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Saturday, March 30, 2024

GRICE ED ODDI: L'IMPLICATURA CONVERSAZIONALE -- FILOSOFIA ITALIANA -- LUIGI SPERANZA

 

Grice ed Oddi: l’implicatura conversazionale -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo italiano. Figlio di Oddo degli Oddi, convinto sostenitore della scuola di Galeno. Professore per incarico del Senato veneziano assieme a Bottoni a Padova, dove insegna e introduce senza ricevere emolumenti l'insegnamento della pratica clinica nell'ospedale di San Francesco Grande, precedendo così tutte le altre scuole. Commentari dell'Ateneo di Brescia  G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, coi tipi della Minerva, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dobbiamo al chiarissimo signor dottor Montesanto (Dell'origine della clinica medica di Padova ec.) la bella ed interessante notizia, che il nostro Bottoni e il suo collega Marco Oddo, calcando le traccie luminose segnate dal famoso Montano pochi lustri prima, diedero novella vita al la clinica medica nello spedale di san Francesco in Padova, condotti dalla sola nobile brama di giovare. E qui avvertire mo cogli sludiosi di medicina,che il dotto autore, dopo aver dimostrato con incontrastabile evidenza che l'Università padovana, la prima d'ogni pubblico Studio d'Europa, vanta la fondazione in essa di quella scuola, base dellamedica scien za,ci porge il documento luminoso,che tanto onora li ricor dati professori, e in particolare il Bottoni di cui favelliamo; il quale non essendo da tacersi, lo riporteremo come ci viene fedelmente e con eleganza vôlto in lingua italiana dal prelo dato signor Montesanto, che il trasse dagli Acta nationis germanicae Facultatis medicae, quae,convocata natione, prae lecta et examinata, digna judicata sunt,ut albo nationis insererentur. Consiliariis Christophoro Sibenburger Carin thio, etKeller Hallense Saxone. Manoscritto presso la biblioteca dell'Imperiale Regia Università di Padova. dette in vita Boltoni , non è da passarsi solto silenzio quello d'essere stato dal Duca di Urbino, unita mente ai altri quattro medici, chiesto del suo consiglio onde togliere la città di Pesaro e il territorio da alcu ne febbri pericolose che colà infierivano. N e taceremo , come a'dinostrisidimostròbellamente,che il Bot Merita,a comune nostro giudizio, di essere celebrato con riconoscente memoria e di venir rammentato in questo luogo il beneficio sommo impartito alla nazione nostra dall'eccellentissimo uomo Bottoni , professore primario di medicina pratica estraordinaria, il quale condotto dalla singolare benivoglienza che da più anni a noi concede, oltre all'averci anche in quest'anno dalla pubblica cattedra con ogni cura ammaestrati, a fine di giovare vieppiù alla nostra istruzione si riuni nelloscorso inverno all'eccellentissimo Marco degli Oddi, medico ordinario dello spedale di san Francesco e pubblico professore, e con esso, finite la lezione, si trasferi sempre a quello speilale medesimo seguito da toni fu, insieme al suo collega O., il primo che dopo il celebre Montano gettasse i più so noi per visitarvi parecchi infermi afflitti da diversi generi di malattie: per tal guisa egli aprissi l'adito ad accuratamente mostrarci come sido vessero applicare alla pratica quelle dottrine che avevano fatto il soggetto della sua pubblica lezione, esercitando così i suoi uditori in tutto ciò che al dotto e sagace medico appartiene di osservare e dipraticarea pro de'suoimalati. Cessate finalmente le lezioni, volendo Bottoni che neppure durante le vacanze dell'Università mancasse a noi qualche mezzo di ammaestramento, e potesse per noi esser posto a profitto il nostro tempo,egli in una determinata ora della mallina recavasi ogni giorno a quello stesso spedale :quivi, visitando alternativamente cob O. gli ammalati, andava instruendoci, ragionando intorno a qualche caso tra i più gravi da lui osservati. Il Campolongo perciò, vistosi promosso a medico di quel l'ospitale, sipropose egli pure, allafoggia de'provetti nostri precettori, di dare ogni giorno delle pratiche istruzioni: nel di susseguente alla sua nomina occupò quindiprimo di tutti con molta insolenza e temerità quel posto chesoleva essere destinato ai nostri maestri; nè, occupatolo, volle cederlo ad essi. Fermo in suo pensiero diragionare aigiovanida quel luogo, non già una sola volta, o per un giorno solamente, rinnovò la scena istessa per più giorni; e non valseroa ri muoverlo nè a piegarlo le nostre istanze, direlte a far sì ch'ei lasciasse liberi ü luogo e l'ora occupati per lo innanzi dai nostri maestri,e che per sè volesse scegliere altra ora ed altro luogo. Ma, ostinato egli oltre ogni credere, giunse, coll'insistere per le sue pratiche istruzioni, a turbare quelle solite a darsi dagli altri prima di lui. Se dal Campolongo solo avesse dovuto dipendere, tutti saremmo stati esclusi dal Mentre simili esercitazioni, con si maturo consiglio intra prese a nostro vantaggio, andavano proseguendo, un certo medicoper nome Emilio Campolongo,digiovanile età, col. lega nell Università e professore della