Powered By Blogger

Welcome to Villa Speranza.

Welcome to Villa Speranza.

Search This Blog

Translate

Thursday, March 28, 2024

GRICE E PICO: I APPRENDISTI DI STROGONI SODOMITI, O L'AMORE ACCADEMICO -- BENIVIENI O L'IMPLICATURE DELL'ACCADEMIA DI CICERONE -- IO PRIEGO DIO GIROLAMO CHE'N PACE COSÌ IN CIEL SIA IL TU PICO CONGIUNTO COME'N TERRA ERI, ET COME'L TUO DEFUNTO CORPO HOR CON LE SACR'OSSA SUE QUI IACE -- FILOSOFIA ITALIANA -- LUIGI SPERANZA

 

Grice e Pico: Beniveni, o l’implicatura dell’accademia di Cicerone -- io priego Dio Girolamo che’n pace così in ciel sia il tuo Pico congiunto come’n terra eri, et come’l tuo defunto corpo hor con le sacr’ossa sue qui iace – filosofia italiana – Luigi Speranza (Mirandola). Filosofo italiano. Grice: “I liked to say: some like Pico, but Pico’s my man! Since I always preferred his cousin to the uncle!” -- philosopher who wrote a series of 900 theses which he hoped to dispute publicly in Rome. Thirteen of these theses are criticized by a papal commission. When Pico defends himself in his “Apologia,” the pope condemns all CM theses. Pico flees to France, but is imprisoned. On his escape, he returns to Florence and devotes himself to private study at the swimming-pool at his villa. He hoped to write a Concord of Plato and Aristotle, but the only part he was able to complete was “On Being and the One,”“Blame it on the Toscana!” -- in which he uses Aquinas and Christianity to reconcile Plato’s and Aristotle’s views about God’s being and unity. Mirandola is often described as a syncretist, but in fact he made it clear that the truth of Christianity has priority over the prisca theologia or ancient wisdom found in the hermetic corpus and the cabala. Though he was interested in magic and astrology, Mirandola adopts a guarded attitude toward them in his “Heptaplus,” which contains a mystical interpretation of Genesis; and in his Disputations Against Astrology, he rejects them both. The treatise is largely technical, and the question of human freedom is set aside as not directly relevant. This fact casts some doubt on the popular thesis that Pico’s philosophy is a celebration of man’s freedom and dignity. Great weight has been placed on Pico’s “On the Dignity of Man.” This is a short oration intended as an introduction to the disputation of his 900 thesesall condemned by the evil pope --, and the title was suggested by his wife (“She actually suggested, “On the dignity of woman,” but I found that otiose.””). Mirandola has been interpreted as saying that man (or woman) is set apart from the rest of creation, and is completely free to form his (or her) own nature. In fact, as The Heptaplus shows, P. sees man as a microcosm containing elements of the angelic, celestial, and elemental worlds. Man (if not woman) is thus firmly within the hierarchy of nature, and is a bond and link between the worlds. In the oration, the emphasis on freedom is a moral one: man is free to choose between good and evil. Grice: “This irritated Nietzsche so much that he wrote ‘beyond good and evil.’ Refs.: H. P. Grice, “Goodwill and illwillmust we have both?”  L'esponente più conosciuto della dinastia dei Pico, signori di Mirandola. L'infanzia di P., di Delaroche, Museo delle belle arti di Nantes (Francia). Nacque a Mirandola, presso Modena, il figlio più giovane di Gianfrancesco I, signore di Mirandola e conte della Concordia  e sua moglie Giulia, figlia di Boiardo, conte di Scandiano. La famiglia ha a lungo abitato il castello di Mirandola, città che si era resa indipendente e riceve da Sigismondo il feudo di Concordia. Pur essendo Mirandola uno stato molto piccolo, i Pico governano come sovrani indipendenti piuttosto che come nobili vassalli. I Pico della Mirandola sono strettamente imparentati agli Sforza, ai Gonzaga e agli Este, e i fratelli di Giovanni sposarono gli eredi al trono di Corsica, Ferrara, Bologna e Forlì. Soggiorna in molte dimore. Tra queste, quando vive a Ferrara, il palazzo in via del Turco gli permette di essere vicino agli Strozzi ed ai Boiardo. Pico compì i suoi studi fra Bologna, Pavia, Ferrara, Padova e Firenze. Mostra