Grice e Pacioli – la scuola del Borgo Sansepolcro –
filosofia toscana -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Borgo Sansepolcro).
Filosofo toscano. Filosofo italiano. Luca Pacioli Voce Discussione Leggi
Modifica Modifica wikitesto Cronologia Strumenti Ritratto di Luca
Pacioli (1495), attribuito a Jacopo de' Barbari, museo nazionale di Capodimonte
Fra Luca Bartolomeo de Pacioli, o anche Paciolo (Borgo Sansepolcro, 1445 circa
– Borgo Sansepolcro, 19 giugno 1517), è stato un religioso, matematico ed
economista italiano, autore della Summa de Arithmetica, Geometria, Proportioni
et Proportionalita e della Divina Proportione. Egli è riconosciuto come il fondatore
della ragioneria. Biografia Studiò e avviò la sua formazione a
Sansepolcro, città natale, completandola poi a Venezia. Entrò nell'Ordine
francescano nel 1470, probabilmente nel convento di Sansepolcro. Fu insegnante
di matematica a Perugia, Firenze, Venezia, Milano, Pisa, Bologna e Roma e
viaggiò molto. Nel 1497 accettò l'invito di Ludovico il Moro a lavorare a
Milano, dove collaborò con Leonardo da Vinci. Nel 1499 abbandonò Milano
insieme a Leonardo da Vinci. Andò prima a Mantova poi a Venezia. Per Isabella
d'Este scrisse il trattato De ludo scachorum, prezioso manoscritto sul gioco
degli scacchi, introvabile per 500 anni e riconosciuto dal bibliofilo Duilio
Contin tra i libri della Fondazione Coronini Cronberg di Gorizia, ospitati
dalla Biblioteca statale Isontina, nel dicembre del 2006. La sua memoria
è molto radicata, sia in Italia sia all'estero. A Sansepolcro sono stati
celebrati il quinto centenario della pubblicazione della Summa de arithmetica,
geometria, proportioni et proportionalita nel 1994 e il quinto centenario della
morte il 19 giugno 2017. Tra i vari monumenti eretti in suo onore si ricordano
quelli di Sansepolcro (Piazza San Francesco) e Perugia (atrio della Facoltà di
Economia e Commercio). Le opere Leonardo da Vinci (1509)
Illustrazione per il De Divina Proportione Nel 1494 pubblicò a Venezia una vera
e propria enciclopedia matematica, dal titolo Summa de arithmetica, geometria,
proportioni et proportionalita (stampata e pubblicata con Paganino Paganini),
scritta in volgare, come egli stesso dichiara (in realtà utilizza un miscuglio
di termini latini, italiani e greci), contenente un trattato generale di
aritmetica e di algebra, elementi di aritmetica utilizzata dai mercanti (con
riferimento alle monete, pesi e misure utilizzate nei diversi stati italiani).
Uno dei capitoli della Summa è intitolato Tractatus de computis et scripturis;
in esso viene presentato in modo più strutturato il concetto di partita doppia,
già noto e divulgato nell'ambiente mercantile[1][2], (e quindi:
"Dare" e "Avere", bilancio, inventario) che poi si diffuse
per tutta Europa col nome di "metodo veneziano", perché usato dai
mercanti di Venezia. Tra il 1496 e il 1508 si occupò della stesura del De
viribus quantitatis. Il trattato inizia con l'indice e una lettera dedicatoria,
illuminante per la conoscenza di altre opere dell'autore. Il testo principale
che segue è diviso in tre parti. La prima parte ("Delle forze naturali
cioè de Aritmetica") è certamente quella più importante per la storia
della matematica, perché costituisce una delle prime grandi collezioni di
giochi matematici e problemi dilettevoli. Nella seconda parte ("Della
virtù et forza lineare et geometria") Pacioli descrive una decina di
giochi topologici che fino a poco tempo fa si credevano invenzioni più recenti
(1550–1750). L'opera si conclude con la terza parte, intitolata "De
documenti morali utilissimi". Nel 1509 pubblicò una traduzione
latina degli Elementi di Euclide e un testo che aveva già concepito alla corte
di Ludovico il Moro, il De Divina Proportione (1497), anch'esso stampato e
pubblicato da Paganini, con le celebri incisioni dovute a Leonardo da Vinci
raffiguranti suggestive figure poliedriche. Sono le questioni attinenti
al rapporto aureo che danno il titolo al libro, che si estende poi a questioni
cosmologiche e matematiche connesse ai solidi platonici e ad altre tipologie di
poliedri; e ancora a temi di architettura (presi a prestito da Vitruvio e da
Leon Battista Alberti), a questioni relative alla prospettiva (campo in cui
attinge molto dall'opera del suo concittadino Piero della Francesca e cita fra
i grandi maestri Melozzo da Forlì e Marco Palmezzano) e altro ancora.
Profilo culturale È stato messo in evidenza come Luca Pacioli oscilli tra due
concezioni antitetiche della matematica: una di natura pratica e l'altra di
natura speculativa, in rapporto alla quale egli non esita ad aderire alle
suggestioni mistico-magiche del platonismo umanistico. In realtà l'opera
di Luca Pacioli va vista nel contesto culturale del Rinascimento italiano.
Pacioli non è - come vistosamente non lo è il suo contemporaneo Girolamo
Cardano e come non lo sarà, più tardi, neppure Keplero - un matematico in senso
stretto; egli stesso dichiara che per scienza matematica si deve intendere la
somma di aritmetica, geometria, astrologia, musica, prospettiva, architettura e
cosmografia. È questa summa di saperi e di rimandi concettuali tra essi
che lo incuriosisce e lo affascina. I rapporti con la nascente classe
mercantile a Venezia, a Firenze, a Milano, a Roma, a Perugia e nelle molte
altre città italiane dove ebbe modo di insegnare, ma anche la frequentazione di
famosi artisti del tempo che lo mettono al corrente della pratica della pittura
e dell'architettura, lo sollecitano ad esplorare - con la stessa curiosità e
senza avvertire alcuna frattura concettuale - i rapporti tra matematica
applicata e matematica teorica. Rapporti con gli artisti
rinascimentali Lapide commemorativa (1878) nel Palazzo delle Laudi a
Sansepolcro Luca Pacioli venne in contatto con numerosi artisti del tempo:
oltre ai già ricordati Leonardo, Leon Battista Alberti, Piero della Francesca,
Melozzo da Forlì e Marco Palmezzano, vanno citati il Bramante, Francesco di
Giorgio Martini, Giovanni Antonio Amadeo e forse Albrecht Dürer. Il De
Divina Proportione ebbe influenza su più di un artista dell'epoca. Esiste un
ritratto di Luca Pacioli attribuito a Jacopo de' Barbari e conservato al museo
nazionale di Capodimonte, in cui il matematico di Sansepolcro è raffigurato
mentre indica su una lavagna alcune proprietà geometriche; alla sua destra
pende dal soffitto un poliedro archimedeo, mentre alla sua sinistra sta un
personaggio da alcuni identificato con Dürer (più probabilmente si tratta di
Guidobaldo da Montefeltro). L'attribuzione è controversa e basata sulla
interpretazione del cartiglio inserito nel dipinto recante la scritta
"Iaco Bar Vigennis". L'artista non poteva essere un ventenne e il de'
Barbari era ultracinquantenne. All'epoca della esecuzione del dipinto il
matematico Pacioli era in sodalizio con Leonardo da Vinci per la stesura del De
Divina Proportione. Le illustrazioni del De Divina Proportione, eseguite
da Leonardo, vengono riprese con sorprendente maestria da fra Giovanni da
Verona (1457-1525) nella realizzazione delle tarsie della chiesa di Santa Maria
in Organo a Verona. Nella cultura di massa L'attore Giovanni Scifoni
interpreta il frate matematico Luca Pacioli nella serie tv internazionale
Leonardo dedicata al famoso Leonardo da Vinci. Nel 1994, cinquecentesimo
anniversario della pubblicazione della Summa de arithmetica, geometria,
proportioni et proportionalita, gli è stata dedicata una moneta da 500 lire con
la sua effigie e la dicitura «1494 - LUCA PACIOLI - 1994». Note ^ Fra
Luca Paciolo: origine e sviluppo della partita doppia, pp. 74-75. ^ Origini
della lingua dell'economia in Italia.Dal XIII al XVI secolo, p. 87.
Bibliografia Summa de arithmetica geometria, 1523 Parte di questo testo
proviene dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia,
pubblicata sotto licenza Creative Commons CC-BY-3.0, opera del Museo Galileo -
Istituto e Museo di Storia della Scienza (home page) (LA) Luca Pacioli, Summa
de arithmetica geometria, (In Tusculano ...), Paganino Paganini, 1523. URL
consultato il 1º aprile 2015. Luca Pacioli, De viribus quantitatis. Ristampa
anastatica, Aboca, Sansepolcro 2009 Luca Pacioli, De divina proportione.
Ristampa anastatica, Aragno, Torino 1999 De divina proportione / di Luca
Pacioli. - Milano: Biblioteca Ambrosiana, 1956. - XXIX, 247 p. : ill. color. ;
29 cm. Ed. di 280 esemplari numerati, di cui 30 num. I-XXX e 250 num. 1-250.
Stampato da Mediobanca. Collana: Fontes Ambrosiani, n. 31. Bibliografia
secondaria F. Saporetti, Fra Luca Paciolo: origine e sviluppo della partita
doppia, Livorno, S. Belforte & C., 1898. C. Maccagni & E. Giusti, Luca
Pacioli e la matematica del Rinascimento, Giunti, Firenze 1994 Luca Pacioli e
la matematica del Rinascimento. Atti del Convegno Internazionale di Studi,
Sansepolcro 13-16 aprile 1994, a cura di E. Giusti, Petruzzi, Città di Castello
1998 E. Giusti, Lucia Pacioli: Summa de arithmetica, geometria, proportioni et
proportionalità, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 1994 A. Ciocci,
Luca Pacioli e la matematizzazione del sapere nel Rinascimento, Cacucci, Bari
2003 R. Sosnowski, Origini della lingua dell'economia in Italia.Dal XIII al XVI
secolo, Milano, Franco Angeli, 2006. F. Rocco, Leonardo da Vinci: i pezzi per
il gioco degli scacchi rappresentati nel manoscritto sul gioco recentemente
riconosciuto quale autografo di Luca Pacioli, Milano 2011 G.C. Maggi, Luca
Pacioli: un francescano ragioniere e maestro delle matematiche. Edizione
straordinaria in italiano e in inglese, Centro studi Mario Pancrazi,
Sansepolcro 2012 M. Martelli, Luca Pacioli a Milano, Centro Studi Mario
Pancrazi, Sansepolcro 2014 M. Martelli, Luca Pacioli e i grandi artisti del
Rinascimento italiano, Digital editor, Umbertide (PG) 2016 A. Ciocci, Luca
Pacioli: la vita e le opere, versione in lingua inglese a cura di K. Pennau
Fronduti, Digital editor, Umbertide (PG) 2017 S. Zuffi, Luca Pacioli tra Piero
della Francesca e Leonardo, Marsilio, Venezia 2017 A. Ciocci, Ritratto di Luca
Pacioli, Firenze 2017 S. Coronella & G. Risaliti, Il Rinascimento della
ragioneria: da Luca Pacioli ad Angelo Pietra, Rirea, Roma 2018 G. E. Piñeiro,
Pacioli: il divulgatore della matematica, RBA Italia, Milano 2018 L.
Bucciarelli & V. Zorzetto, Lucia Pacioli tra matematica, contabilità e
filosofia della natura, Biblioteca del Centro Studi Mario Pancrazi, Sansepolcro
2018 D. Bressanini & S. Tonato, Giochi matematici di fra' Luca Pacioli:
trucchi, enigmi e passatempi di fine Quattrocento, con una presentazione di E.
Ioli, Dedalo, Bari 2018 E. Hernàndez Esteve & M. Martelli, Luca Pacioli:
maestro di contabilità, matematico, filosofo, Digital editor, Umbertide (PG)
2018 Voci correlate Sansepolcro Ritratto di Luca Pacioli Leonardo da Vinci
Sezione aurea Altri progetti Collabora a Wikisource Wikisource contiene una
pagina dedicata a Luca Pacioli Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene
citazioni di o su Luca Pacioli Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons
contiene immagini o altri file su Luca Pacioli Collegamenti esterni Paciòli,
Luca, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Modifica su Wikidata Amedeo Agostini, PACIOLI, Luca, in Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935. Modifica su Wikidata
Paciòli, Luca, detto Luca da Bórgo, su sapere.it, De Agostini. Modifica su
Wikidata Pacioli, in Enciclopedia della Matematica, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, 2013. Modifica su Wikidata (EN) Luca Pacioli, su Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata Francesco Paolo
Di Teodoro, PACIOLI, Luca, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 80,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014. Modifica su Wikidata (EN) Luca
Pacioli, su MacTutor, University of St Andrews, Scotland. Modifica su Wikidata
(EN) Luca Pacioli, su Mathematics Genealogy Project, North Dakota State
University. Modifica su Wikidata Opere di Luca Pacioli, su Liber Liber.
Modifica su Wikidata (EN) Opere di Luca Pacioli, su Open Library, Internet
Archive. Modifica su Wikidata (EN) Luca Pacioli, su Goodreads. Modifica su
Wikidata (EN) Luca Pacioli, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
Modifica su Wikidata Note critiche sul De Divina Proportione, su
ac-poitiers.fr. URL consultato l'8 marzo 2005 (archiviato dall'url originale il
7 marzo 2005). Il ritratto di Luca Pacioli, su uriland.it. Le tarsie della
chiesa di Santa Maria in Organo, su arengario.net. Un contributo alla soluzione
della questione attributiva del dipinto De Divina Proportione, su
ritrattopacioli.it. I progetti di ricerca su Luca Pacioli e la sua opera, su
centrostudimariopancrazi.it. Controllo di autorità VIAF (EN) 87677562 · ISNI
(EN) 0000 0001 2135 5781 · SBN CFIV065966 · BAV 495/53496 · CERL cnp01318090 ·
ULAN (EN) 500263335 · LCCN (EN) n81089368 · GND (DE) 118738968 · BNE (ES)
XX848274 (data) · BNF (FR) cb11918350c (data) · J9U (EN, HE) 987007266095405171
· NSK (HR) 000146529 · NDL (EN, JA) 00451982 · CONOR.SI (SL) 223797859
Portale Biografie Portale Cattolicesimo Portale
Matematica Categorie: Religiosi italianiMatematici italiani del XV
secoloMatematici italiani del XVI secoloEconomisti italiani del XV
secoloEconomisti italiani del XVI secoloMorti nel 1517Morti il 19 giugnoNati a
SansepolcroFrancescani italianiMatematici alla corte del Gonzaga. 1 I
9*9 I vi
^i bilofopbia :
p zofbectiual* ictura
Qculpm ra: B[
rebitectura: HI ufica:
e akrcCH atbematicetftia/ uiffima:
fattile: e ad/
mirabile fcoctrina confequira:et>e toaraffttcóva 9
riequeftione » fcefecretifìt maicien^
tia. M. Antonio
Capella er uditifT.tecenfente: A*
Pagam'us Paga ninus Chara&eri bus
elegantiflimis accuratifsi me
imprimebatv ) Danieli*
CaietanìCremonenfì; Epìgràma Natura
omniparem produxitcorpora quinque.
Simpkciàhtec certo
nominedifta mancnt» Compofito
in
numcmmCccurrutadditacuiqj.
Atque inter |c
(è C cnfrciata
V tgent. Condita
principio pura conccditmane. Ci n calo
g Mando dixit
A riftotelef.) Q
uodq, vnum p fé pofitum
e; C arct
atcj; figura. Nulla
fwbefroculi
Snppofitolpccief. Sonetto etti
auétore Cinque corpi
in natura fon
produffi. Da naturali
(empiici chiamati. Perche
aciafeun compofito adunati.
Per ordine e
ncorran fra lor
tutti. I mmixtimetthe
puri fùr conffrucTi.
Q uattro clementi
eciel cofi nomati»
Quali Platofte voi
che figurati. Leflcrdicn
a infiniti frucìi.
Ma perche eluacuo
la natuta abborre.
A rifiorii in
quel de celo
& mundo. Per
|é non figurati
volflepgp^. D ero
l in geg"
° gc °
f^rra pr^TT tei o
Fropterea Eudid^fubtÌMiuJf atque
Platonir. Di piato
edèuclide piacque exporrc.
Ingenium excujjìt
Spbtquamvoluptati;infit
princep; patria iffocteriffima Digniffinjeiquod tbi
qui ea; in
primi; calle» quedfì'atri
Cardi- nali fàpiétiffimo. Et
patrono fingulari.mcoiquod roani
Victorio
I»V.eximiofratrioptimo!quodTbom«t
roani baptijf donatu;
muneribu; obtuleram, Fecerantq,
donationem illam noflram
lucundio rem Duo
Roman* ecclefìx-tuinajqui teffe;aderàtt
Eftenfu. S-g f tre tuo
oratore Clarijfimo rem
probante.Hunc vero tibiipr
fiim quod ab
omnibus expetitur afiequereteum
affiuam pirtem ipfjtm
in vniuer fum attingerit.Qui tibi feio tanto iucuridipr
eritiquo t| (ebemata ipf* Domiin
duff ria no(fra
babeai. Sed f|
rei ip)à ingenti
piena cómendatiorem |èje
ipfà redclet. Nec
verovemacula
bportionemmeamcognofca; quam cbalcograpbi
nuepremut» Gauifu; fùmilico
mirimi inmodum quod
tanti tamq, rari
atque incognita jrcani
tbenftturo Seculumnfmdortetur inquofàrnaquidemautborfe-fèd Scinta
non minuf CrefcìtalienaJadeo fideliter
Subriliter acute re;
alta; atque alioj*
Captuló geSepofìta; tracìat
enucleati vt quod
nullu; in id
genu;,pfr{Jìone ad banc
v|q, die autcompr«cbéderepotuit aur
IciuinbicSoluffiiialtiflimiintellecIruj
indagine Co quiritatq,
veftigat.Dicitdilpofite
magna acrimonia maxima
disciplina ad banc
rnateriarmVtg in ea'dtuti)fime
yerfdtifunrnó eant inficia;
Lucam paciòlum effe
altej? nreetatis Nicomacbu
gnumerig méfur^difcipliam difìifijfime
fcripfit. Ita que
vt primum potui
p occupationù meaj«
|èqueftram remi jfionem deliberaui
i' p^tum incredibili;
l««iti9 Abscifùm folidum.
30 Abscifùm vacuum.
31 Eleuatum folidum.
ji Eleuatum vacuum.
33 Ab; afum eleuatum
folidum. 34 Abscifùm
Eleuatum vacuum. Vigintijèx
bafium. 35 Planumfolidum. 36
Planum vacuum. it
Abcifum eleuatum folidum.
38 Abcifum eleuatum
vacuum. 39 Septuaginta
duaj> bafiu folidum.
4 o Septuagintaduaj>bafw vacuum.
41 Colunalateratatriàgula folida
Jèu corDusferatile, •U
Colunalateratatriàgula vacua.. 43
Pyramis laterata triagula
folida. 44 Pyrami*
laterata triangula vacua
45 Colùna laterata
quadràgulajblida 46 C
oluna lacerata qdragula
vacua. 4T'Pyramis laterata
qdragula folida. 48
Pyrami* laterata qdragula
vacua. 49 Collina lateratapétbagona folida.
ETNVMERVS TtT§«£^gOV. rorst^oviuvov. «•» o-rtT/uxjutir
0 v aiv
e v, f5TH§jUEV0Var£§£0|r. t-STHg/Utl'OVK.tVOV. ,
ef«t«k)v.
«•370T£TiWHJU£V0fy£§£«HJU3VOV
£'EfH§/U£V0V?£§E0y
«•25-0T£TM»M£l'('l'farHg)U£K0V
X.EV0K £/3^8MHH.orTa«fl(;c,a£^gof r£§£ov.
£/3VT3-AiUgOJVH?e|aty(«)l'0?
REVOC. ■srvgaiAic, TFAeu?&i(TKC, Tg
ly uv oc.
«vi SOTffAEUgOf ff§£«.
•srugajuig •srAEugaxfNC.Tgiycovoc.nm co-zrAfugoijREi'H. Riur
fgoyy uAoc ftgto?.
TirugotjuK j-goy y
uAh f £§
e«. Cuom™*atbcmanci. '
' PPtQUEtfeio magiffrale
de matbematici: etufcg»
'xS f /tinte***
3 rmededicli.5.corpi regulaii
fùron atribuiteali.5.corpi (empiici.
tTpeladigniffima
cómé^atóedcqffafAnttaedininaflportiò'e.C.V'r.
P'C^mmolcncàlrnc^itiadeditaproportionemoitecolcdeadmiratio ne
dìgtuffimeinpbylofopbianein
alcuna altra fciajépoterieno bauere.
CDel primo
effitìo de vna
linea .diuifÀ fecondo la
dieta diuina pro;
portione. CapituloI VII.
PX omo ditta
fportione fra le
quantità fé babia
intéderee interporre. P"Cómo
li fdpiétiflìrrii dittap portóe bào vfitato cbiamarla i lor
volui P"C omo
|é intenda diuidere
vna qtita fecondo
queffa tale proportione.
P"Cómofra.3.terminidcmedefuno
genere deneceffita fetrouano
dot proportion i
ouero babitudini o
fìntili o diffimili .
PX'ommoqueffa proportione fèmpre
inuariabilmcnte fraò-termini a vn
modo fcritroua. P"Commolaltreproportionicontinueo difeontinue
in infiniti modi
fra.3-termini demedefimo genere
poffano variare. P"Commo
queffa proportione non
degrada anci magnifica
tutte laltre proportioni
conlordiffinirioni.
P"C omo queffa
propoi rione mai
poeffererationale nel fuo
mendie ex' , tremo
emedio mai pennini
ero rsriccinato fi
pofpnoaf gnare. 1TQ
uello [è intenda
a diuidere alcuna
quantità fecondo la
proporrlo ' nébauenteel
meejo edoiextremC Capitulo,
VI il. Y
Como fé ffèref
cano vulgarméte li
refidui e qllo
ebe p_ loro
fé in tenda.
CTcJiejaìlÀfa.odicijejuimero
o de che
altra qtita (è
voglia, Ca.IX. P"Quali
fienno le quantità
ràtionalieirrationali» If Sequelkdel
primo propoff o eff
ejKj, Cap. X.
P"Cómoin tutto el
procc) (ò de
queffo libro fèmpre
fé f fupone Euclide.
jTpet lieorido eflentlalet ffetto
de qttejfa proportionc. Cap. X r» ;
CDet ter^ofuo finguTare
effetto. Cap. XII.
^TDelgutrto Ino ineffabile
effetto. Capi. XIII»
JTDcrquinto fuo miraDÌIeeffetto Cap.
XI III. jTpèl
fuo fato irinoTabile"effetto. Ca.Xy.
Córneniunatftita róale Jépo
diutdère fecondo quejta
proportione che le
parti fienno rationali.
JTDelféptimoftio
inextimabileeffetto.Cap.XVI.
P"Cómoloexago fio edecagono
traloro fanno vna
quantità diuifà fécódo
qfla fportióe. €Tpelo
ottauo effeflo conue rfo
del precedente. Cap.
XVII. CTDeifuo
fopragllaltrieycéfjiuonono cff
etto'.Ca.XV III.
P"Cbeco fa. fieno corde
delagolo petagonico-^ Como
le doi corde pétagonali p
pinque fé diuidano
fraloro Jémpre fécódo
qffa p pontone.
P" C omo
fémp vna patte
de ditte corde
fia denecefjlta lato
del medtfimo pentagono.
TDelòftimoftioflipremo
efjFctto.Cap.XTX. P" Como
tutti li effetti
e coditioni de
vna qtita diuifà
fecondo queffa pportione
rfidano a tutti
ti effetti e
conditioni de qualuncaltra
quantità coft diuifà.
àfTnelftiovridedo exceUétifjtmo effetto^ra.XX. P"Cómodeladiui- ftoe
dellato delo exagono j>o
qffappor'.fèca ellato del decagono
«fiate. fTPèlfuo duodecimo
q(i tncomprebenfibile effetto.
Cap. XXI. prC'beco]cedron.'~" Cap.
XLI III» /
4DTDel modo a [ormare el tetracejUroR ne!o ycocedron. Cap.
XLV. '^ /
€T^g^e^cbcdl3ein)"cripttoiu non poftlno effcrpiu. Ca. XLVI» /
CDel modo in
ctajcuo dedlcti.s.TegKlari afuper {ormare
el corpo regu ^
lari]) imo ctoe (pera. Cap. MLVII.
fTÓcla forma edif'pofjtione del
tetraccdron piano fclido
o ver. va-f
cuo73eloab|ct|opìàbjolido
over vacuo edelo
dettato folidoo ver
vaf cuo. Capitulo.
XLVI'ir. ^TPela qlita
delo exacedró piano
folido o % vaaio
eabfcifo piano foli
do over vacuo
edelo eleu3to folidoo
TP, vacuo. Cap.
XLIX« C^Pela di)
pofttione dcìoff ocedron
piano folido o
ver vacuo e
abjcifo folidcTo ver
vacuo cdélo eleuato]oìido
o ver vacuo.
Cap. L* ffrìfla
tlpffTiprin^ed''1"
ycnrfdron piano folido
o ver vacuoeabfci'
fo folido o
ver vacuo edelo
eleuato folido o
ver vacuo. Ca. L
I. CDela
qualità eforma del duodecedron
piano folido o
ver vacuò eab'
f cijofoìido o
ver vacuo edelo
eleuato folido o
ver vacuo e
fua orìgine edcpendtntia.
Cap. ■ L
1 1. ^nfhjnrmattone e origtnejipl corpo
del.Jó.bafi piano folido
ove? vtcuò edelo
eleuato folido o
ver vacuo. Cap.
LI II. jfcóm^jéjbrmi el corpo
de.y.bàuT'" Cap. LIIII.
f^Commo dela{brm3dequej!o molto
)éne jèruano li arcbitbecìi
in lev ro
bedifitii. P"Cómo molti
moderni per abufione
fonno chiamati arcbitbefiriper la
loro ignoranza deuiando
dati antichi auftori
maxime da vifltruitio.
P"Motiuo ducale de
(uà celfttudine a
confusone deiignoranti. P"Letitia grande de
pyftagora quando trouo Iaproportióe
deli doi lati
cótinenti langol retto.
fTpel modo aftper
fermare più corpi
materiali olirà li
prèdiSi e com'
mo'Ior forme procedano
m infinito» f
Cap. LVi.
P'PercberagióePlatoneatributleJbrmedeli.s.corpiregulariali.S.corpi /empiici
cioè aterra aqua
aieri fuoco e
cielo* P"Calcidio Apuleio
Alcinouo emacrobio. P"C
omo la (pera
non Jé exclude
data regularita-autga'che in lei non
(ieri nolatieangtjlu iTPel corpo
) perico la
fua fbrmatione. Cap.
LVI» JTCommo inla (pera]e
collochino tutti tt.s.corpi regulari. CapitulòT"" LVII.
P"Cómo eUapirida bauejfeafàre
de pietra o
altra materia difli
corpi re' gulari.
P"Hone}loefcientificofolaccoeargnmentocontra^lfi millantatori.
, P"Piuerfrt aparentia
in longhejja de
doi linee rccTe
equali pojre innati
J cegliocbi. P"Cafo
delauéfore in roma
apiacere deh felice
memoria delo I llufrre conte
Gironinjo ala pre)éntia
de Magiaro mellofto
picTore in la
fabrica delfuo pallaio.
PArgumentoexernplarecontra diclifà'fi millantatori
de Hierone e Sì monide
poeta. jTDeti corpi
òblorigbi cioè più'
tanghi ó ver
atti che larghi
còrno fon' nò
Colone e loro
pyramidT -f' Cap.
LVIlJ.
FDeledcJjòr^rincipdldecofoririein
genere.
P"Cl)elìe7Tnoc^Qg£là*rept?e
che rotonde. bi
Cruelecolone laterale quadrilatere.
Cap- LX. _
pDela diucrfita detor
bifiequaiifienno te principali
figure quadrilatere regularicióè
quadrato tetragono longo
etmubaym fimile elmuhaym
e altre elmuariffè
o vero? irregulari oftenno
equilatere o inequilatere.
^TPelc colonne laterate
pentagone cioè de.j.fàcce
ofienno equilatere o
inequilatere; Cap. LXI.
PC omino le
fpetie dele colonne
laterate poffano in
infinito accre) cere
fi commSle figure
reòTiliheedelor bafu f[Deltnoào
amefurare tutte jbrte
colonne e prima
dele rotonde con
ecciri.pti. *" Caputilo. LXIJ.
P"Percbe ala quadratura
del cerchio fi
prèda li.^i. cioè
li vndici quatuor
decimi del quadrato
del fuo diametro.
IQjcl modo amefrrare
tutte forte colonne
laterate Vloroexcmpli. Opltùlò: ~
" LXI lì.
fTpele pyramidt e
tutte loro diflÈrentiej
Cap. LXI 1 1 1»
FCbeeo]dJkpyr«witcie
rotonda'. dJDete pyraHiidi laterate
e fuc difftrentie. Cap.
LXV.
FCommodejpetiedelepyramidi laterate pò
jfanoproculere in infitti'
co fi comm
e» le U r colonne.
P"C be cofa.
fiennò pyramidi covte
ouer troncate. g"pel
mòdo cuia afoper
mcllrare ogm pyramide.
Ca. LXVf. PCommo
ogni pyramide fìael
terco del ji;o
chylindro ouer colonna.
g"c omo dele laterate
aperto fé moffra
cadauna effer fùfctripla
ala fua colonna»
Capitulo. LXVÌ I. p"Comme
taffete colonnelaterate in tanti
corfi ftratìli fé rife
iuar o in
quandi trianguli Jé
posino le lor
bafi difhinguere. fTpel
modo afaper^nefùrare tutte
le j orti
dele pjramldi corte
roton- de e laterate
in tutti modi.
~~7~ — Ca."- LXVTII»
érDela mefùra de
tutti li altri
corpi regnlari edepcnHenti.
Ca. LX1X. Confidmtta
deli perigrtniingegni ma^èxcellentia de
cjllo de fiia.d.cel.
Condegna cómendatione euera laudeccri
excellentiffime couditioni ti:'C«:\
, (èuereepiedefua.D.cel. *
Como fùa.D'cel.non cómenor
conuenicntia et tempio
dele gratie in
Milano ebe Ottauiano
in roma quel
«'.eia paci frffe. Cóme
non manco de
inuidia eliuore a
fua.D»cel.firia conuéto chi
ledi") fie laude p
adulafione giudicale che latt6forc
de epjà adulatiohe.
Como tutta la fua ferapbica
religionede fànffo jrancefeo
e fùo capo.
Ce Aerale jvia.francejco fanfcneda
brefeta deb fua
imenei largita bun
V^f^1 *> nicaPerptndiculare Catbtto
DyametroParalellogramo
Diagonale, * Centro
jaet». Cap. LXXI.
.
jf Tabula deftraffato.de farchìreffura
guai (equità 1
mediate doppo W
to cTcómpendio dela
diuina proportiohe diflincto
per capitolidicen' do.
Capitulo. primo, cap.
«t. Cap. .3-fc.
fTPiuifione de larcbiteffura
in tre parti
principali deli luocbi
public! fc te
priri»; " "*
. ' Cap.
primo. ~f[Dek mefwa
epraportionidet corpo buano
Dela teffaealtri fùoimé
bri fimlflàcrodéTarcbiteflura» Cap.
I. ^Deladiftantia del
ftfilo alcotoc^o dediófa
tefUcioealpóto.a.glchia mào cotojco
ede le pti
che 1 qlla
(elterpongao. Ocbio e
orecbia. Ca. II.
CTDela frporttone detuttoelcorpo bumào cbe fia ben difpoffo
ala fùa
teflaealmmembrijécondopiaTofigbejjaelargbe^a. Ca.
III. / 4fTDele
colonne rotonde confile
baft capitelli epilajTrellio
v ero ftilo> 'bate.
' : ~~ Cap. UH.
-
ITDe^Xongbegaegrogegadelecolónetonde.
Capto. V". CDe
lordine de! flilobata o
ver piTajJro o ver bafàméto
dela colonna cómeìe^cTa.
Capi. VI.
€Tl n gito
fieno dijferén le
tre fpecie de
diete coione fra
loro. Ca. VII.
iTDoueora fé trpumo
Colone più debitamente
fnffe per italia
per ami' cbi
eancor modèrnu Cap.
VI II. Cpriecolónelaterate. Cap.
V 1 1 1 T. fèr nel
core e altri
nel cerebro altri
nel fàngue aducédo
ragiói eargornti affli
alorocororboratióe.SicBnóemai
bonolajciorele cofè certe
p le dubie
cóciofracofrtcBqf!edalifrtuiifienocbiamateranevn')tfuf.Nódént certa |>uanif
reling tfc« C
ó huilta |èmp
e debita reueréria
de. V.D . celfitudi
e ala qlefumarntedecótinuomcrecomado.Quefèliciffimead votavaleat.
Ì[R euendi. P . Mi
L uce pacioli
de Burgo. S.
S. Ordini* JMino^ .
Et fiere tbeologie
profrsfor in compendium
de diurna proportione
ex matbe^' maticit
difeiplin» prefetto. Cap»
♦ 1 1 , R
opttradmirari cepcrfft pKarUVole
Excelfo.D-la j>po jfaaucTorita
del mar ffro
de color cB
fino che dal
vedere | aucjfc
initio el fipe.
Si corno el
mede) io i
vn altro luogo
afferma dicendo. Q uod nibil
eftin intellefru omniaconfifhmtin numero
ponderegmenfura cioè che
tutto cioebe per
lo vniuerjb inferiore
e fùperiore fi
| quaterna quello
de necesfì' ta
al numero pefo
e menfura fia
foflopofto . E in
quejte tre cofé
laureilo Augurino in
deci.dei dici elfummoopeficifummamente eyfer
laudato per che
in quelle freit
(fare ea que
non erant.Per la
cui amoreuile exhorta
tione comprédo molti
de tal fruflo
fuauisfimo de vtilita
ignari douerf! daltoporeementalfonnoexuegbiare e con ogni
ftudto e folieitudine
inquirer qudleal tutto
darfé.e fia cagione
in cj fé
el frculo alfio
tenv' pò renouarfé.
E con più
realita e prefle^a
in cadun lor
ffudio de qualuncfì
Jcientiaala perfèffion venire.
Eoltralafamae degna cómendationea
V D.cel(ìtudineinfùo excelfo
dominio acrefeera probitanon
pocain fùoi cari
fimiliariedile£titubditi|émpre
ala defènfion de
quelloal tutto parati
non manco eh
per lapropria patria
el nobile ingegnofo
geometra e dtgnijfimo
architetto Archimede fa fé
. El
qual C cottimo
e ("cripto )
con file noue
e varie inuentioni
de macbineper longo
tpo la cita
fìracuf* na contra
(impeto ebelicofo fixceffo
de romani finche
apertamente per AtarcoMarcello 4
espugnarla cercare faluo
icolume. E p
qotidiana expe riéria
a. V-Dcelfitudienó e af
cofto.C auenga che
per molti ànigia
la da rijfìma
fiiaparema memoriaali taliatuttaealuna elaltragalia
rranfal pina ed)
alpina ne fòffe
auftore precettore enorma;chela
deffenfione delegràdi e piccole
republiebeper altro nome
arte militare appettata
non e por
fibile (énja la
notitia de Geometra
A ritbmetica e
Proporrtene egregiamente poterfecon
honore evttle exercitare.
Emainiun degno exercito
finalmente a obfidione
odefènfionedeputato de tutio
prouedu to ft
pò dire fé
in quello non
fé troui igfgmeri
enouo macbinatore parti
cularordinatoeommo poco inaile
deigran geometra Arcbimenide
afcracufÀdicTobabiamp'Sebenfé
gurada generalmente tutte
fiie arte' gliarire
prendile qual volgila
commo baftiottie altri
repari bombarde briccole
trabochi Mangani Robonfèe
Balille Catapulte Aritti
Tef!u' deni Grelli
Gattùcon tutte altreinumerabili machine
ingmgni e infrni
nienti fémpre con
fòr$adenumeri menfura e
lor propoitioni fé
rrouaran no fàbricati
efbrmari. che altfofonnoRoccbe.TorriReuelini.Muri-j Antemuri»Fosfi •
TurionieMerli.Manfclcctt .e altre
tortele nelle tari
cita e caflelli che tutta
gtometria e prortioni con
debiti lineili carchi - pendoli
librati eafértati ?
Non per altro
fi victoriofi fùron
li antichi ternani
cottimo Vegetto pontino
e altri egregii
attctori fcriuan© t
ii / cy
I , PARS Jiè
hój? la gran
cura e diligente
prc£atione de ingegnierie
altri arming'i da
terra eda mare
quali |cnci le
rmtbematici difcipline cioè
Aritbmeti ca Geometria
e f portioni
lorfuflìcienrianonepojftbile te quali
cojca pieno leantiche
yfforie de Lituo
Dioaifio Plinio e
altri le rendano
( chiare e
màifrjTc. Da le
quali. Rjibertq valtorripjtiffìmo arimenej'eq.le 1
chein la degnoperafua
de inffm bellici*
intirulataealoIllufTre.S.
Sigi) mòdo pandolfo
dicata tutte rraffe .
£ de difte
machine e infìrumétiad
IramcómoifuolibrodicltoarimMefeponeedemolte altre
piuafai. La fèlicijjtma
memoria del cógionto
e (fretto affine
de. v.celffttudie Federi
co fèltré|èIl!ujtri(fimo Duca
de vrbino tutto
el fTupendo edificio
del (uo nobile
e admiràdo palalo
in vrbino circucirca
da piede i
vn fregio de
viua e bella
pietra per man
de d igni
(fimi lapicidi e
(cultori ordinata mente
feci difporre . ^Sicommo
fraglialtri de IulioCefaro
delar > tificiofo
ponte in fùoì commentarti
filegi. E comò
fin quefto dinella
degna cita tudertìna
de vinbrianella cbicfia
de fimflo (brtunato
nro fa' ero
cemento dela clariff
ma voffra patema
memoria ancora gran
mut titudine degrofjìfloini canapi
publice pédenti qìi£
vn potè al
teucre a fùa
fàmo(Àc5jcquutaviftoriadebitamétediJpo(f.p"Nonf altri me^ci
anco raale grandi
fpeculationi de (aera
theologta el noffro fubttli(fimo
Scoto „ p
uene)ènonpJanotitiadeIematfoematici
difcipline cómeptutteìùTfa ere
opere apare. Maxi me fé ben
fi guarda la
queftione del firo
|cdo libro dele
|cntentiequado inqrendo domanda
fé langelo babia
/uo^prioede^_ terminato luogo
a fùa exiftetia
i la qle
ben demoftra bauereinte(o
tutto ~ elfublime
volume del noflro
perfpicacifjìmo megarenfé pfio
Euclide. Nò J?
altro fimilméte lì
teffi tutti del
principo dicolor ebe
fanno phycà metbafific
ì polTeriora eglialtri
(è moffrào diffìcili jé
no pia ignoratiadé~
te già dici
e difcipline. Non
p altro e
penuria de buoni
astronomi Je non
peldefèclo de arijhjTietica geometria ipportionie^portionalita» E deli
10.li.9an lo;- Iudicii
|è regano p
fatile tacuini ealtre
cofé catcùlate per
Pto lomep Al
bumafttr. Aliai fragano
Gebe. Alfbnfo Biancbo
Prodocino. e altriTeqli
f? la poca
aduertenca de li
fcriptori pojfono effere
maculate enit iate. E
p cófèquen te in
qlle fidandole in
grandiffi mi {£
euidéti errori p~
uengano no co
poco d.ino e
preiudicio de chi in loro
fé fidano. La fùtili
' ta fuprema
ancora de tutte
lelegi municipali confifte(écódopiu volte
da in loro
periti me expoffo
nel giudicare delaluuioni
ecirculuuioni deb' queplaexccffiualoroinundatione. Cómodeqlleelloro eximiocapo
Bartolo da foro
ferralo particutar traftato
cópojé eqllo Tiberina
in titit Toc
nel fuo ,pbemio
molto geometria cóaritbmeticaextol|é.A/fèrman' do
quelle (imilméreda vn noffro fratte
per nome Guido
chiamato e dì
fàcratbcologiaffi'jfore
bauerle aprefé inqual
traflato del dare
e torre ebe
ale volte jii el teticrep.
fua inundatione in
quellepti maximedepero fa
verfb deruta |ccótene.Douefèmpre co
figure giometriebe rettilinee
e curuilineedeptein£teel noffro
J?|picacif]tmopf5o. Euclide alegadofe
rejfe e qlio
co grandiffìma fubtilita
cóclujé . Non dico
de la dolce
fiiaue armonia muficale
ne dela fomma
vagherà e intellecTual
cófbrto prof pe'
ffiuo e dela
jolertifjìma di
fpofitionedearebitecrura co
ladefciirionede luniuerfo maritimo
e tereflre e
docTrina de corpi
e celestiali a)
petti p efi
dìlor quel che
fraor |é detto
chiaro apare.La|ciot> men
tedio al lettore
f eie akreafdi
pratiche e f
peculatiuecon tutte larti
mecanrche in lecofe
hu manenecefaric.ckle qlii
(én^a el fuffragio
d qffe noe
poffibileloro aqfto ne
debito ordie in
qili jéruare. E
£0 non e di prédereadmiratióefépothi fono
a noff ri
tépi buoni matbematici
p che lararita
de buonif ceptori
ne fa cagióe
co la gola
fonno e otiofé
piume e i p
te la
debilita de ft
recétiori igegni- Onde fra
li faui j>comu,{>uerbio rnagefttalmte
|è cof&atoadire. Au^fbaf
igni ft igeniù
mathematica cioè la
bontà de loro
demojtraet fiioco e
la peregrineca del
ingegno le matbematiòdi/cipline.Cbe in
fèn. tata voi
4recbd buono, igegrw
ale matkmaticifia apsifjìmoacadat*' PRIMA
5 i che le fieno
de grandifJìmaabftrac~tione e
(ùbtiglie^aiperche fènipre fàà
ra dela materia fènfibile fé banoaconfiderare.E veramente
fon quelle co' mo per
Tu) co fuerbio
fècoffuma che fpaccano
el pelo i
laire.Per la qual
cofk lamico ediuinpf5oPlatonenonimmeritamente Udito
del fùo ce'
leberrimo Gy mnafio
ali de geometria
inex£ti denegaua quando
vn brc Beai
fommodela fùa principalporualetteremagnetntelligibili pojéde
quefle formali parolle.
videltcet. Nemo bue
geometrie ejcperr ingredtat.
Cioè cbihon era
buon geometra linonintraffe. Elcbe
feci perche in
lei •gnaltra
(cientiaoccultajéretroua.Delacuifuauiffimadolce^i innace
lui repieno el
folertiflìmo dela natura
contemptatore.Py tagora per
la m uentione
de langolo refto
corno di lui
fi legi.e Vitruuio
el recita co
gran dijfima fèfEa
e giubilo de.ioo.buoi
ali dei fmfrtcrificio.cómo defotto
fé dira.E queffoal
pre|èntedelematbematia
alorcómendatione.Delequa li già
el numero in
queffa vofrra inclita
cita ala giornata
comèta per gra
ria de. v.D.celfunon
poco acrefeereper lajfidua
publica de lor
lefiiura no uellamen
te per lei
introducila col proficert
deli egregiiaudienti fécódola
grafia in quelle
a me da
laltiffimo concefla chiaramente
e con tutta
dili
gentia(aloriudicio)elfublime
volume del prefàro
Euclide in le
feientie de Aritbmeticae
Geometria, proportioni e fportipnalita exponédoli.
X
giaalifùoi.x.libri.digniffimofineimpofro
interponevo fémprea fùa
tbeorica an cora
la pratica noffra
a più vtilita
e ampia intelligétia
de qlli» e
ala pnte expedition
de quejfo el
refiduo del tépo
deputando. 4K Finito
el $ bemio
(equità chiarire quello
che per quefro
nome Mathe matico
fàbia intendere. Cap.
UT. Veffo vocabulo
JUathematico excelfo.D. ria
greco deri' uatoda
ebein nofttalengua fonaquanto
a diredifciplinabile.ealfpoflto noffro
per feientie e
difei
plinematbematicifèitédano.
Aritmetica. Geometria.
Af!rologia.MufJca.Profpecìiua.Arcbiteaura.eCoffnò grapbiaVe
qualàcaltra da queffe
dependéte. No dimeno '" cómunamente
per li fnui.le
quatro primefeprédano»cioe Aritmetica.
Geometria»
Afrronomia.eJV!ufica.elaltrefienno
dette fùbalternate cioè
da queffe quatro
dependenti.Cofi volPlatonee Arifto.eyfidoroi lefùe
etbimologte. El fèuerinBoetio
in fùa Aritbmetica .
Ma el noftro
iudicio benché imbecille
(t baffo fìao
tre o cinque
ne cóffregni. cioè
Aiitbmeti' ca.Geometria.e Afirronorniaexcludendo la
mufica da dicTe pertantera gioni
quante loro dale.s.La
profpe&iua e per
tanteragioni quella agio'
gendoalediéfe quatro per
quante quelliale diSenofrre.3.
la mufica . Se
quefti dicano la
mufica contentare ludito
vno ài /énfi
naturali. E quella
el
vedere.qualetantoepiudegnoquantoeglieprima porta alintelleiTo
fé dichina quella
fatende al numero
{onoro eala mefùra
importata nel te
pò de fìieprolationi'E quellaalnumero naturale
fécódo ogni fùa
diffini' tione e
ala mefùra dela
linea vifùale. Se
quella recrea lanimo
perlarmo' nia . E
quefla per debita
diflantia e varietà
de colori moUo
delecta S e
ql la fùoi
armoniche fportioni confiderà.
E queffa le
aritmetici e geome'
trici.E breuiter excel.D.fmora
e già fon
più anni che
quefto nel capo
me té$ona.E da
nullo ciò me fàffo chiaro]?
cbepiuquatrocbetreo cinque. Pur
exiftimo tanti fàui
non errare.E J?
lor difli la
mia ignoranti non
fi fùelle.Oime cbie quello
che vedendo vnaligiadra
figura con fuoidebi'
riliniamentiben
difpofla.acui foto el
fiato parche manchi,
non la giù'
dJchicofàpiupreffo diurna che
humana? E tato
la piSura immitalana
tura quanto cofà
dir fé poflfa.El
cheagliochi noffri euidtntemente
apare nel prelibato
fimulacro de lardente
defiderio de nofira
falute nel qual
no epojfbilecon magioreatentioneviuiliapofloli immaginare
al fùono dela
vocedelinfàllibil verità quando
diffe.vnuf yejfrum me
tradituruj efl.Doue con
aéfiegeffiluno alaltro elaltro
a luno co
viua e afflila
ad' mistione par
che parlino fi
degnamentecon fialigiacf ramano
elnò B Hi
PARS flro Lìonardo
Io difpofè. Como
de Zeufb eParrafio
|e leggi iPlìnio
de pitturi* cbe
fiando a contraffo
del mede/imo exercitio
con parra|io J
fida do)é depene
losquello feci vnaeeftaduuacon ftioipàpane
inferra epofra in
publicogliucelli vinjc còrno
auera aJégetarfc.E (altro feci
vn velo alo
ra Zolfo dijfea
parrbafio auédolo ancor
lui poffo in
publico ecredendo fòfje
velo cbe coprile
ioperafua fatta acòtraffo
lena via el
velo elajcia vedere
la tua a
ognuno comò fò
la mia e
co|ì rimajé vinff
o. Pache (e
lui (i vcelli
animali imtionali e
quello vno rationale
e maeffro inganno .
(è fòrjé'el gran
dilettoci
|umamoreaquella.(benchedi
leiignaro)nò min ganna. E
vniuerjalmente non e
gentile jpiYitoacbi la
pittura nò diletta.
Q lundo ancor
luno e laltro
animai renale §
irrationali a fé
alice. On '.
de con queflo
ancor mi (laro
faltro nò vene
cbe le fien
tre principali e 1 al
tre fiibalternate ouer
cinque fé quelli
lamuftcacónumerano
epernienre mi pare
la J»| pettina
da poffergare conciona
cbella non fia d* men
laude dtgna.E fon
certo per non
eflere articolo de
fède me fura
tolerataE que ffo
quanto al ditto
nomeajpetì. €TDe quelle
cofécbel leffore ala intelltgentia
dequejfo debta objcrua'
re. Capitufo» 1 1 1 I .
Prejfo per men
briga n eloquente
e da notare
quando (è allegare
alcuolte la prima
del primo la
quarta del fècódo
la decima del
qnto.la.'o.deU.ccofi
fcorrédJb final qui
' todecimo (èmpre
fé debia intendere
p la prima
cotationc elnumaodclc conelufioni.E
p la )é còda cotatione
el ni» mero
deli libri del
nf o pbilofopho
Euclide quale al
tutto mitamo còrno arebimandritta de
queffeficulta. Cioè dicendo fclaqn'
ta del primo
voi dire perla
quinta concluone del
fùo primo libroìe
co fi deglialtri
libri partiali del
fuohbrotoraledelielemenrieprimiprìnci'
pii de Aritbmetica
e Geometria. Ma
quando lauflorita p
noi adufta fòf
fédaltra fùa opera
odaltroauff ore quella
talee quel tale
auflore nomi' ruremo.C
Ancbora per molti
vani caratberi eabreuiature
cbe in fimili
fàcultaJécoffnmano vfitare maximepernoi
còrno fé recbiede etiamdio
a eia) cunaltra.
Onde la medicina
vfa li fuoi
per jcropolitoncetdragmet e
manipoli. Li argentieri
e gioilieri p
grani dinari e
caratti -li fuoi li
afiro logiper Ioue Mercurio
Saturno Sole Luna
eglialtrifimilrnenteliloro,
Elimercantiperlirefoldigroffi edenari parimétediucrfi con breuita.
E queff o
foto per euitareia
prolixtta del )
criuere e anco
del leggere cbe
alt» mente facendo empirebono de incbioffo molta carta.
A jimili ancora noi
in le matbematici
per algebra cioè
praftica fpeculatiua altre
cbe dino tano
cofd cenfo e
cubo egliatri termini
commo in la
preditta opera no-
(tra fé contene.Del
numero deliquali ancora
in queflo alcuninevfàre' mo.e
fon quelli cbe
dinasnte in la
tauola ponemmo. Similmente
quefìì nomi-cioe multiplicatione prodotto
rettangolo importano vna
mede fima cofk E ancora
quefh cioè quadrato
de vna quantità
e potentia dal
ranaquaritafonnovnamedefimacofa
tre termini, e mai ne
in più nein
manco (e pò
retrouarecómo fé dira.
portionefira lequatità la
fabia intédere e
interporre e corno
dali fàpiéti)' fimi
in lor volumi
fia chiamata. Onde
dico lei effer
detta Proportiolia ben
f medium g
duo extrema cioè
pportione bauéte el
mecco e doi
extre
mitqualfiaf>priapajJionedognitemario.Peiocbequalvoiternarioa(è gnato
quello (émpie bara
el mcfcp co
li doi fuoi
extremi.pche mai el
meg fo (ènea
lor jé intende.
E in tal
modo fé infégna
diuidere vna quantità
nel a.i>?.del.6.banendo prima
de) cripto nella,3.difjinitione del.6.
corno co
fidiuiderlafedebiatntédere.Benchenelfùo.i.perla.ii.demoJrri diuide-
re la linei [otto
la medeftma virtù
e forca nò
altramente noiando propor
tione fin cheUs.nonpafjpijfe.edal Campano
fé aduci fra
li numeri nella
i6.dcl.9. E queff
o quanto ala
fùa denominatione. flTCóme
|é intendino el
ftio mecco eli
fuoi extremi. §["
I ntefo comme
la nofrra,pportic5e perjuo
partteutar nome fu
chiama ta.reffa a
chiarire cóme dicro
mecco eanco extremi
in qual voi
qualità fé bafcino
a intédere e
corno bifognafTenno conditionari.
acio fra loro,
fé habia a
retrouare dififa ditiina'fporrione.Per laqual
cofa e da
fàpere co '
mo net quinto
|è afégna che fempre fi-a
tre termini de vn medefimo
gene re de
neceffita formo doi
babitudini o vogliam
diref portioni cioè
vna fra! primo
termino el )c
códo.lal tra fràl
fecondo ci tcrcp.
verbi grafia. Sic
no tre quantità
de medefimo genere Ccl>ealframente
non féhuédeeffer' ui
fra loro £portione).la
prima |ìa.a.e fta.9.
per numero» la
feconda . b.e Jìa.ó.la
terca e efia.4.Dicocbefralorofonnodoi,p
portioni.lunadal.a.
al.b,cioedal.9-at-6.laqualefì'alecomniune i loperanoffra cbiamamo
(éxq ìialtera e fia quando
el magior termino
coirtene el menore
vruuol* tae mcga.Pero
cbel.g.conten.ó.eancor.j.qual
fia mira deL6*e
per que' fio
fia detta |éxquialtera»Ma perche
qui non intendiamo
diredele^por-- tioni in
genere perbaueme diffufarnenteapienotraclato e
chiarito infìe mi
con feproportionalitanetla preaducra
opera nofFra.pero qui
de loro non
me
curoattramenteextendere,ma|émpre
tutto quello in
commune de lor
dtcro fé habia
con loro diflìnitioni
e diuifioni a pe
rfuporre. E foto
de quefra vnica al
prejénte fia noftro di)
corfoper non trouarfe di
lei cor, tale e tanto
vtili) fimo proceffo
per alcuno efferne
inance traelato . Ora
tornando alo incepto
propojjtodele tre quantita.e
fia ancora dala
fécon
da.b.alaterca.c.cioedal,b.al.4.vnaltraproportionefimilmente féxquì
altera.Delequali ofienno fimili
o dijfimili al
pféntenon curiamo. Ma fo
Io lo intento
fia per cbiarirecommofra tre
termini de medefimo
gene' re fé
habia de neceffita
retrouare doi proportionnDìco fimilmente
lano (Ira diuina
obféi trare lemedefìme conditionl .
cioè che Jémprefra
li fìioi tre
termini. cioè mecco e
doi extremi inuariabilmente contene
doi jpor rioni
|émpre de vna
medefima denominatione . Laqual
cofa de laltre
o pernio continue
ouer difeontinue pò
in infiniti varii
modi aduenire.P e
rò che aleuotte
fra lor tre
termini (ira dupla
alcuna volta tripla,
(tfic in ceterijdifeorrendo per
tutte le communi
)pecie..Mafralmec$oeU extre- mi de
queffa nofTra non
e poffibile poterfe
uariare commo )è
dira.Dicbe meritamente fo la quarta
connenientia col fummo
opefici.e che la
fia co numerata
fra laltre proportioni
(ènea f pecie
o altra differentia
fcruado le
conditionidetorodiffinitioniinqueftolapoffiamo afémigliareal
no jfro fftluatore
quat venne non
per foìuere la
legi anerper adempirla e
con gliomini conuerfò
facendole fubdito e obedientea
Marà e Io)épb.
C ofi quefra nofrra
proportione dal ciet
mandata con faltre
fÀco mpagna 1
dif * finitione
econdiérioni enon te
degrada anci le
magnifica più amplamf
te tenendo el
principato de lunita
fra tutte le
quantità indiffèrei .temete
e mai mutandole
commo del grande
idio dici elnoflro
fonilo Seuerino. videlicet
Stabiftfq, manenrdat cuntf
a moucri. Per
la qualcofd e
da fi' )>ere per
poterla fra le
occuirenti quanta cogno)cereche)émprefrali fuoi
tre, termini inuariabilmente la
fé ri tr
oua di] pofta
in la con
tinuafportia PRIMA 5
nalita in queffomo So>doeohel$
duflo del menoreextremonel cógìon
tq del tnenore
e medio fiaequale
al quadrato del
medio . E per
con jequé
teperla,to»diffinitionedeleìntodiflocongiontode neceffita
firael^io magiore e xtremo.e
quando cojì fé
trouino ordinate tre
quantità in qual
voigenereque[|efondifle/écondola,pportione bauente
el nu$o e doi extremi.el /uo magior
extremo jtmprefia el
congionto del rnenore
e me dio.
cbepojfiamo dire diflo
magiore extremo eflere
tutta la quantità
diuifd. in quelle
doi tal parti
cioè menorextremoemedio aquella
códu' ff ione,
El perche e
da notare difla
proportione non poter
eflere rationa le.ne
mai porerjè el
menoreextremo net medio
per alcun numero
deno minare /landò
el magior extremo
raìrionale.Pero ebe Jémpre
(iranno ir' rationali.commo de
folto aperto (èdira«E
quejfoal tergo modo
conuen conidiovtfùpra. fTComme
jè intendi la
quantità dìuìfà Jécondo
la proportione.b.el.m. e
doi extremis Cap»
Vili» Obtamo JÀperecbe
queffeco/è bé notate
a diuidere vna
quantità fecondo la
fportioné bauente el
mecfo edoi e*
tremi.vol dir di
quella far doi
tal parti inequalicbel
prò duflo dela
menorein tutta difla
quanta indiuifà (la
qua toel quadrato
dela magior parte.cómepla,j.dtffinitióe del.6.decbiara el
nojrro pHo. E
pero quado mai
nel cafò nò
fé noia jfe deuidere
difla quantità. S
.la $.b.l ,
m. e dot
extrem i ma
Jo lo dicefje
el ca(b farne
dot parti co/i
conditionate cbel fduflo
de luna in
tuttadifla quantità fàguagfi
al quadrato de
laitraparteacbi bettintender e
in larte /iaexperto
deue el ppofito
a difla fioffra
£portione redure, pero
cbealtramérenó (è pò
iterpretare.verbrgratia»Cbi diceffefòmmede.io. dottai
parti ebe muttiplicata
luna p .torcia quàto
(altra multiplicata in
fé medefima.Quefto ca|ó
e altri (imiti
operando fecondo li
documétida noi dati
nella pratica fpecutatiua
dettaalgebra § almucabala
p altro no
me la regola
dela cofàpofta in
la palegata,opa' no/fra
fé trouaua foluto.
luna parte cioè
fa rnenore efleMS*rfì^'.iij.e laltra
magiore fra-fl?. Ps,rn.s.
Lequali parti cofi
deferipte fònno irrationali
e nellarte fé cbiamano re/V
dui.DeliqualileJpéa(égnaetnfopKonella,79-deI.io»efJir.6. E
vulgaf méte difle
parti (e pftre) cane
cofi fa rnenore
ejndici meno radice
de ceto uinricinque,E
voi dir tal
pari arcPrefà la.5s.de.n5.
qual Sa poco
più de ir.
E qlla traflade.ij.cbe re/tara
poco più de«5,
O vogitam dire
poco me de.4»E fa
magiore fé pf
ofirefci.g?.de.rij.m«io,c. E voi
dire prefà la
radi> ce de.nj.quat
e poco più
de.n«como e diflo
e di quella
fraflo.s. ebe reffa
ria poco più
de.6.0 vogliam dire
poco meno dt.%.
perdifla magior par
te.MafìmiliaflidemultiplicaretfùmmaretfotraretepartiredereJIduibì nomii
e Radici e
tutte altre quàtita
renali e irrationali
fimi e rotti
in tue ti
modi pbauerli nella
pfntaopa nojfra apieno
dimoffri in queffo
non atro replicarli-e
fola Jéatédeadirecòfènoueenó legiadìflea
reiterare* E cofi
diui/i ogni quatita
Jémpre haremo tre
termini ordinati in
la con tinua
fportióalita ebe luno
/Ira tutta fa
quitta co/i diuifa,cioe
el magio re
extremo.commo qui net
propofto cajo.ro.E fai
tro fia fa
magior parte cioè
ermedio. C óme.e«{$Mij.m.s.et terjo
meri or fra.is.m.£>.B$. fra li qua
lifialamede(imaproportione'Cioedalprimoal(écondotcómodal(éco doalter{o.eco(igladuer(bcioedaltercoalfècódo corno
daffécódo al primo.E
tanto fa multiplicare
el rnenore
cioe,r>.rn.p?.ns. via el
magiore
cb2e,io.quatoamuftiplicareefmcdioi(é,cioe.5?«ri5.rrì*s,cbefunoelal' tro
;pduflo fiaaso.rn.^.ojoo.JT commoreeereba
la no/fra proportione»
E per queffo,
to.fia difloef^rdiuifò (ècondofa
proportione bauente el
tnefto e doi
extremi eia fra
magtorparte fia.#.r^.rn.5. eia
rnenore fia.tj. m.&.ii$.chelunaela!ttadenece. ♦
la quantità diui
{i fécódo la
nf a diuina
f poi rione
cbe luna p
te cioè la magiore fira«p?.»5'rn.s.ela menor.is,rn.£2. 1*5.
Dico fé fò'
pra.15.rn. jv.1t5.cbe e la menore
fàgióga la mita
dc.fJMi5.rri s-cbe e
la ma' giore
el cógióto poi
dela menore e
de difla mita
in fé moltiplicato
fira.$. rito del
qdrato dela mita
de dicTa magiore
e coft apare, Perocbe la
mita 'de.52
.ns.m.5.e.pj.}ii.rn.i%giota
co.1s.tn.fv.n5.cbe e la
méore fn.tti.rn.f». 3'ì.Onmeito
n^m-p.^. via.n^.m.fv,5r;.fì.i8t;..m.£> i9S3«i»
E qfa fia
dco el qdratodel
cógióto. Poi qdrije
àcora la mita
de dtff a
magiore cioè mcà.^.jii.m,z%via.^.3iJ.m.^^ra.37^.m{S«7Sii.Eqjlo fia
dettoci qua drato
dela mita dela
magiore quale apóto
fia el.f .del
qdrato del cógion.
to. E p
cóféquéte difto qdrato
del cógióto e
qncuplo al qdrato
dela mita de
diffa pte magiore
de.io.cofi diuifò.La ql
fbt$i molto con
laltrefia da {rimare,
còrno tutto geometrice
fi prouap laterja
del.is.delnfoauflore.
porrione|e a tutta
diffa qtita (è
agionga la fua
magior parte fira
poi di do
congióto e dicla
magiorparte parade vnaltta
qtita co|ì diuifportióecliuifrt'iO'cbelamagior|ùapte pra.je.n$.m.s»ela mmore.is>rn.rv.ns.Ofi fé
f»pra.io.p*ma qtita lèpóga.
p{ v$.rn.5. magior
parte fate vnafécóda.rioe.fV.ns.piu.s-Eqfta jècóda
qtita cioe.fv i*5.piu.s-dico eflerfimilméte diuijd
Jécódo la nf
af portióe i le di
fledoi partii cioè
in.jV.ii>.rn.s.magior
dela prima ein.10
qual fb la
j5ma §tita e
fia I3 magior
pte de qfra
fécóda qtita. E
qffo apare cofi.P ero cbeel
jpduéTo de.P$.m.5.(cbe era
la magior pte
dela p"ma eora
fia ta menore
de q|ta jécóda)
i tutta qflafécóda.cioein.fV.KS.piu.s-fàquàto el
qdratodela media o
vogliam dire magiore
pte de qfta
jécóda cbe e.io.cbe
luno e tal
tro fanno apóto
ioo.cómo fé recbiedeala
dififo
proporttone.>Laqualfbr fa ancora
ci manifrfla geometrice
la quarta del
terjodecimov CTDel quinto
fuo mirabile efjefio.
Cap. XIIIT. E
vna quititajia diuifà
jécódo la nf
a dièta $
portióe |èm pre
el cógionto del
qdrato dela menorptecol
qdrato de tutta
la qtita integra
fira triplo al
qdrato deb magiorejr
( te.fTVerbi.g« Sia.io.la qtita
diuifktcommo babiam ài #0 cbe
luna ptefia.is.rn.fSMj5.ci0e la
menoree taltra.fv» ws,rn.5.cioe
la magior.Dico cbel
qdrato io.tutta qtita
e lor cógióto
fira triplo cioè
tre tato del
qdram dela magior
pte.cioede.p:.tt5.m.s.Onelqdratode.i5,rn.pj.tt5.e
350.m.pf.iii50o,eloqdrode.io.e.ioo.cbgiótocó.55o.m.f5.iK50o -fanno
450.mfV.n1500.pdco cógióto.Elo qdrato
3 lV-ns-m.s.«.iso.m.5?.iisoo ql
fia el.{.de dielo
cógióto còrno apare.Pero
cbe mcato.150-rn.IV.Rsoo». p.5.fàraapóro,4so.m.pMR«>o.Donca dicìo cógióto
fia triplo aldifto
qdrato fi còrno
dicémo.Elqleejfeflo geometrice
cóclude la qnta del. 13» la'qua~ tifa
rónale.qual ftbabia a
diraderemo la Aporrióe
bauen^ I te
el mejjo e
doiextremi,Dico denecesfita ciafeunadefe
parti douereff ere rejìduo Oh lunaJìra.is.m.fV.ns.lcioela menoreefaltra
magior fia. {V.
nj. rfi. s.
