Roberto Sava /t'iti SUI PREGI E DOVERI DEI. MONOGRAFIA I STRUTTI VA,: ED^NTER. ESSANTE l'tlt «CM i:i.,lssli : Ilf.-.^OLIi: MlllSOHE 'IIP, UttSCHLTTI L FliftKKtll /s: xss DigiliziM Dy Google SUI PREGI E DOVERI DEI MEDICO DEL PROFESSORE ROBERTO SAVA SOCIO DELLE ACCADEMIE DELLA SICILIA, ! E D'iTl LI A, DI «DELLE DI FILADELFIA E NUOVA-TOUR, hehbho DEPUTATO AL conc-resso degli scienziati italiani riKLLA SESTA LORO JIIUMOHE 13 MILANO PER l'aCADEMIA SUJIICO-UUIHL'KGICA DI NAPOLI E DEGLI ASPMA3T1 BATUHALISTI §1 'MILANO Pbesso gli EniToni-Linmj Maxtucelli e C. Conimi del Lioto, H. i3^i AVVERTIMENTO Non sempre la censura di Seneca, in ima sua epistola espressa con quella sentenza — ut omnium rerum } sic litterarum quoque, in temperanti a labo- ramus — scoraggiar deve ogni scrittore che al pub- blico il bibulo di sue veglie presenta , avvegnaché non bisogna imitare lo svanissimo pensamento di Lemonnier, il botanico di Luigi XF^i il quale, allorquando veniva richiesto perchè non s' indu- ceva mai a scrivere qualche sua opera, era solito rispondere, come attesta Cuvier, che il tempo impie- gato ad instruire gli altri è perduto per la disciplina di sè stesso; appoggiandosi allo stolto paradossale so~ fisma che, tutto è stato jdtto, tutto è stato detto, e 6 si viene troppo tardi per aggiugnerc una sola parola. Con simile sutterjugio, all'uomo timido, naturalmente infingardo e presuntuoso, che travaglia e si ammaestra poco, e crede saper tutto e saper meglio degli altri, la ignavia, tanto 'a lui connaturale, arresterebbe, al menomo ostacolo, le ricerche, le osservazioni, ì risultamenti, for- nendogli sempremai delle risorse per trarsi d'impaccio. Io ho indugiato a rendere di pubblica ragione que- sto lavoro, ma alla fine mi vi sono determinato. In esso soltanto, meno avido della brama di creare, come in altre mie opere, che di quella d'esser nule, e si- mile all'ape che dal sugo di tutti i fiori il suo mele compone, ho raccolto ciò che mi è sembrato potersi esibire con utilità, e al mio oggetto meglio servire; perciocché nel troppo die s'ignora, il poco che si sa, si. sappia bene almeno. Che se.talvolia le mìe pro- prie idee presento,. egli è con la più scrupolosa ac- cortezza, e per richiamare un utile principio, mani- festare un grave errore, o dimostrare una sconosciuta lacuna. Ma, in generale , . io mi sono . appalesato il. meno che mi è statò possibile. No adottato la mas- sima, di Bayle: Une bornie pensee, de quelque en- droit quelle parte, vaudr'a toujours mieux qu'une soLLÌse de son crù n'en deplaise a ceux qui se va lite ut detrouver tout chez eux, et ne rieO lenir de persoli ne. Per nitro, un libro redatto con accorgimento, è quasi sempre l'epilogò de' lumi dell'epoca sua ; è una pietra Digiiized Dy Google 7 migliare posta dalia mano del talento nella strada dell'esperienza e del sapere. Io mi sono limitato a scegliere, nelle opere le più conosciute e applaudite, le opinioni che più sagge mi sono sembrate, ed ho avuto impegno citare quegli uomini dotati di Jbrte ragione, di sagacità poco or- dinaria, e d'infaticabile ardore per lo studio e per la meditazione ; lungi però dalla sciocchezza quasi uni- versale, che volentieri crede la verità sotto la barba canuta de' vecchi secoli, e sotto un nome d'antica e pomposa rinomanza. In riguardo alle quali opinioni qui addotte, ne ho indicato costantemente le origini; e nel riprodurre le attinte citazioni, rimossa bensì la servile pedanteria, ne ho in gran parte verificata la esattezza, dichiarando tuttavìa con Montaigne: Tel allegne Platon et Homère, qui ne les void onques; et riìoy, ay prins des lieux assez, ailleurs qu'en leur sotirce. Questa sorge/ite di' erudizione e faconda dottrina, al chiarissimo Monfalcon, qui principalmente si debbe. Egli ne è il modello, la guida, l'originale ; come Lu- ciano e Vi Google 21 Lo studente dee viver fra te IlevoI mente co*suoì con- discepoli ; ei deve scegliere fra loro un Mentore, ri- chiederlo di consigli, pregarlo dirìgerlo, mancando tal- volta questa guida tra 1 professo ri; avvegnaché l'alunno che studia senza consiglio e senza norma, lentamente e disordinatamente si avvia nella sua camera, pro- fitta poco di sue letture e di sue osservazioni. Ma al- lorquando, più inoltrato, è idoneo a rendere ad altri principianti i huoni avvisi che ha ricevuto, non debba egli mostrarsene avaro o restìo, e tanto meno, poi- ché insegnando ad altri, accrescesi maggiormente la propria istruzione. Se egli vuole impiegar bene il suo tempo, sfuggir deve tutù quei fra' suoi condiscepoli che passano i più bei giorni di loro giovinezza nella infingardaggine, nel gioco, nello stravizzo, nel libertinaggio, net perdi- tempo. L'ignoranza, la presunzione, la necessità di palliare Iti appresso coll'intrigo il difetto di sapere, la perdita della salute e dei costumi, sono i funesti ri- sultamenti delle associazioni sotto auspicii diversi da quelli della positiva diligenza agli studi e dell'ardore per la scienza. Ricercate voi alunni quello tra' vostri compagni , che a preferenza si mostra animato di verace filan- tropia, disgraziatamente assai rara, che, felicitandosi de' suoi progressi, si anima all'idea de'servigi ch'ei potrà prestare un giorno in sollievo de' suoi simili. Penetra- tevi di questi nobili sentimenti, onde abbia a potersi dire di voi; Egli è uno del picciol numero fra co- loro che onorano una professione, tutti i membri della quale onoratissimi esser dovrebbero. Ma se non sen- tite questo nobile amore dell'umanità, che eleva 22 l'uomo sopra sè stesso, non lo simulate almeno; siate probo soltanto, e non ostentate una virtù a voi estranea. I professori hanno dritto al rispetto degli alunni, le loro lezioni ascoltar si devono in silenzio, gli ap- plausi e i segni d'iinp roba z ione sono del pari biasi- mevoli. Il discepolo giudizioso applaude al professore dotto e benemerito coll'assiduità : alle lezioni di lui, da libera scelta esclusivamente spintovi ; e, pur troppo! Io biasima, dimenticandosene: privare gli al- lievi di questa libertà, equivale togliere a' professori la più dolce ricompensa del loro sapere, del loro ta- lento e zelo. Giovani e stranieri ad ogni vergognoso interesse, gli alunni giammai si ingannino nella scelta del corso che seguir devono, proferendo essi ognora se non il professore più eloquente e più dotto, il più insinuante almeno e chiaro , nelle lezioni del quale maggior profitto ritraggano, Finalmente sostenuti gli esami, disviluppata la tesi, ed il candidalo pervenuto al grado di dottore, gli è necessario dedicarsi a riuscir medico. Egli va ad entrare nel mondo, bisogna quindi additargliene la condotta, di che abbisogna il giovane che è passato dal collegio all'anfiteatro, e da questo agli ospedali. Colui che ha più lavorato è quegli che maggiormente trovasi imbarazzato in tale incontro ; colui che si è indonnato della società correndo dietro «'piaceri, sente appena la transizione; avvegnaché, familiare alle so- ciali abitudini, avendo intrigato pe 'capricci, gli è facile intrigare per la fortuna: lo scopo solo è cambiato, ovvero modificato, il mezzo rimane sempre lo stesso. Questa norma è degna d'ogni attenzione. Il giovane dottore ritorna da suo padre, e riceve da lui una DigiiizM bf Google 23 disposta clientela: inatruito o ignorante, egli eredita la paterna rinomanza, e questa eredità non è al certo la meno curiosa di quant'altre in società si acqui- stano; ovvero gode de* beni di famiglia, dimentica i suoi libri, non vìsita ammalati, sol vagheggiando una ricca ereditiera di cui lusingasi essere sposo; oppure ostenta un'opulenza iittiz.ìa; ed il maggior numero si agita per ottenere un posto, da valere qual patrimo- nio di talenti. Le circostanze però aiutano talvolta lo istruito e modesto, e la fortuna è allora giustificata de'favori che spesso largisce al ciarlatanismo ed al- l'ignoranza. Additare dunque all'inesperto medico il sentiero onde trionfare degli ostacoli che incontratisi ad ogni passo nella società; fargli conoscere la dignità del suo ministero, ed i doveri che adempir deve socialmente in generale, ed in particolare verso i suoi ammalati: giustificare i medici e dilènderli dalle calunniose per- secuzioni; e, quali sono precisamente, dimostrarli: ecco il sommario di questa monografia. Veggasi all'uopo il Dictionnaire abrégé de médecine; ed anche De Renzi, Sullo stato della medicina nel- l'Italia meridionale e sui mezzi di migliorarlo. Digiiized 0/ Google ir Ingresso di un Giovane Medico nel Mondo XJn giovane medico ha trascorso gran numero d'anni nelle scuole, ha frequentato con zelo gli ospedali, con assiduità le biblioteche; nessuna parte della teorica gli è ormai straniera: dopo avere consumato il tempo più bello di sua vita nello studio tanto lungo e la- borioso dell' arte di guarire , egli viene a chiedere al pubblico quella fiducia di cui per il suo sapere si crede degno. Ma la nuova carriera the gli si apre dinanzi, non è meno laboriosa di quella che ha già percorsa. Aspri scogli l'attorniano da tutte le parti: la teoria cosi bella, attraente e facile ne'libri, è una guida in- sufficiente o infedele presso gl'infermi: tutto è gene- ralizzato negli scrittori, tutto è particolareggiato nella Digiiized Dy Google 25 clinica. Egli cerca indarno sovente que' segni che gli si è detto caratterizzare le affezioni morbose : quelle malattie organiche, che facili a conoscere ei suppo- neale, lo avviluppano con sìntomi ingannatori o lar- vati ; quelle febbri essenziali, descritte a lungo dagli autori, che frequentissime ideavasi osservarsi, giam- mai al suo esame si presentano. Ei vede con sorpresa l'esperienza smentire le magnifiche promesse della terapeutica. Facilissima giudicava la esecuzione dei processi operatori! sul cadavere, ma sul vivente ri- petuti ostacoli lo imbarazzano. Incertezza e pericoli dappertutto egli trova. Niente di positivo apprendesi nelle scuole, è stato detto altra volta da alcuno ; e negh' ospedali, il grande numero degli ammalati, la brevità delle cliniche le- zioni, l'ignoranza de'veri motivi che determinano il trattamento curativo, una lunga serie di enigmi da indovinare allo studioso allievo ordinariamente pre- sentano. Comunque inslruito esser possa un giovine medico, osserva Vicq-d'Azyr (Eloges hisloriques), egli teme sempre l'istante di agire per la prima volta, allor- quando, dopo avere ascoltato e letto, bisogna giudi- care e scegliere. Scrupoloso osservatore delle regole dell'arte, e temendo ingannarsi nella loro applicazione, egli esamina con accurata diligenza, e pauroso delì- bera. Gli si appresentano incessantemente allo sguardo gli ostacoli che nascono dalla complicazione degli acci- denti, e le obbligazioni che il suo dovere g l'impone. Ei consiglia pochi rimedii per dubitanza, come il pra- tico sperimentato avvedutamente pochissimi ne pre- scrive. L'uno indaga la natura ed agisce di rado per- 26 chè non si crede troppo illuminato su 'bisogni dì essa ; l'altro conosce i suoi sforzi, ed a secondarne i movi- menti si limila, e perchè teme perturbarli, di rado anch'egli agisce. Entrambi hanno una grande riser- vatezza, perchè hanno i medesimi principii, e ten- dono al medesimo scopo. L'ignorante al contrario comincia con arditezza, e finisce con audacia. Ed in generale i giovani medici i più istruiti, sono i meno intrepidi ed animosi nella loro pratica; sem- pre diffidano di sé stessi, e dopo molle esitazioni acquistano finalmente quella sicurezza che al vero sapere tanto bene compete: eppure quando indefessi prolungati studj li abbinilo resi pratici cons unitissi- mi, diffidano rullavi» di non aver fallo troppo. Qual contrasto questi uomini laboriosi fanno col volgo de' medici! Un giovane, al primo sortir d'un liceo, e forse senza precedente educazione, vuol di- venir medico: la sorte è gettala: eccolo recarsi in una facoltà di medicina. Ma i parenti suoi, poco for- tunati, bastar non possono alle considerevoli spese necessarie per il trascelto stato, se non coll'imporsi le più crudeli ed oppressive privazioni : come fare allora? il tempo pressa; egli si affretta, ei s' indu- stria per affrancarsi di esami nientemai rigorosi; sa- perne alquanto per sostenerli è tutto ciò ch'egli am- bisce, e, appena scorsi già sono i termini prescritti, ghigne in fatto a liberarsene: adunque non più corso, nè clinica, nè libri. Qual cosa egli ignora ond'essere profondo medico? La cupidigia si sveglia: non meno eccessiva dell'ignoranza e della impudenza del no- vello Esculapio, essa pone tutto in uso per imporre al pubblico, e vi riesce sovente; mentre in opposto OigiiizM &y Google 27 il modesto sapere, senza fautori, vegeta nell'obbho. La Bruyère ha molto bene osservato die gli uo- mini sono troppo occupati di loro, per aver agio di penetrare o caratterizzare gli altri. Da ciò deriva che con merito grande e con più grande modestia, si può languire lungo tempo nella dimenticanza. Non vi è nel mondo tanto penoso mestiere, che farsi un gran, nome. La vita finisce, quando quest'opera si è ap- pena abbozzata. Un giovine medico che entra nel mondo, desidera con impazienza l'epoca quando potrà godere mia ge- nerale considerazione. Incerto del destino che l'at- tende, ei s'inquieta, ei s'agita, si lagna della sua si- tuazione: allorquando frequentava le scuole, riguar- dava qual istante di sua felicità quello in. cui non avrebbe ormai bisogno delle lezioni de'suoi maestri; adesso che è libero di questo peso, e che il titolo di dottore gli permette esercitarne le funzioni, vorrebbe che gli anni maturato avessero la sua hsonomia, per- chè la gioventù sembragli ostacolo insormontabile ai suoi successi. Egli anela il momento quando la fidu- cia de'suoi concittadini lo ricompenserà di tanti anni da lui consacrati allo studio dell'arte sua. Un pratico, che numerosa clientela priva di tutti i piaceri, compiange quel tempo, "allorché, più felice, abbandonar potevasi alle sue propensioni, e godere principalmente di sua libertà: con dolce soddisfa- zione rammenta l'epoca de'suoi studj; paragona con amarezza l'indipendenza e la felicità di sua gioventù alla dura servilità nella quale ridncelo il suo mini- stero, e se talvolta sorride allo spettacolo del benes- sere clic lunghi e penosi travagli bannogli acqui- stato, la canizie de'suoi capelli avvelena bentosto la gioia sua. Laonde l'uomo mai non è contento della sua sorte ! Da' primi successi o da'primi rovesci del medico nella sua pratica, in gran parte dipende l'opinione degli uomini sul di lui merito. Quanto è delicata, quanto difficile la posizione del medico all'ingresso iu società! Quanto interessasi egli de'primi suoi ma- lati che le di lui c ure reclamano! con quale atten- zione analizza tutti i sintomi morbosi ! e, nell' impiego de'mezzi terapeutici, quanta riserba tczza egli usa!! Se l'ammalato guarisce, essendo stato semplice il caso e del numero di quelli che del solo regime abbisogna- no, mille voci celebreranno il profondo sapere del giovane dottore, la rinomanza si spargerli da tutte le parti, magnificando lo strepito de'suoi successi; la fiducia nascerà al grido ripetuto della riconoscenza, ed il tranquillo spettatore degli sforzi della natura, sarà agli occhi di tutti un genio che comanda alla morte. Ma che una fleminasia grave e rapida nel suo corso, gli spenga in pochi giorni un infermo nel fior degli auni, che sintomi consecutivi conducano alla tomba quello sventurato chirurgicamente operato, o quel calcoloso liberato dalla pietra, l'ingiustizia e la mala fede si uniranno contro di lui : si accusano le sue cure, si incolpa la sua giovinezza, gli si conten- dono le sue cognizioni, e dappertutto incontra la più cieca prevenzione e le più calunniose imputazioni; e talvolta egli è costretto recarsi altrove ad iucon- . tra re casi meno disgraziati e maggiore equità. Tuttavia compiagnere, un giovane medico, che nel princìpio di sua carriera non imbattesi in malattie di 29 felice risultamonto, contro te quali la natura e l'arte uniscali loro possanza, non è un motivo ad impe- gnarlo prestar le sue cure per le sole affezioni mor- bose, di cui è probabile la guarigione. La religione e l'umanità gl'impongono una legge ili visitare col me- desimo zelo o colia stessa assiduità 1 infelice che un'organica affezione conduce alla tomba, o quel ma- lato ebe i soccorsi dell'arie richiameranno infallibil- mente alla vita. Uomo pubblico, egli appartiene a tutti coloro che invocano il suo ministero, quindi non può negarlo ad alcuno. Nò l'incertezza del successo, nè il pericolo di rovesciare una riputazione tuttora mal ferma, non sono ragioni sufficienti perchè un medico sia pigro o sordo a' preghi degli sventurati, che hanno riposta in lui l'ultima loro speranza. Del pari un chirurgo non deve negarsi giammai ad una operazione d'esito incerto ma bene indicata. Condan- nevole pur troppo è la pretesa politica di alcuni in- dividui dell'arte, i quali, temendo di compromettersi, hanno sommo impegno ad evitare le pericolose cu- ragioni. L'ingiustizia frequentissima de'giuchzj del pub- blico può mai scolparli di un fallo le di cui conse- guenze sono tanto gravi? Quanti malati sono quindi vittima di questa falsa prudenza! Quanto la fiducia può esser corrotta da vani interessi dell'amor proprio! Le qualità essenziali al medico, per riuscire nel mondo, non sono un merito trascendente, un grande impegno per lo studio ed un profondo giudizio, ma sibbene esorbitante ammasso di ciarlataneria, instancabile ci- calamento, ed un'audacia che niente può sconcertare giammai. Perche tacerlo or vi a? gli uomini hanno un pendio naturale per i ciarlatani: conoscerli bene, ecco 80 il cardine per chi aspira a grandi successi nell'eser- cizio della medicina. Una vernice di sanere basta per illudere il rozzo volgo. Egli è vero che la grand'arte di ammassare danari non è meta per il medico che conosce la digitila di sua professione; non men vero è altresì che gli uomini illustri, che si sono creati dei diritti alla venerazione della posterità pe'loro rari talenti, non hanno credulo onde giug-icrvi bastare uno stodio sufficiente e porre in opera ogni astuzia ed ogni raggiro, il cui insieme compone il saper fare. Ma che importa ? quei che scorgono nella pratica me- dica un eccellente mezzo di fortuna, non fissano al- cun significato al risonante = amor della gloria, amor dell'umanità = ed inutile giudicano la scienza, poiché non è indispensabile ad essi per l'acquisto di vistosa opulenza. Eppure i medici hanno ragione di lagnarsi spesso ■dell'ingiustizia degli uomini, Qual forza d'animo non abbisogna loro per sormontare i disgusti ila cui sono so- praffatti? Voi non sapete, diceva Lorry alla gente, quanto ci costa per esservi utili! Un medico amante dello studio ha languito quindici anni nelle scuole e negli anfiteatri fisici ed. anatomici, ha trascorso poscia gli anni più belli della sua vita nell'aria infetta degli ospedali, il pallore del suo colorito e la emaciazione del suo viso attestano la moltipheilà delle sue veglie e delle fati- che sue. Con qual premio sono indennizzati tanti lavori? Qui, l'uomo del mondo declama contro la certezza della più nobile delle umane scienze, e con- fonde senza pudore la medicina ed il ciarlatanismo; là, qoeglino stessi a' quali le di lui cure hanno reso la vita, negano il ricevuto benefizio, onde dispen- Digiiized &y Google 3i sarsi della riconoscenza: altrove, qualunque sia l'esten- sione e la base di sue cognizioni e gì' incredibili suoi studi per aumentarle, il dotto filantropo medico sten- tatamente può formarsi una mediocre clientela, men- tre al contrario nn ignorante non ha, dovuto die presentarsi in società per occupare tutlo il grido della rinomanza. Se gli uomini non ricevono dalla, medicina tutti i benelicii che sperar ne possono, ne debbono incol- pare sè stesi. Essi, che all'intrigo ed alla ciarlataneria tanto facilmente accordano fidanza, solo dovuta al vero sapere; che favoriscono così spesso l ignoranza senza discernimento alcuno, e disconoscono il inerito verace ; che non aprendo mai gli occhi sopra i mezzi adoperati a sedurli, non sanno che nulla può supplire all'applicazione ed allo studio, che l' esperienza non istruirà giammai colui che non sia in istato di pro- fittarne, e che il maneggio è quasi sempre la sorgente de'più funesti emiri. I giovani medici generalmente sono buoni, umani, compassionevoli, pronti a credere le promesse colle quali vengono lusingati; amano i loro infermi; nes- suno ostacolo a' loro occhi mai non si fa incontro: la carriera che s'apre loro dinanzi sembra sparsa di fiori; e la loro immaginazione sedotta li persuade che per riuscire nel mondo è sufficiente servire gli uomini ed amarli. Illusioni amabili, voi sedurrete pòco! II paradosso del trionfo dell'ignoranza non tarderà a stancare bentosto ed opprimere il loro amor proprio ; la di- menticanza, l'ingiustizia, la parzialità, il raggiro squar- 82 ceranno a brani il troppo sensibile loro cuore ; e l'ingratitudine sarà il colmo del disinganno. Veggansi a questo proposito le seguenti opere: Plàtius, De medico audace; Heister, De medico ni- mìs timido; Sonnet, Satire contre les cliarlatans et les pseudo-médecins empiriques; Coquelet, Criiique de la charlahmerie; Dolàeus, De juvenis medici idea errante philosophico-medica; MimcHmr, La scuola del giovane' medico. : „,i- ... ■ , :n n r,:t-iiiy>i. >,. : - ■ Una' diffusa' celebrili) talvolta è meno l' elogio di un medicoj'cbe la satira del pubblico. V, : ' Si consultino le opere seguenti: Licetusv De op- tiiuo ^medico: Chiappa, Ippocrate, modello de' medici. IV. Del Medico in Società. La medicina non è una scienza incompatibile coli' uso de' sociali trattenimenti, nè esclude colui che l'esercita dalla politezza, dall'amenità, dalle grazie, clic formano il socievole diletto. Si può esser me- dico ed uomo di società medesimamente; e se al- cuni malinconici dottori declamano contro lo sludio dell'arte di piacere, in ciò hanno essi meno riguardo alla dignità di loro professione, che all' impossibilità di correggere la pedanteria del loro carattere, ed il ridicolo delle loro maniere. Quella imperturbabile gravità che portano in società, come al letto de'ma- lati, è un velo sotto il quale occultano sovente una crassa -ignoranza; e quegli inetti sarcasmi che lan- ciano contro que' loro colleghi che aggiungono al sapere uno spirito penetrante ed amabili forme, al- tro non sono che la confessione della secreta loro Digiiized Dy Google 39 gelosìa. V arte di piacere e quella di guarire hanno fra loro strette connessioni. Se nn medico, troppo tardi apparso net mondo, 0 di carattere molto serio e grave, non può acqui- star quella giocondità e quelle grazie naturali che costituiscono l'uomo amabile, egli deve mostrarsi tale, qual egli i; ma non sostenere un posto in cui sa- rebbe fuor di luogo. Chi dalla natura non riceve la piacevolezza, in- darno vorrà simularla; colui che non è dotato d'un facile umore, affetta invano l'amenità: ì suoi tratti, le sue maniere, i suoi discorsi , tutto in lui è sten- talo; ei diviene ridicolo per la ricercatezza di voler piacere. Pochi medici hanno goduto pieni successi di amena società come il famoso Procopio. Egli era amicissimo di molti uomini celebri del secolo dee imo Ita vo , ed il suo nome si trova spesso ripetuto ne' loro scrìtti. Piccolo di statura, brutto e gibboso, non fu perciò men ricercato nella società. Si hanno di lui alcuni brani di versi piacevolissimi, una commedia dimen- ticata, e cattive opere di medicina. Per riuscire nel mondo, bisogna formarsi neces- sariamente una maniera di essere fittizia, giungendo a possedere quella riserva abituale che reprime tutti 1 movimenti spontanei, quella pieghevole compia- cenza che a tutto si adatta, ed una attenzione sem- pre vigile nel ccrcarè in ogni oggetto una occasione di piacere. Il medico più d' ogn' altro ha bisogno di un carattere flessibile e dì uno spirito insinuante: chi meglio di lui conosce quanto le passioni siano i motori degli uomini? OigilizM &y Cooglc 40 Alcuni , giovani medici, troppo cruciati dello studio, vivono co' libri e nella lettura, e si. sottraggono alla società, per dedicarsi alle. (lolle loro ricerche, Questa occupazione postante ; dà. loro un;. aspetto imbaraz- zate», ed un timido coufteguo, di cui mai non possono correggersi, e che nuocono talvolta ai successi, a'quali la mqltiplicità e la profondità delle loro cognizioni li appellano. i ■ . . ■, . , Ogni uomo pubblico. non deve dimenticare sulla di ciò che può assicurare la sua rinomanza. Ogni medico deve portare molta, cura ad . acquistarc i ciò che può mancargli sotto il rapporto delie .apparenti qualità, come eziandio a per fon io u are quelle del suo ingegno. _ ..... I medici poi sono dispensati il' assoggettarsi intera- mente alle leggi dell' etichetta , .come una dì loro prerogative. ,., >, ■ I ■ ,-■ 1 > , >.•'—..■-■ i.'-i-i i'. Raccomandare al medico 1' uso della società., non importa volerne fare un. zerbino, uu £iceto, uu bel- l'umore di sollazzevole compagnia ; dissuadergli il pc- dautismo od una esagerata gravila, non tende, a prei scrivergli di abbandonarsi senza ritegno a diverti- menti innocenti in sè s lessi e piacevolissimi, ma poco compatibili colla dignità del. suo carattere. Un dottore non deroga punto, coltivando, j^rti- amen q, q prestandosi talvolta a'giuoclu. di. Tersicore.,,; in .un convegno di scelti, anaci : uia il ridicolo è prossimo all'abuso, e la professione di quello è : molto grave f onde porre molta. riserbate,zza in tali l'utili passatempi. La vera urbanità sceglie e, conferma i'modi esteriori con le condizióni. È: tale la. severità del pubblico, che pensa male di un medico troppo abile nelle arti 4t ci nette - scienze, -'ohe -non ,1 tanno rapporto dilètto colla sua professione essenziale e p ri mitri' aJ Gohii; chs vedesi sempre! ih iriiezzo alte feste ed a'tripudii) séni, braló^pqcd-bccup'àto oi tròppo aliedo idaH'arle sua. Rmunziare-idunque a' suoi gusti più diletti; eia» u^ahriegàzÌQne di sé stesso, ecco! il saccifiaioinlposU a medici. Essi appartengono alla /società, ;.!e: jquestì chiede da loro stretto conto di tutti i loro istanti, e sorveglia i loro piaceri; Un medico non; può gustare in riposo alcon sollazzo':. di giorno, non. può egli pro- mettersi clie poche. ore di quiete; nella notte, il sonno 'suo dura sino a tanto che gli altri non r librino . bi- sogno di turbarlo con le ordinarkriiótturHe'niòieatie :( Ficq, ifìdfyrfr, . , . ,„j ,./.,{ ..)'