Luigi Speranza -- Grice e Gaetani: la ragione
conversazionale e ’implicatura convesazionale di Catullo -- APVD NEAPOLIM –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Martano).
Filosofo italiano.
Grice: “I like Gaetani, for one, he is a duke – and kept beautiful gardens at
Martano – he philosophised on the ‘ottocento’, as any philosopher from the
Novecento would!” Figlio di Carlo, conte di Castelmola, e
Giuseppina Chiriatti. La famiglia Gaetani annovera oltre al ramo dei
Castelmola, anche quello dei Laurenzana, di cui si ricorda il Barone Di
Laurenzana, esponente del movimento radicale. L'insegna araldica dei Castelmola
è costituita da uno scudo forgiato di due strisce blu ondeggianti che lo
attraversano in senso trasversale. I G., prima Caetani, vantarono alcuni papi,
tra cui Bonifacio VIII. Il padre, Carlo,
avvocato, fu ripetutamente eletto tra le file dei radicali nel Consiglio comunale
di Napoli. Da Napoli attiene, fino a tutta la Grande Guerra, alla cura del
patrimonio fondiario in Martano, acquisito dal matrimonio con Chiriatti. Questa
infatti si era trasferita a Napoli dopo l'uccisione del facoltosissimo padre
Paolo, nell'ambito di una torbida vicenda che vide infine coinvolta la madre di
le quale mandante, assieme al prete Mariano, dato che i due erano in tresca.
Diviso il patrimonio tra le due figlie Giuseppina e Paolina Chiriatti, e la
madre stessa, vennero iniziati i lavori di costruzione del palazzo Chiriatti-G..
A Palazzo Chiriatti-G. la famiglia venne a dimorare mentre man mano la gestione
delle fortune familiari passava in capo a G., che si impegna in un'ardua opera
di bonifica e di razionalizzazione colturale, culminata con l'acquisto di
diversi macchinari ad alta tecnologia. E però proprio il malfunzionamento
dell'attrezzatura finalizzata all'estrazione dell'acqua dai pozzi, bene
capitale nelle aride campagne della zona, a determinare l'infiacchimento del
capitale di famiglia e il progressivo indebitamento verso il Banco di Napoli,
che culmina con la fine del fascismo.
Frattanto G., che si fregia del
titolo di duca, a seguito del matrimonio con la duchessa d'Ascoli, Leopoldina,
si dedica alla FILOSOFIA, mentre, del resto, ha a ricoprire la carica di provveditore
a Potenza. La sua filosofia e ispirata dalla Francia, della che e un grande
amatore, nonostante il fascismo e nonostante la sua adesione al regime, che ad
un certo punto ne impedì la circolazione in Italia. Crociano, segue lo schema
tracciato dal maestro, mentre l'ultimo ricordo della natia Martano e un canto
dedicato alle tradizioni grike, di cui raccomandava appassionatamente la
conservazione e il culto. Nei giorni
furenti che precedettero il Referendum istituzionale appoggia in pubblici
comizi la Monarchia, e per questo paga dazio dovendosi allontanare all'indomani
del voto e rifugiarsi in Napoli, tutto teso negli studi letterari. Altre saggi:
Villon (Napoli); “Un carteggio inedito di F. Bozzelli (G.), L'Aquila, Masseria,
Martano (Lecce); “Un bilancio letterario” (Roma); “Per onorare un maestro: il
Torraca, Napoli); “Catullo” (Roma); L'Ottocento” (Napoli); “La bancarotta del
rosso: commedia in tre atti (Lecce); “Per la venuta del Duce” (Lecce); “Bernardo
Bellincioni, Galatina (Lecce); “Il benedettino-cistercense d. Mauro cassoni nel
Tempio, nella scuola, negli studi (Lecce); “Ricordi di Croce” (Napoli); Vicende tipi e
figure del Casino dell'Unione” (Napoli); Napoli ieri e oggi: passeggiate e
ricordi” (Milano-Napoli); “Apud Neapolim” (Napoli); Fonti storiche e letterarie
intorno ai martiri di Otranto, Napoli. "Catullo" rimanda qui.
