Grice e Mondolfo: l'implicatura conversazionale nella filosofia
romana – antica filosofia italica --- filosofia italiana – Luigi Speranza (Senigallia). Filosofo italiano. Grice:
“Mondolfo is one of the few who have focused on ‘gli eleati’ as involving a
locus – pretty much as I do when I talk of Oxonian dialectic.” Grice:
“Mondolfo’s study of the politics of Risorgimento is good; especially since
every Englishman seemed to endorse it!” -- essential Italian philosopher. Like
Grice, Mondolfo believed seriously in the longitudinal unity of philosophy and
made original research on the historiography of philosophy, especially during
the Eleatic, Agrigento, and later Roman periods. Figlio
di Vito Mondolfo e Gismonda Padovani, una famiglia benestante di commercianti.
Aderisce alle idee marxiste e socialiste. Studia a Firenze. Si laurea con
F. Tocco, discutendo una tesi su Condillac dal titolo: "Contributo alla
storia della teoria dell'associazione", un saggio da cui saranno poi
tratti alcuni dei suoi primi saggi di storia della filosofia. Frequenta un
gruppo socialista. Insegna a Potenza, Ferrara, Mantova, Padova, Torino, e Bologna.
Consigliere comunale nelle file del Partito Socialista. Collabora con la
rivista "Critica Sociale" fino a quando viene soppressa dal regime
fascista. Compone "Saggi per la storia della morale utilitaria"
di Hobbes ed Helvetius”; "Tra il diritto di natura e il comunismo", "Rousseau
nella formazione della coscienza moderna", "Il materialismo storico
in F. Engels" (Formiggimi, La Nuova Italia) "Sulle orme di Marx".
E tra i firmatari del manifesto degli
intellettuali anti-fascisti, redatto da Benedetto Croce. Si dedica alla
filosofia italica antica. Ciò nonostante, pur in questo periodo, grazie alla
politica di Gentile che volle coinvolgere filosofi di diverso orientamento
nell'impresa, collabora con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Compone la
voce Socialismo. In seguito alle leggi razziali fasciste che vietavano agli
ebrei di ricoprire cariche pubbliche, Mondolfo scrisse il proprio curriculum di
benemerenze e vi inserì lo stesso Gentile come testimone il quale ha a propormi
per il Premio Reale di filosofia presso i lincei". Gentile autorizza
Mondolfo a citarlo tra i testimoni e tenta inutilmente di farlo ri-entrare tra
gli esclusi dalle leggi razziali. Costretto a lasciare l'Italia Gentile scrive
ad Alberini e lo aiuta a trovare lavoro in Argentina. Il suo archivio personale
è depositato in parte a Firenze presso la Fondazione di Studi Storici Filippo
Turati ed in parte presso Milano. Altre saggi: Sulle orme di Marx,” –
Grice: “Whitehead used to say that metaphysics has been but footnotes to Plato;
and Strawson used to say that to rob peter to pay paul you must show first that
pragmatics is but footnotes to Grice!” --
Grice: “But of course a footnote is not a footprint – only similar!” –
Grice: “While ‘footprint’ involves Roman pressum, ‘orma’ obviates that!”
-- Cappelli); “L'infinito nel pensiero
dei greci, Felice Le Monnier, La Nuova Italia); “Problemi e metodi di ricerca
nella storia della filosofia” (Zanichelli, La Nuova Italia, Firenze, Milano,
Bompiani, “Gli albori della filosofia in Grecia,” «La Nuova Italia», Editrice
Petite Plaisance, Pistoia,. La comprensione del soggetto umano nella cultura
antica, La Nuova Italia (Milano, Bompiani ). Alle origini della filosofia della
cultura, Il Mulino, “Il pensiero politico nel Risorgimento italiano,” Nuova
accademia, Cesare Beccaria, Nuova Accademia Editrice,. “Moralisti greci: la
coscienza morale da Omero a Epicuro,” Ricciardi, “Da Ardigò a Gramsci,” Nuova
Accademia, “Il concetto dell'uomo in Marx,” Città di Senigallia, “Momenti del
pensiero greco e cristiano,” Morano, “Umanismo di Marx. Studi filosofici,
Einaudi, “Il contributo di Spinoza alla concezione storicistica, Lacaita, Polis,
lavoro e tecnica, Feltrinelli, Educazione e socialismo, Lacaita, “Gli eleati,”
Bompiani,. Note Vedi Paolo Favilli, Dizionario Biografico degli Italiani,
riferimenti in. Fu una delle prime donne
italiane a conseguire la laurea (cfr. Le donne nell'Firenze). Sposò civilmente
a Firenze in Palazzo Vecchio Cesare Battisti. La sorella di Ernesta, Irene,
sposerà Giovanni Battista Trener, per anni collaboratore di Cesare. Amedeo Benedetti, L'Enciclopedia Italiana
Treccani e la sua biblioteca, "Biblioteche Oggi", Milano, Enciclopedia
Treccani, vedi alla voce futuro di Cesare Medail, Corriere della Sera, Archivio
storico. «SOCIALISMO» la voce nella
Enciclopedia Italiana, Volume XXXI, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Paolo
Simoncelli41. Paolo Simoncelli42.
Paolo Simoncelli43. Vedi Fabio Frosini, Il contributo italiano
alla storia del PensieroFilosofia, riferimenti in. Archivio, Inventari Stefano Vitali e Piero
Giordanetti. Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per
i beni archivistici. Archivio Rodolfo
Mondolfo. Inventari, Stefano Vitali e Piero Giordanetti, Roma, Ministero per i
beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per i beni archivistici, Paolo
Simoncelli "Non credo neanch'io alla razza" Gentile e i colleghi
ebrei, Le Lettere, Firenze, L. Vernetti,
R. Mondolfo e la filosofia della prassi, Morano, E. Bassi, Rodolfo Mondolfo nella vita e nel
pensiero socialista, Tamari); A. Santucci, Pensiero antico e pensiero moderno
in Mondolfo, Cappelli, Bologna); Bobbio, Umanesimo di Rodolfo Mondolfo, in
Maestri e compagni, Passigli Editore, Firenze 1984. M. Pasquini, Del Vecchio,
il kantismo giuridico e la sua incidenza nell'elaborazione di Rodolfo Mondolfo
(Alfagrafica, Città di Castello); C. Calabrò, Il socialismo mite: tra marxismo
e democrazia, Polistampa, Firenze); E. Amalfitano, Dalla parte dell'essere
umano. Il socialismo di Rodolfo Mondolfo, L'asino d'oro, Roma.
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali,
Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere Fabio Frosini, MONDOLFO, Rodolfo, in Il contributo italiano alla storia
del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,. Vita opere e
pensiero Diego Fusaro, sito "filosofico.net". Fondo Rodolfo Mondolfo
Università degli Studi di Milano. Biblioteca di Filosofia. Fondo Rodolfo
Mondolfo Fondazione di Studi Storici Filippo Turati. Italiani emigrati in Argentina – Antica filosofia
italica. La filosofia italica sin dai tempi antichi era cosi deita, e quel che
più monta, dai Greci stessi, e l'autorità non sospetta di un Platone e di un
Aristotele, che non la chiamarono con altro nome, ci sembra dar peso alle
ragioni di quanti la vogliono originaria, contro l'opposta opinione di chi tra
noi la dice portata dalle colonie greche. Comunque sia, certo è che in questa
seconda supposizione, l'Italia non perde tutto il suomerito, perchè la scienza
quisorse più splendida mercè il concorso del genio e il sussidio delle
tradizioni italiane. Le scuole di cui essa può menar vanto sono due, la di
Crotone/Ponto/Taranto e la dei velini. La setta di Crotone e fondata da
Pitagora, di cui si tiene incerta così l'origine come iltempo della nascita;
l'origine, perchè è dubbio s'ei nascesse à Samo della Ionia od a Samo della
Magna Grecia; il tempo, perchè chi lo vuol nato nell'anno 584 av. C.,chi nel
608,e chi ancor prima, ai tempi di Numa, il quale, come ciè noto, mori nel 672,
dopo quarantatrè anni di regno. Tra i filosofi che vi appartennero, chiamati
ancor essi pitagorici, con un ARCHITA di TARANTO (il più celebre di tutti), che
capitana più volte gl’eserciti, e non fu mai sconfitto, si ricordano un FILOLAO,
probabilmente di Crotone, un TIMEO di LOCRI, ed un OCELLO di LUCANIA. Taciamo i
minori o dimen nota dottrina, come LISIDE, CLINIA, EURITE, ZELEUCO, e CARONDA
-- i quali due ullimi, legislatori entrambi, di Locri l'uno, l'altro di CATANIA,
insigni rese l'efficacia che, per loro opera specialmente, ha allora la
filosofia negl’ordini civili, quando, mutata la forma, i governi regi si
convertirono in popolari. La setta di CROTONE ha vita dal bisogno di una
scienza, che, professata da uomini austeri e ornati di grandi virtû, e con
giunta all'operosità civile -- in ciò la consorteria pitagorica, chè tale fu
veramente, distinguesi dalle indiane -- serve di criterio per una riforma
riconosciuta necessaria in mezzo al guasto ognor crescente della religione, dei
costumi e della libertà; lo che ci spiega le persecuzioni a cui andò soggetto.
Scuola pitagorica. -Nuovo affatto è nella scienza il metodo recatovi dai CROTONESI.
Questo metodo -- e lo stesso dicasi del linguaggio -- è il matematico; il quale consiste
nell'applicare le idee di quantità alla natura interna ed esterna, ed al
principio sommo della medesima; metodo che, tutto essendo nel mondo capace di
numero e di misura, non sarebbe forse tanto strano quanto a prima vista appare,
se non fosse che i Crotonesi all'esperienza, che la verità ci rivela
nell'ordine dei contingenti, il più delle volte preferirono il ragionamento a
priori, error palese a chi consideri che dal concetto, per esempio, di circolo,
di triangolo, di pentagono, non si può argomentare che questi tipi si
effettuino in natura, e chi lo fa si espone al pericolo manifesto di costruire
da sè un mondo fantastico, un mondo che non esiste fuori della sua mente. Ma i crotonesi
sono educati allo studio delle matematiche; perciò non è meraviglia cheil
metodo di queste scienze trasportassero nelle regioni della filosofia. Il gran
problema metafisico dei CROTONESI riducesi adunque al seguente: trovare la legge
mentale della quantità effettuate nella realtà, e con queste salire alla prima
cagione. Ed ecco perchè tutto è numero nel loro sistema. I principi delle cose
sono i numeri. Un numero, una unità parziale è ogni cosa. Un numero, una unità
generale il loro complesso, cio è l'universo o mondo, il quale comprendendo in
sè tutti i numeri od unità parziali, à in sè la pienezza d'ogni grado di
entità, epperciò è decade; e la prima cagione, il principio di tutti iprincipi
delle cose, la causa che ad ogni altra causa antecede, è numero essa pure, ma
il numero per antonomasia, e quindi può chiamarsi l'unità, la diade, la triade,
il quadernario (o solido), il settenario e la decade. Ma lasciamo da banda
questo gergo simbolico, e vediamo che di sostanziale si peschi in fondo alla
dottrina dei Crotonesi, e come s'abbia a intendere la sua formula. Ogni cosa è
un numero. Che cosa è il numero per eccellenza, la Monade somma, infinita, il divino
dei Crotonesi? E che sarà l'essere individuo? Che cosa il mondo od universo? Il
divino èl'ente che in sè contiene la propria essenza e quella di tutti gl’esseri,
epperò tutti i contrari, cioè le cose più opposte e disparate (inito ed
infinito, dispari e pari, uno e più, positivo e negativo, quiete e moto, luce e
tenebre, bene e male, ecc.), ed inoltre la moltiplicità loro insieme concilia,
risultandone una suprema unità, un'armonia universale. Il divino, insomma, è
l'unità suprema di tutti icontrari. Le cose particolari, gl’esseri derivati da lei
sono immagini sue, epperò consteranno anch'esse di elementi contrari, a unità
ed armonia ridotti; dunque ogni essere è un numero ed armonia parziale. Poni
assieme tutti questi numeri, tutti gl’esseri finiti, e in modo che i contrary non
cozzino, ma formino un solo numero , una sola unità vastissima, immagine
essa pure della monade divina. Tale il mondo od universo dei crotonesi, il
quale e l'assieme dei contrari, non già nell'unità somma inesistenti, ma in
atto e dal divino ridotti ad armonia. Ora, in qual modo la generalità dei
contrari, cioè la decade, il mondo in esi steva nell'unità per eccellenza, nel
divino? Qui crotenesi tacciono, di modo che nulla di positivo e certo può
rilevarsi dalla loro dottrina. Bensi e'ci apprendono come l'universo o mondo si
venisse formando per ispirazione od aspirazione.La monade universale e suprema,
contenente in sè le unità particolari, da principio e una, continua, indivisa,
ma non indivisibile, e da ogni parte circondata da un vuoto immenso; il quale, aspirato
da essa,come l'aria entra nei polmoni, si introduce fra i contrari,ossia fra le
monadi particolari, e cosi separandoli, individuolli, e produsse la grande
moltiplicità delle cose mondiali. La formolaesprimentel'armoniauniversale
(tuttoènumero) per la scuola pitagorica può dirsi il principio di tutta la filo
sofia, dappoichè essa l'applicò in tutti tre gl’ordini --metafisico, logico e
morale. Che cosa è l'anima umana , la quale, dice Filolao, giace nel corpo come
in un sepolcro? Risponde il crotonesi: un numero, un'armonia, insieme
conciliando essa due contrari, cioè i sensi e la ragione, che sono ilnegativo
ed il positivo, l'irragionevole ed il ragionevole. E la verità, la co gnizione
che cosa è mai ? Un numero, un'armonia, come fuor dell'armonia è l'errore,
essendo che per l'acquisto della medesima cooperano gli stessi contrari,
quantunque la ragione si spinga più oltre dei sensi, i quali non escono dalla
sfera dei contingenti o fenomeni. E che sarà, infine, la virtù? Un numero,
un'armonia, che risulia anch'essa dall'accordo dell'irragionevole col
ragionevole, essendo la virtù riposta nella soggezione dei sensi all'impero
della ragione, toltalaquale, all'armonia sotten traladisarmonia, alla virtû il vizio.
Vadasè che la virtù ci rimena alla monade suprema, all'ordine od armonia
universale, che d'ogni essere è principio e fine. Critica. Bene esaminando la
dottrina dei crotonesi, si scuopre nella medesima un error capitale, che à per
sorgente l'abuso del metodo trascendentale, come quello che li condusse a
trasportare nell'ordine delle realtà le astrazioni della matematica, e a
concepir il divino quasi unità generica o numero per eccellenza, che è come
dire quale un'essenza in cui si contengono e si immedesimano le cose tutte quante.
Nè a salvarli dal panteismo implicito bastano le alte verità frammischiatevi, eladichia Senofane,
schernitore dei politeisti, i qualiammettono più dei, e degli antropomorfisti,
che li fingono a loro immagine e somiglianza, insegna che il divino è
potentissimo, uno ed eterno; potentissimo, perchè egli è l'ente (entità, forza,
energia e potenza per la scuola italica sono termini sinonimi). Uno, perchè,
tra più dèi uguali, nessuno è potentissimo per l'uguaglianza, e se inferiori,
nessuno è potentissimo per inforiorità; eterno, perchè l'ente non può non
essere, e il non ente non può divenire. Si fosse egli qui arrestato! ma fra gli
altributi divini ne annovera un quinto, dal quale poi con falsa logica deduce
una (1) Colonia ionica di Elea. (2) Velia ha un'altra scuola, fondatavi da
Leucippo e Democrito, i quali spiegavano la formazione del mondo con ammettere
nel vacuo immenso una infinità di atomi eterni, il cui fortuito accozzamento
avrebbe dato origine a tutte cose (atomismo). Questa scuola,chiamata fisica,non
siconfonda coll'eleaticasemplicemente detta, e denominata anche metafisica per
distinzione. Uno razione di Filolao, Dio essere imperatore e duce sommo,
ed eterno, potentissimo, supremo e diverso dalle altre cose; per chè d'uopo è
che accetti le conseguenze chi non rinunzia al l'erroneità dei principi. E
l’erroneità del principio pitagorico sta appunto nel far di Dio un tutto, un numero
che comprende in sè ogni altro numero. « Il sentimento religioso e morale, scri
ve il dottissimo Bertini (Idea d'una filosofia della vita) induce va i
Pitagorici a collocare Dio molto al dissopra del mondo;ma il fato della logica
li forzava sovente ad immedesimarli in una sola sostanza, e ricacciavali nel
panteismo ». La scuola eleatica ebbe tal nome da quello della città dove sorse,
poco dopo la di Crotone, per opera di Senofane, che, nato a Colofone della
Ionia tardi migra di là per l'invasione della patria,e venuto nella Magna
Grecia, prenfr stanza in Velia, e vi morì nella grave età di oltre a cent'an
ni.- SenofaneebbediscepoloParmenide,eParmenideZenone, buon patriota, che,
condannato a morte da un tiranno, corag giosamente sostenne ilsupplizio.Questi
due,d'Elea entrambi, con Melisso di Samo, il quale capitano gl’Italioti contro
Pericle, continuarono la dottrina del primo, e vi dettero forma più rigorosa,
se non incremento. D'altri nomi più famosi non la menzione la storia della
filosofia eleatica. Una dottrina si ripugnante al senso comune non poteva
menarsi per buona; perciò si levarono a impugnarla e combat terla gli
empiristi, o fautori del metodo a posteriori, sostenendo contro gli Eleati
el'esistenza reale di sostanze finite, e la loro contingenza e varietà, e la mutabilità
loro, attestata dall'evidenza dei fatti. Zenone, quel valente Zenone che
Aristotele riconobbe quale inventore della dialettica -- scienza ed arte di
ragionare e disputare -- come lo fu senza dubbio tra gli Occidentali, a sua
volta non lascia senza difesa la filosofia della sua scuola e del suo maestro, anzi
incalzò gliavversari con molta lena e con buona copia d'argomenti diretti a
dimostrare, per una parte la fallacia dei sensi e l'autonomia della ragione,
per l'altra, e con sofismi ad homincm , che l'empirismo, ilquale all'autorità
della ragione oppone quella dei sensi, contiene in sè contraddizioni ben più
gravi di quelle che si dicevano implicite nella metafisica eleatica. Ed allora,
se la memoria non ci falla, sorse la prima delle po lemiche che, per la loro
importanza, ànno meritato una pagina nella storia della scienza. ~ Famoso
argomento di Zenone deyto l'Achille. strana conseguenza: l'ente è tutto
od intiero, epperò nulla a lui può aggiugnersi; donde segue che nulla può
incominciare ad essere.Qui l'error di illazione, il sofisma del conseguente è
manifesto; quanto viene all'esistenza è forse un che d'aggiunto
all'infinitudine divina? D'altronde, se nulla può nascere o di venire, che
pensare degli esseri contingenti e mutabili, cosi detti perchè nei vari momenti
del tempo sono e non sono, e mutano continuamente ? Senofane se la spicciò
nettamente con negare a dirittura l'esistenza delle sostanze finite, e
sentenziò: « Tali cose non ànno altra vita fuorchè l'apparenza, ed appartengono
all'opinione. O che! sarà dunque menzognera sempre la voce dei sensi ? E ci
ingannerà di continuo l'intimo sentimento ? Che si, rispondono in coro gli
Eleati , quanto ci rilevano i sensi altro non è che illusione; e la ragione è
il mezzo unico per giungere al vero; e il vero è che tutto è uno, e l'uno è
tuito. Critica. Ma l’arte dei Zenoni, che con sofismi strani pro pugnano la
falsità del vero, e quel che è più, l'incertezza del l'evidente, e, prova non
dubbia di grande acume, perfin riesco no a dimostrare, contro la possibilità
del moto, che nella più rapida sua corsa il più celere cavallo non raggiungerà
mai una tartaruga,quantochè tardissima, la quale anche di poco la pre ceda
("), tutta l'arte dialettica, ripeto, non sarà mai da tanto che possa collocare
sopra una base solida isistemi della scuola Filosofia presso i
Greci antichi. Principio, mezzo e fine; infanzia,virilità e decrepitezza, o
decadimento, ecco i tre stadi o periodi, le tre età dell'antica fi losofia
greca. Tra il principio e la fine corrono ben sette secoli, all'incirca; ma noi
li percorreremo in minor tempo, se non ci manchi lena. da l'alete a Socrate. La
prima età della filosofia greca antica incomincia con Talete, e termina al
comparire della filosofia socratica. Talete, già è delio, nacque 600 anni av.
C. e Socrate nel 170 ; qui dunque abbiamo press'a poco un periodo di centotrenť
anni, durante i quali sorsero due scuole, la ionica e la sofistica; le quali,
aggiunte alla pitagorica ed all'eleatica, ci dànno in com plesso l'antica
filosofia designata col nome di italo-greca. Scuola ionica. Fondata in Mileto
della Ionia, sua patria, da Talete,primo tra i filosofi greci conosciuti, ma
forse non tale veramente, que sta scuola è, come vedremo, la men filosofica di
tutte le pre cedenti. Nè la ragione è difficile a comprendersi da chi sappia
che la scienza ebbe allor contrari i voluttuosi costumi e la ser vitù di quelle
cit tà, soggette ai Lidi ed ai Persiani, e che , a giudicarnedalsilenzioe dai pochi
cenni della storia, coloroi quali la professavano erano ben lontani dalle virtù
che adorna vano i pitagorici; virtù che col venir meno a poco a poco,
pois cleatica; e sono tre: l'idealismo logico, perchè si nega l'au torità
dei sensi, per riconoscere soltanto quella della ragione; l'idealismo
metafisico, perchè si esclude la materialità, ilmolte plice ed ogni mutamento;
e, conseguenza di ciò, ilpanteismo, che ammette la sola esistenza dell'ente
immutabile ed eterno, e cosi rimuove ogni concetto di creazione. Il primo
nacque colla scuola pitagorica,mada Senofane fu recatoasistema ;ilsecon do
venne accolto dagli Eleati per evitare le contraddizioni della medesima, che
nell'uno identificava le cose più opposte; il terzo sidirebbe comune alle due
scuole,se non fosse che nell'eleatica si lasciò da banda la parte corporea e
mutabile, e così si riusci a un panteismo parziale, al panteismo idealistico. Grice:
You have to love Mondolfo. As a Jew he was into Sartre’s existentialism, and
the rest of it – when Gentile inhibited Jews from teaching Italians, M. had to
stream his energy into the study of ‘antica filosofia italica’! for our glory!”
-- o ABBAHU di Cesarea (Rabbi) Abraham (= educazione, in Filone) Achei Acheronte
Acherusia, vedi Acheronte Achille Adamo Adamson Ade AEZIO Africa, africani Afrodite
Agamennone ACATARCO AGATONE Agostino agostiniana corrente filosofia Aiace Albertelli
ALCEO Alcibiade ALCMEONE ALESSANDRINA FILOSOFIA ALESSANDRINI MATEMATICI Alessandro,
vedi Paride. ALESSANDRO Afrodisia Alessandro Magno ALESSIDE Alfieri
Altamura 447. Ambrogio Amerio Amicizia Amleto Amore ANACARSI di Scizia ANACREONTE
Ananke ANASSACORA DISCEPOLI di - ANASSIMANDRO ANASSIMENE Anfione 671.
Anima universale Anselmo ANTICHI POETI E SAGGI 237, ANTICHITÀ CLASSICA, antica
scienza, cultura, antico spirito, pen-siero, etc. ANTICO TESTAMENTO ANTIFANE ANTIFONTE
Antigone ANTIcoNo di Caristo ANTISTENE Apatia stoica Apocalissi di Pietro Apollo
Apollo Lairberos (santuario di) Aquitania ARCAICo pensiero ARCESILAO ARCHELAO
ARCHILOCO ARCHIMEDE ARCHITA Ardizzoni AREIOs DIDYMOS Areopago Aridea, vedi
Thespesio. ARISTARCO ARISTIPPO ARISTOCLE ARISTOFANE ARISTOSSENO ARISTOTELE
Armstrong Arnauld Arnim ARTE Artemide ASCLEPIo
(commentatore di Aristotele) Asclepio (dio) Asia minore Asiatico principio AssIoco
Atarassia epicurea Atargatis (dea) Ate Atena
Atene, ateniesi ATENIONE di Atene ATOMISMO, ATOMISTI Atreo Atride Augusto Aulide
Aymard Baccanti Вассо Bacone Bacone Baeumker Bailey Baius Barbari del nord Barth
BASILICA PITACORICA della Porta Maggiore a Roma Battaglia F. Bauch B. Beare
Becker 0. Behaviourismo Bello Bene Bergk
Berkeley BIANTE BIBLICA tradizione Bignone Bill A. Billeter Binder Blanchet Blankert
Blondel Boas Lovejoy Boemia Bolland Bossuet Bovis Bréhier Breier F. 241.
Brochard Brune Buccellato Buonaiuti Burnet Bywater CARNEADE CARONDA 250,
692. Carteron H. 480. Cartesio, cartesiano Cassandra
420. Cataudella Q. 640, 653, 654. Cattolicesimo
424. Cattolici filosofi, storici 30. Cefalo 448, CELSO
38. CENSORINO 676. Centimani 406. Ceramone 612. Cerbero
108, 417. Cesarea 515. Charisio Charu 446. Cherecrate
485. CHEREMONE 637. Cherniss H. 72, 126, 128, 133, 135, 137, 163,
251, 269, 274, Chimera 129.
Chronos 91. Ciaceri E. 641. Cibele 83. CICERONE, ciceroniano
47, 66, 93, 100, 102, 144, 146, Ciclopi 670. Caino
457. Cairo 414. Calcidio 153, 154, 199, 200. Callahan J. F.
94. CALLICLE CALLIPPO Calogero G. 33, 34, 35, 123, 121, 126, 128,
167, 198, 258. Calvino 423, 424, 425, 426, 431. Cameron A. Campanella
T. 387, 640, 666, Campidoglio 717. Canosa 447. Cantarella R.
406. Carcopino J. 452. Carlini A. Cilento V. 382. Cilonidi
436. CINICI 205, 207, 209, 311, 416, 483, 589, 593, 614, 625, 634, 641,
690, 722, CIRENAICI Classicista concezione ix, 10, CLASSICO spirito,
mondo, CA cultura ix, x, 15, 462, 463, Claudio 452. CLEANTE
101, CLEIDEMO 234. CLEMENTE alessandrino 42, 87, 94, 127, Clitennestra
Clodd E. 47. Cohn CoLòTE di Lampsaco 275. Colchide 717.
Combarieu COMMEDIA DI MEZZO 518. COMMENTATORI DI ARISTOTELE 363,
378. Comparetti D. 443. Comte A. 579. Condillac E. B.
de CoNoNE di Samo 608. Contese 86. Croiset M. 413. Croce B.
4. Cusano N. 203. Cypselo (arca di) Dahlmann J. H. 660, 661.
Daimon 172, 182, 490, 492, 499. Dal Pra M. DAMONE Danaidi 108, 418,
447. Dante 451. Dardania, Dardano 676. Daremberg Ch. e Saglio
E. Dario 418. Dedalo 656, 671, 692. Controriforma 424.
Copernico N. 684. Coribanti 83. Corinto, corinzi 588, Conford F. M.
