Grice e Spedalieri: all’isola -- la ragione
conversazionale e l’implicatura conversazionale dei diritti dell’uomo – la
scuola di Bronte – filosofia siciliana -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Bronte). Filosofo siciliano. Filosofo italiano.
Bronte, Catania, Sicilia. Studia nell'oratorio di Neri di Bronte e nel seminario
di Monreale. Insegna filosofia a Monreale. Alcune sue tesi, considerate
eretiche a Palermo, sono invece approvate e stampate a Roma con il titolo di “Pro-positionum
theologicarum specimen”. Trasfere a Roma. Pio VI gli da il titolo di
beneficiato della basilica vaticana che comporta una modesta rendita mensilee
l'incarica di scrivere la storia del prosciugamento dell'Agro pontino, “De' bonificamenti
delle terre pontine”. Contro l'Enciclopedia degl’illuministi, usce la sua “Analisi
dell'esame critico sulle prove di Dio”, il “Ragionamento sopra l'arte di
governare”, e “Ragionamento sull’influenza del sacro nella società e nella
civilita”. Scrive la “Confutazione della
dottrina della caduta dell’impero romano”, contro Gibbon che imputa la caduta
all'influenza negativa del sacro. Nel saggio più importante “Dei diritti
dell'uomo”, pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione
di Assisi, si rifece alla concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina di
un CONTRATTO sociale come origine della società. Contesta la tesi di un
originario stato di *natura* a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto
all'interno della società e civilta gl’uomini possono realizzare i suoi bisogni
di felicità e di perfezione. Lo STATO, a cui è destinato l'uomo dalla
natura, è la società e la civilta. Ciò e dimostrato e vuol dire che gl’uomini non
possono rinunziare, generalmente parlando, alla società e a la civilita senz’opporsi
alla sua propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale il principato.
Il popolo degl’uomini non ha diritto di disfare il principato. La forma
migliore di governo è il principato. Al principe il popolo degl’uomini affida tre
facoltà: giudicare, di decretare e di eseguire. Il popolo degl’uomini non può
togliergli il principato a suo beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi
leggieri, senza motivi, perché violerebbe il patto sotto-scritto, a meno che il
principe non violi la condizione essenziale del contratto stipulato, il “do ut
facias”, a meno che il principe non faccia ciò che si era impegnato a fare in
cambio della proprietà del principato, ossia, custodire i diritti naturali di
ciascuno degl’uomini del popolo, e dirigere tutte le operazioni del principato
alla felicità degl’uomini sudditi e cittadini. Questa è la base del contratto.
Se invece il principe prende a distruggere i diritti naturali di ognuno, a
sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i poveri SUDDITI,
il contratto resterebbe sciolto da sé. Lo scioglimento del contratto non
significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma che debba
investirne un altro con auspici migliori. Ma chi deciderà che il contratto
stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva che il contratto siasi
sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima della quale
dichiarazione, a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del principe. E
il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla
unione di alcuni, né anco alla moltitudine. Solo un corpo che rappresenti *OGNI
SUDDITO* può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe. Questo vero
corpo e formato da ogni magistrato, ogni ordine de' cittadini, ogni persona
illuminata, proba, e non soggetta all'impeto del momento. La colta nazione
italiana nella costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce
nel contratto che fa con la persona che vuole innalzare al principato, e che
questa giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un collegio che
rappresenta permanetutti ogni cittadino. Laonde basta che la dichiarazione si
faccia da questo corpo per esser legale. Qualora il principe resista e voglia
mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi così da tiranno. Il
corpo di LA NAZIONE ITALIANA mai però un singolo cittadino italiano puo
legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a
morte. Si mostra avverso sia al dispotismo illuminato che rifiuta tanto il
principio della sovranità del popolo quanto il primato del sacro nel governo
dello stato, sia i princìpi laici della rivoluzione. La garanzia di assicurare
i diritti fondamentali di ogni uomo italiano è data dalla natura che ha come
princìpi essenziali l'amore e la carità verso il prossimo. Polemizza anche contro
i giansenisti che accusa di giacobinismo e di spirito sovvertitore dei troni. Gli rispose con asprezza TAMBURINI in “Lettere
teologico politiche”. Il riconoscimento che la sovranità deriva dal popolo degl’uomini
e che questi uomini italiani, attraverso i suoi delegati, possa giungere a
rovesciarne il potere, gli procurarono violente critiche e inimicizie da parte
dei circoli reazionari e in parte anche moderati, e al saggio, che ha alla sua
uscita una notevole diffusione, il divieto di pubblicazione in tutta Italia. Puo
nuovamente circolare, anche se in Italia, mutato il clima politico e culturale,
venne nuovamente ignorato. GEYMONAT, “Il pensiero filosofico-pedagogico
italiano, Filosofi e pedagogisti estranei all'illuminismo in GEYMONAT, Storia
del pensiero filosofico e scientifico” (Milano, Garzanti); Melzi, Dizionario di
opere anonime e pseudonime di scrittori italiani: o come che sia aventi
relazione all'Italia. Milano: Coi torchi di Pirola, Nicolini, op. cit.., Giurintano,
Società e Stato (Palermo). Pisanò, “Una teoria comunitaria dei diritti umani: i
diritti dell'uomo” (Milano). bronteinsieme Enciclopedia Italiana, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Melanzio Alcioneo, arcadi. Nicola Spedalieri.
Spedalieri. Keywords:gl’arcadii, diritti degl’uomini, polemica con Gibbon, il
sacro, il crollo del principato romano, Gibbon. Refs.: Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Spadalieri sul contratto conversazionale.” H. P. Grice, “A critique to
conversational quasi-contrastualism.” Luigi Speranza, “Grice e Spedalieri” –
The Swimming-Pool Library.
