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Tuesday, February 25, 2025

LUIGI SPERANZA -- GRICE ITALO A-Z T

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO; ossia, Grice e Trebazio: la ragione conversazionale della repubblica romana e l’implicatura conversazionale del luogo – Roma antica -- la filosofia romana –  filosofia campanese -- filosofia italiana – Grice italo – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza (Velia). Filosofo italiano. Novi Velia, Salerno, Campania. È molto dubbio che si debbano prendere alla lettera certe espressioni di CICERONE che accennano l’inclinazione di T. por la filosofia dell’Orto. Provenne da famiglia agiata e pare che si reca a Roma per darsi agli studi giuridici. Per raccomandazione di CICERONE, GIULIO CESARE lo conduce nelle Gallie e si serve di lui per pareri giuridici. Ritornato a Roma all’inizio della guerra civile, T. age da mediatore tra GIULIO CESARE  e CICERONE. Nel conflitto fra CESARE e POMPEO, T. si schiera col primo al quale rimase sempre fedele. Dopo la morte di GIULIO CESARE, T. si reca spesso alla villa Tuscolana di CICERONE, ove gli caddero in mano i "Topica" di Aristotele. Per contentare il suo desiderio di avere chiarimenti di quella trattazione, CICERONE scrive il saggio omonimo che dedica ed invia a T. In seguito T.  segue OTTAVIANO. ORAZIO dedica a T. una satira, in cui lo presenta come un insigne giurista. T. venne nominato cavaliere o da GIULIO CESARE o d'OTTAVIANO. T. è il maggiore giurista del tempo suo e ha come scolaro ANTISTIO LABEONE (si veda). Scrive sul diritto civile e sulle religione, ma ci restano soltanto citazioni di autori posteriori. T. probabilmente adere a un eclettismo simile in parte a quello di CICERONE con forti caratteri dell’ACCADEMIA e del PORTICO, ma non si può dire se accetta la scessi probabilista dell'ACCADEMIA. È in stretti rapporti di amicizia e confidenza con GIULIO CESARE, OTTAVIANO, ORAZIO, MECENATE, oltre che con CICERONE, col quale intrattenne un fitto epistolario e che gli dedica i “Topica”. In qualità di giureconsulto, segue GIULIO CESARE nelle sue campagne galliche, ricoprendo, anche se solo formalmente, la carica di tribuno militare. E inoltre ascoltato consigliere d’OTTAVIANO ed ha notevole fama quale maestro di MARCO ANTISTIO LABEONE (si veda), che, nella fase evolutiva che dalla Res publica al Principato, è l'artefice di quel movimento innovatore del diritto romano che e stato detto dei proculiani.  Delle sue numerose opere nulla si è conservato, se non le frequenti menzioni che di lui si trovano nelle Pandette e nelle Institutiones del Corpus iuris civilis giustinianeo. Da CICERONE e POMPONIO apprendiamo che è allievo a Roma di CORNELIO MASSIMO (si veda). Secondo POMPONIO, la perizia giuridica di T. e maggiore dell'eloquenza, arte in cui fu superato da qualcuno, come CASCELLIO, giuridicamente meno dotato di lui. Potrebbe essersi avvicinato all'ORTO tramite PANSA, una scuola dalla quale si sarebbe poi allontanato su sollecitazione di CICERONE che la considera poco consona alle virtù civili e allo studio e alla pratica del diritto. La questione ritorna poco dopo, quando CICERONE parla dei rischi del disimpegno civico di T., in relazione al suo ruolo di patrono di Ulubrae, i cui cittadini, in nome dell'amicizia tra i due, saputa della presenza dell'oratore di Arpino, si sono mobilitati nel dare un'entusiastica accoglienza. Nelle stesse righe, CICERONE già si mostra perplesso alla notizia di un suo precedente avvicinamento, sulla scia di Selius, all’ACCADEMIA di Carneade, della scessi, una tradizione filosofica un tempo seguita e apprezzata da CICERONE, ma dalla quale, come si evince indirettamente anche dalla lettera, egli aveva preso le distanze in favore di una sua particolare interpretazione del PORTICO. Ha poi una notevole reputazione come maestro di MARCO ANTISTIO LABEONE (si veda), che avrebbe ricoperto un ruolo importante nella cruciale fase di svolta che portò dalla repubblica romana al principato. Nell’accanite dispute dottrinarie che divisero in fazioni i giureconsulti dell'epoca, LABEONE è l'iniziatore di quella corrente innovatrice che sarebbe stata detta dei proculiani. La familiarità con CICERONE è testimoniata dall'intensa corrispondenza – XVII lettere - nelle quali aleggia sempre un tono umoristico e confidenziale e da cui è possibile attingere molte delle notizie sulla sua vita. Ecco come CICERONE, probabilmente ospite di T. (o forse dell'amico THALNA) a VELIA in un viaggio verso la Grecia, si rivolge all'amico assente. Tu però, se, come sei solito, darai ascolto ai miei consigli, serberai i tuoi beni paterni, né lascerai il nobile fiume Alento, né diserterai la casa dei Papiri. Cicerone. Velia, lettera a T. in Roma. Da CICERONE proviene anche qualche annotazione critica sul carattere di T., secondo lui troppo incline, a volte, ad atteggiamenti presuntuosi e giudizi tranchant: come quando CICERONE, in mezzo ai brindisi, viene messo alla berlina dall'amico sulla questione dell'esistenza o meno di una particolare tradizione dottrinaria. L'esistenza della tradizione, a cui peraltro nessuno dei due adere, vienne negata da T.. CICERONE allora, pur rientrato tardi a casa, e tra i fumi dell'alcool, trova il tempo di puntigliose ricerche in biblioteca per dimostrare la fondatezza delle sue ragioni e rinfacciarle all'amico. Tratti caratteriali che CICERONE considera evidentemente difetti e che non manca di rimproverare all'amico, in maniera anche piuttosto aspra. E ora ascoltami bene, mio caro Testa [T.]! Io non so cosa ti renda più superbo, se il denaro che ti guadagni o l'onore che GIULIO CESARE ti fa nel consultarti. Conoscendo la tua vanità, possa io crepare se non credo che tu ami più l'essere da GIULIO CESARE consultato piuttosto che da lui arricchito! -- Cicerone. Roma, Lettera a T. in Gallia. CICERONE lo raccomanda come giureconsulto a GIULIO CESARE, allora pro-console della Gallia, definendolo probo, modesto e dotato di profonda conoscenza e dottrina dello ius civile. T. si une a GIULIO CESARE nella campagna di Gallia venendo investito della carica di tribuno militare. Mostrandosi poco attratto dalle faccende militari, sembra che GIULIO CESARE, pur confermandogli la carica e la paga, lo avesse esentato dagl’oneri connessi. La stessa cautela in materie militari lo dissuase dal seguire GIULIO CESARE in Britannia, facendogli meritare ancora le frecciate di CICERONE che ironicamente si chiede come mai un accanito nuotatore come lui non abbia voluto bagnarsi nell'oceano. Poté quindi godere dei favori di GIULIO CESARE con il quale entra in grande confidenza e al cui fianco resta fedele nel corso della guerra civile. A proposito di tale confidenza è significativo un aneddoto, riportato da SVETONIO, in cui GIULIO CESARE da prova di superbia e scarso rispetto verso il senato romano ricevendo, senza neppure alzarsi, una delegazione senatoria venuta a rendergli onori presso il tempio di Venere genitrices. In quell'occasione GIULIO CESARE letteralmente fulmina T. con lo sguardo, per il solo fatto di aver letto nei suoi occhi una poco gradita esortazione ad alzarsi. Ha anche da GIULIO CESARE il delicato incarico di mediare con CICERONE e con il tentennante SERVIO SULPICIO, nel tentativo, risultato poi vano, di condurre i due dalla sua parte. Dopo l'assassinio di GIULIO CESARE alle idi di marzo, si une alla cerchia d’OTTAVIANO e MECENATE, divenendo consigliere giuridico del principe. Da POMPONIO apprendiamo che T. acquisce l'ufficio di quaestor ma che il suo cursus honorum si ferma a quel gradino per scelta deliberate. T. infatti, non volendo profittare della posizione privilegiata, rifiuta il consolato offertogli d’OTTAVIANO. Si sa ad esempio che OTTAVIANO, dopo aver dato personale attuazione a un fidecomesso formalizzato da un certo LUCIO LENTULO attraverso codicilli, incaricò una commissione di saggi, fra cui T., dall'indiscussa autorità, di pronunciarsi sulla legittimità dei codicilli stessi. Dalla stessa fonte apprendiamo che la favorevole risposta di T. e improntata a un'argomentazione molto pragmatica. I codicilli, più informali di un vero e proprio testamento, permetteno di dare efficacia anche alle disposizioni mortis causa di quei cittadini romani che, impegnati in lunghi viaggi, non potevano conformare le loro volontà nelle solenni formalità richieste al testamento. Ogni sorta di scrupolo sulla legittimità dei codicilli sarebbe svanita quando perfino il prestigioso LABEONE, allievo di T., ne avrebbe fatto personalmente uso. Questa innovazione giuridica infranse la regola secondo cui le disposizioni testamentarie dovessero essere integrate in un unico atto unitario, che disponesse simultaneamente di tutti i beni. Da allora in poi è possibile frammentare le proprie disposizioni testamentarie in una serie di singoli atti scollegati. Alla cerchia di MECENATE appartene ORAZIO che recalcitra, con tono leggero e confidente, ai pareri legali dell'amico sui rischi insiti nella mestiere di poeta satirico. C'è di quelli cui sembro nella satira troppo feroce e oltrepassare i limiti consentiti. T., dimmi tu che cosa fare. Startene quieto. Dici che non devo scriver più versi affatto? Appunto questo. Che mi prenda un malanno se non era questo il meglio. Però soffro d'insonnia. La consulenza si sposta allora su un altro terreno. Coloro che han bisogno di dormire attraversin tre volte il Tevere unti. A sera si bagnino di vino. O se tanta mania ti forza a scrivere osa cantar le imprese dell'invitto Cesare, e avrà compensi la fatica. ORAZIO insiste ancora. Non che gli manchi la voglia ma i suoi mezzi poetici non li sente all'altezza del compito. T. sembra inchiodarlo alla durezza della norma che non tollera ignoranza, ma poi si arrende agli argomenti del poeta e conclude con un'interpretazione pragmatica. Tuttavia vorrei darti il mo consiglio di stare attento, di restare in guardia che non ti porti qualche seria noia l'ignoranza di leggi inviolabili. Se qualcuno abbia scritto contro un altro versi cattivi sia condotto innanzi al tribunale e sia data sentenza. Sta bene. Se cattivi; ma se buoni qualcuno li abbia scritti e con la lode di Cesare che giudica la causa? Se qualcuno ha latrato, integro lui, dietro a un altro che è degno di disprezzo? Saranno disarmate dalle risa le leggi e tu sarai lasciato andare. -- Orazio, Satire. Gli scritti di T. annoverano un De religionibus, in almeno X libri e un “De iure civili”. Delle sue opere, che si conservavano ancora al tempo di POMPONIO, non ci è pervenuto direttamente alcun frammento. Sappiamo tuttavia che e frequentemente citato dai giuristi successivi come desumibile dalle occorrenze nelle Pandette e nelle Institutiones del Corpus iuris civilis giustinianeo. La congettura sulla data di morte si deve a Kunkel, Herkunft und soziale Stellung der römischen Juristen, Böhlau Verlag. Tale datazione si basa sull'identificazione del LENTULO della diatriba giuridica sui codicilli con il LUCIO CORNELIO LENTULO, pro-console d'Africa. CICERONE pone mano a questa breve opera proprio su richiesta di T. Vi si dedica, lavorando a memoria, nella tappa da VELIA a REGGIO di un suo viaggio -- Si veda: Cic. ad familiares. La decisione di intraprendere questo viaggio è maturata nelle turbolenze successive all'assassinio di GIULIO CESARE, volendo CICERONE raggiungere la Grecia attraverso una lunga e inusuale, ma più sicura navigazione litoranea che, dalle coste tirreniche, attraversasse lo stretto di Sicilia.  