Grice e Ceruti: l’implicatura
conversazionale di Niso -- ovvero, dell’altruismo – scuola di Cremona –
filosofia cremonese – filosofia lombarda -- filosofia italiana – Luigi Speranza
(Cremona).
Filosofo cremonese. Filosofo lombardo. Filosofo
italiano. Cremona, Lombardia. Grice: “Ceruti is a good one – he has
philosophised on solidarity – and previously on altruism – these are VERY
different concepts, as he notes – but also on ‘vinculum,’ a nice Latin word for
what I’m into! – “A Griceian at heart!” --
Grice: “Only one T!”. Tra i filosofi protagonisti
dell'elaborazione del pensiero complesso, è uno dei pionieri della ricerca
contemporanea inter- e trans-disciplinare sui sistemi complessi. La sua
filosofia si produce all'intersezione di una pluralità di domini di ricerca:
epistemologia (filosofia e storia della scienza, storia delle idee, noologia…),
scienze della natura (fisica, biologia, cosmologia…), scienze dell'uomo
(antropologia, sociologia, psicologia, storia…), scienze dell'organizzazione e
del management. Si laurea in filosofia della scienza con Geymonat con “L'epistemologia
genetica di Piaget” nella quale, attraverso l'analisi dell'epistemologia viene
posto il problema del ruolo della biologia e delle scienze del vivente, nelle
varie articolazioni disciplinari, come decisiva interfaccia fra le scienze
fisico-chimiche e le scienze umane, in grado di favorire processi di
circolazione concettuale e di traduzione reciproca fra vari e multiformi campi
del sapere. Nei suoi studi ha affrontato le questioni del significato filosofico
ed epistemologico delle maggiori rivoluzioni scientifiche del ventesimo secolo
(teoria dei quanti, relatività, teoria dei sistemi, biologia molecolare)
focalizzando le sue ricerche sui temi del cambiamento stilistico e delle
relazioni fra stile e contenuto nella storia delle idee, nonché dello statuto
conoscitivo dei risultati innovativi connessi alle rivoluzioni scientifiche.
Una sintesi di queste ricerche è contenuta nell'opera Disordine e costruzione.
Un'interpretazione epistemologica di Piaget. Assunto da Ginevra, presso la
Facoltà di Psicologia e scienze dell'educazione fondata da Piaget, in qualità
di assistant, svolgendo ricerche nel gruppo di lavoro coordinato da Munari. In
questo periodo approfondisce le relazioni che connettono l'opera di Piaget a
vari modelli e approcci del contesto scientifico a lui contemporaneo: alla
termodinamica di non equilibrio di Prigogine, alle ricerche sul concetto e sui
processi di auto-organizzazione e autopoiesi, all'embriologia di Waddington, ai
nascenti dibattiti sul significato delle ricerche della biologia molecolare. Il
tema chiave di queste convergenze disciplinari è la possibile delineazione di
modelli generali del cambiamento, nonché del ruolo della discontinuità in
questi modelli. L'approfondimento dei singoli filoni disciplinari gli consente
di interrogarsi più estensivamente sul significato profondo e complessivo dei
cambiamenti paradigmatici delle scienze alla fine del ventesimo secolo: dalla
convergenza di varie discipline emerge la prospettiva di una scienza nuova,
caratterizzata da precise assunzioni relativamente alla natura del cambiamento,
alla relazione fra soggetto e mondo, al ruolo del tempo, della storia e della
narrazione negli approcci scientifici. La nozione di complessità costituisce un'utile
maniera sintetica di rapportarsi con tali assunzioni. Per ricostruire queste
novità del contesto scientifico, imposta un programma di ricerca attorno al
tema della epistemologia della complessità, parte integrante del quale è stata
a partire l'organizzazione di convegni internazionali e di seminari, e la
pubblicazione del volume La sfida della complessità. Ricercatore associato
presso il Centre d'Etudes Transdisciplinaires, Sociolgie, Anthropologie,
Politique diretto da Morin, centro di ricerca associato al CNRS e all’Ecole des
Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, presso il quale dirige l'unità di
ricerca di filosofia della scienza. In quegli anni approfondisce le
problematiche dell'epistemologia genetica e della cibernetica, pubblicando Il vincolo
e la possibilità e La danza che crea. Svolge inoltre ricerche sul ruolo giocato
