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Friday, December 20, 2024

GRICE E SAVA

 

Grice e Sava: all’isola: la ragione conversazionale del dovere e dei doveri – la scuola di Belpasso -- filosofia siciliana -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Belpasso). Filosofo siciliano. Filosofo italiano. Belpasso, Catania, Sicilia. Enciclopedia Popolare Italiana. Saggi:“Sui pregi”, “Doveri dei medici”, A. Prezzavento. Roberto Sava     /t'iti     SUI PREGI E DOVERI   DEI.   MONOGRAFIA   I STRUTTI VA,: ED^NTER. ESSANTE   l'tlt «CM i:i.,lssli : Ilf.-.^OLIi: MlllSOHE     'IIP, UttSCHLTTI L FliftKKtll     /s: xss     DigiliziM Dy Google     SUI     PREGI E DOVERI   DEI   MEDICO     DEL PROFESSORE   ROBERTO SAVA     SOCIO DELLE ACCADEMIE DELLA SICILIA, !   E D'iTl LI A, DI «DELLE DI FILADELFIA E NUOVA-TOUR,   hehbho DEPUTATO AL conc-resso degli scienziati italiani   riKLLA SESTA LORO JIIUMOHE 13 MILANO PER l'aCADEMIA  SUJIICO-UUIHL'KGICA DI NAPOLI E DEGLI ASPMA3T1 BATUHALISTI     §1   'MILANO   Pbesso gli EniToni-Linmj Maxtucelli e C.   Conimi del Lioto, H. i3^i     AVVERTIMENTO     Non sempre la censura di Seneca, in ima sua  epistola espressa con quella sentenza — ut omnium  rerum } sic litterarum quoque, in temperanti a labo-  ramus — scoraggiar deve ogni scrittore che al pub-  blico il bibulo di sue veglie presenta , avvegnaché  non bisogna imitare lo svanissimo pensamento di  Lemonnier, il botanico di Luigi XF^i il quale,  allorquando veniva richiesto perchè non s' indu-  ceva mai a scrivere qualche sua opera, era solito  rispondere, come attesta Cuvier, che il tempo impie-  gato ad instruire gli altri è perduto per la disciplina  di sè stesso; appoggiandosi allo stolto paradossale so~  fisma che, tutto è stato jdtto, tutto è stato detto, e     6     si viene troppo tardi per aggiugnerc una sola parola.  Con simile sutterjugio, all'uomo timido, naturalmente  infingardo e presuntuoso, che travaglia e si ammaestra  poco, e crede saper tutto e saper meglio degli altri, la  ignavia, tanto 'a lui connaturale, arresterebbe, al menomo  ostacolo, le ricerche, le osservazioni, ì risultamenti, for-  nendogli sempremai delle risorse per trarsi d'impaccio.   Io ho indugiato a rendere di pubblica ragione que-  sto lavoro, ma alla fine mi vi sono determinato. In  esso soltanto, meno avido della brama di creare, come  in altre mie opere, che di quella d'esser nule, e si-  mile all'ape che dal sugo di tutti i fiori il suo mele  compone, ho raccolto ciò che mi è sembrato potersi  esibire con utilità, e al mio oggetto meglio servire;  perciocché nel troppo die s'ignora, il poco che si sa,  si. sappia bene almeno. Che se.talvolia le mìe pro-  prie idee presento,. egli è con la più scrupolosa ac-  cortezza, e per richiamare un utile principio, mani-  festare un grave errore, o dimostrare una sconosciuta  lacuna. Ma, in generale , . io mi sono . appalesato il.  meno che mi è statò possibile. No adottato la mas-  sima, di Bayle: Une bornie pensee, de quelque en-  droit quelle parte, vaudr'a toujours mieux qu'une  soLLÌse de son crù n'en deplaise a ceux qui se va lite ut  detrouver tout chez eux, et ne rieO lenir de persoli ne.  Per nitro, un libro redatto con accorgimento, è quasi  sempre l'epilogò de' lumi dell'epoca sua ; è una pietra     Digiiized Dy Google     7     migliare posta dalia mano del talento nella strada  dell'esperienza e del sapere.   Io mi sono limitato a scegliere, nelle opere le più  conosciute e applaudite, le opinioni che più sagge mi  sono sembrate, ed ho avuto impegno citare quegli  uomini dotati di Jbrte ragione, di sagacità poco or-  dinaria, e d'infaticabile ardore per lo studio e per la  meditazione ; lungi però dalla sciocchezza quasi uni-  versale, che volentieri crede la verità sotto la barba  canuta de' vecchi secoli, e sotto un nome d'antica e  pomposa rinomanza. In riguardo alle quali opinioni  qui addotte, ne ho indicato costantemente le origini;  e nel riprodurre le attinte citazioni, rimossa bensì la  servile pedanteria, ne ho in gran parte verificata la  esattezza, dichiarando tuttavìa con Montaigne: Tel  allegne Platon et Homère, qui ne les void onques;  et riìoy, ay prins des lieux assez, ailleurs qu'en leur  sotirce.   Questa sorge/ite di' erudizione e faconda dottrina,  al chiarissimo Monfalcon, qui principalmente si debbe.  Egli ne è il modello, la guida, l'originale ; come Lu-  ciano e Vi  Google     21   Lo studente dee viver fra te IlevoI mente co*suoì con-  discepoli ; ei deve scegliere fra loro un Mentore, ri-  chiederlo di consigli, pregarlo dirìgerlo, mancando tal-  volta questa guida tra 1 professo ri; avvegnaché l'alunno  che studia senza consiglio e senza norma, lentamente  e disordinatamente si avvia nella sua camera, pro-  fitta poco di sue letture e di sue osservazioni. Ma al-  lorquando, più inoltrato, è idoneo a rendere ad altri  principianti i huoni avvisi che ha ricevuto, non debba  egli mostrarsene avaro o restìo, e tanto meno, poi-  ché insegnando ad altri, accrescesi maggiormente la  propria istruzione.   Se egli vuole impiegar bene il suo tempo, sfuggir  deve tutù quei fra' suoi condiscepoli che passano i  più bei giorni di loro giovinezza nella infingardaggine,  nel gioco, nello stravizzo, nel libertinaggio, net perdi-  tempo. L'ignoranza, la presunzione, la necessità di  palliare Iti appresso coll'intrigo il difetto di sapere, la  perdita della salute e dei costumi, sono i funesti ri-  sultamenti delle associazioni sotto auspicii diversi da  quelli della positiva diligenza agli studi e dell'ardore  per la scienza.   Ricercate voi alunni quello tra' vostri compagni ,  che a preferenza si mostra animato di verace filan-  tropia, disgraziatamente assai rara, che, felicitandosi  de' suoi progressi, si anima all'idea de'servigi ch'ei potrà  prestare un giorno in sollievo de' suoi simili. Penetra-  tevi di questi nobili sentimenti, onde abbia a potersi  dire di voi; Egli è uno del picciol numero fra co-  loro che onorano una professione, tutti i membri della  quale onoratissimi esser dovrebbero. Ma se non sen-  tite questo nobile amore dell'umanità, che eleva     22   l'uomo sopra sè stesso, non lo simulate almeno; siate  probo soltanto, e non ostentate una virtù a voi estranea.   I professori hanno dritto al rispetto degli alunni,  le loro lezioni ascoltar si devono in silenzio, gli ap-  plausi e i segni d'iinp roba z ione sono del pari biasi-  mevoli. Il discepolo giudizioso applaude al professore  dotto e benemerito coll'assiduità : alle lezioni di lui,  da libera scelta esclusivamente spintovi ; e, pur  troppo! Io biasima, dimenticandosene: privare gli al-  lievi di questa libertà, equivale togliere a' professori  la più dolce ricompensa del loro sapere, del loro ta-  lento e zelo. Giovani e stranieri ad ogni vergognoso  interesse, gli alunni giammai si ingannino nella scelta  del corso che seguir devono, proferendo essi ognora  se non il professore più eloquente e più dotto, il  più insinuante almeno e chiaro , nelle lezioni del  quale maggior profitto ritraggano,   Finalmente sostenuti gli esami, disviluppata la tesi,  ed il candidalo pervenuto al grado di dottore, gli  è necessario dedicarsi a riuscir medico. Egli va ad  entrare nel mondo, bisogna quindi additargliene la  condotta, di che abbisogna il giovane che è passato  dal collegio all'anfiteatro, e da questo agli ospedali.  Colui che ha più lavorato è quegli che maggiormente  trovasi imbarazzato in tale incontro ; colui che si è  indonnato della società correndo dietro «'piaceri, sente  appena la transizione; avvegnaché, familiare alle so-  ciali abitudini, avendo intrigato pe 'capricci, gli è facile  intrigare per la fortuna: lo scopo solo è cambiato,  ovvero modificato, il mezzo rimane sempre lo stesso.   Questa norma è degna d'ogni attenzione. Il giovane  dottore ritorna da suo padre, e riceve da lui una     DigiiizM bf Google     23   disposta clientela: inatruito o ignorante, egli eredita  la paterna rinomanza, e questa eredità non è al certo  la meno curiosa di quant'altre in società si acqui-  stano; ovvero gode de* beni di famiglia, dimentica i  suoi libri, non vìsita ammalati, sol vagheggiando una  ricca ereditiera di cui lusingasi essere sposo; oppure  ostenta un'opulenza iittiz.ìa; ed il maggior numero si  agita per ottenere un posto, da valere qual patrimo-  nio di talenti. Le circostanze però aiutano talvolta lo  istruito e modesto, e la fortuna è allora giustificata  de'favori che spesso largisce al ciarlatanismo ed al-  l'ignoranza.   Additare dunque all'inesperto medico il sentiero  onde trionfare degli ostacoli che incontratisi ad ogni  passo nella società; fargli conoscere la dignità del suo  ministero, ed i doveri che adempir deve socialmente  in generale, ed in particolare verso i suoi ammalati:  giustificare i medici e dilènderli dalle calunniose per-  secuzioni; e, quali sono precisamente, dimostrarli:  ecco il sommario di questa monografia.   Veggasi all'uopo il Dictionnaire abrégé de médecine;  ed anche De Renzi, Sullo stato della medicina nel-  l'Italia meridionale e sui mezzi di migliorarlo.      Digiiized 0/ Google     ir     Ingresso di un Giovane Medico  nel Mondo     XJn giovane medico ha trascorso gran numero  d'anni nelle scuole, ha frequentato con zelo gli ospedali,  con assiduità le biblioteche; nessuna parte della teorica  gli è ormai straniera: dopo avere consumato il tempo  più bello di sua vita nello studio tanto lungo e la-  borioso dell' arte di guarire , egli viene a chiedere  al pubblico quella fiducia di cui per il suo sapere  si crede degno. Ma la nuova carriera the gli si apre  dinanzi, non è meno laboriosa di quella che ha già  percorsa.   Aspri scogli l'attorniano da tutte le parti: la teoria  cosi bella, attraente e facile ne'libri, è una guida in-  sufficiente o infedele presso gl'infermi: tutto è gene-  ralizzato negli scrittori, tutto è particolareggiato nella     Digiiized Dy Google     25   clinica. Egli cerca indarno sovente que' segni che gli  si è detto caratterizzare le affezioni morbose : quelle  malattie organiche, che facili a conoscere ei suppo-  neale, lo avviluppano con sìntomi ingannatori o lar-  vati ; quelle febbri essenziali, descritte a lungo dagli  autori, che frequentissime ideavasi osservarsi, giam-  mai al suo esame si presentano. Ei vede con sorpresa  l'esperienza smentire le magnifiche promesse della  terapeutica. Facilissima giudicava la esecuzione dei  processi operatori! sul cadavere, ma sul vivente ri-  petuti ostacoli lo imbarazzano. Incertezza e pericoli  dappertutto egli trova.   Niente di positivo apprendesi nelle scuole, è stato  detto altra volta da alcuno ; e negh' ospedali, il grande  numero degli ammalati, la brevità delle cliniche le-  zioni, l'ignoranza de'veri motivi che determinano il  trattamento curativo, una lunga serie di enigmi da  indovinare allo studioso allievo ordinariamente pre-  sentano.   Comunque inslruito esser possa un giovine medico,  osserva Vicq-d'Azyr (Eloges hisloriques), egli teme  sempre l'istante di agire per la prima volta, allor-  quando, dopo avere ascoltato e letto, bisogna giudi-  care e scegliere. Scrupoloso osservatore delle regole  dell'arte, e temendo ingannarsi nella loro applicazione,  egli esamina con accurata diligenza, e pauroso delì-  bera. Gli si appresentano incessantemente allo sguardo  gli ostacoli che nascono dalla complicazione degli acci-  denti, e le obbligazioni che il suo dovere g l'impone.  Ei consiglia pochi rimedii per dubitanza, come il pra-  tico sperimentato avvedutamente pochissimi ne pre-  scrive. L'uno indaga la natura ed agisce di rado per-     26   chè non si crede troppo illuminato su 'bisogni dì essa ;  l'altro conosce i suoi sforzi, ed a secondarne i movi-  menti si limila, e perchè teme perturbarli, di rado  anch'egli agisce. Entrambi hanno una grande riser-  vatezza, perchè hanno i medesimi principii, e ten-  dono al medesimo scopo. L'ignorante al contrario  comincia con arditezza, e finisce con audacia.   Ed in generale i giovani medici i più istruiti, sono  i meno intrepidi ed animosi nella loro pratica; sem-  pre diffidano di sé stessi, e dopo molle esitazioni  acquistano finalmente quella sicurezza che al vero  sapere tanto bene compete: eppure quando indefessi  prolungati studj li abbinilo resi pratici cons unitissi-  mi, diffidano rullavi» di non aver fallo troppo.   Qual contrasto questi uomini laboriosi fanno col  volgo de' medici! Un giovane, al primo sortir d'un  liceo, e forse senza precedente educazione, vuol di-  venir medico: la sorte è gettala: eccolo recarsi in  una facoltà di medicina. Ma i parenti suoi, poco for-  tunati, bastar non possono alle considerevoli spese  necessarie per il trascelto stato, se non coll'imporsi  le più crudeli ed oppressive privazioni : come fare  allora? il tempo pressa; egli si affretta, ei s' indu-  stria per affrancarsi di esami nientemai rigorosi; sa-  perne alquanto per sostenerli è tutto ciò ch'egli am-  bisce, e, appena scorsi già sono i termini prescritti,  ghigne in fatto a liberarsene: adunque non più corso,  nè clinica, nè libri. Qual cosa egli ignora ond'essere  profondo medico? La cupidigia si sveglia: non meno  eccessiva dell'ignoranza e della impudenza del no-  vello Esculapio, essa pone tutto in uso per imporre  al pubblico, e vi riesce sovente; mentre in opposto     OigiiizM &y Google     27   il modesto sapere, senza fautori, vegeta nell'obbho.   La Bruyère ha molto bene osservato die gli uo-  mini sono troppo occupati di loro, per aver agio di  penetrare o caratterizzare gli altri. Da ciò deriva che  con merito grande e con più grande modestia, si può  languire lungo tempo nella dimenticanza. Non vi è  nel mondo tanto penoso mestiere, che farsi un gran,  nome. La vita finisce, quando quest'opera si è ap-  pena abbozzata.   Un giovine medico che entra nel mondo, desidera  con impazienza l'epoca quando potrà godere mia ge-  nerale considerazione. Incerto del destino che l'at-  tende, ei s'inquieta, ei s'agita, si lagna della sua si-  tuazione: allorquando frequentava le scuole, riguar-  dava qual istante di sua felicità quello in. cui non  avrebbe ormai bisogno delle lezioni de'suoi maestri;  adesso che è libero di questo peso, e che il titolo di  dottore gli permette esercitarne le funzioni, vorrebbe  che gli anni maturato avessero la sua hsonomia, per-  chè la gioventù sembragli ostacolo insormontabile ai  suoi successi. Egli anela il momento quando la fidu-  cia de'suoi concittadini lo ricompenserà di tanti anni  da lui consacrati allo studio dell'arte sua.   Un pratico, che numerosa clientela priva di tutti  i piaceri, compiange quel tempo, "allorché, più felice,  abbandonar potevasi alle sue propensioni, e godere  principalmente di sua libertà: con dolce soddisfa-  zione rammenta l'epoca de'suoi studj; paragona con  amarezza l'indipendenza e la felicità di sua gioventù  alla dura servilità nella quale ridncelo il suo mini-  stero, e se talvolta sorride allo spettacolo del benes-  sere clic lunghi e penosi travagli bannogli acqui-     stato, la canizie de'suoi capelli avvelena bentosto la  gioia sua. Laonde l'uomo mai non è contento della  sua sorte !   Da' primi successi o da'primi rovesci del medico  nella sua pratica, in gran parte dipende l'opinione  degli uomini sul di lui merito. Quanto è delicata,  quanto difficile la posizione del medico all'ingresso  iu società! Quanto interessasi egli de'primi suoi ma-  lati che le di lui c ure reclamano! con quale atten-  zione analizza tutti i sintomi morbosi ! e, nell' impiego  de'mezzi terapeutici, quanta riserba tczza egli usa!! Se  l'ammalato guarisce, essendo stato semplice il caso e  del numero di quelli che del solo regime abbisogna-  no, mille voci celebreranno il profondo sapere del  giovane dottore, la rinomanza si spargerli da tutte le  parti, magnificando lo strepito de'suoi successi; la  fiducia nascerà al grido ripetuto della riconoscenza,  ed il tranquillo spettatore degli sforzi della natura,  sarà agli occhi di tutti un genio che comanda alla  morte. Ma che una fleminasia grave e rapida nel suo  corso, gli spenga in pochi giorni un infermo nel fior  degli auni, che sintomi consecutivi conducano alla  tomba quello sventurato chirurgicamente operato, o  quel calcoloso liberato dalla pietra, l'ingiustizia e la  mala fede si uniranno contro di lui : si accusano le  sue cure, si incolpa la sua giovinezza, gli si conten-  dono le sue cognizioni, e dappertutto incontra la più  cieca prevenzione e le più calunniose imputazioni;  e talvolta egli è costretto recarsi altrove ad iucon-  . tra re casi meno disgraziati e maggiore equità.   Tuttavia compiagnere, un giovane medico, che nel  princìpio di sua carriera non imbattesi in malattie di     29   felice risultamonto, contro te quali la natura e l'arte  uniscali loro possanza, non è un motivo ad impe-  gnarlo prestar le sue cure per le sole affezioni mor-  bose, di cui è probabile la guarigione. La religione e  l'umanità gl'impongono una legge ili visitare col me-  desimo zelo o colia stessa assiduità 1 infelice che  un'organica affezione conduce alla tomba, o quel ma-  lato ebe i soccorsi dell'arie richiameranno infallibil-  mente alla vita. Uomo pubblico, egli appartiene a  tutti coloro che invocano il suo ministero, quindi non  può negarlo ad alcuno. Nò l'incertezza del successo,  nè il pericolo di rovesciare una riputazione tuttora  mal ferma, non sono ragioni sufficienti perchè un  medico sia pigro o sordo a' preghi degli sventurati,  che hanno riposta in lui l'ultima loro speranza. Del  pari un chirurgo non deve negarsi giammai ad una  operazione d'esito incerto ma bene indicata. Condan-  nevole pur troppo è la pretesa politica di alcuni in-  dividui dell'arte, i quali, temendo di compromettersi,  hanno sommo impegno ad evitare le pericolose cu-  ragioni. L'ingiustizia frequentissima de'giuchzj del pub-  blico può mai scolparli di un fallo le di cui conse-  guenze sono tanto gravi? Quanti malati sono quindi  vittima di questa falsa prudenza! Quanto la fiducia  può esser corrotta da vani interessi dell'amor proprio!   Le qualità essenziali al medico, per riuscire nel mondo,  non sono un merito trascendente, un grande impegno  per lo studio ed un profondo giudizio, ma sibbene  esorbitante ammasso di ciarlataneria, instancabile ci-  calamento, ed un'audacia che niente può sconcertare  giammai. Perche tacerlo or vi a? gli uomini hanno un  pendio naturale per i ciarlatani: conoscerli bene, ecco     80   il cardine per chi aspira a grandi successi nell'eser-  cizio della medicina. Una vernice di sanere basta per  illudere il rozzo volgo. Egli è vero che la grand'arte  di ammassare danari non è meta per il medico che  conosce la digitila di sua professione; non men vero  è altresì che gli uomini illustri, che si sono creati  dei diritti alla venerazione della posterità pe'loro rari  talenti, non hanno credulo onde giug-icrvi bastare  uno stodio sufficiente e porre in opera ogni astuzia  ed ogni raggiro, il cui insieme compone il saper fare.  Ma che importa ? quei che scorgono nella pratica me-  dica un eccellente mezzo di fortuna, non fissano al-  cun significato al risonante = amor della gloria,  amor dell'umanità = ed inutile giudicano la scienza,  poiché non è indispensabile ad essi per l'acquisto di  vistosa opulenza.   Eppure i medici hanno ragione di lagnarsi spesso  ■dell'ingiustizia degli uomini, Qual forza d'animo non  abbisogna loro per sormontare i disgusti ila cui sono so-  praffatti? Voi non sapete, diceva Lorry alla gente, quanto  ci costa per esservi utili! Un medico amante dello studio  ha languito quindici anni nelle scuole e negli anfiteatri  fisici ed. anatomici, ha trascorso poscia gli anni più  belli della sua vita nell'aria infetta degli ospedali, il  pallore del suo colorito e la emaciazione del suo viso  attestano la moltipheilà delle sue veglie e delle fati-  che sue. Con qual premio sono indennizzati tanti  lavori? Qui, l'uomo del mondo declama contro la  certezza della più nobile delle umane scienze, e con-  fonde senza pudore la medicina ed il ciarlatanismo;  là, qoeglino stessi a' quali le di lui cure hanno reso  la vita, negano il ricevuto benefizio, onde dispen-     Digiiized &y Google     3i   sarsi della riconoscenza: altrove, qualunque sia l'esten-  sione e la base di sue cognizioni e gì' incredibili suoi  studi per aumentarle, il dotto filantropo medico sten-  tatamente può formarsi una mediocre clientela, men-  tre al contrario nn ignorante non ha, dovuto die  presentarsi in società per occupare tutlo il grido della  rinomanza.   Se gli uomini non ricevono dalla, medicina tutti i  benelicii che sperar ne possono, ne debbono incol-  pare sè stesi. Essi, che all'intrigo ed alla ciarlataneria  tanto facilmente accordano fidanza, solo dovuta al  vero sapere; che favoriscono così spesso l ignoranza  senza discernimento alcuno, e disconoscono il inerito  verace ; che non aprendo mai gli occhi sopra i mezzi  adoperati a sedurli, non sanno che nulla può supplire  all'applicazione ed allo studio, che l' esperienza non  istruirà giammai colui che non sia in istato di pro-  fittarne, e che il maneggio è quasi sempre la sorgente  de'più funesti emiri.   I giovani medici generalmente sono buoni, umani,  compassionevoli, pronti a credere le promesse colle  quali vengono lusingati; amano i loro infermi; nes-  suno ostacolo a' loro occhi mai non si fa incontro:  la carriera che s'apre loro dinanzi sembra sparsa di  fiori; e la loro immaginazione sedotta li persuade che  per riuscire nel mondo è sufficiente servire gli uomini  ed amarli.   Illusioni amabili, voi sedurrete pòco! II paradosso  del trionfo dell'ignoranza non tarderà a stancare  bentosto ed opprimere il loro amor proprio ; la di-  menticanza, l'ingiustizia, la parzialità, il raggiro squar-     82   ceranno a brani il troppo sensibile loro cuore ; e  l'ingratitudine sarà il colmo del disinganno.   Veggansi a questo proposito le seguenti opere:  Plàtius, De medico audace; Heister, De medico ni-  mìs timido; Sonnet, Satire contre les cliarlatans et les  pseudo-médecins empiriques; Coquelet, Criiique de la  charlahmerie; Dolàeus, De juvenis medici idea errante  philosophico-medica; MimcHmr, La scuola del giovane'  medico.     : „,i- ... ■ , :n n r,:t-iiiy>i. >,. : -  ■ Una' diffusa' celebrili) talvolta è meno l' elogio di  un medicoj'cbe la satira del pubblico. V, :   ' Si consultino le opere seguenti: Licetusv De op-  tiiuo ^medico: Chiappa, Ippocrate, modello de' medici.     IV.   Del Medico in Società.     La medicina non è una scienza incompatibile  coli' uso de' sociali trattenimenti, nè esclude colui che  l'esercita dalla politezza, dall'amenità, dalle grazie,  clic formano il socievole diletto. Si può esser me-  dico ed uomo di società medesimamente; e se al-  cuni malinconici dottori declamano contro lo sludio  dell'arte di piacere, in ciò hanno essi meno riguardo  alla dignità di loro professione, che all' impossibilità  di correggere la pedanteria del loro carattere, ed il  ridicolo delle loro maniere. Quella imperturbabile  gravità che portano in società, come al letto de'ma-  lati, è un velo sotto il quale occultano sovente una  crassa -ignoranza; e quegli inetti sarcasmi che lan-  ciano contro que' loro colleghi che aggiungono al  sapere uno spirito penetrante ed amabili forme, al-  tro non sono che la confessione della secreta loro     Digiiized Dy Google     39   gelosìa. V arte di piacere e quella di guarire hanno  fra loro strette connessioni.   Se nn medico, troppo tardi apparso net mondo,   0 di carattere molto serio e grave, non può acqui-  star quella giocondità e quelle grazie naturali che  costituiscono l'uomo amabile, egli deve mostrarsi tale,  qual egli i; ma non sostenere un posto in cui sa-  rebbe fuor di luogo.   Chi dalla natura non riceve la piacevolezza, in-  darno vorrà simularla; colui che non è dotato d'un  facile umore, affetta invano l'amenità: ì suoi tratti,  le sue maniere, i suoi discorsi , tutto in lui è sten-  talo; ei diviene ridicolo per la ricercatezza di voler  piacere.   Pochi medici hanno goduto pieni successi di amena  società come il famoso Procopio. Egli era amicissimo  di molti uomini celebri del secolo dee imo Ita vo , ed  il suo nome si trova spesso ripetuto ne' loro scrìtti.  Piccolo di statura, brutto e gibboso, non fu perciò  men ricercato nella società. Si hanno di lui alcuni  brani di versi piacevolissimi, una commedia dimen-  ticata, e cattive opere di medicina.   Per riuscire nel mondo, bisogna formarsi neces-  sariamente una maniera di essere fittizia, giungendo  a possedere quella riserva abituale che reprime tutti   1 movimenti spontanei, quella pieghevole compia-  cenza che a tutto si adatta, ed una attenzione sem-  pre vigile nel ccrcarè in ogni oggetto una occasione  di piacere. Il medico più d' ogn' altro ha bisogno di  un carattere flessibile e dì uno spirito insinuante:  chi meglio di lui conosce quanto le passioni siano  i motori degli uomini?     OigilizM &y Cooglc     40   Alcuni , giovani medici, troppo cruciati dello studio,  vivono co' libri e nella lettura, e si. sottraggono alla  società, per dedicarsi alle. (lolle loro ricerche, Questa  occupazione postante ; dà. loro un;. aspetto imbaraz-  zate», ed un timido coufteguo, di cui mai non possono  correggersi, e che nuocono talvolta ai successi, a'quali  la mqltiplicità e la profondità delle loro cognizioni  li appellano. i ■ . . ■, . ,   Ogni uomo pubblico. non deve dimenticare sulla  di ciò che può assicurare la sua rinomanza. Ogni  medico deve portare molta, cura ad . acquistarc i ciò  che può mancargli sotto il rapporto delie .apparenti  qualità, come eziandio a per fon io u are quelle del suo  ingegno. _ .....   I medici poi sono dispensati il' assoggettarsi intera-  mente alle leggi dell' etichetta , .come una dì loro  prerogative. ,., >, ■ I ■ ,-■ 1 > , >.•'—..■-■ i.'-i-i i'.   Raccomandare al medico 1' uso della società., non  importa volerne fare un. zerbino, uu £iceto, uu bel-  l'umore di sollazzevole compagnia ; dissuadergli il pc-  dautismo od una esagerata gravila, non tende, a prei  scrivergli di abbandonarsi senza ritegno a diverti-  menti innocenti in sè s lessi e piacevolissimi, ma  poco compatibili colla dignità del. suo carattere.   Un dottore non deroga punto, coltivando, j^rti- amen q,  q prestandosi talvolta a'giuoclu. di. Tersicore.,,; in .un  convegno di scelti, anaci : uia il ridicolo è prossimo  all'abuso, e la professione di quello è : molto grave f  onde porre molta. riserbate,zza in tali l'utili passatempi.  