Grice ed Oddi: l’implicatura conversazionale -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Padova).
Filosofo italiano. Figlio di Oddo
degli Oddi, convinto sostenitore della scuola di Galeno. Professore per incarico
del Senato veneziano assieme a Bottoni a Padova, dove insegna e introduce senza
ricevere emolumenti l'insegnamento della pratica clinica nell'ospedale di San
Francesco Grande, precedendo così tutte le altre scuole. Commentari dell'Ateneo
di Brescia G. Vedova, Biografia degli
scrittori padovani, coi tipi della Minerva, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dobbiamo
al chiarissimo signor dottor Montesanto (Dell'origine della clinica medica di
Padova ec.) la bella ed interessante notizia, che il nostro Bottoni e il suo
collega Marco Oddo, calcando le traccie luminose segnate dal famoso Montano
pochi lustri prima, diedero novella vita al la clinica medica nello spedale di
san Francesco in Padova, condotti dalla sola nobile brama di giovare. E qui
avvertire mo cogli sludiosi di medicina,che il dotto autore, dopo aver
dimostrato con incontrastabile evidenza che l'Università padovana, la prima
d'ogni pubblico Studio d'Europa, vanta la fondazione in essa di quella scuola, base
dellamedica scien za,ci porge il documento luminoso,che tanto onora li ricor
dati professori, e in particolare il Bottoni di cui favelliamo; il quale non
essendo da tacersi, lo riporteremo come ci viene fedelmente e con eleganza
vôlto in lingua italiana dal prelo dato signor Montesanto, che il trasse dagli
Acta nationis germanicae Facultatis medicae, quae,convocata natione, prae lecta
et examinata, digna judicata sunt,ut albo nationis insererentur. Consiliariis
Christophoro Sibenburger Carin thio, etKeller Hallense Saxone. Manoscritto
presso la biblioteca dell'Imperiale Regia Università di Padova. dette in
vita Boltoni , non è da passarsi solto silenzio quello d'essere stato dal Duca
di Urbino, unita mente ai altri quattro medici, chiesto del suo consiglio onde
togliere la città di Pesaro e il territorio da alcu ne febbri pericolose che
colà infierivano. N e taceremo , come a'dinostrisidimostròbellamente,che il Bot
Merita,a comune nostro giudizio, di essere celebrato con riconoscente memoria e
di venir rammentato in questo luogo il beneficio sommo impartito alla nazione
nostra dall'eccellentissimo uomo Bottoni , professore primario di medicina pratica
estraordinaria, il quale condotto dalla singolare benivoglienza che da più anni
a noi concede, oltre all'averci anche in quest'anno dalla pubblica cattedra con
ogni cura ammaestrati, a fine di giovare vieppiù alla nostra istruzione si
riuni nelloscorso inverno all'eccellentissimo Marco degli Oddi, medico
ordinario dello spedale di san Francesco e pubblico professore, e con esso,
finite la lezione, si trasferi sempre a quello speilale medesimo seguito da toni
fu, insieme al suo collega O., il primo che dopo il celebre Montano gettasse i
più so noi per visitarvi parecchi infermi afflitti da diversi generi di
malattie: per tal guisa egli aprissi l'adito ad accuratamente mostrarci come
sido vessero applicare alla pratica quelle dottrine che avevano fatto il
soggetto della sua pubblica lezione, esercitando così i suoi uditori in tutto
ciò che al dotto e sagace medico appartiene di osservare e dipraticarea pro
de'suoimalati. Cessate finalmente le lezioni, volendo Bottoni che neppure
durante le vacanze dell'Università mancasse a noi qualche mezzo di
ammaestramento, e potesse per noi esser posto a profitto il nostro tempo,egli in
una determinata ora della mallina recavasi ogni giorno a quello stesso spedale
:quivi, visitando alternativamente cob O. gli ammalati, andava instruendoci,
ragionando intorno a qualche caso tra i più gravi da lui osservati. Il Campolongo
perciò, vistosi promosso a medico di quel l'ospitale, sipropose egli pure, allafoggia
de'provetti nostri precettori, di dare ogni giorno delle pratiche istruzioni:
nel di susseguente alla sua nomina occupò quindiprimo di tutti con molta
insolenza e temerità quel posto chesoleva essere destinato ai nostri maestri; nè,
occupatolo, volle cederlo ad essi. Fermo in suo pensiero diragionare aigiovanida
quel luogo, non già una sola volta, o per un giorno solamente, rinnovò la scena
istessa per più giorni; e non valseroa ri muoverlo nè a piegarlo le nostre
istanze, direlte a far sì ch'ei lasciasse liberi ü luogo e l'ora occupati per
lo innanzi dai nostri maestri,e che per sè volesse scegliere altra ora ed altro
luogo. Ma, ostinato egli oltre ogni credere, giunse, coll'insistere per le sue
pratiche istruzioni, a turbare quelle solite a darsi dagli altri prima di lui.
