Grice e Pasqualotto: trasmettitore/ricevitore
– l’implicatura conversazionale – filosofia italiana – Luigi Speranza (Vicenza). Filosofo italiano. Grice:
“I like Pasqualotto; for one, he predates Oxonians in the ‘teoria
dell’informazione’!” – Grice: “I never took ‘information’ as seriously as
Pasqualotto does – I do compare information with money, and refer to the
stupidity of ‘false’ information – “”False’ information is no information.”” –
But Pasqualotto attempts to reconstruct a ‘teoria,’ a ‘teoria
dell’informazione,’ i. e. complete with a model that has room for the
implicaturum, i.e. any x such that by a mittente ‘sending’ a message, he may
ex-plicate such-and-such and im-plicate so-and-so.””. Frequenta
il Pigafetta di Vicenza, dove ha come maestro FAGGIN (si veda). Sotto la guida
di FORMAGGIO (si veda), si laurea in filosofia a Padova, con una tesi sull'estetica
tecnologica di BENSE. Diventa amico di Brandalise, Cacciari, Curi, e Duso, ed è
maestro nel suo stesso liceo vicentino, dove conosce Volpi. Collabora
attivamente ad alcune importanti riviste di filosofia come Angelus
Novus, Contropiano, Il Centauro. È professore a Venezia; a 'Padova; è
stato co-fondatore dell'Associazione “Maitreya” di Venezia. Contribuito alla nascita
della rivista “Marco Polo, rivista di filosofia orientale” -- e comparata “Simplègadi” è stato tra i
promotori del Master in Studi Interculturali a Padova, presso il quale ha
insegnato Filosofia delle Culture. Direttore scientifico della Scuola Superiore
di Filosofia orientale e comparativa di Rimini. Contributo teorico Nel saggio
Dall'estetica tecnologica all'estetica interculturale, P. descrive la sua
avventura intellettuale e insieme l'evoluzione del suo pensiero. In una prima
fase si è formato all'estetica analitica e alla filosofia analitica del
linguaggio, ma ha rilevato il loro limitato significato formale. In una seconda
fase, si è rivolto al pensiero critico di Adorno e della Scuola di Francoforte,
e in questo caso ha valutato che la conclusione alla quale essi giungevano, era
la morte per utopia dell’estetica. In una terza fase si è rivolto al pensiero
di Nietzsche, tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta;
Nietzsche nella Nascita della tragedia, considera Apollo e Dioniso come due
istinti complementari, tanto da consentire di poter riuscire a «vedere la
scienza con l’ottica dell’artista e l’arte con quella della vita»’, e a dare
importanza alla saggezza del corpo. Ma quello Nietzscheano gli sembrò solo un
tentativo eroico di coniugare filosofia e vita, che alla fine si rivela
solo come uno straordinario tentativo di scrittura sulla vita. Un'insoddisfazione
di fondo per gli esiti del pensiero occidentale, e la ricerca continua di nuove
possibilità per il pensiero, lo hanno portato ad approfondire lo studioiniziato
già in anni giovanilidi tradizioni di pensiero esterne a quella occidentale. Il
buddhismo, in particolare, ha costituito un terreno ampio di indagine e di
confronto con diversi temi o autori della cultura europea; ma anche il pensiero
taoista e l'esperienza della filosofia indiana hanno rappresentato nel corso
degli anni un importante ambito di riflessione. Infatti, in un'ulteriore quarta
fase del suo viaggio intellettuale, P. si è rivolto all’estetica orientale come
meditazione, ovvero come cammino comune verso un possibile superamento della
scissione tra esperienza e riflessione. In una quinta fase, P. si è avvicinato
all’estetica di Garroni come uso critico del pensiero, quale comprensione
dell’esperienza in genere all’interno dell’esperienza: in un certo senso,
quindi, l’estetica andava coincidendo con la filosofia. Valutando la
riflessione di Garroni prossima a quella orientale, P. arriva a considerare
l'importanza della 'meditazione' e del 'vuoto mentale’, in base ai quali, come
l’assenza di pensiero non può essere pensata senza idee, così non si possono
pensare idee senza pensiero, come era stato già pensato da Dogen. Nella sua
sesta ed ultima fase, guarda l’estetica
con gli occhi della filosofia come comparazione e della filosofia
interculturale, quindi come un ampliamento dell’orizzonte particolare
dell’estetica verso una riflessione generale sui problemi cruciali
dell’esistenza. P., infatti, è stato il primo pensatore italiano a elaborare la
valenza teoretica di una filosofia come comparazione, teorizzata con rigore in FILOSOFIA
