Grice e Gobetti: la ragione conversazionale e l’implicatura
conversazionale e il partito liberale italiano – il partito socialista italiano
– filosofi contro il regime – filosofia piemontese – filosofia torinese –
scuola di Torino -- filosofia italiana – Luigi Speranza - (Torino).
Filosofo piemontese. Filosofo torinese. Filosofo italiano. Torino, Piemonte. Grice:
“Italian philosophy is political in a way pinko Oxonian one ain’t: Gobetti is
the exception that DISproves the rule!” -- “Lo Stato non professa un'etica, ma
esercita un'azione politica.” (La Rivoluzione Liberale.) Considerato un
degno erede della tradizione filosofico-politica post-illuminista e liberale
che aveva guidato molte delle migliori menti dell'Italia dal Risorgimento fino
a poco tempo prima, purtuttavia di stampo profondamente sociale e sensibile
alle istanze del socialismo e di conseguenza alle rivendicazioni del movimento
operaio, fondò e diresse le riviste Energie Nove, La Rivoluzione liberale e Il
Baretti, dando fondamentali contributi alla vita politica e culturale, prima
che le sue condizioni di salute, aggravate dalle aggressioni subite, ne
provocassero la morte prematura a nemmeno 25 anni durante l'esilio francese. Gaetano
Salvemini «Era alto e sottile, disdegnava l'eleganza della persona, portava
occhiali a stanghetta, da modesto studioso: i lunghi capelli arruffati dai
riflessi rossi gli ombreggiavano la fronte. (Levi, in «Introduzione agli
Scritti politici di G.»,). Figlio unico di Giovanni Battista, commerciante, e
di Angela Canuto, una piccola donna bruna e tonda, gentile e modesta, capace
tuttavia non solo di grande abnegazione per il figlio unico che adorava, ma
anche di strenuo lavoro e di sagace giudizio. I suoi genitori, originari
entrambi di Andezeno, avevano aperto nel capoluogo piemontese una drogheria nella
centrale via XX Settembre. Mio padre e mia madre avevano un piccolo commercio.
Lavoravano diciotto ore al giorno. Il mio avvenire era il loro pensiero
dominante. L'impegno del loro lavoro era di arricchire permettersi e
permettermi una vita dignitosa. In quanto a me pensavano di dovermi dare
un'istruzione, quella che essi non avevano potuto avere. Dopo gli studi
elementari presso la scuola Giacinto Pacchiotti, s'iscrive al ginnasio Balbo:
scrive di sé di quegli anni, in terza persona, che «gli pesava un'amarezza, uno
sconforto, che nei ragazzi di dodici anni segnano inquietudini fruttuose. Si
vedeva troppo poco stimato, troppo solo, troppo malsicuro del domani. Aveva dei
dubbi strani sulle sue stesse attitudini. Un'adolescenza che s'ispirava a
motivi così integrali doveva dargli una tragica forza. Trasferitosi poi presso
il liceo classicoGioberti, dove conosce Prospero, sua futura moglie, ha per
professori COSMO (si veda) e GIULIANO (si veda), un gentiliano che collabora
alla rivista L'Unità Salvemini. Questi
gli ispira quei sentimenti di patriottismo e di interventismo democratico che
sono propri del Salvemini, spingendolo ad anticipare di un anno l'esame di
maturità per poter così andare, libero da impegni, volontario nella prima
guerra mondiale. Einaudi La guerra è ormai conclusa s'iscrive a Torino, la
stessa che egli aveva già frequentato, ancora liceale, per seguirvi alcuni
corsi di filosofia. Tra i suoi insegnanti vi sono EINAUDI (si veda), da cui
rafforza il suo primitivo, spontaneo anti-statalismo, in cui s'incontrano
liberalismo, liberismo e quello stesso libertarismo che gli è congeniale --, FARINELLI
(si veda), MOSCA (si veda), PRATO (si veda), RUFFINI (si veda), e SOLARI (si
veda), con il quale sosterrà la tesi di laurea, La filosofia politica di ALFIERI
(si veda). Non solo: a settembre aveva scritto all'amica Ada di aver deciso
di fondare un periodico che s'occuperà di filosofia, questioni sociali è fatto
di soli giovani si tratta di opera di intensificazione di cultura e di azione e
tutti i giovani devono aiutarla. Esce il primo numero del quindicinale “Energie
Nove” nel quale scrive di voler «ortare una fresca onda di spiritualità nella
gretta cultura di oggi non c'è mai momento inopportuno per lavorare seriamente.
Ispirata alle idee liberali di Einaudi,
è vicina all'Unità di Salvemini, del quale riporta, nel secondo numero, l'aspra
critica alla classe dirigente. L'Italia ha vinto. Ma se avesse avuto una classe
dirigente meno incolta, più consapevole delle sue tradizioni e dei suoi doveri,
meno avida moralmente, l'Italia avrebbe vinto assai prima e assai meglio. È
finita o sta per finire una guerra. Ne comincia un'altra. Più lunga, più aspra,
più spietata. L'altra guerra più lunga e spietata è quella della riforma del paese,
una riforma che dev'essere, nelle sue intenzioni G., innanzi tutto culturale e morale,
e per la quale occorre serietà e intensità al lavoro secondo i motivi di quellidealismo
militante che ha animato La Voce di PREZZOLINI (si veda), altro nume ispiratorei.
Era doveroso partecipare in prima persona al dibattito politico e intellettuale
contemporaneo. Levi, in «Introduzione agli Scritti politici di G.. Sospende la
pubblicazione della rivista per poter partecipare, a Firenze, al I Congresso
degli Unitari, i sostenitori della rivista di Salvemini, della quale egli è
fondatore e rappresentante del Gruppo torinese. Può così conoscere di
persona l'intellettuale pugliese e ne è entusiasta. “Salvemini è un
genio.” “Me lo immaginavo proprio così. L'uomo che sviscerale questioni, che la
fa smettere agli importuni e ti presenta tutte le soluzioni in due minuti,
definitive.” “Un'altra persona di cui sono entusiasta è Prezzolini, franco, semplice,
pratico.” “Editore propriamente come lo pensavo io.” “L'editore più
intelligente d'Italia.” A seguito del Congresso, gli Unitari fondano la Lega
democratica per il rinnovamento della politica nazionale, una formazione
politica che non riuscirà nemmeno a presentarsi alle elezioni e avrà vita
breve. Alle elezioni politiche dell'anno seguente, Salvemini si candiderà con
successoin una formazione di ex-combattenti. Salvemini deve aver compreso
le qualità di Gobetti se arriva a offrirgli la direzione de L'Unità, una proposta
che però, lascia cadere. Non si sente pronto per tanto impegno, come scrive nel
suo diario: “Com'è vasta la cultura che devo conquistare!” E non basta
conquistare il vecchio. Sono giovane e devo anche produrre, creare quel po' che
si può creare. Ho tutta la vita davanti per sedermi in campagna, davanti al
camino, a mangiare pane e noci. Ho una responsabilità. Devo espormi in prima
persona. Perciò faccio la rivista. Voglio impormi nel lavoro». E s'impone un
piano di studi. “Gentile, ciò che non conosco ancora, rileggerò Croce avvierò
lo studio del Marxismo. Per ora non mi preme. Basta che mi formi un'idea
generale di Marx e della critica marxista (Sorel, Labriola, ecc.). “D'altra
parte studio il bolscevismo, minutamente». Un suo grande ispiratore fu
certamente il socialista Jaurès. Il primo numero di Energie Nove Queste
note sembrano riflettere anche la polemica che, appena riprese le pubblicazioni,
Energie Nove ha con L'Ordine Nuovo al tempo sprezzantemente definito dallo
stesso G. un «giornaletto torinese di propaganda» di Togliatti, che aveva
accusato G. di idealismo astratto, e di Gramsci, che aveva definito velleitaria
la Lega democratica, un ricettario per cucinare la lepre alla cacciatora senza
la leper. Ora ivi è il segno di un'inquietudine nuova, provocatagli
dall'esperienza della rivoluzione russa e dallo sviluppo del movimento operaio,
molto attivo a Torino. Pubblica due numeri unici sul socialismo, conosce
personalmente GRAMSCI (si veda), stimandolo e venendone apprezzato, del quale
pubblica un articolo, studia il russo con la fidanzata Ada insieme curano “Il
figlio dell'uomo” di Andreev, pubblicato dall'editore Sonzogno ed scrive,
criticando la politica sviluppata da d'Annunzio in forma di retorica, che la
politica oggi deve essere realizzata come forma di educazione. La simpatia che
io provo per Trotzchi [sic] e Lenin sta nel fatto che essi in un certo modo
sono riusciti a realizzare questo valore. Sebbene restio a sposarla
(emblematica fu la risposta «Grazie, non fumo…»), nella considerazione del
rapporto con la fidanzata si rivela anche la sua profonda maturità e serietà
morale: Ho dovuto rifarmi un senso morale, un senso della vita forte a sedici
anni, in gran parte a diciassette, e siccome me lo son fatto pensando a lei,
gliene sarò grato sempre. Una fanciulla come io la sognavo sola poteva darmi un
senso immediato di elevazione. Ho creduto in lei e la amo tanto perché mi fa
credere ancora adesso. La rivista Energie Nove cessa le pubblicazioni. Sentivo
bisogno di maggiore raccoglimento e pensavo una elaborazione politica
assolutamente nuova, le cui linee mi apparvero di fatto nel settembre al tempo
dell'occupazione delle fabbriche. Devo la mia rinnovazione dell'esperienza
salveminiana al movimento dei comunisti torinesi da una parte (vivi di un
concreto spirito marxista) e dall'altra agli studi sul Risorgimento e sulla
rivoluzione russa che ero venuto compiendo in quel tempo», e in giugno si
consuma anche il distacco con la Lega democratica degli amici di Salvemini.
Continua le traduzioni dal russo ed intraprende quelle dal francese dei
modernisti Blondel e Laberthonnière lo studio sulla filosofia di quest'ultimo
gli è suggerito da Solarie cerca di rintracciare le radici del Risorgimento
italiano studiando la cultura piemontese. Io seguo con simpatia gli sforzi
degli operai che realmente costruiscono un ordine nuovo. Non sento in me la
forza di seguirli nell'opera loro, almeno per ora. Ma mi par di vedere che a
poco a poco si chiarisca e si imposti la più grande battaglia del secolo.
Allora il mio posto sarebbe dalla parte che ha più religiosità e spirito di
sacrificio. (G., lettera ad Ada Prospero). Quando, ai primi di settembre, la
FIAT e le altre maggiori fabbriche torinesi sono occupate dagli operai, G.
scrive: Qui siamo in piena rivoluzione. Io seguo con simpatia gli sforzi degli
operai che realmente costruiscono un mondo nuovo il mio posto sarebbe
necessariamente dalla parte che ha più religiosità e volontà di sacrificio. La
rivoluzione si pone oggi in tutto il suo carattere religioso. Si tratta di un
vero e proprio grande tentativo di realizzare non il collettivismo ma una
organizzazione del lavoro in cui gli operai o almeno i migliori di essi siano
quel che sono oggi gli industriali. Si tratta, a suo avviso, di una rivoluzione
che se non rinnoverà gli uomini, e perciò neanche la nazione, potrà almeno
rinnovare lo stato italiano, creando una nuova classe dirigente: si può
rinnovare lo stato italiano solo se la nazione ha in sé certe energie (come ora
appunto accade) che improvvisamente da oscure si fanno chiare e acquistano
possibilità e volontà di espansione. La presa di distanza dall'azione
politica di Salveminila sua ammirazione personale nei suoi confronti resterà
comunque intattaè ora piena: gli rimprovera, come scriverà pochi anni dopo,
diintendere l'azione politica unicamente come «una questione di morale e di
educazione»: il suo «moralismo solenne, mentre costituisce il suo più intimo
fascino, appare il segreto delle sue debolezze, La sua concezione razionalista
si risolve in un'azione di illuminismo e di propagandismo, che può riuscire
utile a una società di cultura, non a un partito. Prosegue i suoi studi
sul Risorgimento e sulla Russia, terminando in ottobre La Russia dei Soviet: è
la volontà di comprendere funzioni e limiti di due esperienze rivoluzionarie,
al cui centro è sempre il problema della formazione della classe politica che
diriga un Paese e dei suoi rapporti con la popolazione. Ne conclude che il
Risorgimento non può considerarsi un'esperienza rivoluzionaria, dal momento che
i dirigenti politici che espresse rimasero estranei rispetto al popolo,
diversamente dalla rivoluzione sovietica che, a suo avviso, ha espresso
dirigenti come Lenin e Trotskij, che non sono soltanto dei bolscevichi, ma
«uomini d'azioni che hanno destato un popolo e gli vanno ricreando un'anima» e,
del resto, la creazione dal basso di un nuovo Stato, nel quale il popolo abbia
fiducia proprio in quanto avvertito come opera propria, «è essenzialmente
un'affermazione di liberalismo» Sono concetti ripresi in un articolo
pubblicato su L'Educazione nazionale, il Discorso ai collaboratori di Energie nove,
nel quale individua nel movimento operaio un «valore nazionale»: la novità,
venuta dalla Russia e che sembra farsi strada anche in Italia, consiste nel
fatto che il popolo italiano diventa stato italiano. Nessun pregiudizio del
nostro passato ci può impedire la visione del miracolo. Questo non avrebbero
fatto i liberali, questo non possono fare dei marxisti. Il movimento operaio è
un'affermazione che ha trasceso tutte le premesse. È il primo movimento laico
d'Italia. È la libertà che s'instaura». Il suo avvicinamento alle
posizioni dei giovani comunisti dell'Ordine Nuovo ha anche il concreto effetto
di una collaborazione e G. diventa il critico teatrale della rivista. A luglio,
a Torino, deve assolvere gli obblighi di leva: «la vita militare è la
consacrazione di tutti gli egoismi e di tutte le meschinità la meccanicità
pervade ogni forma di vita; tutto si riduce a elemento, a vegetazione. La caserma
è l'antitesi del pensiero. Esce il primo numero della sua nuova rivista
settimanale, La rivoluzione liberale, in cui collaboreranno spesso anche FORTUNATO
(si veda), GRAMSCI (si veda), e STURZO (si veda): l'obiettivo, come indicato
nell'Avviso ai lettori, è pur sempre quello di Energie Nove, ossia di formare
una classe politica nuova ma, ora si aggiunge, che sia cosciente delle esigenze
sociali nascenti dalla partecipazione del popolo alla vita dello stato italiano.
E poiché l'Unità di Salvemini ha cessato le pubblicazioni, La Rivoluzione Liberale
intende proseguire quegli sforzi di riorganizzazione morale che nell'Unità si
avvertirono. E nel Manifesto inaugurale espone il programma della rivista. La
Rivoluzione Liberale pone come base storica di giudizio una visione integrale e
rigorosa del nostro Risorgimento; contro l'astrattismo dei demagoghi e dei
falsi realisti esamina i problemi presenti nella loro genesi e nelle loro
relazioni con gli elementi tradizionali della vita italiana; e inverando le
formule empirico-tradizionaliste del liberismo classico all'inglese, afferma
una coscienza moderna dello Stato, che prenda in considerazione anche i più
sottili, ma non di certo trascurabili, trapassamenti dialettici della storia. Vi
pubblica la Storia dei comunisti torinesi scritta da un liberale e a maggio
dedica un numero intero all'emergente movimento fascista. Il mese successivo
consegue la laurea e, l'anno seguente, pubblicherà la sua tesi su ALFIERI (si
veda). E vivamente colpito dagli scritti del patriota e federalista italiano Cattaneo,
del quale è uscita in quei giorni un'antologia curata da Salvemini, che egli
incontra a Torino. Su CATTANEO ci siamo intesi, egli è assai vicino alle idee
che gli ho espresso. Su Cattaneo scrive un articolo sull'Ordine Nuovo sono i
giorni della devastazione fascista della sede della rivista comunista firmandosi
Baretti: rappresentante della critica del processo unitario risorgimentale, CATTANEO
è emarginato dalla classe dirigente moderata. Eppure CATTANEO avversa non
l'unità, ma l'illusione di risolvere con il mito dell'unità tutti i problemi
che invece si potevano intendere soltanto nella loro specifica realtà autonoma,
regionale senza atteggiarsi a profeta, senza l'enfasi dell'apostolo, capì che
il fondare una nazione non era impresa di letterati entusiasti, cercò nelle
tradizioni un linguaggio di serietà, un ammaestramento di cautela. E lo
condannarono alla solitudine e all'impopolarità, e diedero a lui, uomo positivo
e realista, un ufficio di Cassandra, predicante al deserto. Favorito
dall'inerzia dei Savoia e dalla complicità dei dirigenti liberali, il fascismo
procede alla conquista del potere e G. non s'illude che con esso si possa
venire a compromessi e lo si possa acquistare alla causa democratica. Scrive
L'elogio della ghigliottina: bisogna sperare «che i tiranni siano tiranni, che
la reazione sia reazione, che ci sia chi abbia il coraggio di levare la
ghigliottina, che si mantengano le posizioni fino in fondo. Chiediamo le
frustate, perché qualcuno si svegli, chiediamo il boia, perché si possa veder
chiaro» e che «noi siamo come la dura scorza di una noce: proteggeremo i nostri
ideali dalla sopraffazione con tutte le nostre forze e fin quando possibile».
