Grice e Pico: Beniveni, o l’implicatura dell’accademia
di Cicerone -- io priego Dio Girolamo
che’n pace così in ciel sia il tuo Pico congiunto come’n terra eri, et come’l
tuo defunto corpo hor con le sacr’ossa sue qui iace – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Mirandola).
Filosofo italiano. Grice: “I liked to say: some like Pico, but Pico’s my man!
Since I always preferred his cousin to the uncle!” -- philosopher who wrote a
series of 900 theses which he hoped to dispute publicly in Rome. Thirteen of
these theses are criticized by a papal commission. When Pico defends himself in
his “Apologia,” the pope condemns all CM theses. Pico flees to France, but is
imprisoned. On his escape, he returns to Florence and devotes himself to
private study at the swimming-pool at his villa. He hoped to write a Concord of
Plato and Aristotle, but the only part he was able to complete was “On Being
and the One,”“Blame it on the Toscana!” -- in which he uses Aquinas and
Christianity to reconcile Plato’s and Aristotle’s views about God’s being and
unity. Mirandola is often described as a syncretist, but in fact he made it
clear that the truth of Christianity has priority over the prisca theologia or
ancient wisdom found in the hermetic corpus and the cabala. Though he was
interested in magic and astrology, Mirandola adopts a guarded attitude toward
them in his “Heptaplus,” which contains a mystical interpretation of Genesis;
and in his Disputations Against Astrology, he rejects them both. The treatise
is largely technical, and the question of human freedom is set aside as not
directly relevant. This fact casts some doubt on the popular thesis that Pico’s
philosophy is a celebration of man’s freedom and dignity. Great weight has been
placed on Pico’s “On the Dignity of Man.” This is a short oration intended as
an introduction to the disputation of his 900 thesesall condemned by the evil
pope --, and the title was suggested by his wife (“She actually suggested, “On
the dignity of woman,” but I found that otiose.””). Mirandola has been
interpreted as saying that man (or woman) is set apart from the rest of
creation, and is completely free to form his (or her) own nature. In fact, as
The Heptaplus shows, P. sees man as a microcosm containing elements of the
angelic, celestial, and elemental worlds. Man (if not woman) is thus firmly
within the hierarchy of nature, and is a bond and link between the worlds. In
the oration, the emphasis on freedom is a moral one: man is free to choose
between good and evil. Grice: “This irritated Nietzsche so much that he wrote
‘beyond good and evil.’ Refs.: H. P. Grice, “Goodwill and illwillmust we have
both?” L'esponente più conosciuto della
dinastia dei Pico, signori di Mirandola. L'infanzia di P., di Delaroche, Museo
delle belle arti di Nantes (Francia). Nacque a Mirandola, presso Modena, il
figlio più giovane di Gianfrancesco I, signore di Mirandola e conte della
Concordia e sua moglie Giulia, figlia di
Boiardo, conte di Scandiano. La famiglia ha a lungo abitato il castello di
Mirandola, città che si era resa indipendente e riceve da Sigismondo il feudo
di Concordia. Pur essendo Mirandola uno stato molto piccolo, i Pico governano come
sovrani indipendenti piuttosto che come nobili vassalli. I Pico della Mirandola
sono strettamente imparentati agli Sforza, ai Gonzaga e agli Este, e i fratelli
di Giovanni sposarono gli eredi al trono di Corsica, Ferrara, Bologna e Forlì. Soggiorna
in molte dimore. Tra queste, quando vive a Ferrara, il palazzo in via del Turco
gli permette di essere vicino agli Strozzi ed ai Boiardo. Pico compì i
suoi studi fra Bologna, Pavia, Ferrara, Padova e Firenze. Mostra grandi doti
nel campo della matematica e impara molte lingue, tra cui perfettamente il
latino, il greco, l'ebraico, l'aramaico, l'arabo e il francese. Ha anche modo
di stringere rapporti di amicizia con numerose personalità dell'epoca come
Savonarola, Ficino, Lorenzo il Magnifico, Poliziano, Egidio, Benivieni, Balbi, Alemanno,
ed Elia. Entra a far parte dei Idealisti Fiorentini. Si reca a Parigi, ospite
