Grice e Parisio: l’implicatura
conversazionale di Cicerone – filosofia italiana -- Luigi Speranza (Figline Vegliaturo). Filosofo
italiano. Grice: “I like Parisio; he focused on rhetoric, as every philosopher
should!” Come molti filosofi italiani senza titolo nobiliario, ha una vita
errabonda. Dopo aver fatto un viaggio di studio a Corfù, ritorna in patria dove
apre una scuola. Si trasfere a Napoli dove ottenne cariche e favori dal re
Ferrandino. Risiede per qualche tempo a Roma per poi trasferirsi a Milano dove
sposa la figlia del filosofo Demetrio Calcondila. Dopo aver abitato a Vicenza,
Padova e Venezia, torna a Cosenza, dove fonda l'Accademia Cosentina. Recatosi a
Roma, invitato daLeone X, vi insegna sia eloquenza nell'Accademia Pomponiana
che latino nell'archiginnasio. Rimame a Roma fino alla morte di Leone X, dopo di che ritorna definitivamente a
Cosenza. Saggi: Q. Horatii Flacci Ars poetica, cum trium doctissimorum commentariis”;
“Acronis, Porphyrionis. Adiectae sunt praeterea doctissimae Glareani
adnotationes. Lugduni veneo: a Philippo Rhomano); Q. Horatii Flacci Omnia
poemata cum ratione carminum, et argumentis vbique insertis, interpretibus
Acrone, Porphyrione, Antonio Mancinello, necnon Iodoco Badio Ascensio viris
eruditissimis. Scoliisque Angeli Politiani, M. Antonii Sabellici, Ludouici
Coelij Rhodigini, Baptistae Pij, Petri Criniti, Aldi Manutij, Matthaei Bonfinis
et Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His nos praeterea annotationes
doctissimorum Antonij Thylesij Cosentini, Francesci Robortelli Vtinensis, atque
Henrici Glareani apprime vtiles addidimus; Nicolai Perotti Sipontini libellus
de metris Odarum, Auctoris vita ex Petro Crinito Florentino. Quae omnia longe
politius, ac diligentius, quam hactenus excusa in lucem prodeunt; “Index
copiosissimus omnium vocabulorum, quae in toto opere animaduersione digna visa
sunt, Venetiis: apud haeredes Ioannis Mariae Bonelli, Claudius Claudianus,
Claudianus De raptu Proserpinae: omni cura ac diligentia nuper impressus: in
quo multa: quae in aliis hactenus deerant: ad studiosorum utilitatem: addita
sunt: opus me Hercle aureum: ac omnibus expetendum, Venezia: Albertino da Lessona,
Bernardino Viani e Giovanni Rosso, Clausulae, Ciceronis ex epistolis
excerptae familiaribus: ac in sua genera miro ordine digestae: plenae frugis:
& ad perducendos ad elegantiam stili pueros vtillimae. et recensuit &
approbauit, Vicentiae: per Henricum & Io. Mariam eius. F. librarios, Valerii
Maximi Priscorum exemplorum libri nouem: diligenti castigatione emendati:
aptissimisque figuris exculti: cum laudatis Oliverii ac Theophili commentariis:
Hermolai Barbari: Georgii Merulae: Mar. Antonii Sabellici: Raphaelis Rhegii:
multorumque praeterea nouis obseruationibus: indiceque mirifico per ordinem
literarum: ad inveniendas historias nuper excogitato: alteroque in usum
grammaticorum ad vocabula rerumque cognitionem” (Venezia, per Bartholomeum de Zanis de Portesio); “Habes
in hoc volumine lector optime diuina Lactantii Firmiani opera nuper
accuratissime castigata: graeco integro adiuncto:... Eiusdem Epitome. Carmen de
Phoenice. Carmen de Resur. Domini. Habes etiam Ioan. Chry. de Eucha. quandam
expositionem & in eandem materiam Lau. Vall. sermonem. habes Phi.
