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Thursday, December 19, 2024

Grice e Sarpi

 o fino al fuo fi poteva mofirare da’regifiri pubblici la continua  fucceflìone degl’ eletti fenza alcuna interruzione. Similmente aggiunfe  ancou che refiano i regifiri da quel tempo fino all’ora delle licenze  di tranfitare pel mare con legni armati, o con perfone, o con robe  per loro ufo, da diverfi Principi poflelfi}ri di riviere fopra l’Adriatico  xichieftc, da Pontefici Romani, Legati, Vicari, e Governatori, c Co-  munità delie terre di Romagna, e della Marca, da’ Rè di Napoli per   la Ph-     2.48 STORIA   ti Puglia; delle quali molte furono concefle, alcune negate, e alcune  anche in parte folamente concedute; mk elTere fuperfluo allegare i fat-  ti di quelli, i fuccefibri de'quali non promuovono dillìcoltk. Difcende-  rebbe allo ipeziale folo de’ PrecelTori di Sua Maeftk , come de’ Rè d’ Un-  gheria, e dell’Arciduca d’Auftria. Recitò un breve di Papa Urbano  Sello diretto al Doge Antonio Veniero folto la data in Lucca 14.  Giugno I j88. in cui gli rende grazie che colle fue Galee deputate al-  la cuRodia del Golfo fia Rata liberata Maria Regina d’Ungeria , rite-  nuta in prigione a CaRel nuovo; e due altri congratulatorj; uno alla  Regina fuddctta ; l'altrp al Rè Sigifmondo , che poi fu Imperadore ,  marito di quella, rallegrandofi parimente con loro deiriRcffa liberazio-  ne fatta per opera del Capiuno, c delle Galee Veneziane deputate al-  la cuRodia del Golfo.   Indi fece leggere un falvo condotto conceflb a richicRa di Rodolfo  Conte di Sala per nome di Ladislao Rè di Napoli, e di Guglielmo d’  AuRria del iì 99 - ta. Dicembre, che la forella del predetta Rè, fpo-  fata al foprannominato Arciduca , fi poteflc condurre per Mare dalla  Puglia alle riviere dello Spofo con Galee, e altri legni in tutto in nu-  mero circa di dodici, con condizione che, fopra quelli non folfe rice-  vuto alcan bandito da Venezia , o che avelfe operato contra il domi-  nio cofa per la quale meritalfe la mone ; del qual làlvocon^otto fi val-  fcro gli AuRriaci, che a TrieRe s’imbarcarono per Puglia a quel fine  COSI nell'andare, come nel ritorno. Non fu però la Spofa condotta ,  perchè avendo il Rè differito alquanto tempo la partenza della forella,  in quel mentre ella s’infermò, e pafsò all’altra vita.   Ancora portò due lettere dell’ Imperador Federigo al Doge Giovan-  ni Mocenigo, la prima in dau di Gratz l’anno 1478. 24. Settembre,  la feconda nel 147?. a. Aprile dal medefime luogo , nelle quali nar-  ra d’aver ordinato che fia portato di Puglia, e Abruzzo a’ fuoi CaRel-  li del Carfo, e dell’lRr», «srta quantitk di frumento, e richiedendo  permiflione che fia portata liberamente; chegli fark unpiacere il qua-  le riconofeerk colle maggiori grazie.   Soggiunfe una lettera di Beatrice Regina d’Ungheria a Giovanni  Mocenigo Doge nel 1.^1. ultimo Gennajo, dove narrato il fuo defiderio  d’avere per ufo proprio diverfe cole da’ luoghi d’Italia; le quali non  potendoli portare fenza permiflione della Repubblica, dimanda che per  li^ralitk, e amicizia le fia conceflb, che loriceverk percola grau, e  corrifponderk .   E un altra del Rè Mattia d’ Ungheria alTiReflb Doge nel 1482.  atf. Febbrajo, in cui dopo aver narrato che la Repubblica era folita  a concedere licenza ogn’anno a’Conti Frangipanni, padroni di Segna,  c altri luoghi marittimi, di portare dalla Puglia, c dalla Marca una  quantitk di vettovaglia, e dappoiché erano paflàti quei luoghi in ma-  no fua, s’era tralalciaio il farlo; pregava che folfe conceflb l’iReflb a  lui, e fofsero fpedite le lettere fopra di ciò, e date alla perfona man-  data efprefsamente per riceverle, che lo riconolccrcbbe in grazia e  corrifponderebbe .   E un’altra del medefimo Rè ad AgoRino Barbarigo Doge 1487.  18. Ottobre, nella quale, dopo aver narrato di avere bifogno di le-  gname, per riftaurar una Fortezza nella bocca di Narenu; prega di   poter    Dìgitized by Coogle     DEGLI USCOCCHI 149   poterlo condurre da Segna per mare, e che gli fieno fatte le lettere  patenti, ofierendofi a gratificarne anche incofe maggiore.   Aggiunfe aquefie una lettera di Anna, Regina d'Ungheria, nel 1502  30. Agofto, nella quale narrata la fterilith del paefe di Segna, pregat  dipoter farcondurre inquella Citth cerca vettovaglia di Puglia, e del-  la Marca, dando al portatore mandato erpreOamente la lettera della  licenza, offerendo di riceverlo in gran piacere.   Per ultimo portò una lettera del 1504. 3. Settembre, di Giovanni da  Dura, Capitano di Pifino, Minilfro deU’Imperador Maflìmigliano , il  quale ferivo al Doge Leonardo Lotedano, che Jacopo Croato, fiiddito  di SuaMaefih, partito da Fianona, entrò, nel mare il qual i fàtto-  pollo al dominio della Repubblica , per andar a Segna , e fu aflalito  da una barca armata di violatori del Mare in vilipendio della Signo-  ria; e fupplica che fia fatta qualche provvifione. ,   Sopra tutti quelli particolari ponderò quello che meritava di elfere  confidcraco, rifpetto a i tempi, alle pecione, e qnalich de’Principi: e  per maggior confermazione deU’aflcnfo loro, raccordò, l’anniverlària ce-  rimonia di fpofare il Mare in prefenza degli Ambafeiadori , e partico-  larmente di quello di fua Maeflh, e de’ tuoi Antecefibri, coile parale  tifate : Dcfpmfamia te Mere in Jigman veri , & perpetui àominii . La  qual cerimonia febben dagli Serheori è detto che avefle principia  alfendo Alelfandro III. in Venezia; dagli llefli nondimeno ò aggiun-  to che folfe illituita in legno del dominio acquillato innanzi jme  te! li.   Alle 400. querele , e alla fentenza di Liefìna rìfpofe , ringraziando  come di cofe portate a favor fuo, perché le querele prefiippongono  la proibizione; e le fentenze, o condennatorie , o alfolutorie , provano  la giurifdizione : e intorno alle barche di tale diffe che non furono  fatte andar a Venezia, come non fi fa mai andar alcuna, per elfere  proibito ch’entri in quella CitA l'ale forclliero; e fe non lu gettata  in Mare, fu cortefìa, che non dee effer imputata a pregiudizio . Con-  chiufe di avere dato il vero fenfo alle capitolazioni, eprovata la pof-  felfione immemorabile dell'Adriatico; che avrebbe potuto dire più co-  le; ma gli pareva fuperlluo , rollando chiaro per quelli due punti  che la pretenfione era nuova , e la richiella non poteva aver  luogo.   I Cefarei, dopo aver trattato infieme , vennero in rifoluzione di non.  perfeverare nella dimanda per giullizia; e il Barone del Suora aperta-  mente differo la Repubblica elfere Padrona del Golfo, e potere metter  i dac) che le piace; • che cos'i fentivano in loro cofeienza: ma infie-  me aa 'be erano di opinione che, per l’onellh, e per l’amicizia della  Cala H' Aulirla, dovefle farlo col minor incomode de’fudditi di quella  che fjf. ;ogibile. DilTero gli altri tre, che non era tempo di appro-  vare, nc «il contrailare il dominio del mare, ma bensì di ritrovare  per curtefia qualche temperamento: che la Repubblica riceveflé i fuoi  diritti da'UiJditi Aullriaci naviganti, e folfero levate quelle condizio-  ni che lOno d’ iiieomodo loro, e di nelfun utile a lei. Furono  efaminari diverfi partili, e fi conchiufe di riferire a’ Principi, ficcome  convenivjTf^erire ogni altra cof.v determinata; eflendo lacommilCone fotta  )aratilicaziomdiefli,elaraunanza ebbe fine. Ma la relazione arrivò in tempo  T om, It ‘ li che     t.50 STORIA   rherimperadore ,pcr gi«veinfennid,nonpoMviati«a animali, e grofli, e minuti.  Quefto accidente difpiacque molto a fua Altezaa, per le circoftanze  di efler occorfo nello Stato proprio , ej contra la fede daa da’fuoi  Miniftri; e con indizio anche molto violenta di complicithcosl attefo  il lungo viaggio fetto dagli Ufcocchi per la giurifdizione Arciducale  feima elTer mai fiati impediti, n- divertiti; come anche attefa la re*  fiituzione btu per ordine de’Magifttatia’fudditi.loro folaiqente, reftan-  do tutto il danno agli altri.   1 Miniftri della Repubblica riputarono che per li danni inferiti non  baftafle rifentirfi cantra gli Ufcocchi fojamente ; ma convenire appref  lo in tal accidente , per debito delia protezione dovuu a’fuoditi ,  che si adoperalfeto per zilàrcirli con appreiaglie : opera , che fu fata  da una, Galei che sbarcò veriò Fianona,emcoòvia , febben non ugua-  le numero di animali , quanti gli Ufcocchi avevano predato , quei  perù che fi poterono aver ne i luoghi vicini , i quali furono ìm*  mediate diftrihuiti a proporzione a dannificati per rifacimento .  Per quefto fetto gli Ardwali rimaUi alla Corte. Ceferea , dopo   la    Digitized by Google     DEGLI USCOCCHI   la jarienza del lor» padrone, fecero grave lamento, che fua Altezza foT-  (e fiata provocata da’Veneti nelle terre fue patrimoniali lenza nelTuna  olTela precedente dal canto fuo e de’fuoi fudditi; e rifpondendo a chi  loro opponeva la prenarrala , che non era con violazione della giuri-  fdizione Veneta; che toccava a liiaAlteaza rifentirlì come di malecom-  mellb nello Stato Tuo proprio ; e che prima del partir fuo da Lintz  aveva rifolnto di volerlo fare ; quefia rirpolla fece maravigliare cia-  fcun intendente delle leggi, e del diritto delle rapprefaglie, che appun-  to fi concedono , , perche quegli , cui tocca fare riTeniimento contra  i malfattori colla giuflizia ordinaria, non lo là.   Ma la Maefh Cefarea, acciò, moltiplicando le offeCe^ non nafceflè  qualche grave fcandalo , fcrifle lettere all’ Aroiduca , cfonandolo  efficacemente a mettere la mano, e provvedere . Mentre a Gtatz  fi configlia come foddisfare alla volonà della Maeflk fua, accollato-  fi il verno, quando alle guardie riefce dannofo lo Ilare lungamen-  te in mare , fecero gli Ufcoahi diverfe furtive ,] e improwife  ufcite .   Diedero fopra l'Ifoh d'Ofléro con generale preda delle due Ville di  Luffin , fpogliatt delle proprie vedi fino i fanciulli , e le donne ;  baflonati, e feriti quelli che fi dolevano , e pregavano di mifericor-  dia ; e fopra Pago fvaligiarono la Villa di 0>lune , e poi lo Sco-  glio di Proveechio appartinente all’ Ifola di Veglia . In mare non  perdonarono a Valbello di qualGvoglia fora , non fo!u rubbando ;  ma ritenendo i marinai più principali , e dando loro rl'-rtco. Tanti  inconvenienti , e le lettere della Maellh Cefarea m..ro.o finalmente  il Seteniffimo Arciduca a mandar a Segna il Signor Ha’:, Baron di  Echembeig , General di Crovazia , accompagnato i! a buon numero  di faldati, parte Tedefchi , parte del Contado di Gorizia, acciò potelTe  sforzare i contumaci , e regolare quella Cittb . Qucito Signore ,  giunto in Segna , con fcvero comandamento fece adunare il bottino^  delle teire di Luffin , e altre del dominio Veneto ultimamente fat-  to , e fece pagar lire quaranta per tclla a cinquanutrè Ufcocchi  che intervennero a quella preda , pel mancamento che fi poicf-  fe trovar in efla • Fece un bando , che io termine di quindici  giorni tutti i Venturieri fi prefentaflero a lui , altrimenti reflaf-  lero banditi colle loro famiglie; de’ quali una parte ubbidì, e un al-  tra fi ritirò alle montagne.   Dopo aver fata più volte la moflra , e rafiegna di tutti , im-  prowifamentc ne imprigionò noi CalleUo trenunove , nel qual nu-  mero furono i C^pi tutti , e alcuni anche di baffa lega , e degl’  infimi ; a’ quali tutti fece immediate fvaligiare le cafe da’ Tede-  fchi condotti ficco ; e per sé pigliò l'oro gli argenti , le fete, e altre  cofe di prezzo ; immediate fece tagliare il capo a quattro Ufcoc-  chi , ladri , ma uomini lenza feguito , di baffa condizione e de’  più miicrabili . Fu anche Autore che in Bucati foffero imprigio-  nati da quel Governatore due Ufcocchi fuggitivi da Segna ; e ne|  giorni feguenti imprigionò , e fvaligiò la cafà ad alquanti altri  ad uno ad uno ; fece correr voce di volere lafciar in Segna pez  guarnigione cento Tedefchi , e cento nativi di quella Citih lolamen-  tc, e trafponar* gli altri in Ottofàz ; ma indi a pochi giorni gl' int-  Tom, II. ' li I prt    Digilized by Google     a5^ STORIA   prigioiuti, eh’ erano al numero di trentarei, avendo dalle lorofacohì,  e dagli amici, trovato modo di ricompetarfi , pagando tutto quello che  poterono, furono liberati T Non ardf peri egli di liberare apertamente  Vincenzo Carlinovicli , capo, e autore d'innumcrabili mali, particolar-  mente del barbaro trucidamento di tutti i faldati, e pafleggicrì della  Galea, e dell’atroce, e hera uccifìone del Sapraccomito, febben donò  grolTamentc per cjuefla caula; ma lolo gli diede modo di fi'^ire.   Fatte queue elecuzioni, mandò il Conte Cefana a parlare col Ge-  nerale Veneto, e dargli parte delle caufe della fua miflìone, e richie-  dere che foITcro aperti i palli,- folTe reflituito il commerzio, offeren-  dogli, quando dcfiderafle alcuna foddisfazione particolare, far tutto il  poflìbile, acciò la ricevelTc. A quell' uffizio il Generale corrifpofe , nar.  rande la mente della Repubblica elfer tutta volta alla quiete, nò al-  tro efla defiderare, fe non l'cfecuzinne delie promelfe fattele.- che i  Venturieri toffero tutti fcacciati; non folfe dato ricetta a’banditi; e  foOero levati i ribaldi dal nido dove ricevono comodo di offender il  vicino: che, quelle cole fatte, egli troverebbe in tutti iMiniflri della  Repubblica una perfetta corrifpondenza di buona vicinanza.- mi non fa-  peva gik come perfuaderfi di vedere melfo in opera quello debito, men.  tre le reliquie della Galea erano nel porto di Segna, c Icartigliericfopra  le muraglie, e gl' imprigionati gittflamente per quello, e per altri midat-  ti, liberati, ^uell’ uflizio non ponò in confeguenza alcun buon'effetto;  anzi i Capi gl'; tmtti di prigione Aitoiio onorati, e favoriti, partico-  larmente Vincenzo Carlinovich Ji fopra nominato; il quale, dopo effer  fuggito, gli donò, oltra le cole dette , un prigion Turco, a cut era  fiata impolia una taglia di quattro mila ducati . Non loto egli fu  richiamato in Segna , ma gli fu dato uno de' quattro Capitanati ,  e fu pigliato tn protezione di- fua Altezza Fu. pgfta m -filenzio  la traslazione in Òttolaz ; i rifuggiti alla a poco   prefero annuo di ritornare / e il Generale, dopo tfere idtlBoylftin quel-  la Cittk circa cinquanta- giorni, parti ioicp ^   conto a fua Altezza delie cofe fatte, e ricever ordme mnllielle che  doveva fare, lafciata parte dei prefidio de’ Tedcldtt che feco aveva  condotto, e Iparla fama, che Ira due mefi farebbe ritornato . Pigliò  in compaoM fua Vincenzo Carlinovich, per condarlo alla Corte, e  fargli comennare il Capitanato. Candulfe feco dodici cavalli da foma,  due carichi tra danari, e argenti,- dicci carichi dipanni; e altri lavo-  ri di leta , tappeti prcziolì , e cùmbelioti cavati , parte da’ prigioni  che liberò, e ^rte dagl’altri cbe.^ «menda il medefuno, prevennero  la mata ./ortuna , avendo .reBdutaiquclla gente piò avida alle prede  coll'inpoveiirla, aggtula impalilo di chi, ellratto dalle giumente tutto  il latte , le manda. a PUtdo altrui , acc^ fi riempiano   delle foflumze di altri'. S' ceno che in danari portò via cento cin-  qoanta mila fiorini: di quanto prezzo iblfcro le altre cofe afporiate li  parlò variamente; c, quello eh' c notabile, appropriò anche a sè quel-  lo che,, raccolto aveva de’boitini fatti ultimamente a Lufiìn, e a Col-  lane. (   Immediate dopo la fua partenza ritornò in Segna il rimanente di  quelli «h’ èrano fuggiti alla . montagna , e iodi a pochi giorni parti la  Campagoiade’Teddchi, da lui lafciata^ per mancamento di viveri ; fe   però ciò    Digitized by Google    V.    /    DEGLI USCOCCHI   però ciò non fu piuttonopretefto, cheveritli; e quello fu il fine limi-  le in tutto a quello che le altre milfioni Je’ CommilTar j hanno cotife-  guito; fe non che quello eccede, avendo non participato, come gl’ al-  tri, ma prefo il tutto, e lafciati gli Ufcocchi dirguflatilTimi, che fi  querelavano al Cielo dell’ ellorlioni fatte all’aperta, e fenza alcun ri-  guardo; e a bocca aperta dicevano ch’egli aveva potuto operare con  confidenza tutto quello che gli tornava meglio, confidato nella poten-  za del fratello, uno de’ piò favoriti Minillri di fua Altezza. Il medefi-  liao Capitano Frangipane rellò tanto difgullato , che rinunziò il Capi-  tanato, e fi ritirò alla fua terra di Novi, feben la rinunzia alla Cor-  te non fu accettata.   Ma i Minillrà Ifeaeti, dopo il facco generale delle terre di LulTin,  di Collane, c di Porpecchio, gih preparati al rifacimento de’ danni de’  fudditi, intefo l’ordine dato da fua’ Maefiò , e poi la rllbluzione di  fua Altezza coll’attuale milfione deU’Echemberg, giudicarono bene fo-  pralTedere, e afpeturo le provvilioni che folTero da lui fatte: e quan-  do intefero ch’era raccolta quella preda per ordine fuo, tanto piò lì  confermarono che convenifle veder feCto . Ma udita la fua partenza  da Segna nel modo deferitto, irritati, maICme dall’ aver applicato a  sò il bottino fatto io quelle terre, vennero in rifoluzione di rilarcire  ì fudditi colle rapprefaglie, cosi per conlolazione loro, che, veduti i  finillri andamenti, s’alìliggevano, difperati di poter vedere folievamen-  to ; come ancora per gaitigo, e per metter freno a’ misfatti; e il Ca-   S itano del Golfo, pollato nella riviera di Valofca, e Lovrana, depre-  ò quelle urre. Ritrovò tra le altre cofe alcuni maggazzini con mol-  ta quamitò di frumento, biada, e farina, che raccolta dal Contado  di Pifino, era ivi polla in rilerva, per ellòre condotta a Segna; del-  la quale riputaudo necelTario privarne quella terra, ricatto de' ladri,  nè potendo afportarla, ordinò che felTe abbruciata; e palsò l’ incendio  oltra quello che fu creduta, parte per la vicinanza degli edifizj, e par-  te per gli eccein de’lolJati, in modo che rellarono molte cale abbro-  ciate; e fu maggiore il danno del fuoco, che delle robe tolte,* le qua-  li elfendodillribuite a' danneggiati, non ballarono per rifarcirti iKlIa me-  th. Non rellò oifefo alcuno nella perfona, e leChiefc rellarano intat-  te per efpreflo comandamento del Capitano; e quantunque la princi-  pale li rìtrovalfe piena di frumento, quello rimale lalvo per rìverenaa  del luogo.   Un’altro accidente fuccelTe nella fortezza di ScrilTa, con altra no-  me chiamato Carlobago , eh' è uno dc'fcUi degli Ufcocchi dirin^pet-  to, e tre miglia Iblamente lontana da Bagof Ctuata in luogo eminen-  te della Morlaca, che domina tutta quell' Ifoia, la quale dagli Ufcoc-  chi di quel prcfidio viene dannificata , non come gli altri luoghi, al-  le volte, c con intervallo, ma perpetuamente; avendo quelli della For-  tnza comoditb, come da luogo* fuperiore, di veder dove li facciano  le adunanze dì animali , andando appoftatamente a' luoghi , e fenza  fallóe. Gli Ufcocchi che guardavano quella Fortezza , ben confapevo-  li deV^difperazione degl' iTblani , e quanto fitrrebbono Rati pronti ad  attentaW|,ogm cola, per lìberarfi, penfando di ulare la miferia e fem-  plicitò dt poveri uomini per mezzo di acquilbr premj da i loro  Padroni, ouMuoaiono un trattata doppio. Negoziarono Con ogni for-   ta    Digilized by Google    Z54    STORIA    u di apparai u di rcaltii, e promirero al Conte di Pago, che ad ua  legno ravrcbbono introdotta nel Callello. Dall'altro canto mandarono  a Segna ad avvilàre il trattato, donde fu immediate fpedito fegreta-  mente Paolo Dianifi vich con 30. Ufcocchi. Al giorno deilinato il  Conte , prefa una parte di una Compagnia di foldati , ch’era alla guar-  dia ordinaria dell'Ifola, e buon numero d’ifolani, al fegno dato an-  dò; ed elTendogii aperte le porte, lenza ufare le canzioni debite, e  folite in fimili occorrenze, molto fcmplicemente entrò il primo, e fu  feguito da tutu la gente con molta confufione: furono immediate col-  le archibulate alTaliti dagli Ufcocchi, che ulcirono dalle infidie, onde  renarono morti il Conte, e il Capitano de' foldati, e alquanti de' pri-  mi; e degl' altri parte fuggirono, e altri circondati furono tagliati in  pezzi, e reliarono morti quaranta foldati, e altrettanti uomini dell*  Ilola , perduta la bandiera cosi degl’lfolani , come della compagnia de'  faldati, le quali dagli Autori del doppio trattato furano portate pri-  ma a Gratz alla Corte Arciducale, e poi anche aH'Imperiale, per ri-  cevere premio. Quello fecondo accidente fu fentito in Segna con pia-  cere; nè è maraviglia, poiché fu operazione degli Ul.occhi; ma è  ben maraviglia che fentUfera con gudo il fatto di Lovrana , quantun-  que folTero reftati privi della vettovaglia, (perando che per quello fof-  fe loro concefla aperta liberà di Icorrerie dal loro Principe,   1 Miniftri di fua Altezza fecero gran lamento alla Corte CeOirea  per tutti due quelli fuccelD, ehtgerando il primo per l'importanza del  unno, e il fecondo pel rilpetto della Fonezza; e aggravando, che,  per elTere terra della Corona di Ungheria, era flato tentato un’atta  odile contra la Maelà Cefarea principalmente. Ma quanto al fatto  di ScrilTa tre cofe dicevano i Veneziani.- Prima, per quello, che toc-  ca gli Autori del doppio trattato, che le infidie tele a quei poveri  innocenti furono effetto della perfida di quella gente, che tempre da  nell' inventare modi di feminare dilcordie tra i Principi, per confer-  varfi nella licenza del far male : poi per quello che appartiene al Con-  te, e a gl'lfolani di Pago, che il loro hne di liberarli dalle molcdie  degli Ufcocchi m qualunque modo fu buono, elfendo per necctfaria  di^; ma il difetto di prudenza, in non faper dtfeernere un tratta-  to finto, fu alfai pagato da loto colla vita. Ma per quanto tocca i  Principi; che il tentativo, quando fofTe anche riulcito, non avrebbe  avuto fine con ofiela della Maedi Celarea : e per fede di qtu-do , nar-  tavano che nel I5pz, avendo gli Ulcocchi di Scnlfa fatti danni no-  tabili in Pago, il General Veneto aflaitò la Fortezza, e la prefe; e  pochi giorni dopo mandò a lignificare a’Commcflài; Celarci, che al-  lora erano in Segna, non aver avuto altro fine, che di gailigare gli  Ufcocchi con ogni rilpetto allaMaedli deU’Imperadore ; però mandaf-  léro altri Soldati, che Ulcocchi, per guardarla, che l’avrebbe confe-  gnata: il che quando non aveffero fatto, egli però non intendeva di  tenerla, ma l'avrebbe fpianata, acciò i Turchi non fc ne impadronif-  fero,I CommelTarj mandarono nn Capitano Tedclco che con loro era,  al quale fu coniegnaca immediate ; ficchè l’Imperadore non udì prima  la piefa, che la confegnazione , e cosi fua Maellk , come 1 ' Arciduca  Ernello, che allora governava per la minor eih di Ferdinanda, iniele le  caute dd fuccelTo,nan riputarono che loffe coatta la buona intelligenza.   Ma    Digilized by Google    DEGLI USCOCCHI ^55     tm, cucilo che m yiieuQ» er* coavci^ito : e w u ui i»»** m  fe cob impofllbile^' e «he le «ofe opecue ae',mfnifto Veneti so» M-  fero i>er neceflitìi di fjcurexza , o per ^ullo riiarcu^to de duni dp  fudditi, ccene predicaveng / poifhe non era proceduto al,cim dannolg-  ro dagli Ufcocchi, ma eia uea pigvof^iaM, e dUwne di oneUcw  intacco della riputaaiooe di fua AIuim^ la |luaU> quando non joDe  reintegrata colla relUtuzione , e con laftiare libero il  naceva effer falvan, fe non colla guerra; non manundo chi loltenel-  le la parte de’ Veneziani, rifpondendo, non eflere biu^lp> di dilcono,  ma d’infpezioae g dimollrare, fe Taccordaito fofc (lato adempiuto, ve-  deodofi tutti gli Ufcoecbi ritorngti in ^   nazioni, e incurlioni non pib per intervalli di Wpu ,  continua ferie di oSéfe; non i Qipi, ma alcuni miferi, S'“'   lÙzìati per fola apparenza, eflere de’meno colpevoli ; che niente eia  dato operato dai Miniftti Veneti, fe no" 8^*" prvocazione : u  ìucccflo delle barche ptefe efler originato dalle prede, e da altre mgiuM  precedentemente latte : quello di tovrana elfete dato una giuda corri-  fpendenza per li gravi danni di Lufm^ C Collane; eia dilazione ^r a-  (pettare, le TCctiemberg avefle provveduto, non dover pregiudic^.;  f/t il tempo ÙKcrpofto ildanno, e'J riiarcimento, che non amvòa  tje meli, poteva date nome d’ illazione d’inporia a quello che tu ^  bcimento differito; mentre vi ea mgione d’afpettar® 1 *• •*   andava pubblicamente lettera del Vedovo m "S"*»   fu-itm ad un'altro Prelato alla CorteCeiàrea, la quale attribuiva all  Eehembere la caufa di ogn’ iuconvcnience , . • i.   la Maedh Cebrea, eccitata dalle moltiplicate querimonie ^ ambe  k P*^ti, oosi precedenti b mildone deU'Echemberg , come fmeguenti  la partenza dì gnello, deMftnla di metter fine a cmi moleuo oMO-  aio comandà m fuo Gonfiglio c!« vi applicaffe 1' apirao con maggior  ac^ratczza- e fu tifiJuto di tenere una confiiltazione , nella qi^  veniflè ancora l’Ambafcbdor Veneta , accib con difculjone di ambe If  parti più beilmente foffe trovato lo fpediente. Furònoanclie rn^rn-  u in ConfinUo l’ Ambafciador Cattolico, e il Fiorentino, Minidti di  Prìncipi cerumente colmi di bonth, e giudizb, c cosi «ingiunti cm  SereiiiBimo Arciduca Ferdinando, che per fangue, e ^nith, umpoi-  feno effer più prollimi. Non è certo fc foffero inv.tar^ per «Viatori  non parendo che nè delluna, nè dell’altra gualuh Vi toffe bilb to.   In^lU Raunaiua, dopo tango dihaKimento di tag^, *  fio», fu conchiulbche, affermando una Wtte di  condii, e negando 1’ altra , hifognava vederne U venb ; e perù cho  l’impcradorc fpeditehbe immediate Comminino a Segna, P« •j?’’  cuziow aUe cofe concordate, quando nttovaffe ™   efeeuita msiù fi eSèttuerebbe in termine di un mef; Che la EepabWica pm  irebbe manèbr Miniftti ivi, non per trattare, maperap^e >.f   afficutarfi cha in acfiun conto fofte .mancato; nmeirouJo P*”    /    Digilized by Googlc    z^6    STORIA    mandar, u non ^uUlfcre, come' meglio le foITe parato ; e fn tanto  da ambe le pari? fi fofpendcflero le oflefe. Fecero iftanea gli Arcidu-  caU. che folfe dichiarato dovcrfi imendcrc lotto nome di fofpende-  ofTcfe, il celTare di tenere le terre rifirctte ; inretelTando qtiiden^  tn f-tmpenidqre con dire, non elTere dignità di Celare operare cola  U'Rnubblica teneva la Ipada in mano minacciando,  tóme fe per foni .'\^i^e. cnftringete foa Maefià ; e tanto maggior,  mente, quanto elm ipcótnIiilMfva a far fatti colla milTione di Com-  milTario. Ma daU'ahta ^He era confiderato non potcrfi fperare che  'la Repubblica condifcendelTe ad allargar comodo a' ladri di faredam  ni ma^iori, avendo tante volte veduto che mainon erano flati aper-  ti i pam fenza quella confegnenza; e che larebbe difficile farla venir  a fatto cosi importante, non dando in cambio altro che. parole: im-  peroccl)^ la miluone innanzi che il Commiflàrio aveffie eleguito con-,  fiflcva in parole, e non i fatti; e che non teneva la Repubblica le  arme in mano per minacciar Principe alcuno , non che fua Mae-  flh , fcmpre olTervata , come metiu tanu dignità ; ma folo per difen-  dere lì flelTa, e i luoi fudditi.- che le continuate dimoflrazioni diper-  petua olTervanza della Repubblica verfo quella Maeflà non lalciereb-  tono entrare Cmili conce tti ; e la virtù dell’ Imperadore rendereb-  be certo ognuno che farebbe molto folo dal fuo religiolo animo, e  per puro zelo di giuflizia: anzi,pinttoflo che potelse el'ser alcritto a  timore di quello ch'era per debito di religione, e di promelsa, po-  trebbe dar a molti maraviglia la dilazione neU’eleguirlo - I Celarci con^  chiufero che alla Repubblica fofsc rimelso il levare, o non levare le  guardie ; e folo ballar loro che operalse in tal maniera , che il  Commilsario potelse ftar in quelle terre con dignità di Sua Maeflà .   Di quella riloluzione fu data parte all’ Arciduca con lettere Impe.  riali; c lua Maeflà ordinù al luo Segretario refidente in Venezia, il  quale accompagnò con fua fpezial lettera credenziale per quello par-  ticolare, d’ efporre, come anche, dopo aver prclentata Inietterà, ef-  pofe,cbe Sua Maeflà aveva rifoluto di mandare Commilsario a Segna,  per vedere, intender, e regolare tutto quel negozio, e fare quanto  conviene alla buona vicinanza: che pregava Sua Serenità a dare que.  gli ordini le parefsero concernenti pel .buon fuccefso, ed effetto, di quel-  la fptdizione- A quello uffizio, degno della religione, e giuflizia di  tanto Principe, iu corrifpofto con lignificare al Segreurio quanto fof-  .fe grata la comunicazione di mandare Commilsario a Segna; e con  quanto maggior contento si avrebbono intefi gli effetti; aggiungendo,  obblazionc di non tralalciarc cofa alcuna, per foddUlàre Sua Maeflà,  e per far ogni dichiarazione co’ fatti dell’animo fempre diipoflo.  a con-  tinuare in buona vicinanza: e con lettera di fpeziale creanza peri’  Ambafeiadore le fece dire lo fleflb- Fu gratiflìina a’Veneziani quella de-  liberazione dell' Imperadore, cosi per defiderio di veder il fine delle  moleftie; come per efsere chiaro teftimonio che Sua Maeflà medcfima  non feiuiva efsere flato mancato ad alcun debito di csnvenicnzaquaq-  do non fu maudato alcuno a trattar col Conte Aluni, e coi CoUe-  ghi a Fiume . Diedero immediate ordine al Generale di Dabnazia  che fofse fatto ogni onore, edita ogni comodità a quello che per nome  di Sua Maeflàandafse aSegna, einqualunquealtro luogo di quelle marine.   Deli-    'd by ( -■ >Oglb     DEGLI USCOCCHI a57   Deliberò Su* Maeft^ mandare per CommiBario Giovanni Prainer,  Governator di Giavarino, pcrfonaggio di gran qualità, reputato giu-  (lo, di valore, e con riroluzione; il quale lebben fi ritrovava allora  in Ternavia per negoziazione importante (opra le cofe diTranfilvania,  lo fece andar alla. Corte, e lo fpedi con iftruaione, dcU* if   capo principale fu di vedere fe il trattato di V^nn* *t* eieguito; c  fare quello che fofle neceflarip per total efie^uaione; con ordine che  andaflc prima a Gratz, conferifle l’iftruzione coll’ Arciduca, e im-  mediate paflàlTe a Segna per l’ cfecuzione ; tenendo per fermo che  avelTe Sua Altezza lo lleflb fine, e defiderio di una buona prov-  vifiione ; e folfe per coadiuvare ; aggiungendo alle iftruzioni im-  periali le fue maggiori faciliti, e la lua fermezza.   Andò il Prainer a Gratz , e dall’ Arciduca non gli fu ^rmeflò il  palTare piò oltre; ma rifpedito indietro nel fine di Luglio con ri-  fpolla in ifcritto alle cofe da Sua Maefti ordinate; la (oftanza della  quale fu ; che non poteva aifentire al levate gli Ufcocchi, e fare le  altre cofe ricercate dalla Repubblica , mentre quella (lava armata,  per non dare fegno che lo facefie fer forza, e violentato; ma, le-  vate le armi, (irebbe pronto a far il tutto: anzi che gii aveva in-  camminate le cofe ad ottima difpofizione , avendo ridotto quel pre-  fidio , che richiedeva due cento mila fiorini per le paghe (corfe ,  fe doveva partire, a cento mila, con ifp«anM di ridurlo a molto  meno : onde , levato lo fcrupolo di apparir violentato , metterebbe  mano all' opera - Siccome il veder partire dalla. Corte Celar ea cjucl  perfonaggio con tanta rifoluzione di Ccfare, del ConCglio. Imperiale,  e fua propria, di metter fine all’ imprefa, fece tenere quello travg-  gliofo negozio, per ridotto a buon yalTo; cosi la canfa, perchè fu  rimandato indietro, diede gran maraviglia; poiché avendo confidera-  tamente rifoluto la Maefti Celare*, Principe fupremo, e Padrone  della regione, che la miffione d’ un CommiOàrio fuo non derogava  alla fua dignità Imperiale, non pareva eOervi coperta di pretendere  che derogane alla riputazione Arciducale. Non mancava chi artri-  builfe il male a’Miniftri, che, non volendo il rimedio , nè per ter-  mine di buona vicinanza , nè di amicizia, nè di colcienza , nè in qualun-  que altro modo, non potendo addutrefcule apparenti, nonaveftèro rifpetto  di dare nelle ftravaganti, purché in qualche modo impedilfero l’effetto.   Il ritorno del Prainer non fu di gufto alla Corte Ccfarea, paren-  do che folfe con poca dignità di quella Maeftà , che una rilo-  iuzione prefa da lei confideratamente , con aflìftenza, e approvazio-  ne ancora di Ambalciadori di altri Principi, e di uno 'cosi grande,  come il Re Cattolico, c fignificata anche elprcltamente a Venezia,  folfe attraverfata fenza ufar almeno qualohe colore di riverenza; e  con chi ne parlava con loro non fapevano fcufarla, fe non con ri-  ftringere le fpalle, o divertire il ragionamento.- e ficcome a Venezia  riufcl molefta , privando della fperanza conceputa , cosi certificò  che , quando i Miniftri Arciducali rimettono qualche cola all‘  Impcradore , ‘lo fanno per futterfugio , ma tutto proviene da  loro .   In quello mentre gli Ufcocchi , che fono temerarj in ogni im-  prefa , e inconfiderati del fine che ne polla feguire , fecero molti  Tom.'JJ Kk tenta-     x 58 storia   tentativi; che, per la grande oppofizione, non poterono mandar ad ef-  fetto , le non in cofe leggiere, che non meritano di edere memorate  particolarmente; ma ben occorlc quello che luole partorire la lun-  ghezza de i negozj , quando ogni minima preparazione di arme fìa in  edere; imperocché le lòfpezioni che nalcono, e la inquietudine de*  foldati, le minacce che alle volte imprudentemente cleono di boc-  ca , aumentano le diffidenze ; e il lungo negoziare caula motivi  di ofiefe ,, e le nuove offde aUungano il negozio.   Avvenne che Niccolò Frangipane , gih nominato per Capitano di  Segna, e Signor di Novi, adunò in queffa lua terra, quindici mi-  glia lontana da Segna, molte vettovaglie, e altre provvidoni; con-  dulTe quivi le armi, e le munizioni, e tre pezzi di Artiglieria del-  la Galea Veniera; e li fece mettere fopra le muraglie; e vi con-  dufle numero maggiore di Uicocchì, che diede veemente lolpetto al Gene-  rale Veneto che avelfe in trattato qualche importante imprela; e fì  accrebbe Ve fbfpezione, perché, dopo efler (iato rimandato il Prainer  da Gratz, e pubblicato che fua Altezza non alTeniiva all' accomo-  damento, andò a Segna Groffredo Stodler, al quale davano titolo  di Prendente, con numero di foldati, e aveva in compagnia il Fran-  gipane. Quefh mandò a vedere la Fortezza di Scriffa; icorfe a Fiu-  me, e a Buccari, trartenendofi in quelle regioni quindici giorni; ne  ì quali furono molte andate, e ritorni di Ulcocchi da Segna, così  verfo Scrifla, come anche a Novi , che milèro in gran timore glilola-  ni di Veglia, {limando effì ciò cfTere fatto, o per qualche imprefa iopra di  loro;o perfermarvi dentro per ordinario una cosi numeroLa guarnigione di  Ufcocchijchefc^effata unacontimiadiftruzione deU'UoU. Ne fecero gran  lamenti col Generale, pregandolo di liberarli da quel pericolo . A  quello fi aggiunfe che 1* armata Veneziana , la quale (pedo tran-  ntava di là , vedendoli quell' artiglieria dinanzi agli occhi , fi  commofle talmente a fdegno, a vendetta, c a defidcrio di racquì-  flarla , che i Opitani, confìderata la facilità della ricuperazione ,  lo efqftarono all’ imprefa. Egli , per prevenire i mali desìi nola-  ni , non fenza cauià temuti*, e per rilarcimento della pubblica di-  gnità , le cui armi erano tenute come trofei degli Ulcocchi , ven-  ne in rifoluzione di alTaltar quella terra , e Imantellarla *, e diede  gli ordini necelTarj, non loto per effettuare 1* imprela con ficurez-  21 , ma ancora per farlo fenza danno degli abitanti » Fu la terra ,  che é iìtuata lopra il mare , affaiita una mattina con pettardo ,  e Icalata così ordinatamente, che non morirono in quell* adalto di  quei dentro le non venti che fecero olìinacamente refillcnza colle arme  in mano ; rellarono intatte le Chicle , e 1’ onore delle donne *,  fu ricuperata rartiglicria , e abbattuto il Torrione ; e le mura fu-  rono in divede parti aperte : ciò facto , il luogo fu abbandonato ,  e iafeiato in podelVà degli abitanti • La fama del lucceffo , come  fpeffo avviene, paffò a Gratz amplificata , effendovi flato aggiunto ,  che foffe fiata ulata crudeltà contragli abitanti, conculcazione di reli-  quie , incendj , e diffruzione di Qiiele : rumore che predo Iva-  ì\\ , cflinto dalla verità ; poiché fi videro reflatc le Chicle cogli  ornamenti loro nell’ effer iftcflb ; c nella terra non vi fu vefti-  gio di abbruciamento alcuno ,   Ma    Digilized by Google    DEGLI USCOCCHI 2-59   Ma da quella Corte, immediate doporavvifo, fu fpedito un Cor-  riera all'Imperadore, aggravando il fucceflb; e furono aggiunte alle  querele, per qucDo accidente , altre ancora, per un'ordine dato an-  tecedentemente dal Generale Veneto, col proibire il commerzio an-  che per terra; e una fama dagli Ufcocchi liudiofamente dilfeminata,  che Segna dovelTe eOere aOaliu. Ulàrono ogni arte, affine di perfua-  dera che la demolizione di Novi folTe una rottura di aperta guerra.  Alla Cone Cefarea non la tennero per tale ; piuttolio ebbero  opinione che a Venezia, veduta la milTione del Frainer con ampie  commillioni di rimediare, e come a mezzo viaggio era (lato riman-  dato indietro, fofle (lato giudicato necefsario fare qualche motivo,  non per rompere, ma per eccitar al rimedio che (i andava procra-  (linando; non parendo che l'aver aperta la Fortezza, e 1' averla ab-, bandonata , mentre ft avrebbe potuto ritenere fenza timore che fofse  ricuperau, folfe indizia di volere pafsare pid oltre.- anzi dicevano i  Veneziani quello efsere chiaro indizio che lei mcC prima il Conte di  Pago non ebbe penliero d' occupare Scrifsa, ma di levare folo a quel-  la il poter offendere la fua Ifola.   Ma lo Stodler, e il Frangipani, quelli, peldanno della fua ter-  ra, e ambedue forfè perchi folte prevenuto qualche loro difegno, fe-  cero uffizi cos'i efficaci, che fu da Grata daa libera licenza agli U-  feocchi di far tutto quel male che potefsero; e a loro data facoltà  di levare parte della milizia di Crovazia , per fare rifentimento : per  lo che immediate in Segna rilarcirooo, e armarono tutte le b arche  al numero di venticinque; unirono tutti gli Ufcocchi fparfi per I»  altre terre della regione/ fecero diverte ù^e, ora in. molto, ora  in poco numero.- non perb riulcl loro di poter metter in efietto dì-  fegno alcaao, perchi i Veneziani ancora erano beo preparaci , e  avevano accrefeiute le lOTOforze; e quandonon potevano impedire gli  incocchi daH'ufcire; ufeici. Li perlcguitavano fenza lafciarli fermar  in luogo alcuno. ,   Di tempo in tempo cha gli avvili degl' accidenti giunfero zGrat^  furono anche di Ut fpedite IlaRctte, per dar coniu all' Imperadore de'fuc-  ceffi , con interpretazione che fofscro oifele priucipalmence inferite  a fua Maella; e che a lei coccalse mentirli colle armi; portando di-  verfe perfuafioni, per indurla alla guerra. Con tutto ciò a quella  Corte non fi defilleva dal trattare negozio di accomodamento; •  tutta la differenza era da qual capo cominciare; iltando i Celare!,  conforme alla volonih dell'Àrciduca , che s' mcomincialse dall' apertu-  ra de'paffi; e i Veneziani dal levar gli Uliocchi dalle marine: quel-  li, comendando le opere fatte dall' Imperadore me la concordia,  che farebbe (eguiu ; fe da altri non foire fiata impedita ; e la  buona volontà di far il di piò che fi poiefse con lua dignità ; efor-  tavano a corrifpondergli con quella dimoflrazione di onore ; confidan-  do oeUa fua parola, acciò potelse proleguir innanzi, fenza far crede-  te al Mondo che lo tacelie sforzato ; e dall' altra pane a' Veneziani  pareva «(tc nefsuno fi potcfse dolete e di quello ch’era (lato fatto per  difela , ei;blicarc il bando contra  41 Peuzzo co’medefimi termini da lui ulàti. Ma mentre era olirà il  Itorrente della RoCanda, confine tra i territorj Arciducale di Tric-  Re, e Veneto di Muglia, in dalle genti di quei luoghi avvertito  «he in quelle marine erano certe faline del Pcuzzo fabbi icate , e che  alla bocca della Rofanda erano fiate da chi fi fofie riedificate alcune,  uhc già circa quarant’ anni di nuovo erette, furono in quel medeC-  noi tempo tUfirutie come quelle che fpingevano il torentc lopra ■  «onfiui del vicino con gravilfimo danno. Per quelle caule il Prov-  .veditort, non -parendogli avere iàttoalfai per reintegrazione dell’ono-  refuo cqiKra . if Petazzo ; e per levar le novità fitte a’ danni di quei  «onfioi, deliberò di andare alla devafiazionc : e mentre chiamava in  •jnio una Galea,, e congregava le barche che per l'opera erano ne-  cedàrie; difcele in quelle parti b geme che col Terlatz,e col Fran-  co! veniva alla quale s’erano aggiunti altri ancora per viaggio, mof-  fi dalb fperanza di rubbare : Andò il Frovvediiote con buon nume-  io di padani, per far l’opera, e co’foldaci, per guardarli, e difen-  derli. Il Petazzo s'aflaiieò per far loro impedimento,- ma non gli riu-  fcl. Mentre però quelli fi trattenevano nelb difiruzione degli argini,  b gente di ’Tcrfatz venne in loccorfo del Pcuzzo in numero di 3000.  dalb -quale allaltato il Provveditore nel ritornarfi, eflèndo fopr^tto    Digitized by Google     DEGLI USCOCCHI ^ 6 ^   il numero tanto maggiore, non eOendo -con lui fe non 800. perfo'  ne tra a piedi, e a cavallo, dopo aver combattuto, e fatto rcnUen.  za a (juella milizia, gli convenne cedere alla forza maggiore, e riti-  rarfi in Muglia. Durò il conflitto due ore, nel quale intervenne la  morte di 12». de’ tuoi con alcuni feriti, e dalla contraria con per-  diu di alquanti mentre il combattimento durò dal qual lucceflb ina-  nimiti gli Arciducali, eflendo loro anche fopraggiunto qualche nu-  mero maggiore di Cavalleria di Crovazia , fcorfero tutta l'illria ; met-  tendo ogni cofa a fèrro, e fuoco, e depredando, e fvaligiando tutto  il paefe. Reitarono tutte abbruciate le Ville di Ofpo', Abrovizza ,  Bettovizza, e Lonchi; e in quella, ch’era aflai ben abitata, fpoglia-  rono le Chiefe, guallarono le Immagini de’Santi, gettarono in ter-  ra il Santilfimo Sagramento, per afportare la pillide d’argento. Fece-  ro l’illcfl'o ancora nella terra di Marceniglia, e ne’territor; di Bar-  bane , e San Vicenzo ; Poche delle Ville non murate rellarono eienti dall’  incurfione di quella gente , c maflime dagli Ufcocchi , che ufarono  ogn’ immanità contra le perfone, e ogni rapacità comra le cofe di-  vine, e umane: il che loro fu ^cile, effondo la Provincia tutta a-  perta, ed efpolla alle fcorrerie. Per dodici giorni durarono gl’incendj,  ne’ quali rellarono abbruciate , oltre alle terre nominate di fopra ,  Xafe , Grimalda , Rofarolo , Figarolo , Recatovi , Valmorola ,  Craficchia, Sacemo,Cerncza, e Barato, le Ville del territorio di Di-  gnano, c molte di quello di Rovigno; e pareva quafi che tutto fol-  le fatto affine di devaftare tutta la regione, acciò, combattuti poi i  luoghi alquanto minuti, fblTe loro facile occuparli, e fortificali den-  tro. Tenurono a quello effetto l’oppugnazione del GaQello di Dra-   f uch, donde furono ributtati, e colli etti a ritirarfi , abbruciato il  orgoj. Avvenne l’IlelTo alCaflello diColmo. Indi in maggior nume-  ro, con maggior ordine a bandiere fpiegate affaltarcno Ducallelli,  come luogo- di confeguenza, dove diedero fcalata,e con tutte le for-  ze tentarono l’oppugnazione; la quale durò quattro ore con. morte  di molti degli aflaliiori, i quali in fine, coflretti a ritirarfi, polero  fuoco in tutte le Ville del contorno per dove palfarano: Ma etTen-  do giunta milizia di Corfi, e AibaneG, fpediti immediate che capi-  tò l’avvito delle prime devallazioni , furono coflretti gli Arciducali  ad abbandonar l’imprefa difegnata di occupar l’I Uria; la quale i Ve-  neziani, ai efa 1’ univerfale devaflazione del paefe tutto, e gli affal-  ti de' luoghi forti, tennero per principio di guerra formale; e fi coiw  fermarono poi per quello che legul pofeia immediate : imperocchi i  Capi Aiiflriaci, perduta la Iperanza d’ impradronirfi d’ alcun luogo  munito, lafciati in quella Provincia i Villani di PiCno, e ZiminofoD-  to Aianagij Callioti da Sogliaco, e alquanti Ufcocchi, e Tedefchi  per dilcia delie cofe proprie, col rimanente della gente paflàrono le  montagm del Carlo; epe! vallone di Vermigliano entrati nel terri-  torio di .Monfalcone, che folo i nel Dominio della Repubblica oltre  al Ulonzo, tra quel Fiume, e le radici del Carlo, e fvaligiace nuo-  ve Ville; e a fette di quelle dato il fuoco, colla llellà impieth ver-  fo le chiefe, non perdonando alle donne, a’ fanciulli, e alle altre  perfone innocenti; alTaltarono la Rocca per impadronirfene , e fermar-  fi quivi; fecero ogni sforzo per occuparla: il che veduto non effero    Digilized ta» Googli    2.64 STORIA   riufcibile, e fopravvenuti foldati dì Palma per foccorfo, fi ritirarono  nel Cario.   Quelli motivi, non più di rubberie degli Ufcocchi, ma di eccelli  militari dc'Capitani, e foldati Arciducali, collrinfcro i Minillri della  RepubbUca , per ficurezza de i confini loro , fare camminar a Fai*  ma le milizie del paefe, c quei numero di altri foldati che fi potè rac-  cogliere all' improvvifo quando ogni altra colà era afpettata , falvo  che fentirc guerra in iftria , e molto meno in Friuli . Ma capitato  l'awifo a Grata , eccitò maggior allegrezza della foUta in quella  Corte; la quale qualunque volta ne’ tempi palTati ha udito avvifo  che gl’ Ufcocchi avelTcro ufato qualche notabil infolenza, danno , o  ingiuria, non fi è allenuta con parole, e con altri modi di moltrar-  ne la giocondità interna, cosi pel benefizio che le veniva in parte ;  come per l' invidia verfo il nome Veneto ; e pel defiderio di veder  che fuccedeflero mali maggiori ; eccitando ì loro Principi a’medefimi  aifetti, e a tutto quello che potelTe caufar rottura.   Ma nella prefente occorrenza, parendo loro avere ottenuto colà  da tanto tempo defiderata, l’allegrezza fu fomma, divifàndofi vana- ‘  mente vittorie , e aumento di Stato, e ricchezze immenfe. Rivol-  ti però a’ configli della guerra , fu dato ordine alle genti del Conta-  do di Gorizia, e della giurisdizione di Gradifca, che fi mettelTero in  arme nelle cale proprie: Al Conce di Terfatz, e al Francol, che  paflaifero ad alloggiar in quelle parti: Alle milizie paefane di Carin-  tia, e di Stiria, che difeendefiero ne i luoghi medefimi. Conlìgliaro-  no ancora di levar fei mila Aiduchi , che fono Villani Ungheri ,  con una paga fola , che non farebbe coflau -più di dicci milla fiori-  ni; e pel Contado di Gorizia, e territorio di Aquilefa fpingerli in  Friuli, nel paefe della Repubblica, e farli vivere in quello; penfan-  do far anche cofa grata aH’Imperadore, al quale la partenza di Un-  gheria di quella geme fenza dtfciplina avrebbe fervito a levare gl’  impedimenti, per metter in efecuzione le cole convenute co’Turchi;  e liberarlo da molti pericoli di fedizione; e a Sua Altezza farebbe  flato di mollo utile, facendo la guerra fenza fpefa. Furono Icritte  lettere all’ Imperadore con difcollarfi maggiormente dal modo del  componimento trattato , e con avvifo eh era feguiio conflitto tra  ambe le parti; nel quale ■ fuoi erano reflati fuperiori; amplificando  molto il valore della fua milizia, e pregando S. M. di prendere la  difefa di S. A. colle armi; mollnndo facilità di aver una preda, e  intera vittoria.   Ma a’Capitani, e Minillri della Repubblica ridotti in Palma, per  prendere configlio fopra la difefa dc'fuoi confini, era data molta ma-  teria di conlultazione , e difficile, avuta la debita confiderazione fo-  pra il tentativo delle genti Arciducali di foriificarfi in Monfalcone;  e avvertiti del numero di milizia di Cariniia che già era giunto a  Tolmino; che il Conte di Terfatz, alloggiato a Profeto colle fuq  genti di Crovazia, e 'cogli Ulcocchi, fi ordinava per palfar innanzi;  e intendendo che quei di Gorizia offerivano laro contribuzione con  condizione che pafTaReco il Lifonzo; e che l’Arciduca aveva fpedite  patenti per far joo. Cavalli in Audriay e ne i confini di quella  Provincia fi congregavano di foldati a piedi i vagabondi', eponderato an-  - cora    Digitized by Google    DEGLI USCOCCHI z6s   ancon il difegne di levare ì lei mila Aiduchi^ molto facile da efTer-  tuare, e molto pericolofo, pofto in opera; e attefi i molti configli  di guerra tenuti in Grata, e che il Conte di Sdrin s'era offerto di  condurre Coliuhi , Cavalleria Unghera , lolita pure alle incurfìoni , c  per queOo erano ordinate preparazioni di alloggiamenti nel Contado di  Pifino; e che in Gorizia fi erano ridotti i Capitani Imperiali a con*  figlio, correndo da più parti voci, che, quando foffero accrcfciuti du-  ^nto Cavalli Valloni, ùtti dal Ferino in Vienna, e alcuni fanti rac*  colti a Gratz, che tutti erano in viaggio, larebbono palfati nel Friu*  li; e che eli abitami nel contado di Gorizia fi preparavano, per co-  adjjuvare; b videro in necelTith di prevenire tanti pericoli, e tanto  certamente} imminenti perlocbè,coDchiudendodienereiniHato di necefìTa-  ria difeia da una imminente, e certa incurfione, che, pereifereil Friuli  paelc piano, c aperto, farebbe liau dannofìflVma; perù deliberarono di  farfì innanzi ad occupare i podi Gtuati ne’confìni di quel Contado ac»  ciò qualunque geme venifTe fode codrecta a femurfi in quello, e non  potede far incurfìone nel Friuli; e il d\ xp. Dicembre fpinte le geiK  ti raccolte a Palma, che fino alfora erano date tenute folo per foc-  correre, e proibire le feorrerie dell' altra parte, furono occupati Me-  dea, Sagra, Cervignan, Cormon&, Merian, Porpeto, ed altri luoghi  aperti lenza violenza , nè ingiuria di perfona alcuna, mandati paciR*  cameme ad abitare in altri luoghi que foli che fii modravano mal  contenti di quella mutazione; c furono quei luoghi trincerati , e  vi fu pollo (dentro, prefidio fufiìciente per difenderli , e man^  tenerli.   Alcuni giorni dopo eflendo partita quella poca guardia Arciducale  ch'era in Maranuto, gli uomini della terra andarono fpontaneamcntei  a darli ; e i^j^uìleja col terrkoiio. ^o fi diede, da lè ali’ubbìdìenza ien*^  za contraddizione di alcuno..   La Corte di Gratz, avuto avvifo che le miliziè della Repubblica la  arano alloggiate nel Contado di Gorizia, prete di qui occafionc dà  dichiarare la guerra elTer aperta; e di ciò darne conto^ a tutti i fud-  diti Aullhaci , e a* Principi di Germania amici, cosi Ecclefiallici, ce»  me fecolari, con lettere contenenti in foRania, che avendo la Repub»  blica. di Venezia inferìte diverfe ingiurie, a danni- alle terre, e lud»  diti della Cafa d'AuHria fotto colore di rifarcirfi de danni dati dagl»  Dlcoccht, quantunque gli efagerafiè oltre al dovere, fua Altezza, per  levar ogni occafìone di difparere, aveva tempre ofata intera diligono  za, per dar ogni IbdJisfazione, cosi galtiganck) i colpevoli, come mef-  tendo buoni ordini, per impedire nuovi danni; ma che i Veneziana  non crauo fiati di alcuna cola concenti.* anzi, proleguendo nelle of*  feie, uliMiainente avevano invaio il Contado- di Gorizia, e gliene ave»  vano occupata pane lenza alcun fondamento di ragione; ma con dk  fegno, e dcRderio di ulurpare Palmiì, com'era tuo ordinano cotlu»  me, e icacciare la Caia d’Aufirja d'Italia; onde tua Altezza era ila*  ta coltretu a pigliare Tarmi per confervazione del luo Stato e della  riputazione propria.