Grice e Zamboni – filosofia italiana – IL LIZIO --
Luigi Speranza (Cento). Filosofo italiano. “Famous for his dialettica e
cosmologia and implicature!” – Grice. Figlio
di Matteo Zamboni, un pittore originario
di Cremona, di cui si conservano affreschi negl’oratori delle chiese della
Pietà e di San Rocco. Prende la strada degli studi umanistici. Studia legge a Ferrara,
scelge poi filosofia, allievo di Pendasio, divenne insegnante di filosofia
naturale nello studio ferrarese. Tenne rapporti con la corte estense. Di fronte
a Leonora d'Este recitò il suo poemetto, “Le pompe funebri”, e quando si trova
a essere oggetto di non chiarite gelosie e maldicenze da parte dei suoi
colleghi a Ferrara, scrive al duca Alfonso per richiedere un suo intervento. Non
risulta che Alfonso II risolve i conflitti denunciati da Cremonini, che, perciò,
decise di trasferirsi altrove. Chiamato a Padova per insegnare filosofia
naturale in sostituzione del defunto Zabarella, mentre Francesco di Niccolò
Piccolomini assume la prima cattedra. Inizia il suo Corso leggendo la
prolusione Exordium habitum Patavii. Contro il tentativo dei gesuiti di fondare
a Padova un proprio studio rivale dell'università, Cremonini si espress caon l’Oratione
contro i gesuiti a favore di Padova, tenuta di fronte alla Signoria di Venezia,
nella quale sostenne che Padova, per insegnare, non ha bisogno dell'aiuto dei giesuiti
e paventa i rischi di dividere gli studenti in fazioni come i guelfi e gibellini.
L'autorizzazione all'apertura dello studio non fu rilasciata e i gesuiti sono espulsi
dalla Repubblica di Venezia a causa dell'interdetto scagliato da Paolo V, cui
segue la cosiddetta guerra dell'interdetto. Ha una famosa controversia con
Raguseo sulla natura dei quattro elementi, sul valore della storia delle
interpretazioni della filosofia del liceo, e sulle questioni didattiche.
Difensore della medicina araba e sostenitore dell’idea del anima mortale, legata
indissolubilmente al corpo, e sospettato di eresia e e denunciato all'inquisizione.
Con l'amico e rivale Galilei, Zamboni, ad opera di Belloni, condivideno accuse
diverse, una denuncia al tribunale dell'Inquisizione che non ha conseguenza.
Galilei e accusato di praticare l'astrologia giudiziaria e Cremonini di
sostenere che l’anima e mortale e che Aristotele separata la scienza dalla
teologia. Cremonini affronta altri due processi dai quali usce indenne grazie
alla protezione della Repubblica di San Marco. Anche se molte fonti riportano
che muore durante l'epidemia di peste che colpe l'Italia, risulta che muore a
causa di catarro accompagnato da febbre. Secondo alcuni, Galileo si ispira a
Zamboni nella scelta di Simplicio come rappresentante dell'avversario liceale dell’eliocentrismo.
