Sempre negli anni cinquanta il senese Ilio Calabresi (1931), dipendente del C.N.R., inventa una lingua ausiliaria internazionale che chiama Omnlingua, caratterizzata sul piano morfologico dal recupero della declinazione, con sette casi nella declinazione primaria (nominativo, genitivo, dativo, relativo statico, relativo dinamico o accusativo, vocativo, locativo statico) e sei in quella secondaria (derivativo, fautivo, strumentale, locativo dinamico, invocativo, locativo stabile), dall'adozione di cinque generi grammaticali, di dieci coniugazioni, di tre tipi di preposizioni semplici e di prefissi ottenuti con tre diverse vocali finali, ecc., e dall'uso di alcuni segni particolari, come il segno «"» che indica aspirazione; «» rafforzamento o raddoppiamento non enfatico sulle consonanti e allungamento sulle vocali; «^» addolcimento di certe consonanti, ecc. La molla che spinge Calabresi a creare l'Omnilingua è, da un lato, la constatazione del fallimento del Volapük e dell'Esperanto, dall'altro il desiderio di «affratellare i popoli di tutto il mondo», dopo le orrende devastazioni della seconda guerra mondiale, in cui per altro Calabresi ha perso il padre.
Thursday, December 26, 2024
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