come comparazione, distinguendola da un mero esercizio comparativo di pensieri
appartenenti ad ambiti geo-filosofici differenti. Il suo pensiero ha trovato
echi e possibilità di dialogo con filosofi italiani, come Cacciatore, Cognetti, Leghissa, e stranieri come
Fornet-Betancourt, Kimmerle, Jullien, Mall, Ohashi, Panikkar, Stenger, Wimmer. Duemila ha contribuito
all'introduzione in Italia della filosofia di Marco Polo sull’Oriente a
cominciare dall'importante opera di Nishida L’io e il tu, e poi con gli
altrettanto importanti Uno studio sul bene e Problemi fondamentali della
filosofia, accompagnati sempre da un saggio interpretativo che è rimasto
sostanzialmente invariato nel corso degli anni. Parallelamente ad altri autori,
si è misurato dai primi anni Duemila con il tentativo di delineare temi e
metodi per una filosofia interculturale che costituisce il campo di maggior
impegno e interesse della sua ricerca, congiuntamente a una riflessione
estetica sulle forme dell'arte dell'Asia orientale. Riassumendo gl’elementi
chiave del pensiero di P., potremmo individuare due componenti fondamentali: il
concetto di Ermenuetica interminabile e quello di Dialogo interculturale Il
concetto di Ermenuetica interminabile prevede come elementi: 1. il pensiero
come 'comparazione originaria'; 2. il sapere come 'ambito problematico sempre
aperto', rispetto al quale non si dà mai una verità stabile, ma sempre
problematica, inscritta cioè in un processo inesauribile di ricerca; 3. il
concetto di 'impermanenza' (mutuata dal concetto buddhista di 'anatta') come struttura
relazionale di tutto ciò che è, in base alla quale tutto ciò che è, è un ‘nodo’
di relazioni in continua trasformazione ed evoluzione processuale. Il concetto
di Dialogo interculturale prevede come elementi: 1. la 'meditazione' come
‘vuoto mentale’ e ‘consapevolezza’mindfulnessdel senso critico del pensiero
radicato nel presente; 2. l'aperturaconseguente alla compresenza degli elementi
precedentidell’orizzonte di una riflessione generale sui problemi cruciali
dell’esistenza, orizzonte tipico della filosofia interculturale. P. precisa
chiaramente la specifica forma di rapporto comparativo che viene attivato
nell'orizzonte della filosofia interculturale, rapporto detto 'a tre variabili
interdipendenti. L’orizzonte di una filosofia interculturale dovrebbe invece
tendere a porsi come linea immaginaria di uno spazio illimitato pronto ad
ospitare quelle specifiche pratiche interculturali che sono gli esercizi in
atto di filosofia in quanto comparazione. Per evitare le conseguenze
contraddittorie a cui conducono sia le prospettive multiculturali, sia le
utopie universaliste, è necessario precisare la natura e la funzione della
specifica forma di rapporto che si viene ad attivare nell’orizzonte della
filosofia interculturale. La modalità di tale rapporto può essere definita 'a
tre variabili interdipendenti': due sono costituite da pensieri o ambiti di
pensieri tra loro diversi, e la terza è costituita da un soggetto (individuale
o culturale) che li pone a confronto. L’essenziale di questa modalità di
rapporto è che nessuna delle tre variabili sussiste autonomamente, prima, dopo
o a parte rispetto alle altre due: in particolare, è importante evidenziare che
il soggetto risulta sempre e necessariamente implicato nella pratica della
comparazione, al punto che tale pratica lo forma e lo trasforma: il suo sguardo
è ‘impuro’ fin dall’inizio, perché fin dall’inizio viene condizionato e
prodotto da una serievirtualmente infinitadi osservazioni comparative. Fra i
temi affrontati più di frequente dalla sua riflessione ricordiamo: 1. il tema
dell’identità, in base al quale essa non è alcunché di rigido e identitario, ma
poiché l’essente è nodo di relazioni, l’identità si dà come intreccio di
infinite relazioni, ovvero come compresa in una sua problematica autonomia; il soggetto
che, in quanto costitutivamente interessato da molteplici relazioni, nel suo
ricercare il senso del realtà del mondo, non è un osservatore disincarnato e
disinteressato, o imparziale, ma è compreso nel rilevamento di quel senso nella
trasformazione di sé e della realtà; il corpo, in base al quale esso è la mente
e, insieme, la condizione prima della conoscibilità del mondo; in questo senso
il tragitto di P. ha sicure relazioni al tema odierno della ‘cognizione
incorporata’ e della Filosofia del corpo; il concetto di ‘processo’, in base al