dalle scienze evolutive e dalla teoria dell'evoluzione di tradizione darwiniana
nel più generale mutamento di prospettiva delle valenze cognitive e stilistiche
del contesto scientifico, focalizzandosi sulle conseguenze epistemologiche e
filosofiche dei modelli di cambiamento e delle relazioni fra continuità e
discontinuità conseguenti alla teoria degli equilibri punteggiati di Gould e Eldredge,
ai dibattiti sulle estinzioni di massa e sulle testimonianze paleontologiche,
alle nuove forme di collaborazione fra evoluzionismo e genetica, alle relazioni
fra approcci storici e approcci nomotetici nelle scienze del vivente. Ne deriva
una serie di ricerche compendiate nel volume Origini di storie, in cui il tema
del cambiamento discontinuo, e i connessi temi dell'evento, della contingenza e
della sensibilità alle condizioni iniziali, vengono discussi all'interno di un
ampio spettro disciplinare, che connette bio G. Bocchi, 1993), in cui il tema
del cambiamento discontinuo, e i connessi temi dell'evento, della contingenza e
della sensibilità alle condizioni iniziali, vengono discussi all'interno
di un ampio spettro disciplinare, che connette bioogia evolutiva, cosmologia,
fisica del caos, antropologia e storia delle idee. Gli interrogativi sul modo
in cui dallo studio del radicamento naturale delle società umane possano
scaturire nuovi strumenti di comprensione dei fenomeni sociali e culturali
della nostra specie lo portano a entrare in contatto con le ricerche condotte
in questi stessi anni dal Santa Fe Institute, volte all'individuazione di leggi
generali della complessità e di modelli generali sul comportamento dei sistemi
complessi. Una nuova linea di ricerca di filosofia della scienza, che
approfondisce a partire dalla metà degli anni novanta, è lo studio dei modelli
di cambiamento dell'evoluzione umana, in relazione alla teoria degli equilibri
punteggiati, alla visione discontinuista della storia naturale, alle dinamiche
ecologiche e ambientali. Una seconda linea di ricerca epistemologica,
strettamente interrelata alla prima, è lo studio dell'importanza delle analisi
genetiche per la ricostruzione dell'evoluzione e della storia umane, sia dei
tempi lunghi della storia delle varie specie ominidi sia dei tempi medi della
storia della nostra specie Homo sapiens. A partire da Solidarietà o barbarie.
L'Europa delle diversità contro la pulizia etnica, imposta una serie di
seminari e di ricerche di filosofia delle scienze biologiche, evoluzionistiche
e storiche sul tema dei confini e sulle identità nazionali e culturali. Nel far
ciò approfondisce una concezione evolutiva di tali identità, consonante con la
prospettiva epistemologica costruttivistica, e convergente con i presupposti
epistemologici, costruttivisti e antiessenzialisti propri della tradizione
evoluzionistica darwiniana. In queste ricerche, viene affrontata anche la
questione del significato della rivoluzione darwiniana nell'intera storia della
tradizione scientifica occidentale. Un ulteriore studio dedicato a tali
problematiche è il volume Educazione e globalizzazione, che traccia un bilancio
epistemologico degli intrecci disciplinari fra storia, geografia, antropologia,
scienze evolutive e naturali per comprendere il ruolo della diversità culturale
nella storia della specie umana e le radici profonde degli attuali processi di
globalizzazione. Insegna a Palermo, di Milano Bicocca, di Bergamo e a Milano,
dove attualmente insegna e ricopre la carica di direttore del Dipartimento di
Studi umanistici. Presidente della Società Italiana di Logica e Filosofia delle
Scienze. Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università
degli studi di Milano Bicocca. Preside della Facoltà di Scienze della Formazione
dell'Bergamo. Direttore del Centro di Ricerca sull'Antropologia e l'Epistemologia
della Complessità che comprendeva la Scuola di dottorato in Antropologia ed
Epistemologia della Complessità a Bergamo. Principali tematiche presenti
negli studi di Ceruti: Antropologia Bioetica costruttivismo (filosofia);
Epistemologia; Epistemologia della complessità; Epistemologia genetica;
Evoluzionismo; Globalizzazione; Scienze cognitive; Scienze della formazione; Teoria