240. CORPUs HIPPOCRATICUM 648, 656- 658. COSMOLOGHI (primi)
01. Couissin P. 204, Cousin V. 579. Covotti A. 128, 136.
CRATETE 483. CRATILO Credaro L. 146, 313, Creso 414. Creta
443. Crimine oggettivo CRISIPPO Cristianesimo, cristiano spirito,
pensiero, cristiana era, na, filosofia, etc. Cristo 20, 32, 395. CRITIA Criticismo
kantiano Critone 486. Ctesibio 700. Delatte DELFICA religione,
DELFICO «ePto, le a 170, 469, 478, 55%. Delfi 96, 446. Del
Grande Del Re R. 554. Delvaille J. 580, 581. Demetra 646,
654. DEMETRIo cinico 535. DEMETRIO LACONE DEMOCRITO DEMOCRITEA
tradizione 453; DEMOCRITEO-ARISTOTELICA stinzione 737.
di- Demoni del cristianesimo 401. DEMOSTENE 152, 430, 446,
448. Deonna W., vedi De Ridder A. Derenne E. 100. De Ridder
A. e Deonna W. 446. Derketo 454. De Ruggiero G. 33, 34, 35,
582, Descartes, vedi Destino 491, 503. De
Strycker E. 480. Deucalione 669, 676, 678. Dewey J. 112, 113, 114,
142. Dialettica moderna 34. Diano C. 102, 103, 107. DICEARCO
675, 684, 688, 691, 694. Diderot D. 263, 338. Diela Diels H. e
Kranz W. 137, Diès A. 357, 480. Dieterich A. 443, 447, 448. Dike
407, 408. Diller H. 276, 277. Dimenticanza Dio natura 31;
persona 31. DIODORO CRONO 501, 504. DIODORO SICULO 660, 661, DIOGENE
di Enoanda 205, 283, 316, 317, 688, 691, 697, 698, 701, 703.
DIOGENE DIOCENE LAERZIO Dione 314.
DIONE CRISOSTOMO 483, 691. DIONISIACO culto, spirito 13, 83.
Dioniso 411, 441, 448, 654. Discordia 67, 86, 235. Discorsi
menzogneri 86. Aiacol Royor 176, 257. Divinazione 85. Doering
A. 136. Dornseiff Fr. 593. Dostoiewski F. 431, 461. DRACONE
430. Ducati P. 446. Dümmler _F. 158, 297, 655, 691. Dupréel
E. 133, 135, 162, EBRAICO-CRISTIANE eredenze, reli- gione, tradizione
422, 441, 585, 586. EBRAISMo, ebrei 27, 59, 515, 586; EBRAICA
religione 223; EBRAICHE suggestioni ed ispirazioni 155; EBRAICE
elementi 515. Ecabe 87, 88, 417. Ecate 83, 448, 451. EcATEo
d'Abdera 648, 660, 661, 706. EcATEo di Mileto 48. Eden 436,
586. Edipo 410, 420, 432. Efesto 650, 654, 668. EcESIA di
Cirene 11. Egisto 81, 82, 85, 405, 420. Egitto 593, 604, 623, 669,
681. Egizi 186; EGIZIANO tradizionalismo 672. ELEATI,
ELEATISMO, scuola, dottrina, 125, 128, 132, 133, 134, 136,
138, 139, 142, 145, 148, 149, 169, Elena 87, 400, 404, 417. Elettra
88, 429. Eleusi 728. Eleutherna 444. ELLENICO genio,
spirito, pensie- ro, etc. 446; ELLENISMO 38, 59; ELLENISTICA
eredità 37. ELLENISTICA ROMANA filosofia 29. ELVIDIO PRISCO
549. EMPEDOCLE, EMPIRISTICHE correnti 231. Empusa 451.
Endimione 621. Enea 449, 456. ENESIDEMO 277, 317, 319, 320,
329. Enoanda 698. Enoch (= pentimento, in Filo-
ne) 515, 521. Enos (= speranza, in Filone) 521. Enriques F. e
Mazziotti M. 648. E3, 524, 532, 600, 602, 610470, EPICARMICO
principio 169. EPICUREI, EPICUREISMO EPICURO Epidamno 588, 606.
Epifanio 93, 285, 053. EPIMENIDE 436, 671. Epimeteo 650.
EPITTETO 501, 524, 525, 528, 548- 550, 552, 560. Er armeno (mito
di) Era 87. Eracle ERACLIDE PONTICO ERACLITO FRACLITEA dottrina
297; esigenza 221; — proposizione 240; ERACLITISMO 302.
BRASISTRATO 625. BRATOSTENE 317, 608. Brinni ERMIPPO ERMOTIMO
709. Ernout A. 103. Erodico di Selimbria 615. ERODOTO 152,
251, 402, 414, 593, 604, 634. ERoFILo di Calcedone 625. Eros Esaminatore
interno (elenchos) 519. ESCHILO ESCHINE 301, 302. Esculapio
102, 105. ESICHIO 414. EsIoDo ESIODEO principio 169. Espero
498. Età post-omerica 591. Eteocle 415, 420, 427, 447. ETICA
ANTICA, CLASSICA cristiana e moderna 497, 572, 573; — GRECA 69, 397; →,
morale moderna 391, 392, 393; - STOICA 397, 520. Etiopi 80,
233. Ettore 81, 400, 404. Eucken EUDEMO 502, 593. EuDosso
608, 677, 683, 684. Eumenidi 429. Eumeo 406. Euromo di
Polignoto 187. EURIPIDE Euristeo 315. Eusebio Eva 436.
Evangeli 393, 401, evangelico messaggio Fabre P. 539. Falaride,
toro di, 206. Farrington B. Fatica 86. Fato 81, 401, Fedra FERECRATE
634, 641, 646. Festa Festugiere Feuerbach L. 68, 88, 89. Fichte J.
G. 51, 723. Ficino M. 28, 221, 666. Fidia 624, 656. Fiere
448. FILEMONE 602, 636. FILISCO 602. Fränkel H. 128, 317,
444. Frazer Friedländer P. 298. Frigia Frinide 683. Furie 88,
108, 448, 449. GALENO 275, 281, Galileo Callavotti C. 64, 65.
Gallia 717, 725. Ganter 201. Gassendi Gea 639. Geffcken Geiger
GELLIO AULO 636. Gelosia degli dei 414. Genius malignus di Cartesio
314. Gentile GEREMIA 515. Germani Сет FILODEMO FILOLAO 136,
137. FILONE FILONIANO testo Filoponia FILOSOFIA NATURALISTICA
(ionica) FILOSOFIA OCCETTIVISTICA 43. FILOSOFIA PRESOCRATICA
63. FILOSSENO 700. FILOSTRATO 168, 169. FISICI ANTICHI
124. Fitzralph R. 314. Flegias 455. Flint R. 580, 581.
FoCILIDE 615. Fougères Frank Gerusalemme 393. GesÚ figlio di Sirach
606. GIAMBLICO Giansenio C. 61, 423, 424, 425. Gige, anello di, 90,
91, 96, 97, 407, 414, 472, 496. Gigon 0. 126, 260, 479.
Gileon É. 29, 30. GIMNOSOFISTI indiani 317. GIoBBE 535, 536.
Giovanni di Rodington 314. GIOVANNI FILOPONO 142, 273, 288, 675,
676, 680, 684, 689, 701, 735, 739. Giove 344, 714. GIOVENALE
715. GIUDAISMO, giudaica chiesa, etc. 27, 395. Giuliano
imperatore 109. Giuliano di Eclano (pelagiano) 442. Giussani
C. 694. Glaser K. 163. Glauco di Chio 594. Glotz G. 404, 409,
588, 589, 606, 607, 624. GNoMIcI poeti 76; CNOMICA saggezza
332. GNOSEOLOGIA ANTICA X; GRECA
118; medievale 60; NEOPLATONICA 230. Goedeckemeyer A. 312. Gomar
F. 424, 425, 426. Gomperz H. 167, 168, 240. Gomperz Goodenough
E. R. 516. GORCIA Gorgoni 448. Gottschalk 424. Grande Anno
679. GRECA morale 12. GRECA tragedia, vedi TRAGEDIA. GRECI,
greco pensiero, popolo, spirito, etc.; greca anima, arte, cultura, filosofia,
etc. Grecia Greene Grilli Grousset R. 38, 59. Guthrie W. K.
C. 444, 445. Guyau J. M. 580, 694, 698, 700. Halbfass W.
241. Harnack A. 27. Hegel G. 3, 410, 17-21, 22, Heidel W. A. Heinemann
F. 691. Heinze R. 201, 449. Henz G. 673. Herbertz R.
128. Herder J. G. 579. Hermann G. 639, 644. Hermes 81, 89,
217, 248, 650, 697. Hildebrand G. H. 581, 629, 652, Himeros 86.
Hirzel R. 313, 708. Hobbes Th. 60. Hoffmann E. 128. Howald E.
413. Hume D. 303, 316. Hus J. 424, 425. Huyghens Ch.
280. Hybris 403, Ida 676. Idealismo assoluto 28, 29, 32, 33; cristiano
32; GRECO 32; postkantiano 32. Idealisti Idra
448. IEROCLE 376. Ifigenia 433. Ilio 676. ILLUMINISMO,
ILLUMINISTI, etc. Musionismo 163. Indiani 42. Inferi (Enfers)
448. Inganno 86. Inge W. R. 570, 571. Innocenzo III
708. Intelletto 226, 227. Invidia degli dei 436. lo 427, 428.
Ionia, ionico mondo, ionica civil- ta, etc. JONICA poesia 48, 49,
63; IONICI poeti 49, 67.IONICI (Glosofi) IONICA filosofia 63, 198;
- scienza 677. Ipermestra 427. IPPIA (sofista) IP POCRATE, IPPOCRATICI, ippocrati- ci
scritti, trattati, Ippolito 649. Ippolito 433, 434. Iris 681.
Isaac (= natura, in Filone) 521. Isaac (Abn Jacob Jsaac?) 121.
ISAIA 155, 520. Isdoso scolastico 154. Isis 460; isiaco
culto 459. ISOcRATE, pseudo, 276, 453, 487, 518. Issione
447. Jaeger Jago 411. Jacob (= ascetismo e perfezione, in Filone)
521. Janet P. 579. Jardé A. 603. Jehova 436, 586. Jeat
K, 5, 448, 49, 50, Kaibel G. 150, 469, 641. Kant I. 28, 33, 127, 346,
392, 477, 498. Kêr, Kêres 447. Kern O. 441, 443, 632.
Kierkegaard S. 394, 541. Kirk G. S. 301. Kitto H. D. F. 413.
Kleingünther A. 94, 654. Klimke 30. Kock Th. 454, 523, 566.
Kranz W. 413, 414; v. Diels H. Krokiewicz A. 101. Kronos 667.
Laas E. 241. Laberthonnière L. 27, 30-32, 33, Labriola A.
600. Lachesi 490, 492. Lachete 636. Laconia 603. Laio
413, 420. Lamennais F. 424. Lamenti 86. Laminette auree 443,
444, 445. Lana I. 139, 158, 161, 162, 250, 253, 641, 642,
643, 648, 661, 695, 700, 701. Langerbeck H. 242, 246, 254,
267, 284, 298. Latini 569. Lattanzio 529. . Latzarus B.
449, 450, 566, 568. Laurent F. 579. Lavagnini B. 414. Leibniz
G. 60, 121. Leonardo da Vinci 595, 599. Leone Ebreo 28.
Leonte di Salamina 549. Leonzio 102. Leroux P. 579. Lesky A.
413. LeuCIPPO 13, 13 139, 268, 281, 648, 649, 696. Levi
Levi Lévy-Bruhl L. 84. Licurgo 692. Lidia, Lidi 455, 604.
Liénard E. 463. — IONICO-EOLICA 66. LISIA 152, 408, 448.
Locke J. 139. Lodge R. C. 673. LOGICA ANTICA 34. Logos
divino 517, 519. Loisy A. 30, 33. Losacco M. 441, 582. Lotte
86. Lovejoy A. 0. e Boas G. 635. LUCIANO Lucido 424. Lucifero
498. Lucilio 726. LUCREZIO Lugdunum (Lione) 725. Luria S.
257, 655. Lusitania 717. Lutero Maddalena A. 413, 418, 427.
Magalhães Vilhena Y. de 169, 177, 479, 481, 605, 671, 673. Magia
163-164. Maieutica 41. Maier H. 90. Malcovati E. 634,
635. Mancini G. 215, 218, 223, 374, 379, 381. Manetti G. 640,
713. MANICHEISMO 554. Marbach G. O. 3. Marchesi C 533, 534,
544, 546, Marchesini G. 92. MARCO AURELIO Mario Vittorino
374. Marouzeau J. 260. Marsia 171, 671. Martin J. 457.
Martinazzoli Marx K. 671, 721. MASSIMO TIRIO 691. Mazziotti M.,
vedi Enriques F. Meautis G. 413, 447. MEDICI 48, 63; —
EMPIRICI O METODICI 310; - IPPOCRATICI 298, 622, 634, 647;
mediche scuole 598. Medievale gnoseologia, scienza, filosofia, teologia —
coscienza 401. Medio Evo MECARICA teoria 501; MECARICI 504.
Meineke MELIsso di Samo 129. MENANDRO 454, 455, 523, 566, 602,
636. Menelao 422, 452, 470. Menzel A. MENONE 125,276, 179,
188. Mercier D. 117. Messaggio evangelico, ellenizza- zione
del, 27. METRODoRo di Chio 140, 285. Milesi 73. Mill J.
306. Milton J. 586. Minucio MISTICA, MISTICA soggettività,
MI-CORRENTI, CRECO 44, 45, 48, 63, 76, 529; - (medievale) 27.
MITOLOGIA ANTROPOMORFICA 43; - CRECA, mitologiche rappresentazioni 43,
44, 79, 80; — OMERICO-ESIODEA 232. Mitre 102.
Modernismo 30, 32. Moderni, moderno spirito, pen- cultura,
hlosofia, sia, etc. Ix, 388,
Moeller 491. Moira 408.
Momigliano Arn. 569. Mondo classico 463; — cristiano 463;
greco precristiano 444; — ionico arcaico 65; - orientale, greco,
romano, germanico M. A. M. vedi Zel-Monoteismo cristiano e greco
MORALISTI GRECI 392. Morrison J. S. 661. MOSCHIONE 636, 641, 645,
700. Mose 211, 586. Mullach G. A. 482. Murray G. 413.
MUSoNIo RUFo 548, 625, 626. Nardi B. 192, 193, 314, 332, 354, 374,
375, 401, 582. Natorp P. 297. NATURALISMO PRESOCRATICO, NATURALISTI
PRESOCRATICI Nauck Nausicaa 432. Neikos 86. Nekyia omerica 447,
448. Nenci G. 153. NEOACCADEMICI 312, 313, 314. Neohegeliani
17, 21, 22, 61, 394, NEOPITAGORICI 443, 458. NEOPLATONICI,
NEOPLATONISMO, NEOPLATONICA teoria, etc. Nestle Nestore 168. Newmann J.
H. 30, 31, 33. Nicia di Atene 447. Nietzsche F. W. 38, 43, 44,
61, 393, 394. Noè (- giustizia, in Filone) 521. Norden NUMENIO
176. Nuovo Testamento 32. Occhio di Zeus 407. Occhio
vendicatore degli dei 91, 406, 473. Oceanidi 418.
OCCETTIVISMO ANTICO 26, 59. Olimpica religione 13. Olimpo, olimpici
dei 86. Olimpo Olivieri A. 150, 443, 508. OMERO OMERICHE
concezioni 440. Ontologica prova 142; ontologico argomento
143. ORACOLO DELFICO, lemma dell', vedi DELFico precetto.
Oratorio 27. ORAZIO 580, 706, 715. Oreste Orfeo 671. ORFICI,
ORFICO misticismo, reli- gione, etc oRFISMO Oriente, orientali 19,
42, 604. Origene 424. Otium Otto F. W. 13. OVIDIO 443, Pacioli
L. 598. PAGANESIMO, PAGANI FILOSOFI, etc. 30, 539, 541, 568.
Palamede 639, 645, 671. Pan 83, 419. PANEZIO Paolo (S.) 27, 30, 38,
401, 462, Paratore Parche 86, 490.Paride 87, 400, 404, 419.
PARMENIDE DISCEPOLI di — 129, 131; parmenideo ente 123; — mondo 47;
parmenidea 865x 266, 269, 323. Pascal B. 27, 424, 579. Pascal C.
446. Pasquali Patristica 27, 30, 463; patristica
eredità Pearson A C. 690, 691. Peipers D. 298. Pelagio,
pelagianismo 423, 442. Pelasgo 418. Pelope 420. Penía
188. Pericle PERIPATETICI, PERIPATETICA teo-ria, etc. 215, 534,
688. Пері téXvNS Perrotta Perse 592. Persiani 414, 418, 604.
Pesce D. 499, 501, 548, 549, 550. Petelia 444. Petersen E.
413. Petrarca F. 27. Pettazzoni R. 454, 455, 456, 458, Philippson
R. 101, 105, 144, 511, 661. Piat Cl. 192. Pico della
Mirandola G. 28, 640, 709. Pieper 1F. 578, 606, 621. Pilade
429. PINDARO 52, 65, 69, 173, 444, 489, Piriflegetonte 451. PIRRONE
310, 312, 316, PITAGORA PITAGORICI, PITACORISMO, etc. Pittura greca 446;
etrusca 446. PLATONE PLATONICO mito 57; PLATONISMO 694.
PLAUTO 446. Pleiadi 666. PLINIO 447, 707, 712. PLOTINO 110,
127, 157, 214-230, 363, 367, 374, 377, 378-388,
569-573, 734. PLUTARCO POETI COMICI 602, 665; TEOCONICI
70; TRAGICI Pohlenz PoLIBIO Policleto 596, 622, 624. POLICRATE
605. Polignoto di Taso 96, 446, 447. Polinice 420, 432, 447.
POLITEISMO GRECO 95. PoLo 496, 596, 622. Poppe W. 691.
PORFIRIO 374, 454, 566. Puech A. 30. Póros 188. Porzig W.
413. Posidone PoSIDONIO 449, 526, 548, 594, 596, 691, POSTARISTOTELICA
epoca, filoso- fia, etc., POSTARISTOTELICI FILO-SOFI 22, 471, 483, 503,
504, Praechter K., vedi Ueberweg F. Pragmatismo, pragmatisti 113,
155, 245. Predestinaziani 424. Positivismo, positivisti 29,
578. PRESOCRATICI FILOSOFI, NATURALI-STI, etc., PRESOCRATICA
filosofia Priamo 400. PRIMI FILOSOFI 124. Primitivi popoli
84. PROCLO PRODICO Prometeo PROTAGORA PROTACORIS NO 3035, 671, 700;
PROTAGORISMO Protestanti, protestantesimo 61, 423, 424, 425,
586; protestante storiografia 27. Provvidenza 504. PSICOLOGIA
« behaviourista», del comportamento 70, 323; — platonica 357.
Radamanto 456. Radermacher L. 640. RAFFINATI del Teeteto 201,
297. 310, 338, 340, 342, 343. Ragione divina 151. Regenbogen
0. 276, 277. Regnum hominis 26. Reinach S. 449. Reinhardt K.
123, 126, 127, 413, 648, 660, 691. Reminiscenza platonica
181, 182, 184, 189, 190, 194, 219. Rey A. 138, 598.
Rinascimento rinascimentale distinzione 139; - rivoluzione
61; rinascimentali 666; celebrazioni — innovatori
294; - scrittori 713. Ritter H. 3. Rivelazione 461.
Rivaud A. 298, 443, 635. Robin Rohde E. 13, 76, 443, 446, 448. Roma
443, 444, 445, 706, 707, 725. Romanticismo 45. Rosmini A. 27.
Ross D. 342, 359. Rossi Rosei P. 169, 541. Rostagni A. 63, 162,
257, 143, 458, 534. Rousseau J.-J. 634. Rudberg G. 691.
Ruvo 447. Saffo 64. Saglio E., vedi Daremberg Ch. Saitta SALLUSTIO
SALOMONE 155. Satana 401. Saturnia età 707, 713, 714, 715.
Saturno 713, 714. SCETTICI, SCETTICISMO 22, 41, 146- 148, 214, 242,
257, 263, 310-331, 332, 505, 506, 552; SCETTICA critica 136.
Schaerer R. 491, 568. Schiller J. 158. Schleiermacher F. 297,
298. Schmid W. 92, 641, 648. Schuhl Sciacca M. F. 16. Scilla
129. Seiti 604. Scolastica, etc. 24, 27, 28, 30, 62, 118,
335, Scrittura, Scritture (Sacre) 515, Segni indicativi, teoria
dei, Segni memorativi, utilizzazione dei, 323. SENECA 144, SENOFANE
SENOFONTE Senso comune aristotelico 357. Senso interiore agostiniano
357. Serse 418. Sertillanges A.-D. 117. SESTIO, SESTIL,
scuola dei, 513, 519, 525, 560. EMPIRICO Sette savi 76, 677.
Shakespeare W. 11, 411. Shorey P. 480. Sibari 250. Sibilla
713. SIMONIDE di Ceo 52. SIMPLICIO 140, 380, 381. SINESIO
64. Siri Sisifo 108, 413, 447, 448. Snell B. 413. SOCRATE SOCRATICA
esigenza 195; esperienza 56; predica
57. SOCRATICI, SOCRATISMO Sofferenze 86. SOFISTI, SOFISTICA SOFOCLE Sofronisco
478. Soggettivismo cristiano-moder- no 59. Sogni 86.
Solari G. 414. Soliman 121. SOLONE Sorley W. R. 59. Sparta Spencer
H. 61. Spengel L. 193, 355, 502. Spengler 0. 61. SPEUSIPPO
631. Spinoza B. 60. Spirito classico antico ix; — cristiano
moderno ix, x, 10; greco classico 10. Spiritualisti
cristiani, spiritualismo cristiano Stefanini L.. 480. TEOCONIE, TEOGONICI
POETI 67, 70, 79, 86. Teologi di Oxford 314. Teone 315.
Stein L. 201. Stenzel Stige 450. STILPONE 56. SToBEo
376, 600, 601, 625, 639, STOICI, STOICISMO, etc. Sroic, HOMAN Storicismo,
storicistica concezione 29. Stragi 86. STRATONE di Lampsaco
625. Strycker E. de 480. TALETE 594, 688. Tannery P.
136. Tantalo 108, 420, 447, 418. Tarozzi G. 16. Tartaro 108,
522; tartareo abisso 450.451. Tatto interno 377. Taylor A. E.
478. Tebe Teeteto Teggart F. F. 581, 629. Temesa 447.
TEMISTIO Tempo 636, 638, 645. Tenebre 108. TEODETTE 413, 601.
Teodoreto 156, 288. Teodoro di Beza TEOFRASTO TEOGNIDE 408.
TERENZIO 532. Тевео Thamus 186, 644, 652. Thaumante 681.
Theiler W. 643. Thespesio Theuth 180, 64*, 652. Thurii 250, 443,
445. Tieste 413, 420. Tifeo 406. Tifone 554. Tilgher TIMEO
173. TIMONE 311. TIMOTEO 683, 700. Tindaro 446. Tiresia
93. Tiro 608. TISIA 165. Titani, Titano 406, 418, 441.
Tizio 108, 448. Tommaso (S.) 60, 117. Tomismo, etc. 27, 29, 117,
423. Traci 80, 233, 604.- TRADIZIONE DEMOCRITEO-EPICUREA
572. Traducianismo 424. TRAGEDIA. GRECA 400, 409, 410, 413, 414,
425, TRAGICI POETI TRASIMACO 161, 168. Traversari 101, 102. Treves
P. 432. Trieber 257. Troia, troiani Tuchulca TUCIDIDE Türk Tylor
Tzetzes Uccisioni Ueberweg Ulisse 4Uno Untersteiner Usener Uxkull Vaihinger
Weil Wendland Wilamowitz Windelband Wundt Wycliffe algimigli Vangelo Vangelo
Vaso arcaico di Palermo Vespasiano Vico Vidari Vlastos Walzer Wehrli
Zafiropulo ZALEUCO ZARATHUSTRA ZENONE
ZENONE Zeller. L'eredità in T. Tasso, in «Archivio di psichiatria, scienze
penali ed antropologia criminale», Torino, Memoria
e associazione nella scuola cartesiana (Cartesio, Malebranche, Spinoza), con
appendice per la storia dell'inconscio, M. Ricci, Firenze. Per
le relazioni fra genialità e degenerazione: Guerrazzi, in «Archivio di
psichiatria, scienze penali ed antropologia criminale», Torino, Spazio e tempo
nella psicologia di Condillac, in «Rivista filosofica», Pavia, Scienza
e opinioni di B. Varisco, in «Scienza sociale», Palermo, Uno psicologo
associazionista: E. B. de Condillac, R. Sandron, Palermo. In esso viene
riportato anche lo scritto sullo spazio e il tempo in Condillac
precedentemente citato Il concetto di bene e la psicologia dei sentimenti in
Hobbes, in «Rivista di filosofia e scienze affini», Bologna, L'educazione
secondo il Romagnosi, in «Rivista filosofica», Pavia, Ora anche in Tra teoria
sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza
moderna. Scritti 1903-1931, a cura di R. Medici, CLUEB, Bologna Ancora a
proposito di refezione scolastica: il pensiero di Romagnosi, in «Critica
Sociale», Milano, Saggi per la storia
morale utilitaria: I - La morale di T. Hobbes, Drucker, Padova. 1904 11.
Saggi per la storia morale utilitaria: II - Le teorie morali e politiche di
C. A. Helvétius, Drucker, Padova. 12. La politica degli insegnanti,
in «Critica Sociale», Milano, XIV, n. 24, 16 dicembre, pp. 371-373.
1905 Il dubbio metodico e la storia della filosofia, Prolusione a un
corso di storia della filosofia nell'Università di Padova, con appendice
storico-critica, Drucker, Padova. Per
una filosofia naturale, in «Rivista di filosofia e scienze affini», Bologna, Recensione
a G. Marchesini, La funzione dell'anima, Laterza, Bari 1905, in «Critica
Sociale», Milano, XV, n. 8, aprile, p. 128. L'insegnamento
liceale della filosofia. Considerazioni pratiche, in «Rivista di filosofia e
scienze affini», Bologna, II, fasc. 7, n. 1-3, luglio-settembre, pp. 442-448. L'insegnamento
della filosofia nei licei e la riforma della scuola media al congresso di
Milano, in «Rivista di filosofia e scienze affini», Bologna, VII, n. 4-6,
ottobre-dicembre, pp. 754-763. Per la
riforma della scuola media: la scuola unica, in «Critica Sociale», Milano, XV,
n. 21, novembre, pp. 326-330. Anche in Educazione e socialismo. Scritti sulla
riforma scolastica (dagli inizi del 900 alla Riforma Gentile), a cura di T.
Pironi, Laicata, Manduria 2005, pp. 59-70. Ancora
per la riforma della scuola media: polemica fra colleghi, in «Critica Sociale»,
Milano, XV, n. 22, 16 novembre-1 dicembre, pp. 342-345. 1906 20. Di
alcuni problemi della pedagogia contemporanea, in «Rivista di filosofia e
scienze affini», Bologna, Anche in Educazione e socialismo. Scritti sulla
riforma scolastica (dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile), cit., pp.
71-121. 21. Dalla dichiarazione dei diritti al Manifesto dei comunisti,
in «Critica Sociale», Milano, Con alcune variazioni è stato inserito da
Mondolfo anche nella raccolta Tra il diritto di natura e il comunismo: studi di
storia = •archive.org INTERNET ARCHIVE e
filosofia, parte I, Tip. degli operai, Mantova 1909, pp. 5-41. Ora anche in Tra
teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della
coscienza moderna. Scritti Intorno al convegno filosofico di Milano, in
«Rivista di filosofia e scienze affini», Bologna, fasc. 8, ottobre-dicembre,
pp. 728. 1907 Politica
scolastica: per la riforma della scuola media, in «Critica sociale», Milano,
XVII, n. 4, 16 febbraio, pp. 53-55. Questioni
varie: il problema della laicità nella scuola media, in «Rivista di filosofia e
scienze affini», Bologna, IX, n. 3-4, marzo-aprile, pp. 279- 282. Ristampato
anche in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma scolastica (dagli inizi
del '900 alla Riforma Gentile), cit., pp. 137-141. 25. Ancora Mazzini e
il socialismo, in «La fiaccola», Senigallia, anno II, n. 9 e 11,
marzo. Altre obiezioni alle idee di Salvemini sugli esami, in «Nuovi
doveri», Palermo, n. 6-7, 30 giugno-15 luglio, pp. 108-109. Il
contratto sociale e la tendenza comunista in J. J. Rousseau, in «Rivista di
filosofia e scienze affini», Bologna, IX, ottobre-dicembre, Presente anche in
Tra il diritto di natura e il comunismo: studi di storia e filosofia, parte II,
Tip. degli operai, Mantova 1909. 1908 Il
pensiero di Roberto Ardigo, Tip. G. Mondovì, Mantova. La
dottrina della proprietà del Montesquieu, in «Rivista filosofica», Pavia, Il,
fasc. 46, gennaio-febbraio, pp. 129-135. Pubblicato anche in Tra il diritto di
natura e il comunismo: studi di storia e filosofia, parte II, cit. 30. La
filosofia della proprietà alla Costituente e alla Legislativa nella rivoluzione
francese, in «Rivista di filosofia e di scienze affini», Bologna, Pubblicato
anche in Tra 761 of 824 [3 il diritto di natura e il
comunismo: studi di storia e filosofia, parte II, cit. Sulla
laicità della scuola, in «Critica sociale», Milano, XVII, n. 5, 1 marzo, pp.