Sposa Prospero: vanno ad abitare nella sua casa natale di via XX Settembre, che
diviene anche la sede della casa editrice che egli fonda, col suo nome: la G.
editore, che pubblicherà, in poco più di due anni, oltre cento titoli. In
qualità d'editore, G.porta in Italia, traducendoli, alcuni dei libri e degli
autori simbolo del pensiero liberale classico, come Mill. È tra i primi a pubblicare i libri di Einaudi
ed è lui a pubblicare la prima edizione di Ossi di seppia, una delle più famose
raccolte di poesia di Montale. I libri editi furono in molti casi dati alle
fiamme o comunque distrutti sotto il fascismo e, per questo motivo, sono in
molti casi introvabili, come il volume dedicato al socialista Matteotti, di cui
esistono pochissime copie. Tutti i suoi libri riportano in copertina un
motto liberale, scritto in greco antico in modo circolare, che recita
testualmente "Cosa ho a che fare io con gli schiavi?". G e Prospero
si trasferiranno poi in via Fabro 6, attuale sede del Centro di studi a lui
intitolato. E arrestato perché sospetto di appartenenza a gruppi sovversivi che
complottano contro lo stato italiano. Rilasciato cinque giorni dopo, subisce un
nuovo arresto, provocando un'interrogazione parlamentare alla quale il governo
risponde che era stato redattore dell'Ordine nuovo di Torino, giornale anti-nazionale;
la rivista che egli dirige, conduce da tempo una campagna contro le istituzioni
e IL GOVERNO FASCISTA; il prefetto si è perciò sentito in diritto di far
operare una perquisizione e il fermo di G. per misure di ordine
pubblico». G. replica con una lettera ai giornali, ribadendo la sua
funzione di oppositore del fascismo, e aggiunge, nei libri stampati dalle sue
edizioni, il motto Che ho a che fare io con gli schiavi? Dopo aver preso le
distanze da PREZZOLINI (si veda), che ha scelto il disimpegno di fronte al
fascismo, rinnega anche il suo originario gentilismo. GENTILE è incapace di dar
ragione di ogni fatto politico, nel suo semplicismo pratico la filosofia
gentiliana mostra caratteristicamente i suoi limiti e la nessuna aderenza al
reale. Le tematiche liberali maggiormente sentite trovano una prima e ultima
sistemazione in La rivoluzione liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia,
frutto maturo delle esperienze giornalistiche precedenti, dato alle stampe. L'opera
è divisa in quattro parti: L'eredità del risorgimento, La lotta politica in
Italia, La critica liberale, Il fascismo. La fretta con cui vuol dare alle
stampe questo saggio di lucida analisi politica gli impedisce di curare bene le
parti marginali. Così succede che "L'eredità del Risorgimento"
venga solo abbozzata: «Il problema italiano non è di autorità, ma di autonomia:
l'assenza di una vita libera fu attraverso i secoli l'ostacolo fondamentale per
la creazione di una classe dirigente, per il formarsi di un'attività economica
moderna e di una classe tecnica progredita. Un Risorgimento calato dall'alto,
che di popolare non aveva nulla. La sfida era riempire di liberalità le
istituzioni liberali formalmente create. Nel primo dopoguerra assiste a
qualcosa di assolutamente nuovo: la nascita dei partiti di massa (Partito
Popolare Italiano e Partito Comunista d’Italia saranno una prima versione dei
due partiti più importanti della cosiddetta Prima Repubblica. Ma questo non
basta. Per anni la lotta politica non riuscì a dare la misura della lotta
sociale. Una cosa erano le questioni politiche, un'altra le esigenze sociali,
ma queste «non possono essere separate dalla politica al pari di come un felino
astuto non si ciberà del formaggio ma ne farà da esca per il topo. La seconda
parte si divide in sei capitoli. Ciascun capitolo è un fattore della lotta
politica: sono presenti liberali e democratici, popolari (sviluppate le figure
di TONIOLO (si veda), MEDA (si veda), e STURZO (si veda)), socialisti,
comunisti (grande spazio dato a GRAMSCI (si veda)), nazionalisti (emblematico
il pensiero di ROCCO (si veda)) e repubblicani. La terza parte è il cuore
pulsante del saggio: una proposta concreta per fare politica senza dimenticare
la società. La lotta di classe è per G. strumento di formazione di una nuova
élite, una via di rinnovamento popolare. Insomma, la lotta politica deve essere
lotta sociale. In politica ecclesiastica, si rifà alla pregiudiziale cavouriana
della laicità, come necessità da mantenere (cosa che verrà invece negata dai
Patti Lateranensi). Per la discussione sulle modalità d'elezione, è convinto fautore della proporzionale. Il
collegio uni-nominale aveva corrotto il rappresentante in tribuno. Solo
con la proporzionale gli interessi si organizzano, così che l'economia venga
elaborata dalla politica. Di grandissima attualità è la parte dedicata al
problema dei contribuenti. Il contribuente italiano paga bestemmiando lo stato
italiano. Non ha coscienza di esercitare, pagando, una vera e propria funzione
sovrana. L'imposta gli è imposta. Una rivoluzione di contribuenti in Italia in
queste condizioni non è possibile per la semplice ragione che non esistono
contribuenti. È quindi necessario per lui raggiungere una maggiore maturità
economica e sociale. Il popolo doveva comprendere l'importanza di contribuire
nello Stato, e imparare il valore dell'onestà. Per questo richiama attenzione
sul problema scolastico. In un mondo fatto per grossa parte da analfabeti o
semi--analfabeti, la questione era fondamentale. Manca un numero sufficiente di
maestri, perciò si sarebbe dovuto mobilitare chiunque in grado di saper
insegnare (anche preti, massoni, bolscevichi e così via). La questione
non evita di trattare l'aspetto economico. Contro il parassitismo pensa che
fosse utile tagliare stipendi e investimenti, così da distinguere la vocazione
all'insegnamento dalla vocazione al parassitare. In politica estera prospetta
un ruolo importante per l'Italia a Versailles. E convinto della possibilità di
ottenere un buon accordo attraverso una mediazione. Nella quarta ed ultima
parte vi è una rapida esposizione del perché si oppone con ogni mezzo al
fascismo. Si è detto che per l'autore la lotta sociale deve essere portata in
Parlamento e dar vita a una lotta politica efficiente ed efficace. MUSSOLINI
invece fa in modo da soffocare la lotta politica, quando questa più di ogni
altra cosa era necessaria all'Italia. Così il duce e l'eroe rappresentativo di
questa stanchezza e di questa aspirazione di riposo» che si esplicava nel
tacito consenso della popolazione allo sradicamento di ogni lotta politica
nella nazione. In modo profetico, da esperto conoscitore del pensiero di Hegel
qual era, prevede e mette in guardia delle conseguenze della concessione del
potere a MUSSOLINI secondo le dinamiche della dialettica servo-signore
ipotizzando una guerra civile imminente. Il saggio è fortemente militante.
Nella nota a conclusion, è chiaro: cerca collaboratori, non lettori. vuole la
rivoluzione liberale, cioè un nuovo liberalismo; nutre una forte avversione per
IL FASCISMO, anche perché non è qualcosa di nuovo ma, anzi, il risultato
ottenuto da coloro che hanno governato l'Italia: è quindi una condanna della
vecchia classe dirigente liberale. Il fascismo nasce dall'invadenza del
cattolicesimo e dalla demagogia dell'Italia liberale: Fascismo come
autobiografia della nazione, il fascismo è, insomma, solo l'incancrenirsi dei
mali tradizionali della società italiana. La società tradizionale italiana
re-agisce sostenendo una forza conservatrice come quella del fascismo, anche se
in realtà qualcosa di buono nell'Italia del primo dopo-guerra vi era stato: il
proletariato (soprattutto quello torinese) che tenta di assumere su di sé la
responsabilità di mutare lo stato delle cose. La borghesia ha perso ogni
funzione propositiva. La borghersia è una classe parassitaria che si è adagiata
e aspetta tutto dallo stato italiano. Si blocca così ogni istanza di
rinnovamento. La funzione liberale e libertaria è assunta dal proletariato. Le
considerazioni politiche di risentono della sua opinione sulla storia italiana,
in “Risorgimento senza eroi” G. descrive questo periodo come un'epopea patriottarda
di cui simbolo è MAZZINI (si veda) (tante parole, pochi fatti): al Risorgimento
sono mancati il pragmatismo e il realismo. Ci sono due eroi nel
Risorgimento e sono CATTANEO (si veda) e CAVOUR (si veda), due figure assai
distanti tra loro ma accomunabili per il loro pragmatismo: CATTANEO gli piace a
per la sua volontà di operare, per la capacità di propugnare istanze pragmatiche
e vuote di retorica. CAVOUR (si veda) è uomo che media per raggiungere degl’obiettivi,
ha mire di lungo periodo. Il Risorgimento di CATTANEO è sconfitto, ma non quello
di CAVOUR (si veda). Entrambi, però, hanno instillato nella società italiana lo
spirito della competizione e l'ideale di assunzione di responsabilità. La
società italiana si regge su ruoli e cariche già predefiniti, è statica e
stagnante. Il proletariato, però, si ribella a ciò, rifugge situazioni già
prestabilite per costruire una società nuova in cui ciascuno sarà libero di
esprimersi. La persecuzione, l'esilio e la morte. Si reca in Francia, a
Parigi e poi a Palermo, per incontrare alcuni amici conosciuti durante il
recente viaggio di nozze. I suoi spostamenti sono seguiti dalla polizia
italiana e, Mussolini telegrafa al prefetto di Torino, Palmieri: “Mi si
riferisce che noto G. sia stato recentemente a Parigi e che oggi sia a Palermo.
Prego informarmi e vigilare per rendere nuovamente difficile vita questo
insulso oppositore di governo.” Il prefetto obbedisce. Viene percosso, la sua
abitazione perquisita e le sue carte sequestrate. Come scrive a Lussu, la
polizia sospetta che egli intrattenga rapporti in Italia e all'estero per
organizzare le forze antif-asciste. È il giorno che precede la scomparsa
di Matteotti, il cui corpo verrà ritrovato solo in agosto, ma subito si ha la
certezza che si tratti di un omicidio perpetrato da sicari fascisti. Ne traccia
un profile. Non ostenta presunzioni teoriche: dichiara candidamente di non aver
tempo per risolvere i problemi filosofici perché doveva studiare i bilanci e
rivedere i conti degli amministratori socialisti vide nascere nel Polesine il
movimento fascista come schiavismo agrario, come cortigianeria servile degli
spostati verso chi li paga; come medievale crudeltà e torbido oscurantismo Sente che per combattere utilmente il fascismo
nel campo politico occorre opporgli esempi di dignità con resistenza tenace.
Farne una questione di carattere, di intransigenza, di rigorismo. Auspica,
dalle colonne della sua rivista, la formazione di "Gruppi della
Rivoluzione Liberale", formati da uomini di tutti i partiti anti-fascisti,
che combattano il fascismo, questo fenomeno politico che trae i motivi del suo
successo e della sua conservazione dalla creazione di un esercito di parassiti
dello stato italiano. Occorre, a questo scopo, formare un'economia moderna con
un'industria libera da ogni protezionism e da ogni paternalismo di Stato e con una
classe proletaria politicamente intransigente aiutare i partiti seri e moderni
a liberarsi dei costumi giolittiani. La guerra al fascismo è questione di
maturità storica, politica, economica. Questi articoli e quello in cui accusa
il deputato fascista, grande invalido di guerra, Delcroix, di manovre
parlamentari definite aborti morali, provocano il sequestro della rivista ed
una violenta aggressione da parte di uno squadrone fascista. Persino un
articolo di Fiore contro il criminale fascista Dumini, apparso su La Rivoluzione
Liberale, fornisce il pretesto al prefetto di Torino di sequestrare la rivista.
Con Fiore e con Dorso pubblica un Appello ai meridionali e con il Saluto
all'altro parlamento appoggia l'iniziativa aventiniana, dalla quale si aspetta
un'opposizione intransigente e un esempio di rinnovamento dei costumi
parlamentari italiani. Fonda una nuova rivista, Il Baretti, alla quale
collaborano, tra gli altri, Monti, Sapegno, Croce e Montale. Come La
Rivoluzione Liberale è dedicata a temi storico-politici, così la nuova rivista
vuole essere riservata alla critica letteraria e all'estetica. Il riferimento a
Baretti, letterato italiano vissuto a lungo all'estero, e alla sua Frusta
letteraria, esempio di polemica vivace e irriverente, sottintende, scrive nel
numero d'esordio, «una volontà di coerenza con le tradizioni di battaglia
contro culture e letterature costrette nei limiti della provincia, chiuse dalle
frontiere di dogmi angusti e di piccole patrie». In ossequio alle
direttive mussoliniane, proseguono i sequestri della sua rivista. Rimedieremo
ai sequestri rifacendo l'edizione, scrive Gobetti e anche quel numero viene sequestrato
con il pretesto di scritti diffamatori dei poteri dello Stato e tendenti a screditare
le forze nazionali. Cura La Libertà di Mill, con la prefazione di Einaudi, il
quale scrive che quando, per fiaccare la voce dei ribelli, si assevera dai
dominatori la unanimità del consenso, giova rileggere i grandi libri sulla
libertà. Anche produrre citazioni di scrittori del passato che non collimino
col pensiero del Regime può essere tendenzioso e perciò provocare il sequestro
della rivista. E arrestato Salvemini, che ha pubblicato sul foglio clandestino
Non Mollare l'articolo MUSSOLINI il mandante. Altri sequestri de La Rivoluzione
Liberale avvengono. Un periodo di serenità per Piero e la moglie Ada che
aspetta un bambino è rappresentato da un viaggio a Parigi e a Londra. A Parigi
pensa di stabilire una sua casa editrice: «Credo che solo da Parigi, solo in
francese, solo con la solidarietà dello spirito francese un italiano possa fare
con utilità un'opera pratica di intelligenza europea. S'intende senza
chauvinisme francese. D'altra parte, intende ancora rimanere in Italia. Rimarrò
in Italia fino all'ultimo. Sono deciso a non fare l'esule. Fanno ritorno a
Torino e è nuovamente vittima dei pestaggi squadristi, ma è ancora intenzionato
a rimanere in Italia. Bisogna amare l'Italia con orgoglio di europei e con
l'austera passione dell'esule in patria, scrive nell'articolo Lettera a Parigi,
per capire con quale serena tristezza e inesorabile volontà di sacrificio noi
viviamo nella presente realtà fascista. Le nostre malattie e le nostre crisi di
coscienza non possiamo curarle che noi. Dobbiamo trovare da soli la nostra
giustizia. E questa è la nostra dignità di anti-fascisti. Per essere europei
dobbiamo su questo argomento sembrare, comunque la parola ci disgusti,
nazionalisti. Poiché i ripetuti sequestri a nulla hanno valso, e che il
periodico in parola, sotto l'aspetto di critiche e di discussioni politiche,
economiche, morali e religiose, che vorrebbero assurgere ad affermazioni e
sviluppi di principi dottrinari, mira in realtà, con irriverenti richiami, alla
menomazione delle Istituzioni Monarchiche, della Chiesa, dei Poteri dello
Stato, danneggiando il prestigio nazionale, e nel complesso può dar motivo a
reazioni pericolose per l'ordine pubblico, persistendo in violazioni sempre più
gravi ai vigenti decreti sulla stampa», il prefetto d'Adamo diffida «il
Direttore responsabile del periodico La Rivoluzione Liberale, ai sensi e per gli effetti di cui all'art.” ad
adeguarsi alle direttive del Regime e poiché la rivista disattende l'ordine, il
prefetto ingiunge la cessazione definitiva delle pubblicazioni e la
soppressione della stessa casa editrice per attività nettamente anti-nazionale.
D'ora in avanti sarò palesatamente costretto all'infelice dissenso. La libertà
d'opinione è stata soppressa come una rete che viene sradicata: senza
possibilità di dialogare sono destinato ad essere sopraffatto. A cosa serve
più, ora, fare finta? G., che ora soffre anche di scompensi cardiaci, provocati o aggravati dalle violenze subite,
pensa di lasciare l'Italia per proseguire in Francia l'attività editoriale. Nasce
a Torino il figlio Paolo, che durante la seconda guerra mondiale diventerà
partigiano e poi giornalista per l'Unità, oltreché storico del cinema. Scrive
una lettera a Fortunato. Parto per Parigi dove farò l'editore francese, ossia
il mio mestiere che in Italia mi è interdetto. A Parigi non intendo fare del
libellismo, o della polemica spicciola come i granduchi spodestati di Russia;
vorrei fare un'opera di cultura, nel senso del liberalismo europeo e della democrazia
moderna. Parte da solo per Parigi. Alla stazione di Genova viene a salutarlo Montale. Si ammala di una bronchite, che
esacerba gravemente i suoi problemi cardiaci. Trasportato in una clinica di
Neuilly-sur-Seine, vi muore assistito da Fausto, Nitti, Prezzolini e Emery. È
sepolto nel cimitero parigino di Père-Lachaise. Saggi:“La filosofia
politica di ALFIERI (si veda)” (Torino, G); “La frusta teatrale, Milano,
Corbaccio, Casorati. Pittore, Torino, G., “Dal bolscevismo al fascismo: note di
cultura politica” (Torino, G.); Il teatro di Pea, in Pea, Rosa di Sion, Torino,
Gobetti, Matteotti, Torino, G., Postfazione di M. Scavino, Edizioni di Storia e
Letteratura, col titolo Per Matteotti. Un ritratto, Il Melangolo, Genova, “La
rivoluzione liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia, Bologna,
Cappelli, Opere edite e inedited;
“Risorgimento senza eroi” “Piemonte nel Risorgimento, Torino, Baretti,
Paradosso dello spirito russo, Torino, Baretti, Opera critica “Arte, religione,
filosofia, Torino, Baretti, Teatro, letteratura, storia, Torino, Baretti, Scritti attuali, Roma, Capriotti, Coscienza
liberale e classe operaia, P. Spriano, Torino, Einaudi, Opere complete, Scritti
politici, P. Spriano, Torino, Einaudi, SAGGI
FILOSOFICI storici, letterari Spriano, Torino, Einaudi, Critica teatrale,
Guazzotti e Gobetti, Torino, Einaudi, L'editore ideale. Frammenti
autobiografici con iconografia, F. Antonicelli, Milano, All'insegna del pesce
d'oro, Energie nove, Torino, Bottega d'Erasmo, Baretti, Torino, Bottega
d'Erasmo, Lettere dalla Sicilia, nota di G. Chimirri, introduzione di N. Sapegno,
Palermo, Nuova editrice meridionale, Nella tua breve esistenza. Lettere on Ada
G., E. Perona, Collana NUE Torino, Einaudi, Collana Piccola Biblioteca. Nuova
serie, Einaudi, Con animo di liberale. G.e i popolari. Carteggi Bartolo
Gariglio, Milano, Angeli, Dizionario delle idee, Bucchi, Roma, Riuniti, Antifascismo
etico. Elogio dell'intransigenza, M. Gervasoni, Milano, M&B Publishing,
Carteggio Ersilia Alessandrone Perona, Torino, Einaudi, Che ho a che fare io
con i servi? Zibaldone politico, Reggio Emilia, Aliberti, Il giornalista arido
Articoli Collana Classici idel giornalismo, Torino, Aragno, Carteggio Ersilia Alessandrone
Perona, Torino, Einaudi,, Biografia di G. M. Brosio, Riflessioni su G., G., L'editore
ideale, G., L'editore ideale, c N. Bobbio, Italia fedele. Il mondo di G., Nella
tua breve esistenza. Lettere G., Energie Nove, Lettera a Prospero, Nella tua breve esistenza,
Diario, L'editore ideale, Levi, Introduzione agli Scritti politici Togliatti,
I parassiti della cultura, in L'Ordine Nuovo, Gramsci, Contributi a una nuova
dottrina dello stato e del colpo di stato, in L'Ordine Nuovo, Nella tua breve
esistenza, Cabella, Elogio della libertà. Torino, Il Punto, L'editore ideale, G,
Rivoluzione liberale, Nella tua breve esistenza, G., La Rivoluzione liberale,
in «Scritti politici», Scritti politici,
Nella tua breve esistenza, Manifesto della Rivoluzione Liberale, Nella tua breve esistenza, La rivoluzione
Liberale, Elogio della Ghigliottina, Dizionario Biografico degl’Italiani La Rivoluzione Liberale, I miei conti con
l'idealismo attuale, G, La rivoluzione liberale. Saggio sulla lotta politica in
Italia, C. Levi, in «Introduzione agli Scritti politici di G., La Rivoluzione
Liberale, Gruppi della Rivoluzione Liberale, La Rivoluzione Liberale, Come
combattere il fascismo, Colombo, Hutchings, G., G.AND MATTEOTTI, Il Politico, In, La cultura francese nelle riviste e nelle
iniziative editoriali di G., Lettera ad Prospero, Basso, Anderlini, Le riviste
di G., Feltrinelli, Prezzolini, G. e La Voce, Firenze, Sansoni, M. Brosio,
Riflessioni su G, Quaderni della Gioventù liberale italiana di Torino, G.