dei sistemi. Membro della Commissione Nazionale di Bioetica della Presidenza
del Consiglio dei ministri. Nominato, dal Ministro della Pubblica Istruzione
Giuseppe Fioroni, Presidente della Commissione incaricata di scrivere le nuove
Indicazione per il Curricolo per la Scuola dell'Infanzia e per il Primo Ciclo
di Istruzione. Partecipa alla fase di fondazione del Partito Democratico,
venendo eletto all'Assemblea costituente del partito e assumendo l'incarico di
relatore della Commissione incaricata di redigerne il Manifesto dei
Valori. Alle elezioni politiche italiane della XVI Legislatura eletto al
Senato della Repubblica nelle liste del Partito Democratico. È stato membro
della Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali), della
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi
radiotelevisivi e della Commissione parlamentare per l'infanzia e
l'adolescenza. Non si è ripresentato alle elezioni della XVII
legislatura. Altre opere: “Il tempo della complessità” (Cortina, Milano);
“La fine dell'onniscienza” (Studium, Roma); “La nostra Europa” (Raffaello Cortina
Editore, Milano); “Organizzare l'altruismo” (Laterza, Roma); “Una e molteplice:
ripensare l'Europa” (Tropea, Milano); “Il vincolo e la possibilità”
(Feltrinelli, Milano); “Origini di storie” (Feltrinelli, Milano); “La sfida
della complessità” (Feltrinelli, Milano); “Le due paci. Cristianesimo e morte
di Dio nel mondo globalizzato” (Raffaello Cortina Editore, Milano); “Educazione
e globalizzazione, Raffaello Cortina Editore, Milano); “Formare alla
complessità, Carocci, Roma); “Le origini della scrittura. Genealogie di
un'invenzione, Bruno Mondadori Editore, Milano); “Le radici prime dell'Europa:
gli intrecci genetici, linguistici, storici” (Bruno Mondadori Editore, Milano);
“Epistemologia e psicoterapia, Raffaello Cortina Editore, Milano); “Pensare la
diversità. Per un'educazione alla complessità umana, Meltemi, Roma); Evoluzione
senza fondamenti” (Laterza, Roma-Bari); “Solidarietà o barbarie: l’Europa delle
diversità contro la pulizia etnica” (Raffaello Cortina Editore, Milano,
Prefazione di Edgar Morin, Il caso e la libertà, Laterza, Roma-Bari); Evoluzione
e conoscenza, Lubrina, Bergamo); “L'Europa nell'era planetaria” (Sperling &
Kupfer, Milano); “Turbare il futuro: un nuovo inizio per la civiltà planetaria”
(Moretti & Vitali, Bergamo); “Che cos'è la conoscenza, Roma-Bari); “La
danza che crea. Evoluzione e cognizione nell'epistemologia genetica,
Feltrinelli, Milano, Prefazione di Francisco Varela, Lazlo E., Physis: abitare
la terra, Feltrinelli, Milano); Dopo Piaget. Aspetti teorici e prospettive per
l'educazione, Edizioni Lavoro, Roma); Modi di pensare postdarwiniani: saggio
sul pluralismo evolutivo” (Dedalo, Bari); L'altro Piaget. Strategie delle
genesi, Emme Edizioni, Milano Bocchi C. M. Disordine e costruzione.
Un'interpretazione epistemologica dell'opera di Jean Piaget, Feltrinelli,
Milano. Direttore delle riviste scientifiche: La Casa di Dedalo (Casa
Editrice Maccari, Parma); Oikos (Pierluigi Lubrina Editore, Bergamo); Pluriverso
(Rcs, Milano). mauroceruti. Pagina nel sito del Senato, su senato. Ministero
della Pubblica Istruzione, Nuove Indicazioni Nazionali per il Curricolo, su
pubblica.istruzione. Presidenza del Consiglio dei ministri, Comitato Nazionale
di Bioetica, su governo. Rome’s national epic displays a tendency to treat sex
and love. The pair of Trojan warriors Nisus and Euryalus are cast in the roles
of erastes and eromenos. Virgil’s narrative of the two valorous young Trojans
has, of course, various thematic functions and will have resonated in various
ways for a roman readiership. Here I focus on only one aspect of the narrative,
namely the eroticization of their relationship, in he interests of esplong wha
this text might suggest about the pre-conceptions of its Roman readership. See
Makowski for an overview of ancient and modern views of the pair, along with
arguments for describing them as erastes and eromenos on the Greek model
(Makowski finds particular parallels with Plato’s Symposium). For literary
discussions of Nisus and Euryalus that take as their starting point the erotic
nature of their relationship see Gordon Williams, pp. 205-7, 226-31, Lyne, pp.