Zamboni pubblica pochi saggi della sua dottrina, mentre sono a noi giunte
numerose trascrizioni delle sue lezioni che prefere tenere oralmente. Le
trascrizioni delle lezioni tenute a Padova presentano gravi problemi
interpretativi che hanno impedito alla storiografia di poter avanzare una
sintesi sicura di sua filosofia. Unica eccezione a questa difficoltà
interpretativa il testo “Lecturae exordium”, letto in occasione della sua prima
lezione in Padova. Nella prima parte della lezione, si rammarica che il
continuo rinascere della natura, come la successione delle stagioni, dalle sue
forme ormai trascorse, non susciti la meraviglia dell'uomo e lo sgomento per il
continuo morire del mondo. Il mondo non è mai. Il mondo nasce e muore
continuamente. La lezione si conclude con l’affermazione del dovere dell’uomo
di conoscere se stesso. L’uomo, scrive Cremonini, si scopre in mezzo alle
tribolazioni dell’incostanza. Ebbene, la conoscenza di sé è l’unico strumento
capace di dare all’uomo serenità. La strada per conoscere se stessi e
raggiungere la serenità è data dalla filosofia su cui si basa la morale e la
scienza. L'uomo ha un intelletto onnipotente che dalla conoscenza di se stesso
e della natura giunge a congiungersi con la beatitudine divina. Dibattito
relativo alle osservazioni di Galilei. Secondo una diffusa ma falsa narrazione
Cremonini e uno di quei professori aristotelici che non solo rifiutano pervicacemente
la scoperta eliocentrica di Galilei in nome della filosofia del Liceo ma si
rifiutano, invitati da Galilei di osservare direttamente nel telescopio
l'esistenza delle montagne della luna, delle fasi di Venere, dei satelliti di
Giove. Questo avvenimento, tramandato come simbolo della miopia di coloro che
si ritengono custodi del vero sapere, è ritenuto falso. Nella lettera Galilei
racconta a Keplero il comportamento dei docenti di Padova ma non fa nomi. Che
dire dei più celebri filosofi di Padova, i quali, colmi dell’ostinazione
dell’aspide, nonostante più di mille volte io offro loro la mia disponibilità,
non hanno voluto vedere né i pianeti, né la luna, né il cannocchiale? Questo
genere di uomini ritiene infatti che la filosofia naturale e un libro come
l’Eneide e che le verità e da ricercare non nel mondo o nella natura, bensì, per
usare le loro parole, nel confronto dei testi. Ad un esame superficiale una
lettera a Galilei di Gualdo conferma che tra coloro che rifiutarono
l'osservazione con il telescopio vi fosse anche Zamboni. Abbiamo qui lMorosini,
il quale non può patire che Zamboni mentre V.S. è stata qui, non procura né
voluto vedere queste sue osservationi, havendole io detto ch’ella se gli era
offerta di andare sino alla sua propria casa per fargliele vedere; onde le pare
che habbia torto contrariarle senza haverne fatto qualche esperienza. Nella
successiva lettera di Gualdo a Galilei si riferisce di un colloquio con
Cremonini che al rimprovero di essersi rifiutato dell'esperienza con il
telescopio risponde che lo fa perché, non volendo approvare cose di che io non
ho cognitione alcuna né l’ho vedute. Questo è quello, dico, ch’ha dispiacciuto
a Galilei, ch’ella non ha voluto vederle. Rispose: Credo che altri che lui non
l’ha veduto; e poi quel mirare per quegli occhiali m’imbalordiscon la testa. Basta,
non ne voglio saper altro. Zamboni afferma in questo testo che gli causa
disagio mirare nel telescopio e che dunque non si rifiuta di guardare ma non
accetta di vedere cioè di accogliere l'interpretazione di Galilei di quelle
osservazioni. Più in generale, Forlivesi sostiene che la posizione di Cremonini
e sempre coerente nel ritenere che l'interpretazione dei dati osservativi non puo
andare disgiunta dall'esistenza di una dottrina filosofico-naturale
complessiva. Forlivesi rileva altresì che lo stesso Galilei, a volte, propone
ipotesi circa la natura dei cieli non meno problematiche di quelle proposte dal
Liceo. D'altra parte, come conferma
Bellone nella sua saggio su Galilei per i "Quaderni de 'Le Scienze'",
il cannocchiale sono uno strumento di fattura artigianale e non scientifica, in
quanto non esiste ancora una teoria dell'ottica - si deve attendere Newton e le
