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Friday, December 20, 2024

GRICE ITALO A/Z S SPE

 

Grice e Spedalieri: all’isola -- la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dei diritti dell’uomo – la scuola di Bronte – filosofia siciliana -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Bronte). Filosofo siciliano. Filosofo italiano. Bronte, Catania, Sicilia. Studia nell'oratorio di Neri di Bronte e nel seminario di Monreale. Insegna filosofia a Monreale. Alcune sue tesi, considerate eretiche a Palermo, sono invece approvate e stampate a Roma con il titolo di “Pro-positionum theologicarum specimen”. Trasfere a Roma. Pio VI gli da il titolo di beneficiato della basilica vaticana che comporta una modesta rendita mensilee l'incarica di scrivere la storia del prosciugamento dell'Agro pontino, “De' bonificamenti delle terre pontine”. Contro l'Enciclopedia degl’illuministi, usce la sua “Analisi dell'esame critico sulle prove di Dio”, il “Ragionamento sopra l'arte di governare”, e “Ragionamento sull’influenza del sacro nella società e nella civilita”.  Scrive la “Confutazione della dottrina della caduta dell’impero romano”, contro Gibbon che imputa la caduta all'influenza negativa del sacro. Nel saggio più importante “Dei diritti dell'uomo”, pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione di Assisi, si rifece alla concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina di un CONTRATTO sociale come origine della società. Contesta la tesi di un originario stato di *natura* a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto all'interno della società e civilta gl’uomini possono realizzare i suoi bisogni di felicità e di perfezione. Lo STATO, a cui è destinato l'uomo dalla natura, è la società e la civilta. Ciò e dimostrato e vuol dire che gl’uomini non possono rinunziare, generalmente parlando, alla società e a la civilita senz’opporsi alla sua propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale il principato. Il popolo degl’uomini non ha diritto di disfare il principato. La forma migliore di governo è il principato. Al principe il popolo degl’uomini affida tre facoltà: giudicare, di decretare e di eseguire. Il popolo degl’uomini non può togliergli il principato a suo beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi leggieri, senza motivi, perché violerebbe il patto sotto-scritto, a meno che il principe non violi la condizione essenziale del contratto stipulato, il “do ut facias”, a meno che il principe non faccia ciò che si era impegnato a fare in cambio della proprietà del principato, ossia, custodire i diritti naturali di ciascuno degl’uomini del popolo, e dirigere tutte le operazioni del principato alla felicità degl’uomini sudditi e cittadini. Questa è la base del contratto. Se invece il principe prende a distruggere i diritti naturali di ognuno, a sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i poveri SUDDITI, il contratto resterebbe sciolto da sé. Lo scioglimento del contratto non significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma che debba investirne un altro con auspici migliori. Ma chi deciderà che il contratto stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva che il contratto siasi sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima della quale dichiarazione, a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del principe. E il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla unione di alcuni, né anco alla moltitudine. Solo un corpo che rappresenti *OGNI SUDDITO* può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe. Questo vero corpo e formato da ogni magistrato, ogni ordine de' cittadini, ogni persona illuminata, proba, e non soggetta all'impeto del momento. La colta nazione italiana nella costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce nel contratto che fa con la persona che vuole innalzare al principato, e che questa giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un collegio che rappresenta permanetutti ogni cittadino. Laonde basta che la dichiarazione si faccia da questo corpo per esser legale. Qualora il principe resista e voglia mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi così da tiranno. Il corpo di LA NAZIONE ITALIANA mai però un singolo cittadino italiano puo legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a morte. Si mostra avverso sia al dispotismo illuminato che rifiuta tanto il principio della sovranità del popolo quanto il primato del sacro nel governo dello stato, sia i princìpi laici della rivoluzione. La garanzia di assicurare i diritti fondamentali di ogni uomo italiano è data dalla natura che ha come princìpi essenziali l'amore e la carità verso il prossimo. Polemizza anche contro i giansenisti che accusa di giacobinismo e di spirito sovvertitore dei troni.  Gli rispose con asprezza TAMBURINI in “Lettere teologico politiche”. Il riconoscimento che la sovranità deriva dal popolo degl’uomini e che questi uomini italiani, attraverso i suoi delegati, possa giungere a rovesciarne il potere, gli procurarono violente critiche e inimicizie da parte dei circoli reazionari e in parte anche moderati, e al saggio, che ha alla sua uscita una notevole diffusione, il divieto di pubblicazione in tutta Italia. Puo nuovamente circolare, anche se in Italia, mutato il clima politico e culturale, venne nuovamente ignorato. GEYMONAT, “Il pensiero filosofico-pedagogico italiano, Filosofi e pedagogisti estranei all'illuminismo in GEYMONAT, Storia del pensiero filosofico e scientifico” (Milano, Garzanti); Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani: o come che sia aventi relazione all'Italia. Milano: Coi torchi di Pirola, Nicolini, op. cit.., Giurintano, Società e Stato (Palermo). Pisanò, “Una teoria comunitaria dei diritti umani: i diritti dell'uomo” (Milano). bronteinsieme Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Melanzio Alcioneo, arcadi. Nicola Spedalieri. Spedalieri. Keywords:gl’arcadii, diritti degl’uomini, polemica con Gibbon, il sacro, il crollo del principato romano, Gibbon.  