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Saturday, March 30, 2024

GRICE E PARISIO: L'IMPLICATURA CONVERSAZIONALE DI CICERONE -- FILOSOFIA ITALIANA -- LUIGI SPERANZA

 

Grice e Parisio: l’implicatura conversazionale di Cicerone – filosofia italiana -- Luigi Speranza (Figline Vegliaturo). Filosofo italiano. Grice: “I like Parisio; he focused on rhetoric, as every philosopher should!” Come molti filosofi italiani senza titolo nobiliario, ha una vita errabonda. Dopo aver fatto un viaggio di studio a Corfù, ritorna in patria dove apre una scuola. Si trasfere a Napoli dove ottenne cariche e favori dal re Ferrandino. Risiede per qualche tempo a Roma per poi trasferirsi a Milano dove sposa la figlia del filosofo Demetrio Calcondila. Dopo aver abitato a Vicenza, Padova e Venezia, torna a Cosenza, dove fonda l'Accademia Cosentina. Recatosi a Roma, invitato daLeone X, vi insegna sia eloquenza nell'Accademia Pomponiana che latino nell'archiginnasio. Rimame a Roma fino alla morte di Leone X,  dopo di che ritorna definitivamente a Cosenza. Saggi: Q. Horatii Flacci Ars poetica, cum trium doctissimorum commentariis”; “Acronis, Porphyrionis. Adiectae sunt praeterea doctissimae Glareani adnotationes. Lugduni veneo: a Philippo Rhomano); Q. Horatii Flacci Omnia poemata cum ratione carminum, et argumentis vbique insertis, interpretibus Acrone, Porphyrione, Antonio Mancinello, necnon Iodoco Badio Ascensio viris eruditissimis. Scoliisque Angeli Politiani, M. Antonii Sabellici, Ludouici Coelij Rhodigini, Baptistae Pij, Petri Criniti, Aldi Manutij, Matthaei Bonfinis et Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His nos praeterea annotationes doctissimorum Antonij Thylesij Cosentini, Francesci Robortelli Vtinensis, atque Henrici Glareani apprime vtiles addidimus; Nicolai Perotti Sipontini libellus de metris Odarum, Auctoris vita ex Petro Crinito Florentino. Quae omnia longe politius, ac diligentius, quam hactenus excusa in lucem prodeunt; “Index copiosissimus omnium vocabulorum, quae in toto opere animaduersione digna visa sunt, Venetiis: apud haeredes Ioannis Mariae Bonelli, Claudius Claudianus, Claudianus De raptu Proserpinae: omni cura ac diligentia nuper impressus: in quo multa: quae in aliis hactenus deerant: ad studiosorum utilitatem: addita sunt: opus me Hercle aureum: ac omnibus expetendum, Venezia: Albertino da Lessona, Bernardino Viani e Giovanni Rosso, Clausulae, Ciceronis ex epistolis excerptae familiaribus: ac in sua genera miro ordine digestae: plenae frugis: & ad perducendos ad elegantiam stili pueros vtillimae. et recensuit & approbauit, Vicentiae: per Henricum & Io. Mariam eius. F. librarios, Valerii Maximi Priscorum exemplorum libri nouem: diligenti castigatione emendati: aptissimisque figuris exculti: cum laudatis Oliverii ac Theophili commentariis: Hermolai Barbari: Georgii Merulae: Mar. Antonii Sabellici: Raphaelis Rhegii: multorumque praeterea nouis obseruationibus: indiceque mirifico per ordinem literarum: ad inveniendas historias nuper excogitato: alteroque in usum grammaticorum ad vocabula rerumque cognitionem” (Venezia,  per Bartholomeum de Zanis de Portesio); “Habes in hoc volumine lector optime diuina Lactantii Firmiani opera nuper accuratissime castigata: graeco integro adiuncto:... Eiusdem Epitome. Carmen de Phoenice. Carmen de Resur. Domini. Habes etiam Ioan. Chry. de Eucha. quandam expositionem & in eandem materiam Lau. Vall. sermonem. habes Phi. adhorationem ad Theodo. & adversus gentes Tertul. Apologeticum, Venetiis: arte & impensis Ioannis Tacuini fuit impressum,); “Retoricae breviarium ab optimis utriusque linguae auctoribus excerptum”; “Liber de rebus per epistolam quaesitis. Henr. Stephani Tetrastichon de hoc Iani Parrhasij alijsque quibus poetas illustrauit libris... Adiuncta est Francisci Campani Quaestio Virgiliana” (excudebat Henricus Stephanus, illustris viri Huldrichi Fuggeri typographus, Davide Andreotti, Storia dei