio e che in ragione che lattivit ritentiva d'immagini di parole  grande, mediante un lavorio intellettivo, s connettono fra di loro le varie parole, il linguaggio diviene una funzione sempre pi complessa.  superfluo per dire che non basta una ricchezza di sole immagini di parole, si richiede ancora che queste parole sieno limmagine delle cose esteriori che esse rappresentano; altrimenti non si avr che un linguaggio vuoto. Cio ancora fa vedere come un fancfullo sia atto ad eseguire un linguaggio sempre pi  E complesso e ccordinato in ragione che la molteplicit delle immagini che ha del mondo esteriore si va sempre pi organizzando in lui. E, poich questo non pu avve- nire che molto tardi e dopo una lunga lotta per la co- noscenza, che egli deve sostenere col mondo, per cui si richiede anche una et matura, non  mai possibile che un fanciullo, mediante qualsiasi cura educativa, possa ese- guire una lunga serie coordinata di parole sopra qual- s'asi argomento prima che abbia acquistato quella energia unificatrice psichica di una moltiplicit dimmagini di parole, rispondenti ad una moltiplicit di cose e delle loro attivit. | Date le condizioni istintive pel linguaggio, dato il lin- guaggio che si ode dintorno e che fornisce al bambino la rappresentazione delle parole, corrispondenti a cose o ad avvenimenti, che si sforza di eseguire, egli render le parole o gli elementi delle parole secondo che  pervenuto a quel dato grado di esecuzione di movimenti; e, dei movimenti rumorosi e fonici necessari per una parola, egli rende solamente quelli che pu, trascurando il resto. Perci il bambino da principio non rende integralmente le parole che ode; o rende solamente le vocali o queste insieme solamente con alcune consonanti e, quando sar atto ad eseguire: tutti i movimenti necessari pcr qual- siasi parola, potr rendere tutte le parole udite. Poich lo sviluppo del linguaggio parlato dipende da condizioni cos molteplici come quelle a cui abbiamo ac- cennato, risulta chiaro che esso sar reso possibile sola- mente dal graduale sviluppo delle altre condizioni psichiche cerebrali e, solamente quando le funzioni psichiche cen- trali avranno raggiunto il loro pi alto stato e le vie . _ 82 centrifughe cerebrali, aventi il loro punto di origine nella zons grigia delle circonvoluzioni ed andanti a distribuirsi xi muscoli degli organi del linguaggio saranno pienamente aperte. e educate, sar possibile il linguaggio coordinato. Questa perfezione di esecuzione che si pu raggiungere in unet adulta, luomo arriva a compiere, senza spe- ciale istruzione, come si  detto, mediante l'esercizio e la memoria dei movimenti. Anche la pronunzia delle pa- role e degli elementi di esse il bambino apprende con ua lavorio ed una esperienza tutta propria. ler  indu- bitato che qualche cosa si pu fare dalla madre per rendere al pi presto esplicita e facile questa funzione della pronunzia. | Come  noto, quando il bambino comincia ad entrare in rapporto di coscienza colla madre e con quelli che lo circondano egli imita facilmente gli atti loro. Di questa disposizione del bambino bisogna approfittare per fargli apprendere a dare lc voci determinate che sono i primi elementi del linguaggio. Landare di quando in quando ripetendo, innanzi a lui, quando egli  ben disposto, le votali, dalla pi facile ad eseguirsi alla pi difficile, dar senza dubbio per risultato che egli cominci ad seguire quelle voci molto pi sollecitamente e con pi precisione che se il bambino fosse abbandonato a s stesso. E se gli si fa sotto forma di cantilena si riuscir pi facilmente allo scopo ; giacch questa attira e diverte pi il bambino e l'eseguirla per lui imp'ica minor lavoro psicologico che non leseguire le voci pure e semplici. ll fare eseguire sollecitamente al bambino quei movimenti vocali che egli eseguirebbe dopo molto tempo non  poco per la storia del suo sviluppo psichico; giacch una funzione _  - che si compie prematuramente aiuta le altre fun- zioni psichiche nel loro sviluppo. E si pu dire che fo scopo delleducazione sia questo, abbreviare il lungo cammino dello sviluppo organico e psicologico del bam- bino, mettendo a suo profitto il lavoro e la esperienza altrui ; cos egli compie in poco tempo quel che senza iuna speciale educazione compirebbe molto tardi. Il fare poi replicatamente osservare al bambino i movimenti che la madre fa per eseguire quelle tali voci contribuisce non poco a far s che egli le eseguisca ben presto. Si sa quanto utile si cava per la educazione dei sordomuti dal fare vedere a questi alcuni movimenti eseguiti colla bocca accompagnati da speciali espirazioni e corrispondenti a certe lettere dellalfabeto. Il sordomuto arriva cos a pronunziare suoni e voci che non ha mai udito e pu cos imparare anche a pronunziare parole ed a leggere, .date altre condizioni. Dopo che il bambino avr con facilit appreso a ren- dere con precisione le voci determinate, con lo stesso metodo s potr fargli apprendere lesecuzione delle con- sonanti e delle sillabe e, quando render queste con pre- cisione, si potra indurlo ad articolare due o tre sillabe formando cosi le parole. Quando poi lo si sar fatto per- venire al punto da pronunziare parole,  di primaria importanza il fare associare nell'animo suo la parola con da cosa di cui  lespressione; essendo questo accordo tra la parola e la cosa lunica via perch le parole e le rappresentazioni delle cose mettano radice profonda nel- danimo dellindividuo. Su questa associazione delle cose colle parole corrispondenti si basa lulteriore sviluppo non solamente del linguaggio ma delleditizio mentale pi complicato. cei a VII.  PsicoLo6ra E PEDAGUGIA DELLA: LETTURA E DELLA SCRITTURA. Se la lettura implica condizioni pi complesse che non il semplice parlare, quantunque le condizioni che si ri- chiedono per questa ultima funzione siano tutte ancora esse necessarie e comprese nella funzione della lettura,.  chiaro che non bisogna affrettarsi ad avviare il bam-- bino alla lettura se prima non sia nello stato di pronunziare con precisione e correttezza le parole..E poich lo sviluppo psichico e la prima educazione son. vari nei bambini, per - cui non tutti in una epoca fissa sono atti a pronunziare bene le parole,  chiaro che non tutti possono in una data epoca della loro vita principiare ad essere avviati alla funzione del!a lettura. Il voler far leggere ai.bam- bini prima che abbiano appresu a pronunziare bene le parole e prima che abbiano raggiunto un certo grado di sviluppo della coscienza, ed abbiano avuto una. certa espe- rienza delle cose, essendo contrario al successivo e gra- duale sviluppo delle funzioni, renderebbe lungo e penoso: l'apprendimento della lettura. Come per imparare a par-. lare il bambino ha dovuto apprendere ad eseguire un processo di complicazione funzionale psicologica e fisiolo-- gica, dalla semplice voce alla parola pi complicata,. anche per la lettura bisogna tenere lo stesso metodo. La lettura  quella funzione fisio-psicologica mediante - la quale noi traduciamo in parole vive, rispondenti alle- immagini od ai concetti che abbiamo delle cose od agli: avvenimenti esterior alcuni segni convenzionali. in gene-. =90 irale. Di questi segni alcuni possono essere perccpiti dagli organi della vista, altri dagli organi tattili ed altri *dagli uni e dagli altri insieme. Perci se le sensazioni acustiche sono il mezzo precipuo ed ordinario per im- parare ad eseguire il linguaggio parlato, le sensazioni visive e tattili, accompagnate dalle acustiche, costi- tuisconoi mezzi principali per poter tradurre in lin- .guaggio parlato o semplicemente pensato una serie di segni. La percezione dei segni mediante il tatto si pu utilizzare solamente quando fan difetto le sensazioni visive; e perci quei dati segni, per essere percepiti, devuno risultare di rilievi o di infossamenti prodotti su determi- nate superficie. Quando la visione  integra, possono, come  naturale, essere anche percepiti i segni accessibili mediante le vie tattili; ma ordinariamente, e questo  1l caso della lettura ai nostri giorni, si debbono vedere segni colorati impressi sulla carta o sulla superficie di altri og- getti. Ci che  un qualche di pi facile, sia per coloro che vogliono tradurre in segni il pensiero, come per coloro che debbono interpretare quei dati segni, potendosi in pochissimo tempo, col mezzi dimpressione che ora pos- :sediamo, estendere una grande quantit di segni inter- -pretabili. E si comprende come ci riesca ancora pi .agevole quando essi s'imprimano o sulla carta, mediante la stampa, siane impressi o ripetuti sopra una molti- tudine di fogli, potendosi allora una data serie di segni comunicarsi ad un gran numero dindividui. Questi segni non hanno altro valore fuori di quello che loro  statu assegnato dal consenso degli uomini e dalla tradizione; sonn perci segni puramente convenziona!i, quantunque, .-quando si studia la loro storia attraverso i popoli del- ce Rin lantichit e la loro trasformazione da un popolb ad un altro, si potr vedere che essi non sone venuti su a caso,. ma mediante una necessit naturale, psicologica e storica. Come la grande quantit delle parole parlate in una lingua risultano dal connettersi di poche voci e rumori elementari che noi abbiamo noverati, anche la grande variet di parole significate risulta da un piccolo numero. di segni corrispondenti alle speciali voci o ai rumori del. linguaggio parlato. Sisch per avviare un bambino alta lettura non si ha a prima giunta altro compito che quello di fargli associare quelle date voci e rumori elementari a quelle tali vovali o consonanti significate. Dopo che egi ha associato le vocali toniche alle vocali signiticate, dovendo passare ad associare le consonanti eseguite cogli organi della parola alle consonanti significate, bisogna ri- cordare che il far precedere o seguire la consonante dal segno esprimente una vocale,  di grande agevolazione neilulteriore apprendimento della lettura, come  anche avvenuto pel linguaggio puramerte parlato. Perch im plicando l'esecuzione di una consonante anche lesecuzione di una vocale, cio  gi una sillaba. E questo  anche un passo innanzi che si fa nellapprendimento della lettura,. tanto pi perch le consonanti pure come non fanno parte del linguaggio parlato nelle lingue classiche cos non costituiscono n anco parole nelle lingue scritte o impresse. S comprende poi che cos per la connessione di sillabe significate che possano costituire immagini significate di parole sonore, come per linterpretazione coordinata delle parole significate che costituiscono un discorso,.si richieda una funzione sempre pi complicata d interpretazione d'immagini significate di parole in parole sonore ed in teriori, connesse a cose. si Sa Se tutte le funzioni fisio-psicologiche che si richiedono: pel linguaggio parlato si richiedono ancora per la lettura, quel che per vi  di particolare in questultima funzione si  che bisogna associare alla memoria delle parole so0- nore e delle cose o delle azioni rispondenti alle parole sonore, limmagine impressa dele parole, per cui s ri- chiede ancora la ricordanza dei segni esprimenti le pa- role. Se questa memoria e questa a:=sociazione manca la. lettura  impossibile Come pel linguaggio parlato il bambino doveva da prima. compiere un processo sonoro e sillabico analitico, anche per linterpretazione del linguaggio impresso da principio esegue un processo di analisi, finch collabito, colleser cizio e con la memoria del valore dei segni arriva ad eseguire questa funzione rapidamente