* Ricercava però da cialcuno alTillcnza , e ajuto ,  per onore della nazione, e favore della Giultizia.   1 Miniftrì prelcntatori delle lettere a^iunlero il loro uffizio , e-  {ponendo in panicoiare tutte le miffioni w Commifluj a Segna, e a  Tom^ II LI Fuk    1    Digit by C'- sogU    STORIA   Fiume òz alquanti anni in qtia ; narrando fpezialmeote ì gaflighi , e  gii ordini poAi da loro/ moUrando che da' Veneziani dovevano ciTer  nimati baiUnti, perchè lenza quelli avrebbono gli Uifeocchi fatti dan*  ni maggiori, pretendendo di elTere provocati da loro.* maebequei Si*   J mori non fi erano contentati degli onelU rioicdj, infillendo in quel  olo, che tutti gli Ulcocchi foflero levati da Segna; rimedio inuma-  no, imponibile, e contrario al bene della Criftianith ; propplto non per-  altro, a hne di trovar apparente preteso, per ect^iur una guerra  contra la Cala d’Auflria; gii Stati, e le giurildizioni della. quale han  no leinpre proccurato d’intaccare, com’ è manifedo per tante Citth»  e Terre che tengono, levate a quella Sereniflìma Caia, Qhe Ugitti-,  inamente le poiTedeva prima: e quantunque, per confervare la buo*  na vicinanza, deno date dabilite da cento anni in qua diverfe capi-  tolazioni in BrulTeUcs,in Vonnes, in Venezia, in Bologna, c in Tren-  to, non fono mai date da’Veneziani olTervate ; e Xpezialmente, ieb-  bene da ambe le parti fu promcITo che i fudditi dovdTero avere per  terra, e per cotnmerzio libero, come le fodero di un’tdedo do-  minio, edi avevano aggravati i luddiii della C^la d'Àudria che ne-  goziavano nel loro Stato con ogni iorta di novìth, con inufiuti da^  z): avevano impedito loro Tulo dei mare conira quel)’autoriilt che preten-  deva iua Altezza di avere, che i iuddixi Audriacipoiedero navigare, con-  trattare, e corleggiare per TAdriacico con ogni li^rik, lenza che alcuno  potede loro contraddire; e che i Veneziani non potedero adìcurare lopra  i loro valceUi , nè in loro cau , Turchi , Giudei , e Mori  dalle forze di fua Altezza , per li diritti , e ragioni che aveva in  quel mare . £ in terra ancora , violando le convenzioni , aveva-  Bo con falle pratiche , e aduzie ridotto lotto il loro dominio la For^  uzza di Marano*, e dnalmence edificata la Fortezza di Palma nel  Territorio altrui centra le protedazioni del le|ittimo Signore dH  Territorio t   Fu anche mandato Gian Criftkao Smidlino Amhafctadore agli Sviz«  zeri, per dar loro conto della guerra co* Veneziani aperta*, e richie-  dere a quella viaorola nazione il non permettere che alcuno fì con*  ducede al lervizio della Repubblica : dal quale Ambalciadorc fu pre-  fentaca in ileritto un'elpofizione, che per tutto fu pubblicata colle  querele, e precenfioni di lopra narrate.   E per pubblicar, e imprimere ì concetti delfi anche nelle menti  de i )K>poU, fu dampata in lingua Tedefca una relazione contenente  U mededme fcule de'Principi Audriaci, querele, e imputazioni nuo«  ve, e vecchie contra la Repubblica, con difefa delle azioni degli  Ulcocchi*, con particolare narrativa di divcrfi accidenti occorfi, acco-  modata però a’medenmi lenG con molta amplificazione. £ polcia an-  cora m lingua Spagnuola fu da pedona nominata con pubblica parti-  cipazione di quel Governo mandata in luce una arttfìziola narrazione  dclieiitcde cole, e ragioni co’medcdmi concetti del dominio del ma-  re, della facoltà di corleggiarlo , della fabbrica di Palma, e in di-  fela degli Ulcocchi.   Ma i Minidri Veneziani, uditi grufiìz) eh’ erano fatti contra i lo  ro Signori , elG ancora informarono i Principi prelTo a’ quali rifìde-  vano, e altri amei delia loro Repubblica , di quei lolo che alle co-   fc   l    Digitized by Google     DEQLI USCOCCHI z6^   fe allora profenti apparteneva*, giudicando che pienamente rcItafTe giu-  ftificata la lua caula, quando folTe dimollrato ch'ella avefle prefe le  armi per neceffaria ^fefà. Erpofero in foftanza che gli Ufcocchi han-  no per un corfo di molte decine di anni diliurbato il commerzio,  inquietata la navigazione, depredate le terre de’ vicini con cftrema  inlolenza, e con ofTefa delle pcrione, fenza rifpetto diqualfivoglia qualità,  fcnza rifguardoa’piibblici Rapprefentanti, e alle pubbliche lettere: Che  oltra le ingiurie pubbliche, e i danni inferiti a’fudditi col palTareper  li Territor) della Rpubblica a bottinare, hanno molTi i Turchi a ri-  farfi centra i Sudditi di quella, e le hanno eccitate diverfe difficolth  alla Porta di Collantinopoli : die da’ Miniltri Aull/iaci fono flati ri-  cettati, confentendo loro dividere le cofe rubbate, e venderle, e do-  narle a' loro Fautori.- che non fi i veduto contra i colpevoli dimo-  flrazione alcuna, nè provvilione effettiva, per ovviare a nuove offe-  le, quantunque piii volte l’uno, e l’altro rimedio fieno flati richie-  fli, e promeffi già dagflmperadari defunti, e ultimamente nel trat-  tato di Vienna ; anzi tutte le miffioy de’ Commiffarj aver partorito  contrario effetto, avendo coll’ efempio alGcurati i ladri, che mai i  bottini non farebbono reflituiti, nè i depredatori gafligati,- anzi aven-  doli fpogliati, e refili piCi bifognofi, e avidi alle prede: ch’è colà in-  degna, contra ogni ragione divina, e umana, il foftentare gente cosà  perverfa, e nimica della pace, e quiete: che da alquanti anni è flata  fatta alla Repubblica una occulta guerra col mezzo di quei ladri nel-  le fue acque, Ifole, e marine del Quamer, e della Dalmazia; nel-  b quale, oltral’effere fiata difertau la regione, e diflurbati i commer-  zj, il Pubblico ha fpefo ogni anno non meno di quello che fi fareb-  be fitto in una manifefla guerra.- e che finalmente, veduu la rifo-  luzione deUa Repubblica a volerfene liberare, U guerra occulta fi è  convertita in una iQoffa di arme manifefla con molte provocazioni,  e oflilith inferite prima nell’Iflrb, e poi nel Friuli: per le quali, e  per rifpetto delle molte prowiConi di arme ridotte in quei confini,  i fuoi Capi di guerra fono flati coftretii , per ficurezza dello Stato, e  per difefa dalle rubberie, e ìncurConi che loro erano minaccbte, e  preparate, fpingerfi innanzi, e alloggiarfi in polli Ccuri pih prefló al  Lifonzo. Non aver avuto la Repubblica in tutte le azioni fiie paflà^  te altra intenzione, fe non che le promeffe le faffero olfervatc; e k  foffe finalmente corrlfpofto nell’ offervare una buona vicinanza co'fat-  ti , e non con iole parole , per tanti anni efperimentate len-  za effetti; e le cofe fue reltaffero alficurate: il che quando foffe efà  fettuato in modo, che poteffe avere certezza di buona vicinanza , cor-  rifponderebbe interamente, ritornando le cofe nello flato di prima con  ogni fincerità. Fu anche divulgala una fcritimra in forma di manif»  fio con fuccinta relazione delle frequenti rubberie', ingiurie, e cru*  deità degli Ufcocchi , e del conlcnlo. , anzi della participazione de’  Mìnillrl Arciducali, e del mancamenia de’ Principi a porgere i debi-  ti, e ptomeffi rimed); e gli artifizj co’ quali tòno fiate delufe, anzi  derife le querimonie delU Repubblica e fu traitenuia dal provvedere  all' indenti^ fua colb forza. Per quelli mezzi reflarone divulgati per  r Europa iffi folo i motivi di guerra, ma lecaufe loro ancora colle  ragioni, e prcmtCpai delle pani; onde cufeono fecondo ' b pror  Ttm. Ù. LI a pria     r"    % 6 % SI T O R I A   pria pcrfuiftoné, è inclinazione afpetrava Tcfito, c difcorreva dell^  èiuftìzia, ' >.   A favore d’Auftrra, poiché gli Ufcocchi nòh potevano cITcr ftufa-  ti , le cólpe loro erano alleggerite con dire, che clTetido in padc ftcrilc,  e fenza paghe, non potevano altrimenti vivere, che dclìotuni; non peri  di quello poteva efler attribuito colpa a fua Altezza , che Icmpre gli ave^  va proibiti centra ’Criftuni; e che non poteva fare di piu, quando non  tveflè voluto tentare di fcacciarli tutti colle mogli, c co’figUuoli , e vec-,  chi ; che (arebbe (fato cola inumana: oltra che farebbe (lata impoifibile  mandare ad eflèito, clTendo quella gente fiera, c indomita, c in pae*  (e di accélTo difficile: e quando bene folTc riufeito lo fcacciarli, fa*  rebbe (lato con difervigio della Crillianit^, alla quale era utile che  fi conlcrvafTe queirantemurale contra gl’infedeli. Che a* Governato*,  ri, o Capitani di Segna non potevano effer imputate a colpa le u*  feite pcrmclTc loro nel mare, pferchè un capo della commilfione che  fua Altezza dava ad ognun Capitano era formato con oueffe precife  parole: Non pèrmetrfraì che JM fatto alcun pregiudezio alia ^iurtfdÌT^io-  he nojha nelin naitigaifone ai quel tnare. E poiché altri non cranq  che poteflero mantenere quella giurifdiziorie , fc non gli Ufcocchi,  fi poteva dire elTere in facoltà del Capitano proibir Tulcita.* fe  jpox ttfeendòv facevano dei (naie, la colpa era della rtiala confuctudi-  «e loro , non di chi fe ne valeva a bene : cosi avvenire in ogni luo-  dóve i foldati dannificaho i popoli; nè però aferiverfi a colpa  del Plihcipc, o del Capirano, collretti a valerfi dell* opera loro. Ma  ^chè parevano tjuéfle giuflificazioni aver bifogno di c(Ter appoggia*   «d altre di maggior apparènza 1 acciò folTcro portate s’i, enepotef*  fero ^effer approvate, le accompagnavano per loftcniatnento colle prc*  \enfiohi vcctÀic delle convenzioni non fcrvate , de* (udditi aggrava-  ti contra i mpatti , della navigazione libera non concelfa, delle tet-  te póflèdute dalla Re^bbUca^. ite erano d’Aultria, nominan-   do parte del Contado di *^Gorizia’,* C *Màftino, uliimamchte dopo le  convenzioni (òttoihd!^, e Palma nel diltreito Auffriaco edificata ;còi\  Quelle fortificando le proprie nella caula degli Ufcocchi, e che (ola  fi trattava, '   Ma per dìfefa de’ Veneziani difcorreva , che nel panicolate degli  yicocchi ti poteva dire Iquanto ognuno voleva per iteufa dc’Govcr-  tetori, c di altri, che fìnalm ente rutto fi rilolveva con urta fola pa-  òhe la caufa era di ladroni abbominevoli a Dio, e agl* nomi-  *%ii; ^He flon folo il proteggerli, ma anche il fopportarli, c il parlar  % faVófe Cosi di loro, come di chi li fomentava, è tollerava, era  \co(a it^egna ; e che la vcriA fi poteva tene palliare con àp*  |Ktrenza di parole -, ina in lóffanza fi vedeva ben chiaro la differen-  za elTcre, che unà parie dimandava di viver in pace, Taltra voleva  foffentare ladroni a fpefe altrui. Che al rimediare alle (celleraggini  loro coti levagli da quelle ma'rine non fi poteva dare titolo d’inuma*  flirti , eflèndo ufhanità grande verfb, ì miferi vicini, e i navigami,  Kht da lóro 'erano (pogliati , uccifi , e coh ogni barbara fierezza trar-  rti. Che il levar lóro la comodici, e l’occifiohe di rubbarc eraler*  vizio divino, c benefizio loro, cóftiii|gertdoti ad iftenerfi dall’ offende*  ^ lua divina Maeffb: bendt^ «fipckhb de’ loro figliuoli, togliendo^    Digilized by Google    DEGLI USCOCCHI 165   |()rq il comodo di allevarli nella itieddima {imfelinotie efccrandt; ^  levandogli dallo (lato di dannazione in cui fi Mantenevano effi, i 8,  gli, e le mogli, e ogni altro abitante di quella regione. Che non  fi poteva lenza ingiuria della verità dire che le donne, 0 glcuno dt  loro foirero fenza colpa, poiché quelle hon fapevanti che cofa fb/Te  ago, o conocchia, ed ergqo incitamento a' mariti di fornire cafa col  fangue alimi . Che gl’iftefli Religiofi nelle pubbiiche prediche efertavanq  alle mbberie ; che del rubbatq le Chiel'e ricevevano la decima . Che in  Segna, e iq rutta quella regione le pib onorate famiglie erano quel-  le che da pid difcoda eù traevamo Argine dg una continuata dircenden-;  za d’impiccati, ovvero uccifi nell’eferciziq del ladroneccio. Che alti-'  tolo d’ impoRìbilith era nuovamente inventato , e troppo' apparentemen-.  te alieno dalle cole vedute; perchè, fe iólse impolfibile,' non fareb-  be flato tante volte promelTo. da due Tmperadori defunti ultimamen-,  te .• perchè nella fcrittura del trattato di Vienna' non fi feusè Ina Al-  tezza, della dilazione di rimoverli tutti per impqflìbiHth, nè tampoco  per. difficoltà, ma diSè per non parere di farlo, coll retto. Chela pot  fibilith, e fàcilith, t r utilità anche fu, mofhata dal Habatta; il che  elTendo (lato da lui feoperto contra rintereffe di chi voleva mollrare  impoffibilith , gli coflò la vita. Se il levarli di Ih folTe di danno al  Crillianefimo , badava dire che, per cauta loro, veniva ogni giono  minacciato da’Turchi di fare cofa che avrebbe meda in pericolo.,  non foto la Dalmazia, ma la Puglia, la Romagna, e tutta l'Italia.  Che il confervare le pretenfioni del proprio Principato non era cbfa  riprenfibile , quando non fofliiro volontarie, avelièro, qualche aj^taiea^  za di giudizia; ma il volerne acquidarè, e mantenere le inmagiim.  rie a fpefe , e con danno del vicino amico , era cofa di chi reputava i pro-  pr; appetiti regola della ragione , e della Giudizia . Che del male fat-  to da^oldaci a'proprj, liidditi il Principe aveva da rendere conto a  Dio folo; ma di quello ch’era dato a’iudditi del vicino, era in debi-  to di renderne conto al danoificato; che poteva anche, feconlo il di-  ritto delle gemi, rifare con rapprefaglie . Che l’attribuire a diicem  di cacciare la Cala d’Audria d’Italia le azioni della Repùbblica , Sm-  te per Uberarfi dalle inginrie , e moledie di quei ladri renduti incor-  rigibili, e intollerabili, era contrario a tutto quello che aveva veda-  lo il Mondo da'fucceflt di più centinaja d’anni, in qua; neflano de’  quali aveva modrato nella Repubblica avidità di dominare; ma bea  rdbluto animo di mantenere quello che Dio le aveva donato. Non  mancavano ancora di quelli che difendevano le azioni de’- Veneziani  ne’ tempi palTati, fodentando che mai la Repi^lica non aveva mof-  la guerra ad alcun Principe Auftriaco, ma' folo. provocata prima,  era data codretta a difenderli . Che farebbe molto difficile da mante-  nere. che il Contado di Gorizia , apperfcnentelalla Repùbblica per 1»  motte dell’ ultimo di quella Cala, non fofre dato occupato lenza bu».  na ragione. Che Marano particolarmente, foprail quale facevano, rame  parole , era dato dal Re Francefeo Primo di Fnncia con ragione g>u*  da guerra occupato , e per più anni difelò. comra le forae di Culo  Imperadcd^, e di Ferdinardo Re de'Romani unite, nnici anche i fa-  vori della Hh^nbUma. Ma quando l' elpugnazione parve impoffibile,  e fucceflè pcrìedftelie cadeflc in mano di Principe, la cui vicinatnn   in    Digilized by Google    DEGLI USCOCCHI   gazione h reciproca, e debbono eflér trattati gli Aunriaci nello Stato  di Venezia come i fudditi Veneti negli Stati Auftriaci; ma ben ve>  dcrìì in quelli tempi in fatto, per non andare troppo lontano, che  nel fola dillretto di Trieile fono aggravati i Negozianti Veneti pib  de'fudditi AuHriaci incomparabilmente; poiché quelli per alcune mer-  ci 15. volte più , e per altre fino a ì 6 . volte tanto come quel-  li pagano, cosi nell’ afportarle, come nell' introdurle nel paefe. Ma  eh’ era ul'cir del cafo , e confelTare mancamento di ragione nella cau-  fa degli Ufcocchi, il paflàr in altre materie; e tanto più, quanto in  quelle non fi poteva dimandar efecuzionc di cofa decila, dove quella  degli incocchi era ponchiula con accordato, e promilTioni.   Ili quelle conirarietV di gSltri, e di dilcorfi a me non conviene  il dare fentenza , né da qual parte abbiano origine i motivi di gue-  ra, ni quale d> effe fomenti caufa giulla; ovvero nelle antiche oc-  correnze fi fia portata con mancamento, ma bensì, come aggiunto,  e lupplito alla Storia dell’ Arcivelcovo di Zara, affine di lommini-  ftrare materia, per ibrmaro (ano giudizio -fopra gl’ accidentu moder-  ni, oiiginaii dagli Ufcocchi; cosi mi .vedrei invitato dall’oppartani-  th, anzi dalla neceOìtì dèi mio Atie coftreito a-telTerc una: bitve, e  vera relazione delle guerre, e convenzioni, oflervanze , ed inolservan-  ze delle capitolazioni per li tempi palsati occorfe tra quelli duePo-  tentati; e in quella occafione rammemorarle , e rawiluppatle a colle  prefenii , fe la Iperanza di vedere ben prello rinnovata la pace , c  miona intelligenza tra i Principi , e la uanquilliih de'fudditi, non  pii fàceite credere che làrebbe opera fuperflua, e importuna.   I L F I N -E.       Digitized hy CìoogL    ALLEGAZIONE,   OVVERO   CONSIGLIO   l''N IURE   di Gl. Corndio Frangipane J. C.   ftr la 'uiueria navale contro Federigo J. Im^adi/re, eJ  Alto di Papa Alejfatidro III.    PROPOSTA DA aRILLO MICHELE    per Dominio i^Ia„Screniflìma Repub»  blica di Venèzia fopra   il fuo GOLFO,    CONTEA ALCUNE SCRFITURE  DE'NAPOUIANI.   {    Digitized hy    SOMMARIO.   1 TNtcnzion deirAutore di difender l’attcftazione che della Sto-  X ria di Papa Alcflandro fa la Sedia Appoltolica nella Sala Re-  gia, e la Repubblica in quella del maggior Coafiglio.   2 Autoritli che hanno gl’inferiori di buon zelo neirerror de’ Mag-   giori •   3 Dilcordia degli Storici circa la venuta di Papa Alcflandro a Ve-   nezia in che confìfla.   4 Modi Averli di provar una Storia*   I. ISCRIZIONE DE’ MARMI.   5 Stilografla deferive le Vittorie nelle colonne , e in altri marmi   pubblici.   Efempio di quelle di Augufto, di Irajano , ejdi Antonino , num.17.   4 Vittoria navale de Veneziani contra Federigodeferitta in un mar-  ino antico pubblico dove è intravenuta.   Opere pubbliche fondano le Storie.   7 Colonne , c pietre pubbliche fanno fede certa di quel che è   fcritro in elle.   8 Ifcrizioni pubbliche inducono il notorio , non eflendo contraddet-   te, num. 25.   5) Ifcrizioni pubbliche contraddette, num. i6.  rp Pratica di contraddir alle memorie pubbliche pregiudiziali im-  parata da’Greci.   ti llcrizioni nc’fepolcri non s’intendono pubbliche^ ma private *  nè fono affine di memoria pubblica y quando vi fono denuo 1  cadaveri.   12 Ifcrizioni deTepolai , fe non fanno prova certa, fono admini-  colo di pruova*.   (3 Maraviglia vana del Sabellico , perchè nel fepolcro del Doge  Ziani non fia fatta menzione delia vittoria navale contra Fede-  rigo .   Ragioni che ne’fepolcri de’ Principi , e Capitani non lì fuol far ,  menzione delle lor vittorie.   Sepolcro del Doge Andrea Dandolo fenza narrazion delle fue  imprefe.   14 Ulo de Dogi antichi, di non aver iferizione ne’lor fepolcri «   15 Sepolcro del Doge Andrea Contarini lènza menzion delle fue   imprele, cos^ di fuo ordine.   16 Mctid.'icio di Giorgio Merula neU'Epitaflo del Doge Ziam a S. Giorgio   maggiore.   H. PITTURE.   17 Stilografla che fa fede pubblica delle vittorie è anche la pittixra.  Vittorie degli Antichi ordinariamente defcriite in pittura.   18 Pittura è orazion che tace , ed è di maggior efficacia nel ri-   cordar, che la orazione.   Tomo il.    Mm    19 Pit-    1    \    2-74   ip Pitture pubbliche della Storia di Papa Aleflandro in Venezia ,  in Siena, in Germania, in Roma nclLatcrano, nella Sala Re-  gia del Vaticano di quanu efficace fede fieno da per loro.  (P^'Ilcrizione (otto la pittura del Vaticano.   IO Congrcgazion de' Cardinali ifiiinita da Pio IV, per canonizzar  la veriib di detta Storia avanti che fì dipingeflc nella Sala Re-  gia da Giiileppe Salviati,   at A’ Principi liberi fi dee creder, ne’ quali non cade mendacio,  aa Dio non lalcia, che la Chiefa s'inganni per le male confeguen-  ze, che luccedercbbono.   a3 Repubblica di Venezia , che dica falfith affermano i Giurecon-  fulti, che fia bellcmmia a peniate, non che a dire.   Z4 Conluetudine di creder alle fcritture della Repubblica dove fi  tratta anche del luo comodo, Autorità del Cardinal Tofco.   2 $ Pitture non contraddette dagl' intereffati inducono il notorio.  a 5 Contraddizione di Federigo alle pitture fatte far da Innoc. II.  nel Laterano.   27 Intelligenza del verfo d' Orazio fopra la licenza de' Pittori.   28 Effetto mirabile che operano le pitture a’ lifguardanti , autorità   del Conc. Nic. II. ‘   III. C R O N I e H   2p Croniche fanno fede di quel che narrano quando è folito , che  lor fi pretta fede.   30 Croniche che narrano la Storia di Papa AlelTandro conformi al-   le fuddette ttilografie.   Cronica Delfina, e Sanuta.   Cronica del Doge Dandolo allegata dal Cardinal Baronio.   Cronica Alexandri/ fuo Sommario a S. Ciriaco^ in Ancona , ed  a Parenzo,   Cronica amica ritrovara nel Monatterio delle Vergini, num. 33.  de' Ginonici di San Salvator, num. 75. Generale dell' ordine de’  Canonici Regolari, num. 32.   3 1 Epittola del Vefeovo Capitenfe fcritta al Doge Giovanni Delfino   già anni 300. in circa, che fa '1 tranfunto di detta Storia da  un libr   100 Libri fenza nome d’ Autore non ancora ricevuti fi chiamano  apocrifi, e non fi debbono leggere.   101 Libro fenza titolo è come uno Strumento, lenza nome del Noe  tajo, che lo ha fcritto, però non ha credito.   tea Autor quando non vuol fodentar le cole, che dice nel libro  lafciato fenza titolo , non può un altro fondarli sò detto libra  per foficntarle efib.   103 Vangeli co’l nome d’ alcuni difcepoli, che furono prefenti agli  atti di Grido rigettati come Apocrifi.   104 Libro di Romualdo prodotto dall’ Avyerfario ha molte, e gra-  vi oppofizioni.   105 Stnanenti imperfetti non hanno nome di Strumenti, e non fi  rilevano in pubblica forma.   lei Volumi del Cardinal Baronio quando fodero imperfetti non fi  potrebbono legger per le cofe, che dipoi tante volte muta, e  rimuta.   107 Romualdo Autor allegato dall’ Avverfario facendo menaion d’  ecclide del Sole nel legno della Vergine, che accadede ai tem-  po della pace con Federigo prende grave errore, che lo dóno  Ara poderior al Belluacenfc.   log Regola legale per accordar gli Storici quando difeordano in un  atto iterabile.   Autorith , e precetto di Sant’Agodino fopra i Vangelj quando pajo.  no dilcordi.   lep Storie che parlano della venuta di Papa AleOTandro a Venezia  incognito fcrivono, che ciò folfe avanti la vittoria fuccellà nel  ii7d.   Storici che fcrivono della venuta di Papa Aledandro trionfante,  per quanto allega lo deflb Avvcrlario, dicono, che folfe nel  1177.   L’ Avverfario per la regola legale aveva obbligo credendo a’ fuoi  Storici di dire, che due fodero date le venute di Papa Alef-  fandro .   Regola legale fopra gli atti iterabili in altre controverfie Pontifi-  cie gl. in cap. fi Petrus 8. q. i. 1 . j. C. de fum. Trin. Card.   Bellarm.      Digitized by Google    2-79   ^Ilarm. de Romano Pontifice lib. a. c. 6 , verf. non (amen  ral. dij.   XIII. VERISIMILEI.   fio. Argomento dal verilimile della venuta di Papa Aleflàndro a  Venezia per rifugio.   Ili Luoghi diverfi ricercati dal Papa per falvarfi .   Ili Venezia fatta da Dio Cittì di rifugia per ialvezza dell’Italia  ' contri ’l furor de' Barbari.   1 1 3 Venezia Paradifo di delizie dove i Papi ed altri Principi rifug-  ' giti non hanno piii defìderato ni il Principato perduto , nè 4   Patria.   114 Auioritì de’Giureconfulti fonllieri.   Autoritì del Petrarca, e d’altri.   ilj Veneziani difendono Papa Gregorio II. e la venerazion delle  facre Immagini contri Leon Imperador Iconomaco .   116 Cardinal Baronio in lode de’ Veneziani per la difefa del Papa,   ' e delle Immagini, e per la lor religione.   117 Chiefa di San Marco carica di fante Immagini come trionfan-  te contri rimperadore.   118 Certezza della Storia di Papa Gregario fa argomento verifmi-  le di quella di Papa Aleffandro.   XIV. VERISIMILE E SEGNO IL,   lip Papa Onorio onora i Veneziani con titolo di Repnbblica Cri-  ftianilTima per difender la Religione, per la qual fempre crebbe.   110 Trionfo della Chiefa per opera de’ Veneziani fopra Federigo la  vigilia di San Jacopo a’ 24. Luglio 1177.   Dall' ora in poi i Veneziani nel mefe di Luglio ebbero da Dio  fingolari grazie.   111 Mele di Luglio per avanti infaulio a’ Romani , ed all’Italia  per diverfi infortuni ^be occorrevano.   Circuito d’armonia di Platone, che in certi tempi altera le Re-  pubbliche come ne’ giorni decretar] , ed anni climaterici i cotw  pi umani.   Ili Romani rotti due volte nel di XVII., di Luglio; nel XIX. due  volte Roma abbruciata; oflervazione di Cornelio Tacito.   113 Due volte il Tempio di Getulalemme abbruciato nello ftelTo  giorno di Luglio , che ora cade nel d’i di San Jacopo; ofler-,  vazione de'facri Canoni, e di Giufeppe,   114 Chiefa di San Jacopo prima fondazion di Venezia per occafion  di voto per cflinguer un’incendio.   113 Allegrezze, e felici avvenimenti alla Repubblica dal 11-7. in  qui nel mefe di Luglio, nei quale indi ad anni 24. ella fe-  ce il primo acquifio di Coliantinopoli .   (id Argomento della vendetta della morte di Crifio dal tempo  mcdefimo, che intravenne f eccidio di Gerufalemme dopo anni  quaranta, ed altri efempj.   117 Pri-    Digìtized by Google    z8o   J27 Primo di Luglio celebrato da’ Veneziani per la fella di San  Marziale, nel qual ebbero diverfe vittorie.   128 Fella della Maddalena per Tacquiflo fatto nel concluder la  Capitolazione di pace co’ Genovefì ; della qual Angelo Aretino  nel conf. 2Sp.   I2p Fano d'arme del Taro adi 6. di Luglio, nei qual fi ccuninciÀ  a ricuperar T Italia dalla man de'Francefi, e la preda che da  efla gloriofi portavano via.   130 Prefa di Colfantinopoli la prima volta adì XVII. Luglio nel  giorno di Santa Marina.   131 Feda di Santa Marina celebrata, nel qiul giorno la Repub-  blica acquidò due volte Padova , e diè principio ad acquidar  il redo dello Stato occupatole dalla Lega di Gambrai.   Parole della parte di celebrar detta fedivith.   132 Prefa di Cadiglione, e Lodi dopo Tettava di Santa Marina ,  che cade nella vigilia di San Jacopo.   133 Capitolazion tra Collegati dove fi conferrnano gli Stati diTcr-  ra ferma alla Repubblica fatta adi 2p. Luglio 1523.   234 La Serenidima Signoria vifita folennemente la Chiefa del Re-  dentor la III. Domenica di Luglio , nella qual la Citt^ fu lù  berata da una orribile, ed inaudita pede.   135 Repubblica riceve vittorie, cd altre allegrezze da Dio nel me-  fé di Luglio in fegno di remunerazione d^l fetvizio predato a  fanta Chiefa in detto mele.   1^6 Domenico Memmo, Procurator di S. Marcp, uno de’Capitani  di galea che combattè nella giornata contra Federigo.   137 Filippo Memmo, Dottor, guidò Otton prefo nella giornata  navale al Padre, che lo fè venir 3 Venezia ad umiliarfi la vi-  gilia di San Jacopo,   138 Dio non ceda di dar premj a’difcendcnti difeendendo in edi   S er ragion ereditaria la virrii, e meriti de’Maggiori.   Sercnldimo M. Anronìo Mommo rapprcfcntantc ,i fuoi Mag-  giori col merito , e colle virtù cfercitate ne’ fupremi carichi  della Repubblica.   140 Creato Principe la vigilia di San Jacopo miracoloramente, nel-  la quale per opera de’ fuoi maggiori Papa Aleffandro pofe il  piè fui collo di Federigo.   141 Portato fuora il dì feguente dal luogo dove Papa AlefTandra  fece il detto atto trionfante a Ipargcr oro e argento con /in-  goiar applaufo di tutti gli ordini della Cittk.   142 Dio ha voluto dar fegno di raccordarfi del merito pel fervigio  di Santa Chiefa.   Efempio che di quanto ben fi opera fi crafmecta il merito an-^  che 3 i poderi ben lontani.    // del Sommario^    PER    Digitized by Google    ^8I   PER LA storia   DI PAPA   ALESSANDRO IIL   Pubblica nella Sala Regia a Roma , e nel  maggior Configlio a Venezia,   ALLEGAZIONE   DI CL. CORNELIO FRANGIPANE J. C.   Contrd h narraj^one contenuta nel Duodecimo Tomo degli  Annali Ecclejiaftici .   Deus aferiat labia mea ad veritateìi.   Leu NI penfano fottrarre alla Sereni/Tima Rc>  pubblica di Venezia il fondamento delle Tue  prerogative ) fé impugnano la veritk delia Sto>  ria di Papa Aleflandro III. venuto qui profu*.  go dalla perfecuzion di Federigo I. Impera-  tore, rimeflTo in Sedia, dopp la vittoria na-  vale centra quello ottenuta dal Doge Ziani .  Nel che quanto s*ingannino ognun potrb ve-  der , c coaolcer dalla noiira Allegazione del  Mar Ubero fcritta centra il Valquio , e Ugon Grotto , Auto-  re del libro intitolato : Mare liherum * e centra altri : tanto  ancora s'ingannano, negando quella Storia, dove, in vece dì acu*  tezza d’ingegno, cortezza, e ^arlitb ne mollrano • Alcuni con  femplicc narrazione diverfa, altri con alTai poco penetrar di pen-  na, ma a guila di Scorpione, la pungono; altri fcrivendo, non  mano, ma calcio par che adoprino, cosV l^n calpedano. Aperto  morte la impugna 1* Autor degli Annali Ecclefìadici , collante-  mente, intrepidamente tanto, che egli, come foldato gloriolb ,  avanti che combatta , Tuona la tromba , vantandoli di doverla  far conofeer una impodura ; quafì , per ingannar il mondo , Te  l’abbia fìnta; e dice di proporre una pietra Lidia da paragone ,  per conoicer la veritb dal mendacio. Ma fe fìa tale, o elitropia  del mugnone, efamineremo nella prelente Allegazione. Non re-  do però di compianger PAutor in molte parti de’ Tuoi volumi ,  che, ùtrovatafi una teda come di acciajo a tanta fatica di Icrit-  tura, Opera già grandemente defìderata ( come riferifee il Ca-  rio ) da’ Padri nel (acro Concilio di Trento; dovendofi impiega^v  re in avvivar' le memorie di fanu Chiela, e de' Tuoi Fedeli, e  Tomo IL Nn devoti,     Digitized by Googli    z8% ALLEGAZIONE   col raccontarle cofcfucccfle, come è oggetto de gli Scrit»  tori delle Storie; fi è affaticato in alcune fcriver contra il co  appiglia alla narrazione di due Autori uovati da nuovo , con-  temporanei ( com' egli dice ) del fucceflb ; 'uno i lenza nome , che  [crive i fatti di Papa Aleflàndro ; l'altro i un Romnaldo Arcive-  fcovo di Salerno, che fcrive le Cconicke del Mondo; i quali Au-  tori dice anche elfer Dati prefenti.- parò gli elàlta come tedimonj  maggiori di ogni eccezione, che lor non G pofla dir in contrario;  da’ quali cava che Federigo I. Impeindore l’anno precedente, che  fu del tipd., vinto con gran (Irage da’Milanefi, non Papa Alelfan-  dro , ma eUQ era che fuggiva ; e ili quel che mandò a dimandar  pace al Papa in Anania; e che il Papa, aifcntendo, non profugo,  .ma trionfante venifle a Venezia accompagnato da tredici galee dd  Rè di Sicilia , che lo conduBcro pel mar Adriatico in lllria , e  poi a San Niccolò del Udo, dove il Doge Ziani io andò a le-,  ^ar, e io condulTe dentro a Venezia: indi che andalfe a Ferrara,  e poi tornalTe, q che trattalTe coi Minillri Imperiali la pace ; vi  venifle l’ Imperadore , e che la vigilia di San Jacopo andafle alla  Chiefa di San Marco a baciar il piede al Papa; il quale il di fe-  guente a richieda dell’ Imperadore cantalfe la Meda , e fermo-  neggiade in un pulpito ; e le parole che Latine diceva , acciò,  r imperadore le intendede , un Prelato gli replicava in Tedefeo ;  e vi narra di mofebe, e zanzare , e di altri liroili particolari  accaduti , e la dimora , e la partita de’ detti Principi . Que-  di due libri vuol che fieno una pietra Lidia da conofeer la ve-  rich dal mendacio delle cofe che narrano le Storie Veneziane . Ma  quelle per principale , e in fodanza, dicono.- che Papa Alcdan-.  dro fuggidc incognito per fua compiuta ficurth a Venezia che  per lui , divotamente ricevuto , la Repubblica mandade Am-  Mfeiadori all’ Imperadore per uffizio di Pace : che non folo non  la conccdcde , ma che m andade un’ armata verfo Venezia , per-  chè gli fi dede nelle mani il Papa ■* che la Repubblica ar-  malTc , c gli mandade il Poge Ziani contra : che combattede ,  che vincede, c che menade cattiva l’armata con Otton Figliuolo  dell' Imperadore, che ne era Capitano, prigion a Venezia : e che  egli , mandata con compagnia di Senatori al Padre , fodc mez-  zo di coochiuder la Pace : che 1’ Imperador venide a Venezia a  geitarfi a’ piedi del Pontefice, il quale gli mettede il piede fui collo,  dicendo le parole del Salmo Super afpidem &c. che l’impeiadore gli  Tomo II, Nn z rifpon.    Digiiizeri l .y Google    ?.84 ALLEGAZIONE   f irppndefTe che ’l Papa gli replicafle, per la qual azione folTe  iHituita la folennick di Spofar ogn’anno il Mare. Narrano anche  la conccITtoD delie infegne che in cerimonia la Sereninima Signo-  ria porta, e delle Indulgenze: ma il lodo che vorrebbono elpu*  gnar è la vittoria ottenuta centra l’Imperadore; chelaltre circo-  Hanze poco rilevano, fe non in quanto che Ibno adminicolo del-  la prova principale.   4 £ perché a provar le vittorie li fbgliono allegar opere pubbli-  che de’marmi, o delle pitture , dove, lucccfle, dcfcriverfi fogliono,  o Croniche, o Storie, o felle pubbliche, ofatna, che, correndo,  e Tuonando, a guila di fiume, nella poHerith fi diffonde, e ne  perpetua la fede, e la memoria loro; benché una di quelle at*.  tellazioni ci ballerebbe, le addurremo tutte; così ben e fondata  la verità di quello iucceiro; e mollreremo che gli Autori i qua-  li pare che ferivano fin in contrario, ne prellano il confenfo, da-  to anche che fufTcro legali, e degni di tffer creduti.   5 La prima pruova fi chiamava iStilograha, che é, quando, fuc-  celfa la vittoria, fi delcrive in colonna, o altra pietra che fi  mette in pubblico. Quello titolo predò a'Settanu Interpreti ha  •1 quinto decimo Salmo, dove Teodoreto dice: Columna Vincen-   „ TiBUS quoque nigitur ceeUta Uttem nefcìentibus , viCiorism^ indi-  ,, ctmtibus • Come anche ordinò Augullo, che le fue imprefe fece  fcriver in colonne di mecalb avanti il Tuo Sacrario. Se ne veg-  ^ gono anche di altri Impcradori , e Re per tutto il mondo. La  vittoria contra Federigo l'abbiamo dcfcriira in una pietra a Salbo-  re affida alla Chiefa avanti la quale fucceffe la giornata: le let-  tere fono antiche ; e quando fu polla , 1 ’ Iflria era nel tempora-  le fotto il Patriarca d' Aquile)a .* in ella i feguenti verfì  leggono:   Hbus, porut. 1 , celebrate locum cìuem Tertius olim  Factor alexander donis coelbstibus auxit.*   Hoc ETENIM PELAGO VENRTAE VICTORIA CLASSI  DbSUPER ELUXIT, CECIDITQUB SVPBRBIA MACNf   Indvpbratoris Federici, rbddita sanctab  ECCLESIAB pax; TVMQVB FVIT IAM TEMPORA MILLE  Septvaginta dabat centvii, sbptemqve supernvs  Pacifbr advbniens ab origine carms amictab,   Quella pietra, a ragion di Scoglio, l’Autor degli Annali ha  fuggito di toccare, perchè certo, le ci avede ben penfato fopra,  non farebbe andato ramo oltre a fcriver come h^ prclunto; per-  ché quello folo ballerebbe per piena fede, c tcflimonio, quando  anche altro non ci fode: al che tutti gli uomini ragionevoli, e  legali fon tenuti a prcfiir compita fede, perché quelle fono vere  pietre Lidie da far conofeer laverith dal mendacio, fenza le qua-  li è ncceflaiia alcuna Storia ^ per atiellarci la verità , fecondo  „ Ciuleppe ad Apirne, che dice. Eo quod ab initio non fuerat jìu-  d'tum apud Gr^cos publicas de bis qua femper agunttsr proferre con-  ,, fcriptioneSy bec etenim praeiput (T erroremy poteflatem merendi  ^y pojìsris vetus aliquod volentibus fcfiptitare cencefpt\ però dicono le  „ Glofe, c ì Dottori.* Sì in aliquo Lapide, vel columna inveniatu   „fcripn.    Digitized by Google     DEL FRANGIPANE. ^85   ^ Jqriptyra ejì éàbihenéa, in c. fané in vcrb. dijiich 24^   q, 2, & in c, cum cavjja de probat. & ibi omnes Scribenres» Spe-  atl. de prober. •ùidendumy num. 12. taf. in l. fané, num. 26, ff.  fi cert. petat. Aret, infi. de eHion, §. psneles^ num. 2. H/ppol^r.  in l. prenatn, §, in rationibus. C. de felfisy Ù" de probar. num.   191. Hier. de Monte de finib. cap. 61. per totum. Mefeard. de prò-  bar. conci. 105. pofieaquam, nu. IO. Ù" conci. ^99. confineSy num.   5. & allegata per Cagnol. in I. 2. num. 6y. ff. de orig. jur. Ò*pcr  Potjfdorum Ripam obfervar. 6%, Craver.de antiq. tempor.par, l. verf.  oB/rva daruTy man. 13. traB. ro, vj. fol. 141. ) dove dicono U   8 ragion dcllcfficacia di tal prova. Talis fcriprura in Lapidibus^ aut  ^y cofumnis publice apparet y (T inducit nororium: ob id impuratfdum  yy viderur et de cujut jnajudicio agiruTy cùr non contradixerir y come  . fece lo ReiTo Fedengo, il qual contraddìlTe alla memoria, e iferi-   9 zione che fì trovava nel palazzo Laterancnlè ; tenendo egli,  roa centra ragione, che foffe pregiudiziale alllmperio.* di che lì  ragionerà più ^ ^Hb; e come è il cafo che narra il Coppola.   ( de fervir. urb. prted. c. 70. nu. 9. ) Quella pratica forfè fh ap-  io prefa da' Greci , come da quelli da^ quali fì hanno, imparate le   altre leggi; (A a. ^ de orig. /ur. T. Uvius dee. \. lib. 3. Dio.  Halicarnas. lib. io. } perciocché i Mantinei, avendo fatta giorna-  ta con i Tegeati preifo Laodicea convittoria incerta; ìTegeari, a che chi leggeva le ifcrìziont de'fepolcri  pcrdefse la memoria.* di che ne artefta Cicerone: ( de feneBurv  in princip. ) „ fepulcbra legens vereoTy quod ajunty ne perdam me-  moriam: onde di certa forta di memorie ne'lalfi vicn detto ap-   prdfo    Digilized by Google     ^86 ALLEGAZIONE   preflb Tacito* prò fcpulcèrh fpcmuntur ( lìb. 4. ) Con tutto ciò  non fono tanto prive di fede, che non diano adminicoio di pruo*  va; come, per provar il buon fucceflb del fano di arme delTa*  ro, dei qual fi parlerà infra al num. jip, il Guicciardini addace  la infcrizione del fepolcro di Melchiqr Trivifano qui nella Chic*  fa de’Frati Minori: per i’acquillo di Ceneda facto dalla Repub"  blica, oltra altre pruove, fi adduce i’epicafìo nella fcpoìcura de!  Doge Tommafo Mocenigo t S.S. Giovanni e Paolo . ( Mafcard,  (ie probat. con. conpnes aum.n. Guicciard. bijì. lib. z.   Onde, fe non li cava fe non tal qual pruova delle cofe dalle if-  crizioni de’lepolcri, non doveva il Sabellico, contrario a sé llcf^  fo di quanto ha ferite* nella Storia Veneziana , nella univer*  fai che fcrive ( lib. 5. Eneadc p. ) maravigliarn che nel fe-  polcro del Doge Ziani non li facefle alcuna menzione dì tal vit-  toria; perché loimlTione in fimilì luoghi può venir da diverfe  caule; o da umiltà, o da grandezza, che balli a dir il nome  del perlonaggio che fì rinchiude, come quel che, dettoli nome,  dice carera norunr Ù" Tagus, & Cnages, Scrive il Guicciardini  che Gian Jacopo Triulzio , tanto celebre Capitano, non avelTe al-  tro Icritto nel fuo fepolcro, le non, in quello eflb ripofTarfì chi  innanzi non s’era mai ripofato. (lib. pag.^po.) Può ancora av-  venir una tal ommilTione per non render ingrati i fepolcri a’vin*  ti, ed efporli alla loro ingiuria, col commemorar le vittorie oi'«  tenute: perlochè Ciro, Rè de'Per/l, nel fuo (epolcro, dove loit  „ narrate le fue gtandezze , vi fe in 6n aggionger : Jra^uc ne mi-  I, hi ob hoc monurnentum invideas rogo . A quello fin nel fepol*  ero del Doge Andrea Dandolo, che è nella cappella del BattiHe-  rk> di S. Marco, fu tralafciato l'Elogio fattogli dal Petrarca, che  £ l^ge nella pillola 25. foritia al Bcnimendi, Canccllier gran-  de, che ne lo aveva richiello dove commemorandoli le fue im'  prefe di Candia, del Tirolo, dciridrìa, di Zara, della rotta da-  ta a'Gcnovclì a Sardegna, fu tralalciato, e poHovi quel che al  prefente fi legge, dove non fì Hi menzione veruna di quelle im*  14 prefe. Oltreachò , è flato ufo de Dogi antichi ne’ lor fepolcri  non metter nè ornamento Ducale, nè anche il nome proprio,  come neirillefsa cappella fì vede quel del Dcge Soranzo. Il Do-  ge Andrea Concarini fepolto a San Stefano nel claullro non vi  aveva ornamento Ducale, nè veruna lettera; e pur fu quello che  liberò la Patria daÌi’alTedÌQ con vittoria cost fìneolaro, e al tutto  "^ifognofa centra i GenovefìaChioggia. Scritte da me le fuddetee  cofe, mi è venuto a mano il Libro della Repubblica del Cardi-  nal Contarini , il quale nel Libro primo in quello propofìto co-  si fcrive: „ Mk gli Antichi nollri tutti di uno in uno confenti-  ,, rono dì aggrandire la Repubblica fenza aver rifpetto dell' utilità pri-  ,, vata, e deironore. Da quello cialcun può far conghiettura, che  ,, nclTuna, o molto poche memorie di Antichi fono a Venezia, di  „ uomini per altro chiarilTimi in cafa, e fuori: dirò un’efempio fo-  „ lo, tra molli, di Andrea Contarini Doge, mio parente, Al lem-  ,, pQ della guerra Genovefe, importantilfìma , e pericolofìfìima di  „ tutte, con incredibU fapienza, e (ingoiar grandezza di animo,   „ lalvò    Digilized by Google    DEL FRANGIPANE. z 87   ,) falvò la Repubblica; e data loro un^ grandifllma rotta, fracafsò  yy i nemici gii vitioriofi, tutti, o ammazzati , o fatti prigioni .   Confervata la Patria , ordinò nel Tuo tcllamenio che alla IcpoU  yy tura fua , la qual ancora al «fi d* oggi fi vede a San Stefano ,  yy non fi mctteffero alcune infegne , nè armi della famiglia noUra;  yy ma che pur ivi non vedrai fcritto il nome di $j gran Doge .   Il nome, e adornamento, che ora fi vede, è per opera di Jaco-  po Contarmi, Senator di riverente memoria ^ il qual , tutte le  buone arti, e ogni virtù amando, ravvivarle fi affaticava : Egli  fù il promotor, coadjmor, e mantenitor del Bardi, che le la rac-  colta della Storia di Papa Aleffandro , alla qual però TAvverfa-  jdrio non fi ha fapuio acquetare . Qu'i non debbo ommettere lo  sfacciato mendacio che contra le predette cale dice Giorgio Me-  nila ( Uh, 6 , Ccograpb, Jivc anriq. Vicheom. ) che nell’ Epitafio  del Doge Ziani , dopo aver numerate le vittorie ottenute da al-  tri, di queffo fatto di Papa Aleffandro. non dica altro , fe non :  kinos conjunxir gladios : fc quello folle vero , forfè avrebbe qual-  che ragion effo. , e il Sabellico di dubitare. Ma la Icrittura è  molto diverfa; la qual, avanti che fi. perdeffe nella nuova fal>  brica della Chiefa di S. Gregorio Maggiore, il Sanfovino, tanto  benemerito di quella Citt^, nel dar conto delle fuc preclare co-  le memorande , l’ha regifirata nel libro quinto della fua Vene-  zia; non mi difpiacerb , qui fcrivendola , farla legger , per con-  vincer di tanto mendacio l’Autore, qualunque i verfi fiano,  f/ic Dhx egregiwr, fapicnSy dives cenerefeity  Vivir cum CbnJÌOy Mundo. fua famrn_ nhefeity  Sebafìianus vochatus in orbe ZianuSy  Cum Papay PrincepSy CleruSy ^tebs Jbunc rccolebaty  JnJìut^ purusy cajìusy mìfisy cutque placcbap.   Confitto poilcns , bona planrans , & mala tollens ,   Robur amicorumy patria luxy fpei mìferorum  Et flos cun^orumy Duk eteClus Venetorum ',   Binos eon/unxìt gtadioSy O' more rcfulfty  Etoquìum fenfus , bonitas. degnila cenfus ,  liti parebanty nulla •virtute cartbat.   Dove le parole : mundo fua fama nitefeh , cum Papa Prineeps  Jbunc rccokbat \ bona planrans y & mala tollens , robur amteorum , fpes  miferàrumy binos conjunxit gladios y non venendo a nomi partico-  lari, per li rifpetti gi^ detti, ma applicate al fatto tanto noto-  rio , come era allora , ed è al preleme , pur troppo ballano :  maflime che fotte di Ini non vi è da raccontar altre vittorie ,  nè fatti notabili, come afferifee i! Merula..   II. Seconda fiilografia è la pittura roeffa ne’ luoghi pubblici, dove  17 fi deferivono le vittorie ottenute ; come quelle marittime di  Agrippa , che le fè dipinger nel portico di Nettuno ; quella di  Gracco nel tempio della Concordia .• ne’ pubblici, trionfi ancora  fi poruvano .• di quella di Meffala , di L. Scipion , di Ollilio  Mancino Ch menzion Plinio ( lib. 30. cap. 4. ) : quelle di Tra-  mano , e di Antonino, lono defericte nelle loro colonne a Ro-  ina , ma con figure di mezzo rilievo in marmo , che ancora fi  V veggo-    x88 ALLEGAZIONE   vedono : quefla fk fede , come le lettere feoipire neTaHì , non  efl^do altro la pittura, che orazion che tace , c Torazion pit-  tura che parla* onde i Greci, non facendo differenza da Pittura  a Scrittura, come confìdera il Cardinal Paleotto , ambe le chia-  mano yp^m : anzi per memoria ^ piu efficace la Pittura, che  la narrazione in iferitto , come fi vede nell' uio della memoria  sSartifiziale, che per via d’immagini lì fupplilce alla naturale .*  fopra che dice Qiiintilliano : ( Uh. ii. cap, 3. ) pidura taccns  ,, aÙus y Ù" babhui femper cofdem Jic ìntemos penarat affehius , uf  „ ipjam vim dicendi nonnunquam fuperare videatur : „ dove i Padri  nel Concilio Niceno fecondo differo : „ major tft intano , quam  „ orario ; atque hoc providentia Dei conttgu propter idiotas bomiftes ,  perche fervono per lettere degli ignoranti. ( j^dion. 5. Concilior,  rom, 3. foi, 501. c. ptriatum de confecr. dijì. 3. D. Tbom. %. a.  q. P4. arr. 1. primum. CapcHa Tbolofan. q. 303. Ct* allegata per  Cardinalem Paleottum de Jacris imaginihusy & profan. lHt*l. cap.^»  Frane. Curt. de feud. par, j. in princ. num. i6. (T per Cepollpm  de fero. urh. prsd, c. in f. ( 5 * per Dod. in c, l. in prin. ae pace  Ijtenend. ) Dove l’Alvarotto, volendo addur teffimon; della verith  di detta Storia, dopo aver allegate fopra ciò le croniche , e gli  annali de' Pontefici, allega le pitture che la deferivono in Vene-  zia, e in Siena.* „ Ut de prxdidis pa/ee in aula folemni Civitatit  ,, Venetiarunìy uhi bac bifiorta mirabÙiter pida ejl. Fraterea dieta  ,, bijioria fatU diffufa in aula Civitatis Senarum , ex eo quoà àidut  „ Papa jilexander fuit nationc Senenfis. Così anche altri, come te-  ffimonio degno di fede, allegano dette pitture; Ermano Schedel  nella cronica ffampata in Norimberga , Giovanni Stella nelle vi-  te de'Pontebci fotto AlefTandro; Erancefeo Modello nel libro z.  della fua Venezia di Pietro McfTia nella vita di Federigo ; Re-  migio Pofliilator di Giovanni Villani , per fuppiir quel che ivi  manca { Uh. 5. c. 3. ): ma Francefeo Sanfovino nella Ina Vene-  zia vi aggiunge quelle di Roma coq le fue inlcrizioni : dice eh;  ve ne era una nel Palazzo Laterancnfe con alcuni verfi ; gli ul-  timi de’qnali dicevano:   Naw pRorucus Latet in VenetJs tandem manifejlus  Regi Romano pacifeatus abit.   La ifcrizione fotto la pittura del Vaticano nella Sala Regia co-  sì dice: „ Alexander Papa III. Federici I. Imp. iram , bt   ,, IMPBTUM FUGIENS, ABDIDIT SE VeNETIAS J COGNITOM, BT A  ,, SENATO I’ERHONORIFICE SUSCEPTUM , OtHONE ImP. Fìtto NA-  ,, VALI PROBLIO A VeNBTIS VICTO , CAPTOti. FeOERICUS PACB  „ FACTA SUPPLEX ADORAT, FlDfeM,ET 0BE9IENTIAM POLLICITUS.   5, ITA Pontifici sua dignitas Venet* Reip. beneficio re-  „ STITUTA. MCLXXVII.   ■2.0 B perchè non fi creda che ciò Ila flato capriccio del Pittore ,  come vuol inferir T Autor degli Annali , è da laper , prima che  detta Storia foffe dipinta , c col predetto Elogio fottofcritia , fu  da Pio IV. ordinata una congregazione di Cardinali , tr^ i quali  entrava 1 ' Illuflriflìmo Cardinal Sirletio di veneranda xnemotia .*  di che me ne diede conto Marc’ Antonio Gadaldino , luo fapula-   m, c    Digitized by Google    DEL FRANGIPANE. z8p   re, e gentil* uomo letteratiflimo : quefli fecero dìIigentUTimo pro>  ceffo degli Scrittori, e delle fcritture , come de’tcHimonj degni  di fede , in guifa che fi dovefle far una canonizzacione , e in  quella maniera che Dio non lafci fallar la Chiela nelle liie.aP  ferzioni : pervenuto il Pontefice in fondatiilima cognizione di ve-  rità, ordinò la pittura a Giufeppe Salviati , Maeflro celebre , e  ringoiare, che da Venezia fb chiamato, e di tal lavoro mi dilTe  aver avuto mille ducati , che non fi fpendono cosi in meri ca-  prieej de’ pittori* £ .perchè la pittura cosi ordinata dee far pnio>  va, e piena fede; Aleffandro VI. fè dipingere in una loggia dì  Cafiel Santo Angiolo rofTequio, e la riverenza di Carlo VIU. fer-  vente alla fua Meflà Pontificale, acciò tal cerimonia fi confervafle  nella memoria de'pofleri. ( Guicciard. lib. i. car. 35» )   21 Quelli fono lenimenti pubblici rogati db Principi iit^ri, e che  non co(^ofcono fuperiore; che la lor gloria , e grandezza è la li-  berti/ ne’ quali quando cadeffe mendacio, imbrattar il lo-   ro fplendore; perchè è qualitb quidditativa di chi è libero non  dir, fe non verità; come è qualità fervile dir il mendacio.   12 Però dicono t facri Canoni che Pio non lafci mentir la Chiefa  Romana, (e.srcHm, gi. m Z4. 1.) alla qual anche   fi convien quel che fi dice delle perfone pefate, e. gravi;   Nm éiirJ il fsljo effetti il fntdtntt.   Qui corre la fleffà ragione che cade , fe occorrefTe feoprir un men-  dace nelle làcre Icttercj delle quali dice Sant’ Agollino {inEpifl,  MdHi  lamente , non fuggitivo , non è da tralalciarc il tdlimonio di  Pietro dalle Vigne, il quale 6or'i in que’ tempi,, nè maneggi, c  negozi dell’Impcradore con Sanca Chidà ; nel principio delle Tue  piitolc , dove intieramente è regiArato il c. ad apojìoiico de te  jud. in 4 . dice! ,, fece ( Federico ) uri altro Papa ^ e pìife altri   „ Vejcovi nelle Chieje dell Imperio^ ma alla fine andh a ({inedia y ove   ,, il diritto Papa era FuciTO, e li fece fuo comandamento : “ la  qual autorità (i può -aggiunger a quello che di quello dice di  aver villo il Bardi; cioè, nella vita deU’Imperador che fcrive ,  fa menzion della prefa di Ottone. Con quella AclTa regola rela-  ^'tum cenfttur in referente fi poObno legger i Commentatori di  Dante, luoi fcolari, che furono gih trecento anni, nel commen-  to del I^ndino al canto i8. del purgatorio, i quali egli afferma  aver veduti , c ad unguem ferivo la detta Storia come i Venc-  . ziani la narrano e dipingono ; parte de' quali regìAra il Bardi  con molto numero di altri Storici che in conformità fcrivono ;   ^ al quale aggiungerò i feguenti da lui tralalciati colle confidera-  2Ìoni fopra alcuni che egli fimplicemente nomina : quanto agli  ^paltri, che egli allega, intendo, per corroborazione della verità,  che qui lì abbiano per rcpetiti. Benvenuto de’ Rambaldi, Autor  di trecento anni, nel iuo AuguAal , che irà le opere latine del  Petrarca fi legge lotto Federigo, Icgue detta Storia / e in fine  dice: „ Alexandram Papam perfecutuSy apud Veneros vitlusy “ (?*r.  40 che è (guanto piò difiiiiamente fcrive il beato Antonino nella ivia  'Storia; ( p. 2. tit, 17. c. i. io. in fi, fot, 214. ) „ Cum Fri-  yy deritut Imper, veniret ad Urbemy Alexander y timens ejus potentiamy  „ Fernet ias refugity ut manut e/us evaderet : fuper quo indignatus Jm~   „ perator y armavit cantra Venetot claffem , cui prafeùt Otbenem fi»   ,, iium fuum ; 0 “ ad repofeendum AlexandrurH Pontifkem mijit . Fe~ *  rum Otbo fUius Imper. primo concurfu navali prodio fuper atw J  yy Clajfc Fenetorum , qui juvabant partem E(cUf$te .SanSìx , Ù" Ale-  yy xanàri , captus , duéius ejì Fenetias . Anno autem fcqueuti , procu-  rante Otbone filio Imp. qui captus erat , ablata e(l dijjeafto inter  yy Papam , Imperatorem ; & faHa afì pax , indeque magnus ■ bonor   ,, & gloria fecuta funt Fenetos , quibus ad ptrpatuam tei memoriam  „ Pomifex Jummus quadam injignia perpetuò ferendo donavd, Miror  „ autem quhd nec Fincentìus in fpeculo bijìorialiy nec Joannes de Co.  yy li faciane mentionem. “ Dove è da notar che fcrive la fuga di  Papa Alclìàndro a Venezia; la vittoria avuta contra l'impera-  dore; e la prefa di Ottone fuo figliuolo. Si attenda ancora che  la battaglia fu un’anno avanti la pace fatta ; e che in quello  luogo non vi metta il calcar del piede del Papa fui collo dell’  Impcradorc; il che riferilcc poi in altra fcritiura , come diremo  ai luo luogo , ai num. 55. Oltra ciò , la maraviglia che fa ,  che Vincenzo , nè Giovanni di Coli , non abbiano tocca queAa  Storia. Confidcrafi poi la gravità dello Storico, che è Teologo,     \   ^96 ALLEGAZIONE   e verfati 01 ino in tutte le Storie , avendole fcrìtte dal principio  del Mondo fino a i fuói tempi.   