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Thursday, March 28, 2024

GRICE E PEZZAROSSA: LA FISICA, LA GEOGRAFIA, E L'ASTRONOMIA, SPOSATE INSIEME, FANNO SÌ CH'UN ITALIANO DISCOPRA IL NUOVO CONTINENTE, ED UN ALTRO ITALIANO Gl'IMPOGNA IL NOME -- L'ELOQUENZA LOMBARDA -- L'IMPLICATURE CONVERSAZIONALI -- FILOSOFIA ITALIANA -- LUIGI SPERANZA

 

Grice e Pezzarossa: la fisica, la geografia e l'astronomia, sposate insieme, fanno sì che un italiano discopra il nuovo continente, ed un altro italiano gl’imponga il nome -- l’eloquenza lombarda – l’implicature conversazionali – filosofia italiana – Luigi Speranza (Mantova). Filosofo italiano. Grice: “He wrote a LOT! Including a study (or ‘ragionamento,’ as the Italians call it) on the spirit (spirito) of Italian philosophy, which reminded me of Warnock, the irishman, and his search for the soul of English philosophy!” -- Giuseppe Pezzarossa (o Pezza-Rossa – Grice: “In which case, he is in the “R”s”). Studia a Mantova. Insegna a Mantova. Co-involto nella repressione che porta al martirio di Belfiore. D’idee tendenzialmente liberali e  preoccupato sulle condizioni sociali disagiate create dalla sorgente rivoluzione industriale che pure ai suoi occhi rappresenta un'occasione di progresso. La pubblicazione del suo saggio di filosofia gli procura guai con la congregazione dell'indice. Partecipa attivamente ai moti. Condanato al carcere. Pezza-Rossa e uno dei XX che partecipano alla riunione costitutiva del comitato rivoluzionario. Saggi: “Critica della filosofia morale” (Milano, Stamperia Reale); “Lo spirito della nazione italiana” (Mantova, Elmucci); “Saggi di filosofia” (Mantova, Caranenti). C. Cipolla, Belfiore I comitati insurrezionali del Lombardo-Veneto ed il loro processo a Mantova” (Milano, Angeli); Pavesi, Il confronto fra don Tazzoli e don Pezza-Rossa in una prospettiva filosofica, in Tazzoli e il socialismo Lombardo” (Milano, Angeli). La prova sull’esistenza esteriore. Confutazione dello scessi. ALIGHIERI e la filosofia. Lo spirito della filosofia italiana. Sistema di psicologia empirica. Il fondamento, il processo e il sistema della umana esistenza. Il sistema politico e sociale della nazione italiana; il sucidio, il sacrifizio della vita e il duello, supra il suicidio; “La grammatica ideo-logica; ossia, la legge comune d’ogni parlare dedotta da quella del pensare” (Milano); la Facolta inventrice. I romani vinti dai longobardi conservano la proppia legge. La filosofia dell’esperienza. Il metodo sperimentale. Lo Spirito della filosofia italiana. Ragionamento. Mantova. L'Autore non pretende io questo Ragionamento a novità di principii, nè a confutazione di scuole, ma lo vien cercando le varie fasi della italiana filosofia e lo spirito, che la condusse al grande rinnovamento opera tosi nel secolo di GALILEI. Da Pitagora a Leone X , durante la fortuna romana, nelle tenebre della barbarie, esotto il giogo della scolastica, gli parve discontrare, quando più, quando meno, sempre conosciute e conservate le tracce del metodo vero e positivo, ed intorno a questo espone le proprie impressioni, così semplicemente come le ha a sentire.  dome che dimostra la modestia dei padri nostri, i quali, non del Pezza-Rossa, Prof. Giuseppe. Parlando dell'antichità della filosofia italiana, osserva come l'Italia è la prima che da a questa scienza un sistema, e le impose un nome. Acume e   vero conoscitori, ma piuttosto amici del vero s'intitolarono. Le basi principalidelloro metodo consiste nell'esperienza e nella osservazione. Fanno quindi un altro passo onde meglio procedere nella investigazione delle verità, ed è quello di riconoscere l'ufficio che la ragione esercita sopra i fatti, sì nel mondo esteriore che nell'interiore, sendochè, non al senso, ma alla sola ragione è dato il giudicare. Di questo modo l'antica nostra filosofia seppe dare ai sensi, si sentimenti ed alla ragione ciò che loro compete, e impede che i primi si levano al di sopra della seconda, e questa rifiuta l'autorità e la potenza di quelli. Così dei secoli anteriori al dominio romano. Ma la prevalenza delle scuole straniere non tarda molto a comprimere la