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Friday, June 20, 2025

Grice ed Eusebietti

 r v 7 n PIETEO E17SEBIETTI Sviluppo storico della parola ELEMENTI DI FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO TORINO Tipografia Silvestrelli & Cappelletto Via Villa della Regina, 19 bis 1907 SVILUPPO STORICO DELLA PAROLA  1. Sviluppo fonico e grafico della parola.  II. Sviluppo funzionale della parola.  III. Sviluppo sintattico della parola.  IV. Sviluppo semasiologico della paiola.  I.  La maggior parte dei glottologi sono daccordo nellannoverare tra le forme originarie della parola le voci e i gridi di valore puramente emozionale, privi di significato, indeterminati, variabili col variare delle impressioni che li pro ducono, delle quali sono il correlativo necessario: essi rap presentano il primo stadio del linguaggio vocale. Altra fonte originaria del linguaggio sono le voci onoma topeiche le quali, essendo suoni imitativi e perci determinati, richiedono gi nelluomo una certa qual padronanza dei suoi organi vocali acquisita colluso. In questi modi, specialmente, luomo venne formandosi un dato numero di voci dapprima mal definite le quali presero di poi, col tempo, una forma de terminata stabile e monosillabica. 11 momento monosillabico  il primo gradino del linguaggio parlato e in questo tutti convengono. Ma  disaccordo circa il modo secondo cui il linguaggio pass da questo primo grado ai gradi successivi. Secondo il Bopp, i primitivi monosillabi avrebbero formato dei sistemi instabili, non ancora ben unifi cati da un solo accento e con elementi conservanti ancora la loro funzione monosillabica, e avrebbero determinato, cosi, il passaggio della lingua dallo stadio monosillabico allo stadio agglutinante: finalmente ciascun composto instabile si sarebbe fuso in un tutto indissolubile, la parola nel senso proprio, e- 6 sprimente un concetto determinalo, senza che fosse pi pos sibile distinguere, nella parola stessa, la funzione primitiva dei suoi vari elementi costitutivi. Questa teoria dei tre periodi, monosillabico, agglutinante c flessivo, non pu essere vera che in minima parte. Il Fick, altro glottologo insigne, mise in luce un fatto importantissimo che potr guidarci nella soluzione della questione. Egli scopri che le radici primitive, dovendo esprimere cose diverse, assu mevano segni fonetici speciali o consonantici o vocali, i deter minativi atti a differenziare e a determinare il significato pri mitivo: ci dato,  facile pensare alla formazione delle parole polisillabe da semplici monosillabi, non per via di composi zione, ma per sviluppo organico, cio per aggiunzione di suoni dovuta non gi a una sintesi di elementi ideali i quali avreb bero, per cosi dire, ravvicinati e stretti in unit i loro corri spondenti segni fonetici, sibbene dovuta alla forza analitica dello spirito il quale, incominciando a discernere, a separare gli elementi costitutivi del concreto che prima gli si era pre sentato come unit inscindibile, sentiva ormai la insufficienza dellunico monosillabo ad esprimere la variet che lanalisi andava via via discoprendo, e si sforzava, perci, di rendere vario il corrispondente suono e di accrescerlo collaggiunta di altri. Cosi, adunque, spiego la formazione delle parole, ma non escludo la composizione tanto di natura sintattica che asintat- Le parole, una volta formate, subirono, naturalmente, col tempo, delle trasformazioni fonetiche dovute a forze varie, come allazione dellaccento, allanalogia e allinflusso reci proco dei vari suoni, dal quale dipendono tutti i fenomeni di assimilazione e di dissimilazione. A questo punto ci si presenta una questione importantis sima: in qual modo le varie lingue vennero assumendo a poco a poco ciascuna una sua propria individualit fonetica? Individualit significa unit, conformazione pi o meno costante a certe regole, accerti tipi determinati. Il linguaggio naturale primitivo  dovuto alla conformazione fisiologica varia dei singoli individui umani e alla variet della natura dove le cose sono dislegate, discontinue e molteplici. Ora, dovendo gli uomini, uniti in societ, intendersi fra loro, dovettero senzalro 7 introdurre nel linguaggio una certa uniformit, sostituendo alle molte e svariate voci individuali riferentisi ad una cosa, una voce sola che valesse per tutti, la quale doveva essere una specie di tipo medio formatosi inconsciamente, in seguito al cozzo e alla fusione di elementi svariati : un fatto simile  stato notato da N. Caix nei paesi latini, dove, dopo le inva sioni barbariche, trovandosi di fronte forme latine e forme germaniche si ebbero dei connubi stranissimi. Ma la principale forza coordinatrice dei vari elementi fonetici di una lingua  l'analogia la quale consiste nel costituirsi di un dato ordine di fatti in una serie di casi nei quali  gi costituito un altro or dine di fatti, in modo che tra i due ordini si stabiliscano certi nessi esistenti dapprima solo in pochi casi: lordine di fatti che  gi costituito forma la legge dellanalogia. Importantissime sono le trasformazioni per analogia secondo leggi ideologiche: cos, per esempio, lidea di strumento, rappresentata in poche forme, da una data sillaba desinenziale, pu far s che questa sillaba si estenda analogicamente e diventi desinenza di tutte le parole indicanti strumento. In questo modo si vennero for mando i vari suffissi dei casi. La stessa cosa avviene nelle formazioni verbali : per esempio alcune voci indicanti