Grice e Cimatti: l’implicatura
conversazinale del pooh-pooh and other products -- il non-naturale -- fondamenti
naturali della comunicazione – scuola di Roma – filosofia romana – filosofia lazia
-- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo romano. Filosofo lazio. Filosofo italiano. Roma, Lazio. Grice:
“I like Cimatti – for one, he develops a biological semiotics, and he takes
seriously the issue that man IS an animal -- -- and has thus philosophised on
animality!” Si
laureato sotto Mauro con “La communicazion animale” -- Insegna ad Arcavacata di
Rende. Altre opere: “Linguaggio ed esperienza visive” (Rende, Centro Editoriale
e Librario); “La scimmia che si parla. Linguaggio, autocoscienza e libertà
nell'animale umano” (Bollati Boringhieri); “Nel segno del cerchio. L'ontologia
semiotica di Giorgio Prodi, Manifestolibri La mente silenziosa. Come pensano
gli animali non umani” (Editori Riuniti); “Mente e linguaggio negli animali.
Introduzione alla zoosemiotica cognitiva” (Carocci); Il senso della mente. Per
una critica del cognitivismo” (Bollati Boringhieri); “Mente, segno e vita.
Elementi di filosofia per Scienze della comunicazione,Carocci); “Il volto e la
parola. Per una psicologia dell'apparenza, Quodlibet, Il possibile ed il reale. Il sacro dopo la
morte di Dio” (Codice Edizioni); Bollettino Filosofico. Linguaggio ed emozioni”
(Aracne); Lingue, corpo, pensiero: le ricerche contemporanee” (Carocci); Naturalmente
comunisti. Politica, linguaggio ed economia” (Bruno Mondadori); “La vita che
verrà. Biopolitica per Homo sapiens,, ombre corte, Filosofia della
psicoanalisi. Un'introduzione in ventuno passi” (Quodlibet); Filosofia
dell'animalità (Laterza); “Corpo, linguaggio e psicoanalisi” (Quodlibet); “A
come Animale: voci per un bestiario dei sentimenti” (Bompiani); “Il taglio” “Linguaggio
e pulsione di morte, Quodlibet);
Filosofia del linguaggio: storia, autore, concetto” (Carocci); “Psicoanimot,
La psicoanalisi e l'animalità” (Graphe); “Lo sguardi animale” (Mimesis); “Per
una filosofia del reale” (Bollati Boringhieri); “La vita estrinseca”; “Dopo il
linguaggio” (Orthotes, Salerno); “Abbecedario del reale” (Quodlibet, Macerata);
“La fabbrica del ricordo (Il Mulino). Il linguaggio degli animali Del resto,
l'opposizione convenzionalelnaturale6 permet te di distinguere anche tra il
linguaggio umano e i suoni emessi dagli animali, questi ultimi essendo, per
altro, ugualmente vocali e interpretabili. Già la nozione di "voce"
(phone) presenta alcune interessanti particolarità. Nel “De anima” si dice che
un suono può essere definito una "voce" quando è emesso da un essere
animato ed è dotato di significato -- semantikos. Ora, un suono emesso da un
animale non umano, per quanto definito psophos (''rumore" – cf. gemito,
riso, pianto), ha tutta via le due precedenti caratteristiche. Ciò che li
distingue dalla voce emessa da un uomo sono due fattori: non è “convenzionale” --
e di conseguenza non può essere né simbolo né nome -- ma è "per na
tura" (De int.); ed è “a-grammatos”, cioè "inarticolabile" o
"non combinabile" (Pot.). La nozione di combinabilità, del resto,
come mostra Morpurgo-Tagliabue, è al centro stesso del carattere di semanticità
del linguaggio umano, i cui suoni semplici -- adiafretoi,
"invisibili" -- possono articolarsi in unità più grandi dotate di
significato. L’animale non umano, invece, emette solo un suono indivisibile, ma
non combinabili (Pot). Si possono illustrare riassuntivamente i caratteri del
linguaggio umano in contrapposizione al suono emesso dall’animale non umano,
attraverso il seguente schema: linguaggio umano - per convenzione - elementi
indivisibili combinabili e elementi divisibili - lettere - elementi dotati di
significato - simboli - nomi suoni degli animali - per natura - elementi
indivisibili non combinabili - non lettere - elementi che rivelano (d- loflsl)
qualcosa - non simboli - non nomi. Si deve rilevare, tra l'altro, che la
semanticità del suono emesso dall’animale non umano è espresse dal verbo
dlofìsi (''rivelano", De int.), fatto che conferma l'idea che per
Aristotele, quando non sia in gioco la convenzione, come nel caso del suono da
un animale, torna di nuovo in primo piano il carattere SEMIOTICO – SEMANTICO d'una
espressione. Il suono dell’animale è SINTOMO che rivela la loro causa. IDel
resto, l'opposizione convenzionale/naturale permette di distinguere anche tra
il linguaggio umano e il suono (vox, Grice’s ‘sound’, ‘groan’) emesso dall’animale,
questo ultimo essendo, per altro, ugualmente vocale (vox, vocatum, ‘sound’ –
the characterization of a product, groan) e interpretabile. Già la nozione di
"voce" (phone, vox – cf. Grice’s ‘sound’ ‘characterisation of a
product’, groan) presenta alcune interessanti particolarità. Nel “De anima” si
dice che un suono – cf. il ‘sound’ di Grice – ‘I shall use utterance to include
the characterization of a product (e.g. a sound)] può essere definito una
"voce" [phone, vox] quando: (i) sia emesso da un essere animato
(II); (ii) sia dotato di significato (semantikos) (Il, 420 b, 29-33). Ora, un
suono emesso da un animale, per quanto definito psophos (''rumore"), ha
tuttavia le due precedenti caratteristiche. Ciò che li distingue dalls voce
emesse dagli uomini sono due fattori: (i) il suono no e convenzionale (e di
conseguenza non puo essere né simbolo né nome), ma è "per natura" phusei
(De int., 16 a, 26-30); (ii) e ‘a-grammatos,’ cioè "in-articolabili"
o "non combinabili" (ibidem, e Poet., 1456 b, 22-24). La nozione di
"combinabilità", del resto, come mostra Morpurgo-Tagliabue (33 e
sgg.), è al centro stesso del carattere di semanticità del linguaggio umano, il
cui suono (‘sound’) semplice (“a-diafretos”, ‘in-divisibile’) puo articolarsi
in unità più grandi dotate di significato. L’animale, invece, emette solo un suono
(Grice’s ‘sound’) in-divisibili, ma non combinabili (Poet., 1465 b, 22-24). Si
possono illustrare riassuntivamente i caratteri di una lingua come il inglese linguaggio
umano in contrapposizione al repertorio di suoni emessi da un animali,
attraverso uno schema. Lnguaggio umano, e. g. Deutero-Esperanto: I. per
convenzione, or decisione. II. Formato di questo o quello elemento in-divisibile
ma combinabile e questo o quello elemento divisibili – fonema, lettere (cfr.
