Grice e Nardi: l’implicatura conversazionale d’Alighieri -- dantesco
– Alighieri -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Spianate di Altopascio). Filosofo italiano. Grice:
“The Italians are fortunate: with Alighieri they can philosophise about him!” Primogenito di una famiglia
benestante, composta di nove figli, viene avviato sin dalla tenera età alla
carriera ecclesiastica. Entra nel collegio dei frati francescani a Buggiano e
nel 1900, a sedici anni, diventa chierico, assumendo il nome di frate Angelo. Uscì
dal convento di Buggiano perché non aveva intenzione di continuare nella vita
religiosa, avendone perduta la vocazione. Proseguì gli studi di filosofia e
teologia frequentando il convento di Sant'Agostino di Nicosia in provincia di
Pisa. Volendo proseguire gli studi, i genitori gli indicarono un'unica strada,
quella di entrare in seminario e diventare prete. Venne ammesso al seminario di
Pescia e diventò sacerdote. Qui si avvicinò fugacemente al movimento
Modernista, condannato da papa Pio X con l'Enciclica Pascendi. Nel 1908
Nardi sostenne l'esame di concorso per una borsa di studio triennale conferita
dall'opera Pia Galeotti di Pescia al fine di frequentare un corso di
perfezionamento filosofico presso l'Università Cattolica di Lovanio (Belgio).
Nel 1909 Nardi aveva da poco iniziato a frequentare l'Università
Cattolica di Lovanio che già decise l'argomento della sua tesi di laurea Sigieri
di Brabante nella Divina Commedia e le fonti della filosofia di Dante, che
venne discussa con Wulf. La lettura dell'opera di Pierre Mandonnet, nella parte
dedicata a Sigieri, non persuadeva N. sulla soluzione data al problema della
presenza di questo averroista nel Paradiso dantesco. Due pregiudizi la
inficiavano: il primo “consisteva in un'inesatta visione storica di quello che
nel Medio Evo e nel Rinascimento era stato l'averroismo. Il secondo pregiudizio
del Mandonnet era quello di ritenere il pensiero filosofico di Dante conforme
in tutto e per tutto a quello d’AQUINO." Nel momento in cui N. Entra a
Lovanio abbandonò il modernismo teologico, ma non abbracciò la filosofia
neo-scolastica che quella Università belga stava elaborando. Non aveva senso
per lui ripetere, sul finire dell'Ottocento, nell'epoca del positivismo,
l'operazione culturale d’AQUINO che prevedeva l'unificazione di fede e
ragione. Il metodo di lavoro che Nardi seguì nel corso della sua vicenda
di studioso e ricercatore, rimase sempre improntato al massimo rigore
filosofico, risentendo come una traccia indelebile dell'esperienza di Lovanio,
dove dovette affrontare studi scientifici. Per Nardi l'interpretazione del
testo coincide con la libertà, ma tale atto libero non può attivarsi senza uno
scrupoloso lavoro di scavo e ricerca del materiale documentario, l'esatta
interpretazione filosofica dei testi. Ottenuta un'ulteriore borsa di
studio dall'Opera Pia di Pescia frequenta corsi di filosofia a Vienna, Berlino,
Bonn. Oltre alla pubblicazione della propria tesi su Sigieri nella “Rivista di
filosofia neo-scolastica”, N. vi pubblica altri interventi spesso critici con
la linea editoriale del periodico. scritto ai corsi dell'Istituto di Studi
Superiori di Firenze perché voleva riconoscere in Italia la sua laurea in
filosofia conseguita a Lovanio. A Firenze discuterà la tesi di laurea in
filosofia dedicata alla figura del medico e filosofo padovano Abano. Collabora
alla “Voce”, rivista fondata da Prezzolini con il quale mantenne per lunghi
anni una fitta corrispondenza. N. volle abbandonare il sacerdozio. In una
successiva lettera indirizzata al
vescovo Angelo Simonetti, spiegava che era stato l'ambiente familiare a