.,(, B Kf'ì'il» ; Sotto Luigi XIV, i medici affettavano una pravi là eccessiva, . Molière; IsìibeSb di ! loro: i mpedantì dispaiv vero; ma i cicisbei sono venuti; e questo ridicolo È -forse più insopportabile dei pruno. Oh airip fori rac- conta l' aneddoto seguente sopra! uno di qile' dottori alla moda. D'Alembert trovatasi: presso madama J)u .Deuaiit,'ove erano il 'i presidente HenuùH :ed- il.'ia»- gnor iPont-de-Vesle: sovraggiugne un medico nomi- nato Fournidi^ il: quale, eulraiide; :dice- a màdaiha Ueffant: Madama, io . vi presento il mìa umilissimo iritìptUtOt al presidente Hénault: Signore, io li ò l'onore di salutarvi; al signor Pont-de-Velsè : iSignore, io sono il vostro iiuiilìssimo servitore; e rivoltosi a D'Alem- bert: Buon 'giorno , signor abate. Evvl più ridicola peUegoleria.'d*, questa vana e falsa pretensione ad os- servare le sociali convenienze ì Questo stesso -.Foui- nier è l'originale del Medico del Circolo, commedia di Poiusinet, dedotto da quella di Palissot col mede- simo titolo. 43 A qnal punto ormai può un medico liberamente coltivare le arti dilettevoli! La soluzione del quesito è di già presentita. Qualunque sìa il di lui gusto per esse, sacrificar lo deve al pregiudizio del pubblico, o secondarlo con estrema circospezione. Senza dub- bio, il flauto a Boerhaave niente scemava a'di lai rari talenti; laonde coloro che godranno di uguale sor- prendente celebrità, potranno allora, ad esempio di quello, mostrar senza pericolo il loro trasporto per la musica; ma fintantoché analoga reputazione acqui- star si dovranno, prudenza esige, far bene astener- sene. Ed avvegnaché, oltre l'opinione conosciuta del pubblico sulla incompatibilità della coltura della me- dicina e delle arti, bisogna ritenere ancora quante seducenti attrattive sono in queste, che dallo studio cosi arido e penoso delle mediche scienze possono facilmente distogliere. Colui che al sapere unisce la civiltà, un carattere pia- cevole affettuoso ed ameno, e la compagnevole leg- giadria, è più opportuno d'ogn'altro a bene esercitare la medicina: egli onora la sua professione, ei la fa amare. Alcuni medici vivamente sensibili , o per dir me- glio di poco spirito, si irritano contro la società de- clainatrice contro l'arte loro, e contro i filosofi che, come Montaigne, Molière, Rousseau, non credono alla certezza di essa. Qnal bizzarro capriccio) Veggansi le opere: Le Fhàhcois, Réflexions crìtì- ques sur la médecine. Odwyer. , Querela medica. Pljitz , De oedantismo medico. Digiiizcd Dy Google V. De' Viaggi del Medico. Il ginevrino Odier, in nna Memoria letta all' In- stituto Nozionale di Francia, ha provato con evidente dimostrazione i vantaggi, che trarrebbe la medica scienza nel suo paese, da una fondazione a perpe- tuità , destinata al sostegno di alcuni medici nelle università straniere. Una tale istituzione sembra do- ver essere la più utile. Questo progetto è stato gik concepito ed eseguito in Inghilterra dal dottor Rad- ctiffe, che ha legato i suoi beni ad un al nobile uso. "Volle questo medico che due studenti, dell'univer- sità di Oxford, godessero per sei anni d'un* annua rendita di seicento lire sterline, a condizione di pas- sare almeno cinque anni fuori della Gran Brettagna. La poca cura posta nella scelta de' soggetti , la coi nomina ad alcuni signori appartiene; ¥ assoluto di- fetto di regolamenti per esìgere da loro un discarico dell'impiego del loro tempo, hanno paralizzata una Oigiiizcd by Google ti istituzione, clip sembrava 'promettere, dice Oilier , grandissimi vantaggiosi risii! lamenti. Ma, secondo Va- lentin, i candidati ora ottengono queste missioni a concorso, nella gran sala dell'Università, in presenza del suo cancelliere e degli nffiziali della Corona. Allorquando un uomo d'alto merito si annunzia in alcun luogOj la rinomanza proclama bentosto il suo nome da tutte le parti; il suo genio esercita sommo potere sulle nazioni straniere, e le contrade le piti remote gli inviano discepoli ed. ammiratori. Chi ignora l'inconcepibile affluenza degli allievi d' ogni paese alle lezioni di Boerhaave, di Morgagni, di Unnici-, di G. P. Franck, di Scarpa, di Sementini? La scienza deve molto a questi omaggi resi alla celebrila. Quanti abili chirurghi, anche fra gli stranieri, non ha for- .fl*i^J'UlM*re;ne9aMtì.Moltìic^eriìWri-.disliiUi;jiiit:ii- •mpltèi diivano il vanto essere stati allievi di ini; le ,»iie. leziqjli ed i suoi esempi inibivano più de' miglio ri libri nello ammaestramento : e- quei che pec goderne oltrepassavano .immense distanze, 'iie trovavano la ri- compensa .nell'entusiasmo di cui egli li accendeva per la phiiiurgia, e nel rapido incremento del loro sapere. . r .; Superfluo ; sarebbe provare ulteriormente l'utilità dti' viaggi iinedici : essi estendono la sfera delle co- gnizioni del medico , gì' 1 insegnano a comparare le opinioni, tid .apprezza re i sistemi') ma il maggior van- taggio che. gli' procurano è dì metterlo iti relazione .cogli: uomini più celebri d'ogni contrada, e fargli Ot- ;te.ne(e. dalla .loro; beilevoleftza' conoscenze ,e .rapporti . del, .maggiore interesse. j., „ '-. ii ■ l. !.. cniutou Qual, differenza. ..jj-a il leggere là descrizione, di un . processo operatorio in un'opera periodica, e vederlo Oigiiized 0/ Google 45 praticare 'dliì suo inventore sul vivente ! -Quanto i«na' prezióse le Osservazioni cliniche filliteial letto- degli ammalati; o nella, intimità del congresso de" dotti -'ohe primeggiano nell'arte di guarire! Un mcdieo illumi-; nato che visita gli stranieri 1 , studia con cura ti! lorte metodi' d' insegnamento e di terapeutica ; > osserva i grandi medici nella Iqrd predica pat'ticdlarej si ini pai-, dronisce sul luogo del carattere delle endemìe , os- serva le gradazioni die esibiscono secondo lemslat^' lie epidemiche e sporàdiche, e secondo le * rpgicmi; ■ nota con esattezza tutto ciò che- e raltttivo alla pò*, lizia degli ospedali, visita le collezioni, di storia na- toraic e di anatomia, patologica, e fissa principalmente' l'attenzione sulle innovazioni introdotte nel dominio; della materia medicai' 1 ■ ■ 'i*f ' ■' h >i'»"l '">i liti Mn un medico non può trarre vantaggio del suo soggiorno nelle straniere focóltà, s'ei non adempie le' seguenti condizioni: i.° È indispensabile possedere la lingua 'del paese : coma potrebbe egli, se l'ignora,' seguire le lezioni de' professori, leggere Je opere no-, vel!e, ed assistere alle mediche conferenze?' un^int^r-' prete, è fastidiosa ed insufficiente risorsa. à"-Se'iè>- cognizioni tìi lui non siano di già molto éste'seì, gli sarà impossibile ben ponderare le teoriche ed i fotti- recenti che gli; saranno' partecipati, e comparare ciò che preventivamente ei sa. Per questa ragione i vjag^i' mèglio ammaestrano gli uomini instruiti: costoro sa mio difendersi dalla seduzione a cui sospinge naturalmente ■ tutto ciò che è nuovo; essi soli sanno ««servare, di*- . scutere e giudicare. 3° Di tutte le qualità morali; la più preziosa per il . medico viaggiatore è un sano giudizio, col quale indaga e distingue ciò che è buono* 46 essenzialmente, da ciò che è vizioso o indifferenti;; né ritiene come scoverte preziose le bizzarre innova- zioni, ed apprezza di più i fatti pratici, e gli og- getti di utilità dimostrata, che non lo vane teorìe o le brillanti speculazioni. Alcuni medici o chirurghi di chiara rinomanza, animali d'ardente zelo per i progressi deli' arte di guarire, hanno intrapreso, in epoche diverse, parec- chi viaggi presso le nazioni più illuminate e dotte d'Europa, onde conoscere da loro stessi i gradi di perfezionamento della scienza. In effetto allorquando sparsesi in Francia la fama che Cheselden onerava col massimo successo un nuovo processo operatorio per eslrarre i calcoli dalla vescica, Morand propone all'Accademia delle Scienze d'andarvi in persona ad esaminare ciò localmente: egli vi fu spedito, ed ot- tenne dal celebre operatore di Londra le istruzioni ohe desiderava con tanto ardore. Simili nobilissimi motivi condussero Chopart, Valentin e Roux in In- ghilterra, e G. Franck a Parigi: merito più laude- vole in questi sommi dotti che nulla aveano da invi- diare agli stranieri ! ' t Il più illustre de'medici viaggiatori è stato il gran vecchio di Coo. Ippocrate, ad esempio de'filosofi del suo tempo, andò a cercar lumi in remote contrade: egli percorse la Grecia, l'Asia e l'Europa, le isole dell'Arcipelago e delle coste del Settentrione, e le contrade che avvicinatisi agli Sciti nomadi ; in Tra- cia poi ed in Tessaglia egli si fermò assai lungo tempo. Riconoscendo nei viaggi fatti tra le indicate condi- zioni, vantaggi certi ed evidenti , creder pero non 47 debbo n si d'estrema o precisa necessità. Avvegnaché qual è il loro scopo! conoscere i progressi dell'arte di guarire presso gli esteri: ma tutte le utili scoverte, tutt' i fatti degni di rilievo, i nuovi interessanti processi cperatorii, sono pubblicati da'loro autori, o da quelli ebe li avvicinano, quindi conosciuti pur sono da tutta la gente dotta europea. Morand non era pervenuto ancora in Londra, nel 1736, che Garengeot e Per- ebet aveano scoperto ciò che egli cola andava rin- tracciando. Lo aver troppo vagato nel mondo è anche meno un titolo di raccomandazione. Quanti medici, per lungo tempo cosmopoliti, che vengono finalmente a stabilirsi fra noi, non hanno guadagnato nelle loro corse moltiplicate fuorché alcuni errori dippiùl Aggiun- gasi a queste considerazioni che un medico, arrivato in una capitale straniera, può difficilmente giudicare convenientemente gli uomini co'quali è in rapporto, e gli accade sovente considerare e spacciare, colla miglior fidanza possibile, per grandi medici o abili operatori, individui troppo mediocri, mentre si tace di dotti valentissimi, di cui ignora vasi l'intrinseco merito. Veggasi Bartholihks, De peregratione medica. Digiiized bf Google ..... pX»^um^J^;l ! r; ^ Delle Società di Medioimt. ['' ili : perfezionamento dell'arte di guarire; è Io .scopo delle • Società ili medicina: esse esaminano lo acqui- stàle> cognizioni, ripetono gli sperimenti ed i ..saggi), li ritrovati, le scoverte che interessano la salute degli nomini, coltivano tutte le scienze mediche e le scienze fisiche ne 1 lóro rapporti colla medicina, chiamano nel, loro seno tutti coloro che si addicono con ardore e : successo al loro studio, si valgono de' lumi di tutti i dotti dell' Europa, mantenendo con essi una attiva corrispondenza, raccolgono gli sparsi fatti, e pubbli- cano le nuove invenzioni e scoperte, propagando delle questioni di cui la soluzione c propria a favo- rire lo sviluppo delle mediche venia teoriche o pra- tiche; e finalmente nessuno de'mezzi trascurano che liberar possano l'arte di guarire da vani sistemi, e stabilire principii generali fondati sull'osservazione della natura. Diginzed By Google 49 Molte di esse hanno instituito vari regolamenti onde soccorrere l'indigenza di gratuite consultazioni : queste cliniche sono vantaggiose, e per l'onore che la loro esistenza fa diffondere sulla medicina, e per gl'im- portanti servigi che gli sventurati ne riscuotono : e sot- traggono inoltre non poche vittime al ciarlatali ismo. Nelle pubbliche tornate di queste dotte adunanze, uno de'membri rende conto de* lavori della società: altri membri l'anno omaggio a' loro concittadini dei risultameuti delle loro ricerche e delle loro medita- zioni sopra i punti diversi delle mediche scienze che hanno occupato la loro attenzione. Non si farà qui la superflua e troppo lunga enu- merazione de' benefizi, che la società deve allo sta- bilimento delle Academie di medicina; nè insisterassi sugli immensi progressi che hanno concorso a mi- gliorare l'arte di guarire; nè qui vuoisi presentare lo storico ragguaglio de'fasti loro, che hanno cotanto illustrato la medicina e la chirurgia. Pubblicando le loro Memorie eia raccolta de'premj per quelle diggià coronate, le società mediche molto contribuiscono al perfezionamento della scienza di cui si occupano. Ed i giornali ch'esse rendono eziandio di pubblica ragione, riguardar si debbono qual deposito de' loro lavori, e generalmente come quello di tutte le mediche cognizioni. Compongousi questi di osservazioni, di memorie, di analisi di opere nuove, sotto i quali rapporti utile interesse presentano. È loro scopo far conoscere tutte le scoperte, diffonderle dappertutto, e valutarle: l'esteso dominio della medicina loro appartiene, il qua- dro statistico presentar ne deggiono, e seguire passo 4 OigiiizM &/ Google 50 a passo ì progressi delle diverse scienze clic vi si riferiscono , paragonare la dottrina degli antichi a quella de'modemi, ed apprestare sufficiente idea della letteratura medica straniera. ' Un pratico occupatissimo non ha il tempo di leg- gere molti libri: un buon giornale gli offre il som- mario delle mediche novità; e per i medici di pro- vincia è specialmente utilissimo, che di rado le no- vità conoscono, ed in gran parte le ignorano. I giornali di medicina offrono utili materiali allo storico dell' arte, di guarire; agli oltramontani cono- scer fanno lo stalo della scienza; e presentando in fine un momentaneo interesse, che formane il pregio, possono perfettamente conciliarsi col merito più so- lido dell' istruzione. Un giornalista di queste materie apportar deve , nello adempimento dell'impegno suo, uno spirito emancipato d'ogni sistema, d'ogni pregiudizio; mo- strar l'errore con accorgimelo } ma perseguitare il ciarlatanismo con intrepido coraggio ed inalterabile costanza. Le analisi delle novità mediche non po- tranno esser utili, che allorquando avranno una esten- sione proporzionata all'importanza dell' opera, e la critica o la polemica siensi compenetrate evidente- mente nelle idee dell'autore. E debbesi ornai desiderare che non avvengano più a' dì nostri quegli attacchi indecenti e vergo- gnosi, che offuscano la reputazione d'uomini, meri- tevoli di slima reciproca e del civile rispetto di ognuno. Nò tale e il linguaggio che i dotti usar de- vono: i giornali di medicina sono fatti per arric- chirsi de' loro lumi, non per servir loro a campo di guerra. È però vero clic all' aggressori; il torto :ip- partieiie, ma uno spirito superiore nioslra maggior grandezza d' animo nello sdegnare una ingiuria die nel vendicarsene ; dirigendo egli a' suoi nemici, a'suoi vili detrattori (che, forse inabili in tutto, vanamente si sforzano atterrare l'altrui rinomanza, alla (.pitale pervenir non polendo sì vendicano col dime male) le severe derisioni del ferneyano filosofo, ilfjle, mais rampe; o imitando l'austero disprezzo di Fonta- nelle, un silenzio cioè imperturbabile e costante, de- dotto dall'avviso dantesco: Boa rujjiouar ,|i „, a guarda e passa; omettendo anche spesso di guardar mezzo facce, bi- fronti o protei mostri. Un giornalista imparziale, nel render conto di un'opera, manifesta gli errori e le inesattezze, ma ri- spelta sempre l'autore; nè mai permettesi lanciargli contro verun epigramma. Gli amari sarcasmi ristuc- cano, senza persuadere giammai. Egli deve accurata- mente astenersi e dalla preoccupazione dell' odio, e ' dalla prevenzione dell'amicizia o delia stims; questa ' accieca talvolta i nostri aristarchi; laonde si desidera almeno che non profondano con eccesso i loro elogi a coloro non del tutto sforniti di merito, ma che in realtà non sono quali voglionsi magnificare. Le lodi {Dici, fjhilosophitj-) recano nocumento a chi le dà, senza giovare a chi le riceve. Taluno de' nostri me- dici è qualificato come eccellente scrittore, e frattanto nello sue opere sembra che ignori le regole primor- diali dell'arte di scrivere. Queste perpetue ed esa- gerale adulazioni, che ricevono ne' giornali alcuni 52 individui titolali, non daranno peso alla posterità: bisogna anche una misura negli encomi che si de- dicano a' sommi talenti. Gliénier ha esposto perfettamente le qualità che un buon critico posseder debbe. L'ignorante, egli dice, non vede la beltà, il detrattore non vuole ve- derla, il critico la vede e la mette in evidenza. Parla egli de' grandi scrittori che furono, con rispetto se ne occupa, ma non già con idolatria. Il critico, giusto verso i trapassati , è giusto e benevolo verso i vi- venti: ei non si limita all'ammirazione de' capi d'opera, ma paga un tributo di stima agli utili lavori. La critica è la scienza del gusto, illuminata dalla giustizia. Scoprire e mostrare gli errori in una medica novità, rilevarne le inesattezze, dimostrare 1 vizi del piano, estrarre e volgere in ridicolo alcuni brani di- fettosi, non è impegno troppo difficile; un giornalista però opera meglio nel far conoscere il buono d'una produzione, che fermandosi sui difetti di quella. I sar- casmi costano meno d' una giudiziosa riflessione , imperciocché — Crìtiquer est aisé, juger est dif- ficile. — D'ordinario gli errori di un'opera non attirano tante critiche all' autore, guanto le bel- Istruire è lo scopo della critica : per adempirlo, un giornalista deve possedere profonde e svariate cognizioni, onde ben giudicare delle relazioni riferi- bili alle mediche scienze. Una vasta erudizione non lo dispensa dall'arte di scrivere, e principalmente dal gusto, senza il quale le sue critiche ributterebbero il leggitore. E nel render conto di un libro novello. 53 eviterà egli ogni sorta di digressione, seguirà ii cam- mino dell'autore, e produrrà le di lui principali idee, sia per approvarle, o per confrontarle con altre ana- loghe, emesse da contemporanei o dagli antichi ; cer- cando ancora per sostener l'attenzione di variare il suo stile secondo il tema. La natura delle materie sottoposte alla sua critica, non lo esclude di scrivere colla bramata eleganza. Queste riflessioni generali sulle società dì medi- cina saranno scusabili certamente, avendosi avuto l' intendimento di seguire il medico in tutte le situa- zioni, ove la sua professione potrebbe ridurlo, cioè di accademico, giornalista, ed autore. VII. Dell' Età del Medico. Il medico più abile è colui che alla vecchiezza riunisce un vero sapere: gli anni nulla hanno tolto alle suo cognizioni: l'età anzi lia maturalo di più il suo giudizio. Non meno istruito del giovane me- dico, più franco nell'arte d'osservare, ed a costui superiore, egli possiede inoltre il prezioso vantaggio d'una lunga esperienza. È vecchio medico colui che è saggio ne' consigli, intrepido ne' pericoli, accorto a preveder l'avvenire, di molte risorse, e di grande dottrina. 11 sapere in- vecchia un giovane, l'ignoranza fa d'un vecchio un alunno; ciò che manca all'eLà, lo compensa il talento : Quid numeras annos ? vixi 'maturior annis, Ada semin facilini, haer, numeranda fili. □igiiized by Google 56 Ma non per lo scoprire una calva testa o adorna di capelli bianchi, può un pratico manifestare d'aver del merito, chè dimostrasi bensì in una professionale conferenza, principalmente al lcllo dell'ammalato. Gli antichi statuari! non depilavano la testa venerabile di Esculapio; nè la calvizie fu mai una prora del genio. Un giovane può essere gran medico; e difficile cbe un vecchio sia gran chirurgo d'esercizio. Celso vuole che il chirurgo sia giovane, almeno poco in- ceppalo dagli anni: allora soltanto egli unisce il fuoco dell' immaginazione alla destrezza ed alla fermezza della mano. Un vecchio operatore non intraprender?! giammai quanto un giovane; l'età gli comunica Una invincibile timidezza, che spesso col nome di cir- cospezione si onora. Il positivo ingegno, non il corso degli anni, fa 1' elà del medico. Un giovane dotato di criterio me- dico, può essere precocemente un buon medico; ed un pratico di sessantanni, tuttoché egli ave&c ve- duto centomila infera», non sarà medico giammai, se trovasi sfornito d'i questo prezioso dono della È un pregiudizio adunque il riguardare qnal mi- glior medico colui, che ha veduto il massimo nu- mero possibile di ammalati. Tale è pur tuttavia Io errore del popolo; egli non domanda, dice Zimmer- mann, se i'l tal medico sia istruito, penetrante, di ge- nio, ma se abbia canuti i capelli: per lui un uomo maturo è necessariamente più abile di un giovane , e conchìude che avend' egli più veduto, debba an- che più rettamente pensare. Epperciò c comune Co^a OigiiizM &y Google 50 negarsi dal volgo la (tua fiducia ad alcuni medici di segnalalo merito, a'quali non sa perdonare la loro gioventù; mentrecbè senza misura inconsideratamente l'accorda a vecchi medici, indegni di qualunque stima. Esperienza e vecchiaia, sono due espressioni ch'egli crede inseparabili: e la deduzione di ciò emerge natu- ralmente, imperciocché ei non distingue la vera espe- rienza dal semplice vedere ed esercizio superficiale. I vecchi, anche più istrutti, secondano estesamente l' opinione del volgo. Un giovane del più grande talento, è a'ioro occhi mi giovane soltanto; e giam- mai possono sospettare probabile alcuna parila fra loro provetti. Ed ìntimamente convinti del proprio grado superiore, mai lasciali essi sfuggire occasione veruna onde far ciò valere, sia ne' consulti o negli scrini loro: eglino li videro nascere, hanno diretto i loro primi passi nella medica imitici':], comi? agguagliar li potrebbero? Indarno sarebbesi quegli dedicato tutto intero allo studio- della medicina, e negli ospedali sotto i mi- gliori maestri, in quella età felice quando l'imma- ginazione è vivissima, e la memoria tanto vasta e tenace: invano sarebbe egli debitore alla costanza de' suoi lavori, favorita da propizie naturali disposi- zioni, e da brillanti ripetuti successi } cionuonoslanle sarà egli sempre pei vecchi un giovane senza espe- rienza, che promette solo qualche cosa per l'avvenire. Sessant'anni di pratica è una prerogativa, alla quale riunisconsi tutte quelle qualità, il cui insieme forma un gran medico! Però meno si vanaglorierebbero dì loro esperienza, se ricordassero il saggio dettato di Galeno: Medicos qui solam experientìam scquiuitur non admitlimas 3 quonìam ipsi siati Ulìotae jacittnl, 57 quae vident inspicieru.es, et rerum quidem eventata cohtuentes, causam autem ignorantes. Un poco d' invidia forse nemmeno manca ne'giu- di zi resi da' piatici anziani pe'loro giovani colleghi : tulli mettono al confronto l'annosa esperienza, di cui tanto premurosamente si prevalgono, conlro la non curva gioventù, che sembra loro difetto grandissimo per un medico. 