69-70. Anche in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma scolastica
(dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile), Religione, fanciulli, educazione,
in «Nuovi doveri», Palermo, II, n. 29-30, 30 giugno-15 luglio, pp. 186-187.
Ristampato in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma scolastica (dagli
inizi del '900 alla Riforma Gentile), La fine del marxismo?, in «Critica
sociale», Milano, XVIII, n. 20, 16 ottobre, pp. 311-312. Pubblicato anche in
Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908-1966, a cura di N. Bobbio, Einaudi,
Torino Roberto Ardigò nelle scuole di Mantova. Notizie e documenti, Tip.
Operai, Mantova. Studi sui tipi
rappresentativi. Ricerche sull'importanza dei movimenti dell'immaginazione,
nelle funzioni del linguaggio, nelle pseudoalluci-nazioni e nella
localizzazione delle immagini, in «Rivista di filosofia», Roma, I, 2,
marzo-aprile, pp. 38-92. Tra il
diritto di natura e il comunismo: studi di storia e filosofia, parte I, Tip.
Operai, Mantova. La filosofia di Feuerbach e le critiche del Marx, in «La Cultura
filosofica», Firenze, III, marzo-giugno, pp. 134-170, 207-25. Accolto in Sulle
orme di Marx. Studi di marxismo e di socialismo a partire dalla prima edizione
(Cappelli, Bologna 1919, pp. 64-114) con il titolo Feuerbach e Marx. È stato
poi successivamente integrato di due capitoli, precisamente il sesto e il
settimo, nella terza edizione (Cappelli, Bologna Ora anche disponibile, sempre
con il titolo Feuerbach e Marx, in Umanismo di Marx. Studi filosofici La
filosofia della storia di Ferdinando Lassalle (Per nozze Mondolfo-Sacerdote),
Pirola, Milano. Poi nelle prime due edizioni de Sulle orme di Marx: Cappelli,
Bologna 1919, pp. 129-163; Cappelli, Bologna Recensione a G. Vidari,
L'individualismo nelle dottrine morali del secolo XIX, in «Cultura Filosofica»,
La riforma della scuola media: fra la Commissione Reale e il
congresso della federazione, in «Critica sociale», Milano, XX, n. 1, 1 gennaio,
pp. Politica scolastica: il dovere presente della federazione degli
insegnanti, in «Critica sociale», Milano, XX, n. 6-7, 16 marzo-1 aprile, pp.
89-90. 1911 La vitalità della
filosofia nella caducità dei sistemi, Prolusione all'Università di Torino
(tenuta il 1° dicembre 1910), in «La Cultura filosofica», Firenze, V, n. 1,
gennaio-febbraio, pp. 1-31. Rovistando
in soffitta, in «Critica sociale», Milano, Pubblicato anche in Umanismo di
Marx. Studi filosofici 1908-1966, cit., pp. 79-85. Fra
l'ideale e l'azione: per l'unità di teoria e praxis, in «Critica sociale»,
Milano, XXI, n. 16, 16 agosto, pp. 247-248. Disponibile anche in Umanismo di
Marx. Studi filosofici 1908-1966, cit., pp. 86-90. La
filosofia di Giordano Bruno e l'interpretazione di Felice Tocco, in «La Cultura
filosofica», Firenze, V, n. 5-6, aprile, pp. 450-482. Pubblicato poi a sé: La
filosofia di Giordano Bruno e l'interpretazione di Felice Tocco, Tip. Collini e
Cencetti, Firenze 1912. 1912 45. Sul concetto di plus-valore, in «Critica
sociale», Milano, XXII, n. 4, 16 febbraio, pp. 59-63. L'articolo è in parte
tratto e riassunto dal cap. XIII (La pretesa antieticità del materialismo
storico - il sopravalore e il passaggio dalla necessità alla libertà) de Il
materialismo storico in Federico Engels, Formiggini, Genova 1912. Nell'edizione
del 1973 (La Nuova Italia) è compreso tra p. 351 a p. 386. Il
concetto di necessità nel materialismo storico, in «Rivista di filosofia», IV,
fasc. 1, pp. 55-74. È un articolo tratto dal cap. X (II fatalismo
materialistico o dialettico e il concetto di necessità storica) de Il
materialismo storico in Federico Engels. Nell'edizione del 1973 (La Nuova Italia,
Firenze) corrisponde alle pp. 209-36, 246-47. Pubblicato anche in Umanismo di
Marx. Studi filosofici 1908-1966, cit., pp. 96-114. Il
materialismo storico in Federico Engels, Formiggini, Genova. I
ginnasi magistrali, in «Unità», Firenze, Partiti politici e generi letterali,
in «Unità», Firenze, I, n. 18, 13 aprile, pp. 71-72. Intorno
alla filosofia di Marx, in «Critica sociale», Milano, Presente anche in
Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908-1966, cit., pp. 91-95. La
crisi magistrale, in «Unità», Firenze, I, n. 21, 4 maggio, p. 84. La
preparazione dei maestri elementari, in «Unità», Firenze, I, n. 23, 18 maggio,
p. 91. Intorno alla morale sessuale, in «Critica sociale», Milano, Ancora
la morale sessuale, in «Critica sociale», Milano, Rousseau nella formazione
della coscienza moderna, in «Rivista pedagogica», Roma-Milano-Napoli, VI, vol.
1, fasc. 3, dicembre, pp. 433-478. Saggio che Mondolfo ripropone nel volume Per
il centenario di G. G. Rousseau (Formiggini, Genova 1913) e poi con alcune
modifiche nell'Introduzione alle opere di Rousseau (Discorsi e il Contratto
sociale, a cura di R. Mondolfo, Cappelli, Bologna 1924). Nuovamente
ripubblicato nel volume Rousseau e la coscienza moderna (La Nuova Italia,
Firenze 1954), di cui si ha una precedente edizione in lingua spagnola
(Rousseau y la consciencia moderna, Imán, Buenos Aires 1944). Ora disponibile
anche in Tra teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo
interprete della coscienza moderna. Scritti Socialismo e filosofia: I.
La crisi e la necessità di un orientamento filosofico; II. Materialismo,
realismo storico e lotta di classe; III. La necessità della filosofia della
praxis, in «Unità», Firenze, Ristampato nelle prime due edizioni di Sulle orme
di Marx, Cappelli, Bologna Nella terza edizione in due volumi (Cappelli,
Bologna 19233) fu pubblicato privato della prima parte (La crisi e la
necessità di un orientamento filosofico) e con qualche aggiunta. Anche in La
cultura italiana del '900 attraverso le riviste, vol. V, a cura di F. Golzio e
A. Guerra, Einaudi, Torino 1962, pp. 238-247. Presente anche in Umanismo di
Marx. Studi filosofici Personalità e responsabilità nella democrazia, in «La
Cultura filosofica», Firenze, VII, n. 1, gennaio-febbraio, pp. 19-36. Per
l'amore della moralità e per la moralità dell'amore, in «Critica sociale»,
Milano, XXIII, n. 4, 16 febbraio, pp. 54-58. La
preparazione degli insegnanti, in «Unità», Firenze, La
crisi della scuola media e il compito delle Università, in «Nuova Antologia»,
Roma, Ripubblicato da Mon-dolfo, con alcune modifiche, in Libertà della scuola,
esame di stato e problemi di scuola e di cultura, Cappelli, Bologna 1922, pp.
113-144. Discutendo di materialismo storico, in «Rivista di filosofia
neoscolastica», Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, fasc. 5, pp. 313
ss. 62. Zur soziologie der Geschlechtsmoral, in «Archiv für
Sozialwis-senschaft und Sozialpolitik», Tübingen, J.C.B. Mohr, vol. 36, pp.
920 SS. Per la biografia di
Giordano Bruno, in «Rivista d'Italia», Roma, XVI, 2, ottobre, pp. 542-545. Appunti
di Storia della filosofia La filosofia di Giordano Bruno, R. Università di
Torino, Facoltà di Lettere e filosofia, Torino.1914 Francesco
Acri e il suo pensiero, Discorso tenuto nella R. Università di Bologna,
Zanichelli, Bologna. Il pluralismo
nell'etica, in «Rivista d'Italia», Roma, n. 2, febbraio, pp. 162-187. Francesco
Acri, in «Rivista pedagogica», Roma-Milano-Napoli, VII, vol. I, giugno, pp.
523-528. 1915 La
filosofia in Belgio, «Rivista di filosofia», Genova, VII, n. 1, gennaio-marzo,
pp. 25-46. La crisi del socialismo e l'ora presente, in «Unità», Firenze, IV,
n. 8, febbraio, p. 632. Ristampato anche in La cultura italiana del '900
attraverso le riviste, vol. V, a cura di F. Golzio e A. Guerra, Einaudi, Torino
1962, pp. 455-458. Revolutionärer Geist
und historischer Sinn, in «Archiv für die Geschichte des Sozialismus und der
Arbeiterbewegung», her-ausgegeben von Prof. Carl Grünberg Hischfeld Verlag,
Leipzig. Successivamente in italiano: Spirito rivoluzionario e senso storico,
in «Nuova Rivista Storica» (1917), Roma, I, fasc. 3, pp. 504-17.
1916 71. Le matérialisme historique chez F. Engels, Trad. de l'Italien
par S. Jankelevitch, Giard et Brière, Paris. 72. Chiarimenti sulla
dialettica engelsiana, in «Rivista di filosofia», Genova, VIII,
novembre-dicembre, fasc. V, pp. 701-715. Ripubblicato nelle prime due edizioni
di Sulle orme di Marx con il titolo La dialettica di Engeis (Cappelli, Bologna Cappelli,
Bologna 19203, pp. 153-166). Poi in appendice alle edizioni del 1952 e
1973 de Il materialismo storico in Federico Engels. Ristampato anche in Tra
teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della
coscienza moderna. Scritti Spirito rivoluzionario e senso storico, in «Nuova
rivista storica», Roma, I, fasc. 3, pp. 504-17. Titolo originale:
Revolutionärer Geist und historischer Sinn, in «Archiv für die Geschichte des
Sozialismus und der Arbeiterbewegung» (1915), herausgegeben von Prof. Carl
Grünberg, Hischfeld Verlag, Leipzig. Nella versione italiana è apparso anche
nella prima edizione di Sulle orme di Marx (Cappelli, Bologna 1919, pp. 50-63)
e nelle successive. Presente anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici Dai
sogni d'egemonia alla rinuncia della libertà. Discorso letto per la solenne
inaugurazione degli studi nell'Università di Bologna il 5 novembre 1917,
Zanichelli, Bologna. Confluito con una nota introduttiva e con il titolo La
teoria della egemonia tedesca in Filosofi tedeschi: saggi critici, trad. di L.
Bassi, Cappelli, Bologna 1958, pp. 108-142. Ristampato anche in Rodolfo
Mondolfo e la guerra delle idee. Scritti a cura di G. Ferrandi, Museo storico
del Trentino e Società aperta di Trento, Trento 1998, pp. 55-77. 1918 Imperialismo
e libertà, in «Unità», VII, 1, p. 4. Il
primo assertore della missione germanica: Herder, in «Rivista delle nazioni
latine», III, vol.1, n. 3, pp. 155-168. Ristampato in Rodolfo Mondolfo e la
guerra delle idee - Scritti (1917-1919), cit., pp. 95-106 Tra
il primato d'un popolo e la missione universale delle nazioni, in «Nuova
rivista storica», Milano, vol. II, fasc. V-VI, settembre-dicembre, pp. 582-94.
Pubblicato anche in Rodolfo Mondolfo e la guerra delle idee - Scritti Leninismo
e marxismo, in «Critica sociale», Milano,Poi in Sulle orme di Marx, a partire
dalla seconda edizione (Cappelli, Bologna 19203, pp. 29-37). Ristampato nella
raccolta di saggi Studi sulla rivoluzione russa, a cura del Centro Studi di
Critica Sociale, Morano, Napoli 1968, pp. 21-32. Presenteanche in Umanismo di
Marx. Studi filosofici Leninismo e socialismo, in «Critica sociale», Milano,
XXIX, n. 7,8, 9, aprile-maggio, pp. 76-78, pp. 87-88, pp. 104-106. Confluito
poi nella seconda e nella terza edizione di Sulle orme di Marx, Ristampato
anche in Studi sulla rivoluzione russa, cit., pp. 32-55. Il
socialismo e il momento storico presente, in «Energie Nove», Torino, Poi
inserito nelle prime due edizioni di Sulle orme di Marx: Cappelli, Bologna
1919, pp. 1-13; Cappelli, Bologna 1920, pp. 1-15. Nella terza edizione con un
cambiamento di titolo (Il socialismo dopo la guerra): Cappelli, Bologna Recentemente
anche in M. e la guerra delle idee - Scritti (1917-1919), cit., pp.
123-134. 81. L'insegnamento di Marx, in «Critica sociale», Milano, Saggio
apparso anche come Prefazione alla prima edizione di Sulle orme di Marx. Studi
di marxismo e di socialismo, Cappelli, Bologna 1919, pp. I-VIII. Sulle
orme di Marx. Studi di marxismo e di socialismo, Cappelli, Bologna. Per
una coscienza realistica della storia e della rivoluzione sociale, in «Critica
sociale», Milano, XXIX, n. 24, 16-31 dicembre, pp. 338-343. Ristampato nella
seconda edizione di Sulle orme di Marx, Cappelli, Bologna 19203, pp. 89-99 e
nella 3ª edizione, I volume a pp. 71-81 con il titolo Visioni realistiche e
utopie rivoluzionarie. Presente anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici
1908-1966, cit., pp. 158-168. 1920 Problemi
concreti: la scuola: I. L'azione «pro schola» e la difesa della coscienza
laica, in «Critica sociale», Milano, XXX, n. 2, 16-31 gennaio, pp. 23-26. Campane
d'allarme, in «Il Progresso», Bologna, 17 gennaio, p. 3. Problemi
concreti: II. Il proletariato e la scuola media. La difesa dellafunzione
sociale della finalità educativa della scuola di Stato, in «Critica sociale»,
Milano, XXX, n. 2, 15 marzo, pp. 72-76. Più recentemente in Educazione e
socialismo. Scritti sulla riforma scolastica (dagli inizi del '900 alla Riforma
Gentile), cit., pp. 175-188. Problemi
concreti: III. Linee di un programma d'azione scolastica: a) Premesse generali;
b) il concetto di servizio pubblico e la scuola, in «Critica sociale», Milano,
XXX, n. 7, 1-15 aprile, pp. 108-110. Problemi
concreti: c) L'amministrazione della scuola, in «Critica sociale», Milano, XXX,
n. 8, 16-30 aprile, pp. 125-126. Problemi
concreti: d) La partecipazione del proletariato alla cultura, in «Critica
sociale», Milano, Riportato anche in Libertà della scuola, esame di stato e
problemi di scuola e di cultura, cit., pp. 99-106. Gli
adulatori del proletariato, in «Cultura popolare», Milano,n. 8, agosto, pp.
375-378. Anche in Libertà della scuola, esame di stato e problemi di scuola e
di cultura, cit., pp. 107-112. Intorno
al progetto Rignano, in «Critica sociale», Milano, Recensione a E. di Carlo,
Ferdinando Lassalle, in «Critica sociale», Milano, Ardigò, in «Critica
sociale», Milano, XXX, n. 18, 16-30 settembre, pp. 285-288. Recensione
a G. Bevilaqua, C'è uno spettro in Italia, Modernissima, Milano 1920, in
«Critica sociale», Milano, XXX, n. 18, 16-30 settembre, p. 288. Roberto
Ardigò, in «Il Tempo», 16 settembre. Socialismo
e lezioni della realtà, intervista con Rodolfo Mondolfo, in «Il piccolo della
sera», Trieste, 24 settembre. Il
marxismo e la crisi europea, in «Scientia», XIV, n. 6, 28, dicembre, pp.
457-466. Il problema sociale contemporaneo, relazione al IV congresso
italianodi filosofia, in «Rivista di filosofia», Bologna, vol. XII, n. 4,
ottobre-dicembre, pp. 303-324. Confluito poi in Sulle orme di Marx, Cappelli,
Bologna Parte di questo articolo apparve con il titolo Le condizioni della
rivoluzione, in «Critica sociale», Milano, Anche in Umanismo di Marx.
Studi filosofici 1908-1966, cit., pp. 186-203. 99. Le condizioni della
rivoluzione, in «Critica sociale», XXX, n. 24, 16- 31 dicembre, pp.
374-376. Sulle orme di Marx, 2ª edizione
accresciuta di nuovi saggi, Cappelli, Bologna. La
rivoluzione e il blocco, in «La Giustizia», Reggio Emilia, 11 dicembre, p. 1. Per
la realtà del socialismo, in «La Giustizia», Reggio Emilia, 16 dicembre, p. 1.
1921 103. Le condizioni della rivoluzione, in «La Giustizia», Reggio
Emilia, 1 gennaio, p.1. Martoff
contro Zinovieff e l'antitesi fra socialismo e bolscevismo, in «Critica
sociale», Milano, XXXI, n. 2, 16-31 gennaio, pp. 21-23. Poi in Sulle orme di
Marx, Cappelli, Bologna 19233, pp. 134-140. Ristampato anche in Studi sulla
rivoluzione russa, cit., pp. 55-63. Introduzione
a F. Turati, Le vie maestre del socialismo, Cappelli, Bologna. Forza
e violenza nella storia, Introduzione a S. Panunzio, Diritto, forza e violenza.
Lineamenti di una teoria della violenza, n. III della «Biblioteca di Studi
sociali diretta da R. Mondolfo», Cappelli, Bologna. Pubblicata con l'aggiunta
di alcune note in Sulle orme di Marx, II vol., Cappelli, Bologna 19233, pp.
57-69. Presente anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908-1966, cit.,
pp. 204-215. 1 corsi di esercitazione nelle Università,
in «Educazione nazionale», Roma, n. 1, 1-15 gennaio, p. 11 funzione sociale
della finalità educativa della scuola di Stato, in «Critica sociale», Milano, Più
recentemente in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma scolastica
(dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile), cit., pp. 175-188. Problemi
concreti: III. Linee di un programma d'azione scolastica: a) Premesse generali;
b) il concetto di servizio pubblico e la scuola, in «Critica sociale», Milano, Problemi
concreti: c) L'amministrazione della scuola, in «Critica sociale», Milano, XXX,
n. 8, 16-30 aprile, pp. 125-126. Problemi
concreti: d) La partecipazione del proletariato alla cultura, in «Critica
sociale», Milano, Riportato anche in Libertà della scuola, esame di stato e
problemi di scuola e di cultura, cit., pp. 99-106. Gli
adulatori del proletariato, in «Cultura popolare», Milano,n. 8, agosto, pp.
375-378. Anche in Libertà della scuola, esame di stato e problemi di scuola e
di cultura, cit., pp. 107-112. Intorno
al progetto Rignano, in «Critica sociale», Milano, Recensione
a E. di Carlo, Ferdinando Lassalle, in «Critica sociale», Milano, Ardigò, in
«Critica sociale», Milano, Recensione a G. Bevilaqua, C'è uno spettro in
Italia, Modernissima, Milano 1920, in «Critica sociale», Milano,Ardigò, in «Il
Tempo», 16 settembre. Socialismo e lezioni
della realtà, intervista con Rodolfo Mondolfo, in «Il piccolo della sera»,
Trieste, 24 settembre. Il marxismo e la crisi
europea, in «Scientia», XIV, n. 6, 28, dicembre, pp. 457-466. Il
problema sociale contemporaneo, relazione al IV congresso italiano= • archive.
di filosofia, in «Rivista di filosofia», Bologna, vol. XII, n. 4,
ottobre-dicembre, pp. 303-324. Confluito poi in Sulle orme di Marx, Cappelli,
Bologna Parte di questo articolo apparve con il titolo Le condizioni della
rivoluzione, in «Critica sociale», Milano, XXX n. 24, 16-31 dicembre
1920, pp. 374-376. Anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici Le
condizioni della rivoluzione, in «Critica sociale», XXX, n. 24, 16- 31
dicembre, pp. 374-376. Sulle
orme di Marx, 2ª edizione accresciuta di nuovi saggi, Cappelli, Bologna. La
rivoluzione e il blocco, in «La Giustizia», Reggio Emilia, 11 dicembre, p. 1. Per
la realtà del socialismo, in «La Giustizia», Reggio Emilia, Le condizioni della
rivoluzione, in «La Giustizia», Reggio Emilia, 1 gennaio, p.1. Martoff
contro Zinovieff e l'antitesi fra socialismo e bolscevismo, in «Critica
sociale», Milano, XXXI, n. 2, 16-31 gennaio, pp. 21-23. Poi in Sulle orme di
Marx, Cappelli, Bologna 19233, pp. 134-140. Ristampato anche in Studi sulla
rivoluzione russa, cit., pp. 55-63. Introduzione
a F. Turati, Le vie maestre del socialismo, Cappelli, Bologna. Forza
e violenza nella storia, Introduzione a S. Panunzio, Diritto, forza e violenza.
Lineamenti di una teoria della violenza, n. III della «Biblioteca di Studi
sociali diretta da R. Mondolfo», Cappelli, Bologna. Pubblicata con l'aggiunta
di alcune note in Sulle orme di Marx, II vol., Cappelli, Bologna 19233, pp.
57-69. Presente anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908-1966, cit.,
pp. 204-215. 1 corsi di esercitazione nelle Università,
in «Educazione nazionale», Roma, n. 1, 1-15 gennaio, p. 11.108. Il proletariato
e la scuola, in «La squilla», anno XXI, n. 8, 21-22 gennaio. Recentemente anche
in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma scolastica (dagli inizi del
'900 alla Riforma Gentile), cit., pp. 189- 192. La
scuola e i partiti, in «Il Progresso», Bologna, marzo. I
discorsi di F. Turati ai Congressi Socialisti, in «Critica sociale», Milano, Il saggio corrisponde ad alcuni paragrafi
tratti dalla prefazione di R. Mondolfo a F. Turati, Le vie maestre del
socialismo, Cappelli, Bologna 1921. Collaborazione
e lotta di classe, in «Critica sociale», Milano, XXXI, n. 18, 16-31 settembre,
pp. 276-278. Con alcune modifiche inserito anche Sulle orme di Marx, Cappelli,
Bologna Per la comprensione storica del fascismo,
in «Critica sociale», Milano, Il saggio corrisponde ad alcuni paragrafi (in
particolare il IV e parte del V) dell' introduzione alla raccolta Il fascismo e
i partiti politici italiani, I volume, Cappelli, Bologna 1924. Significato
e insegnamento della rivoluzione russa, in «Critica sociale», Milano, La
contraddizione iniziale; II. La conquista compiuta; La nuova contraddizione
risultante e la progressiva consapevolezza del problema. Ristampati con alcune
modifiche e aggiunte in Studi sulla rivoluzione russa, cit., pp. 67 ss.
Estratto poi in edizione Benporad, Firenze 1922. 1922 114. Significato e insegnamento
della rivoluzione russa, in «Critica sociale», Milano, La rivincita della
realtà; V. L'inevitabile soluzione: dal libero commercio al capitalismo;
VI. La lotta e l'immediato rapporto delle forze; n. 2, 16-31 gennaio, pp.
26-29: VII. L'anello e la catena; VIII. Le nuove condizioni del proletariato e
la sua scissione in gruppi concorrenti; I nuovi problemi del Governo: la
rivalutazione della moneta; Gli insegnamenti: a) non il dissolvimento ma lo
sviluppo è condizionato dalla rivoluzione; b) on ne détruit que ce qu'on
substitue; n. 4, 16-28 febbraio, 61-63: c) Le condizioni di un regime
socialista: produzione e distribuzione; d) I limiti dell'azione politica:
forza ed economia. Ristampato con alcune modifiche in Studi sulla rivoluzione
russa, cit., pp. 126 ss. e pp. 212 ss. 115. La libertà della scuola, in
«Critica sociale», Milano, XXXII, n. 6, 16-31 marzo, pp. 90-95. Riportato
in Libertà della scuola, esame di stato e problemi di scuola e di cultura,
cit., pp. 9-23. Recentemente in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma
scolastica (dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile), cit., pp.
193-208. Scuola e Stato. Lettera a Luigi Miranda,
in «Il Tempo», Roma, 20 aprile. Libertà della scuola, esame di stato e problemi
di scuola e di cultura, cit., pp. 30-32. La
libertà e la scuola, in «Il Tempo», Roma, 16 giugno, p. 3. L'esame
di Stato, in «Critica sociale», Milano, XXXII, n. 12 e 13, 16-31 giugno e 1-15
luglio, pp. 189-192 e pp. 197-202. Riportato anche in Libertà della scuola,
esame di stato e problemi di scuola e di cultura, cit., pp. 35-43. La
formazione storica delle arti e dello spirito umano in Vitruvio, in «L'Arduo»,
Bologna, II, n. 3, giugno, pp. 153-159. Presente anche in Tra teoria sociale e
filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza moderna.
Scritti 1903-1931, cit., pp. 117-123. Sempre
nuove opposizioni al progetto su l'esame di Stato, in «L'istru-zione media»,
Perugia-Bologna-Firenze, n. 18, 15-25 luglio, pp. 1-2. Lettera
a Piero Gobetti, in «La Rivoluzione liberale», Torino, a. 1, n. 22, 16 luglio,
p. 81-82. Ricostruire, in «La Giustizia», 24-25
luglio. Per la comprensione storica del fascismo,
introduzione alla raccolta Il fascismo e i partiti politici italiani, I volume,
Cappelli, Bologna. Per la difesa della
libertà, in «Critica sociale», Milano, XXXII, n. 15, 1-15 agosto, pp.
229-231. 125. Il problema della cultura popolare, in «Critica sociale»,
Milano, XXXII, n. 18, 16-30 settembre, pp. 286-288. 772pp. Il
comunismo è la negazione del marxismo, in «La Giustizia», Milano, 1 ottobre. Libertà
della scuola, esame di Stato e problemi di scuola e di cultura, Cappelli,
Bologna. 1923 Prefazione a S.
Diambrini Palazzi, Il pensiero filosofico di Antonio Labriola, Zanichelli,
Bologna. Educazione e rinnovamento sociale in
Mazzini e in Marx, in «Rivista di filosofia», XIV, n. 1, gennaio-marzo,
pp.7-15. Con alcune modifiche anche in Sulle orme di Marx, Cappelli, Bologna
19233, pp. 142-149. Ora anche in Tra teoria sociale e filosofia politica.
Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza moderna. Scritti 1903-1931, cit.,
pp. 125-133. Mazzini e Marx, in «Critica sociale»,
Milano, Poi confluito in Sulle orme di Marx, Cappelli, Bologna, 19233, pp.
73-104. Il monito delle tradizioni del
Risorgimento nazionale, in «Istruzione media», n. 5, 25 febbraio, p. 1.
Ripubblicato successivamente con il titolo Scuola, patria e libertà, in «La
Giustizia», quotidiano del Partito Socialista Unitario, Milano, n. 52, 2 marzo
1923, p. 2. Più recentemente anche in Educazione e socialismo. Scritti sulla
riforma scolastica (dagli inizi del 900 alla Riforma Gentile), cit., pp,
227-231. Scuola, patria e libertà, in «La
Giustizia», quotidiano del Partito Socialista Unitario, Milano, n. 52, 2 marzo,
p. 2. Il materialismo storico: conferenza
all'Università Proletaria di Milano, in «L'Avanti!», Milano, 13 marzo. Volontà
e necessità nella storia, scambio di lettere tra E. C. Longobardi e R.