El perche apare
cadauna efférerefidup t
che cofi PARS
mm fé cbiamono
nellarte fecondo la.^.del.io.E
queffo ta1eeflf;£fo babiamo
da la fata
dd.13. CX>el imprimo fùo ìnextimabile
efluf o. cap.
XVI. Ellatodeio esagono
equilatero fagiognial lato
del de' cagono
equilatero quali ambcdoi
jdntendino in vn
medefimo cerchio' cie|
criti . E lor
congionto fémpre (ira
vna quantità diuifa
fécódo la diéla
noff ra proportio
' ne.Elamagiorfua parte
fira filato deloexagono.
Verbi grafia. Sia
el lato de
vno exagono equilatero
nel cerchio egnato.p.DS.in.j. E
il lato del
decagono eqlateron ti
medeftmo cerchio ia.iS,rn.^.n$.Del qual
cerchio ti diametro
fira.fì>.$oo. m. io-
Dico chel
corigiontode.pj.tt$.rn.s.con.i$.m.^'.iis.qu3lr!a.io.eflerdiuifo)écódola noffraproportione.ela magior
jùa parte na.pj.us.m.j.elamenore.is.m. p.nj.commo
più volte (édiclodiuider.io. E
queffo fia manifrffo
perla 9.del.i3.geometrice. jETDel-s. effetto conuerfo
dtl precedente. Cap.
XVI I. E vna
linea fia diuifa
fecondo te jpportióebauéteelmeg' coedoiextremifemprede quel
cerchio delqualelama' gior
parte fia lato
delo esagono del
medefimo lameno' rene
fia lato del
decagono.^! Verbi
gfa.Selalieadiuifà fbfle.io.lafua magior
parte
cbee.p:.us.rn.5.(émprefiia
el >**aìaiH| lato
delo esagono de
vn cercbio.dtlquale ci
diametro fi rael
doppio de.{S.B$.m.s cioè.
$.'.500 m.io.Dico che
de quel medefimo
cerclno.ij.m.p'.iis.menor
parte nefia lato
del decagono equilatero
in ep fo
collocato.É de queffo
conuerfo molto fé
ne (érue Ptolomeo
nel. 9. ca'
pitulo dela prima
direzione deifuoalmegiffoa demoffrarela
quàtita dele corde degliarchi
del cerchio. C
omo ftmilmente aperto
fé demoftra.
fopralaprediéta-9
del.i5geometrice. " C^Delfùo.o.efftcrofcpraglialtriexctfl'iuo. Cap.
XVIII. E nel
cerchio |è formi
el pentagono equilatero
e ali/ùoi doifpinqui
angulifefubtédadoi lineerete moffe
dati termini deli
floilati de necejfitaqutllefra loro
Kdiuide ràno fecondo
la noffrafportióe.E cadauna
dele lor ma'
gior parti femp
fira el lato
del diclo pétagono .
f Verbi
gra'Siaelpentagono.a.b.c.d.e.edaliextremi.c.g.a.fttiri
acorda.a.c.laquilfubtcdealangolo.b.Edaliextremi,b.tt.e.fe.tirilaItra corda.b.e.ql
fubtcdaa langolo.a.Dico cbcqftedoi
linee.a.c.{t.b. fèdiui dano
fra
loronelpóto.f-f'olapportóe.b.el.m.edoiextrcmi.e la
magior parte de
cadauna fia lato
de dicTo pétagono
a poto. Ondedela
Iinea.a.c. la magior
partefta.cf-e la magior
dela linea. b.e.fia.e.f. ognunadecjfte
Jémpfia.c f.E la
magior dela linea.
b.e.fia* c.f. Eognunadeqfrefcmpfia eqleal
lato del pétagono
detto. Edali iMathéatici
ditte doi linee
(? altro nomejècbiamanocorde delangolopentagonico.cómo fèledicìtecor
de ognuna fòffe.iopercbe firanno
equali fiando el
lor pentagono nel
cer chio equilatero.c
f.jtria.lS'nS.rrus.a.f.is.m.^.BS
eia parte.e.f. fèria (imel ■
méte.pj.PS.m.5,elo.b.f.|èria.K.m.iV.ii5.
Elo lato del
pétagono jéru/ìmil méte.p?
rì5.rn.$-edflo tutto co
belmuododemoffrala.'i.del.y.geomerri
ce.
EpqffotaleefftcJfopojfamo per lanolina
dellatoperuenirealano"
titiader-ittelefuecordeedetutte
lelorparti.Ecofiploaduerfo
pianori ti3 dele
corde pofltamo peruenire
alanotitia del lato e delegarti
de di' flecorde.
Operadoarithmetice egcometricecómobabiamonellopeM noffra
fopraaducla ifegnato de
manegiatle con tutta
diligentia de bino
miiealtrelineeirrarióali.delequaUelnfopfrotracTintlfuo.io. eplinea
luieldcmof1ranella.n.del.t.einla.K?.del.6.S'che)ì'.cilméte/èpueneala notitia
de luna e
de laltro in
tutti modi che
fia cofd de
grandijf ima v
ti' lita nelle
noftre j cientifiebe
e fpeculatiueoccurrtntie. QTDel.io.fuofupremoejfecTo. Cap.
XJX. PRIMA E
vna cftita fia
dimfà fccódo la
f ditta p
porrtene futt lì
ejfeffti che di
lei eie jtic
pti pofjìn o
puentre qìli mi
de)]i- miin habirudinenuero jpetieegenerep uengano deqlu
cbe altra qtita
cofi diuifa. pTerbigra
SiennodciUnee co/i diuiji
cioeluna.a.b. diuifa in ,c.e la
fùa magior pte
jfia.a. ce laftra.de.e
la fùa magior
ptefia.d.f* £ comò
di' ciamodeqftedoi cofiintendiamodeinfinitealtrele qli
(ncil méte fepof'
fànop via
dearithmeticaafegnarleponédo.a.b.rcua.c.fèria f?Mis.
m.s.e laltra'i5.m.|3?,BS.E ponédo-d.e»B.d.f.)èria 92
.iso.m.6. elaltra |éria
.ig. rn.j3M8o.Dico che
tutto qllo cbe
mai pò auenire
a vna de
diète liee copa
irate mcàte partite
e in tutti
altri modi trauagliate»
El fimile aduene
fèmp a lattra
cioè da cadùa
ala fùa magior
pte fia la
medefima jpportióe e
co fi da
caduna ala fùa
rnenor parte fia
la medefima £
portione E cofi
p cóuer^ fodacadunadelelorptiaejfetutte»ecofielfducio deluna
nelle fùepti € ecóuerfo
ale diffe parti
e cofinel partire
e fonare acade.
Onde la jppor
' tion e cbe e
da.ro.ala fua magior
pte {jj.us.m.s.fia qlla
medesima cd e
da B.ala fùajnagior
parte {8.i3o.m.6.e la
fi portione che
dal cógionto deio,
a
jV.fc5.m.s.a5?.tt-;.m,-:.qllamedefima
ftadelcógioto de ce
j32.r8o»rri.6. a fJ>.rso
m 6.E cofi
breuiterin Sfinito prefèereuoltatequocuq,f qlitercuq,
perla
pmutataconuerfàcógiontadifgiontaeiierfàfequa ^portiortìlita fèm
pre conuirra a
vna medefima denoiatione
e ali medefjìmi
effetti in' tenfiue
la qual cofà
fèn^a fallo demoffra
gràdiffima armonia in
tutte gtì.' ta
cofi diui|i.cómo defoftoaparera nelli
corpi regulariedepédétì,e tutto
quefto cócludeinfubftàtia la.t.del.i4,geometrice. €TDel
ftgMi.excellentijfinio
effetto, Cap» .XX»
Elfediuideraellatode
vnoexagonoeqlatero fecondo lanoffra
diuinafportionefèmprela
fùamagiorpartede neceffita fira
ellato deldecagono circufaifto dal mede
fimocercbiocbetoexagono.fVerbigra.
Sei lato de
fa exagono fbfè.io.deuifo a
modo ditto la
(mi magior pte
ftra5?.nj.m.s.qldico a ponto
effere ellato deldecagono
dal cerchio medeffi
mo circu|cripto.Del qle
eldiam/ttro verria ejfer.zo.
e quefto fia
cóclufo per la-s-del.^.
Onde p eutdétiaauuto
el lato de
vno fàcilmente fé
troua et lato
de laltro e cofi auutoel
diametro del cerbio©
vero fiia circuftrentia
oTèo la fùa
area odeqluncbe altra
parte fùa fèmpre£
quelle poffiamo peruenire
ala notitia de
luno e laltro
per Inno e
cofi per cóuerfo
I tutti li
modi de cerchio
exagono decagono e
ancor triagulo ope
rando aritbmeticeft geometricecbevtiliffimacofà fia
fi corno difopra
nel,9,effetfodelpentagonofòdettoJdeogc» «XXI*
El fé diuide
vna gtita fecondo
lanofrra dittai portione
fempre la 5?.
del cógionto del
qdrato de tutta
la cftica edel
qdrato de la
fùa magior parte
fira in fportione
ala {J.def congtontodel
quadrato de ditta
cftita e quadrato
dela fùa menor
paite corno ellato
delcubo al lato
del triagulo del
corpo de.io.baft pVerbigra.Sia.10. la qtitadiuifàji
condo la fportione
bauente el mejco
edoi ex tremi
cbe lana parte
cioè la madore
fira commo più
volte |i detto
f£.B5.m.$.e la
menore.1s.rn.52.us,
Orquadnfècioemultiplicbijéin
fé medefimaia dimagrita adutfacióe
io-fnra.ioo.e ancora quadrifé
la fùa magior
parte cioe.^.as.m.s.la qual
meata in (è
fàra.fso.m.pj.nsoo.
equadrife ancora la
menor parte cioè
.tj» m.j3?.«s-cbe meata
i fé fu.5So.rn,$.msoo. Ora
fopra el quadrato
dela ma giorparte
cioefopra.ico.m.pj.ftsoo.pongafe
el quadrato de
tuttala qtita
rioede.io.crJe.ioo,fàra.iSO.m.g,\ti?oo.etmedefimoqdrato dedica
qtr tacioepur.joo.pógajé fopra
el quadrato dela
menore pte qual
trouamo
ejfere.Jso.m,^.iK5oo.fopra el quale
gionto.ioo.fnra,4So,m.
pj.ftisoo,
Cfedicocbdafj«^óed- portione còrno
apare per la.?
diftìnitione del,6.e p
la-J9.del diflo e
an* cora noi
difrpra in queffo
dicémo quando fb
decbiarito còrno fé
interi' da el
m e^o eli
fùoi extremi circa
al primo fuo
ejf ecìo adufto. fJfCommo
per reuerentia de
noffra falute terminano
difli effefft. Capitolo.
.XXI II. On
me pare excelfo
Duca
rnpiufùoiinfinitiefftftialpre
fente extendtrmeptrocbela cartanon
fùpliria alnegro a
expri ni crii
tutti ma fc
loqfli.15.babi amo
fiaglialrri eleflì a
reueréti a de la turba duodeni
e del fuo
fanaiffimo capo noffro
redemptorc Xpo Yfiu
.pero che bauendoliatiibui .
toelnomediuino ancora pel
nuerode noffra falutedeli
«.articoli .eai.apoffoli col
noffro fruitore fabion
a terminare del
qua! PARS 3
collegio cóprebcdo.V. D»
eelfitudine hàuere fmgutardeuotionefc ha'
ufi non fia
poffibile poter formare
neimaginare larmonta e
degna cóuenic tia
fra loro de
tutti li corpi
regulari e loro dependéti.al
cui fine li
già difli ha
fc-ia mo propo
fri acio lor
fequela pin chiara
|é renda. fTGómo
li difli eff efli
cócorino ala compofitione
de tutti licorpi
regu' lari e
lor dependenti, Cap.
.XXIItl. Ora excelfo.D.la
virtù e potétia
de lantedifla no
ff ra fi
' pontone co
fuoi fingulari effefli
maxime corno defopra
dicémo |è manifèfta
in la fòrmarione
e cópofitione de
li corpi fi
regulari còrno dependenti.
De li qli
acio meglio fa.
prenda qui |èquéte
ordinatamele ne diremo*
E prima deli«j.efl"entiali quali
f? altro nome
fono chiamati regi»
ari»£ poifiiccefl'iuamentedealquatiabafranfaloroegregii dependenfì
Ma prima eda
chiarire p che
fieno ditti corpi
regulari, S ecódariamente
e da fuare corno
in natura non
fia poffibile formarne
vn,6. Onde lidi
fri fonno chiamati
regulari p. efi
fbnno de lati
e anguli e
bafi equali e
luo dalaltro a
poeto fé contiene
corno |é mofrrara
ecórejpondeno ali S-cor'
pi (empiici in
natura cioè terra.aqua.airi fìico
eqnta ejfen ria cioè
virtù ce ìefre
che tutti glialtri
fiifrenta in fùo
ejfcre. E fi
còrno queffi.5. (empiici
fon no bafranti
e fùfjìcienti in
natura altraméte fèria
arguire. I dio
fuperfìuo ouero diminuto
al bifògno naturale,
L a qlcofk e
aSfiirda corno afferma
clpfioche
IdioelanaturanonoJ?anoinvanoeioenon
màeanoalbifò gno e
non excedeno quello
coft armili le
forme de queff
i.$.corpi deliqìlt fx
adire a poeto
fonno, j^d decorem
vniuerfi e no
pojfàno es |ér più
per quel che
fequtra. E f?o
non (meritamente corno
fedirà difoffo lantico
Platonenelfuo
tbymeolefigurededicti
regulari atribuialf.s. corpi
firn plicicómo in
la gnta cóuenientia
deldiuin nomeala "noffra
fportione atribuira de
fbpra pi deci o
e queff 0
quanto a la
loro denominatione, ^TCómonon
posfmo et fere
piu.$.corpi regulari.- Cap.
.XXV, Onuien|éora moffrare
còrno nópo$fmo «fèrepiude^.
tali corpi i
natura cioè tutte
lor bafi fieno'
equalli fra loro
ede angoli folidi
epiani equali e
fimrlmente de lati
equ3li
laquaTcofkco/iapareperocbeala
ccmftitutione devno angulofblido
almaco enecejfàrio el
eòcorfo de.3.anguli ft'perftcialipercbefolode doi
anguli fi fficialinon
(tpo finire vn
angol folido Onde p cheli.j.anguli de
caduno exagono eqU'
terofonnoeqlia,4.agulirecri,Eacoradelo
eptagono cioè figura
de. t> Iati
e generalméte decadila
figura de più
lati eglatm e
anco egangula li
3,fuoi anguli férapre
fonno magiori de.4.reflr
fi corno p
la.31.del prima euidenteméte
apare e caduno
angulo folido e
menore de,4»anguli refli
corno tefhfica la.1i.dtl.1r.
E pero fia
imposfibi!eche-5.anguli de lo
exag» fio edelo
eptagono e genetalmenredequalun che
figura de più
lati equi latera
e ancora equiangola
formino vn angol
folido. E perqgo
|è manifè fra
che niuna figura
folida equilatera ede
anguli equali non fi poforma'
re de fiipcracie
exagonali o veraméte
de piulati.Pero che
(è li.;, angoli
de lo exagono
eglateroe anco equiàgulo
fonno magiori ebevn
angoli folido.fequira cbe,4,e.piu
molto rvagiormenteexcederano ditto angu
lo folido..Mali.3,angoli del
pentagono equilatero e
ancocquiangolo e manifèffo
che fenno mcnori
de ,4, angoli
u&u E Ir
quatro fonno magiori
de. 4, refli
Onde de li.
3. anguli de vn pentagono
equila > fero
e anco equiangulo
fé pò formare:langulo folido.
JViadelifLoi.4» anguli odepiu
non e posfiBilea
formare angulo folido
.E pero fola*"
mente vn corpo
de pentagoni equilateri
e anco equianguli
fia for- malo ,
el qiial e
diflo duodecedron altramente
corpo de.e.pentagonfc PARS
-* h -i
i- 9 c
c d e
£ pero follmente
vrt corpo de
pentagoni equilateri e
anco cquiàgolifia fbmato
el quale diéìo
duodecedron altramente corpo de
.n. pentagoni dali
pm. Nel quale
li angui i,
deli pentagoni a.;.a.
3.fbrmano e contenga
no tutti li
anguli folidt de
diclo corpo. La
medefima ragióe fta in le
figu' re quadrilatere
de lati e
an guli eqli
; còrno in
li pétagoni |c
diflo. P eroebe
ogni figura qdrilatera
fé la (tra
eqlatera e anco
de angoli eqli
qlla p la
difjt nitióeftraqdrata.fcbe tutti
li
(tioiangolifirannoreclt.cómo)émo(tia^
la.51.del primo. Onde
de.j.angoli adóca de tal figura
(inficiale fia pò] ft
bi'efbrmireunàgolfolido.Made.4.fuoiodepiueipojfibile Perlaqual
cofà de tali
figuri, fnpficiali leqìi
cóciofiacofct ebe le
fièno qdrilattt e
eqla' tere e
de angoli eqli
(ine pò formare
vn (elido el
qle noi cbiamame
o:bo elqlee vn
corpo cótenuto da.
6.fupficieqdrateeba.n,latt.e,s.angolifoli
di- £ deli triagoli
elateri li.6-angoli fonno
eqli a. 4-recli
p difta. $*. del
j5rno. Adóca màco
de.6 .fonno menori de.4.refri.e
più de.6. fonno
ma ' glori
de.4.recTi. E pò
de.&.angolio de più
de fimili triagoli
no fé pò
fòr mare vnagolo
folido.ma de.s.ede.4.e de^.fépo
formare, E cóciofia
ebe ^angoli d d
triàgolo cqlatcro cótégbino
vnagol folido pò
de triagoli ec|
lateri fé forma
el corpo de-4.bafi
triagulari delati eqli
difto tetracedron. E
qn cócorgano .4.
tali triangoli (è forma
elcorpo de.s.bafi detto
oflo- cedro. E
|é.5.triàgolieqlatcricótégano
vnagol folidoalor fé forma
elcol pò detto
ycocedró de.io.bafi triagulari
e de lati
eqli. Onde pebe
fienna tati e
tali li corpi
regulari e pebe
ancora non fiennopiup
quclcbedifto babiamo a
pieno fta manifrff
o f e.
|[Dc fàbricafcufbrmationeeo3del primo
eperla decima de
lo vndecimo »
Ecofi ancora per la quarta
del ditto vndecimo
|é maniféfra tutti
li Iati de
diffo cubo jfare
ortbogonalmentefbprale fue
dot fuperficie oppofite.E queffotale
aport to dala
(pera del propoffo
diametro Cra circum|cripto. Ondefcmpre
di flo diametrofira
triplo in potentia
allato del ditto
cubò cioè cbelqua'
drató de ditto
diametro fira tretanto
del quadrato dellàto
del cubo.Có mo
fél diametro fbjfe.li'^oo.ellato del
cubo conueria ejfere.io.aponto. Lacui
notttia a molti
cafi neceflariifta oporruna
ffc. CTCommo fé formilo
offocedron in fperaaponto
collocabile cfùa proportioneala fprea.
Capitalo XXVI UT.
El ter$o luogo
fucedein fnbrica el
corpo de»8'tafi triagu
lari detto oftocedron
ql fimilmentedavna £ poftafpbe
ra fia apontorìrcumdato dela
qualfpera fblo el
diametro anoi fia
noto. Efnfle in
queflo modo.Prenda|é el
diame- tfo dela jpbera qual (la lalinea.a.b-la quale
fé diuida per eqnali nel
ponto,c.E'fopra tutta la
linea |éfàcia el
fémicir culo.a.d.b.etiri|é-c.d. perpendiculare ala
linea.a.b» edapoi fé
gtongael pontcd.con le
extremita del dittodiametro
cioe.cori.a,e con.b . Da-
poi fàciaffe vn quadrato
del qual tutti
li lati fienno
equali a la
linea.b.
d.Efiaqueffoquadrato.e.f.g.b.Em
queffo quadrato fetiri
doi diame' tri
deli quali luno
fia.e.g«elaltro . f • b
. Li
quali fraloro (é
diuidino nel ponto.K.
Onde per la
quarta del primo
fia manifrfro che
cadauno de quejti
diametri e equale
ala unea-a.b.ta quale
fb poffa diametro
dela
fpberaconciofìacbelangulo.d.fìarefifo
perla prima parte
delarrigefì- ma del
terjo.E ancora cadauno
deli anguli.e.f.g.b.fia reeTo
per la difjw
nirióne del quadrato.E
ancora fia manift|fo
ebe quefji doi
diamerri.e» g-f •ftb.fraloro
fé diuidano per
equalinel ponto»fc.E apare
per la quin-
ta e trigefimafecunda e
fexta del primo
fàcilmente deduccndo . Ora
lenì fé fopra-fc.la
linea K4.perpendiculare ala
fuperficie del quadrato .
laqual perpendiculare féponga
equàle ala mita
del diametro.e.g.o vero.f.b*
E poifé lafcinolcypotomiffe.l.e.l.f.l.g.l.b. E
tutte queffe ypotemifle
perle cofédiffe e
profùpoff e mediante la
penultima del primo
replicata quantevoltefiabifogno fraloro
(iranno equali- E ancora
equali alitati del
quadrato
Adoncaftnquab3biamovrtapiramidede.4.bafitriangM C
PARS lari de
lati equali confante
[opra el dici o quadrato
la qua! piramide
fu la mita
del corpo de.s.bafi
quale intendemo. Dapoi
fotto diclo quadra
to faremo vnalira piramide fimileaqucftain queffomuodo cioè. YTi rarcmo
la dieta linea.l.K.fbrando cpcnetrando
el diffo quadrato
fin al ponto-m.inWdo
che la linea.K.m.laqual fta
fcttoel quadratola equa
ìealalinea.l.K.laqualfta
defopradicìo quadrato E
da poi gtogneroel
ponto.m. contutti liangulidcl
quadrato tirando .4.
altre linee ypow
miglile quali fonnomi.e.m.f.m.g.m.b.EqucJTeancora fé
prouanoef. fer equali
tiraloro e ancora
ali lati de
ditto quadrato per
la penultima
deiprimoelaltrefepraaduffecommofòprouatode laltre
ypotumiffe fopra al
quadrato Ecoft fempre con
diligentia obfcruate le
("opra dicìe co' fé
(ira finitoci corpo
de.s.bafi triangulari de
Iati equali el
quale apunto (ira
dalaj pera circum)aipto
La proportione fra la fperaeldicìo
corpo {te cbel
quadrato dtl diametro
dela ) pera
al quadrato dellato
de dicto corpo
ftadopio,aponto cioè fddiclo diametro
fbfle .8. el lato
dcloclo baft feria . #
• 3» . lecui potentie fialoro fonnoin dupla proportione cioè cbel quadrato
del diametro fta
dopioal quadrato dellato
del dififo cor'
pò ecofi babiamo la
fàbrica eia proportione
re(pe£ro la(pera f e. ^D[De
la fnbrica e fbrmatione
del corpo detto
ycocedron. Capitulo XXIX.
A per fare
el corpo de.
10. bafi triangulari
equilateri che apontoda
vnadata (pera ebebabia
el diametro ratio'
nalefiacircundato.E (ira
euidentemente ellato deldi'-
tlo corpo vna
linea irrarionale cioè
quella ebefia dicla
linea méore C Verbi
grafia Sia ancora
qui el diametro
dela data (pera.a-b.qual (è
ponga eflerrationale o
in lori gbecca
o folo in
la potenca. Ediuidajé
nel ponto.c. I n modo
ebe .a.c . fia
quadrupla
del.c,b.efàcia)èfopta leiel (cmicirculo
.a.d . b . etirijé.cd.per' pendiculare.al.a.b.etiri|clalinea.d.b. P"Dapoi
fecondo la quantità
de la linea.d.b.fè
fncia el cerchio
.e.f.g.b.fc.fopra el centro.l.
al quale (è
iti fcriua vnptntagono
equità erode le
medefime anotato. Alianguli
del qua e dal centro.l.
fémenino le linee.l.e.l
f.l-g.l.b.l.k. E ancora
nel medefimo cerchio
fé (ària vndecagono
equilatero .
P"Diuidin(éadon' ca tutti
li archi per
equali de liquali
le corde fonno
li lati del
pentagono E dati
ponti medii alextremitade
futili lati.de lo
injcripto pentagono fé
dericino le linee
recle. E ancora
fopra tutti li
anguli del diflo
pentagO' no fé
derici el cateto
commo infègna la
duodecima del vndecimode
li quali cadauno
ancorala equateala linea.b.d.E
congiongbinfé le extremita
de quef!i.$.cateti con.5.coraufti E
firanno per la.Jocta
del vn' decimo
li.5.cateti coft deridati
fraloro equidiffanti E
conciofia ebe loro
fienno equali firanno
ancora per la
tregefimaterca del primo
li.s.corau' (li quali
congiongano leloro extremita
equali ali lati
del pentagono. Lajcia
cadere adóca dacadaiia
fumita de tutti
li cateti doi
edoi ypotomt fé'ali
doi anguli circunftanti
del decagàoifcripto.E.le extremita
de que (federi
ypotomiffequali de(cendano dale.s.extremita de
li cateti ali.J.
ponti quali fonno
cadaunianguli medii del
decagono in (cripto
cógùì gi formando
vnoaltro pentagono neldicto
cerchio El qualeancora (ira equilatero
per la vigeftmaterca
del terco E
quando arai fatilo
queffo vederai ebe
arai fàffo.io.triàguli de li quali
li lati fonno
Icio. ypotemifé eli.5.coraufti.eli,s«lati dequefto
pentagono injcripto. Ecbequeffi
trian guli (ienno
equilateri cofi lo
aprenderai . Conciofia che
tanto el (émidia
metro del cerchio
decripto quanto che
cadauno de li
cateti deridati fta
equale ala linea
b.d.per La ypotbefi
fira per lo
corelariode la.15.deL4. cadauno
de li cateti
equale allato deb
cxagono equilatero fàflo
nel cer/ cbio
del quale el
diametro fia equale
ala linea.b.d. E
percheper la penul'
tima del primo
cadauna dele.io. y potbcrmjè tanto
e più poten
te del cate.-
to quanto pò
elUto del decagono
ancora per la
decima del tergodeci'
PRIMA !0 mo
citato dèi pentagono
e tanto più
potente del medefirno
quanto pò el
niedeftmo lato del
decagono fira perla
comuna feientia cadauna
de quejte y
potomi|é equale allato
del pentagon o.
E deli coraufìi
gta e flato
moff ro che
loro fienno e
quali ali lati
del pentagono .Onde
tutti li lati
dequejri.io.trianguli o veramétefonno
lati del pentagono
cgjatero la (ccunda
volta alcerebio infaiptoo
veramente aquelli equali.
Sonuo
adoncalidifititrianguli
equilateri. Ancora più
("opra el centro
delcer ? cbio
qual fia el
ponto»!, derida vnaltro
catbeto equaleali primi
qual (la
l.m.Elafùafuperioreextremitaqualfiaelponto.m.giongni con
cada/ una extremita
deli primi con.s.coraujK. E
firaperla |e?tta del
vndecimo queflo catbeto
centrale ci oe
che fia derivato
nel centro equiff
ante acada unodelicatbetiangulari-E perop.
latrigefimater$adel primo quefrùs.
caraujlifiranno
equalialfémidiainetro del cerchio
e per lo
correlarlo de ladecimaquintadel quarto
cadauno fia commo
latodelo exagpno Adunca
al diflo catbeto
centrale da luna
elaltra parte fagiongbivna
linea equale allato
del decagono cioede.fopra
in fu li
fàgionga.m.n. El giufotto
al cerebio li
fi gionga dal
centro del cercbio.l.p
> Dapoi fé
la' |cino cadere
dal ponto.ms.ypotomiféali.s.anguli fuperiori
deliio.tri' anguli quali
fonno intorno alarcuito,
E dal ponto.p.altre.j.ali altri , ?,•
anguli
infèriori.EfirannoqueJte.io.7potbomi)é
equali fraloro ali
lati delo ifcripto
pentagono per la
penultima del primo
e,per la decima
del rer$ odecimo fi
commo dele alrre.io.fb
demoprato printa . Hai
adonca el corpo
de.zo.bafitriangulari fi equilatere
del quale tutti
li lati fonno
equali ali lati
del pentagono. E
lo fùo diametro
fia la linea.n»p.
E deq. ffi.io.trianguli.io.nefmno nel
circuito fopra el cercbio.E.s.fé elcuano
in fu concurrenti
al ponto.n. E
li altri.s.concorrano de
fotto al cerebio
nel póto.p. E
queflo corpo chiamato
icocedron cofi formato
ebe la data
fpe ra apótoel
circundi cofi (Ira
maniftfro.Conriofiacbelalinea.l.m.fia
eq le allato
delo exagono.E la
linea>m.n.allato del decagono
quali fien /
noequilatericircumfcriptiambe
doidal medefimo cercbio.e.f.g.tutta Ln.fira
per la nona
del tereodecimo diuifà
fècundo la proporrtene
baué te el
mego e doi extremi nel
ponto.m. e la
fùa magior parte
fira la linea
l.m.diuidifèadonca.l.m.pereqttali
nel ponto.q-e (ira
J> la comune
fcì- tia.p.q.equale al.q.n.
perocbe.p.l. fia pofla
equale al lato
del decagono ftcommo.m.n.Onde.q.n.fiala.j.de.n.p.fi commo.q,
m.fia mita de
m.l.Conciofiaadoncba cbel quadrato.n.q.
fia per la
terga, del terjodeci*
«ìo.quincuplo al quadrafo.qm.fira ancora
perla quintadecima del
qn'
roelquadrato.p.n.quincuploalquadrato.l.
m.Perocbeper la qrtadel
fecondo el quadrato.p.m.fìa quadruplo
al quadrato.q,n«Elo quadrato
ancora.!, m.quadruplo alquadrato.q.m.per la
medefima , E lo
quadru ' pio
al quadruplo fia
commo el fimplo
t al fimplo
commo afèrma la
qui tadecima del
quinto. E lo
quadrato.a.b.fia quincuplo al
quadrato.b.d per la
fécunda parte del
cordano dela otìaua
del féxto.E £
lo correlarro deladecimaféptimadel medefimo.Perocb&a.b.ancora equicupla
al.b.
C.Perocbe,a.c.fbalamedefimaquadrupla.Percbeadonca.l.m.fiaperla ypotbefi
equale a', b.d.
fira per la
eoe f cia.a.b.equaleal.n.p. Onde
fé fo' pra
la linea.n.p.fé fària
el fèmicirculo.El qual
fé mene intomo
finche tor rial
primo luogo donde
fé conmejo amouere
quella fpera chefirafà'
fla pel fùo
moto fira (perla
difjtnitione dele fpere
equalij equale al*
fpera propofla.E perche
la ttnea.l.m.ftanel medio
luogo proportiona-' le in f*a.l.n.g.n.m. Eperoinfra.l.n.f.p.1. P"S
ira ancora cadauno
fé' midiametro del
cerebio nel medio
luogo proportionale infra.l.n.f.1. p-Econcioflacbe.l.rmfia equale
al fémediametro del
cerchio . Onde
el|émicirculodefcriptofopra.p.n.paflaraper rutti
li ponti dclacircwt'
jtTentiadekercbio.e.f.g.Eperoancorapertuttilianguli del
fnbricato folido quali flanno in quella
circumfèremia. E per
ebe perla mcd.efiv
ma ragione tutti
li comuJJìC quali
congiongano le exfremita
del!» C i»
PARS eatbeti angulari
co la extremita
del centrale) forino
ne! medio luogo
prò portionali infra.p'm.fjm.n» I
mpcro che cadauno
depfifia equale.al i.nvSeguitacbelmedefimo (émicirculo
pa|Jì ancora per
li alti i
angoli dela figura
ycocedra cofi fàbricata
Fia adunca quejto
tal corpo in(cri''
ptibilein la (pera
dela quale el diametro
fta.p.n» E pero
aticora ala]pe' ra
dela quale el diametro fia.a.b-
Elo lato de
queffa folida figura
dico ef ■
fere lalincamenore.Perocbe glie
manifrftocbe la linea.b.
d.fta ratio^ naie
in potenza conciofta
cbel fuo quadrato
fiael quinto del
quadrato de la
linea.a . b . la
qual fò pojta
rationale o in
longbecca o vero
folo in potenza.
Onde el (émidiametro
eli |émidiametri del
cercbio.e.f.g.fta ari cora
rationale in potenza.
Perocbelfuo (émidiametro fia
equale.al. b. d ♦
Adonca per laduociecima
del decimotertio ellato
del pentago-' no
equilatero a qucfto
cerchio in(aiptoftalalinea menore
E ancora fi
commo nel proceffo
de queffa demonftratione fb
mojrro ellato de
que' ffa figura
equanto ellato dei
pentagono. Adócba ellato
de queffa figu
' ra de'io.bafi
«ligulari eqlatere fia
la linea méorefi
corno fé ffupóe.
Ca» xxx. JTSaper
fare el corpo
de. u.bafi pentagonali
eqlatere tf eqangule.
ebe de ponto
la) pera propoffa
lo circondi* E
fira ellato del
ditto corpo. manifc(famenteirrationalequellocbefia diflo
reftduo . ITFaciajfe vn
cubo (ècondo ebe
infégna el m
odo dato ebe
la (pera augnata
lo circondi aponto.E
frenno dequefto cuboledoifuperftcie.a.bf .a.c.
E ymagina' mo
adeffo cbca.b.fia l
a fupficit fupma
de queflo E la (tip.
ficie.a.c.fia vna delelaterali'Efialalineava-d.comunaa quefte
doi fuptrftcie. P"Diui-
din|èadoncainla
fuperfrcie.a.b.li.doi lati oppofiti
per equali cioe.d.b*
elolato alui oppofiro.
E li ponti
de la diuifion-e
(e continuino per
la linea e.f.
Elio lato ancorala. d
,e quello ebe
alui e oppofito
in la fuperftcie.a.a P"Diuidinfe per
equali eli ponti
dela diuifióe (éconrtnuinoper vna
linea re£ra dela
quale la.i.fia g.b.efta
el ponto.b.el ponto
medio dela linea.a»
d. PSimelrnente la
linea-e'f.d'.uicujèper
equali nel ponto»!; .
Etirifè.b.
k.P"cadaunatdoncadele
tre linee.e-k.fc.f.fl g.b.diniderai
fecondo la proportione
bauenteel mecro edoi extremi
in li .3.
pontul.m.q, E fien- no
le loro parti
magiori.l.K.fc.m ft . g .
q » Le
quali fia nunifÈJto
eflere eqtiali conciofiacbc
tutte le linee
dinijc fienno equalt
cioè cadauna depfé
ala.£.dellato del cubo.
P"Dapoidalidoipóti.l fi- m,
derida le perpendi
culari Ccommo infegna
la duodecima del
vndecimo)ala fuperficie.a. b .
dele quali cadauna
porrai equale . ala
linea.W . E fieno
'Un.f.m. p. {^Similmente
dal ponto.q.deriga perpendicularmente.q.r.ala fuper
ficie.ac.la quale porrai
equale.al'g.q.r7'Tiraaduncalelinee-a>l3>n.a.m a»p.d
m.dp.d.l.d-n.3.r.a,q.d.r.d.q*
PTiamaniftffo adonca per
la. quinta del
ter^decimocbeledoilmie.fc.e'fi.e.l-inpotentia fonno
tri' ploala linea.K.l.Epero ancora
ala
linea.l.n^onciofia-cbe.S.l.if.l.n.fien'
noequali.Eancora.hu;.fta
equale al.e.a . Adonca
le doi linee.ae.f.e.U fonno
in potenca triplo
ala linea.l.n. Onde
per la penultima
del primo al.fia
in potenca tripla
al.l.n . Epero
per lamedefima.a.n. fia in
potenca quadrupla al.l«n .
E conciofia ebe
ogni linea in
potenca quadruptaala fua
mita Jéquita per
laeomune (cicntia cbe.a.n.fia
dupla in longbecca.at
i.n.Epercb-'.l.nt, fia dupla
al.l.K- £ancora.K.l fil.n, fonno
equali fira adequale
al.lni . Perocbe le
lormirafonno equali, Epercbe
per latri' gefìma
terca del primo.!.m,fia
equale aWn.p. fira.a.n.equale al.n.p.
Eperl omedtfimo muodopiouarai«le.3.1inee.p.d.dr,fi.r.a ejfere a'o
fr ro equali
ealedoi predicf e.
PHabiamo adonca p
qffe.UiMee el pentago
no equi atero
elquale.a.n.p.dr. Ma forfè
indirai cbel non
fia pentago no.Percbe
fbr|ènon e tutto
in vna mtdefimafuperftcie la
qual cofà e ne- ceflartaaciocbel fia
pentagono . E cbel
fia tutto in
vnamcdefimafjj - perfide
cofi lo aprenderai
efea dal ponto .
fc . la linea .
K . f •perpendi-
eutarealafuperficie . a. b .
la qual fia
equale , al . I.K
.,£ fira per
queffo eguale «cadauna,
dek 4oU,n , fj .
m..p..Econciofia
cbelafiacquidifran/ PRIMA if te acadaua
depfe per la
fexta del vndedmo.Epero
con ambedoi in U me
dcfinia (liperficie per la difànitione
dele linee egdijtari
fia neceflario cbel
ponto.) .Jia in la
linea.n.p.E.cbe la diuida
per equali . Tirinfe
adonca le duoi
linee. r.b.é-b.|. Onde li
doi tri4nguli.K.f.h.^q.r-b. fonno
fopra vnanguloCcioe.K.bq.) conftiruti.E
fia la f
portionedel'R.b.al.q«r.co'
mo del.fc.f .al.q-b»
Perocbefi
cómo.g.b.at.q.r.cofi.l%.b.ai.q.r.perla.t. del-S'E
cómo-r-q.al.q.b
cofi.K»f.al.q,b.perla
medefima.Ma.gb.al.q»
f.cómo,q.r.al.q
b,lmperoche.q.pfiaequaleal.g.q.Adóca
perla.50 del 6.la
linea.r.b.f .fia linea
vna. Ondeper la«x.del-n,tutto el
pentagono dd qualdefputamo
fia in vna
medtftmafuperrrcif.Dicoancoraepfo
efjere equiangulocbecofiaparera Perocbe
conciona cbel.e.K fia
diuif*.f«p.b.
m.d.q,.ex.Ela.h.m.riaequalealafuamagiorptefiraancoraperla.4.del i3.etutta.e.mdiuif nea.e.fc.E
pero perla.$.ledoilinee«e.m.fonnoinporen$aqitadruploala linea.a.e,
Fiacbia' ro ancora
per la penultima
del pri mo
doi volte replicata
cbe la lineala,
p.fia in potentia
equale ale.j.linee.a-e.e.mf ,m«p.
Onde.a p.fia in
potè tia quadrupla
ala linea.a.e. Elo
lato-dei cubo conciofia
cbel fia dopio
ala Unea«a,e.fta ancora
in potentia quadruplo
a epfd peria.4.de.i.
Adonca per la
eòa /ida.a p.fia
equa'eallatodel cubo.E conciofia
cbe.a.d.fia vno deli
lati del cubofira.a
p.equaleal.a.d.E pero per
la.S-del primo langulo
a.r.d.fta equale ahngulo.a.n*p . Al medefimo
modo prouerai langulo
d.n.p. ejfere equale
alangulo.d.r.a.Percbe tu prouerai lalinea d.n.eflere
in potentia quadrupla
ala^dellato del cubo.Conriofia adonca
cbe per quefte
cofe diete el
pentagono fia equilatero
e habia^.anguli eqli
epfo fì- raequiangulo
perla.^.del s.Seadoncaperquefla viacconfimileragiO' ne
fopra cadauno deli
altri lati del
cubo {nbricaremo vn
pentagono ct[' laterof
equiangulo fé finirà
vn folido de.n.fu^ficie
pentagone equilate re
eancora
equiangulecótenuto.Perocbelcubo.ba»o.lati«Re(ra ora
de moftrare cbe
queflo tal folido
fia apontocircundato data
fpera data cbe
cofi aparera cioe.Tìrinjè
adonca dala linea- J.fc.doi
(Infide quali diuidi'
no el cubo
deli qli luna
el diuida fcprala
linea.b,K.elaltra fopra la
linea.e fvE firap
la«40.del'ii.cbelac5eduiifionedequeffedoifi4perftcie diuida
el diametro del
cubo e cofi
per conuerfo cbe
ep(i fia diuifà
dal dieTo dia'
metro per eqii.
Sia adonca laloro
eòe diuifione fin
al diametro del
cubo la linea.K.o Un
modo cbel ponto.o»fia cétrodelcubo . Emenlfé
le linee o.a.o.n.o.p.o.d.o.r.Efia chiaro
cbecadauadele doiliee-o.a.fto.d.fia fé midiametro
del cubo epero
fonno eqli. E
de la linea»o»fc.fia chiaro
per la«4o.del.n.cbe lei
fia equale al.e.K.cioe ala-i-dellato
del cubo» E
perche fc.f.fta equale
al.fc.m.ftra.o.f.diuifànelponto.lvf
p.b.m,d.q.ex.ela fiia magiorparte
fia la Imea.o.lUa
quale fia equale
al, e-k.Ondeper la
j.dd
rj.firannoledoilinee.o.f.f
.|.K« Epero ancora.o.f.g.f-P- Perocbe
f.p.
Cale'qualiqfrademoftrationenonié
extende) fia equale
al.K.f.trìplo in potétia
ala iinea.o.fc.Epero ala«i.dellato
del cubo. On
p la penultia
del *.la linea.op.fia
i potétia tripla
ala.j dettato del
cubo.E pel cordano
de Ia.i4»del.i3.|èmanifèffa cbel
jémediametro dela fpera
e triplo in
potentia ala.ì.dellato del
cubo el qual
fia circumferipto dala
medefima fpera. On
de.o. p.fia quanto el
Jèmidiametro dela fpera
che circunda aponto
el co- bo propofto.Perlamedefimaragionerutte le
tmeetiratedal ponto o.a
cadauno deli anguli
de tutti li
pentagoni formati fopra
li lati del
cubo, cioè a
tuttili anguli qli
fonno pprii ali
pentagoni.E non a quelli cbe
fon nocóialoro ealefupficiedelcubodoepropriide ponto
fi cònio fonno
li.;. anguli.n.p.r.nel formato pentagono.
E de qut Ile
linee cbe vengào
dal ponto.o.a tutti
li anguli deli
pentagoni li quali
fonno coi ali
pétago ni cale
diffide del cubo
fi corno fonno
nel prefénre pentagono
li doi ari
guli.a.f.cWiadjiarg cbe loro
forino equali al
fémidiarnetro la dif
ftnirione epjb fia
circùdatoap>onto dala ]
pera a',cgnata.Dico ancora
cbtl 1 ato
de qfta figura
fia linea irrónale
cioè qlla che
(è chiama rcfiduo
|t! dia merro
dtla) pera che
aponto locircéda fu
renale in Icngbeaa
o"£oin potentia che
cofì aparc. C
ócicfia cbtl diametro
dela [pera p
la.14.del.15. fia tripla
in pollato del
cibo (ira ellato
del cubo róaie
in potiéria |cl
dia metro dela
1 pera fira
renale in lógbecca
o "£o in
pò". £ perla.n.del.is. fia chiaroebe
la linea.r.p.diuide la
linea.a.d.La quale lato
del mbo.J.p.h. m.d
q,. ex. E che la fia magior
parte fia equale
allato del pétagono.
Eper che la
fua magior parte
fia rtfiduo pla.6-del.13
fé manififraellato dela
fi gura dieta
duodecedró efjere rtfiduo
la q l
co jcorpircgulari. Cap.
XXXJ. 1 hrideii.5. corpi andicrickeu)
cripti rutti apóto
davna medefima [pera
dcla qle | peraa
noi el diametro
folaméte fufpofro eperdiclodiametrofiperttrouaf. pY'erbi.g.
fia.a.b.el diametro de
alcua (pera a
noif pofto per
lo qle anoi
bifogni li latideli
s.édicri corpi ritrouare
quali tutti /è
intédino in vna
medcftma f pera
collocati deli quali
to cado vno
de lijuoi anguli
tochino tutti cioè
che apóto dieta
(pera nitri ii
circudi. La qua!
cofa cofi fnréo cioè
.Diuidianìo adóca qfTo
diametro nelpucìo.c. I
mmodocbe.a.c.fiadcpia
al.c.b. E p equali
r.elpóro.d.E fnremo
fopraepfrtelfémicirculo.a.f.b.alacircufrrenriadel quale
fé Tirino doi
linee perpmdiculari ala
linea.a.b-Iequali
fiéno.c.e.fì.d.f. Egiognéo e.con.a.g
con. b.ft.f.có.b. Eglie
manififfo adóca perla
demonjtrarione dela.15.del.13.
che. a.e.fia lato dtla
figura de ,4.baji
triigulcfj equilatere. E
perla demof!rarionedela.i4del dicroebe.e-b.fia lato
del cubo.Eper' la dernonftrarionedela.rs.che.f.b.fia
latodela figura dr.s-bafi
rriangu' lari f|
cquilatere-E fia adonca
dal
ponto.a.Ulinta.a.g.perpendiculare
al a.b.e ancora
equale a!amedtfima.a-b.£ gionga(é.g.con.d-e fia.b.el
pon tonelquale.g-d.diuideia circumfrrmriadcl|tmicirculo. Emenife.b.k.
pcrpcndiculareal-a.b.Epercbe.g.a.fia dupla al.a.d.fira
perla. 4>del.6*b.
fc.dopiaalfc.d.Perecbefonnolidoitrianguli,g.a.d.ri.b.K.d.equiangu liperlarregefimafécundadel primo.Imperocbelangulo.a dtlmagiore
fia equale alaugulo.K-deltnonoreperoche cadauno
e recto elangulo.d.
fiacommune aluno elalrro .
Adonca perla quarta
del fécundo.n.fc.fia quadrupla
in
potentiaal-K.d.Adoncaperla
penultima delprimo.h.d. fia
in pot ernia
quincupla al.K.d . Econciofiacbe-d.b fia
equale.al.b.d. CPerocbe.d fia
centro del |èmicircu!o,
firaancora.d.b-in potentiaquin cuplaal.K-d
Econciofiachemrta.a.b.fiadopia
a tutto.b-d.fi cémo-a.Ct
cauata dtla prima.a-b.>adupla.al.c.b.rracra dela
fé ainda.b.d. E fra
per- la decimanona dc^quinto.b.c.remantntedtla prima
dcpiaal.c.d rtfu- diu
dela lécunda. Epero tutta. b.d. fu tripla.al.d.c. Adonca
el quadrato .t.d.fia
nonuplo cioè noue
tanto del quadrato.cd.
Eptrche epfo era
fola- .mente quintuplo
al quadrato.K-d.fira perla
fccunda parte dela
decima de! quinto
el quadrato. d.c.menore del
quadrato.K.d.cper quefro-d-c. rnenoredel.K.d. Sia
adona.d.ni. equale al.K.d. E
vada. m.n.fin ala cir-' OKifomria
la qual fu
perpendiaiiareal.a.b.egiongaf
e.n.con.b.p7"^ e n
ciofia adonca cbe.d.K.fx.d.m. fi enno equali
f ranno per
la diff.m'tionede quello
che alcuna linea
dal Centro ejfcr
equidijrantelc doi litueAlJ.g
m.n.eqiulmqjte dijUntid* cé|rp.tp«o
eguali fuloro fia.:,
parte de PRIMA
n
la.i5,del.^eperla.:.parte'dela.3.deldififo.Onde.m,n.fiaeqUakat.m,K.
Perocbe.l^.eraequaleald.Epercbe.ab.fiadopiaal.b.d.fLK»m.diipia al-d.k.
£lo quadrato. b.d, quincuploal
quadrato.d.K.fira perla.rj.dcl quinto,
el quadrato .a.b.fimelmente quincuplo
al quadraro.fc.m.poche glie
cofi cbel quadrato
del duplo al
qdrato del duplo,
cornino el quadra
to del fimplo
al quadrato del
fimplo. E p
la demojtratione dela,
io. fia manifrffo
crii dyametro dela
(pera ftain potétia^ncuplo cofi
aliato de lo
exagono del cerchio
dela figurade. jo.bafi.
Adóca.fc.m.fta equale al
lato delo exagono
del cerchio delaftgurade.so. bafi.
Pero cbel dyame'
tro dela spera
qualfta.a-b.fta in potéria
quincuplo cofiallatodetoexa' gono
del cerchio de
qila figura conio
al.K. m . E
ancora p la
demoftratóe dela medefima
fia mamfrflo cbel
dyametro dela fpera
ria cópoff o
del la to delo exagono
e de doi
lati del decagono
del cerchio dela
figura de.io bafi.Cóciofiaadoncacbe.l\.m.fìa corno
ellato delo exagono. E
ancora a.K.fia equale
al.m.b.Perocbe loro lónojirefidui
o voi dir
remati èri de-
kequali.leuatone le equali
fira.m.b.cómo el lato
del decagono.Percbe- adonca.m.n.ftacómo lato
delo exagono poche
epfa. fia equaleal.
K.n> (ira p
la penultima del
p'mo e p
la.io.del.rj.n.b.cómo el lato
delpétago" no dela
figura del cerchio
de.io-bafi.E perche p
la demoffratióedela.ré. del
diflo apare chel
lato del paragono
del cerchio dela
figura de. io.
bafi fia lato
dela medefima figura
de.zo.bafi fia chiaro
la linea.n.b.effer lato
de qfta figura.Diuidifé adóca.cb.Cqual fia
lato del cubo
dala fpoffa j
pe
raapótocircódato).f.p.b.m.d.q;extranelpóto.p.efialafua magiorpar
tt.p.b.fia chiaro adoncaplademoffratióedelapcedétecbe.p, b.fia
lato dela figura
de.12.bafi. Sonno adócatrouatili lati
deli,?, corpi anteponi:
mediate el dyametro
dela (pera folamenteanoi
fpofto.li quali lati
fon
noquefft.cioe.a,e,de!apyramidede»4.bafi
e,b. lato del
cubo, f.b, lato
del.8.baft,elo.n.b.lato
deUo.bafi.e la linea.p.b.lato.del.u. bafi.E
quali /ienomagiori de
qjli lati deglialtri
fra loro cofiapare.Pero cheglùrcbia
ro cbe.a e.fiamagioredel.f.b.perocbelarco«a.e.fiamagioredelarco.f, b»e
ancora.f.b.fia magiore del.e.b.elo.e.b.magiore del.n.b.E
ancora di co.n.b.effer
magiorecbe.p.b.Perocbe cóaofiaebe.a.c.fia dopia al.c
b. (ira p
la quarta deU.el
quadrato.a.c. quadruplo al
quadrato- c.b . E p
la jecucfa pte del
correlano dela.s-del.6. ep
lo correlano dela.
i%. del diflo
| fia chiaro
cbel qdrato. a.b.fia triplo
al quadrato.b.e.Ma p
la. n.del.6. el
quadrato.a, b.al quadrato.b.
e>fia cSmo el
qdrato, b.c. al
quadrato.c.b, p^ chela
fportìóedel.a.b.al.b.e.fia
corno del.b.e.al.b.c.p la /ècóda
par re de!correlariodeta.s.del.6.0nde£la.rt.deI,$.el
quadrato b.e.fia tri'
pio al quadrato.cb.Epcbeel quadrato.a.c.
fia quadruplo al
mede/imo quadrato conio
e ffato moffrato firap
la pma parte dela,io.del.5. el
qua drato.a cmenore
del quadrato b.e.E
perolalinea.a.c.fiamagioredela
linea.b.e.Eperoa.m.moltopiumagioreegiae
manifÉffo perla nona
deltergodecimo.cbefélalinea.a.m.pra'diuifd.f.p.h.m.d.qj.extremafì' ralajìiamagior parte
(alinea, fc *
m'.laqual fia equale
al.m.n.e ancora quando.b.e.fediuide|ècondotamedeftmaproportione.cioe.h.m. d.q,
extremà.la fiia magiorparte
fiala
linea.p.b.Conciofiaadonca
che tutta a.m.fia
magiorecbe
rutta.b.e.(lra.m.n.quale"fia
equaleala magiorparte a.m.magiorcbe.p.b.laqual fiala
magiorpaitedeI,e.b E queffo
fia ma'
nifè(!operla(ècódadel.i4.libro.laquale|£ncaaiuto dealcuna
de quelle che
(équitano con ferma
demofrranone fé fòi rifica.
Adonca per la.19.del
primo molto più
fòite.n.b. fia
magioreche.p.b. Onde apare
li lati deli
cinque corpi antedififi
quafi con quel
medefimo ordine che
fraloroféfè quitanocon quello
fi-aloro fé exccdinoSolamentequeffo ha
laìnflan' tia- cioè
non fèobfèrua tal
ordinenel
cuboeneloffocedron.rioe in lo
S.bafi.Perocbellato del offo
bafiancede allato del cubo.auengachel cu
bo afkedaaloérocedró i
fàbrica e fòrmationecómone'.n.aparee none
Jénca miffiero. Ondein
lafbrmattóeelcubo
fèpponealofrocedró, pche ÈlamedefimadiMi/ionedel dyametro
cjela fpera |»pojfa
fé troua ellato.
C Un PARS
dela
pyramidede.4.bafirriagulartelo
Iato del cubo.
Fiaadonca.a.e.U' to dtla
piramide magioredelilati de
tutti li altri
corpi. E dapoi
lui fia. f«
b. Lato del.s*
bafi . magiore dtlilati
de tutti li
altri corpi che
dappo lui fé
quitano.E nel.j.luogo (equità
in grande%a.e.b.lato del
cubo • E
nel,4« luogo na.n-b.latodel.io.baJécioeycoceciron.Elo minimo
de tutti fia.
p.b.lato del duodecedron
cioè del.u.bafè pentagonali.
tTDelafportione de difiti
regulari fraloro elor depédéti- Ca.XXX 1 1.
Auédo intefo lafufjìciétia
deli difti.5.corpi regulari
e tuo ffrara
laimpofjibilita a ejfemepiu
de.j.col modo in
loro dependenti aprocedere
in infinito jigue
douerdar modo aloro
proportioni fraluno e
laltro elaltro eluno
e quanto acapacita
econtinétia equàto a
loro fup ficic E
poi dele in
clufioni delùo i
laltro e p
conuerfo e prima
de la loro
aria corporale. fT
Lef portioni de
luno alalatro (émpre
firàno irrattonali per
rispetto dcla nfa
$ portione ("opra
adufta laqle i
loro cópofitioni e
forma tioni |é
interpone corno |è
detto excepto del
tetracedron elo cubo
elofto Cedron pia
precisone apontodeforo fportionialdyametrodela spera
nel laqle (è
inscriuào porraateuolte (òrje
eéreróale ma qlla
deloycocedró e qlla
del duodecedron aqri
(ìuoglia cóparati mai
pò e)(ere reale
p la ca*
gione difta. E pero q
non mi pare
ex.D-alt t o douerne dire
perche (érebe crescere
elvolùe de infinite
irróalita in le
qli più preflolo
itelleffo (éneria aconfòndere
cbeaprcdernepiacenalcui fine einfo
ffudio (émpre fia intc
toequel tato acto
me pare doucr
ejfer baff are
che in lo
pticular nf o
tracia to de
ditti corpi cópoffo
nellopcra nfa)é detto
al qì perla
multitudine aluiiurfo coicata
tacile fia elrecorfo.E
mediati loro diméfioni
i quel luo
gopoffe)cdidolaperigrine«adeliigegni
|émpre (ìneporra co
lutiltare portarne grà
diletto. Ecofifunilmcte dico
de tutti loro
depédéti deli qli
in quel luogo
al quatt vene
) ónopoffi •
Vero e.cbe p
la.io. del.i4*la $
por tione del
duodecedron alo ycocedron
qn ambe dot 'fieno
fatti i la
mede (ima spera
fé conclude eére
aponto corno qlLfde
tutte le fue
(ùperficie atut te
le fupficie di
qilo ifiemi gionte.
Ela.i6.del ditto dici
lo ottocedron eér
diuifibik in.r.piramidt de
altera cqli che
fia para al
fcmtdtametro dela spera
doue (b)jè fàbricato
eie lor bafi
fonno qdrate.El ql
qdrato fuperficia le
fia fui duplo
alq'drato del diametro
dela spera. La
ql notitia a
noi p ftia
mefura afiti gioua
cmcdiàterjlla amuolte altre
fèpo deuentre. €TDela,{)portione de
tutte loro fuperficie
lune alaltre. Cap.
XXXII J- E
loro Superficie ex.D.
fraloro (imelmente pojfiamo dire
atmedcJTmamodo eér fporttóali
còrno de lor
majfa cor porea
fé ditto cioè
irróttali perla matitia
dela figurapéta gona
ebe i lo
duodecedró (e iterpone.
Ala delaltre pojfào
aleuolteeére reali corno
qlte del tetracedron
cubo offoce dro n per
eére triàgule eqdrate
e note ifportione
cólodia metrode labro
spa i laqle
fi fbrmaocómo fèueduto
difopra. Vero. e.cbe Ia.8.del.i4.cóclude tutte
lefupficie del.u.bafr pétagóe
a tutte le
fupficie di to.bìfi
triàgule cioè del
duodecedron aqlle del
ycocedró eére corno
qlla dellato delcuboaltato
del triagulo del
corpo de.io.bafi qn
tutti d'idi cor
pi fièno apóto
cót éuti cfr.circùscripti da
vna mede) ia
spa. El pebe
fi me p e cófilétiodapasfàrelarnìrabileconueniétia fraloro
nel le loro
bafi cioè et)
le bafi del
duodecedró eqlledel ycocedró
ognùafia apóto etreu scripta
de vrr medemo
cerchio corno moffra
ta.sdel ditto.14 laql
copi fia de
no ta degnaeqffo
qfi i la
medefi ma spa
(irà fàbricati.E dele
fupficie tutte del
terraecdró ale fupficie
tutte deloffacedró fiala
fportióe nota p
lavi4»del ditto.14. cóciofta
ebe vnadele bafi
del tetracedron fia
vn tato e
vn terco de
vna dele bafi
delottocedron cioè in
féxgteififportionecbtfia qn el
magiorcóteneelméore vnauoltae vnterjofi
cómo.8-a.6.e ql!ade.n.a 9. Eia
$ portionede tutte
lefuperficiedel ott ocedron
ifiemi gic rate
a tup te
qlle del tetracedron
ifiemigiontefia féxqaltera
cioè votato e
me^co cS «no
fé rjlledelott ocecjrorr fòfjer,$.eqlle.4.che fiaqfi
el magior coterie
el PRIMA U
méor vnauolta e
mecca qri fieno
de vnamedefìma jpera.T
tutte qlledel tttracedron
giontecon qlle delofifocedron cópongào
vna fuf? fi
eie detta mediale
comò volela-i5.deidtcTo.i4.E tutte
lefKperficiedelo exacedró cioè
cubo fé agualiao
al duplo del
q'drato del diametro
dcla j pera
ebe h? eirciiferiue
eia perpédiculare che
dal cétro dela-f
pera a ciafeuna
dele bafi del
dicro cubo |è
tira |emp fia
eqle ala mita
dellato de difilo
cubo p lultia
del.i4.cioe)édiclo diametro fb]fe.4,
tutte
di£refuperficiefcrtbono.3i.e(è
dea ppédiculare fb|fe.i.ellato del
cubo féria.i.Dele qlif
portioni e ft^ficie
p bauemeapiéoin lopera
nra trafilato aqff o ftenofupfeméto con
qlle de li
depédéti in tutti
modi condiligétia operàdo
per algebra» CEDele
icluftoni deli.5.regulari vno
in'laltro elaltro in
luno equante fié*
no in tutto
eperebe. Capitulo. XXX 1 1 1 1
» Equità ora
cbiarirecómoluodeqfli.s.coipieffériah
cioè regulariluo fia cótenuto
dalaltro eqli fi e
qlinon eperebe. Ori
prima deltetracedron parlàdo
(e mofrra lui
né potere peralcu
modo i |c
receuere altro ebe
lofifocedron cioè cor
pò dc.8»bafi triàguleede.6.anguli folidi.Perocbe in
luin jónonelatinebajineangulinelliqlifepofjìnolilatidet cubo
ne de |uoi
anguli nefuperficie apogiare
i modo che tocbino eqlmé
te (erodo che
rechiede la loro
Tèainfcriptióe corno la,fùa
fórma male alo
chio cidemojtra e p
(eia iva nelta.i.de,i$.na tnàifrffo-Ne àco de nitio
de li altri
doi cioè ycocedró
eduodecedró.Q fi adóca
vorréo el dcó
ocloce dron i
difito.4.bafi o ivo
tetracedron ucriuere Cfio
fbrmarei qffo muO'
do lo faremo
cioè. Pria fàbricaréodifiro tetracedron
corno de foprabaJ
biamo ifegnato.El qle
cofi fàfib poidiuideremo
cadauo fuo latoper
eqli eli lor
ponti medii tutti
continuaremo co linee
refire lù co
laltro elaltro conluo.
La ql cofa
fàfita ebefia (enea
dubio difito corpo
i qìlo aponto
ba' remo fituato
in
modod)elifuoi.6.angulifolidufuli,6.latideldifiro te
tracedron firàno appogiati eqlméte.La ql
cofà la experiétia
mate rédera aperta ela.i.de.is.manifcfta. fTCommo
difto tetracedro n
fé fòrmi e
collochi nel cubo.
Capitulo XXXV. L
detto tetracedro nel
cubo fé eoltocara
in qffo mó
cioè Pria faremo
el cubo fécódoli
modi fopra dati
poma i ca
daua dele fùe.6.fuperftcie qdrate
tiraremo la dyoagonate
o "ft.diaetro e/ira
el .ppo/Ito cóctiifo
corno la pria
del.ij» demoffra
peroebedififo tetracedron corno
fò detto ba.6»
I lati córfidéti
al numero dele.è.fùperficie del
cubo eqlli vi
gào a eére
le jue.é.dyagonali i
(ve fùperficie protrae?
e,Eli.4. anguli de
(3 pyramidefiuégano afrrmare.i.4.deli«8.deldififo cubo.El
che ancora la
maeffra de tutte
le cofèfanfita experiétia
in lor materiali
cbiaroel rende, CDelaiclufione delofifocedron net
cubo. Cap. XXXV
ì» Volédo lofio
bafi cioè o£f
ocedron neloexacedró forma
re.Priabifognanelcubobauerelapyramidetriagulaeg latera
fàbricara li cui
lati comò fò
detto Jóno li.6.diàetri
dele jite bafi.Epero
fi cadano de
di£fi diametri per
eqli di uideremo
eqlli poti medii
co linee refile
lu con laltro
con giongneremo {enea
dubionetfpoffo cubo fra
apontolo offocedron formato
e ogni fùo
angulo folido aponto
fi fermerà nele
ba- fi de
dicto cubo per
la.j.del.ij. fQa fàbricade
lo exacedron nel
ofiEocedron» Cap. XXXVII.
O exacedron o
"^«cubo nelloftocedron fi
farai qff omo
cioe.Pria faremo dicto
ocftocedron fecondo li
docuenti dati difopra
i qffo.Elqlcofi formato
de ognuna dele
fùe bafi triagnlari
perla.s.del.4.troua el cétro.
Liqli»S-cétri
poicógiongeremovno cólaltro mediàti-u.lineerecte.E baueréo
lo itéto cóclujb.
E cadauo deli
angoti folidi del
cubovirra afèrmarfè in
fu la bufa,
del dififo oflocedró
corno la, 4-del-is»
e4el tetweedró i.lotfocedrór
CrXXXVIja * "1
,PARS farai in
qllo el cubo
cóme difopra.e nel
cubo el.4.ba|écóme difif
oe fid fa
fico. t["De!a
fòrrn3tiòe del duodecedró nello ycocedró.
Ca.XXXIX.
