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Tuesday, November 26, 2024

GRICE E CELLUCCI

 

Grice e Cellucci: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale del paradiso – aus dem Paradies, das Cantor uns geschaffen, soll uns niemand vertreiben können – scuola di Santa Maria Caputa Vetere – filosofia casertiana – filosofia campanese -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel Gruppo di Gioco di H. P. Grice, The Swimming-Pool Library (Santa Maria Caputa Vetere). Filosofo campanese. Filosofo italiano. Santa Maria Caputa Vetera, Caserta, Campania. Grice: “I love Cellucci; for one, he wrote on Cantor’s paradise, which is an extremely interesting tract and figure! There’s earthly paradise and heavenly paradise and Cellucci knows it!” – Grice: “Cellucci, like me, also philosophised on ‘logic,’ in my case because of Strawson; in his, because of me!” Si laurea a Milano. Insegna a Siena, Calabria, e Roma. Si occupa soprattutto di logica e teoria della dimostrazione, filosofia della matematica, filosofia della logica, ed epistemologia. Altre opere: “Breve storia della logica italiana: dall'Umanesimo al primo Novecento” (Lulu, Morrisville); “Perché ancora la filosofia” (Laterza, Roma) – perche no? “La filosofia italiana della matematica del Novecento” (Laterza, Roma); “Filosofia e matematica” (Laterza, Roma); “Le ragioni della logica, Laterza, Roma); “Teoria della dimostrazione” (Boringhieri, Torino); “Alcuni momenti salienti della storia del metodo” La Cultura; “I limiti dello scetticismo, Syzetesis); “La logica della scoperta, Scienza & Società, Creatività; Conoscenza scientifica e senso comune. In La guerra dei mondi. Scienza e senso comune, ed. A. Lavazza & M. Marraffa. Codice Edizioni, Torino); Razionalità scientifica e plausibilità. In I modi della razionalità, eds. M. Dell'Utri & A. Rainone. Mimesis, Milano); Filosofia della matematica, Paradigmi,  Il paradiso di Cantor, Bibliopolis, Napoli La filosofia della matematica, Laterza, Roma); Breve storia della logica: Dall'Umanesimo al pr imo Novecento  [Lulu Press, Morrisville; Perché ancora la filosofia Laterza, Rome, La filosofia della matematica del Novecento, Laterza, Rome, Filosofia e matematica, Laterza, Rome, Le ragioni della logica, Laterza, Roma; Teoria della dimostrazione, Boringhieri, Turin, “La rinascita della logica in Italia”, in “Momenti di filosofia italiana, ed. F.Pezzelli & F. Verde. Efesto, Rome – quando e morta? -- Alcuni momenti salienti della storia del metodo,  La Cultura. La logica della scoperta, Scienza e Societa. Creatività. “Aristotele e il ruolo del nous  nella conoscenza scientifica”, In  Il Nous di Aristotele, ed. G.Sillitti, F. Stella & F. Fronterotta. Academia Verlag, Sankt Augustin; Conoscenza scientifica e senso comune. In  La guerra dei mondi. Scienzae senso comune, ed. A. Lavazza & M. Marraffa. Codice Edizioni, Torino, Razionalità scientifica e plausibilità, In  I modi della razionalità, ed. M. Dell'Utri & A. Rainone.Mimesis, Milano; “La preistoria della logica polivalente nell'antichità o la storia antica,  Bollettino della Società Filosofica Italiana. Gli approcci di Turing alla computabilità e all'intelligenza. In Per ilcentenario di Alan Turing fondatore dell'informatica, Accademia Nazionale dei Lincei, Scienze e Lettere, Roma; Intervista di Antonio Gnoli, La Repubblica; Breve storia della logica antica; Ripensare la filosofia. Un colloquio con (e su) C.; La spiegazione in matematica. Periodicodi Matematiche  (For Grice, unlike Kantotle, mathematics “7 + 5 = 12” has zero-explanatory value; Dialogando con Platone, in Il Platonismo e le scienze, Carocci, Roma); Logica dell'argomentazione e logica della scoperta”, in Logica ediritto: argomentazione e scoperta, Lateran University Press, Vaticano); Ragione, mente e conoscenza, in Fenomenologia della scoperta, Bruno Mondadori, Milano); Filosofia della matematica top-down e bottom-up. Paradigmi. L’ideale della purezza dei metodi, I fondamenti della matematica e connessi sviluppi interdisciplinari  Pisa-Tirrenia, Mathesis, Rome); Per l'insegnamento della logica.  Nuova Secondaria. La logica della macchina, in Le macchine per pensare,La Nuova Italia, Firenze); Logica e filosofia della matematica nella seconda metà del secolo, in La filosofia della scienza in Italia nel ‘900, Angeli, Milano; Bolzano,  Del metodo matematico, Boringhieri, Torino; Il ruolo delle definizioni esplicite in matematica; in C. Mangione (Ed.), Scienza e filosofia,Garzanti, Milano; Storia della logica, Laterza, Bari, Il fondazionalismo: una filosofia regressiva, Teoria. La complessità delle dimostrazioni nella logica dei predicati del primo ordine, Logica Matematica, Siena. Il ruolo del principio di non contraddizione di Parmenide nelle teorie scientifiche. Verifiche. “È adeguata la teoria dell’ adaequatio?” Scienza e storia, Il Laboratorio, Napoli. Il paradiso di Cantor. Il dibattito sui fondamenti della teoria degli insiemi. Bibliopolis, Napoli. Proprietà di coerenza e completezza in L-omega1-omega. Le Matematiche. Proprietà di uniformità e 1-coerenza dell’aritmetica del primo ordine, Le Matematiche. La logica come teoria della dimostrazione, in Introduzione alla logica, Editori Riuniti, Roma. La qualità nella dimostrazione matematica, in La qualità, Bologna (il Mulino). Teoremi di normalizzazione per alcuni sistemi funzionali, Le Matematiche. Logica matematica. EditoriRiuniti, Roma. Il problema del significato. Il Veltro. Una dimostrazione del teorema di uniformità. Le Matematiche. Un connettivo per la logica intuizionista. Le Matematiche. I limiti del programma hilbertiano, Società Filosofica Italiana, Roma. L’evoluzione della ricerca sui fondamenti, Terzo programma. Operazioni di Brouwer e realizzabilità formalizzata, Pisa, Classe di Scienze. Concezioni di insiemi, Rivista di filosofia. Qualche problema di filosofia della matematica. Rivista di filosofia. Un’osservazione sul teorema di Minc-Orevkov, Unione Matematica Italiana. La filosofia della matematica, Laterza, Bari). La teoria del ragionamento matematico: meccanico o non meccanico? In  L’uomo e la macchina, Edizioni di Filosofia, Torino. Categorie ricorsive, Bollettino dell’Unione Matematica Italiana. Filosofia della matematica. Paradigmi. La ricerca logica in Italia. Acme, Cisalpino, Milano. Prospettive della logica e della filosofia della scienza, ETS, Pisa, Logica e filosofia della scienza: problemi e prospettive, ETS, Pisa); Temi e prospettive della logica e della filosofia della scienza contemporanee, CLUEB, Bologna, Logiche moderne, Istituto dellaEnciclopedia Italiana, Rome, Il paradiso di Cantor. Il dibattito sui fondamenti della teoria degli insiemi, Bibliopolis, Napoli, La filosofia della matematica. Laterza, Roma.  C. Cellucci ha illustrato gli scopi della logica matematica di Peano. Anche se con motivazioni diverse, tali scopi sono pressoché analoghi in Peano e Frege, e consistono principalmente nell ' ottenere.  Infiniti  LM Prima di addentrarci nelle questioni concernenti gli insiemi qualsiasi, facciamo una breve rilettura di quello che sappiamo sugli insiemi finiti. Lo studio degli insiemi infiniti è iniziato ad opera del matematico tedesco CANTOR Infiniti    Cardinalità di insiemi finiti LM Cosa vuol dire che in una palazzina ci sono 10 appartamenti? Infiniti. Cardinalità di insiemi finiti LM Per contare gli appartamenti abbiamo associato univocamente a ciascuno di essi un numero (naturale) tra 1 e 10.  In termini matematici, abbiamo determinato una corrispondenza biunivoca tra l’insieme degli appartamenti e l’insieme ω10 = {1,2,3,4,5,6,7,8,9,10}  Infiniti  LM f è un’iniezione di A in B se è una corrispondenza biunivoca tra A e un sottoinsieme di B Siano A e B due insiemi qualsiasi e f : A → B una funzione, ossia una legge tale per cui   per ogni a A esiste uno e un solo b B tale che f (a) = b.. Definizione 1 (Corrispondenza biunivoca)    f è una corrispondenza biunivoca tra A e B se per ogni b B esiste uno e un solo a A tale che f (a) = b.    