e -intetica mente. Per bisogna anche nella formazione di questa funzione tenere il metodo graduale complicativo, facendo prima leggere al bambino le parole monosillabiche, poi le bisillabiche, le trisillabiche, ece.; facendo leggere le parole pi Iunghe e complicate quando legge senza dif- ficolt le parole di pi semplice articolazione. Poich*, quando il bambino impara a leggere, si deve fare associare nellanimo suo l'immagine impressa delle parole all'immagine parlata Celle cose, il farlo leggere a voce alta gli d il campo a meglio conciliare questi due aspetti delle parole; cos la parola s'imptime pi profon- damente nel suo animo ed egli acquista anche limma- gine sonora interiore delle parole, che fa tanta parte del linguaggio interiore psichico che  condizione principale del parlare, del leggere e dello scrivere e, senza di cri, queste ultime funzioni non potrebbero compiersi. lin: iii Di RE re rai RSA ii  88 Oltre allimmagine ricordata delle cose e della loro at- tivit e delle parole sonore, esteriori ed interiori, rispon- denti alle cose, e dei movimenti articolati e coordinati necessari ad estrinsecare queste stesse parole e della me- moria di questi movimenti; oltre alla conoscenza dei segni impressi degli elementi vocali e rumorosi di cui le parole significate risultano e della loro connessione e della loro ricordanza, si richiede, per potere scrivere, una serie di movimenti articolati e coordinati della mano e del braccio, comunicati alla penna, ed atti a rendere sulla carta quella serie di segni rispondenti agli elementi delle parole, dalla cui connessione queste nascono. Da ci si comprende come la scrittura sia una funzione molto pi complessa che non il leggere od il parlare ; giacch queste due ultime funzioni sono un presupposto ed una neces- sit per essa. S'intende poi che per imprimere i segni in vari oggetti, siano di marmo o di legno, o pure per stampare i segni sulla carta si richiedano strumenti e mezzi speciali. Non si pu perci scrivere senza avere presente nel campo interiore psichico e limmagine delle cose di cui si scrive e le parole udite che loro corrispondono e lim- magine dei movimenti necessari a rendere le parole udite e limmagine impressa delle parole ed  movimenti cen- trifughi atti ad estrinsecare sulla carta queste stesse im- magini. Se una o pi di queste condizioni mancano, non si avr la scrittura come funzione psicologica compiuta ed autonoma, quantunque si possano a.lora avere forme di scritture inferiori a questa : 0 pu essere compiuta- mente sospesa questa funzione. Cos si pu copiare anche da chi ignori il significato dei segni e delle parole im- presse, come s pu copiare conoscendo i segni che com- _ 39  pongono la parola scritta senza sapere a quale cosa cor- risponda; e si pu scrivere sotto dettatura traducendo in segni grafici le parole udite senza intenderne il signifi cato. Ma se manca la ricordanza delle parole udite e dei movimenti interiori necessari per estrinsecare colla parola parlata la parola udita, come  impossibile il lin- guaggio fonico, anche la scrittura  impossibile, quan- tunque si possa allora copiare. E, se manca la ricordanza .del valore fonico dei segni impressi e la memoria dei movimenti necessari per estrinsecarli sulla carta, anche la scrittura non pu effettuarsi. Se queste sono le condizioni necessarie ed indispensa- bili per la scrittura, in quanto alta e perfetta funzione psichica,  chiaro come esse debbano essere tenute pre- senti dal maestro quando avvia alla scrittura i bambini. Egli deve insistere molto perch nell'animo del bambino acquistino una connessione intima le condizioni psicolo- giche accennate e che sono indispensabili per la scrittura come funzione compiuta. | Ma questo lavorio di associazione deve essere prima pre- ceduto da un lavorio puramente meccanico, preparativo, mediante cui il bambino acquista la facilit ad eseguire da prima i movimenti pi elementari del braccio e della mano, atti a rendere i segni che entrano come elementi nei segni scritti pi complessi; e questi segni elementari .sono la linea retta e la linea curva. Dopo che queste linee sono eseguite in tutti i modi possibili e con facilit dalla mano, si passa a far rendere sulla carta gradata- mente le vocali e le consonanti, dalle pi facili alle pi difficili; e poi si passa al lavoro articolato delle sillabe per scrivere le parole.  chiaro che dopo un lungo eser- se cizio di articolazione grafica si  atti a raggiungere il grado di coordinazione grafica che implica un grande e rapido lavorio di movimenti ed insieme di memoria di movimenti e di segni impressi, rispondenti a segni sonori. e fonici. E, poich i segni che comunemente si scrivono non corrispondono che imperfettamente ai segni impressi me- diante la stampa sulla carta, nell'animo del bambino bi- sogna fare associare i segni scritti, differenti, si pu dire,. in tutti gli uomini ai segni stampati. E quando ai segni. che si scrivono si danno forme simmetriche ed armoniche e si d allo seritto una forma artistica, si ha quel che si dice calligrafia. Ma poich queste ultime e cos elevate funzioni di strittura coordinata non si raggiungono che alcuni anni dopo che il bambino ha principiato a scrivere, e perci, quando egli pu principiare ad eseguirle anche imperfet- tamente,  allora il tempo per fare associare nellanimo di lui queste funzioni agli altri fatti psichici predetti. Se non possiamo principiare ad avviare: il bambino alla lettura se prima non pronunzia bene le parole e se  ancora vero che  impossibile fare scrivere al bambino un segno rispondente a quel dato suono od a quella data voce se prima non ha visto il segno e non gli ha attribuito. quel dato speciale valore fonico (per cui in massima  impossibile scrivere se prima non si sa leggere), daltra parte  bene avviare il bambino alla scrittura anche: prima che abbia raggiunto la perfezione nella lettura. Cos la funzione espressiva grafica dei segni si unisce alla interpretazione dei segni e queste due IIizioni: gh compiono luna laltra. Oo IX.  Lincuaccio E MENTE. Il soggetto, percependo loggetto, conserva limmagine- di esso dopo che  stato sottratto ai suoi sensi. Questim- magine  tanto pi complessa, cio risulta di un numero tanto pi grande di propriet e di energie, per quarto- pi complesso  loggetto e per quanto maggiori sono state le vie per le quali lo ha percepito. Nessun animale ha pi delluomo la potenza di poter: usare di un gran numero di organi differenti per perce- pire l'oggetto in tutte le sue propriet e in tutte le sue energie meccaniche, chimiche, fisiche e fisiologiche. Qu: 1- cuno pu superarlo nella per:ezione di percepire qualche - particolare propriet delle cose per le condizioni partice. lari di qualche organo sensitivo che  in armonia con la speciale costituzione del suo organismo; ma ressuno pro: superarlo rel'a potenza di abbracciare armonicamente. tutte le qualit, tutte ie determinazioni delPoggetto, tutte le attivit delle parti e degli organi di cui risulta, s a iso- latamente considerate che connesse nel tutto. Quando luomo ha bene percepito il suo mondo circo-- stante in tutti gli elementi e le parti che lo costituiscono,. egli, conservando limmagine delle cose, deve certo com- piere un grande lavoro di ritentiva e, secordo il grado. della sua cultura e della sua educazione logica, deve continuamente compiere un grande lavoro di cornessione tra rappresentazioni e rappresentazioni, tra rappreser.- tazioni e oggetti che si percepiscono. Colui che si trovi in tali condizioni e vi sia cresciuto fuor il consorzio umano, se ci possa avvenire, e sia vissute esclusivamente in con- tatto diretto con la natura e solamente da essa sia stato- Pe i eten SEZ 07 A istruito e educato, possiede certamente un numero grande di rappresentazioni delle cose e riferisce a ciascuna di esse un'immagine pi o meno adeguata secondo che gli organi sensitivi sono intervenuti tutti o in parte nel percepirle. Questo  un lavoro grande di memoria che egli deve ifare. Ma se invece costui si  educato nel mondo umano ed ha avuto un'istruzione sulla natura e sulla vita s0- ciale per mezzo della scuola nella quale si parla una lingua gi formata, il lavoro psicologico che egli deve sostenere  ancora pi grande; perch ad ogni cosa che gli si fa percepire, ad ogni qualit della stessa cosa, ad Ogni movimento, ad ogni attivit, ad ogni energia parti- colare di essa si deve necessariamente connettere una pa- :rola pronunziabile o udibile che egli  costretto a ricordare. E se egii non solamente vuole intendere il linguaggio parlato e conservarne memoria, ma vuole alla sua volta .anche parlare, il suo lavoro diventa ancora pi grande ; perch ad ogni parola da eseguire andando connessi par- .ticolari movimenti nervosi e muscolari, egli deve avere .Appreso a compiere tali movimenti e deve conservare :sempre memoria della loro esecuzione. Ma il lavoro del soggetto diventa sempre pi complesso quando vuole partecipare ad altri aspetti del linguaggio squali sono la lettura e la serittura; giacch per leggere deve avere appreso a tradurre in parole parlate speciali gruppi di segni impressi e ricordare bene a quali voci, a quali consonanti eseguibili con gli organi della loquela .ess debbano corrispondere; e per scrivere, tradurre cio in segni impressi le parole parlate, deve apprendere a compiere con la mano particolari movimenti per rendere e] Lo 09 sulla carta il tipo di quei segni di cui deve conservare. viva memoria. In un uomo che sia pervenuto a compiere con perfe-. . zione ed armonicamente tutte queste forme del linguaggio non  facile immaginare quale immenso lavoro di me- moria egli debba fare per potere connettere allimma-. gine fondamentale delle cose e delle loro propriet una seria d'immagini foniche che ad esse corrispondono, una. serie speciale di movimenti per potere eseguire e comu- nicare agli altri queste stesse immagini ed una serie an- cora speciale di movimenti per renderle in segni visibili e percepibili sulla carta e poi di nuovo tradurle in parola . viva. Non  facile immaginare quale immenso lavoro lo- gico egli debba essere atto a compiere quando voglia. esporre in forma perfetta ed artistica, con la parola parlata o con la scritta, le cose esistenti nella natura o le cose e gli avvenimenti che hanno avuto uua storia o- uno sviluppo. E ci che fa meraviglia  che luomo che abbia avuto la pi elementare cultura  atto ad eseguire immedia- tamente una serie di giudizi o di proposizioni su qualunque rappresentazione o su qualunque oggetto che percepisce: ci che  discorrere. Ma, quando la sua cultura  vastis-. sima e nello stesso tempo  educata e disciplinata la sua facolt di esteriorazione, egli pu, parlando o scrivendo,. descrivere un fatto naturale o esporre un disegno attua- bile nella realt naturale o sociale e far vedere le con- dizioni della vita sociale in un dato grado della sua storia - o riferire un grandioso avvenimento conforme  avvenuto,. con tale precisione, con tale sistema ed ordine e disposi-- zione delle parti, con tale connessione tra le varie fasi. sid) dellavvenimento da costituire una vera e perfetta opera darte. . In tal caso loratore o lo scrittore, prima di principiare ad esporre od a narrare, deve vedere nella sua mente, .