Bergami, Guida bibliografica degli scritti, Collana Opere di G. , Torino,
Einaudi, P. Spriano, GRAMSCI (si veda) e G., Torino, Einaudi, Carlino, Politica
e dialettica in Gobetti, Lecce, Milella, P. Bagnoli, Gobetti. Cultura e politica di un liberale
del Novecento, Firenze, Passigli, U. Morra di Lavriano, Vita, pref. di N. Bobbio, Torino, Tipografico, G. e
la Francia, Milano, Franco Angeli, Luigi Anderlini, Gobetti critico, in Letteratura
italiana. I critici, Milano, Marzorati, G. e gl’intellettuali del Sud, Napoli,
Bibliopolis, G. Marzi, G. e CROCE (si veda), Urbino, Quattroventi, Cabella,
Elogio della libertà. Torino, Il Punto, Marco Gervasoni, L'intellettuale come
eroe. G. e le culture, Firenze, La Nuova Italia, Bagnoli, Il metodo della
libertà. tra eresia e rivoluzione,
Reggio Emilia, Diabasis, Gariglio, Progettare il postfascismo. G. e i
cattolici, Milano, Franco Angeli, Virgilio, G.. La cultura etico-politica del
primo Novecento tra consonanze e concordanze leopardiane, Manduria-Bari-Roma,
Lacaita, Angelo Fabrizi, «Che ho a che fare io con gli schiavi?». G. e ALFIERI
(si veda), Firenze, Fiorentina, Mazzei, G.. Profilo di un rivoluzionario
liberale, Firenze, Pugliese, Gariglio, L'autunno delle libertà Lettere ad Ada
in morte di G,, Torino, Bollati, Erba, G., Intellettuali laici italiani,
Padova, Grasso, Ciampanella, Senza illusioni e senza ottimismi. Prospettive e
limiti di una rivoluzione liberale, Roma, Aracne, Socialismo liberale
Liberalismo sociale Salvemini Amendola Croce Alfieri Matteotti Il Baretti La
Rivoluzione liberale. Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degl’italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Centro
Studi G,, su centro G.. «La Rivoluzione Liberale» G., Il liberalismo in Italia,
G. Iacchini, Quando la libertà è rivoluzionaria: G., su radicalsocialismo. La
casa di G. in via XX Settembre a Torino, su multimedia la stampa. Piero
Gobetti. Gobetti. Keywords: implicatura, fascismo, Mussolini, Gentile. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Gobetti” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Gobbo: esperanto e deutero-esperanto -- la
ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale – filosofia veneta
–filosofia padovana – scuola di Padova -- filosofia italiana – Luigi Speranza –
(Padova). Filosofo italiano. Filosofo veneto. Filosofo padovano.
Padova, Veneto. Esperantista -- He has collaborated with philosophers. University
of Amsterdam, Faculty of Humanities Spuistraat The Netherlands Kuiperbergweg Language passport in a glance1 Understanding Speaking Writing Listening Reading Spoken interaction Spoken
production Italian native speaker Esperanto English Dutch Spanish French German
heritage semi-speaker Venetan heritage semi-speaker Lombard Sardinian Latin Basis Kwalificatie
Onderwijs Amsterdam Italian Habilitation
(ASN ) for being associate professor (seconda fascia) in Linguistics (SSD:
LIN/01) Self-assessment according to the Common European Framework of Reference
for Languages. English has been tested by British Language Training Centre BV,
Amsterdam, Esperanto C1 has been certified by the Centre for Advanced Language
Learning of the Eötvös Lorand University (ELTE ITK) at Hai Nan Dao, China,
2012, 7 Feb. However, self-assessment is C2.Teaching experience Full Professor (Special Chair) in the courses
of Interlinguistics and Esperanto, sponsored by the Universal Es- peranto Association (UEA, Rotterdam).
University of Amsterdam, Faculty of Humanities, The Netherlands Erasmus+ Teaching
Mobility in the courses of Davide Astori, on Multilingualism and
Interlinguistics. University of Parma,
Dept. of Humanities, Social Sciences and Cultural Industries, Italy Teaching Fellow in Argument-Checking and
Critical Thinking. Adam Mickiewicz University, EPiCUR European Track Key Competences course, Poznań,
Poland Teaching of Italian language
(brugklas). Gemeentelijk Gymnasium Hilversum, Taal naar Keuze Onderwijsin- stelling, The Netherlands Visiting Professor in Constructive
Adpositional Grammars. Adam Mickiewicz University, Faculty of Cognitive Sciences and Psychology, Poznań, Poland Coaching in Wikipedia Hackathon Amsterdam.
University of Amsterdam, APPLY COST Action, Amsterdam, The Netherlands
Teaching Fellow in Advanced Research Writing. Amsterdam University
College, Academic Core, The Netherlands
Teaching Fellow in the course of Multilingualism in European Perspective
I and II. Coordinator: Arjen Versloot. University of Amsterdam, Faculty of
Humanities, The Netherlands Erasmus+ Staff
Exchange in the International Week Contact: Miroslava Danadiová. University of
Eco- nomics in Bratislava, Slovakia
Instructor in the teach-in The typology of planned languages of the
Association for Linguistic Typology (ALT) be- fore the ALT2019 Conference.
University of Pavia, Dept. of Humanities, Italy
Teaching Fellow in the course Pianificazione linguistica e lingue
pianificate [Language Planning and Planned Lan- guages]. University of Turin
School of Humanities, Italy Visiting
Professor in the course of Multilingualism, Mobility and Inclusion in Europe
(TeachMob programme). University of Amsterdam / Turin, Faculty of Humanities /
School of Humanities, The Netherlands / Italy
Instructor in the crash course Interlinguistics as extreme language
planning at the LPLPE17 Summer School Uni- versity of Costa Rica, INIL –
Institute of Linguistic Research, Costa Rica
Teaching Fellow in the course of European Minority Languages.
Coordinator: Arjen Versloot. University of Am- sterdam, Faculty of Humanities, The
Netherlands Tutor in Linguistics.
University of Milano-Bicocca, Faculty of Education “Riccardo Massa”, Italy Teaching assistant in the workshop
Interlinguistics for Philosophers. University of Milano, Faculty of
Literature and Philosophy, Italy Teaching assistant in the seminar of
Introduction in Computational Linguistics. University of Milano-Bicocca, Faculty of Education“Riccardo Massa”,
Italy Visiting professor in the course
Historio kaj Filozofio de la Informadiko [History and Philosophy of Computing], Esperanto Winter School. Nanjing University,
Haikou, Hainan, China Teaching fellow in
the courses Epistemologia, Etica e Deontologia dell’Informatica and Storia
dell’Informatica e della Comunicazione Digitale [History and Philosophy of
Computing]. University of Insubria, Faculty of Mathematical, Physical and
Natural Sciences in Varese, Varese-Como, Italy
Teaching assistant in the course Epistemologia, Etica e Deontologia
dell’Informatica [Computing and Philosophy]. University of Insubria, Faculty of
Mathematical, Physical and Natural Sciences in Varese, Italy Tutor for the Computer Labs with postgraduate
Master in Information Technologies for the Humanities (MICSU). University of
Milano, Departments of Philosophy and Computer Science, Italy Teaching results in a glance 1 Supervised PhD theses 17 Supervised M.A.
theses 10 Supervised B.A. theses 2
Instructor at summer schools 57 Invited
lectures, talks, seminars and colloquia
2 Erasmus+ Teaching Mobility Exchanges opened Nomination as UvA Lecturer of Year 2021 and
2020 (484 lecturers nominated, 1210 nominations in total) For full details on
teaching results, please refer to the Appendix 2. 3
2014–2018 2012–2013 2009–2010
2004–2005 Research grants Research grants. 7FP-funded EU Project MIME
(Mobility and Inclusion in Multilingual Europe) in the Working Package 3 about
Educational Linguistics. University of Milano-Bicocca. Supervisor: Gabriele
Iannàccaro. Dep. of Educational Human Sciences “Riccardo Massa”’. e30,000 Research grant. Title: ‘Emepolis’. Area:
Smartphone and social networks for the e-gov (C2G) of L’Aquila. Uni- versity of
L’Aquila. Supervisor: Stefania Costantini. Dep. of Inf. Eng., Comp. Sc. and
Maths – Disim. e18,000 Research grant. Title:
‘Theory and practice on new texts’. Area: Computing and Philosophy applied to
Web 2.0. University of Insubria. Supervisor: Gaetano Aurelio Lanzarone. Dep. of
Comp. Sc. and Comm. – Dicom e18,000
Research grant. Area: language structure aspects in the design of
elearning for robotics. Part of TIGER Project (Italian FIRB) University of
Insubria. Supervisor: Gaetano Aurelio Lanzarone. Dep. of Comp. Sc. and Comm. –
Dicom. e18,000 Research results 38 Articles in Peer-Reviewed Journals 54 Peer-Reviewed Book Chapters and Conference
Proceedings 5 Books published as
Author 4 Books published as Editor 63 Invited Articles and Chapters in
Volumes 33 Conferences and Workshops
without Proceedings 27 Book Reviews 32 Technical reports, working papers, posters
and other essays Research side results 32 Valorisation activities (including
interviews) 3 Fiction 1 Software 1 Graphic novels 3 Original songs 2 Poems 4
J.2023.1 P.2023.2 J.2022.1
J.2021.2 J.2021.1 P.2021.1
P.2020.2 J.2019.3 J.2019.2
P.2019.2 J.2018.1 J.2017.3 J.2017.1
P.2017.1 P.2017.3 J.2016.1 J.2015.2
J.2013.8 J.2013.5 J.2011.2
J.2005.2 J.1998.1 J.1998.2 Most Relevant Peer-Reviewed Publications Benini, Marco and Gobbo, Federico and
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Christer Kiselman (ĉefred), Re- nato Corsetti and Probal Dasgupta (red). Aliroj
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Artifacts. Topoi. 35(1). 203–212. doi 10.1007/s11245-014-9248-5 Gobbo, Federico (2015). Transnational
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JKI (Język. Komunikacja. Informacja / Language. Communication. Information).
Koutny, Ilona and Nowak, Piotr (red./eds.). 10/2015: 196–208. Gobbo, Federico and Benini, Marco (2013).
Dependency and Valency: From Structural Syntax to Constructive Ad- positional
Grammars. Frontiers in Artificial Intelligence and Applications. Volume 258:
Computational Dependency Theory. 113–115. doi
10.3233/978-1-61499-352-0-113 Gobbo,
Federico (2013). Learning Linguistics by Doing: The Secret Virtues of a
Language Constructed in the Class- rooom. Journal of Universal Language. vol
14, No 2. 113–135 Sejong Prize 2014
Gobbo, Federico (2011). The Case of Correlatives: A Comparison between
Natural and Planned Languages. Journal of Universal Language. vol 12, No 2.
45–79 Gobbo, Federico (2005). The
European Union’s Need for an International Auxiliary Language. Journal of Universal Language, March, 1–28 Gobbo, Federico (1998). Dirlo in Europanto.
Italiano and Oltre, 5, 226–231 Gobbo,
Federico (1998). Verbigerazione fantastica. Italiano and Oltre, 3/4, 151–154 For the full list of
publications in detail, please refer to the Appendix 1. 5
since 2020 since 2020 since 2020
since 2014 2020-2023 2018-2023
2016–2019 2005-2017 2010–2012 2009–2011
2010–2011 2006–2008 2008-2011
2007–2010 2005 2002–2003 2001–2002 2022 2022 2019 2015 2013 2012 2011 2009 2005 2004 2000 1999
2005–present 2006–present 2006–present
Service to the profession Working
Group 3 member. European Network for Argumentation and Public Policy Analysis.
APPLY. COST Ac- tion CA17132. University
of Amsterdam. Internal Working Group
member. European Prnership for an Innovative Campus Unifying Regions.
EPICUR. University of Amsterdam. Management Committee member. Language in the
Human-Machine Era. LITHME. COST Action CA19102. Uni- versity of Amsterdam. Contributor to the Linguistic Bibliography.
Brill, Leiden. Working Group 3 member.
Designing Public Argumentation and Policymaking. APPLY. European network for
Argumentation and Public Policy Analysis. COST Action CA17132. University of
Amsterdam. Interlinguistics Editor.
LPLP. Language Problems, Language Planning. John Benjamins, Amsterdam.
Secretary of the Research Group on Language Policy. Gruppo di Studio sulle Politiche Linguistiche
(Gspl), Società di Linguistica
Italiana. Book Review Editor. LPLP. Language Problems, Language
Planning. John Benjamins, Amsterdam.
Honorary Research Fellow in Constructive Linguistics, History and
Philosophy of Computing, New Texts for High Education. University of Insubria
Research Center “Informatica Interattiva” – Crii New text specialist for Giovani Pensatori
[Young Thinkers]. E-learning-by-doing project for High School students (Varese,
Como, Italy and Canton Ticino, CH). In Italian.
Co-founder and Scientific Director. InKoj. Interlingvistikaj Kajeroj.
University of Milan Co-founder and
Scientific Board of Essap, European Summer School in Agile Programming. 3
editions. For advanced students in Computer Science. University of
Insubria Consultant in Agile
Methodologies for Linkgroup srl (Buguggiate). University of Insubria Research Student of Pascal (Pattern Analysis,
Statistical Modelling and Computational Learning) and Pascal 2, Network of Excellence, EU, FP7. University of
Insubria Dep. of Comp. Sc. and Communication – Dicom Session chair at LGC (Language,
Globalization, Communication) Conference 2005.
R and D for the virtual exibition Il
ritratto in Lombardia da Moroni a Ceruti. Pumpkin Srl. R
and D for the project Virtuose, a VIRTual CommUnity Open Source Engine for
Integrating Civic Networks and Digital Cities. Pumpkin Srl. Honours, prizes and awards Third prize at the Belartaj Konkursoj, branch
essay, Universala Esperanto-Asocio, The Netherlands. Third prize at the
Belartaj Konkursoj, branch lyrics, Universala Esperanto-Asocio, The
Netherlands. Finalist for the Krino
project together with Federica Russo and Jean Wagemans, Amsterdam Science
Innovation Award 2019, Category Alpha / Gamma, Innovation Exchange Amsterdam,
Amsterdam, The Netherlands. Prize Best
Multilingual Poem of the Drongo Festival, Utrecht, The Netherland. Award Journal of Universal Language Sejong
Prize for the Best Linguistic Paper of the Year. Honorary Adjunct of Cybernetics (Comp.
Ling.). Int’ Academy of Sciences, San Marino
Award Chiasmus of the Month January 2011, Psammeticus Press, in
Speculative Grammarian. Honorary fellow
in Interlinguistics and Esperantic Studies. University of Turin Honorary fellow in Computing Philosophy. University of
Insubria Honorary fellow of Humanities
(Applied Ling.). Int’ Academy of Sciences, San Marino Special mention by Paolo Ferri (University of
Milano-Bicocca) for Immersi-Sommersi [Dipped-Overflown], a collab- orative
narrative hypertext in HTML, built within the M.Sc. MICSU Lapenna Prize for the Best Master’s Thesis in
Interlinguistics of the Year. Foundation Ivo Lapenna Professional Bodies Member of Ced – Center for Research and
Documentation on World Language Problems Individual Member of Uea – Universala
Esperanto-Asocio Member of Acl –
Association of Computational Linguistics
6 2006–present 2008–present
2008–present 2011–present 2013–present 2013–present 2013–present
2016–present 2016–present 2016–2020 2007–2011 2011 2011 2010–2011 2003–2004 2001–2003 2010–present
2005–2010 2010 2006–2008 2005 2000–2006 1999–2006 2012–2013
2010–2011 2008–2010 2018–now
2004–2009 2001–2003 1995–2000 1999 1998–2000 1998–2000 1998 1997
Member of Ia-cap – The International Association for Computing and
Philosophy Member of Gspl – Gruppo di
Studio sulle Politiche Linguistiche
Member of CiE – Association Computability in Europe Member of Réseau de chercheurs de
l’Observatoire international des droits linguistiques, Université de Moncton
Member of HAPOC, Commission for the History and Philosophy of Computing Member of π Research Network, Society for the Philosophy of Information
Correspondant of the Academy of Esperanto
Advisory Board Member of the Digital Language Diversity Project (DLDP),
an Erasmus+ Programme under the Grant Agreement No.
2015-1-IT02-KA204-015090 Editorial Board
Member of the Journal of Universal Language Non-academic professional
activities Consultant in Linguistics and
multilingualism at the Montessory School, via Milazzo, Milan, Italy. Voice
Counselling Assistant of Francesca Gualandri, Spazio Ravizza and Hara Yoga,
Milan, Italy. Online Branding Expert. For Camperio House Suites and Apartments,
Milan, Italy. Consultant in Cognitive
Mapping and New Texts at the Centro Studi Casnati, Como, Italy. Constructive
Conversation Analyst of psychotherapeutic settings. For therapists, Lombardy,
Italy. Computer technician (level: C1) at the University of Milan, Italy. R and D consultant on web technologies for
Pumpkin srl, Milan, Italy. Side activities
Practitioner in oriental martial and health arts. Ba Gua Zhang Traditional Kung Fu School
Instructor. Third level (Mountain) obtained in 2021. Regular practice with
Master Vincenzo Spasaro. Stages with Great Master Zhang Dugan (2010–2017). Qi
Gong. Stages with Ma Xu Zhou. Reiki
Usui. First level. Chut Sin Tong Long
Kung Fu. School of Milan, Italy. Aikido
Yushinkai. Stage with Koretoshi Maruyama, Bologna, Italy. Katsugen Undo. School of Breath, Milan,
Italy. Aikido Itsuo Tsuda. School of
Breath, Milan, Italy. Dancer in Lindy
Hop and Charleston. Swing 99 group at L’Aquila.
Shamanic studies under a practical perspective. Core shamanism with the Italian Center for
Shamanic Studies, Villabartolomea, Italy. Affiliated to Michael Harner’s
Foundation of Shamanic Studies, Mill Valley, CA. Psychoshamanism and psychogenealogy with
Cristóbal Jodorowsky at Hara Yoga, Milan, Italy. Singer
Singer and songwriter in the project intErna idEo – with Fabrizio
Rabacchi (Yellow Sound, Milan, Italy). Belcanto and Serge Wilfart Method –
Pneumaphony with Serge Wilfart. Vocalist
in Piks rock band, Milan, Italy. Chorister at Cappella Musicale del Duomo di Monza,
Italy. Specialties in Gregorian chant. Civil service with mental
retarded people at the Centro Socio-Educativo (Cse) in Cologno Monzese,
Italy. Activist in the Esperanto
Movement, young section. Invited speaker
in international Esperanto congresses (Switzerland, Germany, Croatia) R and D of the eLearning course of Esperanto
Kirek for the the Italian Esperantist Youth (Iej) Italian delegate at Tejo
Congress at the European Youth Council in Budapest, Hungary Press agency of the Italian Esperantist Youth
(Iej) in the World Congress 1997, Assisi, Italy 7 J.2023.1
J.2022.1 J.2021.2 J.2021.1
J.2020.1 J.2019.3 J.2019.2 J.2019.1
J.2018.1 J.2017.3 J.2017.2 J.2017.1 J.2016.6 J.2016.5 J.2016.3
J.2016.2 J.2016.1 J.2015.2
J.2015.1 J.2014.5 J.2014.4
Appendix 1: Full List of Publications2 Articles in Peer-Reviewed
Journals (38) Benini, Marco and Gobbo,
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T.2015.7 T.2015.6 T.2015.5 T.2015.4 T.2015.3 T.2015.2 T.2015.1 T.2014.10
T.2014.9 T.2014.8 T.2014.7 T.2014.6 T.2014.5 T.2014.4 T.2014.3 T.2014.2 T.2014.1 T.2013.1 T.2010.1 T.2009.1 T.2009.2 T.2008.1 T.2007.2 T.2007.1 T.2007.2 T.2006.1 Technical reports, working papers, posters
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1290 (4) Aprilo. 92–93. Gobbo, Federico
(2015). Kial tiom da latinidaj planlingvoj, n-ro 8. Esperanto, 1289 (3) Marto.