della Sorbona, allora centro di studii, dove conosce alcuni uomini di cultura
come Étaples, Gaguin e Hermonyme. Ben presto divenne celebre e si dice che ha
una memoria talmente fuori dal comune che conosce l'intera Divina Commedia a
memoria. e a Roma dove prepara CM tesi in vista di un congresso filosofico
-- per la cui apertura compose il “De hominis dignitate” -- che tuttavia non ha
mai luogo. Sube infatti alcune accuse di eresia, in seguito alle quali fugge in
Francia dove venne anche arrestato da Filippo II presso Grenoble e condotto a
Vincennes, per essere tuttavia subito scarcerato. Con l'assoluzione d’Alessandro
VI, il quale vede di buon occhio la sua volontà di dimostrare la divinità
attraverso la magia e la cabala, nonché godendo della rete di protezioni dei
Medici, dei Gonzaga e degli Sforza, si stabile quindi definitivamente a
Firenze, continuando a frequentare l'Accademia di Ficino. MUORE PER AVVELENAMENTO
D’ARSENICO mentre Firenze è occupata dalle truppe francesi di Carlo VIII. Sepolto
nel cimitero dei domenicani dentro il convento di S. Marco. Le sue ossa saranno
rinvenute da Chiaroni accanto a quelle
di Poliziano e dell'amico Benivieni. Siamo vissuti celebri, o Ermolao, e
tali vivremo in futuro, non nella scuola dei grammatici, non là dove si insegna
ai ragazzi, ma nelle accolte dei filosofi e nei circoli dei sapienti, dove non
si tratta né si discute sulla madre di Andromaca, sui figli di Niobe e su
fatuità del genere, ma sui principî delle cose umane e divine. Uno studio
coordinato del dipartimento di Biologia dell'Pisa, del Reparto Investigazioni
Scientifiche dell'Arma dei Carabinieri di Parma dimostra che e avvelenato con
l'arsenico. Il volto di P. ricostruito con le moderne tecniche forensi Di P. è
rimasta letteralmente proverbiale la prodigiosa memoria. Si dice conosce a
mente numerose opere su cui si fonda la sua vasta cultura enciclopedica, e che
sapesse recitare la “Divina Commedia” *al contrario*, partendo dall'ultimo
verso, impresa che pare gli riuscisse con qualunque poema appena terminato di
leggere. Tutt'oggi è ancora in uso attribuire l'appellativo “P” a
chiunque sia dotato di ottima memoria. Secondo una popolare diceria, ha
una amante o una concubina segreta. Tuttavia ha un rapporto amoroso con
l'umanista Benivieni, sulla base di alcuni scritti, tra cui sonetti, che
quest'ultimo dedica a Pico, e di alcune allusioni poco chiare di Savonarola. E comunque
un seguace dell'ideale dell'amor platonico, privo cioè di contenuti erotici e
passionali. Anche la figura femminile ricorrente nei suoi versi viene celebrata
su un piano prevalentemente filosofico. La sua filosofia si riallaccia all’idealismo
di Ficino, senza però occuparsi della polemica anti-aristotelica. Al contrario,
cerca di riconciliare aristotelismo e platonismo in una sintesi superiore,
fondendovi anche altri elementi culturali, come per esempio la tradizione
misterica di Ermete Trismegisto e della cabala. All'interno del testo
delle Conclusiones si scaglia duramente contro Ficino, considerando inefficace
la sua magia naturale perché carente di un legame con le forze superiori nonché
di un'adeguata conoscenza cabalistica. Il suo proposito, esplicitamente
dichiarato ad esempio nel “De ente et uno”, consiste infatti nel ricostruire i
lineamenti di una filosofia universale, che nasca dalla concordia fra tutte le
diverse correnti di pensiero sorte sin dagl’antichi, accomunate
dall'aspirazione al divino e alla Sapienza. In questo suo ecumenismo filosofico
vengono accolti non solo i filosofi esoterici insieme all’accademia e il lizio,
e tutta la filosofia gnostica ed ermetica, anche mistica. Il congresso da lui
organizzato a Roma in vista di una tale pace filosofica inserirsi proprio in
questo progetto culturale basato su una concezione della verità come princìpio
eterno ed universale, al quale ogni epoca della storia ha saputo attingere in
misura in più o meno diversa. In seguito tuttavia ai vari contrasti che gli si
presentarono, sorti a causa della difficoltà di una tale conciliazione. Si