adhorationem ad Theodo. & adversus gentes Tertul. Apologeticum, Venetiis:
arte & impensis Ioannis Tacuini fuit impressum,); “Retoricae breviarium ab
optimis utriusque linguae auctoribus excerptum”; “Liber de rebus per epistolam
quaesitis. Henr. Stephani Tetrastichon de hoc Iani Parrhasij alijsque quibus
poetas illustrauit libris... Adiuncta est Francisci Campani Quaestio Virgiliana”
(excudebat Henricus Stephanus, illustris viri Huldrichi Fuggeri typographus, Davide
Andreotti, Storia dei cosentini” (Napoli, Marchese); Ugo Lepore, «Per la biografia’
Biblion, Francesco D'Episcopo, Fondatore
dell'Accademia Cosentina, Cosenza: Pellegrini, A. Frugiuele, Dubbi ed ipotesi
sui suoi natali, in Il Letterato: rassegna di letteratura, arte, scuola fondata
e diretta da L. Pellegrini, Accademia Cosentina Treccani Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Indice. A quibus primumd C
inventa rhetorica et celebrata; qualis primu apud athenienses e!o^ quentia e usus
ac stadium; quale primu apud romanos; quid sit rhetorica, quid inter rhetorica et
Dialc<fh*«» AnFSietoricaiitars, quod utilis sit rhetorica; Sit 'nc ars necessaria;
Quae praeftarc oporteat rhetorica; Qualeseifedel eant Rhetoriesecan didati Quae
fdre eos oporteat ti»it; quod sit officium rhetoricae; quidintero fficiumdC finem;
quis rhetoricae finis; quae materia; De ciuilib quadfaonibus, SC earuhi
generibius; De circunftanda quae facithypOi» , the fim; De tribus generibus
caufar; partes Rhetoricae qumqi; De muenrione. Zo; Qufcotrouerfiaeno confidat
zi^4z De conftitutionc* zz»4^ Quotfint coftiturioncs, etquf; De ftatucomecdurah»
De datu deiinitiuo. De datu generali De datu tranflarivo Ex plurib conditutionibus
quomcH do prmdpalequisinuemat Quae caufa dmplexfit iuneda^ quae con^ zp.do De
quaedione, ratione, iudicatione &nrmamento, partes orationis; De genere deliberativo;
Genus Demondratiuunit; Genus ludiciale. Figlio da Tommaso, giureconsulto e
consigliere del Senato napoletano, e Pellegrina Poerio. Ha come primo maestro
Pedacio, che lo avvia alla conoscenza del latino. Si trasfere a Lecce, dove il
padre e stato nominato governatore, e intraprese lo studio del greco sotto la
guida di S. Stiso. Si reca Corfù per frequentare la scuola di Mosco, dove
perfeziona la conoscenza del greco. Rientrato a Cosenza, frequenta le
lezioni di T. Acciarini. Ha certamente una formazione giuridica, sollecitata
dal padre, di cui resta traccia nel “Vocabularium legale” (Napoli, Biblioteca
nazionale), un elenco alfabetico di quesiti giuridici tratti dai giureconsulti
antichi. Ma l’interesse per il diritto e le istituzioni politiche antiche deriva
a P. anche dalla frequentazione di Pucci, allievo di Poliziano a Firenze,
attivo a Napoli. Si trasfere a Napoli ma i suoi contatti con Pucci e con
l’ambiente culturale napoletano risalivano a qualche anno prima. Invitato a
tenere lezioni sulle “Silvae” di Stazio e nell’occasione pronuncia l’orazione “Ad
patricios neapolitanos”, nella quale elogia G. Pontano. Alla frequentazione
dell’ambiente pontaniano risale probabilmente l’adozione del nome latino Aulus
Ianus Parrhasius. Nominato da Ferdinando I d’Aragona maestro di camera e
ricoprì incarichi nella cittadina calabrese di Taverna e a Lecce. E in rapporti
di amicizia con Ferdinando II (Ferrandino), come evidenziano una lettera a lui
indirizzata e l’epicedio in versi per la morte della madre, Ippolita Maria
Sforza. È probabile che segue Ferrandino nella fuga da Napoli occupata da Carlo
VIII ( e poi nella riconquista del Regno. Dopo la morte di Ferrandino e la
salita al trono di Federico I si trova coinvolto in intrighi di corte e prefere