La vera urbanità sceglie e, conferma i'modi esteriori  con le condizióni. È: tale la. severità del pubblico,  che pensa male di un medico troppo abile nelle arti     4t   ci nette - scienze, -'ohe -non ,1 tanno rapporto dilètto  colla sua professione essenziale e p ri mitri' aJ Gohii; chs  vedesi sempre! ih iriiezzo alte feste ed a'tripudii) séni,  braló^pqcd-bccup'àto oi tròppo aliedo idaH'arle sua.   Rmunziare-idunque a' suoi gusti più diletti; eia»  u^ahriegàzÌQne di sé stesso, ecco! il saccifiaioinlposU  a medici. Essi appartengono alla /società, ;.!e: jquestì  chiede da loro stretto conto di tutti i loro istanti, e  sorveglia i loro piaceri; Un medico non; può gustare  in riposo alcon sollazzo':. di giorno, non. può egli pro-  mettersi clie poche. ore di quiete; nella notte, il sonno  'suo dura sino a tanto che gli altri non r librino . bi-  sogno di turbarlo con le ordinarkriiótturHe'niòieatie  :( Ficq, ifìdfyrfr, . , . ,„j ,./.,{ ..)'.,(, B Kf'ì'il»   ; Sotto Luigi XIV, i medici affettavano una pravi là  eccessiva, . Molière; IsìibeSb di ! loro: i mpedantì dispaiv  vero; ma i cicisbei sono venuti; e questo ridicolo È  -forse più insopportabile dei pruno. Oh airip fori rac-  conta l' aneddoto seguente sopra! uno di qile' dottori  alla moda. D'Alembert trovatasi: presso madama J)u  .Deuaiit,'ove erano il 'i presidente HenuùH :ed- il.'ia»-  gnor iPont-de-Vesle: sovraggiugne un medico nomi-  nato Fournidi^ il: quale, eulraiide; :dice- a màdaiha  Ueffant: Madama, io . vi presento il mìa umilissimo  iritìptUtOt al presidente Hénault: Signore, io li ò l'onore  di salutarvi; al signor Pont-de-Velsè : iSignore, io sono  il vostro iiuiilìssimo servitore; e rivoltosi a D'Alem-  bert: Buon 'giorno , signor abate. Evvl più ridicola  peUegoleria.'d*, questa vana e falsa pretensione ad os-  servare le sociali convenienze ì Questo stesso -.Foui-  nier è l'originale del Medico del Circolo, commedia di  Poiusinet, dedotto da quella di Palissot col mede-  simo titolo.     43   A qnal punto ormai può un medico liberamente  coltivare le arti dilettevoli! La soluzione del quesito  è di già presentita. Qualunque sìa il di lui gusto per  esse, sacrificar lo deve al pregiudizio del pubblico,  o secondarlo con estrema circospezione. Senza dub-  bio, il flauto a Boerhaave niente scemava a'di lai rari  talenti; laonde coloro che godranno di uguale sor-  prendente celebrità, potranno allora, ad esempio di  quello, mostrar senza pericolo il loro trasporto per la  musica; ma fintantoché analoga reputazione acqui-  star si dovranno, prudenza esige, far bene astener-  sene. Ed avvegnaché, oltre l'opinione conosciuta del  pubblico sulla incompatibilità della coltura della me-  dicina e delle arti, bisogna ritenere ancora quante  seducenti attrattive sono in queste, che dallo studio  cosi arido e penoso delle mediche scienze possono  facilmente distogliere.   Colui che al sapere unisce la civiltà, un carattere pia-  cevole affettuoso ed ameno, e la compagnevole leg-  giadria, è più opportuno d'ogn'altro a bene esercitare la  medicina: egli onora la sua professione, ei la fa amare.   Alcuni medici vivamente sensibili , o per dir me-  glio di poco spirito, si irritano contro la società de-  clainatrice contro l'arte loro, e contro i filosofi che,  come Montaigne, Molière, Rousseau, non credono alla  certezza di essa. Qnal bizzarro capriccio)   Veggansi le opere: Le Fhàhcois, Réflexions crìtì-  ques sur la médecine. Odwyer. , Querela medica.  Pljitz , De oedantismo medico.     Digiiizcd Dy Google     V.   De' Viaggi del Medico.     Il ginevrino Odier, in nna Memoria letta all' In-   stituto Nozionale di Francia, ha provato con evidente  dimostrazione i vantaggi, che trarrebbe la medica  scienza nel suo paese, da una fondazione a perpe-  tuità , destinata al sostegno di alcuni medici nelle  università straniere. Una tale istituzione sembra do-  ver essere la più utile. Questo progetto è stato gik  concepito ed eseguito in Inghilterra dal dottor Rad-  ctiffe, che ha legato i suoi beni ad un al nobile uso.  "Volle questo medico che due studenti, dell'univer-  sità di Oxford, godessero per sei anni d'un* annua  rendita di seicento lire sterline, a condizione di pas-  sare almeno cinque anni fuori della Gran Brettagna.  La poca cura posta nella scelta de' soggetti , la coi  nomina ad alcuni signori appartiene; ¥ assoluto di-  fetto di regolamenti per esìgere da loro un discarico  dell'impiego del loro tempo, hanno paralizzata una     Oigiiizcd by Google     ti   istituzione, clip sembrava 'promettere, dice Oilier ,  grandissimi vantaggiosi risii! lamenti. Ma, secondo Va-  lentin, i candidati ora ottengono queste missioni a  concorso, nella gran sala dell'Università, in presenza  del suo cancelliere e degli nffiziali della Corona.   Allorquando un uomo d'alto merito si annunzia in  alcun luogOj la rinomanza proclama bentosto il suo  nome da tutte le parti; il suo genio esercita sommo  potere sulle nazioni straniere, e le contrade le piti  remote gli inviano discepoli ed. ammiratori. Chi ignora  l'inconcepibile affluenza degli allievi d' ogni paese  alle lezioni di Boerhaave, di Morgagni, di Unnici-,  di G. P. Franck, di Scarpa, di Sementini? La scienza  deve molto a questi omaggi resi alla celebrila. Quanti  abili chirurghi, anche fra gli stranieri, non ha for-  .fl*i^J'UlM*re;ne9aMtì.Moltìic^eriìWri-.disliiUi;jiiit:ii-  •mpltèi diivano il vanto essere stati allievi di ini; le  ,»iie. leziqjli ed i suoi esempi inibivano più de' miglio ri  libri nello ammaestramento : e- quei che pec goderne  oltrepassavano .immense distanze, 'iie trovavano la ri-  compensa .nell'entusiasmo di cui egli li accendeva per  la phiiiurgia, e nel rapido incremento del loro sapere.  . r .; Superfluo ; sarebbe provare ulteriormente l'utilità  dti' viaggi iinedici : essi estendono la sfera delle co-  gnizioni del medico , gì' 1 insegnano a comparare le  opinioni, tid .apprezza re i sistemi') ma il maggior van-  taggio che. gli' procurano è dì metterlo iti relazione  .cogli: uomini più celebri d'ogni contrada, e fargli Ot-  ;te.ne(e. dalla .loro; beilevoleftza' conoscenze ,e .rapporti  . del, .maggiore interesse. j., „ '-. ii ■ l. !.. cniutou  Qual, differenza. ..jj-a il leggere là descrizione, di un  . processo operatorio in un'opera periodica, e vederlo     Oigiiized 0/ Google     45   praticare 'dliì suo inventore sul vivente ! -Quanto i«na'  prezióse le Osservazioni cliniche filliteial letto- degli  ammalati; o nella, intimità del congresso de" dotti -'ohe  primeggiano nell'arte di guarire! Un mcdieo illumi-;  nato che visita gli stranieri 1 , studia con cura ti! lorte  metodi' d' insegnamento e di terapeutica ; > osserva i  grandi medici nella Iqrd predica pat'ticdlarej si ini pai-,  dronisce sul luogo del carattere delle endemìe , os-  serva le gradazioni die esibiscono secondo lemslat^'  lie epidemiche e sporàdiche, e secondo le * rpgicmi; ■  nota con esattezza tutto ciò che- e raltttivo alla pò*,  lizia degli ospedali, visita le collezioni, di storia na-  toraic e di anatomia, patologica, e fissa principalmente'  l'attenzione sulle innovazioni introdotte nel dominio;  della materia medicai' 1 ■ ■ 'i*f ' ■' h >i'»"l '">i liti  Mn un medico non può trarre vantaggio del suo  soggiorno nelle straniere focóltà, s'ei non adempie le'  seguenti condizioni: i.° È indispensabile possedere  la lingua 'del paese : coma potrebbe egli, se l'ignora,'  seguire le lezioni de' professori, leggere Je opere no-,  vel!e, ed assistere alle mediche conferenze?' un^int^r-'  prete, è fastidiosa ed insufficiente risorsa. à"-Se'iè>-  cognizioni tìi lui non siano di già molto éste'seì, gli  sarà impossibile ben ponderare le teoriche ed i fotti-  recenti che gli; saranno' partecipati, e comparare ciò  che preventivamente ei sa. Per questa ragione i vjag^i'  mèglio ammaestrano gli uomini instruiti: costoro sa mio  difendersi dalla seduzione a cui sospinge naturalmente ■  tutto ciò che è nuovo; essi soli sanno ««servare, di*- .  scutere e giudicare. 3° Di tutte le qualità morali; la  più preziosa per il . medico viaggiatore è un sano  giudizio, col quale indaga e distingue ciò che è buono*     46   essenzialmente, da ciò che è vizioso o indifferenti;;  né ritiene come scoverte preziose le bizzarre innova-  zioni, ed apprezza di più i fatti pratici, e gli og-  getti di utilità dimostrata, che non lo vane teorìe  o le brillanti speculazioni.   Alcuni medici o chirurghi di chiara rinomanza,  animali d'ardente zelo per i progressi deli' arte di  guarire, hanno intrapreso, in epoche diverse, parec-  chi viaggi presso le nazioni più illuminate e dotte  d'Europa, onde conoscere da loro stessi i gradi di  perfezionamento della scienza. In effetto allorquando  sparsesi in Francia la fama che Cheselden onerava  col massimo successo un nuovo processo operatorio  per eslrarre i calcoli dalla vescica, Morand propone  all'Accademia delle Scienze d'andarvi in persona ad  esaminare ciò localmente: egli vi fu spedito, ed ot-  tenne dal celebre operatore di Londra le istruzioni  ohe desiderava con tanto ardore. Simili nobilissimi  motivi condussero Chopart, Valentin e Roux in In-  ghilterra, e G. Franck a Parigi: merito più laude-  vole in questi sommi dotti che nulla aveano da invi-  diare agli stranieri ! ' t   Il più illustre de'medici viaggiatori è stato il gran  vecchio di Coo. Ippocrate, ad esempio de'filosofi del  suo tempo, andò a cercar lumi in remote contrade:  egli percorse la Grecia, l'Asia e l'Europa, le isole  dell'Arcipelago e delle coste del Settentrione, e le  contrade che avvicinatisi agli Sciti nomadi ; in Tra-  cia poi ed in Tessaglia egli si fermò assai lungo  tempo.   Riconoscendo nei viaggi fatti tra le indicate condi-  zioni, vantaggi certi ed evidenti , creder pero non     47   debbo n si d'estrema o precisa necessità. Avvegnaché  qual è il loro scopo! conoscere i progressi dell'arte  di guarire presso gli esteri: ma tutte le utili scoverte,  tutt' i fatti degni di rilievo, i nuovi interessanti processi  cperatorii, sono pubblicati da'loro autori, o da quelli  ebe li avvicinano, quindi conosciuti pur sono da tutta  la gente dotta europea. Morand non era pervenuto  ancora in Londra, nel 1736, che Garengeot e Per-  ebet aveano scoperto ciò che egli cola andava rin-  tracciando. Lo aver troppo vagato nel mondo è anche  meno un titolo di raccomandazione. Quanti medici,  per lungo tempo cosmopoliti, che vengono finalmente  a stabilirsi fra noi, non hanno guadagnato nelle loro  corse moltiplicate fuorché alcuni errori dippiùl Aggiun-  gasi a queste considerazioni che un medico, arrivato  in una capitale straniera, può difficilmente giudicare  convenientemente gli uomini co'quali è in rapporto,  e gli accade sovente considerare e spacciare, colla  miglior fidanza possibile, per grandi medici o abili  operatori, individui troppo mediocri, mentre si tace  di dotti valentissimi, di cui ignora vasi l'intrinseco  merito.   Veggasi Bartholihks, De peregratione medica.      Digiiized bf Google      ..... pX»^um^J^;l ! r;   ^ Delle Società di Medioimt. [''   ili : perfezionamento dell'arte di guarire; è Io .scopo  delle • Società ili medicina: esse esaminano lo acqui-  stàle> cognizioni, ripetono gli sperimenti ed i ..saggi),  li ritrovati, le scoverte che interessano la salute degli  nomini, coltivano tutte le scienze mediche e le scienze  fisiche ne 1 lóro rapporti colla medicina, chiamano nel,  loro seno tutti coloro che si addicono con ardore e :  successo al loro studio, si valgono de' lumi di tutti i  dotti dell' Europa, mantenendo con essi una attiva  corrispondenza, raccolgono gli sparsi fatti, e pubbli-  cano le nuove invenzioni e scoperte, propagando  delle questioni di cui la soluzione c propria a favo-  rire lo sviluppo delle mediche venia teoriche o pra-  tiche; e finalmente nessuno de'mezzi trascurano che  liberar possano l'arte di guarire da vani sistemi, e  stabilire principii generali fondati sull'osservazione  della natura.     Diginzed By Google     49   Molte di esse hanno instituito vari regolamenti  onde soccorrere l'indigenza di gratuite consultazioni :  queste cliniche sono vantaggiose, e per l'onore che la  loro esistenza fa diffondere sulla medicina, e per gl'im-  portanti servigi che gli sventurati ne riscuotono : e sot-  traggono inoltre non poche vittime al ciarlatali ismo.   Nelle pubbliche tornate di queste dotte adunanze,  uno de'membri rende conto de* lavori della società:  altri membri l'anno omaggio a' loro concittadini dei  risultameuti delle loro ricerche e delle loro medita-  zioni sopra i punti diversi delle mediche scienze  che hanno occupato la loro attenzione.   Non si farà qui la superflua e troppo lunga enu-  merazione de' benefizi, che la società deve allo sta-  bilimento delle Academie di medicina; nè insisterassi  sugli immensi progressi che hanno concorso a mi-  gliorare l'arte di guarire; nè qui vuoisi presentare  lo storico ragguaglio de'fasti loro, che hanno cotanto  illustrato la medicina e la chirurgia.   Pubblicando le loro Memorie eia raccolta de'premj  per quelle diggià coronate, le società mediche molto  contribuiscono al perfezionamento della scienza di cui  si occupano. Ed i giornali ch'esse rendono eziandio di  pubblica ragione, riguardar si debbono qual deposito  de' loro lavori, e generalmente come quello di tutte  le mediche cognizioni.   Compongousi questi di osservazioni, di memorie,  di analisi di opere nuove, sotto i quali rapporti utile  interesse presentano. È loro scopo far conoscere tutte  le scoperte, diffonderle dappertutto, e valutarle:  l'esteso dominio della medicina loro appartiene, il qua-  dro statistico presentar ne deggiono, e seguire passo  4     OigiiizM &/ Google     50   a passo ì progressi delle diverse scienze clic vi si  riferiscono , paragonare la dottrina degli antichi a  quella de'modemi, ed apprestare sufficiente idea della  letteratura medica straniera.   ' Un pratico occupatissimo non ha il tempo di leg-  gere molti libri: un buon giornale gli offre il som-  mario delle mediche novità; e per i medici di pro-  vincia è specialmente utilissimo, che di rado le no-  vità conoscono, ed in gran parte le ignorano.   I giornali di medicina offrono utili materiali allo  storico dell' arte, di guarire; agli oltramontani cono-  scer fanno lo stalo della scienza; e presentando in  fine un momentaneo interesse, che formane il pregio,  possono perfettamente conciliarsi col merito più so-  lido dell' istruzione.   Un giornalista di queste materie apportar deve ,  nello adempimento dell'impegno suo, uno spirito  emancipato d'ogni sistema, d'ogni pregiudizio; mo-  strar l'errore con accorgimelo } ma perseguitare il  ciarlatanismo con intrepido coraggio ed inalterabile  costanza. Le analisi delle novità mediche non po-  tranno esser utili, che allorquando avranno una esten-  sione proporzionata all'importanza dell' opera, e la  critica o la polemica siensi compenetrate evidente-  mente nelle idee dell'autore.   E debbesi ornai desiderare che non avvengano  più a' dì nostri quegli attacchi indecenti e vergo-  gnosi, che offuscano la reputazione d'uomini, meri-  tevoli di slima reciproca e del civile rispetto di  ognuno. Nò tale e il linguaggio che i dotti usar de-  vono: i giornali di medicina sono fatti per arric-  chirsi de' loro lumi, non per servir loro a campo di     guerra. È però vero clic all' aggressori; il torto :ip-  partieiie, ma uno spirito superiore nioslra maggior  grandezza d' animo nello sdegnare una ingiuria die  nel vendicarsene ; dirigendo egli a' suoi nemici, a'suoi  vili detrattori (che, forse inabili in tutto, vanamente  si sforzano atterrare l'altrui rinomanza, alla (.pitale  pervenir non polendo sì vendicano col dime male)  le severe derisioni del ferneyano filosofo, ilfjle, mais  rampe; o imitando l'austero disprezzo di Fonta-  nelle, un silenzio cioè imperturbabile e costante, de-  dotto dall'avviso dantesco:   Boa rujjiouar ,|i „, a guarda e passa;   omettendo anche spesso di guardar mezzo facce, bi-  fronti o protei mostri.   Un giornalista imparziale, nel render conto di  un'opera, manifesta gli errori e le inesattezze, ma ri-  spelta sempre l'autore; nè mai permettesi lanciargli  contro verun epigramma. Gli amari sarcasmi ristuc-  cano, senza persuadere giammai. Egli deve accurata-  mente astenersi e dalla preoccupazione dell' odio, e '  dalla prevenzione dell'amicizia o delia stims; questa '  accieca talvolta i nostri aristarchi; laonde si desidera  almeno che non profondano con eccesso i loro elogi  a coloro non del tutto sforniti di merito, ma che in  realtà non sono quali voglionsi magnificare. Le lodi  {Dici, fjhilosophitj-) recano nocumento a chi le dà,  senza giovare a chi le riceve. Taluno de' nostri me-  dici è qualificato come eccellente scrittore, e frattanto  nello sue opere sembra che ignori le regole primor-  diali dell'arte di scrivere. Queste perpetue ed esa-  gerale adulazioni, che ricevono ne' giornali alcuni     52   individui titolali, non daranno peso alla posterità:  bisogna anche una misura negli encomi che si de-  dicano a' sommi talenti.   Gliénier ha esposto perfettamente le qualità che  un buon critico posseder debbe. L'ignorante, egli  dice, non vede la beltà, il detrattore non vuole ve-  derla, il critico la vede e la mette in evidenza. Parla  egli de' grandi scrittori che furono, con rispetto se  ne occupa, ma non già con idolatria. Il critico, giusto  verso i trapassati , è giusto e benevolo verso i vi-  venti: ei non si limita all'ammirazione de' capi  d'opera, ma paga un tributo di stima agli utili lavori.  La critica è la scienza del gusto, illuminata dalla  giustizia.   Scoprire e mostrare gli errori in una medica  novità, rilevarne le inesattezze, dimostrare 1 vizi del  piano, estrarre e volgere in ridicolo alcuni brani di-  fettosi, non è impegno troppo difficile; un giornalista  però opera meglio nel far conoscere il buono d'una  produzione, che fermandosi sui difetti di quella. I sar-  casmi costano meno d' una giudiziosa riflessione ,  imperciocché — Crìtiquer est aisé, juger est dif-  ficile. — D'ordinario gli errori di un'opera non  attirano tante critiche all' autore, guanto le bel-   Istruire è lo scopo della critica : per adempirlo,  un giornalista deve possedere profonde e svariate  cognizioni, onde ben giudicare delle relazioni riferi-  bili alle mediche scienze. Una vasta erudizione non  lo dispensa dall'arte di scrivere, e principalmente dal  gusto, senza il quale le sue critiche ributterebbero il  leggitore. E nel render conto di un libro novello.     53   eviterà egli ogni sorta di digressione, seguirà ii cam-  mino dell'autore, e produrrà le di lui principali idee,  sia per approvarle, o per confrontarle con altre ana-  loghe, emesse da contemporanei o dagli antichi ; cer-  cando ancora per sostener l'attenzione di variare il  suo stile secondo il tema. La natura delle materie  sottoposte alla sua critica, non lo esclude di scrivere  colla bramata eleganza.   Queste riflessioni generali sulle società dì medi-  cina saranno scusabili certamente, avendosi avuto  l' intendimento di seguire il medico in tutte le situa-  zioni, ove la sua professione potrebbe ridurlo, cioè di  accademico, giornalista, ed autore.     VII.     Dell' Età del Medico.     Il medico più abile è colui che alla vecchiezza  riunisce un vero sapere: gli anni nulla hanno tolto  alle suo cognizioni: l'età anzi lia maturalo di più  il suo giudizio. Non meno istruito del giovane me-  dico, più franco nell'arte d'osservare, ed a costui  superiore, egli possiede inoltre il prezioso vantaggio  d'una lunga esperienza.   È vecchio medico colui che è saggio ne' consigli,  intrepido ne' pericoli, accorto a preveder l'avvenire,  di molte risorse, e di grande dottrina. 11 sapere in-  vecchia un giovane, l'ignoranza fa d'un vecchio un  alunno; ciò che manca all'eLà, lo compensa il  talento :   Quid numeras annos ? vixi 'maturior annis,  Ada semin facilini, haer, numeranda fili.     □igiiized by Google     56   Ma non per lo scoprire una calva testa o adorna  di capelli bianchi, può un pratico manifestare d'aver  del merito, chè dimostrasi bensì in una professionale  conferenza, principalmente al lcllo dell'ammalato. Gli  antichi statuari! non depilavano la testa venerabile  di Esculapio; nè la calvizie fu mai una prora del  genio.   Un giovane può essere gran medico; e difficile  cbe un vecchio sia gran chirurgo d'esercizio. Celso  vuole che il chirurgo sia giovane, almeno poco in-  ceppalo dagli anni: allora soltanto egli unisce il fuoco  dell' immaginazione alla destrezza ed alla fermezza  della mano. Un vecchio operatore non intraprender?!  giammai quanto un giovane; l'età gli comunica Una  invincibile timidezza, che spesso col nome di cir-  cospezione si onora.   Il positivo ingegno, non il corso degli anni, fa  1' elà del medico. Un giovane dotato di criterio me-  dico, può essere precocemente un buon medico; ed  un pratico di sessantanni, tuttoché egli ave&c ve-  duto centomila infera», non sarà medico giammai,  se trovasi sfornito d'i questo prezioso dono della   È un pregiudizio adunque il riguardare qnal mi-  glior medico colui, che ha veduto il massimo nu-  mero possibile di ammalati. Tale è pur tuttavia Io  errore del popolo; egli non domanda, dice Zimmer-  mann, se i'l tal medico sia istruito, penetrante, di ge-  nio, ma se abbia canuti i capelli: per lui un uomo  maturo è necessariamente più abile di un giovane ,  e conchìude che avend' egli più veduto, debba an-  che più rettamente pensare. Epperciò c comune Co^a     OigiiizM &y Google     50   negarsi dal volgo la (tua fiducia ad alcuni medici  di segnalalo merito, a'quali non sa perdonare la loro  gioventù; mentrecbè senza misura inconsideratamente  l'accorda a vecchi medici, indegni di qualunque stima.  Esperienza e vecchiaia, sono due espressioni ch'egli  crede inseparabili: e la deduzione di ciò emerge natu-  ralmente, imperciocché ei non distingue la vera espe-  rienza dal semplice vedere ed esercizio superficiale.   I vecchi, anche più istrutti, secondano estesamente  l' opinione del volgo. Un giovane del più grande  talento, è a'ioro occhi mi giovane soltanto; e giam-  mai possono sospettare probabile alcuna parila fra loro  provetti. Ed ìntimamente convinti del proprio grado  superiore, mai lasciali essi sfuggire occasione veruna  onde far ciò valere, sia ne' consulti o negli scrini loro:  eglino li videro nascere, hanno diretto i loro primi passi  nella medica imitici':], comi? agguagliar li potrebbero?  Indarno sarebbesi quegli dedicato tutto intero allo  studio- della medicina, e negli ospedali sotto i mi-  gliori maestri, in quella età felice quando l'imma-  ginazione è vivissima, e la memoria tanto vasta e  tenace: invano sarebbe egli debitore alla costanza  de' suoi lavori, favorita da propizie naturali disposi-  zioni, e da brillanti ripetuti successi } cionuonoslanle  sarà egli sempre pei vecchi un giovane senza espe-  rienza, che promette solo qualche cosa per l'avvenire.  Sessant'anni di pratica è una prerogativa, alla quale  riunisconsi tutte quelle qualità, il cui insieme forma  un gran medico! Però meno si vanaglorierebbero  dì loro esperienza, se ricordassero il saggio dettato  di Galeno: Medicos qui solam experientìam scquiuitur  non admitlimas 3 quonìam ipsi siati Ulìotae jacittnl,     57   quae vident inspicieru.es, et rerum quidem eventata  cohtuentes, causam autem ignorantes.   Un poco d' invidia forse nemmeno manca ne'giu-  di zi resi da' piatici anziani pe'loro giovani colleghi :  tulli mettono al confronto l'annosa esperienza, di cui  tanto premurosamente si prevalgono, conlro la non  curva gioventù, che sembra loro difetto grandissimo  per un medico. 11 che non a' vecchi medici in  generale si dirige, ina a' pratici di mestieri esclusi-  va mente.   Allorquando un medico arriva ad avanzala età,  dopo lunga e felice pratica; allorquando un sapere  estesamente riconosciulo gli ha acquistato una me-  ritala considerazione, onorato nel mondo, veneralo  da' giovani di cui è il Mentore, termina egli infine glo-  riosamente una carriera percorsa con distinzione. Chi  non ha provato un vivo sentimento di ammirazione  e di rispetto, avvicinando questi illustri vegliardi,  la cui testa oltraggiata dagli anni , conservando  bensi il fuoco di giovinezza, richiama l'immagine  degli antichi grand' uomini ? Chi non ha sentilo  una religiosa emozione, ascoltando la loro voce tre-  mante e fioca in quegli anfiteatri che per sì lungo  tempo hanno eccheggiato delle loro dotte lezioni ì Non  havvi spettacolo cosi imponente nè più rispettabile  della vecchiaia di un medico, che ha passatola vita  sua nell'esercizio de' doveri del suo slato, nè altra  stima esiste più legittima di quella profondamente  sentita, che egli inspira.   Ma concedere una cieca insensata considerazione  ad un pratico, unicamente perchè il tempo ha in-  crespato la sua fronte ed incanutito la capelliera, e     58   negare Farle di osservare e l'esperienza . a' giovani  perchè non sono ancora vecchi, non' è qucslo un  ridicolo pregiudizio, contro il quale la ragione e  l'interesse dell'umanità non reclama abbastanza? E  mentre la vecchiaia indebolisce le intellettive facoltà  degli uomini, un medico ignorante goderà forse egli  solo l'esclusivo privilegio di ricever per essa f espe-  rienza il giudizio e l' ingegno, di cui è Stalo privo  per tutta sua vita?   Firtiitem non prima negatit, non ultima domini  Tempora.   Quali prerogative in favor" loro invocano i vecchi  medici? I giovani, essi dicono, hanno poca pazienza,  nessuna assiduità, nessuna circospezione; la loro im-  petuosità li trasporta; noi soli interrogar sappiamo  la natura, noi giudicare maturamente, perseverare  con costanza nelle nostre risoluzioni, e finalmente  osservar bene V andamento delle malattie; un lungo  esercizio ci ha illuminati sulle loro complicazioni, e  loro varietà: fami gli a ri zza ti con esse, al primo colpo  d'occhio discernere noi sappiamo il loro vero genuino  carattere, malgrado l'oscurità del diagnostico; in-  struiti dalla pratica, noi soli conosciamo bene l'azione  de' medicamenti, e la scelta che di questi far con-  vienili; alla conoscenza squisita del genio delle ma-  lattie aggiungiamo inoltre nuovo vantaggio, non meno  prezioso, quello di un metodo sicuro, invariabile, e  che venne da una lunga sperienza consacrato,     Digitized by Google     59   17 età, replicano i giovani, sminuisce i lievi tab il-  mente 1? energia delle facoltà in Ielle ttuali. Orazio  lia detto :   Multa senati circumt'enìunt incommoda;   e Virgilio :   Tarda renectut   Debilitai viret animi, mutatque vigorem.   "Sii puossi più disputare sul vantaggio d' una felice  memoria. Questa dà la scienza , e, secondo Galeno,  la scienza è l'esperienza; ed a' vecchi, pur si conosce  che la memoria manca:   . Prima lunguescit semini  Memoria lorigb lassa sublabens fimi.   Gli oggetti esercitano Sopra di noi una impressione  più viva; noi siamo più atti ad osservare e ad agire,  più fecondi in risorse, più indipendenti d'ogni si-  stema, più intrepidi ne'pericoli. Eaglivi, morto a tren-  lanove anni, fu il restauratore della medicina. Pro-  spero Alpino^ prima del trigesimo suo anno, disposti  avea i materiali della sua grand'opera l'Egitto. Bi chat,  morto di trentun anni, e Scliwilgné e Boisseau, ra-  piti nel fiore dell'età, sono nel rango di coloro che  hanno grandemente illustrato l'arte di guarire. Chiun-  que, a treni' anni, non è buon medico, non lo sarà  giammai: non per gli anni, pel sapere bensì, debbe  un medico essere stimato.   Utilissima a'giovani sarebbe la loro unione con i  pratici, che per lungo esercizio di loro professione     60   limino acquisiate) molta esperienza; desiderevole sa-  rebbe ancora che solto di questi dimostrassero il pri-  mo eaggio di loro idoneità: laonde, guidati per avve-  duti consigli, eviterebbero quegli errori che le più  estese teoriche cognizioni non bastano far loro pre-  vedere. Questa sorta di patronato era prima più co-  mune d'oggidì: di rado veggonsi altrove come nella  capitale, de' giovani dottorelli seguir tuttavia la pra-  tica degli spedali, o collegarsi a que'clie li hanno  preceduti nella carriera. Pregevolissimi saranno sem-  pre gli avvisi d' uno sperimentalo clinico, gl 1 inse-  gnamenti, ed ì suoi discorsi.   H seguire per parecchi anni la pratica di un buon  medico, offre ancora ai giovani un altro vantaggio:  essi si avviano nell' acquisto della fiducia degli am-  malati, e cominciano a farsi conoscere. Spesso il ri-  spettabile professore che li dirige, lor cede ed asse-  gna interessanti casi ed osservazioni , compiacendosi  egli ognora d'agevolare la loro gloria ed i loro trionfi.  Partecipando al frutto della clientela di lui e della  sua esperienza, quella propria più sollecitamente sì  formano; al che riuscir non potrebbero, se di sè  stessi fossero in balia. Nè solamente il loro Mentore  conducali alla via dell'istruzione, ma eziandio li  guida a quella della fortuna.   Colui che avrà la sorte di trovare sin da principio  un abile pratico, che voglia scortarlo in società, e  formarlo nell'arte di osservare, dovrà retribuire bene-  ficj tanto segnalati colla più viva riconoscenza;   Glie egli ascolti con rispetto le lezioni dell'età ma-  tura: che si proibisca quella presunzione cosi fami-  liare a'giovani, e tanto contraria Y progressi della     L'igni z:'a b, Co     61   scienza; e si accostumi ben presto anteporre i pre-  cetti dell'esperienza alie brillanti teorie delle scuole.   Conservino sempre i giovani medici, si ripete, la.  più fervida gratitudine per colui che li ha iniziati  ne' misteri dell'arte di guarire, ed abbiano per lui  un profondo rispetto ed invariabile attaccamento;  quindi amarlo è uno de' loro primi doveri. Onorare i  suoi maestri, importa onorare sè stesso. Se il disce-  polo venera il professore, si gloria costui de'progressi  del suo allievo, i dì lui successi formano il di lui gau-  dio; egli identifica la sua riputazione alla propria ri-  nomanza, ed un medesimo vincolo di stima e di  amicizia li affratella ed unisce.   Mancano le espressioni onde potersi degnamente  lodare quell'uomo illustre, da cui tanti giovani me-  dici hanno ricevuto cosiffatti benefizj, vedendolo in-  teramente impegnato ad aiutare il merito nascente,  ed a sostenere colla sua prolezione e co' suoi mezzi  tutte le intraprese dirette al perfezionamento della  scienza.   Veggansi le opere di Stebler, Optima seu non  annorum sed virtutum numero computata medici aetas  deducla; Stahl, Disertano da practicorum veteranvrum  praestantìa; Ioncker, Diss, inaugar. medica qua esem-  plo plethorae demostratur quod bonus theoreu'cus bo-  nus quoque sit praticus.     Vili.     Del Maritaggio del Medico.     Giovan-Giacomo Treyling ha sostenuto nell'uni-  versità d'Ingoiataci, nel 1736, una tesi, nella quale  sono discusse queste due quistioni ; Un medico deb-  b'egli menar moglie? Qual donna gli conviene mai?  Eppure costui non ha tratto forse dal suo tenia Lutto  il partito eh' ei presenta.   Tréyling declama troppo contro lo slato del ma-  ritaggio , confessando medesimamente che il volgo  accorda con minor facilità la sua fiducia a' medici  celibi che a quelli avvinti da'nodi d'imeneo:' osser-  vazione evidentissima questa, e di gran peso. Egli  passa in rivista successivamente lutti i disgusti e gli  affanni che fa provare al marito la moglie opulenta,  o quella che per natali dislinguesi, ovvero se alla  classe plebea appartiene; e piacegii citare tutti i pas-  saggi e dettati de'filosofi diretti contro il maritaggio,  insistendo finalmente su certo pericolo che si indica     L'i j i Dy Co     63   qui appresso con le testuali parole del dottore di  Baviera :   Jccidit et hoc viro praesertim medico, quod si  juvenculam sibi junxerit, fiancque fbrmosani, Imbeat  quod metuat ìllud Epicteti dicentis: Qui formosam  duxerit, habebit communem. Cura enim medicus densa  praxì obrutus, nec domus nec uxoris custos esse va-  leal, quid? si haec interim hospitalis alt, et Dianam  aemulata cornifica metamorphosi marilum cervina  superbum corona in Acieonem transformat, kaeredes-  que ipsi afferai, non nisi adamitico cum ipso sanr  guine conjunctos? Ita ut non sernel saltem tacite se-  cum murmurare querelas debeat: hauti ego mi uxo-  rem duxi, tulit alter amorem: sic vos non vob'is.  ( J. J. Treyung, An et qualern medicus debet uxorem  ducere, Orai. ìnaugur.).   Questo scrittore più serie obbiezioni avrebbe do-  vuto proporre contro i legami del maritaggio: le de-  clamazioni sono sempre false, e fanno vedere un lato  solo degli oggetti. A'ridicoli pericolameli ti che fa te-  mere il tedesco dottore, ben si possono opporre j  vuutaggi grandissimi, di cui l'imeneo fa godere il me-  dico. Altri dimostreranno i gravi perigliosi inconve-  nienti del celibato, e faran conoscere il benessere di  una scelta unione, benedetta dal cielo; io mi limi-  terò ad indicare molti efficaci motivi, che impegnar  devono principalmente i medici ad associarsi di buo-  n'ora una compagna degnissima. Il maritaggio dà al  giovane medico maggior consistenza, più solida ma-  turila, gli fa scusare folli sua; gli acquista la fidanza  di vari mariti e di capi di famiglia, i quali, s'ei non  fosse ammoglialo, rifiuterebbero forse le di lui cure.     04   Pensa HiifFmann clic un mediai affrettar non dob-  hest al mairi moiuo , mrnochè non Irosi mi vantag-  giosissimo stabilimento; perchè, die' egli, una moglie  e l' imbarazzo, il disordine, il viluppo della dome-  stici ei-niwmia , assorbiscono la moti del tempo che  n>ige lo studio. Questa riflessione è fonduta sino ad  un eerto punto, ma non deroga quella precedente-  mente emessa. Un medico assai dedito a' lavori ilei  gabinetto, rifugge le delizie dell'imeneo; per lo che  fra' dotti, molti celibi si numerano; ma tuttavia una  moglie e figli possono perfettamente conciliarsi coU  l' a more dello studio. Bacine era maritato, ed occu-  pavasi egualmente di sua famìglia e de'suoi studi, e  le domestiche cure non gli menomarono hè i suoi  lavori, ne la sua gloria. Montaigne eralo pure. Ci-  cerone, Plutarco, quasi tutti i filosofi e gli anti-  chi letterati di Grecia e di Boma, erano virtuosi  mariti ed ottimi padri. Tale fu Ippocrate. Il gran-  d'Haller trovò la felicità con una sposa diletta, e fu  uno degli autori piò fecondi del tempo suo. Mor-  gagni era maritato. Sabatier contrasse un secondo  maritaggio in età anche sconveniente. Frank, Pi nel,  Broussab, ed allrì chiarissimi luminari, non sono vis-  suti nel celibato. L'uomo non è fatto per viver solo,  dicono le sacre carte, ed è ripetuto con entusiasmo  dallo scrittore dell'Emilio. E Socrate richiesto, se fosse  miglior partito prendere o no moglie, rispose: Qual dei  due si faccia, dovrassene* sempre aver pentimento.     Dell" Esteriore del Medico.     Molière ha vendicato l'affettata gravità ed il pe-  dantismo de'medici del secolo di Luigi XIV. I Dia-  foirus ed i Purgon sono rari adesso: trovansi tutta-  via nel mondo taluni degli originali, di cui egli ha  così bene dipinto i ridicoli portamenti, di que'dottori  cioè nutriti d'antiche teorie, che in medicina nulla  scorgono difficile o inesatto, che prestati fede a'ioro  sistemi come a dimostrazioni di matematica , e che  se mai si osasse sottoporli a discussione, qaal reato  il terrebbero.   Ad udirli, l'eleganza, la socievolezza, le urbane  maniere, risultano incompatibili con la professione  del medico; essi fuggon le grazie, e le grazie rifug-  gono costoro. Stranieri a' progressi dell'arte ed alle  scoperte del genio, distribuiscono senza discernimento     66   qualunque rimedio, uccidono ì loro ammalati nel  modo più coscienzioso; ed in ciò agiscono, come il  Piirgon, di Molière, qual farebbero ali' uopo pe'loro  figli o amici loro.   Malouin, a que'tempi medico della regina, era di  si fatto carattere: egli prescrisse molti farmaci ad un  celebre letterato, che li usò con diligente esattezza,  e guarì. Rapito di tanta docilità, il dottore gli disse  abbracciandolo: Yoi siete veramente degno d'essere  ammalato.   Un medico deve attentamente evitare nel suo lin-  guaggio la precipitazione, ed il parlare con esagerata  gravità: il barbugliamento del dottor Bahis, non è  meno ridicolo della pedantesca lentezza del dottor  Macrotoo. Le sue maniere, il suo linguaggio, tutto il  suo esteriore dev'essere in armonia con la dignità del  suo ministero. '   Un medico ciarlone è un accrescimento di mali  per l'ammalato)   Se l'esteriore del medico è naturalmente imponente,  gli sarà più facile ottenere la fiducia e gli omaggi  del volgo. Però un talento grande, è un mezzo  più sicuro per ottenere la stima degli uomini. Lìeu-  taud, di una costituzione debole, di un carattere in-  differente e freddo, privo d'ogni esteriore vantaggio  e dalla natura ancbe malconcio, non pervenne meno  al primo posto dello stato suo.   Alcuni moralisti, e lo stesso Ippocrate ( Dè de-  cente habitu a ut decoro), vogliono che all'esteriore di  un medico pompeggiasse la salute; e sono d' avviso  inoltre essere ridicolo visitare infermi con una gra-  cile complessione ed un pallido viso: tali considera-     Digiiizea by Google     67   zìo iti però sono futili interamente. Certi indivìdui  godono integra salute, malgrado tutti gli esterni se-  gni di pervertimento delle vitali funzioni. Non per  la pinguedine, l'altezza della statura, la barba, od il  colorito del viso, bisogna giudicare giammai del sa-  pere di un medico.   Fare alcune osservazioni sugli abili del medico, non  è un occuparsi di frivoli oggetti, poco degni al tema  di questo lavoro. Ippocrate, non poche ma replicate  volte, è disceso a dettagli di questo genere. Ma si  potrebbero omettere dacché direttamente influiscono  sul giudizio degli uomini? Chi ignora che l'esteriore  è tutto o quasi tutto per essiì   Clic sol dall'eslerìor giudica il Biondo.   Un medico presuntuoso e ridicolo si adorna di una  cravatta, annodata con l'ultima eleganza, e di un  abito di colore e di forme alla moda: tutto nel suo  vestire, anche sino al bastone, è di modesco gusto:  egli escogita, come un galante zerbino, il modo di farsi  abbigliare sin da un giorno prima pel di prefisso. Un  medico filosofo lasciasi vestire dal suo sarto; e tanta  debolezza vi è nel fuggir la moda r quanta a ri-  cercarla.   Allorquando la carenala della seta rendeva le stoffe  seriche preziose come oro, i medici ed i chirurghi sì  distinguevano per questo genere di lusso: gli abiti  di seta erari loro rimasti in consuetudine. Montaigne  rimprovera tal magnificenza. Al tempo di G. Patin,  i chirurghi vestivano a nero, con rosse calze: i me-  dici prendevano la toga nelle pubbliche solennità, e     68   la ornavano d'una cappa di scarlatto, oltre agli spe-  roni d' oro: e godevano sin dalla più remota anti-  chità particolari prerogative, attinenti al loro costu-  me, di cui erano gelosissimi. A' giorni nostri siffatte  disùnzioni nemmeno si rimembrano.   Sarebbe curioso ed ameno soggetto di ricerche per  un erudito, la storia della toga e del cappello de'me-  dici. Egli potrebbe seguire, nel corso delle età, le va-  riazioni delle mutate forme, con le considerazioni  principalmente sulle qualità a questo imponente este-  riore dal volgo assegnate. Ed in vero il tale dottore  doveva al suo vestire la metà di sua rinomanza; per  cui i medici scagliaronsi con furore contro alcuni  temeravii chirurghi, che osarono ambire all'onore della  veste lunga; nè ignorasi che in tale importante  ostinata mischia, quantità cV inchiostro fu versata  a ribocco da' due partiti; ed i medici più volte per-  vennero a scorciare gli abiti ed i cappelli de' loro av-  versari, quantunque alla fine costoro trionfarono, ed  ottennero di partecipare a tutti i privilegi degli emuli  invidiosi.   Un medico che gode grande rinomanza, può im-  punemente cedere al suo gusto per la semplicità; la  negligenza del suo esteriore serve pure ad accrescere  la sua riputazione: ma un giovane pratico farà bene  nel seguire un opposto metodo : il volgo attribuir po-  trebbe la modestia del suo esteriore al ristretto nu-  mero de' suoi clienti.   Si compiacciono alcuni uomini bizzarri coprirsi  d'abiti i più grossolani, sebbene non costrettivi dallo  stato di loro fortuna, nè curano nemmeno il governo  e la nettezza della persona. A creder loro, un dotto     Digitized by Goog     69   pone severamente in non cale il suo esteriore, e l'oc-  cuparsene sarebbe per lui fattissima cura, chiamando  filosofia questo ridicolo dispregio. Ma le sociali conve-  nienze prescrivono al medico d'evitare ne'suoi vesti-  menti ogni pretensione alla singolarità.   Gonviene f anzi interessa al chirurgo, dice Percy, il  vestire comodamente. Ippocrate {De arte), gliene  fa un dovere; e l'interesse degli infermi, affidati alle  sue cure, e quello della sua riputazione e della sua  propria salute, imperiosamente glielo impongono.   La negligenza ed il lusso degli abiti, come si disse,  sono due estremi da evitare. Bisogna che l'esteriore  di un medico annunziar debba esser egli di troppo  superiore all'indigenza. Nettezza, decenza, comodità,  eleganza senza pretensione, sono le qualità che al sor  cìale costarne di lui debbono presiedere e sempre  accompagnarsi.   Il dottor G. N. Stock (De temperar! da madicorum) ,  oltre all'avere dato saggi precetti sugli abiti de'medici,  si occupa anche d'altri argomenti relativi al loro este-  riore; egli vieta d' essere ornata la loro capigliatura,  interdice il tabacco, il di cui uso , a dir di lui , li  priva delle grazie dell'amabilità, e può altronde fe-  rire la delicatezza di certe persone.   D.-V. Triller ha scritto una lunga dissertazione in-  titolata De odore medico, nella quale egli commenta,  ripetendoli, i precetti del padre della medicina so-  pra l'uso degli odori. Ippocrate avverte il medico di  non profumarsi giammai di odorose essenze, dispia-  cevoli o nocive al malato. Costante circostanza ella  è che certi principii odoriferi attivissimi, eccitar po-  trebbero violenti spasimi sopra donne isteriche, od     70     eminentemente nervose. (Stahl, De frequentiti mar*  horum in carpare kumano prue brutìs. — Tissot ,  Des maladies des gens da monde). Più severo del  ■vecchio di Coo, che almeno permette al medico i  grati odori, avvertendo che dilettano ancora gli am-  malati, Dieterich annunzia pure la sua opinione sul  loro uso : Vitare omnino medica* vestimento odorìfera;  optine olet medicus quam nìhil olet.   Septal e Roderigo da Castro invitano il medico a  non usar degli odori, se non che con estrema par-  simonia.   Il medico circospetto e conseguente a sè stesso,  che ambisce il pubblico rispetto, deve adunque esser  semplice ne'suoi abiti, grave con gli uomini, rispet-  toso verso le donne, senza bassezza co'grandi e cogli  opulenti, serio coi membri del sacerdozio, affabile cogli  inferiori, coi poveri.   Il colto lettore potrà vedere all'uopo le seguenti  opere: Dìctionn. des sàences médicales;V^aih, Galateo  de' medici; Di-Filippi, Nuovo Galateo pei medici.      Oigitizfid by Google     X.   Della Letteratura del Medico.     La coltura delle lettere non fa parte essenziale  degli studj del medico : ma può egli essere abilissimo,  ed almeno mediocremente versato nella letteratura j  essendoché, occupando un posto nella società, e non  comparendovi come dotto ed erudito, -quale idea da-  rebbe di se, qualora fosse costretto a mantenere un  vergognoso silenzio sopra tutti gli oggetti stranieri al  rapporto diretto con la medicina, o, peggio assai, se  la di lui ignoranza strappassegli ad ogni istante delle  scipite inezie sopra materie comunissime a chiunque  possiede le istruzioni elementari?   Alcuni dottori declamano contro la sollecita ac-  curatezza de' loro colleghi, Dell' ornare il loro spirito  di svariate cognizioni. Senza gusto e senza giudizio,  essi denigrano tutto ciò che non sanno acquistare.     Oigiiizcd Dy Google     Il più degno passatempo per un medico è la col-  tura delle lettere ; e se in convenienti limili egli la  rislrigne, gli sarà utile infinitamente. La storia, la  critica, l'arte drammatica diletteranno gli istanti di  suo riposo. Nelle opere de" filosofi si avvezzerà egli  a pensare, a conoscere il cuore umano in quelle dei  moralisli, ed a scriver bene in quelle de' più forbiti  eloquenti scrittori. I suoi progressi lo sorprenderanno  bentosto: la di lui memoria, arricchita de' più bei  tratti di poeti e di oratori, renderà il suo conversare  molto piacevole; il suo spirito, nutrito e adorno  de' lavori degli antichi e de' moderni, acquisterà nuova  forza e maggiore attività. La sciocchezza sola può  sorprendersi di veder un medico a ragionare saggia-  mente di letteratura, e la gelosa ignoranza può sol-  tanto proibirgli di occuparsene per alcuni momenti.   Quanti medici chiarissimi e celebri pratici di pri-  m'ordine, appassionati per le belle lettere, hanno acqui-  stata una meritata rinomanza colla varietà delle loro  letterarie cognizioni! Non è questo, è vero, il ge-  nere di gloria che un medico debba ambire; ma  per l'unico scopo di istruirsi e di formare il suo gu-  sto, le occupazioni letterarie gii convengono, avve-  gnaché niente d'incompatibile presentano coli' eser-  cizio della medicina. Bensì non inutilizzi egli mai iti  accessorii studi uri tempo prezioso, di cui la società  gli chiede conto: faccia egli delle belle lettere un  divertimento, non già la sua occupazione esclusiva,  ed allora degno sarà di lode, cercando ornare l'in-  gegno con la coltura di quelle. ■   Laonde chi consacra tutto il suo tempo agii studi  medici, f u cosa degna; ma colui che dedicando visi     col medesimo ardore, sa impiegare altresì alcuni istanti  alla utile letteratura, fa assai meglio.   Una educazione eccellente e scelte letture, matu-  rano singolarmente il giudizio, infondono forza mag-  giore allo spirito, e, perfezionando il criterio, rego-  lano l' immaginazione. Le belle lettere producono  allo spirito ciò che produce al corpo un ottimo  cibo; e chiunque è insensibile a' loro incantevoli o  seducenti diletti , ha senza dubbio una organizzazione  in felice.   Tutti coloro che per loro professione sono am-  messi in ogni classe della società, devono giovarsi del  loro soccorso. Un medico che non conosce i capi  d'opera de' sommi scrittori almeno del suo paese, di-  sonora il titolo eh' ei porta : nessuna scusa per la  sua vergognosa ignoranza s' incontra. Ma fortuna-  tamente pochi meritano questo rimprovero; e non  vi è professione in cui le cognizioni d' ogni ge-  nere siano più comuni, quanto in quella del me-  dico.   Alcuni medici sono comparsi con tutto splendore  nella repubblica delle lettere, come Guido Patin, uno  dei più dotti del suo tempo, che ha lasciato una rac-  colta di lettere, spesso ristampale, sopra vari soggetti  di medicina, di biografia e di storia. Lo spìrito mor-  dace e caustico di questo medico, e l'incanto della  sua conversazione, aveangli acquistato una riputazione  così grande, che i signori ed i principi a gara con-  tendevansi per averlo a desinare od a cena.   Ma chi fu più dotto, chi più celebre di Rabelais?  Prima francescano, poscia benedettino, poi medico,  indi curato di Meudon, ecc., quest'uomo sorprendente     Digiiized bf Google     74   possedeva una prodigiosa erudizione, e parlava quasi  tutte le antiche e moderne lingue. Tacesi qui il tema  della sua bizzarra opera, ma trasandar non si dee  come l'individuo stesso che narra le strane avven-  ture di Gargantue e di Bantagruello, ci ha dato  una edizione assai corretta degli Aforismi d' Ippo-  crate, di cui il nome dell'editore forma il merito  principale.   Presentemente il gusto delle scienze naturali è  tanto generalmente sparso, che a' medici non è più  permesso ignorarle. Ad essi socievolmente suppon-  gono estese cognizioni in botanica ed in zoologia , e  spesso lor si dirigono delle questioni sopra queste  scienze. Un individuo qualunque avrebbe svantag-  giosa idea d'un medico, che ignorasse del tutto la  storia de' vegetabili e degli animali. Non è possibile,  ò vero, che un medico sappia la botanica come un,  Jussieu, Mirbel, o Richard ; la chimica come Va'uquè-  lin, Thénard, e Bouillon-Lagrange ; la fìsica come  Biot e Gay-Lnssac; la mineralogia come Haùy, Bron-  gniart, o Beudant; la storia naturale come Cuvier e  Duméril: ma il conoscere gli elementi di queste scienze  è assolutamente per esso indispensabile. E tuttoché  immenso sia il dominio della sola medicina, egli può  benissimo, se il vuole, trovare il tempo di far qualche  sortita in estraneo campo di scienze, lettere ed arli.   Si esigono pure in un medico esatte cognizioni  di storia generale e particolare, di geografia fìsica e  politica, e sul sistema del mondo. La storia ci mette  sott' occhio le vicissitudini degli imperii, onde noi  possiamo conoscere la via che conduce alla pubblica  felicità. La nautica insegna ove sienvi secche, ove     75   scogli, e mediante la bussola, ci guida al porto cui  agogniamo pervenire: ora la storia è la nautica mo-  rale. La geografia , se abbiasi rispetto alla sola eti-  mologia e descrizione della terra, un siffatto la-  voro affatto nudo, sarebbe troppo sterile: ma i  geografi sogliono dare maggiore eslensione alla loro  disciplina; essi alla descrizione delle varie regioni  della terra aggiungono la cognizione de' prodotti  della natura e dell'industria, le vicissitudini degl' im-  perii, lo stato delle scienze e delle arti. Quindi la  geografia non appartiene più ad una sola ragione di  studii, ma a molti.   Essere al medico politico necessario lo studio della  storia e della geografia, ciascuno immediatamente sei  vede. Le leggi e le costumanze de' popoli sono in  istretta relazione con infiniti avvenimenti che no  vengono dalla storia descritti. Basta l'ardimento d'un  sol uomo per indurre (a necessità di temperare, od  anche mutare le leggi. Altri oggetti, che riferisconsi  alla legislazione de' popoli, spettano evidentemente  alla geografia : tali sono l' influsso della varia latitu-  dine e de' climi secondari.   Esigonsi eziandio principalmente nel medico, una  precisa logica, uno studio profondo dell'ideologia,  una filosofia pratica, fondata sull'accordo della mo-  rale e della religione. Queste cognizioni si posseg-  gono tuttavia da non pochi medici; per cui, son eglino  senza dubbio la più erudita classe della società; ed  alla dottrina che lì distingue, agginngonsi le urbane  garbatezze e la virtù, associate alle grazie del loro  ingegno.     76   Veggansi le opere : Hennhanius, De eloquenUa me-  dici} Vicq d'Aztr, Eloges historìques; Le Francois,  Riflexians criliques sur la módecrrte; De Beza^ok, Les  médccins à la censure; Martini, Manuale di palma  medica.     XI.     Dei Medici Poeti.     Alcuni medici hanno coltivato la poesia con suc-  cesso. Il nume della medicina era nella favola anche  quello de* versi. Apollo dice in Ovidio:   Inventarti medicina meum est ; opiferque per orbem  Dicor, et herbanim subjecla potentìa nobìi.   Girolamo Fracastoro f stimatissimo qual medico e  come poeta, si è reso immortale per il suo poema la-  tino sulla SijiUde: i suoi versi sono degni dell' an-  tica Roma e della Corte di Augusto. La riputazione  di lui crebbe tanto, che Yerona sua patria, sei anni  dopo la sua morte, gli eresse una statua. Se ingegno  poetico sufficiente bastato fosse per ottenere questo  supremo onore, Claudio Quillet pretender vi poteva :  la sua Calìipedìa contiene grande numero di eccel-  lenti versi. Questi due scrittori hanno posseduto in     78   grado eminente, l'arte difficilissima a' moderni di par-  lar bene la favella di Lucrezio; nè uguagliati sono da  Quinto Sereno Sammonico, quantunque non affatto  privo di merito.   Gli Inglesi si gloriano di Samuele Garth, poeta s  medico ordinario del re Giorgio I. Sotto il nome di  Dispensary } Gartli ha fondato uno stabilimento de-  stinato a dare a' poveri gratuite consultazioni e me-  dicinali a discreto prezzo, ed ha pubblicato col nome  stesso un burlesco poema in sei canti, del quale è  soggetto una gara ed una lotta fra' medici e gli spe-  ziali. Voltaire, che ne tradusse l'esordio in bellis-  simi versi, lo antepone di molto al Lutrìn. Questo  strano parere d'uomo sommo in poesia, si spiega  solo con rammentare l'epoca del promulgato av-  viso, e l'estrema iracondia del di lui carattere. Pre-  tesi ammiratori di Eoilean servivansi del chiaro suo  nome per vilipendere il grand' uomo di Ferney: l'abate  Batteux avea pubblicato il suo paralello del Lutrìn  e della Enrìade: Voltaire, profondamente ferito, estese  il suo risentimento anche sopra Boileau.   Ma tutta la rinomanza de' medici poeti si prostra  ed abbassa innanzi quella dello illustre Haller.  Questo genio , onore immortale della Svizzera , fu  uno de' poeti più distinti del suo secolo. Eru-  dito, fisiologìsta , ed in tutto alto maestro, Haller  ha in sè riunito ogni genere di gloria. Le Muse  furono compagne di lui, ed ora scendevano a trat-  tare con esso il ferro anatomico, ora il traevano  sulla cima delle Alpi a cantarne le maraviglie iti  dolcissimi versi, che l'aspetto sublime di quelle in-  spiravagli, resi mirabili in molle lingue. Le Muse     79   versarono sul Redi il nettare di Montepulciano e di  Chianti, e lungi dallo squallore degli ospedali l'in-  trodussero nelle orgie delle Baccanti. (Monti, Neces-  sità dell 'eloquenza).   