68–69. Gobbo, Federico (2015). La du
Lazaroj; du vivoj, du lingvoj, n-ro 7. Esperanto, 1288 (2) Februaro.
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Volapuko, n-ro 6. Esperanto, 1287 (1) Januaro. 18–19. Gobbo, Federico (2014). Van science fiction
naar Esperanto. Kat Blad, # 105, Juni. 6. Gobbo, Federico (2014). La praavoj de
Interlingvistiko: Kartezio kaj Lejbnico, n-ro 5. Esperanto, 1286 (12) Decembro. 258–259. Gobbo, Federico and Marácz, László (2014). An
interdisciplinary working paper series on multilingualism. A’dam Multiling,
Working Paper #0. Gobbo, Federico
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Esperantistoj, n-ro 4. Esperanto, 1285 (11) Novembro. 224–225. Gobbo, Federico, red (2014). Bulteno de la
Amsterdama Katedro. L’ A’dama Kat’, 3/2014 sep n-ro 26. Gobbo, Federico, red (2014). Bulteno de la
Amsterdama Katedro. L’ A’dama Kat’, 2/2014 maj n-ro 25. Gobbo, Federico, red (2014). Bulteno de la
Amsterdama Katedro. L’ Adam’a Kat’, 1/2014 jan n-ro 24. Gobbo, Federico (2014). La kunfluo de
lingvoplanado kaj planlingvoj. Serio Interlingvistiko por Esperantistoj, n-ro
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M.2021.2 M.2021.1 M.2020.1 M.2019.1
Y.2021.1 Y.2016.1 Y.2016.2 Fiction (3)
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adtrees - Macros for drawing adpositional trees. Version 1.1. CTAN Comprehensive TeX Archive. Benini Marco and Gobbo, Federico (2016).
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verzameld en bezorgd door: Eline van der Veken, Katja Bobyleva, René Genis. FST
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Z.2020.2* Z.2020.1* Z.2019.2* Z.2019.1* Z.2018.1* Z.2017.1 Z.2016.2 Z.2016.1* Z.2015.2*
Z.2015.1* Z.2011.1 Z.2010.1
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Uno studio sulle strutture linguistiche del possesso nelle lingue pianificate. [To have, or not to have,
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con me nella valigia”. Uno studio sul mantenimento linguistico nelle nuove
forme di mobilità [“The vernacular, one of the most important things I bring
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Advisor: Mauro Tosco. 2016. Albano,
Chiara. M.A. in Language Sciences. Mappare le difficoltà di lettura: l’indice
sintattico Sintykli e la riscrittura semi-automatica del testo [Mapping reading
difficulties: the syntactic index Sintykli and text semi-automatic rewrit-
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te lo imparano i tuoi genitori e l’italiano a scuola”: Una sper- imentazione
linguistica in Sardegna [“To us Sardinian parents learn to you, Italian at
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Una ricerca sul campo sulle identità esperantiste [“A language for everybody, a
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Patrizia Bevilacqua. 2011 Galantucci,
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nell’opera di Eugen Wüster. [Planned languages and terminology in the works by
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l’interazione uomo-macchina: un caso di studio. [Evaluation of human-computer interfaces for users
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Advisor: Gaetano A. Lanzarone. 2008 Pepe, Massimiliano. M.A. in Computer Science.
Novelle. Uno strumento per la scrittura collaborativa open source. [Novelle. An open source
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simulazione didattica di un braccio meccanico, nell’ambito del progetto TIGER. [A web app developed in Ruby
on Rails for distant education in robotics (project TIGER).] University of
Insubria. Advisor: Matteo Vaccari. 2006
Puliafito, Mirko. M.A. WeTT : Web Telelaboratory for TIGER. University of
Insubria. Advisor: Matteo Vaccari. 2006 3Dissertations supervised as the main
internal advisor are marked with a star (*). In case of non-marked
dissertations, the role can be different:
co-advisor, second promotor, external advisor, etc. In these cases, the
main internal advisor is explicitly mentioned.
21
Z.2005.1 Z.2022.1* Z.2017.1*
Z.2015.3 Z.2013.2 Z.2013.1 Z.2012.1
Z.2010.2 Z.2009.1 Z.2008.1
Z.2007.1 Z.2022.1* Z.2019.1*
Z.2018.1* PWS.2017.2 PWS.2017.1 PWS.2016.3 PWS.2016.2
PWS.2016.1 Fabbri, Caterina. M.A. Il
ruolo dell’esperanto nella nuova Europa. [The role of Esperanto in the new
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Parma. Advisor: Davide Astori. 2005
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understand me?] Intelligibility of Interslavic to Slovene native speakers. University of Amsterdam.
2022. Verhoeven, Romy. B.A. in English
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Thinking: an Investigation into Suzette
Haden Elgin’s Láadan. University of Amsterdam. 2017. Konijn, Emma. B.A. in English Language and
culture Sciences. Language Alienation: Klingon vs. English. Advisor: Olga Fischer. University of Amsterdam.
2015. Grimaldi, Matteo. B.A. in Computer
Science. Tipologia della personalità tramite text mining di conversazioni su in
so- cial network [Personality Type Indication based on social network chats]
University of L’Aquila. Advisor: Pasquale
Caianiello. 2013 Leombruni, Daniele.
B.A. in Information Engineering. Sviluppo di applicazioni mobili
multipiattaforma: Applicazione tramite tecnologia PhoneGap [Cross-platform
development for smartphones using PhoneGap: a case study] Univer- sity of
L’Aquila. Advisor: Laura Tarantino. 2013
Bozzolo, Piero. B.A. in Computer Science. Open Mind Map: Un’applicazione
collaborativa per creare mappe mentali e dialogiche. [Open Mind Map: a
collaborative app for mind and dialogue mapping] University of Insubria. Advisor: Matteo Vaccari. 2012 Calandro, Luca. B.A. in Communication
Sciences. Creatività e cultura hacker nell’economia della società delle reti.
[Creativity and hacking culture in net economics.] University of Insubria.
Advisor: Mario Astuti. 2010 Gagliati,
Marco. B.A. in Communication Sciences. La ricerca della lingua perfetta.
Strategie comunicative nei Con- gressi Universali in Italia [The Search of the
Perfect Language. Communicative strategies in the Universal Congresses in
Italy.] University of Insubria. Advisor: Gianmarco Gaspari. 2009 Marini, Domenico. B.A. in Computer Science. Agile Tracking. University of
Insubria. Advisor: Matteo Vaccari. 2008
Russo, Luana. B.A. in Computer
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Flickr. [Flickrpedia. A
multilingual engine to dig Flickr.] University of Insubria. Advisor: Gaetano A.
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the Official Recognition of Hong Kong
Sign Language by Hong Kong Citizens. University of Amsterdam. 2019. van Boven, Cindy. Tutorial for the Research
B.A. in Linguistics. New speaker motivations: Differences and similarities between adults learning Frisian and adults
learning Sign Language of The Netherlands. University of Amsterdam. 2018.
Supervised profielwerkstukken (5) de
Bruijne, Zita and Bemelmans, Puck. Waarom is Esperanto er niet in geslaagd een
wereldtaal te worden? Profiel- werkstuk. Begeleider: Ingrid van Lindert.
Vossius Gymnasium. 2017 Lisa van der
Feer, Lisa. Profielwerkstuk. Vitus College Bussum. 2017 Stuhlmacher, Jane and Baudoin, Shanti.
Profielwerkstuk. Cygnus Gymnasium. 2016
van Boxtel, Femke. Profielwerkstuk. Udens College. 2016 Dijkstra, Sietske and Putter, Berbele.
Esperanto: het nieuwe Engels? In hoeverre is Esperanto geschikt als de nieuwe
internationale taal van Europa? Profielwerkstuk. Begeleider: Florence
Lionarons. Gymnasium Leiden. 2016 22
L.2022.6 L.2022.5 L.2022.4
L.2022.3 L.2022.2 L.2022.1 L.2021.7 L.2021.6 L.2021.5 L.2021.4 L.2021.3 L.2021.2 L.2021.1 L.2020.4 L.2020.3 L.2020.2 L.2020.1 L.2019.10 L.2019.9 L.2019.8 L.2019.7 L.2019.6 L.2019.5 L.2019.4 L.2019.3
L.2019.2 Academic invited lectures et
similia (57) Invited Talk L’esperanto
nei Paesi Bassi: un internazionalismo alternativo. Invited by Marco Prandoni,
Università degli Studi di Bologna. Aula
VIII, Dip Lingue Lett e Cult Mod, 7 Oct 2022.
Invited Talk L’utilizzo di lingue inventate come strumento di educazione
interculturale in una scuola primaria montes- soriana di Milano. Officine
dell’Interculturalità. Invited by Marco Prandoni, Università degli Studi di
Bologna. Aula VIII, Dip Lingue Lett e Cult Mod, 5 Oct 2022. Invited Lecture Cinema and Esperanto. Invited
by Davide Astori. Cinema and (Inter)linguistics seminar. Univer- sity of Parma. Online
+ Aula K3. 13 Sep 2022. Invited Talk
Esperanto, an international language from project to life. Three Webinars on
Constructed languages. Invited by Paolo Coluzzi, Universiti Malaya. Online. 30
Jun 2022. Invited Talk Esperanto in the
East Asia: Japan, Korea, Mongolia, Vietnam. Invited by Confucius Institute, organizer: Elisabetta
Ragagnin, Università Ca’ Foscari. Aula B, Ca’ Cappello, Venezia. 24 May 2022. Invited Talk Esperanto in China: yesterday,
today, tomorrow. Invited by Confucius Institute, organizer: Elisabetta
Ragagnin, Università Ca’ Foscari. Aula
5, Rio Nuovo, Venezia. 23 May 2022.
Guest Seminar Le lingue di minoranza: Il caso dell’esperanto. Invited by
Sabina Fontana. Università degli Studi di Catania. SDS Lingue, Aula Magna,
Ragusa. 3 nov 2021. Invited Lecture Spinoza e Zamenhof. Invited
by Davide Astori. Università degli Studi di Parma. Aula C
Plesso D’Azeglio, Parma. 11 ott 2021.
Guest Lecture L’esperanto in 15 minuti. Invited by Anna Maria Thornton.
Università degli Studi de L’Aquila. 7 ott 2021.
Guest Seminar Artificial languages and language constructions:
Observations on the relation between the concepts of naturalness and culture. Invited by Philippe Planchon.
Seminar. École Doctorale Humanités et Langues. Université de Tours. 21 Apr 2021. Invited Lecture Lingue inventate tra fine
Otto- e inizio Novecento., Giornata in memoriam Daniele Marignoni. Su invito di
Raffaella Barbierato. Biblioteca Statale di Cremona, 5 maggio 2021. Invited Lecture Kia interlingvistiko en
Amsterdamo. Seminario al la kurso pri Interlingvistiko. ’Centro Linguistico di
Ateneo’ (CLA), Universitato de Parmo, laŭ invito de Davide Astori. Kadre de la
Erasmusplusa-interŝanĝo inter la Universitatoj de Amsterdamo kaj Parmo. 31 Mar
2021. Invited Lecture La Insulo de la
Rozoj kaj la aliaj: promenado inter la kinarto kaj Esperanto hieraŭ kaj hodiaŭ.
Ret- prelego laŭ invito. Londona kaj Antverpena kluboj, 15 jan 2021. Invited Lecture La mesaĝo de Zamenhof hodiaŭ;
Esperanto kaj ne nur. Internacia
Retseminario pri Esperanto, Uni- versitato de Ŝirazo, Irano, 23,25-26 nov
2020. Invited Lecture Language diversity in Europe:
Challenges for the education systems. Invitation by Prof. Giri Rao for
programme Studying Language and Literature. Azim Premji University, 15 Oct
2020. Guest Lecture Lingva kafejo:
Esperanto. Studievereniging VOS. University of Amsterdam, 11 mar 2020. Seminar
The world(s) of planned languages: Interlinguistics in the 21st century. VUB
Bruxelles, 21 Feb 2020 Guest Lecture
Reconstructing arguments using the Periodic Table of Arguments in a real-case
corpus. Research Master class in Current Research, University of Amsterdam, 20
Nov 2019 Podiumdiskussion Das Ende von
Babel?. Dahlem Humanities Center, Freie Universität Berlin, 7 Nov 2019 Lecture Hollywood Languages: The Challenge of
Interlinguistics in the New Millenium. Planned languages and lan- guage
planning, Symposium in the occasion of the 90th anniversary of the Esperanto Museum,
Österreichische Nationalbibliothek, 24-25 Oct 2019 Lecture Language Regimes of the European
Union. 9th International Teaching and Training Week, University of Economics in
Bratislava, 16 Oct 2019 Lecture Language
policy and planning : Between Economics and Identity. 9th International
Teaching and Training Week, University of Economics in Bratislava, 15 Oct
2019 Lecture From Esperanto to Dothraki:
languages as works of art and why they matter. Institut für Turkologie Frei
Universität Berlin, 11 July 2019 Talk
Languagy Policy and Planning at the time of Brexit: toward a new Scientific
Babel?. Forschungscolloquium Ro- manistische Sprachwissenschaft Summer term
2019. Frei Universität Berlin, 10 July 2019
Talk Multilingualism in the EU after Brexit (or not): challenges and
opportunities. Polyglot Gathering, University of Economics in Bratislava, May
2019 Lecture International Auxiliary
Languages: yesterday, today, tomorrow. Invitation by Lee Malomo, the instructor
of 23 L.2019.1 L.2018.1 L.2017.3 L.2017.2 L.2017.1 L.2016.2 L.2016.1
L.2015.11 L.2015.10 L.2015.9 L.2015.8 L.2015.7 L.2015.6 L.2015.5 L.2015.4 L.2015.3 L.2015.2 L.2015.1 L.2014.5 L.2014.4 L.2014.3 L.2014.2 L.2014.1 The Global Challenge of Linguistic Diversity
course, William Peace University. Lecture Italiani, bilingui inconsapevoli. Viaggio in
Italia, Paese multilingue. Università di Amsterdam su invito di Elisabetta Materassi e Mauro Scorretti, 13
Mar 2019, Amsterdam. Lecture Italiani,
bilingui inconsapevoli. Viaggio in Italia, Paese multilingue. Università di
Amsterdam su invito di Elisabetta Materassi e Mauro Scorretti, 14 Mar 2018,
Amsterdam. Lecture Inventare una lingua
segreta in classe: consapevolezza metalinguistica e apprendimento L2.
Acquisizione e didattica dell’italiano L2. Università di Amsterdam, Università
di Leiden in collaborazione con Levende Talen, 19 Mag 2017, Amsterdam. Lecture Interlinguistics in the 21st century: planned
languages as a tool to learn linguistics by doing. ACLC Lecture Series,
University of Amsterdam, 24 Mar 2017, Amsterdam. Talk Deliberate metaphors in Esperanto:
Building a cosmopolitan culture from scratch. Metaphor Lab, University of
Amsterdam, 14 Mar 2017, Amsterdam.
Lecture Word order and information structure in Esperanto.
Scriptiemarkt, University of Amsterdam, 11 Nov 2016, Amsterdam. Together with
Francesc Torres-Tamarit and Edoardo Cavirani.
Talk The art of language invention in school: Two language laboratories
in a Montessori school in Milan. MIME expert meeting: Meertaligheid in het
Onderwijs, University of Amsterdam. 15 Mar 2016, Amsterdam Talk Word order in the diachrony of
Esperanto: A corpus-based study of noun-adjective collocation. Meeting of the
international network on The Structure, Emergence and Evolution of Pidgin and
Creole Languages (SEEPiCLa). Uni- versity of Amsterdam. 14 dec 2015,
Amsterdam. Lecture Il fascino discreto
dell’interlinguistica in Giuseppe Peano e i matematici suoi contemporanei [The
discrete charm of interlinguistics in Giuseppe Peano and other mathematicians
of his time]. Associazione Subalpina Mathe- sis. University of Turin. 19 nov
2015. Lecture Behind the curtain of a
paper: Interdisciplinary research from the idea to dissemination. Module
‘Research Methods and Proposal writing’ in the School of Computing. Dublin Institute of Technology. 7 Nov 2015. Lecture Interlinguistica e multilinguismo:
Sociolinguistica dell’esperanto, oggi [Interlinguistics and multilingualism:
sociolinguistics of Esperanto nowadays]. Premio di Laurea ‘Giorgio Canuto’ 2015.
Lapenna Prize
2015. University of Parma. 20 Oct 2015.
Lecture An alternative globalisation: Why learn Esperanto today? Spui
25, in cooperation with the Faculty of Hu- manities, University of Amsterdam. 8
oct 2015. Colloquium Kien estas iranta
Esperantologio? Defioj kaj proponoj por la ĵusa estonteco [Where are Esperanto
Studies going? Challenges and proposals for the upcoming future]. World
Esperanto Congress n. 100, Lille, France, 30 jul 2015. Lecture L’interlinguistica in Italia:
Un’introduzione [Interlinguistics in Italy: an introduction]. BA Italiaanse
taal en cultuur [Italian language and culture]. University of Amsterdam, 19 jun
2015. Lecture A journey into Tolkien’s
fascination for words and languages. Event organized by ACE of EtCetera, the
English Studies student association at the University of Amsterdam. Public
library, Doelenzaal, 18 jun 2015.
Seminar Kien iras Artefarita Inteligenteco? Ekde la entuziasmo al la realeco;
La graveco de etiko por la nuntempa AI; Malfermaj etikaj problemoj [Where is
A.I. going? From enthusiasm to reality; the importance of ethics for today’s
A.I.; Open ethical issues]. In cooperation with the International Academy of
Sciences San Marino. World Esperanto Congress n. 100, Lille, France, 27-28 jul
2015. ACLC seminar Interlinguistics and
Esperanto Studies in the new millennium. Within the Amsterdam Center for
Language and Communication (ACLC). University of Amsterdam. 27 mar 2015. MIME workshop Linguae francae between
communication and identity: theoretical issues. Within the 7FP-funded EU
Project ‘Mobility and Inclusion in a Multilingual Europe’ (MIME). University of
Amsterdam. 9 mar 2015. MIME workshop
Linguistic (in)justice and communication models: A pledge for a balanced
multilingualism. Within the 7FP-funded EU Project ‘Mobility and Inclusion in a
Multilingual Europe’ (MIME). University of Milano-Bicocca. 12 dec 2014. Lecture La klara lingvo: Enkonduko al
konstruiva adpozicia gramatiko de Esperanto [The crystal clear language: in-
troduction to Constructive Adpositional Grammar (CxAdGram) of Esperanto]. La
Amsterdama Rondo. 21 nov 2014. DIP
Colloquium Natural language formalization meets constructive mathematics. ILLC
Seminar Room F1.15, Uni- versity of Amsterdam. 17 oct 2014. Talk Interlinguistics and Esperanto since
2014: where I come from, what I do here, now and then. Introductory Session new
UvA staff. Maagdenhuis, University of Amsterdam. 19 mar 2014. Informal Talk The phonology of Esperanto:
state-of-the-art and open questions. Phonetics Lab Meetings. P.C. 24 L.2013.1 L.2012.1 L.2011.1
L.2010.1 L.2009.1 L.2006.1
L.2005.1 Hoofthuis, University of
Amsterdam. 26 feb 2014. Talk Esperanto
and Minority Languages: Challenges and Opportunities. A Taste of Esperanto
Event. Department of Cultures, Languages
and Area Studies, University of Liverpool, UK. 17 October 2013. Seminar Da Turing a Facebook: Attuali
direzioni di ricerca in Epistemologia ed Etica dell’Informatica [From Turing to
Facebook: current Research Directions in Computing Philosophy] at the PhD
School in Computer Science of University of L’Aquila, Italy. May 2012 Seminar Analisi Conversazionale Costruttiva:
applicazioni ai trascritti terapeutici [Constructive Conversation Anal- ysis:
applications to transcripts of therapeutic sessions] at ASAG-CEAT (European
Center for Therapeutic Assess- ment) of the Catholic University of Milan,
Italy. 2010–2011 Lecture Translating
into and out of a planned language : what does it mean?. Invited lecture in the
series Les mardis à l’ETI by François Grin and Michele Gazzola, Ecole de
Traduction et d’Interprétation (ETI), University of Geneva, Swizerland Lecture Introduzione alle grammatiche
adposizionali [Introduction to adpositional grammars]. Invited lecture by
Fabrizio A. Pennacchietti in the course of Interlinguistica ed Esperantologia
[Interlinguistics and Esperantic Studies], University of Turin, Italy Lecture Pianificazione linguistica e lingue
pianificate [Planned languages and language planning]. Invited lecture by Paolo
Valore in the lecture series Linguaggi artificiali nel Novecento [Artificial
Languages in the 20 century] in the course of Storia della Metafisica
Contemporanea [History of Contemporary Metaphysics], University of Milan,
Italy Lecture Politiche linguistiche
dell’Unione Europea. [Language policy in the EU]. Invited lecture by Davide
Astori in the course of Linguistica generale [General Linguistics], University
of Parma, Italy 25 V.2022.6 V.2022.5 V.2022.4 V.2022.3
V.2022.2 V.2022.1 V.2021.4 V.2021.3
V.2021.2 V.2021.1 V.2020.1 V.2019.7
V.2019.6 V.2019.5 V.2019.4 V.2019.3 V.2019.2 V.2019.1 V.2018.3 V.2018.2
V.2018.1 V.2017.4 V.2017.3 V.2017.2 V.20167.51
V.2016.4 Valorisation activities
(including interviews) (32) Exhibition
EDL Speak dating 2022. Esperanto. European Commission w/EUNIC NL. Amsterdam
Public Library (OBA). 29 Sep 2022.