@ perci anche come fuori di s ed innanzi a s, |: ma- teria che egli deve esporre nel suo sistema o nel suo organismo o conformemente  stata immaginata 0  av- venuta. Questa visione delloggetto pu essere il risultato di una lunga preparazione, di un lungo studio, come  . dovuto avvenire per le opere darte pi importanti, per le quali lartista ha dovuto lentamente costruire il di- . segno interiore dellopera sua prima di renderlo sulla carta; o pure, come quando si tratta di esporre una pro- vincia di una grande regione della scienza, che gi lora- tore ben conosce o un periodo storico precedentemente studiato, pu essere dun tratto visto nelle sue linee prin- . cipali.  questo il presupposto necessario di un discorso, . di una lezione o di unorazione. Si comprende che, quando la materia che si deve esporre | viene scritta dallautbre in molto tempo e con grande tranquillit, per cui ogni parola, ogni proposizione pu . essere ben giudicata e messa in relazione con leconomia di tutto il lavoro, si pu fare unopera perfetta. Ma si . deve riconoscere che, dal punto di vista psicologico e lo- . gico,  pi da ammirare colui che riesca a fare un bel - discorso innanzi al pubblico il quale  ragionevolmente esigente verso l'oratore e non gli d tempo per meditare e . costruire li la sua orazione : questo lavoro colui che parla . deve aver fatto prima. Sintende perci che il pregio del- l'oratore scema di molto quando egli ha precedentemente : scritto od imparato a memoria il suo discorso. Il vero oratore deve improvvisare la forma della sua opera e deve l per li trovare il metodo per la trattazione speciale del suo argomento. Un oratore che si presenti al pubblico, come un pro- fessore ai suoi scolari, deve avere qualche cosa di nuovo a dire che gli altri debbono ignorare ed il fine della riu- nione  di far s che ci che loratore vede venga comu- nicato agli altri. In questo consiste larte somma del por- gere. Se il pubbjico potesse vedere d'un tratto ci che loratore vede, quasi fotografando il pensiero di lui, non vi sarebbe arte oratoria ; invece si tratta che questa co- municazione deve farsi per mezzo di un lungo giro di parole, che deve avere quel risultato, cio di far vedere a molti in modo sistematico ed organico qualche cosa di reale, di naturale o di spirituale, che prima uno solo vede. Perci tutte le parole che loratore pronunzia debbono anche esse costituire nel loro insieme, dopo che sono state pronunziate, un tutto perfettamente rispondente al- lobbietto nella sua complessa realt. Cos che, dopo che il discorso  stato compiuto, si deve riconoscere come nessuna parola, nessuna proposiz'one, nessun periodo avrebbe potuto mancar3 senza che lunit ne avesse sca- pitato ; come si dovrebbe ancora dire che nessuna parola vi dovrebbe esser superflua. Profondo e complesso  il lavoro psicologico che lo- ratore deve fare per rendere il suo pensiero; e se parlando, egli deve pronunziare una serie di parole, bisogna ricordare che queste debbono avere per risultato di rendere la realt nella mente di chi ascolta. Onde loratore deve. fare una connessione tra un fatto od un'energia della realt che vuole esprimere e la sua cor- - 6  rispondente parola durante tutto il discorso ; inoltre, pro nunziando egli una serie di parole, ognuna di esse deve essere messa in relazione con le parole, gi pronunziate e con le altre che dovranno essere pronunziate e vedere continuamente se corrispondano alla realt. Ma loratore  costretto a udire il discorso che egli pronunzia e lo giudica come se fosse il discorso pronunziato da un altro : ci contribuisce a far s che egli eserciti un maggiore dominio ed nna maggiore scrutazione sulle parole che pronunzia per metterle in relazione con le altre dette e da dire ed anche con la realt. Mentre loratore parla e il pubblico assolta, questo deve fare un lavoro dinterpretazione delle parole di lui per riferirle alla realt e, se ogni parola  riuscita intel- ligibile per esso, alla fine del discorso deve possedere quellorganismo di cognizioni riferite alle cose con li- stessa perfezione con la quale era prima vista da colui che parlava. Ma se vi sono uomini chs conoscono una sola lingua nella quale parlano e scrivono pefettamente, vi sono altri che pervengono a conoscere parecchie lingue che colti- vano con molta cura e nelle quali parlano e scrivono- con grande maestria. In tal caso il lavoro di ricordanza. che il soggetto deve fare deve essere straordinario ; perch se la realt  una, se  la stessa pei vari popoli della terra, se la conoscenza delle varie lingue non ci fa pro-. gredire di un passo nella conoscenza della realt, se si eccettui la storia del linguaggio che  anche esso una. realt, lo stesso oggetto per ha un nome particolare per: ciascuna lingua e richiede movimenti particolari per essere pronunziato e scritto come la stessa proposizione pu 00 avere una struttura logica differente nelle varie lingue; ci che deve moltiplicare il lavoro logico del soggetto che parla e scrive in molte lingue. Da quel che si  detto comparisce come la lingua sia parte costitutiva della mente. Se per mente intendiamo (1) lunit sistematica od organica, che il soggetto ha rag- giunto, di tutte le rappresentazioni rispondenti agli og- getti reali, onde la vera mente  lunit della mente soggettiva e delloggettiva nel soggetto, a prima vista potrebbe sembrare che potessero bastare a costituire la mente le semplici immagini fondamentali delle cose, viste nella loro unit, che si  detto formare la base della lingua. Ma, avendo detto ci, abbiamo inteso dire che anche le immagini delle cose debbono costituire parte integrale del linguaggio, perch senza di esse le parole non avrebbero alcun appoggio, non sarebbero che vacue vibrazioni. E daltra parte le sole immagini delle cose in connessione sistematica o organica fra di loro, escluse dal mondo delle parole, costituirebbero la mente incomu- nicabile agli altri uomini. Senza questa comunicazione la quale contribuisce alla formazione e alla educazione della mente, n anco la mente delle sole immagini potrebbe raggiungere un certo organismo; sarebbe piuttosto una miscela di rappresentazioni. E poich senza. rappresen- tazione delle cose non potrebbe n anco esservi mente, bisogna conchiudere che il linguaggio in tutti i suoi aspetti rappresenta la mente.  (1) V. DALFonso. Psicologia Normale  capo XVII  la mente e il suo territorio.  Roma, Trevisini-Paravis. 7.  98 X.  LA LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI | DEL LINGUAGGIO. La storia del linguaggio nellumanit  cos una sola cosa con la storia della mente nellumanit e nellindividuo: per ambedue sono due aspetti dello stesso tutto. La mente o il pensiero  qualche cosa dinteriore ; il lin- guaggio  lespressione sensibile di esso ed ambedue esi- gono la funzione pi profonda e pi complessa che il centro nervoso possa compiere. Onde, se il linguaggio u- mano ha avuto una storia non indipendentemente dalla mente, ci non  n anco avvenuto indipendentemente dallo stato cerebrale degli individui; giacch il cervello  organo in modificazione molecolare continua in ragione della formazione della mente e delle sue funzioni ed un dato linguaggio  impossibile senza certe date condizioni del massimo dei centri nervosi. Precedentemente abbiamo detto che tra gli organi del  linguaggio bisogna noverare il cervello; ma ora bisogna aggiungere che tra quegli organi esso rappresenta la parte pi importante; perch le funzioni centripete nervose ne- cessarie alla storia e alla funzione del linguaggio sareb- bero impossibili senza la loro comunicazione col cervello e daltra parte nessun movimento centrifugo e muscolare potrebbe avvenire senza lintervento di un impulso che parta dal cervello; sicch, tolto questo di mezzo, non potrebbe darsi linguaggio n mente. Ma dire che il cervello  lorgano della mente e del linguaggio  dire qualche cosa dindeterminato. Altrove (1) (1) V. DALrFONSO, Op. cit. e specialmente i capitoli: Le fungioni fandamentali del sistema nervoso.  Divisione dei fatti psichici e la mente il e suo territorio. _ 99 - abbiamo creduto di dovere ammettere, autorizzati da uno studio largo della fisiologia e della patologia moderne e dalla clinica delle malattie nervose, che alla funzione mentale  deputato lo strato esteriore grigio di ambedue gli emi- sferi cerebrali o, per meglio dire, le cellule nervose che :sono nella sostanza grigia delle circonvoluzioni. E non vi ha una sola di queste cellule che sia estranea al grande avorio del pensiero e che perci non sia in comunica- zione con tutte le altre cellule, come fanno ammettere gli .studi istologici pi recenti sul cervello. Onde una cellula di un dato punto della zona grigia periferica  messa in relazione con qualsiasi altra cellula di unaltra circonvo- Auzione, se non sempre per la stessa sola sostanza grigia nella quale i poli delle cellule mettono queste in comu- micazione, mediata o immediata, con tutte le altre cel- lule, anche per la sostanza bianca sottoposta alle circon- voluzioni.  noto che la sostanza bianca degli emisferi risulta di tre sistemi di fibre, di cui uno serve a mettere in rela- zione ciascuna circonvoluzione con tutte le altre dello :stesso emisfero ; un altro mette in relazione ciascuna cir- convoluzione di un emisfero, simmetricamente, con quelle dellaltro, costituendo il corpo calloso che connette fra di loro i due emisferi ; e il terzo che mette in relazione la so- stanza grigia periferica delle circonvoluzioni coi nuclei grigi centrali prima (nucleo caudato, anteriormente, talamo ottico, posteriormente, e nucleo lenticolare, lateralmente in fuori ai due) e poi, attraverso a questi, eccettuati pochi fasci che non li attraversano, col ponte di Varolio e col midollo allungato. I due primi sistemi di fibre dunque contribuiscono a  100  mantenere in comunicazione fra di loro le cellule della zona periferica grigia delle circonvoluzioni. Una molte plicit di vie mette dunque in comunicazione fra di loro. quelle cellule. E forse  bene qu ricordare che la fun- zione psichica e mentale  sostenuta dallattivit solidale di tutte le molecole del protoplasma e del nucleo delle: cellule, rimanendovi estranei il nucleo e la membrana in- volgente ; la funzione psichica dunque si compie dentro. le cellule e si deve ora dire che nessuna molecola delle: cellule della zona grigia  estranea al grande lavorio. del pensiero. Se il linguaggio non  che la manifestazione del pen-- siero e della mente,  chiaro come il suo prodursi non: debba essere che un atto o una serie di atti che hanno. per punto di partenza il centro risultante dalla funzione: solidale di tutte le molecole delle cellule della sostanza. grigia delle circonvoluzioni Non vi  dunque, noi cre diamo, interruzione funzionale tra lattivit molecolare del vasto centro superiore mentale e le vie centrifughe che: dnno le varie forme di linguaggio e queste non sono che: lestrinsecazione di quelle. In questi ultimi quarant'anni, per opera di grandi pato- logi, molto progresso si  fatto circa alla conoscenza della localizzazione delle funzioni del linguaggio. Si  princi piato cos a vedere come il cervello avesse una parte non. poco importante in queste funzioni. I morbi, creando negli. organi certe alterazioni funzionali, possono essere consi- derati come tante esperienze che la natura fa sullorga nismo vivente, che ci fanno meglio comprendere le fun- sini normali. Lanatomista patologo poi che ha studiato. nellinfermo lalterata funzione degli organi, dopo la morte:  101  di esso, riscontrando sul cadavere quali alterazioni degli organi rispondano allalterata funzione, pu stabilire una legge che faccia vedere come ad un organo che fun- zioni normalmente corrispondano certi dati fenomeni nor- mali della vita e che allalterazione di questi ultimi fe- nomeni