^["Loycoce.cómojé detto.
ha.u.anguli folidi cadiùocótenutoda.j.an' guli
fufjnciali de li.s.fuoi
traguli. E£o auolere
i epfo far
el duodecedró co
uiéfèpria |ècódo bauéo
i q|to i)egnato
fare difito ycoecdró
e qii coft deli
tarile e fu
dt| pò (Io
de cadaùafiu baja
triàgulaf (ttroui el
cétro £ la.s-del
4-eqlli poi cótinuaremo
fj,5o.lieerecte tutti fraloro
i nifi eh
fi forniamo de neceffita.n.pétagói oguuo
oppoftto a «ritaglilo (blido
del difico yco'
cedro. E ogniio
deli lati de
difiti pétagóiftaoppofito i
croci acadaiio de'
li lati dddifito
ycocedró.E fi conio
nel dicìo ycocedró
|òno.u.angulifo lidi cofine.
duodecedró jóno.c.pétagoni. Eficòmei
epfo |óno.:o ba(i
triàgule cofi i difico
duodecedró | óno.jo.angulifolidi caufAti i
dificc bafi mediati
difitelinee.Eficómeiep)o)óno.30.laticofii lo
duodecedró fon' no.50.tati
a qlli'oppoitii croci
còrno e dicìo
ebe nino la
torma loro mài
jrftacómoanco
la.&.del.tycódude.
ITDdla collofiatione deb
yco Cedron nel
duodecedron» Capitulo. XL.
#TQn |é vorrà
nel duodecedró lo
ycocedró formare pria
qllo rubricare ino
jecódo el documéto
(opra i q'ffo
dato. E de
li fuoi.u.pétagói cbelo
co tégàoelcétrotrouerémofoi|ègn3la.i4-del.4.Eqllifratoro.có.3o.linee cógiogncréoi
modo che iepjblécaufaràno.io.màguii e.u.anguli
fondi
ognuocontéutoda.5.angulifupncialidedifilitriàguli.Deliqlilelorpij' fife
firàno neli.n.cétri delifuoi.ri.pctagói. E
fimilmtreqfte fuoi.30. linee fé
oppogào i croci
ale.30 del duodecedró
/t còrno qlleaq|te
(b detto caco
p la.?.del difif0.r5.ape, fTDela
fituatióe del cubo
i lo duodecc.
t .X L
F. CTEl cubo
ancora fàréo i
dififo duodecedró fàcilméte
atefe ebe lui
fi fori ifuli.u.tati
del cubo còrno
ila.17.del 15, (écótene. Peroct?(cacadauo deli
jbi.u
pétagóifolaexigétiadeldiclo|criri.n.corde (é^adubiofè
formerà rjo 6,fu^ftcieqdràguleeqlateteeacadauadeqllifirà oppofiti
doianguti folididedififo duodecedró
e i.s-fuoifiràno jbrmati.sdel
cuboiferipto i mó
che i fuciajcua
bafadel cubo vene
aremancre la forma
quafi del cor
pò (ératilecbe tutto
fta chiaro per
la.3-dd.15. CTDel offocedró
nel duodecedron còrno
fi formi. Cap.
XLII. ITScnel duodecedron
pria el cubo
|èdi( póga còrno
i lapcedétefè dififo
fàcilméte i lo
difito duodecedró fi
fòrmaraloctocedró.Perocbe
noi dita deréo
li, 6, lari opoiti del
duodecedró ale. 6.fnffrcicdel albo
fjcqli cioè ql
lilaticbeqftfà)iocolmoallèratileq[ì.ipótojòno.6.Eqllilor.6-pótime diiconnuaremo^.c-ltncercfle tutti
fraloro i ino
che virano acaufàrc.6
angoli folidi contenuto
eia) dìo da.
4,angiiltfupncialideli.4.triàgiilide
locrocedrò. E cadauo tocca
vno ddi difih.6.lati
del duodecedró e
J? con fèquéte
fé manifrffa ej]
ere el qfito
cóciufo fi còrno
in la^.del.is.fecontene. CTDela indufione deltctracedronin difico duodecedró.
Ca,X L III.
flT El tetraecdrò
ancora nel mede)
io duodecedró |è
collocara fé pria
i lui fé
fori elcubo còrno
fèdicf o e
poi nel dififo
cubo (è collochi el
tetracedrò còmoancora fé
mofrro.Leqlcoféfafilecbcfiéo chiaro apera
eére einfo fpofito
còdnfo i qfro
mò cioè. Cóc;ofia
che li anguli
folidi del cubo
fé pò fino
nelli anguli folidi
del duodecedró. E
li anguli folidi
del tetracedrò |i
férmio i qlli
del cubo jéqta
el difico tetracedrò
dtbitaméte al ,f
poflo duo decedróeéreidufocbelanfaexp
ientiailiinàlitjnoicópofliealemàide
v.cdfirudie oblati el
fa màifc|ro cóla )
ciériftea demoftratiòe dela.10.del
dtfico.15.
C^dafabiicaddcuboinloycocedron.
Cap. XLIIII. •
^Formafeei albo nello
ycocedró [cpria: qllo
fé faccia ci
duodecedron cómodcnàcrdicémo e
poi iepfo duodecedró
|e (acci el
aibo al mó
dato. LeqTco)efafleaJ?era lointétoeéreexpeditopjecofédenàcedctte. Pero
che liàguli folidi
del duodecedró tutti
cagiào nel ceno
dcle bafi delo
yco cedrò. E
li anguli folidi
delcubo cagiào i
li dififi folidi
del duodecedron e
tjcójèquéteo interno ftaexpedk'fo.cbe anco
dala.ndel.K.cirudecbia rato. fTDelmòafòmiarecltetrjcedron nello
ycocedron.Ca.XLV"» • |£Nóc4ubt0)èi
lo ditfo ycocedró
fé fòrmi el
cubo còrno cjefopra
Hijè- PRIMA i4.
vacuo fia cótéuto
da.is-lieeqli
cau|ào.36.àguli jttpficiaU.e.ri.folidi.e.s.ba ibeirciidano
deleqli..4.fonno
e*agóee.4.rrigóeegla,terecioe
desiati PARS mi
mateatocbio tiro réde
chiaro e nafet
dal peccete udì
fìioi lati p
terfo vnifòrmi tagliati,
v. vi. gamète
|óo dette bafi i
tutto fono.n.p niìerotutfe
triàgule.E de qffo
no jepo p
alcu mó augnare
lo eleuato ab)
cifo pel defcclo
deli exagói ebe nò
fanoangutifolidi.fTDeloexacedró
piào folidoo evacuo
abjcifo foli' do
o ver vacuo
eleuato piano f
eleuato ab) cifo- vii.viii.Ca.XLIX. O
exacedró o voliao
dircubo piào foli
do oT*. vacuo
ba. ii .linee o "ft.lati
o coffe e.
J4.anguli fupncialt.e-s*folidic
sbafi o "fi .
jipncieqli lo cótégano
tutte qdrate elatere
eancoegangulefimileala forma del
diabolico mftfoal tramétedetto
dadoo"^
taxillo.ix.x.CTLo exacedró fca
pe^oo^.abfcifo piano fimilmétefoltdoo'ft'
vacuo ba. t4.lmeeqli circa
epfocaufdno.48.angulifupncialideliqli.i 4
fono retti eli
altri acuti. E
bàe.u.folidi e fia
cótenuto da-i4.f«pftcte o
"jè.bafi cioeda 6. qdrate
e-s.triagule.E tutte le
di£te linee |
ónocóe aleqdrate e
ale frigo nepcb"
qlle .6.qdrategióteafiemi angulariterdenecejfitacaufàno.s.tna guli
fi corno fecero
li exagói nello
tetracedró abfcifo. E
narci dal cubo
ta gliato vnifbrme
nella mita de cia?cu
fuo lato corno
demojtra alocbio la
faa. ,p|5a fórma
male, xi.xii. fTLo
exacedró eleuato folido
o #. vacuo
a
fuacójlitutionedenecef]ìtacóairrano.36.lineeleqli fraloroaplicatecau fàno.p.angulifupnciali.e.ó.jblidi piramidali
da.4-fupficiaìi cadauocó Cenuto.
E fia ve(fitoda-i4,fupftcie triagulari
qli p j5amétenó
fono dadir bafi.
E de qlle
linee.n.ne fon eoe
atutti qlli traguli
fupficiali ebe lo
conte gano e
circudano e fia
cópofto difto corpo
de.6.pyramidi latcrar e qdri'
latereextri|éciqlialocbiotuttef£ipfeutano)tcódolafituationedelcorpo. E
ancora del cubo
irrijèco fopra elqìe
dicTepyràidi|èpofino e fololitdle-
fto lo ymagiapebe
alocbio tutto fuffcódf
p la fuppofitionealui de
diffe pyràidi e
di ql cubo
le fue.ó.fupficie qdrate
) óno bafi
dediffe ,6 . pyràidi
cH ) óno
tutte demedtfima altera
e fono af
coffe dalocbio ecircudào
e cui tamétedicìo
cubo.xiii.xiiii. > vacuo, ba.linee.36.cbc fàno.p.anguli
ft;pficialicioe.48.fóno
deliexagoni e.i4 deliqdratiecontene.z4.folidie.ba.i4.bafideleqli.s-)ónoexagonecioe
de.6.lati.e.6.neJóuotetragonccioeqdrate.jMadedicTe!iee.i4.nefóno eoe
cioè ali qdrati
e ali exagoni.
E qlli taliqdrati
féfbrmàodali exagoni qn
vnifbrmirutti.s.fécontanginocbe
di tutto locbionela
fòrmaframa terìalecbiaroalintellec'iolauerita fri
nota Edequeffoancora nonepoj
fibile fé fòrmi
ci fuo eleuato
che vnifbrme fipreftnti
perlo deffèclo fimil
métccitliexagoniqualicommodeltetracedronab/cifofb detto
noac PRIMA i>
lido o ver
vaeiio.ba,36.Uneede equal longheccae
ba.jp.anguli fùperfi> ciati
e.s.folidi pyramidali, E
fia contenuto da.i4.fùperftcie tutte
trigone equilatere §
equiangulelequali apontoel circundano.Ma
de quelle linee
n.ne fonno comune
attuti
iitriangulidelepyramidi.E
queffo tal corpo
ecópoffode.s.pyramidilareratet.iàgulee.qlatereg eqangule
de medejì maaltecca
qli tutte de
fòreapano.e ancora del
ottocedronitrinjccopfola
ymaginationeda linttlletto pceptibile
del qleoctbcedron le
bafi fonno bafi
de le die? e
8-pyraidi. Como la
(òr a /uà
materialea noi fa
manifèsto. CTDe lo
ycocedron piano folido
o ver vacuo
e deb abfcifo
Jblido over vacuo
e delo eleuato folido o
ver vacuo» xxi.
xxii* Ca. LI.
O ycocedron piano
folido o "#
vacuo cotene.30.Unee o
ver lati tutte
p/aloro equali e
qffo in lui
caufàno«6o.angu li (inficiali
e.n.folidi. E anco
formano in epfo.jo.tafitut tetriangularicquilatereft eqanguleeciafcuode diftian
guli folidi fon
jàcti o ver
córenuti da.j.angnli fuperficialì
de ditte bafi
rriagufe-cbelafua figura fimilméte
materiale
todimoffra.xxiiixxiiii.C"Loycoeedró
abfcifo piào folido
o"f> vacuo ba.90.lati
o ver liee
e fi ba.iso.anguli
fiiperficialt.De li qli.no.fonno
de li triaguli
ala fiia cópofitione
eócurrenti e.6o.fonno deli
pentagoni che pur
aqllacóuengao quali tutti
fonno equilateri; E
qffelinee firmano in
tomo diete» corpo.3i'bafi
dele quali.io.fonno exagone
cioè desiati eq
lie.B.nefonpéragóe cioè de^.
lati eq li.
E cadali e
in fùo grado
fonno fra loro
cglatere e anco
egangule cioè ebe
tutti ii exagoni
fraloro fonno de
anguli eqli e
cofi li pentagoni
fraloro fonno de
angoli equali. Ma
li lati tutti
fi de pétagoni
corno deli exagoni
rutti fraloro fonno
eqli.Solo in li
angoli fono dtfjèi
étti li pétagoni
eli exagoni.E'qffo fi
fàclo corpo najci
dal pcedéte regulare
qfi ciaf cun
fuo lato ne
la fua terca
pte vnifbrme |é
ta glino.Edi fattagli
fé caufào.io.exagói e.n.pétagói
corno editto e^o.an
goli corporei o ver
folidt'Madele diete lmee.60.ne
fon eòe ali
exagoni
epétagonipcbedeli.io.exagoni
infiemi vnifòrmamétegionridenecef flta
càno.n.pétagoni e de qfr
o ancora
no jé pò
dare lo eleuato
p lo defè^
ffo del dicto exagono
corno nel tetraecdró
abfcifo e dclo ocrocedron
ab f cifo
di fopra diSo
babiào.xxv.xx vi.JFLo ycocedró
eleuato folido o"fr
vacuo i fé.
ba.90.liee e. ba-iso.anguli
fupficialt e- iO*folidi pyraidali
e ba. eo-bafi
o "f! fùpficie
ebe lo circodano
tutte triagufari eqlatere
e anco egan
gule.Ada dele 90.lmee-30.ne
fonno eoe acadua
dele fùpficie dele
fuoi.ro pyramidi.Efia cópofTo
dicro corpo de-io.pyramidi laterate
triagulari elatere g
egangulede eqlc altera
e de lo
ycocedron integro interiore
J> fola ymaginatióedalitellecTo pceptibile
eie fue bafi
fono bafifim-lméte de
difle.io.pyramtdi- Cbe tutto ancorala
ppria fórma fua
male fnapto» fTDel
duodecedron plano folido
o 15» vacuo
edelo abf cifo
folido o~f> vacuo
edelo eleuato folido
o "# vacuo
edelo abfcifo eleuato
folido o "fi
vacuo e fua
origine o ver
dependétìa. xxvii.xxviii. Capitulo.
LIT» L duodecedró
piào folido o
"fc
vacuo.ha.3o>linee eqli o
~f> lati qli
in lui cano.óo.anguli (inficiali
e ba.io-aguli jb
lidi e.ba.n.bafì o
T& fùpficie ebe
lo cotégano e
qfre ] óne»
turtepentagóe delatieanguli fraloro
"tutti eqli corno
ape xxix.xxx*. C"El
duodecedró fcapecco o
1» ab) cifo
piao fb lido
o "J& vacuo
ba.60.lmee tutte de eql
lóggecca e ba.no
agoli fùpftciali e
bàe-3o.folidi» Ma deli.no-fùpficiaIt6o.f éno
de triaguli e,60.)
Óno de pétagoni.
Eqlli triaguli de
necefjìta fé cano
da diffi pétagóì
jéangularmétefralorofécongbino.Cómo
in la canòe
de qili del
retrace
drógocrocedróabfcifìfD detto qli
da exagót eqdragolietriàgolifefbra aano
ecofi i qlli
deloycocedróab] cifo da
exagói e pétagóì
comò la figura
mal demojtra E
cadano de dtéh
angoli folidi fia
facto e cótenuto
da.4» anguli fùpficiali
de li qli.i.fóno
de trianguli edoi
) óno de
pétagono co*- currétìad
vn medefwno puto.Etutte
le jye linee
o *# lati
) óno cóeali
ma goti e
ali pétagói p
che Ifio e
glia! tri ifiemi debitaméie
aplicati liio ed
ck PARS laltro
cioè ti triaguli
deli perigoni eli
petagói cfeli tri.iguli.Efi
cómctt.u pétagóieqlatcriangularmctc cógióri
fòrmio i dcó
corpo.io.rriaguli co fi
ancora poff ia dire
cbe.:o.tiiàguli
eqlattriangularméte fralor cógionti
caufino.n.pétagói fimilméteeqlateri-Ep qfto
apetutte dicielincefraloro eér
eoe corno
edifto.Elefupficiecbcqfìoriraidaofóno.ji.Dclequa.iJ. fono
pétag 5e elatere
{t eqagule.e.io.) óno
triagule pure eqlaterc
tutte fi'a loro
comò i>abii detto
reciprocamele caufdte. Ei
fui material forma
ape. E qfto
deriua dal pcedéte
i la mita
decia) cti fuo
lato vnifbrme tagliato.
xxxi.xxxii.fEElduodecedró
eleuato folidoo",è. vacuo
ba.90.lieec.iso. anguli fupnciali.cdefolidi.ii.eleuati pyraidali
pétagóali e bicàcora.io»
bafi pur corporei
exagòi. E ba.óo.fupftcic tutte
triagule cqlateref eqangu
le.Madtdic1e.90.linee.K. (óno
eòe alc.ii. bafi dele
pyramidi pétagóe de le qli
le bafi fimilmétecóuié fièno
pétagóe. E )
óno le baje
del duodecedró regulare
Stri |èco che
ala fu 1
cópofitióe cócorre ql
lin telleclo p fola ymagi
natióe cópréde eqffe.jo. linee eoe
foto córrào ala
caufàtióe deli.io.anguli folidi
dejiffi qli còrno
e difto 1 óno
exagóali.cioe ebe aloro
fòrmarióe co corrao.6. linee. E
forniate dicìo corpo
dal dudccedró regulare irrinjèco p
diclo e da.u.pyramiditaterate pctagone
elatere § ccjangule
edealtec^a eqle.Eleloro bafi
fono le mcdeftmc
bafidelointrinfèco
vtfupra.xxxiii* xxxiiiì.fli El
duodecedró
abJcifoeletiatofolidooTè
vacuo.ba.latio'ft.lì
neenùero.iso.deleqli.éo.fónocleuatealacaufatióedelepyramidi péta
gone.6o.f óno eleuato
ala cóffitutióe dele
pyramidi triagulclaltre.óo. j
5 no baffe
lati de cadaua
de diete pyraidi
cioè dele pctagone
ede triagule . E
qfto fi fnflo
corpo fé cópóe
delduodecedró tagliato piao
in trilèco p fò
la ymaginatióealinrellecio offtrto,
E
de.51.pyramidi.Deleqli.11.fono
pétagonati.dealtcc^a
(i'aloro cqlf . E
laltre.io.f óno triagule
pur de alteri
fraloroeqle Eie bafideqfte
pyramidi fónolcfùpnciedeldicTodLiodece dró
trócato refrrédo ognùa
ale fuoi cioè
le trigon e
ale p yramidi
triagule de pétagóali
ale pyramidi pétagóe.
E cafeàdo in
piaoqffo femp fifi'rma
i.é-póteoTv.conipyramidali.Ddiqli
coni vnofia depyramide
pétago na eli
altri. $.|ónodele pyramidi
triagule. L a
ql cofà i
aie? fufpefo pealo
cbioabfùrdacbefimilpótefiénoavnpo.E
qfto tale.ex.D- ede gràdiffia
abffratióe ede ffbnda
j eia che
cbi itéde fo
nò me la)
ciara inerire. Eala
fra
diméfióe|èpumecófubtilijfimapraticamixie
de algebra ftalmucabala
ararinota e danoinclla
nra opa bé
demoffracóuicpicilimeapottrlaap
bédere.E fimilméte qlla
delo ycocedró tagliato
nel ql exagoni
e pétagót . fé
iterpongào ebe tutte
le mefurea|p,fànno. CTDcl
corpo de.t6.bafr e
jiio origine piào
jblido o ver
vacuo edclo eleuato
folido o ver
vacuo, xxxv. xxxvi.
Capitulo. LUI. .
Naltrocorpo.ex.D.daligiadicTiafdi
dirimile (étroua detto
de.i6.bafi.Dap>icipio e origie
ligiadriffimoderi uate.Deli qli.is.)
óno qdrate elatere
ereffàgulc el.3. fó
no triagule eqlatcrefimilméte ft eqangule.
E qfto tale.ba
4S.lati o "#o
linee eba,96.anguli fupnciali
deli qU.^i. j
6 no tutti
refti. E )
óno cjtli de
le fue.s. bafi
qdrate e.i4.fon' no
acuti. E
fónoqllidelifùoi.s.triàgulieqlatcri.Eqfri 6.jraIoro
cóeor rèo alacópofitióeiepfodc.i4>anguli folidi. Deli
qli ciaf cuo
eóftadevno angulo fupficialedel
miglilo ede.3.anguli rec~ti.de.5.qdratL.
E dele.4S. fue linee.i4
fónocóealitrigoniealiqdraripocbedcqlli.is.qdratt afiéi
jécódo la debita
oportunitaagióti de neceflita nerefultào qlli.s . rriàguli fòrmafificómo
cbedeglialtriablcifidefoprafédetto.E
(origine de qffo
fia dalo exacedró
vnifbrmc |lcódo ogni
fuoi pti tagliato
còrno (imitine' tealocbio
la fua material
fórma cidemojrn. E
fia lafua fciaimolteconfì derationi
vtilijfimaacbi bri laacomodaremaxime in
arcbiteérura e que
|toanotitiadefuofplidopianoeuicuo.xxxvii,xxxviii.frEl Kj.bafi
foli do o
ver vacuo datato
recaie in |é
a fua fòrmatióe.i44.1ifiee le qli
frale» 10 Jicódo la
oportuaexigétiaaplicateiepfocaufàno.jss-angulifujj fidali £,i6.foUduktwtipyrami4ali, Ddiquali,is.f«nno contenuti
da>4>an' PRIMA; 16
guli acuti fuperficialicioecadaun di!oro»E.8.fonnocótenutida.j.acuti £ftacópofìfodiffo corpo
de.i6.pyramidilaterate.Delcq[i,is.jónoqdra gule
e.s-triàgule qii tutte
di fòie in
tomo Jépojfanodalocbio difcemere
£ del precedéte.ió.bafi folido
piao intrinfeco p
ymaginatióefohméte co prebefo.Ele
fìie.i6.bafi | óno pariméte bafi
dele pditte.zó.pyramidicioe
,Le,is.qdràgu[edele,is.pyramidilaterateqdraguleele.s.tnaguledele.s. pyramidi
triagulari.E inqhìcbe modo
off o fé
getti in (patio
piao fcmp in
]u.3.póteo#.cÓipyramidaliftf?rmacbelaexperiétia del
fuo màìean' coraatocbio
fatijfara. f^Del corpo
de.p.baft piano folido
euacuo. xxxix. xl.
Capitolo» LI III.
Ra qfTicódecéteméte ExcD.fiadacoltocareel corpo
det to dele.
ti.bafi.Del qle einfo
megaréfè pH0nella.14.del fiio.n.apiéo
defcriue.Q uefro bécbe
babia fùe bafi
piàela' terate e
àgulari e di
formino e da dire che
dakuo deli re^
gulari babia depédétia ne
deriuatóe mafolo fifòra
e crea fé
códo cbe in
dtfif o luogo et
nropfio demolirà, mediate
la figura
duodecagóacioede.n.latieqli.Edelefùoi
bafi pdi£re.43.fónocj dragule
i elatere e i egangule.
E fóto bào
li doi lati
oppofiti ftrafH ^fo
lùo e lalrro
polo o voglia
dir cono e
qli fraloro.E le
altre )uoi.»4.bafi 1 5
no triàgulari in
eglatere fimilméte.E di
qfie.u.ne}fàno atorno.Lu dicói
c.K.dalaltro.Ecadauadepfèba
doi lati eqlicioeqlliche tendào
al poto del
polo ifèriore e
fùpiore.De qffo ancora
fé porrà fcmp
formare el fUo
eie uato corno
negtialtri f« fcóma
pia difòfita delefuoi
bafi (èra difficile
fùa fda quatunca
alocbio rédeffe no
mediocra vagbecca.E caufiriéfé
in epfo p.pyramidi
fècódo
elnumerodelefuoi.p.baft dele qli
pyramidi le bafi
jeriéno lemedefime di
q llo.E lui
détro ymaginato lafòrma
del qle eleua
to fi curai
fra qffe màlméte
dedure p lafiare
la ptefùa ancora
alleff ore del
cui ingegno no
mi diffido. E
qjfo.tx.bafi molto daliarcbitettì fia
fi-equé tato i
loro difpofuiói de
bedificii p eer
ferma afài acomodata maxie do
uè occurrefè fiire
tribue o altre
volte o voliào
dire cieli, E
auéga cbe non
(émpapóto fé predino
in detti bedifitii
tate fàcce pure
aqlla fimilitudine Jéregano
fquartàdolo jlercadolo 1
tutti modi (icódo
elluogo efito doue
tal bedincio intedan
porre. Alacui cóueniéria
afàiffiimiin diuerfi pti
fé'
trouaodifpoJfiefàbricati.Cóinodelo
inextimabile antico téplopàtbe
on. E oggi
dacrijriài nei capo
del módo.Larotóda chiamato
fiatnanifè' Jto.Elql cotanta
jòlerta iridufrria ede^portioni
objéruantia fò difpofto
cbel lue devn
folo ocbietto nel
fùo fàfligio apto
reliffo tutto et
réde fplc dido
eluminofo ficientia de
di ttcs-fòrme fi
coni mo quella
de li.j.eorpi (empiici
non potè re
per alcun modo
efferpiu.efi commo elnumero
de dicli |émplici
non fi pò
in natura accrejcere.cofi queffe-s.
regularinon e pofjtbile
ajégnarne più che
de bafi e
de lati e
de anguli fienno
cquali; e che
in f pera
collocati toccando vnangolo
tutti.toccbino. Perche fé
in natura fé
poteffe vnféx' to
corpo femplicia|égnareel fummo
operici
verebbeaejferffatoile (uè cofè diminuto e
Jén^a prudenza da
giudicarlo, non bauendo
a principio tutto
el bifogno oportuno
alei cognofciuto.E per
queffo certaméteenó per
altro mojfo comprendo
P latone quejte
tali commo e
diélo a ciafcu
no deli dicTifémpliciatribuiffe cofiargumentàdotcioe commo
bnonif' fimo geometra
e pfòndiffimo mathcmatico.
vedendo le. 5.
varie forme de
quefti non poter
per alcun modo
alcunaltra che al
Iperico tendadela ri
bafi e angoli
cornino e dicto
equali ymaginarfè ne
formare commo in
la penultima del,q.|émo|traepernoialoportunofàducinon immerita'
mente argui le
ditte aduenire ali.
5. femplici. Eda
quelle ognaitra fbrma
dependere.E auenga che
queffi.s-fienno foli chiamati
regulari non pero
fé exclude la
f pera che
non fia fopra
tutti regulari $fima«e
ognaltro da quel
la deriuarjè commo
data caufi dele
cau|é più fublimef
e in lei
non e varie
ta a leuna
ma vnifòrmita per
tutto e in
ogni luogo ha
fuo principio e
fine edextro e'fmifrro. La
cui (òrmaonde |è
caufi qui (èquente
ponendo fine a
dicìi dependéti lo
diremojefùcceffiuamenre de tutti
glialtri corpi oblò'
gbucioecbe piulongbi che
larghi fonno. Delcorpofpericolafuafòrmatione. xl.
Cap.LVI* Er.moltilajfpera effatadiffinitachecofklafia. maxime
da Dionyfio degno
mathcmatico. Pure el
noflro autbo recon
fiimmabreuitainlo fùo.rr.la def criuete
quella tal de|
criptiócda tutti pofteriori
fé aduci} doue
lui dici cofi.
Ci Spera fia quel
checóteneel vefttgio delarcodelacircu frrentia
del merco drcbio
ogni voltatein qualuncbe
mo do fé
prenda el (émicirculo
fermando la linea
del dyametro fé
volti atof no
eldicloarco.fin tanto che
retomi al luogo
donde fé comen^o
a moue re.
Cioè facto el
(émicircu'o fopra qual
voi linea (irmàdo
quella el diflo
(émicirculo fé meni
atomo con tutta
fiia reuolutioe quel
tal corpo che
co fi fia defcripto (é
chiama ) pera.Del
quale el centro
fia el centro
del diflo fémicirculo
cofi circondurrò. dCommo
fia elfcmicirculo .cfncTo
fopra la linea,
a.b» fncTo centro
el ponto. e.e tutto
larco (iio fia
la parte dela circunfrrentia, a.d-b.Dtco
cbe frrmàdo la
diSa linea a.b.qual
fia dyametro de
difiro fémicirculo.eql" lo
fbpra lei circiiducendo.comécando dal
ponto.d.andando verfo la
par teinfèriore e
tornado verfo la
fùpiore con fuo
arco al di6f
o ponto, d.
on de prima
(é moffe. ouerp
loppofito andado verfo
la fùperiore e
tornado verfo la
fùperiore pur cólarco
al difiEo ponto»d.
quel talrotódo1 (nero
da; PARS ditto
fcmicirculo in fua
reuolutione fia ditto
corpo (palco, e
fpera ynu ginando
corno fé deue
cbedifto fcmicirculo grafia
exempli fia vn
mc^ p taglieri
materialecbealiternon
formarla corpo.perocbefolo laico
cir ciidutto noti
fa veftigio fiando
linea fmca ampicca
efjbnditaequeffo a jiia
notitia e caufation
e fia detto.
Como in la
fpera (è collochino
tutti li.s.corpi regulari. Cap.L
V 1 1. In queffa
fpera excelfo.D-fe ymaginano
futi li.j.corpi re
gulari in qfto
mó. prima del tetracedron
fé fopra la
fua fa pftcie.cioe
la fùa ) poglia
ouer vefre fé
féguino ouer yma ginano.4
poti ecjdiffàti p ogni verfo
luno da laltro.e ql
li p.6.linee rette
fé cógiongbino le
qli de neceffira
pa jfa rànodétrodala
) pera fira
armato apóto elcorpopderto
in epfrt.E cbi
tirajfe el taglio
p ymaginatióe co
vna fupficie piana
p ogni verfo
fécódo diete linee
retteprotratte
remarebei-.udo aponto ditto
te' tracedron, Cómofacio
p queflo g'iatri
meglio feaprédino) jéla
difla ) pe
ra fbjfe vna pietra de
bombarda e fopra
lei fbjfero dt£ti.4-pontt
con equi difhntia
legnati fé vno
lapicida ouer |
carpellino co fuoi
ftrri la (tempia
p fé ouer ) fàciaffe
la) riandò li
ditti-4-ponn a poto
de tutta chela
pietra are be
fncto el tetracedron.
Similméte fé in
ditta fap ficie
fperica fé legni,
s-pó ti equidiftanti
fra loro lim
dalaltro elalrrodaluno.E quellicon,
u. linee rette
fecongiongbino fira p
ymaginatione in ditta
fpera collocato el
fé" códo corpo
regularedetto exacedró ouero
cubo.cioela figura deldiabo'
lieo in (frumento
dittotaxillo. Liquali ponti
finalmente legnati in vna preta
de bombarda amodo
ditto. E quellicontinuati p
vn lapicida amo
do ebedifopraararedutta ditta
balotta a fórma
a cubica E fc in
diQafup- ficie |énotino.6.'ponti,pur fecondo
ogni loro cqdifTantiacómofé ditto
cbi
q1Ucotinuaraouoidircogiogneracon.il. linee rette
fira aponto in
di fia fpera
fatto el terco
corpo regulare detto
ottocedron . C bel
fimile fa- fio
in fui vna
detta pietra ci
lapicida duna balotta
ara fatto el
corpo de S.bafi
triangulari.E cofi (el
fi |égnino.u.ponri qlli
continuati per.3o.rette linee
ara fimiliter in
ditta fpera el
quarto corpo detto
ycocedron collo" cato.el
fimile el lapicida
ara redotta la
pkrraal corpo deoo-bafi
trianga lari.E lé.io.ponti
fé notino a
modo ditto continuandoti
pure con.;olù nee
rette fira formato
in ditta )
pera. El quinto
e nobiliff imo
corpo regu lare
detto duodecedron cioè
corpo de.u.bafi pentagonali ,
E cofi el
lapi' cida de
ditta balotta arebe
facto li medefima
forma. Onde cófimili
yma ginationi rutti
léranno in l\
fpera collocati in
modo ebe lelor
ponti arr gulari
(iranno in la
fuperficie fperica fttuart
e toccando vno
deli loro ari'
golii» la fpera
fubito nini toccano. e
non epojfibile per
alcft mó eh'
vno tocchi (enea
lalti o qfi
dicto corpo in
J pera fia
col!ocato«E p e}
(fa f ria i
falli bile porrà
V.cel.ale volte Ccómo
noi habiarno vfkto)
con.dicti lapicidi bauerefolac^oinqueffomodo arguado
loro ignoraca« Ordinàdoli
che de que|Ìfe
fimil pietrene (àcino
qualche forma de
lati (àrie eanguli
equa' li.ecbeniuna (la fimile ale.s.deliregulari. verbigratia
obligàdolia fare vn
capitello o bafit
o cimafàa qualche
colonna che fia
de qnatroo de
)éi £cce cqualiamodo
dicto e che
quella dele.4, non
fièno triangule ouero
quelle dele.6.non fienno
quadrate. E cofi de.s-e.io
fàcce e niuna
fia trian gufa
ouer de.n.e niuna
(ia pentagona.lequali cofé
tutte fonno impoffibi
le.Ma lorocommo temerariimilantatori dira
de far Roma
e toma ma
ria fé monte* cbemoltiféne trottano
ebenonfànonecurande
imparare» centra el
documento morale che
dici- Ne pudeatquee
nefeiewte velie doceri.El
fimile quel carpentieri
domandato che fàrebenon
fi trouando pialla.repojé
fame vna con
vnalrra. E laltro
maràgonedifft la fua
(qua dra cjfeie
troppogrande per giullare
vna piccola perfuponendo
gliango U recti
fra loro variarjé»
E quello che
pojro li doi
vergbette equali in
{or' PRIMA 18
ma de'tau. cioè
coji.T.m nance ali
occhi fiiot- ora
vna ora lattrapitì
I oga giudicaua.
E altri affai
(imili orpajfonii.Con uno
de quefti tali
al tempo dela
fnbricadelpalacco dela bona
memoria del conte
Girolymo in Ro
ma in fuapre|énca
confabulando cornino acade
di] correndo lafibrica
fiandoui molti degni
in |ua comiriua
de diuerjè fncutta
fraglialtti a quel tempo nominato
piflore Meloe$oda Imiti
per dar piacere
alajpecula' tione exhortamo
Melocco e I
o el conte
ebe facejfe fare
vno certo capitel
lo in vna
de queffe |brm
e n on
chiarendo noi al
Conte la difjìculta
ni a fo
lo che feda,
degna cofà.Eaquefto afénrendoel
Conte chiamo a
}ecl mac (Irò
e di jf etile
fé lui lo
fàpefj e fnre.quel
rifpojè quefb efl er piccola
fncéda
echenauiafàttepiuvoite.Dicbeel
Conte dubito nonfbjfecofrt
degna comtno li
cómendauamo. Noi pur
affermàdo el medefimo
giognendo ui apertamente
che non lo
fnrebbe per la
impojfibilita fopra aducla.
E re '
chiamando a )è
difto lapicida C
chea quel tempo
anco era denominati
) lo redomando
|èlo|ncej]~e.A!oraquafi
(beffando furi|é brenta
alfi e al
non femprefta fnto
lo impegnare El
Conteli diflc fé
tu noi fai
che voto perdere?
E quello acorto
rcjpojè no male
Signore quel tanto
più cba.y» illufirifftma
Signoria pare de
quel chio pojfo
guadagnare e rima|èro
co tenti alegnatoli
terni cne>20-di e
!ui chiedendo quatto.
Acadccbeguaffo molti marmi
e feci vn.o.£-abaco.finaliter ci
e ute no
lobligo )c no
al da no
dele pietre e
rimafe ) cornato.
Ma no ceffo
mai che volfe
fape lorigine delafpofìa.E
feppe ej] ere
el frate in
mó che nò
poco racore dapoi
mepor to e
trouandome me dixe
me|ir mejérionon vi
perdono dela iniuria
fa flajénon meinfégnateelmuodoafàrlaeio meli offcrfl
quanto valeuo e per più
giorni fopraffando in R orna
non li fili
vilano. e aprieti
de que/ ffeedaltrecoféalui pertinenti.
Equelcortejè vol|è che
vna degna cappa
a fùo nome
mate portaffe. Cofi
dico che ale
volte fimili a
Voffra celfitti dine
forino cagione fare
acorti altri de
loro errore e
non con tante
miliari tarie venirli
alor confpeflo quaft
ognaltro ] pregiando.
Cofi già feci
Hie rone con
S imonide poeta.commo
recita C icerone
in quel de
natura deo ritm.El
qual Simonide temerariamente (éobligo
in termenede vno
dia le j
pario fdperli direaponto
che cofÀ era
dio ediceuanon effer
quella dif iiculta
chaltri diciafaperlo. Al
quale Hieronefinito el
dicto termenc do
mando |ètaueffe trottato
quel ditfe ancora non e che
li concede jfealquà to più Ipacio-.Doppo
elqualefimilmente li adiuenne
e brenta più
ter-' miniinterpofri.quel con^ffo
manco intenderne che
prima e rimajé
con fi ifo confila' temcrira.Equeffo quanto
in la /pera
ajlorolocatione. De li
corpi oblonghi cioè
più longhi oticr
alti che larghi .
Cap, L V I J I.
Equità excelfo.Dapiena notitia
de q'ueffonoftro tracia
to douerjéalcuna cofd
dire alor notitia
deli corpi oblon
ghi cioè de
quelli che fonno
più longhi ouero
alti che lar
gbi. Si commo
fonno colónee loro
pyramidi.Dele qua- li piuforte
deluneelaltre jè rrouano.E
pero prima diremo
dele colonneefuoi origine,
pof eia deleloro pyramidì.
Le colonnefbnno de doi fncife.cioe rotonde elaterate.fi commo le
figu- repiane.altrefonnocumilinee, e
fonno quelleche da linee cume
ouertor tefonno contenute-
E altre fonno
dette recTilinee.e fonno
quelle che da
li neereflefonnocontente.La colonna
rotonda e vn
corpo contenuto fra
doi bafi circulari
equali-e fonno fra
loro equidiffanti la
quale dal noffro
philofopho nel vndecimo
cofi fia diffinita
cioè la figura
rotonda corpo rea.delaqual
le bafi fonno
doi cerchi piani
in la extremira
e crajfitudine cioè
a'tecca eqli fia
el ueffigio del
J?ale!ogràmo rc6f àgolo
fermato el Lato
che cor ene lagol
recto.Ela dea fupficie
circiiducla fin tato
che la tomi
al . luogo fuo.E
cbiamaléqfta figura cotona
rotóda. Ori dela
colóna rotóda «de
la j J?a
edel cerchio fia
vn medefimo cétro.^bi
gfa. Sia el
palelograo D ii
PARS a.b.c.d.cioefupcrrrae quadrangola
de lari equidifranti edeangoli retti. E
fermile ellato.a.b.el quale
cofi firmato tutto
el paralelogramo fé
meni atomo fin
tanto ebe retorni
al fiio luogo
onde comeneo amouerfèla
fi' gura adonca.corporea da]
moto de qucfto
parai clogrammo de) cripta
fé chiama colonna
rotonda, dela quale
le bafi jònno
doi.cercbi . elo centro
fia el ponto.b.elaltro e
quello ebe fn
la linea .d.a.
nel fuo moto
ouer gira re.elofùocctrofiaelpóto.a.elaxedequefta colóna
edicra lalinea.a.b. laql
fra ferma nel
mouiméto del parale' ogramo, Efè.noivmaginaremfS crparalelogramo.a.b.cd.quàdo el
puéga co! fuo
girarea! fìro.a.b.c.f. co
fi'congiógaal ftto donde
comencoamouerfi fecondo la
continuatione dclafuperficie piana;
cioè che tutto
fia vn paralelogramo. d.
c.e.f. ft ebe
babiamo n>enato in epfo el dyamctro.d.e. el qual
dyametro ancora.d» «.firadyametrodelacolonna.Q uello
ebe fé dici
dela colóna ede la jpe'
ra e del
cerchio eflerevnmedefimo centro:
(è deue intendere
quando de queftifia
vno mcdefimo diametro;
verbi gratta» baueme
dicrocbe.d.e. fia dyametro
de quefta colonna.
A don cala
J pera e lo cerchio
deli quali el
dyametro eia linea .d.
e. fia neceffario
che babino vn
med efimo cen'
tro conio centrodelapropofTacolonna.Siaadonca che
lalinea.d. e.ài' uida
la linea.a.b. nel
ponro-g. e. ftra.
g- centro dela
colonna . Pero chel
diuide laxe dela
colonna perequali e
ancora el diametro
dela colonna {?
equali che (è
prona perla i6.del
primo, pe. che
li angoli ebe
fonno al. g,
fonnoequali perla-K.del primo.
Eli angoli che
fonno al.a.eal. b. fonno
recìi per la
ypotbefi, Eia linea.ad. fia
ancora cquale.ila linea. b.
e. Onde d.g.ftaequaleal.e.g.Ecofi.a.g, equale
al.g.b. E conciona
che li angoli
c.g.f, fièno recìi
)é fopraal ponto. g.fècondo ci j pacio.d
g.e incora (opra
la linea, d.e.jcfnciarvn cerchio
epfopajfàra
ptrlaconuerftdela prima parte
dela trigefima del
terc;o per li
ponti. c.f.f. Onde el
ponto. g.fia cen- tro
del cerchio del
quale el dyametro
e dyametro dela
colóna. E pero
an cora e
dela (pera. E
per qucfto fé
manifèff a che
a ogni paralelogramo
re' ciangolo el
cerchio »e a
ogni colonna la
) pera (è
pò circuii) criuere.
E cofi fia
chiaro quello che
bavoluto'proponere a noi
quefto tbeoreuma del
nofrro philofopbo in
dieta diffinitióedela colonna
rotonda. Delaqua le
fin qua fia fufficicnte e
fequendo diremo delelatf
rate corno fò,pme)fo.
Delecolonnelaterateeprimadeletrilatere.
xlvi.xlvii.Cap. L I
X. Naltra ) pecie ouer
forte de colóne
fonno detfe latcrate.de
lequali la prima
e triigula dela
quale le fuebafi
cioè (ùpre ma
eifrriore;fonno doi triàguli eqdifrati fra
loro faccio (alterca
dela colóna còrno
la q figurata ,
Dela qle la
balt fupma fia el triagulo.a.b.c.ela inferiore
el triagulo.d.e.f. E
quella fimil figura
dici einfo aucToreeffer
dieta corpo sfratile
e fiafimileal colmo
de vn tecro
de vnacafach babia.4.fncce
ouer pareti che
foto da doi
canti el fuo
tecro piouatcommo locbio
demo (tra epoffono
effere le bafi
equilatere e non
equilarere. E de
fimil colonne le
3.fitce fonno fèmprepara!elogramecioede.4. lati e
rettangole; fi che di'
cTo corpo fératile
fia contenuto da-5.fuperficiedelequali,3, fonno
quadra gule eie
doi fonno triangule.
Deleco'.onnelateratequadri'atere.
x'iii.xlvi. Cap.LX. Eie
laterate la, feconda
forte fonno quadri'atere
e ) on"
no quellecbe bano
Icdoi bafi amodo
dicto quadrangu le
equatroaltrefuperfictc chela circundano
fonno purq dri'atereequidiftati traforo
fecondo loro oppofitione.
e quefte fìnnlméfe
] onno ale
volte eqrilatere aleuolre i U
equilatere |écondo la difpofltionedele lorbafi.peroche de'e figure piane
qnadri'aterercfti'ineefà|ègnano.
4.fort>tluna detta q>
drato.e fia quella
cheli lati rutti
ha equali eli
angoli reciti coturno
qui dacanto la
figura. A. La' tra detta
tetr.gon 'ongo e
fia quella che
bali la' ti
opposti equali e li angoli
fimelnuote retili ; ma e
più .longa ebe
larga. PRIMA tf
le ) peciedele
colonne laterate poflano
in infinito acre j cere fccódo le
varietà dele figt»'
rerectilineede più e
manco lati.Perochede ogni
colonna laterata con'
nengano le fuoi
doi bafi.rioe fupremae
inferiore de neceffita
effere doi fi
gurereflilineefìmilt.cioechcconuégbino
nel numero de
latichenó fbf je
vna triangola e
lairra tetragona.eancora elatere ft
egangole fia loro
ala vnifbrmita dele
colonne quatunca diuerfamétefneino varietà
inep* fé formandole
aleuolte equilatere e
aleuolte inequilatere. Per
laqual cofà non
me pare in
diele pia oltra
extéderme ma foto
indure a meri
.Oria che la
loro denominarionefémprc derina
dale bafi.cioe fecondo Jèràno
le ba fi.cofi
fonno dette, verbi
graria.féle bafi fonno
triangulc. commo fb
difo' pra nel
corpo |èratile fé
dirimo triagulc. E |é firàno
tetragone ouer quadri'
laterefiran©dicIequadrangole.E|épentagonepentagone.Eléde.6,lari iranno
chiamate exagone §
fic defingulif.JWa fièno
le bafi di
che qualità fé
voglino jémprele fàcce
da cia|cuna firàno tetragone
reclagoIe.E delu naedelaltrafinquale lor
forme materiati alochio
demofbano quello fé
diflo al numero
p loro tauta
pofto. E anco
in queflo difetto
in figura piana
in ffpefliuaal medefimo
numero corno porrà.
v.celfu vedere. Del
modo a mefurare
tutte fòrte colónee
prima delerotode«Ca.LXJ l.
Onueniéteméte ormai elmo
afdpere mefurare tutte
fbc' tecolonneme parféponga.aucgacbeapieno decio
nelo peranfagràdenabiam traflato.purfuccincTeqf» vn
ceri no a.v.celfirudinelo induro
e prima de
tutte te tondeper
le quali q)Ta
fie regola generale.Prima fé
mefùri vna dele
fùoibafi recandola a
quadratotjècondo e 1
modo fxima no
dal nobile Geometra
Archimede tornato pofro
nel fùo volume
fùt> rubrica de
quadratura circuli.ein lopera
nofrra gràde aducTo
co fùa demo
(trattone cioè cofi.Trouijé
e! dyametro dela
bafà.equello fé multiplkbi
in |è del
predurtojè prenda linciceli
yndeci cuotordicefimtouer qua
D iti PARS
ter dedmi.e qnetli
multiplicati per ta'te$a
dela colonna queffulrimo
prò duolo fta
la nwjfa corporea
de tutta la
colonna, verbi grana
acio meglio
(kprenda-Sialacolonnarotonda.a.b.c.d.lacuialttcfa.ac ouer.b.d.fia
io. Eli d
yametri dele bafUuno.a.b.e
laltro.cd.ognuo t- Dico
che a qua drare quefta
e ognaltra limile
fé prenda vno
de dtcli dyametri
qual |é fia
a.b.ouer.cd.cbe non fa cafo
fiando equali.cioe, t,e queffo. t.|é
deue mut tiplicaretn(émede(lmo fàra^.edequeffodico |è
prèda li.j^.cbcfonno 38£.Equeffidicofémultiplicbicótra (altera
ouer longbej^a de
tutta la colonna.cioe
cótra.b.d.ouer.a.c.có'ponemo.io.fnra,38S.e tanto
diremo tutta la
capacita ouer aria
corporale de tutta
diclfa colonna. E
voi dire q
Jfo cafo excelfo.D.cbe
fé quelli numeri
iportano braccia diche
forta fé vo
gUainep|AJirano.}ss.quadretini
cubici.cioecómodadip ogni verjb
vn braccio.cioe longbi
vn bracciolargbi vn
braccio, e alti
vn bra$o. corno
la figura 3
laterali demoffra.E coft |é
difti numeri iportino
piedi tati qua'
ti deli braccia
fé detto.e fé paflfa
paffa.e palmi palmi.tt
fic de fingulir . E
re foluendo difta
colóna in cubi
|é'ne fàrebe.3ss. E
queffa bacialo intéto
p jénte.NÓ dimeno
ala quadratura e
diméfione de diclc
bafi,circulari mot ti
altri modi fé
dàno che tutti
in vn ritomano.quali p
ordine i di#a
no (Ira babiamo
adufli.El pebefi prèda
di&i. ^.cioedele.H.partt dela
mul riplicatióe del
dyametro in fé
in ogni cerchio
fifn.percbeglie trouato co
molta aproximatióe.p Archimede
cbel cerchio in
cóparationc delqdra to
del filo dyametro
fia corno da.n.a.
14. Cioè fél
qdrato del dyametro
(0ffe.t4.el cerchio (érebe.n.bencbenó
ancora p alcun
fauio co precifióe.
ma poco variai
corno qui alocbio
in la figura
apare cbel cerchio
fia man co
che diffo quadrato
quatofónoti anguli dedtffo
qdrato cbel Cerchio
delfuo fpacio pde
li quali anguli
de tutto el
qdrato fon li.]vcioedele.r4. parti
le. j. Ele.ir,
vegnano a cflere
cóprefé dal fpacio
circularc.como apa '
re nelqdrato.a.b.c.d.cbe li
fuoi lati fàguagliano
aldyametro det cerchio
cioè ala linea.c.f.
cbepermeccolodiuidepaffmdop lo ponto,
g.detto cétro del diffo
cerchio commonelpncipio del
fuoprìmofinarrael pfio noffro.
E quef!o dele
rotonde. fTDel mó
afÀpermefurare tutte colónelaterate.xlv.xl vi.
Ca.LX III. Oftrato
el mó ala
diméfióe dele rotóde
|ègue qllo dele
la terate.Perleqli fimilméte
queffa fia regola
generale e co'
pcifione.ciocche fempre fé
quadri vna delefuoi
bafi qual |é
voglt3 e quel
che fn poi
fé mulripliebi nellaltc^a
ouer longbcc^a dediftacolóna.Eqffo vltimo
fduelo apóto fia
fua corporal maffa
ouer capacita. E
fienno de quante
fé voglino fàcce
e mai fnlla.Cómo
verbi grafia, fia
la cotona laterata
te'
tragona.a.b.laqualftaalta.io.defuoi bafi
cadaunafia.6.p ogni verfo«Di
co che fé
quadri p"ma vnade
dicfebafi.cbeperejfereeqlaterefémcara
vn dilati in
(é.cioe.6,in.6.fà.36.equeffoapQto
fia ci fpacio
dela bafd. Ora
dico cbeqffo |é
mulripliebi nellaltefca ouer
tógbecja de tutta diila
colò' na.cioeinio.fnra.360. E
tanti braccia ouerpiediaponto ftra
quadra di' flacolóna.amodocbedifopradelarotódafédiflo.Ecofifè lefiioi
bafì fbffero inequilatere
o altramente irregulari
pure fecondo le
norme date p noi
nela difta opa
fétnpre fé quadrino
e in lor
altera el fduclo
|é multi plicbi.Earaffe
elquefitoinfàllibelmenteinciafcuni.'Eperexpeditione de
tutte (altre quefta
medefinn regola |é
deue féruare.o fieno
trigóe o pi'
tagone o exagone.onero
eptagone.ft fic de
fingulif .cioè che
|écódo la exl
gentia dele lor
bafi quelle fé
debino prima mefurarc.
Se fonno triangole
per la regola
deli triangoli.e fé
pentagone per le
regole de pentagoni,
e fé exagone
fimtlmcte.Detequali forme e
figure le regole
diffufe in dieta
no ffra opera
fonno afjìgnate.alaquale per
effer fàcile lo
aceffo per la
lor co' piofd
multinidine fhmpata e
per lumuerfo ormai
diuulgata qui no
airo altraméte adurle
e cofi a
difte colóne porremo
fine e (équedo
diremo de lòrpyramidi.
C^Delepyramidt
ettittelorodfie.lviit.Cap-LXI I
II. PRIMA. 20
wm Equità in
ordineexcetfò.D.douerdiredele pyramide e
lor diuerfita . E pina de
cjlle che fonno
dette pyramidi ro tódeepoifucccjfiuedélaltretutte.Eapiena notìtia
dire mo col
noflro pbilofopbo nelfuo-n.
la pyramide tonda
eflere vna figura
fetida e fiati
vejtigio de vn
triangolo reff angolo
fermato vno deli
fuoì lari che
contégano lati jol
reff o ecirconduff
o fin tato
che tomial luogo
dóde fé coméjo
a mo tierfé
e |él Iato
férmo fira equale
al lato circunduff
o (ira la
figura reff ango
la.E|élfira piulongofiraacutiangola.efélfira più
corto fira obtufiango
la.Eloaxedediffafigura e illato
fixo ouer férmo,
eia fua bajé
fira vtt cerchio.
E chiamali q|ta
piramide dela colóna
rotódo. Verbi gfa
acio d diffo
meglio fàpréda Sia
el triagulo.a.b.c.del qual
làgol.b.fia reff o e
fia
rilatochefifÉrma«a.b.elqualfèrmatovolti|éatorno difforriàgolo
fin tanto che
tomi alluogo onde
coméjo a mouerjé.Q
uella tal figura
ado' ca corporea
la cjl fia
def criptaouer formata
da! mouiméto de
qfro trian'
goloediffapiramiderotonda.Delaqlefonnoj.dneouerfpé, Ptrocbe
aftraereffagola.altraacutiagola.Iaterjaobtufiigola. Eia
p'ma fé forma
qn etlato»a.b.fèfle eqleaIlato.b.c.Efi3cbe lalinea-b.c.qfi co lo girare
del triàgolopuégaalfitodela linea. b.d.i
mócbelpóto.c*cagiafòpra el póto.d.e
douéti vna medefima
linea.E qffp féitédecbe
lei alora je
cógió ga al fito
dal qle la
coméjo a mouerjé
fécódo la reff
itndine. E fira
qjTa li' neaqfi
lalinea.b.c.d.E pcbep
Ia.3z«delp'mo.epla.s.deldiffolagolo»c.
a. b.fia mita
de reff o.fira
lagolo.c.a.d.reff o.e pero
qjf a tal piramide
fira detta piramidereff
agola. ma fel
lato.a.b-fia piti légo
dcllato.b.c.fira acu tiagola.pocbe alora
p la..u-del p'mo.
epla.19.del diffo fira
langol.c.a.d. menore dela
mita del reff
o.E pò tutto
lagol.ca.d.fia menore de
reffo e
acuto.Ondiffapiramidefiaacutiigola.eféllato.a.b.fia menore
del la' to.b.c.firalàgol.ca.b.magiordela mita
dereffo pla.ji. delp'mo.ep la
t9.del diff o.e
tutto.ca.d.ql fia dopio
a epfo.ca.b.magi ore
de reff o
e ob tufo.
Adóca la piramide
alora cóueniéteméte fia
detta obtufiagota.'E la
jcedecjffapiramidcfia detta
la linea.a.b.ela fiia bafà et
cerchio deferipto
dalalinea.b.c.coficircuduffafopraelcétro.b. Efiadettaqffa
piramide dela cotona
rotóda.cioe de qlla
che {ària el
paralelogramo che nafcejfe
-rdeledoilinee.a.b.fE.b.c.ftaédofixo
el lato.a.bcómo defopra
dela colon rnarotódafbdiffo.eqflo dela
piramide tèda efùedrieal^pofitofdtiffà' ;cia.Edelattrefédica.
ITDelepiramidilaterateefùediuerfita.xlui.xluit. Ca.
LXV. E piramidi
laterate excel. D. fono
de ifiniteforti fi
comò le varietà
dele lor cotóne
dóde bano originecómo
apqo cócluderemo.Map'ma del
nro pBo poniamo
fua decbia ratióenel
fùo.u.pofta.Doue dici la
piramide laterata ef |ér vna
figura corpeacótenuta date
fiipftcieleqli da vria in fòre
fono eleuatei fu
a vn poto
oppofito . Elpcbe eda
notare che in
ogniptramìde laterata tutte
leftipficie che la
circudano ex cepta
la fila bafei
fé fu leuano
a vn ponto
el qle fia
diffo cono dela
pirami de.e tutteqffe
tali fupficie laterali
fonno triàgole.eal più
dele volte la
lor bafànóetriagola.cómoqin linea
apare.Iapiramide.A.triangoladelaq
leelcono.B.elapiramidcDqdrilateraelfùo
cono.E.ela piramide péta
gona.F.el fùo cono.G.e
cofi feqndo i
tutte e meglio
i fùafpria fórma ma
poto affualmétein vna
dele bafi dela
colóna laterata onero
imagtnàdo lo.e qllo
cógiognédo p linee
rette co cadauo
deli angoli reff
ilinei de tal
trabafi de diffa colóna oppofita.aloraaponto fira formatala
piramide de dieta
colóna da tate
fùpficie triagulari cótéuta
qua te ebe
i la bafà
de di tta
colóna furano linee
ouer lati, e
firano la colonna
eia fua piramide
da 19 mi
PARS medesimi numeri
denoiate-cìoe fé tal
colonna laterata /Ira
trilatera ouer triàgula
Lapiramide ancora (ira
dieta trigona ouer
triagulare. e fé
dieta coloni fta
quadrilatera eia fua
piramide fira dieta
qdrilatera. e fé
pétagòa pétagòa.f fre
de reli^r.El ebefe
màifrffa cònio dinace de
diete coiòne la
terate fo detto
lor j pé
i i finito
poterfe meàre |>o
la diuerfita e
variatióede leloro bafi
recti lineecofidicumodouereaduéiredeleloropiramidilate rate.conciofucheaogni colóna
ouer cbilyndro
refpondalafìiapyrami de o
fu rotonda o
fui laterata, E
quel ponto cofi
ne!a fua bafa
(rnnato no neeejf
ita.cbe de ponto
fìa nel mego
de dl£f a
bafà fituato pur
ebe di quel
la non ej
ca non importa.pcrocbe con
dtfle linee protracie
pur pyramide fi
caufa.auengacbequclla tirate apóto
al ponto medio
fi cbia mi
py rami de
recla auuello.e laltre
fé chiamino declinati
ouer cbine, S
óno alcunal' tredettepyramidi curte
ouer trócate.e fonno qlie
ebe non ariuano
de pò to
al cono.ma li
mica la cima e (
on dette f
capecce oner tagliate
e de tate
forti fonno quejf
e (imiti quante
le loro integre
e cofi de
nomi o tonde
o jateratecómo qui
in linee apare
la tonda tronca.
A- La corta
triangola B.la tagliata
quadrangola.CE queffo mi
pare/la alor
notitiafufjiciéte. £ féquendo
aprefto diremo de
loro ligiadra mefùra .
^Del modo e
via a fàper
mefùrare ogni pyramide.
C a. L
X V I •
A quantità e
mefùra giufra e
precifd. ExcelfcD.de cad-iu
na pyramide integra
o fia tonda
o laterata fé
bauera dela quantità
dcle loro colonne
in quefro modo.
Prima tro uaremo
larea ouer fpacio
dela baffi dela
pyramide quale intendemo
mefurareper via deleregole
date difopranel trouarcla
majfa corporale de
tutte le colóne e
tonde e la
terate. E quella
trottata multipli caremo nel
axecioealte^ade dieta py
ramide.E quello che
farà fira la
capacita de tutta
la fua colóna.
E de que>
(fa vltima multiplicatione fèmpre
prederemo el.f'cioe la fua terca
parte, e quel
tanto aponto fia
la quantità corporale
dela detta pyramide
e mai (alla,
verbi gra.fia la pyramide
rotonda.a.b.c.delaquatela baffi fia
et cer cbio.b.c.el
cui dyametro e
*.el fuo axe.a.d.qual
fia.io.dico ebe prima
fi quadri la
baffi corno difopra
in la colóna
rotonda fò fn£ro.
peroebe corti mo fé dicTo
dele colonnee dele pyramidi
fièno le medefime
bafi eie me'
defime altere. Aremo
p la fùperftcie dela
bafrt.jsi. qual multiplicato
per
Iaxe.a.d.cioep.io.fàra.js5.pIa
capacita de ratta
la fua colóna.
Ora de q>
ffo dico che
fi prèda el.f
.ne uen usi-
E qflo fia
la quàtita de
diffa pyrami de
El pebe e
dinotare p la
pcifioneaducìa ebe nelle
rotonde a numero
cóuengano refpódere fecondo la
pportione finora trouata.fàra
ctdyàme tro eia
circufrrenria' E p
quella de fopra
detta Jra.u.e. 14.
Le quali còrno
in quelluogo fé
diffe nò fonno
co precifione ma
poco varia p
Arcbimc de trouata.Ma
nò refta ql'o
ebe diclo babiamo
ebe la pyramide
rotóda in quàtita
ito fiaapontoel. ~ dela fua
colóna rotóda.Bécbe aponto
anco ra p
la ignoratia dfela
quadratura de! cerchio
fe numero nò
fi pò jfa
con j> cifione
exprimere.ma el fuo.i.e.E
diffa colóna fia
el fuo triplo.
cioe.3,ta todela fua
pyramide.cómofepua p la.g.del.n.Ma
le altre tutte
laterate p numero
aponto fé pojfanoajcgnare per
eflferlelor bafi refitilinee.E
cofi còrno dela
rotóda fé fnffo
ci fimile de
tutte laterate fé
debia obfémare pò
ebe cofi de
cjffe in la-s.del.ii.fépua che
le fonno triple
cioe.3.tàto dela lo*
ro pyramide. E
quello a loro
fùjf iciétediméfionc fia difro.
f^c'ómo dele laterate
aperto fé moffra
eia/cuna efferefùbtripla ala
fùa Captalo. LXVII.
Et!a.6.del.B.ejrce!fo.D.eln?òpf3o
conclude el corpo
fé* ratileelqualeelaprimafpeciedelecolónelaterate-cómo defopra
fo detto
qlIoe)ferediuifibilein»3.pyramidiecjli
defe quali le
baft cadauna fia
triangola. E p
cóféquente el difr o
corpo fia triplo
a cadauna de
qlle. E con
queffa eui déria
fé mojfra ogni
pyramide efferfubtripla al
juo ebe' colonna.
PRIMA ir lincfro
ouer eotonrta,E de
qua nafci la
regola (opra data
cbedela quanti fa de tutta
la cotona fé
prède el.flaqual cofd
nelle colóne rettilinee
cbia^ ro appare.perocbe tutte
quelle fonno refolubili
in tanti corpi
Ceratili i qua
ti trianguli fé
po)|ìno le lor
bafi diff inguere*
e de tanti
fémpre quelle .tali
fcnnó difteefj'ercópofte corno
ila.s-del.tt.fiaipuato. Ondela colonna
quadrilatera.delaquale la bafa
per ejfer quadrilatera
|é re) olue
in doi tri
angoli jptrabendo in
qllalalineadyagonale.cioeda
vnàgolo oppo/ìto a laltro.E
fopra quefti tali
triangoli féymaginano e anco aftualmente
Jé fe doi
corpi (eratili . E
pcbe ognùo fia
triplo ala fùa
pyramide jèquita am'
bedoi quelli ejfer
tripli ad ambe
due le fùoi
pyramidi. Ma ambedoi
li fè> fatili
fonno tutta la
colóna quadrilatera.adóca le
doi py ramidi
deli doi fératili
[onno el,f,de tutta
diSaeolonna.Equefte doi pyramidi fonno vnatotaleaponto de
tutta la colóna (icommo qllilortdoi
{natili jbnno tutta
la colóna.per ejfer quelli le
doi parti equali
e integrali de
dieta co* lonna.Si
che la regola
data né pò
fàllirep. tutte le
ragioni addufte. E fi'
tnilméte el medefimo
ejfeff o fé
manifèfra ji cadaunaltra
colóna laterata comò
anco dela. j . lor
J perie detta
pentagona delaquale la
bafa fia refo'
tubile in^.rriangolieper quello
féditfo tutti la
colonna in,3.corpi fera*
tili.deti quali ognuno
e triplo ala
fùa pyramide. e
perquejfo tutti, 3.
fon tripliatutte.;.lorpyramidi.equef!einfiemi voglian
dire vna de
tutta la colóna.fi
coturno li lor.3
.(èratilirefàrtno tutta la
colóna.'E cofi el
me defimo in
tutte laltre difcorrédo.E
la dicfarejblutionede bafi
in triigoli in
la.31.del primo fé
demoffra . Doue fé
conclude ogni figura
poligonìa cioè de più angoli
e lati effere
Jémprerefòlubile in tanti
triangoli quanti fonno
li fùoi angoli
ouer lati men
doi. verbi gra.la
quadrilatera ba.4.an goli.eperconjéquente,4.latiepfÀfiare|blubile in
doi triangoli almaco.
cioè ala menore
(ùa refolutióe ebeapare
fé in quella
fé tiri vna
linea reffa
davnodelifùoiangolioppofitialaitro.commoqui inlaftgura
fi vede deltetragono.a.b.cd.elqualfiadiuifo in
lidoi
triangoli.a.b.d.£.b.cd.
datalmea.b.d.laqualeinlartenadettalinea
dyagonale e anco
dyame' tro.E cofi
la pentagona fé
ref olue almanco
in.3.triangoli. cioeperrego' la
generale in doi
triangoli menocbenonf onno
li fùoi angoli
ouer lati laqualcofÀ
aparera fé da vno C qual
fia) deli fiioi
angoli ali doi
altri oppo (iti fé
menino doi linee reScCommo quinella
figura.a.b.cd.e. pétago Ita
def cripta fia fnfito.