grandi doti nel campo della matematica e impara molte lingue, tra cui perfettamente il latino, il greco, l'ebraico, l'aramaico, l'arabo e il francese. Ha anche modo di stringere rapporti di amicizia con numerose personalità dell'epoca come Savonarola, Ficino, Lorenzo il Magnifico, Poliziano, Egidio, Benivieni, Balbi, Alemanno, ed Elia. Entra a far parte dei Idealisti Fiorentini. Si reca a Parigi, ospite della Sorbona, allora centro di studii, dove conosce alcuni uomini di cultura come Étaples, Gaguin e Hermonyme. Ben presto divenne celebre e si dice che ha una memoria talmente fuori dal comune che conosce l'intera Divina Commedia a memoria. e a Roma dove prepara CM tesi in vista di un congresso filosofico -- per la cui apertura compose il “De hominis dignitate” -- che tuttavia non ha mai luogo. Sube infatti alcune accuse di eresia, in seguito alle quali fugge in Francia dove venne anche arrestato da Filippo II presso Grenoble e condotto a Vincennes, per essere tuttavia subito scarcerato. Con l'assoluzione d’Alessandro VI, il quale vede di buon occhio la sua volontà di dimostrare la divinità attraverso la magia e la cabala, nonché godendo della rete di protezioni dei Medici, dei Gonzaga e degli Sforza, si stabile quindi definitivamente a Firenze, continuando a frequentare l'Accademia di Ficino. MUORE PER AVVELENAMENTO D’ARSENICO mentre Firenze è occupata dalle truppe francesi di Carlo VIII. Sepolto nel cimitero dei domenicani dentro il convento di S. Marco. Le sue ossa saranno rinvenute da Chiaroni  accanto a quelle di Poliziano e dell'amico Benivieni.  Siamo vissuti celebri, o Ermolao, e tali vivremo in futuro, non nella scuola dei grammatici, non là dove si insegna ai ragazzi, ma nelle accolte dei filosofi e nei circoli dei sapienti, dove non si tratta né si discute sulla madre di Andromaca, sui figli di Niobe e su fatuità del genere, ma sui principî delle cose umane e divine. Uno studio coordinato del dipartimento di Biologia dell'Pisa, del Reparto Investigazioni Scientifiche dell'Arma dei Carabinieri di Parma dimostra che e avvelenato con l'arsenico. Il volto di P. ricostruito con le moderne tecniche forensi Di P. è rimasta letteralmente proverbiale la prodigiosa memoria. Si dice conosce a mente numerose opere su cui si fonda la sua vasta cultura enciclopedica, e che sapesse recitare la “Divina Commedia” *al contrario*, partendo dall'ultimo verso, impresa che pare gli riuscisse con qualunque poema appena terminato di leggere.  Tutt'oggi è ancora in uso attribuire l'appellativo “P” a chiunque sia dotato di ottima memoria.  Secondo una popolare diceria, ha una amante o una concubina segreta. Tuttavia ha un rapporto amoroso con l'umanista Benivieni, sulla base di alcuni scritti, tra cui sonetti, che quest'ultimo dedica a Pico, e di alcune allusioni poco chiare di Savonarola. E comunque un seguace dell'ideale dell'amor platonico, privo cioè di contenuti erotici e passionali. Anche la figura femminile ricorrente nei suoi versi viene celebrata su un piano prevalentemente filosofico. La sua filosofia si riallaccia all’idealismo di Ficino, senza però occuparsi della polemica anti-aristotelica. Al contrario, cerca di riconciliare aristotelismo e platonismo in una sintesi superiore, fondendovi anche altri elementi culturali, come per esempio la tradizione misterica di Ermete Trismegisto e della cabala.  All'interno del testo delle Conclusiones si scaglia duramente contro Ficino, considerando inefficace la sua magia naturale perché carente di un legame con le forze superiori nonché di un'adeguata conoscenza cabalistica. Il suo proposito, esplicitamente dichiarato ad esempio nel “De ente et uno”, consiste infatti nel ricostruire i lineamenti di una filosofia universale, che nasca dalla concordia fra tutte le diverse correnti di pensiero sorte sin dagl’antichi, accomunate dall'aspirazione al divino e alla Sapienza. In questo suo ecumenismo filosofico vengono accolti non solo i filosofi esoterici insieme all’accademia e il lizio, e tutta la filosofia gnostica ed ermetica, anche mistica. Il congresso da lui organizzato a Roma in vista di una tale pace filosofica