stessa cattedra , m a in secondo luogo, d’O., riusci,non sisa come, ottenere che la ispezione a d siedeva e la cura de'malati, cui prima pre ilsolo O.,venissefra entrambidivisa, permodo che quind'innanzi gli uomini fossero medicati longo, e le femmine d’O,. dal Campo l'ospitale; il che pure minacciava apertamente di voler far si che avvenisse. La quale insolenza, divenuta già intollerabile ai signori professori Bottoni ed Oddo, meritevoli per ogni riguardo di molta stima e riverenza, li costrinse a partire dallo spedale, e con essi partirono quanti vi erano studenti della nazione alemanna,rimanendo così affatto solo ilCampolongo nel luogo da lui tolto agli altri. Informati poscia bene del fatio i governatori dello spedale , costrinsero il Campolongo con severi modi a cessare dalla sua pretesa, ingiungendogli, sepur voleva intraprendere qualche esercizio a vantaggio di taluno degli studenti, di scegliersi un'altra ora ed u n altro luogo. Cosi, mercè la prudenza dei nostri maestri e la costanza degli studenti alemanni, fu vinta l'altrui pertinacia, edinostri esercizii vennero felicementea ricominciare. Essendosi allontanati, come sogliono, dall'Università glo ltaliani per far le vacanze presso leloro famiglie, li signori Bottoni e O., eccellentissimi uomini e della nostra nazione sommamente benemeriti, affinchè far potessimo qualche profitto nello spazio di tanti mesi, continuarono le loro pratiche istruzioni quasi ogni giorno nello spedale di san Francesco sino al principio delle lezioni, con gran fatica e disagio loro, econsomma utilità nostra: della qual cosa poco io dirò, potendo bene ciascuno dalla rela. zione del mio antecessore rilevare le circostanze tutte che a ciòsiriferiscono. Aggiungasi, chevenendo nella state invitati parecchi infermi alle terme di Abano, onde rendersi vieppiù grati a'nostri, li condussero due volte colà, dando per tutti cavalli e legno il signor O., e quivi gl'instruirono circa il valore medico delleacque termali e deifanghi. Verso lafine poi dell'ottobre fattasi la stagione opportuna per le sezioni anatomiche, iBottoni e O. stabilirono di aprire i cada veri di quelle donne che morissero nello spedale ; e ciò col fine d'indagare alla presenza degli scolari le sedi e le cagioni dei mali : fu però d'uopo abbandonare ben tosto que lidi fondamenti della scuola clinica in Padova , che precedette tutte l'altre in Europa. Lasciò il nostro Bot Bottoni e O. continuarono anche nel successivo anno ad istruire nello spedale i giovani;ed in quest'anno pure vennero ad insorgere nuovi dissidii, come ce ne informano gli atti di quell'epoca, raccontandosiivi quanto segue: toni un monumento del suo buon gusto nelle arti in un palazzo ch'ei fece erigere dirimpetto alla chiesa degli Eremitani inPadova (intorno al quale allude la medaglia riportata da Tomasini(1),cheacquistatopo sto si utile divisamento,poichè, mentre tutto era disposto per eseguire nel giorno appresso la sezione di due donne, in una delle quali importava esaminare lo sluto dell'utero, e nell'altra, mortaditabe, volevasidainostri precettori scuo prire per dove penetrasse una piaga fistolosa esistente al torace, Campolongo loro emulo propose a'suoi uditori d'intraprendere in quel giorno medesimo l'anatomia dell'ute ro,esiserviper questa deidue suddetticadaveri. Nacque da ciò che i governatori del pio luogo, resi avvertiti dell’ac caduto e mossi dalle querele delle vecchie inferme, le quali temevano, morendo, di dover essere del pari anatomizzate, prescrisserotanto ad’O., quanto al Campolongo, di astenersi dall'incidere verun cadavere nell'ospitale, sotto pena di perdere lo stipendio. In onta però alle tante opposizioni promosse dalla rivalità del Campolongo contro Bottoni e O., perseverarono questituttavianell'utile loro impresa d'istruirenellapratica medicina i giovani, conducendoli al letto dei malati nello spe dale di san Francesco; poichè anche gli atti compilati dal consiglieredella nazione alemanpa Pietro Paolo Höchstetter di Tubinga, ne parlano cosi: A ciascuno di noi è palese con quanta diligenzasi diportasse ilsignor Albertino Bottoni nelle sue quotidiane esercitazioni. Ogni giorno ei ci conduceva al lettodi un nuovo malato, e c'istruiva intorno aldi lui morbo, indagandone dottamente le cagioni, esponendone i segni e le indicazioni curative, non che il prono stico :egli suggeriva inoltre non solo le più opportune medi. cine di comune uso,ma quelle altresi chela sua pratica particolare gli avea comprovate efficacissime; talche vennu ognora più a farsi manifesta la singolare bontà con cui ila più anni questo insigne uomo ci riguarda. Ond'è che,seb. bene le teorie mediche da noi apprese nelle nostrecontrade possano a tutta prima allontanarci in qualche modo dal se guire le sue lezioni, la somma sua felicità nella pratica e T'ottimo suo metodo di medicare serve però a ricondurci in. torno a lui. Marco degli Oddi. Marco degl’Oddi. Oddi. Keywords: implicature: filosofia naturale, Galeno.-- Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Oddi” – The Swimming-Pool Library.

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