azione compiuta hanno la vocale tematica o : per analogia tutte le forme verbali esprimenti azione compiuta trasformano la loro vocale tematica in o. Questa forma di analogia  importantissima, come quella che viene costituendo, a poco a poco, le varie categorie mor fologiche, come quella, cio, che viene distribuendo tutte le parole di una lingua in tante classi corrispondenti, ciascuna, a un elemento concettuale e caratterizzate, ciascuna, o da uno stesso colorito della vocale radicale o da uno stsso elemento desinenziale. Le leggi ideologiche, adunque, determinano la formazione di tutto lorganismo linguistico; alla loro azione, per, si con trappose, specialmente nellultimo stadio, nello stadio discen dente delle lingue, la forza dell analogia secondo leggi fone tiche, la quale produce luniformit dei suoni non gi perch in essi sia incarnato un unico concetto, ma pel semplice fatto che si trovano collegati ad altri suoni tra loro uniformi. Cos avverr che luniformit del tema nominale renda uniformi gli 8 elementi flessionali ed in tal modo il numero delle forme fles sive andr sempre pi riducendosi. Questo fenomeno che si  effettuato nelle lingue neo-latine nellinglese e probabilmente anche nel cinese, indica che la parola si  venuta emancipando sempre pi dal pensiero sino ad acquistare quasi una vita propria. Nei fenomeni di analogia non tutti i nessi sono egualmente fortunati e spesso, anzi, alcune forme rappresentanti certe de terminazioni e abbastanza diffuse cadono lentamente in disuso, altre forme, invece, dapprima rarissime, riescono, in breve tempo, ad universalizzarsi : ci dipende, forse, dal fatto che alcune forme sono pi adatte alla natura fisiologica e psicolo gica del popolo e quindi meglio si prestano a rappresentare il suo pensiero e ad essere pronunciate. In forza dellanalogia, ciascuna lingua acquista a poco a poco una individualit fonetica tutta sua propria: cosi delle tre lingue ariane antiche, quella indiana  contraddistinta dal prevalere della vocale a, il greco per la frequenza dei dittonghi e dei suoni chiari e ed i, il latino, invece, predilige i suoni cupi o ed u. Riassumendo quello che son venuto dicendo fino a questo punto, si pu affermare che i suoni di una lingua passano per tre stadi successivi, vale a dire, dapprima sono naturali (e- mozionali ed imitativi) di poi si conformano a certi elementi concettuali e diventano cos ideologici e finalmente entrano nello stadio che si pu chiamare veramente fonetico, durante il quale si sviluppano quasi per forza propria indipendente mente dalla natura e dal loro contenuto logico. La stessa evoluzione noi vediamo nella storia della scrit tura: non tenendo conto dei segni mnemonici come, ad esempio, i quipu (1) degli Americani, che consistevano in cordicelle a nodi le quali servivano ai vari capi per ricordare loro certi uffici, si  dapprima la pittografia che  una grafia naturale e rappresenta direttamente le cose: in seguito, dovendo signifi care idee astratte, se rife rappresentarono i simboli concreti e si ebbe cos una pittografia simbolica, la quale divenne grafia simbolica, quando i segni perdettero il loro significato concreto: (I) Vedi EDWARD CLODD, Storia dellalfabeto. 9 questo secondo stadio della scrittura che rappresenta le idee corrisponde al secondo stadio del linguaggio parlato, in cui i suoni si conformano a concetti generali: finalmente, poich vi erano nomi di cose quasi simili e il simbolo delluna si leg geva come il simbolo delle altre, cosi bast un simbolo solo per rappresentarle tutte e, in questo modo, si pass alla grafia fonetica la quale rappresenta non pi le idee, ma le parole corrispondenti. La grafia fonetica dapprima  verbale; diventa sillabica quando luomo, dovendo rappresentare nuove parole con segni vecchi, deve combinare questi in modo che il loro suono corrispondente sia mutilato * si riduca, cosi, a poco a poco, allunit fonetica che  la sillaba; notando poi delle dif ferenze fra certe sillabe quali, ad esempio, ba, be, bi, ecc., u- sarono per tutte queste un solo monogramma accompagnato, nei diversi casi, da un diverso segno diacritico e col tempo il monogramma fu considerato quale rappresentante della con sonante b e i segni diacritici rappresentarono le varie vocali. (1)  II.  Finora  considerata la parola come un semplice segno sensibile; ora, invece, passo a considerarla rispetto alle funzioni varie che essa pu compiere, rispetto, cio, alle forme che assume la parola in corrispondenza a certe categorie, a certi concetti formali che indicano piuttosto modi del pensiero che non il suo contenuto. Mi spiego con un esempio : il vocabolo greco vatpw signi fica  colle navi  ed implica cos un contenuto che possiam chiamare materiale cio  le navi  e un modo speciale di conce pire questo contenuto come un mezzo di trasporto, cio un elemento formale che  il concetto di strumento. La parte della linguistica che tratta della parola, conside rata sotto questo punto di vista, mi pare debbasi denominare  teoria delle funzioni  fe non impropriamente  morfologia  che significa  teorie delle forme  e che comprende, come parti subordinate, la  fonetica o teoria dei suoni , la  grafologia o teoria della scrittura e finalmente la  teoria delle funzioni . Devo ancora fare osservare che questa ultima parte della mor fologia non insegna gi a formare le parole, ma si limita a classificarle in tanti gruppi caratterizzati, ciascuno, da un ele tti Vedi PULL, Grammatica Sanscrita. 