228-9, 235-6, and Hardie, 23-34). Bellincioni, ‘Eurrialo’ in Enciclopedia
Virgiliana (Roma), observing that Virgil has added tdhe motif of their
friendship to his Homeric models summarses thus: “L’AMORE CHE UNISCE EURIALO E
NISO E UN SENTIMENTO INTERMEDIO FRA L’AMCIZIA E LA PASSIONE … PUR NELLA
SUA PUREZZA, TENDE ALL’EROS. COMNQUE E PASSIONE CHE SI PONE FINE A SE STESSA E
NON SI SUBIRDINA A PRINCIPI MORALI, COME LA SLEALTA SPORTIVA DI NISO NEL 5o
CHIARAMENTE DIMOSTRA. Bellincione cites Colant,
‘Le’peisode de Niuses et Euryale ou le poeme de l’amitie, LEC, 19, 89-100. IThe pair of Trojan warriors Nisus and Euryalus are cast in the roles of
erastes and eromaneos. Virgil’s narrative of the two valourus young Trojans
has, of course, various thematic functions and will have resonated in various
ways of a Roman readership. Here I focus on only one aspect of the narrative,
namely the eroticiation of their relation Niso ed Eurialo are first introduced
in the funeral games in Book 5. ‘Nisus et Euryalus primi, Eurialus forma
insignis viridique iuventa, Nisus ammore pio pueri’ (Vir. Aen. 5. 2292-6). ‘First
came Nisus and Euryalus: Euryalus outstanding for his beauty and fresh
yourhfulness, Nisus for his deveted love for the boy’. During the ensuing
footrace, Nisus indulges ia a questionably bit of gallantry: starting off in
first place, he slips and falls in the blook of sacrificed heifers, then
deliberately trips the man who was in second place, in order the Euryalus may
come up from behind an win first place. Non tamen Euryali, non ille oblitus
amorum (Vir. Aen. 5. 334 -- ‘He was not forgetful of his love Euryalus, not he!
(The plural AMORES is ordinarily used of one’s sexual partner, one’s LOVE in
that sense 0- Liddell Scott ic. Virgil himself uses the word in the plural to
refer to a bull’s mate at Georgics 3 227. Indeed, Servius, ad Aen. 5 334,
writing in a different cultural climate, was worried by precisely thiat fact,
observing that OBLITUS AMORUM AMARE NEC SUPRA DICTIS CONGRUE: AIT ENIM AMORE
PIO PUERI, NUNC AMORUM, QUI PLURALITER NON NISI TURPITUDINEM SSIGNIFICANT.
Virgil’s phrase, OBLITUS AMORUM contradicts his earlier AMORE PIO PUERI because
AMORES in the plural ‘can only SIGNIFY SOMETHING DISGRACEFUL’ Whereas the
description of Nisus’s love for the boy as PIUS apparently precludes, for
Servius, PHYSICALITY. ‘ The two Trojans reappear in a celebrated episode from
Book 9, when they leave the camp at night in an effort to break through enemy
lines and reach Aeneas. They succeed in killing a number of Italian warriors,
ut eventually are themselves both killed. Euryalus first and then his
companion, who, after being morally wounded, flings himself upon Euryalus’s
body. The episode beings with this description of the pair. Nisus erat portae
custos, acerrimus armis, Hyrtacides, comitem Aenea quem miserat Ida venatrix
iaculo celerem levibusque sagittis; et iuxta comes Euryalus, quo pulchrior
alter non fuit Aenaedum Troiana neque induit arma, ora puer prima signans
intonsa iuventa. His amor unus erat pariterque in bella ruebant. Vir. Aen.
9 176-82. Nisus, sonof Hyrtacus was the guard of the gate, a
most fierce warrior, swift with the javeling and with nimble arrows, sent by
Ida the huntress to accompany Aeneas. And next to him was his companion
Euryalus. None of Aeneas’s followers, none who had shouldered Trojan weapons,
was more beautiful: a boy at the beginning of youth, displaying a face
unshaven. These two shared one love, and rushed into the fightin side by side.