spingerlo a chiedere la sacra ordinazione, con preghiere e minacce. Di trasferì
a Mantova per insegnare filosofia presso il liceo classico Virgilio, dove vi restò
fino al quando si trasferì a Milano. Ha da Giovanni Gentile un incarico per
l'insegnamento della filosofia medievale presso la facoltà di lettere
dell'Roma. Tuttavia non ottenne la cattedra universitaria (se non dopo molti
anni), a causa dell'art. 5 del Concordato in base al quale la curia romana
escludeva i sacerdoti secolarizzati dall’insegnamento. Gli fu assegnata la
“Penna D’Oro” dal presidente del Consiglio Tambroni. Gli fu conferita la laurea
honoris causa da parte dell’Padova e da parte di quella di Oxford. Le
opere e gli studi su Alighieri si è dedicato instancabilmente per di più in
mezzo secolo allo studio del pensiero di Dante, anche quando si occupava di
Virgilio, di Sigieri di Brabante, di Pomponazzi. Nardi ha saputo mettere in
discussione schemi consolidati, ha aperto strade nuove, ha formulato proposte
inedite che ci permettono di avere una più esatta comprensione dei testi
danteschi. Una costante di Nardi è di aver conservato sempre una propria
autonomia, se non un vero e proprio distacco, rispetto agli ambienti
culturali in cui si era trovato ad agire, fossero Lovanio, Firenze o Roma. Il
coraggio con cui seppe polemicamente ribaltare tesi consolidate negli ambienti
accademici, gli fruttarono ingiustamente isolamento e non adeguata
considerazione rispetto alle sue acquisizioni veramente anticipatrici. Basti
pensare alle sue tesi sull'averroismo latino, all'importanza data alla figura
di Avicenna, di Alberto Magno, al rifiuto del preteso tomismo di Dante. E se di
Gentile parlava come di un "vero e grande maestro", dandogli ragione
nella sua polemica con il De Wulf (relatore della sua tesi a Lovanio), Nardi
pur tuttavia non aderirà al Neoidealismo, ma vi trarrà soltanto spunti e stimoli
per le sue ricerche. L'incontro con Dante costituisce per N. l'episodio
decisivo della sua vita intellettuale e morale. Scriverà nel 1956: "in
Dante trovai il vero e primo maestro, quello a cui debbo la maggior
gratitudine". Il senso della sua ricerca è stato interrogare il
"miracolo" della Divina Commedia, questo "singolare poema
sbocciato all'improvviso contro tutte le buone regole dell'arte e del
dittare". Secondo N. nella commedia è custodita la Verità, che si è
manifestata ad un poeta ispirato da una profetica visione. La lunga fatica del
Nardi è giunta a concludere che la filosofia di Dante non si riduce a nessun
sistema codificato; è una sintesi complessa tendente a superare le antinomie e
che mantiene intera la sua spiccata originalità, il suo personalissimo
pensiero. Per arrivare a coglierlo occorre da una parte ristabilire il preciso
significato delle parole in rapporto alla terminologia filosofica e scientifica
del Medioevo, e ricostruire dall'altra l'ambiente culturale e l'atmosfera
spirituale nelle quali Dante si muoveva per arrivare a determinare la fonte, il
libro letto da Dante. N. ha gettato luce su molti elementi e suggestioni
che Dante derivava dalla filosofia araba e neoplatonica. Essenziali per comprendere
Dante sono Alberto Magno e Sigieri più di Tommaso; così come il neoplatonismo e
la cultura araba più dello scolasticismo aristotelico. A N. interessava
particolarmente affrontare il tema della "visione dantesca",
esperienza profetica che seppe tradurre come nessun altro nel linguaggio della
Divina Commedia. La visione di Dante non è finzione letteraria, è rivelazione
reale dell'aldilà, concessa da Dio in virtù di un supremo privilegio. Dante
visse il rapimento mistico ed estatico al terzo cielo come esperienza reale.