Grice: utterer’s meaning, sentence-meaning, word-meaning – below the word –
meaning), di questo o quello elemento dotato di significato - simbolo – nome.
Questo o quello suono di questo o quello animale: I. per natura. II. Elemento
in-divisibili MA non combinabili - non lettere – elemento che rivela o
manifesta (deloflsl) qualcosa - non simbolo - non nome. Si deve rilevare, tra
l'altro, che la semanticità di un suono emessi da un animali è espressa dal
verbo delofìsi (''rivelare", De int., 16 a, 28), fatto che conferma
l'idea che per Aristotele, quando non sia in gioco la convenzione o la
decisione razionale (Deutero-Esperanto), come nel caso del repertorio
comunicativo di un animale, torna di nuovo in primo piano il carattere
semiotico d'una espressione. Il suono (voce, rumore) di un animale e un sintomo
o effeto che rivela naturalmente la sua causa – una affettazione dell’anima. The Bow-Wow Theory. According to the bow-bow theory theory, language
began when our ancestors started imitating the natural sounds around them. The
first speech was onomatopoeic—marked by echoic words such as moo, meow, splash,
cuckoo, and bang. What's wrong with this theory? Relatively
few words are onomatopoeic, and these words vary from one language to another.
For instance, a dog's bark is heard as au au in Brazil, ham ham in Albania, and
wang, wang in China. In addition, many onomatopoeic words are of recent origin,
and not all are derived from natural sounds. The Ding-Dong
Theory The ding-dong theory, favoured by Plato and Pythagoras, maintains
that speech arose in response to the essential qualities of objects in the
environment. The original sounds people made were supposedly in harmony with
the world around them. What's wrong with this theory? Apart from
some rare instances of sound symbolism, there is no persuasive evidence, in any
language, of an innate connection between sound and meaning. The La-La
Theory The Danish linguist Otto Jespersen put forward the la-la theory.
He suggests that language may have developed from sounds associated with love,
play, and (especially) song. What's wrong with this theory? As
David Crystal notes in "How Language Works" (Penguin, 2005), this
theory still fails to account for "... the gap between the emotional and
the rational aspects of speech expression... ." The Pooh-Pooh
Theory The pooh-pooh theory holds that speech begins with an interjection
– a spontaneous cry or GROAN of (naturally meaning) pain ("Ouch!"),
surprise ("Oh!"), and other emotions ("Yabba dabba
do!"). What's wrong with this theory? No language contains
very many interjections, and, Crystal points out, "the clicks, intakes of
breath, and other noises which are used in this way bear little relationship to
the vowels and consonants found in phonology." The Yo-He-Ho
Theory According to the yo-he-ho theory, language evolves from the grunt,
the groan, and a snort evoked by heavy physical labour. What's wrong with
this theory? Though this notion may account for some of the
rhythmic features of the language, it doesn't go very far in explaining where
words come from. Wikipedia Ricerca Origine del linguaggio umano come,
dove, quando e perché è nato il linguaggio Lingua Segui Modifica L'origine del
linguaggio umano è un argomento che ha attratto una considerevole attenzione
nel corso della storia dell'uomo. L'uso della lingua è uno dei tratti più
cospicui che distingue l'Homo sapiens da altre specie. A differenza della
scrittura, l'oralità non lascia tracce evidenti della sua natura o della sua
stessa esistenza, perciò, i linguisti devono ricorrere a metodi indiretti per decifrare
le sue origini. Secondo la Genesi, la grande varietà di lingue
umane si originò dalla Torre di Babele con la confusione delle lingue (immagine
dalla Bibbia illustrata di Gustave Doré). I linguisti si trovano d'accordo che
non ci sono lingue primitive esistenti, e che tutte le popolazioni umane
moderne usano lingue di simile complessità[senza fonte]. Mentre le lingue
esistenti si differenziano nei termini della grandezza e dei temi del proprio
lessico, tutte possiedono la grammatica e la sintassi necessarie, e possono
inventare, tradurre e prendere in prestito il vocabolario necessario per
esprimere l'intera gamma dei concetti che i parlanti vogliono esprimere[1][2].