Nella quale dal
fùo angolo.a.ali doi
oppofiti.c, £ detraetele
linee fia refoluta
in
li.5»triàgolt.a.b.c.a.c.d.ff,a.d.e.Eogna
ria de dictelineenellartefi cbiama
corda de [angolo
pentagonico» E cofi
leexagonejérefoluanoin.4.triangoli f
fìc in reliquif.Si ebe
molto ex' celf
o .D.fiamo obligati
agli anriebi ebe co lor
vigilie le menti
nf e bano
delucidate maxime al
noffroMegarenfè Euclide ebeinfiemi
ordinata' méte recoljè
deli pajfati e
dele fùoi agionfé
in queff e
excelléti jftme cAfci'
plinee fciétie matbematici
contante diligéti fuoi
demofTratiói.commo aparein tutto
fùo fùblime volume.
El cui ingegnonon
fiumano madi' «mojé
dimoffra. Maxime nel
fuodecimo nel quale
veramente tanto lo
extoljèquantoalobumano
fiapmeffo euófo comprenderecbepiu alta
métebauefle poffuto dire
de quelle linee
abffrachfjime irratióali la
cui fcìentia e
jfbndifjlma ) opra
ognaltra al iuàicio
de chi più
ne (À. E dele pyramidi
integre quanto al
propofito afpecti qui
fia fine. CCommo
(è mefurino le
pyramidi corte. Cap.L
X V II I. Erlepyramidicorteouer fcapecjelaloro mefùrafé
tro' uà mediante
lelorointegre.alequalicommo
lo imperfè cto
al fùoperfrcto féreducano
in queffo modo.Primala
dieta corta la
rcduremo alintera fin
a! fùo cono
col muo do
dato in la
noffra opa ptiblica.
E quella tale
intera me fùraremo
perii
modidenanctdetti.earcmocbiaro
tutta fùa caparita
qual
faluaremo.Dapoiprenderemo la me/ii
ladeqtttltapyrajttideliacbe
jb a^iótaala [capeva
perirla intera pur
co PARS li
modi d3ti.ela quantità
de queffa pyramtdefla
eauaremodefa guarita de
tutta la gride
che jcrbàmo. El
rimanete de neceffita
viene a eflere
la bare nece;|é
.Q h col
fùo fol guardo
fana e alcgra
ogni vifla turbata
e veraméte fia
ql fole ebe
fcaU da e
lumina luno e
laltro polo. E
ebe più di
lei dir fi
pò oggi fra
mortali? fé no
che la fu
fola qete e
refrigerio.nó ebe de
I talia ma
de tutto el
xpia/ niftmo.Qu ella
f ptédida ampia
magnifica e magnanima
a cadaun fé
mo (fra. In
qlla emi|èrirordia i
quella e pietade.i qutlla
magnificentia in ql
la fiduna quarnel-, Pero
fi cw macocóueniétia ebe
Ottauianoal fuo tépo i Roma
dela pace vniuerfil
fi fèjfe qlla
el fuo f«icwti)Jìmo
de gre a
memoria de tate
ifaaincltta cit» PRIMA- ^-
Ai- de Milano ha
co jmifto.Eqllo ala
giornata f tutti
modi acTomarlonó(é réde
fina e i
ogni fùa oportuna
idigéria fiiuenirlo.E qffo
filanto difcorfo
£goleftorecbealadulatióenó!atribuefca.dalaqlefip. naturacómo
per la £ fèffioe
fo altutto aliéo»Perocbef? diete qdra'
totetragonológoróboeróboideepaltronomeelniuaymefimlealel' muaym.
E bcebeogni figura
de lati pari
babia lati oppofiti
eqdiffanti co mo
lo
cxagono.octagono.decagono.duodecagono.
ealtre ftmili . non
dimeno que!lc-4.fe bano
particularmente aintendere. €Tr>yagonalcp*ncipalméte (éintede
vnaltnea recta tirata
da vnangulo alaltro
oppofito nel tetragono
lógo cbe lo
diuida in doi
parti eq i
a dfa del
q\lrato>Eancoranel rombo e
romboide |cvfitarocofi chiamarla»
■ CTCétropprìaméte fia
dicto nel cerchio
ql poto medio
nel ql fermando fi
pede imobile del
(éxto labro giràdo
el cerchio fé de| crine
co la linea
di età circiifrrétia
ouero periferia. E da ql
ponto tuttele linee
ala dieta circu
frrétia menate fra
lorofonno eqli.JVIale vf*
ancora in laltre
figure recrili nee
dir ceno elpótomcdiodi
lorfupftcie.cómoneli
triagoli qdrati péta
goni exagói e
altre eqlatere e
anco eqagole cbe
da cbadailo de
li loro an'
golial dicto poto
le rectef traete tutte
fimilméte fra loro
(iranno equali, flTSaetta
fia dieta qlla
linea recta che
dal poto medio
delarco dalciia por
tióe del cerchio
fi moue e
cade a (qdio
nel me^codila fiia
corda, edicifr fletta
rejpecto ala parte
dela circiìfvrétia cbe
fi chiama arco
a fiinilttudme
dehrcomiterialecbeancbevfàdictiò.nomi-cioecorda.arco.e fretta.
flCEbencbeakiffimialtrt
vocabuli fièno vfitatideliqliapicnonela gri
doperà nfa babi
arno trac~f ato.nó
mi atro q
adurli ma folo
qf!i ncces|drii ah
intelligétia del pntecompédio
a. v.ccl.me parfo
adure el qle
(è con ta
to numero de
carri nò fia
condufo.in i non
de mcnorefubffàtia e
alrifft me fpeculatiói
in epfo fé
trattato- E veraméte
Excclfo. D.non métédo
a v.cel.dico la
fpcculatóede'.i tnathematici non
poterle più alto
virtualmc te extéder|é.aucga cbe aloiolte
magiori e menori acigino leqtita.E in
q
frielnrop'r3oMegaré|éconclu|éetermino
tutto ci fuovolumede Aritb
metica Geometria .pportieu
e fportióalita in»xv.
libri pirtiali difrincto
còrno alo irelligéte
fia chiaro. E
peronópocagraedignita
acre]eera ala voffra
pfàt idiguijfima bibliotbeca
c'mo dinifein la
nra epistola dice
mo.f eflferlui vnicoefolo
ditaleordieemàcópoffo.eaniunfinq
(|àl> uoa.vcel.) ituttolo
vninerfonoto-E qui nela
iclita magna v?a cita
de Milanonó co
rnedioaiaff ani dóghe vigilie
fottolóbradecjlfa.edel^» quanto figliuolo mìoimmeritameute peculiare
efìngualrepatronclllu.
S.Galeacco.StS.deAragoniaaniunonelemilitari pofponédo.
E delc no|fre
di| cipline fummo
amatore! maxime ala
giornata dela ajfidua
jùa
teaionediquel[eguffandolutilifftmoe^iauefì'uc1fo,E(iapconclufionc del
noffro proceffo la
burnii venia e
debita, reuerétia del
ppetuo (cruo de
voftracelfifudineala quale infinitamente , in tutti
modi/è recomanda. Q uè
ite£ atq, iterum ad vota félicilfime valete
Finir adi.i4.decébrein Milano nel nofrro almo
conuéto.M. ccccxcviu Sedete
(ùmmopontificeAlexàdro.vi.delfuo
pontificato anno.vii. p7fT-A.li|uoi carij.difcipuli ealieui
Cefàro dal fdxo.Cera delcera.R ainer
ì ' fràcefeo
depippo.Bernardio eMarfilio da
móte.e Hieronymo del
fèccia / rino
ecópagnidel borgo San
Sepulcbro degni lapicidide
fcultura.e ar' cbiteftonica
acuita
folertijfimi)éctatori.Frate Luca paciuolo
fuoconte' *aneo ordini;
Minorum € fiere tbeologie
ffrffor. S . P .
D. S fendo
da voi più
volte pregato ebe
oltrala pratbicade .Aritbmetica
e Geometria datoui
infiemi ancora co
quel le dar
viuoleffe alcuna norma
e modo a
poter con jcquire
el vofrro dijiato
effeffó delarcbiteffura non
poffo ( qua
tunqueoccupatif fimo p
la commune vtilita
deli pienti e
i futuri in
la expeditionedele noffreopeedijcipline Ma'
tbematici quali (o
con ogni f
blicitudin e in
.pcinto de loro
imp jf ióe) ebe
fé non in
tutto ma in
parte non fati) fàcia ala
voffra bumana preghiera»
rnaximequanto cognofeero al p pofito
vofTro neceffario. Onde
conpré dojèneadubioCcommenellaltrecommédabiliparti femprevefete
con ogni fTudio
exercitandot-e delegati) cofi
in quefra con
più ardente de/i-'
derio fiati difpofTi.Pero
recti flmdoogni altra impfi
mi fon mtffo
tutto fntijfimo volerueCcomme
editto) almàcoin parte
fatiffàrui. Non con intétoalp|èntedefimilearte;imofciétiaa pieno
traétare reféruandomi colaiutodeloaltiffimoa piucómodi
tépi eociocbeatali difciplinefk
fpeflano p ejfer
materia da coturno
enó da (ioco.
Si ebe vipgo
ebein' terim con
qfto opando non
ve (la tedio
lafpecìare del qual (
(e pegio
no aduiene) fperoinbreue
Jirete apieno damefeitiffaffij e
anco con quella
jpmttto dame pienanorttiadepfpeftiua mediami
li documen ti ddnro
conterraneo e contéporale
di tal (acuita
alt tempi nojrri
monareba Mae JTro
Petra de fracef
chi dela qual
già feci digniffimo
cópédio.e pnoibh apfo.E
del filo caro
quato fratello MaeftroLoréfo
canoco daLédenarat ql
medeftmaméte in diclfa
(acuita fò ali
tipi fiioifupmocfól dimofTràoJ?
tutto
lefuefàmoféojjefiintarfìaneldegno'corodel Sàflo
a Padua e
fua fàcrefria.e in
Vinecia ala Ca
gràde cóme in
la picTura neli
medemi luo :
ghie altroueafdi. E
ancora al pfénte
del'fùo figliuolo Giouanmarcomio tarocopare
elqlefummamétepatricacómelopefue
in Roico el
degno coro i
nro cóuéto Venegia
e in la
Miradola de arebiteffura
la degna fbr
teccaconruttaoportunitabeneintefAe
decontinuo opandonel degno
hedificio auitenel cauar
canali in Vinegia
fé manifèfTa. Si
ebe ciafeuno di voi ne
(Ira in tu
ttofitif fa
ctotbencbealprefèntenefciateafL'fJìcientia bémonitifc.Bencvaleteeavoi tutti
merecomando. Ex Venetiij
fcal. Adaii.M.D.VII JJ.
Er ordinedel vofTro
dtfìderio tirolo infra
fcripto modo vidi
licet.Prima ditiideremo larcbitecTira
5 tre parti
p*n' cipali deli
lucgbi publici ebe
luna fia deli
templi ftcri.lal -. , trade
quelli deputati ala
fdlute e defrnfionc
dele piccole g
j egradireprb'irbeedelilucgbi
ancora prirati e particula ri la
ferca deqnelliala fpria
oportunita necefjariideli p'
priidomicilii quali ci
bano dalecojé contrarie
e ali corpi
ufi nociue f
m' prea defrndere.Pero che
in quefle e
circa, qnefredifta (acuita
fu e fw^e
ex tendeftc.fT Inlequab
dilerTjfprm mei al
pfénte volédo intraretroppo longofeKbbeelfcefiorejmiandomtcommeediflo.Conciofiacbedeli PARS
templi non fénepotria
dir tanto cbe
più non meritaffero
perforo (aera'
risfimoculto.Commeapimoelnoffro.V'.neparla.Delaltra parte
ala de
fènfionedeputatanoummorefarebeeldiretconciofia cbeinfinite
quo'
dammodoflmolemacbineedifpofitioni
militari. Maxime per
li noni modi de
artegliarie e bellici
in (frumenti quali
dalt antiqui mai
fòron ex' cogitari.Deliquali li
noffri ftrenuiBorgbefi a
pede e a
cauallo al rutto
fri risiimi C
non cbe a
Italia tutta )
ma fin cbe
dela terra el
fuonovfci.com mede Antonello
qual con lo
bracio de Venitianiinfiemi conio
Duca durbino Federico
e còte Carlo
da montone i
romagna )é ritrouo
a remec tere
in Fac jael.S. Galeotto.
edoppolimprefddagrauefrbre
opreffotor nando a cafà
in Vrbmo
fini fila vita.apreffo
lui ffandoliel Reuerédo.P.
M.Zinipero e frate
Ambrogio miei carnali
fratelli del medefimo
ordi' ne fèrapbico.Coftui nel
reame al tépo
del re Ferando
nelimprefa dancoi ni
eRagoncfiportandofe
virilmente da lu
fu fnclto. S,
decafrcllicófùot
de)cédenti.Po|ctanellepartide
Lombardia conduco dal
Duca France feode
Milano done magnanimamente portandole
dalli ne fb
béremu- ncrato.Dequeftonaque Alexandre
degno condottieri con
lo Ree Fio
rentintealtrtpotentati.Queffo
Antonello la feio perpetui*
temporibus al conuento
noffro fùbricadedegna capella
de. S. Francefco
con dignisfi ma
dote qual fuoi
fucceffori de continuo
bano ampliata. De
Benedetto detto Baiardo
mioffrettoajfinealieuo de Baldacio dàgbtari fàmofìffi" tuo
più volte Generale
capitano de fan
ti. prima dclo re
Alfònfo in lo
rea me.poi de
fan£ra cbiefà al
tempo de Nicola,
poi de Fiorentini
alimpre' fa de
Volterra a expuguarla
poi de Venetiani
doi ftade e
lultima Capita' no
detutto
Leiunte.Eandandoalimprefddc
Scutaripreuenuto dalfta fo
con fuo e
mio nepote Francefco
paciuolo. I n
ragufa (ultimo di
lor vi ta
la|ciaro.Coffui feci dedtéti
noffri Borgefi molti
valenti contefìabili cioè
Gnagni dela pietra
cbe ala definfioni
de Scutari contra
Turdri frri to
nel bracio de
veretone toficato in
breue mori. Q ueff o
fò quello cri
co fùa roneba
a vn colpo
getto la tefta
de Taripaucrin terra
con molti fuoi
Jéquaciqual venne con
tradimento a Spalato
per amaeare ci
conte gen' tilbomo
Venetianoe torla terraala.S.dc
Venegia.Di cofTui non
baffa ria li
carta adirne cS
tanta frrenuita fempre|éadop:ro. Coftuineltépo
del con te
I acomo in
romagna più volte
de fé frei
experienca correre a
pe de per
vn grosfo miglio
a paro de
barbari e veloci
gianetti folo con
vn deto toccando
la ffaffa.Di lui
rimajé ben puttiino.
el degno oggi
conte' ffabile Fràcefcino
fuo primogenito qual
jémprela Signoiiade Vinegia con
diligente cura e
protrinone ba ale uato.eal
prefénte la roceba
de Trie }Ti
li ba data
in libera guardia.
E altri fuoifnmofi
alenati funelmente la' f ciò. cioè
mefer Franco dal
borgo . Todaro degni
ffipendiari de Veni'
tiani.e Marrinello da
Luca al preferite
ala guardia de
Cipro. Non man'
co |èrebe da
dire del fuo
carnai riattilo Andrea .
qual manco de
fibre al ftruigio
delinoffri Signori Fiorentini,
e prima Capitano
dela fnntarta deli
Signori Venetian i contra
li Todej chi alimprefit
de Trento donde
a torto acagionato
la Illuffriflima Signoria
(éncaltre penedoppo vnan'
noecinquedicogno|ciutà fiiainnocentia eebeera
tutto perinuidia li jò fatto
lolibero credendoli amore
e conditionegradisfime. e al
figliuo lo Matbeo
fuperfte debitamente |émpre
proueduto e al
prefénte ala guar'
dia de Afolo
in Bref ciana
condegna compagnia depurato.
Elfìmife alalrrofiiofigliuol Giouanniala guardia deGorricca
in fi'iuolelafcio deldegnoalfro
conciuenoftro frrenuo armigero
da tutti amato .
Vico dolci per
cognométo appellato, ealtri
afaainellarmi virilmente fémpre
exercifatofi e di
queff a prefénte
vita con debito
bonorealaltra tranflara' ti
.TomandoalnoffroBenedetto Baiardo fimilmenteda lui fòron fàcK
li degni contefrabili
noffri Borgbefi cincio
de ) cucola
con tre fuoi
fi-atei
UBucumlodelapegioeCbiapinofnofì'ateUocbea Lcpanfoali
fTipen' dii Venetiani
manco.Mancino elongo defèdeli
digni cóteffabili. e Bar
-PRIMA- ^- 24 telino
ederrata
li'arellideBartolmo.ealtriafài
da lui fàfti.enon
manco dealn-cnationi amoreuileafàijfimifrrenuiemagninefki. commeMC
lodaCortonacbefottoBagnacaualloali
ffipendiiVenetianifb morto e
jépulto a Rauenna.Lalbariofétto.Giouan greco
dala guancia al prefèn'
teala guardia de
Ariminoperli.S.Venctianideputato
condegnacódd ffa de
caualli leg ieri e
fanti e capitano
in quel luogo.
De quefto Benedet
' to ne
viuevn figliuolo detto
Baldanconio dato al
viuerciuile cólafùa degna
madre Helifàbetta. De viui al prefèrne
pur nofìriegregii militari.
in tutti modi
da diuerfi potentati
operati e conduci i.El
magnifico caua' lieri
fperondoro mefèr Criaco
palamide; e. S. doffato dal
mio magna' mmo
Duca de Vrbino
Guido. V. qual
con linfégne militare
li dono el
camello e fòrtecca
detta Lametula prò
fui; benemeriti;. Coftui
perii no' ftri
Signori Fiorentini fèmpre
fùmmamente e in
reame e in
terra de cbte
fa e tomo
Pifa. e in
Pifroia per le
fà&ioni depanciatiebi e
cancelieri con tutta
frrenuita portandole dal
difto dominio ne
fb de continuo
benijji'
mobonorato.Auengacbefùoi
primiexordii fòdero fottolo
illufrrijjì' ino . S.darimino
Magnifico Ruberto de
malarefti.Q ual fiando
capita' no deli.
S. Veneriani mandato
da loro ala
defènfione de (Ància
cbiefìt co tra
el Duca de
Calabria e liberatola
in breue mori
fèpulto bonoratamente in
Sanerò Pietro de
Roma con li
doi ffendari publici.
cioè de (in
Mar' coedefànfta cbiefà.delqual mefèr
Criaco non poco
la terra noffradel
borgo. S.Scpulcbro ne
fiabonorata.laltro Marco armigeroe canalierì
fperondoro me/èrMaftino catani
a cauallo fèquédo
el mifriero delarmì
honoreajiiiealafùadegnacafrtdelaqual
piucaualieri fperódoro fonno
jfati.cioepadre Zeo e
Auolo.El magnifico caualieri.
Ancora e.S. mefèr
Martino de citadini
medefìmaméte data excelfà
cafci Fetrre; eba
bonora' to.edal plibato
mio magnanimo Duca
p fuoi bri
memi fàfto caualieri
e S.de^cafrello detto
la maffetta.hó de
tutto igegno aio
egagliardia fèmp da
nri.S.Fiorétini benijfimo tra£fato.£l
magnifico mcfér Gnagnirigi
altro cauaglieri fperódoro
fémp nelarmi a
pede g a cauallo exercitado|è
co bonore afài a fé
e fiioi e
tutta la terra
micio patronato» Or co difto
du ca ora
con nri. S.fiorétini.or co
lo illuff re.
S .da Pefaro.eal
pntecó li.S. Venetiani
ala guardia de
Cattaro con degna
códocTa capitano deputa'
to del uro
mefèr Mario de(èrnardiconfuoi,4.degni'figliuoli. Xpofàno
Piero.Fracefco.e
Troilo.tutti degni boi
darmi el padre
fèmp* degno co-'
dufteri co diuerfi potéta ti fiHtrefcbi
enfi, S.Fiorétini lonore in
(èneérute acafà e
ala terra ne
ba reportato elfimileelfuocaroe vnitocófocioMar co
dagnilo.Trouafè ancora al
pfénte de fèefuoie
de tutta la pria
Gnagnì cognométopiconeco fiioi
doi cari figliuoli
Andrea e Bartolomeo
qui ali flipédii
Venitiani co degna
códofira bó de
gride reputatióe aprfo
lo' rop bauerdifè^ffa
egregia expienca nellaimprefà
cótraTodefcbi apref folo
Illuffre Duca f.S.Bartolomeodaluiano e
Magnifici proueditori decapo
mefèr Giorgio cornaro
e mefèr Andrea
gritti quali reportado
i fé nato
la fùa bona
códitióe ne fò
co arguméto de
condocTa ben remunera
to. e ala
guardia de fiume
capitano deputato co
diffi fuoi figliuoli
e Giù' lian
carnai nepote Paulo
medefimamétedetano co li nf
i.S. fiorétini in fiemi
co li altri
réde la cafà
e fiioi e
tutta la terra
illufrre p li
fuoi egregi e
ce lebri fàffia
Liuorno e altri
luoghi oportunide diffo
dominio . Lafcio «l
frrenuoconteffabilepurnofrro
conterraneo Broncbino cbealimprtfa
decitema per li
Vitelli fb morto.e
Goro fuo ale
faciloni de Piffoiae
co' fìel/ùo Vitellolafciodemànocbeperlinof!ri.S. Fiorentini
egregiamé
menteportandofeaPifafottoroncbeelanjelafcio fùavita.Paulo
da' pieiancorain Scutariper
li Venitiani con
Io prefàto Gnagnidal
Bor' jo.e in
la Caffellina perii
noffri Signori Fiorentini
alaguerradel Di»' ca
de Calabria fèmprecon
digniffimi repari fàluofe
el luogo bomo
per re parieadefi^fdatempifùoifrafàntarianon fitrouaua
vna'.trofimtle.La' feio anco»
che p*ma douiuo
die Papia e
Papo de Padolpbo
Jùo nepote PARS
/ quali fra
pedoni e! padre
degno conteffabil e
lui capo de
badìera mai jó
bif ogno fnffer
con li pigri
e paurofi cópulfi.
Or brcuiter dileftisftmi
miei dela parte
prelibata darcbiteitura a
dtfénfione publica comme
de muri e
antimuri merli mantelletti
torri reu.cllini baffioni
e altri repari
turriói cu fémittefc
Con tutti li
già viuiemortidijcorfi ale
voltecommeconfà'
bulandoacade.miffo o con
luno orcon laitro
molto con laexpcrientia
oculata e palpabileaffatigato. Arguendo
oraa vnomodoeoraa laitro
vdendo loro e
fue ragioni aprendédo
e non manco.
Conia Illuffre.'S. mi|èr
Giouaniacomotraulcicon lo degno
oratoredel Dominio Fioren
tinoalora Pier vetori con p|èntia
del Pontano nelpalaccodel conte
de Samo in
Napoli. E non
manco con lo
jMagnifico e degno
condottiero S.Camillo vitelli
dela cita de
caftello legédoli Io
per anni tre
el fublime volume
del noftro Eudi.E
in milano con
lo mio a
quet tempo peculiar
patrone me|èr Gale
ico San|éuerino;epiu volte
con lo excelétiffimo.D. L.M.SF.
Finali ter trouamoqueffa
parte dcladefmfionceffcr molto
prò fbnd i
a'i tempiuofTri p
lenouc machine de
ai tegliarie.quali al
tcpo del noffro.V.non
fitrouauano $ eperoqueffa alpre|mte
lajùaremoe con 5tu
ampio dire la
rejtruaremo fc, Veffaterca
parte de dieta
Arcbiteclura ala oportunitae
neceflitaconinìedepalarciealtri
cafportioni fportionalita ella
fiadi)po fra le
quali cofe a
voi e cadauno
in tale exercitando|é
fummamente jon non
eceffarie.Dela quale benché
a pieno explicite
non ne parli
elnoffro
V.commoalnittoffùpponendola
pcroquidifhnetamcnte
melforce^ ro con
lui debitamente rendcruela
chiara e afta
quato al buon
lapideo alpeffi p fupofTo
in epfo alquato
de diléguo enotitia
deli bella ecircino
ouerfexto.)cncalicuiinffmmétinonfìpolooffcflocon|équire. E
del no ftro
di| corfo ^iremo
tre fuccite parti
fecondo el numero
deli tre excpli
p» (ti in
principio de quefropera
detta dela
dininafportione.Cioepma di' remo dela
bumana .pportione re|pefroal
fuo corpo e
membri, pero che
dal corpo
humanoognimefuraconfuedenominattont
deriuaein epfò tutte
forti de proportionie,pportionalita|critrouaconlo detode
laltif fimo mediatiteli
intrinjéci (cereri dela
natura, E per
qffo tutte noffre
me fùre e
inffrumen ti adimenftoni deputati
perii publici e
prillati corrimele diclo
fonnodenominate dal corpo
bumano.luna detta tracio
(altra paf fo.laltra
pede.palmo.cubito.digito.teffaf
e. E co/i
comme dici ci
noffro
V\afua/imihtudinedobiampropoitionareogni
bedificio con tutto
el «orpo ben
a fùol membri
proportionato . E per
qHef!o prima diremo
de epf* mefiira
haitiana con fuoi
proportioni a fiioi membri
fecondo laqua Icvearetearegereinvoflreoperelapicide
maximede frontefpiciieal' tre
degne Sciate de
templi porti epallac^i
quali femprefécofrumo ador-
narli de colonne comici
e arebitraui comme
apieno ne dici
el noffro. V.
Ada perche li
fuoi ditti ali
tempi noffri male
da molti fonno
intefi per ef
(ère in vero
alquanto ffranii corno
epfo proprio lodice
che conffrettida- Io
effètto deli artifitii
fòro pojfi per
la qual cofÀ
nel Juo libro
dici cofi . Idi
aut in architetture
con) criprionibuf non
poteff fieri q»
vocabula ex arti»
propria necefjitateconcepta incofùeto
femioneadiiciuntfénfibuf
obfcu' ritatem. Cu
ea ergo per fé nonfint
apertamec pateant in
eorum confueru dinenominagc
Queffo nel prohemio
del fùo.s.libro de larcbitettura*
Doueinfèrejcicbefelifforiogrannarranolorjtoriabano Ulor
vocabti li acomodati
eli poetiloro piedi
emefure con loro
acenti terminatile. Mmon
interuen coft ali
architetti quali bifogna
che | fòrjatamcte
vfino rocabuli ffranii
che alintelletto generano
alquanto de o)
curita €c. E
feo mi | fòrjaro lor
fènfo aprire in
modo quanto alointento
afpeff i fia
ba/ta te. E
prima diremo dele
colonne tonde come
in li edifitii
le babiate co
ti uofrrijcarpeli debitamétedi|ponerefì perlafòrtecaa
fùbffentationede' lobedifitio cóme
per loro ornamento.
E poi diremo
delo epiffilio o ve roarebitraue
efuacompofitione. Deli quali
babiando detto poi
lifitua remo i
(opera devna porta
qua! fia afimilitudie
di quella del
tempio de filiamone
in Hierufàlem prenunciata
per lo propbeta
ejechiei con laltre
di/pofitioni.E voi poi
per voftro ingegno
potreri più emanco
farne* fl["Delia mefura
e proportioni del
corpo bumano della
tejìae altnfìioi membri
(imulJ.cro delarcbttettura. Cap»
I. ■ >biam
confiderarecóme dici piatone
nel fùo tbimeo
tra arando delanaturade (uniuerfo. Idio
plajmàdolbomo li pofè
la tejtain lafLmita
aftniilirudme dele rochee
fòrte je nele
cita acio la
fòffe guardia de
tutto lo bedefttio
cor' potale cioè
de tutti li
altri mébri inferiori.
E quella armo
Je munide tutte
le oportunita ne c^ariecómeaparecó.x.
balefrnerccioe-t.bufiperliquaUlointelleftobauejfeaimprendere le
co
fèexterioriequefrefonnoledoiorecbielidoi
ochilidoi bufi al
najò ♦ Et £ptirno la
bocca • Perocbe
commola maxima pbylofopbyca
canta ni bil
eff. in intellettu
quin pniw fit
in fenfu. Onde
li (éntimenti humani
fon no.j cioè
vedere odire (éntire toccare eguffare.
E di qua
nafei el prouer'
bio literale qual
dici. Q uando
Caput dolet cetera
membra languent a(ì
militudinede ditte fòrtcjencle
cita quando fonno
vexate emolefrate da
linimicicrmacbin e militari
dartegliarie briccole trabochi
catapucie ba-
lif!ebombardepaflauolantifcbiopettiarcbibuficortaldibafAli|cbi.Eal tri
nociui.Tuta tacita ne|énte
pena con gran dubitanza defilute.
C oft ad
vene atomo qfi
elfta moleftato eimpedtto
nella teffa rutti
li altri mébri
neuenganoapatire.Eperolanaturaminiffradetadiuinitafòrmandolo ■
■•>-. mo difpofé
elfùo capo contutte
debite proportioni córefpondentiatut' tdaltrepartidelfùocorpo.Eperquef!o ti antichi
confideratata debita difpofitionedel corpo
bumano tutte le
loro opere maximeli
templi fi- crialafùaproportioneledifponiuano . Perocbein
quello trouauanolc doiprincipalifllme figure
(ènea le quali
non e pofjìtile
alcuna cof* ope-
rare cioè la circular
perfèttiffiiTia eoi tute
laltre yfoperometrarum capacif
fima cómedici. Dionifio
in quel de
fpherif.L altra la qdrata
equilatera. E queffe
fonno quelle che
fonno caivfcte date
doi linee principali
cioè. Curua e reSa.Delacirculare fèmanifeffa
pendendole vno homo
fupino e adendo
beh quanto fia
pofjibile le gambe
e Imbraccia aponto
el bellico fia
centro de tutto
fuo pto in modo
che babiando vn
filo longo abafran
p ediquello fermando
vn capo in
ditto belico.Elaltro atomo
circinan dotrouarafle aponto
che equalmente toccare
la funata del
capo eie poti
E A ;
K PARS deli
deti medii dele
mani e quelle
deli deti grojp
deli piedi che
fono Co dicìióìregfitealaveradiffinitióe del
cerchio poffa dalnro
Eudidenel p'neipio del
fiio primo libro.
La qdrafa ancora
(è bauera Ipanfi
fimilmére le bracia
eie gàbe e dalecxtremita deli
deli groffide piedi
ale ponti deli
deti medii dele
mani tirado le
linee re£f e
in mó che
tanto fta dala
pota del deto
groffo delii de
piedi alaltra pota
delalrro pede quàro
dalacia de lidetimediidelemaniadiitepótidelideti graffi
delipiedietaroanco n aponto
dala cima deli
difli deti medii
dele mani da
tuno a (altro
tiri do la
linea qn adrito
ben fieno le
bracia fpàfi e
tato apóto fra
(altera o"ft longe^de
tutto !bomo fiàdo
ben formato e
nò móffruofo ebe
cofi fém pre|e
profùpone cóme diri
ci nfo.V.elfuo riobilijfimomébro exteriore
cioè teffa (è ben fi
guarda fé trouera
formata in fu
la forma dela
p*ma figu- ra in
lerefle linee ctoetriagula
eglateradifla yfopleuroj poffa
per fónda mento
e principio de
ruttili altri |équéti
libri dal nro
Euclide nel primo
luogo del jùo pmo libro.JTQ fi dixe tnangulum
eglatei>fùpra datam li neamrectà
collocare. La qual
cofi q locbio
nellapntefiguracbiarovel
dimoffra.Seben ncótomi de
tutta difla teffa
(e cófidera. cóme
vedete
eltriangulo.a.ro.tvdelati
eqli formato. E
(òpra ellato fiio.m.K.fntto el
te tragono longo.fc-m.
j .b.largo quàto
ti
catbeto.a.alabafA.m.fe.qual
per non oflifcare
el nafo cólertara
la] ciai.Eqffo lato.m.K.quat
f>a tutto el
fio te) pitio
de difta teffa
fia diuifo in
tre pti equali
nel ponro.l. etermino de le nare
del nafo. In
mó ebe tanto
fia.m.l.quanto dal.l.a diéfenare.
E da dicrenare
al.K.piano del mèro
cbecadaiiafiahterjaptedel.m.k.Onde
dalinfimo dela frontecauodctnafo.l.alceglio fin
ale radici de
capelli, m. cioè fin
alacimadela fronte fia
el terco de
diclo lato.m.fc.ftcbelafùa fronte
fia aponto alta
la terca pte de
tutta la teffa
el nafo fimilméte
nefia laltro terco.E
da dimenare fin
al pian del
méto.bo ife.fc.ne fia
vnaltro terco. E
qff o vltimo
terco ancora |é
diuide in tre
altre pti equali
ebe luna ne
fia dale nare
ala bocca laltra
data bocca al
cauo del rnéto
la ter^a da
di ciò cauo
al pian del
mento. fc. I mmó
ebe cadauna fta
el nono de
rutta m.rvrioe el
terco de vn
terco bécbel rnéto
alqto deuii dal
$ filo dela
fncia m.k.cóme vedi
de|ègn3to in diflra
figurala cui quantità
a noinó enota
preci|é ma foto
alla li egregii
pictori lano dala
natura referuata ala
gratia. e albitrio
delocfno. E queffa
fia vna fpé
dele £porrioni irrationali
qua! J> numero
non e poff
ibile anominare- El
funile fediri deladiffantiadala radice
deli capelli 3la
fine de langulo.m.quale ancora
al quanto da
cjllo fé di)
coffa cóme vedi
che altramente nò
bauerebe gratia alocbio.
Eia p» pendiculare.ao^».catbeto aponto
fia direte ala
tomba del nafo
e taglia el
pfilo.m.K.nel mec^o precife
neli bn .pportióati
edebitamete di fpoffi
e non monffruofi.
E queffe pti
narrate finora al
fiio £filo tutte
vengano a effere
rationali
eanoinote.Madoueinteruenela
irrationalita dele pio
portioni cioè ebep
aldi mó non
fé poffono nominare
pernumcro reffa Uno
a! degno arbitrio
del pfpecriuo qual
con fùa gratia
le ba aterminare.
v* Perocbe Iarte
i mita la natura
quanto li fta
poff i bile. E
(è apóto lartcfirio
fàcejje rjllo ebe
la natura ba
fncro non fé
cbiamariaarte ma vnaltra
natii ra totalitcrala
prima fimilecbeverebe a
effere lamedefima-Qu effo
dico acio non
vi dobiate marauegliare
fé tutte cofé
aponto non rfidano
ale mani delopeftce
perocbe none poffibile.Ediquanafcicbe li
fiuti dica nolefcieedifciplinematbematici effere
abffracre e mai
aéfualiternóe
pofflbileponerleineffeviftbili.Ondeel
ponto linea fùperficie
e ognal' tra
figura mai la
mano la pò
formare. E benebe
noi cbiamamo ponto
qt tal fegn
o ebe con
la ponta dela
péna o altro
(filo fi fari»
non e quello
pò poto matbematico
da lui diffinito
cómenclle prime parolledelifiioi eie
menti ci nro
Euclide d'.ffìni fri quado dice.
flTpiictuf eff cuìuj
par? non eff.E
cofi diciamo de
tutti li altrijprincipii matbemarici
e figuredouer|c intenderleabffracìe dala
materia. E benebenoilidìciao ponto
linearle. Lo fnciamo
perche non babtamovocabuli più
proprii a exprimer
lor co cepti
& cetera.E queffo baffi
quanto alaproportionatediuifionedelpro' filo
dela teffa butnana
debitamente formata laf
dando ci fupflHO
ala gra tiadelopeficecómela tomba
del ceglio e
poma del nafo
benché dalena re a dieta
ponta comunaméte li fé dia
el nono del
profilo pur aponto
no fèpo terminare
con proporrionc a
noi nota cóme
de jópra del
mento f» detto.
Ideo ft e. f[D
eia diflantia del
profilo al cotojeo
de dieta teffa
cioè al ponto.a.qt
cbiamao cotono edcle
pri che in
quella fé interpongano
ocbio e oregia,
Capitulo. IL
Etto delirilo dela
teffa bùana c'fuediuijioniinmaieffa requifite.
Orafcquentediremodeleproportióidelocbio
ede loregia. Onde
acio |è in
renda nro dire
prima diuida' remo
la largej^a del
propoffo tetragono.) .K.fimilmente
in creparti equali
cómede fila longcoja
fo facto . E
diuijò m.f.in tre eqli
luna fia.m.o.laltrao.q.la terca.q.f.Epoi apiu
chiara voffranorittacadaua de
queffeter^e divideremo in
doipar ti equali
neli penti. n.p.r.E eia) cuna depjéfia
la fexta. parte de
rutta dieta largec^a.m.).Equeffeancoraporremo jubdiuid^rein altre miraeférebo no
duodecime del tutto
e queff e
tali ancora i
altre doi equali
pti e ognu
na feria. la
vigefimaquarta del tutto.E cofi ponemmo
andar quàto cipia cidiuidendolo
in parti note
a noi fecondo
magiore eminorlargecja. E
quante più parti
fi fa note
tanto fia più
comodo al .pfpeffiuo
pero ebe meglio
vene con locbio
aprenhendere la quantità
dela cofi. ebe
voi por reofuteffaofiacbealtracofàfévoliacómeanimali albori
bedifiriife. E per
queffo lipiftori fé
bano formato certo
quadro o vero
tetragono 15 go
commolti fotili filitirati
de citerà 0
jéta o nerui
grandi e picoli
com- me alorparemlopere che
bano adifponereintela taulaomuro.Douc (òpra
la propria fórma
ponendo detto tetragono
equello ben fa-maro
efi non fi
pojfa per alcun
modo «oliare fralui
eia cofa che
intende retrarela qualcofamedefimamentebifognacbelafiaben fermata
fecondo elfito ebe la
vol(àre.Eluipoi|éaf£ttaalcdererittoingcnocbioni comme
me glio li
pare (fare acomodato
e col fuo
diligente ocbio guardando
ortj ^cjr la
quella cofi confiderà
li termini de
quelli fili comme
refpondeno per longo
e largo jópra
dieta copi . E
cofi loro con
ftio jfilo lauanno
fé' gnando in
fòglio o altroue
proportionando liquadreti dediéto
tetra gono per
numero
equantitamagiorcomenore a quello
e [botando fbf
mano lor figure
quali poi veffano
dela gratia vifiale,
E queffo tale
in " finimento
fiadietodaloro rete. Comme
vedite qui in
la teffa del
qua' lein|frumento qui
non curo poner
altra forma peroebe
fàcil fia per
le co fi
dette fuaaprehenfione. Ora
tornado al noffropropofìto dela
teffa tro uarete locbio
col defotto e
[opra cilio dele
palpetrecomunamtnteeffere
altoel fexto de
tutto el profilo.
m.K qualenó fo
curato con linee
ofùjcar' lo ma
voi con lo
voffro fexto facilmente
lo trouarete e
altre tanto largo
Lorecbia Jé ben
guardate trouarete ejfer
alta quanto la
longbecca del na
focioeeltercodedictoprofilo.ElargovnJéxtodela largherete
detto tetragono.m.f . eia
magior fùa ampioecafia diametraliter
fral cotono e
gobba delnafo aponto fuper
lo catbeto.a.terminata defotto
ala ponta del
nafo e principio
dela guancia.El collo
fia li doi
terridela ditta lar-
gbe^a.m.f.cioequanto.o.f.ecofi
refponde la ponta
del petto enodo
de la gola.Lo occipurto cioè amodonoffro lacicotola exeede dieta largbe
fi adrieto per
doi terri del
fuo fexto cioè
per vn nono
de tutta.m.f .el
uer lice cioè
la cima del
capo excede la
radice di capelli
palo jéxto de
dieta tn.).in altera
cioè fin al
ponto . p , qual
fia el jùo
mejjo . Laltre parti
poi vanno degradando
proportionalmentealor
contorno dal.p.al.o. n.mȈgulo
del tetragono dinàce
e cofi drieto
dal di£fo.p.aLq.r.f.có qlla
E ii PARS
gratta e arbitrio
che del méto
e radijé'de cappelli
jb detto fcódo
loro. Il rationali
proportioni cioè in
nominabili peralcun numero
e fiioi parti
integrali. E quefto
volio baffi quanto
a rutta tcffa
o ver capo
e fequendo diremodediftateflaatnttoelcorpoefuoi altri
membri extet iori
la fua debita
proportioneaciof>o quella pojf iati
miglio formare voffrilauori. €TDela
pporrione de tutto
el corpo bumano
cbe fia ben
difpoffo ala fiia
teffa e altri
mébri fecondo fra
Iongbecca e larghe^,
capi. IH. I
fcorfoafùfpci enfia la
pportióe dela teffa
ale fue pti
ej'fen tiali de
la fùa largherà
enfilo ora diremo
depfk teffa fua
babifudie refpecÌEoa tuttof
o corpo e
altri mébri exterio
ri acio più
fàcilmente fi poffa
proportionare li voffri
la' uori maxime dele colóne a fcffcntaméto de U»r
pcft e
ve nuffa delor
fito nelli bedifitii
poff e cóme
defotto de loro
fé dira abaffanca
deb intento auoi .
E pò diciamo
cóli antichi maxime
nro.Vlalongbec^a tutta del
homo cioè dalepiante
de piedi bafé
depfà corporal majja.
Effer cóamentedieci tanto
cbe dalmento ala
fimnta. de la
fronte cioè dala
radici de capelli
ft cbe difto
tefebio cioè loflb
depfi altera fia
la decima partedefiia
a'tecji fine ab
futilità de ditìa
fronte. 1 quefTa
altera comunamétt dati piftori e
flatuarii antichi fé
prende per vna
teffa in loro
ope cóme p
ffatue e altrefigure
in roma la
expien^a |èm preciadimro
edecórinuoliiiricótuttadiltgétia
elmedefimodemoffra no. Eie difte
e mfure acio ito
fé equocbi fémp'
fé intédio del
puro offo net"
todale carni cofi
del capo còrno
delaltreptialtramcntelecóe
rego!e|ére bono fàlfe
poche deli bomini
alriiifónocorpuléti e bé
pieni de earni
al" tri macri
emaciulléti cómefivede. E
p qffo li
antiq jé |
óno tenti alo
jfo co meacofàpiufmnaemàco varyabile.
Siche p teffa
cóamentenelnfo;p ceffo fé
habia aintéder apóto
tutto elpfilo.rn.fc dirige
aduflo. Altre tati
to apóto fia
la palma dala
mao dela giómra
cioè fin del
cubito ala extre'
mita del detto
medio ql fia
vna tefta e
pte decia de
rutta la ffatttra
amo" do diclo. L alteri de
tutto ei capo
dal pian del
méto fine alacima
dela te ftaeioealponto.p-fìaloclauTptedefurta fua
altccc/i copiatoci laò'tita
delaradicidi capelli fin
al
fuol&ticefupremo.Dalafumita
del petto fine
ala rad ce
di fitoi capelli
cioè dal.g.al.m. |
.fia la féxta
parte del tutto
e da dieta
fumita de petto
fin astice cioè
al .p. fia la
qrta pte de
tutta fua alteg
$a.La|iia bocca cóme
defoprafbdicro fia alta
la terca dalmento
alenare del naffi.
Elnafo altre tato.
El fpacio tutto
dala fine del
nafo ala radicedì
capelli fia difiEo
fróte cbe fi
a iltra el
terjo de tutto
filo $>filo. E
tutta la le»
gbecja del pede
cioè dal calcagno
ala pota del
deto grò j|b
fia l a
féxta pte de
tutto el corpo
cioè quato dalafumin
de' petto al ^fice del
capo. E tut
to el petto
fia la qrta
pte. E qffo
tutto aflr? a el
nro.V.douedice de fiera
rtìediu cópofìtìóe qfi
dteii qffaguifd v5.Corpu?.n. boiata nàcópofiiit
vtiot capiti taméto
ad fronte fuma
ftradic«ia?capilli eét decime
pti?. I té
manuf palma ab
articulo ad extremu
mediu digìtu tatù dcm. Caput améto
ad ffimu "jeticé
ofibue cu cernici
bus imi?. A
) Omo peflore
ad ias radice?
capillo^ féxtead jììmum
lóticem qrteipfiw autori?
altitudini* tertia efl
pf abimo mento
ad ima" n
ìre;.Nafùjab imimaribuf ad
ftnem medium fupciliomm
tarundem. Ab eafinead
ima? radice? capi'li
front efficit.Itemtertieptu.Pef ivo
altitudini? corpowjexte. Cubituq.quar' te.Peciuritem quarte.Reliquaquoq.mébra fuo-"
hnt cómenfiir propor'
tioni?quibu? étanriq pifloréff
fratnarii nobile? vfi
magai? f infinita* laude?
flint affetuti. Similiter
vero fàcnv editi
membra ad vniuerfiim
totui;étmagnitudini?fuiiiamexpirt'br?fingnli?cr!nuenient:frJmum debent
babere cómenftim reponfimi.
I tem corpori?
cétrum medium na'
turaliter eflvmbeliowf e
cómedefopradicémoaKgnando
cóme lui an'
corainqueffafncirculo
equadrato in dicro
corpo bumano f?c.
Quelli cbeindiccipartidiuidinao diff a
altera lacbia mattano
effer duùfiifc' condo
el numero perfètto
dicendo perfetto el
numero denario per
le ra -PRftMr
2 *7 gtoni
in .opera noffra
grande adufte in
la difftnff ione prima
traffaM» fecondo quoniam
num ero denario
omne* pbylofopbi fùnt
cótenti cioè del
numero deli.x. predicamenti
inliqualitutti conuengano al
quali! greci dicano.Tbeleonperocbe video
chela naturainlemanie in
li pie di
ba fìiSo.x.deta e
per quejìb corri
me dici. V.noffro
ancora piaque. Al
dittin pby lofopbo
Platone nato date
co/è {ingulari quali
apre jfo li
greci fónodifte.Monade* cioè
amuodo noffro vnita.E
queffo fecondo li
na turafi.Mali matbematici
cbimano numero perfrffo.el Jcnario primo
el »8«el fecondo gc.Cóme in difitanofTra
opera dicémoeper le
conditiói cbe nellultima
propofitione del.9.libro el
nofrro. Euclide dici in
queJTo
mó,|]~cumcoaptatifùerintnumeri
ab vnitatecontinuedupliquicon' iunflifàciantnumemmprimumextremur coram
in agregatum exeif
duftus producit numerum
perfrflum . Onde per
que|fa confideratione gionféno
in fiemiel .x.el.6.
cbe fanno «té.
cioeelperfèSo pbylofophico
elperfccìomatbematico.é.ditalconiunflionenerefultavn ter$onumc
rocioe.tó.e queffo cóme
dici .V. locbiamano
perfèfitiffimo per cbelfia
compoffo e fnfifo
deli doi predifif
i perfètti, L
a qual denominatione
I o non
ardefco biafimare mabenefccondonoi vnaltra
caufà matbemati' ce
procedendo li aduco
cioè fé pò
dire perfrfitijjimo ratione
quadrature per cbe
epfo fia el
quadrato del primo
quadrato qual e.4,cbe
fia cenfo j5'
mo fé ciuffi
la regina de
tutti li numerivnita.Elo»i6 .fia
fuo quadrato cioè
cenfo de cenfo
cbe apreffo le
loro non fia
abfùrda f e»
bafàméto f o alcui.Dico
cóme difopra douer
fépportióareognimébro
decadaiio
bedifitioajtuttodi' filo bedifitio
cóme cadau mébro
de ibó a
tutto Ibó fia
fa ero el
qual la natura
negliocbi per exemplo
ciapoffo • E
acio li vocabuli
ffraniicómedenanceper.V.edifiFonon
vi generi nella
mente obfcurì' taaleuolte
chiamandole
Ioròchealetiolte.Doricbe e CorintbcSapiate E
ni' / et-
-ir* feVtA Wv»
Se 8 -
5 ni 1
PARS che queff
i nomi li
fòron dati dati
antichi 'fecondo le
patrie doue prima
fòron trouate I
onica dali ionaci .
Corinta da corinti
Dorica .fumi" mente.
E aleuolfe (èderiua
el vocabulo dal
nome del primo
inuentore. Or queffo non
ve dieno noia, Perche Vi£fruuioapicno lo dechiara pe'
ro qui troppo
non curo (fenderme .
Douete confiderai fi
comme nella noftra
religione cbriffiana noi habiamo diuerfi fancìi
e finétete acadan
no li damo
eatribuimo fuoi fegnt
e infframenti fecondo
li quali loro
ba no militato
per la fède.
Cornino a fanGeorgio
Ianni lancia corafu
elmo fpadaecauallo con
ftittaarmadura.Elfinùlea fan Mauritio
eaftinclo Euffacbioeali Macbabeiffcetera.Eafanéra Catbcrinalifeda larotap.
che con quella
fb per la
fède incoronata Afancìa
Barbara latore douefo
Incarcerata. E cofi
in tutti fancìi
e fanéfe difcorrendolachiefia permette
alormemoriacbenegliocbino|friainflamariÓedela fànftafède elfimi
ledobiam fnrenon curando
de tiranni cofa
alcuna quoniam verberacar
nificum non timemntfdncHi
dei. Cofi aponto
fecondo loro erranti
riti a loro.Idoliediilifàciuanootaa vn
modo ora alaltro
qualche ornarne to
|ècondo la fórma
del fuo cffe&o
introfèi Templi e
colonne cbiaman '.
dolee babtijadoledalor nomi
ouer patrie douepma
ebero origine. (co
me |è dici
neiligefli deromani cbeFabiujfb
detto afnbi' e altri
dici che fa
be fbró dette
da fnbo.E cofi
fé leggi deapio
che fòjfe ditto
ab apii j
poi cri fi
m in giano
e a Itri
vogliano che apte
cioè ditte pom
e fòjfcr dici
e da 3'
pio che primo
le'portaffé in quelle parti
§ cererà. E
cofi acade in
queff i ra.
li)efjiciuanotaleoperevnapiuadorna
de laltra fecondo
la probità di
quel tale o
quella tale in
la qual ffrenuamente
fera operato . Comme
a Hercolea Marte
a Cioue f
cetera. A diana
a Mineruaa Cerare
(fa fera. Comme
de tutte apieno
dici el noff
ro Vituurio. Onde
tornando alo itt
tentonoffro li Antichi
coffumauanodiniderc [alterca
dela colonna to'
da con tutta
laltcc^a che intendiuano
fare con fuo
capitello in oclo
parti equali. E
da poi ditta
medefimaaltBJca ancora la
diuidiuano in diccipar
ti equali. Eluna
de queff e
cauauano dela otf
aua che li
re frana aponto
el quarentefimo detutta
ditta altera cioè
dele quaranta parte
lua cqueffa teniuano
per abaco del
fuo capitello comme
auete itila figura
poffain principio de
tutto queffo libro
notatadiefa altera dabato.l.n. onero, m. . o.qualealeuolte fia
ditto damodemi cimacio.
Edel altera de
tutto el decimo
fnciuano la campana
ouer tamburo o
vogliamo dir Caulicolo
cbel medefuno in
porta fin ala
gola ouer contrattura
dela colonna fupe'
rìore.Comme.t.g.ouero.m.b.cbetutto
quello fia ditto
capitello con lo
fuo abaco ala
fùmita de ditta
campana li fé
dici voluto qual
refponde
in.4.angulidedictocapitelIo
comme vedete la
ponta.Lela ponta.m. Dalun
corno oueroangulo de
labaro ouer rimario
alaltro fia dicrote*
trante cioè quello
j patio che
e fra luno
angulo e taltro
cioè, n . o .
che in cadauno
abaco fonno.4-tetranti. Nel
cui mecro per
ornamento |è coffu
ma farli vn
fiorone orofà o
altra fòglia cioè
vna per rretantee
cbimafé ocbio del
capitello. Queffi ferranti
fi formano in
queffo modo videUcet
jéprende el diametro
dela contrattura defòtto
cioè de quella
gola che pò
fdinfulabafàdefottoequellojèdopiaefnffediagonaledc vn
quadrato fìtuato nel
cerchio aponto. E
quel tal quadrato
aponto 'fia labaco
de di' cJo
capitello, El fuo ferrante
(è fa cauo
verfe el centro
de ditto quadroo
uer tondo curuandolo
ci nono dela
coffa del ditto
quadro cioè curuato
fin al fèto
de lochio fuo
in fronte, E
queff o fé
adoma or più
or manco |é'
condo chi fa
e chi ordinala
fpefa con vno
e doi abacbi
foprapoffi conv me
meglio li agrada
alibito |éruando ledebìte
propoitioni de lor
gra' damen ri quali
fémpre féprofupongano féruati
inogni difpofirionedegra dandoli
cioè amenorireducendoli e
augumentandoli cioè credendoli
amagiori fi cóme
in le difpufitioni
de tutti li
modelli cheprima fé
finno fecondo li
quali de necefjìta
bifogna che larcbitecfo
el nitto in
quelli con tenuto fdpia
ala vera fàbricaapltcarcf cetera.Equeffo baffi
quantoafuo «HMrV~5 7B
'capitello qual fia
deta corinta. f^SequitadirdeUlongbc^egrojfccadedicTa colonna»
Cap. V. Anfè
difle colonne rotonde
alte alibito lacui
altera (è di
nidi
in,6.equalipartiealeuoltein.8.e.t.cómedefctto in
tenderete.elunafta diametro
delafùacontracìura infèrio re cioe.e.f4a
qual contrafifura inferiore
deuejfer tanto più dela
Superiore quanto elfporto
del trocbiloin lafùpcrùv
reX'ioe che la
conmififora deferto (ènei
fùo trocbilo de'
ueffer le altre
tre fé diutdao
in doi ptieq'li
che liìa fia
el toro infè
fiore. c-d.laltra la
[cotica f.có lefue
qdre da greci
diffa trocbilo . Auéga
ebe
trocbiloancoraalcuolte/iacbiamatocjllulrimo dele
doi cótracTure inferiore
e filatore dela
colóna cioe.fc.p.E qponiamo
fineauoffra baffan fade
dififa colóna rotuda
e (èquédo diréo del
fùo pilaffro ouero
Stiloba tacóme fé
debia fare. CTSequita
lordine del jfilobata
ouero pilaffro ouero
baiamente dela colonna comme fi
fncia. Capitalo. VT.
q ffilobata fia
fùfr «amen to dela
colóna qual noi
cbiama mopilaffrello ouero
bafàméto dela colóna
cóme vedete ilafigura.cd.e.fqdritatera qleba
ftmiln.éte fL'abafa.a. b.c.d.efuo capitello ouer cimafc
e.f.m.n.fàcfeeadema' te de lov gradi
plinto tori f
cotiche qdre alib;
to . Ada t
pfo e limitato
in la: gbccja
precifè quato la
longheeja del plinto
dela bafà. dela
colóna alui fopra
poffa cóme vedete
el plinto dela
trócata b.g.eale ef?o ala
largbtga del (filcbatae.f.fj.c.d.aliuello
ebe altraméte no
fjffirebeelpefo fipra poffuliffadoobliquo.Eucdetecómemitalala fi
dela colóna.b.g.k.l.fc pra
epfo fi pofà .
E qto bri
rf de fia
vagherà alo cbio.Ondelordinede dicfi
gradi ofieno quadre
ouer (coricherà ebe
Jèmpre le loro
proieclfure ouer fportafòre
da luna pare
e laltratanto efebi
no fare quanto
fono larghe ouero
alreaciofèmprediefeproiefifure
dex tre e
fìnifrrere;"pondino
quadrate (è fbjfirobene.iccoo.in fua
bafd eea' pitello.
Ilcbe ancora cóme
de fotto itéderete
fé deue obflruarenelarcbitra ue.efuo
cornitióe, E fé nel dcó
ffi'obata vorrete fare
più vno orna
mento che laltro
cóme Jécoflua digitami
o animali fateli
dentro fra ft^feie
£ iiii PARS
in modo chejxon
fàmorrinole (Ile equidiffanti.c.d.e.f.e ancora.e.e.f
d. f. E
deue effere difto
ftilobata alto doi
ftie larghete o
volete dire qui
to doi brighete
del plinto columnare
aponto arto debitamente
fia prò portionata
aitino e alaltro
modo cioè ala
fòrteccadel pefoevenufta de
locbio
contefpondentealaltrepartidelo bedtficio comme
vedete in lo
«empio dela figura
dela porta detta.
Speciofà pofla in
principio ,del li ■*
brocompoffa dela colonna
flilobata eptftilio e
corninone acio ve
fia nota lorconiunftione.Quefropilaftroconuen fia
ben fermato de
fon - damento
fotto per epfo
e per tutto
el foprapoftolt cbe
almanco fia apon'
to fotto terra
fondato fin aluiuo
piano aliuello da
bon muraro altramen
tele voftre opere
ruinarebono contutto el
difitio. Edeue|é almanco fare
fiia largherà quanto
aponto prède la
bafa deloftilobata fé
non più. Eno
tate bene che
tanto vogliano (portate
infbre daluno lato
edelaltrole proiefturedela fua
bafa.a.b.cd.quanto quelle del
fuo capitello.e.f.m.n. o
vero quelle dela
bafà aleuotte potrete
far più Ipngbe
dequelle del/ira capitello
ma non mai
più corte comme
vedete fn la
difla figura per
exé pio ft
cetera. El fuo
fondamento dalt antiebi
fia detto fteriobata
e inten defè
quanto aponto neocupa
la baffi delftilobata.a.b.Sicbe tutto
reca' tene amente.
CTPcla ql cofà
ancora arete anotare
p li gradi
e dela bafa
e del capitello
dedicto flilobata quali
aleuolte fecondo li locbi
doue fono fituati
bano diuerfì nomi
foche porrete vnconcio
a vna porta
e vnaltro fimile
ne porrete ala.fmeftra
e camino quali
medefimatnentejèruano fìio nome
cioè ffipiti cardinale
fregio f cetera.
f^Cofi quinel ffilobataiin
bafa e capitello
interuene. Imperocbeljùpremo grado
del filo capitello
|ècbia'
tnadalianticbiacrotberio.Elfequente
cimatio edali noftriin
taulato. El terco
fàffigio el quarto
Echino edali nofrrivouolo
el quinto Baltbeo
o vero trocbilo
li noffri li
dicano regolo al
fèptimo Tbeniali antiebi
li noffri a
quello che in
mediare e ("opra
loffilobata li dicano
in taulatura. E
voi per voffro
ingegno fon certo
cbe meglio aprebendarete
che io no
dico. Coffumafe per,molti
in dic"to pilaftro
ponere lettere per
diuerfior dinate cbe
dicano e narrano
loro intento belle
Antiche connittapro" portioneecofiinaltri fronte)
picii e fregi
e monumenti loro
epytapbii quali fènca
dubio molto rendano
venuffo lo arteficio ,
E pero a
queffo fine ho
pofto ancora in
quefto noffro volume
detto dela diuina
propor tioneel modo
e forma con
tutte file proportìonivno degno
alpbabeto Anricho mediante
el quale potrete
fcriuerein voffri lauori
quello ve acaderae
firanoftnjadubio da tutti
commendati, Auifàndouecbeper qneffo
folo mi moff tadif
ponerlo in dieta
fòrmaacio li )
criptori eminia tori
cbe tanto fé
rendano fcarfi adcmoffrarle
li (offe chiaro
cbe fénca lor
penna e pennello
.,Le doi linee
màtbematici 'cuma e recita
o volino o
non aperfèSfioneteconducano comme
ancora tutte laltrecofé
fanno co ciofiacbefénc3ep)énonfiapof|ìbilealcuna cofa
ben formare . Comme
apien in le
dffpofitioni de tutti
li corpi regulari
edependenti di fopra
in queflo vedete
quali fonno ffati
fàcri dal degniamo
pifitore profpecti- uo
architelo mufico.E de
tutte virtù dottato.
Lionardo dauinci fiorai
tino nella cita
de Milano quando
ali flipendii dello
Excellentiffimo Duca di
quello Ludouico Maria
S forca. Anglociretrouauamo nellian
ni de noftra
Salute.r496.fin al. pttuo.P.
Soderino quali al
prejèntein fuo palajo
fèritrouano» -PRIMA- 3
29 f[ I
n quello fieno
differenti le tre
fpé de diffe
cotóne fra loro.
Ca.V 1 1. Ncoradouetenotarechedicìefortidecolonne cioè
Io^ nica Dorica
e corinta.tutte quanto
alor bafi. e
jtilobata jè fanno
a vn medefimo
modo. Ma li
loro capitelli fon'
no diuerfi. Quello
dela Ionica o
voi dire puluinafa
fia malenconico.pero che
non leuain fu
ardito cbereprefén ta
cofiimalenconicacflebile vidouilejeuadiclo capitel
lo folo meeja
tefta.cioe rne^a grò ffccca
dela colóna (énjaltro
abaco e al
tra cimaji.Ma fclo
ba li voluti
ciraìcirca reuolti in
giù verfo la
lógheja dela colonna
a fimilitudine dele
donneaffUcìe jcapegliate.Ma la
corin ta ba
el jùo capitello
eleuato e adorno
de fogliami e
uolutt co fuo
abaco e cimafd
cóme jé diflo
a fimilitudie dele
giouìne polite alegre
eadome co loro
balci.a cui in
Jfantia fbron dicate.
e a quefte
tali p più
legiadria fé co-*
fumato dali antichiloro
alterca diuiderc i
.s-parti equali e
luna far grof
fécfa.cioedyametrodefua inferiore
cótraftura.cbe vengano nel
afpeffo dare più
vagbecca» Ma quefte
tali no (è
vfdto ponere i
diflicu troppo gra'
uumaaluocbiligiadri, cóme
logge giardini baladori
ealtri locbideam bulatorii.
Le doricbe'bano lor
capitelli alti ala
già dieta mefura
e propor tione.
ma non con
tato ornamento ma
puro e (empiici
raburo ouero tim
pano ala fimililudine
virilccóme Marte Kerculef e.
aliquali per bono'
refòron dicate.Equifta forte
Cbccbe oggi poco
fufi )£ ejfer
jcbietee Jém' plici.fonnopiu gagliarde
che le corinteafuffenereelpefc.La cui
attica li antichi
bano coturnato diutdere
in.6.equali parti.Peroebe li
Ionici no bauendolorjymmctiiamaacafofriclone neltcmpio
trouado la fórma e
traccia oucr veggio
del pedehumano.qual sporti onàdo
afiiaffatura trouaro che
gliera la jixta
parte ddaltecca del
corpo bumano.E atal
prò' portion e
prima cofkmaro far
taltecja e groffe-ja
de difte colonne
rotori decorno dici
el nro, V. in
lo^:.libro al primo
cap.e ancora in.^.fecondo
li lochi douelauiano
a deputare.Ecofi ancor
le Ioniche fcnnoaptifftmc alpefe
diui|éala fimilitudine dele
doriche. Bencbe cóme e
diflo deledo riche
per nò rendere
alocbio venufla.poco al
pjénte fène vfmto.
lacui me moriaafcù
vi giouera a
fare le co|é
vtile più cbepompofè.bauédovoia libito
adilponerle.Altrarnéteobediteelpagatoreepiunonfia. €T Cóme
jè (iafuccedédo daindein
qua diuerfi ingegni
enatiói fècoftu* mato
fnralibtto diete colóneeqllenoiarediuerfàmente e
lor capitelli e
ba-fi e ftilobitte.e
cofi ogni lorparte
eanebe in li
altri hedificii . Comedi
ci.V.nelvltimodeiprimocap.de[jijo,4.libro.videlicet.Sijntautqbif' dem
colunif iponuntur capitolo}.*
genera variù vocabulù
notata. Quo rum
necfprietatef (ymmetriajrtneccoliina^genuf aliudnoiare poffu-
tnusfed ipfo^ vocabulatraducìa (tcómutata
ex corintbiùf puluinatis
(F doricif videmuf
» Q uorum
f ymmetrie fùnt
in novay fc.in
modo che ora
de tutte |è
fnc"to vn ciabaldone
cbiamàdote alor modo.