inserirsi proprio in questo progetto culturale basato su una concezione della verità come princìpio eterno ed universale, al quale ogni epoca della storia ha saputo attingere in misura in più o meno diversa. In seguito tuttavia ai vari contrasti che gli si presentarono, sorti a causa della difficoltà di una tale conciliazione. Si accorse che il suo ideale e difficilmente perseguibile. Ad esso, a poco a poco, si sostitusce nella sua mente il proposito riformatore di Savonarola, rivolto al rinnovamento morale, più che culturale, della città di Firenze. L'armonia universale da lui ricercata in ambito filosofico si trasforma così nell'aspirazione ad una  moralità meno generica. A differenza di Ficino, emerge un maggiore senso di irrequietezza e una visione più cupa ed esistenziale della vita.  Al centro del suo ideale di concordia universale risalta fortemente il tema della dignità e della libertà umana. L'uomo infatti è l'unica creatura che non ha una natura predeterminata, poiché. Già il Sommo Padre, Dio Creatore, ha foggiato,  questa dimora del mondo quale ci appare. Ma, ultimata l'opera, l'artefice desidera che ci fosse qualcuno capace di afferrare la ragione di un'opera così grande, di amarne la bellezza, di ammirarne la vastità. Ma degli archetipi non ne restava alcuno su cui foggiare la nuova creatura, né dei tesori né dei posti di tutto il mondo. Tutti erano ormai pieni, tutti erano stati distribuiti nei sommi, nei medi, negli infimi gradi. Dunque l'uomo non ha affatto una natura determinata in un qualche grado (alto o basso), bensì. Stabilì finalmente l'Ottimo Artefice che a colui cui nulla poteva dare di proprio fosse comune tutto ciò che aveva singolarmente assegnato agli altri. Perciò accolse l'uomo come opera di natura indefinita e, postolo nel cuore del mondo, così gli parla. Nn ti ho dato, o Adamo, né un posto determinato, né un aspetto proprio, né alcuna prerogativa tua, perché tutto secondo il tuo desiderio e il tuo consiglio ottenga e conservi. La natura limitata degli altri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu te la determinerai senza essere costretto da nessuna barriera, secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai. Afferma, in sostanza, che Dio ha posto nell'uomo non una natura determinata, ma una indeterminatezza che è dunque la sua propria natura, e che si regola in base alla volontà, cioè all'arbitrio dell'uomo, che conduce tale indeterminatezza dove vuole. Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti. Tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine. Nell'uomo nascente il Padre ripose semi d'ogni specie e germi d'ogni vita. E a seconda di come ciascuno li avrà coltivati, quelli cresceranno e daranno in lui i loro frutti. se sensibili, sarà bruto, se razionali, diventerà anima celeste, se intellettuali, sarà angelo, e si raccoglierà nel centro della sua unità, fatto uno spirito solo con Dio.Quindi, sostiene che è l'uomo a forgiare il proprio destino secondo la propria volontà, e la sua libertà è massima, poiché non è né animale né angelo, ma può essere l'uno o l'altro secondo la coltivazione di alcuni tra i semi d'ogni sorta che vi sono in lui. L'uomo non è né «angelo né bestia. La sua propria posizione nel mondo è un punto mediano tra questi due estremi; tale punto mediano, però,  non è una mediocrità (in parte angelo e in parte bruto) ma è la volontà (o l'arbitrio) che ci consente di scegliere la nostra posizione. Dunque l'uomo è la più dignitosa fra tutte le creature, anche più degli angeli, poiché può scegliere che creatura essere. Il suo secondo grande interesse è rivolto alla cabala, che viene da lui spiegata come una fonte di sapienza a cui attingere per decifrare il mistero del mondo, e nella quale Dio appare oscuro, in quanto apparentemente irraggiungibile dalla ragione; ma l'uomo può ricavare la massima luce da tale oscurità. Non esiste alcuna scienza che possa attestare meglio la divinità che la magia. Connessa alla sapienza cabbalistica è la magia. In fatti, il mago opera attraverso simboli e metafore di una realtà assoluta  e dunque, partendo dalla natura, può giungere a conoscere tale sfera metafisica attraverso la conoscenza della struttura matematica che è il fondamento simbolico-metaforico della natura stessa.  