Definizione 2 (Iniezione) Dire quali di queste funzioni sono iniezioni e quali sono corrispondenze biunivoche, giustificando la risposta. (a) f:N→{numeripari},n􏰀→2n (b) f : {esseri umani} → {donne}, figlio 􏰀→ mamma (c) f : quadrati → R, quadrato 􏰀→ area del quadrato (d) f : {quadrati centrati in O} → R+, quadrato 􏰀→ area del quadrato (e) f : {quadrati centrati in O} → R, quadrato 􏰀→ area del quadrato     Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 14 / 75    LM   Esercizio 1    Dire quali di queste funzioni sono iniezioni e quali sono corrispondenze biunivoche, giustificando la risposta. (a) f:N→{numeripari},n􏰀→2n (b) f : {esseri umani} → {donne}, figlio 􏰀→ mamma (c) f : quadrati → R, quadrato 􏰀→ area del quadrato (d) f : {quadrati centrati in O} → R+, quadrato 􏰀→ area del quadrato (e) f : {quadrati centrati in O} → R, quadrato 􏰀→ area del quadrato    Soluzione dell’Esercizio 1 (c) niente (d) corrispondenza biunivoca (e) iniezione    (a) corrispondenza biunivoca (b) niente  Questo caso scriveremo |A| = n; LM Cardinalità degli insiemi finiti In conclusione, per contare gli elementi di un insieme finito ci servono l’insieme dei numeri naturali N = {0, 1, 2, 3, 4, 5, 6 . . .}; i sottoinsiemi di N della forma ωn = {1,2,3,...,n}; la nozione di corrispondenza biunivoca.   Definizione 3 (Cardinalità degli insiemi finiti)    Sia A un insieme e n un numero naturale. Diremo che A ha n elementi (o anche che ha cardinalità uguale ad n) se esiste una corrispondenza biunivoca tra A e l’insieme {1, 2, 3, 4, . . . , n}. In Diremo che A è un insieme finito se esiste n N tale che |A| = n; Diremo che A è un insieme infinito se non è finito.     Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 15 / 75   Proprietà della cardinalità di insiemi finiti LM La cardinalità degli insiemi finiti gode di proprietà che ci sono ben note: (1) due insiemi finiti hanno la stessa cardinalità se e solo se sono in corrispondenza biunivoca tra loro.  Proprietà della cardinalità di insiemi finiti LM La cardinalità degli insiemi finiti gode di proprietà che ci sono ben note: (1) due insiemi finiti hanno la stessa cardinalità se e solo se sono in corrispondenza biunivoca tra loro. (2) un sottoinsieme A B di un insieme finito è un insieme finito.  Proprietà della cardinalità di insiemi finiti LM La cardinalità degli insiemi finiti gode di proprietà che ci sono ben note: (1) due insiemi finiti hanno la stessa cardinalità se e solo se sono in corrispondenza biunivoca tra loro. (2) un sottoinsieme A B di un insieme finito è un insieme finito. (3) se A è un sottoinsieme proprio di un insieme finito B, allora |A| < |B|. Riflettiamo un po’ su queste proprietà. Due insiemi finiti hanno la stessa cardinalità se e solo se sono in corrispondenza biunivoca tra loro.   Ci sta semplicemende dicendo che le corrispondenzee biunivoche  A a b c d  e f g h B  1 2 3 4  equivalgono a  A a b c d  e f g h B  La nozione di corrispondenza biunivoca vale anche tra insiemi infiniti (ad esempio, i punti di una semicirconferenza sono in corrispondenza biunivoca con i punti di una retta). La nozione di corrispondenza biunivoca vale anche tra insiemi infiniti (ad esempio, i punti di una semicirconferenza sono in corrispondenza biunivoca con i punti di una retta).  Questo ci permette di estendere il concetto di "equinumerosità":    Diremo che due insiemi A e B (qualsiasi) hanno la stessa cardinalità (o  sono equinumerosi) se esiste una corrispondenza biunivoca tra loro. In questo caso scriveremo |A| = |B|.  Ovviamente, se gli insiemi sono infiniti la cardinalità NON è un numero. Nel caso di insiemi finiti "<" è l’usuale simbolo per l’ordinamento tra numeri. Nel caso di insiemi infiniti denota una nozione astratta nuova, introdotta per analogia. Sempre "imparando" dagli insiemi finiti e utilizzando le funzioni, possiamo introdurre una nozione di "maggiore numerosità".   se A è un sottoinsieme proprio di un insieme finito B, allora |A| < |B|. Inoltre, |A| < |B| se e solo se esiste un’iniezione di A in B    B a b c d  g h A      Diremo che la cardinalità di un insieme A è minore o uguale di quella di un insieme B se esiste una iniezione di A in B. In questo caso scriveremo  |A| ≤ |B|. La stravaganza dell’infinito naturali N. LM Abbiamo ora a disposizione gli strumenti per confrontare la cardinalità di insiemi qualsiasi. Prima di procedere oltre, entriamo nello spirito giusto per studiare gli insiemi infiniti con una storia stravagante: l’albergo di Hilbert (immagini tratte da "A. Catalioto, Seminario TFA 2015") L’insieme infinito protagonista di questa storia è l’insieme dei numeri IonilTraLnquillocercava M una camera.... Pensò di trovarla all’Hotel Infinito,  noto per avere infinite stanze.     Ion non ebbe fortuna perché l’hotel ospitava i delegati del congresso di zoologia cosmica. Siccome gli zoologi cosmici venivano da  alassie, e di galassie ne esiste un numero infinito, tutte le stanze erano occupate. tutte le g  Soluzione del problema...  Il direttore dec ide di spostare lo zoologo della stanza 1 nella 2, quello della 2 nella 3 e così via... così può mettere Ion nella stanza 1! In generale, viene spostato lo zoologo della stanza «n» nella stanza «n+1»  Il problema si complica perché arrivò un rappresentante dei filatelici per ogni galassia per partecipare al congresso interstellare dei filatelici  Il direttore, come soluzione al problema, decise di spostare l’ospite della 1 nella 2, quello della 2 nella 4, quello della 3 nella 6 e così via... In generale mettere l’ospite della stanza «n» nella stanza «2n»  Così, gli zoologi occuparono l’insieme delle stanze dei numeri pari e i filatelici occuparono l’insieme delle stanze dei numeri dispari, visto che il filatelico n-esimo nella coda ottenne il numero di stanza «2n-1»  rimettere tutto in ordine e a chiudere tutti gli hotel, eccetto l’Hotel Cosmos   I costruttori dell’Hotel Cosmos avevano smantellato tantissime galassie per costruire infiniti hotel con infinite stanze.    Furono costretti, però, a  Quindi venne chiesto al direttore di mettere le infinite persone di infiniti hotel nel suo hotel, già pieno. COME FARE ? Ion propose di usare solo le progressioni dei numeri primi poiché se si prendono due numeri primi, nessuna delle potenze intere positive di uno può equivalere a quelle dell’altro. In questo modo nessuna stanza avrebbe avuto due occupanti!  Vediamo cosa ci ha insegnato questa storia. Mostrare che N ha la stessa cardinalità dei suoi seguenti sottoinsiemi propri (1) A={nN, n≥7} (2) A={2n+1, ninN} VediamLo cosa ci ha insegnato quMesta storia.   Mostrare che N ha la stessa cardinalità dei suoi seguenti sottoinsiemi propri (1) A={nN, n≥7} (2) A={2n+1, ninN}   Soluzione 2 01234 n 7 8 9 1011 7+n 01234 n 1 3 5 7 9 2n+1  L’ultimo partecipanti, che sostanzialmente ci racconta che l’insieme prodotto N × N ha la stessa cardinalità di N) è più complicato e ci torneremo più tardi. I risultati dell’Esercizio 2 sono una vera e propria rivoluzione del pensiero. caso descritto nella sto ria(quello degli infiniti convegni con infiniti    Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 30 / 75   Povero Euclide! LM Abbiamo imparato che se togliamo all’insieme N i primi n0 termini (pensate n0 grande quanto volete!), quello che resta ha esattamente la stessa cardinalità di tutto l’insieme. Crolla così il principio fissato da Euclide: "il tutto è maggiore di una sua qualsiasi parte" (Elementi,300 a.C.) Ricordiamo che Euclide è probabilmente il più grande matematico dell’antichità e i suoi Elementi (opera in 13 libri) sono stati la principale opera di riferimento per la geometria fino al XIX secolo. Quello citato è uno degli 8 enunciati di "nozioni comuni" contenuti nel Libro I, quello in cui vengono fissati tutti i fondamenti per la trattazione di tutta la geometria nota all’epoca. Povero Galileo! D’altra Lparte, di questo problemMa si era accorto anche Galileo, senza trovarne soluzione: "queste son di quelle difficoltà che derivano dal discorrere che noi facciamo col nostro intelletto finito intorno agli infiniti, dandogli quegli attributi che noi diamo alle cose finite e terminate; il che penso che sia inconveniente, perché stimo che questi attributi di maggioranza, minorità ed ugualità non convenghino agli infiniti, dei quali non si può dire uno essere maggiore o minore o uguale all’altro" (Nuove Scienze, 1638) Parafrasando Galileo, possiamo dire che la teoria della cardinalità di Cantor è esatta il giusto attributo di maggioranza, minorità ed ugualità che convenga agli infiniti mente  Riepilogo e domande Finora sono stati solo definiti solo dei metodi di confronto tra cardinalità infinite.    Diremo che due insiemi A e B (qualsiasi) hanno la stessa cardinalità (o sono equinumerosi) se esiste una corrispondenza biunivoca tra loro. In questo caso scriveremo |A| = |B|.  Diremo che la cardinalità di un insieme A è minore o uguale di quella di un insieme B se esiste una iniezione di A in B. In questo caso scriveremo |A| ≤ |B|.   