Cic. ad familiares. Pomp. Enchiridion, nel frammento incorporato nelle Pandette giustinianee (The Latin Library). Un accenno a una possibile vicenda epicurea di T. compare nell'epistola ad familiares 7.12 scritta dalle paludi pontine. La notizia è riferita a CICERONE dallo stesso PANSA, allora in Gallia e in procinto di diventare tribuno per il biennio 52-51 a.C. L'accenno è inserito in una sorta di canzonatura, in cui Cicerone indulge all'ironia lieve sullo scarso impegno di T. nella campagna di Gallia, quasi l'avesse scambiata per una molle vacanza tarantina. ^ Altre fonti lo indicano invece come epicureo seguace di Irzio, legato di Cesare in Gallia (che sarà console con Pansa). Si veda Gravina. Origines juris civilis (De ortu et progressu juris civilis), riportata in Biografia degli uomini illustri del Regno di Napol. Ad familiares. L'accoglienza degli ulubrani intenti a rendergli onore viene comicamente resa con l'immagine fabulistica di un'orda di ranocchi gracidanti, in una lettera di poco successiva (ad familiares). Sellius, comune amico dei due, fu un oratore le cui doti non sono ritenute eccelse da Cicerone (Cic. ad familiares). Pomp. Enchiridion, in: Pandette. Il riferimento, non chiaro, a Thalna è in una lettera scritta da Vibo a Tito Pomponio Attico: ad Atticum. Dovrebbe trattarsi, in questo caso, di persona sicuramente diversa dal Thalna nominato (o pseudonimato) in ad Atticum, giudice corrotto ai tempi del famoso processo in cui Clodio fu imputato e Cicerone testimone. È anche possibile che Cicerone, nella corrispondenza, non facesse menzione dell'ospitalità offertagli a Elea da Trebazio, per non compromettere l'amico. Cic. ad familiares. La disputa, per inciso, riguardava l'esistenza di certe tradizioni giuridiche circa una facoltà, in capo all'erede, di perseguire giudizialmente un furto avvenuto prima della successione mortis causa. Cicerone tende ad imputare l'atteggiamento così titubante -- e così poco saggio -- dell'amico agli insegnamenti di Cornelio Massimo. ^ “studiosissimus homo natandi” -- così lo definisce in ad familiares. Svetonio, Vite dei Cesari. Si veda, su Lacus Curtius di Thayer. Il tentativo con Cicerone è in Plutarco, Vite parallele. Cicerone o su Lacus Curtius. La notizia su Sulpicio è tratta dal già citato Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli, che riprende, anche in questo caso, il Gravina. Origines juris civilis, Vol. 1, (De ortu et progressu juris civilis). Forse identificabile con Lucio Cornelio Lentulo, console e pro-console d'Africa, morto in Provincia d'Africa (cfr. Kunkel, Herkunft und soziale Stellung der römischen Juristen, Böhlau Verlag, Institutiones. Sul prestigio di T. troviamo questo inciso: «cuius tunc auctoritas maxima erat». ^ Si intende meglio il consiglio se lo si confronta con l'immagine di un T. appassionato nuotatore, già ricordata in una precedente nota (ad familiares.  In questo caso Augusto. In Orazio - Tutte le opere. Versione, introduzione e note di Cetrangolo, Sansoni. Intratext Library. Macrobio, in Saturnalia cita infatti, fra gli altri, il decimo libro della sua opera. Treccani – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ruiz, T., in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, T. su sapere.it, De Agostini. Opere di T. su PHI Latin Texts, Packard Humanities Institute. Portale Antica Roma   Portale Biografie Categorie: Giuristi romaniPolitici romani del I secolo a.C.Giuristi del I secolo a.C.Persone delle guerre galliche[altre] A lawyer and a friend of Cicerone. When he converted to The Garden, Cicerone wrote to him questioning whether being a gardener was compatible with belonging to the legal profession. Trebazio was also the author of some works about the divine and its cult. Gaio Trebiano Testa. Keywords: I topica di Cicerone, ius, legge, Ottaviao, Labeone, satira, Orazio, religione, ius civile, pragmatica del diritto. Per H. P. Grice’s Play-Group, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza.

 

Luigi Speranza -- Grice e Trebiano  la ragione conversazionale dell’orto romano e l’implicatura conversazionale del Grice italo – Roma – filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza  (Roma). Filosofo italiano. Friend of CICERONE. He takes an interest in philosophy and may have been a ‘Gardener.’ Trebiano. Keywords: Roma antica, l’orto. Per H. P. Grice’s Play-Group, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza.

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO; ossia, Grice e Treves: la ragione conversazionale dei giudici e l’implicatura conversazionale della giustizia nella filosofia italiana – ventennio fascista – la scuola di Torino – filosofia torinese – filosofia piemontese -- filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza  (Torino). Filosofo piemontese. Filosofo italiano. Torino, Piemonte. Compie gli studi al liceo AZEGLIO (vedi) e poi nella facoltà dove entra in contatto, fra gl’altri, con BOBBIO, FOA, LUZZATI, ENTRÈVES, e simpatizza con il gruppo di giustizia e libertà abbracciando i principi del socialismo liberale. Si laurea  sotto la guida di SOLARI con una tesi su Henri de Saint-Simon. Insegna a Messina, dove viene arrestato per sospetta attività contro IL REGIME FASCISTA. Trasferito a Urbino e escluso dal concorso bandito sulla sua cattedra. Insegna a Parma, si trasfere a Milano. Protagonista della rinascita post-bellica della sociologia in Italia, co-opera attivamente col centro nazionale di prevenzione e difesa sociale e col suo segretario generale Argentine, coordinando fra l'altro una vasta ricerca su “L'amministrazione della giustizia e la società italiana in trasformazione” da cui escono volumi di vari filosofi. Presiede questo comitato facendosi attivo promotore della sociologia del diritto. Fonda  la rivista italiana della disciplina, di cui ottiene il riconoscimento accademico e che insegna a Milano. Difende una posizione filosofica relativista e prospettivista, influenzata da Mannheim, Mills e Kelsen, del quale ultimo introduce in Italia la dottrina pura del diritto positivo. Alieno dal dogmatismo e paladino di una concezione critica della scienza, rifiuta ogni visione metafisica del diritto in favore di una visione metodologica che sfocia nella sociologia del diritto intesa come scienza prevalentemente empirica, non avalutativa, ma ispirata a valori, nel suo caso quelli di libertà e giustizia sociale -- è considerato insigne maestro per un'intera generazione di filosofi e sociologi del diritto. Due sono i problemi che la sociologia del diritto deve affrontare: da un lato la posizione, la funzione e il fine del diritto nella società vista nel suo insieme. Dall'altro la società nel diritto, cioè quei comportamenti effettivi che possono essere conformi e difformi rispetto alle norme, ma comunque forniscono informazioni su come una società vive le regole che si è data. Del primo problema si sono occupate soprattutto le dottrine sociologiche e polito-logiche, mentre sul secondo si sono soffermate le dottrine giuridiche anti-formalistiche. Saggi: “Il diritto come relazione” (Torino); “Diritto e cultura” (Torino); “Spirito critico e spirito dogmatico” (Milano); “Libertà politica e verità” (Milano); “Giustizia e giudici nella società italiana” (Bari); “Introduzione alla sociologia del diritto” (Torino); “Sociologia del diritto -- Origini, ricerche, problem” (Torino); “Sociologia e socialism - ricordi e incontri” (Milano); “Dizionario biografico dei giursti italiani” (Bologna, Il Mulino); Il magistero; in La Nuova Antologia, Colombo, La lezione in La Nuova Antologia, FERRARI, FSociologo del diritto, in Rivista internazionale di filosofia del diritto, in Ratio Juris,  ss. FERRARI, GHEZZI, La scienza del dubbio. Volti e temi di sociologia del diritto (Mimesis, Milano-Udine), Losano, Sociologo (Unicopli, Milano); Marconi, Il legato culturale, in Sociologia del diritto, Tanzi, dalla filosofia alla sociologia del diritto, ESI, Napoli, Nitsch, T. esule in Argentina. Sociologia, filosofia sociale, storia. Con documenti inediti e la traduzione di due scritti di T., Memorie dell'Accademia delle Scienze di Torino, Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, Sociologia del diritto, Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Samuele Renato Treves. Renato Treves. Treves. Keywords: giudice, giustizia, giusto, ventennio fascista. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Treves” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO; ossia,  Grice e Tria: la ragione conversazionale da Roma a Roma via Roma; o, l’implicatura conversazionale della terza Roma – la scuola di Laterza -- filosofia pugliese -- filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Laterza). Filosofo pugliese. Filosofo italiano. Laterza, Taranto, Puglia. Studia filosofia a Napoli e Roma. Uditore di diritto  presso il monastero benedettino di Cava de' Tirreni rimane al servizio di questa abbazia anche quando e trasferito a Roma, è nominato vicario generale di monsignor Gherardi, vescovo di Loreto e Recanati, e tale rimase. Più tardi, con monsignor Firrao, ha l'incarico di nunzio straordinario alla Corte del Portogallo.  Quando monsignor Firrao, per questione di salute, è trasferito in Svizzera, T. anda con lui a Lucerna. Durante la sua permanenza in Svizzera intraprende un'importante missione in Svezia e Germania. Eletto vescovo di Cariati e Cerenzia, entra in carica presiedendo il sinodo. Trasferito poi a Larino, partecipa al concilio di Benevento. Nominato consulente del Sacro Offizio e arcivescovo di Tiro.  Divenne esaminatore di Vescovi ed è insignito del titolo di cavaliere dell'ordine di S. Giacomo per i suoi meritori servigi resi alla Corte di Lisbona. Il suoi eruditi saggi includeno:  “Memorie storiche civili di Larino (Roma); “Accommodamento tra il papato e la corte reale di Napoli” (Roma), “Benedetto XIII”. Memorie storiche degli scrittori, regno di Napoli, Napoli, Tipografia dell'Aquila di Puzziello, Diocesi di Larino, Pietro Pollidori Giovan Battista Pollidori. Giovanni Andrea Tria. Tria. Keywords: la terza Roma. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tria” – The Swimming-Pool Library. Tria.