10 mento fonetico corrispondente ad un elemento concettuale: chi parla una lingua evoluta non ha davanti alla mente vari temi di parole a cui, volta per volta, aggiunga certi suffissi, ma  nella mente le parole gi formate, in altri termini, il parlante non declina e non coniuga, ma, in corrispondenza dei vari modi di pensiero, usa forme varie che sono il prodotto di tutta una evoluzione storica. In generale, si distinguono le parti del di scorso in due categorie considerandosi le une come materiali e le altre come formali ed esprimenti semplici rapporti. Questa distinzione cos netta non ha valore assoluto, giacch, ad e- sempio, quella forma gre, che  riferito vaOipiv  un nome e perci dovrebbe avere un contenuto puramente materiale e in vece abbiamo visto che implica anche un elemento formale o di rapporto. Tuttavia la distinzione, intesa in modo relativo, si pu ammettere.  probabile che le varie forme del linguaggio primitivo che esprimevano i fatti nel loro complesso indistinto e muta bile, non avessero una funzione definita e che, in seguito, man mano che il pensiero veniva fissando la realt in tanti schemi immobili, assumessero funzioni stabili atte ad esprimere le varie modalit del pensiero stesso. Pur tuttavia, volendo in qualche modo, determinare la fun zione di quelle primitive forme, parmi si possano considerare come voci verbali, (1) le quali, nella loro forma indistinta e monosillabica, ben rappresentano la visione concreta e presente di un fatto, nel quale non sono ancora separati, per astrazione, i vari elementi, cio lazione propriamente detta, lagente e le circostanze che accompagnano lazione. In seguito, lo spirito concep, per astrazione, attraverso la serie dei fenomeni incessanti, gli oggetti che rimanevano sempre eguali a s stessi e allora, le prime voci indeterminate, su bendo a poco a poco, per differenziazione, qualche mutamento morfologico, divennero voci di sostanze o nomi concreti: si noti che sono concreti in senso relativo, in quanto indicano un obbietto che  gi prodotto di astrazione.  probabile che dapprima una stessa voce che aveva gi servito ad esprimere tutto un complesso indistinto, servisse (1) Vedi Gerber, Die Sprache als die Kunst. Il indifferentemente a significare qualunque elemento del com plesso e questo avveniva non gi perch luomo scoprisse un elemento ideale comune in tutto ci che esprimeva con una stessa voce, ma perch tutto ci che aveva rapporto con quel dato complesso primitivo suscitava le stesse impressioni; cosi in molte lingue il monosillabo mau esprime il miagolare del gatto, ma pu significare lanimale stesso. (1) Naturalmente, le prime voci di sostanza non erano stabili affatto, ma variavano secondo i modi di essere delloggetto che indicavano, ma poich tali modi non erano mutazioni sostanziali dell'oggetto, cos la variazione morfologica non doveva essere profonda e, probabilmente, era solo qualitativa e non quantitativa. Col tempo lo spirito giunse a concepire, per analisi, ogni singolo oggetto distinto dal suo modo di essere e allora senti la necessit non solo di dare una forma quali tativa speciale alla primitiva voce, ma di accrescerne via via gli elementi fonici fino a sdoppiarla quasi in due parti, (2) luna originaria e laltra isterogena, nella quale la mente loca lizzava, materializzava quel concetto formale che aveva astratto dalloggetto concreto. Bisogna tener conto di questo fenomeno della localizzazione degli elementi concettuali, la quale consiste nellattribuire a determinate parti della parola determinati con cetti:  un fatto di associazione abitudinaria che  la forza "di produrre lestensione analogica delle forme e, in varia misura, si verifica in tutte le lingue, per esempio presso i Greci che incarnarono il concetto del futuro, nel sigma, seguito dalla vo cale tematica  oc, aggiunto al tema verbale. Quando una forma  sdoppiata e la prima parte rappresenta la pura so stanza e la seconda rappresenta il suo modo di essere, questa seconda parte si estende per analogia a formare la desinenza di tutti quei nomi di sostanza che indicano anche lo stesso modo di essere. Cosi, adunque, si spiegano i suffissi, vale a dire, come prodotti isterogeni formatisi, dapprima, come appendici di nuclei (1) Vedi TROMBETTI, Lunit il'origine ilei linguaggio. (2)  questa lopinione gi dello Schlegel che concepiva appunto i pri mitivi monosillabi come radici, e del Renan ( vedi Renan : Origine du langagc ) il quale, per concepisce la cosa in modo alquanto indeterminato. 12 originari ed aggiuntisi di poi come appendici o primarie o se condarie ad altre forme. I primi suffissi che avevano probabilmente una funzione determinativa molto ampia perdettero ben presto la loro indi vidualit semasiologica e si fusero colla radice sotto un solo accento. Come i suffissi tematici determinativi, si svilupparono pure i suffissi flessivi; vale a dire, essi si vennero costituendo dapprima come appendici di una o pi forme e poi si estesero per analogia a tutte le forme indicanti quel determinato ele mento concettuale che quelle prime forme indicavano. In tal modo si vennero formando i vari casi della declinazione. II verbo ebbe una storia simile a quella del nome, ma pi complessa. Abbiamo gi visto come i primi monosillabi fossero piuttosto di natura verbale. La mente dapprima percepiva la zione come un tutto indistinto: poscia cominci a differenziare e a distinguere varie specie di azione e allora sent la neces sit di