vadano connesse alterazioni chimiche, istologiche e grossolane degli organi. Poich una funzione cos complessa quale  il linguaggio, che comprende varie specie di fatti centripeti, centrali e centrifughi, considerati in tutti i gradi ed aspetti possi- bili, non pu non avere una certa vastit di localizza- zione nel cervello, pu avvenire che una lesione ovvero un processo morboso limitato ad una provincia partico- lare del vasto territorio del linguaggio produca la cessa- zione funzionale di un aspetto o di un grado di esso. E, quando si riscontri in una molteplicit di casi che quella data cessazione di una forma particolare o di un grado particolare del linguaggio coincida con un processo mor- boso circoscritto sempre in quel dato sito, si concluder che questo allo stato normale sostiene quel dato aspetto 0 grado del linguaggio. Cos parecchie osservazioni sono state fatte in infermi dei quali dopo morte  stata fatta lautopsia, dalle quali sembra si possa stabilire che la prima circonvoluzione temporale dellemisfero sinistro sia la sede della memoria uditiva delle parole. Unemorragia che avvenga in questo sito o un rammollimento o un tumoretto che visi svolga fa s che lindividuo che prima, udendo parlare, inten- deva il significato delle parole, perda ora questa facolt. Egli per ode tutte le vibrazioni del mondo circostante e 8a riferirle alle cose : ode anche le vibrazioni che costi-  102  tuiscono le parole connesse a cose, solamente non sa in- tenderle, non sa cio riferirle ad esse. Questo fatto mor- boso  stato indicato con la parola sordit verbale. Similmente da molte osservazioni che sono state fatte risulta che il lobulo parietale inferiore dellemisfero si- nistro sia il centro della memoria della visione delle pa- role impresse. Una lesione, come quella indicata per la: sordit verbale, che si produca in questo sito fa s che lindividuo che prima poteva leggere un libro o una scrittura qualunque, non sappia pi interpretare quei segni in modo che pronunzi dentro di s e ad alta voce quelle tali parole e le riferisca a quelle tali immagini od azioni cor- rispondenti. Egli  allora divenuto cieco delle parole, egli cio vede tutto, vede anche quei tali segni impressi, ma non sa leggerli. Inoltre si  omai nettamente stabilito, per glinnumere- voli cas registrati, che una lesione nel terzo posteriore della terza circonvoluzione frontale dell'emisfero sinistro tragga la perdita della memoria dei movimenti coord- nati necessari allarticolazione delle parole, fenomeno che si esprime con la parola afasia; onde  stabilito dai pa- tologi che quella  la sede della memoria di tali movi- menti. Si ha ancora che da un piccolo numero di cas raccolti sembra risultare che il piede della seconda cir- convoluzione frontale dello stesso emisfero sia l'organo in cui ha sede la memoria dei movimenti coordinati delle dita, della mano e dellavambraccio, necessari per scri- vere ; onde una delle solite lesioni che si limiti in quel sito produce il fenomeno della perdita della memoria di quei movimenti cio lagrafia o lafasia della mano. Si vede da ci che tutti e quattro i nominati centr VI ae ea al 0 ali rutti  103  sono quasi limitrofi fra di loro, sono tutti nei dintorni dellinsula che  nella scissura di Silvio ; cio i due cen- tri motori anteriormente alla scissura ; i due centri per- cettivi delle parole, vista ed udito, posteriormente ed in- feriormente.  molto raro che una lesione si presenti circoscritta esclusivamente in una delle sedi indicate e che le altre, some il resto del cervello, siano perfettamente integre ; giacch le lesioni sono pi o meno estese. E gi una le- sione del cervello, se si eccettui il caso in cui un piccolo grumo sanguigno (embolo) proveniente, per mezzo della corrente sanguigna, dalla parete del ventricolo sinistro del cuore infermo, otturi un vasellino che allo stato normale dia sangue ad una regione ben circoscritta del cervello,  raro che non sia accompagnata o preceduta da altre lesioni dello stesso organo. Come  stato dunque esposto, pei patologi del sistema nervoso abbiamo piccoli centri e ben circoscritti della me- moria delle parole udite e viste, dei movimenti necessari per lesecuzione delle parole parlate e delle scritte. Il resto del cervello  per loro perfettamente estraneo a quei tali centri. Questa teoria  ben diversa da quella che da molti anni noi propugniamo e che abbiamo sostenuto prima nel nostro saggio sulleducazione morale pubblicato nel 1883 ; nella prima edizione di questo lavoro (pensiero c linguaypio), pubblicato nel 1837; e poi nella psicologia normale edita nel 1891. Un'ulteriore e diuturna meditazione su questo obbietto ed uno studio continuo della casistica delle malattie ce- rebrali ci ha confermato sempre pi nella nostra opinione  per conseguenza non possiamo considerare che come urna  104  veduta empirica e bruta quella dei patologi che scindono il territorio cerebrale in tante piccole provincie autonome ed indipendenti le une dalle altre senza vederne lunit e lorganismo. Noi riconosciamo che lesistenza dei pre- detti centri potr dalla scienza assodarsi sempre pi, come potr darsi che altri centri nelle funzioni percettive o mo- trici potranno ulteriormente scoprirsi, come, per esempio, un centro per la coordinazione dei movimenti necessari all'esecuzione musicale; ma per noi tali centri non sa- ranno che di conduzione centripeta a tutta la zona grigia periferica o pure centrifuga da essa e perci non vera- mente centri. In questo stesso senso noi diamo il nome di centri spe- ciali di attivit conduttrice centripeta a vari punti della regione posteriore e mediana degli emisferi, come diamo quello di centri speciali di attivit centrifuga a speciali punti della regione anteriore e mediana degli emisferi, ma di veri centri psichici o mentali non ve ne ha che un solo e questo  tutta la zona grigia periferica delle cir- convoluzioni. Potrebbe a prima giunta sembrare strano che in quel centro che diciamo di essere il vero siano ancora centri centripeti e centri centrifughi; ma non potrebbe assolu- tamente essere n immaginarsi questo centro del sistema nervoso, la cui funzione  essenzialmente di viabilit, in un organismo cos complesso quale  quello delluomo ed in cui si deve avere una grande specializzazione di fun- zioni, se non fosse il centro di arrivo di vie sensitive e percettive cos diverse le quali non possono tutte avere una sola porta dingresso nella zona grigia; e se non fosse il punto di partenza degli svariatissimi movimenti  105  che luomo pu fare. Ciascuno dei quali, richiedendo una particolare educazione ed essendo qualche cosa differente dagli altri, deve avere ancora centri e vie particolari di produzione. Cos se  stabilito che il centro dellaudizione delle parole sia quello riconosciuto dai patologi e che questo centro sia in relazione con laltro della esecuzione delle parole parlate, se la parola udita non si  diffusa per tutta la trama grigia periferica, se non si connette con tutto il lavorio mentale e si arresta invece nel punto in- dicato, si potranno avvertire le semplici vibrazioni che co- stituiscono la parola, ma questa non sar compresa. E daltra parte luomo che parla, intendendo egli ci che dice, le parole che egli pronunzia debbono essere lespres- sione di un lavorio delle molecole di tutta la zona grigia periterica. Ma se la parola udita, invece di passare pel vasto pelago di tutte le circonvoluzioni, segue la via pi breve per tradursi in parola parlata, allora abbiamo il fenomeno della ecolalia ; cio lindividuo pronunzia l per f le parole che ode senza intenderle, come avviene quando  due suddetti centri rimangano integri, mentre il resto della scorza grigia  seriamente compromesso in fatti morbosi; perch chi parla: come chi legge ed ascolta  la zona grigia funzionante. La nostra veduta trova nella casistica stessa delle ma- lattie nervose la sua conferma; giacch moltissime volte s son potuti riscontrare disordini della loquela con in- tegrit dei siti cerebrali indicati dai patologi: e ci non solo per morbi acuti prodottisi in qualsiasi et delluomo nella zona grigia periferica ; ma soprattutto per vecchiezza cerebrale  106   assodato omai dallistologia patologica che il fatto anatomico cerebrale che  a base della vecchiezza  rap- presentato dallo sviluppo e dallo induramento del tes- suto connettivo il quale cos comprime le cellule e le fibre cerebrali, inceppando il movimento funzionale delle molecole; ed  rappresentato ancora dalla degenerazione chimica dei vasi cerebrali i quali, perdendo cos la loro elasticit, non possono pi spingere il sangue tra le ul- time cellule. Onde le molecole di queste si nutrono poco sia perch poco alimento arriva a loro per mezzo dei vasi e sia perch sono compresse dal connettivo ; per cui, venendo impedita la loro funzione, esse debbono degene- rare chimicamente e la loro attivit psichica deve pro- gressivamente decadere insieme col progresso del fatto morboso; perch comincia a venir meno quella sinergia funzionale di tutte le molecole necessarie ad una mente. In conseguenza di che tutti gli aspetti di questa, cos la ritentiva di tutte le rappresentazioni come lenergia lo- gica e la passionale, debbono necessarimente diminuire. I patologi non psicologi sono sicuri nellaffermare che un individuo pu perdere la ricordanza delle parole delle cose, mentre pu ricordare le cose o ricordar queste e perdere la ricordanza delle parole; o perdere lattivit passionale e non lattivit logica e viceversa. Ma tale credenza  leffetto di una imperizia nel trattare e nel giudicare i fenomeni psichici; poich coloro che hanno studiato pi profondamente i disordini della loquela e della mente negli individui hanno dovuto constatare che ad un'alterazione, per quanto lieve, o ad un affievolimento di un aspetto della vita mentale, deve necessariamente associarsi unalterazione od un affievolimento di tutti gli  1070  altri aspetti o gradi della mentalit e per conseguenza. anche del linguaggio. E ci si verifica appunto quando, per morbi o vecchiezza, la mente decade insieme con: lalterarsi dellorganismo cerebrale. Per questa ragione crediamo di potere stabilire che come il compiersi con grande perfezione e rigoglio delle funzioni del linguaggio, in tutte le sue forme complesse,  indizio di una mente vigorosa e robusta e di un cervello integro ed integralmente funzionante, il decadere allin-. contro di questa funzione, a meno che non si tratti d una diminuzione 0 mancanza di esercizio il quale ha tanta parte nella funzione della loquela,  indizio del decadere della mente e di morbi e di vecchiezza cerebrale. La localizzazione della funzione del linguaggio  dunque l dove  la localizzazione della mente, cio in tutta la zona grigia periferica di entrambi gli emisferi. Come si  visto, i patologi localizzano i vari aspetti della funzione del linguaggio nellemisfero sinistro. A noi sembra che questo sia un errore di apprezzamento ; giacch se allattivit della loquela prendono parte organi ed ap- parecchi i quali se si considerano divisi da una linea lon- gitudinale e mediana, sono risultanti di muscoli che ap-. partengono insietne alla met destra e alla sinistra dellorganismo, anche ammettendo che le fibre che, par- tendo dalla periferia grigia degli emisferi e concentrandosi per costituire i peduncoli, sincrociano poi, proseguendo, nel ponte di Varolio e nel midollo allungato in modo che le fibre di sinistra vadano a destra e viceversa, questo. deve farci ammettere che i movimenti degli arti di destra