Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice ed Sclavione: il lizio di
Padova – la scuola d’Abano -- filosofia veneta -- filosofia italiana – Luigi
Speranza (Abano). Filosofo veneto. Filosofo italiano.
Abano, Veneto. Grice: “I like Abano; he is from my wife’s favourite part of
Italy – Veneto – actually provincial di Padova – which has Gaspirated p!” –
Grice: “My favourite Abano is the logician or philosopher of the lingo – Grice:
“As a classicist, I can expand on Lycaeum – the weirdest word I ever came
across – We don’t call them peripatetics at Oxford: we call them members of
that gentlemen’s club – the Lycaeum – neutre. What does it stand for – it
stands for a statue, of a seated god – Apollo --. The Italian evolution of the
sound ‘lyc-’ is lizio. At Oxford, it has become a code word for “Aritotelian” –
without the fallacy ad hominem! Melodramma. Filosofo, insegnante di filosofia e
a Parigi e Padova. Inoltre è considerato il primo rappresentante dell LIZIO
padovano. Amico di Marco Polo, vive a lungo a Costantinopoli per imparare il
greco, studiando in originale i testi di Galeno. È autore anche di varie
traduzioni di saggi filosofici greci in latino: i “Problemata” di Aristotele --
ai quali aggiunse un commentario, l’ “Expositio Problematum Aristotelis”), i
Problemata di Alessandro di Afrodisia, vari scritti di Galeno e Dioscoride. Si
guadagna una grande fama come autore Conciliator Differentiarum, quæ inter
Philosophos et Medicos Versantur. S. ispira a Giotto il complesso – e per molti
versi misterioso – ciclo pittorico che orna il palazzo della ragione di Padova,
andato perso in un incendio e rifatto da alcuni pittori minori seguendo lo
stesso schema iconografico. Il ciclo di affreschi è suddiviso in CCC riquadri,
si svolge su III fasce sovrapposte, ed è uno dei rarissimi cicli astrologici. È
considerato uno dei più colti ingegni, la sua dottrina lo fa passare per un
negromante. Accusato III volte dal
tribunale dell'inquisizione di magia, eresia e ateismo è prosciolto le prime II
volte. L'ultima volta muore in prigione a causa delle torture subite. A seguito
della condanna il suo cadavere è dissotterrato per essere arso sul rogo. Ad A. esplicitamente si rifa, per alcuni
argomenti, come l'embriologia, il filosofo Forlì [si veda]. Nel Conciliator
Differentiarum, quæ inter Philosophos et Medicos Versantur A. rifere di avere
parlato con Marco Polo di quello che ha osservato nella volta celeste durante i
suoi viaggi. Marco racconta che durante il suo viaggio di ritorno nel mar
cinese avvista quella che descrive in un disegno come una stella a forma di
sacco – “ut saccoc”, on una grande coda – “magna habet caudam.” A. interpreta
questa informazione come una conferma della sua teoria secondo cui
nell'emisfero sud si puo osservare una stella analoga alla stella polare, ma si
tratta con ogni probabilità di una cometa. Gl’astronomi sono concordi
nell'affermare che non ci furono comete avvistate in Europa, ma ci sono
testimonianze che una cometa venne avvistata in Cina. Questa circostanza non
compare nel Milione. A. conserva il disegno nel suo “Conciliator differentiarum
quæ inter philosophos et medicos versantur.” Sempre nello stesso saggio, si
riporta la descrizione di un animale di grossa stazza con un corno sul muso,
identificato con il rinoceronte. A. non riferisce un nome particolare assegnato
da Marco a questo animale. Si pensa invece che è Rustichello a identificarlo
con l'unicorno nel Milione. Questa testimonianza è stata ripresa da Jensen,
quando venne messa pesantemente in dubbio la veridicità del Milione di Marco
Polo. Sempre nel Conciliator
Differentiarum, A. menziona la spedizione d’Ugolino e Vadino Vivaldi genovesi
verso le Indie per via mare. "Parum
ante ista tempora Januenses II paravere omnibus necessariis munitas galeas, qui
per Gades Herculis in fine Hispania situatas transiere. Quid autem illis contigerit, jam
spatio fère XXX ignoratur anno. Transitus tamen nunc patens est per magnos Tartaros eundo
versus aquilonem, deinde se in orientem et meridiem congirando. Riconoscimenti Il Teatro Congressi di Abano
Terme -- già "Cinema Teatro delle Terme" -- è a lui dedicato, come
pure l'IPSSAR A. (Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e
della Ristorazione) poco distante, e altrettanto il Centro Studi Termali A.,
ente di ricerca del territorio Euganeo. È rappresentato a Padova in una delle
LXXVIII statue di Prato della Valle e nell'alto-rilievo al di sopra di una
delle IV porte d'entrata di palazzo della ragione. Ad Abano Terme a lui sono
dedicati una statua nell'omonima piazza e il bassorilievo sul lato Est dello
gnomone della meridiana monumentale in piazza del Sole e della Pace. Dizionario
di filosofia. M. Guidi, Caratteri e modi della cultura araba, Real Accademia
d'Italia. A Padova, specialmente, ferve lo studio degl’arabi, poiché A. – il
quale si è servito non solo del greco, ma anche dell'arabo che è andato a
studiare a Costantinopoli per poter rettificare gl’inevitabili errori delle
versioni del tempo – fa della sua scuola il centro di quello che fu poi detto
l'«Arabismo medico».». Ventura, Translating, commenting, re-translating: some considerations on
the Latin translations of the Pseudo-Aristotelian Problemata and their readers,
in Goyens, Leemans e A. Smets, Science Translated: Latin and Vernacular
Translations of Scientific Treatises in Medieval Europe, Leuven; A., su galeno
latino. Vico, Per una storia
dell'embriologia, Guerini, Napoli, Jensen, The World's most diligent observer,
Asiatische Studien, Bottin, A., Marco Polo e Giovanni da Montecorvino, in
Medicina nei Secoli, Tiraboschi, Storia della letteratura italiana” (Firenze,
Molini e Landi); “Conciliator differentiarum philosophorum et precipue
medicorum.” Pazzini, A., in Dizionario Letterario” (Milano, Bompiani); Cadden,
"Sciences/silences: the nature and languages of sodomy in A.'s problemata
commentary,” in Lochrie, McCracken e Schultz, “Constructing sexualities”
(University of Minnesota press, Minneapolis et London); “Médicine, astrologie
et magie: autour de A.”, Boudet, Collard e Weill-Parot (Firenze, Sismel -
Edizioni del Galluzzo, Società internazionale per lo studio del medio-evo
latino); Trattati di Astronomia, Lucidator dubitabilium astronomiae, De motu
octavae sphaerae e altre opere, cur. Vescovini, Padova: Editoriale Programma,
Loris Premuda, «Pietro d'Abano». In:
Dizionario critico della letteratura italiana, Torino: POMBA L. Norpoth,
Zur Bio-Bibliographie und Wissenschaftslehre des Pietro d'Abano, Mediziners,
Philosophen und Astronomen in Padua, Kyklos, Lynn Thorndike, A history of magic
and experimental science, Vol. II: During the first thirteen centuries of our
era. New York: Columbia university press, Sante Ferrari, I tempi, la vita, le
dottrine di S.: saggio storico-filosofico, Genova: Tipografia R. Istituto
Sordomuti, Pietro d'Abano, Conciliator differentiarum philosophorum et precipue
medicorum, Gregorio Piaia, Pietro d'Abano. Filosofo medico e astrologo europeo,
Milano, FrancoAngeli, Francesco Aldo Barcaro, L'eretico Pietro d'Abano (medico
o mago?), Nuova Grafica, Vigorovea (Sant'Angelo di Piove di Sacco, PD), Voci
correlate Storia della scienza Aristotelismo Taddeo Alderotti Mondino dei
Liuzzi Sefer Raziel HaMalakh. Treccani – Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana.Guido Calogero, Pietro d'Abano, in Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Pietro d'Abano, su Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.Iolanda Ventura, Pietro d'Abano, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Opere
di Pietro d'Abano, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.(FR) Bibliografia su S.
Les Archives de littérature du Moyen Âge.Marta Cristiani, Pietro d'Abano, in
Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Pietro d'Abano, in
Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. He is possibly the first
alphabetical philosopher. But there are more! Important Italian philosopher.
From Abano-Terme. “If Occam is called Occam, I should be called
Harborne.”Grice. “He was an exacting editor, if ever there was onebut he failed
at one thing, “Problemata physica” was never written by Aristotle!”Grice. S. nasce nella città italiana da cui prende il
nome, ora Abano Terme. Guadagna la fama scrivendo "Conciliatore
Differentiarum, quae tra Philosophos et Medicos Versantur." Finalmente è
stato accusato di eresia e l'ateismo, ed è venuto prima della Inquisizione.
Muore in carcere prima della fine del suo processo. Vive in Grecia per un
periodo di tempo prima che si è trasferito e ha iniziato i suoi studi a lungo a
Costantinopoli. Si trasferisce a Parigi, dove è stato promosso ai gradi di
dottore in filosofia, nella pratica di cui era un grande successo, ma i suoi
costi sono notevolmente alta. A Parigi divenne noto come "il grande
lombarda". Si stabilì a Padov ed è stato accusato di praticare la magia:
le accuse specifiche è che è tornato, con l'aiuto del diavolo, tutti i soldi
che ha pagato di distanza, e che possede la pietra filosofale. Naudé, nel suo
"antiquitate scholae Medicae Parisiensis," dà il seguente resoconto
di lui. "Cerchiamo di prossima produciamo S. chiamato il riconciliatore, a
causa del famoso saggio che ha pubblicato durante il suo soggiorno nella vostra
università. E 'certo che fisica laici sepolto in Italia, scarsa noto a nessuno,
incolto e disadorno, fino alla sua genio tutelare, un abitante del villaggio di
Apona-Terme, destinata a liberare l'Italia dalla sua barbarie e l'ignoranza,
come Camillo volta liberato Roma dall'assedio del Galli, ha fatto un'indagine
diligente in quale parte del mondo della letteratura cortese è stato
felicemente coltivata, la filosofia più astuzia gestito, e fisico ha insegnato
con la massima solidità e la purezza; e di essere certi che sola Parigi
rivendicò questo onore, là vola attualmente; dando se stesso interamente alla sua
tutela, si applicò con diligenza per i misteri della filosofia e della
medicina; ottenuto un grado e l'alloro in entrambi; e poi entrambi insegnato
con grande applauso: e dopo un soggiorno di molti anni, loaden con la ricchezza
acquisita in mezzo a voi, e, dopo essere stato il più famoso filosofo del suo
tempo, torna al suo paese, dove, a giudizio del giudizioso Scardeon, è stato il
primo restauratore della vera filosofia. Gratitudine, quindi, invita a
riconoscere i vostri obblighi a causa di Blondus, di Roma, che nell'ultimo impegno secolo di
pubblicare il Conciliationes Physiognomicæ del proprio Aponensian, e trovando
erano state composte a Parigi, e nella vostra università, ha scelto di
pubblicarli nel nome, e con il patrocinio, della vostra società. Portava le sue indagini finora nelle scienze
occulte della natura astruso e nascosta, che, dopo aver dato più ampie prove,
dai suoi scritti in materia di fisionomia, geomanzia, e chiromanzia, si è
trasferito sulla allo studio della filosofia; che studi hanno dimostrato in
modo vantaggioso per lui, che, per non parlare dei due prima, che lo presentò a
tutti i papi del suo tempo, e lo ha acquisito una reputazione tra i dotti, è
certo che era un grande maestro in quest'ultimo, che appare non solo dalle
cifre astronomiche che aveva dipinto nella grande sala del palazzo di Padova, e
le traduzioni fece dei libri del rabbino dottissimo Abraham Aben Ezra, aggiunto
a quelli che si ricompose nei giorni critici, e il miglioramento di astronomia,
ma dalla testimonianza del celebre matematico Regiomontano, che ha fatto un bel
panegirico su di lui, in qualità di un astrologo, nell'orazione ha pronunciato
pubblicamente a Padova quando ha spiegato c'è il libro di Alfragano.
Steepto scritti Conciliatore differentiarum philosophorum et
precipue medicorum Nei suoi scritti egli espone e difende i sistemi medici e
filosofici di Averroè, Avicenna, ed altri scrittori. I suoi saggi più noti sono
il Conciliatore differentiarum quae tra philosophos et medicos versantur e De
venenis eorumque remediis, entrambi i quali sono ancora esistente in decine di
manoscritti e varie edizioni a stampa. Il primo tentativo di riconciliare
apparenti contraddizioni tra teoria medica e la filosofia del LIZIO, ed è stato
considerato autorevole in ritardo quanto XVI secolo. E 'stato affermato che
S. anche scrive un saggio di magia
chiamato "Heptameron," un manuale conciso di riti magici rituali che
si occupano di evocare gli angeli specifici per i VI giorni della settimana --
da qui il titolo. Egli è anche accreditato con la scrittura De venenis eorumque
remediis, che ha esposto sulle teorie arabi in materia di superstizioni, veleni
e contagi. l'Inquisizione Generico ritratto di Petr [noi] da Abano
conciliatore, xilografia dalla Cronaca
di Norimberga, E 'stato due volte portato in giudizio da parte
dell'Inquisizione; per la prima volta è stato assolto, e muore prima che il
secondo processo è stato completato. E 'stato trovato colpevole, però, e il suo
corpo è stato ordinato di essere riesumato e bruciato; ma un amico aveva
segretamente rimosso, e l'Inquisizione doveva quindi accontentarsi con la
proclamazione pubblica della sua frase e la combustione di S. in effigie. Secondo Naude: L'opinione generale di quasi tutti gli autori
è, che e il più grande mago del suo tempo; che per mezzo di sette spiriti,
familiari, che tenne chiuso dell'articolo in chrystal, ha acquisito la
conoscenza delle VII arti liberali, e che ha l'arte di causare il denaro che
aveva fatto uso di tornare ancora in tasca. È accusato di magia e muore prima
che il suo processo e finito. E stato condannato, come riporta Castellan, al
fuoco; e che un fascio di paglia o vimini, che rappresenta la sua persona, è
stata pubblicamente bruciato a Padova; che così rigoroso un esempio, e dalla
paura di incorrere in una sanzione, come, potrebbero sopprimere la lettura dei
tre saggi che ha composto su questo argomento: il primo dei quali è la nota
Heptameron, o elementi magici di S, filosofo, ora esistente, e stampato alla
fine di Agrippa opere s'; il secondo, quello che Trithemius chiama Elucidarium
Necromanticum Petri da Abano; e un terzo, chiamato dallo stesso autore Liber
experimentorum mirabilium de Annulis secundem, 28 Mansiom Lunae. Abside con il
suo sarcofago. Barrett si riferisce al parere che non era sul punteggio di
magia che l'Inquisizione ha condannato Pietro d'Abano-Terme a morte, ma perché
ha cercato di spiegare i meravigliosi effetti nella natura dalle influenze dei
corpi celesti, non attribuendole agli angeli o demoni; in modo che l'eresia,
piuttosto che la magia, sotto forma di opposizione alla dottrina degli esseri
spirituali, sembra aver portato alla sua persecuzione. Per citare Barrett: Il
suo corpo, prese privatamente dalla sua tomba dai suoi amici, sfuggito alla
vigilanza degli inquisitori, che avrebbero condannato a essere bruciato. E
'stato rimosso da un luogo all'altro, e finalmente depositato nella Chiesa di
St. Augustin, senza epitaffio, o qualsiasi altro segno di onore. I suoi
accusatori attribuiti opinioni incoerenti a lui; lo accusato di essere un mago,
e tuttavia con negare l'esistenza degli spiriti. Aveva una tale antipatia per
il latte, che vedendo chiunque prendere lo faceva vomitare.Altro lettura
Francis Barrett, The Magus, J. Cadden, "Scienze / silenzi: la natura e le
lingue di" sodomia "in Pietro d'Abano Problemata Commento". In:
K. Lochrie e McCracken et J. Schultz, Costruire sessualità medievali,
University of Minnesota Press, Minneapolis et London; L. Premuda, Dizionario
della biografia scientifica. New York:
Charles Scribner Sons. L’Heptameron. IONI APOLLO Ni Giuseppe
PIETRO R ADANO MELODRAMMA SERIO
IN 3 ATTI
PER MUSICA ESPRESSAMENTE
COMPOSTO maestro da
rappresentarsi SULLE SCENE DEL GRAN TEATRO LA
FENICE mIIcu iene»
t)i/ Gauwv. e.
a te perdoni
Iddio La colpa inaudita
(un rumore la atterrisce) SCENA.
Pietro d’Abàno venendo da parie opposta
a quella ove
si finge la
casa e Detta. Lui. padre mio.
Benedici alla figlia. . ( confusa e piangendo
si pròstra a
lui d' innanzi) a
che di. pianto
Cospersa è la
tua got?... ahi
I ben comprendo! La
miserànda prole Di tal se’
tu, cui l’ire
sanguinose PlET. 9 Perseguono dell’
idra, Che umanità
si appella: ecco
il mio premio
De lunghi studi,
onde al supremo
fato Vorrei fosse
involato Ogni mortale! o
povera infelice, Per
la mia destra
Iddio ti benedice.
Ma l’aura imbruna,
e al prego
consueto Appo la
dolce madre io
già t’attendo Fra
poco (parte) SCENA
Luisa sola. Lui. ciel, che
intendo 1 Come soave
all’anima Scese il
paterno accento, A quai
dilette immagini. Rapita ancor
mi sento. Mai non
verrà che profuga
Dal patrio foco
io mova; % E
Dio, che in me
rinnova Di figlia
il santo amor. ( move alla volta della
casa in questo punto
di lontano si
leva una melanconica
canzone Luisa quale estatica
si ferma.) 7 oce
lontana. Di cupo
oceano m’agita l’onda. Sola è
una vela che tragge
a sponda, E
sola un’oasi che in rio
cammino Dal sol
difende me peregrino. Deserto, oceano son la
mia vita, Sei
tu la vela, l’oasi
romita; Sei tu il bell’angelo che ni* innamora, Te solo
il core, te solo
adora! Lui. (fremendo) Ogni fibra
il suo flebile
sospiro Dolce e fatai
m’ investe; Oh rio martiro!
oh voluttà celeste! (la
canzone a poco a poco andrà
morendo, e se
ne sperderà dolcemente
la eco per V
aure della notte
Luisa prorompe) l
Vieni, il rimorso
orribile Spegni deH’alma
mia, De' baci tuoi
s’innebrii Quest’ empia a
te fedel. Vieni,
o diletto, involami;
Sparsa è di fior la via, Pel
cui profumo gli
angeli Farien deserto
il ciel. (cava
un piego sigillato,
e lo reca
entro alla capanna.)
SCENA Passano varii
istanti poi sì vede
approdare alla porta
diroccata della mura
una navicella, da
cui scende una
persona chiusa in
bujo mantello, e
dalla riva entra
neir orto è Arnoldo
indi Luisa. ArX. (chiamando
a voce sommessa)
Luisa! fili, (uscendo
agitala dalla capanna,
fra sè) o
ciel m’aita! Arn.
anima mia, Presto
fuggiamo: entrambo ne
poiria Perdere un
solo istante :
ornai la queta
Onda rischiara il
placido pianeta Amico
degli amanti, e spira
amore Tutto d’intorno. Lui.
ah! taci, (esitando,
e con voce Ove a’ sublimi studi
il genitore tremante)
li Intende, or
lì nella capanna
io fui, E,
qual m’attorniasse Un àer di
loco santo, M’ebbi
un prego sul
labbro, al ciglio il
pianto. I padri miei
lasciar no, non
poss’io. ABX (con disperazione) Ho
udito il ver?!
Eoi. perdona, idolo
mio! (si gena nelle
di lui braccia
gli amanti rimangono
atteggiali in amplesso,
e piangendo silenziosi
alcun tempo, indi
:) Ar\. Quando
il tuo labbro
angelico A me giurava amore
Estinto ogni altro palpito Io ti credeva in core; Ma de’ tuoi padri il bacio All’
amor mio preponi; Tu,
cruda, or m’abbandoni. D’ angoscia io
morirò. Lui. (fra
sè) Ab !
dal suo labbro
angelico Qual mai
traspira amore, 0 cielo,
ed incolpevole Vuoi
d’una donna il
core?! Miei padri, addio!! trafiggenti L’idea
del vostro pianto. Ma
l’alma a tale
incanto Resistere non
può. (e risoluta
soggiunge:) Or eh’io
li segua vuol
la mia sorte,
Ar\. IVemmen dividerci potrà
la morte, Lui.
(con amoroso delirio ) Se
ancora estinta esser
dovrei, Al tuo lamento risorgerei. Arv. Giuralo, o cara.
Lui. Pel nostro amor!! Arx. E tale è il voto di questo cor. A due. Vieni, foggiani,
bell’angelo, Nel più deserto loco, ove a’mortali incognito Avvampi il nostro foco.
Per noi l’Eliso appresta Un antro, una foresta, Delle procelle il fremito Dolce
armonia sarà, Se a te d’accanto vivere i
\i Il tuo r' (montano
sulla navicella La tua 6
6 P°tia' e
fungono rapidamente. Comparisce indi sulla riva del fiume una squadra di
Scherani, i quali circospetti s’internano iteli
orto. Coro (sommessamente) Ben fu saggio il comando supremo) Qui
protetti dall’ ombre notturne Sul
maliardo piombare or
dovremo Come spettri
evocati dall’ urne. Di
tumulto scintilla saria
Trarlo in ferri
alla luce del
sol, Che dell’empio
rapito in balia
Va un fanatico
e giovine stuol.
(s' odono in distanza
suoni e voci
festive) Qual concento! ALCUNI ScHER.
( uscendo alla riva) dall’ una all’altra
sponda Tutta di
barche ricoperta è
l’onda, Ver qui son volte. Gli
altri (che sono
nell’orlo) Zitti, del
maliardo Si schiude
la magion. Tutti d’ognuno
al guardo Per
or si fugga,
e ascosi dalle
fronde Non veduti
osserviam. (si appiattano fra
le macchie e
le ruine della
mura.) SCENA Pietro cì'A bàno,
Maria, Lucio, e fa
migliori con lumi.
PlET. (chiamando) figlia? risponde L ‘eco
soltanto, e dove
è mai?... (rimarca aperta la
capanna entra.) Mar.
nel core Arcano
un senso io
provo di terrore! PlET.
(esce pallido in voltoet
tiene fra mani
il piego che
fu lasciato da
Luisa, e con
voce tremante favella
alla moglie) Aprire
or deggio? un orrido
velame. Dischiudo io forse . ( frange con
mano convulsa il
sigillo del foglio,
e leggendo al
chiarore d'una face,
esclama) Ella fuggia! l’ infame Pietade
implora. ahi!, sorte
inesorata, Qual mai
strale, qual onta
è a noi
serbata! ( prorompe in
un sordo gemito,
e cade come
tramortito Maria e
gli altri rimangono
atteggiati del più
amaro cordoglio. In questo
punto dalla parte del
fumé si alza un
allegro preludio di
musica, e la
seguente) Serenata: Coro
Come l’opale prezioso.
Che ha dell’iride
i color, Fra le rupi sei nascoso,
0 bell’angelo d’amor. Per segreta via
profonda Ti scendesse
almeno in cor, Serpeggiando al par di un’onda La canzone dell'amor.
Mar. Lue. Qual
mai cantica giuliva Or che sangue geme il cor?! PlET.
(scuotendosi, e come
trasogìiato con istrazio:)
E per lei,
che fuggitiva Si
diè in braccio
a turpe amor. (ricade in letargo
il duolo ammutisce
i circostanti.) La
serenata continua :
Ma T Eliso,
ove t’ ascondi, A
scoprir ne guida
Amor; Dal profumo
che diffondi Sei
tradito, o vergili
fior. Se di
Gerico in fragranza
È la rosa
a te minor, Di qual giglio mai
t’avanza, 0 bell’angelo, il candor? PlBT.^ (rinvenendo, come
sopra) Quali accenti!
oh truce scherno
Pel tradito genitori Empia figlia,
dell’Eterno Ti persegua
l’ira ognor. (il
Coro della serenata
andrà allontanandosi, e
sempre col ritornello
0 bell’iride d’amor,
0 bel giglio
di candor. Piet. Mar.
Ah! quell’iri di speranza Più non brilla a questo cor.
Tutti ( con gemito) E svanita la fragranza Di quel giglio
e il suo
candor! Dal ripostiglio escono
gli Scherani e
detti • i
Coro 0 Pier
d’Abano, mago incolpat, Del
tuo arresto comando ne
diè La suprema
Giustizia . Mar. Lue. %
Rio fato!... Piet.
Altre folgori il
cielo ha per
me?! (viene trascinato
dagli Scherani. Maria cade
tramortita nelle braccia
di Lucio.) SCENA. L’interno d’un
rustico casolare di poveri
montanari sull’Apenni no al
chiarore di lumicini
che pendono da un solajo
assidono raccolte a
veglia varie donne intente a filare sulla
rocca Montanari di
varie età, quali
occupati in lavori
d’intaglio, quali conversano
fra loro e
colle donne. S’ode
al di fuori
lo scroscio della
piova e il
sibilare dei venti.
Coro Che diluvio!
orrenda serale Mugge
irato l’Aquilone! Ma che
importa una bufera,
Se la pace
in cor ne
sta? Forse accade
più sovente Che
de’ cor sia
la tenzone, Quando
il cielo è
pur ridente, Nelle
splendide città. (verranno
bussati più colpì all’uscio di
strada) Parte del Coro (con
sorpresa) Or chi
è là? Voci
al di fuori: pietosa
gente, Due vegliardi
ricovrate, che del turbine
fremente Son percossi
dal furor. I
montanari aprono, ed entrano
coperti di neve
e molli per
la pioggia i
due misteriosi in
brune cappe sono
Pietro da Reggio,
e Landò il suo confidente.
Detti. PlET. D. R. PlET. PlET. D.
R (depongono Coro. Se
di canna offrirvi
un tetto Sol
possiamo, perdonate. Piet. d.
R. Landò. Sì il
tugurio è benedetto
Che una reggia
dal Signor, t
mantelli, che vengono
raccolti dai montanari.)
Ove il giogo
d’Apennino E più
sterile e sublime Sol
chi cerchi, o
peregrino, Rinvenir da
te si può.
Un Romito in
tali accenti 'avviava
a queste cime,
Ed un raggio
fra gli stenti
Di conforto a
me brillò. La
mia speme, il
voto mio Compia
alfin benigno Iddio, Che a sfidare gli elementi Per quel
voto mi chiamò. (e volgendo S: al Coro)
Dite, un giovane
albergato Qu iveniva? Sì,
da un anno. Mio nepote è
il disgraziato, Che una perfida
ammaliò. CORO (rimangono sorpresi e
soggiungono) Disperata ella s’è
uccisa, E lui strugge orrendo affanno. (
s’ode nelVinterno un
lamento) Ab! Coro I’udite?
Voce interna mia
Luisa! Coro La sua
mente il duol
turbò. PiET. D. R. (con dolore)
Che intendo! Arnoldo mio! (move
verso rinterno, chiamando ad
alta voce.) SCENA Si
spalanca di prospetto un
uscio, e comparisce Arnoldo pallido,
dimesso nelle vesti, e detti. Arn. Da quai labbra
nomato ora son
io? (nel ravvisare l'avo si
atteggia di estrema
sorpresa.) Piet. D. R.
Sì, tu sei
desso, ti rinvenni a Mi ne, Ma
in qual misero
stato! Arn. Vittima io son
del più
tremendo fato. A me
ramingo ed orfano,
Affranto dal dolore, Una
beltade angelica Giurava
eterno amor, E
di cotale un
giubilo Quest’ anima
beò, che nell’ Empireo
un fremito Di
gelosia destò. Quando,
fatai memoria! Smarrita un
dì la mente, Colei
mi fugge e
affogasi IVell’acque d’un
torrente. (e ad un
tratto rasserenandosi, esclama
come in delirio) 1S
Ma all'amoroso palpito
Destarla io ben
saprò, Che al
pianto mio rivivere
Quell' angelo giurò.
PlET. I). R. E
in lui destò
sì orribile, Inverecondo
amore La figlia
di Pier d’Àbano. Lo. Un maliardo. Coro orrore! Un
reprobo, che ai
demoni Lo spirilo
donò?! Piet. d. R. Ma
sterminar quell1 empio Un
giorno io ben
saprò. Ovunque al
fiero eccidio moverai
Di quell’ uomo
infelice, Trema, o crudel,
della mia spada
ultrice. Quel vile accento
sperdasi Di sangue
e di vendetta,
Fiamma novella, indomita
S’ accende nel
mio cor. Il padre
tuo difendere, Luisa,
a me s’aspetta. Del brando
mio paventino [
barbari oppressor. JPiF/r.
b. E. Lo.
e Coro %
E folle, insano
il misero, Perverso è
ornai quel cor!! Piet.
d. R. Nel sangue di
Pier d’Abano Si
spenga il mio
furor! (Arnoldo
impetuosamente, indarno ratlenuto,
si spinge fuor i
dell'abituro tutti
inorriditi lo inseguono.) Luogo solitario. Notte. in fondo
torreggia una città
da un lato
scalea, che mette
al vestibolo d'
un tempio, a cui
attiguo sorge di
prospetto antico edilizio
sostenuto da ampie
gotiche volte, da
cui a traverso
cancelli si vede
schiaralo fiocamente dalla
luna un campo
sacro ai defonti
Tutto è silenzio. Reagendosi a
stento inoltra una
donna pallida, emaciata,
con vesti e
chiome discinte è
Luisa. Lui. Ecco
Bologna! le paterne mura
Vicine io scorgo
I o soglia
venerata, Varcare io
ti potrò?? la dispietata,
Che in abisso
d’ infamia e di sventura
Spigneva i padri
suoi, forse io
non sono?.. Pur
m’avviva una speme
di perdono. Va, mi
disse il pietoso
eremita, Che salvommi
dai gorghi dell’onda,
E tuo simbolo
l’agna smarrita, Che de’
padri s’attende alTovil.
Dio benigno, se
è vero che
il ciglio Or
di pianto sincero
mi gronda, Al
perdono del prodigo
figlio Deh! rinnova
portento simìl. E Arnoldo?! essere estinta
Deggio per lui!
solenne voto al
cielo Io ne sciogliea;
così l’orrendo crime
» Anco espiar
si possa, onde,
perduta » La
fè, la speme
del perdon di
Dio, » Pieci
dere io tentava
il viver mio. Tal
in’ impose il
vecchiardo eremita, Che salvommi
dai gorghi dell’onda; Or mio
simbolo è l’agna
smarrita, Che de’ padri
s’attende oìPovil. Dio pietoso,
se vero è
die il ciglio
Or di pianto
sincero ini gronda, Al
perdono del prodigo
figlio Deh !
rinnova portento simìl.
(s’inginocchia sui gradini
della scalea, e
trafelata cade in
sopore.) ì oci
confuse nel tempio:
Va, fuggi, t’ invola,
maliardo aborrito, Il
truce tuo viso
contamina il rito! S.
in cima
alla gradinala del
tempio, e detta. S. (con ira)
Anime inique, un’adorata
salma Ch’io posi
nell’avello a me
impedite?! Dalle soglie del
nume io son
rejetto. Un eretico or
sono, un maledetto?! Indarno adunque l’innocenza mia
Proclamò il vaticano?,
onde, l’orrendo Carcere a
me dischiuso, un più solenne
Trionfo io m’ebbi
che a Lutezia
un giorno! E Padoa
forse fra lo
stuol docente Me non
chiama suo figlio
sapiente? Come a spiaggia
desiata, sì il
mio spirto Anelando
veleggia A te,
natia cittade! eppur
ch’io deggia D’un
rio livor soccombervi
alla guerra Cupo,
fatai presagio il
cor mi serra!
(discende c intoppando
nella figlia) Chi è là? una mendica. Ed.(si scuote,
lo ravvisa, c con isgomento
fra sè) mio
padre, gran Dio!...
Piet. Chi se’ tu,
infelice? Lei. (si prostra,
e con voce
tremola, e piang.)
tua t fig|,*a
son j0 (orrore,
indignazione di Pietro,
c/ie Za misura
di un guardo
terribile, e wia/e
frenandosi simula di
non riconoscerla j» Lui.
Pentita ritorno non m’hai
ravvisata? PlET. (con
singulto) Non sei
tu mia prole! t’arretra, insensata! A
due poveretti per gli
anni languenti Rendea,
sì, una figlia
i giorni ridenti,
Fu lampo, fu
sogno del vergine fior
L’olezzo, e pel
fango ne sparve il
candor. De’ padri alle soglie non
mova l’indegna. Per essa
l’infamia, la morte vi
regna! Lui. (prorompe con
disperazione) 0 santo
eremita, l’ovile paterno
Ripudia la prole! Piet.
Va, mostro d’inferno! Lui. E in te
così muta 1’
umana pietà? Non cruda
cotanto la madre
sarà. (Luisa è
in atto di
partire Pietro l’arresta e mette
un sordo gemito in
questo punto nell’interno dell'edifizio s'ode una
lugubre salmodia, e si vede
attraversare lentamente il
funebre campo uno
stuolo di anacoreti
con ceri, indi
una bara e
popolo a capo
chino) Coro Eterna
requie all’ anima
Che abbandonò la
terra, A cui
del vero giubilo
La speme or
si disserra; Del
bacio tuo santissimo
Confortala, o Signor, E nel
perpetuo secolo La
irraggi il tuo
splendor. PlET. (trascinando la
figlia atterrila ai
cancelli.) Tetro baglior, funereo
Rischiara il cimitero,
Per chi moria
si mormora Un
cantico severo! Or vedi
tu quel feretro? E
lì tua madre
estinta, Che venne
al die novissimo
Da te, o
crudel, sospinta. Del suo tremendo anatema
Per me ti
colga il ciel!
Dui. (con g rido
disperato, angoscioso) Gran dio! me
stessa invadere Possa
di morte il
gel! (cade tramortita. Pietro
rimane immobile insensato contemplando
la figlia, che
dopo vari istanti
rinvenendo esclama come
in delirio) 0
tu, che sei
fra gli angeli
Fuggito al duol
terreno, Scendi, o
materno spirito, Del
genitore in seno,
Per te fia
dato estinguere Del suo
corruccio il foco
(e stringendo al
padre le ginocchia,
e additandogli il
cielo) Per essa,
per queir angelo,
0 padre mio,
t’ invoco. Perdona,
e questa misera
Dal ciel perdono
avrà! Piet. (soggiunge e
quale forsennato va
ripetendo) j\è Iddio,
nè il padre,
o reprobo, Perdono
a te darai!
( momento di terribile
silenzio; riprenderà internamente
il salmeggiare degli
anacoreti:) Coro Un cor contrito
ed umile Da
te non sia
rejetto, Su me
l’issopo aspergasi, O
nume benedetto, E
immacolato, niveo Lo
spirto mio sarà. Perdona, e
inspira agli uomini
Peli' ofìensor pietà. (tutto
ritorna in silenzio. S. avrà ascoltato
attentamente la salmodia
contempla nuovamente la
figlia una lagrima
gli spunta sul
ciglio e prostrandosi
in atio di
preghiera, mal suo
grado :) Piet.
A che mi
commosse quel flebile
canto? Perchè le
mie ciglia son
molli di pianto?
Quai mistici sensi
or provo! Lui. È
il Signore, che a
te la pietade infonde nel
core... PlET. (piangendo)
0 salmi pietosi,
o sacro concento! Lui. (con
anima crescente) Dall’urna
materna pur esce
un accento, Che
all’alma d’ un padre perdono
consiglia! Ascoltalo. Pi et. figlia.. Lui.
(c. s.) perdona. S. (schiudendole l'amplesso)
Mia figlia! Lui. Gran
dio, forse è
vero?! S. È spento
il furor. Qual io
ti perdono perdoni il
Signor! A DUE (
prostrati e con
espansione :) Oh! sia benedetto
pur sempre l’Eterno,
Che all’ uomo soccorre nel
dì del dolor.
sposa, 0|. |jeata ne]
cje]0 superno madre, Ognor
de’ tuoi cari favella
al Signor! S. (sorgendo
esclama) al volgo io
derido che un
empio mi crede,
Non più m’atterrisce dell’uomo il
furor, Se ancora una
figlia Iddio mi
concede, E un tempo m’aspetta di gloria e splendor! Padova, il Prato della
Valle baracche d’ogni sorta d’un lato padiglione all’ingresso di magnifico recinto
apparato per un torneo accorre d’ognidove immensa folla di popolo.
CoRo.TTripudio e baldoria! esultino i
cori! Sia gaja, sia
splendida la Festa
dei fiori! Dell’ aureo
carroccio la nobil
difesa, la giostra del
Satiro rammenta un'Impresa,
Che somma pei
secoli, ed inclita andrà
Ne’ fasti che
annovera 1’Euganea Città. (varii
banditori di storie
dispensano fra il
popolo delle pergamene
chi legge su
quelle, chi ascolta) Parte del
CORO (leggendo) Pel
Sire di Svevia
in Padoa regnava
Un Conte Pagano
un’ anima prava,
Di vampa amorosa lo
ardea Speronella, Ed esso, l’infame!, rapì
la donzella; Con
prodi seguaci allor Dalesmanno
Ritolse la figlia,
sconfisse il tiranno!
Tutti. Tripudio e
baldoria! esultino i cori!
Sia gaja, sia
splendida la Festa dei
fiori! Varii del popolo
(osservando all’interno) Oh come s’avanza leggiadro il Silvano, Fedele sembianza del Conte
Pagano! (intanto varie persone
ammantellale si ragunano
fra loro, e
guatando sdegnose alla
folla baccante, dicono
sommessamente: Or qui si tripudia, e
ali’ alba vegnente Fia
spento, fia cenere
di Padoa il
sapiente! Salvarlo, o l’
infamia di tale
empietà Col sangue
de’giudici scontar si
dovrà. (si disperdono) SCENA
Suono fragoroso di trombe
preceduti da alfieri
colle Insegne di
loro casato diffilano
i Cavalieri della
Marca splendidamente armati
indi viene il
carroccio sormontato da
un padiglione di
porpora con in
cima un’ antenna
riccamente guernita di
frange d’oro, e
avente l’arme della
Città (drago verde a
due teste) turbine di
fiori lanciati da
giovani nobili, che
figurano così 1’assalto
del carroccio, a cui
oppongono resistenza) con
armi eguali leggiadre
fanciulle, che ne stanno
alla difesa sotto
al padiglione paggi con ceste di fiori
da apprestarsi agli
assalitori continuamente dietro
il carro nuova
schiera di Cavalieri,
indi coll’Insegna del
Satiro una squadra
di armati in
nera assisa Scudieri,
valletti, giullari, popolo. Lieta marcia,
e Coro Tripudio, e
baldoria! esultino i
cori! Sia gaja,
sia splendida la Festa
dei fiori! Dell’ aureo
carroccio la nobil
difesa, La giostra
del Satiro rammenta un’Impresa,
Che somma pei
secoli ed inclita
andrà Ne’ fasti
che annovera 1'Euganea Città. (arrivato
lo splendido Corteo
all’ingresso dello steccato,
tutti si fermano
discendono dal carroccio
ì due consoli
in ampio robbone
di velluto rosso,
e le dodici donzelle coronate
di gigli
e di rose. Terminato il
Coro, si udrà
nell’interno la voce
d'un trovatore, che
accompagnata mestamente da
un liuto, canta)
Di cupo oceano
m’agita 1’onda. Nessuna vela
mi tragge a
sponda, Non veggo
un’ oasi, che
in rio cammino
Dal sol difenda
me peregrino; Cor.
Qual fiebil melodia
Dell’ anima ne infesta
or l’allegria? Voce interna
Deserto, oceano son
la mia vita,
Perì la vela,
Y oasi è
svanita! Ben crudo
è 1’angelo che m’
innamora, Se al giuramento infido è
ancora! SCENA. Il menestrello
comparirà cantando gli
ultimi versi esso è Arnoldo.
Coro. Sospendi, o menestrello,
il tuo lamento; In tal
giorno di giubilo
e contento Ali’ Antenoree
sponde il trovatore
Sol move a
celebrar virtude e
amore. Ballata Arn. Del
trovador la cetra
è voluttuosa, La
sua canzone è
tenera, amorosa; Che
vai, se a
lui deserto e afflitto il
core Gema per
sangue intanto e
per dolore? Con
un sorriso, che
il suo labbro
infiora, E ad
allegria ne finge il viso,
ognora Sull’ arpa ei
canterà: Beato il core. Cui solo
è vita il
palpito d’amore! E melodia
divina in ciel
rapita Quando la
donna al bacio
suo t’invita. E
pur supplizio Amor,
se avverso fato
Da te divide 1’angelo adorato! Ma
sia delizia Amore
o sia martiro,
Per la sua
vampa io sol
vivo, respiro, E
sempre canterò: beato
il core, Cui
solo è vita
il palpito d’
amore. Coro Ben
canti, o trovador,
felice il core, cui
solo è vita
il palpito d’amore.
Tutti Tripudio e
baldoria! esultino i
cori' Sia gaja,
sia splendida la
Festa dei fiori. ec.
ec. ec. POPOLO e
Giullari (scherzando attorno l’insegna del
Satiro) Oli! come
innamori, eggiadro Silvano. Fedele sembianza
del conte Pagano!
(tutti entrano nello
steccato intanto che
la folla va
diradandosi, e s’allontana
il suono della
musica, le persone
ammantellate si ragunano
di nuovo, ec.
s.) Or qui
si tripudia e
all’ alba vegnente Fia spento, fia
cenere di Padoa il sapiente! S tlvarlo!,
o l’infamia di tale empietà Col sangue de’giudici scontar si dovrà! Cella
solitaria le pareti e la volta ne son piate d’immagini a fresco scarsa luce d’una
lampada. Racchiuso in ampia Umica di colore violetto s’avanza un vecchio è Pietro
da Reggio. Piet. Nell’orgie ancor, nel futile tripudio Immersa è la cittade; indi
fra poco Insensata del pari e curiosa A ben
altro spettacolo La folla accorrerà: di Pietro d’Abano Al
supplizio. Di te 1’alta
facondia Ove ne
andò, maliardo?., oh ben caduchi Fur
gli osceni trionfi,
onde più volte
I giudici hai
schernito, Sacrilego, aborrito!!
Prepotente un destili
sull’ orme tue
Mi trasse ognora,
e giudice di
morte Essere a
te giurava allor
eli’ io seppi
Di mio nepote
infame ammaliadrice La
prole tua; io
ti raggiunsi, il
mio Corruccio alfin
ti coglie al
suol natio! Laindo e
detto. Piet. d.
R. Che rechi? Laiv. Arnoldo. Piet. d.
R. (con interesse)
R misero Ritrovo
alfin? Lan. L’indegno Sotto
sembianza in Padova
Giugnea di trovador. Piet. d. R. Che
parli! Lan. Pietro
d’Abano Salvare è
suo disegno. Piet. d. R. Stolto! Lain. Con lui cospirano Ben
altri. Piet. d. R. Oh mio
furor! Maledetti, alla
congiura Qual delirio
vi trascina?! Non per
essa men secura
La vendetta mia
sarà. Il mio foco
è struggitore Come
folgore divina. Ben dei
roghi Io splendore
Luce e gloria
a me darà. Lan.
Sì, dei roghi
lo splendore Luce e
gloria a te
darà. La Piazza di
Padova; è il crepuscolo
mattutino al mesto
rintocco di lugubre
campana per varie
bande convengono i
popolani Squadre di
armigeri occupano lo sbocco di
ogni contrada. Di lì a qualche
istante dal Palazzo della Ragione,
preceduto da pietose
fraternità, dallo stuolo
dei giudici, circondato
da sgherri comparisce
Pietro d’Abano, due uomini
vestiti a bruno
ne sorreggono la
persona affranta per la tortura Pietro da
Reggio con a lato
il suo confidente è fra i giudici. Durante questa
funerea processione, che
move lentamente al
luogo del supplizio, che si figura nello interno, si anta il
seguente Coro: Pietà, Signor del misero,
che impenitente muore, che
sol devota a
Satana Ebbe la
mente e il
core; Pria che
del dì terribile
A lui si
squarci il vel. Converti a te quell’anima, Possente re del ciel! PiET. (arrivato
nel mezzo della
piazza, si ferma
e con voce
fievole, ma secura)
Qui al cospetto
degli uomini, di
Dio Altamente proclamo
iniqua e stolta la mia condanna;
agl’ invidi nemici
Io muoio perdonando;
e al mondo
invoco Un tempo
illuminato, ove s’apprenda
Esser divina l’anima
dell’uomo, onde ai portenti
per la scienza
mia Sol giunsi,
che opra d’ infernal
malia Estima il
volgo folle ed
insensato.... (la parola gli
muore sul labbro, lo copre
un pallore dì
morte.) Egli bestemmia! Coro. SCENA. Picchio di spade al di fuori,
voci tumultuose, confusione a un angolo della piazza. Luisa come forsennata,
facendosi largo tra la folla, arriva a
suo padre. Lui. padre sventurato! 1 PlET. (apre
languidamente gli occhi, e a
lei mesto sorride)
Ch’io ti serri
al mio sen pria di morire Iddio concede! Voci interne evviva
Pietro d’Abano!. PlET. (sorgendo) Viva il suo genio! (indi con voce
manchevole) i ferri
declinate, Per una salma or voi sol guerreggiate ( ricade Il
tumulto andrà cessando)
PlET. D. R. (con derisione) Repressa è la congiura. (e
osservando Pietro d’Abano morente) ma,
oh furore, Del
supplizio al dolore
Lui sottragge la
morte! Piet. sìj sentendo. I
funerei suoi vanni, ella
a me viene. Dolce
amica, il tuo boccio ed il sorriso. Di più. splendida vita. Impetuoso, con ispada
alla mano, indarno
rattenulo, Arnoldo s innoltra,
e scorgendo Luisa: Arw. (con grido
di gioia ) li paradiso Si
schiude?! Lui. (sorpresa, e
sgomentata estremamente). Arnoldo!?
Arn. del
tuo fido al
pianto Risorgi alfine ? Piet. d.
R. orrendo, novo incanto. Questo è
dell’ empio, un’
alma trapassata. Ei rivoca!
(orrore generale). Lui. dai
vortici dell’ onde. Mi salvava
un Romito. Ar:v. Alfin
ti stringo. Ombra, o
donna, al mio
seno. Ma tu sei dessa parla
a me d’amore. Te mia
sposa consacri il
genitore. Lui. (inorridita lo
respinge, e accenna
il padre assorto
in agonia) Tutti. Lui. In quest’ora
di morte tremenda Chiudi il
labbro all’accento d’amore, sul passato
un velame si
stenda, lunghi giorni il
mio viver non ha. Fra i
silenzi! di chiostra romita, ove
un giuro la
chiama al Signore, Or quest’orfana,
grama, pentita Per te all’ara pur supplice andrà. Arx. (disperato)
Va, de’morti la prece m’intuona Or
che spento hai
la fiamma d’
amore! Empia lei, che il suo fido abbandona. Mai la pace dell’anima avrà
11 Pur fra 1’ombre del claustro silente, Ove un Dio ti rapisce al mio
core, Del mio spirito l’ombra dolente, Le
tue gioie a
turbare verrà! PlET. (come
invaso da sublime
apparizione, raccogliendo
tutte r
estreme sue forze,
e sorgendo atteggiato
di splendido sorriso) Del
mio genio sui
vanni rapita Sento io l’alma alle
sfere lucenti Ei Venezia... la
grande nv addita. Salve, salve immortale città! Poi Fiorenza, e in arcane
parole Mille e mille predice sapienti. Son
quei sommi, onde splender qual sole
Sovra... il mondo
la pa...tria dovrà! PlET.
D. R. (fra sè confuso) Qual mai lampo balena sul viso A quel gratide
nell’ora di morte? Oh! qual lampo; il mio spirto è conquiso Nella polve
piombare mi fa. Coro. Egli muore! dell’erebo ardente Si disserran le
orribili porte. Santo giudice, nume
clemente, Di quell’alma proterva pietà! (Pietro d'Abano è spirato
— Luisa volge un ultimo sguardo al cadavere del padre, e ad Arnoldo in atto di estremo congedo
uno stuolo di Suore velate a sè la accoglie
Pietro da Reggio trae seco il ncpote desolato. Stupore, atteggiamento di tristezza generale.). FINE.
Refs.: Luigi Speranza, “The reception of pseudo-Aristotle via Abano’s edition”.
Abano. Keywords: filosofia del linguaggio. Refs.: Luigi Speranza, "Grice
ed Abano," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia. Grice ed Abano #Abano. Sclavione.
Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice e Scupoli: la ragione
conversazionale della lotta coll’angelo – la lotta dell’angelo e il demonio – filosofia
pugliese 00 filosofia italiana – Luigi Speranza (Otranto).
Filosofo italiano. Otranto, Taranto, Puglia. Very important Italian
philosopher. Entra nell'ordine dei
teatini per ricevere gli ordini sacri. Discepolo di Avellino, appartenente al
suo stesso ordine. Risale l'accusa di violazione della regola, per cui èarrestato
per un anno e sospeso a divinis. Per la sua assoluzione dove attendere quasi la
morte. Intanto, sopporta l'ingiusta accusa e la pena conseguente con umiltà e
umanità. Il combattimento spirituale. Con l’orazione porrai la spada in
mano al divino, perché combatta e vinca per te. La preghiera è dunque l’arma di
tutte le vittorie. Essa è la debolezza del divino e la forza dell’uomo perché
il cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi figli. “Il
combattimento spirituale – I V mezzi per raggiungere la perfezione” è un
trattato di strategia spirituale che conduce l'uomo alla perfezione. Scupoli indica
*cinque* mezzi per raggiungere la perfezione spirituale: sfiducia in sé, pienissima
confidenza in Dio, combattimento e uso metodico delle facoltà per correggere i
propri difetti, quindi per trionfare del demonio e per conquistare le virtù. Preghiera
e meditazione. Comunione. Spiritualità. IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE DEL
VENERABILE PADRE D. LORENZO S. Cherìco regolare
Teatino, ri dotto in dieci Giorni DI
ESERCIZI SPIRITUALI, Con un Accademia
propria per ben eferci tarfi in quejlo
Combattimento e per raccogliere da vanni Tevernini 'AUTnfegna della Provvidenza. Con Utenza de Superiori) e Privilegio. pref
azion e ( vita fìgnabat i e quefio è il primo aVvcrtìniento che vi reco, Non bifogna
poi f affare precipitofamente da ut ali
altra confi der azióne 5 ma fà duopo. anzi di fermarfi con profonda e feria
meditazione y affine di dar loro tempo.£ Operare fecondo la loro virtù 5
imperciocché al dire di Seneca : nihil
tairi utile eft,quod irt ttahfitu profìt
) e vuòl direi non v effe co fa 3 per utile eh
ella fai la quale giovi prefa di
fuga. Sopra tutto fa di mefieri, che a tutto vofiro potere procuriate 'dì p affare dalla meditazione Alla
pràtica imperciocché febbene quejli
efercizf compofti fieno di diverfe confi der azioni ? con tutto ciò non le
chiamo meditazioni ma efercizj 5
indifpénfabil co fa offendo per apprc
fittarfene di pajfare dalla confi derazione all azione i Io confiderò i prefenti bi
fogni dell 3 Anime j e f apèndo molto
bene 9 che molti valenti Uomini prima di
me hanno faticato non poco a vAnt aggio dell intelletto y e che quefta parte
intellettuale ha con thè pienamente
foddisfarfi nel conofeìmento della
verità in un prejf oche infinito numero di libri Afeetici ? di cui è pieno it
Wn doj by Googli do, rivolgo le mie maggiori premure
filli, 'volontà, come fili fi piu
debole, e, qu finti -fo e pojfio 3
fipprejlo i mezzi, per int ertenere quefifi potenza, incoft finte tra, i
confini del fiuo dovere. procuro
eziandio di premunirla contro le fialfie apparenze di atte-, gli oggetti, che pojfono -fidarla, ed
impegnarla, nel pernizìofio freg iamento di fine pafifioni : fi qurfio fiine iftrurfco e
difipongò coloro che [combattono in
fiegreto, per far foro conoficere gli
àrtìfizj del Demonio j fi perchè
fiappiano la maniera, con cui trioni
fare con una genero fia refifienza : Li portà. go finalmente in iftato di combàtterà
coli perfieveranzfi contro le pfijfionì
della Ipr anima,, e contro gli abiti
cattivi 5 è le mài v aggi e inclinazioni
della lor carne : impèri ciocche,
fiebbenè ora fi àno ’efienti dall oh .bligo di fieguitare Gesù Crifto nel
combatti i mento di fina pajfiìone
efiponendoci alla, morte per amore di
luì, noti poffi amo pera difipenfiarci
dal dovere, che abbiamo, di refi fiere
ed opporci ai vìzj ed alle tentai zioni,
e di fiaticare e di combattere come in
uno Spirituale arringo per fiotto mettere
il corpo aliò fipirìto, è per rendere la nofir Anima interamente fioggetta a Dio., La
ritiratezza, e lo fiudio dì fie mede-,
fiimo ejfiendò ì più fiicuri ripari, di cui u: fiar pojjìdmo per sì genero fia imprefia,
mi à
tu r lufnigc, mio tarò lettori che approverete
1 ti mto p enfi ero, dì recare al
Pubblico alcune regole, che la lur.ga pratica, ed applicazione a quefio
eccellente libro delCombattimento Spirituale mi hanno fatto conofeere
infallibili, e neCeffarìe e primi
Secoli della Chiefa, ne quali tutti i
Principi erano giurati nemici d’ una Pei
igiene ancor bambina, e le loro armi
impiegavano in perfeguìtarla, era duopo
rinforzare il coraggio de fedeli, fortificare in loro ccflanza, raffrenare il loro zelo
y W infiammare il fervore della lor divo%Jcne,
perchè intrepidi fofieneffero e la profonda de manigoldi, e tutti qué ' più
cra' deli tormenti, a cui di fov ente erano efpoftì k Ma d perche quelle
perfecuzìoni fono del tutto [vanite, da
che la Religione fa'ita in trono ivi regna gloriofa e trionfando ove Ora più
vìlìpefa e combattuta, ci 'ritroviamo
eftcfiì ad altre battaglie, per le quali
non cì fono meno necejfarj la cofi anz a, il zelo, ed ri fervore de’ primitivi
Cripti ani, In luogo di que nemici at ferrati e dij frutti, altri ne fono
infortì in Apparenza meno crudeli, ma in
verità più fieri e pcnoizJefì. Li fedeli
d aliar a f off rivano delie violenze efieriori, ma godevano bei loro interno una vera pare', ogni
cofa xkc e cirxemav} era in tumulto, e
loro mi t
Zìi . JJÌ ! CV
f wì :;w i w (.'iJ c:r
l li! i r jn
tcÀ & r
r& rii', J
-tfl -ÌP! né
a ' fi f minacci Ava, il totale eccidio 2 g-4
tumulti e mi ?icic de non -penetravano fino alla loro anima 5 rie tampoco erano
capaci di perturbare quel dolce ripofo 3
dì cui godevano dentro di fe me defimi
Lì Fedeli del noftro tempo per lo
contrario godono la pace efieriore, ed
Ogni eflrinfèco obietto loro non dimofira e promette che profperità, è ripofo } ma fojfrono la guerra
interiore il loro nemico più crudele è
dentro di lor 7 riedefi mi 3 v nel fondo
del loro cuore fen tono turbolenze e
tontrafti ajfaì pia gagliardi e Ciiideli
di quanti ne pròv afferò i primitivi fedeli nelle loro pérf edizioni 5 di maniera che ben può dìrfi con verità che ia
Chic fa per fegui tata era piu felice della
Chìef a regnante ) che le adunanze 3 che allora fi facevano nelle
Caverne e di notte 3 recavano affai pili
di coniazione dì quelle 3 che ora fi fanno a chiaro giorno } e nella
magnificenza e fplendore delle nofire
Chìefe j chéìl filentio dì quelle ìftforideva tiel loro fpirito maggior gioa e
ùofiénte', di quello noi ricaviamo dalle
noftrpffiìufiche piu feelte ed eccellenti; c finalmente js che i F afiori di que tempi erano béri fir
t gl or lofi. 3 perchè non aveano altro
lno& 0Vr pafeere 3 e comuni carfi , ’ (fre'im
fuor che le Catacombe, e lì Sepolcri y dì quello fieno i P afiori d‘ oggidì per la ma 3
f gnì-, gnificenza dei loro Palazzi y e per
é vantaggiofe j per lo
contrario la profperità di cui
noi godiamo, ci nuoce Egli è certo che de 3 fedeli affai meno ne andarono allora
eternamente perduti fotto le calamità
che foffrivano y di quello \ora ne
pèrifcano in mezzo alle felicita i che
pojfegonò l \ 15 a tutto ciò voi ben vedete, 0 caro Let.
tore i che le Jlràde più agevoli e piane non
fono fempre le più fi cure, e che Ì Anima j che prende à feguìtarle s diviene per lo piti si negligente, e difàttent a nel fuo camminò
i che fi pone ad epui dente rifilò dì per derfi t Vi fono dellé calme
pernizìofe e danHcvolii e delle paci f vantaggiofe ed infelir ci; Quella Roma,' che fi mantenni glorìof a
finoche ebbe nemici firdnieri da combatterti tofloche tutti li ebbe' foggiogati
e vìnti i fi diftrujfe da f e me defi ma nella tal ha dèlia pace, e nel godi mento di fue
yittoriè : èd in fatti uvò de fuoi Cittadini 9
che ben di lontano vedeva il principio dèlia fna dìfiruzìòne, così la
deplorava : Et patimur longx pacis mala,
lvior irmis.. Allorché la corruzione d
3 una lunga cairn a y e d 3 Una piu foda e cofani e profferirà c a fi
1 l C afflile per jedtirci,
potremmo dire lo fi e ffo ì ma ciò non ballerebbe per garantirci dal danno j fa di me fieri difenderci
con coraggio, e refifiere alla forza di
quefie la-, fìnghiere tentazioni 3 e
quando non lo poffi amo fave per le vie ordinarie, e che il mondo con foverchìa forza ci fi opponga,
è duopo al lontanar ferie, e cercare la
nofirS fi carezza nella foli tu dine, e
nel facro ritjip&in una piccola Celiai Un Gabinetto, uri Oratorio poffono effer di afilo a coloro; che fappiano fervirfene a tempo e a dovere,
facendo loro gufare le dolcezze degl
interni raccoglimenti e le fante confolazionì delle rìfieffiohì
fegrete Egli è ben convenevole e dover ofo a coloro, che
combattono nel Mondo per la lor perfezione ed
eterna f alate, £ allontanaci per qualche intervallo di tempo dal campo, ove hanno
tanto da combattere. Una ndvé fenza
refpiro e interruzione efpofla ai flutti del mare, ed agitata dà continue temp'efie y vìfi bilmente fi rompe] e affonda in poco tempo. Fa duopo perciò di quando in quando
nafeonderfi in una tranquilla e piacevole folìtudine, e fottrarfi dal tumulto
p dai rumori del Pdondo affine di
rifarcufi dai danni f off erti nelle
efrinfeche occupazioni, e nelle contefe che occorrono nel commercio; e nella converfazìone degli
Uo à 6 mi ' ìnmi Per la qual cofa, mio caro
Lettore ho ricavati e ordinati quefii
efercìzj, ed ho rif aiuto ài dare al
pubblico quefle tfiruz.ioni, avvegnaché io fappia, eh 4 effe fa fatino inutili alla maggior patte degli Uomini
3 e che ben pòchi faranno coloro che
vogliano leggere precetti y che non votreb bero praticare A quejii tali pero non è indjfiitta la mia fatica Per pf altri io m ' ilecerto 5 che avranno del piacere, da ciò, che a fcrivere ìntraptendo c che faranno
ben foddis fatti e contenti del mìo di fogno. di fvelare i mifieri del loro ritiro 3 e
rolleranno affai conflati 3 perchè io addirti
tl Colorò, che brameranno d cJJ ere del loro partito ì ì metzi pòr btn condurft falla
rnedefma firada della perfezióne, in chi già
eglino fi fono felicemente incamminati
Quelli che vorranno effere di quefio numero eletto } potranno fervìrfi
di quefii efer cìzj y e u farne in tre differènti maniere y per il ritiro, per le confertrtzé, c per
la femplice lettura. Se per lo ritiro 5
converrà, che offervìno conef atezza ciò, che ho accennato nella introduzione. Se bramano di fare delle conferenze } ne offervìno
il metodo nell Accademia del
Combattimento Spirituale, che a quefio fine ho efpofla e collocata al fine di quefii efercìzj Se poi
fono contenti della femplice lezione 5 ne . po i .
pottakno ' ancor S incogliere abbohdevol pròfìtto, fempre che mandino ad
effetto il con figliò.di Seneca tefè accennato, impercioc che per cavar frutto
dalle if razioni, che fi contengono Ih
quefo libro, bafla cb nofcerle e intenderle
ma è duopo altresì di fentirle e
gufarle, perchè paffino dalla mente al
cuore, poffederla altret tanto colla volontà, colf amore 5 con C
operai quanto con la cognizione eRaziocinio, Prego ifl antemente noflro
Signor Gesù Criflo, (? mentre, w0 ftro
Lettore, andarete leggendo alcune di
quefe ifiruzionì j egli ve ne faccia conofcere nel fondo della vofir Anima la
importanza e neceffithi e vi riempia della fua grazia per tfeguirle, acciò vi rendiate capace di godere
nel còrfo df una coflantè perfeveranza
quelle dolcezze, che fogli ono gufare tutti coloro y che fanno ogni sforzo per ac qui
far le virtudi fino al pieno lor cumulo,
ed al poffedimentó dell immortale
Corona Quamvis in hac vita ftrenue
dirnicemus et adjuvante Domina
caterva fioftium, quibus cireumfundimur
} profternamus; tameng ab iis nolumus vinci 5 numquam pugnare defìnamus,
nec vincentes fecuros faciant viriìiter
defudata jam praelìa fed magis
follicitent adverfariorum rediviva
certamina 3 ac fit. ' fit quia fecundum Scriptum Sacra? fermonem
tota humaha vita tentatio eft fuper
terram tunc eft, tentatio.finienda, quando finitur et pugna et tunc
eft fìniénda pugna quando poft
hanp vitani fuccédit pugna? fecura
vigoria. ,.. ' |, - 1 ' J' y
Pomerius libi i. de Vita Contemplato
capi i. apud Di Profperum. „
IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE Ridotto in Efcrciz j : i,
INTRODUZIONE Della Utilità di
quejli 'Efercìzj, e delle partì che li
compongono Non sì torto Papa Eugenio fu
innalzato a quella fuprema dignità ì la quale con le medemrie .chiavi 3 che gli
affida del Regno de Cieli 3 gli apre qui
in Terra la porta a mille guife di
follecitudini che il divoto S. Bernardo prefe in mano là penila per
rapprefentargli T obbligo indifpenfabile che gli correva) di ftar bene avvertito perchè con un foverchio attacco e
follecitudine per le cole efteriori, non veniffe a perdere quanto di grazia) e di virtù fi era acquiftato negli
anni di fuà Monadica folitudine.
