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Friday, March 29, 2024

GRICE E PASINI: L'IMPLICATURA CONVERSAZIONALE -- FILOSOFIA ITALIANA -- LA META-META-FORA DEL CAVALIERE PERDUTO

 

Grice e Pasini: l'implicatura conversazionale – filosofia italiana – La meta-meta-fora del cavaliere perduto -- Luigi Speranza (Vicenza). Filosofo italiano. Studia a Padova applicandosi agli studi giuridici, che ben presto trascura per interessarsi della nuova scienza è in contatto con Galilei e  soprattutto della filosofia, seguendo assiduamente le lezioni di Cremonini, impegnato nel commento mortalista della “Fisica” e del “De coelo” di Aristotele e seguace dell'aristotelismo critico e razionalistico di Pomponazzi, che mette in discussione l'immortalità dell'anima e alcuni dogmi cattolici. Uno dei incogniti, uno dei circoli più attive, vivaci libere. A tale adesione alcuni biografi settecenteschi attribuiscono le accuse di eresia nei suoi confronti. Come invece dimostra una serie di documenti dell'Archivio di Stato di Venezia, e un fatto di sangue a determinare il provvedimento giudiziario che lo condanna all'esilio. Per un futile contenzioso privato (un diritto di passaggio riconosciuto a dei vicini), insieme con il fratello Vittelio e alcuni sicari,  nella villa Pavaran uccide Malo e ne ferì gravemente il fratello. Condannato a cinque anni di esilio a Zara, poi ridotti di circa la metà, e assolto e liberato. Reintegrato nella società vicentina, e vicario a Barbarano e a Orgiano, dove era già stato agli inizi della carriera. La sua vita dove scorrere come quella di tanti nobili di provincia, tra affari privati, responsabilità amministrative, passione letteraria e interessi culturali, sempre presente l'ossequio al potere della Serenissima: dediche e composizioni sono spesso dirette a podestà, capitani e dogi. Si registra un stretto legame gl’incogniti e una grande produzione letteraria. Fa parte della corrente poetica del marinismo, che ha in Marino il proprio modello. ””Rime varie, et gli increduli, ouero De' rimedii d'amore: dialogo. Dedicate al molto illustre Godi (Vicenza), esordio letterario del Pasini, miscellanea di sedici componimenti in metro vario tutti di tematica amorosa e un dialogo, “Campo Martio overo Le bellezze di Lidia, dedicato al clariss. sig. Giulio da Molino, dell'illustriss. sig. Marco, componimento di versi settenari ed endecasillabi sciolti, uscito a Vicenza presso Grossi e dedicato a un membro dell'illustre famiglia Molino; “Rime” diuise in errori, honori, dolori, verita, & miscugli (Vicenza); Il sogno dell'illustrissimo sig. Pietro Memo.. Dedicato a Molino, Vicenza, di carattere politico-encomiastico, racconta allegoricamente come il sogno trasporta il podestà attraverso i cieli sino alla via Lattea, dove trova gli eroi che hanno illustrato la sua famiglia; “Rime Marinistiche”, raccolta complessiva delle sue Rime, stampata a Vicenza; fanno rientrare l'autore nel filone marinista dell'epoca. “La Metafora. Il Trattato e le Rime. “Trattato de' passaggi dall'una metafora all'altra e degl'innesti dell'istesse nel quale si discorre secondo l'opinione e l'uso de'migliori, se senza commetter diffetto, si possano usare dai poeti e, oratori. Dedicato all'illustrissimo, et eccellentiss. sig. Nicola Da Ponte” (Vicenza); “Historia del cavalier perduto” romanzo erotico cavalleresco che indirizza il proprio interesse su vicende e situazioni feudali di provincia. La sua opera più nota, che si inserisce nella tradizione del romanzo barocco veneto e dei narratori incogniti, secondo una linea che intreccia avventure cavalleresche amorose a tematiche storico-politiche. -è da questo romanzo che Manzoni trasse poi spunto per la stesura de “I promessi sposi.” Vicenza nella sua toponomastica stradale, "Le Garzantine", Manzoni a Vicenza Firenze, Olschki). Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia e cantòinquestaforma. Nela vagastagion, che l'Usignolo Dolenteancora dell’antico oltraggio Contragiche armonie filagna, e plora, E che di novo amor fecondo il suolo Del gran Pianeta altemperato raggio di verde giouentù gode, ès' honora, Con mano prodiga Flora D'odorosi tesori Con superbia pomposa. D'ogni intorno spargea gemmati fiori; Ma qual donna degli altri in maestosa monarchia sublimar parea la Rosa. Tributaria di lei, versando l’urna, La figliuola del Sole Alba nascente Le offri adiper le ruggiadose unnerabo; Et ella, della pura onda notturna. L’homaggio accolto in fen, lieta, eridente Di sii 2   Diricca gravidanza empieafı il grembo; Indi, il purpureo lembo Spiegando a poco a poco, Scopria l'aurato crine Del gran lume del cielo al primo foco; Le volauano intorno a far rapine Preciofe d'odor l'inrevicine. Superba citerea, ch'in Regia tinta Le imporporasse il suo bel piele foglie, Incota i detti ingiuriosa eccede. Chianti Giuno homai, tua gloria è vinta, Altro latte il mio fangne il pregio toglie, E'l tuo fio real mio fior s'humilia, ecede. Cositumida fiede Con inportuno orgoglio L'ambitioso petto Dela Regina del superno foglio, Che sdognando il suo Numeeller negletto, Lo sguardo oscura, e in torbida l'aspetto. Frome, egal carrodi vendetta ingorda Di vampe, efocbi, e di saette, e lampi . Grida lontana ancor ; Figlio vendetta, Con fretto lofaman richiama, e lega Il vago augel da le flellate piume, E con la voce anco la sferza accorda, Zosgrida, ebate, e impatiente il piega, Quevfa il mondo incanutir di brume. Delarmi ilfjero Num e Quiui a funguignalite Sai Vandalici campi Alti Duci in fiammana, e fchiereardite; Giungeellaa lui, cuiparche'l guardoaukāpe Ambo fiam vilipeli, amboschernići, numi impotenti son MARTE, e Guinone; La tua pudica Dea, la tua diletta, Quella, che del su’amor resegraditi Cillenio, e Febo, el cacciator garzone, Questa del vago Adone Cole ancor le memorie Solo a tuo scorno, e in vno Al mio latte dir infratia le gloriezn. Mirà d'orgoglio altierfasto importuno, Che di rosa anteporsi ardisce a Giuno. S'ami la madre, e lei gradir desij, A la superba l'alterigia Scorna, E la sua rosa le axuilisci o figlio Madre, non fia, ch'io le tue ingiurie oblij (risponde) al cielo pur sagli, e ritorna, Ch'io ben far olle bumiliare il ciglio: Di più fino vermiglio Distino ostro più grande, Per tinger rosa altera , Di cui la gloria foltes fa ghirlande; Stella non splende, ou'è del solla jpera, E appo la neuengnicandor s'annera. Cosidetto, ella parte, egli accore Doue aßalito il Vandallo feroce Col Goto afalitor pugna, e contende: Di sanguinos ifiumi ilprato corre, D'urli, e di strida una mistura atroce, Che difonde terrori al Cielo ascende; Dubbio il success opende, Al fin scompiglia, efrange il gran duce Adoino Lanemica Vandalica falange; Ma il ficro Dio, ch'adostro peregrino Aspira, affrettailsyo mortal destino. Cade il prode signor, fugge disperso Semi viva fi getta addosso al morto; El'abbraccia, e lofringe, el bacia, e’lterge Condiluuij d'angoscia, elcrin s'afferra, E Straccia, efuelle infinda le radici; I sulerose, chel buon sangue asperge, E che compagne fon de la sua terra, Sperge presagi in vn mesto, e felici. Esclama. O fiori amicia Los tuol nemico, il fuo trionfo sdegna Per sì gran danno il Goto lagrimose j j Goiodisco il german nel duolo immersa Nela fortune gloriosa insegna Tra rose inuolue il busto sanguinoso, E dono doloroso A Lutterial'invia, Cheil gran marito fcorto E sangue, e freddo ogni diletto oblia, I d'amor piena, e dota di conforto, che    Così pullulerà la Rosa ORSINA. E così germinò, così dal cielo, Per lo mondo abbellir, netrasse isemi, Nel suona tale ancor grande i ammirata: Sorge fecondo il glorioso stelo, E ne' Gallici campi, e ne'Boemi Degni rampoli ITALIANE traslata , D'api in vece, adorata Schiera d'altepirtudi Lovà suggendo, efaui Poi ne compone di Reali studi, Onde il mondo i suoi cafi in fausti, e graui Per si dolce liquor torni soaui. Defiudilaude dil Sole, acuis'aprica solo, e solo a'suoirai s'avanza e gode, E l'irrigailfuddordi nobil onda; Duro, einduftre cultor glièla fatica, Siepe l'ardire, il buon valor custode, El ' applauso de ' Cor i aura gioconda Ondeè poi, che diffonda Cosi pregiato odore E di palma, e di Lauro Ch'ın tal nel girdo e l età migliore Non neadunola Gloria in fuo tesauro Dal Borea àl'Auftro, e dal mar' Indo, alM auto. Scritte sa in Cielo alettere difato, Là de l'eternità ne’ cupi annali, Digermetal son le grandezze, e i pregi. Febo m'inspira è colassu fermato, Ch'egli