quale la realtà è un insieme di processi: ciò che è, in quanto 'nodo'
potenzialmente infinito di relazioni, diviene processualmente, concezione che
deriva direttamente dalle filosofie orientali, in particolare dal buddhismo; l’illuminismo
in base al quale i limiti della ragione possono venir posti soltanto dalla
ragione stessa, come era stato già perfettamente considerato dalla Dialettica
dell'illuminismo; l tema delle pratiche filosofiche e della pratica
artigianale; il tema dei diritti umani
che non è solo un tema accessorio rispetto al suo pensiero; su questo versante
pare giocarsi una partita più grande, che, ai temi della ‘libertà
condizionata', della natura dell’individuo e del fenomeno della
globalizzazione unisce una profonda
preoccupazione per i destini dell’umanità. A tal proposito pare essere
abbastanza pessimista, un pessimismo attivo non passivo. Egli dice, infatti,
nella premessa alla nuova edizione del Tao della filosofia, queste precise
parole. È da osservare tuttavia che le tematiche della filosofia comparata,
della filosofia come comparazione e della filosofia interculturale non hanno
avuto e continuano a non avere risonanze significative all’interno del
dibattito filosofico nazionale e internazionale. Le ragioni di questa
scarsa ricaduta sono molteplici e di varia natura. Forse vi sono alla base
difficoltà intrinseche ai modi in cui tali tematiche sono state formulate e
proposte; ma è anche da dire, a tale proposito, che finora non vi è stata
alcuna proposta critica che abbia messo in luce tali ipotetiche difficoltà. È
da ritenere, allora, che le ragioni di questa debolissima risonanza siano,
almeno in parte ma in primo luogo, da far risalire alle rigidità delle discipline
accademiche che mal sopportano non solo le contaminazioni interdisciplinari ed
interculturali, ma anche i semplici ponti che tentano di mettere in
comunicazione diverse discipline, culture e civiltà. In secondo luogoma,
dovremmo dire, ad un secondo, più basso, livellosi dovrebbero tener presenti le
ragioni o, meglio, i ‘sentimenti’ che hanno a che fare più da vicino con germi
xenofobi mai estinti, con residui di fondamentalismi religiosi e con rigurgiti
di tipo razzista che infestano non solo l’Italia e non solo l’Europa. Ci
sembra, anzi, che le tendenze che germinano da tali poltiglie psicologiche e
ideologiche si stiano facendo sempre più invadenti ed arroganti. Questa
riedizione del Tao della filosofia può forse costituire un frammento ancora utile
a tenere aperta qualche piccola fessura di luce in un orizzonte culturale che,
nonostante le aperture imposte dalla globalizzazione, si fa sempre più stretto
e più cupo. Al fondo delle intenzioni di P., c’è un atteggiamento ecologico e
agnostico,fino addirittura a concepire la possibilità dell’essere ‘apolide’ -,
e consapevoleuna consapevolezza nel senso di mindfulnessnei confronti della
natura della mente e della psicologia umane, al punto che, alla disillusione
per la possibilità di integrazione nella vita psicologica occidentale delle
pratiche meditative orientali, si unisce la preoccupazione e l’impegno sociale
e politico, forse considerando la marginalità dell’intellettuale nelle grandi
vicende della contemporaneità, ma insieme sempre anche con un’apertura di
orizzonte per una riflessione generale sui problemi cruciali
dell’esistenza. Saggi: “Avanguardia, tecnologia ed estetica (Roma,
Officina); “Teoria come utopia” (Verona, Bertani); “Storia e critica dell'ideologia,
Padova, CLEUP, Oltre l'ideologia: «Il Federalista», Roma, Ist.
dell'Enciclopedia Italiana); “Pensiero negativo e civiltà borghese, Napoli,
Guida, Saggi di critica, Padova, CLEUP, Saggi su Nietzsche, Milano, Angeli, Il
Tao della filosofia. Corrispondenze tra pensieri d'Oriente e d'Occidente, Parma,
Pratiche, Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d'Oriente,
Venezia, Marsilio, Illuminismo e
illuminazione: la ragione occidentale e gli insegnamenti del Buddha, Roma,
Donzelli, Yohaku: forme di ascesi nell'esperienza estetica orientale, Padova,
Esedra, East & West. Identità e dialogo interculturale, Venezia, Marsilio, Il
Buddhismo: i sentieri di una religione millenaria, Milano, Bruno Mondadori, Figure
di pensiero. Opere e simboli nelle culture d'Oriente, Venezia, Marsilio); Oltre
la filosofia, percorsi di saggezza tra oriente e occidente, Vicenza, Colla;
Dieci lezioni sul buddhismo, Venezia, Marsilio, Per una filosofia inter-culturale,