dare tinte diverse alla voce verbale primitiva: in seguito distinse, per analisi, lazione dallagente e allora, per amplia mento, sdoppi il monosillabo originario in due sillabe, di cui quella radicale significava lazione e laltra indicava la per sona: questa seconda parte venne poi modificandosi secondo e varie specie di persona e cosi si ebbero i suffissi personali. Lo spirito continu la sua distinzione analitica, e, avendo av vertito in certe forme di azione, dei modi di rapporto speciali tra lagente e lazione, venne sviluppando spontaneamente, tra il tema e la desinenza, elementi nuovi che sono i suffissi mo dali: finalmente avverti tra il soggetto e lazione il rapporto naturale di causa e di effetto e lo espresse colla cosdetta vo- cale tematica. I verbi tematici adunque sono posteriori a quelli atematici. Il concetto di tempo sorse molto tardi e, dapprima si indic il tempo passato con avverbi indicanti, in origine, lontananza nello spazio e poi lontananza nel tempo. (1) li fu turo fu rappresentato dal modo che esprimeva l volont (2) e quindi la disposizione ad agire, oppure ebbe forma perifra stica: in greco i! cosdctto futuro contratto non  che un con giuntivo aoristico (]3aX>  dal tema aoristico gai.) e il futuro (1) Vedi Pezzi, La lingua greca antica. (2) Vedi I. Pizzi, Grammatica dell 1 2 antico iranico, p. 34 . 13 sigmatico  aneliesso un congiuntivo dellaoristo sigmatico. Questa teoria del verbo  molti punti di contatto con quella del Westphal col quale ini accordo perfettamente nel ricono scere lorigine verbale dei pronomi personali. Riguardo al verbo, devo ancora far notare che i veri modi verbali sono quelli che esprimono disposizioni speciali del soggetto verso lazione e quindi sono tali soltanto quello che possiamo chiamare volitivo (congiuntivo) e il desiderativo od ottativo; l'indicativo esprime soltanto il modo naturale. Lim perativo non  un modo nel senso che abbiamo detto sopra in quanto non implica nessuna disposizione speciale del sog getto rispetto allazione: infatti limperativo nelle lingue antiche non  suffisso modale e partecipa delle stesse sorti dellindi cativo essendo aneliesso dapprima atematico e poi tematico: limperativo indica piuttosto una condizione speciale della gente (1), a cui una forza volontaria esteriore si impone e perci esso  desinenze personali speciali. Oltre a queste due forme del nome e del verbo si ebbero, senza dubbio, nel lin guaggio primitivo, delle voci di significato indeterminato, cio dei pronomi dimostrativi di luogo che significano le cose solo in quanto occupano una certa posizione relativa al parlante. Da queste parti fondamentali del discorso la cui origine e il cui sviluppo consecutivo non  possibile rifare se non per ipotesi, derivarono gradatamente le altre parti del discorso la cui formazione si pu rintracciare, in parte, nei pi antichi documenti scritti. Laggettivo, come parte del discorso avente la speciale funzione di aggiunto o di determinativo del nome, dovette sorgere dopo di questo: lo studio dei suffissi ci dimostra che gli aggettivi, in gran parte, altro non sono che antichi parti cipi (2) cio aggettivi verbali che dal loro significato ristretto, riferentesi ad un modo di essere, in un tempo determinato, sono passati a indicare un mdo permanente. (1) Il Bral nel suo bellissimo libro  Essai de smantique  spiega al quanto diversamente la cosa perch non distingue i modi secondo la loro vera funzione:  vero che nellimperativo la volont  espressa nel tono della voce, ma quando anche fosse significata non potrebbe essere significata da un suf fisso modale occupante la stessa posizione che occupano gli altri suffissi modali. (2) Probabilmente i participi furono in origine nomi-verbi cio nomi di agente. 14  probabile che alcuni aggettivi fossero, in origine, nomi concreti che, per astrazione, perdettero lelemento della sostan- tivit, n  impossibile la formazione di aggettivi con suffissi propri.  Lapparire nel linguaggio di questa parte del di scorso  segno che lo spirito incomincia ad analizzare e a distinguere nelle cose una sostanzialit permanente che sta da s e un complesso di modi mutabili e accidentali. Larticolo deriva in linea diretta dal pronome dimostrativo col quale  comune la forma: esso pass gradatamente dal significato indicativo di questo o quello a un significato sempre pi indeterminato sino ad indicare una cosa che sta da s e divenne il segno caratteristico del nome. Orbene vi sono cose che (fino ad un certo punto) stanno realmente da s; ed altre che sono soltanto concepite come stanti da s; e perci si nno nomi concreti (sostantivi ontologici) e nomi astratti (sostantivi logici). I nomi astratti, in cui includo anche i nomi indicanti una azione pura, sono, senza dubbio, poste riori allaggettivo e sono frutto duna maggiore analisi, la quale, non limitandosi a distinguere negli oggetti le loro qualit, di stacc affatto queste da quelli e le consider come stanti da s stesse. Questo processo  parallelo alla formazione dellar ticolo il quale appunto diventava necessario per distinguere i nomi astratti dagli aggettivi (1): i nomi concreti, cio- di so stanze, non avevan bisogno di un segno che indicasse laseit del contenuto loro, e infatti noi vediamo che il popolo latino il quale, salvo poche eccezioni, non si allontan mai dal con creto, non fece uso dellarticolo. Gli avverbi sono casi di nomi, di aggettivi e di pronomi fossilizzati : alla loro volta le congiunzioni furono avverbi, in origine, e cos pure le preposizioni furono gi avverbi, secondo lopinione del Curtius. Le preposizioni presero unimportanza speciale quando venne riducendosi il numero delle desinenze dei casi: anche questo fatto  dovuto allazione dellanalisi che distacc dalle cose i concetti di rapporto i quali vennero espressi con parole aventi individualit propria. Ultimo a comparire nella storia del linguaggio fu il pr- (I) Quindi dallo sviluppo delle lingue si desumono tre gradi di astrazione corrispondenti ai nomi propri e comuni, agli aggettivi e ai nomi astratti. 