Troppo severo parrà forse il mio pensiero, ma   10 non posso approvare che un medico ambisca un  genere di gloria, per lui poco dicevole. Che egli fac-  cia de' versi destinati ad essere letti dagli amici, nulla  di meglio in ciò; un tal passatempo niente ha in sè  stesso di reprensibile : ma pubblicarli, ma, ascoltando  un amor proprio pur troppo male inteso, affrontare   11 ridicolo che umilia i cattivi poeti, e compromettere  in tal modo la dignità della medicina, ciò, a mio av-  viso, è la più evidente palpabile inconseguenza.   Qual vano merito per un medico è quello d'una  poetica rinomanza! Archidamo rimproverò Pena udrò,  che lasciava la gloria di ottimo medico per acquistare  quella di cattivo poeta:   Basti al nocchiero ragionar de' venti ,  Al bifolco de' tori; e le sul* piaghe  Conti 'I guerrier, coati '1 paetor gli armenti.   Nutrita de ventis, de tauris narrai arator,  Enumerai miles vulnera, pastor oves.   Avvegnaché devesi pur ricordare la sentenza,   Qua potè quisque in ea conterai diem.   la quell'arte ciascun, cui atto il fece  Natura, i giorni e l'opra ivi egli spenda.   Più importanti cure esigono le veglie del medico:  se egli ha la smania di poetare, non abbia almeno     80   quella di promulgar colla stampa le sue bassezze e  nullità. Qual è il suo scopo pubblicando cattivi versi?  die pretende egli ? — un poco di fumo, alcuni effi-  meri elogi. Uscendo meschinamente dalla sua profes-  sione, si espone a tutto il rigore della critica e del  dileggìo; e senza un talento preclaro, altro premio non  può ricevere dalla inconsiderata sua intrapresa , die  l'indelebile scherno della berlina. ( Bartholikus , De  medicìs poetisi      Oigitized Dy Google      XII.   Dei Medici Filosofi.     La struttura de'n ostri organi è tale, che l'osser-  vatore, colpito dal ridicolo degli errori del materia-  lismo, ricouosce ed ammira l'Essere Supremo clic ha  creato tante maraviglie. Lo scalpello dell'anatomico  fornisce adunque un mezzo di prova principale della  esistenza d'un celeste Superno Moderatore.   Tutte le virtù sono riunite nell'esercizio delta me-  dicina, la quale estoltesi alle più alte combinazioni;  dal che emerge essere ogni medico necessariamente  cultore della filosofìa. Con questa non si Ìndica già  quella marna, che fa porre nel rango de' pregiudizi  tutto ciò che gli nomini d'unanime accordo riguardano  e rispettano come base della morale; mania funesta,  che umilia l'anima e corrompe il cuore, di cui però  6     Oigiiizcd Dy Google     82   i medici sono meno suscettìbili degli altri uomini ;  ma si addita quella filosofia che mostra all'uomo tutti  i mali ebe l'ateismo ha cagionato al mondo, facen-  dogli vedere la felicità nella virtù, la virtù nella re-  ligione ; che lo rende padrone delle sue passioni, gli  illumina lo "spirito, e' ne matura il giudizio; ed ha  in fine per oggetto primordiale, il fargli conoscere di  amare e adempire i suoi doveri.   Tale fu sempre la filosofia , d'Jppocrate: i di lui  scritti mostrano ovunque la più saggia morale, e di-  pingono la bell'anima del loro autore. Molti filosoli,  e Montesquieu fra' primi, hanno attinto grandi verità  dal vecchio di Coo. Ciò ch'ei disse della possente in-  fluenza che esercitano i climi sul corpo dell'uomo, e  delle modificazioni che questa influenza fa provare  alle sociali istituzioni, è stata adottata e sviluppata  dall'autore dello Spirito delle Leggi, ed egregiamente  modificata dal chiarissimo scrittore della Scienza della  Legislazione. Ippocratc trasportò, come egli stesso lo  dice (De prisca medicina), la filosofia nella medicina,  e la medicina nella filosofia. .   Scorgesi nelle opere degli antichi la osservazione  d'una corrispondenza tra certi stati fisici , certi ca-  ratteri delle facoltà intellettuali e certe passioni; cioè  che a tale abitudine del corpo, a tal proporzione delle  membra, tal colore della pelle, -tale disposizione de'  vasi sanguigni e delle parti molli, corrispondevano  una data tendenza ed ùu determinato nesso di idee.  Motti' fra que'savi, nella organizzazione dell'uomo  comparata a'fenomeni della vita, trovarono la ragione  de' fenomeni e la soluzione de' problemi morali i più  importanti. La superstizione proibendo loro di licer-     - 83   care la verità nel .corpo , umano,- obbligava a ■ rintrac-  ciarla ne' cadaveri , degli ammali. .„; ;■ >-   Diversi .medici hanno scritto opere pregiate sopra  argomenti di filosofia. Antonio Van-Dale, medico dello  spedale di Harlcm, erudito «omino, è l'autore d'una  disseriazione siigli Oracoli, che parve troppo ardita  iìlFepoca ili sua pubblicazione, di cui Fontanelle si e  poscia servito a redigere, la sua Storia degli Oracoli.  Si legge tuttora e. si cita con, considerazione il libro  de'Caratteri delle Passioni di Marino Cureau de la  Chambre, membro dell' Academia Francese, medico or-  dinario' del -Re.. ■■ ,!'.-■ ''fi.':i:>   Ma pochi libri agguagliar possono l'alta filosofia  dell'aureo Trattato de* rapporti del fisico e del mo-  rale dell'uomo. Cabanis ha istradato a grandi pro-  gressi la medicina filosofica. Eloquenza trascendente,  pompa di stile, forza dì giudizio, elevazione di' idee,  ardire saggio, tali sono le brillanti qualità che hanno  generato il durevole successo dell'opera sua. Egli ha  sviluppato con rara sagacita i rapporti dello studio  dell'uomo fisico con quello de' progressi delT umana  intelligenza, e quei dello sviluppo sistematico de'suoi  organi con lo sviluppo o la sede delle sue sensazioni  e -delle sue passioni. Egli ha illustrato - alcuni punti  oscuri della fisiologia de'nervi ; Iva stabilito la impor-  tante distinzione tra i movimenti che dipendono dai  nervi, organi della sensibilità, ed i movimenti iuvo-  :d b,     HI   Ohimè! per quale porta sortiremo noi? — Perla porta  d'onde si paga, rispose l'intrepido professore. —  All'istante, seguito dal suo collega, attraversa fie-  ramente 1' anticamera, e va a reclamare il suo ono-  rario.   Vi sono de' medici che hanno un raro talento per  raccogliere dalle loro cure ricchissimi guiderdoni.  Alcune in eminente grado lo possedeva: ramato per  un'ammenda di due milioni, alla quale condannato  avealo l'imperatore Claudio, seppe egli in pochi anni  ristabilir Lene la sua fortuna. Quest'arte studiasi  accuratamente dagli uomini che preferiscono V oro  alla gloria, e consiste nel far valere lievi cure, ad  incitare una straordinaria riconoscenza, od a ma-  scherarsi d'un affettato disinteresse per ottenere dallo  imbarazzo di un convalescente, che teme di compa-  rire ingrato, più vistose ricompense di quelle che  richieste si sarebbero. La penna ormai rifugge e si  nega a questi vili dettagli, pur troppo comuni in  società. Si preferisce, come dice Gravina {Praefat.  ad cupìd. ìeg. juvenC), uno gloria facile ad acqui-  starsi^ a quella che è il prezzo delle fatiche; ed un  precoce qualsiasi guadagno ad un guadagno più onesto;  Facilem enim gloriata laboriosae praefcrimits et pre-  mattina» lucrimi plemmque anteponìmus konestiorì.   Ma non mirare nell'arte di guarire che un mezzo  di fortuna, e sacrificare la dignità della più onore-  vole fra le professioni alla insaziabile sete delle ric-  chezze, è nfl vituperevole obbrobrio, di 'cui non si  lorderà giammai quel medico che appieno conosce la  nobiltà e la santità del .suo ministero. ( Mosehus, De  honoribus et divitih medicìnae).     XVI.   Del Saper-fare.     I grandi talenti non sono la più sicura e pronta  via per acquistare rinomanza. Un uomo di genio li-  mitato, dice La Bruyère , agogna avanzarsi ; laonde  tutto sorpassa, e dal mattino alia sera non pensa,  non mira che ad un solo oggetto, lo avanzarsi. Egli  ha cominciato di buon' ora a mettersi nel cammino  della fortuna: ma se una barriera, che chiude di fronte  il suo passo, egli trova, subito ei sbieca, rigira, tempo-  reggia placidamente, e va a destra ed a sinistra, secondo  che adito od apparenza di passaggio rincontravi ; e se  nuovi ostacoli l' arrestano, bentosto rientra nel sen-  tiero che avea lasciato. La natura delle ti i Incolta lo  determina ora a sormontarle, ora ad evitarle, od a  prendere altre misure; quindi il suo interesse sol-  tanto, l'uso, le congiunture, Io dirìgono.     l'i j io:d e.     Difficilissimo è ad Un giovane medico farsi' cono-  scere in grande e spaziosa città. Ivi si accumulano  una prodigiosa quantità di dottori d'ogni genere : uf-  ficiali di salute, chirurghi d'armata, chirurghi condotti*  ostetricanli , medici titolati , medici senza titoli e  senza nome, levatrici, eccetera, Colà pullulano i ciar-  latani di tutte le specie, dall' erborista, dati' omiopa-  tico, dal chirurgo ortopedico, sino all' operatore er-  niario ed al guaritore delle' malattie -veneree: i far-  macisti medesimi, colla sciringa o il pestello in- mano,  mutilando le foratole, danno consulti. Quante pene  adunque, quanti travagli, qual accorgimento bisognano  per ritrarsi dalia folla! Come potrà il modesto nle-  dico elevar solo l'edilizio di sua rinomanza? Quanto  tempo, onde giugnervi, gli sarà necessario} ' ■ - ; ■ ;   Ecco ora la. indicazione di alcuni mezzi, proprj a far  Ottenere al medico una sufficiente clientela; senza' pre-  termettere tuttavia essere assai più regolare, dignitoso  ed onorevole non adoperarne alcuno. Il pubblico- sareb-  be meno spesso ingannato, se non chiudesse gli occhi  sugli artifìcj che impieganti pér sedurlo; se persuaso  egli fosse che niente può supplire al difetto di stùdio e  di esperienza, e se più avveduto ei si mostrasse nella  scelta delle persone, alle quali accorda pienamente  la sua fiducia. Epperò dispostò pep naturai indole ad  accogliere coloro che l'abbagliano con brillanti pro-  messe, indifferente per il merito che sdegna la briga e le  vie tenebrose o l'artifizio, ei costringe talvolta il sapere  a nascondersi sotto la superficie del ciarlatanismo. '■'   Uomini di nome distinto, o grandi personaggi, si  degnano in qualche incontro introdurre in società 1 un  medico nascente. Spesso, fra costoro, è scopo l'in- 7     l'i 4   ■ te resse della scienza, ed i! produrre l' avvilito me-  rito occulto; ma i più proteggono per vanita. Poco  circospelli o poco idonei nella loro scelta, accolgono  essi l'intrigo ed il raggiro, lasciano languire il sapere  moderato e verecondo, e prodigano all' ignoranza ed  al maneggio ciò che all' jslxozione ed al talento ac-  cordar dovrebbero, . ■'■ " •  Ma ordinaria , cosa è vedere il genio perseguii ato,  mentre l'ignoranza trova formidabili protettori. Oh ]  quanto è da compiangere un medico che sente la  dignità di sua professione, e frattanto si avvede es-  sergli indispensabile il favore di un opulento o di  un magistrato! A qual prezzo compra questa umi-  liante protezione, di cui gli si fa sentire tanto dura-  mente il peso ! I   I protettori naturali di un giovane mèdico sono i  di lui maestri, o que'pratici che, per lungo e felice  esercizio dell' arte di guarire, hanno acquistato grande  celebrità : la stima generale di cui godono, permette  Edilmente istradare la riputazione di quello; e le  lezioni ed i datigli esempi guidano i di lui primi  passi nel pratico esercizio. • y,   Ogni medico desideroso che il pubblico si occupi di  lui, deve incessantemente agire, e procurare ognora  di prodursi. Molta attività, una delicatezza che facil-  mente combina colle circostanze, ed un certo fondo  di ragionevol ciarlatanismo , ècco il principio, delle  grandi riputazióni e delle grandi fortune. Di rado  il talento solo, nemico dell' artifìcio, , conduce alla  celebrità.   II saper-fare d'un medico può avere per oggetto  la gloria o la fortuna. Pochi verso il primo scopo si     Digiiized By Google     indirizzano, la folla si precipita verso il secondo. È  troppo difficile, anche con molto intrigo, crearsi una  fama letteraria; ma sicuri e pronti mezzi di ridursi  opulento, largamente si offrono ad nomo abile ed  audace, che ha preparato i suoi successi con sov-  vertire ogni sentimento di pudore e di urbana de-  licatezza. ■ • •)■•- ?«.■',, ;   Richiamare e. fissar su di sè la pubblica attenzione,  è unica bisogna. Molte strade n questa meta possono  condurre, sebbene non siano tutte onorevolij ed in  alcune di esse giammai incamminar non si dee un  medico degno di sentito onore.   Alcuni medici, giunti presso un infermo, a cui vo-  gliono dare alta idea del loro sapere, l' ascoltano con  molta gravita, affettano un profondo raccogli mento,  pronunziano poche parole col tono più magistrale, e  si affienano congedarsi. Ovvero alcun di loro opprime  di interrogazioni il malato e quei che lo circondano,  non per chiarirsi sopra oscuri punti del diagnostico*  ma per dare un'alta idea di sua esattezza ed abilità  nella difficile arte di osservare. -■■Oppure un altro, ili-  strutto preventivamente della ctiologia, sintomi e na-  tura: della malattia, da un famigliare, da un amico o  dal medico ordinario del paziente, traccia a costui,  prima di interrogarlo, la; storia fedele; de'. suoi pati-  menti j e tutti gli astanti, ed il malato: stesso, sor-  presi ed estatici della mirabile saga cita ■ di lui, -inte-  ramente si soddisfano. -i .-!■■" ..   Se il. medico perviene ad ottenere una clamorosa  cu ragiono, o ad aprirsi l'entrata d'una gran casa, ed a  fissare sopra di sè il pubblico sguardo, la fama non  tarderà a bandire d'ogni parte il suo nome. Quasi     tulli gli nomini rassomigli a no a'inonloui del Panurgo,  od alle pecorelle dell' italiano poetai Dacché un ciar-  latano si è procacciato un entusiasta, potrà star si-  curo che in breve tempo mille altri gliene guadagnerà  l'esempio. '" * Google     420   gamento dello scroto. Nel mattino seguente, io assi-  curai a one' curanti ed a tutta le gente, averlo io fe-  licemente guarito: il che mi acquisto grandissimo  onore e somma rinomanza. —   I felici successi nella pratica giovano massimamente  a formare la riputazione di un medico. Il principale  mezzo d'ottenerne è il circoscriversi in una ragionata  aspettazione, e prescrivere, ne' casi in cui la medi-  cina attiva non 0 evidentemente indicata , sostanze  poco capaci dì suscitare notabili cambiamenti nel-  l'animale economia. Nel trattamento, del maggior mi-  merò delle interne malattìe, il regime ed i mezzi  igienici bastano costantemente a ritornare la salute  al suo tipo normale. È dimostrato che, in questi casi,  le medicazioni consigliate dagli autori, esasperano gli  accidenti, e suscitano spesso delle complicazioni. Va  medico giudizioso deve quindi ritenere qual regola  fondamentale di pratica, il bisogno di lasciar spesse  volte agire la natura. : . „ _ .   Scorgonsi sovente alcuni medici cominciare il loro  pratico esercizio: prodigando agl'indigenti disinteres-  sati soccorsi; visite, consulti, operazioni, assistenze,  medicamenti a vii prezzo o gratuiti : tali sono i mezzi  chf impiegano, onde eccitare l'attenzione del pubblico.  11 più urgente loro bisogno è d'esser conosciuti: tutto  si pone ip opera, niente costa loro per gìugneryiì Dac-  ché poi cominciano a cogliere i, frutti di loro simu-  lata beneficenza, la maschera cade, ed appare mani-  festamente T uomo cupido ed interessato.   Base del saper-fare è lo giudicar, bene del rap-  porto delle cose e de' mezzi idonei che vi con-  corrono. L' opinione pubblica, che è un mostro, un     DigiiizM 0/ Google     m   proteo, offre altresì un fondo mobile, sui quale talora  è facile edificare. Laonde mettere a profitto le circo-  stanze locali, farle scaturire se tardano a presentarsi ;  eludere le difficoltà, od a forza di perseveranza vin-  cerle; e, principalmente, saper attendere, sono le  condizioni da adempirsi dal medico che aspira a  brillante rinomanza. ■-.   Alcuni dottoroni hanno sempre, qu al principio .del  Saper-fare, l'aspetto stranamente preoccupato: il loro  contegno è quello di un uomo immerso in profónda  meditazione; negletto è- il lóro esteriore, come quello  d'un filosofo tutto dedito allo studio di importanti  scienze; gravi ne' loro discorsi, solo si esprimono  con laconici aforismi; nelle strade, nelle pubbliche  piazze, ne' luoghi più frequentati, dappertutto in fine  ove la moltitudine può vederli, affettano esai la di-  strazione ed il raccoglimento; uè mancano di quelli  dal naso adunco, dagli occhi aggrottali, dal viso scarno,  ulivigno, pallido e tetro per ispida barba, che baloc-  candosi per le. vie vanno leggendo alcuna fanfaluca per  far credere essere occupatissimi, nè perdere nemmeno  quel tempo ad istruirsi. Ma il loro occulto argomento,,  simulando non conoscere gli usi della società, ovvero  non attendere alle convenienze, che le dicono bagat-  telle, è quello di far sembiante d'essere esclusivamente  occupati di libri e di malattie, ed ambiscono essere  additati come prova del trito volgare assioma, che  sempre un poco di capriccio o di follia al merito  trascendente è congiunto. Presso un malato, ascoltano  attentamente la storia de' suoi malori, dicono poche  parole con misurata gravità, ripigliano il bastone, e  scompariscono.     Olginzed Dy Google     ÌSL2   Il ciarlatanismo di questi medici Iraluce in mezzo  all' affettata lor maestrevole gravità, come V orgoglio  d'Antistene attraverso i forami del lacero mantello  che lo copriva.   Si possono vedere le seguenti opere: Hilscher, De   slralagetnaL medicis; Cobchwiz, DUsert. de requisilis  medico ad praxin felicem stanate necessari^; Brisbane,  Dissert. de us quae a medico ad artem bene cxei'cendam  abesse deberti; Gregory, Lcciures on duties and qualifi-  calions of a phjràcìan; Uden, Mcdicinìsche politìk;  Frank, Senno academicus de civis medici in rcpubUca  candidane atque officiis ex lege praacipvg eta-is; Bath,  Essay ont the medicai character; Ploucquet , Der  arzl; Bohn, Dasert, de officio medici; Tuessink, Oralio  de eo quod medicns in arie /adendo impriutis agat ;  Hufelikd, Die VerhàlLiìsse des arzles; Schinko, SjsU  officiar, medici conspecuts. ; "Wagber , De medicoiwn  jurìbus atque officiis.      XVII.   Dell'Arte di ottenere la Fiducia  degli Ammalati.     Il medico sarebbe indarno debitore alla mi tura  d'un grave esteriore, e dello studio di molte teoriche  cognizioni, se egli non acquistasse giammai una estesa  clientela, ignorando l'arte d'ottenere la fiducia de'snoi  malati ; senza la quale il più vasto talento perde la  maggior parte dei suo pregio ; mentre con essa tutto  riesce possibile alla mediocrità. * ;.   Conosca dunque il medico per tempo quanto im-  porti lo inspirarla. Ora pronta a nascere, essa è  cieca, irriflessiva; è un sentimento involontario, di  cui gli ammalati non sanno rendersi conto , ma li  soggioga potentemente. Ora debole nella sua origine,  si accresce con lentezza, ed intera, forte ed assoluta  dopo replicate prove diviene, essendone diretta da)  successo. Giudice infedele de' talenti, spesso all' igno-     □igiiized by Google     124   ranza profondasi, ed al sapere si nega. Ma le ingiu-  stizie della moltitudine sono tanto fugaci , quanto  sconsiderati sono Ì motivi che le determinano ; ed il  sapere, prima ignoto o non calcolato, non tarderà ad  ottenere quella fiducia, di cui è ben degno.   Un giovane medico non deve mai confondere la  confidenza, frutto d'una stima ragionatamente sentita,  con le effusioni di colui che varia con indifferenza  ogni giorno il suo gusto e le sue idee, ed il caprìc-  cio, l'azzardo o la voglia di novità solo consulta nella  scelta di quegli, al quale ampiamente rimette la cura  di sua salute.   Una signora vi fa richiedere, voi subito accorrete.  Questa languida beltà, negligentemente sdraiata sopra  un canapè, apre un occhio moribondo, e con fioca la-  mentevole voce, comincia il tremendo racconto d'una  pervigilia, che per tutta la notte F ha tormentata :  ovvero traccia: l'allarmante dipintura dell'agitazione  de' suoi nervi, dotati d'estrema irritabilità, coni' ella  dice. Eppure la freschezza di sua pingue carnagione  non dimostra che la più integra salute. Dietro il vo-  stro attento esame frattanto, e dopo le risposte ezian-  dio della pretesa inférma, voi avete già conchiuso es-  sere immaginari i mali di lek... Oli! malaccorto dot.  torci! Come, non: vedete voi che si vuol essere qual  egrotante? Guardatevi di cosi fatta incauta impru-  denza, che vi rovinerebbe peC certo.. Ma ascoltate  Col più vivo interesse la prolissa storia de crudeli  dolori ch'ella dice soffrire, diffondete i: più affettuosi  consigli ed i più gradevoli rimedi, compiangetela di  quella eccessiva suscettibilità, che a continue angosce  ed a ripetuti trambasciamenti assoggetta tante attrai-     425   tivc, e declamate contro la natura, che, accordando alle  donne tutte le seducenti beltà, tutte le grazie e l'arte  di piacere, ha menomato il pregio di tante prero-  gative j dando loro troppo delicata organizzazione,  punendole d'essere belle col formarle sensibilissime.   Ove non giunge la fiducia d' un malato pel suo  medico? Vedete quell'infelice, con occhio estinto,  depresse le forze, assiderato e macilento il corpo:  un medico insinuante ed abile s'impossessa della  costui fiducia; all'istante la speranza rinasce nel-  l'animo di quello, il Bangue circola con maggiore ra-  pidità, risvegliasi il perduto coraggio, e la natura e  l'arte riconducono la salute. Quanto è esteso adun-  que l' impero della fiducia! Quanto è possente la sua  influenzai Quanto immensa è la stima che eccitai  Indarno una fallace speciosa lettera accusa il medico  Filippo d'un orribile progetto; Alessandro con una  mano gliela presenta, con l'altra porla' alla sua bocca  la sospetta coppa.   L'arte di persuadere è il principale mezzo di ot-  tenere la fiduciadegli ammalali: questo è un dono  che manca talvolta al genio. Non urtate giammai di  fronte le opinioni ed i pregiudizi di colui che invoca  le vostre cure, ma lusingate le sue idee; nè dimenti-  cate mai che per condurlo alle vostre, vi bisogna pre-  starvi alle sue. Siate quindi compiacente senza de-  bolezza, e fermo senza rigida austerità: che le più  consolanti parole siano profferite da voi, ed un te-  nero interesse animi sempre il vostro aspetto. Inter-  rogate con destrezza, rispondete con riserva : spie-  gate talvolta al vostro malato la Causa de'mali ch'ei  soffre, e dichiarategli sopra quali motivi la vostra     tan   speranza riposa; poiché queste confidenze inspirano  sincera stima, e rianimano il coraggio. Guardatevi  mai sempre di annunziare un prossimo ristabilimento,  ma oscurate tuttavia l'avvenire con densi nugoli: i  soccorsi dell'arte sono spesso tanto incerti e deboli,  che troppo pericoloso sarebbe appoggiarsi all'efficace  loro forza; ed il medico, sollecito di sua fama, deve  annunziare più ordinariamente un esito funesto della  malattia o grandi pericoli, anziché favorevole termi-  nazione e pronta convalescenza.   I talenti del medico, per quanto trascendenti e su-  blimi siano, allorché vanno scevri di successi, non  conservano T ottenuta fiducia; ed un piccol numero  di avvenimenti disgraziati , possono facilmente atter-  rare la più solida e stabilita riputazione. Il pubblico,  in generale, è portato ad attribuire a' medici l' in-  sufficienza della medicina.   Per ottenere la fiducia del pubblico, dice Vicq-  d'Azyr, si tratta meno di piacergli che di fissare la sua  attenzione; e colui che aspramente lo pratica o con  rigore lo maneggia, non sempre è chi ne riceve più  scarse carezze. Ogni tempra di spirito ha i suoi bi-  sogni: alcuni vogliono trovare nella figura, nel con-  tegno, nel carattere del loro mèdico la dolcezza e la  consolazione; altri amano che sia un uomo rigido, se-  vero, minaccevole; se ei fi garrisce per gli errori  commessi nel regime, essi gli sanno grado di tali  rimproveri e della durezza ancora j che sembrangli  effetto dell'interesse preso alla loro conservazione:  altri finalmente, riguardando la medicina come una  specie di magistratura, desiderano che il loro giudice  sia un uomo freddo, imparziale, austero.     Oigiiized 0/ Google     127   Allorquando un malato domanda al suo medico  qual sia l'indole del male di cui è aggredito, sì guardi  bene costui rispondere' ignorarlo, avvegnaché eoa  questa spropositata dichiarazione ruinerebbesi infal-  libilmente da sè medesimo; però abbia pronta sem-  pre una spiegazione qualunque, né importa qual sia.  Se lo ammalato sarà dì goffo ingegno, materiale e  rozzo, alcune grandiloquenti parolone, alcuni vaghi  enfatici discorsi basteranno: ma non bisogna appa-  gare così la curiosità di un uomo di lettere, d' uno  perspicace e dotto; fa d'uopo con essi di molta de-  strezza e di non pochi raggiri; bisogna rispondere  che la medicina è una scienza di osse rvazi ohe , che  il loro stato morboso non è ben caratterizzato an-  cora, che il tempo farà conoscere il diagnostico sma-  scherandolo ad evidenza, o altro di simil tenore.   Lusingando il malato d'una sicura e prossima con-  valescenza, il medico s' impossessa della di lui im-  maginazione, e con vantaggio serresi della energica  influenza che esercita sul fisico. La speranza di gua-  rire è un valido mezzo di guarigione. Felice colui che  sa farla nascere o la sa alimentare ! Quanti : rimedi  agiscono soltanto per l'idea che nutrono gli anima-  lati circa le loro proprietà! Quel farmaco prescritto  col volgare suo nome, non sarà produttivo d'effetto  veruno, ma decorato di fastosa nomenclatura, opera  portentosi ri sultani enti. Darà quindi il medico sover-  chia importanza alla sollecitudine di infondere a'suoi  malati la speme d'una pronta convalescenza, e li  terrà a bada adducendo altri esempi di fortunate  guarigioni, tacendo loro i pericoli dello stato in cui  ritrovatisi, nutrendoli sino all' ultimo istante di loro     4 28   mìsera esistenza, se l'arie npn può salvarli, di quelle  illusioni da essi chieste ed accarezzate; del che sono  tanto comuni i vantaggiosi effetti, quanto funesti pur  sono quelli d'una verace, ma crudele franchezza.  ■ Si è adunque indicato per quali mezzi il medico  fissar potrebbe su di lui l'attenzione pubblica, e crearsi  numerosa clientela. Non ci si faccia tuttavia il rimpro-  vero d'essersi preteso erigere come precetti lè vie clan-  destine dell'intrigo, o consacrar l' artificio, il manég-  gio, la mala fede. Se però individui di raro merito, e  nella professione applauditi, avranno creduto dover  affrettare la generale fiducia con un destro ciarlata-  nismo, io sono ben lungi di proporre qua! modello  una condotta che solo certe locali circostanze hanno  potuto esclusivamente permettere. '■'**.   