11 che non a' vecchi medici in generale si dirige, ina a' pratici di mestieri esclusi- va mente. Allorquando un medico arriva ad avanzala età, dopo lunga e felice pratica; allorquando un sapere estesamente riconosciulo gli ha acquistato una me- ritala considerazione, onorato nel mondo, veneralo da' giovani di cui è il Mentore, termina egli infine glo- riosamente una carriera percorsa con distinzione. Chi non ha provato un vivo sentimento di ammirazione e di rispetto, avvicinando questi illustri vegliardi, la cui testa oltraggiata dagli anni , conservando bensi il fuoco di giovinezza, richiama l'immagine degli antichi grand' uomini ? Chi non ha sentilo una religiosa emozione, ascoltando la loro voce tre- mante e fioca in quegli anfiteatri che per sì lungo tempo hanno eccheggiato delle loro dotte lezioni ì Non havvi spettacolo cosi imponente nè più rispettabile della vecchiaia di un medico, che ha passatola vita sua nell'esercizio de' doveri del suo slato, nè altra stima esiste più legittima di quella profondamente sentita, che egli inspira. Ma concedere una cieca insensata considerazione ad un pratico, unicamente perchè il tempo ha in- crespato la sua fronte ed incanutito la capelliera, e 58 negare Farle di osservare e l'esperienza . a' giovani perchè non sono ancora vecchi, non' è qucslo un ridicolo pregiudizio, contro il quale la ragione e l'interesse dell'umanità non reclama abbastanza? E mentre la vecchiaia indebolisce le intellettive facoltà degli uomini, un medico ignorante goderà forse egli solo l'esclusivo privilegio di ricever per essa f espe- rienza il giudizio e l' ingegno, di cui è Stalo privo per tutta sua vita? Firtiitem non prima negatit, non ultima domini Tempora. Quali prerogative in favor" loro invocano i vecchi medici? I giovani, essi dicono, hanno poca pazienza, nessuna assiduità, nessuna circospezione; la loro im- petuosità li trasporta; noi soli interrogar sappiamo la natura, noi giudicare maturamente, perseverare con costanza nelle nostre risoluzioni, e finalmente osservar bene V andamento delle malattie; un lungo esercizio ci ha illuminati sulle loro complicazioni, e loro varietà: fami gli a ri zza ti con esse, al primo colpo d'occhio discernere noi sappiamo il loro vero genuino carattere, malgrado l'oscurità del diagnostico; in- struiti dalla pratica, noi soli conosciamo bene l'azione de' medicamenti, e la scelta che di questi far con- vienili; alla conoscenza squisita del genio delle ma- lattie aggiungiamo inoltre nuovo vantaggio, non meno prezioso, quello di un metodo sicuro, invariabile, e che venne da una lunga sperienza consacrato, Digitized by Google 59 17 età, replicano i giovani, sminuisce i lievi tab il- mente 1? energia delle facoltà in Ielle ttuali. Orazio lia detto : Multa senati circumt'enìunt incommoda; e Virgilio : Tarda renectut Debilitai viret animi, mutatque vigorem. "Sii puossi più disputare sul vantaggio d' una felice memoria. Questa dà la scienza , e, secondo Galeno, la scienza è l'esperienza; ed a' vecchi, pur si conosce che la memoria manca: . Prima lunguescit semini Memoria lorigb lassa sublabens fimi. Gli oggetti esercitano Sopra di noi una impressione più viva; noi siamo più atti ad osservare e ad agire, più fecondi in risorse, più indipendenti d'ogni si- stema, più intrepidi ne'pericoli. Eaglivi, morto a tren- lanove anni, fu il restauratore della medicina. Pro- spero Alpino^ prima del trigesimo suo anno, disposti avea i materiali della sua grand'opera l'Egitto. Bi chat, morto di trentun anni, e Scliwilgné e Boisseau, ra- piti nel fiore dell'età, sono nel rango di coloro che hanno grandemente illustrato l'arte di guarire. Chiun- que, a treni' anni, non è buon medico, non lo sarà giammai: non per gli anni, pel sapere bensì, debbe un medico essere stimato. Utilissima a'giovani sarebbe la loro unione con i pratici, che per lungo esercizio di loro professione 60 limino acquisiate) molta esperienza; desiderevole sa- rebbe ancora che solto di questi dimostrassero il pri- mo eaggio di loro idoneità: laonde, guidati per avve- duti consigli, eviterebbero quegli errori che le più estese teoriche cognizioni non bastano far loro pre- vedere. Questa sorta di patronato era prima più co- mune d'oggidì: di rado veggonsi altrove come nella capitale, de' giovani dottorelli seguir tuttavia la pra- tica degli spedali, o collegarsi a que'clie li hanno preceduti nella carriera. Pregevolissimi saranno sem- pre gli avvisi d' uno sperimentalo clinico, gl 1 inse- gnamenti, ed ì suoi discorsi. H seguire per parecchi anni la pratica di un buon medico, offre ancora ai giovani un altro vantaggio: essi si avviano nell' acquisto della fiducia degli am- malati, e cominciano a farsi conoscere. Spesso il ri- spettabile professore che li dirige, lor cede ed asse- gna interessanti casi ed osservazioni , compiacendosi egli ognora d'agevolare la loro gloria ed i loro trionfi. Partecipando al frutto della clientela di lui e della sua esperienza, quella propria più sollecitamente sì formano; al che riuscir non potrebbero, se di sè stessi fossero in balia. Nè solamente il loro Mentore conducali alla via dell'istruzione, ma eziandio li guida a quella della fortuna. Colui che avrà la sorte di trovare sin da principio un abile pratico, che voglia scortarlo in società, e formarlo nell'arte di osservare, dovrà retribuire bene- ficj tanto segnalati colla più viva riconoscenza; Glie egli ascolti con rispetto le lezioni dell'età ma- tura: che si proibisca quella presunzione cosi fami- liare a'giovani, e tanto contraria Y progressi della L'igni z:'a b, Co 61 scienza; e si accostumi ben presto anteporre i pre- cetti dell'esperienza alie brillanti teorie delle scuole. Conservino sempre i giovani medici, si ripete, la. più fervida gratitudine per colui che li ha iniziati ne' misteri dell'arte di guarire, ed abbiano per lui un profondo rispetto ed invariabile attaccamento; quindi amarlo è uno de' loro primi doveri. Onorare i suoi maestri, importa onorare sè stesso. Se il disce- polo venera il professore, si gloria costui de'progressi del suo allievo, i dì lui successi formano il di lui gau- dio; egli identifica la sua riputazione alla propria ri- nomanza, ed un medesimo vincolo di stima e di amicizia li affratella ed unisce. Mancano le espressioni onde potersi degnamente lodare quell'uomo illustre, da cui tanti giovani me- dici hanno ricevuto cosiffatti benefizj, vedendolo in- teramente impegnato ad aiutare il merito nascente, ed a sostenere colla sua prolezione e co' suoi mezzi tutte le intraprese dirette al perfezionamento della scienza. Veggansi le opere di Stebler, Optima seu non annorum sed virtutum numero computata medici aetas deducla; Stahl, Disertano da practicorum veteranvrum praestantìa; Ioncker, Diss, inaugar. medica qua esem- plo plethorae demostratur quod bonus theoreu'cus bo- nus quoque sit praticus. Vili. Del Maritaggio del Medico. Giovan-Giacomo Treyling ha sostenuto nell'uni- versità d'Ingoiataci, nel 1736, una tesi, nella quale sono discusse queste due quistioni ; Un medico deb- b'egli menar moglie? Qual donna gli conviene mai? Eppure costui non ha tratto forse dal suo tenia Lutto il partito eh' ei presenta. Tréyling declama troppo contro lo slato del ma- ritaggio , confessando medesimamente che il volgo accorda con minor facilità la sua fiducia a' medici celibi che a quelli avvinti da'nodi d'imeneo:' osser- vazione evidentissima questa, e di gran peso. Egli passa in rivista successivamente lutti i disgusti e gli affanni che fa provare al marito la moglie opulenta, o quella che per natali dislinguesi, ovvero se alla classe plebea appartiene; e piacegii citare tutti i pas- saggi e dettati de'filosofi diretti contro il maritaggio, insistendo finalmente su certo pericolo che si indica L'i j i Dy Co 63 qui appresso con le testuali parole del dottore di Baviera : Jccidit et hoc viro praesertim medico, quod si juvenculam sibi junxerit, fiancque fbrmosani, Imbeat quod metuat ìllud Epicteti dicentis: Qui formosam duxerit, habebit communem. Cura enim medicus densa praxì obrutus, nec domus nec uxoris custos esse va- leal, quid? si haec interim hospitalis alt, et Dianam aemulata cornifica metamorphosi marilum cervina superbum corona in Acieonem transformat, kaeredes- que ipsi afferai, non nisi adamitico cum ipso sanr guine conjunctos? Ita ut non sernel saltem tacite se- cum murmurare querelas debeat: hauti ego mi uxo- rem duxi, tulit alter amorem: sic vos non vob'is. ( J. J. Treyung, An et qualern medicus debet uxorem ducere, Orai. ìnaugur.). Questo scrittore più serie obbiezioni avrebbe do- vuto proporre contro i legami del maritaggio: le de- clamazioni sono sempre false, e fanno vedere un lato solo degli oggetti. A'ridicoli pericolameli ti che fa te- mere il tedesco dottore, ben si possono opporre j vuutaggi grandissimi, di cui l'imeneo fa godere il me- dico. Altri dimostreranno i gravi perigliosi inconve- nienti del celibato, e faran conoscere il benessere di una scelta unione, benedetta dal cielo; io mi limi- terò ad indicare molti efficaci motivi, che impegnar devono principalmente i medici ad associarsi di buo- n'ora una compagna degnissima. Il maritaggio dà al giovane medico maggior consistenza, più solida ma- turila, gli fa scusare folli sua; gli acquista la fidanza di vari mariti e di capi di famiglia, i quali, s'ei non fosse ammoglialo, rifiuterebbero forse le di lui cure. 04 Pensa HiifFmann clic un mediai affrettar non dob- hest al mairi moiuo , mrnochè non Irosi mi vantag- giosissimo stabilimento; perchè, die' egli, una moglie e l' imbarazzo, il disordine, il viluppo della dome- stici ei-niwmia , assorbiscono la moti del tempo che n>ige lo studio. Questa riflessione è fonduta sino ad un eerto punto, ma non deroga quella precedente- mente emessa. Un medico assai dedito a' lavori ilei gabinetto, rifugge le delizie dell'imeneo; per lo che fra' dotti, molti celibi si numerano; ma tuttavia una moglie e figli possono perfettamente conciliarsi coU l' a more dello studio. Bacine era maritato, ed occu- pavasi egualmente di sua famìglia e de'suoi studi, e le domestiche cure non gli menomarono hè i suoi lavori, ne la sua gloria. Montaigne eralo pure. Ci- cerone, Plutarco, quasi tutti i filosofi e gli anti- chi letterati di Grecia e di Boma, erano virtuosi mariti ed ottimi padri. Tale fu Ippocrate. Il gran- d'Haller trovò la felicità con una sposa diletta, e fu uno degli autori piò fecondi del tempo suo. Mor- gagni era maritato. Sabatier contrasse un secondo maritaggio in età anche sconveniente. Frank, Pi nel, Broussab, ed allrì chiarissimi luminari, non sono vis- suti nel celibato. L'uomo non è fatto per viver solo, dicono le sacre carte, ed è ripetuto con entusiasmo dallo scrittore dell'Emilio. E Socrate richiesto, se fosse miglior partito prendere o no moglie, rispose: Qual dei due si faccia, dovrassene* sempre aver pentimento. Dell" Esteriore del Medico. Molière ha vendicato l'affettata gravità ed il pe- dantismo de'medici del secolo di Luigi XIV. I Dia- foirus ed i Purgon sono rari adesso: trovansi tutta- via nel mondo taluni degli originali, di cui egli ha così bene dipinto i ridicoli portamenti, di que'dottori cioè nutriti d'antiche teorie, che in medicina nulla scorgono difficile o inesatto, che prestati fede a'ioro sistemi come a dimostrazioni di matematica , e che se mai si osasse sottoporli a discussione, qaal reato il terrebbero. Ad udirli, l'eleganza, la socievolezza, le urbane maniere, risultano incompatibili con la professione del medico; essi fuggon le grazie, e le grazie rifug- gono costoro. Stranieri a' progressi dell'arte ed alle scoperte del genio, distribuiscono senza discernimento 66 qualunque rimedio, uccidono ì loro ammalati nel modo più coscienzioso; ed in ciò agiscono, come il Piirgon, di Molière, qual farebbero ali' uopo pe'loro figli o amici loro. Malouin, a que'tempi medico della regina, era di si fatto carattere: egli prescrisse molti farmaci ad un celebre letterato, che li usò con diligente esattezza, e guarì. Rapito di tanta docilità, il dottore gli disse abbracciandolo: Yoi siete veramente degno d'essere ammalato. Un medico deve attentamente evitare nel suo lin- guaggio la precipitazione, ed il parlare con esagerata gravità: il barbugliamento del dottor Bahis, non è meno ridicolo della pedantesca lentezza del dottor Macrotoo. Le sue maniere, il suo linguaggio, tutto il suo esteriore dev'essere in armonia con la dignità del suo ministero. ' Un medico ciarlone è un accrescimento di mali per l'ammalato) Se l'esteriore del medico è naturalmente imponente, gli sarà più facile ottenere la fiducia e gli omaggi del volgo. Però un talento grande, è un mezzo più sicuro per ottenere la stima degli uomini. Lìeu- taud, di una costituzione debole, di un carattere in- differente e freddo, privo d'ogni esteriore vantaggio e dalla natura ancbe malconcio, non pervenne meno al primo posto dello stato suo. Alcuni moralisti, e lo stesso Ippocrate ( Dè de- cente habitu a ut decoro), vogliono che all'esteriore di un medico pompeggiasse la salute; e sono d' avviso inoltre essere ridicolo visitare infermi con una gra- cile complessione ed un pallido viso: tali considera- Digiiizea by Google 67 zìo iti però sono futili interamente. Certi indivìdui godono integra salute, malgrado tutti gli esterni se- gni di pervertimento delle vitali funzioni. Non per la pinguedine, l'altezza della statura, la barba, od il colorito del viso, bisogna giudicare giammai del sa- pere di un medico. Fare alcune osservazioni sugli abili del medico, non è un occuparsi di frivoli oggetti, poco degni al tema di questo lavoro. Ippocrate, non poche ma replicate volte, è disceso a dettagli di questo genere. Ma si potrebbero omettere dacché direttamente influiscono sul giudizio degli uomini? Chi ignora che l'esteriore è tutto o quasi tutto per essiì Clic sol dall'eslerìor giudica il Biondo. Un medico presuntuoso e ridicolo si adorna di una cravatta, annodata con l'ultima eleganza, e di un abito di colore e di forme alla moda: tutto nel suo vestire, anche sino al bastone, è di modesco gusto: egli escogita, come un galante zerbino, il modo di farsi abbigliare sin da un giorno prima pel di prefisso. Un medico filosofo lasciasi vestire dal suo sarto; e tanta debolezza vi è nel fuggir la moda r quanta a ri- cercarla. Allorquando la carenala della seta rendeva le stoffe seriche preziose come oro, i medici ed i chirurghi sì distinguevano per questo genere di lusso: gli abiti di seta erari loro rimasti in consuetudine. Montaigne rimprovera tal magnificenza. Al tempo di G. Patin, i chirurghi vestivano a nero, con rosse calze: i me- dici prendevano la toga nelle pubbliche solennità, e 68 la ornavano d'una cappa di scarlatto, oltre agli spe- roni d' oro: e godevano sin dalla più remota anti- chità particolari prerogative, attinenti al loro costu- me, di cui erano gelosissimi. A' giorni nostri siffatte disùnzioni nemmeno si rimembrano. Sarebbe curioso ed ameno soggetto di ricerche per un erudito, la storia della toga e del cappello de'me- dici. Egli potrebbe seguire, nel corso delle età, le va- riazioni delle mutate forme, con le considerazioni principalmente sulle qualità a questo imponente este- riore dal volgo assegnate. Ed in vero il tale dottore doveva al suo vestire la metà di sua rinomanza; per cui i medici scagliaronsi con furore contro alcuni temeravii chirurghi, che osarono ambire all'onore della veste lunga; nè ignorasi che in tale importante ostinata mischia, quantità cV inchiostro fu versata a ribocco da' due partiti; ed i medici più volte per- vennero a scorciare gli abiti ed i cappelli de' loro av- versari, quantunque alla fine costoro trionfarono, ed ottennero di partecipare a tutti i privilegi degli emuli invidiosi. Un medico che gode grande rinomanza, può im- punemente cedere al suo gusto per la semplicità; la negligenza del suo esteriore serve pure ad accrescere la sua riputazione: ma un giovane pratico farà bene nel seguire un opposto metodo : il volgo attribuir po- trebbe la modestia del suo esteriore al ristretto nu- mero de' suoi clienti. Si compiacciono alcuni uomini bizzarri coprirsi d'abiti i più grossolani, sebbene non costrettivi dallo stato di loro fortuna, nè curano nemmeno il governo e la nettezza della persona. A creder loro, un dotto Digitized by Goog 69 pone severamente in non cale il suo esteriore, e l'oc- cuparsene sarebbe per lui fattissima cura, chiamando filosofia questo ridicolo dispregio. Ma le sociali conve- nienze prescrivono al medico d'evitare ne'suoi vesti- menti ogni pretensione alla singolarità. Gonviene f anzi interessa al chirurgo, dice Percy, il vestire comodamente. Ippocrate {De arte), gliene fa un dovere; e l'interesse degli infermi, affidati alle sue cure, e quello della sua riputazione e della sua propria salute, imperiosamente glielo impongono. La negligenza ed il lusso degli abiti, come si disse, sono due estremi da evitare. Bisogna che l'esteriore di un medico annunziar debba esser egli di troppo superiore all'indigenza. Nettezza, decenza, comodità, eleganza senza pretensione, sono le qualità che al sor cìale costarne di lui debbono presiedere e sempre accompagnarsi. Il dottor G. N. Stock (De temperar! da madicorum) , oltre all'avere dato saggi precetti sugli abiti de'medici, si occupa anche d'altri argomenti relativi al loro este- riore; egli vieta d' essere ornata la loro capigliatura, interdice il tabacco, il di cui uso , a dir di lui , li priva delle grazie dell'amabilità, e può altronde fe- rire la delicatezza di certe persone. D.-V. Triller ha scritto una lunga dissertazione in- titolata De odore medico, nella quale egli commenta, ripetendoli, i precetti del padre della medicina so- pra l'uso degli odori. Ippocrate avverte il medico di non profumarsi giammai di odorose essenze, dispia- cevoli o nocive al malato. Costante circostanza ella è che certi principii odoriferi attivissimi, eccitar po- trebbero violenti spasimi sopra donne isteriche, od 70 eminentemente nervose. (Stahl, De frequentiti mar* horum in carpare kumano prue brutìs. — Tissot , Des maladies des gens da monde). Più severo del ■vecchio di Coo, che almeno permette al medico i grati odori, avvertendo che dilettano ancora gli am- malati, Dieterich annunzia pure la sua opinione sul loro uso : Vitare omnino medica* vestimento odorìfera; optine olet medicus quam nìhil olet. Septal e Roderigo da Castro invitano il medico a non usar degli odori, se non che con estrema par- simonia. Il medico circospetto e conseguente a sè stesso, che ambisce il pubblico rispetto, deve adunque esser semplice ne'suoi abiti, grave con gli uomini, rispet- toso verso le donne, senza bassezza co'grandi e cogli opulenti, serio coi membri del sacerdozio, affabile cogli inferiori, coi poveri. Il colto lettore potrà vedere all'uopo le seguenti opere: Dìctionn. des sàences médicales;V^aih, Galateo de' medici; Di-Filippi, Nuovo Galateo pei medici. Oigitizfid by Google X. Della Letteratura del Medico. La coltura delle lettere non fa parte essenziale degli studj del medico : ma può egli essere abilissimo, ed almeno mediocremente versato nella letteratura j essendoché, occupando un posto nella società, e non comparendovi come dotto ed erudito, -quale idea da- rebbe di se, qualora fosse costretto a mantenere un vergognoso silenzio sopra tutti gli oggetti stranieri al rapporto diretto con la medicina, o, peggio assai, se la di lui ignoranza strappassegli ad ogni istante delle scipite inezie sopra materie comunissime a chiunque possiede le istruzioni elementari? Alcuni dottori declamano contro la sollecita ac- curatezza de' loro colleghi, Dell' ornare il loro spirito di svariate cognizioni. Senza gusto e senza giudizio, essi denigrano tutto ciò che non sanno acquistare. Oigiiizcd Dy Google Il più degno passatempo per un medico è la col- tura delle lettere ; e se in convenienti limili egli la rislrigne, gli sarà utile infinitamente. La storia, la critica, l'arte drammatica diletteranno gli istanti di suo riposo. Nelle opere de" filosofi si avvezzerà egli a pensare, a conoscere il cuore umano in quelle dei moralisli, ed a scriver bene in quelle de' più forbiti eloquenti scrittori. I suoi progressi lo sorprenderanno bentosto: la di lui memoria, arricchita de' più bei tratti di poeti e di oratori, renderà il suo conversare molto piacevole; il suo spirito, nutrito e adorno de' lavori degli antichi e de' moderni, acquisterà nuova forza e maggiore attività. La sciocchezza sola può sorprendersi di veder un medico a ragionare saggia- mente di letteratura, e la gelosa ignoranza può sol- tanto proibirgli di occuparsene per alcuni momenti. Quanti medici chiarissimi e celebri pratici di pri- m'ordine, appassionati per le belle lettere, hanno acqui- stata una meritata rinomanza colla varietà delle loro letterarie cognizioni! Non è questo, è vero, il ge- nere di gloria che un medico debba ambire; ma per l'unico scopo di istruirsi e di formare il suo gu- sto, le occupazioni letterarie gii convengono, avve- gnaché niente d'incompatibile presentano coli' eser- cizio della medicina. Bensì non inutilizzi egli mai iti accessorii studi uri tempo prezioso, di cui la società gli chiede conto: faccia egli delle belle lettere un divertimento, non già la sua occupazione esclusiva, ed allora degno sarà di lode, cercando ornare l'in- gegno con la coltura di quelle. ■ Laonde chi consacra tutto il suo tempo agii studi medici, f u cosa degna; ma colui che dedicando visi col medesimo ardore, sa impiegare altresì alcuni istanti alla utile letteratura, fa assai meglio. Una educazione eccellente e scelte letture, matu- rano singolarmente il giudizio, infondono forza mag- giore allo spirito, e, perfezionando il criterio, rego- lano l' immaginazione. Le belle lettere producono allo spirito ciò che produce al corpo un ottimo cibo; e chiunque è insensibile a' loro incantevoli o seducenti diletti , ha senza dubbio una organizzazione in felice. Tutti coloro che per loro professione sono am- messi in ogni classe della società, devono giovarsi del loro soccorso. Un medico che non conosce i capi d'opera de' sommi scrittori almeno del suo paese, di- sonora il titolo eh' ei porta : nessuna scusa per la sua vergognosa ignoranza s' incontra. Ma fortuna- tamente pochi meritano questo rimprovero; e non vi è professione in cui le cognizioni d' ogni ge- nere siano più comuni, quanto in quella del me- dico. Alcuni medici sono comparsi con tutto splendore nella repubblica delle lettere, come Guido Patin, uno dei più dotti del suo tempo, che ha lasciato una rac- colta di lettere, spesso ristampale, sopra vari soggetti di medicina, di biografia e di storia. Lo spìrito mor- dace e caustico di questo medico, e l'incanto della sua conversazione, aveangli acquistato una riputazione così grande, che i signori ed i principi a gara con- tendevansi per averlo a desinare od a cena. Ma chi fu più dotto, chi più celebre di Rabelais? Prima francescano, poscia benedettino, poi medico, indi curato di Meudon, ecc., quest'uomo sorprendente Digiiized bf Google 74 possedeva una prodigiosa erudizione, e parlava quasi tutte le antiche e moderne lingue. Tacesi qui il tema della sua bizzarra opera, ma trasandar non si dee come l'individuo stesso che narra le strane avven- ture di Gargantue e di Bantagruello, ci ha dato una edizione assai corretta degli Aforismi d' Ippo- crate, di cui il nome dell'editore forma il merito principale. Presentemente il gusto delle scienze naturali è tanto generalmente sparso, che a' medici non è più permesso ignorarle. Ad essi socievolmente suppon- gono estese cognizioni in botanica ed in zoologia , e spesso lor si dirigono delle questioni sopra queste scienze. Un individuo qualunque avrebbe svantag- giosa idea d'un medico, che ignorasse del tutto la storia de' vegetabili e degli animali. Non è possibile, ò vero, che un medico sappia la botanica come un, Jussieu, Mirbel, o Richard ; la chimica come Va'uquè- lin, Thénard, e Bouillon-Lagrange ; la fìsica come Biot e Gay-Lnssac; la mineralogia come Haùy, Bron- gniart, o Beudant; la storia naturale come Cuvier e Duméril: ma il conoscere gli elementi di queste scienze è assolutamente per esso indispensabile. E tuttoché immenso sia il dominio della sola medicina, egli può benissimo, se il vuole, trovare il tempo di far qualche sortita in estraneo campo di scienze, lettere ed arli. Si esigono pure in un medico esatte cognizioni di storia generale e particolare, di geografia fìsica e politica, e sul sistema del mondo. La storia ci mette sott' occhio le vicissitudini degli imperii, onde noi possiamo conoscere la via che conduce alla pubblica felicità. La nautica insegna ove sienvi secche, ove 75 scogli, e mediante la bussola, ci guida al porto cui agogniamo pervenire: ora la storia è la nautica mo- rale. La geografia , se abbiasi rispetto alla sola eti- mologia e descrizione della terra, un siffatto la- voro affatto nudo, sarebbe troppo sterile: ma i geografi sogliono dare maggiore eslensione alla loro disciplina; essi alla descrizione delle varie regioni della terra aggiungono la cognizione de' prodotti della natura e dell'industria, le vicissitudini degl' im- perii, lo stato delle scienze e delle arti. Quindi la geografia non appartiene più ad una sola ragione di studii, ma a molti. Essere al medico politico necessario lo studio della storia e della geografia, ciascuno immediatamente sei vede. Le leggi e le costumanze de' popoli sono in istretta relazione con infiniti avvenimenti che no vengono dalla storia descritti. Basta l'ardimento d'un sol uomo per indurre (a necessità di temperare, od anche mutare le leggi. Altri oggetti, che riferisconsi alla legislazione de' popoli, spettano evidentemente alla geografia : tali sono l' influsso della varia latitu- dine e de' climi secondari. Esigonsi eziandio principalmente nel medico, una precisa logica, uno studio profondo dell'ideologia, una filosofia pratica, fondata sull'accordo della mo- rale e della religione. Queste cognizioni si posseg- gono tuttavia da non pochi medici; per cui, son eglino senza dubbio la più erudita classe della società; ed alla dottrina che lì distingue, agginngonsi le urbane garbatezze e la virtù, associate alle grazie del loro ingegno. 