15 nome relativo il quale, come larticolo, deriva direttamente dal pronome dimostrativo: in tedesco i due pronomi hanno la stessa forma. Molti casi fossilizzati del pronome relativo diventarono avverbi relativi i quali, appunto, costituiscono le congiunzioni subordinanti: laccusativo neutro di esso pronome (Zv. greco quod latino, che ital., que francese, dass tedesco)  diventato la congiunzione subordinante per eccellenza, pura da ogni ele mento avverbiale o di maniera o di tempo o di luogo o di causa ecc.. Si noti, per, che il latino, il quale non concepiva rap porti astratti, non us mai, almeno nel suo periodo aureo, la congiunzione quod come indicante pura subordinazione, ma sempre in un senso pi o meno spiccato di causalit. Il costituirsi del pronome relativo indica una corrispondente evoluzione dello spirito che dalle forme inferiori di raziocinio consistenti in semplici giudizi, acquista man mano la coscienza dei rapporti che legano due o pi giudizi.  III.  La storia delle funzioni grammaticali ci fa gi prevedere quale debba essere lo sviluppo sintattico delle lingue. Il Ribot (1) molto felicemente disse il linguaggio primitivo costituito di parole-frasi. Infatti ogni voce primitiva aveva da sola un senso compiuto, quantunque indeterminato, la qual cosa significa che essa conteneva in s impliciti i vari elementi della proposizione. Tuttavia i tre elementi del soggetto verbo e predicato non cominciarono ad individualizzarsi se non col sorgere delle forme aggettivali, cio se non quando lo spirito distinse dagli og getti le loro qualit, pur considerandole legate ad essi in modo indistinguibile, e questo duplice rapporto di distinzione e di unione, che dapprima era implicito e senza una forma determi nata e propria, fu in seguito espresso col verbo essere. Fino a questo punto si ha una sintassi semplice, la quale si limita a formulare proposizioni staccate, corrispondenti ai giudizi isolati e semplici che la mente faceva. Lo sviluppo men tale, intanto, continua, si cominciano a ravvicinare tra loro due o pi giudizi e a metterli uno accanto allaltro per mezzo di proposizioni coordinate, senza distinguere la loro varia impor tanza logica: si passa, cosi, dalla sintassi semplice alla sintassi (I) Ribot, Evolution des idcs gnrales. 16 composta o paratassi.   bene avvertire che in questa forma di paratassi, le proposizioni collegate tra loro non sono la figliazione, per cos dire, di lina proposizione unica, o meglio, i giudizi singoli di cui quelle sono le espressioni, non vertono intorno ad un fatto unico che dapprima Io spirito, per man canza d'analisi, esprimeva con un giudizio solo, sintetico e concreto: qui le varie proposizioni sono, ciascuna, lespres sione di singoli fatti concreti associati tra loro o nello spazio o nel tempo o nella psiche Solo pi tardi lo spirito, in seguito ad analisi, scopre, nei singoli fatti, le varie circostanze concomitanti e allora il giu dizio semplice e puramente enunciativo di un fatto viene de terminandosi per mezzo di elementi complementari e per mezzo di altri giudizi circostanziali indicanti le varie condizioni di luogo, di tempo, di causa, di effetto e di fine ecc. che si ri feriscono al fatto stesso e, cosi, la proposizione diventa com plessa collaggiunta di elementi determinanti e di proposizioni subordinate. In questo modo si passa, a poco a poco, dalla paratassi all'ipotassi cio dalla coordinazione alla subordina zione. Qui, adunque, non abbiamo soltanto vari giudizi corri spondenti ad altrettanti fatti vicini, ma aventi rapporto con un fatto unico, e tale rapporto  espresso dal pronome relativo il quale congiunge appunto tra loro due proposizioni rifercntisi ad un medesimo obbietto. Lanello di congiunzione tja la pa ratassi e la ipotassi  quella che possiamo chiamare antitassi (1) che il Curtius  messo in chiara luce nel commento alla sua grammatica greca, e consiste nel procedere del discorso per via di antitesi, la qual cosa indica che i giudizi non sono pi soltanto collegati tra loro per vincoli esterni o spaziali o tem porali o psicologici, ma sibbene per vincoli pi prossimi di natura logica e per una specie di avvertimento di tale loro pros simit. La forma antitattica  dapprima avversativa ed  espressa appunto da una congiunzione avversativa, ma in seguito si fa pi spiccata e diventa correlativa e allora il periodo si distingue in due parti contrapposte luna allaltra per mezzo di due (1) Questo nuovo vocabolo mi pare abbastanza ben usato nel caso pre sente: non l coniato per desiderio di novit, ma perch credo che un gruppo di fenomeni tanto importante sia degno di essere espresso con un termine proprio. 