Mondolfo, in «L'Avanti!», 25 e 30 marzo. 135. Il materialismo storico, in
«La Rivoluzione liberale», Torino, II, п. 8, 3 aprile, p. 33-34.
Ristampato con l'aggiunta di una nota (datata 1958) in Umanismo di Marx. Studi
filosofici 1908-1966, cit., pp. 217-227. Mentre
la riforma si compie, in «L'istruzione media», n. 9, 5 aprile, p. 1. I
punti oscuri, in «L'istruzione media», n. 15, 25 maggio-5 giugno, p. 1. La
riforma della scuola, in «Critica sociale», Milano, XXXIII, n. 11, 1-15 giugno,
pp. 168-170. Ora anche in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma
scolastica (dagli inizi del '900 alla Riforma Gentile), cit., pp.
233-241. Il problema sociale in Mazzini e Marx, in
«Critica sociale», Milano, Con alcune modifiche confluito in Sulle orme di
Marx, Cappelli, Bologna 19233, pp. 123-137. Scuola
e libertà (Note polemiche), in «Critica sociale», Milano,196. Risposta
all'inchiesta tra scrittori italiani: Dove va il mondo?, Libreria politica
moderna, Roma. Aspetti della crisi contemporanea, in
«Studi politici», anno 1, n. 9-10, settembre-ottobre, pp. 221-224. 143.
La riforma universitaria, in «Critica sociale», Milano, XXXIII, n. 20,
16-31 ottobre, pp. 318-321. Libertà
e funzione sociale della scuola nella riforma Gentile, in «Cultura popolare»,
n. 10-11, ottobre-novembre, rispettivamente a pp. 470-483 e pp. 519-535.
Recentemente anche in Educazione e socialismo. Scritti sulla riforma scolastica
(dagli inizi del 900 alla Riforma Gentile), cit., pp. 243-283. Si
chiedono dati statistici, in «L'istruzione media», n. 26, 5 novembre, p. 1. L'esperimento
russo, in «La Rivoluzione liberale», Torino, II, п. 36, 20 novembre, p. 146. Verso
la scuola confessionale?, in «L'istruzione media», n. 28, 25 novembre, p. 1. Si
chiedono dati statistici, in «L'istruzione media», n. 26, 5 novembre, p. 1. La
lotta di classe in Russia, in «La Rivoluzione liberale», Torino, II, n. 37, 27
novembre, p. 150. 150. Le attività del bilancio, in «Critica sociale»,
Milano, XXXIII, n. 21, novembre, pp. 328-330. Anche in Umanismo di Marx. Studi
filosofici 1908-1966, cit., pp. 328-330. Contadini
e proletariato nella Rivoluzione russa, in «Nuova rivista storica», Milano,
VII, fasc. VI, novembre-dicembre, pp. 541-566. Sulle
orme di Marx, 3ª edizione in due volumi, Cappelli, Bologna: vol. 1 Studi sui
tempi nostri, vol. Il Lineamenti di teoria e di storia critica del marxismo. La
filosofia e l'insegnamento di Francesco Acri (commemorazione nel decennale
della sua morte), in «Rivista di filosofia», XVI, n. 4, dicembre, pp. 289-319. Significato
e insegnamenti della rivoluzione russa, con prefazione di C. Treves, Bemporad,
Firenze. 1924 Contributo
a un chiarimento di idee, in «Critica sociale», Milano, XXXIV, n. 1, gennaio,
pp. 14-16. Ristampato anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908-1966,
cit., pp. 235-241. Il rispetto dei diritti
acquisiti e l'interesse della nazione, in «L'istruzione media», n. 3, 21-31
gennaio, p. 1. Marxismo e revisionismo, in «Libertà»,
quindicinale della gioventù socialista, Milano, n. 4, 18 febbraio. La
filosofia politica in Italia nel sec. XIX, in Raccolta sulla Storia d'Italia
nel secolo XIX, a cura dell'Istituto superiore di perfezionamento pergli studi
politico sociali e commerciali in Brescia, Litotipo editrice, Padova, pp. 82
ss. Dal naturalismo di Feuerbach allo
storicismo di Marx, in «Rivista di psicologia», Bologna, XX, n. 1,
gennaio-marzo, pp. 36-42. Si tratta di un breve estratto da Feurbach e Marx
pubblicato in versione ampliata nella 3ª edizione (vol. II) di Sulle orme di
Marx. Si trova anche in Tra teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo
Mondolfo interprete della coscienza moderna. Scritti Ricordando
Antonio Labriola, in «Critica sociale», Milano, XXXIV, n. 4, febbraio, pp.
61-63. Anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908-1966, cit., pp.
242-246. L'esame di Stato professionale, in
«L'istruzione media», n. 7, 1-10 marzo,p. 1. J.
J. Rousseau, Discorsi e Contratto sociale, a cura di R. Mondolfo, Cappelli,
Bologna. L'idealismo di Jaurés e la funzione
storica delle ideologie, in «Cri-tica sociale», Milano, Ristampato in Tra
teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della
coscienza moderna. Scritti 1903-1931, cit., pp. 143-147. Dopo
il primo esperimento, in «Istruzione media», n. 25 e n. 26, 1-20 e 21-30
settembre, rispettivamente a p. 1 e p. 2. Le
cose più grandi di lui (i programmi degli esami di Stato), in «Istruzione
media», n. 28, 29 e 30, 20 e 30 ottobre e 10 novembre, rispettivamente a p. 1,
pp. 1-2, p. 1. Necrologio di Felice Momigliano, in
«Rivista di filosofia», Torino, XV, n. 1, gennaio-febbraio, pp. 86-87. Prefazione
a F. Dal Monte, Filosofia e mistica in Bonaventura da Bagnorea, Libreria di
scienze e lettere, Roma. 1925 168. Sintomi premonitori in Russia. Nuove
forze politiche in vista, in«Critica sociale», Milano, XXXV, n. 2, 16-31
gennaio, pp. 22-25. Anche in Studi sulla rivoluzione russa, cit., pp.
235-245. 169. Opere scelte di Cesare Beccaria, con introduzione e note a
cura di R. Mondolfo, Cappelli, Bologna. 170. La questione
istituzionale, in «La Rivoluzione liberale», Torino, IV, n. 3, 18
gennaio, p. 9. 171. Francesco Fiorentino, in «Nuova rivista storica»,
Milano, Confluito poi in R. Mondolfo, Da Ardigò a Gramsci, Nuova Accademia,
Milano 1962, pp. 45-97. Discussioni
marxiste, in «La Rivoluzione Liberale», Torino, IV, n. 13, 29 marzo, p. 53.
Anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908- 1966, cit., pp. 248-253. Intorno
ai nuovi concorsi, in «L'Istruzione media», n. 9, 31 marzo, p. 1. I
punti del problema: per definire la discussione marxista, in «La Rivoluzione
Liberale», Torino, IV, n. 17, 26 aprile, p. 69-70. Ristampato in Umanismo di
Marx. Studi filosofici 1908-1966, cit., pp. 254-259. Liberalismo
della vecchia destra, in «Critica sociale», Milano, L'opera di Ferdinande
Lassalle, in «Critica sociale», Milano, Il problema delle classi medie, in
«Critica Sociale», Milano, Uscito anche come opuscolo con un preambolo di
Filippo Turati nell'edizione La Giustizia, Milano 1925. Il
pensiero di Engels e la prassi storica della classe lavoratrice, in «Critica
sociale», Milano, XXXV, n. 14, 16-31 luglio, pp. 162-163. Proletariato
e ceti intellettuali, in «La Giustizia», 15 luglio, p. 3. Beccaria
e Kant, in «Rivista Internazionale di Filosofia del Di-ritto», Genova, anno V,
fasc. IV, ottobre-dicembre, pp. 617-619. Ristampato in Tra teoria sociale e
filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza moderna.
Scritti 1903-1931, cit., pp. 149-151. La
negazione della realtà dello spazio in Zenone di Elea, in «Rendiconti
dell'Istituto Marchigiano di scienze, lettere ed arti», I, pp. 41-49. Poi in
Problemi del pensiero antico, Zanichelli, Bologna 1935, pp. 146-155. Per
la serietà dell'esame di Stato, in «Istruzione Media», Parma, n. 22, 22 agosto,
p. 1 Critiche esagerate?, in «L'istruzione
media», Parma, n. 25, 10 ottobre, p. 1. Veritas
filia temporis in Aristotele, in Scritti filosofici per le onoranze nazionali
di Bernardino Varisco, Vallecchi, Firenze, pp. 235-253. Presente anche in
Momenti del pensiero greco, Morano, Napoli 1964, pp. 1-20. 185. Das
Problem der Mittelklassen in seiner Bedeutung für den Sozialismus in
Italien, in «Archiv für die Geschichte des Sozialismus und der
Arbeiterbewegung», herausgegeben von Carl Grünberg, XII, p. 1 ss.
186. Beccaria filosofo, in «Rivista di filosofia», Torino, XVI, n. 1, dicembre,
pp. 1-11 ss. Tratto dall' introduzione a Opere scelte di Cesare Beccaria,
Cappelli, Bologna 1925. 1926 187. Risposta a un'inchiesta
sull'idealismo, in «Il Baretti», Torino, a. 3., n. 1, gennaio, p.
72. Un cervello maschile, un cuore materno. In
memoria di Anna Kuliscioff, in «Critica Sociale», Milano, XXXVI, n. 1-2, 1-31
gennaio, p. 20. Moto e vuoto, in «Il Baretti», Torino, a.
3, n. 2, febbraio, p. 76. Il
problema etico e culturale del socialismo nei rapporti col movimento
socialista, in «Critica sociale», XXXVI, n. 3, 1-15 febbraio, pp. 36-38. Materialismo,
idealismo, realismo critico-pratico, in «Il Quarto Stato», Milano, I, n. 4, 17
aprile, p. 3. Ristampato anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908-1966,
cit., pp. 261-265. Per la revisione del
bilancio idealistico, in «Il Quarto Stato», Milano, I, n. 21, 21 agosto, p. 3.
Anche in Umanismo di Marx. Studi filosofici 1908-1966, cit., pp. 266-273.
Primum intelligere..., in «Il Quarto
Stato», Milano, I, n. 29, 23 ottobre, p. 1-2. Anche in Umanismo di Marx. Studi
filosofici 1908-1966, cit., pp. 274-276. Dall'esperienza
agricola russa al problema contadino occidentale, in «Critica sociale», Milano,
XXXVI, n. 18-19, 16 settembre-31 ottobre pP. 280-287. Ristampato anche in Studi
sulla rivoluzione russa, cit., pp. 247-271. Diderot,
D'Alambert e il Trattato delle sensazioni, in «L'idealismo realistico», Roma.
1927 Condillac contro Condillac. Critica della
prima parte del Trattato delle sensazioni, in «Rivista di Psicologia», n. 1. Sulla
nozione di progresso, sintesi di una comunicazione al Congresso della Società
per il progresso delle Scienza (sezione scienze filosofiche), in Atti del
Congresso di Bologna. Il trattato delle
sensazioni di Condillac, con introduzione su L'Opera di Condillac, Cappelli,
Bologna. Spinoza e la nozione del progresso umano,
in «Rivista di filosofia», XVIII, n. 3, luglio-settembre, pp. 262-266. Anche in
Tra teoria sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolo interprete della
coscienza moderna. Scritti La polemica di Zenone d'Elea contro il movimento,
parte I, in «Rivista di Filologia e d'istruzione classica», Torino, Confluito
poi con alcune aggiunte in R. Mondolfo, Problemi del pensiero antico, Der
Faschismus in Italien (sotto lo pseudonimo di «Rerum italicarum scriptor»), in
Internationaler Faschismus, herausgegeben von C. Landauer und H. Honegger,
Karlsruhe. La polemica di Zenone d'Elea contro il
movimento, parte II, in «Rivista di Filologia e d'istruzione classica», Torino,
a. VI, n. 56, pp. 78-107. Confluito poi con alcune aggiunte in R. Mondolfo,
Problemi del pensiero antico, Zanichelli, Bologna 1935, pp. 89-145. Fichte,
in «Dizionario di scienze pedagogiche», vol. I, Vallardi, Milano, Confluito poi
nella raccolta Filosofi tedeschi: saggi critici, trad. di L. Bassi, Cappelli,
Bologna Il realismo di Roberto Ardigò, in «Rivista
di filosofia», XIX, n. 2, aprile-giugno, pp. 198-210. Anche in Tra teoria
sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza
moderna. Scritti Nel primo centenario di Roberto Ardigò, in «Rivista
internazionale di filosofia del diritto», Roma, VIII, fasc. III, maggio giugno,
pp. 380-387. 1929 Romagnosi,
in «Dizionario di scienze pedagogiche», vol. II, Vallardi, Milano, Il pensiero
antico. Storia della filosofia greco-romana, esposta con tesi scelti dalle
fonti, Società Editrice Dante Alighieri, Roma-Genova-Milano-Napoli. Sintesi
storica del pensiero antico, Società Editrice Dante Alighieri, Roma-Genova. Rassegne
di storia della filosofia: I. Filosofia del Rinascimento, in «Rivista di
filosofia», XX, Torino, n. 2, aprile-giugno, pp. 159-170. L'antinomia
fondamentale nella visione della vita e della storia di F. Nietzsche, in
«L'idealismo realistico», VI, fasc. 2, pp. 13-18. 211. Die Anfänge der
Arbeiterbewegung in Italien bis 1872 und der Konflikt zwischen Mazzini
und Bakunin, in «Archiv für die Geschichte des Sozialismus und der
Arbeiterbewegung», herausgegeben von Prof. Carl Grünberg, Hischfeld
Verlag, XIV, heft 3, Leipzig, pp. 339- 365. 212. Il superamento
dell'utilitarismo e la coscienza morale nella dottrina epicurea, in «Rendiconto
delle sessioni della R. Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna», vol.
3, Azzoguidi, Bologna. Confluito poi in Problemi del pensiero antico, c
Responsabilità e sanzione nel più antico pensiero greco, in «Civiltà moderna»,
Firenze, II, n. 1, 15 febbraio, pp. 1-16. Poi confluito in Problemi del
pensiero greco, cit., pp. 3-20. 214. Razionalità e irrazionalità della
Storia: per una visione realistica del problema del progresso, in «Nuova
Rivista Storica», Milano, XVI, fasc. 1-II, gennaio-aprile, pp. 1
ss. Collaborazione alla «Encyclopedia of the
Social Sciences» della Columbia University di New York; voci: T. Campanella, A.
Costa. I primordi del movimento operaio in Italia
avanti il 1872 e il conflitto tra Mazzini e Bakunin, in «Nuova Rivista
Storica», anno XIV, fasc. IV-V, luglio-ottobre, pp. 394-412. Trad. it.: Die
Anfänge der Arbeiterbewegung in Italien bis 1872 un Konflikt zwischen Mazzini
und Bakunin (cfr. n. 211). Riproposto poi da Mondolfo in una rivista argentina
nel 1955 (cfr. n. 410). Nella versione italiana, anche in Tra teoria sociale e
filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza moderna.
Scritti Collaborazione alla «Enciclopedia
Italiana» (Istituto Treccani); voce: Giordano Bruno, vita ed opere, religione e
filosofia, dio e l'universo: il monismo, l'etica, vol. VII, pp. 980-984. Nella
sua versione rielaborata Mondolfo ripropone questo articolo in Figure e idee
del Rinascimento, trad. di L. Bassi, La Nuova Italia, Firenze 1963, pp. 35-111.
Recensione a G. Tarozzi, L'esistenza e
l'anima, in «Nuova Rivista Storica», XIV, ottobre. 219. Collaborazione alla
«Enciclopedia Italiana» (Istituto Treccani); voci: Comunismo (esposizione
critica della dottrina e della storia), vol. IX, pp. 29-34; Filone di
Alessandria, vol. XV, p. 352; C. A. Helvétius, vol. XVIII, pp.
450-451. 1931 Collaborazione
alla «Encyclopedia of the social Sciences» della Columbia University di New
York; voci: Epicure and epicureanism, Giuseppe Ferrari, Gaetano Filangeri,
Pasquale Galluppi, Melchiorre Gioia, Gian Vincenzo Gravina, Theodor Karl Grün,
Peter Alexeyevitch, Antonio Labriola. Collaborazione
a «Pedagogia» (Enciclopedia delle Enciclopedie, Formiggini, Roma); voci:
Didattica della filosofia, pp. 305-312; Libertà e Laicità della scuola, pp.
820-835. Entrambi riportati in Educazione e cultura come problemi sociali,
Cappelli, Bologna 1957, pp. 149-161 e pp. 123-147. Comunicazione
al Congresso della Società Italiana per il progresso delle scienze su Criteri
di studio del problema riguardante le origini della filosofia greca. Germi
in Bruno, Bacone e Spinoza del concetto marxistico della storia, in «Civiltà moderna»,
Firenze, anno III, n. 5, 15 ottobre, pp. 921-933. Scritto pubblicato anche in
Germania nel 1932 (cfr. n. 228) e, successivamente, nel 1936 sulla rivista
argentina «Dialéctica» (cfr. n. 277). Recentemente anche in Tra teoria
sociale e filosofia politica. Rodolfo Mondolfo interprete della coscienza
moderna. Scritti 1903-1931, cit., pp. 193-203. Un
educatore scomparso: Giovanni Marchesini, in «La Cultura popolare», XXI, 12,
pp. 467-473. Rapporti tra la speculazione religiosa e
la filosofia nella Grecia antica, I, in «La Nuova Italia», Firenze, II,
dicembre, pp. 463-468. Intorno al contenuto
dell'antica teogonia orfica, in «Rivista di Filologia e d'istruzione classica»,
a. IX, n. 59, dicembre, pp. 433-461.1932 Rapporti
tra la speculazione religiosa e la filosofia della Grecia antica, II, in «La
Nuova Italia», Firenze, III, gennaio, pp. 11-18. Il
concetto della «umwälzende Praxis» e i suoi germi in Bruno e Spinoza, in
«Grünbergs Fetschrift», C. L. Hirschfeld, Leipzig, pp. 365-376. I
Discorsi e il Contratto sociale di J. J. Rousseau, trad. con introduzione e
commento, 2ª edizione, Cappelli, Bologna. Collaborazione
alla «Enciclopedia Italiana» (Istituto Treccani); voci: Antonio Labriola, vol.
XX, pp. 334-335; Internazionale e Internazionalismo, vol. XIX, pp. 394-396. Il
Giansenismo in Italia di A. C. Jemolo, in «Rivista di Filosofia», Torino. Discutendo
il problema dei caratteri differenziali tra filosofia antica e moderna, in
«Rivista di filosofia», Milano, XXII, n. 3, luglio-settembre, PP. 189-209.
Articolo contenente il paragrafo finale della Nota sul genio ellenico, inserita
nell'edizione italiana di E. Zeller-R.Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo
sviluppo storico, Parte I: I Presocratici; vol. 1: Origini, caratteri e periodi
della filosofia greca, La Nuova Italia, Firenze 1932. Nell'edizione del
1951 si trova alle pp. 344-355. 233. Arte e religione in Grecia secondo
gli schemi del neoumanesimo, in «Civiltà moderna», Firenze, IV, n. 2, giugno,
pp. 186-209. Tratto da R. Mondolfo, Nota sul genio ellenico in E.
Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: 1
Presocratici, vol. I: Origini, caratteri e periodi della filosofia greca, cit.
Nell'edizione del 1951 si trova a pp. 336 ss. 234. Nota sulla divisione
in periodi della filosofia greca, in «Archivio di storia della filosofia», a.
I, fasc. 2, aprile-giugno, pp. 156-170. Anche in E. Zeller-R. Mondolfo, La
filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: 1 presocratici, vol. I:
Origini, caratteri e periodi della filosofia greca, La Nuova Italia, Firenze
1951, pp. 375-384. Poi anche in Id., La filosofia dei Greci nel suo sviluppo
storico, Parte I: I presocratici, vol. II: lonici e Pitagorici, La Nuova
Italia, Firene 1938, pp. 27-89. 235. Collaborazione a
«Encyclopedia of the Social Sciences» della Columbia University di New York;
voci: Lucretius, Karl Geory Winkelblech (Karl Marlo). E.
Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: 1
Presocratici, vol. I: Origini, caratteri e periodi della filosofia greca,
traduzione e aggiornamenti, La Nuova Italia, Firenze. Studi
sopra l'infinito nel pensiero dei Greci, in «Memoria della R. Accademia delle
Scienze dell'Istituto di Bologna, classe di scienze morali», serie 3, tomo 6,
Gamberini e Parmeggiani, Bologna 1931- 1932. Pubblicato anche
nell'edizione Azzoguidi, Bologna 1932. 1933 Eternità
e infinità del tempo in Aristotele, in «Giornale Critico della Filosofia
Italiana», Firenze, XIV, pp. 30-43. Il
contributo di Zenone d'Elea alla scoperta dell'infinitesimale, in «Archivio di
storia della filosofia», IX, gennaio. La
preparazione dei greci alla comprensione dell'infinito, in «Civiltà moderna»,
Firenze, V, n. 1, gennaio-febbraio, pp. 1-14. La
concezione dell'Empireo in Platone, in «La Nuova Italia», Firenze, marzo.
242. Il passaggio dal teleologismo al determinismo nella dottrina peripatetica
dell'eternità del mondo, in «Rivista di filosofia», Milano, XXIV, n. 2, aprile-giugno,
pp. 97-109. Articolo tratto da un capitolo della I edizione de L'infinito nel
pensiero dei Greci, Le Monnier, Firenze 1934. Nell'edizione ampliata del
1956 corrisponde a pp. 141-159. L'infinità
divina nelle teogonie greche presocratiche, in «Studi e materiali di storia
delle religioni», Roma, vol. IX, pp. 72 ss. Tratto da L'infinito nel pensiero
dei greci, Le Monnier, Firenze 1934, pp. 271-294. L'infinità
della potenza divina in Aristotele (Dal concetto negativo al concetto positivo
dell'infinito), in «Ricerche religiose», Roma, IX, luglio, Pp. 305-311. Tratto
da L'infinito nel pensiero dei greci, Le Monnier, Firenze 1934. L'infinità
dell'essere in Melisso di Samo (contributi a un processo di riabilitazione), in
«Sophia», Padova, 1, aprile-giugno, pp. 159 ss. L'infinità
divina da Filone ai neoplatonici e ai suoi precedenti, in «Atene e Roma»,
Firenze, Le Monnier, anno I, serie III, n. 3, luglio-settembre, pp. 192-200.
Articolo rielaborato tratto L'Infinito nel pensiero dei greci, Le Monnier,
Firenze, 1934. L'infinità del numero dai Pitagorici a
Platone e ad Archimede, in «Archivio di filosofia», Roma, fasc. 2,
aprile-giugno, pp. 68-79. «Prassi
che rovescia» o «Prassi che si rovescia»?, in «Rivista internazionale di
filosofia del diritto», Roma, XIII, fasc. VI, pp. 743 ss. Scritto che viene
successivamente inserito da Mondolfo in Il materialismo storico in Federico
Engels (1952). Nella successiva riedizione del 1973 si trova alle pp. 401-403. Collaborazione
alla «Enciclopedia italiana»; voce: Materialismo storico, vol. XXII, pp.
563-564; Il contratto di lavoro nella voce Il lavoro, in XX, pp. 663-665. Collaborazione
alla «Encyclopedia of the Social Sciences» della Columbia University di New
York; voce: Paolo Paruta. Lezioni
di storia della filosofia svolte dal chiar. prof. Rodolfo Mondolfo durante
l'Anno accademico 1933-34, a cura di S. Bortolotti e E. Wittig Universita di
Bologna, Facoltà di Lettere e filosofia, Bologna. 1934 La
genesi storica della filosofia presocratica, in «La Nuova Italia», Firenze, 20
marzo, pp. 82-94. Prefazione al libro di
G. Fontanesi, Il problema filosofico dell'amore nell'opera di Leone ebreo,
Libreria Emiliana, Venezia, pp. I-XIII. Problema
umano e problema cosmico nella formazione della filosofia greca, Memoria
presentata all'Accademia delle Scienze di Bologna nella sessione del 17 marzo,
Azzoguidi, Bologna, pp. 1-32. Anche in Problemi del pensiero antico, cit., pp.
23-85. 785 255. Note sull'eleatismo: a proposito degli Studi
sull'eleatismo di G. Calogero, in «Rivista di filologia e d'istruzione
classica», Torino, a. XII, n. 62, giugno, pp. 209-228. Poi in Problemi
del pensiero antico, Zanichelli, Bologna 1935, pp. 156-185. 256. I
problemi dell'infinità numerica e dell'infinitesimo in Aristotele, in
«Rivista di filosofia», Milano, XXV, n. 3, luglio-settembre, pp. 210-
219. Tratto da L'infinito nel pensiero dei greci, Le Monnier, Firenze
1934. Caratteri e sviluppi della filosofia
presocratica, in «Sophia», Roma, luglio-settembre, pp. 274-288. La
giustizia cosmica secondo Anassimandro ed Eraclito, in «Civiltà moderna»,
Firenze, vol. VI, n. 5-6, settembre-dicembre, pp. 409-424. L'infinito
nel pensiero dei Greci, Le Monnier, nella Collezione di «Studi filosofici»
diretta da G. Gentile, Firenze. Recensioni
in «Pan»: A. Rosemberg Storia del bolscevismo da Marx ai giorni nostri,
Sansoni, Firenze, in «Rivista internazionale di filosofia del diritto»; N.
Festa, I frammenti degli stoici antichi, vol. I, Laterza, Bari 1932; G. Della
Valle, Tito Lucrezio Caro e l'epicureismo campano, Accademia Pontaniana, Napoli
1933; Id., Dove nacque T. Lucrezio Caro?, Stab. industrie editoriali
meridionali, Napoli 1933, in «Sophia»; G. Pasquali, Pagine stravaganti di un
filologo, Carabba, Lanciano 1933; Conte di Gobineau, Il rinascimento, trad. di
F. Gentile Tarozzi, Cappelli, Bologna 1933, in «Civiltà moderna»; G. Mayer,
Friederich Engels: Eine Biographie, M. Nijhoff, Haag 1934; Marx-Engels,
Historische, Kritische, Gesamtausgabe Werke Schriften, Briefe, Berlin, in
«Rivista di filosofia»; C. Ottaviano, Joachimi abbatis liber contra
Lombardorum, Reale Accademia d'Italia, Roma 1934. 261. Collaborazione
alla «Enciclopedia italiana»; voce: Movimento Operaio, vol. XXV, pp.
402-405. 1935 262. Francesco Fiorentino e il positivismo, in AA.VV,
Onoranze a F. Fiorentino nel cinquantenario della sua morte, Morano,
Napoli, pp. 81- 97. 263. Infinità dell'istante e infinità
soggettiva nel pensiero degli antichi, in «Giornale critico della filosofia
italiana», Firenze, 16, pp. 205- 234. Successivamente in Problemi del
pensiero antico, cit., pp. 207- 250. Inserito poi nella V parte de
L'infinito nel pensiero dell'antichità classica, cit. 264. La
genesi e i problemi della cosmogonia di Talete, in «Rivista di filologia e
d'istruzione classica», Torino, XIII, n. 63, giugno, pp. 145- 167.
265. Physis e theion: intorno al carattere e al concetto centrale della
filosofia presocratica, in «Atene e Roma», Firenze, Le Monnier, serie III, a.
III, n. 2, aprile-giugno, pp. 81-100. Il
principio universale di Anassimandro, in «Civiltà moderna», Firenze,
luglio-agosto, pp. 344-354. Questioni
di storia della scienza greca, in «Rivista di filosofia», Torino, XXVI, n. 23,
luglio-settembre, p. 246-257. L'infinito
e le antinomie logiche nel pensiero greco, relazione al «Congresso della
Società italiana per il progresso delle scienze», tenutosi a Palermo il 12-18
ottobre, Società italiana per il progresso delle scienze, Roma. Confluito poi
in R. Mondolfo, I problemi del pensiero antico, Zanichelli, cit., pp. 251-265. Collaborazione
alla «Enciclopedia italiana dell'Istituto Treccani»; voci: Sindacalismo,vol.