Dante credette di essere sceso veramente nell'Inferno, salito veramente al
Purgatorio e al Paradiso. Per N. la Commedia si distacca dagli altri scritti di
Dante, perché ne è il loro compimento. Tale culmine si realizza attraverso
un'esperienza eccezionale, di origine mistico-religiosa a lui soltanto
riservata, una rivelazione che ha il potere di trasformare e rendere nuove
tutte le altre opere precedenti. L'opera dantesca, secondo Nardi, si deve
suddividere in tre fasi: la prima fase, che termina a venticinque anni, è sotto
l'influsso di Guinizzelli, assente del tutto la filosofia. La seconda fase, quella
filosofico-politico, coincide con le rime allegoriche, il Convivio, il De
vulgari eloquentia e la Monarchia. La terza fase, quella della poesia
profetica, coincide con la Divina Commedia, poema che segna il ritorno
all'unità della filosofia cristiana. Dante vi compare come profeta che deve
annunciare al mondo l'avvento di un inviato di Dio per la redenzione umana. La
Commedia è "poema sacro", la sua è poesia religiosa. Nardi vede in
questa terza fase finalmente riconciliarsi la speranza cristiana spezzatasi con
l'aristotelismo e l'avverroismo. Per Nardi l'aristotelismo è inconciliabile con
il cristianesimo, e il tomismo pertanto è "il più strano paradosso del
pensiero umano". La Commedia testimonia della riunificazione della
filosofia con la rivelazione di Dio. Dante visse una visione profetica,
esperienza che mancò ad Aristotele. L’'Accademia dei Lincei gli ha
conferito il Premio Feltrinelli per la Filosofia. Saggi: “Flosofia dantesca” (Bari, Laterza) – ALIGHERI
-- ; “Critica dantesca” (Milano, Ricciardi); “Filosofia dantesca” (di
Alighieri) (Firenze, Nuova Italia); “La filosofia medievale” (Roma, Ed. di storia
e letteratura); “Alighieri” (Roma, Laterza). Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,."Giornale
Critico della Filosofia Italiana",
Premi Feltrinelli, su lincei, Medioevo e Rinascimento,” Firenze, Sansoni, Alberto
Asor Rosa, Dizionario della letteratura italiana del Novecento, ad vocem
Sigieri di Brabante e Alessandro Achillini, Di un nuovo commento alla canzone
del Cavalcanti sull'amore, “Cultura neo-latina”, Noterella poetica
sull'averroismo di Cavalcanti, Rassegna filosofica, Sigieri di Brabante e le
fonti della filosofia di Alighieri, in “Rivista di filosofia neoclassica” Sigieri
di Brabante nella Divina Commedia e le fonti della filosofia di Alighieri,
Spianate, La teoria dell'anima o animo e la generazione delle forme secondo
Pietro d'Abano, “Rivista di filosofia neoscolastica”, Vittorino da Feltre al
paese natale di Virgilio, in “Atti del IV Congresso nazionale di Studi Romani”,
Roma, Lyhomo (note al “Baldus” di T. Folengo), “Giornale critico della
filosofia italiana”, “Nel mondo di Alighieri” (Edizioni di Storia e Letteratura,
Roma); “Sigieri di Brabante nel pensiero del rinascimento italiano” (Edizioni
italiane, Roma); “Alighieri profeta, in Dante e la cultura medioevale; “Saggi
di filosofia dantesca” (Bari, Laterza); “La mistica averroistica e Pico”; “L'
aristotelismo padovano (Firenze, Sansoni) – i lizii -- già edita in “Archivio
di filosofia, Umanesimo e Machiavellismo”, Padova); “Il naturalismo del
Rinascimento, Corso di storia della filosofia. T. Gregory, Roma, Universitarie; “L'alessandrinismo nel
Rinascimento, Corso di Storia della filosofia. Anno accademico, I. Borzi e C. R. Crotti, Roma, “La Goliardica”
La fine dell'averroismo, Gli scritti di Pomponazzi. “Giornale critico della
filosofia italiana”, Le opere inedite di Pomponazzi. Il fragmento marciano del
commento al “De Anima” e il maestro di Pomponazzi, Trapolino, Il problema della
verità, soggetto e oggetto dell'conoscere nella filosofia antica e medioevale”
(Universale di Roma, Roma); “La crisi del Rinascimento e il dubbio cartesiano,
Corso di storia della filosofia T. Gregory, “La Goliardica” Il commento di
Simplicio al “De Anima” Archivio di filosofia”, Padova, La miscredenza e il
carattere morale di Vernia, Giornale critico della filosofia italiana, Le opere
inedite di Pomponazzi, “Giornale critico della filosofia italiana” Le
meditazioni di Cartesio, Lezioni di storia della filosofia. “La Goliardica”,
Roma, Pomponazzi e la cicogna dell'intelletto, “Giornale critico della
filosofia italiana” Il dualismo cartesiano, Corso di storia della filosofia. T.