Se la magia è giudicata positivamente per quanto riguarda invece l'astrologia egli ebbe un atteggiamento diverso, che lo porta a distinguere nettamente tra astrologia matematica o speculativa, cioè l'astronomia, e l'astrologia giudiziale o divinatrice. Mentre la astrologica speculative ci consente di conoscere la realtà armonica dell'universo, e dunque è giusta, la astrologia prattica crede di poter sottomettere l'avvenire degli uomini alle congiunture astrali. Partendo dall'affermazione della piena dignità e libertà dell'uomo, che può scegliere cosa essere, muove una forte critica a questo secondo tipo di credenze e di pratiche astrologiche, che costituirebbero una negazione proprio della dignità e della libertà umane. L’astrologica prattica (o giudiziale) attribuisce erroneamente a un corpo celeste il potere di influire sulla una vicenda umana (fisiche e spirituali), sottraendo tale potere alla Provvidenza divina e togliendo agl’uomini la libertà di scegliere. Non nega che un certo influsso vi possa essere, ma mette in guardia contro il pericolo insito nell'astrologia giudiziale di subordinare il superiore (cioè l'uomo) all'inferiore (ossia la forza astrale). La vicenda dell'esistenza umana e tanto intrecciata e complessa che non se ne può spiegare la ragione se non attraverso la piena libertà d'arbitrio dell'uomo. Tuttavia, alcuni concetti base furono ripresi e rielaborati da  Savonarola nel suo Trattato contra li astrologi. Altri saggi: “Lettera a Barbaro sul modo di parlare dei filosofi” – cf. Grice: “Full of implicatures – of the worst misleading type!” ; “Commento sopra una canzone d'amore di BENIVIENI” – amore accademico -- “Discorso sulla dignità dell'uomo”; “Tesi su tutte le cose conoscibili”; “CM conclusioni filosofiche”; “cabalistiche e teologiche in ogni genere di scienze”; “Apologia”; “Heptaplus: della settemplice interpretazione dei VI giorni della Genesi”; “Expositiones in Psalmos,  “L'essere e l'uno”; “Dispute contro l'astrologia divinatrice”; “Carmi”; Auree Epistole. Sonetti, “Le XII regole”; “Le XII armi della battaglia spirituale”; “Le XII condizioni d’un amante” “Preghiera a Dio”; “Tutte le cose e alcune alter”. A lui si attribusce anche la paternità dell’ “Amoroso combattimento onirico di Polifilo”. Sebbene egli preferisse farsi chiamare Conte della Concordia. È in particolare Grazias, dopo essere intervenuto presso i reali Isabella e Ferdinando, ad essere incaricato da Innocenzo VIII di confutarne l'Apologia.  Avvelenato -- caso risolto, in Gazzetta di Modena, Gallello et al. Già all'epoca della sua morte si vociferò che e avvelenato (cfr. S. Critchley, Il libro dei filosofi morti, Garzanti).  Recenti indagini condotte a Ravenna dall'équipe di Gruppioni di Bologna  riscontra elevati livelli di arsenico nei campioni di tessuti e di ossa pre-levati dalle spoglie del filosofo, che avvalorerebbero la tesi dell'avvelenamento per la sua morte (cfr. Delitti e misteri del passato, Garofano, Vinceti, Gruppioni (Rizzoli, Milano). L’avvelenamento, la cui morte finora si ritene fosse stata causata dalla sifilide, e ad opera della stessa mano che due mesi prima avrebbe uccide Poliziano, legato a P. da grande amicizia. Risolto il giallo della sua morte, Pisa, La sua memoria straordinaria. enivieni fa porre anche una lapide sulle spoglie tumulate nella chiesa di S. Marco a Firenze. Sul fronte della tomba è tuttora inciso. Qui giace Giovanni Mirandola, il resto lo sanno anche il Tago e il Gange e forse perfino gli Antipodi.  