abbandonare Napoli per trasferirsi a Roma. Arrivato a Roma segue le ultime lezioni di P. Leto e si lega
a T. Inghirami, che gli fa assegnare l’insegnamento di oratoria nello studio
romano. In seguito all’uccisione di due suoi allievi, implicati nelle trame che
accompagnarono il pontificato di Alessandro VI, decide di abbandonare Roma e di
trasferirsi a Milano. Nella città lombarda trova alloggio e occupazione
nella scuola di Minuziano. Collabora ad alcune edizioni date alle stampe da
Minuziano e scrisse epigrammi contro due suoi avversari, G. Ferrari, docente di
eloquenza nella scuola milanese, e il corso Damiano Nauta. Si trasfere presso
Cotta, che gli dette l’opportunità di aprire una scuola propria e che forma con
lui un sodalizio editoriale. L’allontanamento da Minuziano provoca polemiche e
scambi d’accuse, di cui danno testimonianza le tre orazioni di Parisio in
Alexandrum Minutianum. Sposa Teodora Calcondila, figlia dell’ateniese Demetrio,
che insegna greco a Milano. Furono allievi di Parisio a Milano, oltre a Cotta,
anche il figlio di Demetrio, Teofilo, Alciato, Giovio (che scrive su biografia nei
suoi Elogia) e il figlio di E. Poncher, vescovo parigino all’epoca presidente
del Senato milanese. Fu grazie a Poncher che ottenne la cattedra di eloquenza
lasciata vacante da Ferrari, fuggito da Milano dopo la caduta di Ludovico. La
polemica con Minuziano, dopo una temporanea ri-conciliazione, si riaccese in un
contesto politico meno favorevole a lui, in seguito alla sostituzione del
Poncher con Charles. A quest’ultimo Minuziano dedica l’edizione liviana data
alle stampe, per la quale Parision accusa
l’avversario di aver plagiato le proprie lezioni su questo autore. La polemica
degenera in una campagna denigratoria nella quale Minuziano e affiancato da
Ferrari, rientrato a Milano, Nauta e R. Panato da Lodi. Replica sotto lo
pseudonimo di Furius Vallus Echinate in un opuscolo stampato a Legnano da G. Giacomo
assieme con la ri-edizione del commento a Claudiano. Oggetto anche di
un’aggressione fisica accetta l’offerta di Trissino, allievo di Calcondila e si
trasfere a Vicenza. Pubblica numerosi saggi: il commento al De raptu
Prosperpinae di Claudiano; i carmi di Prudenzio e il Carmen Paschale di Sedulio
(ambedue nella tipografia di Guillaume la Signere e con il contributo della
famiglia Cotta). Ancora presso Scinzenzeler e con una prefazione di C. Cotta,
il “De viris illustribus urbis Romae”, una delle compilazioni tardo-antiche
trasmesse sotto il nome di Aurelio Vittore, che attribue a Cornelio Nepote
(nello stesso anno Minuziano pubblica lo stesso testo fra le opere di
Svetonio); il “Libellus de regionibus urbis Romae” (tip. Scinzenzeler), una
versione interpolata della “Notitia regionum urbis Romae” che attribusce a un
inesistente Publio Vittore. Le iniziative editoriali sono accompagnate dalla
ricerca di codici antichi: nell’edizione di Sedulio dichiara di aver utilizzato
un antico codice scoperto in un monastero. A un codice di Parisio fa
riferimento T. Calcondila nell’edizione di Valerio Massimo a Legnano da G.
Giacomo con commenti dello stesso Parisio e di altri. Riusce a impadronirsi
anche di alcuni dei manoscritti bobbiesi scoperti da G. Merula e attualmente
nella Biblioteca nazionale di Napoli: i codici Lat. 1 e 2 utilizzati per le
edizioni di testi grammaticali di Probo e altri autori pubblicate a Milano da Scinzenzeler
e Vicenza da Zeno), e il IV.A.8
contenente l’“Ars grammatica” di Carisio, pubblicata da P. Ciminio (Napoli, G.
Sultzbach). I tre codici sono custoditi nella Biblioteca nazionale di Napoli.