che si compiono senza lintervento degli arti di sinistra, hanno il loro centro centrifugo nellemisfero sinistro e vi-  103  ceversa. Ma non ci fa spiegare come a funzioni che s compiono da organi in cui prendono parte muscoli delle due met dellorganismo debba prendere solamente parte l'emisfero sinistro. Vero  che quando un individuo scriva o giochi di scherma il movimento specializzato che egli fa  lespres- sione di tutto il suo volere che ha il suo punto di par- tenza in tutto il territorio mentale. E qui si deve ammet- tere che il centro centrifugo di tali movimenti che dor- dinario si compiono col braccio destro, sia nellemisfero sinistro, allistesso modo che questo sarebbe a destra se l'individuo si educasse a scrivere ed a schermire col braccio sinistro. Ma non vi  alcuna ragione ad ammettere che  movimenti che si debbono compiere col laringe, con la lingua, coi muscoli della mascella, per potere parlare debbano avere il loro centro centrifugo nel terzo posteriore della terza circonvoluzione frontale dellemisfero sinistro s0- lamente e non anche in quella del destro, mentre dobbiamo ricordare che le due met degli organi della loquela sono innervate da paia di nervi (trigemino, facciale, glosso-fa- ringeo, ipoglosso) che si distribuiscono simmetricamente a destra ed a sinistra nei suddetti organi. Considerando che le fibre che costituiscono i due peduncoli cerebrali, tra le quali debbono essere noverate le fibre dei predetti nervi, s'irradiano simmetricamente verso la periferia grigia degli emisferi, siamo invece indotti ad ammettere che per la loquela vi siano due centri centrifughi, luno a sinistra e laltro, simmetricamente ad esso, a destra: altrimenti non vi sarebbe ragione che vi fossero paia di nervi per .gli organi della loquela, basterebbe un solo dei predetti nervi, quello proveniente dall'emisfero sinistro.  109  I patologi sono stati indotti ad ammettere un solo centro. per le varie forme e  vari gradi del linguaggio dal fatto che l'emisfero sinistro offre, pi del destro, il fianco ai morbi; per cui la casistica registra un maggior numero. di lesioni nellemisfero sinistro che non nel destro. E la. ragione  la seguente: Come  noto, gli emisferi cerebrali, oltre che dalle due arterie vertebrali posteriormente, ricevono grandissima. copia di sangue dalle due carotidi interne anteriormente ed inferiormente, le quali irrigano, tra laltro, di sangue le regioni indicate dai patologi, come centri dei vari aspetti dal linguaggio. Ora delle due carotidi primitive la sinistra ha il suo asse in direzione dellasse ventricolare sinistro dal cuore, mentre la destra lo ha obliquamente a questo. Da tale condizione anatomica deve seguire che le pareti della carotide sinistra ricevano una pressione laterale fortissima ; per cui la degenerazione ateromatosa  frequentissima nellalbero della carotide sinistra, onde, date certe contrazioni violente dal cuore,  facilissima la rottura di un ramo vascolare dellalbero di questarteria ; e si ha emorragia. | Per queste stesse condizioni si produce nei detti rami un altro processo morboso che  la periarterite, per cui, distruggendosi la membrana elastica delle arterie, si svi- luppano gli aneurismi miliari i quali, con la contrazione violenta del cuore, si rompono e producono ancora emor= ragia. Ma, per la posizione particolare della carotide 8i- nistra, gli emboli che, staccandosi dalla parete del ven- tricolo sinistro, quando essa si trova in condizioni anormali, sono - portati via dalla corrente sanguigna, penetrano molto pi facilmente in qualche ramo dellalbero rasco-  110  lare di essa ed allora la circolazione in quel dato terri- torio  abolita in quanto subisce il rammollimento per anemia compiuta ; onde quella data provincia cerebrale cessa dal funzionare. Per questa ragione i morbi infieri- scono nell'emisfero sinistro pi che nel destro e per questa stessa ragione i patologi, avendo riscontrato in caso di disordini della loquela il maggior numero di lesioni a sinistra, han dovuto conchiudere che in questo emisfero han sede gli organi di tali funzioni. | Ma qualche raro caso non manca in cui si  potuto ri- scontrare perdita della facolt di parlare con lesione del terzo posteriore della terza circonvoluzione frontale del- l'emisfero dritto. Se ci , si potrebbe opporre, quando il centro sinistro, non funziona, non potrebbe supplire il destro ? Ed inoltre una lesione del centro sinistro, piuttosto che dare la cessazione assoluta della fun- zione, non dovrebbe piuttosto dare laffievolimento o la diminuita coordinazione dei movimenti per la loquela ? Non considerando che qualche volta questultimo caso pu avvenire, s deve ammettere che quando una funzione  sostenuta da organi appartenenti alla met destra e alla sinistra dellorganismo, cio ad essa prendono parte muscoli di ambedue le met, e nervi che hanno la loro pi remota provenienza nella zona grigia degli emisferi, deve questa funzione implicare tale uneducazione che, se venisse meno lattivit funzionale dei nervi di una met, laltra sarebbe insufficiente a lavorare in modo da sup- plire la prima. Come avviene di un carro che debba essere tirato da due buoi; se luno di questi manca da lun lato del giogo, laltro del lato opposto non pu esso solo ti-  Ill  rare innanzi il carro, per cui si arresta ; cos deve av- venire di una funzione in cui prendono parte muscoli e nervi di ambedue le met dellorganismo. Il trovare, come alcuni patalogi fanno, la ragione della localizzazione dei centri del linguaggio nell emisfero si- nistro, nell'essere questo per lo pi un poco di mag- gior volume del destro,  cosa che non basta ad espli- care il fatto. Questo potrebbe al pi connettersi allabito e allistinto che luomo ha di compiere preferibilmente la maggior parte dei movimenti singoli con gli arti della met destra dellorganismo ; onde i muscoli di questa sono alquanto di maggior volume di quelli degli arti di destra, ci che pu connettersi con un maggior volume dei centri centrifughi corrispondenti nellemisero sinistro. X.  LINGUAGGIO INTERIORE ED ESTERIORE. Quanto  vero che il centro produttore del linguaggio sia listesso centro della mentalit, questa funzione uni- ficatrice ed organizzatrice di tutte le nostre rappresenta - zioni e dei nostri concetti, lo prova il fatto stesso che noi abbiamo un linguaggio mentale ed interiore che pre- cede, come pu star senza, il linguaggio sensibile o fonico e di cui questo non  che una semplice estrinsecazione. Quando noi proviamo il bisogno di segregarci dal mondo per rinchiuderci in noi stessi e per godere della quiete e della solitudine e sciogliamo il freno alle nostre rappre- sentazioni e queste invadono tumultuariamente il campo della nostra attivit spirituale o diamo un ordine ad un  12  gruppo speciale di rappresentazioni o cindirizziamo a. studiare un dato sistema di esse, allora  facile contem- plare e udire in noi stessi il linguaggio interiore. Si osserva allora che ogni rappresentazione tende ad apparire nella coscienza in tutte le immagini o gli aspetti che di essa furono percepiti per mezzo degli organi sen- sitivi ed in tutte le immagini convenzionali sopraggiunte alla cosa che ci rappresentiamo, la quale perci ci sembra che sia presente a tutti i nostri sensi se tutti questi in- tervennero nel percepirla. Fra tutte queste immagini,quella fondamentale che il soggetto cerca di vedere nelle sue rappresentazioni e alla quale s addossano, si pu dire, tutte le altre note percepibili o convenzionali,  la visiva. Se questa manca, o perch manca nel soggetto la fun- zione visiva o perch solo quel dato oggetto non  stato visto, funzioner da immagine fondamentale la tattile, se il tatto  intervenuto nel percepire loggetto, e allora le altre note si addosseranno ad essa. Se queste due immagini son mancate, il soggetto si sforza di considerare come immagini fondamentali le vi- bratorie, se dell'oggetto egli percep qualche vibrazione. Se questa  mancata ed ha avuto la percezione olfattiva, limmagine fondamentale sar questa, giacch la perce- zione gustativa  anche tattile. Non si vedono nel lin- guaggio interiore immagini di cose che non siano state in alcun modo percepite. Le percezioni vibratorie ed ol- fattorie, non associate ad oggetti, visti o toccati, che dor- dinario debbono essere connessi alle prime, sono inde- terminate ; cos deve dirsi delle rappresentazioni di esse.  tanto necessario per | uomo che pensa (pensare  anche parlare internamente) di dare un'immagine visibile  113  alle rappresentazioni che passano per la sua coscienza, che, quando egli non sia nato cieco o non ha visto gli oggetti che si rappresenta, si foggia in qualsiasi modo- un'immagine visiva di essi, servendosi delle sue esperienze anteriori. Ci avviene anche sempre che egli oda parlare. di cose che non ha visto e sulle quali pensa. Cos se  costretto a pensare avvenimenti in una citt che egli non ha visto, immagina una qualsiasi citt, per lo pi conformemente a quella nella quale vive o ad altre che ha visto. Se le immagini visive non vengono foggiate, se mancano limmagini tattili le quali del resto non si pos- sono avere con precisione se non delle piccole cose che.ci circondano, tutte le rappresentazioni che dovrebbero es- sere connesse alle cose rimangono allo stato dindetermi- nazione. | In un uomo che eserciti molto tutte le sue attivit percettive e, perch nato sordo, non partecipi affatto 0, anche udendo, partecipi poco al mondo delle parole, per- ch vive fuori il consorzio umano, non sentendo egli dare una parola particolare ad ogni oggetto che percepisce e ad ogni qualit dell'oggetto, il linguaggio interiore risulta sopra tutto di rappresentazioni di oggetti percepiti. Ma se egli partecipa egualmente al mondo delle cose ed in- sieme a quello delle parole udite, meditando e pensando non selo avr come dinnanzi a s le cose sulle quali medita e pensa; ma a ciascuna cosa o a ciascuna pro-. priet di esse egli associer la parola; e a lui sembrer, meditando, di udire pronunziare dentro di s le parole corrispondenti alle cose ed avranno quella voce partico lare degli individui dei quali ha udito pi frequentemente le parole. 8.  