Ma pur li
ca' pitell'ite (ano
diuerfe per lor
varietà. E a
voflra conjblatione e
nojlra con firmatìonedel
fucin to di)
corfo facto qui
ladigniff ima autorità del
no' Jtro. \T.aponto
vipongo tracladelfuo preallegato
qnto libro, videlicet*
H* c-iuitatejcum Cara? f
lelegajeieciffentteam terne regionem
aduce fiio Ioneappellauerunt I
oniam. I biq templadeomm immortaliucon ffituentesceperuntpbana rentef
quibusrationibiu elicere poflfentj
vti f ad
oniu fèrendum effent
idonea g in
af peflu probatam
babererit venuftaterm dimenfi
(ùnt viri lijpedu
veftigiunnft; iàìn altitudine
rettulerunt,Cum
inuenijfentpedc Jéxtam pattern
eé altitudini? in
boietitc in colunàtrafluleriitif quacraf'
fitudine fècerut bafim
) capi tantarn
fèx cum capitulo
in altitudinem extu
Uruftt.jlta Dorica columrw
virili* corpori;propotfiorjem
gfirmitatem E r
PARS € venuffatem
in virgine? propter
«tati? teneritatem gracilioribw
membri* figurata ejfefifu? recipiuntin omatu venuffiores.Eiu?autem capituliprì ma
inuentio ficmemoratur effefnfira»
Virgo ciui? corintbiaiam
mani'
ranuptii?implicatamorbodecejfìt t
poff fepulturam eiu? quibu?ea
vir' gopoculi? deleflabatur
nutrixcolleffa'f compofttain calatbo
pertulit ad monumentum
$ fin fummo
collocauit,»
tjvtieapermanerent diti' tiu?
fub diuo tegula
texit. I ?
calatbu? fortuito ftipra
acbanti radicem file'
rat collocatuttinterim pondere
preffa radix acbanti
media fblia ft
cauli' culo? circa
vemumtempu?profiiditf
cuiuscauliculi fècundum calatbi'
lateraaefcente?tfIabangulijtegulccponderifneceffitateexprt'ffuflexu' ra? in
extrema? parte? volutarum
fhcere fùnt coa£ti. rune
CatUmacbw g propter
elegantiam f fiibtìlitatem
arti? marmorea ab
Atbenienfibu?ca
tbatecno?fùeratnominatu?{
prieterien?boc monumentum animaduer
titeum calarbunuft orca
fòliorumnafcentem teneritatem
J dekétatufq, gencretf
fòrmafd.ma in fu
vnocapitello rouerfb ealocbio
refponde co tutta
venujfa. quale aficora,non
fò fàfla cóme
credo per pare
in quel luogo.
Q uefra ca
riffimi miei e
qui nela cita
de Vinegia nel
capitolo deli frati
men ori con
nentonro detta laCa
gradedouefè cofrumalegeredali fiat
do9ori nel JecÓdo
dnoffro. Si cbe
quando qui capitale
fo né ve
(ira tedio landarea
Vederla e con
voffro filo e
infìrumento cóme a
quepi di co
alcuni miei difcipuli
el fimile bo
fàffo tf e. CDele
colonne laterate. Cap.
VIII. On Recinto
difeorfo a vofTra
bafTa$a bauendo diffo
de le colonnerotonde meparfo
condecéte ancoradele late
rati alcua co
fa dire acio
paia la loro
fàbrica fia (altre
né eflere inutile. conciofia cbegradifjima
venuffaoltra el fu
Jfegno del pefo
neli bedificii rédino
nellaj'pecto , Dele quali
in vero non
diro altro fènon
quello cbe dele
tonde inora habiam
detto conftdandomenelli vopriperegrini ingegni.e
con
quellaparte.maximeaognioperanteneceffaria qualdamehauete con
diligentiaintej^rioedenumeriemifure
conia pratica de
loro ppcrtio rjitcon
legnali mi tendo
certijfimo chefempre le
fdperetef portióare co
PARS li voftri
acomodati (frumenti circìno
e libella cioè
mediamela linea re*
cìaecurua.con
lequalicommefopra fb detto
ogni opcrationea degno
fi ne |é
conduce.C óme in
le letere antiche
in que ffo noffro
volume prt po'
ffeaperrofi vedesqualfcmpre co
tondi e quadri
fonno fnctequàdo mai
non fbffe penna
ne penello. E benché
fé dica efftr
difficile el tódo
al qua dro proportionarecon )
cientia de quadratura
circuii fecondo tutti
li pfi» fitfcibilijgdabilinquif nondumfit
("cita neq, data, Forfè in queffodi e
natocbiladara.cómeameaogmvnocbelanegaffe
meoffero palpa' biliter
inoltrarla. Adoncaaltro non
pico fé non
quello che circa
loro di nanc^
in qffo fra li corpi
regulari e dependenti
ho detto.Peroaquelluo' go
ve remetto e
aperto trouarete» fTDelepyramidi tonde
elarerate. Cap. X.
E pyramidi ancora
per le lorcolonneft
róderemmo fa' ferace
ve (iranno fncileaimprendere.cóciofia che
cada» na (empre
aponto fia el
tergo dela fùa
colonna* cóme p'
uà el noffro
Euclidee pero di
loro /tmilméte la) cero
lo' ro di)
pofitioni quali non
e poffibi'.e a
preterirla fiadolo rocommeedictoealpefoeala me/ì;rain
tutti li modi
(émpre el tergo
del fuo cbelindro
Ommcdefoprameiiccrdo
baueniedificó.» Inqucfroa fuo principiome parfo poi
ere lalphabcto amico. Solo {>
dcmoffrarea cadauno che
fingi altri in
linimenti co lai»
n ea recita
e curna 1 1 5
che quello mi
tutto apre jfp cadauna
nationesofia ebrea greca
caldea o latina
cóme piuvoltc me
fo retrouatoa di
re e con
ejf celo a $
uame.bécbe a me
loro Idiomi non
fieno noti-Perocbe in
ognuno poti ia
ejfcr venduto e
datomi a bere
del mercato che
noi fnpria cómequi
i Vinegiaacerto bar'
barefeo vndiin fii
la piaga de
San marco pre|cntifbrfi-$o.degni-gcntilo>. mini.Manon
mutando el greco
le figure geometiicbe.cioecbe né
fhcef fé el
quadro con-i'.cantoui meofmeiifttutroepcrmttolilorpafliinEu elide
noffro cbiaritome da
loro.quid nomini* ci
quid rei promift
darlile
Io.epiunonfb.eromafcel frate cornine
[empre in queffa
inclita citaea' dauno
mi chiama e
atefia flampar miei
li bri al
cui fine qui
capitai con li
centia eapogio del mio
Reucrédi jfimo Car. San
Piero m vincula vice
càceliero de Sanerà
madre cbiefa enepotedela Santtita
de noffro.S-Pa pa
Tulio.ii-qual me manco
troppo preffo.e mendico
de quello che
me rachiefloedetuttc Idiolaudato
§c Dicoa voidictoalpbabcto molto
douereffer pficuop. lopere
in (cultura nelequalt
molto (e cofluma
por- ne.O perepitapby
oaltridicti|ècondo che vi
fbffe ordinato. E
certame te rendano
grandi ffima venufìa in
ogni opa.cóme neli
archi triumph* li
e altri excelfi
hedificii in Roma
ealtrondeapare delequali lettercecofi
de cadaunaltra dico
loro inuenrioneeffer fiata alibito
commcnelli obi UJ
chi in Roma
e altre machine
apare a San
inauro e in
la (épultura porfì
ria nagc ala
rotonda guardata dali
doi Lioni.Doue péneroltelii
animi li folade
fcarpe vcelli boccaliplor
lettre a quel
tempo e cifre
fé vfauano* Onde
poi più oltrajpeculando li
nomini (e fonno
fermati in queffe
che al pre|énte
vfiamo.Perocbeli hano trouatoel
debito modo con
lo circi no
incurua e libella
refta debitamente fdperle
fare. E fé
fòrjé qualcuna co
la mano non
ref póda debitamente
alo j cripto
e regola delor
formatto' ne.non dimeno
voi)équendo dicli canoni
(émpie le farete
con grafia |
u ma e
piaceri deli meniatori
ealtri [cripton fecjuendo
laregola delor dì
taavnapervnafc. , -PRIMA:
3 5' fDDé
lordine dete cotonne
rotonde come te
fé debuto nelli
bedifitii frr * mare
con lor bafì.
Capitolo. XJI. Eduto
edifcorf o afùjpcienga
vh cóme (è
babino per j
cui tura di
fponere le cotóne
tonde ale voff
re mani conuojfri
inffrumenti. Ora per
quelli cbe lebarano
amettere in o pa
qui féquéte diremo
lantico e mordemo
modo vfitato ba
no ti antichi
co/fumato derivarle aliuellodiffanti vnada
laltraper
vnafolafuagroffecca ede queftein
atheneeale'
randriadeegiptoperquellicbevifonnoffatiféfonno trouate.
Ancora
vfìtauanoponerleequidiffanti per vna
loro groffejja eme^a cbe
afàijé'
netrouàinroma.Altrefc'nno {tate
leuatep doifuegroffege, Alrreper
doi e mega.
Ortutteqfte dal nf
o. V.fóno (fate
alor fòrteca cómendate.
Eauagbegapiucómendadadoi
groffe^e e molto
più de doie
mecja auéga cbe
la ragione ditta
quato più fia
lor difiatia più
|iéo debili. Ma
el degno. Architetto
deue prima nanfe
cbe le deridi
fempre cófiderare . El
peto cbe'bano atenere
co lo loro
epiff ilio ecorona.Etbigrafi etetto.
Ofi non fìandó
el pejb in norme
'a (Ài cóméda quelle ilcui
tetràte fia dot grof
jccceemeccaa
venuf!a.ElperocbenotatealaintelIigétiade
qfto vocabu lo
tbetràte cbe p
luifèmpre fé itéde
ogni fpatio cbe
tèda aquadro pur
cbe fia fatto
dali linee ecjdifìanti.
Q uefìo dico
poche difopra cbiamamo
tbe tràte quello
fpatio o "fto
internatio cbe e fra vno
angulo elaltro del
capi tello» E
ancora tbetrati fono
ditti li fpatii
o "fio interualli
cbe fono fra
le cotóne dritte
quale. v.cofruma dirli-intercolunium f|c,.
E medefimamc tecjffo
féintendedeli fpatii einterualli
p/alurigrafbelalrroqli
cómein mediate de
fotto dicédodelo epitelio
intéderete. Ora a!
ppo/ìto nfoDì co.V.tali
interualli cómendareqfi cóme
e ditto dali
Architeli ben (la
et pefo cófiderato
delqual nò fi
pò apieno cópéna
dame notitia fé
nò cbi in
fui fatto fé
troua cóuiene cbe
labia per (ùa
induffria a fportionare
cbe tutto el.rende
aperto. Vittruuio in
la jèquéte auttorita.Perocbe cóme
di ci» V.
bifogna molto atafcbitetto ejfer
ftiegbiato in fui
fatto in cófidera'
re luoghi diftantii
epefi deli edefitie
cóciofia che no
i ogni luogo
jempre fé pò
(èruare le fy rnmetrie
e £portioni p
làgujtia del iluogi
ealtri impedi méti.
Ori molti fono
cófjfretti formarli attraméte
che fuovolere«E p
que |fo fia
mifferi cito più
fi pò tenerle
al qdro o
ft.tódo e lor
ptip qlcbe mó
notelépojfibilfiapernueroalmàcbperlinea
nómacbi I lebe
tutto lui elcócbiude
in queffa aurea
aufforita nel gnfo libro poflafòrmalitetvj. PNectn
in oibus rbeatri*
fymmetrieadoér réne; f
effettua pojfunttféd
oporKtarcbitettumauduertereqbuyrationibufneceffefitfequi fymme
triàtf gbtjjpportionibur ad
loci naturam aut
magnirudinem operi* té-
peraritfunt.n.rey quafftin pufillo
fj in magno
tbeatro necejfe é
eadé ma gnitudine
fieri
propterv|umvtigradurdiaceumata«pluteofritiera{afcc faj.pulpitaitribunalia ft
fi qua alia
intercurut; ex quibus
neceffitay cogit dif cedere
a fymmetriane impediatur
vfùf ♦ Non
mintu fi qua
exiguitas copiarum Idejrmarmortfmateriereliquarumqrerum que
paranturin opere defùerint
Paulum demere fautadiceretdum id
nenimium impro be
fiat. S ed
confinfùnon erit alienimi .
Hoc autem erit
fi arcbittttuy erit
vfù peritu) preterea
ingenio nobili folertiaq,.
non fùerit viduarus
f|c, e 5
chiude breuiter che
oltralarteel buono arebiteffo
bifogna habiainge'
gnoafùplireeldimenuroefmenuireelfuperf»uo fecondo
la oportunita e
difpofitìone deli lochi
acio non parino
loro edifitii monffraofi.
E aq/ fio
effetto a voi
a qualumcbaltro mi
fon mejfo atrouare
co grandiffimt afnnni
e toghe vigilie
le forme de
tutti li.s.corpi regulari,
co altri loro
de pendenti e
quelli po|f i
in quefìa nojifra
opera con fiioi canoni
afàme più con
debita lór proporrtene acio in
epfi fpecbiandoue mirendo
e erto efi
voialivofrrippofitilifàpreteacomodare.Elialtri mecaniciefìentifici rieconlèquiranovtilitanon poca
e fieno dati
achearre mijtcri e
feientre
fivoglianocómenelfùoTbymeoeldiuinpHoPtatóeelrédemàifèflo. PARS
ITDeUnféruatlijraluntìgrafbclaltro.
Capitufo XI TI.
Vello che del
(ito dele colóne
babià dicco el
medefimodi co deli
tigrapbi |è dtbia
obfcruare. A uéga
che loro babio
a eérc fiatati
in la (limita
dtlibedifitiifcpra
lecoroneouer cornitioni no
dimeno vagbrccaintalmóbào arédtre.
Perocbeftmpredei'anoconrfidtrealorcolónefopraltqti fono
pofti.(_ioe|tl ibernate dele
colónefia.j.oTfcdoi grò \cc:.
em :$a.o. vna
cofi àcora (é
dtbia far qlli
deli tigrafi.i.cofgc. E
p nifi mócómédab
(parto de.;.groJ]~ecfecóme de
fotto deb cpiffilio
itend* retefe* CTDebepiffiliooucro arebitraue
fecondo li moderniefuo
^ophoro-E corona ouerocomicioneper li
moderni. Cap. XI
III» "" Euatc
ebe firano le
cotóne aliuelb in
fu li loro
ffilobatt o "fio
pilaffri foli nfi co
loro bafi e
capitelli bé pióbari
co' me fé
recbiedecó loro frrri
bé fetidi. S
opra li lor
capitelli (è pone
lo epiftilio fo
el nf o.
V.e dati moderni
detto Archi trauep
fermerà e tncarbenaturade tutte
le colóne. E
que ffo epiftilio
deueffer difpoffo in
qffo modo cioè.
Prima |é fa
bngo quato tbenga
tarila dele colóne
fitnate a vn
pò in recìa
linea i filli
foi pilaffri. E
(reriobatiebep nientenon efebino
de linearcela Epri
ma li |è
pone vn fà|f
igio o T&o
fàfcia dela q*le
fua largb: a;a
fitroua in que
(tomo
frrmarttelalteccadetuttoelvoffroEpiffiliocómeauoiperaalpe fo
biffate pportióandob alor
colóne fo li
lochi che larereapót
re atépli oalrribedintiicómeq.a.l). Eqftalirgb>ccao'^.altc^adiuidarete i.t.t>
ti equali de
luna fi fa
lateniao vogliamo dire
rimario deb epifhlio.b.fo
pra la quale (éferma
eljopboroo ^.fregio. V fo linfa
.Poi li altri.*. fé dìiiid
ino ina:. parti equali
che cadauna (ira
el quartodecimo de
dicfi.f ... eia
fà)ciafoprananeuolefler.s.ctoe.f
.dedicti.* cioè el |pacto.e.lame' epiff ylia propter
I nteruallorum magnirudinem
frangun.- turge.
Ealquantopiudefottoindicirocapirob.Namquefàciendafimt iterualliffpatiaduanimcoUimnaramjf quartepaitif
colline craffitudi' nu medium
quoq, interra ainiumt
vnum quod erlt
in fronte , Alterum
quod in poffico
trium coluaram CTafJI
radine. fic-n.babebittffiguratio'
nifafpcctutn venufFumf aditila
vfi;m(ineimpeditt'.nibuffc.Sichevo
te ebedi'^i internalli
non fi.ino troppo
enormi. E pò
atali lui dici
chef, dcbi.a (are
li !or (affigli
Tufcanico more do*1?
aquei tempo vfiutuno
far It de
ramo inuohiparo tomo
a vna fb
f errane de
legno e quello
indora'
uanoerrointialopitifrrmo
efrab'lealpefò enoncofi frangibile
peri* grande internatio
cóme le preti
o altri marmi
f e •PRBBA-
3" 5* f[DeI|opboroneIeplf!ì!io. Capitulo ,'; XV. L fuo cqphoro.V.ql
dati nri fia
ditfo fregio deuc fftr
lar go el
qrto detfijo epiffilio
fncédòfe fcbietto (ènea
ornarne ti.E^icendojécG adornamenti
jèfàeliì'.piu largo del
fuo
epiffiUòariobenrndaltjàvenuffaecbe
ti diffi ornarne
tifipo|Jhio yederecomodaméte dàfoiitano
e ddprejfo =ÉJ
cioè (è diffa
epiffilio fia alto
o "fr.targo .4. fi f/opboro
vo lefjerlargo. s.cÓli'Omaméti a
fiéo fbgliamiviticci o
altri alali cóme
fiifà. ^Delacompofitione del
cornicione. Capitulo XVI.
(Dpi a ditfò
copboro (écópcne vr
altre cerio dàli
àticbi diflo Cornice edamo.ComitióeealeuoIte li
a ti chi
chi amauano tutto
ditto cópofTo dal
copboro fin a
.lultimo diffo rimario
dela cornice odali
antichi -Acrotberioeda niì
regolo (oprano al
copboro.E la difpofiticne
dì qffo cÓpojfo deuejferin qff o
modo cioepVna imediate
fcpra dtcf o
copboro fi pone
vn regolo ò'ft.grado
altramentedifto gradetto p
la fua putta
e fia quadra
oblongo afquadro co fieff
urain fòre da
ogni p fefo
fra largbecca cioè
cbeefca fòro del
cophoro aponto quàto
fia largo e
chiamale ancora Tenie
p li antichi
Di!i qli conruaméte
li féne pone.y»
demedefima largbecca copie p
dimfióiafimilitudine
delefàfce in lo
epi fillio afùo
ornaméto più preffo
che afbrtecca cóme
in quello poffo
in p*n cipio
del libro vedi
vacati (ènea alcun
légno cóme :el
cimatio.b.delo epì jiilio
aponto fcpra de.qffo
fi pone vriaiquàdfa
cóme fàfcia delo
epiffilio ia.V.cfctta Denricoli
dali moderni Denticelli
àleuolte R afrro
p fimili' tudine
del raffretto fàéf
o adenti cóme
vedetein quella fegnato.be
fra lui clcimatiodelfi-egiodetto.K.fipone vna'tenià.
Sopra dequeffo fi
pone vnaltro cóme
baione detto pater
noffrio; vero fùfàrolie
fopra queffo laltra
qdra o ver
tenia . P oi
imediate li |è
mettte la coróa
.m.dati antichi cofi
diefa edaii moderni
Gociolatoio Poi laltra
tenia.Poi laltro grado
de pater noffri
efìi faroli.Oltra queffo
laltra quadretta epenultimo
la fùa Simalaqte li
moderni la chiamano
Gola dela cornice
cóme vedete el
gfadoio.ih lultimo cóme fò
diflo fé pone
et |ùo acrotberio
cioè vnattra quadretta
o ver Tenia
e cofi fia
finito tutto diflo
Cornitione intefo eoe
altre volte fé
detto in lo
ffilobata e Arcbitraue
per tutti difti
gradi ca' dauo
fporri in fòre
daluna elaltra pte
dex tra e
fjniff ra quanto fia
la toro largbecca acio nellafpeflo
tutto lo bedefirio
rnda venuffo.E demano
1 mao bn
incatéato facédo miff
iero co fèrri }
epióbi f e,
tTPelfitodelitigraphi.
Capitulo XVII. Oi
fopra tutta queffa
compofitione depiffilio ecornice
i (ultimo apre
jfoel tutto fé
ponganoli tigrapbi cioecerti
pilaffretli con tre
coffe fnc~f i
&doi canellati cóme
certe co lonnette
quadre diffami vnodalaltrodoi toro largbec/
cealeuolte^.fjc Aponto comete
colónefcpra lequali fi
ranno fituati aponto
ma (enea inferuallo
vacuuo ma ma
pedo cóme parapetti
fafft de bó
taffroni ein cjltifècoflua
far ornamenti romme
teff i de
capi de buoi
de cauali grilàde
bacili rofoni derelieuo
fjc. ffSeria afài
dadire circa queffo ma el tempo
non meper ora
concefjo. Perocbe de
continuuo di e
no£f e me
conuiene in fùli
torcoli ebraico '
grapbi agouemar lopere
noffre contutta diligentia
cómefè recbiede.Ma queffo
poebo auofrracompiacenca ho-
voluto ponerequicóme percen
no a quello
'che fperamo compiu
dtlarationede dicTa arebiteclura
tra' ilare. Ebauendoui
poffo là colonna
elo epiffilio con
la fua corona
e%o' photo me
parfo congiognere tutta
infierm e farli'
moffrare (ùoi effecri
e pero li
ho acomodati qui
in quella pòrta
comme vedete diffa
Speciofà dòue tutte lor parti
defeorfè oculata fide potete
vedere. Giontoui [opra etfrontefpecio triangolare
qual in /imiti
compofirionide maiejfa Jè
co Puma per
pitti antichi e
moderni. PARS iT
e omme lapicidi
ealtri fcultori in
difri corpifieno commendati.
Capitulo. XVI M. Auédo
difeorfo abaftàja el
bifogno vf o
oltra qìlo che
in tutto difto
babiào vericordo che
nò firànodabiafimare leuoffreopeféaleuoltecóme meglio vi
J?effe vi póejfeo
p bafd o
capitelli qlcuno de
quelli nr i corpi
mathematica qli più
volte mali in p
pria /òrma ve
ho mojfratiauenga cbediloropricularmétenónefnciamérione alcua
elnro
VicImuio.An^efiranodedigniffima
cómendatióe del vfo
opifitiog che no
folo lo rédaràno
adomo ma ancora
ali docìi e
fapiéti daràno da
fpeculareconciofia che fempre
fieno rubricati co
quella Icaediuinafpor rione
hfite medium duoq,
extrema tfc» Ori
mericordo aroma in
cafa del mio
mi)èr Mario melini
baron romano. Hauer lecJo
in certi anali
roma ni cómc.Fidiaf
(cultore fiipremofrci in
cercio cótrada deroma
nel rem' piodecererevncertolauoronelqlevipoféelcorpo diflo
IcofàedrofiV gura delacqua
il che molti
pbvlofcpbi fumamétecómendauào einquel
lo più léfèrmauanoacótemplarecbeanullaltra parte
dtlopera ql medef»
ma méte era
tutta excellérijfima le
cui forme de
mia jppria mano
nauete in la
cacelaria aroma e
infiré^a e Vinegia a
fai. C ofi
di uoi i
cómendatio ne fira(émpredi£fo|é qlcbevno
veni porrete fàcendolt
almo che Io
vi moffrai e
ancora Jéquendo quel
che difopra in
quejtb de lor
fia diflo» CC
ó me nelli
loghi angujli lo
architetto fé habia
aregere in fra
difpofi' tione. Capitulo
XIX» Ifogna multo
alarcbite£f o eflereacorto
in cófégliare altri
in hedifitii e
in la pfìtationede
lor modelli acio
nò indù chino
adifpé dio in
vtileelpatróe.Peroche
clnfo.V.qtt bri ha
infognato li debiti
modi deli hedifitii
co loro fym
met: ie de
loro fportioni dixe.
Intemira aleno! te
che lati' guftie
ftrete^a del luogo
nò pmettaratabricare co
tutte quelle
foélnitachealauera.ArchitecTuraféafpeffaoplo ipedimento
del luogo che
no lo permettara.E
perqffovefida talrecordo ebenó
pojfédo exeqre loperevfetotaliter cómefe donerebbe dobiate
fémpre tenerueal quadro
eal tódocómealedoi £ncipali
forme deledoilieeretla e
curua. E |é
no potrete in
tutto farle a
tutto quadrato o
"ì&.circulo prédarete di
lo rofèmprequalcbe parte
oTv.partinotaoTv.notecótne
adire la.j.el.-j.li.J. U.f.tf
cetera o aloro
circuito oTfco diametri
e quelli p portionàdo
fempre qto più
potrete in parti
note che p
numero fi pò
ffano moftrare. S
e né co
pretti dala irratióalita
cóme fra el
diametro del quadro
e fua coffa.
Alo' ra legnare
te co voftra
fquadra e féxto
lor termini in
linee co voftro
dejé'
gno.Perocbeauégacbenójèmppernuero|èpof}Tnonoiare marnai
fia impedito
cbeperlineafùperficienon)èpofJinoa|É:gnare. cóciofiacbelas p portionefia
molto più ampia
in la qtitacótinua
che in ladifcreta .
Pe'
rocbelaritbmeticonócófiderafénó
della rationalitael Geometria
del larationalitaeirrationalita cóme
apieno ne dixeel
nofrro Euclidenel fuo
qnto libro deli
e leméti enoi
fécódo lui in
Theorica e pratica
auoflro amaeflraméto in loperanra
gride difla (lìmade Aritbmerica.Gcome tria $
portioni e $ portionalitain la.6.diftictione al
primo trattato e
pri moarticulo.Imf'jfa in
Venetia nel-i494.e al
Magnanimo Duca de
vt bino dicaca
doue al tutto
per vofrre oecuren c,e
verimetto. flT Auete
ancora i queffo
cóme vedixi.Lalpbabeto dignijfimo
Antico fécódo el
quale potrete le
vofrre opere adomare
e ) criuere
le volunta de
li patroni o
fieno |èpolcbri o
altri lauori. Quali
certamente oltra elbifc
gao rendano venuftiffimaloperacómem molti
luoghi promaapeqllì già
foliuao fnrle de
metalli diuerjé e
qlle fermare i
lor pri che
in capitolici ealpalajo
de neróe leuefligie
el màiféftio. £
nò fi lagnio
li fcriptori e
li PRIMA- 3
35 miniatori fé
tal neee (fifa
babia mejfa in
pubtieo to f&So
foto per moffra
re cbe tedoi
linee ejfeutiali refta
ecurua |èmpre fàno
mete cofé ebe
in ogi bitibuffèpojfano macbinareeperqueffonegliocbiloroféngabr péna
epénelloli bopoffo ci
quadro etondo acio
vecbino molto bene
cbe da le
di) cipline marbematict
tutto procede. Auéga
cbe lor forme
fieno apla eoe
qui al nrbdireporremo fine
pregandoue in ffatemente
cbe fra voi
luno co (altro
aufodebon fratelli voliate
cófmrue apiu delucidatione
de mtto peroebe fàcile
fia lo arogere alecojè trouate cóme
(bn certo li
vo (fri peregrini ingegni
(arano fi p
loro bonore cómede
Iaterra nradelaéj lefémpreinognifnculracómedalivofrri antenati
potete bauereintefo jono
vfeiti degni boi
benebe illuogo fia
anguffo purepopulofo. £
buo ni ingerii.
Sii trùlitaribuy cóme
disopra fucinte jconémocóme
in altre d?)ciplinee jcientie.cbedelemathematicibrendecbiaro
el monareba ali
di noffridella piSura
e arebiteftura . JVIaef!ro
P ietro deli
francej cbi co
filo pendio métre
potè cóme aparein
vrbmo bologna fvrara
arimi' no ancona
e in Iaterra
nra in muro
etaula aoglio e
guacco maxime in
la cita daremo
la magna capella
dela tribuna delaltargradevna dele
dignif (ime opedeitatia
eda tutti cómendata.
£ p to
libro deproj pefliua
conv pofèqual fitrouainla
digniffimabibliotbeca deb IlIuftriffimQ
Duca de vrbinonofrro,
Sicbe ancoravoiingegnatiueel fimile
fare. fTDele cotóne
finiate fopra altre
colonenclti bedifitii. Ca.
XX. Ercbeftnquanó vodi&odelecolónerotóde cbealevol
fé fé coftumao
pon ere fopra
laltre nelli bedificii
co i ne
i lo nfo
cóuenro de j
cà croci in
ftréca nel ftio
degno cbioffro ealtri
luocbip italia cómedebanoecrdijpoffe acio
eal' pefo ealauenuf!adebitamentefienofituate.£lcbe clnfo.
Wiréde chiari» p la
(èquéte autorità nel
fuo.j.libro do Me
dici in quefh
forma videltcet, Colunefupioref qrta
parteminorefq inferiore; lunt
confHtuendet |ipterea q>
oneri ferendo quefuntinfmora firmiora
debent effe q
fùpiora- non minuj q>étna)
centiù oportet imitar!
naturami vt in
arboribur teretibut tabiecte;cuprej]b*,pinu; e
qbus nulla n
rajfiorefiabradtcibiu.Dtindeaejcédo
fgredirur in altitudine
nàli co traflhira p
equata nàfdftj ad
cacume. Ergo fi natura
najectium ita poffa'
latrecTeé cófritutu faltitudinibu* rj
crajfitudinibuf fupiora infrrioj»fie
ri cótrafiriora.Bafilicaj! loca
adiucia fòri? q"
caltdij j imù
partibur oportet cóffituiivtp
byeméfìnemoleffiatépeffatum
(ècófmei easnegociafores poffi'nt,
Eiruqj latitudine^ ne
mimi; efex tertia
pte ne pluf
ex dimidia lo
gitudfejcóffituantjnifi loci natura
ipedierinfalitercoegeritfymmetria
«ómutari» Sin aut
loojf eritampliorin longitudine
f e •
E vnpoco fotto
replica cofi, Coluttefiipioret minore;
q tnfmoresvti fupra
f criptu eft;
mi
norerc5frttuant.Pluteuqcjinter
fùporeffl inferiore? coluna*
item qrta fte
minuj qfupore? colane
fìierutoportere fieri vrlvti
(iipra bafiltcecó/
glutinatìoné^mbulate*abnegotiatoribumecófpiciàt\Epiffiliacppbo> ra
Coronetex fymmetriu colunajjt
vti in tertio
libro fcripfimuf explicc
tarmò mtnujfumam dignitari
gvenuffatempoffunt bre cópactiones
bafìiica^ quo genere
colune iulie frneffrir
collocaui curauiq fàciédatcu/
ìu.proportionejex
fymmetrieficfuntcóffitute.Adedianatefrudofc. C^Quefta
digniffima autorità dileflifftmi
miei acerti fpofiti
del do' mo
de Milano nel.t49sfiado
nella fila inexpugnabilearce nella
camera detta demoroni
ala pn ria
deb excel.D.de qlb .
L , JV1. S
F.con lo R
eueré' diffimo Car.Hipolyto
daeffefuo cognatolo [
HufTre.S.Galeacco San. Se.miopeculiarpatróeemolti altri
ffimofiffimi cómeacadein cójpecto
de (imili. Fraglialtribeximio.V. I .docToreecóreecaualie iMefèrOno
pio de Paganini
da Bref cui
detto da Ceueli,
I Iqual ibicoram
egregia
mcteexponendola,mttili
affanti
agrad'.ffmaaffetlionedel
noJrro.V» in duffe
nelle cuiopereparea ebeacunabulis
fòffe inffrutto, ITVokbreHiterepJbpbybfopboJénja troppo
mediffenda olirà quello
PARS che dete
cotóne apià (ito
eleuate fopra (e
qli cóme e
ditto fé férma
Io epi- ftilioco
tuttefueptidecppborocoronaecornicione
(te. cbe facendole
ne altre fopra
qlle cóme |éco)hu
fare apalcbielogge qli
medefimaméte baoa regerpejò
manótàtoquàtoledefotto.Einperoluidicédo
eliso aduci la debita ecerta
$ portione cbe qlle d i
(òpra debano effer
per la qrta
parte menori cbe le inferiori
cóciofia cbe qlle
inferiori debino (émpre
eér più ferme
per la difta
cagione e a
fùa córoboratione induce
lo exemplo delamaeffraderutteleco|écioela natura
la quale còrno
fé vede negli
albori ealtrc piateabeti
cipreffi pinif cNelle qli
apcfémprele cùneo %
vette eér a
fai più debeli
cbe le lor
radici e fbndaméto
adóca cóme lui
di cijé la
nà cimoflra qffo
noi nò potemo
errare i ciò
imitarla . P igliàdo
lui per qffo
exéplo le cotóne
de ("otto efferenti
bedifirii pedale radice
e fbtt daméto
attuto alor fopra
poffo ciocfi |é
fia fi cóme
el pedale de
lalboro fu ffétaméto
a tutti li
altri ramicbedi fùpra
li frano qtifempre
fono piudfl bili
de pedale.Mael quanto
aponto a noi
per certa ^portione
fia inco' gnito.
Ma per cbe
ammirai" naturam in
quantu pót lui
nò prejé aponto
ladebitaj>portionee babitudine
deli ramiecimeinqllialifùoi trócbi
o "#.|ripiri e gàbi perocbe
qllaa noi mai pò eérnota
|é nò cJto
dalai tiffi' mo cifòflecóceffo cóme
nel fùo Timeo
dici Platoneacerto fecreto
pro- posto
videlicet.Hecn.folideo nota funttatqsei
qdeifttamicur fc. E pe- to
acio lartifitio non
vada ataff oni
ma (émpre co
quanta certecca più
(è pofja lui
li da fportionea
noinota e certa
ql fia rónalf
e Jempre pernii
mero (è pò
explicare dicédo qlle
di fopra douerjé
fare per la
qrta parte me
non dele inferiori
perno effer deputate
a tato pefo
còme aperto/i còpren
de cóme in
ql luogo epfo
medeftmo dici a
certefrneffre bauer cotlocare
e cofi ordino
cbe fi douefle
fare co qlle
| y mmetrie
epportioni. Saluo cbe
in qffo eancbe
in altre parti
delopert la na
tura del luogo
nò impedire ciò
poterfe obferuare e
cbe altraméte nò
ci |'fòr$ajfe difla
| ymmetria elo»
fportionicòmutaref c.Perocbecòmo
vedemooggididouerfè fnbrica re
f o la
forma del fito
fòndamétale e nò
bifogna alora far
ragionede exe gre
in tutti modi
le debite jymmetrie
dele $ portiói nn
a fbrja fiamo
có- ffrettì de
fabricare gto el
(Ito ci pmetre.E
per qffo non
e maraucglia fé ali tépi
nf i fé
vedano molte fàbricbe
ql paiano mòffruofe
in anguli e
fàcce J? cbe
nò bano potuto
(éruare apieno el
bifogno e pero
el documento fopra
datouein
vfedt|pofitionieftdefàbricbecómode(cultura Jfòrc^tiuefc
prede più acoffarue
alqdro eal tondo.Ealor
parti quatofìapoflibite cri
impediti da làguffia
deli lochi fèmore
nefcirete cómendati e
perve}? mó le
voffre opere biaftmatc .
E queffo vefia
per faturifero documento
f e. flTElediilte cotóne
fuperiori fé debano
fituare a poto
fopra aliuello dele
inferiori córfidenti lor
bafétte ali capitelli bafi
effirobatti dele inferiori
pò cbe altraméte
4uiado dal filo
fferiobata cioè fbndaméto
fùbteràeo de la
cotona inferiore lo
bedefitio verebearainare per
eérele fuperiori fora
dtlaperpédicularedele
inferiori. E qffo
voglio al pnte
veftabaffàte fin ataltro
con laiuto de
dio f mejf
oui.Bene valete e
pregate. I dio
per me» FINIS.
fTVenetìtf Impreffum per
probum vimm Pagantnum
depaganinif de Brijcia.Decreto tamen
publico vt nullut ibidem
totiqj dominio art'
norum . xv . curriculo
I mprimat aut
imprimere fàciat f
alibi impref- fum fub
quoui; colore i
publicum ducatfub peni;
in diclo priuilegio
co tenti*. Anno Remdemptionifnoffre.M'D. IX-Hlen-
Iunii . Leonardo Lauretano.Ve
Rem.Pu.GubemantePonrificatuf,
Iulii.ii.Anno.ru PRIMVS CXfòettoè
in tteè partiales
trattarne oiuifus Jncfj cou>og
regu* larium z
Ocpcdeimaactinepcrrcrutatiói0.©.'p>etro0oderino pjiitópi
perpetuo
populiflorétìnia'^.24]capadoIo36ur5enté
/Hàinotftauo particulariter oicatus-feliciter incipit.
% crcpi fateratf
Alai fé poffónoco
locare nel co:po
fperico i qìi
ptucti Iuguli loro
fono ?f ingéti
la fuper fi,
eie oda fpera^/Sba
folo fono cino$
li reziari doecbe
fono ó" latte
bali equalicÓmeòfop^e oicto.il
p>no ! e
il quatto baft
triangufari z il
feca | doeilcubocbeafdfeccequaclratc il
ter^o e loctobafe
ttiangutari.il qr* to
e il ooderi
bafe pétagonali il
qn to fic
il vinti bafe
triangulari oe qli
l^^^iti§fei^^^ infido moftrare
co numeri zp-e
f^^^^^^g^^^l binomii [equantìtazmefureforo. lis^taas'^r.^tìsf^^^ p-gt
per ebe talimèTureequatita no
fé poflbno auere
fc n ja
de lati de
le loro bafe
z fu perfide
di qlle: pero
enecefTario conrindare con
le bafe lo:o z
conio e
oicto qle e
fa perfide trias igulare
z qle e
qdrata t qle
pétagona ode qli
moftta> ro cateti
oiagoitati z la
i inea fcctotendéte
tangulo pétagonico ouoi
oire corda paragonale
z poi diremo
oe oicf icrcpi
z alcuna cola
òl cozpo fperico
fub:euiraOefequslicofeiaro.?.tiMctateUi»TPdpzto fé
oira oe lati
z fuperfìrie oelebafc.'fRel fecondo
oeawpi Hatei ati
le fupcrficieequadraturero:o.T$el terso
defiì co;pi ptenuti
luna oa laltto
z qualche cofa
oda fpera fé
piacerà a oio
zc. -Cafus ptimus
©gnifuperfidetn'àgulareequilaterala
pofàwa OÌ iato
cfexqu'tertia ala pofàwaoel
fuocateto. 8T Excmj.'lo cglie
vnafuperfkie triangolare equilatera
«a» b.c.cbe ciafeuno
lato e.4.ela pofjmca
e.ió.dico ebe la
pofÀn ca'del cateto
e.ri.fLa prona il
triangtilodato.a.b.c.eequì
!ateroficbecafcandodalanguto.a.la
perpendiculare cade (òpra
la linea.b.c.adangulo reffo
deitidendo quella ndangulo
reclo nelpu ffo»d.adunquaf la
penultimadel primo de Euclide.a.b.pogtocbc.a.d.fi Ind.pcbe.a.b.eopoffaalangulo.d.cberc#o£f?cbe.b,e.cbe.4.ediuifo per
equali tn.d.ftra.b.d.ì . che
mieto in |èfn.4»cbe
la quarta gre
dela pofanja
de.a.b.cbe.té.Clapofàn^de.a.b.eeqiulealapofÀncadelcateto.ad.ftala pojrtnja
e de.b.d. cbe.4»f
e la quarta
parte de.i6*adunqua la
pofÀnc^i delca tetò.a.d
e li tre
quarti dela pofanja
de.a.b.cbe.i6.eli tre quarti
e.u.cbe giort ta
có4a pò finca
de.b.d.cbe.4.fà.tó.fichela
pofanca del cateto
e.iz. ebe e
(ex qnitertiaalapofrtnfadellatodeltriangulocbe.tó.p'Maquandolitriangii' li
non fono equilaterinon
(éruequefra Jiportioneft ebe
altramente jé troua
il cateto meffi
ebe ilati del triangulo.3.b.c.che.a.b.fia.iS.ff .b.c.
14, e.a.c.rj. ff.b.cjla
bafdcbe,i4.mcaIo.i
|è^.i96.poi
mca.atc.cbe.ijtifefà.ié9.giognì
CÓ,i96.fà.56S'bora
mca.a.b.cbe.i$.in |é fà.tìS.tral!o
de.36s.refta,i4o. ilqle fé
vole £ tire |émp
J> lo dopio
dela bafk la
qle e diSo
cbe.i4,adoppiala fà.is.g tt.i4o.^,x8.neue.$.f|.s.dicbefia da
làgulo.cal puffo doue
cade il cateto
& tamenoreftemeàlo in
(efa.15.P0i moltiplica il
minor lato de!
triangolo cbe.i5.''n (è
fà.ié9.tranne>is.ref!a i44-e
la p?.?44. cbe..n.e il
cateto adéte (b pra la
bapi. b, c.p"Et
gdo tu volefé
ebe cafcajf e (bpra.a.b.cbe.ij. multiplica
lo i (è
fa.n5.fl multiplica«ij . i fé
(à.169 giogni ifiemi fa.594.P0i multiplica
14 in (e
fn.i96.trallo
de.594.ref!a.i98.cqueflo }?ti perla
baf>. ebe .!$♦
doppia cbe.5o.neuene,6|.ft,6>.JIradalangulo.a.a punffodouecadeil cateto
pero mutliplia,a.C'Cbe.i3'in Jé
fà^del quale tra
la mulriplicatione in
fé de^f. TRACTATVS
Z_
cbc.4?'_v.rcfTa,n$«.eIa^'.n5l.;.eilcatctocf)c.i;i.r£tco(ifn in
quale Iato fccjjcbi
il cateto tf
quello |émprcfia bafd
equella multiplica (t
giognt co la
niultiplicatione de vno
de lati poi
nettala multiplicationede (altro
lato e parti
per lo doppio
dcla bafd e
quello cbeneuene multiplica
in fé equello
ebe fa tra
dela
miiltiplicationedellatocbegiognefti
cola multiphcatione dela
bafd f la
iv.del remanf ntee
il cateto cadente
(opra la bafd
.a.b.fj;. co(ì fa
dequalùcbctriàgulo jè fta.
Cafuo .2. S
fuperficie Del trisfaulo
fa oala nuiltiplica
tionc oc! cateto
nella meta oelabafa
ooue cade ilcateto.
IT Verbi gratia.
Tu ai il
rriangulo.a.b.c.cbe
equilatero ebe ciafcunolato
e.4.f ai perla
precedente ebe il
cateto rfl?,i*. ft
la mita dela
bafd ebe e.
b.d. e.^gper cB
lai a multiplicarc
có^.reca.i.ap?.^.4.mcàlocó.ii.fh.4s.faicBlafiiperncie detale
triàgulo e R?.48.cbe
J? la. 41 del
primo de Euclide
fefua. PNon fia
iltriangulo.ab-c.eeuilateromafia.a.b.is.t?.b.c.i4.e.a.c.i5. il
cateto .a.d.e
n.cbecadefopralaba(d.b.c.cbe.i4.pig!ialaniirade.i4.cbe.r.mcàlocó.n« fn.S4§>84-el3 fuperficie del triangulo.a.b.c ebe vno lato
c1s.laltro.14.laI tro.13.cbep qlla
medefjtniade Euclide |e
f uà p ebe meado
il cateto i
tuffa la bafd
neuene vno quadrato
ebe ta/iperneie fua
e.i68.cbe doppia al
trian' gulo dunqua
il rriangulo e
la mita ebe
s4>cómo dicemmo. Cafue
.3. £\ (a
notitia scia fuperficie
z oe vno
rato oe vno
tri arfulofòtacptitaDe giialtriooi
lan. C Verbi gratia
E)fendolafuperPciedeltriaguIo.a.b.c.84.f
vnoIato.14.di co ebe
fd la notitia
de glialtridoi lati
p"Tufdi ebe a
multi' plicare il
cateto nella meta
dela bafd neuene
la ftiperficie del
triangulodunquapartcndola
fuperficie del tnangulofcla
meta dela bafd.ncpucne
il cateto §
J?tendo per lo
cateto neuenela meta
de la bafd.
P" Fa p
largibra meffi ebe
il cateto fia
,i.. eia meta
dela bafd ebe
i4.fìa,t.multiplica.i..via % fà.t.
cioè .a. c.cbe.'?.fn.si.e reca.S'.a
I£,fà.6.in féfn isó.P.f
mcàV\.i fé fa
-si. @ .rrine.36.^7
..'refra^.e.^-de cèfo tato e il
cateto cioè ft.44.e. f
"4 de cèfo
il qle meà co la
meta d la
bafd cB.3. ^>.reca
a ^.fa.64. SI
.S.64. S . via,44.
EJ .e.^%.(n.»S55*-e-Ì6- ®
«dcH. PRIMVS 1
che fono egli
ad.ioo.nùero recalo a
j£.fà,ioooo«refl'uci a fédicefìmi
le parti arai.tóoooo.nùero apartire
per.4s695.neuenc.3Jff ^-.!a foa
p,'. vale la
cofi enoi dicémo
cbe.a.c.era.9..reca a p/.p>.fà.656i.mcà &3|f§fé»fn pfjp'.
m 35.e.|ff^. tanto
e.a.c«f
.b.c.metemo.B.^>.recaap?.p:
.fà,20ft6,il qle mca
per,j;£f£»fa.p6o6£-f!.et.p?.p>.de
quejìo e.b.c. g.a.b.metémo.ié.recaa R.g.'.ja.W.eqfa mcàfc
^g(frf^.#A988g#taRto e.a.b, Cafus
-5- • \
x Érloato triangulo
oalfuo centro 9
ciafcnuo angulo ♦
8 -la fu
perfide z itati
fuoi inuenirc. CSappì
che dogni niàgulo
eglatero dal centro
a ciafeuno fio
angulo e .f.daldiametrobouoicateto.Adunqua jédal
centroa eia' forno
angulo e.s.che li
doi terci del
cateto fira tuffo
il cate^ _to.u.pomcà\u»infejnj44.etufaicbedognitriangjiloeqla tero
la pofanja del
cateto e |éxquitertia
ala pofanja del lato del
triàgulo pò piglia.|.de.i44.che e.48-e
pollo fepra de.i44#-i9i-f
la JJM9*-e£ ciafeuno
lato il triàgulo
dato. Hora per
fàpere la /ìia
fvphcie piglia la
meta de la
bafà
chepk'.i9i.cómopJ.fira.4S-mcà'4S'VÌa.i44.jn.C9n,fl lV.69c.fia
laftperfi- eie del
triàgulo che il
jfpojfo. CflfU0 ♦6'.
£09ltrils5ulo.3-E).c.dbe.9.&.e.i$.t.b.c.T4.t.ac.r5.té parte
da riafcunoanguloUneeoeuidentiilatiopofti per
equali intei recandole
in pucto-g.la entità
da.g«9 ciafeuno angulo
fé troni. IT
Volfe prima tirarelelinee
da gliàgulidiuidenti'ilati per
eqti la linea
(è parte da
lagulo.a.deuide.b.c*i
pucTo.d.quel Ja ebefe
parteda
làgulo.b.deuide.a.c.in
punfto.e.quellacbe jép
tedalan*
•gulo.cdeuide.a.b.in.punclo.f.f^Hora
bifognatrouare i cateti
pria quello •ebe
jépte dal angulo
a.cadentejopra.b.c.cbe
trouaraeflerep?.i44» fi cade
apreffo .e .$.
bouedi quanto e
dame£o.b.c«cbe»2« ad «J.cbe
ce.t. mulriplica Io
in |é fà.4-pollo fopra.t44.jà,i4S'f la p?.i48.
e.a.d. Hora troua
il cateto che
fé parteda tangulo.b.jbpra ad.a.c.cbe»i5.ft il
cateto fia pj.tét^.
€ cade apreflb
.e , fo.vediquàto eda,c.e.cbe.6i.ad-$fT.ce.i*?. multi plicalo
in|é |à.i^|§.gtogni con
lo cateto cbe9?,i6r^j,fà.t6sj.pero tato
c.b.e.gil cateto che
|è pte da
langulo«c.{i: cade fopra,a.b.ep\iis^. ft
cadeapreffo.b.èf . vedi quanto
e
da,b.f.cbe,ri.ad.6fce.|54nultiplica in
fé fo-iàs-giogm có.n^(
fi.u6.e4*€la^.iI6.f|.i.e.c.f.tuai.a.d.^.r4S.f.b.e.p,'.i68.e4.f.
cf.pJ.K6.fi •£.e tu
voi doue fé
interjègano le linee.Et
per che dogni
triangolo eh |é
pte linee da
li jiioi anguli
e deuideno i
lati per equali
fi interjègano nelli.f
,ft tu .
ai la linea,a«d.cbe
pM48.fi tu voi.a.g»cbe
li.f .pero recala
p2.fà.9.J?ti.i48«
per«9.neuene.i6f.il quale radopia
còrno p?fri.655.f p?.6£.e.a.g.f.g.d,ep?. i6*»f|ai
cbe.b»e.p?.i78.e.i.del quale piglia.-:.cioe recala
p?.fii.9>parti.i6s.
e.J-.per.9.neuene»i8-e.ft.filqualeradoppia còrno
p>.jà,£4f§. eia p>24f§.
èlaltra.b.g.f
.g.e.epj.is?é.f ai cbe.c.f.e
pj.de.in^.ft tu voi.c.g.pero
piglia |.dep;,iJ6f^5.cofireca.3.ap.'.fii.9.parti.ii6^B.per.9.neuene.i4k.ilqle'ra doppia
cómo^.fa»sóì,epP'.deq(toe.c.g.f.g.f.e^.i4f^.Etcoft ai
cn.a.g.ep»
6srj.ftd.g.p?.t6*,f.b.g.p?.5r4f|.f.g.e.ep!i8ff.£t.c.g.epj.s6i.fì.g.f.p?.i4|s. fTParme
ancora de douere
dire
deladtuifionedefjìtrianguliperfrtperela
quantità de la
linea che li
diuide ft le
parti de la
jlperficie deuifi. CafUs.
.7. © gni
triangulo e queKa
pjopotàone da potenria
de labafa a
tuctala fuperficie del
triangulo ebe edala potentia
del 3 linea deuidente
a fa parte
dela fuper"
ficiecbedeuideefrendoladitalineaequidilranteala baia.
-_-.- __«_ — IfTExemplo
eglic vno triangulo
«a «b.c. che.
a. b.e.ij, f .'b .
e . r4 •
e • a
.e. 13 . ft
il cateto .a.d.
e . 1» . pongo
quejìo triangulo cojì
per cheli lati f il
cateto vengono in
numeri interi ft
la fuperficiefua e
.34* dico che
tu tiri vna
linea egdijfante.b.c-cbe bajÀla
quale jiaf.g.cfi deuicìa
a ti 4d
e e TRjACTATVS it
caret0.a,d. per equali
in punffoib.fr perche
eglieqttelfa proporrtonede a.d.cbe.i*.ad,b.c.cbe.t4.cbeeda.a.b ebe
meco cateto cbe.6.adf.g.duqua f.g.e.r-Jctu
multiplicbib-c. cbe.14.in (è
fa .196. eia
fuperficie del triangulo
ab.c.e.S4.bora
multiplica.f.g.cbe.t in fé
fn.49.dico che tu
ai lalrro man*
gulocbe.a,f.g.gilcateto.a.b
eAflabafÀ.f.g.e.'z.e fai ebe
a mtiltiplicare il
cateto nella bafa
fn la fuperficie
de doi trianguli
pero niultip'ica il .
cateto cbe.6. via
la meta dela
baffi cbe.j '
•fà.ii.dico ebe glie
quella proportione da
la pofan ca
de la linea
deuidentt che. 49.aU
fùpcitkcic ebe leua
cbe.n. quale lapofimcade.b.c cbe.196.ala
fùperficiedetuffoil
triangulo cbe.84.pero ebe
fetudira1fe.196.meda.84.che
medara .49.multiplica.49.via .84-fà.
4n6.partip.r96.naiene.M.cómovolemoficbetalefportioneedal3po|an ja
de la bafà
ad ogni triagulo
ala fua fùpficieqle
e la pofknca
dela linea deui
dentealapartecbc leua dela
fLpernciedeJfo triangulo cheilpropoffo. Cafus
.8. 2(toir triaugiiIo.a^c.cbeinato.aI>e. is.b.c.
i4.a.& 13.7 il
cafcto.a.d-'2.elafii perfide fua
c.94.Tvna li' nca
equidil |r doi
trianguli, a.b.c ft.a-f.c fE
il cateto.a.d.diuide.f.g. in
[ ucTo.b.f effe
diff o nela
pria de le deuiftoni de triaguli
efi tale proportione
e.delapofrtncada'.i bacala fuperficie
del triangulo quale
e da pofanca
He la l'neadiuidenteala Superficie
cbedeuide.Et fimilmentee qlla $>
portióe dela pofanca
de'a bafa ala
pofanca de la
liea de ujdéte &
data fuj?ftciede.a.b
c.cbe.S4.ala(ùperficiedeltriangu!o.a.f.g.cbe.35. pero
di fc
84meda.5?.cbemedarai96.multiplic3.;$.via.i96.fit.686o.partiJ?.S4.ne Bene,silj-filap.'.8'?.elalineadiuidentef.g. CafilD
.10. ] €
oclrrianguro.a.b.c.cbe.a.b.e.T5.b.c.i4.a.c.i?.T il
Vateto.a.d.e.ii da fuperfide
fua e.84-VJia linea equi
dittante
rl.b.c.cbelctiaclela
fi'perficie.'.oone fega ÌI1
Cateto intienire CTQ
"andò il rriangulo
e diuifo pef
vna linea equidiffante ala
bafa fa doi
trianguli fimili adun qua
(enei triangulo.a.b.c fé
tira vna linea
equidiffante a! ?,c.cbefia-fg.fnravnotriangulocbefira.a-fg.finiilealtriangtilo.a.b.c.f itniguli
fimili fononi vna
pioportionecbequella'fporrtoncail
cateto «a. d. alato
del fùo triangulo.
i.b-cbe a il
cateto.a.b.al no del
fuo triàgulo'.a.f. ecofi-a
d.ad.a.c. corno »a.b.ad.a.g.f
cofi.a.d.ad b.c.cómo.a.b. ad
.f.g. fi ebe
fono in pportioneadunquafira qlla
proportione da .f.jdela
pofanca del cateto
a.'.dtfa fuperficie del
triagulo quale,eda la
,pofai:ca de tuffo
ala fuperficiedetuffoil triangulo
adun qua multiplica
il cateto.cbe.i-. in
fèfà PRIMVS 5
re altramente p
che fono in
^portone tu fai
chela fuperficie del
triàguto.a« f.g. vole
eflere,2.de,84»cbe e.33?
.pero che fai
cfi.84.de fuperficie da
de pò fdncadecateto.i44.cbetedara.33?.de fuperficie
multiplica.33?.via.i44. fa
4838|-il quale parti
fc.84.neuene.$tf ,ft la
£'.s#e il cateto.a.b.
il quale ca-
cauamo inuenire. CafuS
»li. Sito il
trianguro.3.b.c.c&e.a>b.e.i5.b.c.
r4a.cj- . t il
cateto a.'d .12.
efafcaiuperfiriee.84-'ze
deuifeda vna lmeacbc.8.equidinàrc al
bc. cercafe ooueftga
ra il
cateto.a.d.cbe.i2»ecpra
fuperficie leiiara del tri
angulo *a.b.c fé
vole trorjareCPercbe comò
editto {Èflcdoi triangulifimili cioe.a.b.c.g.a.f.gft fono
i vna prò
« jortiouepcrodi cofife»b.c.che.i4.da decateto.a.d.cbe.H.,cbe darà
labafà f.g.cbe„8.mca.8. via
.B.fà.96.partiper.i4.neuene.6*.adunquafégarait ca'
tetoinpuflo»b.cbe(ira.b,a.6*.€ecatetodeltriangulota.f.g.P'Seyoilafii perficie
ebe leua meà
il cateto nella
meta dela bafd
cbe.4.fi cbe.4.via»6°.|à *rfoto
leua dela fiipficìedel
triàgulor.a.b.c.cbe.s4.
V"E-t quado tu
volefje deuiderloj? vna
linea ebe jépartiffe
da vno angulo
deuidi la bafà
oppofìa a quello
angulo i qla
parte che tu
lo voli deuidere
e tira da
langulo la linea
eferafntfo £afllS «T2»
JÓlie il tria»gulo.a.b.c.cbe.ab.e.i$.b.c.i4.ac»i; *t
\\ cateto.ade.12e la
fuperficie.84.nel qle e vn puncto
e.nella linea.aba p?effo
lagulo.a.3 del die
tiro la Bea
deiiidenfe'b.c.in
pócto.f.cbeleuade
lamperfiriedal rriangulo la
metacercafe la ójtita
de.e.f.r dcb.f. fTTuaidoitranguìi.a.b.c.f.e.b.f. (E
fiicbe.a.b. e.ij. ftilcateto.a.d ,n.e
fai cbe.b.e.B.per ebe
|é tiai.3.de.is.cbe.a.b.refra.u pero
di cofi jè.a.b»cbe.ij» me da de
cateto»u.cfi me dara.b.e.cB,n.mca,n. via.P.fn,i44.pti p.is.neue.
9*.colqualepartilametade.84.cbe>4i.neuene.4|.radoppiaAra.8j.tàtoe fc.f.
P"Et per fÀpere
gto e.e.f.mcà.9Ì.cbecateto i
(i ^.grf^.epoi mcà'b.
e.cbe u.in fé
|à,i44.trane.9i^.rejfa.si*i.ela
fua $> ,e
da,b.finc do cade
il cateto efi
^.trailo
de.8>.rej!a.i.e.^.il qle mea
i fé fà.^é-giogni
co.gi^.fn. 94fè^ó> eg?-94^gfe.e.e.f.g.b.f.e.8|. Cafue
.13. £ il
triangnlo-a.b.e.cbe.a.b.e.iS.b
c.i4«a.c.p .e dt'uifb
da v na
linea ebe fé parte da
langulo.ee fi ga
il cateto a-d.in
pucto.e.,r.a>b.iu
pncto.f.z-a.f.e.5. epto e.a.e.e.
dc.e-e.f.fe vole trouare.CTu
fai ebe il
cateto.a.d .w.f cadefu
la ba^.b.cfii Io pu£ro.d.ff«iicbe.b.d»e.9.f»d. e',
e.5.f effe diffo
ebe la linea
ebe |è parteda
langulo.c.f va al
puclfo.f.f diuide.a.b . cbe.15 ♦
apreffo
langulo.a.s.cb.fdelalinea.a ,b,a
dimquafèjétira vna linea
dalpuncìo.f.ectdiffanteal.a.d
(égara.b.d.in pun £ro»g.cbeftra.d.g.vn terco
dela
linea.b.d.per'cbecafcàdo dal pun&of.la
p pendiculare egdiflante al.a.
d.deuide.a.b.f! b.d.in vna
fportione fjf.a.f.
e.f.de.a.b.cofifira.d.g.vde,bd,f.b.d.e.9.dunquae.d.g,3,f,b.g.6.Tuai cbe,b.f,e.io.cbe.ìdea.b.cbe.r5.mca.io.injéfà.ioo.boramca,b.gcbe.6.in fé (à.56.tralIo de.ioo,reffa.64.è P?.^4-e.f-g- che e.s. T£t efìediflo ebe e.
d*e.j.f.d.g.3.giontiinfiemi^ino.8.nicà.infefà.64.f md.fg.cbepure.8. Jéfàptjre,64-giognicó.64 fa.&s.ela
l>'-R8.e.f.c.percbe.f.c.eopoj!aa
lan^ gulo.g.cbe recito
pò qto le
do ltnee.f,g,f .g.c.p
la pi nutria del
prio de Eìu
clide.p"Et)è voi faperc.d.
e.di cofi jé.c.g.cbe.s.meda.f.g.cbe.s.cbe me da-
ra-cd.cbe.5.mca»s.via.s.fn.4o.partip.8.neuerie,sf.f.f.a.e ilrefTo
finei.B,cbe.t.Horaper.c.e.^
cofumcà.c.d.cbe.5.in |èfà i$.g
.d.e.e^.mca in lé^.xj.giogni
co.ij.fà-so.e $,so.e c.e.f|p
ebe tu fàicbe.f.g.e«8«f .d.e«5«
trallode.8.ref!a3.mcàloin(èfa.9.f*d.g.epure.3.cbemcàtoinJéjapure,9«
cbegiontocó,9.fà.i8.elapf.is.e.e.f,cbequel!ocbe,cercamo. iTLa fuperficie qdrata delati ft
anguli equali la pofàncn del juo diametro
e doppia ala
pofan ca del
ftio lato g
la fiperficie fua
fa da' .meire
del Iato in
fé medesimo, p"
Verbi gf a
eglie vno qdrato
ebeper ciafeuno lato
e 4 meà
a ih 8
n TRACTATVS 4,
vìa.4.fà.i6.tanto e tafuptrficie
de quello quadrato
cioe,i6.cofi de ogni
quadrato che fia
de lati g
anguli equali. £afus
.t4. £lquadrate>cbc.ó. pei
lato la quantità
Del Tuo ola'
metro trouare. fT
Sia il qdrato.a.b.c.d.c fia
eia) aio lato-6.el
qle tira vna linea
da làgulo.a.aligulo.c.la qualedeuide
il qdra to
i do parti
equali p chela
fn doitriangulicioe.a.b. g.a.d
e. che fono
fimiligequalipcbe.a.b.t
equale ad.a.d.f.b.c.equale aid.c.ft .a.c.e bafii
de luno g
de laltro fi
ebe fono equalt.
E per la
penultima del primodeEudideaicbe la
linea del triangulo
oppoftaa langulorecìo pò
quanto pò le
do linee continente
langtilorecioadunqua la linea.a.c.clì
diametro del quadrato.a
b.c.d.del quale ciafeuno
lato e.&. continente
lan gulo reclo
oppofti al diametro.a«c.pero multìplica.ó.in |è
do volte e
gion^ te injiemi
fn.p.ela ^?.7i»fia ildiametro.a.c. Et
quàto al diametro
,del qua dratofìijfe.s.cbe fia
il lato (ùo
multiplica.8.in )e
/3.64-pigliane la meta
eli 3B.f p.p.fira
periato il difito
quadrato. «_ Cafus
.r$. 01 '(£
quello quadrato ebe
la f "uper fide
fua e doi
cotanti ebe li
fuoi.4.lati il lato
fuo muemre. IT
Tu ainel lalgibra
ebe il quadrato
fé intende per
lo cenfo f
il |ùo lato
fé intende radice
cioè cofci aduqua
di cofi ,eglie
vno cenfc cqle.s.cojt
per ebe e
cqle al doppio
de.4. .cbe 8.#.g
ilcapitulo dici ebe tu parta
Ieco|è perii ccnfi
eqllo
cbeneuenevalelacofàparti.s.fc.t.neuene.s.f.S.valelacofà ebefùmeffo
vn lato aduqua
fù.s.mcà.s.i fc fa
.64.f li fuoi.4-lati
cbecia|aio.8fà.3i.§ il qdrato,64>cbe doi
cotato cK.31.cbe fono
li qtro fuoi
lati ebe il
propojlo. £afu0 .ic».
glie vno quadrato
ebe e.eqiiale al
i quatro fuoi
lati z a.t>o.n liniero il
lato fuofevole trouare.
flTDi chetale quadrato
fia vno cenfo
t il lato
fuo fia.r, .
4.lati)irano,4..adunq.i.H.eeqlea.4.^>
,{t co.nuero. P"Elaregula dici
quando li cenfi
fono eqli alecojèealnùe' ro ebe tu
demeci le co)è
e multipliebi in
|e qllo ebe fa giogni
col numero e
la l3J.de la
fomma più il
dimenamento de le
cojé vale la cofèt .A
dunqna tu ai.i.
IH . equale a.4.^.§.60. numerodemtfi
leco|è firano i.mcain
fefn.4.gioguicó.6o.fà,64.ela#.64.p\i.cbefuil dimejamétode
le cofr vale
la cofa ebe
ponemo che fùffe
vn lato del
quadrato e la IV .64.e
S.giognici.i'cbelameta delecojèfà.io. che vn
lato meato i
)èfà.ioo.,ft li q
tro fuoi lati
Jbno. 4- volte. io.cH fn 4o.cKgi5tocó.6o.fà.ioo.cómo voléo.
OSnù '17. £
la fu perfide
61 quadrato equilatero
fc tra Dei
qua fio fuoi
lati z reniaue-5.quale fii
il fuo lato.