immagini sono alquanto deformate. Saggi: “Le pompe funebri; ovvero, Aminta
e Clori” (Ferrara); “Lecturae exordium habitum Patavii (Ferrara, Mammarelli); “Explanatio
proœmii librorum Aristotelis de physico auditu, cum introductione ad naturalem
Aristotelis philosophiam, continente tractatum De pædia, descriptionemque
universæ naturalis aristoteliæ philosophiæ quibus adjuncta est præfatio in
libros De physico auditu” (Padova, Melchiorem Novellum); “Oratio habita
Ferrariae ad Clementem VIII pro S. Q. Centensi, Ferrariae; “Disputatio de
formis quatuor corporum simplicium quæ vocantur elementa” (Venezia); “Oratio
habita in creatione serenissimi venetiarum principis Leonardi Donati” (Venezia);
“Disputatio de cœlo, in tres partes divisa, de natura cœli, de motu cœli, de motoribus
cœli abstractis”; “Adjecta est Apologia dictorum Aristotelis, de via lactea, et
de facie in orbe lunæ” (Venezia, Balionum); “Oratione al serenissimo principe
Bembo nella sua essaltatione al principato); “Apologia dictorum aristotelis de
quinta cœli substantia adversus Xenarcum” (Venezia, Meiettum); “Il nascimento
di Venezia” (Venezia); “Oratione al serenissimo principe Priuli nella sua essaltatione
al principato”; “Il ritorno di Damone” (Venezia); “Oratione in nome di Padova” (Chiorindo,
Venezia); “Apologia dictorum Aristotelis de calido innato adversus Galenum” (Venezia,
Deuchiniana); “Apologia dictorum Aristotelis de origine et principatu membrorum
adversus Galenum” (Venezia, Piutum); “Expositio in digressionem Averrhois de
semine contra Galenum pro Aristotele”; “Tractatus tres. Primus est de sensibus
externis. Secundus de sensibus internis. Tertius de facultate appetitive” (Venezia);
“Dialectica, (Venezia); “Le nubi” (Venezia, Biblioteca Marciana); Zamboni,
Testamento. Fonte: G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana,
riferimenti. In A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul
finire del secolo decimosesto; C. Preti, Giorgio da Ragusa, in Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Zamboni in occasione
del trasferimento di Galilei da Padova a Firenze si rammaricava scrivendo, “O
quanto harrebbe fatto bene anco Galilei, non entrare in queste girandole, e non
lasciar la libertà patavine” (Portale Galileo)
Portale Galileo Marco Forlivesi, “Cremonini”,
in Il contributo italiano alla storia del pensiero – Filosofia, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Per esempio, Pinotti, autore dell'introduzione al “Dialogo
sopra i due massimi sistemi del mondo” (Milano); C. Cremoninus, “Lecturae
exordium”; M. Forlivesi, “Il Contributo italiano alla storia del Pensiero –
Filosofia; Enciclopedia Italiana Treccani
G. Galilei, “Epistola ad Keplerum”, Padova); in Le opere, A. Favaro,
lettera, Gualdo, “Lettera a Galilei” Padova,, in G. Galilei, Opere; Gualdo,
lettera a G. Galilei, Padova; in G. Galilei, Le opere; M. Forlivesi. Galilei,
Opere, ediz. naz.; A. Tassoni, Lettere, P. Puliatti, Bari; Giovanni Vincenzo
Imperiale, Musaeum historicum et physicum, Venezia; F. Arisi, Cremona literata,
Parma-Cremona; Naudaeana et Patiniana, Amstelodami; Giovanni Mario Crescimbeni,
“Dell'istoria della volgar poesia” (Venezia); Ferrante Borsetti, Historia alini
Ferrariae gymnasii (Ferrariae); J. Guarino, Ad Ferrariensis gymnasii historiam supplementum
et animadversiones (Bologna); Borsetti, “Adversus supplementum et animadversiones”
(Venezia); Facciolati, “Fasti Gymnasii Patavini” (Padova); Erri, Dell'origine
di Cento (Bologna); Tiraboschi, “Storia della letteratura italiana” (Venezia); Fiorentino, “Pomponazzi” (Firenze); Favaro, Lo
Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto, in
Atti del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti; D. Berti, Di
Zamboni e della sua controversia con l'Inquisizione di Padova e di Roma, in
Memorie della Reale Accademia dei Lincei, classe di scienze morali, storiche e
filologiche; L. Mabilleau, Étude historique sur la Philosophie de la
Renaissance en Italie: Zamboni, Paris; Favaro, Galileo Galilei e lo Studio di
Padova (Firenze); ad Indicem; Favaro, in Archivio Veneto (rec. di Mabilleau); L.