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO; ossia, Grice e Trincheri: la ragione conversazionale secondo Andrea Speranza, e l’implicatura conversazionale – la scuola di Pieve di Teco -- filosofia ligure -- la filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Pieve di Teco). The phrase ‘Grice italo’ is meant as provocative. An Old-World philosopher such as Turoldo would never have imagined to be compared to a tutor at a varsity in one of the British Isles, but there you are! It is meant as a geo-political reminder, too. Many Italian philosophers have been educated in a tradition that would make little sense of Turoldo as a ‘Grice italo,’ but there you are. My note is meant as a tribute to both philosophers. Grice has been deemed an extremely original philosopher, and by Oxford canons he certainly was. He was the primus inter pares at the Play Group, the epitome of ordinary-language philosophy throughout most of the twentieth century. His heritage remains. Turoldo’s place in the history of philosophy is other. But there are connections, and here they are. Filosofo ligure. Filosofo italiano. Pieve di Teco, Imperia, Liguria. Nato da una famiglia benestante che ha in possesso alcuni ettari di terreno. Appassionato alli romantici, e riconosciuto e si afferma all'interno della cerchia dei letterati del suo tempo grazie alla brillante difesa in favore di Manzoni, quando quest'ultimo pubblica  la sua prima tragedia, “Il Conte di Carmagnola”. E con il sostegno del suo maestro e amico Goethe, famoso filosofo e scrittore romantico, che riusce a far valere la proprio opinione positiva nei confronti dell'autore dei Promessi sposi. Poche altre notizie biografiche si conoscono a proposito della sua vita che, a causa di un incidente in cui fere a morte il suo amico, Andrea Speranza, crolle in una situazione estremamente travagliata.  Trincheri. Keywords: Andrea Speranza. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trincheri” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice e Troilo: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale della conflagrazione – la scuola di Chieti -- filosofia abruzzese -- filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Perano). The phrase ‘Grice italo’ is meant as provocative. An Old-World philosopher such as Turoldo would never have imagined to be compared to a tutor at a varsity in one of the British Isles, but there you are! It is meant as a geo-political reminder, too. Many Italian philosophers have been educated in a tradition that would make little sense of Turoldo as a ‘Grice italo,’ but there you are. My note is meant as a tribute to both philosophers. Grice has been deemed an extremely original philosopher, and by Oxford canons he certainly was. He was the primus inter pares at the Play Group, the epitome of ordinary-language philosophy throughout most of the twentieth century. His heritage remains. Turoldo’s place in the history of philosophy is other. But there are connections, and here they are. Filosofo abruzzese. Filosofo italiano. Perano, Chieti, Abruzzo. Insegna a Palermo e Padova. Lincei. Partito dal positivismo del suo tutore ARDIGÒ, pervenne a una sorta di meta-fisica, da lui chiamata realismo assoluto, che richiama il panteismo di BRUNO (vedi). L'essere eterno infinito, tutt'uno con lo spirito assoluto, è il presupposto e il principio unificatore degl’esseri relativi. Trascendente e indeterminato, l'essere si immanentizza e si determina nella realtà e negl’individui, oggettivandosi di fronte ai soggetti come assolutamente altro da questi.  Saggi: “Il misticismo”; Idee e ideali del positivism, La filosofia di BRUNO”; “Il positivismo e i diritti dello spirito”; “Figure e studi di storia della filosofia”; “Lo spirito della filosofia”; “Le ragioni della trascendenza o del realismo assoluto”. Società Filosofica Italiana Sezione di Sulmona, riferimenti in Garin, Cronache di filosofia italiana, Laterza, Roma; Pra F. Minazzi, Ragione e storia nella filosofia italiana (Rusconi, Milano); Cappelli, L'orizzonte filosofico: Idealismo e Positivismo, Pra. Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, T., biografia e  nel sito della Società Filosofica Italiana, Sezione di Sulmona "Capograssi". CLASSICI DEL RIDERE. BRUNO (vedasi), In tristitia hilaris, in hilaritale tristis  Or  eccovi un convito sì grande, sì picciolo, sì maestrale, si disciplinale, sì sacrilego, si religioso che certo credo che non v’è poca occasione da divenir eroico, dismesso. Maestro, discepolo; credente, miscredente; gaio, triste; sofista con Aristotele, filosofo con Pitagora, ridente con Democrito, piangente  con Eraclito. Cena  delle   Ceneri.  Proemiale  epistola  al  signor  di  Mauvissiero. sione democriteggiare,  che  è  nella  satanica  Declamae    che  zione della  Cabala  del  Cavallo  Pegaseo, torna nel dialogo della Causa Principio et Uno, dove il pensiero va con ala superba, per altezze magnifiche. Ma è evidente dal testo dei passi stessi accennati che BRUNO non intende affatto  stabilire ne una contrapposizione radicale di riso e di pianto, ne la sua posizione propria. Mentre invece egli qui riguarda le cose dal semplice punto di vista esteriore e comune; onde tutto si presta alla considerazione dell'uno o dell'altro di questi, che si potrebbero chiamare anch'essi  A'jo  lo^oi  delle cose. Non senza piegare sotto questo rispetto verso un impetuoso riso che circola e  guizza in tutte le sue opere e scoppia fin in mezzo agl’argomenti più gravi, senza sottigliezza e senz’ambagi, aperto e rude, come un suggello di giudizio e di sanzione. Ma se ben consideriamo la natura del suo riso, ci appare come esso non ha mai nulla di esteriore o che puo farlo considerare quale fine a se medesimo. Il comico, in quanto tale, veramente, non c'è in Bruno. In lui non si  aprono quelle brevi parentesi d’azzurro,  che, per  esempio,  tra-   [Chi potrà donar freno alle lingue che non mi mettano ne medesimo predicamento, come colui che corre appo h vestigi degl’altri, che circa cotal  soggetto, sia quando si conclude la dedica dell'opera stessa, con austere parole in cui vibra il senso profondo della nolana  filosofia. Il tempo tutto toglie e tutto dà. Ogni cosa  si muta, nulla s'annichila. È un solo che non può mutarsi, e può perseverare eternamente uno, simile e medesimo. Con questa filosofia l’animo mi s'aggrandisce e mi si magnifica l’intelletto. Suggestive parole, le quali, a traverso la trama ridicola della favola, a traverso l'ingenuità e talora la sconcezza degli svolgimenti e degl’episodi, costituiscono come un'atmosfera di  più profonda meditazione, entro cui s’accendono d’opposto riflesso l'ilarità triste e la tristezza ilare dello psicologo, del moralista, del filosofo. Cosi, il riso di BRUNO è veramente filosofico – cf. Grice, LAUGH WITH PHILOSOPHY, NOT AT PHILOSOPHY --; e però esso non s'intende nel suo significato e nel suo valore, non s'intende nel suo intimo segreto. Spampanato.  Alla Signora Morgana.  SPAMP eccovi la candela che vi vien porgiuta per questo Candelaio che da me si parte, la qual in questo paese, ove mi trovo, puo chiarir alquanto certe Ombre dei- idee, le quali invero spaventano le bestie, e come {ussero diavoli danteschi, fan rimaner gl’asini lungi a dietro; ed in cotesta patria, ove voi siete, puo far contemplar l'animo mio a molti, e fargli vedere che non è al tutto  smesso  De V Infinito Universo e Mondi.  Wagner. Questa è quella filosofia che apre gli sensi, contenta il spirto, magnifica l'intelletto e riduce l'uomo alla vera beatitudin se lo si considera diversamente e sotto gl’altri particolari e più facili aspetti che può presentare, come il letterario, e quello morale, nel senso più stretto e più pratico della parola. Non che ciò sia trascurabile. Ma certo  non è tutto, e non è il più. Onde è avvenuto che anche qualche grande, come CARDUCCI (vedasi), non intende in particolare il Candelaio e disconosce in generale, in BRUNO (vedasi), il filosofo. E che quel riso, se pur s’esplica nella forma della comedia e della satira; se nel gonfiarsi delle tendenze letterarie ha spunti di violento anti-accademismo e di anti-petrarchismo. Se ritrae i tipi  classici del pedante, dell'avaro libertino, del marito sciocco, dello scroccone, etc, non è un riso, per cosi dire, letterario. E s’ancora vuole, secondo la massima tradizionale, castigare ridendo mores, non è nel senso immediato e, diciamo, esclusivo della morale. A chi studii a fondo l'etica di BRUNO, appare come il riso e la satira del Nolano non solo sono profondamente inseriti in essa,  ma quasi ne seguano lo stesso schema di svolgimento. Sembrano veramente corrispondere alle tre fasi o aspetti dell'etica, la psicologica e descrittiva, la costruttiva e, in certo senso, dialettica, e la conclusiva o  razionale e filosofica propriamente) la satira in concreto e in particolare, di vizii e difetti e debolezze e sconcezze degl’uomini. La satira in astratto di quegli stessi vizi e difetti e  imbecillità, considerati possiamo pur dire ex altiore causa, criticamentee simbolicamente, in correlazione colle virtù, negli  O Eccovi avanti gl’occhi ociosi princinii, debili orditure, vani pensieri, frivole speranze, scoppiamenti di petto, scoverture di corde, falsi presuppositi, alienazion di mente, poetici furori, offuscamento uomini e negli dei. La satira, infine, che ha vera e propria    intenzione filosofica, nella critica e nel sarcasmo di carattere eterodosso verso i tradizionali valori scientifici, morali, politici e religiosi, e che comprendendo e riassumendo anche l’altre due forme accennate, esplica appieno il significato, della tristitia hilaris e della hilaritas tristis. E si  ha qui una profonda espressione di quella oppositorum coincidentia, che, formula ricorrente nella  filosofia di BRUNO, assume forse la sua maggiore consistenza e significazione precisamente sotto l'aspetto morale, nella caratteristica compenetrazione di riso e pianto, e nella fase culminante dell'etica propriamente, colla trattazione, per quanto frammentaria e balenante, del problema dell’opposizioni e dell’armonie morali. Si possono distinguere, appunto, questi tre aspetti o momenti  del riso di BRUNO; ed approssimativamente e quasi a mo'd’esemplificazione, si possono riferire al Candelaio il  primo; allo Specchio della Bestia trionfante ed al Cantus Circaeus il secondo; ed il terzo allo Spaccio stesso, alla Cabala del cavallo Pegaseo ed  all’asino cillenico, con i richiami   alle altre opere veramente costruttive, quali sorxO la Cena delle Ceneri, De la Causa, Principio  et Uno, etc. di sensi, turbazion di fantasia, smarrito peregrinaggio d'intelletto, fede sfrenate, cure insensate, studii incerti, somenze intempestive, e gloriosi frutti