Invited Talk Please, do not follow my example: Sometimes it’s hard to be
a linguist, but it is worth the journey. Invited by VOS. Linguistic Career Day,
University of Amsterdam. Doelenzaal, Amsterdam. 15 May 2022. Invited Talk Daŭripova lingvopolitiko kaj
-planado: Kadre de la Eŭropa kunteksto. Invited by Germana Esperanto- Asocio,
Germana Esperanto-Kongreso. Oldenburg. 4 Jun 2022. Invited Talk Reflecting upon the European Day
of Languages: Multilingualism and Language Regimes. Invited by Claude Macko.
The British School of Amsterdam. Auditorium. 28 Sep 2022.
Invited Lecture Una lingua comune per l’Europa? Invited by Davide
Astori. Quale/i lingua/e per l’Europa? Gior- nata di studio. Università degli
Studi di Parma. Online + Aula Magna, Parma. 10 May 2022. Invited Talk Interlinguistica ed
esperantologia oggi: l’esperienza di Amsterdam. Invited by Peter Baláž, E@I.
Polyglot Gathering Online 2022. 1 May 2022.
Eppur si muove: l’esperanto oggi, tra tecnologia e pandemia. Linguisticamente, 26 luglio
2021. Europe’s Stories. Connecting Past,
Present and Future. Interview. europeanmoments.com, 12 May 2021. Esperanto
Lectura Dantis. Flash Mob Baci dal Mondo / Worldwide Kisses. Voĉoj: Nicola
Ruggiero (Dante), Jasper van der Heide (Vergilio), Alessandra Rositani, Monica
Beretti, Sara Pasquet (Francesca). Francesca da Rimini 2021, 8 mar 2021. L’esperanto in movimento: varietà
sociolinguistiche e sviluppo diacronico. Chiasmo, Treccani. Intervista di
Alessio Sacha Giordano, 23 gennaio 2021.
Deze filosofen maken een argumentatiemachine die, hopen zij, drogredenen
uit toespraken kan vissen Volkskrant, interview bij Maarten Van Gestel, 21
februari 2020. What is Esperanto, and what
place does it have in a post Brexit EU? Interview by Olivia Høj Fällingand and
Lasse Bækhus. url oliviahfa.wixsite.com/esperanto Een slank figuur, lange benen en perfekt
Esperanto! Interview bij Peter van der Aa. Opinieblad Argus, 59/23 juli
2019. Moderation of the debate: Language
hegemony in the world–– any chance to avoid it? Polyglot Gathering, Univer-
sity of Economics in Bratislava, May 2019.
Participation in the survey on Multilingualism in the EU institutions by
the European Ombudsman, February 2019. See Annex here: ombudsman.europa.eu/it/correspondence/en/110044 La Amsterdama Katedro post kvin jaroj:
nuntempaj vojoj al Interlingvistiko. 5 majo 2019. Hispana Esperanto- Kongreso,
Hispana Esperanto-Federacio, Malago
Flankefikoj de (ebla) Briteliro: La publika opinio tra Eŭropo malkovras
lingvopolitikon. Laŭinvita prelego. 3 majo 2019. Hispana Esperanto-Kongreso, Hispana
Esperanto-Federacio, Malago L’Atelier
Esperanto. Presentazione. 9 aprile 2019. Riunione
Associazione Me.Mo, Scuola “Riccardo Massa”, via Quarenghi, Milano Il monzese che insegna la lingua nata per
superare i confini: “Con l’esperanto si vince questa epoca di paure”. Il
Cittadino. Monza. 20 luglio 2018. Intervista di Federica Fenaroli. Disponibile
online Lecture Multilinguismo,
esperanto, traduttori digitali e altre strategie di comunicazione
internazionale. Borgo La Ro- vere evento Villecastella, xxii edizione, 29 Giu
2018, Mondavio (PU), Italia. Lecture
Lingue segrete in classe: un percorso montessoriano. Giornata Psicogrammatica
Montessori. Palazzo del Cinema Anteo, Milano in collaborazione con Bookcity, 27
Gen 2018, Milano. Talk La Zamenhofa
filozofio: ĉu daŭre aktuala?. Aranĝo de Kataluna Esperanto-Asocio. Vilaweb, 21
Apr 2017, Barcelono. Lecture Zamenhof
tra religione e filosofia: Lezioni per il XXI secolo. Convegno Homo Sum. Centro
Studi Sereno Regis, Turin. 11 Mar 2017.
Da Star Trek al latino sine flexione gli idiomi inventati sono seimila.
La Stampa. Torino. 14 aprile 2017. Intervista di Elisabetta Pagani. Disponibile
online. Il sogno di una lingua parlata
in tutto il mondo. Tagadà. La7. 4 dicembre 2017. Disponibile su YouTube.
Lecture Esperanto kiel vivanta lingvo / Esperanto als levende taal / Esperanto
as a living language. Drongo
taalfestival / lan- guage festival. 1 Oct 2016, Utrecht. Lecture Esperanto, a language for a Global
Identity: Can Esperanto foster European identity? de Brakke Grond. 1 Jun 2016,
Amsterdam. Conference Global Identities: A Conference on Statelessness,
Citizenship and Migration. 26
V.2016.3 V.2016.2 V.2016.1 V.2015.1 V.2014.4 V.2013.3 V.2013.2
V.2013.1 V.2009.1 Talk Perché inventare una lingua segreta a
scuola? L’esperienza
dell’anno scolastico 2015-16. [Why do we invent a secret language at school?
The experience of the school year 2015-16]. Scuola Montessori di via Milazzo.
16 Mag 2016, Milano. Together with Chiara Bonazzoli. Lecture Kion oni lernas planante sekretan
lingvon? Lingvolaboratorio en Montesori-bazlernejo en Milano [What do you learn
planning a secret language? A
language laboratory in a Montessori primary school in Milan]. Malferma Tago.
Centra Oficejo de Universala Esperanto-Asocio. 30 Apr 2016, Roterdamo. Talk An alternative globalisation: Esperanto
and European identity. Open Classroom #3: Babel. With the research collective
Monnik. New Europeans, 2 mar 2016, Amsterdam.
Lecture Esperanto kiel vivanta lingvo / Esperanto als levende taal /
Esperanto as a living language in cooperation with Esperanto Nederland. Drongo
taalfestival / language festival, Utrecht, 25 sep 2015. Seminar Fulmokurso de Esperanto! Kiu lingvo estas
Esperanto? Kiel ĝi funkcias? [Crash course of Esperanto! Which language is Esperanto? How does it
work?]. Drongo post-festival. 5 oct 2014.
Talk Lingvoj planitaj por fikcio [Languages planned for fiction]. 39-a Malferma Tago, Universala Esperanto-Asocio,
Roterdamo, NL. 30 nov 2013. Lecture
Instrui interlingvistikon hodiaŭ [Teaching Interlinguistics today]. 39-a
Malferma Tago, Universala Esperanto- Asocio, Roterdamo, NL. 30 nov 2013. Lecture Europa: quale futuro? Lingua, storia e
cultura prima della finanza [Europe: which future? Language, history and
culture before finance]. Invited by Enrico Del Vescovo, Gruppo Esperantista
Tuscolano. Scuderie Aldobrandi, Frascati, Italy. 28 june 2013. Lezione Matrice ebraica e umanitarismo nel
pensiero di Zamenhof: cosa rimane oggi? / Hebrea matrico kaj homaranismo en la
Zamenhofa penso: kio restas hodiaŭ? [Jewish origin and humanitarism in Zamenhof’s thought:
what remains today?] Giornata di studi
“150 anni fa nasceva Ludovico Lazzaro Zamenhof”. Trieste, giovedì 10 dicembre
2009. As- sociazione Esperantista Triestina.Federico Gobbo.
Grice e Gonnella: la ragione conversazionale e l’implicatura
conversazionale e la filosofia del diritto romano – filosofia romana – filosofia
pugliese – scuola di Bari -- filosofia italiana -- Luigi Speranza (Bari). Filosofo italiano. Filosofo pugliese. Filosofo barese.
Bari, Puglia. Grice: “Like Foucault, and a few English philosophers who
explored the conceptual intricacies of the ‘justification’ of punishment, Gonnella’s
oeuvre is brilliant!” Saggi: “Il
diritto (non) ci salverà, Il Manifesto,
Detenuti stranieri in Italia. Norme, numeri e diritti, Scientifica,.
Carceri. I confini della dignità, Jaca, La tortura in Italia, Derive Approdi,.
Jailhouse Rock, cento musicisti dietro le sbarre, Arcana,. Il carcere spiegato
ai ragazzi, Il Manifesto, Patrie galere, Carocci, Sviluppo urbano e criminale,
a Roma, Sinnos, Il collasso delle
carceri italiane. Sotto la lente degli ispettori europei, Sapere Consiglio
d'Europa, Bisogna aver visto. Il carcere nella riflessione degl’anti-fascisti, Edizioni
dell’Asino,. I paradossi del diritto. Scritti in omaggio a Resta, Roma TrE-Press, Giustizia e carceri secondo papa Francesco, Jaca,.
Onorare gli impegni. L'Italia e le norme contro la tortura, Sinnos, Inchiesta
sulle carceri italiane, Carocci, Il Carcere trasparente. Primo rapporto
nazionale sulle condizioni di detenzione, Castelvecchi. Patrizio Gonnella. Gonnella.
Keywords: filosofia del diritto romano, sanction, punishment. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Gonella” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Goretti: la ragione conversazionale e la co-azione
istituzionale – filosofia fascista – filosofia piemontese – filosofia torinese
– scuola di Torino -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino). Filosofo italiano. Filosofo piemontese.
Filosofo torinese. Torino, Piemonte. Si laurea a Torino sotto SOLARI (si veda).
Fequenta MILANO, dove incontra MARTINETTI (si veda). Segretario del Congresso
Nazionale di Filosofia, organizzato dalla Società filosofica italiana. Il
Congresso è sciolto dalle autorità dopo appena due giorni. Firmano la lettera
di protesta indirizzata al rettore Mangiagalli, nel quale si protesta in nome
della libertà degli studi e della tradizione italiana contro un atto di
violenza che impedisce l'esercizio della discussione filosofica.” Al momento
del giuramento di fedeltà, necessario per entrare nella carriera universitaria
o per proseguirla, si rifiuta e resta così al di fuori della carriera
accademica; svolge attività professionale a Milano, e collabora alla Rivista di
filosofia (anche quale componente del comitato direttivo). Frequenta Palazzo
Fossati in Via Ciro Menotti a Milano. MARTINETTI (si veda) lascia la sua
biblioteca privata in legato a RUFFINI (si veda), SOLARI (si veda), e G.. La biblioteca
verrà poi conferita dai rispettivi eredi alla Fondazione Martinetti per gli
studi di storia filosofica di Torino;
oggi nel palazzo presso la biblioteca della facoltà di Filosofia. G. è
riammesso nel mondo universitario e assume per concorso la cattedra di filosofia
del diritto; insegna a Ferrara. Ferrara ha intitolato una via a G., filosofo
patriota". L'animale come soggetto di diritto Prolifico filosofo del
diritto, autore di scritti su Kant, Sorel, Bradley, cura Špir, Bradley, Green),
a G. si deve il primo intervento che qualifica l'animale come “soggetto di
diritto”. Martinetti pubblica “L’animo del animale” in cui aveva
sottolineato che il animale possede intelletto e coscienza e, in generale, un
animo, come emergeva dagli lo studio
dello “atteggiamento, gesto, la fisionomia.” Questo animo e vita animale è
“forse estremamente diversa e lontana” da quella del homo sapiens” ma “ha
anch'essa la carattere della coscienza e non può essere ridotta ad un semplice
meccanismo fisiologico. G. va oltre, fino ad affermare che l’ animalee vero e
proprio un “*soggetto* (“soggeto di diritto” e che l'animale ha una “coscienza
giuridica” e una percezione del giuridico. In tal modo, anticipa tematiche
proprie della bioetica e dell'etologia. Nonostante l'originalità e
l'innovatività delle posizioni assunte, il suo manifesto non ha avuto fortuna
ed è stato del tutto trascurato dal dibattito animalista e negli studi di
etologia. Come non possiamo negare all'animale in modo sia pure
crepuscolare l'uso della categoria della causalità, così non possiamo escludere
che l'animale partecipando al nostro mondo non abbia un senso di quello che può
essere la proprietà e l'obbligazione. Casi innumerevoli dimostrano come un cane
e custode geloso della proprietà del suo padrone e come ne compartecipa
all'uso. Dve operare in esso questa visione della realtà esteriore come cosa
propria, che nell’homo sapinens arriva alle costruzioni raffinate dei giuristi.
È assurdo pensare che l'animale che rende un servizio al suo padrone che lo
mantiene agisca soltanto istintivamente. Deve pure sentire in sé in modo
sensibile questo rapporto di servizi resi e scambiati – cf. Grice, lo scambio
conversazionale --. Naturalmente l'animale non potrà arrivare al concetto di
ciò che è la proprietà e l'obbligazione. Basta che dimostri di fare uso di
questi principî che in lui operano ancora in modo osensibile.» (“
L’animale quale soggetto – e soggeto di diritto”). Nella filosofia del diritto si
individuano tre teorie dell'"istituzionalità nel giuridico":
istitutismo: teoria del diritto quale insieme di istitutito e concepito come
una sorta di azione co-ordinata, costituente un equilibrio tipico e costante di
finalità che si fissa in un complesso di mezzi, una costruzione. Per l
istituzionalismo la istituzione (Romano, Hauriou). neo-istituzionalismo: il
diritto è rappresentato da un “fatto” istituzionale (McCormick, Weinberger). Saggi:
“La forma giuridica” (Isis, Milano); “Il sentimento giuridico” (Solco", Città
di Castello); “I fondamenti del diritto” (Lombarda, Milano); “Liberalismo”
(Pirola, Milano); “Norma giuridica, atto giuridico” (Bianciardi, Lodi); “Istituto
giuridico” (Bianciardi, Lodi); “Norma giuridica” (Milani, Padova); "Rivista
di filosofia", L'animale, soggetto, e soggeto di diritto, "Rivista di
filosofia", Recensione di Schmitt, Die Diktatur. Von den Anfängen des
modernen Souveränitätsgedankens bis zum proletarischen Klassenkampf,
Duncher & Humblot, München-Leipzig, "Rivista di Filosofia", Recensione di R. Smend, Verfassung und
Verfassungsrecht, "Rivista di Filosofia", Introduzione a A. Spir, La
giustizia, Lombarda, Milano, Il saggio politico sulla costituzione del
Württenberg, "Rivista di filosofia", “Legge e norma, "Rivista di
filosofia", La filosofia pratica W. Schuppe, "Rivista di
filosofia", “Bradley, "Rivista
di filosofia", “La conoscenza etica, "Rivista di filosofia", “L'idea
di patria”, "Rivista di filosofia", L'idealismo rappresentativo”,
"Rivista di filosofia", Recensione di Calamandrei, Elogio dei giudici
scritto da un avvocato, in "Rivista di filosofia", La metafisica della
conoscenza, "Rivista di filosofia", Il dolore nel pessimismo di A. Spir, "Rivista
di filosofia", L’individualità, "Rivista di filosofia", Il saintsimonismo,
"Rivista di filosofia", Diritti e doveri giuridici in relazione alla
norma giuridica, "Archivio della Cultura italiana", L'istituzione dell'eforato
in Sparta, "Archivio della Cultura italiana", “La valutazione tecnica
della realtà, "Archivio della Cultura italiana", Martinetti, "Archivio
della Cultura italiana", L'impiego delle categorie o dei concetti puri ed
il valore della co-azione e inter-azione -- e dei postulati nella filosofia
giuridica” "Annali della Ferrara",
Recensione di Candian, Avvocatura, Milano, in "Annali della Ferrara", Il
liberalismo, "Rivista internazionale di filosofia del diritto", L’istituzione
in senso tecnico ed l’istituto giuridico nel realismo"Annali della
Ferrara", “Equità, "Scritti giuridici
in onore di Carnelutti", Filosofia
e teoria generale del diritto, Milani, Padova, L'umanesimo critico di France,
"Rivista di filosofia del diritto", Recensione di Erzbach,
"Rivista trimestrale di diritto e procedura civile", Rileggendo il
Filomusi Guelfi, "Rivista internazionale di filosofia del diritto", La
filosofia di MARTINETTI (si veda), "Memorie dell'Accademia delle Scienze
dell'Istituto di Bologna. Classe di Scienze Morali", Bologna, Considerazioni
critiche sul diritto sociale, "Annali della Ferrara", Scienze Giuridiche. L’acquisto ideale nella filosofia giuridica di
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diritto come istituzione, M. La Torre, Milano, M. Torre, “Norma,
l’istituzionale, il valore: Per una teoria istituzionalistica del diritto,
Bari. Il pensiero filosofico di G. non è comprensibile se ricondotto solamente
al suo aspetto giuridico, brillantemente espresso all’interno dei suoi fondamenti
del diritto, ma necessita di un approfondimento che tocchi ogni ambito
speculativo della filosofia. Questo lavoro, quindi, pur mantenendo fermo il
fine di una delucidazione dei principi filosofici posti alla base della sua
concezione del diritto, fornirà un excursus preliminare sugli aspetti più
importanti del suo pensiero, conducendo il lettore all'interno del formalismo
gnoseologico kantiano, del volontarismo di Schopenhauer e dell’idealismo di
matrice britannica, esortando ulteriori approfondimenti su un autore il quale,
attraverso il proprio rigore morale (G, così come il suo maestro MARTINETTI (si
veda), risulta tra i non firmatari del [Un richiamo in nota al contesto storico
nel quale la filosofia del diritto di G. si sviluppa risulta tuttavia
necessario. Essa si inserisce all'interno di quell’indirizzo, chiamato
istituzionali, che identifica nell’istituzione il fulcro attorno al quale si
crea e si espande la vita associata. Inaugurato con gli studi di Hauriou in
Francia e ROMANO (si veda) in ITALIA, esso si pone in netta contrapposizione
con la teoria normativista di Kelsen. Il particolare interesse di G. per
l’idealismo di matrice anglo-sassone conferisce però al suo giuridicismo
filosofico un taglio innovativo rispetto, ad esempio, al più celebre
istituzionalismo di ROMANO (si veda), tanto da poterlo considerare come
istitutismo. Politics. Rivista di Studi Politici] GIURAMENTO DI FEDELTÀ AL
FASCISMO) dimostra l’autonomia dello spirito rispetto alla contingenza degl’avvenimenti
storici. Nella trattazione delle sue opere non verrà seguito un ordine
cronologico, ma una sistematica ricostruzione della sua dottrina. Questo è il
motivo per il quale La metafisica della conoscenza in Green (G.) e l’introduzione
alla sua etica (G.) rappresentano un punto di partenza necessario per la
successiva analisi del suo pensiero. È dunque dalle origini, dall’aspetto
gnoseologico, che questo lavoro prenderà le mosse, ed è proprio da uno spunto,
fornito dall’incompletezza della soluzione alla Ding an sich kantiana fornita
da Green, che Goretti elaborerà il suo impianto filosofico. L’esigenza di
ricongiungere forma e materia, di collegare il fenomeno con il noumeno, ha
condotto la filosofia, da Kant in poi, verso la strada di un idealismo
monistico. Quello che G. compie, invece, consiste in un’elegante risoluzione
del problema, la quale, pur non rinunciando al principio monistico, mette al
sicuro il formalismo kantiano da eventuali ricadute metafisiche. Per fare ciò,
egli si avvale del concetto di volontà elaborato da Schopenhauer, evitando le
sue derive pessimistiche e avvalorando il principio morale delineato da Green.