ITcómo |è difto
il qdrato e*
H .g il
lato e.i.^» qtro
'lati
fono.4.^>.dùqua.4..jbnoeqliad.i.EI.3.nuerodeuidileco|éfirano'i»riica.infefà.4.tràneil nùerocbe.3.refta.t.f lajV-i.p.i-cbefìiildimecaméto dele
co|è vale la
cofà. ebemetemo vnlatodunquafù.3.mcàin |è
fn.g. trailo de
qtro fuoi lati ctì
e u.cioe.4.volte.3,reJta.3.cómo cercamo»
Cafiie .18. TRcom
li quatro Iati
dunoqtro equilatero fono
eqli a S-oe
la fua fuperficic
de laq3tita de
Iati le cerca.
|TTuai.*.decéfoeqlia.4.^'reducia.i.(S),arai.i. E.eqle
a,i8.^>.f ti.is..p
.i.neuene.is.tato vale la eofacbe vno
PRIMVS 4 Iato
delqdrato meato infefc.v4M.$-der)i4>e-'li& li
qtro tati che
cìafcii
noe.ia,di«4.via.iS.fà,ti.cbeli.*.de.3i4' CafUS
-15>- 0 quadrate
equilatero che il
fuo diametro e.e».piu
cbeilatofuo del fato
inueftigare. FMefti che illato fLo(la.u^>.nica.t.{à.i.@-il qleradoppia
fono.i. M .adunq
dirai cH il
diàetro fia.i.^.p* 6.mca.i.^.p.6.via.i«.p.6.)n.i.|Dj.e.B.^>.e.56,nuerocfi _
fonoeqlìad.i.Ol.refroralepttleuadaognipte.i. H.arat.r.
El.eqle
a,B.#.f.56.nHero.|TDemeceale..6.cbe
fu il dimenamento
dele. $>, valela.^>,cbe metémo
cbefùjfe vno latoduquafù.6,p,{£.p.fc» JCafttS
.20- H per
vno lato de
viw qdrato fé
mei il fuo
diametro euengane$?.u- quale
fu ilfuolato z
il fuo diametro.
f[Tu fai ebe il diàetro
pò q'to ebe
pò doi jùoi
lati gióte lepo
fàn$eloro Ifiemi £o
di cBvnlatofia.t.^mcai féfà.i.H.ado
piafcno.i. ED .f
la p.J. M
,e ildiàetio tuai
a meàre p?.i«
SI j> vn
latocfi.i..reca a p.fà.i.
H.mcà.i..
i6.valela.H.efùdiffocbevnlatoera.i.ll.e
jj^,r6.e.i.mcàtoin feja.4. adoppia
fà.8.duquail diametro e{2.8.reca.i.a.£? fà.4.ft.4.via.8»fà.3i,doe 5?.5».cbeladimàdato. CafUS
21. da fuperficie
duquadrato meata col
fuo diametro fà.Soo.cfcefu
il fuo t
il fuo diametro.
f£"Poniilfìiolato.r.mcàijéfà.i.tI],fi lapofànea
deldiàe' tro e
dopia duqua e
52.*. M .e noi dicémo
ebe a meàre
eòa fùpficie del
quadrato fn.soo.reca a gja.
IH H.mcà.i, M
H. via.x. lei
.fn.i. EJ.de cubo
tuai.i. IH »de
cubo equale a
,500. reca a
^♦fn.ijoooo.recaad.i. ls] .de
cubo arai.i, Hi
.de cubo equalcusooo
eia pj.dela #.
cuba vate la.,cbe
fxt vn lato
ebe p?.so.cbeillato del
quadra toradoppia corno
nuero
fà.ioo.lafua^'.e.io.cfi
diàetro mcà.ro.v?lafù|jfi eie
cbe.so.fà.soo.f cofi ai
ebe illato fuo
e JS.so.ft diametro.io,
Cafus .22. Suédo
dcó delati z
diaetri z fu
perfide de qdrati
di' ro acoraqlcfrecofadeledìuifióiloro fktedalineere' etc
exéplo C£?e la
fuperficie
quadrata.a-b.c.d.c&e e tó.edeuifà perequati date
u'nea.e.Wk fé parte
dala lì'ea.ab.apìeffo lagnlo.a.la
quatita dcffàliea deuidé
tecercare z quanto
e dileolta-f.dafàgulo-c.z.d. CTTuaicbei[quadrato»a.b.c,d.e.6.glatof volfedeuiderepermeta^vna linea
ebe fé parta
da,e.cbe.i.aprejfo.a.nella.linea.a-b.
f fai ebe
la fuperficie e
36'pero deuidafé prima
per le linee
diagonali.a.d.ft .b.c.cbe |é it
erjègaràno in pùffo.k.Poirira vna linea
dal puffo. e-pafantetulUa quale
deuidera.c d.inpuffo.f.dico ebe la linea,
e.f.deuide la (ùpficiera.b.c.d.p. equaln
p^Per
cbeegliequellafportioneda,c.f.ad.c.d.cbe.e.da.b,e.ad.b.a.gittriangulo e.b.K.e equalef fimileal
triangulo.c.lvf.ft la linea.a.d.deuideper equali
el quadrato f
per equali la
linea.e.f.f fa doi
trianguli fimili g
equali cioe.a.e. fc.f.d.f.fc.dufiqua togliendo
dal triangulo.a.cdiil triangulo.d.f.fc.remàe
a.c.f.K.equalead»e.b.d.h.dunquagiognandoad.a.c.f.ft.iltriangulo.a.e.k remane.a.e.c*f- equale
ad.e.b.d.f.cbeciafcuno eia meta
dela fuperficie.a.
b.c.d.delaqualeillatofuoe.é.f.a.e.e.i-'gcofì.f.d.e.i.trallode.c.d.cbe.é.re fra.s.cbe.c.fttira vna
linea dal punffo.e.equidifrante.a.c.cbe deuida.c.f.tn
punffo^g.fira.c.g.vno trailo de.c.f.cbe.s,remane.4 fi
ebe tuai vntrian
- guto.e.fTg.f ilfUo
cateto.e.g.e.ó.e tu fai
ebe a multiplicareil cateffonella
metta dela bafa
.g. f. ebe
.x. fn la fuperficie del
triangulo pero multiplica»*.
via.6.fn.u.al quale giogni
la
fùperficie.a.e.c.g.cbevnlatoe»r.etaltro.6.mut tiplica.i.yia.6«f3.6.giogni
con.u,fà.is'-si.c.e,f.percbeeopoflaalagulo.2 che
recito pò quàto
le do linee
cioe.e.g.f -g.f.cbe
cótengono langulorefto opoffo
aquella ffc Cafltò.
2~. " £dclqdrato.ab.c.dcbc.6'.pei tato-fé
fa lineartele
partedalpùcro.e.neltalinea.a.b.prefrovnoeleuade la
fuperficic.^.qle fiala qua'riradcla
linea dcuidétce doilCCÓnilScrg.C.d. tLPigliap*ma.£.dellato.a.b,cbefia a.l.frdalpùcto.l.riralaUneaeqdiftàre.a.c.cbecóringalali' _nea.c.d.inpùclo.m.f dalpufto.e.tira,e,m.€.dal.pucìo.l.ti ra
vnalintacqdi|!ate.e.m.cbe|ègbi.c.d.ipùflo,f.poitira,e,f.dicocbelali nea.e.f.lcua.^.dtl t
fuperficie de.a-b.c.d.percbe la
linea.c.f.deuide la linea
l.m.percquaìiin puffo k.gfàdoitriaguliftmilif equalicbe
Jono.c.l.K.g f.m.K.fedifto chela
linead.m. togli.
:,delafuperncie.a.b,c.d^duqua.a.l
citi. e \ de.a.b.c.d.ptrcbetogliédoil triàgulo.e.l.K.ad .a.l.cm.fì;
dàdoli iltn;iguIo.f.m.l%.cBequaltacj!lorcmaraa.e.c.f.eqlead.a.l.c.m cbe.^.có
mofìid(cto.p7"£t|èvoilalinea-c.f.(ncofituat.3.e.cbe,i.tiradal piiflo.e.
Tnalineaeqdiffanre.3.c.cbt.fia.e,b.erira.c.bj.S.c.f.e«5.tràne.i.refta.i.mcÌ infefà.4.Smcà
eb.cbe.6.in)èft.56.giognici.4.|à.4o.€la^'.4o.e.e.f.cbe
lem.^.dclafuperncie.a-b.c.d.ejega.c.d.inpù^o.f.ft.c.m.e.i.cbeeqlead.a.
I.cbe^,de.('.g.mf.eequalead.a,e.g.e.l.cbecia[ctmoe.igiontoad.c,m.
cbe.i.fira.cf.S'ricbelalinea.e.f.lèga.c.d.inpiinÀo.f.epam.cf,}. jL'afue
.24. £iiadofc.5.dctqdrato.a.b.C'd.c&c.6'.perlarodavii3
lincaeqiiidilta'tcìloianietro.a.d.quateelaairitaoe lalmeaedouefigara.ab.z.b.d- inuefiigare.
CTuai che i diametri a.d
É.b-c-lcinterjcganoinpùffo.k.f .k.b.e cateto
del triangulo .a
b.d.cbe^'.is-tnca in |éfà.is.f
tuvoi ucbe.T.de.36.ptro dicofi|èiltriàgulo.a.bd.cbe,i8» meda
decateto iv.i8.cbemedara.il.
mca.u.via.is.priartcaap.'. le
ptiara.i44-f
314.boramca.i44.via.314.fa
466s6.ptip,3i4.neuenei44>ela[2(5?.i44.e il
cateto ebe pr.ii.il
qleradoppiacómo[X.{à.4S.efi.'.4S.e
la lieaduidete cri
e e.f.fteopofTaalangulo.b.cberefirolaqualepocjto.b e.ff
b.f.pero delùdi hpo|dncade.e.f.cbe.43-^gqlifu'a.i4g6.M4.e.c b.gcofi.b.f-g.e.f.jy.48* Cafus
.2>. fiH Ialina
teita-i oe la
fuperficie qdra .a
b.c.d»cbc il latofuoc.ci.parrèdoicdal pttcto.e.
apzcflbr ad-a- nel
Ialincaa.b.deuidcnrc.bcin
piicto.R. t .c.d.
in pucto f.lc
eptira oe.e.Kc.k.b.K.f. k.fe
vole cercale. fTTuaiperlafecùdadeledeuifionidequadrati.cbe.e b.e.j.
E.c.f.5.giogniinfìemi(à.s.adunqiu(è,8.fùs|é.6.cbe)éria.5.mcà.3.via.6.fn
i8»parttper.s.nevene.r»i.duqua.c.g.e.i',cbeequalead.g.H.f.l;.b.e.3{.cri ilreftonnea.6.cbeillato. Et
j? Euclide fefuacbeognituperncieparalella ebe
il diàctro (éga
.pduci paralello ftmileduqua
diremo che.c.g.e.i'.fF.g.K. »J.peromca.i;'in|cfà.s;jf g.K.infè
cbe.ij.jnpure.j^. giogni infiemi
fa ìo'-f la^MOj.e.c.K.cbepartedeldiattro.b.cf aicbe.b.K.e.3J.mciin)èfà i4;5.radoppia
fn
i8|.tp?.deiqffo.K.b.cfllaltraptedeldiàtnro.b.c.€lcptidc
Ulie3.e.f.tuaicbc.c.f.e.3.f.c,g.ii.trallode.3.re(Ta.'.mciinrefn.^.giogrii
c5.5^.fà>Si.ela5L'.s|.e.f.R.prHoraper.e,K.tuaicbe.a.l.e.2|.tràne,a.e.cbe.i. refh.^.cbe
in fé meato
fn.i^.f mci.l.K.in )è
cbc.j^.fà 14^ . giognici
.r^.fà iSS.elapJ-ivJ.e.k.e.f .ck.^.io^.b
.H.^.isj.f -f.k.^.Si-
lCafu& .26, ~
1
lalincaibcfeparteoalpiicto.c.dcUato.a.b.dclci drafo.a.b.cd-cbc il
latofuo eó.ptàfr ,a
\,% 13 lincae
determina nel pucto.f.
nclìali;!ca.b.d.ebeleiiaraò la fupei'firie.a.b.c.cf.cdc uefegat
a.b.d.fe troni.
CPircfHalie3dtiu^étee,6.mcain|èfn.36.efAÌcb.e.b.e, . 6s',.ela
fuperficie.e.f.g.e.b.e j.f .b.f.pj.ir.gc. pNotàdii
e il pétagono
eqlatero e desiati
eqli g. J
aguli eqli delaqle
figa
raiknjuoijépojfonoaueredaldiaetro
deil circulo doueedefcricTof dal
la to pofle
auer il diaetro
del circulo doue deferito tf
J> lo lato
Jé pò aurf
la co da
cB foftotéde làgulo
pétagóico $ p la corda
il lato f
p qfft fi
troua Ufùfcfi. fDogni
pétagono eqlattra la
pofanca del diametro
del circulo doue e de
' jcrictoalapofan$a del
fùo lato ecómo.i6»ad.to»rfì. f3»,io.exemplo. Cafua
.27. ffl £iltatode
pentagono equilatero c.^-efreffra
ì[ dia- metrodei
circulo doueedefet irto.
Tuai defopra ebe
la fportione del
diametro del circulo
ebe lo coterie
e
cómo.4.a.fi?.delramanétede.io.traffóe
#.io.o uoi dire
la pofanjadel diaetro
cbe.16.ala pofanja delato
S. io.rn.pj.to.po di
fé.to.m.ijj.io.da.té.cb'
dat4.recalo a p?.fà
i6.mca.i6.via,iGtfà.js6.ajtfirep.ro.m.#.io»trouail ptitore
cofi mca-io* rn.fiMO»
via.io.piu fC.io.fn.So.e qfto
e tuo ptitore
mcà.iO'via.iSó.fzt.iséci.
ilqleptip.so.neume.3x,tieniamétereca.iS6.a£>.fà.6$sj6.il qlemcap.xo»
^i5iotio.borarecailprttoreaiJJ.cfi,8o.fà.C'4oo.pti.i3iotJO.neuene.io4f. tato
elil diametro del
circulo ebe lo
coterie cioè R?.dela
) orna ebe
fa 1J2,io4?« 50ffafoprad-e.31.cbe teneramente. CalUS
.28. Sto i[
diametrodcl circulo dxcóteneil
pétagono e quifatero illato filo
inuenire. €TSia il
pentagonca.b c.d.e.f.a f
fia.B.gfiadiamctrodelcirculodoueedefcricTo Euclide
nella«8.del G.dici che
illato dello exagono
collo la to
del decagono giótiifiemi
cópógonovna linea dmifap"o
la£portóeauétemef
oSdoiftremifnelU.9.del,i5.;puacfÌ
lapofanc. a dellato
del decagono gióta
cóla pofanja dello
exagono e eqle
a, la pofanji
dellato del pétagono
defcricli inuo medejfio
circulo aduqua tu
ai illato dello
exagono cbe.6.che meco
diametro al quale
fé vole giognere
illato del decagono
euolfécofitrouarc tuai defopra
ebe iltato del
decagono gióto collato
dello exagono cópógonornalineadeuifaf>o la
fportióeauJ re il
mecco g doi {tremi dela
quale tato fa
la menorepte I
tutta la linea
qto la magiore
i fé, pero
di ebe illato
del decagono (ia
f.^.giognic6.6«cB illa to
de!o exagono fa.
.p,i.^.md.T^,via.6.p\i.^.fe.6.^.p.i.0.eqffo de eére
equale ala'mcàtióedela magiore
parte cbcó.cbe meato
ifcfa.36.tu ai.t. @je.6.^>-equalea.36.nuerodeme^a le.^.fira.5
mea i Jé fà.«?.giogni
co!onuerocbe.36,fà.4$.f
lai^.4>.m.3.eillatodeldacagono.Etdiffo|edt fopra
ebe la pofanfa
dellato del decagono
giSta cólapofàneadello exagono
e equale ala
pofànja dellato del
pétagono i cflo
medesimo circulo deferi
C?operomcà^.45.m.3.vUpj.4s.m.}.fà.s4.m^.i6io giognici
la pofanja delo
exagono cH.36.fà.cio.m.pj.tóio,tito
eillato del pétagono
cioè pi'.del remanéte
de,go»tra£rone la je.ióxo.ilquale e def crifito
nel circulo ebe
ilfuo diametro fie.w.tfc
CaftlS «29. Scoìdatfeefóctotédelagulopétagonicooner corda
pétac5Óaledelpéraf5oni?-à"-b.c,d.e.e-i2.iUatodetalepé agoilO
feuofe trouarcCTTu dei
(Itperecbe.r-.fe dei parti
re pò la
fportioe auéte ilmerc.o
f doi extremi
g la magior
f> te eillato
del pétagono«Tuai la
cord 1 cbe.n.fanc
do tali par
ti ebe meato
la minore per.n facci
qto Ultra parte
in fetnede imo
Aduqua póni vna
paite.i .eU!tra is.m.i -^.bora trìca
1 #.via n.fn.u..g
mcà,».rn.r,^.via»n.rn.i.^.ja.i44.m.i4.^.^.i. tal
reflo ra le
pti arai.t. HO
.e.i44.nfieroeq[ead,3
'.^.dcme^ale.^.fiiao.is. meà in )éfa.3i-»cbejTi i:.valcla..laméoremca.i,.^.via.i. .fà,i.[5].g
ii.via.u.m.i..tu
ai.i.[sl,ii.^>.equale.i44»demecaleco
fé firào.6.mcà in
|e fà,56.giogni al
numero
fà.i8o,tfla0M8o,rn.6.eil
lato del pétagono
corno defopra. CafilS .30.
idi lato oel
pétagono
eaiarero.abcd.e.c.4.cl5e
fira ila cozda che
focto tede langulo
pétagonico ouer corda
pentagonale fé vole
vedere. CTNoiauemo difto
de fopra ebe
la qntita de
la corda (è
deidiuidere fecódo lafpor
tioneauenteil megoedoi flremif
chela magiore parte
e il lato
del,pétagono g noi
no auemo la
corda de lagulo
pétago gnico ma
noi nauemo vnapte
cioevno lato del
pétagono cbe.4.fE eia
ma'
gioreptepodimetemocblacordacfifo£totéde
lagulo pétagonico fta
.4. p.i.^>.dùqua la
méore ptee.i..mcà.i., via.4.p.i..fà.4.^.p»«. O.
poimcà.4.via.4«^>»fà.i6.tuai.4.e.tó.nueroeqlead.r. U
.demecatecoli firao .i.mca
in fé fn.4giogni collo
nùero cbe.ió.fà ,io.ft
la #.*o.m.j.cbe fu ildimecaméto
deje colevate la
cofÀ e noi
metémo ebe la
menoreptefùffe.i. aduquafù^.io.rfi.i.cbegiótocó.4.^p?.io.p.i.duqua la
corda efifoftoté de lagulo pétagonico
e p2.zo.p.i.gdo il
lato del pétagono
e.4. jCalUS «3
r. " 2t
meàtione celiato oel
pétagono equilatero gióta.
cólamcationeOelaco:dacbc
focto tède lagulo
péra gonkofa.21.la cptitaoellatoc oelaawda
z oel dia-'
metro del circulo
cbeil stene fé
voletrouare. cofi]e.i6.dediaetrodadelato.io.m.p;.io.cbetedara.ióf.mca.io. via
.u>f.
fà.i68.ilqlepartiper.i6.neuene.io|,multiplicamo.i6f.infefà.i3zf?.ilquale multiplica
per .io. fa
.s644*'?.partilo p.ió.recato
a pj.cbe e.is6. neuene
,rn. zi^.aduqua la
pofanca del lato
e.io^.m. p?. nig
fimilméte fa dela
corda
cbe.b>e.cbe.io.p.(i'.2o.|é.i6.da.io.p.gt'.io.cr5tedara.i6^. darate.iovp.a'.n ^5.§c1k
la corda de
lagulo pétagonico e
jj-dela) orna ebe
fa jji.j-.^.poffafò pra.io^.ftil
lato e j^.delremanétede.io*. tracio
la gj.u^.gióte ifiemi
fà.xr,
pcbe.io'.f.io^.fn.ii.f pj.M^.m.e^.ii^.p.gióteifiemi fa
nulla (t ildtame
tro del circulo
cìoue e deferiffo
tale pétagon o e p? .16*. fCalllù *%2,
gltcil pétagono
cquilatero.a.b.c.d.e.cbe meato il la- to
i fé
z moltiplicato la
co;da oelangulo pétagonico
in fez gionte
lefómcinfiemi z oc
qlla fonia tracto
la pofanca oel
Diametro Del circulo
ebe otmc il
péta^ gono remane.20.cercafc ceto
e il lato
eia co?da z
qui to e
il Diametro. I
re oirimo fé
diclo tu ai
il pentagono ebe
tali pti fono
note pero fa
co prò* portione
tu ai per
la precedente ebe
la pofunf a
del lato cóla
pofanta dela cor
d:iche.20.dadepofrtn(j-adedi3metro.i6.trallodcv:o.reffa.4.pero di fé.
4.
da.io.cbedara.io,mca.io.via.JO.)ìi.40o.partiper.4neueiie.ioo.tufdicB io.dadediametro.i6 cbedara.100.mca.16.via.100. fà.1600.
patti per. jo»
neuene.so.f ^'.So.eil diametro
bora dicofi il
diametro cbe.r6.cla de
lata
io.m.!V.JO.cbedara.so.mukiplica.io.via.8o,fà.soo. parti
pfr.r6.neuaie. $0. reca
.so. a $?♦
fà.64oo.multiplka
per.io.fà.nsooo. parti per.«ó.
recato arecbe.'-só-neuene joo.dunqua
la pofanca del
lato e.so.m.p.'.soo. §
la cor da
de langulo pentagonico'
e. so . più $ .$00
. cioè
la fua pofànca
dun" qua giorno
lapofanfa del iato
che .0. meno
{V.500. con la
pofàncade la linea
che
fo£totcndclaiigulopentagonkocbe,5o.p.p?.soo.fn.ioo, ebe tra
PRIMVS 6 forte
la pofÀnca del
'.io.cbedara,i?'.mcà.io.via4tiy.fà-iì;t'.partip..c6.neuene.iiì|5. poi
reca.i^.a ^.fn.jic^j.U qìe
meà có.io.fà.ójjo^.e q|lo
pti p . 16 .
recato a
».cbe,i56.neuene.i4ì^?|.cioe^'.i4t§"|. adunquail
lato e.n^5, m. I£. »4^'|.
tato e la
pofanpi del lato
ft la pofàca
de la liea
ebe focìto tède
lagulo pétagonico e,nf£4-.p.{£
•i4I_|y?|. ebegionteinftemi fàno
.nj. ftgionticila pofètn^a
del diametro del
circulo cbe.i^.fà.^o.ft ai che il
lato del pentago
noef#,delremanmtede.n$.tra£tone{^i4ia7-?f-{fla 'Iea
ebe (belo tende
là
gulopcntagonicoepl'.delafommacbe^i^.i4vsHf.pDftafopra.nIJ.€il.dia metro
del circulo che
il circùferiue e^.17^.
CafUS .34. £oalaugulo
pétagonico del pentagono
equilatero ebe illato
fuo e.4\*o.p.».efnjfe vno
triangulo.a.b.e.flda là gulo.a»cade
la perpendiculare fopra.b.e.in
puffo, f.e frine
do pti equali
da qua pti
pj.io.p.i.firavna
£\$.p\r»mcàlo in )é
fà.6.p.J5.*o. trailo de
la pofàrt' ja
dellato.a.b.cbe.16.
rejfa.io.m.^.io.adunqua.a.f>ppen$adicularee pj.del
remanéte.de.ro.traffone
p?.io. Calue ."6. £1
pétagono
cquilatero.a.b.c.d-e.cbe il diaetro
Sieri culo doueedefericro e-a-fa
eptita e la
fuperftcie imie
ffÌgare-P"£uclidenella.8.del.i3.dici esiliato
deloexagono gióto co
lo lato del
decagono espongono vna
liea deuifa |é
cudo la £portióeauéte
il meco ft
doi ffremi efjédo
deferiffa i vno
medeftmo circulo cbenel
Ia.9.del.t3.{>uacbe
lapofàn ja del
decagono gionta con
la pofànca del
lato de lo
exagono e equale
ala pofcnca del
lato del pentagono
deferiffo in vno
medefjtmo circulo. Et
cof1prouanella.10.del.15.cbe
la linea, ebe
fbffo tende langulo
pentagoni co deutfà
(ècundo la proportione
auente meco e doi ffremi
ebe lamagio" re
parte il lato
delpentanono . Pero poni
ebe Jla vna
linea coft diutfà
ebe la menorefcte/Ia.i..ff la
magiore.6.cfi meco diàetro
edelato dc'o exago
TRACTATVS a
noetuftal3licafia.6-p.'.^>'aduquamca.i,.via.6.f'il.firdo 3.mcalein
|cfà.9lgio2ntal nuerocbe.56.|n.4s.f
lap?.4J iii.3, vale
Ucof* eh il
lato del decagono.
Et fùdiflo di
(opra eh' la
pofanja de decagono
gió ta c5
la pofanja de
lo e xagono eia
iqaie ala pofunja del lato del pé
tagono de|crifliiu vnnude(|ìmocirculopomca^.4S.m.5.via^.45.m.3 .}n,s4f
m»p?.i6io £ giognici la pofànca del iatodel exagono cbe.56.fa.90, meno JSM6io. tanto
eia pofancidel lato
pentagofila pofancade la
linea ebe foffo
tendealagulo pentagonico e.go.p.pMózo.
Et Euclide proua
nel la 9, del
i4.cbe UV.del diametro
del circulo doue e
de|criff o il pétagono
mei tonclli.§.de la
linea che foffo
tende a langulo
pentagonico fa la
fuperficie de tuffo
il pentagono. Et
io trouo cbeqllo
medesimo fa meàndo
li. §. del diametro del
circulo doue.edefctiffo in
melala linea ebefoffo
tende alari gulo
pétagonico perche tu
multiplifbib.k.cateto nella bafà.ag.delrrian' gulo.a'b.gfàla^pncicdedoitriagulif frticbe.a.g
e.4.offauificbemcàn
do.b.k.in.a.b.cbe.*
.fàra.ì.rrianguli e meco
ebe meco pentagono
dunqua
mcàndo.3.b.in.b.e.cbedopio
b.k.fàra la fiipcrftcicde.striàguiicbe tuffo
il pétagono pero
pigliali.^. del
diàetrocbe.ij.g li. |. fono.tj.
multiplicalo in|étà.5C^.f
qfloiucaf.9o^i.506i[.borarecaap?.*i.fìi.3«64igtilqlemcà £.1610.
fa sì'-S Si^.f
lap?.delafommacbefàpj/»s6si5poftafopraa.so6Ji» eia
fuperfictedetalepentagono.C^Notandttm
Lotxagonoe vna fupcrft'
eie cótenta dc.6.lart
equali che ciafeuno
e cqle al
frmtdtametro del circulo
doucedejcriffo fr deuidejé
in. 6. trianguli
eglaterip li qli
fdlafuperficie/ua mediante
i cateti. £a(w
.?7. glfevnoex90ono equilarero.a.bc.e.d.f.clkper c&
fefi 0 Iafo.c5.la
ójrtta de la
fna fngficic fr
vole tiotiare. 43.cbe
la fùperficiede vno
de.6,triiguli cioè fj?.
145.fi: tu voli.6.
triàguli mcà-6.i fé
fa.36.ft.36.
via.J43.fà'3?4S.f la p?.8t48.c
la fùperficie de
loexagono.a.b.c.d.e.f.cbeillatoft!oe.6.Pof]eper altra
via attere tale
fu* perficie tu (Ài cbelo
exagono cade vno
triangulo equilatero cadete
co glia guli
fuoi i tre
anguli del lo
exagono cioca-c, e.
g effe poflo
i diametro del
circulo.ii.adunqua il cateto
dequeffo triangulo e.9.cbe
li. '.di.n.glabafà
fua.ce.eljM08.per ebe tanto
fa il cateto
il tuffo in
diametro cjtofàvno lato
del trhngulo in
fé dunqua vno
lato e j^.ios.cbe
la bafa.c.e.gfe tu
multipli cbi il
cateto in tuffa
la bajaneuene la
fupficiededoi triàguli che
la flpficte de
tuffo loexagono pcbe.a.d.cbediaetropajfapg.cbe cérrogfà.ó.trian guli
tre ne fono
nel
triàgulo.a.c.e.cKvnoe.a.e.g.
laltro.a.c.g.laltroe.cb.
fòlli de foredei
tràgulo
.a.c.e.fano.a.f.e.a.b.c.e.d.c.g.a.e.g.c
quale ad a.f\ e.per cbe.a-f.del triangulo.a f.e.eqleal lato.a.g.del triagulo .a.e.g gii
lato.f.e.deltriagulo.a
f.e.ecqlead.e.g. lato del
triangulo.a.e.g.g.a.c.bafà
de lunogebafadel altro
cofi|èfuacia|cunoej|crefimili\?cqli
pero femul tiplicbi.9.recato a rj.cbefà.srp. los.cbebafaneuera la
fùperficie dedoi tri
anguli cbelajuperficic deb
exagono g.S'. via.ios fà.s*4S.
g la f^'.SHS.
eia fiiperncicdrlo exagono.a.b.c.d.e.f.cómode fopra.
CafiiS 38. il
fùperficie Oc lo
cjag
ijio.a.b.cc1.c.f.e.icx).ia
auJ" tifa oclarifuoi
k vole mnenire.
jTper ebe lo
exagono jédiuidcin jéitrianguli
equilateri rfe i
quali pigliane vno
ebe fìra la
)Ixta parte ebe
fia la ferra
pa» redelaft perfirit
dunqua
piglia.J.de.ioo.cbc.iG'.liqli
mul'
ttplicainjcfà.i^.boradicbeglievnotriangulocbelafuf PRIMVS
7 fìeieftiaepe.ift^cfjefiait fùo
Iato di cbefìa.*-^
periato troua il cateto
ofi multiplica.i.^.in fé
fax É.emultiplica mecca bafì
che meca., in
fé«*frt. .* .de.
il «trailo de.i.
É .reffa.|. de. OÉ .e
queflo e il
cateto e tu
uoi la fu
pft eie pero
multiplica il cateto
nela meta de
la bafÀ cbe.i..recaa
(Stride, llp. multiplica.J.de, S.via.J.de.
P.fa.f^.de E? .de. E -ebefe no eqd ad
.277'» reduci ad vna natura
arai.j. 01 .de.
0.equaliad.4oooo.partip,it.neucne
«48i^-'.i4i.tuaiil
diametrodel tondo .a.e.
cbe.t.cbedeutde.b.b.inpuffo.i.f
f.d.in puffo. I. gai
qtro trianguli.a.l.b.b.cd d.e.f'.f.g.b.equaliefimilipero la
bafà de vno
e bafà detuff
i g il
cateto de vno
e cateto de
glialtri.a.i .e cateto
§ ,1, ce
cateto
adunqua.a.e.meno.i.l.edoicatenf.a..e.e.s.f.i.Uea,.i41.adun' qua
doi cateti fono.ìr.m.£M4Ì.f labafà.b.b.ef3?,i4|.po )é
multiplicbi doi cateti
per vna brtfa.
fa la fuperfictedeli quatro
trianguli per ebe tu fai
efi mul tipltcando
vno cateto nella
bafà del fùo
triangulo neuene la
fupfrcie de doi
irianguRpcbeainelkficundadeirriangulicbeamultiplicareil cateto
nel la metade
labafàneuenela/ùperfkie
de!triagu!o)éguitacbea
muttiplicare doi cateti
in vna bafi
neuenga la foperfreiedequatro trianguli
pero multi' plica.t.m.pj.i4i.reduffo ap?.viap?,i4i.cbefàR,.uoo§. ni
»i4§. gìogni co
k flperficie de
quadrato,b,d.f.b,cbe.i4f
.arai eli lafuperfreie
de loffagcno e
p?.uoo^.p"p offe auere
p altra vìa
p ebe dogn
i circulo multiplicado
il fìio dametro
nel lato del
magiorequadro ebe ci
lépoffa fàreneuenela (Lpficie
del offagGno in
qllo deferiéto pò meà
il diametro cbe.7.1
)éfà,4?.t»49.via.i44.fà.rjoo|.f^.uooJ.elajùperficiedel loclagono. Calia
.41* 25 fuperficie6l
loctaiiono e-rco-ebe firn
il Diametro Del
tendo ebei lcirnimfcriue« €T5Tu
ai perla p«>'
iicecJéte ebe il
Diàctro cbe.7. Da
o faperfiae #
.i 2ooi« TRACT
AT VS adtmquajJMioof.de fiiperficie
de diametro.T.po di
fé.ttooT.defùpfide de loflagono
da de diàetro
del circulo doue
e def criflo.7.
cbe dara.ioo.de ju
■ perfide reca.ioo-a
£j.fn.toooo.\fà.i4oi .il quale
multiplicaper.ioooo.fà ,i4oioooo.e
qnefro parti per.
noo {.reduci pria ad
vna natura fira.48
o:oooo.a partire p
.1401. neuene.ioooo.f ^.delag?.!oooo.di cbe
fra il diametro
del circulo cbe
co tene loflagono
cbe la fua
fùpficie e.ioo.cbe qllo
cbe fé cerca»
iCafttù .42» £lcct9gonocbeillafofuoe.4.i[diamctro del
ciroi lo douecdefcrictoiiuienire.fTDognioflagono eqlU
fportione dal diametro
del circulo doue
defcriflo al fao
lato corno e.».ad.i-m.|3?.i,la fua
tuaiperla.ii. dettelo de
Euclide cbe il
quadrato intrai circulo
de lati g
anguli equali €
il diametro.a.cpo quanto
ledo lineca.b.g .b.c.
per cbe. a.c.eopoffaalangulo.b, cberefloper
la penultima del
primo de Euclide
g ai cbe.a.c.e.t.la fua
pofanca e.4-piglia ta
meta e.i.cioe iy.j.cbe
il lato del
quadrato cbe.a.b. il
quale deuidi per
equali i. piiflo.e.ff
dal centro,f,tira.f. d.paffante
p.e.cbe fia (tmidiamétro.d.f.cbe.i.f .a.e.e
p.'.^.efe tu tirt.a^l«
(i ra lato
de loflagono epo
quanto le do
linee.3.e.rj.d.e.cbe tengono langu'
lo reflo.ft.a.e.e pj.^.cB
mulriplicato in fé
fà.^.g.d.e.e.i.rn.frV , cbe multi
' plicato in
|éfà.i^.rn«5?.i. giontoct lapofancXde.a.e.cbe. £.fa.i.rn.[j>.i-cbeil lato
de loflagono.a.d.adunqua fe.i.m.^'.i.de lato
te da dediametro.i.cbe tedara.4.multiplica.i.via.4.(à.s.il qua
le parti per.i.m.f3?.t.pcb binomio
trouail partitorecofi
mulripHca.z.rn.£.'.i.via.i«J7.j?.i,fà.ztcbe
partitore re ca,8.a^,.fn.64.multiplicap.i.fà.ii8.partiper,i.neucne.64.reca.64«a5l'.J» 4096.muIriplicap.i.(ri.8i>.io48.pofra fopra.64.
IT 1 1 tondo
e vna fupet
fide comprefà da
vna linea fola
la ór cu
fcrétia fa la
fupficie S p
la fupftcie fi
il diàetro eia
circu [èrnia ejcéplo.
£9fll0 .4.1. % ródo che
il fuo diametro
e-7.la circuferéria fé
vote trouaf .iTSappi
cf? p fina
quiancora no fé
trouata ma ferii
do lapreffamento deli
gran geometri plaremo
li qli meta' no
cbe fia larircufrrentia.rrVde.ji.diametri e.^.f
.p.de.j.dia' metrie.|-.de diametro
fi cbepigliàdo.3.diametrie.4.pi.«.cfì fiala
circuferéria. Cafu& .44.
£ldiametrodeltondoc.7.quanton^Iafupcrfieie. C
La fi perficiedognitondoe.J5.de la
pofànfa del fuo
dia metro pero
mulrtplica.t-in fé fà.49.ecjfTo
multi plica p.«.
fn.s59.il qle prip.14.neuene.3si tato e la
fupficie del circulo.
Per altro mó
piglia la meta
deldiàetro cbe .jì , e la
meta de lacircufrrétiacbe.i'r.f mca.3v.via.u.fii'38i.cómodifopra^ molte
altre vie fé
polire. CafuS .4S.
£1 tódo che
la fua fupficie
e^8{ il fuo diàetro iuenire.
C Se dogni
circulo la fLpftcie
fila e.^-dela pofan^a
del dia' metro
adiiqua la pofAnc^adel
diametro e.'j.p.cbe la
fupftcie del tódo
pò
mcà.38'.p.i4.fa.S59.pti!o.p.ii.
neuene.49.fje 49.cbe.7- e
il diametro del
circulo cbe la
fila fiipficie e
.38*. Cafus .46.
€ del diametro
del circulo cbe.ro.fe
ne taglia doi
da vna inca
terminante nella circu
fcrétia [acÉtitadela'linea de
nideute fé vole trouare.fTTu ai p
la.54-del.5-de Euclide dì
le linee cbe
è interfégano nel
circulo cbe qllo
cbejè fa de
vna pte de la linea
nel laltra fua
pte e eqlea
qllo cfófèfn de vna parte
de lalrra lineane!
laltra (ita |te
duqua |éjé meà
vnagte del diàetro
cbe. J.nellaltra ^tccbe.s.fà.tó.S per
PRIMVS 8 chela
Uneadiuidéteediuijddaldiàetroadàgulorefiro ediuifàj?
eqltadHn qua cia)'cunaparteep?.i6.cbe meato p?.i6»có^.i6-(à.i6.dunqua la linea
de
uidenteedacialcunaparte.4.tuctae.s.
CafllS 47- i£o
diametro duno cimilo
cbe.io.e diruto da
vita li ncacbedavnaparte.veda Ialtra.4.
inebepartede
tHdc[i[diametrocercarc.flrPerIap*ccdéteaiite|bcbetti tic
le linee ebe
fé ìrerfégào nel
circulo ebe lapte
de lua nel
lai
trafuapteeeqleaqllocbeféfìidua
Ptede laltra lieanellal/
tra fua p te
g ai vna p
te de
la linea cB.3 .e
laltra. 4»mca.3 . via
4.fà.!i. £0 deuidi'ioi
tale do p ti
che mcaia lua
nel laltra fàci.n.
aduqua di cbevna£tefìa.i.^.elaltra.io.m.i,.eqle ad.i.
E! .e.iz.niiero demeca
Ieco)èfirào.5.mcà.ifejà.i5.tràneilnuerocbe.u.reffa.i3.ft; Rj.13.rn.del
dime' jameto de
le cojé che
fìi.j. vale la
cofà ebe metémo
ebe fìiffe vna
J?te adun"
quafìidcuifoildtàerroi.5.rn,g;.i3.erema{é.^p.p;.i3> /Tafu&
-48- £ vn
rerco def diàetro
dù circulo meato
nel refto del
diàetro 602 .cbefii
il reflo di
diaetro fé vote
vedere. fTMeéti chetucToil
diàetro fìa»3..f.e.i, ^.mcà.i..{à.i. IH
.e qffo e
cqlead.3i.p tip.i. Hi .neuene.ió.e
R'.tó.'vale la cofà.
ebe e,4.cbe.*.del diàetro
gii refto fìi.f
.& fù.S.cbe meato
£.4.(^1.31, aduqua tuffo il
diametro jù.n. Cafus
.49. £dd diaetro
del circulo cbe.ro.
vna liea cbe.of-ne
lega ì-iche parte
fedeuiderafa linea feeercbi-iEFacofimcà le
J?ti del diàetro
luna co laltra
che vna Jte.5
.e laltra .%. mcà.3»
via.t.fa,ir.bora di cofi
fame de.9*.do ral.i.
p ti cb' meato
luna co laltra
faci
»i.mecÌieBvna£tefia.i..mcà.i.^-.via.9*.m.i.^>.fà 9i.,*.eqte
ad.u M .e.ii.nue
ro demeja le
cofe fira»4j- meànn
(e fà.n^.tràne il
niiero cbe.ir.reffa.i.fg.f.
lap?,if5.m»deldimecamétodelecofecbe.4|.valetacofÀ cbefii
vna dele parti
de la linea
e laltra fìi.4|.p,p?,ifg.f ai
cBvna
perte.i4ì.m.p.'.i'c,e^tra f«.4!-.p.S2.
1Vcioevna.3Maltra.69. CaftlS -So-
€T£a fuper fide
Di circulo eaS.cbe
fia la fua
circuferétia- pria p?.
SP.fàcilir. Cafus .$r.
SJfedeltÓdo cbeilfno diametro
e.7. vna linea leua vno
octauo de la
circuferétia cbt leuara
dcla fuper fi'
cieinneuire.iTPer la.40.de qffo
ai ebe li
qtro triàgùli ebe
fono intomo al
qdratofàcìo net circulo
la fupficie loroe|£.
Hoo|.m.i4^fàne.4.fricioereca,4.ap?.fri.i6.£ti.Koo{.f.tó neume.7sf;.ffti.i4ì.t.4.neuene.6§.f ai'f
[otriàgulo.a.b.b.$.vt5fì'rn.6j.
ilqledeuidif
eqlrarai5J.r6H8',"'3fK-r]oratrouaqta (iipfictee fìioredelq-
drato-b.d.e.b.p. fine ala
circuferétia tu fai
chela fiip. ficiedcl
tódo e.38;. p
la 43.deqffo g
p la.40 de
qffo ai cB
il qdrato de tal tóde
e qdro.*4*.traìlo de
}Si.re(ta.i4-fnne.8.pti
fia.i|.del qletra #.isf
V^3k>£'4ìI.m.pS.i8f?5.eta ro
leua dela fuphcie del
tódoleuàdovnoffauadeciraìfrrétia,
£afìlS.S2. £ la
linea letta-f .dela
circuferétia del tódo
ebe il Tuo
dia metro e.7-cbe
leuara
delaftiperficie.iTLalineacbeleua
.|.delaeircufrrétiadenecefJìtae(émidiaetrodeql!o circulo
fé 3f.£o fn.vnofriàgulo cbelaverticefia nel
cétro.g.nelcirculo pò tira.a.b.a.g.f.b.g.fnrafTevnotriàguloeglatero ebe
ciafamo lato fia-3'.tro
uà il cateto
che trouarai effere
p?.§ '?.it qVmcà nella
meta dela ba|d
ebe.ij.
mcàififà^.ilqlemeàcó.g^.fn.isl^.IafualV.eiltriàgulo.a.b.g.borapt glia.i.dela
fupfieie del tódo
che.38^.cbe.|.e.6ì. del qletra p?.is%.aduqua
di che leuàdo.
J.dela circiìfèrentia del
tódo che il
[uo diametro e^.jé
leua de lafuperficie.6.i •m.fjMS^.
CafilS -5>. CXa linea
rectalcua dela circuferétia dnn
tódo ebe ilfuo
diame t ro e.u .la.f
parte epto leuara dela
ftiper ficie fé
volc vedere. CPer
lultia de lipétagohi
ai cn il
tódo ebe il
fuo diàrro e.u.
cB la populea
TRACTATVS dela fùpeirkie
del pentagono da
quello dram fatto
e .$o5i?. $•#
*$ft$t3»!« dela quale
piglia vn quinto
cioè
parti.so6ii.perlapofAnca"de.s.cfi.*s.neue
ne.ioii.borareca.t5.ap?.(ài6ij.colqualeparri.^iijt8iì.neuencpj.8ioiì.€a» j? .i.ioii.p.^.sioij.bora vedi
qto e il
quinto dela fupficie
del circulo che
il fuo diametro
e.n.cbetufita copiglia il
quinto cbe.iil'.del quale,
trap?. dela fc-mma che
£?.8*oi£.poffa fopra.ioi^.adunquaquelta
linea cbeleua.^. dela
drcufrrentialeua dela (upficie.ȓ.?| in.lapj.dela
j orna che
fa p£.8ioi£« pojla
fopra.ioi^.cbequello cbe )é
cerca. £afus. .54-
te odacircSferentia oun
circulo d&e il
fùo Diametro c.7.fc
tagli la quarta
parte per vna
linea recra cbe
le tiara de la fuperftrie
i inuefticjare. fTTuai
per la prima
de (ottagono che
il magiore quadrato
cbe fé pojfa
fnre inel circulo
cbe il diametro
fuo c7.il lato
del quadrato e
fi.itf» cbe multiplicato
in |é fà.i4^»
trailo dela flipnciedel
tondo efi ?SÌ-refra.'4.tl quale
pte p, 4.neucne.;i.g.3..'.ts'ifn4* CTLi
corpi bano tre
dcméfiomrioe largisca logecca
gf fìinditaèfbno de
molte ragioni benebe
io nóneinten da
dire |è no
deli cinq, regulai
i in qflo
traflato jedo fi
corno difjì nelpricipio
del prio bonde
meffraro leqtita dei
lati (t fupficie
e quadrature defji
cinq, corpi deli
quali li cateti
loro fono i
p* portione co
li loro lati
cioè !axi>' de! magiore
co lo fuo
lato cómo'axi? del
1 ninore corpo
con lo fuo
lato qdo fono
dun medesimo gen
ere {? fi
milmen te le
fupficie e quadrature
in vna p portione
il quatro ba|è
col quatro b
afe il cubocolcubo.fi cofi
tuffi glialfri.Etp cbe
nel prio fé
comèdo co le fupficie triàgulari
cbe la pria
fupficie cofi bora
i qffo cómécaro
co lo corpo
de [q tro
bafe triagulare eqlatero
cótenuto data fpera
dicédo delari fi
axif fi del
diic tro dela f
pera cbelcótene.fLa linea
piana eqlla linea
cBfega la) pera
in do portioni
e fa fialide drailare-Et il
diàctro deqllo rirculo
|é intéde la qrita detalclineapianaficofijcgaognialtro corpo
facendo fùperficie fecondo
la natura dequello
corpo-Etquado la diuide
la fpera lanuta
defjalineae
jcmpremediain|>portiouefraledoparridelaxi>' denifoda
quella linea §
la pofànea dela
meta de tale
linea gionta co
la pofànfi de
la parte de
laxif cbe vene
dal centro etermina
in effa linea
deuidente gionte inftemi
fono eqli ala
pofÀnca dela meta
de laxi s dela
fpera fi cònio
e nelle fupficie
piane. .Exemplo eglie
vna fpera.a.b.c.d cbeil
diametro fuo ef.fiilfuoaxUe.a.d. fi
la linea piana
e.b.c.cbe diuide laxif. a.d.inpufro.e.rira la
linea.f.b, dico
cbelapofdncade.b.f.eequalcalapó|ànfideledolinee.b.e.fi.e.f.giontele lor
pofàn^einfiemi per cbe.b.f.eopofjaalangulo.e.cbereflo corno
p la pe
nultia del prio
de Euclide (è
fma. Et fefe
tira laltra linea
eqdiffàte.b.c.deqlla quantità
cbefia.g.b.cbefegi.a.d.in
punffo.i.dicocbe.a.d.
poquanto.b.c.
é.e.l.giótcleloropofrtn?eiiifiemipercfj(èfetira.b.b.e.c.b.flralagu!o.c«re ffocB
nel
(émicircu'o.ft.b.hopofraqllo pò pò
q'to.b.c.fr .cb.fi .b.b.e
eqle ad-a.d.cfi ciafdue
axiJ cj tale
fpera g.b.c.f .g.b.fono
pojleeqlifi egdijfate SECVNDVS
Cafus .f. '
„ % quatto
6afe triangutere equilatero
cbcil fuo ariee
4'Oel Diametro 6
la fpera ebe
il orerie fé
vote cercare. CT
Sappi che dóni
qtro bafè trtagulare
eglatero e qlla J> portio
ne da laxit
al fio lato
eri dallato aldiametro
de la fpera
cri co tene
tale qtro bafèglaxv
del qtro bafe
e aldiametro dela
fpe ra cheil
cótene corno e .s.ad
»; . £ effe poffo
laxi* effer«4.adu qua
il diametro dela
fpera ebeti cótene
e.&.cbe fu co/i
fé Jwa. Tuai
il qtro ba
/e.a.b.c.d.cbelaxu .a.e.§ ileentro
dela fpera e. f.
fenelaxif.aie.neUi . J. §
f? che
cialcunoanguloequalmfreediftatealcmtro.f.tirando -f.a.f.b.f.c.f.d. denecefjlta
(ira ciafeuna eqle
pebe (è partano
dal cétroe terminano
nella cù> eufèrentia.
E t.a.e.cbe [fa
fopra la bafc .
b.c. d. ad
angulo recìo fira.b.
e. $; . de
B-j?cbe.b.f. pò quato
po.b.cg .e.f.b.f.e.J? cri
e.J-.delaxi$'cbe.4*cbeli.J.de.4.
efebei
jèmultiplicatofà.9.cbe la poj«ncade.b,f.S.e.f.e.i» ebe
in (e multi
plicato fa ,i
.giognicó.b.e.
cbepZ.de.6.|à.9,cbeqtola
pofàncade.b.e.e qui to
lapofÀncade.a.f.cbe
fèmidiameno fj; e.j.adunquatutoildiametroe.6. fi
ebe, b.e.fiapr.de.S.tufÀicfi illato
detale qtro bafe
ej£.de.*4.f ileateto filo
b»j.ep?.de.i8.ft.f
dep?.de.i8.eJ32.de.B.cbe
e.b.e.commo difjì ftcbeildiame
tro jppojto fia.6.fT
Ancora fu eliclo
ebe illato de
quello quatro ba(é
era me dio
ijpportione infra laxù
del qtro bafèf
il diametro dela
fpera cioefra.4. c.6.
pò multiplica.4.t.6«fn.i4.e p?.de.»4.e
illato.a.b.cofi glialtri corno
dijò pra bora
p la fùperfi eie
troua il cateto
de vna baxa
ebe fai cbe,illato
pot4. pigliala meta
corno l£.cbe.6.tralIo de.14.rcff
a.«s.cbe e.b.g.cómo dijjì
difo pra cri
ileateto de la
baxa
muItiplica.6.uia.i8.fà.io8.tito
eia fùpficie de
vna bafa ft
tuneuoi.4.reca.4*a.!£.fn.i6.
multiplica .16. via.ios.JR.ip8.elajS.p8» eia
fùpfirie del quatro
bafècfi il Jfuoaxitc.4. Cdfu&
»2» ~ £l
qtro bafe triagulareeqlaterocóteiujrooala fpera
ebe il fuo
diametro e .7.
celato fuo inuefhgare.
fTPer la precedente
ai ebeglie quella
fportionedalaxif al la
to ebe edal
lato al diametro
dela fpera cbel
con tene f
ai ebe la pofànca delaxu
ala pofanja del
fuo lato e
fèxquialtera . parti
.1^:3. per 9.ncume.i.ì;.f laiy.ioi.fira
quadrato. CafllO .5-
sShevno quatto bafe
trianjjularc equilatero cbe
il Tuo lato
e R.24.f.!a;rio c-j-l-J
quantità ebe dal
cétro a ciflfamò
angolo le volc
trcuarc. C!~Tuaii! quatro
ba|c.a.b.c.d.cIxxiajcmiofuo lato ejj?.»4.'
fi laxi;.a.e.t.4.fi ilccntro.f.eucl axi(
fi per cbe
quella prò' portioneeda.a.f.ad.a.e.cbeda-5.ad -
. ebeproportiont jcx quitertia
(ita
♦:i.f.trequartide.a.e.cbc.4>adunqua.a.f, e.3.alaprouaejéd£ cTfocbcvnodilatie^.ii.f.a.f.;.dunqua.f.e.e.i.ptrcbe.a.e.e,4.rianne.a.f, cbe.3.re|Ta.i.f.e.filaxu cade
fopra.e.cbe li doi
tei 51 del cateto
b.g-fi.e.e cen , trod
labafa.b.c d fi.b.g.perla
precedente e j>'.is.pigl:ant.^.ftaR1'.S.tira la
linea.b.f
perlapéuitimadelprimodeEuclidepoqtoledcilinee.b e.fi.c.f. '
tj.b.f,e.:,f f equalead.a.f.cóniepLa prima
de qutffo fu
prouato tf .b.f.po
9-€>ef-po.t.trallode.g.rcfta.S.cbelapo|d.ncide.b.e.cbegiontacoiTilapo j^ncade,e.f.cb'..'-ft-9-f la^'.9.e,b.f.cbeò.f.a.f.3.c.f.3'. d.f.j.pcrcbtudre*
jèptanodalc.'tro.f.eterminanonehctrcufrrétia. Cftfll8 .6»
~ 3 quati
0 bafe triangolare
equilatero cbe e
quadra'
to.ioo.laqnanntaoefuoilatimucriiie.
flTFa cofi trcuavno
quatto bafe cbifia
notoilfì'o axiffl ifuoi
lati fia quello.a.b.cd.cbe il
jiio axi? e(V
.k ./ira ciaf
cu no dei
fuoi lati fV.24.per
die la
pof.a.e.cl7iy.iC%fniV.it»S.delq!epig!ialaterfapreneuene.iSZ6oooo ilqleptip.s.ntucne.^ioooo.f f>'.delaf3;.q.4.t20ooo.eillato. Cafus
.7. gf| Ci
quatro
bafc.a.b.c.d.cbelabafà.b.c.d.cb>eiir3to.r5. d-
e. i>b.c-i4.cd.^.Tequadi ato.252
«la quantità de
lajcb frofcvoletrouarc» (STf
a cofi vedi
qtiàto elafùperficiedelj. bafti.b.
ed. chetro uaracbe.S4.poi multiplica
la quadratura del
quatro ba|é per.3.cioe.:SJ.via.3.fn.K6. parti
per.s^. chela fuperficie
ne' uenc.9.tantofta laxis.a.g.laprouamultiplicalarupcificie cbe.s4.perlaxif cbe-9
fa.756.fi ognipiramide e.^.del
fuo ebeliudro duquapig!ia.j.de,7s6. cbe
cbelindro cbe ,\.e.isi.
dunqua il fuo
axi$ e.9. .Calila
.8» X.4 .bafe
tria'gula.a b.e.d.tbe la
bafa.b.c.d.cbe.b.d.e
.i5.b.c.i4-cd.[
.lajtf-a.g.T-b.g.e.ro.T.c.g.o. epte ed»
S-fe Vole ilieilire.
T Fa cofi rroua
il cateto cacféte
dal putto d.fcpralabafii.cd.cb cadein
pnuflo.e.cB.n.fr cade aprejfo.
c-s tttaiiltriangulo .b.c.g.cbe-b
g.e.ro. fi c.g.9.
fi.b.c.i4« troua il cateto
cadétcfopra.b.c
cbcadeapnffo.c 6.;§.fiilca teto
e^'.4i^?.trallode.ii.re(Ta.ij.m.A'.4^g5.tl qle
mult:r!icaif3.iss4iVm«
55.25638^4» al qle
giognt la poftinca
de la dcfrrctiacbccda cajbde.f.
g.al cateto.d.e.cb'.i.^-.il qle multiplicato i
fé fn.r.^.gióilo có.i35^5.fn.iS6^|.
adunquadicbs.d.g.rta.iS6|^,m.^.i363o^|'.cicef>'.delrcnianentede.'isd fìl.trafirone
^.«638^1- CafuS. tf.
SEGVNDVS io 0
quatto bate triturare
cquiTafero'a.b.c.d. d&e ci^-
fcunafuabafae.b.c.dz.b
d.e-TS-b.cJ4.c-d.F. * texis Tuo
.a.0,e.8.b.0.ro.c.g.9.'r.d.g.^.oel
remanétcde-iSc»
^?.trairacrone5?.z;c-38^|.oel3ti.3.b-9.ca.d.cerc9rc» C
Voljc pria trouare.a.b.cbeperla penultia
del prio de
Eu elide pò
gto.a.g. g.b.g.cbecótengano làguìo,g;cbe
erefirp ft.a.b.e oppofraa qilo
pò multiplica.b.g.cK e.io.i jè frwioo
.poi multiplica a.g.cb'e.8.i
fefa.64.giogniif1emifa.164.ft
fr i64.e.a.b,borap.a.ocfi pò
%
tò.a.g.f.cg.multiplica.a.g-cKe.s.i
(èfà.64.poijnultiplica.c.g,
ebe e.9.1 (è
jìfSi.giogiii ifiemi [ìi.i4s-f
la.!>M45-e.a.c.bora f .a.d
.cB pò q
to pò. a«g.tt.d.
g.pcro niultipiiea.a-g.dì e.s. in
fé fn,64.giogni co la
populea de .d.g.cbe
e*i36|^-.ni.n^i365S^(^^o^|.m.iV.i36}S^.tantopo,a,cl. f -a.b.
e £• i64.S.a«ccp?.i45.cbe e
quello ebe fé
domanda. CafilS .IO»
PI iti quatto
tafe ttiangularc equilatero .
a.b .cd« che
j
a.b.c.2o.a.c.i8,a-d.!C!'b.d-c.L«b.c.i4.d.oi5'del-fuo ajti&«0.g.fe volc
cercare* fi[ Fa
cofi troua il
cateto de labafub.od.
cadete fopra.b.C. cbefrcuaraieffere.ii.f cafcaapjjo.c.ad.5. efie-d
e.boratro uà il
cateto dela fàccia,
a-b.c-ebe cafea pure
fu lalinea.b.c.a prejfo
.c.4. e . S.cbe
trouarai il cateto
efferefr^J^cbc.ai.piglia la defrré
tia che eda.4*.ad.5,cbe ce^.
multiplicali in fc
fn.Jfy.trallodelapofdngade
a.d.cbe.is'6.ti-anne.4J),re)la-i55^.!inea.i,cgdiffantc,d.e,cbefia.i.b.cBepur u,
multiplicalo in fé
fa ♦i44'€ ai
il
triangulo.a.b.i.cbevnodefùoi
lati pò 3os»elaltrctpo.i!;$|*,e laltro
po.i44.trouailfuo cateto cadente
da làgulo a.
fopra la
baxa>h.i»cbepo.i44.giogni,có.J5s£'*,fà.399ì'*. del
qle tra la pofaiv
ja de.a.i-cbe e^os^.reffa^f *,ilq''c parti p lo
dopio dela bafela
ba& e.b.cd.t.b.d.e.rs.b. .r4-.cd
n.2la;tif.a.g.o.c cade béttodilelinee ola ba jfìvna
Ifnca piana taglia DelaxB-i.cbeleuaradelaq !'drstnrade!;4.b9fe-rQuadra la
baf ìlquale pti J? vno
ne veti. 48.S-48 .
eia pofinja del
diametro dela fpera
ebe contene il
cubo aduqua il
diametro delafperaep?.de.48.Eper ebe
meglio lo intenda
tuaiilcubo.a.b.cd.e,f.g.b.tira
la linea.a.d.1aqle pia
perniiti madelprimode Euclide
pò quàto ledolineca.b.fj.b.d.cbe ciafeuna
.4. ebe multipli
caca eia faina
nife egiontc infierì)
ile multiplicationi fan
o .31. duqua
la pofànca de-a-d.
c31.fi fé tutiri.a.b.
p quella medeftma
ragione pò quanto
le do linee,
a. d.ft .d.b.cbecontengano langulo.d.cbereffo f£d.b.et'
4.cbepo.i6.ft.a.d.po.jx,cbe
gionto con.16.ft.48.cbe la
pofànca de.a.b.la quale
linea paflfa p
lo centro del
cubo e de
la)
perafPlangulo.a.elangulo.b.
cótingano la circùférentia
dela f pera
aduqua.a.b.e diametro deta
) pera eia
pofànca fiae.4S.fi circuì
aiue il cubo
cbela populea del
fuo lato ci6.dj.-j.
dela pofànca del
diametro. - jCafua
.!$. "Wa fpera
ebe il Diametro
fuo e .7.
ebe rireumfcriue vtio
cubo circafè la
quantità odiato del
cubo. fl£"Q ueffa
e euerfà ala
precedete per ebe
tuai il diametro
de la fpera
cbc7.fl cerebi illato
del cubo tu
fai d5 glie
qllaf por rióe
deh pofànca del
diametro dela fpera
ala pofànca del
lato del cubo
ficómo.3.ad vno fai
la pofànca deldiame*
trocbe.49.cbe.t.mulripliatoin|épcro
difè.5.fùjfe»4g.cbe fèria vno
mul tiplica vno
via.49.fn.49.pti
p.3.neuene,i6^.ff .i6f eia
pofànca del lato
del «ubo fi
ebe ài ebe
illato del cubo
fia JV.de.i6fp. che
còrno difjì la
pofànca del diametro
dela fpera e tripla ala
pofdnca del lato
del cubo. £afus
.16. SECVNDVS tt
'• |: Cafùu
.16".
fìcubocBcdrcófcrictoda vna fpera
d3e il filo
Dia' metro e.7.laqjtita
oda faefictefe poletrouare.
idoprieqra!icbcneuene.t4%f
laR'.Mj.dlcbe fcpktoloQobili rràngulare
deferito nelajpcra che
il ji 0
diametro e.J b
ui (/e y
Vi /*/ TRACTATVS
perta.K.cTel. 15.de Euclide
fè£ua. CafilS ,22.
"" £3
ailocrobafctriangularceqiiilatcrocbe.+.pcrta Do
la quantità oc
la fupcrficie fé
volc trouare. SI
Tu ai per
la fécunda del
primo ebe quando
il lato del
tri
aiiguloeqlateroe.4>cbeilcatetode
quello tiianguloeijj. !
J.f ai p
quella che a
multiplicare il cateto
nel la meta
dela bafa fn
la
ftpernciedeltiianguloadunquamultiplicando il
cateto in ofi
o mecce ba)é
netterà ofio taanguli
che /ira la
fupcrficie de lo-
fio bafe pero
piglia la meta
dc.s.lati de lofio
bafecfi e ciafcuna.4.f -S.fira no.3i.pigliane la
mita cbc.16.cbe fono
ofio mecce bafe
il quale.tó» fé
volt re care
a pj.fc ebe
fé multiplica col
cateto cbepj.12.dunqua.i6.in fe*fn.is6«
il qle niultiplica^.u.(ii.3oji.Sla^'307i.fira la
fuperficie de lofio
bafe predetto» Cafuo
.2V £ locto
bafe triàgulare ^tenuto
cala fpera che il fuo
Diametro cria quadratura
oc locto bafeinuenirc»
fTTuaiJila.K,deq(!ocbeillatodetaleofioba(èe^'.24^, mulfiplicalo
i fé fn.i4i«cbe
bafà ifra do
piramide ebe vna.e
a.b.c.d ■€ ialrra
e.a-b.c.d .fé .e.f.c
diametro dela J
pera § e,
t. _ pero
multiplica't.via.J4i-fà.itiI;f .
Euclide nella.9. del.u.