di pazzia.Vedrete, etc. Candelaio. Proprologo. E di fronte a questa materia di morale miseria, l'A., nell’evidente contrapposizione del urologo al Proprologo, delinea se medesimo, a L’autore, si voi Io conosceste, direste, ch'ave  una fisionomia smarrita, etc. per il più, lo vedrete fastidito, restio e bizarro, non si contenta di nulla, ritroso, fantastico com un cane ch'ha ricevute mille spellicciate, pasciuto di cipolla. Non sono inutili la distinzione, necessariamente sommaria, ed il riferimento ai tre gradi progressivi dell’etica; giacche questa nota di coincidenza e d’analogia può far vedere come il riso di BRUNO non  è un episodio, ma ri-entri quasi nella linea della sua filosofia e, in sostanza, tiene della stessa suggestiva profondità di tutta la sua etica. Perciò la materia della satira, la quale non è leggiera, come potrebbe forse apparire a taluno, ma più tosto grave e pensosa, pur nella facezia e nella licenza, è disposta secondo quella triplice divisione che naturalmente segue la partizione dell'etica di BRUNO. Comunque, è ben certo che il significato del caratteristico riso di Bruno sta nel complesso dei suoi momenti e dei suoi aspetti. Solo nell'insieme, e sopra tutto tenendo conto della sua formula integrale che s’estende alle considerazioni estreme della filosofìa, ma costituisce pure il solenne avvertimento ed il motto del Candelaio, si può intendere il suo vero senso umano ed universale, il suo valore filosofico. Bisogna tener conto della formula compiuta, ch’esplicitamente apposta alla prima opera italiana, a quella che più s’avvicina nella forma e nel contenuto ai molti e tradizionali componimenti morali del tempo, sta ad indicar quasi di questo l'avviamento verso uno spirito nuovo; e, riprodotta più oggettivamente, in uno scritto, fra altri, di prevalente sostanza etica, che è dei più personali ed importanti, il De Vinculis, come a ragione giudica TOCCO (vedasi), sembra abbracciare l'intero sistema morale e filosofico di BRUNO. A prescindere dagli strani  richiami, i quali, pur facendo la necessaria parte alla consueta fantastica associazione di BRUNO, prendono un significato rilevantissimo allorché vediamo, e dobbiamo pur confessare  senza intenderne a pieno il motivo e la portata reale, ricongiunti in una relazione singolare la luce del Candelaio e l’ombre dell’idee, la filosofia della comedia e la filosofia dell’Infinito Universo e Mondi e molti altri accenni si potrebbero trovare ancora nell’altre opere; a prescindere da ciò, e ben evidente che anche un sommario esame della formula dell’ilarità di BRUNO ci riporta,  per cosi dire, nel cuore della sua fondamentale inspirazione filosofica. Certo essa si presta ad un'analisi puramente e strettamente morale; a cui è connesso un atteggiamento particolare psicologico, sentimentale del filosofo. Da tal punto di vista potremo cogliere qualche lato del pensiero, qualche momento dello spirito bizzarro e tempestoso di BRUNO. Ma se, arrestandoci a ciò,  ritenessimo soli o ponessimo definitivi questo lato e questo  momento, noi non avremmo e non intenderemmo affatto BRUNO nella sua interezza e nella sua essenza, sotto questo rispetto. Il fastidito, il perseguitato, l'insonne, l'errante, il misconosciuto, l'odiato può anche umanamente esprimere un senso tragico, di riduzione e quasi di confusione, in un disprezzo ed in un'amarezza superiori, della sua tristezza e del suo riso; può, sopra tutto, esprimere la sua forza tremenda, ridendo nella tristezza ed essendo triste nell'ilarità; può anche, mefistofelicamente, ridere laddove gl’altri piangono e piangere laddove gl’altri ridono; può, infine, riportare tutto ciò ad un senso vago di scetticismo e di  Bruno, In tristitìa  hilaris, etc. 2. pessimismo, che più d'una volta pur si  accenna nell'opera di BRUNO; ora in forma propria, come per esempio in quelle parole del Candelaio dove si dice, m conclusione non esser cosa di sicuro, ma assai di negocio, difetto a bastanza, poco di bello e nulla di buono, ora con qualche formula usuale, come il biblico omnia vanitas. Massime l’ilarità triste, presa separatamente, si presta ad una significazione più particolare,  esprimendo quella che è l'essenza amara d’ogni satira; la quale veste di riso ciò che in realtà è solo degno di compassione pella sua debolezza, pella sua deficienza, pella sua bruttura, specialmente nell'ordine umano. Ma questo, mentre non dà il lineamento vero ed intiero di BRUNO, riferendosi solo al  flusso delle sue vicende personali, intellettuali e sociali, se ben si consideri  presuppone, in fondo, una diversa e superiore posizione della sua stessa personalità; e, ciò che più importa, ancora, un diverso e superiore punto di vista della sua speculazione morale propriamente detta e filosofica. Il che appare dalla prima parte della formula, e più dall'insieme. L’ilarità che è triste e la tristezza che è ilare non indica un bisticcio, si una intuizione profonda, morale e  filosofica; in quanto non si limita a considerazioni parziali d’umanità, ma scende alla totale contemplazione umana, ed a questa aggiunge, anzi connette in un inscindibile complesso, la considerazione della realtà universale. Sono l’ultime parole che precedono l'entrata del Bidello. Naturalmente qui il senso è del tutto particolare e riferito al mondo del Candelaio, che sta per entrare  materialmente in iscena. A nessuno più che a Bruno ripugna la concezione della realtà umana staccata ed avulsa dalla realtà totale; e più a lui ripugna quella definizione dell'uomo, a cui accenna non senza ironia Benedetto Spinoza, come l’animale capace di ridere. Qui siamo fuori del campo morale, sia che questa capacità di ridere si prenda nella sua espressione più semplice e primitiva, nella sua espressione inferiore e FISIOLOGICA (BERGSON – risus significat naturaliter laetitiam animae -- dove, in sostanza, non e che l'animalità. nel senso pre-umano, dunque; sia che si prenda nel senso estremo opposto, nel senso cioè di NIETZSCHE, che nel Super-uomo travolge l'Uomo. L'umanità vera ha il suo segno nel riso che si fa pensoso di tristezza e nella tristezza che  s'illumina in una visione trascendente di gioia; SEGNO NATURALE vero d’umanità, che è morale ed estetico insieme, e che ha in Bruno un assertore d'incomparabile energia. II quale trae il motivo e la forza possente e luminosa dell'affermazione sua, in un certo senso nuovissima, non già da fonti, che trascendono, in sostanza, l'uomo e la realtà, come sono propriamente le fonti e gli  ideali religiosi, al di là, immortalità, ricompensa divina, etc, che fanno piacente la tristezza, il dolore, la morte, bensì dalle stesse fonti della vera umanità e della vera realtà, in una superba considerazione filosofica. Cosi ritroviamo Bruno e cogliamo il vero suo spirito. Cosi, d’un punto di vista più particolare ma non meno importante, possiamo intendere come se la rozza asprezza  dell'autore, e circostanze speciali della sua vita e del suo tempo, lo conducono a parlar volgare e sconcio, adoperare forme e figure licenziose e toccare talora l'oscenità, tutto ciò è trasfigurato e purificato nell'intento profondo che lo domina: qui veramente il riso, che sembra infettarsi d’elementi estremi, è triste. Questa tristezza purifica e redime; ed accenna, appunto, a qualche cosa di  più alto a CUI mira il filosofo, e che trascende l’ilarità per se e la tristezza in se. Così, la considerazione dell’ilarità di Bruno ci conduce a veder, sotto nuova luce e forse non meno profondamente della pura indagine speculativa, una parte, da cui non si può prescindere, del suo pensiero. Di là dalla hilaritas tristis, la tristitia hilaris può riferirsi ad un altro importante aspetto dello spirito  di BRUNO: l'ottimismo. Il quale ha la sua vera significazione,che ri-appare con altre forme, in altri sistemi, non tanto copie espressione morale per se, o perchè conferisca una coloritura particolare alla visione di BRUNO del mondo; ma in quanto esprime, in certo modo, l'aspetto intrinseco e la risoluzione culminante della realtà stessa. L'ottimismo morale qui è coessenziale, assolutamente, coll'essere e coll'immanente suo ordine ontologico: il nuovo mondo della realtà infinita che, escludendo ogni trascendenza, è essere, potenza e legge eterna a se, non può non essere, per ciò stesso, che uno ahsolutissimo in cui Ente, Vero, Bene fanno la medesima cosa. Che significato possono avere in questo universo il dolore, il brutto, il disordine, il male e la morte, il  caso e la fortuna? ALLA BRUNO, tutto ciò appartiene alla superficie, alla esteriorità, alla contingenza ed alla transitorietà del mondo; tutto ciò che è pluralità e particolarità è la spuma che si gonfia, scorre e si frange sulla realtà; non è la realtà; tutto ciò è di ente, non ente. come dice con sottigliezza grammaticale, ma con pensiero profondo Bruno. Il mondo si presenta, dunque, sotto  questi due aspetti: quello della totalità, dell'unità, dell'assoluto e dell'eterno; e quello del vario, molteplice, fluente, disgregantesi nel tempo e nella particolarità. L'uomo sta di fronte a questo mondo, spettatore e partecipe, ad un tempo, della sua realtà e della sua transitorietà; di fronte a questo enorme ritmo, ond'esso quasi sgorga e si discioglie fuori di se, nel molteplice, nel disgregato  e nel relativo, e si rituffa in se nella pienezza dell'essere ch’è assolutezza d'eternità. Allora l'uomo che riguarda e ch’agisce in questo mondo, se si fermi a ciò che è particolare, scorre e cambia volto, può e deve trovar motivo alla sua tristezza; ma s’approfondisca lo sguardo e l'azione, allora il particolare transfluisce nell'universale, il contingente nell'infinito, il relativo nell'assoluto: la  visione e la consapevolezza di ciò può dare, dà, filosoficamente, la tristezza gioconda. Questo e il segno del conseguimento della più alta coscienza e della più profonda realtà; questa è la visione sub specie aeterni, ed è quasi comunicazione coll'assoluto. Allora la tristezza svanisce; alla realtà particolare e contingente subentra un'altra più profonda realtà. Dileguano le nubi e brilla il  sole, o apparisce il cielo stellato. Il riso stesso s’è trasfigurato; esso, ormai nel campo della contemplazione e dell'azione più alta, è divenuto eroico furore e beatitudine.  