LM Riepilogo e domande Finora sono stati solo definiti solo dei metodi di confronto tra cardinalità infinite.    Diremo che due insiemi A e B (qualsiasi) hanno la stessa cardinalità (o sono equinumerosi) se esiste una corrispondenza biunivoca tra loro. In questo caso scriveremo |A| = |B|. Diremo che la cardinalità di un insieme A è minore o uguale di quella di un insieme B se esiste una iniezione di A in B. In questo caso scriveremo |A| ≤ |B|.   Ora è arrivato il momento di porsi qualche domanda: ci sono insiemi infiniti con cardinalità diverse?  Finora sono stati solo definiti solo dei metodi di confronto tra cardinalità infinite. Diremo che due insiemi A e B (qualsiasi) hanno la stessa cardinalità (o sono equinumerosi) se esiste una corrispondenza biunivoca tra loro. In questo caso scriveremo |A| = |B|.  Diremo che la cardinalità di un insieme A è minore o uguale di quella di un insieme B se esiste una iniezione di A in B. In questo caso scriveremo |A| ≤ |B|.   Ora è arrivato il momento di porsi qualche domanda: ci sono insiemi infiniti con cardinalità diverse? c’è una "cardinalità infinita" più piccola di tutte le altre?  Finora sono stati solo definiti solo dei metodi di confronto tra cardinalità infinite. Diremo che due insiemi A e B (qualsiasi) hanno la stessa cardinalità (o sono equinumerosi) se esiste una corrispondenza biunivoca tra loro. In questo caso scriveremo |A| = |B|. Diremo che la cardinalità di un insieme A è minore o uguale di quella di un insieme B se esiste una iniezione di A in B. In questo caso scriveremo |A| ≤ |B|. Ora è arrivato il momento di porsi qualche domanda: ci sono insiemi infiniti con cardinalità diverse? c’è una "cardinalità infinita" più piccola di tutte le altre? c’è una "cardinalità infinita" più grande di tutte le altre?  Finora sono stati solo definiti solo dei metodi di confronto tra cardinalità infinite.    Diremo che due insiemi A e B (qualsiasi) hanno la stessa cardinalità (o sono equinumerosi) se esiste una corrispondenza biunivoca tra loro. In questo caso scriveremo |A| = |B|. Diremo che la cardinalità di un insieme A è minore o uguale di quella di un insieme B se esiste una iniezione di A in B. In questo caso scriveremo |A| ≤ |B|.   Ora è arrivato il momento di porsi qualche domanda: ci sono insiemi infiniti con cardinalità diverse? c’è una "cardinalità infinita" più piccola di tutte le altre? c’è una "cardinalità infinita" più grande di tutte le altre? Ripartiamo dal caso dell’albergo di Hilbert che non abbiamo ancora discusso. La storia ci racconta che la funzione (m,n) 􏰀→ 2m3n mette in corrispondenza biunivoca il prodotto cartesiano N × N con un sottoinsieme proprio di N e sembra complicato esibire una corrispondenza biunivoca tra questo e N. Facciamoci aiutare dalla teoria. Se A B, allora |A| ≤ |B|. Ripartiamo dal caso dell’albergo di Hilbert che non abbiamo ancora discusso. La storia ci racconta che la funzione (m,n) 􏰀→ 2m3n mette in corrispondenza biunivoca il prodotto cartesiano N × N con un sottoinsieme proprio di N e sembra complicato esibire una corrispondenza biunivoca tra questo e N. Facciamoci aiutare dalla teoria. La funzione f : A → B, a 􏰀→ a è un’iniezione di A in B. Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 Ripartiamo dal caso dell’albergo di Hilbert che non abbiamo ancora discusso. La storia ci racconta che la funzione (m,n) 􏰀→ 2m3n mette in corrispondenza biunivoca il prodotto cartesiano N × N con un sottoinsieme proprio di N e sembra complicato esibire una corrispondenza biunivoca tra questo e N. Facciamoci aiutare dalla teoria. Se A B, allora |A| ≤ |B|. Soluzione. Sia A un insieme infinito. Allora |N| ≤ |A|.  Sia A un insieme infinito. Allora |N| ≤ |A|. Dim: Dobbiamo costruire un’iniezione di N in A, ossia associare ad ogni  n N un unico elemento an di A. Lo faremo in maniera ricorsiva.    Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 35 / 75    LM   Teorema    Sia A un insieme infinito. Allora |N| ≤ |A|. Dim: Dobbiamo costruire un’iniezione di N in A, ossia associare ad ogni  n N un unico elemento an di A. Lo faremo in maniera ricorsiva. Passo base: associamo a n = 0 un qualsiasi elemento a0 A. Siccome A è un insieme infinito, A ̸= {a0}, quindi siamo in grado di associarean=1unelementoa1 A,a1 ̸=a0. Sia A un insieme infinito. Allora |N| ≤ |A|. Dim: Dobbiamo costruire un’iniezione di N in A, ossia associare ad ogni  n N un unico elemento an di A. Lo faremo in maniera ricorsiva. Passo base: associamo a n = 0 un qualsiasi elemento a0 A. Siccome A è un insieme infinito, A ̸= {a0}, quindi siamo in grado di associarean=1unelementoa1 A,a1 ̸=a0. Meccanismo ricorsivo: supponiamo di aver associato ai numeri 0, 1, . . . , n gli elementi distinti a0, a1, . . . , an di A. Siccome A è un insieme infinito, A ̸= {a0,a1,...,an}, quindi siamo in grado di associare al numero n+1 un elemento an+1 A distinto da tutti i precedenti. Conseguenza immediata del Teorema e dell’Esercizio 3:   Ogni sottoinsieme infinito di N ha la stessa cardinalità di N.  Sia A un insieme infinito. Allora |N| ≤ |A|. Dim: Dobbiamo costruire un’iniezione di N in A, ossia associare ad ogni  n N un unico elemento an di A. Lo faremo in maniera ricorsiva. Passo base: associamo a n = 0 un qualsiasi elemento a0 A. Siccome A è un insieme infinito, A ̸= {a0}, quindi siamo in grado di associarean=1unelementoa1 A,a1 ̸=a0. Meccanismo ricorsivo: supponiamo di aver associato ai numeri 0, 1, . . . , n gli elementi distinti a0, a1, . . . , an di A. Siccome A è un insieme infinito, A ̸= {a0,a1,...,an}, quindi siamo in grado di associare al numero n+1 un elemento an+1 A distinto da tutti i precedenti. Conseguenza immediata del Teorema e dell’Esercizio 3:   Ogni sottoinsieme infinito di N ha la stessa cardinalità di N. In particolare, {p N della forma p = 2m3n, n, m N}, ha la stessa cardinalità di N. Quindi N × N ha la stessa cardinalità di N. Cardinalità numerabile Quindi la cardinalità dell’insieme numerico N è "la più piccola cardinalità infinita". Per questo si è meritata un "nome proprio" e un simbolo speciale א0 = |N| prende il nome di CARDINALITA’ NUMERABILE.  Il simbolo "א” è l’aleph, prima lettera dell’alfabeto ebraico.     Diremo che un insieme A è numerabile se |A| = א0, cioè se A può essere messo in corrispondenza biunivoca con N.       14/3/18 36 / 75     LM NZQR Ricordiamo brevemente cosa sono per poi confrontare le loro cardinalità. Esistono insiemi infiniti con cardinalità diversa (maggiore) da quella numerabile? Per rispondere a questa domanda usiamo gli insiemi numerici come prototipo. N = {0,1,2,3,4,5,6...} Z = {...,,−3,−2,−1,0,1,2,3,...} numeri NATURALI numeri INTERI 􏰁p 􏰂 Q = q , p intero, q ̸= 0 naturale numeri RAZIONALI R numeri REALI Valgono le inclusioni strette:   I numeri interi Z = {...,,−3,−2,−1,0,1,2,3,...} I numeri interi sono un’estensione dei numeri naturali, nata dall’esigenza di poter fare liberamente la sottrazione. Si ottengono considerando tutti i numeri naturali e tutti i loro opposti. Possiamo rappresentare l’insieme dei numeri interi tramite punti di una retta ordinata. Basta fissare un punto che determina lo zero fissare un’unità di misura disegnare tutti punti equidistanti dal successivo.   -6-5-4-3-2-10 1 2 3 4 5 6 In un certo senso, i numeri interi sono "il doppio" dei numeri naturali, quindi è ragionevole pensare che siano un insieme numerabile.    Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 38 / 75   Corrispondenza biunivoca tra N e Z LM an = n  2 sen=0oppuresenèpari −n+1 senèdispari 2     Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 39 / 75    Corrispondenza biunivoca tra N e Z LM -4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4  14/3/18 n  2 sen=0oppuresenèpari an = 2 −n+1 senèdispari 012345678 39 / 75    LM n  2 sen=0oppuresenèpari an = 2 −n+1 senèdispari 012345678   -4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4    Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 40 / 75   LM n  2 sen=0oppuresenèpari an = 2 −n+1 senèdispari 012345678   -4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4   n  2 sen=0oppuresenèpari an = 2 −n+1 senèdispari 012345678       -4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4    Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 42 / 75   LM n  2 sen=0oppuresenèpari an = 2 −n+1 senèdispari 012345678   -4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4    Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 43 / 75   LM n  2 sen=0oppuresenèpari an = 2 −n+1 senèdispari 012345678       -4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4    Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 44 / 75   LM n  2 sen=0oppuresenèpari an = 2 −n+1 senèdispari 012345678        -4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4    Ann  2 sen=0oppuresenèpari an = 2 −n+1 senèdispari 012345678       -4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4    14/3/18 46 / 75    -4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 LM n  2 sen=0oppuresenèpari an = 2 −n+1 senèdispari 012345678        Abbiamo così ottenuto che Z è numerabile. 