17 congiunzioni (jxv-Ss, non solum-sed ctiam ecc. ). Una forma complessa antitattica ed ipotattica ad un tempo si  nei periodi condizionali e consecutivi: nei primi, infatti, la protasi, mentre si contrappone allapodosi, ne  anche dipendente in quanto esprime una semplice condizione : nei periodi consecutivi, il se condo membro  contrapposto al primo cui  anche subordinato in quanto ne esprime la conseguenza logica. Lipotassi segna lultimo gradino dellevoluzione ascen dente di una lingua ed  lespressione di un pensiero anali tico-sintetico il quale coglie i fatti ad un tempo nella loro unit oggettiva e nei loro elementi costitutivi. Le congiunzioni subordinanti che si vennero svolgendo dal pronome relativo furono in origine avverbi di luogo e di tempo che acquistarono a poco a poco significato modale, finale e causale: cosi in latino la particella finale e talvolta temporale ut (= *quot) che  P ablativo del pronome relativo e corrispon dente al greco rac, da principio signific dove.  Mentre si venivano costituendo, per specificazione di forme, le congiun zioni subordinanti, anche il verbo subiva alcune modificazioni e quei modi, dapprima indipendenti, che  denominati l'uno volitivo e laltro ottativo divennero proprii delle proposizioni subordinate. Dopo lo stadio ipotattico comincia per la lingua il momento discendente (1): come lo spirito  separato, per analisi, i con cetti di rapporto nei sostantivi e li  individualizzati nelle preposizioni, come  distinto gli agenti dallazione indicandoli coi pronomi personali e come, infine, ha distaccato dalle cose le rispettive qualit per considerarle a s, rappresentandole coi nomi astratti, cosi lo spirito, per analisi, separa i giudizi su bordinati dal giudizio principale di cui sono i determinanti e cos le proposizioni dipendenti acquistano a poco a poco una individualit loro propria. Cosi gradatamente la lingua, rispetto al pensiero che in forma, passa dal momento analitico - sintetico al momento (I) Il periodo discendente di una lingua pu incominciare prima che essa abbia raggiunto il pi alto grado di sviluppo: di qui deriva la difficolt di de cidere se le lingue dei popoli selvaggi siano cristallizzazioni di forme primitive o piuttosto co.t**fcioni. 18 analitico, e, rispetto ai suoi caratteri esterni cio rispetto al lespressione, passa dallipotassi ad una specie di paratassi in cui le varie proposizioni, che dovrebbero essere subordinate alla principale, stanno accanto a quella indipendenti. Non si confonda pertanto la paratassi che precede lipotassi colla pa ratassi degli stadi discendenti dalle lingue: in quella si anno varie proposizioni poste luna vicina allaltra in quanto espri mono fatti concreti che sono 1 uno vicino allaltro o nello spazio o nel tempo o* secondo stati soggettivi, in questa, invece si nno varie proposizioni poste luna vicino allaltra in quanto esprimono giudizi astratti vicini luno allaltro per vincoli logici. Da ci appare quanto errino coloro i quali affermano che le lingue discendenti si avvicinano sempre pi al tipo primitivo, giacch se linglese, ad esempio,  una lingua ormai quasi mo nosillabica e paratattica,  per un grandissimo numero di vo caboli astratti esprimenti rapporto e perci pu formulare giudizi analitici, laddove il linguaggio primitivo aveva soltanto parole di contenuto sensibile e concreto ed esprimeva soltanto giudizi sintetici.  IV.  Finora  considerata la parola nel suo divenire, dapprima rispetto alla pura forma sensibile, fonica e grafica, poi rispetto alle sue funzioni, cio rispetto ad alcuni concetti formali che determinarono la formazione delle varie parti del discorso, infine,  considerato la parola rispetto allo sviluppo dei processi logici: ora, invece, devo considerarla rispetto al contenuto materiale. Quella parte della linguistica che ha per oggetto questo ultimo punto, costituisce una scienza nuovis" sima i cui limiti non sono ancora ben definiti, denominata se mantica o semasiologia. ( 1 ) Anzitutto  bene distinguere il contenuto psicologico di una parola dal suo contenuto logico: il primo costituisce lespres sione della parola e ci rivela uno stato danimo pi o meno 0) Da ci clic segue si vedr come io intenda per semantica non solo la scienza di ci che le parole orjpLatvooot cio significano, ma anche di ci che le parole esprimono  Il Bral nel suo saggio di semantica, tratta anche delle funzioni della parola, le quali, evidentemente, dovrebbero invece essere studiate da quella che si chiama comunemente morfologia e che io preferisco chiamare teoria delle funzioni. 19 complesso del parlante (o dello scrivente), il secondo  pro priamente il significato della parola e consiste in quellelemento percettivo che essa suscita in tutte le menti (che la com prendono) indipendentemente da ogni condizione d'animo soggettiva. Lespressione  dovuta specialmente al tono della voce e a tutto un complesso di fatti che non  qui il luogo di ana lizzare, ed  lestrinsecazione pi o meno fedele di tutta quanta la psiche di chi parla e quindi dei suoi interni affetti, dei suoi moti volitivi e anche del modo tutto soggettivo con cui la mente abbraccia il contenuto logico della parola, riguardandolo sotto una luce speciale ed associandolo piuttosto a certi pensieri che a certi altri. Reco un esempio per chiarire quanto  detto. Tutti sanno che cosa significa la parola  piet , eppure nes suno potrebbe immaginare quante cose essa pu esprimere nei diversi casi, pronunciata con toni differenti di voce. Se una persona minacciata a morte da un suo nemico, non essendo capace di difendersi, gli si getta ai piedi esclamando  piet! , chi sente pronunciare questa parola, pur non vedendo i gesti e i fenomeni fisiologici