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Monday, October 28, 2024

Grice e Ferrari

 FERRARI  Un contributo rilevante per le discussioni intorno alle lingue universali è quello di Gaetano Ferrari che nel 1874, con lo pseudonimo di Callicrate Aletiano, pubblicò le proprie considerazioni in materia, dedicandole a un certo Aristodemo Euganeo, nel volume Monoglottica."9Ferrari fu canonico, professore all'Università di Modena di etica. Lo pseudonimo Callicrate ricalca il nome di un architetto della Grecia antica; Aletiano è forse da ricondurre alla parola greca per 'rivelazione', 'verità': allora l'autore si configurerebbe come l'architetto di un sistema linguistico che rispecchi la verità delle cose, che si rifà direttamente alle idee. Aristodemo invece fu una figura della mitologia greca che sacrificò la propria figlia in nome della vittoria sulla città di Sparta; Euganeo deve essere ricondotto alle origini del dedicatario. Il modus è del tutto simile a quello  di Soave.  Dopo una breve disamina del tipo di alfabeto utilizzato tra popoli di tutto il mondo, Ferrari dichiara che «le tradizionali disformità de' linguaggi e delle scritture accumularono ostacoli d'ogni sorta alle scambievoli comunicazioni delle genti, ed alla diffusione della generalesocievolezza e coltura»,20 GAETANO FERRARI, Monoglottica. Considerazioni storico-critiche e filosofiche intorno alla ricerca di una lingua universale,  Modena, G. T. Vincenzi e nipoti editori, 1877, p. 25arrivando perfino ad essere causa di incomprensioni sì grandi da condurre i popoli alla guerra, giacché «diversitas linguarum hominem alienat ab homine» 21  SANT'AGOSTINO, De Civitate Dei, Venezia, Albizziano, 1731, p. 551. Trad. la diversità delle lingue allontana l'uomo dall'uomo'. Conscio degli studi dei suoi predecessori, tra cui nomina anche gli italiani Cesarotti, Ceruti e Soave, Ferrari espone e passa in rassegna tutti i progetti dei secoli precedenti, esprimendo elogi e  rimproveri per ciascun sistema.  Alla fine dell'opera l'autore propone un indice dei quattro libri che formano il Nuovo saggio di studi e di proposte riguardanti l'istituzione di una lingua universale (di cui Monoglottica è un riassunto) e in  nota al capitolo tredicesimo del terzo libro riporta:Premessi alcuni principi generali, seguiti da alquante norme direttive, lo schema espone l'Alfabeto universale, che, da poche modificazioni in fuori, s'identifica con quello delle moderne favelle indogermaniche. 22  Il «comune Alfabeto vocale» ipotizzato da Ferrari comprende le cinque vocali a, e, i, o, u poiché esse formano «il sostrato primitivo ed essenziale de' varii sistemi fonetici» di tutti i popoli da lui considerati. 23 Per quanto riguarda le consonanti esse sono «b, c, d, f, g, h, j, k, 1, m, n, q, r, s, tv, w, X, y, z» e a ciascuna di esse è associato un suono e uno soltanto. Graficamente esso deve essere latino, poiché il meno appuntabile rispetto agli altri, e corredato delle note tipografiche.La lingua proposta è - moderatamente - flettente e combinante, 124   Quel che l'autore intende è che la lingua non può essere simile alle lingue romanze. a stregua però di una calcolata economia, nello svolgimento de' verbi; valendosi rispetto ai nomi, a forma delle lingue analitiche, degli articoli determinativi; salvo il differenziare con minima flessione la desinenza plurale dalla singolare. 25   Per questo sono evitate quanto più le flessioni, le derivazioni, gli agglutinamenti e l'uso di accenti non giustificato da reali esigenze.La lingua in discorso non è ideografica, siccome quella concepita dal Delgarne e dal Wilkins, né semialgebrica, come la Caratteristica leibniziana, né tampoco tachigrafica o stenografica a mo'della Pasigrafia del Taylor; ma è puramente alfabetica, e costituita con basi e processi grammaticali; epperò con opportuno corredo di articoli e pronomi, Di congiunzioni, preposizioni ed avverbi. Essa discerne due generi nominali, l'uno maschile o concreto, l'altro femminile o astratto; lo che giova non meno alla perspicuità, che all'armonica varietà del favellare. Adotta sei verbi di uso frequentissimo, come primi ed ausiliari, semplificandone le forme e gli svolgimenti, e rilevandone le funzioni rispetto agli altri verbi. Con somma parsimonia si vale dell'applicazione di lettere vocali e delle consonanti a denotare maniere e rapporti di senso nominale e verbale; tenendosi lungi anzichenò, dal sistema dell'Abate Ochando. Segue un procedimento metodico per la evoluzione delle parole primitive e radicali, allo scopo di ritrarre le molte parvenze e trapassi nell'esplicazione delle idee fondamentali. Poscia sono stabilite le norme relative alla sintassi, ed il regime sì diretto, che indiretto. Infine si traccia il disegno costitutivo della lessicografia; di cui, con altre materie congeneri, si ragiona nel seguito di questo libro. L'autore ha curato soprammodo, in tutte le parti dello Schema, la semplicità, il collegamento e la regolarità, che debbono esser le doti primarie e congenite della Lingua universale, perchè possa ella riescire perspicua, gradita, e  mirabile per esattezza ed energia.126La lingua del Ferrari deve anch'essa essere esente di sinonimi, neologismi, solecismi, irregolarità, e deve piuttosto fare ampio uso dell'analogia, che quindi deve essere assurta a regola;   Tanto che Ferrari sostiene «l'Analogia sarà un giorno, quando che sia questo per ispuntare, l'oracolo e la salvaguardia della Lingua universale» (Ivi, p. 233).27 deve essere attuato un procedimento di logogenesi, per il quale il suono esprimente un'idea semplice deve in qualche modo essere presente anche nei suoni che compongono le parole da esso derivate;  la sintassi deve seguire quanto più l'ordine logico dei pensieri.

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