41 Nello fiefib tempo Laonico Calcondila , Areniefe , nella fiia  Storia Greca al lib. 4. fcrive dello fiefiò fatto , come i Venezia-  ni hanno meno in Sedia Papa Alefiandro dopo la vittoria ottenu*  ta centra Federigo , il quale chiama Re barbaro , infinuando il  fuo cognome di BarbaroUa.   42 £ perchè gli Scrittori delle Storie dicono : lUud veritash   „ bijìoria Jifftum eertum effe y fi de iifdem tebus wmes confentiant :  „ ( Jofepk. cMtTM Apptenem lib. j. ) emnes fcilicer y ^ued a pluribus  yy dignieribus ( gl. in eap, de quibus. difiin. 20. r. in eanonicis. ^ fui*   dem de conjecr. difi. 1. Barbai, cmjtl. 12. illum num. 21. W. 4.)  Reciterò alcuni, olirà i predetti, che feguono la detta Storia fo*  relheri, e alfai interefiati per l'altra parte, che, non elTendo ve-  ra, dovrebbono piò lofio contraddire; e fono di tal graviti, che  il Mondo lor crMer fuole ; anzi alcuni dì efll come tali fovente  fono allegati dall’ Avveriario. Raffaello Volaterrano in due luo-  ghi ne fcrive, ( Urbanor. •commentar, lib, ^ & 27 , ) il quale è  da attender , come quel che aveva alle mani , e verlava i libri  della libreria Vaticana, come egli attefia nel lib. 3. nè fi è ptin-  to moflb dagli firaccioni de* libri , come ha fatto rAvverfario ,  fe pur vi eianoi al luo tempo : ha dedicata l’opera a Papa Giu-  lio li. in faccia del quale , e di tutto il Mondo nell’ arringo di  Roma fcrive detta Storia eOer fuccefia come la narrano i nofiri  43 Scrittori : così fono lo fieffo Giulio II. ha fatto Giovanni Stella  nelle vite di 230. Pontefici che fcrive. ]acopo Spigellio, Tede-  feo, parlando di Ottone dice : „ fttem cateri Scripteres y & e»*  ,, temi y ò" nofiri , ■ vi&um navali praiio a Venetis ajunt in caafit  „ fuijfe fuibd fiater ex diutina difeordia in Alexandri Papa gratiam  „ redierit . ^ ( >« Scbolm ad Gumermm lib. 1. de gefiU Fnderici )  Ertemano Schedel) Tedefeo , nel fuo volume De biflortis atatum  mtmdi fol,t%i. Rampato in Norimberga, fcrive parimente la pre-  fa di Ottone, e la pace feguita per opera de’ Veneziani . Alberto  Cranzio, Autor diligemiffimo delle cole idi Germania, che Icri-  ve, fpefib allegato dall’ Avverfario , fegue la detta Storia, e dice  ( Metrop, Saxon. lib, 6 . cap, 37. „ Annui erat feptuagefimus fe-  „ ptimnSy Ò" Eufebii contìnuator tradir , oSavus , ut AH nonni pofl  „ mille eentumy cum- Imperaror y capto Otbone fiUo , quem rlajfi prg*.  yy fecity Veneta classe intercefto, Vbnbtias , ubi erat fummus  yy Pontifex Alexander y ebeoucto, de pace , Ò" reeonciliatione tffira*   ,, citer cogitavit. Il Contìnuator di Eufebio dice lo fieffo tutto  di diretto contra quanto vuol affermar rAvverlario; come Mar-  tin Cromero nella Storia di Pollonia , ( lib, ii, p, 2. ) e gli al-  44legati dal Genebrardo nella Cronolt^ia. ( lib» 4. foL dii. ) Vi  fi aggiungono altri forefiieri, Giovacchimo Becichemo , Scodren-  fe, nel fuo panegirico; Gregorio Oldovino, Cremonefe, nella fua  Venezia al lib. 3. Orlando Malavolta nella Storia di Siena p. i,  lib. 3. car. 34. tien quefia narrazione per maggior verirh. Mo-  dernamente Giofeppe Bonfiglio , Cofianzo , Cavalier Meffinefe ,  nella Storia Siciliana p. i. lib. d. e p. 3. lib. 2. e per ultimo i   Padri    Digiti. by Googlc    DEL FRANGIPANE.   Padri Gefniti, nel cui feno ora unico refugio hanno tutte le fcien-  ze, dottrine, e buone arti ( minalecito, quando allego uno di cflt  che Icriva, allegarlo così in plurale; poiché i loro Icritti non cleo-  no, le non purgati, ed approvati dagli altri) dicono per cola chia-  ra, lenza veruna dubbierà, parlaiido de* Veneziani : „ licere Fi-  ,, itum F edntci Aembarbi Otbonem^ captumque ohulere AUx. Ul.Pon-  „ tifici^ ijui Vertetias Profug&rat. “ Marrmus del Rio diftfuijitio.   Ultimo, lalciando altri moderni , non la-  feierò di allegar anche i noltri Giureconfulti , i quali léguono la  detta Storia, effendo Autori di profcHione , dove fi tratta di ro-  ba, e di vita, che gli uomini pih cauti, ed accurati; e Mrò  degni di efler leguiti in quel che Icguono. Pietro Ancarano, IX}C-  ror antico, nelle lue letture canoniche {in c.i, nu.io. de conjìit.)  facendo mcnzion di Papa AlelTandro , dice tanto , quanto balla  per confcrmazion della Storia : „ prò quo Vr.NBTi arma fumpfere  ,, contro Imperatorem Federirum y Ò" ohinuerunt in beilo. ^ M. Anto-  nio Pellegrini de ;wre fijci nel tib.Z. ai titolo de mari num. i8. fìt  la iìefla narrazione. Camillo Borello nel volume fuo de RegisCa tboltci praftentiay al cap. ^6. num. a^4. allega , e iiegue Angelo  Mattiaccio de vta jurisy nel lib. i. cap. ^6. e gli allegati dal Dot-  tor Marta, i quali fìegue parimente (ri» Jlar.de /urifdiBione p.t.  cap. i8. num. 21. ) : i Dottori Francefi parimente la feguono :  Stefano Forcatulo J. C. { deCalUr.Jmper, fib. pag.q.ij.) yy Planb  ^ Duch {Venetiarwn) ematus didici non parum aMÌàilfe Alexandrum  „ III. Pontificem renmutrantem fcilicee Venetos y quiy SebapianoZia»  „ noy Federkum AemAarbum Imp. navali pralio profiigarunt . Gu-  glielmo Sodino nel luogo contra il quale fcriveremo infra al  num. 67- fegue la detta Storia , come egli dice : „ qua omnibus  ,, omnium feri biftoricorum fctiptis eonsinetur : e da alcune paro-   le ivi molila di non creder sì facilmente certe cole ; e pur cre-  de queOa. Crifioforo Sturcio, Dottor di legge , Tcdcico, nel luo  libro de Imperio Gtrmanorum cap. 4p. num. 17. inerendo alla det-  ta Storia, conferma la rotta dell' armata* di Federigo da' Vene-  ziani; e giuda la dottrina legale di accordar la dilcordia de* te-  dimonj in quel che dicono alcuni , che non Ottone, ma Arri-  go, phmogeniio di Federico, folle Capitano ; alTcrendo altri che   Ottone non avelTc et^ abile a quel carico , egli Icnve che vi   45folTcio due hgliudi. Ma io non mi contento di quello accordo,   perché non c é bilogno ; che punto non olla Tardilo argomento   del Sigonio centra la detta Storia , il qual ha tralatuaca di nar-  rare .* die* egli che Arrigo dei 117^. aveva anni undici ; onde  Otton terzo fratello allora non poteva aver ec^ abile a trattar  negoz; , pruova che Arrigo m quell* anno avvflc anni undici ,  perché di lopra ha riferito che ave/Tc anni cinque , quando fh  fatto Ré di Germania , che fb del 1170. le lue parole così  dicono .* ( de Oicident. Imper. lib.ì^ fub anno iiyó. fol. ^43.)  „ Hcnricus fuit Rex Germania y ut fupra diximus y qui cum annis zi.  „ ejfet natusy fatili quam atatem agere Federicus , Ù" Otbo pofì eum  ,, nati pofuerint , ìdefì , quam minhnè rebus agendis idoneam ,  „ vidersnt li , qui Otbonem ante bac tempora pralio navali eum  Tom IL Pp ,, Fade-     ipS ALLEGAZIONE   „ Faderatìs nnflixijfe fmpfcrmt, con quii pruova poi di fopn ab-  bia detto che Arrigo avelTe cinque anni quando fu latto Re , Dio  ve lo dica; perchè egli non dice altro, che cosi. „ Henricum fi-  „ /ivi» Minmim gu'mquc punm Refem Ccrrnmit legi , tvmdem^uc  „ per PhUippum CoUmieaJem jtrehiepifcepim Aqws currnit, “ Quello  e quanto il libro del Battefmo adduce, per provar la fua etìiy con  che intende aver a fcriver contri quella Storia contri le atte-  4$ dazioni di Roma, e di Venezia , e tante altre. £’ da notar  ancora, che egli non vuol che Otton , il qual, elTendo terzoge-  nito, poteva aver otto, o nove anni, ( al fuo conto ) non po-  tefle effer Capitano , ma fh che Arrigo di cinque anni Ca dato  fatto Re : al che non fi può rifponder altro , che un Regno  può aver un fanciullino per Rè , e poi elTer governato da fapien-  ti perfonaggi : perchè adunque un' elèrcito non può aver un fan-  ciullo per Capitano per infegna , per dover poi efler retto col  confìglio dei Veterani ; Mrlochè Caligola confidava ( come ave-  va in mente di fare ) di crear Confolo un fuo cavallo predilet-  ta, ( Suet. in Calig. pag. ioa. Die. Ut, 6p. ptg, 830. ) Pofeia-   chè anche egli cosi era dato condotto nell' elercito Romano ;   cosi anche i Rè di francia fono dati portati bambini . Non odan-   te la eth tenera di Corradino , i Guelfi di Tofeana non manca-  rono di far idanza per via di Ambafeiaduri in Alemagna di far-  lo venir contri Manfredo fuo Zio , che gli occupava il Regno  di Sicilia , e di Paglia .■ al che non acconfentendo la madre ,  forfè impauriu dal cafo di Ottone, fi fecero dar un fuo mantel-  lino, e lo portarono a’ Tuoi, che gran feda ne fecero; follmente  ^ aver pegno , ed infegna da moQrar contri i nemici ; acciò  fapelTero che fotto l' ombra dell' imperio combattevano ; venuto  poi Corradino a maggior eth, ma pur ancora fanciullo, non redò  d'andar contri Carlo. (PsuJns AemUius tifi. Sut. Edutrrdo.Jo, Pii.  luna! Ut. 6. cup.8ì. ' M.p. eup.%ì. ) C «1 Otton non farò dato  „ il primo, ut quem vet imperare jujjilìis., is Jiti Imperuterem etium  „ queret, fimut eliqutm i pepulo meniterem effitii fui; SaJluJi. de teli*  Jugureb. pag. no. } jdclla qual colà i nodri Giureconfulti dicono: ht-  fant petejl effe miteif Ò" Rex, (Bar. ini, l. in prine. C.de muner.&be-  ner.fii.io.O' allegat.per Hippet.de MarJU.in l. infans. nu.p.ff.ad l.Cem,  de Jicar.iT S/lvan. de feudi recegnieienem q. jd. ma». 7. ) Ma che Ot-  tone non poflà elTer dato abue a quel carico , fe cosi poca età  avelfe di otto , o nove anni , l'argomento è da retorquer con-  • tra '1 Sigonio , che , eflendo dato Capitano in quella fazione ,  foflc dato di età abile; da ehe fi potrebbe argomentare che Arri-  go avelfe molto piò anni, dopa che fi vuol argomentar la età di  un fratello all'altro,' maflime di Arrigo fi potrebbe , non avendo  altra pruova, che quella di fopra , la qual oltra che è leggerif-  fima , ha congettura che mollra certezza in contrario ; perchè  nella Cronica ai Otton Frigingenfe , (lit.j.cap.fi.) ed in altri  autori fi trova, che ad Arrigo nell'anno 1170. quando fìl coro-  47 nato il Padre , diede moglie Codanza , figliuola del Rè di Sici-  lia, di modo che in quellàmto , elfendo uomo da moglie, non po-  teva aver anni cinque . £fe il Sigonio fi feufa d’aver ieguito Gotti-   freddo    Digitized by Google    DEL FRANGIPANE. 199   freddo Viterbienfe , ilqual ferivo che tal matrimonio foguifTe del  tiSò. fi rilponde colle lue proprie parole ( lib, 15. de reg. hai*  yy f  to meno lo doveva fare, quanto che il numero di quegli anni con  corrilponde aU'indizione che vi mette i hcchè ragionevolmente li  può fofpettar effeme errore ; però del tempo di detto matrimo-  nio non h fidando il Nauclero , per la varietà degli Scrittoti , dice ;  yy Vides bic qubd Scriptotts fantpji non folum diverfa , fed adverfa ferh  yy pferunt. Utruu verius s(t Qbus novit. Qlcra ciò, fi lu un*  48 altro argomento contra ilSigonio, che Arrigo in quell’anno tiy6*  folfe molto maggior di età ; perciocché vi Hende l' illrumento della  pace (atta da Federigo col Pap a , e della triegua col Ke di Sici-  lia, e co’ Lombardi/ dove il Padre, e Arrigo Tuo figliuolo giurano  la manutenzion di dettò frumento: fe Arrigo adunque del 1176,   • folfe (lato minor in quella maniera di undici anni , non avrebbe  potuto giurar dante i capitoli dei Lombardi tranfunti ne’facri Ca*  noni, e feguiti dalla Chicla, e oflèrvati ne’ comuni giudicj;  (r,  vuli. e, pu^i* 22. ^.5. S. Thomas, 2.2. 8p. arhc. 10. in, corpotc,   (T allegata per AffitH. in cap> i. §• hem facramenta* mtnu 7, 8. de  pace ptranu firmand. Socin, conjil, j 3. vtfis copJUiis , num, 3. vo-  ium, I. ) perchè fpccialmente i Lombardi non avrebbero accetta-  to il Sagramento di un fanciullo di undici anni, fe fecero queri-  monia contra la legge promulgata da elfo Federigo, che i minori  codituiti in pubertà di anni quattordici potedero giurar, per va-  lidar i contratti ; per la qual querin^nia Arrigo era rifoluto ri-  vocarla; e non io avendo fatrq, ( percioochè 1^ da morte foprap-  prefo) molte Città di Lombardia le hanno derogato efpreflamen-  te ne'lor Statuti , come le predette cofe attedano. ( Jifjlt8us in  d, §. jin, nu, 8. Àtber. Fuìgof Paul, relat. per Igneum tn autben»  Sjtcram. pub. C. fi adver. ven* d'u* Qumer. ltb.%, de uftisFridersci  fot. 127. ) Avendo adunque i Lombardi accettato u giurameni»  di Arrigo, è conghicttura fondata, che egli non avelTe quella età  di undici anni; ma per aver fottoferitto, e giurato, fi dee cre-  der, e tener che folfe molto maggiore di quattordici anni. ( per  glo. in c. prttfentia de probat, allegat. per Alciat. de prxfumpt, reg.  2. prsfumpt. 14. nunu d. traS^. som* 4. foL 313. & per Mcnach.  ^^prtefumpt. 50. nitnu 22. Uh. 2, ) Onde il Sigonio , fondandoli  in cofa si dubbia , non folo non prova quel che intendeva di  provare, ma s’incende aver provato tutto il contrario per r^ion  legale , che dice : „ Dubia prchatio facn cantra prodttcentem .  „ ( f. in prafemia de probat. Ò* ibi Card, col, 2. Abb. num. 34.  „ Bero. nu. 138. Mafcard. concluf. ^71. Dubia res- num. 2. Sytag*com.  ,, mu». opin, Cod, fit, eod, num. & sìlegat. per Vincent, Annibat.  ,, m nddit. ad Albam confil. 244. dedu^um in fi. & per Cardin*  „ Ti^. pnabL conclufi in verbo probatio dubia conctuf. 766. num. 8.  voi. 6, fai' 5P4. )   Però, tornando ad Ottone , e recorqueodo , come dicemmo ,  l’argomento, cheOccone, cflendo dato Capitano deirarmaia^ave-  > va età abile a qoel carico: quedo fi conferma, perchè egli reggeva  Tomo II. Pp 2 la Bor-     300 ALLEGAZIONE   k Borgogna, e tutto quello Stato, fuccelTovi per eredik mater-i  na, del qual fcrive Guntero, Autor che feguiva la Corte di Fe>  dcrigo. ( lih* I. de gcfìis Friderici /. )   „ Òubium puer incfyte dici   ,, Resene y Come/ne veln\ vererum nant Rcgné PoTBNTER  ,, AUobregutn materna R e G I s , regntque decore  „ Dignns ab encelfo nomen deducit Otbone ,   51 Dice, dnbittm , &c. perchè fi legge eh? il Ducato di Borgot  gna per avanti folTc Regno, ma de’popoli fieri: ebbe Re piu di  cento trenta anni fin a Rodolfo ; il qual , non potendo pih lop-  portar le continue fedizioni di qucTudditi, rinanziò il Regno a  Corrado Impcradorc , che fh ridotto in Provincia , come era di  prima • ora è Ducato , ma con potenza , e prerogativa regia.  ^ r* vùìumvs. li. l* cap, cum Captila de privil. Cencil. Tridente  cap. II. fejf. 24. de reformar. Abb. conf. 62, in controverjia p. 2.  Cbejfan in princ. Juper confuet. Burgand, Ò" in catalog. p. l. con-  Jider. 44. Sigibert. in cbronico fub anno 1032. lare Frane. Gnì/ì-  man. de reb. Heluet.^ lib. 2. c. 8, (Sr 13, Jac. de Ardi?^n. l. f. i.  quibus mod. feud. amir. Petrus. Caiefat. de equeflr. dignitar, mmu  120. rraH. tom. 18. fot. 31. ) Ma il Sigonio dice che Ottone  non aveva ek abile a maneggiar negozio tale di combatter co*  Veneziani; e ciò dice , come gli Storici diceflero , che fi abbia  portato bene , e vinto ; c poteva penfare che quefia fofle fiata  fa caufa , che egli non avendo eth di fperienza forte rotto , c  prefo quafi dalla mek meno di numero di galee; fcrivendo Obon  Ravennate : pars Otbonem increpare , qui inesplorato es IJÌriee ora  foìvtjfer. Or lafciamo d’inveir piu oltre, come fi potrebbe, cen-  tra quell’ uomo in altro cosV benemerito delle buone lettere .  5iManco crror è quefto del Sigonio, che la sfacciataggine di Gior-  * gio Menila; il qual, icrivendo d# ansiquieare Viceeomitum al lib. ò.  per tirar ancor erto che la concilìazion con Papa Alelfandro fia  fiata per U vittoria de’ Milancfi , nega la vittoria navale de’ Ve-  neziani, c la preCa di Ottone ; procura diverfi argomenti vanif-  fimi, c frivolìflimi; fpccialmente nega che Federigo averte alcun  figliuolo nomato Ottone; e dice non aver letto che ne averte i'e  non due, Arrigo, e Filippo : adunque le la Storia non è vera  per lui , che non ha letto che averte altri , che i predetti due  figliuoli ; farà vera per gli altri che avranno letto , c tutuvia  leggono, che ne averte cinque, tra’quali il terzo genito era Ot-  tone , come abbiam veduto di fopra jper Guntero , Corti^ano dì  Federigo. L'Abbate Urlpergcnfc, viciniflSmo a quc'tempi, e for-,  fe contemporaneo, nella lua Cronica fotte l’anno nytf.dice : „ Jm*  „ pcrator quinque jam gcnucrar filioSy Enricum^ videlicet y quem defu  „ ^avir fieri Jmperatorem y Friderkum y quem effecir Ducem Sitevo^  ,, rum , ér Otbonem , qui poji modum babuir terram matris fine : “  poi tratta di Corrado , e Filippo : qui fi leggano tutti i l’ede-  Ichi , la Cronica di Suevia, la fpofizion , la Cofmografia della  Germania, il Teforo delle GeneaU^ie. Il Nauclero generat. 40.  fot. 2^6. ) oltre ciò nega che pqtcrtc aver annata , perche non  aveva erre marittime ; fopra di che dilcorreremo nella fecondi^   parte    Digitized by Coogle     DEL FRANGIPANE. 301   Mrte di quefb allegazione : il Bardi fopra ciò dice tanto che ba vi è quello connunaerato , che dice . „ Ante prin-  „ Cipem portam templi y inter angiporti ojìiay lapis ma^nus rubeus qua-  „ dratus tjìy in quo aris quadrata itidem lamina infixa foliis vefiitOy  „ in qua Alexander IH. Federici Imperatoris Collo pedem imponi  „ /wr; ubi propterea litterx incifas leguntur : Super Aspidem &c.I  ( Itinerarium Ital. p. i. pag, 34. F. Sanfovinus in deferìptione Ve-  net. lib. 1. pag. 34. Jofepb Bonfìl'tus Conjìantius in bijìoria SicuU  p. I. lib. 6. pag. 241. ) Egidio Bellamera, Prefule di Avignone,  vicino molto a quei tempi {in c. faerk de bis y qua vi metufque)  dice: ,, Alexander Papa y ponens pedem fuum fuper Cervi CEM  j, Imperatori , ipfum cenando (iixie : Super ofpìdejn , Ò“ Bajilifeum 0'c.   11 Cardinal Giacobazio nel fuo libro de Concilio ( lib. i. art. 18.  fol. ì6. col. I. ) „ Alexander III. pojìquam apud Claramontem  ( Federicitm ) Imperatorem damnaverat , & Venetik ante fores   S. Mor-    ii    3o^ ALLEGAZIONE   ^ S, Marci frQjhatttm collo caUover^ , QucfH fono PrcUti  gn^i^ e Canoiiifli dotcilTimi , e por lo credono , e rifcri-  fcono , come fanno gli allegati dal Dottor Marta ( frsB, de /»«  fifàid. p. a. e, antichi Qommentacori di Dance»   che fi leggono rifioriti dal X^ndino , nel iS. canto dei Purgato»  rio , per quel che dicemmo fopra al num. jS. riferifcono Io  ftcRb atto. Lo riferifce Giovan Villani» tutti quelli vicini aque*  tempi , ( hb» i* bifi* ^»p* 3^ ) Gennadio , Patriarca di Collanti'  nopoli ( de primatu Petri cap, i. fe 3 . 6 . ) COs!i dice. ,» Romano^  »» rum Jmpcrator Aioxandrc Papa inclinata cerwe » coUum ejus pedi  „ fubmijit^ arm dteeret'. SupiR afpidem ^ tT bajilifeum, &€. & ille  j» re/pondif : non (ibi » fed peno obediemiam exbibeo : (Sr Pontifen :  ^ Cjr mibi , & peno , “ Il B, Giovan Gerfone , fehben non loda  quello atto, non rella però di crederlo.- de ponft, pcclejiaft. p.U  conjiderat.^f» ) Il B. Antonino nell* orazion a Pio II. ( bi/ì.par,^,  fif. 11. cap, 17. §. I. col, 4. foL 185. ) dice: „ Alexander III,  „ ut juhar emicuit^ fridericum J, Imperatorem ut afpidcm ^ 0 ! baJUh,  „ feum perfecuforem Ecclefie proprio pedo concjtlcam» “ Quello è làn-  to , e iettcratilQmo Teologo , e CanoniUa , e ciò riferilce per  5d trionfo della Chiefa , tanto è lontano che fi fcandalezzì , corno  fa TAvverlario. Non fi fcandalezza manco l’Abbate Tritemio »  diligentifiimo io tutto quel che fcrive : dice che Chiliano , Ar-  cicancellier di Federigo, ilqual dalla Storia di Obon , e da altri  è mentovato eOer fiato prefente , abbia icricta un opera che in*  titola : Friderici Imper. gejia^ 0 vita ^ riferifce ( de feriptor. Ec*  clejié^. fub anflo xiòo- fol, p, ) ,, Alexander Papa IIL fedir in  „ Cattedra Peni annis uno , & viginti .• multas in/urias d Friderieo  », Imperatore fuftinuh ; ipfunufue Imperatorem tandem fuperans , in  „ SiGNUM suBtECT(ON(s e/US COLLUM pcde eonculcovìf , dieens :  I, fcriptum eft » Suptr a^idem , 0 e, Non fi fcandaleziano manca  i Greci, i quali, aderendo a quanto è fiato conchiufo nel Con-  cilio Fiorentino , che 1 Primato di Pietro continui ne’ Romani  ^7 Pontefici che di tempo in tempo fuccedono, nella cenfura Orien-  ule recitano la detta Storia per le parole che difle Federigo al  Pontefice : non tibiyfed Petroy efiendogli mefib il piede fui col-  lo ; unendo quelle a quelle di Cofiantino dette a S. Silvefiro :  ( Cenfura Orientai, cap. 13. pag. 334. ) Però i Moderni che Icri-  vono le Vite de i Pontefici recitano la detta Storia in quella di  Papa AlelTaodro^ ( Alpbonfus Ciaeonius fol, 470. } Lo recita me-  defimamente Lodovico DomenicKi nella Storia de’detti , e fatti  de’ Principi. ( lib, 6 , ear. 287. ) Non lo ha manco faputo negar  Giorgio Menila, dove nega il refio della veritb di quella Stona;  ( de antiq, Vkeeom,) il qual atto febben non è efpreflb cosi ben  dagli Autori, che dice rÀvverfario efier fiati prefenti, non va la  confeguenza , che non fia fiato vero : come non va la confe-  guenza di fopra al num. 48. il B. Antonino ^non lo riferilce ,  adunque non io ha faputo , nè creduto ; perchè lo riferifce por  ( come abbiam mefirato ) in un’altro libro : ma i detti Au»    Digitized by Googic     DEL FRANGIPANE. 303   5Stori rlferifcono la umiltazion dell’ Inperadore con certe circo*  Aaoze che non danno a creder che non fia vero il redo. L’Av-  verfarto riferifce che Romualdo Icriva: „ Cumque ad Papam ap-  n y traBus divino fphiiu y D E U w in Akxandro vcne~   „ ransy Imperiali dignitate poftpojua ^ rejeBo pallio y ad pedes Papa  ,, rotum fe extenfo torpore iaclinavir. “ ( fol, 450. ) Recita pari-  mente che l'Aucor degli atti d’Aleifandro dica : yy Depofito da-  ,, m/dcy proflrmjàt fe in terram y & deofculasis PontificiSy Tamquam  „ Principis Apostolorum , pedibus'y *•*" che è ^uei che gli altri  Storici raccontano elTer dato detto dall’ Imperadore : Hon eibi ,  fed Petto y di modo che quelle parole , tamquam , verranno ad  eder dell’Impcrador, e non dello Storico. Provata con tanti te-  5pflimonj quell’azione , fi prova la vittoria antecedente; perchè  metter il piè fui collo , 0 il giogo a i nemici , è ngiUo , e  confermazion delle vittorie : onde i Grammatici dicono dare  yy CoLLUM ejl BELLO viCTUM effe “ ( ejp Propertio ) ,• come fece-  ro i Milanefì, che, vinti da Federigo, fi gettarono a’ Tuoi piedi  co* coltelli al collo . ( Abbas Urfpergenjis in Chronieo fol, ipp. )  Scrivono di Marzian Imperadore , per modrar che vinfe i fuoi  nemici ,, omninmque inimicorum fuorum colla Domini virtute  yy CALCANS, fex annis y me^e y regnans y in pace quievit, “ ( /or*  nandes de Re^torum fuctejpone fd, 78. ) perchè il vinto , jnre  belli redando di ragion del vincitore con quell’atto fe ne toglie-  va il poflelTo; giuda quel che è fcritto nell’xi. del Deuteronomio :  ,, quem calcaverit Pet vqfter , erit : dal qual calcar de*   yy piedi è propriamente detta pjfejfioy quafi pedum pofirio,yy ( /. r.  & ibi ff. ff, de acqtùr, fo^ef, Ù" Axp* nnm, Pad, de Caftr,  nunu 5. Jaf. nwn. z, AffitB, decif. zpq, Rex nnm, 7. Facon, de^  dar. lib, 2. cap.^ 6 . poft medium. Tbolofanus in Jj/ntag. /uris Itb.Xy  cap. i3« num. q. ) In contrario di quede pruove 1 * Avverfario  dice che Papa Aieflandro non puè aver fatto qued’ atto , edendo  vergognofo , arrogante, e totalmente infoUto : cosi appunto egli  dice. „ Magie indeeorumy qno ajferitury Factum iliud arrocans,  ,, Cr FENiTUs iNSUETUM, quhd bumiliatmn ad pedes Pontificit caput  ,, Imperatorie pedo ipfe prefferity acque infultaverit verbis ilìit e Super  ,, afpidem Ù'c. Come arrogane tT injuetum ?" Si legge nelle lacre  di lettere che Giol'uè fì lece condur avanti i cinque Rè amili , e  tremanti, i quali , rotto il lor elercico , fi aveano nafeodi in  una fpelonca; ed ordinò a’fuoi Capitani: „ ItOy & ponite Pedes  „ SUPER colla Rbguu ijlorwn , " ( Jofue io. ) Virgilio induce  Turno a far qued* atto fopra Eumede vinto a mone. ( Aeneid.  lib.io.) yy Semìanimie lapjoque fupervenity Pedb Collo iMtR&ESO*  £* da creder qued' ulo eder continuato , e fe non fe ne fa men-  zion nelle Storie tal volta , fia per efler dato tanto ordinario ,  che, fenza dirlo, s’intenda; perchè fi legge a’ tempi piò moder-  ni queda dd& cerimonia col verfo del Salmo ; Super afpidem  ( ferivo .Otcon Friimingeilfe , il qual dicono edèr dato Nipote di  Federigo ) che fede mta da Giudiniano , ilqual , preib Tiberio  Apfimaro , avendofi concia lui fatto Imperadore infieme con  Leonzio , dice : „ Trberinm , Cr Leomium captat y ae in cateni^   „ pfuos    Digitized by Google     304 ALLEGAZIONE   „ pojttos per platees trabìy (JT pofiy univcrfo pepalo adamante y Su-  yy PER ASPiD^M & hejiiifcum y Ù'c. Ò*Pedibus COLLA corum CaLCANS.  ( Cbronic* tib» 5. cop. 174 ) La ftefla cerimonia ferivo Zonara di  Diogene Imperadore, quando fu prefo in battaglia da A(Tan Sol-  dano, condotto alia fua prefenza: „ Sdtanusy nomine Axan y ga-  yy vifus efi y ut natura fere , neque tamen fuperbia elatus y de cupu  yy moderetione y Ù" jujìitia multa memorantury addudus ( Diogene! )  „ ad pedet fiens fe projìravif* Tum ( Ananas ) quafi numine  j> ^ exiìtìt\ (T de MORE bumi jacentem calcavit :   „ deinde erexity atque amplexus ejl eum bujufmodi verbis: Noli mae-  yy rerCy hnperator'y ita enirn fune res bumantr. Ego verh te y non ut  yy captivumy fed ut hnperatoremy traSabo, Et Jtarhn ei tabernacula  ,, Imperatoria , menfafque adbibitum Juxta fe collocar y captivi! quot~  yy quot redditi!, ^ Qui è da notar che il metter il piè fui collo  del vinto , per umile che fi apprefenti y è de more, Jtem che  quefto è atto di poflefTo debito , non di Àiperbia ; perchè dice ,  ncque fuperbia elatus, Jtem che Alhm y avendo l’animo modera-  to, e volendo trattar Diogene da Imperadore , non reflò di cal-  carlo. Item che ciò fece come tnfpiraco da Dio, che dice : quafi  numine affata! ,   da Lo fieno fecero i Romani , perchè T. Quinzio Cincinnato ,  volendo rilafciar gli Equicoli da lui vinti , volle però che fotto*  metteffero il collo al giogo.* ,, ut exprimatur tandem confe/fio fub^  „ oHam domìtamque gentem fub jugum abituro! ) come fecero anche  I Sanniti a’ Romani : quoniam vidi, & y forrunam fate^   yy ri feirent. " ( T. Uvius lib, 3. Cf Itb. p, dee, i, ) In vece di  piè, con che dovevan calcar il collo a* vinti , era il giogo diriz-  zato con tre afte in forma del Fi Greco, che forca, come ora,  djfi chiamava. Era fatta quefta cerimonia, acciò non fi mettefle  in contefa , cerne fpeflb fi fa , la vittoria ; dicendo Ennio ( ex  Prifehmo hbro 4. )   vkit non eft viUory nifi vtdus fatetur,   Dionifio AUcarnaffeo nel libro io. vi aggiunge che quefta era  meda in cerimonia dì religione, dove, cosi pafl'andovi i nemici,  toccando l’afta, di fopra , chiamata tigillo , era far confeffione ,  come di fopra, e reftavano Uberi, ed aflbiri; forì'e fu ombra di  quel che, venuta la luce, fi vede nella Chiefa adoperato; come  tante altre cofe fimiU fi veggono . Nè manco quella è fpiegata  fempre dagli Scrittori, quando fanno menzion della confelTion de*  vinti. Efleodo vinte le navi diAntioco avanti il porto di Efefo,  non iferivono, fe non „ pofieaquam conftjjionem vidh fatti expref,  yy ferum, “ f T. Livius dee. 4. lib. 6 . inf, ) Vifto adunque che  quell’ atto è ordinario , che il vincitor , per modello che fia ,  fuol ufar,. togliendo il poirelTo del vinto, ne vk confeguenza^ che  fia preceda vittoria contra Federigo ; che non può elfer fiata ,  come fi dirV a baflb al nom. y 6 , , fe non la Navale de’ Vene-  ziani , dove fii prefo Ottone fuo figliuolo, Duca, anzi Rè' di  d4 Borgogna. Ora veggiamo fe era lecito a Papa AleflTandro di pre.   icrmctterlo : troveremo che no , dicendo i Giureconfulri : „ ij  „ quod confuetum eft fitti non dicitur aréitrariumy fed neeeffarium,   ( Bai    Digitized by Google     DEL FRANGIPANE. 305   Bill* if 9 /« qutatm^ue netnh, 4* Everard, in Topica /vrh y loco  facit gl, in c, ad yipojìolicie in vcrò. fadtfoHionemy de re /ttd.iné,  vide Novar. in terminis in c, inter verba, un. 47. 11. g. opewum  ìom,u fol,io. Late Cenehardus Cronaleg, lib,^, fot, 50^.) Ma Pa-  Aieflandro bilognavache lo facelTe in efecuzion del precetto di  Dio, per quel che è icritto nel 33. del Deuteronomio i „ Nega^  bunt te mimiri tui , (27* tu eorum Colla calcasis : ^ a nei Sai-  '1 roo 17. Cadent fubtus pedes meos , conforme al vedo che egli  difTe : Juper ajp 'idem , dove dice Eufebio : „ Dig^atem propbeti*  yy ci fpirhus contemplare , qua pronùjjionem ArosTOLiS Salvator fe»  ,, citi Ecce^ da vobis porejlatem oalCaNdi fuper ferpentes > & fior»  ,, piones y (y [uper omnem virtuten» inimici, ( Catena Barbati fu-  perPfal.ty,) Ónde anche A può conghietturar che forfè per pre»  66 rogativi di quelU promiOione i piedi del Pontefìce fi dicono  beati. Non far^ fuor della mia profelfion legale dir quello/ per*  chè i nofirì Dottori prendono argomento, come lor torna bene,  non (blo dalle voci delta lingua Ebrea, e Greca, ma anche dal*  la Caldea v gl. in rubr. ff, fol, matrhn, Efièndo adunque quello  un trionfo preordinato , • pronunaiato da Dio agli Apposoli ,  e alia dignità loro , Papa Aleflandro non lo doveva pretermee*  eere lotto pretello di modefiia, per mio parere ; perchè avrebbe  mancato , come Saul , il ^ual credè far meglio laJvar le pruni-  aie della preda pel lacrìfizio , e non le uccider, come Dio ave-  va comandato, (i.ileg. 15. r. fiiendumZ.q. i.) Gli Atcniefi , da*  quali i Romani, come dicemmo, hanno imparate le leggi , par  che anche eifi decidano quello punto come riferifee Tucidide .  y, Gli uomini, dice egli , dalla naturai ncceflìth fon modi a figno-  „ reggiare , ciafeun a colui il qual è fiato vinto da eflb. ^ Però  Papa Alelfandro, trovandoli in quello fiato , gli conveniva dir ,  e ollcrvarquel chefegue: „ itane autem hgem ncs ncque tuUmusy  „ nequCy ea latay primi ufi fumm\ fed jam reeeptam à Matoribui oc-  „ cepimus y O" ufarpemus , perpetuarti funtram reliHuri . ( T bweyd^   Itb.é, inf ) Onde fi v^ qual ragione abbia il Cerione nella fua  Cronica, il Bodino , e altri, benché Cattolici , a dannar quello  atto; tra’ quali danno maraviglia ilGerfon, quello Autor degli an-  nali, e Francefeo Duareno ; {de beneficih lib. i. cap, 3.) uomini di  caiua letteratura, a‘ quali lono da rii'ponder anche le coie (critte  da Giuiep)>e Stevano, leguace anche egli di quefia Storia: (deA-  doration. pedum Roman. Pont, cap. 5. col. 3« tr^^. tom, 1 3. p. 2. fot, 53.)  „ Alcitandri III, fa&umy quoé tantopsrCy ut tjvannicum ^ elevat Fran*  „ cifius Duarenus , commendare pottfì cum jure , meritoque in religia-  „ nisy Ù’ Ezclejue infenfiffimum bofìem Federicum Barbarujfam , non  „ ut in falem infatuatum^ quem jubet Cbriftus pedibus protereri , fed  „ potius in borrendam belbtam calcibus infultaverit , ^ Però Papa Alcf-  fandro non doveva mancar (h eiercitar il luo )u^ , per la vittoria  conceifagli da Dio colle felici arme di quella SerenilTima Repub-  blica; col qual atto ora ne vien a far foie al mondo a confu-  fion de’luoi contraddittori.   VI. L*Avvelario col Tuo argomento ci dk materia di far un'altra  dppruova di detta Storia. Se il calcar del piede è atto unto info-  Tomo II. Qq lente,     306 ALLEGAZIONE   lente) come egli dice „ uf gàb^ tanto hherc inàu^um Imperatortm y  yy- Jttfifiim to modo exnfperfitum faHis y & di^is iwtrban 'n tnnJU  „ taùsy dkrisy efptrisy ptr Pontificcm enacerbatum y cum a panìtentiee  yy tempio procul abfgcm. “ ( eod, fol. 456. ) Se adunque, facendo  detto atto, flmperador fe ne farebbe tornato addietro , e ritrat^  tata la penitenza di che era compunto , come egli fuppone , con-  flando chiaro per tanti tefUmon) che Papa Aleflandro lo fece ;ed  avendolo tollerato i’imperadpre luperbiHìmo, bifogna che la cau>  (a fta prima, perché il Pontefice efercitava quel che gli compe*  teva jure belli; fecondo, per ricuperar il figliuolo, il qual, non  feguendo la pace, (lava ne’ patti di refiar prigione. Cos\ allegano  i Dottori. „ ImperatOT FtdericMsBarbatubeay ut Kecupbraret ejus  „ jìitumy pajjus cjì Paptm Aiexandmm JIJ, calcajfe ptdìbus ejui ca>  „ fmt, ‘‘ ( allegata per DoU, Martam d. C4p.l8. nu.2l,) Nè fi per-  7ofuada rAvveriario, come facciamo ancor noi, che ri' umiliazione  deU’Imperador folle atto di vera interna penitenza, perciocché non  lo inoltrano tale le parole dette al Pontefice: „ non tibiyfedPe-  „ tro ; Itantechc petnitemU cogit pcecatorem omnia libenter fufferre ;  yy in tarde ejus conttitio , in ore ejus confejffo , in o^ere tota bwmlu  „ “ ( r. perfeiia dìft, de panie. ) comC: ne (ù 1 efempio il Van-   gelo nella Cananea, che, più che era fprezzata, ed ingiuriata,  più s’accendeva a dimandar la grazia della fanii^ per la figliuo-  la a Crifto. ( Mattè» 15. ) Si accorda ancora che non vi folle  7icontrizion nella lettera rhe poco avanti i’imperador fcrilTe al Pa-  pa-, piena di accufe , e di iir^properj , fenza ninna confcfnon del  iuo peaato ; della qual lettera , trovata a Roma nella Badia di  S. Gregorio, ne regiftra parte U Bardi a car. 151. dove tra le altre di-  ce.* yy Et quod manimwn eji y novijfme Vbnetos , 0“ Veneti a-  „ RUM ’Dmqs.vl adverfui nos dhrexijìi quorum ope y (T auxilio terre-  „ firn , Ù" maritimas noflfài copias in unum conera Mauros congrega-  yy tot y Uffa cum F I LIO . /^fito . y qmm vi y Ù" dolo Coepf.runt ,  „ difperdere volutjìiy \. 55.  Candinus in traila. moUf. fub ruèr^ qualiter Jit jidett, tortur, Ò" at^  togat, per lo. Baptifi, Bo/ard, in addition. ad Clar. ji, 64» nu,  pi. Ó" per Tiraq. in Jnrtef. icgis Ji mnquam. C. de revoc. donat, nu,  7. Ò' fequen, Bernaràm Scardonius. de motejiiis conjugatorum. lib.  4. eap. 14. ubi. ,, ^ippe nulla re parentet afficiuntur atrociui ,  „ qudm ntàloy & incommodis jilionmy ut qui /ape etiam ftviffimosfui  „ corporU cruciatui neglexerinty eorum tormenta nequiverint iene: re-  „ pertìque Junt quiy ut feryarent viram filiisy fe ipfos perdiderunty vh  „ ta ìaHura ìltis fuccunere non verentes. ) I Canoni Ai, da i caA fe*  guentt confermando.* Che Bater diligit ma^s filiumy qudm feipfumy  recitano un cafo imravenuto in Puglia fotto Carlo li. d’ un omi-  cidio, dove il Padre, dopo efler Aato coAamiflimo ne* tormenti,  trattandoA di liberare il figliuolo, confefsò aver egli commefib il  delitto, e cos^ ne andò all'ultimo fupplizio • ( Aod. Barbat, i"  c. atm in prefentia nu. 8l. de probat. alias eafus vide apud Dh.bifi.  tìb. 15. de Àqudio fioro pag. 88d. Valer. Maxim, li. 5. cap. 7.  Kavijiui Textor in officina, p.i. tit. amor parentum) Appreuo gli  efemp) che add&cono i predetti Autori A da aggiunger que*  Ao di Federigo, al qual non avendo potuto ammollir la ferocia  dciraniroo tlpfut ricuperar il figliùolo, abbia   ceffo, e A abbia umiliato a ricever gl* infoiti ordinar) che fanno  i vincitori a i vinti, ma ordinati da Dio a i fommi Pontifici.  Vili. Si dice per argomento^ legale :• La ciofa limitata produce  effetto limitato; on^ da tal efietto A conofee la caufa, dr è con-   77 verjo da tal caufa, l’ effetto. ( Bai. in rubr. ff, fi eert. pet. ver/*  Cr dÌBo de caufa,. Card, in 'c. cvm dilcBi verf. & nota argumen-  tum de accifat, Thatml. trBat. ctjfante caufa §. z.nu. 147. & al-  leg. per Affi, in confit. fi quìs ahquem q. 5. in fi. allég. Card.  Tufebum praB, concluf. in verb. effcBus regulatur conci. 47. & per  Menoc. confi ^16. hi eadem. nvm. 6. Capo, confi. 133. multa, nu.  31* ) Se la rotta data da*MilaneA a Federigo aveffe caufaca la   78 pace, e la umiliazione a’piedi del Pontefice, ciò avrebbe caufa*  to prima a’MilaneA.* e fe cAi ebbero appena fei annidi triegua,  bifognava che il Papa aveffe triegua di altrcttantitonde, effendoque-   ' Ai effetti diverfi, bifogna che nonfia una la caufa, ma dìverfa.Oltra  di ciò, non può Aar che chi ha vinto acquiAi manco beneficio di quel  77 che ha acqulAato chi non ha vinto; nafeerebbe una Aravaganza,  dicendo i Giureconfolti:,,^! vicit ahum tnneit propter ficy non propter  ,, aliumy ( jBtf/d. in l, fi d^un^us nu. 4. C. de fiuis Ò* le^thn. li-  P^- • ' ••vvr    Digitized by Google     DEL FRANGIPANE. 309   „ Atfr. & in A y? ^uis vtt Jt que, »«.i, C. Tertul, Cam. conf, vjx  „ ie ha nnltjiom m. 5. iW. 4. ) Altra era la conterà de’Milane..  fi, conte aUtiam deno, che era, per liberarli dal giogo de'nii-  oifiri imperiali; altra era quella di Papa Alcflandro, che era, di  eflér me&> in Sedia, erduii gli Antipapi ; però, combattendo i  hdilanefi,pcr fe dovevano vincer, ed ottenere il fine per cui com-  battevano; non erano come i Veneziani, che combatterono, c  vinfero, per metter in Sedia Papa AlelTandro. Però fe i Milane-  fi per la detta rotta aveflèro aftretto l’imperadore alla pace, ed  alla umiliazione a' piedi del Pontefice , e a conceder la triegua di  anni quindici ai Rè di Sicilia, avrebbono vinto per altri, e non  per fe , che non ebbero , fe non i fei anni di triegua : blfogna-  va ben dir loro ; per altri, e non per voi, avete arato, o buoi.-  Onde bea fi adagia la rotta che dietro con la triegua che otten-  nero, e la rou dell’armata, e prela del figliuola con la umilia-  zione, e pace col Pontefice. E fe fi vorrS trovar caufa, perchè,  gonel trattar la pace con Papa Alcflandro , fi trattaflè la triegua  co'Milanefi, e col Rè di Sicilia, fi trove^ che il Papa, favoren-  do i Milanclì, e le altre Citth confederate, e, vice verfa, cflè  favorendo il Papa, ma non per ragion di Lega, non doveva con-  eluder pace fenza la ficurth di elfi: il che è arto proprio della  Chiefa Romana, come ne fcrive Papa Innocenzio ( in diSo c,  jfpi^nlicn, n». 3. Cr Hi Jom, Monah. nu. 3. de re jude. in d.)  „ Nera fdeluetem Ecclefu Remmie , numjatm voluit hn-   ,, bere faem^ na pais /raèfanrm, niji prius exprimeret de pae ytfi  „ ndhnreniium , 6 " de perpetue feenritate emtm . “ Oltra di ciò, fe  i Veneziani, invigilando alla follevazione, e liberazione dcllltalia  fecero far efli la Lega delle Citth di Lombardia , per liberarle dal-  la mala amminiflrazion de’minillri Imperiali, ma con patto, che  oflervarfero la fede data aH’Imperadore; '( Blend. dee. 1. Hi. i.  Siun.de Regna Itel. Lii. 13. ftd. 518. 6" JIJ. Bare», d. rem. iz,  [tX. anno 1104. Jb/. jt^. ) è ben da creder che, trattandoli di  pace in Venezia coll'lmperadore, non abbandonaflero la caufa di  quelli che per opera loro erano fiati mclfi in guerra ; profelTando  la Repubblica di non aver mai mancato di fede ad alcuno; come  fegnalatamente narrano le Storie , ( Saiell. dee. i. li. i. c. 58.  Gniceierd, li. 3. c. pp. )   IX. La pruova della detta vittoria la fella che s’incomincia a lò-  lennizzar la vigilia dell' Afeenzione colla Indulgenza nella Chiefa  di San Marco, e colla cerimonia di fpofar il mare il di feguen-  te, pel trionfo che in effa Chiefa celebrò, il Papa per detta vit-  toria; fopra che dicono i facri Canoni:,, ( trnnkxrferie recordetio  „ repreefentet ^qnod elim foRum. efi^ & Jte not fait moveri^ tom^m  „ ’tèdeamus, “ ) e. femel. difi.^ 2. de confecr. ) Per lo fieflb effetto di  memoria de’ felici fuccelfi anche le genti infiituivano folennità di  felle.- nel qual propolito fcrive Amobio net lib. 5.,, Acne illem  „ ( bifìoriem ) vis tempority Ó" vetejlatis obfolejeeret ìongitudoy per.  „ petuitais honore mandafìis: perocché quella folennith di fpofar il  mare che fi faceflè col concorlb di tutti i popoli circonvicini,  gih tKcento anni ne la fede il Petrarca ( Senilium lii. 4. epi/le-     310 ALLEGAZIONE   ^ 4. ) A quV tempi, ne’ quali ancora il fatto era recente, ancor  feguiva a giubbilarne I* Italia ridotta in liberti l'uor del dorai*  nio de' Barbari per tal imprela, perchè per le vittorie acquillate  è flato coflume de’ Popoli, ed è meflb in obbligo dalle leggi, idi-  tuir un giorno fedivo , (che ferve come Stilografia deirallegrez»  za pubblica, e ferve per riconofeer il Sign. Dioche l'ha donata.  ( L I. C. ae pubiic. lath. tib. xa. CT ibi And* de Band, man* a.  Jo. de Platea in princip* lofepb. Moniard. verf nane tjuibttSy nnm.  • 2. ) dove fcrivono: „ oh viHeriam^ quam Jibi gloriofam imp. confc'  ,, curut fnijf^ì fa/li dtes celebrari confuevcrune ^ Jiqtt gentes fe iniùjìb  „ faOuToSy Ji Diis dies In perpetuum opthd rei gejìay Ò" nmneris  „ memoriam non dedicabunt: però conchiudono che della pace, che  fegu'i a S.Chiefa, ed a tutta la Lombardia, nominata la pace di  Codanza, che fu parto, e frutto della detu vittoria, le ne doveva  far allegrezza pubblica folenne. ( allegat* per lo* de Platea ibi  Refiaurus q. Ji. Cajlald, traHat* de Imp^at. ) Conforme a quelli  dice il Card. Earonio, per la pace feguita.* ( tom* eod. fol. 4^5.  B ) quis bac ,, tanta nondejiciae admtrando Imgua^verb viBorialem  „ occinat bj'mnum Cbrijìo FiHeri, etti Ù" erigat Jtmut de fuperatis bo‘  „ /iibuSj infuperabilibus inhnicis , tropbtea perpetM permanfura. Il che  non fi vede fatto, fe non a Venezia, perchè ivi è fuccefià la  vittoria, e la pace, effeodo fcritto neU’ApocalilTe. 2. Vincenti  dabo calculum candidum: dove dicono i Teologi: y^conjlat apud Ve»  ,, teres VlCTORlARUM DIES publieit fajiorum talfulis infcriptos confuc"  51 candido lapillo pranotari , a quo elarius a caterif diebus difeef   „ neretta', pofuit autem^ hoc loco calculum candidum^ quod ir nottts ef?  yy Jet bity qui in tbeatrisy oc Jìadih certabanty & Vincentibus tra»  „ debatur* ( Sixtus in bibliotbeca p. 1* Ìd>. 2. in •verb. calculus y fa-  eie glc. in l. i. in yerb. errorem, C.de error. calcidi*)SQ adunque  fi debbono celebrar le fede, fi debbono celebrar dal vincitore,  perchè cos\ è confuetudinc; cd il tedo dice .* ,, Vincenti dabo  ,, calculum candidum.^*- Ma della vittoria con tra Federigo, onde fe*   ? ;u'i la pace alla Chiefa ed a tutta la Lombardia, non fi celebra  eda altrove, che a Venezia, viene la confeguenza certa, che i  Veneziani abbiano ottenuta la vittoria, e non ^Itri: cos'i quelli  che combattono, debbono aver la corona, non quelli che danno  82 a vedere. Se muove qualche fcrupolo perchè la commemorazion  del trionfo intravvenuto 1 nella vigilia dì San Jacopo fi fia ridot-  ta all' Afeenzìone, fi può dir con buona ragione, che ciò fia,  acciocché in quel giorno nel giubbilo che la Chiefa colla me-  fn.oria deU'afcender di Cbrido in Cielo, efprimefTc anche quella  del Trionfo che ebbe fopr» la perfona del iuo perfccuiore ; per*  ciocché in quel giorno nella colletta de’ divini uffizj fi legge nel-  le lczioni(:.*„ , bumilia refpicit , Ò" alta a longe cognifcit : ilìa utex-  „ tollaty bete ut deprimati le quali parole fanno memoria di. quel  „ che l’imperador rifpofe aH'orazion del Papa, come riferifee il Ba-  „ ronio: ( to. 12. fub anno 1177. 45 ^ faHum efi qubd   yy *^^^y 0 *** bumilia refpicit y & alta a longe cognofeity patientiant no^  „ Jlram , ( 5 " adverfte partii bumilitatem confiàeram , more fuo potem de  ^ fede depofuity & bumiles exalavit* Oltre a ciò nella pidola alla   mcl-    Digitized by Google    DEL, FRANGIPANE. 51 r   meATa, e ne" refpoiiforj fi legge ,jifccn 4 ens in ahttm ceptiv*mi!u-  83x1/ captivitatcm ^ ch*é del Salmo ^7. nel qual avanci per canto  tempo dallo Spirito fanco h ^A^ta dclcritia rninutamcme qucAa  vittoria, come dime Areremo in altra carta; qui baAandoci dire  che, ficcome il verfetto.* AfcewUf io altunty Icritto da David per  una uittoria, che [doveva luecedcr, è ridotto dall'ApoAolo; e  dalla Cbiefa airAfccnfìon dì CriAo, cosi al giorno di eAa c ri-  dotta la celebrazion di detta vintala colla Aefla colletta^ che fer-  ve aU’ur^a, ed k ali’ altra-   X. Perchè tutto l’ argomento dell’ Avverfario verfa fopra queAo,  84che gli Autori da cito trovati dicono che Papa AlelTandro fia ve-  nuto a Venezia accopipagnato da tredici galee mandategli dal Rè  di Sicilia; che par Aa totalmente contrario a quei che noi alTc-  rimmo, che veniAc incognito in abito di Cuoco, e A accomodaf-  fe nel MonaAero della Caritk; par di averci convinti di falfo in  tutto; avendo per coAantc che qucAo Aa fallo: però ci reAa un’  altra pruoya, ch’è la indulgenza della Caritk, dove ogni anno  concorre tutto il popolo a riceverla con queAo concetto ^ che Pa-  pa AleAandro la lafciaAe, per quando fconolciuto ivi capitò per  refugio, come ne fa memoria e fede la Cronica di que'Padri me-  morata di fopra. Il Popolo concorre parimente alla porta della  Chiefa di San Salvatore, dove. ha. per coAante, che il detto Pa-  pa, giunto la prima notte a Venenfa, vi dontniAe fotto la coppo-  la che vi era.’ la qual memoria è regiArata in una Cronica di  que’Padri, A trova copiata nella Cronica Sanuta, che cqsV dice:  Alexanàcr III. Pontifex^ „ dum morem trsèerer tl^tnifiisy confecra-  „ vh AtMTf S. SAvaioris , prasjentc Federico Imptfatote , fuper cjftod  „ etiam Mijfam ceUbravit anno 1177. die 2p. Augujìi, Ù" Ecclejiam  „ dedicavit ù" multas indulgenttes conCeJJit i Ù“ in fc/ìo Transfigura^  „ tionisy 0“ omnibus tranfeuntibus per porticaU^ fub quo ipfe dotmierat  „ prima noQcy quando Vcncnas applìcuit erat Prior D. Vivìanus^ qA  „ pojìea anno 1180. menfe Martii fui$ eonfecratus Epi/copof Em«s»  8 5 QucAa continuata amica memoria di un Popolo A tiene per pruo-  va di verità infallibile; fopra di che, come teAimonio ordinato  da Dio lenza altr^ fcrittura, è fermo nel Salmo 77. ,, ^anra  mandavit paìribus nojìris noia facere eafiliis fuis^ ue cognofeas s^ene-  „ ratio Aia, Filii qui nafccntuTy 0 exurgenty 0 narrabunt filiis Juis,  Per qcAa via i Principi mandavano i raccordi importanti a’ loro  PaAori, come faceva Antigono;, qui pracepijje fiJis diceretury ut 0  „ ipji meminijfcnty 0 ita pofieris prederant,^ ( T. Livius dcc. 3. /zè-  lo p, 505. ) Però dicono i Giureconlulti: Longa^ 0 tenax Po-’  » putì, Jeu Republicae memoria prò vernate] bAetur „ ( BAd, conf,  „ 48. ses. probibita, num. 2. vol.i.frquitur Ttraquel de prK pri,  ma parte nu. 2 treB, tom. 17, fA 141. ) perchè dicono:,. Raro  fi fAfum invenitur quod Universi dkunt\ però danno il precetto di  Catone, che doveva cAcr oHcrvato dall’ Avverlario .* yy Judicium  /•opULl nunquam contempferis unus. ( Alex, confi, 53. profpcHis  num, IO. vA. 4. Barbato, in c, tertio loco num. 3Ò. de probat, Af-  jiiH. de pace tenend, quarto notabili num, 22. ) 11 che ferve per   U     3IX ALLEGAZIONE   il redo detto di fopra^eflTendo anche di quella tenace, e continua*  ta memoria appreflo tutto il Popolo.   3 C 1 . Seguendo ancor io l'antica memoria della Repubblica, e di  Sd tutto il Popolo, ricevuta ancora da quelli che non fcrìvono pun>  to della vittoria centra Tlmperadore; i quali dicono che Papa  AlelTandro concede le infegne le quali porta la SerenifUma Signo*  ria in cerimonia; dico eder ringoiar argomento di quanto i Ve>  nezianì hanno operato per lui, e per la Sedia Apodolica; perchè  quelle infegne fono le itede che portavano gli Inmeradori Orien-  tali, come fi può veder nel Curopalata, ( de official'thus Palatii  Cenft. ] come altrove pienamente abbiamo dimodrato . Quedo di*  chiara che la Repubblica predaiTe l’uffizio d’Imperadore nel difen*  der Santa Chiefa; che è proprio di chi ottien l* Imperio di effer  fuo Avvocato, c difenfore. f c. vmerahileM^ , tm. é, fot. }ó 6 . ) onde dicono mem» nudi-  far i Ttgulis. j»TÌS,,   Qiuncp all'ofinion di Giovan Andrea, sii che gli altri (i fon-  dano, l’addizipna. l’Abba^ nel. detto capitolo aun inflmtis, e dice  „ Std ofonte , io, jladrets femit oppa/imm, dnm dkit Regem  „ frtmit ex frivilfgia jifeflolm mw» pojfe McemnmKrori 4 borni-  „ »e, mn à cmooxe^^ Scrivono di pib i Dottori Francefi efleie ftato  pi^, dichiarato , che ta\ pivilegio li elienda ancor uli Uflìziali, five  Magiftrari delKegno; perchè il privilegio cancello al Padrone com-  prende anche la ina famiglia.- ( r. ecdtfìa i%. p. a. glof. in c,  etniconun 1 1. tf. I. re/»», lo, Rerctd. de /'«r. Cf prèvi/, Reg. Frane,  m. p. Cero!. Degroffal. Regalium Francia d. verf. marna /»» §.  hmc ejiy & fcemdo (T allegata per Prohan in addit. ad lo. Monacò,  in c._ ne aiiqm de pnvil. in 6 . ) \e quali cofe s'intendono qui in-  trodotte remiffive con tutte le loro oppolizioni, eccezioni, c in-  telletti^ ^ «flèndo Hata bm una   tal concdCone fuori delle tegole (di ragione , fi cavi argomen-  to y efler giandillitno il merito ^Ua Kepnbhlica/ che vicino a  ^ue' tempi fu combatter, e vincer in difela della Sede Appollq-  IjEa.   Mi refian certi altri argomenti, i quali lin fin del prefente  difeorfo^ pe-r finiilo in ricreazione, ho deliberaro riferbare; e di-  rò le (eguenti cofe, traponcndole come intercalari.   Abbiamo vide tante pruove tratte da memorie pubbliche di  marmi, di pitture, da Croniche, da Storie fcritte dagli Autori di  quei tempo, e da’ vicini, e da tanti altri poderi, che han lor  creduto.- oltra di ciò, da tanti altri argomenti neceUàrf, ficchè a  Roma, nella fala Regia fc ne è filtra pubblica atteftazione. Non  è però da prender maraviglia, che vi fieno così arditi, che la  vogliono impugnare,' perche iìnahè vi farh Sannaflb al mondo,  vi faranno miriti di 'contraddizione, che a vele piene urteranno , ed  opporrano alla vcrià, come le tenebre s'agitano alla luce . Chi a  P7CÌÒ guardafle, non leggerebbe mai Storia , fe non a ragion di Ro-  manzi . Volendo il mondo anche neHe azioni palfiite de'miferl mor-  tali aver mano con innalzarle, abbaflarle,ed a fuo arbitrio anche  annoiarle, e come alle cofe future, non lafciarvi verith determi-  nata. „ aidee mìnima ( dice Tacito IH, j. ) „ tfanfue amiigaa  funt , dam ali/ quoque, ntode audiea pre corrtpertis baione/ ali/ vera  ,, «I! eentrarium vertunt, & gUfeit utnmque pmfieritaee. Cicerone nel  Bruto imbrutta tutte le Storie Romane, dove dice.' ,, multa feri-  j, pta funt in eh quafaSa non funt ; fatji triumpbi plures confulatus  ,, genera ttìam falf‘y   Arar beinngegnoj vpol moArar Dion Grildftomo, che Troia non  lìa lUta iprela , contra la fama impennata da tahtt Scrittori , e  anche dalle noAre leggi: {Lverbum in fi, ff, deverb,fign,Bórbat,m  t rubr.deptobat.»u,29,) yoXgzxvttA'^cìst il detto'dì Paufania, e di  > Licofìone, che Penelope non fìa fiata pudica': -   -1 • • I i che ferfe non fi pub legge*  re, dicendo di quelli libri i facri Canoni.- „JùigfJari ctuelt intRtr  „ mau Enlejia «m Icguntiir, emm qi$i firiffirttìouitiA PeNiTua  IcNoaANTUa.^ c, fanH» ^ item gefla fanHorum diji, 15. ) dove  la gioia , e l’Arcidiacono dichiarano, che apocrifo fia quei libro  nt/M mmen >gnm»r*r, I libti che non hanno il titolo del .nome  loi dell’ Autore non hanno credito, perchè pub avvenire che l'AB-  tòre lo abbia lafciato, per non aver obbligo di difender )• cofe  che vi narra ; cosi fcrive S. Girolamo in una fua pillola ( t4 Evo-  pnm 1x1, j, fui, jg. cosi fcrivono i Canonilli ( /e. jiaJr. ia  Diut. Iti. 6. max, a}, vaf, qumui quando id agii, ) Titolo, fe-  condo i Grammatici, vien detto a tiùndc; onde un libro lenza ti-  tolo viene a dir lenza difelà, che ne abbia a far l’Autore, tol-  to il traslato da’foldati, che fi chiamano Thuiiy quafi nndi , quad  fatriam auartntur: ( Feflus, & Bhmdus mumfbanth Rema Hi. 6,  a* Ulpiam { ait ) da militari teftamtn. ) ed è pallàto in comun  parlare, che, riptovandofi un libro, febben fi sh l'autore, non ne  avendo il nome, fi dice, che è fenza titolo, e cosi fenza auto-  rità. ( Aueraet Hi, 4, phffic, nmm, 15. Baccachu in quarta ditta  Decameranis in princ. ^ allegra in liiro nofiro; da aiuSoritattf Ò"  Judic'tB paitorum tit, da liiris legati! . ) Dove un’Autore non vo-  lendo loilentar le cofe ch’egli nana, cab non pub lare un’altro;  loacome quando uno rinunzia ad una lite occorla ibpra la fede di  fuo illrumento , il qual fi prefume che abbia confellàto che poflà  eflèr fallo, non può egli, nè altri mai ularlo: ( t. peftaquam liti  C, da pad, (T t. }. C. da fide injhrum, Barèat. eanf iz. illud ifi-  ftram nu. g. voi. 4. ) di modo che, fe l’ Autor non ha voluto  metter il nome, per non aver obbligo a foUentare le cofe che  dice de i fatti di Papa Aleflàndro, per la incertezza che ne ha  di effe, manco lo può far l’Avverlàrio.   