Quanto fin qui solamente accennato mette dunque in luce l’aspetto poliedrico
del pensiero di Goretti, in grado di spaziare tra gli autori e i campi della
filosofia più disparati, mantenendo comunque quel rigore logico ed espositivo
che lo rendono un autore unico nel suo genere. 1. Fenomeno e relazione: da Kant
a Green La filosofia di Green, come sottolinea Goretti, rappresenta una fusione
del pensiero critico di Kant e di Fichte (G.), una sintesi degli studi portati
avanti a partire dalla sua Introduction to Hume’s Treatise of Human Nature,
contenuta all’interno dei Collected Works (Green). Anche se i suoi Prolegomena
to Ethics, tradotti dallo stesso G. (Green), vengono di frequente considerati
come la concezione definitiva dell’autore (Goretti), portando spesso ed
erroneamente a giudicare la sua gnoseologia prettamente metafisica, la sua
capacità di analisi è riuscita ad andare ben oltre l’empirismo e il
razionalismo precedenti. È per questa ragione, dunque, che G torna, molto tempo
dopo aver tradotto l’opera del Green, a dedicare ulteriori studi volti a
precisare e confutare alcune delle conclusioni avanzate dal filosofo
britannico. Attraverso un’accurata scomposizione del suo apparato
epistemologico, Goretti riesce a salvare l’apparente e vuoto formalismo
kantiano, che il Green aveva così ardentemente tentato di eliminare. La teoria
della conoscenza di Green si fonda sulle osservazioni kantiane inerenti
l’esistenza di una coscienza, in grado di unificare e sistematizzare i dati
dell’esperienza, considerati, fino ad allora, come unica realtà possibile. Per
Kant, ribadisce G., è La volontà formale e il valore della norma
giuridica in Cesare Goretti solo grazie alla natura del nostro spirito che
l’esigenza unificatrice, chiamata con il nome di appercezione trascendentale,
si manifesta (G.). L’esperienza, dunque, rappresenta il complesso di
unificazioni che il nostro spirito pone in essere sulla molteplicità del
sensibile. Da ciò, la celebre distinzione kantiana tra prodotto della natura e
prodotto dell’intelletto, che porta la filosofia verso un Umänderung der
Denkart (Kant). Tutto ciò che possiamo conoscere è derivabile dalla nostra
esperienza, mentre la realtà, ciò che è posto al di fuori del mondo sensibile,
non può essere conosciuto, il che equivale ad affermarne il suo carattere a
priori, in quanto strumento inconoscibile atto a conoscere. È proprio su questo
punto, tuttavia, che Kant incontra le maggiori difficoltà. Tentando di superare
le aporie humeane, pone in essere quella distinzione tra fenomeno e cosa in sé
che occuperà gran parte della speculazione filosofica successiva. Nel tentativo
di fornire una risposta adeguata a questo dilemma, senza rientrare all’interno
delle conclusioni delineate dall’idealismo tedesco, si inserisce l’opera di
Green. Come sottolineato da G., Green adopera un linguaggio differente rispetto
a quello utilizzato da Kant, il quale, secondo Green stesso, gli permetterebbe
di eludere il problema relativo alla cosa in sé. Egli sostituisce, continua G.,
la locuzione kantiana phenomena con quella di relations. Per mezzo di questa
distinzione, Green è convinto di poter esprimere in maniera più marcata la
facoltà unificatrice dello spirito, evitando così di cadere all’interno delle
problematiche del razionalismo kantiano. L’errore di Kant, sottolinea Green, è
rinvenibile proprio nella separazione che egli opera tra natura formaliter
spectata e natura materialiter spectata. Questo errore non è altro che un
refuso dell’empirismo lockeano, rinvenibile in Kant attraverso l’espressione
Macht zwar der Verstand die Natur, aber er schafft sie nicht (Selsam). Come sostiene Green: If
phenomena, as materialiter spectata, have such another nature, it will follow
that there is no ground for that conviction of there being some unity and
totality in things, from which the quest for knowledge proceeds. The cosmos of
our experience, and the order of things-in-themselves, will be two wholly
unrelated worlds (Green). Se si
vuole considerare la materia, continua Green, dobbiamo prendere in
considerazione l’esistenza di forze che generano il loro movimento comprese
nella rappresentazione del fenomeno stesso (G.). Il divenire, dunque, diventa
veicolo attraverso il quale la realtà spirituale si manifesta, una molteplicità
con la quale il nostro spirito limitato coglie l’unità. Esso rappresenta, per
Green, il processo causale della molteplicità stessa e non un prodotto della
realtà assoluta. La posizione di Green è molto particolare. Egli rinnega
l’esistenza di due elementi distinti, forma e materia, ma al tempo stesso, non
ricade nella sintesi degli opposti sviluppata da Hegel. Le cose che noi
osserviamo non sono scisse e frammentarie, ma rivelano l’esistenza di un
assoluto che non si muove seguendo un movimento dialettico. La realtà, secondo
Green, è una progressione di gradi di relazione e per questo motivo non può in
alcun modo trovarsi fuori dallo spazio e dal tempo. La molteplicità delle
relazioni, dunque, assume per Green il significato di qualità dello spirito,
che il nostro Io attribuisce alle cose, ma che non si trova nelle cose stesse
(G.). Queste conclusioni, sottolinea G., sono per Green il modo di superare il
dibattito intorno alla distinzione lockeana tra qualità primarie e qualità
secondarie. Mentre, per i sostenitori dell’empirismo, la differenza tra qualità
sussiste su di un piano sostanziale, cioè appartenente alla natura delle cose,
per Green, invece, essa è puramente graduale. L’unica diversità che le
caratterizza consiste nell’apparente priorità temporale che le prime dimostrano
nel manifestarsi. Questo evento è dovuto, spiega Green, alla predominanza
dell’elemento formale rispetto a quello empirico. Ogni relazione, dunque, è per
Green una qualità. Il centro della realtà rimane sempre l’Io, ma l’elemento
formale che Kant non era riuscito ad eliminare viene sostituito da gradi di
relazione. Queste affermazioni sono avvalorate ancor più da Green attraverso la
distinzione tra giudizi sintetici e giudizi analitici. Utilizzando l’enunciato
kantiano ogni corpo è esteso, non ci troviamo di fronte ad un giudizio
analitico, come Kant suppone, data la presenza del predicato all’interno del
soggetto, ma come per il secondo enunciato ogni corpo è pesante, stiamo
attribuendo al soggetto un grado di relazione meno complesso rispetto al
secondo (Green). La mera intuizione delle categorie di spazio e tempo non è
sufficiente per cogliere la distinzione tra diversi giudizi. Lo spazio offre
solamente la concezione di una figura, ma non di un corpo. Secondo Green,
dunque, Kant confonde il concetto di corpo con quello di figura. La conclusione
di Green, riporta G., è che ogni giudizio presuppone una sintesi che si può
scomporre in una analisi di relazioni, analisi che può portare ad ulteriori
sintesi (G.). Ogni relazione è dunque un grado di realtà maggiore o minore
rispetto all’unità che essa contribuisce a formare all'interno della nostra
conoscenza. Quanto finora brevemente riportato mette in luce l’atteggiamento
critico di Green rispetto alle problematiche formali espresse dalla filosofia
kantiana. Naturalmente, quanto emerso rispecchia solo una minima parte del
pensiero greeniano, in questa sede appositamente riassunto, ma fornisce gli
strumenti necessari per comprendere il punto di partenza attraverso il quale
Goretti ripartirà per formulare la sua teoria. Come sostiene G. «Non si può
certo affermare che Green abbia sempre esattamente compreso la filosofia di
Kant (G.). Le critiche che G. muove nei La volontà formale e il valore
della norma giuridica in G. confronti del filosofo oxonense parodiado da
Schiller (“you may serve it with greens”) riguardano proprio il suo tentativo
di eliminare, senza risolvere, il formalismo kantiano, ricadendo in quella
struttura monistica della quale già Fichte aveva tracciato le linee. Secondo G,
la concezione metafisica di Green è prettamente religiosa (G.; cfr. Seth), in
quanto ogni fenomeno, o relazione, è per lui un riverbero dell’assoluto che non
si esaurisce nella sua apparenza. Così facendo, continua G., Green non si
accorge di aver identificato l’assoluto stesso con la molteplicità delle sue
relazioni, senza mettere in conto la possibilità che un grado di realtà
inferiore, rispetto ad uno superiore, possa rappresentare solamente una
negazione, un’apparenza dell’assoluto (G.). Il dibattito sull’aspetto
monistico, o meno, della filosofia di Green è ovviamente molto ampio (vedi
Tyler) e le teorie le più disparate. Il percorso tracciato dalle sue tesi trova
il suo naturale sviluppo nelle dottrine del Bradley, il quale riduce le
relazioni stesse a provvisorie apparenze riproponendo, ancora una volta,
l’ombra di una realtà intellegibile (G.). Ma G. percorre una strada diversa, in
qualche modo innovativa rispetto al senso comune. Egli si serve di Schopenhauer
per liberarsi del rapporto dualistico tra realtà assoluta e materia, senza però
rinunciare alla categoria formale elaborata da Kant Il concetto di volontà in G.
Secondo G., l’unico ad aver intuito veramente cosa la materia rappresenti è
Schopenhauer (G.). Nella sua opera più famosa, Die Welt als Wille und
Vorstellung, Schopenhauer definisce la materia come apparenza sensibile della
volontà. Questa volontà non è altro che una forza che tende ad affermarsi e
realizzarsi. Essa non è più semplice materia inerte, come in Aristotele, ma
forza, voluntas. Questa forza si oppone alla conoscenza tanto da tramutarsi in
una noluntas, mettendo in moto quel processo che ci permette di conoscere le
vere fattezze del reale, pur non rinunciando al dualismo tra realtà fenomenica
e realtà assoluta. La volontà di conoscere, quindi, rischiara l’oscurità della
materia e rende il mondo reale accessibile all’uomo. Green aveva intuito questo
principio attraverso la definizione di dover essere e il suo concetto di moral
will, ma non era riuscito, sostiene G., a renderlo completo. È con
Schopenhauer, quindi, che la concezione volontaristica acquista finalmente
forma. 2 La strada percorsa da G risulta alquanto particolare poiché, pur rimanendo
all’interno dei canoni dell'idealismo (una sorta di idealismo religioso
ispirato in G. dallo studio delle opere di SPIR (si veda) e del suo amico a
maestro MARTINETTI (si veda)), non ne segue la normale evoluzione tracciata da
Fichte e conclusasi con Hegel, della quale CROCE (si veda) e GENTILE (si veda) sono
stati, in Italia, i due massimi, seppur sotto molti aspetti critici,
rappresentanti. Tuttavia, G. diverge dalla definizione di voluntas fornita da
Schopenhauer. Per il filosofo tedesco la volontà si manifesta come impulso,
energia, pura forza cieca, in quanto posseduta anche dalla materia, che
sussiste al di fuori della forma dello spazio e del tempo ed è, quindi,
indistruttibile ed eterna. Essa è energia senza causa (Abbagnano). La sua
ragione può essere ricercata solo nella sua manifestazione fenomenica, ma non
nella volontà in sé. Per G., invece, la volontà non è energia senza un fine, ma
è un collegamento tra mezzi e fini. Essa ubbidisce alla categoria della
finalità, mira a fini prescelti, segue degli schemi prestabiliti (Roccia). La
realtà esteriore, secondo G., rappresenta il complesso dei mezzi, gli oggetti e
la materia che la volontà utilizza per realizzarsi, per liberarsi e, quindi,
per perseguire il suo fine. La realtà limita il nostro egoismo, nel senso che
pone al nostro volere dei punti di orientamento comuni. Quando l’uomo cerca di
prendere possesso della realtà che lo circonda, non sorge in lui la visione di
una realtà trascendente, ma lo schema di un’esigenza unitaria, che è la stessa
limitazione del nostro egoismo (G.). La volontà, dunque, segue degli schemi
prestabiliti, creando una sintesi tra il nostro volere e una parte della realtà
esteriore. Nel volere del singolo si manifesta la sua propensione verso
l’assoluto. Al principio del divenire, dunque, G. riabilita e sostituisce quel
dualismo tra fenomeno e realtà che aveva messo in crisi la filosofia di Kant.
Con la sua concezione di volontà, inoltre, G. non solo si allontana dal
pensiero di Schopenhauer, ma trova anche il modo per rendere possibile
l’esistenza di una categoria formale della conoscenza. Come nel collegamento
tra mezzi e fini, la volontà guida la relazione immediata tra il soggetto e
l’oggetto, tentando di far prevalere il suo dominio sulle cose e mettendo in
mostra l’aspetto egoistico del suo movimento. Ma la volontà è prerogativa di
ciascuno e non si esplica solamente attraverso un individuo determinato. Essa,
dunque, incontra sul suo cammino gli atti volitivi di altri soggetti. È grazie
al contatto della volontà individuale con la realtà esterna che l’egoismo nasce
e scopre la sua ragion d’essere. La realtà pone dei limiti all’assoluto tendere
della volontà, alla sua brama unitaria, e circoscrive i limiti delle differenti
personalità individuali. La limitazione dell’egoismo è dovuta proprio
all’esigenza unitaria della volontà ed esso non è altro che il prodotto della
volontà stessa. In questo modo, G. è adesso in grado di giustificare l’aspetto
formale della volontà. Essa non è più forza cieca che tende verso l’assoluto,
ma, data la sua propensione unitaria, è forza costretta a percorrere
determinate direzioni: l’una conduce al dominio delle cose (l’aspetto
finalistico della volontà, cioè l’appropriazione del tutto), l’altra, invece,
porta al godimento delle cose che dipendono dalla volontà degli altri (ciò che
pone un freno alla categoria egoistica). Come riporta ROCCIA (si veda), la
volontà formale e il valore della norma giuridica in G. Questi schemi, queste
direzioni sono preordinate: non derivano cioè dalla nostra esperienza, bensì
sono esse medesime condizioni dell’esperienza: o noi consideriamo il mondo
esterno come un complesso di cose capaci di un possesso immediato o noi lo
consideriamo come un complesso di cose il cui godimento dipende dall’attività
di un altro soggetto (Roccia). L’aspetto formale della volontà, per G., non
solo è in grado di riconciliare forma e materia, fenomeno e realtà, ma è anche
capace di fornire una risposta alla problematica morale riguardante la finalità
dell’azione. Se per i sostenitori di una morale comune, come Kant o Green,
l’azione del singolo deve essere orientata verso un bene collettivo, un fine
cioè che non tenga solamente conto del concreto sviluppo del singolo, ma che
rispetti l’insieme nel suo complesso, per la corrente dell’utilitarismo,
invece, l’azione morale deve prediligere l’aspetto individuale, in primis, e
solo in seguito condurre ad un accrescimento del benessere comune. Quello che G.
mette in risalto, invece, è l’aspetto etico dell’egoismo. La sua è una
posizione che si concilia perfettamente con entrambe e richiama alla memoria le
parole di Spinoza. Per lui, così come per G, il principio dell’utilità aveva un
grande valore. Esso costituiva il primo grado della ragione, in quanto essa
opera sulla natura empirica dell’uomo e ne mette in luce il suo carattere
finito. L’utilità costringe il singolo a ripiegare su se stesso e «a sentire
tutta l’ostilità della nostra limitatezza (G.). È per questo motivo che la
volontà, avendo fini egoistici ma mezzi comuni, è costretta a limitare la sua
azione sulla base di un accordo sociale. La volontà, dunque, genera e limita
l’egoismo, rendendo di fatto l’utile come un primo passo verso l’etico.
L’essere ragionevoli, quindi, il perseguire la propria volontà, non rappresenta
altro che una manifestazione del fine ultimo dell’uomo, il quale, a sua volta,
si caratterizza come aspetto formale non solo della conoscenza, ma anche
dell’appropriazione del reale. Date queste premesse, è adesso possibile per G.
enunciare la sua personale interpretazione del diritto. Le condizioni a priori
della conoscenza, riabilitate del loro carattere formale, vengono trasposte da
G all’interno della costituzione del diritto, nel campo cioè delle relazioni
umane. Quello di G. quindi, si presenta come un idealismo volontaristico, che
non pretende «dedurre dalla volontà il diritto e tutto il diritto, intende solo
cercare nella volontà stessa le condizioni che rendono possibile il diritto
(Roccia). Ci troviamo, dunque, di fronte a una tipologia di diritto differente
rispetto a quella di matrice kantiana, poiché non rende la giuridicità stessa
un elemento formale, ma identifica solamente alcuni schemi preordinati verso i
quali la volontà deve dirigersi e attraverso i quali, grazie alla facoltà
giuridica del reale, riesce a concretizzarsi. Solo il Green era riuscito a
intuire il principio fondante del diritto, cioè la sua capacità strumentale di
permettere una completa realizzazione dell’individuo nella società. Ma egli
aveva eliminato ogni residuo di carattere formale all’interno della sua teoria,
svilendo così la prerogativa finalistica della volontà. Quella di G., quindi,
rappresenta una perfetta sintesi dei due autori, che gli permetterà non solo di
fornire una più completa riflessione sull’aspetto filosofico della norma, ma
anche di ampliare il diritto stesso ad un gruppo sempre più ampio. Il carattere
strumentale del diritto La volontà deve realizzare fini dettati dalla ragione e
non dati della sensibilità. Solo l’essere ragionevole è fine a se stesso. Ma
per raggiungere un fine bisogna possedere un mezzo, uno strumento. Questo
strumento è il diritto, l’unico in grado di ricongiungere il dover essere con
la realtà fenomenica e fornire i mezzi esterni per la realizzazione morale (G.).