XXXI, pp. 830-832; Socialismo, vol. XXXI, PP. 990-997; Scienza (classificazione
delle scienze e storia della scienza), vol. XXXI, pp. 156-157. Problemi
del pensiero antico, Zanichelli, Bologna 1935. Lezioni
di storia della filosofia, a cura di E. Zambrini, Università di Bologna,
Facoltà di lettere e filosofia, Bologna. Lezioni
di filosofia moderna: Benedetto Spinoza, tenute dal Chiar.mo Prof Rodolfo
Mondolfo nell'anno 1935-1936, a cura di G. C. Cavalli, GUF G. Venezian,
Bologna. 1936 Gli
albori della filosofia in Grecia, in «La Nuova Italia», Firenze, gennaio. Feuerbach
y Marx. La dialéctica y el concepto de la historia, trad. di M. P. Alberti,
Claridad, Buenos Aires. Su una
presunta affermazione antica della sfericità terrestre e degli antipodi, in
«Archeion», vol. XVIII, n. 1, gennaio-marzo, pp. 7-17. Anaximenea,
in «Rivista di Filologia e d'istruzione classica», Torino, XIV, n. 64, marzo,
pp. 15-26. Gérmenes en Bruno, Bacon y Espinoza de la
concepción marxista de la historia, in «Dialéctica», Buenos Aires, abril. Per
Diogene d'Apollonia, in «Rivista di filosofia», Torino, XXVII, 3,
luglio-settembre, pp. 189-197. Gli
atomisti antichi, in «Il Lavoro», 21 settembre, p. 3. Formes
et tendences actuelles du mouvement philosophique en Italie (in collaborazione
con il Prof. Limentani della R. Università di Firenze), in «Revue de Synthèse»,
XII, n. 2, octobre, Paris, pp. 141- L'utopia
di Platone, in «Il Lavoro», 17 novembre, p.3. Aristotele
ed Epicuro, in «La Nuova Italia», Firenze, dicembre, pp. 273-279. 1937 Echi
del centenario di Romagnosi, in «Il Lavoro», 22 gennaio, p. 3 La
vitalità di Aristotele, in «Il Lavoro». La
filosofia antica in terra d'Africa e le tendenze del soggettivismo. Estratto da
Atti della XXV Riunione della SIPS a Tripoli, Raduno coloniale della scienza
italiana, 1-7 novembre 1936. Relazione Congresso della Società per il
progresso delle scienze (Tripoli). Problemi
della cosmologia di Anassimandro, in «Logos», Napoli, XX, fasc. I,
gennaio-marzo, pp. 14-30. Da una Nota sulla cosmologia e la metafisica di
Anassimandro introdotta come aggiornamento nel Il vol. dell'edizione italiana
de E.Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte
I: I Presocratici, Il vol.: lonici e Pitagorici, La Nuova Italia, Firenze,
1938, pp. 190 ss. Ancora sull'infinito e
gli antichi, in «Sophia», V, 1-2, gennaio- giugno, pp. 146-152. La
prima affermazione della sfericità della terra. Nota dell'accademico effettivo
prof Rodolfo Mondolfo, comunicata il 12 dicembre, in «Rendiconti delle sessioni
della R. Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna. Classe di scienze
morali», serie IV, 1, Bologna, Tip. Azzoguidi, p. 18. Trad. it con l'aggiunta
di una postilla in Momenti del pensiero greco e cristiano, cit., pp.
101-117. Collaborazione all'«Enciclopedia italiana
Treccani»; voci: Unità, Universo (nella storia della filosofia), vol. XXXIV,
pp. 714 e 744. Per l'interpretazione di F. Fiorentino, in
«Archivio di storia della filosofia italiana», I, VI, 1, p. 32. Sui
frammenti di Filolao (contributo a una revisione del processo di falsità), in
«Rivista di Filologia e d'istruzione classica», XV, n. 65, p. 225-245. Platone
e la storia del pitagorismo, in «Atene e Roma», Firenze, Le Monnier, serie III,
a. V, n. 4. ottobre-dicemre, pp. 235-251. Tratto da una Nota sulle fonti della
nostra conoscenza e ricostruzione storica del Pitagorismo, in E. Zeller-R.
Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, pp. 313 ss. Forme
e tendenze attuali del movimento filosofico in Italia, (in collaborazione con
il Prof. Limentani della R. Università di Firenze), in «Logos», Napoli, XX, pp.
189-215.1938 L'origine dell'ideale filosofico della
vita. Comunicazione del socio Rodolfo Mondolfo, presentata nella seduta del 26
maggio 1938, in «Rendiconti delle sessioni della R. Academia delle scienze
dell'Istituto di Bologna. Classe di scienze morali», serie V, I, Azzoguidi,
Bologna, pp. 121-144. E. Zeller-R. Mondolfo,
La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: 1 Presocratici, vol.
Il: lonici e Pitagorici, La Nuova Italia, Firenze. Intorno
ad Epicarmo, in «Civiltà moderna», Firenze, I, X, n. 2-3, marzo-giugno, pp.
133-143. L'unità del pitagorismo, in «La Nuova
Italia», Firenze, giugno. 1940 Origen
y sentido del concepto de cultura humanista, para la inauguración de cursos del
Istituto de Humanidades de la Universidad Nacional de Córdoba, El Sol, La
Plata, pp. 21-36. Historia y filosofia,
in «Sustancia», Tucumán, a. I, n. 4, marzo, pp. 530-545. Trad. it. in Alle
origini della filosofia della cultura, trad. di L. Bassi, Il Mulino,
Bologna 1956, pp. 164-187. 300. El materialismo histórico en Federico
Engels, version castellana de A. Mantica, Libreria y Editorial Ciencia,
Rosario, vol. di pp. 362. 301. R. Descartes, Discorso sul metodo, a cura
di R. Mondolfo e E. Garin, Sansoni, Firenze, pp. XXXIII-104. La
traduzione e le note di Rodolfo Mondolfo vennero pubblicate anonime in
questa prima edizione, mentre ricompaiono nelle ristampe successive al
1946. 302. R. Descartes, Principi di filosofia, a cura di R. Mondolfo e
E. Garin, Sansoni, Firenze, pp. XXXIII-82. La traduzione e le note di Rodolfo
Mondolfo vengono pubblicate anonime in questa prima edizione, mentre
ricompaiono nelle ristampe successive al 1946. 1941 Sócrates,
edición de la Universidad Nacional de Córdoba, Córdoba. Anche in Moralistas
griegos. La conciencia moral de Homero a Epicuro, Imán, Buenos Aires 1941. Sugestiones
de la técnica en las concepciones de los naturalistas presocráticos, in
«Archeion» de la Universidad Nacional del Litoral, XXIII, n. 1, julio, pp.
36-52. Trad. it di L. Bassi: Suggestioni della tecnica nelle concezioni dei
naturalisti presocratici, in Alle origini della filosofia della cultura,
introduzione di R. Treves, Il Mulino, Bologna 1956, pp. 87-106. 305.
Moralistas griegos. La conciencia moral de Homero a Epicuro, Imán, Buenos
Aires. Trad. it. accresciuta a cura di V. E. Alfieri, Moralisti greci. La
coscienza morale da Omero a Epicuro, Ricciardi, Napoli-Milano 1960.
306. Espíritu revolucionario y conciencia histórica, in «Revista Mexicana de
Sociología», Universidad Nacional Autónoma de México, vol. 3, n. 4, 1 dicembre,
pp. 71-86. 1942 El
pensamiento antiguo, historia de la filosofia greco-romana, 2 vol., Losanda,
Buenos Aires. El problema del conocimiento desde los
presocráticos hasta Aristóteles, Publicaciónes del Instituto de Humanidades de
la Universidad Nacional de Córdoba, n. 19, Córdoba. La
teoría del sentido interior en San Agustín y sus antecedentes griegos, in
«Insula», Buenos Aires. Trad. it. in Momenti del pensiero greco e cristiano,
cit., pp. 59-84. Espíritu revolucionario y conciencia
histórica, in «Revista mexicana de Sociología» e nel «Boletín del Instituto de
Sociología de Bueons Aires», pp. 43-55. La
antinomia del espíritu innovador, in «Sustancia», n. 9, Tucumán, pp. 12- La
filosofia política de Italia en el siglo XIX, Imán, Buenos Aires. En
los orígenes de la filosofía de la cultura, Imán, Buenos Aires. En
el centenario de Galileo, in «Sur», Buenos Aires, 2, 97-99, octubre-diciempre,
pp. 86 e pp. 90. 1943 La
crítica escéptica de la causalidad, in El problema de la causalidad,
Publicaciones del Instituto de Humanidades de Córdoba. El
genio helénico y los caracteres de sus creaciones espirituales, Cuadernos de la
Facultad de Filosofía y Letras de Tucumán, Tucumán. Roberto
Ardigó y el positivismo italiano, in «Sustancia», Tucumán, n. 13. Naturaléza
y cultura en la formación de la filosofía griega, Publicaciones del Instituto
de Humanidades, n. 25, Córdoba. Rousseau
y la consciencia moderna, Imán, Buenos Aires. Campanella
y Descartes, in «Estudios de Filosofía», Universidad Nacional de Córdoba. La
filosofía de la historia de Fernando Lassalle, in «Revista mexicana de
Sociología», Universidad Nacional Autónoma de México, vol. 5, n. 3, pp.
343-381. Traducción de Carmelo di Bruno del original italiano. E.
Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: 1
Presocratici, vol. I: Origini, caratteri e periodi della filosofia greca, 2ª
edizione, La Nuova Italia, Firenze. 1944 323. El pensamiento de Galileo y
sus relaciones con la filosofía y la ciencia antiguas, Publicaciones del
Instituto de Humanidades, n. 33, Córdoba. 30. La
filosofía de Giordano Bruno, trad. Ricardo Resta, in «Minerva», Buenos Aires,
a. 1, vol. 1, mayo-junio. La
ética antigua y la noción de conciencia morale, Imprenta de la Universidad
Nacional de Córdoba, Publicaciónes del Instituto de Humanidades, n. 41,
Córdoba, pp. 31. Misión de la cultura humanista, in
«Papales», Buenos Aires. Determinismo
contra volontarismo en la filosofia de Nietzsche, in «Minerva», Buenos Aires,
II, n. 4. Anche Ensayos críticos sobre filósofos alemanes, Imán, Buenos Aires
1946, pp. 143-165. Trad. it. Determinismo contro volontarismo nella filosofia
di F. Nietzsche, in Filosofi tedeschi: saggi critici, trad. di L. Bassi,
Cappelli, Bologna 1958, pp. 145-164. La
politica y la utopía de Campanella. La Ciudad del Sol, in «Revista mexicana de
Sociología», Universidad Nacional Autónoma de México, vol. 6, n. 2, Mayo -
Augosto, pp. 213-223. Origen del ideal
filosófico de la vida, in «Revista de estudios clásicos de la Universidad de
Cuyo», Mendoza, n. 1, p. 47-78. Inserito successivamente in R. Mondolfo, En los
orígenes de la filosofía del la cultura, Libreria Hachette, Buenos Aires 19603,
pp. 281 ss. 1945 La trascendencia
extratemporal divina y la infinitud temporal en el período religioso de la
filosofía griega, in «Philosophia», Mendoza, Universidad de Cuyo, II, n. 2-3,
pp. 7-12. Eternidad e infinitud del tiempo en
Aristóteles, Publicaciones del Instituto de Filosofía y Humanidades, n. 44.
Pubblicato nella «Revista de la Universidad Nacional de Córdoba», año 32, n. 2.
El infinito y las antinomias lógicas de la
filosofia antigua, «Publicaciones del Instituto de Humanidades», n. 45,
Córdoba. El primer fragmento de Heráclito: texto,
traduccion y comentario, in «Revista de la Universidad de Buenos Aires», tomo
V, a. III, n. 3-4, julio-diciembre, pp. 43-50. El
pensamento antiguo, 2ª edición revis., Losanda, Buenos Aires. Sobre
la pena de muerte (Kant contra Beccaria), in «Bebel», Santiago del Chile, n.
27, pp. 97 ss. 1946 Bibliografia
de G. Bruno, in «Philosophia», Mendoza, Univer- sidad de Cuyo, 3, pp. 39-55. La
infinitud del espiritu en la filosofia antigua, Universidad Nacional de
Córdoba, Publicaciones del Instituto de Filosofía y Humanidades, Córdoba, n.
49, pp. 955-976. Qué es el materialismo histórico, in
«Babel», Santiago del Chile, n. 31, pp. 36 ss. 339. Prólogo a W. A.
Heidel, La edad heroica de la ciencia, Espasa Calpe, Buenos Aires. Cesar
Beccaria y su obra, Depalma, Buenos Aires, pp. 117. Trad. it con ampliamenti ed
aggiunte: Cesare Beccaria, La Nuova Accademia, Milano 1960. R.
Descartes, Discorso sul metodo, a cura di E. Garin e R. Mondolfo, Sansoni,
Firenze, 2ª edizione. R. Descartes, Principi
di filosofia, a cura di E. Garin e R. Mondolfo, Sansoni, Firenze, 2ª edizione. Il
problema del male in Agostino e nell'agostinismo, conferenza tenuta nell'aula
magna dell'Università di Montevideo il 31 agosto. Confluita in Momenti del
pensiero greco e cristiano, cit., pp. 85-97. 1947 344. Ensayos
críticos sobre filósofos alemanes, Imán, Buenos Aires. Trad. it a cura di L.
Bassi, Filosofi tedeschi: saggi critici, Cappelli, Bologna 1958. La
idea de progreso humano en G. Bruno, in «Babel», Santiago del Chile, n. 39, pp.
97 ss. Tres filósofos de Rinascimiento: Bruno,
Galileo, Campanella, Losanda, Buenos Aires. Poi rifuso in Figuras e ideas de la
Filosofía del Rinacimento, Losada, Buenos Aires 1955. San
Augustín y el problema del mal en el neoplatonismo cristiano, in «Revista de la
Facultad de Humanidades y Ciencias de Montevideo», n. 1, pp. 127-135.
1948 348. Interpretaciones de Heráclito en el último medio siglo, prólogo
a O. Spengler, Heráclito, Espasa-Calpe, Buenos Aires. Interpretaciones
italianas del materialismo histórico, in «Cultura italiana», Buenos Aires.
Trad. it: Il materialismo storico nelle interpre-tazioni italiane, in «Critica
sociale», Milano, XL, n. 3, pp. 54-58. Voluntarismo
y pedagogia de la acción en Mazzini y en Marx, in «Babel», Santiago del Chile,
n. 44, pp. 72 ss. La idea de cultura en
el Rinacimiento italiano, in «Jornadas de centro de cultura italiana», Tucumán,
Universidad Nacional, 1, n. 1, pp. 1-20. Poi in Figure e idee del Rinascimento,
La Nuova Italia, Firenze, Die Klassische Philosophie in Latein-Amerika, in
«Universitas», Stuttgart. Problemas
y métodos de la investigación en historia de la filosofia, Cuadernos de
Instituto de Universidad Nacional de Tucumán, Tucumán. Sulle
orme di Marx, 4ª edizione, Cappelli, Bologna. Le
sujet humain dans la philosophie antique, in AA. VV., Proceedingof the Tenth
International Congress of Philosophy, North-Holland Publishing Co., Amsterdam
1949, pp. 1065-8. Voluntad
y conocimiento en Heráclito, in «Notas y estudios de filosofía», Tucumán, Spinoza
y la noción de progreso humano, in «Bebel», Santiago de Chile, n. 52, pp. 227
ss. R. Descartes, Discorso sul metodo, a cura
di E. Garin e R. Mondolfo, 3ª edizione, Sansoni, Firenze. R.
Descartes, Principi di filosofia, a cura di E. Garin e R. Mondolfo, 3ª
edizione, Sansoni, Firenze. El
hombre como sujeto espiritual en la filosofía antigua, in Actas de primer
Congreso Nacional de Filosofía, tomo III, Mendoza, Universidad Nacional de
Cuyo. 1950 361. L'utopia di Campanella, in «Studi in onore di Gino
Luzzatto», Giuffrè, Milano. J. J.
Rousseau, Discorsi e Contratto sociale, a cura di R. Mondolfo, 3ª edizione,
Cappelli, Bologna. Il pensiero antico.
Storia della filosofía greco-romana, esposta con testi scelti dalle fonti, 2ª
edizione, La Nuova Italia, Firenze. Il
metodo di Galileo e la teoria della conoscenza, in «Rivista di filo-sofia»,
Torino, XLI, fasc. 4, ottobre-dicembre, pp. 375-389. Publicato
contemporaneamente in lingua spagnola (cfr. n. 366). Confluito poi in R. Mondolfo,
Figure e idee del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze 1963, pp. 291-313. Ensayos
sobre el Renacimiento italiano, Universidad Nacional de Tucumán, Instituto de
filosofía, Tucumán. El método de Galileo y
la teoría del conocimiento, in Actas de la Academia de Ciencias Culturales y
Artes de la Universidad Nacional de Tucumán, Tucumán, 1, pp. 9-27. Trabajo
manual y trabajo intelectual desde la antigüedad hasta el Renacimiento, in
«Revista de historia de las ideas de la Universidad Nacional de Tucumán»,
Tucumán, n. 1, pp. 5-25. Lavoro
manuale e lavoro intellettuale dall'antichità al Rinascimento, in «Critica
sociale», Milano, Ristampato in Alle origini della filosofia della cultura, a
cura di R. Treves, Il Mulino, Bologna 1956, pp. 125-149. Successivamente anche
in Polis, lavoro e tecnica, introduzione e cura di M. V. Ferriolo, Feltrinelli,
Milano 1982, pp. 51-71. 369. La filosofia dei Greci nel suo sviluppo
storico, Parte I: I presocratici, vol. Il: Ionici e Pitagorici, 2ª edizione, La
Nuova Italia, Firenze. 1951 370. Lo humano y lo subjetivo en el
pensamiento antiguo, in «Notas y estudios de filosofía», Tucumán, Sobre una interpretación reciente de
Anaxagoras y los eleatas, in «Notas y estudios de filosofía», Tucumán, Preparación
profesional e investigación científica, in La universidad del siglo XX,
Universidad Nacional de San Marcos, Lima, pp. 333- 342. Trad. it. in
Educazione e cultura come problemi sociali, cit., pp. 46- 58. La
reminiscencia platónica y la actividad del espíritu, in «Actas del Congreso de
filosofía en Lima» y «Revista de la Universidad Nacional de S. Agustín de
Arequipa». Reseñas en «Notas y estudios de
filosofía», sobre: M. Dal Pra, La storiografia filosófica antica; C. Moeller,
Sagesse grecque etparadoxe chrétien; A. Nogueira, Universo, 1951-52. E.
Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: I
Presocratici, vol. I: Origini, caratteri e periodi della filosofia greca, 3ª
edizione, La Nuova Italia, Firenze. 797 1952 376. El pensamiento
antiguo. Tomo I: Desde los orígines hasta Platón. Tomo II: Desde
Aristóteles hasta neoplatónicos, 3ª edizione, Losanda, 2 tomos, Buenos
Aires. 377. El infinito en el pensamiento de la antigüedad clásica, trad.
de F. Gonzáles Ríos, Ediciones Imán, Buenos Aires. La filosofía como problematicidad y el
historicismo, in «Philosophia», Universidad Nacional De Cuyo, Mendoza, Trad.
it: La filosofia come problematicità e lo storicismo, in «Il Dialogo», II, n.
5, ottobre, pp. 43-64. Il
materialismo storico in F. Engels, 2ª edizione italiana, La Nuova Italia,
Firenze. Leonardo teórico del arte y de la ciencia,
in «Sur», Buenos Aires, Eduard Zeller y la historia de la filosofía, in «Notas
y estudios de filosofía», Tucumán, 5, n. 12, octubre-diciembre, pp. 369-381. Intorno
alla gnoseologia di Democrito, «Rivista critica di storia della filosofia»,
Milano, a. VII, fasc. 1, gennaio-febbraio, pp. 1-18. Articolo presente con
alcune modifiche anche in un capitolo di La comprensione del soggetto umano
nell'antichità classica, trad. di L. Bassi, La Nuova Italia, Firenze 1958, pp.
267-297. 383. Problemi e metodi di ricerca nella storia della filosofia,
La Nuova Italia, Firenze. 1953 I
cirenaici e i raffinati del Teeteto platonico, «Rivista di filosofia», Torino,
XLIV, n. 2, aprile, pp. 127-135. Tratto da La comprensione del soggetto umano
nell'età classica, cit., pp. 297-310. Il
valore del lavoro nel riconoscimento di Senofonte, Platone ed Aristotele, in
«Critica sociale», Milano, Trabajo y conocimiento según Aristóteles, in «Imago
mundi», Buenos Aires, 1, n. 1, pp. 14-22. L'unité
du sujet dans la gnoséologie d'Aristóte, in «Revue philosophique», Paris, 78,
luglio settembre, pp. 359-378. Platón
y el concepto unitario de cultura humana, in «Humanitas», Universidad Nacional
de Tucumán, a. 1, n. 1, pp. 15-24; nella versione italiana: Platone e il
concetto unitario di cultura umana, in Scritti di sociologia e politica in
onore di Luigi Sturzo, II, Zanichelli, Bologna, pp. 569-580. Dos
textos de Platón sobre Heráclito, in «Notas y estudios de filosofía», Tucumán,
4, pp. 233-244. Leonardo teorico dell'arte e della
scienza, in «II Ponte», Firenze, IX, fasc. 8, pp. 1221-1238. Campanella
y su utopía, prólogo a T. Campanella, La Ciudad del Sol, Losada, Buenos Aires. Breve
historia del pensamiento antiguo, Losada, Buenos Aires, 1953-54. La
valoración del trabajo en la Grecia antigua hasta Sócrates, in «Revista de
economía», Córdoba, IV, n. 9, tomo 3, enero-junio, pp. 5-20. 1954
394. The greek attitude to manual labour, in «Past & Present»,
London, n. 6, november, pp. 1-5. Rousseau
e la coscienza moderna, La Nuova Italia, Firenze. Trad. it. di Rousseau y la
consciencia moderna, Imán, Buenos Aires 1944. Cultura
e libertà nel pensiero di Croce, in «Critica sociale», Milano, XLVI, n. 5, 5
marzo, pp. 77-80. Riportato in R. Mondolfo, Educazione e cultura come problemi
sociali, cit., pp. 91-104. Titolo originale Cultura y libertad en el
pensamiento de B. Croce, in AA.VV, Homenaje a Benedetto Croce en el primer
aniversario de su fallecimiento, de la Facultad de Filosofía y Letras de Buenos
Aires, 1956, pp. 202-212. Seneca
e l'infinità del progresso spirituale, in «Critica sociale», Milano, aprile. La
divisione del lavoro e il compito sociale dell'educazione, in «Critica
sociale», Milano, XLVI, n. 11, 5 giugno, pp. 172-173. Riportato anche in R.
Mondolfo, Educazione e cultura come problemi sociali, cit., pp. 35-43. Séneca
y la infinitud del progreso espiritual, in «La Torre», de la Universidad de
Puerto Rico, n. 5, pp. 63-74. Il
problema di Cratilo e l'interpretazione ai Eraclito, in «Rivista critica di
storia della filosofía», Milano, IX, n. 3, pp. 221-231. La
conciencia moral en Sócrates, Platón y Aristóteles, in «Humanidades», de la
Universidad Nacional de La Plata, n. 34, Seccíon Filosofía, pp. 7-29.
402. Figuras e ideas de la filosofía del Renacimiento, Losada, Buenos
Aires. Trad. it. a cura di L. Bassi: Figure e idee della filosofia del
Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze 1963. 403. El problema de Cratilo
y la interpretación de Heráclito, in «Anales de Filología Clásica», Buenos
Aires, Universidad de Buenos Aires, VI, pp. 157-174. 1955 J.
J. Rousseau, Discorsi e Contratto sociale, a cura di R. Mondolfo, 4ª edizione,
Cappelli, Bologna. Educazione e democrazia
nel pensiero socialista, in «Critica sociale», Milano, XLVII, n. 3, 5 febbraio,
pp. 41-45. Historia de la filosofía e historia de la
cultura, in «Imago mundi», Buenos Aires, marzo. Trad it. Storia della filosofia
e storia della cultura, in Educazione cultura come problemi sociali, cit.,
163-176. Intorno a Gramsci e alla filosofia della
prassi, in «Critica sociale», Milano, XLVII, n. 6, 20 marzo, pp. 93-94; n. 7, 5
aprile, pp. 105- 108; n. 8, 20 aprile, pp. 123-127. Pubblicato anche in un
opuscolo nell'edizione di «Critica sociale», Milano 1955, con prefazione di
E. Bassi. Successivamente compreso nel volume Da Ardigò a Gramsci, Nuova
Academia, Milano 1962, pp. 139-190. Ristampato anche in Umanismo di Marx. Studi
filosofici Antologia di Aristotele, La Nuova Italia, Firenze. La
comprensión del sujeto humano en la cultura antigua, Imán, Buenos Aires. Trad.
it. a cura di L. Bassi, La comprensione del soggetto umano nell'antichità
classica, La Nuova Italia, Firenze 1958. Giuseppe
Mazzini y los orígenes del movimiento obrero en Italia hasta 1872. El conflicto
entre Mazzini y Bakunin, in «Cuadernos de la cultura de Italia», Buenos Aires, Sócrates,
Colección filósofos y sistemas, Losange, Buenos Aires. Edizione ampliata
de Sócrates, edición de la Universidad Nacional de Córdoba, Cordoba 1941. Trad.
it. in I moralisti greci. La coscienza morale da Omero a Epicuro, Ricciardi,
Milano-Napoli 1960, pp. 65-136. Lavoro
e conoscenza nelle concezioni dell'antichità classica, «Sag-giatore», Torino.
Poi in Educazione e cultura come problemi sociali, Successivamente anche in
Polis, lavoro e tecnica, a cura di M. V. Ferriolo, cit., pp. 72-91. Espíritu
revolucionario y conciencia histórica, Ediciones Populares Argentinas, Buenos
Aires. Evolución del socialismo, Ediciones
Populares Argentinas, Buenos Aires. Historia
de la Universidad de Bologna, in «La Torre», Puerto Rico, Universidad de Puerto
Rico, 3, 12, ottobre-dicembre, pp. 45 ss. Trad. it. Storia dell' università di
Bologna, in «La vita italiana», nel volume Estudios italianos en la Argentina,
publicado dal Centro di studi italiani, Buenos Aires Cultura y libertad en el
pensamiento de B. Croce, in AA.VV, Homenaje a Benedetto Croce en el primer
aniversario de su fallecimiento, de la Facultad de Filosofía y Letras de Buenos
Aires. Trabajo y conocimiento en las concepciones
de la antigüedad clásica, in «Cuadernos Americanos», México, Universidad
Nacional Autónoma de México, Titolo originale: Lavoro e conoscenza nelle
concezioni dell'antichità classica, in «Saggiatore» Torino. Storia
dell'università di Bologna, in «La vita italiana», nel volume Estudios
italianos en la Argentina, publicado dal Centro di studi italiani, Buenos Aires
1956. Anche in Educazione e cultura come problemi sociali, L'infinito nel
pensiero dell'antichità classica, La Nuova Italia, Firenze. El
genio helénico: formación y caracteres, Editorial Columba, Buenos Aires. La
ciencia de la lógica de Hegel, trad. de Augusta y Rodolfo Mondolfo, prólogo de
R. Mondolfo, 2 tomos, Hachette, Buenos Aires. La
división del trabajo y la tarea de la educación, en «Estudios sociológicos» (IV
congreso de sociologia), México, y en «La Nación», Buenos Aires, abril. El
materialismo histórico en Engels y otros ensayos, nueva traduccion de la 2ª
edicion italiana con agregados, Editorial Raigal, Buenos Aires. Alle
origini della filosofia della cultura, trad. it di L. Bassi e con introduzione
di R. Treves, I Mulino, Bologna. Bolscevismo
e dittatura (la conseguenza del sistema), in «Critica sociale», Milano, XLVIII,
n. 19, 5 ottobre, pp. 305-309. Anche in Studi sulla rivoluzione russa, cit., L'esigenza
del nesso fra storia della filosofia e storia della cultura, in AA. VV., Verità
e storia: un dibattito sul metodo della storia della filosofia, Società
filosofica romana, Arethusa, Asti, pp. 131-144. Aristotele.