L’attività editoriale prosegue a Vicenza, con la collaborazione della
tipografia dei Ca’ Zeno. Pubblica una raccolta di clausule ciceroniane tratte
dalle familiari, un manuale di retorica e la citata raccolta grammaticale. Non
fa in tempo a pubblicare il “De rebus per epistolam quaesitis”, una raccolta di
notazioni filologiche in forma epistolare incominciata a Milano e a cui dette
forma editoriale a Vicenza. Il suo nome si legge anche nell’edizione di
Lattanzio stampata a Venezia da G. Tacuino, ma non è chiaro se egli abbia
realmente contributo a questa edizione. Le sue note ai primi due libri dell’ “Eneide”
sono inclusi nell’edizione virgiliana stampata nel a Milano da
Scinzenzeler. Arrivato a Vicenza pronuncia “Ad municipium Vicentinum” e
tenne corsi fino all’anno successivo. E ad Abano, per curare la podagra di cui
soffriva. In seguito alle vicende seguite alla sconfitta di Venezia ad
Agnadello si trasfere dapprima a Padova e poi Venezia, ospite da L. Michiel. Vaglia
la proposta di insegnamento offertagli dalla città di Lucca, ma qualche mese
dopo preferì abbandonare Venezia per la Calabria, dove arriva nel giugno dopo
una sosta di alcuni mesi a Napoli, dove e accolto da A. Seripando e da altri
sodali dell’Accademia Pontaniana. All’attività svolta a Cosenza viene fatta
risalire quella che in seguito verrà denominata l’Accademia cosentina. Insegna
ad Aiello, quale precettore dei figli del conte Siscari. Nella scuola di
Taverna tenne corsi su Plauto e sui grammatici. E a Pietramala, dove apprese
dal cognato Basilio Calcondila che Leone X gli assegna un incarico di
insegnamento presso lo Studio romano (oltre a Calcondila, l’incarico era stato
raccomandato al pontefice da Inghirami e Lascari). Arrivato a Roma tenne i corsi. Ottenne da Leone X la dispensa
dall’insegnamento e una pensione. Progetta di trasferirsi a Napoli, grazie a un
legato d’Aragona, ma le precarie condizioni di salute lo indussero a
raggiungere Cosenza, dove muore. Oltre all’edizione carisiana di Ciminio, anche
altri pubblicarono inediti di Parisio. Suo figlio da alle stampe a Napoli le
lettere inviategli dal maestro, ma la stampa è attualmente irreperibile. Ne
resta una copia manoscritta nel codice della Biblioteca dei girolamini di
Napoli. IMartirano pubblica a Napoli (G. Sultzbach) il suo commento all’Ars
poetica di Orazio. Il “De rebus per epistolam quaesitis” e pubblicato da
Estienne II, che nella prefazione lo presenta come il maggiore umanista della
recente generazione, un giudizio ripetuto ancora da Sabbadini. Vennero date
alle stampe anche le sue esegesi alle Heroides (Venezia, G. Tacuino) e le
Metamorfosi di Ovidio e la “Pro Milone” di CICERONE. Lascia in eredità a Seripando
l’ingente biblioteca raccolta negl’anni precedent. Essa contava,
nell’inventario redatto dopo la morte, fra codici e libri, molti con
annotazioni dell’umanista. Seripando li lascia in eredità al fratello, il
cardinale Girolamo. La biblioteca passa poi al convento napoletano di S.
Giovanni in Carbonara, subendo perdite e dispersioni. Il nucleo più consistente
è conservato nella Biblioteca nazionale di Napoli. Parte degli inediti
parisiani (lettere, orazioni, prolusioni) sono stati pubblicato da Iannelli e Lo
Parco. Il De rebus per epistolam quaesitis, a cura di L. Ferreri, Roma. Fonti e
Bibl.: Iannelli, De vita et scriptis Auli Iani Parrhasii Commentarius, Napoli; Parco,
Studio biografico-critico, Vasto; Sabbadini, Le scoperte dei codici latini,
Firenze, passim; F. Lo Parco, P. e Alciato, in Archivio storico lombardo; Due
orazioni nuziali inedite, Messina; Lepore, Per la biografia, Biblion; M.
Ferrari, Le scoperte a Bobbio in Italia medievale e umanistica, M. Manfredini, L’inventario della sua biblioteca,
in Rendiconti dell’Accademia di
Architettura, lettere e belle arti di Napoli; C. Tristano, La biblioteca di un
umanista calabrese, Manziana, Lauletta,
Un inedito: la Praefatio in Flaccum, in AION, Sezione filologico letteraria; L.
Munzi, Prassi didattica e critica del testo in alcune prolusioni inedite, in
Studi umanistici piceni, Parrhasiana, I, a cura di Rosa et al., Napoli, Parrhasiana,
II, a cura di Abbamonte et al., in AION, Sezione filologico letteraria, XXIV, M.
Paladini, Appunti su Parrasio maestro, in Vichiana, Parrhasiana, III, a cura di
G. Abbamonte et al., in AION, Sezione filologico letteraria, D. Pattini,
Preliminari per un’edizione del commento di P. alla Poetica di Orazio in
Filologia e critica, L. Ferreri, L’influenza di Pucci nella sua formazione in
Valla a Napoli, a cura di Santoro, Pisa. Aulius Ianus Parrhasius. Aulio Giano
Parrasio. Parisio. Keywords: implicatura, implicatura retorica, Cicerone,
filosofia italiana, gl’antichi romani, Livio, Catullo, Orazio, Cicerone,
Stazio, l’oratoria, il gusto per l’antico in Italia. PARRHASIANA, Vico,
Sabbaldini sull’importanza da Parisio, grammatica speculativa, grammatica
modista, ars grammatica, probo, la grammatica, la dialettica e la retorica --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Parisio” – The
Swimming-Pool Library.
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