accorse che il suo ideale e difficilmente perseguibile. Ad esso, a poco a poco,
si sostitusce nella sua mente il proposito riformatore di Savonarola, rivolto
al rinnovamento morale, più che culturale, della città di Firenze. L'armonia
universale da lui ricercata in ambito filosofico si trasforma così
nell'aspirazione ad una moralità meno
generica. A differenza di Ficino, emerge un maggiore senso di irrequietezza e
una visione più cupa ed esistenziale della vita. Al centro del suo ideale
di concordia universale risalta fortemente il tema della dignità e della
libertà umana. L'uomo infatti è l'unica creatura che non ha una natura predeterminata,
poiché. Già il Sommo Padre, Dio Creatore, ha foggiato, questa dimora del mondo quale ci appare. Ma,
ultimata l'opera, l'artefice desidera che ci fosse qualcuno capace di afferrare
la ragione di un'opera così grande, di amarne la bellezza, di ammirarne la
vastità. Ma degli archetipi non ne restava alcuno su cui foggiare la nuova
creatura, né dei tesori né dei posti di tutto il mondo. Tutti erano ormai
pieni, tutti erano stati distribuiti nei sommi, nei medi, negli infimi gradi. Dunque
l'uomo non ha affatto una natura determinata in un qualche grado (alto o
basso), bensì. Stabilì finalmente l'Ottimo Artefice che a colui cui nulla
poteva dare di proprio fosse comune tutto ciò che aveva singolarmente assegnato
agli altri. Perciò accolse l'uomo come opera di natura indefinita e, postolo
nel cuore del mondo, così gli parla. Nn ti ho dato, o Adamo, né un posto
determinato, né un aspetto proprio, né alcuna prerogativa tua, perché tutto
secondo il tuo desiderio e il tuo consiglio ottenga e conservi. La natura
limitata degli altri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu te la
determinerai senza essere costretto da nessuna barriera, secondo il tuo
arbitrio, alla cui potestà ti consegnai. Afferma, in sostanza, che Dio ha posto
nell'uomo non una natura determinata, ma una indeterminatezza che è dunque la
sua propria natura, e che si regola in base alla volontà, cioè all'arbitrio
dell'uomo, che conduce tale indeterminatezza dove vuole. Non ti ho fatto
né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi
libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti
prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti. Tu
potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono
divine. Nell'uomo nascente il Padre ripose semi d'ogni specie e germi d'ogni
vita. E a seconda di come ciascuno li avrà coltivati, quelli cresceranno e daranno
in lui i loro frutti. se sensibili, sarà bruto, se razionali, diventerà anima
celeste, se intellettuali, sarà angelo, e si raccoglierà nel centro della sua
unità, fatto uno spirito solo con Dio.Quindi, sostiene che è l'uomo a forgiare
il proprio destino secondo la propria volontà, e la sua libertà è massima,
poiché non è né animale né angelo, ma può essere l'uno o l'altro secondo la
coltivazione di alcuni tra i semi d'ogni sorta che vi sono in lui. L'uomo non è
né «angelo né bestia. La sua propria posizione nel mondo è un punto mediano tra
questi due estremi; tale punto mediano, però,
non è una mediocrità (in parte angelo e in parte bruto) ma è la volontà
(o l'arbitrio) che ci consente di scegliere la nostra posizione. Dunque l'uomo è
la più dignitosa fra tutte le creature, anche più degli angeli, poiché può
scegliere che creatura essere. Il suo secondo grande interesse è rivolto
alla cabala, che viene da lui spiegata come una fonte di sapienza a cui
attingere per decifrare il mistero del mondo, e nella quale Dio appare oscuro,
in quanto apparentemente irraggiungibile dalla ragione; ma l'uomo può ricavare
la massima luce da tale oscurità. Non esiste alcuna scienza che possa attestare
meglio la divinità che la magia. Connessa alla sapienza cabbalistica è la magia.
In fatti, il mago opera attraverso simboli e metafore di una realtà assoluta e dunque, partendo dalla natura, può giungere
a conoscere tale sfera metafisica attraverso la conoscenza della struttura
matematica che è il fondamento simbolico-metaforico della natura stessa.