Ricordatevi ), gli diceva quèfto Santo
Uomo nei belliffimi libri della Cohfiderazioney che a quefto fine ci
fcrifle, e ad erto ha indirizzato,
ricordatevi di ritornare in voi ftefib,
io non dico già fem 1 IL
COMBATTIMENTO SPIRITUALE DEL VENERABILE PADRE S. ' y J V.
Cherico Regolare Teatino,
Ridotto in dieci Giorni DI
ESERCIZI SPIRITUALI, Con un Accademia fratria per ben efercì tarfì ìn yiieflo
Combattimento, e per raccogliere da
eueJH Efercìzj abbonda voi profitto, Opaja trafportata dalla Lingua Francefe ja|ta|®liana da un Sacerdote de' Regolari Teatini, f-; S Y:ii
FgapZIA, MDCCL VI., pèlpovanni Tevernini
'AUTnfegna della Provvidenza.
Con Licenza de Superiori, e Privilegio prhf az io n e I vita fìgnabat : e quejlo è il primo aVvértìriiento che vi recO i Non
bifogna poi pajfare precipìtofamente da tifica
all altra confi der azióne ma fd
duopo. anzi di fermar fi con profonda e feria meditazione i affine di dar loro
tempo d? Operare fecondo la loro virtù j imperciocché al dire di Seneca : nihil tarli utile
eft,quod in ttahfitu profili e vuòl
direi non v effer coffa, per utile cW ella fai la quale giovi prefa di fuga. Sopra tutto fa di
mefieri) che a tutto voftro potere procuriate
di pajfare dalla meditazione alla pràtica imperciocché febbene quejli efercizp cùmpo
fi fieno di diverfe confi Aerazioni) con tutto ciò non le chiamo meditazionima
efercizj) indìfpénfabil coffa effendo per approfittar fene di pajfare dalla
confi der azione all azione i lo
confiderò i prefenti bifogni dell Anime
$ e f apendo molto bene 9 che molti
valenti Uomini prima di me hanno ‘
faticato non poco a vantaggio dell’ intelletto) e chè quejla pdrte
intellettuale ha con thè pienamente
foddisfarfi nel conofiimento della
verità in un prejfoché infinito numero di libri Afeeticidi cui è pieno il MPn
do 3 I do 5 rivolgo ìe mie maggiori premure allk, volontà come alla piu debole 3 e 5
quanti fo e pojfo 3 apprefto i mezzi ?
per int ertenere quegl a potenza incollante tra i confini del fuo dovere: procuro eziandio di
premunirla contro le [alfe apparenze di quegli oggetti 3 che pojfono fidarla 3
ed impegnarla nel pernìzìofo regolamento di fu, e paglioni : à qurjlo fine iftruifco e dif
pongo coloro che combattono in fegreto 3
por far loro conofcere gli cèrtìfizj del
Demonio i fi perchè appiano la maniera 3 con cui. trioni fare con una genero fa refìfienza : Li ponà. -go fintamente in iftato di combàttere
coti perfiveranza contro le paggi onì
della lor anima 3. e contro gli abiti
cattivi y.'e le mài vdggie inclinazioni
della lor carne : impèri ciocché 3
[ebbene ora fiàno è finti dall bit . bligo di figuitare Gesù Grifo nel
combàtti . mento di fuà p a fifone 3
efponendoci all à morte per amore 'da
luì 3 noti fogfi amo pera, difipenfarcì
dal dovere 3 che abbiamo 3 di refifiere
ed opporci ai vìzj ei alle tentarioni 3 e di faticare e di combattere come
! in uno fpirituàle arringo per
fittomettere il corpo allo Spirito 3 e
per rendere la nofif Anima interamente
Soggetta a Dio., La ritiratezza 3 e lo fiudio dì fe medefimo ejfendò i più fi
curi ripari 3 di cui u far 'pofitàmo per
sì generofa imprefa 3 mi % tu ; iu
fingo, mìo e Arò Lettore che approverete
il mio p enfierò, di recare al Pubblico alcune regole, che la lunga
pratica, ed applicatone a quefio eccellente libro del Com battimento Spirituale
mi hanno fatto cono fcere infallibili, e neCeffarie Ne primi Secoli della Ghie fa,ne quali tutti i Principi erano giurati nemici d’ una
Religione ancor bambina, e le loro armi impiegavano in perfieguìtarla, era
duopo rinforzare il coraggio de fedeli,
fortificare 4 A loro cofianza, raffrenare
il loro zelo d infiammare il fervore
della lor divo gioite 3 perche intrepidi fofleneffero e la presenza de
manigoldi, e tutti que più crudeli tormenti, acni di f avente erano efipofii Ma
dapoichè quefte perfecuzioni fono del
tutto fu ani te, da che la Religione fallita in trono ivi regna gtorìofa e
trionfa te ove èra più vìlìpefa e combattuta, ci 'ritroviamo efpofli ad altre battaglie,
per le quali non ci fono meno neceff'arj
la cofi anz a 3 il Zelo, ed H fervore d'e prìmìti' vi Crìfliani. In luogo di
que nemici at 1 ferrati e di frutti, altri ne fono inforti
in Apparenza meno crudeli, ma in verità
più fieri e pernìzìofì i Li fedeli d
allora foffri 'vano delle violenze
efieriori, ma godevano Viel loro interno
una vera pare j ogni cofa the li
circondava, era in tumulto, e loto
i r 1 ) minacciava il totale eccidio ma tutti qu
tumulti e min-acci e non penetravano fino alla loro anima ne tampoco erano capaci di perturbare quel dolce ripofo, di cui
godevano dentro dì f e ni e defi mi Li
Le deli del nofiro tempo per lo
contrario godono la pace
efteriore ed Ogni eflrinfécO obietto
loro non dìmofira e promette che profperità
è ripofo j ma foffrono t a guerra interiore il loro nemico più Crudele è dentro di
lor mede fi mi 3 v nel fondo del loro
cuòre ferirono turbolente e Contraili affai più gagliardi e ctudeli di quanti
ne prov afferò i primitivi fedeli nelle loro ptrfécUtioni j di maniera che ben può dìrfi con verità 5
che ia Chiefa perfeguìtata era piu
felice della Chiefa regnante J che le
adunanze 3 che allora fi facevano nelle Caverne e di notte recavano affai piti di confolazìone di
quelle j che ora fi fanno a chiaro giorno 3 e nel-, la magnificenza e fplendore delle noflre Chiefe 3 che il filentio di quelle
ìpfpndeva nel loro fpirìto maggior gioja
e òcigjnte, di quello noi ricaviamo
dalle nofirpf pìufiche piu feelte ed eccellenti } c finalmente $ che i P afiorì di que tempi erano béri ptr
t glori ofi 3 perchè non aveano altro
ove . puf cere e comunicar fi alla lor ' Greggia fuor che le Catacombe, e li Sepolcri, dì quello fieno ì P afiorì d J oggidì per La
ma' 3 5 gnì I
gnificetiza dei loro Palazzi, e per la fab limita del loro Trono 5 Le
calamità 9 A cui eran eglino per ogni
dove travagliati 9 erano ter loro utili,
é vantag giofe‘ y per lo contrario, la
profferita di cui noi godi a. ino, ci nuoce. Egli è certo, che de 3 fedeli affai meno ne andarono allora
eternamente perduti fitto le calamità
che fojfrivano 9 di quello ora ne
pèrìfcano in mezzo alle felicità, che
poffegonòi ' V . XSa tutto ciò voi ben. vedete, 0 caro Let-,
tore 3 che lèflrdde più agevoli e piane non
fono femprè le più fi cure, e che £ Anima j che prende à feguìtarle, diviene per lo
piti sì negligente, e dif attenta nel
fuó cammino, che fi póne ad elidente rifi co di per derfi. Vi fono dellè calme
pernizìofe e danncvolii e delle paci fvantaggiofe ed infelì' ci; Quella Poma,
che fi mantenné gloriofa finoche ebbe nemici ftrdnieri da combatterti tofiochè
tutti li ebbe' foggi ogati e vìnti, fi diftruffe da fe medefima nella calma
dèlia pace, e nel godimento di fue vìttoriè : èd in fatti unò de 3 fuoi
Cittadini, che ben di lontano vedeva il
principio dèlia fua dìftruzìóne, così la deplorava: -, Et patimur longr pacis mala, fvior armis.. , Allorché la corruzione d 3 una lunga calma,
ed 3 Una piti fida e cofiante profferita
c afi f afflile per jedurci,
potremmo dire lo fieffo ’, ma ciò non baderebbe per garantirci dal danno; fa di meflieri difenderci con coraggio, e refi fi ere alla forza di quefìe
luRinghiere tentazioni ', e quando non lo poff amo fare per le vie ordinarie, e
che il mondo con foverchia forza ci fi
opponga, è duopò allontanar fene, e
cercare la nofira fi carezza nella f
olita dine, e nel facro ri tjip&’in una piccola Celiai Un Gabinetto y un Oratorio poffono effer di afilo ci coloro
-; che fappiano fervirfene a tempo e a
dovere, facendo loro gufare le dolcezze degl
interni raccoglimenti, e le fante confata zioni delle rìfic fifoni fegrete
Egli è ben convenevole e doverofo
a coloro, che combattono nel Mondo per la lor perfezione ed eterna f alate, d allontanar fi per
qualche intervallo di tempo dal campo,
ove hanno tanto da combattere. Una nave fenza
refpiro e interruzione efpofla ai flutti del mare, ed agitata ' dà continue tempèfie
9 vifi bilmente fi rompere affonda in poco tempo. Fa duopo perciò di quando in quando
nafeonderft in una tranquilla e piacevole folìtudine, e fottrarfi..dal tumulto
p dai rumori del Adendo f affine di
rifarcirfi dai danni f offerti nelle
eflrìnfeche occuparzioni, è nelle contefe, che occorrono nel commercio? e nella convérf azione degli
Uo a 6 mi 1
mìni Ver la qual coa, mio caro Lettore
ho ricavati e ordinati quefii eferciz j, ed ho rifolutò di dare al pubblico quefie
ìjiruzioni, avvegnaché io appi a, eh ' efe a
' fanno inutili alla maggior patte degli Uomini, e che ben pòchi faranno
coloro che vogliano leggere precetti, che non votreb~ bero praticare A quefii tali pero non è indiruta la mìa fatica Per gl' altri io
m accerto j che avranno del piacere, da
ciò che a ferivate intraprendo, c che
faranno ben f oddì sfatti e contenti del
mìo di fogno di velare i mi fi eri del
loro ritiro, e rèfileranno affai confai ati, perchè io addirti a Colorò, chè brameranno d ' ejfere del
loro partito, ì metzi pùr bèn condurfi
falla mede ma firada della perfezióne, in chi già eglino fi fono felicemente ine ammirati. Quelli che vorranno efiferé di quefio numero
eletto 3 potranno fervirfi di quefii efer cìzj, e u farne in tre digerenti
maniere; per il ritiro, per le
conferenze, e per la femplice lettura.
Se per lo ritiro, converrà, che offervìno conefatezza ciò, che ho accennato nella introduzione. Se bramano di fare delle conferenze, ne offervìno
il metodo nell' Accademia del
Combattimene to Spirituale, che a quefio
fine ho efipofia e collocata alfine di
quefii efer cìzj. Se poi fono contenti,
della femplice lezione, ne by p potrahno 'ancóra raccògliere àbbonàevol
pròfitto j fempre che mandino ad effetto il con figliò di Seneca teflè
accennato, imperciocché per cavar frutto dalle i frazioni, che fi contengono ih quefo libro, non bafta còno
feerie e intenderle ma è duopo
altresì di fenttrle e gufarle, perché
paffino dalla mente al cuore, affine di
poffcderla altrettanto colla volontà, coll
amore, è con If opera j quanto
con la cognizione e lazi crànio, Prego ijl antemente noflro Signor Gesù Grifi o, eh è nel mentre, Lettore, andar et e leggendo alcune di quefle i
finizioni, egli ve ne faccia conófcere nel fondo della voflr Anima la importanza
e ne ceffi tà, c vi riempia della fua grazia per ifeguirle, acciò vi rendiate capace di godere
nel còrfo d una cofani è
perfeveranza quelle dolcezze 9 che
foglìono gufare tutti coloro y che fanno
ogni sforzo per ac qui far le virtudi
fino al pieno lor cumulo, ed al
poffedimento dell' immortale Corona.
Quamvis in hac vita Uremie dirrricemus, et adjuvante Domino caterva hoftium, quibus circumfundimur, profternamus;
tameng ab iis noliimus vinci? numquam pugnare definamus 3 nec vincentes fecuros facìant viriliter defedata
jam praelia, fed magis foilicitent
adveriariorum rediviva certamina
ac it j ' fornii Pé? la qual cofa, mio tarò
Lettore, ho ricavati e ordinati quefii
efer cìzj, ed ho rifolutù di dare al
pubblico quefle ìfiruztoni, avvegnaché io fappìa eh effe fa
fanno inutili alla maggior patte degli Uomini, e che ben pòchi faranno
coloro che v vogliano leggere precetti }
che non vorrebbero prozie are A quefii
tali pero non è in ditti t a la mia
fatica Per gl altri io rn ' Accerto )
che avranno del piacere, dà ciò, che a
fetivete intraprendo y c che faranno ben
foddìs fatti e contenti del niìo di fogno
di fidare i mifieri del loro ritiro y e rè fileranno afifai confai atl 3
perchè io addirti a Colorò y chè
brameranno d efif ere del loro partito y
i mezzi pèr btn condurfi furia medefi ma firada della perfezióne, in cui
già eglino fi fono felicemente
incamminati. Stuelli che vorranno
efifere di quefio numero eletto y potranno fervìrfi di quefii efer cìzj, e
ufarne in tre differènti maniere per il
ritiro, per le conferìxtzé, e per la
femplice lettura Se per lo ritiro
y converrà, che ojfervinò conefateZZa ciò, che ho accennato nella introduzione Se bramano
di fare delle conferenze y ne ojfervino il metodo nell Accademia del Combattimento
Spirituale, che a quefio fine ho efpofia e
collocata alfine di quefii efer cìzj. Se poi fono contenti. della femplice lezione 3
ne po Ir
pótruhno ancóra raccògliere abbondevol pròfitto, fempre che mandino ad
effetto il configliò di Seneca te fi è accennato, imperciocché per cavar frutto
dalle ifiruzioni, che fi contengono ih
quefio libro, non bafia Còno feerie e intenderle, ma é duopo altresì di fientirle e gufi arie, perchè p affino
dalla mente al cuore, affine di
poffederla altrettanto colla volontà, coll 3 amore, è con C opera, quanto con la cognizione e
raziocinio Prego ifi antemente nofiro
Signor Gesù Crifio, che' nel mentre, mio
caro Lettore andar et e leggendo alcune
di quefle ifiruzioni, egli ve ne faccia conofcere nel fondo della vofir Anima
la importanza e necejfità, e vi riempia della fua grazia per efeguirle, acciò vi rendiate capace di godere
nel còrfo di una cofiantè perfeveranza
quelle dolcezze, che foglìono gufare tutti coloro, che fanno ogni sforzo per
acquifiar le virtudi fino al pieno lor
cumulo, ed al poffedimento dell 3
immortale Corona. Quanivis in h ac vita
ftrenue dimicemus, et adjuvante Domino caterva
hoftium, quibus circumfundimur, profternamiis; tamenfì ab iis nolumus
vinci, numquam pugnare defìnamus, nec
vincente fecuros faciant viri ìiter defedata jatn praelìa, fed magis
foilicitent adveriariorum rediviva
certamina, ac e. . '.. .. f. ,, ' „ iity quia fecundum Scriptura® Sacra fermonem
tota huuiaiia. vita tentatio eft fupcr
terram tunc eft. tentatio.finìenda, quando finitur et pugna $ et tunc eft finiénda pugna quando poft hanq vitairi fucccdit pugna fecura vigoria. r Pomerius lib. lì de Vita Contemplato capi i. apud D.; Profperum. IL COMBATTIM
ENTO SPIRITUALE Indotto in Eferciz; : t n
1z.almeno qualche volta } abbiatevi preferite fra gli altri, o fé volete dopo
gli altri, non vi abbandonate
interamente ne Tempre alla vita attiva,
ma ferbate fe non la maggiore, almeno la
miglior porzione del volilo tempo per
meditare voi in voi fleflb. Il
configlio che S. Bernardo recò, a quello
Santo Pontefice egli è quello medefimo,
che immantinente avanzo a tutti coloro,
che nodrifcono qualche brama della
perfezione. Io li' eforto di lafcrar
qualche volta le brighe degli affari, e
dell efteriori occupazioni avvegnaché buone e Sante, per attendere unicamente a
fe medefimi con una efatta ricerca, e
con una feria ponderazione sì del loro interno, Come di tutte le cofe chè poflono' giovare, è promuovere il loro fpiritnale avanzamento.'. ' Io
so, che non fi fono Veduti già mai, come
al dì d'oggi tanti e tante, die afpirano
alia' perfezione; ma, oh verità
lagrimevole ! non fi 'è veduto giammai
sì fcarfo il numero di quelli che vi
arrivano. Il Mondo tutto fi pò-’ ne a
calca in cammino 1, r ma ella' e cofaben
degna di compalfione il ve% der r
Digitile d.e¥ti£ ptìfclà ì
diverti andamenti; gli. uni vanno troppo
lentamente, gli altri per lo contrario
corrono a precipizio; quelli inciampano
ad ogni palio, quelli fanno delle cadute affai pericolofe e mortali é Vi fono di quelli ai quali
manca ad Ogni momento la lena ed il
coraggio, e mólt altri camminano con
tanta velocità Che al vederli dirette,
che fieno per compiete tutto 11 cammino nella prima giornata. Non
pochi vi fono che ritornano a dietro più
di quello avanzino di cammino, e
quali tutti vi fi accingono fenza virtù
e fcnZà condotta Sine virtù t e et fine peritici ttrtis pugna. ( Judith. w 27. ) ( A dir tutto in una parola; pochiffimi fono in
quello cammino, i quali teiigo no fìtto lo fguardo avanti di fc mede fimi per
evitare i patti Cattivi 3 e le pietre d'inciampo. x Se bramiamo di faper la Cagione di sì deplorabil difòrdine, batta che afcoltiamo
Ciò 3 che ce ne dice lo Spirito Santo
per bocca de fuoi Proietti : Lct Terrei
è per ogni dove ridotta alt’ eftremtt
defalcarne ( dice Geremia 12. v. 14. )
perchè non vi è ornai più alcuno, che entri tome fi conviene in fc me defimo e fi
confideri. Qfea non c addita altra ragione
I iella indignazione, e della
Colffera di Dio fopra gli uomini, fe non
perchè eglino hahno sbandita affatto dal
Mondo la verità, e la feienza delle celedi
cofe ( ofee 4; v. i,.)j e prima di quelli due Profeti già il Savio avea
dettò (. Prov. 31; v. 17 ), eh egli era
bendifficile di ritrovare nel Mondo perfohe y le quali attentamente
confideralfero la vera firada, che le potelfe condurle, alla vera lor. Cafa ed
abitazione, che altro non è, fe non quella del
Paradifo., -... ? Uno dei più opportuni j ed efficàei rìmedj i che fi fieno ritrovati ad un sì perni zioio di Tordi ne, fi è quello,
che in oggi è in grand’ufo non
iolàiiiente negli Ordini Regolari più
beri accodi ma ti; rria ancora appreffo
de’ Secolari, che nè ricavario
maravigliofò profitto parlo di quel
ritiro, che fi fa uria ò due vòlte
Tanno, dando perlofpazio di dieci giorni
in imaSanta folitudine; ove non fi
attende che ad unà feria conlideràziòne
dello datò interiore in cui ciafcheduno
ritrovali, ed alla ricerti di tuttociò eh è neceljario pet fiflare un fidema di
vita, che lia aggradevole a Dio; Egli è quedò iritiro. ifi
tui T Animi confiderà femitas fomyi
by Google il u&y cì oè a
dire, come lo fpiegai’Auchv tote della Crlolla ordinaria y ceretti con on ! f c
% entÌA
lo flato fuo interno j e tuttoeiii ciò che può condurla al Cielo
perla ucftriada della perfezione..
1t tw
A fùe ho delineati quefli E'? ereizj fopra le regole ed i Precetti iodel Còmbattimento Spirituale: So molle to
bene, che la maggior parte dei Fen deli fi fervono di quelli di S..
Ignazio o Fondatore della Compagnia di
Gesù, d i quali hanno per questo effetto
un' ef-. Acacia ammirabile, e dopo i
quali fem a bra del tutto inutile il
proporne ài pubm blicò dei riuovi; In fatti nòri può effer t che bene, il ferv ircene, avanti aliiieriò ;
per una voltai imperciocché iò li giu-, ; dico effìcaciflìmi per gittare nell’
anima .i fondamenti più iòdi d’ima vera pietà 5 ma dopò mi dò a credere fi
pollano ufarè cori molto fruttò quelli, che
ho cavati ( dal Combattimento Spirituale
racchiudendo elfi tutti i maggióri lecreti della vita Spirituale; Quelli
di S.Igriazio conducono F Anijna fino alla
pratica, e le dannò gran fòrza per intraprenderla; e quefli la
iftruifeonò, è le fervono di guidà, e di
fcorta ficura. nella pratica medefima:
Per laqiialcò-fa iò non li ho ftefl in formaci riiedi; taziofie, ma a foggia d’Efèrdzj, t di Confidsrazione, che è quella appuntò, i che SBernardo diftinguedallaContemplaziorte;
quella, voglio direi che fi ferve del
raciocinio, e del difcotfo, e che è una
applicazione, che faTUomo i 1 della fua
ménte per conofcere una verità Criftiana ragionandovi, e decorrendovi foprl
fida tanto, che io intelletto ne redi pienamente convinto e la
volontà determinata a fare, o a foftri re tuttocio, che polfa giovare al
fuo fpirituale avanzamento. Chiedo
gran Santo ci aflìcura nulla elfcrvi
generalmente sì utile come queftà conlìderafcione, la quale con una certa
prevenzione piacevole e manfueta entra a parte della azione formando il difegno delle cofe, e in qualche modo faceivdole
prima di farle La confiderazione, fegue
egli addire, c ammirabile ne'fuoi
effetti, efla purifica la fua forbente, vale a dire, lo fpirito da cui proviene, modera gl 1 affetti,
e corregge gli ecceffi 3 raddolcifce i coftumi, e rende la vita vieppiù onefta, e regolata; ella mette in buon’ ordine ciò che è confufo, riunifce ciò che è feparato, raduna ciò che è difperfo,
penetra le cofe più recondite e 1
nafcoSe conofcc le vere, efamina le
verofimili, e difcuopre le finte, e ingannatrici} ella è che anticipatamente medita le cole prima di
farle, e le rivede dopo che fon fatte,
di manierachè col di lei mezzo nulla vi
rimane neirAnima, che non fia corretto,
fe duopo v’abbi; di correzione. Finalmente conchiude il S. Padre, che Jaconfiderazione è la dittandone di tutti
i vizj, e la Madre di tutte levirtudi in
un Ànima che vi attenda con perfeveranza; dal che chiaramente fi fcorge, qual’q quanto grande fia il frutto, che fi può
raccogliere da quelli Èfercizj. Ciò
però, che loro aggiunge ancora pili di
autori tà e di pefo, fi è, che in efiì contienfi il Combattine Spirituale con
tutte lefue pratiche ed Finizioni, che
fono le più accertate, eie piu ficure
per la vita Spirituale Il gloriofo S, Francefilo di Saks ne fece
Tempre tanto conto, che dir polliamo con
verità, ch'egli abbia da quelle pratiche ricavata quella fublime perfezione;,
per cui in oggi è venerato cotanto in
tutto il Mondo, Io l'ho ridotto in
Efercizj, colici attaché prefuppongo, che onel facro ritiro, o fuori di lui nella Lettura dei
medefimi #oi ci eferciùamo collo Spirito,
come fe ‘ fpf 4 foffimo nell azione (letta, affinchè da
ur tale efercizio palliamo pofcia con
piu di ficurezza e di facilità alla
pratica. La Morale Criftiana affai più di quella d Arittotelé tutta (la polla
nell 1 azione, e la faenza delle Virtù non confitte già nella fpeculaziorte, ma
nella pratica. Tutti quelli Efercizj
fono coìnpotti di varie Confiderazioni,
imperciocché io non li ho già formati,
perchè fi facciano in un Oratorio, o
Ghiefa nella maniera, che vi fi fa una
Meditazione, ma perchè fieno praticati
in piccola Cella, o in altro luogo
folitariò, o patteggiando, o fedendo per confiderarli più attentamente,
per flirfi con quello mezzo più
famigliari le ittruzioni,e le verità,che
vi fi contengono.
CiafchedunaConfiderazioneè feguitata dagli affetti, e da proponimenti
corrifpondenti, e adattati al (oggetto f imperciocchèin quello ritiro non
bifogna dar tutto alf Intelletto, e
pafcerelui folo, ma fa duopo altresì,
che la vplontà fi eferciti co’fanti
affetti, e che intraprenda gagliarde rifoluzioni d’abbracciare, e di praticare
quel bene, chef Intelletto le averà
difcoperto.. Dopo gli affetti, e
le rifoluzioni vi ho pollo il Colloquio,
acciocché ficcome la grazia di Gesù
Crifto ci è affolutamente accertarla
per operare il bene che ci faremo proporti
cosi i noftri Efercizj non' fieno
privi del foccorfo dell' Orazione che
fola può ottenercela. Quefta ragione medefima mi ha obbligato di porre al
principio diciafcuno eferciziol frazione preparatoria, che ferve come di Preludio. Ella ajuta a
raccoglierai ed a fare le confiderazioni,
che feguonocoirajuto delumi dello Spirito Santo. Al fine del quarto Eiercizio di ciafcun giorno vi ho aggiónta uff offerta a line
d impegnarci più fortemente nello
adempimento dei buoni proponimenti che avremo fatti, non potendocene più
difpenfare fenza una vergogno fa codardia, e vii-, tà dopo d
efferci offerti 3 Dio pronti per’
cfeguirli. v 1 Ed affinchè nulla manchi a quelli, che vorranno utilmente fervidi di querti Efercizj
3 vi ho inferito alfine di ciafcun giorno un ragionamento, clic può fervire
per Eezione Spirituale. Quelli dei primi
fette giorni. fono come altrettanti var j f oc corfiperincoraggire, edarci
forza nella noltra debolezza, quelli dei
tre ultimi giorni ci fomminìftreranno e
additterano le armi, che ci fono
neceflarie in quefto Spirituale
Combattimento. Finalmente in fine di
ciafcun giorno ho no notato il frutto che il dee cavare dagli
E' iercizj, che lo compongono, non che
io non fappia molto bene non poterli ciò
determinare, sì perchè Iddio non conduce
tutte le anime per le medefime vie e della ftefla paniera, sì perchè le interne
difpodizioni non meno, che li bifogni c partii
colari neceflìtà non fono in tutti le medefilime 5 ma ciò ho fatto
unicamente per accomodarmi ai meno Spirituali, e loroinfegnare come debbano
raccogliere i frutti, che potranno ricavare da quelli Efercizj. yi farebbe ancora da fare un altra
cofa, cioè di notare le grazie, e i
lumi, che lì ricéveranno, nel decorfo di
quelli Efercizj,. Ma di ciò non fe ne è potuto dare la norma, il perchè tralafcio di farne parola,
ballandomi per ultimo d avvertire quelli
che vorranno approfittarli di quelli Efercizj colle Conferenze, che olfer vino
il Metodo, che ne abbiamo preferito nell
Accademia del Combattimento Spirituale, e quelli, che s accontenteranno della femplice lettura, che li leggano
attentamente, e con intenzione di cavane,
profitto, e Spirituale vantaggio,
GIORNATA. Della perfezione
Crifiiana. Della guerra, che dobbiamo fare alle noltre paffioni, e delle cofe, che ci fonp peceflarie in quella guerra. ESERCIZIO. In
che propriamente non confitte la Vita
Spirituale, o perfezione Grifi
ana% 1 ORAZIONE PREPARATORIA. Onetevi
alla prefenzadiDio. Adoratelo
profondamente. Implorate T aflìftenza
dello Spirito Santo dicendo il Veni
Creator &c. Fate un breve atto di Contrizione 3 un atto di Diffidenza di voi medefimi e di Confidenza in Dio. Un Atto di contraria volontà a tutte le
detrazioni, e a tutto ciò, che fia per
accadervi nell’Orazione, e che non verrà
dallo Spìrito del Signore. Accettate
umilmente, e con piena raflegnazione
tutto ciò, che di penofo sì al corpo,
come allo Spirito fi conv. A Pì a i
11 Combattimento Spirituale piacerà il
Signore di permettervi, o ' di darvi nell’Orazione, e unite la voglia
Orazione a quelle dì Gesù Crifto.
L C Onfiderate, che la Vita
Spirituale, o fia la perfezione
Oriftiana non confitte già in macerare
il corpo con cilizj, difcipline,
vigilie, e digiuni; in recitare un gran
numero d’ Orazioni vocali, in fare lunghe Meditazioni, in afcoltare più Mefle, in vifitare le Chiefe, in frequentare i Sacramenti 5 nè tampoco confitte nel filenzio, nella folitudine, nel ritiro, e, per dir tutto in una parola, nell’ efatta ofifervanza della difciplina regolare; imperciocché in tutte quelle cofe fi può cercar fe medefimo, ed allontanarli dlja purezza dell’
intenzione, che è 1’ anima di quella
perfezione, e che può rendere tutte
quelle cofe utili, ed aggradevoli a
Dio. Ringraziate Dio di quelli lumi,
domandategli grazia d’ applicarvi a quelle cofe citeriori con purezza d’
intenzione; proponete d’elìer umile, e collante nella lor pratica, e di non
ricercarvi giammai il voltro piacere, efoddisfazione, ma unicamente il
piacere di ., $
di Dìo, c T adempimento del di lui
fanto volere. Il Colloquio con
voi medefimi, e col vollro buon Angelo
Cuftode. Efaininatevi come, e con qual fine avete elercitate quelle citeriori mortificazioni
fino al giorno d’oggi. Confondetevi avanti a Dio, è concertate col voftro buon
Angelo d’ rifarne piu lautamente in avvenire. CONSIDERAZIONE. Considerate, che
tlitte le cofe fopraccennate nella prima Oonfiderazione fono buonilfime, e
fante in fe IlelTe, e fono mezzi prò
prillimi peraddeftrarci nella vita fpi rituale, ed acquiltarci il vero fpirito
della perfezione Crilliana, purché ce ne ferviamo con moderazione, e con un retto fine., Elleno
giovano a coloro, che incov minciano a
battere la Itrada della vita fpirituale,
fe ne fanno ufo contro la propria
malizia, e per fortificarli contro le proprie debolezze, ed infermità dello fpirito, e ve le adoprano come armi, con cui diffenderfi. dagli affalti c fuperare le tentazioni decloro
nemici. Servono altresì a quelli, che giàfono
innoltrati nella Pietà per acquilwre
‘ il c
ì 4 7 Combattimento Spirituale jt vero Spirito della Criftiana Perfe- zione
i imperciocché s eglino caftigano il'
loro corpo, lo fanno, perchè ha oìh
fefo' il Signore, e per tenerlo umiliato, e foggetto al fervizio di lui.
Se menano una vita Solitària, e
olfervano un rigorofo ITlenzìo, ciò e
per fuggire anche le più rimote, e
menome occafioni del peccato, e per converfare collo Spirito in Cielo di
maniera, cne pollano dire ancor elfi col
primitivi Criftiani : La noftra conver
fazione, i notivi più graditi trattenimenti fono nel Cie lo. Ad Philip. ?. v. 20. ) Se fono affi dui, ed iitancabili nel fervizio di Dio, e nelle Opere di pietà, fe applicata all Orazione, ed alla Meditazione della Vita, e Paflìone di Gesù Còllo, non è per le Spirituali dolcezze, che vi af faporano, ma per meglio conolcere dall' una parte la propria malizia, ed empietà, e dall altra la Bonta fovragrande, e
la Mifericordia di Dio, per infiammarli
iempre piu nell amore di luì s per
imparare ad odiare le lreM, e per
imitare noftro Signor Gesù Coito, e feguirne le. adorabili pedate con un perfetto difpreggio di le medefmu, e con un efatta imitazione delle lue Viridi Se finalmente frequentino ì Sacra
’ f, Sacramenti, è per unirli più
frettameli-' . te a Dio, e per ottenere ogni giorno nuove forze per fuperare fe fteflì : in una parola elfi fanno tutte quelle cofe :on una grande purità d’ intenzione; :ioè a dire, Tempre le fanno per la alaggi or gloria di Dio e per adempiere il di lui Tanto volere. Concepite una grande (lima di tutte 6 11
Comb finimento Spirituale ih fe
ftefle, fono di fovente occafiona di
rovina, e molto piu de peccati ffeffi palefi e manifefti, a tutti coloro y £he le rifguardano come il fondamento della
Criftiana perfezione, e delta vita fpì
rituale : imperciocché, ficcome eglino
ad altro più non fi applicano, che alle
medefime; cosi agevolmente trafcurano il
loro interno, e non li danno alcun
penfiero di vegliare come
dovrebbonoinceflantemente fopra la loro Anima. Quindi veggiamo, che
in vece di raffrenare, e mortificare le
lorò palfioni, s’ abbandonano alle loro
naturali inclinazioni, e riempionfi di
mille illufioni. E allora lo fpirito maligno vergendoli fuori del
retto e vero cammino della perfezione,
non folamente li lafcia continuare in qudK
eiercizj elleriori con diletto, e confolazione, ma ancora li inebria, e
tt'ttt: li affoga, fecondo la vanità
decloro penfamenti, nelle delizie
d’unParadifò immaginario, di maniera,
che fono tal volta coftóro creduti, e
venerati come perfone fregiate de’ doni,
e grazie ftra-ordinarie, benché ciò, che in effi di più maravigliofo rifplende, non fiaper ì ordinario, che un’ effetto del loro amor
propKo, ed una illufione dpi De T r ino
I JD el P. Scupolt. 7 monio, il quale trasformali in Angela di luce per farli cadere con altrettanto lor
danno, quanto più alto nella perfezione
eglino li danno a credere d 1 efler
faliti. Umiliatevi alla prefenza di
Dio Ponderate il biiogno, che avete
della grazia dello Spirito Santo per
conoicere le illulìoni dello Spirito maligno
Domandate a Dio una profonda umiltà. AlTodatevi in una lineerà
diffidenza di voi medefimi, e in una perfetta
confidenza in Dio. Il Colloquio.
Efponetfe al voflro Angelo Ctftode il buon defiderio, che avete di fervile a Dio, ed afpirare alla
perfezione, e pregatelo, che vi guardi ne’voftri fpi rituali efercizj dagli
inganni, ed illulìoni del Demonio. Considerate, che coloro i quali ripongono
principalmente in quelle cofe citeriori lo fiato perfetta dell uomo fpirituale, hanno d'ordinario delie
imperfezioni incompatibili collo Spirito del Signore; eglino hanno rocchio della mente offufeato, e confederando le pròprie operazioni s' attribuifeono delle virtù che non hanno, lo che li A4 rcn
$ Il Combattimento Spirituale
rende temerari, e fuperbi. Quindi nodrifcono foverchia ftima di fe e 4 poco, o nulla apprezzano gli altri, e
condannano le loro azioni con incredibile
temerità, e vogliono effiere a loro preferiti in tutte le cofe. Eglino,
fono altresì fuor di mifura amanti di fe medefimi j e fopra tutto della propria
ri-, putazione, di cui fono sì gelofi,
che fe niente niente li toccale in ella, conturbane e s'adirano all' eccello. Eglino
fanno fempre loflelfo, per quanto fi procuri, e fi finga di volerli divertire
da' loro foliti efcrcizj j in una parola
fono oltre modo attaccati, e idolatri
del proprio giudizio, e della propria
volontà, ed eforbitantemente affezionati
a’ loro fenfi, ed alle creature; e. avvegnaché eternamente raflenvfcrino umili,
e modelli, nodrifeono però irn fegreto orgoglio dentro dì fe, il' quale anche di troppo fi appalef nelle oCcafioni. Il perchè certifiìma cofà è,
che le loro divozioni danno loro piu forti fpinte alla rovina di quello
farebbono i più enormi peccati z
conciofiaccbè un peccatore, che per tale fi riconolce, più facilmente fi
coaverte, e ritorna al ben fare di quello
r.che è occulto,, e coperto dal velo del-, . $, le virtù apparenti, che
Io fanno pre fumere vanamente di fe
defio. Deplorate la cecità di quede
povere. Anime 5 e lo fiato pericolofo,
in cui fon. Ponderate quanto tutte
quede k imperfezioni fieno odiofe a Dio,
e che nafeono da un interno fec reto
orgoglio; abbiatele in orrore, e concepite
un fanto amore per Y umiltà, che fola
pub garanti rvene, e fenza di cui non
vi pub efifere vera, e fodi virtù.
Il Colloquio con nodro Signor Gesù Grido. Domandategli T umiltà del cuore; pregatelo, eh 3 ] egli ve la -infogni,
giacché fembra fiali rifervato di ond’
è, che per guarire quede anime sì
cieche, e aifao pure lafcia, eh' elleno cada A S n lo II Combattimento Spirituale 0 nelle infamie, e che fieno efporte ad orribili tentazioni; e, ciò che ancor più
è da temerli, e che ci debbe fare
adorare gl’ imperfcrutabili giudizj di
Dio, fi è, ch’egli permette talvolta, ch’elleno cadano in enormi peccati 5 lo
che è un rimedio ben eftremo, poiché Dio
rerta offefo nel fuo onore e fi può
dire, eh’ ei fi lafcia crocifiggere di bel nuovo per falvare quelle povere anime, e farle ravvedere dell accecamento, in cui fono. ; Concepite un fanto timor di Dio con la confiderazione di quelli fpavente voli
caftighi, e fopra tutto alla ponderazione del più terribile d’ ogni, altro, qual è l’ abbandonamelo a noi medelimi, ed
alle noftre fregolate paflioni, e di
fovente al funefto precipizio ite più
enormi peccati. Domandate a Dio, che vi
dia piu torto ogn’ altro cartigo, che
quello. Proponete di gittarei fondamenti d’una profonda umiltà per evitare gli
uni, e gK altri. Chiedete aì Signore la
grazia di fervido in femplicità di etiore.
' Il Colloquio con nortro Signor Gesù Córto come il precedeste. ESER
, t ESERCIZIO in che
propriamente confi fi a la Vita Spirituale, o la perfezione Crtfiiana., E Orazione preparatoria come la precedente.
e la ragione a Dio... '. ( Rapporto al noftró profumo ella ci comanda d J amarlo come noi ftefli, di fervire con carità, e con amore a coloro, che
ci perfegiiitano, e ci fono ingrati,
confiderandoli come Iftromènti della volontà ' di Dio per farci crefeere nella
perfezione, e per operare la noftra
eterna falute. E appunto nel I-J %ica e fedele efecuzione di tutte que Ile cofe. Eccitatevi ad un lineerò
pentimento, e concepite un’ardente brama
d’abbracciare quella perfezione, e di
praticare fedelmente tutto ciò a cui
ella vi obbliga rapporto a Dio, a voi
medefimi, e al v ollro profilino.
Il Colloquio con nollro Signor Gesù Crifto, chiedendogli la grazia
di formare il fiftema del voftro vivere
full’ elempio, ch’egli vi ha dato nella
pratica di tutte quelle virtudi. Di inoltrategli un’ardente brama di volerlo
Imitare , v Confìderate,
che acciò tutte quelle cofe iervino a
renderci veramente Spirituali, fa di meltieri, che le facciamo, non per qualche
nollro utile o particolare foddis
fazione, ma femplicemente per la maggior gloria di Dio, e perchè tale è il fuo divin beneplacito,
fenza fare giammai alcuna riflellione fopra il nollro interelfe, o piacere. Concepite un gran delìderio di quella purità
d’intenzione, in cui tutta la fedeltà d’
un’Anima Santa principalmente Uà polla. Arroflìtevi di prelentarvC a Dio? fe in yqì non rifcontrate quella 14 11 Combattimento Spirituale fta fedeltà, feriza di cui non pottte comparire al fuo divino coSpetto, Se non colla taccia d 1 una infonribile temerità.
i Il Colloquio col voflro buon Angelo
Cuftode. Trattate con elfo lui della
purità, o piu tolto della impurità delle Voftre intenzioni. Regolatevi a
nor. ma della di lui fedeltà, che vi puòeffere dTin Efempio ben raro, e
degno d’ edere imitato.. ‘ HI.
C onfederate, che tutte quelle prari' che devono edere appoggiate
ad una ferma risoluzione, che dobbiam
fare di non rallentarli giammai ne’ noftri
Efercizjj mifurando tutto il noftfo Spirituale profitto colla fermezza
di quello buon proponimento, riputandoci
più, o meno inoltrati a milura, che
troveremo in noi maggiore, o minore,
1 più debole, o piu forte, e collante
quella risoluzione. Quello fermo proponimento è quello che forma i Santi
qui in terra, ficcome la perfeveranza lì corona in Cielo, e da efla dipende
tutto il noflro avanzamento nella Vita
Spirituale. ' Eccitate in voi quella
ferma risoluzione T)el P. Scupolt. '
I f z?one si neceffaria. Stabilite fopra
di Jei tutta la condotta della voftra
vita Ordinate a lei tutti i voftri
Efercizj. Chiedetela.al Signore con
umiltà, e con perfeveranza. Frequentate
a quello fine i Sacramenti. Procurate di raccogli ere quello frutto dalle
vólfre meditazioni, dalle voffre lezioni Spirituali, e da tutti i voftri
Efercizj. Stabilite quello buon proponimento fopra una total diffidenza di voi medefimi, e fopra una
perfetta, e piena confidenza in Dio, il
quale non vi negherà giammai il foccorfo
delle fue grazie par una cofa, che vi è cotanto necelfaria. Il Colloquio con noftro Signor Gesù Grillo.
Domandategli quella rifoluzione sì importante, e generofa. Rapprefentategli là
volita debolezza, e diffidando di Voi ftefli,
ponete tutta la voftra confidànza nell
ajufo della fua grazia. Considerate
quanto sia vantaggiosa quella perfezione, che poc'anzi abbiamo fpiegata: imperciocché calpestare, o
fia mortificare, non folamente i noftri
fregolati appetiti, ma eziandio noftri
menomi desideri ? egli è ben piu gradire a Dio, che fe avendo delia coll nivenza per alcuno di erti,
praticafliinor yoi tutte le immaginabili
àufterità e convertilfiino ancora un gran numerai d 3 anime 5 conciofiacchè,fe noi
confide-' riamo quelle due cofe in fé
llefife, fc bene fia più gradevole a Dio
la conP verfione dell’ Anime, che la
mortificazione de' noftri defiderj di quella, natura, di cui parliamo; vuole
nondimeno che prima curiamo noi medefimi,
e li compiace piu di vederci occupati
in mortificare le noftre paflìoni, che
fe lafciandofi Sedurre, efignoreggiaredauna
loia di effe, lo ierviffimo in qualch’altra cola della maggiore
importanza.: Concepite un àltiflima ili
ma di quella perfezione, e di tutte le cofe r in cui ella confitte. Eccitate in voi uit gran defiderio dì applicarvici con
grati, coraggio, e di anteporre a tutte
lè cofe una sì Santa imprefa. Offeritevi a
Dio perciò.. Il Colloquio con
Gesù Orlilo, e col vollro buon Angelo.
Conferite con loro il v offro diffegno. Chiedete per quefto affare le grazie a
quello amabililfimo Salvatore, e la fua affiftenza a que? Ila guida fedele. 1 ’ ESER
N i ìf ÈS ERCIZI'O T onde nafca in noi Iti
netejfità. di cèmbattere le nojlre pajfioni pergìngnere alla perfezione còlla
pratica delle Virtù ° 1 rhi da e(Ti‘ la pace j ne pofliamO tar con elfi la tregua lenza efporfi al dannevole
rifico d’una eterna fconhtta, e fe
volendo fuggire il Vizio e domare : le
noftre paifioni ci trattiamo con qualche indulgenza, o le ci accordiamo il godimento di qualche terreno piacere, ancorché nulla vi ih di mortale, ma fedamente il peccato veniale, e leggero, non
ci lufinghiamo, U p ier. r radi Tempre
più gagliarda e la vitto i a, incerta;
per la qual cola bifoena riiolerci di’ non perdonarla ad alcuno d, . 1 1
yioftrl appetiti, e di sforzarci a fuperare tutti gli fregolati
movimenti delle noflre palfionì. Conliderate, che il noftro appetito fenlìtivo h il Teatro di quella guerra Spirituale, in cui liamo impegnati pel corfo intero della noftra vita. In quello
appetito accadono le più frequenti
battaglie, che abbiamo colle nollre paffioni; in riguardo a lui accadono
dei deboli lè cadute, e le vittorie
deporti. Quello appetito è come un campo
chiufo, in cui liam rinterrati fin dal
primo momento del noltro nafcere,, e
n’è imponìbile lo fcampo, e chi non
è rifoluto di validamente difenderli,
infallibilmente vi rella vinto 5 di maniera, che non Solamente fa di
mellièri combattere, ma ancora o vincere,
o morire per tempre, attefochè f elìto
di quelle battaglie non può elfere,che
il trionfo, o la morte eterna.
Risolvetevi di fare di necelfità virtù
veggendovi chiufo in un campo di battaglia sì perigliolo, come quello
deli appetito l'enlitivo. Eccitate
dentro di voi un gran coraggio, e urta
generoia rifoluzione di foitenere con
fortezza quelle battaglie. Credete pure
per certo che le difficoltà, che rad
ombrano inm 1 2i
il Combattimento Sptrìtftale
ìnfuperabili, non fono credute tali fc
non fe dai codardi. Domandate a Dio
il fuo amore, che vi farà trionfare con
piacere di tutt’ i vizj. Quella
guerra è ben dolce, e foave, dice S.
Pier Grifologo, nella quale trionfiamo
di tutt’i vizj colle fole forze d’amore.
Il Colloquio con Dio, alla di cui
prefenza dovete combattere. Pregatelo
ad efier fempre con voi nelle voftre, battaglie, e tentazioni, affinchè
nella di lui virtù poifiate riportare
altrettante vittorie, quanti faranno gli
affalti, ed i combattimenti che
fofterrete. Delle cofe, che ci fono necejfurie in quefta guerra. V Orazione preparatoria al folito. L C
Onfiderate, che di cinque cofe abbiane duopo in quella guerra Spirituale; d’una
forte ruoliizione 5 d’ un gran coraggio;
d’armi; di deftrezzaed induftria; e d’
ajuti. Convien prender la forte
rifoluzionq dalia necellità del . ' no
Digitizec Del i Scupoll.
2? hoftro flato,, e condizione, che
s'impegna in quello combattimento fenza
che noi lo polliamo sfuggire. Bifogna
ricavare il coraggio, e la forza per
Combattere, e trionfare da una lineerà
diffidenza di noi medefimi, e da una
grande confidenza in Dio, vedendo per
certo, eh’ egli è con noi nelle noltre
battaglie per garantirci da qualunque
danno, poiché abbiamo una perfetta
confidenza nella fua potenza, nella iua
bontà, e nella fua fapienza infinita; e
poiché non entriamo in quello Mondo
le non come in 411 campo chiufo, in
cui bifogna neceffariamente combattere, dobbiamo perciò tener fempre
preparato il noilro Spirito, e quali fotto
I armi contro ogni folta d’ affalti, e
e parimente camminar fempre armati
per difenderci dagli attacchi de nollri
nemici, imperciocché e dalla corruzione di nollra debii natura, e
dall'Invidia de Demonj, e dalla malizia degli
tTomini altro piu afpettar non ci poflìamo, che continue forprefe.
Dobbiamo adunque camminar lempre ben muniti, ed armati come coloro, che
viaggiano in paefe nemico. Le armi, che
aver dobbiamo, fono la refillenza e la
violenza. Quelle armi fono in vero pefanti, e difficili a maneggiar!, ma
pure fono affatto necefifarie. La
condotta, e la deftrezza imparar la
dobbiamo primieramente dall 5 efempió di Gesù Grillo, poi da quello dei Santi, che ci hanno preceduti in quello
Combattimento 5 e finalmente dai
precetti, che daremo, i quali formeranno il principale Soggetto di
quelli Efercizj. Gli ajuti, e foccorfi conviene atteriderli
da Gesù Crilo, dalla Vergine di lui
Madre, dal nollro Angelo Cullode, e dai
Santi, i quali non ricufano di farfi tal
volta perfonalmente prefentì alle
nollre battaglie. Potremo altresì
cavarne dai difcorì, che tengono il
luogo di Lezione Spirituale in ciafcun
giorno di quelli Efercizj.
Ringraziate Dio di quefti lumi. Chiedetegli le cinque cofenecelfarie in
quella guerra Spirituale, ma principalmente il fuo ajuto, e la fua
alfillenza. Il Colloquio con nollro
Signor Gesù Grillo, colla Vergine
Santiflìma, e con il vollro Angelo
Cullode. Pregateli ad afiiilervi ne
voliti Combattimenti, CON Del P: S
dipoli. ' zf II.; ( A Onfiderate, che le prime armi, di cui ufar dobbiamo quali in tutte le noftie battaglie fono, come poc’anzi
abbiamo detto, la Refìdetvza', e li
Violenza, e che pe adoprai jc con profpero riufeimento bifogna ufare le
induftrie feguenti. Allorché faremo
combattuti daqiiak che pattfone
violenta, la quale ci farà oracolo all’
adempimento della divina Volontà,
bifognerà farle frónte con un atto della
noftra Volontà contrario a quella
pattfone, e procurare d’efeguire lenza
dimora ciò, che Dio vuole da noi. Nella
iftettfa maniera quando faro? mo
(limolati da qualche difordinata palone
ad acconfentire a qualche peccato, farà duopo fare la medeima refi (lenza, e
determinarci forteinente a non
acconfentirvi giammai; e fe noi
vergiamo, che la tentazione continui,
fara di m e di eri di ricorrere a Dio con alcune orazioni brevi, e ferventi per implorare il fuo ajuto. Che fe fentiaìno
ancora dentro di noi qualche languidezza, converrà procurare di faticarci
confederando, che 1’ acqualo del Regno
de Cieli efigge grandi sforzi B e che
1,6 II Combattimento Spirituale e
che fol tanto quelli, cne fanno violenza a fe medeuini ed alle fue paffioni, T
ottengono. Chefe la tentazione è sì gagliarda di maniera, che ci troviamo come agonizanti nel pericolofo
conflitto, farà efpedicnte portarli
collo Spirito a ritrovare Gesù nell'Orto di Getfemani 1 e pregarlo a
fortificare la nodra debolezza affine di potere con eflfo elclamare: Sia fatta
la voJlra Volontà,, e non la 'mìa. ( Match. z6
v.39.) Dopo tutto ciò bifognerà eoa
diverfi attifottomettere la n olir a volontà a quella di Dio, e
ftudiarci di far ciafcun’atto con tanta
efficacia, fermezza, e rifoluzione, e con un'intenzione si pura, e retta, come
le tutta la noflra perfezione, tutto il
divin beneplacito, tutto l'onore, ed obbedienza, che gli dobbiamo, polla tolfe
in ciafeuno di quelli atti. Sarà duopo ofiervare quelle induflrie non folamente nelle cole di gran rimarco, ed
importanza, ma altresì nelle più leggiere. Non bifogna lafciar paflare giammai alcuna occafione per piccola, ch'ella Ila, di fare la volontà di Dio
imperciocché fe no.i gli iìamo
obbedienti, e fedeli nelle jùccofe cole
e più agevoli, egli ci dR 'K grazie
rr e! JP, Sditoli ed importanti. P u Rifolvéte di fervirvi di quette nA„ Pentirvi T v Ced£r r ne! ' e Tentazioni , ir
J: v 1 d averne fin ad ora fW. c. mal
ufo, e domandatene perdono a ftolfp 0
!. 0 A. n g;Io Cue maneggiare quei? amTconnfd?
io invincibile. . oblazione. Offeritevi a Din rW 'ni ’ afpÌrare appiccandovi con gran coraggio ilb mortificazione delle, vofire paloni ed alla pratica -di tutte le cole TZ’ ù vecchi
a P °,gliar vi de vaftri' S e.™ 05
per veft-vi di . i 11 iezione Spirituale pel pri mo Oiorno.
°‘ l '?? e d'IU rii. Azione, che ci fono neceffarie in qucjlo Combattimento spirituale
Merchi fono indirìz-. tt r ìn P
T JP c SJ rc i in una Gnera, c in certe battaglie, in cui bifo B gna
% il Combattimento
Spirituale gna fpargere più lagrime, che
fanguej c che dall’altra parte il
principal Nemico,, contro di cui abbiamo a cbmbattere, e a trionfare, fiam noi
mede-' fimi, di maniera, che vinto, che
lìa éd atterrato quelto domedico Nemico, tutti gli altri, avvegnaché perni ci olìffìmi,
$i fattamente indeboliti rimangono, che fton fono quali più da temerili egli è
certo, che abbiarn duopo d uha forzale
d’ un coraggio maggiore, per così dire,
di quello d’Aldiandro, e di Ce fare, fe
bramiamo di riportarne la Vittoria,; imperciocché, febbene quedi Monarchi, e Valorofì Capitani abbiano avuto tanto di for,za, e divaloie per
foggiogare le Nazioni più barbare, e più feroci, egli è certo pero, che non ne hanno avuto abbadanza per vincere ie medefìmi, perché dopo d aver condotti in trionfo i Re prigionieri,
eglino fono, poi rimali fchiavi delle
loro pallioni, effendo ben più
malagevole quella Vittoria della conquida delle Provincie, e de’ Regni
in La vendetta, o T ambizione obbligavano quelli Conquidatori, a prender 1 armi; ma qui la compunzione. e la, penitenza ce le pongono nelle mani . '
cw =9 .. jv.P. Scupoii. if Così ili vece cielfangue, ch’eglino
lpargevano, noi non abbiamo a verfare
che lagrime di contrizione : Io che è
di fo venie più difficile, che le aveffi'ir.o a fpargere tutto ilfangue,
che abbiami nelle vene. Per quefla forza non intendiamo già quella che e propria per.raffrenare L audacia, ed il timore, ma intendiamo lina fòrza, o pure un Coraggio, che ci fa fuperare tutte le difficoltà, che pofliamo incontrare nel profeguimento della Vittoria fopra le noflre paffioni, e nella pratica delle Virtù Crifliane le quali fono per la maggior parte d Un’afpetto afpro 3 e difficile: di maniera,
che fenza edere animati da un gran coraggio, e forniti d’ lina forza,
invilir cibile non fapremmo farci
firada, forpaffando le difficoltà che le circondano. Qucdo fetvirà per difìngannare non pochi, che incominciano la Vita Spirituale, i
quali leggendo in certi libri di
divozione le ( granai coniolazioni, e
Soavità, e dolcezze, che Rullano ta!
Volta certe Anime, nel principio dei lev ' ro efercizj, credorio, che; tutto.
quefió Cammino fìa coperto di fiori,
ferizichc vi fìa alcun travaglio, o
fatica da ioflcnere; ed appoggiati a quella J°ro. B 3 °P;
~Combat ti mente Spirituale opinione
non prendono le armi pef combattere ma
piuttofto fi pongono in gala, e fi
difpongono, come fe dovefiero celebrare le loro Nozze coli Agnello; non
riflettendo, che fe bene il pofiedimento
della Virtù fia uno fiato di pace ridondante di Spirituali delizie; la firada
però, che vi ci conduce, è molto afpra, e difafirofa; conciofiacchè fa di
meftieri vincer prima il nofiro amor
proprio, domar le nofire pafiloni, e combattere contro di noi medeiìmi fin a tanto, che lo Spirito
abbia acquifiato un fovrano dominio fovra tutti li noftri fregolati appetiti; lo
che prefnppone una guerra la più crudele,
che immaginar ci portiamo; quindi ci abbifogna un grandillimo coraggio, ed una
forza invincibile per Superare tutte le
ripugnanze della noftra inferma, e
guafta Natura, fino a che ci fia
ritifcito attignere T acqua defìderabile della ciftema di Betlemme fenza che i noftri Nemici abbiano potuto
impedirci I acceftb a quella fiorgente di grazie; e poi dopo d’ averla ottenuta, allorché ella fia già in nofho
potere, dobbiamo, fe fiam fedeli privarfene, e forno un grato Sacrifizio a Dio, applicando il nofiro cuore ai tra '
, $ t j travagli, che precedono la
virtù, anzi che alle dolcezze, ed alle
Confolàzioni, che o la feguono, oppur Y accompagnano. Se bramiamo adunque di ben rullare in quello
Spirituale Combattimento, e riportare
ogni giorno delle nuove Vittorie fopra
di noi medelìmi, ed i noftri fregolati
appetiti, conviene armarci d’un fommo coraggio, e d’una, rifoluzione ferma, collante, ed invincibile,
e non ceder giammai, o dare a dietro per
qualunque difficoltà, che polliamo
incontrare. Dobbiamo imitare coloro, che camminano contro la corrente d’ un fiume rapido, e violento, li
quali fenza punto fc orarli allorché l’impeto dell’ acque feco li tragge, raddoppiano i loro sforzi, e finalmente
guadagnano la riva bramata non o' llante
la refillenza, che le correnti acque loro facevano che fe per mala forte addiviene, che tal volta reftiam vinti, dobbiamo ben tolto ripigliar nuove forze, nè rallentare giammai dal noltro buon proponimento. Ah ! veggiam pure
non pochi, che fono inllanCabili negli affari di quello Mondo? di maniera che non v’ è difficoltà eh 9
non fpianino, non oliacelo che
nou vin s 3
1 11 Combattimento Sf-ìrìtuaté, Vìncano y ora con quanto più di r agione
dobbiam noi dunque sforzarci, edt
impegnarci in quelli fanti Efercizj; i
quali feco portano un travaglio molto
minore, e una ricompenfa, che non c
fallace, nè Incerta, come quella, che
promette il Mondo a’fuol Seguaci? Penetrati, e convinti da un tal.
rifleflo armiamoci di quello invincibil
coraggio, c di queda invariabile rifoliizione, che ci farà trionfare del noflro
amor proprio, e nello dello tempo dì
tutte le nodre paliioni, e inclinazioni
Azioie, e che ci condurrà al pofiedimento di tutte le Virtù, e in legni
to de.l Regno de' Cieli, che è dentro
di noi, giuda la frale del medeiìmo
Gcr su Grido. i v.
Biiogna però avvertire che quedo coraggio, e queda risoluzione
debbono edere accompagnaci da una
profondaUmiltà, e da un Santo Timore, acciò
non venidero inai a, farci cadere iris
qualche l'egreta prelunzione di noi
delìmìj imperciocché, f ebbene faci neccdàrio di faticare con tutte le
nodre, forze al confeguimcnto della
Vittoria delle nodre paliioni, e
fregolati appetiti, dobbiam non di meno tarlo in maniera, che fperiamo di giugnere a que
j „ Òei l j fcjuefta Gloria non per la nofira Virtù
? ed induftria, ma,per la grazia di Gesù
Crifto, e per la Miiericordia di Dio;
imperciocché, còme atteOa Salomonp
( £ccl,p,v. ir. ) il premiò della Corfa
non (empre appartiene, e. vien dato a
quelli, che furono più veloci, nel cor1
fo, nè la Vittoria ai più forti, e io-'
fondi i Per la qual Cola dobbiamo priora d'ogn altra cola conoscere la
no-; Itra debolezza, ed umiliarci
profonda? mente, presentandoci alla
Maedà dì. Pio come tanti fanciulli,,che
nulla fanno, g niente. poflònó, e
lupplicatlcf ad arrichirci delle lue
grazie per i me riti. di Gesù Crifta;,;. -Non è però, che da noi s' abbia 1 languire in mia vile oziofità, ( Match, } b v
l ? 0 y hnpejciocchè non pofiumò.
lai va rei fe non col farci violenza, e
col fuperare colla grazia del Signore,
tutte difficoltà infuperabili dalla natura. L'Evangelio c’ infegna, non
eì fervi, che una brada ben angufta.v
ter qual conduce al! eterna vita; Oh
qnan tó ella ftrettd qu.efta proda, dice
Crifio, quanto fpìtiofa, e.quanto pochi fon
quelli che cammìnan per ejfa ! ( Matth
7. v. 14. ) Le feguenti parole però fono ancor più terribili. Fato tutti
ì Combattimento Spirituale flrì sforzi per entrare per la porta fretta,
conciò fiacche molti poi cercheranno ài
entrarvi, ma noi potranno. ( Lue. 13. v.
24. ) Egli non dice fol tanto, Entrate,
ma ancora, fate tutti li sforzi per entrarvi 5 lo che a chiare note ci
additta le repugnanze, le battaglie, gli
aflalti, che biiogna foftenerele difficoltà,
le pene, le contraddizioni, che vi s
incontrano, e che non fi poflbrio sfuggire Egli è, fuor di dubbio,
necefTa rio combattere con tutto il
coraggio, e con tutte le forze contro
gli fregalati appetiti della corrotta natura, contro i vizj, e le paffioni del
Corpo, e contro le paifioni dell’ Animo.