Ma il medico penetrato della nobiltà di sua pro-  fessione, aspetterò sempre dal tempo la giustizia do-  vuta al suo merito, e di rado V attenderà invano.  Sdegnerò egli di affettare la singolarità : il vero dotto,  come il vero saggio, non combatte gli usi della so-  cietà; ei non disprezza nemmeno i capricci della  moda. Cile se vi si conforma senza esserne Io schiavo,  i di lui successi saranno le sue prodezze, nè si vfr  drà mendicare l'umiliante protezione dell'opulenza o  del potere. 11 medico dev'essere indipendente, ed al-  tro vincolo conoscer non deve fuorché i doveri del suó  stato. L'uomo di questo carattere aspetterà forse per  lungo tempo i favori della fortuna, ma allorquando  numerosi ammalati chiederanno l'assistenza e la cura  di lui, potrà egli, senza arrossire, dare uno sguardo sul  passato, e con nobile amor-proprio dire a sè stesso :  Je ne dois qu'à ìnoi seni loule ma renorttmée.     139   Veggansi le seguenti opere : Amatus Lusitanus, Da  introito medici ad aegrotantem ; Hilscherius, De me-  dicorum ingressa ad infirmos perquam necessarios;  Rais, De officio medici in itinere principis; Fischer,  De medici circa moralia et physica in curandis mor-  bis prudetitia; Chiappa, Del£ eloquenza del medico.     XVIII.   Della Pratica.     Boerhaave non vedeva giammai un malato, nel  comincìamento della sua pratica , senza registrare  tutte le circostanze e tutti i segni della malattia nel-  l' ordine che si presentavano ; . e, questo metodo, egli  afferma, essergli stato di grande utilità. Ogni medico,  ad esempio di questo grand' uomo, deve tracciarsi  un piano invariabile, per combinare con la pratica  gli studi del gabinetto. Se egli non rendesi un esatto  ragguaglio di ciò che vede, i suoi falli ed i suoi .suc-  cessi saranno perduti per lui; e ciò, non dalla espe-  rienza ma dall'uso, verrà ad acquistar cogli anni.   Sin dalla prima visita fatta all'ammalato, il medico  scriverà ciò che avrà conosciuto , quel che ha rac-  colto dai racconti altrui, tutte le circostanze in une  da lui osservate. Gli oggetti separatamente considerar     131   sì debbono e con riflessione: i sintomi studiar si  dovranno isolatamente. Dietro tali elementi, cercherà  egli caratterizzar la malattia, avendo cura bensì di non  cadere in precipitato giudizio. Bisogna lungo tempo  ponderare ogni circostanza, isolarla, riunirla, 'compa-  rarla, prima di pronunziare. Tracciala la parte iste-  rica della malattia , noterà egli nel suo giornale le  indicazioni curative da lui stabilite , ed i prescritti  medicamenti.   La prima visita è d'una estruma importanza; essa  ordinariamente decide del trattamento cmativo. Se il  malato sarà esaminato in modo superici ni e, il medico  giudicherà male del di lui slato; ci si inganna, e  dì rado dal suo errore si emenda : ina se nulla ha  egli negletto per fissare la diagnosi, il risultato con-  fermerà, nel maggior numero de' casi', le prime di  lui idee.   ■ Alia seconda -visita, ricercherà egli quali cambia-  menti avranno prodotto gli impiegali medicinali, quali,  modificazioni provato i sintomi della malattia, lo  stalo di tutte le funzioni, degli organi digestivi, de-  gli organi secrelorj, di quelli della locomozione, del  polso, della respirazione, della circolazione, did ca-  lore della pelle, delle facoltà intellettuali ; le diverse  giaciture del corpo, ed i tratti del viso, utili dedu-  zioni talvolta esibiscono. Van-Swieten consigliava di  visitare gli ammalati, in certi tempi, dieci e quin-  dici volte per giorno, e ad ogni ora tanto di fiorilo  che di notte. Ma questo precetto di,flicihiieuie po-  trebbesi mettere in uso nella pratica particolare.   Per ben conoscere una malattia acuta, bisogna  Spesso decomporla: sovente ancora, onde possedere     132   la intera storia d'una morbosa affezione , il medico  deve tener conto dell'influenza che possono eserci-  tare sopra dj, essa la natura del clima, la -varietà delle  stagioni, il regime, le passioni ed altre cose. Importa  assai notar con esaltezza l'ora delle esacerbazionì o  parosismi, e la natura degli epifenomeni che esister  potrebbero. Senza di questo metodo, è impossibile  seguire la malattia ne* suoi diversi gradi di sviluppo,  di ben conoscere i suoi periodi ed il suo cammino,  e finalmente di giudicare del suo stalo di genuina  primitiva semplicità, o di complicazione. Tutli i sin-  tomi caratteristici debbonsi tracciare ogni giorno, come  pure i cambiamenti diversi ebe provar possono nella  durata della malattia in disamina. Le impressioni  fatte sopra i sensi richiedono sole un'attenzione spe-  ciale, perchè dietro un insieme di segni esterni non  equivoci, e loro analogia con i risultamenti dell'espe-  rienza, il medico deve condurre il suo giudizio. Ed  ei continuerà regolarmente questo lavoro sino alla  guarigione, o alla morte dell' infermo} senza dimen-  ticare la circostanza del modo e l'epoca di termina-  zione della malattia.   Le apposite riflessioni sulle cause del successo ot-  tenuto, o del disastro sofferto, contribuiranno mol-  tissimo a formare la di lui esperienza , e gli addite-  ranno se egli abbia bene o male agito. Ma non affidi  alla memoria gli osservati caratteri, li deponga bensì  sulla carta, e dopo la morte del malato, o del ritorno  a salute, redìga egli la storia della malattia, soppri-  mendo tutte le circostanze meno essenziali.   Coloro che ignorano l'arte di osservare, sdegnano  gli scritti di Ippocrale. I soli uomini di genio pos-     Digiiized 0/ Google     ÌS3   •sono apprezzarne il merito, e far calcolo di molte par-  ticolarità che. sfuggono agli sguardi poco esercitati.  Nicomaco diceva ad uno spettatore che niente di bello  vedeva in un quadro d'Apelle: Prendi adunque i  miei occhi e guarda.   Il medico avrà già considerato attentamente tutti  i fenomeni che possono guidarlo a caratterizzare la  malattia, senza della quale precisa determinazione  nessuna certezza induce alle terapeutiche indicazioni ;  eppure non ha tutto adempito per meglio basare il  suo diagnostico : interroghi egli gli autori originali e  loro chieda lumi, confronti ciò che ha osservato con  fatti analoghi consegnati negli scritti di attenti pra-  tici, e faccia accurata comparazione della sua idoneità  con la dottrina di quelli. Deve inoltre affezionarsi co'li-  hri de'grandi maestri dell'arte, che hanno seguilo la  natura sulla via dell'osservazione. Il primo ed il terzo  libro delle Epidemie di Ippocrate, i suoi Aforismi ed   -i Pronostici, il suo Trattato dell' aria delle acque e  de'luoghi; Galeno, de' luoghi affetti; Sydeftham, e gli   - altri classici ; molte ottime semeiotiche, e nosografie ;  ecco le opere principali su cui incessantemente deve  meditare, e che, bene studiate, lo dispenseranno della  prodigiosa, moltitudine di volumi che disutilmente  ingombrano le biblioteche polverose: e poco scelte.   Un medico principiante, instatilo quanto si voglia,  qualunque sia la sua prudenza , non può giammai  promettersi di non commettere errori nella sua pra-  tica; e la più scelta erudizione, il giudizio il più  profondo, non saprebbero dispensarlo di siffatto tri-  buto che paga l 1 inesperienza. Prima di possedere  quel tatto che caratterizza 1' abile pratico, sarà egli     costretto per lungo tempo tasteggiare ed oscillare) indi,  poco a poco, il suo occhio si perfezionerà a vedere cli-  nicamente, e viemeglio famiglia rizzarsi colle varie fisio-  nomie delle malattie. Un anno di pràtica forma assai  più un medico che dieci anni di lettura o di lezioni.   Quantunque i principi! della medicina sieiio co-  stanti, spesso è difficile farne l'applicazione a casi  particolari. La verità non ai presenta mai subito. Per  cogliere l'indole d'una malattia, bisogna cercare sco-  vrirla col ragionamento , eseguire ora una cosa, ora  tentarne un'altra, nulla trasandare, niente precipi-  tare, regolarsi a norma delle circostanze, ed almeno  mai nuocere all'ammalato, se non puossi aju tarlo.  Talvolta è utile deviare dalle strade conosciute, e  deferire qualche cosa all'accidente. I metodi rigorosi  presentano pochi vantaggi, e molti inconveiiienLi ar-  recano. Giammai un cieco operato non condurrà a  rìsuUamehtì tanto soddisfacenti, quanto un empirismo  diretto dalla ragione e riunito al talento dell'osser-  vatore. Qualunque sia il carattere d'una malattia, le  funzioni del medico sempre riduconsi a dirigere o  eccitare gli sforzi della natura, ed a lasciarli operare.   Veder molti malati non è il mezzo migliore onde  apprendere a bene osservare. Una pratica poco estesa  istruisce meglio il medico studioso. Colui che esercita  la medicina negli spedali , vede ,molto , e non vede  troppo : la rapidità, con cui trascorre i moltiplicati  oggetti, non gli permette fissarli. Come esaminare pro-  fondamente, ini due ore, tutte le circostanze relative  alla storia delle malattie di cento a dugéutó indivi-  dui? Come variare i metodi curativi secondo le indi-  cazioni? Come, in tempo cosi breve, puossi riflettere     m   sopra ciò die si è veduto, rimontare da' fenomeni  alla loro etiologia, e approfondir tutto? Vi abbisogna  vasto talento, bisogna anzi genio per sottrarsi dal  basso mestiere, praticando in grande spedale.   È stato delto che un medico, il quale dì c notte  corre da un malato all'altro, è simile al prete die va  attorno ognora co' Sacramenti ; tulli due veggono a  modo stesso molti ammalali, ed entrambi hanno della  medicina la medesima esperienza. Laonde tra' medici  di pari ingegno o di pari goffaggine, sono incontra-  stabilmente più malsicuri quelli che ad un colpo deg-  giono visitare un mondo dì malati. La meiite non è  così veloce come le gambe di questi medici.   Un medico sommamente occupato, quanti più vede  ammalali, tanto manco vi pensa. La rapidità con cui  gli scorrono gli obbietti, come dissesi, non gli per-  mette osservarli, perchè gli sfuggono con la slessa  prestezza, e nella sua testa non gliene rimane che  an confuso barlume. Quindi non può egli penetrare  le circostanze precise d'un malato e d'una maialila,  nè a norma della loro differenza variare i suoi  metodi e i suoi rimedi, ma prende tutto all'in-  grosso. Io conosco, dice lo Zimmcrmann nel Trat-  tato sull'esperienza in. medicina, tra la folla di me-  dici, il più stupido di loro, secondo la moda dì og-  gidì, passare pel migliore. Questo Esculapio ba ogni  mattina nella sua anticamera da cinquanta a sessanta  maiali: egli ascolta le magagne di tulli, indi ordina-  riamente li schiera in quattro file; alla prima ordina  un salasso, un purgante alla seconda, un crislero  alla terza, ed alla quarta un cambiamento d'aria.  . Un medico non può azzardare un farmaco,, senza     TTipized &/ Google     136   essere impegnato ad amministrarlo colle leggi della  più esatta analogìa. Per bene osservare, bisogna in-  terrogare la natura con pazienza, e considerar, tutto  il corso d'una malattia con profonda attenzione. La  riunione di. queste condizioni dà sola la vera espe-  rienza, che si è definita « l'abilità a garantire il corpo  umano dalle malattie alle quali sta esposto, ed a  guarire queste malattie allorquando . si sono svilup-  pate »: Un medico, che non è dotato della felice or-  ganizzazione suscettiva e dello spirito attento e scru-  tatore che richiede l'arte di osservare , può veder  molti ammalati e mancare interamente d'esperienza.   Questi generali riflessi sulla pratica dell' arte dì  guarire negli ospedali , si applicano a' medici delle  grandi città estremamente occupati. Continue assenze,  numero eccessivo di malati, intoppi incessantemente  rinascenti, permettono loro assai poco di raccogliere  esatte osservazioni; ed eglino non ne hanno il tempo  nè la premura.   Le grandi pittà sono il punto di unione de'medici  e de' medicastri d' ogni genere , né * rifluiscono nelle  campagne che allorquando, imperiose circostanze ve  li astringono. Per riuscire in qualche città capitale ,  bisogna tempo, gran pazienza, e molto sapere. E dif-  fìcile impegno il fissare la pubblica attenzione, e vi  si giunge trovando da percorrere piuttosto ignote  strade nella folla che si urta e si sforza onde per-  venire [alla meta stessa. Nelle piccole città, al con-i  trano, se- il medico non può sperare tanta opulenza,  che sarebbeglì possibile acquistare altrove, ha il van-  taggio almeno di possedere più sollecitamente la fi-  ducia e la stima pubblica; ed ivi ricavar può egli     Llr.l l'Z'Jd b,     137   tanta esperienza come nelle popolose città. Ippocrate  ha esercitato in ristretti paesi o in borghi, nessuno  de' quali era sufficiente a mantenervi un sol medico.   11 maggior numero delle sue osservazioni fu raccolto  in Tessaglia e nella Tracia, di cui rammenta Lnrissa,  Cranone, Acno, Oeniade, Jera, Eliso, Perinlo, Taso,  Abdera ed Olinto, tutti allora piccoli villaggi. Galeno  dice che in un solo quartiere di Roma eravi più  gente che nella più estesa contrada dove Ippocrate  si esercitava. La grandezza di un medico adunque  non vuol esser dedotta dalle farraggine degli amma-  lati, bensì dal talento di saper trarre d'ogni caso  particolare tutti i possibili vantaggi.   Un antico regolamento in Francia prescriveva ai  medici che destinavansi alla pratica nelle grandi citta,  di esercitarsi prima molti anni nelle campagne vi-  cine. ( Knipliof, Novo medico praxln non esse con-  cedendam). Sembra ch'essi avessero il tacilo permesso  di scozzonarsi a rischio della parte più sana e più  utile dello Stato, osserva giudiziosamente Vieq-d'Azyr,  e che la medicina abbia bisogno di simili espedienti  ond'essere praticata, i quali sono tanto vituperosi per  essa, quanto insultanti per l'avvilita umanità.   Ingannetebbesi pur troppo un medico se credesse  arrivare facilmente all'auge di fortuna, apprestando  le sue cure a titolali infermi, e consacrando esclusi-  vamente il suo tempo alle classi superiori della so-  cietà; avvegnaché la classe agiata del popolo gli pre-  senta una via più sicura alla sua pratica. Presso di  ucsta, meno avviluppato nel!' esercizio della profes-  sione, divincolato e libero Dell'impiegare i mezzi  terapeutici che giudica convenienti, di rado responsa-     136   bilo dell'avvenire, egli vi trova ancora una riconoscenza  più liberale: e men negligente della vantata munifi-  cenza de' grandi. e ,.• ■ ,' w. .:. ■ .; .   Nella estese citta eziandio, ed ovunque altrove, la  chirurgia offre mezzi di sussistenza meno moltiplicali  di quei della medicina. Hanno alcuni i esclusiva re-  putazione per la pratica delle operazioni. Costoro  sono sempre quelli che 1' accidente i ha posto ;il go-  verno degli spedali. Quindi i chirurghi lèi gli ufiiuiali di  salute, dappertutto più numerosi, assai de'iuedici, non  possono mantenere le loro famiglie che esercitando  indistintamente, ed' alla meglio, le due: partii dell'urte  di guarire.   Senza vero sapere medico, ma con sufficiente giu-  dizio per lasciare agire la natura , un inedie^ può  usurpare facilmente una estèsa celebrità. Per un chi-  rurgo è tutt'altio: i di lui errori si scorgono .in pieno  ■giorno,, se la Sua mano è inabile,, e lutto il . super-  fare possibile non può 'salvarlo d'essere -designato ben-  tosto qu al cattivo operatore. . questo, nessuna certezza in medicina.   " Egli . è difficile veder molti malati , e difendersi  dalla tendenza del ceco medicare che inspira all'uomo  la naturale infingardaggine del suo spirito; per lo che  negli spedali massimamente i medici ru lini eri si rin-  vengono, ..   Costoro, con un sol colpo d'occhio, riconoscono  uua malattia; la quale,ipìù oscuro diagnòstico pre-  senta, più facilmente da loro vien già caratterizzata:  nel che, niente imbarazzali. Dietro brevi interroga-  zioni fatto all'infermo per sola forma, prescrivono  macchinalmente un Ordinativo, che lo allievo, incari-  cato del lòglio di visito, scrive per esteso dopo avere  udita la indicativa parola. Tale è tutta l'arte loro;  tale è la loro condotta, costantemente la stessa. Ma  questi pratici, il cui numero fortunatamente è poco  considerevole, le sole facce de' loro ammalati cono-  scono appena. ,   Alcuni medici divengono macchine coli* in vece h iare ;  leti* non permette ad .essi di seguire i progressi della  scienza, o assoggettarsi a nuovi sludi : ostinatamente  fissati alle antiche loro dottrine, non vogliono variarvi  alcuna cosa: tutto. ciò che è nuovo li disgusta e li  sdegna, quindi più non leggono. Dopo cinquantanni     Diqiiized 0/ Google     Ì43   di medico esercizio, è impossibile per loro adottare  altri principii, diversi degli acquistati, che per sì  lungo tempo sono abituati seguire.   Hokbtjus, Manudìictìo ad medfqinani.   2.   ■■ f. - . ^ , ■ ■■ ■ Btìiti Presunzione. 1 , ■'■   Non chiedete a quel dottore ciò eh' ei su, si bene  ciò che ighpraL Egli ha letto tutto, ha veduto tuUo:  i più difficili casi non lo sorprendono; le opera-  zioni chirurgiche più delicate sono per lui un pas-  satempo: niente lo con l'onde; il suo genio tutto, pre-  vede, .tutto intraprende. Di.' sè egli parla in termini  magnifici: e- terrebbe a disdoro il sembrar d'ignorare  cosa veruna. Quali malattie non ha egli guarito mai?  H c anero e l'.'ìdrofobià confermata, nelle sue mani,'  hanno cessato d' essere incuràbili ; egli 'crede posse-  dere, senza accorgersi della tròppa arroganza, tutto  il sapere che puossi avere, che giammai potrà egli  acquistare: ii primo! aforismo d'Ippocrate non. ha si-  gnificato alcuno per lui; e finalmente crede aver egli  in .sè -infusa 'il genio ed il potete d'Esculapio: stesso.   Pochi medici hanno spinto cos'i lungi il ridicolo della  vanità, quanto Menecrale, nè s' ignora quali lezioni da  Filippo-, egli abbia ricevuto; ovvero Come Paracelso.   Ethullerus, De medico mendace.     Digiiizcfl ay Google     M4   3.   Della Timidità.     Talun medico ha grandi talenti e profondo vastis-  simo sapere, frattanto ei non fa numero, e giammai  verun posto occuperà egli nella gerarchia di sua pro-  fessione ; e eoa le' più estese cognizioni , egli ha  l'aspetto dell' ignoranza.   Interrogatelo: le sue risposte sono le più confuse  ed inette. I casi i più semplici lo sgomentano; detesta  sempre di agire, e con paura ne determina la esecu-  zione. Invano la natura annuncia un esito salutare;  tremante ognora, non osa secondarla. Giammai non  ha sentito egli quelle subitanee improvvise inspira-  zioni che rivelano ad na uomo di genio il carattere  di una malattia complicata nel suo andamento e nel  diagnostico, e fuor delle vie comuni gli fanno trovar  i mezzi di trionfare della violenza e della sua perti-  nace resistenza. Conseguentemente nel deliberare ei  perde la favorevole occasione ed il momento di ri-  schiare con vantaggio.   Un tal medico non uccìde i suoi malati, ma egli  li lascia morire.     Heister, De medico nimis timido; Steìnmxtzkjs, De  juxta media timiditate.     H5     4.   Del Giudizio Falso.     Alcuni medici si inorgogliscono pompeggiando non  credere alla loro scienza. Svincolati d'ogni pregiudi-  zio, trattano di vane ciance i precetti dèli' oracolo  di Coo. Irremovibili nelle loro opinioni, riguardano  come Favole i fatti più autentici; e l' arte di cono-  scere e di trattare le malattie è a' loro sguardi un  ciarlatanismo, fondato sull' ignoranza e sulla credulità  del volgo. Ma come non lasciarsi imporre da indivi-  dui, iniziati in tutti i secreti delja medicina? Come  sospettarli di malafede, allorquando in verità fanno  il sacrifizio di tanti anni di studi e di lavori còsi-  penosi ? In siffatta guisa argomentano alcune persone  volgari. Tuttavia l'uomo imparziale scopre bentosto'  in questi pirronisti, que* medicastri, che, disgustati  d'una pratica disgraziata, accusano senza pudore la  medicina degli errori esclusivamente imputabili alla  loro ignoranza.   Alcuni pretesi dottori, senza istruzione, .senza ta-  lento, e sforniti non meno di scienza che di principii  elementari, coloro in 6ne il di cui giudìzio è essen-  zialmente falso , che, per comparire spiriti forti nella  professione, denigrano ciò che ignorano, condannano  tutto quel che sono incapaci di comprendere, e ren-  donsi segno del pubblico dispregio, osando esercitare  un ministero che giudicano inutile alla società.     4 46   Altri medici niente scorgono di oscuro nella scienza  dell'uomo. La natura non ha segreto -veruno, che  non discoprano; nessun velo occulta a' loro sguardi  penetranti i misteri della nostra organizzazione. Non  vi sono malattie che non possano perfettamente spie-  gare e guarire. Questi pratici si uniformano cieca-  mente a tutte le osservazioni che i libri contengono;  e tutti gli assiomi d'Ippocrate sembran loro immu-  tabili verità. Inutilmente l'esperienza accuserebbe la  loro dottrina; il maestro l'ha detto, èssi in discolpa  rispondono, egli non ha potuto ingannarsi giammai.  Laonde, per loro di nessun valore risultano le sco-  perte novelle della scienza, che nemmeno vere le  supporrebbero.   Tutti i fenomeni, tutti i cambiamenti che presenta  una malattia, durante il suo corso, dipendono, agli  occhi loro, non dagli sforzi della natura, ma bensì  da' farmaci diggià somministrati, quantunque inattivi  altronde ed inutili siano stati. E nell'alta idea che  hanno della forza della medicina, si immaginano che  nessuno de'mali, che affliggono la specie umana, non  possa loro resistere; e spreca tori, senza discernimento,  di tonici, di salassi, di emetico, e de'più attivi medi-  camenti, pensano sempre che agir si debbe, ed agire  con tutta energia, i .   Vi sono de'fanatici in medicina: con questo nome  indicatisi i partigiani esaltati di tale o tal altra dot-  trina. Guardisi bene ognuno di osar censurare il loro  idolo venerato: se avrassi tanta temerità, le ingiurie  vomitate dalla loro bocca sarebbero in tanto cumulo,  come eran le parole che Omero , in pubblica con-  clone, fa dire al vecchio Nestore, oh' ei paragona     Digiiized 0/ Google     147   alle onde di neve, impetuosamente in copia cadenti.  Costoro di esclusiva ammirazione si preoccupano,  disprezzando tutto ciò che ad altrui partito giudizioso  concorre.   Gagnok, De la recerefte de la vénti dans la mé-  decine.      (Jigiiizod by Googlt     xx   Del Modo d' Interrogale gli Ammalati.     Le querele e le doglianze del malato e la storia  ch'ei narra de'mali suoi, sono le basi sullo quali il  medico appoggia la sua diagnosi, e gli forniscono la  determinazione alle principali indicazioni terapeuti-  che- Senza questo soccorso non può egli formare  evidenti distinzioni, ma appena sole congetture. Le  interrogazioni senza metodo, gli schiarimenti mal di-  retti, stancano l'infermo senza illuminare il medico.  Girolamo Ca podi va ce a ha sentito bene quant'era ne-  cessario stabilirle metodicamente, ed ha lasciato su  questi elementi essenziali di pratica, i più utili av-  veduti precetti. (Capivacius, De modo interrogarteli  aegros; opera omnia).   Alcuni ammalati esprimer non possono le loro  idee. Indarno si sforzano manifestare le proprie an-     Oigitized &/ Google     4 49   gosce, tutto è confuso ne'loro discorsi. Inutilmente  si domanda loro un esatto ragguaglio delle cause e  de 1 fé nome ni della malattia ebe li tormenta; nella ri-  sposta, si spaziano in prolisse digressioni, si fissano  sopra indifferenti circostanze, ed i più disparati og-  getti sciopera Latuco te con fondono. Con tali cervelli  dovrà il medico tuttavia istituire i suoi quesiti. 11  metodo ù la fiaccola, che Io guiderà in mezzo alle  dense tenebre clie lo circondano; per esso distin-  guerli il medico le peculiari circostanza clie li, inno  preceduto la malattia, da tntl'altri fenomeni clic lo  colpiscono 3 ed i riflessi indifferenti ed estranei alla pa-  tologica sua relazione, da quelli che soli caratterizzar  la possono.   Finito il racconto che un malato lia fatto di ciò  eli' ei soffre, non deve il medico interrogarlo seirzu  ordine sopra tutti gli clementi de' inali di lui, o so-  pra i segni die vi scorge, ma deve informarsi piut-  tosto del princìpio d'ogni passato avvenimento, avanti  esaminare lo stato utluale delle organiche funzioni.  Spesso alcune circostanze in apparen/.a futili, sulle  quali è ricondotto il paziente, spargono una viva  luce per la diagnosi della malattia in esame.   Conosciute le cause d'una malattia, e stabilito con-  segue n temente il trattamento curativo. Accora la mente  istrutto del corso de' primi sintomi e dell'ordine col  quale sono apparsi, il medico medita sui fenomeni  che già osserva; ed ingegnasi quindi unificare ciò  che realmente scorge coi ricevuti schiarimenti.   Vi sono alquante espressioni, famigliari agii am-  malati, il di cui significato non deve esser per il me-  dico quello da essi apposto\L     150   Alcuni individui sono portati naturata e nte"ad esa-  gerare i loro dolori; ma il medico su questo eccesso  di doglianze dovrà diffidare con discernimento. Le  espressioni del dolore non sono sempre sincere. Ascol-  tando un malato, nella narrazione de' suoi patimenti,  cercherà il medico carpire il soggetto dello allarme  di lui, vero o esagerato; e porrà ogni attenta cura  ad esplorare quel cuore, e penetrare in quel pensiero,  onde squarciare il velo ad ogni occulta imagiuata  chimera.   Altri ammalati fanno al loro medico insidiose di-  mande, non già per conoscere il di lui avviso sullo  stato in cui trovansì, ma per giustificare l'opinione da  loro concepita; e cercano ne' discorsi di un uomo  della professione un alimento a' timori, di cui la loro  immaginazione è cupamente ingombra ed oppressa.  Tale è lo scopo de' malinconici, de' tisici, e di alcuni  tabidi, nelle interrogazioni numerose che dirigono a  chi prende cura di loro salute. Un medico che saga-  cemente ha cólto la causa delle loro sollecitudini,  deve subito dare una diversione al loro spirito ango-  sciato, simulando un pericolo differente di quello che  li allarma.   Non è diffidi cosa scorgere una donna tentar d'in-  gannare il suo medicò, narrandogli malori che affatto  non soffre; è simular malattie nervose con la più  esatta naturalezza. I segni morbosi' che appartengono  a funzioni dipendenti dal dominio encefalico, non  possono giammai essere simulati, e sono i soli a cui  il medico accorderà assoluta fiducia. Quasi tutte le  storie di malattie- nervose straordinarie, hanno abili  donne per eroine; ed e accaduto sovente che la     Digiiizefl 0/ Google     151   estrema loro destrezza nel sostenere la propria fur-  beria, ha deluso la prudenza di qualche medico illu-  minato ed accorto.   