Tutti gli esseri umani possiedono abilità linguistiche simili e relative strutture
biologiche preposte innate, ma nessun bambino nasce con una predisposizione
biologica ad imparare una data lingua invece di un'altra[3]. Le
lingue umane potrebbero essere emerse con la transizione al comportamento umano
moderno circa 164 000 anni fa (Paleolitico superiore). Una supposizione comune
è che il comportamento umano moderno e l'emergere della lingua siano coincisi e
fossero dipendenti l'uno dall'altro, mentre altri spostano indietro nel tempo
lo sviluppo della lingua a circa 200 000 anni fa, al momento in cui apparvero
le prime forme di Homo sapiens arcaico (Paleolitico medio), o addirittura al
Paleolitico inferiore, a circa 500 000 anni fa. Tale questione dipende dal
punto di vista sulle abilità comunicative dell'Homo neanderthalensis. In tutti
i casi, è necessario presumere un lungo stadio di pre-lingua, tra le forme di
comunicazione dei primati superiori e la lingua umana completamente
sviluppata. L’origine del linguaggio negli studi di Schelling e
GrimmModifica Il problema dell’origine del linguaggio fu una tematica
fondamentale del Romanticismo. Schelling (filosofo dell’idealismo) e J. Grimm
(glottologo, grammatico e autore di fiabe insieme al fratello) sono due autori
che hanno due posizioni differenti sull’origine del linguaggio. Schelling, nel
suo testo, parla di tre ipotesi fondamentali: Ipotesi teologica, secondo
la quale il linguaggio ha origine divina e viene tramandato di generazione in
generazione. Ipotesi istinto-naturalistica, secondo la quale il linguaggio ha
avuto origine grazie all’istinto, che è una qualità innata dell’uomo. Ipotesi
secondo la quale l’uomo ha imparato a parlare progressivamente: partendo, cioè,
dall’urlo e dai gesti, l’uomo è andato a mano a mano costruendo il linguaggio.
Il testo di Schelling rimane però indefinito, non arriva cioè ad una
conclusione. Il testo di Grimm[5] è stato scritto in contrapposizione al testo
di Schelling: egli parte nell’analizzare l’ipotesi teologica, suddividendola in
due sottoipotesi, una secondo cui il linguaggio è stato creato insieme alla
creazione dell’uomo ed una quella secondo la quale il linguaggio è successivo
alla creazione dell’uomo. Entrambe fanno comunque giungere alla conclusione che
la lingua appartiene solo alla specie umana e che il linguaggio sia una
conquista dell’uomo. La lingua è una conseguenza del pensiero ed inizia nei
bambini insieme ad esso[6]. Inoltre, Grimm analizza il linguaggio nella sua
evoluzione, suddividendolo in tre stadi: il primo stadio è quello delle prime
produzioni vocali, formate da una sillaba. Nel secondo stadio vi è il passaggio
dai monosillabi a parole composte da più sillabe e la composizione del
linguaggio non è più causale, ma ha un ordine sintattico, si è in grado di
esprimere pensieri ordinati e ben connessi. Il linguaggio, nel terzo stadio,
migliora sempre di più e si possono esprimere liberamente i propri pensieri[7].
Grimm conclude affermando la grande complessità del tema riguardo all’origine
del linguaggio e riconosce che il linguaggio è una proprietà fondamentale
dell’uomo strettamente connessa con il pensiero. Parola e linguaModifica
I linguisti fanno distinzione tra il parlare, il discorso e la lingua. Il
parlare comporta la produzione di suoni dall'apparato fonatorio. I volatili
parlanti, come alcuni pappagalli, sono capaci di imitare parole umane. Ad ogni
modo, quest'abilità di imitare i suoni umani è molto diversa dall'acquisizione
di una sintassi. D'altro canto, i sordi generalmente non usano il discorso
parlato, ma sono in grado di comunicare usando la lingua dei segni, che viene
considerata una lingua moderna, complessa e pienamente sviluppata. Ciò implica
che l'evoluzione delle lingue umane moderne richiede sia lo sviluppo
dell'apparato anatomico per produrre foni sia specifici mutamenti neurologici
necessari a sostenere la lingua stessa. Comunicazione animaleModifica
Sebbene tutti gli animali usino una qualche forma di comunicazione, i
ricercatori generalmente non classificano questa comunicazione come una lingua.
Ad ogni modo, il sistema di comunicazione di alcune specie animali condivide
alcune caratteristiche con le lingue umane. I delfini, ad esempio, sono in
grado di comunicare come gli esseri umani, chiamandosi per nome. Linguaggi dei
primatiModifica Non si sa molto a proposito della comunicazione tra i primati
superiori nell'ambiente naturale. La struttura anatomica della loro laringe non
permette alle scimmie, come ai bambini, di produrre la maggior parte dei suoni
di cui sono capaci gli esseri umani. In cattività è stata insegnata alle
scimmie una rudimentale lingua dei segni e l'uso dei lessigrammi — cioè simboli
astratti corrispondenti a una parola del vocabolario - e l'uso delle tastiere.
Alcune scimmie, come Kanzi, sono riuscite ad imparare ed usare correttamente
centinaia di lessigrammi. Le aree di Broca e di Wernicke nel cervello dei
primati sono responsabili del controllo dei muscoli della faccia, della lingua,
della bocca e della laringe, così come di riconoscere i suoni. I primati sono
noti per le loro "grida vocali", che vengono generate dai circuiti
neurali presenti nella corteccia cerebrale e nel sistema limbico.