76 Veggansi le opere : Hennhanius, De eloquenUa me- dici} Vicq d'Aztr, Eloges historìques; Le Francois, Riflexians criliques sur la módecrrte; De Beza^ok, Les médccins à la censure; Martini, Manuale di palma medica. XI. Dei Medici Poeti. Alcuni medici hanno coltivato la poesia con suc- cesso. Il nume della medicina era nella favola anche quello de* versi. Apollo dice in Ovidio: Inventarti medicina meum est ; opiferque per orbem Dicor, et herbanim subjecla potentìa nobìi. Girolamo Fracastoro f stimatissimo qual medico e come poeta, si è reso immortale per il suo poema la- tino sulla SijiUde: i suoi versi sono degni dell' an- tica Roma e della Corte di Augusto. La riputazione di lui crebbe tanto, che Yerona sua patria, sei anni dopo la sua morte, gli eresse una statua. Se ingegno poetico sufficiente bastato fosse per ottenere questo supremo onore, Claudio Quillet pretender vi poteva : la sua Calìipedìa contiene grande numero di eccel- lenti versi. Questi due scrittori hanno posseduto in 78 grado eminente, l'arte difficilissima a' moderni di par- lar bene la favella di Lucrezio; nè uguagliati sono da Quinto Sereno Sammonico, quantunque non affatto privo di merito. Gli Inglesi si gloriano di Samuele Garth, poeta s medico ordinario del re Giorgio I. Sotto il nome di Dispensary } Gartli ha fondato uno stabilimento de- stinato a dare a' poveri gratuite consultazioni e me- dicinali a discreto prezzo, ed ha pubblicato col nome stesso un burlesco poema in sei canti, del quale è soggetto una gara ed una lotta fra' medici e gli spe- ziali. Voltaire, che ne tradusse l'esordio in bellis- simi versi, lo antepone di molto al Lutrìn. Questo strano parere d'uomo sommo in poesia, si spiega solo con rammentare l'epoca del promulgato av- viso, e l'estrema iracondia del di lui carattere. Pre- tesi ammiratori di Eoilean servivansi del chiaro suo nome per vilipendere il grand' uomo di Ferney: l'abate Batteux avea pubblicato il suo paralello del Lutrìn e della Enrìade: Voltaire, profondamente ferito, estese il suo risentimento anche sopra Boileau. Ma tutta la rinomanza de' medici poeti si prostra ed abbassa innanzi quella dello illustre Haller. Questo genio , onore immortale della Svizzera , fu uno de' poeti più distinti del suo secolo. Eru- dito, fisiologìsta , ed in tutto alto maestro, Haller ha in sè riunito ogni genere di gloria. Le Muse furono compagne di lui, ed ora scendevano a trat- tare con esso il ferro anatomico, ora il traevano sulla cima delle Alpi a cantarne le maraviglie iti dolcissimi versi, che l'aspetto sublime di quelle in- spiravagli, resi mirabili in molle lingue. Le Muse 79 versarono sul Redi il nettare di Montepulciano e di Chianti, e lungi dallo squallore degli ospedali l'in- trodussero nelle orgie delle Baccanti. (Monti, Neces- sità dell 'eloquenza). Troppo severo parrà forse il mio pensiero, ma 10 non posso approvare che un medico ambisca un genere di gloria, per lui poco dicevole. Che egli fac- cia de' versi destinati ad essere letti dagli amici, nulla di meglio in ciò; un tal passatempo niente ha in sè stesso di reprensibile : ma pubblicarli, ma, ascoltando un amor proprio pur troppo male inteso, affrontare 11 ridicolo che umilia i cattivi poeti, e compromettere in tal modo la dignità della medicina, ciò, a mio av- viso, è la più evidente palpabile inconseguenza. Qual vano merito per un medico è quello d'una poetica rinomanza! Archidamo rimproverò Pena udrò, che lasciava la gloria di ottimo medico per acquistare quella di cattivo poeta: Basti al nocchiero ragionar de' venti , Al bifolco de' tori; e le sul* piaghe Conti 'I guerrier, coati '1 paetor gli armenti. Nutrita de ventis, de tauris narrai arator, Enumerai miles vulnera, pastor oves. Avvegnaché devesi pur ricordare la sentenza, Qua potè quisque in ea conterai diem. la quell'arte ciascun, cui atto il fece Natura, i giorni e l'opra ivi egli spenda. Più importanti cure esigono le veglie del medico: se egli ha la smania di poetare, non abbia almeno 80 quella di promulgar colla stampa le sue bassezze e nullità. Qual è il suo scopo pubblicando cattivi versi? die pretende egli ? — un poco di fumo, alcuni effi- meri elogi. Uscendo meschinamente dalla sua profes- sione, si espone a tutto il rigore della critica e del dileggìo; e senza un talento preclaro, altro premio non può ricevere dalla inconsiderata sua intrapresa , die l'indelebile scherno della berlina. ( Bartholikus , De medicìs poetisi Oigitized Dy Google XII. Dei Medici Filosofi. La struttura de'n ostri organi è tale, che l'osser- vatore, colpito dal ridicolo degli errori del materia- lismo, ricouosce ed ammira l'Essere Supremo clic ha creato tante maraviglie. Lo scalpello dell'anatomico fornisce adunque un mezzo di prova principale della esistenza d'un celeste Superno Moderatore. Tutte le virtù sono riunite nell'esercizio delta me- dicina, la quale estoltesi alle più alte combinazioni; dal che emerge essere ogni medico necessariamente cultore della filosofìa. Con questa non si Ìndica già quella marna, che fa porre nel rango de' pregiudizi tutto ciò che gli nomini d'unanime accordo riguardano e rispettano come base della morale; mania funesta, che umilia l'anima e corrompe il cuore, di cui però 6 Oigiiizcd Dy Google 82 i medici sono meno suscettìbili degli altri uomini ; ma si addita quella filosofia che mostra all'uomo tutti i mali ebe l'ateismo ha cagionato al mondo, facen- dogli vedere la felicità nella virtù, la virtù nella re- ligione ; che lo rende padrone delle sue passioni, gli illumina lo "spirito, e' ne matura il giudizio; ed ha in fine per oggetto primordiale, il fargli conoscere di amare e adempire i suoi doveri. Tale fu sempre la filosofia , d'Jppocrate: i di lui scritti mostrano ovunque la più saggia morale, e di- pingono la bell'anima del loro autore. Molti filosoli, e Montesquieu fra' primi, hanno attinto grandi verità dal vecchio di Coo. Ciò ch'ei disse della possente in- fluenza che esercitano i climi sul corpo dell'uomo, e delle modificazioni che questa influenza fa provare alle sociali istituzioni, è stata adottata e sviluppata dall'autore dello Spirito delle Leggi, ed egregiamente modificata dal chiarissimo scrittore della Scienza della Legislazione. Ippocratc trasportò, come egli stesso lo dice (De prisca medicina), la filosofia nella medicina, e la medicina nella filosofia. . Scorgesi nelle opere degli antichi la osservazione d'una corrispondenza tra certi stati fisici , certi ca- ratteri delle facoltà intellettuali e certe passioni; cioè che a tale abitudine del corpo, a tal proporzione delle membra, tal colore della pelle, -tale disposizione de' vasi sanguigni e delle parti molli, corrispondevano una data tendenza ed ùu determinato nesso di idee. Motti' fra que'savi, nella organizzazione dell'uomo comparata a'fenomeni della vita, trovarono la ragione de' fenomeni e la soluzione de' problemi morali i più importanti. La superstizione proibendo loro di licer- - 83 care la verità nel .corpo , umano,- obbligava a ■ rintrac- ciarla ne' cadaveri , degli ammali. .„; ;■ >- Diversi .medici hanno scritto opere pregiate sopra argomenti di filosofia. Antonio Van-Dale, medico dello spedale di Harlcm, erudito «omino, è l'autore d'una disseriazione siigli Oracoli, che parve troppo ardita iìlFepoca ili sua pubblicazione, di cui Fontanelle si e poscia servito a redigere, la sua Storia degli Oracoli. Si legge tuttora e. si cita con, considerazione il libro de'Caratteri delle Passioni di Marino Cureau de la Chambre, membro dell' Academia Francese, medico or- dinario' del -Re.. ■■ ,!'.-■ ''fi.':i:> Ma pochi libri agguagliar possono l'alta filosofia dell'aureo Trattato de* rapporti del fisico e del mo- rale dell'uomo. Cabanis ha istradato a grandi pro- gressi la medicina filosofica. Eloquenza trascendente, pompa di stile, forza dì giudizio, elevazione di' idee, ardire saggio, tali sono le brillanti qualità che hanno generato il durevole successo dell'opera sua. Egli ha sviluppato con rara sagacita i rapporti dello studio dell'uomo fisico con quello de' progressi delT umana intelligenza, e quei dello sviluppo sistematico de'suoi organi con lo sviluppo o la sede delle sue sensazioni e -delle sue passioni. Egli ha illustrato - alcuni punti oscuri della fisiologia de'nervi ; Iva stabilito la impor- tante distinzione tra i movimenti che dipendono dai nervi, organi della sensibilità, ed i movimenti iuvo- :d b, HI Ohimè! per quale porta sortiremo noi? — Perla porta d'onde si paga, rispose l'intrepido professore. — All'istante, seguito dal suo collega, attraversa fie- ramente 1' anticamera, e va a reclamare il suo ono- rario. Vi sono de' medici che hanno un raro talento per raccogliere dalle loro cure ricchissimi guiderdoni. Alcune in eminente grado lo possedeva: ramato per un'ammenda di due milioni, alla quale condannato avealo l'imperatore Claudio, seppe egli in pochi anni ristabilir Lene la sua fortuna. Quest'arte studiasi accuratamente dagli uomini che preferiscono V oro alla gloria, e consiste nel far valere lievi cure, ad incitare una straordinaria riconoscenza, od a ma- scherarsi d'un affettato disinteresse per ottenere dallo imbarazzo di un convalescente, che teme di compa- rire ingrato, più vistose ricompense di quelle che richieste si sarebbero. La penna ormai rifugge e si nega a questi vili dettagli, pur troppo comuni in società. Si preferisce, come dice Gravina {Praefat. ad cupìd. ìeg. juvenC), uno gloria facile ad acqui- starsi^ a quella che è il prezzo delle fatiche; ed un precoce qualsiasi guadagno ad un guadagno più onesto; Facilem enim gloriata laboriosae praefcrimits et pre- mattina» lucrimi plemmque anteponìmus konestiorì. Ma non mirare nell'arte di guarire che un mezzo di fortuna, e sacrificare la dignità della più onore- vole fra le professioni alla insaziabile sete delle ric- chezze, è nfl vituperevole obbrobrio, di 'cui non si lorderà giammai quel medico che appieno conosce la nobiltà e la santità del .suo ministero. ( Mosehus, De honoribus et divitih medicìnae). XVI. Del Saper-fare. I grandi talenti non sono la più sicura e pronta via per acquistare rinomanza. Un uomo di genio li- mitato, dice La Bruyère , agogna avanzarsi ; laonde tutto sorpassa, e dal mattino alia sera non pensa, non mira che ad un solo oggetto, lo avanzarsi. Egli ha cominciato di buon' ora a mettersi nel cammino della fortuna: ma se una barriera, che chiude di fronte il suo passo, egli trova, subito ei sbieca, rigira, tempo- reggia placidamente, e va a destra ed a sinistra, secondo che adito od apparenza di passaggio rincontravi ; e se nuovi ostacoli l' arrestano, bentosto rientra nel sen- tiero che avea lasciato. La natura delle ti i Incolta lo determina ora a sormontarle, ora ad evitarle, od a prendere altre misure; quindi il suo interesse sol- tanto, l'uso, le congiunture, Io dirìgono. l'i j io:d e. Difficilissimo è ad Un giovane medico farsi' cono- scere in grande e spaziosa città. Ivi si accumulano una prodigiosa quantità di dottori d'ogni genere : uf- ficiali di salute, chirurghi d'armata, chirurghi condotti* ostetricanli , medici titolati , medici senza titoli e senza nome, levatrici, eccetera, Colà pullulano i ciar- latani di tutte le specie, dall' erborista, dati' omiopa- tico, dal chirurgo ortopedico, sino all' operatore er- niario ed al guaritore delle' malattie -veneree: i far- macisti medesimi, colla sciringa o il pestello in- mano, mutilando le foratole, danno consulti. Quante pene adunque, quanti travagli, qual accorgimento bisognano per ritrarsi dalia folla! Come potrà il modesto nle- dico elevar solo l'edilizio di sua rinomanza? Quanto tempo, onde giugnervi, gli sarà necessario} ' ■ - ; ■ ; Ecco ora la. indicazione di alcuni mezzi, proprj a far Ottenere al medico una sufficiente clientela; senza' pre- termettere tuttavia essere assai più regolare, dignitoso ed onorevole non adoperarne alcuno. Il pubblico- sareb- be meno spesso ingannato, se non chiudesse gli occhi sugli artifìcj che impieganti pér sedurlo; se persuaso egli fosse che niente può supplire al difetto di stùdio e di esperienza, e se più avveduto ei si mostrasse nella scelta delle persone, alle quali accorda pienamente la sua fiducia. Epperò dispostò pep naturai indole ad accogliere coloro che l'abbagliano con brillanti pro- messe, indifferente per il merito che sdegna la briga e le vie tenebrose o l'artifizio, ei costringe talvolta il sapere a nascondersi sotto la superficie del ciarlatanismo. '■' Uomini di nome distinto, o grandi personaggi, si degnano in qualche incontro introdurre in società 1 un medico nascente. Spesso, fra costoro, è scopo l'in- 7 l'i 4 ■ te resse della scienza, ed i! produrre l' avvilito me- rito occulto; ma i più proteggono per vanita. Poco circospelli o poco idonei nella loro scelta, accolgono essi l'intrigo ed il raggiro, lasciano languire il sapere moderato e verecondo, e prodigano all' ignoranza ed al maneggio ciò che all' jslxozione ed al talento ac- cordar dovrebbero, . ■'■ " • Ma ordinaria , cosa è vedere il genio perseguii ato, mentre l'ignoranza trova formidabili protettori. Oh ] quanto è da compiangere un medico che sente la dignità di sua professione, e frattanto si avvede es- sergli indispensabile il favore di un opulento o di un magistrato! A qual prezzo compra questa umi- liante protezione, di cui gli si fa sentire tanto dura- mente il peso ! I I protettori naturali di un giovane mèdico sono i di lui maestri, o que'pratici che, per lungo e felice esercizio dell' arte di guarire, hanno acquistato grande celebrità : la stima generale di cui godono, permette Edilmente istradare la riputazione di quello; e le lezioni ed i datigli esempi guidano i di lui primi passi nel pratico esercizio. • y, Ogni medico desideroso che il pubblico si occupi di lui, deve incessantemente agire, e procurare ognora di prodursi. Molta attività, una delicatezza che facil- mente combina colle circostanze, ed un certo fondo di ragionevol ciarlatanismo , ècco il principio, delle grandi riputazióni e delle grandi fortune. Di rado il talento solo, nemico dell' artifìcio, , conduce alla celebrità. II saper-fare d'un medico può avere per oggetto la gloria o la fortuna. Pochi verso il primo scopo si Digiiized By Google indirizzano, la folla si precipita verso il secondo. È troppo difficile, anche con molto intrigo, crearsi una fama letteraria; ma sicuri e pronti mezzi di ridursi opulento, largamente si offrono ad nomo abile ed audace, che ha preparato i suoi successi con sov- vertire ogni sentimento di pudore e di urbana de- licatezza. ■ • •)■•- ?«.■',, ; Richiamare e. fissar su di sè la pubblica attenzione, è unica bisogna. Molte strade n questa meta possono condurre, sebbene non siano tutte onorevolij ed in alcune di esse giammai incamminar non si dee un medico degno di sentito onore. Alcuni medici, giunti presso un infermo, a cui vo- gliono dare alta idea del loro sapere, l' ascoltano con molta gravita, affettano un profondo raccogli mento, pronunziano poche parole col tono più magistrale, e si affienano congedarsi. Ovvero alcun di loro opprime di interrogazioni il malato e quei che lo circondano, non per chiarirsi sopra oscuri punti del diagnostico* ma per dare un'alta idea di sua esattezza ed abilità nella difficile arte di osservare. -■■Oppure un altro, ili- strutto preventivamente della ctiologia, sintomi e na- tura: della malattia, da un famigliare, da un amico o dal medico ordinario del paziente, traccia a costui, prima di interrogarlo, la; storia fedele; de'. suoi pati- menti j e tutti gli astanti, ed il malato: stesso, sor- presi ed estatici della mirabile saga cita ■ di lui, -inte- ramente si soddisfano. -i .-!■■" .. Se il. medico perviene ad ottenere una clamorosa cu ragiono, o ad aprirsi l'entrata d'una gran casa, ed a fissare sopra di sè il pubblico sguardo, la fama non tarderà a bandire d'ogni parte il suo nome. Quasi tulli gli nomini rassomigli a no a'inonloui del Panurgo, od alle pecorelle dell' italiano poetai Dacché un ciar- latano si è procacciato un entusiasta, potrà star si- curo che in breve tempo mille altri gliene guadagnerà l'esempio. '" * Google 420 gamento dello scroto. Nel mattino seguente, io assi- curai a one' curanti ed a tutta le gente, averlo io fe- licemente guarito: il che mi acquisto grandissimo onore e somma rinomanza. — I felici successi nella pratica giovano massimamente a formare la riputazione di un medico. Il principale mezzo d'ottenerne è il circoscriversi in una ragionata aspettazione, e prescrivere, ne' casi in cui la medi- cina attiva non 0 evidentemente indicata , sostanze poco capaci dì suscitare notabili cambiamenti nel- l'animale economia. Nel trattamento, del maggior mi- merò delle interne malattìe, il regime ed i mezzi igienici bastano costantemente a ritornare la salute al suo tipo normale. È dimostrato che, in questi casi, le medicazioni consigliate dagli autori, esasperano gli accidenti, e suscitano spesso delle complicazioni. Va medico giudizioso deve quindi ritenere qual regola fondamentale di pratica, il bisogno di lasciar spesse volte agire la natura. : . „ _ . Scorgonsi sovente alcuni medici cominciare il loro pratico esercizio: prodigando agl'indigenti disinteres- sati soccorsi; visite, consulti, operazioni, assistenze, medicamenti a vii prezzo o gratuiti : tali sono i mezzi chf impiegano, onde eccitare l'attenzione del pubblico. 11 più urgente loro bisogno è d'esser conosciuti: tutto si pone ip opera, niente costa loro per gìugneryiì Dac- ché poi cominciano a cogliere i, frutti di loro simu- lata beneficenza, la maschera cade, ed appare mani- festamente T uomo cupido ed interessato. Base del saper-fare è lo giudicar, bene del rap- porto delle cose e de' mezzi idonei che vi con- corrono. L' opinione pubblica, che è un mostro, un DigiiizM 0/ Google m proteo, offre altresì un fondo mobile, sui quale talora è facile edificare. Laonde mettere a profitto le circo- stanze locali, farle scaturire se tardano a presentarsi ; eludere le difficoltà, od a forza di perseveranza vin- cerle; e, principalmente, saper attendere, sono le condizioni da adempirsi dal medico che aspira a brillante rinomanza. ■-. Alcuni dottoroni hanno sempre, qu al principio .del Saper-fare, l'aspetto stranamente preoccupato: il loro contegno è quello di un uomo immerso in profónda meditazione; negletto è- il lóro esteriore, come quello d'un filosofo tutto dedito allo studio di importanti scienze; gravi ne' loro discorsi, solo si esprimono con laconici aforismi; nelle strade, nelle pubbliche piazze, ne' luoghi più frequentati, dappertutto in fine ove la moltitudine può vederli, affettano esai la di- strazione ed il raccoglimento; uè mancano di quelli dal naso adunco, dagli occhi aggrottali, dal viso scarno, ulivigno, pallido e tetro per ispida barba, che baloc- candosi per le. vie vanno leggendo alcuna fanfaluca per far credere essere occupatissimi, nè perdere nemmeno quel tempo ad istruirsi. Ma il loro occulto argomento,, simulando non conoscere gli usi della società, ovvero non attendere alle convenienze, che le dicono bagat- telle, è quello di far sembiante d'essere esclusivamente occupati di libri e di malattie, ed ambiscono essere additati come prova del trito volgare assioma, che sempre un poco di capriccio o di follia al merito trascendente è congiunto. Presso un malato, ascoltano attentamente la storia de' suoi malori, dicono poche parole con misurata gravità, ripigliano il bastone, e scompariscono. Olginzed Dy Google ÌSL2 Il ciarlatanismo di questi medici Iraluce in mezzo all' affettata lor maestrevole gravità, come V orgoglio d'Antistene attraverso i forami del lacero mantello che lo copriva. Si possono vedere le seguenti opere: Hilscher, De slralagetnaL medicis; Cobchwiz, DUsert. de requisilis medico ad praxin felicem stanate necessari^; Brisbane, Dissert. de us quae a medico ad artem bene cxei'cendam abesse deberti; Gregory, Lcciures on duties and qualifi- calions of a phjràcìan; Uden, Mcdicinìsche politìk; Frank, Senno academicus de civis medici in rcpubUca candidane atque officiis ex lege praacipvg eta-is; Bath, Essay ont the medicai character; Ploucquet , Der arzl; Bohn, Dasert, de officio medici; Tuessink, Oralio de eo quod medicns in arie /adendo impriutis agat ; Hufelikd, Die VerhàlLiìsse des arzles; Schinko, SjsU officiar, medici conspecuts. ; "Wagber , De medicoiwn jurìbus atque officiis. XVII. Dell'Arte di ottenere la Fiducia degli Ammalati. Il medico sarebbe indarno debitore alla mi tura d'un grave esteriore, e dello studio di molte teoriche cognizioni, se egli non acquistasse giammai una estesa clientela, ignorando l'arte d'ottenere la fiducia de'snoi malati ; senza la quale il più vasto talento perde la maggior parte dei suo pregio ; mentre con essa tutto riesce possibile alla mediocrità. * ;. Conosca dunque il medico per tempo quanto im- porti lo inspirarla. Ora pronta a nascere, essa è cieca, irriflessiva; è un sentimento involontario, di cui gli ammalati non sanno rendersi conto , ma li soggioga potentemente. Ora debole nella sua origine, si accresce con lentezza, ed intera, forte ed assoluta dopo replicate prove diviene, essendone diretta da) successo. Giudice infedele de' talenti, spesso all' igno- □igiiized by Google 124 ranza profondasi, ed al sapere si nega. Ma le ingiu- stizie della moltitudine sono tanto fugaci , quanto sconsiderati sono Ì motivi che le determinano ; ed il sapere, prima ignoto o non calcolato, non tarderà ad ottenere quella fiducia, di cui è ben degno. Un giovane medico non deve mai confondere la confidenza, frutto d'una stima ragionatamente sentita, con le effusioni di colui che varia con indifferenza ogni giorno il suo gusto e le sue idee, ed il caprìc- cio, l'azzardo o la voglia di novità solo consulta nella scelta di quegli, al quale ampiamente rimette la cura di sua salute. Una signora vi fa richiedere, voi subito accorrete. Questa languida beltà, negligentemente sdraiata sopra un canapè, apre un occhio moribondo, e con fioca la- mentevole voce, comincia il tremendo racconto d'una pervigilia, che per tutta la notte F ha tormentata : ovvero traccia: l'allarmante dipintura dell'agitazione de' suoi nervi, dotati d'estrema irritabilità, coni' ella dice. Eppure la freschezza di sua pingue carnagione non dimostra che la più integra salute. Dietro il vo- stro attento esame frattanto, e dopo le risposte ezian- dio della pretesa inférma, voi avete già conchiuso es- sere immaginari i mali di lek... Oli! malaccorto dot. torci! Come, non: vedete voi che si vuol essere qual egrotante? Guardatevi di cosi fatta incauta impru- denza, che vi rovinerebbe peC certo.. Ma ascoltate Col più vivo interesse la prolissa storia de crudeli dolori ch'ella dice soffrire, diffondete i: più affettuosi consigli ed i più gradevoli rimedi, compiangetela di quella eccessiva suscettibilità, che a continue angosce ed a ripetuti trambasciamenti assoggetta tante attrai- 425 tivc, e declamate contro la natura, che, accordando alle donne tutte le seducenti beltà, tutte le grazie e l'arte di piacere, ha menomato il pregio di tante prero- gative j dando loro troppo delicata organizzazione, punendole d'essere belle col formarle sensibilissime. Ove non giunge la fiducia d' un malato pel suo medico? Vedete quell'infelice, con occhio estinto, depresse le forze, assiderato e macilento il corpo: un medico insinuante ed abile s'impossessa della costui fiducia; all'istante la speranza rinasce nel- l'animo di quello, il Bangue circola con maggiore ra- pidità, risvegliasi il perduto coraggio, e la natura e l'arte riconducono la salute. Quanto è esteso adun- que l' impero della fiducia! Quanto è possente la sua influenzai Quanto immensa è la stima che eccitai Indarno una fallace speciosa lettera accusa il medico Filippo d'un orribile progetto; Alessandro con una mano gliela presenta, con l'altra porla' alla sua bocca la sospetta coppa. L'arte di persuadere è il principale mezzo di ot- tenere la fiduciadegli ammalali: questo è un dono che manca talvolta al genio. Non urtate giammai di fronte le opinioni ed i pregiudizi di colui che invoca le vostre cure, ma lusingate le sue idee; nè dimenti- cate mai che per condurlo alle vostre, vi bisogna pre- starvi alle sue. Siate quindi compiacente senza de- bolezza, e fermo senza rigida austerità: che le più consolanti parole siano profferite da voi, ed un te- nero interesse animi sempre il vostro aspetto. Inter- rogate con destrezza, rispondete con riserva : spie- gate talvolta al vostro malato la Causa de'mali ch'ei soffre, e dichiarategli sopra quali motivi la vostra tan speranza riposa; poiché queste confidenze inspirano sincera stima, e rianimano il coraggio. Guardatevi mai sempre di annunziare un prossimo ristabilimento, ma oscurate tuttavia l'avvenire con densi nugoli: i soccorsi dell'arte sono spesso tanto incerti e deboli, che troppo pericoloso sarebbe appoggiarsi all'efficace loro forza; ed il medico, sollecito di sua fama, deve annunziare più ordinariamente un esito funesto della malattia o grandi pericoli, anziché favorevole termi- nazione e pronta convalescenza. I talenti del medico, per quanto trascendenti e su- blimi siano, allorché vanno scevri di successi, non conservano T ottenuta fiducia; ed un piccol numero di avvenimenti disgraziati , possono facilmente atter- rare la più solida e stabilita riputazione. Il pubblico, in generale, è portato ad attribuire a' medici l' in- sufficienza della medicina. Per ottenere la fiducia del pubblico, dice Vicq- d'Azyr, si tratta meno di piacergli che di fissare la sua attenzione; e colui che aspramente lo pratica o con rigore lo maneggia, non sempre è chi ne riceve più scarse carezze. Ogni tempra di spirito ha i suoi bi- sogni: alcuni vogliono trovare nella figura, nel con- tegno, nel carattere del loro mèdico la dolcezza e la consolazione; altri amano che sia un uomo rigido, se- vero, minaccevole; se ei fi garrisce per gli errori commessi nel regime, essi gli sanno grado di tali rimproveri e della durezza ancora j che sembrangli effetto dell'interesse preso alla loro conservazione: altri finalmente, riguardando la medicina come una specie di magistratura, desiderano che il loro giudice sia un uomo freddo, imparziale, austero. Oigiiized 0/ Google 127 Allorquando un malato domanda al suo medico qual sia l'indole del male di cui è aggredito, sì guardi bene costui rispondere' ignorarlo, avvegnaché eoa questa spropositata dichiarazione ruinerebbesi infal- libilmente da sè medesimo; però abbia pronta sem- pre una spiegazione qualunque, né importa qual sia. Se lo ammalato sarà dì goffo ingegno, materiale e rozzo, alcune grandiloquenti parolone, alcuni vaghi enfatici discorsi basteranno: ma non bisogna appa- gare così la curiosità di un uomo di lettere, d' uno perspicace e dotto; fa d'uopo con essi di molta de- strezza e di non pochi raggiri; bisogna rispondere che la medicina è una scienza di osse rvazi ohe , che il loro stato morboso non è ben caratterizzato an- cora, che il tempo farà conoscere il diagnostico sma- scherandolo ad evidenza, o altro di simil tenore. Lusingando il malato d'una sicura e prossima con- valescenza, il medico s' impossessa della di lui im- maginazione, e con vantaggio serresi della energica influenza che esercita sul fisico. La speranza di gua- rire è un valido mezzo di guarigione. Felice colui che sa farla nascere o la sa alimentare ! Quanti : rimedi agiscono soltanto per l'idea che nutrono gli anima- lati circa le loro proprietà! Quel farmaco prescritto col volgare suo nome, non sarà produttivo d'effetto veruno, ma decorato di fastosa nomenclatura, opera portentosi ri sultani enti. Darà quindi il medico sover- chia importanza alla sollecitudine di infondere a'suoi malati la speme d'una pronta convalescenza, e li terrà a bada adducendo altri esempi di fortunate guarigioni, tacendo loro i pericoli dello stato in cui ritrovatisi, nutrendoli sino all' ultimo istante di loro 4 28 mìsera esistenza, se l'arie npn può salvarli, di quelle illusioni da essi chieste ed accarezzate; del che sono tanto comuni i vantaggiosi effetti, quanto funesti pur sono quelli d'una verace, ma crudele franchezza. ■ Si è adunque indicato per quali mezzi il medico fissar potrebbe su di lui l'attenzione pubblica, e crearsi numerosa clientela. Non ci si faccia tuttavia il rimpro- vero d'essersi preteso erigere come precetti lè vie clan- destine dell'intrigo, o consacrar l' artificio, il manég- gio, la mala fede. Se però individui di raro merito, e nella professione applauditi, avranno creduto dover affrettare la generale fiducia con un destro ciarlata- nismo, io sono ben lungi di proporre qua! modello una condotta che solo certe locali circostanze hanno potuto esclusivamente permettere. '■'**. Ma il medico penetrato della nobiltà di sua pro- fessione, aspetterò sempre dal tempo la giustizia do- vuta al suo merito, e di rado V attenderà invano. Sdegnerò egli di affettare la singolarità : il vero dotto, come il vero saggio, non combatte gli usi della so- cietà; ei non disprezza nemmeno i capricci della moda. Cile se vi si conforma senza esserne Io schiavo, i di lui successi saranno le sue prodezze, nè si vfr drà mendicare l'umiliante protezione dell'opulenza o del potere. 