Interrogando un malato, è utile talvolta distrarlo  dal tema principale delle richieste che gli si fanno: al-  lora quegli si tiene meno in guardia, e più facilmente  avviene d'ottenere la verità nelle sue confessioni. Il me-  dico -avrà cura di addolcire le inflessioni della sua  voce, scegliere le espressioni che infondono la più  anì'ttiuis;» benevolenza, onde padroneggiare sul cuore  dell' infermo, facendogli mauiffito in suo bene un vi-  vissimo interesse. Le austere laconiche interrogazioni,  ritengono le effusioni del dolore sui labbri dell'in-  felice, che ne soffre Io strazio: ma le dimande fatte  con dolcezza e con pietosa commiserazione, provo-  cano ogni larghezza di fidanza, e quella espansiva lo-  quacità che le angosce desiati mitiga diggià, e sol-  leva. Ed al contegno grave ma aperto del medico,  un dolce sorriso sul labbro di lui, fa nascere o rav-  viva la speranza, e dissipa molti: timori spesse volte  ai misero inférmo funesti. Ma se ad elevato rango  il malato appartenga , non dimenticherà il medico  che un servile abbietto portamento degrada, né in-  spira fiducia alcuna; come un'aria di superiorità  verso un infelice plebeo, è vile e crudele.   Si deve alla dottrina di Doublé un eccellente ca-  pitolo sul modo d' interrogare e di esaminar gli am-  malati. Dividesij die' egli, in due parti naturalmente  distintissime: la prima abbraccia la conoscenza di  ciò che ha preceduto la malattia ; la seconda com-  prende la conoscenza delle circostanze alla stessa  malattia appartenenti; e deve il medico informarsi     J52   inoltre di tutto ciò che si riferisce all'influenza degli  esterni modi fica tori, c conoscere la temperatura e la  topografia medica del luogo ov'egli pratica.  1 Laonde esaminerà egli primamente 1' età, il sesso,  ];i professione; le passioni, le abitudini, il genere di  vita dell'ammalato; l'esercizio generale delle sue fun-  zioni nello stato di salute; richiederà del corso di  questa salute anteriore alla invasione della malattia  attuale, d'altra forse antecedentemente sofferta, degli  effetti generali de'me dica menti sulla sua costituzione,  delle malattie di famiglia o de' genitori. È utile sa-  persi con precisione l' ora fìssa dell' ingresso del  morbo, e la determinazione del suo periodo, e se  per ripetuti accessi, per prima invasione O alta-  mente. Se tali notizie potesse il medico ottenerle dai  circostanti , risparmierebbesi al paziente cosiffatta  noiosa fatica.   Ottenuti i preliminari ragguagli, si procede ad una  serie di interrogazioni direttamente relative alla re-  gione, sede del patimento del dolore e dello scom-  piglio delle funzioni, di cui lagnasi specialmente l'in-  dividuo. Indi si chiederà esatto conto di tutte le  altre parti del corpo , procedendo metodicamente  dietro l'ordine naturale e la successione delle fun-  zioni.   Cosi, pe' fanciulli, bisogna richiedere della denti-  zione, del sonno e dell'appetito. Chè se le malattie  de'bambini sono spesso difficili a trattarsi, ciò in gran,  parte, deriva perchè esprimer non possono que'pove-  rini i mali che risentono, ed il medico non può  trarre alcun lume sull'indole, de' loro patimenti; essi  rispondono male alle di luì inchieste, soffrono e si     DigiiizM 0/ Google     Ì5S   tacciono. F. pei* ima donna, della mestruazione, e delta  supposizione di gravidanza: se trattasi di alcuna nu-  bile, si è in dovere parecchie Tolte informarsi, iu  modo dubitativo, de' suoi rapporti col sesso più forte.  Fer un vecchio, ond'esser qui breve , cliè biugo sa-  rebbe per sìngolo enumerare ogni quesito da pro-  porsi, bisogna investigare lo stalo delle f.icolià imel-  leitualì, delle forze muscolari, dello stomaco, della  imitazione, defecazione, sonno, cec.   Utilissimo riuscir potrebbe esplorare assolutamente  ogni regione ed ogni parte della persona degli uni-  malati, ma il pudore vero o simulalo delle donne e  la convenienza abituale, impediscono frequentemente  di fare queste indagini colta esaltezza desiderabile. Nò  bisogna tacere che fino a questi ultimi tempi, Utni-  ta vanii 1 mediei all'esame del l'aspetto, della lingua,  del polso, delle orine, degli escrementi, delle materie  vomitale, o del detratto sangue. E meno attenti degli  umidii, die almeno esploravano sempre gU ipocondri, i  medici dell'ultimo secolo non palpavano le regioni del  corpo de'loro ammalati, se non erano di ciò richiesi!.  Ma Corvisart, rimodernando i lavori di Avcnbnigger,  richiamò l'attenzione agli esploramene del torace - e  lìiunssais ha dimostrato quanto sia vantaggióso il  palpamento dell'addome sopra tutti i punti della sua  superficie.   L'esplorazione clinica ha fatto sufficienti progressi  in questi ultimi tempi: ciò che segue a tale soggetto,  emerge dal piano traccialo per Morejon, sommaria-  mente esposto ne'dizionarj di medicina.   La vista ci fa riconoscere una colorazione insolita,  il cangiamento di forma, di volume e di rapporto, o     DI0ttad oy Google     134   le soluzioni di continuità delle parti situate alla sii-  peplicie, o . accidentalmente poste a nudo.. Per essa  ci rendiamo esatto conto dell'aspetto della cute ca-  pelluta, della faccia, della Locca, della pelle, e di  tutte le materie evacuate naturalmente o artificial-  mente.   L'odorato ci appresta la conoscenza dello olezzo  generico che emana dal corpo del inalato, di quello  elle esala dalla bocca di lui, dalle fosse nasali, da  tutt'altra parte esteriore, o finalmente da materie  evacuate o estratte.   Il gusto è di poco uso, avvegnaché lungi di esplo-  rare queste sostanze, volentieri si ammette ciò che  l'ammalato stesso ne accusa.   L'udito ci fa riconoscere lo strepito che risulta,  dalla locomozione naturale o provocata delle parti  contenenti o contenute, naturalmente o casualmente  poste in movimento. La succussione raccomandata da  Ippocrate, la percussione da Avenbrugger, la steto-  scopia da Laènnec, la, plessi me t ria da Piorry, la pres-  sione in diversi sensi, dan luogo a rumoreggia menti,  che l'orecchia, nuda o armata di strumenti, racco-  glie, su' quali riposa talora la diagnosi di malattie  oscurissime senza questo mezzo di esplorazione.   Il tatto è di grande importanza, poiché ci istruisce  dello slato della cute, del suo tessuto cellulare, dei  muscoli, del cuore, de' visceri addominali, delle parti  genitali della donna, ecc.   Laonde per l'applicazione de'cinque 1 sensi ad ogni  organo, raccolgo nsi per quanto è possibile gli elementi  razionali ed esatti sullo stato delle parli dell'orga-  nismo, sopra le quali possono agire maggiormente.     155   Non basta però esercitarsi a far questa esplora-  zione con ogni metodo e complessivamente; è neces-  sario altresì che il raziocinio concorra ad unificare  tutti i dati esibiti per l'uso de'sensi, li disponga nell'or-  dine di loro naturale concatenazione, e distingua quelli  che hanno maggiore importanza nella ricerca dell'in-  dole e della sede del male. Bisogna che la sagace av-  vedutezza del medico ponga a confronto lo ammalato  attuale con malati analoghi, già da lui osservati, e  con quelli di cui ha letto la storia patologica negli  scritti di buoni osservatori, o di nosografi di prima  classe; nel qual paralello, rafforzerà lo scontro ed il  concorso delle cognizioni anatomiche e fisiologiche  che rapportar si possono al caso presente;  ■ ;. La vita è assai variata, gli organi sono troppo nu-  merosi, le azioni organiche molto diverse e ripetute,  e le malattie oscurissime in varf casi, onde esser  possibile decidere sempre, sin dal. primo giorno,  della loro natura e della sede loro. Come condursi  sino a che tale incertezza in tutto od in parte sia dis-  sipala? Lo illustre Stoll ci fornisce la. migliore regola:  lndicatione incerta, maneas in generalibus .- la quale  però è poco utile per esser troppo generica. Ovvero pre-  sumere con Pinel ed i naturismi che bisogna restare in  aspettazione, è quasi un dire nulla.' La sola regola  in simil caso, e frequentissimo è un tal riucontro,  sia quella di dirigere e moderare l'azione de* modi-  fica tori dì ciascun organo, e rimovere ancora tutti  quelli che suscettibili pur sono di sopreccitare l'azione  organica in ognuno di essi. Questa è la sola aspetta-  zione razionale , che spesso allontana efficacemente  lutto ciò che impedjr potrebbe il ritorno al tipo     Oigiiized &/ Google     4 56   normale di vita, e la guarigione ha effetto senza do-  ver ricorrere a mezzi ulteriori.   L' indole e la sede della malattia trovatisi forse ma-  nifeste, intenso il morbo, importante l'organo affetto?  bisogna di conseguenza ricorrere sollecitamente al  trattamento più diretto ed energico, nella indicazione  terapeutica che seguir si debbe.   Nelle malattie croniche, è necessario ora indugiare,  quando incerta siane l'indicazione; or adoperare tutto  il medico potere, tostochè la diagnosi in modo non  equivoco SÌ presenta. .   Il medico che si occupa del suo malato solamente  allorquando gli siede accanto, tradisce la di lui fi-  ducia, ne la merita per quell'istante. Terminando di  visitarlo, dev'egli riflettere eziandio a quanto ha dig-  già osservato, a quel che ha prescritto, e riassumere  1' idea generale che ritenere egli deve sulla clinica  osservazione da lui fatta; nè in ciò bisogna che la  sua attenzione sia assorbita e distolta dal calcolo de-  gli onorari che gli competono.   La frequenza delle visite dev'essere in ragione della  gravezza del male, o dell'espresso desiderio dell'in-  fermo o della sua famiglia. Gli ammalati visitar si deb-  bono per lo più ogni giorno ad ore diverse, ma nei  parossismi a preferenza. Spesso è indispensabile per due  volte al giorno eseguirsi la visita clinica, talvolta an-  che di notte; ed in pressanti incontri il medico  non potrà abbandonare ìl malato. Util cosa è frat-  tanto non accondiscendere sempre alla -richiesta di un  infermo, che per pusillanimità esige ognora presso  di sè l'assistenza del curante, avvegnaché si giudica  male sovente di colai che spesso non involasi nè     OigiiizM &y Google     r     457   facciasi cleside. are. Ma 1' esperi SUu a è l'arbitra delta  moderazione.     Eppure quanto precede non è tulto sul modo di  interrogar gli ammalati. Ed in generale, gl' individui  i di cui malori sono l'effetto dui libertinaggio, •   quali il dolore, giunto, ad insoffribile grado, strappa  involontariamente delle imprecazioni 1 contro colui che  è costretto assoggettarli a crudeli manòvre. L'eccesso  de'Wo tormenti rende perdonabili i loro oltraggi..   Dippiù; tal ammalate non vuol prendere che far-  maci gustosi ; laonde rifiuta tutti quelli, di cui  l'odore, la forma o il sapore gli dispiacciono; persi-  ste ostinato nelle sue risoluzioni, c per questa con-  dotta irnigionevole riduce il suo medico nell'impos-  sibilità di agire. Tal altro non ba questa mania, ma  curioso all'eccesso, ei vuol saper tutto: bisogna ren-  dergli ragione dell'azione de' medicinali, istruirlo dei  fenomeni delle funzioni vitali, e spiegargli le menome  particolarità de' mali eli' ci prova.   Spesse volte vi sono ammalati, che fanno dispe-  rare il medico per la loro .indocilità. Dietro aver ad  essi profuso tutte le possibili cure, dopo avere sof-  ferto vivissimo inquietudini sulla sorte loro, sarà per-  venuto egli alla fine a condurli ad insperata conva-*  Iescenza ; lieto del successo degli sforzi suoi, promette  loro una guarigione sicura, se per altro breve corso  di tempo sottoporsi vorranno ad una indispensabile  dieta: inutili precauzioni, superfluo avviso! in di-  spregio degli indicati saggi consigli, ogni disordine _  nel regime essi commettono, e ricadono nell'abisso de'  mali, d'onde erano stati tanto penosamente sottratti.   Molte e varie circostanze richiamare io potrei, per  le quali le passioni e disposizioni di spirito de* ma-  lati esercitano la pazienza del medico: perlochè facile  mi sarebbe additare l'inconseguenza, la' leggerezza, la  meschinità di cosiffatti ammalati, i quali, dopo avere  manifestata intera fiducia al loro medico, ad un tratto,     166   sènza ragione veruna , si intiepidiscono à di lui ri-  guardo, e gli manifestano una ingiuriosa diffidenza: o  potrei indicare coloro che esigon troppo, sempre mal-  contenti, i quali vogliono che lutto ciò die li attornia  sia vittima de' loro capricci; e se fossero assecondati,  erigerebbero ancora una diuturna indefessa assistenza  del loro medico, che dovrebbe dimenticar per essi tutti  gli altri suoi ammalati. E dir potrei di quegli esseri  spietatamente ingrati, che dovendo l' esistenza, di cui  sono indegni, alle sollecite cure di un abile profes-  sore, stancano la di lui delicatezza con vani pretesti,  con affettati indugi, e talora non trovano altro mezzo  onde sdebitarsi dell'obbligo doveroso della ri cono-  scenza,, che dirigendo contro di lui i dardi più acuti  della calunnia, o lo strazio più accanito della male-  volenza ! !   Ma' io non pretendo esaurir la materia : ed à questa  succinta sposizione limito la enumerazione delle prin-  cipali cagioni che possono cimentare la pazienza del  medico.   ' Ed il principiante, al suo ingresso in società, deve  opporre un fondo inesauribile di pazienza all' .indiffe-  renza, talvolta contumeliosa, del pubblico. Se egli pra-  tica in una vasta città, lungo tempo negletto, sarà  sposso testimonio de' trionfi di medicastri spregevo-  lissimi: ma l'oro prezioso ed il fango putente non  saranno sempre confusi, e verrà il tempo in cui ne  saranno separati.   In tutti gli incontri, in ogni passo di loro carriera,  i medici hanno un bisogno estremo di pazienza ; e per  essi principalmente dir si può: ^a pazienza è il genio!     XXII.     Della Prudenza del Medico.     Necessario in ógni istante è al medico, nell'eser-  cizi» di sue funzioni, il soccorso della prudenza. Nè  di quella conveniente alla scelta de' farmaci, o alla  determinazione delle terapeutiche indicazioni, qui si  ragiona; benvero di quella che dee guidare la mo-  rale condotta del seguace d' Ippocrate.   Conservare V integrità della propria riputazione ,  è un impegno che esige da lui attenzione perenne. La  tendenza degli uomini, propensa ad accusarlo dell'im-  potenza della natura, è tale, che, in tutte le malattie  gravi, la' prudenza inculca al curante richiedere av-  viso d'altri medici, onde mettersi in salvo dagli at-  tacchi della malvagità e dell' invidia , e per ajutare  l' infermo, se mai potrassi, con più efficaci sussidi.     OigiiizM &/ Google     168   In alcuni casi adunque, ia difficoltà della diagnosi  d'una malattia, l'imminenza del' pericolo in cui tro-  vasi l' ammalato , la necessità di ricorrere u mezzi  estremi, impegnano il medico prudente a sollecitare  il convegno d* uno o iti parecchi suoi colleglli, più o  meno rinomali, per conferire sullo slato di chi tro-  vasi affidato alle di lui cure, a chiedere cioè una  coiisidtnzione. Ovvero, l' aspettazione del medico ordi-  nario delusa per la durata, per i temibili progre-  dimenti del male, o per altri motivi più o meno  fondati; o il solo desiderio dì procurare all'infermo,  come si disse, tutti gli aiuti della scienza dispo-  nibili, inducono i parenti del malato a riunire at-  torno al suo letto parecchi uomini dell' arte, nella  speranza di vedere scaturire nel loro concorso lumi  novelli in di lui vantaggio.   Stabilito il progetto del desiderato consulto, il nu-  mero e la scelta de 1 medici clic devono formarlo, sarà  premura degli interessati, che sì invitino i più idonei;  o si determinerà ciò dal medico curante stesso, che  na. c stalo fatto l'arbitro. Nell'ora del giorno fra loro  convenuta, o fissata ordinariamente dal più anziano,  eglino riunirannosi presso l'infermo. Prima di entrare  nella camera di costui, il medico curante farà l'espo-  sizione della malattìa, de' mezzi adoperali e degli  effetti di ri sul lamento. Indi gli aggiunti e consultori  si recano dall' infermo, lo esaminano, esauriscono tutte  lé ricerche e le domande necessarie a stabilire op-  portunamente la diaguosi ed il pronostico dell'affe-  zione; ed in tal modo, si accertano essi sulla vera-  cità della narrazione già preceduta, o modificano le  loro idee dietro ciò che inesatto o incompleto avranno     OigilizM D/ Google     4 69   dedotto. Di ritorno nella sala di riunione, ciascuno  di loro, prendendo la parola in ordine inverso alla  maggioranza di età , esporrà la sua opinione sulla  analizzati malattia, e sul trattamento curativo die  adottar si «rede. Finite la discussione, i consultori si  riconducono presso l'infermo. Allora il più anziano  accenna, secondo le circostanze, in tutto od in parte  soltanto, il ri sult amento della discussa deliberazione,  e le speranze da loro fondale sulla di lui guarigione.  Uno de'mediei redige la consultazione o la prescri-  zione,, da tutti poscia firmata. Ma Ordinariamente  qnes té mediche radunanze non si adempiono con  tanta solenne pompa: un solo aggiunto basla da  consultore, ad invitò del medico curante od a richie-  sta dell'ammalato ; e, non osservando di tutte le de-  scritte convenienze cbe le necessarie, imposte dalle  peculiari circostanze, si accordano di subito intorno  al trattamento più cordacente al caso.   Eppure ai 1 è supposta finora una unanimità di  opinioni, cbe non si osserva quasi giammai. Qual  sarà la condotta del medico ordinario, tostochè il suo  di vis amento sarà opposto a quello de' col leghi in-  tervenuti? Nel caso in cui l'uguaglianza dell'av-  viso deb maggior numero, supponendolo poco saggio,  non possa cagionare notabile pregiudizio all'infermo,  prudenza richiede poter visi uniformare, con la re-  strizione di arrestare lo adempimento dell'adottata  terapeutica, se l'esperienza farà riconoscerne incon-  venienti; ovverò se, dopo sufficiente tempo, non avrà  prodotto il bramato risultamento, impedendo in tal  guisa l'adoperare di più utili rimedj. Ma quando trat-  tasi di quei mezzi estremi, che erroneamente appli-     470   cali comprometterebbero la vita del paziente, o Io  esporrebbero all'inutile sacrifizio di un membro di sè  stesso, come in alcune chirurgiche operazioni, il me-  dico curante ponderar dee allora l'autorevole credito  di coloro dalla cui opinione egli dissente. Ed acce-  derà a questo divisamente, se nella costoro ricono-  sciuta abilità e consumata esperienza potrà dedurre  inconcusse ragioni da quietare la sua titubanza. Laonde,  senza mancare ai giusti riguardi dovuti a' professori-  colleglli, dichiarerà egli la sua opposizione in diver-  genza di avvisi, e chiederà un nuovo congresso, com-  posto per intero od in parte d'altri aggiunti con-  sultori.   Le considerazioni medesime di onore e di probità  dirigeranno la condotta del medico consultore. Se,  per delicatezza, dovrà questi ognora astenersi dal di-  sapprovare apertamente ciò che è stato eseguito, il  dovere gli impone eziandio di opporsi energicamente  ad ogni metodo di trattaménto curativo che sem-  brassegli pernicioso.   L'utilità di queste consultazioni non puossi con-  traddire giammai, specialmente se risultano dal con-  vegno di medici, che per attestato anche de' colleghi  hanno diritto alla pubblica fiducia. Tuttavia la dif-  ficoltà dì adunarne un cerio numero con la garanzia  di tali requisiti, particolarmente nelle città poco po-  polate, ove sovente regna fra' medici una scandalosa  detestabile rivalità, ha fatto considerare le consulta-  zioni medico-cliniche più funeste che vantaggiose agli  infermi. Talvolta li an dato luogo a dissensioni pue-  rili e ridicole, che hanno fornito a'detrattori della  medicina l'occasione di lanciare satirici strali contro     OigiiizM &y Google     l'utilitè di questa scienza. Ma siffatti sarcasmi avranno  colpito soltanto qne'medioi, che la vana loro presun-  zione o le passioni loro vilissime rendono in ogni  tempo spregevoli ed odiosi.   La prudenza inculca al medico curante" di avver-  tire chi è interessato per l'infermo sul pericolo del  male, su bit oc li è dichiarasi, od anche appena comincia  a sospettarne il pencolo.   Chiamato a trattar malattie, di cui l'avverata esi-  stenza recar potrebbe il disordine in alcuna famiglia,  il medico prenderà le più accorte precauzioni, onde  non compromettere la sua riputazione ed i segreti  che gli si affidano. Si troppa importanza per lui è il  non errare, uè accusare una donna, un marito senza  colpa, o una fanciulla d'intatti costumi, di qualunque  malattia che l'opinione pubblica come vergognosa di-  chiara. Ledi lui funzioni spesso lo iniziano- in reconditi  misteri, sia per loro importanza sia per singolarità. De-  positario de'secreti delle famiglie e degli individui,  egli conosce le loro pene, le loro passioni, le spe-  ranze loro più intime; confidente dello sposo e della  sposa, de'consanguinei e degli affini, de' genitori e dei  figliuoli, de'fràtelli e delle sorelle, del superiore e del-  l'inferiore, egli deve dimenticare con l'uno ciò che sa  dell'altro, e non avvilirsi giammai a tradire la fiducia  de'suoi clienti: i segreti che gli si affidano più ab-  bietti, turpi o criminosi, maggiormente occultar li  deve col silenzio più scrupoloso. A tal riguardo, il  ministero di lui è più delicato di quello dell'avvo-  cato e del confessore.   Ma quale scrupolosa decenza, quale attenta ritenu-  tézza non deve egli serbare nelle cure ch'ei presta alle     173   cenobite, alle ragazze, alle donne! (Doublé, Séméiolog.  -generale). Esigerà egli la presenza della madre, o di  una prossima parente, nelle delicate frequentissime  circostanze, allorquando costretti! , sottoporre ad in-  dispensabile perscrutatone ogni più occulta parte, una  timida verginella, ritrosa, confusa, vergognando, de-  pone nelle di lui mani l'ultimo velo del pudore. Se  una donna dehbasi sottoporre all'esame accennalo,  richiederà la presenza del marito. Se la inspezione  per una claustrale si richiede, si farà assistere da una  delle vecchie suòre. Per una legge de' Visigoti, era  espressamente proibito al medico e al chirurgo di  salassare una donna, senza che fosse presente il pa-  dre o la madre, un fratello, un figlio o lo zio di lei.  (Iìodemcus A Castro, Med. polit). Nel trattamento  delle donne luciate, vi sono poi regole di decenza,  dalle quali in ver un caso non può l'ostetrico dipar-  tirsi giammai.   Alcune affezioni patologiche, mascherate con estrema  . astuzia da chi le soffre, nè mai rivelate, esigono che  il medico le tratti convenientemente, occultando al-  tresì la natura degli adoperati medicinali   Non vi sono elogi che alla prudenza non siano do-  vuti: ha detto Rochefoucauld. Per quanto estesa, cauta  ch'ella sia, non può star sicura del menomo avveni-  mento, perchè si esercita sull'uomo, il più mutabile  soggetto dell'universo. Laonde, malgrado tutta la im-  maginabile attenzione ed i lumi esercitati più accorti  ed omnigeni, un medico manca talvolta alle leggi della  prudenza. Le migliori intenzioni hanno sovente le più  funeste conseguenze, quando regolate non sono, dalla  prudenza: « Saepe honestas rerum causas, in jiujiciuin     OigiiizM Dy Google     Ì73   adhibeas , perniciosi exìttts conseqiiunlur « . (Tàcit. ,  Uh. 1, Hist),   Il medico portar deve inoltre la più riservata pru-  denza ne'suoi pronostici: si persuada giugnervi diffi-  dando del suo giudizio, ed osservando lungo tempo  i fatti, prima di volerli spiegare: e con saggia len-  tezza, le sue decisioni esser debbono dirette. ■ Se al-  cuni medici sono debitori di loro rinomanza per i  pronostici confermati dal successo, quanti P hanno  perduta per la precipitazione inconsiderata nel giu-  dicare !   Alcuni casi particolari impongono al medico molta  prudenza ne'suoi discorsile non sa dissimulare rio  che vede, gravi pericoli Io minacciano insieme al suo  ammalato. Morgagni curava un uomo robusto d'una  febbre, la cui terminazione era tanto prossima da ri-  dursi a convalescenza, permettendo lasciare il letto  dopo la refezione, composta di tenue panata. Costui,  ad un tratto, fu assalito da vomito violentissimo e  continuo, - dietro un pasto di simil natura; perlochè  si andò di fretta a chiamare Morgagni: il quale,  giudicando il caso poco grave, senza recarsi a lui,  si limitò prescrivere alcuni medicamenti. Frattanto  l'oppio stesso inoperoso ed inutile riuscendo, si deter-  minò di egli visitare l'infermo; or cammin facendo,  e meditando sullo strano avvenimento, interrogava il  domestico del malato che lo seguiva, se questi com-  messo avesse alcun disordine nel regime. Nessuno ;  Tisposegli; il mio padrone h stato servito d' una  panata, leggiera, sulla quale K. M. ha sparso la pol-  vere da voi prescritta. Morgagni sicuro non avere  ordinato per tal uso veruna polvere, conoscendo al-     iti   tronde l'uinore di quel tuie che impolverato avea la  pappu, comprese subito e ciò che doveà fare e quel  che bisognava evitare. Giunto adunque presso il ri-  chiedente, al quale cessato era il vomito, ma era sotten-  trato il singhiozzo e lo sfinimento di forze, con difficile  respirazione e polso piccolo frequentissimo: Coraggio,  gli disse il grand' uomo, voi avete molti umori cattivi,  ed in breve sarete totalmente ristabilito. Morgagni  apprestò bentosto gli opportuni rìmedj ed antidoti, e  felicemente in tal guisa prevenne e dissipò la lugubre  catastrofe che gli effetti del veneficio seguir dovea.   Fodere -{MéUec. legai.), da cui è tratto questo  aneddoto, fu testimonio di una scena orribile del  pari ; ma la vittima spirò sotto gli attoniti suoi sguardi,  per tardo o inefficace soccorso.   L'incontro più difficoltoso, esigente la maggiore  indispensabile prudenza del medico, è il caso molto  frequente, allorché da lui dipendono la vita e l'onore  di un individuo imputato d'alcun reato. Richiesto  sopra fatti di procedimento penale, nell'interesse  della giustizia punitrice, con una inconsiderata pa-  rola può egli sterminare l'innocente o salvare il  colpevole. L'ignoranza, la precipitazione di giudizio,  la prevenzione, hanno spesso cagionalo funesti iri-e-'  paratili errori. Laonde, chiamato innanzi a' tribunali  come esperto per esporre il suo medico avviso in-  torno alcun fatto relativo alla sua professione, o per  deporre sopra fatti di cui è stato testimonio in  occasione del proprio suo esercizio, o per guidare il  potere legislativo od esecutivo sopra qualunque qm-  st'ione non determinabile senza concorso del di lui pa-  vere, il medico dovrà saggiamente ricordarsi di quanta     175   importanza risulta la sua deposizione verbale o scritta;  non rispondere alle dimande che colla massima circo-  spezionej trincerarsi spesse volle fra' baluardi del  dubbio; non oltrepassare le sue attribuzioni di me-  dico, nè perorare con entusiasmo o con forza itllbr-  mativa clic ne' casi propizi da poter salvare felice-  mente un innocente oppresso, contro il quale incri-  tinniscono false apparenze, ebe, per attento esame  fisiologico, o sperimento fisico o chimico, non constalo  e svaniscono.   