􏰁􏰂 LM I numeri razionali Q = qp , p intero, q ̸= 0 naturale I numeri razionali sono un’estensione dei numeri interi, nata dall’esigenza di poter fare liberamente la divisione. Si ottengono considerando tutte le possibili frazioni con a numeratore un numero intero (che quindi determina il segno della frazione); a denominatore un naturale non nullo. Cerchiamo di farci un’idea di "quanti siano" i numeri razionali.  􏰁􏰂 (i numeri interi sono discreti). LM I numeri razionali Q = qp , p intero, q ̸= 0 naturale I numeri razionali sono un’estensione dei numeri interi, nata dall’esigenza di poter fare liberamente la divisione. Si ottengono considerando tutte le possibili frazioni con a numeratore un numero intero (che quindi determina il segno della frazione); a denominatore un naturale non nullo. Cerchiamo di farci un’idea di "quanti siano" i numeri razionali. Tra un numero intero e il suo successivo non c’è nessun altro numero intero   01  Densità dei numeri razionali Invece tLra due numeri razionali dMistinti c’è sicuramente un altro numero razionale (ad esempio la loro media).   0 12 1 In realtà ce ne sono infiniti (tutte le possibili medie delle medie). 01131 424     113 084828481 Si intuisce che i numeri razionali coprono abbastanza bene la retta. Da quanto abbiamo detto sembrerebbe che i numeri razionali siano molti di più dei numeri interi (sono densi sulla retta reale), ma anche in questo caso gli insiemi infiniti tornano a stupirci: Da quanto abbiamo detto sembrerebbe che i numeri razionali siano molti di più dei numeri interi (sono densi sulla retta reale), ma anche in questo caso gli insiemi infiniti tornano a stupirci:     Q ha cardinalità numerabile.  Per dimostrarlo, basta esibire una corrispondenza biunivoca tra Z e Q, che possiamo pensare come un modo di "etichettare" con numeri interi gli elementi di Q. Per fare questo utilizzeremo il cosiddetto (primo) metodo diagonale di Cantor. Trovare un percorso che passa una sola volta per ogni stellina e numerare le stelline man mano che si incontrano (nota: verso il basso e verso destra ci sono infinite stelline!) ⋆⋆⋆⋆⋆⋆⋆··· LM ⋆⋆⋆⋆⋆⋆⋆··· ⋆⋆⋆⋆⋆⋆⋆··· ⋆⋆⋆⋆⋆⋆⋆··· ⋆⋆⋆⋆⋆⋆⋆···11 20 14/3/18 1 → 2 6 → 7 15 → 16 ··· ↙↗↙↗↙ 3 5 8 14 17 ↗↙↗↙ 4 9 13 18 ··· ··· ··· ··· ↙↗↙ 10 12 19 ↗↙    52 / 75    Primo metodo diagonale di Cantor: costruire la tabella... LM 1234567 1111111  1234567 2222222 1234567 3333333 1234567 4444444 1234567 5555555 e percorrerla con il metodo che abbiamo determinato LM 1→23→4567··· 1111111 ↙↗↙ 1234567 ·2222222 ↓↗↙ 1234567 3333333 1234567 4444444 1234567 5555555 . . . . . . Abbiamo così mostrato come mettere in corrispondenza biunivoca tutti i numeri razionali positivi con i numeri naturali. In definitiva, abbiamo dimostrato che i numeri razionali positivi hanno cardinalità numerabile. Con lo stesso metodo si dimostra che tutti i numeri razionali negativi hanno cardinalità numerabile. Abbiamo così mostrato come mettere in corrispondenza biunivoca tutti i numeri razionali positivi con i numeri naturali. In definitiva, abbiamo dimostrato che i numeri razionali positivi hanno cardinalità numerabile. Con lo stesso metodo si dimostra che tutti i numeri razionali negativi hanno cardinalità numerabile. Resta da dimostrare che se A e B sono due insiemi numerabili, allora A B è numerabile. Questo produce una corrispondenza biunivoca tra A B e N. LM Abbiamo così mostrato come mettere in corrispondenza biunivoca tutti i numeri razionali positivi con i numeri naturali. In definitiva, abbiamo dimostrato che i numeri razionali positivi hanno cardinalità numerabile. Con lo stesso metodo si dimostra che tutti i numeri razionali negativi hanno cardinalità numerabile. Resta da dimostrare che se A e B sono due insiemi numerabili, allora A B è numerabile     Dimostrazione. visto che A e B sono due insiemi numerabili, allora esiste una corrispondenza biunivoca tra A e l’insieme dei numeri pari e una corrispondenza biunivoca tra B e l’insieme dei numeri dispari. A ←→ {pari} B ←→ {dispari} = A B ←→ N.  Voglia di misurare... LM 0? LA DIAGONALE DEL QUADRATO DI LATO UNITARIO NON HA LUNGHEZZA RAZIONALE! Abbiamo visto che i numeri razionali coprono abbastanza bene la retta. I Pitagorici pensavano che tutte le lunghezze fossero razionali (ossia che i punti corrispondenti ai razionali coprissero tutta la retta) e invece scoprirono presto che manca qualcosa...    1  ?    Quali numeri mancano? Per capire come estendere i numeri razionali in modo da ottenere tutte le possibili lunghezze, ricordiamo che ogni numero razionale si può scrivere come allineamento decimale finito o periodico (con periodo diverso da 9). Facciamo l’estensione di Q più ragionevole che ci viene in mente R = {allineamenti decimali con un numero arbitrario di cifre}     ed è quella giusta, nel senso che i numeri reali sono in corrispondenza biunivoca con i punti della retta (difficile da dimostrare). Quali numeri mancano? Per capire come estendere i numeri razionali in modo da ottenere tutte le possibili lunghezze, ricordiamo che ogni numero razionale si può scrivere come allineamento decimale finito o periodico (con periodo diverso da 9). Facciamo l’estensione di Q più ragionevole che ci viene in mente R = {allineamenti decimali con un numero arbitrario di cifre}     ed è quella giusta, nel senso che i numeri reali sono in corrispondenza biunivoca con i punti della retta (difficile da dimostrare). −π −2−√2−101 √22 π 22   Quindi, geometricamente, possiamo pensare di aver "tappato i buchi" sulla retta lasciati dai punti corrispondenti ai numeri razionali (abbiamo aggiunto tutti i numeri irrazionali). Non sembra che siano stati aggiunti tanti elementi... invece l’insieme dei numeri reali R NON ha cardinalità numerabile! R NON ha cardinalità numerabile!! Dimostreremo questa sorprendente proprietà in tre passi: l’intervallo (0, 1) non è numerabile; due intervalli distinti (a, b) e (c, d) hanno la stessa cardinalità; ogni intervallo (a, b) ha la stessa cardinalità di R (Ricordiamoci che R è in corrispondenza biunivoca con i punti della retta, quindi i due insiemi hanno la stessa cardinalità)    Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 59 / 75   Secondo metodo diagonale di Cantor LM Dimostriamo, per assurdo, che l’intervallo (0, 1) non ha cardinalità numerabile. Ipotesi per assurdo: supponiamo che (0, 1) abbia una quantità numerabile di elementi ed enumeriamoli nel modo seguente: . Il numero reale x = 0,β1 β2 β3 ... con r1 = 0,a11 a12 a13 a14 ... r2 = 0,a21 a22 a23 a24 ... r3 = 0,a31 a32 a33 a34 ... βj ̸=ajj, βj ̸=0, βj ̸=9, j appartiene all’intervallo (0, 1) (è positivo e ha parte intera uguale a zero), ma è diverso da tutti i numeri reali rj , in contraddizione col fatto di aver enumerato tutti i valori nell’intervallo. Quindi sicuramente la cardinalità dell’intervallo (0, 1) è diversa da quella del numerabile. Passiamo a dimostrare che tutti gli intervalli della retta reale hanno la stessa cardinalità, dando solo un’idea grafica della dimostrazione.   Esercizio 4    Determinare (geometricamente) una corrispondenza biunivoca tra due intervalli aperti (a, b) e (c, d) della retta reale.  