Nell'ambiente naturale, la comunicazione tra le scimmie Chlorocebus è stata la
più studiata[9]. Esse sono note per la produzione di dieci differenti
vocalizzazioni. Molte di queste vengono utilizzate per avvertire gli altri
membri del gruppo di predatori in avvicinamento ed includono un "grido del
leopardo", un "grido del serpente" ed un "grido
dell'aquila". Ogni allarme mette in moto una diversa strategia difensiva. Gli
scienziati sono stati in grado di ottenere risposte prevedibili dalle scimmie
usando altoparlanti e suoni pre-registrati. Le altre vocalizzazioni vengono
probabilmente usate per l'identificazione. Se un cucciolo di scimmia grida, la
madre si gira verso di lui, ma le altre scimmie si girano verso la madre per
osservare quel che essa fa[10]. Antichi ominidiModifica C'è una
speculazione considerevole sulle capacità linguistiche degli antichi ominidi.
Alcuni studiosi ritengono che l'avvento della postura eretta, circa 3,5 milioni
di anni fa, abbia apportato importanti cambiamenti al cranio umano, formando un
tratto vocale più a forma di L. La forma di tale tratto ed una laringe
relativamente bassa nel collo sono requisiti necessari per produrre molti dei
suoni che si producono nelle lingue umane, soprattutto le vocali. Altri
studiosi invece credono che, basandosi sulla posizione della laringe, neanche i
neanderthaliani avessero l'anatomia necessaria a produrre l'intera gamma di
suoni delle lingue dell'Homo sapiens. Un altro punto di vista considera invece
irrilevante l'abbassamento della laringe per lo sviluppo della parola. Una
proto-lingua assoluta, così come definita dal linguista Derek Bickerton, è una
forma di comunicazione primitiva, a cui manca: una sintassi pienamente
sviluppata; tempo, aspetto, verbi ausiliari, ecc.; un vocabolario chiuso (cioè
non lessicale). In breve, si tratterebbe di uno stadio nell'evoluzione del
linguaggio intermedio tra il linguaggio dei primati superiori e le lingue umane
moderne pienamente sviluppate. Le caratteristiche anatomiche come il
tratto vocale a forma di L erano in continua evoluzione, piuttosto che apparire
improvvisamente[13]. Anche se i primi ominidi utilizzavano una rozza tecnologia
basata sulla pietra, era già più avanzata di quella degli scimpanzé e dei
gorilla. Da ciò si deduce che probabilmente gli esseri umani possedessero già
una forma di comunicazione più sviluppata degli altri primati. Neanderthaliani La
scoperta nel 2007 di un osso ioide di un neanderthaliano ha suggerito l'idea
che i neanderthaliani potessero essere anatomicamente capaci di produrre suoni
simili a quelli moderni umani e altri studi indicano che 400 000 anni fa il
canale ipoglosso degli ominidi aveva raggiunto la dimensione di quello degli
umani moderni. Il canale ipoglosso trasmette i segnali nervosi al cervello e si
ritiene che la sua dimensione rifletta la capacità di parlare. Gli ominidi che
vivevano prima di 300 000 anni fa avevano canali ipoglossi simili più a quelli
di uno scimpanzé che a quelli umani. Comunque, anche se i neanderthaliani
fossero stati in grado di parlare, Richard G. Klein nel 2004 espresse il dubbio
che potessero possedere una lingua complessa come le nostre. Lo studioso basò
il suo dubbio sui resti fossili di esseri umani ed i loro attrezzi di pietra.
Per 2 milioni di anni dopo la comparsa dell'Homo habilis, la tecnologia degli
attrezzi in pietra cambiò molto poco. Richard G. Klein, che ha lavorato
intensamente sugli antichi attrezzi in pietra, descrive l'attrezzatura degli
antichi esseri umani come impossibile da separare in categorie basate sulla
loro funzione ed afferma che i neanderthaliani sembravano avere uno scarso
interesse per la forma finale dei propri attrezzi. Klein sostiene che il
cervello dei neanderthaliani probabilmente non aveva raggiunto la complessità
necessaria per una lingua articolata, anche se l'apparato fisico per la
produzione dei fonemi era già ben sviluppato. La questione sul livello di
sofisticatezza culturale e tecnologica dei neanderthaliani rimane tutt'oggi
controversa. Homo sapiens. I primi esseri umani anatomicamente di tipo
moderno apparvero per la prima volta nei reperti fossili di 195 000 anni fa in
Etiopia. Nonostante fossero anatomicamente di stampo moderno, però, i
ritrovamenti archeologici disponibili non indicano che si comportassero
diversamente dagli ominidi che li avevano preceduti. Essi utilizzavano gli
stessi attrezzi in pietra grezza e cacciavano meno efficientemente degli esseri
umani che li avrebbero seguiti[20]. Ad ogni modo, all'incirca da 164 000 anni
fa nell'Africa meridionale, ci sono prove di un comportamento più sofisticato
e, da quel momento, si ritiene si sia sviluppato il comportamento moderno[20].