che laccompagnano, tuttavia comprende, senzaltro, tutta lanima del parlante, piena di ansie, di paura e di disperazione e desiderosa di placare il suo persecutore; ma se questi, alle preghiere del minacciato, risponde con accento interrogativo ed esclamativo ad un tempo:  piet?! , allora muta completamente il contenuto psicologico del vocabolo e chi lo sente pronunciare vi scopre la forza brutale e il desi derio di vendetta e di sangue che agita unanima efferata ed implacabile: nelluno e nellaltro caso, per, il significato  ri masto identico. Il linguaggio fu, nella sua origine, essenzialmente espres sivo, ma poco o punto significativo e perci una medesima voce veniva emessa dallindividuo quando le condizioni psi cologiche, passionali ed istintive, erano identiche, quantunque variasse lelemento logico o ideale: di qui deriva quell'inde terminatezza del linguaggio primitivo che, come ben osserva il Ribot, fu a torto scambiata colluniversalit da molti filosofi (il Leibniz, ad esempio) e da linguisti (tra cui il Max-Miiller ed il Bopp) i quali pensarono che le lingue movessero da un certo numero di monosillabi aventi ciascuno un significato uni- 20 versale, il quale si sarebbe venuto specificando per sintesi lo gica: ci  contrario alle leggi di sviluppo del pensiero. A poco a poco il contenuto logico venne determinandosi e separandosi dal complesso dei fenomeni psicologici e allora il linguaggio acquist una funzione sempre pi significativa : ci che dapprima appariva indistinto e confuso ed era soffo cato, per cosi dire, dalle impressioni soggettive venne grada tamente chiarificandosi e concentrandosi in tante idee fisse e nettamente individualizzate, e, parallelamente a questo moto del pensiero, i pochi monosillabi primitivi che secondo il Max-Miiller dovevan sommare a quattrocento o cinquecento, vennero man mano fissando il loro significato e moltiplicandosi via via per modificazioni qualitative e quantitative. Gi abbiamo visto come in questo modo si vennero stabi lendo le varie funzioni grammaticali : in questo movimento le pa role vennero determinando lincerto significato primitivo e acqui starono o il significato di sostanze immutabili (nomi concreti) o di azioni (verbi) o di qualit inerenti alle cose (aggettivi) o di qualit isolate (nomi astratti) ecc. ; in generale si pu dire che le idee astratte e di rapporto sono sorte posterior mente e sono state espresse con parole di significato concreto. Si noti che certe funzioni derivarono da altre e che il muta mento di funzione implic un mutamento di significato della parola : cos molte forme latine e greche col tema ii^ - io - e - no - originariamente participi ( jtytoc - spaventoso, eximius - eletto, oejAvc - santo, plenus - pieno), diventando aggettivi, mutarono significato in quanto passarono a dinotare uno stato permanente invece che un'azione momentanea; cos mutarono significato i pronomi dimostrativi diventando relativi. Rispetto alla qualit delle idee le prime a sorgere furono quelle riguardanti il mondo esteriore sensibile e perci i primi vocaboli ebbero tutti un significato materiate: di poi lo spirito, riflettendosi, venne man mano scoprendo il proprio mondo in terno e allora i primitivi vocaboli assunsero via via, per me tafora, significati psicologici;  bene notare che la metafora non era senza una ragione logica, o, per lo meno, analogica, giacch, ad esempio, lanima inestesa e immateriale, venne de nominata con vocaboli esprimenti le cose meno soggette ai sensi, come, ad esempio, laria ( animus , spiritus, tman), il 21 pensiero o meglio la contemplazione interna venne significata con vocaboli propri della sensazione della vista (cos il greco olia, e il corrispondente indiano veda significano io so c il la tino considero = medito, significava in origine contemplo le stelle), lobbietto del pensiero fu detto Ma o species (Cic.) i quali vocaboli significano appunto visione, e le passioni del lanimo si indicarono ad esempio, con parole significanti fumo (ito|j.c) giacch la passione produce le tenebre intcriori come il fumo annebia e ricopre locchio sensibile. Oltre a queste varie specie di mutazioni di significato do vute al crescere e allevolversi del pensiero, moltissime altre ancora se ne nno, dovute a cause cosi molteplici e complesse che il Bral credette addirittura impossibile una scienza se masiologica. Molti participi e aggettivi possono diventare nomi concreti passando a denotare non pi la qualit ma il qualificato, cio un complesso di elementi essenziali invece che un solo elemento ; in questo modo si ebbero i nomi di a- gente e molti nomi comuni come sapiens, parens, donimi, regnum i quali furono gi participi e poi aggettivi; da nomi ed aggettivi possono derivare verbi, come v.p.io da (], se- nesco da senex, erubesco da ruber, padroneggio da padrone, ecc., o in questi casi, naturalmente, il cambiar di funzione porta con se il mutamento di senso. Altri mutamenti si nno quando un vocabolo dal senso specifico passa al senso generico e viceversa; cosi il latino cibaria indicante nutrimento in genere  dato litaliano civaia che indica solo il nutrimento leguminoso, laddove il latino casa che significava capanna o abitazione rustica, acquist, in ita liano, il significato di abitazione in genere  Si nno muta menti di senso in alcune parole per la soppressione di altre parole con cui formavano una frase ; in greco la frase iXa&via xv -itov = spingo il cavallo cio cavalco soppresse il complemento xv tmcov e il semplice Xavio prese a significare cavalco (1). Sono frequenti i casi di cambiamenti per metafora, per me tonimia e per sineddoche. Si deve notare che, quantunque-mon sia sempre possibile trovare la causa di tutti questi fenomeni semasiologici, tuttavia (1) Vedi BRAL  La-vie des mots  Revue des deux mondes. 