cosentini” (Napoli, Marchese); Ugo Lepore, «Per la biografia’ Biblion,  Francesco D'Episcopo, Fondatore dell'Accademia Cosentina, Cosenza: Pellegrini, A. Frugiuele, Dubbi ed ipotesi sui suoi natali, in Il Letterato: rassegna di letteratura, arte, scuola fondata e diretta da L. Pellegrini, Accademia Cosentina Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Indice. A quibus primumd C inventa rhetorica et celebrata; qualis primu apud athenienses e!o^ quentia e usus ac stadium; quale primu apud romanos; quid sit rhetorica, quid inter rhetorica et Dialc<fh*«» AnFSietoricaiitars, quod utilis sit rhetorica; Sit 'nc ars necessaria; Quae praeftarc oporteat rhetorica; Qualeseifedel eant Rhetoriesecan didati Quae fdre eos oporteat ti»it; quod sit officium rhetoricae; quidintero fficiumdC finem; quis rhetoricae finis; quae materia; De ciuilib quadfaonibus, SC earuhi generibius; De circunftanda quae facithypOi» , the fim; De tribus generibus caufar; partes Rhetoricae qumqi; De muenrione. Zo; Qufcotrouerfiaeno confidat zi^4z De conftitutionc* zz»4^ Quotfint coftiturioncs, etquf; De ftatucomecdurah» De datu deiinitiuo. De datu generali De datu tranflarivo Ex plurib conditutionibus quomcH do prmdpalequisinuemat Quae caufa dmplexfit iuneda^ quae con^ zp.do De quaedione, ratione, iudicatione &nrmamento, partes orationis; De genere deliberativo; Genus Demondratiuunit; Genus ludiciale. Figlio da Tommaso, giureconsulto e consigliere del Senato napoletano, e Pellegrina Poerio. Ha come primo maestro Pedacio, che lo avvia alla conoscenza del latino. Si trasfere a Lecce, dove il padre e stato nominato governatore, e intraprese lo studio del greco sotto la guida di S. Stiso. Si reca Corfù per frequentare la scuola di Mosco, dove perfeziona la conoscenza del greco. Rientrato a Cosenza, frequenta le lezioni di T. Acciarini. Ha certamente una formazione giuridica, sollecitata dal padre, di cui resta traccia nel “Vocabularium legale” (Napoli, Biblioteca nazionale), un elenco alfabetico di quesiti giuridici tratti dai giureconsulti antichi. Ma l’interesse per il diritto e le istituzioni politiche antiche deriva a P. anche dalla frequentazione di Pucci, allievo di Poliziano a Firenze, attivo a Napoli. Si trasfere a Napoli ma i suoi contatti con Pucci e con l’ambiente culturale napoletano risalivano a qualche anno prima. Invitato a tenere lezioni sulle “Silvae” di Stazio e nell’occasione pronuncia l’orazione “Ad patricios neapolitanos”, nella quale elogia G. Pontano. Alla frequentazione dell’ambiente pontaniano risale probabilmente l’adozione del nome latino Aulus Ianus Parrhasius.  Nominato da Ferdinando I d’Aragona maestro di camera e ricoprì incarichi nella cittadina calabrese di Taverna e a Lecce. E in rapporti di amicizia con Ferdinando II (Ferrandino), come evidenziano una lettera a lui indirizzata e l’epicedio in versi per la morte della madre, Ippolita Maria Sforza. È probabile che segue Ferrandino nella fuga da Napoli occupata da Carlo VIII ( e poi nella riconquista del Regno. Dopo la morte di Ferrandino e la salita al trono di Federico I si trova coinvolto in intrighi di corte e prefere abbandonare Napoli per trasferirsi a Roma. Arrivato a Roma  segue le ultime lezioni di P. Leto e si lega a T. Inghirami, che gli fa assegnare l’insegnamento di oratoria nello studio romano. In seguito all’uccisione di due suoi allievi, implicati nelle trame che accompagnarono il pontificato di Alessandro VI, decide di abbandonare Roma e di trasferirsi a Milano.  