Se dal Campolongo solo avesse dovuto dipendere, tutti saremmo stati esclusi
dal Mentre simili esercitazioni, con si maturo consiglio intra prese a
nostro vantaggio, andavano proseguendo, un certo medicoper nome Emilio
Campolongo,digiovanile età, col. lega nell Università e professore della stessa
cattedra , m a in secondo luogo, d’O., riusci,non sisa come, ottenere che la
ispezione a d siedeva e la cura de'malati, cui prima pre ilsolo O.,venissefra
entrambidivisa, permodo che quind'innanzi gli uomini fossero medicati longo, e
le femmine d’O,. dal Campo l'ospitale; il che pure minacciava apertamente
di voler far si che avvenisse. La quale insolenza, divenuta già intollerabile
ai signori professori Bottoni ed Oddo, meritevoli per ogni riguardo di molta
stima e riverenza, li costrinse a partire dallo spedale, e con essi partirono
quanti vi erano studenti della nazione alemanna,rimanendo così affatto solo
ilCampolongo nel luogo da lui tolto agli altri. Informati poscia bene del fatio
i governatori dello spedale , costrinsero il Campolongo con severi modi a
cessare dalla sua pretesa, ingiungendogli, sepur voleva intraprendere qualche
esercizio a vantaggio di taluno degli studenti, di scegliersi un'altra ora ed u
n altro luogo. Cosi, mercè la prudenza dei nostri maestri e la costanza degli
studenti alemanni, fu vinta l'altrui pertinacia, edinostri esercizii vennero felicementea
ricominciare. Essendosi allontanati, come sogliono, dall'Università glo ltaliani
per far le vacanze presso leloro famiglie, li signori Bottoni e O.,
eccellentissimi uomini e della nostra nazione sommamente benemeriti, affinchè far
potessimo qualche profitto nello spazio di tanti mesi, continuarono le loro
pratiche istruzioni quasi ogni giorno nello spedale di san Francesco sino al
principio delle lezioni, con gran fatica e disagio loro, econsomma utilità nostra:
della qual cosa poco io dirò, potendo bene ciascuno dalla rela. zione del mio
antecessore rilevare le circostanze tutte che a ciòsiriferiscono. Aggiungasi, chevenendo
nella state invitati parecchi infermi alle terme di Abano, onde rendersi
vieppiù grati a'nostri, li condussero due volte colà, dando per tutti cavalli e
legno il signor O., e quivi gl'instruirono circa il valore medico delleacque
termali e deifanghi. Verso lafine poi dell'ottobre fattasi la stagione
opportuna per le sezioni anatomiche, iBottoni e O. stabilirono di aprire i cada
veri di quelle donne che morissero nello spedale ; e ciò col fine d'indagare
alla presenza degli scolari le sedi e le cagioni dei mali : fu però d'uopo abbandonare
ben tosto que lidi fondamenti della scuola clinica in Padova , che precedette
tutte l'altre in Europa. Lasciò il nostro Bot Bottoni e O. continuarono anche
nel successivo anno ad istruire nello spedale i giovani;ed in quest'anno pure
vennero ad insorgere nuovi dissidii, come ce ne informano gli atti di quell'epoca,
raccontandosiivi quanto segue: toni un monumento del suo buon gusto nelle
arti in un palazzo ch'ei fece erigere dirimpetto alla chiesa degli Eremitani
inPadova (intorno al quale allude la medaglia riportata da Tomasini(1),cheacquistatopo
sto si utile divisamento,poichè, mentre tutto era disposto per eseguire nel
giorno appresso la sezione di due donne, in una delle quali importava esaminare
lo sluto dell'utero, e nell'altra, mortaditabe, volevasidainostri precettori
scuo prire per dove penetrasse una piaga fistolosa esistente al torace,
Campolongo loro emulo propose a'suoi uditori d'intraprendere in quel giorno
medesimo l'anatomia dell'ute ro,esiserviper questa deidue suddetticadaveri. Nacque
da ciò che i governatori del pio luogo, resi avvertiti dell’ac caduto e mossi
dalle querele delle vecchie inferme, le quali temevano, morendo, di dover
essere del pari anatomizzate, prescrisserotanto ad’O., quanto al Campolongo, di
astenersi dall'incidere verun cadavere nell'ospitale, sotto pena di perdere lo
stipendio. In onta però alle tante opposizioni promosse dalla rivalità del
Campolongo contro Bottoni e O., perseverarono questituttavianell'utile loro
impresa d'istruirenellapratica medicina i giovani, conducendoli al letto dei
malati nello spe dale di san Francesco; poichè anche gli atti compilati dal
consiglieredella nazione alemanpa Pietro Paolo Höchstetter di Tubinga, ne
parlano cosi: A ciascuno di noi è palese con quanta diligenzasi diportasse
ilsignor Albertino Bottoni nelle sue quotidiane esercitazioni. Ogni giorno ei
ci conduceva al lettodi un nuovo malato, e c'istruiva intorno aldi lui morbo, indagandone
dottamente le cagioni, esponendone i segni e le indicazioni curative, non che
il prono stico :egli suggeriva inoltre non solo le più opportune medi. cine di
comune uso,ma quelle altresi chela sua pratica particolare gli avea comprovate
efficacissime; talche vennu ognora più a farsi manifesta la singolare bontà con
cui ila più anni questo insigne uomo ci riguarda. Ond'è che,seb. bene le teorie
mediche da noi apprese nelle nostrecontrade possano a tutta prima allontanarci
in qualche modo dal se guire le sue lezioni, la somma sua felicità nella
pratica e T'ottimo suo metodo di medicare serve però a ricondurci in. torno a
lui. Marco degli Oddi. Marco degl’Oddi. Oddi. Keywords: implicature: filosofia
naturale, Galeno.-- Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Oddi” – The Swimming-Pool
Library.
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