Se la magia è giudicata positivamente per quanto riguarda invece l'astrologia
egli ebbe un atteggiamento diverso, che lo porta a distinguere nettamente tra
astrologia matematica o speculativa, cioè l'astronomia, e l'astrologia
giudiziale o divinatrice. Mentre la astrologica speculative ci consente di
conoscere la realtà armonica dell'universo, e dunque è giusta, la astrologia
prattica crede di poter sottomettere l'avvenire degli uomini alle congiunture
astrali. Partendo dall'affermazione della piena dignità e libertà dell'uomo,
che può scegliere cosa essere, muove una forte critica a questo secondo tipo di
credenze e di pratiche astrologiche, che costituirebbero una negazione proprio
della dignità e della libertà umane. L’astrologica prattica (o giudiziale)
attribuisce erroneamente a un corpo celeste il potere di influire sulla una vicenda
umana (fisiche e spirituali), sottraendo tale potere alla Provvidenza divina e
togliendo agl’uomini la libertà di scegliere. Non nega che un certo influsso vi
possa essere, ma mette in guardia contro il pericolo insito nell'astrologia giudiziale
di subordinare il superiore (cioè l'uomo) all'inferiore (ossia la forza
astrale). La vicenda dell'esistenza umana e tanto intrecciata e complessa che
non se ne può spiegare la ragione se non attraverso la piena libertà d'arbitrio
dell'uomo. Tuttavia, alcuni concetti base furono ripresi e rielaborati da Savonarola nel suo Trattato contra li
astrologi. Altri saggi: “Lettera a Barbaro sul modo di parlare dei filosofi”
– cf. Grice: “Full of implicatures – of the worst misleading type!” ; “Commento
sopra una canzone d'amore di BENIVIENI” – amore accademico -- “Discorso sulla
dignità dell'uomo”; “Tesi su tutte le cose conoscibili”; “CM conclusioni
filosofiche”; “cabalistiche e teologiche in ogni genere di scienze”; “Apologia”;
“Heptaplus: della settemplice interpretazione dei VI giorni della Genesi”; “Expositiones
in Psalmos, “L'essere e l'uno”; “Dispute
contro l'astrologia divinatrice”; “Carmi”; Auree Epistole. Sonetti, “Le XII
regole”; “Le XII armi della battaglia spirituale”; “Le XII condizioni d’un amante”
“Preghiera a Dio”; “Tutte le cose e alcune alter”. A lui si attribusce anche la
paternità dell’ “Amoroso combattimento onirico di Polifilo”. Sebbene egli
preferisse farsi chiamare Conte della Concordia. È in particolare Grazias, dopo
essere intervenuto presso i reali Isabella e Ferdinando, ad essere incaricato
da Innocenzo VIII di confutarne l'Apologia.
Avvelenato -- caso risolto, in Gazzetta di Modena, Gallello et al. Già
all'epoca della sua morte si vociferò che e avvelenato (cfr. S. Critchley, Il
libro dei filosofi morti, Garzanti).
Recenti indagini condotte a Ravenna dall'équipe di Gruppioni di Bologna riscontra elevati livelli di arsenico nei
campioni di tessuti e di ossa pre-levati dalle spoglie del filosofo, che
avvalorerebbero la tesi dell'avvelenamento per la sua morte (cfr. Delitti e
misteri del passato, Garofano, Vinceti, Gruppioni (Rizzoli, Milano). L’avvelenamento,
la cui morte finora si ritene fosse stata causata dalla sifilide, e ad opera
della stessa mano che due mesi prima avrebbe uccide Poliziano, legato a P. da
grande amicizia. Risolto il giallo della sua morte, Pisa, La sua memoria straordinaria.
enivieni fa porre anche una lapide sulle spoglie tumulate nella chiesa di S. Marco
a Firenze. Sul fronte della tomba è tuttora inciso. Qui giace Giovanni
Mirandola, il resto lo sanno anche il Tago e il Gange e forse perfino gli
Antipodi. BENIVIENI, affinché dopo la
morte la separazione di luoghi non disgiunga le ossa di coloro i cui animi in
vita congiunse Amore, dispone d'essere sepolto nella terra qui sotto. Sul retro
invece, in posizione poco visibile, è riportato l'epitaffio, “Girolamo BENIVIENI
per lui e se stesso pose nell'anno. Io priego Dio Girolamo che 'n pace così in
ciel sia il tuo Pico congiunto come 'n terra eri, et come 'l tuo defunto corpo
hor con le sacr'ossa sue qui iace”. GARIN, Vita e dottrina (Monnier); Zeller, L’aristolelismo
del LIIO rinascimentale, Luria, Yates, BRUNO e la tradizione ermetica Laterza; Perone,
Ciancio, Storia del pensiero filosofico,
SEI, Torino, Garin, Vallecchi, Sul richiamo di Pascal a P., cfr. B. Pascal,
Colloquio con il Signore di Saci su Epitteto e Montagne in Pascal, Pensieri, Serini,
Einaudi, Torino, Secret, I cabbalisti, Roma, Conclusiones nongentae. Le CM tesi.