Suggerimento: allineare i due segmenti e considerare un punto P come in figura: a c b d P   P  a c b d  si proietta ogni punto di (a,b) in un unico punto di (c,d) dal punto P esterno ai due segmenti. Ovviamente questa operazione geometrica si può scrivere in formule utilizzando la geometria analitica e si trova la corrispondenza biunivoca cercata. Infine, per mettere in corrispondenza biunivoca un intervallo limitato, diciamo (−1, 1), con tutta la retta reale, serve una sorta di “meccanismo di amplificazione” (proiezione stereografica). Diamo un’idea geometrica della corrispondenza biunivoca: disegnamo la retta reale; dalla retta reale “stacchiamo l’intervallo (−1, 1)” e disegnamone una copia;  −1 1 R     Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 63 / 75     LM Proiezione stereografica disegnamo la semicirconferenza di raggio 1 tangente alla retta reale in 0; indichiamo con P il centro di tale circonferenza; P   −1 1 R   −1 1 Proiezione stereografica fissiamo un qualsiasi punto dell’intervallo (−1, 1); P   R     65 / 75   Proiezione stereografica fissiamo un qualsiasi punto dell’intervallo (−1, 1); proiettiamolo verticalmente sulla circonferenza; P    −1 1 R   −1 1 Proiezione stereografica tracciamo la retta per P e il punto della circonferenza; associamo al punto di partenza in (−1, 1) i punto intersezione tra la retta considerata e la retta reale; P     R   Se facciLamo questa operazione per ogni punto dell’intervallo (−1, 1) costruiamo una corrispondenza biunivoca tra questo intervallo e tutta la retta reale. −1 1 Il meccanismo di amplificazione funziona perchè proiettiamo tramite una semicirconferenza che ha tangente verticale agli estremi: i punti molto vicini a −1 o a 1 si proiettano sempre più lontano. P  Cardinalità del continuo La cardinalità della retta reale prende il nome di cardinalità del continuo. Possiamo dividere i numeri reali in tre gruppi: razionali irrazionali algebrici: le soluzioni di equazioni algebriche a coefficienti interi (ad es. tutte le radici quadrate, cubiche, ecc...) irrazionali trascendenti: tutti gli altri irrazionali (ad es. π) Conosciamo esplicitamente tantissimi irrazionali algebrici e abbastanza pochi trascendenti. Abbiamo visto che i numeri reali sono molti di più dei numeri razionali (ma ricordiamoci anche che i numeri razionali sono densi in R). Si può essere più precisi sulle informazioni riguardanti la cardinalità dei numeri irrazionali. Precisamente, si può dimostrare che i numeri irrazionali algebrici sono una quantità numerabile; quindi i numeri irrazionali trascendenti sono veramente tanti!    Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18 69 / 75     QuantLe e quali altre cardiMnalità ci sono? Studiando gli insiemi numerici abbiamo trovato due cardinalità distinte, quella del numerabile e quella del continuo. E’ del tutto naturale porsi due domande: ci sono cardinalità intermedie tra queste due? ci sono cardinalità superiori a quella del continuo? La prima apre una questione particolarmente affascinante (o frustrante, dipende dai punti di vista) che prende il nome di Ipotesi del continuo nda ha una risposta stup ci sono infinite cardinalità (infinite) distinte! La seco efacente:  CH “Continuum Hypothesis” non c’è nessuna cardinalità strettamente compresa tra quella dei naturali e quella dei reali.  Cantor era fermamente convinto del fatto che CH fosse vera.   CH “Continuum Hypothesis” non c’è nessuna cardinalità strettamente compresa tra quella dei naturali e quella dei reali.  Cantor era fermamente convinto del fatto che CH fosse vera. nel 1940 Kurt Gödel dimostrò che nell’ambito della usuale teoria degli insiemi non si poteva dimostrare che CH fosse falsa. CH “Continuum Hypothesis”    non c’è nessuna cardinalità strettamente compresa tra quella dei naturali e quella dei reali.  Cantor era fermamente convinto del fatto che CH fosse vera. nel 1940 Kurt Gödel dimostrò che nell’ambito della usuale teoria degli insiemi non si poteva dimostrare che CH fosse falsa. nel 1963 Paul Cohen dimostrò che nell’ambito della usuale teoria degli insiemi non si può nemmeno dimostrare che CH sia vera. Per fortuna i modelli della matematica applicata non dipendono dalla validità o meno di CH, quindi la sua indecidibiltà non incide sui risultati che vengono utilizzati nella vita reale (fisica, ingegneria, informatica...)   CH “Continuum Hypothesis” non c’è nessuna cardinalità strettamente compresa tra quella dei naturali e quella dei reali.  Cantor era fermamente convinto del fatto che CH fosse vera. nel 1940 Kurt Gödel dimostrò che nell’ambito della usuale teoria degli insiemi non si poteva dimostrare che CH fosse falsa. nel 1963 Paul Cohen dimostrò che nell’ambito della usuale teoria degli insiemi non si può nemmeno dimostrare che CH sia vera. Quindi, la CH è indecidibile nell’ambito della usuale teoria degli insiemi, nel senso che è altrettanto coerente prenderla come vera che prenderla come falsa.    {a} {b} {c} {a,b} {a,c} {b,c} {a,b,c} LM L’insieme delle parti Per rispondere alla seconda domanda introduciamo una nuova nozione.   Insieme delle parti    Dato un insieme X, il suo insieme delle parti P(X) è dato da P(X) = {A sottoinsieme di X}.  Esempio. Se X = {a,b,c}, allora P(X) è l’insieme formato dai seguenti 8 insiemi: Si può dimostrare che se |X| = n allora |P(X)| = 2n > |X|.  Esistono infinite cardinalità infinite   Teorema di Cantor    Sia X un insieme. Allora |P(X)| > |X|. Come conseguenza del Teorema di Cantor, otteniamo che esiste una sequenza di cardinalità infinite, ciascuna strettamente maggiore della precedente.   Partendo da |N|, che sappiamo essere la cardinalità infinita minima, basta iterare il passaggio all’insieme delle parti: |N| < |P(N)| < |P(P(N))| < |P(P(P(N)))| < |P(P(P(P(N)))))| < · · ·    Dimostriamo il teorema di Cantor. L’applicazione ”x 􏰀→ {x}” è un’iniezione di X in P(X). Quindi |P(X)| ≥ |X|. Dimostriamo ora che non esiste un’applicazione biunivoca tra X e P(X). Supponiamo, per assurdo, che esista e indichiamola con ”x ↔ A(x)”. Consideriamo l’insieme C P(X) C = {x X tali che x ̸ A(x)}. L’ipotesi per assurdo garantisce che esiste un’unico x0 X tale che C = A(x0). Si ha che se x0 C = A(x0), allora, per come sono definiti gli elementi di C, deve essere x0 ̸ C = A(x0)  se x0 ̸ C = A(x0), allora, per come sono definiti gli elementi di C,  deve essere x0 C = A(x0) Le contraddizioni trovate dipendono dal fatto che abbiamo supposto che ”x ↔ A(x)” sia biunivoca. Se ne conclude che non può esistere nessuna corrispondenza biunivoca tra X e l’insieme delle sue parti. Annalisa Malusa Infiniti 14/3/18    74 / 75 Aus dem Paradies, das Cantor uns geschaffen, soll uns niemand vertreiben können. Insiemi infiniti 1. Introduzione Finch ́e gli insiemi che si considerano sono finiti (cio`e si pu`o contare quanti sono i loro elementi mettendoli in corrispondenza biiettiva con i numeri che precedono un certo numero naturale) la nozione di insieme pu`o fornire un comodo modo di esprimersi, ma non `e indi- spensabile. Di fatto Cantor per primo elabor`o la nozione di insieme per risolvere problemi di quantita` di elementi in insiemi infiniti (cio`e non finiti). Definizione. Si dice che due classi hanno la stessa cardinalit`a quando c’`e una biiettivit`a tra le due classi. In tal caso si dir`a anche che le due classi sono equinumerose. Definizione. Si dice che un insieme A `e finito se esistono un numero naturale n e una biiettivit`a da A sull’insieme dei numeri naturali che precedono n; in questo caso diremo che A ha n elementi. Se ci`o non succede, si dice che l’insieme `e infinito. Se un insieme A `e finito e un altro insieme B `e contenuto propriamente (contenuto ma non uguale) in A allora A e B non sono equinumerosi, cio`e non c’`e alcuna biiettivit`a tra i due. Questo risultato dipende dal fatto che per nessun numero naturale ci pu`o essere una biiettivit`a tra l’insieme dei numeri che lo precedono e l’insieme di quelli che precedono un diverso numero naturale. L’ultima affermazione non si estende agli insiemi infiniti; lo giustifichiamo con un con- troesempio gi`a considerato da Galileo Galilei nel suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. I numeri pari sono un sottinsieme proprio dei numeri naturali, ed entrambi gli insiemi non sono finiti; inoltre la funzione che a un numero naturale associa il suo doppio `e una biiettivit`a dai numeri naturali sui numeri pari. Cos`ı si deve dire che i numeri naturali sono tanti quanti i numeri pari pur costituendo questi un sottinsieme proprio dell’insieme dei naturali. Per gli insiemi finiti non solo si pu`o dire se hanno lo stesso numero di elementi, ma anche se uno ha piu` elementi di un altro o meno. Per fare ci`o ci si rif`a alla relazione d’ordine naturale tra i numeri naturali che contano gli elementi di ciascuno dei due insiemi. Per gli insiemi infiniti non si pu`o utilizzare lo stesso metodo. Come decidere allora quando un insieme ha piu` o meno elementi di un altro? Ci si potrebbe limitare a dire che un insieme `e finito o infinito. Tuttavia l’esperienza di vari insiemi infiniti porta naturalmente a domandarci se si pu`o stabilire una gerarchia simile a quella fra gli insiemi finiti. Prenderemo a modello le stesse propriet`a degli insiemi finiti. 