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Monday, October 28, 2024

Grice e Meriggi

 MERIGGI  Progetto di lingua a priori di fine Ottocento, il Blaia Zimondal fu elaborato nell'arco di sette anni da Cesare Meriggi, allora professore dell'Istituto tecnico di Como. Esso parte da un principio fonosimbolico, ossia che ciascun suono possiede un senso generale corrispondente al suo modo di formazione fisiologico (luogo e modo di articolazione dei foni); così ad esempio:  - «a», vocale aperta, esprime ciò che è grande, alto, forte, bianco, evidente;«i», vocale anteriore alta, per il fatto che è prodotta serrando quasi completamente la bocca, esprime ciò che è piccolo, basso, leggero, interiore;  «u», vocale posteriore alta, esprime ciò che è basso, scuro, pesante, lontano, futuro; «p», consonante occlusiva bilabiale sorda, suggerisce idee di forza, pressione, pesantezza, caduta, blocco repentino; «k», consonante occlusiva velare sorda, simboleggia l'idea di solidità, di siccità; «l», consonante laterale, esprime le idee di fluidità, di morbidezza, d'elasticità; «I», consonante vibrante, esprime le idee di rotazione, rapidità, rumore; 132 «L'udito dei vertebrati si è evoluto principalmente con questo scopo: identificare la natura degli eventi a partire dal suono che emettono. Solo più tardi |.... l'udito è stato riciclato dalla nostra specie per servire all'apprezzamento di parole o musica. Ma il riciclaggio è stato solo parziale» [LUCA NOBILE, EDOARDO LOMBARDI VALLAURI, Onomatopea e fono-simbolismo, Roma, Carocci editore S.p.A., 2016 («Bussole»), pp. 7-8]. La capacità di associare dei suoni della propria lingua a suoni naturali è, a detta di Vallauri, professore di linguistica all'Università Roma Tre, propria degli esseri vertebrati: e in sostanza cioè l'uomo è in grado di produrre suoni che riproducono avvenimenti della realtà e di associare a questi - più o meno consciamente - determinate idee. Così «malgrado l'alto grado di formalizzazione che i suoni del linguaggio devono possedere per funzionare da supporto del sistema morfo-sintattico e lessicale, essi conservano dunque una prossimità sufficiente ai suoni naturali per surrogarne l'originaria funzione biologica di indizi percettivi degli eventi rumorosi» [Ivi, p. 9J. Sul fenomeno del fonosimbolismo è comunque consigliabile una certa cautela: ad esempio, sebbene il suono vocalico  [i] possa ricondurre alle idee di piccolo, carino, soave (cfr. it. 'gattino', 'micio'), e il suono vocalico [o] a idee di grandezza, mascolinità, robustezza (cfr. it. 'colosso'), non possiamo ignorare i numerosissimi controesempi, sia italiani (cfr. it. 'massiccio') che stranieri (cfr. ing. big 'grande' e small 'piccolo').32«fl» esprime il senso di fluidità e liquidità insieme (cfr. lat. FLUMEN, it. 'fiume');133L'associazione di significati a singoli fonemi e nessi consonantici è un tema ricorrente della linguistica prescientifica a partire dal Cratilo di Platone, che riconosceva ad esempio alla lettera greca lábda |! un valore di scivolamento, come dimostrano le parole greche léia 'cose lisce', olisthánein 'scivolare' o liparón 'unto' [Ivi, p. 31]. Nel 1653 anche il matematico e crittografo inglese John Wallis (1616-1703) nel De etymologia sostiene che il nesso consonantico [sl] veicoli l'idea di scivolamento (cfr. ing. slide, slip, slime, slow) [ivi, p. 43]. Ne discorre ampiamente, in tempi più vicini all'autore, anche De Brosses nel suo Traité de la formation mécanique des langues et des principes physiques de l'étymologie (1765), in cui sostiene che il nesso [fl] evochi l'idea di fluidità (cfr. lat. fluere 'fluire', fr. souffler 'soffio', ing. to fly 'volare' [ivi, p. 47]) e l'italiano Melchiorre Cesarotti nel suo Saggio sulla filosofia delle lingue (1785) nel quale, traendo proprio da De Brosses la maggior parte degli esempi, riporta proprio il caso del nesso [fl] della parola latina FLUMEN come espressione di liquidità [per approfondimenti sull'ideologia linguistica di Cesarotti vedasi DANIELE BAGLIONI, «L'etimologia nel pensiero linguistico di Cesarotti», in Melchiorre Cesarotti. Linguistica e antropologia nell'età dei Lumi, a cura di Carlo Enrico Roggia, Bari, Carocci editore, 2020, pp. 205-227  «bl» esprime il senso della parola; «kr» ricorda le armi e le macchine;  e così di seguito, con l'abbinamento di ogni suono a una determinata capacità espressiva. Se il singolo suono contiene gia da sé un signiticato, combinando i suoni a due a due è possibile costruire dei significati più complessi, risultati dalla somma dei singoli significati. A questo modo:«pr» la pressione rumorosa;  Con questi elementi è possibile formare delle radici monosillabiche corrispondenti a delle idee precise: ad esempio congiungendo le sillabe «kl» (composizione delle idee di solidità e fluidità insieme che corrisponde praticamente all'idea della costruzione, artificiale e naturale) e «am» (che esprime l'idea dell'amore), la sequenza «klam» indicherà il concetto di 'casa'; ma «klim», che rende l'idea del piccolo e della costruzione, significherà 'stanza da bagno'. È evidente che tutte le radici di sensi vicini si formano tramite la combinazione e la variazione delle vocali e delle  consonanti.Sebbene si tratti di una lingua a priori, cioè non derivata da altre lingue storico naturali, vi è un caso in questi due sistemi linguistici si incontrano, ed è, ovviamente, nelle onomatopee: essendo il Blaia Zimondal una lingua di tipo filosofico che vuole dimostrare la vicinanza dei suoni della lingua ai referenti extralinguistici, le espressioni linguistiche di suoni già presenti in natura non possono che essere modellate su questi stessi. Così ad esempio si ha «uul» per 'ululare', «meua»  per 'miagolare, ecc.  Non mancano comunque casi di somiglianze con altre lingue realmente parlate, e in particolare con le lingue romanze e germaniche, forse retaggio della provenienza linguistica e della formazione dell'autore: «bank» per 'banca', «ordo» per 'ordine' 134

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