Bifogna altresì fuperare un numero d
oftàcoli quaficchè infinito 5 egli è
duopo di vincere ietti a punto dìmoftrarfi di vincerei bifogna farli fuperiore
alle maldicenze, alle calunnie, alle. derilioni, ai difpregi, alle perfecuzioni del Mondo? diffonderli da un copioio numero di tentazioni, d’artifizj, d’inganni, e di lacci, de' quali fi ferve il nolho comune
Nemico per forprenderci, ed atterrarci, le gli riefeai fofrrire cori coraggio,
fenza impazienza, e collera ma anzi con ariimo intrepido e tranquillo le awerfità, refiftere con
coftanza, Del P. Scupoli 5 f e
vigorofa Fermezza alle luflnghe delle ingannevoli profperit; bifogna finalmente,
fe fia duopo, cavarli gli occhi, dice Crillo, tagliarli le mani, ed i piedi, cioè a dire, privarli, e
allontanarli dalle cofe, che ci fono più care, più necelfarie, più congionte,
allorché elleno ci tolgono, o ci diminuì
lcono la libertà di attendere a Dio, e
di cercarlo con tutta la forza del noUro Spirito. Quindi bifogna
eflèrfeiqpre fuirarmi, e nella fatica, e annelare incelTantemente a nuovi acquifti della grazia di Gesù Crillo, affine di ripigliare
col mezzo di quelli foccorli la lena, ed
il vigore, che d va fcemamdo in quelle battaglie. Che fe vogliamo degli Efempli per animarci ad una. fifpluzione sì genero?fa, e
necelfaria per quella imprefa,
ponghiamoci avanti gli occhi ciò, che
ìApollolo San. Paolo ci rammenta di
tanti Eroi di Santità, che ci han preceduto. Li Santi, die egli, hanpo
diinoltrata la loro forza, ed invincibili
coftanza nella guerra dello Spirito, e
della Carne; èglino hanno, fofferte con
intrepidezza le derilioni, le battiture le prigionie; fono fiati lapidati
fegati per mezzo, travagliati eoa ogni
iorte 'Comhattmvnte Spirituale dì perlecuzioni, altri di loro fono
(lati panati a fìl di ipada, non pochi
coper-, ti di pelli d J agnelli, e di
capre, eitre-s mamertte poveri, afHitti,
e anguftiati al maggior legno, come fe
fodero gente indegna per lino di comparire nel
mondo, andavan raminghi quii e là pei?
le forefte, per i monti più fcofcefi,e E farem noi sì codardi, ed ingrati, che non ci rechiamo a Uretra noitro dovere d’imitare in qualche cola
quello, che ha (offerto tanto per Dorico
vantaggio, e per darci nefem.; C pio,
II Combatti™ Spiritual li rhe
ben poffiam fegmtare? E foft F°’ tal
Capitano feguita ro la S Uid;.r E j ett
j po tremnoi dii 10 f ' U Acaudate a quelle battaglie i So P iupe'are tul ori difficoltà, e virilmente ihmtndo, non folamdnte porre mi combatta
dir ta morte ai no fuga, ma.® N
inganniamo, di ftri Nemici Non ci mg, e t graziai quella pile f' u nefti al
nóftro Sottri Nemici lo™ s ffariamen bene, e r v ? |le ìa morte o da
una te feguir ne j j oro vita e la parte, o dallalt a a m 0rte èla nb t nottra morte, e w ftra vita per tempre,. muf. !.. n Tratto M prima Giorno. { . Y l
effere i.‘ urne in quello Combamluzione d ent e J cuore
mento S P'U , finC era confidanza dx
fortificato da un c ® pp i; C
arvi ab Dio; per te noi, la paca delle.
nofl confi fcol configl spirituali, e
leau derando gU. ed altre cofé firmili
fterità corporali, ed : al., £ i a.
che come me& P re le voftre
pacioni,e per praticar piu agevolmente
le Virtù Cremane, ne avendo per elfe
alcun attacca di affezione, o d’impegno, ma ufandone con una grande libertà di Spirito; Terzo, di confervare una memoria particolare dei vizj, ai quali fono foggetti coloro, che
affettano quelle cole efleriori, e che
vi li immergono con foverchio attacco,
-affinché quella reminifeenza vi faccia
tempre guardare con orrore i loro difetti, come pure il loro flato, che Dioabborrifce, ed il quale èfóggetto a fpaventevoli cadute. Qutirto di praticare
fedelmente tutto ciò, che avete ponderato
nel fecondo Efercizio, e di regolare il
voflro tenor di vita a norma di ciò, che vi fi contiene, e che altresì avete rimarcato nella feconda Confiderazione del quarto Efercizio. Quinto di prendere, per lo frutto della Lezione Spirituale, una collante rifa-, lozione Rappigliarvi con tutto l’impegno 4 sì
generofo difegno, qual’ è, di combattere
le volil e padroni con la pratica delle Crifliane Virtudi. .
' i Pine del primo Giorno C a SE
oro RNO. Di due cofe, da chi
dipende in gran parte l’efito delle
notti e vittorie in quello Combattimento
Spirituale che J fono la Diffidenza di noi medefìmi, . c la
Confidenza in Dio. ';,. $ j. ESERCIZIO
Della, diffidenza di noi fiejfi.
L’Orazione preparatoria come nel
£rimo Elercizio dei primo Giorno.
' ,1 ' 'COnfiderate, che la prima cola
neceffaria in quefta Guerra Spirituale per lo felice efito delle noftrc battaglie è una verace diffidenza di noi Retti. Quella acquiftar la polii amo con vari mezzi. Primieramente con una lineerà
cognizione del noftro nulla, e della noftra debolezza, ed impotenza al bene; tenendo per certo, che da noi medefimi fiamo un nulla, e nulla pollìamo,
incapaci eftendo di rare azione alcuna, con cui meritarci la vita ctcy
1 . Xel Scupoli.
4 eterna) in. fecondo luogo coll
Orazione, imperciocché eflendo quella diffidenza un dono di Dio, egli e ben
giufio, che glielo chiediamo, e per ottenerlo bilogna prefentarci a lui
con le difpofìzioni feguenti. Fa duopo
per ' tanto, confederarcene affatto
privi, e credere, che non fiamo
capaci di farne acquillo colla noftra
propria induUria, ed avere una ferma feranza di
ottenerla dalla di lui Bontà j e con
quelle difpolìzioni dobbiamo chiedergliela con perfeveranza, credendo
fermamente, e fperando, ch a egli Ce la
darà, e che non ci lafciera storniti a
una virtù, che ci è sì necelfaria, le
gliela domandaremo come ima cote,
che gli è gradita, e che richiede da
Confondetevi alla presenza di Dio
per quella vollra prefunzione, ed interno orgoglio, cne conofcete, e
per quello, che non liete ancora giunto
a conoscere, e benché egli non v i
fia palefe, credete pure, che avete
ìlcuoie infetto di quello veleno. Intente
quella Verità' da tante monelle, e laide azioni, c da tanti enormi
peccati, che avete commetti, e
datanti menti, incili cadete ogni
giorno I3 by Go
4z ìl Comi atti mento Spirituale
dete a Dio la cognizione di vói ftdfr
li, e della voftra fiacchezza, ed ìmpe-;
tenza al bene, e per confeguettzà una
Santa diffidenza delle voftfe forze, e
a queffeffetto difponetevi nella maniera, che di fopra abbiamo
accennata. Il Colloquio col voftro
Angelo Gl- Rode, acciò vi faccia vedere
chiaramente ciò, che fete, ciò che potete ±
e che non potete, e quindi in feguito
di quella cognizione vi raflbdiate. ili
una lineerà diffidenza di voi medefimu
ir. : Considerate ancora gli
altri mezzi efficaciilimi per far 1 acquiftp
di quella Santa diffidenza, Vale a dire
i fondamenti, e ragioni,
cheabbiamodi diffidar di noi fteffi per
le grandi de-t bolezze, e miferie, che
fonò in noi tanto per patte del noftro
Intelletto, è della noflra Volontà,
quanto per la gagliarda inclinazione,
che abbiamo al male j come altresì per
lo gran mime 3 ro de 5 nemici, co’quali abbiamo a combattere, fcaltri, e
ripieni di mille inganni, ed artificj inconcepibili, al confronto de' quali noi
divenghiamo viejpiù novizi, e inefperti; e finalmente per le tante inlìdie, che ci tendone 'è ' v. eia r
Del P, Scuptlf f. t-i 4 tiafcun
paffo nei cammino.della Vini fino a
proporci, e persuaderci il male fotto il
manto della Virtù, e a trasfornaarfi in Angeli di luce pe ingannarci piu facilmente ed a villa di tutte qie r ile ccfe ilabilitevj in juna lineerà
diffidenza. di voi fte#., v [ Un altro
mezzo affai proprio per acr £Uifl?re ben
totto quella diffidenza egli è da
iiottra medefima efperinza. Ogrfi
qualunque volta ci accade. un incero
difeernimento di noi medefimi, della
noftra debolezza ed Impotenza al bene, e
perconfeguenza la falutar diffidenza di
poter far nulla di bene colle noftre
fole forze, e propria induftria; ma ch'egli è duopo altresì aver con erta una
perfetta ccMifidenzà in Dio, e nel foccorfo della fax grazia v
Confiderate, che noi portiamo acquisire quella virtù con varj mezzi.
Il primo è Y Orazione, chiedendola a
Die incelTantemente, e con le medefime
dii pofizioni, con cui detto abbiamo di
do-t verglì dimandare la diffidenza di
noi Serti. Dico con perfeveranza,
imperciocché non dobbiamo ceflare giammai
dai folpiri, e dal pianto fin' a tanto
che non abbiam ritrovata quella preziosi perla, che ricerchiamo. In
feconi ? do ' 4© luogo portiamo farne acquìfto,
atrtentamente ponderando colla fcorta del
lume della fede, la Potertea, la Bontà
e la Sapienza infinita di Dio. La di. Imi potenza, a cui nulla v’è d 1 imponìbile la bontà, che non avendo limiti nèmifura fa,
ch’egli vedi fovra, e dentro dt noi abbondevolmente
le fue grazie; a la fua fapienza, la
quale veglia continuamente fovra i nomi bifogni, e la quale ben fa quando, e come egli debba
concederci quanto gli domandiamo. In
terzo luogo ottener polliamo quella
confidenza ricorrendo all’ infallibile veracità, e fedeltà della parola
di Dio, e delle fuepromefle, avendo egli
promeffò il fuo a;uto a tutti quelli, che invocheranno umilmente il di lui
Santo Nome. La Sacra Scrittura è piena di teftimonJ :, e d’efemp, i quali
chiaramente ci dimortrano, e c’
afficurano, che di coloro, che hanno
pienamente confidato in Dio, niuno giammai èrimaftodelufo, In quarto luogo ci
può animare non poco ad una tal
confidenza il riflettere agli efim;, e preffocche infiniti benefizi die fino al giorno d' oggi abbiam ricevuto dalla mano liberale ai Dio, c la cura, che 4a dilui divina Provvide! za ha Tempre avuto, ed ha tutt 5 ora di '. c i mi
4S 11 Combattimento Spiritniite K
iiói 5 ma fopra tnttò bifognà fidar t e rimembranza defuoi benefizi ' ! del
etó fifa IWfcnw fopra £; l
tofe Crifta. n infioi
Gesiì ' Criff°p e 0 r f 5 ?.°°
Signor Gesii ce la persuada c n qU f
3 E'RAzrONÉ m Cy r n lt tiK Wfefa debbi quen Dte. aS et ella fi OE,W r° aVere ma, e Collant? Jam?lem P e mrcorte dice S
Piolo rt um ? cziandió |ni °r Santo Giobbe
OrtK r e J?. ire c °t mi
Condannerà JÌ, Ì° f fù. àG } u zU' fpt c
ncnTVfSji‘% a condannata alfa mdnf Uva condotta a? Aw?r -V. S 13 vemeno, %
niente di quefri eterni ella rf vi
1 att 5 a ’ r G e inf lenza. b?fnin jbatt ? la noftra confi, Prontn. 8
3 d ’ ve me il penderò, e
Prontamente riderlo alla bontà in.
. niu il Combattimento Spirituale
jiìta di Dio, ed ai meriti di Gesù Ori
fto, a fomigìianza. di coloro, i quali,
panando a guado impetuoso torrente,
diverton lo fguardò dalla corrente, $
fiffolo tengono all oppofta riva, affinchè dalprecipitofo moto deìfacque
abbagliati non rimangano privi di quella
prefenza.di fpirito, e direzione, eh 5 è
lor neceflaria per condurli a falvàmento; così noi pure allora non ci dobbiamo trattenere in confiderai noi medefimi, $ molto meno i noftri peccati, itiadobbiam
follevare lo fguardoa Dio, edap
poggiarci ai meriti infiniti del fuo divino Unigenito; a dir tutto, in
tutte le noftre tentazioni efeguir
dobbiamo il configlio, che la caftità
fuggeriva a S. Àgoftino ( Aug. in Confi
). Gettatevi nelle braccia di Dio, e non
temete giammai, ch’egli fia per
abbandonarvi, nè per lafciarvi cadere;
egli vi accoglierà, egli avrà cura di voi, egli vi fortificherà; e fe nelle voftre
battaglie rileverete qualche ferita,
egli vi rifanerà infallibilmente. Guardiamoci adunque lol tanto, giufta la
frafe dell 3 Apoftòlo, ( Heb, li. v. i?. ) di non mancare noi alla grazia,
imperciocché dalla parte di Dio, fe noi
avremo una perfetta confidenza nella lua Mifericordia, la ' ‘ fua
i t . -, ? jrr
iuà graziale il fuo ajuto non ci man
cheranno giammai : Rifolvete di
approfittarvi di quell lumi i e di non
mancare giammai di confidenza in
qualunque eftremità poffiate ritrovarvi, anzi di Tempre vieppiù aumentarla. Rifolvete di fegnaìarvi in quella virtù; e perche ella non fi può acquifere fenza il foccorfo della grazia
fìccom e tutte r altre, accofttfmate-r
vi di chiederla a Dio in tutte le voftre
Orazioni nella maniera, che di fopra
abbìam divifato Il Colloquio coti
noflró Signor Gesù Crifto, come T
antecedente. ESERCIZIO. ! Za firada, e modo d 3 actjuìfiare ttttt
ajfìe me la diffidenza di noi fiejfi e
la confidenza di Dio, i %.
‘ ' E 1 Orazione preparatoria al
folito. t I. € Onfiderate, come quelle due
virtù fono neceflarie, a chi defidera
d incamminarli nella via dello Spirito,
e far progredì nella perfezione,
conciofiacche colla diffidenza egli efce come
fuoc fi 11 CèirtbdftttHefitó
Spirita ut é flior di fe fielTo
diffidando delle fue fbi ze, e colla
confidenza in Dio, intrcrdu ce Dio
dentro di fe, tutto confidandoli nella
di lui Onnipotenza e Bontà infinita. Quefti fono i due primi palli, che dobbiam tare, entrando nel travaglioso cammino della Perfezione Criftiana, I uno in dietro, l’altro avanti y quello
ci ritira, e ci allontana da noi fteffi,
£ dalla noltra debolezza 5 l’altro ci ac
co fta a Dio, e ci difpóne a ricevere
le lue grazie, e gli dà campo d J
operare in noi grandi cofe. Confiderate, qualmente non podi; di coloro, che bramano d J avanzarti fui cammino della perfezione, quali lenza avvedertene, fi confidano in fe fieffi, c gli uni prefumono della perfpicacità del loro intelletto, gli altri del loro ottimo temperamento, quelli dei loro ltud;, erudizione, e dottrina, quelli della bontà del loro naturale, e della loro lodevole educazione, e coltura, ed altri ancora della lunga efperienza, e degli abiti delle virtùr di elfi
acquifiate. Egli è vero, che tutte quelle co
le contri bui fccma alla virtù, ma fenza
il foccorfo della grazia fono 1 interamente inutili, e bifogna fiflfare
quello primo fondamenpale principio come cer tiffi; 11
fiffitiid, £d infallibile, che né i doni
naturali nè gl’ acquifici per eccellenti
£Ìie fieno, ile i doni gratuiti, nè la
Scienza nè la Santità per grande che
pofifa edere, nè F abito di tutte le virtù confermato da una non mai
interrotta perle verarfza, qtiand’ anche fofleeglt faflfato irl natura, don fono capaci a Farci fare una fola azione buorla, vincere
una tentazione, fcatifare il menomo danno, e foftrire per puro afnor di Dio la menoma afflizione, fe prima il tfóftro Cuore non lia fortificato da urt particolare ajùto, e fe il medefirtto Idàio
non Ci doni a quell eftètto la fui
grazia. In fatti quando i plà gran Sam
ti, e illuminati non aveffero, che i pròprj lor lumi, e le fole naturali
forze del lorofpirito, e del loro
talento, ovvero le loro buorfe abituazioni
la loto condotta non potrebbe
edere, che debole, ed infelice Quella è una verità impOrtafltiffrrha, che dobbiamo imprimere nel
piu intimo del nollro cuore, per quinci
ff adicarrte quella occulta prefunzione, che et è cotanto naturale, e per raffermarci in una perfetta diffidenza di
noi fteflì Quanto pòi a Ciò, Che
appartiene alla confidenza, che dobbiai avere in Dio
$4 M Combattimento Spirituale
Dio, bifagna porre per mafllma fonda
mentale, che egli è ugual mente facile
yincere pochi o molti nemici,,deboIi'ro ferite, e tutti i loro nemici
abbattuti, e vinti alloro piedi. 4.. .... i
Rin l h Ringraziate Dio di quefti lumi, e fattene
buon ufo per raflodarvi in quede due
fante virtudi eccitate in voi un gran
defidefio d’ acqui darle, e chiedetele a Dio nella maniera, che abbiam detto a.
Il Colloq uio col voftro buon Angelo. Domandategli i fuoi lumi,
affinchè poliate penetrare nel più
intimo del voftro cuore, jper togliervi
tutto ciò, che potefle edere Contrario a
quelle due virtù sì importanti, e
neceflarie 4 It. J . A
€ Onfiderate un’ altro mezzo efficaci f~
limo per acquiliare tutt’ aflìeme la
diffidenza di noi defli, e la confidenza
In Dio; ed è, che prima d’ intraprende-'
xe alcuna cofa, fi a per domare alcuna
delle nodre pallioni, fia per fare qualche opera buona, facciamo gli
atti fégnentif . ‘ Il
primo fata di confiderare la nodra
fiacchezza, e dabilirci in una fincera
diffidenza di noi defiì; il fecondo dU alzare la nodra mente a Dio
confiderando la fua potenza, la fila bontà,la fua Capienza infinita, prendendo quelle divine
perfezioni per k fodegno della no fira confidenza, e fperando con viva fede $£ Il Combat ti fHenio Spirituali de neil’àjuto delia fua grazia. Il terzo d’indirizzare la noftra intenzione alla Ynnggior gloria di Dio, e per efeguire il di lui fanto volere Se quelli atti precederanno le noftrè azioni, in poco tempo toglieremo dal noflro cuore quella
occulta prefunzione, che di fovente
s'àfconde, e s invola alla Cognizione
de’ più fpirituali, e la quale è di un
continuo oliatolo alla grazia di Dio.
Risolvete di feriamente applicarvi a
quella pratica Obbligatevi a
qualche mortificazione quando in ella
manche rere. Il Colloquio col vollró Angelo Culode cofne
il precedente. ESERCIZIO. t La maniera di cònofcere, fe operiamovi • rumente con una fine era diffidenza di noi ftejfii e con una intera confidenza in Dio 4 '
e.buceri fetta confidènza in n; d
' que. fa Pe£ ludi’ occulto orgogliosi
£&%& no A J
] 11 Combattimento
Spirituale fio il voftro cuore.
Confederate,, come in quelle del voli
ro flette Medico, accio egli faccia in
voi, e di voi tutto ciò, eòe vedrà più
opportuno per fvellere dal vollro cuòre
guefto veleno, onde polliate più predo,
e agevolmente acquiftare tfna lineerà diffidenza di voi lfe(fi ? ei una
perfw confidenza in Dio La lezione
Spirituale, per !p Giorno. . Della
Grazia, che è il primo foce or ft ne
teff aria in quejlo Combatti mento
Spirituale. D Opo aver 1 Apoflolo S.
Paolo nella fna Lettera a Komani ampia7,
mente trattato della fiamma delle qoflre
palfioni, e della noflfa carne, proroinpe in quefle lamentevoli
efclamazioni. Mifero eh io fono ! fhi mi libererà dal -corpo di ytefla morte poi rifponde a fe mei .
medefimo in pochi accenti. La Grazia
di Dio donatami per Gesù Crìfto. Con
quefte parole dal corpo di qttejla morte, non intende già lApoftoio di additarci queflo corpo, che è foggetto alla morte
naturale, ma bensì quello, cheimedefimo chiama Corpo del peccato, qual' è il noftro depravato, e corrotto appetito, le
di cui membra fono tutte le noftre paflìoni, e frcgolati defiderj, che ci portano al peccato. Ora quefto è quel corpo, da cui come da un crudele tiranno la
grazia ci libera, e difende. Ella
raffrena la parte concu pi feibile, affinchè e (fa. non ci faccia cadere nel
peccato, e fortifica T iralabile, acciò non
rallenti, e non fi fcoraggifcanellacqui
fio della virtù j e perche tutte le pacioni naturali-, che hanno la lor
iuflìftenza in quefte due inferiori
potenze della noftr’anima fono come
altrettante aperture, per le quali il Demonio ordinariamente s’ infinita nel
noftro cuore, la grazia pone a ciaicheduna delle fue porte una. virtù infufa per afiìcurarci contro i pericoli, che ci potrebbero derivare per parte d’ alcuna dì quefte paflìoni. In
tal maniera la grazia ci libera dalla
tirannia del corpo del peccato, che è il noilro depravato appetito, d’onde
proccio dono Dìgìtized by Google él 11 Combattimento spirituale dono tutt'i noftri movimenti, e fregolati
defiderj r contro de'quali dobbiamo
combattere. • Ciò è veramente
ammirabile, ma lo è ben anche di più
ciò, che quella mer defima grazia opera
nella parte iiiperioIre delf anima. Ella ripara, e fortifica con modo maravigliofo tutte le potente della
parte fiiperiore;. ella rifchiar
l’intelletto, muove la volontà, rifve f lia la memoria,, e fortifica il
libero aritrio, e. fopra tutto ciò, ella fa fogr giornale Iddio ftefib nell 5 anima, affinchè
facendovi fua dimora, egli la governi, e la difenda, e fia prelente ne .noftri
combattimenti per combattae ancor egli dentro dì noi e con noi a noUro
vantaggio. .iddio Signore fia in noi in
due maniere; colla prefenza della fua divinità, e coi mezzo ideila fua grazia;
colla prima egli è non fedamente in noi,
ma in tutte le cofe per Efiènza, per
Prefenza, e per Potenza, riempiendo ogni
luogo colla fua immenfità, ed effendo
colla fua divinità sì intimamente nelle
Creature, che farebbe loro dmpoflìbile
di fuilìfiere, e confervarfi un fola momento, scegli non foffe in effe;
il che faceva dire a Sant 5 Agoftin©; e
perchè . s.. ' mai „. 4f
mai ió chieggo y o Signore ? che vot
fce ridiate in me, quando io fletto non
vi farei, fe voi già in me non fotte ?
Nella feconda maniera egli non ritrovali, che ne guitti, imperciocché,
ficco me afferma il medefimo Santo, Dio
è per ogni dove colla fua divinità, ma
non già còlla fua grazia Quefta
grazia è una partìcipazione!. della
natura divina, cioèa dire, della • fua
farttità, e della fua purità Con, quella
partecipazione Tuomo viene fpogliato dr fe medefimo, e rivettato di Gesù Critto, e dalla battezza, che trag| ge
dal vecchio Adamo, è innalzato ad ( una
dignità sr fubKrtte, che lo rende f
partecipe della rrtedefima natura divina, cioè a dire della fantità, della ben,
e della purità di Dio y impercioc ché la grazia è una qualità Celette, che ha quella ammirabile virtù di trasformare
rUomq in Dio 1 di maniera, che fenza
lafciar d’eflèf uomo, partecipa, quanto
ne può effer capace, le virtù, e
perfezioni del medefimo Dio
Quefta celette qualità è una forma fovranaturale y e divina y che fa,
cheTuomo viva d’una vita fovranaturale, cioè
addire, cT una vita fomigliante ai prin
ì cipio, da cui deriva: di maniera, ch& D i JT no
4 ìl Cowh pimento Spirituale
11101130, che è in grazia vive di auc
vite, luna naturale, 1 altra fovranaturale; a quello effetto egli e
proceduto di due forme, che fono come le
due anime di quefte due vite, e quelle due
forme fono l’anima, e la grazia. Dall
anima, ch’è la forma naturale, procedono tutte le potenze, e tute’ ì
fentimenti per mezzo de’ quali l’uomo vive
della vita naturale. Dalla grazia che
la forma fovranaturale, derivano tutte
k virtù, e tutt’ì doni dello Spinto Santo, per i quali l’uomo vive della
vita fovranaturale, coficchè ciò, che 1
anima è al corpo, la grazia e all anima, e
come dall’anima proviene tutta la bellezza, tutto il vigore e la.
robultezza det corpo, così dalla grazia
procede tutta la beltà, il vigore, e la
forza tutta dell’anima. La beltà, cilena grazia
imprime nell anima, ella e si grande
che non fi può concepir quanto barn
Ella ci è rapprelentata nella Sacra Scrittura fiotto i iimboli di
preziofi gioielli formati dalle mani
dello Spirito Santo, i quali rendono
l’anima si pei rettamente bella, e sì gradita agli occhi di Dio, che nel tempo medefimo, in cui ella n è adornata, egli T accoglie come ina figliuola, e pe; fua Spofa. Quell infoilo
éf quei paludamenti di fallite, quella
veflfc ni giuftizia, quella corona, e
quei ricchi gioielli, di cui parla il Profeta Ifai a ( ifaù i6'V, io.), i quali non fono ah irò, che Jc virtù. infide, e i'doni
dello Spirito Santo La grazia, è il
principio e la forma di tutt’i doni
celelti, da lei provengono tutte le
virtù, e tutti gli abiti fovranaturali,
e in elfo lei fta polla quella ftupenda bellezza, che rende l 1 anima degna dell’ amore, t della
compiacenza del medefimo Iddio. Il primo
effetto della grazia è di render l’anima
perfettamente bella e sì accetta
agli occhi di Dio, ch’egli la tiene non
fo-, lamente come fua figliuola, e fua
fpofa ficcome abbiam detto, ma di più
come fuo tempio, e fuofoggiorno, e la
ricolma di mille grazie toftocchè la
vede arricchita di quella divina qualità.
Per mezzo della grazia l’uomo è colli tuito figliuolo di Dio, ed erede
del fuo regno; egli è regiftrato nel
libro della Vita, a cui fono aferitti li
predeilinati; privilegio, che Gesù Crino accennò afuoi Apolidi in
quak,equan- to gran conto fi debba avere,
allora quando ritornando eglino tutti
feftofi dal vedere, che per fino i
Demonj erano Ioìq obbedienti nel di lui nome, die Di de gg II Combattimento Spirituale loto quefta rifpofia Non vi gloriate? perchè i Demoni vi obbedì fc un r ma che
i voflri nomi f eno ferini nè Cicli Imc. 1 04.
nr, 20.) La grazia finalmente rende Suo
tto sì caro a Dio, che tutte le azioni,
ch'egli fa in quefio fiato, purché non
fieno peccamìhofe, gli fono gradite, e
fono meritorie della vita eterna, il che
fi debbe intendere noir folamente degli
atti vi mieli, ma ancora dei naturali,
come fono il bere, il mangiare il dormire r Imperciocché eifendoil
loggetto gradevole a Dio, tutto ciò, che
Fa, c che non. fix peccato,, non gli fa
difpiacere „ Dalla grazfa nafee ancora
tutto il vigore, e la forza dell'anima; ella la rifana, e la libera daUa
fiacchezza, e deplorabile in fitrmità, in cui la teneva il peccato, e la ritorna in un perfetto vigore,
e in una: forza incomparabile in tutte
le fue potenze di maltiera, che fi
ritrova capace d' efercitare tutte le funzioni della vitafpi
rituale Ella illumina T intelletto,e ’lo
ammaefira di tutto dò, che debbe fapere,
e conofcere muove la volontà, e; tutte
le potenze? della parte inferiore a ciò,
che debbono operare; le ipiana la firada del Cielo, le raddolcire il giogo dei
Signore, le rende foave, e leggiero ciò, die po' 1 addietro le era grave, e pefante, e la fe correre nel cammino della perfezione
Finalmente non v è dal Mondo piu
ammirevole cofa di Ciò, che la grazia
opera in un anima. Effe la trasforma y, la folleva, la incoraggifce, le
fa trala--' iiciare ì perniziofi corami
del uomo vecchio, le fa cangiare gli affetti, e ifuoi piaceri
lefa cercar con ardore ciò, che
prima abboniva, ed abborrrre ciò, che
ardentemente bramava; le fa fembrar
dolce ciò, chele era amaro, e amaro
ciò, che le era piu grato. Egli è im-
potàbile a dirli qual gioj a le rechi, qual pace le infonda, quat lumi le comrmuflichi
per cortofcere la vanità delMonda e il pregio ineftimabile di quei beni fpi
rituali, che ella prima difpregiava
cotanto. Finalmente non fi può abbattala ridire qual forza effe le dia
per combattere, poiché la rende
invincibile a tutte le potenze dell
inferno. Ciò però, che al noftro
proposta è da notarli fìngo burnente fi
è, che è proprio della grazia il fortificare l anima per mezzo delle virtù provenienti dalla medefima, le quali fono Come altrettanti
capelli di.Sanfone, ne quali confitte non follmente la bellezza, ma la -i ' for
v é$ Quella maraviglia fi dà a vedere in molti e lerci zj della Vita fpi rituale,
ina più chiaramente riiplende nel
pentimento, emel dolor de peccati, in cui que-.
Ila inferiore parte della nollr anima di
fovente vi lì interelfa cotanto, eh 1 ella, s affligge, e fparge per quello effetto più lagrime, che non farebbe per tutte Je perdite piu rimarchevoli dei Mondo , Da tutto ciò raccoglier polliamo la neceilìtà che abbiamo della grazia in quello Spirituale Combattimento i con ciolìacchè, o vogliamo combattere Ue noltre pacioni, e viziofe inclinazioni,
0 praticare gli atti delle virtù loro
opporle per acquiùarne gli abiti, o vogliamo finalmente godere del f.utno
dellenoflre vittorie, e vivere in una profonda pace colla perfetta unione con
Diof nulla di tutto ciò pofiiam fare
fenza 1 ajuto della grazia, colla quale
polliamo tutto e fenza di cui non polii arr
cofa alcuna. Per quello motivo, io eforto chiunque vorrà cavar profitto
da quelli elereuj 7 di fare da principiò itfa buona Cne preparatoria 4 fojfco. CONSID£RAziONE ì.
ì lira J‘ npe S nat WJa necktà Ite PTbr’aS'a per ? ià £ -piedi per YQ t 11 Comhuttmtmo Spi rimai f Volontà,' e Kmmaginaz.one, .iella che muove lèapprttto fenfit.Vo; egli e cer„„eftì
due occhi fono 1. orino ftn comDatnmcnu
ui LT ci deve di'-fomma importanza ai
uert ' iiiardareèt àù$ non cadano m potere tie'no-ìri. nemici -.mentre allora diipefardovremmo
della vittòmj Ringraziate Dio di queftì
nini 1 ? chiedetegli la grazia di poter ioggettare Guelfe due facoltà : dèliavoftr atìima al fuo fervìggioPregatelo di non permetter
giammai v eh fcffo s codino in poster de’ v o(l ri nemici, cioè a dire,
che fieno acciecati dalle ™$re pàtfom,
o ingannate dalle illufioni del Imomo. CO
™CUn Angelo, Chiede. lo Spirito Santo
Efooi M&gfàgS Santo Angelo il
foccorfo delle fpkazioccfo quefte dué
potenrc foh la voto' anima vi fervano
utilmente,in tutt’ i voftri Combattimeli..
-, II.
'nonfideratev; dknfvit to vyVff mem! 6 5 taragli d ri Nemici, i m ÌZ ÌTb 1 V W.magnanimità, e ciò cL ri rj piu fWiligiunti D)o' 3 'chetile ifjipreggiare il amor df f
lcien° : care r noftri
fregolati appetiti per deòo Ji. Me
fienoe iti eofe anche di S momento;,-.è temprefiS
maggior lode che 1 prendere più
Ch tàj e riportar Attoria delle niif
„S ròfe àftnate' -jn-?; z t 7 ™, P°.,,f, II Colloquio con lo Spirito Santo, C con l 3 Angelo voftro Cuflode, come T antecedente. ESERCIZIO. % jCioy che bì fogna ojfervarc, acciocché
ih. nefiro Intelletto conofca le
cofe fv t '. ' w com elle Jono 'veracemente. U' :
! s, i. -.;,r r y; L’Orazione
preparatoria al folito.,f. 1 z '. ,
JOnfiderate, che per conofcere le
V'cofe quali fono in fe fteffe, egli
è duopo tener la noRra Volontà libe|ra, ed efente da qualunque
affetto e attacco alle Creature j imperciocché-, acciò.il noftro Intelletto:; le polla, ben conofcere, e difeernere, infogna, . che
le confideri, e le difaminij prima, vi
fi attacchi con qualche paffione.d’amore, o d- odio, conciofìacchè eli allora
non è nè preveduto, nè.affafcinato, e gode tutta la iua libertà
e tutto il fuo lume; ma. d le,
V;' A P.Setptlf--; f t J Y° ont j Vih ?
pe. r 'avanti coi?o e P° n rarlo con no
Spinto deputato coi lumi celefti della gSe ddlprazione, e febbenc da dì ineftieri offervar fedelmente qued o Metodo
riporto.a tutte le cofe, bìfogna pero
offervarló anche Con maggior ejattezzariguarda alle buone, ed anche alle piu Spirituali epiu Sante; imperciocché
per buona che d&una cola, : r ‘ mo V;d
Ringraziate Dio di quelli lumi; Chiedetegli la graziadi Far : buon ufo
di quelli falutari ammaefhainenci, edi
©1fer fedele nel praticarli u Fate un collante proponimento di' mantenere il V
olito cuore libero da Jogui affetto sp
verchlo alle ' Creature v acciocché nnon
refttate giammai ingannati nella xtima,
che U® i®eèe#i !J D Il
Collòquio coir noftro Signor Ge. - rtr
tv. 1 aK nnn to, de non 41 quello dell
amor iucr, acciocché fiate fernpre;
liberi da ogni attacco alle Creature, e
in idato di poter giudicare di tutte le cofe feflza errore Implorate a quello
oggetto r atjfiftenz dello Spiato 1 Santo
Jn H a f.03135 13q 313U3J 3 3101
1 CON : bel A. ScHpoltn } TV Considerazione: n. C Onìderate eh egli é più malagevole
rifanare dall'albagìa del Y Intelletto, che da quella della Volontà $ -imperocché quelli. che hanno I OrgoTho
iolàmente nella Volontà poflono tal
voica ritrovare il giudizio degli al: trx migliore del; iuo,,e dalla fommiflio
ne del Giudizio palfar quindi a quella della Volontà 5 ma colui, efie ha h Superbia nell Intelletto, e il qualeprefumé,
che à 1 filo Gi udizio ih migliore rii
io degli altri,.come fi fóttomettera alloro pareri, che non deputa cosi buoni
come lì fuoi Quelli, che ‘Piem iono e
gonfi di queA Orgoglio, rion vogliono
entrare giammai fìel fctU tirrtento
degli altri, imperciocché non f°
nof e S 1,no altra ragione la Joro ieco portano una cieca oftiJuzientì m
fohenere ia propria opini®V P 0 a continuare oftinatanlente Del tnale incominciato : per dimoftrare, che intramefero con giudizio ciò, che
prò-ieguifcono Con perfeveranza -
Conliderate quanto Importa. rimediar
próntamente ad nn male sì dannalo.,
prima che prenda : póTefFo noftro
Cuore, e tenere per certo, che il rivd
E 4 me . io il Combattimento Spirituale
medio più ficirfo fi è quello di fottometterci facilmente agli altrui
fentimeriti y è di diventare anche, per così
dire, bolidi ed ìnienfati per amore di
Dio, come gli Apofioli ed. i Santi hanno praticato al dir di S. Paolo (
i. ad GòK 4. 1. io ) 5 attelo che quefta
fiolrezza vai più di j tutta la Sapienza di
Salomone.,, 5r ncv ' :Fate cónto
di quelli infegnamenti. Rinunziate al
vofiro proprio Giudìzio;, amate di ieguitare quello 1 degli altri; abbiate in orrore cgniprefunzione di Spirito. Sovvengavi', che 1 ’ Umiltà è ia lovrana, e la direttrice del difcemimento,
e del Giudizio, che formar dobbiamo
dèlie cole, e cf tifa ha il potere d’
illuminarci fopra tutto ciò, .-che fi et in noi, e fuori di noi. Lo Spirito del Signore non ripofa che. l'opra
gli umili, e vói non f avrete giammai, le. non fiate umile di cuore. (, j il Colloquio con nofiro Signor Gesù Cri
fio Pregatelo, che v ìnfegni qucda Lezione, polche egli ci ha comandato di
ricorrere, e indirizzarci a . lui, allorché dille -.Imparate da me, che fon manfueto, ed Umil dì cuore. ( Matth. 1 r. v. 19. ) ,
k ESER ' 1 -f f': -.''
S f' 1!.!'ì? ? Zuppiti t (;£j
’v.t r Cj[riER,2JQ.; V tv Quanto
firi,ne):eJJ' O ).. . i. Orazione
preparatoria al folito. Considerate? t;
? u nt ?, fe fpediente dì ' rrt-£r r ? a ™ ARWQlnttfkuo da ogni £$ ci readiamo del mtto ancata defle cofe. Spirituali, e ni mtt ° fi 0 ’ ? e P uo (etvire alia noitra
mortificazione, ed al noftro Spirituale profitto. Per Sfuggire un sigran ucn c i?‘ uo
P° ollervare le cole J tlo f. na e ere
come morti nella ri fwn 1 T tte fj cole, terrene,, non io‘ iamente. rifguardo alle mutili e proibi ma in
H e..PPoitp, a quelle, che farie ?
erme e e c e non &#&. necef A augnare. al nóftro Spi piu Stetti , che ci
farà poiiibiie, afrettando una Santa
ftupicU ! ta ed ignoranza di tutte
quelle cofe he non ci guidano a Dio 1 E 5 Le r ' li CoHn&tLtrìmerJo Spirituale Le Novità f é-gfi. affaci del Mondo per quanto grandi efll fieno, debbono dfere per ' 1 noi come fe nonvi iottero e fe mi grado il noftro prbpómmentc giungano ? quelle al noftro orecchio dobbiam {cacciarle ben lontano da nor. ffrfogna eflfere mdko fobr; nei ddiderio et intendere
di rfapete, ìjfcae Celeftìr nuiraltro
volendo fapere che Gesù èffitii voglio dire-, la Ina Vite, e là fiia. ’ Morte Se tutto il lo terremo lontano da R01 ’, 5° per ìuoi veri Vogliono imparare nella M. flon ciò,' tKe bada ddiarè fé’ ft&ftr tutto flnmartente
non efìfendo per F ordinario, che amór
proprio, òhe òrgoglio, che inganno del
' Kifofvete di prévàlèrvt di qaefh av 5
Vifi molto iàlutaiir'Sbandite
ftrà mente ogni vana cunofitat Capite' avversióne per tutto ciò,, che
v nimenro ai -l ? to, e dì flore in gtodja foP Ari fenfì, acciò per effi nulla di profano
entri nella yoftr' Anima. Moderate Ij vollra avidità per le còfe Splrt 4 .
Ì)gl fiy Scapoli ! £U4I i yvc, non
bramate di fapere akr cofa,che Gesù
Criftò,.. : v,. l.. t y, Il Colloquio
con Gesu.Crifto Trattate con lui di tutte quelle cqfejcKier detegliele cow uni profonda umiltà, ed
urta piena confidenza nella fui boaU) e nel foccorfo della fua
Grazia II. C Qnfiderate, -che fie noi’ oflervere remo fedelmente le Iftruzioni comprefe nella
precedente Confiderazione Scamperemo da
molte infidie d’ infernale Nemico. Quefto ficai tra Serpente accorgendoli, che
coloro, iquar Ji sì applicano alla Vita
Spirituale, fono pieni di buona volontà e animati da un fanto fervore, indirizza tutte lè Aie macchine -contro l 5 Intelletto, che procura di forprenderepet renderfené Padrone, 0 quindi pofcia della volontà, al.quaf
effetto fi fervè delle arti r.. J UJ.tV'U li, f ieguentu
0,, yi ff À T é Ì. 41 ff
? -Egri fi trasforma,m Angelo di
luce. Voglio dire, che vainfinuandò dei
perifieri, efentimenti fublinu, e pieni di
airiofità principalmente a coloro, ' èné
hanno un fiottile intelletto, che' foij
forniti di molte cognizioni, è che fer
nonaturalmente ambizfefi tal
che ' irt 04 11 Cofnbutttmenfd Spirituali fJntei'tenendoli eoa piacere in quefti
pensieri fublimi,r ed eroici, ne quali eglino fi dannò a credere di godere di
Id. dio, trascurino poi di purgar il loro
cuore e d 5 applicarli al conofci
mento di fé ftefii x ed alla
mortificazione delle loro paiììoni, e così vengono a eadere negl’ inganni dell
5 Orgoglio fpirituale : fi formano ufi 5 idolo dei loro cernieri: fi perfuadòno di non aver BiJogno
del coniglio d’ alcuno; non confultano, che il proprio peniamento, e difpregglano la condotta degli altri; ciò che li rende interamente incapaci dei lumi-c.ekfii, e della grazia dello Spirito Santo, il quale non poi a gì ammai in
un'anima, che dia ripiena di prefunzione, e di orgoglio j 1
Umiliatevi r'e deliberate di commi-
nare ne 5 vodri Efercizj per la dirada la più umile, e la più Semplice : che vi farà poffibile -, fenza affettare gìamma i
cofa alcuna ftraordinaria, o forprenden-t te
Kifolvete d 5 applicarvi particolare
mente alla mortificazione delle voftre
paifioni, ed alla cuftodia del voftra.
cuore. Rinunziate al vofteo particolare
giudizio, e a tutto ciòc che può fere o-i fiàcolo allo Spirito del Signore il quale non
fi comunica fe non agli umili.: . Il
i V ' ' D-, w 8f ; ìì ' Colloquio
con noftro Signor Go su Criflo, il qual
vuole,, che abbiamo la femplicità de
fanciulli fe vogliamo effe r capaci.delle fue grazie,e perciò dille. Vi con f effe -'ervi glorifico o, mìo
grate Padre, perchè avete nafcojle quefie cofe ai 'Sapienti dei Mondo y e le drvete velate
4$ fanciulli ( Matthé z'v m z $..J .. ;... b
: f. v ’ i. a... i j-..
‘i:u;i ESERCIZIO Coine fi debba raffrenare la vivacità, della nofira immaginazióne V
imperciocché ficcome noi, non
polliamo rapprefentarci le cofe; che per
mezzo delle loro immagini.,, per lo più
addiviene, che. in vece delT Immagine,
che ricerchiamo, ce ne fo prayiene un
numero, prefio che infinito altre, cle
non ricerchiamo; e volendo noi © palTare dall' una ali’; altra ritornare a quella :, che : abbandonami. mo laiciar quelb .4 cui fiamo -Ofe r cupa
' Il Combmimnt& Spiritual Cupariv-ne
fiamo invertiti da un inftni- tà d’
altre che ci rt prefentano; d 1 onde viene U che. febbene, ci rifolyiamo Coni tutta ià fermezza portìbile di
trattenere la ntìftra immaginazione, che
non corra dietro ad una infinità di og g
etti, pur ella iVaniice e quando la
richiamiamo, ancor, ci fugge Erta è si
incollante e Volubile che di
iovente à noi s’ invola fenza prender
còmimiatoy a fomigiiariza d’ uno. {chiavo fuggitivo appartandoli fenza, cheifappia-' mo la di lei venuta v Ella s’ arrefta a tutto ciò y che gli fi para davanti, e al fommo liberi e dirtìcilirtima a domarli v
ed olt’recchè : ellà è per J tc me-c
defima ditpiefto cattivo carattere, noi
fovente fomentiamo il fuo
capriccio colla: nortra negligenza
lanciandola ap- pii Care a Slitto
ciò che gE piace iferw za-aritegno alcuno; il che ci reca poi un’impercettìbile danno i imperciocché. rapprefentando ella pofcia all’ appetite {enfiti vó gli oggetti, di cui è ripiena
y cagi ona nella noftr Anima un deplora-bil difordine col
foltevamemo le.noftre padroni, che ci
portano al precipizio, da cui’ egli
èdirttcilifiìrnoe quali imponibile avere
fbampo fenza un parricolar aiuto di
Dio.: Efià fa. 'ancora. Ad P £ S v tel P. Scapoli 8
peggio, mentre ftimola 1 intelletto a
veder quelli obbietti, e di fovente fece il conduce, e quelli non di
rado vi tragge Ja volontà 5 onde poi
nzfcono Innumerahili cadute, allorché
quell' ultima potenza con una vii compiacenza
da il iiio confenfo al movimento delle
paflioni, che lolle vanii, e li accendono alla villa di quelli oggetti loro
efibiti dall’ immaginazione' . Riempitevi di facro orrore e mant viglia in riflettendo al lagrimevole flato a
aii il peccato ha ridotta! quell facoltà
della noftf Anima v Nello flato :
dell'Innocenza ella formavi una gràrir.
parte delle delizie della vita umana h ,
ma in quello, a cui T ha condotta Db
peccato, ella n et il Carnefice pià crudele. Umiliateci avanti a Dda re
ri marcate la neceflità, che avete della
grazia per raffrenare la vivacità di quella facoltà sì vagabonda ’
Rilofvetevì di praticare tutta la
diligenza potàbile per correggere i fuoi
trafportl, -a Ilo rintanandovi quanto potrete; dalle cofe elleriori, e fìando
in 'guardia de 1 voflri fenile che fono'
le porte per le quali ' ella riceve le immagini, di cui è ripiena
' Il Colloquio, coi voftro. formare
quella potenza della no flr’ Anima,
acciò ella ferva al noflrd difegno, e
non cada mai in potere del noflri.
nemici. Primieramente bifogna Rifarla
nella confiderazione delle colè’
neceflarie, e vietarle tutto il rimanente. Secondariamente egli è duopo
durare una gran vigilanza, ed uà grandèj
dìfcernimento per efeminare i penfierì,]
che dobbiamo abbracciare e
quelli che rifiutare dobbiamo, affinché
ricé-J vendo gli uni tenghiamo gli altri
da] noi lontani. In terzo luogo comecché
niente v’ è di più ferace nè di
più prónto, nè che fcorra per più luoghi quanto la noflra immaginazione, e che in oltre quella fertilità, e quella
eflenr fìone altro più non fanno, che
fonimi-, nilhrare materia alla
Rravaganza, e re-] care più vallo campo
a folli penfieri mentre per f ordinario
elfa non ha dcy terminato oggetto,
attalch è quanto piu ' va lontano, tanto
più fi fcofla dalla ' ' fiu ,;.bel P,
Scuf olu .fila, meta 5 Quindi fa di
meftieri preferì verle i fuoi penfieri, e non 1 afe i arie giammai la.libertà d
andar vagando, altrimenti patterà ella ben. predo dai buoni ai cattivi oggetti f dal che ' ne feguirà, oltre gl’ inconvenienti
accennati po imperciocché, ficcomeaferma [Gerardo de, Zulfania, egli è. imponìbile, che uno Spirito vago, e che. nop ha oggetto alai no determinato 9 a
cui; indirizzare i fqoi,penfieriri ed
applicarvifi con attenzione, non fi muti
iecpndo gli oggetti, che in gran numero
le gli prefentano, e che ira le cofe
edrinfeche-, che con. fuo piacere lo
circondano, egli non riceva Tempre, f
impresone, di quelle, che gli il prefentaion le prime poiché, Jecondo jL r Ecclefiadico, ( EccL 3205, il.nqn lira cuore prende,, e agevolmente riceve
Timprefiiòne V e la qualità delle fi-,
gure, che la nodra immaginazione gli
ra PPrefenta. :.p Fate conto di
quefti infegnamenu, Proponete
d’approfittar vene,.e. dismetterli in pratica dando meno che potrete di libertà
a queda fuggitiva, cioè, alla vodra
immaginazione' y la qude non fa
fabbricare, che delle bizzarrie c e
che 6 1 Combattimenti Spirituale )t. thè farebbe anche i più Saggi dfifb.
vente credere pazzia fe al di fuori ap-pariffe quanto ella va difegnando al
di dentro. i vr Jìl Colloquio coi volito buon Angelo ncome
l’ antecedente; V -! L’Obblazione
Offeritevi a Dio con un Santo defìderio
di mon applicare il ~,Voflro intelletto
i, e tutte le potenze della voflr’
Animai che a ciò potrà fervavi per conofcerlo, e per Conolcér -Voi ftefli, per antar lui . e per odiar yoi medelimi 5 e rinunziare di buon hiore a tutto ciò che può aduli rè -hi i-yoflra immaginazione, e farvi dimenticare
la presènza di Dio. 0. , r y., r xrnbtu ivo, W iT, f ì,? ' :’Xa lezione spirituale pel terzo a oa
’jn-i.? o Giorno L,. . 7 Ò$ell(t prefenz.a, di tià r ctì 'e un
aUrif.l poderoso foccorfo in quejtò
Com’ r ‘ J.. battimento spirituale, ì.'.ì % i'i ' a. .VPOloro ch'entrano 1 in quello Com battimento rinforzati' dal foccorfo della grazia divina fonaafficuratì ( : w t Il
primo è di richiamare alla me morti il penfiero del la prefenza di Dio Coi lume naturale, prefupponendo que-ffa
gran verità dagli antichi ì
Filofofi ben conofciuta, cioè, che Iddio
è ih
Ogni luogo per effenza, per prefenza,
e per potenza w Iddio è 1 euere delle
Cofe tutte, che fono V e talmente ertile, che non può non efiflere; egli
è un’eflere indipendente, e che ertile,
e fuflifle per fe mèdertmo, egli è il
fondamento, e T appoggio di tutti gli enti creati di maniera, che lenza 'di
lui ritornerebbero in quel nulla y d
onde furono da lui cavati y e in tal
guifa ogli è in tutti gli enti per
eflenza : Vi è altresì per.prefenza e
per cognizione y imperocché ogni cofa gli è prefente, sì il pattato, come f
avvenire. £ 2. Il Combattimento 'Spirituale talmente che il tutto è aperto, e nu to ciò, che fi muove, che lenza di lui niuna cola muover fi potrebbe; imperciocché,
fe la Vita è il principio del moto,
Iddio è il principio della vita c del
moto. Qiiea pret'enza è del tutto uni veriale poiché per ella Dìo preferite in ogni luogo, e in tutte lo Creature con il fuo Edere, e colla fui Portanza. Egli è in’ Cielo, c nella. terra
con le cofe fenfibili e con le iiP SenfibiU,
con le corporali,-e con lé
Spirituali con le ragionevoli, e
irraA gionevòliv LjEtSer di Dio, dice
S.Bojiavenrara, è perfcttiflimo, ed immenso Segb è al di dentro di tutte le
co Se Senza elfervi r inferrato; egli è
: ‘al, di fuori di tutte le cofeSenza
elTerne -eSclufo j egli è ai difopra -di tutte leoc Se lenza elevazione, ed è al diletto Senza abbaiamento. li Secondo mòdo dìprevalerci di quell 1 ajuto della prefenza di DioegU è tanto più nobile, edeccellentequanoS lume
fovranaturale è più perfec ' to. to
ed eccellente del. naturale; effbde:
riva da un pentimento interno
per mezzo di cui Iddio rifchiara
la noffra Aiemoria, e vi diffonde uri
raggio, che la fa ricordare di fu a
prefenza, ih che fàffi con una Grazia
preveniente, ov-vero eccitante, a cui dobbiamo fedele mente corrilpondere. Dobbiamo altre- 5Ì aver a cuòre di chiedere a Dio con orazioni brevi ma fervorofe, eh egli c infpiri quella rimembranza della f i;
a Santa! prefenza, e dob biamo
eflermoU tó attenti, e fedeli in
rispondere alle fue.divine ispirazioni .o ~ Queffe due; pratiche rifguardano I 4 memoria $ ma vene ha un’ altra, che formafi colf intelletto, il quale
iliuftra to eifendo da un, lume
fovranaturalef vede con gli occhi
-della, Fede ncbie Dio infinito, ed
immenlo. è per, ogni dove 5 che le! cofe
tutte fonò iflduKj ed elfo in tutte le
cofe che come 1’ Anima dell' Uomo;,
fatta a db lui fornigliaiiza, ed immagine è tutta in tutto il Corpo da lei animato y.;e tutta, in qualunque di lui parte, così egli ètltt to in tutto 1univerfo, e tutto in (eiaff una
parte delFuniverfo V iùtdlewo rifehiarato dal, lume della fèdeconofee ancora un alÈr) verità ;CÌoò che Iddio T t ~ non
94 11 Combattimentv Spirituale
boij folamente,è in ogni luogo' futfcft
di noi,, ma-ch'eglie altresì intimarneK dentro: di; noi é ch'egli
.pene.; più,. che, l’acqua penetri
la il fudeó il terrò 5 eh egli € piu L
Ayxn% ideila. noftr Anima -, di quello la;
nfcdiru noftr Anima,tìa Jafonna, e
là}yit del noftro corpo y t principale
mentenell Anima; Santa juin -cui Iddio
Ha prefente colla fra grazia d una mam#A!fredabìley 'I° ho camminato
afr fai, dice S.Agoftina, come Una
pecorella friarrita etteaidovio Signore nelle cofe citeriori ì e voi fìete nel
mio inter noi, JiQ: fatturato, e corfo
non pò- co dietto voi fuori di me, e
volile te fr mci-nii ion raggirato’
perde lira-de di qnedoi,Mond© per cercarvi,
vi JiPi imi rittoVata, mentre non bifogna ceneare al di fuori, ero, che
m dentro. Quanto, ho tardato mai ad a
marv i . o beltà.: antica e tempre; nuo-:
va ! quanto ho differito, ad amarvi. voi
fete freme,i edi idi vi cercava tuo n di, me
pendendomi dietro le bellezze da
voi create y voi fete con -me, ed io non
eira coq voi, perchè io ne. era feparato
per le cote che pur non farebbero telila di voic ri vnfo
MpU ibafla perp? che a gettiamo alla.
pre 1 P&nza diDTL P
coll'intelletto; bifo°rta liemoru
e volontà, che è L 3n
Spirituale còme 1 Aere immenfo : biiogna
però avvertire di fervirfi eoa prudeoza
di quefti {imboli. Iddio etfendo puri f
lìmo Spirito viiol edere adorato ia
ifpirito e verità, e quelle immagini
avvegnaché conformi alla noftra debolezza,
fono ali eftremo fproporzionate alla
Maeftà d’un Dio, la di cui infinita natura non pub edere concepita fotto
alcuna forma finita. Quella ftrada dell'
imaginazione è molto foggetta alte
iilufioni ed a grandi irriverenze
le non fi calca con prudenza, e
il meglio fi è di fervirfene meno, che n
polfibile. ' ' r Bifogna notare
fopra quello log getto, che non è già
tanto una immaginazione quanto un atto
dell intelletto illuftrato dal
lume della fede ilrappreientarfi Dio prelente nella fua vilibile,
e perfettifiìma immagine, qual e Gesù
Òri fio, fia nella fua infanzia, fia nella fm adolelcenza, fia nella fua età perfetta,
che converta, quando penante c quando
rilorto, e glorificato alla delira del divin fuo Padre; ma principalmente di
figurartelo a noi vicino, come ofTervatore oculato di tutti i noitri diporti sì interni, come elterni Ewi ancora una maniera ettenorecU ... P or
porli alla prefenza di Dio, ed è quella
di rimirare il Cielo j imperocché febbefie Dio ila in ogni luogo, con
tutta ciò la Scrittura Santa in varj
luoghi gli aflfegna il Cielo come fuo
Trono $ da poiché noftro Signore vi è
falito quella maniera di rimirare quello
téli plfimo log giorno per contemplarvelo, e così metterli alla prefenza di Dio, viene accompagnata da una grande foar vita, e dolcezza. Si racconta, che S. Ignazio Fondatore della Compagnia di .Gesù
coftumava di portarli tal volta fui più
alto piano di fua cafaper contemplarvi più a fuo bell'agio il Cielo, c che di là ritornando d' ordinario
efclamava: oh quanto mi fembra vile, e
ordì da La Terra, mentre contemplo il
Pielo Sopratutti però il più
ficuro mezzo per tenerci fempre alia
prefenza di Dio è di veder Dio in tutte
le cofe,e tutte le cofe in Dio. Quellapratica fi può efeteitare in tutt’i tempi:. Dio effendo
eterno a qual tempo non è egli preferite
? Dio elfendo in ogni luogo, e
riempiendo egli il Cielo è la Terra, in
qual diftretto non ritroverafli? Dobbiamo vederlo in tutte le creature ., poiché, Cccome abbiam detto, Dio è E 1
1 II Combattimento
Spirituale la bafe, e X appoggio di
tutti gli Enti JLa prefenza di Dio alle Creature è la . cauta del loro eflfere,
e fe da loro 11 fottraelfe per un folo
momento, in quello medefirno iftante
elleno ritornerebbero al loro nulla. Bifogna ancora riguardarlo in tutte le azioni, poiché egli è il primo agente, e il principia di oni azione mescolando Àl fuo generale ed'
universale concprfo con tilt to ciòcche
ha azione o movimento j? di maniera che
dobbiamo confiderai. Iddio prefente ed
agente In tutte le co fe ed è ben cieco,
chi non io vede Prefupofte quelle
verità confideda mo J obbligo, che
abbiamo di tenerci i ncelfantemen.te
alla pire Senza di DiÒfenza perderla giammai di veduta, -rax con un Santo timore, con un impetto v ed umiltà bèn degna dIla fu divina, Maefta. Quella era la pratica del Pro Seta Elia, che diceva a ordinario Vìva Iddìo y alla di cui prefenz.a io fot}
fempre C f ? J4 ) Quella era quella del He Davide, come Ben poflìarno rimarcarlo
in più luoghi de uioi S almi, ma
principalmente net quintodeciino ove
dice quede belle parple: 4 mi proponeva il Signore avanti gli occhi j miei perche egU è fempre, meco, per Mfejtderjtfi,
Idalla ina è i;
o i, a r a ofl
cìs et i
’i ì I
dalle caduti' Lr .. 99 fta f ei
„pre la jfridcrl'i quello Hiloloto,
re -chi è difpollo à peccare confiderà,
che vi: h un tbftimonid,.che lo Vede;
ngtlt ariamoci alcuno per cui abbiamo
del rispètto del timore, rendiamocelo
preferite, affinchè facìamo fantamente
demolire più' decrete azioni Gheipér quanto invifibile che dìa ? fe
rnowra cofeienza, ella è tempre efpoftav
e palefe agli occhi di Dio? Colla ricordanza della prelenza 'di Dio 1 Abbate
Parjptuzio cavò dal.lezzo della
impurità d. Tiel P Scttpelì ’ l#f
fucila celebre Cortigiana Taìs, e la
cangiò in una efìmia penitènte e S.
