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Tuesday, March 26, 2024

GRICE E PUCCI: REPUBBLICA ROMANA, O DELL'IMPLICATURA CONVERSAZIONALE UTOPICA DI CAMPANELLA -- FILOSOFIA ITALIANA -- LUIGI SPERANZA

Grice e Pucci: REPUBBLICA ROMANA, o dell’implicatura conversazionale utopica di Campanella – filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo italiano. Scrive alcuni trattati dove ambiva a una filosofia universale di stampo utopistico. Molto polemico contro le principali dottrine religiose dell'epoca, tanto da essere tacciato di eresia e giustiziato dall'inquisizione romana.  Della potente e ricca famiglia fiorentina dei Pucci. Scolto da un improvviso mutamento e cambiamento che lo fa decidere a darsi allo studio delle cose celesti ed eterne e a scoprire i reali motivi dei contrasti filosofici che lacerano l'Italia. Assiste personalmente alla strage degl’ugonotti nella notte di S. Bartolomeo, decide d’aderire alla tesi protestante. Controversie dottrinali gli procurarono l'espulsione dalla sua comunità calvinista. Discute del peccato originale e altresì contesta l'autoritarismo del concistoro della comunità. Quest'ultima gl’rimprove, oltre a importanti punti dottrinali come la concezione del peccato originale, della fede, e dell'eu-caristia, la sua pretesa di pro-fetizzare, ricordandogli che, con la scomparsa dei primi apostoli, il carisma profetico non esiste più. Su invito di Betti, incontra SOZZINI (si veda). Pubblica un manifesto, e poi scrive a Balbani una lettera in cui espone la sua teoria dell'innocenza naturale dell'uomo, già discussa Sozzini. L’uomo nasce e restano innocente innanzi all'uso della ragione e del giudizio. Grazie alla redenzione operata dal cristo, il peccato originale non causa dannazione quando siamo nel grembo materno. Dunque, il battesimo di un uomo che è gia naturalmente innocente per la naturale bontà della sua natura umana, e per quanto non censurabile, è INUTILE. L'eventualità della dannazione è un problema di quell’uomo che, raggiunta l'età della ragione, è in grado di distinguere il bene dal male. L’uomo è buono per natura, e a causa dell'amore del divino verso il genere umano, che ha creato l'uomo di natura buona, si fonda la filosofia. Il fondamento della filosofia, e bontà vera, è propriamente la fidanza generale nel divino nel cielo e nella terra, una fiducia fondata sulla conoscenza di del divino che è comune ad ogni uomo, una fede che si contrappone alla concezione della fede protestante, che consiste invece in una fidanza particulare che il singolo protestante ripone nel divino. È del resto la tesi sostenuta dai SOZZINI (si vedano) nel suo De Jesu Christo servatore. Sostene di aver tratto le proprie concezioni in virtù del dono dello spirito santo che, attraverso visioni, lo ispira permettendogli di preconizzare il prossimo avvento del regno del divino che provoca la conversione di ogni popolo, incluso il romano -- qualunque fosse la loro religione, sotto un'unica confessione. La redenzione operata da quel cristo riguarda infatti ogni uomo, anche i non cristiani, perché esalta la sua naturale bontà. La salvezza non costitusce un dubbio tormentoso ma è un obbiettivo che può essere raggiunto abbandonandosi con fiducia alla fede nel divino, è la fede naturale che ha Adamo, uomo naturale e immortale perché fatto a immagine e somiglianza del divino (o Prometeo) nella mente e nello spirito. Affermata la bontà naturale della specie umana, ne discende che debba essere escluso tanto che il peccato si trasmetta nelle generazioni, quanto che possa esistere una pre-destinazione semplice o doppia che sia, una per gl’eletti e una per i dannati stabilita ab aeterno. SOZZINI rispose a P. con il “De statu primi hominis ante lapsum”, obiettando che la somiglianza dell’umano col divino risiede nel fatto di essere il dominatore di tutte le cose della natura, e non nella sua immortalità. Se Adamo, l'essere naturale per eccellenza, finisce col peccare, ciò dimostra che non era affatto innocente -- visto che Adamo peca per sua libera scelta. La natura dell'uomo  non è diversa da quella d’Adamo. La salvezza dell’uomo risiede nella sua volontà di scegliere il bene, ed è sulla sua libera volontà, non sulla sua natura, che si fonda l’etica. Il suo saggio principale e “La forma della repubblica romana”. Per porre rimedio alla confusione e agli scandali regnante nella filosofia, ènecessario un libero e santo concilio al quale si vede che ogni uomo da bene di tutte le province inclinano, ma che viene rifiutato dai potenti prelati che oggi comandano non solo nella religione, ma anche nella repubblica romana. Per preparare questo concilio, è necessario che ogni uomo dabbene, all'interno dello stato romano, si organizzino in un'unione, in un collegio o comunità – res publica -- nella quale essi si governino secondo un principio comune, i, senza alienarsi da i loro principi e magistrati civili e senza entrare in polemica contro la confessione religiosa del culto vigente. Questi uomini, infatti, d'animo et tal volta anche di corpo alienato da gl’ordini et usanze di quella repubblica romana nelle quali è sono nati et allevati, conviene ch'e' vivino come forestieri nel loro natio terreno, o forastieri interamente per gli altrui paesi, è necessario ch'e' si portino molto saviamente e discretamente con i principi e magistrati de' luoghi dove essi abitano. Si tratta di un'aperta giustificazione del nicodemismo, seppure teorizzata come mezzo provvisorio allo scopo di raggiungere un fine superiore nell'interesse d’ogni uomo. L'insieme di questi collegi avrebbe formato di fatto una repubblica romana *cattolica* -- cioè ‘universale’ -- che, con l'esempio del retto comportamento dei suoi aderenti, ha col tempo acquisito il consenso della grande maggioranza della popolazione di ogni singolo stato, promuovendo così il rinnovamento dei costumi e delle diverse confessioni, fino a rifondare un'unica e universale (‘cattolica’) religione.  