Veggansi in proposito le seguenti opere: Usler, De  eventu in morbis praecognosccndo; Hdcheu, De pro-  gnosi malica; Horstius, De siguìs prognosticis; IIe-  hedia, De prognosi fallacia; StockiiaxiseNj Dissert. da  praesageiulis morbis; Juucker, Dissert. circa progtiosim  rito instìtuendam; Idem, De canta prognosi a cauto  medico instituenda; Pleutsch, Dissert. fàntes prae-  dictionum in morbis; Kaltschmied, Dissert. de pro-  gnosi status morb. rite formattila; Tomaiàsijji , Sul  pronostico nelle malattìe, discorso; Falcoburgo-\eo-  MAticBicus, De prudentia medicomm; HoFFMA&r, Me-  dictts poliliais .... opera omnia, traduz. pei- BauiiiEn,  De la politit/ue de mh/ecins; Fischer, De medici circa  morali et phjsìca in enrandis morbis pnulcntia ;  Pero a m, Nuovo saggio di procedura medica; Sava ,  Manuale per il pratico esercizio della medicina legale.  t      ossalo        XXIII   Della Beneficenza del Medico. « 1 "      « Immensum nobis aperii medicina campnm ad.  exercendma in proacimos amorem » ha detto Pichler.  Questo volgatissimo assioma è di grande irrefragabile ,  verità. Un cuore generoso e sensibile fa brillare l'in-  gegnoso intelletto d'un nuovo splendoce, e nessuna  virtù non onora cosi (fattameli te il medico, quanto la  beneficenza. Molti attributi lo vincolano agli sven-  turati., i quali in lui solo sperano e da lui attendono  il sollievo ai propri patimenti: primo bisogno in essi  è «li versare il lor cuore nel suo, e di espanderne  j sentimenti: il di lai primo dovere è di porgere at-  tento orecchio alle doglianze loro, e rianimarne il  coni gg in illanguidito dall'indigenza e dal dolore.   Ma il consolarli non ò tatto : bisogna ancora soc-  correrli. L'umanità, l'interesse di sue funzioni, tutto     OigitizM &/ Google     177   gli prescrìve ascoltare la voce supplichevole del mi-  sero. Esiste inai più ineffabile compiacenza dì quel]»  che si sublima nel tergere le lagrime degli sfortunati ì  Vi è felicità più estesa ed intera del raccogliere at-  torno a sè i tributi di venerazione e di amore, su-  periori ad ogni più viva gratitudine?   La beneficenza porta seco il suo guiderdone. Un  medico, dotato di questa virtù, diffonde da tutte le  parti le consolazioni, la speme e iu t'elice tranquillità  dell' animo. I dì lui talenti, il suo tempo, la sua for-  tuna ei lutto prodiga per calmare le grida dilaniali ti  della miseria. Colui, eli' egli ha già richiamato alla  vita, è per lui oggetto di attenta c benefica amicizia;  sembragli poco avergli impartito tutti i soccorsi del-  l' arte, chè tuttora ei veglia al rimanente de' pres-  santi bisogni.   Vicq-d'Azyr, con l'energia dell'ordinaria sua elo-  quenza, raccomanda la beneficenza a' medici: « Se lo-  devoli e belle sono le funzioni del medico, egli dice,   10 sono meno però ne' palagi e tra le grandezze, ove  i molivi apparenti 0 reali dell'iute resse, non lasciano  adito alcuno a quei dell'umanità che nell'angusto,  squallido e malsano abituro del povero. Ivi, nessun  protettore si incontra, nessuna cupidigia ; la rinomanza  non si accosta a questi asili: lutto vi tace, fuorché   11 dolore, che li fa spesso echeggiare de* suoi sin-  ghiozzi. Le vittime della miseria, quelle delle malattie  e della morte, ammassate e confuse, vi offrono un qua-  dro straziante e terribile. Ivi puù ìl bene largirsi,  colà puù l'uomo soccorrere l'uomo senza soccorsi ed  anche senza chi il veda; e ben vi si allogano la ge-  nerosità, la verace beneficenza, la tenera pietà; uè     478   ivi si dubita trovar lagrime da prosciugare e averi-  turati da compiangere ed aiutare. Dicasi talmente  in lode de' medici, qual altro ordine di cittadini  adempie mai tali doveri con altrettanto zelo e co-  raggio? Queste fatiche, queste compiacenze competono  quasi a tutti i ministri sacratissiini dell'arte salutare:  e»lino soli possono trovare le primo lezioni dell'espe-  rienza nella class» più indigente del popolo, scam-  biandole con quelle di benefica virtù ...   Le cure disinteressale accordate agli infelici, di  rado rimangono prive di ricompensa; ed il medico  trova quasi sempre nella sua beneficenza il principio  della propria fama.   Allorquando salii egli giunto a chiara e grande  celebrità, non dimentichi coloro a cui dove la sua  istruzione e la sorgente di sua fortuna. Questa in-  gratitudine, ordinaria in quelli che hanno simulalo  beneficenza per attirarsi la pubblica considerazione ,  non troverà luogo giammai nel cuore dell' uomo  onesto e virtuoso senza ostentazione. L'essere ricco,  sarà per lui causa d'esercitare più liberamente la sua  favorita proclività alla filantropia, quindi non allon-  tana l'indigente che implora le buone grazie di lui,  anzi lo previene soccorrendolo. E losiochè riceve  doni dalla fortuna, ne consacra una parte a sminuire  i bisogni degli infelici; c por questa generosa con-  dotta rendesi degno del titolo onorevolissimo di me-  dico,' che nobilmente lo fa lieto e prospero.   Si possono vedere in proposito le seguenti opere;  Sonni, De medico «ehementer laudari (Ugnai Do,A-  uettiue, Caractère des médecins.     OigiiizM Oy Google     xxiv.   Della Discrezione del Medico.     La probità più rigorosa e la più severa tempe-  ranza, sono virtù indispensabili al medico: esse fanno  parte de' doveri di lui, come d'ogni uomo onesto.   Depositario, come si disse, de secreti delle famiglie,  padrone talora della riputazione di coloro che lian-  nogli accordata intera fiducia, a quale ignominia noti  si esporrebbe egli, se per debolezza o per volubilità,  svelasse recondite cose, che nascoste esser debbono  a qualsiasi sguardo? Ora una disgraziata giovane,  vittima della seduzione, implora da lui aiuto e si-  lenzio: ora un padre, un marito gli appalesa le fu-  neste conseguenze d'una gioventù in balia all'impeto  irrepiimibile delle passioni. Ma qualunque si fosse  la confidenza o la rivelazione, che l'esercizio della  sua nobil arte gli permette ricevere , l'onore gli im-     Ì80   pone ìt sacro dovere di tacersi serapremaì, anche  con pericolo di sua libertà o della sua vita.   u Quae vero inter curandum aut edam medicinam  mìnime faciens, in communi hominum vita, vel videro^  vel audiero, quae minime in vulgus effèri oporteatj  ea arcana esse ratus } silebo ». (Hipp. Jusiua. Foés).   Veggansi all'uopo i seguenti autori: Albertus, De  confessione aegri erga medicum; Reis, De officio me-  dici in itinere principe Stock, De temperaniia medi-  conan.      OigiiizM bjr Google      XXV.     Della Costumatezza, Filantropia  e Magnanimità del Medico.     Nessuna professione esige costumatezza d'irrepren-  sìbile condotta morale quanto quella del medico.  Questa purità di costumi, questa castità particolare,  virtù che la filosofia ha trasandato annoverare fra  quelle che onorano l'umanità, è necessariamente in-  dispensabile al medico, richiesto di prestar l'opera  sua presso una donna inferma.   Confidente intimo di un sesso, dì cui egli è l'ap-  poggio ; onnipossente sullo spirito de' suoi malati ,  quanta sarebbe colpa in lui , se della sua posi-  zione osasse abusare? No, un medico non adoprerk  giammai il suo ascendente per sedurre l'innocenza,  che ripone il suo destino nelle di lui mani; ovvero  scoraggiare la volontà di un moribondo , a cui ha     Digiiized bf Google     182   ■aspirato una tanta fiducia. La sua voce non farà  udire mai alle donne, che l'avranno scelto per con-  solatore e per amico, corruttori discorsi.   Colui che Ja'suoi vizii avvolger si lascia e trasci-  nare nel baratro della dissolutezza, non tarda molto, ad  essere perduto nel connetto degli uomini, .ed i più  grandi talenti non -potranno guarentirlo dal dispregio  e generalo abbandono. Quindi il medico sovente è di-  viso fra'suoi doveri ed il vizio. Lo stalo suo l'espone  ogni giorno a sacrificare l'onore all'interesse; eppure  quanto più frequenti sono le occasioni di secondare  senza pericolo le sue passioni, tanto più gloriosa virtù  è il vincerle. Pel bene della società egli deve impie-  gare l'efficace influenza di cui l'investe il suo mini-  stero. Gli uomini che gli affidano ciecamente ciò che  hanno di più caro, l'onore delle loro mogli e delle  figliuole, hanno diritto esiger da lui un cuore puro  ed illibati costumi.   E dicasi pure in lode de'medicì : essi hanno dato e  donano incessantemente l'esempio delle più elevate  virtù. Generosi sacrifizj, grandezza d'animo, magnani-  mità, beneficenza, sono attributi che brillano in una  moltitudine di sublimi azióni, che la storia conserva  ne'suoi fasti, e di cui i inedici furono gli eroi.   Gli Stati di Àrtaserse re di Persia erano distrutti  dalla peste. Il inonàrca, occupato nel volersi vendicare  de'Greci, scorgèudo con dolore la spaventósa malattia  portar dappertutto la morte nel suo Impero, credè che  il solo Ippocrate poteva opporre qualche argine a tanta  strage. Inviò adunque al figlio d'Eraclide una deputa-  zione, incaricata esibirgli i doni più ricchi^cogli onori  più lusinghieri, s'egli determinar voleusi a combat-     OigiiizM &y Google     4 83   tere in Persia quel torri bil flagello che la desolava.  Dite al vostro signore, rispose Ippocrate agli Inviati  del gran re, che io sono troppo ricco, e che l'onore  mi proibisce accettare i doni di lui , di passare in  Asia, e soccorrere i Persiani, nemici de'Greci.   Quante volte i medici si sono immolati per la sa-  lute de'loro concittadini! Quante volte hanno essi  sprezzato quelle epidemiche malattie che spargono iti  ogni luogo un soffio avvelenalo I Con qual coraggio si  sono eglino sepolti vivi nel baratro della morte I  Molti di questi uomini virtuosi non potè ano contare  sugli elogi della posterità, i loro oscuri nomi non po-  tevano lor sopravvivere, ma l'amore dell'umanità era  per essi un sfinimento non meno violento di quello  della gloria. Più ammirabili del guerriero, che nel  combattimento sì e te mi zza con la morte, essi corcar  non potevano, sacrificando la vita, che tergere amare  lagrime, e soccorrere alcuni infelici.   Qnal eroismo nel sacrifizio di Bertrand e Deidier  durante la famosa peste di Marsiglia ! Quanto stupenda  fu la loro condottai Questi uomini generosi, in pochi  mesi, affrontarono più spesso la morte che non il più  intrepido combattente nel corso di molte battaglie.  Potrebbesi omettere d'associare alla loro gloria l'illustre  professore barone Dcsgcnettes? Ei non oppose pusil-  lanimi precauzioni alla peste che minacciava Y ar-  mata francese in Oriente, nè mostrò inquieti timori;  la sfidò bensì col più eroico coraggio. Spaventato dal  nome solo del funesto disastro che ingigantiva, il  soldato erano interamente vinto. Desgencttes osò egli  solo avvicinare, in pubblico, e toccare gli appestali,  ed inocularsi quel virus. Giammai altro medico non     184   fu più colmo d'onore quanto quest'uno immortale, nè  altro nomo ebbe un earattare più franco di lui, più  leale, più intrepido, più nobile. Così potrà liberamente  lodarsi ogni iaitro, ebe non essendo insensibile alla  critica, e- pareggiar lo possa, non lo sarà agli elogi;  avvegnaché il dettato 'virpfobus dicentti peritus, esclu-  sivamente applicar gli si deve. ■ ■ (  - Tostocbè una epidemica malattia si dichiara, lungi  di fuggire Ì luoghi ch'essa devasta, un saggio medico do-  vrà sacrificare i propri giorni alla salvezza de'suoL de-  solali concittadini. Il teatro della morte, ecco il suo  posto. Sin dalla invasione del contagio, ne avviserà  il magistrato competente incaricalo della pubblica  salute, dimostrando i mezzi più idonei a limitarlo.   Non pochi medici sono stali vittime di spcrienze  sopra sé stessi tentate. Animati d' un forte amore  per l'umanità, e d'uno zelo vivissimo per i progressi  dell'arte di guarire, cercando la gloria, hanno invece  trovato la morte.   Gli archiatri ed i primi chirurgi de'monarchi hanno  mostrato sovente alla Corte virtù e coraggio, poco  comuni presso i grandi, ed hanno usato il favore di  cui il regnante onoravali, col fargli udire la voce della  verità. Alcuni storici narrano interessanti ragguagli  sulla stima, anzi sull'amicizia, che alcuni medici hanno  inspirato a'sovrani, che affidata aveano la loro sa-  lute al sapere di essi. Ambrogio Pareo, per l'amenità  del suo spirito e per lo splendore di sua celebrità,  aveva addolcito il carattere feroce dì Carlo DÌ.. A  dimostrare il favore di questo gran chirurgo presso il  suo re, Sally scrisse nelle sue Memorie, che il re  Carlo, avendo narralo una sera i massacri, eseguiti     OigiiizM &y Google     185   in quel giorno stesso, de' vecchi, donne e fanciulli, af-  fermò averne orrore, e ne discorse come se tali cru-  deltà, a Tessergli fatto raccapriccio e generato male al  cuore, o grave turbamento nell'animo; talmente che  avendo tratto in disparte il suo primo chirurgo, infi-  nitamente stimato e famigliarissimo, gli disse: Am-  brogio, non so ciò che avvenuto mi sia da due o tre  giorni in poi, ma ;io mi trovo lo spirito e la persona  eccessivamente commossi, nel modo stesso come se  avessi la febbre, sembrandomi ad ogni istante, sì ve-  gliando cbe dormendo, quei cadaveri a me appressarsi  colle facce brutte cosparse di sangue,; io vorrei non  vi fossero almeno compresi i vecchi e i fanciulli. E  dietro ciò che Pareo ebbe l'intrepidezza di manifestar-  gli, proibì il re con tutta severità di non massacrare  più la tradita gente.   Innanzi. Luigi XIV, il più assoluto fra'monarchì ,  Muréclial solo, di cuore e di animo retto, non ebbe  timore combattere tutta la Corte, disarmare l'ira del  re, e sviare la ingiusta condanna del duca d'Orleans.  Come ancora, Fagon e Féìix, 1' uno primo medicoj,  l'altro primo chirurgo dello stesso re, soli ardirono  porgergli suppliche in favore dell'illustre arcivescovo  di Cambiai, disgraziato.   La molliplicilà delle cognizioni necessarie al me-  dico, i suoi doveri, l'esercizio di sua professione, i  rapporti colla società, la gelosa conservazione della  riputazione, tutto gli vieta di prender partito fra gli  scioperali turbini sovvertitori degl'imperi. Deve egli  astenersi, per riguardo a sè stesso, di pubblicare o  diffondere veruna politica opinione, allorquando ei  vive in epoca sconvolta da civili discordie. Non è     OigiiizM &/ Google     186   impresa d'uomo eaggio entrare senza esservi chia-  mato nelle querele de'sovrani: Un medico, amico della  pace, e benefattore, per sua professione a tutti ap-  partiene. Unifichi egli quindi le sue veglie allo stu-  dio lungo, penoso e difficile dell'arte sua, e diffonda  a larga mano le sue cure senza distinzione a tutti co-  loro che ne abbisognano; perchè altri, in vece di lui,  veglieranno a'destini del mondo. Essere straniero a  tutte la dissensioni che seno il flagello della società,  esser lontano da tutto ciò- che potrebbe distrarlo dai  doveri del suo nobile esercizio, ecco il carattere di  un- vero medico filosofo. Uomini poco considerati ed  oscuri che hanno preso parte nelle rivoluzioni, di  rado non ne sono rimasti vittime. Leatocq, chirurgo*  abilissimo, irta dotato eminentemente del genio funesto  de' co spira tori, molto contribuì a porre Elisabetta sul  trono di Russia; ma l'imperatrice, che tutto dovcagli,  nulla fece in bene di lui.   Nelle violenti convulsioni che hanno lacerato la  Francia e l'Italia, parecchi medici hanno sofferto pene  crudeli, e ritardato 0 perduto il frutto di loro for-  tuna con la temerità de'loro incauti discorsi e della  loro sconsigliata condotta. Altri hanno pagato, con  la perdita della salute o della vita, la deplorabile  mania di volere occupare un posto nelle cospira-  zioni e nelle sommosso, che hanno tante volte sfi-  gurato l'aspetto di classici regni.   Abbandonare il servizio de'malatì per aver parte  ne'furori de'sediziosi, ciò deriva dal conoscere male  l'intima unione dell'arte di guarire con la morale. Si  può conciliar facilmente l' amore di patria col do-  vuto rispetto per ogiii governo stabilito; ma per     Digiiized by Google     187   una inconseguenza, di cui il ridicolo agguaglia il pe-  ricolo, non andrò mai un medico ad immolare con  cuor giulivo la sua fortuna, la sua tranquillità e la  cura della sua rinomanza per interessi a lui non  competenti. Non potrà senza dubbio sfuggire d'i  sentir vivamente le disgrazie del suo paese, ed indi-  gnarsi contro tutto ciò che ne compromette l'onore;  ma non vada egli più lungi: soffrire e tacere d'or-  dinario basta. La società attende da lui non una  opinione politica dichiarata, ma la scienza associata  a zelo grandissimo per l'adempimento dei doveri del  suo stato. Ubbidire, e religiosamente sommettersi alle  leggi del proprio paese, è una massima che ogni me-  dico, più d'ogni altro cittadino, debbe ritenere im-  pressa indelebilmente nel suo docile cuore.   Veggansi in proposito le seguenti opere: Albertus»  De voto caslitatis medica ; Bienvbmu, Des qualités  murales da médecin; Castellus, De visita/ione aegro-  utntiian; Stàhzbnbbb.g, De voto obedientiae medico ;  Desgenettes, Histoire medicale de l'armèe d'orient;  Luther, De solititdinis militate medica ; Idem, De sale  medico; Hoffmàhn, Medicus politìcus; Rodericus a  Castro, Medicus politìcus; Strobelbekger, Gallica?,  politica medica descriplio ; Miiuchini, Doveri e qualità  del medico. '      OigiiizM &/ Google     XXVI.   Di alcune Qualità particolari  del Chirurgo.     Celso (De re medica) vuole che il chirurgo sia  giovane, o almeno poco inoltrato negli anni; esige  dippiù che abbia la mano ferma, snella, nè mai tre-  mante; che sia ambidestro con uguale abilità; di  vista chiara, distinta, permanente, acuta; d'animo in-  trepido ed inesorabile se Vuol guarire chi affidasi  alle sue cure, nè affretti o risparmi! la recisione  delle parti che il caso richiede, ma compisca la sua  Operazione come se le grida del paziente nessuna  impressione facessero sopra di lui.   I giovani medici e chirurghi, dice Vicq-d'Azyr,  trovano a preferenza utili insegnamenti negli ospizi,  ove ima saggia amministrazione diffonde ogni soc-  corso alla umanità povera ed inferma. Ivi fra' mori-  bondi ammalati, o fra i convalescenti, si istruiscono  essi a conoscere le diverse gradazioni della vita, e gli     OigiiizM &y Google     189   orrori anche della morte: colà senza ostacolo alcuno si  ricercano ne'varj organi lo cagioni delle malattie, e la  mano incerta dell'allievo può ben esercitarsi sopra corpi  inanimati : là il chirurgo si abitua a menomare una.  parte di quella sensibilità , che , se intera esistesse , Ire-  mante e timido renderebbelo, o se distrutta fosse, in  uomo duro e crudele lo trasformerebbe: ivi finalmente  acquistasi l'esercizio di scorgere negli occhi, ne'linea-  mentì del viso, ne' gesti, nel contegno tutto degli am-  malati, que'scgni che l'osservatore percepisce e di-  stingue senza poterli ben descrivere, che indarno si  cercano ne'libri, c su' quali è troppo importante non  ingannarsi.   Un sangue freddo imperturbabile, fra le richieste  qualità, importa maggiormente al chirurgo di posse-  dere. Un lungo esercizio può- dirigere una mano da  principio mal adatta, ma nessun surrogato dà la fer-  mezza d'animo a colui che non l'ha ricevuta dalla  natura. Haller ne era privo: giammai questo gran-  d'uomo, tanto profondo nelle teorie, osò praticare  nessuna operazione sul vivente. L'esercizio dà solo al  chirurgo quella intrepida fidanza, che gb fa soste-  nere le più difficili operazioni d' alta chirurgia ; e  quella sicura calma gl'infonde, che s'eleva sopra tutti  gli ostacoli ed i pericoli.   Forse più favorevolmente bisognerà giudicarsi co-  lui, che, operando per la prima volta, sarà profonda-  mente commosso dalla scena di quel tetro spettacolo,  stomacato dal peculiare odore del sangue, ed op-  presso dalle grida del dolore, in confronto a quel-  l'altro, che, straniero alle impressioni della i pietà,  conduce con lentezza nelle carni palpitanti il tagliente     Ì00   strumento, con la calma medesima come se incitasse  i frodili inanimati organi di un cadavere. I più abili  chirurghi hanno durato fatica a sottrarsi da turba-  mento siffatto, e da quell'interno tremito, acci gnen-  dosi ad una complicata ed ardua operazione.   Dono della natura , la destrezza della mano è  frutto talvolta dell'abitudine; senza di ciò, l'opera-  tore trovasi in difetto: I i -  - Quanto è penoso per gli assistenti; e quanto è di-  sonorevole per il chirurgo, una mano inabile, che  spinge a caso il tagliente scalpello ne' luoghi affetti,  stranamente eseguisce i più semplici processi', erra ad  ogni istante attorno grosse arterie, e tormenta l'in-  fermo con moltiplicate dolorose manovre! Quante  volte il coltello de' litotomisti, poco esercitati o im-  perili, si è smarrito ue'còn torni della vescica! Quei,  che le circostanze hanno situato alla testa della chi-  rurgia operatoria negli ospedali, devono familiarizzare  di buon'ora la loro mano all'esercizio delle grandi  operazioni. •;   Alcuni operatori, che hanno mostrato aver per pre-  cetto', sat bene, sìt sat cito, sì distinguono per l'estrema  abilita di operare; tali furono Sharp, Gheselden e  Shankius. Taluni cisto toni isti si vantano dì operare un  calcoloso in meno di un minuto. Lécat operava con  mirabile celerità, malgrado la complicazione dei pro-  cessi da lui usali. Questa gloriola però ha costato la  vita di parecchi pietranti: quantunque quelli- che si  operano bene, lo sono assai presto.   Freudesberg, De abusis et impostura medicantium  tibetius.     XXVII.     Dei Doveri del Medico  verso i Moribondi.     Se il medico sarà attivo, ma non spinto da simulato  interesse per la salute de'suoì ammalati, il di lui  contegno nobile e franco , la sua favella dolce ed  affabile , l' animo suo compassionevole , rinascer fa-  ranno il coraggio nel cuore dell'infelice, benché pros-  simo ad esalare l'estremo soffio di vita.   Pochi medici conoscono il modo di governare negli  infelicissimi infermi le ore fatali di agonìa. Non devon  essi abbandonare i pazienti } che allorquando avranno  raccolto tutti i segni dimostrativi della vicina morte;  uè dovranno volger le spalle a' moribondi, finche ri-  ma ngon costoro nella possibilità di avvertire l'abban-  dono di colui, nel. quale hanno riposta l'ultima loro  speranza. Il rispetto ad essi dovuto e le leggi di  umanità impongono al medico il dovere di rianimare     192   la estinta loro speme, occultare ed inorpellare il  colpo tremendo che va a percuoterli, nutrendoli di  lusinghiere illusioni sino all' ultimo termine di loro  esistenza; avvegnaché in questo emergente, come in  altri incontri, l'uomo esìge tacitamente essere in-  gannato, ond' esser meno infelice. D'altronde gravi in-  convenienti emergerebbero dal sollecito inconsiderato  dubitar del medico sulle risorse della natura: il pre-  cipitato di lui pronostico accrescerebbe la riputa-  zione di chi succèder gli possa, scemando di gran  lunga la sua.   Con volto sempre placido e tranquillo, avvicina-  tevi o dipartitevi d'un infermo in pericolo. Non è  più ormai in potere dell'arte renderlo a vita? Sa-  rebbe proprio di un cuor feroce ed inumano, parlar  di lui in sua presenza come di uno già spedilo o  aggiudicato a capital condanna. 11 primo dovere del  medico presso colui che è destinato vittima di morte,  è lo allontanare, por quanto sia possibile, gli orrori  compagni necessariamente di questo momento gra-  vissimo. E non sonosi forse veduti più infermi, in  disperato stalo, essere richiamati a vita? Chi assicura  dunque che una incauta parola chiuder non possa  la pietra sepolcrale sopra colui che sfuggiva alla  tomba?   Tostoche l'ora tremenda per l'ammalato è pronta  a suonare, prevenuti quietamente i di lui congiunti,  la religione impone al medico una severa legge dì  prepararlo ad adempire i grandi doveri ch'essa co-  manda. Momento penoso e delicato! Quanta pru-  denza, quanta destrezza, quanta circospezione abbiso-  gnano per eludere uno sfortunato che riguarda qtial'     OigiiizM &y Google     J93   sentenza di morie la presenza dell' Ecclesiastico ! Le  consolazioni sublimi del cristianesimo, e la calma resa  ad un'agitata coscienza, hanno scemato senza dub-  bio più d'una volta il peso esorbitante de' mali, di  cui il corpo era oppresso; ma una rivoluzione fu-  nesta nel fisico e nel morale dell'infermo, sono slati  altresì qualche volta i terribili effetti dell' imprudenza,  con cui egli è stalo invitato ad occuparsi di asceti-  che meditazioni, e delle importune sollecitazioni colle  quali una poco illuminata pietà l'ha tormentato.   Si possono vedere all' uopo le seguenti opere:  Bichter, De medico morientìs adspeclum magis tjuam  mortuì Jugienle; Frank, Polizia medica, traduz. Udì.;  IIufelànd, L'art da prolungar la vie de l'homme, (rad.  de l'allem., ou la Macrobiotiqite.      XXVIII.     Sulla Medicina dello Spirito.     Lia medicina dello spirito o la conoscenza del mo-  rale dell' uomo , importa assaissimo al medico. Non  sono sempre i farmaci che guariscono un malato j  i saggi consigli, i discorsi che illuminano la ragione, le  dimostrazioni d'amicizia, che il cuore commovonò,  sono pure mezzi efficacissimi per ricondurre un in-  fermo alla speranza ed alla vita.   Chi ben conosce i caratteri delle passioni, ne mo-  dera l'impulso, ed i movimenti a sua voglia dirige;  e, sminuendo la molesta loro influenza, strappa alla  morte quelle vittime acerbamente dispostevi. Ma chi  appoggia la sua sapienza alla gretta abitudine di  poche forinole, vede perire sotto gli occhi proprii,  d'un male di cui ignora la natura, tanti sventu-  rati, i quali soccombono occultando incautamente     Digiiized Dy Google     195   la piaga che li consuma, alimentata con improvvida  costanza.   