BRUNO vuol accogliere quanto di più caratteristicamente espressivo dell’ilarità triste e della tiistezza ilare circola, guizza o s'indugia nella vasta opera di BRUNO (vedasi), e le dà un fascino strano ed acuto. Forniscono  qui la materia solo gli scritti ITALIANI; che sono più varii di contenuto e più vivi di forma e quasi più liberamente riflettono l'anima del filosofo e dell'uomo. Laddove i latini sono o più tecnici e scolastici, come quelli ch’appartengono ai gruppi dell’opere Lulliane, Mnemoniche, Espositive e critiche; o più solenni come le brevi, importantissime Orazioni; ovvero rielaborano più rigidamente, in gran parte con veste poetica, come De minimo. De Monade e De Immenso, contenuto d’opere italiane. Tuttavia, neppur l’opere latine mancano di qualche sprazzo del pensoso suggestivo riso, come il Cantus  Circaeus; il quale, mentre riguarda l'arte della memoria, è di carattere essenzialmente  morale. Forse non appare chiaro a prima vista il significato messo in rilievo  e che possiam dire ascendente, del riso di BRUNO, secondo lo schema generale dell'etica. Ma se ben SI consideri, esso risulta, in sostanza, non meno sicuro che l’intima compenetrazione di quel riso in tutte le parti dell'opera del nolano, anche nelle più  astratte, speculative ed astruse; come là dove si tratta dell'eroico slancio pella conoscenza e  pell’ideale, o della cosmologia, dei  principii dell'universo e della verità. La   Filosofia   di  Bruno, Le  opere di Bruno. Bruno,  Coli.  Profili,  Formi'gglni,  Roma. La materia morale agitata dal filosofo è una; massa viva e turbmosa su cui cadono il suo ghigno e la sua tristezza, come gocce di fuoco. Ma non si può sconoscere la differenza dell'atteggiamento spirituale, e, in un certo senso, del fine medesimo, nel  Candelaio, per esempio, ed anche in pagihe affini d’altre opere, e nello Spaccio della Bestia trionfante. Nell'uno v'è, sopra tutto, il quadro satirico, dipintura e constatazione dei vizii e difetti e debolezze e sconcezze degl’uomini; nell'altro l'approfondimento critico di tutto questo mondo, e la contrapposizione fra simbolica e dialettica di corrispondenti pregi, virtù, valori, nel cielo e  nella   terra,  negl’uomini e negli dei. Nell'uno è la materia fermentante ed oscura di Menandro e di Teofrasto, di Plauto e di Terenzio, di Machiavelli e di Molière; nell'altro la materia di Xenofane e d’Aristofane, ed è anche, come non a torto è stato da taluno notato, lo spirito d’ALIGHIERI.  Poiché la bestia che si deve spacciare non è solo ciò che d'impuro e triste offende praticamente l'uomo  e il convitto umano, ma quello altresì che contamina e sminuisce i diritti, la libertà, la santità della mente nelle sue più alte funzioni contemplativa e speculativa. E, insomma, trattasi dell'affrancazione totale dell'uomo e dello spirito, che fanno tutt'uno. E come nel Candelaio medesimo c'è qualche oscuro accenno a più profondo intento ed a relazioni speculative, cosi lo Spaccio della  Bestia  trionfante segna la  strada  La filosofia soggettiva,  l'Etica-  Bruno.  Profilo  cit. pella più completa conquista etica ed elevazione spirituale. Purgare, liberare: questo è il motivo dell'opera strana e stupenda di fantasia e di riso. Purificare ciò che è fuori dell'uomo, ma che cosa è fuori dell'uomo, dal  punto di vista morale?, e ciò che è nell'uomo: il mondo superno e celeste, che la  scienza tiene incorruttibile, e che al filosofo appar pieno e guasto d'infinita corruzione; e perfino il mondo infero, la sede stessa del peccato e della bruttura, che la credenza a quello opponeva. Abbiam notizia d'un  dialogodi BRUNO,  Il Purgatorio dell’Inferno il quale nel titolo d'apparente bisticcio ma di trasparente significato, completa suggestivamente il disegno della totale purgazione.  Occorre, finalmente, mondare e rinnovare la scienza e la filosofia, la stessa mente umana; ed a questo mira, con passione intensa, con forza eroica, il filosofo.  E se tale opera, che più propriamente riguarda lo spirito, appare nella forma ridicola di quella vivacissima e scintillante trattazione che ha per Nella Cena delle Ceneri, Teofilo,  Bruno, dice: Non dubitate, Prudenzio, perchè del  buon vecchio non ri si guasterà nulla. A voi, Smitho, manderò quel dialogo del nolano, che si chiama Purgatorio dell'Inferno, e ivi vedrai il frutto della redenzione. L'accenno al frutto della redenzione, che forse rende estremamente eterodosso lo scritto, non toglie nulla all'idea dello spaccio dell'inferno; forse la rende più  forte. Cosi pure, per essa nulla importa che, a quanto pare, il  purgatorio sia stato composto qualche anno avanti della Bestia trionfante. L'idea potrebbe essere stata estesa dall'inferno al cielo. Ma  l'opinione  di BERTI (vedasi), Vita  di BRUNO, e di Frith, Life of Bruno, Londra, resta anche da   dimostrare. L’Asinità, ciò non oscura affatto il pathos intenso e puro ch’agita ogni fibra dell'instauratore e che sembra discendere in lui dall'ardore stesso  del divino Platone. Ne la frenesia da cui si lascia trasportare Bruno impedisce di scorgere, d’ultimo, la sovrana bellezza della visione che s'apre davanti al suo occhio  profondo, ed innanzi alla quale egli stesso rimane estatico e commosso. Così come per Xenofane colofonio, del quale v'è qualche traccia nello spinto del Nolano e Castrucci; che dopo aver spacciato, sia lecito adoperar questa  espressione, gli Dei della superstizione, dell'ignoranza e della corruzione, riguardando nel cielo, purificato, dice che tutto è Dio. Culmina, dunque, la critica, la satira, la derisione e la tristezza delle brutture e degl’errori umani, un mondo morale e spirituale di bellezza, di bontà, di verità. All’instaurazione cosmologica, onde si rompevano e disfacevano i palchi dipinti e i congegni  d’orbi e di cieli, si congiungono l’instaurazione morale, e l’intellettuale, le quali finiscono per coincidere, sul principio dell'indissolubile ternano d’Ente, Vero e Bene; che Bruno contempla, ragiona e  sente con impeto straordinario.  Candelaio e Canto di Circe, Spaccio della Bestia trionfante ed Eroici furori. Cena delle Ceneri e Asino cillenico. Cabala del cavallo pegaseo e Causa  Principio et Uno esprimono e  fondono  insieme, a  traverso. Noti sono i framm. di Xenofane circa la critica degli Dei. Quello citato è  riferito d’Aristotele, Metafisica. Le diverse interpretazioni del passo non disdicono al concetto fondamentale qui  adombrato.  i momenti che singolarmente rappresentano i valori del mondo e dello spirito. E però, non illegittimamente, si chiude questo  libro dell’ilarità triste e dell’ilare  tristezza di Bruno, che speriamo rechi qualche vantaggio, illuminando la pur sempre scarsamente conosciuta opera del nolano, con alcune fra le pagine più solenni della sua filosofia, fra le parole più alte della sua anima. Erminio Troilo. Troilo. Keywords: conflagrazione. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Troilo” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice e Tronti: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale degli spiriti liberi – filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Roma). Filosofo italiano. Considerato uno dei principali fondatori ed esponenti del marxismo operaista teorico. Insegna a Siena, vive a Roma.  Fonda “Quaderni Rossi” e “Classe operaia”. Anima l'esperienza radicale dell'operaismo. Tale esperienza, che va considerata per molti versi la matrice della sinistra, si caratterizza per il fatto di mettere in discussione le organizzazioni del movimento operaio -- partito e sindacato -- e di collegarsi direttamente, senza intermediazioni, alla classe in sé e alle lotte di fabbrica. Influenzato da VOLPE (vedi), s’allontana di GRMASCI, o almeno dalla sua versione ufficiale promossa dal PCI togliattiano. Ri-apre la strada rivoluzionaria. Di fronte all'irruzione dell'operaio-massa sulla scena delle società, il suo operaismo propone un'analisi delle relazioni di classe. Mette l'accento sul fattore inter-soggettivo. La sua filosofia, debitrice anche all’’Operaio” di Jünger, trova una sistemazione con la pubblicazione di “Operai e capitale” (Einaudi, Torino), un saggio di forte impatto letterario che esercita un'influenza notevole sulla contestazione e più in generale sull'ondata di mobilitazione. È proprio la sconfitta della spontaneità operaia e dell'ondata di mobilitazione, colta anticipatamente da lui e non invece da altri operaisti come NEGRI (vedi) -- di qui la rottura tra loro -- a indurlo a spostare la sua riflessione sul problema del politico, ovvero della direzione e della mediazione politica. Pubblica “L’autonomia del politico” (Feltrinelli, Milano),  una teoria politica realista che, in un'originale commistione di Marx e Schmitt, e capace di colmare i limiti della inter-soggettività sociale. Si tratta di una fase più intellettuale che politica. Fonda l'influente rivista Laboratorio politico. Riavvicinatosi al PCI di Berlinguer, e finalmente riabilitato dal gruppo dirigente del partito, entrando a far parte più volte del Comitato centrale. Eletto al Senato della Repubblica nelle liste del Partito Democratico della Sinistra, membro della Commissione parlamentare per le riforme istituzionali.  Non avendo condiviso le trasformazioni post-comuniste del partito, la sua filosofia assume toni pessimistici, concentrandosi sulla fine della politica moderna e sulla critica della democrazia. Presidente del Centro per la riforma dello stato. Eletto al Senato nelle liste del Partito Democratico per la Lombardia.  È tra i parlamentari a firmare un emendamento contro l'articolo del disegno di legge Cirinnà riguardante l'adozione del configlio. Altri saggi: “Hegel politico” (Istituto dell'Enciclopedia italiana, Roma); ““Soggetti, crisi, potere” (Cappelli, Bologna); “Il tempo della politica” (Riuniti, Roma); “Con le spalle al futuro: per un altro dizionario politico” (Riuniti, Roma); “Berlinguer: il principe disarmato” (Sisifo, Roma); “La politica al tramonto” (Einaudi, Torino); “Cenni di Castella” (Cadmo, Fiesole); “Teologia e politica al croce-via della storia” (Albo Versorio, Milano); Passaggio Obama. L'America, l'Europa, la Sinistra (Ediesse); “La democrazia dei cittadini: dai cittadini per l'Ulivo al Partito Democratico” (Ediesse); “Non si può accettare” (Ediesse); “Noi operaisti” (Derive Approdi); “Dall'estremo possible” (Ediesse); “Per la critica del presente” (Ediesse); “Dello spirito libero: frammenti di vita e di pensiero” (Saggiatore); “Il nano e il manichino: la teologia come lingua della politica” (Castelvecchi); “Il demone della politica” (Il Mulino); “Tra materialismo dialettico e filosofia della prassi”; “La città futura” (Feltrinelli, Milano); ““Cromwell” (Saggiatore, Milano); “Operaismo e centralità operaia” (Riuniti, Roma); “Il politico: da MACHIAVELLI a Cromwell; da Hobbes a Smith” (Feltrinelli, Milano); “Il destino dei partiti” (Ediesse); “Rileggendo "La libertà comunista", “Un altro marxismo” (Fahrenheit 451, Roma); “Classe operaia. Le identità: storia e prospettiva” (Angeli, Milano); Per la critica della democrazia politica” “Guerra e democrazia” (Manifesti, Roma); “Politica e destino” (Sossella, Roma); “Finis Europae. Una catastrofe teologico-politica” (Bibliopolis, Napoli). Ne “La politica al