Efrem ne liberò un’altra dalla medefima infelicità nella Città di
Edeffa. Noi non avremmo mai V ardir di
peccare, dice S. Girolamo, fe
rifletteflìmo che ciò faciamo avariti ginocchi di Dio. Quefta prefenza adorabile dice S, Ambrogio,
pone in fuga tutt’i vizj, e et -dà una
forza maravigliofa per vincere le
tentazioni. Giufeppe effondo tentata
dalla fua Padronale Sufanna dà 1 Vec
chioni impudichi, confederarono Iddio
©refente, ed ottennero la vittoria Ella giova altresì fommamente all’
acquifto delle virtù, il loro fenderò; che
flutto è coperto di fpine e di difficoltà, ‘tutto fi ammanta di fiori alla prefenza di Dio. Scrivendo' T Apertolo ai Crìftiani di
Filippi, ed efortandolin a praticar la modeftia e le altre virtù al Cofpetto degli Uomini, per obbligargli con.
maggior r efficacia fi ferve di quefto
motivo; Operate in tal manierAy ;( dice loro ) che la voflr a modeftia tt tutti gli
uomini fi a palefe imperciocché il
Signore' ì prefente r vicino ( Philip 4.
i $1 ).i riV, 5 tr per aiutarci a
vincere te tentaioni r per domare le ooftre palli oni e pe farci praticare le virtù in modo eroico r chi. non vede eflér ella unodcf più : poffenti, Toccarli y che dal Cielo
ri cever-polìTamo in
queftoSpirimaleCombattimento ? ed. oh’ chegran motiva Banno mal di confolarfi tutti coloro #S.vi entrano !poiché' quello foccorfo yien loro prometto dallo Spirito. Santo ih quafr tutte le pagine della Sacra
Scrittura r Procuriamo adunque a tutto no
$ro potete di renderci tamigliari quesfìe pratiche ufandone, or S E una
. f.orui altra per camminar Tempre alla
prefen- za di Dior AccolHimlamocI a
confìderailcr coperto lotto il velo delle Creatrtrev per mezzo' di W egli ci
guardar e vede qoir fofamente le noftre
azioni, ina ancora i noftri penfieri,,e
i piu 'reconditi' affetti del no(lro cuore. Guardando noD QeatWey
avvezzandoci ieparare il corporeo dallo
Spirituale ied a. vfcorgere Dio prefente
In efl. ma. principalmente a‘ coiGderarlo.'
dentro di' noi lleiTì, e quando vorremo
combattere alcuna dette noftre pacioni Q' fare qualch’aluracofa,
rendiamo-cì primieramente Iddio prefente in alicela: delle maniere poc'anzi
acceo àéfi'ScftfólK' K i&f fór e a lui indirizziamoci còti fervidi defìderj. i nrplorando il fuofoccòrfo j i
è forno pur certi y che fe ci rendiamo'
fa migliare quella prefefrzà di DioV j
nóflr folamente riporteremo frequenti, e
fégridate vittorie fopra i' nóftri' nemici
ora non avremo più nè' peiifieri nè paf role y nè faremo giammai ' alcun-aziol fle, che pòlfa dilptacére' a‘ quella divina
Madiat e parimente da 'timemBran za. 4
della fu prefenza ci darà' la’ forza,
ili tempre confer varò in eftay e } la fa 1 milita sdi Ilareal fuo cofpetto cori
riverenza, e timore wìo&(ìu orbi u.iq rM.
i.tir, vqnrd runa nero 100 x.i:i s, :
ì i : r:H flutto det tetto (Stortura
.-.,j o'-yf J voftrl fenli-y
acciò nullaentri per edi che polla occupar veramente la voftra’ immaginàzlone,
o' intelletto y o che polla fomentare le vòftrè
♦palfioni r appetiti K ik. '.
ferh i di offervare fedelmente la
regola, eh’ è nella prima confiderazione
del fer condo Eie rei zio per giudicar
Tantamente del giullo. pregio delle cofe e. per
feguitar volentieri edi. -buon
cuore i fentimenti altrui. Settimo di
rendervi, famigliar! tutte le differenti
maniere' dt tenervi alla potenza di Pio .le
quali fono notate, e fpie|ate nella
Lezione Spirituale,, acciocché tal-,
foccorfo non vi manchi giammai in quello
Spirituali k Combattimento,. t.ó. . ci
non obbqd oiìnb in 7 rt Isn oq V:.h 0!id
O c OVtOV OltfOfTKAO.L tììg v'r r snni
tu o f.G v)i rni
df n:,? txu ib oiJro'Vi 'no line del terze Giorni . -i yrt
. 1 ! i Fgs rb db non 21
obwl. b Tq tifi ili Jib fró:i£i‘.qv j-o .( n, ti o ri mbir. a 1 ...
b xrJHV' r. b; jp.i{;h oniVJiù'b jiloq
‘ QUAR ?. v $ -V-cer fK!Mó e farle per impdH 1 VO ' j'ic, unente per piacere, e W phi u „ ql fe Con,
io£ Il Combattiménto Spirituale
Confondetevi, riflettendo' quanto fiate fiato fili’ ad ora lontano da
quella, maniera d’operare e da quella
purità d'intenzione. Fate proponimento
di effer attento a dirizzare la voftra Intenzione in tutto do che Farete,
nella, maniera, che poc'anzi atete
considerata, fe non volete perdere il tempo, crender inutili le voftre azioni.
t t II Colloquio coll iloftro Signor Gesù
Crifio. Chiedete quefta purità dmaenzione; rinunziare nella di lui Santa Prefenza ad ogn’ altro fine, ed a quar lunque ricerca di voi ftefti, e fatelo?' con una grande fincerità %,. C onfiderete,quatft£
grande là corruzione della noftra
Naturai poiché ella è si inchinevole, e
prodire a ricercare in qualunque ( cofa i fuoi
Vantaggi, e la fua propria foddisfazlo
ne anchenelle cofe più Sante o fpirlr
tuali, di cor fi pafee con eccello come d’ una ghiottoneria, o
vivanda.. fuo gitilo, il che. interamente
s oppone, allo Spirito di Dio. Confiderete, quanto fia Tagrimevoje quella corruzione., elfendo efiala cagione,
che ancora quando ykn pjopor fio Silfio vuole rnotivo £
ria, ma per h Drnnn, FrJ a 4tiajglache vi ritrova, o perllWT' ’ o Per altri avvMta4iL d on °rende, il c
hé eiin’m. ?, fle atpiù mm £ rnlÌ° Starno
fa è toni perfetta c l ll ? nro
h cocche fino 5n deaerare l ‘ly 0 f ??, cn poffiamo eflere m? re ? 10, edefimo nati 4 alla fotti quello deìderio &
in la fodf£2ì ,am.° -Pcr oettd nzichè la Volotitì'd? njo ,T V divm beneplacito ?
-&' te I P ìu occulti
mov f M?mm 11 Colloquio
e. Pregatela alnilmE ma Ver c fd G in,tmzrvi m una cofa 1
lo8 II C omb atti mente Spirituale j
necefforia, e in cui ella è fiata fem
pre sì fedele. III. C Onfiderate, che per evitare un inedia sì
pernizioia bifogna oflèrvar .fedelmente la pratica feguente. Quallora lì
prefenta alcuna cofa, che Dio Vuole da
nói, prima di permettere alla noftra Volontà d abbracciarla, biloalzar la mente
a Dio, e vedere s J? fu a Volontà, che
noi la vogliamo, ie poi volerla pel lolo
fine del di lui onore, e della di lui
gloria, e perchè egli la vuole. Bi fogna
praticatelo fteffo in ciòcche Dio non vuole, e quando ci s offre qualche Cofa
di quefta natura, non bifogna accordare al noftro cuore di abborrirla, nè di rigettarla, fe prima la mente non abbia fatta la ’medefìma riflefiìone, e laftdfa fommiffione,
ed avendo conosciuto, che ciò non è di
voler di Dio, fa duopo non volerlo in
alcun modo, come limolati e diretti
dalla ‘Volontà del medefimo Dio. Fate
conto di quefta pratica, proponete d’ tifarla, e dì rendervela famigliare... IL Colloquio col voftro Angelo Cuijtode.
Pregatelo di graziarvi delle fue ispirazioni, affine di non dimenticarvi mai d’una pratica sì Tanta. s, IV. ',.. I,, y '. '
V : C Onliderate, e fiate in guardia,
perchè gli aguati della nollra naturi
corrotta troppo fina in cercar Te medesima, Tono difficiliffimi a
conofcerfì 5 imperciocché noi di fovente
ci lusinghiamo di avere quella purità d’intenzione, e di operare per un’
impulfo tutto divino, e pure non è così j mentre in verità non operiamo, che pelnoflró amor proprio. Per evitar quell’ insan-. 110 ci è duopo diffidar di noi llelfi, flar bene fulla nollra guàrdia, ed tifare una
gran diligenza in purificare ls nollra
intenzione al principio di tutte le
noftre Opere, e non intraprendere ne
lafciare giammai cofa alcuna, fe non per
quell’unico, e puro fine della volontà,
e beneplacito di Dio. j Concepite un
Tanto odio contro voi fletto; pregate
nollro Signore, che vi lciolga tutti i
legami del volito amor proprio, e che vì
doni un cuor fedel e curante che della
Tua Gloria, c dell adempimento del Tuo
Tanto yoJere. Il Colloquio col vollro
Angelo Saft I I i Ilo 11 Combattimento
Spirituale to. Pregatélo, che vi
difcuopra il voftro amor proprio, e che lchianti da} voftro cuore ogni ricerca di voi me defimi.
ESERCIZIO, Continuazione del
medefimo . ~ ' . Soggetto, Come fi
debba metter in pratica ciò, che ' detto
abbiamo della purità d’intenzione e del
modo di ottenerla da Dio Y J. 1 Orazione preparatoria al folito.; Confiderate come dobbiamo diportarci per
fare una pratica fedele di qaanto abbiam
detto nel precedente El'ercizio. Nelle azioni di corta durata, fieno interne o
efteriori, bafta avere. virtualmente, o generalmente quello puro motivo di
piacere a Dio, e di fare la fua volontà;
ma nelle azioni di più lunga durata Infogna attualmente indirizzare la noftra
intenzione nel princìpio delle medefime,
e nel piOgrefifo innovarla di quando in
quando per confervarla Tempre retta fino al
fine, e per non cadere nelle panie, e
' ' lao
T Del JP. Scupoli ? ni 1 lacci del noftro amor naturale, il quale
efiendo più portato a compiacere fe.
fletto, che Dio, di fovente ci diftrae
daìioftri primi oggetti, e nc fofKtuiice degli altri, che ci fanno
cangiare il fine, attalchè ciò, che al
principio abbiamo voluto per piacere a
Dio, pel progrefiò, e verfo il fine lo
voglia-jno per piacere a noi fletti.
Fate ilio di quefte induzioni. Chiedete a Dio la grazia d’ efler fedel
nel -praticarle; pregatelo, che vi
liberi da -quefta lufinghiera pattfone,
che ci arreca tanto {vantaggio. Rinunzi ate ad
ogni ricerca di vai medefimi. (
II. . ' u I Confiderate ancora, che fe noi noti ittiamo bene in guardia in qiietto affare, a poco a poco e quali infenfibilmente
e coi piedi della noftra corrotta Natura, ciò che li è cominciato con una retta intenzione fi continua,
e poi fi compie Con molta imperfezione. In fatti noi abbiamo una sì
grande compiacenza perì noftri parti, che
ci dimentichiamo affatto del diVin beneplacito, il quale era il fine
della noftra imprefa, e la prima intenzione, ‘
eoa la quale incominciammo ad ope G z rare, 1
t . IH II Combattimento
Spirituali! are, e ci attacchiamo sì
fortemente alla noltra propria
foddislazione, oppure all’onore, ed ai vantaggi, che ce ne provengono, che fe addiviene, che liamo impediti dal profeguimento dell opera da qualche infermità, o da qualche
creatura, che ci li opponga, o da
qualch’ altro accidente, ne diventiamo
tutti turbati e metti, e non ci fo.ttometriamo fe non con grandiilìma
pena, e con violenza ad amare quelli
ottacoli, che Dio ci manda o ci permette, e ben fovente. ancora ci
lanciamo trafportare alle mormorazioni, e
impertinenti querele, per non dire, alle beftemmie. Il che fa vedere
aliai chiaro, quanto liamo lontani dalla
purità d’ intenzione, con cui intrapren. demmo quella buon' Opera, e
quanto fortemente liamo poi attaccati
alla no.ftra foddis fazione particolare
conciolacchè colui, che fa tutte le fue azioni mollo dalla Volontà di
Dio, e pei .folo motivo del fuo beneplacito, e delia fua Gloria, non vuole
piuttofto una cofa che T altra, e non la
vuole, fe non in quanto ella piace a
Dio, endla maniera, e nel tempo, che glièpjù .aggradevole, rimanendo
ugualmente contento d’ averla, e di non
averla, avendo egli Tempre ciò, che
brama, cioè ciò, che piace a Dio. Concepite un Sant’ odio contro voi ffceffi j abbiate orrore della
corruzione della (voftra natura j
rinunziate in presenza di Dio a qualunque ricerca di voi medefimi : domandategli un cuor fedele per non amare in tutte le cofe, che la Sua gloria, e 1 adempimento del fuo Santo volere. Il Colloquio colla Santiftìma Vergine, che
fu sì fedele, e sì pura in tutte le fue
intenzioni. Pregatela di purgare il
voftro cuore da tutto ciò, che fi oppone a quefta fedeltà. Confiderate ciò, che v bifogna fare per avere quefta purità d intenzione in tutte le noftre azioni. Egli è duopo efSer
Tempre ftudioiàmente raccolti in noi
lleflì, e ricordarci d indirizzare la noftra intenzione al principio di
tutte le noftre operazioni, come abbiam
detto di Topras e Te accade, che la
prefente diipofizione del noftro interno
ci porti ad abbracciar la Virtù per
isfuggire le pene dell Inferno, o per
meritare il Paradiso, bifogna ricordarci di farlo, perchè taf è il beneplacito
di Dio, il qua G 3 W ii4 11 Combattimento Spiritante le defidera, che tutti gli Uomini fi
fai- vino, e non vuole che alcuno di loro perifca. Non dobbiamo mai allontanarci da
quello motivo, nè da quello fine ma a
lui condurre tutti gli altri, elferF do
egli di sì gran merito, evalore, che
un'azione pet baila, e picciola, che fi a, fe fia fatta con quella pura e retta
intenzione, che abbiamo poc' anzi fpiegata, vale incomparabilmente
piùdimolt altre della maggior importanza,
che fatte fieno fenza quello motivo f
Bifiogna altresì chiedere a Dio quella purità
d' intenzione con perfeyeranza, e per
obbligarci a non {cordarcene giammai,
dobbiamo confiderare ciò, che Dio è
in fe llelfoj com'egli merita infinitamente d'elfer fervito, e onorato;
e li beni grandinimi, che abbiamo
ricevuto dalla iua liberalità pel folo motivo del fuo amore, e, fe fia duopo bildgna eftendere
quello penfiero confiderando quanto Iddio ci ha obbligati, onorati, ed amati nella Creazione, Creati avendoci a fua immàgine, e fomiglianza, ed avendòci
fottopolle tutte le creature; nella Redenzione, inviato avendo non un Angelo, ma il filo unico Figliuolo per ricattarci, non col prezzo corruttibile dell' oro, e dell' argento, ma col fuo V preziofó Sangue, e con una morte u Qualmente crudele, che obbrobriofa nella cónfervazione, difendendoci ad ógni momento da'nofoi Nemici, combattendo
efio medefimo pel noi, e rinforzandoci nelle noftre debolezze col mezzo d'un cibo tutto celelle, qual' è il di lui Sacratiffimo Corpo, e preziolìlfimo
Sangue j daì che chiaramente lì fcorge
la Rima e il conto, eh'ei fa di noi, e f
amor che ci porta. Finalmente bilogna
aver Tempre m veduta l’ immagine de’ Tuoi benefizj, e confervare nel-' la noftr anima un fentimento ben 1 alto, e fublime della grandezza, e maefià dt Dio, che merita un'onore, ed im’amo- re infinito, affinchè colpiti da tutte quelle
confiderazioni non operiamo pii che pel
fuo amore, e per la fua gloria
Ringraziate Dìq di quelle cognizioni.Fate tutto il vollro teloro di
quella purità d'intenzione. Chiedetela a
Dici còn perfeveranza, e con una gran
confidenza nella fua bontà, e nella fua milericordia. Ponetevi di fovente a
mente quelli sì poflenti motivi poc' anzi accennati affine d' obbligarvi
efficacemente a quella purità d'intenzione.
Jl Colloquio con Dio. Conferite cofi
lui di quelli purità. d' intenzione come
V X3 4 dell le
Il6 11 Combattimento Spirituale
'dell indù Uri a la più importante, e li
piu neceffaria per ben nutrire in quello Combattimento Spirituale, e
feftza la quale voi farefte uno
ftordito, e un temerario a prefumere di
venire alle prefe co’ v offri
nemici, ESERCIZIO. £elle due volontà, contrarie che fon im noìy e cu ale deprezza, e cautela ufar dobbiamo nella guerra che hanno fra
dì loro L’Orazione preparatoria
al folito. L C Onfiderate, che vi fono in noi dae volontà, l’una è quella della ragione, Che
perciò chiamali ragionevole, e fuperiore, e 1 altra è quella del ienfo, che li appella fenfuale, c inferiore,
e che indifferentemente lì elprime con quelli nomi di fenfo, di appetito, della
carne, e di palfionee leb.Lene l’ una, e l’!altra n poffa dire Volontà y con
tutto ciò, lìccome da’ ienU non Éamo
colli tiriti neirelfer di uomo, ma bensì
dalla ragione, così non dee dirli
propriamente volere quando 1 appetito fenfuale tende a qualche oggetto. SSBB9I
to, ma {blamente quando il ragionevole vi acconfente; d’onde ne viene, che tutta la nodra guerra fpirituale principalmente confale in ciò, che la volontà fuperiore, e ragionevole edendò
fituata come in mezzo tra la volontà divina, eh’ è. al di fopra di lei 9 e la volontà inferiore, ch’è al di lotto, ella è perpetua piente combattuta dall una, e dall’ altra, che fanno continui sforzi, per fottometterla, e tirarla al proprio partito. . Rinunziate per Tempre a queda volontà
lcnfuale, che vi è comune co’ Bruti.
Defiderate ardentemente di afloggettarla alla volontà ragionevole, e quella a quella di Dio. Il Colloquio con nodro Signor Gesù Crifto.
Proteftategli, che la Vodra maggior
paflìone è di fargli un fagridzio di quede due volontà, e di non volerne aver mai altra, che la fua. Considerate,
che quella guerra non è di travaglio a
coloro, che hanno di già fatto 1’ abito o nelle virtù, o ne’vizj, e che fono rifòlutidi
peufeverarvi, come lo ha egregiamente av. vertitg S. Agodino, imperciocché
gli . g j. ù. tiS lì Combattimento Spiritual fini
agevolmente s’ accordano alia vo lontà
divina, e gli altri alla fenfuale : ma
una gran pena, e gran combatti mento fi prova maflimamente nel principio quando fi propone di cangiar vita, e di enotere il giogo della carne per con fervarfi all’amore, ed al fervizio di
Dio, principalmente quallora fi è
invecchiato v negli abiti cattivi, (e
peccaminofi s inrrperciocehè i colpi, che la volontà fuperi ore riceve e
dall’alto e dal balio, cioè a dire,
dalla volontà di Dio, e dalla
inclinazione o volontà fenfuale che la
combattono inceffantemente, fono sì afpri, sì violenti, e fenfibili, che un’anima è quali ridotta all’eftremo dalle
no; e, e dalle agonie, che l'offre.
Dichiarate una guerra aperta a tutti i
movimenti della voftra volontà fenfuale, non vi feoraggite per le difficoltà
y che potete incontrare in facendole
refifienza; ailicuratevi, che quanto più generofamente le refifterete, ella vi
recherà minore la pena. Il Colloquio
colla Vergine Santifixma. Imperciocché febben’ ella non -abbia mai fofrèrti
’fomiglievoli combattimenti, fa però la neceflità, che abbiamo della grazia di
Dio per non foccombervi. Pregatela ad affiltervi. w ' e manca eziandio il cuore al
prefentarlì di quelli fieri nemici, i
quali poi ci tiranneggiano crudelmente
Chiedete a Dio una fanta generalità,
ed un coraggio invincibile. Proteffate Q % ‘ ' gli ' '
i lio II tymbattimentò
Spirituale gii, che voV bramate di fare
una guerra aperta a tutto ciò, che fi oppone al
fuo Spirito, e che partecipa della carne, e del Sangue. Domandategli la grazia di non consentire giammai a cofa, pne fia contraria al voftro flato, e indegna di que’illuftri nomi di Criftiano, o di Religiofo, che tanto vi adomano Il Colloquio col voftro Santo Angelo,
affinch’egli fia con voi in tutte le
voftre difficoltà, e che vi ajuti, e vi
ferva in tutti i voftri Combattimenti.
Confiderate in conseguenza, quanto
grande è l’errore di alcuni, i quali applicandoli alla vita Spirituale,
amano fe lie Ili più di quello, che loro con' viene, benché in verità non
Sappiano 1 arte di a marfi finceramente.
Eglino Scelgono gli efercizj più confacenti al loro gufto e talento, e lafciano quelli, che mortificano perfettamente le inclinazioni
naturali, e le paffioni {enfiti ve, contro le quali, a lar bene, fi
dovrebbe volgere tutto lo sforzo del
combatti mento, non ufando di tutti gli efercizj Spirituali fe non quelli, che più fervono a
sì generofo difègno. 7 Abbiate
compalfione di quelle perio ne v i 12 r
fte, le quali da fe medefime in cotal
guifa s’ ingannano. Approfittatevi del
loro errore, e rifolvete di non applicarvi che agli efercizj, i quali
faranno. più atti a crocifiggere il
voftro amor proprio, e ad umiliare il
voftr orgoglio. Il Colloquio col voftro
5. Angelo. Domandategli, che vi
rifchiari co’l'uoi x lumi, acciò
ne'voftri efercizj non fiate abbagliato
da uno fpirito di errore e d’illufione.
ESERCIZIO La maniera di combattere centro ì movi menti de' fenfi, e gli atti
che la volere ta dee produrre per
acquietare gli abiti delle virtù.
LOrazione preparatoria al folito. Confiderate come ci dobbiamo con durre,' e gli atti che dobbiam fare allorché
la n offra volontà fuperiore e
ragionevole è combattuta dalla volontà fenfuale da una parte, e dalla divina
dall'altra per ridurla al fuo partito 5 imperciocché fe bramiamo che la volontà divina prevalga in noi al no ftrft iti II Òombmimèruó Spirituale tiro appetito Senfitivo, dobbiamo operare in
quella maniera. Primieramente, quando
damò aflallrf e combattuti da alcuni movimenti
inconfiderati del pravo appetito, biSogha tolto far loro una coraggiósa
e valida rellltenza, affinchè la volontà Superiore non vi acconfenta. In
fecondo luogo cedati che frano quelti
movimenti bifògna eccitarli di nuovo per reprimerli più fortemente di prima,
ciò che biiogna far di b.el nuovo, e
rintuzzarli non Solamente con forza, ma altresì
con Santo Sdégno e come abbattendoli,
Quefta pratica di risvegliare in tal
guiSa dentro di noi le noftre particolari palfioni debb 1 edere
olfervata contro tutti i noltri
Sregolati appetiti, eccetto nelle
tentazioni della carne, impercioCchè. Se vi è dell’ onore,, e della gloria J in combattere, ve n è di più nel fare una ritirata opportuna, quando cono Sciamo
che le noftre forze non Sono uguali a
quelle de noftri nemici. Eccettuata adunque la padrone dell’impurità, per tutte
1 altre egli è duopo di loro opporre
mille atti di rifiuti di Sdegno dì avverinone ' e di orrore per impedire, che
la noilra volontà Superiore non
v’acconfenta .e non abbandonare ni.
giam Jbel P. Sciipolì i 1 1$ giamtfiai II combattimento fe prima if noftro nemico non fia interamente debellato e
vinto. La ragione principale, che ci
obbliga a rifvegliare in cotal guila le noftre
proprie pacioni, è perchè può accadere,die il Demonio accorgendoli
della refiflenza, che noi facciamo alle
loro fre fidatezze, fia per celfare dal
follevarie in nói, ed anche allorché noi te
ecciteremo, egli farà tutto lo sforzo per acchetarle per paura, che con quello efercizio non venghiamo ad acquiftare T abito delle virtù loro óppòfte, o pure affinché vanamente crediamo, che i noftri vìzj
fieno affatto elminti, quando non fono,
che addormentati. Quella è la ragione,
per cui io dico elfer bene di richiamare
alla noftra memoria i penfierì, che cagionano in noi quelli movimenti, di
eccitarli, e di Combatterli cogl atti della parte ftiperiore più generofi di
prima, procurando di reprimerli
interamente in mezzo a’penfìeri, ed alle ragioni, che li hanno fatti
nafcere, concependo per effe un tanto
fdegno ed orrore, fino ad averle in
abbominazione : imperciocché fe noi rintuzziamo
una paflìone o un vizio fenza odiarlo,
t {blamente con una generate intenzione ne di far bene, e di tenerci in
pacepiut; tolto, che per un onrore
ingoiare della j fua deformità, corriamo
nfchio d'efìfer fuperati e vinti in
qualch’ altra occafione. Notate di palTaggio, che eccettuato Tempre il vizio dell impurità, contro cui non dobbiamo combatter mai fe non fuggendo. In terzo luogo, dopo avere refpinti quelli
alTalti violenti del noltro derpravato appetito bifogrìa fare degli atti delle virtù contrarie a quelli vizj $
per efempio, fe abbiamo deiravveilìone
a qualche perfona, che ci travaglia,
dobbiamo primieramente defiderare d’ efler
efercitati dalla perfona medelimasfecon
dariamente bifogna proccurare di fentire della gioja per i difpiaceri,
eh’ ella ci arreca, e prepararci a
foffrirne ancor de’ maggiori. In terzo luogo, s egli è uccellano, bifogna pali are fino alla pratica
d alcuni atti citeriori verl'o quella
medefima perfona, tifando con ella pappié umili, e caritatevoli,
mollrandole un cuore Tempre aperto, e Tempre pronto a fervirla in qualunque
occafione. H avvegnacchè Tentiamo nel
nollro intera no quelli atti sì deboli,
e sì languidi che ci fembri di farli
contro la no [Ira volontà, non dobbiamo
con tutto ciq , llf lafciarli, o
interromperli 5 imperciocché per quanto
fiacchi effi fieno ci tengono aempre in
lena di combattere, e ci aprono la llrada alla vittoria nelle occafioni. Tutti quelli atti debbono etfer frequen' ti, e foefie fiate replicati, tanto gli
atti di refiitenza, di rifiuto, e d’av
verdone, come gli atti della virtù
contraria $ imperciocché ci abbisognano più atti buoni per formare un abito
virtuofè, che atti viziofi per
acquiftarne un cattivo, non efifendo
quelli ficcome quelli aiutati dalla natura corrotta. Rifolvete d J elTer fedele in quelle
pratiche, concepitene Una grande (lima, e
bramate con ardore di farne ufo. Dichiarate una guerra aperta a tutti i
voflri fregolati appetiti, e febbene non vi
molellino, non ve ne fidate punto, diffidate di voi lleffi, finché
avrete vita. Il Colloquio col voftro
buon Angelo, affinchè vi affilia co’fuoi
lumi, e non vi laici forprendere dalle
fottigliezze del voilro amor proprio, nè
dalle infidie dello fpirito maligno. Confiderate, chebifogna fare gli atti
fovraccennati non folamente contro gli appetiti fregolati, e violenti ' che fono li più Capaci d abbatterci
$ ma ancora contro li più piccioli e
de4 boli, aprendo quelli e facendo la
{brada agli altri che generano poi gli abiti viziofi, e per la poca cura, che
alcuni hanno avuto di refiftere a quelli
piccioli movimenti e di reprimerli dopo aver fuperati i maggiori ed i
piu gagliardi d' un medeimo vizio, è
avvenuto loro, che quando meno vi pensavano fi fono ritrovati più
vivamente affaliti, e fono fiati alla
per fine fuperati e vinti con maggior danno e confulìone di prima. Proponete di non la perdonare nep pure ad un folo deVofiri fregolati movimenti,
avvegnaché ciò fia in cofe leggiere. Non rilparmiate a fatica per vincere voi
ftefli anche nelle più picciole colei
Animatevi a ciò colla confiderazione, che iddio vuole quello da voi, e che facendolo farete cofa a lui molto
grata. Paventate affai il pregiudizio,
che potete ricevere fedendo a quelli
piccioli movimenti. Il Colloquio
col vóllro Santo Angelo, come il precedente
gons iderzione tu. 'Onìderate,
che per riportare uni vittoria si
importante e vantaggio fa. fopra i
noftri Sregolati aonetfrf t duopo, non
folamente rehiierc' ad efi’o lor° ? e
metter in pratica turrefeL'é denti
iftruzioni, ma ancora t.al voka rf fe
cofc 6 1 edai elider,del. la neiK h m Pe™eflfe fuor della necefljtaj
imperciocché oltre il ™ fitto
ineftimabile che ce ne verrà f fio ci
renderà più difpofti ancora edabi iia
iuperàrci ne’rtotoi Woliti ™ a, e quindi
ci fortificherai vieppfù e acqueremo un
mezzo tutto partii lare per vincere le
tentazioni fS-t mo molte lorp.efe
dell'infernale nemt CO, e faremo una
cola gratinimi a Dio Notate per
conclufione di quefto efock Zio, che,
ficcome gli abiti de vizi (i ' producono
colla frequente repetizione chi rfvf
Cl v P lontà Seriore allorché cede a
movimenti dell' inferiore cosi gh abiti
delle virtù fi formano col a frequente produzione degli atti dt ™ ede fi' n a volontà allora, qua£ do ella fi conforma agl'impulfi, ed alfe imprefliom di quella di Dio. E cosi la flpftn volontà non farà giammai vira
tuo- a
Combattimento Spirituale noia per
quanto gagliarde fieno le m-A fpirazioni
con cui Iddio la muove, snella non vi confente
e non farà giammai propriamente
viziola, per quanto fien rigorofe le
paflioni che la combattono, s’eMinon
cede loro, e non foccombe a’ loro sforzi.., Ringraziate Dio di quelle cognizioni.
Proponete di approfittarvene, e di porle
in pratica con la difcrezione necelfaria. Concepite un fanto odio di voi fteffi, che vi renderà tutte quelle pratiche facili, e piacevoli. Il Colloquio col vollro Santo Angelo.
Pregatelo d’ illuminare fa voftra mente
per conofcere quanto egli fia giufto che odiate voi fiefli, affinchè per quello mezzo rinunziate più facilmente alle cofe permeile non necelfarie,
ofifervando Tempre le regole duna prudente
e Tanta difcrezione. L’Obblazione. Offeritevi a Dio con un cuore contrito d’ edere fiato finora li pieno d’ amor proprio iiv-tutte le cofe, e
d’aver piuttofio aderito a’ movi-. menti
del vollro fregolato appetito, e della
voftra malvagia inclinazione, che a
quelli della fua grazia e della Tua diJ
vina volontà. Offritegli il voftro cuore, ferito di quefta contrizione, e
chiedetej nè quello amore fenza la
grazia. Le potenze e le facoltà, con cui
operiamo naturalmente, preluppongono il noflro effere naturale; così l’amor di
Dio, per cui fìamo refi capaci d’
operare fovranaturalmente, prefuppone il noflro: effere fovranaturale, al quale
innalzati fìamo dalla grazia. Nulla di
meno perchè la grazia fenza Y amor di Dio farebbe come un ente fpogliato delle
fue potenze, perciò molto più ci retta
a dire dell 3 amor di Dio, di quello
abbiam detto della grazia, poiché fenza
quefto amore la grazia medefìma non
farebbe un foccorfo ma foltanto una
qualità fovranaturale, che ci renderebbe grati a Dio : Y entrare però un
tal guifa in quello fpirituale arringo.,
farebbe come andare alla guerra fenz armi. Egli è l’amor di Dio, die ci da forza, e coraggio; egli, che cifomrninittra
la defirezza, e che ci fi vittorioi di
noi ftefil, delle nollre paliioni, e di
tutte le podeftà infernali. Con quefto
amore la grazia è fempre vittoriofa;
egli produce nella noftr’ anima gli abiti di Tel P. ScHpoli. tir' ! fi dì tutte le virtù per mezzo degli atti
eroici, che ci fa fare in mezzo alle j
maggiori difficoltà: in una parola, egli
è Tajuto più importante e più efficace,
l che dal Cielo ci provenga per fiancheggiare la noftra debolezza, e
foflcnerla nelle noftre battaglie. I V amor di Dio è quella forza e virtù i cdelie, che il Redentore promife aYuoi dilcepoli allorché lo Spirito Santo (
Lue, 4.V.9. ), eh’ è l 5 amor per
eflfenza, dtl fcefo foffe l'ovra di eflì fiotto il fimbolo 1 di fuoco. Egli è una forza e virtù,
che 1 viene dal Cielo, ma sì grande, che
in qualche maniera è infinita. Coloro,
che 1 ricevono nella lor anima lo
Spirito San; to, ficcome hanno Dio in fe ftefli, co-. sì hanno più di forza di tutte le cofe che fono inferiori a Dio, di maniera l che nè la carne nè il Mlondo nè tutte
le potenze infernali poifono fare cola
al-, cuna contro di loro. Il Dottore Serafi; co S. Bonaventura ci affieura, che
l'aj mor di Dio è tutta la forza d’ un cuor
generofo; quello amore, dice il Santo,
1 non fa che fia tornar addietro, egli non j teme punto i pericoli, non fugge i tra1
vagli,, intraprende le cofe più ardue e ; malagevoli, e fotfire pazientemente tutt
: tociò, chef offende: gli faepiano pur
guer Ifz 11 Combattimento
Spirituale guerra tutti aflieme i vizj,
le p affienii, 1 ed anche i Demonj
tutti ©onfpirino contro di lui, che, s’ è vero amor di Dio, non farà giammai fuperato e vinto. San Pier Grifologo afferma, che quello amore
fa, che l’uomo trionfi. anche €on
piacere di tutte le tentazioni. Ama
Iddio, o mortale, dice quella bocca d
oro, ma amalo perfettamente, affinchè
tu poffa fenza pena fuperare gli sforzi
de tuoi nemici. Ella è una maniera dì
combattere ben facile e foave, quella
di trionfare di tutti li vizj con le forze dell’ amore. In una parola, quell' amore è di
una virtù sì divina, che, al dir di
Bernardo Santo, egli ci rende facile, e
gradevole tutto ciò, che vi è di piu
aullero e difficile nella firada. della perfezione. Tra tutte le
pafiìoni, dice S. Agoftino, il folo
amore fi vergogna dì dire, quefia cofa
mi da pena, perche ( eccone la ragione
affegnata dal Santo medefimo ) i
travagli non rincreicono punto, ma piacciono
a quelli che amano, mentre amando non fi travaglia, o almeno non fi fente il travaglio.. Alloca quando Gesù Criito s incamminò alla
Croce, riguardò la fua morte, e tutte le pene che la dovevano precedere, come
un’evidente tefhmoman za I, Del P.
Scapoli. J ? ? za dell’amore, ch’ei
portava al divino fuo Padre, e ftimolato
da quello amore ufcì dal Cenacolo, e andò ad incontrare i fuoi nemici 5
acciocché, difs’egli, il Mondo conofc a
eh io amo il mio Padre, forgete, e afri
amo da quejlo luogo ( Joan. 14.V. 51.
). Quello amore di Gesù Odilo fu sì grande ed eccelli vo, cheTei tulliano ha ardito d’ affermare.( Lib.
de pat. ), che 1’ amore fece foffrire
ben molti tormenti a quello divin
Salvatore più per piacere, che per necelTità :
e qual’ obbligo, dice quello grand’uomo, aveva egli mai d’ aggiugnere
a quella morte tante morti a quello fup|
pii zio tanti fupplizj, tante pene,etani ti obbròbrj? Egli risponde, e
conchiude, che l’amore faceva provare a Gesù Crillo una fpezie di piacere di praticare
in eroica maniera tutte le più eccelfe
virtudi, la pazienza, l’umiltà la
manfuetudine in mezzo alla più orribile crudeltà, ed alla più ftravagante infamia, ch’abbia giammai faputo in ventare
l’inferno.... : Che diremo noi dunque
adelfo dell | aiuto, che ci reca T amor
di Dio in quello Combattimento
Spirituale ? Se 1.vogliamo faperne
qualche cofa oltre il già detto,
bifogna domandarlo a’ Mar! H tiri, j ,
m II Combattimento Spiri, riri e a tanti
Santi che fi fono da fe medefimi più crudelmente
martirizzati Hiedeumi p f a to f are
tutti 1 re ha P prolun S ato elfi.1
tù 3 oW ar la lor vita. Chiedete
?d°e(l chi ha° fatto loro (offrire tanti travagli, chU? £? fi cò, ?r3fcs5:sfss fu famor diDia. lorpe nulla r
v n P p e ne nel loro amo° e Z n
oC. fendono punto i loro 5 7 v li
ferirono i lì inumo travagli, o fe U
entono, GesùCrifto Siccome non f ?. r o
10 g 0 infinitafenza ritrovai .,£, prova mente amab. non come un re, eh egli e all ami™, carico pelante alle Tpahe d u debole e fiacco debile penfamentodi ami Èel A Scupolt, 13. jr
ami ladio, fe l’amor fuo non ci fa trovare tutte le cofe dolci ed
agevoli. O nuo Dio, (clamava il divoto
S. Bernardo, il fervizio, che vi rendo, appena
dura un ora ! che fe è più lungo, l’amore non mi lafcia fentirlo. In verità, poiché quello foccorfo è sì grande e ficuro, noi avremmo gran torto d
impegnarci in quello Spirituale
Combattimento lenza prima fare tutt i
noirri sforzi per chiederlo, ed ottenerlo dal Cielo a noftro vantaggio.
Vari tono 1 mezzi per acquietarlo. Il primo e di chiederlo a Dio con
perxeveranza. Quello mezzo è doppiamente efficace, perchè, oltre la virtù
che ha I orazione d’ottenere ciò che
diede, ella ci ra contrarre una lanta
famigliarìta coli Dio, il qual pure è un mezzo
prop rifilino per produrre in noi quello
amore in grado eminente. Un
altro mezzo è di confiderare fa
grandezza delle perfezioni, e degli attnbnti d, Dio, ciò eh' egli. è in
fi ftefio, e ciò ch’egli è a noftro rifguardo,
perche una tal confìderazione ce lo rene ? ln ?ggior legno.,
confiderare, qua! fia l efìer di Dio,
quale la fua poflanza,Ia lua lapienza,
la lua bontà 5. ciò ché Dio Hi.ha 116 11 Cotnvattìmentó Spirituale ha fatto per noi, e con qualamoré lha fatto 5 e ciò che farebbe ancor pronto 3 fare, fe vi fofle il bifogno; bilogna
finalmente riflettere a ciò, che fa cutt i
giorni per noi, e a ciò, che preparato
ci tiene dopo quella vita, fe i ofl'ervaremo i fuoi Commandamenti con
gran purezza di cuore. Iefl'e nza di
Dio è incomprenfibile al noftro Spirito
: niuno può aire ciò, eh egli è, le non
egli malefimo, che da fe folo fi
comprende $ così niuno lodiffe giammai, fe non egli me deiimo allorché rifpofe
a Mosè : io fono quello, che fono (
Ex.$.v. 14. ) Quello nome gli è talmente
proprio, che non può edere adattato ad
alcuna Creatura, ne ai Prencipi della
terra, nè agli Angeli, nè agli Uomini,
nè a tutto il Mondo infieme, perchè
tutto ciò che è fuor di Dio non ha, che
un edere partecipato, e non è, che un
puro niente in paragone di lui.. La
Potenza di Dio ci è nota, epalele per le
fue Opere. Tutto il potere di tutti gli Uomini uniti infieme non potrebbe
fabbricare neppur una picciola Cafetta fenza impiegarvi Tinduftria degli Artefici, li materiali necelfarj, e un cerco numero di giorni, e pure contatto bel P, Seupoli Ij7 to 'ciò la cofa non riefce per lo plrk fecondo il loro difegno, e rimane imperfetta,
e difettoia in piu manie re; laddove
Iddio colla fua potenza ha creato dal
nulla tutto quello grande TJmverfo in un
illante, e ne può ancora creare infiniti altri, e colla mede1 firn a facilità dillruggerlt, ed annientarli. j v
La Sapienza di Dio è im’abiflb, che
Io Spirito umano non può penetrare
Egli è imponibile à qualunque mente
creata di comprendere quanto grande
e profonda fia la fua Sapienza. Per formarne qualche idea balta, che
filtiamoi Io fguardo nelle opere dà lui
fatte fuori di fe, nella ftruttura del Cielo, e
della Terra, nella varietà delle cofe
che riempiono quello Mondo, e vedremmo quanto Tincomprenfibile
Sapienza di quello divino Architetto vi
riiplenda d’una maniera ammirabile Se
poi confi.derÌamo la vita degli Uomini, la diverfita degli accidenti, le
vicende del-, le cole, e che non v è
diiordine si grande, che non fia una
condotta della fua aitiflìma fapienza: e
fe al di lcspra di tutto ciò
confideriama ancora i Mifieri della nofira Redenzione, li ritroveremo
ridondanti 4’ una sì profonda fapienza, che alla villa di tutte quelle maraviglie non potremo trattenerci dallo
fclamare ripieni di ftupore. Oh profondità delle ricchezze della fapienza, e della icienza di Dio ! La Bontà di Dio, ficcome tutte 1 altre di
lui perfezioni, è incomprenfibile in fe
ftefia, e in ciò, che al di fuori fi
appalefa, è infinitamente ammirevole Ella fi diffonde in tutte le cofe,
e nul la vi ha nell’ Uni verfo, in cui non fe ne poffa rimarcare qualche traccia. La Creazione
è un’ effetto della Bontà di Dia laconfervazione,
e il governo del Mondo ne fono pure effetti; e la noftra Redenzione ci fa
conofcere ad evidenza, che quella bontà
è infinita; poiché ella Io mode a donarci il fuo proprio Figliuolo per noiho
riicatto, e per noilro cibo. Per la Bontà di Dio ci baffi fapere, èlì'er ella tale e sì grande, che Iddio contemplando fe ffeflò nella lua eternità,
fenza che giammai fi rivolga; ad alcuna Creatura, è infinitamente contento e
beato fecóndo tutta la fua interminabile capacità Per infiammarci fempre più in quello amore, e per accendere quello divino fuoco rie rioffri cuori, bifogna confide d rare
I De! P. Soup oli. xff rare ciò, che è Dio a noftro rifguardo, cioè a dire, ciò ch’egli ha fatto, e ciò i che farebbe ancora pronto a fare in no Uro vantaggio fe folle duopo. Polliamo conofcere quelle cofc colla confiderazioi ne
del benefizio della Creazione, e ari cora più con quello della Redenzione. L’amore, concui egli ha operata lanolira
falvezza, forpafla in qualche maj niera l’infinito: il prezzo di quella
Redenzione è infinito, ma il fuo amore va
ancora piu avanti; imperciocché egli
vorrebbe patire di più, e morire ancora più volte, fe folle neceflfario
per latrarci. Dobbiamo confiderare,
quanto Iddio ' tutt’i giorni, e
inceffantemente fa per noi. Non v’è
momento, in cui l’Uoi mo non riceva da Dio nuovi benefizi; imperciocché ad ogni momento egli lo crea in qualche maniera di nuovo coni
lavandolo, e incellantemente lo ferve,
delle fue Creature m il Cielo,
l’Aria, la, Terra, il Mare, e quanto vi è neiruni-, Verfo non efillendo, che
per ufo di lui. Irr tutt’i giorni egli
offerì fce lui la fua grazia
richiamandolo dal male al bene, per
guardarlo dal cadere nel peccato i -, e
quando vi fia caduto, gli efibilce il, ino ajuto per rialzarlo, e per
impedire la ricaduta. Egli lo afpetta,
lo invita e lo chiama a penitenza, e fe
daddovero fi converte, la fua bontà è piu
foliecita à donargli il perdono delle lue colpe, di quello Ila egli fletto pronto a riceverlo. Tutt i giorni gli dona il fuo Figliuolo con tutt i tefori di fua 'Taflione, e della fua Cróce, e gl imbandifce
un banchetto nel Santo Sacramento dell 5 Altare, che dura fempre, ed è inccflàntemente fornito dei fuo
Sacratiflimo Corpo, e preziólìlfimo Sangue.Fa di meftieri principalmente con
fiderare l’eccelfo della bontà di Dio m
fopportare li peccatori, e nell’afpettarli a penitenza, e per vedere
quella maraviglia nel fuo più chiaro giornoy è
da ponderarli, che ficcome Iddio ama
al fommo la virtù, Così odia Infinitamente il vizio; dal che polliamo
Inferire, quanto lia grande la fila bontà,
perocch’ella gli fa folfrire il peccatore, il qual commette avanti agl
occhi luoi, ed alla fua prefenza tanti
enormi misfatti, e non una fol volta, ma
tante e tante volte, che fono fenza numero, e ciò non ottante fembra, vi Ha
un contratto tra il peccatore e Dio a
chi tralascierà più pretto o il
peccatore dT often Pici P ScMpóli 14 1 offendere, o Dio di perdpnare. Certa mente quella conlìderazione debb’efpugnare il
peccatore, e convertirlo; che le noi fa,
egli è ben in uno dato deplorabile, e v’è gran motivo dì temere i giudizj
imperfcrutabili di Dio, di cui veggiamo
di fovente ufcire dei colpi della fua collera altrettanto piùfpaventevoli,
quanto più maravigliali, e irrimediabili. . Finalmente. dobbiamo conliderare C10 che Dio ha preparato nel Cielo dopo quella mortai vita, non folamente a' fuoi fervi fedeli, ma ancora a’ peccatori,,
che a lui li convertono E qui mi trovo
ben imbarazzato per rton interne dir qualche cofa; imperciocché, chi potrà mai comprendere, che 1 Uomo
abbia il grand 1 onore d’elfere ammelfo
tra i commenfali di Dio, e che Dio
medelìmo lo ferva, e lo iazj della fua
Beatitudine? chi potrà immaginarli, che:
un’Anima entri nella gio;a del fuo Signore, e nel godimento dc’fuoiproprj piaceri? E chi potrà concepire T amore, che
Dio porta a’ fuoi eletti, e Tenore, ch’egli fa loro nel Par.rdìfo, che S.Tommafo efprime con termini capaci di
recare ammirazione a più fublicnK
Serafini ? Il terzo vantaggio, dice quello fio Santo Dottore ( D. Thom. opufc. j. ), dopo averne accennati due altri non meno ammirevoli, confitte in ciò, che Dio onnipotente s 3 abbatta: fino a quell: 3 eccetto d 3 umiltà verfo gli Angeli,
e le Anime de Compreniofi, come, s'egli
folfe lchiayo di ciaicunodi loro in
particolare, e ciafcuno d 3 etti fotte
Dio di Dio medefimo. Dopo queft 3 efprettioni non fo più che dire,. lo
ftupore mi fa cadere dalla mano la penna, e mi fa coraggio a prender Tarmi per entrare in quello Combattimento Spirituale, ficuro della Vittoria, fe piace
alla bontà di Dio donarmi la fu grafia,
ed il fuo amore. Il Frutto del quarto Giorno. I L frutto di quefto giorno debb
3 ettere un fermo proponimento di non
operare, fe non con la maggiore purità d'intenzione, che vi farà potàbile;
di rinunziare alla voftra propria volontà, alla voftra foddisfazione, ed a qualunque ricerca di voi fletto; di nost operare in avvenire, che per f impililo della volontà di Dio; di non fidarvi mai di voi ftetto, e delle lottigliezze del voftro amor proprio, e di bene . {piegarvi avanti a Dio indirizzando
le voftre intenzioni, oflfervando perciò
la pratica toccata nella terza
confiderazione del fecondo efercizio j doifervare le i regole, che abbiamo prelcritte in queI ito
medèfimo efercizio per la retti tudii ne delle vofre intenzioni; di
dichiarare nna guerra aperta alla voflra
volontà j fenfitiva, e a tutti i voftri
fregolati apI periti, e di combatterli nella maniera accennata nel quarto efercizio; e perchè le
vittorie vi iì rendano più facili, i di
rinunziare ancora qualche volta alle i
cofe lecite non neceflàrie, fempre con, direzione, benché fempre con un
fanto fervore per imitare vieppiù noitro
Signor Gesù Crifto, il quale non ha mai
voluto compiacere a fe medefìmo giufta il teftimonio deir A portolo.
Final-, mente bifogna che procuriate a tutto
v o'fro potere di cavare dalla Lezione
-Spirituale il frutto deliziófo dell amor di Dio, ch J è il più poflente, e ficuro ajuto che venir ci porta Mal Cielo per trionfar fenza pena di tutti i noftri mag E
iori nemici, che fono le noftre fregoite paflìorti. r :.
'1, ‘ ' ’ F me del quarto, Giorno,
1 '
v. e k r GIORNO D’ alcune cautele, che ci fono
neceflarie in quello Spirituale
Combattimento. ESERCIZIO. Come
dobbiamo diportarci, quando là Volontà
Superiore fembra vinta dall Inferiore.,
L’Orazione preparatoria al folito. ConRderate, che nei Combattimenti, che
occorrono tra quelle due Volontà che
fono in noi, non di rado fuccede che ci fembra , che la Superiore già Ria per darli vinta imperciocché non fentiamo in lei un certo
volere efficace di refiftere gagliardamente ai movimenti dell’ Inferiore j ma. non perciò bifogna perderli d’animo., nè tenerli per vinti, e lafciare di far reliftenza, poiché Ramo fempre. vittori oli e
padronj della Tentazione fin a tantp,
eh’ evidentemente non reggiamo di avervi
acconfentito : imperciocché, Recome la
noRra Volontà fuperiore non ha bilogno
del foccorfo degl’ inferiori appe Del 1 Scupolì. 14 5 appetiti per produrre i fuoi atti, così non può giammai eflfer coft retta di loro
arrenderli qualora la combattono s’
ella non lo voglia j avendola Iddio
dotata d’ una libertà sì perfetta, e duna tal forza, che febbehe tutti gli appetiti
della parte inferiore, e tutt’iDemonj, c ruttò il Mondo iniìeme congiurino e
s’armino contro di lei combattendola da ogni parte, effapuò Tempre loro mal
grado operare con tutta la libertà, che gli conviene. Allorché dunque ella è
aflalita con tanto vigore dalla fuggeftione dell’ Inferiore, o dalla tentazione del Demonio, che ci pare, ella ha come Toffoccata, ed oppreflfa dalle loro violenze, bifogna tàr cuore, e difenderli a tutto potere dicendo
arditamente, nò, io non cedo punto, non
vò in alcun modo acconfentire a ciò, che
mi è vietato j E come colui, che è alle
prefc col Tuo Nemico Tentando la Tua Spada impegnata sforzali di Taltare addietro per difcioglierfi, e per dar nuovi colpii così noi dobbiamo procurare nei bolore di quefta tenzone di ritirarci un poco con un’atto di
diffidenza di noi ftefll, riflettendo che noi
fi amo un nulla, e che niente portiamo,
e poi di lancio con un’ atto di Confi I dcn !, Ì
4 6 II Combattimento Spirituale lenza
in Dio vibrare un colpo alla tentazione, ed alla paflione nemica, dicendo, Signore
ajutatemi 5 mio Dio iute, itieco ' Fate gran conto di quelle induflrie, di quelle iltruzioni. Pregate Dio, che fortifichi la vollra Volontà affine di réfiltere generofamente ai movimenti ielle
voflre padroni. Proponete di fare con
efficacia quelli atti dì refiltena, affinchè non abbiate alcun motivo di dubitare del confenfo della vollra Volontà. Il Colloquio con noflro Signor Gesù Collo. Elponeteglì le voftre debolezze, e infermità, e pregatelo di fortificarvi colla iua Grazia. !;
I Onfiderate un’altra maniera di proV cedere in quelli medefimi
Combattimenti, ed è di chiamar E Intelletto in
ajuto della Volontà, quando il nemico
ci da tempo, confiderando diverfe verità, alla villa delle quali
laVolontà prende lena, e s’ anima contro i fuoi nemici; per efenipio, fe fiamo
inveititi da qualche perfecuzione o da
qualche afflizione, e che fiamo sì fortemente com-battuti dagli aflfaiti dell
impazienza, che v . Tìel P, Scupòli.
l7 ci veggiamo in procinto di perderci,
bifogna procurare di fortificarci con le
confiderazioni feguenti Bifogna
confiderare, fe abbiamo meritato ciò, che foffriamo, o fe gli abbiamo data
occafione, ben giufto emendo, che fopportiamo pazientemente la ferita, che ci Eam fatti colle proprie mani. E fe ci pare di non averci per noftra
colpa procacciato quello male, rivolger dobbiamo il penfiero fopra i noftri
peccati paflfati, che non abbiam ancora feontati con una vara penitenza, e reggendo, chela bontà di Dio cangia per iua mifericordia la pena eterna, o temporale, che era loro dovuta nelllo ferno, o nel Purgatorio, in una tribulazione
affai leggiera Eccome quella, fotto cui
gemmiamo, bifogna ricevere quello
cambiamento di pena con piacere, e rendimento di grazie, Bifogna ancora riflettere, che non E entra in Cielo fe non per la porta Uretra dei
difpreggì, delle adizioni, e delle iofferenze, e che quand anche potefEmo
entrarvi per un altra più facile, la
legge d'amore ci obbliga di non deEderarlo, veggendo che il noftro
buon Maellro, e con lui i Tuoi Eletti
non vi fono andati fe non per un fenderò
tutto la fe 148 11 Combattimento Spirituale feminato dì Croci, e tutto intralciato di fpine. %
Ciò però, che principalmente dobbiamo confiderare, e che deve aver più
di forza fopra di noi fi è la Volontà
di Dio, e il fuo beneplacito,
confiderai do, che egli ha una
ammirabile compiacenza, quando vede, che noi foffriamo qualche cofa volontieri
per amor fuo, e che combattiamo
generoiamente le noftre paiìioni, dì
maniera che quanto più la cofa ci fembrerà ingiufta © indegna, fia o riguardo alla perfona che ci offende, o rapporto al modo, con cui ci offende, e che perciò ella ci farà più fenfibiie, e più difficile a fopportare, tanto più faremo graditi a Dio amando, e accarezzando in tutte Je cofe anche più irragionevoli, ingiù He, e
più amare la ina fanta Volontà, e la
dilpofizione della fua Providenza fempre
adorabile, in cui le cole che fembrano
più confale e difguftofe hanno una regola giullilfima, e un ordine perfettiflìmo.., Fate molta ftima di quelle pratiche, e di quelli infegnamenti; procurate di renderveìi famigliari per fervirvene nelle
occafioni; chiedetene la grazia a nofao Signor Gesù Criftoj accoflumatevr a n
1 a ricevere il tutto dalla fua
mano cori amore, e rendimento di grazie.
Stimate molto le mortificazioni, che vi manderà e ricevetele come favori, e
fegni deir amor fuo., Il Colloquio con nodro Signor Gesù Critìo.
Pregatelo di donarvi il fuo Spirito
facendovi parte della fua Croce, e della l'uà Paflìone. Pregatelo di fortificarvi nella fua Grazia per poterlo
imitare, e feguire 1 efempio, eh’ egli
vi ha dato. ESERCIZIO. Z.a maniera di
refijtere ni moti abitami delle noflre
pajftont L’Orazione preparatoria al
folito. . C onfederate come dobbiamo diportarci allora
quando non fumo ancora accoftumati a rintuzzare, o a foffrire gli aflalti di
alcune ingiurie, o contradizioni, che ci
arrivano all’ inv penfata, Il mezzo più
ficuro, e più proprio per accoftumarvici,
e per liberarcene, lì è di procurare a prevedere quelle ingiurie, e quelle contradizioni, fi delìderarle prima, che arrivino,, e v. I 3 P oi I
Ifo 11 Combattimento Spirituale
poi attenderle con uno fpirito preparato a fofrrire tutto ciò, che vi
può effere di più difguftolb, di più {pregevole, e di più firn no, coniti
valido tempre nel noftro cuore un’ardente brama
di patire Per ben prevedere
quelle ingiurie, e quelle contradizioni bifogna
conliderare il noftro temperamento, la
natura e la qualità delle noflre pallioni, le perlone colle quali
dobbiamo trattare, e i luoghi che
dobbiamo frequentare, e le in var; incontri ci lo- proggiugne qualche cofa non preveduduta, la
brama, che abbiamo di patire, ci fervirà di feudo ad ogni fortat d’avvenimenti j conciofiachè finché farà viva nel noftro cuore una tal brama, non faremo forprefi giammai da alcuna forca
d’accidenti. Che fe, oltre gli ajuti,
che ricaveremo da quella preparazione, vogliamo ancora qualche iftrtttzione
particolare per armatei contro quelle
mozioni fubitanee e del tutto
improvvife, non abbiamo che adoflervare la pratica feguente. Primieramente, tollo che incomincieremo a
fentire il primo alfalto dell ingiuria o
della avverfità, bifognerà efi’er
fedeli, e rifolverci prontamente a farci
violenza, alzare il noftro fpi rito et Dio
by Coogk Del P. Scupolè,
ijl Dìo mettendoci avanti gli occhi 1’
aggradimento, eh’ egli ha di vederci in
tal maniera esercitati, e credere, eh’
egli è un eccedo della fila bontà, che
cì manda quella picciola tribolazione,
affinchè Sopportandola noi con umile
raffegnazione al Suo Santo volere, iì
f Poltro cuore a lui s’ uniica più ftretta mente. In Secondo luogo dopo aver confa cerata la compiacenza che Dio ha, che noi damo elercitati da quella tabulazione,.
dobbiamo ritornar in noi lleffi, e
riprenderci di non elfer dati abbastanza pronti ad abbracciarla, dicendo internamente, perchè hai tu della ripugnanza
a ricevere queltaCro ce, che jl tuo
Padre celelte t invia come un pegnp del
filo Amore?. Finalmente bifogna
rivolger lo Sguardo a un lato di quella medeìma Croce dicendo 3 Oh Croce
preparatami dal-' Ja divina Previdenza,
prima ch’io folli! oh dolciffima Croce, che sì gradita mi fei renduta da quella del divino a-, more, t’accolgo, e t’abbraccio; io voglio
unirmi a te, ed offrirmi così a quello,
che colla Sua mi ha riscattato. Se
accade, che ci Sentiamo feriti da
-qualche colpo d’impazienza, non bifo I 4 gna ?
ifi 11 Coinbatt inferno Spirituale
gna perciò tralasciare di fare quelli atti il più prefto che ci farà
potàbile, diportandoci nella ftefTa
maniera, coni e fé ciò non folfe flato, e come fe non avellano ceduto alla noflra debolezza. Concepite un fanto, e generofó desiderio di
fare un facrifizio a Dio di quelli primi
moti. Bramate d' dlere mortificato ed
umiliato, e eonfervate fempre vivo ed
ardente quello defiderio nel voftro cuore. Applicatevi alla pratica di quelli tre atti, e non tralafciate
di farli ancorché non fiate fiato a Dio
fedele nel fargli il facrifizio di
qtiefti primi moti. Il Colloquio
col voftro S. Angelo Elponetegli il
defiderio, che avete di fare quello
facrifizio a Dio, e d'avere nel voftro
cuore un 5 ardente brama di patire c
d’elfere umiliato, che non s' eftingua
giammai. Chiedetegli a quell effetto il
fuo ajuto. C Onfiderate, che il più
Sicuro rimedio, che fi polla adoprare contro
quelli primi moti è di sfuggire prcventi vamente, e con preftezzale
occa fio Dignizod by Geniale Tel P. Scupolt 4 fiorii, o le cagioni del loro nafcimento:
per cagion d’efempio, fe noi amiamo qualche cofa con attacco, e c accorgiamo di
cadere in unì improvvifa alterazione
d’animo allorché incontriamo qualche oftacolo a pofiederla; l’unico mezzo fi è
di diftaccarcene, e di moderare l’
adetto, che le portiamo Che fe quella
alterazione proviene da, un’ avverfione, o da odio di qualche perfona di forte che egli fia la cagione, che
le menóme azioni di leicidifpiacciano, e ci diano qualche moto ogni qualunque
volta o la veggiamo o a lei penfiamo, 1’
unico rimedio è di vincere quella
avverfione, e di sforzarci ad amare malgrado la noftra repugnanza quella
periona medefima, e di procurar che ci
piaccia tutto ciò, ch a ella dice o fa,
avvegnaché la fua maniera di parlare, o d’operare ci fembri afpra, e difobbligante. Fate gran conto di quello infegnamento
ficcome alfai falutare, ed efficace per porre la falce alla radice del voflro amor proprio. Bramate di morire a
tutto ciò che non è Dio. Pro { onete d’amare il vollro profilino con e fue imperfezioni, e nonollante tut S® ciò eh’ egli polla avere di più dif I ?
gufi© by If4
Combattimento Spirituale guliofo,
e difobbligante. Rivivetevi ancora
damarlo fino alla compiacenza per f
amore di Dio. il Colloquio col V offro
Angelo Cuffode, che vi ha dato, ed ogni giorno
vj da un sì raro, ed ammirabile efempio di quefto amore nella voftra
ftdla perfona, poiché egli vi ama
cotanto non oftante le v offre
imperfezioni, e il Voftro infopportabile
temperamento. ESERCIZIO.; DelU cuftodia
dei fenji necejfarìjfima iti quefto
Spirituale Combattimento. E 5 Orazione
preparatoria al folito. Confiderate, che i noffri fenfì fono come le porte, per le quali i noftri nemici
entrano ordinariamente nelle noftr’ Anime, ma che noi dobbiamo: procurare di guardarli in maniera, eh' eglino fervano per darvi 1 ingrefTo a Dio, acciò vi faccia la fua dimora; perciò bifogna ufare una particolar
di-' ligenza per tenerli sì ben raccolti,
e mortificati, che non permettiamo
loro di attaccarli ad altro oggetto, che
a. Dio, a ciò. che lui riguarda e il £u; V fer
t .. fcrvigioj tutto il rimanente
elfendo una, vana curiofità, che fa
entrare per eilì in gran numero i noftri
Nemici nel noftro Cuore, alcuni de'quali ci attraverfano la ftrada della
perfezione per impedirci il paifare avanti, e farvi progredì) 3 altri ci
ipogliano, e cirubbano e di ammirare le
fue per T)e1 P. Scapoli. 1Ì1 f
perfezioni, godendo e compiacendoci di
ciò, ch’egli è in fe medefimo e nelle fue Creature. Così quando ci Tentiremo
allettati dalle diverfe bellezze y che
rifplendono nelle Creature, parteremo fubito alla confiderazione della Beltà fuprenla di Dio, e concepiremo Itti vivo defiderio di vederlo, edipolfederlo.
Ella è ancora un induftria tal volta più
utile, e piu ficura, avvegna- chè del
tutto oppofta, in veggendo li beltà
delle Creature, difeoprirne il maligno fpirito appiattato fotto quelle
apparenze, come un Serpente lotto bei
fiori, per infettarci col fuo veleno. S.
AgofHno nota, che il Demonio non s'
appaga foltanto di rapprelentarci gli oggetti fotto certe apparenze,
perchè o li abborriamo e fuggiamo, one
andiamo in traccia per poflederli; ma di più,
ch’egli fi frammil'chia e quali s’incorpora con alcuni di loro, affine
dì eccitare più ardentemente le noftre paffioni alla fuga degli uni, ed alla
ricerca degli altri, quindi eli’ è più ficura,
ed opportuna cofa il diftoglier ci da
tali oggetti, il rifiutarli, e ringraziare Dio del benefizio, che ci fa neldifco prirci
gl’ inganni dei noftrp nemico s oppure
quallora ci fentiremo sinché per po Die
quando l’unione, che potremmo avere con Dio, o le fue Divine attrattive non ce n$ rendefl'ero capaci. Rilolvete efficacemente di condurvi In tal guii'a, e d’ufare quelle cautele. Deteflate la libertà, che data avete al voftri lenii lafciandoli correr fenza alcun
ritegno dietro i vani oggetti delle
creature : Efaminate quanti peccati ave-? te comefli con quella negligenza, 9 quindi proponete di bel nuovod applicarvi a
quelle pratiche, e di condurvi con
quelle diligenze. Il Colloquio con
nollro Signor Gesù Grillo come l’antecedente : pregate lo, che vi faccia la grazia d' efler fedele
in queAe pratiche. JH. éì C Onliderate in qual maniera dobbiamo
diportarci per governare i noJ ' Ari’' 1 .