Refs.: Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spadalieri sul contratto conversazionale.” H. P. Grice, “A critique to conversational quasi-contrastualism.” Luigi Speranza, “Grice e Spedalieri” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Speranza – implicatura ed implicatura -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Albalonga). Filosofo. Speranza, Ugo -- Speranza, Alessandro -- Speranza, Ettore -- Speranza, Gianni -- Speranza, Paola -- Speranza, Anna-Maria -- Speranza-Ghersi –Ghersi-Speranza, Anna-Maria -- Speranza lui speranza: luigi della --. Italian philosopher, attracted, for some reason, to H. P. Grice. Speranza knows St. John’s very well. He is the author of “Dorothea Oxoniensis.” He is a member of a number of cultivated Anglo-Italian societies, like H. P. Grice’s Playgroup. He is the custodian of Villa Grice, not far from Villa Speranza. He works at the Swimming-Pool Library. Cuisine is one of his hobbiesgrisottoa alla ligure, his specialty. He can be reached via H. P. Grice. Refs.: Luigi Speranza, “Vita ed opinion di Luigi Speranza,” par Luigi Speranza. A. M. Ghersi Speranza -- vide Ghersi-Speranza. Ghersi is a collaborator of Speranza. Grice: “It’s easy enough to list Speranza’s publications.” Speranza, like Mill, was fortunate to belong to a literary familyand he would read Descartes’s Meditations, which drew him to philosophy. His studies in logic drew him to semanticsHis first love was Oxonian analysis as summarised in Hartnack’s essay on ‘contemporary’ philosophy. One of Speranza’s earliest essays is on Plato’s Cratylus, relying mainly on Cassierer, but also drawing from Austin’s Philosophical Papesr. Spearnza’s idea is that “ … mean …” is a dyadic relation and what’s behind Plato’s theory of forms. This was Speranza’s contribution to a seminar in ancient philosophy. For his contribution on medieaval philosophy, Speranza drew on the modistae, and the Patrologia Latina for the use of ‘intentio’ in various writers, up to AquinoSperanza finds it fascinating that the earliest modistae do find a conceptual link between the ‘intentio’ and the ‘significatio.’ For a seminar on scepticism, Speranza contributed with a paper on Gricedrawing on Sextus Empiricus and Bar-Hillel. It relates to Grice’s problem with the conversational category of fortitude. Speranza concludes that a phenomenalist account is possible, but there are two other options: ‘silence’ (“not to participate in the conversational game”) or the utterance of non-alethic utterances, such as questions and commands. For a seminar on political philosophy, Speranza contributed with an essay on ‘Contractualism’ from Rousseau onwards --. For a seminar on phenomenology and the social sciences, Speranza contributed with an essay on ‘The conversational unit,’ the idea that the emic approach is preferable to the etic approach. For a seminar on argumentation theory on Habermas, Speranza contributed with a “German Grice,” the idea of a ‘strategy’ is a momer. Grice is into co-operative proceduresand those who provide taxonomies of rationality should be made aware of this. For “The Carrollian,” Speranza contributed with “Humpty Dumpty’s Impenetrability.” The idea that Davidson is right and Alice does not mean that there is a knock-down argument, or that she should change the topiche draws on Grice’s collaborator at Oxford, D. F. Pears, for his insights on “Intention and belief.” At the request of the editor of a bibliographical bulletin, M. Costa, Speranza contributed with reviews of oeuvre by R. M. Hare (“Sub-atomic particles of logic”), J. F. Thomson (“if and If”) and work on the English philosopher H. P. Grice (J. Baker, etc.). His review on Way of Words spramg from the same project, and it is an ‘invitation.’ For a congress of philosophy, Speranza presented “On the way of conversation,” playing on Grice’s “way of words”“Surely there’s more than words to conversation.” Speranza focuses on what Grice amusingly calls a ‘minro problem,’ that of expression meaningSperanza’s example: “How do you find Bologna?” “I haven’t been mugged yet” was inspired by a remark of an attendant to the conference. For a congress on conversational reasoning, Speranza contributed with “First time at Bologna?” providing twenty five possible answers“first time in the region, actually.” Etc. Speranza, following Grice, refers to this sort of reasoning as a sort of ‘brooding’to ‘brood’ is to ‘reason’ in a calculated fashion. As an invitation project, Speranza collaborated with “Rational face to rational face: a study in conversational pragmatics from a Griceian perspective.” In his essay “Post-modernist Grice,” he deals with the unary and dyadic connectors. For a congress on “Current Issues,” Speranza presented his “The feast of reason,” three steps in the critique of conversational reason. The first step is empirical, the second is quasi-contractualist, and the third is rational, undersood weakly and strongly. For an essay on relativism, Speranza presented an essay on ‘The cunning of conversational reason.’ Speranza maintains Grice’s jocular references to Kant -- the Conversational Immanuel. For an essay on desirability, Speranza explored the issues connected with mise-en-abyme and self-reflectionsome of these were published. There is published correspondence with members of what Speranza calls the Grice Club. Refs.: The H. P. Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California, Berkeley. Speranza, villaThe Swimming-Pool Library, H. P. Grice’s Play Group, Liguria, Italia. Luigi Speranza, “Grice e la storia della filosofia italiana.” Speranza has done crucial research on Griceianism, unearthing some documents by O.Wood, J. O. Urmson, P. H. Nowell-Smith, and many many others – not just H. P. Grice. Vide: The Grice Papers, BANC, MSS. Speranza

 

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