11 medico dev'essere indipendente, ed al- tro vincolo conoscer non deve fuorché i doveri del suó stato. L'uomo di questo carattere aspetterà forse per lungo tempo i favori della fortuna, ma allorquando numerosi ammalati chiederanno l'assistenza e la cura di lui, potrà egli, senza arrossire, dare uno sguardo sul passato, e con nobile amor-proprio dire a sè stesso : Je ne dois qu'à ìnoi seni loule ma renorttmée. 139 Veggansi le seguenti opere : Amatus Lusitanus, Da introito medici ad aegrotantem ; Hilscherius, De me- dicorum ingressa ad infirmos perquam necessarios; Rais, De officio medici in itinere principis; Fischer, De medici circa moralia et physica in curandis mor- bis prudetitia; Chiappa, Del£ eloquenza del medico. XVIII. Della Pratica. Boerhaave non vedeva giammai un malato, nel comincìamento della sua pratica , senza registrare tutte le circostanze e tutti i segni della malattia nel- l' ordine che si presentavano ; . e, questo metodo, egli afferma, essergli stato di grande utilità. Ogni medico, ad esempio di questo grand' uomo, deve tracciarsi un piano invariabile, per combinare con la pratica gli studi del gabinetto. Se egli non rendesi un esatto ragguaglio di ciò che vede, i suoi falli ed i suoi .suc- cessi saranno perduti per lui; e ciò, non dalla espe- rienza ma dall'uso, verrà ad acquistar cogli anni. Sin dalla prima visita fatta all'ammalato, il medico scriverà ciò che avrà conosciuto , quel che ha rac- colto dai racconti altrui, tutte le circostanze in une da lui osservate. Gli oggetti separatamente considerar 131 sì debbono e con riflessione: i sintomi studiar si dovranno isolatamente. Dietro tali elementi, cercherà egli caratterizzar la malattia, avendo cura bensì di non cadere in precipitato giudizio. Bisogna lungo tempo ponderare ogni circostanza, isolarla, riunirla, 'compa- rarla, prima di pronunziare. Tracciala la parte iste- rica della malattia , noterà egli nel suo giornale le indicazioni curative da lui stabilite , ed i prescritti medicamenti. La prima visita è d'una estruma importanza; essa ordinariamente decide del trattamento cmativo. Se il malato sarà esaminato in modo superici ni e, il medico giudicherà male del di lui slato; ci si inganna, e dì rado dal suo errore si emenda : ina se nulla ha egli negletto per fissare la diagnosi, il risultato con- fermerà, nel maggior numero de' casi', le prime di lui idee. ■ Alia seconda -visita, ricercherà egli quali cambia- menti avranno prodotto gli impiegali medicinali, quali, modificazioni provato i sintomi della malattia, lo stalo di tutte le funzioni, degli organi digestivi, de- gli organi secrelorj, di quelli della locomozione, del polso, della respirazione, della circolazione, did ca- lore della pelle, delle facoltà intellettuali ; le diverse giaciture del corpo, ed i tratti del viso, utili dedu- zioni talvolta esibiscono. Van-Swieten consigliava di visitare gli ammalati, in certi tempi, dieci e quin- dici volte per giorno, e ad ogni ora tanto di fiorilo che di notte. Ma questo precetto di,flicihiieuie po- trebbesi mettere in uso nella pratica particolare. Per ben conoscere una malattia acuta, bisogna Spesso decomporla: sovente ancora, onde possedere 132 la intera storia d'una morbosa affezione , il medico deve tener conto dell'influenza che possono eserci- tare sopra dj, essa la natura del clima, la -varietà delle stagioni, il regime, le passioni ed altre cose. Importa assai notar con esaltezza l'ora delle esacerbazionì o parosismi, e la natura degli epifenomeni che esister potrebbero. Senza di questo metodo, è impossibile seguire la malattia ne* suoi diversi gradi di sviluppo, di ben conoscere i suoi periodi ed il suo cammino, e finalmente di giudicare del suo stalo di genuina primitiva semplicità, o di complicazione. Tutli i sin- tomi caratteristici debbonsi tracciare ogni giorno, come pure i cambiamenti diversi ebe provar possono nella durata della malattia in disamina. Le impressioni fatte sopra i sensi richiedono sole un'attenzione spe- ciale, perchè dietro un insieme di segni esterni non equivoci, e loro analogia con i risultamenti dell'espe- rienza, il medico deve condurre il suo giudizio. Ed ei continuerà regolarmente questo lavoro sino alla guarigione, o alla morte dell' infermo} senza dimen- ticare la circostanza del modo e l'epoca di termina- zione della malattia. Le apposite riflessioni sulle cause del successo ot- tenuto, o del disastro sofferto, contribuiranno mol- tissimo a formare la di lui esperienza , e gli addite- ranno se egli abbia bene o male agito. Ma non affidi alla memoria gli osservati caratteri, li deponga bensì sulla carta, e dopo la morte del malato, o del ritorno a salute, redìga egli la storia della malattia, soppri- mendo tutte le circostanze meno essenziali. Coloro che ignorano l'arte di osservare, sdegnano gli scritti di Ippocrale. I soli uomini di genio pos- Digiiized 0/ Google ÌS3 •sono apprezzarne il merito, e far calcolo di molte par- ticolarità che. sfuggono agli sguardi poco esercitati. Nicomaco diceva ad uno spettatore che niente di bello vedeva in un quadro d'Apelle: Prendi adunque i miei occhi e guarda. Il medico avrà già considerato attentamente tutti i fenomeni che possono guidarlo a caratterizzare la malattia, senza della quale precisa determinazione nessuna certezza induce alle terapeutiche indicazioni ; eppure non ha tutto adempito per meglio basare il suo diagnostico : interroghi egli gli autori originali e loro chieda lumi, confronti ciò che ha osservato con fatti analoghi consegnati negli scritti di attenti pra- tici, e faccia accurata comparazione della sua idoneità con la dottrina di quelli. Deve inoltre affezionarsi co'li- hri de'grandi maestri dell'arte, che hanno seguilo la natura sulla via dell'osservazione. Il primo ed il terzo libro delle Epidemie di Ippocrate, i suoi Aforismi ed -i Pronostici, il suo Trattato dell' aria delle acque e de'luoghi; Galeno, de' luoghi affetti; Sydeftham, e gli - altri classici ; molte ottime semeiotiche, e nosografie ; ecco le opere principali su cui incessantemente deve meditare, e che, bene studiate, lo dispenseranno della prodigiosa, moltitudine di volumi che disutilmente ingombrano le biblioteche polverose: e poco scelte. Un medico principiante, instatilo quanto si voglia, qualunque sia la sua prudenza , non può giammai promettersi di non commettere errori nella sua pra- tica; e la più scelta erudizione, il giudizio il più profondo, non saprebbero dispensarlo di siffatto tri- buto che paga l 1 inesperienza. Prima di possedere quel tatto che caratterizza 1' abile pratico, sarà egli costretto per lungo tempo tasteggiare ed oscillare) indi, poco a poco, il suo occhio si perfezionerà a vedere cli- nicamente, e viemeglio famiglia rizzarsi colle varie fisio- nomie delle malattie. Un anno di pràtica forma assai più un medico che dieci anni di lettura o di lezioni. Quantunque i principi! della medicina sieiio co- stanti, spesso è difficile farne l'applicazione a casi particolari. La verità non ai presenta mai subito. Per cogliere l'indole d'una malattia, bisogna cercare sco- vrirla col ragionamento , eseguire ora una cosa, ora tentarne un'altra, nulla trasandare, niente precipi- tare, regolarsi a norma delle circostanze, ed almeno mai nuocere all'ammalato, se non puossi aju tarlo. Talvolta è utile deviare dalle strade conosciute, e deferire qualche cosa all'accidente. I metodi rigorosi presentano pochi vantaggi, e molti inconveiiienLi ar- recano. Giammai un cieco operato non condurrà a rìsuUamehtì tanto soddisfacenti, quanto un empirismo diretto dalla ragione e riunito al talento dell'osser- vatore. Qualunque sia il carattere d'una malattia, le funzioni del medico sempre riduconsi a dirigere o eccitare gli sforzi della natura, ed a lasciarli operare. Veder molti malati non è il mezzo migliore onde apprendere a bene osservare. Una pratica poco estesa istruisce meglio il medico studioso. Colui che esercita la medicina negli spedali , vede ,molto , e non vede troppo : la rapidità, con cui trascorre i moltiplicati oggetti, non gli permette fissarli. Come esaminare pro- fondamente, ini due ore, tutte le circostanze relative alla storia delle malattie di cento a dugéutó indivi- dui? Come variare i metodi curativi secondo le indi- cazioni? Come, in tempo cosi breve, puossi riflettere m sopra ciò die si è veduto, rimontare da' fenomeni alla loro etiologia, e approfondir tutto? Vi abbisogna vasto talento, bisogna anzi genio per sottrarsi dal basso mestiere, praticando in grande spedale. È stato delto che un medico, il quale dì c notte corre da un malato all'altro, è simile al prete die va attorno ognora co' Sacramenti ; tulli due veggono a modo stesso molti ammalali, ed entrambi hanno della medicina la medesima esperienza. Laonde tra' medici di pari ingegno o di pari goffaggine, sono incontra- stabilmente più malsicuri quelli che ad un colpo deg- giono visitare un mondo dì malati. La meiite non è così veloce come le gambe di questi medici. Un medico sommamente occupato, quanti più vede ammalali, tanto manco vi pensa. La rapidità con cui gli scorrono gli obbietti, come dissesi, non gli per- mette osservarli, perchè gli sfuggono con la slessa prestezza, e nella sua testa non gliene rimane che an confuso barlume. Quindi non può egli penetrare le circostanze precise d'un malato e d'una maialila, nè a norma della loro differenza variare i suoi metodi e i suoi rimedi, ma prende tutto all'in- grosso. Io conosco, dice lo Zimmcrmann nel Trat- tato sull'esperienza in. medicina, tra la folla di me- dici, il più stupido di loro, secondo la moda dì og- gidì, passare pel migliore. Questo Esculapio ba ogni mattina nella sua anticamera da cinquanta a sessanta maiali: egli ascolta le magagne di tulli, indi ordina- riamente li schiera in quattro file; alla prima ordina un salasso, un purgante alla seconda, un crislero alla terza, ed alla quarta un cambiamento d'aria. . Un medico non può azzardare un farmaco,, senza TTipized &/ Google 136 essere impegnato ad amministrarlo colle leggi della più esatta analogìa. Per bene osservare, bisogna in- terrogare la natura con pazienza, e considerar, tutto il corso d'una malattia con profonda attenzione. La riunione di. queste condizioni dà sola la vera espe- rienza, che si è definita « l'abilità a garantire il corpo umano dalle malattie alle quali sta esposto, ed a guarire queste malattie allorquando . si sono svilup- pate »: Un medico, che non è dotato della felice or- ganizzazione suscettiva e dello spirito attento e scru- tatore che richiede l'arte di osservare , può veder molti ammalati e mancare interamente d'esperienza. Questi generali riflessi sulla pratica dell' arte dì guarire negli ospedali , si applicano a' medici delle grandi città estremamente occupati. Continue assenze, numero eccessivo di malati, intoppi incessantemente rinascenti, permettono loro assai poco di raccogliere esatte osservazioni; ed eglino non ne hanno il tempo nè la premura. Le grandi pittà sono il punto di unione de'medici e de' medicastri d' ogni genere , né * rifluiscono nelle campagne che allorquando, imperiose circostanze ve li astringono. Per riuscire in qualche città capitale , bisogna tempo, gran pazienza, e molto sapere. E dif- fìcile impegno il fissare la pubblica attenzione, e vi si giunge trovando da percorrere piuttosto ignote strade nella folla che si urta e si sforza onde per- venire [alla meta stessa. Nelle piccole città, al con-i trano, se- il medico non può sperare tanta opulenza, che sarebbeglì possibile acquistare altrove, ha il van- taggio almeno di possedere più sollecitamente la fi- ducia e la stima pubblica; ed ivi ricavar può egli Llr.l l'Z'Jd b, 137 tanta esperienza come nelle popolose città. Ippocrate ha esercitato in ristretti paesi o in borghi, nessuno de' quali era sufficiente a mantenervi un sol medico. 11 maggior numero delle sue osservazioni fu raccolto in Tessaglia e nella Tracia, di cui rammenta Lnrissa, Cranone, Acno, Oeniade, Jera, Eliso, Perinlo, Taso, Abdera ed Olinto, tutti allora piccoli villaggi. Galeno dice che in un solo quartiere di Roma eravi più gente che nella più estesa contrada dove Ippocrate si esercitava. La grandezza di un medico adunque non vuol esser dedotta dalle farraggine degli amma- lati, bensì dal talento di saper trarre d'ogni caso particolare tutti i possibili vantaggi. Un antico regolamento in Francia prescriveva ai medici che destinavansi alla pratica nelle grandi citta, di esercitarsi prima molti anni nelle campagne vi- cine. ( Knipliof, Novo medico praxln non esse con- cedendam). Sembra ch'essi avessero il tacilo permesso di scozzonarsi a rischio della parte più sana e più utile dello Stato, osserva giudiziosamente Vieq-d'Azyr, e che la medicina abbia bisogno di simili espedienti ond'essere praticata, i quali sono tanto vituperosi per essa, quanto insultanti per l'avvilita umanità. Ingannetebbesi pur troppo un medico se credesse arrivare facilmente all'auge di fortuna, apprestando le sue cure a titolali infermi, e consacrando esclusi- vamente il suo tempo alle classi superiori della so- cietà; avvegnaché la classe agiata del popolo gli pre- senta una via più sicura alla sua pratica. Presso di ucsta, meno avviluppato nel!' esercizio della profes- sione, divincolato e libero Dell'impiegare i mezzi terapeutici che giudica convenienti, di rado responsa- 136 bilo dell'avvenire, egli vi trova ancora una riconoscenza più liberale: e men negligente della vantata munifi- cenza de' grandi. e ,.• ■ ,' w. .:. ■ .; . Nella estese citta eziandio, ed ovunque altrove, la chirurgia offre mezzi di sussistenza meno moltiplicali di quei della medicina. Hanno alcuni i esclusiva re- putazione per la pratica delle operazioni. Costoro sono sempre quelli che 1' accidente i ha posto ;il go- verno degli spedali. Quindi i chirurghi lèi gli ufiiuiali di salute, dappertutto più numerosi, assai de'iuedici, non possono mantenere le loro famiglie che esercitando indistintamente, ed' alla meglio, le due: partii dell'urte di guarire. Senza vero sapere medico, ma con sufficiente giu- dizio per lasciare agire la natura , un inedie^ può usurpare facilmente una estèsa celebrità. Per un chi- rurgo è tutt'altio: i di lui errori si scorgono .in pieno ■giorno,, se la Sua mano è inabile,, e lutto il . super- fare possibile non può 'salvarlo d'essere -designato ben- tosto qu al cattivo operatore. . questo, nessuna certezza in medicina. " Egli . è difficile veder molti malati , e difendersi dalla tendenza del ceco medicare che inspira all'uomo la naturale infingardaggine del suo spirito; per lo che negli spedali massimamente i medici ru lini eri si rin- vengono, .. Costoro, con un sol colpo d'occhio, riconoscono uua malattia; la quale,ipìù oscuro diagnòstico pre- senta, più facilmente da loro vien già caratterizzata: nel che, niente imbarazzali. Dietro brevi interroga- zioni fatto all'infermo per sola forma, prescrivono macchinalmente un Ordinativo, che lo allievo, incari- cato del lòglio di visito, scrive per esteso dopo avere udita la indicativa parola. Tale è tutta l'arte loro; tale è la loro condotta, costantemente la stessa. Ma questi pratici, il cui numero fortunatamente è poco considerevole, le sole facce de' loro ammalati cono- scono appena. , Alcuni medici divengono macchine coli* in vece h iare ; leti* non permette ad .essi di seguire i progressi della scienza, o assoggettarsi a nuovi sludi : ostinatamente fissati alle antiche loro dottrine, non vogliono variarvi alcuna cosa: tutto. ciò che è nuovo li disgusta e li sdegna, quindi più non leggono. Dopo cinquantanni Diqiiized 0/ Google Ì43 di medico esercizio, è impossibile per loro adottare altri principii, diversi degli acquistati, che per sì lungo tempo sono abituati seguire. Hokbtjus, Manudìictìo ad medfqinani. 2. ■■ f. - . ^ , ■ ■■ ■ Btìiti Presunzione. 1 , ■'■ Non chiedete a quel dottore ciò eh' ei su, si bene ciò che ighpraL Egli ha letto tutto, ha veduto tuUo: i più difficili casi non lo sorprendono; le opera- zioni chirurgiche più delicate sono per lui un pas- satempo: niente lo con l'onde; il suo genio tutto, pre- vede, .tutto intraprende. Di.' sè egli parla in termini magnifici: e- terrebbe a disdoro il sembrar d'ignorare cosa veruna. Quali malattie non ha egli guarito mai? H c anero e l'.'ìdrofobià confermata, nelle sue mani,' hanno cessato d' essere incuràbili ; egli 'crede posse- dere, senza accorgersi della tròppa arroganza, tutto il sapere che puossi avere, che giammai potrà egli acquistare: ii primo! aforismo d'Ippocrate non. ha si- gnificato alcuno per lui; e finalmente crede aver egli in .sè -infusa 'il genio ed il potete d'Esculapio: stesso. Pochi medici hanno spinto cos'i lungi il ridicolo della vanità, quanto Menecrale, nè s' ignora quali lezioni da Filippo-, egli abbia ricevuto; ovvero Come Paracelso. Ethullerus, De medico mendace. Digiiizcfl ay Google M4 3. Della Timidità. Talun medico ha grandi talenti e profondo vastis- simo sapere, frattanto ei non fa numero, e giammai verun posto occuperà egli nella gerarchia di sua pro- fessione ; e eoa le' più estese cognizioni , egli ha l'aspetto dell' ignoranza. Interrogatelo: le sue risposte sono le più confuse ed inette. I casi i più semplici lo sgomentano; detesta sempre di agire, e con paura ne determina la esecu- zione. Invano la natura annuncia un esito salutare; tremante ognora, non osa secondarla. Giammai non ha sentito egli quelle subitanee improvvise inspira- zioni che rivelano ad na uomo di genio il carattere di una malattia complicata nel suo andamento e nel diagnostico, e fuor delle vie comuni gli fanno trovar i mezzi di trionfare della violenza e della sua perti- nace resistenza. Conseguentemente nel deliberare ei perde la favorevole occasione ed il momento di ri- schiare con vantaggio. Un tal medico non uccìde i suoi malati, ma egli li lascia morire. Heister, De medico nimis timido; Steìnmxtzkjs, De juxta media timiditate. H5 4. Del Giudizio Falso. Alcuni medici si inorgogliscono pompeggiando non credere alla loro scienza. Svincolati d'ogni pregiudi- zio, trattano di vane ciance i precetti dèli' oracolo di Coo. Irremovibili nelle loro opinioni, riguardano come Favole i fatti più autentici; e l' arte di cono- scere e di trattare le malattie è a' loro sguardi un ciarlatanismo, fondato sull' ignoranza e sulla credulità del volgo. Ma come non lasciarsi imporre da indivi- dui, iniziati in tutti i secreti delja medicina? Come sospettarli di malafede, allorquando in verità fanno il sacrifizio di tanti anni di studi e di lavori còsi- penosi ? In siffatta guisa argomentano alcune persone volgari. Tuttavia l'uomo imparziale scopre bentosto' in questi pirronisti, que* medicastri, che, disgustati d'una pratica disgraziata, accusano senza pudore la medicina degli errori esclusivamente imputabili alla loro ignoranza. Alcuni pretesi dottori, senza istruzione, .senza ta- lento, e sforniti non meno di scienza che di principii elementari, coloro in 6ne il di cui giudìzio è essen- zialmente falso , che, per comparire spiriti forti nella professione, denigrano ciò che ignorano, condannano tutto quel che sono incapaci di comprendere, e ren- donsi segno del pubblico dispregio, osando esercitare un ministero che giudicano inutile alla società. 4 46 Altri medici niente scorgono di oscuro nella scienza dell'uomo. La natura non ha segreto -veruno, che non discoprano; nessun velo occulta a' loro sguardi penetranti i misteri della nostra organizzazione. Non vi sono malattie che non possano perfettamente spie- gare e guarire. Questi pratici si uniformano cieca- mente a tutte le osservazioni che i libri contengono; e tutti gli assiomi d'Ippocrate sembran loro immu- tabili verità. Inutilmente l'esperienza accuserebbe la loro dottrina; il maestro l'ha detto, èssi in discolpa rispondono, egli non ha potuto ingannarsi giammai. Laonde, per loro di nessun valore risultano le sco- perte novelle della scienza, che nemmeno vere le supporrebbero. Tutti i fenomeni, tutti i cambiamenti che presenta una malattia, durante il suo corso, dipendono, agli occhi loro, non dagli sforzi della natura, ma bensì da' farmaci diggià somministrati, quantunque inattivi altronde ed inutili siano stati. E nell'alta idea che hanno della forza della medicina, si immaginano che nessuno de'mali, che affliggono la specie umana, non possa loro resistere; e spreca tori, senza discernimento, di tonici, di salassi, di emetico, e de'più attivi medi- camenti, pensano sempre che agir si debbe, ed agire con tutta energia, i . Vi sono de'fanatici in medicina: con questo nome indicatisi i partigiani esaltati di tale o tal altra dot- trina. Guardisi bene ognuno di osar censurare il loro idolo venerato: se avrassi tanta temerità, le ingiurie vomitate dalla loro bocca sarebbero in tanto cumulo, come eran le parole che Omero , in pubblica con- clone, fa dire al vecchio Nestore, oh' ei paragona Digiiized 0/ Google 147 alle onde di neve, impetuosamente in copia cadenti. Costoro di esclusiva ammirazione si preoccupano, disprezzando tutto ciò che ad altrui partito giudizioso concorre. Gagnok, De la recerefte de la vénti dans la mé- decine. (Jigiiizod by Googlt xx Del Modo d' Interrogale gli Ammalati. Le querele e le doglianze del malato e la storia ch'ei narra de'mali suoi, sono le basi sullo quali il medico appoggia la sua diagnosi, e gli forniscono la determinazione alle principali indicazioni terapeuti- che- Senza questo soccorso non può egli formare evidenti distinzioni, ma appena sole congetture. Le interrogazioni senza metodo, gli schiarimenti mal di- retti, stancano l'infermo senza illuminare il medico. Girolamo Ca podi va ce a ha sentito bene quant'era ne- cessario stabilirle metodicamente, ed ha lasciato su questi elementi essenziali di pratica, i più utili av- veduti precetti. (Capivacius, De modo interrogarteli aegros; opera omnia). Alcuni ammalati esprimer non possono le loro idee. Indarno si sforzano manifestare le proprie an- Oigitized &/ Google 4 49 gosce, tutto è confuso ne'loro discorsi. Inutilmente si domanda loro un esatto ragguaglio delle cause e de 1 fé nome ni della malattia ebe li tormenta; nella ri- sposta, si spaziano in prolisse digressioni, si fissano sopra indifferenti circostanze, ed i più disparati og- getti sciopera Latuco te con fondono. Con tali cervelli dovrà il medico tuttavia istituire i suoi quesiti. 11 metodo ù la fiaccola, che Io guiderà in mezzo alle dense tenebre clie lo circondano; per esso distin- guerli il medico le peculiari circostanza clie li, inno preceduto la malattia, da tntl'altri fenomeni clic lo colpiscono 3 ed i riflessi indifferenti ed estranei alla pa- tologica sua relazione, da quelli che soli caratterizzar la possono. Finito il racconto che un malato lia fatto di ciò eli' ei soffre, non deve il medico interrogarlo seirzu ordine sopra tutti gli clementi de' inali di lui, o so- pra i segni die vi scorge, ma deve informarsi piut- tosto del princìpio d'ogni passato avvenimento, avanti esaminare lo stato utluale delle organiche funzioni. Spesso alcune circostanze in apparen/.a futili, sulle quali è ricondotto il paziente, spargono una viva luce per la diagnosi della malattia in esame. Conosciute le cause d'una malattia, e stabilito con- segue n temente il trattamento curativo. Accora la mente istrutto del corso de' primi sintomi e dell'ordine col quale sono apparsi, il medico medita sui fenomeni che già osserva; ed ingegnasi quindi unificare ciò che realmente scorge coi ricevuti schiarimenti. Vi sono alquante espressioni, famigliari agii am- malati, il di cui significato non deve esser per il me- dico quello da essi apposto\L 150 Alcuni individui sono portati naturata e nte"ad esa- gerare i loro dolori; ma il medico su questo eccesso di doglianze dovrà diffidare con discernimento. Le espressioni del dolore non sono sempre sincere. Ascol- tando un malato, nella narrazione de' suoi patimenti, cercherà il medico carpire il soggetto dello allarme di lui, vero o esagerato; e porrà ogni attenta cura ad esplorare quel cuore, e penetrare in quel pensiero, onde squarciare il velo ad ogni occulta imagiuata chimera. Altri ammalati fanno al loro medico insidiose di- mande, non già per conoscere il di lui avviso sullo stato in cui trovansì, ma per giustificare l'opinione da loro concepita; e cercano ne' discorsi di un uomo della professione un alimento a' timori, di cui la loro immaginazione è cupamente ingombra ed oppressa. Tale è lo scopo de' malinconici, de' tisici, e di alcuni tabidi, nelle interrogazioni numerose che dirigono a chi prende cura di loro salute. Un medico che saga- cemente ha cólto la causa delle loro sollecitudini, deve subito dare una diversione al loro spirito ango- sciato, simulando un pericolo differente di quello che li allarma. Non è diffidi cosa scorgere una donna tentar d'in- gannare il suo medicò, narrandogli malori che affatto non soffre; è simular malattie nervose con la più esatta naturalezza. I segni morbosi' che appartengono a funzioni dipendenti dal dominio encefalico, non possono giammai essere simulati, e sono i soli a cui il medico accorderà assoluta fiducia. Quasi tutte le storie di malattie- nervose straordinarie, hanno abili donne per eroine; ed e accaduto sovente che la Digiiizefl 0/ Google 151 estrema loro destrezza nel sostenere la propria fur- beria, ha deluso la prudenza di qualche medico illu- minato ed accorto. Interrogando un malato, è utile talvolta distrarlo dal tema principale delle richieste che gli si fanno: al- lora quegli si tiene meno in guardia, e più facilmente avviene d'ottenere la verità nelle sue confessioni. Il me- dico -avrà cura di addolcire le inflessioni della sua voce, scegliere le espressioni che infondono la più anì'ttiuis;» benevolenza, onde padroneggiare sul cuore dell' infermo, facendogli mauiffito in suo bene un vi- vissimo interesse. Le austere laconiche interrogazioni, ritengono le effusioni del dolore sui labbri dell'in- felice, che ne soffre Io strazio: ma le dimande fatte con dolcezza e con pietosa commiserazione, provo- cano ogni larghezza di fidanza, e quella espansiva lo- quacità che le angosce desiati mitiga diggià, e sol- leva. Ed al contegno grave ma aperto del medico, un dolce sorriso sul labbro di lui, fa nascere o rav- viva la speranza, e dissipa molti: timori spesse volte ai misero inférmo funesti. Ma se ad elevato rango il malato appartenga , non dimenticherà il medico che un servile abbietto portamento degrada, né in- spira fiducia alcuna; come un'aria di superiorità verso un infelice plebeo, è vile e crudele. Si deve alla dottrina di Doublé un eccellente ca- pitolo sul modo d' interrogare e di esaminar gli am- malati. Dividesij die' egli, in due parti naturalmente distintissime: la prima abbraccia la conoscenza di ciò che ha preceduto la malattia ; la seconda com- prende la conoscenza delle circostanze alla stessa malattia appartenenti; e deve il medico informarsi J52 inoltre di tutto ciò che si riferisce all'influenza degli esterni modi fica tori, c conoscere la temperatura e la topografia medica del luogo ov'egli pratica. 