ll4  Se poi colui che pensa partecipa al mondo delle cose e delle parole udite non solo, ma anche a quello delle parole parlate con listesso grado d'intensit, egli, cio, esercita tutte e tre queste forme di attivit, percepire il moudo esteriore, udir parlare e parlare, il linguaggio in- teriore allora in lui sar qualche cosa di pi complesso. A lui, pensando, sembrer non solo di percepire le cose che pensa, ma ancora di pronunziare dentro di s le pa- role che pensa connesse alle cose; gli sembrer inoltre di eseguire quei tali movimenti necessari per pronunziare le parole le quali saranno da lui interamente udite ed aventi un timbro particolare di voce che, quando non sar il proprio, che  pi frequente, sar di coloro dai quali pi frequentemente ha udito ripetere le parole. E poich luomo non compie i soli movimenti per la parola fonica, ma anche quelli perla scrittura, che eser- cita sia componendo che copiando o per dettatura, e compie anche movimenti spsciali per i vari mestieri, per le varie arti che si coltivano, par le varie professioni, per le particolari occupazioni alle quali lindividuo dedica la vita, se questi movimenti non si esercitano da meno delle altre forme di linguaggio, diventano anche essi parte del linguaggio interiore. Di modo che allindividuo che pensa potr sembrare tra laltro di compiere quei tali movi- menti con la mano e col braccio, che si devon fare sulla carta quando s scrivano le parole corrispondenti alle rappresentazioni che passano per la coscienza: come al pittore che pensa i quadri fatti o da fare sembrer di compiere quei movimenti particolari che fece o dovr fare quando ritrarr sulla tela i personaggi che ha immaginato. E si comprende come anghe la particolare  115  condotta dellindividno, risultato di lunghi ed abituali movimenti, pu divenire parte del linguaggio interiore; talch egli, pensando gli avvenimenti esteriori; li critica, contrapponendo @ pure uniformando ad essi la propria condotta. Anche quande leggiamo un libro senza la menoma e- strinsecazione fonica,  facile osservare e udire in noi stessi il Hnguaggio interiore ; perch le parole che suc- cessivamente noi vediamo sulla carta sarebbero quasi da moi illeggibili ed incomprensibili se non avvenisse interior- mente a noi una corrispondente serie di rappresentazioni foniche di quelle date parole, tanto che ci sembra udirle pronunziare dentro d noi e di eseguire movimenti neces- sari per pronunziarle. Lo scrivere sarebbe anche impos- sibile senza la precedente rappresentazione fonica interna delle parole che successivamente scriviamo e senza le rap- presentazioni dei movimenti necessari per pronunziarle e per eseguirle sulla carta. Leggenda, la mente ha poi le stesse esigenze che ha quando compie il linguaggio interiore; vuole cio rap- presentarsi nel tempo e nello spazio lobbietto del quale legge. E, se si tratti di cose che ha ben percipito, gli sar facile richiamare limmagine visiva di esse; ma, quando legge di cose che non ha mai percipito, si foggia un'immagine qualsiasi, servendosi di altre rappresenta- zioni. Se legge lo scritto di una persona a lui nota o fn- miliare, gli sembrer di vederla, di udire la voce di essa, di vedere il gesto col quale suole accompagnare la pa- rola. Se legge un gran dramma che ha gi visto rap- presentare da valorosi attori, a lui sembrer di vedere gli attori, di vederli muoversi, di udire la loro voce  Il5U  sempre che interloquiscono  personaggidel'dramma. M,. se invece legge un dramma che non ha visto mai rap presentare, egli  costretto ad immaginare certi attori: che operino, che si muovano che parlino in modo parti- colare ed abbiano ciascuno una voce speciale. Lo stesso avviene se qualcuno legge un romanzo o un: libro di storia o unorazione. Leggendo i commentari di: Cesare, non possiamo fare a meno di foggiarci una spe ciale figura duomo che narra ed opera; ma, se abbiamo visto la statua di Giulio Cesare; le forme di essa si hanno sempre presenti quando si tratti di vederlo narrare o di parlare allesercito, e gli diamo anche una voce particolare.. Avviene lo stesso quando leggiamo: unorazione di Cicerone. Colu che scrive drammi o romanziha le stesse esigenze sui personaggi di cui parla o che fa parlare. Soddisfare queste esigenze che sono sempre qualche cosa di esteriore,  per: alcuni scrittori il compito pi importante. Ora, essendo il linguaggio interiore il linguaggio della. mente, deve essere sostenuto da tutta la zona grigia delle circonvoluzioni; ed il linguaggio esteriore o sensi-- bile, essendo una riflessione: del linguaggio interno o men- tale, non pu essere rappresentato dal terzo posteriore- della terza circonvoluzione frontale dell'emisfero sinistro- come indipendente dalla detta zona grigia. Un altro fattore necessario al linguaggio interno ed e- sterno, come alla scrittura,  il movimento, non solo mu-- scolare, ma anche molecolare cerebrale. Si  detto che allattivit mentale prendono parte tutte le cellule della sostanza grigia periferica delle circonvoluzioni e le mo-- lecole psichiche di ciascuna cellula;. e,. peich il linguaggio.  la manifestazione della. mente e non. vi.  discorso senza.  117  passaggio da rappresentazioni a rappresentazioni le quali sono sostenute da particolari disposizioni delle molecole, il passaggio de una rappresentazione allaltra deve impli- care un mutamento di orientazione di tutte le molecole -cerebrali, di maniera che il discorrere non pu essere senza sun continuo movimento melecolare.E, mentre questo  mas- :simo negli uomini di una pi elevata mentalit e di una :ricca vita interiore,  rinfimo nel fanciullo, nelluomo vol- gare, nellidiota ; talch ad un deperimento delle pi alte attivit psichiche va di pari passo unita una progressiva diminuzione di movimento sinergico molecolare cerebrale. Perch poi abbia luogo il linguaggio esteriore, parlato -0 scritto,  necessario che al movimento cerebrale faccia continuazione, per mezzo dei nervi centrifughi, il movi- mento muscolare, che  una serie coordinata ed artico- lata delle contrazioni dei singoli muscoli deputati alle vie fo- niche, e perci alla formazione delle parole, o dei muscoli del braccio e della mano per la scrittura. Non bisogna per cre- -dere che quella serie coordinata di movimenti che costituisco- no il linguaggio parlato o scritto sia una funzione facile per il fanciullo, come per luomo adulto. Fa bisogno di run lungo lavoro di esercitazione, perch dai tentativi in- certi ed indeterminati di tali movimenti si arrivi alle- secuzione perfetta di essi. Nel bambino che nasce sono, : vero, ereditate e latenti le vie di tali movimenti ed insieme .la possibilit di altri nuovi e pi complessi, non eseguiti dai suoi maggiori; ma bisogna, mediante ledu- cazione e i.lunghi esercizi, aprire e cercare di rendere fa- cli queste vie.  di una grande importanza concepire il meccanismo per cui il linguaggio interiore diviene esteriore. E perci - _T_y_y-rrrr_r___m_m_ Tomo eci ie arm nile  118  bisogna ricordare che dobbiamo distinguere rappresenta. zioni inconscienti da rappresentazioni coscienti. Le prime non possono tradursi in parola parlata se non nel sonno o per fatti morbosi ; ed allora non sono rappresentazioni assolutamente inconscienti; perch debbono-im certo modo accentuarsi ed imporsi alle altre pi incenscienti, as- sumendo una certa energia, tanto che possano tradursi al di fuori per le vie centrifughe. Ma, anche quando tali rappresentazioni s traducano in parole parlate, non ar- rivano a formare un giudizio o parecchi gHidizi o parec chie proposizioni o un vero discorso. Questo pu darsi so lamente con le rappresentazion coscenti. E daltra parte  saputo che ogni rappresentazione di cosa percepita di- viene inconsciente, potendo di nuovo divenire cosciente.. E, chiamando inconsciente o psichico quel campo dove le rappresentazioni inconscient si accumulano confusa mente ed indeterminatamente durante la vita delluomo, e cosciente quello dove vengono distinte dall'anima, bisogna a prima giunta ammettere una dualit tra i fatti psichici interiori. Ora questa dualit  davvero in atto finvh la coscienza si afferma ; sparisce e rimane il solo campo psichico quando essa intermette dal funzionare, come nel sonno La pa rola dualismo tra campo cosciente e campo psichico  bene adoperata ; giacch lanima cosciente esercita un vero di- spotismo su tutto il mondo inconsciente delle rappresenta zioni, richiamando a suo libito tutte quelle che vuole fare intervenire nel campo cosciente che  molto. angusto e li- mitato, per quanto perfetto sia; perch in esso la rap presentazione apparisce in tutta la sua complessit e pre- cisione innanzi ad essa. Ma daltra parte, essendo angusto.  119  il campo della coscienza, il soggetto non pu per.nettere che le rappresentazioni rimangano indetinitamente in esso, cio che addurrebbe una noiosa monotonia, invece vi pas sano, una, due per volta, per ritornare di nuovo nel campo. inconsciente donde potranno ancora venire evocate. Con un colpo docchio, il soggetto che deve fare un di scorso vede il complesso delle rappresentazioni che deb- bono costituire un sistema od un organismo ; ma per poter rendere al pubblico il suo disegno, occorre ii processo delle rappresentazioni pel campo cosciente. Ora la differenza. tra il parlare interiormente e il parlare esteriormente con- siste in questo, che nel primo caso l: rappresentazioni passano pel campo della coscienza, venendo ciascuna co- stituita dall'immagine percettibile, dalla corrispondente parola udibile, con quel dato colore di voce, e pronunzia- bile e visibile nella sua forma impressa sulla carta o ese- guibile su di essa per mezzo dei movimenti della mano e del braccio : ci costituisce in tutta la successione delle rappresentazioni il linguaggio interiore. Perch queste rappresentazioni interiori divengano este- riori  necessario che, quando una di esse occupa per un istante il campo della coscienza, prima di rientrare nel campo psichico,sitraduca davveroin parola parlata o scritta. Edallora necessario che dal campo cosciente parta unonda di movimento il quale, passando per speciali fibre nervose, vada a fare contrarre quei tali muscoli che producono quei tali movimenti necessari a fare pronunziare quelle date parole la cui immagine tipica il soggetto conserva. E quel che avviene per una parola deve avvenire successivamente per tutte le altre costituenti il discorso, in modo che n rem . 7   Sila i  120  vengano fra di loro connesse logicamente ed organica- mente (1). Cos si pu dire che il linguaggio esteriore sia la conti- nuazione del linguaggio interiore ; per cui nulla  nel lin- .guaggio esteriore che non sia nell'interiore. E si comprende come questo assuma forme pi complesse e vaste in ra- gione che tutta l'energia mentale si accresce e diventa pi intima, mentre  qualche cosa di povero, quando la mente  in formazione.  facile anche constatare quando la coscienza ha lasciato libero il campo alle rappresentazioni inconscie, come av- viene nel sonno, come tutte le rappresentazioni che costi- tuiscono i sogni sieno accompagnate dalle loro corrispon- denti parole che hanno il colore della voce delle persone dalle quali si  udito pronunziarle o, ci ch pi frequente, della nostra voce. In quello stato intermedio che  tra la ve- glia e il sonno e che precede il sonno profondo, quando la coscienza non  ancora pienamente sospesa, udiamo parole e voci dentro noi. Quando poi siamo bruscamente svegliati udiamo le ultime parole appartenenti alle rappresenta- zioni che nel sonno occupavano il campo psichico. Abbiamo qui tracciato il linguaggio interiore nelluomo che esercita egualmente tutte le forme del linguaggio; ma, se alcune di esse vengono esercitate pi delle altre,  chiaro che esse avranno un predominio su queste. Per cui sc alcuni esercitano pi la loro attivit visiva, viaggiando ed osservando, per gran parte della: loro vita, o la varia natura o le varie citt e le opere darte, in costoro lim- . (1) V. op. cit. il capitolo NV, Processo delle rappresentazioni.  