Nella città lombarda trova alloggio e occupazione nella scuola di Minuziano. Collabora ad alcune edizioni date alle stampe da Minuziano e scrisse epigrammi contro due suoi avversari, G. Ferrari, docente di eloquenza nella scuola milanese, e il corso Damiano Nauta. Si trasfere presso Cotta, che gli dette l’opportunità di aprire una scuola propria e che forma con lui un sodalizio editoriale. L’allontanamento da Minuziano provoca polemiche e scambi d’accuse, di cui danno testimonianza le tre orazioni di Parisio in Alexandrum Minutianum. Sposa Teodora Calcondila, figlia dell’ateniese Demetrio, che insegna greco a Milano. Furono allievi di Parisio a Milano, oltre a Cotta, anche il figlio di Demetrio, Teofilo, Alciato, Giovio (che scrive su biografia nei suoi Elogia) e il figlio di E. Poncher, vescovo parigino all’epoca presidente del Senato milanese. Fu grazie a Poncher che ottenne la cattedra di eloquenza lasciata vacante da Ferrari, fuggito da Milano dopo la caduta di Ludovico. La polemica con Minuziano, dopo una temporanea ri-conciliazione, si riaccese in un contesto politico meno favorevole a lui, in seguito alla sostituzione del Poncher con Charles. A quest’ultimo Minuziano dedica l’edizione liviana data alle stampe,  per la quale Parision accusa l’avversario di aver plagiato le proprie lezioni su questo autore. La polemica degenera in una campagna denigratoria nella quale Minuziano e affiancato da Ferrari, rientrato a Milano, Nauta e R. Panato da Lodi. Replica sotto lo pseudonimo di Furius Vallus Echinate in un opuscolo stampato a Legnano da G. Giacomo assieme con la ri-edizione del commento a Claudiano. Oggetto anche di un’aggressione fisica accetta l’offerta di Trissino, allievo di Calcondila e si trasfere a Vicenza. Pubblica numerosi saggi: il commento al De raptu Prosperpinae di Claudiano; i carmi di Prudenzio e il Carmen Paschale di Sedulio (ambedue nella tipografia di Guillaume la Signere e con il contributo della famiglia Cotta). Ancora presso Scinzenzeler e con una prefazione di C. Cotta, il “De viris illustribus urbis Romae”, una delle compilazioni tardo-antiche trasmesse sotto il nome di Aurelio Vittore, che attribue a Cornelio Nepote (nello stesso anno Minuziano pubblica lo stesso testo fra le opere di Svetonio); il “Libellus de regionibus urbis Romae” (tip. Scinzenzeler), una versione interpolata della “Notitia regionum urbis Romae” che attribusce a un inesistente Publio Vittore. Le iniziative editoriali sono accompagnate dalla ricerca di codici antichi: nell’edizione di Sedulio dichiara di aver utilizzato un antico codice scoperto in un monastero. A un codice di Parisio fa riferimento T. Calcondila nell’edizione di Valerio Massimo a Legnano da G. Giacomo con commenti dello stesso Parisio e di altri. Riusce a impadronirsi anche di alcuni dei manoscritti bobbiesi scoperti da G. Merula e attualmente nella Biblioteca nazionale di Napoli: i codici Lat. 1 e 2 utilizzati per le edizioni di testi grammaticali di Probo e altri autori pubblicate a Milano da Scinzenzeler e Vicenza  da Zeno), e il IV.A.8 contenente l’“Ars grammatica” di Carisio, pubblicata da P. Ciminio (Napoli, G. Sultzbach). I tre codici sono custoditi nella Biblioteca nazionale di Napoli. L’attività editoriale prosegue a Vicenza, con la collaborazione della tipografia dei Ca’ Zeno. Pubblica una raccolta di clausule ciceroniane tratte dalle familiari, un manuale di retorica e la citata raccolta grammaticale. Non fa in tempo a pubblicare il “De rebus per epistolam quaesitis”, una raccolta di notazioni filologiche in forma epistolare incominciata a Milano e a cui dette forma editoriale a Vicenza. Il suo nome si legge anche nell’edizione di Lattanzio stampata a Venezia da G. Tacuino, ma non è chiaro se egli abbia realmente contributo a questa edizione. Le sue note ai primi due libri dell’ “Eneide” sono inclusi nell’edizione virgiliana stampata nel a Milano da Scinzenzeler.  