Antologia, 1ª ristampa, La Nuova Italia, Firenze.1957 La
coscienza morale e la legge interiore in Plutarco, in «Filosofia», Torino, Sul
concetto di lavoro, in «Il comune», Senigallia, febbraio. Successivamente in S.
Anselmi, Incontro con Rodolfo Mondolfo. In appendice: R. Mondolfo, Il concetto
di lavoro, Libr. editrice Sapere, Senigallia 1961. La
filosofia della Critica sociale, in Esperienze e studi socialisti: in onore di
U. G. Mondolfo, La Nuova Italia, Firenze, pArte, religión y filosofía de los
Griegos, Columba, Buenos Aires. La
deuda de Aristóteles con Platón, in «La Nación», Buenos Aires, 10 de
febrero. Acerca de la primera traducción directa de
la Ciencia de la lógica de Hegel, in «La Prensa», Buenos Aires, 13 de enero. La
filosofía como problemática y su continuidad histórica, in «Revista de
filosofía de la Universidad de Costa Rica», San José de Costa Rica, Prólogo
a A. Nogueira, Ideas vivas e ideas muertas, Colecão Rex, Río de Janeiro. Problemas
de cultura y educación, Hachette, Buenos Aires. Trad. it Educazione e cultura
come problemi sociali, Cappelli, Bologna 1957: Prólogo
a Lamanna, Historia de la Filosofía, I: El pensamento antiguo, trad. de Caletti,
Hachette, Buenos Aires. Educazione
e cultura come problemi sociali, Cappelli, Bologna. Edizione spagnola:
Problemas de cultura y education, Hachette, Buenos Aires. La historia de
la filosofía y la historia integral, in «Revista de la Universidad de Buenos
Aires», Buenos Aires, Note intorno alla storia della filosofía, in «Rivista
critica di storia della filosofia», Milano, L'influenza
storica e la perennità di Socrate, in «Il Dialogo», Bologna, Evidence
of Plato and Aristotele relating to the ekpyrosis in Heraclitus, trad. D. J.
Allan, in «Phronesis», Intorno al problema
storico di Hilferding, in «Critica sociale», Milano, Ristampato in R. Mondolfo,
Umanismo di Marx. Studi filosofici, Filosofi tedeschi: saggi critici, trad. di
L. Bassi, Cappelli, Bologna. 445. Il pensiero stoico ed epicureo.
Antologia di testi, a cura di R. Mondolfo e D. Pesce, La Nuova Italia,
Firenze. 446. Determinismo contro volontarismo in Nietzsche, in «Il
Dialogo», Bologna, nTitolo originale: Determinismo contra volontarismo en la
filosofia de Nietzsche, in «Minerva», Buenos Aires. Nella sua traduzione
italiana il saggio si trova anche in Id. Filosofi tedeschi: saggi
critici, trad. di L. Bassi, Cappelli, Bologna Prospettive filosofiche: la
filosofia come problematicità e lo storicismo, con bibliografia degli scritti
di R. Mondolfo, in «Il Dialogo», Bologna, Titolo originale: La filosofía como
problematicidad y el historicismo, in «Philosophia», Universidad Nacional De
Cuyo, Mendoza, Rispetto all'originale spagnolo del 1949, Mondolfo inserisce una
breve postilla di aggiornamento. La
comprensione del soggetto umano nell'antichità classica, trad. it. L. Bassi, La
Nuova Italia, Firenze. Titolo originale: La comprensión del sujeto humano en la
cultura antigua, Imán Buenos Aires Prefazione a L. Conti, L' assistenza e la
previdenza sociale. Storia e problemi, Feltrinelli, Milano. 450.
Aristotele. Antologia, 2ª ristampa, La Nuova Italia, Firenze. 1959 Eraclito
e Anassimandro, La Nuova Italia, Firenze. Eraclito
e Anassimandro (Dalle note di aggiornamento Zeller-Mondolfo, vol. III: Capitoli
su Eraclito), in «Filosofia», Torino, I
frammenti del fiume e il flusso universale in Eraclito, in «Rivista critica di
storia della filosofía», Milano, a. XV, fasc. 1, gennaio-marzo, pp. 3-13.
Titolo originale: El flujo universal de Heráclito y el símbolo del río, in
«Cultura Universitaria» Anche in E. Zeller e R. Mondolfo, La filosofia dei
Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: 1 Presocratici, vol. IV: Eraclito, La
Nuova Italia, Firenze, Il pensiero politico del Risorgimento italiano, La Nuova
Accademia, Milano. Titolo originale: La filosofia política de Italia en el
siglo XIX, Imán, Buenos Aires. Rispetto all'edizione castigliana quella
italiana presenta aggiornamenti e arricchimenti. El
pensamiento antiguo. Historia de la filosofia greco-romana, vol. I-IL, 4ª
edición, Losada, Buenos Aires. Sócrates,
Editorial Universitaria, Buenos Aires. El sol
y las Erinias, según Heráclito, in «Universidad», Universidad Nacional del
Litoral, Santa Fe, La idea de una misión
del filósofo, en el pasado y en nuestros días, in «La Nación», Buenos Aires,
octubre. El flujo universal de Heráclito y el
símbolo del río, in «Cultura Universitaria», Caracas, Direccion de Cultura.
Departamento de Publicaciones, Nota sobre los Antecedentes en la historia de la
filosofía, in «Philosophia», Mendoza, Universidad Nacional de Cuyo, Facultad de
Filosofía y Letras, Instituto de Filosofía, La conflagración universal en
Heráclito, in «Philosophia», Mendoza, Revista del Instituto de Filosofía,
Universidad Nacional de Cuyo, Facultad de Filosofía y Letras, Los
seminarios de investigación filosofíca, in «Revista de Educación», La Plata, La
missione della filosofia nell'epoca attuale, in «Critica sociale», Milano, Anche
in AA. VV., Prospettive storiche e problemi attuali dell'educazione. Studi in
onore di Ernesto Codignola, La Nuova Italia, Firenze Guía
bibliográfica de la filosofía antigua, Losada, Buenos Aires. Cesare
Beccaria, La Nuova Academia, Milano. Edizione italiana, con complementi ed
aggiunte de Cesare Beccaria, Editorial Depalma, Buenos Aires 1946. Moralisti
greci. La coscienza morale da Omero a Epicuro, trad. a cura di V. E. Alfieri,
Ricciardi, Napoli-Milano. Titolo originale: Moralistas griegos. La conciencia
moral de Homero a Epicuro, Imán, Buenos Aires 1941. Rispetto all'originale
edizione spagnola, quella italiana si presenta accresciuta. O
genio helénico, en V. de Magalhães Vilhena, Panorama do pensamiento filosófico,
Cosmos, Lisboa. En los orígenes de la filosofía de la
cultura, 2ª edición ampliada, Hachette, Buenos Aires. La
Universidad latino-americana como creadora de cultura, Cultura universitaria de
Caracas 1960; Universidad de la República, Montevideo; Universidades (Unión de
Universidades de América latina), Buenos Aires, IMarx y marxismo, Estudios
histórico-críticos, Trad. esp. parciale de M. H. Alberti, Fondo de cultura
económica, México-Buenos Aires. Socrates, 3ª edición, Eudeba, Buenos
Aires 471. Bibliografía heraclitea, in «Anales de filología clásica», Buenos
Aires, VII, fasc. II, pp. 5-28. Il
pensiero stoico ed epicureo. Antologia di testi, introduzione critica e
commento a cura di D. Pesce, 2ª ristampa, La Nuova Italia, Firenze. Presentazione
a AA.VV, Senigallia, a cura di S. Anselmi, Libreria Editrice Sapere,
Senigallia. Socialismo e cristianesimo, in «Critica
sociale», Milano, El genio helénico y
Arte, religión y filosofía de los griegos, Editorial Columba, Buenos Aires. Notas
heraclíteas. La identidad de los caminos opuestos (B 59 y B 60), in
«Philosophia», Mendoza, Universidad Nacional de Cuyo, Facultad de Filosofía y
Letras, Instituto de Filosofía, Heráclito y Parménides, in «Cuadernos
filosóficos», Universidad Nacional del Litoral, Rosario, De las notas de
actualización de Zeller-Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo
storico. Problemas y métodos de la investigación en
la historia de la filosofia, 2ª edición ampliada, Edit. Universitaria, Buenos
Aires. Il pensiero neoplatonico. Antologia di
testi, scelta, traduzione e note introduttive di R. Mondolfo, introduzione
critica e commento di D. Pesce, La Nuova Italia, Firenze. Il
pensiero antico. Storia della filosofia greco-romana esposta con testi scelti
dalle fonti, 3ª edizione aggiornata, La Nuova Italia, Firenze. E.
Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, I Parte: 1
Presocratici, vol. IV: Eraclito, La Nuova Italia, Firenze. E.
Zeller-R. Mondolfo, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte III:
La filosofia post-aristotelica, vol. VI: Giamblico e la Scuola di Atene, trad.
di E. Pocar, a cura di G. Martano, La Nuova Italia, Firenze. Nel
centenario di Filippo Turati, in «Quaderni italiani dell'Istituto italiano di
cultura», Buenos Aires. Arte,
religion y filosofia de los Griegos, Columba, Buenos Aires. Veritas
filia temporis en Aristóteles, in «Revista de la Universidad Nacional de
Córdoba», Personalità e responsabilità nella democrazia, I parte, in «Critica
sociale», Milano, Il movimento operaio
fino al 1860, in «Critica sociale», Milano, S. Anselmi, Incontro con Rodolfo
Mondolfo. In appendice: M., Sul concetto di lavoro, Libreria editrice Sapere,
Senigallia. 1962 Personalità
e responsabilità nella democrazia, Il parte, in «Critica Sociale», Milano, Il
concetto dell'uomo in Marx, in «Il dialogo», Bologna, V, n. 20, pp. 1-47 e a
cura del Comune di Senigallia. Si tratta di una conferenza tenuta
all'Università di Montevideo per i corsi del Consejo Interuniversitario
Regional di Argentina, Cile e Uruguay, nel febbraio del 1962. Successivamente
pubblicata in spagnolo (trad. a cura di O. Caletti) nel testo Humanismo de
Marx, Fundo de la cultura económica, México Ora in Umanismo di Marx. Studi
filosofici 1908-1966, cit., pp. 324-345. Personalidad
y responsabilidad en la democracia, in «Buenos Aires. Revista de Humanidades»,
Buenos Aires, La conciencia moral de Homero a Demócrito y Epicuro,
Eudeba, Buenos Aires.493. Materialismo histórico. Bolschevismo y
dictadura, Ediciones nuevas, Buenos Aires. Le
opere complete di Antonio Labriola, in «Critica sociale», Milano, in numero di
ripubblicazione dell Tesi di Critica Sociale, Rousseau y la conciencia moderna,
Eudeba, Buenos Aires. Homenaje a R. Mondolfo,
Universidad Nacional de Córdoba. Da
Ardigò a Gramsci, La Nuova Accademia, Milano. Testimonianze
su Eraclito anteriori a Platone, in «Rivista critica di Storia della
filosofia», Milano, Fratelli Bocca editori, n. 16, pp. 399- 424. Poi in
Eraclito, Testimonianze e imitazioni, a cura di R. Mondolfo e L. Tarán, La
Nuova Italia, Firenze 1972, pp. XLI-LXXXIV. Breve
historia del pensamiento antiguo, Losanda, Buenos Aires. Siete
opiniones sobra la significación del humanismo en el mundo contemporáneo, in
«Revista de la Universidad de Buenos Aires», Buenos Aires. 1963 Un
precorrimento di Vico in Filone alessandrino, in AA. VV., Miscel-lanea di studi
alessandrini in onore di A. Rostagni, Bottega d'Erasmo, Torino, Successivamente
in R. Mondolfo, Momenti del pensiero greco e cristiano, Morano, Napoli Morale e
libertà in Labriola, recensione a Dal Pane, Ricerche sul problema della libertà
e altri scritti di filosofia e pedagogia (1870-1883), in «Critica sociale»,
Milano, L'uomo greco secondo Pohlenz, in «Il
Ponte», Firenze, La Nuova Italia, Poi in Momenti del pensiero greco e
cristiano, Morano, Napoli, Fromm y la interpretación de Marx, in «La Nación»,
Buenos Aires, julio. La Universidad y sus
antecedentes, in «La Gaceta», del Fondo de Cultura Económica, Mexíco. Personalidad
y responsabilidad en la democrazia, Buenos Aires. Sócrates,
Mestre Jou, São Paulo. Sócrates, 4ª edición,
Eudeba, Buenos Aires. En torno a la
contemporaneidad de la historia, in «La Torre», Puerto Rico, Universidad de
Puerto Rico, Trad. it. Intorno alla contemporaneità della storia, in «Critica
sociale», Milano, La obra de Condillac, prólogo a Condillac, Tratado de las
sensaciones, Eudeba, Buenos Aires. Problemas
y métodos de la investigación en la historia de la filosofía, Eudeba, Buenos
Aires. Fromm e il concetto dell'uomo in Marx, in
«Critica sociale», Anche in R. Mondolfo, Umanismo di Marx. Studi filosofici, Figure
e idee della filosofia del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze. Trad. it.
Figuras e ideas de la filosofía del Rinacimento, Losanda, Buenos
Aires. La fondazione del materialismo storico (A
proposito di recenti studi), in «Il Dialogo», Bologna, Ristampato in Umanismo
di Marx. Studi filosofici, Nuovi studi su Feuerbach e Marx, a cura di M. e A.
Testa, in «Il Dialogo», Bologna, Marxismo e libertà, in «Il Ponte», Firenze, Anche
in Umanismo di Marx. Studi filosofici, Le antinomie di Gramsci, in «Critica
sociale»,Decartes, Discorso sul metodo, a cura di R. Mondolfo ed E.
Garin, Sansoni, Firenze. Galileo e
la scienza, in «Critica sociale», Milano, Ripubblicazione del saggio (cap II:
Il pensiero di Galileo e i suoi rapporti con l'antichità e con il Rinascimento)
apparso nella raccolta Figure e idee del Rinascimento, La Nuova Italia, Firenze
In memoria di Gino Luzzatto, in «Critica sociale», Galileo
y el método experimental, in «La Nación», junio. Momenti
del pensiero greco e cristiano, Il Morano, Napoli. A
quarant'anni della prima edizione de «La Rivoluzione Liberale», Rodolfo
Mondolfo a Piero Gobetti, Centro Studi Piero Gobetti, Quaderno Torino. El
humanismo de Marx, trad de O. Galetti, Fondo de la Cultura Económica,
México-Buenos Aires. Origen y desarrollo
histórico de la universidad, in «Revista de la Universidad de Córdoba»,
Córdoba. O pensamento antiguo, 2 tomos, Maestre
You, São Paulo. Momentos de pensamiento griego y
cristiano, versión castellana de O. Caletti, Paidós, Buenos Aires. 528.
Materialismo histórico como humanismo realista, in «La Gaceta», del Fondo de la
Cultura Económica, México, septiembre. Si tratta di una conferenza tenuta
all'Università di Montevideo per i corsi del Consejo Interuniversitario
Regional di Argentina, Cile e Uruguay, nel febbraio del 1962. Pubblicata anche
nel testo Humanismo de Marx, Fundo de la cultura económica, México. La versione
italiana (I materialismo storico come umanismo realistico) si trova in «Il
Dialogo», Bologna, e in M., Umanismo di
Marx. Studi filosofici, Discussioni su un testo di Parmenide (Die Fragm. d.
Vorsokr. -- Rivista critica di storia della filosofia», Milano, Sul valore
storico delle testimonianze di Platone, in «Filosofia», XV, ottobre, pp.
583-601. Anche in Eraclito, Testimonianze e imitazioni, a cura di M. e L.
Tarán, La Nuova Italia, Firenze, Platón y la interpretación de Jenófanes, in
«Revista de la Universidad Nacional de Cordoba». La
filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: I presocratici, vol. Il:
Ionici e Pitagorici, La Nuova Italia, Firenze. K.
Marx, Crítica de la filosofia del derecho de Hegel, trad. del alemán, con notas
aclaratorias de R. Mondolfo, Ed. Nuevas, Buenos Aires. 1965 534. La lotta
di classe secondo Juan B. Justo, in «Critica sociale», Milano, Riproduzione
dell'Introduzione a AA. VV., Bilancio del marxismo, Cappelli, Bologna 1965; e
con il titolo Conclusioni sul marxismo, in «П Dialogo», Tecnica e scienza
nel pensiero antico, in «Athenaeum», Pavia, El pensamento antiguo, trad. del
italiano por S. A. Tri, tomo I-II, 5ª edición, Losada, Buenos Aires. Introduzione
a AA. VV., Bilancio del marxismo, Cappelli, Bologna. 1966 539. Le
testimonianze di Aristotele su Eraclito, in «Filosofia», Torino, Anche in
Heraclitus, Testimonianze e imitazioni, cura di R. Mondolfo e L. Tarán,
La Nuova Italia, Firenze, Aristotele. Antologia, 4ª edizione, La Nuova Italia,
Firenze. Verum ipsum factum desde la antigüedad
hasta Galileo y Vico, in «La Torre», Puerto Rico. Verum
ipsum factum dall'antichità a Galileo e Vico, in «Il Ponte», Firenze, La prima
inchiesta sul fascismo, in «Critica sociale», Milano, Il
centenario di Filippo Turati e introduzione e parti di F. Turati, Le vie
maestre del socialsimo, Morano, Napoli. Universidad:
pasado y presente, Eudeba, Buenos Aires. Sócrates,
5ª edición, Eudeba. Heráclito, textos y
problemas de su interpretacion, prologo de R. Frondizi, trad. de O. Caletti,
Siglo XXI, México, Madrid, Buenos Aires. 548. In memoria di Cesare
Battisti, in «Critica sociale», Milano, La lucha de clases según ]. B. Justo,
in Concepto humanista de la historia, Libera, Buenos Aires. Chiarimenti
sulla filosofia della prassi, in «Critica sociale», Anche in R. Mondolfo,
Umanismo di Marx. Studi filosofici, Prefazione e saggi: Per la comprensione
storica del fascismo e il fascismo in Italia in AA. VV., Il fascismo e i
partiti politici italiani. Testimonianze, a cura di R. De Felice,
Cappelli, Bologna. 552. Cesare Battisti socialista, in «Critica sociale»,
Milano, Zeller-M., La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte II:
Da Socrate ad Aristotele, Aristotele e i Peripatetici più antichi, trad. di C.
Cesa, a cura di A. Plebe, La Nuova Italia, Firenze. La testimonianza di
Platone su Eraclito, in «De homine», Roma, Anche in Eraclito, Testimonianze e
imitazioni, a cura di R. Mondolfo e L. Tarán, La Nuova Italia, Firenze Zeller-M.,
La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte I: 1 Presocratici, vol.
Origini, caratteri e periodi della filosofia greca, testo della 5ª edizione
tedesca con nuovi aggiornamenti, La Nuova Italia, Firenze. Zeller-M.,
La filosofia dei Greci, Parte I: 1 Presocratici, vol. III: Eleati, a cura di G.
Reale, La Nuova Italia, Firenze. Il
pensiero antico. Storia della filosofia greco-romana: esposta con testi scelti
dalle fonti, La Nuova Italia, Firenze. Estudios
sobre Marx (histórico-críticos), Mestre You, São Paulo. La
questione delle ideologie, in «Critica sociale», Milano, Problemas de cultura e
de educaçao, trad. de Maillet, Mestre You, São Paulo. Rousseau
y la conciencia moderna, Eudeba, Buenos Aires. Capitalismo
di stato sovietico, in «Critica sociale», Milano. Figuras
y idéias de filosofía da Renascença, Mestre You, São Paulo. L'infinito
nel pensiero dell'antichità classica, La Nuova Italia, Firenze. La
comprensione del soggetto umano nell'antichità classica, 8ª edizione, La Nuova
Italia, Firenze. Il pensiero neoplatonico. Antologia di
testi, introduzione critica e commento di Domenico Pesce, La Nuova Italia,
Firenze. Aristotele. Antologia, La Nuova Italia,
Firenze. Alessandro Levi socialista, in «Critica sociale», Milano, Espiritu
revolucionario y conciencia histórica, Escuela, Buenos Aires. Historia
de ideas, Escuela, Buenos Aires. Studi
sulla rivoluzione russa, a cura del Centro Studi di Critica sociale, Morano,
Napoli. Umanismo di Marx. Studi filosofici, a cura
diBobbio, Einaudi, Torino. Bolchevismo
y capitalismo de Estado. (Estudios sobre la revolucion rusa), Trad. E.
Rondanina, Libera, Buenos Aires. O
infinito no pensamento da antigüidade clássica, trad. L. Darós, 1ª ed. em
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Girgenti, Bompiani, Milano 2011. L'attrattiva della bellezza poetica, con
cui Lucrezio adorna la sua esposizione della teoria del progresso nella
filosofia dell’orto intensifica il potere suggestivo di questa sulla mente dei filosofi
romani. Cooperano, a Roma verso la visione ottimistica del progresso, altri
influssi, come quelli del lizio e del portico che si riconosceno nella
celebrazione da Cicerone del divino potere creatore dell'intelligenza
dell’uomo. L'influsso democriteo si ripercuoteva in Diodoro Siculo attraverso
Ecateo di Abdera. Quello dell’Orto agiva non solo sul grande poema di Lucrezio,
ma anche (attraverso questo) sulla filosofia di Virgilio, Orazio, e Vitruvio. Certo,
a Roma ci si mostrano due orientamenti opposti. Quello ottimistico, assertore
ed esaltatore del potere creatore dello spirito umano e del progresso. Quello
pessimistico, ispirato all'idea di una inferiorità naturale dell'uomo rispetto
agl’animali, ovvero di una sua caduta dalla perfezione e felicità primordiali
della mistica età saturnia alle miserie, alle fatiche e ai conflitti dell'epoca
storica. Queste voci tetre risuonano in Ovidio e Plinio, come già anteriormente
in quella di Sallustio (Catilina). Ovidio, in Metamorph.-, influsso di
Cicerone (De natura deorum), esalta la nascita dell'uomo (« natus est homo »),
come dell'animale piú savio e di maggior capacità mentale tra tutti, dominatore
della natura, di figura simile a quella degli dèi, l'unico che per la sua
posizione eretta possa contemplare il Cielo. Ma Ovidio limita l'epoca beata dell’uomo
all'età d’oro, quando non ancora l'uomo aveva scoperto i metalli, né inventato
la navigazione, né le armi, né le fortificazioni, e neppure l'aratro e iutte le
altre creazioni tecniche che sono per Ovidio fonti di pene e di danni per il
loro inventore. La creatività della mente dell’uomo ha cosí un riconoscimento
in Ovidio, ma come causa lamentevole d'infelicità. “Contra te sollers, hominum
natura, fuisti, et nimium damnis ingeniosa tais Amores). D'altra parte Plinio (Natur.
hist.) vuole umiliare l'orgoglio di coloro che - come Cicerone in De natura
deorum, — affermano che il mondo fu creato *per* l'uomo; e li richiama alla
considerazione di tutti gli elementi d'inferiorità che ha l'uomo rispetto agli
altr’animali, e dei motivi della sua infelicità: un'anticipazione del
pessimismo del
“De miseria hominis.” Ma
nell'atteggiamento di Ovidio il riconoscimento (fatto a denti stretti) del
potere creatore dell'intelligenza dell’uomo, rivela la forza con cui,
nonostante ogni pessimismo, tale idea s'imponeva allo spirito dell'epoca. Aiutata
certo nella sua diffusione dalla condizione storica, cioè dall'espansione
trionfale del potere di Roma. Ma
ispirata nella sua affermazione da suggestioni teoriche derivanti da filosofi.
Dall’orto attraverso l'affascinante esposizione poetica di Lucrezio, e da Cicerone.
Influenze combinate si devono riconoscere appunto in Cicerone, nella sua
celebrazione dell'eccellenza dell'uomo, del potere creatore dello spirito
umano, del lavoro, dell'industria e della co-operazione tra gl’uomini, come
fonti delle grandi conquiste della civiltà, che troviamo in “De natura deorum”,
“De finibus bonorum et malorum”, “De legibus”, e “De officiis”. L'uomo, dice
Cicerone in “De legibus,” questo animale previdente, sagace, molteplice, acuto,
dotato di memoria, pieno di ragione e di prudenza, ha da dio la sua natura
privilegiata, anzi partecipa con la sua ra- lavor dichiarate alle he
Coceo in “De officis”, L, s, dove ri corda che Panezio ha sviluppato
molto ampiamente e con numerosi esempi ciò che i capitoli 3-5 sintetizzano,
specialmente intorno alla co-operazione tra gli uomini, indispensabile per la
creazione di tante arti -- “senza le
quali la vita non meriterebbe d'esser vissuta” . . Modernamente l'influenza di
Panezio è sione di richiamare l'attenzione nel saggio L'infinito nel pen
siero dell'antichità classica, Firenze, La Nuova Italia] gione alla natura e
alla comunità divine 7. Seminato sulla terra, ha ricevuto il dono divino
dell'anima e la capacità della virtú, che è la natura perfezionata in se
stessa ed elevata al suo grado sommo (“in se perfecta et ad summum
perducta natura”); e, mediante l'imitazione della natura maestra, la ragione
umana, usando la sua capacità industriosa (“sollerter”), è pervenuta
all'invenzione di un numero infinito di arti (“artes innumerabiles
repertae sunt”). La natura diede all'uomo — mediante i sensi messaggeri,
la rapidità della mente e la luce dell'intelligenza -- i fondamenti della
scienza (“quasi fundamenta quaedam scientiae”), di modo che, per se stessa, la
natura umana sempre piú progredisce ed avanza (“ipsam per se natu-ram longius
progredi”) e, da sé, senza aver bisogno di maestri (“etiam nullo docente”),
arriva a consolidare e a perfezionare la ragione, partendo dalle cose le cui
specie ha conosciuto per mezzo della intelligenza primordiale ed iniziale (“ex
prima et inchoata intelligentia”) 3. In tal modo — ripete Cicerone alla
fine dell'Hortensius (come riferisce Agostino, De trinit.), con Aristotele,
Protrept. fr. c Walzer (61 Rose), l'intelligenza è forza visiva e sforzo attivo
della mente (“mentis aciem”), animata dal desiderio attivo dell'investigazione
(“ratione et investigandi cupiditate”). E come la sua attività è rivolta
ugualmente e congiuntamente [Eredità di ARISTOTELE, Protreptico, fr. c
Walzer = 61 Rose (che Anoke qul Cierone a apia al concet aristotelice
dele potenza che per se stessa tende all'atto. La potenza fondamentale
dell'intelligenza (“inchoatae intelligentiae”) considerata qui, è tanto teorica
(argumentamur, etc.) quanto pratica (conficimus), e non è privilegio di pochi
eletti, ma possesso di tutti (“communis omnium”). E Cicerone aggiunge (cap. 11)
ciò che già diceva Sofocle nel coro dell'Antigone e tornerà a dire nel
rinascimento Pico nel suo “De hominis dignitate”, cioè che l'uomo ha nella sua
natura la doppia possibilità, d'elevarsi verso la sommità del bene o di
sprofondare negli abissi del male alla conquista della scienza e alla creazione
delle arti, cosí — ripete Cicerone, “De finibus”, con lo stesso Protreptico di
Aristotele - si deve riconoscere che l'uomo è nato per una doppia finalità,
mentre ogni animale è nato per un unico compito: il cavallo per la corsa, il
bue per arare, il cane per cercare, ma l'uomo, come un dio mortale, per due
attività creatrici, intendere ed operare (“ut ad cursum equum, ad arandum
bovem, ad investigandum canem, sic hominem ad duas res, ut ait Aristoteles, ad
intelligendum et agendum esse natum, quasi mortalem deum”). Queste idee
hanno piú ampio sviluppo in “De natura deorum”, dove la superiorità dell'uomo
sugli animali è affermata da Cicerone, seguendo le orme di Panezio, negli
aspetti seguenti. La costituzione del suo corpo, la cui posizione eretta gli
permette la contemplazione del cielo e gli dà la possibilità di conoscere il
corso degli astri, di determinare le divisioni del tempo, di prevedere i
fenomeni astronomici per tutto l'avvenire (“in omne posterum tempus”) e di
trarre dall'ordine di essi la nozione della divinità legislatrice e
governatrice del mondo. I sensi che alla percezione associano i giudizi di
distinzione e di valutazione delle impressioni, e si fanno pertanto ispiratori
della creazione di arti rivolte a cogliere e ad usare le sensazioni (“ad quos
sensus ca-piendos et perfruendos, plures etiam quam vellem artes repertae sunt”);
l'intelligenza che comprende, definisce, connette le cose e crea
una scienza di tale potere ed eccellenza, che neppure in dio c'è qualcosa di superiore
(“qua ne in deo quidem est res ulla prestantior” § 59). E per questa via l'uomo
crea anche le arti, le une per le necessità della vita, le altre per il diletto
(secondo la distinzione tradizionale di Democrito e Aristotele); e a questi
risultati coopera anche il linguaggio che, come mezzo di comunicare le
conoscenze e di influire sul sentimento e la volontà altrui, e il vincolo
sociale che trasse l'umanità fuori della vita ferina primordiale (“haec nos
iuris, legum, urbium societate devinxit: haec a vita immani et fera
segregavit”). Ma nella creazione delle arti Cicerone torna a far notare,
con Anassagora, l'opera della mano, la cui conformazione e agilità permettono
all'uomo di operare tanto nelle arti di diletto (pittura, scultura, musica),
quanto in quelle di necessità (agricoltura, edilizia, tessitura, cucitura,
confezione di strumenti di metallo, etc.). «Per cui si comprende che noi
abbiamo conseguito tutto ciò che concerne le cose scoperte dallo spirito e
percepite dai sensi, mediante l'applicazione delle mani degli operai, per poter
essere protetti, vestiti e salvi, e avere città, difese, domicilii, templi ».