1 Luglio 1897. 22  certo clic i passaggi ilei vocaboli a significazioni nuove sono quasi sempre seguiti da processi di specificazione o di differen ziazione, in modo che i vocaboli o perdono gli antichi significati per conservare soltanto quelli nuovi oppure ciascuno di essi as sume, col tempo, varie forme corrispondenti ai vari sensi; cos il ttunc greco corrispondente al dhums sanscrito e al latino fumus, dopo aver assunto un significato psicologico, abbandon il significato materiale di fumo conservato, invece, dalle due forme delle lingue sorelle, e, nella stessa guisa, il latino animus cess di significare vento mentre il greco fivejioc, non essendo passato alluso metaforico, conserv il senso mate riale; cosi in latino e in greco le forme in - io - e - no -, di ventando aggettivi, perdettero la funzione di participi e, nelle lingue in genere, le forme dei nomi astratti lasciarono le fun zioni e i sensi di nomi concreti e di aggettivi: cosi infine, il latino exemptum, conservando lo antico significato e assumen done, per restringimento, uno nuovo, cio quello di strage, diede origine alle due forme di esempio e di scempio (= esempio di punizione). Da quanto  stato detto risulta pure che qualsiasi muta mento di senso non avviene mai per salti, ma per continuit lo gica, volendo dire con ci che una parola non passa mai da uno \id altro significato che non abbia col primo qualche rapporto logico almeno apparente. Il fatto della differenziazione delle parole parallela alla dif ferenziazione delle idee e il fatto del mutamento di senso per continuit logica ci dimostrano, colla massima chiarezza, lin timo rapporto che lega la parola col pensiero. Se noi consideriamo questi fenomeni semasiologici, vediamo che non tutte le voci sono egualmente fortunate, ma le une restringono a poco a poco il loro significato per ridursi entro limiti assai circoscritti, altre, invece, da significati specifici pas sano a significati ampi e generici, altre, clic furono gi di umile origine, assumono gradatamente un contenuto nobile ed elevato altre ancora, sopraffatte da voci pi fortunate, vanno decadendo dall'uso vivo c parlato e diventano col tempo pa role morte, antiquate, le quali, pur mantenendo ancora il loro significato, non hanno pi nessuna espressione. La fortuna delle parole  intimamente connessa collambiente in cui si vive. 23 Tutti gli elementi intellettivi, per quanto semplici ed universali, sono tratti dallambiente materiale e sociale che ne circonda, per via di astrazione e di generalizzazione; le stesse idee concrete di cose estranee, si acquistano per mezzo di analogie c di comparazioni colle cose note che inno con noi rapporto diretto; deriva da ci che il mondo materiale e sociale in cui un uomo vive informa tutto il suo mondo interiore, intel lettivo ed affettivo, fornendo al suo sapere quasi le idee cen trali coi relativi elementi affettivi, dalle quali irradiano tutte le altre idee acquisite con mezzi indiretti e col ragionamento e facendo s che gli elementi soprassensibili del suo intelletto siano rappresentati metaforicamente da quei fatti materiali e sociali che in detto ambiente prevalgono; e perci il lin guaggio prende, a sua volta, un atteggiamento tutto particolare, giacch unimportanza massima acquistano i vocaboli espri menti le idee dei fatti materiali e sociali in cui si vive e, come tali idee sono centri vitali e profondamente sentiti a cui si collegano altrettanti mondi di idee coi relativi sentimenti, cosi i detti vocaboli si associano a questi mondi acquistando cosi un massimo contenuto psicologico e una forza massima di espansione, per la quale, molto facilmente passano a significati astratti e metaforici collegati con quello che , si pu dire, il loro significato centrale. Di qui deriva a ciascuna lingua come allo stile di ciascun individuo, uno stampo tutto suo proprio, dovuto alla maniera speciale di concepire le cose, onde a ra gione, come si disse che lo stile  luomo, noi potremo dire che la lingua  il popolo stesso che la parla, nel senso che essa  lespressione fedele di tutta la sua vita materiale e psichica. Lambiente di vita pu influire sul linguaggio non solo estendendo a significati o generali o metaforici certi vocaboli esprimenti determinati fatti concreti, ma anche determinando, in modo speciale, alcuni vocaboli di significato generale :( 1 ) cosi presso i sacerdoti pagani il vocabolo generico faccrc si gnificava sacrificare (= facere sacra) e cosi il nostro vocabolo operazione  un significato diverso poi chirurgo, pel militare e pel matematico; in questo modo il vocabolo viene acqui ti) Vedi Bral, i. c. 24 stando un dato numero di sensi specifici differenti i quali co stituiscono quello che possiam denominare ambito di signifi cazione. Lambito di significazione di un vocabolo non coincide quasi mai con quello di unaltro vocabolo o tolto dalla stessa lingua o da unaltra e questo vuol dire che i sinonimi perfetti sono rarissimi; considerando poi le parole rispetto al loro contenuto psicologico possiamo affermare senaltro che non vi sono sinonimi.

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