tramonto”, un capitolo porta il titolo “Karl und Carl”, per sotto-lineare, anche qui allusivamente, la necessità di completare Marx con Schmitt", Autobiografia filosofica, in Storia della filosofia, Filosofi italiani contemporanei, Le Grandi Opere del Corriere della Sera, Bompiani, Milano. Unioni civili: i numeri che mettono a rischio le adozioni gay, su Termometro Politico; Unioni civili, 30 senatori Pd contro le adozioni. E Gay pubblica la lista: "Scrivi al malpancista". Loro: "Squadristi", su Il Fatto Quotidiano. Le piume, le fidanzate, lo zio comunista. I 60 anni di R. Zero, Altri Mondi, Alcaro, Dellavolpismo (VOLPE) e nuova sinistra, Dedalo, Bari, Preve, La teoria in pezzi. La dissoluzione del paradigma teorico operaista in Italia (Dedalo); Gobbi, Com'eri bella, classe operaia. Storia fatti e misfatti dell'operaismo italiano (Longanesi, Milano); Leo, Per una storia di Classe Operaia, in Bailamme, Mezzadra, Operaismo, in Esposito e Galli, Enciclopedia del pensiero politico. Autori, concetti, dottrine, Laterza, Romai; Basso, Gozzini e Sguazzino, delle opere e degli scritti. Dipartimento di Filosofia-Università degli Studi, Siena;  Berardinelli, Stili dell'estremismo. Critica del pensiero essenziale (Riuniti, Roma), Pozzi, Roggero, Borio, “Futuro anteriore: dai Quaderni rossi ai movimenti globali. Ricchezze e limiti dell'operaismo italiano, Derive Approdi, Roma, Wright, L’assalto al cielo. Per una storia dell’operaismo (Alegre, Roma); Corradi, Storia dei marxismi in Italia (Manifesto, Roma); Pozzi, Roggero, Guido Borio, Gli operaisti, Derive Approdi, Roma, Peduzzi, Lo spirito della politica e il suo destino. L'autonomia del politico, il suo tempo, Ediesse-Crs, Roma, Trotta e Milana, L'operaismo degli anni Sessanta. Da «Quaderni rossi» a «classe operaia», cd con la raccolta completa della rivista «classe operaia» (Derive Approdi, Roma); Peduzzi, A Cartagine poscia io venni incubi sulla teoria marxista, Arduino Sacco editore, Roma,; Filippini, T. e l'operaismo politico degli anni Sessanta, Euro Philosophie, Milanesi, Nel Novecento, Storia, teoria, politica nel pensiero (Mimesis, Milano); Abecedario (Formenti), Derive Approdi, Operaismo Quaderni Rossi Classe operaia (rivista) Panzieri Negri Cacciari Ingrao Centro per la Riforma dello Stato, TreccaniEnciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere su senato, Senato della Repubblica; T., su Openpolis, Associazione Openpolis.  Registrazioni di T., Radio Radicale.. Centro per la Riforma dello Stato, "Storia e critica del concetto di democrazia" -- intervento di T., disponibile anche in file audio, su global project Sitoitaliano per la filosofia:  su lgxserver uniba. Conricerca-Futuro Anteriore, su alpcub."Lotta contro gl’idoli" (intervento di T. per Rai Educational, su emsf. rai. Intervista "La lotta di classe c'è ancora", La Repubblica,  "Sono uno sconfitto, non un vinto. Abbiamo perso la guerra del '900", La Repubblica. Mario Tronti. Tronti. Keywords: L’implicatura di Hobbes, libero spirito, democrazia --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tronti” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice e Tuberone: la ragione conversazionale degl’accademici a Roma – filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Roma). Filosofo italiano. Friend of CICERONE. Accademia. Enesidemo dedicates his discourses on Pirrone to him. Lucio Elio Tuberone. Keywords: Roma antica. Per H. P. Grice’s Play-Group, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice e Tuberone: la ragione conversazionale della repubblica romana e l’implicatura conversazionale della storia romana— Roma -- filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Roma). Filosofo italiano. Nipote di Lucio Emilio Paolo, tribuno della plebe, si oppone a SCIPIANO (vedi) Africano Minore e a Caio Tiberio GRACCO (vedi). Pretore. Poco lodato come oratore, si distinse per la cultura giuridica. La semplicità della sua vita e la rigidezza di suo carattere lo portano verso il ortico, la cui dottrina applica nella condotta. Conosce Panezio di Rodi e ne segue l'insegnamento. Da T. e da ECATONE gli futtono i scritti. La cosa è dubbia per l'influenza di Posidonio su T. Figlio di Emilia, sorella di SCIPIONE Emiliano. Rigido seguace dello stoico Panezio, studioso di diritto e di astronomia. Uomo rigoroso e severo oppositore di GRACCO, è bocciato all'elezione per la pretura. Console, CICERONE lo considera giurista di vaglia con una solida scientia iuris. Tutta la sua famiglia del resto gode fama di grande dottrina giuridica. Nome d'una famiglia romana, alla quale appartengono varî giuristi. Il primo è console, e di lui CICERONE loda la dottrina giuridica. Lucio Elio T. fu legato di Q. CICERONE, proconsole d'Asia. Più noto è il figlio di lui, Quinto Elio T., che col padre prende parte alla guerra fra GIULIO CESARE (vedi) e POMPEO (vedi), parteggiando per quest'ultimo, ma fu perdonato dopo Farsalo. Console, propone un senatoconsulto sul matrimonio confarreato. A parte un'opera ad Oppium, di cui si ignora l'argomento, scrive alcuni libri de officio iudicis, destinati come guida del giudice privato del processo formulare. Le sue opinioni sono citate più volte con grande rispetto dalla dottrina posteriore. Scrive anche Historiae, in XIV libri. Keywords: Cicero, iuris, portico, scessi, studied under Panezio. Quinto Elio Tuberone. Keywords: Roma antica. Per H. P. Grice’s Play-Group, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza.

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice e Tulelli: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dell’equilibrio conversazionale: per una metafisica dell’etica – la scuola di Zagarise -- filosofia calabrese --  filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Zagarise). Filosofo calabrese. Filosofo italiano. Zagarise, Catanzaro, Calabria. A lui sono ad oggi intitolate una via a Zagarise e una a S.Elia, e una sala della biblioteca di Catanzaro. Targa commemorativa in suo onore, inoltre, posto davanti alla casa comunale di Zagarise un busto che lo raffigura, realizzato da Calveri. Zagarise, busto creato da Calveri, installato davanti al comune di Zagarise. Figlio dal marchese Gaetano T., studia presso il convento del ritiro dei filippini a Zagarise e poi frequenta a Catanzaro il real liceo ginnasio e il corso presso il pontificio seminario teologico regionale S. Pio X. Vive a Napoli dove compì studi filosofici e apre una scuola dove insegna filosofia morale ed estetica. La richiesta di poter istituire una scuola e inviata alle autorità competenti, le quali, prima di concedere le relative autorizzazioni, chiesero al vescovo di Catanzaro dettagliate notizie in merito alla condotta morale e politica del richiedente, la risposta inviata loro fu. Elemento di condotta soda, casta e onesta. Tra gl’allievi della sua scuola molti sono appartenenti a famiglie di alto rango sociale, e tra questi, è possibile annoverare i figli del re Borbone che, in segno di stima, gli fanno dono di un orologio da camera di manifattura francese opera dei fratelli Japis. Molto amico di SETTEMBRINI (vedi), il quale lo cita nelle sue "Lezioni di letteratura italiana", gli trasmitte l’amore per la filosofia e gl’ideali patriottici.Allievo di PUOTI e di GALLUPPI del quale studia e diffunde la filosofia, evidenziando il parallelismo con Kant, così come divulga quello di altri filosofi, tra cui CAPASSO, ROSSI, e MASCI. Insegna filosofia a Napoli dietro l’impulso di SANCTIS, iniziando un periodo di vero splendore per l’ateneo napoletano. Cadde il regno delle due Sicilie e, favorevole alla formazione di uno stato unitario, porta avanti una battaglia a livello morale e giuridico per l’abolizione della pena di morte che fino ad allora era in vigore in tutti gli stati d’Europa tranne il gran ducato di Toscana. La stessa a abolita con l'adozione del codice penale del regno d'Italia -- il cosiddetto Codice ZANARDELLI. La fine della dominazione dei Borboni è colta come un’occasione di rinnovamento sociale e morale ed egli instilla nei suoi insegnamenti la consapevolezza che il rinnovamento politico dove essere accompagnato a quello morale, egli riscontra nella popolazione un’evidente scarsità intellettuale e un sentimento religioso che si manifesta mediante pratiche di culto sempre più lontane dall’essere ricche di valori spirituali e una società sempre più formalista, cerca di contrastare questa tendenza in affinità a GIOBERTI.  E un patriota e un liberale. La sua attività di filosofo fa si che la sua notorietà e la sua reputazione cresceno, e inoltre un oppositore degli hegeliani napoletani, e a capo degl’oppositori degli Spaventiani (SPAVENTA – vedi) e rappresentante del movimento filosofico del quale fanno parte GALLUPI, COLECCHI, CUSANI, e GRAZIA. Sul suo valore si sono pronunciati, fra gl’altri, anche CROCE e RUSSO. Socio ordinario dell’accademia di scienze morali e politiche di Napoli a l’accademia reale pontaniana. In relazione all'accademia di scienze morali e politiche di Napoli, T. e PESSINA, in qualità di soci dell'accademia, di collocare nell'atrio dell'Università degli Studi di Napoli un busto in marmo raffigurante GALLUPPI, realizzato da Calì è inaugurato con una cerimonia a cui prendeno parte il rettore Imbriani, dei rappresentanti e diversi studenti. Della stessa accademia oltre ad esserne socio ne è anche tesoriere come si evince dalla Gazzetta ufficiale del regno d'Italia n cui è contenuta la ri-elezione alla suddetta carica (omissis) S.M., sulla proposta del ministro della pubblica istruzione, ha, con RR. decreti fatte le nomine e disposizioni seguenti: (omissis) T. Paolo Emilio, socio della società reale di Napoli, approvata la sua ri-elezione a tesoriere dell'accademia di scienze morali e politiche della predetta Società; (omissis), socio corrispondente dell’accademia cosentina accademia di scienze, lettere e belle arti degli zelanti e dei dafnici. Vive a Napoli. Nelle sue ultime volontà traspare chiaramente un radicato e forte legame con la sua terra di origine, infatti i primi due punti del suo testamento furono: volendo lasciare una prima testimonianza di affetto a Catanzaro, col fine di promuovere e favorire nel mio nativo comune di Zagarise l’educazione morale e l’istruzione letteraria e scientifica. Dispone inoltre che è destinata una somma in dote ad una ragazza indigente di Zagarise e che il resto del patrimonio del filosofo è suddiviso tra i suoi parenti.  