Se stai cercando altri significati, vedi Catullo (disambigua). Sirmione,
busto di Catullo Gaio Valerio Catullo (in latino: Gaius Valerius Catullus,
pronuncia classica o restituta: [ˈɡaːɪʊs waˈlɛrɪʊs kaˈtʊllʊs]; Verona, – Roma)
è stato un poeta romano. Il poeta è noto per l'intensità delle passioni amorose
espresse, per la prima volta nella letteratura latina, nel suo Catulli
Veronensis Liber, in cui l'amore ha una parte preponderante, sia nei
componimenti più leggeri che negli epilli ispirati alla poesia di Callimaco e
degli Alessandrini in generale. Indice 1Biografia 1.1Origini
familiari 1.2Trasferimento a Roma, vita sociale e letteraria 2 Opera 3Il mondo
poetico e concettuale di Catullo 4Note 5Bibliografia 5.1Rassegnebibliografiche
5.2Traduzioni italiane 5.3Commenti 5.4Studi 6Altri progetti 7Collegamenti
esterni Biografia Il busto di Catullo presso la Protomoteca della
Biblioteca civica di Verona. Origini familiari Catullo da Lesbia, dipinto
di Lawrence Alma-Tadema (1865). Gaio Valerio Catullo proveniva da un'agiata
famiglia latina che aveva contribuito a fondare la città di Verona, nella
Gallia Cisalpina; il padre avrebbe ospitato Q. Metello Celere e Giulio Cesare
in casa propria al tempo del loro proconsolato in Gallia[1]. Per quanto
concerne gli estremi cronologici della sua biografia, San Girolamo[2] pone l'87
a.C. e il 57 a.C. rispettivamente come data di nascita e di morte e specifica
che appunto egli morì alla giovane età di trent'anni. Tuttavia, poiché nei suoi
carmi accenna ad avvenimenti che riportano all'anno 55 a.C. (come l'elezione a
console di Pompeo e l'invasione della Britannia da parte di Cesare[4]), si è
maggiormente propensi a ritenere che egli sia nato nell'84 e morto nel 54 a.C.,
dato per certo il fatto che sia morto a trent'anni. Trasferimento a Roma,
vita sociale e letteraria Trasferitosi nella capitale, si suppone intorno al
61-60 a.C., cominciò a frequentare ambienti politici, intellettuali e mondani,
conoscendo personaggi influenti dell'epoca, come Quinto Ortensio Ortalo, Gaio
Memmio, Cornelio Nepote e Asinio Pollione, oltre ad avere rapporti, non molto lusinghieri,
con Cesare e Cicerone; con una ristretta cerchia d'amici letterati, quali
Licinio Calvo ed Elvio Cinna fondò un circolo privato e solidale per stile di
vita e tendenze letterarie. Durante il suo soggiorno prolungato a Roma ebbe una
relazione travagliata con la sorella del tribuno Clodio, tale Clodia.[5].
Clodia viene cantata nei carmi con lo pseudonimo letterario "Lesbia",
in onore della poetessa greca Saffo, molto cara a Catullo e proveniente
dall'isola di Lesbo. Lesbia, che aveva una decina d'anni più di Catullo, viene
descritta dal suo amante non solo graziosa, ma anche colta, intelligente e
spregiudicata. La loro relazione, comunque, alternava periodi di litigi e di
riappacificazioni ed è noto che l'ultimo carme che Catullo scrisse all'amata fu
del 55 o 54 a.C., proprio perché in essa viene citata la spedizione di Cesare
in Britannia. Da alcuni suoi carmi emerge, inoltre, che il poeta ebbe anche
un'altra relazione, omosessuale, con un giovinetto romano di nome Giovenzio.