121  magine visiva delle rappresentazioni che passano per la coscienza sar pi viva, mentre saranno meno accentuate le altre forme di linguaggio interiore Se altri allincontro  costretto a passare la pi gran parte della sua vita, udendo parlare professori o oratori nelle pubbliche as- semblee o quotidianamente in chiesa o pure si far leg- gere libri e giornali, egli avr il suo linguaggio interiore risultante pi di parole udite che degli altri aspetti delle parole. Coloro poi che leggono per molte ore del giorno, pen- sando e meditando, vedono quasi impresse sulla carta le parole connesse a rappresentazioni che passano per la coscienzi e, quando hanno letto e riletto un libro in modo di averne imparato a memoria alcuni brani, pervengono a ricordare il sito della pagina dove certe parole si trovano. Per coloro poi che son costretti ad esercitare larte della parola, sin insegnando con frequenza che parlando nel foro od in altre adunanze pubbliche, il linguaggio in- teriore assume la forma motrice fonica ; per costoro il semplice pensare  parlare pi che altro; ed a coloro che passano gran parte della loro vita scrivendo e com- ponendo, sembrer di scrivere quando meditano. Ma, se lindividuo  turbato da forti passioni, allora il linguaggio interiore si accentua tanto da proiettarsi al di fuori. Si hanno allora allucinazioni e forme limitate di delirio. Cos egli puo vedere davvero campagne, citt, individui, che non esistono dinanzi a lui, o udir parlare individui che non vi sono; o parlare mentre crede di non parlare, ma di pensare semplicemente. Il linguaggio interore sar poi manchevole in qualche 9,  122  aspetto pi o meno importante se lindividuo  nato privo di qualche importante funzione sensitiva o, avendola, non esercitata. Cos, se  nato cieco, mancher in lui un aspetto importante del linguaggio interiore, limmagine visibile degli oggetti. E se  nato solamente sordo, egli sar escluso dal suono delle parole esteriori e non avr perci le parole udibili genuine nel suo linguaggio inte - riore. Da ci che precede comparisce chiaro come il linguaggio interiore formi gran parte di quel che si dice pensiero ; ma il punto che bisogna aver presente  che il linguaggio interiore, anche considerato nel suo triplice aspetto della: visualit, dellauditivit e della motilit non esaurisce il pensiero, Il pensiero concreto, cio non  senza il linguaggi interiore, ma questo senzaltro non costituisce il pensiero, quantunque sia lavviamento al pensiero che  lunit delle rappresentazioni e del mondo logico. XII.  Musica E LINGUAGGIO, La musica  anche essa una forma speciale di lin- guaggio che sta per tra lindeterminato e il determinato.  un linguaggio indeterminato nel senso che essa non  il simbolo o un sistema di simboli fonici e grafici delle cose pi o meno determinate del mondo reale o delle pro- priet ed energie di esse. Talch tutte le opere musicali che sono state prodotte non ci fanno vedere la realt na- turale o sociale n ci danno la scienza di essa. Ci si pu raggiungere solo per mezzo della lingua parlata e seritta. Ma anche quando a unopera musicale si voglia con- nettere unopera letteraria, facendo comparire questa come si tino schema di quella, tale connessione il pi delle volte non  che estrinseca ; giacch si vede che lopera musi- cale sta per s, tanto che  raro che il compositore parta dall'opera letteraria per elevarsi alla concezione musicale ; anzi per lo pi egli adatta e fa adattare la prima alla seconda o pure quella sar per lui un punto di partenza secondario e formale per la composizione musicale. Del pari coloro che ammirano lopera in musica sono pi attirati dalla tessitura delle note musicali che dallo schema letterario che  importante solo in quanto  come lo scheletro che sostiene l'organismo ; ma lo scheletro  sempre la parte inferiore e pi umile dellorganismo. Se la musica non  il linguaggio della realt determi- nata  per il linguaggio degli stati affettivi e passionali delluomo, come il canto. Esso per, storicamente, in quanto  qualche cosa di vago senza la musica, ha preceduto questa. Nei tentativi e nelle esperienze che luomo dovette primitivamente fare per comunicare agli altri tutto il suo mondo interiore si avvide ben presto che, per mezzo del canto pi che per mezzo della parola, poteva rendere un aspetto importante della vita psichica, il passionale. Ma ci non esclude che alcune volte possa esservi un vero accordo tra opera letteraria e musica, come tra parola e canto. In questo caso la musica e il canto danno alle pa- role quella nota passionale che esse non potrebbero ma- nifestare, come le parole dnno una certa determinazione alla musica e al canto. La voce delluomo che nel canto pu adunare e con- centrare in s le pi delicate, varie ed armoniche vibra- zioni che si possono udire in natura dovette essere, come  anche ora, un campo di grande godimento per luomo  124  stesso. Ma, non contenti di ci, gli uomini vollero, appro- fittando del fatto che ogni cosa della natura pu dare vi- brazioni particolari, servirsi di alcuni oggetti o creare speciali strumenti per produrre ancora speciali vibrazioni dalle quali potessero trarre nuovi godimenti. Fu inventata poi una scala musicale fondamentale dei suoni o delle note, di cui ciascuna corrisponde ad un dato numero di vibrazioni del corpo atto a vibrare e dal cui vario in- treccio lartista compie opere musicali molteplicissime e pi o meno organizzate ; allistesso modo che con poche lettere dell'alfabeto possono scriversi milioni di volumi. In tal modo per mezzo di varie combinazioni di suoni che procedono sempre per intervalli, cio, nettamente se- parati gli uni dagli altr', si procurano impressioni piace- voli alludito e allanima. Inventata la scala dei suoni, che fu il principio di una grande epoca per la musica, questi dovettero allora tradursi in segni i quali rispon- dono a vibrazioni particolari nei vari strumenti musicali ; giacch ogni strumento, se ha vibrazioni comuni ad altri strumenti, ne ha anche altre aventi un colore particolare. La scala musicale, essendo stata allora applicata al canto, contribu a disciplinarlo e a toglierlo dall indetermi- natezza in cui si trovava prima presso ciascuno che cantava. Inventate e tradotte in segni le note, la musica prin- cipi ad essere qualche cosa di determinato ; ma divenne il determinato solamente di una propriet del mondo reale, cio la vibratoria ; a tutta la grande realt ri- mase perfettamente estranea. Anche ora che la musica ha raggiunto un alto grado di perfezione, essa  sempre un linguaggio indeterminato. Essa si conf molto agli stati  125  affettivi e passionali delluomo e ne pu essere un prodotto come pu svegliarli o produrli. Se si eceettuino i rari casi in cu la musica  determinata dalla parola e la deter- mina, il soggetto innanzi allaudizione di unopera in mu- sica si crea un mondo di dolori, di godimenti, di speranze, di ricordi, lieti e tristi, a modo suo, tutto diverso da quello che gli altri possono foggiarsi nellistesso tempo e nel- listesso luogo, mentre si esegue la stessa opera. . Ma dal punto di vista psicologico la musica, che ha un contenuto pi povero del linguaggio parlato, ha gli stessi fondamenti di questo e richiede anche difficili condizioni educative per potere essere conquistata. Gi anche essa ha avuto la sua storia ; e s'intende che solo cos ha potuto in questo secolo raggiungere forme assai complesse e dif- ficili. Perch, allistesso modo che nessuno pu divenire {grande oratore o scrittore se non si  assimilata la lingua nazionale che egli pu del resto contribuire a perfezio- nare e ad arricchire di nuove parble, cos non si pu dare un gran musicista che non abbia ricevuto quella cduca- zione musicale che era possibile nel suo tempo e che non abbia avuto il suo ambiente musicale che egli si  sfor- zato di assimilarsi prima e poi di perfezionare o di com- piere. i Presentemente vi sono moltissimi i quali odono eseguire per parecchie volte opere in musica, tanto che i tratti pi salienti di esse, lasciando unimmagine viva nella- nima, vengono da questa ritenuti e ripetuti col canto. Ma se costoro esercitano molto il loro potere acustico, uden- do frequentemente e gustando opere in musica, acqui- stano una profonda at:itudine a ritenere gran parte di = 196  quelle opere, anche nei tratti meno impressionanti. F 58 non assistono passivamente a tali opere ma col pi vivo interessamento, allora le reminiscenze musicali delle 0- pere udite ed eseguite con quei dati istrumenti intercor- rono nel processo quotidiano dei fatti psichici di costoro e con queste reminiscenze si connettono quelle del luogo, del tempo e delle persone che eseguirono lopera in mu- sica, questa cio diventa parte importante del suo lin- guaggio interiore. Ma, quantunque lopera abbia una fina tessitura mu- sicale e sia bene eseguita, glindividui che ascoltano sem- plicemente ne vedono solo un aspetto, per quanto questo possa essere il pi importante, cio le note vibratorie che, scisse dalle note in segni sulla carta e dai movimenti con le mani sugli strumenti, sono qualche cosa dindetermi- nato e di vago. E, perch indeterminate e vaghe, non avendo un obbietto circoscritto nel mondo reale, possono essere ri- tenute ed eseguite col canto anche da bambini che non an- cora parlano. I bambini infatti prima di principiare a par- lare possono eseguire un motivo che hanno inteso riprodurre molte volte sopra istrumenti musicali o hanno inteso ese- guire a voce. E ci avviene, perch il cantare  molto pi facile per loro che non il parlare. Se abbiamo presente quali complesse e difticili condizioni questo richieda, men- tre per eseguirsi un motivo che non ha altro contenuto che le semplici vibrazioni foniche delle corde vocali, vi- brazioni che oscillano dai suoni bassi agli acuti, si debbon fare pochi e limitati movimenti delle labbra, della lingua e del gutture, se si ha presente questo, s trova molto naturale che il bambino canti primg di par- lare.  127 - E quanto  vero che il canto  qualche cosa di molto pi semplice e di meno determinato, e perci di pi fa- cilmente eseguibile del parlare, lo prova il fatto, che, quando lindividuo per morbi o vecchiezza ha perduto la facolt di parlare, sia parzialmente the totalmente, ci che implica una dimenticanza dimmagini e di movimenti, pu cantare quando lo stato morboso cerebrale non si sia molto aggravato. In un caso pi complesso luomo pu non solamente udire opere in musica o udir cantare frequentemente; ma conoscere a quali segni sulla carta corrispondano quelle tali note eseguibili sugli istrumenti musicali o can- tate. S'intende che per acquisire questa conoscenza si richiede linsegnamento. E, se avviene che qualcuno voglia abitudinariamente seguire con l'occhio sulla carta di mu- sica le opere che si cantano e si eseguono sugli stru- menti musicali, col tempo avverr in lui tale intimit tra quelle date opere di musica impresse e le eseguite, che qualche volta che egli debba fare a meno della carta, udendo l esecuzione, gli sembrer di seguire sulla carta lopera che s sta eseguendo. Se costui passa molte ore del giorno in tale occupazione, gran parte del suo lin- guaggio interiore sar costituito da sistemi di suoni uditi e visti. I Se altri vorr non solamente intendere quale accordo passi tra le note impresse sulla carta e le note eseguite su speciali istrumenti, ma eseguire lui stesso quelle note su qualche istrumento, come per esempio il pianoforte, allora occorrer un lavoro pi complesso. Egli allora do. vr apprendere con quali tasti del pianoforte possano = og rendersi quei tali suoni rispondenti a quelle tali note im- presse sulla carta e quali particolari movimenti si deb- bono fare coi muscoli del braccio e della mano per ren- derle con precisione sull istrumento; e per far ci egli deve avere presente nella memoria il tipo del suono di quelle date note e di quei tali tasti, lavoro difficilissimo. Ma quando si tratti, cio che  pi frequente in musica, non di riprodurre note dopo note, ma pi note armoniz- zate insieme, note divise fra di loro da intervalli brevis- simi ed appena immaginabili, s deve eseguire allora una serie complicatissima di movimenti coordinati e pi o meno rapidi, con"ormemente alla complicata coordinazione di note che  signiticata sulla carta e che noi dobbiamo udire sul pianoorte. Colui che principia a tradurre sul pianoforte un lavoro in musica e quel pianista che ha dinanzi a s unopera difficilissima da riprodurre sul piano, dovendo compiere un lavoro dinterpretazione e di riproduzione non deb- bono mancare dall'aver presente la carta mentre suo- nano. Ma dopo le molte ripetizioni che esperti e valorosi pianisti hanno eseguito di unopera, essi conservano viva la memoria delle note impresse e possono riprodurle sul piano con grandissima perfezione ; perch essi suonando hauno presente il tessuto armonizzato delle note impresse sulla carta e, udendole essi stessi.riprodotte sul piano, diventano i critici della loro esecnzione. Il linguaggio interiore del pianista che passa gran parte della sua vita eseguendo opere in musica,  certo molto complesso; giacch risulta prevalentemente di note im- presse, udite e di movimenti atti ad eseguirle sul piano  1299  :talch l'una di queste serie dimmagini richiama laltra necessariamente. Se si creder possibile che un grande musicista possa nello stesso tempo essere grande oratore e grande scrit- tore, si dovr ancora immaginare quale immenso e mul: tiforme lavoro di memoria dimmagini e di movimenti in_ teriori ed esteriori e quale grande lavoro logico deve es-  .sere atto a compiere il cervello di quelluomo. XIII.  ('ONSIDERAZIONI GENERALI SUL LINGUAGGIO, Come si  visto, la produzione del linguaggio, cos e- sterno come interno,  impossibile, senza certe date con- dizioni che ci sono fornite dagli organi dei sensi, dal sistema delle rappresentazioni che di s le sensazioni e le percezioni lasciano nel campo psichico, da un deter- minato sistema di movimenti muscolari che rendono pos- sibile la parola e la scrittura, come anche dalla memoria di questi movimenti. Queste stesse condizioni debbono intervenire per la produzione del linguaggio musicale, cos esterno come interno, il quale perci deve essere localizzato nello stesso centro nel quale  localizzata la mente ; giacch, per la complessit degli elementi percet- tivi e rappresentativi che lo costituiscono, come per la difficolt dei movimenti coscienti che richiede, per quanto il suo fondo sia indeterminato, implica un cos grave lavoro psicologico che non pu essere sostenuto che dalla mente la quale in tal modo  costretta a moltiplicare la sua  energia. Tra le sensazioni e le rappresentazioni, le olfattive e  130  le gustative contribuiscono alla produzione del linguaggio. solamente in quanto servono a fare acquisire una pi com- piuta rappresentazione dell'oggetto che si percepisce, mentre le acustiche e le visive vi esercitano la pi grande azione. Le percezioni e le rappresentazioni tattili e ter- miche contribuiscono poi a dare anche esse maggior compimento alle percezioni e alle rappresentazioni visive ed alle acustiche; giacch mediante il tatto possiamo- avvertire le vibrazioni di alcuni corpi. Le sensazioni muscolari poi hanno gran parte nella produzione dei movimenti che rendono possibile il linguaggio fonico e la scrittura, come hanno una pi o meno piccola. parte nella produzione di tutte le sensazioni; perche l'esercizio sensitivo richiede lintervento di speciali muscoli. Si sa che, parlando, avvertiamo il movimento contrattivo dei muscoli che prendono parte allesecuzione fonica ; avviene lo stesso nei movimenti per la scrittura e nei mo- vimenti per lesecuzione musicale. Ognuno avr avvertito che, quando tali movimenti sono protratti, si avverte la stanchezza che  una forma grave di sensazioni muscolari. E perch i movimenti e le sensazioni muscolari sono tanta parte del linguaggio parlato, dello scritto e delle esecuzioni musicali, essi sono anche molta parte del lin- guaggio interiore; giacch  facile constatare che, pen- sando, anche tenendo chiusa la bocca ed i muscoli vocali in perfetta inerzia, ci pare di eseguire interiormente a noi movimenti ai quali non sembrano estranei i muscoli che concorrono allesecuzione delle parole e senza i quali ci parrebbe di non poter pensare. E solo quando questi movimenti sono forti passano nelle vie muscolari, per cui,. anche essendo soli, il pensiero diviene parola esteriore. Lo stesso deve dirsi dei movimenti per la scrittura, come  1Rl  per lesecuzione musicale. E chiaro anche qui come senza la ricordanza di questa complessa e coordinata serie di movimenti e di sensazioni muscolari non potrebbe aver luogo il linguaggio, cos esterno come interno, e n anco. il pensiero nella sua concretezza, come non si potrebbe - sentire n eseguire la musica. Le percezioni acustiche sono la condizione pi neces- - saria per la produzione del linguaggio fonico, a tal segno che coloro che nascono sordi sono necessariamente muti: , e perci privi della facolt di mettere mediante la parola il loro pensiero in comunione col pensiero degli altri. E ci perch, quando s ha una percezione acustica, ri-. mane unimmagine di essa nel campo cerebro-psichico, . la quale, come ogni rappresentazione,  una energia che tende a tradursi di nuovo per le vie muscolari nel mondo | esterno : e pu dallindividuo stesso. per mezzo di deter-- minati movimenti degli organi fonici, venire estrinsecata ; cos avviene di una parola come di un discorso. Noi possi:mo dividere in tre ordini tutte le percezioni acustiche : le percezioni dei rumori, le percezioni dei suoni : e le percezioni delle parole Ciascuno di questi particolari ordini di percezioni non  possibile che in certi dati gradi dello sviluppo cerebrale e psichico. La percezione della parola che  la riproduzione d una rappresentazione ogget- tiva o di un concetto, presuppone un grado molto elevato . dello sviluppo psichico, altrimenti non sarebbe che la perce- zione di un rumore o di un suono privo di significato, mentre la percezione dei rumori  possibile anche negli infimi stati ' cerebrali e psichici. La percezione dei suoni musicali sta . in mezzo al due gradi precedenti; giacch se esige un certo grado di sviluppo psichico, non presuppone neces sariamente un grandissimo sviluppo psichico, come  pro--  132  vato dai cas di progressiva degenerazione psichica e dai casi patologici in cui il territorio mentale viene diminuito; perch . anzitutto sparisce la percezione come la memoria delle  parole; e, solamente in un grado di avanzata lesione, spa- risce la percezione e la memoria dei suoni musicali ; ul- tima a sparire  la percezione e la memoria dei rumori. Ma se le percezioni acustiche rendono possibile il lin- | guaggio fonico, le percezioni visive degli oggetti e di quei -segni convenzionali che costituiscono la parola scritta e - che apprendiamo mediante le immagini acustiche che loro corrispondono e che apprendiamo dai nostri simili, rendono possibili la lettura e la scrittura. Le esecuzioni  musicali non potrebbero farsi con qualsiasi istrumento da musica, senza la precedente visione delle note musicali, senza la precedente audizione del valore fonico di esso, . come senza la luro attuazione*sullistrumento mediante la memoria di coordinati movimenti. Quando consideriamo quale numero di condizioni or- . ganiche, cerebrali, sociali, storiche, pedagogiche si deb-  bano richiedere nelluomo, perch egli acquisti con perfe- zione tutte le forme del linguaggio ; e pu benissimo riuscirvi; e notiamo daltra parte come, tra i bruti, quello che sembra pi avvicinarsi all'uomo per le forme este- riori non pu, anche mediante le pi grandi ed intelli- genti cure educative che esperti psicologi e_ pedagogisti possono spendervi, pervenire ad eseguire questa funzione nella forma pi rudimentale, dobbiamo riconoscere quale  immensa distanza esista tra lanimale e luomo. Ma bisogna ricordare che il linguaggio  inscindibile . da tutti gli altri aspetti della vita umana in cui il pro- . gresso in una sfera di attivit induce un progresso in tutte le altre sfere. Cos sarebbe una vera bizzarria il  1339  volere sperare di poter condurre un animale a parlare - come parla luomo senza considerare che a ci dovrebbe richiedersi lidentit di tutte le forme organiche tra il bruto e luomo, l'identit della storia organica e psichica, li- 4 dentit della preistoria, che  quanto dire che il bruto - dovrebbe cessare di esser tale per divenire uomo. Se una sola di queste condizioni mancasse non s potrebbe raggiungere il fine. Allo stato organico, cerebrale e perci anche psichico - in cui il bruto si trova, non pu elevarsi a compiere le alte funzioni logiche che pu compiere solo luomo, fun- zioni che sono la condizione indispensabile per la loquela, Esso pu pervenire a compiere solo linfimo grado del mec- canismo logico che non pu mai superare (1). Per le stesse condizioni organiche cerebrali e psichiche, esso non pu compiere che un lavoro limitatissimo di memoria e perci di connessioni logiche meccaniche ; mentre si  visto quale immenso e straordinario lavoro di memoria e perci - di connessioni logiche luomo pu essere atto a compiere : ci che non si potrebbe compiere senza quelle date . forme cerebrali inerenti alle forme organiche umane. Mentre la natura psichica animale non  suscettiva che - di un limitatissimo progresso nel meccanismo psichico, luomo normale allincontro , dentro certi limiti, suscet= - tivo di un progresso funzionale psichico straordinario per. mezzo delleducazione. E, poich non vi  trasformazione funzionale psichica senza trasformazione di movimenti, di energie molecolari cerebrali, bisogna conchiudere che il. cervello delluomo pu elevarsi a sempre nuove e pi complesse ed elevate funzioni per mezzo delleducazione (1) V. op. cit. cap. XVI: Nessi meccanici e nessi logici tra le - rappresentazioni e i miei Principii di logica reale. e TR -che ha la potenza di elevare lattivit organica cerebrale umana.  da notare per che mentre il linguaggio  patrimonio della vita sociale, l'individuo ha la potenzialit di ele- varsi a raggiungerlo, non fuori della vita sociale, per mezzo di un lavoro individuale di acquisizione. La virt . del linguaggio non  dunque qualche cosa di ereditario ; : sono ereditari solamente i centri e le vie cerebrali, sprov- viste della funzione specifica del linguaggio, ma per su- scettivi per mezzo delleducazione di elevarvisi. Si eredita perci lorgano che  solamente atto da prima alle funzioni psichiche pi immediate e grossolane. Abbando- nato il fanciullo a s stesso, fuori della vita sociale, non raggiungerebbe le forme del linguaggio, le quali, come le pi alte attivit umane, sono il risultato dell'educazione : sociale e dell'educazione individuale. Un individuo che voglia divenire grande pianista, potr, per mezzo di un lungo e indefesso studio, raggiungere tale mta ; ed allora si dovr dire che per mezzo delle- -ducazione egli ha obbligato il cervello a compiere quelle funzioni che altrimenti non si sarebbero potute compiere, e le molecole cerebrali si sono elevate ad una nuova e | pi alta organizzazione e nuove vie centripete e centri- fughe si son dovute formare, le quali sono la manifesta- zione di questalto e nuovo lavoro interiore. Quel che .diciamo della musica dobbiamo dire di tutte le alte fun- zioni psichiche le quali si raggiungono solo per mezzo dell'educazione. 3  Be _ INDICE Preliminari .  A  Gli organi pel linguaggio e la loro fisiologia Fondamenti psicologici del linguaggio I.a preistoria del linguaggio Ls storia del linguaggio Linguaggio e logica n Psicologia e pedagogia della loquela Psicologia e pedngogia della lettura e della scrittura . ; : * ; Linguaggio e mente : . Linguaggio interiore ed esteriore Musica e linguaggio Considerazioni generali sul linguaggio .  La localizzazione delle funzioni del linguaggio 122

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