A quel punto, una vita di tipo costiero e lo sviluppo dell'attrezzatura
associata rimanda evidentemente ad un consumo di molluschi. Questo stile di
vita può essere dovuto a pressioni climatiche, conseguenti a condizioni di
glaciazione. Gli attrezzi in pietra del periodo mostrano caratteristiche
regolari che furono riprodotte o duplicate con più precisione. In seguito,
apparvero anche attrezzi fatti di materiale osseo e corna. Questi artefatti
possono essere facilmente suddivisi in base alla funzione, come punte per
scalfire, attrezzi di incisione, coltelli e attrezzi per trapanare e
forare[18]. Insegnare alla prole o ad altri membri del proprio gruppo come
produrre tali strumenti dettagliati sarebbe stato difficile senza l'aiuto della
lingua[21]. Il passo più grande nell'evoluzione del linguaggio fu
probabilmente il passaggio da una comunicazione primitiva di tipo pidgin ad un
linguaggio di tipo creolo, con la grammatica e la sintassi di una lingua
moderna[9]. Molti studiosi ritengono che questo passaggio può essere stato
compiuto solamente insieme ad alcuni cambiamenti biologici nel cervello, come
una mutazione. È stato ipotizzato che un gene come il FOXP2 potrebbe aver
subito una mutazione che permise agli esseri umani di comunicare. Le prove
suggeriscono che questo cambiamento ebbe luogo in un punto imprecisato
dell'Africa orientale, all'incirca dai 100 000 ai 50 000 anni fa, cosa che
apportò cambiamenti significativi nei resti fossili[9]. Non è ancora chiaro se
le lingue si svilupparono gradualmente in migliaia di anni o apparvero
relativamente all'improvviso. Le aree di Broca e di Wernicke apparvero
anche nel cervello umano, la prima coinvolta in scopi cognitivi e percettivi,
la seconda collegata alle abilità linguistiche. Gli stessi percorsi neurali ed
il sistema limbico degli altri primati controllano i suoni non verbali anche
negli esseri umani (risata, pianto, ecc.), cosa che suggerisce che il centro
del linguaggio umano sia una modifica dei percorsi neurali comune a
"tutti" i primati. Questa modifica e le abilità per la comunicazione
linguistica sembrano essere uniche degli esseri umani e ciò implica che
l'insieme degli organi per il linguaggio parlato si sia sviluppato dopo che il
ramo evolutivo umano si è separato da quello degli altri primati. In tal modo,
il linguaggio parlato è una modificazione della laringe unica degli esseri
umani. Secondo la teoria dell'origine "Out of Africa"
("Uscendo dall'Africa" o "Dall'Africa verso il mondo"),
circa 50 000 anni fa[22] un gruppo di esseri umani lasciò l'Africa e procedette
nella colonizzazione del resto del mondo, inclusa l'Australia e le Americhe, che
non erano mai state popolate dagli ominidi che le avevano precedute. Alcuni
scienziati[23] ritengono che l'Homo sapiens non abbandonò l'Africa prima di
allora, perché non aveva ancora acquisito le cognizioni moderne ed il
linguaggio parlato e, perciò, non aveva le abilità, nonché il numero di persone
sufficienti a migrare. Ad ogni modo, dato il fatto che l'Homo erectus riuscì a
lasciare il continente molto prima (senza un utilizzo diffuso delle lingua,
attrezzi sofisticati né un'anatomia moderna), le ragioni per cui gli esseri
umani anatomicamente moderni rimasero in Africa probabilmente ebbe maggiormente
a che fare con le condizioni climatiche. MonogenesiModifica Magnifying
glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Lingua primigenia. La
teoria dell'origine monogenetica è l'ipotesi per cui ci sarebbe stata una
singola protolingua (la "lingua primigenia" o protolingua mondiale)
dalla quale si sarebbero poi distinte tutte le lingue parlate dagli esseri
umani. Tutta la popolazione umana, dagli aborigeni australiani ai fuegini,
possiede delle lingue. Questo include popoli, come gli aborigeni tasmaniani o
gli andamanesi, che sono rimasti isolati dagli altri popoli per anche 40 000
anni. Così, l'ipotesi dell'origine poligenetica comporterebbe che le lingue
moderne si siano evolute indipendentemente su tutti i continenti, un'ipotesi
considerata non plausibile dai sostenitori della monogenesi. Tutti gli
esseri umani odierni discendono da una Eva mitocondriale, una donna che si
ritiene vivesse in Africa circa 150 000 anni fa. Ciò ha sollevato la
possibilità che la lingua primigenia possa essere datata approssimativamente a
quel periodo[26]. Ci sono anche teorie su un effetto a collo di bottiglia sulla
popolazione umana, soprattutto la teoria della catastrofe di Toba, la quale
ipotizza che la popolazione umana ad un certo punto, circa 70 000 anni fa, si
sia ridotta a 15 000 o 2 000 individui[27]. Se ciò avvenne realmente, un tale
effetto a collo di bottiglia sarebbe un eccellente candidato per il momento
della protolingua mondiale, anche se ciò non implica che sia anche il momento
in cui sia emerso il linguaggio parlato come capacità. Alcuni sostenitori
di tale ipotesi, come Merritt Ruhlen, hanno tentato di ricostruire la lingua
primigenia. Ad ogni modo, la maggior parte dei linguisti rifiutano questi
tentativi ed i metodi utilizzati (come la comparazione lessicale di massa) per
varie ragioni. Scenari dell'evoluzione della linguaModifica Teoria dei
gestiModifica La teoria dei gesti afferma che il linguaggio umano parlato si
sia sviluppato dai gesti che venivano usati per la semplice
comunicazione. Due tipi di prove sostengono questa teoria. Il
linguaggio dei gesti e quello vocale dipendono da sistemi neurali simili. Le
regioni della corteccia cerebrale che sono responsabili dei movimenti della
bocca e di quelli delle mani si trovano a stretto contatto. I primati usano
gesti o simboli per una forma primitiva di comunicazione, ed alcuni di questi
gesti assomigliano a quelli umani, come la "posizione di richiesta",
con le mani allungate in fuori, che gli esseri umani hanno in comune con gli
scimpanzé.[30] La ricerca ha trovato un considerevole supporto per l'idea che
il linguaggio verbale e quello dei segni dipendano da strutture neurali simili.