Le Oeffe oppofizioni ha Romualdo, perchè, ora ufeendo in luce,  non ha ufo di effergli creduto; e non ha opera pubblica, come  a’ è detto, che (t gli confórmi; nè farh che fe gli creda, febben  dica effer flato prefente; perche chi finge un mendacio di un li-  bro, finge anche il nome di Autore che fia flato prefente; lo  conferma lo fleffoAvvertarìo in altra materia; Falieas oanas fiarent  „ impofloret, fi e* falfo tantum fuper pafite titula quad cupereut fra-  „ batum iaberent { tam. iz. fui anna ligi. fai. 535. ) Però non fi  103 legge il Vangelo di Nicodemo, nè gli altri con nome di quelli  che fono flati prefenti, di Taddeo, Tommafo, Barnaba, &uto-  lommeo, Andrea; perchè, non fi avendo certezza che fieno fla-  ti feticci da elfi, come apocrifi,  non hanno acquiflato fede; anzi  fon rigettati da fama Chiefà. ( O. jbgufiin. da confenfu Evange-  lifl. Ili. t. cap, I. & d. cap. Romana. §, item Cbranicam. Candì.  Trident. feff. 4. in prineip. cum cancardantis iU. Cardia. Bateaius  tam, I, fui anno 44. fai, Z34. ) E fe il libro è di Romualdo,  dove è fede che fedelmente Ila flato copiato; che non vi fia fla-  104 to aggiunto, o diverfificatoè Ma come fminuito fia, lo ftefio Av-  verfario il conferma; che di due copie, una trovau, dice, nella  Libreria Vaticana, l’ altra a Salerno, ( fai. 444. nwr. iz, ) » in.   Cadi-     3i8 allegazione   Ctniice LMgobarào Sakmhano ^ ubi àtfinit ,, Impbrfectb , ftcut  ^ tùem idem S. Pem-codex eft Imperfectus : cd altrove ( eod,  » fol. 7^0. ) collarus cum codice S* Peni in Vaticano Haud inte*  GRÒ, SBD FiKE CARENTE* Abbiamo in jure che le cofe im-  perfette fi hanno per nulle/ ( /. cum Sillejanum, C. de iis quibus  pt indign, per Canones concordantes ibi, Cravet. de antiqu. tem~  'fot, p. 3* wr[, vidimuf . num.Ji. troBat, ìom.i'p, fol. iqp. Menocb,  confai, /uris num. 13.) pcrlochè concludono. „ Imperia autem  ,, infirwnenta inflrumentorum nomen non retinent ob id in publicam  ,, Jormam bevati ^ Ù" redigi non poffunt ! onde fe quello libro era  1053! tempo del Volaterano nella Ebrerìa Vaticana da lui , come  afferma, maneggiata, meritamente, e fanamente ha fatto a non  hCr tener alcun conto , avendo ferino in altra forma , come lo  abbiamo allegato fopra , al numero 42. Non ne hanno manco  tenuto conio i Cardinali della Congregazione lotto Pio IV. che  non abbiano perfaafo il Papa a far la iferizione di tale Storia  nella Sala Regia; còme non hanno tenuto conto del libro degli  Atti di Papa AlefTandro.   loò Sb bene il Cardinal Baronio come riufeirebbono i Tuoi volu-  mi de gli Annali , fe vi mancadè il fine di alcuni tomi , dove  tante volte con appendici muta , e rimuta , aggiunge , e ridice  quanto per avanti aveva detto, ed ingenuamente confeflTa Ter-  rore. „ A priore fententìa recedere^ ^ & qm firmiter pabiliijfe vi-  „ debaty re&aHare minimi diffidam. £ pih oltre. ,, Re autem vi-  » gdantiffimo fiudio exaBius pervefiigatay atque attentius difqui/tta a  „ priore fententia volensj tibenfque difeendens ^ in eam potius vento ,  „ quam verteas perfnadet. ^ (Annoi, tom.j. fol. Sé.) Se il libro non  ioffe Siterò, e vi mancafle quella pane, e quella delle appen-  dici, fi direbbe che T Autore aveflc una opùiiono, k qual aven-  dola retrattata, non ebbe per vera.   107 Nel margine che vi è meffó al teAo di Romualdo citato da-ll*  Avverkrìo ( fol. 444. ) fi dice „ incìpiendo ab illh verbis’. in hoc  ,, eapitulo Fodericus Jmporator^ ò'c. ufque ad illa verbo; Eccl/fationes  „ Solit. f. in figao Virginisì ^ le quali parole però fi è Icordato di  porm; o che fi è Icordato di levar dal margine; non avendole  polle nel tallo / forfè per non levar la fede all’ Autore , il qual  pare attefii che fia in quel tempo fucceduto Eccliffi del Sole nel  legno della Vergine; il che è fallo; perchè per quanto fi ha dal  Calcola Allronomico non fon fuccefii tali Ecclifli , nè fucceder  potevano , non fervendo alcun dei nodi a quel fogno . Secondo i  Compuùlli del 1 177. furono due Ecclifiì della Luna ^ il primo  fu nel di 2Ò. d’ Aprile, T altro a’ tp. d’ Ottobre : Ecclifli del So-  le non fu fe non del iiSo. a’aS. di Gennajo , c del 1181. a*  1 3.' di Loglio ; nel qual tempo il Sol non poteva elTer in Ver-  gine : di che TAvverfario , forfè avvifato , non ha polle le pa-  role del teflo promefle nel margine. £* vero che fcritte le fud-  decte cole , mi è occorfo veder d'un EcclifG accaduto in quell*  anno 1177* nel di 8. Settembre, prdfo Vincenzo Belvacenfe nel-  lo Speculo lllorkie lib. 2p. cap. ar* ma quello appunto ci pone  il fofpetto , che il detto Autor Romualdo, feguendo l'error del   Belva-    Digilized by Google     DEL FRANGIPANE. 319   ' Selvtcenfc in queftn Tua Cranici, fìa autor |»fteriore al 1144.  Ca dove ó:rifle il Bcivacenfe , e non prefente al fucceOb del 1177.  come vuoi r Avverlario, Della ^ual falfià di Ecclillì non aven-  do veduto il tello di Romualdo , le non quanto fcrive l’ Avver-  brio nel margine non fò alKduiamente fondamento fino che non  lo vegga.   Ora quelli Autori dicoaa che Papa Aleflàndra venilTe trion-  fante con tredici galee mandategli dal Rè di Sicilia , cosi nega-  no che avefle bifogno dell'.ajuto de' Veneziani, per vincer Federi-  go, che gih era vinto, e ne ricluedefié la pace ; e vogliono far  . mentir gli altri, che venilTo. profugo, e di nafcoHo; che fcoper-  to poi , la Repubblica toglieflè la Tua difefa , e ne feguiflero le  cofe prenarrate. Qui laicio di confideiar le flat^ite, che dicono  in numero aflai dove, dato che detti Autori fodero ftnza quelle  mende che li modrano mendaci , e fenza credito , è in obbligo  chi vuol por loro penderò, e tener conto d’adopnr le regole le-  loSgali, che infegnano quello G ha a bre , quando vi' fono tefti-  . monj difeordi , per fuggir la bIGth di efli , per rifolverd come G  abbi a credere . Se trattano di atti iterabili , la contrarietà fa  che ft abbia a prefumere eder lùccedi più d' una volta.- ( ri t»»  ( 14 . de ttflH, & lèi glaf. 0 ~ omnes ScrHe4U(i & m cap. m prafen-  (ia de proiat. Bar. (rriit, de ta/tii, coi, 1. jirtr, m fi 4»ima in  p, Ittliu. dt efl». Ancbm. cm[, J35. /iree primt , imm. t, Frane,  Care. tir. eod. p. 7. nam. 1^6. varf. ftcmi& rtdncrauar. Fot, Ant.  pietra de fideicammifi. 4. ta. Nkelatts Lejènt, de ttjì 'ti, verf. een-  fequttuer traS. rem.4. fol. Z37. dove G dico in torminis : Conetr.  datar ficnt Bvangelifta , juiM quei dkitnr difihtgue ttntptra , &  rencardaiis Scrtpttlras^ ite tttagii ahfervandttt» tttea dherfitatem Hi-  fiericomm Ctrtmograpiemm . Quella Dottrina Circa gl' Evangelìdi  infegnb Sant'Agodino molto avanti , de Certfenfu EvartgeUftarttm  IH. a. cap. 50. oper. Toiei. 4. fot. 153. Sk nii fintile invenittr fa-  tìttm a Dwnioe , qnaà in aliqne alteri Evongellfia ita eepttgrtare  videtmr, ttt emnhii pdvi tiett pefftty triiil alind intelligittir, quam  utrttmqtte faÉhm ejftj & alittd ab alio eonotterrteratttrH ^e. Cosi G  dee far degl' altri Storici ; cosi doveva far l'Avverfario nel cafo  di Papa AlelTandn) : il che non avendo egli fatto , lo faranno  gl' altri , dando loro ampia materia , e teftìmonio i proprj Av-  vefarj .   lop I Nollri affermano che Papa Alelfandro. venilTe incognito a  Venezia avanti la Vittoria, la qual fia fuccedà del ityó. e Tan-  no feguente feguide la pace ; cosi lo atteftano anche i Foreflieri  Beat. Anton. Hiftorico par. 2. eie. 17. Cap. i. §. io. Polater. IH. az.  /e/. 234. Coritts par.i. fot. 51. La venuta poi, dicono, colle Galee  del Rè di Sicilia fu del 1177. cioè nell'anno che fi fece h pace-  cosi per li fuoi Autori Tanefta T Avverfario l. D. Tiem. 12. pH  anno 1177. Jot. 430. Gli Storici dunque, parlando di due anni di-  llinti, danno all' Avverbrio obbligo di dire che due Geno fiate le  venate del Pontefice; una quando venne incognito , dove dimo-  raffe finché la Vittoria Giccelfe contro Federigo , ed il trattamen-  to, e la conclufion delb Pace lo aflìcuralfe cb potefie andar libe-   lamente    Digitized by Google     3ZO ALLEGAZIONE   ninente dove pI 2 ì gli piacefle, poi dovendo venir Federigo ad  umtliarA a’ Tuoi piedi a Venezia, il Papa venire la feconda volu  trionfante con tredici Galee del Rè di Sicilia.* non oftante dun*  Gue r improperio, e la oppofizione che hanno gli Storici addotti  dall' Avverfario, concedendo ancora che integri fieno, punto non  contraddirebbero alli nodri, quando l’Avverlìario ha un obbligo  di credere, e dire, cóme infegna Sant'AgoiUno, Ihrumqut faHum  ffffy Cr aytud alio omijfum. Stante le quali cofe , febbene all*  ora per opera de' Veneziani fu levato quel fcifma, e conoiciuto il  vece Pontefice, ed ottenuta la pace, ben farebbe conveniente ^n•  cera che da qui folle levato Io fcifma trb gli Storici, e fermata  concordia trb e0i; fofle conofeiuta la veritb certa di quanto ap-  prclTo la Sede Appoftolica nella Sala Regia, e nella Regia del  Maggior Conlìglio in Venezia è confermato.   Alle predette cofe s'aggiunge per argomento più rìfervato, che  fi cava dal veribmile, prova efficace, cera, econcludentene'Giudizj  con che f( fanno le X^^i> e fi dlfinilcono i Litìgj, come fi ten«  ga per vero quel che e verifimile. jfUcgtt. per lìipolit, im tvè.  dt pnéét» num* lo8. & fea, Tiraq, in ptxfat, /. fi unquam «m.  37* & ftqq. C. de revoc» aonats 0 “ Mafcard, de pnbar, eencl. 1402.  verijimiiie$tdù in prinàp, 0 nu^ 22. 0 feq, Parfan, de probat. lib,  I, Cép. 8. 20. 0 fca* Mandof. in - regul. Camelb, in prafat»   per $ 9 fum lat^ Card, Tufil, pad. Cenci, in verb, verifimHe quid fit  9 M. 0 feq. tom^ 8. fel, 375.   Chi dià che un Vafcello travagliato da grave tempefia di Ma-  re, o da perfecuzion de'Corlàrì, non fi fia ridotto in Porto ficu-  IO, che gli fia vicino ogn* altra pendice, minacciando cattivici, e  storte? £ dove Papa Aleflaodro, per afficurarfi andò? prima rac-  contano: Pimijffe Lateranenji Pélatio^ ad tutor domet ìb^ngipanas  ad Ciftemam Neronis , m qua latuit Nna fi*giem Rotnanos infe-  quentes metu ab Urbe fugam , medhantem Cuglielmui Rea fuis Trf  temibuky e Terracina in Franciam deduxit^ poftea Francia y 0 An*  glia Regum Conjtlio Remam. Ex, Ottene Fringenfi de rebus geflis  F rider, lib. X. cap, 66 . Tbom, Favelli de rebus Skulis dee. 2. Uh.  7. fot. 410. 0 ex olieg. per Baren, D. Tbom. li. fd. 342. Di  modo che è verifimile, e coti fi dee tener por vero quel che feri-  ve Obon Ravennate.- Defperaiis rebus Vtltelmiy ad tamos Friderki  Exercitus vires imbccillas fuadebanty ne illi falutem fuam facile ere-  derefy PrefeBionem in Cahiam ut rnanimumy 0 qui prater fuga di^  verrkulumy nibil ei adverfus Friderkum praft intra effe damnabaty  Venetam Chitatem liberam y 0 oh id minimi fufpeBam , quam  ifem amicam potius , 0 fuarum partiunt fuifse cognoverat maxuni  ad eumdum probabat.   Chi può dunque in quella difperazidn di cofe non credere eh*  egli fi lift ridotto a Venezia, la qual Iddio, in vece delle Ciith  di rifugio concefib al fuo popolo, ha fatta riforger per falvezza  l'Italia contra il furor de’Barbari? Per lo che Leon IX. fuo Pre-  decelTore, vi fi trasferì perfeguitato da* Greci, e da' Normanni,  dove fono cacciati tanti altri Principi da' loro fiati iòccorfi, e ne  hanno ricevuta tanta confoUiiooe nelle efireme loro miferte, che   han-    Digilized by Google     DEL FRANGIPANE. 311   tanno confelTaro non aver più defìderio nè della Pairia, nè del per-  duto Principiato SM. dee. 3. li. i. pag. 152. ne fuona la Tromba  per tutto il Mondo.   I nodri Giurc-Confulti , benché efteri, di lei dicono ; Urie prtela-  riffima, deevs. fplnidm eeiius Italia, v'trntihts, divitiis, ac Religione  ornata, Paradifus delitiarum'. Bald. conf. 41 1. qu'tdam man. 2. voi. 4.  Carnati, conf. 72. de fare Col. }. Menoei. conf. 75. tac /am dici nam. yS.  Jaf in l. fi Infalam nam. y. ff. de veri, oiligat. Gomef. li. ft faerat  tnjlit. de aHion. Kevii^n. Iti. 5. nam. jy, Catelian. Crfia Memorai,  in Veri. Fenetis. Tomai Deplovat. in Mditio ad Cepoltam de fervit.  raflic. prad, e. 16. Mandof reg. 1 3. qu. 6. in fine Pietro Antonio Petra  de Principe Cap. 3. qa. 4. nam. 34, Ai quali fi aggiunge Pietro Bel-  lino Configlicr del Serenilfimo Emanuello Duca di Savoja nel fuo  trattato de re milit. lit. 5. i» princ. traCl. tom. tS. fol. 335. Il quale  cosi dice, Urne Uriem Novam Romam dixie Falgofas, & Commanem  Patriam vocat Cama, eamque, & noi non immeriii calme n , & decui  Italia dieemas, ehm fola, nel exorieni conira Bariaricaa Gemei, & ra-  pin.ti, er vifiationei tatiffimam praiuerit llalii refitgium, folaqae te-  dia halicam liiereatem, tr dignhatem confervet, & taeaiar. Il Petrar-  ca che godeva lo ftefeo rifugio. Seniliam, hi. 4. Epiti. 4. Aaga-  flilfitma Fenelianim (Iris, qaa ana todie liiettatii, ac pacii , & tifii-  Ha Domai e fi, anam ioaorum refugiam, ama Portai, qaem IM vi-  vere capientiam, tjirannitii andiqaeiellicii tempefiaiiim ipuafia rate: pe-  lane, Urli, aari divei, fed ditior pradentia, poiens opiiai, fid vina-  te poteniior; folidii fandata marmor Hai, fed filidiori eiiam fand.imento  Civili! concordia fiaiilita, falfit einSa fiaàiiat, fed falfioriita tata  Confila! tee. Onde Sabba Calliglionc ne’fuoi ricordi num. 114. di-  ce, Fenexia bonor , repataxion, ed ornamento dell afflitta, e fconfolata  IiÀia : per la Cai confcrvaxione ogni iaon Italiano dovreiie pregar no-  ftro Signor Iddio . E certo a me pare mirabile b continua conlervazione  della prima liberti fino a’prefenti tempi, e per Mar, e per Ter-  ra, in Levante, e Ponente, col Senno, e colle Mani valorofamen-  te confervata, mantenuta, e direfa, cosi poITiamo fperare in Dio  che fi confervi per l’avvenire di bene in meglio per la vera Giu.  flizia, per la Religione, pel cattolico Culto di Dio, e per le ope-  re pie, e fante, ch’in queUa abbondano ad onor e fervizio di no-  ftro Signor GESIT CRISTO; Onde in modo di profezia è intro-  dotto a parlar l’Angelo neU'Italia ìibettu da Gin; Giorgio Trifin. Hi. y.  Mira qaetla Cini, ci' a mexpep alt acque  Sorge tri'l Sde, t Adige, e la Brenta  I^uella è Fenexia gloria del Terrena  Italico, e Rifagio delle genti  Dalla Sevi-gia' Barbara percoffe .   $mfla Regina è di late' il Mare  Specchio di liberti. Madre di fede.   Albergo di Giuflixia, e di qaiere.   Le cui virtìt fempre faranno eccelfe.   Ed ampie in ogni fan futura etade.   Però la fama che con fimili Trombe fuona poteva invitar Papa  Aleffandro ad aver quel ricorfo, coU'cfcmpio de’ fuoi Predcceffori , cb’  Tomo II. Ss eb-    Szz ALLEGAZIONE   ebbero foccorfo, e difesa coatra i Perfeemorì loro, e di Santa  Chìcla-   Lo dovea fpcztalmente inanimar il cafo di CregorÌ0 //. qoaB fìmi*  quando JUcn Impttudort^ eiTendofi meflTo aD’imprcfa di diflrugge-  f« tucte k Santi Immagini della CriHianit^ far ciò oOinatamente ne lo  richiele; qual villo che il Papa non volle, come non poteva ubbidirlo,  richiefe il PuceOrfo, cd i| Popolo di Venezia, o a dargli in man il Pon*  tefìce, 0 che Tainmazzairero; arditamente gli rifpolero quel che è re*  giurato da Bernardo Giudiniano nella Tua Storia al Libro X. Refponftan  iis magno animo advertero po$utJfc quanto femper fiudio^ & bonort omnU  bus ttmporibui Imptraroriam enolZcrcMa/eJlatem : maximb ramtn nowjji*  ma Ravenna Urbis retfptione ^ non verim in corum gratiam Regem ami-  Ò" ficderatitm belìo ìacefeere : efse tamen ita a Majoribns injìitur  rum, Ht ubi de facrofanbia agatnr Religiotte Romanee Ecclejùe /aiuti y  Cr bonari mtllo modo dejint , rum omnipottnti DeOy porìus quam tdli  mortaliwn fit partndum, Jraqtte Romanum Pontificem non daferturos»  Ma farh meglio feguitar il fatto con quel che regi&ra, e diceda  fe per meraviglia il Cardinal Baroinio. Sub amo 7 ad. num. 37. tom,  p. fol, 18. perrmti Venetiarum Esttreitus jujjioni Impcratorit re-   Jiituerunt \ Ijla ingenti prsjìantique animo Veneti Tkef terra y marique  protrimi ejsenf Imperatori , a quo deieri timere ponti ffettt , fi adbuc viri-  bus y adeò fortes prò Ponti/ce certamen èrme adveìfia ipfum atiquo mo-  do prafumerenty fed ubi de Religione feient effe certamen y eun 3 a ei  pojì babenda nterith cen/uerunt.   Indi ne ebbero tal gloria che contrariando^ airimpieib deU’Impe*  radere, ne riportarono trionfo, ch*ad onta fua hanno fabbricata la  Chiefa di San Marco carica di Santi Immagini didentro, e di fuori  ùi (cultura di Marmo, d’oro, e d’ Argento, di Bronzo, di Molaico,  nel letto, nelle Pareti, nelle Colonne (ino nel Pavimento, ma prò*  por7Ìonatamefite collocandone. £d ivi contro la Pazza erefta deH'lm*  perador Iconomaco, che alTeriva ciò effèr Idolatria , fcrifle in Molaici  verfo la Canonica. Nam Deus efi quod Imago docety non Deus ipfa-  Hanc videaSy fed mente calasyquod cernii in ipfa.   Chi è quello dunque, che avvuta un ardentilTtroa, e mortale feb*  bre, fie tic rìlànato per opera d’un fuo valorolo Medico amorevole,  cd affezionato, che trovandofi con gli flefli fegni, e parofilmi, non  torni allo deflb Medico come certo di liberarfi. Però la Chiefa cd il Pa-  pa liberato dalla pcrlecntion d'un empio Imperadore per opera de*  Veneziani; chi dir^, che tornatagli li lleflì travagli non Ha ricorfo  alli HelTi, 0 incognito per llar Ccuro; o feoperto per efler difefo? Cer-  to il vcrillìmilc, c la prelunzione è per raffermativa ; perche dalle  cofe pallate, ft conofeono le prefenti, C. mandata C.Scriban, de prO'  fumpt, Menocb. eod. lib, i. prafump. 24. ir». 8. La Storta dt Papa  Gregorio certamente vera lo fcrive il Bibliotecario allegato, e feguito  dal Cardinal Baronio è regillrata nel Pontibcal Tom. i.conf. 410. è Icrit*  ta parimenti da Paolo Diacono nella Storia de’ Longobardi nel Libro  6 . Cap. 4p. Se quella di Papa AIclTandro non foffe fiata vera, nè la  Sede Apollolica 1 avrebbe fatta dipingere, nè i Veneziani lafciando  quella ^ Gregorio vera, e^ tanta gloria; Ufquequb gravi cor-  dcy ut quid iiligitis vanitatemy & quaritis mendaciumì Pfalm. 4. perchè   giu.    Digitized by Coogle     DEL • FRANGIPANE . 313   giufla il proverbio, ]!le   matici in favor di Papa Onorio, dice, cbe acquiilarono dal Papa  titolo di Repubblica. CrilHaninima, e di Dominio ampio per Terra, e  per Mare, perchè Nallum kommt mtpouneratum Tom, 5. fub tmM  6^0, n, 17. fol. 6i%, to, p. fub an. yi6, ». 37. fui. 58, quedo fi  vede conlcguito fobico dopo la vittoria conF^erigo, e meìlb in fe>  dia Papa Ai^lTandro , perchè oiiracolofamente la Repubblica colle*  gata co’Francefi, fece l'acquida dell'Imperio d’Oriente, che di fo>  pra al numer. 78. abbiamo narrato, e poi fempre piò crebbe. i   Il trionfo, e fine quando il Papa milè il piè fui collo di Federi'  go, e figillò la pace, fu adì 24. Luglio la ;VigiLia di San Jacopo  come dicemmo del 1177. dall’ ora in poi il Signor Iddio G è com*  piaciuto di donare diverfe grazie, ed allegrezze immenfe alla Repub*  blica fino ad oggi giorno nel detto Mefe, che ben d^ fegno in rì-  compenia di quanto merito 6a.   Per avanti il Mefe di Luglio era infaudo a’ Romani, ed aH’Ita*  lia per li sfortunati avvenimenti , cbe loro intervenivano , e par che  ave^e principio da peccato di Religione; per lo che alcuni Politici,  e Qiure^Ionfulti , pcrGufi della Dottrina di Platone ofTervato che  certi cafi G trovavano iterati quafi all'idefib tempo, differo, che era  un Orcuito di proportion armonica cbe girava, e giunto alle corde  dello deflb numero iterade lo deffo tener di cole, come nel Corpo  umano, quando è infermo per lo perìodo degli umori fi fanno le  crifi nelli giorni decretor), e l’altre alterazioni negli anni climateri*  ci, allegar, per Valentin. Forjlerum de hifi, /ut, civiUs, ì. i. in prin^  cip, frati, tom. 1 fol. 25.   AUi II. di Luglio i Romani ebbero due rotte d’Eferciti in di*  verfi tempi cioè f Alienfcy c la Gremercnfey però quel di fu chia-  mato ni j^uJÌOy ni infauflo Corm Tacir. tib, 18. Tir, Uvitn dee. r.  Uh, 6, Macrob. Satttrnal. l, I. c, 16. alti II. Nacque Giulio Cefare  che diè nome al Mefe prodigiofamente ufeito a guifà diferpe, tagliato  il ventre della Madre, e ne fegui con tanta uccifione ledinzion del-  la liberti della Patria, della qual ben dide il Voicì. ^ Socerque y Gener,  que perdidijii omnia. Succederò poi a dominarla i Tiberjy i Cajy i Ne-  reaiy e tanti altri ferpi. AUi ip» cominciò Tincendio in Roma, co*  mandato come alcuni vogliono da Nerone che tutta Tarfe.’ nel qual  giorno per avanti da Calli Senoni fu prefa, & abbruciata. Tacitò  Tib. 15 ,   AUi X. Tito, non valfe ad impedire che a fuo difpetto i fuoi  Soldati non abbruciadero il Tempio di GeruQUcoime, abbruciato la prì*  ma volta da Nabucodonofor nelb dedb giorno, che fu il decimo  del Mele quinto, che appredb i Latini è il LugUo, però detto  tilcy ma comandofi perKaIende,che retrocedendo, principiano a'feoici,  fi chiama Agodo, il qual giorno per^edi incend) Giufeppo chiama  Tomo il. Ss 2 fa-     3^4 ALLEGAZIONE   &ulc, e cadetcbbc a'i5> Coà lì Calva quel che dice San Girolamo  Copra Zaccheria S. Tt/mfumpùvi i» r. jciimmm àifi. Jcfcpbo Je  itilo Juào'uo Hi. 7> e. e dove in. tal giorno per meilizia era  inftiruto U diurno.   In contrario qu^ lì celebta la feda di San JacopO in Rialto, quel-  la Chiefa la qual la Cùtìi volle che foflc prima Pietra, e fondame-  to della dia foodazionequando ottenne grazia Cubito Catto voto, che  li eflingueflè rincendio appiccato, che di giìi abbruciate 14, Cale  era per abbruciaala tutta; così avendo colle Cue Celici armi ottenu-  to che d edinguelCe l' incendio di tanta guerra con Federigo che af-  fligeva la Chiefa, e cenCumava tutta l’Italia.   Quel MeCe dall’ora in quh Dio condituì che folTe tempo di dar  la paga a' tuoi Soldati benemeriti, perchi in elfo Ce che la Repub-  Uica conùnciaOc a far il predetto aoquido, prima col romper l’ar-  mata dell’ fmptsadore nello AelTo Areno di Collaniinopoli, e dopo af-  fediata, e prcià la Citth, fugato il Tiranno AlelTio, col rimetter in  ie^ liàccio, ed AleOio, fuo h^Iiuolo, i quali Cubito uccili da Mar-  cilo occupò, la feconda volta V Imperio , dico la Città , e l' Im-  pcrio ; non ancora partito 1’ Efercito nè 1’ armata dalle mu-  ra, uccifo Marcirò , a lui rimafe la Grecia; del qual primo acqui-  flo , fcrive Niceta . Aniwlium Lii. 3. Col. i a. fri, 177. ABom toc  tfi Menfe JuHo onno lyii. che rifponde all’anno del Signore izol.  cioè anni 24. dopo la detta imprela; l’anno feguente fu poi il to-  tal acquiAo : la qual’imprefa ora^i man di Jacopo Palma rendè fplen-  dida la fua arte colla Pittura nella Sàia del maggior Configlio a di-  rimpetto deH'imprefa fatta per Papa Alefiandro, quafi due partite  de’ libri de Conti aU’incontro di dare, e d’avere.   Dalla Morte di CriAo lino aU’imprefa, e diAruzione di Gerufa-  lemme, che fcgu'i per vendetta, pallarono anni quaranta, e qui 24.  Coli, volendo il Signor eAer affai piò preAo alla rimunerazione, eh’  alla pena, dove Eufebio In Cronico confiderando il tempo della PaC-  qua, nel quale per quella imprefa fei cento mila Ebrei furono uo-  cifi, ne cava argomento che ciò Iblfe per divina vendetta dal fegno  del tempo , come intendiamo ora di far ancora noi , e dice , Opor-  tliif onim iifilcm ditha Pojcbtt coi mterfei in quihn Solvotorem cru-  tifxcnmt.   Però nel Mefedi Luglio la Città feAeggia per diverfi altri felicif-  fiini avvenimenti, come per avanti forfè per altre fimili caufe lein-  teivenivano il dì di San Pietro. Nel primo celebra la feAa di San  Marziale per tre Vittorie da lei in diverfi tempi in detto giorno  ottenute; Al che fi aggiunge che nello Aeffo giorno il Doge An-  drea Contarini fi refe a Chiozza trionfiinte per la vittoria contra  Genovefi narrata di fopra al num. 15.   Contra gli Aefli alli 22. fi conclufe la Capitolazione, e pace con  tanto onore, ed acquiAo della Repubblica, che ancor fi celebra per  memoria di allegrezza pubblica la fella di Santa Maria Maddalena.   Alli 6. fucceffe il fatto d'arme al Taro, nel quale il Rèdi Fran-  cia ricevè così buon accordo, che fuggito per voto, come riferifee  il Guicciardini Hi. z. cor. jg. e sbigottito da queir angofeia , gli  feappò la voglia di fapct dove piò fbAe l'Italia, intento all'ora folamente   al    Digitized by Google     DEL FRANGIPANE. 32^   ai pafTàr avanti nonvolendo^mtender più pratica alcuna, con celeri*  tk fegultanda il Tuo cammino, levandofi aguifa di vinto fcnzafaonar  la Tromba* Gmcciard. lib, 3. car^ 5p. e 6 p. ed ivi queirifteflb gior*  no cominciò a ceder forzatamente i luoghi che teneva confederati  della Repubblica richiel^ill dalli Provediiori Veneti nella rifpofU da-  ta al fuo Araldo quando richiefe U paiTo, Bentbus Hb. 2. cor. 44.  j 4 lexanà, in diario ejuuUm belli y Jov/uilib» 2. car. 8^ per-   chè all’ ora angoTciato a difender la propria perfona più colla fero-  cia del fuo Cavallo, e colle orazioni,che da* fuoi eHèndo. anche eflì  occupati nel difender la Tua,, cosi che io avevano abbandonato, non  potè mandar come doveva la gente fui Genovefe,. però ufcita Tar-  mata di Genova,, prefo fenza difllcoltk il Borgo di Rapallo col pre-  fidio de* Francelì che lo teneva, e prefa l'Armata loro che ritirata  in quel Golfo di li a poco il Rè Ferdinando ricuperò il Regno di  Napoli , ed il Duca di Milano Novara : pel qual fine la  Repubblica s’armò e combattè, ed avendolo ottenuto da Dio, ne  vicn aver avuta la vittoria all’ora felice per T Italia, colla ricupe-  razione della ricca, e gro 0 a preda, che dalla mifera Italia, fpoglìa-  ta in Francia gloriofi riportavano.   Allt 17. che fi fece appunto U primo acquilo di CofianttnopoU y  come di fopra al num. I20. fi fcfieggia la memoria di Sanu Mari*  na, perchè in quel giorno fcrive il Bembo, fi fece Tacquifio diPa*  dova due volte, ma la feconda Dio fece, che ficcome era d^ di San*  ta Marina foflc luce di Stella Marina per ralTèrenar le tenebre della  Repubblica, in mezzo della fiera tempefia della Lega di Cambra;,  fopra che dice la Parte prefa nel Sereninimo Senato per folennizza-  re detta Fella 1712. Die XXK Junij fide prhtcipiam Uberationis a  eonventu maiignanìium y CT a fmcibus inimìcontm nojlrcrmn y Civi^  fas Padiue non bumana opv, aut ConJUtOy fed^ Divino auxilio fiiir  cuperatay t per dame qualche argomento, e fcgnodicc, In cuyasetimt  T'empio tppcnfn ClavesÒ" Sigillo Civitatit fitb feptdcro Serenifs. Dtteis D.Mi-  ibaei ’hSfeno in monwmntum prim^ %pfiu% acquifmonis , Quello giorno fu  principio tale, che da indila Repubblica ricuperò tutto il fuo Stato, cho  aveva perduto, c ciò con tanta gloria., che il Guicciardini dice /i^.4*  r. 327. Con ejini Icp^ieriy e poco dwrabili fi terminarono i movirnertm  ti dell armi fen- 3 ^ utilità y ma non ferrea ignominia del nome di Cefo*  re , e con accrtfeimento della riputatone de' yenezi^*** 9 ^be a ff aitati  dagli Eferciti di CefarCy e del Rè di Francia mantenejjero alla fine  le medefimt forze , ed il medefimo Dominio,   Indi alTottava, che è la Vigilia di San Jacopo. Renzg da Ceri  ufcico da Crema prefe Cafiiglione , e menò prigione Ì 1 Capitano,  che Io teneva, e iubito prete Lodiy c confegnollo a’ Collegati. Ale-  man. Tinus in Hifi, Erement, lib, 8.   AlU 2p. di Luglio del 1523. fu fatta la Capitolazione della pace,  colla confermazione di quanto pofledeva la Repubblica in Terra  ferma •   La Signoria vifìta folennemente la Chiefa del Redentore la ter*  2a Domenica di Luglio , nella qual fu liberau la Citta da una  gran pelle.   Cof^ il Mefe, temperai per avanci degli Infortunj , è divenuto   (Ragion    Digilized by Google     3zo Raven. fih. 8. Bard^  cor. 24.   FiJi(q>o Memo Dottor andò ad accompagnar Ottone, che fu pre-  fo all’ Imperator Tuo Padre, Crontcs Samtìa M. S, fai. 84. ed ambi  ebbero in tal fatto merito, uno per la Vittoria, l’altro per la con»  clufion della pace col ridur T Impecadore a* piedi del Pontefice nel  jnunesazione io quel giorno, e celcbrandofi 1* annuale dell’Afcenfione  ravvivar la gloria della Repubblica con ravvivar la memo^  ria del trionfo, confeguito contra i Perfecutori di Sama Chiefa ,  c fpiegaic elempio a’prcfentt) ebe abbino a perfeverare, e non ef-  fere , degeneri a* luoi Progenitori , dovendo per le proprie  confeguirne premio Gngolare in perpetuo, e trafmettere il merito  anche a’ pofleri, per lo che ogn’uno dee defiderare, e pregare con  devoto Inno di Policromo, che il Signor Iddio faccia perpetua quella  bnta, gloriola, ed a lui gradita REPUBBLICA, che fia cuBodita  flagl’ Angioli^ Grazia-.    DOMI-    Digitized by Google     D O M r N l’*Ò   DEL   MAR ADRIATICO   DELLA   SERENISSIMA REPUBBLICA   DI VENEZIA    SERENISSIMO PRINCIPE.     t L Dommio della Serenedima Repubblica fopra  il Mar Adriatico i cos» celebre, e famofo ,  che forfè non fi troverà akan’ altro, del qua-  le dopo la declinazione dell’Imperio Romana  più Storici, eGiureconfulii abbiano fatta menzio-  ne, ed approvato di comune confcntimento per le.  gicimo, e giuflii&mo; nel che elTendo tutti con   ^ cordi,fifone però trovati differenti neiraflegnar*   vi l'origine, e varj'nell’allegar il tellimonio , fondandolo , chi lopra  privilegio conceffo dal Papa, chi fopra privilegio, e conceflione dell*  impcradore, ed alcuni fopra la prucrizione, altri ancora fopra anti-  ca confuetudine.   L’opinione, e ragioni de’ quali avendo io confrontato con le Puh.  blice Scritture, che per comandamento di 'Voftra Serenità mi fono  Ihte mollrate per dover metter infieme un'iniera relazione, ed in-  formazione delle ragioni di quella antichiffima, e nobililfima giurif-  dizione, confiderato il tutto accuratamente, ho creduto che que-  lla materia poffa effer ben dducidata, ponendola in cinque confi-  dcrazioni .   La prima tratterà il vero tellimonio, e poffeflione, de’quali que-  llo Dominio colla, mollrandolo non acquillato, ma anche infieme  con la Repubblica confervato , ed aumentato con la virtù dell’  armi , e fiabiìito con la conluetudine eh’ eccede ogni memoria .   La feconda larà in mollrare non effer vero , ni utile il dire , che  la fercniffima Repubblica abbia il Dominio del Marc per privile-  gio del Papa , o dell’ Impcradore, ni meno per preferizione .   La terza confiderazione farà vedere fe il Dominio del Mare  comprenda i Seni, Porti, & altri ridotti, ed inclufi i Lidi ancora,  e le quella giurifdizione s'^llenda a llatuire, ed imponer Leggi a’ Na-  viganti, facendo quell'otbuùzioni , che ricerca la pubblica utilità, ed   a pe-    Digilized b, - ìoogle    3z8 DOMNIO del   a punire i delitti commeflì in Mare ^ e ^ imporre gravezze a  quelli, che fi vaglino dell’ ufo di elfo. .   quarta far^ in efplicare , e rifolverc ropinioni d’ alcuni che  vengono fatte in contrario. ^   Nella quinta metterò infleme le ragioni particolari , c proprie  della Sava di Goro^ ed in quelle ^coofid^zioni non mi vaierò fe  non di cofe » chq fi poffono moftrare per le Scritture pubbliche ,  ed "autentiche di Voffra Sereniti, ovvero per tefiimonj, ma degli  Storici, c Giurcconfulti approvati^   Il vero Tefiimonio, pel quale la Serenifiima Repubblica ha il  Dominio del Mare è quell’ ifieflO) pel quale ella ha la fua liberti,  fi che al piiqcipio del fuo nafeimento per una IWfia caufa ella nac*  que libera^ ed ebbe rimpcrio maritimo , e quella caufa fu reffer  edificata, e cofirutt^ in Mare, il quale all’ora non era fono il Do-  minio d’aìcuno.   E’ termine indubitato appreffo i Giurcconfulti effcrc de ]ttre Gett^  ri»m, che ognìCiti^fia libera s’ è fondau nel fuo, ficcome le Cincin  luogo dominato fono dal fuo nascimento Soggette al Dominante;  quelle, che naicendo in Terra non foggetea ad altri , nafeono libere  per quella ragione, che fono libere per la Slcflà fono Padrone della  Terra dove hanno il loro principio.   Co$‘( quella inclita Citt b nata nel Mare, del quale non eia alcun  Padrone, è nata libera, e per rifielTa r:tgione Padrona dell’acqua do-  ve ebbe il fuo principio; per Io che tanto è il ricercare rimpcrio  Maritimo di Venezia, quanto ricercare roriginc della liberti fua,  ovvero la fua fondazione. >   A quello non olla, che ne* tempi precedenti la Repubblica Ro^  roana abbia fignoreggiato rillefib Mare; ùpperocchè non fi ricerca  per l’edificazione ad una libera Cittì, che il luogo mai in alcun  tempo fia ftato dominato da altri, elTendo che per ifiabiliiì dello  cofe mondane, non v’è ragione,che non fia fiata loggetta ad innu-  merabiii mutazioni, ma bens'i ricerca , che nel tempo deiredilicazio*  ne il luogo non fblTc fo^getto ad alcuno.   L’Imperio di tutto rAdriaiico per molti fecoli innanzi il nafei-  inento di Venezia, fu deirimperio Romano, ma nè Dominj de'Po-  poli avviene quello ftcITo che net Privati; cioè che cìafcheduno per  tanto tempo è Padrone della fiia cifa per quanto la tiene in pro>  prietì Sua , nel qual tempo non gli può eflcre legata lenza ing^-  llizia; ma s* egli l’abbandona, o non ne tiene il polTeflb , o irait  ne può piò tener conto , quella difoccupata può elTere privile-  giata per propria dì qual fi voglia , che primo le mettcrii la ma-  no fopra. Così le Cittì, che foggette ad un Principe, non poflbno  eflérgii levate fenza IngiulHzia, ma s’egli abbandonerà la loro cu-  ftodia, c non la govcrnerì, o perchè non voglia, o perche le for-  ze glie fieno tanto mancate, che non poffa , faranno di quello,  che prima ne piglierà il governo, c protezione ; c per legge divi-  na, ed umana dovranno fiare fotto di quello, mentre egli cominue-  A a reggerle .   Anzi il Dominio così acquifiato anderì prendendo fcropre maggio-  ri radici, e confermandofi per quanto nuggior tempo durerà, in mo-   do    Digitized by Coogic     MAR ADRIATICO, szg   do che avendo continualo in cosi lungo Tpazio d’anni, che non vi  fu memoria d'uomini in contrario, fata perfcMamente llabilito,e&  poirh dire acquillaio per confuetudine.   Certa cola i, ehe innanzi l'anno 400. dalla Nafcita di nodro  gnore , gl'imperatori pollédevano Tacque del Mar Adriatico, partW  colarmente le Lagune dove quella inclita Citth i fondata, ma ef.  fendo dedicata la forza dell'Imperio in Occidente per Toccupazione  di gran pane dell'Iialia da' Barbari, quelle acque furono dagl’Impe-  radori abbauJcnate; onde redando fenza Dominante, per legge Di*  vina, ed umana, poterono i Popoli, che fi ritirarono per l’inonda.  alone de’ Barbari , indituire in qued'acque una Repubblica libera, e  per virtù della fila Nativith Padrona del luogo , abbandonato da  chi prima lo dominava era all' ora fenza Padrone , e difoccupato.   Ma mentre dico, che il Dominio del Mare fia naturale a quella  Repubblica, e nato infieme con lei, non voglio intendere, che tut-  to in un tempo abbia ac^nidata la padronanza di tutto TAdrfatico,  perchè le forzo nel principio non erano tante di poterlo cudodire,  e guardare tutto; ma nel fuo principio ebbe Dominio di quel tan-  to, che con la virtù delle lue forze poteva cudodire, e proteggere,  che fu il tratto contenuto trk Ravenna, ed Acquileja; redando il  rimanente fenza Padrone come abbandonato dalTImperadore, e non  dominato da’ Barbari, che s'impadronirono d’Italia lenza forze mari-  time, fintato che Giudiniano mandò per la ricuperazione d’Italia E*  fercito terredre , ed Armata di Marc, e fcacciati i Barbari , ripigliò  il Dominio, e cadodia dell'Adriatico,* nel che avendo avuti favore-  voli i Popoli di Venezia, non toccò, ma lalciò nella fua liberti la  parte, che è da Ravenna in qiù , come polTeduta legitimamcme  dalla Screnilfima Repubblica, contentandoli di quell'altea parte ch’ò  oltre Ravenna : ficchi ilSerenifilmo Dominio della Repubblica in Mare  fn di quella fola parte di edb, che è prollima a queda inclita Citch.   Ma in progreflo di tempo fatti gTImperalori un’altea volta debo-  'lì, ceflaronu di mandare Arma» in Ravenna, ed abbandonala quel-  la parte, che è dal fiume di Tronto in quh fi ritirarono nella Pu-  glia, il che mife in ncceflìtii queda Repubblica, la quale era cref-  ciuia anche di forze a pigliar cudodia piò ampia del Mare, e tener-  lo netto da'Cotlari per mantener Scura la navigazione, incominciando  dalla Riviera della Marca Anconitana, e dal Quarner fino a Venezia: il  che lecoftava ogn’anno moltoifangue dc'fuoi Cittadini, e molto tefoio.   Seguile le cole per alcun tempo in queda maniera, fu moda guer-  ra da’.Normani aU'imperadorCodaatinopolicano nella Puglia, il qua-  le non elTcndo badante a difenderfi per fe IlelTo in quella regione  ricercò Tajuto della Serenifiiina Repubblica, il che fu uccafioneche  ella palTafle con le file armi anche nella Riviera di Puglia. Molte  fazioni Icguirono, nelle quali avendo AleOio Comneno Imperadoco  fodenuta la gueira piò con Tajuto Veneto, che con le forze proprio  per tré anni in circa, il quarto abbandonò Timprela, ne mai piò  mandò Tarmata neU'Adtiatico - per lo che redò la Puglia occupata  da' Normani , i quali elTcndo fcaz'arme maritime, il Golfo da quel-  la parte fino a capo d'Octanto, abbandonato deUTmperadore, non  poteva elTer , protetto , e cudodito , falvo che dalla ScreoiOima  Tomo IL T t Re-     3 30 DOMNIQ DEL   Repubblica.; oiide per neceflitìt di. render Scura la navigazione aTuoi  Sudditi^ eOi. che gib. aveva con la forza acquiftato, quel Mare, con-  • tìnuò. a cudodirlo, e difenderlo da’ Corfari, e da altri turbatori, e   oc acquiSb. il Dominio come di cofa abbandonata, e non poCTeduta  da alcuno. Per lo. che ficcome s'i detto, ch'il Dominio del Mare  d: naturale alla Repubblica, principiato inficmc con lei nelle parti  proflimeaquell’inclitaCittk,cosV anche infìeme fi dee dire, chefiaam-  plificato fuqceflivamente neiraltre parti di elfo Mare, che fono ab- bandonate da quelli, che le pofledevano. prima, e prefe in prote-  zione, c cuSodia dalla Repubblica fin tanto ch’ella s’è fatta Padro-  na. di tutto il Golfo, e perchè cib eccede fei centinaja d’anni, fu-  pera , e di giìi, molta ha fuperato ogni memoria , ficchc è conferma-  to con la confuetudine immemorabile.   Di tal confuetudine convien fare ogni capitale , perchd la legge  la ptefuppone tempre buona, ragionevole, e lodevole, e che fia in-  tervenuto tutto, quello, ch’era neecITario a làr cofa legitima , che  fia equivalemeadogni contratto, e convenzione. Per dottrina de’Giu-  rtconlulti a (labilir una giurifdizione per conluctudine irrevocabile fi ri-  cercano , che fieno fiati fatti atti giurildizionali continuamente da tem-  po. che non vi fia memoria in contrario, e che altri non abbiano  elercitato. atto alcuno , fe non con licenza del Polfellbre : c che  da. quello, fe alcuno, ha tentato, di farlo, gli fia fiato proibito ,  tutto ciò non occultamente , ma con faputa , e tolleranza di  quelli , che avrebbero potuto pretendere altramente , le quali  cole tutte fono intervenute nella continuata; polTel&one di quello  Mare,   Da tempo che non vi ò memoria in contrario è fiato eletto con-  tinuamente un Capitano di Golfo, fono fiate tenute Galee, ed al-  tri Legni armati per cafiodia ordinaria, continuamente è fiato proi-  bito efiicacemente , o con tutta tratuzione, o con forze a qualun-  que altroPotentato il tenervi Legni armati; ed i Pontefici, Imp'cradori,  ed altri Principi hanno aflcnciio a quella giurifdizione, o col confef-  farla in parole, ovvero per effetti , ricorrendo , implorando l’a)uto,e  quando hanno voluto trafportar|Vettovaglie , od altre cofe pel Mare  ricercando licenza , ricevendo le Patenti della conceflione ; e alle vol-  te anche fono le licenze fiate negate , ovvero concedute limitatamen-  * te, e non quanto la loro dimanda richiedeva.   A’ Naviganti fono fempre fiate date le Leggi fopra la navigazione,  coti quanoo al luogo, dove dovevano far la Icala, come alla quali-  tà delle merci; Li Conaabbandi fono fiati confilcati, e fono fiate  impofte dazioni de’ Dazj, azioni tutte di giurifdizioni , e fupreme  Dominio.   Non v’ò memoria quando avelTe principio l’elezione d’un Capita,  no di Golfo, ma ben nel ijp;. fi vede una lettera dell’Eccellentif-  iimo Senato ferina al Capitano dì quel tempo con precetto , che feo-  refle la Riviera della Marca Anconitana , e la Puglia fino b Capo d’  Otranto, e dal tcnor di quella lettera appare che il carico di Capita-  no non comincialTc all’ora . E' notoria la cufiodia tenuta continuamen-  te con Galee, e Vafcelli armati per difenderlo da’ Corfari, e Ladri mari-  timi, «dopporfi a quelli, che voleficro impadronirfene;efisbinficme   quante    Digitized by Google     MAR ADRIATICO. 551     civefeovo di Magonza Vicario imperiale in Italia con la Sercnil&ma  Repubblica nel 1174. che Ancona fodeadaltata con l’Armi Imperia*  li per Terra, e con quelle della Repubblica per Mare, ficcome fu  anche pugnau, ed elpugnati.   Fu-.ancora un’cfprcflb confenfo del Papa, e dell'Imperadore Fede-  rigo infieme l’anno 1177. imperocché avendo il Pontefice Alcflàndro  Terzo implorate le pie Armi della Repubblica per difefa Tua, t  della Sede Appodolica dalllmperadorc Combattuta, ed avendo Tlmpc-  radore dopo la rotta della Tua Armata acconfentito di venir a Ve-  nezia, Tuno, e l’altro confeflarooo in quede lue azioni legicimo il  di lei Dominio Maritimo; e fé bene alcuni pochi Storici non fanno  menzione di battaglia, e vittoria marìtl ma , attedano non di meno  che il Principe Ziani incontrò prima il Papa, e poi Tlroperadore con  potentidlma Armata, con TideHa li condude nella Marca Anconita.  na, ed. aggiungono, che fu eletta la Citù di Venezia da ambe le  parti, come quella che non foggetti ad alcuno aveva forze d’impe-  dire, che dall’uno non foffe fatta violenza all’altro di quei Principi  Valendofidel Dominio maritimo della Repubblica, come loconfeifarono.   A qufda s’aggiunge, che il medefimo Federigo Imperadore quan-  do' i’anno xi88. fi mife in viaggio per Terra £inta, Icrìvendo una  lettera comminatoria al Palatino, e magificando le forze del Cridia.  nefimo, oberano in fuo ajuto, mife frh le principali aver in lega,  e compagnia la Repubblica di Venezia, encrau a fua difefa ad in-  danza,, e preghiere del Pontefice Romano, lafciato ben gorvenato,  e cudodito il Mare.* il che tutto modra non folo ralTenfo di elfi  Pontefici, ma anche quanto fofle loro grato per fervizio pubblico  della Cridianith, che la Repubblica av^e forze non foto da pro-  tegere il Mare Adriatico, ma da mandare anche in Paefe lontano.   Celebri furono ira le altre le fpedizioni £ute ad indanza d'Urba.  no Secondo, e nei 1111. a preghiere diCalido Secondo; ma foprar-  tutto è notabile la fpedizionc fatta h Coftantinopoli l’anno 1202. con    Digitizod by Google     MAR ADRIATICO. 333   il potente Arnuu , che inlìene con la Nobiltà Fraticefe , che vi  era lopra fu fufficiente di reftituire in Coftantinopoli l'Impeiadore  I fcacciato il Tiranno , e dopo la morte di elfo Imperadore acquila*  re il Dominio della Citth, e delflmperio, lafciando peri tanta Ar-  mata in Golfo, che fu fufficiente a guardarlo, ed a ricuperar Zara,  che all’ora fi ribellò fenza muover le forze ch’erano in Coliantino-  poli. Forfè la più notabil memoria ò, che nel ia7}. avendo con-  giurata quali tutta la Riviera della Romagna, e Marca Anconitana  per ufurparC il Dominio di quei Mari, turbando la poireffione del-  la Serenilfima Repubblica, fu nundata potentiifima Armau per re-  primerli; e dopo alcune Batuglie, fu fatu pace con quei di Roma-  gna, de’ quali erano Capi i Bolognefi 4 convenuto, che la SerenilE-  ma Repubblica continuaflè nella poflefCone fua dicufiodire, e dominar  quel Mare; Per lo che quelli della Marca, refiati foli, non poten-  do far rcfiflenza, fecero ricorfo al Pontefice Romano Gregorio De-  cimo, il quale tentò di far comandamento al Duce di quel tempo  di defifiere, al che avendo egli rifpofio, che il Dominio del Mare  era della Repubblica, e che voleva in ogni modo difenderlo, e proi-  bire a tutti il tener Legni, e Galee armate, e trattar da nemici  quelli, che avelfero pretefo di tenerli, il negozio fu poitato dallo  flelTo Pontefice nel Concilio Generale di Lione, dove fu commeflà la  caufa degli Anconitani all’Abate Naverfa , il quale udite le loro ra-  gioni folamcme perchè la Serenillìnia Repubblica non confenfi di  mettere in litigio quello, che da tanto tempo poffedeva , conobbe  il Giudice, che gli Anconitani non avevano fondamento alcuno; on-  de furono coftretti d’ acquietarli, e cedere. Fece parimente guerra  la Serenilfima Repubblica col Rè d’Ungheria, tth le altre caule, an-  che pel Dominio del Mare dirimpetto alla Dalmazia, ed in fine fi  fece la pace in Tarino nel ijSt. dove fu convenuto, che la giu-  rifdizione di quell' acque rellalfe alla Repubblica. Di quella ulnma  guerra, e pace fono le Scritture pubbliche in Segreteria; le altre co-  te narrate di fopra fono tratte dagli Storici, eDendo cofe fuccelfé  innanzi l’anno izji. quando furono abbruciate tutte le Scritture  pubbliche . ‘   Più efficace prova ancora fi cava da’ricorfi fatti -da diverfe Citth,  e Principi polli fopra il Mare Adriatico, i quali avendo ricevute irt‘  giurie nel Mare da’Corlàri, ovvero altri Ladri maritimi, fono ri-  corfi a quella Principe, dimandando ragione, e giulliziz.   Per le Scritture pubbliche appare, che nel 1377. gli Anconitani  prefero ardire di far diverfe novitb in Mare contro i Mercanti di  Fermo, eÌAfcoli. (^elli di Fermo fecero ricorfo a Venezia, e dal  Principe fu mandato in Ancona a ricercarli della Conveniente emen.  da , ed a dolerli delle novit b da loro fatte in Mare, la cui guar-  dia era acquifiata con tanto fangue: al che avendo elfi finillramen-  te rifpollo, e non celfando di velare il Mare, fu perciò mandata  una potente Armata per reprimérli; nel che volendo interponerfi il  Pontefice Papa Gregorio Undccimo, al qual-efiètto mandò un’Am-  hafeiadore a Venezia, gli ih rifpoflo eoo aperte parole, non elTervi  altra maniera d’accomodamento, fe non celfimdo gli Anconitani di  molcllare i Naviganti, perchè la cullodia del Mare en llau dalla    Digitized by Google     334 DOMNIO DEL   Repubblica icquillata con fuodori, e fangue da tanto tempo, cht  non vi è memoria in contrario, come i ben noto; e perciò faceva-  no intendere a Sua Santità, e cosi erano per dire a tutto il Mon-  do, che volevano foli culfodire il Mare, e proibir^ ad ogn'uno l’of-  fendere in elfo chi fi fia.   Furono coftretii in fine gli Anconitani a deri(lere,ed a ftxldisfare  ancora a danni dati nel Mare a quelli di Fermo, e di Afcoli,   Ebbero ancora ricorfo quelli di Spoleti airEccellentiflime Senato  nel iì 9 ì- per elTcre ftau prefa una loro Barca fopra la Spiaggia di  Rccanaii, onde fu comincio al Proveditore d'andare in Ancona, o  sforzare gli Anconitani alla rcllituzione come di cofa prefa indebi-  tamente nel Golfo di giurifdizione della Repubblica ac^uiftau eoa  indori, fangue, e fpefa.   £ nel 1408. corteggiando intorno alla punta d'Italia alcuni Ge-  novcC con una Nave, una Caravella, ad una FuRa facendo danni  particolarmente a Sudditi dal Principe di Taranto, egli fcrifle una  lettera al Duce, avvilando i danni ricevuti, c ft^iuitgendo, che la  forze fue farebbero Baie baflanti per rifarcirli de’ danni de'fuoi Sud-  diti; con tutto ciò aveva voluto prima darne notizia a Sua Sereni-  tb, fperando, che vi rimedicrli, ficchò non fatò nOceflario per altra  via provedere all' immunità de’fuoi Sudditi.   L'illeflb anno eflendo fuggite due Galee al Rò Ferdinando di Si-  cilia di quà dal Faro, ed entrante net Golfo Adriatico, quel Rò  non giudicò gli fo 0 c lecito il léguitarle, ma mandò a pregare il Se-  reniflimo Dominio , eh’ effendo enitate nel Mar fuo, voìeflie perfeguà.  farle, e prenderle.   In quegli (lem tempi del nti, eflendo fatte diverfe novità, e pre-  de da' Golfari nelle acque della Marca, ficchè anche il viaggio al-  la divozione della Madonna di Loreto era impedito, quei della Ri.  vieia mandarono a Cgnilìcarlo al Principe, avvifandioio della viola-  zione della giurifdizione del fuo Mare , e che le prede fatte in quel-  lo erano con danno, e vergogna fna, pregandolo a prevedere con  la fua potenza, e giulliaia, maflitee per heureeza di quelli, che do-  vevano andare alla Madonna di Loreto.   L'illeflia illasza fu fatta nel 141(4. dall' Ambafeiadore dello Beflò  Ri Feidinando per le Riviere della Puglia.   Nel 1483. eflendo Baie predate da un Corfaro alcune robe del  Ri d'Ungheria, i fnoi Miniflri ebbero ricorfo al Principe Cgoifican-  doli, che le offefe erano fatte a lui eflendo occorlé nel fuo Marc,  c dimandando provinone, acciò la Navigazione fofle libera.   E quello che i di maggior momento nel i48d. avendo i Turchi  fatta una incurliene ikIU Marca Anconitana, predando uomini,e  robe, Rapa Innoccnzio Ottavo con un fuo Breve, che ancora G ve.  da, ordinò al fuo Nunzio AppoQolioo di fare doglianze con l'Eccel-  lentiiGiao Senato, e GgniGcarli, che all'onor fuo conveniva, che il  Mar Adriatico faflc tenuto libera' da' Coefari, t far anche efficaci  inflanze acciò raflrenafl'e l'ardire di quei l'urchi, che corleggiavano  il Mare con vergogna, e fprczzo della Sereniflima Repubblica, ag-  giungendo, che cosi facendo farebbero opera gloriofa, e gratiffima  alla Sede AppoRolica.   In    Digitized by Google    mar.: ADRIATICO. 335   quelli ultimi tempi attenta nel 1577. Papa Gregaria Decimo-  Wnio fece pregare rEcc^llentiflimo Senato di liberare il Golfo dall’  infedazione di una Galea del Marchefe di Vico, dicendo, che alla  SerenilEaia K,cpubb.lica fpettava la coliodia d'elTo Golfo. Non i da  tralalciare una lòtta d'ai^ellazione de'Pontefici Romani, che ii Do-  minio di quello. Mare fpetti alla Repubblica, alla quale hanno fat-  to alcuni d’elTi nel conceder le Pecime particolarmeule per le fpeGc  della guardia del Qolfo^.Viè un Breve d’Adriano Sello noi  un'altro di clemente Settimo nel ijzd. uno di Paolo Terzo nel  ijjS, ed uno di Pio Qaaito nel 1504. che ciò dicono erpreOànien-  te, e forfè chi ricercaOc piò minuumente ne’ tempi innanzi , e  dopo ne troverebbe degl’ altri dello flelTo tenore.   Similmente manifeliilTimo confenfo degl’Imperadori fono le Sei  Bolle Imperiali d’Enrico Quarto, Lotario Secondo, Federigo Primo,  Enrico Sedo, Ottone Quarto, e Federigo Secondo, refemplare de'  quali ò nella Segreteria , dove ciafeheduno d’efli pattuifee, che i Sud-  diti Veneti pol&no liberamante tranfiiare per le Terre, e Fiumi del-  i' Imperio, ed i Sudditi Imperiali pel Mare, e Fiumi di Venezia.   