Milano, Mimesis, Taccuino giapponese, Udine, Forum, Tra Occidente ed Oriente:
interviste sull'intercultura ed il pensiero orientale (Pretto), Milano, Mimesis;
Filosofia e globalizzazione, Milano, Mimesis, Alfabeto filosofico, Venezia,
Marsilio); “Dall’estetica tecnologica all’estetica interculturale, in Studi di
estetica, Filosofia come comparazione in Simplègadi. Percorsi del pensiero tra
Occidente e Oriente, Padova, Esedra). Cfr. Davis, Bret W.,.) Kitaro, L’io e il
tu, Andolfato, Padova, Unipress, Nishida: dialettica e Buddhismo,
Postfazione, Kitaro, Uno studio sul bene,
Fongaro, Torino, Boringhieri, Kitaro, Problemi fondamentali della filosofia:
conferenze per la Società filosofica di Shinano, Fongaro (Venezia, Marsilio); Buddhismo
e dialettica. Introduzione al pensiero di Nishida, Per una filosofia
interculturale, Milano, Mimesis, Tra Oriente e Occidente. Interviste
sull’intercultura ed il pensiero orientale, Pretto, Milano, Mimesis, Nietzsche o dell'ermeneutica interminabile, in,
Crucialità del tempo, Napoli, Liguori, Saggi su Nietzsche, Milano, Angeli, Intercultura
e globalizzazione, in, Incontri di sguardi. Saperi e pratiche
dell’intercultura, Miltenburg, Padova, Unipress, Per una filosofia interculturale,
Milano, Mimesis, Identità e dialogo interculturale, Venezia, Marsilio, Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle
culture d'Oriente, Venezia, Marsilio, Dalla prospettiva della filosofia
comparata all’orizzonte della filosofia interculturale, Simplègadi, East &
West, Venezia, Marsilio. Interessante può essere, sotto questo aspetto, il
confronto con il pensiero di E. Morin, nel suo La testa ben fatta” (Milano,
Cortina, La riforma di pensiero, Alfabeto
filosofico, Venezia, Marsilio, voce Corpo. Illuminismo e illuminazione, Roma,
Donzelli); Saggezze d'Oriente e d'Occidente come forme di vita, n Id., Oltre la
filosofia, Vicenza, Colla, Interessante può essere, sotto questo aspetto, il
confronto con il pensiero di Sennet, nel suo L’uomo artigiano, Milano,
Feltrinelli, Diritti umani e valori in
Asia, Studia Patavina, Alfabeto filosofico, Venezia, Marsilio,, voce Libertà.
Filosofia e globalizzazione, Milano, Mimesis, Il tao della filosofia, Milano,
Luni, Premessa. I termini 'ecologico' e
'agnostico' non sono propri dei supo testi ma depositati nel suo insegnamento
'orale', nonché derivabile da una semplice riflessione sulle finalità e
conseguenze della sua impostazione teorica Santangelo, recensione a Estetica
del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d'Oriente Revue Bibliographique de
Sinologie, Ghilardi, Magno, Sentieri di mezzo tra Occidente e Oriente. in onore,
Milano-Udine, Mimesis, Fongaro,
Ghilardi, Filosofia come Pratica. A partire da Il Tao della Filosofia, in Simplegadi,
Sentieri di mezzo tra Occidente e Oriente, Ghilardi, Magno, Mimesis, Crisma,
Dao, ossia cammino. Note in margine al percorso di riflessione di in Simplegadi,
Sentieri di mezzo tra Occidente e Oriente, Ghilardi, Magno, Mimesis, Bergonzi,
Comparatismi e dialogo interculturale fra filosofia occidentale e pensiero
indiano, in Comparatismi e filosofia, Donzelli, Napoli, Liguori, Marramao,
Pensare Babele. L'universale, il multiplo, la differenza, in Iride, Pagano, Un
contributo ermeneutico per la filosofia interculturale, in Lo Sguardo: rivista
di filosofia, Ghilardi, Magno, La filosofia e l'altrove: Festschrift,
Milano-Udine, Mimesis, Yusa, Michiko, Porta, recensione ad Alfabeto Filosofico,
Daodejing, Mandukya Upanishad, Mimesis
Festival: Che cos’è la filosofia? d Schopenhauer tra Oriente e Occidente, di G.
Pensiero buddhista e filosofie occidentali, Panikkar e la questione dei diritti
umani, La compassione intelligente nella tradizione buddhista, Nirvana e
Samsara, Covid-19 e Libertà. Anteprima di Illuminismo e Illuminazione, Anteprima
di Per una filosofia interculturale, Anteprima di Taccuino. Anteprima di
Alfabeto Filosofico, Anteprima di Dieci
Lezioni sul Buddhismo, Materiali su Interculturalità e Oriente, Materiali su Interculturalità
e Oriente. Giangiorgio Pasqualotto. Pasqualotto. Keywords: Marco Polo. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Pasqualotto” – The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza.
Friday, March 29, 2024
GRICE E PASQUALOTTO: TRASMETTITORE/RICEVITORE -- L'IMPLICATURA CONVERSAZIONALE -- FILOSOFIA ITALIANA
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