scuola nazionale, e la sopravveguente barbarie la fa quasi dimenticare, sebbene del tutto non la spegna. Senonche, colla conquista del mondo sube le influenze filosofiche dei popoli conquistati, accetta dottrine d'ogni maniera, egizie, asiatiche, druidiche, ma greche sopra tutto; e de fe' tale un amalgama che a stento potrebbe chiamarsi “filosofia”; o a meglio dire, ciascuno appigliossi a quella scuola, che meglio sffacevasi alle sue tendenze. Pare strano, ma è pur vero, Roma corrotta, e degenerata nei costumi, affaticossi particolarmente a rialzar la morale, non tanto forse per rilevarla daddovero, quanto per palliar meglio col suo manto la nutrita liceoza, testimonio Sede ca. La scuola pitagorica, odiata, ma temuta e ammirata, appalesavasi quindi di tratto in tratto nelle manifestazioni di alcune anime forti. E CATONE, il censore, va me a capo della nobile schiera. Il nome di pitagorico non mai cessa dal significare uomo virtuoso e incorrotto. La qual indole morale e severa, dice il Pezza Rossa, sotto cui presentossi la filosofia italiana, fa si ch'essa non venisse dal nascente Cristianesimo tanto combattuta, quanto lo furono tutte le altre. Il Cristianesimo infatti sorgea potente e divino, non figlio del l'umano pensiero, ma avvolto nel manto dei flosofi, ma rivelatore della semplice verità. Al suo mostrarsi, tutte le scuole cadute erano in basso, e le poche verità, alle quali eran gionte, rimanevano dalle violenti polemiche siffattamente svisate, che impossibile omai tornava l’osceverare con certezza il vero dal falso. Ami carle fra loro, no concedevan le gare e i particolari interessi; ricondurle alla pristina semplicità, è impresa da nemmeno tentarsi. Che fa dunque il Cristianesimo? Egli indisse guerra a tutte più o meno le speculative dottrine, mostra che fallacierano, disutilieper piciose, e colla santità della propria morale fonda la prima di tutte le filosofie: quest'è la filosofia delle azioni. Scaduta la parte speculativa, non rimaneva all' italiana filosofia che la parte pratica, la parte da lei coltivata sempre con severa costanza e che meglio poteva rispondere agl'insegnamenti cristiani. Apollonio infatti, di cui Girolamo dice ch'è un prodigio inudito, degno di esser conosciuto in tutt’i secoli, avuto dal popolo in concetto di mago, ma filosofo reputato dalla gente di senno, Apollonio chiede a sè medesimo che cosa vogliasi in un filosofo per essere veramente pitagorico? E quindi risponde. Richiedersi elevazione d’animo, gravità, costanza, buona fama, sincera amicizia, frugalità, pace, e virtù. Fregiato di così belli ornamenti, il pitagorismo si propone in morale un lodevole fine, il perfezionamento della umana natura, risultante dallo speciale perfezionamento di ciascun individuo. Nessun'altra filosofia poteva meglio consonare al vangelo. I primi sapienti del Cristianesimo, prima di edificare, trovarono però di dover distruggere il vecchio edifizio fin dalle fondamenta, e gridarono contro ogni filosofia. Tertulliano ed Origene vogliono che, dopo il vangelo, non  più mhaestieri di ricerche, nè di curiosità dopo Cristo. Nessuna scuola è da principio ri. Se non che, distrutta colla dialettica l'arte del ragionare, e affidati gl’uomini al solo senso comune, in mezzo all'incipiente barbarie, nulla presentavasi tanto naturale quanto la scessi: e questa infatti mostrossi. È noto che sotto il nome della scessi, spesso è insegnato a sprezzare vergognosi pregiudizii. Non devesi scordare che il dubbio è il padre della civiltà; e che, se il secolo di Cartesio è di GALILEI avesse ardito dubitare, le scienze e le arti non sarebbero per anche ripste. Foperò una scessi di sola teoria, doo di pratica; stette del pensiero, non nelle azioni: e perciò, s'egli da l'ultimo crollo alla filosofia speculativa, non porta alla morale un grave nocumento. Ed è appunto nella morale che la italiana filosofia sopravvive. Il grande BOEZIO vide l'estrema bassezza, in cui la sapienza era caduta, e saggiamente pensa a raccorre in un sol corpo le positive cognizioni, che dal gusto generale si sono salvate, e qual breve enciclopedia de’ suoi tempi le presertò sotto l'smabile nome: De