Gregory, “La Goliardica”, Roma, Il dualismo cartesiano degl’occasionalisti a
Leibniz, Corso di storia della filosofia. T. Gregory, “La Goliardica”, Roma, Ancora
qualche notizia e aneddoto su Vernia, Giornale critico della filosofia
italiana, Marcantonio e Zimara: due filosofi galatinesi, “Archivio storico Pugliese” Un'importante
notizia su scritti di Sigieri a Bologna e a Padova alla fine del sec. XV,
“Giornale critico della filosofia italiana”, Contributo alla biografia di
Feltre, “Bollettino del Museo civico di Padova”, Letteratura e cultura del
Quattrocento, in “La civiltà veneziana del Quattrocento” (Firenze, Sansoni); “Appunti
intorno a Trapolin, In Miscellanea” (Edizioni di Storia e letteratura, Roma);
“Copernico studente a Padova”; “Studi e problemi di critica testuale. Convegno
di studi di filologia italiana nel centenario della Commissione per i Testi di
Lingua, Bologna, L'aristotelismo della Scolastica e i Francescani, in Studi di
Filosofia Medioevale” (Storia e letteratura, Roma); “Pomponazzi e la teoria di
Avicenna intorno alla generazione spontanea dell'uomo” (Mantuanitas vergilana –
(Ateneo, Roma); La scuola di Rialto e l'Umanesimo veneziano, in Umanesimo
Europeo e Umanesimo veneziano” (Sansoni, Firenze); “Studi su Pomponazzi” (Monnier,
Firenze); “I lizii di Padova” (Monnier, Firenze); “Corsi manoscritti di lezioni
e ritratto di Pomponazzi, in Atti del VI Convegno internazionale di studi sul
Rinascimento” (Sansoni, Firenze); “Studi su Pietro Pomponazzi” (Monnier, Firenze);
“Saggi e note di critica dantesca, Ricciardi, Filosofia e teologia ai tempi di Alighieri
in rapporto al pensiero del poeta, in Saggi e note di critica dantesca” (Ricciardi,
Milano); “Saggi e note sulla cultura veneta del Quattro e Cinquecento Mazzantini,
Antenore, Padova); “Saggi sulla cultura veneta del Quattro e del Cinquecento Mazzantini,
Antenore, Padova, Divina Commedia, Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Enciclopedia dantesca,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Un profilo biografico, Consulenza
scientifica Società Dantesca Italiana. Bruno Nardi. Nardi. Keywords: dantesco, Alighieri,
animo, Pomponazzi, Virgilio, Enea, inferno, il concetto d’animo, la filosofia
romana nel secolo d’augusto – il secolo d’oro della filosofia romana – il
secolo augusteo, pico, abano. Refs.: H. P. Grice, “Lasciate ogni speranza voi
ch’entrate,” The Swimming-Pool Library. – Luigi Speranza, “Grice e Nardi: il
paradiso filosofico” --.
No comments:
Post a Comment