Possiamo prendere l'ali-mento e conservarlo; allevare e utilizzare animali per
il trasporto e per l'agricoltura; estrarre i metalli nascosti dalle profondità
della terra e forgiarli in strumenti e decorazioni; tagliare alberi per
riscaldamento, cottura di alimenti, edificazione di case, costruzione di navi,
che a noi — unici al mondo — permettono di dominare la forza del mare e dei venti.
In conclusione, l'uomo si converte in inventore delle arti e in dominatore
della natura, cioè in creatore di una nuova realtà, quella del mondo della
cultura. «Noi usufriamo dei campi, noi dei monti; nostri sono i fiumi,
nostri i laghi; noi seghiamo le messi, noi tagliamo gli alberi; noi, mediante
l'immissione di acque, diamo fecondità alle terre; noi chiudiamo i fiumi tra
dighe, li inalveiamo, li deviamo; insomma cerchiamo di creare con le nostre
mani una specie d'altra natura nella natura delle cose ». Non seguiremo
Cicerone nella sua dimostrazione successiva della tesi che il mondo fu creato
al servizio dell'uomo, che è la tesi contro cui polemizza Plinio, ma che non
interessa il nostro tema. Ciò che ci importa è la celebrazione menzionata del
potere creatore dell'umanità, che si può considerare un eloquente commento
esplicativo della citazione che il “De finibus” trae dal Protreptico
aristotelico, la quale dichiara che l'uomo è nato per la doppia attività,
conoscitiva e creativa, come un dio mortale. L'uomo contemplato qui da Cicerone
è appunto quello che crea il mondo della cultura e lo sovrappone al mondo della
natura; e Cicerone offre una formula efficace per esprimere tale creazione: «
nostris denique manibus in rerum natura quasi alteram naturam efficere
conamur». Formula che, insieme alla ricordata definizione (“dio mortale”)
tratta da Aristotele, ispira le 'linee memorabili dello Spaccio della bestia
trionfante di Bruno, che sintetizzano il contenuto essenziale della
dimostrazione ciceroniana: « gli dèi avevano donato a l'uomo l'intelletto e le
mani, e l'avevano fatto simile a loro, donandogli facultà sopra gli altri
animali; la qual consiste non solo poter operar, secondo la natura ed
ordinario, ma, ed oltre, fuor le leggi di quella; acciò, formando o possendo
formar altre nature, altri corsi, altri ordini con l'ingegno.... venesse a
serbarsi Dio de la terra » (Gentile, Dialoghi morali, Bari, Laterza).
Anche quello che segue nella pagina bruniana, sulle necessità che acuiscono gli
ingegni e fanno inventare le arti — di modo che « sempre piú e piú....
allontanandosi dall'esser bestiale, piú altamente s'approssi-mano a l'esser
divino › — poteva ispirarsi alle frasi di Cicerone relative all'uomo che « se
segregavit a vita immani et fera »; frasi che, tuttavia, esprimevano un
concetto comune ad altri filosofi antichi, da Democrito a Lucrezio, i
quali insieme a Cicerone influiscono sulle celebrazioni della dignità dell'uomo
e della creatività dello spirito, rinnovate dagli scrittori rinascimentali, da
Manetti a Bruno e Campanella ?. Ma in un particolare caratteristico il
luogo citato dello Spaccio bruniano poté ispirarsi alla I Georgica di Virgilio,
vale a dire nel considerare la mitica età dell'oro come epoca di pigrizia e di
stupidità umane, e nel celebrare invece la dura necessità come causa del
risveglio dell'intelligenza e della creazione delle arti. « Ne l'età de l'oro,”
dice Bruno, “per l'Ocio gl’uomini non eran piú virtuosi, che sin al
presente cultadi, risorte le necessitadi, sono acuiti gl'ingegni,
inventate le industrie, scoperte le arti; e sempre di giorno in giorno, per
mezzo de l'egestade, dalla profundità de l'intelletto umano si eccitano nove e
maravigliose invenzioni. Onde, sempre piú e piú per le sollecite ed urgenti
occupazioni allontanandosi da l'esser bestiale, piú altamente 'approssimano a
l'esser divino » Senza dubbio il mito dell'età aurea o saturnia, pertamente
svalutato qui da Bruno, e motivo di sogni nostalgici per i filosofi dell'epoca
d’Ottaviano, quando Ovidio lo evoca in Metamorph., collegandolo con l'altro
mito esiodeo delle cinque età della degradazione umana, e lo stesso Virgilio
torna a sognare un ritorno del regno di Saturno (« redeunt Saturnia regna »)
nella profezia della Sibilla nell'Egloga IV. Tuttavia questi miti si
trovavano già in Esiodo in conflitto con la celebrazione del lavoro
condizionante la dignità della vita, oltre che ogni acquisizione di beni.
3 Cfr. anche Gentile, «Il concetto dell'uomo nel rinascimento › ne Il pensiero
del rinascimento, Firenze. E il problema torna a porsi per Virgilio, che lo
risolve nella I Georgica in un modo che precorre Bruno. L’abbondanza e la
facilità di vita della mitica età saturnia significano ozio e letargo mentale;
e Giove, che nel detronizzare Saturno introduce le difficoltà, l'indigenza e la
necessità del lavoro, da agli uomini per questa via il dono inestimabile
dell'attività dell'intelligenza, creatrice delle arti e trionfatrice di tutte
le avversità per mezzo del lavoro. «Giove, il padre (pater ipse), volle
che non fosse facile la via della coltivazione, e dapprima fa lavorare i campi
per mezzo dell'arte, e acuí per mezzo delle preoccupazioni gli spiriti dei
mortali, e non permite che il suo regno s'intorpidisse in un pesante letargo »,
come accadeva prima del suo governo, quando nessuno lavora la terra, e questa
concede tutto senz'esser sollecitata dal lavoro umano. Giove cancella
totalmente le facilità e comodità, « affinché la necessità suscitasse le
diverse arti, a poco a poco, mediante la meditazione ». Cosí nasce
l'agricoltura. Si scopre il modo di accendere il fuoco con la pietra focaia. Si
incanalano i fiumi. Si inventa la navigazione, e il navigante impara a
conoscere e nominare le stelle. Si inventano gl’artifici della caccia e della
pesca. Si forgia il ferro e se ne fanno strumenti come l'ascia e la sega.
«Allora vennero le varie arti; trionfano di tutte le difficoltà il lavoro
instancabile e l'indigenza che assilla [gli uomini] nell'asperità delle condizioni
di esistenza »: Tum variae venere artes; labor omnia vicit improbus, et
duris urguens in rebus egestas. In tal modo, per Virgilio, la necessità e
il lavoro, che Ovidio lamenta come una maledizione per la vita umana, sono una
vera benedizione, perché risvegliano l'intelligenza e l'attività creatrice
dell'uomo, e stimolano quella meravigliosa creazione delle arti e della
cultura, i cui momenti e aspetti Virgilio sintetizza ispirandosi alla
ricostruzione storica tracciata nel V libro di Lucrezio. Certo, Virgilio
s'allontana da Lucrezio nell'accettare il mito dell'età saturnia, pur
valutandolo negativamente rispetto a ciò che è piú essenziale e nobile
nell'umanità, vale a dire, l'intelligenza e la creatività dello spirito. Ma
un'eco piú fedele della concezione lucreziana sulla condizione primordiale
dell'umanità risuona in Orazio (“Satyr.”) con la descrizione dei primi uomini
che, come gl’altri animali, formano un gregge muto e turpe (mutum et turpe
pecus), lottano tra loro con unghie e pugni, poi con bastoni e piú tardi con
altre armi per soddisfare i primordiali bisogni di cibo e di riparo, finché non
creano il linguaggio, desistendo dalle guerre, edificando città e creando leggi
che impediscano i delitti. In una generazione successiva Giovenale (“Satyr.”, VI
e XIII) ripresenta una descrizione analoga dello stato bestiale dell'umanità
primitiva, satirizzando l'idea dell'età saturnia: anch'egli, probabilmente,
influenzato da Lucrezio e dalla concezione epicurea della storia
dell'umanità. Tuttavia, l'eco piú importante, teoricamente, di tale
concezione ci si presenta nell'età d'Ottaviano (come oggi si torna a
riconoscere da parte della critica storica) con Vitruvio, il quale sembra
raccogliere dagli ambienti colti della sua epoca o compiere lui stesso una
fusione delle idee esposte da Lucrezio con altre di varia provenienza, relative
al progresso umano, derivanti da Cicerone, al cui insieme aggiunge l'intuizione
dell'importanza che hanno per il progresso due fattori, apparentemente
contrari, ma connessi da lui in una dipendenza mutua, che sono la divisione del
lavoro e l'unità organica della cultura umana. Vitruvio mette in rilievo,
nella sua concezione del progresso storico dell'umanità e della creazione della
cultura, una molteplicità di fattori cooperanti: la durezza primordiale della
vita; le esperienze fortuite che suggeriscono qualche mezzo per mitigare tale
durezza; le capacità e potenze congenite negli uomini, che sono stimolate al
loro esercizio dai due fattori suddetti, e sono avviate cosí ad uno sviluppo
progressivo e alla produzione di risultati crescenti; la ripercussione che
hanno i fattori citati sulla formazione di raggruppamenti umani permanenti, a
partire da quelli temporanei primordiali, e sulla creazione del linguaggio;
l'effetto prodotto da tali innovazioni, che non solo permettono l'assommarsi
delle capacità individuali, ma provocano il loro acerescimento progressivo,
dovuto sia al mutuo aiuto e all'esperienza dei vantaggi della cooperazione, sia
allo stimolo reciproco derivante dall'attrito degli ingegni; il sussidio
poderoso, che dà a tale processo l'uso di due strumenti meravigliosi, che sono
il linguaggio, generato dalla convivenza sociale, e il possesso della mano,
organo naturale incomparabile per afferrare ed elaborare le cose, la cui
efficacia, già intuita da Anassagora, ha di nuovo posta in rilievo Cicerone; e
infine l'imitazione e trasformazione della natura effettuate dalle arti, dove
il conoscere è un fare e l'esperienza è un esperimento. Questo fare e
sperimentare воло геві possibili precisamente dal possesso e
dall'uso delle mani, che rendono capace l'uomo di tentare i piú vari modi
di combinazione ed elaborazione dei mezzi naturali, di modo che, a partire da
principi minimi, le arti si elevano nel loro sviluppo verso risultati sempre
maggiori e progressivi affinamenti delle loro capacità creative. Tutti
questi elementi sono messi in rilievo da Vitruvio nel cap. I del libro II del
De Architectura: Sulla vita degli uomini primitivi e sugl’inizi e incrementi
della civiltà e dell'architettura.” La prima esperienza che, secondo Vitruvio, ha
una funzione decisiva per togliere gli uomini dalla vita ferina primordiale e
generare la convivenza sociale permanente, fu quella dell'incendio di selve
prodotto da qualche tempesta. L'impressione di terrore iniziale è seguita dalla
curiosità, per la quale gli uomini, dopo esser fuggiti, tornano ad avvicinarsi
e, sentendo il calore del fuoco, intuiscono la sua utilità per la vita.
Attratti dallo spettacolo, gl’uomini si riuniscono, concepiscono la possibilità
di continuare ad alimentare il fuoco. E cosí iniziano la loro convivenza ed una
comunicazione mutua delle loro impressioni mediante voci, che a poco a poco,
con il tempo, si convertono in linguaggio. La posizione eretta e il possesso
delle mani, che permettono il maneggio di qualunque oggetto, portano gl’uomini
alla prima creazione di ripari e di tetti, mediante escavazione di tane o
costruzioni di rami e fango che imitano quelle dei nidi di rondini. Lucrezio
e Cicerone insieme suggerivano a Vitruvio questa concezione delle fasi e
dei fattori del processo. Vitruvio aggiunge l'idea di un'analogia generale di
questo sviluppo storico presso i diversi popoli, allegando i documenti offerti
da resti di costruzioni primitive che si trovavano in paesi civili come sul
Campidoglio di Roma, e dalle edificazioni che continuavano a farsi in paesi
barbari (Gallia, Aquitania, Colchide, Frigia, etc.). Queste osservazioni
comparate, che presentano il passato dei popoli civili come analogo al presente
dei barbari, potevano suggerire l'idea di un futuro progresso dei barbari verso
uno sviluppo analogo al presente dei popoli civili, tanto piúin quanto Vitruvio
rileva l'impulso che danno al progresso le relazioni mutue nell'interno d'ogni
popolo. L'osservazione reciproca (egli nota) desta non solo la capacità
d'imitazione, ma anche l'emulazione, per cui si perfezionano con il tempo i
prodotti e si affinano la stessa intelligenza e la facoltà di giudizio dei
produttori. Allora con l'osservazione delle costruzioni altrui e
l'aggiunta di novità per mezzo delle riflessioni proprie, di giorno in giorno
andavano migliorando il tipo delle costruzioni. Ed essendo gli uomini capaci
d'imitazione e d'istruzione, nel celebrare giornalmente le loro invenzioni, si
mostravano tra di loro i risultati delle loro costruzioni; e in tal modo,
nell'esercitare i loro ingegni in competizioni, di giorno in giorno si facevano
di giudizio piú raffinato ». Quest'ultima frase, “in dies melioribus
iudiciis efficiebantur,” anticipa l'idea di Bruno, che gli uomini acquistano
progressivamente giudizio « piú maturo »; il che si determina, secondo Bruno
per tre fattori: l'accumulazione delle osservazioni, l'attività riflessiva e
inventiva del pensiero, e la varietà delle cose osservate. Ma Vitruvio aggiunge
un altro fattore piú importante: l'esercizio attivo del potere dell'ingegno,
stimolato dalla emulazione (exercentes ingenia certationibus). In ciò Vitruvio
raccoglie la suggestione di Aristotele relativa all'affinamento progressivo del
giudizio per via del suo esercizio costante. Ma in Aristotele tale esercizio
nasce dall'insoddisfazione e dalla critica delle idee altrui. In Vitruvio dallo
sforzo d'emulazione. In entrambi, tuttavia, il processo si realizza tanto nello
spirito individuale quanto in quello collettivo; e Vitruvio riconosce cosí la
formazione storica dello spirito dell'umanità, considerando il vincolo e
l'azione reciproca tra il perfezionamento dei prodotti dell'arte e lo sviluppo
dello spirito produttore.Vitruvio esprime cosí u concetto tipicamente
storicistico, nel riconoscere che lo spirito umano è in sé e per sé storia
e sviluppo; concetto considerato abitualmente « tutto proprio dell'età
moderna», come lo define Gentile (Il pensiero del rinascimento, cit.), nel
trovarlo espresso da Bruno. Vitruvio riconosce e spiega tale carattere storico
dello spirito in rapporto con la storia dell'architettura, che nel suo sforzo
di perfezionamento progressivo, per rispondere sempre piú alle esigenze umane,
si fa, secondo lui, generatrice di altre arti e discipline, per via
dell'esercizio continuo cui obbliga la mente, che in tal modo si potenzia e
sviluppa in se stessa nuove capacità, madri di arti e scienze nuove. «
Come, dunque, con l'attività costante (quotidie faciendo) avevano [gli uomini]
rese piú esperte ed abili le loro mani per ogni costruzione (tritiores manus ad
aedificandum perfecissent), e mediante l'esercizio instancabile dei loro
ingegni (solertia ingenia exercendo) erano giunti con l'uso incessante alla
creazione delle arti, allora l'attività industriosa aggiunta da essi ai loro
spiriti (industria in animis eorum adiecta) fece sí che quelli che erano piú
ben disposti e diligenti (studiosiores) si convertissero in artefici
professionali (fabros se esse profiterentur) ». Nasce in questo modo, dal
progresso delle capacità intellettuali e pratiche, la divisione del lavoro; ma nasce
e si mantiene legata all'unità organica della cultura, affermata già, con
notevole vigore, da Vitruvio nel I cap. del libro I. Dove si fa notare per
l'architettura il vincolo reciproco dell'attività pratica (fabrica) e di quella
teorica (ratiocinatio), che non permette di raggiungere la perfezione dell'arte
né al puro homo faber né al puro homo sapiens, ma solo a chi riunisce in sé
entrambe le condizioni; e aggiunge Vitruvio che l'architetto ha bisogno di
conoscenze di letteratura, disegno, geometria, storia, filosofia, musica,
medicina, diritto, astronomia, cioè di possedere una cultura organica: « tutte
le discipline hanno tra loro un vincolo ed una comunicazione mutua.... e la
[cosí detta] disciplina enciclica come un corpo unico è costituita di
tali membri ». Certamente, come tecnico e teorico
dell'architettura, convinto e preoccupato dell'importanza preminente della sua
arte, Vitruvio nel I cap. del libro II, che stiamo analizzando, sembra che
spieghi l'unità e connessione reciproche di tutte le arti e discipline come
dovute ad un germinare di tutte dalla radice comune dell'archi-tettura, che per
le sue esigenze ed i suoi sviluppi genererebbe le altre arti e scienze, e ne
determinerebbe i progressi. « Dalla costruzione degli edifici progredendo
gradualmente verso le altre arti e scienze (e fabrica-tione aedificiorum
gradatim progressi ad ceteras artes et disciplinas) e utilizzando le armi del
pensiero e la riflessione deliberativa', con cui la natura rafforzò le loro
menti (cum natura cogitationibus et consiliis arma-visset mentes), essi
trassero l'umanità dalla vita ferina e selvaggia a quella civile (e fera
agrestique vita ad mansuetam perduxerunt humanitatem) ». Allora si genera
negli uomini la capacità di prepararsi nel loro spirito, e di guardar lontano
per mezzo dei pensieri piú grandi, che nascono dalla varietà delle arti (tum
autem instruentes animo se et prospicientes maioribus cogitationibus ex
varietate artium natis); il che Vitruvio applica, indubbiamente, ai progressi
del-l'architettura, ma è un concetto che s'estende da sé ad ogni sviluppo culturale.
« Poi con le osservazioni degli 1 Se leggessimo, con qualche edizione,
conciliis anziché con siliis, dovremmo pensare che Vitruvio rilevasse qui non
già l'importanza della riflessione deliberativa (consilia), bensi quella della
convivenza e della cooperazione sociale (concilia). Ma queste ul-
time sono per Vitruvio creazione umana e non dono della natura.
studi portarono [le loro opere] dai giudizi errati ed incerti alle ragioni
certe delle simmetrie. Quindi mediante le loro cure alimentarono e adornarono
di piaceri l'eleganza della vita, accresciuta dalle arti (trac- tando
nutriverunt et auctam per artes ornaverunt vo- luptatibus elegantiam
vitae) ». Si presenta pertanto, nella concezione di Vitruvio, tutto un
processo storico nel quale l'uomo, spinto dai bisogni, guidato dalle
esperienze, rafforzato dall'eserci-zio, sviluppa e traduce progressivamente in
atto le sue potenze naturali, creando le arti e le scienze; ma in questo
processo i prodotti reagiscono sul produttore; l'esercizio intensifica i poteri
dello spirito e genera nuove capacità; i risultati realizzati si convertono in
mezzi e impulsi per creazioni ulteriori; e in questo modo l'umanità progredisce
e si sviluppa, creando il mondo della cultura e creando nello stesso tempo spiritualmente
se stessa per mezzo del suo lavoro, come causa ed effetto insieme dei suoi
progressi. La concezione della creatività dello spirito appare, dunque,
raggiunta in pieno da Vitruvio. Lo scambio d'azione che Vitruvio vedeva
effettuarel tra lo spirito produttore e i suoi prodotti nella creazione e nello
sviluppo progressivo delle arti e delle scienze, significava per se stesso un
processo storico di autocreazione e d'autosviluppo incessanti dello stesso
spirito umano, che logicamente doveva presentarglisi come un processo infinito.
Ma Vitruvio non segnalò, e forse non intuí neppure questa conseguenza della sua
conce- ' (Appare in questa visione un barlume del processo chiamato da
Marx il processo della umwälzende Praxis, cioè dell'attività dell'uomo che si
rovescia su se stessa e sull'uomo, trasformandolo nel trasformare se
stessa. zione, cosí come non l'aveva espressa né vista Aristotele,
benché riconoscesse che il potere intellettuale dell'uomo va aumentando sempre,
quantitativamente e qualitativa- mente, con l'esercizio attivo delle sue
capacità di indagine e di riflessione critiche. La prima affermazione
esplicita dell'infinità del progresso spirituale umano ci appare nell'antichità
classica con Seneca, che tuttavia era stato precorso parzialmente da Filone
ebreo, come diremo. Ma mentre nella concezione di Vitruvio l'infinità
potenziale del progresso è in rapporto con il processo di creazione e sviluppo
delle arti, a cui egli collegava la scoperta delle scienze, Seneca invece nella
polemica contro Posidonio ripudia l'unità e identità tra l'homo faber e l'homo
sapiens, che quello aveva affermato (cfr. Epist.). Contro la celebrazione
del progresso tecnico, inserito da Posidonio nello sviluppo stesso della
saggezza, Seneca nella sua polemica sembrava ripudiare la creazione umana delle
arti, accusandola di complicare e render difficile la vita, e sembrava
ritornare, con l'evocazione di Diogene, all'ideale cinico-stoico della
semplicità primordiale della vita conforme alla natura, che facilmente soddisfa
le sue esigenze minime. «Non fu tanto nemica la natura, da concedere la
facilità della vita agli altri animali e volere che solo l'uomo non potesse
vivere senza tante arti.... Siamo noi che ci rendemmo tutto difficile per la
nostra tendenza a stancarci (fastidio) delle cose facili.... Tutte queste arti,
per le quali la città si eccita e rumoreggia, lavorano per il corpo, a cui
prima si imponeva ogni [sa-crificio] come ad uno schiavo, mentre ora gli si
prepara ogni [godimento] come ad un padrone » (epist. cit.). Tuttavia
questa posizione polemica non rappresenta integralmente l'orientamento
spirituale di Seneca. Seneca è ben lungi dall'identificare la saggezza —
nel cui culto vede l'unica attività che possa render degna la vita
umana - con la supposta felicità primordiale dello stato di natura. « Per
quanto egregia e priva di inganni fosse la vita di quelli (primitivi), essi non
furono savi.... non avevano ingegni perfezionati (consum-mata).... La natura
non dà la virtú, e il diventar buono è un'arte.... Quelli erano innocenti per
ignoranza; ma c'è una gran differenza tra il non volere e il non saper peccare
(multum interest utrum peccare aliquis no-lit an nesciat). Mancava loro la
giustizia, mancava loro la prudenza, la temperanza, la fortezza. La loro vita
incolta aveva qualcosa di simile a tutte queste virtú; ma la virtú non è
conseguita se non da uno spirito edu-cato, istruito e portato mediante
l'esercizio assiduo fino al vertice. Certo nasciamo per questo, ma senza
que-sto; e anche negli uomini migliori, prima che posseggano l'educazione,
esiste la materia della virtú, ma non la virtú stessa » (ibid.). In tal
modo, la virtú torna a presentarsi connessa alla cultura in questa stessa
Epistola 90, dove la critica a Posidonio sembrava portare ad una rivendicazione
della natura primordiale, simile a quella dei cinici. La virtú, dunque, per
Seneca non è un'ingenuità ignorante, ma deve avere chiara coscienza del male e
del vizio per trionfare di essi. Seneca fa in certo senso presentire il
concetto che ispira in tempi moderni la filosofia della storia di Fichte
(Caratteri fondamentali dell'epoca con- temporanea), secondo cui
l'umanità, dopo di essere uscita dalla sua primitiva rettitudine incosciente,
abbisogna della piú profonda coscienza ed esperienza del peccato, per elevarsi
alla sua cosciente redenzione. Con la rivalutazione della cultura come
condizione e fondamento dell'etica e della filosofia, tornano ad essere
pertanto rivalutate da parte di Seneca anche le arti, ed è riaffermato il
concetto del Protreptico aristotelico, della doppia e indivisibile
funzione che incombe al- Q l'uomo, cioè quella di esercitare tanto
l'attività intellettuale quanto quella pratica. Aristotele aveva affermato,
secondo la testimonianza di Cicerone (De finibus), che l'uomo nacque per due
cose: intendere e operare («ad duas res, ad intelligendum et agendum esse natum
»); e Seneca (De otio) ripete che la natura volle che facessimo le due cose:
operare e coltivare la contemplazione. « Natura autem utrumque fa-cere me
voluit, et agere et contemplationi vacare ». Anzi, aggiunge che egli le fa
entrambe, perché sono insepa-rabili, giacché neppure la contemplazione può
esistere senza azione: « utrumque facio; quoniam ne contem-platio quidem sine
actione est »'. Nessuna virtus è un bene reale, finché non passa all'azione (“in
otium sine actu proiecta”). «Chi potrebbe negare che essa deve comprovare nelle
opere i suoi progressi, e non limitarsi a pensare ciò che si deve fare, bensí
esercitare anche le sue mani e portare a realtà le sue meditazioni? » (* sed
etiam aliquando manum exercere, et ea quae meditata sunt ad verum perducere?
»). Questa rivalutazione dell'attività pratica, a causa del legame che
l'attività teorica ha con essa, doveva portar seco anche un apprezzamento delle
creazioni delle arti, che per questa via tornano ad inserirsi nel processo
creativo della cultura, dove si afferma il potere e il valore dello spirito
umano. Una celebrazione caratte ristica di questa creatività dello spirito,
applicata alle opere della civiltà e delle arti, merita di esser segna- É
evidente la derivazione da Seneca del noto luogo dello Spaccio bruniano (ed.