BENIVIENI, affinché dopo la morte la separazione di luoghi non disgiunga le ossa di coloro i cui animi in vita congiunse Amore, dispone d'essere sepolto nella terra qui sotto. Sul retro invece, in posizione poco visibile, è riportato l'epitaffio, “Girolamo BENIVIENI per lui e se stesso pose nell'anno. Io priego Dio Girolamo che 'n pace così in ciel sia il tuo Pico congiunto come 'n terra eri, et come 'l tuo defunto corpo hor con le sacr'ossa sue qui iace”. GARIN, Vita e dottrina (Monnier); Zeller, L’aristolelismo del LIIO rinascimentale, Luria, Yates, BRUNO e la tradizione ermetica Laterza; Perone,  Ciancio, Storia del pensiero filosofico, SEI, Torino, Garin, Vallecchi, Sul richiamo di Pascal a P., cfr. B. Pascal, Colloquio con il Signore di Saci su Epitteto e Montagne in Pascal, Pensieri, Serini, Einaudi, Torino, Secret, I cabbalisti, Roma, Conclusiones nongentae. Le CM tesi. Biondi, Studi pichiani (Firenze Olschki). Conclusiones Magicae numero XXVI, secundum opinione propria”. Fra le tesi redatte in vista del congresso filosofico di Roma, Non vi è scienza che ci dia maggiori certezze sulla divinità della magia (cit. da  Secret, ibidem, e in Zenit studi. P. e la cabala). La natura è una correlazione misteriosa di forze occulte che l'uomo può conoscere tramite l'astrologia speculative e controllare tramite la magia. Distingue due tipi di astrologia: matematica e divinatrice. Nega il valore della seconda (Granata, Filosofia, Alpha Test, Milano). Lo stesso Savonarola sostenne di aver scritto il suo trattato in corroborazione delle refutazione astrologice di P. -- cit. in Romeo De Maio, Riforme e miti (Guida, Napoli). Indizi e prove: e Alberto Pio da Carpi nella genesi dell’Hypnerotomachia Poliphili.  Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto La scienza in Italia, opera del Museo GALILEI. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze, pubblicata sotto licenza Creative Commone, Mazzali, Basileae, per Sebastianum Henricpetri, Basileae, per Sebastianum Henricpetri, Doctissimi Viri P., Concordiae comitis, Exactissima expositio in orationem dominicam, Bernardini, Apologia. L'autodifesa di P. di fronte al tribunale dell'inquisizione, Fornaciari, Società per lo studio del medio-evo, Galluzzo, Firenze); Barone, Antologia, Virgilio, Milano, Studi Dario Bellini, La profezia, Oltre la C porta, Sometti, Busi, Vera relazione sulla vita e i fatti, P., Aragno; Cassirer, “Individuo e cosmo nella filosofia del rinascimento” (Nuova Italia, Firenze); Lubac, L'alba incompiuta del rinascimento” (Jaca, Milano); Giovanni, La filosofia (Palermo, Boccone del Povero); Frigerio, "Il commento alla Canzona d'Amore di BENIVIENI; Conoscenza Religiosa, Firenze, Fumagalli Beonio Brocchieri, Casale Monferrato, Piemme, Garin, L'Umanesimo (Laterza, Bari); Puledda, Interpretazioni dell'Umanesimo, Associazione Multimage, Quaquarelli, Zanardi, Pichiana. delle edizioni e degli studi, in "Studi pichiani" (Olschki, Firenze); Sartori,Filosofia, teologia, concordia, Messaggero Padova,  Zambelli, L’APPRENDISTA STREGONE SODOMITA DELL’ACCADEMIA Astrologia, cabala e arte lulliana in P. e seguaci” (Marsilio, Venezia); “Le fonti cabalistiche”; Busi, "Chi non ammirerà il nostro camaleonte?" La bibliotica cabbalistica, Busi, L'enigma dell'ebraico nel Rinascimento, Aragno Torino  Campanini, Moncada --  Mitridate -- traduttore di opere cabbalistiche, Perani, Moncada alias Mitridate: un ebreo converso siciliano, Officina di studi medievali, Palermo, Jurgan e Campanini, con un testo di Busi, Nino Aragno, Torino Saverio Campanini Fondazione Palazzo Bondoni Pastorio, Castiglione delle Stiviere; cabala; Ficino Filosofia rinascimentale Mirandola Umanesimo Prisca theologia.Treccani Dizionario biografico degl’italiani, Istituto dell'Enciclopedia; Il Centro P., L’Umanesimo, la cabala cristiana, Discorso sulla dignità dell'uomo, P., Orazione sulla dignità dell'essere umano, prima parte, su panarchy.org.  I "Carmina" e l'"Oratio de hominis dignitate", su the latin library The Kabbalistic Library of P., su pico-kabbalah.eu. Giovanni Pico, dei conti della Mirandola e della Concordia. Giovanni Pico, conte della Mirandola e della Concordia. Giovanni Pico della Mirandola. Pico. Keywords: amore platonico, amore socratico, Pico e Girolamo – l’epitafio – amore platonico Ficino – la dignita dell’uomo, la concordia degl’antichi, la magia, il platonismo di Pico. Pico e Pico, i apprendisti stragoni sodomiti, o dell’amore accademico.  Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Pico: the dignity of man," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

No comments:

Post a Comment