Il diritto è quindi un mezzo, ciò che rende l’azione conforme al dovere. Esso è
preordinato da fini. Kant deriva il diritto dal dovere, mentre Green
sottolineava come l’uno non potesse esistere senza l’altro. In entrambi, però,
il dovere ricopriva un ruolo primario, qualcosa che, una volta realizzato nella
sua totalità, avrebbe reso vacuo il significato stesso del diritto. Per G.,
invece, il diritto è sì uno strumento, ma uno strumento che non nasce con lo
scopo di servire il dover essere, bensì è prodotto della realtà stessa che il
dover essere riscopre. Mezzi e fini sono presenti nel mondo reale e offerti a
chiunque possieda le capacità necessarie per farli propri. Queste possibilità
di possesso, come le chiama G., non forniscono alcun contenuto storico e
mutabile, ma indicano solamente le linee guida attraverso le quali il nostro
volere si esplica (G.). È grazie al tentativo di dominio del reale, che gli
schemi giuridici si manifestano. Essi rappresentano il collegamento diretto tra
volontà ed esteriorità, regolando aprioristicamente lo spazio giuridico nel
quale l’individuo si muove. Anche I ROMANI, sottolinea G., hanno intuito la
realtà empirica degli schemi giuridici. Quando essi distinguevano le res in
mobiles, immobiles e semoventes non facevano altro che prendere coscienza della
distinzione esistente tra diritti reali, diritti di obbligazione e diritti di
asservimento (G.; cfr. G.). La volontà, d’altronde, non può che realizzarsi
attraverso un rapporto tra il proprio volere e l’oggetto desiderato (diritto
reale), tra il proprio volere e l’attività di un terzo dal quale si pretende
una certa prestazione (diritto di obbligazione) e, infine, tra il proprio
volere e l’asservimento di tutta, o parte, della personalità esteriore altrui
(diritto di asservimento). Questa triplice ripartizione, continua G., esaurisce
tutte le potenzialità «di sfruttamento e di dominio della realtà esteriore (G.).
Come per Kant, nella teoria della conoscenza, lo schematismo aveva reso
possibile unificare le intuizioni sensibili all’interno delle categorie, così
per G., in campo giuridico, esso permette di riconoscere le tappe obbligate che
la realtà empirica La volontà formale e il valore della norma giuridica
in G. fornisce al nostro volere. Si potrebbe obbiettare una presunta
arbitrarietà nella tripartizione schematica effettuata da G., chiedendo come
mai la volontà si esaurisca solamente attraverso questi schemi e non altri. Ma
al perché questi schemi siano solamente tre, G. risponde: «L’uomo fin ad ora
non ha altri modi di sfruttamento della realtà esteriore; altra prova del
valore intuitivo degli schemi. La realtà intuitiva non me ne fornisce altri
allo stato attuale del nostro sviluppo organico» (G.). La nostra stessa
esperienza e storia degli istituti giuridici, continua G., dimostra il ruolo
che i concetti di proprietà e obbligazione rivestono. Essi sono generici,
originari, intuitivi e solo in seguito acquistano una valutazione razionale
della realtà alla quale l’uomo fornisce un contenuto etico e, quindi,
arbitrario. Essi, tende ancora a sottolineare G., possiedono una natura
puramente intuitiva e ciò non esclude che la logica giuridica possa trarne
concetti giuridici corrispondenti, come la compravendita, il mandato, la
proprietà ecc. (G). Non bisogna confondere il concetto della proprietà e
dell’obbligazione, che hanno un proprio contenuto storico e concreto, con lo
schema dell’impossessamento e dell’obbligazione, che rappresenta il loro
carattere intuitivo. Come afferma G.: Si dice: è il concetto di proprietà il
prius logico, l’antecedente che rende possibile allo spirito l’impossessarsi
della realtà. Al contrario è questo impossessarsi che permette l’elaborazione
del concetto di proprietà. In questo impossessarsi vi è un atto che deve
spiegarsi; e la spiegazione consiste nel fatto che il nostro egoismo, il nostro
volere si muove diversamente a seconda dello spazio. Il volere ubbidisce alla
categoria della finalità come l’intelletto a quella della causalità (G.). La
nostra esigenza razionale, quindi, prende forma sensibile attraverso questi
schemi giuridici, condizione dei rispettivi istituti giuridici. Per mezzo di
questo atto intuitivo della realtà esteriore, il nostro egoismo viene limitato
e obbligato a prendere determinate direzioni comuni, facendo trapelare una
prima forma di unificazione dei voleri, di volontà comune. Essa appare
inizialmente come complesso di mezzi per le nostre volizioni personali, ma
lascia intuire la portata limitata di tali mezzi e, dunque, la loro comune
origine. Questo passaggio, dice G., è una normale conseguenza della visione
unitaria della realtà da parte dei singoli, i quali tendono a polarizzare la
propria volontà intorno a un ideale condiviso, acquisendo la consapevolezza
della necessaria condivisione dei mezzi esteriori (G.). Si sviluppa così la
coscienza di quell’elemento costituente il diritto: il principio di
uguaglianza. Non si tratta, sostiene G., di un’uguaglianza di diritti e doveri,
di un livellamento dei valori individuali, ma di un’uguaglianza della nostra
personalità di fronte alla realtà esteriore: «È la posizione del nostro volere
di fronte alle direzioni che la realtà esteriore ci offre (G.). L’umanità,
dunque, non è il risultato della somma di tutti gli individui, ma è l’idea
Dividus Politics. Rivista di Studi Politici alla quale il singolo, in quanto
essere razionale, partecipa. Così, ad esempio, l’idea della proprietà
originaria non rappresenta il complesso delle singole proprietà, ma è il
riconoscimento del diritto che l’umanità intera ha di impossessarsi della
realtà esteriore (G.). Senza il riconoscimento di questo diritto, comune a
tutti, non sarebbe possibile il conseguente riconoscimento dei diritti
dell’individualità, dell’egoismo. 4. Gli istituti giuridici e lo Stato Quanto
fino ad ora esposto mostra solamente la necessità degli schemi giuridici per la
creazione di un ponte tra realtà spirituale e realtà fenomenica, mettendo in
luce un’esigenza di volontà comune dettata dalla comunione dei mezzi e dei
fini. Gli schemi giuridici, tuttavia, non sono che la base razionale, a priori,
grazie alla quale poter dedurre l’esistenza dei diversi istituti giuridici. Gli
schemi rappresentano quindi le condizioni formali che ne costituiscono la loro
possibilità. Mentre il carattere strumentale del diritto aveva sottolineato la
necessità di una comunione di mezzi, la storia del diritto stesso, e quindi la
sua rappresentazione empirica formalizzata nell’istituto giuridico, fa emergere
le caratteristiche costanti delle finalità umane. Gli istituti giuridici non
sono che il riverbero di una comunione di mezzi, i quali contengono, però, vere
e proprie finalità concrete (G.). Del resto, se non esistesse una comunione di
mezzi, non sarebbe possibile parlare di finalità condivise. Queste finalità,
ovviamente, non sono identiche in ciascuno, in quanto l’istituto giuridico non
fa altro che porre in essere scopi immediati coordinati gli uni con gli altri,
ma convergono tutte, sostiene Goretti, verso un punto di equilibrio: I moventi
di ogni singola persona che partecipa ad un atto, ad un negozio giuridico
rimangono sempre qualche cosa di irriducibilmente soggettivo, ma lo scopo
dell’uno diventa una funzione di quello dell’altro, i due scopi devono farsi
equilibrio intorno ad un punto comune (G.). Il fatto che una finalità
presupponga un movente individuale, non esclude la possibilità che la finalità
di un singolo possa incrociarsi con quella di un altro. Questo equilibrio di
finalità dà vita a differenti figure giuridiche, non deducibili a priori dai
nostri schemi, ma lasciate in balìa degli eventi storico-sociali. Ma il carattere
formale dei nostri schemi, e quindi dei nostri mezzi, giustifica la creazione
uniforme e costante degli istituti, e dunque dei nostri equilibri finali.
Pertanto, dalle diverse finalità umane è possibile derivare aprioristicamente
la figura giuridica della compravendita, che si richiama allo schema giuridico
dell’obbligazione. Non è, dunque, il lavoro speculativo del giurista che crea
le forme degli istituti giuridici, ma è la realtà sociale stessa. Essi La
volontà formale e il valore della norma giuridica in G. non sono altro che
realtà fenomenica, svelata dalla volontà individuale che si muove nel mondo
empirico attraverso le sue forme schematiche. Le istituzioni sociali, di
conseguenza, sono il risultato di un punto comune di equilibrio formatosi e
consolidatosi, nel tempo, intorno a un complesso di finalità umane.
L’ineludibilità di simili conclusioni, sostiene G., può essere ulteriormente
avvalorata attraverso un esempio. Se esaminassimo il caso della compravendita,
ci troveremmo di fronte a due differenti finalità: quelle del venditore, da una
parte, e quelle del compratore, dall’altra. Naturalmente, continua Goretti,
queste finalità appaiono inizialmente diverse, ma il loro punto di equilibrio è
riscontrabile proprio negli asservimenti reciproci esistenti nel fatto di
vendere e di comprare, nei quali le finalità dell’uno si incrociano con quelle
dell’altro. Questo elemento comune è derivabile dallo schema dell’obbligazione,
per mezzo del quale le caratteristiche comuni delle finalità tendono a convergere.
Nel caso dei diritti reali, ad esempio, è la fruizione della cosa da parte di
un singolo, e dunque la sua finalità, che tende a escludere l’uso del medesimo
oggetto da parte di un terzo, facendo arrestare la sua finalità di fronte al
possesso del soggetto iniziale. Questo arresto, continua G., mostra già di per
sé l’esistenza di un equilibrio dei fini, ed è proprio questo equilibrio che
rende possibile la formazione degli istituti giuridici. Ciò che rende dunque
costante nel tempo l’esistenza di determinati istituti è proprio l’uniformità
delle nostre forme e dei nostri bisogni. Ecco come, quindi, da un accenno di
volontà comune e di unificazione di finalità, espresse nella forma dei singoli
istituti giuridici, si assiste a un progressivo ampliamento del principio di
solidarietà sociale, che limita automaticamente il nostro originario egoismo.
Si passa, gradualmente, da un’unificazione di finalità e bisogni elementari a
un’unificazione più elevata di natura spirituale. Questo è un fenomeno, dice G.,
storicamente accertabile e inoppugnabile. L’egoismo si asserve così, senza
negarsi, a un criterio di uniformità, dando vita a unità sempre più grandi e
mostrando all’umanità il cammino della giustizia. Si potrebbe sottolineare
l’incoerenza pratica di tali affermazioni, mostrando le derive violente ed
ingiuste che molte istituzioni hanno posto in essere, ma simili mostruosità
sono solamente deformazioni storiche di suddette istituzioni, le quali, in sé,
non posseggono nessun concetto di giusto ed ingiusto, ma rappresentano
solamente un grado di realizzazione della volontà comune, ad uopo
strumentalizzata da egoismi irrazionali. Ma in che forma empirica si realizza
questa volontà comune, secondo G.? La sua risposta è molto chiara. Il diritto
come tale non può culminare nello stato italiano. Quella che ad Hegel appare
come la rappresentazione e lo stadio più completo della volontà individuale, è
invece per G. un’indebita ingerenza dell’egoismo collettivo nei confronti di
quello soggettivo, una volontà di potenza che non ubbidisce a esigenze
razionali, ma ad un mero potenziamento di se stessa, tradendo quell’esigenza
prettamente unitaria tipica della dialettica hegeliana. Come Alessandro Dividus
Politics. Rivista di Studi Politici] all’interno della società civile si
manifestano una molteplicità di individualità e gruppi in contrasto tra loro,
così anche lo Stato, non essendo altro che un gruppo più ampio, non potrà
rappresentare la realizzazione della volontà comune, poiché anch’esso tenderà
al conflitto con Stati terzi. Il suo ruolo è, così per G. come lo è per Green,
puramente pratico, nel senso di garante del rispetto del diritto e della
potenzialità di sviluppo della volontà comune. Lo stato italiano appare come la
rappresentazione finale della sovranità, politica e giuridica, ma essa è pura
illusione. In ogni sovranità vi è sempre un riverbero di ordinamento giuridico
ideale, che non si esaurisce nella sua forma storico-sociale, ma è assoluta
spontaneità dei rapporti che l’uomo instaura tra schemi e istituti. Lo stato
italiano, nel suo processo evolutivo, non rappresenta altro che un
irrigidimento della volontà comune nel suo percorso fenomenologico. Quanto
esposto rappresenta una parte dell’importantissimo contributo del G. nel campo
della filosofia, che tocca aspetti gnoseologici, giuridici e politici,
mostrando il suo carattere poliedrico e critico, senza però rinunciare al suo
rigore logico. Le sue intuizioni sono rimaste purtroppo vittime degli
sfortunati eventi storici che hanno accompagnato tutta la sua esistenza,
lasciando ai più sconosciuta la sua eredità intellettuale. Di non minore
importanza, inoltre, è l’impegno che egli ha dedicato in difesa dei diritti
degli animali, per il quale si rimanda all’articolo L'animale quale soggetto di
diritto, che si concilia perfettamente con la sua personale concezione del
diritto e che anticipa, in gran parte, molte delle speculazioni attuali sul
tema. Ma lo scopo di questo lavoro, data la limitatezza del contributo, non è
stato quello di approfondire ogni aspetto del suo pensiero, bensì di mostrare
la profonda capacità argomentativa di questo autore, il quale offre numerosi
spunti in altrettanto numerosi ambiti della filosofia. Oltre ad essere stato,
in Italia, il primo vero studioso e l’unico traduttore dell’opera del Green, G.
ne ha saputo cogliere la vera intuizione, proponendo una propria visione della
volontà, la quale rappresenta una geniale sintesi tra idealismo e razionalismo,
quasi come un proseguo degli studi, involontariamente interrotti, ai quali il Green
aveva dato origine. La riabilitazione, poi, del formalismo kantiano, segnata da
una propria interpretazione della volontà di Schopenhauer, mette in evidenza un
percorso innovativo rispetto al naturale interesse degli studiosi successivi,
il che conferma ulteriormente la necessità di riscoprire un autore tanto grande
quanto sfortunato. La volontà formale e il valore della norma giuridica in
G. ABBAGNANO (si veda) Le sorgenti razionali del pensiero. Napoli: Perrella.
Bradley, Prolegomena to Ethics Green. Clarendon. G. Il carattere formale della
filosofia giuridica kantiana. Milano: Isis. G. Il trattato politico di
Spinoza.” Rivista di Filosofia. G., L’animale quale soggetto di diritto.
Rivista di Filosofia G. I fondamenti del diritto. Milano: Lombarda. G. Sulla
distinzione fra legge e norma. Rivista di Filosofia; G. Il valore della
filosofia di Bradley. Apparenza e Realtà. Rivista di Filosofia; G. L'idea di
patria.” Rivista di Filosofia. G. La metafisica della conoscenza in Green.”
Rivista di Filosofia; G. L’istituzione dell’eforato. Archivio della cultura
italiana G. Il pensiero filosofico di MARTINETTI (si veda) Bologna: Azzoguidi.
Green, Thomas Hill. Etica. “L’istituzionale e una co-struzione, una sorta
di inter-azione, o co-azione co-ordinata, co-stitutente un equilibrio tipico o
co-stante di finalita che si fissa in un com-plesso di mezzi”. “Casi
innumerevoli dimostrano come il cane (o altro uomo) sia custde geloso della
proprieta del suo padrone e come ne compartecipi all’uso. Oscuramente deve
operare in esso questa visione della realta esteriore come cosa PROPRIA, che
nell’uomo civile U1 arriva alle costruzione raffinate dei giuristi. E assurdo
pensare che l’animale o l’uomo O2 che rende un servizio al suo padrene che lo
mantiene agisca soltanto istintivamente. Deve pure sentire in se per quantto
oscuramente e in modo sensible questo rapport di servizi resi e SCAMBIATI.
Naturalmente l’U2 o l’animale non potra arrivare al concetto di ci oche e la
proprieta, l’obbligazione. Basta cche dimostri esterioremente di fare uso di
questi principi che in lui operano ancora in modo oscuro e sensibile.” Cesare Goretti. Grice: “I
like Goretti: I rather casually referred to ‘the institution of a decision’ as
the end of a conversational exchange – notably involving buletic conversational
moves; Goretti makes a whole system out of this. His example is his
conversation with his dog: ‘Surely my dog knows that he is providing me a
service – guarding my territory – and he is rightly deemed as a ‘subject’ in my
exchange with him – as we ‘institute a decision’ that there is a reciprocity
involved.” Goretti. Keywords: “the institution of
decisions” -- l’istituzionale, Bradley, La massima d’equita; “segni e
comprensione” il concetto di patria, eforato—co-azione, co-operazione -- diada.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Goretti” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Gorgiade:
la ragione conversazionale e la setta di Crotone – Roma – filosofia calabrese –
filosofia crotonese – scuola di Crotone -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Crotone). Filosofo italiano. Filosofo calabrese.
Filosofo crotonese. Crotone, Calabria. A Pythagorean, possibly Gartida.
Grice e Gorgia: la
ragione conversazionale e il cinargo romano -- Roma – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. a Cinargo.
Gorgia.
Grice e Gori: la ragione conversazionale e
l’implicatura conversazionale e la filosofia di cabaret -- l’eroe e la falce – filosofia
futurista – filosofia lazia – filosofia romana – scuola di Roma -- filosofia
italiana -- Luigi Speranza (Roma).
Filosofo italiano. Filosofo lazio. Filosofo romano. Roma, Lazio. Grice: “My
favourite Gori are “L’eroe e la falce” and “Il mantello d’Arlecchino” – nothing
can be italianita with that!”. Saggi: “Il mantello di Arlecchino (Roma); “Il
libbro rosso de la guerra” (Roma); “Le bruttezze della Divina Commedia” (Alatri);
“Le bellezze della Divina Commedia” (Milano); “Estetica dell'irrazionale”
(Milano); “Il mulino della luna (Milano) “L'irrazionale”; “Filosofia ed
estetica”, “Sistema di una nuova scienza del bello; “Il bello” – “L'eroe e la
falce” -- Scorcio architettonico di letteratura europea dalle origini ai nostri
giorni, Cagliostro (Milano); Il teatro contemporaneo e le sue correnti
caratteristiche di pensiero e di vita nelle varie nazioni (Torino); L'oca
azzurra (Roma); Il grande amore (Firenze); Scenografia. La tradizione e la rivoluzione
contemporanea (Roma); Il grottesco (Milano).
Giovanelli, G.. L'irrazionale e il teatro, Roma, Bulzoni, Piscopo, G.,
in Godoli, Dizionario del futurismo, Firenze; Dizionario biografico degl’italiani,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Rassegna della produzione
teatrale e delle nuove tendenze del teatro italiano e mondiale a cavallo tra il
finire dell'800 e i primi decenni del '900. Partendo dalla riforma dell'opera
lirica di Wagner e dalla sua teoria dell'opera d'arte totale, Gori passa a
discorrere di Maeterlinck, Andreev, del teatro dell'Anima di Schuré e Claudel,
del teatro dell'esteriorismo (ANNUNZIO (si veda), Wilde, Péladan, Erdös), del
teatro cinese e giapponese, di Tagore, Tolstoj, Gorkij, dell'Espressionismo, di
Shaw, di Ibsen, del teatro borghese, del teatro dialettale italiano, del teatro
delle nazioni europee minori (discorre anche del teatro dell'Islanda o della
Lituania o della Bulgaria), delle forme rudimentarie del teatro presso i popoli
selvaggi. G. (Roma -Sant'Ilario Ligure), poeta, drammaturgo e critico
letterario romano fiancheggiatore del Futurismo, apre a Roma il famoso Cabaret
del Diavolo, realizzato da Depero.