1 Laonde esaminerà egli primamente 1' età, il sesso, ];i professione; le passioni, le abitudini, il genere di vita dell'ammalato; l'esercizio generale delle sue fun- zioni nello stato di salute; richiederà del corso di questa salute anteriore alla invasione della malattia attuale, d'altra forse antecedentemente sofferta, degli effetti generali de'me dica menti sulla sua costituzione, delle malattie di famiglia o de' genitori. È utile sa- persi con precisione l' ora fìssa dell' ingresso del morbo, e la determinazione del suo periodo, e se per ripetuti accessi, per prima invasione O alta- mente. Se tali notizie potesse il medico ottenerle dai circostanti , risparmierebbesi al paziente cosiffatta noiosa fatica. Ottenuti i preliminari ragguagli, si procede ad una serie di interrogazioni direttamente relative alla re- gione, sede del patimento del dolore e dello scom- piglio delle funzioni, di cui lagnasi specialmente l'in- dividuo. Indi si chiederà esatto conto di tutte le altre parti del corpo , procedendo metodicamente dietro l'ordine naturale e la successione delle fun- zioni. Cosi, pe' fanciulli, bisogna richiedere della denti- zione, del sonno e dell'appetito. Chè se le malattie de'bambini sono spesso difficili a trattarsi, ciò in gran, parte, deriva perchè esprimer non possono que'pove- rini i mali che risentono, ed il medico non può trarre alcun lume sull'indole, de' loro patimenti; essi rispondono male alle di luì inchieste, soffrono e si DigiiizM 0/ Google Ì5S tacciono. F. pei* ima donna, della mestruazione, e delta supposizione di gravidanza: se trattasi di alcuna nu- bile, si è in dovere parecchie Tolte informarsi, iu modo dubitativo, de' suoi rapporti col sesso più forte. Fer un vecchio, ond'esser qui breve , cliè biugo sa- rebbe per sìngolo enumerare ogni quesito da pro- porsi, bisogna investigare lo stalo delle f.icolià imel- leitualì, delle forze muscolari, dello stomaco, della imitazione, defecazione, sonno, cec. Utilissimo riuscir potrebbe esplorare assolutamente ogni regione ed ogni parte della persona degli uni- malati, ma il pudore vero o simulalo delle donne e la convenienza abituale, impediscono frequentemente di fare queste indagini colta esaltezza desiderabile. Nò bisogna tacere che fino a questi ultimi tempi, Utni- ta vanii 1 mediei all'esame del l'aspetto, della lingua, del polso, delle orine, degli escrementi, delle materie vomitale, o del detratto sangue. E meno attenti degli umidii, die almeno esploravano sempre gU ipocondri, i medici dell'ultimo secolo non palpavano le regioni del corpo de'loro ammalati, se non erano di ciò richiesi!. Ma Corvisart, rimodernando i lavori di Avcnbnigger, richiamò l'attenzione agli esploramene del torace - e lìiunssais ha dimostrato quanto sia vantaggióso il palpamento dell'addome sopra tutti i punti della sua superficie. L'esplorazione clinica ha fatto sufficienti progressi in questi ultimi tempi: ciò che segue a tale soggetto, emerge dal piano traccialo per Morejon, sommaria- mente esposto ne'dizionarj di medicina. La vista ci fa riconoscere una colorazione insolita, il cangiamento di forma, di volume e di rapporto, o DI0ttad oy Google 134 le soluzioni di continuità delle parti situate alla sii- peplicie, o . accidentalmente poste a nudo.. Per essa ci rendiamo esatto conto dell'aspetto della cute ca- pelluta, della faccia, della Locca, della pelle, e di tutte le materie evacuate naturalmente o artificial- mente. L'odorato ci appresta la conoscenza dello olezzo generico che emana dal corpo del inalato, di quello elle esala dalla bocca di lui, dalle fosse nasali, da tutt'altra parte esteriore, o finalmente da materie evacuate o estratte. Il gusto è di poco uso, avvegnaché lungi di esplo- rare queste sostanze, volentieri si ammette ciò che l'ammalato stesso ne accusa. L'udito ci fa riconoscere lo strepito che risulta, dalla locomozione naturale o provocata delle parti contenenti o contenute, naturalmente o casualmente poste in movimento. La succussione raccomandata da Ippocrate, la percussione da Avenbrugger, la steto- scopia da Laènnec, la, plessi me t ria da Piorry, la pres- sione in diversi sensi, dan luogo a rumoreggia menti, che l'orecchia, nuda o armata di strumenti, racco- glie, su' quali riposa talora la diagnosi di malattie oscurissime senza questo mezzo di esplorazione. Il tatto è di grande importanza, poiché ci istruisce dello slato della cute, del suo tessuto cellulare, dei muscoli, del cuore, de' visceri addominali, delle parti genitali della donna, ecc. Laonde per l'applicazione de'cinque 1 sensi ad ogni organo, raccolgo nsi per quanto è possibile gli elementi razionali ed esatti sullo stato delle parli dell'orga- nismo, sopra le quali possono agire maggiormente. 155 Non basta però esercitarsi a far questa esplora- zione con ogni metodo e complessivamente; è neces- sario altresì che il raziocinio concorra ad unificare tutti i dati esibiti per l'uso de'sensi, li disponga nell'or- dine di loro naturale concatenazione, e distingua quelli che hanno maggiore importanza nella ricerca dell'in- dole e della sede del male. Bisogna che la sagace av- vedutezza del medico ponga a confronto lo ammalato attuale con malati analoghi, già da lui osservati, e con quelli di cui ha letto la storia patologica negli scritti di buoni osservatori, o di nosografi di prima classe; nel qual paralello, rafforzerà lo scontro ed il concorso delle cognizioni anatomiche e fisiologiche che rapportar si possono al caso presente; ■ ;. La vita è assai variata, gli organi sono troppo nu- merosi, le azioni organiche molto diverse e ripetute, e le malattie oscurissime in varf casi, onde esser possibile decidere sempre, sin dal. primo giorno, della loro natura e della sede loro. Come condursi sino a che tale incertezza in tutto od in parte sia dis- sipala? Lo illustre Stoll ci fornisce la. migliore regola: lndicatione incerta, maneas in generalibus .- la quale però è poco utile per esser troppo generica. Ovvero pre- sumere con Pinel ed i naturismi che bisogna restare in aspettazione, è quasi un dire nulla.' La sola regola in simil caso, e frequentissimo è un tal riucontro, sia quella di dirigere e moderare l'azione de* modi- fica tori dì ciascun organo, e rimovere ancora tutti quelli che suscettibili pur sono di sopreccitare l'azione organica in ognuno di essi. Questa è la sola aspetta- zione razionale , che spesso allontana efficacemente lutto ciò che impedjr potrebbe il ritorno al tipo Oigiiized &/ Google 4 56 normale di vita, e la guarigione ha effetto senza do- ver ricorrere a mezzi ulteriori. L' indole e la sede della malattia trovatisi forse ma- nifeste, intenso il morbo, importante l'organo affetto? bisogna di conseguenza ricorrere sollecitamente al trattamento più diretto ed energico, nella indicazione terapeutica che seguir si debbe. Nelle malattie croniche, è necessario ora indugiare, quando incerta siane l'indicazione; or adoperare tutto il medico potere, tostochè la diagnosi in modo non equivoco SÌ presenta. . Il medico che si occupa del suo malato solamente allorquando gli siede accanto, tradisce la di lui fi- ducia, ne la merita per quell'istante. Terminando di visitarlo, dev'egli riflettere eziandio a quanto ha dig- già osservato, a quel che ha prescritto, e riassumere 1' idea generale che ritenere egli deve sulla clinica osservazione da lui fatta; nè in ciò bisogna che la sua attenzione sia assorbita e distolta dal calcolo de- gli onorari che gli competono. La frequenza delle visite dev'essere in ragione della gravezza del male, o dell'espresso desiderio dell'in- fermo o della sua famiglia. Gli ammalati visitar si deb- bono per lo più ogni giorno ad ore diverse, ma nei parossismi a preferenza. Spesso è indispensabile per due volte al giorno eseguirsi la visita clinica, talvolta an- che di notte; ed in pressanti incontri il medico non potrà abbandonare ìl malato. Util cosa è frat- tanto non accondiscendere sempre alla -richiesta di un infermo, che per pusillanimità esige ognora presso di sè l'assistenza del curante, avvegnaché si giudica male sovente di colai che spesso non involasi nè OigiiizM &y Google r 457 facciasi cleside. are. Ma 1' esperi SUu a è l'arbitra delta moderazione. Eppure quanto precede non è tulto sul modo di interrogar gli ammalati. Ed in generale, gl' individui i di cui malori sono l'effetto dui libertinaggio, • quali il dolore, giunto, ad insoffribile grado, strappa involontariamente delle imprecazioni 1 contro colui che è costretto assoggettarli a crudeli manòvre. L'eccesso de'Wo tormenti rende perdonabili i loro oltraggi.. Dippiù; tal ammalate non vuol prendere che far- maci gustosi ; laonde rifiuta tutti quelli, di cui l'odore, la forma o il sapore gli dispiacciono; persi- ste ostinato nelle sue risoluzioni, c per questa con- dotta irnigionevole riduce il suo medico nell'impos- sibilità di agire. Tal altro non ba questa mania, ma curioso all'eccesso, ei vuol saper tutto: bisogna ren- dergli ragione dell'azione de' medicinali, istruirlo dei fenomeni delle funzioni vitali, e spiegargli le menome particolarità de' mali eli' ci prova. Spesse volte vi sono ammalati, che fanno dispe- rare il medico per la loro .indocilità. Dietro aver ad essi profuso tutte le possibili cure, dopo avere sof- ferto vivissimo inquietudini sulla sorte loro, sarà per- venuto egli alla fine a condurli ad insperata conva-* Iescenza ; lieto del successo degli sforzi suoi, promette loro una guarigione sicura, se per altro breve corso di tempo sottoporsi vorranno ad una indispensabile dieta: inutili precauzioni, superfluo avviso! in di- spregio degli indicati saggi consigli, ogni disordine _ nel regime essi commettono, e ricadono nell'abisso de' mali, d'onde erano stati tanto penosamente sottratti. Molte e varie circostanze richiamare io potrei, per le quali le passioni e disposizioni di spirito de* ma- lati esercitano la pazienza del medico: perlochè facile mi sarebbe additare l'inconseguenza, la' leggerezza, la meschinità di cosiffatti ammalati, i quali, dopo avere manifestata intera fiducia al loro medico, ad un tratto, 166 sènza ragione veruna , si intiepidiscono à di lui ri- guardo, e gli manifestano una ingiuriosa diffidenza: o potrei indicare coloro che esigon troppo, sempre mal- contenti, i quali vogliono che lutto ciò die li attornia sia vittima de' loro capricci; e se fossero assecondati, erigerebbero ancora una diuturna indefessa assistenza del loro medico, che dovrebbe dimenticar per essi tutti gli altri suoi ammalati. E dir potrei di quegli esseri spietatamente ingrati, che dovendo l' esistenza, di cui sono indegni, alle sollecite cure di un abile profes- sore, stancano la di lui delicatezza con vani pretesti, con affettati indugi, e talora non trovano altro mezzo onde sdebitarsi dell'obbligo doveroso della ri cono- scenza,, che dirigendo contro di lui i dardi più acuti della calunnia, o lo strazio più accanito della male- volenza ! ! Ma' io non pretendo esaurir la materia : ed à questa succinta sposizione limito la enumerazione delle prin- cipali cagioni che possono cimentare la pazienza del medico. ' Ed il principiante, al suo ingresso in società, deve opporre un fondo inesauribile di pazienza all' .indiffe- renza, talvolta contumeliosa, del pubblico. Se egli pra- tica in una vasta città, lungo tempo negletto, sarà sposso testimonio de' trionfi di medicastri spregevo- lissimi: ma l'oro prezioso ed il fango putente non saranno sempre confusi, e verrà il tempo in cui ne saranno separati. In tutti gli incontri, in ogni passo di loro carriera, i medici hanno un bisogno estremo di pazienza ; e per essi principalmente dir si può: ^a pazienza è il genio! XXII. Della Prudenza del Medico. Necessario in ógni istante è al medico, nell'eser- cizi» di sue funzioni, il soccorso della prudenza. Nè di quella conveniente alla scelta de' farmaci, o alla determinazione delle terapeutiche indicazioni, qui si ragiona; benvero di quella che dee guidare la mo- rale condotta del seguace d' Ippocrate. Conservare V integrità della propria riputazione , è un impegno che esige da lui attenzione perenne. La tendenza degli uomini, propensa ad accusarlo dell'im- potenza della natura, è tale, che, in tutte le malattie gravi, la' prudenza inculca al curante richiedere av- viso d'altri medici, onde mettersi in salvo dagli at- tacchi della malvagità e dell' invidia , e per ajutare l' infermo, se mai potrassi, con più efficaci sussidi. OigiiizM &/ Google 168 In alcuni casi adunque, ia difficoltà della diagnosi d'una malattia, l'imminenza del' pericolo in cui tro- vasi l' ammalato , la necessità di ricorrere u mezzi estremi, impegnano il medico prudente a sollecitare il convegno d* uno o iti parecchi suoi colleglli, più o meno rinomali, per conferire sullo slato di chi tro- vasi affidato alle di lui cure, a chiedere cioè una coiisidtnzione. Ovvero, l' aspettazione del medico ordi- nario delusa per la durata, per i temibili progre- dimenti del male, o per altri motivi più o meno fondati; o il solo desiderio dì procurare all'infermo, come si disse, tutti gli aiuti della scienza dispo- nibili, inducono i parenti del malato a riunire at- torno al suo letto parecchi uomini dell' arte, nella speranza di vedere scaturire nel loro concorso lumi novelli in di lui vantaggio. Stabilito il progetto del desiderato consulto, il nu- mero e la scelta de 1 medici clic devono formarlo, sarà premura degli interessati, che sì invitino i più idonei; o si determinerà ciò dal medico curante stesso, che na. c stalo fatto l'arbitro. Nell'ora del giorno fra loro convenuta, o fissata ordinariamente dal più anziano, eglino riunirannosi presso l'infermo. Prima di entrare nella camera di costui, il medico curante farà l'espo- sizione della malattìa, de' mezzi adoperali e degli effetti di ri sul lamento. Indi gli aggiunti e consultori si recano dall' infermo, lo esaminano, esauriscono tutte lé ricerche e le domande necessarie a stabilire op- portunamente la diaguosi ed il pronostico dell'affe- zione; ed in tal modo, si accertano essi sulla vera- cità della narrazione già preceduta, o modificano le loro idee dietro ciò che inesatto o incompleto avranno OigilizM D/ Google 4 69 dedotto. Di ritorno nella sala di riunione, ciascuno di loro, prendendo la parola in ordine inverso alla maggioranza di età , esporrà la sua opinione sulla analizzati malattia, e sul trattamento curativo die adottar si «rede. Finite la discussione, i consultori si riconducono presso l'infermo. Allora il più anziano accenna, secondo le circostanze, in tutto od in parte soltanto, il ri sult amento della discussa deliberazione, e le speranze da loro fondale sulla di lui guarigione. Uno de'mediei redige la consultazione o la prescri- zione,, da tutti poscia firmata. Ma Ordinariamente qnes té mediche radunanze non si adempiono con tanta solenne pompa: un solo aggiunto basla da consultore, ad invitò del medico curante od a richie- sta dell'ammalato ; e, non osservando di tutte le de- scritte convenienze cbe le necessarie, imposte dalle peculiari circostanze, si accordano di subito intorno al trattamento più cordacente al caso. Eppure ai 1 è supposta finora una unanimità di opinioni, cbe non si osserva quasi giammai. Qual sarà la condotta del medico ordinario, tostochè il suo di vis amento sarà opposto a quello de' col leghi in- tervenuti? Nel caso in cui l'uguaglianza dell'av- viso deb maggior numero, supponendolo poco saggio, non possa cagionare notabile pregiudizio all'infermo, prudenza richiede poter visi uniformare, con la re- strizione di arrestare lo adempimento dell'adottata terapeutica, se l'esperienza farà riconoscerne incon- venienti; ovverò se, dopo sufficiente tempo, non avrà prodotto il bramato risultamento, impedendo in tal guisa l'adoperare di più utili rimedj. Ma quando trat- tasi di quei mezzi estremi, che erroneamente appli- 470 cali comprometterebbero la vita del paziente, o Io esporrebbero all'inutile sacrifizio di un membro di sè stesso, come in alcune chirurgiche operazioni, il me- dico curante ponderar dee allora l'autorevole credito di coloro dalla cui opinione egli dissente. Ed acce- derà a questo divisamente, se nella costoro ricono- sciuta abilità e consumata esperienza potrà dedurre inconcusse ragioni da quietare la sua titubanza. Laonde, senza mancare ai giusti riguardi dovuti a' professori- colleglli, dichiarerà egli la sua opposizione in diver- genza di avvisi, e chiederà un nuovo congresso, com- posto per intero od in parte d'altri aggiunti con- sultori. Le considerazioni medesime di onore e di probità dirigeranno la condotta del medico consultore. Se, per delicatezza, dovrà questi ognora astenersi dal di- sapprovare apertamente ciò che è stato eseguito, il dovere gli impone eziandio di opporsi energicamente ad ogni metodo di trattaménto curativo che sem- brassegli pernicioso. L'utilità di queste consultazioni non puossi con- traddire giammai, specialmente se risultano dal con- vegno di medici, che per attestato anche de' colleghi hanno diritto alla pubblica fiducia. Tuttavia la dif- ficoltà dì adunarne un cerio numero con la garanzia di tali requisiti, particolarmente nelle città poco po- polate, ove sovente regna fra' medici una scandalosa detestabile rivalità, ha fatto considerare le consulta- zioni medico-cliniche più funeste che vantaggiose agli infermi. Talvolta li an dato luogo a dissensioni pue- rili e ridicole, che hanno fornito a'detrattori della medicina l'occasione di lanciare satirici strali contro OigiiizM &y Google l'utilitè di questa scienza. Ma siffatti sarcasmi avranno colpito soltanto qne'medioi, che la vana loro presun- zione o le passioni loro vilissime rendono in ogni tempo spregevoli ed odiosi. La prudenza inculca al medico curante" di avver- tire chi è interessato per l'infermo sul pericolo del male, su bit oc li è dichiarasi, od anche appena comincia a sospettarne il pencolo. Chiamato a trattar malattie, di cui l'avverata esi- stenza recar potrebbe il disordine in alcuna famiglia, il medico prenderà le più accorte precauzioni, onde non compromettere la sua riputazione ed i segreti che gli si affidano. Si troppa importanza per lui è il non errare, uè accusare una donna, un marito senza colpa, o una fanciulla d'intatti costumi, di qualunque malattia che l'opinione pubblica come vergognosa di- chiara. Ledi lui funzioni spesso lo iniziano- in reconditi misteri, sia per loro importanza sia per singolarità. De- positario de'secreti delle famiglie e degli individui, egli conosce le loro pene, le loro passioni, le spe- ranze loro più intime; confidente dello sposo e della sposa, de'consanguinei e degli affini, de' genitori e dei figliuoli, de'fràtelli e delle sorelle, del superiore e del- l'inferiore, egli deve dimenticare con l'uno ciò che sa dell'altro, e non avvilirsi giammai a tradire la fiducia de'suoi clienti: i segreti che gli si affidano più ab- bietti, turpi o criminosi, maggiormente occultar li deve col silenzio più scrupoloso. A tal riguardo, il ministero di lui è più delicato di quello dell'avvo- cato e del confessore. Ma quale scrupolosa decenza, quale attenta ritenu- tézza non deve egli serbare nelle cure ch'ei presta alle 173 cenobite, alle ragazze, alle donne! (Doublé, Séméiolog. -generale). Esigerà egli la presenza della madre, o di una prossima parente, nelle delicate frequentissime circostanze, allorquando costretti! , sottoporre ad in- dispensabile perscrutatone ogni più occulta parte, una timida verginella, ritrosa, confusa, vergognando, de- pone nelle di lui mani l'ultimo velo del pudore. Se una donna dehbasi sottoporre all'esame accennalo, richiederà la presenza del marito. Se la inspezione per una claustrale si richiede, si farà assistere da una delle vecchie suòre. Per una legge de' Visigoti, era espressamente proibito al medico e al chirurgo di salassare una donna, senza che fosse presente il pa- dre o la madre, un fratello, un figlio o lo zio di lei. (Iìodemcus A Castro, Med. polit). Nel trattamento delle donne luciate, vi sono poi regole di decenza, dalle quali in ver un caso non può l'ostetrico dipar- tirsi giammai. Alcune affezioni patologiche, mascherate con estrema . astuzia da chi le soffre, nè mai rivelate, esigono che il medico le tratti convenientemente, occultando al- tresì la natura degli adoperati medicinali Non vi sono elogi che alla prudenza non siano do- vuti: ha detto Rochefoucauld. Per quanto estesa, cauta ch'ella sia, non può star sicura del menomo avveni- mento, perchè si esercita sull'uomo, il più mutabile soggetto dell'universo. Laonde, malgrado tutta la im- maginabile attenzione ed i lumi esercitati più accorti ed omnigeni, un medico manca talvolta alle leggi della prudenza. Le migliori intenzioni hanno sovente le più funeste conseguenze, quando regolate non sono, dalla prudenza: « Saepe honestas rerum causas, in jiujiciuin OigiiizM Dy Google Ì73 adhibeas , perniciosi exìttts conseqiiunlur « . (Tàcit. , Uh. 1, Hist), Il medico portar deve inoltre la più riservata pru- denza ne'suoi pronostici: si persuada giugnervi diffi- dando del suo giudizio, ed osservando lungo tempo i fatti, prima di volerli spiegare: e con saggia len- tezza, le sue decisioni esser debbono dirette. ■ Se al- cuni medici sono debitori di loro rinomanza per i pronostici confermati dal successo, quanti P hanno perduta per la precipitazione inconsiderata nel giu- dicare ! Alcuni casi particolari impongono al medico molta prudenza ne'suoi discorsile non sa dissimulare rio che vede, gravi pericoli Io minacciano insieme al suo ammalato. Morgagni curava un uomo robusto d'una febbre, la cui terminazione era tanto prossima da ri- dursi a convalescenza, permettendo lasciare il letto dopo la refezione, composta di tenue panata. Costui, ad un tratto, fu assalito da vomito violentissimo e continuo, - dietro un pasto di simil natura; perlochè si andò di fretta a chiamare Morgagni: il quale, giudicando il caso poco grave, senza recarsi a lui, si limitò prescrivere alcuni medicamenti. Frattanto l'oppio stesso inoperoso ed inutile riuscendo, si deter- minò di egli visitare l'infermo; or cammin facendo, e meditando sullo strano avvenimento, interrogava il domestico del malato che lo seguiva, se questi com- messo avesse alcun disordine nel regime. Nessuno ; Tisposegli; il mio padrone h stato servito d' una panata, leggiera, sulla quale K. M. ha sparso la pol- vere da voi prescritta. Morgagni sicuro non avere ordinato per tal uso veruna polvere, conoscendo al- iti tronde l'uinore di quel tuie che impolverato avea la pappu, comprese subito e ciò che doveà fare e quel che bisognava evitare. Giunto adunque presso il ri- chiedente, al quale cessato era il vomito, ma era sotten- trato il singhiozzo e lo sfinimento di forze, con difficile respirazione e polso piccolo frequentissimo: Coraggio, gli disse il grand' uomo, voi avete molti umori cattivi, ed in breve sarete totalmente ristabilito. Morgagni apprestò bentosto gli opportuni rìmedj ed antidoti, e felicemente in tal guisa prevenne e dissipò la lugubre catastrofe che gli effetti del veneficio seguir dovea. Fodere -{MéUec. legai.), da cui è tratto questo aneddoto, fu testimonio di una scena orribile del pari ; ma la vittima spirò sotto gli attoniti suoi sguardi, per tardo o inefficace soccorso. L'incontro più difficoltoso, esigente la maggiore indispensabile prudenza del medico, è il caso molto frequente, allorché da lui dipendono la vita e l'onore di un individuo imputato d'alcun reato. Richiesto sopra fatti di procedimento penale, nell'interesse della giustizia punitrice, con una inconsiderata pa- rola può egli sterminare l'innocente o salvare il colpevole. L'ignoranza, la precipitazione di giudizio, la prevenzione, hanno spesso cagionalo funesti iri-e-' paratili errori. Laonde, chiamato innanzi a' tribunali come esperto per esporre il suo medico avviso in- torno alcun fatto relativo alla sua professione, o per deporre sopra fatti di cui è stato testimonio in occasione del proprio suo esercizio, o per guidare il potere legislativo od esecutivo sopra qualunque qm- st'ione non determinabile senza concorso del di lui pa- vere, il medico dovrà saggiamente ricordarsi di quanta 175 importanza risulta la sua deposizione verbale o scritta; non rispondere alle dimande che colla massima circo- spezionej trincerarsi spesse volle fra' baluardi del dubbio; non oltrepassare le sue attribuzioni di me- dico, nè perorare con entusiasmo o con forza itllbr- mativa clic ne' casi propizi