Arrivato a Vicenza pronuncia “Ad municipium Vicentinum” e tenne corsi fino all’anno successivo. E ad Abano, per curare la podagra di cui soffriva. In seguito alle vicende seguite alla sconfitta di Venezia ad Agnadello si trasfere dapprima a Padova e poi Venezia, ospite da L. Michiel. Vaglia la proposta di insegnamento offertagli dalla città di Lucca, ma qualche mese dopo preferì abbandonare Venezia per la Calabria, dove arriva nel giugno dopo una sosta di alcuni mesi a Napoli, dove e accolto da A. Seripando e da altri sodali dell’Accademia Pontaniana. All’attività svolta a Cosenza viene fatta risalire quella che in seguito verrà denominata l’Accademia cosentina. Insegna ad Aiello, quale precettore dei figli del conte Siscari. Nella scuola di Taverna tenne corsi su Plauto e sui grammatici. E a Pietramala, dove apprese dal cognato Basilio Calcondila che Leone X gli assegna un incarico di insegnamento presso lo Studio romano (oltre a Calcondila, l’incarico era stato raccomandato al pontefice da Inghirami e Lascari).  Arrivato a Roma  tenne i corsi. Ottenne da Leone X la dispensa dall’insegnamento e una pensione. Progetta di trasferirsi a Napoli, grazie a un legato d’Aragona, ma le precarie condizioni di salute lo indussero a raggiungere Cosenza, dove muore. Oltre all’edizione carisiana di Ciminio, anche altri pubblicarono inediti di Parisio. Suo figlio da alle stampe a Napoli le lettere inviategli dal maestro, ma la stampa è attualmente irreperibile. Ne resta una copia manoscritta nel codice della Biblioteca dei girolamini di Napoli. IMartirano pubblica a Napoli (G. Sultzbach) il suo commento all’Ars poetica di Orazio. Il “De rebus per epistolam quaesitis” e pubblicato da Estienne II, che nella prefazione lo presenta come il maggiore umanista della recente generazione, un giudizio ripetuto ancora da Sabbadini. Vennero date alle stampe anche le sue esegesi alle Heroides (Venezia, G. Tacuino) e le Metamorfosi di Ovidio e la “Pro Milone” di CICERONE. Lascia in eredità a Seripando l’ingente biblioteca raccolta negl’anni precedent. Essa contava, nell’inventario redatto dopo la morte, fra codici e libri, molti con annotazioni dell’umanista. Seripando li lascia in eredità al fratello, il cardinale Girolamo. La biblioteca passa poi al convento napoletano di S. Giovanni in Carbonara, subendo perdite e dispersioni. Il nucleo più consistente è conservato nella Biblioteca nazionale di Napoli. Parte degli inediti parisiani (lettere, orazioni, prolusioni) sono stati pubblicato da Iannelli e Lo Parco. Il De rebus per epistolam quaesitis, a cura di L. Ferreri, Roma. Fonti e Bibl.: Iannelli, De vita et scriptis Auli Iani Parrhasii Commentarius, Napoli; Parco, Studio biografico-critico, Vasto; Sabbadini, Le scoperte dei codici latini, Firenze, passim; F. Lo Parco, P. e Alciato, in Archivio storico lombardo; Due orazioni nuziali inedite, Messina; Lepore, Per la biografia, Biblion; M. Ferrari, Le scoperte a Bobbio in Italia medievale e umanistica,  M. Manfredini, L’inventario della sua biblioteca,  in Rendiconti dell’Accademia di Architettura, lettere e belle arti di Napoli; C. Tristano, La biblioteca di un umanista calabrese, Manziana,  Lauletta, Un inedito: la Praefatio in Flaccum, in AION, Sezione filologico letteraria; L. Munzi, Prassi didattica e critica del testo in alcune prolusioni inedite, in Studi umanistici piceni, Parrhasiana, I, a cura di Rosa et al., Napoli, Parrhasiana, II, a cura di Abbamonte et al., in AION, Sezione filologico letteraria, XXIV, M. Paladini, Appunti su Parrasio maestro, in Vichiana, Parrhasiana, III, a cura di G. Abbamonte et al., in AION, Sezione filologico letteraria, D. Pattini, Preliminari per un’edizione del commento di P. alla Poetica di Orazio in Filologia e critica, L. Ferreri, L’influenza di Pucci nella sua formazione in Valla a Napoli, a cura di Santoro, Pisa. Aulius Ianus Parrhasius. Aulio Giano Parrasio. Parisio. Keywords: implicatura, implicatura retorica, Cicerone, filosofia italiana, gl’antichi romani, Livio, Catullo, Orazio, Cicerone, Stazio, l’oratoria, il gusto per l’antico in Italia. PARRHASIANA, Vico, Sabbaldini sull’importanza da Parisio, grammatica speculativa, grammatica modista, ars grammatica, probo, la grammatica, la dialettica e la retorica --.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Parisio” – The Swimming-Pool Library.

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