Biondi, Studi pichiani (Firenze Olschki). Conclusiones Magicae numero XXVI,
secundum opinione propria”. Fra le tesi redatte in vista del congresso
filosofico di Roma, Non vi è scienza che ci dia maggiori certezze sulla
divinità della magia (cit. da Secret,
ibidem, e in Zenit studi. P. e la cabala). La natura è una correlazione
misteriosa di forze occulte che l'uomo può conoscere tramite l'astrologia speculative
e controllare tramite la magia. Distingue due tipi di astrologia: matematica e
divinatrice. Nega il valore della seconda (Granata, Filosofia, Alpha Test,
Milano). Lo stesso Savonarola sostenne di aver scritto il suo trattato in
corroborazione delle refutazione astrologice di P. -- cit. in Romeo De Maio,
Riforme e miti (Guida, Napoli). Indizi e prove: e Alberto Pio da Carpi nella
genesi dell’Hypnerotomachia Poliphili.
Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto La scienza
in Italia, opera del Museo GALILEI. Istituto Museo di Storia della Scienza di
Firenze, pubblicata sotto licenza Creative Commone, Mazzali, Basileae, per Sebastianum
Henricpetri, Basileae, per Sebastianum Henricpetri, Doctissimi Viri P.,
Concordiae comitis, Exactissima expositio in orationem dominicam, Bernardini, Apologia.
L'autodifesa di P. di fronte al tribunale dell'inquisizione, Fornaciari,
Società per lo studio del medio-evo, Galluzzo, Firenze); Barone, Antologia, Virgilio,
Milano, Studi Dario Bellini, La profezia, Oltre la C porta, Sometti, Busi, Vera
relazione sulla vita e i fatti, P., Aragno; Cassirer, “Individuo e cosmo nella
filosofia del rinascimento” (Nuova Italia, Firenze); Lubac, L'alba incompiuta
del rinascimento” (Jaca, Milano); Giovanni, La filosofia (Palermo, Boccone del
Povero); Frigerio, "Il commento alla Canzona d'Amore di BENIVIENI; Conoscenza
Religiosa, Firenze, Fumagalli Beonio Brocchieri, Casale Monferrato, Piemme, Garin,
L'Umanesimo (Laterza, Bari); Puledda, Interpretazioni dell'Umanesimo,
Associazione Multimage, Quaquarelli, Zanardi, Pichiana. delle edizioni e degli
studi, in "Studi pichiani" (Olschki, Firenze); Sartori,Filosofia,
teologia, concordia, Messaggero Padova, Zambelli,
L’APPRENDISTA STREGONE SODOMITA DELL’ACCADEMIA Astrologia, cabala e arte
lulliana in P. e seguaci” (Marsilio, Venezia); “Le fonti cabalistiche”; Busi,
"Chi non ammirerà il nostro camaleonte?" La bibliotica cabbalistica, Busi,
L'enigma dell'ebraico nel Rinascimento, Aragno Torino Campanini, Moncada -- Mitridate -- traduttore di opere
cabbalistiche, Perani, Moncada alias Mitridate: un ebreo converso siciliano,
Officina di studi medievali, Palermo, Jurgan e Campanini, con un testo di Busi,
Nino Aragno, Torino Saverio Campanini Fondazione Palazzo Bondoni Pastorio,
Castiglione delle Stiviere; cabala; Ficino Filosofia rinascimentale Mirandola
Umanesimo Prisca theologia.Treccani Dizionario biografico degl’italiani,
Istituto dell'Enciclopedia; Il Centro P., L’Umanesimo, la cabala cristiana,
Discorso sulla dignità dell'uomo, P., Orazione sulla dignità dell'essere umano,
prima parte, su panarchy.org. I
"Carmina" e l'"Oratio de hominis dignitate", su the latin library
The Kabbalistic Library of P., su pico-kabbalah.eu. Giovanni Pico, dei conti
della Mirandola e della Concordia. Giovanni Pico, conte della Mirandola e della
Concordia. Giovanni Pico della Mirandola. Pico. Keywords: amore platonico,
amore socratico, Pico e Girolamo – l’epitafio – amore platonico Ficino – la
dignita dell’uomo, la concordia degl’antichi, la magia, il platonismo di Pico.
Pico e Pico, i apprendisti stragoni sodomiti, o dell’amore accademico. Refs.: Luigi
Speranza, "Grice e Pico: the dignity of man," per Il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
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