Grice e Speranza – implicatura ed implicatura
-- filosofia italiana – Luigi Speranza (Albalonga). Filosofo. Speranza, Ugo -- Speranza,
Alessandro -- Speranza, Ettore -- Speranza, Gianni -- Speranza, Paola --
Speranza, Anna-Maria -- Speranza-Ghersi –Ghersi-Speranza, Anna-Maria --
Speranza lui speranza: luigi della
--. Italian
philosopher, attracted, for some reason, to H. P. Grice. Speranza knows St.
John’s very well. He is the author of “Dorothea Oxoniensis.” He is a member of a
number of cultivated Anglo-Italian societies, like H. P. Grice’s Playgroup. He
is the custodian of Villa Grice, not far from Villa Speranza. He works at the
Swimming-Pool Library. Cuisine is one of his hobbiesgrisottoa alla ligure, his
specialty. He can be reached via H.
P. Grice. Refs.: Luigi Speranza, “Vita ed opinion di Luigi Speranza,” par Luigi
Speranza. A. M. Ghersi Speranza -- vide Ghersi-Speranza. Ghersi is a
collaborator of Speranza. Grice: “It’s easy enough to list Speranza’s publications.” Speranza,
like Mill, was fortunate to belong to a literary familyand he would read
Descartes’s Meditations, which drew him to philosophy. His studies in logic
drew him to semanticsHis first love was Oxonian analysis as summarised in
Hartnack’s essay on ‘contemporary’ philosophy. One of Speranza’s earliest
essays is on Plato’s Cratylus, relying mainly on Cassierer, but also drawing
from Austin’s Philosophical Papesr. Spearnza’s idea is that “ … mean …” is a
dyadic relation and what’s behind Plato’s theory of forms. This was Speranza’s
contribution to a seminar in ancient philosophy. For his contribution on
medieaval philosophy, Speranza drew on the modistae, and the Patrologia Latina
for the use of ‘intentio’ in various writers, up to AquinoSperanza finds it
fascinating that the earliest modistae do find a conceptual link between the
‘intentio’ and the ‘significatio.’ For a seminar on scepticism, Speranza
contributed with a paper on Gricedrawing on Sextus Empiricus and Bar-Hillel. It
relates to Grice’s problem with the conversational category of fortitude.
Speranza concludes that a phenomenalist account is possible, but there are two
other options: ‘silence’ (“not to participate in the conversational game”) or
the utterance of non-alethic utterances, such as questions and commands. For a
seminar on political philosophy, Speranza contributed with an essay on
‘Contractualism’ from Rousseau onwards --. For a seminar on phenomenology and
the social sciences, Speranza contributed with an essay on ‘The conversational
unit,’ the idea that the emic approach is preferable to the etic approach. For
a seminar on argumentation theory on Habermas, Speranza contributed with a
“German Grice,” the idea of a ‘strategy’ is a momer. Grice is into co-operative
proceduresand those who provide taxonomies of rationality should be made aware
of this. For “The Carrollian,” Speranza contributed with “Humpty Dumpty’s
Impenetrability.” The idea that Davidson is right and Alice does not mean that
there is a knock-down argument, or that she should change the topiche draws on
Grice’s collaborator at Oxford, D. F. Pears, for his insights on “Intention and
belief.” At the request of the editor of a bibliographical bulletin, M. Costa,
Speranza contributed with reviews of oeuvre by R. M. Hare (“Sub-atomic
particles of logic”), J. F. Thomson (“if and If”) and work on the English
philosopher H. P. Grice (J. Baker, etc.). His review on Way of Words spramg
from the same project, and it is an ‘invitation.’ For a congress of philosophy,
Speranza presented “On the way of conversation,” playing on Grice’s “way of
words”“Surely there’s more than words to conversation.” Speranza focuses on
what Grice amusingly calls a ‘minro problem,’ that of expression
meaningSperanza’s example: “How do you find Bologna?” “I haven’t been mugged
yet” was inspired by a remark of an attendant to the conference. For a congress
on conversational reasoning, Speranza contributed with “First time at Bologna?”
providing twenty five possible answers“first time in the region, actually.”
Etc. Speranza, following Grice, refers to this sort of reasoning as a sort of
‘brooding’to ‘brood’ is to ‘reason’ in a calculated fashion. As an invitation
project, Speranza collaborated with “Rational face to rational face: a study in
conversational pragmatics from a Griceian perspective.” In his essay
“Post-modernist Grice,” he deals with the unary and dyadic connectors. For a
congress on “Current Issues,” Speranza presented his “The feast of reason,”
three steps in the critique of conversational reason. The first step is
empirical, the second is quasi-contractualist, and the third is rational,
undersood weakly and strongly. For an essay on relativism, Speranza presented
an essay on ‘The cunning of conversational reason.’ Speranza maintains Grice’s
jocular references to Kant -- the Conversational Immanuel. For an essay on
desirability, Speranza explored the issues connected with mise-en-abyme and
self-reflectionsome of these were published. There is published correspondence
with members of what Speranza calls the Grice Club. Refs.: The H. P. Grice
Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California,
Berkeley. Speranza, villaThe Swimming-Pool Library, H. P. Grice’s Play Group,
Liguria, Italia. Luigi Speranza, “Grice e la storia della filosofia italiana.” Speranza
has done crucial research on Griceianism, unearthing some documents by O.Wood,
J. O. Urmson, P. H. Nowell-Smith, and many many others – not just H. P. Grice. Vide: The Grice Papers, BANC, MSS. Speranza
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