Virgil’s wording is decorous but the emphaisis on Euryalus’s youthful beauty
and particularly the absence of a beard on his fresh young face, as well as the
comment that the THWO SHARED ONE LOVE and fought side by side – imagery that is
repeated from the scene in Book 5 and is continued throughout the episode in
Book 9 – is noteworth For Euryalus’s
youth, cf. 217, 276 (puer) and especially the evocation of his beauty even in
death (433-7, language which recalls the erotic imagiery of CATULLUS and Sappho
– Lyne, pp. 229. For their INSEPARABILITY, cf. 203: TECUM TALIA GESSI and 244-5
(VIDIMUS … VENATU ADSIDUO. Note: NEVE HAEC NOSTRIS SPECTENTUSR AB ANNIS QUAE
FERIMUS, 235-6, CONSPEXIMUS. 237. how Nisus gallantly presents his plan to the
assembled troops NOT AS HIS OWN Bt as his AND EURYALUS’S (235-6: Likewise the question that Nisus asks Euryalus
when he first proposes the plan t o him has suggestive resonances: DINE HUNC
ARDOREM MENTIBUS ADDUNT EURYALE, AN SUA CUIQUE DEUS FIT DIRA CUPIDO? Aen 9
184-5. Cf. Makowsky, p. 8 and Hardie, p. 109. For the phrase DIRA CUPIDO,
compare DIRA LIBIDO at Lucretius (De natura rerum, 4. 1046, concerning men’s
desire TO EJACULATE and muta cupido at 4. 1057. Euryyalus, is it the gods who
put this yearning (ardor) into our minds, or does each person’s grim desire
(dira cupido) become a god for him?” In addition to its ostensible subject (a
desire to achieve a military eploit), Nisus’s language of yearning and desire
could also evoke the dynamis of an erotic relationship. So too the poet’s
depiction of Nisus’s reaction to seeing his young companion captured by the
enemy is notable for its emotional urgency and its portrayal of Nisus’s
intensely protective for for the youth. Tum vero
exterritus, amens, conclamat Nisus nec se celare tenebris amplius aut tantum
potuit perferre dolorem. Me, me, adsun qui feci, in me convertite ferrum, o
Rutuli, mean fraus omnis, nihil iste nec ausus nect potuit, caelum hoc et
conscia sidera testor, tantum infeliciem nimium dilet amicum (Vir. Aen 9 424-30. Then, terrified out of his mind, unable to hid himself any
longer in the shadows or to endure such great pain, Nisus shouts out: “ME! I am
the one who did it! Turn your weapons to me, Rutulians! The deceit was entirely
mine, HE was not so bold as to do it; he could not have done it. I swear by the
sky above and the stars who know: the only thing he did was to love his
unahappy friend too much. There is, in short, good reason to believe that
Virgil’s Nisus and Euryalus, whose relationship is described in the circumspect
terms befitting epic poetry, would have been UNDERSTOOD by his Roma readers as
sharing a SEXUAL bond, much like the soldiers in the so-called SACRED BAND of
Thebes constituted of erastai and their eromenoi in fourth-century B. C. Greece
(Note also that (meme … figis?) seems to
echo Dido’s words to Aeneas (mene
fugis?. So too Makowski p. 9-10 and 9.390-3 )Euryale infelix, qua te regione
reliqui? Quave sequar? Rurus perplexum iter omne revolves fallacis sylvae simul
et VESTIGIA RETRO observata legit dumisque silentisu errat) might recall the
scene were Aeneas loses Creusa a t the end of Book 2. Haride p. 26) points to
parallels with the story of Orpheus and Euryide in the Georgics, as well as as
to that of Aeneas and Crusa in Aeneid 2. For the Sacred Band of Thebes, see