Non fi dee tralalciare trb le dichiarazioni Imperiali la pace con  Carlo Quinto, ed Ferdinando Secondo nel i5Zp. nella quale vi ò un  Capitola, dovei! contiene, che i Sudditi polTano negoziare in Terra,  ed in Mare, che è ben una chiara canfclTione, che la Repubblica  ha il Dominio del Mare. Ma che quedo Mate fi debba intendere  tutto l’Adriatico, Io moflra un’altro Capitolo dove dice, che la Se-  TcnilEma Repubblica continui a poircdere,come in quel tempo pode-  deva Terre, Fiumi, Laghi, ed Acque; il che non fi può intendere  fe non dell’ acque del Mare, avendo prima detto Fiumi, Laghi, ed  Acque; ma all’ora polTedcva tutto l’Adriatico, (wrehè ella in qud  tempo y’ aveva l’armau dentro: Adunque quei Principi acconfentiro-  no ìa poiTcuione dell Adriatico.   La cerimonia ancora di fpofiir il Mare, che annualmente fi fa in  prefenza degli Ambafeiadori, e Miniftri del Papa, e dell’ Imperado-  re, che non è data mai interrotta,è un’indizio deU’attedazione di  quei Principi .   Modrano ancora il confenfo di molti Principi, e Potentati le li-  cenze chiede da loro per tranfirare con vettovaglie nel Mare.   Ve ne fono innumcrabili concedè ai Marchefi di Ferrara, alla  Cittì di Cefena , ai Signori di Ravenna , ai Malateda Signori di  Rimini , ai Rè d’Ungheria , ai Ragufei , ai Rè di Napoli, ed  all’ Imperadore deifoj ed al Pontefice ancora, che farebbe troppo  lungo riferirle tutte. Io ne ho da’ Libri pubblici raccolte trenta na-  ve, e fono certo, che ve ne fono dell' altre. '   Fra quelli fono notabili per la grandezza de’ Principi , Che le han.  no richiede le concedioni fatte a petizione ;del Pontefice , e de’  fuoi Minidri, come nel ladp. all’Arcivefcavo di Spalatro Governa-  tore della Marca, e Patriarca Antiocheno Governatore della Roma-  gna di poter condur grano dalla Marca, e nel 1477. il Pontefice  Sido Quarto per un luo Breve ricercò di poter trasferire grano dal-  la Marca in Cefena, e nel 1505. Giulio II. per un fuo Breve chie-  fe licenza di portar {rumenta dalla Marca a Roma.    Si-     33 che nel 1 3pp. efRtndo con*  tratto matrimonio erb Guglielmo Arciduca d’Auflria, e la Sorella di  Ladislao di Napoli, la quale volendo il Fratteilo, ed il Marito  condur per Marc di l^glìa alla Riviera di Dalmazia con la. Va-  feelli, tré Galee, e Navigli, dimandarono falvocondottp per li legni,  c per le |>crfone^ ed il lalvocondotto fu concelfo a compiacenza di  que’ Principi , a tutte le perlone, eccetto quelle, che fofTero bandU  te da Venezia per delitto di Maeflh ofTelà, o per omicidio; col qual  falvo condotto la Spola palsò con tutta la fua Compagnia; pniova  noubiliinma della luperiorith del Mare; poiché i Banditi da Vene*  zia tono banditi dall’Adriatico, come da Territorio fuo, e non è  loro permeflb il femplice paffaggio, tranficando di Terre aliene in  Terra aliena , ed in compagnia di gran Principi , Aggiungerò con  qued’occafìone, non efler leggiera pniova di giuriidizioac in tutto il  Mare il colhime antichidimo di bandir da’ Navigli armati, e dilar-  mati, che fi vede efegmto caiandy) ne* Navigli d’altri Principi, co*  me neiroccafioni narrate* ^ f   Dell’ aver ftatuite leggi, ed ordinazioni fopra fa navigatone, e  deU’efazione de'Dazj, urh il luogo dì dilccNTcre à|l particolare nella  terza Scrittura, ficcome anche il ledknonio de’Gìdreconlulti (i rife>  ridi nella feconda, come in luogo proprio. Per compimento di que>  ùo teda folo raccogliere con bwiÀme parola tutte infìemo le con«  chiiìoni propode,^ o per dir meglio provate*   Ogni Dominio conda di titolo, e pofleflb « 11 titolo del Dominio  dalla Sereniifima Repubblka fopra il Golfo contiene quattro condì»  zbni edenzialt^ La prima, che non é in modo alcuno acquidato,  ma nato ìnfìeme colla Repubblica, a colla liberti fua in acque li*  beiQ, non foggette allora a ;giuriidnions d' alcuno.* la feconda che  fi é- aumentato, c dUaiak» per occafioni fopra le acque/   dappoiché furono abbandonate da chi le podedeva, e redavano fen*  za Padrone, che vi avelie giurildizione ; la terza, eh.' è conlervato  colla forza deir armi, con fpargimenta di langue, profufione di ce*  fori, o. tutto a cagione di rendere più ficura la navigazione; la  quarta^ eh’ è- confermato pec una lunghidlma confuecudine, il prin*  cipio della quale fupera ogni memoria*   Ma oltre quede quattro condizioni intrìnfeche, ed eifenziali, s‘  agghusgono altre tre, che febbene noa apponano ragione, lervono  a maggior decoro , c manifedazione della veriii , e lono quede*  La prima, raflènlo di molti Pcincipi coli’ implorar gli ajuti ma*  rìtimi , o chieder licenza di) iralportare robe o con pace, o con*  venzione; la feconda il tedimonio degli Storici; la terza 1 ' atte-  dazione, ed approvazione de'Giureconluici, la poflelTionc continuata  attuale, e veduta in tutti i tempi, e fi vode ancora al prelenre da  tutti per quattro .continuati, e non mai intcrxotti cfercizj di Do*  minio.   Il primo per la continuata elezbne de’ Magidrati, ch’elercUana  il Governo panicolaie pel Capitano di Golfo.   W    Digitized by Google     MAR ADRIATICO. 337   Il fecondo per b cuRodia armata continuamente tenuta, con proi.  birc ad ogn'uno if entrarvi armato, j  11 terzo per le leggi ogni tempo Ratuite fopra la navigazione, ed  efeguite con pena centra i trafgrefsori .   Il quarto per refazìoni impoRe, c rifeofle in c^ni tempo; le qua-  li cofe eflèndo tutte notorie, non può queRo Dominio eÓcr dedotto  in controvetlia, nè dilputato; ma reRa falò il continuar la polléflio-  ne cott’efercizio de'medefimi atti giurisdizionali, opponendo la forza  a tentativi, che foflero fatti in contrario; perchè ficceme le ragio-  ni, ed i titoli de’ privati fono cadaveri fenz’ anima, quando non fie-  no vivificati dalla forza della legge e del giudizio, che danno il vi-  gore; cosi la ragione, ed il titolo del Principe fono cadaveri, quando  non fieno animati dalla forza, ed ufo di quella, dalla quale ricevo-  no la vita. 1   I Principi tengono vive coll' efercizio , e coll’efecuzione le proprie  ragioni, per uno di queRi tré rifpetii, o perchè portino dignità, e  utile; o; per efler necefiàrie alla converfazione del Governo.   Si vede con quanta accuratezza i Regni di Francia, c di Spa-  gAa. IbReptano le loro pretenfioni dì precedenza , dove non vi è pun.  to d’utilit'a, fenz’aver rifguardo a' difguRi, che perciò fi danno 1'  uno all’altro; ed agrìmpedìmenti, che portano alle negoziazioni; E  queRo folaroentc per confcrvare l' onorcvolezza . Delle ragioni, che  portano utile non occorre parlar più innanzi , elfendo certo che  gli Stati non fi mantengono fenza fpefe, e la fpefa non fi fa como-  damente fe non fi cava l’ utilità : dove la ncceflith interviene , ella ha  ranta forza, che non permetre dubbio, nè lungo configlìo; ma fpi-  gne immediaramente all’efeCDzione.   . . Ma la giurìfdizione di queRa Repubblica fopra il Mare ha le due pri-  me qualii'a, la dignità; eflendo un titolo molto fpeziofo, ed onore-  vaie l’elfcr chiamato Signore di tutto l'Adriatico. Che fe i Rè dì  Portogallo ebbero per titolo d’onorevoiczza il chianurfi Padroni d’  un Commerzio dclflndie Orientali, che s'intitolavano nelle loro pub-  bliche lettere ; molto maggior dignità fi dee fare 1’ elfer detti Si'I  gnori non del Commerzio raaritimo, ma del Mare fldfo. ,   L’ utilità è manifeRa; poiché oltre il benefizio de’Dazj, riduce il  Commerzb in Venezia, accrefee il negozio della Citti, e. quella fi  fa più ricca , ed abbondante; dacché il Principe può cavare maggior  frutto pubblico; ma all'utilità, e dignlth s’aggiugne la ncccRiih an-  cora; poiché la vita di quell' inclita Citth Rànci Mare, efuoCom-  merzio, con quel fole è ridotta a queRa grandezza ; fe quello è di-  minuito , bifogna ancora , che queRa indebolifca , onde per confcrvar-  la é neceflario mantenerlo, e s'è diminuito, teRituirlo come prima;  e dove fono congiunte tutte qucRe tré ragioni infieme, non fi può  aggiugnere eccitamento maggiore .   £ qucR’é quello, che ho giudicato rapprcfentarc a V. S. per cf-  plicazìone del vero titolo, e poflcRione tua fopra il Golfo; il che  apparirà maggiormente neceRàrio, quando nell'altra Scrittura trat-  terò gl’ inconvenienti , che feguirebbono, valendofi d'altro titolo.    Tomo //.    V u SCRIT-    Digitized by Googlc     538 DOMINIO DEL    SCRITTURA SECONDA.   A vendo, efplicato. nella prima Scrittura ,, eh» il titolo di V. S.   fopra il Dominio, del Golfo non t in. alcan Modo, acquiftato,  ma nato, colla liberti deiJa Repubblica , aumentato c confervata col-  la Tirtbi delibarmi, e fpefe di lefort, e confetvaio. per immemocabils  confuetudin* conleguita neceffiinameme^ che preferizìone, o privilegia  Boa vi abbiano, luogo - ne (irebbe bilogno conftderara gtlncovenienù di  quelli ckoli, quando riifarli non blTe di pregiudizio.   Non b Iblo opinione tuia , che fia cofa pregiudiziale allegar privi,  legi in quella matetn, ma alcuni ancora de’ ■  ane ediGcare un’ediGaio fopra fuolo alieno.   AppreGb di ciò è cofa cena, che ninne può concedere Dominio  ad adtri di cofa, che non Ga fua; ed infieme è ceno, che nè il Pa-  pa, nè rimperadore da Carlo Magno in qui, dal quale viene l’ori-  gine di queG’Imperio, nui hanno avuto Dominio, ne cuGodia di quefto  Mare; nè. mai hanno tenuta Amata in cGb ; adunque non ^nno  mai poiuth concederlo ad altri; laonde fe V. S. che tiene quello  Dominio da fc GeGà, diceffe d' averlo avuto dal PontcGce^ o* dall’  Imperadore, G priverebbe di quello, ch’è fuo; e darebbe loro quel-  lo, che non hanno, nè mai hanno avuto.   A quello G aggiugne, che chiunque afferifee di poGédere per pri-  vilegio alcuna cola , oltre l'obbligo di confeflare , che il Conce-  dente fia legitimo Padrone, e fuo Superiore quanto a quella, è  tenuto anche a moftraic la conceflione , fe fu fatta in tempo ,  del quale vi Ga memoria; il che non è neceGàrio, fe è da tempo  immemorabile; noi qual cafo bada la fama, ed opinion com^   che il privilegio vi Ga, e hafta allegarlo; ma oltre di ciò è oh-  hligato chi l’allega a rifpmdere a quelli, che voleffero provare  che non Ga vero; E gli EccleGaGici fi fono dichiarati di voler  eombattcre la verith della .Srorii |d’ Aieffanòro terzo , quanto fpetta  alla vittoria avuta dal Principe Ziani conera il Gglìoolo dcH’Impe-  tadore; e potò hanno fatto lérivcre al Bironio un lungo difeortd  nel Tomo fecondo in contrario, dove G sforza con molti arteGz^  e con grande aflètiaaione di molfrare, che allora il Papa era  al di fopra, e che non ebbe infogna d’ajuto nè v’imervennero le  forze della Repubblica ; e naolte cofe dice , abbaffando anche, e  vilipendendo quanto può il Governo , e la potenza della GeGà Re-  pubblica in quel tempo; il qaal difcorfo, fe ben è impreGb da  lui con proicGa di vetith, e Gncerith,' non afconde però affat-  to G vero Gne Romano, ch’è di GabUire due pretenGont loro-  una, che il Mare debba effere riconofeiut» da Roma; l'altra, ch’i  per pura, e mera grazia, e non ricompenfa d'ajuti pieGati. Lo  icopo di tolta l'Onta del Baronio non è altro, le non moGrare,  che tutti i Principati hanno dipendenaa dal Papa, ed ora tocca que-  Go, ora quello. Nell’ XI. Tomo fcrive centra' U Monarchia di  Sicilia, Gccome nel XII. concia la Storia d’Aleffandro; ed il Sere-  niGimo Rè Cattolico, con tutto che parrebbe, che la fua potenza  lo doveffe nodere illefo da tutte le macchinazioni , che poteffero ef-  fer fatte, con Sciitiute, t libri, nondimeno vi ha fatta riGeffione fopra,   , Temo II. V u a e l’ha     340 DOMINIO DEL   ( rii9 Annatx coTi dx non fprczzare, ed i venuti quella Macflì in  riiblpzione,. non folo di proibir quella parte d'opera del detto Cai-  dioale io tutti t fuoi Stati con pene graviilime a chi la ponalTe, a  htenelle appreCTo di fé- ma ancora con fuo Editto pubblico per tut-  ti i liiaii Stati pronanziò una fcvcriiriuia Centura cantra il Cardina-  le, il qual eferepio mollra, che' quett'altro- tentativo del Baronio cir-  ca la Storia d'Aleflàndro Terzo inerita, che dalla Sereniti Voiln  vi fia avuta (opra la debita confìderazione, acciò in progtelTo di  tempo non partorilca qualche Icandalo ; ma perchè quaG tutti i  Ciureconlulti atteilano quello Dominio del Mare, e rattribuifcono a  privilegio,, alcuni pochi dicono del Papa , altri in gran numero di-  cono dciriinpcradore,èneccirario fcoprire la cagione del loro errore,  per aver che rilpondere a chi rallegaflè.   Quelli, che l'attribuiJcono a privilegio Papale fono i Fautori del-  le prccenfioni Romane, che hanno tentato di fottopone con varie  invenzioni tutti gUStati ai Ponieiici piòvecchi, innanzi che le forze  maritime della Repubblica Ci Gendelfero a' luoghi lontani ; >' arreda-  no però per noa aver vcrifimilitudine; ma Teircr fatta in Venezia  con tanta iblennith la pace trli Papa Alellàndro, e l’Imperador Fe-  derigo preda loro probabiliih, come fe folTe dato per allegrezza del  buon lucceflo, come volgarmente li dice per buona mano. La falli'  tb fi convince, elfendo quafi cent'anni innanzi liiccellé tante fpedi-  zioni in Terra Santa, che fecero fentire a tutto il Mondo le forze,  che la Repubblica contibul, oltre le altre guerre latte in Dalma-  zia, ed in Puglia; e dall'altra parte non avendo mai quel Pontefi-  ce avito in Mare un Legno armato, e nella Riviera di Romagna,  non avendo come nella Marca fe non qualche ben generale ricogni-  zione ; onde fecondo quafi , che non aveva niente a che fare in Ma.-  re, lo concede a chi prima lo polfedeva. Credo bene, che alcuni  abbiano equivocato, e preio lo Ipofare del Mare in luogo di domi-  narlo, e cuftodirlo. Che io fpofare veniffe da Aledandro Terzo,efe  tie fa menzione in alcuni libri antichi, de' quali v'j copia nella Se-  gretaria, perché le Icritture di que' tempi s'abbruciarono dopo. In  quella Copia fi fa menzione, che al ritorno del Duce, dopo otte-  nuta la vittoria, il Pontefice le falutò Dominator del Mare ; per  tanto gli concede fpofare il Mare, ficcome il Marito fpofa la Mo-  glie nelle dita- Non v'é parola alcuna, che concedede Dominio d'  autorità,' cofa che non farebbe data taciuta, come più importante  dà chi fece menzione della Cerimonia ; la quale chi conudereiù,  avvertendo quanto rEcclefialtico v'iniervenga, e quanto fia ringoia-  le e fenza efempio,fi tenderh facile a credete che poteva eflére in-  flituità dal Papa. Primieramente il nome di fpofare é quell' idedo,  che fi ufa nel parlare del Sagramertto del Matrimonio ; v' intervie-  ne benedizione; tutte cofe, che niun Principe temporale avrebbe ar-  dito d'indituire da fe medelimo, ma dime in que'tempi, quando i  Principi, e Monarèlti dipendevano tutti da'femplici cenni del Papa,  If quali ben confiderate fervono a levar l'equivocazione, e modra-  tc, donde ha avuta origine queda falla fama.   Più abbiamo da penlare a que’Giurecoafulti Legidi, i quali fo-  dengono, che qualunque Fomentato podeda Mare de /aS» l'abbia per   con-    Digitized by Google     t    MAR ADRIATICO. 341   concdliane Cefaru ; ma aocorach! non po!Ta «Ocre itgicimzmenie  da alcimo' tenuto fe non per privilegio deU'Impeiadore, e fono-molu e  £unoll, che diTcendcndo. a. tal particolare ancora dicono, che ^  privil^io. Imperiale la ScceoilTiaria Repubblica tiene il Mare Ad^  tico, ed ogni altro li»' Dominio,, e la liberti fua medefima; edAt  bcrico da Rofates antico Giurecónfulto attelU d’ aver veduto  fteflb il privilegio Imperiale autentico boUato con bolli d'oro ed i  Dottori feguentt, fccoiKlo ch'è loro coRumedi citarfi Tun l’altro {an-  no menzione del fuo tcRiraonio occulto, e lo feguono; anzi il Dot-  tor Marta configlia la Repubblica, à guardarli dal dine di dominare  il Mare per altro titolo, che per privilegio Imperiale, perché ogni  altro farebbe ufurpativo, e tanto peggiore , quanto più antico. Ifoo-  damenti loto tono, che il Mare I del Principe, e del Popolo Ro-  mano, perchè da niuno può eiretepoireduto,nè occupato, nè ufurpato;  onde fé alcuno lo poDede, conviene, che ciò abbia avuu origine da  conccOione Imperiale , della quale le la memoria non refla, C de*  prefuporre, che per l’antichiii fia perduta, perchè altrimente il prin-  cipio larebbe viziolà-   Ma queRi Eccellcntiflimi Dottori foliti a Rudiare nelle antiche leg-  gi Romane, e quando con veriti -que'Principi fi chiamavano Padro-  ni del Mare Mediterraneo, e de’Golfi di quello, e fpellb anche IV  droni del Mondo, intendendo però del Mondo praticato da' Romani,  hanno penfato, che ficcome gl’Inaperadori di quelli Secoli fuccedo-  BO a quelli in nome, cosi fuccedono in ragione, ed in podeRà, e  che tutto fia di queRi quello, che fu di quelli; ed ancora in que.  Ri temj» vi fono de'LegiRi che fcrivon», che 1' Impeiadore è Pa-  drone di Francia, e di Spagna de jm fe bene me de feSe.   Ma rimperadore è Rato Padrone del Mondo Romano, menireha  avute fora* terreRri da dominarlo , e del Mare, mentre ha avute forzo  maricime per difenderlo, e cuRodirlo; e quando non ha avute for-  ze con che tenere , e guardate il Mare, quello è leflato fenz*  Padrone, e paflàto poi nel Dominio di chi. avendo forze ha prefo  a cuRodirlo, e, proteggerlo.. E' veriflimo, che le cole pubbliche dej  Principe non pslfono eOère appetiate da alcuno; ma. s'intende con  due limitazioni; runa da niun privato; perchè da m‘un. altro.- Principe  poObno eflér vinte con guerra, e l’altra limiuzione è , che s’inteiw  de mentr’ elio le cuR^ce, e protegge; perchè fe le abbandona affat-  to reRano di chi prima colla fua protezione le occupa ; onde le leg-  gi, le quali dicono, che il Mare è del Popolo Romano,' o dell’Iin-  peradore, s'intendono, mentre il[Popolo Romano lo cuRodiva; e pro-  te«eva colla fua Armata, e non pel tem^. presente , quando non  retta deila Repubblica Romana altro, che il nome.   E quando dicono, che la confueiudine immemorabile preRippone  privilegio, conviene intendere cosi quando fi tratta del fupremo Prin-  cipe al fuo fitddito, il quale pt^eda alcuna giurisdizione che fpet. '  alfe gà pet l' addietro al Principe, fi dee prefuporre privilegio, per-  chè per nelTùn altro titolo la giurisdizione può paffar dal Principe  al privato, liilvo che per concelCone; ma quando fi trata tA due  Principi fupreini, ed uno tiene da tempo immemorabile Territorio,  o ginritdizione,chel'altrQ aveffe prima, non fi bada pitfupporre privi-   legio;    Digilized by Google    34^ DOMINIO DEL   legio; imperocché non cade tri i fupremi: ma kens^una dcU'altrc ragioni,  coUe quali iDominj paflano da Principe a Principe, che fono ragioni  di guerra, convenzioni, patti, ovvero mancamenti di forze; onde a-  vendo la Sereniflima Repubblica da tempo immemorabile il Domi-  nio del Mare, che gii fu del Popolo Romano, fc per le Storie non fi  fapeflc , come fia {Htlfats in lei , fi dovrebbe prelupporre uno de'fud-  deiti titoli; il che non occorre trattare alternatamente; effendo cer-  to, che v’intervcnifle la debolezza di quello a poterlo pih tenere, e  le forze della Repubblica a cuRodirIp; e fe palsb qualche Scrittura ,  che quella folfe una confelliozic di legitimo titolo gii acquifiato.Ed  in fatti è cosi ; perché nella fegreta di V. S. vi fono lettere di lei  Imperadori Enrico Quinto, Lotario Secondo. Federigo Primo, Enri-  co Sedo. OttoneQuarto, FedcrigoSecondo, che durarono pili di cent'  anni, incominciando dal un. fino ai izio. nelle quali fimo def-  critic le convenzioni, ed i patti loro colla Sereniflima Repubblica,  ed é fpecificatamente convenuto, che fia amicizia trh i popoli fud-  diti dell'Imperio in Italia, cd i fuddiii delta ftelfa Repubblica, e fat-  ta nominatamente menzione di quelli, e di quelli; fòggiugnendo,che  i fudditi di Venezia poffano andare per le terre, e Fiumi deU'im-  petio , ed i fudditi dell’ Imperio , poOano andare pel Mare , e Fiu-  mi di Venezia ; dalle quali convenzioni fi veggono tre cofs  chiaie .   L' una che rimperadore non aveva Dominio d' alcun Mare.   L’altra che la Repubblica aveva Mare dominato da lei, e non  concelTole da loto.   La terza, che fi convenne del pari tra la Repubblica, e 1’ Im-  peradore, che i fudditi dcU’uno fieno ficuri per li luoghi dell' altro.  Al prefente le convenzioni tea' Principi fi fanno per un Infiru-  mento, che poi è ratificato da loro. In que’tempi la grandezza dclF  Imperio non cofiumava di fare IiUlmmenro; ma le contrattazioni  fi fpedivano folamentc per Bolla Imperiale; appunto come collu.  mano di fare al prefente i Turchi nel trattare con Principi Cri-  ftiani .   Ma di quelle. Bolle Imperiali o alcuna non farh fiata veduta da  Alberico , o egli pel troppo aSetto, che i LegiRi in paeticolaro por.  uvano ail’antoriih Impeciale, che perniò fii anche in poca grazia  della Corte Romana, e fegui Lodovico Imperadorc comra PapaGio-  vanni XXII., c per onorar piò rimperadore 'avrò voluto chiamarla  ptiviIegio.,ovvcTO avrò veduta la Bolla col figlilo in oro, c letto il  nome dcU'Imperadore, e non pafihnd» più oltre, avrò per conghiet.  pire imefo. il ioggetto, ed avtù dato quel nome , che larh Rato ca.  sione dell'errore degli altri, che lenza efóminace piò oltre hanno le-  rotto il fuo tcRimonio.   ° Seno altri Giureconfulti , che aRérifeon» il Dominio del Mare al-  la Repubblica per titolo di prelchzioae, il quale non fi può, réfi  dee in iciodo alcuno ufare; principalmente perchè non è vera; poi  ancora, perché mette in campò molte diHìcolth. :   Si dice acquiRata per ptelcrizionc quella cola , la quale effendo  veramente id'un altro, tifando per lungo tempo |con buona fède co-  me propria, per virtò del lungo ufo muea Padrone, e palla dal pri-  . i ma di    Digitized by Google     MAR ADRIATICO. 343   rao di chi ai ai fiKoodo," che l’ha ufaik ia modo che pce ciwiodj  prefciizionc non li pofledonio fe non cofe d'altri.   La natura della ptdctiztone d qucliav che linfa accompagnaiodal-  k bnona fede' lena la cagione, e ’l titola,. che un altro ha, e trasferì,  fce il. Dominio, in chi ha poflèdiua ultitoamente.k cola . . Hifittifcona  i Dottori, che dilborrona dà giuriadiuone, che il Marc fi>nè. delllmr  pnadotc di Geonania, • che: la Repobhto ufandplo per lup^ilE.  mo tempo, del principio del quale i»n v Memoria , fenaa.ch’  efc Impcradote' fi Isa appofl», ne ha acquillato il Domàiio.   A quella dottrina divcrfe oppofizioni fi fanno , una che il Ma-,  re Adriatico non fa mai dell’ImperadaK Germanico, lìcchà pglkef-  fere preferino cantio di luii, raltra, che k pKfcriziooe i ooia odio*  hy pigliando a  Ho, e legitimo.   Quelli fono Alberico di Roface, Bartolo, Baldo, Angelo Bonarb,.  Bartolonmieo Saliceto, Selino Sardco, Paolo da Ca Uro, Angelo Are-,  tino, Gialone, Bartolormmco Cepolk, Lorenzo Colca, Gtoranoi da  Imola. Carlo..... E^o Balco, Giulio Folcilo, Giovanni Beitachr-  no. Benvenuto Inaccia, Martin Laudeirfe, Fiaocefco Balbo, Nicolò  Triftavio, Angelo MuÀ)', Gio.- Jacopo Marta, e'I Collegio d’Ingol-  llad, de’ quali fi pone k fola conclufione, che la RcpubUàca di Ve-  nezia ha il Dominio deirAdriaeico, lenza (Blcendcre ad cfpUcare il  titolo ; otto r alcrivoro a privilegio , quattro a prefcrizione .   Ma i più celebri, che fono èrtolo. Baldo, Saliceto, Paolo da  Cadrò, c Franccteo Balbo, tengono il fondamento, ch'è k fokpofi  feffionc peramichitliditeinpe,'eiunghiffimaconfùetudine immemorabi-  le; al quale io aggiunga, anzi mando innanzi quello d’ rifer nato  inficine colla Repubblica, aumcniaKi, e mantenuta con virtù fem-  pre con fangue, e f^k; e vi aggiunga pofeia il confenló degli al.   tri     344 DOMINIO DEL   tn Pilitcipi, il tefbmonio degli Storici, e 1 ' apptavaziaoe de' Giure-  confulfi, quantunque non debbano elTcre ricevuti quelli, che G va-  gliono'di privilegio, o confuetudinc recita, ovvero efprefla, o prefun-  u; nè quelli, che G ibndano in preferiaione- Quanto a quella ra-  gione, dove fanno il fondamento, dobbiaina -però valerci della loro  autoriilt , in quanto tengono il Dominio della Repubblica fopra il  Mare per giuGo , e legitimo , ed in quanto rendono chiaro teìlimo-  nio,'cbe gìk 300. anni a tutta l'Italia em noto, che il Mare Gpof-  fedeva gii canto tempo, che allora non vi em memoria del prin-  cipio. ' r   E (è alcuna diceflìc, che -non è lecito di valcrG di. parte nel detto  d'un Teftimonio, fe non ricevendolo ‘ tutto , rifponderemo ciè effer  vero- nelle cofe dt fa(h , che il TeGimonio dice di propria icicn-  za ma non di quello’, ch’egli conghiettura fopra, ovv«o difeorre ef-  fer de falUy. - - • . i: ,   QueGo Hi de fede , che nè tempi de ij. GiureconGtlti foprad-  detti era notorio il Dominio della Serenifllma Repubblica (apra il  Mare, e che del principio d'cfTo allora non v’era memoria; maqual  ioGe il titolo di qucGo Dominio , non apparteneva ad alcuno il dir-  lo per conghiettura; ma folo a chi iblTero Rate moGratc le ragioni  pubbliche: onde con buone ragioni G riceve il loro lefiimoniodi quello^  che hanno per licenza in fedo, e C riprovano le loro conghietture  in Jure , Dal che G avn come rifponderc a quelli , che hanno  introdotti falQ titoli di privilegio, o prclcrizione , o fecondo il mio  riverente patere, il quale rimetto al giudizio di VV. ££. G ufer^il  vero, e’I p*Dprio tante volte replicato. Grazia.   •' .1   SCRITTURA TERZA.   i   O Ltre hi conCderazionfe: del Dominio del Mare in generale rcAa  il terzo capo propello, cioè particolarmencc parlare de* Porti,  Ridotti, e Seni, lion per que’ luoghi, dove lo (leflb Principe è Pa-  drone del Mare, e deitaiTerra, come in Idria, e Dalmazia, ma rìf-  petto a quelli, dove il Mare è lòtto la giuriidtzione d’un altro, eia  Terra lotto quella d' un’altro, come occorre in Puglia, Rom;^na,cd  altre pani deirAdriatico: la qual diveifit^ di Dominj può far naice-  xe difputa , (è le acqtie vicine a ter/a debbano feguire le condizio-  ni dellaltro Mare, cd effere fono la giurildizionc della Signoria d'  eflb, ovvero quella del Continente, llando foggette al Signore della  Terra; c vi e apparenza, che non G dovelTe aver riguardo al Ma-  re; perchè Tacque de'feni tono cosi poco profoflde, che piuttoHo G  polTono dimandar Terre; appreflb ciò G può allegare Tautoritb di  molti Dottori, i quali dicono, che ogni CitiX è Padrona del Mare  vicino a fe; e maggiormente de* Porti , i quali alcune Cittk han-  no edificati di nuova , ferrandoli con Moli, o con altri EdiGzj ,  che farebbe grande inconveniente volerli fottoporre ad altri.   Ma in contrario è l'opinione univ^rfaJe de’Gìurcconfulci, che de*  Seni, e de’Poni ( degli aperti parlando, che deTerrati G diri a Tuo  Uiogo ) abbia il Dominio quello Geflb, ch’è Padrone del Mare, e  nofninacamente delTAdriatico. Que’ Dottori, che attcGano il Domi-   nio *    Digilized by Google     MAR ADRIATICO. 345   DÌO della SerenUStna Repubblica, cfplicando, ch'eflèndo a' Seni, e  Ridoni, eh’ e&t chbmaao ftaaioni, ed a’ Foca, adducono per ragio>  oc , che quelle acque che fono continuale a quelle del Mare, fi  che frh loro non fi pub metter termne, che le divida; iti fi pub  trovare un confine, dove l'uoe fòmilca, e l’altio principj, non ^  tendo, eflére fctio il governo di due, ledano alla confiderazione del  Mare^ del quale fono i Porci, non mettendo difTerenza tra acqua pro-  fonda, e non proionda,' poiché può anche elTere in qualche luogo  vicino a terra maggior profondià, che in un altro molto lontano.   Ma la, formai ragione , per la quale tutte le acque marine debbo-  no cITerc fottopode a chi fignoreggia il Mare, i pcrchò il Dominb  del Mare fi dice protezione, e cudodia per ficurezza de'Naviganti,  ed i Seni, Ridotti, e Porti hanno maggior bifogno di queda prò.  lezione e difefa, come luoghi, dove i 0>tfari, e Ladroni maritti-  mi hanno maggior comodo di fax ruberie/ adunque lupra quedi il  Signore del Mare ha da efercitare la Tua cudodia, e protezione, co-  me nell'alto Mare ò più eflèndo. il bifogno maggiore:   S’aggiunge, che vana farebbe la difeia dell'alto Mare, quando i  Violatori di quello fof&ro bivi ne’Seni, e Porti, potendo edi dopo  aver fatta la preda loro) aver dove ritirare , fenza timore d'alcun ,  il che riufeirebbe anche a danno delle CittV vicine , le quali non han-  no forze marittime da reprimerli, fe non foOero raflrcnati da chi  domina il Mare , fiuebbero le prede fenz’alcim impedimento: per la  qual 'ragione la giurifdizione del Marre fi dende anche a’ Lidi, che  hanno bifogno della defla cudodia , e protezione : e buona par-  te de'Giureconfulti ateedano. nominatamente, che b Setenidìma Re-  pubblica abbb anche la giurifdizione ne' lidi ; e fi può provare con  una legge, la quale dice, che ilPadrone delMareha infieme Domi-  nio di tutte le cofe, che il Mare non lafcia altri tifi, come il fuo.  fondo, che col dufo,e rifludb ordinarìaihente copre, e difcopre,fu  eoa molta, o poca acqua, e quella poca arena appena, che copre  nelle fue eferefeenze, fe ben d’ordinario non ò coiidianamente coperta.   E’ ben necedario metter didcRoia tih i Seni, Ridotti, e Porti  aperti a' Porri ferrati, perrifblvere queU’inconveniente, che feguircbbe,fit.  le Citth non fodera Padrone de’ Porti edificaci irò bro. I ferrali, Ire-  come fono cudoditi da Terra, cosi appartengono ad ed'a, e non al  Mare, e fono folto la giurìfdizbne dd Padrone della Terra/ perla  che il Dominator dd Mare non ne ha ragione, dove non i Signo-  re anche della Terra; ma gli ^rti, non elTendo cudoditi da Ter»  ra, ma folo da Mare, e colle forze- marittime, fanno un'deda giu-  ritdizione coll’alto Mare.   Il detto d’alcuni Giureconfulti , che ogni Citth marittima podeda  la pane del Mare vicina a fe non. conclude, che il folo Mar alto  fia fono il Dominio dd Principe, ed il prodimo a Tetra, appartenga  alb Cint, fc farù iniefo il beo veto fenfo il qual è, che il Do*  minb univcrbie del Prmeipe fopra tutto, il Territorio fb infieme  con un altro fpcziair, che cufeun privato ha fopra una parte d’  eflb b qual poflede, e non s'oppugna l’un l’altro., anzi per b con-  trario uno fenza l'altro ceda impenetlo. .   £ dove il Principe ha la giurifdizione, c più d’una Citth viòuo,  Tomi X X ter-     34« DOMINIO DEL   terzo Dominio , intermedie, che cUrcheduna Citth ha fopra il fuo'  Tenitor», il quale è fuperiore a quello' del privato, ed inferiore a  quetlo- del Principe. Quefto lì llende lopra certe cofe comuni, le quali  benché ad ufo' fieno di ciafcliedun privato'/ da ninno però polfono ef>  fete appropriate, ed ufupaie perfefolo,^ ma reflano in comune della Citth.   Il Mare: non puh cadere in Dominio dei privato; perchè non po-  tendo per la fua inflabilitìi efler divifo,non può parimente il priva-  to occupare in parte,,e circondarla,, e cullodirla per fé foto; eccet-  to che dove folTe qualche recedo che potelTe edcr ferrato co’ pali,  e cosV fatto proprio. Ma perchè il Mare profiimo alla Terra può  ben edere ulaio continuamente dagli Uomini della Città ora da uno,  ora da un altro per tranfitarc con barche, ovvero per padarvi; per  tanto vi è oltre il Dominio del Principe fopra il Mare , anche quella  che ciafeheduna Città ha fopra la parte contigua a fé.   Cercano i Giureconfulti quanta parte del Mare appartenga a ciaf-  cheduna Città r ed alcuni d'edì hanno detto cento miglia; ma par-  lando propriamente ella è tanto grande, quanto può ad operare a  fuo ufo, lenza ingiuria de'vicini; perchè una grande, e popolata Cit-  tà fui Mare, la quale abbondi di lìti terrcllri, dove cavi il fuovit-  10 , avrà pochi, che vogliano fare il melliere di Pefeatore, e fi va-  leià di poco Mare, dove una picciola Città con un poco di comodità in  Terra attenderà a cavare iivittodalMare, e li vaierà di gran Mrte d'edb;  e non altrimente hanno voluta intendete i Giurcconfolti de'cento mi-  glia/ ponendo un numero determinato per un incerto; cioè le Città  fono Padrone di tanta parte di Mare , di quanta hanno bifogno di  valerli fenza ingiuria d’altri, fe folfero ben cento miglia.   Quelli forra di Dominio, che le Città hanno nelle parti vicine a  loro , non ripugna a quello , che ha fopra fe flelTo un Padrone di tut-  to il Mare; imperocché non fi Rendono alle medefime ragioni . Quel-  lo del Principe llà nella cuRodia, difela, protezione, e giurifdizione ;  e quello dePaCittà è nel valerfi dell’ acque a benefizio comune de’po-  poli. V’è dilferenza, fe quelli fieno Sudditi deiriReifo Principe, opu-  re d’uà altro; ma ficcome del Dominio, che ha la Sereni&ma Re-  pabblica in tutto il Mare, ne hanno la parte forale Città di IRria  e di Dalmazia fuddiie, così anche he hanno leCittà diRomagna, e  della Marca non fuddite; ma nè queRe, nè quelle per poter culla-  dire la detta parte coll'armi, mafolamente per poter valertene a’ loro ufi.   ElTendo rifoluio, che il Dominio del Mare fi Renda anche a tut-  te le pani di quello, rcRa a vedere con che fotta d'azione s’efcrci-  ta quello nel Mare Adriatico, e nel Territorio di Venezia, dove ha  quella RelTa podcRà, che ciafehedun Principe ha nel Ino Territorio;  per lo che ha da efeteitare in Mare quelle azioni , che fono elèrcita-  le . da’Principi nelle terre di loro foggezione. 11 Signor del Territo-  rio per rirtò della fua giurifdizione ha podeRà di dar legge a tutti gli  Uomini, che fi ritrovano in quello, di punirei delitti fatti contrale leg-  gi, ed’imporre contribuzioni, e gravezze per foRenete i pefi, e lefpele  di chi ha della fua cuRodia, e protezione bifogno; adunque per la  ragione della giurifidiaione , e ciModia del Mare, la Sereniilìma Re-  pubblica può metter leggi a' Navigami, gaRigare i delitti commelli  in Mate, ed efigere Daz), ed altri diritti.    Digitized by Google    MAR ADRIATICO. '547   Che poITi far leggi a’ Naviganti , fecondo che giudica nece  fili che II poflà Mettere in diffieolth, è coCa decifa per univetfal  latrina di. tnate ie.«enii, cmfiennata anche per la Dottrina di S.  Fa^ nella PiOola. f Kenuni; e quella i, .che Dio ha polii i Prin,  cipi, e Potentati per proteaioira i’buoni, e gaftigo de’caitivi , e per,  che fon» Miniftri di DI» in quello; per tanto ipiotetci fono inob-  hligo di pagare i irihutà, e le gabelle, lìcoame al .Principe., che ha  cultodia , f guardia I della Xcira, per conlervazieoe della ppbblica  iranqqilhtlit quelli, che ne godono, debbono contribuirà alle tpele,  cbc; fi .fiiinnn,. e non folo- i luddhi, ma anche gli alieni, (he tran,  filando per la Regione godono la ficurezza del cammino, fono ob,  bjigati a pagar paflàggi, e pedagi; cosi tutti quelli, che ,tranfiuno  pel Marci a Mrtanto godono la ficurezza daCorfati, e Ladri cagio,  nata dalk Ctwiditt arraata- dei Betnìnante, la 'quale non fi può te-  nere fenzz difpendio, fono obbligati e per ricognizione di quella prò-  MaioBe, e per oontrjbnire altafpelà, a pagar l'impoCaione, eziandio, a  ohe noti toccafiero Terre del Padrone del Mate per cagione di quel-  la enfiodia,, che li rende ficuri.   5 tanto d da dubitare, fe ;i Naviganti fieno obbligati a contri-  buire per la igufiodia dd Mate, quanta i da dubitare, fe nel tran-  filo terreflre chi pafla per lo llrade d’un Dominio fenza toccar le  Citth lia obbligato a pagar dizip. Di quello nefiitno debita ma cgnfelTa ,  che dee Wonolcere quello, ehe gli tiene la riva ficura’, cosi nell’al-  to Mare per la llelli ragione ha da riconofeere, chi glielo tiene fi-  euro : e quella v«rith i fiata praticata pir li tempi paffati nel Mare  Adriatico ; onde refia memoria nelle Storie, che nel laag. il Duce Tie-  polo meltelTe un Dazio a qualunque Navigante pel Mare ; la qual impo-  fiaione però non fi dee credere, che foOè la prima, ma che fofiefem-  pre in tfib pel tempo innanzi, dappoiebi fu prefa la protezione, e cu.  Ilodia del Colfo. A quella impofizione hanno accotuemiio i Princi-  pi ppfielfori del Continente intorno al Golfo, i quali volendo tiafporur  robe per Mare da un luogo all'altro , eziandio efiendo ambedue fatto illoto  . Domi.    Digitized by Google     MAR: ADRIATICO. 349   Dominio, hanno xiohitfta lictnza, il ,. Rè di Napoli, Pottmati , « Commiflarj della Marca d’Ancuna,  e 4* Rodjagna, Duchi di Ferrara, «d altri Potentati, che r»IUm>  leglttraK ne' libri pubblici „,oqde , ho latta 'ntenaicae |neùa firiina  Scotiura. .l'i I 1 i   Dc’Oatj impolU dalla SereniSina Repubblica 'particoUrnieate fo-  ra le Mcrci^ de' Ma vif^Mui: per l'Adriatico tratcano. i Giuieceniiilci  pa me veduti Baldo, Angelo da Perugia, ^tolomneo Saliceto, Ciò:   4’Anania, figndommoo CepoUa, Martino LaudchTe,. Giulio Fofec-  Co, Gio: ficctachino, Egidio BalTo, c tutti approvano tal fotta d'  ùnporiaipni nome legiiime , ed alcuni d'elB dicono che tanto la Se-  renilBma Repubblica ha auaorilb d'imporre Qaaj nel Mare, e con-  hfeare i ooncrabbandi, .quanto nella medeCnia Ciltb iii Veneaia.   -1 le gravezze, quando, lóno. antiche, ed ulàte .pare che non Geno  da'.po^li. malp^volmente Capponate quando di nuovo s'impongono;   • dilulàte,làac: rinnovate, yengono riputate gravami: e Gccooie la  Sereniilima Repubblica è- ftata coofueta per h tenapi pallàti a rnett  lere irapoGzioni’ lepra. i Naviganti, q coRringeili a làr fcala in Ve.  zia; così potrebbe in avvenire tornar la. Acfla ixceflitb , fe roGèrvan*  aa fari Hata neglena, e i'efazwnn dìGtfata; il Nmetcerla farli una  dificnUb, e..maU fodditCwione; il iche. avendo però legge antica, ed  eiegaita, fark con giulUzia > ed vtiliik prefente e futura il continua-  re colla GcGa equitk, e modetaziune .nfléryata coti neU'mdituzipoe)  come neU'cfecuziofii p^zie. f n   Quelli, che per lo paflato hanno, voluto metter >. dilScoltk al gin*  fto, e leghimo Dominio della Seteni/Snu: Repubblica (òpra il Ma,  perchè il Mare di  tua natura e libero, e comune; la feconda, perchè la SereniiGma  Repubblica ha convenzioni con diverfi Principi, che la navigazione  del Mare rdlaGè libera a' loro. Aiddiù; la terza è una Capwplaato,  ne,, che dicono. eGèr contratta con Papa Giulio. U, . j-n  Per la prima ragione diconq, che nelle Leggi fpeQb G ritrova,  che il Mare non è d’ alcuno, ch'è comune di Iva natura, ch’è pub-  blico per ragione delle genti, che non pub edèr occupato, perchè  non può cG :e la SereniSima Repubblica, e per col»,  leguènza anche olliiitb verfo i Sudditi, ed impèdimeuoal tranlitar,  e negoziar ne’paefi dell’ uno, e dell’ altro cosi, per terra, come m  mare; e nella pace levandofi l’ollilitb tib Prìncipi, per un capa ^e-  ziale, conforme all’ufo degli altri PaeC, è datala Geurezza lÙ tran,  filare, e negoziare per tctra^ è per mare. Sintenderà dunqub ti na>  vigar ficuro, e liberamcRia nel Golfi» Adriatico, fervate le òrdìna;  znni di quella .navigazione.:   ' Potar fare imaioofa noa Uberdi, e Scurezza non vaol dire arbh  trarìamente, e fecondo rappetllo irragionevole dì tialicheduno; ma  vuol dire Gcuramente, e libcraOlcnte, fervate però le leggi.. Quan-  do fi dice, che cìafcheduno può liberamente fiù' tetUniento , non a’  intende però', che k> polla fare inuifizi oro, ed impertinente; ma  che dee fervar le leggi tcllametarie ; e chi può far viaggiò Ubera-  mente, e ficuramenie non può navigare, le non fervale le leggi di  chi domina il Mare, che fona di far fcala a’iuoghi determinati, no»  portar cole proibite, pagare i Dazj, c diritti llatuiti.   £ che cosi fi debba intendete lo dichiarano le medeCme parole,  le quali dicono, che i Sudditi deH’altro Prìncipe pollano tranfitory  c mercantare cosi per terra, come per mare rwC, & iétri-, ma le  per terra non poiibna mctcahure, falvo, che fervale (eleggi, e pa-  gati i Dazj; dunque nè pure per Mare Io pollano fare, le non còn-  lucic le iuddctie condizioni. Ciò fi Confatma, perchè non è di ra-  gione, che i Sudditi del Principe amico Ceno maggiormente privi-  legiati, che i propri; dunque (e i proprj fono fimgetti alle proìbi-.  ziooi, ed a’ Dazj; debbono eflcre cosi anche gli flranieri. Oltre di  ciò dimofirano lo lleflb chiaramente le parole del medefimo Capìto-  lo, il quale dopo aver detto , che pollano negoziare per terra , e per  mare, tati,   neralmentc a fare ogni altra opportuna operazione circa le predet-  te cole.   Gli Ambafeiadori andati a Roma negoziarono; ma per (labilire il Ne-  goziato il Pontefice non contento della Proccura, ne ricercò un’altra  più ampia. Per lo che lotto il giorno degli 1 1. Decembre fulTeguen-  te fu fatto un altro Mandato di ^Ueflo tenore .* che volendo il  Papa trattare alcune cofe cogli Ambafeiadori , fe bene perciò  fu fatto loro Mandato anaptillìmo fotto il giorno de’ 31. Lu-  glio, nondimeno di nuovo conlUtuifcono gli (lem fei Nobili Proccu-  ratori della Repubblica a trattar, e conchiuder col Papa, o co‘De-  purati di lui qualunque cofa, quantunque fodè di quelle, che ricer-  cano Mandato fpeziale , unto come fodero efpreflc iliigolarmente, pro-  mettendo dr T0tùy &c.   La Negoziazione fegu'i lino al Febbralofudeguentejedovendoncoo-  chiudere , il Papa non lì contentò de’due Mandati ; ma colla fevc-  verii^ dei tuo animo avendo (labilito il giorno de’ 14. di quel Me-  fe, ch’era la feconda Domenica di Quatefima per giorno di trionfa-  re a dare pubblicamente ralfoluzione , fermò una modula , o minu-  ta dell'Idrumento, che voleva, che fode fatto in quell'azione, con*  tenente i Capitoli, che ricercava gli fodero accordati.* volle, chela  Serenidìma Repubblica iacefse un'altra Proccura, inferendo di parola  in parola quella Minuta . La proccura fu fatta fono il giorno de*  15. Febbrajo, e vi fu inferca la Modula dciridrumenio, che il Pa-  pa voleva dabilire, e data autorità agli Ambafeiadori di convenire  con que’ Capìtoli.   Qiied’Idrucnento è quello, che fi produce, ed a nome di Capi-  tolazione, fatta eoo Papa Giulio li. Se abbiamo qued’lUrumento au-  tenticato, o nò, io non lo sò; ma dato, che fofsc in forma appro-  vante bada Iblo per modrarc, che per quello è data autoritli agli  Ambafeiadori, ma non appare, ch’eifi Tabbiano efeguica. Oltre que-  llo Mandato fi ricerca necefsariamente , che gli Ambafeiadori innan-  zi il Nocajo in- Roma modrafsero queda loro Proccura prenarrau,  e pregafsero il Notajo a fare un Indrumenro, com'edi per autorità  data loro dalla Repubblica promettevano le tali, e tali cole al Proccu-  ratore del Papa, o ad alcuft fuo MiniRro, o ad eflb Notajo, che  riceveva la Pniccura, di che era pregato da ambe le parti a fare  ridnimento. Queda farebbe la dipulazione , la quale fe fofse fatta  io non lo sò; ma veggo certamente, che i Romani non la poftono  produrre; ed in luc^o di quella producono il Proccuracorìo coliamo-    Digìtìzed by Google     35» DOMINIO DEL   i 3 nU fteUsat che non ferve; perché come s'ì detto, ft ben la furrau-  U vi é dentro inferta , altra cofa però é il Mandato Procuratorio, al-  tro é la Convenzione ftipulata. 11 Proccuratorio da podelllt di con-  venire, ma non fa che Ua convenuto; né mai prova, che la cofa  fia fatta. Innumerabili volle occorre, che làrh data autorità ad un  Froccuratore di contrattare una cofa, che non viene poi contratuta-  per qiulche rifpetto ; anzi quello , che piò importa , fi trovano Man-  dati autentici, ed Inllmmcmi (leifi,ma non flipulati per qualche oc  cafione nata pofcia full' elécuzione. Ebbero i Proccaratori autorità  della Sereniflìma Repubblica di convenir col Pontefice in que' Capi-  toli folto il giorno de’ij. Febbrajo in nove giorni , che paflàrono fino  pi giorno de'24. che fu quello dell' allbluzione , in tempo che tut-  ta riulia era in armi. Infinite cofe poffono elTere occorfe , che  abbiano fatto aggiuenere, fminiiire, od alterar i Capitoli .   Bifogna però mollrare non quello, che folle commetTo di fare, ma  quello che fia fiato fatto , e fiipulato; il che cfli non mofirano né  autentico, né non autentico. A’Proccuratori fidò autoriib di contrat-  tare, ed cK fui fatto veggono quello, che occorre; non poflbnotm-  paflàre il Mandato, ma cercar d’cSieguirlo totalmente, ovvero ufarlolimita-  mente a favore del loco Principale. Chi vuol fapere, che dalla Se-  renifltma Repubblica non folle data linfiruzionc agli Ambafeiadori  di confeniire a que’Capiioli, fe non con qualche condizione dal can-  to del Papa, la quale non cgnfentita da lui gli Ambafeiadori folle-  rò refiati di concludere la Capitolazione nella formula data’ Infom-  tua Mandalo di capitolare non é d'aver per capitolato.- e fe la Re-  pubblica veduta la Modula mandata da Rtyna folle fiau rifoluia, t  che fi avelie per conclulb in quella forma, poteva fare rifinimento  del filo Confenfo qui in Venezia, c non dare autorìtò, che folle fat-  to a Roma; tanto che non é buona confeguenza dal vedere l'auto-  ritli di capitolare , dire dunque fi é capitolato . Quando penfavano  i Romani di valerfi di quello Proccuratorio in luogo di Capitolazio-  ne fiipulato con Launlio Nocajo ilella Camera, fi aegiunié una no-  ta fotio,allefendo, che la Capitolazione fu fatta, ed i Proccuratori  promifero , e giurarono i Capitoli; e quella natta fu fatta dopo la  morte di Giulio; il che apparifee; perché in ella é chiamalo piò  volte falicii moritaiimh^ titolo, che fi dà a' Papi morti. Non ha  il Noiajo pollo il tempo quando l'ba notata; ina fi congh lettura ,  che folle 15. ed anche 20. anni dopo. In quella fórma Papa Gre-  gorio XIII. diede l'ailetta Capitolazione agli Ambafciadpri del 157?.  adì 17. Settembre. Di quella nota non é da tener conto alcuno,  poiché le Scritture di Notajo non fanno fede, le non fatte per de-  creto del Giudice , (e non Giudiziali ; e le fono contratti , fimi in  prefeoza de' Tefiimon) , e delle parli con rogito d'elle.   £ qui un Notajo molti anni dopo 1 ’ allerte pani fcrille quello,  che fuccellc, e con parole anche piene d'ambiguità; perché chiama  quella fua Scrittura Trtnjimta, e dice d’averla collazionata coll'Oti-  gmale lenza dire che Originale fia quello, e da chi fatto.   Quelli difetti furono fuperati da'Confultori di V. $. il che venne  a notizia della Corte Romana, onde nel lioé. per occalione dc’me-  ti pailati ftamparono 1 ' afierta Capitolazione colla fede dello ildla   1-anti-    Digitized by Google     MAR ADRIATICO. 359   I^urilio; m« corretta non iniitolaniÌQ pib Giulio di felice memoria, e  mettendovi il teqapo fieOo dellafToIuzione 14. Febbraja ij 2^. Ma non  avendo ardire di dire, che foflè rogata dagli Ambafeiadori , fotio-  fcrillè non come Noujo, che facea Inftrumento trh le Parti contrae  enti ; ma come quello, che icriveva un Decreto giudiziale , dicen-  do Jc Mmdut ftiferiffi ^ onde fuggendo un inconyeni^te (tanno da-  to ia un ina^^te, (   Ma vi i chw liacamciua, che queU'aano 105;, Laurilio nonem  Notajo di Camera; perchè nell'alTeTta Capitolazione fono nominaci  tutti i Notai di Camera per nome proprio, e quello non i in^el  numero. Tra diverle pretenfioni Romane apparifeono molte alTor-  dith ; ma nelTuna ha tante oppofiaioni , come quella , delia quale  quando in avvenire venilfe parlato dagli Eccleliallici il mio riveren-  te parere è che,fe ralleghetanno folamente,(ia loro rifpollo, che da  pochi anni in quk s’è dato principio a nominarla; nè però mai è  nato veduto nè l’autentico, nè l'efemplare di quella Capitolazione;  perchè cosi veramente è. £ fe produrranno quella, che dal Papa  Gregorio fu dau, ovvero la Rampata, fia riljiollo, che quella è un  Mandato Proccuratorio per Capitolare. ReRa, che moftrino, che la  ftipulazione fia fatta, e fe voranno venire con argomento, dicendo,  che trovandoli il Procctiratorio,.C dee prefupporre la flipulazione.  Ila replicato, che tutto è contrario per le molte,, ragioni efplicaie  dì fopra. -   Dalle cofe moRrate in quella Scrittura apparifee chiara, che le  difiicolth promoRé fopra il Dominio di V.S. nel Golfo hanno vera,  e facile nfoluzìone, ch'è quanto col mìa riverentiflìmo Zelo ho là-  puw ritrovare, rimettendolo perb come mio umilinimo parere alla  prudenza di V. V. EE.    G R A Z' I A.     » O M I-    Digitized by Googic     360   DOMINIO   DEI,   MARE ADRIATICO   E SUE RAGIONI PEL JUS BELLI   DELLA   serenissima repubblica   DI VENEZIA   Drfcrino dal P,   RPAOLO SARPI   Suo Confultore d’ordine pubblico.   v»:” — ' - 4 . " * r ■' ‘ ■■■■■ • n 1 ^1 —w»,   SERENISSIMO PRINCIPE.     Orna molto, a propoGto nelle Oufe forenG , com«  uifegD^ i IXattori, ualafciar le diTpute fopi^  le ragioni GeirAvverTario quando fono tanto for-  ti, e gagliarde, che non G poGbno didru^e-.  k; però G Gioie parlar fuor di propoGto tiran-  do fa Cauta fuor del fuo alveo , per tira-  re il Giudice fuor di buon (lato, che non at-  tenda alle buone ragioni , e (accia fentenza in-,  giufta. QueG’ artiGzio viene uiàto da alcuni  Dottori melG sii non da alt» , che da diaboGco fpirito a far no-  vità per turbazione della pubblica quiete , con far venir Vafcelli  foreGieri in queGo Golfo, in futura petnizie del comun commerzio,  e della Gcurezza delle Città marittime, contra l’antiche , a legali  ragioni, che ne ha quella SereniIGma Repubblica inveterate, appio,  vate, ed acconfentite da tutto il Mondo, da’Grandi, e da’ piccioli,  da’ Principi e da tutti gli Ordini Gno agli ultimi plcbbei, con prc.  fcrizione di Secoli, che vi aveva poGo Glenzio,- Operazione percer-  10 diabolica per mettere alle mani i Principi, che non abbiano a  goder la pace, la quale il Signor noGro in miniGero,e tutela ha loro la-  iciata- Segno di queGo è, che nel priucìpio cominciano a fcrivera    Dig ■ 'Hd by Googlt    •MAR ADRIATICO. 361   contri rautorii'i del Papa, ch't il primo alTalto de’NovaCori , i quali  il Diavolo mette in battaglia per rovinare il Mondo, e come aque.  fta difgufla fi titano , fingono che i Signori Veneziani fondino le  loro ragioni fopra privilegj di Papa Aleflando, e deU’Imperadore; e  per diltruggerli fuori di propofito li mutano contri lauiorith loro,  e li mefchiano come fodero le Carte dei Tarocchi, che al fine fo-  no pazaie, bagattelle, e giuochi di mano, trattando materia di tan-  ta importanza con forme non degne nè del nome di Dottore, nè  di Crifliano ; cosi infamano le fteffi, ed in certo modo i Miniftri  de' Principi , come a bella polla vadano ad incontrar briga , per ef-  fére adoperati, e mettere di le medeCmi neceffitb a'Principi loro in  ali maneggi malHmamente nel Regno di Napoli, dov'è fama, che  le contenzioni fono fiate maggiormente nutricate per confentimen-  to de'Rè. ( Gicc. I. ). Cari. iji. ) Non è vero altrimenti , che i  Veneziani , fondino le loro ragioni del Dominio del Golfo fopra  privilegio di Papa, o d'Iroperadore; che fé ciò foffe, forfè per cer-  te ragioni non tornerebbe conto aprir bocca, però quelli Dottori  fondano la loro difputa sò cosi sfacciato e vano mendacio , fanno al-  le pugna, danno dei calci a lovefcio, e cambationo lenza incontro ,  come i Tori, che hanno perdita la Vacca, dicendo, che nè pur  fono fognate dalla Repubblica di Venezia, ed anifìziofamente lafoia-  no quelle, che pubblicamente fi leggono fcritte da Marc’Antonio  Pellegrini nel libro ottavo de Jote Fifii, da Angelo Macacio nel li-  bro primo....... da Giambatiila Leoni nel libro delle Confidenzioni   del Guicciardini, da Augullo Treo nel fuo Panegirico , da Jacopo  Chizzuola nel fuo Confìglio, ed allegazione pubblicata nel fupple-  mento della Storia degli Dirocchi, e da Prorperu Urbani nella nife-.  