Grice e Papi: l’implicatura
conversazionale nella scuola di Milano – filosofia italiana – Luigi Speranza (Trieste).
Filosofo italiano. Grice: “Papi’s ‘parola incantata’ is ambiguous, as ‘charmed
word’ is, “Apriti Sesamo” is Two words, and they charm, they are not charmed!
“Abracadabra” may be different!” -- essential Italian philosopher. Studia a Milano e Stresa. Insegna a Pavia. Politicamente
attivo nella corrente lombardiana del partito socialista italianoI, segue un
percorso che lo ve varcare le porte del Parlamento ed assumere la
vice-direzione e poi la direzione dell'Avanti! Sospettando un aumento del
tenore affaristico nella politica così come lui stesso dichiara in
un'intervista abbandona bruscamente la filosofia e si dedica alla filosofia. Fonda
“Oltrecorrente”. Saggi: “Filosofie e società. Marx risponde a Veca, prende le
distanze da Engels e rende omaggio a Papi. E’
questa un delitto clamoroso che tenne le cronache dell’epoca deste anche per lo
spessore di chi lo compì: Francesco Starace assassino evasore e falsario.
Cugino del gerarca fascista Achille Starace. Il 5 febbraio 1940 l’ing.
Giovanni Castelli, 32 anni, di Busto Arsizio, industriale in maglieria, vedovo
e padre di un bambino, si recò a Milano. Ma la notte non rincasò. Il giorno
successivo giunge ai familiari un telegramma nel quale il Castelli li informava
che andava a Bologna per affari. Il telegramma era firmato Giovanni, mentre per
solito il Castelli si sottoscriveva Gianni. Questo particolare e la mancanza di
altre notizie indussero il padre del Castelli a recarsi a Milano per rivolgersi
alla polizia. Venne accertato che il telegramma era falso. Del Castelli nessuna
traccia. Il 9 febbraio Maria Mazzocchi, (1), venne mandata dal suo convivente
Francesco Starace (2) a ritirate un ombrello che aveva dimenticato al Miralago,
la Venezia dei Milanesi, in via Ronchi 24. Il custode la fece entrare,
considerato che l’inverno il Miralago era chiuso al pubblico. La Mazzocchi
recatasi nel locale indicatole dallo Starace trovò il corpo di un uomo morto
riverso sul pavimento: era il Castelli. Aperta l’inchiesta e identificata la
vittima emerse che la stessa era conosciuta agli Starace perchè frequentava il
Miralago. La pubblicità del Miralago in piazzale Loreto, all’inizio
di via Porpora Ma non solo. Francesco Starace e Giovanni Castelli si
frequentavano perchè avevano un’amicizia in comune: Biasin. Starace aveva avuto
rapporti con lei ancora sedicenne e il Castelli la concupì in un boschetto del
Miralago: Lidia li aveva fatti incontrare perché entrambi, all’epoca, erano nel
ramo maglieria. Lo Starace, ormai fallito, doveva 12.000 lire al Castelli. Nelle
more dell’inchiesta – secondo la ricostruzione fattane dallo Starace – lo
stesso avrebbe invitato il Castelli al Miralago per ricordargli le sue condotte
nei confronti della Biasin e che per questo doveva pagare. La ricattatoria
pretesa degenerò in una colluttazione che ebbe come suggello l’esplosione di
due colpi di pistola sparati dallo Starace contro il Castelli. Caso volle che
alla scena iniziale assistette il garzone di un lattaio che indicò di avere
udito anche degli spari. L’arma era in dotazione in un cassetto del locale
ristorante. Ma oltre ad essere accusato di omicidio lo Starace derubò la
vittima del portafogli, dell’anello, di una penna stilografica in oro tanto che
nè il denaro – il Castelli doveva avere con sé almeno 10.000 lire – nè gli oggetti
di valore furono mai trovati. Da subito lo Starace sostenne che la sottrazione
di tali oggetti era stata fatta per creare l’apparenza di una rapina ciò non di
meno fu accusato di rapina In Assise i legali di Francesco Starace cercarono di
ottenere l’infermità mentale dell’assistito con l’aiuto di tre dottori: il
dott. Moretti Foggia aveva avuto in cura un fratello dello Starace per paralisi
infantile; il prof. Medea ebbe in cura uno zio dell’imputato affetto da una
grave forma di deperimento nervoso; il prof. Pini curava una zia dell’accusato
affetta da psicosi malinconica. Nessuno degli avvocati della difesa,
stranamente, parlò del più noto dei parenti dell’inquisito: quell’Achille
Starace ormai caduto in disgrazia anche agli occhi di MUSSOLINI. La Corte
respinse le tesi dei luminari volta a sostenere una certa propensione
patologica nella stirpe dello Starace e inflisse all’imputato 30 anni di
carcere. Inviato a Roma per espiare la pena lo Starace offrì la sua
collaborazione ai tedeschi e riuscì a ottenere la libertà. In carcere era
entrato in contatto con alcuni falsari. Ricercato perché aveva intrapreso la
remunerativa attività in Riviera venne arrestato a Milano per essere tradotto a
Genova. Ma mentre veniva condotto a Genova ammorbidì la sorveglianza di uno dei
custodi con un bel po’ di milioni, ritrovandosi di nuovo libero. Subito strinse
relazioni con gente che tra il maggio 1945 all’ottobre del 1946 riuscì a
spacciare circa 8 milioni di AM-lire, in biglietti da 1000, nonché carte
annonarie italiane e svizzere, clichés per la stampa di biglietti da 100
lire. Il nuovo Corriere della Sera titolava a pag. 2 Era la
prima volta che il giornale faceva esplicito riferimento a una consanguineità
tra Francesco Starace e Achille Starace. Addirittura si dilungò oltre a
indicare che nella stamperia erano stato trovato materiale copioso tra
Nel 1949 allo Starace fu inflitta una pena di 22 anni, per l’attività di
falsario. Ma tale condanna non ebbe effetto poiché, in sede di
esecuzione, gli fu computata la pena più grave comminatagli per il delitto
del Miralago.1) Maria Mazzocchi, separata, fu impiegata come cassiera da
Francesco Starace, allora caposala del Motta di piazza Duomo. A seguito del
verificarsi di frequenti ammanchi di cassa, dei quali fu sospettato lo Starace,
furono entrambi licenziati. 2) Francesco Starace, nato nel 1906 a Napoli, ex
caposala del Motta di piazza Duomo, e figlio di Germano Starace gestore del
Miralago. Separato. Dopo essere stato licenziato dalla Motta il padre gli aprì
una bottiglieria ma abbandonò il negozio per impiantare un’industria di maglieria.
“La parola incantata”. Fulvio Papi.
Papi. Keywords: il fascismo, il veintennio fascismo, filosofi fascisti,
enciclopedia di filosofia, filosofia e societa, la scuola di Milano, fascismo,
Giordano Bruno, fRefs.: Luigi Speranza, “Grice e Papi” – The Swimming-Pool
Library.
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