interpretatione e Consolazione della filosofia. Nomeche in sè solo abbraccia il carattere di tutta up'êra. Cbi cerca le cagioni, in forza delle quali stelte viva, anche nei secoli detti barbari, la pratica filo  sparmiata: l'acqua di Talete, l'infinito di Anassimaddro, il fuoco d'Eraclito, l'omeomeria di Anassagora, l'etere infinito di Archelao, i numeri di Pitagora, gl’atomi di Epicuro, gl’elementi di Empedocle -- tutte in somma le antiche speculazioni furono guerreggiate. I santi padri non lemono chiamar sogoi molti pensieri di Aristotile, del Lizio, molti di Platone delirii dell’Accademia. Ma in quello che gl’ecclesiastici scrittori studiano le scuole per combatterle, non poteano a meno di scontrarsi qua e colà in principii verissimi, ai quali non si poteva niegare adesione, e questi raccogliendo insieme e collocandoli sotto il patrocinio del vangelo, se ne giovarono a comprovare l'armonia del vero filosofico col religioso. leo non  sofia, le troverebbe in parte della politica stessa de' barbari invasori. Semplici e rozzi, cupidi solo di bottino, occupano solo il territorio, lasciando ai XX eleggi, e costumi, e religione, mutando l'aspetto materiale, non quello degli spiriti; sia che l'ignoranza li rendesse inetti a far mutamenti, o sia che li movesse rispetto per genti tanto più umane, sebbene meno forti di loro. Oode che procede codesta loro maniera di conquista, o da calcolo, o da impotenza, egli è certo che recarono desolazione senza recare alcuna propria filosofia: a tal che la italiana , accompagnata da toote altre in epoca di prosperità, ma sola rimasta in quella della sventura, anzichè cedere e prostrarsi, potè parificarsi, alla guisa dell'oro sul crogiuolo, e spogliarsi di quelle macchie, che la fortuna le ha apportate. Passa quindi la dimostrare come la buona filosofia pratica comincia a fruttare anche ottima teoria, sebbene il risorgimento fosse ritardato dalla scolastica, ed impedito dall’accademia. Or ecco le vie, egli ripiglia, per le quali gradatamente lo spirito filosofico avanza, guadagnando sempre terreno. Il Leoni coavea, pel primo, portato allo stu dio padovano la cognizione di Aristotile genuino del Lizio, e mostra to come inscientemente lo siavea contorto e dinon sue dottrine fatto maestro. Quando sorge quel potente ingegno di Pomponaccio [POMPONAZZI (si veda)] che si dove riguardare siccome il quinto anello della gran catena filosotica italiana, dopo Pitagora, CATONE, BOEZIO ed ALIGHIERI. Pigmeo di corpo, ma di spirito gigante, penetra meglio che altri nello spirito della patria filosofia, e siccome, a farla rinascere, convene, prim ad’ogni altra cosa, abbattere il colosso peripatetico del LIZIO, egli coraggiosamente sostende che, secondo Aristotile nel Lizio, voluto sostegno della morale e della religione, potevasi dimostrare l'anima non essere immortale, miracoli non potersi dare, non vi essere provvidenza, ma in ogni cosa dominare il destino. Strabiliarono tutti a conclusioni di tanta conseguenza, e  pretesero che da lui solo derivassero tali dottrine, dal peripato del LIZIO non mai. Accagionarono di empietà il gran mantovano, che ha senza dubbio incontrata lama la ventura, se il cielo non avesse posto a capo della chiesa on Leone X , e datogli un BEMPO per consigliere. La sapienza e la tolleranza medicea permisero al POMPONACCIO quello che prima non è stato permesso, separare dalla teologia la filosofia, conduce una linea di confine tra gl’obbietti della fede e quelli della ragione. L'esempio del gran maestro fa seguito da numerosi discepoli, tra quali hanno fama Scaligero, Sepulveda, Porzio, Benamico, Giovio, e da Cardinali, Contarini, cioè, e Gonzaga. È imitato con isforzi contemporanei da Cesalpino, da Cremonino, da Zabarella, e forse da quel Vanini, che, mal comprendendo Pomponaccio, spinge lo sfrenato ingegno allo stremo, e corge la miseranda fioe che tutti sanno. Imper ciocche, gli è pur mestieri confessarlo, la fortuna del primo e la sinistra interpretazione de'suoi principii, non solo a tutti ispira coraggio, ma ad alcuni fio an che baldanza. Tale si fa CARDANO, a cui la fecondità del genio troppe più idee somministra di