2. Cardinalit`a Definizione 1. Siano A e B due insiemi. Diremo che la cardinalit`a dell’insieme A `e minore o uguale a quella dell’insieme B, e scriveremo |A| ≤ |B| quando esiste una funzione totale iniettiva di A in B. Questa relazione fra insiemi non `e un ordine, n ́e stretto n ́e largo. Non `e stretto perch ́e |A| ≤ |A|, per motivi ovvi (basta considerare la funzione identit`a). Non `e un ordine largo, perch ́e pu`o accadere che |A| ≤ |B| e anche |B| ≤ |A|, con A ̸= B. Un esempio `e proprio quello in cui A `e l’insieme dei numeri naturali e B quello dei numeri naturali pari. Scopo di queste note `e di studiare le propriet`a di questa relazione. Attraverso essa potremo arrivare al concetto di “uguale cardinalit`a”, che `e ci`o che ci interessa. 1  2 (2) (3) INSIEMI INFINITI Esempi. (1) Se A `e un insieme e B A, allora |B| ≤ |A|. Se Z `e l’insieme dei numeri interi e N quello dei numeri naturali, allora |Z| ≤ |N|. Ci`o pu`o apparire paradossale, ma vedremo che non lo `e. Consideriamo infatti la seguente funzione: 􏰈2x se x ≥ 0, −2x−1 sex<0. Si pu`o facilmente verificare che f : Z → N `e non solo iniettiva, ma anche suriettiva. Se X `e un insieme finito e Y `e un insieme infinito, allora |X| ≤ |Y |. Supponiamo che X abbia n elementi. Faremo induzione su n. Se n = 0, la funzione vuota `e quella che cerchiamo. Supponiamo la tesi vera per insiemi con n elementi e supponiamo che X abbia n + 1 elementi: X = {x1, . . . , xn, xn+1}. Per ipotesi induttiva esiste una funzione totale iniettiva f: {x1,...,xn} → Y. Siccome Y `e infinito, esiste un elemento y / Im(f) (altrimenti Y avrebbe n elementi). Possiamo allora definire una funzione totale iniettiva g : X → Y che estende f ponendo g(xn+1) = y. Diamo subito la definizione che ci interessa maggiormente. Definizione 2. Siano A e B due insiemi. Diremo che A e B hanno la stessa cardinalit`a, f(x) = e scriveremo |A| = |B|, quando esiste una funzione biiettiva (totale) di A su B. Non daremo la definizione di cardinalit`a, per la quale occorrerebbe molta piu` teoria e che non ci servir`a. Sar`a piu` rilevante per noi scoprire le connessioni fra le due relazioni introdotte. 3. Propriet`a della cardinalit`a di insiemi infiniti (C1) Se A `e un insieme, allora |A| = |A|. (C2) Se A e B sono insiemi e |A| = |B|, allora |B| = |A|. (C3) SeA,BeCsonoinsiemi,|A|=|B|e|B|=|C|,allora|A|=|C|. Queste tre proprieta` sono quasi ovvie: basta, nel primo caso, considerare la funzione identit`a; nel secondo si prende la funzione inversa della biiettivit`a A → B; nel terzo si prende la composizione fra la biiettivit`a A → B e la biiettivit`a B → C. (M1) Se A `e un insieme, allora |A| ≤ |A|. (M2) Se A, B e C sono insiemi, |A|≤|B|e|B|≤|C|, allora|A|≤|C|. La dimostrazione di queste due `e facile (esercizio). C’`e un legame fra le due relazioni? La risposta `e s`ı e sta proprio nella “propriet`a antisimmetrica” che sappiamo non valere per ≤. Il risultato che enunceremo ora `e uno fra i piu` importanti della teoria degli insiemi e risale allo stesso Cantor, poi perfezionato da altri studiosi. Teorema 1 (Cantor, Schr ̈oder, Bernstein). Siano A e B insiemi tali che |A| ≤ |B| e |B| ≤ |A|, allora |A| = |B|. Dimostrazione. L’ipotesi dice che esistono una funzione f : A → B iniettiva totale e una funzione g : B → A iniettiva totale. Per completare la dimostrazione dobbiamo trovare una funzione biiettiva h: A → B. Un elemento a A ha un genitore se esiste un elemento b B tale che g(b) = a. Analogamente diremo che un elemento b B ha un genitore se esiste a A tale che f(a) = b. Siccome f e g sono iniettive, il genitore di un elemento, se esiste, `e unico. Dato un elemento a A oppure b B, possiamo avviare una procedura: (a) poniamo x0 = a o, rispettivamente x0 = b e i = 0; (b) se xi non ha genitore, ci fermiamo; (c) se xi ha genitore, lo chiamiamo xi+1, aumentiamo di uno il valore di i e torniamo al passo (b). Partendo da un elemento a A, possono accadere tre casi: • la procedura non termina; scriveremo che a A0;  3. PROPRIET`a DELLA CARDINALIT`a DI INSIEMI INFINITI 3 • la procedura termina in un elemento di A; scriveremo che a AA; • la procedura termina in un elemento di B; scriveremo che a AB. Analogamente, partendo da un elemento b B, possono accadere tre casi: • la procedura non termina; scriveremo che b B0; • la procedura termina in un elemento di A; scriveremo che b BA; • la procedura termina in un elemento di B; scriveremo che b BB. Abbiamo diviso ciascuno degli insiemi A e B in tre sottoinsiemi a due a due disgiunti: A = A0 AA AB , B = B0 BA BB . Se prendiamo un elemento a A0, `e evidente che f(a) B0, perch ́e, per definizione, a `e genitore di f(a). Dunque f induce una funzione h0 : A0 → B0, dove h0(a) = f(a). Questa funzione, essendo una restrizione di f, `e iniettiva e anche totale. E` suriettiva, perch ́e, se b B0, esso ha un genitore a che deve appartenere ad A0. Se prendiamo un elemento a AA, allora f(a) BA: infatti a `e genitore di f(a) e la procedura, a partire da b = f(a) termina in A. Dunque f induce una funzione hA : AA → BA che `e iniettiva e totale. Essa `e anche suriettiva, perch ́e ogni elemento di BA ha genitore che deve appartenere ad AA. Analogamente, se partiamo da un elemento b BB, allora g(b) AB e g induce una funzione iniettiva e totale hB : BB → AB che `e suriettiva, esattamente per lo stesso motivo di prima. Ci resta da porre h = h0 hA h−1. Allora h `e una funzione h: A → B che `e totale, B iniettiva e suriettiva (lo si verifichi). Esempio. Illustriamo la dimostrazione precedente con la seguente situazione: sia f : N → Z la funzione inclusione; consideriamo poi la funzione g : Z → N 􏰈4z se z ≥ 0, −4z−2 sez<0. Quali sono gli elementi di N che hanno un genitore? Esattamente quelli che appartengono all’immagine di g, cio`e i numeri pari. I numeri dispari, quindi, appartengono a NN, perch ́e la procedura si ferma a loro stessi. Consideriamo x0 = 2 N; siccome g(−1) = 2, abbiamo x1 = −1; poich ́e −1 / Im(f), la procedura si ferma e 2 NZ. Consideriamo invece x0 = 4 N; siccome g(1) = 4, abbiamo x1 = 1 e possiamo andare avanti, perch ́e 1 = f(1), dunque x2 = 1 N. Poich ́e 1 / Im(g), abbiamo che 4 NN. Studiamo ora x0 = 16 N; siccome g(4) = 16, abbiamo x1 = 4; siccome f(4) = 4, abbiamo x2 = 4 N; siccome 4 = g(1), abbiamo x3 = 1 Z; siccome 1 = f(1), abbiamo x4 = 1 N. La procedura si ferma qui, dunque 16 NN. Si lascia al lettore l’esame di altri elementi di N o di Z. La relazione ≤ si pu`o allora vedere non come una relazione d’ordine largo fra insiemi, ma piuttosto come un ordine largo fra le “cardinalit`a” degli insiemi. Non vogliamo per`o definire il concetto di cardinalit`a; ci limiteremo a confrontarle usando le relazioni introdotte. Il teorema seguente dice, in sostanza, che la cardinalit`a dell’insieme dei numeri naturali `e la piu` piccola cardinalit`a infinita. Teorema 2. Sia A un insieme infinito. Allora |N| ≤ |A|. Dimostrazione. Costruiremo un sottoinsieme di A per induzione. Siccome A `e infinito, esso non `e vuoto; sia x0 A. Evidentemente {x0} ̸= A, quindi esiste x1 A \ {x0}. Ancora {x0, x1} ≠ A, quindi esiste x2 A \ {x0, x1, x2}. Proseguiamo allo stesso modo: supponiamo di avere scelto gli elementi x0, x1, . . . , xn A, a due a due distinti. Siccome {x0, . . . , xn} ≠ A, esiste xn+1 A\{x0,...,xn}. Dunque la procedura associa a ogni numero naturale un elemento di A e la funzione n 􏰀→ xn `e iniettiva. 􏰃 Questo risultato ha una conseguenza immediata. g(z) = 􏰃  4 INSIEMI INFINITI Corollario 3. Sia A N. Allora A `e finito oppure |A| = |N|. Dimostrazione. Se A non `e finito, allora `e infinito. Per il teorema, |N| ≤ |A|. Ma |A| ≤ |N| perch ́e A N. Per il teorema di Cantor-Schröder-Bernstein, |A| = |N|. 􏰃 Un altro corollario `e la caratterizzazione che Dedekind prese come definizione di insieme infinito. Corollario 4. Un insieme A `e infinito se e solo se esiste un sottoinsieme proprio B A tale che |B| = |A|. Dimostrazione. Se A `e finito, `e evidente che un suo sottoinsieme proprio non pu`o avere tanti elementi quanti A. Supponiamo ora che A sia infinito. Per il corollario precedente, esiste una funzione iniettiva totale f : N → A. Definiamo ora una funzione g : A → A ponendo: 􏰈f(n+1) seesistenNtalechex=f(n), x se x / Im(f). La condizione “esiste n N tale che x = f(n)” equivale alla condizione “x Im(f)”. La funzione g `e ben definita, perch ́e f `e iniettiva; dunque, se x = f(n) per qualche n, questo n `e unico. Osserviamo anche che x Im(f) se e solo se g(x) Im(f). Verifichiamo che g `e totale e iniettiva. Il fatto che sia totale `e ovvio. Supponiamo che g(x) = g(y). • Se x / Im(f), allora g(x) = x; dunque non pu`o essere y Im(f) e perci`o g(y) = y, da cui x = y. • SexIm(f),`ex=f(n)perununiconN. Allorag(x)=f(n+1)Im(f). Perci`o g(y) = g(x) = f(n + 1) Im(f) e quindi, per quanto osservato prima, y Im(f). Ne segue che y = f(m) per un unico m N e g(y) = f(m + 1). Abbiamo allora f(n+1) = f(m+1) e, siccome f `e iniettiva, n+1 = m+1; perci`o n = m e x = f(n) = f(m) = y. Qual `e l’immagine di g? E` chiaro che f(0) / Im(g). Viceversa, ogni elemento di A\{f(0)} appartiene all’immagine di g, cio`e Im(g) = A \ {f(0)}. Se allora consideriamo la funzione g come una funzione g : A → A \ {f (0)}, questa `e una biiettivit`a. In definitiva |A| = |A \ {f(0)}|; se poniamo B = A \ {f(0)}, abbiamo il sottoinsieme cercato. 