Catullo si allontanò, comunque, varie volte da Roma per trascorrere del tempo
nella villa paterna a Sirmione, sul lago di Garda, luogo da lui particolarmente
apprezzato e celebrato per il suo fascino ameno, situato nella sua terra di
origine e che per questo induceva al poeta distesi periodi di riposo. Seguì
Gaio Memmio in Bitinia: in quella circostanza andò a rendere omaggio alla tomba
del fratello situata nella Troade. Quel viaggio non recò alcun beneficio al
poeta, che ritornò senza guadagni economici, come sperava al momento della
partenza, né la lontananza riuscì a fargli riacquistare la serenità perduta a
causa dell'incostanza e dell'indifferenza di Lesbia nei suoi confronti. Fu
tuttavia una nota positiva la visita alla lapide del fratello, in occasione
della quale scrisse il Carme 101 (a cui si ispirò in seguito anche Foscolo per
la poesia In morte del fratello Giovanni). Catullo non partecipò mai
attivamente alla vita politica, anzi voleva fare della sua poesia un lusus fra
amici, una poesia leggera e lontana dagli ideali politici tanto osannati dai
letterati del tempo[6]. Disprezzava infatti la politica di allora, dominata da
politici corrotti che servivano soltanto il proprio interesse: riteneva dunque
che favorire l'uno o l'altro non significasse niente di meno che aiutare l'uno
o l'altro a perseguire il suo vantaggio personale. Tuttavia, seguì la
formazione del primo triumvirato, i casi violenti della guerra condotta da
Cesare in Gallia e Britannia, i tumulti fomentati da Clodio, comandante dei
populares, fratello della sua celebre amante Lesbia e acerrimo nemico di Cicerone,
che verrà da lui spedito in esilio nel 58 a.C. ma poi richiamato, i patti di
Lucca e il secondo consolato di Pompeo. Una nota da sottolineare è il Carme 52
dove, per usare le parole di Alfonso Traina, "il disprezzo della vita
politica si fa disprezzo per la vita stessa": (LA) «Quid est,
Catulle? quid moraris emori? sella in curuli struma Nonius sedet, per
consulatum peierat Vatinius: quid est, Catulle? quid moraris emori?» (IT)
«Che c'è, Catullo? Che aspetti a morire? Sulla sedia curule siede Nonio lo
scrofoloso, per il consolato spergiura Vatinio: che c'è, Catullo? Che aspetti a
morire?» (Carme) Opera Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento
in dettaglio: Storia della letteratura latina (78-31 a.C.). Marco Antonio
Mureto, Catullus et in eum commentarius, Venetiis, apud Paulum Manutium, 1554.
Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Liber
(Catullo). Il liber di Catullo non fu ordinato dal poeta stesso, che non aveva
concepito l'opera come un corpo unico, anche se un editore successivo (forse lo
stesso Cornelio Nepote a cui è stata dedicata la prima parte dell'opera) ha
diviso il liber catulliano in tre parti secondo un criterio di tipo metrico: i
carmi da 1 a 60, sotto il nome di "nugae" (letteralmente
"sciocchezze"), brevi carmi polimetri, per lo più faleci e trimetri
giambici; i carmi da 61 a 68, i cosiddetti "carmina docta" d'impronta
alessandrina e per lo più in esametri e distici elegiaci; i carmi dal 69 al 116
sono gli epigrammi ("epigrammata"), in distici elegiaci. Il
mondo poetico e concettuale di Catullo Il poeta Catullo legge uno dei
suoi scritti agli amici, da un dipinto di Stefan Bakałowicz. Catullo è per noi
uno dei più noti rappresentanti della scuola dei neòteroi, poetae novi, (cioè
"poeti nuovi"), che facevano riferimento ai canoni dell'estetica
alessandrina e in particolare al poeta greco Callimaco, creatore di un nuovo
stile poetico che si distacca dalla poesia epica di tradizione omerica divenuta
a suo parere stancante, ripetitiva e dipendente quasi unicamente dalla quantità
(in riferimento all'abbondanza dei versi di quest'ultima) piuttosto che dalla
qualità. Sia Callimaco che Catullo, infatti, non descrivono le gesta degli
antichi eroi o degli dei[7], ma si concentrano su episodi semplici e
quotidiani. Per giunta, i neòteroi si dedicano all'otium letterario piuttosto
che alla politica per rendere liete le loro giornate, coltivando il loro amore
solo ed esclusivamente alla composizione di versi, tanto che Catullo dichiara