.Uri fenfi, e farne un fanto ufo nei divertì accidenti, che ci poflono occorrere
j come quando fiamo travagliati da
qualche violento dolore, o quando
patiamo il freddo, o il Caldo, oqualch’ altro difagio, bifogna alzar la
menate, ed il Cuore fino alla Volontà 9
beneplacito di Dio, il quale fino ab
Eterno ha voluto, che in certo tempo,
e in certa occatìone, e con certe cirCoffanze {offriamo quella pena,
equin r di cavarne gli affetti di
rendimento di grazie, e di rafegnazione
al fuo Santo Volere Bifogna offqrvare lo
ftefTo me todo in tutti gli altri
incontri, ed accidenti i come quando il vento, o la ffagione ci recano incomodo, o quallora fiamo
berfagliati dai turbini, e dalle procelle. A dir corto, bifogna in qualunque cofa effer liberi,,e diffamati da
noi medefimi, e conformarci con gioja al
beneplacito di Dio. Ecco la ' Volontà
del mio Dio, che amo infinitamente; a quella volontà io debbo conformarmi; ella debb J effere il mio cibo, il mio nutrimento, il mio palio, più deliziofo: fate, Signore, tutto ciò' che vi piacerà della voflra miferabi le Creatura, e degnatevi difporne comed’, una cofa di cui avete perfetto Dominio.; ii Fate
1 60 li Còmbattìmèntò Spiritual
Fate un particolar conto di duella
pratica, e procurate di rendervefa famigliare. Accottimatevi a ricevere
ogni cofa dalla mano di Dio con rendimento di grazie. Ponete tutta la
votra compiacenza nell’adempiere la fua
Volontà, e bramate con un lineerò e verace defiderio, eh’ ella lì Complica
in Voi. Ditegli fóvente : Sìa fatta, o
SU gnor e -y la vofira volontà in Terra
come in Cielo. Il Colloquio con noftro Signor Gesti Crifto,
il quale diceva, che fattele fue delizie
erano di tare la Volontà del ftto Padre.
Pregatelo a darvi la grazia di poterlo
imitare. IV. G Oniderate, che per regolare perfettamente
i noftri fenfi bifogna guardarci dal converfare giammai colleOeature, o
dalifepararcene per impulfo d amore o
d’odio verfo di loro, ma pel folo motivo
della Volontà di Dio, non le amando, nè
odiandole, nè ricercandole, nè fuggendole, fe non perchè ta- è il di lui beneplacito. Prendete quella cautela per un grandidimo
fegreto della Vita Spirituale y e
rendetevela famigliare. - n ( ’ Il Colloquio con Gesù Crifto come il precedente fcONSIDER AZIÓNE Confidente, che quelle diligenze, e quelle pratiche non debbono elfer i già un’efercizio determinato, a cui
fia i duopo applicarci come ad una
occupazione particolare, ma che balla averle
alla mano per Servircene al bifogno.
Non v’è cofa, che piu ritardi il nollro
avanzamento nella Vita Spirituale, quanto il caricarci di molti
efercizj, avvegnaché buoni; imperciocché quella varietà d’ efercizj non è per
lo più, che . un’imbarazzo di mente, un’inutile paffatempo, e un’alimento, di
cui lìpafce con avidità il nollro amor
proprio. Notate bene quello
inlegnamento; dèli berate di non attaccarvi a cofa alcuna iiiorchè alla mortificazione delle
vollre palfioni, all’adempimento della
volontà I di Dio, conservandovi libero
in ogni Sorta d’ efercizj, per
intraprenderli, o lafciarli fecondo farà
più a propofito i Il Colloquio col
vollro Angelo Cullode. Lafciatevi da lui guidare interamente, e fiate fedele in
Seguitare i Suoi lumi,' e in ubbidire
alle Sue infpirazicrjii. Chiedete a Dio la grazia di difcer- lói, Il Combattimento Spirituale fìerli, per difendervi dagl’inganni
dello fpirito maligno, che fi trasforma
in Angelo di luce, e che ci fa di fovente intraprendere cofe, che fervono più a
diftruggere, che a ben formare il noftrg
interno; a difiiparci, che a raccoglierci 3 a fiaccarci da Dio, che
unirci a lui ESERCIZIO. Le ìndujlrie
per combatter la e così quando ci da la fera non ci promette il mattino; e impiegare ogni momento della noltra vita fecondo il fuo beneplacito come fe egli folle luitimo:
tanto più, che Tappiamo di certo, ch’egli ce ne farà rendere unefattiflimo
conto. Finalmente dobbiamo elfere sì
folleciti del noftro avanzamento Spirituale, che dobbiamo aver per perduto quel giorno, in cui non avremo
riportate più vittorie di noi medelimi, delle nollre malvagie inclinazioni, e
della noftra propria volontà, ancorché aveflimo terminati più affari importanti
lfi mi. Eccitatevi di bel nuovo ad un 1
odio mor by Gooole
Del ?. Scapoli. 1 6 mortale
coltro la negligenza. Animatevi agli atti delle virtù, ed alla pra| tica d’ogni
forta di buone operazioni, ben veggendo
quanto Iddio le apprezzi, quanto fi a liberale in premiarle, i Siate avaro del tempo. Eccitate in voi i altri affetti a mifura, che vi
Sentirete,' i modi dalla confiderazione
prefente. Il Colloquio coi voflro S.
Angelo i fecondo gli affetti, e le
risoluzioni, i che poc’anzi avete
concepite. Pregai telo a fortificarvi contro la volil a tepidezza, e
d’accendere dentro di voi un fanto
fervore, che vi renda infaticabi| li nel travaglio, e invincibili negli o-,
flacoli.. L’Obblazione, Prima d’
offerirvi a Dio, rapprelentateg.fi la
voffra fiachezza, ed impotenza a refiftere agli alfali ti delle vollre paflìoni,
non Solamente ai primi loro movimenti,
ma ancora agli altri anche minimi.
Confermatevi in una lineerà e verace
diffidenza di, voi fleti!, e in una perfetta confidenza ! in Dio e neH’ajuto della Sua grazia. In quella diSpofìzione offeritevi a lui con una Santa e generoSa risoluzione di fervido, e di ufare tutt’i mezzi, che avete ponderati nel primo, e nel fecondo
efercizio. Offeritegli la mortifi. K N ca
ITO II Combattimento Spirituale
cazione de'voftri ienfi, e chiedetegli
la grazia di governarvi in tal maniera,
che nulla per mezzo loro entri nel voftro cuore, che pofla nuocergli.
Umiliatevi avanti di lui riandando colla
mente le voftre pallate negligenze. Domandategli la grazia di fare tutte
k voftre azioni con tutte le circoftanze del tempo, del luogo, e del modo, che gli farà più grato. Finalmente offritegli
un cuore amante della fatica, e di tutto
ciò, che vi farà più difficile. La
Lezione Spirituale per il Quinto
Giorno, JD eli ardente amore verfo
Gesù Grifo Si gnor noftro-i e della vera divozione ai Mifterj della fu a vita, e della fu a morte,
con uri e fatta imitazione delle fu e
vtrtudì. Altro foccorfo ìmp or tanti JJìrm per aiutarci in queflo Spirituale Com battimento,
i ('Ant Antonio, uno de più
valenti O Capitani, che abbia combattuto
lotto le infegnc di Gesù Crifto, dopo un
numero predo che infinito di battaglie,
ed altrettante vittorie ben più illultrie gloriofe di quelle d J Aleflandro. e. di „ ' ~ Cefare, e dopo la fperienza quali
duri fecolo, volendo ammaeftrare i Tuoi
difcepoli in quello Spirituale Combattimento, e trattando con effi dei
mezzi 1 per rendervi!! invincibili, e
per trionfare agevolmente non (blamente della
carne, e del mondo, ma eziandio di
1 tutte le infernali potenze, diceva loro in tutte le lue conferenze, che erano come configli di guerra, che teneva con effi ( S. Athan. in Vita S. Anton. ) Credetemi fratelli che il Demonio paventa, e teme all 3 diremo
le vigilie, le orazioni, i digiuni, la
povertà volontaria, una profonda umiltà, una cordiale compalfione delle altrui
calamità: ciò però, che gli reca ancor
più di timore fi è un ardente amore % verfo Gesù Criflo; egli ne rimane sì
fpaventato, che un l'olo fegno di Croce gli toglie tutta la lua forza, e lo fa
vergognofamente fuggire. Ecco come quello
gran Santo parlava a’fuoi dilcepoli. In
fatti egli è certo, che il noflro amore
1 a Gesù CriHo è d’una virtù incredibile, e che in tutti gliEfercizj della Vita
Spirituale ne v’ha, ne può ritrovarli feudo
miglior di quello, di cui munir ci polliamo contro gli fregolati
movimenti delle palfioni, e d’onde
ricavar fi polla v K 2 più ji il Combattimento Spiri tu di é più di vigore, e di coftanza per pratica di
tutte le più fegnalate vi midi. Quell’
amore è un rimedio per ogni torta di mali, è una forgente, onde fcaturifcono
tutt’i beni, e tutte le grazie. Se
bramiamo acquiftare una Vera cognizione di Dio, ed una fcienza perfetta
delle cofe eterne; fe vogliamo riportare in
poco tempo una piena vittoria fopra
tutte le noftre pacioni, e giugnere al
colmo di tutte le virtù; fe defìderiamo
d’entrare in una fanta famigliarità, c
dimeftichezza con Dio, e partecipare
delle fue grazie, e de fuoi Sfavori, non
abbiamo, che a distaccare il noftro cuore dall’amore delle creature, e
applicarlo con ardore all’amore di Gesù Crifto
depredando tutti gli altri oggetti, che
fono fuori di lui. Se finalmente aspiriamola renderci degni di tutti
quelli favori, e fpirituali vantaggi, non abbiamo, che a meditare i facrofantì
mifterj della fua vita, e della fua
morte con una fingolar divozione,
imprimendoli nel noftro cuore con
l’amore, ed esprimendoli nel noftro vivere, e nei noftri coftumi con una fedele imitazione delle fue virtudi. Qiiefto appunto fece San Bernardo nel principio della fua Convezione,
com’egli confelTa di fe mede fimo by G
tutte le fue cognizioni e tutto ciò, chè
acquillò di grazia, e di virtù per avanzarli nelia perfezione. Per accendere rje’noftri cuori un’ardente
amore verfò Gesù Crillo, e per eccitare
in noi una fingolar divozione ai mifterj
della fitta vita, e della fui morte,
bifogna proccurare di eompren- dere i
beni ineflimabili, che accompagnano quell amore, e quella divozione Egli medefimo ci dice in poche parole tutto ciò, che fi può dire delfimportan za di quell amore (Joam 14. v 4..22 23. ) : Quello, che mi amerà farà amato dal mio Padre, e da me ancori $ì, e per tal modo, che per una fecreta influenza, del nollro amore egli fi troverà
fubìimato ad una cognizione {peri mentale, e ad un guido ilraordinario delle mie dolcezze, per le quali me gh darò infallibilmente a conofcere dentro il fuo cuore. Or che può mai i nn’ anima defiderar di più grande,, e
1 , K $
che non dovremmo fare per meritarci
fomiglianti favori ? 'la
divozione ai mifterj della vita, e della
morte di Gesù Critto è fiata T
occupazione di tutt i più grati Santi,
e ciòche li ha arricchiti de’tefori ìnettimabili di tutte le virtù Io cavo dalle vifcere del mio Salvatore,
diceva il divoto S. Berila rdo, tutto
ciò che mi è neceffario per {ottenere la
mia debolezza; imperciocché quelle fono vifcere di mifericordia, ed io entro in
quello fantuarid per le porte delle facratc
fue piaghe, da cui ne iucchio il mele
della divozióne, e donde cavo un ballatilo facrofanto, che m 5 infonde
tutta Ja mia forza ne 1 miei
combattimenti. Per accendere quell 1
amore ne 1 nottri cuori d’una maniera
del tutto maravigliofa bifogna confìderare ciò, che Gesù Critto è in fe fletto, o la perfezione
del fuo ettere Gesù Critto è Dio, ed
Uomo j come Dio egli è amabile fovra
ogni cofaj e come Uòmo egli è sì
altamente innalzato dall 1 unione perforale del Verbo, che niente v 1 è
dopo Dio cotanto amabile come la fila
umanità. In etta unite infierii e ritro vanii
tutte le quattro forte di Ettere, e di
Comunicazione, che Dio può fare fuo, v c ri dì ti di fe, cioè Teffere naturale,
Iefiere 'fovran attirale della grazia,
quello delI la gloria e quello 'dell’unione ipoftatica, o periodale adorazione, la lode, e l’ amore, lira mando ch’egli fia glorificato, onorato,
adorato, lodato, e amato da tutti: degli
atti d’amore operativo, non cohjtentandofi dei defider;, e di parole ma ricercando tutte le maniere, e mezt
poflìbili di proccurar la fua gloria, ed
il fuo onore, fino a fofFrire grandi
travagli, e la morte medefima per atnor iuo; degli atti d’ amore tenero, i fofpirando e languendo dietro a lui, ardendo d’ una vivace brama d’ unirii intimamente a lui; degli atti d’ amore di preferenza, preferendolo a tutte le cofe del Mondo, dicendo coll’ Apodo lo ( Philip. v,7.S. ); Tutto ciojchtf altre volte apprezzai, ora immantirien te lo dii prezzo, e lo tengo per uni cofa vile, ed. infame a confronto dell amore del mio Salvatore Gesù Grillo degli atti d’ amore olfequiofo camminando con
un filiale timore alla fili fanta
prefenza, e temendo più che ìi morte
l’offenderlo e dilpiacergli in qua-
Junque Cofa anche menoma; degli atti
d amore dolente, fia per compatir le
fue pene, fia per affli gerci qual’ ora ca diamo in qualche fallo, o che veggia- jno, che non fi teme d’ offenderlo.. li contrafegni più certi d’ un vero f amo
178 lì Combattimento Spirituale
amore verfo Gesù Crifto noftro fovrano benefattore fono adunque la
riverenza, il rifpetto, la purità dmtenzion é, lo zelo della fua gloria, la
continua rimembranza di ciò, che ha fatto,
e patito per noi 5 una gioja fenfibile,
veggendo i frutti delle fue pene, e il
fuo regno dilatato per tutta la terra
fempre più florido 5 un fommo rammarico delle ofréfe, che gli fono fatte, ma fopra tutto una premura, ed impegno
ftraordinario d’imitare la fua vita, e
le fue virtù, fino a riveftirfi di lui
medefimo, come dice l’Apoffolo ( Rom.
3. v. 54.), il che non pofliam fare fe
non con una perfetta imitazione
Queflo punto è quello, che più importa al nodro diflegno,
imperciocché fe in tutte le grandi
imprefe abbiam duopo d’ un efemplare,
colla di cui fcoita poterci regolare,
molto più bifogno ne abbiamo in quefta
che in Ogn’ altra; poiché fi
tratta del noftro avanzamento alla
perfezione, dal che fumo obbligati a
togliere tutto ciò, che in noi ritrovali
d J imperfetto e difettolo, ed a fregiar la noflr’ anima cogli abiti delle
virtù per renderci in tutto fomiglianti a GesùCrifto. t Seneca lafciò quefto configlio al fuo Lu ,
179 Mudilo ( JEp. 11. ): Bifogna aver
qual-’ chedimo, l'opra la di cui vita
noi regoliamo la noftra. Voi non làprete emendare i voftri difetti fenza avere
lina perl'ona, che vi ierva di regola.
Scegliete per tanto un Uomo, la di cui
vita, e i di cui maceramenti vj fieno ugualmente graditi, e vi
tengan fempre avanti gli occhi il fuo
fpirito, e il fuo fembiante; prendetelo
pel modello della voftra vita e pel cenfore
delle v olire azioni. Lucilio avrebbe bene avuto che fare, e da penare
aliai per ritrovare in tutto il Mondo
quell uomo, ed anche per formar le ne
un'idea; ma noi abbiamo quello vantaggio
in Gesù Crifto, ch’egli è la noftra
regola, e l’efemplare fopra cui noi ci dobbiamo (lampare: il che è tanto
vero che tutto il noiho bene dipende
dalla conformità, che noi abbiamo con
lui, sì in quella, come nell' altra vita.
Bifogna, che gli fìamo fomiglianti in quella vita nella fua umiltà, e nelle
fue pene, fe vogliamo efifer fatti
partecipi della lua fomiglianza nelle
lue grandezze, c nella fua gloria nella vita avvenire. Quella imitazione ha una proprietà tutu paiticolare: ella influifee una certa
forza, e vigore in coloro, che vi li
applicano fedelmente per praticare le
virtù in modo eroico, il che fa abbastanza conofcere, di quale
importanza ella lìaj attefochè ciò, che
abbiam detto dell amor di Gesù, e della divozione ai mite) della fua vita, e
della fua morte, lì manda ad effetto per
queita ftrada più che per ogni altra cofa,
ed egli medefìmo vi racchiude tutto
Ciò che da noi brama, di maniera che
non portiamo dimostrargli.il noltro amore, nè onorare di più i fuqi
l'acrofanti mìfterj, che con una perfetta imitazione della fua umiltà, della
fua pazienza, della fua ubbidienza, e di tutte T altre lue virtudi, che ha
fatto maTavigliofamente rifplendere in quelti medesimi miftcrj. Che fe alcuno
dir volelfe d’amare nortro Signor Gesù Cri-
|to fenza avere una particolare premura d’ imitarlo, direi francamente,
eh' egli è un bugiardo, un importare
(.o, a. v. 4. ) j imperciocché fe T
amore fa, che Tamante lì fpogli de’ fuoi
affetti, 'de’fuoi penlìeri, delle fue
attuazioni per riveftirlì di quelle
dell’oggetto amato, come potremo ioftenere, che noi amiamo Gesù Crirtó, fe non rendiamo Je nortre operazioni il più che ci lu.potàbile
fomiglianti alle fue, e, fe può dirli,
fe non ci trasformiamo in lui fino a poter affermar colf Apottolo : Io non vivo già, mt I eoli è Gesù Crilo,
che vive in tnc'j ( Gal 2. v 2. Che fe 1
dimore ci fa concepire un’ altitàma ftima delle azioni delia perfona che
amiamo, come del fuo difcorl'o, del fuo
camminare, de fuòi getti, della fua
converfazione, de’ fuoi andamenti facendo, che quello che ama, vi
ritrovi un eftrema compiacenza, e le
giudichi perfette, e degne d’eflere
imitate; egli e certo, che non potremo
dare prova più ficura del noftro amore
verfoGesu Crifto, e della ttima, che
facciamo delle fue virtudi che coll’ imitarlo
più perfettamente, che da noi fi polla. Quello, che dimora in Gesù Crifto, dice il prediletto Dil'cepolo, cioè a dire, quello che.fi vanta damarlo, dee camminare
come egli ha camminato, e feguitare con
efatezza le fue pedate ( Joan. 2. v. 6.
). Chi lo feguira in tal guifa fedelmente, e chi Tamerà in tal maniera, 1 vedrà nafcere nel fuo cammino gli a£ ! lori d’una infinità di vittorie, che
riporterà di fe medefimo, vedrà fpuntare i fiori di tutte le più belle
virtudi, c gli Angeli lo feguiranno per
coglierla gli e li, per temergliene
gloriofe corone, oppur anche egli dello
fe ne fervirà per adornare f anima
lu$ e renderla degna di ricevere nuov, edieffatnoto ~ S dannofo io, finche non l’ ito
che ci tomo rifvCj Ci dobbiamo d
effer in nn campoau fo con quella
necellica o di. ?£ t SSST 55 SE;‘ combattere, fempre pronta a dar q che colpo il
Salvatore 1 delle noto auto co la J Samiflima Madte S. Oiulcppe
igt Satìti Protettori con molte
fchiere d Angeli, e fpezialmente il
noftrò An gelo Cuftode; e dalla, parte
del noftrc nemico, che è la pacione che
vogliamo combattere, il Principe delle tene
bre con uri drappello di Spiriti maligni
ad alzare quella paflione, o a fedurcf
affinché gli crediamo, e ci lafciamvin
cere dalle fue lufìnghe, e dai loro in
gannì. In tal miniera ìftruifi
doiritnciàr dobbiamo a combàttere con le armi della diffidenza di noi fteffi e della confi
deriza in Dio, dell Orazione, delia refiftenza, e della violenza, e
provocare guelfa malvagia inclinazione
checi ilamo proporti di combattere, mettendo
la a confronto ora con la refiifenza e
la violenza, ori con lo fdegfio e 1 o
dio fino ad abborriria, e finalmente con
gli atti della virtù che rèoppofta,fcafilandole contro di quando m
quando dei pelanti colpi per ucciderla $
e tutto ciò iolamente.per piacere a noftro
Signor Gesù Crifto, alla di cui prefenza combattiamo per la fila maggior
gloria. Apprezzate mólto quelli infeg-n
menti, proponete quali fieno i
penfieri, gradetti, che quella pafiione
eccita nella noltr Anima 5 e dopo averla fcóperta, e fcó per- ti i fuoi cattivi effetti, bifogna
indirizzare contro di efTa tutfi noltri sforzi
e non aver mai nè pace nè tregua cori
sì dannofo nemico, finché non 1 abbiamo interamente àbbattutó, e vinto. In fatti, fiibitò che ci faremo rifvegliati
dal fonno e aperti avremo gli occhi per
vedere il giorno, immaginar ci dobbiamo
d’efier in un campo chiufo con quella necefiità o di combattere, o di
vergognofamente morire. Bifogna figurarci di veder il nemico, vale a dire, la
pafiione che vogliamo combattere, fempre
pronta a darci qualche colpo mortale. Bifogna altresì immaginarci di vedere al
nollro fianco il Salvatore delle noftr
anime con la fu Santiffim Madre c $. Giuseppe, c i Sari
Digi il .. t)et Pi Scupolli i$i, Sàrtti Prote trori con molte fchiere i Angeli
e fpezialmente il noftrò Angelo Curtode j e dalla parte del nortre nemico, che è la pacione che vogliamo
combattere, il Principe delle tene bre
con un drappello di Spiriti maligni ad
alzare quella paflìone, o a fedurd
affinché gli crediamo, e ci Iafciam vincere dalle fue lulìnghe, e dai
loro in ' gannì. t In tal maniera iftruifi dórtìinciàr
dobbiamo a combattere con le armi dell
diffidenza di noi fteflì, e della confi.
deriza in Dio, dell Orazione, della refirtenza, e della violenza, e
provocare Juefta malvagia inclinazióne
dieci fiamo proporti di combattere, mettendo
la a confronto ora con la refirtenza e
la violenza, ora con lo fdegflo ef o
dio fino ad abbonirla, e finalmente con
gli atti della virtù che l'èoppcd:a,fca
gliandòle contro di quando m quando
dei pefanti colpi per ucciderla j e tot
to ciò fidamente.per piacere a note
Signor Gesù Crifto, alla di cui prefienza combattiamo per la fina
maggior gloria. Apprezzate mólto quefti infegna
menti proponete d efief fedele in ofifervarli, e ringraziate Dio dei
fumi, nc vi ha conceduti per ben
condur ir t Vi Combattimento
Spirituale Vi in quello Spirituale
Combattimento. Il Colloquio col volilo
buon' Angelo, fìccome quello, che vi è flato dato per afliflervi in tutte le
voflre battaglie. Strignete con elfo lui una Santa alleanza, afJìnchegli fìa
iempre con voi, chiedetegli i fuoi lumi
per Scoprire gringanni de'voflri nemici. ESERCIZIO. Del primo nemico, che dob
biamo combattere 5 cti e il ncfcro amor
proprio. L’Orazione preparatoria al
folito. GOnfìderate, che per riportare in poco tempo e con facilità
un'intera vittoria di noi medefìmi e di
tutte le noflre paflioni, e per
liberarci dalla loro tirannia, bifogna primieramente applicarci a combattere il
noitro amor proprio, e non cefTare di
fargli guerra, finché non 1’ abbiamo interamente fòttomeflb. Se trafcuriamo quello nemico
domeflico, le noflre vittorie faranno diffìcili ed imperfette, molto rare e
poco ficure, e non faremo mai alcun
progreiro: laddove mortificato ei fendo l’amor proprio, tutte le nolìre paflìoni lo faranno ancor’ effe ben tolto;
conciofiachè effe tutte derivano da
queft’ amore come dalla loro vera Tergente. Queff amore è come la
radice di tutte le paffìoni, e tutte le
foftiene come la radice i fuoi rami; e
la ragione li è, che dove regna 1 J amore difordinato d’ alcuna cofa, vi fi
feorge altresì l’odio del fuo contrario, e per
conleguenza la brama d’ averla, il timore di perderla, la giojaquand e
prefente, la triftezza quand’ è fvanita, V
anfietà quando lì vede ili qualche perìcolo, la collera quando alcuno
T’offende, finalmente tutto il movimento
dell’ altre paffìoni fegue la traccia di
quello, che le conduce. Noi non bramiamo, nè ci compiacciamo d’
alcuna cofa, fe non in quanto T amiamo;
e non odiamo nè fuggiamo alcun’oggetto,
fe non in quanto ci offende o nuoce a ciò che amiamo: noi non riponghiamo la
noftra fperanza, che nel bene da noi
bramato; e non ci abbandoniamo alla difperazioue fe non allorché le difficoltà di poffedere ciò, che
amiamo, ci fembrano inoperabili : e così
vergiamo chiaramente, che l’amor proprio è
la forgentc di cujte le noffre paffìoni,
V. ed Digilized by Google Combdttimentb Spiritual è tà il principio di tutti i nòftri difordiriu .
QiielVàmore è sì pernici ofo, che non v’
è fiato giammai infortunio o ih Cielo tì
in Terra, di cui egli non (lattata la cagione; ed ancora in oggi, fe
fotte pofSbile a quefta micidiale pafliohe d’ entrare in Cielo', etta ben tòfto
cangiare!)be quella Celefte Gerufalemme in una
Babilonia di corìfuttoneDa ciò inferiamo qual debba effere il danno, che
un nemico sì pericolofp produce nelle
noftr’ Anime. Leviamo ìdmor proprio dal
Mondo, dice $. Bernardo, e le porte
dellTnferno faranno chitife almedefimo
iftante: fcacciamolo dalla nofir’ Anima,
e i noftri nemici faranno ben tofto de-
beliati, e vinti. Concepite un
odio mortale contro qilefto perriiziofo
amor di voi fletto. Abbórrite i danni
inconcepibili, ch’egli v’ha Cagionati
finora. Proponete di fargli guerra tutto il tempo di vottra vita. Il Colloquio con rtoftro Signor Gesù Griftó. Trattate cordialmente con lui d’ una sì fanta rifoluzione, e pregatelo a. fortificarvi colia l'uà grafia e col fuo Spirito per eieguirk. Considera zione:il AOrifiderate ciò, che bifogna fare per V conofcere il noftro amor proprio imperciocché prende egli ogni forca di forme, e fi traivefte in mille maniere, e tal vòlta afcortddì con tanta deprezza, che
i più fpìritnali nè rimangono ingannati
Adunque per difcernerlo,iti qualunque
maniera egli Ci affalga, bi fogna
offervare la fagliente regola Egli è
duopo confiderare attentamente' da qual
paflione ha preoccupata la noftra
volontà, cottciofiachè ella non è mai
fenz’ alcuna, che la predomini 5 econofciuto dò, ch’ella ami ó che
defìderi, dobbiamo efaminare, fe ciò che
ama a defìdera, fìa accompagnato dalla
virtù, € conforme ai Commandamenti di
Dio Se dia tripudia, o fi affligge,
bifogna riflettere, fe ciò è per Y amore
di alcuna cofa, che Dio vuole; oppure per
qualche attacco ch’ella àbbia a qualche
Creatura, non già per veruna neceflità
nè perchè ciò lìa il volere di Dio, ma
per lo fuo proprio int erede, e per la
fua foddisfaziorre: imperciocché fe quofto n’è il motivo, egli è
evidente, che Y amor proprio è fautore
principale di tutti quelli movimenti.
Che fe gli affetti 1 1 96 11 Combattimento Spir irli ette ti della noftra volontà fono per la vir- tù e per le cole, che riguardano la volontà
di Dio, bifogna di più confida rare, s
ella fi occupa in quelli affetti perchè
molla e fpinta dalla volontà del
medefimo Iddio, oppure da qualche
motivo di compiacenza; perchè di iovente addiviene, che molti, portati
non fo da qual capriccio, s'applicano a
divelle forte d'opere buone, all' orazio
ne, ai digiuni, alla frequenza de Sacramenti, e ad altre limili cofe.
Ciò fi può conofcere in due maniere 5
una, coirolfervare fe nelle occafioni la
noftra volontà s’applica con indifferenza
a qualunque forta d’opere buone; l’altra, fe quando vi fi frappongono e
nafcono impedimenti ed oracoli, effa fi
cruccia, s’inquieta, e fi turba, oppure
fe ella fi compiace foverchiamente,
quando le cofe le vanno a feconda del
fuo genio. Se ella opera come molla
dalla volontà di Dio, bifogna altresì
riflettere al fine per cui opera; perchè, fe il fine non è altro che il divin
beneplacito, va bene; ma non però in.
maniera, che ce ne poffiamo aflìcurare
a pieno: Tanto è aftuto, e occulto 1
amore di noi fteffi nelle noftre opere
buone, e YÌrtuofe azioni! laonde dobbiamo Tempre temere, e fofpettare
d lina cofa cotan to difficile a
conofcerfi. La più ficura fi è, che dopo
tutte le noftre migliori azioni con una
profonda umiltà ci percuotiamo il petto pregando Iddio, che ci perdoni, e ci
liberi dall 1 amor di noi ftelfi dicendo col
Publicano : Mio Dìo perdonate a quefto
povero peccatore ( Lue. 12. v. 13.
Fate gran conto di qtiefti mfegnamenti, e rendeteveli famigliari. Deliberate
d’ efler fedele in offervarli, e
obbligatevi a qualche mortificazione,
quando li trafg rediate. Il
Colloquio con lo Spirito Santo fenza di
cui non potrete mai difeernere gl’ inganni, e le aftuzie dell 1 amor proprio, nè guardarvi dal fuo veleno Confiderate li mezzi più efficaci per vincere, e domare un nemico sì perniciofo, come quello di cui parliarmo. Il
primo è E orazione : il fecondo la purità d’intenzione, dirigendola bene non fidamente nel principio, ma altresì nel pi'ogrdfo delle noftre
operazioni, e facendo fovente degli atti di
negazione di qualunque ricerca di noi
fteffi, e della propria foddisfazione. Il ter il Combattimento Spiritual è terzo è di còrifideraré quanto la n
offri Volontà fi a attaccata a ciò, che
ama 3 che pretenda ella mai con que'o
attacco ed affetto, e qiiali fieno le qualità delT oggetto che ama. A vero dire
e fehza adularli, s'ell'è la beltà, o la
bontà, fe il piacere, o l’utilità, o.
l'onore } allora alzar dobbiamo la nò
lira mente a Dio, e d‘ r e tra noi a noi
ftefli : quai più perfetta bellezza c
bontà può mai ri trovar fi di quella dt
Dio, eh' è la fonte d’ogni bene, e d
ogni perfezione ? e qual cola mai vi
può edere piu utile, più dilettevole
più decorofa, ed onorevole dell' amare
Iddio? poiché l'Uomo in amandolo fltrasforma in lui rnedelimo, e in lui
deliziandoli lo poffiede, edivieneunmedefimo Spirito con elfo lui Finalmente
bifogna ponderare, che noi dobbiamo a Dio folo tutto il noftro amore perch'egli ci ha creati, egli ci ha redenti,
egli ci ha obbligati, e Ci obbliga tutto giorno Con un' infinità di Tempre novi
benefizj; di maniera che in tutta la
eftenfione del noffro amore non abbiamo
con che foddisfàrc alla menoma delle obbligazioni, Che a lui dobbiamo. Lo ftdfo
dóbbiam fare pel indurre il noffro cuore a non odiare che il peccato, e tutto
ciò, che ad elio conduce. Da quelle due
jxiffioni, amore, ed odio, nafeono tutte le più bel- le, ed importanti occafioni per legnalarci in
quefto Spirituale Combattimento, e per trionfare del noftro amor proprio, e di
tutte le nolìre malvagie inclinazioni.
Concepite una grande (lima di quelle inftruzioni, e rendetevele
famiglia-. ri. Proponete d’cfler fedele
in iervirvene. Obbligatevi a qualche mortifica zione quando vi mancherete. Il Colloquio col vodro Santo Angelo
Pregatelo ad alfiftervi co' fuoi lumi, e Colle fue ispirazioni, e ad effe1 re Tempre con voi come il vedrò più fedel Direttore. X. N
V Deir odio di noi fi efi, cti è
il mezzo pik efficace per mortificare il
nofiro amor proprio, L’Orazione preparatoria al folitò Confìderate,che
noi abbiam duopo di tutta la nodra
indudria per mortificare il nodro amor
proprio, e porre nelle noftr Anime in
luogo di lui un Digitiz
Google 200 11 Combattimento
Spirituale un Santo odio di noi flelìi,
delia no flra carne, e dei nofiri
appetiti. Queft odio in due cole
principalmente condite. La prima in rifiutare, fuggire, ed abborrire tutto ciò, eh' è naturalmente, gradito, e dilettevole. La feconda ili defiderare, ricercare, ed amare tutto ciò, eh’ è naturalmente amaro, a afte-, ro, difpiacevole, ed afflittivo. Per la prima bifogna fare un fermo, e fodo proponimento di non bramare, nè accettare per
noi nulla di aggradevole di quanto
defideriamo naturalmente, fe non ciò che
non polliamo evitare di defiderare, e
ciò che non polliamo rifiutare lenza offefa di Dio, o per lo meno fenza incorrer la taccia d’ lina lciocca
e itupida divozione e pietà, come fono gli alimenti, le vefti menta, il
dormire, e tutte T altre co fe
neceflarie. Bifogna però procurare di
prenderle con qualche ritrofia, e difpiacere, confiderando che i noftri
peccati ci obbligano di non averne alcuna compiacenza, fe non in quanto ella è
la volontà di Dio, il qual vuole, che
tifiamo di quelle cofe alla necelfità. In fatti pofiiamo defiderarlec
riceverle, purché ciò fia nella maniera ordinata da Dio, fenza però lufingarci, by Googl I
Del P. Seupolt, lottò. ingannarci 3 conciofiachè il volere di Dio fi è, che le accettiamo in una certa qualità, e quantità giulla, e
convenevole al noftro bii'ogno. In quantità 3 prendendo ciò, che ci è
necefiàrio per mantenerci in forze, e in
buona difpofizione per potere efercitare tutte le noftre funzioni sì fpirituali, come corporali
con quella moderazione però di prenderne
più tofto meno che fov erchio 3 eifendo certo, che la natura fi contenta di poco, laddove la fenfualità è
inlàziabile. In qualità 3 procurando di rifiutare quanto è potàbile tutto ciò, che può folleticare la noftra
fenfualità, il nollro gufto, e il nollro appetito, eccetto cne allora, quando
na duopo ajutare la noftra fiacchezza;
tifando però in tutto una fama, e ragionevole difcreziene. S. Bonaventura dice
l'opra quefto l'oggetto, che lelperienza congiunta ad una buona volontà c iftruifcono abbaftanza l'opra di ciò :
avvegnaché fia fempre meglio di nulla oprare fenza il conliglio di coloro,
che ci governano. Per la feconda cola, in cui confifte quello Sant’Odio di noi ftcftì, bifogna altresì fare un collante proponimento di desiderare, di volere, t di accettare tut ti
1 tòt lì Combattimento Spirituale ti i
travagli, tutti i difgufti, tutti i di£
piaceri, tutti i difpregi, e tutte le umiliazioni, che ci polfono
avvenire, pur che ciò non fia contro la
volontà di Dio, o con discapito
fpirituale, o corporale E neceifario in
tutte le cofe ufare una gran prudenza, e
fervirfi di perfone dotte,! e fperimentate, che abbiano lo Spirito di
difcrezione per aiutarci col loro
Coniglio 5 imperciocché noi dobbiam effer in continuo timore d’efler
ingannati fotto T apparenza del bene, Di
più quando effettivamente faremo deprezzati, od
oppreffi dairindiferetezza, o dalla cattiva volontà di alcuno, blfogna,
che ne godiamo, e lo riceviamo come
un fìngolar benefizio di Dio, e che
amiamo cordialmente coloro, che ci perfeguitano e ci difprezzano, che preghiamo
Dio per eflì, e che li confìderiamo
-Conte i nofhi migliori Amici. Per addeftrarci piu facilmente in quefta
pratica, non infogna fubito porli davanti agli occhi l 5 ingiuria, o la
perfecuzione facendo ogni sforzo per
rendercela aggradevole j perchè il volerla accettare tutta ad un colpo, quand’ella fi prefenta o è
ben vicina, farebbe troppo difficile, quando non foflìmogià prevenuti dalia
grazia dello Spirito Santo iquin I
dì Elei P, Scuffili. lo.?' di bìfogna regolari nella paniera iVguente.
Sq avvenga, che ci fu fatta qualche
grande ingiuria, o che ci vegliamo aliatiti da qualche perfecuzione fui timore, che la parte fuperiore non foccomba, mentre che la Ragione non è feraprq baitevolmentg valevole a trat- tenerla {otto il fuo dominio, e che il Demonio non lafcia d’avvalerfi del fuo tempo per invertirci con qualche affai-; to ftraordìnario i bil'ogna procurare di farci violenza per allontanare, e bandii re dalla poltra mente per qualche tem-; po la rimembranza di quella ingiuria, o di quella perfecuzione 5 e in quello frattempo dobbiamo coplìderare iTefori
infiniti della grazia, e del merito a
noi occulti, eccitando la noftra Volom
tà a bramarli; E quando ci fentiremo
animati da un sì Tanto, e generofo der
lideiio, potremo rivolgere il nortrope
' fiero a quella ingiuria o perfecuzione, confiderandola come un mezzo neceffa rio. per acquetare. quelli Telori
inertimabili,.e quinci poi ci determinaremo coraggiofamentc ad accecarli non
folamente lenza ripugnanza, ma ancora con
gìoja, ed allegrezza di fpirito, e prim
cipalinente con rendimento di grazie.
Concepite un alta rtima di quelli ami mae Oiaitized bv C 204 II Combattimento Spirituale maeftramenti. Defiderate di farne ufo, c di praticarli’ fedelmente. Chiedete a Dio quella virtù Eroica, il fanto odio di voi fteflì : chiedetela a Gesù Crifto, che ci ha Scoperto sì divinamente il luo pregio, e il bifogno, che ne abbiamo. Il Colloquio con nollro Signor Gesù Grillo. Pregatelo, che v’infpiri quella virtù, che è la micidiale di tutti i vizj. C
Onlìderate, che per acqui Ilare quello fanf Odio di noi llellì bi fogna efcrcitarcì, in perfeguitare inceflfantemente
gl’ innumerabili movimenti de nollri
fregolati appetiti, i quali c’ aflalgono di continuo. Fa di mellieri confiderai
con molta attenzione fe le cofe, che
bramiamo, fieno conformi, o contrarie alla Volontà di Dio: fe conosciamo, che
gli fono contrarie, bil'ogna rigettarle, e non volerle in alcun modo, ancorché elleno fieno gradite, e dilettevoli
a nollri lenii; efe veggiamo,che gli fieno
conformi, bifogna abbracciarle avegnachè ci rechino difgullo, e dispiacere, o
che vi Sentiamo della ripugnanza.
Concepite un odio irreconciliabile
contro i y offri appetiti, e Sregolati mo vi j , tòf
vìmentì Bramate di generofamente
abbracciare tutto ciò, che farà loro più
contrario: applicatevi collantemente a
ciò per un motivo d'amore verfo Dio,
e perchè egli è certo, elle voi farete in ciò una cola, che gli farà gradinili ma. Il Colloquio con Gesù Crifto. Efpo- netegli il voftro dilegno, e la
voftrarifoluzìone, e nello ftelfo tempo feopri
tegli la voftra impotenza ad efeguirlo
fenza il foccorfo della fua grazia. Domandategli quello foccorfo con un
cuore tutto pieno di confidenza nella fua
Bontà. ni. t Onfiderate le ragioni, per cui dobbiamo
odiare noi flelfi. La prima, perchè Gesù Crifto ci ha infegnato,che non fi può elfere fuo Dilcepolo fenza odiare fe ftèlfo. Ls feconda, perchè tutto il rnale, e tutta la debolezza,
che in noi ritrovali, non deriva fe non
dal non odiare noi abbaftanza. La terza, perchè difendo ftati ribelli a Dio, egli è ben giufto e ragionevole, che procuriamo di
dargli qualche foddisfazione quanto la
noftra debolezza il permette, il che non
polliamo far meglio, che con la pratica
di quell' Eroica Virtù ' M U v
I ? ìo 6 11e
1,1 quarta, affinché la nollt Anima etfendo vuota d‘ amor proprio, Dio
la riempia della fua Santa dilezione;
imperciocché quella bontà infinita vergendo il noftro cuore vuoto di quello
difordinato affetto, lo riempie lubito
di fe medefimo, e del fuò amore : e
quella è la più forte ragione, che ci obbliga ad aver in odio tutt 1
noftn lregolati appetiti, accioche regni in noi 1 amor fanto di Dio; e perche la noli fiacchezza, e codardia non ci permettono di
trattarci da noi medefimi troppo
afpramente, dobbiamo bramare ed eifer contenti d’ edere maltrattati ed
ingiuriati dagli altri; attefo che 1 umiliazione, la perfeciizione, e la
privazione delle cofe a noi piu care
fono come una fornace ardente, in cui la
noftr Amma è purgata dalla corruzione
dell amor proprio, che la infetta e la
rende inabile a tutti gli atti di virtù..
Ricavate da quelle ragioni una nloluzione generofa d’ applicarvi con
tatto l'impegno, che vi fara godìbile,
all acquili di quefto fant'Odio di voi lledb.
Proponete di fare contìnuamente la guerra al voftro amor proprio con la
pratica di quefta fanta virtù che fara regnare in yoì l’ amor di Dio. Jà Diait
11 Colloquio cori noftro Signor (Sesu Crifto, come il precedente.
Continuate a pregarlo d 5 accordarvi la grazia,
che gli chiedete, e {congiuratelo per i
meriti infiniti del fuo prezi ofo Sangue e della fua morte, di approfittarvi de fuoi configli, e di odiarvi sì perfettamente,
che meritiate d efie r e nel numero de fuoi Difcepoli. COnfiderate, che bifogna
combattere il vizio dell 1 impurità d una maniera dei tutto particolare, e che
per farlo con ordine bifogna aver
riguardo a tre tempi : avanti che fiamo
tentati; quando fiamo tentati; e dopo la
tentazione. Prima che fiamo tentati non bifogna combattere contro quello vizio, ma contro tutto ciò, che lo eccita, e lo rilveglia; bifogna fuggire ogni folta di convcrfazioni pericolofe, e da quelle, che
non potremo evitare; togliere tutte le
azioni, e tutte le parole d’adu M a, la
io 8 11 Combattimento Spirituale
lazione, di vanità, e di compiicenza,
non vi dimorando fe non quanto la ne-.
Cecità lo richiede, colla maggiore riferva che ci farà potàbile, e con
una gravità moderata e fe li debba converfare con Donne, tifar
delle parole più tollo fecche che
affettate Tempre però modeftamente, e
con difcrezione, e civiltà. Dobbiamo guardarci bene dal non fidarci ancorché da più anni non rìfentiqmo
punto gli ftimoli della carne
imperciocché quella infame inclinazione ha quello difingolare, che,
cièche non fa in lungo fpazio di tempo,
lottiene tal volta in un ora. Ordina ella
i fuoi attacchi in fegreto, ei fuoi colpi fono tanto più perniziofi, e
inevitabili, quanto più fono improvvidi, c
meno preveduti. Di fovente v 5 è più
da temere nella frequenza, che fi continua fotto pretefto di cofe lecite
c permeflfe, come di parentela, di com-.
v plimento, ed anche di qualche
Virtù che tal volta ci figuriamo,
avegnachè con troppo debole fondamento,
edere nella perfona con cui converfiamo,
perche il piacere fi framifchia con T affetto, che ci fcmbra buono, e
infinuainfcnfibilmente il fuo veleno fino al più intimo dell 3 Anima,
ofrufcando talmerN te la ragione,
ch’ella incomincia a noli apprendere'
quali più le cole più pericolofe, come gli fguardi amorali, 1 1 e Superiori, efeguendo fenza rimbrotti, e
fenza ripugnanza tutto ciò, che ci
comandano, facendo più di buoni voglia
quelle cole, che più ci umiliano, e che fono più contrarie alla nofìra naturale
inclinazione, imperciocché effe mortificano il noftro amor proprio. Quello, che
fi fottomettcrà in tal guifa per l’amore
di Dio, riceverà lina grazia particolare
per fottomettere v M 5 tut Ziti il
Combattimento Spirituale tutti i Cuoi
appetiti fregolati alla ragione? e la carne allo Spirito. Bifogna guardarci di fare giammai alcun giudizio temerario di chi che Zia, {opra tutto in materia d’impurità. E fa qualcuno vi cade in maniera, che non polliamo nè ignorarlo, nè coprirlo, nè ìcufarlo, bifogna compatirlo, e averne difpiacere, nè perciò trattarlo dobbia-mo con
ifdegno, o con difprezzo j.ma piuttofto
cavare dalla fila caduta il frutto d’una lineerà Umiltà confondendoci da noi
medefìmi, e riempiendoci d un timor
falutare fui rifletto della noffcra debolezza, ricorrendo a Dio coll' Orazione e facendo unaferma rifoluzione di
fuggire le occafioni pericolofe più che mai, imperciocché fe noi iiam facili a condannare gli altri, Dio permetterà, che cadiamo in un forni' glievole
fallo per punire lanoftra alte' ri già. Che fe non cadiamo, eperfeveriamo in
quella feverità, abbiamo gran motivo di
dubitare del noftro flato predente, e di temere di non ettere avanti a Dio in
quella difpofìzione,ch’egli defxdera,
poiché noi manchiamo di co mpatimento per le debolezze altrui. Finalmente bifogna fuggire tuttociò, che . i!f
die Solletica i noftri fenfi, avvegnaché
in cofe permette, come la mollezza de’
veftimenti, la curiofità e vaghezza degli arredi, la delicatezza de’
cibi e bevande i imperciocché tutte quelle cofe
ed altre fomiglianti Ci fanno amare il
piacere, il quale poi ci rende piu deboli per refifiere alle tentazioni.
Non bifogna ancora compiacerli nelle
Confolazioni fpìrituali, e quando ci ritroviamo in una grande abbondanza
di dolcezze, ed interne
cortfolazioni,non. dobbiamo punto
adattarvici, e molto meno pervaderci d'
ette re nè piu avanzati, nè più forti contro i noftri fregolati appetiti 5
quantunque ci fembri di riguardarli con
odio, ed anche con orrore. Se ci lulinghiamo in tal guifa,e ci fidiamo anche per poco di noi fteffi
caderemo affai facilmente, e le noftre cadute faranno tanto più pcricolofc
quanto più faranno dall'alto.
.Ringraziate Dio di quelli lumi. Risolvetevi d'etter fedele, ed efatto
in fervirvone. Concepite un fornaio
abborrimento al vizio dell' impurità. Proponete efficacemente d’olfervare tutto
ciò, che vi fervirà per liberarvi dal
fuo ti-. rannico giogo, ed anche dalla
menoma inquietudine, che potette avvenir
ili 11 Combattimento Spirituale
vi dalla fua parte : ed allorché manche
rete ad alcuna di quelle pratiche, calligatevi da voi fteflb con qualche
penitenza, e mortificazione. Il
Colloquio con la Santa Vergine Trattate
con lei del dififogno, che avete d'amare la purità, e di conlervarvi fenza lordura sì nel corpo, come nell 3 Anima: Implorate per ciò la di lei af-.. fiflenza; Siate umile, e farete callo, IL
'Onfiderate come convien diportarli
v nel tempo della tentazione. Per
ciò che rifguarda il tempo, in cui filmo realmente tentati, bifogna
confiderare fe la tentazione procede da una
cagione ellrinfeca, oppure interna. Per
cagione ellrinfeca intendo la curiofitè
degli occhi, e delle orecchie, la politezza troppo allettata, e la
mollezza troppo lludiata del velli
re le convenzioni, gl’ inutili
trattenimenti, e le altre cole, che fervon di mantice a què. Ilo vizio. I rimedj alle medefime fono l’oneftà, la modeflia, la compollezza e principalmente la fuga, e E allontanamento
dal vedere, dall’udire, e dal frequentare tutte le perfone, che poflbno portarci a quello vizio. U
Del P. S cup olì, 2i£ La caufa
inserna procède dalla viva- cita del
corpo, o dalla qualità dei penfieri, ai quali diamo Tingréfio nel nodro cuore
còlle nodre cattive attuazioni, o colla nodra imprudenza, oper fuggedione dei Demonio. Il Corpo fi cadila co’ digiuni, con le diicipline con le vigilie, con le auderità, e
mortificazioni: nel che però bilogna lem-,
pre oflervare le Regole della difcrczione, deli’ ubbidienza, non le
praticando che colla direzione, e con la
dipendenza de'nodri Superiori, o Direttori. I
rimedj pe’ i cattivi penfieri fono una
occupazione continua in cofe, che fie-.
no proprie del nodro dato; la Medita-,
zione e l J Orazione. Per la Meditazione dobbiamo guardarci dal farla
fopra di foggetti, che ci rapprefentino
qualche cofa di quedo vizio, ancorché eflt
gli fieno centrar; j perchè febbene lo
combattano, non lafciano però di rapprefentarlo alla nodra mente di
manie-, ra, che fcacciandolo da una
parte lo introduciamo dall’ altra: cd è ben diffida le di penfarvi, in qualunque maniera ciòifia, fenza pericolo di compiacerfcnè. Per
la qual cofa la nodra Medita- zione
contro quedo vizio debb’ edere
principalmente fopra la vita, e la pasfsone di Gesù CriPco; e le
nèlftempo della noftra Meditazione Ci fi
preferita alla mente, noftra mal gradò,
qualche pensiero impuro, che più del
folito d molefti, non bifogna ftupirfene,
nè adirarci contro di effo fotto
pretelle di fcacciarlo, e di fargli
refiftenza; ma Infogna profeguire
placidamente la nafta Orazione fenza metterci in pena di fomiglianti penfieri, Come s’eflìnon fodero punto noftn : non bifogna mai diiputare con elfo loro, nè mentre durano, nè
dopo, efaminando fe gabbiamo dato loro qualche affenfo perchè
quella Porta. d'Efame è una trama del
Demonio per difturbarri fotto pretefto
' di fedeltà e di delicatezza di Cofcienjsa. Bifogna per tanto comunicare
col noftro Padie fpirituale, a cui
bifogna fvelare con molta fincerità e
confidenza le noftre debolezze, fuperando generofamente il rofiore, che ce ne
poffa avvenire; imperciocché, fe T Umiltà ci ferve generalmente per
fuperare tutt 1 i vizi, molto più ci è
necelfaria contro quello. Per 1 Orazione,
che dobbiam fare nel tempo della
tentazione, ella deve principalmente confitte re in frequenti elevazioni di fpirito e di cuore a Dio, con intenzione virtuale e
generale di pregare per Attenere la Vittoria
di quella infame, paffione lenza fermarci a confiderarla 5 conciofiachè ogni
confiderazione, e qualunque penfierodi
effa, che ci fi attacchi, è affai
pericolol'o. Concepite una gran
diffidenza di voi ftefli per tutto ciò,
che riguarda il vizio dell’ Impurità; nè folamentedi voi ftefli, ma ancora di veruna cofanonvi fidate. Imprimetevi ben nella mente quell’ avvertimento. Fate conto delle cofe ancor menome e non ne traforate alcuna,
fe bramate render inutili le infidie del
Demonio, fuggir i fuoi lacci, e trionfare del l'enfo. Il Colloquio colla Vergine Santiffima come
il precedente. Siate particolarmente di voto della fua immacolata Concezione, e della fua purità, ed
inviolabile integrità. III. C Onfiderate come diportarli fi debba dopo la tentazione. Ouand’ella è paflata, per quanto liberi e ficuri, che polfiam eflfere, dobbiamo piu che mai tenerci lontani dagli oggetti, che ci cagionano la tentazione, e non li richiamare
giammai alla mente, ancorchè ee ne fentiaino {limolati dal moti- Vo di qualche virtù, o dall amoi5 di qualunque fi fia bene; perchè quelli penfieri non poffono efier mai, che illufioni
delia concupiicenza, e inganni del
Demonio, che fi trasforma in Angelo di luce per farci cadere nelle tenebre
eterne. Siate fedele in efeguire
quelli-. infegnamenti : chiedetene la grazia a Dio con uno fpirito d'umiltà, e di confidenza, e
abbiate un fanto defiderio di iervirlo
con una gran purità di ciiore e dì
corpo, affinché fiate degno d'etferje un tempio vivo dello Spirito Santo. Il Colloquio con la Santiifima Vergine.
Trattate con lei del defiderio, che
avete d'amare la purità. L'Obblazione.
Prima d’ offerirvi a Dìo, raffermatevi
in una v era diffidenza di voi fleffo, e in una perfetta confidenza in Dio, e
nel foccorfo della fua grazia s e in
quella;dilpofizione, sbandite dal voflro
cuore ogni timore, c offritevi a Dio con
un coraggio intrepido, ed una rifoluzione ferma e collante d' impegnarvi in
qucilo Spirituale Combattimento per combattere
nerofamente le voftre paflìoni 5 e
pnk ma tutte il voflro amor
proprio, at tac recandolo vivamente col
fur contrario cioè a dire con un fant odio di
voi lidio Offeritevi a Dio con
uno fpirito umile e cuor docile e tutto
di fpofto alla fommidìone e ali’ ubbidienza defiderando di lottomettervi a
qualunque creatura per amor fuo, accioc-.
ch J egli vi faccia la grazia d’ aflfòggettare alla ragione il ribelle
voftro appetito, e la carne allo fpirito; e polliate contentargli il voftro corpo e il voftro spirito efente da ogmjfozzura e impurità,
perchè fi a il tempio vivo delio
Spirito Santo. La lezione Spirituale per il Sedo Giorno. Egli ardentt amore ver fio
noflro Signor Gè- su Crìjlo fruente nel
Santijfimo Sacra mento deli Eucarifti a
5 altro foccorfopoff enti fimo per fortificarci in quejlo Spiri tu ale Comi atti mena, E CCO qui il maggiore foccorfo, che ei uà mandato dal Cielo per fo-; ftcnere la olirà fiacchezza nelle noìlre battaglie. Gesù Crifto venendo afialito nell orto degli Ulivi da una fquadrao compagnia di Sgherri, che venivano N P,L
1 si 8 II Combatti mento Spirituale per catturarlo, dille a San Pietro, che li mettea in difela; -E non fai y eh io
potrei pregare l Eterno mio Padre -, ed coli
in quefi ora medeji?na m invierebbe dode- ci Legioni d Angeli} ( Matth. i6,v,
53.), Il Redentore Maeftro diceva il
vero, imperciocché ove rifiede, e fa fua
dimora il Rè degli Angeli, non fono al-,
trimente necelfarj que’ Beati Spiriti.
Così io dico al noRro proposto j che,
quand J anche Iddio invialfe in noRro
ajuto non follmente dodeqi Xegionì d
Angeli, ma ancora tutti i Serafini e
tutte le Virtù dei Cicli, quello foccorfo non farebbe mai sì 'grande
come quello, che riceviamo da quello
divdn Sacramento, ove realmente Ra il
loro Rè, il loro Sovrano. Davidde aveva, preveduta quella verità, e già confiderava
come prefente quello foccorio : tanto ne
era egli certo, quando cantò nel Salmo
duodecimo. Voi m avete invitato, ed accolto ad una menfa, che mi dà forza e coraggio contro i mìei nemici. ( Pfalm. 1 2. v, 6. ). Ah I. poiché, noi
Ramo impegnati in quello Spirituale Cóm-,
battimento dalla necelììtà del noRro Rato, che faremmo fenza il foccorio
di qucRa menfa divina ? Guai a certuni, dice S Bernardo, che fon chiamati grandi e
laboriofe imprefe, e non lì no, drifcono
col cibo dei forti. E chi fono Coloro,
che fono chiamati a grandi travagli e fatiche, fe non i Criftiani, i quali dal giorno del loro battemmo fono flati
arrotati per combattere fotto le infegne
di Gesù, e lì fono dichiarati nemici di Satanaffo, e di tutte le fue pom, pe ? e qual è quello cibo dei forti contro
quelli nemici sì formidabili, fe non il
Santiflìmo Sacramento, il quale fecondo San Giovanni Grifollomo rende forti come Leoni, chegittan fuoco dalla
bocca, coloro, che lo ricevono de,
guarnente?' Dal che ben veggiamo con
quanta ragione San Bernardo, deplori
la cecità di coloro, che fono chiamati
quello Combattimento, e che avendo
un foccorfo sì poifente e fìcuro contro
i loro nemici, non fanno tutto il poflibile per meritarlo, e per
fervirfene fe, delmente. Quello divin Sacramento ha due effetti; uno
comune, Y altro particolare. 11 comune
è, ch’egli dà la grazia, come tutti gli altri Sacramenti delta nuova Legge. Il
proprio, e lìngnlare,è quello dai
Teologi chiamato refezione Spirituale,
che è una nuova forza, e un coraggio a
far del bene con un certo gufto ed appetito di tutto ciò, cheap-. partiene a Dio : imperciochè ficcome il cibo corporale non {blamente conferva la vita di chi-io prende, ma gli reca altresì, col gufto e refezione, la forza e la confervazione della vita; così quello
divino cibo, non {blamente conferva la vita Spirituale colla grazia chel accompagna, ma di più raddoppia colla fua
propria virtù le forze allo fpw
rito. Egli è però da avvertirli,
che io chiamo quello foccorio 1 amore
verfo Gesù Crifto prefente nel
Santiflìmo Sacramento dell’Eucariftia: imperciocché per fentirc la forza e la virtù di quello
divin Sacramento -, noi non abbiamo difpolizione migliore dell’ amore al medelìmo Sacramento, o piuttofto a Gesù Crifto, che vi è prefente. E per verità poiché noftro Signore a noi li dona per un eccedo d' amore, egli è ben giufto, che a lui ci doniamo
reciprocamente per amore nel ricevere quello divin Sacramento. Il vero
amore non è pago e contento della fola
ricordanza; delìdera ancora un'amore reciproco, e lo delìdera tal volta fino
ad un taf eccello, che cerca degli
artifiz;, e de vezzi per rifYegliarlg.
In tutte i’ altre pratiche, di cui fi icrviamo pe£, eccitare ed efercitare la noltra divozione,
noi cerchiamo Gesù Crifto; ma in quella
lo ritroviamo, lo abbracciamo, lo
pofiediamo; in lina parola, ne godiamo tranquillamente. Qui adunque è, dove T amore sì pratica con maggior’
eccellenza, ed ove riceviamo piu
efficacemente jaffifienza, il foccorlo,
e le forze necelfarie per renderci invincibili nelle noftre battaglie, e
per praticare in modo eroico le
cnltiane virtudi. Vogliamo rendere al
peccato, vincere le tentazioni, domare
le noltre paflìoni, c fare atti generofi
di tutte le più grandi virtù ?
accodiamoci con amore a quefto divin
Sacramento. Egli lì dà per viatico a
coloro che i 0110 negli edremi della vita, affine di armarli, e
di infondere loro del coiag-, gio in
queft ultimo combattimento, in cui il
Demonio fa i tuoi maggiori sroit per
trionfare delle noftr anime. Egli lì
dava anticamente ai Camalli allorché la Chiefa era travagliata dalle peri
lecuzioni per portarlo pelle loro . e e
nei loro viaggi, per ier viri epe albifogno, e prevalerfene contro i peucoli. A
quedo medefimo fine fi dava a . Martiri prima, che fi prefentafl. a (jiudiei per fortificarli nei loro tormenti.
Senza quello Sacramento, dice San
Cipriano, non fi permetteva, che alcuno fi efponefie al Martirio, e
prima! di Comparire alla prefenza de
tiranni li criftiani fe ne munivano per
non temere nè i fupplizj nè la morte
Quindi di fovente accadeva, che
eflendoftne muniti. divenivan eglino sì forti, che li fanciulli ancori, e le fanciulle di dodici e
tredici anni difpregi avano le minacce dei tiranni, le crudeltà dei carnefici,
e ridevano in mezzo ai più crudeli martorj, come fe averterò avuto un corpo di bronzo, o che fodero fiati
infenfibili. Se adunque quello divin Sacramento recava tanta forza, e Coraggio
a coloro, che aveano a combattere contro
il ferro ed il fuoco, contro le fiere
felvaggie e contro i tiranni, i quali forpaliàvano in crudeltà i più feroci
animali; qual foccorfo noh dobbiamo noi fpefare da quello cibo celefie? noi,
che nort abbiamo a combattere, che contro noi medefimi e contro le noftre pafiionì? imperciocché febbene li
Demonj entrino fovente nelle nofire battaglie; fe noi abbiamo la forte di vincere noi ftefii e domare le
nofire pafiìoni f tutti i loro sforzi
maggiori noti fono D
bei P. Scapoli. ' 21$ fono che
terrori ideali 5 eglino refi ano fenza
forza, e fenza potere, e fi ritirano fvergógnati Or quella vittoria fopra di noi flelli, e delle noflre paffìoni
è d’ordinario antedetto della virtù di quello pane celefle Se alcuno
tra noi i dice il divoto S Bernardo
tìon fentefi così di fov ente e con tanco vigore àfìalito dai movimenti
dell’ ira, dell’ invidia, dell’ impurità,
e degli altri vizj, ne renda grazie al facrato Corpo i ed al prezioso Sangue
di Gesù Crifloi imperciocché la virtù
di quello divin Sacramento operi in
lui quelle maraviglie ( MetrCii.v.zl.)