Pazienti che usano la lingua dei segni e che hanno sofferto di una lesione
all'emisfero cerebrale sinistro, hanno dimostrato gli stessi disordini linguistici
nella lingua dei segni dei pazienti capaci di parlare.[31] Altri ricercatori
hanno rilevato che la stessa regione sinistra del cervello è attiva sia durante
la produzione di una lingua dei segni, sia durante l'uso di un linguaggio
vocale o scritto.[32] La questione più importante per la teoria dei gesti
è per quale motivo ci fu un passaggio allo strumento vocale. Ci sono tre
possibili spiegazioni: I primi esseri umani cominciarono ad utilizzare
sempre più strumenti, che tenevano loro le mani occupate, senza poterle usare
per gesticolare. La gesticolazione richiede che gli individui si debbano vedere
tra di loro. Ci sono molte situazioni in cui gli individui hanno bisogno di
comunicare senza contatto visivo, ad esempio quando un predatore si avvicina a
qualcuno che è su un albero a raccogliere frutta. Il bisogno di cooperare
effettivamente con gli altri per sopravvivere. Un comando dato da un leader di
una tribù di 'trovare' 'pietre' per 'respingere' 'lupi' avrebbe creato un
gruppo di lavoro e una risposta più potente e coordinata. Gli esseri umani
utilizzano ancora i gesti manuali e facciali quando parlano, specialmente
quando le persone che comunicano non usano la stessa lingua.[33] I sordomuti
usano lingue composte interamente da segni e gesti. Pidgin e
creoliModifica Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio:
Lingua creola e Pidgin. Un pidgin è una lingua semplificata che si sviluppa
come mezzo di comunicazione tra due o più gruppi che non parlano la medesima
lingua, in situazioni come il commercio, il cui vocabolario è generalmente
derivato dalle lingue dei vari gruppi. Il modo in cui i pidgin si sviluppano è
d'interesse per comprendere le origini del linguaggio verbale umano. I pidgin
sono lingue significativamente semplificate, con una grammatica rudimentale ed
un vocabolario ristretto. Nei primi stadi del loro sviluppo i pidgin consistono
soprattutto di nomi, verbi ed aggettivi, senza articoli e verbi ausiliari e con
pochissime preposizioni e congiunzioni. La grammatica consiste di parole senza
ordine fisso e senza desinenze di declinazione.[9] Se questi contatti tra
i gruppi si mantengono saldi per lunghi periodi di tempo, i pidgin possono
diventare pian piano sempre più complessi attraverso le generazioni. Se i
bambini di una generazione adottano il pidgin come lingua madre, questa diventa
una lingua creola, che si fissa e acquisisce una grammatica più complessa, con
una fonetica fissa, una sintassi, una morfologia. La sintassi e la morfologia
di tali lingue presentano a volte delle innovazioni locali che non derivano
dalle lingue da cui sono nate. Gli studi sulle lingue creole del mondo
hanno dimostrato che possiedono somiglianze evidenti nella grammatica e si sono
sviluppate uniformemente dai pidgin in una singola generazione. Queste
somiglianze sono evidenti quando le lingue creole non condividono alcuna lingua
originale. Inoltre le lingue creole hanno delle somiglianze anche se si sono
sviluppate isolatamente rispetto alle altre. Le somiglianze sintattiche
includono l'ordine delle parole Soggetto Verbo Oggetto. Anche se una lingua
creola nasce da lingue con ordini delle parole differenti, sviluppa spesso un
ordine SVO. Le lingue creole tendono ad avere modelli di uso simili per gli
articoli determinativi ed indeterminativi e regole di movimento simili per le
strutture frasali anche quando le lingue-genitori non le hanno.[9]
Grammatica universaleModifica Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento
in dettaglio: Grammatica universale. Dato che i bambini sono largamente responsabili
della creolizzazione di un pidgin, studiosi come Derek Bickerton e Noam Chomsky
hanno concluso che gli esseri umani nascono con una grammatica universalegià
inclusa nei loro cervelli. Questa grammatica universale consiste di un'ampia
gamma di modelli grammaticali che includono tutti i sistemi grammaticali di
tutte le lingue del mondo. Le impostazioni di base di questa grammatica
universale sono rappresentate dalle somiglianze evidenti nelle lingue creole.
Queste impostazioni di base vengono annullate dai bambini durante il processo
di acquisizione della lingua per adattarsi alla lingua locale. Quando i bambini
imparano una lingua, dapprima apprendono le caratteristiche più simile a quelle
creole, e poi quelle che entrano in conflitto con la grammatica
creola.[9] Un'altra questione che viene spesso citata come supporto per
la grammatica universale è il recente sviluppo della lingua dei segni
nicaraguense. A partire dal 1979, il neonato governo del Nicaragua dette inizio
al primo sforzo diffuso del paese per educare i bambini sordomuti. Prima di ciò
non esisteva una comunità sordomuta nel paese. Un centro d'educazione speciale
stabilì un programma inizialmente seguito da 50 bambini sordomuti. Nel 1983 il
centro aveva 400 studenti. Questo centro non aveva accesso alle strutture di
insegnamento di una delle lingue dei segni usate nel mondo; perciò non veniva
insegnato ai bambini nessun linguaggio. Il programma linguistico invece
enfatizzava lo spagnolo parlato e la lettura delle labbra, nonché l'uso di
segni da parte dell'insegnante che assomigliassero alle parole dell'alfabeto.