Gl’elementi essenziali di questo rinnovato e unificato culto dovranno essere la fede in un solo divino nel cielo e nella terra, creatore et governatore dell’universo, nel Cristo morto e risorto per redimerci, nella giustizia divina che premia i buoni e punisce i malvagi, la testimonianza degl’apostoli, il rispetto dei X comandamenti, l'orazione domenicale e le opere di carità. Tutte le questioni dottrinarie che storicamente divideno le confessioni cristiane sono sfumate da P., che vuole che sui problemi del battesimo, dell'eucaristia, della tri-nità e dell'in-carnazione non si utilizzino sottigliezze – “implicature” -- e non si creino divisioni.  I membri di queste comunità o repubblica romana dovranno essere tutti gl’uomini maggiorenni e LAICI -- dato che gl’ecclesiastici, infatti, sono evidentemente incapaci di superare le divisioni che essi stessi hanno creato -- organizzati sotto un capo, o duce – principe, dittatore -- temporaneo, provosto o console, assistito da un censore – come CATONE MAGGIORE --, che non deve avere alcun'autorità particolare, ma dove proporre le risoluzioni da approvare all'unanimità nell'assemblea o senato generale dei membri. Quando non vi è unanimità, si decide A SORTE – cf. SORTI-LEGIUM -- fra le opzioni. Una donna, dovendo essere sottoposte al marito – come Ercilia sotto Romolo -- puo assistere ma non ha alcun'autorità né diritto di voto. Il collegio (COLLEGIUM) o senato ha anche il potere di punire la cattiva condotta di un singolo membro, sino all'espulsione. Le diverse comunità si sarebbero tenute in contatto epistolare e a questo scopo è costituito l'incarico di un cancelliere e, attraverso delegati, si sono riunite in diete da tenersi periodicamente nelle terre di qualche gentilhomo o signore aderente a un collegio di una delle maggiori città d’Italia altro Roma “come Firenze, Venezia, Milano, et simili,” perché qui i convenuti alla dieta sono passati inosservati più facilmente. Se gli aderenti ai collegi devono manifestare un formale ossequio alle autorità costituite, essi devono anche proporre una, sia pur cauta propaganda per far guadagnare alla comunità nuove adesioni. Ciascuno deve mantenere il segreto della sua attività -- tramite giuramento --, essere amico dei compagni e nemico di chi è loro nemico. Per saldare insieme i membri, è opportuno che essi si sposino nello stesso ambiente, con donne sane e gagliarde per averne una buona discendenza, evitando però rapporti sessuali frequenti che, secondo P., sono nocivi alla salute fisica dell’uomo e a la salute morale della donna. Nella famiglia, il padre riveste il ruolo di capo e di sacerdote laico. Battezza egli stesso il figlio in età audulta, il quale dove crescere in una decorosa austerità, studiando nelle scuole di filosofia consigliate dalla comunità -- evitando carriere immorali, come quella ecclesiastica o avvocatesca. È a Cracovia, dove incontra Sozzini e altri dissidenti religiosi. La sua filosofia però non trova successo in nessuna confessione calvinista o luterana -- né fra gli anabattisti e i sociniani. In compenso, qui conosce Dee. Anche qui la sua indole -- Dee lo descrive come pericolosamente chiacchierone e utopico -- non venne accolta positivamente e deluso dai protestanti si ri-converte al cattolicesimo dopo un incontro con  Aldobrandini. Srive “De Christi servatoris efficacitate in omnibus et singulis hominibus” -- “L'efficacia salvifica del Cristo in tutti e in ogni uomo” -- dedicato a Clemente VIII. Qui ri-assunge e sviluppa tutta le sua filosofia su una chiesa romana, universale – “cattolica” -- ed ecumenica. Ogni uomo ha il diritto di professare una chiesa di Cristo, e il divino, grazie al suo amore universale per l'intera umanità, dove aiutare ad abbattere le barriere che separavano i culti. Condotto in carcere a Roma, conosce Bruno e Campanella. È condannato a morte per eresia, decapitato e poi bruciato sul rogo al campo de' fiori. Il puccismo però gli sopravvisse nella chiesa luterana grazie a Huber. Lettera in Rotondò, Studi e ricerche di storia ereticale. Lettere, documenti e testimonianze  In Cantimori, Per la storia degl’eretici; Felici, La riforma protestante (Carocci); Opere Lettere, documenti e testimonianze  (Firenze, Olschki); Sulla pre-destinazione (Firenze, Olschki); Cantù, “Gl’eretici” (Torino, Tipografic); Per la storia degl’eretici, Cantimori e Feist, Roma, Reale Accademia d'Italia, Cantimori, “Eretici italiani” (Firenze, Sansoni); Rotondò, “Storia ereticale” (Torino, Giappichelli); Una disputa di antropologia filosofica sul primo uomo: di fronte al naturalismo di Sozzini”, Milano, Cusl; Carta, “Eresia -- Documenti sul processo e la condanna” (Padova, Milani); “Cultura politica” (Stango, Firenze); Caravale, Il profeta disarmato. L'eresia” (Bologna, Mulino); Biagioni, L’Informatione della religione christiana (Torino, Claudiana); Vozzi, l’Informatione della religione christiana. Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Francesco Pucci. Keywords: etymologia d’eretico; il profeta disarmato, nicodemismo, decapatizazione a Tornona, Roma, la repubblica romana, il censore Catone, il suffragio. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pucci” – The Swimming-Pool Library.

 


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