Ca fatta centra Emanuello. Tertoviglia Spagnuoto.   Gli Amichi Ginreconfulti, non avendo trovato chi abbia fcritto,  o detto in contrario del Dominio, che ha V. SereniiU lopra il Gol-  fo, dìfsero, che aveva prefcrizione immemorabile, volendo dire non  efservi bifogno di mollrare altro titolo, facendo quelVeffotto la pre-  fcrizione tanto antica, che fi abbia a credere il maggiore, e'I piò  laido, e forte, che poflà mantenere tal polfelTo; conira i quali non  conviene llraparlare, dicendo, che fono ignoranti delle Storie, ben-  ché abbiano acquiftato come di prudenti , e da loro fi governi il Mondo .  Quelli, che forivono per la Repubblica gli allegano, e fe ne fervo-  no come diteflimonj, elTcndoflati in tempo della preterizione non mai  imerrota a’ loro tempi. A quelli gli Avverlar} oppongono tellimonj  di Storici, che riferilcono diverfi Rè in divelli tempi elfer venuti  in Golfo con Legni armati; e però aver interotta fa preferizione ;  nel qual calo fecondo i termini legali, bifognerebbe , che cercaflero  d’ accordar tali tellimon j , come facilmente fi propone , quando fi dè-  ce, che que'Rè fieno venuti con aver ottenuta licenza dalla Sete-  niflima Repubblica; perchè i fuoi Confultori Marc’Antonio Pellegrini,  e Jacopo Chizzuola nella dilpua fatta , prefenti i Commelhirj Im-  periali, adducono Principi, che vi fono venuti, ed hanno dimanda-  ta la licenza ; dove biiogna dire ^md folinmeji fieri, frefuminr feSum . Quel  ch'è folito a farli , fi prelume fatto ;edè benefpiegato ed ellegete dìCora.  Conl.z87.num.i i. voi.p.fapradi cheiContraddittori fi riducono adire che  bifognerebbe mollraie, che almeno due volte ne avelTo lata refifienzaj  Temo li, ^ Zz ma     36 ^ DOMINIO DEL   ma dille cefe fegocnti lo intenderemo^ oltre molte altre rifpoflc le*  gali) che ù pofsono dare a tale inllanza; ma perchè centra G grati  legge della prdcrizione fi ardil'ce di parlare) cos^ fi dee rendercon-  to dì titolo di COSI amico pofTefib per ovviar per via di ragione,fe  fi può) a quel malC) che potrebbe nafeere per mala ed ingannevo*  le perfuafiooe di cofioro» Se ne parivi altrove) ma per oi^nitk.   Ora quefii tra gli altri fìngono di parlare fopra il ]us belli ^ che  ha la Signoria Screniffiiaa ) il qual titolo toccano, come parlano  appunto. Non fanno, ma faper dovrebbono, quandola guerra ègiu-  ila queir eflere il piò faldo titolo che pofla aver una Repubblica, e  qualunque altro Pnneipe deVuoi Stati; perchè quello vince il Jusna^  furJcy e mette fervirtù, dove la Natura , non che il Jut genrium  ha melTa liberti, e comunione; onde fi vede quanto ridicolo riefee  il di(pmare,cbeneirun Potentato EcclcGallico, o Secolare polsa farleg*  gì, dar termini , o conceder cola in pregiudizio della legge natu-  rale, t con quello gli altri inicG, vogliono, che riefeano bagattelle.  Vuole il belli y o Jus gemhtmy che vinto il Nemico, tutto quel*  )o« ch’egli pofiede s'intenda del Vincitore. Il primo premio, che  zia, dove Baldo dice, effe re come dar della teda nel Muro/ inque-  do. oKiza . bifogna mantenere il poflellb a chi lo tiene.   Al Cecondo fi. ciCponde, che quando la Repubblica fbndaffè le fue  ragioni. fbpra..puMlogj le baderebbe la faìna dèfTi;CosÌ conclude Ma-  riaoo Cpccina nc Cuoi Conigli ; come fa la Sede Appodoiica trat-  tando la ^a^ooc de'iuoi Stati, che non L’è necciTario naodrare alcun lo-  dcuoiemo JeTcoiacquidi. Sarebbe error grave tnodrairli per farli legge-  re, diffidando della fàma. £ quando la Repubblica aveflìr a moAraregl*  Idxiuscnù ripofU. nella Segreta ,ic le prederebbe pienifCma fede ? A que-  do proposto, dicono i Giureconfulti non elTcr lecUodire, ne menopenfà-  re, che laiRepubblicadicelTe una fallici, benché delfuocomodofitratci;  cost aliega'ilCardinalTofco ne'Cuoi Volumi delle Capitolaziom praticabili.   Àltcrzofìrirponde; cheCe il Papa aveCse conccCso tal privilegio, fen-  za la libci^ ve^ontV, quando ritornò in Roma lo avrebbe rivocato,  come fece PalqualIL de'privilegj concedi ad Enrico IV. Imperadore,  quando esa nelle lue mani/ il queir fcibko giunto a Roma in pub-  blico Concifloro li rivocò, come editti in dato, dove non era indio  potere di negare; e fé durano i titoli privilegiane* Rè di Napoli con-*  celila Guifeardo da Leon IX.. quandolofecero prigione eo’Cardinali nel-  la guerra di Benevento y perchè non li rivocò* quando tornò a Roma,  mcglia avrebbe a durar quedo fàttO' da Papa,, che non fu mai prigione  in Venezia ,ie fe avelie voUmo U Repubblica edorquere tal privilegio ,  ed altri titoli,, gllavrebbc avuti mdto prima dallo llefroLeoo IX. quando  venne a Venezia., del qual anche la Repubblica aveva prefa la dif'ela.   Al quarto fi rllponde, che Papa Àledandro, quando dille HocMa-  wl ipfum Mare ha* detto di qbedo Golfo, il quale comincia da  queda parte, ed intero, (enea mutar nome, fi donde fino a Corfb;  nè manco più oltre vogliamo , che ptflì « òsi fi ha intefo da tanto  tempoinquà, che non v’è memoria in contrario, chefinal prefente  ft chiamatGolfcr di Venezia. Ben> ir DottopìNapoliiani aivevano impara-  to nciUdifputa tra’ Francefi ,. eSpagnuoU per caufa de’ Confini dei Ca-  pitaniato, le fodé deif Abruzzo,, o della Puglia*, dove fio tenuta concili-  fione pergliSpagnuoli , che nella difierenab de nomi, e de* Confini dél-  IcProvincic, fi debba^attenden fempre alfulo prefenter. Fu confemiaca  qucda> ragione colie armi contra> i Francefi; pCTÒ  nemcnte quando fi À il mireflb d'nn podere, balla una gleba d'ef-  fo; cosi per hoc Mare lì e intefo tatto T Adriatico, dove fi ebbe la  vittòria, ch'era avanti gli occhiti ut: n   Ma quclladifpau i friulratoria, o perdimento di tentpoi, che la Re-  pubblica non dice d’elTerPadrona del Mare, perehè il Papa le abbia còti-  ceflb privilegia, nè il Pape in quella parte fa conceflìone; ma dichiara^ •  aiODe, e coDcefrione, ebe làRepubblica fiaSignora del Marò Jkre talli,  ebe qucHoTha de Jurt gaathm; e di tal dkniaràaione fe n’è compia-  ciuta la Repubblica, ad imitazione di Nollro Signore, le cui azioni fo-  no inftruziòni noftre ; ilquale ficompiacque della confellìoiw, chePie-  uo fece qualtncme era Figliuolo di Dio; quando non fi voglia, che il  Papa, d qual è nel pofiéflo prenatrato anche di maggior autorità ,  non abbini fiuta tal dichiarazione; queflo non leva alla Repubblica il Do-  mintojm talli acquillaio, per aver vinti non foiamente i Rè di Sici-  lia, ma i Saraceni, ed altri Infedeli, e perfecutori di Santa Chiefa;  nel quat cefo dicorm i Giurcconfulti , che lènza- altra dichiarazione,  oConcefiCoite Pontificia fi acquifia piena ragione negli Stati conquilla-  ti di mano d’efii. Ne daimo efempio de’ Rè di Spagna Aeiracquifto  di qtie’Hegni filori delle mani di uli nemici, c pètA ivi nen rico-  nolce fuperiore flmpefadore, inquanto gli abbia a comdtidare ; Con- i  eludendo lopra quelli quattro capi anche a modo degli avverfarp ;  che il Papa non abbia dette quelle parole , e fe dette le ha, non  abbia avuta aumriib di dirle / confidcrino bÓMy e vedranno con qual  azione aveb potuto dirle il Papa. ->   A chi vince i Nemici in Mare, ebe occilpavaiio, fi dee J tare talli  flmperio del Mare; LaRepubblicadi Venezia havifiti ìNemiciinMa-'  re, che occupavano; adunque a' Veneziani fi dee ima talli l'Imperio  del Mare. Si provala maggiore per li Giurcconfulti , i quali dicono^  che la Vittoria db in mano del Vincitore tutte le cofe, e di quello,  che alcuno ha prefo in guerra ne ha il Dominio : ed aliti Dottori di*  cono, che finite le guerre i popoli vincitori , tutte le terre, dalle quali  hannofcacciati i Vincitori pubblicamente, ed atiiverTalmentc dicono loro  Territorio •,SicFtac.daCa»iit.Agt. frf. Bap. ^jnn.ila Allimianitut Cap.iy.  m. 9, /iè. II. E ne’tcTffliai dcIMain, che fi faccia Territorio , e pol-  Icflione di chi vittoriofamenfe vi ha combattuti , e vinti i Nemici  diremo, come allega ancoraGioiFrancefco da Ponte dnadeDottoriav.  vetfarj nel fuo lib. de PattHata Prafrii eap.ìj^ Uti Re» fama coner*  tojiam a»mE*areia», iti efiTcrrhartum Ragia , & aala Ttrritariam di-  ainr a potaftata tanamis, ÌT Jiaua dkitwr Cataefis prima; Spiritu Do-  mini faratarna fiapat aquas , Jia famr fapar Mate paaaftaa éatanris Jn-  rifdiSianam. Cioè dove ilRè va con efercito contea iNemici, ivi è il  Territorio del Rè, perchè Territorio è detto dalla ^ellb del tenere,  ficcarne fi dice nel primo del Gencfi ; Lo Mrito del Signore fi tras-  feriva fopra Tacque, cosi fi trasferifee la Ginrifdizione Ibpaa il Ma-  re a chi n'è reliato Padhme.   Perloabè t Romani lotto Scipiane, vinti i Cartagineli, dice Polibio  nel lib. yuikviSK iaflitm Impari» Maria fojiai fiata ; ciò! vinti iCar-  tagmefi, tolat.le loro Navi, emefli i rollrtnellelororeftò flmperio del  Mare a'Rommilip iMtadaa.i, lib. 4. Satalt.diS.^lit.^.   Gli Atenieft potimun tc dopo la- vktoria di Salamina contra i Fani   con-    Dic;    : i;y Google     366 DOMINIO DEL   «onfeguirono, dice Lcuda, rimperio del Mare. Qui anche fa a prò-  poCto il cafQ allegato da^i Avverfar), che Ferrando figliuolo del Rà  Ferrante con 53. Galee paisà tutto rAdriatico, e fugò la numeroia Ar«  mata de'Veneziani fino a villa del lor Generale Marcello ; didrufle la  Dalmazia con tanto terrore de"Veneziani,die dice il Sabeliico diél. 4. Iib«  2, Eififtinunttt flHum effe àe Imperio Marit\ perchè da quello ficavapari-  mente, che chi fuga e vince Tarmate nemiche nelMare,togliendoad altri  riiien per fé Tlmperio del Mare divenuto Tuo Territorio dai tener fuorii Ne-  mici , di modo che TAdciatico farebbealiora divenuto tutto Tehttorìo de*  Rè di Napoli ) ma v| lalciano il piu bello da narrare . Del vincer , e del perde-  re nella guerra fifa contoin fine ; difopra abbiamo Bellis bakitis dove   quello avviene, conte negli altri giuochi; chechinel principiovince, alfi-  ne dirperataraence perde/xomeavvenneaPompeonellagucrra centra Ce-  rare; nel principiogloriaodoC di certa vittoria, come appunto ora fan-   no gli Avverlar); non fanno fcrivere di ceno poco dtfordine accidentale;  onde perchè la narrazione di quel fatto abbia a galligare i Milantatori de*pri*  mi lucceiTi nelle guerre, e perchè torna a propofuo per provare la fuddetra  nollra minor propofizione flendcremo il luogo del Sabeliico, che Io narra.   Federigo ArrigodiFerdinandofigliuotopiagiovanecon43. Galee, eFu*  fUencròneIportodi.M,,Diedequelloaflàia temere al Sonato; edera veri-  Amile, che il Nemico ivifermandofipotelTc contcnderea Venezia il Mare.  Tutta U Citik aveva gli occhi rivolti al Marcello , cadauno a lui , ed alla fua  Armata guardava ) credutoaver perduta SignoriadelMare, quando non  fofle cacciato a forza il Nemico di quel luogo , il che era mantfcAo non po-  terfì fare fenza grave confiùto, Stava adunque laCitthin afpettazione,  che Marcello, ilqualera a Geldra, o ardefle TArmaca, che aveva nel  Porto Anconitano, fopravvenendovi alTimprovUb, ovvero la conducete  olfattod'armi, elalcaccialfedi 1^; mafrateanto, ch’^lifupplifce a'bi-  fipgni delle Navi condotte dal Pò , mentre fi apparecchia la vettovaglia , ed  ogni altra cola bilogne vale , il Nemico non fi tenendo Acuto io quel luogo ,  fatta vela, fi part'i d’Ancona, prima, che vi venineTArmata Veneziana.  Panar» tal cola grand* odio centra il Marcello fpezialraente del Volgo, ù  quale mifura il tuuodalT avvenimento; e giudicò, che non fofTc (iato ar-  dito d'andare contrai! Nemico venuto in alto Marc per mofirare dinon ef-  iere venuto in vano, alTaltando alTimproviloLUlairela della Dalmazia.,  qiiafi tutta con ferro, e fuoco la difertò.   Cosi parlailTefiimonioallegato dagli Avverfarj, dov’è prima da no-  tare, cheTArmaia Aragonefenonfugò lanofira. Secondo, non vi enar-  rato il tanto tremore de* Veneziani. Terzo fi vede, che non i Veneziani,  ma l’Armata di Napoli era alquanto tremante; imperocché dice, che il  Nemico, non fi tenendo ftcuro in quel luogo, fece vela , ma vediamo piò ol-  tre, chi ebbe il tanto tremore, perchè 1 Autore di quella Scrittura non  ha inietto il Sabeliico. Si vede dall’ eiroie, che prende circa il nome di  Fernando BgliuoIodiFcrranteconM.Galee, in vece di Federigo figliuo.  lodi Ferdinando COD43. Galee, eFuAe , ^ice ilSabeltico; adunqueque-  Ai dopo aver meffa LiÀà a ferro , ed a fuoco andò ad aflalire Corfò , Pietro  GiuAinian, e Niccolò Bigan, dicono Curzola, dove da principio furono  fi terribili gii alfalti, che ad un tempo vi pofero le Scale alle mura, ondo  avevano fpaventaii i Terrazzani, Giorgio Viaro ivi Capitano, diffidane  dodel poco numero de’ fuot , hfpettoaquc! de'Nemici, per intimorirli  fece fparger voce per la Terra > che rArmata Veneziana lo veniva a foc-   correre,    Digitized by Google    y     MAR ’ ADRIATICO. 367   correre, efecerUrealIc Campane per tutto, e levar dalle mura un lieto  grido, che gàvenilTe l’Armata. I Nemici dalla paura del pcridsio agita-  ti, perduti circa aoo. fi ritirarono inMare comeOmbre, e Ipiriti tene-  brofi di procelle , anzicomeComacchie, che fuggono il (uono delle Cam-  pane de' Campanili, dove fi aggirano.   Vibannoanchelaiciatodidire, cherArmataVenezianaandò a pren-  dere a forza Gallipoli in Regno , dove li llende la Colonna in confine  dell’ Adriatico , e Ionio; e che Trento Terra de’Tolemini, Rudis, ed  altrevicineTerreim^ientidelcal'adiGallipali,fi arrenderono, oltre di  ciò hanno lalciato, cneFerdinando vedendo fi grave rotta in cafa fua,  pensòalla pace, ^guerra fu la sfortuna di tutti i Principi d'Italia con-  giurati cantra i Venezianiper caufadella guerradiFertara , dellaquale  (crivc il Giovio nel principio delle Storie, ed il Guicciardini nclLibro ot-  tavo nel principio, dovelìlegge, cornei Veneziantconfe^uirono la pace  onorevolmente per fe, e vittuperofamente pel rello d’Italia, che con fen-  limentotantogrande, e nel tempo che fioriva di ricchezze, d'armi, e  virtù s'era unita tutta contra. Per concluderla vi fu lafciato tutto il Pole-  fene di Rovigo , ed i Rè di Napoli per la fuga, fe pur avellerò avuta qual-  che ragione nel Marc Adriatico ravret^apo perduta.   Vi farebbe anche per provar la minore la fuga dell’armata di Federi-  go II. ImperadoreRèdiSicilia, e Napoli recitata da PandolfoCoUeru-  vio nel libro 4. delle Storie di Napoli , oltre di ciò la rotta data da Ruggie-  ro Rè diSicilia, ilquale infeftando l’ImperioGreco aveva prefoCorlò,  dove fatto un Arfcnale, dominava tutto il Mare . La Repubblica , che  aveva giulfamentela protezione di quell’ Imperio, fe gli mollè centra  conArmata, loincontrò, c ruppe dice Tommafo.Gazzilio Siciliano Scrit-  toredellaStoriaSiciliana Ub.p.dec. z. Commijfo prttio ex fuisTriremi-  ha, undevìpnli amijps , fxinUTfifqut yRugeriui vilha rwn Juueis dijjì-  pttiiSicilimi profughi & pojit» bello fe fuitraxh . Cioè lucceSà una  fanguinofa battaglia Ruggiero perdette, e fommerfeip. delle fue Galee,  con poche , e diifipate vinto fe ne fuggi in Sicilia , e poi Rette ritirato  fuorde'travaglidellagufrra. Parliamo adunque, ficcome abbiamo de-  liberato centra Federigo Imperadore, come quello, che abbiamo detto  elfer chiamalo DeminmA&odi, ed è quello, che i Dottori dicono, che  il Mare fi pofla far proprio , quello concederfi , e fe egli vinto ha ceffo  al Vincitore il luogo, fiamo nella regola Finro vineentem. La Repubbli-  ca ne aveva il Dominio exiiujhii ad omnes , quella dunque farò per  finita pruova della minore..   Edin rifpoRadelquintoArgomento degli Avverfarj, col quale parla-  no, come dicemmo a propofito, ma vanamente in riguardo allave-  ritò dellaStoria, come a quello invigilano tutti i Regnicoli eccetto  il Collanzo autore, e tellimonio degli.Awerfarj, l’Auior degliAnnali  Ecclefiallici parte per emenda , c parte per rifacimento di guanto  ha fetitto contea la Monarchia di Sicilia , li è melfo a quell’ unprc-  fa , ci ha prodotto per apparenza di tellimonio uno Straccia fcritto  da penna d un altro Regnicolo, ed un'altro Apocrifo fenza nome ,  trovati folamenie a quello tempo tutti due a bufi leggere difuccelC  di quattrocent’anni, vogliono anteporli a' Scrittori pubblici di quel  tempo, a tante memorie antiche di Marmi, e pitture antiche non  mai contraddette . Se Romoaldo Arcivefeovo di Salerno , del quale di-  cono elfer uno degli Stracci prodotti, non fa menzione di quella vit-  toria,    Digitized by Googlr     368 DOMINIO DEL MAR,ec.   torit, non va la confcguenza, che pon fiafuccefla; poflbno enervi  mille caofe d* una tal ommUTione , o per invidia , o per fcoprire U  mancamento , e Timpotenu del Kè di Sicilia fuo Signore, o per  non confeirare il Dominio di Volita Sereniti, o che non ha Icritto,  • che gli è (lato levato, e fìmili. Si adducono anche altri , che  non ne parlano punto; a*  niche, e Pitture palefano.   11 Padre }acopo Cordano Gefuita in una fua Cronologia fcrìtta in quei  Ila materia feguita per fuo Autore il Compoficor degli Annali, ma  non nega quella vittoria, ed i PadrìGefuiti, chehanno mandato fuori  in Colonia un libro intitolato Dtfenfiones Ànnatium Ectlejiaftkorum .  non la negano ; però per pruova della minore , e per rirpolla del  2.. c. 63. dove introduce il Cardinal di Mono-  poli a dire al medefìmo Pontifìce dell^ltalia, come la liia liberti ,  e grandezza rìfiede nelle Lagune del Mar Adriatico; e come fi deb.  bono bilanciare t fervig; della Repubblica antica, e moderna fatti a  Santa CKiefa, ed a tutta la CrìAÌMÙt^ parimente; (ìccomc ampiamen-  te fi leggono in molte Scorie i validi ajuti dati per 1 * acquifio di  Terra Santa, e le vittorie ottenute centra Infedeli, f ubbidienza ver-  lo la Santa Sede, ed i Tuoi Sommi Pontefici ne* più urgenti bifogni;  ficcome ad AlelfaRctro III. fugato, e fcacciato dall’ Imperadore Fede-  rigo Fnobarbo, per la cui li^rt^ , ed onore prodigo fu il Principe  Ziani, e quel Senato delle facolcli, e della vita tu acquiilare quella  famofa vittoria in Ifiria al Capo di Salbore con cattiviti d* Ottone  figliuolo dell’ Imperadore , e non effendo mcn liberale ne* tempi di  Leon X. , ed altri Pontefici ec. Onde gli Avverfarj non offendono  la Repubblica, ma i loro Principi, mentre vogliono indurre i Mi-  niflri non folo a far guerra , ma a commettere infame latrocinio ,  dicendo S. Agoflino nel lib*4.c.4. e ò. deCivitate Dei. Remora Jufti-  tia quid fum Regna , nifi magna latrocinia ? e piu oltre muover  guerra a’ vicini, e procedere ad altre confeguenze, e per cupidità di  Regno affliggere, c foperchiare i popoli, che non danno impaccio,  che altro fi dee chiamare, che gran latrocinio? Penfo d’aver adem^  piuto a ciò, che per tal materia brevemente fi abbia potuto dire,   GRAZIA.    I N-    Digitized by Google    369    I N P E 5^   L I B R O R U M  PROHIBITORUM   , Pum R?§uii^ pqpftfli* p^r P^trcs a Tridentina  Synodo dclcAos.   ' AWCTORITATE PII IV, PRIM^M EDITUS.   ■ 1 -i .   f»Jìe* vtra ^ S/nt» ofiiu   jht   Et KUNS p«MVMS.p. n,   ' c'x- E M E N T I S ^ P A P ^ Vni,   ' Jitffu rtu^iùtia , ^ paUictun.   INSTRUCTIONE adiecta,   {V mjuniét fnhUmmh , itfiù Jbictri tmeniaitdi , ^    CLEMEN5 PAPA VIIE   Ad perpetuam rei memorfam . '     tacaosaNCTUN acho.  Uem Mii éqNfinMii fise   ^ PcopUccRi Mtcter-  tìitfì iàUiKin confc^tu ne-  mini Ikxt > ut Ciivua in  Ecclefla Dei perpetuò eoo*  (tfvaresur » p^rifque iovioUrutn crade  aercitanm, ut haoc fideà catbo^ìca; dpr    firnwfM ioGigrkttem t (»Unm » incorna  pcam^'ie òi Mcidila Dei reciaarent, A*  poAokci animi magnitudine» prò muro  domuv Ifraei, advcrAis einrdeni fidei ho*  Aes»^ fciproa oppooentei, ne iAoram do-  Hi, 8c infidiia imprudenter> &limplick>  aiit vctcres ex infcm excitanecr ficn riiu: Noi. ranl eandcm Pjì pndeceiToris  Tri^ntitu Synodba» pefVileijceiB ooxicv- Conllitu^eoem» &]iiclicen>y acReguias«  TUO libroTuo copivm , qoc plbs. nitpio ^uonim q^iam. tenorer haberi voiutous  cxercventr coerceiet auferre èu> cxpiemh ^uam hxc ip^   p'iens prìnram quìdem dò^iflìmos alì- ta> prour ìnKrms dcfcrìpt# Aific oronui  quoc vnosnfetl^iei qu^de d^T||hgila»i|in^oi^araAp^ft^fi^^ tenore   ^norceti^,;fc,der^r 4 ^tt''.*’  pcrmota» ad ipfxm Apoftblicam l^deni» gurarìbui peribnis ubiqiie loconmr exi-  uucgram rem défertndara Aan]tc»-Itaqpe Itentibua» Aib ufdem p in did^aPìì  fel. ree, Pius. Papa qitamìs przdeceflbr, ConnjtDCrone COTcentis» obiérvari prvei-  noAcr, qat hcofcTw xpbrrpacV J de; (fiadamut^rQ^ «ovai faci-   fa fedebat, Przbcis qui&atàam doé^rina» Itas negqtuim» cùm prombìrionìSf rum  & prudentiaprxlUntibusy^adbibirxar.^DK^exputjacioais, de imprcfConia libromm  dìeem librorum prohibitofun) » À Re^* pcragamr» eas omnci £acalcate mein. Fias  firevi^, proinulgavic ì de c/ufmodi noxìo- Qiintus. MagiAro facriPalatii primum >  rum Itbronmrdetrimcncisdicpcitcnn^» op- dcipdeGrcgoriin dccimas rcrtius > 9c Stx-  fortunè- pfOTìdìt, CarteruTn , Ticct illa tur qumtusi CardinaTibosCongregarionir  prò rempfìrtii raiionc prudenter ruqrinc predi^z concelRrtinc « quornm tcnores  rune conAiruca j rameó'^ -Icum Sarimiz me vofaraus haberi proexprefliSi conAr-  afhuia» in bujufniodi librorum edhione mamus* Se qiucenus opmeA innovamus.  finva ili dfi^t mala ( nam.polV in- bis ornniros, qu;r addiùi in bne In-   ìUlhI tempi» afit erùm libri pcrnicioA dice» noti adverfantur, volumurqric pro-  partim cqnfcripri , atqiie «dici. parcim> prcreai ac dccemimus > ut fi q;;x inpo-  qui fcriplfì e^aKc» de antèa JcTicùerthti' Atrum dubìtaironet aùttóntfoverfix circa  in medium prodiere i ic mem. Sixtns Papa Quinta» przdccef- aliomio» qut prò tempore fiiper Iiunce  òr noftcr,|mildt ilIaArari«« acque àd hu;iifa)odi deputati fherinv» rd'eraneur i  l’cgoUi a^iMs neceflàrif» rebus » liianda* & ex fencemia eonindeih* Cardinalium  y vie » nr nonuutli alii ejufdear generis (i- nobisi aur fuccefioribus noAris > fi rei   bri V eidem* Indici ad^ereptiu; . Vei^m gravita» id poAulaverit» conrultis>decla-  curo: idem Sixeus I rè minimé abfoluca » ^ rencur» & decidantur, quorum audorì-  humani* ezcefcrìtJ Noe la fw fqi»» fai^ fuem » cuir pennittcndtt » tum prohi-  ti quantuiTP CQQT Doniìoò' poiAnnez con- bendii ex{àirgandis » 6c 'imprimeniis 4ì-  fiilcntes» quodjampridentiiuliccrarpcoior brit , airifqoe ad eam rem pcrcìncnribos  9c a mulcis- dia defideratunr cratr hoc expiicandìs» volaouis efie przeipuam, ar-  tempore oronino perficiendum » atqw in ^ èra mandaimts ab oomibiis venerabi-  locem edcnditm duxtaui-- Venerabiliigi- libus Aatribos noArisPatriarchis, Arcbie-  tur fratrr noAro Marco Amooio Epìl^ pifcopii» EpKcopis» aliifque locorumOr-  po PreneAino de Colamela dilt^is dinariist  «uroque gradò»» ordini»» aoc diruti»»  Oc Marie Angelorairr intbensi»^ Borro* cam EccìefiaAicis rccnlatibas» vcl regu-  meo, Fratinlco SanOcMaric Tran^n* laribu»» quiro laici», quocunanebonore,  tiuc Tcd'eto r titulorum Presbyteris» nec*^ ve! digicitare prediti», ioviolabicerobAi»  non Afeanio SaoOe Narie in CoAixdio vari. Non obAamibos ApoAoIùis» acin  de Columoa diacooo» Cardinalibu»r fu- tmivcHaUbo», Provinctalibm» & Synodar  per hnjufmodi Indice per no» depinari», fibus Concilii», editi» generalibu» » vd  aliifque pit»« ficcruditis» viri» in colIfi•^ fpecialihusConAitationibut» drordiiurio-  liom adhibici», ca omoia, ac fingala» nibo»/ ac qnibufri» Aatml», 2c coornetit-  qoe a Suro quinto» oc fupra dixtistt»» dioìbus» etuni fitramento confirmatione  ìnAicuta ennt, diligcmer exiroimnda» ApoAoKca» vcl quavi» firmitace alia ro-  «ommilinm»» que cum magno Audio vÌp> bomis privilegi» qooqoc indcllds» fieli-   ter»    Digilized by Google    PROHIBITORUM. 371    teris Apoftolìclst rubquìbiircunque teno>  ribusj &- formis in cor^crarium pnrmif-  forura conccflif t confirnoarh , approbacis,  & innovatisi Qjtibus otnnibus. Oc fìngii*  lì etiamfì prò ìTlonun fufficienci dtroga-  tfone   fpeciaUs, rpecìflca» Oc ad verbum in(«r*  ta mcntio kabenda cCkci tenores hujul*  modi przfenribns prò expreilis habentes,  hac vice dnnraxat, rpecialicer» &exprcr>  iè derogamus *. czccriiqne conrrariis qui*  bufcunqiK . ^cemenccs camndcm prz-  fentium cxemplis, cciafn imprefljs, No*  tarli publicì manu fubfcriptis» Oc figìtlo  Trslati a!icu/us Bccldtafticì obfìgnatis»  car^m haberi fidem > qux hibcrerur ip-  Hs prxfentibus, iì forenr exhibitSi vd  oiicnfx. Dar. if’urculi, fnb Atmulo Pif*  ratoris . Die decimafeptìnia OOobris ,  MiHenmo quingenrefìmo nonageiìrao-  ^ninto , Pontilìcarus Noftri , Anno Q^no   M, f^ìus Bibrianusy   PIUS PAPA IV.  Ad perpetuam r?i meraor jam .   OMINICI ^egis cuftodix >  Domino dil^nente» pr^po*  fìci ) vigilili n>ore paftoris*  non dciìAimusx ipAgrcgi ab  immineniibuspcricuh's ,quan>  ta maxima pofsomus cura, & diligencia  rrcavcrc, ne propter negiigenclam no-  um peream ovcs , qnz prction/Cmo  Domini Noftri Jcfn Chrifti fanguine ,  fune rcdcmpcx* Eifì autem, qua adAdeì  vesitacem parefacicndain , & ad horum  temporum hareics confutandas pcrtine*  bant, in orcuraenico, Oc generali^ concK  Ho Tridentino, SanÀi Spiritus aflìfteiK  ce gratta, nupcr adeò enucleata, ac de-  finka fueriint, ut facile jam fit tmÌcui->  que fanaro catholicamque dodrinam ,  a falia, adulterataque intemoTcere ; ta-.  men cam libronim abharericis ediroram  iefiio, non modo Cmpliciores hnminet  corrumpere folent, verura fcpd etiamdo-  ùoi, cruditorque in variot crrorcs, Oc a  veritate Adci cathoticx alienas opinionet  inductre, buie quoque rei effe diximus  providenduno Cum auietn aptiiBmum et  inalo remedium c0e feirerDus, A compo*  neretnr , atque ederceur Index , Ave ca*  talogus librorum, qui vel hzretici fìnt,  vel deb?tciica gravitate fufpcfli , vel ctr»  xè ptoribua, Oc pktaù ooccanc; idnego»  Tvm ìk    tfum ad facram Tridentinam SjrnodBna  rejeceramus . Ea vero ex tanta Epifeop».  rum, Oc aliorum dodiflimorum virortim  copia delegit , ad eum conAcicndum in*»  diccm, multos cum doéVrma, tum judi*  ciò in/ìgnes Pralatos, ex omnibus fere  nacionibus, qui quidem non Anc maai'*  mo hbore, phirimifqua vigilits euro ii>^  diccm tandem , Deojuvante, perfccenmt»  adhibitis etiaro in conAlium Ic^iflimi*  quibufdain Teologis. Prraé^lo aatcroCon*  dlio, cum ex iplìus Synodi decreto, is  Index nobis oblacus fuifict, nt ne anrc  ederetur, quam a nobis approbaius fuit*  fee, nos doAiffìmis quibuldam, probacìf-  AmifquePralatis eunaccurati0ìnrk Icgen-  dum , examinandumque tradidimus, &  ipit edam Cumigkur cmn ma-   gno Audio, acri judicio, diuturna cura  confefhim. Oc praterca commodiflimèdi>  geAum e(W cognovertmus ,* Nos falutiani-  marumconfnlcre, camqueob caufampro*.  videre cupicntes, nc libri , & fcripcacu^  iufeunque generis , qua in cd-*improbai>*  tur, fìve ut harccìca. Ave ut de hzretifa  pravicate fufpcffa, Ave ut pietati, acmo*  rum hoocAatt inutilia» aut aliqua corre»  fHone faltem Indigeniia , poAhac a Chri«  Ai Adelibus tegamur : mfum ittdiccm,  nnacuro Rcgulis et prarppfitis, anAorirate^  ApoQoItea tenore prafenrìum approbamus  impriroique ac divulgar! , & ab omnibus  UnivcrArafibus cathoNcis , ac quibufeun^  qne aliit, ubique. fufeìpi , eafque Regulas  obfervari mandamus, atque dcccmimiis;  Inhibcntes omnibus , Oc Anguh's, ram  EccleAaAicis pcrronis,SarcnIaribDS, fir Re*,  gularibus, cu/ufeunque gradui, ordinis,&  dìgniiaiis 6nt , quim Laicis, quocimque  honorc,ac digniiate praditistne qiits cen-  tra earum Regularum pr^rcriptum, au(  ipAus prohibicionem Indicis, fibros uUos  legere , babenve audaas . $i quù autena  adverfus eas Regulas , prohibirionemque  Acerit, isquidem, qui hxrericorum li-  bros, vel cujnfvis auaorisfcripta propter  hzrcAm, vel falA dogmatis lufpicioncm  damnata, atque prohibitalegerir, habue-  ritve , ipfo ;ure in. excommunìcationis  pGcnam incìdac, eamque ob canfam in  eum , tamquam de harefì rurpcdiiin in-  quiri, Oc procedi liceaa.' przter aliaspor.  nas fuper hoc, ab ApoAolica Sede, f»-  crifque canonìbtis conAitmas- Quiautem  Hbros a|Ì4 de cau/a prohibitos Icgerit,  habucritve , prxter peccati morcalìs rea-  turo, Epifeoporum arbitrio feverd fé no-  verte punienduflD , non obAanrfbus con-  Ainitionibus , Oc ordinarionibus ApoAoli*  (is contrariis quibufeunque, aut A quÌ-«  Aaa i bus.     37 i INDEX LIBRORUM   I)Ri comfTiunirer, vel dìvirim, ab eadcm tadm faumlMMipt^dìmunanT'Jcllbe-,  /ic Sede indulcum , nc cxeoinirxinicari raiiowmt wncruRi, ut jiulUartnt nUùi ir: ‘;7-  pf>(Tìnt; per Iitera$ ‘Apo^olicas, non fa- us fitti poffe% tfttàm fi F^itutniu ÌUe  cientes pcrnam»& expre(ram> ac de ver* forum ^.'^rruriati Index , aò tn^uifitorìouf  ^ a^yerbum,de indulto .hiijurinodi menr tM pofiremò nnfediuf ^pa^lelftanllm dttr.pùs,  (ipnem. Ut h«c aucem ad omnium nO; «ifae erùm addiiìst Teùneretur s ^nippe  neve quìs excufaritv cum ma^r.a mAturitate 2 mulfis virif doÙU  pe ignorationis uti pofGc» voItiiDUS> & cempofiiuj , piurlmot compre(:endat au8oft$,  mandamuijUt hz licere per aliquos Cu- «if«e /a erdinem fatU commdum diiefifu tf-  ri» noflr* Curforef in Balilica Vatica- fe ^idcatur.    rii PiÌBcipis ApoAoiorunij & io Eccle-  lia Laterancnil cune , aitn in eis popu-  lui» ucrmirarnmfolcmnibus inccrni> con-  gregari folce» palam» & cUra voce reci«  lemuri & poflquam recitate fuerint ad  valvas earutn Ecclefìarum » itcìnque Can-  cdl 4 ri» Apoftolic» » & in loco folito  Campi Flore afligancur: ibique ut Icgi»  & omnibus innotefeere poflìnr» aliquarv  tifper rclinquamur* Cuin autem inde a-  movebuntur» earurn excmpla in iiidem  tocis affixa remancant. Nos enim per  rccicationcm hanc» publicationcm » &a£-  Bxionen)» omnes» & lingutos » qui bis  liccris comprehen^tur» poft tres menfes»  a die pubiicationis» A affixionis earum»  numcrandos» volumus perinde aAri£Ios»  9c obiiqatos effe» ac ù ipAfmcc ille edi-  te» Ic^equc fuiflent. Tranfumptis quo-  que carum, que manu alicujus publici  Notarli fcripta» fabfcriptavc » A figlilo»  ac rubfcripcione alicu/iis pcrfonz in di-  gnitate Ecclefiaftica conftùute » munirà  hKrint» fidem fine ulla dubitationc ha-  bcri inandamus» acque deràmimus. Dar.  Rome apud S. Pctrum fub Annulo Ti-  fearoris, die xxiiii. Marcii» M.D.LXlllI.  Pontifica cm Noftri Anno Qjiinco.   »^Rimus FioTeìfelUt Laxellìnut*   IN I N D I C E M   LIBRORUM   P R O H I B I T O R U M.   Confe£Iuin a deputatione Tridentine Sy-  nodi R. P. F. Francifei Forsrii » OriL  Fratrum Pred. S. T. Profcflbris. A c-  jufdcm Depucationis Sccrcurii-   UM SanSd ttamunuA TfldeutU  «4 Sytf»dMt ÙV roimììfus Addita  #.t g4j fjfcc « fecnuU fefioaU De-   creio Jub BeajlUimo Tio Qjfario  Toni. Max. txplicatj Ju» , c«i-  fmffet » «r Tarrer Ali^uct » ex ctmibui feri  nstlonihuf deU8i$ de Ubrorum etnfurif ^uld  Mutuendum tfjet » di/ij;e>ttcr coptaiiatus , in    j^oniaw vero ìiuelli^ebAnt t propiere* In  alì^Uibui 'PrttLìiuus , oc loels haSenus eum  fndìcem rteeptum non tffe^ i^«odÌ» eo ifuldam  ìlbri prol/ibereatur t quorum leOione viri da~  Bi pTivari ^magnoincommodo afficerniur » At-  que animo advtrttntts etMin» in eo effe non-  mUa forum expticati pafitUf qua interpreiO'  tlone indl^eretìt j re, multum diuque delibera'  tionibur abitata, ac vÌtìs etiam ex ornai no-  tiene, Tixoitt^ica facuìtatls fcìentifjimìs , in  coafilium adinbUìf » fuhieQoi Ryguiat compo-  ncndas ;ndir4rmr» ut quoad tjus fieri pofjtt,  dìBorum homlnum eommodht &" Jìudiii fai-  i'4 vtrhaie, oc reli^icne, frojpUeretur.   Jllud i^itur in prtmìe aà fervore oporiet,  utumquamque peni aipiìobeti literam , tret  hobtre ciajjet,   Ja primA non tam libri, quòm Ubrorum  fcripiorct, eoiuaientier, qui aut haraici, aut  nota Ifartfit fnJpeBi fuerunt ; horum enim Ca~  toìof^um fieri i^riuìt., m omw ìmeUi^ant,  eorum fcripta , non edita folum , fed tdenda  etìoM, Orohibìta effe.   Sed iitni etum aifimadverrendna^» quod  lieet muliì pratcrtA fini , qui jufiiffmìs de cort-  fis in Imuic ilaffem refern pourani , Tairibus  temoi non is fult animui , aut ad cerum per-  tÌKcbat ii|^ii«rj 0 ii » ut eot ad unum ferquirCm  nnt, fed Ut pene contenti fuere, qui in  mano Catalt^o dtftripti funi, de aliìf veri  ejufdem green'/ auBoribus , idem ab trèno-  rìU, & biquifitoribuf fiaiuendum effe exifli-  marmt.   Ih fecundam Clafjm ron auBortt , fed li-  bri futa r fiati , qui propier doBrinam quòm  tontlnent, non fanam, aut fufpeBatu , aut qua  tffenfionem etltm in morìbut untum fideiimit  aficrre potefi , re/ieiuttur , etiam fi auBorts ,  a quìbut prodiere ^ ab Eetìefia Tjaiquam de-  feherunt   Tenia vero & ultima claffis, eot llbrot  compleBìiur, qui fine fertpiopt nomine exìe-  ruttt la vulpts , & tam doBrlnam emtlnent ,  quam H^ntana £eelefia tzmquam eathoUea fi-  del , aut morum IntexTÌtail contrariam , rtfi^  tanibm ae repci/endraii effe defrrrtif .   >(on enlni om^es llbrot , qui Komen auBo-  rjt nonpraferunt, damnandot putarunt : quan-  doquldem fapè virot doBot , ae SanBos novi-  niii » M Cbrlfiìana quldem Ppfp, ex eorum vi-  giliir    DIgitized by Google    PROHIBITORDM. 373    lìiiU etpent » ^ ivr^ ìnstiem   rUm fvìiarau , ùkru ofnimoi /ine nemne edi^  àlffe , ftd tos taravm » ftu ent lujiiìdo prtvtm 1  «•w diibUm fidel doSTtnamy /Ìi« BMnA*a fcr-  uienfém ecniìnpu •   vero /mf hujnfmodl , aiit tales  omnino prohi-  beneur,   AUorum. autem. bxreticorttni libri » qui  de religione quidem ex profeflb trapani »  omnino damnancur .   Qui vero de religione non crafUnr » a  Thedogii catholicis, iulTu Epircopomm|_  & Inquifitorum exairinati» U approbari »  permitrunrur.   Libri eriam cathoUcé confcripti» cani  •b ini*» qui Qoftea in hxrcfìm lapH Ainr»  quaiD ab illis» qui poti lapfum ad Eccle-  uz gremium rediere» approbari a faculca-.  tc Theoiogica allcujus UniverfiratU ca-  cholics» vel ab. Inquinrione generali» per«.  mirti poterunc.   R E G U L A III.   V Erfìone* fcriptonim.^iam EcdeHa-.  Ricorum. quz haf^nui edita fune  a damiutis Au^Voribu*, modo ni-  hil conrra fanare do^rina cootineant »  permiccunmr.    Librornm autem vetcris teRamenri verr  fìonet» viri* tantum doOis » Se pii* Sudi-  cio Epifeopi concedi poterunc; modo hu»  jui^mondi vcrilonibu* tamquam elucidatici  nibtt* vulgatx cdicionis» ad intelligcndam  facram Scripturam» non autem tamquam  (acro texcUf utanmr.   Verfiones vero novi ceRamcnci , ab  auOoribu* prime cladis huju* Indici* fa-  neraini coneeJantur » quia utilità-  ti* parum»periculi vero pluritnum lefto-  ribn* ex earum lefUone manate folet.   Si qui vero annorationcs cum huiuf*  roodii^ qua permictunnir vernonibus» vet  cum vulgata editione circumferunrur» ex  pun^is loci* fafpcftì* a facultatc Theoio-  gica alicujus Univerfitacis catMicc» auc  Inquiruione generali tpcrmicti eifdempo-  terunt » quih^ Se vcrnones. *   Qu^ibu* conditionibus tocum volumen Bi«  bliorum, quod vulgo fiiblia Vatabli dici-  tur , auc parte* eju*» concedi viri* piis»&  do£li* poterunc.   Ex Bibfii* vero Ifidori Clarii Brixiant  prologus & prologomeru przcidanrur e-  ju* vero cexrum» nemo tex. vulgata edi-«  ^ionis ciTc exiRimet.   R E G U L A IV.   C Um expcrimcnto maniféRnm fìr» (t  Sacra Bibtia vulgari lingua , palÉm  (ine diferimine pcrmittaniur» plut  inde, ob hominum temerirarem» detri-  menti qiiam ucilitatis otiri» hicin parte  jndicio Epifeopi » aut Inquifuoris Recur »  tic cum conltlio Parochi vel Confedarii »  fiibliorutn, acatbolicis AuOonbus verfo-  rum» leAionem in vulgari lìngua ci* con-  cedere poRìnt} quo* inccllexerinr» ex hu.  jufmodi lefiione non damnum» fed (idei,  acque pieracis argumentum capere pofTe;  quain facnirarem in fcripti* habeant»   Qui amem» abfque cali facultate ea le-  gete » fen habere przrampferit» nifi pria*  Biblii* Ordinario redditi* » peccatorum ab-  folutionem pcrcìpere non pofEc.   Bibliopola veròqui prxdidam faculcarem  non habenc » Bìblia idiomgte volgari con-  fcripra vendidèrint» vel alio quovi* modo  concerserint» librorum pretium» in uTu*  piosabEpifcopoconvcrtcndum, amitrant;  aliifqoe perni) prodeliAi qualicace eiurdem  Epifeopi arbitrio fubìaccant.   Rcgulare* vero » non nifi facuirate 1  Prelaris fui habica» ea iegere» aut eroe-  (e pcdCnc.    RE-    374 INDEX LIBRORUM    R E G U L A V,   L ibri il!i} qui hcrcciconun Auélonim  opera, Imcrdum prodeuac , in quibus  nulla j lut pauca de Tuo appoiiunc»  icdaliorum di£iacolligunc>cu/uraK)diruiic  Lcxica > Concordancix , Apophiegmara i Si->  railifudincit Indice», Se hujuftnodi , fi quz  ne admixea, quzexpui^atione  geam * illi», Epifeopi, & Inquifitoris,una  curo Theologorum caibolicorum confilio  ^bJacii» eaMndaci», perraùrantur,   R £ G U L A VI,   L ibri vulgati idiomare de conrrover»  fiiss inier carholicos , Se bareticos  noAri tempori», difiercmcf , non  palGm i^rmìttancur , fed idem de iis fer>  veotur, quod de Bibliis vu^ari lingua  Jcrjptis , flatutam eft ,   Qui vero de ratione bend vivondi ,  comemplandi , confitendt , ac fimìlibus  argumemis volgare r«m»onc confcripti  iiiiu , fi fanam do^rinam coiuiiieanc ,  non cA cur prohibcantur , ficuc nec lìcr-  mone» populares, volgari lingua babiti.   Quod d ha£lemi» , inaliquo regno, vel  provincia , aliqnt libri funt prohibiri ,   2 'iiod ivooQuUa coiuùterentiqua fine dcle>  ;u ab omnibo» legi non expediat , fico,  fum aufloret cacKolici fum poAquam cmm Chiroman-  tix, Necromantir, five in quibus concia,  nentur fonikgia , veneficia , at^ria »  auTpicia , incantariooe» arti» magicz ,  prorfus rejiciantur.   Epifeopi vero , diligcnccr provideant, nc  AArologix /udkiaric libri, trapani», in-  dice» Icgantur, vel habeantur, qui de fu-  turi» concingencibus , fucceffibus , fortui-  cifve cafibus , aut iis afiionibus quz ab  humaiu vohintate pendenc, cerco aliquid  evcnn irum affirmare audene .   Permiiruorur auccm judicia Se natura-  ks obrervationes , quz navigationes , agri-  colturz, five medicz artis juvandz gra-  cia, confcripea fune.   REGOLA X.   I N libronim, aliammve fcripnirarum ,  imprefilo nefervetur, quod in Coucì-  lio Lateranenfi fub Leone X. feffione  decima Ratutum eft,   Qgasè fi in alma urbe Roma , liber  aliqui» fic imprimcndm » per Vicarium  Sununi Pont, de {acri Paiatti Magifiruin,  vel perfonas a SerenifiCmo Dominio No*  Aro deputaiula», prius cxamincntuF .   In alii» vero locis ad Epifeopum, vel  aliiim habentem fcicntiam libri , vel feri*  prurz impriinendz , ab eodem Epifeopo de-  pucartdum, ac Inquifiiorem hzrcticz pra*  vitati», e;us civitatis,veldÌGrccfis, ioqua  iinpreflìo fiet,e)usapprobacio, Se examen  pertineat , Se per eorum manum propria  rubfcriptione gratis, & fine dilatione im-  ponendam, fub perni» , Se cenfuris in eo-  dem decreto contenti», approbecur, hac  lege, de conditiorte addita, ut exempluas  libri iraprimersdi autheniicuai, de manu  autori» mbfcripaim, apud Examìnatorem  rcmaocat.   Hot vcrò, qui libellos.manDfcrìptos vol-  gane, nifi ante axaminati,probaiiquc fue-  rint, jirdemp^nitfubiicidebcrc )udicarunt  Patres depurati , quibus iniprclTorcs , &  qui co» habuerinc , de Icgcrint , nifi aurore»  prodidcrint, prò aufloribus habeantur.   Ipfa vero huiufinodi librorum ptobarlo  in fcriptis detur lA in fronte libri vcl feripei ,  xel impreffi authcnticc appareat , proba-  tioque de examen, ac czteragratis nanr,  pQt    DIgitized    PROHIBITORUM.    375    Pmirct, in fiiagatis cfVitatibaB > le Ckteniin nomìtUt ctzm Hbronim « ^ur  4i«cefi&(tt4 doonuyvet toei>,«bi an im* t Pasnbus «lepucac» porgati funt , tura  pretfotiL termnir » 8c bìMìothcat 1ibr» maiur defcripca» San£UiEmi Domiiu No-  ie hcreeiÈfc praricacis» oc nihM commi ftri. ìaiTa. tmdidit.. ■ ’ *   quK pfoiUbaxur» ant imprioiacuri auc. Ad c xa t ma re verò- oranibot fidbMm*  wdttnr» aòl hdieamr.. ■' prccipinir» ne qaìv aodeac eoocra hanim   Oranea ««t6. librarìi » fle qucunqne 1 n> Rcgnlamaó pm(crìptu{D« luchiijui Indie»  bcoQim. ecadéco res ^hab^c io 6iis bibiiou pn&biuoocm a. libro» aliqoos legem »  ibedi» ifidkxaadibaMnm mp^um» aufbabere. .   habenc» cum Tnbiccipcìone di^bruen per- - H qni> - libro» kat«rieofumv v#  Ibnarum, » aJip»viiproaL habeant » auc oipiìvìi Au^r» feripea > ob h«rentai''>cl  vendanoli ib? qujCBAqole adbnecridaoci ob £alfi A»mii» rufpietonem damnaca»  line lieencia corundem depucandoram » i^ue prohiDiéa, Inerir, live habucric»iU miniRri publici ejtlT'lo-  ci»i predifì» peifonis fignsfieenr » libro»   4 ^e addu£b».. - « ^ .   Nono veto aadear • iifarara » qo^  jpft , «aitati» io cÌTÙateiB mtrodoxie»  alwai lefeodutt tradem » mi aliqna fa»  tiona atnaare » «ar commolam » nifi o»   Aenfo pnnt libro » bi bab^ Ueaocia a hane ìmpnfBonem » & edìtioneni de nòvo  pec&fiis depucandi» » ant -oifr nocoeid. trlbui ^culcaiem Epireopis» veMnquifito*  «oofiei »> librasi jam c& otuùbux per- ribu»» toc Regutarium Sc^rìoribu^i con-    tini ia caconunicacionis Iracenciam iiw  tiiKrac. ’   - Qui verò libro» > alio Domine intetdi-  £lo»Wgecic » aut haboerìt, pretcr pecca-  ti morrai» rea tura quo aftcituri /ndicio  Epifcoponim fcvcrd puuiantr.   OBSER. VAt IO.   Ckra qmtrtam   - 1 . ■ — ■   A NImadVertendtim eft «Irta fapraraw  pcamqdattain r^hiiD Indici» felic.^  recòrd/ Pii Pape XV. nulfam per    mefiurn •   ideici qooqne (ervetur » sd Ksrediba» ».  le eicèquiicoribui oldmaniin vt^uwaioro»  m libro* a defooftì» rolidh»» firo corub  iodicea>»ìllia peiWi» dqpgcanditoéGmnc •  & ab ii» lieeMiam obcìneaoc » prìorqnaa  ei» ucasuur » aot in alias perfonat qu^  cuDqoe rariooe eos traufiecaor.    cedendi nbenciam emendi » iegendi t àul  retinendr fiibliavulgari lingua mira «cura  ha£lenot mandato, le nfu Sanf^e Roma-  ne le univerfali» loqui/ìcionis fublaca ei»  fiierìc fiicaicas oeocedendìluilDfmódilicen-  tias l^endi» vcl rctinendi fiibìlia vtilga-  ria» auc aliai (acre Scriptnrc cara i^vi  qndm veteri» tcRamcnti parte» qoaviaVdl-    Jn hi» a^fo oranibui» le fiagul»» pf- ^ri lingua edia»; ac infopcr ruraraaifa  sa ftaraaror» vel amiffianù Ubr^iBiVei le compendia eciam hiAoriea coruodcra  alia. arbirrìA corudera £pi£ooponira» vd Bibliorum^ feu librortuo (Kie fcripcnrci  Inquifitoram» proqoalitatq «oocnniaels». quocuoque vulvari idiocoace conlcripu c  vel dclidi-. * quod quidem inviolati (ervandam eA.   Circa verd libros» qooi ^tma deputa»   -ti. aut examraanmr. aui expo^runc » Crrni. «nmm   auc eirptireando» cradideriioc « ant cerei» _   condittonwoi.ocntrfa» excudueneirtcofi- ^^Trci Rmdam ìx. aiddem Xndicti »  ccfi*e^t» mìdcpiid ilio» Aatmiiflé confti- 1. abEpifropt», IclaquificoribusChri-  cerit y cara bibliopolc » quim. esteri ob^ fiifi^le» fedulò adinonendi fune »   £rrveiit. quòd in legente»* auc rerineote» concra   Liberum taraen fic Epiicopii* aot tiv r^Iam banc» libros huiufooodi Aftrolo-  quifitoribus generalìbu» » fecnidum &cui- gis |odiciarÌs divinarionum le fortìfegio.  tatem quam hatency eosecUm libroiyqut rum» rercmiqtte aliaramin eadem Reguia  hi» Regulis perroitti videiirur » prt^ibcre» «xprefiaruaiy procedi poteft, non raodò  fi hoc in fui» tvffi» aut proviociit» vcl per ìpfos EptTcopoiy A Ordinariosi fed  dioNcfibus expeiure iròicaverine . eciam per Inquificores loconim ex conAi-   tutio-    9    Digitized by Google      37« INDEX UBRORUM    tutioM feU ree* |jxti Pap» C^mn con-  tea .exercentes A(bplogÌx judicùrùe ar-  tem* & alia qocnwtpic «livuutioattm ge-  nera » UbroCque de cn kgences t ac ceoen-  t«s» protnulgaeat Tub Damai Roniz aptid  &an£^un Pcfmm I anno. locamationixDo^  ininicz M. D.JkXXXV^ Noni». Jannarii »  Pc«(ilkatu« (lù aDi¥> primo t   Px Ttéhi^ k & lìkth Uthémm ,   Q Uimvìs in tenia c1a0é lodkiia p*v»  di^i Pii ffapz IV. Itfb licera  Thabmid Hcbwocuia » epiTigue  gioite k anoocatiojies i iacarpMUtioacs »  £c cxpofiiiooes. onmes pmlubnitmr i ^  quòd Q abTque ooaiiiie Thilaisd g &  ne iDjuriis , Oc calumniis in Religiooem  ChriftiaDam abquaodo prodiiiTena * lOk-  xareiuur: quia tamen Saa£Uil$iniu Domi-  90S NolUr Domiqp*^ Clemens FapaVlIL  Mr Tuam eoaRitutìoneio concra inapia  uripea & libro» Hebrroram » fub Datum  Rorpe * 0 ^ Sartfbiux Paniai anno Incar-  sacioais Doffiiniac M.D.LXXXU. prbtie  Kal. Marcii Pontificar, fui , anno lecun-  licioQÌb«s. pcnaicegp-  » auc co^randi i fed ^ialicer & ex*  prefie Aacqic Oc vuki u; ^/uf^niodi impti  ThaUnpdici , CabalilUci ,, aliiqpe ne4im.  Hcbrsonim libri omnino Canati Aepro-  bibiti manche & ^nfcaocnr f ^tqoe fo*  per eis > de. ali/T librii hujufiooìU > pr»-  4iAa cooAicutia perpetua j Oc iqTÌpUbi:^  U(ce Qbfcrvcrar.,   ^ lUfn   A d bee (citnt Epifeopit OrdiBOni».  & lj>qwiricore» locorom 1 libmna  Magazor HebraeormB t qui eoocU  net pariem oUcioram, fic ocrimoniamm.  ipforum t 6c ^ynag^z * Luficaoica > Hi*  ipanica t Gallica » Germanica > Italica ».  auc quavù alia rulgari lingua i prater-  quam Hebraca » edimm * iamdiii ex fpe-  (iali decreto, racionabilirer, prohibìtum  c(Te. Idcirco provideanc illuni nuMarenns  pennitri auc tederari debesEL > oiR Hq-  braica lingua pr«U{^a.   De iihrìs Jeewy/ 3edùu.   C Um in Appendice » fecundz clafEl  iub lirera L dicami ( Joaqoit Bo*  (lini Andegavenfit DcmocKimania  omnino prohibeenr» liber ueiò de Repo*  blica » Oc Methodus ad £icikm HiRoria-    ram cognttiooem tamdib prohibói fint*  qaotdque ab AufVore expurgata » com  approMtione Magifiri (acri Palaiii prò*  ^riot • X Id widem per eirocem forcaf*  fe librani fauum credicnr r nam liber  de RepuUica einfdena JoacnÌB Bodini •  primùm die xv. Mentii Odcb*M.DJfCII«  detnde liber Demonomanùt dio priioo  Menfit Septembris. M> D. XCIV* eo*  dem Sao£lUSmo Domino onftroPapa firn*  ^iciter damnati funcf ac proiode ueerque  daiimanu Oc probihitai aideodm cft*   INSTRUCTIO,   Eomm» qui librii turo prohibeodùi com  expurgandis> turo eciaro iropriroendisa  diligcntiam» ac fidcleiQ ( ut par eft 2.  operam fune daturi«   A P fHà CéiMkit canfenmomm t nm  fmtt « fai MMM ex jm ectJtit !/•%  Ont dxmau USìtaU iu t  n ( fited Jadite , per   Patttr a fOicMii T^Uemàu Sponde dUeSot^  fréuìpai Jrnrìnm (fl tufi iiiui etiém ra*  veuur • M vai iiém deene poiiidair IHrrì't  vd fm^ olii emetxmt t & pn^mtir •  mù iaeuutMt fideiium^mmtes «ante vateca  u^cÙBtet • iiifiu , ét «erica dcMorùiee de*  jxi/iidwaiaxt _i   (A ^rfm , fuìemtpie pefi hit fìu vetem,  fot naeù Uhi edmur » MÒm m*xlmi furi «  ^ MB À «r pta «( pdmi , ^oaai qoa ad  9 um ftrUmt hemumìaaii extfioMt i foad  efiva ma i wnm Ubnrim imndì^ouem • ad  40/ fmùtu aèoieuio/t um ab Epifeapùi ^  jifiq^tMciio/ i fodoi a camli » «nenon ad  ti tu MaeUfia pei fiudum miere % ^ enfia*  rito/ perdi ; preperr e« fna TVidexlMenoie  ‘PornoM ^oùr jMpraMSù * decreta fmt )  ftiUUa miluM exigat , (ofuJbits i^/ra fcfh  di t dUìgeutim jbwùor » tifdemw JtamtW t  M «Miiae io «nf ak Ufidem   /rtftV » & lu^tfitcìribtu , aliìf^ i o» pM)tr-  Not f tu loaienww. ii&rorna» ÌN/exdifi>eoe » &  éboÙtme • tm a CcnrefieriW c InJev weric publi-  cants ) eocum juriCiifìionì (ubje-  f ad ipfoi defcripca Angillatim dc&-  renc noaiuia librorum omnium iTugu-  lumm > spui (c in codcm Indice   prokibitos» qniique rcperiet«   Ad hujuimodi vero libros fic lignifi-  candos » infri certujn cempus ab Epifco»  pOi vcllnquifìtoreprxrcribcndunii omnes  cuiiifcunque gradua» &condicionìs excite-  rinc > fub gravi porua » corun) arbtcrant  inAIgenda» tcneancnr.   Homx vero hac omnia certo a &• piopo>  ficis edi4tii » prafcriberulo tempore » prz-  ilari curabic Sacri Palaci i MagiAer^   S. 11.   S I qui crune * qui libnun unum * aut  plorer » ex prohibids!» qui ad prx-  fenpeum Regulanim pennini poAunc »  certa aJiqua ex cau£a poteAatem Abì re-  tincndii aur legendi &ri» anc& expurga-  tionem defiJereoc t concedendz faojutis  extra Urbem » cric pcndr Epifeopam »  atic Inquifiiorena# Romei penés  ^cri Paiaca.   Qju quidem >. gratis eam » & foripco naa-  iw liu lubAgnaco uibuent » de triennio in  triennìum renovaniatsi ea in primis adhi-  bicaconrideratioae» ut noonifi viris dignìs»  tc piccare » 8t do£Vrina confpicuis » cuna de*  le£iu ( ejufmodi licenriam largiantur » iii  aiKom in primis, quorum Audia, militaci  pubUcx» &(anéW Cackolicx EcclcA* ufuè  cAe, compercura hahuerins.   Q^i inrer l^ndum > quaecvnqne repe*  rerinc ani>rcdvcr(;one digna , nocads ca>  piiibi:, Afbliis, AgniAcare Epifeopo , vel  InquiAtori tencanrur.   IL IH-   I LIud etiam Catholirx fidet confervan*  Jz neceflìcas extra Italiani, maximè  cùm ab Epifeopts, & Inquintoribus,  cùm a publicisUniverAtaribus, Omni do>  £Vrinx laude AorentibuspoAulat» uceorutn  librorum Indicem connei , & publicari  curcnt; qui percorum regna , acque pro-  vincias » harctica labe , ac bonis   motibui concrarii vaganiur » Ave ÌIU   J iroprta nacionit» Ave aliena lingua con-  cripti fuerinr.   Utque ab corum leflione , feu reren-  tione » ceciis poenis » ab eifdeni EpifcO>  pi$ , dt InqtùAioribus propoAds » eorun-  dem regnoruia » gc provindaruoi homi»  nca , arceanc .   Tom ik    Ad qttod exequendum, ApoAolicc Se-  dif Niinriì » & Legati extra Italtam »  cordem Epifeopos » Inquìtìcores , he UnW  verArates» feduJò excitare debebnnc.   1 IV»   1 Idem ApoAoIici extra ItaliamNuncii A-  ve Legali » ncc non in Italia Epifeopi,  he InquiAcores, cani curatn furcipientaic  Angulisannis, cacalogum diligencer colle-  £lum librorum in iuis partibus impreAb-  nim, qui aur prohibici Am!, aut expurga*  tione indigeant , ad fao^m Sedere Apo*  Aolicam, vcl Congregatìonem iDdicii, ab  illa depucatam» cnn^ictaoc ■   s. V.   E Pifeopi , he Inquiiicores , feu ab iif-  dem fubdelegaci » he depuucj , tam  io Italia, quitti extra, pends fé  habeaut AnguJarum nationure Indices,ut  librorum, qui ap^ tUas damnati, ac prò*  hibiti fune • ct^nitioncra babcnces , raci«  litts profpiccre poflìnt, an cciaoi , a Aiz  >utildi£liuQÌ& terris « eofdere recognitos ,  arcere, vel retincre debeanc*   S. VI.   1 M UDiverfuiD aurerede tnalis , &per-  nicioAs librts id declararur , acque  Atrairur, uc qui certa aliqita lingua  initio edili , ac deinde prohibici , ac da-  mnati a Sede ApoAohea fune i eofdem  quoque, io. quarecunque poAea txrtamur  linguam» ccnieri, ab cadere Sede , ubi-  geaeium , fub. eifcleoi poenis interdi-  , he damoatos*^   DE CORRECTIDNE LIBRORUM..   S- L   H Abeant Epiicopt , & InquiAcores  con;unLlim facultatem quofeun-  que libros, ;uxta przfcrìpcum hu*  jus Indicts , expurgandi , eciam in Jocis  cxenipcis , de nullius, ubi vero. nuUi fune  InquiAcores, Epifeopi foli*.   Librorum verò expurgatio, nonniA vi-  ris eruditione, he piente inAeiiibus com*  mittacur, iìque Ant tres, niA forté con-  Aderaro. genere libri , aut eruditione co*  rum , qui ad‘ id dfligcncur , plurcs , vel  pauciores ksdicentur cxpedtrc .   Ubi emendacio conferà cric , notacis  capicibns, paragraphis , he foli» , manu  illìus , vel illoruru, qui expuigaverinc ,  fubfcripca, reddatur , eifdem Epifet^is ,  & loquìAtoribus , ut przfertur t qui A  etnendacionem af^robaverioc , cune iibet  pertniccacur.    fbb s-n..    378 INDEX LIBRORUM :    s- u.   Q ui ncgotiitm. fiifeeperit corrigendi  ac.  ^ moia », flcaicemé. norare deber» non  Colum» que in curfu opcris» manifeftd k  otferunr » Ted » Ci qtuc in IchoIiLs ». in rtrnnni-  tii4 », in (nar^inidut >Jn indicibiu librorufn »  in prdacioQibus» aut.epHlolisdedicatoriis»  unquim in inftdm».dcliterctinr.. ~  aurem correflione » aroue txpur^  gacìonc indigene. » ferd hxc fune , qux  iequunrar^   PropoHrionef hxreticx». erronex-» hxre«  firn, fapiences » fcandaloTx », pianim aurium  odénfìvx».rerDerarix» & rchifmaci» >  tliciorx» biafpheinx^   Qtó centra Sacramcncoruni ritus , &  cxrcmòniaf » coorrac^uc recepnim ufiim »  flb cofiruecudinem Tan^be Komanz Ecde-  lix».novitatem aiiqnam indnettnt .   