Il programma ebbe uno scarso successo e la maggior parte degli studenti non
riuscirono a comprendere il concetto delle parole spagnole. I primi
bambini arrivarono al centro con pochissimi gesti sviluppati in precedenza
all'interno delle proprie famiglie. Ad ogni modo, quando i bambini vennero
messi insieme per la prima volta cominciarono a costruire una forma di
comunicazione usando i vari segni di ogni bambino. Più bambini si aggiungevano
più la lingua diventava complessa. Gli insegnanti dei bambini, che avevano
avuto uno scarso successo nel comunicare con i propri studenti, guardavano
meravigliati i bambini che riuscivano a comunicare tra di loro. In
seguito il governo nicaraguense sollecitò l'aiuto di Judy Kegl, un'esperta
della lingua dei segni alla Northeastern University. Quando Kegl ed altri
ricercatori cominciarono ad analizzare la lingua, notarono che i bambini più
giovani avevano preso le forme pidgin dai bambini più vecchi e le avevano
portate ad un alto livello di complessità, con un accordo verbale e altre
convenzione della grammatica.[34] Approccio sinergicoModifica La
Azerbaijan Linguistic School ritiene che il meccanismo per la nascita del
linguaggio umano moderno, sofisticato e complicato, sia identico al meccanismo
evolutivo della scrittura. Lo sviluppo della scrittura ha vissuto
differenti fasi: Fase I: Grafema = frase (scrittura pittografica) Fase
II: Grafema = parola o sintagma (scrittura ideografica) Fase III: Grafema =
sillabario (scrittura sillabica) Fase IV: Grafema = suono (scrittura fonetica)
Allo stesso modo una lingua avrebbe passato stadi simili: Fase I: Fonema
= frase (linguaggio pittografico) Fase II: Fonema = parola o sintagma
(linguaggio ideografico) Fase III: fonema = sillabario (linguaggio sillabico)
Fase IV: fonema = suono (linguaggio fonetico) Vale a shout, qualche grido,
all'inizio sostituiva l'intera frase, quindi soltanto una parte della frase, e
poi la parte della parola. Storia La ricerca delle origini della lingua ha una
lunga storia, come testimonia anche la mitologia classica. Storia della
ricercaModifica Verso la fine del XVIII secolo od agli inizi del XIX gli
studiosi europei ritenevano che le lingue del mondo riflettessero i vari stadi
dello sviluppo da una lingua primitiva a quelle più avanzate, culminando nella
famiglia indoeuropea, ritenuta la più avanzata. La linguistica moderna non
nacque prima del tardo XVIII secolo e le tesi romantiche di Johann Gottfried Herdere
di Johann Christoph Adelung rimasero molto influenti. La questione delle
origini della lingua si dimostrò inaccessibile agli approcci metodici, e nel
1866 la Società Linguistica di Parigi vietò clamorosamente le discussioni
sull'origine della lingua, ritenendola un problema irrisolvibile. Un approccio
sistematico alla linguistica storica divenne possibile solamente con
l'approccio neogrammaticale di Karl Brugmann ed altri a partire dal 1890, ma
l'interesse degli studiosi per la questione riprese gradualmente piede a
partire dal 1950, con idee come la grammatica universale, la comparazione
lessicale di massa e la glottocronologia. L'"origine della lingua"
come materia a sé stante emerse dagli studi di neurolinguistica,
psicolinguistica e di evoluzione umana in generale. La bibliografia linguistica
introdusse l'"origine della lingua" come un capitolo separato nel
1988, come un argomento minore dalla psicolinguistica, mentre istituti di
ricerca di evoluzione linguistica emersero solo negli anni novanta.
Esperimenti storiciModifica La storia ha un vario numero di aneddoti su persone
che tentarono di scoprire le origini della lingua per esperimento. Il primo
tentativo viene riportato da Erodoto, che racconta che il faraone Psammetichus
(probabilmente Psametek) fece crescere due bambini da pastori sordomuti, volendo
vedere alla fine quale lingua avrebbero parlato senza influenze. Quando i
bambini furono portati di fronte a lui, uno di essi disse qualcosa che al
faraone suonò come bekos, la parola frigia per pane. Perciò Psammetichus
concluse che il frigio fosse la prima lingua. Si racconta che anche il re
Giacomo V di Scozia tentò un esperimento simile, e questi bambini avrebbero
infine parlato ebraico. Anche il monarca medievale Federico II ed Akbar, un
imperatore indiano del XVI secolo, tentarono un esperimento simile ma i bambini
utilizzati alla fine non parlarono e morirono. Nella religione e nella
mitologiaModifica Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in
dettaglio: Lingua sapienziale. Le religioni ed i miti etnici spesso danno delle
spiegazioni per le origini e lo sviluppo del linguaggio verbale. La maggior parte
delle mitologie non ritengono l'uomo inventore della lingua, ma credono in una
lingua divina, antecedente a quelle umane. Lingue mistico-magiche usate per
comunicare con gli animalio gli spiriti, come la lingua degli uccelli, sono
pure state analogamente ricercate, ed erano di particolare interesse durante il
Rinascimento, per la loro capacità di penetrare l'essenza della realtà tramite
un'apprensione immediata di natura intuitiva anziché discorsiva. Uno dei
migliori esempi nella cultura occidentale è il passaggio della Genesi nella
Bibbia riguardo alla Torre di Babele. Questo passaggio, comune a tutte le fedi
abramiche, racconta di come Dio punì gli uomini per aver costruito la torre,
confondendo la loro lingua e creandone di nuove (Genesi). Un gruppo di
persone dell'isola di Hao, in Polinesiaracconta una storia molto simile a
quella della torre di Babele, parlando di un dio che, "in preda alla
rabbia scacciò via i costruttori, distrusse l'edificio e cambiò la loro lingua,
così che parlassero differenti lingue". Primitive