nel carme 51: «Otium, Catulle, tibi molestum est:/otio exsultas nimiumque
gestis» «L'ozio per te, Catullo, non è buono;/ nell'ozio smani e ti scalmani»
(traduzione a cura di Nicola Gardini). Talvolta il poeta ostenta il suo
disinteresse per i grandi uomini che lo circondavano e che stavano scrivendo la
storia: «nihil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere» «non m'interessa,
Cesare, di andarti a genio» (carme 93), scrive al futuro conquistatore della
Gallia. Da questa matrice callimachea proviene anche il gusto per la poesia
breve, erudita e mirante stilisticamente alla perfezione. Si sviluppano,
originari dell'alessandrinismo e nati da poeti greci come Callimaco[8],
Teocrito, Asclepiade, Fileta di Cos e Arato, generi quali l'epillio, l'elegia
erotico-mitologica e l'epigramma, che più sono apprezzati e ricalcati dai poeti
latini. Catullo stesso definì il suo libro expolitum (cioè
"levigato") a riprova del fatto che i suoi versi sono particolarmente
elaborati e curati, le poesie raffinate e curate. Una delle caratteristiche
peculiari della sua poetica è, infatti, la ricercatezza formale, il labor limæ,
con cui il poeta cura e rifinisce i suoi componimenti. Inoltre, al contrario
della poesia epica, l'opera catulliana intende evocare sentimenti ed emozioni
profonde nel lettore, anche attraverso la pratica del vertere, rielaborando
pezzi poetici di particolare rilevanza formale o intensità emozionale e
tematica, in particolare come nel carmen 51, una emulazione del fr. 31 di
Saffo, come anche i carmina 61 e 62, ispirati agli epitalami saffici. Il carme
66, preceduto da una dedica ad Ortensio Ortalo, è una traduzione della Chioma
di Berenice di Callimaco, che viene ripreso per mostrare l'adesione ad una
raffinata elaborazione stilistica, una dottrina mitologica, geografica,
linguistica ed infine la brevitas dei componimenti, con la convinzione che solo
un carme di breve durata può essere un'opera raffinata e
preziosa. Svetonio, Vita di Cesare, 73. ^ Chonicon, ad annum. ^ Carme 113,
2. ^ Carmi ^ Secondo un'indicazione di
Apuleio nell'Apologia, 10, la donna a cui si riferisce Catullo rimase vedova
nel 59 a.C. di Quinto Metello Celere, sicché si può pensare a Clodia. Al
riguardo si veda il carme 93: «Nil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere /
nec scire utrum sis albus an ater homo» - «Non mi interessa affatto piacerti,
Cesare, né sapere se tu sia bianco o nero». ^ Eccezion fatta, forse, per i
carmina 63 e 64. ^ Morelli Alfredo Mario, Il callimachismo del carme 4 di
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Wikidata Gaio Valerio Catullo, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Opere
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Gaio Valerio Catullo, su PHI Latin Texts, Packard Humanities Institute.
Modifica su Wikidata Opere di Gaio Valerio Catullo / Gaio Valerio Catullo
(altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Modifica su Wikidata
(EN) Opere di Gaio Valerio Catullo, su Open Library, Internet Archive. Modifica
su Wikidata. Opere di Gaio Valerio Catullo, su Progetto Gutenberg. Modifica su
Wikidata (EN) Audiolibri di Gaio Valerio Catullo / Gaio Valerio Catullo (altra
versione), su LibriVox. Bibliografia di Gaio Valerio Catullo, su Internet
Speculative Fiction Database, Al von Ruff. Modifica su Wikidata (EN) Gaio
Valerio Catullo, su Goodreads. Modifica su Wikidata Il Liber di Catullo
tradotto in italiano, su spazioinwind.libero.it. Il Liber di Catullo con
concordanze e liste di frequenza, su intratext.com. Le grotte di Catullo, su
smugmug.com. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il
9 luglio 2009). Scansione metrica del Liber di Catullo, su rudy.negenborn.net.
La Chioma di Berenice: traduzione di Alessandro Natucci, su
digilander.libero.it. Il carme 64: traduzione di Alessandro Natucci (PDF), su
classiciscriptores.weebly.com. Portale Antica Roma Portale
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Catullo -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Gaetani” – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza.
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