􏰃 Notiamo che, nella dimostrazione precedente, A \ B = {f (0)} `e finito. Come esercizio si trovi in modo analogo al precedente un sottoinsieme C A tale che |C| = |A| e A \ C sia infinito. 4. Insiemi numerabili Il teorema secondo il quale per ogni insieme infinito A si ha |N| ≤ |A| ci porta ad attribuire un ruolo speciale a N (piu` precisamente alla sua cardinalit`a). Definizione 3. Un insieme A si dice numerabile se |A| = |N|. Un sottoinsieme di N `e allora finito o numerabile. Abbiamo gi`a visto in precedenza che anche Z (insieme dei numeri interi) `e numerabile. Piu` in generale possiamo enunciare alcune propriet`a degli insiemi numerabili. Teorema 5. Se A `e finito e B `e numerabile, allora A B `e numerabile. Dimostrazione. Se A B, l’affermazione `e ovvia. Siccome A B = (A \ B) B possiamo supporre che A e B siano disgiunti, sostituendo A con A \ B che `e finito. Possiamo allora scrivere A = {a0,...,am−1} e considerare una biiettivit`a g: N → B. Definiamo una funzione f : N → A B ponendo 􏰈an se 0 ≤ n < m, g(n−m) sen≥m. g(x) = f(n) =  4. INSIEMI NUMERABILI 5 E` facile verificare che f `e una biiettivit`a. 􏰃 Teorema 6. Se A e B sono numerabili, allora A B `e numerabile. Se A1, A2,..., An sono insiemi numerabili, allora A1 A2 ··· An `e un insieme numerabile. Dimostrazione. La seconda affermazione segue dalla prima per induzione (esercizio). Vediamo la prima. Supponiamo dapprima che A ∩ B = . Abbiamo due biiettivit`a f : N → A e g: N → B. Definiamo una funzione h: N → A B ponendo: f 􏰄n􏰅 2 h(n) = 􏰆 n − 1 􏰇 g 2 Si verifichi che h `e una biiettivit`a. In generale, possiamo porre A′ =A\(A∩B), e abbiamo AB = A′ (A∩B)B′; questi tre insiemi sono a due a due disgiunti. I casi possibili sono i seguenti: (1) A′, A ∩ B e B′ sono infiniti; (2) A′ `e finito, A ∩ B `e infinito, B′ `e infinito; (3) A′ `e finito, A ∩ B `e infinito, B′ `e finito; (4) A′ `e infinito, A ∩ B `e infinito, B′ `e finito; (5) A′ `e infinito, A ∩ B `e finito, B′ `e infinito; (6) A′ `e infinito, A ∩ B `e finito, B′ `e finito. Ci basta applicare quanto appena dimostrato e il teorema precedente. Si concluda la dimostrazione per induzione della seconda affermazione. 􏰃 Il prossimo teorema pu`o essere sorprendente. Un modo breve per enunciarlo `e dire: L’unione di un insieme numerabile di insiemi numerabili `e numerabile. Teorema 7. Per ogni n N, sia An un insieme numerabile e supponiamo che, per m ̸= n, Am ∩ An = . Allora A=􏰊{An :nN} `e numerabile. Dimostrazione. Per questa dimostrazione ci serve sapere che la successione dei numeri primi p0 = 2, p1 = 3, p2 = 5,..., `e infinita. Sia,perogninN,gn:An →Nunafunzionebiiettiva. SexA,esisteununiconN tale che x An; poniamo j(x) = n. Definiamo allora f(x) = pgj(x)(x). j (x) Per esempio, se x A2, sar`a f(x) = 5g2(x). La funzione f : A → N `e iniettiva; quindi |A| ≤ |N|. MaA0 Aequindi |N| = |A0| ≤ |A| ≤ |N|. Per il teorema di Cantor-Schr ̈oder-Bernstein, |A| = |N|. 􏰃 Il teorema si pu`o estendere anche al caso in cui gli insiemi An non sono a due a due disgiunti; si provi a delinearne una dimostrazione. Questo teorema ha una conseguenza sorprendente. Teorema 8. L’insieme N × N `e numerabile. Dimostrazione. Poniamo An = { (m, n) : m N }. Gli insiemi An sono a due a due disgiunti e ciascuno `e numerabile. E` evidente che 􏰉nN An = N × N. 􏰃 Ancora piu` sorprendente `e forse quest’altro fatto. Teorema 9. L’insieme Q dei numeri razionali `e numerabile. se n `e pari, se n `e dispari.  B′ =B\(A∩B)  INSIEMI INFINITI. Un numero razionale positivo si scrive in uno e un solo modo come m/n, con m, n N primi fra loro (cio`e aventi massimo comune divisore uguale a 1). Ne segue che l’insieme Q′ dei numeri razionali positivi `e numerabile, perch ́e a m/n (con m e n primi fra loro) possiamo associare la coppia (m, n) N × N e la funzione cos`ı ottenuta `e iniettiva. Dunque |N| ≤ |Q′| ≤ |N × N| = |N|. L’insieme Q′′ dei numeri razionali negativi `e numerabile, perch ́e la funzione f : Q′ → Q′′ definita da f(x) = −x `e chiaramente biiettiva. Per concludere, possiamo applicare altri teoremi precedenti, tenendo conto che Q = Q′ {0} Q′′. 􏰃 C’`e un altro modo per convincersi che Q′ `e numerabile, illustrato nella figura 1. Si   1/5 1/4 1/3 1/2 1/1 2/5 3/5 4/5 3/4 5/4 2/3 4/3 5/3 3/2 5/2 2/1 3/1 4/1 5/1  Figura 1. Enumerazione dei razionali positivi immagina una griglia dove segniamo tutte le coppie con coordinate intere positive. Possiamo percorrere tutta la griglia secondo il percorso indicato e associare in questo modo a ogni numero naturale un numero razionale, incontrandoli tutti. Trascuriamo naturalmente i punti in cui il quoziente fra ascissa e ordinata `e un numero razionale gi`a incontrato precedentemente (per esempio, nella prima diagonale si trascura il punto (2, 2) che corrisponderebbe al numero razionale 2/2 = 1, gi`a incontrato come 1/1; nella terza diagonale si trascurano (2, 4), (3, 3) e (4, 2)). 5. Esistenza di cardinalit`a A questo punto sorge naturale la domanda se ci sono insiemi infiniti di un’infinit`a diversa da quella dei numeri naturali. Non ci siamo riusciti nemmeno considerando l’insieme dei razionali che, intuitivamente, dovrebbe avere piu` elementi dei numeri naturali. C’`e una costruzione che produce cardinalit`a maggiori. Prima per`o definiamo con preci- sione ci`o che intendiamo. Definizione 4. Se A e B sono insiemi, diciamo che A ha cardinalit`a minore della cardinalit`a di B, e scriviamo |A| < |B|, se |A| ≤ |B|, ma non `e vero che |A| = |B|.  5. ESISTENZA DI CARDINALIT`a 7 Il modo corretto per verificare che |A| < |B| `e questo: • esiste una funzione totale iniettiva di A in B; • non esiste una biiettivit`a di A su B. Notiamo che non basta verificare che una funzione iniettiva totale di A in B non `e suriettiva. Per esempio, esiste certamente una funzione totale iniettiva di N in Q che non `e suriettiva; tuttavia, come abbiamo visto, |N| = |Q|. Un altro esempio: l’insieme N {−2} `e numerabile, anche se la funzione di inclusione N → N {−2} non `e suriettiva. Infatti la funzione f : N → N {−2} definita da f(0) = −2 e f(n) = n − 1 per n > 0 `e una biiettivit`a. L’idea per trovare un insieme di cardinalit`a maggiore partendo da un insieme X `e dovuta a Cantor. Teorema 10 (Cantor). Se X `e un insieme, allora |X| < |P (X)|. Dimostrazione. Dimostriamo che esiste una funzione totale iniettiva X → P(X); essa `e, per esempio, { (x, {x}) : x X } cio`e la funzione che all’elemento x X associa il sottoinsieme {x} P(X). Dobbiamo ora dimostrare che non esistono funzioni biiettive di X su P(X). Lo faremo per assurdo, supponendo che g: X → P(X) sia biiettiva. Consideriamo C ={xX :x/ g(x)}. La definizione di C ha senso, perch ́e g(x) `e un sottoinsieme di X, dunque si hanno sempre due casi: x g(x) oppure x / g(x). Siccome, per ipotesi, g `e suriettiva, deve esistere un elemento c X tale che C = g(c). DunquesihacC oppurec/C. Supponiamo c C; allora c g(c) e quindi, per definizione di C, c / C: questo `e assurdo. Supponiamo c / C; allora c / g(c) e quindi, per definizione di C, c C: assurdo. Ne concludiamo che l’ipotesi che g sia suriettiva porta a una contraddizione. Perci`o nessuna funzione di X in P(X) `e suriettiva. 􏰃 L’insieme P(X) ha la stessa cardinalit`a di un altro importante insieme. Indichiamo con 2X l’insieme delle funzioni totali di X in {0, 1}. Definizione 5. Se A `e un sottoinsieme di X, la funzione caratteristica di A `e la funzione χA : X → {0, 1} definita da 􏰈1 sexA, χA(x)= 0 sex/A. Possiamo definire due funzioni, f:P(X)→2X eg:2X →P(X)nelmodoseguente: per AP(X)siponef(A)=χA;perφ2X sipone g(φ)={xX :φ(x)=1}. Teorema 11. Per ogni insieme X si ha |P(X)| = |2X|. Dimostrazione. Proveremo che g ◦ f e f ◦ g sono funzioni identit`a. Sia A P(X); dobbiamo calcolare g(f(A)) = g(χA): abbiamo g(χA)={xX :χA(x)=1}=A, per definizione di χA. Sia φ 2X; dobbiamo calcolare f(g(φ)). Poniamo B = g(φ) = {x X : φ(x) = 1}. Occorreverificarecheφ=χB. SiaxX;seφ(x)=1,alloraxBequindiχB(x)=1; se φ(x) = 0, allora x / B e quindi χB(x) = 0. Non essendoci altri casi, concludiamo che φ = χB. Ora, siccome per ogni A P(X) si ha A = g(f(A)), g `e suriettiva e f `e iniettiva. Analogamente, per φ 2X, φ = f(g(φ)) e dunque f `e suriettiva e g `e iniettiva. 