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Thursday, December 26, 2024

Grice e Ciarlantini

  I due anni passati a san Giacomo furono anni di accesissima ricerca metodologica su ogni fronte:  Agostino e la tesi erano l'occasione e la scusa. Ma in realtà io mi interessai di altro: di arrivare alla costituzione delle parole, di conoscere la struttura profonda del nostro parlare. E cambiavo e ricambiavo metodo di indicizzazione, impiegando un sacco di tempo.  Alla fine la tesi fu pronta e furono maturi anche due frutti non preventivati: l'invenzione di un nuovo metodo tachigrafico, a metà tra la stenografia e la scrittura normale, basato principalmente sulla notazione della radice delle parole con qualche aggiunta per riconoscere la parola stessa. Il principio basilare è che comunque ogni parola, anche abbreviata, deve essere riconoscibile sempre, in maniera il più possibile univoca,  o nella sua scrittura o nell'insieme del contesto.    E poi la teoria di spiegazione universale del linguaggio. Perché quando parliamo abbiamo associato certi suoni a certe cose, sensazioni, azioni, mentre in altre culture e in altri tempi si sono associati altri suoni, alle stesse cose? Da questa domanda di fondo è scaturita la mia teoria, scritta e descritta nel libretto "Parola tra realtà e fantasia. Appunti di metodo" che poi fu pubblicato nel 1981 da Ponti editore di Bologna  Tra l'altro ho qualche rimorso di coscienza verso il vecchio Ponti, un vecchietto libraio ed editore in via Ugo Bassi. Perché gli lasciai sempre editrice mi venne la proposta di acquistare tutte le copie invendute e io adesso ne regalo una a qualcuno ogni tanto.. C'è anche inserito il mio metodo per imparare a suonare la chitarra, e altre ricerche di metodo.  Ma la teoria di spiegazione universale del linguaggio vorrei tanto riprenderla e proporla a più vasto raggio. E' una teoria e come tale ha bisogno nella pratica di essere testata, sperimentata e provata. Ma se fosse vera, anche soltanto un po', potrebbe rivoluzionare tante cose nella nostra vita.  Se fosse vero, ad esempio, che uno tende ad usare i suoi che sono dettati dal suo stato d'animo, e tendesse ad associare le parole, che pure ha a disposizione da un patrimonio condiviso, secondo come le vive in quel momento, potremmo arrivare, analizzando scientificamente milioni di elementi, a dare una qualche valutazione sulla veridicità o meno della testimonianza di una persona, per esempio in giudizio...credere che ero un professore di non so quale scuola, e lui mi pubblicò il libro convinto che frotte di ragazzi sarebbero venuti a comperarlo. Nei fatti tutti questi ragazzi non esistevano e non vennero, e lui si rese conto di questo lentamente. Una decina di anni dopo dal segretario della sua piccolaComunque a parte questo, la comprensione della fonetica in questo modo ci fa capire ad esempio l'evoluzione di un radicale passando da un popolo all'altro, l'associazione di suoni e rumori a parole del vocabolario, e la storia delle parole stesse. Per esempio sono convinto che la lettera "u" per noi significhi una sfumatura di "profondità, mistero, consistenza di un soggetto, che desta meraviglia e a volte smarrimento", mentre per i latini la "u" era meno misteriosa, anzi indicava l'essere nella sua qualità di "stato", di permanenza, di substrato delle cose. Così per noi "uomo" è anzitutto sensazione di profondità personale, laddove per i latini  "homo" è più espressione di forza ("o") accompagnata da esclamazione di meraviglia ("h")..  Queste furono allora le mie ricerche e quello che facevo nella quiete di san Giacomo,  CTTC  continuavo il mio indice di Agostino e terminavo la mia tesi di dottorato. E fu allora che concepii il disegno di fare un dizionario etimologico della lingua italiana. L'ho cominciato da tanto tempo, ma chissà se e quando lo porterò a termine..

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