In fatti fe il iolo tocco della velie di
Gesù Crillo rifanò una donna già da dodici anni inferma, e travagliata da
un Ando di fangue, che cònfurnató le
avea tiittó il fuo patrimònio in rirrtedj
inutili, e in diverli medicamenti incaI
paci à guarirla j le cure de’ quali, più. crudeli che operative 4 avevano viejv più inafprito il fuo male, anziché
rìfanarló: Più i fe il cingolo di San Pao'
io, e la fola ómbra di San Pietro avevano la forzi di fare delle.guarigioni miraeolófe, e di recare al corpo una perfetta fanità; con quanto più di ragione il
facrató.corpo di Gesù Crillo, N 4
che eh è unito perfoflalmente
all’infìrìita pii- rezza della fantità
di Dio, renderà col fuo facrofànio
contattò puro anche il n offro, e gli
imprimerà la fantità rendendolo vittoriofo non folameute di tutte le fue pacioni, ma facendolo eziandió
fervire alle più fublimi funzioni dello fpirito
Tanto fperimentano coloro, che fi
accattano a quello divin Sacramento con
un grartd amore, e cori le altre
difpofizioni neceffarie $ ma lo
fperimencano in una maniera, che ttort
ardirei d’efprimere, avvegnaché altrettanti teftimon; io abbia di quella
verità, quante vi fono nel mondo anima
buone, fe non avelli per garante Satl
fiemardo, o chi ha meritato, fi attribuifea a quello fanto Dottore il
lumiIlofo trattato de dìgnìtate divini amori s?
©ve favellando di coloro, che fi comunicano con quelle fante
difpofizioni, afferma, ch’eglino hanno
sì gagliardamente debellate e vinte tutte le ribellioni della carrte, ch’ella
non ferve più all’anima fe non di
ftromento perdercitare le buone opera Ma tempo è ormai, che difendiamo un poco
più al ‘ dettaglio del nollro allumo,,
Io ho protellato nel principio, che
quelli difeorfi, fatti per modo di La
Del Pé S dipoli. il fi v adone
Spirituale da farli in quelli Eièrciz j, non fono, che per ajutare T intelletto
e la volontà, che fono le due potenze
della nollr 3 anima, che fo(len- gono
tutto il maflìccio di quello Spirituale Combattimento : imperciocché tutto il vigore dell' anima da effe dipende,
e tutto il loccorfo che cl è lieCeffario, non è che per fortificarle. Ora il Santo Sacramento deirEuCarillia èd una virtù ammirabile per quello. effetto.
Imperciocché fe la forza dell 3 intelletto tutta Ila polla ne 3 lumi, e nelle
cognizioni, elisegli riceve dalfalto: e
fe quella della volontà ne 1 fanti effetti, e ne 3 di vini ardori, di cui ella
è infiammata quando a Dio piace di
comunicarle le fue grazie 5 quello divin
Sacramento fa Timo, e T altro. Egli illumina E intelletto. Chiedete ai
Santi più illuminati e fapienti, d onde
loro fieno venute quelle grandi
cognizioni, quelle comunicazioni sì
famigliari, quelle profonde intelligenze, che nollro Signore ha loro infufe de
3 fuoi miflerj, e de 3 fuoi più alti
Segreti ? eglino vi riiponderanno, che
ciò è flato dopo la comunione : perchè
il Sol di giulliza rifedendovi in corpo
e in anima, e ritrovando le loro anime pure e trafp N s ren
f il6 lì Combatti mento
Spirituale tenti come un criftallo, le
ha illuminate, e riempiute de’fuoi fplendori : e noi pure com’eflì lo próvererrimo, fea loro efempio vi portammo uno fpirito ben difpoiloy e un'anima innocente. Di più égli infiamma la volontà Per Quello motivo S. EfFrem lo chiama un
fuoco: ciò, che T unico Figli uol di Dio
Gesù Crifto noftro Salvatore ha fatto per noi, dice quello Santo Padre,
formortta ogni maraviglia,.. e tutt'i
nóftri penfieri, eparole, imperciocché febbene noi fi amo veftiti dì carne, pur egli ci pafce di fuoco e di ipirito, dandoci da mangiare il fuo corpo, e da bere il fuo fanjme San Giovanni Grifoftomo dice, che la bocca di
quello che fi comunica è piena di fuoco'
fpiritiiale : e Santa Catterina da Siena
rimirando la fanta oftia nelle mani del
Sacerdote vi vedeva tal volta un’ ardenre fornace capace d’ abbruggiare tutti
quelli, che ne fono rifondati, s’accingono con in vinci bil coraggio a grandi
imprefe, e s’ avanzano a palfi di
gigante alla perfezione,ed alla fantità : eglinofi rendono formidabili
a’Demonj, e fi fan largo per ogni dove
fuperando i maggiori oliaceli nel-et P Scupoli, Se per tanto vogliamo prevalerci d tin foccorlo si vantaggiofo, biiogna, che ci ft udiamo aliai d’accrefcerelanoftra
fede il nollra am-ore la nollra confidenza verfo Gesù Crillo prefente nell' Eucariftia Dobbiamo non celiar mai di llupirci di sì incomprenfibil misero 9
e rallegrarci di pofieder Gesù .Crillo fotto quelle umili, e dozzinali fpezie fenza defiderare, eh' egli ci li dia a vedere ilei corfo di quella vita fotto altra apparenza. Bifogrta 9 che ponghiamò tutto il noflro fludio ad
infiammare la nollra volontà t colfuo Tanto divino amore. Quella felicità T
oc terremo infallibilmente fe quando ci
accolliamo a quella fornace cf amore
faremo difpolli a foflrire per GesuCrr-
fio tutti i tormenti 1 tutte le pene', e
tutte le ingiurie, che ci pollano avvenire 5 tutte le infermità, tutt’i
difgulli, e tutte le aridità, con le
quali egli fi compiacerà d’esercitare la
nollra fedeltà 5 credendo di aver a fopportar di fovente quelle prove, e
ricevendole con gioja e rendimento dì
grazie guardandoci folamente dal darvi occafione per nollra colpa, ma fuori dì ciò, riponendo
tutto il nolìro contento in loffrir quelle cole per amor fuo. Quella N 6 è la fta confi iterazioneeccitare nella
noftr' ànima una fingolar confidenza
nella lua bontà; ed in quella
deposizione portarci alla facra menfa con ur grandiffimo rifpetto, ed umiltà
profondiflhna Dopo ricevuto il Signore bifogneràraccoglierci
interiormente alla fua lauta prelenza; efporgli la nofira fiacchezza i ed
impotenza a vincere quella paffione, che vogliamo combattere; damandogli forza
ed alTìftenza per que-' fto affare, e
pregarlo a combattere egli ftefio in noi
e con noi. Finalmente farà duopo chiamare
fa ftefla paflìone alla battaglia, e
sfidarla rintuzzandola con replicati
alletti, che le fieno direttamenEe
contrai;; prodiir ccndo atri della vinù
contraria e pra'i a tican ijò lì
Combattimento Spirituale fcìcando le
altre cofe tutte, che accerinate abbiamo in quelli efercizj Se la pallio ne però folle diSóiiefta, bisognerebbe fol tanto umiliarci alla preSenza del hoftro' Signor Gesù Crino, e
pregarlo a liberarcene Senza ferivamo col penderò. Il Frutto del fejlo Giorno Il frutto di quello giorno dee edere. Primo
un coraggio, ed una ferma collante
risoluzione di venire alle pre-, fe co’voftri nemici, Scacciando ogni timore
dal voftro cuore, appoggiandovi ad una
lineerà diffidenza di voi ftelfi, e
Sopra una perfetta confidenza in Dio.
Secondo, di non Scorarvi giammai, ancorché vi accada di rilevare varie
ferite in quello combattimento. Terzo, d
offervare le regole prescritte npl primo eSerciziO. Quarto, d alTahre
prima di tutto il voftro amor proprio, e
procurare di annientarlo [col Suo contrario, vale a dire colf odio di voi
fteffoj praticando per ciò fedelmente tutte le iftruzioni, che abbiamo date nel J Secondo, e terzo eSercizio. Quinto, di concepire un’odio mortale contro il vii zio
dell’ impurità, e contro tutto ciò
eSat sfattamente quanto fi
contiene nel quarto efercizio.
Finalmente il frutto di quello giorno dev eflere, un ardentitfhno amore verfo noftro Signor Gesù Crifto prefente nel Santiflimo Sacramento dell’ Eucariftia, riponendo in quell amore ogni voilra felicità, e al medefirno.
indirizzando tutte le voftre divozioni, e
tutti li voftri efercizj. pine del fejlo Giorno GIORtTOS Della pace interna necettariflima
in fucilo Spirituale Combattimento. a.. Che bìfogfta fuggire le inquietudini
e tur bacioni a animo, ed effer ' femore pacifici, V Orazione preparatoria al lolita. L COnfiderate,
che per ben riufdre v in quello
Conibattimentq Spirituale, e per fare notabile progetto neiracquìiiò delle
crittiane viridi, dobbiam tener la noftr’ anima cfente da qualunque ferfci di
turbaziofle e d' inquietudine, e che a queft' effetto è duopo oflervar ciò, che
fegue Bi fogna, come fuol dirii, far la guerra all’ occhio, -cioè ufare una
gran vigilanza per difeoprire y e prevedere le
cofe, che cagionar di potrebbono qualche turbamento, affine di metterci
in illato di ributtarle. E fe non ottante queftq vigilanza lìarrio forprefi da qualche
improYifo accidente, di’ ecciti in Ho!
del tuibamento, bifogna flell’illafV te
medefimo tralafciare ogn’altra occufazione pei applicarci unicamente a
rimettere in càlma il ndlfo Cuore. Il
motivo per obbligarci a quella P etica
sì importante fi dee cavare di quella
verità: che fin a tanto, che la pace
abiterà nella noilr'anima, faremo tutto
ciò che vorremo con facilità : laddove
tofto, ch'ella anderà lontani da noi,
non faremo più cofa che vaglia, conciofiachè faremo come abba gliati nel cammino della virtù, e rimarremo
efpofti ai colpi de' noftri Hemici
Chiedete t £io quella vigilanza e
quell' attenta providenza, la quale è un
dono, che nofc polliamo avere fe non
fe dalla prefenza dello Spirito Sant-o
in noi.i Chiedetela ancora al vollro Angelo Cullode, e pregatelo di
fupplire alle vollre mancanze, ed a
recarvi elfo medelìmo quello
buon’uffìzio. Il Colloquio con lo
Spirito Santo, il quale vi donerà
querfla divina pace fe voi gliela chiederete
per li meriti infiniti di nollro Signor
Gesù CriHa, e farete diligenti in
vegliare fcrpra il vollfo interno, e fe
farete fedeli in praticare le cofe
feguenti. Implorate per queft 5 effetto la grazia dello Spinto Santo. Confìderate,
che non v è cofa piu temuta dal Demonio
di quella pace imperciocché ella è come un ritiro o nafcondiglio ove abita là
grazia, e vi fa fua dimora Iddio, che vi
opera grandi cofe. Per quetto motivo cadetto Spirito delle tenebre viene di
ioVente a ritrovarci fotto buone apparenze, e trasformandoli in Angelo di luce c'infìrtuà delle opere buone o ci
da dei buoni defìderj fopracofe ftraordirtarie; ma 1’ inganno di quefte
falfe infpirazioni facilmente fcuoprefi
dai loro effetti: conciofìaché ette ci riibbano
la pace del cuore e ci cagionano mille agitazioni, e turbolenze. Per la
qual cofa allorché prevediamo di dover
effere motti dà alcuni buoni defìderj
non bilogtfa così pretto accordar loro
ringretto nella noftr Anima, per quanto buoni eglino ci iembtino; ma
dobbiamo primieramente prelentàrli a Dio
ipogliandoci d J ogni amore e propria
volontà y confettando la nottra cecità
ed ignoranza, e fupplicartdolo inftante.mente di farci conoscere fe qu
etti defide fiderj vengano da lui, o
da! rioflro amor proprio, o s egli Ila il maligno fpirito che ce li infinua : e per
aflìcurarcene bilogna, fe polliamo, ricorrere al giudizio del nodro Padre
Spirituale Afficurati elfendo che quelli defiderj derivano da Dio, prima di
venirne ali J elocuzione, bifogna mortificare, o moderare Tanfietà e
follecitudine della natura; imperciocché un'opera buona preceduta da quella
mortificazione è molto più gravedole a Dio,
che fe folle fatta con foverchioardore;
ma convien fare tutti quell' atti placidamente, e fettza violenza : e in
tal guifa allontanando da noi i
delìderj non buoni, e non ricevendo li
buoni, che dopo aver coniultato Dio, ed
i noflri Direttorio e reprelfa la noflra
avidità, e folleci tudine naturale; ci
conferveremo lempre tranquilli, e placidi nelnoIlro interno. Fate cafo di quegli infegnamenti che Vi difcuqprono gl' inganni, di cui lì ferve
lo fpirito maligno per farvi perdere quella preziofa pace. Proponete d éfler fedele in olfervarli lìce ome
eccellenti e necelTariflìmi pel vollro fpi rituale profitto. v Il
Colloquio Col vollro buon Arige-, lo. i%é 11 Combanimnio Spirituali lb, affinch’egli fleflb vi fcuopra le Inèdie
del Demonio, e v’inftruifca nell'
óffervanza di quelle pratiche.
III. C onfidente, che per
confervare la pace del cuore dobbiamo
altresì guardarci da Certi interni
rimproveri, Che ci facciamo da noi
medefirni qual' ora abbiamo mancato d’
eseguire i nollri buoni defiderj. Quelli rimproveri fembrano venire da Dio, perclr dii ci awifano di qualche mancamento : potremo
adunque conoscerli dai loro effetti. S’eflì ci umiliano; fe ci tengono quieti; fe ci rendono diligenti a ben operare; fe ci mantengono nella confidenza,
chè dobbiamo avere in Dio 9 efìi vengono
da Dio: ma fe ci fCo raggi feo no; fe ci rendono vili diffidenti,
e pigri a ben operare; principalmente
fe ci portano a peccare d’ ommiflione
dobbiamo conchiuderc francamente
che procedono dallo Spirito maligno
Li proponimenti, ed il Colloquio co
me nella confiderazione precedente. Confiderate, che la
perturbazione del nollro cuore può
ancora derivare dall’ avvenimento di cofe contrarie. Il rimedio fi è di
confiderare, s' elle fono contrarie alla
noftri Anima, oppure all'amore di noi
ftefli, cioè a dire, alla noltra foddis
fazione, o alla noftr Anima propria. Se
elle fono contrarie agii ultimi, ficcome quelli fono noflri nemici, così non le dobbiamo ricevere
come contrarie, ma piuttofto come favori
di Dio, e grazie delfamor fuo; e quindi foftrirk pazientemente, c riceverle con
gioja, e rendimento di grazie. Che fe poi elle fono contrarie alla nolV Anima, come farebbe
qualche oftefa di Dio o qualche
mancamento 3 non bifogna perciò perder la pace del cuore, ma
diportarci come abbiamo divifato nel
quarto efercizio del fecondo giorno, e come ‘diremo nel quarto di quello. Per
le altre, come poch’anzi abbiam detto, la
più ficura è di ringraziarne Iddio, ricevendo il tutto ad occhi chiufi
come provegnente dalla mano di lira
amorevole Providenza, che ci difpone con
quelle avvertita alfacquifto de beni,
che non fappiamo, e che fono maggiori e più preziofi di v quello
immaginar ci polliamo, e così Sopportarle con
ilarità, e con perfetta raflegnazione al
volere di Dio. Rin H Combattimento Spirituale Ringraziate Dio di quelli lumi 3 proponete
d’approfittarvene j -accoftumate vi a
ricever tutto dalla fua mano 3 anche a cavar bene dal male ? ed a fare di tutte le cofe una pratica di virtù. Il Colloquio col Voftro buon Angelo.
Chiedetegli i luoi lumi per chiaramente difeernere qual de due faranno contrarie le cofe? che vi accaderanno? affine di fare una pratica fedele di quelle ignizioni, ESERCIZIO Continuazione del me defi mo Argomento,
JJ Orazione preparatoria al folito,
I. G Onfideratè, che non
(blamente dobbiamo edere attenti e vigilanti in
prevedere le cole che ci poiìono
cagionare qualche turbamento 3 ma chs
abbiamo altresì a prevedere le cole
che dobbiam fare o per debito o altrimenti 3 come? pregare? obbedire?
umiliarci? foffrir delle ingiurie ec. Imperciocché fa di meftieri ? che damo
in una
continua e fingólar attenzione a
non permettere mai? che il nodro cuore li r i
S cupoli, 2?q ? a turbi, nè che
s 1 impegni in' Ìofa alcu m, che gli
cagioni deil' inquiecu r%r?’. no ‘ ro
cuore Zia come una. Que penierì
rht f 5 diicacciando KavJfn en ’ c e f 1 om entano la tur, mtte e no£r endoci in ilhto di fare cucte le noftre azioni con srande inr na quiete: e febbene non polliamo tut dh noi
U non°| I? ? aCqUiftar tanto fopra raSìo
n'n 8na, perciò Perder! di Peurbazion1
abb3nd ° nirci aIle terne Vi ?nn ’ ma
proc We d' arrivarci ? P oco a P?co. Una Città non lì V&s Sgz&gj leverando, fabbricheremo una Caiani ° a
cft c lo medefimo Io farcia
K& r l °, vogliamftrda' 01
meck ‘ Imi ma la noto fatica riti
feirà 14 ® Il Combattimento
Spiritante) fcira vana, ed inutile. Per
la qua co, fa bi fogna impiegarvi del
tempo, camminare a poco a poco, e raffegnarcù alia Providenza di Dio per lo
felice efìto, facendo nondimeno dal canto noftro tutto ciò, che polliamo e faticando con diligenza per gittarne i fondamenti. Concepite un gran defìderio della pace del
cuore, e della tranquillità interiore. Pregate noftro Signore, eh’ egli fabbrichi nella noftr’ Anima quefta Citta di
pace. Proponete di faticare volentieri dalla voftra parte per gittarne | fondamenti, li quali impararne nella feguente confidcrazione. Il Colloquio con la Saatifllma Vergine la uale è ftata per eccellenza quefta Città di pace in cui Dio ha
fatto fuo foggiorno, ed ha operate
tante, e sì ftupende maraviglie. Rapi
presentatele la voftra brama, ed il bifq
gno, che avete di raffermare quefta pape nella voftr' Anima, acciò fiate
capa ce delle grazie di Dio. [ll t
f C Onfiderate, che le
fondamenta di quefta Città di pace altro
non fono, che l'Umiltà e la Pazienza; e che
per formarle benfode bifogna sforzarti da principio d'abbracciare le
tribolazioni, e le contradizioni con piacere, cd anche eoa fervore, defiderando defifere difprezzato da ciafcheduno, e di non ricevere nè favore, nè confolazione da alcuno, fuorché da Dio. Bifogna fidare ciò nel noftro cuore dì maniera, che Dio lolo fia tutto il noftro bene, é il noftro unico rifugio, e che tutte le altre
cofe ci fieno indifferenti; di maniera che fe addivenga, che ci fia fatto qualche oltraggio, bilogna efterne ben contento, e lopportarlo con allegrezza, credendo per certo, che allora Iddio è con noi : e perciò non dobbiamo bramare più
grande onore, ne ricercar cofa alcuna con maggiore impegno, che di lotfrire per amor fuo ciò, che gli
piacerà. Dobbiamo accoftumarci a godete, quando alcuno ci dice qualche parola
ingiuriofa, che ci dileggi, o ci riprenda aframente; concioliachè in quella i
everità, e in quelle parole afpre e
pungenti, d' ordinario vi fta nafeofto
un gran teforo; e fe ci riefee di.foffrirle di buon cuore, ben prefto
faremo ricchi fenza che coloro, che ci
fanno quelli regali, le ne avvegano. Non
cerchiamo mai alcuno, che ci ami in quefta Yita„ che ci onori e faccia ftima di .; ‘ O noi
r L 1 24 ti
Combattimento Spirituale noi; acciò
alcuno non ci diflolga dal patire con
Gesù Crifto Crocidilo. Guardiamoci da noi medefimi coinè dal maggior nemico, che abbiamo 5 non feguitiamo mai il nollro proprio giudìzio, nè
la nollra opinione, nè tampoco vogliamo avvilupparci in infinite inquietudini. Non Seguitiamo più la nollra propria volontà, e qualora ella renda a qualche oggetto avvegnaché buono, fpogliamoci prima di tutto d’ ogni amor proprio, e così nudo fponghiamolo
alla preienza di Dio, pregandolo di fare, che in noi s’adempia il l'uo Santo volere, e rinunziando al nollro con la maggiore fincerità, che ci farà potàbile. Ringraziate Dio di quelle cognizioni.
Concepite una grande Rima di quelle pratiche, poiché col loro mezzo potete pittare i fodi fondamenti di quella
Citta di pace. Proponete efficacemente di porre in ufo quelle pratiche. Il Colloquio con la Vergine, Trattate con
lei dei diffegno, che avete di
fabbricare nella vollr’ Anima quella CiN
tà di pace, e chiedetele la grazia, che
polliate gettarne i più fodi fondamenti con la pratica di tutte le cofe
poc anzi conlìderate. C onfidente la
grande filma, che' dobbiamo avere della
noffr’ Anima, poiché Dio Pha creata per farvi
la fua dimota, Ella ci debb’ elfere sì
preziofa, che non dobbiamo |mai permettere, ch’ella s’abballi a cofa
alcuna che fia meno di Dio. Tutte le noftre brame, ed i nofiri fofpiri efier
devono per la venuta di quefio Signore
nella noftr’ Anima y il quale però non
Vi verrà mai fe non la ritrova fola :
e non ci diamo a credere, ch’egli voglia dirle anche foltanto urta
parola alla prelenza di qualche creatura q ualunque ella fia, quando ciò non
folle, come può edere, per farle qualche rimprovero. Biiogna, ch’egli la
ritrovi fola fenza i fuoi pertfieri, fenza i fuoi defiderj, fenza i fuoi affètti, e molto più lenza la fua propria volontà. Bifogna,
che la nofir’ Anima fia femprelpog fiata di fe medefima fenza che defideri mai
cofa alcuna. Che fe bramiamo qualche cofa, dobbiam farlo in tal maniera, che fe mai ci accadefie tifito
l’oppofto, non ne reftiamo rammaricati ed inquieti, ma anzi così
tranquilli come fe nulla
aveflimodefiderato.Que O a fi 244et
Combattimento Spirituale fla e la vera
libertà di Spirito -, non attaccarli ad
alcuna cofa. Se offeriamo la noftr’Anima
a Dio così Jdifhccata e libera, egli
opererà in lei grandi maraviglie. Quella folitudine del cuore è il Gabinetto dell’ Altiflimo, cioè, dov’ egli dà udienza; quell’ è dov’ egli fi trattiene con confidenza; quello è il Paradifo, ove lì lafcia vedere e ci li difvela, affinchè noi gli parliamo; quella è
la Terra Santa in cui lì manifefla
nell'ardente Roveto del Tarn or fuo rm$
egli è duopo che noi entriamo in quella terra a piedi nudi, perch’ella è
Santa; li piedi fono gli afletti dell’Anima;
perilchè bi fogna, che fieno nudi, e liberi da ogni affetto delle
creature. Lalciamo, che i morti attendano a feppellire i loro morti :
ritiriamoci nella terra de’ Viventi, ove
quella' felice pa' ce regna nella Città di Dio, che è la noflr’ Anima. Raddoppiate la brama, 4 che avete conceputa di quella pace interna con la precedente confiderazione. Ammirate la
bontà di Dio, che v’ha chiamato, e prelcelto ad una grazia defiderabile
cotanto. Umiliatevi fino al centro del
voflro nulla, riconofeendovi indegno di sì eccelfo favore. Rinunziate ' ad
bel ? Scapoli é 4 f ad ogni c$f a
per giugnere a quella berrà di fpirito,
e per godere di quella pace, che degni ci rende delle gra’ zie di Dio, de’ Tuoi favori, della Ina famigliarità, e del fuo {Iraordinario ajuto
in quello Spirituale Combattimento. Il
Colloquio con la Santifitma Vergine, che ha polleduta quella pace e tranquillità interna con maggiore perfezione
d’ogn'altta creatura, e che meglio d’ogrt’ altro ci può iftruire per ao quinaria. Chiedetele quella grazia con umiltà, e confidenza. Che per confervare la
pace del cuore, hU fogna guardar fi da
un certo telo indi fcreto per la falate del Projfimo Confiderate, che I amor di
Dio e quello del profilino fono in
verità la ftrada ficura del Paradifo, e che
Gesù Crillo ha detto dell’ tino, e dell’
altro ( Lue. 1 2. v. z$. ); Io lono venuto dal Cielo per accendere,un
tuoco divino in Terra; e il mio maggior
de O ? fide $4 6 11 Combattimento
Spiri tu file -fiderio è di vedere, eh
5 euo abbruccl col fuo ardore tutti
cuori. Notate però, che iebbene 1' amor di Dio non abbia nè limiti nè confini, quello del profumo ne deve avere; perchè fe non vi ufiama una certa moderazione, ci può nuocere grandemente, e potremmo faticando
per fai vare gli altri perderci noi medelìmi
Gesù Crillo ha coftituita la carità
del Prollìmo come il fondamento della legge nuova, e di tutta la perfezione
Criftianai e per quello motivo egli ne
ha fatto un eiprelfo Commandamento, che chiama fuo per eccellenza, j e di cui fopra tutti gli altri inculca T
cldempimento. In quella virtù, e non in
alcun altra ha egli ripollo il carattere, che dee diftinguer quelli, che polfederanno
veracemente il di lui lpirito, da quelli,
che non I avranno jfe non in apparenza.
Niente di meno dobbiamo pur amare il
noftro profilino in maniera, che la nollr Anima non ne rifenta punto di difeapito.Rifogna umiliarci in tutte le noftre azionile cosj conofeeremo
quanto polliamo per aiutare il nollro
profilino : e {ebbene fiamo obbligati a dar buon elempio, non bifogna però lare
mai cofa alcuna a que by Goog bel P. Sctipolt, 247 fio fol fine; attefo che perderemmo li noftra fatica, e ciò che faremmo, farebbe
fenza noftro profitto. Bifogna fare
tutte le cofe fintamente, e come molli
dal fine di piacere a Dio folo, per
adempire la fua fanta volontà, e per la
fua maggior gloria. Imprimete quelle
verità nel voltro Cuore. Domandate a
noftro Signore il fuo Spirito, e
pregatelo, ch’egli accenda quello fuoco divino nella voftr’Anima lenza
mefcolanza di fuoco' (tramerò, Ralfodatevi irr una profondiflima umiltà.Deliberate di non impiegarvi nella falute del profilino, che per
ubbidienza.. Il Colloquio con noftro Signor Gesù Crifto. Concitategli il defiderio,
che avete, di formarvi fui fuoefempio
nella pratica di quella virtù.
II. C Onfiderate, che lo zelo
della fallite delle noftr’ Anime non ci dee
far perder giammai la interna pace, di
cui parliamo. In verità dobbiamo avere una fete ardente, e un f omino
defiderio, che ciafcheduno conofca la verità; che ciafcheduno s inebrj di
quefto vi.no, e beva con avidità $ quello
iat 1 &42 11 Cómbattimmto
Spirituale latte r che Dio a tutti offerifce,
e dotti gratuitamente, cioè a dire,
dell’ amore della perfezione Criiliana,
eh’ è come un latte per quelli che
incominciano, e come un vino per quelli,
che lono piu inoltrati: ma fa di
niedieri, che quella V fete, e quella
brama provenga dall’ amore, che portiamo a Dio, e non di uno zelo indifereto. Vi fono infiniti, che lembrano avere piu di zelo per la gloria di Dio negli altri, che in fe defili
ij Hanno eglino in verità uno zelo di
Dio, ma non è fecondo la di lui faenza: il folo ordine giudo zelo è, che
noi correggiamo noi flefii del noftro
prima di correggere il noftro proflimo,
e che ftabiliamo T onore di Dio in noi prima di penfare a dabilirjònegli altri. Dio e quello, che deve piantare quella divina virtù nella folitudlne della nollr’ Anima, e
che ne dee cògliere if frutto, quando
gli farà in grado : A noi non tocca
feminare, bada che prefentiamo a Dio la
nodi’ Anima come una terra ben
coltivata, e monda da ogni affetto delle
creature] Dio fa il tempo, in cui ha da
porvi la femente delle fue grazie, e
quello, in cui dobbiamo rendere il
frutto. Ricordiamoci fempre, che Dici
fol vuole da noi la nollr ‘Anima, e chela vuo
Tsl P. ScupólL vuole lìbera da
ogni attacco. Doma moci a lui in quello
flato, affinch'egli operi in noi fecondo
il fuo divin beneplacito j e guardiamoci dal fargli alcun oflacolo col noflro
libero arbitrio. Dimoriamo in ripofo
lenza alcuna iollecitudine di noi fleffi, fe non di piacere a Dio, afpettando
d' efler da lui condotti al travaglio.
Il Padre di famiglia è ufcito di Cafa per cercar operarj : fpogliàmoci d' ogai
cura, efol lecitudine di noi fleffi, e
d'ogni affetto di quelle bade terrene cofe, accioc che egli ci riempia di fe lolo, e ci do ni ciò, che non avremmo ardito di peniare. Dimentichiamoci di noi fleffi, e viva il folo amore di Dio nella notti’
Anima j ma ciò da noi fi faccia fenZa inquietudine. Procuriamo di moderare il
noflro zelo e il noflro fervore
affinchè godiamo di Dio in una profonda pace, e la noflr Anima non
diffipi il fondo delle file rendite fpiritua
lì, che le è neceflario per fe, indifcretamente impiegandolo a vantaggio
degli altri. Quello fant’ ozio è quello,
cne fa i negozj, e traffica con Dio, e
col di lui mezzo dobbiamo trafficare
con efTo lui per arricchirci. Se
vogliamo efler’ utili al noflro
profilino c a noime Digit ized by
Google Mo 11 Combattimento Spirituale definii, diamo la noftr’ Anima a Dior fiaccata da tutte le cofe terrene fenza alcuna riferva 5 perchè egli è, che fa il tutto, ed altro non vuole da noi, fe non che ci umiliamo alla fua prelenza, e
gli preferiamo un’Ànima libera, fenza attacco e fenza inclinazione alle cofe
della terra, ed anche fenza altro defìderio fuorché quello di piacergli., Imprimete bene quelli infegnamenti,' c quelle maxime nel voftro cuore.' Fate tutto
il poiTìbile per regolare a norma delle medefìme il voftro interno. Implorate a queft’ effetto il lume dello Spirito Santo r Il Colloquio col voftro buon Angelo, acciò
purghi co’fuoi lumi il voftro
intelletto, e didìpi le tenebre, che vi
potrebbono impedire dai guftare iftruzioni sì foavi, e falutari. COnfìderate che li movimenti di quello zelo indifcreto, che hanno taf uni per la fallite dei proilìijno, fono
come que’ falli Profeti, noftro Signore
ci avverte di guardarci dicendo nel
Vangelo : Guardatevi bene da q[ue fai fi
Profeti y che vi fi pref emana con. fon
le vefli menta dì man fatti Agnelli mX
internamente fono Lupi rapaci: dalle loro operazioni e dai loro frutti lì
conofcerete ( Mattb. 7. v, if. ).
Infatti i loro frutti fono di lafciar 1 anima piena d’ inquietudine e d’
anfietà : e tutte le cole, che ci
privano di quella pace interna fotto
pretefto di qualfì voglia bene, fono altrettanti fallì Profeti, i quali
fotto la pelle d’ Agnello, cioè a dire,
fotto colore di zelo di procurare
lafalute del prolfimo, sbranano la
nollra umiltà come tupirapaci, e ci tolgono quella pace, e interna quiete sì
necelfaria a chiunque brama d’ inoltrarli nella perfezione. 1 Quelli moti inconlìderati. fono una delle principali inlìdie del Demonio per porci in iicompiglioj per la qual cofa quanto hanno più d’apparenza di Santità,
tanto piu devono effere efaminati prima
della loro accettazione, con politezza, e con uno fpirito ben raflodato.nell’interna
quiete e tranquillità. La pratica più
lìcura in quello affare lì è, che quando
quello zelo intemperante e indiscreto ci
farà Sentire nell’ animo i! pungolo di
qualche fpina, e che c’inlìnuerà il filo veleno, cagionandoci qualche
turbazione con qualche llraordinaria Sollecitudine fotto il manto' dim
bene i
2 ?t 11 Cotrib&tttmcMo Spir itti ale He apparente, ci adoperiamo nel medefimo
tempo a tutto noltro potere, affinchè quella fpina non palli oltre, cavandola
fubito, e ritirandoci in quella Città di pace, come in un -forte ben -ditelo,
rilhbilindo il noflro interno, in una
perfetta tranquillità, infognerà far ciò
dolcemente, e lenza alcuna violenza nè
anfietà, confervando la nollr’anima tutta pura a Dio, che abita nel
fondo del nollro cuore, con una retta
intenzione di non volere fe non ciò, che
gli piace, a lui lafciando la cura di
fervirfi di -noi, quando gli piacerà, e
nel modo che gli farà più gradevole. Che
fe ci accade di mancare a quella
pratica, non bifogna perciò turbarli, ma
'umiliarli alla prelenza di Dio, ed imparare dalla fperienza delle noltre
mancanze, come diportarci dobbiamo in avvenire, e come dobbiamo moderare, e regolare il noflro zelo
per la lalute del proifimo. Procurate
di conofcere con quale lpirito operate. Non fate mai cofa alcuna con fretta. Confervate fempre la voltr’ anima in pace in ogni fotta d’impiego. Conlervatcvi libero, e distaccato da ogni
cofa, fe volete godere quella felice
pace, e rendervi capace dello fpirito di
Dio, il quale non dimora mai nelle folkcitudini, e turbolenze Il Colloquio con noftro Signor Gesti Grillo. Trattate con lui del defiderio, che avete di fervirlo nel procurare la fallite dell' anime; ma ripofatevi in
lui, e nei voftri fuperiori circa f
efecuzione. ESERCIZIO Come dobbiamo
diportarci allorché fiamo caduti in
qualche fallo per non perdere la pace
dei cuore, e per ricuperarla f$ r
abbiamo perduta, L’Orazione
preparatoria al folito.. .I. .
perchè per lo piu egli è un orgoglio leg reto, che produce in noi quelle
fpine, che ci ftrazìano le vifeere, e ci
pungono in mille guife. . Il Colloquio
con lo Spirito Santo Pregatelo di
diflipare le tenebre del voflro intelletto co’fuoi lumi. Pregatelo , d cfler con voi, perchè, come dice 1 Apoftolo, la libertà di fpirito è
infeparabile dalla fua prefenza ( i, cor, 3,
V0 1 7, Confiderate donde nafeano tutte quelle inquietudini e tenete per
certo eh’ elle vengono principalmente da
ciò, che noi non conofeiamo la nollra
fragilità, e non Tappiamo come dobbiamo trafficare con Dio, con cui dopo
ei-, fer caduti in tutte le immaginabili
debolezze, li tratta più facilmente con un
umile ed amoroia converlìone, che con
la triftezza, ed afflizione, che li concepaca pel fallo cominelle
Fermandoli foltanto ad dominarlo, Ea contrizione, che non abbia altro effetto che di turbare il
cuore, e riempierlo di fcrupoli, non
condurrà mai un'anima alla perfezione, ma quella bensì, che va con P a giunta
con una confidenza piacevole i ed
amorofa nella bontà e mifericordia di
Dio. E quella è la ragione, per cui
molti, che tanno flato della vita Spirituale, reflano. Tempre con lo
fpirito abbattuto, e ciò perchè mancano di con-, Jìdenza. Stato, a vero dire,
compaffionevole, che loro impedilce di renderli capaci delle maggiori grazie,
che Dio aveva lor preparate; e il quale
è cagione, eh' eglino menino una
vita languida, ed inutile: nel che fono
veramente degni di compallione, avvegnaché fieno al fommo biafimevoliji non voler fegiiitare che il loro proprio capriccio e Èmtafia, in vece dapprofittarfi
di quel Talutari avvertimenti, che
conducono un'anima per la.ftrada larga e Tpazioia delle Tubiimi e fode
virtudi, alla Criftiana [perfezione, c a
quella preziofa pace, che il nollro Signore ha lafciata in terra.
Ciucilo, che quefti tali tàr debbono, E
è 'indirizzarti ai loro Padri lpirituali con un
cuor umile e docile,, e in tutti i loro
dubbj, e Tcrupoli rimetterli interamente al loro giudizio, e dopo aver
abbracciato il loro configlio flarfene in
pace, ed in quiete. Concepite un
lineerò, e verace fentimento della vota fragilità e debolezza. Imparate a ricorrere a Dio
con confidenza, nè vi lafciate mai
vincere dalla pufillanimità, ma
camminate pieno di confidenza alla prefenza di Dio confervando Tempre la pace del cuore, e la libertà di fpirito. Il Colloquio con lo Spirito Santo' come il precedente. C Onfiderate come dobbiamo dipor tarci nei peccati più gravi e maggiori del
folito, in cafo che Dio permetteflfe che vicadefilmo, ancorché foffero
frequenti, e ciò non per fragilità,
maper malizia. Primieramente non bifogna turbarli plinto, nè lafciarli predominare dal te-, dio, amarezza, o inquietudine, nè bifogna
trattenerli lungo tempo a confiderare, o Terminare il noftro peccato; ma devefi ben tofto far matura riflefrione
fopra la nota debolezza, e miferia con una profonda umiltà. Dob-' biamo altresì concepire un.fanri Odiocontro
noi ftefii, e in quella difpofizio' ne
rivolgerci amorofamente a Dio, e dirgli.
Mio Dio confefifo d’ aver fatto ciò, che
non mi era in alcun modo per ' P i mef
if il Còmbcttumentò Spirita dé
mcflfo; ma Signore, che potete mai afpettarvi da me altro, che
fomiglievoli iniquità, fe voi non mi
fortificate colla vodra grazia? nò certamente Signore io non cefl'arei mai
dall’ offendervi fe loffi sì difgraziato
d’edere abbandonato da voi, e fe non vi degnale dì foftenermi colla vodra Mifericordia, di cui vi rendo mille ringraziamenti. Defedò, e
mi pento del peccato, che ho commeflb, e
ve ne chiedo perdono Mio Dio fatemi la
grazia, che non v' offenda mai più, c
dhe niuna cofa del Mondo ila capace
giammai di feparar mi da voi.. Fatti
quedi atti, non bifogna perder tempo, nè
inquietarli penfando, opur anche
temendo, che Dio non ci abbia perdonato;
conciofìachè tali rifleffioni non fono,
che orgoglio, perturbazione, perdita di tempo, e inganni del Demonio i ma è duopo porci intieramente nelle
braccia della fuaMifericordià, e profeguire i nodri Eiercizj come fe non
aveffimo punto errato : c quand’anche
ricadeifimo più volte nel liiedefimo
peccato, dovredimo fempre ritornare al
medefimo Efercizio la feconda, la terza, e 1’ ultima volta con la fteffo coraggio, e la medefima con fiden fetenza delia prima j perchè ciò
facendo venghiamo ad onorare di più la
bontà di Dio, di teui fiain tenuti ad
avere un altiflìma idea èfenti mento
fermamente credendo, che egli è infinitamente buono, e che la fua pietà
r e milericordia verfo di noi
infinitamente è più grande di quello immaginare
e penfare polliamo. . In tal
maniera diportandoci ufei rem® dal
noftro peccato con gran profitto r
ricavando da quella efperienza una chiara cognizione della
noftramiferia, atv ballandoci ed
umiliandoci avanti a Dio riconofcertdo
la fila Mifericordia amandola, lodandola, ed efaltandola inceffantemente : e
con quelli atti riforge. remo con Tajuto
di Dio dal nollropec cato, e faliremo
più in alto, che donde fiamo caduti, fe ogni volta li faremo come fi deve. Quell’ filerei zio è egualmente gradevole a
Dio, e formidabile a Satanalfo, iL quale
niente lafcia intentato perrenderci.neghiteli e tardi a praticarlo, o per diftogliercene : e pure egli è di tanta, c sì grande importanza, che quanto più V 3 abbiamo di difficoltà, o di ripugnanza, della fua Bontà, e un lìcuro
fegno della fila prefenza nelle nollr’ Anime.
L’Obblazione. Offeritevi a Dio co
tin Santo delìderro d’ offervar fedelmente tutte le iftruzioni, che
abbiamo notate in quelli quattro Efercizj pdr confervare la pace del cuore e
fare della nollr’ Anima una Città di
pace, in cui Dio fi compiaccia d’
abitare, rifolvendovi a quell’eletto di non ammettere giammai nel voflro cuore alcun pensiero,
folleeitudine, fcrupolo, fuggeflione del Demonio, o movimento del voflro pravo
appetito, che pollano cagionarvi il menomo turbamento. E fé per infermità, o per altro accoglielle alcuna di
quelle cofe, o altre capaci a re y carvi
la menoma inquietudine, sforzatevi di difcacciarle con tutta la diligenza,
promettendo di fcrvire a Dio con la
maggior libertà di fpirito, che vi farà
potàbile, e offerendovi a lui per quello
effetto. La lezione Spirituale pel fettimo
Giorno. V v Che biffanti conferva la pace del mere nelle pene interne j il che et
fommìntftra uri altro foccorfo import
antì filmò inattefio Spirituale Combattimento.
V . D io non lafcia mai cT efercitare Coloro,
che feorge portati da un fante, e
generoio dedderio d’ avanzarli nella
perfezione Cri diana, e nellacquifto delle Virtù per renderli degni delle fue grazie, e della fua famigliarità.
Per quello motivo egli li efercita
mediante mente e nel! interno, e al di fuori $
per il che dobbiamo continuamente dare in guardia del nodro cuore per
confervado Tempre tranquillo in prezzo di
tutte quede prove. Quando noi
faremo impegnati nella travagli ola
carriera della Virtù,. di dovente ci accaderà di, lentirci agitati, e privi di queda Tanta e felice
tranquillità di cui trattiamo, e dai
varj movimenti del nodro cuore fi
follevetà come una. polvere, che ci farà
importuna nei nodri Combattimenti, e fpirituali Efercizj.. Dobbiamo però credere con certezza che Iddio permette quede cofe per lo . P 6
no-, ' 16 11 Combattimento tyirìtuttlé
noftro maggior bene. Bifogna ricordar'
ci, che quella è la Guerra, in cui li
Santi hanno raccolte lepalme, e gli
allori, de’ quali fono Itati coronati, e ed è certi (Timo, ch‘, egli non riporterebbe
mai vittoria Sopra di noi, fe fofiimo così felici di eonfervare quella preziofa paceinmez. zo
d’ogni forca d’accidenti, come al biamo
detto. Il frutto di quella giornata debb’effere. Primo, una gran diligenza in
prevedere tutto ciò, che potrà cagionarvi del turbamento ed inquietudine,
o qualch’ altra interna pena, alfine di
non accettarlo in alcuna maniera, o in
calo l’abbiate ammeifo nel voltro cuore
per di (cacciamelo incontanente. Secondo, di non abbracciare ne anche i
buoni defiderj, :fe non dopo t un diligente
fcfame s’ elfi provengano da Dio, ed
ammettendoli come tali, di mortificare primieramente l'ardore e la
follccitudine, che potrefte avere per eleguirli. Terzo di non afcoltare punto i
rimorfi, e le riprensioni interne, le quali, vi cagioneranno dell’inquietudine,
c abbatteranno la voftra confidenza.
Quarto di non ammettere punto, ne fomentare l’interno rammarico, allora quando
le cole non vi riusciranno fecondo le v
olire brame, e ripugneranno alvoflro amor proprio, e Secreto orgoglio. Quinto d’ applicarvi all’ acquifto della pace interna con pazienza e perfeveranza, con
la pratica dei precetti contenuti nei tre primi tefercizj, facendo tutto il
poffibile per guadagnare ogni giorno
qualche cofa {opra voi fteflb, e il
tutto afpettando dalla bontà di Dio, il
quale debb’ egli fletto fabbricare quella città di pace nella voto' anima. Seflo d' applicarvi dal canto voftro a
gittare i fondamenti di quella città di
pace, che fono Y umiltà, e la pazienza
con Y amore delle umiliazioni, dei difpreggi, e di tutto ciò, che potrà fervire a mortificare le vottre
palloni, imperciocché la vera pace è quella, che nafce nell anima per quello mezzo. Settimo d’avere una gran cura di conservare la vollr anima pura, e libera d’ogni affetto alle creature, e ila tutto ciò, che non è Dio, affinch’ egli vi faccia il fuo foggiorno, e la riempia dei fuoi doni, e delle fue grafie,
che fono infeparabili dal vantaggio di lua prefenza. Ottavo di moderare il
vofiro zelo per la fallite del
proffimp confettandovi, e riconoicendovi per un fervo inutile, e non
intraprendendo alcuna cofa che lo riguardi, che pel puro fine delfonore e della
gloria di Dio, confervandovi fem pre
Ubero e tranquillo, ne pretendendo altro frutto dalle voftre fatiche, he Y adempimento dei divino volere. ' i Nc
i r Dèi P. § cut oli, ±y$ Hono di praticare fedelmente ciò, che abbiam detto nel quarto. Efercizio in calo, che cadiate in qualche peccato per fragilità v o altramente. Finalmente di
raccogliere il deli ziofo frutto della pace del cuore, diportandovi nelle aridità, ed altre pene interne nella maniera,
che abbiamo accennata nella Lezione Spirituale. Tini dèi fettimo Giorno Confiderate,
che non bifogna mai trafeendere alcuna
occafìone di praticare la virtù, ne allontanarci dalle cole contrarie, che
polfono Servire a queft effetto 5 per
cagion d’efempio, defiderando d’acquiftar la pazienza, non bifogna allontanarci
da quelle perfone, da quelle azioni, e
da quei penfieri medéfimi, che ci cagionano deirimpazienza. Bifogna converfare
indifferentementé cori eiaftheduno, ancorché ne riceviamo della noja, ed
averfempre la volontà pronta, e difpofta a foffrire tutto C V: T '.ciò. Ciò 5 che ci farà contrario 5
perchè fa-' cencio altri mente non
fapremmo accostumarci alla pazienza, di maniera che, fe per efempio, qualche occupazione ci dil'piace o per fe ftefla, o per rapporto
a quello che ce 1 ha addogata o perchè
ella ci diltoglie dal farequalch altra cola che ci farebbe più gradevole, non
biiogna per quello lafciar d.
intraprenderla o di terminarla, non oftante Tinquietudine che vi
potremmo fentire, e il ripofo e la
quiete, che ne provareflimo in
lalciandola, perchè quella quiete non
farebbe già quiete d’un animo, purgato
dalla palfione, e di virtudi adorno. Lo
llelTo è dei pensieri, che ci inquietano e travagliano'. lo fpirito, i quali perciò non dobbiamo
difcacciare da noi, imperciocché colla
pena che ci recano, ci avvezzano ad efercitar la pazienza, e a tollerare noi
fleilìj e fe faceffimo altamente, ciò farebbe fuggire la fatica ed il travaglio, non dil'porci ad acquistar la virtù. Egli è vero però, che i principianti
devono in ciò ufare gran prudenza, ora prefentandolì alle occanóni, e poi tallora allontanandotene, fecondo che
avranno più, o meno di virtù.. Non
biiogna però mai rivolgere affati R l 50
to le fpalle, e fuggire tutte le occafioni di contrarietà, mentre che
ciò ci renderebbe piu fiacchi per le
occafioni Tegnenti Non pretendiamo però
di parlare qui del yizio dell’ impurità, perchè} ficcome detto abbiamo a luo
luogo, fi debb’ egli combattere in una maniera del tutto differente Arroflitevi della voftra codardia. Pentitevi
d’aver perduti tanti meriti e fante attuazioni,' che avrefte potuto acquiftare,
fe avefte abbracciate le occafioni di fare degli atti di virtù quand effe fi fono prefentate. Rifolvetevi d abbracciarle generolamente in avvenire,, non oftante tutte le ripugnanze, che vi polliate ritrovare. Il Colloquio col voftro buon Angelo 5
efponetegli la voftra debolezza.
Rapprefentategli il bifogno, che avete
della fua afliftenza per applicarvi generofamente a ciò, eh è più
malagevole, e più afpro neJT acquifto
della virtù. Non oftante ciò, che poc’anzi abbiamo detto per i deboli, e
per quelli che incominciano,
confiderate che non folamente non
dobbiamo fuggir le occafioni, ma che dobbiamo ab... brac byGoc
; Del P. Scapoli..'. tracciarle
generoi'amente rodo eh effe fi
prefentano, e che dobbiamo quelle tener
più care, che fono le più difguItole ai nodri fenfi, effendo le occafio-. ni li mezzi proporzionati, cd anche neceffarj
per acquidar le virtù; talmente x che
allora quando domandiamo le virtù
chiediamo altresì le occalioni per
acquiftarle; altri mente ia no h a Orazione li contradirebbe, e farebbe
un per, dere il tempo il pretendere di
diventar virtuofo in altra maniera.
Iddio qo$ dà la pazienza fenza le
'tribolazioni t ne Y umiltà fenza i
difpregi, Cosìque e di tutte le più nere malizie o ingra 4 fitudini, che pollano efier ufate
contro 4 di voi. Il Colloquio col vollro buon' Ange R l 1.Jo. Pregatelo, eh 3 egli vi
raflodiinuiu sì generofa rifoluzione, e
che accrefca il volito coraggio colle
fue ifpirazioni, e con i fuoi lumi. Che non bì fogna punto determinare il
tempo che dobbiamo impiegare nell ac qui fio delle virtudi L’Orazione
preparatoria al folito, I. r , Confiderate, che non dobbiamo preferì
vere il tempo da impiegarli nella pratica di ciafcheduna virtù per acquiflare V
abito, e che s quefto tempo fi deve
regolare fecondo il bi fogno di
ciafcheduno in particolare, e principalmente fecondo i progredì, che fe
ae fanno. Egli è vero però, che fe vi
fi applichi a dovere, e fi pratichi
fedelmente tuttqciò che fi deve a
quello effetto, fi farà molto cammino in
poco tempo 5 e avvegnaché non fi s 3 avvegga di quello progreffo, fidevenon dimeno profeguir fgiripre i fuoi eferci4 con.
gran coraggio, e lineerà confidenza in Dio, il quale ben fa ciò che ci è wceiforiQ, c quando, e come egli -debba farci godere il frutto de' noiìtfi travagl;. :
Considerate, che polliamo giudicare
del progreflo, che abbiam fatto nella
virtù, dalia maggiore o minore contradizione, che {offriamo nella
parte inferiore in produrre gli atti
della virtù, imperciocché, quanto più quella
parte perde le file forze, tanto più
convien credere, che la parte fuperiore la fuperi, e fi faccia vieppiù
forte e robuila j talmente che non
fentendo punto di contradizione, ne di
repugnanza nella parte inferiore anche negli affliti improviiì ed impehfati,
egli è uft fegno, che fi è acquieta la
virtù; e quanto più le noflre -azioni
faranno accompagnate da prontezza, ed allegrezza di fpirito, tanto più potremo
eredere d'aver approfittato in quello efercizio ri;
Un’altro indìzio certiflfimo fi è, 'àU
forche neli'ariditò, t nelle tenebre de! anima non trala feiamó 1 di continuare coraggkfamente fi ftofiri efercizj,
quantunque fiaixio privi delle fpiritiiali dolcezze, e forno in una inezie di
lar 'gui dezza nel noflro interno, -'‘Fate gran sconto di quelle iflriizioni.
Bramate ardentemente di gìtignére R fo® Il Combatti Mento Spirituale a quello felice flato, in cui polliate far gli atti di virtù lenza alcun contrailo r &eljle armi, che ci fono necejfarie
rnque fio Spirituale Combattimento : che
l orazione è come C Ar fienai e in cui
tjfie fi ritrovano, e ielle iifpofìzÀoni,
con le quali bi fogna pregare % A Sbiam detto, ne! quarto efermio del prmo giorno, che ikcome entriamo in quefto Mondo come in un campo chiufo, in cui è duopo neceffariamentc
combattere, cosi dobbiamo Tempre tener
preparata il noffro ’fpiri to, e come fulL armi contr 1 ogni forra di nemici : e poiché non ci poliamo afpettare dalla corruzione della nollra natura, dall 3 invidia dei Demon;, e dalla
malizia degli Uomini, che continue
iorprefe; dobbiamo Tempre camminare
ben muniti, e ben 3 armati ad dempio
di coloro che viaggiano in paefe nemico. Al
Del P. Scapoli. Abbiam detto
ancora nel mede fimo luogo, che la
refiftenza, e la violenza fono le prime
armi, di cui bifogna fervirfi; ma non abbiam per anche aperto l’Arfenale, ove
fono tutte quelle, che ci fono neceflarie, Quell' Arfenale non è altro, che f Orazione, la qual è £ome la Torre di Davidde, da cui permOtio mille Usberghi, e militari infegqè
ed in cui ritrovanfi tutte le armi recedane per quefto Spirituale Combatti
fifento. Noi ritroviamo nelle facrc
Carte che T Orazione viene paragonata
ad uno feudo, e ad una Spada; che
Iddio fi fa prefente alle noftre
orazioni. e eh egli dello è quefto Scudo
e quella Spada pel foccorfo, che ci
apprefta J di maniera che 1' orazione è
propriamente come un'Arfenale del Cielo, in
cui ritrovanfi quelle armi femprevittoriofe, poich'ella ha quella virtù
di renderci Dio prefente, e di trarlo al. noftro foccorfo. Non v'è altra
nazione, per gloriofa e florida, ch'ella
fia, cui polla daifi vanto d' aver sì
vicini, e propi?; i fuoi Dei, come a noi
è vicino il nollro, e favorevole alle noftre
preghiere: così diceva Mosè al fuo Popolo per animarlo concio coloro
che V. . ‘, oc 3 04 H Cómbattìmtnto Spirituale occupavano la Terra, che Dio prOrrtef fa gli avea. ( Deut, 4. v, 7. ). Così quando noi preghiamo, avvegnaché ' non veggiamo alcuno, ne alcuno ci ri f
ponda, Dio però è prefente perdonarci Tajuto che c'è necelfario. QuaTorat farete nella battaglia, dice Ifaia,
invocherete il Signore, ed egli vi afcólterà, e vi farà conofcere, che VI
affili© con la fua prefenza ( if, ?8. v,
y. ) anzi ch'egli llelfo lìa il tuo
feudo, e la tua fpada, e quello, che
riporta tilt-' ti i tuoi trionfi ? (
Deut, 13, 1$, ) Quelle parole ci danno
chiaramente a conofcere, che T orazione
è un A r feriale, in cui ritroviamo le armi, chea, iono necelTarie in quello Spirituale
Coirti battimento, le quali non fon'
altro, she Tajuto dà Dio, che fi a prp
lenta .?0 che Dio è in fe medesimo, la
fua grandezza, la fua potenza, la fua
maeftà, la fua bontà, e T altre fee
perfezioni, che lo rendono infinitamente degno &' eSfer fervito, e odorato.
Bifogna altresì considerare ciò, ch'egii
ha fatto per noi, e fin dove egli 5' è
abballato per lo Spazio di trentatre anni, com' egli ha fanate le putride
cancrene de.noSlri peccati non con
oglio, o vino, come il Samaritano dell' Evangelio, ma col fuo preziofo Sangue,
ch'egli ha verfato da tutte le Vene del fuo Corpo a colpì di battiture, di Spine che gli traffi fiero il Capo, di Chiodi che gli trapalarono e mani
e piedi, e di Lancia, che gli fquarciò
il facrato fuo Seno. Finalmente bi fogna considerare quanto ancora intereSTar
ci debba il vantaggio che riportammo dal
fervir Dio in verità e con fincerìtà di cuore
poiché per quello mezzo
trionfaremo di noi Stelli, del Mondo, e
del Demonio, 4 diverremo figliuoli di
Dio, L by Gool Del P. Scapoli. ?07 % La feconda difpofizione è d'avere' ufia fede viva, ed una perfetta confidenza,
che Dio ci donerà Scuramente tutto ciò,
che ci,è neceflario pel fuo fervizio, e
per lo noftro bene, Quella fiducia è il
Va fa, che la mifericordia di Dio
riempie del teforo delle fue grazie, e
quanto farà egli ampio e capace, tantopiù in abbondanza la nolira orazione
otterrà lì doni di Dio; imperciocché
qual apparenza evvi mai, che un Dio
onnipotente, d' una bontà infinita, e
fempre 'Uguale a fe fteffo, ricufi di
compartirci i fuoì doni e le fue grazie,
s'egli (ledo c'invita, e ci follecita a
domandargliele? e c aflicuraancora, eh' egli ci darà lo fpirito dei fuo divino Unigenito, acciocché pofliamo
pregarlo con maggior fiducia purché noi
glielo chiediamo con pro fonda
umiltà? La terza difpofizione è di
portarli adorazione con un fermo
proponimento di fare la volontà di Dio., e non la noftra, fia nell' atto del chiedere, fia nella premura d‘ ottenere ciò che chiediamo,
applicandoci a pregare perché Dio lo
vuole, e bramando d a efiere efauditi
per la medefima ragione. In %u;te le
polire preghiere dobbiamo ave Digìtized
by Google J08 II Combattimento Spiri
tu al e te quello fine generale, d'unire
e conformare la noto volontà a quella di
Dio, e non pretender mai di far piegare la fua alla noto : imperciocché eirendo queda infetta e corrotta dall amor proprio, di fovente s inganna in ciò, che domanda, laddove quella è Tempre Tanta, e giuda, e d’uha bontà ineffabile, che non può errare giammai, ond'efler deve la regola di tutt i noftri defiderj,
e noi dobbiam feguitarla, e con formarvi
ci, e fottometterci in tutte le cole di maniera, che quando domandiam qualche
grazia, e dubitiamo fc fia giuda il
divino volere, dobbiam chiederla con
condizione, e non volerla, ne bramarla fe non in quanto ella fia conforme al Tuo divin beneplacito E per le cole, che Tappiamo elTer fua volontà, che gliele chiediamo, dobbiamo
defiderarle e domandargliele perla
jtiedefima ragione, e non per la noto
foddisfazione, ne per alcun fine, che
torni in noftro vantaggio, bcnch ella
fia buona, ed anche Tanta. La
quarta difpofizione è, che bifogna andare all’ orazione con opere cor-' tifpondenti alle richiede, che gli vagliamo
fare, e-dopo 1 orazione dobbiamo diportarci in maniera, che cir r'
r by Godale T)el P. Scupoli. $09 rendiamo degni delle grazie, che gl! abbiamo richiede. L 3 Efercizio della mortificazione debb eflere talmente congionto con quello f dell orazione, che 1 uno e 1 altro fi raggirino infìeme come in un perpetuo circolo, altrimenti fenell J oraz ione
chiediamo la virtù fenza porci in iftato dì
acquiftarla con la mortificazione, egli
è più todo tentar Iddio, che pregarlo
in ifpirito, e verità. Ciò deve recarci
un Santo timore, perchè come dice Y
Apoltolo, non bi fogna burlarli di Dio
( Gai. v. 7. ) Bifogna ancora,
che le noflre preghiere fieno più di foventc precedute da umilifiimi ringraziamenti per li benefizi,
che abbiamo ricevuti da Dio, pregandolo
filantemente, che giacche gli ha fatto
tante e fi gran cofe per i noi, non ci
voglia negare una nuova i grazia, che
fiamo per chiedergli, e che : non abbia
riguardo alle noflre mancan3 ze, e ingratitudini. Bifogna altresì fup plicarlo
per ciò, che è in fe medefi rao, per li
meriti del fuo Unigenito, per quelli
della Santfifima Vergine e de Santi, e finalmente per 1 adempimento di fue
promeiTe, perchè ci con :i ceda la grazia, che gli domandiamo. La
2 io 11 Combattimento Spirituale
’ ' La quinta difpofizione è la perfeve-’ ranza. Ella debb’ edere sì collante, che per quanto Iddio ritardi ad accordarci ciò che gli chiediamo, c rafTembri ancora d J
avvinarci con mille fegni contrari, che non vuol farcela, non perciò dobbiamo
mai ceflare dal pregarlo, anzi quanto
più ci lembra, eh’ egli ci xicufi, più
dobbiamo compiacerci in quella
umiliazione, ed acc re licere la nolira confidenza nella di lui bontà infinita;
e tanto più èli faremo gradevoli y quanto più co-lami, e pieni di confidenza
nelle nofire maggiori defolazioni. La
feda difpofizione è la gratitudP ne..
Noi dobbiamo tempre tributare a Dio
umili rendimenti di grazie nel fine della no'.fra orazione, e riconofcerlo
ugualmente pieno di fapienza, e d amore
per noi, fia, che ci conceda, fia, che
ci neghi le grazie, che gli’ chiediamo,
restando tempre tranquilli, e contenti
con una perfetta, ed immutabile -fommiflione ai decreti adorabili della fua divina providenza; E quando piacerà a Dio d'efaudire le noftre orazioni,
e di compartirci i fuoi favori, bi
fognerà ringraziamelo „ come ancora' di
tutte le vittorie che riporteremo, di 1
M ‘ tut. r t
tutù gli atti di virtù, e di tutte le buo- ne opere, che faremo. Per eccitarci a queft’ umile riconoicenza
biibgna fervirci delle feguenti
connderazioni. Primieramente bìfogna ponderare il; fine, che muove Iddio a compartirci le due grazie, conciofiache da quella
confiderazione dipende il vero fpirito di
gratitudine,. . P ?e, fi prefigge
in tutt i luoi benefizi e la tua.
gloria, ed il note) vantaggio per
obbligarci ad amar-, lo, ed a fervido.