Gentile): « e per questo ha determinato la providenza, che vegna occupato ne
l'azione per le mani, e contemplazione per l'intelletto; de maniera che non
con-temple senza azione, e non opre senza contemplazione. Ne l'età dunque de
l'oro per l'Ocio gli uomini non erano piú virtuosi, che sin al presente le
bestie son virtuose ». lata nell'Epistola, relativa all'incendio
che in una sola notte aveva distrutto la città di Lione (Lugdunum), che era per
la sua bellezza la gloria della Gallia. Seneca si rende conto che le opere dei
mortali sono. condannate a perire e che noi viviamo tra cose caduche: « omnia
mortalium opera mortalitate damnata sunt. Inter peritura vivimus». Ma questo
carattere mortale delle opere è superato dall'imperitura energia creatrice
del-l'umanità, che ricostruisce sempre ciò che è caduto e lo ricostruisce piú
bello e perfetto, di modo che le distruzioni si convertono in fattore di
progresso. « Multa cecide-runt ut altius surgerent et in maius ». Come Roma
sempre risorse piú bella e potente dalle ceneri degli incendi subiti, cosí
anche a Lione tutti competeranno per ricostruirla in forma piú grande e piú
solida di quella per-duta: « ut maiora certioraque quam amisere restituant. Ciò
che caratterizza l'uomo, dunque, consiste per Seneca nell'esigenza e nello
sforzo costanti di superamento; per il loro mezzo lo spirito immortale
dell'umanità si sovrappone al carattere mortale delle sue creazioni. Sono
mortali - sembra dire Seneca — le creazioni partico-lari; ma è immortale la
creazione progressiva della cul-tura, per essere immortale e inesauribile lo
spirito creatore. In questo sforzo interminabile di superamento,
le attività pratiche delle arti e della tecnica in generale si unificano, per
Seneca, con le attività teoriche della scienza e della filosofia. Possiamo dire
che Seneca precorre Lessing nel considerare che questo sforzo spirituale
costituisce il valore della vita, che pertanto si afferma solo in quanto l'uomo
amplia progressivamente il suo orizzonte e le sue aspirazioni. Se mai l'umanità
potesse giungere ad un possesso pieno della scienza, e non avesse piú davanti a
sé un cammino ulteriore da percorrere e difficoltà nuove da superare, non
avrebbero piúsignificato la vita e il mondo in cui si sviluppa l'attività
umana. È lo sforzo ciò che costituisce il valore della vita; la sua persistenza
inestinguibile e il suo rinnovamento incessante presuppongono l'impossibilità
perenne di raggiungere il fine ultimo; ma questa condizione non significa per
l'uomo una maledizione o condanna ad una tensione vana che non può mai essere
soddisfatta, bensí alimenta e mantiene il valore della vita come milizia ' ed
aspirazione dignificatrice, che sono nello stesso tempo perfezionamento spirituale
progressivo. Quest'idea, dell'infinità dello sforzo e del progresso
umano, derivante dall'impossibilità di conseguire il fine supremo, era stata
intuita ed espressa parzialmente, prima di Seneca, da Filone ebreo. La
posizione degl’uomini in qualsivoglia delle loro attività, dice Filone, sta
sempre nel mezzo tra l'inizio e la fine: « Noi siamo trattenuti nell'intervallo
tra la fine e l'inizio nell'impa-rare, nell'insegnare, nel lavorare la terra,
nell'operare in ciascuna delle altre cose » (Quis rerum divin. heres sit); ma
questa inferiorità che caratterizza la nostra imperfezione costante in
confronto alla perfezione assoluta di Dio, non significa ristagno e immobilità
spi-rituali, bensí movimento e progresso incessanti: « A misura che uno avanza
nelle scienze e si pone stabilmente sul loro terreno, si fa tanto piú incapace
di raggiungere i loro limiti.... La scienza per i piú capaci è una sorgente
sempre in movimento, che produce sempre nuovo afflusso di idee» (De plantat.
Noë). In tal modo per Filone ogni approfondimento della nostra conoscenza
è nello stesso tempo un approfondi- [Cfr. Epist.: Atqui vivere, Lucili,
militare est. Itaque qui iactantur et per operosa atque ardua sursum ac deorsum
eunt, et expeditiones periculosissimas obeunt, fortes viri sunt,
primo- resque castrorum; isti, quos putida quies, aliis laborantibus,
mol- liter habet, turturillae sunt, tuti contumeliae causa ».
mento della coscienza della nostra ignoranza: dalla conoscenza acquisita
spuntano sempre problemi nuovi; ma dai problemi nasce il movimento progressivo
dell'intel-ligenza, in un processo che non finisce mai a causa
dell'impossibilità di raggiungere, con il pensiero, il termine ultimo. Questo,
per Filone, si raggiunge certo nel rapimento dell'estasi, che è estinzione di
ogni movimento attivo della mente; ma fuori della soluzione mistica, c'è solo
un processo infinito, conseguenza dell'infinita di- stanza, che ci divide
dall'irraggiungibile oggetto supremo. Vero è che di questi pensieri di
Filone non ebbe alcuna notizia Seneca, il quale giunse per una via parzialmente
analoga all'idea dell'infinito progresso conoscitivo, cou- siderandolo
determinato dall'infinita distanza, che ci separa sempre dal fine supremo delle
nostre aspirazioni e dai nostri sforzi. Ci sono delle realtà — osserva Seneca
in Natur. quaest., a proposito dell'igno-ranza del suo tempo riguardo alle
orbite e alle. leggi di movimenti delle comete: - che non possono essere colte dai nostri
occhi, o perché permangono in luoghi sottratti alla nostra vista, o perché la
loro sottigliezza è irraggiungibile per la nostra acutezza visiva, o forse
anche perché non abbiamo la capacità di percepirle, nonostante che riempiano i
nostri occhi. Tutte queste realtà sono accessibili unicamente allo spirito
(animo) e debbono essere contemplate con il pensiero (cogitatione). Ma lo
stesso pensiero che ci porta fino all'idea dell'esistenza di Dio, che creò
tutto l'universo intorno a sé e lo governa, ed è la parte mag- derlo
nella giore e migliore della sua opera, non arriva a comprenderlo nella
sua essenza. « Non possiamo sapere che cos'è ciò, senza di cui nulla esiste, e
ci stupiamo per non conoscer bene certi piccoli fuochi (le comete), mentre ci
resta celata la parte maggiore dell'universo, dio. Quid sit hoc, sine quo nihil
est, scire non possumus, et miramur si quos igniculos parum
novimus, cum maxima pars mundi, deus, lateat »). Ma da questa situazione
nasce in noi uno stimolo all'indagine, che si intensifica con l'esperienza dei
pro-gressi già realizzati. Ci sono conoscenze che abbiamo acquisito di recente,
altre in gran numero che ancora non abbiamo raggiunto; ma - aggiunge Seneca - verrà
un tempo in cui queste cose, che ora permangono occulte, le porterà alla luce
un giorno futuro ed una indagine assidua di piú lunga durata.... Verrà un tempo
in cui i nostri posteri resteranno stupiti che noi igno-rassimo cose che per
essi saranno tanto evidenti. Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet;
multa saeculis tune futuris cum memoria nostri exoleverit reservantur. Pusilla
res mundus est, nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat. Questa
inesauribilità dell'indagine e delle scoperte supera con la sua infinità la
gradualità progressiva. ma limitata, del processo delle iniziazioni ai misteri,
a cui Seneca la paragona. Certo che, come ad Eleusi non si mostrano tutte le
cose sacre al novizio, riservandosi le piú importanti per gli iniziati, cosí si
può dire che la natura non concede in una sola volta ed a chiunque tutti i suoi
sacri segreti, e anche quando ci crediamo iniziati, siamo ancora nel vestibolo
del tempio e gli arcani rimangono chiusi nel sacrario interno. Ma nelle
cerimonie mistiche gli iniziati pervengono, alla fine, a veder tutto; e nella
scienza, invece, il processo di sco-perta non finisce mai. Dei suoi segreti,
alcuni potrà sco-prirli la nostra età, altri le età successive (« aliud haec
aetas, aliud quae post nos subibit aspiciet »); ma ri-marrà sempre campo per le
investigazioni di « tutto il mondo ». E anche nell'ipotesi che gli uomini si
dedi-chino completamente all'indagine e alla comunicazione reciproca delle
conoscenze acquisite, Seneca dice che a mala pena (vix) si giungerebbe a
quel fondo dove è collocata la verità che ora cerchiamo alla superficie e con
leggerezza (ibid., cap. 32); e l'esplorazione di questo fondo, secondo le
dichiarazioni precedenti, esigerebbe sempre uno sforzo investigativo
infinito. La sospensione dello sforzo e del lavoro, dunque, non solo
ritarda o impedisce del tutto le grandi conquiste ulteriori (« tarde magna
proveniunt, utique si labor ces-sat »: cap. 31), e impedisce che si trovi
alcunché di ciò che gli antichi indagarono in modo insufficiente, ma fa perdere
anche le stesse scoperte già realizzate (« adeo nihil invenitur ex his quae
parum investigata antiqui reliquerunt, ut multa quae inventa erant obliterentur
»: cap. 32). Donde la necessità e l'obbligo morale, per cia-scuno, di
mantenere attivo lo sforzo incessante e di cooperare attivamente alla grande
opera di conquista collettiva dell'umanità. Coloro che rimangono soddisfatti
delle acquisizioni già realizzate dagli antecessori, non si rendono conto
dell'immenso cammino da percorrere, che si estende davanti a noi. «Non si
troverebbe mai nulla, se restassimo contenti con ciò che è già stato trovato.
Inoltre, chi si limita a seguire un altro, non trova nulla per conto suo, anzi,
non cerca neppure.... Ma coloro che hanno promosso queste investigazioni
sono per noi guide, non padroni. [Il cammino del]la verità è aperto a tutti,
non è ancora occupato, anzi gran parte di esso resta ancora da percorrere agli
uomini del futuro › (Epist.). Confidiamo pertanto e molto nel giudizio dei
grandi uomini, ma rivendichiamo anche l'uso del giudizio nostro. Forse neppur
essi ci han lasciato scoperte effettuate, ma indagini da compiere » (* Num illi
quoque non inventa, sed quaerenda nobis reliquerunt »: Epist.).
«Non mi sembra che i predecessori si siano impadroniti con la forza
(praeripuisse) di ciò che si poteva dire, ma che ce lo abbiano
solamente mostrato (ape-ruisse). Se non che c'è molta differenza tra
l'avvicinarsi ad una materia esaurita (consumptam) e ad una solamente preparata
(subactam): questa va crescendo giorno per giorno, e le invenzioni effettuate
non sono ostacoli per chi realizzerà invenzioni ulteriori (« crescit in dies,
et inventuris inventa non obstant »: Epist.). Anzi, chi ha qualcosa da
insegnare agli altri, deve spargerlo come semente feconda (« seminis modo
spargenda sunt»), la quale, per quanto piccola, cadendo in terreno adatto
sviluppa le sue forze, e dalla sua piccolezza originaria, crescendo fino alle sue
dimensioni massime, si diffonde (« ex eo minimo in maximos auctus
diffunditur»). Gli insegnamenti son come le sementi: ancorché siano limitati
(angusta), possono sviluppare una grande efficacia, purché una mente idonea li
accolga e li raduni in se stessa; e a sua volta questa mente ne genererà molti
altri e ren- derà piú di quello che ricevette » (Epist. 38).
Naturalmente questo processo storico di accrescimento progressivo della
cultura, nella successione delle generazioni e delle comunicazioni da maestri a
disce-poli, esige l'attività vivente degli spiriti ricettori. Quindici secoli
piú tardi G. Bruno dirà che se « di questi alcuni, che son stati appresso, non
siino però stati piú accorti, che quei che furon prima.... questo accade per
ciò che quelli non vissero.... gli anni altrui, e, quel che è peggio, vissero
morti quelli e questi negli anni pro-prii » (Cena delle Ceneri, ed. Gentile).
Una esigenza analoga aveva affermato Seneca nella Epist. 84, dichiarando
che gli insegnamenti devono, come alimenti digeriti, trasformarsi in forze e
sangue di chi li assimila (« in vires et sanguinem transeunt»). Le conoscenze
ingerite non debbon lasciarsi tali e quali sono (integra), affinché non restino
come cose estranee (alie-na): dobbiamo digerirle (concoquamus), affinché
sianonutrimento dell'ingegno e non peso della memoria. I discepoli o le
generazioni successive devono assomigliare ai loro maestri e padri come figli
viventi e attivi, non come immagini morte: « imago res mortua est »; e nella
trasmissione della cultura, invece, occorrono spiriti viventi che (come dirà
Bruno) vivano attivamente gli anni dei predecessori e non vivano morti gli anni
propri, bensí progrediscano sempre piú. Si deve imprimere la forma della
propria personalità a tutti gli elementi di cultura che si raccolgono, affinché
confluiscano in una unità (in unitatem illa competant) come le voci di un coro.
« Tale voglio che sia il nostro spirito, che abbia in se stesso molte arti,
molti precetti, gli esempi di molte generazioni, ma facendoli confluire tutti
in una unità», vivente e attiva (« ut multae in illo artes, multa praecepta
sint, multarum aetatum exempla, sed in unum conspirata). L'Epistola 84
integra pertanto l'affermazione del-l'Epistola 80, che lo spirito (animus) non
è come il corpo, che abbisogna dall'esterno di molto alimento, di molta
bevanda, di molto olio e di lunghe cure; lo spirito invece (continua l'Epistola
80) cresce da se stesso, si alimenta e si esercita da sé, ed abbisogna solo
della volontà per il suo perfezionamento. L'Epistola 84, dunque, riconosce che
anche lo spirito abbisogna del suo alimento, che consiste nella cultura che
riceve dalle generazioni precedenti e dall'ambiente sociale in cui si sviluppa,
e che anch'esso deve, non meno del corpo, assimilare il suo alimento e
trasformarlo in proprio sangue e forza attivi. Certamente egli deve avere
in sé l'energia della volontà richiesta dall'Epistola 80: ossia deve, secondo
il paragone dell'Epistola 39, essere come una fiamma che s'innalza in linea
retta e che non può essere inclinata e oppressa, né tanto meno aver tregua:
cosí lo spirito è in movimento ed è mobile e attivo tanto piú quanto
piú è energico. Ma questa energia, questa attività, questo movimento spirituali
non si esercitano nel vuoto, bensí nel mondo della cultura, che è
creazione dello spirito; nel qual mondo si forma cosí la tradizione vivente e
attiva, che è conservazione e accrescimento in-cessanti. Seneca ha visto
che questo doppio aspetto della tradizione implica un doppio atteggiamento
spirituale: di dipendenza e d'indipendenza rispetto al passato. I diritti del
passato devono essere riconosciuti, ma come condizione e mezzo di salvare e
assicurare i diritti dell'avve-nire, che sono diritti di un progresso infinito.
Venero pertanto — dice l'Epistola 64 - le invenzioni della sapienza e i loro
inventori; bisogna avvicinarsi ad essi come ad una eredità collettiva. A nostro
beneficio sono state effettuate queste acquisizioni e questi lavori. Ma
comportiamoci come buoni padri di famiglia; rendiamo piú ampia l'eredità
ricevuta, cosi che questa passi da noi alla posterità fatta maggiore. Molto
lavoro resta ancora da compiere, e molto ne resterà poi; né a nessuno, anche se
nasca dopo migliaia di secoli, sarà preclusa l'occasione di aggiungere ancora
qualcosa di piú ». Anche nell'ipotesi assurda, che gli antichi avessero
inventato tutto, resterebbero sempre nuove l'utilizzazione, la scienza e la
disposizione delle invenzioni altrui. Ma siamo ben lungi dalla possibilità di
ammettere l'ipotesi citata. Quelli che esistettero prima di noi « multum
ege- runt, sed non peregerunt ». Certamente dobbiamo ammirarli e
onorarli come dei, e professare verso « i precettori del genere umano, da cui
ci vennero i principi di un bene tanto grande, la stessa venerazione che
dobbiamo ai nostri maestri personali ». Tuttavia l'onore migliore, anzi l'unico
onore degno ed efficace che i discepoli possano rendere ai mae-
stri e i figli ai padri, consiste, secondo le affermazioni esplicite di Seneca
già citate, nel far viva e operante la loro eredità, nel proseguire le vie che
essi ci aprirono, cioè nel compiere per ciò che possiamo il progresso della
cultura, la cui infinità esige sempre l'attività creatrice di ogni generazione
nel trascorrere infinito del tempo. In questo senso devono intendersi le
affermazioni della Epistola 102, relative allo spirito: « Lo spirito umano è
una realtà grande e generosa, che non tollera gli si pongano mai limiti che non
gli siano comuni anche con Dio»; cioè afferma la sua esigenza di infinità e
vuole tradurla in atto nel doppio aspetto spaziale e temporale. Lo spirito
pertanto non accetta che gli si attribuisca una patria umile e limitata, come
sarebbe la città natale di ciascuno, e reclama come propria patria tutto l'universo;
e «non permette che gli si assegni un'epoca limitata: tutti gli anni sono miei
(dice); nessun tempo è inaccessibile al pensiero ». Ma questa doppia esigenza
di infinità - che significa coscienza di un potere infinito, e che, quanto al
tempo, si estende ugualmente verso il passato e verso il futuro — vale, secondo
il pensiero espresso di Seneca, tanto per la contemplazione quanto per l'azione
creativa. La contemplazione si realizza per mezzo dell'investigazione e (come
vedemmo) piccola cosa sarebbe il
mondo se in esso non avesse sempre tutto il mondo qualcosa da investigare (Nat. quaest.); ma d'altra parte (come
vedemmo) neppur la contemplazione può darsi senza azione: ne con-
templatio quidem sine actione est › (De otio). Talché lo spirito deve
effettuarle entrambe ad un tempo, nella loro mutua correlazione, e considerare
l'infinita estensione dell'universo in tutte le sue dimensioni, e del tempo
nella sua doppia direzione di passato e futuro, non solo come oggetto di
contemplazione conoscitiva, ma anche come campo d'azione creativa. Per questa
via, nellaconcezione delineata da Seneca, lo spirito riconosce ве stesso
nell'infinita creazione della cultura, opera del suo infinito passato e compito
del suo infinito avvenire 1. m). In tal modo, nell'affermare
esplicitamente e mettere in evidenza sotto vari aspetti l'infinità del processo
storico di creazione della cultura e d'accrescimento dello spirito umano,
Seneca portava la teoria del progresso al suo piú alto grado di compimento
nell'antichità. Dopo di lui, nonostante l'attivismo della gnoseologia e della
pedagogia di Plutarco e di Plotino, il predominio crescente dell'orientamento
mistico nella filosofia non favorí certo nuovi sviluppi della teoria del
progresso; la cui tradizione, tuttavia, lungi dal perdersi, appare conservata —
come abbiamo visto a proposito di Aristotele anche
in scrittori tardi come Asclepio e Giovanni
1 Meritano di essere ricordate alcune altre dichiarazioni signi- Epansa
(Sice rel Eple 65) Eaar dee appreanere ne che a riferisce alle cose
divine e alle umane, alle passate e alle future, alle caduche e alle eterne, al
tempo, etc.»; e qui Seneca cita esempi delle « innumerabiles questiones» che si
pongono per la conoscenza di ogni sfera e di ogni aspetto della realtà
universale. Ma il De otio, mostra che all'infinito numero dei problemi
corrisponde l'infinita curiosità (curiosum ingenium) dell'uo- mo: il
desiderio di conoscere lo sconosciuto (cupiditas ignota no-scendi) ci spinge ai
viaggi ed alla navigazione, alle investigazioni naturali ed agli scavi, alle
ricerche storiche relative all'umanità ad che poe eseri al dd a del come
o aire dacueione dei probiem pelaurs ar ateria dd ale epifio)
relativi alla materia ed allo spirito, etc. Nello stesso capitolo del “De
otio” aggiunge (come abbiamo già ricordato) che la contemplazione non può mai
essere senza azione, e che le cose meditate esigono la loro realizzazione
mediante l'esercizio della mano; di modo che il processo infinito di creazione
della cultura è inteso nell'unità di teoria e pratica. Filopono; e la loro
fonte al riguardo, Aristotele, ci attesta che tale teoria si è trasmessa senza
soluzione di continuità. Ma Plutarco ci fa udire l'eco tanto di idee
provenienti da Archita e Democrito, intorno alla funzione che spetta alla
necessità nel processo storico delle creazioni umane, quanto dell'ordine
cronologico in cui Democrito e Aristotele distribuivano la creazione
progressiva delle arti di necessità, di quelle di abbellimento e delle scienze.
E nello stesso II secolo cui appartiene Aristocle, un documento caratteristico
ci dimostra la diffusione raggiunta dall'idea del progresso umano nella
coscienza pubblica dell'epoca; documento che consiste nell'utilizzazione che fa
Luciano (“Erotes”) di questa idea con fini satirici. L'apologia paradossale
dell'amore per gli efebi, che Luciano fonda sul principio che, essendo
creazione piú recente dell'amore per le donne, deve costituire un progresso
rispetto a questo, poteva avere significato come satira solo in un clima
spirituale dove l'idea del progresso figlio del tempo fosse divenuto generale e
dominante. Nella sua esposizione di questa teoria, Luciano dipende
specialmente dalla tradizione democriteo-epicurea, ma con infiltrazioni della
tradizione platonico-ari-stotelica relativa al rinnovamento ciclico successivo
alle catastrofi, e con derivazioni anche da altre fonti. Da Democrito ad
Epicuro deriva la descrizione della vita ferina primordiale: « i primi uomini
nati dovevano cercare un rimedio per la fame d'ogni giorno, e per il fatto che
erano preda della indigenza presente e che la pe- o chi il ato
nuria non permetteva loro alcuna scelta del migliore, dovevano mangiare le erbe
che trovavano, e le radici tenere che dissotterravano, e soprattutto le ghiande
delle querce. Mentre la loro vita permaneva cosí incolta e non
concedeva loro ancora la comodità per esperimenti giornalieri al fine di
trovare il meglio, essi dovevano accontentarsi di quelle stesse cose
necessarie, poiché il tempo, incalzandoli, non permetteva loro l'invenzione di
un buon regime». Anche per ciò che concerne la necessità di difese, gli uomini
subito, all'inizio della vita, avendo bisogno di coprirsi, 'avvolgevano nelle
pelli delle fiere scorticate ed escogitavano come rifugio contro il freddo le
grotte delle montagne o le cavità disseccate di radici o alberi antichi».
piú che democritea, poiché è scomparsa in essa, come pia wete
Questa descrizione è evidente eredità epicurea ancor tra gli epicurei, la
distinzione introdotta da Democrito tra i momenti successivi della prima fase
di vita del- l'umanità. Manca inoltre in Luciano ogni allusione
all'introduzione della convivenza sociale e del linguaggio e alla scoperta del
fuoco, già considerati dall'epicurei-smo; ma la suggestione epicurea si
riconosce nella spiegazione che dà tanto dell'uscita dallo stato primordiale
mediante l'agricoltura, quanto delle invenzioni della tessitura e dell'edilizia
per via di un'imitazione dei ripari naturali (pelli e caverne) usati
primordialmente. La capacità di un'imitazione dei processi naturali, che
ripro-ducendoli li modifica e li adatta alle proprie esigenze e finalità, era
già per gli epicurei un carattere che differenziava l'uomo dagli altri animali,
incapaci di uscire dalla loro condizione naturale originaria. Tuttavia sembra
che in Luciano si perda la comprensione della funzione attribuita dagli
epicurei alla necessità come forza stimolante dell'intelligenza umana; Luciano
la considera piuttosto un ostacolo alla ricerca del meglio. Solamente (dice) «
dopo che le necessità urgenti ebbero fine, le intelligenze (zoyouo) delle generazioni
successive, liberate dalla necessità, trovarono l'occasione d'inventarequalche
miglioramento, e di lí a poco a poco s'accreb-bero al tempo stesso le scienze.
E questo ci è possibile congetturarlo dalla considerazione delle arti piú
perfezionate ». Può esservi in queste linee un'eco (certo confusa) della
distinzione democriteo-aristotelica dei tre momenti successivi di creazione
progressiva: delle arti di neces-sità, di quelle d'ornamento e delle scienze
disinteressate; certo Luciano -- utilizzando l'esempio dell'arte tessile, preso
dagli epicurei, e quello dell'architettura, derivante forse da Vitruvio -
insiste specialmente sul carattere graduale e quasi insensibile dei progressi,
dicendo che «le arti presero per maestro il tempo » e progredirono «
segretamente». E questa idea di un processo graduale sembra associarsi a quella
di un rinnovamento ciclico, cioè alla teoria platonico-aristotelica della
rinascita progressiva della cultura dopo le catastrofi distruttrici -
idea rievocata nel II secolo da Aristocle - poiché Luciano scrive che «
ciascuna di queste arti e scienze, che giaceva muta e coperta in molto oblio,
come da un lungo tramonto a poco a poco si levò nella sua luce raggiante
». Questa confluenza di elementi di derivazione tanto diversa è un indice
interessante della conservazione di differenti rappresentazioni del progresso
nell'epoca di Luciano, che le mescola senza preoccuparsi molto dei loro
eventuali contrasti. E cosí, nonostante la sua apparente accettazione della
teoria ciclica platonico-aristote-lica, Luciano delinea un processo di sviluppo
della cul-tura, che per se stesso gli si presenta infinito, cosí come era
apparso a Seneca. « Poiché ciascuno che faceva qualche scoperta la trasmetteva
alla posterità; e quindi la successione di quelli che ricevevano l'eredità,
facendo aggiunte a ciò che avevano appreso, continuò a riempire le lacune
esistenti ». E cosí ‹ le scienze varie... mediante sforzi (uoris)
si preparano per arrivare (EUENOV 7ÇELV) alla loro chiara manifestazione,
spinte dal tempo infinito (úò To aiovos), che non lascia niente senza indagare.
Ma ciò che agisce attivamente sugli uomini attraverso il corso del tempo è (per
dichiarazione esplicita di Lu-ciano) « l'intelligenza (ppóvnois), che si
accompagna alla scienza e trae dal frequente sperimentare la possibilità di
scegliere l'ottimo ». Pertanto « dobbiamo considerare necessario lo studio
dell'antico, ma onorare come migliore ciò che la vita seppe trovare poi, dopo
aver raggiunto la possibilità di dedicarsi alla riflessione razionale
(поугомоїс) ». Torna cosí in Luciano il concetto della tradizione
vivente, che non è conservazione cristallizzata, bensí creazione progressiva
continua realizzata dalla vita; torna l'idea dell'infinità di questo processo,
che si estende dal passato e dal presente verso l'avvenire. Riassumendo,
possiamo dire che per tutti gli assertori antichi dell'idea del progresso umano
la natura offra il punto di partenza allo sviluppo dell'attività creatrice
dell'intelligenza dell'uomo; quindi le conquiste compiute da ogni generazione
offrono alle successive i mezzi e gli stimoli per nuovi incessanti esperimenti
e nuove acqui-sizioni; e in tal modo la creazione della cultura progredisce
insieme con l'intelligenza creatrice. L'antichità dichiara con Cicerone ciò che
tornerà a dichiarare il rinascimento con Bruno; cioè che l'umanità è
caratterizzata dal suo sforzo incessante di creare, mediante l'opera della sua
intelligenza e delle sue mani, un'altra natura, altri corsi e altri ordini al
di sopra di quelli che le furono dati naturalmente; e per questa creatività del
suo spirito l'uomo merita d'esser considerato «come un dio mortale» o «
dio della terra. Dai presocratici e dai poeti tragici fino a Seneca
innegabilmente l'idea della creatività dello spirito si afferma e si sviluppa
nell'antichità, e si ripercuote poi sugli ultimi secoli della cultura classica,
da Luciano ed Aristocle ad Asclepio e Giovanni Filopono. Per negare agl’antichi
il raggiungimento di tale intuizione, occorre chiudere gli occhi alla realtà
storica e cancellare l'ampia documentazione che conferma la sua esistenza. Rodolfo
Mondolfo. Mondolfo. Keywords: antica filosofia italica. Refs.: Luigi Speranza, "Grice, Mondolfo, e la filosofia
greco-romana," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library,
Villa Grice, Liguria, Italia.
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