Plut, Amat. Pelop, Athen., and the probable allusion at Pl. Smp. When Nisus,
mortally wounded, flings himself upon his companion’s lifeless body to join him
in death, the narrator breaks forth into a celebrated eulogy. Tum super
exanimum sese proiecit amicum confossus, placidaque ibi demum morte quievit. Fortuanati
ambo! Si quid mean carmina possunt, nulla dies umquam memori vos eximet aevo,
dun domus Aeneae Capitoli immobile saxum accolet imperiumque pater Romanus
habebit. (Vir. Æn.). Then he hurdled himself, pierced through
and through, upon his lifeless friend, and there at last rested in a peaceful
death. Blessed pair! If my poetry has any power, no day shall ever remove you
from the remembering ages, as long as he house of Aenea dwells upon the
immovable rok of the Capitol, as thlong as the Roman father holds sway. The
praise of the two loving warriors joined in death ould hardly be more stirring –
cf. Wiliams, Lyne, for their elegiac union of LOVERS IN DEATH he adduces Pr0. – AMBOS UNA FIDES AUFERET, UNA DIES, and
Tibull. as parallels. op. 2.2, and the language coulnt NOT BE MORE ROMAN. And
Virgil’s words obviously made an impression among those who wished to EXPRESS
FEELINGS OF INTIMACY AND DEVOTION IN PUBLIC CONTEXTS, for we find his language
echoied in funerary instricptions for a husband and his wife as well as for a
woman praised by her male friend. The inscription on a joint tomb of a
grandmother and gradauther explicitly likens them to Nisus and Euryalus. CLE
1142 = CIL, husband and wife: FORTUNATI AMBO – SI QUA EST, EA GLORIA MORTIS QUO
IUNGIT TUMULUS, IUNXERAT UT THALAMAS; CLE = CIL: a woman praised by her male
friend: UNUS AMOR MANSIT PAR QUOQUE VIDA FIDELIS. Cf. Aen. HIS AMOR UNUS ERAT
PARITERQUE IN BELLA RUEBANT. CLE granddaumother and granddaughter: SIC LUMINE
VERO, TUNC IACUERE SIMUL NISUS ET EURIALUS. So too Senece quotes the lines as an
illustration of the fact that great writers can immortalize people who
otherwise would have no fame: just as Cicero did for Atticus, Epicurus for
Idomeneus, and Seneca himself can do for Lucilius (an immodest claim but one
that was ultltimately borne out), so ‘our Virgil promised and gave and
everlasting memory to the two,’ whom he does not even bother to name, so
renowned had the poet’s words evidently become (Senc. Epist. VERGILIUS
NOSTER DUOBUS MEMORIAM AETERNAM PROMISIT ET PRAESTAT; FORUTATI AMBO SI QUI MEA
CARIMA POSSUNT. It is revealing that sometimes Porous boundary in
Roman tets between wwhat we might call friendship and eroticism among males –
and overlaps I hope to discuss in another context – that Ovid citest Nisus and
Euryalus as the ULTIMATE EMBODIMENT OF MALE FRIENDSHIP, putting them in the
company of THESEUS AND PIRITUOUS, ORESTES AND PYLADES ACHILESS AND PATROCLUS,
Tristia, but the relationship between ACHILEES AND PATROCLUS, at least, was
openly described as including a sexual element by classical Greek writers, and
with characteristic cluntness by Martial, wh cjites the pair as an illustration
of the special pleasures of anal intercourse. The relationships between Cydon
and CClytius, Cycnus and Phaethon, and Juupiter and Ganymede (on Eneas’s
shield) all demonstrate that pedersastic relationships enjoy a comfortable
presence in the world of the Aeneid. Niusus and Euryalus are thus HARDLY ALONE.