E'duopo pertanto in primo luògo
confiderare oon qual potenza, con qual fapìetiza, e bontà Iddro n comunichi le
fue grazie, ed in lecondo luogo, che non
v è cofa in noi, che abbia potuto
rendercene definii perilchè dobbiamo contenderci ah la.fua prefenza, ed entrare in una proronda
ammirazione della tua bontà ai noiho
riguardo, poiché noi altro non uamo àgi
occhi fùoi, che mi-feria e quindi poi
-benedire il fuo fanto nome,e diicendere m copi oh -, ed umili rin- graziamene, Secondariamente Veggenti 0 ciò.,
die Dio da noi pretende co'
fuorbenefizj, che non è altro-, fe non
che i amiamo i'onpriamo, ehjfervia-
mo. r 7? j
5 1 1 11 Combattimento Spirituale
mo, a tutto notlro potere, bifogna ecdj
tare in noi un ardente brama di farlo,
ed offerirci a lui per queft’ effetto.
Queff è la fettìma aifpofizione, che
corona tutte P altre, ed eccone la pratica. :; ' Per fare a Dio un’offerta di noifteffì che
gii fi a grata, fa di meftieri, eh ella
abbia due condizioni; la prima è r
unione della nostra offerta a quella di
Gesù Cri lo; la ieconda è, che la nofaa
yolontà fia interamente fpogliata d J
ogni fletto, e d 1 ogni attacco alle
creature. l :, v Per la prima condizione fi deve fupporre, che
mentre Gesù Cri lo viveva l'opra la
terra, faceva un continuo Sacrifizio all’ Eterno fuo Padre non folamente di fe
iltffo, di tutte le fue azioni, di tutt’i fuoi patimenti, ma ancora dei no tri, che avea perfettamente prefenti.
Noi dobbiamo adunque unire le no tre
offerte alle fue, ed ancora non dobbiamo
far altro che una fieffa offerta con lui, nafcondendoci dentro il fuo cuore con tutto ciò che offerir gli vogliamo,
e facendo la noftra offerta nel luo
cuore, e col fuo cuore divino. Per la
feconda, conviene ben efaminare prima di fare la noib offerta, fe )
W la noftra volontà abbia qualche
attacco alle creature i perchè ciò e
(Tendo, bi fogna prima ricorrere a Dio, e predarlo ad affiderei con la Tua grazia ed il Tuo
' fpirìto, e di darci forza per
rompere quello legame: impercioccnè fe
noi damo attaccati alle creature, offerendoci
in cotal guifa a Dio, gli offeriamo ciò,
che non è noftro, ma d'altri, e quindi proviene, che te noftre offerte
fono il più delle volte Rifiutate, e a
noi ritornano fenza frutto e Dio
permette ancora, che di fovente cadiamo
in gravi mancamenti in pena della noftra infedeltà, e pel pocorifpetto e
riverenza, che abbiamo della Tua adorabile
maeftà nelle noftre preghiere.
Noi veramente polliamo offerirci a
lui nello dato in cui ci troviamo, con
tatti noftri attacchi e con tutte le nolire imperfezioni, ma dobbkun
farlo, perchè fi muova à pietà della
noftra liuteria, pregandolo ad affiderei
colla iua grazia perchè ci lpogliamo
interamente d'ogni affetto difordinato -alle
creature, ed a noi medefimi. Per fare
un 1 offerta che gli fii gradita, nondob 1. a
cui dobbiamo raflegnarci perfettamente, ponendo in obblio le creature, e non avendo che lui avanti gli occhi -, per confettarci a lui in [perpetuò olocaufto.
'. ' ’ Di quella pratica dobbiamo far’
ufo principalmente nel tempo delle
avverata, e fe fedelmente la adempiremo,
ne raccoglieremo un frutto inetti inabile i noi faremo interamente di
Dio, e Dio farà tutto di noi,
eflendoegli tutto di quelli che fi fiaccano dalle Creature e da fe medefimi, e
che fi danno pienamente a lui. Coietto
perfetto difiacco è un mezzo pouentittìmo per vincere i nottri nemici;
imperciocché, che non puote colui, il
quale altro piu non è, che una co fi
medesima con Dio, e qual potènza potrà
giammai nuocere dii è' come trasformato
in Dìo? Quelli che faranno le loro
orazioni con tutte quelle difpofizioni',
vi ritroveranno, come im un’Arfenale del Cielo, le armi offenfive e difenfive,
che ' fono neceflarie in quello
Spirituale Conibattimenti. Del P.
Scapoli . 31 S' 1 t X 1,
Frutto del £ ottavo Giorno I L
frutto di quella giornata debb’ effere. Primo 5 di ridurre tutt’i voftri Eterei zj Spirituali a combattere le vollre
paflloni, ed a praticare le virtù crix
ftiane. Secondo 5 d’ ufare una gran discretezza nella pratica delle
virtù efleriori non facendo co fa, che col configlio, e con la direzione del
Confeflbre, ficcoirie detto abbiamo nella terza
confiderazione del primo eierc i zio. Irzj di non limitar punto il tempo, che dovete impiegare nell acquilo d’ una virtù, ma di rieoininciaróogfti giorno di nupvo fenza fermarvi giammai nel volilo cammino „quafi folle lìcurì
d'aver acquiilata la virtù a cui
afpirate, e perciò traforando d’ approfittarvi delle 00cafioni, che fi
presentano benché leggiere, Quarto', d’abbracciar cortamore tutte le occafioni, che li prefeuteranno per praticar le virtù, e particolarmente,k
più ardue, e malagevoli. Quinto',
d’applicare il volilo cuore all acquifto
delle virtudi, e d’indirizzare a quella
mira tutte le voftre azioni e
tutte le voflre occupazioni. Sejlo ', di
praticare tutte le virtù, ma d’
intraprenderle una S 2 dopo T altra, e
di travagliare al loro acquifto facendo fervire alla pratica della virtù, che vi farete propofto d' acquifere, tuttociò che farete, e tutte le occafìoni, che fi prefenteranno,
avvegnaché differenti fra di loro. Settimo;
di fare ciafcun atto di virtù con tutta
la perfezione, che vi farà potàbile. Ornon intepidirvi giammai, o dare
addietro, ma di perfeverare collantemente non ofenti le difficoltà, che potrete incontrare. Nono; d’ andar incontr o
alle occafìoni non folamentecon gran coraggio
e ferma rifoluzione, ma altresì con
prudenza praticando efattamente ciò, che abbiamo accennato nel terzo efercizio. Decimo j di non creder mai d J aver acquifeta perfettamente una virtù per qualunque facilità, che v'abbiate
nel praticarla, ma di condurvi in
maniera, come le incomincìafte ogni
giorno, diffidando Tempre più di voi
j.o ’ e mantenendovi in una profonditàma umiltà. Un&ecimoy
finalmente di ar gran conto
dell'orazione, e porvi nelle
difpofizioni, che abbiamo eipofle nella
Lezione Spirituale, fe volete ora re
utilmente,. e con profitto Uno dell' ottavo Giorno v w |MO NONO giorno;. Degli artifizj, de quali fi ferve i! Demonio in quello Spirituale Combattimento.,, ESERCIZIO.
rima sbrigarmi da quella affare,
e poi da un’altro, Quella parola non è certamente da Uomo che te me Iddio, ma da Uomo che diilìmulà il fuo male, che il sforza d’ingannarfi e di nascondere a fe Hello la Tua prò- pria mi feria. Oh verità llravagante i Oh diabolico inganno, che ne ha perdei? e ne
perde mohiflimi ogni giorno i i no !
come fe in un’ affare sì importane te,
in cui fi tratta della falute dell'anima per un’Eternità ed anche dell’onore di
Dio, non fofTe anzi meglio, e neceffario
il dire, adeffo, fubito, al momento. O
quale floltezza il differire dì tal maniera 1 poiché quella dilazione nori ci
ferve ad altro, chea moltiplicare i noftri peccati, che a farci cadere in più gravi difordini e vieppiù allontanare da noi la grazia,
che ci farebbe neceffaria per liberarci
dalle noflre colpe; e ciò, che è ancora
piu fpaventevole, poiché quella
dilazione non ferve’, che a compiere’ la
nollra mifùra, mentre 1 abito che fi
contrae nel male, fi fa preffo che
invincibile, e come una feconda natura
per la perfeveranza., ' V Abbiate
compatimento' della cecità di coloro, i
quali ufano quelle dilazióni. Pregate Iddio, che faccia loro fconofcere il pericolo in cui fono, e loto’
dilveli la malizia, e gli inganni def
Demonio. Il Colloquio con lo Spirito Santo; chiedetegli le medeme cofe per quelle povere anime accecate. Confiderate, che il
rimedio aquefta infermità è una pronta
obbedienza alle divine ispirazioni, non folamente per deliberare ? ma altresì
per efeguire, imperciocché qui fi tratta
deli efecuzione, e non folamente dei
buoni proponiménti i quali non fono
che lufinghe e paffatempi, fe non fieno,
fé-, guitati daireflrettos altri mente,
egli èun lafciare Tempre luogo alla tentazione, la quale facendoci così
differire la, noftra.converfione,
infenfibilmente ci. conduce nell eterna
noftra.condannar jgione. ' ' Fate ftima di quefto rimedio. Proponetelo a
coloro, che ne avranno duopo. tifatelo
per voi, affine diufeire dalle voftre imperfezioni,. Il Colloquio con Io Spirito Santo,. ficcome quegli, che opera lagiuftifìcazione,
e la fantificazione delP anime „
Implorate la di lui aflìftenza per F a-,
riempimento dei voftri buoni proponimenti. jftolle arti che ufa il demonio contro
co loro, t quali falf amente Ji danno
a credere di battere La firada della per
fezìoné. l’Orazione preparatoria al
folito COnlìderate, che le arti, e Rratagemmi più pericoloù del Demonio contro
di Coltoro fono, di far sì, ch'eglino
pongano in non Cale il penitero di domare le loro paflioni, e in vece d’ attendere a Combatterle, ed a far loro la dovuta relìftenza, s' interi tengano in penlìeri d' una perfezióne, immaginaria, e lì pafcano di certe brame, che
non fono per avete giammai il loro
effetto. Lo flato di quelli tali è un
certo dolce abbandonamelo ai penlìeri di
voler' edere di Dio, di voler fare la fua Volontà, e d' amarlo con una interna tranquillità e calma, in cui lì tengono 'lìcuri, e da cui nondimeno
paffano ad una difpofìzione molto pericoloni; imperciocché in vece d’ operare con lo Spirito di Dio, eglino on operano che ctl loro proprio, eli formano
dei falli lumi e delle vilìoni bugiarde,
che li conducono nei precipizj, da 1 quali è difficiliflimo di cavarli, poiché
non feguono che i lorofenfi, e ciò, s che la natura corrotta lor fuggerifee di rifplendente e di dolce 5 e le loro s 1 addomanda ciò che bramano, dicono ingenerale, tuttociòche vuole Iddio.. Fanno eglino dei gran, defiderj, fanno magnanime rifoluzioni fopia cofe lontane che non. verranno, giammai, e trafeurano le cole prefenti e. così lo. fpirito menzognero e ingannatore della
natura, o del Demonio li prende giuoco di loro con dei lumi ofeuri e tenebro!!, e con unafalfa pace,
che vieppiù li precipita. Abbiate
compallione di coloro, che fono in uno
Hata sì deplorabile. Rifolvetevi di camminar Tempre per la ftrada ce lede dell’ Umiltà, e della
femplicità criftiana, Compatite quelli, che
fi lafciano in cotal guii'a ingannare perchè privi di vera umiltà. Il Colloquio con lo Spirito Santo;i Pregatelo, che difciolga le tenebre di guelV anime infelici col fiio lume, e elle non permetta mai., che cadiate in lacrimevole accecamento, Confiderate, che il
ri medio più fi ciiro condro un abufo fi
grande è, di combaptejre Je palfioni che
prefentemente c alfalgono, conci ofiachè con
quello mezzo conoiceremo fe ji noftri
buoni proponimenti fieno veri o fallì,
generofi o codardi, e così camminaremo in verità e con fincerità nella
dirada della perfezione, jE quanto ai nemici, i quali punto non ci
moleftano, non bifogiU andar loro all
incontro, ne venir con elfi alle prefe,
le non prevediamo, che fieno quanto
prima per aliali rei, imperciocché
allora farà bene di prevenirli con
gagliarde rifoluzioni, e 4’ abbatterli inifpjrito, a fi, ne delTer preparati a far loro r elìde nza,
ed a refpignerli quando ci fi preTentano. Non bifogna ancora riputare giammai per atti di virtù i noftri buoni
proponimenti, avvegnaché da lungo tempo ci fiamo in elfi efercitati, ed abbiamo avuta la buona forte di combattere
con profpero riufeimento le nojftrc palfioni; -ma conviene (sfler umili diffidandoci di noi ftefii, e delle proprie
forzo Ne tampoco confidare dobbiamo nelle noftre pallate Vittorie con, ' trg
Digi Del P Scapoli 3 17
fro le tentazioni prefenti, ma porre
tutta la noftra confidenza in Dio, e ricorrere a lui con V Orazione
continua, affinchè ci fortifichi col fuo
fpirito, e ci prefervì da ogni
prefunzione Che fe non poffiam giugnere al totale
disfacimento d J alcune piccole imperfezioni, che Dio tal volta ci lafcia,
acciò che ci fervano per conofeerci, e
per conl'ervare dentro di noi qualche
occulto teforo, non tralafciamo per ciò
di fare dei buoni proponimenti per una
fublimc perfezione, imperciocché eglino faranno gratinimi a Dio,
purché fieno fondati fopra una profonda
umiltà, una piena diffidenza, di noi fteflì,
ed una perfetta confidenza in Dio, e
neirajuto della fua grazia
Affezionatevi a cjupfti infegnamenti
ficcome affai falutarj Proponete
defeguirli, e fiate fedeli in farne ufo.
Il Colloquio con lo Spirito Santo , Pregatelo ad illuminare la vofira
mente per farvi conofcere T importanza di,
quelle iftruzioni, e di darvi il defidev
xio, e la volontà di fervicene f
T % £S£Rr 3i§ . JPer qual cagione ì nojlri buoni
proponi menti non abbiano £
ordinario il loro effetto 1 Orazione preparatoria al folito. ' C
Onfiderate la prima ragione, per cui i
noftri buoni proponimenti non hanno per
T ordinario il loro effetto Ciò
addiviene, perchè per lo più noti fono
etti fondati fopra una vera diffidenza di noi ftefTì e fopra una perfetta confidenza in Dio, il che il noftr orgoglio
non ci laida conofcere, ne prevedere. Per la qual eofa la luce, con cui Iddio ci rifchiara e rifana lanoftra cecità, è di fovente una fatale fperienza,
permettendo egli che cadiamo, acciò cediamo dal confidarci in noi fteffi, e
riponghiarao in lui la nodra cor,
fidenza, e quindi con quèfto mezzo
pattiamodall 1 occulto nodro orgoglio
ad unTimile eonofcimento. delle no-dre
debolezze. Se vogliamo, che i nodri
buoni proponimenti fieno efficaci, bifora che fieno fedeli e generofi, e
lo faranno quandq in nulla dipendendo n. r
i da bel P. Scupoli 39
acquetta perniciofiffima confidenza In
noi ftefii, faranno interamente appoggiati a quella, che dobbiamo avere
fu Dio. Umiliatevi veggendo quanto fin ora avete mancato nella fedele offervanza di quella pratica. Raffermatevi in una verace e lineerà diffidenza di voi flef fo, ed in una piena confidenza in Dio. Fate i voflri buoni proponimenti inquefla
fanta difpofizione, con intenzione pura e retta di non cercare in tutto ciò che
proporrete, fe non la maggior gloria di Dio, il fuo beneplacito, e T adempì mento del fuo fanto volere. Il Colloquio col voflro buon Angelo.
Pregatelo ad affiflervi co’fuoi lumi
nelle voflre buone rifoluzioni, e di animarvi ad efeguir con coraggio
ciò, che proponete con umiltà. C Onfiderate una feconda ragione per la quale i noflri buoni propo-' nimenti non hanno per E ordinario il loro effetto
ed è, che quando li facciamo, portiamo il noflro penfiero fopra la beltà
della virtù, fopra il di lei gìuflo
pregio, e fopra gli altri vantaggi che E accompagnano, il che guada T $
gna j , !0 il Combattimento Spirituale fena e muove la noftra volontà per de-j bofe, ch'ella pofTa effere;
mache?prefentandovifi pofcja la v virtù neUavfua pratica con le difficolta, che ne fono infeparabili, la noftra volontà, eh e debole
e codafdà, fi ritira e vergognofamente da addietro; 11 rimedio a ciò il c V .
il mpre d a rimirlVT P ° H 4 ft hio amorofo, e con uh ri C ° n ',n oc di voglia di piacer?, ? Uore,? c cer
doglielo cosi svampante ti auét' Tfiderio, acciochè fi cSrnA q, de r a, e coi filo dyXw. S°!,.,a fu ttivmuitnio fpirito] o, pur bel P. ètti polì ' ‘ $1?
pur anche fol tanto preientandofi a lui
còn quedo defiderio, ch’egli ci conceda le grazie, che gli abbiam
chiede nei colloqui già tenuti con lui
nelle nodre meditazioni, e nei nodri
fpirituàli efercizj. Qnede diverfe
forti d’orazione fono d’ un’ ufo alfa!
eccellente in quello Spirituale Combattimento. In fatti nel tempo medefimo, in cui ci avvediamo d’ edere affali ti e tentati da’ noftri
nemici, dobbiamo alzare il nodro cuore a
Dio in alcuna di quelle maniere, perchè
bifógna, che tutte le nòftre battaglie ft facciano alla di lui preienzi con l’orazione, con la refiftenzae la violenza, con la diffidenza di noi deifi, e
con la confidenza nel fóccorfo della fua
grazia, fe vogliamo, che la vittòria fi
dichiari a nodro favore. Quelle orazioni devono elfer brevi, frequenti, piene
di ardenti defider;, ed appoggiate ad
una fede, ed attuai confidenza, che Dio fia per accordarci tutto ciò che gli
chiediamo, fe ilort fubito, almeno quando farà più a propofito per La fua
gloria, e pel nodro bene, ed anche Col maggiore nodro vanN taggio.
Quando chiederemo qualche grazia, o qual ìl Combatti mento Spirituale 6 qualche virtù farà bene volger lo fguardo a quella virtù, o a quella grazia, e
coriuderare il di lei giufto pregiò, il bifógno che n'e abbiamo,. come ancora là grandezza di Dio, la jii lui bontà, ed il merito di quello, ih virtù e nel
nome del quale la domandiamo; imperciocché per tal Smezzo la chiederemo con iriaggior premura ed amore, con un defidcrio piu ardente, con maggiore rilpettO, con umiltà più profonda, e con una più foda fiducia. Infognerà altresì prefiggerli il fine
per cui la domandiamo, il quale debb'
effere principalmente la maggior gloria
di Dio, e perchè quella è una cofa a
' lui gradita., Ma avvegnaché
tutte quelle forti d Orazioni fuppongano
una applicazione della noflra mente, ed
una confiderazione più lunga ed incelfante, io intendo però di trattare
principalmente delfufo, e della pratica
dell’ orazione mentale volgarmente
chiamata Meditazione, di cui ci conviene dire alcuni Cofa, quantunque molti libri lpirituali ne dicano' tutto ciò, che polliamo desiderare
di fapeme. Qiefta orazione fi fa allora,
quando fi aggiugne a tutta dò, che
abbiam detto, la meditazione -W T' 1 , ' Dèi P. Scapoli.. 3 9 aei
miAerj della vita, o della paffiòncr di
noAro Signor Gesù CriAo, pregandolo inflantemente per. le Aie fante e divine azioni, ò per r Aio! patimenti e dolori d 3 impetrarci dal CeleAe fuo Padre le
grazie che gli chiediamo, il che A
pratica in queAa forma. . Primieramente
bifogria rapprefentarti qualche mi Aero della Vita,' 6 della paflìone di Gesù CriAo con le circolhnze, che
f accompagnano. S'egli è un miAero della
Paflìone, dopo f avercelo propoAo, bifogria ben ravvivare ài noAri ferifl la immagine ? ed il fenti
mento delle pene da Gesù CriAo {offerte in qtieAo fiato, Quindi paflareair interno della fui anima, e procurare d[ intendere, quanto più ci farà polllbile,
la pazienza ed il dolóre infinito, con
cui il divino cuore di lui {offriva si fqùifiti tormenti Cori uri 3 ardente
brama di {offrirne anche de’maggio. Dopo ciò lo confideremmo' tutto prefó da un fommo defiderio divederci
appaflìonati per parti ci pare i fuoi travaglj ed i fuói patimenti, fino a
preìeritarcì a fuo Padre, e a domandargli
la grazia, che portiamo pazientemente
le croci, fotto le quali gemiamo, e
tutte T altre, che cr pofiimo avvenire. Quella forra d’orazione fi può
rariÉ ancora in altra maniera, ed è, di
paffare a due altre confiderazioni dopo d
aver fatto ciò, che detto abbiamo poc
f anzi. L’una è di penfare al merito infinito di Gesù Grillo, che foftrì
quelle pene l’altra, di ammirare la
compiacenza, con cui T Eterno Padre accettò
l’ubbidienza del fuo Figliuolo e le zU
tre virtù dà elfo praticate, e prefeptartdogli quelle due cofe
domandargli pd lóro merito la
grazia Che defiaeriamo: e ciò potremo
praticare non folamente fopra li nliflerj della vita, e paflìone di Gesù Grillo, ma fopra tutte le
azioni particolari interne, ed ellerne dà lui fatte irt ciafCun mi fiero : e perche quella maniera è tanto più perfetta quanto più abbonda t d’ affetti, e bene a faperli, à quali alletti cipoflìamo
eccitare particolarmente rtel praticarla.
Primieramente potremo accendere in
noi un’ardente amore verfó noflro Sir
gnor Gesù Crillo, palfando da ciò,
che i nòllri lenii Concepirono in quelli miftei;, alla confiderazione
della’ fua bontà infinita, e dell’ amor
filò ver- fo di noi, che l’hanno modo a
foffrltc sì grandi pene 3 imperciocché quzn
bel P. Scapoli. $4$ lo più
capiremo Y eccedo dell amo ftto e della
fua bontà nella grandezza ideile fue
pene, tanto pià crefcerà in noi l’ardore
dell’ amor ttoftro verfo di lui. Secondariamente potremo cavare dì quefla medefima confìderazione Un motivo di
contrizione, e di dolore d’aver oftel'o
sì di fovente, e con tanta ingratitudine un Dio sì buono, che ha voluto
tollerare pei noftrì peccati ingiurie sì
gravi, e sì crudeli tormenti. In terzo
luogo potremo eccitare iH noi una ferma
fpcranza confìderando ciò, che Gesù ha
fofferto per diftrtiggere il peccato, liberarci dalla fchiavitu dì Satanafìò,
foddisfare pei noilri peccati,
riconciliarci coll’Eterno fuò Padre, ed
Obbligarci di ricorrere a lui in tutti i
noftri bifogni In quarto luogo potremo
Cavarne degli affetti di gioja, paffando dalla confederazione delle fue pene a
quella dei loro effetti, che fono flati,
di riconci bare gli uomini con Dio, di
fommergere ì petcati del Mondo nei preziofo
|io fangue, di fpogliare e cacciare dal
Mondo il Prencipe delle tenebre, e di
farci godere moiri altri benefifc} maggiori di quello fi poflfano
efprìmere coll pa j 4 il Combattimento Spirituale parole. Potremo accrefcere quella gld-fa
penfando a quella, che ne ricevono le
tre Divide Perforie, e la Chiefa tutta trionfante, e militante àncora Potremo altresì ferVi r ferie per cor tepire uri odio tanto di noi fletlì, come fe
Gesù Criflò non avelie patito che per
obbligarci à concepire uri òdio mortale
contro le noflre malvagie inclinazioni, e l'pezialmente contro quel la che più ci predomina e che più difpiace a quello sì amabile, e benignitlìmo
Signóre i Pótremò anèotà fervirfene pei
poetarci alla maraviglia, e da quella allo
flupore, o altimore, veggendo il Creatore del funi ver lo, che dona 1
edere e la vita a tutte le cofe,
perfeguitato dalle fùe creature J vèggendo la fovrana Maelià d’uri Dio concukata, la Qiuflizià infinita
condannati èd òpprefla, la Beltà
increata contraffatta e derifa, le
delizie dell’ Eterno Padre e il fiio amore òdilto a molte, la luce e lo
lplendorè della gloria di Dio cinta c coperta di teriebre, l’onore, e là
fuprem felicità creduta ignoniinià, e
precipitata rieirabilfo della più eftrema miferia, € della più orribile infàmia. Per compaffionare però aricotpiù ef
ficar ’ V, ncacemente i dolori di Gesù penante y e per eccitarti con più di forza a tutti quefK affetti, che abbiamo accennati poc anzi, bifognà pillare dalla
conliderazione dell 1 citeriori ftie pene alla
riflefltone di quelle, eh’ egli loft-riva nel filo interno, che erano infiriitdmente
maggiori. Gesù Criftò nello ftato delle
lue pene, beato eifendo nell'anima, vedeva 'sì Chiaramente Y eifenza Divina, come la vede e la comprende di prelente nel Cielo. Vedeva,
eh eragli cagionato dalla feparazione,
che fi fa dell anima e di Dio per lo
peccato, in paragone dì che la feparazioìie d’un membro dal corpo non è,
che ima lemplice dipintura di male. Sopra tutto però il fuo dolore fu fcccerfìvo a cagione dei dannati 5
imperciocché egli ben vedeva, ch’eglino
non erano per riunirli giammai a lui,
e che dovevano fofifire tormenti, che
non avranno mal fine. Là trifiezza di
lui fiendeafi ancor più lontano 5 imperciocché riflentiva i mali, e
compativa i dolori, e le ambafce dì
tutti gli uo mini, che fono fiati, e che faranno fino alla fine del Mondò.
Tutte le ingiurie, le tentazioni, le infermità, le triftezze, le penitenze, i fuppliz;, e tutto ciò che fempre ciafcuno degli uomini ha
fofrerte, e fotfrirà sì nel cor' po, come nell’ animo fino alla menoma puntuta,
tutto fu prefente ai di lui fpirìto, e
n’ebbe della compaflione fecondo 1‘ eccedo della fna carità. Da que
Digìtiz'ed by ( Del jP Salpali.
34? queito poliamo inferire, qual ila
flato, il fuo rammarico per le
afflizioni della fila Madre per li
timori della fua Chiefa, che doveva
eflere perieguitata nella pedona de’fuoi
Difcepoli, e per tant’ altri motivi che
non Tappiamo immaginarci, i quali furono
sì eccellivi, e in sì gran numera, che ben polliamo con una gran Santa chiamare
i fuoi dolori, e le fue agonie un
infera no amorofo di volontarie pene.
Dì tntte quefte triftezze non abbiamo
che una fola cagione, cioè il peccato:
dal che ne fegue chiaramente, che per
compatire come fi deve le pene di Gesù
Crifto, fiamo tenuti a rattriftarci, ed
affliggerci dei noftri peccati unicamente per l’amor fuo, d’odiare il
peccato fopra tutto ciò che è da odiarli,
e di combattere a tutto noftro potere
que fio mofiro elenoftre malvaggie
inclinazioni, che ne fono la vera forgente.
Potremo ancora efercitarci in quefta
maniera d orazione, che chiamiamo Meditazione, rifguardo alla Vergine,
agli Angeli, ed ai Santi. . Rapporto alla Vergine rivolgendo primieramente il noftro penfiero al Padre
Eterno, e pofeia al Figliuolo, e finalmente alla gloriala fua Madre. Ri 54 M
Combattimento Spirituale tornando
all’Eterno Padre confideremmo due cofe,
l’ammirevole compiacenza, eh’ egli ha
avuta fin ab Eterno nella Sanpitfma
Vergine, e quella, eh’ ebbe nel tempo
delle eccellenti virtù e fante azioni di quella medefima Vergine dopo il di lei nafei mento a quella mortai
vita. Per diffonderci in quella meditazione bifogna alzare il polirò penfiero
ed entrare nei lumi dell’ eterna
Prefcienza, r apprestandoci le delizie,
di cui Iddio u compiaceva in fe fteffo
in una si lama, e sì eccellente creatura come la Vergine, e in quello
penfiero pregare con ardore 1 Eterno Padre d’ accordarci la grazia, che
bramiamo. Quindi pafifando ( alla confitterazione delle virtudi della
medefima Vergine, prelentarle all Eterno
Padre tutte infieme, o fcialcheduna in
particolare, e chiedere pel loro merito la
medefima grazia. Quanto al Figliuolo
gli ricorderemo la purità, e 1 innocenza di quel feno Verginale, che lo
portò per nove mefi, il riipetto, la rive
renza, e la profonda venerazione,
cui la Vergine di lui Madre E adorò
nell’ filante dei fuo nafeimento riconoscendolo per vero Dio, e vero
Uomo, fup Creatore, e &jo Figliuolo.
Gli rap-,prfc Del P. S cupole ?47
presenteremo quegli occhi pietofi con
cui lo rimirava sì povero, quelle brac,
pia, con cui amoroSamente ftrigneva'lo
al luo collo, quel latte verginale, con
cui bambino il nodriva, le angurie e
dolori, ch’ella Sentì a pie della°Croce,
e con tutte quede maravi glie c’indirizzeremo a lui, e gli faremo una
dolce violenza, perchè ci conceda le
nodre richiede Dopo ciò bilognerà far ri, torno alla Vergine, rappreientandole, convella è data preicelta dalla Eterna Sapienza per Madre di grazia e di pietà, e
per nodra Avvocata, per il che dopo il
iuo Figliuolo non abbiamo piq poifente
ricorfo che a lei. Non d Scorderemo mai di queda importante verità ormai
rqnduta comune predo tutti j fedeli, che
niuno J’ha invocata giammai, che non fi a dato efaudito. Finalmente le
elporremo i travagl; ei patimenti (offerti dal Suo Figliuolo per la nodra Jalute, pregandola d’ offerirli
per noi all eterno Padre, Potremo esercitarci ancora in queda maniera d orazione rapporto agli Angioli, ed
ai Santi, indirizzandoci aj Padre
Eterno, e rapprefentandogli Tamore, le benedizioni, e le lodi,.con le quali qe beati Spiriti, e tutti li Santi 348 II Combattimento Spirituale tì celebrano la di lui gloria in Cielo x e facendogli vedere le fatiche, le pene, ed i
fupplizj, che li Santi hanno -fofferto
qui in terra per amor filo., i fervigj
da loro predatigli, li difpreggj, che
hanno fatto dì tutte le create cole per piacere a lui, e in virtù di tutte,
quefte offerte gli domanderemo le fue
grazie, e i Tuoi favori. Dopo indirizzandoci agli Angioli, ed ai Santi medefimi, decome a quelli che bramano sì
ardentemente la no.Ira perfezione ( che a vero dire per l’ eccedo della carità
c. dell’ amore, ch’eglino hanno. per Dio e per noi, farebbono ben contenti, che foftimo un giorno nel Cielo al difl'opra di loro ) e li
fupplicheremo per gli ardori di quella celeIle Carità, di cui ardono per noi,
a favorirci della loro affluenza nei
noftri combattimenti cohtro dei vizj :
ed a qualch’ uno di efli, come a S.
Giufeppe, ed a S. Anna chiederemo j in particolare la lor protezione nell’ ora
di noftra morte Finalmente confiderando T eccellenza d;elle grazie, che li Santi hanno ricevute da Dio, i loro privilegi, e le
gloriofe prerogative, di cui vanno adorni, ecciteremo in noi uà fentimento d’amore e di compiacenza per
Del P. Scupo ti. 34 ? per tutte
le loro grandezze, rallegrandoci di più, ch’eglino le pofleggano, come fe noi ftelfi le avetfimo, perchè tal è il beneplacito di Dio. Tutte quelle
forti d’orazione poffon’ eflere d’ un
ufo eccellente in quefto Spirituale Combatti mento. Per la qual cofa fa
di metti eri, che ce le rendiamo famigliati
per fervircene con facilità, e per trarne il neccflTario foccorfo contro
gli aflaki de’noftri nemici. Il Frutto
del nono Giorno. Il frutto di quella
giornata debb’elfere. Primod’imprimere nel vottro cuore un fanto timore veggendo, che niente v’è di ficuro in quella vita. Secondo
di diffidare di voi fteffo, e dì porre
tutta la voftra confidenza in Dia.'
Terzo di deplorare la condizione dì coloro, chq fono in peccato mortale,
e che non fi danno alcun penfiero di
li' berarfene, e di quelli ancora, che
lo desiderano, e non lo fanno v e
pregar Dio per gli uni e per gli altri.
E fefi prefenta 1 occafione bisognerà
Jlnfinuar loro i rimedi accennati nella
terza confiderazione del primo efercizio, e nella feconda del fecondo. Quarto
di far V ufo di quelli ritnedj per
ufcire dalle? 1 voftre imperfezioni.
Quinto-, d’ efami-r nat bene il voftro
interno per vederi, y ie voi fiate a
ventura di quelli, che fi lufingano di
battere il fenderò della perfezione, ma
realmente non yifono; imperciocché fe
ciò folle, farebbe duopo, che vi fervifle dei rimedj efpolli nella terza cqnfiderazione del terzo
efercizio, i quali fono Jmportantilfimi.
Rendeteveli famigliari, e ne riceverete gran lumi per la vita
fpirituale. Se fio di praticar fedelmente, quanto fi contiene nel quarto efercizio fpettante ai buoni proponimenti. Settimo di renr dervi famigliari gli infegnamenti com prefi qella Lezione Spirituale circa 1 orazione mentale, tanto pei Millerj della vita,
e palone di noftro Signor Gesù Grillo, quanto per il metodo di pregar la Vergine, gli Angioli, ed i Santi, affine di meritare la loro affluenza,
pd ajutq per poter follenere con
intrepido coraggio le tenzoni contra le potellà infernali, e Contro le vq Ire filoni.
v il YtiP~ àel nono domo, ìTT
v. Decimo giorno D’ alcune altre arti,
di cui il ferve il Demonio in quello
Spirituale Combattimento. T) una fottilìjfima aftuzìa del Demonio per farei che coloro 3 i quali veramente
battono là Jlrada della perfezione i e
della tiirtu, ne abbandonino la imprcfai
L’Orazione preparatoria al foìitd Condderate, che quello ftratagenv ma del Demonio confine in quech'égli c
irifpirà certi buoni defiderj e con
qUelld olézzo, ó piuttollo cori Urta Malizia tutta propria di lui lolo, fa, che daH’efercizió della virtù cadiamo nel Vizio i Uno, per cagion d’efempid, è travagliato da grave e
lunga malattia efoffreil fuóniale con pazienza j il Demonio beri veggendo che
s’egli continua farà grandi progredì, e
fi rinfrancherà nell’abito di quella fanta virtù, gli pone in Cuore un’ardente dedderio di qualche V z ' ope
ìlz il Combattimento Spirituale
boeri buona, e in feguito procura
ch’egli redi perfuafo, che fe fofiefano,
potrebbe fervir meglio Iddio, e render
d più utile a fe, ed agli altri. Dopo,
egli lo fa padare da quello dedderio
all’inquietudine di non poter intraprcn-
dere il bene che brama, il che gli riefee tanto più difguflofo, quanto
più è Veemente il buon, dedderio, che il
Demonio gli ìnipira, di maniera che T infermo ìnfendbìlmente è portato
dalla pazienza all’impazienza, non già.
eh 1 egli conddeii la lua malattia come
un male, ma lol tanto come un
impedimento al bene che vorrebbe fare : e dopo aver cosìdiftolto l'infermo
dalla virtù che praticava, con la mededma deprezza gli toglie il dedderio di
quelT opera buona, di cui d era fervito
per fedurlo, ed altro più non gli
lafcia,che la brama di rifanare dal fio
male, il che non gli fuccedendo come
deddera, egli d turba, s’adira, e.d impazienta. Concepite un'odio mortale contro un „ nemico si aftuto, e maligno. Concepite un
grand’amore per la Tanta volontà di Dio,
cd un Tornino dedderio d’adempierla in tutte le cofe fenza mefcolanza d’altro bene, e così deluderete tutte T arti
T)él P, Scapoli. 3. èrti del Demonio, e le renderete varie' ed inutili.
Il Colloquio col Vòftró Santo Ange ’
lo, acciocch’egli vi difcopra gl’inganni del Demonio, il voflr’ occulto
orgo- glio, e le fottigliezze del voftro
amor proprio. C Onfiderate il mezzo per
deluder? quell' arre del Demonio
Allorché ei troveremo in qualche Rato
peno fa t difficile a fopportarfi,
bifogna efcludere, e vietare al noftro cuore il defide-' rio d’ogn' altro bene fuorché d'efier fedeli,
e collanti in quello fiato; imperciocché non efifendo in noftro potere d’efeguire allora ciò, a che la noftra brama ci porta, avvegnaché buono in apparenza, ad altro non fervirebbe che ad inquietarci Bifogna credere ancóra, che
quello defiderio non avrebbe 1‘ efito
che ci perfuadiamo, poiché nói fiamo più
deboli ed incollanti di quello che ci crediamo; e così foffirire il noftro male con umiltà, e con raflegnazione.
Oppure dobbiam credere, che Dio per
un'occulto giudizio, è pei no.ftri peccati, non voglia allóra da noi quello bene, ma piuttollo defideri una V } per
ff4 11 Combattimento Spirituale
perfetta iommiflìone, e ralfegnazione
della noftra volontà alla fua, Dopobifogna ftabilirci inquella
maflimalsìim. portante nella Vita Spirituale, Ch’egli e molto meglio patire 4 che operare Oflervando fedelmente quelli avvilì
ne feguirà, che tutti li buoni delìderj, che potremo avere per qualunque bene lì
voglia, e Ohe non potremo mandar ad effetto, lia che nafcano dalla noltra natura corrótta per lo noilro a mor proprio', o dairaftuzia del Demonio per
inquietarci, o che provengano da Dio
rriedelìmo per far prova della noftfa
ralfegnazione al fuo fanto voie. re, ci faranno òccalìone di virtù, ed oggetto di cortfulìòne al Demonio In tal
maniera foddisfaremo a Dio, e lo
ferviremo nel modo, che più gli aggrada,conformandoci al.fuo fanto
volere, eh’ è 1’ unica cofa in cui Ila polla la perfezione, e tutto ciò, che
Dio vuole da noi t Ringraziate Dio di quelli lumi. Deliberate
di fervirvene fedelmente con uno fpirito
umile, e ralfegnato in tutte le cofe al di lui fanto volere. Il Colloquio col vollro Santo Angelo, affinch’egli
v’infpiri d 1 elfer fedele in quelle
pratiche. Confidente un altro avvertimento
molto importante fopra quello medefimo l'oggetto. Allorché noftro
Signore ci dà la forza di foppottare qualche
travaglio, non ci lafciamo maiforprendere dal defiderio d'dferne
liberati e in cafo che tifiamo alcuni metzi permeffì per
quéftò fine, non lo facciamo le non
perch'ella è volontà di Dio, che ne
facciamo un taf ufo. Bii'ogna. elfere
fedeli in qilefta pratica, imperciocché
fe facciamo altri mente, infallibilmente
ci fopraVerranno due gran mali. L'uno,
che febbene quello defiderio non ci tolga fubito la pazienza, ci
difporrà nondimeno poco a poco a perderla l velo d'una virtù appaiente, in una maniera ancor più fcaltra e lottile di quella abbiamo
accennata nella prima confiderazione. Figuratevi una perfona inferma, ed affai poco paziente nel ino male : effa copre quello difetto con un pretofto di
zelo, di cui fi velie come di un bene
apparente di maniera, ch'effamedclìma non conofce più la fua imperfezione,
pervadendoli, di non lagnarli del luo male per quel che è in fe, ma perchè la rende gravofa j e nlolella a
coloro, che la affiftono nella fua
malattia, o perchè non pub attender
più alle fne ordinarie divozioni. Parimente utfambiziofo, che non
puògiirgnere alla dignità che brama, avvegnaché il deliderio, che ha, abbaftanza
di moftri la di lui ambizione, pure
nella affliggerli di non poter falire
oveafpira, per nafeondere a fuol proprj ocelli
U fuo difordine e la fua pallone, procura ìel P, Scapoli, $5 f cura di perfuaderfi., che ciò eh’ egli brama, non è già pel fuo inteteffe, ma per lo ben pubblico, q per quatch’altro
rifleflb, che buono in appa renza gli
raffembra. Or tutto ciò noti è che
un’inganno del Demonio, ouna
fottigliezza dtCU’amor proprio; com’ è
facile a conòfcerfi da ciò, che le qiiefti medefìmi pretefli, 1’ uno e V
altro de’ quali copre lo fregolamento
della paflione, vengano a mancare, non
perciò vien meno nelfinfermo là fua impazienza nell’ ambizioso il difpiaCere che gli cagiona la fua ambizione; fogno
evidente, che la radice delttmpà vùenza
dell’uno, e del rammaricò dell altro è
in loro medefimi, e che il ltf ro
desiderio non è, che un’ amor prò prio,
e un pretefto plauìbile, con citi uno
occulta la fua impazienza c T al tro la
fua ambizione é Per difenderci da quelli
inganni del lo fpirito maligno, e da
quelle lottigli ezze del noftro amor proprio bifo gna oflervare quella regola generale, che dobbiamo tener fempre inoltri deliderj
dillaccati da ogn altro oggetto che non
fia la volontà di Dio e il di lui
beneplacito, imperciocché fé altro on
vorremo non faremo giammai irv quietati da veruna cofa, che ci potò accadere, ne diftolti dal cammino della
perfezione fotto qualunque pretefto.
Potremo altresì. tifare la pratica feguente, ch’ò, di Separare iì
travaglio, che ci ftrigne, dalle
circollartze, con cui procuriamo di
nascondere la noftra imperfezione, è di
produrre degli atti della virtù che gli
è oppoftà, Concionachè con tal mezzo Scopriremo la noftra imperfezione che per 1' avanti ci era ignota, e d applicheremo alla pratica della pura virtù, Senza che il Demonio, o il noftro amor proprio cene facciano oracolo i
Fate gràrt contò di quelle pratiche 4
Concepite un l'antodio contro voi ftefft e contro il voftro amor proprio.
Abiorite le adtizie, e gli inganni del Demonio Deliberate di còrtfecrarvi al
divin beneplacito iti tùtte le cofe, Senza
cercar mai la voftfa pròpria foddisfazione in qualunque fi voglia cofa Il Collòquio Col voftró buon Angelo.
Chiedetegli ji Suoi lumi, e il fuo ajuto
per elfer fedele in quelle pratiche. Peli indifcretezA a, eh' è uri altro
inganno del Demonio per
difioglierci dal cammino della
virtù, L'Orazione preparatoria al
foljto. L Onfiderate, che il noftro fpiritocancato
emendo dei p ei di quello corpo sì i
debole e corruttibile partecipa ancora
del fuo pefo, e della fua deboJezza, di maniera che non puòfempre icar occupato flegli efereiz; fpirituali a Z i a K!C u ’ e len l a avef du °P°
di qualche tallivo, e che per quello
mo, tivo bi fogna ufare una gran
diferetez raro P ni t ) h l? Q f fQCC ° mb l a ’ et fi, cari-. cato piu del dovere, vale a dire, ap phcato
fopra le fue forze, Confiderà m n°A 1C
’ C i he I 1. 1 pemouio fi trasforma in Angiolo di luce, e procura d’ accrefc.ere, ed eccitare vieppiù il no li J
e V° a Con peniìeri gradevoli, ora con | efempio decanti, e tal f COn Con fent
cnze della Sacra Scrittura, animandoci a
una vir re oiù 1 n C f fubIil ? c per
farci C3 acciocché ci rendiamo incapaci a far ciò. a. cui liamo obbligati, e
che ci rallentiamo, ed anche ci annoiamo della penitenza, e dedi altri efercizj fpirituali 5
affinchè tallentandoci a poco, a poco, e
(togliendoci dalla pratica della virtù, c’
abbandoniamo ai piaceri del corpo, ed
ai mondani divertimenti con più ardore di prima. In fatti vi fono non
pochi, i quali dopo, aver voluto, con una
prelunzione mentale imitare le azioni
eroiche dei Santi, fenza aver rifleffo
alla loro debolezza, o, al loia temperamento, e fenza ricorrere al
configli o,ed alla direzione dei loro Padri Spirituali, fi fono rendati
ridicoli vergognolamente tornando a
dietro, fino a condurre una vita
diffoluta e iregolata, ed a terminarla
malamente.. Umiliatevi avanti a Dio
veggendo come il Demonio prende occafione da
tutte le cofe, ed anche dalle più fante
per farvi traviare dal cammino della
'virtù. Risolvetevi di non intraprender
cofa alcuna lenza il configlio, e la direzione di perfone fperimentate.
Stabilitevi in una profonda umiltà, e paventate i giudizj di Dio. Il Colloquio con la Santìffima Vergine,
affinch’ella vi ottenga lo fpìrito di
difcrezione sì necelfario nella pratica delia virtù. CONSIDERAZIONE., t C Onfiderate, che il rimedio a queft inganno del Demonio fi è, d’ufare una grande
prudenza in tutto ciò, che rifguarda la
pratica delle virtù CReriori, che pofibno recare un danno notabile al corpo ed allo fpirito, fe non vi fi ofTerva una fanta e giudiziofa
difcrezione i imperciocché fi devono
bensì abbracciar pienamente quelle virtù col cuore e col’ affetto, ma
nella pratica non bifogna far nulla
fenza una matura confiderazione, c fenza
il configlio dei noflri Direttori'. e quandoci
Mentiremo animati da un fanto fervore:
ad affliggere il noflro corpo con delle
auilerità, non dobbiam fubito abbrac-r
! X cure dare que J grandi rigori, che li Santi hanno praticato,, ma dobbiamo incominciar
umilmente da qualche cofa affai mediocre, perché meglio è confervarci in iftato
di poterandar piè avanti, ch'efler obbligati a lafciar tutto per aver voluto intraprendere troppo. Confidente, che bifogna procedere affatto diverfamente nella pratica delle virtù interne, conciofiachè ficcome 1 ccceffo non vi ci può arrecare decapito, così
non bifogna porvi limiti, efe Ha
potàbile dobbiamo fupcrar tutti gli
altri, come ed aver avverfione al Mondo ed alle fue vanità; a defiderare
d’ edere difpreggiato ad amare Iddìo e il noftro pratàmo; ad odiare il peccato, e
tutto ciò che a Dio difpiace,at?tefo che non polliamo commettere eccedo in
tutte quelle cofe, ne in tutte j altre
di quella natura. % Fate gran cafo di
quelli infegnamenti, decome necedaritàmi nella Vita Spirituale. Godete di
lafciarvi regolare, non fate cos
alcuna da voi lletà. Il Colloquio con
la Vergine Sant come il precedente, ESER
ESERCIZIO, ' Xto uh altra rt i di cui il Demonio fi ferve, eh è £ infimi arci cattiva concetto del nofiro profiimo I 4 Orazione preparatoria! folito, E C
Onfiderate, che qualora il Demo nio s 1
avvede, cne noi Tacciamo, un notabile
progredì nel cammino dek, la perfezione)
procura per diftogliercene dì injmuarci dei cattivi pensieri, q delle fvantaggiofe impreflloni del noitro
profiimo, portandoci a formare grndiz; temerari v che fono la cagione per cui li {degniamo, e li difprezzia!?
n vizio, eflendo. fomentato'' dalla nodra vanità palla di foventeper una virtù nella noftra mente, di maniera che
ascriviamo a zelo ciò, ch J © una
fordida imperfezione, ed un occulto, orgoglio profondamente radicato f e L n M ftro cllore H quale fa, che inlennbumenre ci innalziamo,,
e che dispregiamo gli altri per la buona api ni aj? e amo n
°i fodì penianao d edere molto lontani
dalle imperleziom, che crediamo ritrovarli in 1 q X a ro, 'jó'4 M io. Il Demonio {coprendo in noi sì nialvaggia difpofizione fta attento e
follecito ad aprirci gli occhi, e ci tien
rifvegliati per vedere, per ifcrutinare,
e per ingrandire i falli altrui, il eh’ è un granditfimo oftacolo all 3 acquifto delle
virtudi, ed una intera rovina di quel, le, che avevamo acquiftate. Coloro, che fono lenza compatimento degli al~trui
difetti ? e che li condannano con
feverità, in vece di fcufarli nel loro
cuore e apprello gli altri quando la
carità lo richiede, fono d’ordinario più
{oggetti a quello vizio detellabile, e
fono in un pericolo tanto maggiore,
quanto etti fi credono più fpiritualì, c
più innoltrati nella virtù.
Concepite un 3 odio mortale contro
quello vizio, e quando vi accada d 3 iiv
corrervi anche in cofa leggera, caligatevi da voi medefimi, e non vi
perdonate mai, che prima non fiate perfettamente abituati in perdonare al
voflro Profilino, voglio dire, in
ifcufarlo, in compatirlo, e in rimirare
le fùe azioni con un’occhio femplice, e
con un cuor fenza fiele, fenza amarezza.
Il Colloquio con la Vergine Santiffima, eh’ è la Madre del beli Amore, cioè a dire deli amor del Profiìmo, pregandola,
che cl faccia compatire le cii lai
debolezze e ce lo faccia amare con idi ma non ottanti le di lui imperfezioni. IL C
Onfiderate li riined; proprj contro un
sì gran male. Quattro ve ne fono
etficaciflimi, e 'affai polfenti. il
primo è d 3 occuparci interamente in
confìderare le necettltà, c imperfezioni
del nottro cuore; imperciocché con quello mezzo ritroveremo ettfcrvi in
noi tante co fe da correggerli, che non
avremo agio di efaminare, e riflettere
fopra li difetti degli altri. Il fecondo
è, che in occalìone che il Demonio o
il noftro amor proprio ci rappre Tentino
troppo vivamente nell’ immaginazione
li falli altrui, noi rivolgiamo il nottro pensiero fopra li nottri peccati
pattati, e ne caviamo motivi di, dolore
e di confusone; imperciocché
applicandoci di proposto a queft 3
Efercizio purgheremo il nottro occhio interiore dai cattivi umori, onde
proviene quetto vizio sì dannofo alle
nottr 3 anime. Il terzo è, che fa duopo
fupporrecome una verità collante, che quali 3 ora peniamo male del nottro profilino, c 3 è qualche X 3. radice di quefto male medefimo nel
noftro cuore, il quale riceve tutti gli oggetti Somiglianti, che a lui fi
presentano a tenore di fui malvaggia difpofizione: il perchè qtìand'cgli.ci
tenta a far indicato di qualche difetto degli
altri, bi fogna adirarci cóntro nói fteffi, Come fe ne fófiìmo noi i
colpevoli, t ricordarci di quefta
Sentenza di San Paolo, mentre giudichi
gli altri, vieni tùn dannare in te il
medeftmo difetto, di cui fei convinto (
Rom, r. v, i. ). Il quarto, ed ultimo rimedio è, di credere appieno, che tutti
li vantaggio!! féntimenti, che abbiamo del noftro profilino fono un effetto
dello Spirito Santo, e tutti li disprezzi c giudizj témerarj che ne fzecianào, e tutte le amarezze che fentiàmo contro di lui, procedono dal noftro orgoglio, dalla noftrl malizia e dalla fuggeftione del DemomO. Bìfogna
fiancheggiare tutti quefti rimedi con un
Salutare avvertimento lisciatoci dal
medefimó Apoftolo con le Seguenti parole o Non giudicate 'prima del tempo, ma
affettare-, che venga il Signore, il
quale porrà, in chiaro ciò, che è più
avviluppato nelle tenebre, e allora eia febeduno riceverà da Dìo
medeftmo la Ith d r che gli farà dovuta
( i; ad Cor, 4 li) Tue S. ' $67
Tutte le azioni del noftro proffimo, fieno buone o fieno cattive, hanno
Iddio per Giudice, dice il medefimo
Apollo 10 ( Rom. 14 -1.4. ): qiiallora la di lui condotta è buona, la fuà perfeve ranza nel bene rifguarda quello Padrone, e i'ovrano Signóre 5 e quando egli cade in qualche fallo, la fua caduta parimente
riguarda quello Signóre, e non voi.
Abbiamo adunque per certo, eh ella è una
cofa beri odiofa al cofpettd. di Dio il
voler entrare nel fegreto dell' anima
del lioflro pro.Timo, e ch'egli è un
fegno evidentiffimo d'imprudenza, e di
temerità il voler darli a credere di
fapere ciò, che non fi vede fe noi) In
apparenza-, t Che fiorì è póffibile di
penetrare. Chi è Vero Giudice di fe
lleflo non fi porrà mai nell’ imbarazzo
di condannare gli altrui falli, gladi- candóli Fate gran calo di uefbi rirtiedj; applicateli
a voi in maniera, eh' elfi abbiano campo d'operare, e di purgare 11 volito cuòre da quello mòrta! velo no, il quale penetra fino alle piu profonde
radici delle Virtù che abbiamo acqiìillate,
e le iriàfidifee e vi produce in vece delle fpine, che ci lacera no, e ci
pungono còti mille amorfi X 4. Il góg
11 Combattimento Spirituale Il
Còlloquio con la Vergine Santa xh 1
ebbe Tempre un cuore ridondante d J
indicibil dolcezza e manfuetudine con gl
5 imperfetti, pregatela che v infegni
come dovete praticare quelli rìmedj sì
ialutari. Dégli firatagemmt, de quali fi ferve il Demonio contro coloro, che hanno ac quiflata la virtù, e fono giunti alla perfezione, per farli cadere da quefio; felice fiato, e per cangiar loro le virtù
acquifiate in occ afoni 4' inciampo e 7
-di rovina ' X’ Orazione preparatoria
al folito C Onfideraté che coloro i quali fono giunti fino alla metà
della petrofa carriera della virtù e della perfezione, non Tempre giùngono fino
al termine, t che larte e malizia del
Demonio contro coftoro fi è, di ichierare avanti agli occhi loro le virtù
da efli conquìftate per fedurli con le
attrattive della compiacenza, che li la
cadere nel vizio della vana gloria, e
rende la lor caduta tanto più pericolo J T Del P. Scttpolì ,, $6$ fa, quanto più in alto erano faliti. Il rimedio a sì gran male fi é, di mantenerci
Tempre in una incera cognizione' della
noftra debolezza, e credere, che da noi
iriedefimi nulla polliamo, e che non
meritiamo niente meno dell 5 eterna Condannagione. Bifogna tenerci fodi in quella verità come in una fortezza inefpugnabile, e non ufeirne giammai ributtando tutti li penfieri, che potcA fero diftog bercene, come tanti nemici capaci di recarci la morte, o di ferirci
pericolofamente, fe ci lafciaffimot
condurre fuori, anche per unfolo momento, di quella ferma credenza. Deteinate quella malizia, e quell 5 arte del
Demonio: confermatevi in una profonda
umiltà, temendo di traboccare in un gran precipizio da un eminenh re virtù. Siate pienamente perfualìche voi non bete che infermità e miferia; e fopra quello fondamento ponetene uri altro d 5 umiltà, e di diffidenza di voi llelfi riconofcendo la v olirà impotenza
al bene : collocate fopra quelli
fondamenti la pietra fondamentale d
una perfetta confidenza in Dio, e nei
meriti di nollro Signor Gesù Crillo.
il Colloquio con quello dolcifimo
Salvatore: pregatelo, che v infegni ad
'; : X effe J|7Ò 11 Ccrhb finimento Spiritual e federe veramente Umili, e ad averé dei fentimeftti di voi ftetà li più
badi, che Vi Tara potàbile. Confidcrate
còme fu duopo diportarli per non. cadere dalla virtù che abbiamo àcquiftata.e per confervarci
Tempre in uria. umiltà, profondi flima Qualunque voltajrivolgeremo gli occhi fopra di noi e fopra le rioftre azioni,
eonfideriamóri con ciò che abbiamo fol amente da noi medéfimi 2 non
cori Ciò che abbiamo da Diò è dalla Tua grazià; e concepiamo lina dima di noi medefimi corri fponderite a ciò che fiaino in verità.. Se facciamo
rifle£fione fopra quello che eravamo prima
che riafeetàmo a quella luce del Mondo, ritroveremo, che non fiamq
Ilari che Un nulla per tutta 1 eternità
c che in quello fpazio infinito
nort abbiamo mai potuto fare cofa alcuna pex 1
meritarci T edere che: abbiamo t Se d
confideriamo dopo che abbiamo ricevuto l’ édere, fia naturale o
fóvranattirale, ci ritroveremo d'avere tutto Emotivo non {blamente d’
umiliarci, ma d annientarci ancora 5
imperciocché per l' elitre naturale, fe
lafciamo a Dio ciò, che Tgl thè gli appartiene, di quanto riamo
per la fua Potenza e per la fua Bontà,cIremo
thè da noi ftefli non riamo che tm mero
nulla, da cui la fua Portanza c la fua
Bontà incertfaritertìente ci tragge fudra. Se ci xonrideriamo nell 5 ertere
fovranaturak della Grazia, qual bene può fare mai una Creatura fenza T aiuto di Dio ? E ella capace di fare giammai umazione meritoria fenza la di lui afliftehza ? E fe con ciò prendiamo 1
moltitudine de 1 noftri peccati? e fe a
quelli che abbiam fatti, aggioghiamo quelli, che abbiamo potuto fare, e che fam avremmo ficuramertte, fe Dio non c averte foftettuti con la fua Mifericordia in un pendìo sì fdrucciolofo
come quello della noftra sì depravata, e corrotta natura ? ritroveremo che a numerare non fedamente coi giorni e
cogli anni che riamo vifluti, ma ancora
col novero delle n oltre peccaminofe azioni e inclinazioni malvaggie che in noi allignarono, le nortre ini' quità farebbono moltiplicate fino all infinito,. e che faretfìmo divenuti peg f i
ori dei Demonj, fe foifrmo Itati abbandonati a noi mederimi. Se non vo. gliamo adunque rapire a Dio la gloria, che è ben dovuta alla fua Mifericordia, ' X 6 € fe
4 A JtfX 11 CòYfthattìmerltò Spi rituali
e fe vogliamo attribuirci Soltanto eia .
che ci appartiene, riputar ci dobbiamo
i maggiori peccatori del mondo : e bisogna ben avvertire che quello
giudizio, che facciamo di noi lleflì fi a accompagnato dalla giuftizia, cioè
adire, che non vogliamo punto efler
trattati, fe hon come meritiamo,
altrimente ci renderemmo più colpevoli imperciocché doloro che hanno Soverchia elli inazione di fe fteflì, e che vogliono edere (limati
dagli altri per difetto di ben cono fccre la loro miferia fembrano d 5
avere nella loro ignoranza qualche
pretelle vdeiringiuftizia, che
commettono ma noi faremmo ingiufti fenza feufa, fe
conoscendoci internamente indegni dì (lima, pretendemmo d’elTer tenuti in
conto, e (limati. Imparate da quelle
iftruzioni a ben conoscervi, ed a
credere ciò, che liete da voi niedefimi,
voglio dire, niente, peccato. Inferite
da quella cognizione una piccola, e bafiflima opinione di voi (ledi. Accóflumatevi a difpreggiarvi, e
ad amare il volito avvilimento.
Delìderate d'eder umiliato adai, ed’
(Ter tenuto come la Scopatura degli
altri. U Colloquia con nodro.
Signor Gesù Grido Chiedetegli queda
umiltà cordiale. CONSIDERAZIONE. la Del A Se tip oli la Lezione Spirituale per il decimo Giorno. et ella
divozione fenfibile, Aridità o
fvogliateZze, pene, che di fo vera e fi provano nell Orazione I l più
fperimentati nella vita Spiri j tuale
fanno molto bene, che la divozione
fenfibile la qual fi gufta nell Orazione,
e che le Aridità, ed altre pene che
foffronfi, fervono ai noftri nemici er
tramarci delle infidiealtret tanto piu
pericolofe, quanto più occulte. Acciocché per tanto non ignoriamo, come ci
dobbiamo condurre per involarci
stratagemmi sì maliziofi, e la vittoria
ftia collante dalla noto parte, ecco a un di predo ciò, che bifogna fapere di
più importante, e necef- fario. Quella forta di divozione, che inonda
l'Anima di confolazione nel tempo dell'
Orazione, non può provenire che da tre
forgenti, o dalla natura, o dai Demonio,
o dalla Grazia. Da'fuoi effetti, e dai frutti eh' ella produrrà in noi, potremo agevolmente conofcere d'onde proceda. S'ella non è feguita dalla
noftra emenda, e fe non ne diventiamo
migliori, abbiamo gran fondamento di temere, che quelli fieno parti della natura, ò delle illufioni
del Demonio, avvegnaché elfi C
apportino un gran gùfto delle cofe di
Dio, ed accendano nei noflri.cuòri uno
ftràordinario fervóre : Nel tempo di quelle
vifite e corlfolazioni non bifognà intertenerfi ad ifcrutinare d’onde
vengono, ne àppoggiarvifi, ne dipartirli
dalla cognizione del nóftro niente, ma con un
Tanto odio di noi ftelfi bifogna diftaccare il no Irò cuore da tutte
quelle confólazioni, ne guftar cola alcuna fuorché Dio, nè altro bramare, che
di fare la di lui l'anta Volontà ? e in cotal
‘guiia ciò; che dà principio poteva elfere un opera della natura, o un
illufioné del Demonio diverrà un 4 effetto
della grazia, ed una pratica eccellente
di Virtù i . L’aridità e languidezza del cuòre 'Che Tentiamo nell’ Orazione, non è altro,
che la privazione di quella divozione ienfibile; Élfa.può avere le rtredefime
cagioni : può procedere dalla natura,
qiiallóri, vi diamo occafióne colia
hollra pigrjzià 0 per noftra colpa, principalmente per l’attacco fo ver- chio, nio che abbiamo alle Creature, o
a fioi m ed eli mi 3 ella può ancora
procedere dal Demonio y il quale fi sforza .. fcor i con quelli difgulli per
porci in disòrdine t farci lafciar T armi,
tacendoci ritornare ai vani trattenimenti e piaceri del mondo fino a ri
guadagnarci al Secolo; Ella può, venire dà
Piò per obbligarci a ftàre piu cautelati e guardinghi, e id edere più
diligenti in compire li rtofiri dovent e di
rompere tutti gli attacchi, che abbiadò a tutto ciò òhé nòn è Dio;
oppure affinchè Conófciamo per ifperienza,
che tutto il bene che abbiamo vietìe
da lui. Solo, è tenghiamo in maggior
Conto li doni Suoi, e fiaino più attenti a confervarli con una grande
umiltà t purità di cuore, e per unirci
a lui più flrettamente, facendoci
rinunziare noli Sólamente a noi ftelfi,
ma àncora a tutto ciò, che può dividere
il nollro Cuore che Iddio viiolé tutto
per lui; o pur anche, perchè Iddio fi
compiace di vederci a combattere con
tutte le nOure forze, e con un perfetto
ufo della grazia; Quando ci ritroviamo in quella laiiìjUidezza
e aridità Spirituale biSogna eìamiriare d orni ella polfa procedere, e procurar
di {coprire il difetto dì è la noi, che
ne può edere la cagionerei combatterlo
vivamente $ non per ricuperare la confolazione fenlìbile, ma per emendarci dell 3 imperfezione, che difpiaque agli occhi di Dio, e che ci ha cagionata quella aridità, e non
ritrovandone la cagione, bifogna attendere, e affezionarci alla vera, e
foda divozione, la qual 3 è una pronta
ralfegnazione della noftra volontà alla fua.