Profattx eciam novitates vocum abhx-.  rccicis exeogitatx j, ic ad falicndum in»,  uoduflz   Verba dubia & ambigua » gux legcntiiim  animo$».a rc£Io» eatholicoque feniu>» ad  nciarias opinioncs adducerc poiTunt*.   Verba Sacrx Scripturx , non fùfelirer pro-  iara » vcl d pravisrizretieoruinvcrrionibus.  deprompta » nifi forte aflcrcnmr » ad eofdem  hxrccicos irnpiigiundot , de proprtis. celia,  jugulandos» de convincendoti   Expungi etiam oporrcc vcrba.Scnpturx  Sacrx , quxeunque ad profannm ufum ienpiè  accormnoiantur »’ rum qux ad fcnfnn) detor- .  queneur abhorrenrem a CathoUcorum Pa»  trutn» atquc Dofioruin nnaninii fenccn-.  tia ..   Ircmquc epithera Konorìfìca» Si omnìx  in laudcm hxrcticorum » dcleatitur..   Ad hxc re/iciuntar omnia» qux fupcrflU  tioncf * fortiicgia ». aedìvinatiooes Capiunt.   Item quxeunque faco^» auc fallacibus lì-  gntv»- auc echn l'ex fonuRx, haitiani acbicrii  libertatem fub/iciunr» oblirercnnir..   Ea quoque aboleamur » qux paganif-  mum redoJcnc •'   itemqux famx proxiiQonim , & przfer*  tim eccleiiaAtconim» de Prìncipum detra-  hunt > booifqiic morjhps de ChriAianx di>  fciplinz fune contraria » expui^cmur  Expurgandx funt etiam prop^icioncf »  qux lune ccmtra libercacem » immunita-  tem» de jurildiflionem Hcclcfìafticam .   Irem qux ex gemiiium placitis » mo-  ribus » cxcmpli» t}Tain)icam policiam fo-  veoc» de quam falco vocanr rationemfta-  tui > ab Evangelica »- & Chriiliana Icge  abhorrcntem inducunr» delcancur»   Explodantur exempta » qux Bccleiia-    fìicos rìtus». religiofomm ordines » fta>  rum » digniutem » ac perfonai ixdunc Se  violane..   Facccix etiam , auc difteria in per-  nictem»auc f^xiudicium famx, de exifti.  macionis .aliorum ja£Uca» repudientur.   DcniqtK lafciva» quxbnnot raorescor>  rumpere poHant > ddcaniur..   Et fi qux obfccna imarinc» , pf.vii^is  libri expurgandit iniprcfTx» auc  extenc » eciam in liceris grandi •  quas inirio lìbrorum , vclcapicum impri-  mi morii. efii hujus geoeris oiania pcni«  tuf obliterentur^   S. in.   r i libris autem catholtconim recentio.  rum» quodpoftannum Cheifiianz Ca«  lutii. M. D.. XV..ooiilcrip   s- ly-   I N libris autem catholicomm, vetertmi  mhii mutare fas fic» nifi» ubi auc  - fraude bxreticorum » auc typographt  in caria» laanifeftus errar irreplcrii.   Si quid autem majoris momenti» Se  animadverfiooc dignum occurrcrit» liceac  in novis cditionibus ». vcl ad margincs»  vei in fcholiis adnocare; ea m primis  adhibica. dili^entia» an ex do^Irjru» lo»  ciique collaris» ejufdein aufloris rcntcntìa  difficilior illufirari» ac mens ejus planiut.  expticari 'pofièt ..   5.V..   P pfiquam codex expurgatorius con»  «fefrus erit, ac mandacoEpifcopi.de  Inquificoris imprclTus ; qui libros  cxpurgandoihabcbunc» potcrtinr de corun-  dem Itcencia juxta formain in codice cra-  diraiD eos corrigere» ac purgare..   DE IMPRESSIONE   lìbrorum*.   5- L   N t.Mlus libcr in pofiemm excudarur»  qu) noninfronten»nomcn»cr^no>  men, Se pacriam prxferac Auéìoris.  Qiiòd fi de aufìore non confiec» aut  jufiam aliquam ob caufam » tacito e;us  nomine» Epifeopo» Se Inquifirori Uber  edi pofTe viJcacur» nomea iliius ononino  defenbatur » qui libnim exaroinaveric »  arque approbaveric.   In hit verò generibus librorum» qui  ex vacionim frriptorum di£Iis » aut e»  zcmplis» auc vocibus » compilali folcnc»  is    Diglllzad by Google    PROHIBITORUM. 379    is ^ui laborem coHigendl» & compilaQdi  rufceperic» pra auf^ore habcatur*.   R EguIvc^t preter Epilcopj, ^ Irv  qui/ìtoris licentiamCde quaregula  (Kcinu dìàum cft ) meiniaerinc»  ceneri k (acri Conciliì Tridencini decreto*  opcris in Incem eiendì faculcaccoi * aPra^-  lato cui fubiacent, obrinere.   Utramque ^em concefiCooem > que  appareac* ad principiqui operiti  Etcianc •   S III.   C Urent^pifeopi* & Inqui(3tores* p3>  nis etiam propoHci^* ne impreiTo  riam arrem excrceiu«s*obrccnas iro^*  gioet , tarperve * etiam in grandìufcuUs  literii imprimiconfuetat * in librorutodc-  ìnctpf impreiCone apponanr.   Ad libros vero» qui de rebus eccledafti*  cis I auc (pìriciulibus couferipei fune* ne  charaderibus grandioribus utafimr « in  quibcu exprei^ appareat aUaijut rei prò-  phans, nedara rurpis obfcena fpecies.   Qui etiam invigilabunt furafflofarp.ut  ^ (inguldenm impreffione librorum > no>  9 K 0 lmprc(Toris* locui icnprefConia* 6c  annui* quo liber imptelTus e(^* in prin-  cipio e)a$ * acque in iìne anno retar .   s. IV,   Q ui opcris alicu^ edicioftem   inccfmm eins exemplar cxbibeac  Epilmpo» vel Inquincori; id ubi  feoo(novtrioc,probavcrintqoepcoes fe te-  sineaai i qnod Roma qaidem in Archivio  Magiftri (Icti Palatii* extra Urbem vero  in mo idoneo* quem Epiicc^uts mk In»  quifìtor ciprie* referveatar.   Poftqnim aiwem liber impr^ns eci»*  non liceat cuiqtiani veoakro in vulgua,  proponete * auc quoquomodo publicare*  anrequàm is* ad qnem hcccura pertinec»  illuni cum manurcripto apud fe rereneo »  diligciucrcontuleric* Ucencìamqne ctveivt  di» publicarique poffit* concelferir.   Idque rum demum fiaciendum* cum ex-  pIorMMu habebicur* sppoeraphum (ideli-  Mr fe in fuo manece geiSnè « ncque ab  exemphrì manoTcripco » vel minimum di-  fcciSée «   Qpi contrafacere toTus (uerit, graviccr  & feverd puniacur.   5 . V.   C UrentEpifeopi* atInqmncores«QUO-  rum munerit cric faculcatem libros  imprifiiendi » concedere* ut eis. c-  xaminandts* fpe^Uaeptecatis* & do^iqc  viros adhibeanc* de quorumfide« & inte-  Xmw Ik    grirarci (ibi polliccri ^anr; nihi! eos  gracia daruros* oihii ouio* fed omni hu-  mano afTe^ poUhabito * Dei dumraxac  gloriam fpeAatuto&i ic fideU popuIiaiiU-  urem .   Talmm antem vironim approbacio »  una cum iicentia Epifctqpi, & Jnquifito*  rìs» ance initium opcris* imprimatur,  s. VI.   T Ypogtaphi, 6c BibKojioln » coram  Hpifcopo* auc Inqui (icore* 6c Ilo-  ma, coram Magi(tro Sacri Palarii *  jurc/urando fpondeanc* fc munus fnum *  cachohcè , (Incerè * ac fidclicer cxequuru-  roS| hu)ufq(ie Indicis» decrecis* ac regu-  lis* Epifeoporumque* ficlnquifìtorum edi-  £lis, quatenus corum artei attingunt, ob-  temperaruros , ncque ad fita anis minifte-  rium quemquam l'ciemer adiniduros» qui  barerica laM fìt inquinacus.   Quodd inter illos* inTignes, ae^ eroditi  nonnulli repertantur, 6dem etiam cachot-  licam, ;xta fbrmam a Pio IV. fcl. ree.  praferipeam* corundem Superioruoi arbi-  trio > pro(iccri tcneancur ..   S- VIL   L iber an£loHs damnati, qui ad praferU  peum Regularnm expiiigari permic-  cicur* poftquam accurate rec^nirus»  de puigams , legitiméque perroiflus lite-  rit» u denuo ftt imprimendus, praferat  rinilo inreripturonoroenau^ris* ^um no-  ta dampationis * ut qnamvis , quoad ahqoa  liber rteipi * audlor tamen repudiar! in-  telligarur.   Inejufdcm quoque libri principio, rum  veteris prohibitionis * tum recencis emen-  ditÌocHX*acperminionis mencio (ut *exem-  pii gratia , Bibiiotheca a Courado Gef-  nero Tigurino, damnato au^re, dim  edita* ac prolubita* nunc jnlfii Supcrio-  rum expurgaca* & permida .    INDEX   AUCTORUM   ET EIBRORUM   PROHIBITORUM.  AUCTORES PRIM>£ CLASStS.   A   A Bydentts Corallus* alias Huldricut  Huttenm ,   AcJuUes Pyrminius Gadarus.*   Bbb i AdoI-     380 INDEX LIBRORUM    Adolphns Clarembach .   Aibercut Bran CaroIoAadius.'’  Andreas Cratauder. ^   Andréas Dieihcrus.-  Andreas Fabritios» Chemniccnits.-  Andrcas Fricius , Modrevius .   Andreas Hyperius.   Andreas Knopen .   Andreas Miifailits.   Andreas Ofiander. >   Andreas Poach •   Angelus Odonns.’*   Anronias Alieust vcl Halieus.   Antohùis Anglus • au^or libri tU orìgine   Antonius Bruccfolus, » ■   Antonius Corvini». '   Antonius Otho.   Arccit» Felinus, & Marttnus Buceni^  Antoldus Montami .   Arfatius Schoflcr.    Amints Briranmis..    Auguftinus Mainardus Pedemonfanus.-   appendix.   r:.v| r*.v fi t icj-.   A Bdias Libcrinus * vel Liberinus.' '  Ahdias L • ^ .   Abdiav Pratoritrt.*’-'*^ "   Abrahamus a Munsholt, Aniucrpienfis?  Abrahatmts Mufculus. ■ . ^   Achatius Brandeburgenfìs.   Adansus Hoppitis’; ~   Adamus Fafìoris.'- • ‘   Adaiuus Schmìdt. vcl Schuberts.   AdaTfuis Sjbcnjs:-”'""~' '   Aciiiiliujn .portw, FMncjffi filius.*  Albertus Htrdtfjt»bcyius.‘'‘ A  Al^rtus I.yttichius.   AJceus Antij^iusX) T D Ij ì.  Alexander Novcllus.   Alcian4« iFcOfa^. t -r T   Apòftata iCTipm bnno '^'^41.   Alexius Alcxa^tf l-ipfcofi?» .  Alphonfus Còffaditis; vei Conradi»;  Ainbrofiys Uhvu^i&r.,   Ambrofìus féiidcljins.   Ainbtofìus VvolfiuSj Vcl Vvolfius.  Andreas Cclichigs, , ,   AAdrcas Corvimis. ’ /^   Andreas Crithis, Polomjt.   Andteas Ell^cri». ' ’    Andreas Freyhnb.-  Andreas Fulda.   Andreas de Gorlitz» ProfelTor Liprenfìs*  Andreas Gomitius. •   Andreas Hondorffius .   Andreas Jacobi Gojjingenlt.   Andreas Krcuch.   Andreas Lang.   Andreas Muncems.   Andreas Oiho, Hcrtzbergenfìs •   Andreas Pancracius.   Andreas Petrhis.   Andreas Poucheraias.   Andreas ScofRus, vcl Scoppius*   Andreas Volanns. ^   Andreas SKcvvc. ^   Antonius Ccvalterins»   Antonius Cooke.   Ancmiius Corramis.   Anttwius Fayus.   Antonius Gelbiu»* Linconicn/ìi.'   Antonius Herfortus. '   Antonius Mocherus.   Antonius Pafquius.   Antonius Probus.   Antonius Sadecl.   Antoniin Schoms» Anglos.   Antonius Palcarius.   Augnftinus Marloratnr*   Cetcrorum AuftorunXr-'^   Libri prohibtiii ' * )   Auguftinl de Roma Naaarc.. )  ni Epifeopi , traiUtui de )   - facramenco Divinitau* Jc-i)   fu Chrifti, 3c Ecclcfir; ) Donce’;  item rraflatus' dc Chrifto ) cxpufge»^  ■'capire» & c^usùulico priiH > tur  cipatu : )   ''Itern tradlanis de charitatè  Chifti» circa elcfìos,- ) ‘ A   de e)us infinito amore. )    ' A P^P H Di 3C-   -, 1   I>fiartiBar)andi; libcr fcteéUsTJnJ  dam Bpiftotas EraTmi Rotcrodat  concinciu.   ■ Alber-    Digilized by Google     PROHIBITORUM.' 381    Alberti Artfcntinenfii )   Cronichon,edkioBaJiieeiu )   (is. )   Alberti Krantii Hareborgen» ) Nifioorrì-  /i* ) gantur .   HiAori», Au Cbroni» )  edicz Franconfurci . )   Alphonft ErtAt^d», xlcfenfio|>ro Erafmo 1  conrra Eduardum Lzum, &contra U>  niref’fitatem Parifrenfcm . f   Amati Liifìtani Centurixi donec e«{»u|-  gentuf .   Ambrofii Carharinì Politi > quxArotìe>  duz, deverbis, quibusChriftusfanOKfi-  mum Eochariftiz Sacnmenrumeonfécit.  Afvlrcz Corri, libcr de Chyromantia.  Andrcz Mafìì, Comcntaria , fupcr Jofuc,  □fqtie emendentur.   Annali gcnth Silcfiz, )oachimo Curco  aurore «   AnnotatiorK^ fupcr Inftir. Joannis Schc-  ncKdfvuini ,nift cmciuientur*   Antiochi Tiberttj libcr de Chyromantia.  Anronii Bonhmi , Commentarla de pudin;   A Cca Noribergz ., vìddicec» OHaiv.  drifmu».   Ada Synodi ìkmenAv.   Adionc» dtix Sccrctarii Ponrificu.  Admonitio MiniArorutn verbi Argemi-  nenCdiD • ' i >   Aenuitatis difeuf^o, fupcr (^onAlìo delc-  dorum Cardinalium. -  Alchimia Purgatorii. .--r   Alchoranu» Francifeanorum . .   Alchoranus Mahomcti , Bafiléz. imprcL  Acnilcs cum ScholiiS} & impiit    Annotacionibu», & Pncfatinntbui.   Item in vulgati lingua, non nifi ex con*  ecAìone Inquilìrorum haberi polBr .  Alphaberum ChriAianum.   Amica, &hnmilis, &: devota admonitio.  Anatomia cxcuAa Marpurgi , per Eucha-  rium Ccrvicofnum •   Anatomia della McAa.   Annotaiione» in Ada CoitciliiTridenrini.  Annoratione» inChronica Abbati» Urfpcr-  genfis.   Anonymi cniufdam, Libcr de Repugnantia  Dodrinz ChriAianz.   Apologia ConleAioni» AugnAanz.  Apologia de Dodrini Vvaldenfimn .  Apologia contra Henricuin Ducem.  Apologia Grzeorum , de Igne Purgato-  rii , &c.   Argyrc^hylaci», fen Thefaurarii EpìAbli.  Artiaili AnabatiAaruin Moravix.   Arciculi AnabatiAarum Saxoniz.   Articuli» a facuiratc Thcologica Parifienfi  dcterininait , fupcr matcrii» Fide) noArz  hodie controver fi» , cnm Antidoto, Ali-  dore ut ereditar, Calvino.   Articuli novorum Vvonnatiz EvangcIiAa-  rum .   Articuli quadraginta feptem » plebi»  Francfofdicnfi» .   AagufianzConfcAìonis Ecclèfiarum caufz,  qiure ampicxz fine» & rctinendam du*  cane fuam Dodrinaró *'*’“ ''* i   .VI   A P P E N D I X. '   A Cadeniiarum Lipfenfis, A Vvireber-  genfi» , rcpctido Ofthodoxz Con-  f^cAioitt». j   Ada, & Scripta Tbébfóem Vrirebt^  gcflfium A ParViaiWif'iCoftA'anrinr^h  cani, D. Hieremiz, Aci quz de Angunina  Confeflìoivùuerfemifcrunt i.Grzcd, A:  Latine ab eifdem Thcologis edita»  Adiones , A monumenta Martyrum co-  rum, quia VViclcAb , & HuA. ad^ii  Aram hanczcatcmrn Germania , G;d!lil,  Britannia . & i^dcmumHilpania, ve-  ricacem Evitn^rfeam , fanguìnc foo con-  Aanter obfignaveotht .   Agenda, feu forrbula; Officia Hx.   rcticorum; quacunquC tiogiia confcripta-  Analyfi» rcfolucio Dialcdica , quaiuor Li.   bronim InAitutionum IibpcriaUum.  Annatz TaxationeiEcclefiarum , & Mona-  Acriomm , per imiverfum Orbcm , ab  Hzreticis depravatz.   , ;nris , quòd In approbandi»  Pontificìbits Imperatori» habenc.  Apologia Anglicana , feu Ecclefiz Angli*  canz, five Apologia Anglorum* '  Apo*     38 X INDEX LIBRORUM; .    Apologia Catholica » advcrfi^s IribelK^ »  declaration'S) &cOQruUatiof>e■  minus Fratcì unicus Regìa » vixa fui^  fhta eft 1 per E. D. L. L C. Parifica > 4pud  Jacobiim Peciichov. i5S 9 c PatrecK  nia diverforuni Au^orum » intcr quoa  cR unus Philippus Melanchthoo.   AUCTORES PRIMAE CtASS^S,   B   B àlcbalar Hiebnaa)er«   BalthaCir Pacìrpootami).   Laptifta Lardcrmiut.   Bartholonazua Bernardi .   Ba^tholomxus Conformi  i^aribolonifut Roiinua,   ÈartholQmzui Vvcfthcroerus.   Baltliat Groeningenlia aliai Vvcffelut,  Balìlips Joannes Heroiet Acropoiica^  Bciiedi^us MorgenRcrn*   Bcnedi£Iu$ Schurmeginus »   Bcrengariiu Diaconua Andegnavenns.  Bemardinus Ochinus t vcl Onichipm ,  ScncnHiv   Bcrn^rdos Rotmanua*   Rernardus Zieglerus.   Bertholdus HaUerua^   Bilibaldua Pirkaymerua.   EUkaQi» TheobaldiKv  Blaurcfu» An^rofuu..   Bocerus Martiom- ’*■   Bullingerus Uenricua.   Bu^genhagiua Porucranna y feti Joanock  BH^n£|cuvius.   Bemandus Loquam*    Baquimn Pernii.   Brentiniu» vei Proncia».   Bruno Qpinos *   Builingaiims Anglus«.   Certorum Auftorum   Libri prohibiti,   B Aptiftx CreroenGs opeca omfiU t  quatndip emcQdata« non prodierinc^  Banholomxi Janoeit de Advencu An-  tichriRi .   Beati Rhenani Scolia in Tertnllianuin .  Benonis Liber» de Vita Hildebrandi.  Bctcrami Liberi qui inicribitur dq Cor*  pore, A Santino Chrifti..   Boccacii Decade! five Novella c«niiD>  quamdiu expuigatx non prodierinc .  fininonis Heidclii QMrBtrdràfìs $ Pocnaa*  cum Libri fepceio,.   appendi»..   B Artbolomxi Canfxi opera omnia.  Barcholomxi Caran» , MirandetK  dti Catheehifmui .   Bartholoroxi Coclitis Anaftadt * Chyro*  mamixi & Phyfiooomix.   Bar(holomci FerraricodSi de Chrifto Je,  fu abrcoodiio « Libri fcx quoofqoe ex-*  pureeocar.   Beati Bhetunì Epiftola t de Primaca Pe-  cri ubicunouereperiauir» five feorfum»  five libro decimo Opcris ad Fridericum,  Naufearo ..   Bcmamin Cantabri* kinerartum*  Bcrhardi Lotii Hadanurii * feu Cerardi  Lorichii AJamarii • Col!c£Iio trium Li^  bronim RaceourìonumBrnnonis Scillif  de Mi(Ta publica prorogtnda.  Bcrrurdini Telelìi i. de Na. )  cura retum^ )   Itcm de fomno. ) Donecept.   item quod animai Univer- ) purgennir.  film ab iTpica animx fub- )   Aantia gubcrnarur. )   Bemardini Tomicani t Bxpofitio in Mar-  tlurum ..   Bononia , five de Lìbris facris coover^p^  di* 1 in Vcmaculam Linguatn » Ubij.  duo 1 Aii^^orc Friderico Furio Cario-  lane Valentino.   Inqcrtorum Au^ìorum.   Libri pnhibiti.   Elial» five de Confolacione Peccalo*  rum.   Beneficmm CbriAi.'   Ber-     Digitized by Google     PROHIBITORUM. 383    Bemcn/t5. DiTpuratio*.  Bcmenfii.Keformacio conrra Minam..  Brevji , Se compendiosa lollruAio de  Religione ChriAiana.   Brevis, TraOatus ad omnes in ChriAia-  nam libercaeera. malevolo!. . \   Brevi! PaAonim. Jfagogz.   A P P E. N D I X.   B ^.(ilien(iam MiniAroruro refponTio.t.   scontra Millam.   Biblia Hzrecicoram , opera ).  impreifa , vel eomnÌJcro )  Annotationibus * Argu. )  mentis» SummariÌs,Scho- )  liis» & Indicibus referta» )  omnino prohibenrur. )   Bibliocheca ConAancinopoH-, )  tana. )   Biblioibeca Sanflorum Pa- )  trum. Farifiisedita» Se per ).  Margarinum de la Bignè in ) Donec ex*  unum coUcfla . ) purgentur.   Biblioiheca Srudii Thoolo- )    ChriAophorus Hoflmano .   ChriAophorus Mclhoverus.   ChriApphorus Rheiter*   ChriAophonis Trafibulus.   Claudiu! Scnarclamus.   Claudius Taurinenfìs» ^ fettffa de ìum»  ginìbur .   Clemens Maror*   Conradus Claiiferm .   Conradus Cordarus.   Conradus Dafypodiin.   CcMiradus Gemems.   Conradus C (bel us > vel Crebellit» Tigu-  rinus.   Conradus Lagus.   Conradus Lycofthenes.   Conradus Pcllicanus#   Conradus Perca •   Conradus SchrecK. ^   Conradns Somius.   Conradus Trewe de Fridesleren..  Comelius Agrippa*   Craco Miiius.   Cyprianus Lcovicius.    gici»expperibu5SS.Hiero- )  nymi » AuguAini , A re- > r  liquorumconA£Iai vel Sub >. , *   alio.Ticulo* )   Bibliocheca Studii Theologi- )  ci,ex p.lerirqjDo£ioruinPri- )  fei fzcuU monumemis col- )  leOaiapud JoaanemCrifpi- )  num» Au alibi impreifa. )   Bnicum Fulmen Papz XìAì Quinci , ad-  verfus Henricum , Rcgem Navarrz ,  & Henricum Bortenium » Principem  Condenfem » una cum proceAatiooe  ronlciplicis nuUicatis*   AUCT.ORES PRIMAE CLASSIS.,   C   C \ElÌus Horatius Curio.   Cztius Secundus Curio.   Calvinos.   Capito Vuolphanghus Fabcicius*.  CaroloAadtus*.   Carolus Molinzus.   Cafpar Cniciger.   Calpar Pcucerus» BudilGnos..   Caiparus Taubcrus.   Caflatsde.' Brugeniis.   Carieus Cc^dìus*.   .ChriAianus Bcycr.   ChriAianus Locichins Hdfus.  ChriRophorus Clarius.   ChriAophorus Cornems ex Fagit*.  ChriAophoru! Frofcovenis.  ChriAophorus Hegendorphinas.    APPENDI X.   C Arlus ChriAo{^K>rus Be/erus.  Carohis Joovileus.   Carolus Vvrenhovius.  Cafiiodorut Kein\ius.   ChriAianus Granimdr.   ChrìRianus Hcfiìandcr.   ChriAophorus Fifcher* vel Fifehems*  ChriAophorus Godmannus.  Chriilophoms Imlerus.   ChriAophorus Ireyns Paifavienlls .  ChriAophorus LalTus.   ChriAophorus MarAallcr.  ChriAophorus MoIhufenAs.  ChriAophorus Obenhemus .  ChriAophorus Ohenhin , Ochingenlìs .  ChriAophorus PezcUus.   ChriAophorus Ricardus.  ChriAophorus, Spamgenbergius •  ChiiAophonis Scolberg.   ChriAophorus Stymmelius.   Churrcrus Cpnradus .   Clemens Schuberui.   Ciementius Gulhielmus»   Conradus Badius.   Conradus Churrcrus .   Conradus Brcberus.   Conradus Hcrsbachjus*.   Cooradui Laurcnbacl^» vel Lutenbac.  Conradus MerchKalinus .   Conradus Neander BergenAs .  Conradus Porca.   Cooradus Ulmerus.   Cooradus VVolA. Piacz.    Con*       384 INDEX LIBRORUM;    Conflancinus de la Fuontc» Hif|ianus^  Copics Balrha£ar.   Coranos Antoniiis*   Cyriacus Spanigcnbergius*   Ccrtorum Auftorum,  Libri prohibiù.   C Aptìccì del Bonajo, Joannit Bapti-,  1^ Gclliii qiurodia emendatus noQ  prodicrit»   C^aucDani Hliafpachii, de Tabemh Mon-  tanis» Chronologia, ex Sacris Litcris.  Cyri Theodori Padfomij. Epigrimnjacav   A P P E N D I    Claudi! EImiiczI) Commen- )   taria, « cbHtinenria, 6c ) Nifi corri-  in Epiftolam ad Timm . ) gantur.   Cicmenris Scuberrì» Liber )  de Scn*puli$Chronologorum»)   Commcncaria Rabbi Salomoni?, A Chi»  rni) & Rabbini Hierololyniitani) A  nmiiium, fupcr Vecuj TcfUnjencum,  tara fcrrpta Hcbraicè » qodtn Latiné  translata, per Conradum, & Paulun)  Fagiuin Hcreticos.   Confilium Abbaiis Panorraitani proCon-  cilto Bafileenfr.   Con   De Subtiliute, ).   De ConTolatione* ) Nifi corri-»   Coromchtaria in Quadripar- ) gantur»  citura Ptolonutijde Cenim*)  ri»,& reliqua omnia, qua >  de Medicina non tramane. )   CafGani Cotiftancinopolirani , de Libero  arbitrio CollacioilU, quz Agano^im^-  prelTa eft» per Joanoero Sicerum 15x8.  Gbriftophori a Caoitc Fonciotoj LibrÀde  oeceflaria correzione ,   Tbeologic ScholaQics.. ). Omnloa  D$ Mìffs GhriRi ordine^ ) prohiben^  fi riru. ) tur*.   Epitomar nov^ Illuftratio- >  nis Chrii^ianff Fidei*. >   Reliqua vero ipCus opera icem pvohL*  bemur doncc cxpurgcncur.   Chronica T u re ica collega a ).   Phi'i'rpo Lonicero, cni cft )Nificmcn-  adjcitnni opiu quoddam ) dentur».  Joaniris AvemmiHerecici, Ó  in quo dcclaramur caufs )  mifcriarqm» Ac. )   ContinoatioTemporum Ger- )  mani aipildam» ab Anno )■  Salucisijij. ufqucadAn- )  num 1 y 49. Qu* folce addi )■   Chroflico Enfcbii» ab eo >Ninefnciv.  loco nbì incipit, Nova ) denrur».  Temporiim concimuiio, >   &c. >   Chionologit Gerard! Merca- )  coFÌs, qu« a Sleidano, & )  daranatis AuOorlbus fum->  pta cR • )   Claudi! Baduclis, Liber de ration( Vice  ftudioTx, & Ùterata in Maerknonio  collocandz.    expurKntur.   Coropxdia , fivc de Moribus , & Vita  VireinumSacrarum, Gafpare SryWino  AuZore •.    Iixcertorum Auftorum  Ijbri ptohibirì.    C Apice Fidei Chriflianx centra Pa-  pam, fi Porcas Infcrorum.   Capo Finto.   Caronria, A Mercurii Dìalogi .   Catalogus Pap*, & Moyfft.   Cacalogttt ceRium veritaiis, ex Sandis  Patribus.   Catechefis Pueroturo in Fide , Litcris »  & Moribus.   Carechifmin Ecclefìat Ai^nroratenfii*  Cauchiùnus, prò Ecclcfta VVitebcrgcnfi.  Cathcb Ocus, ani Titnluscft, Cathechif-  rrus Major, A Minor.   Cathechirmus, cui Titulus. Qjial manie,  ca. Ac.   CaihechifnfK) , ciod Formulario , per i-  Clniire , ed ammaeflrare i Fanciulli *  nella Religione GhrtRiana , farro a  modo di Dialogo .   Cathcchifmus , five cxplicatio Symboli  Apoflolict..   Cethcchirmas parvus , prò Pii»r« m  Scholis, nopcr au£lus.   Cathechiftuus fupcr Evangelium Marci.  Cathechifmus, Óve Symboli cxpofitio.’  Cathcchifmus Tubicenfis.    Cauf* , quarcSynedum indiftam aRoma.  no Pont. Paulo III. rccufarint Principe*  Status, ACivitates Lnperii» profiten-  tes puram , ACarholicam doitrinam.   Centum gravamitu, Ac.   Cantoni , A C^atuordecim Sententi* P>  trum, de Officio vcroftim Reélorum    Eccidio .    Chri-    Digitized by Google    PROHIBITORUM. 385   Chnflhna inft 1 turia .   Chriftianz juveocurìs crcpunJìa*. APPENDIX.   Chriftùna R«fponfio MtniArorum Evan-   gelii Bafilc*: cur MifTani &c., ^^]AIvinianus Candor^   ChriAiar» Scholx , Epfgrammaram, Lì> C . Cantica felef^a vcrerìs, Ije novi re*    bri duo, variis Poecis, excepii.  Civiraris Madcburgcnfìsipublicario Litera*  rum ad omnes CbriAi Adc]es,annat;;p«  Clavicula Salomonis»   Collacio Oivinorura» & Papalium cano*  Dum t.   CoJleflanea demonArationum ex Pro-  pheiii, AooAotis, fleDoAoribus Eccle»  fìz, quòd Spiricos Sanfhis a foto Pa-  tte procedit •   Colloquium Coelei « Ac Lutheri •  Coiloquium Marpurgenfe.   Colloquium VVorinatiz inAiracm», av  no 1540.   Comedix fuper qaicAione » qnz cA ma-  jor confoUtio moriendis Acc.   Comedix, ^ Tragedie aliqtiot ex Veteri  Teftamento,colIeAore Toanne Oporino .  Conuneorarias de Angelo Melanchchonis .  Commencaria germanica» in Coroelium  Tacirarn . *   Coromentarius In pcioirm Thìmotzi epi-  AÓlàa viro fumniz pietaris confcrrpeus  Concilium Pifanura , quòd ver.iut Con-  ^iliabulum dicendtipi cA.  Cc^iliabolumTh^ogicorutn» adverfus  bonarum literarum Autliolbs » Acc.  Coociones dedecemlprzceptnDominicii.  Concordancix Principum ,*nationti   vel Curtiranorum .   Confeffio Ecclefìz Tigurinz.   ConÀAio fidei AognAanz.   ConfelCo Adei Baronum» Ac Nobilinm»  Bohemi*.   ConAAio Saxnnica^   Confrflio VVitebergenfi*.   Coufuuuo dctenninacionis DofVorum Pa-  fircnfium.confra Martinnm L’trherwm.  ConAicurio u;uiv> V vj'’irci Propol^tio  nu:n> de diii'prenru. Legis»Ac Evan-  gelii. ^   Congregar io, Ave coUe£iio ioAgnium co^  cordintiarum B*btix.   CoaAglio d.'ajcuni Vefeovi, congr^aù  in Bologna .   Contra Regulam VCnoritaruro , Ac ijnt-  verfas peMitionis fedas.   Conta San£h>s Zcylleyften.   Conventos AuguftenAs .   Copia 4 'unalectera fcrittaalli ^.diGei^'  nare M. D. t.   Coptis Chriftianui,.   Cordigerx navU conflagratio DiaIogu$ «  Cyntbalum Mundi*,  rene JU    Aamenti ,cum hymni«,&colle^ts»  feu orationibuspurioribiis, qux iti or-  thodoxa, atqiieeatholica EcdeAa can-  tari foienr, addica dirpoAtione, Ac tàmiha-  ri expe^tione Chriftophori Comeri.  Carmina» Acepìftol* de coniugio adl>l-  videm Chycrxum hzrericum .   Carmina amicorum in honorem nuprìa-  nim . R. & viriute , dofirinaque  Aancis viriSrephani Ifaaci, verbi divi-  ni apud Hcyibcrgenies minìAri.  Cache^cAs do^rinxChriiUatl*, innfum  fcbolarum Pomeranix. *   CatheebeAs religionii ChriAi^n* » qux tra  bri duo. )   Circnlut chariratif dtvmx, )   Ave (ubatio rìtulo, circu.)NiAexpar-  hi$ divìnitati»., - ) geatur*   CoiieAio Agnrarumomnium )  facrx Scripturx . >   Colloquium Altembuigeofe..   Colloqjiium Badenlè.   Colloquium Bcrnenfe.   Colloquium Clerici» A: Mititisv 1   Colloquinm Htrphordienfe . '   Colloquium lefuiticum.   Colloquium Lypfenlè.   Cplloqumm Marpnrgenfe*.   Colloquium Parificnfc.   Colloqtiium PnlB.'Cum.   Colloquium Schmaldicum.   Colloquium -Witcrbergen/c.   Comedia Tragica SiUarmx, quandoque  cuir nominc,qtiandoq;etiam Anc nomi-  ne Au£)ons prodiir, urraque prohibetuf ^  Comedix, Se Tragedix» ex novo, le  veteri Teftamento, imprcAx BaAlex  1 ^40. per Nicolaum BryUiogenim .   C cc Co-    Digilized by Google     385 INDEX LIBRORUM    Comitia Spirac» & Vvormati*..  Comencacium Biblioram.   Commencanus captar Urbis dué^ore Bor-  bonioadexqui/iium niodum  Con^jendiupì ) five Breviariam cextus «  A: gloffaematon > in otenes vccerh In-  ftrumet^ libros..   Compcndiutn oradoanm. imprcfTum Ve-  neti >$), per jun£Varo , & alios, docce  czpargattun iuen’c..   Concordia pia r & unanimi confearu»re*  pecita comeiCo fìdei» 9 e doAriuz ele-  Qorum Prìncipum, &or«Ìimim Impe-  rli, atque eerundem Thcologomm,  Qui Augufianam confciSoocm compie*  «unrur.   ConfclSo Anglicana*   Confeflìo Antiierpieoiìs*   ConfeCào Argentineniìs .   ConfclBo do^Vrinx Saxonicartim Ecclc*  fiarum» Synodo Trid. oblata« amto  Domini 1551*   ConicniìoBdei, de EuebariAis Sacramen-  to, per Miiiìftros Ecclelìx Saxotucx.  Confc&o fvdei Minifirorum VViteber-  geiifium.   Confeflìo Miniftronim lefu CbriHi*  Conft;ffiopizdOu>rinx,qi7Z nomincChri-  flophori Dncis VVirebergenfo, &Tc-  ccniis Comitis &:c. fuit propoHia.per  legato» eius, die 14. Menfls laauarii,  anno ly/a. coogrc^auoni Conc* Trid.  Cpnfcnio rcligionis» feu fidei ChriAianar  facratiffimo Im()eratori Carolo Qpinco »  Cxfari AuguAoiin Comttiis Auguflar an-  no Domini ijfo. per iegatoteiviracum  Argeiuoratt » ConAancix, I^nmogx >   - & Lìodagùt >^ib ift»..^. > .. .^Tonum*  Cathechefis^ Ave pnma mflicutio, aut  rudimenia religioni». ChriAianx, Kc-  iTraicè, grxcd, latind explicata, Li^*  duni Batavoium., ex nflìctna Plantinia^  na, apud Francifciim Rachclengium   AUCTORES PRIM^ CLASSIS. ,   D   D Avid Geotgius ex Delphis*.   David Fettcrus Liptìui, vclPfcf-  finger.   David SchcAcr*    Dydimus Faventinus^ui eA Melanihchon  Dicthclmus Cellarius.   DionyHus Melander.   Dommicus Caraminiut.   Dominicus Melguitius.   A P P E N D I X.   D Aniel Bodembergius*   Daniel Hofmanus*   Daniel Toffaniis*   David Chytrzus*   David Parzus.   David Stangius*   David Thoner .   David VVetterus.   David VVithedus.   David VVoitus*   Doiuttts Gotuirus.   Durandus de Baldach*   Ccrtorum Au£\onim >   litm prohibìti*.   Ami» Monarchia-. .   Davidi» Chytrxl ,!iberdeiu«orj-.  tate* ccrtitudinc ChriAian* Dtv  firinx, ac rationc dilccndi Thcolt^iam .   Dendetii ErafmiRorcrodamì, Colloquio-   rum liber. Moria» Lingua , ChriA^-  ni Matrimooii inAinuio.dc intcrditto  «fu carnium » ejufdcm ParaphrsAs in  Matthxum, *1**® a Bernardino Toniita-  no in Italicam lii^uaro convcA  Cecera vero Opera ipAus, in quibu» de  Religione naftat .tandiu prohibiw fine ,  quandi u a facultatc Thcologica Panficn.  fis ve! LovanicnA» cxpurgaca non nierinr.  Adagia vero ex cditionc, quam molitur  Faulus Manuciu», permittenrur.  Interim vcrò,qu®;ainedita funt,cxpun-  tìi» loci»(ufpeftis,iudicio alicuiu» facul-  tatisTheologic* Univerfitati» catholic®,  vel InquiAtionis alicuju» Generali*  permiicantur .   , A P P E N D I X-   D Avìd de Porais Hibrci , de M^  dico Hxbrco enarrarlo Apolt^ti-  ca»quamdiucmédaca non prodierie.  Defideriì Erafmì Rotcrodaim adagia  iampridem edita a Paulo Manutio»  pcrmittumur*   Dialogm Petri Mochii de cmciatu » e-  xilioque cupidinis .   Dialogus Fontani Charon •   Pldaci Steli* Commentarla in Evang^  lium Lue*, m'A fuerint fx ìmprelm  ab Anno ij8i*   Puareni, Liber de S* EcclcA» min^ms  pcrmittitur, Atamcncotrcftus fucrii.     Digitized by Google    PROHIBITORUM. 387    Libellm vep6 ei^m adian^us» ab co for  finus £atìu? , cui citulus cft , Pro li-  bcrtatc Ecclclix Gallicanxadvcrfu» Ro«  maium auUm , dclainoPadneons Cu-  ri^t Lodovico Xl.CaJlorurn Regi»quotvt  daiDoblaUi oimuno prohibetur «   Auflorum incerti nqminis,  libri prohibiti,   D BcIaiatoria Jtibihci.   Dcececurn Noribci^ctgeUe » odi-  euro anno ifaj*  t)cfÌEu\fìo prò Zvinglio.   Peienfìo adverius axioma catholicum 1  ideft criminatiopem Roberti Episcopi  Abriacon/컫   Piatc^ adverius loiortecn Edo'um.  Dialogì de Mercurio, & Charonte.  Dialogtts de I>o£lrioa CHriRiana.  Dialogus Karftans, & Rcgeilians.  Dialogm de mone julii II. Pape, fìve JoJìuh  D ialogm Mumarus Leviathan .   Dialo^s obreueonim virorum > ia ^uo  rics colloquuntur Tbcologi .   Diali^s Orar. Pooeificis Rornam^Rr illius,  qui cRFontiiki a confaflÌDiubus.  Diali^s paradozDs , quo Romani PoocU^  iicisOratort una coq) eo qui cft » flte.  Difeorfi fbpra lì fioretti di S. Fraqceico.  Digrado Badenfis.   Di^caxio. ^emenfis.  BilputacioCrociiccn. eum diiabuiepiftolii.  Bifpucacio inter clericum » Se milicem ,  Aiper poceftate PoiUcis Eccleftc atqtie  Principibus ternrum corpmjflà • alida  fomnium viridatii*   Dirputacio Lypfica- inter MoKÙinO). » di  Hitroaymum Em(etuiD^   Diìordine della Chieia.   Diurnale Romanum > ìmpreffiim Eogdu-  ni > in edibus Filibcni RoUeti » de  Bartholomau Frtat.   Do£lrÌna verilStaDa fumpea » a cap. ^  epift- ad Komaoost ut coufolentur ah  fti£)a conl'ricntix*.   Doéìrina vctui, de nova-.   Dragale locorum communiunh  Due difpuuc. Herfiordiana: Langi » de  Nauclerii •   Due letrere d’im Cortigiano, nelle quali  fi dimoftra, che la me, ec*.   A P p E N D I X.   D e au£^oritace » officio, de potefta.  te Paftorum Écclefiafticocum •  Declaratio i   nifi corrigatui^*  làmo V,    De dirciplinit poeronin » re^^ue for.  mandts eorum ftudiis, Se morlbus, ac  fimul ^ um parencura , quiro pnece^  prorum in eot'dCm , offiao doflomr^  virorum libelli vccò aurei.   De Scripeura CinÀe przftancia , dignitate ».   au£Voritacc, &c. *   De Chriftianiftimi Regts periculia , de aoca-  a qoadam, ad Sfiindrare, Pontifici» Ro-  mani licera» monicorùle», Frincofiirci,  apudMarcinum LechJeruro  DialeOica Legali» , edam ctua nomino  Au£lod».   Dialogi lucri , fine nomine i^^orì», qui ca-  men film Sebaftiani Caftalionishérecici ^  Diljpatatio de fcfto Corpori» CbriiU^  Di^catio de peccato origini»,  pilpucado de poeni».   Difpueatio de i^iniOerio verbi*   Dolina /efiiiranim precipua capirà , a  do£li» quibuTdam . Thcole^s retexta  folidisrarionibus, ceftitDonùiqoe Ikcra-  rurn Scriptuearuiq , de doé^orum vere-  ri» Ecclcfia confiitata. Tomi tre». AU  cera editio priore emendatior , co dia*  pio major , de fub. ci (dem vel parum  diverfi» tirnlis, doghine ^fuicica, &&  Tomu» priiDus, Tomus ^undo» , ter J^4 ia /(-   WfU ù.   Eraùsu» Sarecrius.   Erafmu» Snepfiu» .   Eurititts Corda».   Eutycbiua Mion, qui de Mofculii».   Ccc a A P-     388 INDEX LIBRORUM    A P P E N D I X.   E Admiindu» Hilen Hordevolgiusj vel  Nordovolcgius .   • • Edmundas Gdl Anglus.  l;dmut>dut Criiidìitts Anglus .   EJmundus BunnìQs.  iUgidtus Huntiius .   Eichanon Pragenfts.   Elias Palmgenim.   Enochus Sar^cenos Gencvcnfis.   Efartmis A!bcnn •   Erafttis Thomas.   ErhardiK Schnepfnn.   Kmefhis Vogciin .   Efaias HcinJfihich.   Eufcbcus C!eU;rin.   Ccrtprum. Auifìorum,   Libri prohibiti .   A P P E N D I X.   Lereenta magica Petri de Abano.  Enchiridioo doCtrinrChri- )   • Ibnx ConciiiiColoitieniis.)  Enchirrdion loilitis Chriilianxi)   aiiflore Ioanne lufto Lanfper>) purgen-  gioifcu Hne nomine auflorìs,) tur.  iinpre/bm Comphiu . )   Epitome omniutn opcrnm D. Aurclii  I AugulUni • per loannem Pifeatortm »  jllx (|iie itnpreft« fune per loannem  Crirpmunti. »i   Euicbii Candidi , ptaefus Lu£kiflcx mortis.  Examen ordinandorum lounnis Feri »   . oili Ht ex impreffis ab. anno 1987.   Auftorum incerti nomlnis,   libri prohibiti..   Lcmenra Chrìiliana, ad inAititcndos  pucros.   Enarraiiones Epiflo!arufn)& Evan-  gcliormn •   Enchiridion CriAianirmi .   Enchiridion piarum prccaeìoitaro . * y   Epigrammatum ChriArana (e^x » (ibii  duo^x varìisChriAianis Poecis dccci^nrff  EpìAola Apoloccrica ad ftneerioresChri-  Aiaiu'rmi k^atores,pcr PhrjAam 0 >  riencaicm, &c.   EpiAola ChriAiaru» de Cona Domini.  EpiAoIa dircela ad Paupcrem, Se Men-  dicam Ecclenam Lucheranam. '   EpìAola de non A^«oAoloci» qiiorundam  moribus, qui in ApoAoloruin fe, Sic,  Spinola de XlagiAris Lovanienilbus .    EpiAo?^ MinìAri cu)ufdam Verbi Dei»ds  EcclcAx clavibuS} SacrametKÌs, vcra>  que MiniArorum Spirims clc£Iiooe.  Epiftelz piz> & ChriAianz.   EpiltoUi & Przfatio in Decalogura.  EpìAola SanOo Ulrico adferipea in E-  piAolam ad Thimothzuin Commenta-  ria.   Epitome Belli PapiAarum contraGermo*  niam , atquc Patriam ■ ipfam» Czfare  Carolo Qiiimo Duce.   Epitome Dccem Przcepromm , pront  qitcmqucChriAianumcognoicere decec.  Epitome EcclcAz rcnovarz.   Epitome RefponAonis ad Martinum Lo-  rhcnim .   Efdrz lamcntariones Petri .   Eipofìzìone dell'Orazione del Signore in  volgare » compoAa per un Pa^ s non  nominato.   Evangciicz Conciones.   Evangelium ztcrnum*   Evangclium Pafalli.   Exameron Dei opus^   Expofìtio Sympoli ApoAolorum t Ora-  tionis Dominicz, & Przeeptorum»   A P P E N D I X.   E Legìz aliquocs de morte Conjugis,  Si libcrorum» quz fune loahnisPi-  Aorii Hzretici.   Eqchiridion Man gale s Romz exciiAum »  apud Thomam Membronium ( ut qui-  • dem apparet in Fixmtifpitio ) tic vero  in calce legirnry Trccis» nbì cimi li-  bnrm excuoerat Francifciis TrumcAii .  Enchiridion parvi Catcchifmi , Ioannis  Brentii. > in Colloquia rcda£Iuin .  Enchiridion aliiid} piarum przeationum ,  cum Kalendario, & Paflìonali ( ut vo-  cattir ) VVircrbcrgz, apud loannem  LuA. anno trip.   Eyichiridion Principis , A MagiAratus  ChriAtanì , quod referrur ad Pctrum  Egidium» Sl Comelium Scribonìum.  Epigrammatum Flores, nifi corrigantur.  EipiAoIa confolaroria ad Reverc'ndos Se  graviffitnos Thcologos.   EpiAola LiKÌfcri ad malos Principe»,  CbHAianns, > •   BpiAokc cpnfolatoriz , collcfìz per Cy-  rlacum Spangcnbetgium .   EpiAolz Obfcurorom Virornm.   Epitome Chronicorum,. & HiAoriarum  Mundi, Velftt Index primz, & fecim-  dz impreflìonis, in quo fimt impref-  • fz, atque figiìratz Imperatorun^ Ìm«-  gincs.   Epitome Figvrarum Sacrz Scripmrz.  Epiiomatz HiAoriz de Bello Religionis.   Kpi-      Digitized by Google    PROHIBITORUM.' 389    Epitome Hiilorànim Sacrarum, & lo* Frìderìcus a Than.   corum communium. Fridolinus Broiubach* t   Ethiex ChriAianx Libri cres > .in ^ui- Fridolinus Lindovems.  biis &c.    Evangelium Lzcum, Regni Nundum»  Excerpta quzdam capita ex Scrrpturis)  omnibus lidelibus neccffaria.   Exempla Virmeum. Vicionim.  Excmplarium Sanf^x Fidxi Cacholicx»  quocunque idiomare> impTetTum.  Excmplonim variortnn liber» dcApoAo-  iis, & Marryribus» Hve feorrum » fìve  conjundtus catalogo. S. Hieroayim de  EcclefiafticM ^riptoribta •   Bxcrciratìo Vitx Spirhualis .) >   Explicacio Symboii pcrDia*>   Ic^os. )   Explicatio Primi.Tcrtii.Qoar- )■  tii j^Q^iinti cap.A^. Aj-oft. ) Sine no-  Expofìtio SccunJx EpiilolXy) mine au**  D. Ferri» 5c ludz. ), £^oram»&:  Expo/ìiio nominUIefatiinta) quocum-  mentem Hcbrzornm,Caba>) quc ìdio-  li(Urum»Grzcorumi ChaU) mare ina-  dzorum, Perfarum, & La-) prcffa*  tinorum ^ ).   Expo/ìtio fuper Cantica Can- )   ticoruin ^lomonis. ), tm •>  Expofitio in Epifìolas» Paoli ad Roma*  DOS, & ad Galatas» cujus Przfatioirl  Epiftolani adRomanoi incipit; Variai  narrationei » 6(C. Et in expoikiooe prU  mi Cap. ad Rocnanos» cuhM inicium  cft. Qnum ficatus ApoRoles Roma*  nis fcm>crc inAituiffet» Sic.   AUCTORES PRIMA C1AS51S.    4aoT^>- ' i   F .Abricius Opiro VVOIf^ngus: ■'*  Fabritius Montanus.   Felle lanus de Civitclla.   Felix Mallcolus Tigurinus.   Felix Manfius.    Firmianus Clorus, qxi & Viretiis.»  Francifeus Betttts. ' XJ   Francircus Burgardi.   Francifeus Cotta . LembiBgiBs*^ ■ '  Francilcus Enzinas. • T    Fraiicilcus Kolbius. f - i-qlw    Fiancifcus Lambertus»    Francifeus Lamperti •  Francifeus Lifmaniniis.    : -O  - % >    Francìieps Niger Baitanenfis.  FrancHl^ Portiis Grxclti» '  Francifcib Stancarus.  Fridcricus^a^irtheim .  Fridericus   Fridericus Mycoiriw»    A P P E N O I X.    F AuAtn Souinust   Filli Pal}or io AuAria.   Fiiis PaAor HtlberAadknAs» vet  HalberAatcnfis.   Forrunanis Creliius* 1    Francifei Zabarcllz . Liber de SchiTma*  te ) ai^» cjmtd^ P»£auQoei»   ' Aigennrnrdfripvefie.'donecexpurgeaciir .  Friderici FruoAì tra£Vatns de Oratto*  oc, de juAincacione, de Fide, Se Ope-  nbtu* Se prefatioin EpiAolao) S&oiOi  Paiiii adRomanos,qui umen falsò  creditur adferiptu». 1   Friderici Furi! CcriuUni Valentia! &>-  nonia; ftve de libris facris» in verna*k  Tcniam Unguam convcrccndis. a 1  ... 1 ..L-ysril ■ . J   rA« r   . /Ótiv''- '••r' 1 xÌìjM -   F Abricii» Liber o^aoBs £piftolftiBm>  ad Fridericom Naufeam» qui cA  Roberti a MofliaWv t  Farrago Poemacum, LeodegariiaQuercu.  Fiorei IQRoriarum» per Ma^•0   monia mondi t & Problema- )  ta Sacrar Scrìptiuar « >   Fr^ncifei Gicciardini , Hiftorta )   larinè recita per Coeliìim ) dooec  iècundum Curiooero* > expar-   Franciki Irenici* Endingiacen- ) gcntuf*  Cs Gcmnanjar. Exqgereos* vo*>  lamina duodecim. )   Francifei Polvngrani aftrtio. )  nes quonujurs Ecdrlìae dog- >  matum . X   francifei Patritii Nova de Vniverfi» phi-  * ]o(bphia*nifì fueric ab Au^Iore corre-  ÙXt 9t Rema cum approbaciòne R«  Sacri PaUcii   Auftoium incerti nominis,  Libri ptohibiti*   F ^mgo C^cordantiamm inngbiaiQ;.  (o^iut. Biblia •   Faìctcttlt» RerufD.expetcndaniiQ*^^  iugiendamm-.   Forma delle Orazioni Ecclefoftiche .. ed  il traodo di ammiiiiflrare i Sacrameoci*  c di celebrare il Santo Matrimonio*  Àu£Ior credkuz efle Calvinm.  Francilci No^nu. apparicio»  Fandamóncuni malòruiBi de booomm o>.    pcrum.    A,p P E N D I X.    F .KrcìaiUw Mirra , Ccnevx imprei^.   fu». -   Pidei.l^l^ftianz c^icF* conerapa^   F^S» i^rvi fubiiw inKyefr ren^ponfo ,  una curo crroruin & eahtmniaruin ..   Flore» epigramma-)  turo* >   Flore» Romani )   Flores San£bocum..).ubieanq>*& ^aacwn-  ÉkVe» VinunvD. ) qne lingua imprelG»   Foni Vit* . > donec coKigantur .   Formala MifTx Unitebergenfis.   Formule Precaro *. feo agenda * aat Of.  fteia Hanecieomm* Olona » ^uacanqitc ;  lingua confcripea .   AUCTORE& PRIMA CLASSB.   G Alalitts Zwmglit * defenfor » vcl  Nicolaos Galalìus * Olivini de*  fenfor.    Gafpar Brurchias Egranua*   Carpar Charreras.   Gafpar Cruciger.   Galjpar Grctteris.   Galrar Hedio.   Galpar Heldelinus.   Gaf^r Kubertinus.   Gafpar Megander TigurillDS^   Gafpar Rodulphìus .   Gafpar Swcacfcldius «   Geòrgia» £milius MansfeIdeoNotgreiui»v  Gorcìniamit *   Gregoan» Brnck*   Gregorìu» Cafelius*.   Gregofius Giraldo»* 2{an ìilc Ptrrsntff^  ^ dlcìUIT LÌfÌHS .   Grinsn» Sinv^.   Gualieriu» Tignino» ■.   Gulieloui» Aurifcx-  Guliclmo» Guaphxu» Hagien-,   Gulìelmu» Pofttllu»»Barenrorio$-.  Giilic'mu» Sartori».   Guliclmu» Tayloii», Angla».,   Gu'Krou» Tin^lus.   A P B E N. D i Xa    G Afpir Adeler..   Ga^r Braummilkr-.   Gal^r Elogia».   Ga^r Eurioacbea *. vel Eurymschnra^.  Garoar Faber.   Olroir Gooderoan.^   Garoar Canea.   Gi^r Gómbe^ias.   Galpar M^cer* vel Micras..   GalMi MetUlnder.   Gawt Morthvru» SemansildenB» ^  Oal^K Olevianu».   Gafpar Peucerus Budifiìniu.   Gafpar Scolihagios...   Gafpar Taoberu»*    Geo^     )    PROHIBITORUM. 391    Gcorgtus Autumnu».   Gcorgius Blaruirara* vel Blao^acraj*  Georgius Brin fìve Novipiagijs ^  Germanus Peyer.   Gothardus, qui & Cpnradtv*   Gregorius Paoli.   Cr^orms Pcrlidus LubcqepTis»  Gregorius Voerier.   Gulicimus Barloupe . 1   Guliclmus Bidembachius. ,   Gulielmus Charcus. .   Cutielmus Cpius*   Gulielmus Fuhureìus» vef Paquerius •  Gulielmus Fulcus.   Guliclmus Htcron. *   Guliclmus BÒdigiius yaiTw* -.   Guliclmus Sarccrius»   Gulielmus Turacrus. t*   Gulielmus Tumerus* , ^   Gulielmus Vdalus. , . ’   Gulielmus VvitakeAs. ^ 4   Culiclnius Vvidephus*   Gulielmus Vvirte»   Gidielmui YvictinganDua..   Gulicltous Kilandcr.   . • . t.. , . ..H , : .    ■ Certorum Auflorum,   Libri prohibici.   G Aufridi de Monte cicalo , Ti*Oa«  rus fupea materia Coocilii Bali-  lcenf)s«   Georgi CafTandri» Hymni EccIefialUci.  Gracia Dei de Monte Satino , Epiilolc  pix, Se Chrillian*.   Gripbit Pr^cationes Dominici.   Gutielmi Occhamit^snonagintadierum.  Icem Dial(^i • & Icripia omnia, coocra  Joannem Vigcftmum iecundum.   A P P E N D I X.   G Afparis Caballini Tra  é\atuscommercioniro, )   &ufuraru I reddituum- )  que pecunia conftiimomm , j  Se monetarum . >   E;ofdcm traftatus deeoqoad ) nifi ctncii*  intereft. Etdedividuo» Se ) decur.  individuo ; qua onenes font ) '   Caroli Molinai morato )  tantum aufìoris nomipe . ) , ■ {   Gaijparii Scibitni Corqpadia . •• i , i   Caudentii Mrrulc, MemorabiUm» lij^s  nifi emeodetur# ^   Georgi! Nicrini Concioocs. j   Georgii Viaorii Poemau.   Gulieìmi Grattarolc opeaa 1 quasidiu  mendaca non prodierint . . i   l't ' '   Auftorum incerti nominis,   Libri prohibiti.   G Eographia UmVef/àlii.   Gerreanicae Nationii Lamenti^tù^  fws,   Giuditio (opra le Lettere di tredici Uo,  mini ftampate l’anno M. D. L. V. il  qual fi cooofee eficr del Vergerio.   APPENDI X. '   G Hnefis cum Catholica expofitiooe  . Ecclefiafiica.   Geofnaneic libri omnes •   Gefta Komanorum .   GloiTa Ordinaria Genevenfis «   Gioite ordìnariz rpccirneo..   Craiianus Anrijefoita , ìdefi cai^num  ei feripeis Au£lorum Theologonun , a  Gradano in ilfod volumcn ( quod Do-  crenim af^llatur) collcflorum, &do-  ftrin* /cmitiec ex .vadis.. iftius nu-  per fefì* MaKologdmiQ fcriptii -fxo^  pw * collacie I 4 quodato vericatii  ;tEofo inftituta , Se ounc priiman m  l^eip edita*   AU-    Digitized by Google     r    390 INDEX   Trancifci Gcoi^ii Vcacti ,Har- >  monia oiundti & Probicma- )  ta Sacre Scriptarx . >   Francifei Gicciardint , Hiftorìa >   htinè réddita per Coelium ) dooec  fecundum Cortonem. > expar } gcntuf*  (n Germantz, Ex^efeos* vo-)  hiiDÌna duodecim» )   Franeifci PoJvngrani afRrrdo» )  oe$   macum . >   Francifei Patritii Nova de Vniverfi»phi-  ' lorophia , nifi fueric ab Auflore corre-  di, Se Rems cum approbacione R«  Magiari Sacri Palatii imprefla.   Auftorum incerti nominis,  Ubii pfghibin*   Arrago OM^dantiamm inng&iaiB;   todus. Bibliz.   Fakic^iK Reru{D eKpetcndanmi>a(   fugiendanim..   Forma delle Orazioni RceUfoRiehe ..ed  il modo di ammjniftrare i Sacramenti*  e; di celebrare il Santo Matrimoi^'o *,  Àu^Ior creditus eflè Calvioos .  Franci/ci Noibima tpparitio.  Fondamencure maloruis* & bonoEum o«.   pcrum.   ’ A.PPENDIX.   Afcieuliia Mirre , Gene^ imprtft.  fus . ■ '   Fidei/^^Uanz capita-, coovaPa-   F^dSit fervi fubdito infidcli mnfpónÉó  una CIMO erronun &calumDÌar«Dnjua-  aundam examine , cjuz conrinentur. in  feptera libris, de vifìbiti EccleTix Mo-  narchia, a. Nicolio> Sandero conferì-  pta>«.   Flore» Epigramma-)  tnm. )   Flores Romani )   Flores San£kotucn. }-ubi donco corrìgantur .   Fonnyla Miflie Unhebergcnfis .   FormulK Precnm %. fen agenda , aat («»   ^ dicitur tUius-  Cnnxu» Simot}.   Guaherius Tigminus»   Culielnuis Aurifex.   Gultelmos Ouaphea» Hagien-  Golielmus PoftelUis,Bareotoria»^  Galic^mus Sartori».   Gulichno» Taylous, Anglus..   Goliemu» Tinoalus.   A P B E N. D I, X    G .Afpar Adeler.   Ga^r Braammiller*.   Galpar Elogio».   Gaipar EuriouclKa i. vcl Euryoachxra...  Ga(^ Faber.   Gal^r GondelBaa^.   Ga^r Ganez.   Ga^r Gòmbtrgitts-  Galpar Màccr, vcl Macrus..   Gafpac Melilander.   Gamac MottKzru» ScmaJkaldenfi» ^  Gal^c Olevianus.   Gafpar Peucerus Budi/Bnus.   Gafpar Siolshagiu»...   Gafpar Taoberos*   Gfoa-      Digitized by Google    PROHIBITORUM. 391    Gcorgfus Aurumnus.   Gcorgiin Blandran, ve! BJaotUtrai.  Gcorgìiu Brinderus.   Gcorgius Bochanani^s Scotus>   Ctorgitis Ca(fander Bru§enn$f fìve Ve-  ranius UodeAus Pacitnomaout.  Gcorgius Codonigs.   Gcorgiuf CooftantÌDUs Aoglus.   Gcorgius David.   Gcorgius Dieterichus.   Gcorgius EboufT.   Gcorgius Eckarc.   Gcorgius Edclmai\n.   Gcorgius Fladorius.   Qcofgius Grynaut Bo 4 icetius*   Gcorgius Hanfcldt .   Gcorgius Hcnninges.   Gcorgius Toye ^diòrdicons*   Gcorgius Kupelich.   Gcorgius Lyàeoiua  Gcorgius Mcckart ,   Gcorgius Mylius.   Gcorgius Niger.   Gcorgius Nigrtnus.   Gcorgius Princeps Aiultioos.   Gcorgius Raudat •   Gcorgius Schmàlczing «   Gcorgius Scholrz.   Gcorgius Shoo .   Gcorgius Silbcrfchalg.   Gcorgius Sohnius.   Gcorgius Spintleru).   Gcorgius Tilenus.   Gcorgius Vvatihenu.   Gcrardus Ncomagus « live NovimagHt s  Gcrroanus Peyer.   Gothardust qui & Cptiradoi.   Gregorius Pauli.   Cx^oritts PcrUrius LubeqciiBs*  Gregorius Voerfer.   Culicimns Barloupe.   Gulicloius Bidcmbachius • ,   Guliclmus Charcus.   Culielpius CqIus.   Guliclmus Fuhurcius» vcl' Fuqueriui*  Guliclmus fukus. . j   Guliclmus Hìcron. ^ '   Guliclmus Bódiigmts |lafini.   Guliclmus Sarccrins.   Guiielmus Turaems. T T   Gulieitnm Tumerus* ;   GiiUclmus Vdalus.   Gulicloius VvùakcAs. ^ . -!   Guiielmus Vvidephus*   Guliclmus Vvitre.   Gidieimm Vvirringamus»   Gulielmtis Kilandcr.   ' t   . I . '.’H .    Certorum Auflorum,   Libri prohibiti .   G Aufridi de Monte cleflo t TnlOa-  cus fupsi saarcria Concilii Bafi-  IccnHc •   Georgi CaiTandri , Hymni Eccleftaftici .  Gratia Dei de Monte San£ko , Epiftol*  piaCt ^ Chrillianx.   Gripbii Prfcationes Dominica.   Gulielmi Occhimi  8c (cripta omnia, coiKra  Joannem Vigeiimum Cccuodum*   A P P E N D I X.   G Afparis Caballini Tra- >   £tatus commerciomm, >   &ufurarù , reddituum- )  que pecunia conftieuionun , }   & monctarum. )   BiuTdem traf^atus deeoqnod > niii ciixih  incercA. Etdedividuo, & ) dotar •  individuo i qua orsnes Àiot }   Caroli Molinzi mutato )  tantum au£lorisnon)io«. J {   Gafpatis Stiblini Coropaedia . 1. !   Caudeniii Mcfultr» McmorabilioiD lihó>s  nifi emenderur. . ^   Ceorgii Nigrini Conciqnea, ..a   Georgii Vi^orii Poeinata.   Gulielmi Grattarolc opeaa quamdiu e-  mendaca non prodierinc- ;; -t   .0:,' ‘d   Au£Vorum incerti nominis,   Libri prohjbiti. '   Eographia Univetralis.   Germanicx Nacionii Lamentaciqs  ncs • . ,   Giuditio (opra le Lettere di tredici Uor  mini Aampace l’anno M- D. L. V. il  qual fi conofee cfTcr del Vergerio*   APPENpIX. '   G Enefis cnm Catholica eapofitiooc  . EcclcfiaAica.   Geopiantia libri omnes*   GcAa Romanorum .   GloiTa Ordinaria Geneyenfis. ^   Gioita ordinaria (pccimea.   Cratianus AnriJeliiica , tdefi canonum  ei Ccriptis Au^orum Thcologorum , a  Graciano in illud volumcn (quodD^-  cretuffl appcllatur) co1lc£k)rum, & do-  ttrina Jelmtica ex .vaxiis/ iAius nu-  per fe£ù Ma^logòmm rcripciifKc^  pta, coUatio, a quodam veritatft^-  . «boto inAituta * & muw pnimiin Tb  bice^ edita.   AU-     Digìtized by Googlc       39^ INDEX LIBRORUM ,    AUCTORES prima gLASS^S.   H   H Adrumu Junius.   Harrminnas Beyer >. ^   HarcmAimas PaUcinus h C.  Hebcrns.   Hedio Cafpar.   Heitas» vel Helin* Eobanas Heflns.,  Helìas Pandochcus» >  Henricin Lapulu».   Henricus Pancatcon .   Henricus Scoms.   Henricns Srollit».   Henricus Surphanus.   Henricus Vvelf^ii» Lingcn«,   Henricus Uringenis.   Hermanus Bodiiit.   Herroanus Bonnus.   Hermamu Burchiut Pa^hilm*^ >   Hermanus Heflùs ■   Hermanus Itali» .   Hermanus Kìdvuch.   Hcrmama Luiciis. ^   Hetxenis.   Hicrooymus Baflanns.   Gicroi\^^s Cam PHaurio)*, -  Kieronyraus Galatharus . ,   Hieionymus'Kiuf(hcrv '  Hieronymus Mar*u»: Hleron^jus   Maiurius* %   Hicronymus de Praga, i\ J   Hicronymos Sabir de $ai\flo Gallp,,  Hieronymu} Savonen.   Hieronjmius Schiurptf. ‘   Hitronjmius Vicellerms Friburgeii..  Hieronymus Viiolphigs»   Hiob Gaft . ' A   Hippinus.   Hortenfis Tranquiftos, aliis Hicremias^.   aliis Landus. , ,   Hugo Latimcrus .   Hudricus Bnchau/lius .   HulJrici» Htmenoi, five de Uttcn.. '  Hnldricns Mutins Hiiguraldus..   Huldricus Zvvingiltis Toggius.   A P P E N D 1 X.   H Mlerus Barcholdiis.   Hamefus Godoffredos .   Harrmannus Scopenis, Novofefenfis.  ^pricus .    Hclias Ho^en9*   Helias Palingcnius*   Helìas Scadzus.   Hetningius NicohttS4  Henricus Boethios*   Henricus Brinkelous » ^ eiUtt fiorar Ab  nmiiu BfldtrUi Morfii»   Henricus Ètfbrhen» vcl ESorden*  Henricus Enberg.   Henrù;us Harcopcnt.   Henricus Hufanus.   Henricus Mylius.^   Henricus Modec*   Henricus Mollerov,   Henricus Nicolata , five ìibri mrat  n- fitfutl-  Henricus Petreus^   Henricus Rhodut , vel Rodnu*   Henricus Senenlìs.   Henricus Stbenius Mimderpi*   Henricus Scephanos.   Henricus Tbylo .   Henricus Tbolofanus ..   Menricus VVolphins.   Hermanus Pigofus*   Hemunns Hamehnannus,.   Hermanus Pacilkus . •   Hieremias BaiUi^ius.   Uierooymus Hambol^us , vel Hauboldus  Ratisbonenfis .   Ijieronyinus Hennit^s*^   Hieronymus Maocelius.   Hieronymus Panchus.   Hieronymus PcrUhrìss.   Hieronymus Pumekius. *   Hieronymus Valler .   Hicronymu» Vchus*   Hieronymus Vuatenis.   Hieronymus VuihlcmbergiusAurimÓtanDs,  Hieronymus Zanchius vel Pancus..  Himmanucl TremcMus .   Hovardps.   Hugo Hugaldus .   Hugo Sureaov cognomine Rodere..   Ccrtorum Auftorum,   Libn ptobibiti.   H Enrìci Bebcblii JuRiagen/ts , Facc«  liz, ioRicucìo pucrorum , (cium«  phus Vcncris.   Hlcronymi Gebiulcri, liberdefacrilcgio4  item exhortacio ad lacram Comma»  nionem . * ' *   Hicrooymi Melfi Pifcn r fi i s , Proverbia^  & Prognoliica. ’   Hicronymi Savonarola Fcrraricnih Ser-  mones , qui olim in Romano Indice  prohibiti mere , noo leganmr* donec  iuitu    Digitized by Google     PROHIBITORUM. 393    ;uxra cenTuraf Tacrum Dcpiicacorum  cmencUri prcJcanr, & funr hi.   In cxodum fermo primuj tncipicns  Dornine (]uid mu1tip(icati , &c.   Ircm S  •u’s Chriftìani .   Ha-iriau' l>am nacGandavcnl^s liber  iftfcripms Imnerii ac Sacerdoeii ornacus .  DiverCaram itemgentiuin peculiaris ve-  ftitus, cure Commcncarìolo Cocfanim ,  Pontifìcum, ac Sacerdotum.   Henrici Decimarons Gifiìiomenns, fyl-  va voeabuforum , A phralìum , cum  folucx, rum ligai« oracionis, dee. t)i  rum, permittìcur.   Henrici Harphii Theologia millica , nifi  repurcata fuerìc ad exemplar illius,  quz mie impretfa Romx anno Domi-  ni D,LXXX\\   Hieronymi Serrz Lutheranorum Se£lz  in fcrvumarbirrium liber, nifi prius,  corrigacur, 1   Hiftoriz Magdeburgicz '^ab lllyrico, &  complicibus coaccrvatz.   