Some scholars have even detected an EROTIC ELEMNET in Virgil’s depiction of the
relationship between Aeneas and Evander’s son Pallas. See e. g. Gillis, Putnam,
and Moorton. Erasmo and Lloyd have independently described erotic elements in
the relationship between the young Evander and Anchises, a relationship that,
they argue, is then replicated in the next generation, with Pallas and Aeneas. But their relationship is more complex than
the rather straightforward attraction of Cydon for beautiful boys, of Cycnus
for the well-born young Phaethon, and even of Jupiter for Ganymede. For while
those couples conform unproblematically to the Greek pedrerastic model (one
partner is older and dominant, the other young and sub-ordinate), Nisus and
Eurialus only do so AT FIRST GLANCE. AS the poem progresses they are
transformed from a Hellenic coupling of Erastes and eromanos into a pair of
ROMAN MEN (VIRI). The valosiging distinctions inherent in the pederstaist
paradigm seem to fade with the Roman’s poet remark that the rwo rushed into war
side by side (PARITER – PARITERQUE IN BELLA RUEBANT Vir Æn.), and they
certainly DISAPPEAR when the old man Aletes, praising them from their bold
plan, addresses the TWO as VIRI (QUAE DIGNA, VIRI, PRO LAUDIBUS ISTIS, PRAEMIA
POSSE REAR SOLVI, whe an enemy leader
who catches a glimpse of them shoults out, “Halt, men!” (STATE VIRI, 376), and
most poignantly, when the sight of the two “MEN’S” severed heads pierced on
enemy spears stuns the Trojan soldiers. SIMUL ORA VIRUM
PRAEFIXA MOVEBANT NOTA NIMIS MISERIS ATROQUE FLUENTIA TABO. In other words, although Euryalus is the junior partner in this
relationship, not yet endowed with a full beard and capable of being labeled
the PUER, his actions prove him to be, in the end, as much of a VIR, as
capalble of displaying VIRTUS – as his older lover Nisus. There is a further
complication in our interpretation of the pair, and indeed all the pederstastic
relationships in the Aeneid. Virgil’s epic is of course set in the MYTHIC PAST
and cannot be taken as direct evidence for the cultural setting of Virgil’s own
day. Moreover, the poem is suffused with the influence of Greek poetry. Thus,
one might argue that the rather elevated status of pedersastic relationships in
the Aeneid is a SIGN merely of the DISTANCES both cultural and temporal between
Virgil’s contemporaries and the character s of his epic. Yet, while the
influence of Homer is especially strong in these passages of battle poetry
(Virgil’s passing reference to Cydon’s erotic adventures echoes the Homeric
technique of citing some touching details about a warrior’s past even as he is
introduced to the reader and summarily killed off), is is a much-discussed fact
that there are no UNAMIBUOUS, diret references in the Homeric epics to
pedersastic relationships on the classical model. The relationship between
ACHILLES AND PATROCLUS was understood by later Greek writers to have a seual
component see e. g. Aesch. F.r. Nauck – from the Myrmidons), Pl. Symp.,
Aeschin., Lyne, crediting Griffin, adds Bion Gow. But the test of the Iliad
itself, while certainly suggesting a passionate and deeply intense bond between
the two, does not represent them in terms of the classical pederastic model.
See further, Clarke, Achiles and Patroclus in Love, Hermes, Sergent, and
Halperin.VIRGILIO (si veda) might thus be said to out-Greek Homer in his
description of Cydon. G. Knauer, Die Aeneis und Homer, Gottingen, cites no
Homeric parallel for these lines. And yet the pederastic relationships in the
Aeneid occur NOT AMONG GREEKS but rather among TROJANS AND ITALIANS, two
peoples who are strictly distinguished din the epic from the Greeks, and
who,more importantly, together constitute the PROGENTIROS of the roman race.
Cf. Turnus’s rhetoric based on sharp distinctions among the Trojans, Greeks,
ndnd Italians, and the weighty dialogue between Jupiter and June, where it is
agreed that Trojans and Italians will become ONE RACE. Virgil’s readers found
pederstastic relationships ina n epic on their people’s orgins, and temporal
gap or no, this would have been unthinkable in a cultural context in which
same-se relationships were universally condemned or deeply problematized. But is
it still not the case that, since Nisus and Euryalus are freeborn Trojans,
Virus, and perhaps also Aeneas and Pallas. Significalntly, though, the arua of
a male-female relationship in the Aeneid, namely the doomed love affair of
Aeneas with the would-be univira Dido. In other words, while a MALE-MALE
relationship that corresponds to what would among among Romans of Virgin’s own
day be considered stuprum is capable of being heroized in the epic, a
male-female relationhship that th etet implicitly marks as a kind of stuprum is
not. This tywo types of relationships in the brates, even glamorizes, a
relationship that in his own day would be labeled as instance sos stuprum? Here
the gap between Virgil’s time and the mythis past of his poem has significance.