"Depero è protagonista con una grande mostra personale tenuta a Palazzo
Cova di Milano, che in seguito viene trasferita da Bragaglia a Roma, dove nel
settembre dello stesso anno, su incarico di G., inizia i lavori di allestimento
del Cabaret del Diavolo, una sorta di bolgia dantesca frequentata da futuristi,
dadaisti, anarchici ed artisti in genere. Per il cabaret, strutturato lungo un
percorso discendente (a ritroso) Paradiso-Purgatorio-Inferno, Depero realizzò
tutto l'arredo e le decorazioni murali. L'inaugurazione avvenne ma, passato il
primo momento di gloria, i tempi si fecero difficili e il locale fu chiuso, e
con esso distrutto anche tutto il lavoro di Depero". (cfr. Catalogo mostra
Depero, Fondazione Palazzo Bricherasio). Letterature moderne. Studi diretti da
Farinelli. Cammarota, Futurismo, Il Futurismo applicato ai cabaret C’è
stato in questi giorni, qui a Roma, un improvviso e molteplice sboccio d’arte
futurista: il futurismo applicato al cabaret», annotava all’inizio degli anni
Venti Massimo Bontempelli, che in quel periodo simpatizzava con il Futurismo e
da poco aveva rifiutato le opere scritte prima della guerra. Venivano infatti
inaugurati nella capitale diversi locali decorati dai futuristi, tutti situati
nel centro della città. Inizia la serie, il Bal Tic Tac, situato in via Milano,
i cui ambienti considerati distrutti per oltre mezzo secolo, sono stati recentemente
ritrovati durante il restauro del palazzo. Alle sale, arredi e lampade del
cabaret aveva lavorato Balla: era «un grandioso locale per balli notturni
futuristicamente decorato, nel quale «per la prima volta, apparve realizzata la
nuova arte decorativa futurista. Forza, dinamismo, giocondità, italianità,
originalità commentava il periodico Il Futurismo. Per il lavoro, ha ricordato
la figlia dell’artista, Elica, Balla era stato contattato da Paladini, altro avanguardista della cerchia
romana, in quegli anni in procinto di lanciare con Ivo Pannaggi il movimento
Immaginista. Nei sotterranei dell’Hotel Élite et des Etrangers in Via
Basilicata, è stato aperto il Cabaret del Diavolo, uno dei più stravaganti
ritrovi romani di proprietà di G., il quale intendeva farne il punto di
incontro di scrittori, pittori e intellettuali e aveva puntato sulla creatività
di Depero, chiamandolo a decorarne e ad arredarne gli interni. Le tre sale,
denominate Inferno, Purgatorio e Paradiso, avevano ognuna una specificità
cromatica e tipologica: i mobili del Paradiso, ad esempio, erano azzurri,
quelli del Purgatorio verdi e quelli dell’Inferno rossi. L’illuminazione era
bianco-rosa-azzurrina con immagini di angeli e cherubini nel Paradiso,
bianco-verde con una coorte di anime verdi nel Purgatorio, e rossa con diavoli
e dannati avvolti dalle fiamme nell’Inferno. Il locale era sede della Brigata
degli Indiavolati, composta da poeti e artisti. Nello stesso anno Balla,
che aveva anche decorato la sua celebre casa-galleria aperta al pubblico di Via
Porpora (poi seguita dall’altrettanto celebre abitazione di Via Oslavia),
realizzava il soffitto luminoso della sala futurista della nuova sede allestita
da Virgilio Marchi della Casa d’Arte di Bragaglia, trasferitasi da Via Condotti
in Via degli Avignonesi. Nei locali ricavati nei sotterranei dei Palazzi
Tittoni e Vassalli che conservavano le terme pubbliche romane di Settimio
Severo, Bragaglia affiancava alla galleria anche il Teatro degli Indipendenti
per il quale Virgilio Marchi aveva realizzato il ridotto e il bar: qui, per
otto dense stagioni, Giulio sperimentò la sua ‘riforma teatrale’ e le sue idee
di rinnovamento delle tecnica scenica mediante l’introduzione di nuovi elementi
quali una regia sperimentale, una recitazione innovativa e una scenografia
‘cromatica’. Nel teatro vennero messi in scena gran parte dei testi
d’avanguardia italiani e stranieri prodotti in quegli anni dagli artisti più
vari, da Jarry ad Apollinaire, dai Futuristi agli Immaginisti: a vecchia sede
della Casa d’Arte ospita anche la mostra di opere dadaiste facente parte della
Grande Stagione Dada Romana che aveva messo in programma esposizioni,
declamazioni, esecuzioni di musiche dadaiste e una conferenza di Evola su Tzara
nell’Aula Magna dell’Università testo di Braibanti è precedente rispetto a
quelli di Kaiser e Bachtin, risale, non può quindi giovarsi delle ricerche dei
due autori ma, per le sue finalità, la sorte del grottesco nella storia
dell’arte è di importanza relativa. Conosce e cita altrove il testo di G. sul
grottesco nell’arte, ne apprezza l’impresa ma coglie i limiti della riduzione
dello spirito del grottesco all’ambito dell’artistico. Il luogo privilegiato
del grottesco è la vita, lo spazio interindividuale è dove si dispiegano le sue
epifanie. G. Il teatro contemporaneo e le sue correnti caratteristiche di
pensiero e di vita nelle varie nazioni. Torino, Fratelli Bocca, brossura
editoriale con titolo in rosso e nero entro bordura ornamentale anch'essa in
bicromia. Gore al dorso. Una piccola mancanza al margine superiore del piatto
posteriore. Bella copia in barbe e a fogli chiusi. Prima edizione. Rassegna
della produzione teatrale e delle nuove tendenze del teatro italiano e
mondiale. Partendo dalla riforma dell'opera lirica di Wagner e
dalla sua teoria dell'opera d'arte totale, G. passa a discorrere di
Maeterlinck, Andreev, del "teatro dell'Anima" di Schuré e Claudel,
del teatro dell'"esteriorismo" (ANNUNZIO (si veda), Wilde, Péladan,
Erdös), del teatro cinese e giapponese, di Tagore, Tolstoj, Gorkij,
dell'Espressionismo, di Shaw, di Ibsen, del teatro borghese, del teatro
dialettale italiano, del teatro delle nazioni europee minori (discorre anche
del teatro dell'Islanda o della Lituania o della Bulgaria), delle forme
rudimentarie del teatro presso i popoli selvaggi. G (Roma -Sant'Ilario Ligure), poeta, drammaturgo
e critico letterario romano fiancheggiatore del Futurismo, apre a Roma il
famoso Cabaret del Diavolo, realizzato da Depero. (cfr. Catalogo mostra
Fortunato Depero, Fondazione Palazzo Bricherasio). Letterature moderne. Studi
diretti da Arturo Farinelli. Cammarota, Futurismo, G. L'irrazionale. Filosofia
ed estetica. Sistema di una nuova scienza del bello. L'eroe e la falce. Scorcio
architettonico di letteratura europea dalle origini ai nostri giorni. Foligno,
Campitelli; brossure editoriali. Bell'esemplare in parte intonso. Prima
edizione e primo migliaio di questo importante saggio di estetica suggestionato
dalla poetica futurista G. Nasce a Roma, da Vincenzo Guglielmo e Giovanna
Santi. Terminato il liceo, si laurea dapprima in giurisprudenza, iscrivendosi
poi a medicina, senza tuttavia nutrire particolare interesse neppure per questo
indirizzo di studi. Egli si sentiva piuttosto attratto dalla letteratura, dalla
FILOSOFIA e, in particolare, dal teatro, di cui prese a scrivere fin dai primi
anni del nuovo secolo. Collaboratore di vari giornali e riviste - tra cui
il Don Chisciotte, il Capitan Fracassa, La Vita, La Patria, il Don Marzio,
L'Ora, Il Tirso, di cui fu redattore capo, Aprutium di Teramo, Noi e il mondo,
mensile illustrato de La Tribuna di Roma -, si fece presto la fama di critico
militante severo e intransigente. Amico di Trilussa e suo ammiratore, compose
poesie e canovacci teatrali in romanesco. Anticlericale e massone, allo
scoppio della Grande Guerra è interventista e irredentista. Nel primo
dopoguerra e negli anni successivi prese a sostenere la cultura modernista e il
teatro sperimentale, gestendo il cabaret dell'hôtel Majestic, di cui era
proprietario. Viaggia molto sia in Europa (Francia, Spagna, Germania, Russia)
sia in America (Messico, California). Sposa Giulia Massobrio, vedova di
Volante. Dopo il matrimonio il G. lasciò Roma, interrompendo l'intensa attività
letteraria cui si era dedicato, e si trasferì a Chianciano, dove comprò e gestì
l'albergo Excelsior. Sempre a Chianciano fondò e diresse il periodico Il
Giornale dell'albergatore. Intellettuale e poligrafo - fu infatti poeta,
romanziere, filosofo con particolare attenzione all'estetica, saggista, critico
militante, studioso di teatro - G., finché si dedicò ad attività culturali, si
adoperò principalmente a sostenere e diffondere, nell'Italia del primo
Novecento, un clima e un gusto più avanzati e moderni; i suoi maggiori e più
significativi contributi, tutti concentrati nel corso degli anni Venti,
riguardano le teorie e le pratiche poste a fondamento del processo di
rinnovamento del teatro contemporaneo. Dopo gli studi giuridici e di
medicina, il G. aveva provveduto a darsi una solida e rigorosa preparazione
letteraria e filosofica, coniugando l'educazione sui classici con
un'informazione puntuale e aggiornata sugli orientamenti e sugli esiti più
attuali della poesia, della critica, della narrativa, dell'editoria a livello
nazionale ed europeo. Insofferente, come molti suoi coetanei, nei confronti dei
contenuti e dei metodi del positivismo e degli indirizzi storico-filologici, fu
convinto seguace dell'idealismo di CROCE (si veda) e della rinascita
dell'interesse per la critica SANCTIS (si veda); la sua attenzione si estese,
da Croce e dai crociani, anche agli intellettuali che dialogavano con Croce dall'esterno
dell'idealismo. Di questa sua posizione egli rende conto in Il mantello
di Arlecchino (Roma, sostanziosa silloge ricca di indicazioni e di suggestioni
critiche, in cui traccia il panorama della letteratura italiana della belle
époque. Se Sanctis e Croce forniscono modelli e suggerimenti, tuttavia il
lavoro critico di G. non è inteso come applicazione pedissequa della dottrina
dei maestri: egli integra, rilegge, propone nuove osservazioni. A complemento
di questo lavoro è poi allegato un esaustivo tracciato dell'attività editoriale
in Italia. Di umori nazionalisti e interventisti è intrisa la sua prima
raccolta di versi in dialetto romanesco, Er libbro rosso de la guera (Roma; che
contiene anche il canovaccio teatrale in dialetto Le maschere de la guera)
mentre, per Trieste italiana e contro il mondo tedesco, G. pubblica in
Aprutium, una canzone, Sorella nostra!, celebrativa della latinità assunta a
valore contro la barbarie del "duro settentrione". Fu, comunque, la
Grande Guerra a far maturare in lui un processo di piena conversione al
moderno, inteso quale gusto, mimesi linguistica, diegesi e strumentazione di
idee e di stili fondati sul nuovo. Si avvicina a MARINETTI (si veda), di
cui tra i primi aveva dato un profilo essenziale e pertinente (ne Il mantello
di Arlecchino), e ne divenne amico, ma corresse anche il giudizio nei confronti
dei futuristi, che nell'anteguerra egli aveva adeguato, sulla scorta di Papini,
a marinettiani, tra i quali, invece, venne distinguendo posizioni diverse,
sostenendo soprattutto alcuni di essi, come Vasari, Folgore ed Prampolini.
Medita attentamente sul teatro di PIRANDELLO (si veda), si entusiasma per il
teatro del colore di Ricciardi, strinse amicizia con i Bragaglia, con Orazi,
con Bontempelli. È soprattutto l'ispirazione poetica a farsi in G. più
avvolgente e convinta: la parola, che nelle sue composizioni d'anteguerra si
risolveva in veicolo di denunzia, di argomentazione e di persuasione, o di
descrizioni realistiche (vedi Er libbro rosso de la guera), acquistò nuove
sfumature, più allusive, e si dispose su tramature in cui si riscontrano
riflessi di Pascoli, di Gozzano, di Govoni, di Palazzeschi, raggiungendo talora
esito felice, come nelle tre liriche Alla stazione, Ogni giorno così e Limbo,
apparse in Le foglie dell'orologio (Roma), poi riproposte con diverso titolo in
Il grande amore (Firenze). In quest'ultima silloge, accanto alle tre
citate, figurano nuove composizioni, ispirate al realismo magico di Bontempelli
(Sembra una favola!, A teatro, Le tre vecchine, Orgoglio); e, di fatto,
l'avvicinamento a Bontempelli, sia sul versante saggistico-estetologico sia su
quello poetico, era iniziato da tempo: già la raccolta Il mulino della luna
(Milano; di cui si ricordano in particolare Come un cipresso notturno, L'oca
azzurra, L'isola lontana, Pierrots, Si parte, Con la rete dei pensieri, È
passato il re, L'automa nella pioggia, Annunciazione, Epilogo), posta
cronologicamente fra le due summenzionate, poggiava sostanzialmente su una
griglia di suggerimenti metafisico-surreali ascrivibili all'ambito ideale di
Bontempelli e ai suoi immediati dintorni. Non altrettanto positivo e più
scontato l'esito raggiunto dal G. nel romanzo e nella novella (per lo più
inediti) con l'eccezione di L'oca azzurra (Roma) - che riprende titolo e
immagini della lirica de Il mulino della luna, intrisa di un umorismo alla
Folgore e di un magismo che rinvia nuovamente a Bontempelli - e di Coriandoli,
una raccolta, appunto inedita, di novelle. Ma gli interventi più
interessanti del G. sono quelli legati al discorso critico sul teatro, riguardo
al quale egli concordava con avanguardisti e sperimentali sull'ineludibilità
del rinnovamento delle sue pratiche, delle sue strategie e dell'idea stessa su
cui esso si costituisce. A tal fine, si impegnò innanzitutto concretamente,
fondando e gestendo in proprio un laboratorio teatrale posto sotto il segno di
un "antigrazioso" irritante e provocatorio; infatti, a Roma, con un
anno di anticipo sul teatro degli Indipendenti di Bragaglia, egli aveva fondato
e preso a dirigere quel cabaret, La Bottega del diavolo, sito all'interno
dell'hôtel Élite et des étrangers, poi Majestic, di sua proprietà.
Dell'albergo erano frequentatori e gratuitamente ospiti numerosi futuristi, tra
cui Marinetti, giornalisti e scrittori; negli scantinati, detti l'inferno,
arredati con mobili e manufatti realizzati da Depero, da Prampolini e da altri,
e decorati con immagini di diavoli danzanti, armati di forconi e pronti a
scaraventare nelle fiamme i dannati, si davano ogni sabato spettacoli futuristi
e modernisti. Ai programmi, e alla loro realizzazione, presiedeva una
commissione di esperti e primi attori, tra cui erano lo stesso G., nel ruolo di
Minosse, Trilussa quale Lucifero, Folgore come Cerbero, e Bontempelli come
Barbariccia (per una dettagliata testimonianza sul cabaret, si veda Un covo di
diavoli in Roma Il Tempo. Dietro la facciata di questo underground ante
litteram, il G. andava maturando la sua riflessione sul rapporto tra teatro e
corporeità, dionisismo, vitalismo, e sulla necessità di accelerare il processo
di rivitalizzazione e risignificazione del teatro stesso e delle attività
collegate. A monte di tale riflessione specificamente orientata sul teatro, si
collocavano i due volumi del saggio L'irrazionale (I, Filosofia ed estetica.
Sistema di una nuova scienza del bello; II, L'eroe e la falce. Scorcio
architettonico di letteratura europea dalle origini ai nostri giorni, Foligno,
che s'inseriscono, con ogni evidenza, nel quadro generale dell'avanguardia
internazionale, impegnata a riconsiderare i fondamenti dell'arte e
dell'estetica nella chiave del notturno, dell'inquietante,
dell'anamorfico. Viceversa il discorso specifico sul teatro s'innerva in
tre opere successive: Il teatro contemporaneo e le sue correnti caratteristiche
di pensiero e di vita nelle varie nazioni Torino-Milano-Roma, che si propone di
indagare sui nuovi linguaggi del teatro nelle sue varie manifestazioni
nazionali; Scenografia. La tradizione e la rivoluzione contemporanea (Roma, in
cui G. esamina, tramite lo specifico della scenografia, le vie attraverso le
quali si possa raggiungere e comunicare la realtà che si trova di là
dall'apparenza, e come si possa darne una rappresentazione, interrogandosi su
intuizioni e tentativi di alcuni tra i nomi più significativi della storia del
teatro moderno - a partire da Wagner e proseguendo con Craig, Appia,
Mejerchol´d - ma soprattutto dando conto delle esperienze del "teatro
della sorpresa" futurista - di Vasari in particolare L'angoscia delle macchine,
Milano, ma anche di Prampolini, V. Marchi, Folgore, oltre che del "teatro
del colore" di A. Ricciardi e del laboratorio di Bragaglia -, e studiando
le esperienze futuriste del dinamismo plastico, della simultaneità e della
sintesi. Seguì infine Il grottesco nell'arte e nella letteratura, in cui,
riproponendo anche alcuni studi di prima della guerra (sul grottesco
nell'Inferno di Dante, sulla maschera turca di Karagöz), il G. approfondisce
soprattutto lo studio sul teatro futurista italiano nella chiave del grottesco
e del fantastico (in particolare, Cavacchioli, Chiarelli, Antonelli). Al
termine dell'intensa stagione intellettuale degli anni Venti, convinto di
essere stato sfruttato e trascurato dalla cultura ufficiale, il G. si appartò,
allontanandosi da Roma, senza tuttavia smettere di studiare e di scrivere:
lasciò quindi numerosi scritti inediti conservati presso gli eredi. Nel
secondo dopoguerra, il G. si stabilì in una località di mare, Sant'Ilario
Ligure (Genova), dove muore.. Tra le opere del G., oltre a quelle citate nel
testo, si ricordano: per la narrativa: Cagliostro(Milano; per la saggistica: Le
bruttezze della Divina Commedia Alatri; Le bellezze della Divina Commedia ALIGHIERI
(si veda) Milano; Studi di estetica dell'irrazionale. Verdone, Teatro del
tempo futurista, Roma; Id., Prosa e critica futurista, Milano, Giovanelli, G.
G.: l'irrazionale e il teatro, Roma; U. Piscopo, G. G., in Dizionario del
futurismo, a cura di E. Godoli, Firenze, sub voce. Gino Gori. Keywords: l’eroe
e la falce, bello, eroe, falce, irrazionale, mantello dell’arlecchino – bellezza, futurismo – Refs: Luigi Speranza,
“Grice e Gori” – The Swimming-Pool Library.
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