>roua ebe dogni
cotona tonda la
piramide fuaejfere.f.deffa colónaf
fi- milméte e
do gni piramide
al fùo cbelindro
la ,pua tu
ai il cubo.a-b.od.e.f. g.b.del
qle ilcétro e.K.fè
tu tiri da.fc.ad
ciafeuno angulo fnraffe,6.pirami' de
ebe eia) cuna
fira.£.de la qdratura
del cu-bora diuidi
in doi pti
eqli qffo cu.deuidcdo.a.e.b.f «Coruna linea
pafc.nte p.K.cbe fégara.c
,g. g ♦
d b. per
eqli ebe firadiuifo
il cu.in dotati
eqli.
a.b.c.d.l.m.n.o.dicocbe.a.b.c.d.fc.
fii'amidecbe.t.detufioilcu.e.ì.delametacbe.a.b.c.d.l.mtn.o.cbee.cbia ro
ebe dogni tigura
corporea de linee
e^diffanti la (ùa
piramide e-;, dela fiia
qdratura«adunqua
Mai.rri^.cbemultiplicato il cateto
cioè laxunela fu
perfteie dela bafa
fà.tìfispiglianc.j.cbefira.st^.jjodiicbe
tale ofio bali
fia qdrato.$7|. CafuS
.24» Sto loctobafe
che la fuperficic
e.ioo- od Diametro
oclafpera ebe il
colitene fé volc
cercare. CTFa cofi
tu fdicbelofio bafea.s.trianguli eqlatcri
pero fi de.ioo.s-f
tiefi fiia.n^.poi di
eglievno triàgulo ebe
la fupfi eie
fua e.n^.cfó fia
il fuo lato
poni ebe fia
p lato.i.^.troua il
cateto cioè cofi
multiplica-i.ap?
fà.i«;i.ptiper,Jf
de.È.de.H.neucnep?.dc^.S33|.tato
e il lato
de tale.s.bafè cioè 5j.de 1>-S53v.e
la pofancafua e f$J.8J3|.e la pofàn
cj del diametro
de' a spera
ebe colitene lofio
ba)é e doi
tati pero radoppia
corno f?.fn.5333i>€ la pofdnjadeldiametrodunqua il
diametro delaspera ebe
cercamo e f?.dc5?.3333j. CafllS
«2S» "ì ©andò
locto bafctriangnlarcfiuTe quadrato
.400. d cr
Diametro Oda (pera
ebe il colitene
feccrebi. KTFa cofi
troua viia |
pera ebe il
diametro fia noto
di ebe fia
ij.S per !a.!4.dcqffo
da dequadratura de
lofio bafe-st^re ■ca.tapj-q-fà.543pcro di
cofi fe.pomone auéteil
meaog doi (Tremi
chela tnagiore pte
e il lato
del.u.bafè pétagonali fnoinonauemoillatodekubo nel
diametro dela fpera
ma alien 10
la magiore' parte
del Iato del
cubo cS.4- €
e lato del.n ,
ba|c pò diche
il lato d
elcu.(ia.4,p.i..multiplica-i..p.h
Ss! .poi mu!tiplica,4>i fé
fn,té»tu
ai.i6,eq"lead.4..48» fé tripla
ala pofanca del
cubo
aduiìquadeuidi.4S.per.3.nenene
rt.f.ió.elapofdnjadel cu. cioè
del filo lato
adunqtta e^.il lato
de! cu.pero denidi.4.
fècódo la p portione
auentemeceoedoiffremi cioè cofiche
vna partefia»i.^>»efia la
tnagiore
partee[amiore»4,m,i»'#>,mHÌtiplica.r.^.inféfit,r.l3,muitip!ica.4»m.r, ^,via.4.jn.iC'.rn.4.tuai.i. É
.eqlea.tó,m,4.^.re^orale
partiarai.r,
lÉl«e.4..firano.*. multipli»
. in
féfn .4. giogni
alnuerocbe.té,fà.2o.fè^o.!fui,valela.rn.(32.36i4. aduqua
dirai che il
lato del.ii •
bajè pétagóali iyeriffo
nela jpera cfó
la pofànf a
del fùo diaetro
e.si.fia
»5i«m.^.3ói^cioelapofiincadellatodelabafdcb'ilJ»pofÌo. CafuS
.2$. K-.iijbafepétagcnali equilatero
ebe il lato
faoe-4» defaeprita delafuperficiefua uieftigare.
CTuaiche nel«u.bafé pétagonali
ogni bafà e
pétagona f effe
di£Jo efi il
lato de ciascuna
bafa e.4.g tu
voi la fùperficie
de cjfTe . b,
bafè.Troua prima la
fùperficie de vna
efi atper la,9.del.i4»
deEuclidecbeli.|.deldiametrodel
circulo che circiucriue
la bafà pentagonale
multipltcari in cinque
féxti de la
linea che foéìto
tende langu!o.pétagonico,pua che
(àia fùperficie del
pentagono. Et io
trono che a
multiplicare.|.del diaetro in
ruffa la linea
che (off o
tède langulo pétago
nko(nqultoli,|,nel!i.i.Peropieliaro
quella de«§. deldiametroin tuiìa
& foff o
tède lagulo pétagonico
cn più fàcile.Pero
trono vno pétagono
c)5 il diaetro
del circulo efi
il cirf cu;criue
(la noto metào
$ il diaetro
del circti lo
fia'4.c)5 da de pofànca del
lato del pétagono.io,m.$'.io.ela pofànfa
del diaetro del
circulo che il
cótene e.16. piglia,f.de.i6* e.6^.hora
dimo cofi fi
io.rn.i2.20.me da.6|«cB me
dara.4-recaa
pj.fà.iC">.multiplica»6£.via.tó.fà.usooo.e $>.dela
(orna cB fn
pMisooo.pofJa fopra.400. e
la (upftcie dùa
ba|*. Et tu
ne voli-i2,reca.r*.a f52.fn.144.il
qle multiplica co
4oo.fn.4.cfi e la
dimàda» Cafus «29-
Stoil.i2.bafcpentagonaiicbeiiruoIatoe.4.laqu9 di
attira fuainuenire. IfFacofitrouail diametro
dela ) pera
ebe il rircujcriue
cioè cofi tuai
p la precedente
ebe la linea
ebe jòffo tende
langulopentagonico e gMo.p.i.reca'
lo ap?,fà,i4.pp».3io.cbe lapofÀnja
de la linea
ebe foflo té
delangulo pentagonico che
e equale ala
pofànca del cu.de
aiff o in
quella medtfima fpera.
Et p lultima
del.15.de Euclide ai ebe la
pò anca del
diametro de la
) pera e
tripla ala pofànca
del lato del
cubo dej ca-
ffo in qlla fpera ff
la pofanca del
lato del cubo
fé diff o ebe .14- p-
p.po. la qle
pofànca multiplica p,3.fn,7J.p.[jìM3so. tato
e la pofàn^a
del diametro de
la | pera.bora
trouail diametro del
circulo doue e
deferiffa vna dele
,k. ba)é paragonali
al modo già
diffo ebe fu
il lato del
pentagono ebe la
fùa pofànca era.16.cbe
fìi diff o
effere la po)\
cioè
Ìfc-5ir63oooootff^59649t80oo.§j3?.5ifl94i4oo.pofiofbpra de
.64000. cbeilfpoffo.fTEl quinto
corpo rcgularecirciìfcriffo dala
fpera eil.io.ba Jè
triangulari equilatero del
qle ilati \uci
fano dala j
pera cioè dal
diametro dela |
pera cK il
circii fcriue g
p lo lato
fa. il diametro
dela J pera
f p lo
lato la fupjicic
g p lo diametro e
|>
lolatoeperlafupficie|ètroua
laqdraturafua. Dalila .30*
3fa ir.20.6afe premito
oala (pera che
il fixo diametro
fia.r2.0el fuo lato
fé volecereare. CPer
lultima del. 15. de
Euclide fa vnalinea
ebe fìa.a.b deh
qntita del diametro
dela | pera
ebe e diffo ebe e.n.f
diuidilap equali in
punffo d.fi dejcriuiil)èmicireulodelaquàtitade ad ebe
fia a-e.b. ft fbpraad.a.menafa ppendiculare.f.a de
la quanta de
.ab. X dal
punff o.f tira.f.d.cbe
fegarail (èmicirculo.a e.b.in
puff o.e.ff dal
puri 1 io.e.lineala
perpédicularefopra.a.b.cbefafegiin
punffo.c.garai doi tri-
anguli limili' a.f.d (F.c
e.d.fpercbe langulo.a.del triàgu!o.a.f.d. ereff o (f
Jangulo.c.deltriangulo.c.e.d.ereffofilanguto.d.deluno eangulo
delatro fi ilati
dele bajé fono
in fportione adunqua
denecefjìtajangulo.f. e'equa le
alangufo.e.cóciofla cofà cbeciaf
a.g.a.d.g la pofanca
de.a.f.e.144. S la pofinca de.a.d.e.jC'.cbegionteinfiemifnno.iso.f la.iy.rso.e.
f.d.cbe erranti deh pofanp de
.a,d.cbe.36graleproportióteda.f.d.ad.a.d.cbe eda.e.d.ad.cd.fì.e.d.e quato.a.d.cbe.6.p cri
eglie femidiametro ebe
la fiia fofrtncae^64e-ì'W»ti^flAp0f«H*-giogriici la
pofìtneca de.a.e cH
.i6,fà.4o.p.. p.3io.tantoelapo)dncade.a'b,cfi e
diaetro dela spera
ebe cotene il
corpo de.io.ba)étriangulare equilatero
cioè pj.de la sómaebe fa $
>de.3io« poffa (òpra
de,4o .e i
l diametro dela
spera ebe e
quello che fé
dimanda. Caliti .32*
% cozpo oeao.bafétriagulareequiraterod&eeper ciafeuno
fuo lato.4.oeta fua
fuperficic reperire. ffTtt
fai che ciascuna
bafc del.20'ba|é triangulareeqlatera f£
e.4*p tato §
per trouare la
fùa fuperftcie bifogna
trouare il cateto
de vna dele
ba|è. Tu ai
per la prima
del primo .che
ileateto
deta!etriàguloei£.u.f!efledì3ócbea
multipli'' ■careil cateto
per fa metade
la bafàneuenefafiiperrkie de
tuffo il triangulo
ebee
vnadele.*o.bajédef.ro.bafé|>pofto
etti voilafupficiede.io.bafe adii qua
piglia fa meta
de.io.cfi e,ro.ba)efl jài
che ciascuna e«4.
efi fano.40.re calo
a {$z.fn.réoo.per ebe
lai a muftiplicare
cu £?.». multiplica.K.
via.1600* fa.19100.fi la
pj'igtoo.e la fàperneie
del.20.baje triagulare efi
il lato fuo
e»4» CafiiS Al*
£I.20.bafé triangulare equilatero
che la fuperfiefe
fuae.ioo.quanto eillato fuo
fé vote cercare.
fFPer la precedente
fé diffo ebe
fé illato devnabafrtc.4ilquale parti
per,48-neuene.S3ji.f fa gj.defa
5?.S33*-di efi (la
periato il^Otbajé triaginlari
equilatere efi taftiperfictefùa e,ioo.
Cafua .'4. X*2o.bafe
triigufare equilatero che
la fuperfide (uà
e.ioo-oel Diametro oelafpera
ebe il ptene
fueftigare.
CAi|)erlaprecedente.cbeil.ip,bafecbea,jc;o,cleftipefficìe TRACTATVS
che illato fuo
e#.de.p?.s35j. Et per
ta.3ì.del fecondo ai
cheil.to.bafé che il
lato
e,4.deldiametro.4o.p.f>?.320.Etper
cbetuai illato cbcefy.defs.'pero reca.4.a#
deiJ\fà.2S%ft
reca,4o.piuR\320.af>,.fà.f9io.p\i3.\5[i4oo. Et
ai 1920 più
ji'.su4oo.bora ài cofi
je.156.de lato da
de diametro, t910.jVR2.SiV 4oo
che
dara.S33;-.ir)ultiplica.S33].via,i9iojn.ioi4ooo.il quale
parti £.156 neuene.
looo.bora re«a f3>.S53\fii.is4444*.multiplica con.su400.fa14 5ft4$33JJJJf -il qualeparti per,i56.recato a
fi'.cbe e.65536. neuene .ui39S8?/§.
Et ai 4000.
p.{£tMJ39S8?vf.adiiquadicbeil
diametro ouoiafjìf dela
jpe ra che
circo j erme
il corpo dc-io.bafc
triangolare equilatero cbelafuperncie cioo.fiaj5.de
j^.dela
jómach:"fài^2ii3958*!:j.poftafopra»4ooo. Cafus
• S» X..2o6afctridgularecquilaterocbe illato
oeciafcu na f«aba6
e >4..ocUqnadr -jiura
fila cercare 8£Tu
ai per la.3i.del fecondo ebe
jè il. 10
bajè' triangulare il
lato fuo.e,4,che il
diametro dela JperacbeilcontenceR;. dela fomma che fa£\32o,pof;afbpra.4o.adunqua deuidt
in do parti
equali.40 \tyy-o fa
coftreca.i.ajy .fa. 4. para
4o.pei'.4.neucnc.to.poireca,4.a».fà.ió.pti.3io.per.i6.neuene.20.£tai.to» p.^.to.cbc
e mcjco diametro
de la j
pera cioela pofttneade
la meta de!
dia metro bora
troua il cateto
de vna bafd.del.io.bajé che
il lato fuo e.4. Et
£ l a
prima del primo
ai ebe il
cateto e fy.n.del
quale troua il
centro ebe ene
li.f.po multiplica.f.in (efà.*
li quali mulfiplica
p.n.fn. 43 -parti
perirne' itene, i.cbe e p?.dcfidoi tcr^i
de,i?:,i».traUode.io.refra41pfJ?-?o.il quale
multiplicaconlafuptrrtckdel.20.bafccbeai.r.ela.53.del|LCOiido chela
(u pernciedetale,2o.b ifé
ePM9:oo.deii quali piglia vno
tei $0 Como jj?.
reca
3,aft.'.f7i.9.parti.i9H>o
per9,neucnc.y33^i quale multiplicaptr.4?.fà. 99 5S^horareca,ii33iaf>\{à.4^io(>;r).eqiuffomultipiicap.Jo.fn,cjo:2i22|.adu qua
di che quadrato
il corpo dr-io.bafe
triangulare equilatero che
il lato deciascuna
|ùa bafd e«4,cbe
la quadratura fiafS.dcla
fomma che fi
fS.910 ii»i$.pofta fopra
de.99555.cbe quello che
je dimanda, CaiUs
.;6. t(tc ih
jo.balc
triangularcequitarcro die la
fm qua- diami
afia.4-oo*oelaquamtraDdlaio
oelefuebafe cercare. CP
er la precedente
ai che il
lato del .lo.bafè
che e.4.da de
quadratura del.io
bafÈft.'.de!afemmacbefà
{5.91021x11^ poffafopra.995s5«adunqua/é.995$3;.p.fi'.9ioiii22i, de
qua- dratura da de
lato.i>.reca a R.cuba
fa, 4096 .bora di
cofi (é.99SSJ;-piw $?'
91022222=. de quadratura
da de lato.4096.che
dara.4oo Squadratura re
caloag,>.fà.i:-oooo. il quale
multipiia per .4096, frt4655360000.il quale
parti per.99>5f5.p^^?.
91022211*. Etpercbee binoinio
troua il partitore
cofi
multiplica.99557-P-P?.9i02iiii^via.99$$?i.m. # .
91022122,?;. fa .so9o864jf .
che e partitore
bora
multiplifa.995>'I7-Per'6S53&oooo.
recati prima anoni.
fà,.6iS43i3o^ooooo.il quale parti
per.so9o864af .reca ad
oflanftmexi'
mofa.655360000.col quale pa1ti.5i84s1504000000.neuejte.806400.tie' ni
ameute bora reca a 5s.655360000.fa .4194967297600000000. il
quale mulfiplica per.91011t21f.reca prima
ad vna natura
cioè, ad oflatuneximt
jn,i5649 4o ?i527S852Sooooooooooooo.eqiie)to parti
per.so9o864g/.re' catoa r32.fn.419496b9600000000.cbe neuene.597i96Sooooo. adunqua
di che il
vinti bafé triangolare
equilatero che la
fila quadratura e
.400. fia per
lato £?.dela 13j.cuba.del
remanente de.So64oo.tratone la
radici ,59719 ósooooo-cioeillato delefùebafe
fia fcj.dela 6?.cubadel
remanente de .80
6400.traflonelafy.597196800000.cbe
e quello ebe
fé propo/é. fHauendo
diflo de cinque
corpi regolari contenuti
da diuerfè fperele
quantità de lati
e fuperficie. Et
quadrature loro. Me pare in
quella vltima del
(écondo douere direfobreuita
delati de ciaf
cuno contenuti da
vna me «Jejima
| pera. Adunqua
fia la [pera
che il jiio
axi>- fia .b.
fi commo ,tuai
nel SECVNDVS iS
luftima det.r3.de Euclide
che fideniojfra ne!
fémicìrculo deb fpera
conte> neretufti li
cinque corpi regulari
per linee per
le quali jè
prona il lato,
del.4- bafè triangulare
equilatero efler h
pofànga fra Jéxquilatera
ala pò finga
de iaxi:delalperacbeilcontcne.Etlapofdncadelaxis e.t44.adunqualapo finca
del lato del.4-bafè
triangulare e.gó.chee jéxquialtera>Et per
lultima pure del.15.de
Euclide ai cbe
la pofctn ja
de laxis de
la fpera e
tripla ala po'
finca del lato
del cubo in
quella dejcrifito adunqua
il lato del
cubo fia £?♦
4S- Et il
lato de lofto
ba)é triangulare ai per quella
cbe la populea
delaxis
delafperacbeilconteneeduplaalapofttncadellato delofiro
ba(éela pò* finca
de laxis e.r44.dunqua
la pofianca del
lato de toffo
ba(é e.f-Et il
la' to dtl.ri.bajè
pentagonali descrivo in
tale spera commo per
quella fé prò'
uà cbe diuidendoil
lato del cubo
in quella descricìo
fecondo la propomo
neauente meco e
doi jrremi cbe
la magiore parte
e il lato
del.n. bafe penta gonaliil
qua!epo.p.m.jj.i8so.Et{2.delremanmtede.p.tta£ronepj.i8' So.eillatodeUj.bajé pentagonali
contenuto datale fpera
cbe laxis (ùo
e n-Et il
lato del.io,bi|ètriangulari in
quella
descrifiroaiperla.io.de que- frocbeilfuolatoep?"delremanentedeti.trafrone j?.K)56f. Et cofiaì ilatì
de cinque corpi,
regulari contenuti dala
spera 'cbe il
fitoaxis .tt.il »4»
bajè pj.de 96»f
il cubo epj
.48- f lofto
ba/è $j".t».€ il
.p. ba(é £♦
del rema-' nentede.ti.traflone $>.Jsso.f
il. io.ba|é b?. del
remanente de .71,
traflo' nepj.io56f. flTHora
in queffo terco
fi commo difji
nel principio del
primo diro la
qua tifa de lati defjt
corpi contenuti luno
da laltro Et
quanti ne cape
in lunoe quatiinlaltro.Etpoidiro'dela spera
la /«perficiefqdraruraf
alcune deui- fionideaxisfdeta fuperficie
ft quadrature fncTe
da linea piana
cioè linea juperficial
.Et de tramutationidespere incubi^ de
cubi in spere
» Et cofi
de spere in
coni ouoi piramide
f de coni
in spere» Coltra
(j e qneff o
daremo modo co
regule optime a
fipere per vna
fècTa ouer chierica
leuata da vna
fpera perla fua
corda e fietta.nora
fipere retro^ uaretutta
fua capacita ouero
aria corporale. E cofi de
li altri corpi
rettilinei o vnifòrmi
e ancora de
quelli lecuibafi non
fonno fémpre equilatere
ne e4' angule fi
commo quelle del
corpo de.p.bafì.dele quali
*4-ne (bnno trian^
gole de doi
lati equali e
terco
inequalee«4s«quadrangole de lati
oppofitì magiori equali
corno a pieno
al fro luogo
fé contene materia
in la pratica
molto jpeculatiua f
cetera. farne .r.
0cto Wc contenuto
M quatto bafe
triangulare equilatero cbe
il fato filo
e» u.det lato
de locto bafe
tri [augurare cercare.
ìffÉa cofi tu
ai il quatro
ba)é triagulare equilatero
.a.b.cd. 'i cbe
eia cuno cieftioilati
e.rc.diuidi ciascuno lato
per equa L>
li diuidi.a.b.in puncìo.f
.f.a.c.in pimelo .g.f.a.d.
in pun '
ffo.b.ft'b.c.ir. punfto.i.f .c.d.in
piìcllo.K.f .b.d.inpuncìo l.
Et per cbe
fi difto cbe
li lati fono
cquali per cbe
e equilatero ft
e ciascuno .e, e
ciascuoe diuifo per
equali in punfifi.f
g.b.i.fc.l.fira ciascuna
parte.6.cioe.a.f.a.g.a.b.
f.f.i.i.RK.g.gi.i.l.l.f.f.K.b.b.'.l.Kadunquatirando.f.i^.deefferediame tro
de la spera
cbe circimscriue locTo
bafé perebe paffa
per lo centro
§ termi nanellianguli
opofTi.f.fc.poi tira«b.n.cbe fia
cateto dela bafd
.b.c.d. ebec R.tos.f
laxis cadente da
Lingule A-casca fu
la linea b.n.inpimcTo.o« cbe
fia.a.o.fV,.36.trane.^refra.J4ch'
la pò
fitnga.de.f.m.f.b.m.po.D.tplapenultiadeEuclideaiefe.f'K.poqtoledo Un^e.f.rrj.f.m.K.f.m.po.H'f'm.r^.po^e.giogniinfiemi^.e.t*-^'?*. TRACATATVS cr5
eia pojfa.f.R.cbe diametro
de lofifo bajè
g dela fpera
cheit cìrcufcriuc p»
fante p lo
céiro Stermina neliàguli
de lofto bufè.Ettuaicolapofdncadel diametro
e doppia ala
pofanja del lato
de belo ba|é
da qllo cótenuto
adi qui deuidi.ti-per
equali fta.36.Su2-j6.di ebe
la per lato
loffo bafe triangu
lare ebe .6.cótenuto
dal qtro ba)è
triagulare che ijuoi
lati e eia]
ebedùo e.n. Malusi
.2. £nel cubo
ebe .i2.per lato
fedeferiuc il quatto
bafe triangulare eqiatcro
il fuo lato
te vote mnenire.
fTuaiilcubo.a.b.c-d.Sf
g.b.t.tira.a. e. diagonale
S>a.£.
S.c.g.a.i.c.i.poitira.i.gdiagonaleS'i-a.ic.fa.g.g.cf J>
ebe il lato
del cu.eciafcùo.ii.ptro per
la penultima del
p'mo de Euclide
la diagonale.a.c.po qto
pò lt do
linee.a.bS-b-c. gionte le
loro pofiinjeinficmife)fe ditto
cbe.ab.e.ii.rt.b. cu. multi
plica
a.b.cbe,n.in|efe.i44.f.b.c.m)e^i44.cbegionttinfiemifà.i88.f p.xss»
e.a.ccbe vno de
li lati del
qtro ba|e triangulari.a.c.g.i.adùqua il
quatto ba Jé
triangulari eqlatero contenuto
dal cubo ebe
ilato Juo e.n.
il lato del
qua rrobafèegr.iss.commo vobmo,
£afll& •'• €>ctobafe
tnàgulare equilatero cótenuto
dal cubo bcc.i2.pei
lare il lato
de locto baie iuucuire.
C -Auendoilcubo a.b.c.d.f
g b.i.ilqualecótcnevnocor podeocto
ba)i triJgu!a;icqlattronel quale
perla precede' reciaitru
flo vn corpodt.4.ba)ttriàgulari cbeifiìoilati
ecia |'a;nop,',j8£.f ai per la
pria deqffo ebeametere
locTobafé triangulare nel
qtro bajè triangularc
|e diuide ciafeuno
lato per eqli
e qila gtita
e il lato
de loc7oba|è triangulare.
Et aucndoadtaiqua nel
cu.cbel fio latoe.n.meffo
il quatro bafe
ebe il lato
fuo eRMSS. pero
diuidi JJ.'.jsS'per eqli
còrno ^'.neuene^.ri.f.^.ri.fia per
laro loctobafe triangulare
eglate' ro cótenuto
dal cu.cbc.n.per lato
ebe il propofto.
£afU0 .4« X
coipo albo ebe e. 1 2.per lato
cótene vno cozpo
de 2o.bafètriagiìlare cquilatcrcil
lato cercare. ITSappicbe
illato d( ffo
cu, deuifo (teudo la
f portioneaué te
me^o S doi
(fremi efila magiorepte
e il lato
dele ba|c del
lO.baledcfciicloinqucllorti.Sfìi
difrocbcillatodtl cubo era.u.perofàde u.doparttcbemultiplicatala miorei
tutto it .(àcci
tanto quanto la
magiore parte in fé
adunqua di ebe
vna parte (ia «i»
^>
fJIaltra.n.m.i..elamagiorefia.i.^>.multiplica.i..ife^i.i.IS.poi multiplica.n
m.t.^.vii.i!.fn.i44.ri!.n..(irano.c.multiplicainrc^i.36. giogni
col nfiero cfi.i44.fn.i8o.f tj'.iso
m.6.valela..cbemetemola
magiore parte fi
ebe di ebe
il lato del
io. bafe triagulare cqlateroef$.'.rso.rn.6. ebecó
tenuto dal cu.cbe
il Lato fuo
e.n.Ma per ebe
Euclide nò dici
che il dicìo
cor pò |é
tneta,nel corpo cubico
pero vederemo prima
(ènei cu|è pò
colocare il coipode.io.baje triagulare
ebe continga co
tuffi glanguiijiioi la
fùperneie
delcubo-Dejcriueroil.io-bafetriigulare.g.b.i.H.l.m.n.o.p.q.r.f.fldella- to.gb.il
centro fi.o.a.cioe lanuta
del lato ftdellato
p.K.ilcentro.b.del la' tò.q.r.
tfcétro.c.dellato.n.o.ilcentro.d.dellato
.(.i.ilccmro.e. del lato-I.
m.ilctntro.f.f
lolato.g,b,eopoftoa!olato
p.fc-S fono egdifTanti
Io lato q,r.e
opofto a lo
lato i-f e.fono
eqdiffanti lo lato.n
o.e opofto a
lo lato.l. m.ejòno
equidiftàti tira dal
puffo.a.la
Imea.a.b-dalpuiicto.c.tira.c.e.dal
punSo.d-la linea df-le
quali fono tufte
equali |è interjéganonel centro
tufte adangulo recìo
cótingendo li loro
lati adangulo reff
o tu ai
deferiéto il.io.bafe triangulari
ebei tre afjìf
pi ffano per lo
cétro e fono
fra loro eq
t. Defcrinajè bora
il cubo che
ci i| cimo
Ino lato fia
cquale delaxis.a.b-cbee cqualeagli litri
ce-d -f.il qualecu.fh
11.3.4.^.11,11.15 14. poi piglia
il cétro deciaj
cima fua fàccia
che
fnno.6.iqualicétrifitno.t.ux.y.f7.poi
tira. t.u. X-c.
y.T.cbefciterjfgatiuifitminelcét od ku.ad.iguloiecTo cótingétele
ficciedelc^piireadaguloreffo
efono fra loro
eqli Seq'iahx:f. a. bc.e d.f.
$ dì leforioeajial
Uodeku.cHfù fncTo eqleXaxiw.b. adii qua
juumcti TERTIVS 15
il corpo de
vìnti bafé nel
dicIro cubo Uh
to.g. b. §
lido!
angulideI.io.ba/e.n.S.o.contingerano la /àccia del cubo.t.n.3.ij.£t.a.b.c. d.e.f.centri
de fa lati
del.io. bajé cotingerano.
t.u .x. y. j.f
. centri
dele fnccie delcubo.fi
aicbeli.it.angulidel.io.ba|é
contingano le jéi
fàeeie del cubo
J> ciascuna jncciedoi
angulicommo edi&opero dico
ebeileubo be capaci re
ceuereii corpo de.io.bafétriangulare equilatero
tocando le fnccie
del cubo co
tuti'gliangoli fuoi .Horaeda
vedere fé illato
del cubo cbeconteneil.10. bafé
deuifo fécundo la
fportione auente mego
e doi exftremi
jè la magiore
parte be lato
dela bafà del
jo. bafé contenuto
datale cubo.Tu ai per la-w.
dì rjflo ebe
illato dela bafà
del.to.bafe cbe.4.da de
pofknca de diametro
dela | pera
ebe il cotene.40.piu
fp.jto.dela qle tra
la pò fatica
del lato che
be.16 . re ffa.t4.piu
15.510.cf2 be da
vno lato alaltro
a qllo opoffo.P
ero di je.t4.piu
Jp.310.daxi; da de
pofànca del lato
.ró. efi darà
la pofknca del
axi s cB.144. multiplica.i6.via.i44.fà.t}04ilquale parti
£.14 più {£.320.troua
il parti*
torecofimultiplica.z4.piu^.3to.via.t4.m,p2^xo. fà.t$6,
quejToe ptitore muItiplica.t4.via,i304.fà.5Si964iarti p.iS6.neuene.2i6.pon da
cito reca.ré. a^.|n.z$6.multiplica (0.310.
fn .31910.rcca.144. a
fj>. fk . 10756.
multiplica lo co.319io.fa.i69S693uo.reca il
partitore a i3j.cK.iS6.
fa .65536. con
lo quale pti.1698693no.neue 6J.159to.rn.cfi có'.itó.
fa»n6.m.i£«is9io« tato be la pò Jan^a del
lato del.to.bafecótenuto dal
cubo ebe il
latofùo be.ii.fi comma
defopra ebe fé
diuifé il lato
del cubo fécundo
la proportione auéte
il megeo be
doi exftremi ebe
ne vene BM8o.m.6.£o
multiplica i fé
fa.1i6.meno {?. 15910.
commo volemo g
be chiara. Cafùs
.5. Cucio co?po
deocto baie ebe
ilfuo fato be.i
i>fc oc (criuc
il cubo la
entità od lato
òl cubo fé
vole cercar* CTuai
il corpo deo£ro
bajétriangulari equilatero .a.b.c.
d.e.f.cbe beper ciascuno jtto lato. ii.ftba.n. Iati, Etil cubo
ba.s.anguli li quali
contingano in. s.lati de
loffobajé cioè nel lato«a.e«in punff
o.g.nel lato.a.f.in punff o.b. nel
lato r.d.in puncìo.i.nel lato.d.e.in punclo.fc.nel
lato.b.cin puncìo.i.nel tato
>.f.in pucTo.m.nel lato.f.ci
puSo.n.nel lato.c.e.in puffo.o.
tira-g-b . b . i.i.
|^K.g.i.n.g.l.l.m.m.b.m»n.n.o.o.K.o.l.cf3 iia
il cubo de^criffo
nello oflo fcafè-E
p fipere la
quantità del lato
del cubo tuat.a«e,cbe
be.11 .§ .e.g.
pò il doppio
de.e.g.J? cbe«a.g.e 'equale
de.g.b-f
.g.b.poquanto>a.g.ft .ab. ebe
tengano langulo recito
£0 fàde«it.doi£ti che
multiplicata ciascuna in
fé fa ci
doi tanti luna
delaltra di ebe
vna pte fia
vna cofn che
multiplicata i fé
fa vnoccfolaltrae.c.m.vna'co|Acbe multiplicatoi
féjn.i44«m .i4.co)é pia
vno cenfo ilquale
radoppia fà.i88.m»48«cofé piu«i.cenfi
aguaglia li parti
a rai vno
cenfò e.tss.numero eqlea
.48.co)édemeca le coféflrano.14, multi
plicale in fé
fà.S76.trane il numero
cbe.i88'refta.iss f &M88.meno
del de meccamen to
dele cofé ebe fù.14. vale la
cofa. ebe fù.e.g.
adunqua .e.g. ebe
lato del cubo
be,t4.menoK't88.f-a.gt4.m.j>:.iss.E£la feconda
de queffb aicbelapofàncadel lato
del «4. bafe
doppia ala pofanja
del lato del
cu» TRACTATVS bo
che lo contale
§ doue entra
il cubo entra
il quatto bafè
adunqua adop pia
la pofkn^ del
cubo cbebe.14.rn.jV .*SSfn.
ips.meno pz «663S5J-.
wnto
dicbefiilapofànjadellatodel.4.bajè
contenuto dal corpo
de loftobafé triangulare
epropofjo. E fkpi
benebe in tali,
corpi regulari vno
in laltro reciprocamente (èriceuino
eincludino jlmpre con
le debite proportioni
e proportionaiita fecondo
la nra j
peffa dicra proportione
bauente el me^co
edoi extremi còrnea
pieno elnojlro pbylojòpbo
Euclide nel fuo
libro de mofrra.bencbenon fieno
fempre de toriati
noteanoi le proportionicioe ebenon
fi pofftno nominareper alcun numero
rocro onero fitnonon
reffa per queffo
cbeinftniti altri co pi irrtgulari
non fi pofjìnoin
epfi regulari apuncro
collocare in modo
ebe tangendo vnoangulo
tangerent omner. Comme
a cadunofàno intellecro
fia capaci ma
non firanno de
lati nede angult
folidi e fuperficiali
equali, pero de
lornon fé fornendone
inque fio nofrro.pero ebe queffi tali
infra ti corpi
fono da effer
difti belmuariffi ft
cóme fra le
fuperficieqdnlateredv)Te elnofrro Euclide
nel principio deli
fuoi elementi babiando
difjìnire la'trc quadrila^
re regulari cioè
quadrato
tetragonolongobelmuaymoucrromboelofimilealui diéro
romboide. Cafiis «7.
JElaibofcntcìuitooal.n-bafcpcntactcnalkbciUa to
oc le fue
bafe e»4*ttl ato del cubo
fc voi inuenirc.
CTEacofitroua'a linea cbefccTo
tende langulo pentagoni
codevnadelebafecbefliicbeilIatoe,4.1[qua'ee!a ma'*
giorepartedela linea deiifà |icondolapropomcncaioimu!t;plica.4*via.4 fà.i6.€
ai je-.numero equalea
quatro.^.piu.i-0 .de mecca
le cpfé fìrano«i.
multi
plicainlèjn.4'gtognialnumerocbe.i'-fà.Jo.fiR''Jo.m.i.cbe fbtl
dimena
métodeleco|évalelacofddimqualamenorcpartetR'.5o.m.i.f la
magio re e.4.cbe gionto con
f>'.2o meno.J,fn.£\io'piu.J.ft ebe
illato dclaibo ha
JV. 20 ,piu .
i.il quale e
contenuto dal corpo
de«u, bajé pentagonali
ebe il la'
to de la
fila bafk e.4,cbe
ilpropoffro, £afus .8.
j6iicvnocorpooc.12.bafe
pentagonali e&eil Iato
Delefiicbafecdafctino.+.cbc
colitene vno qnatro
bafe triangulare del
quale il laro
fé vole tt
cuarc.
STTuaiperla.io.dd.is-de
Euclidecbeillato del cubo
ado piata eia
pofànca de il
lato del quatto
baféde) crito nel
me» defTimo.u.bafecolcuboff
per la
precedente aicbeil lato
del cubo dej
crito in tale
corpo e ^.lo.piu.i.adunqua muttiplica
£',20. più *.via
^'.Jo.pin.i.jà.i4.pmp?.}io.la
quale redopia fn.88*piu (V
.uso. tanto e
la pofanc 1
del lato del
quatto bafe triangulare
de| crito net .
12. ba|è penta-
gonalecbeillato delefueba|é e
ciafcuno.4.pero di ebe il latodel
quatto bafe fia r>\del3 fomma ebefn r>\nso.pofro fopra»48«
Cafus .9- Srlcojpo
t>e ocro bafetri'angnlareequilatcro conte'
miro 0al.r2.bafe paragonali
ebe il lato
de le file
bafe cdaH'ur.0.4 .oc!
lato oc locto bafe
iuneltigare.
CTPer!a.9'del.r,de.EuctideatcbelaHneacbe
paffa perii ■j.
et ntri de
le fri cce
opofitede aito terminanti
nellidoi Iati — -fgà-^&£.l opofiti
de Ieba|è dtt.n.bafé
doue e deferito
e diametro dita
fpera doue fé
de) criue locTo
bajé predici o
ft per ebe
quefTa tal linea
e coni -
poffa da! laro
de la b
1J4 pentagonale ft
da la linea
ebe e focìo
tende tangtt- lo
pentagonico giontc infitmi
dequeffo.n.ba|è ebei! lato
fuo e.4- f
pe'la 30.de! prio
ai ebe quando
ti laro de!
pentagono.e.4.cbe la linea
che focto
tendclangu!opétagoir'coep;.*o.p.2.cbegiontocó.4.fn,6.pB,,.2o.aduqua ta
linea che pajffa
per li centri
de !e (accedei
cubo dwidéteilati del.-. bajé
■ TERttVS «7
opofTo ale ficee
del cubo perequali
e.6-piu ly.de.io.cbèdiametro dela
fpè ' •
ratkme|edefcru4eta!e>3
bajè f perche
tu ai per
la.s.del |èci;nc »
io, fa .$ù
♦ più i>? .
2SS0 .il quale
diuidiper equali neuet1e.2s.piuj>'. pò» ■
etanto ria la.pofanca
del lato delocTo
bajè trianguhre che
contenu" to dal
.11, bajè pentagonali
che il Iato
de la ba|d
(Ira e .4.
adunqua di ebe
il lato de
loclo bajè (la
jj?» de la
fomma ebe fa
p> . pò. pop
a fopra .38,
Etpercbt piti apertamente
cogiiojcba cbelaliuea compoffa
dal laro .
del.n.bajètt da linea
che focìotendelangulo pentagcnico
gionte infieriti. fieno
il diametro dela
Jpera che contiene
tale ocTo bajè
tuaip. a.tó.del /é-
. cundo che
i! diametro de
la jpera eh
circitmjaiuetatc.r-.bajè eia fua
pofin ca.pipiup?. 233p.il quale
diuidi in doi parti equali cbefira.is.piu fjJMSp.
che ftra.a.x.ftira.x.ala meta
dela bafiua.b.cbe la
deuiderain puncl o(
y.a dangulo reflo
ft p la
penuitimedel primo de
Euclide cbe.a.x.po quàto
pò ledolince.a.y.fx.y-tuaicbe.a.x.poTS-piui?.'.tSo.f fdicbe.a.b.e.4. ebeit
latodelabajcipentagonalef.a.y.elamitacbe^.multiplicaloinléfà^-trat! lo
de.is-piu^' .130. rcfta.K'piuR'.iso.
tanto eia pofcincade.x.y.cbe la mita adopialo
fn-§é>.p.
!>-de.2S8o»cbetutlo il diametro
de la j
pera eh circii
jriue lo&o ba|~e
triangulare che e
chiaro che illato
dela baflt pentagonicacon la
linea che |octo
tende langulo pentagonico
gionti in Jlemi
e multiplicato (n.s6'piu5?.isso-fi corno
defopra deuidilo perequali
fra,2S« più fì'.t-o.
pò ài che
il lato delofilo
bajè triangulare contenuto
da tale.u.bajè pentagoni
li/iajx'.dela fomma ebe
fh la fX.popojta
jbp:a.2S> £afus «io.
XoodiribafepcntaiSonalicbeilTato
fuo e.4. del
Tato oel«zobafe triagutaf ptemito
09 qllo fé vole cercar. fT
De rutti icorpi
regalali equalcbe proportionedel lato
de cflb 'corpo alfuo
diametro cioè cofi
egliequellap portio nedallato
de vno.20.baJe che
e.4.al fuo diametro
quale e 1
daun lato de
vnattro.2o,ba|ccbe.6 al fuo
diametro ouoi direaxisf
cofIdetufriglialtri.Ettuaidi£ro
cbenel.u- bajè predico e
dal centro de
vna dele bafè
alcétro deialtra opofta a
quella eia pofànga
de.40» più 5MS48MÌ
cornino che p
trouare la quadratura
de tale.u. bajè
fù.dtft o.
Eaipfa.20.del/ècondocbeil.2o.bajècbeildiametrojùoe»n. cioeil
dia' metro dela
(pera ebe il
contene da delato
la j>'.del remanéte
de t-p. traclóe
la.p?.io56|. pero fàcofireca.i2.aJ>?.fìi,i4"4.boia di
jè,i44.de diametro me da
delato.p.rn.t^.iojóf.cbedara^o.piu^'.^s4. multiplica
prima .40. via.p.fà-iS8o.ilquate parti
per.i44-neuene.2o. bora recala l>\
fa 45184. multiplica
con.i$4s!-fà i^'-S0289W^il quale
parti per,.i44. recato
a £• che
*ot56.neuenep.;stiT8>?5-rimiam£nte';ioraPer '°
meno reca .40.
a p.jà 1600
il quale multiplica
per.2056*.fzuré5SSSo.e qfto parti
per .144. recato
a r£.20t56.neuene $.de.8ofm
e multiplka.ioj6f.via (u.r;4sf.r6o>t95ifil qle
ptijJ.Jotjó.neuenej^.ttvil^l-meno
adunqua dirai che
iUato del .10.
bafè triangulare dejcricto
nei.ii.bajé che il
lato (ùo e.4.cbe
il lato del.20.baje
(ìa p?.dela [orna
ebe fn ^'òSTl^gionta
có.2o.tra£tone 5j.30.ela $.ttìW%a>
Cafus .ri. Ci
cubo ebe drcunfci
icto dar.20.bafe triagurare
equi latcrccbcil fuolatoep?.clel remanéte
de. 72. tracio
ne£vo?6?. tronarefe volcilarioe
effocubo** Q[Tu ai per la.is
de! Jècundo chequando
illato del. 2o.ba
fé triangulare e
(V del remanente
de.p.traffone la p?.ro36f«
eh e i
1 diati :
etro de la
fi. a j
pera e.n , recalo
a ft' , fa ,
i44. ho' ratrouail
cateto de vna
bafà che 'triangulare equilatera
che ai che
per lato $, del
remanente de ♦
p.traflone la # .
1036*. f ai
per la prima.
TRACTATVS del primo
cbelapofàn$adecatetoala pò (Anca
del latóc (ócquìtettfa
pero pigia. J.de.p.m.pM036?.cbe fia.j4.meno
R.S8i?-e de affa p
porrione e il
la to co
lo diametro detaiculo
cbecircuf criue la
bafa fi ai
na.96.m.R.i84H* ti quale
tra dela pofanea
del diametro dela
fpera cbe contene
il.xo. ba|è fi
e i44.reffa.48.piuR.is4;r.tàto eia
pofknja del diametro
dela fpera douee
deferito il cubo
cioè la pofànja
del dia metro,
e. 48 .più
R. 19 43
;. tu dei
fape re cbe
la pofunca del
lato del cubo
e .f. de la pofànja
dd diametro dela
fpe ra cbeil
coterie pò pigiacela
pofànf a del diametro
cfi. 48.piu R.is
45 k- c ^
ia.i6.piu JV.xo4? .adunqua
di cbeil lato
del , cubo deferito nel.xo.ba|é
cbeil uo lato
e R.del remanéte
de.fc.rra£toe la $2.1036*
.fu.16.pit1 R, .io4f
• cioè fc.dela
foni ma cbe
fa R»de.xo4*> poffa
fopra .16» Cafus
.12» fidato ,2o.bafc
triangularicbe
ilfatoddebafefue e R.del
remanéte de .72.
trattone b.i o36f.defcrictoiI .4
.baie triagulari de la
eptita del fuo lato
iueftìgarc. fTPerla feconda
di queffo ai
cbe la pofwifa
dal Iato del.4.
ba(é triagulare e
doppia ala pofàn
ja del Iato
del cubo in
vna medefima fpera
deferiero f perla
precedente ai cbe il
lato
del cubo cótenti
to da tale.xo.
ba(é la pofÀncafùa
e.i6.piuR.xo44.pero fé il
lato deil cubo
e pj.de la
fomma cbe fa
R.xo4ré.fà.96.f tu neuoi
fare vna spera
S, la (tipcrftcic
SJJ fiiafta 9è.pero
multiplica.96.per.14.fa.1j44.il
qualeparti
per.n.nenene.cijr.é de queffo
piglia la meta
corno Jj.pero reca
.».a {S.fà.4. parri.infj.per»4.neuene,3ofj.f lafS.30fj.di
che fla il
diametro ouoi axis
dela, 1 pera'cbe
la fca fùperiicic
e.96. CafilS »IQ.
£la quadratura 6la
fpef a d3e
il fuo axtò
e-7'lÉ & qua
draturaoevno eubocfcefira illato
oelcupo. CQuadrala spera
che fÀicheilfno axùe.t.f
perla.14.di S ffo
ai che la
quadratura de tale
spera e.1791. adunqua
fira il lato
del cubo j£,q.de>it9f.Poflefàreperaltra via
cioè con ipportioneper
che glie qllafportionedal lato
dellcu.al dia' metro
delispera duna medesima
quadratura chee da5?.'q;de.j4j. ap?*
q.de.it9j..per che (é tu
recbi.t-a pj.q.cheaxis delafpera
ftt.54J.ftulfdierafuaqdr9tum.c^4.fei)cfeviw(t'C' ra
quanto e il
fuo.oiametro inueuire. C Tu
dei frtpere che
ogni quadratura de
(pera e.*j. ala qua'
dramradclfuoaibo.gtuajiperlaprimadel
/ecundo dejpe' ra
V j.f p.
che qfto e
cbelindro.e tu voi
la piramide ebe
fai ebe ogni
pira' mide e.~.det
fto cbelindro pò
deuidi.^t ^ j.per.j.neuene. «|j.tanto
fia qua' drata
la piramide e
m voi che
la fia.179' j?o
reca. 4-a $!.q.fn.é4.
bora di fé
it||.deqdratura da depofkn$adaxif.64.cbedara.i79|.multipftca .64.
via '?9f .fa.11499f.il quale parti pcr.»*|?.neuene.5i4l.ela p,\q. de.514^.
fia l3xif dela
piramide. Cafus .22.
£ oe la
quadratura oela piramide
ebe il fuo
axfee 4»fe fa
vna (pera ebe
fira il fuo
axis fé vole
vedere. ÉTTu ai
per la precedente
che la pira».:
-le ebe il
filo axi$ e.
4.lafuaquadratura.e,iJ||.dela
quale tu uokf^na
fpera g per
cH tu ai
cfì la [pera
ebe la qdratura
(ùa e.iw-j da
daxij ' 543,adunqua
dife.1t9f.da.543.cbe
dara.tj|f,mi;£iplica.. «ilf, via.343-ft.r66s§f.il quale
parti per.itof neuene
.4x^-fn..§f(a pj.q.de 4*Iif
?s di ebe
fia il diametro
de la [pera
fnfta dela quadratura
Jela pirami decbeilfuoaxife.4. »
Cafu0 .25. Sta
la fperacbe il
oiametrofuo e.i4--r vnalinea
pia naleua oc Iaxis-4-la
quantità oela ftiperficie che
le
liainuefligare.trNella.is.de queflo fé
dicto chela fùpcrft
1ci£delafperae«4-cotanti
chela fi. perfide del
magiorecir' culo de
tale fpera §
ancora fé diffe
che a multi
plicarelaxit de la
[pera nella circufèrentia
del magiore circulo
fduciua la (ù p_
fide de
ruffa la (pera
adunqua multi plicando.14 che
il diametrovia.44. che
la circuferentia fà.6i6.tanto
eia (iiperficie de
tuffala fpera tu
ai la fpera
a.b'C.d.cbelaxire.a.d.elalineadiuidentee.b.c.borapertrouare la
quanti' ta de.b.da
quale taglia.a.d.in puncTo
.e.per che )é
dicìo.a.e.ejfere.4» pero multiplica.4.via il
reffo del diametro
cbe.io-^.4o.Sp2.4o>e.b.e.
nella» 34-del.3.de Euclide/è
$>uaaduquafé.b.e.e
jV.40.di la mita
de.b.c.fira tuffo b.c.
9j.160.Sai che il
diametro.a.d.ei4-éla linea deuidenteebe
.b.c.e fc\ cécche |èga
il diametro in
punffo.e.g ai cbe.b«e.e
f3.'.4o.cbe la mita
de. b» c.f
,a.e.e.4.muIrtpIicaloin fé fà,i6.giognicó'.4o.fn.s6.duqua.a.b.e pJ.56.
perche
poquantoledolinee.a.e.f .be per
la penultima del
primo de Eucli
de ilquale.só.radoppia cóme
p?.fJi.H4-ciof jj.u4.il qualemultiplicap.ir. fn.?464.partiloper,i4.neuene.ité, tanto
fé leua dela fapficie
dela fpera che
che il fuo
diametro
e,i4.tagliando)cne.4comtialinea
piana leua dela
fufc
Ecie.ii6.comoperL1.4r.del
primo darebimedefc man
ifrfla» TERTiVS Cafu0
.14. Iti £{
fpera ebe il
f«o ax10e.14.la linea
piava diente ocuide
ni dx luogo
fega talììe fé
vole tre uare.
f[Tuailafpera.a.b.c.d.cbe.a.d.elaxis(i;ialieab.c.|èga là
xiiinpuffoe.f p cbelojègaadangulòreéfo e
deuifk la li'
nea.b.cp tqlìin puflo.c.aduqua.b-c.e 4Ncbe lamita
de-b __
c.cbe.9.multiplica.4>iri
(tfrMoi.boradimo cofi fame
del diaetro ouoi ajrtó dda fpera cbe.14
dopri eh: multipicita lua
co laltra (àc
ci,*o '.pero dichevna
pte fu i.^.laltra
fira.14.mcno.it. «ft mulnplica.r.
^ ♦ via.i4.rfu.
«
demc^ale.^.firio.frmtiltiplicain
fefMS'tran ne.il
nàaóàies.o's rejfa.ist-Stf.de.^rrudd dimessamelo
dde. .cbe fu.*
.valete.® .adunqua vna
parte^fu.r.m J3f.de.iS».e laltrapatte
/u.j.p.
p*.de,T8'.dHnc}iiafegodelaxis.?.rn
tticà\i.. via.i4.rn.i«^.fà.i4»^>.rn.%
[aJ.enì voù'H-rejtora le
pti arai i.P.e.»4.eq1ea.i4.^.demeccale:^.|iraat«m'utóplicai;|cfn«49,traneù nuerocbe.i4.répa.ij.f ^»i5-m.deldimejàméto,djele.^.cbe fù.?.valela
^.e^.ij.e.5itrallode.t.e.ìfl,x.ta^Uàide'làXù ebe rmitttplicato' nel refro cbe.ii.^.t4.p la.34.del-3
de Euclide ebe
do linee ebe
fé interjcganonelcir culo
ebe quello ebe
fa de vna
parte nei làttra
fùa'pte e eqte
a quello ebe
fé fa duna
parte de laltra
linea nellaltra jùa
parte e mai
vna parte de
la linea deui
deteebejJ2.14.edda meta dunq
laltra meta e^.»4cbemultiplicato.p?.i4. co
52.14. fn.14.como fn vna
parte delaxis cbè.i.có
Lo refro cbe.u.f
per la pe
nultimadelp'rhode Euclide-a.b. pò
quanto ledo liriee.ae.f
b.ea.e.e.». mulriplicàlo infe
fà.4.giogrtilò
co.ke.cbej2.r4fn.i8.fi
J.V8e.a.b.il qua leradoppiac5mo^\fn.ni.eauefromultiplicapef.tr.fà.lijz.partiloper 14»
neuene.38.adunqdicbe!alinea.b.c,cbep?.96»leuadefa'/l:perficiedela)pc ra.SS-cbeilpropofro. CaiilD
«Uf. 8~ dela
fpera elk il
fuo aflls e.i4.la
linea piana feua
dela fa per
ficiciocquato tagliai a
de a;cis fé
vele in utilizare.
a.b.c.d.cbeil/lo axire.r4 cbee.a.d
f|la li neadeuidétee.b'Cadunqtira.aib.edicbefìa.i.^.équeffo radoppiaifà.i.^.multpiicairi |ì
fàRjs HI .liqhmultiplica
f.a.fà.44»@.fftuvoi".ioo.de^ipernciepor«ulriplica^,iod.peri4.fii.i4po e quefto parti
per li. GS.che
fóno.44-neuene.3i2.cfi
a.kbora
multiplica.a.d.cbela?(if
cbe.14 i |è^i.i96.perla'penu!tia delprio
de£udideaicbe.a.d.poqtoleddlinec.a.b.e.b
d aduncjtralapofànja de
a.b.cbe.jft>de[a pofdrjf ide.a.d.cbé,r? • . § .
#, .i6ff , • e
. b .
e. fi commo
tnai per la.
quatrageftma. del primo darebi»'
mede doue dia
dx il femidiametro
dd circuto fta la linea .
a . b . che
e ii TRACTATVS
i \c 6' K 8
lafufcfìctede
tatecirculoeequalealafùjjficie
dela portioe.b.a.c,defafpen a.b.c.d.ft
cofi ai che
leuàdo delafupficie delaf
pera.ioo.fè taglia delafliM, ».
Cafus. .27. £5lielafpcracbeil fuoaxiee.14.
z vna linea
piana taglia oelar-is.S-quello ebe
leuara oda quadratura
Oda fpera fc
vote tremare. fTFacofi
vediprima quàto eia linea dhudéte
che.b.c.e fai ebe
taglia laxif.a.d.in puff
o.e.efÀi cbe.a.e.e.$.g il
reffo de laxif.d
e.e.9.{t quella proportione
e da.a.e.ad-b-e.cbe e da ?,e.ad»d.e.gperla.8»del(éxtode Euclide
adunq multiplica.a.e.cbe.j.via d.e.cbe.9.fà.4s.ela ^.de.45.e,b.e.le quantità
ebe fono in
vna proportione tanto
fa la menore
nella magiore quanto
la mejeanain fèfi
che a.e.b«e.fi d.e.fono
in proportióeper ebe
tanto
fà,a.e.in.d.e.quanto,b»e.tn
(è g.a.b. per la penultima
del primo de
Euclide pò quanto
ledo linee.a.e'tf . b.e.effe
diftocbe.b.e»po.4s»fj;.a»e.che.$.cbemultiplicato in
fefta$.gionto co. 4$. fà.^o.glap?.de.to.e.a.b.laqualee/èmidiametro
dela («perfide del cinulo
che equale ala
(iiperficie dela portione.a.b.cpero adoppia»
b.a.cbe. gj.de 70.commo
5?.fà.i8o. il quale
multiplicaper.n.fà.}080.partipeM4.neuene
MO.tantoleuadelafùperficiedela
fpera .fà.i80.Ia quale
multiplica
per.n.fn.i98o.partilo
pcr.14ncuene.141>, il quale
mHltiplicaper.e,k.cbe.i.fa.»8t?.partiper.}.neue,94|.trallode.sij5. refta.4i.cbe
fn.j36.il quale multi
' plica per.u-.per
che fcvole recare
ftiperficie circulare fà.3696.e
queffo parti p
i4.neuene.t64-e queffo ferba
bora per la
linea.b.c.cbe fega.a.d-in punffo.c.
f.a.e.e.3.f
e,d.e.u.cómodefopramulnplica.3.via»u.fa.33.g.a.b.poquà' toa.e.f. b.e.f.b.e.po.33.fia.e.cbe.3.po.9.giogni con
.33«fa.4i.g5e.de.4i.
c.a.b.ilquakradoppiacómo
pj.fn.tós.e queffo multiplica
per.n,fà.i848» parti per.i4.neuene.i3t.trallode,t64.cbe,)erbajTirefta.i3J»f.i3i.felcu3 dela
Superficie dela fpera
fra le do
linee.b.c.e.f.g.cbe luna fega.j.de
laxif e Ialtra
nejéga.6. _ .
Cafus .29. Sta
la fpera ebe
laxis fuo.a.d.e.r4.oo linee
piane
zequidiJlantecbelnnafcgaoelaxiS'vC
[altra nefe ga
et.quantoleuara oda quadratura
oda fpera tra
Itinaclaltra'inueftigare.
ITPerlaprecedenteffdicro che
la1iea.a.f.e
&>4c-84»la§
leadoppiatafà5J«de.;36.ilqualemultiplicatofi,H.fà.3696« parti
per.i4.neuéne.:64>e
queffo eia fùperficie
dela portione.a.f>g.la quale
multiplica per la
mita
de.a.d.cbe.^fà.is48.partiper.3.neuene.Gi6.borafè neuole
cattare ilconO'f.g.rVttui cbetf.beji.de.48.radoppta còrno
#«£♦ TERTIVS 20
i9i.mu!ripttcaper.n.fà»im.partiè.i4.neuene.ijof.multìplica(ofJ).K.che.i. £,i$of.pattilo per.3,neuene.so§.rrallo de.6té.'refra»s6s§. tato
fia quadrata laportione.af.g.dela quale
tra la quadratura
delaportione.b.a.c.cbeai £ la
paflata eh e la [uà
fuperficie e«i3».ta quale
multiplica per tiie^o
lax w che.*.
fn.9x4.partilo
per.3.neuene«30S.del quale |è
vole cauare fa
quadratura del cono.b.c,K.
cioè co/i tuaì
per la precedente
cbetb.ee 0j«33. cbela
meta de b.cpero
lor adoppia còrno
{j2.jn.r31.il quale multiplica peMi.fi.i4S** partì
loper.14.neuene.105f multipltcaper.e.K«cbe.4.fà.4i4f.e. quefto
parti per j.neuene.r38f
trailo de.308-remae.109f il
qualetra de.56jfrefra.396.fi.396. /ira
quadrato frale do
linee.b.cf .f.g.adunqua ai ebe la
quadratura fra le
do linee,b.c.g.f.g.e,596.cbe equello
ebe (è inueffigaua.
f[ Auendo difto
deli„corpi regularicompreft dala
) pera deUoro
lati fvpzt fide
e quadrature f mejf
i luno
nellaltro.Me paredoucre dire
ancora de al
cuni corpi irrtgulari
contenuti dala fpera
ebe contingono contufligliaiV guli
loro la juperfreie
concoua dela [pera
§ da alcuni
altri corpi f
de (uper/ ftcietriangulemoffrandolemefiireloro. Caftl£
»I». É5lic vno
coioo
0e.72.6afe^4*trianguf9re
z*4Srf
trangureiwi^oangulincoelatiequali
ebe illatoìoio magiojecioeooilatfderiafcbimabafà e
.2 ♦ óomaiv
dafc il Diametro
oda fbcracbe lo
cirunfcrtue z oefa
fuperficte. JTQ ueff o
corpo demoftra de
fnbricare il capana
netla.14* del.n.deEuclide f
nò dimojf ra
la cftita dei
fiio lati fé
non co linee
enon dì mo
jfra la («perfide
fùa la quale
fé adimanda» Adunqua
per fàpere de
il cor •pò
propoffo la fùa
/uperficieg taxi* dela fpera
cbelo iterebiude fnremovno
circulo.a.b.c^ il centro
fùo fia.g.f il
fùodiametro>a,d.fia.8.deuidi
la cir cunfèrmtiain»ii.partiequali.a.e.fi.b.hà.d.K.ì.c.m,n^icocbeciafcuna(ira J5?.del
remanéte
de.31.traftonejj2.lr6S.tato
e illato del
circulo che il
(uo dia metro
e.s.f! tu
voicbefla.i.fn.4.multiplica.4.via.64-fà.*s6. rrouail
partitore
cioede.31.rri.jj2.fc68.cbe binomio fia
il partitore.156.bora multiplica.3».via.is6.fà.8i9i.partiper.is6»neuene.3i.poireca.»s6.a^.^»6' J$36»multiplicato per,
t6s . e quello
che fn partito
per.i56.recato a ^«neuene
■JE68 . duqualaxir
deìa-fpera che circufeiue
il.p.bàjè che il
lato magiore e.»»
e fjr.dela fomma
ebefs 0z.^8*pofta fòpra-3i.bora
fèito frouare la
fiiperfirie
.ruaiìilcù,mlo.a.e.f.b.b.i.d»h.l,c,m.n.f'a»d-diàmetrocbee.8.tira.e.i.e.f» fc^ebemego
diametro per ebe
e lato deloexagono:/ira.4»€ la
pofànjadét
diametro.a.d.e.64.cbe e quadrupla
ala pofàn^a dejfVb.che
e.t6.per la linea
e.t.tira»e.h»cbe
deuide.a,g.in
puncìo.o.e.o.e.i'percbe.e,n.e
equale ad^a. g.cbe
é.4'S.g.e.e.4.cr)e
multiplicato in fé
fn.té.trane la pofàn
ja de.e.o. efi
4.re(fa.o.g . jj2. de.».che
eia meta dela
linea.e,i.cbe tuffo fia
{J2.48.tuai
Ietrelinee.a.d.e»i.€
fb*lapofÀn5ade.a.d.e.64,elapofrtn5àde.e.i.e,48.e Iapof*njade.f.b.ej6\3.cbe la
loro poetici empiii iv-tó.piglia meta
corno (V.firi.i'.piu R\3.cbe
miri- tiplicato col
cateto cbce.i'.piu^;.5.cquellocbe(a multiplicatop.u.recato
aiy.)n.5996.piu&\$03SS43>etVò04Si92.tantoela politica
dcla fiiperncie de.i4.jpatii
tabularla b.c.d.fai la
fuperficiedcl.'p.ba|r in tre
partite p la
dcfrruitia de cateti
ftdeleba|c bora pia
quadratura )c de]
criua la terga
ftgu yra.g.b.t.u.nella quale |è de|cmie
tre.triaguli.g.r.o.r.q.o.q-p.o.de'qìi.og. e
lernidianjetrot
lafuapofiincae.s.piuiV'43-tf
defopraai cbe.g.r.e pJ.;'-^
o.r.e ignoro
matuaicbe.f,o.e.s.piulv.4S.cbee
equale.o.g.ff ai cbe.e.f.e
i.dùqua.r,f.c.Uc!ìnuiltiplicatoinfe(Ti.;.ti'allode.s.piulV.48-re)la'0.r.7!. «R'.48.dunqua
il triangulo.o.g.r,. allato
o.g.e.s.piu
(>,.4S-6»g-i'«p.'-ii''
o.r.7». !>,.4S.f noi
volemo il cateto
ca)cantefu la bafa.g.r.cbe
trouarai tbe fia.6.j*.e!>'.4S.cioelafiia pofàngig
quefro|èmultiplica colo tergo
de
lafupnciede.24.triàgulicbe)èdiffecbe
era.s4o.cbe.\e.6o.cbe'multiplica
top.6^.piup?.4S.|à-56ot*.piuji'.i6isoo. tanto fia
qdrate le^.piramidi tiiangulare
cioc&'.dela 1 óma
ebe fa j3M6JSoo.poffa fop1a.360jf.tamo e
la quadraniradcle.i4.piramidetri3ngLilare-c.f.g.o,ora|aioletrouareilcate to
del triangulo^o.q.r.cbc trouarai
cbc.r.q.epi'.dela j orna
ebe fa jy.^.poffa
fopraòe la poiane
ide.q.O'C.7^ep?.4s.e la pofiincade.r.o,e.tJ.e^.4S.t| il
("no cateto fira
a'.dela ) óma
ebe fa RMsrnà'.i?*,
.pofh fopra.65i.il qua-
le multiplica colo tergo
deh fuperikiede.24.1 patii
tabulai i.c.d.e.f.cbe.y e
i4o.piup,.4s)iS2.cbefàraqueftamultiplicatione.i6i4."I.piu^'.J"4431??^ ei?:.it5Si?ì.efl,»I'665t5-cioela quadratura
de'
le.;4.pirarnidc,c.d.e'f.o-jX!.dela jóma cbéfà!».,.2u443i5"re P>'.*?648oo. e»p?.i;5J96.pofle fopra.1614?,
.traclone
&\2$33;t?}.a,.2io6^*j.l$.clel rema'
nente,e la quadratura
dele.24>pifamide.c.d.c.f
o.bora per le.i4.piratnide a-b.c.d.primarrouail'atctodel triangulo.o.p.q.fj fai
cbe-p.q.e.^.e&'.s.
f.o.p.e.t-f p!.48. la (ùapofcingaf
la poetica de.o.q.e.ti.piu &\48.troua' rai
il filo catetoe)[ere&>.debfommacbc fa
pM6i#»*$tk> P°fa fopra.6?7.
fratone ft\3*?r.tra
pJj$ia,.a'.i6iW'6jcì-en.,.94t^si3.^.i9SS9S4.e^. iSo('33^'Cer.4iiTt9^.pa,.i3435S^J.e.a'.S«37!2?'tracìonc!:v,ro38i4«|rc
^.mo9rì,!-eRM343sSi?I.ilffTopof!ofcprade.J9o(.*r.R,.dedicllafomma fU3noqnadratele.i4.piramide.a.b.cd.o.cofiaiin tre
partila quadratura Etfimtlmenretntrepartilafiiperficie dele
■ ba|è per
Ja dcucrjlta deli
cateti
loroftlaquadraturcdelepiramidciloro
axijcbe le force
loro fono diner'
fé fi fono
numeri e radici
ebe niultiplicando luno
con laltro producono
molte radici g cererà.