While, due toe o their freeborn status, analogues of to Nisus and Euryalus in
Virgil’s OWN DAY could not have found their relationship SO OPENLY CELEBRATED,
they did find HEROISED ANCESTORS IN NISUS AND EURYALUS, Cydon, and Clutis. And
perhaps also Aeneas and Pallas. Significantly, though, the aura of the mythic
past does not extend so far as to conceal the moral problematization of a
male-female relationship in the Aeneid, namely the doomed love affair of Aeneas
with the would-be univiria Dido. In other words, while a male-male relationship
that corresponds to what would among Romans of Virgil’s own day be considered
stuprum is capable of being heroized in thee pic, a male-female relationship
that the tect implicitly marks as a kind of stuprum is not. The issue is
complex. Dido is of course neither Roman nor Trojan, and thus at first glance
Aeneas’s relationship with her does not constitute stuprum. But since Dido’s
experiences are, in important ways, seen though a Roman filtre, above all, the
commitment to her first husband that makes her a prototypical univira, her
involvement with Aneas (aculpa 4 19, 172, constitutes an offense within the
moral framework poposed by the text in a way that the relationship between
Nisus and Euryalus does ot. This distintion revelas something about the
relative degrees of problematization of the two types of relationships in the
cultural environment of Virgl’s readership. ‘Blessed pair! If my poetry has any
power no day shall ever remove you from the remembering ages, as lon as the
house of Aeneas dwells upon the immommovable rock of the Capitol, as long as
the Romans father holds sway.’ One can hardly imagine such grandiose prise of
an adulterous couple ina Roman epic!” Mauro Ceruti. Keywords: Niso ed
Eurialo; ovvero, dell’altruismo, dal semplice al complesso, complesso
proposizionale, discover the simple elements, philosophy as deconstructing the
complex, solidarity, altruism, solideratieta, altruismo, sistema complesso,
sistema semplice, etimologia di ‘complesso’. Filosofia della solidarieta,
solidarieta: il semplice della solidarieta, il semplice dell’altruismo, Butler,
amore proprio, amore improprio, altruismo, egoismo, self-love, other-love,
benevolence, organizzare l’altruismo, abitare la complessita, multiple e
diverso, unico e multiple. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ceruti” – The
Swimming-Pool Library.
Grice e Cerutti: l’implicatura
conversazionale del leviatano – organicismo politico – il corpo politico nella
costituzione italiana – scuola di Genova – filosofia genovese – filosofia ligure
-- filosofia italiana – Luigi Speranza (Genova). Filosofo
genovese. Filosofo ligure. Filosofo italiano. Geova, Liguria. Grice: “Cerutti
is into politics, like Hobbes, and it’s not surprising he philosophised on ‘il
leviatano,’ as the Italians call it – and represent as a tortoise ridden by
Jacob --,” -- “La globalizzazione dei diritti umani dovrebbe avere il suo
culmine con il riconoscimento del diritto che ha il Genere Umano alla
sopravvivenza» Insegna a Firenze. La sua
filosofia verte principalmente sul marxismo occidentale e la "teoria
critica" propria della Scuola di Francoforte da cui, tra l'altro proviene.
Lavora sulla filosofia politica delle relazioni internazionali ed affari
globali, seguendo due diverse tematiche: la teoria delle sfide globali (armi
nucleari e riscaldamento globale), e la questione dell'identità “politica” (non
sociale o culturale) degli europei in relazione con la legittimazione
dell'unione europea. Da ricordare la sua amicizia con Bobbio del quale Cerutti
stesso si ritiene allievo. Altre opere: “Storia e coscienza di classe”
(Milano); “Totalità, bisogni e organizzazione” (Firenze); “Marxismo e politica.
Saggi e interventi, Napoli); “Gli occhi sul mondo. Le relazioni internazionali
in prospettiva interdisciplinare, a cura di, Roma); “Sfide globali per il
Leviatano. Una filosofia politica delle armi nucleari e del riscaldamento
globale” (Milano, Vita e pensiero). Che cosa significa "Corpi
politici"? Organismi che possono essere bersaglio di una condotta
oltraggiosa ex art. 342 in ragione della funzione politica dagli stessi svolti
e dal cui novero risultano esclusi il Governo, il Senato, la Camera dei Deputati
e le Assemblee regionali, rispetto ai quali la tutela penale viene offerta
dall'art. 290. Articoli correlati a "Corpi politici" Art., Codice
Penale - Violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario
o ai suoi singoli componenti Art. 342 Codice Penale - Oltraggio a un
Corpo politico, amministrativo o giudiziarioFurio Cerutti. Keywords: il
leviatano, il corpo politico, l’organismo politico, lotta di classe, Lukacks,
Marx, unione europea, identita culturale, identita sociale, identita politica,
corpi politici, I corpi politici, brunetto latini, aquino, Egidio romano, Dante
Banquet, Marsiglio di Padua, Pegula. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Cerutti” –
The Swimming-Pool Library.
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