Si sa quanto importi nelle malattie dello spìrito,  dice Zimmerraann (Fon der Erfahrung ui der Ji*  neikunst), avere un medico che non badi di sacri-  ficare il suo riposo ed i suoi piaceri, onde prestarsi  ognora in sollievo de' miseri ammalati; che si faccia  un essenziale dovere di entrare a parte de'loro af-  fanni; che penetri nell'umor del malato, e sia tratta*  hile per mostrarsi con lui secondo le circostanze esi-  gono, e per soffrirne la sua miseria e la sua pusilla-  nimità; che sappia tacere quando è vano il parlare,  cattivarsi il suo animo con la piacevolezza quando è  inutile ogni altro tentativo, e toccargli il cuore con  delicati e nobili sentimenti, tu ti a volta che il di lui  seno si apre ad essi, come la terra . isquallidila dal  lungo orrore dell'inverno, rhigiovinisce e risorge al  rinnovellarsi della fiorita primavera. ■   L'arte di leggere e perscrutare nel cuore degli uo-  mini è adunque indispensabile al medico; e spesso  questa è l'unica che gli rimane ad usare. Faccia quindi  uno studio profondo delle loro passioni, si eserciti a  sorprendere i più occulti loro pensieri, sappia discer-  nere, malgrado costanti abnegazioni od accorta dissimu-  lazione, la verità nelle risposte di un infermo, il quale  maschera e sa nascondere spesso la natura dell'insi-  dioso vcleuo che a larghi sorsi ha bevuto. Senza una  grande abilità ili quest'arte, necessariamente impor-  tantissima, non potrà mai il medico governare un  misantropo, trargli dal cuore gli annidati secreti, vini-  cere l'estrema sua diffidenza, e renderò la calma al-  l'agitata sua immaginazione. Senza una estesa cagni-     496   zione de' disordini dello spirito umano, vani soccorsi  opporrà egli a numeroso stuolo di malattie nervose  che infestano la società. Le passioni hanno troppa  influenza sull'uomo fisico: laonde come rimediare ai  frequenti disordini che nella sua organizzazione cagio-  nano, se i caratteri se ne ignorano nè rintracciare si  sappiano?   La debolezza dello spirito umano non permette so-  venti volte potervisi cancellare quelle idee di cui è im-  pressionato, fuorché d'altre solamente preoccupandolo.  Celso consiglia a'medici ciò che da altri è stato più volte  ripetuto, correggere cioè una passione con un' altra.  Per signoreggiare sulla fiducia di un malato, non bi-  sogna urtare le sue tendenze, ma lusingarle, blandirle;  egli rivoltasi contro la ragione, se a lui si appresenta  con severa fronte , ed ei chiude il suo cuore a chi  non sa compatire i suoi trascorsi e le sue debolezze.  Non si può allontanare il nostalgico da'suoi cupi lu-  gubri pensieri fuorché ragionando del suo paese, uè  i sospiri di un amante disavventurato scemar si pos-  sono se non seco parlando dell' oggetto de' suoi voti.   Erasislrato, per le circostanze di quel celebre sco-  primento di affetti che Stratonica inspirava, apri  l'adito ad Ippocrale onde riconoscere l' amore di Per-  dicca per Filla, ed a Galeno quello di una romana  per il danzatore Pìlade; senza dir oltre di consimili  particolari che di frequente accadono, ma ignorati  dalla storia pubblica de'fasti medici.   L'importanza de'morali . soccorsi nella terapeutica è  tanto estesa ed energica, che gli antichi riguardavano  la morale, la filosofia e l'eloquenza come utilissimi  medicinali. Ed in effetto la impressione che eseroi-     197     tano sull'anima, salutari mutamenti fisici spesso ca-  gionar deve.   Quanto è superiore al medico limitato all'arte di  forraolarej colui fra'suoi colleglli che ad un vasto sa-  pere unisce una elegante locuzione, un fondo ine-  sausto di principii dettati dalla ragione, uno spirito  in gegnoso perfezionato dalla coltura delle lettere, ed  una eloquenza cui nulla non può- resisterei   Per Fintini a unione con la morale, la medicina si  estolle al rango eminente che occupa fra le umane  scienze; e chi la facesse consistere esclusivamente  nella cognizione delle proprietà de' medica menti, non  sarebbe degno di coltivarla.   Si possono vedere in proposito le seguenti opere:  Hipfocratis Opera, De prisca medicina; Ljcetus,  De optimo medico; Albertus, De medici officio circa  animam in causa sanilatis ; Idem, De convenienza  medicinae cum theologia pratica; CueitschiuSj De me~  dico nalurae magiaro; Bohemerus, De medicorum ani-  mae et corporis in sanandis aegris conjunctione ; Fi-  scher, De medici circa moralia et phjsica in curandis  morbis prudentia ; Hennmanius, De eloquentia medici;  Petit M. A., Médecìne du coeur; Cabakis, Bapport du  phfsique et du maral de l'homme; Alibert, Phjsio~  logie des passions.      Oiginzed Dy Google     XXIX.     . . Somma di Precetti generali  sulla Condot ta del Medico a riguardo  degli Ammalati.     Il medico di eslesa pratica deve possedere quella  sensibilità, quella dolcezza, quella facilità d' umore  senza di cui lo spirito, 1' ingegno, il talento è quasi   ■ sempre pericoloso per colui che se ne serve, ed inop-  portuno per quelli che ne abbisognano. La di lui  amena ilarità dipinta e trasfusa nelle sue maniere e  ne'-suoi discorsi, sia il primo di tutti i mezzi da   -esso impiegati, onde il misero languente informo tro-  var possa in lui non un uomo duro, ma un amico  ingegnoso a fargli credere la possibilità della spe-  ranza e del benessere, ed abile a guarirlo de' mali  che lo tormentano. Felice quel medico dalla natura  formato umano, amabile, compassionevole! Felice  colui, che per comparire sensibile, non ha bisogno  simulare il gesto, moderare gli scoppii immoderati,     DigiiizM 0/ Google     Ì99   rudi o imperiosi della sua voce, reprimere un carat-  tere violento ed altiero, ovvero occultare, sotto af-  fettuose apparenze, un cuore freddo, indifferente e  morto alle dolci impressioni della pietà!   Si proibisca attentamente il medico a Rè stesso la  freddezza e la taciturnità, ordinarie a coloro che non  hanno mai saputo o voluto domare il cagnesco loro  umore, e che indarno scusar vorrebbero con la seria  profonda attenzione voluta dalla investigazione delle  malattie. Nessuna cosa può dispensarlo della piace-  vole urbanità, per la quale la scienza si adorna ed  abbella: nulla esclude, nella sua professione, l'arte  importantissima di soggiogare il pubblico con quella  forza che si modifica secondo il bisogno e la tempra  ta n to.di versa dello spirito umano. Qual decreto di Escu-  lapio proibisce forse al medico di onorare le Grazie?   Un medico, che giungendo presso un malato, si li-  mitasse ad esaminarlo, dettare una forinola, e prender  commiato, non potrà ottenere molta celebrità. Il me-  dico, dice Hoffmanno, non dee recarsi dall'ammalato  per farsi unicamente vedere, bisogna pure ch'ei parli.  Che giova un muto sapere? Un medico taciturno  presenta alla società un essere inferiore al mediocre.  Varj dottori hanno dovuto una clientela numerosis-  sima, unicamente al diletto de'loro ragionari. Da noi  medici si attende troppo nella società: ci suppon-  gono, a ragione, una educazione eccellente e sva-  riate cognizioni; ma se noi resteremo mutoli, il  nostro tacere, il nostro silenzio si riterrà qual di-  chiarazione espressa di nostra ignoranza. Tale è la  società, né i medici hanno il potere di riformarla;  anzi a'pregiudizii moderatamente conformar si deg-     Oigiiizod &/ Google     ano   giono, avvegnaché il capo d'opera dell'uomo è saper  vivere a proposito (Montaigne): vive ut in publico!  Ma un mezzo termine esiste tra il cicalamento ed ii  silenzio: ogni medico di sguardo penetrante, conosce  questo limite, e sa intrattenére piacevolmente i suoi  inalati senza stancarli con ridicola ciarlatanesca lo-  quacità.   È impossibile, dice il riputalo Vicq-d'Azyr, che  ignorato possa restare per lungo tempo il carattere  degli uomini pubblici. Osservati incessantemente da  persone interessale a ben perscrutarli, indarno vor-  rebbero essi occultarsi o mentire. Un medico occu-  patissimo particolarmente non può sottrarsi alla vigile  penetrazione de'suoi malati, i quali si avvedono ben-  tosto se generoso egli sia, dolce, compassionevole,  ovvero duro, ostinato, severo. Da questa cognizione  il pubblico deduce se gli fosse mestieri impallidire o  rassicurarsi, parlare o tacersi in presenza di colui che  si è fatto l'arbitro de'giorni dell'afflitto valetudinario;  starglisi giulivamente s'egli è amabile, od a prevenire  il suo umore, se sventuratamente sarà di que' ma-  laugurati individui, che, aggiungendo la paura, il più  grande di tutti i mali, alle infermila di cui la specie  umana è assalita, sembrano ignorare che lo spaven-  tare un moribondo, è fra le inumane azioni la più  vile, crudele ed ingiusta.   Ma il medico puù meglio che altri far mostra del  suo carattere d'uomo probo per eccellenza, impar-  ziale, integro, inaccessibile alle passioni od al clamore  del pubblico; anima energica senza esaltazione,  cuore buono e sensibile senza debolezza, costumi  puri e dolci, franchezza inalterabile, discernimento     OigilizM Dy Google     — -     201   diritto, giudizio squisita, sapienza ■ l erudizione, ma-  nifeste esser deggiono sue doti   Or ecco il medico al colpetto dell'infermo: l'agi-  tazioni? che la presenza sua cagiona, accelera in molti  ammalati il movimento del polso; laonde di quinto  fenomeno bisogna tener conto nidi' esplorare la cir-  cola/ioni; ; « Cum ftrìmum medivus vcia't, ha detto  Celso, solitc'Uudo acgii d/diìtaittis ijuomodo dli se /tu-  bero vidcatiir arterìas inovct, oh quam caiisam periti  medici est non pmtinus ut venit, apprehendere ma/ut  brachium; sed primuin residere hìlari vultu .... tft" 1  deìnde ejus carpo immuni adiiioverc ».   Le donne, a cui la natura ha dato de' nervi do-  tati di singolare mobilità, ed una organizz azione molle,  debole, tutta di sensazioni; le donne, naturalmente  soggette a moltiplicate dolorose malattie, in preda alle  angosce le più crudeli, spesso esposte a grandi peri-  coli durante il travaglio de' loro parti, sono interes-  sale a preferenza di trovare nel medico, che hanno  scelto, un carattere garbato, dolce, cortese, uno spi-  rito llessibile, avvincente, un cuore affettuoso e sensi-  bile. Nè egli perverrà mai a piacer loro, se indiffe-  rente o stoico pur sia; nè otterrà la loro benevolenza  ed amicizia, se imperioso, duro, inaccessibile si mostri.  Pulitezza, amabilità, condiscendenza, pazienza a tutLa  prova, attenzioni adorne di seducente delicatezza,  sono il maggior novero delle qualità che esse esigono  in colai che hanno investito della cura della loro  salute.   E tostochè rassicurate si credono per le provale  maniere, colme di riguardi, sedotte dal linguaggio che  provoca ed induce ogni intimità, esse ripongono ben-     ■Oigiti;M 0/ Google     202   tosto nel medico la confidenza de'mali d'una languida  e debole struttura, lo fanno depositario di mille minu-  ziosi secreti che hanno bisogno manifestargli, ma per  nasconderli in seno, alla fedele amicizia; esse gli af-  fidano ciò clie ritengono di più caro, la vita cioè dei  loro figli, clie eziandio dalla mano di lui per sè me-  desime fa ricevono. Allorquando finalmente hanno  giudicato l'animo suo ed ì suoi talenti in rapporto  confacente al loro carattere, egli allora è il loro con-  solatore, un angelo tutelare, un sostegno necessario  alla loro felicità.   Se alcuni doveri in vantaggio degli ammalati il  medico non può mai infrangere, altri doveri i ma-  lati adempir debbono verso il medico. Essi saranno  sempremai costanti nella scelta che di lui hanno fatta,  onde non diffondere inconsideratamente a questo ed a  quello le confidenze loro. Adempiranno fedelmente  tutto ciò ch'ei prescrive in sollievo della loro salute,  perchè a tanto impegno egli è stato prescelto ; nò  trasgredir dovranno in qualunque circostanza le ad-  ditate prescrizioni e gli ordini imposti. E finalmente  devono guiderdonare le cure di lui colla dovuta gra-  titudine e riconoscenza.   La scelta delle persone per assistere gli ammalati  non è indifferente. Una fi so nomi a piacevole, una pa-  zienza conosciuti ss ima, una inalterabile- dolcezza , un.  cuore compassionevole, sono le qualità principali delle  donne da prescegliersi al nobile ma penoso incarco  di servire gl'infermi. Ed in ciò gli uomini non pos-  sono pareggiarle giammai. Esse sole sanno dare' agli  infelici, consumati da patimenti crudeli, ogni minuto  soccorso che il deplorabile loro stato richiede, sol-     Oigiiized 0/ Google     203   levar con leggerezza i loro membri addolorati, e con  attedia e carezzevole mano destramente supplire a  quella languente inazione. I più circospetti premurosi  servigi, i più teneri riguardi, tutto profondono agli  infermi affidati alla loro vigilanza: né i portamenti  in apparenza capricciosi di uno sventurato, sovente  reso ingiusto ed esigente per lo eccesso de' mali  suoi, nè le fatiche, nè i disgusti, nè i pericoli, me-  nomar possono o indebolire il loro zelo, esaltato tal-  volta sino all'eroismo, che niente mutasi al letto del  dolore.   Ricavando Ì particolari sullo stato del vostro in-  fermo, abbiate cura di nulla dire che possa spargere  il turbamento o la paura nel di lui animo: nè fate  alcun moto, alcun gesto, che possa interpretarsi in  modo sinistro da una mente ingegnosa a rivolgere  tutto in proprio svantaggio.   E già vedetelo cercar la sua sorte nella espressione  della vostra voce, nel vostro contegno, nel vostro si-  lenzio. Gli avidi suoi sguardi chiedono agli assistenti  la fatale sentenza, ch'egli teme qual ultima: nessuna  cosa è per lui indifferente ; ei tutto indaga, egli è  tutto occhi, tutto orecchie. E quando bisogna rassi-  curare la esaltala imaginazione di un infermo, i mi-  gliori ragionamenti non valgono quanto una idea falsa,  che, non preveduta e bruscamente espressa, si tro.  vassé in opposizione totale coll'oggetto de'suoi timori   11 chiarissimo Petit ha fatto sentire vivamente l'in-  teresse del precetto, che — non bisogna giammai  .parlare de'funesti avvenimenti d'una malattia innanzi  di colui che potrebbe temerne le conseguenze.   Non parlate-mai di morte coi vecchi e coi tnori-     DigiiizM 0/ Google     204   bendi. Se dovrete eseguire una grave operazione,  evitate dichiararla; ma imprimete un'idea di spe-  ranza e di buon esito per tal temuto istante, serven-  dovi pressappoco d'alcuna ingegnosa perifrasi, come:  il momento allorquando io vi libererò; ovvero: quando  cesseranno i vostri mali . . . . ec. Su di ciò nessuno  ha pensato meglio del citato Petit; nò con maggior  finezza o più eloquenti maniere si è giammai espresso.   Astenetevi presso un infermo pericolante da un  turbato contegno, o da tumultuosi movimenti. Ac-  correte forse contro una pericolosa emorragia? non  dimenticate che il vostro primo impegno debb'esserc  di signoreggiare immantinente sul morale dell'indi-  viduo. Se incerto, agitato vi vedesse, ei perderebbe  ogni fiducia e si crederebbe perduto. Sottraetegli  destramente lo spettacolo degli stranienti di cui vi  servite, e più di tutto lo spargimento del proprio  sangue. Qual funesta impressione non farebbe su  giovane donna, nervosa, esaurita per uterina emor-  ragia, l'aspetto d'uno ostetrico, il quale, con le ma-  niche ripiegale sino al gomito, le mani, le braccia,  il viso, gli abiti bruttati di sangue, la tormentasse  con le più aspre manovre, e, dopo averle fatto  soffrire un lungo e doloroso supplìzio, facesse mostra  di esitare, e le lasciasse travedere la scoraggiante  impotenza dell' arte! Allontanale da un malato che  state per sottoporre a qualche importante operazione,  tutto ciò che sbigottir potrebbe il suo cuore e por-  tare lo spavento nel suo spirito, diggia pel timor del  dolore agitalissimo. L'uomo più coraggioso ed intre-  pido non vede giungere senza fremere rabbonito  momento. In quali angosce suppor si debbe colui     OigiiizM &y Google     305   che, debole e pusillanime, si è pur deciso sottoporsi  a' crudeli soccorsi dell'arte, dopo lunghe esitazioni e  penosi contrasti! Guardatevi di oltraggiarlo o ferirlo  colle più insignificanti facezie, le quali tanto più  crudeli sarebbero quanto maggiormente inopportune.  Imponete a' vostri aiutanti ed agli astanti un silenzio  assoluto. In siffatti terribili istanti, tutto ciò che vi  attornia deve respirare la calma più tranquilla e  perfetta.   Alcuni infermi prossimi alla tomba, sospettando il  loro stato, supplicano il medico a dichiarar loro in  qual .situazione siano ridotti. Istanze pressanti, com-  moventi preghiere, nulla tralasciano per vincere la  ripugnanza di lui: lo illudono interessandolo sulla  necessità di metter ordine ad importanti affari} gli  vantano il loro coraggio, simulano una perfetta ras-  segnazione alla sorte loro: diffidi il medico di tali  fìnti motivi. Parecchi infermi, che si vantano mirar  la morte senza timore, conservano tuttavia una forte  secreta speranza d'essere ricondotti alla perduta salute,  nè udir possono quella tremenda verità senza darsi  in preda ad orribile disperazione.   Alcuni di questi sventurati hanno punito l'incauto  medico di sua imprudente condiscendenza con darsi  spontanea morte. Bisogna morire, egli è incontrasta-  bile, quando batte 1' ora di morie; ma è fatale il  volersi intuonare la requie, quando il coraggio e la  intrepidezza potrebbero trionfare ancora sovra la lunga  notte del sepolcro.   Si possono consultare in proposito le seguenti opere:  LutheEj De praecipuis cautelis praxin adeimti juxta     906     clinicos probe aUendenlis; W. Wedelius, De officio  aegrotanlium; Bienve.w, Des qualitis morales du m£-  decin, et de la condotte qu'il dtsit tenir auprès des  malades; Detebgie, Àrlic. Consultatìons, dans le Dici,  de Mèd. et Chir. praliq.; Vavasseur, Manuel de pa-  tJiolog. génèr.; Angeli, // medico giovane al leUo del-  l ammalato.      Oigiiized by Google     XXX.   Dell'Onorarlo e Guiderdone del Medico.     Lieto il medico d'essere stato utile al suo amma-  lato, il premio delle sollecite penose sue cure dovrà  giustamente attendere. Eppure bisogna assuefarai alla  sconoscenza de' clienti, ed abituarsi a sollecitare un  compenso, più spesso ritardato dal ricco, meno esalto  d'ogni altro.   Desideraci cosa sarebbe il gratuito esercizio della  medicina: ma in qual classe della società trovare in-  dividui animati d' ardentissima filantropia, per con-  sacrarsi a' disgusti e pericoli di questa professione,  senza altro guiderdone fuorché la virtù? Di qual pane  vivrà il medico e la di lui famiglia? Cessi ornai la  società di calunniare i medici, poicbè dal suo seno  sono prodotti; uè essendo una specie d'uomini ecce-  zionali, son eglino, come tutti gli altri, ciò che la  natura e le civili istituzioni ebbero a formarli.     208   Ogni fortuna suppone in sua origine un salario,  un lucro otl una rapina. Questa sorgente è accresciuta  per successioni. Ma se il negoziante che si arricchisce  calcolando i bisogni delle derrate, se V artigiano che  appigiona ii suo braccio o vende il frutto del suo  lavoro, se il nobile che pone al soldo la sua spada,  niente operano che si possa loro biasimare senza  fare la satira dello stato sociale, chi oserebbe vitu-  perare e riprendere il medico che accetta o richiede  qualche onorario per cura ed assistenza ad un ma-  lato prestata? Per esser capace di opera cosiffatta,  ha consumato egli una parte della sua vita, ha erogato  porzione delle sostanze sue O della sua famiglia, ha  sequestrato la sua gioventù in severe discipline lungi  d' ogni diletto, finalmente egli ha travagliato per la  società, e questa mostar gli si deve riconoscente.   Se gli individui che esercitano l' arte di guarire  avessero parte a' primi onori dello Stato, vedrebbesi  precipitare nella loro coorte tutti quelli che la fortuna  ha colmato de' doni suoi. Allora la medicina esser po-  trebbe gratuita, pagando la società in onorificenze ciò  che in costosi servigi riceve. Ma l'esercizio della medi-  cina attualmente procura appena qualche considera-  zione; un medico gode alcun credito, occupa talora  un posto, tos toch è abbandona la sua professione, ov-  vero allorquando, giunto a sufficiente fortuna, riposa  tranquillo gli stanchi suoi giorni.   La vista di un medico ha qualche cosa di appren-  sivo, perchè ridesta ciò che ogni uomo maggiormente  teme e detesta dopo la indigenza o la morte, la ma-  lattia. £ qual mezzo si adopera oryle risolversi ad  onorare colui che tanto giova all'umanità? Iticupe-     Oigiiized 0/ Google     209   rata la sanità da chicchessia, cominciasi a dimenti-  care il male già terminato, ed insieme in ente dileguasi  la ricordanza del medico, e la riconoscenza ccu tuni-  catamente a lui riprotestata. Questa condotta degli  ammalati disgusta ed indegna il medico principiante,  quantunque animato d'ogni nobile sentimento, che i  progressi poi dell'età estinguono in ogni cuore. Perchè  egli desiderava amicizia gli si nega la stima, anzi si  opprime di sarcasmi, fors'anco di villanie, finché  una nuova malattia riproduce l' umile preghiera c la  vile e bassa adulazione, suggerite dal timor della  morte. Ingannato nelle sue fantastiche speranze, dà  egli uno sguardo   beranza gl'infelici loro clienti, occultando l'avida loro  cupidigia sotto la capziosa maschera dello zelo. Crc-  derebbesi egli mai che agli ammalati ed ; agli assi-  stenti l'impostore l'assembra uomo filantropo ed abile,  mentrechè il circospetto vien supposto ignorante e  disattento! E ciò avviene perchè i movimenti delle  .gambe, dèlie braccia, e della lingua principalmente ,  sono valutabili soltanto dall'ammalato, ossia da giu-  dici incompetenti.   Ma ognuno dee far sacrificii nell'interesse della so-  cietà: ciascuu le deve un tributo, ed il medico più  che ogn' altro; egli, i cui doveri sono consacrati al-  l'umanità, ne darà il buon esempio, ricavando costan-  temente per l'esercizio del suo ministero la soddisfa-  zione' di avere agito secondo coscienza e possibilità.   Laonde se le mediche funzioni espongono tutto  giorno chi le adempie allo sdegno dell'ignoranza), al-  l'obblio dell'ingrato, agli oltraggi del calunniatore:  se troppo disgraziato sentesi. il medico, :-, perchè la  sua 1 riputazione, acquistata penosamente opn. veglie,  privazioni e stenti, da' capricci della moltitudine to-  talmente; dipende : ise, : per'.' bene adompirc i penosi  doveri! che gli si impongono, rinunciar gli bisogna  tutti i godimenti della vita c la domestica sua libertà,  -egli trova, però nell'esercizio stesso della professione     212   qualche compenso, che da così numerosi ed ines id-  eabili contrasti in parte lo risarcisce. La stima del  poco numero di uomini assennati Io consola, c gli f;i  dimenticare la gelosa invidia degli emuli, e la fredda  indifferenza ingratissima di coloro che maggiormente  obbligali gli sono egli deggiono riconoscenza. L'intimo  convincimento e la verace persuasione che i suoi ma-  lati hanno ricevuto tutte le cure che lo stato loro  esigeva e da lui apprestar si potevano, lo sottraggono  agl'insulti dell'affannoso rimorso, ed invulnerabile Io  rendono all' avvelenato strale delia smaniali Le invida  malignità, allorquando un avvenimento funesto non  si è potuto prevenire da' soccorsi dell'arte nò per gli  sforzi della natura. Una coscienza calma e tranquilla,  assicurando   a La buona compagnia che l'onta francheggia  n Sotto l'usbergo del sentirsi pura,   è già la ricompensa del medico, che esercita con  probità ed onore i suoi doveri, Il guiderdone cT una  buona azione, è di averla fatta : Recte farti, fecìsse  merces est; diceva Seneca (epist. 81);   ■ Le frali iTun b'tenfait, d'est le bienjuil lui-méme »,   Egli è contento e pago del bene da luì fatto, e molto  può farne. Lo infelice a preferenza l'implora, ed ei  seco conduce la speranza e la consolazione nell'asilo  della miseria : e le benedizioni degli sventurati, sono  il compenso di cosiffatte beneficenze, premiate da  calde lagrime di immutabile riconoscenza.  Tostochè un medico giugne a ridonare un ma-     2(3   lato dati' orlo della tomba alla vita : allorquando ei  conduce ad assicurata convalescenza un disgraziato,  già sottoposto a chirurgica pericolosa operazione; que-  sti fausti risultameli d'ogni sua cura largamente lo  indennizzano. Colui che è stato salvato, diviene suo  amico e fratello. Il vederlo, gli procura la più singo-  lare e deliziosa compiacenza j ed il mutamento più  vantaggioso di sua fortuna non gli apporterebbe una  pari così grata gioia. Al contento di togliere una de-  signata vittima alla morte, niente è che agguaglia.  Un infermo ch'egli ha liberato da gravissimi peri-  coli, lo consola d'essere stato meno felice in altri in-  contri. ' ! . i . " ; i i ■•■ i i '   Il medico adunque, tolte alcune eccezioni, ndn acqui-  sta generalmente vistosa e grande fortuna : ma il  frutto de'tooi lavori non è esposto mai a repentini  sconvolgimenti, che spesso rovesciano il commer-  ciante dall'estrema dovizia nell'estrema miseria. Egli  gode d'una sorte piacevole e tranquilla; egU.c posto  in quella buona e sicura mediocrità, ohe,, fra .tutte ic  condizioni della vita, è la più compatibile con la  felicità. Accollo, gradito, festeggiato nella società;  stimato dalla gente di lettere, desiderato dal ricco e  dal pitocco, il medico, sino alla più tarda età, vive  amato, onorato, richiesto da ognuno.   Montuus, De stìpendìis medicorum.      Diqiiizefl 0/ Google     .' ■ 'tìÓNCLUSIONE ■     111 questa Monografia sono stati i medici Spesse  Tolte da me lodati con ingenua franchezza, an-  tGoradhó sia- del lóro numero anch'io. Mi sono iit-  igegnato ìàre il loro elogio senza prevenzióne, né  -ho dissimulato i loro difetti. Ho esposto i ,loro  doveri, ed ho curato mostrarli quali realmente pur  'son^ij^r^ii&repj^ritato/iliii^mproyece di par-  zialità,? ÌS,ox io crédo averlo. heoe evitalo.! n tiniw$ rthtv   '■>''•-■■ '.( M. Vr^.tVstV   <-v,-v . ..:\-,\. w.s^l*U ifliifc   Avvertimento . -,y ;. ( „, -• Pa?- 5   Introduzione ,-. T <\"   Z*e//a iyco?nresca Istruzione Medica . . n i 5  Ingresso di un Giovane Medico nel Mondo . v 24  feifa TTipufazione dei itfedico ... r 33  ZM jHedieo in Società 4 . . ■ 38   De' Piaggi del Medico , ...» 43  ZJeiie JWetd di Jfedicina ...» 48   Dell'Età del Medico "64   Del Maritaggio del Medico ...» 02   Dell'Esteriore del Medico . ..." 65  Della Letteratura del Medico ,. . . li  Dei Medici Poeti . ■. . v . . "77  Dei Medici Filosofi . ì . . . » 81  Della Religione del Medico .... n 86  Dei Riguardi de' Medici fra loro ..." 95  Degli Encomiatori . . . . . » 1 00  Del Saper-fare . . , . . . » 44 3  Dell'Arte di ottenere la Fiducia degli Ammalati n i-23     Delta Pratica Pag . 430   Dei Difetti da evitare nella Pratica . . » HO   Del Modo d'Interrogare gli Ammalati . . ■ 1_4B   Della Pazienza del Medica . . . . ■ IAI   Della Prudenza del Medico ■ ÌQ7   Della Beneficenza del Medico » Ì2&   Della Discrezione del Medico . , . s 123   Della Costumatezza, Filantropia e Magnanimità del   Madi cn ■ IM   Delle Qualità particolari al Chirurgo . . » JHft   De'Doveri del Medico verto i Moribondi ■ 131   Sulla Medicina dello Spirito » 194   Somma di Precelli tjenvmli uditi l'ondalla, del Me-   dico a riguardo degli Ammalali . . ■ L3S   Dell' Onorario e Guiderdone' del Medico-. . » 207   Conclusione , '. \ '. ■. . n 814 Roberto Sava. Sava. Keywords. Refs.: dovere, i doveri – pregi. Luigi Speranza, “Grice e Sava” – The Swimming-Pool Library.

 

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