fioriscafolfreggi immortali, Alte imprese, opreilluftri, èfattiegregi: Tiranni eftinti, Regi Debellati, daafflitti, Regni sommersi in lutti, Espugnatecittà, Ducisconfitti, Prouinciescosse, esercitidestrutti, Pergliopresileuar, fiano suoi fruti. Lieto verdeggi, eauuenturosogoda, Che'l ciel gliarride, eporgela fortuna Grandi Che'l core hor m i pungete, Insegna peregrina Del mio venire immaturo ancor Sarete; Cosi auuerrà, cosilo ciel destina, Il diadema adorar veggio di Piero. Fortunata Dalmatia, borche s'innesta Neltuoceppo Realfinobil pianta, attendi pure un secolo d'Eroi. Vomiti incendihomai Chimera infesta, Stragede'campisiabelua Erimanta, Che fienconcettiipercussorisuoi; Altri indomiti buoi sbuffinofiamme in Colco, C'hauralliubbidienti Adaratronouelnouo bifolco; Sorgan Procufti, elanguirandolenti  Ancola Famahà lingue, E fil grande, e facondo, Ei gesti degli Eroi spiega, ediftingue. Bastià l'ORSIN valor, c'habbia giocondo Teatro Italia, e spettatore il mondo. Gran di alimentià le r a dice prime. Beltesoroèvirtù;ma s'altaloda, Mase honori laforteancogli aduna, Viepiùchiaro Splendorne’raggiesprime Eccolohomaisublime Gemmarfi intorno, intorno Sold'insegne d'impero, Manti, porpore, scettriilfanno adorno; Mafouratuttiin maestà primiero Sotto noui Tesei gliultimi accenti, Canzon chiudanlelabbra. La meta-meta-fora. itopedelabiturates. daglianimal:corterdel'acquecitopedeèsolce Nec tenoftra iuberfiericenfura pudican . Sentätha oppreffo Carulla DeXNptys Pelleic Cerula verrentes abiegnis equora palmisan Verrentesperremigantı, palmisperremi son metafore di poca comienienza; perche le mani non icopano come inftrumento profimo. DS Fortetfolcodál foco et  verrigins Jalmocodel la core circulari. Sedtamen, uttentes disimularerogat. Cenfura è traslation dal Magistrato Cenforio a } rigordell'atninre; oubetèmetaforaan ch'ega, che nonficonfaconla censura; perchefebene: leges autiubescentvetant, quepermitan, AMAP Hiunt. La censura pero non era legge, nè magistrato, che hau eflc auctorità di far legge. Ma a solo gaftigauachi contrauenità a'buonicollumi, adalcuneleggi et adalcunivnitalchequi? Pinnestodiduemetaforeinvafolo predicatos poilslacione confaceuole alla vièpoi il pallaggio nelnornogar dell'altropredje viè censura. tom 1 Nel terzo de arte amandi,  Ecco Ne quevliusitinntisim per untitabii. Ne quifleprezesirefoue palmulis metaforam non producer ad extremum nec ineaintere. Sed abvnaadaliamtranfilire; hicveroraliumiprie Prorumfecurses, och Non è di giustitia chc CATULLO refiabbando pato Epiù sottodiffe. Qui formula croftramentofumprofcidir quota Aoftrumè metafora trasportata da gli vecelli allegalee, acuimancauailproprio perfignif carlofprone, equindian coallanaue perde notarlaprora, e proscindere è pur METAPHORA, che Hon ha corsispondenza con legalec, ma con quellecose, chetagliano: Ecco appresso v o trappasso da metafora a metafora. Ecco VA alero inneftopuriuinell'aggionto, e nel softantiuo. Dide currum wlitanumper ladate, che viag giava PHASELLUS illeguem videte hospittia'? Siswiffenavium celerrimus. Oprisforeivolarejouelinteo. Ognuno sà che Falelloèvna fpeciedi nauigio; nel descriver la celericà del quale nel naaigare Paurore fi vale della metafora del nuotatore e fubitò palla al volo ch'è dell'uccello e quianco favn'innestoin quel volarepairwisin cuivuo) direnauigar coiremi:poichenen f volacon lepalme, maconl' aliscosiinnettal'operation! dellyccello con l'inftrumento dell'huomo, ch'è la mano sopra il qualpaflo il Muretto di fe.Aiuntvitiofumeffefernelsuscepram  tolco da'legamini ]? wimruna è 2349 nato da Tibulloze da Propertio speiò fenciamo lianch'elli. Propertio nella festa decimadlegiadel. cerzo ang niNini Sublime capulmafiflimunubar Afperala Mefiffimosa sperme, chehannodicomune, Ring oluenparcela branquillità, ch'e delmare cal P6 Sempere n im vacuos naxi fobriatorque rumares. Nox fobristonguet, inpeito Pace Pasini. Pasini. Keywords: implicatura, il cavalier perduto, la metafora, “dall’una metafora all’altra,  galilei, cremonini, degl’incogniti, keplero, Manzoni, rapimento, anonimo, incognito, meta-meta-fora. Refs.: “Grice e Pasini” – The Swimming-Pool Library.

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