􏰃  8 INSIEMI INFINITI 6. La cardinalit`a dell’insieme dei numeri reali Con il teorema di Cantor a disposizione, si pu`o affrontare il problema di determinare la cardinalit`a dei numeri reali. Intanto dimostriamo un risultato preliminare; consideriamo l’intervallo aperto I={xR:0<x<1} e dimostriamo che |I| = |R|. Consideriamo la funzione f : R → R, √ 2  1+x−1 f(x) = x 0 Un facile studio di funzione mostra che f `e iniettiva e che Im(f) = I. Allo stesso risultato si arriva considerando la funzione g(x) = π2 arctan x. La considerazione di I ci permetter`a di semplificare i ragionamenti. Sappiamo che ogni numero reale in I si pu`o scrivere come allineamento decimale: 21 = 0,500000000000 . . . 31 = 0,333333333333 . . . √71 = 0,142857142857 . . . 22 = 0,707106781187 . . . π4 =0,785398163397... dove i puntini indicano altre cifre decimali. Prevedibili in base a uno schema periodico nei primi tre casi, non prevedibili negli ultimi due che sono numeri irrazionali. Il numero dieci non ha nulla di particolare. Si pu`o allo stesso modo sviluppare un nu- mero reale come allineamento binario. Gli stessi numeri, scritti a destra dell’uguale come allineamenti binari, sono: 21 = 0,100000000000000000000000000 . . . 13 = 0,010101010101010101010101010 17 = 0,001001001001001001001001001 √ 22 = 0,101101010000010011110011001 . . . π4 =0,110010010000111111011010101... e le cifre si ripetono ancora periodicamente nei primi tre casi. In generale un numero r I si scrive come r = 0,a0a1a2 ..., dove ai = 0 oppure ai = 1; in modo unico, se escludiamo tutte le successioni che, da un certo momento in poi, valgono 1. Questo `e analogo ai numeri di periodo 9 nel caso decimale. Dunque abbiamo in modo naturale una funzione f : I → 2N: f(r) `e la funzione φ: N → {0, 1} definita da φ(n) = an dove a0, a1, · · · sono le cifre di r nello sviluppo binario di r. La funzione f `e totale e iniettiva, quindi concludiamo che |I| ≤ |2N|. se x̸=0,  se x = 0.  7. IL PARADISO DI CANTOR 9 Vogliamo ora definire una funzione g: 2N → I. Prendiamo φ 2N; la tentazione sarebbe di definire g(φ) come quel numero reale il cui sviluppo binario `e 0,φ(0) φ(1) φ(2) . . . ma questo non funziona, perch ́e, se per esempio la funzione φ `e la costante 1, il numero 0,111111 . . . `e 1 / I. Se anche escludessimo questa funzione, avremmo il problema del “periodo 1”. Dunque agiamo in un altro modo. Alla funzione φ associamo il numero reale il cui sviluppo binario `e g(φ) = 0,0 φ(0) 0 φ(1) 0 φ(2) ... cio`e intercaliamo uno zero fra ogni termine. E` chiaro che, se φ ̸= ψ, allora g(φ) ̸= g(ψ), dunque g `e iniettiva e totale. Teorema 12 (Cantor). |R| = |P (N)|. Dimostrazione. Abbiamo gi`a a disposizione le funzioni f: I → 2N e g: 2N → I, entrambe iniettive. In particolare, |I| ≤ |2N e |2N| ≤ |I|; per il teorema di Cantor-Schr ̈oder-Bernstein, |I| = |2N|. Sappiamo poi che |I| = |R| e che |2N| = |P(N)|. Dunque |R| = |I| = |2N| = |P(N)|, come voluto. Occorre commentare questo risultato. Per dimostrarlo abbiamo usato il teorema di Cantor-Schr ̈oder-Bernstein, quindi non abbiamo potuto scrivere esplicitamente una biietti- vit`a di R su P (N). Ma non `e questo il punto piu` importante. La conseguenza piu` rilevante del teorema `e che non `e possibile descrivere ogni numero reale, perch ́e, come vedremo in seguito, i numeri reali che possono essere espressi con una formula sono un insieme numerabile. 7. Il paradiso di Cantor Un’altra applicazione del teorema di Cantor porta alla costruzione del cosiddetto “paradi- so di Cantor”. Questa espressione vuole indicare l’esistenza di una successione di cardinalit`a infinite ciascuna strettamente maggiore della precedente. Allo scopo basta iterare il passaggio all’insieme dei sottinsiemi, per esempio a partire dall’insieme dei numeri naturali, per ottene- re una successione di insiemi la cui cardinalit`a, per il teorema di Cantor, continua a crescere strettamente: |N| < |P(N)| < |P(P(N))| < |P(P(P(N)))| < ··· < |P(...P(P(P(N))))...)| < ··· Si potrebbe ancora andare avanti; definiamo, per induzione, P0(X) = X, Pn+1(X) = P(Pn(X)). Allora possiamo considerare l’insieme Y1 = 􏰊 Pn(N), nN e si pu`o dimostrare che |Pn(N)| < |Y1|, per ogni n N. Dunque abbiamo trovato una cardinalit`a ancora maggiore di tutte quelle trovate in precedenza e il gioco pu`o continuare: consideriamo Y2 = 􏰊 Pn(Y1) nN e ancora |Pn(Y1)| < |Y2|. E cos`ı via, costruendo una gerarchia infinita di cardinalit`a sempre maggiori. Oltre a interrogarci sul prolungarsi della successione delle cardinalit`a infinite sempre mag- giori, `e del tutto naturale domandarsi se tra |N| e |P (N)| c’`e o no una cardinalit`a strettamente compresa tra le due. Piu` in generale, ci si pu`o chiedere se, dato un insieme infinito X, esiste un insieme Y tale che |X| < |Y | < |P(X)|. 􏰃  10 INSIEMI INFINITI Cantor ipotizz`o che non ci siano insiemi Z tali che |N| < |Z| < |P(N)|, e questa ipotesi ha preso il nome di ipotesi del continuo. Non `e questo il luogo dove discutere questa questione, risolta brillantemente da P. J. Cohen nel 1963: l’ipotesi del continuo `e indecidibile rispetto agli assiomi della teoria degli insiemi, nel senso che `e altrettanto coerente prenderla come vera che prenderla come falsa. Non si tratta di argomenti semplici, tanto che per i suoi studi Cohen fu insignito della Fields Medal che, per i matematici, `e l’analogo del Premio Nobel. Esercizi Si ricordi che kN indica l’insieme dei numeri naturali multipli di k, N≥k l’insieme dei numeri naturali maggiori o uguali a k, e N>k l’insieme dei numeri naturali strettamente maggiori di k. Esercizio 1. Si dica, motivando la risposta, se gli insiemi 3N {2, 5} e 2N \ {10, 8} hanno la stessa cardinalit`a. Esercizio 2. Si costruisca una funzione biiettiva tra gli insiemi 4N { 32 , 7, √2} e N>9 . Esercizio 3. Si dimostri che per ogni insieme finito X, se f : X → X `e totale e iniettiva, allora `e biiettiva. Si dia un esempio di un insieme infinito in cui l’analoga propriet`a non sussiste. Esercizio 4. Si dimostri che per ogni insieme finito X, se f : X → X `e totale e suriettiva, allora `e biiettiva. Si dia un esempio di un insieme infinito in cui l’analoga propriet`a non sussiste. Esercizio 5. Si costruisca una funzione biiettiva tra gli insiemi Z { 32 , √3 2} e 3N. Esercizio 6. Si dica, motivando la risposta, se gli insiemi (5N \ {5, 15}) {√3, 25 } e 2N {11, 17} hanno la stessa cardinalit`a. Esercizio 7. Si dica, motivando la risposta, se gli insiemi N≥50 5N e 3N ∩ 2N hanno la stessa cardinalit`a. Esercizio 8. Sia A un insieme numerabile e sia a / A. Si costruisca una biiezione tra gli insiemi A e A {a}. Esercizio 9. Sia A un insieme numerabile e sia a A. Si costruisca una biiezione tra gli insiemi A e A \ {a}. Esercizio 10. Sia Π l’insieme dei numeri reali irrazionali. L’insieme Π `e numerabile? Esercizio 11. L’insieme di tutte le funzioni da Q all’insieme {0, 1, 2, 3} `e numerabile? Esercizio 12. Sia P = {I | I N e I `e un insieme finito} l’insieme delle parti finite di N. Qual `e la cardinalit`a di P ? Esercizio 13. Si dica, motivando la risposta, se l’insieme P(3N) `e numerabile. Carlo Cellucci. Keywords: il paradiso, Peano, logico filosofico, philosophical logic, logica filosofica, il paradiso di Peano, la rinascita della logica in italia, storia della logica in italia, formalismo, platonismo, teoria dell’adequazione, calcolo di predicato di primo ordine, regole d’inferenza, spiegazione matematica, logica antica, la logica nella storia antica, connetivo, connetivo russelliano, connetivo intuizionista, prova, dimostrazione, Aristotele e la mente, il nous, l’anima. Concetto di nomero, definizione splicita, implicita, gradual del numero, peano, frege, logica della scoperta, revivirla? il paradiso di Rota, il paradiso di Cantor, parmenide, non-contradizzione, il significato, il problema de significato, il problema del significato in Hintikka, Grice divergenza connetivo logico e connetivo nella lingua volgare (‘non,’ ‘e,’ ‘o,’ ‘si,’ ‘ogni’, ‘alcuno (al meno uno)’, ‘il,’.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Cellucci” – The Swimming-Pool Library. Cellucci

 

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