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Monday, October 28, 2024

Grice e Bordoni

 Le prime considerazioni sulle lingue universali in Italia si ebbero nel 1540 ad opera di Giulio Cesare Scaligero, pseudonimo di Giulio Bordoni:

Bordoni nanque di Salie i (a della sca e e do nel 5 una a fondia), Ruindico discende e

dall'omonima famiglia veronese.

nell'opera De causis Linguae Latinae, considerato il primo tentativo scientifico di grammatica latina, egli accenna alla conformazione che una lingua dovrebbe possedere per essere internazionalmente e facilmente compresa. Come sosterranno anche gli autori successivi, una lingua per essere tale deve essere semplice e non ambigua, e quanto più esatta possibile.

Nella parte finale del trattato, poi, Scaligero riflette sul problema dei nomi delle cose, ovvero sui modi con cui l'uomo nomina quello che lo circonda. Egli, anticipando alcune posizioni che saranno proprie dei sensisti, sostiene che «intellectionem nostram esse duplicem, Rectam et

Reflexam» ovvero che l'apprendimento umano si basa sul duplice aspetto del riconoscimento diretto della cosa - sensazione, impressione - e della riflessione intorno alla cosa,GIULIO CESARE SCALIGERO, De Causis linguae Latinae, Lione, presso Sebastiano Grifio, 1580, p. 437.33 e che la ragione ci permette poi di denominare le cose attraverso i suoni («nomina enim rerum sunt notae»). 3* Il nostro compito dovrebbe essere quello di semplificare la lingua - e lo Scaligero parla di lingua latina - di modo che tutte le ambiguità e le sinonimie ne siano eliminate e non vi possano essere possibilità di errore: basandosi sul presupposto - oggi non più ritenuto valido - che i nomi abbiano un rapporto di corrispondenza diretta con le cose designate, auspica un riavvicinamento alla "vera essenza della parola" tramite uno studio di tipo etimologico. Colaro da greci esena steso el con he po senta con she osin dallanicht ei ostunio.

strumento di ricerca sia linguistica che filosofica: scoprire la forma "originale" di una parola significava accedere al suo significato più vero, alla sua reale essenza. In questo senso allora la ricerca etimologica era considerata essenziale per una corretta conoscenza del reale, secondo il principio nomina sunt consequentia rerum, largamente condiviso anche più tardi nel Medioevo - come dimostrano ad esempio le Etymologiae di Isidoro di Siviglia -, ma oggi non più considerato valido. Per approfondimenti vedasi DANIELE BAGLIONI, L'etimologia, Roma, Carocci editore S.p.A., 2016

(«Bussole»).Nonostante le riflessioni, lo studioso non si spinge oltre e evita di fornire esempi concreti di come potrebbe apparire un tale linguaggio.

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