da poter salvare felice- mente un innocente oppresso, contro il quale incri- tinniscono false apparenze, ebe, per attento esame fisiologico, o sperimento fisico o chimico, non constalo e svaniscono. Veggansi in proposito le seguenti opere: Usler, De eventu in morbis praecognosccndo; Hdcheu, De pro- gnosi malica; Horstius, De siguìs prognosticis; IIe- hedia, De prognosi fallacia; StockiiaxiseNj Dissert. da praesageiulis morbis; Juucker, Dissert. circa progtiosim rito instìtuendam; Idem, De canta prognosi a cauto medico instituenda; Pleutsch, Dissert. fàntes prae- dictionum in morbis; Kaltschmied, Dissert. de pro- gnosi status morb. rite formattila; Tomaiàsijji , Sul pronostico nelle malattìe, discorso; Falcoburgo-\eo- MAticBicus, De prudentia medicomm; HoFFMA&r, Me- dictts poliliais .... opera omnia, traduz. pei- BauiiiEn, De la politit/ue de mh/ecins; Fischer, De medici circa morali et phjsìca in enrandis morbis pnulcntia ; Pero a m, Nuovo saggio di procedura medica; Sava , Manuale per il pratico esercizio della medicina legale. t • ossalo ■ XXIII Della Beneficenza del Medico. « 1 " « Immensum nobis aperii medicina campnm ad. exercendma in proacimos amorem » ha detto Pichler. Questo volgatissimo assioma è di grande irrefragabile , verità. Un cuore generoso e sensibile fa brillare l'in- gegnoso intelletto d'un nuovo splendoce, e nessuna virtù non onora cosi (fattameli te il medico, quanto la beneficenza. Molti attributi lo vincolano agli sven- turati., i quali in lui solo sperano e da lui attendono il sollievo ai propri patimenti: primo bisogno in essi è «li versare il lor cuore nel suo, e di espanderne j sentimenti: il di lai primo dovere è di porgere at- tento orecchio alle doglianze loro, e rianimarne il coni gg in illanguidito dall'indigenza e dal dolore. Ma il consolarli non ò tatto : bisogna ancora soc- correrli. L'umanità, l'interesse di sue funzioni, tutto OigitizM &/ Google 177 gli prescrìve ascoltare la voce supplichevole del mi- sero. Esiste inai più ineffabile compiacenza dì quel]» che si sublima nel tergere le lagrime degli sfortunati ì Vi è felicità più estesa ed intera del raccogliere at- torno a sè i tributi di venerazione e di amore, su- periori ad ogni più viva gratitudine? La beneficenza porta seco il suo guiderdone. Un medico, dotato di questa virtù, diffonde da tutte le parti le consolazioni, la speme e iu t'elice tranquillità dell' animo. I dì lui talenti, il suo tempo, la sua for- tuna ei lutto prodiga per calmare le grida dilaniali ti della miseria. Colui, eli' egli ha già richiamato alla vita, è per lui oggetto di attenta c benefica amicizia; sembragli poco avergli impartito tutti i soccorsi del- l' arte, chè tuttora ei veglia al rimanente de' pres- santi bisogni. Vicq-d'Azyr, con l'energia dell'ordinaria sua elo- quenza, raccomanda la beneficenza a' medici: « Se lo- devoli e belle sono le funzioni del medico, egli dice, 10 sono meno però ne' palagi e tra le grandezze, ove i molivi apparenti 0 reali dell'iute resse, non lasciano adito alcuno a quei dell'umanità che nell'angusto, squallido e malsano abituro del povero. Ivi, nessun protettore si incontra, nessuna cupidigia ; la rinomanza non si accosta a questi asili: lutto vi tace, fuorché 11 dolore, che li fa spesso echeggiare de* suoi sin- ghiozzi. Le vittime della miseria, quelle delle malattie e della morte, ammassate e confuse, vi offrono un qua- dro straziante e terribile. Ivi puù ìl bene largirsi, colà puù l'uomo soccorrere l'uomo senza soccorsi ed anche senza chi il veda; e ben vi si allogano la ge- nerosità, la verace beneficenza, la tenera pietà; uè 478 ivi si dubita trovar lagrime da prosciugare e averi- turati da compiangere ed aiutare. Dicasi talmente in lode de' medici, qual altro ordine di cittadini adempie mai tali doveri con altrettanto zelo e co- raggio? Queste fatiche, queste compiacenze competono quasi a tutti i ministri sacratissiini dell'arte salutare: e»lino soli possono trovare le primo lezioni dell'espe- rienza nella class» più indigente del popolo, scam- biandole con quelle di benefica virtù ... Le cure disinteressale accordate agli infelici, di rado rimangono prive di ricompensa; ed il medico trova quasi sempre nella sua beneficenza il principio della propria fama. Allorquando salii egli giunto a chiara e grande celebrità, non dimentichi coloro a cui dove la sua istruzione e la sorgente di sua fortuna. Questa in- gratitudine, ordinaria in quelli che hanno simulalo beneficenza per attirarsi la pubblica considerazione , non troverà luogo giammai nel cuore dell' uomo onesto e virtuoso senza ostentazione. L'essere ricco, sarà per lui causa d'esercitare più liberamente la sua favorita proclività alla filantropia, quindi non allon- tana l'indigente che implora le buone grazie di lui, anzi lo previene soccorrendolo. E losiochè riceve doni dalla fortuna, ne consacra una parte a sminuire i bisogni degli infelici; c por questa generosa con- dotta rendesi degno del titolo onorevolissimo di me- dico,' che nobilmente lo fa lieto e prospero. Si possono vedere in proposito le seguenti opere; Sonni, De medico «ehementer laudari (Ugnai Do,A- uettiue, Caractère des médecins. OigiiizM Oy Google xxiv. Della Discrezione del Medico. La probità più rigorosa e la più severa tempe- ranza, sono virtù indispensabili al medico: esse fanno parte de' doveri di lui, come d'ogni uomo onesto. Depositario, come si disse, de secreti delle famiglie, padrone talora della riputazione di coloro che lian- nogli accordata intera fiducia, a quale ignominia noti si esporrebbe egli, se per debolezza o per volubilità, svelasse recondite cose, che nascoste esser debbono a qualsiasi sguardo? Ora una disgraziata giovane, vittima della seduzione, implora da lui aiuto e si- lenzio: ora un padre, un marito gli appalesa le fu- neste conseguenze d'una gioventù in balia all'impeto irrepiimibile delle passioni. Ma qualunque si fosse la confidenza o la rivelazione, che l'esercizio della sua nobil arte gli permette ricevere , l'onore gli im- Ì80 pone ìt sacro dovere di tacersi serapremaì, anche con pericolo di sua libertà o della sua vita. u Quae vero inter curandum aut edam medicinam mìnime faciens, in communi hominum vita, vel videro^ vel audiero, quae minime in vulgus effèri oporteatj ea arcana esse ratus } silebo ». (Hipp. Jusiua. Foés). Veggansi all'uopo i seguenti autori: Albertus, De confessione aegri erga medicum; Reis, De officio me- dici in itinere principe Stock, De temperaniia medi- conan. OigiiizM bjr Google XXV. Della Costumatezza, Filantropia e Magnanimità del Medico. Nessuna professione esige costumatezza d'irrepren- sìbile condotta morale quanto quella del medico. Questa purità di costumi, questa castità particolare, virtù che la filosofia ha trasandato annoverare fra quelle che onorano l'umanità, è necessariamente in- dispensabile al medico, richiesto di prestar l'opera sua presso una donna inferma. Confidente intimo di un sesso, dì cui egli è l'ap- poggio ; onnipossente sullo spirito de' suoi malati , quanta sarebbe colpa in lui , se della sua posi- zione osasse abusare? No, un medico non adoprerk giammai il suo ascendente per sedurre l'innocenza, che ripone il suo destino nelle di lui mani; ovvero scoraggiare la volontà di un moribondo , a cui ha Digiiized bf Google 182 ■aspirato una tanta fiducia. La sua voce non farà udire mai alle donne, che l'avranno scelto per con- solatore e per amico, corruttori discorsi. Colui che Ja'suoi vizii avvolger si lascia e trasci- nare nel baratro della dissolutezza, non tarda molto, ad essere perduto nel connetto degli uomini, .ed i più grandi talenti non -potranno guarentirlo dal dispregio e generalo abbandono. Quindi il medico sovente è di- viso fra'suoi doveri ed il vizio. Lo stalo suo l'espone ogni giorno a sacrificare l'onore all'interesse; eppure quanto più frequenti sono le occasioni di secondare senza pericolo le sue passioni, tanto più gloriosa virtù è il vincerle. Pel bene della società egli deve impie- gare l'efficace influenza di cui l'investe il suo mini- stero. Gli uomini che gli affidano ciecamente ciò che hanno di più caro, l'onore delle loro mogli e delle figliuole, hanno diritto esiger da lui un cuore puro ed illibati costumi. E dicasi pure in lode de'medicì : essi hanno dato e donano incessantemente l'esempio delle più elevate virtù. Generosi sacrifizj, grandezza d'animo, magnani- mità, beneficenza, sono attributi che brillano in una moltitudine di sublimi azióni, che la storia conserva ne'suoi fasti, e di cui i inedici furono gli eroi. Gli Stati di Àrtaserse re di Persia erano distrutti dalla peste. Il inonàrca, occupato nel volersi vendicare de'Greci, scorgèudo con dolore la spaventósa malattia portar dappertutto la morte nel suo Impero, credè che il solo Ippocrate poteva opporre qualche argine a tanta strage. Inviò adunque al figlio d'Eraclide una deputa- zione, incaricata esibirgli i doni più ricchi^cogli onori più lusinghieri, s'egli determinar voleusi a combat- OigiiizM &y Google 4 83 tere in Persia quel torri bil flagello che la desolava. Dite al vostro signore, rispose Ippocrate agli Inviati del gran re, che io sono troppo ricco, e che l'onore mi proibisce accettare i doni di lui , di passare in Asia, e soccorrere i Persiani, nemici de'Greci. Quante volte i medici si sono immolati per la sa- lute de'loro concittadini! Quante volte hanno essi sprezzato quelle epidemiche malattie che spargono iti ogni luogo un soffio avvelenalo I Con qual coraggio si sono eglino sepolti vivi nel baratro della morte I Molti di questi uomini virtuosi non potè ano contare sugli elogi della posterità, i loro oscuri nomi non po- tevano lor sopravvivere, ma l'amore dell'umanità era per essi un sfinimento non meno violento di quello della gloria. Più ammirabili del guerriero, che nel combattimento sì e te mi zza con la morte, essi corcar non potevano, sacrificando la vita, che tergere amare lagrime, e soccorrere alcuni infelici. Qnal eroismo nel sacrifizio di Bertrand e Deidier durante la famosa peste di Marsiglia ! Quanto stupenda fu la loro condottai Questi uomini generosi, in pochi mesi, affrontarono più spesso la morte che non il più intrepido combattente nel corso di molte battaglie. Potrebbesi omettere d'associare alla loro gloria l'illustre professore barone Dcsgcnettes? Ei non oppose pusil- lanimi precauzioni alla peste che minacciava Y ar- mata francese in Oriente, nè mostrò inquieti timori; la sfidò bensì col più eroico coraggio. Spaventato dal nome solo del funesto disastro che ingigantiva, il soldato erano interamente vinto. Desgencttes osò egli solo avvicinare, in pubblico, e toccare gli appestali, ed inocularsi quel virus. Giammai altro medico non 184 fu più colmo d'onore quanto quest'uno immortale, nè altro nomo ebbe un earattare più franco di lui, più leale, più intrepido, più nobile. Così potrà liberamente lodarsi ogni iaitro, ebe non essendo insensibile alla critica, e- pareggiar lo possa, non lo sarà agli elogi; avvegnaché il dettato 'virpfobus dicentti peritus, esclu- sivamente applicar gli si deve. ■ ■ ( - Tostocbè una epidemica malattia si dichiara, lungi di fuggire Ì luoghi ch'essa devasta, un saggio medico do- vrà sacrificare i propri giorni alla salvezza de'suoL de- solali concittadini. Il teatro della morte, ecco il suo posto. Sin dalla invasione del contagio, ne avviserà il magistrato competente incaricalo della pubblica salute, dimostrando i mezzi più idonei a limitarlo. Non pochi medici sono stali vittime di spcrienze sopra sé stessi tentate. Animati d' un forte amore per l'umanità, e d'uno zelo vivissimo per i progressi dell'arte di guarire, cercando la gloria, hanno invece trovato la morte. Gli archiatri ed i primi chirurgi de'monarchi hanno mostrato sovente alla Corte virtù e coraggio, poco comuni presso i grandi, ed hanno usato il favore di cui il regnante onoravali, col fargli udire la voce della verità. Alcuni storici narrano interessanti ragguagli sulla stima, anzi sull'amicizia, che alcuni medici hanno inspirato a'sovrani, che affidata aveano la loro sa- lute al sapere di essi. Ambrogio Pareo, per l'amenità del suo spirito e per lo splendore di sua celebrità, aveva addolcito il carattere feroce dì Carlo DÌ.. A dimostrare il favore di questo gran chirurgo presso il suo re, Sally scrisse nelle sue Memorie, che il re Carlo, avendo narralo una sera i massacri, eseguiti OigiiizM &y Google 185 in quel giorno stesso, de' vecchi, donne e fanciulli, af- fermò averne orrore, e ne discorse come se tali cru- deltà, a Tessergli fatto raccapriccio e generato male al cuore, o grave turbamento nell'animo; talmente che avendo tratto in disparte il suo primo chirurgo, infi- nitamente stimato e famigliarissimo, gli disse: Am- brogio, non so ciò che avvenuto mi sia da due o tre giorni in poi, ma ;io mi trovo lo spirito e la persona eccessivamente commossi, nel modo stesso come se avessi la febbre, sembrandomi ad ogni istante, sì ve- gliando cbe dormendo, quei cadaveri a me appressarsi colle facce brutte cosparse di sangue,; io vorrei non vi fossero almeno compresi i vecchi e i fanciulli. E dietro ciò che Pareo ebbe l'intrepidezza di manifestar- gli, proibì il re con tutta severità di non massacrare più la tradita gente. Innanzi. Luigi XIV, il più assoluto fra'monarchì , Muréclial solo, di cuore e di animo retto, non ebbe timore combattere tutta la Corte, disarmare l'ira del re, e sviare la ingiusta condanna del duca d'Orleans. Come ancora, Fagon e Féìix, 1' uno primo medicoj, l'altro primo chirurgo dello stesso re, soli ardirono porgergli suppliche in favore dell'illustre arcivescovo di Cambiai, disgraziato. La molliplicilà delle cognizioni necessarie al me- dico, i suoi doveri, l'esercizio di sua professione, i rapporti colla società, la gelosa conservazione della riputazione, tutto gli vieta di prender partito fra gli scioperali turbini sovvertitori degl'imperi. Deve egli astenersi, per riguardo a sè stesso, di pubblicare o diffondere veruna politica opinione, allorquando ei vive in epoca sconvolta da civili discordie. Non è OigiiizM &/ Google 186 impresa d'uomo eaggio entrare senza esservi chia- mato nelle querele de'sovrani: Un medico, amico della pace, e benefattore, per sua professione a tutti ap- partiene. Unifichi egli quindi le sue veglie allo stu- dio lungo, penoso e difficile dell'arte sua, e diffonda a larga mano le sue cure senza distinzione a tutti co- loro che ne abbisognano; perchè altri, in vece di lui, veglieranno a'destini del mondo. Essere straniero a tutte la dissensioni che seno il flagello della società, esser lontano da tutto ciò- che potrebbe distrarlo dai doveri del suo nobile esercizio, ecco il carattere di un- vero medico filosofo. Uomini poco considerati ed oscuri che hanno preso parte nelle rivoluzioni, di rado non ne sono rimasti vittime. Leatocq, chirurgo* abilissimo, irta dotato eminentemente del genio funesto de' co spira tori, molto contribuì a porre Elisabetta sul trono di Russia; ma l'imperatrice, che tutto dovcagli, nulla fece in bene di lui. Nelle violenti convulsioni che hanno lacerato la Francia e l'Italia, parecchi medici hanno sofferto pene crudeli, e ritardato 0 perduto il frutto di loro for- tuna con la temerità de'loro incauti discorsi e della loro sconsigliata condotta. Altri hanno pagato, con la perdita della salute o della vita, la deplorabile mania di volere occupare un posto nelle cospira- zioni e nelle sommosso, che hanno tante volte sfi- gurato l'aspetto di classici regni. Abbandonare il servizio de'malatì per aver parte ne'furori de'sediziosi, ciò deriva dal conoscere male l'intima unione dell'arte di guarire con la morale. Si può conciliar facilmente l' amore di patria col do- vuto rispetto per ogiii governo stabilito; ma per Digiiized by Google 187 una inconseguenza, di cui il ridicolo agguaglia il pe- ricolo, non andrò mai un medico ad immolare con cuor giulivo la sua fortuna, la sua tranquillità e la cura della sua rinomanza per interessi a lui non competenti. Non potrà senza dubbio sfuggire d'i sentir vivamente le disgrazie del suo paese, ed indi- gnarsi contro tutto ciò che ne compromette l'onore; ma non vada egli più lungi: soffrire e tacere d'or- dinario basta. La società attende da lui non una opinione politica dichiarata, ma la scienza associata a zelo grandissimo per l'adempimento dei doveri del suo stato. Ubbidire, e religiosamente sommettersi alle leggi del proprio paese, è una massima che ogni me- dico, più d'ogni altro cittadino, debbe ritenere im- pressa indelebilmente nel suo docile cuore. Veggansi in proposito le seguenti opere: Albertus» De voto caslitatis medica ; Bienvbmu, Des qualités murales da médecin; Castellus, De visita/ione aegro- utntiian; Stàhzbnbbb.g, De voto obedientiae medico ; Desgenettes, Histoire medicale de l'armèe d'orient; Luther, De solititdinis militate medica ; Idem, De sale medico; Hoffmàhn, Medicus politìcus; Rodericus a Castro, Medicus politìcus; Strobelbekger, Gallica?, politica medica descriplio ; Miiuchini, Doveri e qualità del medico. ' OigiiizM &/ Google XXVI. Di alcune Qualità particolari del Chirurgo. Celso (De re medica) vuole che il chirurgo sia giovane, o almeno poco inoltrato negli anni; esige dippiù che abbia la mano ferma, snella, nè mai tre- mante; che sia ambidestro con uguale abilità; di vista chiara, distinta, permanente, acuta; d'animo in- trepido ed inesorabile se Vuol guarire chi affidasi alle sue cure, nè affretti o risparmi! la recisione delle parti che il caso richiede, ma compisca la sua Operazione come se le grida del paziente nessuna impressione facessero sopra di lui. I giovani medici e chirurghi, dice Vicq-d'Azyr, trovano a preferenza utili insegnamenti negli ospizi, ove ima saggia amministrazione diffonde ogni soc- corso alla umanità povera ed inferma. Ivi fra' mori- bondi ammalati, o fra i convalescenti, si istruiscono essi a conoscere le diverse gradazioni della vita, e gli OigiiizM &y Google 189 orrori anche della morte: colà senza ostacolo alcuno si ricercano ne'varj organi lo cagioni delle malattie, e la mano incerta dell'allievo può ben esercitarsi sopra corpi inanimati : là il chirurgo si abitua a menomare una. parte di quella sensibilità , che , se intera esistesse , Ire- mante e timido renderebbelo, o se distrutta fosse, in uomo duro e crudele lo trasformerebbe: ivi finalmente acquistasi l'esercizio di scorgere negli occhi, ne'linea- mentì del viso, ne' gesti, nel contegno tutto degli am- malati, que'scgni che l'osservatore percepisce e di- stingue senza poterli ben descrivere, che indarno si cercano ne'libri, c su' quali è troppo importante non ingannarsi. Un sangue freddo imperturbabile, fra le richieste qualità, importa maggiormente al chirurgo di posse- dere. Un lungo esercizio può- dirigere una mano da principio mal adatta, ma nessun surrogato dà la fer- mezza d'animo a colui che non l'ha ricevuta dalla natura. Haller ne era privo: giammai questo gran- d'uomo, tanto profondo nelle teorie, osò praticare nessuna operazione sul vivente. L'esercizio dà solo al chirurgo quella intrepida fidanza, che gb fa soste- nere le più difficili operazioni d' alta chirurgia ; e quella sicura calma gl'infonde, che s'eleva sopra tutti gli ostacoli ed i pericoli. Forse più favorevolmente bisognerà giudicarsi co- lui, che, operando per la prima volta, sarà profonda- mente commosso dalla scena di quel tetro spettacolo, stomacato dal peculiare odore del sangue, ed op- presso dalle grida del dolore, in confronto a quel- l'altro, che, straniero alle impressioni della i pietà, conduce con lentezza nelle carni palpitanti il tagliente Ì00 strumento, con la calma medesima come se incitasse i frodili inanimati organi di un cadavere. I più abili chirurghi hanno durato fatica a sottrarsi da turba- mento siffatto, e da quell'interno tremito, acci gnen- dosi ad una complicata ed ardua operazione. Dono della natura , la destrezza della mano è frutto talvolta dell'abitudine; senza di ciò, l'opera- tore trovasi in difetto: I i - - Quanto è penoso per gli assistenti; e quanto è di- sonorevole per il chirurgo, una mano inabile, che spinge a caso il tagliente scalpello ne' luoghi affetti, stranamente eseguisce i più semplici processi', erra ad ogni istante attorno grosse arterie, e tormenta l'in- fermo con moltiplicate dolorose manovre! Quante volte il coltello de' litotomisti, poco esercitati o im- perili, si è smarrito ue'còn torni della vescica! Quei, che le circostanze hanno situato alla testa della chi- rurgia operatoria negli ospedali, devono familiarizzare di buon'ora la loro mano all'esercizio delle grandi operazioni. •; Alcuni operatori, che hanno mostrato aver per pre- cetto', sat bene, sìt sat cito, sì distinguono per l'estrema abilita di operare; tali furono Sharp, Gheselden e Shankius. Taluni cisto toni isti si vantano dì operare un calcoloso in meno di un minuto. Lécat operava con mirabile celerità, malgrado la complicazione dei pro- cessi da lui usali. Questa gloriola però ha costato la vita di parecchi pietranti: quantunque quelli- che si operano bene, lo sono assai presto. Freudesberg, De abusis et impostura medicantium tibetius. XXVII. Dei Doveri del Medico verso i Moribondi. Se il medico sarà attivo, ma non spinto da simulato interesse per la salute de'suoì ammalati, il di lui contegno nobile e franco , la sua favella dolce ed affabile , l' animo suo compassionevole , rinascer fa- ranno il coraggio nel cuore dell'infelice, benché pros- simo ad esalare l'estremo soffio di vita. Pochi medici conoscono il modo di governare negli infelicissimi infermi le ore fatali di agonìa. Non devon essi abbandonare i pazienti } che allorquando avranno raccolto tutti i segni dimostrativi della vicina morte; uè dovranno volger le spalle a' moribondi, finche ri- ma ngon costoro nella possibilità di avvertire l'abban- dono di colui, nel. quale hanno riposta l'ultima loro speranza. Il rispetto ad essi dovuto e le leggi di umanità impongono al medico il dovere di rianimare 192 la estinta loro speme, occultare ed inorpellare il colpo tremendo che va a percuoterli, nutrendoli di lusinghiere illusioni sino all' ultimo termine di loro esistenza; avvegnaché in questo emergente, come in altri incontri, l'uomo esìge tacitamente essere in- gannato, ond' esser meno infelice. D'altronde gravi in- convenienti emergerebbero dal sollecito inconsiderato dubitar del medico sulle risorse della natura: il pre- cipitato di lui pronostico accrescerebbe la riputa- zione di chi succèder gli possa, scemando di gran lunga la sua. Con volto sempre placido e tranquillo, avvicina- tevi o dipartitevi d'un infermo in pericolo. Non è più ormai in potere dell'arte renderlo a vita? Sa- rebbe proprio di un cuor feroce ed inumano, parlar di lui in sua presenza come di uno già spedilo o aggiudicato a capital condanna. 