Bifogna guardarli bene di non iafciar
punto per ciò li noftri spirituali efer-i cizj, per quanto grande iìa la pena che internamente proviamo, ma bifogna continuarli e profeguirli per quanto
infruttuoll ed infìpidici rafiembrino, bevendo con coraggio il calice. d 3
amarezza, che Tamorofa mano di Dio ci
prcfenta. Se accadeffe, che la
deflazione foffe sì grande, è le tenebre lì denfe, che non fapelfimo (più da qual parte rivolgerci o a qual partito appigliarli, non Infognerebbe perciò abbatterli, ma rimanere folitar; e collanti fulla
Croce, allontanandoci con fermezza d
animo da tutte le confolazioni, die
ilMondo o le creature ci potelfero
offerire. Fa di mellieri ancora
nascondere ad s ogn’ uno la noftra
Croce e le noftre pene, e non paleiarle che al noftro Padre Spirituale, non per cercare ed ottenere da lui qualche alleviamento, ma perchè c inftruifca a portarla coraggiofamente giuda il divino beneplacito. Parimente non bifogna ricorrere alla Comunione, ne agli efercìzj fpirituali per lcendere dalla noftra Croce, ma per acquiftarele forze, che ci fono neceffarie per portarla
più collante mente $ e fe non polliamo più meditare o recitare più come prima, facciamolo almeno alla meglio che pofliamo, e non potendo offerire a Dio gli affetti e tenerezze del cuore,
offeriamogli la pazienza, e la noftra raffegnazione al di lui fanto volere.
Quello, che non potremo fare con Y intelletto, procuriamo dì farlo col cuore, indirizziamoci a Dio con orazioni brevi, e
fervide, parliamogli col cuore, e proteftiamogli una perfetta conformità, e
fommiffione alle fue fanti (lime
difpofizioni. Ponghiamoci avanti gli
occhi noftro Signor Gesù Crifto nell
Orto di Getlemanl, oppur fu la Croce,
quando fu abbandonato dall 1 Eterno fuo
Padrei uniamo le noftre alle fue pene,
e diciamo con eflb lui : Non abbiate guardo alla mia volontà, ma ottanta
la vo 11 Combattimento Spirituale voftra
adempia ( Lue zi.v.z, ): e In
cotal guifa la nolìra pazienza, e lanoftra orazione porteranno 1$ fiamme
del facrifizio., che faremo del noltro.
cuore afflitto, alla prete nz a della
divina maeftà, e farà egli veracemente divoro;
imperciocché la vera divozione non è
altro, che una volontà pronta e tacile
a feguitafe Gesù Crido con la Croce
fopra le noftre fpalle per qualunque
Itrada egli ci conduca, e voler Dio per
Dìo o. laiciar Dio per Dio, fecondo
caderà più in acconcio per fare la lira
fanta volontà, Quello è 1‘ unico fegreto per non dfer punto ingannati nè
dal Demonio, nè da noi medefimi. L‘ ufo che dobbiam fare di quelle tentazioni, e di quelle prove fi è di cavarne una chiara cognizione della notila.
cattiva inclinazione, la quale vuoile Iddio, che Tappiamo qiìale fia,cioè tale, che fenza Y ajuto della Tua gra zia ci precipitarebbp nqlla nollra rovina, e
ci porterebbe ad eccedi, e mali i più
grandi, e terribili, Dal che potiamo ben vedere quanto s'jpiganpina coloro, i quali avendo, lo spirito
travagliato da ilravaganti penfieri, fi turbano, fi confondono, e fi credono
abbandonati da Dio non. fapeadofi
per ifua ™!‘’ ch. e lo fririto di ini poffa ibitare in
anime ripiene di fomielianti '
immaginazioni, fenza riflettere, ch‘eli
non permette qnefh tentazione, fenSo
per Jar ad IT. un più chiaro %nofX
i mento, della loro debolezza, e per obbligarli ad. accollarli a lui
più eircnd ° cerciffiIwinA flievoli
tentazioni fi f u, perano meglio, con
una dolce e piacey°l Pazienza, che con una difpettofae inquieta refiftenza a non fare quelmv Jcche el e vorrebbero farci £ £ fólo penfarvi? 1,01 ® Vergognìamo I
jl Frutto della, decima Giornata,
' i. fere ,7° giornata debb'efri
fr ’ dl praticar fedelmente ciò che fi
contiene nella feconda, te a e' quarta
conderazipne dei primo c ferri io; quali
ora vi troverete in qualche foto penofo,
e difficile a fopportatf e è ncordarvi
di nere gliomi delì deìiderj diftaccati
da ogn altro oggetto fuorché da quello
della volontà di Dio. Secondo, di
feparare il male che vi afflig gerà, e il rammarico, che ne rifentirete, da
tutte le circoflanze, le quali potrebbero fervirvì di pretefto, e formarvi qualche ragione per non approvare
Timo e defìderar r altro, tacendo gli atti della virtù òppofla per rendere inutili le arti, e flratagemmi del Demonio, e per confervarvi nella pratica foda, e collante della virtù tutta
pura. Terzo, di portarvi con una fanta
difcrezione, c con uno fpirito d' umiltà
nell efercizio delle virtù citeriori; e di non muover palfo fenza direzione
nella pratica delie aufterità corporali. Quarto, di praticar fedelmente ciò, cheli è divifato nell’ e fetci zio terzo
fpettante ai giudizj temerarj ed ali
amore dèi profilino, e fopra tutto di
fervirvì dei rimedi, che fono accennati nella feconda confiderazione di
quello medelìmo efercizio. Quinto, di concepire un fenti mento di voi Iteffì il
piu umile che vi fara poffibile, c di
prender la pratica del quarto ed ultimo efercizio per lo fondamento di tutto
il volito fpirituale edifizio, acciocché
il Demonio non abbia alcun
vantaggio fo-. 2W -P. Scapoli. 3 8
f fopra di voi, cd ottenghiate il
premio e la corona prometta a coloro,
che combattono con le armi, di cui
abbiamo ragionato nelle tre ultime Lezioni
Spirituali, con uno fpirito d'uiniìtà, e
con perfeveranza, facendovi Uomo d
Orazione, con una arduità del tutto
particolare a quello ianto efercizio,
giufta il configlio di S. Paolo, il quale c eforta a pregare
continuamente, Sejloy d’ approfittarvi
della Lezione Spi-? rituale per Tufo,
che dovete fare delle confolazioni, e delle pene e moleftie, che proverete
nelle yoftre orazioni. Fine dell a
decima, ed ultima giornata, V A C !. .. ' s
ACCADEMIA DEL COMBATTIMENTÓ
SPIRITUALE DEL VENÈRAÉILÈ K S. C. K. TEATINO Ridotto ìli Efercizio I Vrapertata nella nojlra volpar linguà da un Sacerdote iella ftejfa Congrua gaxJvnè de C R, Teatini. ih 1
Al leggitore. che E annuale ritiro., che vi obbliga a. Ilare per dieci
giorni lontano da qualunque convenzione,
lia per fembrarvi nojofó, e che T
impegno di ìhr quali Tempre in tutto
quello tempo applicato ad una feria profonda meditazione di quanto fi contiene
negli efercizj che lo. compongono, lia
per arrecarvi qualche molellia e
difpiacere, ho creduto edere doverofa
cofa il prefentarvi un' altro mezzo molto più agevole. per approfittare di
quelli efercizj. Quell’ è l’ Accademia
del Combattimento’ Spirituale, la quale non vi terrà occupato, che un giorno
della fettimanadi maniera, che ciò, cheavrelle dovuto fare pel corfo di dieci
giorni nel ritiro,lo facciate in dieci fettimane più facilmente, con maggiore foddisfaziohe, e
forfè anche con maggiore profitto. Ogni
qualunque volta i Lacedemoni devallavano la Campagna d’ Atene, lanciavano intatta per riipetto T Accademia
di Platone. Io non vi domando ... ! Y 3 eh
che abbiate la ftcifa coìifìdemióne è
ritegno per qitefta, anzi farò ben. contento) che ne facciate un copiofo
bottino di tutto ciò, che vi trovarete di
meglio, di più preziofo, e di più bello, purché ne facciate un Tartufo,
e vi ferviate delle di lei irruzioni per
la vittoria delle voftre paflìoni, e V
animiate a combatterle (limolato da quelle parole dell Apodolo al fuo
prediletto Timoteo : Intraprèndi il
lodevoli combattìtnento della Fede guadagna la
vita eterna Elleno Vi foli polle avanti
gli occhi per eccitarvi a quella guerra
con la conliderazione della ricompensa che vi è preparata in Cielo,
dopo che avrete finito di gloriofamente
combattere qui in Terra r f IAC
L'ACCADEMIA DEL COMBATTIMENTO, v SPIRITUALE
Ridotto in Efercizj. P oiché la
vita dell Uòmo è un inceffante pugna fopra la terra, e che lo fiato del Crifiiaho è una profeflìone militare, nulla fcòrgo di piu utile e necefiarid guarito di fondare un'Accademia, irt cui vi
ci addentiamo; Noi entriamo nel Mondo come in una terra nemica, e li nemici, contro cui abbiamo a combattere cifeguicano
sì da vicino', che li più perico lofi fono dentro di noi medefimi, e fon eglino in sì gran numero al di fuori, che
appena polliamo formar un patio fenza pericolo
Gesù Criftò, che ha nodrita tutta
la premura di rimediare alla noftra calamità, ben lontano dal prefervarci da quella guerra, Y ha aòcefa
egli fiefio, e chiaramente fi è prò
teftar v r l} Accadèmia.. tc&ato nel fuo Evangelio di no
elier venuto al Móndo per portarci la
pace, ttid anzi per fomminiftrarvi c
ferro, é fuoco. In fatti quando riamo
fatti Crifliani col Batterimò, in ricevendo il carattere indelebile di quella
illuflre prò1 fefllone, c obblighiamo
Tolerinertierite a combattere fotto lo
ftendardo di Gesù Criflo; ci dichiariamo
iji faccia del Cielo, e delia Terra nemici dei Demonio, del Mondo, e della Camen e promettiamo di non
aver mài coli elio loro' ne pace, ne
tregua. c, ; ' S. Gìó: Grifofl.òmo (
fi. Chrìf Sem. de Marcir, tom. !. )
'riòri potendo foifrire la codardia d’ alcuni Gridi ani delfuq tempo, dopo aver polla loro d’ avanti gli odchi la forza, il coraggio, e la; coflanza de Martiri, lóro parla in qiieffi
termini. Oli Crifli ani,, voi liete fotdati troppo delicati, fe vi 1 ufi rigate
di. poter vincere fenza combàttere., e
trionfare lènza aver guadagnata la battaglia..
Impiegate, e noi) iafciatè ozipfe levo
flró forze, combattete virilmente, e.
fiate fenza pietà con voi fleffi in quefr fta gii erra. Confiderete il voitro
patto, e peniate alla voflra condizione,
e ve-, dete qual ria quella milizia che
proferiate; Dico il patto che avete ratto; la;
..,Pf Com&itttìmm Spirituale. f $ f
Condizione, fotto cui liete flato arrola- to; e la milizia che ha prefo il fuo iiome dal carattere illaftre, che avete ncevuro nel Santo Battefimo l dU r qUe L ì n noftra adizione è t-le, che flamo deftinati come ÙomH femore 1 fl? ? Pm C ° me Cr P iani a lempie iu 1 armi per combattere contro
nemici, la di cui forza ed efperien? a congiunte con 1 odio mortale eh® hanno contro di noi, ci fanno a tute ragione dubitare del buon efito de' no?. drér ma 3 n;, ' m£n V 3 qUal cola unAcrft P utl e 0 P |u neceffaria d'i dem J a ’ m cui Poffiamo efferé addeftratr ed ammaeftrati in tutele ITctTTk C K CÌ P 0ite farebbono altrettanti
gloriolì fegiu della generalità n, e tortezza de Criftiani. A quello fine appunto io ho comporla queft'
Accademia del Combattimento Spirituale) acciocch'ella polla fervile aa ogni
genere e condizian di persone, dal più alto fino al più umile e baffo rango, conciofiachè con quello mezzo potrà ciafcuno fervidi con profitto
degl’indirizzi, e ammaellramcnti, che vi
u contengono, e tutti vi troveranno, di che formarli nella vita Spirituale con
la pratica degli EfercizJ, cjie vi fono
accennati. Li Greci dimodrarono la
palfione e la llima, che avevano della
virtù con molti Palagi, che fabbricarono
con ma f nificenza, e che dedinarono perchè
ai loro piu eccellenti Uomini idruita vi folle la gioventù negli
Efercizj del corpo, e dello fpirito,
affinchè non le mancade ne ajuto ne
direzione per divenire perfettamente
virtuofa. Mi lufingo, che T impegno, che aveva quella nazione di coltivarli
nella Virtù, di cui non vidde mai fe non
l’ombra, poffa e debba edere di forte dimoio ai
Criftiani per ricercare con eftraordìnaria diligenza tuttociò, che può
fornir ÌÀ di mezzo per perfezionarvi?
gia dì maniera che quelli, che avranno
un vero defiderio di farli perfètti, vi troveranno tutte le Ignizioni più importanti,
eneceffarie a quefto fine. Io la chiamo
Accadèmia del Combattimento Spirituale, perchè altro non vi s’imparache la maniera di combattere le
sfrenatezze delle noftre paffioni, e di fare gli atti delle virtù, che che loro fono oppofte, per formarne gli Abiti, il che è tatto Spirituale e dipendente dalle potenze dea Anima imperciocché ficcomc la libertà delfiiomo è
elfenzialmente nella di lui Anima e volontà, così tutta la di lui perfezione,
la virtù, la fantità e merito dà: lei traggono il nafcimento., ed anche ftanno nell 1 Anima come nel proprio
lor leggio, di fotta che le battaglie che cì: fa meftìeri di foftenere, molto più dall 1 Anima che dal corpo dipendono, e quindi a buona equità Z chia 8 V Accademia chiamiamo
quefl’Accademia, f Accade paia del
Combattimento Spirituale. Quanto poi al Metodo d’ insegnare jchervi fi tiene, e°lì è affai diverto ‘da .quello
degli antichi Filofofi, ì quali ponevano
tutte le cofe in controversa e
difpptavano fopra di tutto per l’una è
per ì 5 altra parte.. Socrate introduce
quello metodo, affine di fecondare la
mente de fuoi difcepoli di nuove opinion i, il che diede a molti
occafìone jdi paragonarlo ad una foggia
Madre, e fece dire a S. Paolo di quelli
primieri Sapienti del fecolo, ch’eglino
iiqpara vano Tempre, ina non giugneyano
mai alla icienza delia verità. In quell’
Accademia non fi devono già trattare articoli, che fi beffano porre in
difputa, per il che batterà di accennare
fempli.ce mente gifinfegnamenti, gl’ indirizzi
e gli avvertimenti, che fi contengono
negli Efercizj del Combattimento Spirituale, V V La
maniera per tanto di procedere, in
quell’ Accademia, quallora fi poffa
'comodamente, farà di lagunare per lq
meno Tei o fette perfqne, le quali fieno accefe d’un Santo deiìderio 4'
avanzarli ndia vita fpirituale.; cola, che
non mi p3re molto difficile.a praticar
Del Combctttim. Spirituale, in
una Città, o in una cafa Religiofa, o
pur’anche in una famiglia; principalmente però in un Noviziato potrà il Maeftro avvaletene per ammaeftrare i fuoi Novizj, e far sì, che in pochiflimo
tempo facciano un rimarchekl profitto nella mortificazione delle loro paglioni,
e in tutto ciò, che rifguarda la vita
Spirituale. Bifognerà fcegliere un.
giorno della fettimana per radunarli,
e prendere in ciafcuna volta un giorno
del Combattimento Spirituale ridotto
in Efercizj: e ficcarne ci afchedun Giorno è compofto di quattro
Efercizj, d' una Lezione Spirituale, e
del frutto, che fi può raccogliere da
tutte quelle cofe; in primo luogo
s'invocherà l’affiftenza dello Spirito Santo, e di poi quello che incomincierà, interterrà i Aflfembiea fopra il primo Eferciz io
fminuzzando famigliarmente tutto ciò, che
contiene con la maggior chiarezza poflibile: il fecondo feguiteràil fuo
ordine, e così il terzo, ed il quarto. Un
altro in feguito compendierà la Lezione Spirituale, ed un’altro
ragionerà del frutto, che fi può
ricavare dajtuttociò che avranno detto i
primi.Finalmente bifognerà che tra tutti
fi faccia come una raccolta e tranfunto
di. tutti gl’in Z z fcgna I L
Accademia fegnamenti, di tutti gli
avvertimenti % e di tutte le pratiche
contenute in que-f ila giornata $ farà
duòpo tutte rimarcarle bene, e terminare 1 J aflemblea con una Santa, e forte risoluzione di mandarle ad
effetto. Ciò fatto, dopo d 3 aVer rendute a Dio le grazie, ogn 3 uno lì congedarà fino alla Seguente Settimana per
proSeguire nella lidia maniera una
Settimana dopo Y altra fino all ultimo. giorno di quelli Efercizj. Ecco in poche parole la forma di quella Accademia,
e il Metodo, che bilognerà oflervarvifi.
Giovanni Bereman della Compagnia dì
Gesù, che morì con fama di Santità l'anno mille feicento vent 3 uno in età Solamente di vèntidtie anni dopo aver vìflìito con tanta perfezione cheèra ammirato come un 3 ' Angelo
di collumi, terminato avendo., il Suo Noviziato, non fi torto fu ammeffo nel
Collegio Romano, che con la per milione
de 3 Superiori iftituì appieno de 3 Suoi
Compagni una Spezie d’ Accademia Spk
rituale per li giorni di Villeggiatura ch’eglino chiamarono non già
Accade-, mia, ma collcqtij Spirituali nel giorno dì ricreazione. In quello giorno per tanto eglino fi i adunavano Sotto qual bel
Combnttìm. Spirituale 401. che verde
arbofcello, e conferivano in-, fieme per
lo fpazio d’ un 1 ora della virtù, che fcelta avevano nella fettimana precedente
e ne trattavano in quella maniera
Uno apportava la definizione della virtù
prefceha notava l’altro gli atti die fe ne potevano praticare sì interni come edemi 5 il terzo accennava li motivi
che fe ne potevano Ricavare; 1 J altro i mezzi per giugne'rvij e finalmente alcun 1 altro raccontava gli Efempj decanti, che particolarmente s 1 erano in efla efercitati Nel corfo
della, fettìmana ognuno preparàva ciò
che doveva dire e nel giorno della Ricreazione elfendo radunati, lo
propol nevano in brevi fermoni, e con
molti fchietezzà e femplicità. Finalmente, era permeilo a ciafcheduno di proporre quel dubbio, che gli era in grado fpet-, tante a quella virtù medefima. Ecco una perfetta immagine e modello dell 1 Accademia del Combattimento
Spirituale: imperciocché ella contiene qileMifCorfi, che appunto bramo fi facciano fopra gli Efercizj,di ciafcun, giorfìo, fópra la lezione Spirituale, e fopra il fruttò, che fe he può raccogliere, e
que'Colloquj fpirituali utiliffimi per imparare tuttociò, che è ne Z 3 tef, 40
i ì’ Accademia beffano per ottenere la
vittoria fopri le nottre paflioni, e per
efercitarfi nella pratica delle Virtù e per giugnere più pretto alla perfezione Criftiana. Coloro, che entravano ignoranti, ed incolti nell’ Accademia de’ Filofofr, ne iifcivano sì benammaeftrati, e fapienti, che
quando fi volevano rimarcare le belle
doti d alcuno, foleva dìrfi 4 JEgU '
'viene dall Accademia, Ed oh i qui si
che di buon grado polliamo efclamar
con r Apoftolo ( t. ad Con 6. v. if. ) : £ qual rapporto vi è mai tra Gesù Grillo ed
il Demonio ? qual convenienza può
efiervi tra il fedele e 1 infedele ?
Certamente, che non vi può ette r altro paragone tra quell Accademia e S uella di quei Filofofi, fe non Quello etto, che può efiervi tra la luce, eie tenebre, o tri la verità e la menzo-gria:
onde mi perfuado, che il profitto da riportarli, avrà almeno quella Vantaggia, che fi pòttederà veracemente ciò,
che queFilofofi non potevano avere che
in apparenza, e che coloro, i quali
ufeiranno da quefta Accademia, daranno
chiaro a divedere, efier eglino
altrettanto fuperiori a loro, quanto la
grazia è più fublime della natura, e il j lume della fede formonta quello della ragie
Combattimi Spirituale; io f y
iven ° non,PÌ‘ da Uomini brutali e
terreni,ma da Angioli mori rr. 1 oppur dd Uomini celefti, e diCon tutto ciò io
temo ancora che SS flwì i ' en °°PP
orfi o almeno fircnw,on 1 l ani ‘Jdefta Accademia, 2ST,
que !j? in ( cui non fi tratta, che di mortificare Je proprie palTioni i rinunziare a fe medefimo, v di difprez-, £
rC f 1 ’ e d abbórrire tuttodì che
infinga e folleticà i fenfi, é ferrei 2
f°{? en to alla concupifcenza.A qu£ '
n, J a i er ? non mi re da a dire $ due cole; la prima, che Platone feci feri vere quelle parole di Pitfagor fS r° n
Ua Acca m ; LZ Àlf f porvt tl ? iede u non
Uppia la geometria, cioè i dire, collie ' vitadi qtìé
forare. no k S j #.' Così foprai baSh 1 c qiI efta Accademia del Cedi
taratSrfn PintU ?' C fótte ili
caratteri ben grandi quelle parole dell' Apoftolo Si Paolo' al iuo difcepoloU vita ( i Ti
6y é eterna stes&s 4 tua
Die 404 Z? Accademia tuale, che ha per fua mercéde la vlttfc eterna: il che efier ci deve d un fortifluno
filinolo perchè combattiamogenerofamente le nòftre paflìoni, e afloggcttiamo li
noftri difordinati appetiti mentre come
c afllcura V Apoftolo, li patimenti di
quefta vita non fono da paragonarli alla
gloria, che fperiamo nell’ altra, v La seconda
cosa che devo loro aggiugnere fi è, che il medefimo Platone veggendofi d una
compleifione forte e robufià, e temendo, che il fuo corpo non faceffe qualche oliatolo al fuo fpirito nello fiudìo della Filofòfià fcelfe per luògo della fuà Accademia un dìftretto paludofo e mal l'ano pet ifmagrire e indebolire la fua buona e gagliarda complefrionc, affine di recar
maggior forza allo fpirito fopra le fue
paliioni con T abbattimento di quelle
del fuo corpo., Or fe un Pagano ha ratto tanto che dovrano fare i Criftiani ? Sarebbe
. in vero una cofa ben vergognofa,
sveglino ri cu fafiero d’elfere di quefta Accademia, perchè non vi fi tratta fe
non di ciò, che fdfte a infievolire il.
corpo per fortificare lo fpirito, e ad
afiog gettare i fregolati appetiti per render 4 a ragione più fciolta, e libera
nelle fu? operazioni, quello, io diceva,
farebbe un procedere beri da vile, e che
non mi debbo in verun conto afpettare
per Io meno da coloro, che Sanno qualche
defideriò per la virtù, e che pendano e riflettono qùalchè volta alla
ricompenfa che ih Cielo ila preparata
Colóro, i quali ii sforzeranno debilitarli a combattere generofamente
fotta le infegnc di Gesù Crifto 1 1 Z Aprimènto dell 1 Accademia del Comm battimento Spirituale. L A prima cola, che Gesù Crifto c ìnlinua nel luo Evangelio, per p CC ivr C
P er ez one Criiliaria cori 1 altiilìnla iiima in cui la pone, è uà ardente desiderio d’acquittarla. La paragona
egli ad uri tei oro nafcotto, e 3, hria
gemma preziofa per infegnarci il di lei
guitto pregio, e per farci ve der j ? no
rò ardore nella ricerca di lei giugnere deve fino alla totale rinunzia
di tutte E, altre cofe. Dopo d’averci
fvelato il pregio ed il valore, di.quella
perfezione, e d' avwcene impilata la brama con quelle: 7 amili rudi ni i un’altra ce he ad-' 2 5 dna,
, 4 © (5 li Accademia ~; ita, la quale pone alla difperazione K. Codardi è gli oziofi, quando per altro Con erta c' infogna il modo, d’acquiftarlà,
imperciocché ce rie parla egli inveri luoghi del fuo Evangelio fotto il Simbolo d’una guerra e d'una battaglia, in
cui non biiogna aver meno di coraggio
che di forza ( Mattivi 1 1. ) Egli dice
in un luogo, che il Regno de' Cieli
s’acquifta con la violenza, e che non T
ottengono fe non i generori e forti (
Matth, io. ); in un’altro, eh egli non è.
venuto al Mondo che per accendere il
fuoco d’uria guerra implacabile tra i defiderj delta carne e quelli dello
fpirito ( Luci 14 v, 3 1. ) ed in
un’altro ci addita la cautela e direzione neceffaria a quella guerra,
infegnandoci il fegreto di renderci invincibili con l’efempio d’uri Re, il
quale Volendo portar le lue armi in
paefe nemico, confulta co’fuoi coniglie ri prima di porri in campagna, fri non
avendo che dieci milla Uomini, debba e
polTa andare ad invertire un’altro Principe il quale gii venga incontro
con ventimila, e chef temendone un’
infelice erito rifolve dì ricercargli la pace,
e gli invia melfaggiéri a quefto effetto? quindi conchiude, io vi di$o quefto, ' pgt
Ècl Cojnbdtttm. Spirituale
467 perchè vi è di dovere, che
intendiate bene, e Tappiate, che' lo
ipogeamente, é volontaria rinunzia di
tutto ciò che r Uomo 1 può avere, e di
tutto ciò eh’ égli e, non è meno
neceflaria a miei feguaci per la lor
perfezione, di quello forno gii Uomini ed il danaio per la guerra. Eccellente lìmilitudinein vero]
con là quale Gesù Grillo,, in cui
raccolti Hanno tutti li tefoti della fetenza e della vera fàpienza, c
infegna, ' Ohe là forza ed il danaro'
non fono più neceflarj ai Principi per,
far la guerra Contro i Potentati della
terra, di quélino ua neceUàrió ad ufi Cridiano' il diitacco da tutte le cofe,
per far lagnerai contro i vizj e le potenze internali j e che ficcome l’oro ed
il ferro fati 0. per l’ordinario li due principali dróménti y che fervono a
conq iridare gli Imperj del Mondo 5 così
la povertà, il difprezzo delle ricchezze
e di fe medefìmo e la mortificazióne
delle notre pailìoni lono i mezzi piùficuriper
gìugnere alla conquida dei Regno de'
Cieli 1 b ordine, che tiene
Gesù Grido per iftruirci fopra una
verità sì rilevante è quello dello, che
noi dobbiamo olièrVàe per approfittarci di quedi infegna 1 metF 408 Z? Accademia menti. Primieramente dobbiamo con- cepire un alta Ili ma della perfezione Criftiana, ed apprezzarla, non folàmente più
di tutti li tefóri della terra, ma
ancora più di tutto ciò, eh è meno di
Dio; dobbiamo poi accendere nei noftri cuori un 3 ardente brama di
quella perfezione, efiendo certi, eh’
ella ci farà data a mi fora del
defìderio, della fame, e della fete, che
ne avremo, avendo detto noilro Signore; Beati quelli) thè hanno fame, e fete
della tufi tuia, ìmpércìdcchè faranno
fat oliati ( Matths v, 6. ); finalmente
poiché per farne acquifto, e poflederla è necefiario., che prendiamo Tarmi, e ci rifólviàmo afi ilenere una guerra, che ha mamme sì diverte da quelle degli Uomini, come fono di difprefeiar le ricchezze, di
rinunziare a noi lreili e a tutte le cofe
di mortificare lì noli ri difordiriati appetiti, e domare le tìoftre
palfioni, e poiché abbiam duopó di condotta; di Coniglio, e definizione per
acqui ilare gl indirizzi neceflarj ad
una guerra fcì difficile, e perigliofa, dobbiamo impiegare tutte le tìoflre
cure e fóllecitlidirii per edere
ammaeftrati, e beh addeflrati in quella
milizia di maniera, che nulla ignoriamo
di tutto ciò, che rifguarda 2 )éi
Combattimi Spirituale 40 Un affare, ed un’ efercizio sì importante... Il Precettore di uert Accademia è Gesù Crifto, poiché tutti gli ammaeftramenti
che vi fi danno, j noli fono che la di.
lui medefima Dottrina, e tutti gl 5
indirizzi che vi fi prendono, fono
cavati dalfefenipio di lui -, e de'
Santi che 1 hanno perfettamente imitato, ed i Squali hanno potuto dir
con S. Paolo fiate imitatori noftrì,
come noi lo fi amo di Gesù Crifto ( 1.
Con ir. tt. iJ) Il Combattimento
Spirituale ridotto in efercizj è il
libro di cui fi deve tifare ih queft 3 Accademia. Inciafcuna Aflemblea fi prenderà lina giornata di quélH efercizj e ficcome ciafcuna gior-, nata è comporta di quattro efercizj, d lina leiorte fpirituale, e finalmente
del frutto che fi può raccogliere da tutte quefte 'cole, quindi li radunati nell J
Affemblea ragioneranno per ordine, co
ine abbiam detto nelfiftituzione di quella Accademia: li quattro primi
riferiranno ciò che fi contiehe ne quattro
efercizj, il quinto dirà ciò che
avrà hotàto. nella Lezióne Spirituale, e
il fefto interterrà la compagnia fopra
il frutto, che fi può raccogliere da
tutto ciò, che farà fiato detto; dopo di
ch fip la, che deplora S. Paolo
lctivendo al lla è la fchiavitù del
Demonio, il quale tiene lchiavi ne’ fuoi lacci coloro,, che ubbidiiconq alle proprie pa T)el Combatti m. Spirituale. 415 polche con una deplorabile tirannìa figli fc
ne ferve come di tanti fcHiavi, eligendo
da loro tutto ciò, che vuole. Rilbgna
dunque far F ultimò sforzo 'per
llabilirfi in quelle belle difoofizioni, e attendere in quella guerra la ricoinpenfa,
che infallibilmente ottiene un Soldato eh è generofo, e che combatte per la eternità v Oh quanto e amabile quella guerra ! poich’ ella ricolma rii gloria, e di meriti coloro, che. dà lei fono impegnati a combattere le proprie
paflìoni, $’ eglino la efeguifeono con
la collanza, e col coràggio, che
devono Oh quanto fono felici,
efortunari. coloro, eh 3 entrano in quelle
battaglie ! poiché Combàttendo diventano più forti, s accollano più da
vicino a Dio, dimollrano la verità e la
fincerità della lorfede. animano col
loro efempio li più codardi alla virtù,
e loro difvelàno gl 5 inganni del Demònio, e finalmente fi rendono degni
di viver’ eternamente in compagnia
degli Angioli, e de Beati. L’ Accademia ASSEMBLEA 1 ' jfj elt Accademia del Combattimenti Spirituale i
trattenimento primo. Sopra il
primo Efercizió della.prun Giornata là che propriamente confi ft a la Vitti Spirituale
o là Perfezione Crlfi aita i ti tìtolo di queft’Efercizfea cl fe W I der chiaramente, che 1 Autore del Combattimento Spirituale, e quello; Che l’ha ridotto in Eferciz,, volendoci dare una perfetta cognizione ed idea della Viti Spirituale e della ne Criftiana; olfervando M medefimo Ordine, che San Dionisio l’Areopagita, é dopo lui tutti li Maeftri e Dottori della
miftica Teologia hanno oflervato per darci una perfetta cognizione di Dio. Imperciocché fe qùetti grand iui mini per Melarci nei lorolcntti qualche idea
della grandezza di Dio, fifenò fervit con telice riufcimditc del a negazione i e dell’ affermazione,.dell attrazione, e dell’attribuzione, cioè i i
i 11 r
t f 1 i Dtl
Combattiti} Spirituale f dire di quefte due sì differenti
manieri, di parlare, là prima delle
quali efprime ciò che Dio non è, e l’altra dichiara ciò eh’ egli è ì X Autore
del Combattimento Spirituale, e quello' di quelli E lerci z;, volendoci far
conofcere perfettamente ciò, eh 3 è la.
Vita Spirituale, o la perfezione Criftiana, ha
giudicato a propofito d’irifegnar prima
ciò, che ella p'ropri amente non e. Qiiefto primo Efercizio abbraccia
cin- que Confìderazionii la prima
cafficura che la Vita Spirituale, o la
perfezione Criftiana non confifte nella
povertà, ó nello fpogìiamento di tutti i
beni citeriori, nelle mortificazioni, e patimenti, ne in alcuna cofa, che
proceda dal corpo. Ella ci dimoftra, che
non confifte la perfezione in fare molte opere
efteriori avvegnaché di fua natura ottime, ed eccellenti, come fono le
ora-, zioni vocali, e meditazioni,
afcoltar più Mede, vifitar Chiefe ed
Altari, c frequentare li Sacramenti e per ricuperare ogni giorno nuove forze
contro i loro nemici Finalmente bifogna
che facciamo tutte querce cofe con una intenzione tutta pura per la maggior gloria di Dio, e col lolo fine di piacere a lui, ' la terza Confiderazione ci difcuopre una verità importanti filma, ed è, che tutte quelle buone opere citeriori, e tutti quelli fanti eferciz;, i quali, ficcome
abbiam detto, fono cofe buone e -ante di
lor nafura fono però di fo-, veiir
l’Act&mt anche?. yente ciàperti
reoforo., molto piu dei p c pel La
quarta Confideraione è un ri? gratto al
naturale di quelli, che s’abu/ ’ fano di quelle cofe efterìori sì fattamente,
che riflettendo alle loro imperfezioni non fapremmo piùavvifarli per quelli, che pi apparivano. Elleno fonp accennate per ordine in quella Confiderazione,
e per non ommetterne alr cuna, ne
rinnoverete la Lezione pag. La quinta è
la più importante, e co? me l’anima
delle precedenti. Efìfa imprime nei nollri cuori un fanto fervore per non lafciarci ingannare dalla nollra pattira corrotta attaccandoci Crìjliana.
S E avelli a dire qualch’ altra cofa di
più di ciò, che di vifato nelle quattro confiderazioni che
compongono quell’ efercizio., per
ifpiegarc in. che propriamente ftia
ppfta la Vita Spirituale o fta la perfezione Criftiana, farei forfè come il
Filofofo. Si moni de, il quale pregato
da Jerone Rè dì Sicilia a dirgli, cofa fofle Iddio, chicle un giorno di tempo, da penfarvi, paffato. il
quale ne domandò un altro, poi un altro,
ancora, e finalmente più che vi penfava,
veggendofi più. lontano dal poter dire
ciò. che folfe, confefsò la lira
ignoranza, e proteftò con ingenuità e fchiettezaa, che per quanti sforzi egli facdfe in quella ricerca, ad altre più piti non fervivano, che a fargli
conofcere Tempre più, ch'ella forpaflava infinitamente la capacità della Tua
mente. La perfezione Cridiana ha quello di
divino in fe delta, eh ella può edere
paragonata a Dio, in quanto ch'ella è
un bene univcrfale, il quale racchiude
tutti li altri beni in si eccellente maniera, che nulla v è Fuori di
Dio, che li contenga più perfettamente.
Per la qual cofa non credo sì facile il
poter dire ciò, ch'ella ha, e ciò
ancora, che ir è (lato detto nel le
confiderazioni di quedo fecondo
efercizio, non è, che uno fcarfo abbozzo
dei mezzi per acquinaria piuttodo, che una perfetta dipintura, e deferìzione
delle lue eccellenti prerogative, e bellezze.
La prima confiderazione c infegna,
che per intendere perfettamente, in che
confida la Vita Spirituale o fia la per-
fezione Criftiana, bifogna confiderare,
a che ella ci obbliga verfo Dio, verfo noi dell! e verfo il nodro profilmo. Verfo Dio
c'obbliga d’amarlocon tutto il nodro
cuore, con tutta f anima, con tutta la mente, ad adorarlo, a benedirlo, glorificarlo, e tributargli tutte le rcligiofe rimodranze ben dolute alla
fua divina Maedà col piùpro A a fondo rifpetto che ci fi a potàbile $ h una parola, ella ci obbliga ad un’efattifllma
oilèrvanza de’fuoi divini Commandamenti, ed all’ adempimento della fua fanta volontà in tutte lecofe.Verfo noi
ftetà ella ci obbliga ad un fincero conofcimento dei noflro nulla e della noftra impotenza al bene, della noftra
malizia, e della inclinazione, che
abbiamo al male, e in conseguenza all’odio dì noi fletà, affine d’affoggettare
più perfettamente la carne allo fpirito,
li fenfi alla ragione, e la ragione a Dio Riguardo al noftro proffimo efTa ci
comanda d’ amarlo al par 4i noi fletà,
ed a fervire con carità ed affetto
coloro, che ci perfeguitano,che
c’ingannano, che ci fono ingrati, considerandoli come ftromenti della
bontà di Dio per farci innoltrare nella
perfezione, e per operare la noflra eterna
faiute } in una parola, ella ci prefcrive 4 amar il noflro proifimo, come noflro Signor
Gesù Cri fio ama noi. Ed acciocché tutte
quelle cofe fervano a renderci
spirituali, la feconda confiderazione c’infegna di praticarle non per qualche vantaggio, o foddisfazione parr tìcolare, che fe ne poffa ricavare, ma femplicemente per la maggior gloria di Dio, o
perchè ciò gli è grato, é perchè tal è
il filo beneplacito fenza fare
rifieilione à ciò, che riguardi noi
fterfìi t La terza
confiderazione ci rapprefenta una cofa molto importante, ed è, che la pratica di tutto ciò debb'eifere
appoggiata ad urta ferma risoluzione di non raffreddarli giammai nei iioriri efercizj, e che dobbiamo mifurare il
noftro Spirituale profitto dalla
maggiore o minore fermezza della nolira risoluzione, credendoci più a
meno innoltrati nella perfezione Crilhana
a mifura, che in noi fi mantenga pii
o meno.colante quella risoluzione;
ond è, che dobbiamo perciò Sempre
domandare a Dio la grazia di non cangiarla giammai, rendiamo
a Dio maggior fervigio, e gli facciamo cofa più grata, che fe
conservandone volontariamente alcuna nel nostro cuore, faticaflimo giorno e
notte A a z alla 4.z4 L'Accademia alla
fallite delle anime, o fé forpafiaflt '
mo colle noftre aufterità 'tutt 3 i rigori degli antichi Anacoreti; perche Sebbene lo
zelò della cbnverfione dell 4 anime. fuperi quello, della mortificazione d alcuno dei noftri vani defìderj, nondimeno
riguardò a noi, devè cedere alla premura
della noftra riforma, indubitata cofà efi'eiido, edere noi più obbligati a Faticare per la fpirituale noltrà guarigione) che a proccurare V altrui.TRATTENIMENTO Sopra il terzo Èfercizió et onde
nafta in noi la necejfita dì coirli
battere Le noflrc pàjjioni per gìiignere
alla perfezione con la piratica delle Vir tildi. L ’Apofioló San Paolo dopo d ave iftruito il fuo Difcepolo Timoteo, e divergi’ irtfegnato in che propriamente
confitta la Vita Spirituale o la perfezióne Criftìana, gli dichiara qual fìa Il
Tenzóne ih cui c duopo entrare neceflariamertte per giugnere a quefh
percezione) dicendogli; Intraprendete il lo' 1. ’ ' : dévr .devote combattimento della Fede, guadagnate
la Vita 'eterna Egli.chiama quella
Tenzóne, il. combattimento della fede,
cqnciofiachè egli non e che pe
tempodella vitaprefente, che tutta
ravvolge!! nell' ofcurita della Fede 3 ed è come una notte,, a cui fucceder deve il
giorno della Eternità. Ecco il perche dopo aver detto quello grande ApoHolo :
Intraprendete, il lodevole combattimento della Fede,. immediatamente foggìugne. Guadagnate la Vita eterna, in quanto che quella battaglia.ha pf£ fuo premio la Vita Beata, che non avra fine giammai; W L ordine che tiene San Paolo nell illruire il fuo difcepolo e.Io Hello,
che fi offerva in quelli Efercm;, e
ficcome 1; due primi ci hanno djmoltrato,
ijl che corilìtlà la vita Spirituale o
Cnttia nà perfezione, cosi il terzo c
indegna, in che cònfiHa la guerra in cui
jìamo impegnati, e donde nalca in noi
lane-, ceflità di combattere le nollre
pailionv per giugnere a quella
perfezione. Quel? Efercizio contiene tre conhde-; fazioni : la prima ci dimòHra, che vi fono due parti nell' Uomo, dai Teologi
chiamate la parte Superiore, e Ulteriore. La fuperiore e quella che fi A a i la 4S E Accudenti ' ehiama Spirito? o in ella racchiudelì/i Volontà con 1 Intelletto il quale dirige e
conduce li medéfima Volontà, e le ferve
come di guida e di fanale. La parte
inferiore e quella, che Animale
appella, e iti quella parte contieni!
r appetito fermavo con la immagina2 ione, la qual' è come f Occhio
di quell appetito, che lì muove al di
lei cenno: in quello medelrmo appetito
1’Uomo fperimenta undeci alletti, che
emani iaitio paflionr o movimenti della
tórta cioè Y Amore, rodio, la triitezza, il gaudio, il desiderio, la
fuga, il timore, l’ardimento, la speranza,
la tiiperazione, e la collera- v 13 feconda Confìderazione c afficura cne quelra parte inferiore ed Animale on tutte quelle paflìoni era perfetta-inente
foggetti alla parte fuperiore pri. P ecCato v uu che per cagione di lui st bella foggezione fi è perduta, di manièra che ella rion ci viene reftituitaf
pcf lo Battemmo avvegnaché que1. Sacramento fcancellir originale pecaver ?°a It0 diolafciarcf la ribellione del! nolfro appetito, afHncff ella ci fu un continuo cfocùù di virtjì e motivod bel Combattivi' Spirituale, 42,7 la terza Conlìderazionc c infegna che da quelle due parti sì contrarie, e dalla ribellione della parte inferiore contro
la Superiorenafca in noi un^ guerra, che
dura al pari della noftra mortai vita
che quella guerra li fa per render
foggetta la parte inferiore alla
fuperiore, cioè a aire ì la carne allo
Spirita, il fenfo alla ragione, e la ragione a Dio : e in quello appunto
conìillona li combattimenti, ne quali la
pietà impegna coloro, che vogliono'
piacere a Dio, e che sforzatili di Spogliarli dell’ Uomo vecchio per
venirli del nuovo. Ella pure ci dirhodra
che in quella guerra non polliamo
Sperare I ne pace ne tregua, actefo che
abbiamo a combattere contro Nemici, i
quali allora fono piu Spietati e fieri,
quando ad efll fi cede o fon ricercati
di pacef ne polliamo corf elfi fare
tregua fenza efporlì a un danno di gran
conseguenza, imperciocché fe volendo fuggire il
vizio e domare le nollre palfioni, ufiamO qualche indulgenza à noi
flelfi', e fe c accordiamo il godiniento
di qualche terreno piacere, quantunque ineffo non vi fia mortale, ma
Solamente qualche leggero e veniale
peccato, la guerra non laici era d’
edere vieppiù forte.48 i 1? Accademia
te, e la Vittoria rara ed incerta, il perché fa di medìeri rifolverfì a
non perdonarla ad alcuno de’rioftri appetiti, e
sforzarli a vincere tutti gli {tegolati
movimenti delle noftre paffiofti.
Finalmente là terza Conlìderazionè
ci rappreferità, che il noftró appetito
fenfitivo è il Teatro di quella guerra
Spirituale, in Cui liarho impegnati per
tutto il corl'o di rioftra vita, e che intorno a lui Raggirano ìe
ordinarie fcafamuccie, che abbiamo contro le noftre paliioni j ché in elfo
feguonò le cadute dei deboli j e le
Vittorie de’ forti; e per dir tutto in
ima paiola Che quello è lo fteccato, ove
lìam rinterrati fihó dal primo momento del noftro nafeere; cne iti quella
guerra la fuga è imponibile, e che
bifogria necdfariàmente non folo combatteremmo
0 vincere, o morire per Tempre TRAI '
bel Combattivi. Spirituale. 4TRATTENIMENTO Sopra il quarto
Efercizio. belle cofe che ci fono
necejf arie m quejl a guerra 1 n 1
m 1 ^ | 0 Apoltolo S. Paolo condottò
ferri I j pre e mollo da un medefimo fpirito, offerva Tempre lo Hello Metodo v
ne fiìoi infegnarrienti. : e lìccome ani1
maeltrarido il fuo Difcepolo, dojio avergli di moftrató in che
propriameiltÉs confìlta la Criftiana
perfezione, palTa à ragionarli della
guèrra, che ha dà iti traprendere per
giugnere.a quella pérfezione 5. così iftruerìdo i novelli CriItiani d'Efelo
infegna loro di quali armi fervir li
debbano nei loro combatti menù, e nel fefto Capitolo, tómé in un‘Arl'enalè Spirituale tutte vi li
ritrovano t Un'Ordine in tutto fomiglievole ÌÒ
ravvilo in quelli Efcrcizj, il primo ed
il fecondo c harinó recata una grari cognizióne della vita Spirituale fc
perfezione Crillìariaj quello additandoci ciò
cn ella non e, c|ueltó. ciò che ella è a Il terzo ci dà a divedere ,in
che ftia : 4 ' t 4 ì i . V l 13 j} Accademia pofta la guerra, che ci conviene a b- bracciate per giugnere à quella perfezione] e
il quarto c infogna le cofe, che ci fono
neceffarie in quella guerra, e Jé Aimi
con le quali abbiamo a combattere
per giugnere al pofledimento di sì gran bene
Quello Efercizió non è comporto
che di due Conliderazioni; La prima c
infogna, che abbiamo duopo di cinque
cofe in quella guerra Spirituale d’ una
collante rifoluziotte d'un gran coraggio, d’Armii di direzione, e d’ ajuto tifa ci dimortra, che bifdgna prendere tìuertd forte rifoluzioile dalla
neceffità della nó-lra condizione e
natura che C’impegna in una guerra, che non polliamo $
fuggire 5 che bi fogna trarre il
Coraggio e la forza per combattere da
tini verace diffidenza di rtoi rtclfi, e, . di una grati confidenza in
Dio, tenendo per certo ch'egli é con hoì in tutte le riortre battaglie per
garantirci da ^(dalurtque danno purché nodriamo lidi perfètta confidenza nella fu a poffanza
nella fua Sapienza, e nella fui infinita
bontà : In quanto alle armi,. quella
prima Conriderazionc^ c infogna in primo
luogo, che giacché entriamo in quello
Mondo, come in un campo . Chiù ’ Del
Combanim. Spirituale. chiufp 9 ove
bifogna neceflariamentè combattere 9
dobbiamo tempre tenere il no Uro Spirito
dilpofto e preparato contro qualunque
aliaito 9 e camminar femore armati per
difenderci dagli attacchi de noftri Nemici 9 concioilachè dalla corruzione della noftra natura 9 dall' invidia dei Demonj, e dalla malizia
degli Uomini non ci polliamo appettare) che nuove forprefe. Infecondo luogo vi
rimarchiamo, che le Armi di cui ci dobbiamo premunire 9 fono la relìftenza, e
la violenza, fono quelle armi pelanti in
vero, e difficili ad adoperarli, ma pure
fono affatto neqelfarie. Quanto alla direzione
per Servircene a dovere dobbiamo
prenderla dalfefempio B Ir TRAT V Accademia
TRATTENIMENTO. Sopra la Lezione Spirituale del ; primo giorno. i coraggio, della fona, e della rìfo' /azione, che ci fono necejfarie inqne^, fio Combattimento Spirituale N On è fuor di ragione, che Tapri! ma
lezione Spirituale tratti del foraggio j
della forza, e della ri ibi u-, zione,
che ci fono jieceflarie in quella guerra
contro le noftre pacioni per formarci nella Vita Spirituale^ nella Criftiaoa
perfezione colla pratica delle virtudi, eflendo quelle le prime cofe, di cui abbiam duopo in un’imprefa, §ì
importante, e in cafo non foiìimo almeno Riabiliti in quelle fante
difpofizioni, egli è certo, che non
(blamente' non potremmo fare alcun
progreflo, ma di j piu faremo fempre da
capo ogni giorno, poiché lenza un coraggio del tutto magnanimo, e fenza una
rifoluzio1 ne immutabile non potremmo
lungo tempo perfeverare nei difegno di
rinunziare incelfante mente a noi (ledi, ne
combattere i nemici} i quali non vengono Pipiti 7 £ I C
gono mai ad alfalirci fe non con le lusinghe, ed attrattive della
fenfualità per Sorprendere la hoftru
ragióne. Ma come che io Rimo quello ragionamento al fonimo efficace, quindi giudico che ha per elfervi più profittevole nè rino viate
la Lettura, che di narrarvi in ri ftretto ciò, che contiene j egli -è per lauto alla pagina 4 ? degli efercizj.
TRATTENIMENTO. Del frutto della Giornata
L I frutti che polliamo raccogliere
da quelli trattenimenti fopra li
quattro efercizj e fòpra la
Lezione Spiritaale della prima giornata
di que- llo Combattimene Spirituale
ridotto in efercizj fonò fi gradai è
riguardevoli, che fe àveffimo la bella,
forte d' efler fedeli nella pratica
degl' infegnamenti, che in efifò ci
vengono dati, avremmo fatta più della
metà del Camminò del- la prima giornata,
e potreffimÒ dired' aver incominciato d
onde molti appe- na finifconò j e fé; il
nòflro- pfogrefla corrifpòndelTe a sì
felice principio,- fa- remmo ben tòno
liberati dalla fchiavi- tù, delle nollre
paflloni, e in poco tem- po toccheremmo
le meted’un'altiflima perfezione#.
. \ Bb 4 il Accademia
li primo frutto che polliamo racco-
gliere da quelli efercizj, è la cognizione che ci. vìen data della Vita
Spiri- tuale e della perfezione
Criltiana. Que- llo frutto è di
grandilfima Importanza, e per difetto di
quella cognizione mol- ti anziché
inoltrarli nella perfezióne, per quanti
sforzi abbiano fatti, ne fo- no rimalli
ben lontani ;.Sapere dov’ è un Teforo è
lo Hello, che averlo per la metà già
ritrovato, e il noli faperló egli' è
quali un cercarlo inutilmente : .«iella fteifa maniera le li conofce, in che di certo lìa polla la vera virtù, egli è in certa giù la un averla di già acquillata, concioliachè ima buona vo- lontà illuminata da quella cognizione . tende
incontanente a quello tergine e
v'indirizza tutt i luci efercizj, laddove non lo fapendo, ella non può che ingannarli,. e : per conseguenza
Smarrire la llrada ed il fentiero, che
batter do- vrebbe per giugnervi Quello primo frutto ne produce uri ..altro non
meno eonliderabile, ed c di non
attaccarli mal fernpolofatnente al- fa
pratica di certe fcofe elleriori, e di
non tifarle fe non con diferezione e prudenza, e con una grande' libertà
di Spirito, non le conlìderando fe
nonco- c.' i me 'ùQoyC - % - I - X>ì Còmi Attlrn, Sprillici'. e. 43 7 jné mezzi per vincere le nollre pallio- rii é per praticare [più agevolmente le Cridiane virtudi. t. Il terzo è di confervare nella riòltra memoria una particolare jemìnifccnzx dei vizj, ai quali foggiacióno coloro
> eli è affettano quelle cofe effe ri
ori, e che vi fi attaccano di troppo,
per aver- li in orrore, ficcome pure il
loro (la- to, che Dio abborrhce, e nel
qitale accadono fpaventeVoIi
cadute. Il quarto frutto che ne
dobbiamo raccògliere fi è di praticar
fedelmente tutto ciò, che abbiamo di vi
iato nel,. fe- condo trattenimento fopra
il loco lido efercizio, il quale ci
fpiega., jn che pròpriamente confida la
vita Spirituale e la perfezione
Cridiana, regolando fo- pra quede
pràtiche il nòdro tenor di vita. \ Il quinto è di fervirci beri* a dovere della refidenza e della violenza eoa tutti gl* indicizzi sì chiaramente accen- nati nel quitto trattenimento fopra il quarto efercizio, come d* armi Tempre vittoriofe, che iono le più uiate in quedo Spirituale Combattimento,* e di inarcare di pedaggio le cinque cofe, che ci fonò neceifarie, vale a dire una fotte rìlolljzione, un gran coraggio
> > ie I L' Accademia.. ; ié armi, la direzione, e gli awti t ictat nsffiss£ asai»
“luto ?»i” «» %FStÈ£Sk to
de’noftri trattenimenti nella leconda
ran'jri3.nziit » in cui bisogne,
raaanaii^a ?. _ j.u* ;* rmpU-a.oror fi voS^prendS l{J|* libro degli eferciaj « chietina in giro faccia la leeone éfercizio, o del i oggetto, fopra. gli toeberà a ragionare. Fine dell’ Accadenti» del Contatti-' mento" Spirita Me», . Titola degli Efercizj; e Lezioni dei
dieci Giorni che fi contengono in quello
Li* bro del Combattimento Spirituale Dell*
Umiltà di quelli EJercizj, e delle par-
tì thè li compongono GIOR. Della perfezione Criflianà, del- la guerra, che dobbiamo fare alle nojlrè pajftonii et*' pag. ESERC. V In che propriamente
non confi* Jle la Vita Spirituale, ec,
ibi d- ESERC. In che propriamente
confifla Id Vita Spirituale, ec..,
1* ESERC. III. Donde Hafca in noi la
necef- fità di combattere le noflre
paloni ec. i i ESERC.Delle cofe t che ci
fono necef farie in quefla guerra *
n Le Lezione Spirituale pel primo
Giorno * Del coraggio, della forza, e
della rifolu, -, tione GiOR. Di cofe,
c«i dipende id, gran parte T efito delle noflre vittorie. 40 ESERC- Della diffidenza di nòifleffì ib„ ESERC. II. Della confidenza i che dùbbia
w * ma avere in Dio ESERC. La maniera d‘
acquìflar tutti . infieme la diffidenza
di noi Jlejft. 5 r ESERC IV. La maniera
di conofcere, fe k operiamo veramente
con una fincera dif., fidenzd di noi fi e (fi, ec» La Lezione Spirituale pel
fecondo Giorno. • Della grazia, eh' e
il primo nece/fario foc* • corfo in
quello Combattimento * j a/ ili. GIC5R.
QuaI maniera fa duopoàifpory re il no
flro intelletto, ec* ' ESERC.. Come fi
debba, purgare il * 0 d r0 intelletto
dall * ignoranza ESERC. H. Ciò che bifognd off e - . ESERCi lHi A fi ftro intelletto da ogni cr,^'P
1 ' ’ e tl . vl r ’L. 'imaginazione . 8
rO 2 Cautele, c£c ci /e»c «ecc/^ ^ V*r;e
2ft gaetfo Combattimento . lof É$EKO- I.
JU regolai che e di ben ‘indirizzare
la- .ne/ira intenzione, ec. ESERC. lì.
Òwc 7* *» P™/*;. ; f/J, c£c dpf/0
abbiamo della purità d y intenzione .
ec. ^ - A . f 10 ESERC. Delle due
'Volontà centrane, ^ che fono in noi,
ec. ESE R C.L* maniera ai combattere con-
. tro i movimenti de [enfi, cr. ( ’ •_, ^ t la Legione Spirituale pei quarto Giorni
. T>clV amor di Dio GIOR» D* alcune
cautele, c»e et J fino * nece/farie in.
quefio, Combattimento ESERC. ì. Ò.M0* dobbiamo Riportarci i ibtd. ESERC. II. La maniera di refi/ìere ai
moti ' fuèiianei dèlie Jtope pa/fiow, ^
A I4£ ESERC. Df//« cùfiodta det Jen(t
nictj* farifsimu ESEC.. £g iW^gr/g per
combattere la negligenza e ^,ói : »>»'£* tomùnfurfu J-,^ m [ c0 ’ c ! ^“ l -
*/Rc f. .m bserTh ;w! .' • ' ^mUtnre^T "***' %->£&CdV.DelU diverCa n ' **' l
" i.£«y.*»ctrt‘Kz's2, y "Jteà^K'a vtti'fels s ÉSERC 3i La ^LezTone* 'pbiiijogn* cenfe^rlìi ' eI j™° C orni! pene interne' e, * P*ee del CHore ntUe vili. GiOR. V/L.7- - ‘ . ' *«? ESER.C, i
ES£RC. !. Qua li fieno gli ef ereizf, coi quali acquift eremo più ftcur amento, e in
minor tempo le virtù crtfliane, oc .
ibid* ESERC, li.. Delle difpjòfizioni
più neceffarie per acquiftarè le virtù..
• ÉSER.C; III» Che hon fol amente non
bi fogna. fuggire le occafioni ài
praticar le virtù . i9t EsERC.. 1 V* Che
non bifogna punto deterrai • 'pare il
tempo . • . 8 Là Legióne Spirituale
pernottavo • forno. Delle armi, che ci
fono neceffarie in quejló
Combattimento*, et * - tot lx.
GIOR ' Itegli art'fiz) > de’ quali [ì ferve
* il Demonio in què/lo Combattimento •
ÈSERC i Z Deiy Ordini cheofferva il Ùemó i, mo nelle fue battaglie, ec., ibid» ÌSEftC. II» Delle arti, di cui fi fervè il
De* y toìoviói • . SERC.Detle artiche
ufa il Demonio . 3*4 feSERf, V. per qual
cagione i nofin buoni proponimenti non
abbiamo d'ordinario il M. effetto i La
Lezione Spjricaalg per la nona r
Giornata degli Etercizj • .,,
Selle diverfe forte d' orazioni G'QR» D ’ alcune altre arti, di cui
/ Ve il Demònio ESERC. I. D 1 una f
otti lift ima alluni a del t Demonio.
r ÈSERC. IL Dell " indifcretezzà,
ch l e un aU tra inganno del Demònio
ESERCÌ. Di un * altra arte, di cut il
Demonio fi ferve, eh $ d infinuarci catti . W concetto del n offro prof ùnto Degli jfr
afa gemmi, de' quali T fi ferve il
Demonio contro color o, che hanno
'acqui data la virtù, e fono gì
perfezione, per farli cadere da
lìce flato, ec, •, La Lezione
lunti alla quejlp fe, Giorr.o
. spilla divozione fenfìbile, delle
Aridità, ec, che d provano nell'
Orazione X' Accademia del Combattimento Spiritual le ridotto m JEferctzj, 591 V Aprimento dell ’ Accademia del
Combattimento Spirituale, ASSEMBLEA.
Dell* Accademia del Combattimento Trattenimento f. (opraTT primo
Efercizio della prima Giornata* In che propriamente confida là Vita
Spirituale, 0 la perfezione Cridiana. ibid.
Trattenimento U. fbpra il II, Efercizio . In che propriamente conjijfa la. Vita spiri
* t fiale > 0 h perfezione CrifltànaV
A io Trattenimento III. lopra il HI.
Efercizio . D'onde nafca in noi ' la
necessità [di com- battere le noftre paf
sioni Trattenimento fopra il Efèrciziò.
Delle cofe, che ci fono neccfjarie in queda guerra', Trattenimento y. fopra la Lezione
Spirituale del I, Giorno . Del coraggio,
valore, e riduzione, che ci fono
mceffar) in quejlo Combattimento, 4)4
Tratte nimento Vi. p pel frutto
della giornata NOI NOI
RIFORMATORI l dello Studio di Padova. A Vendo veduto per la Fede di Re- vifione, ed Approbazione del P. Fr. Paolo Tomafo Mannelli In^uijìtor
del S'Officio di Venezia nel Libro
intitolato È Combattimento Spirituale
del V. p, TX i C. R. jH. ridotto in dieci y
giorni et. trafportato dal Prancefe M. S. non v’efTer cos’aldina contro, la Santa Fede Cattolica, e parimente per Atte- flato del Segretario Nollro, niente con- tro Prencipi, e buoni coflumi, conce- demo Licenza a Zuanne Tevernini Stam- pai or di Venezia, che polli eflfer
Rampa- to, ofTervando gl 1 ordini in
materia di Stampe, e prefentando. le
{olite Copie alle Pubbliche Librarie di
Venezia, $ di Padova. •• Dat. li 30. Settembre i74^« ( f. Alvife Mocenigo 2. Rif. ( f. Zuanne Querini Pr. Rif, r
'i j et. Lorenzo Scupoli. Scupoli.
Keywords: cotinentia, temperanza. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Scupoli," per il
Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Scupoli.
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