Hifiona de Schifmare Theodorici Ne-  mienfis.   Huldarìco Epifeopo Anguftano epifiola  adfirripta, adverfu^ Nicolaum Papam.   Hyporypofeon Martini Martinet Canu-  pecrenfis liber, nifi fucrint ex impref-  fis ab anno 3581.   Auflorum , incetti nominis ,  Libri prohibiti .   Enfici Quarti Ofaris vita*  Hifioriade Germanoniro orìgine.  Hilloriadc iis quzjnanni HuÌT.in  in Conftanricnii Concilio everte ntnt.   HiAoria demone Joannis Daaii Hifpani »  quem fratcr ejus germanus incer;ccic .   AP P E N D I X.   H iEbrea,Chaldzai 8c Latina i-'ter-  precario Bibliornm , cum Indice  Robenì Stephaui «   Hetvecìz graculatioad Gal'iam, dcHen-  ricohujui noiDÌnis Orario Galluruaa,  & Navarrz Rege .   Hcidelbergeiifis jTheologia , de Cotoa  Domìni •   Hilloriarum, 8c Chroniconim Epitome,  velut ludex ufque ad annum {4.  Hilloriarum > & Chronìcorum cocius , mun-  di , Epitome, imprelT. Bafilcz.  HìAoria Belgica*   HiAoria Cermaniz , Fran- I  cofurti edita 1584. ) donec ex-   Hilloria Graciz , nuper odi- ) purgeotur*  ta. )   HIAoria Scotorum, nuper )  edita . )   Hiftoria HulCtarum . )   HiAoria vera, de rebus Martini Buceri,  PauH Fagli A Chatcrinz Vermilyz, Pe-  tti Mar(iri>Uxorì$, vcl rubaliotitulo  Hidoria de vira, obicu, & icpulrura,  &c. Martini Buceri, A Paul! Fagli,  qua intra annos duodccim tn Angliz  Regno accidie.   Ddd      Hor,     394 INDEX LIBRORUM    Hortulus aniipi, ni/i corrigamr.  Hortnhis Pa/Eonii in ara Aitarti fiori  dus. *    loanncs Coman«fcr»  Ioanncs Colmius.    Hjrdroniinti* artis. Opera omnia*    AUCTORES PHIM^ CLASSIS   1    J Acoou! Bcdrotuj, Pludcntinus*  la^bui a Burgundia , Hit  Acropolica*   loanncs Hcrvagius.   loanncs HefFus.   loanncs Homburgius .   loanncs Hopcrus, Anghis.   loanncs Holpinianas, Sceinamis*   loanncs Hofl.   loanncs Huichinus.   loanncs HulT.   loanncs Huflcrus.   loanncs HuccìcHìuSé   loanncs de Indagine» 7^"«   ioannes ZuicKius. '   lobGeft. 3 : Joannes Avicioi   lodocbot Coch, fivc Cocusj mi & /«k J vel Co»   CUI .   luftus MenioS} Kènacen»   A P P £ N P I X.   I Acobus Acoocius.   lacobus Anetius» vel Aenetios.  lacobus Andre».   lacobus Andreas ShihìdellinoS} vel la-  cobus Shmìddiinuse  lacobus Arrifon*  lacobus* Brocardus .  lacobus BninicenCs.  lacobus Cornerns.  lacobus Eifcmbcrg*  lacobus Frindaogus.  lacobus Grynsus.  lacobus Heerbrandus .  lacobus lufti.  lacobus Kiincndociuso-  lacobus Koich .  lacobus Linfìor .  lacobus LachKem.   - lacobus Palieologiis.  lacobus Pcregrinus.  lacobus Ruogius .   . lacobus Scoppenis . j   lacobus Sobius .  lercmias Piflorius.  lercmias Horabergcrlui    I loanncs Acrocianus .   ” Ioannes Avenarius, vel Habermarm. i  Ioannes Avicinius^    loduchus, yvUlichiut.   lonai, qui. ^/Jpdochu^Coojs^   lonat Philologtti.   Tm» li*    Ioannes Belizìus •   Ioannes Bocenis, Li^ccnfìs.  Ioannes BortAyus.  loaooes Bradibrdui .    Digitized by Google     39 Ulajcnis.  loanncs Crifpinus.  loanncs Cronerus, vd Crumerm^  loanncs Cimo.   loanncs Darriiis. **   loanncs DauTus, vd Douiar  Ioannes Fcidc .   Ioannes Fcrinarius^  loanncs Filpotus.  loanncs Gallits «•  loanncs Garczus.^   Joanucs Gamcrìus»   loanncs Gcorgius CodelmaniA ••   loanncs Griffin.   loanncs Gtilicimus Soickiosf Tigutinus.-  loanncs Harrungus.  loanncs Hctlcricus.  loanncs Hedierus.  loanncs Hcidcnreich .   Ioannes Hcrzbcrg. ,   loanncs Hugo.   loanncs lac^us Gryn«|U.   Ioannes lederusi Scaphufiinus#  loanncs Irenxus.  ioannes Index.   Ioannes Ivellust Angltis^   Joannes Kenerus tamdiu prohibira  iìnr » quamdiu ab alicuius Untvxrfìca-  tis catholtoE facaltatc Theolc^ìca» vel  ju infetìptas  Imperatonim • tc CTfantm vita , cum  imaginibus ad vivam effigìem expref*  n$y donec corrigatur.   Ioannis Fabriciì Montani» Pocmacom  ber»   Ioannis Cerrophìi > Recriminacio adver-  fus Eduardum Lzum Ai)gium. ^  Ioannis Lubicenits » de Antichrifti ad-  ventu » & de Media lud^onrm . - ^   Ioannis Pici Carthadenfìs > Para|dirafes »  & Annotatioocs in Pfalmos»   Ioannis Reuchlini» rpeculum oculare » de  verbo mirifico» ars Cabalidica»  Ioannis Soccri liber » iive epigrammata »  ex variis auAoribus collcaa v  Ioannis Surei » de rerribili excidio Hie>  rofolyrnirarum .   Ioannis Vnnfchelbui^enl>s > de fìgnis &  miracttlis falfìs » & de fupcrftioni-  bus.   lalianiCoIen» de cercirodine grati» Dei»  & làlucis Dodr» craélaius»   A P P E N D I X.   J Acobi a Burgnndia > Apologia ad Ca-  rolum Cxiarem .   lacobi Scbecii liber» de una perfona^  Se duabus naenris in Chrifto •  lannoccius de Mannectis Florencinos d^  digoicace , & cxcellencia hominis , do-  neC emendemr.   Ioachimus fuper citulum iT. de ;are;u-  rande.   Ioannis Baptid» Folengii CommencarU  fuper Epidolas Canonicas San£fi Pe-  m> Se San^i lacobi, Se fuper primaiq  Epiftolam Sanali Ioannis.   Ioannis Bodini Andegavenfìs » Demono-  mauia omnit» prohibetur , Liber ve-  ro de Uvfntblica , A: Methodus ad fe-  cileni liiftoriarum cc^nirionern, randiu  prohibita finr , qnoufiijuc ab Anafore  exporgata, cum appiobatione Magiflri  Sacri Palatii piodicn'nt.   Ioannis Cafì Splixra Civita- )  tis , hoc elt Rctpubltc» )  rciVc T ac pie fccundu-u )   Icgcs adminidntnd» ratio- )    Ioannis Corafìi 'liber, de ) donec emen-  nniverfa brardotum ma- ) dentar,  teria. ; i--. )   Ioannis Drudi opera. )   Ioannis Feri opera omnia. )   Excipittnmr tancn , cjufileii) Feri,  Annotationes » Se Coromentaria in S.  Macih»i , Se S* Ioannis Evaiuclia ,  ac in ejufdem S. Ioannis Epimlain  primam, Rom» recognica, & iropreda.  loanni Fifeherìo liber (liso adferiptus ,  de fiducia I Se mifericorJia Dei.  Ioannis Forfleri , Difiiona-)  rmm hxbraìcum . )   Ioannis Lalamancii Medici,)  exrerarum fere omoiom, )   Se przeipuarnm gcntinm») nifi corri-  anni rario, de cum Ro* > gantur.  mano collatio . >   Ioannis Mahufii Aldemadenn.)   Epitome annocationam E- )  rafmi in novum teflamen- )  cum . )   Ioannis Mattkci Tofeani » Pfalmi Da-  vidis.   Ioannis Mevìxatit Afteofìs. I. C* Silva  nuptialis, donec emendecur,   Ioannis Pauli Donati libeOus de referva-  cione cafuum.   Ioannis Peregrini Pcrroreilani , liber con-  vivilium iennonum . ,   Ioannis de Roa , de Avila , Apologia de  iuribas principalibus , defendeous, &  raoderandis jnhè.   Ioannis Rutbeni , r^l» lo-)  coronsioomiinimum utriuf^i)  leflanenti . }   Ioannis ScapuI» » Lexicon ) nifi corri-  Grxcolatinum . ) gantor.   Ioannis Scbenekdevuini fuper)   Inftit* Commentaria , feu) -  annotationes . )   Ioannis Wierii Medici, libri qutnque  de przfiigiìs damonuro , incancationi-  bus, Se vencficiis.  lulii Cafaris Scaligeri >Coin- )  mentarii in Theophrafhim,) donec e--'   & Poemaca. > roendétur.   lofeph Scaligeri liber de e-)  mendatiooe cemporuro . )  luliani Tabaocii de quadrimlici Monar-  chia.   Inlii Ccifiì (Xrj/iV) vera» Chrifiùmaque  Philofophia comprobatoris » a^oe e-  muli, quinq; Antichrìfii do^rinamfe-  ^uirar per contenrionena , compari  , uocemqoe deferiptio.    Incer-      398 INDEX LIBRORUM    Incertomm Auftorum,  Ubri prohibiu *   I Mperatorumi 8c CxtaruiQ- vit».  Jndru^io vi/ìutiofiis Sayonicz.  Intcrpreurio oomiuam Cbaldxomm.  lorrodu^io pucrorum,  lulii» Dùlogus, aliis AqU.   A P P B N p I X.    Jnc?rtorum Auflorum,   ^^brl prohibiù.   A P P £ N D 1 X.   K Alcndaria omnia ab hxreticìs. con»  fleéU, io quibus aomioa hxrctico^  rum poountur.   AUCTQRES PRIbLE CLAS5IS*    I Magitiet CDortis > cum roedkìM ini«   IT)X .   Index biblicMom imprefi» Colonie ,  icv edibcu Qgenteliaais «    Index re rum omnium» qnz in novp« ac  veccri ccftarDcnco habetunr locupleti!-  fimus» no» cum hebrxorum» duldeo-    turni, ac loUDoruizi nominom incerprc-  latiottCì &c. Vencuis ad figoom fpei .    Index utriufque ceftamenti * penè fimilis  Indici Bibiiomm Roberti Scephani.  InAinici.ones Graromatke > & aliarono  Artium , niil repu^nens »   Infticncio Principù.   loAiturio religionis ChriRiancj impreilà  Vvitebergz» an.   InAruflio, qua vitam zcemaHi obeinebU    mu|.   Introducilo admirabilium antiqua > 9c  moderna • feu Apologia iicla prò He-  rodotoi anno   ludicium t & Cenfura Eedefianun pti»>  rum » de dogmatc » in quibuldam Pro-  vjneiis Septentrionalibus» coopta  taodam. Trinitaictu.. Pomeranus*.   Leo ludai*   Leooandus Culman*   Leonardus Fuchfius.   Leonardus lacobuti Norchu!iaout  Leonardo» Srrobin.   Leopoldo» Dickius»   Lolla rdus.   Luca» Lofllu»   Luca» Chrotek » feu Schrotcyfen * Rti-  beaqueniì» .   Lucim HaCIeneusi vel Hedcctu*.   Lucius Pifxus .   Ludovico»» ab EbcrAain*; t   Ludovico» HcAzer «   Lutheru».   Lyfmaninus .    A P P E N D 1 X,   L Ambertu» Daoxus%   Laooicu» AnxiAurmiu» >  oeck.    a Sturine^    Laurentius Codmann *   Laurentius Ludovico» > LeobocgcAn$    Leonardus PelUcanus» RubeaqutnA$A  Leonardus Schveiglinus..   Leonardus Stockclius.    LcfOnardus VVannundus»,  Leonardus Werner .    Lucas BackmeiAents* Luneburgeuns-  Luca» Mainus.    Luca» Ofiander.   Lucas Steenbcr^i;) Moraws*.   Ludo*    I    Digitized by Google    PROHIBITORUM. 399    Ludovicm BcrqQtnQS.   Ludovicus Evans.   Ludovictis Helmboldus.   Ludovicus LevachcniS} vd Lavatcrius*  Ludovicus Kabus.   Ludovicus Villebois.   Certcum Au£lorum,   Libri prohibiti.   Aorcntii Vili* in fcilCi Jolutione  Conftantmì .   Itcm de libero arbitrio.   Ircm de voluptate*   Lclil Capilupì , Cento ex Virgilio non  nifi cKpur 4 »aiit$ Icgutur.   Lue* flcctinì libcr infcripttis , Oracolo  della rcnovationc della CUiefa .   Luciani Mantuani > annotationes in Cor^  menrum . 1>. Joannis Chryfoftomi in  Epillolam ad Romanos.   Luciani Samolatcnfis , Dialogì , videlicct ,  mors Peregrini* & Philopatris.  •Ludovici* feu Z.aonici Cbalcondylc Aihe-  nien.de origine* & rebus geflis Turca-  rum, libri dccem » Conrado Cl^nerio  interprece, cum annorarionibus.  Lodovici Pultii, Focmaca, ncmpc,Od*,  Sonetti , Canzoni .   A P P E N D I X,   L Anrentii Vali* , annotatione» in  novum Tefiamcnium * òc Ubcr de  pcrfoiu * centra fioechium , nfTì  corrigantur*   Laus Matrimonii , & congcftìo bonarum  mulienim * ex diverfis biftoriis , M.  Perri Lefvandcrt .   Lclii Capilupi Ccntoncs ex Virgilio ,  Roinz anno Domini 1590 . iropreif* ,  |)crmittuntur.   Levinii Lemnii Medici Zi- )   rizei * occulta nacur* mi* ) donec ex-  raciila . ) purgentur.   Lexicon S monis Schardii . )   Ludovici fiorbonii, Priocipis Condxi li-  ter*.   LudoviciCarvajalì. Dulcora- }   tio amarulcntiarnm Eraf- > nifi prius  mie* refponfionw, ad A- ) repurgea*  pologiam ejafdem Ludo- ) tur .  vici Carvajali. >   Ludovici Caftelvecrii » ope- )  ra omnia. )   Ludovici Impetacoris nomine liber fi£ìu$»  contra facras imagines .   Ludovici Vivo Valcmini , annmationct  in $. Augufiinum, nifi expurgentur.    ineertorum Auflorum,  Libri prohibiti.   Amentationes Petti , aufiorcs Ef-  dra.   Lamentatio* A quarimonìa MifT*.   Libcr inl'criptus , de au£ioritatc , Of-  ficio > & potcllate PartorutD Ecclefia-  fiicorum .   Libcr inicriptus > Anguftini , A Hicro-  nymi Theologia.   Libcr infcripius , alcuni importanti luo-  ghi , tradotti fuori dcM' Epifiole latine  di M. Francefeo Petrarca , Ac. con  tre Sonetti funi , A xviii. ftanze dd  Bernia avanti il xx. canto* Ac.   LibcHus aurcus quod fdola. Ac.   Libcr infcriptu» Baniccnfis Ecclcfi* cur  MilTam » Ac.   Liber infcripms. Bulla diaboli • A£.   Libcr infcripnis, capo finro.   Libcr infcriptus» de corna Dominica.   Libcr infcriptus , confilium de emendai^  da Ecclcna.   Libcr infcriptus* confilium PauSi III. da-  tum Imperatori in ficlgis cum Eufe-  bii Pamphili pia expUcarione •   Lilier infcriptus delle commìflioni , A  facoltd che Papa Giulio 111. ha dato  a M. Fatilo Odcfchalco.   Liber infen^us * de difciplìna puerq*  rum , rcetdque formandis eorum Au-  diis, A monbus.   Liber infcriptus. Dottrina vcriffima tol-  ta dal Capitolo quarto , a’ Romani ,  per confolare l’affiitte cónfcicuic*   Libcr infcriptus , Cur Ecclefia qbanior  Evangelia acceptavir.   Libcr infcriptus , de emendatione , A  corrc£h‘onc Aartis ChriAiani .   Libcr infcriptus , de genuino Euchari-  Aiz negotii inccllc£Iu, A ufu » ex ve-  tuAiflìmis orthodoxorum Patrum li-  bris , Ac. ^   Liber infcripnis, de falfa religione.   Liber infcriptm , de fatis Monarchi* Roma-  nz, fomnium, vacicinium Efdr* , Ac.   Liber infcriptus , la Forma delle pre-  hiere EcclefiaAichc , con la maniera  ’ammìniArar* i Sacramenti, A cele-  brare il matrimonio.   Liber infcrìpeus , de Gratia A libero  ejus, vclociquc curfu.   Libri Hcrmetii Magi ad AriAntelem *   Libcr infcriptus , llluAriffimi A potcn-  liffimi Senarus populique Angli* fen-  cencia, de co confilio.   Libcr quod Paulus Epifeopus Romantis,  Ac.      Libcr     i    400 INDEX LIBRORUM    Liber infcrìptut. Miliraiuis, Occ.   Liber micripcu» » Nicodcmus de paflìone  Chridi ,   Liber in(cripiu$ 1 opus IHuflriffimi $c  ExcclJtnfiffimi , icii fpcftjbilis vy-i  Caroli Magni > &c. coocra lynodum ,  in partibus Grzcix 1 prò adoran*  vis in'>agmibus Aoliddj five atroganter  gefta cA .   Xibcr inlcriptus j in, orationem Dominio  cam, &c.   4 lbcr infcriptiu » in orarioncs Dominio  cas faluberrimx » & lanf^inìrox medi»  tariones « ex 1 U>. oacholieorum Fa-  trurn , &'c*   Liber infcriprus « Lettera di N. ad uno  Ambafeiatore di Papa Giulio HI.   Liber infcriptus , Fauli IV. Papx Ronaa*  ni ) EpiAoIa confolatoria 1 & horcato.  ria ad fuos dilcflos filios .   Liber inicriptus» Poiirificii oratoris lega*  tio I in coflvencu Noribergeniì .   Liber infcriptus , de providentia Dei .   Liber ioferipm , de facerdociot Icgibtrt,  & ^crificiis PapXf &c.   Liber infcriptus t delle Aatuc 1 & itnagU  ni I &c.   Liber infcriptus » in Aaruì > & digniraci  ^clcliafticoruto t m;igis conducati ai-  flaictere rynodum Nationalern * piam «  flcliberam» quamdecemere bello, &c.   Liber infcriptus» de vera dìAèrentia re-  gie poteftatii, 9 c EcclelTaAicx •   Liber iaferipnK » de vita juvencutis in*  Airuenda » reoribus , Se Audiis corri-  gendis ,   Liber inicrìpeu « de unitale Ecclefia*  ftica.   Licanix Cermanorom.   Loci coreiDunes , de boAli operibus , &  de potcAare EccleAaAica.   Loca inlìgnia .   Loci infigniores.   Loci omnium ferd capiruro Evangelio-  rum «   Loci utriufque teftameari .   LnÀi ChriAiana .   Ludus PyramiduiQ»   appendi X.   L Exicorv Grxcum novnm » Genev*  imprciTum.   Ljbellus A. P. C. trai^ans rudiincn*  r.t Kcligkmis.   Liber qui infcribicur.afla Conctlii Triden-  tini anno i5'4^. celebrati .una cum anno-  rarinnibuspiis» & lcC>u digniilimis.  Liber Anonymt cuiufdam, de repugnantia  do^lrinx ChriALmx.    Liber Infcriptus, Annatx, caxatlones Ee-  clefiarum , & Monafteriormn per uni-,  verfum orbem , ab hxrcticis adverfut  Anniras confcriprus.   Liber contincns articulos reprobatos a  faailrarc Parilìenn , conrra do^rinam  S.I Tbomx.   Libri duo , de laira , Se vera unius Dei  Patria , & Fitti, & Spirimi San^i co-  gnitione , au£IorÌbus ininiAri Eccle-  narum confcnticittium in Sanuacia»&  Tranfìlvania.   Libelius de Concordia Ecdelix.   Liber de Convento Haganoen.   Liber infcriptus, Crux ChriAiani, cuoi  qtiibufdam annocationibus , in fandium  Hilarium.   Libri dece CD annuloram » quaruor fpe*  ^lorum , ihiaginum Thobix , imagi*  oum Ptolomxi vitgìnalis clavicola Sa-  lomonis .   Liber infcriptus, Dìalogi fieri.   Libri infcripti , comra diccam Imperia*  lem Ratisbonen.   Libclluf infcriptus, dedrgna prxparatione  ad Sacramcnniin EuchariAix.   Liber infcriptus , de divinis Se Apoftoli-  cis tradttiontbus.   Liber infcriptus, Genefìs, cum catholid  expofirione EcclcfìaAica , idcA, ex U.  niverfìs probatis Theologìs , quos Do-  minut futs Eccleriit dedic • excerpta l  quodam verbi Dei ininiAro , diu, mul-  nimque inThcoIt^ia verfatos, live Bi«  bliothecicxpoI'tioniiraGencfeos, ìdcA,  expolìtio, ex probacis Thcologis, quoc-  quot io Genefim aliquid fcriplcrunt .  collcfla , & in unum corpus Angulan  artifìcio confata , Ac.   Libelius intitularus de Jefu ChrìAo Poo>  lifìce Maximo , A Re» fìdelium fum-  mo, regenre in Ecclcfìa fanflorum.   Liber qui infcribirur , IlluAriffimi Prìn-  cipis, ac DD. Joannis Friderici feam-  di Ducis Saxonix , Ac. fuo > ac Fr>  trum D. Joan. VVilhclioi» A D. Joan.  Friderici nani junioris» nomine, lolida  confutatio , A condemnatio pnrapua-  rnm corruprelarum , fe£Iariim» A erro,  rum, hoc tempore ad inAaurationem, Ae.   Liber qui infcribinjr, Interim, anno  edirus.   Liber qui infcribiiur , Libelius ApoAolo.  rum nationis Gallicanx cum conAicu-  tione lacri Conctlii Baniecnfìs.   Liber contincns doftrinam adminìAraeio-  nem Sacramentouim , rirus Eccle/saAi-  cos , formam ordinactonis conflAorii,  viAtacionis fcholarum, in ditione Prin-  ciputn, A Dominorum D. Joannis Al-  berti ,    Digitized by Google     PROHIBITORUM. 401    berti , ft n. Hulderici Fratnim 1 Du-  cum» &:c  cimr in dieCorpori» Chriftì.   Liber iorcriprwS» Ordo baptizandì iuxta  rirum fin^z Renunz Eccicliz» Vene*  tiis Apud Joaniwm Guirifcuiii » & A>*  cios» anno 157;* nHì corTÌ|atur.   Liber infcriprcH » de officio pii » & pa-  blicc cranqailliraiii verè amarnis viri,  in hoc religionit diffidiot fine auAo.  hs nomine» Se alias ab eo» quero fob  Mdem infcripeione compoTuic loannes  Hefielz DoQor Lovaruenfis.   Liber iafcriptus> de petfecutione Bar-  barorum .   Liber infcrìptus, prò libertattf Ecclefiz»  Callicanz» adverfus Romanam auUm  defenfio farifienfis curiz, Ludovico  XL Gallorum Regi quondam chiara »  qui circumicrrur cum rra^am Duarr  ni de S. Ecclefizminiftcriis; ab eola-  tinus   Liber infcriprus» de protrabenda vim ul-  tra vigintiquinqiie annos.   Liber Pfalmorun) Davidis, cum catho-  licaexpofirione EcclcfiaAica» iinprcfii^  per Hcnricum Srephanum» annoi^as.   Liwr inlcriptus» que regìa potefias» quo  debent aii-f^ore folemnes Ecclefiz Con-  ventus indici» cogique, &c.   Liber inlcriptus, de Regno ,Civitare. Se  domo !>j, ac Domini lefn Chrifti.   Liber in  quod fit homiiii moricnci Buxi-  o)um foUiium.   TbuK) lU    AUCTORES PRIME CLASSIS.  M    M Arcellus Palìngenins» Srellatus.  Marcus Anconius Calvinus.  Marcus AnroniasCorvinos.  Marcus CordeJius» Torgeofis.   Marcus Ephefinus .   Marcus Tilemann. Heshufius.   Marfilius de Padua .   Martinus Ko» vel Martiniko.   Martimis Borrhaus» Stugardian.   Martinus Bucerus.   Martinus Freflhus.   Martinus Lurherus.   Maninus Meglio.   Martinus Oftermineherus.   Ma. tinus VVolphius .   Mitthzof Albems» vel Albertus;  Matchzus Judex.   Matthzui Phylaigyras .   Macthzus, qui Se Afiarcius Scofier.  Maithzus Zelius*, Keifefpergenfis » vel  Kiferpergen.   Matthzus Zifer.   Matthias Fhccus, lliyricas» vel Flavios.  Maturìnus Corderìiis.   Maximilianus Maurus.   Melanchton .   Melchior Ambachius.   Mekhior Clinch» vel Mlinch.   Melchior Hoftnanaus.   Memnon Symwi.   Meoardu^ Molchcms. ''   Michael Celarios.   Michael de Cxfena.   Michael Kothingius.   Michael SchuJ(hejs «   Michael ScIIarius.   Michael Servccus.   Michael Toxica.   Milo Coverdale» Eboracenfis.   Morlinus.   Munccrjs,   Murnerus.   Munfteros.   Mufeuttts .   Myconius OTvaldiis;   A P P E N D 1 X.    fF Agdalena Aymairus.   I^Y I Manfon Anglus»   *** Marcus Andreas Falkehenbergerus.  Marats Blcumlerus» Tigurinns.   M. Marcus Mennigos.   Martinus Agricola ^   Martinns Crufius.   Martinus Faber*    Eeé    Mar-     402 . INDEX LIBRORUM   Martious HcMingus. Mafluccìi Salernitani > Novell*.    Martinus Hofmann.   . Martinm Kemnìcius», vei Chemnìtius.  Marcinua Lochandrus» Gorliceniìs» Sile-   >Iartiniia Mollems». , .   Martinu» Morlin..   Martinus Salbach..   Martìnuv Schalincius ». Farens ..   Matihaus Bcroaldos . '   Matthaus Chcmnicius.,   IMatthanis Colfebui^ias ..   Mattharm * fca Matthias , fireflènis^  Matcharus Huttenus  Macrhsus Ludtke.   Matthzus Veghel.   Matthzi» VVeflenWccìus.,   Matthias Bcrgius, Brunrvicenl!s «.   Matthias Ebcrhart.   Matthias ErbiuSi aor ErbeBUs» «cl Hfi>  beous*.   Matthias Ludccus..   Matthias Ritter.u  Matthias Schneider*.   Matthiav Tinflorius..   Matthias Vebus.   Melchior Bifcoft'.   Melchior Ncofarius..   Melchior Socket.   Melchior VVildiua-  M. Mento..   Mcrterus. Mentrius adverfm BalearÌMm,  Epìfccotm   Mercdirn Hanmerus.   Michael Aichlerus ». vet EychlerUs..  Michael Czliits.. -  Michael Dilerus.   Michael DincUus.   Mtcbael Hagenx» .   Michael Hampclus .   M. Michael Hcnnig». DreUenfis».   Michaet HcrmaoBus..   Michael HimmeU  Michael Mclllinus.   Michael Neaoder». Soravienns.   Michael Rennems,   Michael Rcnn^crus, Anelus.   Michael Scrmiua» Danii^anus..   Michael ITraniui.   Mintts Cclfus.   Moyfes Pclacheras-   Ccrtorum Auflorum,   Libri Prohibiti.   M Arci Pagani Carminum 1 iber»cuius  tituluv cR Tiionfo Angelico.   Et airer qui dictrar. Sonetti di-  verfi di Marco Pagano.    Merlini Angli liber» tobreurarum predi-  fUonuxt] •.   APPENDI X..   M Accaronicortira opus » Merlini  Coccaci» Poet* Manruani» nifi  reporgatum fuerir.   Mahomcris Saraccnorum Principis» c/uf-  que fucccnòrum virar,  icem Alchoran» cum. przfatione Mar-  tini Lutberi.   Martini Eifengrenii Traflarus A;h>Ic^..  ticus, de certifudine grati*, prò ca-  none xiii,. fcfT. 6, Concilii Tridentini.  Martini Martinez Cantapcrrenfis » Hy-  pocjmoTcon* liber, ruTÌ fueric ex ìti>  prefiis, ab anno i;Sa«.   Melchior Klingius, in praxipuos iccun-  di libri Dccrctaliom Tir. 8c in ìnRU  tmiones Juris Civilis.   Michaelis Carranzz, annotano macina*  lis, ad D. lldcfonfum»   Au(ftorum incerti nominis.  Libri prohibiti.   M ^nicra di tenere ad infegnare i  figliuoli Crifiianii  Margarita Thcologica.  MacrimoniodelliPreti» &. (ielle Monache»  Medieina anitn* »   Meditaciones in Orarionem Domìnicarn.  Meditationes, Se prccationes pi*, aJmo-  modum uciics, Se ncceffari* , prò for-  mandis» rum confcicniiis* cum mori-  buftcleOonim.   Mccaphrafcs Epifiolarum SaOi Palili »  ad communein Eccicnarum concordia.  Mcchodi facr* fcripturz » Thoini duo.  Mcthodns» in przcipuos fcripturz divi-  nz locos.   Microfynodus, Noribergenfis .   MiniRrorum Verbi Argeotmennum admo-  nitio, ad miruftroi Heivcticos.   Modo di tenere ncll'infcgnarc , e nel  predicare al principio della Religione  ChrlRiafea.   Modo, e via breve di confotire quelli,  che Ranno in pericolo di morve.  Modus folemnis , Se authenticus ad in*  ^uirendum, &c.    AP.    Digitized by Google     PROHIBITORUM. 403   appendi X; appendix-    M    “ArpaTÌtji Paftonim .   Mcdfciiu aniiDZt prò fantu fi*   ‘ mul & zgrotis indaote morrt^   Medicina anitoa adjunfia ima^inibm  nK>njs ^   Medicina animai cam hi»   ^uam ()tti adverfa corporis valetudine  prillici fune» |n moru a^ne, & ex-  tremis bis periculonffimù cempocibusa  roaxmè nece&ria quÌ-«  bus Dominica paffioois myftcìiuni ex^.  plicatur.   Methodica Juris uinur^ firadi(io.   Minbllis Libec^   MiiT.t Hvangeh’ca.   MifTa Latina, qua olim ance Romanam  circitcr annnm 700. crac,   Modiu confitcTidi » & ipodiii oraodi ,  prout impreffie Polccus*.   Modus orandi . 6 c conficendi .   Monumenta (^iorum Patrum » ortho.  doxograpba , hoc eft «  croTan£te, aciincerìorìs Mei Dc 2 h>res ,  numero circiter ofloginta qiiinque Ec>  delia lumina, au£^ores partim Oraci,  patim Latini, BaTicIa 1 jtfp. nifi enKA-  dencur .   Multi integn loci facra Do£hioa, vetq-  ris, 6 t novi teftameoti, ex Hebraa ,  & Graca lingua, inLatimuo, &Ger*  manurn lermone crauslati*   AUCTORES PRIM^ CLASSIS.    N Atalis Torneerai.   Nathan Chythraui,   Natbanacl Nc&kius, ideft Theo-  donis Beai.   Nicolaus Bioccitis Ludima^ftei 1  denits.   Nicolaus Bocerus, Brugenfis.   Nicolaus Cancerinos.   Nicolaus Qoeltanitis.   Nicolaua Collado.   Nicolaus Erbenius.   Nicolaus Florus.   Nicolans Griroaldus, , — • •   Nicolaus HemmiMim, v«l RewngiM.».  Nicolaus Jagenteu^.   Nicolaus Leflerus.   Nicolaus Opton*   Nicolaus Rndingenis». .   Nicolaus Sfkcpi^tts.   y» A   Cer forum Auflorum ,  Libri prohibiti .   N 'colli Clemingi». opera illa oik  rum modo permicti pocenmt,qua  .uxtt cenfnras Patrum deputatorum ,  emendata excudentur.   Nicolai, Franci (Jacmina . conua Pecnim  Arecinum.   Nicolai Rodingi cahonitio ad Ccrmat  niam .   Itera Pradicationes carmineconfcripta.  Nicolai VVinmanni Colymbcfcs , fivp  de alte naundi , Dialogus .   APPENDIX.    N icolaus Amldorfius*   Nicolans Balingius.   > MicotausBorbootus,Vandoferanus»  Nicolaus Bryl'ng.   NicoUus de Cilibria.   Nicolaus Caltilim.   Nicolaus Galeats^   Nicolaus GaVus.,   Nicolaus Gcrbellifii.   Nicolaus Herforde» Anglus*   Nicolaus Krompach.   Nicolaus Macchiavcllns.   Nicolaus de Pclhrtimorv. .   Nicolaus Qitodus.   NicoUus Rhadivil, Palatimis VVilncfii  Nicolaus Ridlaus.   Nicolaus ^eubellius.   Nicolans belnccccrusi vcl Sclneckerps •.  Nicolaus Scorckios.   Ni^laus Udall, Angkiv.    N Vtalis Bedc, liber confeffionìs.   Nibulus ThclTalonicenlìs , contri  PP. Aliis Illirico lupponcos.   Incertorum Aui^orum,  Libri prohibiti.   N Omendator infìgnium fcriptorum.  Notoria anis» opera omnia ^  Nera vera Ecd»a.   appendix.   N \rtatio* eornm , qua conrigcrnoc  io> Patria inferiori, anno  Nccromanrìa opera , & fenpta  omnia.   Nova gioita ordinaria , doncc metiora  Dominus , &c. fivc io Evangclium,  fecundum Matrhaum » Marcum , &  Ecc ^    Jàm Ik    404 INDEX UeRORUM    Lucam. Commeruariij obicun^ue ixu.  prtfli ferine   ^oy* prccationc) I. ex optimis, quibuT*  qu? Tcriptis» przcìpaorum noftri fzcu»  1 1 Thedogpruro .   AUGTORES PRJMH CLASSIS.,   O   O EcoIompailius joannnes.^   Onholphus Marolc, Frànnis,  Olìandcr Andreas.^   Ofualdus Myconius.^   Orbo BrunsfclHiis.   Oiho Cerbems Pabergen.,   Otho H?nricu5«.   Otho Vfncriw.   Otho, VVcrdmiiferus.  pthoncllu^ Vida»   A P P E^N D I X.^   O Siande? Lucas.^   Oiiuldus Betus.^   Otho Gryphius.Gparinas Cattin»  Otho Wiflcnburgìusjfivc Luroburgenpa  Otho Zander.   Q/cnus CuntCTUs.^   Certorum Auftorum^   Libri prohibiti ,   O Gerii Dani Fabulz.   In OviJii Mctitnorphofiros Jibrosi  commcncaria , fivc cnarrationcs al.  Icgoricx» veJ tropologie*   A P E N. D I X.   O Limpì* Fulvi* Morate, Dialogi,  Epiilolx, & Carmina «    ^ APENDIX.   k Prima ratio conponendxreligiocuii  I quz fict   ' Opas magni lapidispcrLocidariam^^   Orario I^minica,. cum aliis quibofdam  Precatiunculis grxcc ctim latiua ver*  Hoae, è regione polita, quibus adiun-  ^um cft Alphabetum Grzeum .   Orario Ecelenarum Germanie, ac BeU.  gix fub, &c.   Orationet Furtebres, & Epiccdia, per  Tomos diftinOum opus»   Orationes Fimcbres. de hxrccicis habire^  ccrtis romis imprdre«i^   Ofdo Ecclcfiafticus , circa' do£lrinam ,  Sacramenta, & Ceremonias, in Du-  ca ru IjluftriffimiDucisBavarie Frideri*  dorus«   Pcirus CUrke.   Petrus Dathenus •   Petrus Dilleras.   Petrus Dc^inus.   Petrus Qcdulcig, (ea Pati'em«   Petrus GU(fet^   Petrus Hafiùius.   Petrus LandsbergiuSf vel Liodemburgìus «  Pccruv Palladiusii.   Perros Pateshul . t »   Petrus. Panlas, Nochtefterus.   Pernii Ramus*   Petrus Kinavvs*   Petrus Scatorius«   Petrus Trevver,   Petrus Vvaremborg, ab Alcenkircfiea.  Pcims Vvartei, vel Vattcs,   Pctrm VVirth*   Philippus Deibrunerus.   Philippui Dirixfon « qui fuot ^tukaptlf-  m fmut ferlìiit lìuTÌs « T« i>.   Philippus FcKìqìus*   Philippus Gcrrarde.   Philippus Neibronnerus^   Philippus Kcifer.   Philippus Lontcerut4  Philippus Marbachius.   Philippus ie Marnix> Domlnut de 5* Hd~  degMia ,   Philippus Merziliust  Philippus Momrus, PlelTeui.   Philippus NycoU  Phili^TpQs Rufticns.   Philippus VVagncnis,   Pilkioionios Preudoepifeopus , Dunil-  menfis .   Prinius Tuberus Carmqlanus.   Procopius Lupacius .    Certorum Auflorum,   labri prohibiti*   P AuU Dolfcit pralrerium» Grzeo cat-  mine ver{uiD» cum prxiacione Phi-  lippi Melanchthonis .   Pccri Aretini, opera onmia*   Petri Lignzi, Parabola.   Tetri Mofcllani , Protegend , Pedalogia  in puerorum ufutn confcripea.   Petri de Virea, PercgriaatioHicnifalem*  Philipp] Catti , liber adverfus Heaticum  Bninrviiceni'em*   Pogii Fiorentini, Facetiz*   Polydori Virgilii, de invcnioribus rerum  liber, qui ab hzrcùcis au£lus , & de.  pravatus eli.   Rotopzii Barbz , liber deSccrectsNaturz,   APPENDI X*   P AnopIia omnium il!iberalium , Me.  chanicarum, auc Sedentariarum ar-  tium,cucn imaginibiis «sudore Har-  caman Scoppcro» NovofofCD/ì,Norico,  Fran((qjti adMxnum ijdS. donec ex.  purgetue,   Papyrii Madbnii, libri fex, de vitisEpi.  feoporum Urbis Rotnx, nifi hicrit ex  corrc^is, abaudore, cum approbatio-  nc Maeiftri Sacri Palacii .   Taraphraus Cornclii Chaidaica , ìa facta  Biblia .   Tauli Diaconi hiAoria , impreca Badler  nifi delcarur epifiola, qux habe>  tur in ejus principio , quz clè , no^  probati Auaoris,   Petri de Abano, opet^CeomaDtix, &e)or.   dcmdcQinnì genere divirutionÌso}>era.  Pccri Fcrmandca de Villegas, Archidiaco*  ni Burgenlìs , Flofculus Sandorum.  Petri Gunchcri , Rhetorica, nifi expurgecur.  Petrus Pomponatius , de Incantacioitibus.  Petri Romani, Circulus Diviniiacis.   Ferri de Vineis , Querimonia Friderici  Cecundi Imperatpris«   Polydori Virgilii, , de invenroribus rerirni  liber, RoinzjulfuGreg.XIII. lyy^.ex.   puigarus, 6c excufl'us, permittitur*  Pofiillz Draconitis, per annum^   Pradica Mufica , Hcrmanni Finehii .  Przfaclo JacobiHarcelii, in quìncjtuginra  Comicorurn rententiasGrzcolacinas.  PCUmi aliquoc Davidici , per Hcnriaim  Stephannm , & quofdam alios, Grzeo  carmine rradudi «   Pfalcerium Hebrai ant Apoftolic* Sedi ■  quoniodoc'jnque dctrabatur .  falquilliB prpfcriptua a  cibo.   Pafqitil'n Scmirocta.   PalquiUoruin . Toroi djiOc  Pàiquim> ti Matphofii Hyninui in PaiW  IniD III.   Paffio Martini UthetJ , fccundinn Mar-,  celluin., '   Phalarifmu» c '   rhralca {acri Scriprai» . quandiu eapn»-.  gara non hictint atqtie ab Inquilìto-.  ribuJ Gencr.ilibui racojnlw.   Pii, St Chriftiani Epiltoli ciiiuldam fer-  vi Jefij ChriiU , de file, operibui, !c  charitate.   Pracationum aliquof , tc piaruin Medua-  ciomim t Enchiridion ^   Pfccationit Biblici.   Precationer Chriftiani , ad miitationet»  Pfalmorum. ^   Precationcs Dominici, Griphn.  Precaiionn Pfalmomm , per )oanncni  Hombutgiuin latinirate donati .  PrteedenK all' Apologia della Cooteffio-  ne VVittcmbcrgenlc.   Pioceirns ConfiAorialia , Martini Joann.s  Huls . -   pliltcriam ttanrlationia veteris , cum no.  vq Pnfatione Maitiai Luthcri .   A P P E N‘Ì) I X-   P Aralipomeno* .ómniam i^in me-  inorabiliuin a Fridenco Secmido ,  ufquc ad CirolutnQuintnm, HiKo-  tii Ahbatis UfpergcnIIa, per qncndara  fiudiolutn. annexum.   Patquilb «latici, feu nuper icoalorcver-  fi, JctebttS patrim fopena, partim in-  rer homin» . in Chriftiana Rel.gione  paffim hodie controvetlis , cnm Mat-  phorio Colloquinm .  pjqnilll iDinufcriptl ,   Santìwt aucSicrannciKJS» autCatholic*  Ecclefiz 1 & fjui caltui » aut Apoftolic*  quoraoèxunqac  de Todygncoo..  Ricardus VVick.   Ról^rcus Anglas.   Robenus Bonnes.   Robertus Baus.   Robcrtus a Moshaim •   Robertus Stephanus.   Rod NajaI •   Rodulphus GualceniSf Tigurinos.   A P P E N D I X,   R Einerius Rcìneccius, Sceinchenms •  RcinhoMus Marcaaus, VVcftpbav   Ricardus Coxus »   Ricardus Fcums.   Ricardus VVyfe.   Robcnfonus Bangareufis.   Robertus Crovuicyus .   Robertus Hornus.   Robertus Recordus.   Robertus VVakefelde.   Robertus VVarfwius.   Rodulphus Hofpiniatms.   Rodulphus Lemanus.   Rodulphus Ladolif.   Rodulphus Sncllius.   Certorum Auflorum,   Libri prohibitì.   R Aymundi de Sabaude, prologus in  Thedogiam naturalem.   APPENDI X.   R leardi Dìnothi, de re- ) doneccor-  bus , ic faftìs inemo- ) rigannir .  rahibbus , loci com- )  munes Hiftorici. )   Et eiuiilcm Adverfaria Hiftorica.  Roffcnll falfo adferiptus, liber de fiducia j  & mircricoriia Dai.   Inccrtorum Auflorutn ,  Libri prohibiti.   R Aeio bcevìs , facrarum tramanda*  nim Cancionum .   Ratio , CUT • qui coafeflìoneiD    At^iUnam proficenrar» &c.   Ratio , Jc Methodus coniblandi perieli*  losd decumbences , &c.   Receptacio omnium figurarum focrx Scrì-  prnrsr.   Reformacio Ecclefia; Coionienfis,   Regis , & Senarus Anglici fententia de  Concilio , quod Paulits Epifeopus Ro.  roanus Mantuz fiiturum fimulavit.  Reftitucionum doftrtnar, &vit*Chriftia-  n* libcr, per Monafterienfes Anabapri-  ftls edicus.   APPENDI X.   R Acìo } & forma pt^lice onndi  Deum, acque adminiftrandi Sacra-  menta in Anglofum Ecclcfia ,  qus Ceneya coHigirar.   Rccanrario de inferno .   Rerum ìnGalUa ob religionemgefUru^n^  libri cres.   AUTORES FRIM£ CLASSIS .   S   S \pidus Poeta.   Sclaperus.   Schnepplus, vel Sehekias-  Scbaldus Hanrencius.   Sebaldus Hcyden . ’   SebaUianus CalUlion. * •   Sebaftianus Francus.   Sebafiianus Frofchelius.   SebaBianus Lcpufculus.   Scbaflianus Meyer.   Scbailianus MunAcrus.   Servetus Hifpanus.   Simon Grytmis.   Simon Heilus.   Simon Mufzus.   Simon Saltzenis.   Stephanus Dolecus .   Syven Kfeidius.   APPENDI X.   S \daeIIns Antonius «   Samuel Fifcher.   Samuel Hebelus.   Samuel Ncvuheiircr.   Samuel Radrrpinner .   Siwìct VVigormicnlis , PfeaJotpifcopu» .  Scamblcnis Pctroburgtniis , Pfeudoepifeo.  pus .   SebaAiaoat Figuhis.   Sebafhanus Henriepetri.   Sebafttamis Lupulus.   Sebaftianqs Sperber .   Seba-     t    \    408 INDEX UBRORUM    Sebafliinus Spradler^*   Sjc^irìdtii Saccus.   Sigirnundus Suevui^   Sinicn Cn»iliccvus^   5iincn Mej'er*   SiiroQ Pauii» v(l Panhis STcrineofisi  Shnon Sidenis*   Slmnu Simoniiu.   Simon Snc^derus.   S»ni!> Wi. òatniciiK.«   Sicpoanu-» Gerbchtuv  Srrphtf-iut de Malefcot,.   Srr; hanui Rcich».   Stephaons Szcgcdimis*.   |tc^’i-unus VVacker4   Ccrtorum Au^orum,   Libri prohibiti.   S Tgibcrtì libcr , centra Papam Gre-  gorium t & centra Epiftolamr Pa-  fchalii Papx.   Scraphini Firmaiu Apologia» prò Bapti*  Aa «ie Cremai   (tephani VVindonieoAs Epifcopl > l lionec rcpuigaca fuerìc.  Scephani Lindii EpiAoU ». de Magù  Arata» & MifTa*.   Svidar Hiftoria » nuper Bafitec imprcHa ».  ^uaiodiu annotarionci oMiginalcs » &  indicci» emendeatur.   Incertorum Auflorum,  Libii prohibiti.   S Cholìa in EpiAohim Paoli 111. Pon>  tiftcì* Maximi.   Script! quxdam Papx, &Monarcha«  rum > de Concilio Trideotiao &c.  Sentenrix piieriles.   Sernaones Convivalea.   Sermoaes ite proviJcntia Dei .  Similitudinnin , & DiAìtnilicudinum libcr.  Simplex» &' foccinOm oranJi modus.  SimplicifISnu» & brcviiTima Cathechi(mi  expofitio.   Simulacri, Iftorie, e Fignrc della Mone.  Somnium, & Vaticinium Efdrx , de £a-  ti& Monarchix Romat:.x .   Spcculum exeorum , ad cognicionem E-  vangclic* vcriiatis^   Swermenica Doflrina.   Somna totius Scriptur^.    Sammarinm Scrìpturx»   8umro| in Smaragdum > Aipcr Erange.  lia » &: EpiAolai totius ann> . ram Ce-  paratim» quiin nna » cuna ipfo Au£lo>  re impreifa.   Snpplicacio quonmdam , apud Helvcrios  EvangelìAarum » ad Epifeopum Coo»  Aanticnfcm.   Supplica loerortazione, di nuovo mandata  ali'tfìvittiffimo CeCarc, Carlo Qpinco.  Suppucatìo aonorain Mundi.   Syncrama clariflrmoruin virorum ,  cugina*  le pcccarum dcpuigentes» Ac.   Stateri PruJtmuiti •  grracagcmaca Satbanx.   Summa piuioris doflrinx »pcr M3   fes» adCallicarn EcclenatiuntiVa, ^c.  Synodus Sait^ioruni Patrum * c«>nvocara  ad cognofccndam , & dljodicandam  controverAam » multos jam annoi £c-  cleAam ChiiAì gravilGmc cxercemcm»  de majcAate Corporis ChriAi»   AUCTOKES PRIMA CLASSIS.   T   T HeobaldmCerrachius» Billicanui*  Theodorus Biblìander.   Tbonui Blaurems.   Tho.    Digitized by Google     PROHIBITORUM. 409    Thomas CramnerM.  homas ab Hofen .  homas Munccrns.   Thomas Nec^eorgius^   Thmnas Plaitcnis^   Thomas Vcnatorios,   Thomas VVolphius.   Titetmanus Heshu^us*   Timotbeus Neocorus*   A P P E N D I X.   T Halounnos Beaedi6his.   Thcodoricns Scheneppius .  Thendoms Bcza^ VcxcUnS\  Thcodorus Ncc^eofgus .   Thcoioras Sneppius.   Thcodorus Zuvingerus*   Theophilus Bfidanus.   Theophilus Frcurelìus*   TheopbraAus Paracclfus*   Thobias brmon*   Thomas Bcconus.   Thomas Carcuvzightas ^   Thomas Copperos.   Thomas CprbcM*   Thomas E^nta .   Thomas Eraftui.   Thomas Gotctsf»nhi»«,   Thomas Gybfooas p  Thoous Leverus.   Thomas Pavjpell.   Thomas Scndbachiu» veL Seltbachliii é  T homas Swinercon. ^   Thomas Thanhoinmi  Thotms VViJfoflui,   Thomas VViftadias.   Thirootheus Kfrclmerus,   TriAramus* RevcU^   Ccrtorum Aué^orum ^   libii ^rohibitt*,   A P P EN D I   T Argpm , hoc Paraphnfis C^-.  oeTii Chaldaica* in facra Bibita ^  ùuc^cete». Paulo Eagio.  Tbeacnim vitaebumanx» prlmunta Cou«  ra^ LicoAhena: Ru^aqoepfi inchoa»  deinda a. Theodoro Zvringero  aUolucum» cuitifcnaqae fit iroprtìfio-  ais» nifi corrigarur.   Thcodorici Nemicnfisi vel' a Niemen  Hiftoria de Cchiiinaie,   The^nna lioeua Grece» )   Henricì Srej^ani . )   Thelaun» Lingue Hebraice > )   San£h Pagnini » aufVtts  opera omnia «   Incertorum Auftorum,   Libri probibiti.   T Halmud Hebreorym» eiulquc gl  fumma sotius icripturevetcris,Se  novi TcAamcod > altera vero de  dccem Preoapiis^   Theologorum VVitebergenAum vera» 8 c  folida rcfuaauo» duorum libellonim  lefuiramm •   Threnodia Ecclcfie Catholiee» ad Chrì-  ftam ^ponfiimv fwim ^   Triumphi Aoonmmcw»^ Ir jfde GhrtAi»  in cotlum afeendentta coilado.   Turco grecic libri ofio,Bafilee impre{«  fi 1584. donec corriganrur. •  Turingtcoiiim exolun) rdponfio.   Xotini Belgica > Urbium» Abbaciarum»  CoUegk>rufu. divifio» ad opprimendum  per novos Epiicopos Evan^iium» 8 k^  fine nomine Ao£mNs ccafiurc » impref>  ipris». Se loci..   AUCTORES FRIhl£ CLASSIS.,   V   V Adianus )oachimtts-   Valerìus Anfelmus Ry 4 '   Valerius Philarcas.   Vareroimdit» Loitholdus.   Velcurio*   Vergerius^   Fffi Vi    Digìtized by Googlc    410 INDEX LBR.ORUM    Vi£loE di Bonkaaxi ve[ de Bordcns. .  Vi^ormus. Strigqlius.   Vincentiut Obibp«t»«   Virctus. Petras.   Y i r i I iog4>Sjfìye Brenti us>.  yito$, T^codorus.. . ,   Virt» Vvif«pin$v i ^   Vlricus, Scuderius ,,   Yltictt* VeknuSf Minhomenft., ^  Virila* 4c Vvitera. ' |   Vrbamn Rhegitti..   YVendelinusi ab Kdbach.,   VVcnriclaaJ Linck. -   YVefelus» live Balilias CroeningenCs.,   VVcfphalus Ipa^imus*.   VVig^us óro^er*   VVilhidmus Hefenos.   VVlIhieliròs Ibadcnlis.   YVolphapgus FabrUius, Capito •. ’   VVolphangos Mater.   ^VVolphangus Meufd » ;   V Volphatigtts MuCcuIub  VV olphangus Uuce#/   VVolpIungus Rupercus.   VVolphangus VvaUaenn^  yVoIphan^ VvtlTcn^burgiis^   A P P E N D 1 X..   ‘ -1 't i /   V Alcntinos Eryihwus.   VaknKinuv Frottdorfiuiv  Vaicntimis. Cìreflérns^ . a   Valentinus HeiLind^ r .   Valcntijius Hefenenu^ .. f.. ‘   Valeatinos MecckcK* / / •••   Valcmious Schacbtiut^   Valentinus Shinidclenis. . »   Valentinus Tro^cdorSus^   VakQtiiHUk   VaJenrintts VwinfchOTUsv  Valarius Fildl^rus\i'>--'   Vcnis C^at^amls^   Veitranos Pinfcrus^ . i   Vinc^n.tios, Cmnchor^   Vinitos^ ■ J . T •   Vjcui Bfcfchvucrtibach>   Vùus MoUcfus-,   Vhiaricu» RuppincoTtiK  Vlricus. J.vuinglius..   Volradsis, Conjcs, Mansfcldcplii^  Vvahiclmits BiJcrtìbachius^   Vvilheilnjus, Clcbitius^   Vvilhichnus. Nolderus^   Vvilhielmus Sarcerius^   Y^ilichius Fikhcrus^ \ /   Vv.olphangus AmliJi| •. ^ f   Vvolphangus Ammonms •  Vyolphaogus AmpelaAdatP\   Vvolphangus Audingus..   Vvolphangus Bisbachius.    Vuolphangus Cam!inm«   Vvolphangus Finckclnaus^   Vvolphangus Maler.   Vvolphangus Martius*.   Tvolphangus Ochelìus.   V voi phangus FeriRerus x  Vvolphangus Frisbach^u»^   I \volphius.   Certorum AuftoruniJ  libri protlibiti^ i   V iti Amcibichii. , A"tipari de Officio  pii viri traOatut»   Vinccntii Ciconi* Vcfoni^nns , Enarra-.   tiones in pralmos, nifi còrrigantur^.  Vldarict* ad Paptm Nicolaum EpiRola;  VIdarict Zafii , opera omniai donec C0C\  rigantur«, i   IncQttotum Au£lorumi  (.ibri prohibiti^   V Valdenfium conleffio x, & Apologia  fìdei, ad Uladislaum Kcgcm Un^  gari*.   Varia dotìorum, piorumquc virorum*  de corrupto Ecclefia; Aacu > Poe-  mata*   Yindarii* ^mbdìuio » de EotelUtePapcj^  de. Principum facitiartuniv  Vificacio Saxpnica*.   Yitai & gefta Hildebrandi^   Vi» Patrum,, cum przfatipae Maftirii  Lutberi ^   VitK Pont. Rom. VViteberg* iroprelt*-  Un breve modo,, ^ual deve tener ciaf-  cun Padre*.   Unia diffidentium. Tripartita*.  Vniverfitaiis VViiebcrKnfis , feria aflio»,  apud Principem FrldcricuQi*.   A P P E KD. I X^   ^ Wa Juyennitis cum anoocationibosx  \f feti aildittonibus ?hilippi Me*  ^ lanchthonis x   Vvitcbergica afta SynoJaUa> a quodatn   • COl-v    Digilized by Google    PROHIBITORUM , 411    ' collega & per Vvttcbei^icost Jlieokv  go» probara» concra ]Hyricanos«  Vvormatienfes Arciculì.   Urfuis Mnnfterlcrgenfìt Docidie defenfia*    no licenza, dall’ ondiuarioi poRo in. una calTa iìcura nella CanccU  ovvero dali'In^uificore di pocerh tenere», laria Ducale per (ervirTene» qnarJo fa-  SECONDO . Se li Stampatori foranno ri bifogno, nella oaa! calta fi tenghi,  rifiamj'« 4 e li (addetti Libri (pipefi.» Ala- un Inventario de* Libri, che 1! ripone-  raniro infianza per U correzione» si cor- ranno: e ciò s’ incendi folamcnre de’ii-  regeranno efpeditaroence in Venezia» e bri novi, ed ancor de* Libri rofpcfi, che  nell’ altre Citti del Sraro Teoia ODandaili . fi corrtgeranao» e riftamf^ranno. Nelle  a Roma avendo fufiicieBcc facolti per Cicti j>oi del Stato gU originali predecii  il novo Indice gli Vefeovi infietoe con li fi conlegncranno al Cancelliero del Cla-  Inquifirafi» e rifiampandofi corretti» fi riOìmo Capitanio, acciò li tenghi net*  vmdcranno liberamente a tutti. modo predetto» q. fi confegnino focecfii-   TERZO. Uferanno diligenza gliScam* earocnre con .l' Inventario da Canceliie-  patori per confervaie oqi migliar moda» ro 4 Gancelliero*   nmezfc Pff a Q.UAR.     Digilized by Google     4iti   OyARTO.. Nel ftampar Libri 9 ^ terefticrl». 0 con &Ifc % t finte licenza  impriina a tergo del prinio tV^lio la Ih Qampati * e rariflìme volrc fi dari il  «enza folita deli Magifirato» nella quale calo» nc fi fiiri fenza giullifliroa caufai  fiaoa cfprcflj li nomi di quelli » che a*n e con parcictpazione dei Santo Officio,  vranno rtvifio,cd approvato detti Libri», ed incervemo di CiactiSmi Signori Af-  (ome è dilpoita per le L^gi.. - fifiemi rantoin Vcneziicome aelloStato.   QUINTO. Aveniranno li Stampatori», OTTAVO. La regola dgl giuramento da  che r>e‘ Libri novi, che fiamperanno«"ò, darfi a* Librari, e Stampatori npn.s’cf*.  oc’ Vecchi che riftaropanero. non. tifino tguìfea in quello Sercnils. Dominiò s  figure » che ripprefeniino acci difonefiiv NONO. Tutti gli eredi doveranno dar  ooit efjendo però prohibitcle figure pros nota al Padre Inquifitorc de' Libri pro-  fane. che non comenefsero dishoniftè- ibìti » e fi>rpefi » che ritrovarsero nell*  SESTO*. Lt Librari dovecanno far T* erediti / e ouelU eredi » che non fuf-  Invcntario di- tutti li Libri > cift, fi fero abili a aifcemérli > doveranno lo  trovano per cfpurgari; in quello princi>. ro, o Tuoi Cantori chiamar perfone m-  pio le Librarie da‘‘ Libri cfprefiamenre teliigenri che vifiiino tutta la Libraria  proibiti nel novo Indice » e prefenrar» per cavarne nota delli proibiti , c iòf-  lo al Padre Inquifitorc , e quello s’in-, pefi) & prefencarla come dì fopra in  tenda per una volta folamenre v termine dì mefi tré dopo ebe V avran-   , SEPTIMO. Intorno la liberti » che ho, avuti irt fuo potere * c fri tarn   / vtcn conceda, all i Vefeovi, ed* Inquìfico- co non pofsano ufare. ni in qualitnque   i ri di poter proibire altri Libri non cf- modo alienare i Libri proibiti , o rof-   ^ ^refi rMiriiWice~» fi didilira. che t'ìn-. pefi « c ciò fono |e pene • e aenfurq   tendi de.‘ Libri contrarj aM^ Religione ,, (latuiie^   Feo fede» e corroborazione di tutto» ciò. li fuddetti Illuftrifljmi Cardina*,  le Patriarca». 3c Nunzio^ Infieme co' 1 Reverenda Padre Inquifitore di  Venezia fottofcrivqranno le prclqnti . c le affermeranno eoa proprj  loro Sigi(li coniinci|coda.|er Vautor/ih alatale *d» fua Beatitudine che  inviolaWiécnte debbano «flervare le predette. dichiarazioni tanto in  Venezia» quanto in tutte le altre Cittb » e Luoghi fudditi ai detta  ScrcoilD'mò. lJominio;    D aniello Barbo Capitano di Segna  Faiitor degli ÙlcoccKi . 174   Daniello Francol Ifricilitip facce,  de 4I KabattA nel Capit^niaeo. di ìk*  gna. 187   Decime (e l^no de fure divino.   Decime prediali che eofa fieno. 18  Diaconi infitruùi dagli AppoftoK per go-  verno delle cole tcinpor^i. a   pifeorfo del Chiazola in propofito del  Dominio 4 el Mare della Reptibbllci.   pnpenfa é tm mso di giallitìa ^^ribu-  tiva > c pecca chi apn ht * perfo-  ne» alle quaK è dovuta»   Doge Ticpolo mette un dazio a quaUmque  Navigante p& TAdriatico. ^48   Pottori Napolitani ; loro opinion^ circa  ilPrmcipaco di tutto il Mgodo»    E MerìroGtierri vuole piutrofb abban-  donare il filo ArciveKOvaro , ebev^  der la fua ChieCa mclTa 4 Cacce da  ln;iocenzto IV. Pontefice»   ^rìberto Conte Zio d'Ugo Caperò fii fuo  Figtioolo in eti d'ansi 7. Arciv^feovo  di Remi» c Papa Giovanni X. ne eoo.  ferma reiezione. api   Rtmolao Tiepolo ProveJitor in Dalma,  zia con iibera podeiti • temuto dagli  Ufeocchi^ t}x    F Anioni de'Gnelfi» e Ghib^niquan».  do oacqueto*. 40   Ferdinando Vefpio» fua opinione in.  tomo al Mate.. 74>   Filippo Pafqualigo Provedìtor Generale  in 4^1m«iaconm gliUfcocchi. igf  Francdco'Allegreiti Kc 4 >ilc Ragufeo Ca>  pirano dHina Calca P-ootificia . 17^   frati Mc^can^ quando ìdOìomiì. 8|    G Fftiin» loro infeirato. 107   Giovanni XI. fatto Papa d’anni xo*  figliuolo naturale di Sergio III. » e  di Marozia figliuola della meretrice  Tcodor^ * 4 quale proftituiva le fuc  figlinole a’ Papi x xp   Giovanni ^ (oti intento a cavar   danari d’ogni cofa> che lalciòalla fua  inorte x^. milioni. 77   Giovanni Alberti dccapicaMda'Turchi in  Gli A. 174.   Giovanni Bembo Provediior in Dalmazia  centra gli Ufeocehi. 177   Gio: BattiAa ConraeÌDÌ Proveditov in Dal.   mazia contri gli Ufcocchi . 19S   Gio:Criftiano SmidHDoAmbafciador Ce>  fareo agli Svizzeri per dar loro conto deh  la guerra aperta co* Veneziani .   Gio: Taeopo pelco Vice.CapicaMxdi Segna,  ipd   OicK Jacopo Zane Proveditor in Dalmazia  contri gli Ufcocchi. xoo   Ck>: Jacopo Cafglin Ipedito a Segna dall*  Afcidsca per liberare dalle mani degli  Ufcocchi il Proveditor di VecHa Marcel-  lo. X17   Ciroiaono MarcctIO’Provedùore di Veglia  fatto prigione dagli Ufcocchi . x 1 a   Governo di Santa Chiefa nel fua principio  ebbe fivioa Democratica. 17   Giuda aveva la boria dd’daaati prefencati  a) Signore. a   Giuramento de) Clero > e del popolo Ro.  mtao ferro all’ loperadore incocuo air  •fezione del Papa. X4   CiuriCdiaione EccleliaRica quando abbia  avuto principio. x 179. fatto Comnffciferro  daH’Arciduca contragli Ufcocchi. i 4 d.  trucidato dagli Ufcocchi • i8a   CiuAinfeno ricuperando I’ Italia da' Bar-  bari lafciò il Dominio intatto delia  Repubblica fai .Marc da Raveniu in  qua. 7x9. fiu legge circa aUenaie  ni EcclefiaAici .   Gradi EcclefiaAici ne’ primi tempi noo  erano nd dignird» nè onori . come fo-  no da molli Secoli » ma cariche « e  miniAerJ. 7$   Guido Bacon di KùK General in Cr»  vaila fpedito dall’lmperator a Segna  per informarfi de’ mii^i d^Dicoc-    Digitized by Google    /    INDICE.    415    I    J Acopo Coreana Gefufta in unA foz  Cronol(^ia confdlà victoria della  Repubblica nell,’ Adriatico « 1^9   Imperio dell' Adriatico innanzi il nal’cU  mento, di Venezia bx dell’ Imperio Ro>  mano^ 5x8   Indulgenze quando incrodocce« 81  Inico di Mendozza Ambafeiador di Spa-  gna a Venezia levato dall' Ambafceria  con ftx) poco onore. i|$»   Innocenzio IV. muore da nna percoflà  datagli in fogno col calcio del PaAoralc  da Roberto Vefeovo di Lineo! Uomo  celebre in dottrina» e bontà. ^4    L Orenzo Diacono ritenuto da Pedo  per levargli i, Telori Ecdefiafti-   ci. , 5   M   M Anfionario» che cofa na e quando intro-  dotta* pz   Pietra Croltcchio Signor di Cliflà. ijp  fia II. vuole armare dne FuRe in An.  coni , e gli vien proibito dalla Re-  pubblica* SP   Pontelice » che non era confermare ujlP   Jmpcradorr "o*» ^ «hltjtuvì Zfìjc^uf ,   ma dtfftu'. Z4,   Pontefice dee pafeere non tofare le peco>  re. ^   pontefici pretendono > che gli atti  Concili non fieno validi , fé noa in  virtù della confermazione Papale. 41.  proibifeono l’aver benefizio maffime di  Curata a chi non imetide la lingua  del pc^lo. 5ji   Povero obbligato fecondo i CanoniAi a  pagar la decima di quello» che trova  per iimofina », mendicando alle por-  tc*,   Preferizionc che cofa fia* ^41   Pragmatica pubblicata in Francia. 85  Principi chiedona licenza alla Repubbli-  I ca di pattare pel Golfo. 551   Proibizione fatta da' Veneziani a quelli  di Riminì» Ancona» Fermo, cdAfco-  U » che non navighino in Schiavonia. 547    R Egalia è un ;us del Ré di conferi-  re tutti X ^ncfìzjlcmpUci vacan-  ti dopo, la morte de'Vefcovi Rn.  eh’ è acato il SuccdTore. 44   KccreCro che cola fìa* 84   Reudenza tenuta da molti, che fi trova-  vano nel Concilio di Trento de Jare  divino, 91   Rifervazioni , annate , afpetracive , c  tutte le altre etazicmi della Corte Ro-  mana»    Digitized by Google       V     416 I N D   iDsna t proibite dal Concìlio Balilen*   fc.   S   S Vnro» SantiiBmo, beato , beaciUìmo  •lami t che convenirano una volqi  a tutti i fedeli j che afpiravano. al*  Sanciti j ora particolari fmo del Son>*  mo Po«if:6cc. »7   Scrittura dclP Imperadore s c deirArci-i  dura io favore dcU^ Repubblica, ^on*  tra gli UlcoccKi. >17   Segna Citti de’ Conti Frangipani . 1 49   Signor di Lenovicb Genqral di Crova-  aia . 1J4   Spoglie» che cofa fitop. 10;   Stefano eletto Papa dopo la mprrc di  * Zuccheri^ > perché non fii conlàgra*  to , non fu'pofto nel Catalogo de*  Papi  che non Ù lafcit^  mai vedere in pubblico i fatto Pap^  «la Teodora faraoTa Meretriae Roooa-  ^ na •   Stefano della Rovere Qapiuno (H Fiu*  me ^Apita in Veneaia per trattar^ in  propolìco degli VTCtxtbi « — — — a   V   U Scocchi di che paefe fieno.  loro violerà?, e rapine. 141.    I C E,   no di tre forte > ftipendìati » CafalU  ni e Venturieri 1x7. loro delcrizio*  ne» 11®   Veneaia fi fa Padrona di tutto il Col-  fio . 510* proibi fee a nxt| dì tener le*   f ni armati nel Golfo» jt** non fon-  a le file ragioni del Dominio del Ma*  re fopra privilegi dì Papa* o d'Impe*  radere . {^7. Signorn dell* Adriattep  >irre feiìi. jdf   Véfeovo anricamente era chetio dal Po  polo» le. quando era morto fi por*  Cava U fno anello » e ’l fuo Pafiorale  all* Imperadore > affinché lo conferiite  ad un altro. $7   Veicovi titolari i gran numero vt n’era  innanzi il Concilio di Trento» al pre*  lente é molto ri^retco. a a   Vefeovi Italiani dello Stfto Ecdefiafii*  co non folamente fiam>o in piedi al*  la prefenaa de' Cardinali { nu anco*  ra noa Aiisano difboore fervirli a ta*  vola. 5®   Vefeovi delle Chiefe ricche > e gr;:n-  di fono pafTati dal dirpenQire » al  diffiparc • Fu provedgto a dd d..' 5^  coleri.   Vector Barbaro Segretario fpedico dal  General Pafq04li|o al Coinmetririo  Rabatn per 1* iniereflè d^li .Ufeoe*  chi, ' 57^    FINE DEtt' INDICE,    A.A'


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