11 primo dovere del medico presso colui che è destinato vittima di morte, è lo allontanare, por quanto sia possibile, gli orrori compagni necessariamente di questo momento gra- vissimo. E non sonosi forse veduti più infermi, in disperato stalo, essere richiamati a vita? Chi assicura dunque che una incauta parola chiuder non possa la pietra sepolcrale sopra colui che sfuggiva alla tomba? Tostoche l'ora tremenda per l'ammalato è pronta a suonare, prevenuti quietamente i di lui congiunti, la religione impone al medico una severa legge dì prepararlo ad adempire i grandi doveri ch'essa co- manda. Momento penoso e delicato! Quanta pru- denza, quanta destrezza, quanta circospezione abbiso- gnano per eludere uno sfortunato che riguarda qtial' OigiiizM &y Google J93 sentenza di morie la presenza dell' Ecclesiastico ! Le consolazioni sublimi del cristianesimo, e la calma resa ad un'agitata coscienza, hanno scemato senza dub- bio più d'una volta il peso esorbitante de' mali, di cui il corpo era oppresso; ma una rivoluzione fu- nesta nel fisico e nel morale dell'infermo, sono slati altresì qualche volta i terribili effetti dell' imprudenza, con cui egli è stalo invitato ad occuparsi di asceti- che meditazioni, e delle importune sollecitazioni colle quali una poco illuminata pietà l'ha tormentato. Si possono vedere all' uopo le seguenti opere: Bichter, De medico morientìs adspeclum magis tjuam mortuì Jugienle; Frank, Polizia medica, traduz. Udì.; IIufelànd, L'art da prolungar la vie de l'homme, (rad. de l'allem., ou la Macrobiotiqite. XXVIII. Sulla Medicina dello Spirito. Lia medicina dello spirito o la conoscenza del mo- rale dell' uomo , importa assaissimo al medico. Non sono sempre i farmaci che guariscono un malato j i saggi consigli, i discorsi che illuminano la ragione, le dimostrazioni d'amicizia, che il cuore commovonò, sono pure mezzi efficacissimi per ricondurre un in- fermo alla speranza ed alla vita. Chi ben conosce i caratteri delle passioni, ne mo- dera l'impulso, ed i movimenti a sua voglia dirige; e, sminuendo la molesta loro influenza, strappa alla morte quelle vittime acerbamente dispostevi. Ma chi appoggia la sua sapienza alla gretta abitudine di poche forinole, vede perire sotto gli occhi proprii, d'un male di cui ignora la natura, tanti sventu- rati, i quali soccombono occultando incautamente Digiiized Dy Google 195 la piaga che li consuma, alimentata con improvvida costanza. Si sa quanto importi nelle malattie dello spìrito, dice Zimmerraann (Fon der Erfahrung ui der Ji* neikunst), avere un medico che non badi di sacri- ficare il suo riposo ed i suoi piaceri, onde prestarsi ognora in sollievo de' miseri ammalati; che si faccia un essenziale dovere di entrare a parte de'loro af- fanni; che penetri nell'umor del malato, e sia tratta* hile per mostrarsi con lui secondo le circostanze esi- gono, e per soffrirne la sua miseria e la sua pusilla- nimità; che sappia tacere quando è vano il parlare, cattivarsi il suo animo con la piacevolezza quando è inutile ogni altro tentativo, e toccargli il cuore con delicati e nobili sentimenti, tu ti a volta che il di lui seno si apre ad essi, come la terra . isquallidila dal lungo orrore dell'inverno, rhigiovinisce e risorge al rinnovellarsi della fiorita primavera. ■ L'arte di leggere e perscrutare nel cuore degli uo- mini è adunque indispensabile al medico; e spesso questa è l'unica che gli rimane ad usare. Faccia quindi uno studio profondo delle loro passioni, si eserciti a sorprendere i più occulti loro pensieri, sappia discer- nere, malgrado costanti abnegazioni od accorta dissimu- lazione, la verità nelle risposte di un infermo, il quale maschera e sa nascondere spesso la natura dell'insi- dioso vcleuo che a larghi sorsi ha bevuto. Senza una grande abilità ili quest'arte, necessariamente impor- tantissima, non potrà mai il medico governare un misantropo, trargli dal cuore gli annidati secreti, vini- cere l'estrema sua diffidenza, e renderò la calma al- l'agitata sua immaginazione. Senza una estesa cagni- 496 zione de' disordini dello spirito umano, vani soccorsi opporrà egli a numeroso stuolo di malattie nervose che infestano la società. Le passioni hanno troppa influenza sull'uomo fisico: laonde come rimediare ai frequenti disordini che nella sua organizzazione cagio- nano, se i caratteri se ne ignorano nè rintracciare si sappiano? La debolezza dello spirito umano non permette so- venti volte potervisi cancellare quelle idee di cui è im- pressionato, fuorché d'altre solamente preoccupandolo. Celso consiglia a'medici ciò che da altri è stato più volte ripetuto, correggere cioè una passione con un' altra. Per signoreggiare sulla fiducia di un malato, non bi- sogna urtare le sue tendenze, ma lusingarle, blandirle; egli rivoltasi contro la ragione, se a lui si appresenta con severa fronte , ed ei chiude il suo cuore a chi non sa compatire i suoi trascorsi e le sue debolezze. Non si può allontanare il nostalgico da'suoi cupi lu- gubri pensieri fuorché ragionando del suo paese, uè i sospiri di un amante disavventurato scemar si pos- sono se non seco parlando dell' oggetto de' suoi voti. Erasislrato, per le circostanze di quel celebre sco- primento di affetti che Stratonica inspirava, apri l'adito ad Ippocrale onde riconoscere l' amore di Per- dicca per Filla, ed a Galeno quello di una romana per il danzatore Pìlade; senza dir oltre di consimili particolari che di frequente accadono, ma ignorati dalla storia pubblica de'fasti medici. L'importanza de'morali . soccorsi nella terapeutica è tanto estesa ed energica, che gli antichi riguardavano la morale, la filosofia e l'eloquenza come utilissimi medicinali. Ed in effetto la impressione che eseroi- 197 tano sull'anima, salutari mutamenti fisici spesso ca- gionar deve. Quanto è superiore al medico limitato all'arte di forraolarej colui fra'suoi colleglli che ad un vasto sa- pere unisce una elegante locuzione, un fondo ine- sausto di principii dettati dalla ragione, uno spirito in gegnoso perfezionato dalla coltura delle lettere, ed una eloquenza cui nulla non può- resisterei Per Fintini a unione con la morale, la medicina si estolle al rango eminente che occupa fra le umane scienze; e chi la facesse consistere esclusivamente nella cognizione delle proprietà de' medica menti, non sarebbe degno di coltivarla. Si possono vedere in proposito le seguenti opere: Hipfocratis Opera, De prisca medicina; Ljcetus, De optimo medico; Albertus, De medici officio circa animam in causa sanilatis ; Idem, De convenienza medicinae cum theologia pratica; CueitschiuSj De me~ dico nalurae magiaro; Bohemerus, De medicorum ani- mae et corporis in sanandis aegris conjunctione ; Fi- scher, De medici circa moralia et phjsica in curandis morbis prudentia ; Hennmanius, De eloquentia medici; Petit M. A., Médecìne du coeur; Cabakis, Bapport du phfsique et du maral de l'homme; Alibert, Phjsio~ logie des passions. Oiginzed Dy Google XXIX. . . Somma di Precetti generali sulla Condot ta del Medico a riguardo degli Ammalati. Il medico di eslesa pratica deve possedere quella sensibilità, quella dolcezza, quella facilità d' umore senza di cui lo spirito, 1' ingegno, il talento è quasi ■ sempre pericoloso per colui che se ne serve, ed inop- portuno per quelli che ne abbisognano. La di lui amena ilarità dipinta e trasfusa nelle sue maniere e ne'-suoi discorsi, sia il primo di tutti i mezzi da -esso impiegati, onde il misero languente informo tro- var possa in lui non un uomo duro, ma un amico ingegnoso a fargli credere la possibilità della spe- ranza e del benessere, ed abile a guarirlo de' mali che lo tormentano. Felice quel medico dalla natura formato umano, amabile, compassionevole! Felice colui, che per comparire sensibile, non ha bisogno simulare il gesto, moderare gli scoppii immoderati, DigiiizM 0/ Google Ì99 rudi o imperiosi della sua voce, reprimere un carat- tere violento ed altiero, ovvero occultare, sotto af- fettuose apparenze, un cuore freddo, indifferente e morto alle dolci impressioni della pietà! Si proibisca attentamente il medico a Rè stesso la freddezza e la taciturnità, ordinarie a coloro che non hanno mai saputo o voluto domare il cagnesco loro umore, e che indarno scusar vorrebbero con la seria profonda attenzione voluta dalla investigazione delle malattie. Nessuna cosa può dispensarlo della piace- vole urbanità, per la quale la scienza si adorna ed abbella: nulla esclude, nella sua professione, l'arte importantissima di soggiogare il pubblico con quella forza che si modifica secondo il bisogno e la tempra ta n to.di versa dello spirito umano. Qual decreto di Escu- lapio proibisce forse al medico di onorare le Grazie? Un medico, che giungendo presso un malato, si li- mitasse ad esaminarlo, dettare una forinola, e prender commiato, non potrà ottenere molta celebrità. Il me- dico, dice Hoffmanno, non dee recarsi dall'ammalato per farsi unicamente vedere, bisogna pure ch'ei parli. Che giova un muto sapere? Un medico taciturno presenta alla società un essere inferiore al mediocre. Varj dottori hanno dovuto una clientela numerosis- sima, unicamente al diletto de'loro ragionari. Da noi medici si attende troppo nella società: ci suppon- gono, a ragione, una educazione eccellente e sva- riate cognizioni; ma se noi resteremo mutoli, il nostro tacere, il nostro silenzio si riterrà qual di- chiarazione espressa di nostra ignoranza. Tale è la società, né i medici hanno il potere di riformarla; anzi a'pregiudizii moderatamente conformar si deg- Oigiiizod &/ Google ano giono, avvegnaché il capo d'opera dell'uomo è saper vivere a proposito (Montaigne): vive ut in publico! Ma un mezzo termine esiste tra il cicalamento ed ii silenzio: ogni medico di sguardo penetrante, conosce questo limite, e sa intrattenére piacevolmente i suoi inalati senza stancarli con ridicola ciarlatanesca lo- quacità. È impossibile, dice il riputalo Vicq-d'Azyr, che ignorato possa restare per lungo tempo il carattere degli uomini pubblici. Osservati incessantemente da persone interessale a ben perscrutarli, indarno vor- rebbero essi occultarsi o mentire. Un medico occu- patissimo particolarmente non può sottrarsi alla vigile penetrazione de'suoi malati, i quali si avvedono ben- tosto se generoso egli sia, dolce, compassionevole, ovvero duro, ostinato, severo. Da questa cognizione il pubblico deduce se gli fosse mestieri impallidire o rassicurarsi, parlare o tacersi in presenza di colui che si è fatto l'arbitro de'giorni dell'afflitto valetudinario; starglisi giulivamente s'egli è amabile, od a prevenire il suo umore, se sventuratamente sarà di que' ma- laugurati individui, che, aggiungendo la paura, il più grande di tutti i mali, alle infermila di cui la specie umana è assalita, sembrano ignorare che lo spaven- tare un moribondo, è fra le inumane azioni la più vile, crudele ed ingiusta. Ma il medico puù meglio che altri far mostra del suo carattere d'uomo probo per eccellenza, impar- ziale, integro, inaccessibile alle passioni od al clamore del pubblico; anima energica senza esaltazione, cuore buono e sensibile senza debolezza, costumi puri e dolci, franchezza inalterabile, discernimento OigilizM Dy Google — - 201 diritto, giudizio squisita, sapienza ■ l erudizione, ma- nifeste esser deggiono sue doti Or ecco il medico al colpetto dell'infermo: l'agi- tazioni? che la presenza sua cagiona, accelera in molti ammalati il movimento del polso; laonde di quinto fenomeno bisogna tener conto nidi' esplorare la cir- cola/ioni; ; « Cum ftrìmum medivus vcia't, ha detto Celso, solitc'Uudo acgii d/diìtaittis ijuomodo dli se /tu- bero vidcatiir arterìas inovct, oh quam caiisam periti medici est non pmtinus ut venit, apprehendere ma/ut brachium; sed primuin residere hìlari vultu .... tft" 1 deìnde ejus carpo immuni adiiioverc ». Le donne, a cui la natura ha dato de' nervi do- tati di singolare mobilità, ed una organizz azione molle, debole, tutta di sensazioni; le donne, naturalmente soggette a moltiplicate dolorose malattie, in preda alle angosce le più crudeli, spesso esposte a grandi peri- coli durante il travaglio de' loro parti, sono interes- sale a preferenza di trovare nel medico, che hanno scelto, un carattere garbato, dolce, cortese, uno spi- rito llessibile, avvincente, un cuore affettuoso e sensi- bile. Nè egli perverrà mai a piacer loro, se indiffe- rente o stoico pur sia; nè otterrà la loro benevolenza ed amicizia, se imperioso, duro, inaccessibile si mostri. Pulitezza, amabilità, condiscendenza, pazienza a tutLa prova, attenzioni adorne di seducente delicatezza, sono il maggior novero delle qualità che esse esigono in colai che hanno investito della cura della loro salute. E tostochè rassicurate si credono per le provale maniere, colme di riguardi, sedotte dal linguaggio che provoca ed induce ogni intimità, esse ripongono ben- ■Oigiti;M 0/ Google 202 tosto nel medico la confidenza de'mali d'una languida e debole struttura, lo fanno depositario di mille minu- ziosi secreti che hanno bisogno manifestargli, ma per nasconderli in seno, alla fedele amicizia; esse gli af- fidano ciò clie ritengono di più caro, la vita cioè dei loro figli, clie eziandio dalla mano di lui per sè me- desime fa ricevono. Allorquando finalmente hanno giudicato l'animo suo ed ì suoi talenti in rapporto confacente al loro carattere, egli allora è il loro con- solatore, un angelo tutelare, un sostegno necessario alla loro felicità. Se alcuni doveri in vantaggio degli ammalati il medico non può mai infrangere, altri doveri i ma- lati adempir debbono verso il medico. Essi saranno sempremai costanti nella scelta che di lui hanno fatta, onde non diffondere inconsideratamente a questo ed a quello le confidenze loro. Adempiranno fedelmente tutto ciò ch'ei prescrive in sollievo della loro salute, perchè a tanto impegno egli è stato prescelto ; nò trasgredir dovranno in qualunque circostanza le ad- ditate prescrizioni e gli ordini imposti. E finalmente devono guiderdonare le cure di lui colla dovuta gra- titudine e riconoscenza. La scelta delle persone per assistere gli ammalati non è indifferente. Una fi so nomi a piacevole, una pa- zienza conosciuti ss ima, una inalterabile- dolcezza , un. cuore compassionevole, sono le qualità principali delle donne da prescegliersi al nobile ma penoso incarco di servire gl'infermi. Ed in ciò gli uomini non pos- sono pareggiarle giammai. Esse sole sanno dare' agli infelici, consumati da patimenti crudeli, ogni minuto soccorso che il deplorabile loro stato richiede, sol- Oigiiized 0/ Google 203 levar con leggerezza i loro membri addolorati, e con attedia e carezzevole mano destramente supplire a quella languente inazione. I più circospetti premurosi servigi, i più teneri riguardi, tutto profondono agli infermi affidati alla loro vigilanza: né i portamenti in apparenza capricciosi di uno sventurato, sovente reso ingiusto ed esigente per lo eccesso de' mali suoi, nè le fatiche, nè i disgusti, nè i pericoli, me- nomar possono o indebolire il loro zelo, esaltato tal- volta sino all'eroismo, che niente mutasi al letto del dolore. Ricavando Ì particolari sullo stato del vostro in- fermo, abbiate cura di nulla dire che possa spargere il turbamento o la paura nel di lui animo: nè fate alcun moto, alcun gesto, che possa interpretarsi in modo sinistro da una mente ingegnosa a rivolgere tutto in proprio svantaggio. E già vedetelo cercar la sua sorte nella espressione della vostra voce, nel vostro contegno, nel vostro si- lenzio. Gli avidi suoi sguardi chiedono agli assistenti la fatale sentenza, ch'egli teme qual ultima: nessuna cosa è per lui indifferente ; ei tutto indaga, egli è tutto occhi, tutto orecchie. E quando bisogna rassi- curare la esaltala imaginazione di un infermo, i mi- gliori ragionamenti non valgono quanto una idea falsa, che, non preveduta e bruscamente espressa, si tro. vassé in opposizione totale coll'oggetto de'suoi timori 11 chiarissimo Petit ha fatto sentire vivamente l'in- teresse del precetto, che — non bisogna giammai .parlare de'funesti avvenimenti d'una malattia innanzi di colui che potrebbe temerne le conseguenze. Non parlate-mai di morte coi vecchi e coi tnori- DigiiizM 0/ Google 204 bendi. Se dovrete eseguire una grave operazione, evitate dichiararla; ma imprimete un'idea di spe- ranza e di buon esito per tal temuto istante, serven- dovi pressappoco d'alcuna ingegnosa perifrasi, come: il momento allorquando io vi libererò; ovvero: quando cesseranno i vostri mali . . . . ec. Su di ciò nessuno ha pensato meglio del citato Petit; nò con maggior finezza o più eloquenti maniere si è giammai espresso. Astenetevi presso un infermo pericolante da un turbato contegno, o da tumultuosi movimenti. Ac- correte forse contro una pericolosa emorragia? non dimenticate che il vostro primo impegno debb'esserc di signoreggiare immantinente sul morale dell'indi- viduo. Se incerto, agitato vi vedesse, ei perderebbe ogni fiducia e si crederebbe perduto. Sottraetegli destramente lo spettacolo degli stranienti di cui vi servite, e più di tutto lo spargimento del proprio sangue. Qual funesta impressione non farebbe su giovane donna, nervosa, esaurita per uterina emor- ragia, l'aspetto d'uno ostetrico, il quale, con le ma- niche ripiegale sino al gomito, le mani, le braccia, il viso, gli abiti bruttati di sangue, la tormentasse con le più aspre manovre, e, dopo averle fatto soffrire un lungo e doloroso supplìzio, facesse mostra di esitare, e le lasciasse travedere la scoraggiante impotenza dell' arte! Allontanale da un malato che state per sottoporre a qualche importante operazione, tutto ciò che sbigottir potrebbe il suo cuore e por- tare lo spavento nel suo spirito, diggia pel timor del dolore agitalissimo. L'uomo più coraggioso ed intre- pido non vede giungere senza fremere rabbonito momento. In quali angosce suppor si debbe colui OigiiizM &y Google 305 che, debole e pusillanime, si è pur deciso sottoporsi a' crudeli soccorsi dell'arte, dopo lunghe esitazioni e penosi contrasti! Guardatevi di oltraggiarlo o ferirlo colle più insignificanti facezie, le quali tanto più crudeli sarebbero quanto maggiormente inopportune. Imponete a' vostri aiutanti ed agli astanti un silenzio assoluto. In siffatti terribili istanti, tutto ciò che vi attornia deve respirare la calma più tranquilla e perfetta. Alcuni infermi prossimi alla tomba, sospettando il loro stato, supplicano il medico a dichiarar loro in qual .situazione siano ridotti. Istanze pressanti, com- moventi preghiere, nulla tralasciano per vincere la ripugnanza di lui: lo illudono interessandolo sulla necessità di metter ordine ad importanti affari} gli vantano il loro coraggio, simulano una perfetta ras- segnazione alla sorte loro: diffidi il medico di tali fìnti motivi. Parecchi infermi, che si vantano mirar la morte senza timore, conservano tuttavia una forte secreta speranza d'essere ricondotti alla perduta salute, nè udir possono quella tremenda verità senza darsi in preda ad orribile disperazione. Alcuni di questi sventurati hanno punito l'incauto medico di sua imprudente condiscendenza con darsi spontanea morte. Bisogna morire, egli è incontrasta- bile, quando batte 1' ora di morie; ma è fatale il volersi intuonare la requie, quando il coraggio e la intrepidezza potrebbero trionfare ancora sovra la lunga notte del sepolcro. Si possono consultare in proposito le seguenti opere: LutheEj De praecipuis cautelis praxin adeimti juxta 906 clinicos probe aUendenlis; W. Wedelius, De officio aegrotanlium; Bienve.w, Des qualitis morales du m£- decin, et de la condotte qu'il dtsit tenir auprès des malades; Detebgie, Àrlic. Consultatìons, dans le Dici, de Mèd. et Chir. praliq.; Vavasseur, Manuel de pa- tJiolog. génèr.; Angeli, // medico giovane al leUo del- l ammalato. Oigiiized by Google XXX. Dell'Onorarlo e Guiderdone del Medico. Lieto il medico d'essere stato utile al suo amma- lato, il premio delle sollecite penose sue cure dovrà giustamente attendere. Eppure bisogna assuefarai alla sconoscenza de' clienti, ed abituarsi a sollecitare un compenso, più spesso ritardato dal ricco, meno esalto d'ogni altro. Desideraci cosa sarebbe il gratuito esercizio della medicina: ma in qual classe della società trovare in- dividui animati d' ardentissima filantropia, per con- sacrarsi a' disgusti e pericoli di questa professione, senza altro guiderdone fuorché la virtù? Di qual pane vivrà il medico e la di lui famiglia? Cessi ornai la società di calunniare i medici, poicbè dal suo seno sono prodotti; uè essendo una specie d'uomini ecce- zionali, son eglino, come tutti gli altri, ciò che la natura e le civili istituzioni ebbero a formarli. 208 Ogni fortuna suppone in sua origine un salario, un lucro otl una rapina. Questa sorgente è accresciuta per successioni. Ma se il negoziante che si arricchisce calcolando i bisogni delle derrate, se V artigiano che appigiona ii suo braccio o vende il frutto del suo lavoro, se il nobile che pone al soldo la sua spada, niente operano che si possa loro biasimare senza fare la satira dello stato sociale, chi oserebbe vitu- perare e riprendere il medico che accetta o richiede qualche onorario per cura ed assistenza ad un ma- lato prestata? Per esser capace di opera cosiffatta, ha consumato egli una parte della sua vita, ha erogato porzione delle sostanze sue O della sua famiglia, ha sequestrato la sua gioventù in severe discipline lungi d' ogni diletto, finalmente egli ha travagliato per la società, e questa mostar gli si deve riconoscente. Se gli individui che esercitano l' arte di guarire avessero parte a' primi onori dello Stato, vedrebbesi precipitare nella loro coorte tutti quelli che la fortuna ha colmato de' doni suoi. Allora la medicina esser po- trebbe gratuita, pagando la società in onorificenze ciò che in costosi servigi riceve. Ma l'esercizio della medi- cina attualmente procura appena qualche considera- zione; un medico gode alcun credito, occupa talora un posto, tos toch è abbandona la sua professione, ov- vero allorquando, giunto a sufficiente fortuna, riposa tranquillo gli stanchi suoi giorni. La vista di un medico ha qualche cosa di appren- sivo, perchè ridesta ciò che ogni uomo maggiormente teme e detesta dopo la indigenza o la morte, la ma- lattia. £ qual mezzo si adopera oryle risolversi ad onorare colui che tanto giova all'umanità? Iticupe- Oigiiized 0/ Google 209 rata la sanità da chicchessia, cominciasi a dimenti- care il male già terminato, ed insieme in ente dileguasi la ricordanza del medico, e la riconoscenza ccu tuni- catamente a lui riprotestata. Questa condotta degli ammalati disgusta ed indegna il medico principiante, quantunque animato d'ogni nobile sentimento, che i progressi poi dell'età estinguono in ogni cuore. Perchè egli desiderava amicizia gli si nega la stima, anzi si opprime di sarcasmi, fors'anco di villanie, finché una nuova malattia riproduce l' umile preghiera c la vile e bassa adulazione, suggerite dal timor della morte. Ingannato nelle sue fantastiche speranze, dà egli uno sguardo beranza gl'infelici loro clienti, occultando l'avida loro cupidigia sotto la capziosa maschera dello zelo. Crc- derebbesi egli mai che agli ammalati ed ; agli assi- stenti l'impostore l'assembra uomo filantropo ed abile, mentrechè il circospetto vien supposto ignorante e disattento! E ciò avviene perchè i movimenti delle .gambe, dèlie braccia, e della lingua principalmente , sono valutabili soltanto dall'ammalato, ossia da giu- dici incompetenti. Ma ognuno dee far sacrificii nell'interesse della so- cietà: ciascuu le deve un tributo, ed il medico più che ogn' altro; egli, i cui doveri sono consacrati al- l'umanità, ne darà il buon esempio, ricavando costan- temente per l'esercizio del suo ministero la soddisfa- zione' di avere agito secondo coscienza e possibilità. Laonde se le mediche funzioni espongono tutto giorno chi le adempie allo sdegno dell'ignoranza), al- l'obblio dell'ingrato, agli oltraggi del calunniatore: se troppo disgraziato sentesi. il medico, :-, perchè la sua 1 riputazione, acquistata penosamente opn. veglie, privazioni e stenti, da' capricci della moltitudine to- talmente; dipende : ise, : per'.' bene adompirc i penosi doveri! che gli si impongono, rinunciar gli bisogna tutti i godimenti della vita c la domestica sua libertà, -egli trova, però nell'esercizio stesso della professione 212 qualche compenso, che da così numerosi ed ines id- eabili contrasti in parte lo risarcisce. La stima del poco numero di uomini assennati Io consola, c gli f;i dimenticare la gelosa invidia degli emuli, e la fredda indifferenza ingratissima di coloro che maggiormente obbligali gli sono egli deggiono riconoscenza. L'intimo convincimento e la verace persuasione che i suoi ma- lati hanno ricevuto tutte le cure che lo stato loro esigeva e da lui apprestar si potevano, lo sottraggono agl'insulti dell'affannoso rimorso, ed invulnerabile Io rendono all' avvelenato strale delia smaniali Le invida malignità, allorquando un avvenimento funesto non si è potuto prevenire da' soccorsi dell'arte nò per gli sforzi della natura. Una coscienza calma e tranquilla, assicurando a La buona compagnia che l'onta francheggia n Sotto l'usbergo del sentirsi pura, è già la ricompensa del medico, che esercita con probità ed onore i suoi doveri, Il guiderdone cT una buona azione, è di averla fatta : Recte farti, fecìsse merces est; diceva Seneca (epist. 81); ■ Le frali iTun b'tenfait, d'est le bienjuil lui-méme », Egli è contento e pago del bene da luì fatto, e molto può farne. Lo infelice a preferenza l'implora, ed ei seco conduce la speranza e la consolazione nell'asilo della miseria : e le benedizioni degli sventurati, sono il compenso di cosiffatte beneficenze, premiate da calde lagrime di immutabile riconoscenza. Tostochè un medico giugne a ridonare un ma- 2(3 lato dati' orlo della tomba alla vita : allorquando ei conduce ad assicurata convalescenza un disgraziato, già sottoposto a chirurgica pericolosa operazione; que- sti fausti risultameli d'ogni sua cura largamente lo indennizzano. Colui che è stato salvato, diviene suo amico e fratello. Il vederlo, gli procura la più singo- lare e deliziosa compiacenza j ed il mutamento più vantaggioso di sua fortuna non gli apporterebbe una pari così grata gioia. Al contento di togliere una de- signata vittima alla morte, niente è che agguaglia. Un infermo ch'egli ha liberato da gravissimi peri- coli, lo consola d'essere stato meno felice in altri in- contri. ' ! . i . " ; i i ■•■ i i ' Il medico adunque, tolte alcune eccezioni, ndn acqui- sta generalmente vistosa e grande fortuna : ma il frutto de'tooi lavori non è esposto mai a repentini sconvolgimenti, che spesso rovesciano il commer- ciante dall'estrema dovizia nell'estrema miseria. Egli gode d'una sorte piacevole e tranquilla; egU.c posto in quella buona e sicura mediocrità, ohe,, fra .tutte ic condizioni della vita, è la più compatibile con la felicità. Accollo, gradito, festeggiato nella società; stimato dalla gente di lettere, desiderato dal ricco e dal pitocco, il medico, sino alla più tarda età, vive amato, onorato, richiesto da ognuno. Montuus, De stìpendìis medicorum. Diqiiizefl 0/ Google .' ■ 'tìÓNCLUSIONE ■ 111 questa Monografia sono stati i medici Spesse Tolte da me lodati con ingenua franchezza, an- tGoradhó sia- del lóro numero anch'io. Mi sono iit- igegnato ìàre il loro elogio senza prevenzióne, né -ho dissimulato i loro difetti. Ho esposto i ,loro doveri, ed ho curato mostrarli quali realmente pur 'son^ij^r^ii&repj^ritato/iliii^mproyece di par- zialità,? ÌS,ox io crédo averlo. heoe evitalo.! n tiniw$ rthtv '■>''•-■■ '.( M. Vr^.tVstV <-v,-v . ..:\-,\. w.s^l*U ifliifc Avvertimento . -,y ;. ( „, -• Pa?- 5 Introduzione ,-. T <\" Z*e//a iyco?nresca Istruzione Medica . . n i 5 Ingresso di un Giovane Medico nel Mondo . v 24 feifa TTipufazione dei itfedico ... r 33 ZM jHedieo in Società 4 . . ■ 38 De' Piaggi del Medico , ...» 43 ZJeiie JWetd di Jfedicina ...» 48 Dell'Età del Medico "64 Del Maritaggio del Medico ...» 02 Dell'Esteriore del Medico . ..." 65 Della Letteratura del Medico ,. . . li Dei Medici Poeti . ■. . v . . "77 Dei Medici Filosofi . ì . . . » 81 Della Religione del Medico .... n 86 Dei Riguardi de' Medici fra loro ..." 95 Degli Encomiatori . . . . . » 1 00 Del Saper-fare . . , . . . » 44 3 Dell'Arte di ottenere la Fiducia degli Ammalati n i-23 Delta Pratica Pag . 430 Dei Difetti da evitare nella Pratica . . » HO Del Modo d'Interrogare gli Ammalati . . ■ 1_4B Della Pazienza del Medica . . . . ■ IAI Della Prudenza del Medico ■ ÌQ7 Della Beneficenza del Medico » Ì2& Della Discrezione del Medico . , . s 123 Della Costumatezza, Filantropia e Magnanimità del Madi cn ■ IM Delle Qualità particolari al Chirurgo . . » JHft De'Doveri del Medico verto i Moribondi ■ 131 Sulla Medicina dello Spirito » 194 Somma di Precelli tjenvmli uditi l'ondalla, del Me- dico a riguardo degli Ammalali . . ■ L3S Dell' Onorario e Guiderdone' del Medico-. . » 207 Conclusione , '. \ '. ■. . n 814
Thursday, December 19, 2024
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