Il documento, disponibile presso l’archivio notarile di Napoli, e depositato nel capoluogo campano presso lo studio del notaio Mazzitelli sito in via S. Giovanni numero 19. Dondazione di libri alla città di Catanzaro al fine di fondare una biblioteca pubblica T. volle donare a Catanzaro alcuni libri affinché potessero rappresentare una base di partenza per la costituzione di una biblioteca auspicando che il suo gesto potesse rappresentare un’esortazione a contribuire al suo ampliamento, una volta istituita, da parte di altr’uomini generosi e amanti della filosofia. Catanzaro accetta il legato che, in caso contrario, si sarebbe dovuto destinare ad ampliare il patrimonio della biblioteca del real liceo di Catanzaro o ad un erede del de cuius nel caso in cui il anche direttivo del liceo non avesse accettato la donazione. I libri furono trasferiti da Napoli a Catanzaro a spese del comune, così come indicato nelle ultime volontà del filosofo, e venne istituita la biblioteca comunale che venne denominata Biblioteca Municipale di Catanzaro "Onestà e lavoro", ma che oggi è conosciuta come Biblioteca comunale F. De Nobili. Volendo lasciare una prima testimonianza di affetto a Catanzaro ove ebbi i primi semi del mio sapere e le prime aspirazioni alla libertà della patria italiana, lego al comune i miei pochi libri col fine espresso ed incondizionato di formare il primo fondo ad una biblioteca pubblica da fondarsi in loco adatto a vantaggio dei studiosi e dei cultori della filosfia. Istituzione di una rendita per far studiare un uomo meritevole del comune di Zagarise Per quanto concerne il comune natio, nell’intenzione di promuovere l’educazione morale, l’istruzione filosofica nello stesso, istituì una rendita annuale, denominata Monte o Istituto T. per far si che dei filosofi meritevoli del suddetto comune potessero studiare. A perenne ricordo di ciò egli dispose nelle sue ultime volontà che è realizzata una breve iscrizione su una lastra di marmo e che la stessa fosse posta in un luogo pubblico del comune di Zagarise. Col fine di promuovere e favorire nel mio nativo comune di Zagarise l'educazione morale e l'istruzione letteraria e scientifica e così sospingere quei miei concittadini sulla via della civiltà, istituisco un Monte o Istituto per l'educazione ed istruzione dei studiosi di detto Comune da elevarsi dal real governo in ente morale e giuridico con la dotazione di annue lire duemila di rendita al 5 per cento iscritto al gran libro dei regno d'Italia. All'uopo destino due certificati di rendita a me intestati dell'annua rendita di L. millesettecento con la data di Firenze e l'altro dell'annua rendita di L. trecento della stessa data. Sì fatta annua rendita è unicamente ed esclusivamente impiegata per l'educazione e istruzione nella filosofia di un filosofo fatto volta per volta per modo che si dirà qui appresso nato a Zagarise da genitori ivi domiciliati almeno da dieci anni compiti, dell'età non minore di anni sette, che sa almeno leggere e scrivere e mostri in generale attitudine e buona disposizione agli studi filosofici. Saggi: “I principi sostanziali ed informatori della scienza” (Napoli, Regia Università); “Dei sistemi morali e della loro possibile riduzione” (Napoli, Regia Università); “La moralità della scienza e della vita” (Napoli, Regia Università); “Elogio di V. Buonsanto” (Napoli, Fibreno); “Filadelfos di G. Gemelli: Accademia di scienze morali e politiche” (Napoli, Regia Università); “L’infallibilità della ragione umana considerata nella triplice sfera della scienza, politica, e della religione” (Napoli, Regia Università); “La morale indipendente” (Napoli, Regia Università); “L’educazione popolare in Italia” (Napoli, Vaglio); La filosofia morale (Napoli, Regia Università); “Metafisica dell’estetica” (Napoli, Regia Università); “Una formula metafisica” (Napoli,  Regia Università);  “GALLUPPI” (Napoli, Regia Università); “Papasso e Rossi” (Napoli, Cutaneo); “Libero Stato” (Napoli, Regia Università); “Estetica” (Napoli, Vaglio); “Capasso” (Napoli, Tramater); “La rosa di Gerico” (Napoli, Poligama); “Metafisica dell'etica” (Napoli, Regia Università); “Dei sistemi filosofici”; “L’equilibriio”; “La pena di morte” (Napoli, Regia Università); “Baldacchini” (Regia Università, Napoli”, Elogio di Cilento. Sulla Bella di Camarda, poema di Cappelli (Napoli); “Armonia della libertà politica e della scienza morale”; “ Preso da immenso desiderio e ardente”; “Padre, partisti, forse desolato”; “Aspirazione a Dio”. Il pensiero morale di T., C. Nardi. Società Napoletana di Storia Patria,  Lettere a Milli, F. Adamoli. Collana "Fondo Milli" il Poeta.Via a Zagarise  Via a Catanzaro. La famiglia dona a Zagarise un'opera raffigurante il filosofo. Discorso di Imbriani all'inaugurazione del busto di Galluppi posto nell'Accademia di Scienze Morali e Politiche di Napoli  Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, Zagarise e dintorni, Faragò.  Lira italiana. Marchese Cavaliere Paolo Emilio Tulelli. Paolo Emilio Tulelli. Tulelli. Keywords: filosofia italiana, l’equilibrio, metafisica dell’etica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tulelli” – The Swimming-Pool Library. Tulelli.

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice e Turco: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dell’agnella, commedia nuova – la scuola di Mantova – filosofia lombarda -- filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Asola). Flosofo lombardo. Filosofo italiano. Asola, Mantova, Lombardia. Nasce da una anticha e nobile famiglie, allora fiorente cittadina della Repubblica di Venezia, dove ricopre importanti cariche politiche in qualità di deputato, oratore e avvocato della comunità.  La sua prima opera, un dialogo, “Agnella”, venne rappresentato ad Asola durante i festeggiamenti per la visita dei duchi di Nemours e Beaulieu e altri illustri francesi al loro seguito. “Agnella” venne in pubblicata in seguito prima a Treviso, poi a Venezia. Contemporaneo ed amico di MANUZIO che in una lettera encomia la sua canzone in lode di Carlo V scritta in occasione della morte di quest'ultimo. Scrive: Letta la vostra canzone scritta in morte del Gran Carlo V, veramente Signor Carlo onorato, non troppo benigna stella, essendo voi dotato di si pellegrino ingegno e di tante altre lodevoli qualità, vi condanna a scrivere dove tra molte tenebre non può risplendere la vostra virtù, con la quale potevate illustrare voi stesso ed il secolo nostro eccitando in altri il desiderio di assomigliarvi. Laddove hora, avendo voi il campo ristretto per esercitare le vostre più nobili parti, non veggo come possano apparire effetti degni di voi ed alla vostra nobile industria corrispondenti. Questa lettera è in seguito stampata in Venezia da Gavardo che, sempre a Venezia, pubblica una tragedia in versi, intitolata “Calestri”. Altre opere sono stampate anche in Il Sepolcro de la illustre signora Beatrice di Dorimbergo, Brescia Fabbio, Mangini, Storie Asolane, Lettera di MANUZIO a Turchi, Lett. Volg. Venezia. Carlo Turco. Turco. Keywords: commedia nuova, agnella. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Turco” – The Swimming-Pool Library.

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice e Turoldo: le XII fatiche della ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale – la scuola di Coderno – filosofia friulana -- filosofia italiana – By Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco  di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Coderno). The phrase ‘Grice italo’ is meant as provocative. An Old-World philosopher such as Turoldo would never have imagined to be compared to a tutor at a varsity in one of the British Isles, but there you are! It is meant as a geo-political reminder, too. Many Italian philosophers have been educated in a tradition that would make little sense of Turoldo as a ‘Grice italo,’ but there you are. My note is meant as a tribute to both philosophers. Grice has been deemed an extremely original philosopher, and by Oxford canons he certainly was. He was the primus inter pares at the Play Group, the epitome of ordinary-language philosophy throughout most of the twentieth century. His heritage remains. Turoldo’s place in the history of philosophy is other. But there are connections, and here they areFilosofo friulano -- Filosofo italiano. Coderno, comune di Sedegliano, Udine, Friuli-Venezia Giulia. Figura profetica, resistente sostenitore delle istanze di rinnovamento culturale, di ispirazione conciliare, tenuto da alcuni uno dei più rappresentativi esponenti di un cambiamento spirituale, il che gli ha valso il titolo di coscienza inquieta. Riceve con intensità le caratteristiche della semplice cultura umana del suo ambiente nativo e prevalentemente contadino. Colse e fece propria la dignità delle condizioni povere della sua terra, che costituirono una solida radice informante tutto lo sviluppo della sua sensibilità e della sua attività futura. Accolto tra i servi di Maria nel convento di S. Maria al Cengio a Isola Vicentina, sede triveneta della casa di formazione dell'ordine servita, dove trascorse l’anno di noviziato. Emise la professione religiosa. Pronuncia i voti solenni a Vicenza. Incomincia gli studi filosofici a Venezia.  Nel santuario della Madonna di Monte Berico di Vicenza e ordinato presbitero da  Rodolfi, arcivescovo di Vicenza. Assegnato al convento di S. Maria dei servi in S. Carlo al Corso in Milano. Su invito di Schuster, arcivescovo della città, tenne la predicazione domenicale nel duomo milanese. Insieme con il suo confratello, compagno di studi durante tutto l’iter formativo nell’ordine dei servi e amico Piaz, si iscrive al corso a Milano e conseguì la laurea con una tesi dal titolo, “La fatica della ragione: Contributo per un'ontologia dell'uomo”, redatta sotto la guida di BONTADINI. Sia BONTADINI sia BO gl’offriranno il ruolo d’assistente universitario, a Milano, il secondo a Urbino. Durante l'occupazione nazista di Milano collabora attivamente con la resistenza creando e diffondendo dal suo convento il periodico clandestino l'Uomo. Il titolo testimonia la sua scelta dell'umano contro il dis-umano, perché la realizzazione della propria umanità. Questo è il solo scopo della vita. La sua militanza dura tutta la vita, interpretando il comando evangelico essere nel mondo senza essere del mondo come un essere nel sistema senza essere del sistema. Rifiuta sempre di schierarsi con un partito. Il suo impegno nel dialogo senza preconcetti e nel confronto di idee talvolta anche duro, si tradusse in particolare nel far nascere, insieme con PIAZ, il centro culturale la Corsia dei Servi -- il vecchio nome della strada che dal convento dei servi conduceva al duomo. Uno dei principali sostenitori del progetto Nomadelfia, il villaggio nato per accogliere gl’orfani di guerra con la fraternità come unica legge, fondato da SALTINI nell'ex campo di concentramento di Fossoli presso Carpi, raccogliendo fondi presso la ricca borghesia milanese. Si rende noto al grande pubblico con due raccolte di liriche “Io non ho mani” -- che gli valse il Premio letterario Saint Vincent -- e “Gl’occhi miei” lo vedranno, presentato nella collana mondadoriana Lo Specchio d’Ungaretti.  