quelle che il suo giudizio puo ordinare. Ma dice: loslu dio della natura doversi ridurre all'arte ed alla fatica, e però venne salutato come l'uomo delle invensioni. Tale BRUNO, che proclama sfrenatamente la filosofia del dubbio, filosofia che ovunque dissemina, viaggiando Italia, Francia, Alemagna , e che fu poscia da Cartesio abbracciata e sviluppata con tanta gloria, com’ha a confessare lo giudice non sospetto, Leibnizio. Si ridestarono allora i principali pensieri de’ pitagorici, e meravigliando si conosce che la flosofia italiana, in tutte le sue fasi da CATONE IL CENSORE ad oggi, e io tatte le sue manifestazioni, non ha all'ultimo che un fondo solo, il metodo esperitivo e naturale. A questo metodo avvia l’Italia VALLA, e NIZZOLIO, ed ACONZIO, e POLIZIANO, e finalmente CAMPANELLA, che, vent’appi, sale in bigoncia, e disputa con tanta forza contro le fallacie scolastiche, che i vecchi sclamarono maravigliati: essere in lui passato lo spirito di TELESIO. Egli sostende che il senso è un fondamento della scienza, che dalla dimostrazione positiva e sensibile vasce la intellettiva, perciocchè sentire è sapere. La ragione tanto essere più certa, quanto più al senso vicina. Non però doversi andare cogli empirici che pretendono ragionare per le sole apparenze variabili, accidentali, sfuggevolissime, ma sìanche dietro verità costanti, che badoo principio nell'anteriore sentimento, e del testimonio di tutti gl’uomini. Con longbe e perigliose fatiche giunse quindi f palmente l’Italia a ridur in principii quello, che in pratica ha sempre tenuto. Scaddero allora i sillogismi, le formole, le categorie, le ipotesi, gl’a priori, con totti gl’altri vincoli della ragione, e sostenuto dall' analisi e dall'esperienza, il nuovo metodo spiega il volo alle più eccelse scoperie. Alla scuola italiana attiose Copernico il suo sistema astronomico, da Galilei poscia rivendicato. Da GALILEI che mostra immobile e improntato di macchie il sole, e Giove di satelliti circondato. Da Galileo, che, per mezzo di nuove lenti, interroga l'armonia misteriosa dei cieli, e con esperimenti sorprende la patora nei segreti delle arcane sue leggi. RUBERTI TORRICELLI, colla invenzione de’ barometri e de’ microscopii, apporta alla fisica novella vita. Cavalieri, Maurolico e Tartaglia rendano fruttuose le matematiche colle applicazioni. VINCI (si veda) dà buona legge all'estetica. Buonarotti, l'uomo delle IV anime, fisa il buon gusto nelle arti. MACHIAVELLI scopre ai sudditi ei ai regnanti i segreti della politica. L’accademia del cimento affatica senza posa delle esperienze, le dabbie verità rischiara, e le certe diffonde. La fisica, la geografia e l'astronomia, sposate insieme, fanno sì che un italiano discopra il nuovo continente, ed un altro italiano gl’imponga il nome. Ogoi arte insomma, ogni scienza, ogni di sciplina quasi per incanto risorge. Ed è cosa per verità sorprendente il vedere nei dettati di quell'epoca gloriosa tanta copiosità di filosofie, da contenere, quasi in germe, tutte le altre scoperte verificate dappoi. Conserviamo adunque, conclude l'autore, il prezioso retaggio, che da’ nostri maggiori ci è tramandato e, che più è, adoperiamo di renderlo fruttuoso. Accioc chè, dopo aver portata agl’altri la scienza, non venghiamo giustamente paragonati alle nubi, le quali si disfanno in quel medesimo che d'amica pioggia fecondano le campagne. Esponendo i proprii pensamenti, il Pezza-Rossa, con singolare modestia, non si erige a filosofo, ma stimola ed invoglia gl’altri a frugare in questa materia, pago di poter dimostrare che noi siamo ricchi di tanta domestica dottrina da non invidiare la forestiera. Che il buon metodo non l'abbiamo a cercare lontano. E che sarebbe ingratitudine il disconoscere l’antica sapienza di CATONE IL CENSORE, da cui tutto surge, per seguire alcune splendide fantasie oltra-montane. Giuseppe Pezza-Rossa. Giuseppe Pezzarossa. Pezzarossa. Keywords: il martirio di Belfiore; lo spirito della nazione italiana; eloquenza lombarda. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pezzarossa” – The Swimming-Pool Library.

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