languages, su Language Miniatures. Pinker, The Language Instinct: How the Mind
Creates Language, New York, Harper Perennial Modern Classics, The Handbook of
Linguistics, eds. Mark Aronoff & Janie Rees-Miller. Oxford: Blackwell
Publishers, pp. 1-18. Vorbemerkungen zu der Frage über den Ursprung der Sprache
(Premesse alla questione sull'origine del linguaggio), in: Schelling, Werke (a
cura di. M. Schröter), 4. Ergänzungsband (volume supplementare), Monaco; Über
den ursprung der Sprache", ristampato in: J. Grimm, Kleinere Schriften,
Vol. 1, Berlino; Grimm, F.W.J. Schelling, Sull'origine del linguaggio, Milano,
Marinotti, Grimm, F.W.J. Schelling, Sull'origine del linguaggio, Milano,
Marinotti, Dolphins 'Have Their Own Names', su BBC News;Diamond, The Third
Chimpanzee: The Evolution and Future of the Human Animal, New York, Harper
Perennial, Wade, Nicholas, Nigerian Monkeys Drop Hints on Language Origin, su
nytimes.com, The New York Times, Fitch, W. Tecumseh, The Evolution of Speech: A
Comparative Review isrl.uiuc.edu;Ohala, The irrelevance of the lowered larynx
in modern man for the development of speech Archiviato il 29 giugno 2011 in
Internet Archive.. In Evolution of Language - Paris conference, Internet
Archive. Olson, Mapping Human History, Houghton Mifflin Books, 2Ogni
adattamento prodotto dall'evoluzione è utile solo nel presente, e non in futuro
indefinito. Così l'anatomica vocale ed i circuiti neurali
necessari per la produzione dei suoni delle lingue non possono essersi evoluti
per qualcosa che ancora non esisteva» ^ Merritt Ruhlen, Origin of Language, Earlier
human ancestors, such as Homo habilis and Homo erectus, would likely have
possessed less developed forms of language, forms intermediate between the
rudimentary communicative systems of, say, chimpanzees and modern human
languages» ^ Jungers, William L. et. al., Hypoglossal Canal Size in Living
Hominoids and the Evolution of Human Speech, in Human Biology, DeGusta, David
et. al., Hypoglossal Canal Size and Hominid Speech, in Proceedings of the
National Academy of Sciences of the United States of America, Hypoglossal canal
size has previously been used to date the origin of human-like speech
capabilities to at least 400,000 years ago and to assign modern human vocal
abilities to Neandertals. These conclusions are based on the hypothesis that
the size of the hypoglossal canal is indicative of speech capabilities.» ^
Johansson, Sverker, Constraining the Time When Language Evolved ( PDF ), in
Evolution of Language: Sixth International Conference, Rome, Hyoid bones are
very rare as fossils, as they are not attached to the rest of the skeleton, but
one Neanderthal hyoid has been found (Arensburg), very similar to the hyoid of
modern Homo sapiens, leading to the conclusion that Neanderthals had a vocal
tract similar to ours (Houghton, 1993; Bo¨e, Maeda, & Heim, Klarreich,
Erica, Biography of Richard G. Klein, in Proceedings of the National Academy of
Sciences of the United States of America, Klein, Richard G., Three Distinct
Human Populations, su Biological and Behavioral Origins of Modern Humans,
Access Excellence @ The National Health Museum; Schwarz, J. uwnews.org uwnews
Risorse e informazione; Internet Archive. ^ Lewis Wolpert, Six impossible
things before breakfast, The evolutionary origins of belief; Minkel, J. R.,
Skulls Add to "Out of Africa" Theory of Human Origins: Pattern of
skull variation bolsters the case that humans took over from earlier species,
su sciam.com, Scientific American; Klein, Richard, Three Distinct Populations,
su accessexcellence. You've had modern humans or people who look pretty modern
in Africa by 100,000 to 130,000 years ago and that's the fossil evidence behind
the recent "Out of Africa" hypothesis, but that they only spread from
Africa about 50,000 years ago. What took so long? Why that long lag, 80,000
years?» ^ Wade, Nicholas, Early Voices: The Leap to Language, The New York
Times, Sverker, Johansson, Origins of Language - Constraints on Hypotheses su
arthist.lu. Ruhlen, Merritt, Language Origins, su findarticles.com, National
Forum; Whitehouse, David, When Humans Faced Extinction, su news.bbc.co.uk, BBC
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Sull'origine del linguaggio, Milano, Marinotti, Lingua (linguistica) Linguaggio
Oralità Tradizione orale Teoria bau-bau Language and Social Organization, su
evolution-of-man.info. PAGINE CORRELATE Grammatica universale Teoria
linguistica che postula che i principi della grammatica siano condivisi da
tutte le lingue, e siano innati per tutti gli esseri umani.
Rilessificazione Origine africana dell'Homo sapiens Wikipedia Il Grice: “I
share a lot with Cimatti; we both believe that there’s a semiotic continuity,
and more important that it’s psi-transmission that matters: a pirot perceives
that the a is b, and communicates that the a is b to another pirot, who
perceives the communicatum, ‘the a is b’ and comes to think that the other
pirot thinks that the a is b – I use ‘think’ as dummy. ‘accept’ may do, to
cover willing, since it’s willing that’s basic, though! Felice Cimatti.
Keywords: fondamenti naturali della comunicazione, homo sapiens, storia
innaturale, non-naturale, unnatural – non-natural, naturalization, animale,
bestia, linguaggio, segno, vita, zoo-semiotica, prodi, corpo, codice, mente,
cognitivismo, comunicazione, animale, soglia semiotica, mentalismo, storia
innaturale, comunicazione giovenile, fundamenti naturali della comunicazione,
percezione e comunicazione, comunicazione come percezione trasferita,
psi-transfer. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Cimatti” – The Swimming-Pool
Library. Cimatti.
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