Sighinolfi, Il posseso di Cento e della pieve e la legazione di Zamboni a
Clemente VIII in Ferrara, in Atti e memorie della Regia Deputazione di storia
patria per le province di Romagna; Atti della nazione germanica artista nello
Studio di Padova; A. Favaro (Venezia); ad Indicem; Atti della nazione germanica
dei legisti nello Studio di Padova, a cura di B. Brugi, I, Venezia); J. Charbonnel,
La Pensée italienne au XVIe siècle et le courant libertin (Paris); Spampanato,
Documenti intorno a negozi e processi dell'Inquisizione, in Giornale critico
della filosofia italiana; G. Spini, Ricerca dei libertine (Roma); Firpo, “Filosofia
italiana e contro-riforma” (Torino); Savio, Il nunzio a Venezia dopo
l'Interdetto, in Archivio Veneto; Saitta, Il Pensiero italiano nell'Umanesimo e
nel Rinascimento (Firenze); Torre, Un processo del XVII secolo: l'inquisizione
contro Zamboni, in Verità e libertà. Atti del XVII Congresso della Società
filosofica italiana (Palermo); Rotondò, Nuovi documenti per la storia
dell'Indice dei libri prohibiti in Rinascimento; Garin, Storia della filosofia
italiana, Torino); A. Pupi, Una riflessione a proposito delle critiche di
Galilei all'aristotelismo, in Nel quarto centenario della nascita di Galilei,
Milano); Acta nationis Germanicae artistarum a cura di L. Rossetti, Padova); ad
Indicem; Schiavone, in Enciclopedia filosofica (Firenze); Torre, Studi su
Cesare Cremonini, Padova); A. Favaro, Galilei a Padova (Padova); Franceschini,
Nuovi documenti relativi ai docenti dello Studio di Ferrara nel secolo XVI (Ferrara);
ad Indicem; Pietro Puliatti, Bibliografia di Alessandro Tassoni, Firenze, ad
Indicem; L. Rossetti, Manoscritti cremoniniani della University Library di
Cambridge, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova; Schmitt,
Zamboni, un aristotelico al tempo di Galilei (Venezia); G. Corazzol, Portenari
maestro di grammatica a Feltre ed una lettera di Cesare Cremonini, in Quaderni
per la storia dell'Università di Padova, M. Torre, Logica ed esperienza nel
trattato "De Paedia" di Cesare Cremonini, in Aristotelismo veneto e
scienza moderna, L. Olivieri (Padova); A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia
di Gesù sul finire del secolo decimosesto, in «Atti del regio Istituto veneto
di scienze, lettere e arti», Forlivesi, Cesare Cremonini, in Il contributo
italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Treccani – Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. A.
Carlini, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Schmitt, Dizionario biografico degl’italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Grice: “There’s something primitive about the way Italians speak. We
would never call Austin the Lancastrian, as the Greeks called Aristotle the
Stagirite, or the Italians call Zamboni ‘Cremonini’ just because he had a
connection with Cremona. As Wellington said when he was referred to as an
Irishman: ‘being born in a stable does make you not a horse’!” Grice: “Cremonini
is of course underrated in Italy because Galilei is OVER-rated. But Galilei was
HARDLY a philosopher – what’s philosophical about sticking your eyes on a muddy
micro or macroscope? Instead, Zamboni could lecture on Aristotle to no end!” He
was a lizio! -- Cesare Zamboni di Cremona (Cremonini). Zamboni. Keywords: i
galileiani, la dialettica di Zamboni, de interpretatione, nomen, significatio,
ad placitum. Refs.: Luigi Speranza, "Grice
e Cremonini," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia.
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