A seguito di prese di posizione assunte da politici locali e da alcune autorità ecclesiastiche, deve lasciare Milano e soggiornare in conventi dei servi dell’Austria e della iera. Venne dai superiori dell’ordine assegnato al convento della S. Annunziata di Firenze, e qui incontra personalità affini al suo modo di sentire, quali fra VANNUCCI, BALDUCCI, PIRA, e molti altri che nell’ambiente fiorentino animano un tempo in cui si accendono speranze di rinnovamento a tutti i livelli. Ma anche da Firenze è costretto ad allontanarsi e trascorre un periodo di peregrinazioni all’estero.  Ri-entrato in Italia, venne assegnato al convento di S. Maria delle Grazie, nella “sua” Udine. Ma con il ri-entro in Italia porta con sé un progetto, nato a contatto cogl’emigrati friuliani: realizzare un film che raccontasse la nobiltà della povera vita rurale del suo Friuli. Il film con il titolo “Gl’ultimi” e ispirato al racconto “Io non ero fanciullo” scritto da T. in precedenza, venne concluso con la regia di Pandolfi. Presentato a Udine, “Gl’ultimi” tuttavia fu ben presto rifiutato dall’opinione pubblica friulana, che lo ritenne addirittura offensivo. Incomincia a cercare un sito dove dare avvio a una nuova esperienza religiosa comunitaria, allargata alla partecipazione anche di laici. Questo luogo, con le indicazioni ricevute d’amici, venne individuato nell’antico Priorato cluniacense di S.Egidio in Fontanella. Ottenuto il consenso del vescovo bergamasco GADDI, vi si insedia ufficialmente. Costruì accanto allo storico edificio del Priorato una casa per l’ospitalità, la Casa di Emmaus, titolo ispirato all’episodio in cui Gesù risorto si manifesta a Emmaus alla cena nello spezzare il pane. La casa costituì un simbolico richiamo alla semplice accoglienza, senza distinzioni di censo, di religione, o altro: aspetti che caratterizzarono tutta la presenza e la sua multiforme opera. Costituì inoltre un punto di riferimento per molti protagonisti della storia culturale e civile italiana. Per molte personalità del mondo ecclesiale e d’altre confessioni cristiane; un solido incentivo al rinnovamento di linguaggi e di strutture; un laboratorio di creazioni liturgiche e celebrative, di cui continuano a essere testimoni la versione metrica per il canto dei salmi e migliaia di inni liturgici. Insieme con altri frati, impegnati particolarmente in iniziative di rinnovamento spirituale e culturale, diede avvio alla pubblicazione di una rivista, il cui titolo è ispirato all’ordine dei servi di Maria, “Servitium”, e ad altre pubblicazioni che si ricollegavano all’esperienza editoriale della Corsia dei Servi. La pubblicazione della rivista continua tuttora con cadenza bimestrale, unitamente all’edizione di altre proposte librarie edite sotto l’omonimo marchio Servitium.  Molti sono i suoi interventi sui media, dalla carta stampata alle trasmissioni radio e televisive; molti i luoghi e le circostanze in cui è stato chiamato a intervenire con la sua avvincente parola. Da ricordare in particolare i suoi “viaggi della memoria” nei luoghi della Shoah, tra cui spicca quello a Mauthausen. In quest’occasione compose una preghiera, poi recitata nella cerimonia conclusiva, pubblicata successivamente nel saggio, “Ritorniamo ai giorni del rischio”. Colpito da un tumore del pancreas, visse con lucida consapevolezza e trasparente coraggio l’ultimo periodo della vita, dando una incoraggiante testimonianza sul cammino verso “sorella morte”. Migliaia di persone sfilarono accanto alla bara in cui era esposto il corpo di padre I funerali a Milano videro la partecipazione di una numerosa folla nella chiesa di S. Carlo al Corso, dove presiedette le esequie il cardinale MARTINI, che aveva consegnato a T. il primo "Premio Lazzati", affermando la propria opinione secondo la quale la chiesa riconosce la profezia troppo tardi. Un secondo rito funebre venne celebrato nel pomeriggio a Fontanella di Sotto il Monte, presente ancora una folla che copre tutta la collina circostante l’antico priorato. Nel cimitero riposa ora sotto una semplice croce lignea, in mezzo alla sua gente. Servitium dedica perciò alla sua figura un quaderno a frate dei servi di S. Maria e ugualmente fa nel decennale.  La grande passione. Saggi: Poesia e opere letterarie «Lungo i fiumi..» I Salmi Milano, San Paolo, O sensi miei...: Poesie (Milano, Rizzoli). Sul monte la morte, Servitium, La morte ha paura, Servitium,  poesie, Milano, Garzanti Teatro, Servitium,  I giorni del rischio con Salmodia della speranza e rappresentazione in Duomo a Milano con Moni Ovadia, Servitium,   Salmi e cantici. Versione metrica per il canto di T., Servitium,  La passione di S. Lorenzo, Servitium, La terra non sarà distrutta, Servitium, Luminoso vuoto. Scritti, Servitium, David M. T., Capovilla, Nel solco di Giovanni, lettere inedite, Servitium. Saggistica e spiritualità. Lettere dalla Casa di Emmaus, Servitium, La parabola di Giobbe, Servitium, Santa Maria. Servitium, Mia chiesa, una terra sola, Servitium,  Il dramma è Dio: il divino la fede la poesia. Milano, Rizzoli, Come i primi trovadori, Servitium, Colloqui con Giovanni, Servitium, Profezia della povertà, Servitium, Chiamati ad essere, Servitium, È Natale, Servitium, Mio amico don Milani, Servitium, Pregare, Servitium, Anche Dio è infelice, S. Paolo, Amare Cinisello Balsamo, Edizioni S. Paolo, Padre del mondo, Servitium,  Povero sant’Antonio, Il Messaggero, Padova. Narrativa Mia infanzia d’oro (con “Ritratto d’autore” Servitium, e poi la morte dell'ultimo teologo Torino, Gribaudi. “Gli ultimi” Regia: Pandolfi; soggetto: T.; sceneggiatura: Pandolfi e T.. Tra le tante, ci è un'iniziativa che è tentata pochi giorni prima della morte di Moro e che è stata evocata da Craxi nel corso della sua audizione nella prima Commissione d'inchiesta. In quella circostanza, l'onorevole Craxi afferma che è chiamato da T., che gli chiedeva sostanzialmente di domandare alla nunziatura apostolica di dichiararsi disponibile come sede per far svolgere una trattativa. T. chiese II giorni di silenzio stampa e insistette molto, con veemenza, affermando che era la sola via possible. Legislatura, Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Moro, Resoconto stenografico, “Tra i memoriali di Mauthausen”, in “Ritorniamo ai giorni del rischio. Maledetto colui che non spera”, Milano, Corriere "E T. nascose le armi dei partigiani" La vita, la testimonianza Morcelliana. Piaz e la Corsia dei Servi di Milano, Morcelliana, T. e gl’organi divini. Lettura concordanziale di “O sensi miei...”, Olschki, Una vita con gli amici; Il mondo delle amicizie di T., documentario Salvi, Roma, Rai-Educational, Elia, La peregrinatio poietica prefazione di Terza, Firenze, Olschki, Cardinali, Il Dio Inseguito. Viaggio alla scoperta della poesia di T., Edizioni Pro Sanctitate, Roma, Romero Balducci, Piaz, Fabbretti. Treccani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. David Maria Turolo. David M. Turoldo. David Turoldo. Giuseppe Turoldo. Turoldo. Keywords: gl’ultimi, le XII fatiche della ragione. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Turoldo” – The Swimming-Pool Library. Turoldo.

 

Luigi Speranza – GRICE ITALO!; ossia, Grice e Tuveri: FILOSOFIA SARDA, NON ITALIANA -- all’altra isola -- la ragione conversazionale sarda e l’implicatura conversazionale sarda – la scuola di Collinas -- filosofia sarda -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Collinas). The phrase ‘Grice italo’ is meant as provocative. An Old-World philosopher such as Tuveri would never have imagined to be compared to a tutor at a varsity in one of the British Isles, but there you are! It is meant as a geo-political reminder, too. Many Italian philosophers have been educated in a tradition that would make little sense of Tuveri as a ‘Grice italo,’ but there you are. My note is meant as a tribute to both philosophers. Grice has been deemed an extremely original philosopher, and by Oxford canons he certainly was. He was the primus inter pares at the Play Group, the epitome of ordinary-language philosophy throughout most of the twentieth century. His heritage remains. Tuveri’s place in the history of philosophy is other. But there are connections, and here they are.Filosofo sardo. Filosofo italiano.  Collinas, Sardinia. Grice: “Or should we say, ‘filosofo sardo’?” -- Figlio un noto avvocato. Studia a Cagliari. Di idee repubblicane comincia l'attività in polemica con molti intellettuali monarchici e conservatori. Federalista, al parlamento sub-alpino si oppose alla fusione della Sardegna col Piemonte, ed è in forte contrapposizione con GIOBERTI per le posizioni anti-repubblicane e anti-mazziniane – vedi: MAZZINI. Fonda La Gazzetta Popolare, collabora con numerosi giornali e assunse la direzione del Corriere di Sardegna. Sindaco, propose il nome di Collinas. Lotta contro il centralismo del regno di Sardegna chiedendo maggiore autonomia, soprattutto fiscale, per i piccoli comuni. Amico di CATTANEO e MAZZINI, solleva la questione sarda, promuovendo un riscatto della Sardegna e del popolo sardo contro uno stato giudicato centralista e oppressivo. Scrive numerosi saggi filosofici. Assessorato della pubblica istruzione della regione auto-noma della Sardegna  promouove la ristampa dei suoi saggi, editore Delfino, con una introduzione di BOBBIO. Saggi: “Pintor” (Torino, Cassone); “Specifici contro il codinismo, (Cagliari, Arcivescovile); “Del diritto dell'uomo alla distruzione dei cattivi governi: trattato filosofico” (Cagliari, Nazionale); “Il governo e i comuni” (Cagliari, Nazionale); “Esazione e compulsione” (Cagliari, Timon); “La questione barracellare” (Cagliari, Timon); “Della libertà e delle caste” (Cagliari, Corriere di Sardegna); “Sofismi politici” (Napoli, Rinaldi); “Il veggente: Del dritto dell'uomo alla distruzione dei cattivi governi”); Accardo, Carta, Mosso; introduzione di Bobbio; Corrias e Orru, Opuscoli politici. Saggio delle opinioni politiche del signor deputato sardo Pintor; Specifici contro il codinismo, Sotgiu, Piano e Contu, Scritti giornalistici. Questione sarda, federalismo, politica internazionale, questione religiosa, Piano, Contu e Carta, Per la vita e i tempi di T. e altre opere, Delogu,  Fonte: "Centro di studi filologi sardi". Scheda sul sito della Camera  Indipendentismo sardo. Google. Da T. all'intuizione della concorrenza istituzionale, Bomboi. Venezia; Tuveri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tuveri: implicature sarda” – The Swimming-Poo Library. Tuveri.

 

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