Calue .i* £Mie
vito co:po ocu
.6afc cioc-2o»ctagDnc e.u.pc
raiToiictlil-Ui oc ciafcunaci-tgliaiignliiow contili
^iiolafiipcrficiccoi]couaoclaft>crdcrxcircimfci'i ucil
oicto co:po ooniandafc
oc il Diametro
oda fpc iazodafuperftcicocL.3.>.bafc* oda
quadratura.
llQucjrocorpo|èfbrniadelcorpodc.2o-bajé
tiiangulare il quale'aTio-
ba|é triangulare ft.n.angnli
folidicompoflo dc.s.auguli pero
Jcfctaglia vnofa vno
pentagono tagliandoli tutti.ii.fa.ii.pentagonif per
ebe réangale.io,ba)écbe fono
triagulare eqtatre volcdo
fare deciafeùa exa
goiiobifognadeutdere eia) cuno lato
intre equali parti , V'olendo
che eia' fcunolatofia
i.commo dici il
tema troueremovno.io.balc che
cia)cuno Violato fia.6.tuai
perla-3».dcl |éccndo clic
quando ilato del.20.bajc e, 4. il
diametro del a
) pera ebe
il contine e
&>.dela fomma ebe
fa (V,32o.pofJa fo p
ra-4o ebe tedara
illato ebe r.6.rcdiiito
a &T.tedara.9o.piu 1v.i620.per
il q kdcuidiiiido
parti cònio pf.arai.H^.piu |^.io>,'ddqualetra.u.cbcc femi
TER. WS 2
I
diametrodelcìraifocbecoiitmelabafci
triangutare del .lO.baJt
feffa.ro*.- j>ft?.de.iot j.dal
centro deìa fpera
al centro dela
bafa deuidi il lato
de(a bafìt che e,6.fira
ciafeuna parte.i.e. jàraffe vno
'«cigolio cqlatcro che
ciaj cimo lato.fira
i.nuiltipltca il lato
in |è fri.4.polto
fopra.io^.p,^.iQi|.; farà. r4J.p/n
fV-ioC.tantofiralapo]dncidelJèmediametrocbe cùaimfaiuara
il corpo; dc«3i.bajètadimandatoiUato del
pentagono epurè.i.voife trouarcildia^. metro
del circulo die
il contenecbeaiperIa.it.de! primo
^do il lato
del pe; ragonoe.4-ildiametra del
circulo ebe QLCÙjcriueeft'.de la
ipma che-fa $3?..,
pj.ior$.refla.'.i:.p.a'.K|i-tancoelapQ(fti»^a:de hxis dela
piramide pentago, nali eia
ftiperficieduna bafÀ pentagonale
e J^'.de la
f orna ebe
fà,£\5oo.po- fia fopra-is.ela
fupftcie deruéT e.i:»e.iV.dela fomrnacbcfa,jy.i036sooo.p0' jra|opra.56oo.boraperla)ùperftciedele.:o-ba)é exagone
ebe ai il
lato de; ciajcuna ebe
e.r.e fono per.
ciafeuna bafìt.ó-trianguli equilateri
ebefia il ca> teto
loro 15.5. che muitiplicato nella meta
dei.a bafk.cbe e.i.jztj3-'.3.cbee fiij?fi
eie de vno
miglilo fognibàfd, e.6.triagitlifrjcno,io>bajè multiplica
p.6»
fà.uo.ilqlrecaa^.^t.i44oo.mcàp.3'fà.4}»oo.f !»'. 43100..
eia |lgficie,clelc
c.2o,ba|cex3gone.EcofiaicBla(ti^neiedele:bà|éexagoneej^.43zoo.ela(Ì4
fnciedelelr2>ba)ipétagonali.e^.dela)óma.cbe(7i^».[036ioòo.pofifafopia 36oo.che
fiipficie de tuffo
il corpo de.3i.ba|e.Volfè borala
quadratura pò
ptglia.j.delaliiJ?nciedele'20.bafaexagonecbefira.4Soo»il quale multipli
caconlaxifcbee.ioj.p.j^.ior^.fa.$o4oo.p.ij.'.i6[j:ooooo.f ^'.delafomma
cbefà.p.'»i6c?ooooo.poffafopra,504oo.tanto eia
quadratura, dele,:o.piia
mide exagone bora
per le.R.pàtagone dei pigliare.^.
dela fupficie loro
ebe ai cbee.3600. e
p,Moj6sooo.4-.Jlra*4oo.ep;".nSooo. multiplica co
faxirfìio ebeai
die.tii.e^.ts|i.^i,Sooo.e^'.ioo6oooo.ep>'.ioos60oo.Spl'*de(afo ma
che fìi pwooooooo^.ioostf ooo.pofra
[opra.sooo.tanto e la
quadra' tura dele.n.
piramide pentagonali ebegionte
infiemi fn la
quadratura del corpo
de.3J.ba)é.io.exagóef
.BpétagóecB il lato
deciafeiia e.:«ft il
diame tro dela
fpera ebe circiijcriue
e fj?»dela fóma
ebe jn^4i6io. pojTa[fopra
.5S« Calte •;.
Jtltoironpo
oe.si.bafeao.triangnrare
equilatere*'
n.occagoneequilatereciraifcrironela
fpera córiu gente
contucri glianguli fuoila
eircunferentia concai uà
defla fpera il
dian tetro ola
fpera z (lati
z la fuper
fide eia quadratura
inncfhgare. fTEtpercbequeffo corpo
derma dal'eorpo regufare
'che a ìi-ba)c
pen tagonali tagliando
li (tioi.io anguli li
quali fànò .lo.fùperficie tri
angularef remane>u.ba(é decagone
deequalilati.Pero pigliaremo la
.30» del fecondo
qual dici ebe
il corpo.n.bafe pentagonali
che il lato
dele bafèe 4.cbelaxis
cbe.ua dal cétro
duna baftì al
cétro delaltra aquella
opofto e £%
delafonimacbe^.^.i$48f.pof!a|bpraa.4o.gfJa.ir.del'primpaicbeilcir culo
che cìrciif criwe
il pentagono efi
il lato.fùo'e» 4.1I
fuo diametro e
K. dela Jemma
ebe fa $.104% «poffa
fopra.3i.piglia la meta
comafj?.na.8.p.$ ,«jjS. -del
qle tra lapofdtifa
demeccolatódeia
bafdcbe.4.fira.i,multipliea
in (è
^i.4.trallode1.8.ep?.Bf»rejla.4.e^.iif.cbena.a.d.deltriagulo.a.b.c. vno
dei.s.rriangulidelabnfdpétagonale.bora
fé voledeuidere.b«c,cbela parte
media fia lato
del decagono eglatero
dejcrifro nella bafa
pétagona, Aduri qua
faro vnrirculo che
il diametro fùofira.s-
la meta e,4.
ebe e lato
delo exagono §perla.9.del.i3»de Euclide
che a deuidereit
lato de lo
exagono fécódo la
fportione auente meeco
e doi cctremi
la mag'iore,parte e tato del decagono in
vno medefimo circulo
dercrifti pero diuidi.4-in
qlla $ portio ncd0eauéte.m.edot,x.m.l.cfiarailamagiorepartep.io,rn.i.aduqua.4. da
^.lo.rri.fcbe fia.f.g.del triangulo.f
.g. b.e tu
cerebi il cateto,.b.i«
deuidi $?.io.m.z perequali arai jjM.rru.multiplicato [in fé
fn.6. rri.pz .io.'ìI
quale tra dela
pofanca de . b
,f, ebe e
.4, e la
pofanja . fia .16.
tranne ,6 . m .
fy. e iiii
I s. TRACTATVS
xo.reffa>b.i.io.p\f?»*o.aduqua.io,p.a,.io.teda $.*.o,m.z,che
(apoffa firn e.i4.riì.fl!.5*o,e tuoi
fapere ebete di-4-p-
aui^multiplica «4 p,
j$:.u?. via i4.m.(^-5io.f
parti
per.b.i.cbe.io.p.^.io.neuene-n.ep.njf.elS.tó.e ^.ii*.
m.p2.is^e^.i5^.e^.so. e
^.64,cbegiontiinftemtil.rn.éil-p- cioè
tracio il.mdel.p.rejfa^.che e
la pofanca de
tale decagono cbefia.K.l.ftla meta
e.K.d.epj.4.cbegiótocó.a.d'cbee.4,e^'.iif.fira,4f.e^.n^.eque(Iogiógni con
lajci j ebe
e da vno
centro davna bafa
al centro dela
fpera ebe e ,io.p.a\ 9&f.fà.i4?.p.p2-'So.eqlto dupla
corno a,-fà»S9;-p.fjMSSo. tato
e [a pofancj
de laxi s
dela ] pera
cH cìrcu fcriue
il diffo corpo
de.jribafe t il
lato de le
bajè e pi.5*.del
quale corpo.io.ba)é fono
triigulare equilatere e
ciafeuo lato e
av 3 j-il
)ùo cateto e f£wf
. ftra
la luperficie de
ciafeuna baxa (ira
pj . i* ».
f l a
fuper ficie de
tufte.io ,fia p.V-&
bora per la
fuperfirie dete-u.bajè decagone
che e ciafcuna.io.triangulielabafÀdeciafcuno ep?.3^.flilcatetoloroe (Jr.de la
fómacbef>.aMif.poj!afcpra,4.efono.i:o.piglialameta.fia.6o.recaa^. fn.36oo.ftqueffo per.3f
chee bafafa.iisio.multiplica per.4-
fa .4*oso. poi
reca a R\ii>io.fj; quello
ebe fa multipltea
perii* ebe fa
{5M69s693uo.fi ai cfì
U
fuperftciedele.n.bajèdecagonee
(Mela fomma ebe /a £.1693693110. po'
ffa(bpra.46o3o.glafuperficiedeli.to.trianguliep!,t6s.gionte infiemifà
lafuperficerderu£foil.32.ba|è.Noiauemoclcl ditto
corpo ilati dele ba|é
il diametro de
la fpera che
ilcircufcriue eia jtiperficiefUaxU de
le'piramide deagonecbeeSJ.de la
(orna ebe fà.pMSo.pofìafopra.io, Volfehora
lajcij
dele.io.piramiderriangulare'cbe
trouaraieflerepi!.1delafomma
cbefàpj. iso.pofla fopra.i3jx.dunqua multiplica.i3«-.p.aM8o.via ilterco
de.t6s- fa 35i$^,^.5?.iit964so,tantoclaquadraruradele.io.piramidetriangularicio
e^.delafommacbefàrj;.n796480.po|Tafopra.3 ij^.perle.n.bafedecagO' ne multiplica.io p.R,.r3o.via.i,de.46oso.p.pj.i69S693Uo.
ebefa ,155600»
p.p?.i8S743^Sooo.ea'.4i46t3,-Sooo.ep,\3os764t6i6oo.tanto equadrate
le.u.p!ramidedec3gonecioe^delafommacbe|àpj'ii?:964Sooooo.erjj. 30S764t6i6oo
poffe fopra.^oo.g cofi
ai la quadratura
del.31.bafe.12 deca
gonefF.:o,triangulareeR.4i4673JSooo.epj.iS8ir456Soootgionteinriemi (ano
vnaR' .ir£964Sooooo Calne. .4-
£ ilcojpo Oc.14.6afc
rioc.t». quadrate zB
exagone cbcil lato
oc ciafcunab3fac.2. ebe
Tirala fuperfirie fua
eia quadratura ci
Diametro oela fpera
ebe lo cir
ctmfcriua feoiamanda. fTQueflo
corpo fé forma
del corpo de.s-bafètriangulareMgliando !ifuoi.6.
anguli foli' dideuidendo
riajcuno lato in tre equali
parti. Et per
ebe cia| atnojuo
lato. Vole ebe
fia.i.enecejfario ebe il
lato delofiEo bajé
fta.6» duqua IH.S.ba|t-triagularefia.6.£ Lato
fia il cateto
fuo &\p.il q!e
meato £
36..rtcatoa^.fàR'.933i:-f?rip.9.neueneRM036s.€^.io;68.eqdratoloao t afe tr;
agiilare del qle
taglia li fuoi.6.àgubfirano.6.piraide qdiate
cB ciaf cu
holatofira.s.f
làfiiperr[Ciedeleloroba|éecia(cuna.4.elaxij deciafeuna
*.dnnqua pigUa-fdela fòperficie
de tuffe.6.1e ba|è
ebe e.3 .
multiplica in Jè
'^,64.ìl quale multiplica
per.i.fà.iis.eq)!o,tra
de.10368.eomo iX'.rc)Ia.si9i ggS.Si^i.e
quadrato il corpo
de.t4-bajepropoJro. bora per
la fùpficie tu
ai cbe.è.bajè feno
quadrategli lato dectàfcunae,i.equadratae. 4. adunqua
4. yia.6»fs.i4.untoeIafupnciedele.6.ba|éqdrate,Etlo#obafc exagone
jé
diuideciafeuainlitriàgulieglateriebeciajcuolatoe.i.gilcatetoea'ò.pil
glUlametadele.S.bafecbefono.4S.tr:agu'ilametae,z4'bajceciafcfiaek a.ebefà. 4S.mcài fé
fà.:3ò4«ilqlmcà per lo
cateto cbe.5fà.69«.e^ .691":.
fono le.s.bafc exagone cbegionteconle-6.bafè"quadrecbefono.i4-fiala fupetficiedetucro il
corpo.t4.p.R'-69c, Volfe il
diametro dela fpera
ebe lo circuferiue
tnai che dal
centro de tale
corpo ala meta
del hto de
lo£to ba)é e.3.cberedi]8oaR>.fà.9. gionto
co lapo|ancade la
meta del latodc
lo exa gono
«be e.i.ft.io.jt&uo.e illimidiametro de
talecorpo wcToe ar.40.eU
TERTIVS 22 tTLeiì ore
nontemarauìliare fé de
fimiti corpi compoffi
de diuer|é e
varie ba|é non
te|é mette fen
ipre in margine
loro figure conciona
& le fieno
di J£ cilime
farle in dejègnojo
che bifegnaebe fieno
fati e per
mano de bonop
fpeftiuo ali non
fi pofano fèmpre
bauerea fùa poffa
fi cóme p
fùa buanita fTcielnoJrroLionardodavincìfiandoa Milano
ali medefimi ffipendii
deloexcellentifjtmo Signor Duca
di quello Ludouico
Maria jfòrgaffe./ JWa
quando in queffo
defbpra e ancora
jèquente fé fieno
poffc cafi alcuni
onero ebe fàbino
a ponere.baff a ebe
tu fra li
ante pofri dinante
in principio. in
f/peflriua de fùa
mano recorra peroebe
da quelli comme
a fùo luogo
de-, nancefòdifto al
capitolo. LV.lor forme
jpcedano iinftnito efebeo
guardi' fica, quelli
non fò formato
el corpo de
decagoni pur in
q(!o labiam meflo
al tergo tramato
per tergo cafo
e tu deglialtri
potrai el fimi
le fare ffc.
£afus ,5. Xfe
ilcojpode.i
4.bafecioe.6.octà0iife
z-S-trilgiifa
reeqiiìlateretòrenutodelaftera
ebe il fuo
atfeoio. odiato olafaperficieeoìaqdraturafepòle cercare*.
iTFormaJé tale corpo
dal cubo tagliando
ifiioi o&o anguli
per forma ebe
itati del cubo
remagbino ocTagoni equilate
rigquejtodiuiderefnremo co ,pportione.
Etper ebe ogni
cùcùlo ebe cohtenela fuperficie oGagonaequtlla proportionedal diame
trodelcirculo alato deloiragono
in quello de) cricìo.cbe e
da la pofànfi
de *.a.*fm-B?.i*fu il
rirculo.a.b-c,d.e.fg.b.contincnteloftagono in
quelli f fca.a.e.i.g
là pofdnfi del
lato»a.b.fÌ2,z.m.&\i.cbetracto
dela pofangi de.
a.e.c|jee»4,rejfa,b.e.s.p.^'.i.cbelatodtlaibo,^»m.n.o.fgionto.b.e.con a»e.fà,6.|).e;.vcbe la
pofàtifidelaxijdeta Jpera cB
cótme il corpo
de.14.ba Jé cb
il lato de ciiifciia e.i*rfu(32.i»enoi volemo
cb' laxij dela
j pera adimada
ta fialo.Pero di
)e.ó.p.£>
,i;da»fcrn,fj>«i.d)eddra
la pofanga de.rocbee.ioo
daràv4i.
e.^.rn.&.ijozl^tato ria ciajìcuno
lato dd corpo
de»i4-ba(è,cbe taxi r
deh \ pera
ebdo circunf cirue e.io.
Hora perla fiiperficie
[e vole trouare
il lato del
cubo de! quale
jé forma il
dicto corpo e
de quello pigliarela
meta tornaala figura
fàflacbefed^ftocbellùoaxiKbec.è.p.p^.dade
lato del cubo»b
.e. ebe e
i» più. ij>
,r. fé »6.
più .f?,.i. da
»r. più. ry.*.cbedara.io.re tato
ar3?.daracle.i9j7.gionto co $j«#f§f
tanto eilato del cubo.i.j.j.4. de la
feconda figura ebe
e.q.t.cbcgionto có.p.q.cbe e-4*^
rn ^.Hor|f5. fira
lapofttncide p.t-cioe^'.del
remanente de.to^.traetone'j&.i^fl*,
diiqua; il quadrato
de-p.t.e.?o ;°.m.r>Mr6 vff.
che diletto del
circulo ebe circuf
"cri uè la
bafà od mgula
il quale quadrato
mulnplicato nella fùa
medieta fn la
fuperficie deffa bafà
offangula pero piglia
la meta de.roj?.rru
J3>;i76?|?.cfi
e.ife.m.$.69{^.che
multiplicato
con.?ojQ.m.WAt6ll'yb'i4Qii56|ìf!f.m.p?.
55,nt5i?||i.fn .59688$ • £
. £
• *48i69t$H&» •"#•
7iSoxS9M6#?ff tanto pò
la fuperficie dele.6.
bafé o&olatere. Horaféyoie
trouare la fuperficie
de otto bafé
triangulare eqlatere §
ciaf dìo fiio
lato e f£.
del remanente de.+ij^traéione ijMiotf^.gil
cateto e^.del remanétede
jo^.tra#onef£.6M*!f.cbemulriplÉcatocon
la meta dela
bafàcbee .rof7. ró.{fc.69§g^/*.S»Sìj^rn.9J. I64oo5*|*-?f ebe
la pofanca dela
fùpficie de rno
trianguto enoi ne
volemo.s.recaa^.fi.multiplica
có.s»^|§.m. ty .16400
$|H^.fà.336j5||.T.m.p?-io8rj66;6t|?|?f .
tanto e la
pofonga dela fuperficie
de B-triàguli.Et cofi
ai la fùpficie
de tuffo il
corpo di.i4»ba|è le»6.
offangulc e pj.delremanente de.S963S.e£M48J$9ìr>§7fir.tta£t'0ne p?
.ti8oiS9«6?ff^.
ffle.s.bafétriangularifono^.delremante'def33633f^. rraffone pMostS66
jéi^ffg.bora^laqdratura
piglia
lametade.q.t«latodelcu .ebe .^.
dela fS ina
ebe fà.^.it6f|fpo}!a fopra.*9r,.che la
meta e-t-.f).^.!???^. Et
queffo mnttiplica corano
tergo dela fùperfide
de le.6 . bafe
de offo lari
cbe.f e .996/
S^-ep?.50ó$osgff^.m^.8Sir4S05|^^I.fà.r3»t4?§K-Pu,-^'tó^4$ it^SSÌi .
« I» •
iWW4S4»|Kf&-,e ^ 3
S0»869i5H^? • meno
J? . e t
* s b
m d I
TRACTATVS de . 4&Ì64mMt$àh « e 5?
» de . i«i45WJÉÌ|f $?i§?l •
tanto eia qua'
dratura de le
(noi piramide offangule
del diflo corpo
ora per laqua^'
dratura de loSo
piramide triangulari che
ai che la
Superficie loro e
£.'► del lemanéte
de.j}633f |;, traclone
^.10815663^7??! .troua laxif
che jè par
te dal centro
dela fpera e
termina nel centro
de vno deghofto
triangult che trouarai
ejfcre.nf h'h^-'^lìói'^ queflo
multiplica col terjo
dela |ufc
kiedeglioaotriagulicrJe.373^8,j.m.p?.i3350iox|S/|57.fn,4Ji33STP-^«
n«'S'4«4!|H^.T-mp.i64»4too66^?^%|«.e^j69toos»05i^^§f. tanto
e la quadratura
de loflo piramide
triangulari del corpo
propofTo. Et cofi
ai che il
corpo de.14.bafe jèi
off olatera ft
offo triangulare che
laxiJ de la
jpera che lo
circunfcriue e.io.la quadratura
|ùa e B?.del
remanente de . t5s
remanentede.4ii35|5h-gxontocon^.rtJ8isi4S4,i^8rJI,'?.tra£tonepj.i64 »470o66{fsm^j
♦ep ,16920051055^^1' »
tanto eìa quadratura
del corpo propojto»
Cafus #••
- 5ÉLtc vtia
ffcra cBe il
dio atfee.i snella
qaalec intct ebiufo
vii colpo irrcgulare
de.8 . bafe .4.
triangulari*
e.4.de.6.laticontingentij#iangulifuoi
la fuperficic ocaua
Dlafpcra^madafedelati fiip.firieeqdratura. €["Fa
cofi piglia il
quatro ba)è eglatero.a.b.c.d. f
laxif fiio .a.e.fia.n.fira ciafcuno
fiio lato fi?.n6.de
quali fa de
ciaf cu' rto.3.partt
equali fìraciafcuna5?.*4«/t3Centro.fr/ira per la
prima de-4- bafi
f.nelU.J.dunquana.e.f,5.cbemultiplicate»rende.9,cbe gionto
collo lato cbe
e.i4.fà»*3'Cbe e jémidiametro
de la /pera .
f.b. e noi
volemo cbe/ia.56.
perofè,33.dadelato,»4»cbedara.5l'multiplica.i4.via.36.fn.864.parripcf 53.neuene. x6f r.f
jjMéf J(e il lato
de lofifo bafè adimandato, Hora
per la ftij»
ficietuai cbe
talecorpoa.8.bafè.4.exagonee.4.triangulari equilateri
cbe ^ deuidéo
1 .«s.triagnlipiglia la
meta cbe e.i4.mcai
fé fa.i96«ilqle mcà
col lo cateto
dùa bafi cbe
e,i9*I.fn.3848?7.f!8?.3848?r .eia
fupficiedel difto corpo
ft fórma dal. 4-bafè
triàgulari tagliàdo li
ftioi. 4,anla qdra tu
fki cfi tal
corfo juli dunqua
reterà vna bafd
cbe.z6§ f.fà J3M35f
r.piglia.f .cbe e.tGfj'.
piglia la meta
corno #.fia.6*f .trailo
de.x6*-r.reffa.i9n.cbe e cateto
tra. j.dctffj. reffa.izfpcbe
caxif de uno
.triangulo multiplica .ófj.via.^.fn.ns'fj.il quale
deuidiper»3.recatoa^.ne
vene.i4'?/.il quale multiplica
per.r*£r. fw *49ÌT3fe92.*49'*fj.e quadrato
vnodele.4.punffeetuneuoi.4.recap?.fà
i6.g
•i6.via»49?ifr'f?l,p-5988x,f4j-ta"tof0,toquadratel .4.
punffe tieni a
mente.Toma ala magiore
piramide cbe il
lato fùo e
p?.»3$fj.f il cateto
fra P?»iZ6|j.ilquale multiplica
con la meta
deta bafa che
e.$8/°.^ p?.io4ioj?f. e
quef to multiplica
colo terco de
laxir cbe e
J!M7fT.fn.isiri6ffij. tanto eia
piramide triangulare equilatera
donde p jbrma
il corpo propojto
cioè fj?.is ip6^°|j.€
la quadratura del
corpo'S.ba)è»4.exagone e.4. triangulare
efl\
i8itt6.m^.5988">f1-.cbetl
diametro dela fpera
cbelo circufcriuee .rr»
cbe e dimandato.
Calilo .7. glie
vno triagulo cbe
vno di Tuoi
lati ! e. 2 .
laltro e- .e
(altro.4.vna linea fcparte
da vno pnnetodifcofto.2ti eqli il triagoio» Cafue
.8.
Sftoittria0ulo.a.6uc«ddq[e.a.6.e«i.vt:.6.c.i4'^9»c» i5.z
in elTo edato
vnpucto.d'apreffo la liea.W.doi
zdifcoftodala linea.a«c.S-t vna
linea recta paflànte
per.d-deuide ildicto triàgulo
tdo parti equali
cerca fé la
quàtiradela linea deludente
tinche patte con
tinge lalinea.a.ctlalinea.b.c. CT Nel
triagulo.a.b.c. e dato
ilpucro.d.p. lo qualedei
paffare (a linea
deut déte il
triàgulo, Voljé p'ma
menare il cateto
da l3gulo.a.fopra illatp.b.ccB
fìa.a, e.poi tira
vna linea equidiffante.b.c.paflante Jj.d.contingente.a.e.in puncìo.f-f
a.
c.inpuncto«g.cbefia.f.g.pòi
tira tanto.c.a»cbe multiplicato
f.d.g.fàcci la meta
del, produco de.a.c.in.e.b,chee.ios.e fta
c.b.cioecbe
denijo,ios»&.d.g,tteuéga.c,b.^o
(«noie vedere quato
e.d.g.tu fai che
il cate to.3.e.e.ii.g.f.é;e.i»J?cbe e
difeoffo
da,b,c.dunqua.a.t>e,ìo,a.e.che,
e.«.
da»e.c.cbee.9tJé4i.da.9,cbedara.to.dà.7T»g.2ì»c,f.g.fil^ocateto,f.m.e 6.il
quale da. f,g,cbe
e.^,dunq ebe tedara
il cateto.d, ùebe
e.5» multiplica
$,via.^.^.3t^tig.6.nenene»6>tantoe.d.g.colquale^ti,ioj.cbeelameta cfelfducro
de.a.c.in,b.c.neuene.i6f.il
quale multiplica per.g.c,cbe.t*.fà. 4».bora
deuidi.róf .in do
tali parti ebe
multiplica lunap er
Ialtra facci, 4*.
Pero di cbevna parte
fiax^.elaltra.i6f.m.i.'i^g.i.^.via.r6f.rri,i.^.fs i6.#.f.m.t.
E .e guaglia
le ^tì arai
infide. ^.e quale ad'i. É
.e.4*.ntìmc ro deme$a
le.^. Jiranno.8*. multiplica
in fé fà.fcOjf. tranne il
numero ebe e»4i.reJla.*8&SpM8éf m-del
demecaméto dele..che jìi.sf.
V*ale,la. adunqua vna
parte fù.8f.m.p?,i8£>e Ialtra
e.sf .più #.zSif.€;
tanto e.ob. Pero tira vna
linea dal poncto.b.pafànte per.d.contingente la
linea.b.c. in puncto.K.la
quale dico diuidereil
triangulo a.b.c'in do
parti equali. Trouijè
il cateto del
triangulo.b.fe.c.cadente dal puncrq.K.|ii
la linea.b.c* in
punflro.l.Etpercbe tu fai
che deuidendo la
Jiiperficie dóni triangulo
pe? la meta
dela /ùa bajÀ
neuene la quantità
del cateto detale
triangulo difopra |édicIocbelajìiperficiedeltriangulo.b.k.c.e,4*.f la(ùabafd.b.c,e,8*.piM J£-I8if.piglialametajira.4i.piu S^.^.col
quale parti.4».troua prima
il
parnìoremultiplicando.4^piue?.t^.via.4i.m,8J,.t|s.}à,roJ.cbeepartì tore
poi multiplica 4f.via.41.fa .i£6f. parti per.iauneuene.tóf.bora reca
4».a {jz.fn.i£64.multiplica con.t?5.fà.iis94^-il quale
parti per.iol.recato a
p?.neuene«n4^.cioe ^. n4f s-é
tanto il cateto.K«l.cioe,ió?.rn,£2.n4\piu!3?.64^ m.4.^.pernijmero gii
cateto.K,l.e.i6f.m.^.a4^.f
noi volemo.b.R.liea deuiden
tela quale poquanto.b.l.ft,K.l.pero multiplica injé.h,l.cbeei6|.
queffemultiplicationiinfiemifàno.5c»6?5»piurB2,734iì|?.m.p2,4454^J.f ^♦s0«t!f.f
#.ri892i§f?.tanto eia pof£in$ade.b.K,linea deuidenteil trii
lo. a.b.c. in
do parti equali
ebe fé dimanda.
■ Calte »o.
£>lie vno triangulo
cbeilati fuoi fono
impa>po:tióe
como.2.ad.3-^vv3d.4
ciramferictoda vno rirculo
ebeti Tuo diametro e
vno domandale de
ilatte dela fuperficie-j:
del centro de
lagrauifa. ITPer ebedogni
triangulo
dacirculocircunfcricto equella proporrion
e data pofànca
del cateto ala
pofànja deli dot
la i m
1 S c
TRACTATVS ti opofìri
atui tuo netf
atro qìe la
pò jànea deli
doi lati (fio
nellaftro ala pò
! £n$a del diametro del
circulo ebe lo
contene . Pero piglijé
vno triangulo dilatinoti
in quelto proportione
cioecommo.t.a.3.e.3.a.4»fia.4,6.e.8.E
il triangulo fìa.l.m.n.f
illato.l.m.fia.9
ft.m.n,6g.l.n.4.troui)é il cateto
cafcanteda.n.fopra.l.m.cbe
fia pJ.s^.g cade
preffo ad.U.e.J.pot mnlti-
plicalidoilatilunonelU!tro.m.n-cbe.e.6.con.l.n.cbee.4;fà.i4.reducilo a
Ij2.fa.st6.il quale parti
per.6Jg.cbe e il
cateto neuene p?.68^cbe
e la pò/
finca del dismetrodel
circulo duqua la
pofànca 41 diactro
g ilari vno
c.4. laltro e.6.il
terjo 8-fi il
cateto e.5J.sf6«cbe e.n.r.bora
per glialtri doi
cate- ti quali cafeào
fùore del triangulo
quello che cade
da làgulo.l.cade. «.
prejjó n.cbee l.f.eoz.is.gquellocbecadedalangulo.m. cade.t.j.preffoad.n g
m.t.Sep.jjJ.Vollémo deuidere i
latidcl triangulo ciafeuno
per equali.L
m.inpu&o.o,chefla.l.o.4.g.m.n.inpuncro-q.cbefia.fq.4.poideuidi.!. n.inpnnfto.p
cbefira«t.p.}i.dapoilinea.l.q,mp.no
cbe)è interfégarano in
punéfox.f perche il
centro dela grauitae
nelle Iinee.l.q.mp.n.o. che
deneceffita fia nella
loro intcr|écatione ebe
il punflo . x .
quale dico ejfe
re centro de
lamita del triangulo ,
l . ni •
n .pero jé vole trouare
le quan tifa de
quefle tre linee
la prima e
quella che cafea
(òpra la linea
. I . m. che cade
aprejfo . 1 . 4 . vedi
la defrrentia che
e dal punflo
'doue il ca
" ceto al
punito . o . ebee
.1$ , multiplicalo in
fé jk . 1
.f^. il quale
giogni al
cateto.n.r.che.8fg.fà.io,f|i£.io.e.n.o«poivediquanto eda.q.alcajbdoue cade
il cateto che
ce. 4. multiplicalo in
|é^.i&.gogni con lo
cateto.l.f. cB
e.r$fà.3i.€.p;.5i.e.l.q.boraperlalinea.m.p.vediquantoeda,p.alcafodo iiecadeilcateto.m.t.cbece.j^.niultiplicalo in
féfa.ii|.gionto con la
pò- finja del
c3teto.m.t.cbee.33j.^.46.f^-46.e.m.p.Etàile tre
linee la {5ma
n.o.cbee^.io.f-l.q.8j.3i,Uter^a.m.p.6?«46. Et
noi volemole linee del
triangulo«a.b , e. ebeildiametro
del circulo cbelo
contenee.i. Et perche
eglie quella proportione
dal diametro dun
circulo ai lati
del triangulo ebe
ci ti circunfcriue
che e da vno diametro
dunaltro circulo m
inore bo magio
re che fia
ai lati del
triangulo da ejfo
contenuto tffendo itrianguti
fimili. Adunqua volendo
mecf ere in
vno circulo che
il (uo diametro
fia .1. vno
triangulo che ijuo
lati fieno in
proportione commo.i.a.j.t.3'3
.4» Tu
ai il diametro
del circulo che
contene il triangulo,.!.m.n.che .£?.68f:r.
gda de menore
lato del triangulo
^.tó.pero reca ap.de
il diametro del
circulo.a.
b.c.cbee.i.fà.i.multiplica.i»via.i6.(à.i6.parriper.6sf .neuene.^. €p?.*-|» cil
menore lato che
e.a«c.bora per lo
Jècondo mulriplica.r. via.36.fa.56.par ti
per .63^. neuerrgz
.'Jf. tanto e.b.c.
per lo tergo
radoppia. il primo
che e
.*|.fà|§.tantoe.a.b,cioep;.ja.Trouaboraicatetidéltriangulo.a.b.c.cbe fono
in proportione con
li cateti del
triangulo.l.m n.cbeil minoree.Syj*
il quale rnulriplica.per.i.fn.s;]-, parti pa.èS^-ntume
p.egfc.che e .c.K.
p lo fecondo
mulriplica.i. via.35 J
fà.J5*.parti
per.6s.?;.neuene.£g%.g '#. Jo*$.
e.b.i.per lo terco
cbee.^.fE.i.via.ij.fu'rs.parti
per,68?-.neuene pj.**~}tan' toe.a.b.gai.li tre catetiil primo e.c.K.cbeep.Ji^.e cadea
prejfb ad a.pz.ff&ffra.b.e^.^.e eade.pflb.c.p.^.g.b.i. ep.^f
.cade pflb.c.
ci».ffg-è4.boradeuidilitrelatideItriangulo-a.b.c.cialcunoper equali.a.
b.inpucro.f.b.cinpu3o.d.f.a.c.inpuffo.e.poitira.a.d.b.c.c.f.leqli(éi rerfégano
in punfifo.g.del le quali
cercamo la loro
quantità pero di
|é.6sf . dediametroda.n.o.chee.io.cbedara.r.de dietrao
mulriplica.i, via.io.fn. lo.ptip.ósf^.neuene.f^.ep.deqfloelaliea.c.f.poidiléós^.da.si.cbeda
ra.r.multiplica.i.via..3i.^.3i.ptiper.68f?.nraene.^5.èp?.?*J4.e.a.d.f|é 68f?.da.46.cbedara.if.i.via.46.(n.46.ptip.68j de
a,d.cbee^.f^;f.ptip.9.neuene4?^.epj^?f5.e.ci.g4fi&ùlqualeradoppia
c5mop2»^^^iff.tantoe.a.g.fpiglia,i.de,be.cbee^.f5°4-.partiper.9.ttc uene^.flfg.tantoe.e.g.il quale
radoppia comò pJ.fni£.j|7f[?. tanto
e.b.g.
adunqua.b.g.e^.^ee.g^.|^a•g^^^^?•d.g.$^.?li&.c.g.^v4??^•f•g• ^.^.EtiIatideltriangulo.akc,^,^b.c.^4*|.a.b.a'.f^noraperlaJuÉ/ ficie
mei il cateto.c.K.cbee,£Uf«?.colla metata.b.cbee
jpè£$ f» fl?.?^*-??.
tanto eia /ùfficiedeltriangulo,a.b.c.cbeilati[iioifonoiproportione corno
i,ad.5.e.3.a«4.g il diametro
del circulo eh
lo circu) erme
e.i.cbe e il
£pojf o. £afua
«ro- gtievna cotona
tódaafeftocbe il Diametro
fuoe-4» cioè De
ciafeuna fua bafa
z vnaltra cotona
,oe fimile groflè^a
lafoja botfogonalmente oomandafe
che quantità feleua
0£la pjimacolona per
quella fo:atu ra
ciocche entità feleua
oe la colóna
per quello bufo.
fTTuaiafdperecbelacolóYia
forataenel curuo fùodoue
principia il fòro
g doue fini/ci
nel conio opoff
o be a
la linea refifa
f taxi* de
(a colóna che
fora pafla per
laxir de la
forata ad angulo
reff o g le
linee.loro fnnovno quadrato
nella loro curuitaf
defopragde fofirofè coniungono
in doi ponfifi
cioè vnofopra e laltro fòfto.Exemplo fiala colóna
fbrata.b. già colóna
ebe la fbra.g.g
il fòro fia.a.b.c.d.g
ipunfiti de cótafiti
de la loro
cumitafia.e.f.delqualefbrofecercalafùaquantita.Effedifilo ebe
ciafeuna colóna e.4.pergroJéccaaduhqua il quadrato.a.b.c.d.e.4,'per lato
il .quale lato
moltiplica in fé
fn.ré.g .e.f.e puret4.cB la
grafferà dela colóna
S. mul tiplicato
co la flipficie
deh baf* ebe
e.i6'fà.64«il quale parti
p.j.neuene.zrf . ftqueffo redoppia
fà.4if,f.4i.e.§.féleua dela
colóna.b.p lo eliclo fòro. la proua
tu fai ebe
le difitecolóne nel
fòro fnnovno quadrato
cbee,a»b.c,d. pero fa
vnafuperficie quadrata de 'fimile
grande^a ebe fia
pure .a.b.cdf nella qualefavno circulo
ebe fìa.j.h.l.m.f il centro
fùofu.n.da poi fa vna
altra fùperficie ebe
li dollatiopoffifla eia)
cu o eqlealadiagonale.a.cdel fò
ro dela col
óna g glialtri
doi lati eia)
cuno eqìe.a. b. il qualefia.t,ii.x. y»
nel q le
defcriuivno circulo fportionatotocando eia)
cuno lato de
tale quadra to
in pmifif i.o.p.q'.v.f
il centro fuo
fia'.f.dicó effere quella
proportione dal quadrato.a.b.c.d.alquadratof qtiella.ppomoneedaUondoi.^.l.m.al quadrato
filo «a.b.c.d» cbeedal tondo,o.p,q.r,al quadrato fùo:H,x.y. corno p la '$•
delferfo de arcbimededeconoidalibusboradiuidiiiquadrato.a.b.c.dpereqKaiicon Iaitnea.f?
m poi tira.Ktl»m.l.fàrajfe ilei
i inguio.fc.l.rivgdeuidi per
equali
il,qdrato.t.u.x.y.conla!inca.p.r.poiliiiea.j.,.n q.r.fnjft; il triagulo.p.q.r.di coqueUafportioneedaltriangu'o.iO.m.aL /iangulo.p.q.r«qualeedalq' drato.a.b.cd.al
quadrato-t.n.x.v-fouetUcIieecJalrrianguio.k.l.m.al filo
quadrato.a.b e d.queUa
edaltriangulo.p«q.r -al fìio
quadrato.t.u.x.y»
Etdefoprafìi difito ebe
tale jpportione era
dalrondo.i.k.l.m.ala
jxiperftcie*
a»b.c.d.qiulecrada[circuIo.o.p.q,r.,alafùperrrcie.t-u.x.y.adunqua)éguita p
comuni ) cimtia
ebe taleproporttone fia
dal triangulo.Svi. m
.al fuo cimi
ro.i.K.lìm*qua!eeda[triangulo.p.q'r.alfiiocireuio.o.r;p1q.Etquefromte fo faremo le
figure corporee la
prima fiala )perajt-guata.e,K.m f.eifùoaxis
ef.f laltra ebe
in torno al
quadrato.t.u x.yfono doi
circuii vno e.t.r.x.y,
e laltro.y»r.u.j.cbefè interjégano
in piìfito.r.g in
puntf o.jmelle quali
figa re corporee
faro in ciafeuna
vna piramide nella
| pera «e-R»
m . f. linearo.R*.
m.circularepoitraro.k.e.emi.cbefia.R.e.m.piramtdefùIabafd, tonda.fc.l.
m.i.poi faro taltra
piramide nel laltra
figuracorporeaebe
ftra.t.r.y.r.x.M'»! r.le quali
piramide fono inf
portione fra loro
fi còrno fono
(e loro mani
cioè le figure
corporee nelle.quali fono
fàbricate còrno fé
mofìro defopranè
lefiiperficiepianecómoilcirculo.t.rtX.J.eequalealctrculO'O.p.q.r.delafu perficie,t.u.x«y .filati
de la piramide,
r.r.r.xfono equaliadoi lati
del triari julo.p.q.r.cioe.p.q.q.r. g
,K.efmf làìidc la
piramidedela fpéra.cioe.K'C u
t \ k'
'A fc u
ni , I IO
fe fc 6
TRACTATVS c.mjfonotqu^iadoìlattdeltriangiilck.l m.del circulo.i.K.I.m.dop.ft.l. I.m. adunque
concludano iflVre quella
fportione dela piramidc.t.r.y.r.x. r.ii.r>aljliocoipo.t.r,u»f.cbccdalapiramide.S;.c.ni.cBlafmbaf4.i.k.l.mr cu-culateal
fuo corpo Iperico
. k.e.m.f.adunqua per
la .35. del
primo de •fpera
fi coiiodearchimcdcdoucdtci ogne (pera ejere qdrupla
alfuocono del quale,
la bafd e
eqle al magior
circulo dejfa fpera
ft laxiJ equale aljì mi diam'af o
adunqua pigliala bafà.t.u.x.y.
che e.4. per lato
imtltiplica in |é
•fà-rc-. .li quali mu'.tiplica
per lo fuoaxis
eh e.j.fà.jj.c quefro
pti per .3.neuene
ro^.fVi corpo fuo,t.r'.x.f.e.4-tanti pero
multiplica.iof.per.4.fà,4Jv.con'
mo fu difto
dejopra fi aicbefeleuadela colona.b.perqllo jbro.4i.e.f.
£afus .11. glie
vna volta a
eluderà che e
per cialdina feccia
.8 \ ^c3Ìta.4
ficie concaua de la
volta in crociera
ebe e p
ciascuna fnccia»8. Calile
.12. 'MJc vna
piramide triàsiilare.a.&.cd.cr3e
la bafa fua e.D-OCÌ.c
laucrtice c.a-r.b.c.e •i4.b.d.l5«C,d.rS-nell3 qle
bafa fé pò fa vna
fpera ebe il
fuo a;ci5 có.z
a pficto oelpoiamcntoc.4.otfcollo oaciafcunolato oclaba-
fà rocando la
fuperfkie fuaciafeuno lato
oclapirami
deoomadafc0ellato.9.b.oeriato.9.c»e
Del lato-a-cJ. fTTuai
la piramide de.4.bafe
triangulare.a.b.c.d.cbe la bafafua.Kt.d.
il fùolato.b.c.e.i4.fì.b.d.i3.f.d.c.i5.fiilpnncìo.e.fìi6lo nella
ba|é difcofjFo da ciafeuno
lato.4-f disopra daldieìo.e.menalappendiculare fopra
ala Ir
nea.b.c.cfifia,e.b.cbeflra.4-f2fopra.b.d.menalappendicularedalpuncìo
e.cbefia.e.f,fjria.4.rIfimilmétefnfopra.c.d.cbe}ia.e.g.f firapure.4.poipo nivnopiedel
fèffofulopunfro.e. ft con
laltrovno circulo ebe
il fuo dia'
metro
fia.é.delajpcracbeponémo che cótingefèipùflo.e.f (àpemocbe.e.
b.e.4. t| la linea
cB fé p.
te da.b.e cótingéte
pure la spera
{t de qlla
medi fìma cjtira
efi
e.e.b.e.ft-f.ft.e.g.aduqua
fri vna linea
efi fia.e.b.e.fia*4- poi
(opra e.mena la
ppédiculare fenca termine
fopra la qle
fa il pucTo.o.cbe,fia.e.o,3 »
ft fopra il
pufif o.o.poni vno
pie del |èxto
g co laltropie
circina la qnti
ta de e.o.chee^'fàraffe vnofèmicirCHloc£ftra.e.rVùpcntira vnalinea
dal puri' TERTiVS
25 cfo.b.contingcnteii(émtcircuIo iti
punffo.fc. § la
linea perpendicujarein punffo.a.poi
tira dalcentro.o.o.b.la quale
perla penultima del 'primo
de Eudidepoqtoledolinee.b.e.f.e.o.tuaicbe.b.e e.4-cbepo
.i6.f,e.o.e.3. po.9tgionti infìemi
fn.is.ft ^.is-e.b.o.cbe e«s.tu
ai vno triangulo
cbe vno lato
e.3,laltro.4.ilterco.s. bora trouail
cateto cafcà te fopra.s. cbe
trouarai eflere j3?.$vf
.il qleradoppia conio
p?.fn.ij!7.cioe 02^3 ^.cbe
e.fc-e. g ai
fàff o vno
triangulocbe e.b.e.k.del quale
trouail cateto cbe
cada fopra.b.e.b.e. po.téuf
.b.fcpo.té.gionti in fiemifà.3i.tranne la
pofànja de.fc»e.cbe e*3*?.
ref!a.8 "il quale
parti per lo
doppio dela bafà
cbe e.4. fira.s.
duqua parti B§?.per.8.neueneu^.il qle
multiplica in fefà.r^f.tralo dela
pofànga de.b. fc.cbe
e.i6.reffa.r4ft?-la)uaR,eil
cateto.fc.m adunqua-k.m. cbe
e.i-e.f**. da de
cateto $?.i4|*f«cfì te
darà lapofuncade.b-e.cb e.r6-multiplica.t6. via
i4^|,fà.i35Hì.il quale parti
per.i.e.^f.neuene«r38?;y. tanto
e la pofanca
del cateto.a.e.fc che.a«fe
intende e Jf
ere eleuata fopraad
.e«ppendicularmente corno apare
in queffa fècunda
ftgura.Nella qle e
deferita la meta
dela fpe- rala
quale e.e.K.i.€ il
centro fùo e-o.ffù diffo.b.e.effere.4.§ cofl.b.k.f
,c. o.s.cbee merco laxiJ
dela fpera f.b.o
pò quanto ledo
linee.b.e-f .e.o. per
cbelangulo.e.erecIo.b.e,cbee.4.po.i6,f.e.o,e»3.po.9.gionte infiemtfà
zs.tuaiiltriangulo.b.e»o.g,troua
il cateto cadete
fu la linea, b.o.cbe troua
raie)ferep.Sjf.il quale
radoppiac5mo5,'.fàj5,'.i3^.f
aifttffovno triangu io
cbe e.b.K.e.bora troua
il cateto cbe cade dal
punffo.K.fu la linea'.b.e.
in
punffo,m.cbefìra.K.m.#.i4fff.f.b.m, fVa J32.is|f. còrno fìi diffo
dunqua R.i.e.^f-da 52.r4fff.de
cateto cbe te
dara.4.multiplica in jéfà.i6«f.tó.
via (4?!f .fa'*3S§|?
parti ^.^f.neuene.iss^.e ^,iS8|.7.e
il cateto.a.e.f. noi
vo lemoa.b.J?o tornaala
prima figura e
vedi tfto pò
e.e.b.cbe pò quàto
«b.b.
fj.b.e.peromultiplica»b.b.cbee.6.fà.36.S.e.b.e.4.cbepo«i6.giontiinJiemì
fù.Si.€p?'5».po.b.e.cbegiontocó.a.e.fà.z4o|j.r|jX.t4o|5»e,a.b«bora^lo lato.a.c.p.
cbe.c.e.poquàto.c.b.f.b,e.c.b.e«s.ebepo»64.f«b.e,po.r6.cbc giontiinfiemi.fàno.so.giognicolcateto.afh epj.iósf^.tanto e
la pof^nfa 3e,a»c.J?
la linea.a.b.tu fai
cbc-d.e.po quato pò
le do linee.d.g.f
,e.gid.g«e
jr»cbepo»4g.f,e.g.po.r6.gionte
ifiemifà.6s.f?f^.6s.e.d.e.giontocon.a.e.
fà^.i53|j*tantofta.a,d.e.u,cofiacbelapiraidetriagulare'a»b.c.d.cBvno lato
de la bafdfua
cioe.d.b.e.i5.g
.b.c.M-.ft.cd.is.nella qle piramide
e vna fpera
cbe il fuoaxue»6.f
toca cola fiiperficie
fila ciafeuna fàccia
dela pira'
mideinvnopun£todicocbeillato,a.b,eJ^.j4oJyf.atC.e^.z6Sij.€>a.d» e
j^SJ? 51 cbe e
quello cbe fa
dimanda • Calte
.« glie vm
piramidedkra&alà fua eqnadra
t laltre fa
eie inaugurare rabafà
fua eh ede-c
ra vertici fua
e ar eiafeno
lato dela baia
c>6> z vna
ihperficie piana la
féga ad armacollo
tagliado.a^ T.a.e..4, defcma
aia bafa z femfei
in puncto.c^: in
pnncto.d. lati dela baia
domandale dele parti eflendo
il Tuo 35ci6.ii.
€.f.d.f.g.c. fègbi
laxù.'a.f>inpuncto;t.f,g.b.fia.4.fopralabafÀ-tuai cbe la bafàe
per
ciafcunolato.6.filcateto,a.f»e.ii.dunqua
tirando dal punffo.g.equidiffa te
alabafa (égara.a / m
V s \
e l F
TRACT/VTVS fU.i.per tato
elaxb toro e.4.1equa'u
do piramidequadratefono.i* .g.t.p.e
i.fi.p.r.e.4,fi
fimilee4.m.fil.g.e,4,rmiltiplica(l.p.p,pa-.fa,4.g..j.chee baf*
via .1 . g. cbelalteca
fi e.4. fa • t6» piglu
la metaj.cbe'e.s . giunto
con z|
fnaoj.tàtoeqdrato.b.e.n.o g.b.bora
quadra.Ln.o.c.fi .g.cbi fimo vna
piramide cbee.g.l.g-n.g.q.g
c.duiiquaiuultiplica.t.n.cbec.i.
via.n.c che e.s.fà.$«gqucpo/i(. £ipiicacu.l,g,ci)ee,4.fà.20.percbepirart.idtpiglia.j.
cbce.6^tcofielaltrapir.'inidcb.m.b.o,b,d.b.i.6|.gionto cono,
cdoi terjifa.i},J.giongntcóaO;.fà.i4.boraqi:adra.g.b.l.m.q.j.tu pliche
t.m.e
4,g,l.q,e.s.4.via\:.fn.io.ilqualcnu:ltiplicaper.g.l.cbc.4. fa
-so. piglia la'
mcta.cbe.40.gtontoci14.fn.64.tato
e la parte
de la bafii
e la parti
de fopra verfola
vffiiie,a.ene.so,gtuctalapiramideei44.tiediiufapirl.ifi!peift' ciepiana.g.b.c.d.fi,b-od,e.g,h.e.64.g.a.g b-c.d.e.so.Hcrapcr altro
mó acio che
|epo(À delùdere le
piramide tondi ebep
quella via nonje
poria -(àrepero faremo
quefloaltro modotudei
jètperecbela linea. g.c e
JV.41.fi g.l.e,4.fi Uc.$.trotiailcatetocaderttefopt ilalitua.g.c.dalptmcto.l.deltri
angulo.g.l.c.cbctiviuiiaicflrereiV.9j;.S|ia.l.u.borafnvnapiramide|bpra g.c.cheil(ùoaxiffia.t.x.efuin (pportionecótocareto.l.u.cómo'l.g-cbee
.4.có.a.t.cl3ee.9*.ilqualerecaalV'.}3-.t.x.borabifogna trottare
la fìipficie deta bafà.g.h.c.
.d,cB>g,b.e.4.fi.c.d6.giogtvii|iemifn,io.piglialametae.5.recaaiv^i.i5.fi .
JS.via.4i.fb.iois.cbeelafupernciedelaba|À.g.b.c.d.laqttale multipiica
co laxiy.t.x.cbe
e.s6|7.fn.$f6oo,gpartiper.}.rccatoa!V.fia.i).n9S«i.,.dicbe tato
/Ira la parte
defbpra deta piramide
fi quella cjejbflo
il ) vfTo.
per fine ad
ij^.nuero ebe venead
ejfere la parte
dcfopra.eif-. fi quella de$cìb;SQf .
fila piramidera.g.c.e equale
ala piramide xg.c
per chi- fono
[opra vnamedefi ma
bafÀ fi infra
do linee paralelleperla.3T. del
primo de Euclide
ben ,cbe dicadefuperficienel.19.del vndicefimodicidefolidi. £ifu& .14-
£>ìie vna piramide
triangularecbe U baia
fuabea. cbcb.ce-i4.t.b.d i$.z.cd.\$.z
taxis ii»o.a.f.c*i6'»e la
quale cintcrcbiufàvna fperala
magione ebevifè porta
mectei e ccrcafe
de iaxie oe
Dieta fpera e
de lati I
OC la piramide
P" Tu ai la
piramtde.a.b.a.c.a.d.cb la bafà
I
fua.b.c.d.cbe.b.c.e.i4.b.d»i3.fi.c.d.is.fbpra dtla
qle dejcri ui
vno circulo tangente
rialcuno lato deb
bafà fi il
centro fia.f.cbe ftra.a. f.tó.cbeelaxif dela
piramide tira da.f.la
ppendicutarefopra cia|cuno lato
de la ba|Àdeuidera.b.c.in punafo.e.fi.b.d.m punfto.g.fi.c.d-inpunffo.b. (iraf,e.4.coftciaJcunadelaltre per
cbeil diametro del circulo che
fé dejcri uè
in tale baffi
e.s.adunquafn
vnalineacbefia.s.K.l.foprala
quale fn il
tri angulo ebe
il cateto
fuofia.ió.m.n.deuidéte.fc.l.p
equale inptlnfto n
poi Unea,m.K.m.l efiatl
trianguto.m.K.l.nel quale de)
criui il circulo
contiti gente
ciafcunolatodeltriangulo.K.l.inpanclo.n.fi.m.h-in puncìo.o.
fi.
m.l.inpunc1to.p.fiilcciitro}uo(ia,q.fidalpunCro.p.pal]"antcp.q.tirala linea-p.r
poi mena la
linea dal pucìo.l.paffantep k.pfinead.r.dicocb-p. r.e.ió.ecadeppendicularmétefopra.m.l per
chepafla pcrtocétro del
circa Io e
termina nel contacio
dela linea.m.l.p la
ir- del tergo
de Euclide fi
p. I. e.
4- perche eequale
ad.l.n.fi quella proportione
e da.r,p.ad>p,(. ebe e da
.r. n . ad.n.q.vedi
qto e la
linea.r.l.cbe fki ebe pò qto
le do lince
r. p,fi.p.l.r.p.e-i6.po.i56>fi.f.l.e.4.po.i6,gióteifiemifà.t?i.fiiV.i7i.e.r.l.g.r. n.ejV.iti.in
n.l.cbee.4.efedi£tocbegtieqlla
fportione.r.p.
cbeii&.ad* p»l»cbee»4,cÌleetr,n»cKeiV.tp,rn«4tadtn.q»todiJè«i6.cKe.r,p»da»4. TERTIVS
t6
cfcc.e.p.l.cheda^.i7r.mf4.cbee,r.n.multiplicà^.iti.per.4. recatoa^.j*
45ji.il quale parti
p 16 .recato a
#.neuene pj,i?.poi multiplica.4.via,4.m. ^t.i6.parti
p.i6,neuene,i.m«tanto cq.n, cioè e 5e.i7.m>i.p nfiero
cbe e me
' f o
diàetro dela (pera
e tu&o laxù
e j£.68>rrut >p
niìero ft coft
ai che laxis
de la fpera
cbe flanella piramide
.a.b.c.d.cbe la bafàfia.b.c.d»vn lato
e. i4-e Ialtro,r3.f laltro.is.epj»68.m.j.f illato.a.b.de
la piramide pò
quanto pò ledolinee.a.f.ft*b. f
.poquanto»f«e.f|.b.e.tu(ìii
cbe .b.e.e.6. cbe
p0.3G.fl f.e.e.4»cbe.t6.pofto fopra.36.fa.st.tito e
la pofàn^a de.b.f,cbe
gióta con la
pofrtncade.a.f.cbee.i56.fà.}os.g^.;o8.e.a.b.SilIato.a.c.po quàtopo.f.c
fc.a.f.c.f.po qto po.c,e.§.e.f.c.e.8.po.64'S-e.f.4»po.i6. gióto.có.64.fà.80 tato
po.f.c.gióto co la
pofànca.
de.a.f.cbee,is6.fà.336.ft
j£.336.e.a.c.bora J>
lolato.a.d.cbepo3topo.a.f.f.f.d.f.f.d.poquatopo.d.g.é-gf-g*f-e»4.po i6.f
»d.g.e.7.po.49.gionto
con.tó.fà.6j.tanto po.d'f.cbe gionto
con la pò
|Àncade.a.f,cbee,zs6.fà.3xi'f
£J.3H.e'à.d.cbe equello cbe Je
dimanda. £a(us .rS«
%\c vnoeoipofperico cBcfayis
fuo e. io.
vno fo foia nelmefocoamo frenello
e partalo dalaltro
canto z e
il Diametro oel
tondo del bufo.i.domandafè cbe
le laòqllaqdratura di
cojpofperico e quella
foratura* fTTuaiil corpo
fperico.a.b.cd.e.f.cbe
laxù.a.d.cio. ti il centro fuo
e.g.fHl faro jnflo
dal treuello e.b.ce.f.
ft la linea
b.c.da vno canto
e diametro del
fóro
ff.c.f.ediametro.dalaltro
cantone ciafcunalinea.*.f laxif.a.d.jèga.b.e.inpunfifo,b.f lalinea.c.f.m
punSo fc.e le
linee cbe |i
inter|ègano nei circuii
tato fa vna
pie duna linea
in laltra fuapteqto
fa vna pte
de laltra linea
nel [altra fuapte
dunqua tanto fà.c.K.
in.K.f«quàto
fà.d'h.in.R»a.tu fii cfi.c-S.e.i.f
.K.f.e.i.)itu multiplicbi i.vta
i.fàj.po fa de.a.d.cbe.ro»do pti
cbe multiplicata vna
co laltra facci.i.mefti vna
parte cioe.K.d ria.i,^.t.a.K.io.m,i. . via,ro.m.i.
#.fa.io.^>,rru. 0 .e
tu voi.i.rejfora leparti
daadogni pte.i» IS
.arai.io. ^.equalead»!. e.r.
[si .demec^a le
co|éfirano.s.multiplicalein (e ja.is.tranc
il nuero cbee.i.refra.i4.ft #.i4.m
del demegaméto dele.^>.cbefù.s. vale
la.^>.cbefìidifiro
valere.fc.d.dunqua .fc.d. vale.s.m.
£2,14. frc.fc.e.i.§ W
Voli.c.d.cbepoquàto.h.d.f.c.K,pomultiplica.s.m.^.x4.in |éfà.49»m.
{?2.z4oo»fi;.i. via.i.fà i.giongi infèrni fà,$o.m.p?.t4oo.tanto eia pofànca de
c,dilqualeradoppia
|a.ioo.rn.l£.334oo.reducia
fùperficie tóda arai.istf»
m.pz.i37o6|T.iqualimultiplicaper.g.d.cbe.s*^.t85fptip.3.neuene.i6i|?.- ft
multiptica,237o6f
j.p.S.recato a pJ.fà.S9i6S3|.7.pti p.3.
recato a 0z.
neuene p?.658$Oj|f .tanto
eilcono.g.cd f.ft tu voi laportione«c.d.f. pò
vedi tfto e
il couo.g.c.f.c!? trouaraiejfereR.iój^.cfi gióto
co laj£,6S8SOjgf rejtara
la portióe.cd.f .z6if . m.#.i6«^,g
J^.éssso^.cH co laltra
portióe.b.a.e,fia
5x3i|,rn.!».i74o4il*.alaqle \k dei
giógere la qdrarura.de'b.c.e. f.cbe
(Ài cbe g.d.e.s»
m\#.i4.tratóe.M.reffag.K.fP.J4.ft.g.b.eqllo medefimo
dunqua b.K. fia^.96.f 'C-f.e.j multiplicato
i fé fà.4.redufto
i tódo e^.recalo
a{£. fa.^f >.il
qle multiplica có-b.fc.cK
e.96.fa{JM48^>cbe gióto co
,£S*.m.jV,
*t4o4i||.fàp?.9485f»€!3?.delremanente.«3^f.tracìonepj.i4iT>o?!j.tanto fé
togli dela quadratura
del corpo fperico
cbe il fuo
axif e.io p lo dicìo
fòro cbe e
quello cbefé dimanda.
CalUS .l6, ffta
bocte cBeifuoifondie ciafcuno
per diametro .2.zalcocnmee^.T tra
i fòmite ilcocamee
.x%.z e longa
» 2. fedimandaquanto feraquadra»
CFa cofì multiplica
il fóndo in
fé cbe e.i.fa»4>poi multipli
ca in fè.i|
fa.4|f .cbe ein
fra ileomme f
il fondo giongi
in
_Jfiemifa.8|f.poimultiplica-i.via.t1).fa.42giognilocó.8|j» a,i3|i.ptip.3.neuene.4'2if.cioep?.4Ì5|.cbe in
(è multiplicato fa.4iif. rie
mamente.Tuaicbemultiplicato
in fe.i§. fa.4ff
bora multiplica.!^ in
fé fa-fc'gionto c5.4jf
,fa.io^.poi multiprtca.rf. via.i£.fa,s.giongi infier
roifaJ5iìre-partiper^.neHene^gg,cioep?.jj|s5.cbemiémultipUcatofa TPACTATVS
5,^.giognilo co qllo
di ("opra cbee.4L£f
.fa.gf'**. i! quale
multiptica per
$r.ep\artiper.i4.cbeneuaie.7*^*].tautonaqdiataladida bode.
Quejfo modo fé
pò tenere quando
e inefure tude
equidiffanti luna da
laida. Ma quando
non fu] jero eòtridiftante
tieni qfro altro
modo cioè metamo
che i fondi laciafcuno.S-de diametro
§ al cocbiumefia
•to.fi: il primo
fondo abbi il
diametro a.f.ft il
diametro del (ondo
e drictofia.e.K.ela bodefia
longa.io.tapre|)o.i-ad.a.f.fia,b'g.cbefia»9.gilcocume»c.b.e.io. §
il ter jo.d.i
t£
9.cbecdi|co|foda-e.K-i.boramultiplua
prima qlla del cooirne
c.b.cbeio.in|e(à.ioo
poimultiplica.b.g.cbee.9,in|e|ìi.8«.giogniinfitini fa,
s'*bora multi plica
c.b-có-bg-fTi.Qo.giogniloió.isi.
£.17;. ilqlepairi per.3.neuene.90f .ilquale
mulriplica per.». e parti
per.14.neuene.70J' .eque
ffomultiplicaper.6.cbeeda.b.g.ad.d.i.fn.4is^.f quefto
(erba mai multi
plicato.b.g.cb e.9-fn,s« bora
multiplca i fondo. a.f.cb\s.i)efà.64.giogni infiemifà,i45»f
multiplia.s.via.g.fJi.P'giogniifitmifa.J^.parttlo per.j.
ncuene'7i%ilqualemtiltiplicaper.ii.f
parti
per.i4.cbentuene>)6|>i!qua!e
multiplicaper.4-pcrcbcdalalinea,a.f.alalinea.b,ge'i.f dalalinea.d.i.a (a
linea
.e.K.e.i.ficbe(n.4.dutiqna.4.via.?6".fa.«7|. giognilo
có.+ts'j. cb' jèrbafti
fà^jé^.tanto e qdrata
ladida
bodecioe.c>$6;?.cbeeil,ppoffo.
£ì\uù .17. T
per che qi:alcbe veira pò
il irerucnire dauerea me
fura, e cojpi
mcgulan de ilqualmonfè
pò peri nee
auetclaqcìraturki
loioficóniofonol'ariie de anima li
1 ónali z
mattonali de marmo bo
dcmetallo dico bc a rali
co.pio fimilirenyaqlìomodo pei
qdrarli. IJWetamocbctu voglia
fdpcrcójo eqd ata
vnaftatuade bomo mnuda
cbef1a-3.de longeva f bene £portionata.
Fa vno vafo
dele gno bo
diltiolongo.3.;-f largo i\galto
vno ilqualcfn quadro cioè
coti anguli redi
§ bene (tagno
fube laqua non
ejca puudo (tpoi
lo meflK in
loco che f!ia
bene piano aliuello
6 me tri
dentro tanta aqua
ebe Jgiutig 1
ad rno t.rco
a Iorio defepra poi fnvno
|cgnonelvafoajómo laqua f poi me
didentro la (tatua ebe tu uoi mefurare e
lajfarepofarc laqua poi vedi
qto e ce)
cinta & fa
a fórno laqua
vna'rro jcgno derido
a quello de
prima poi tra
fora la (rama
tme|uraqtoedalprio,fegnoaljc4o.Mitamoci5
flambo ra multiplica
la longeva del
vafo ebe e.;$icbn
la Urgeva cbec.ti.ffl .
a\ il qlemiiltiplicaper.;.cbecreue laqua fn,ij_.f tanto
e qdrata la
dida (fatua %
que(lo modo tirai
a mefurare tali
corpi. CafllO .18»
"" allevilo
frii!i0:![o-a.bc.fbclab.ira(ua.b.c.c.i4'!o pia
laqlcfcpola vno cimilo
afelio ebe il
fuodiame roe.S.-r il
panerò dclconracrcce .dhfcoifo
da -b.ó.
donudafcdeglialtndoilatidcUna)ìgiHocioe.a.b.z a.ccbc
cótingono il dicto
circu'o.a.b-in pficto.f.z-a. %Ù1
plinctO.^.CrTu ai il
triangolo a.b.c.nd quale
e de- trito il
circu'o.e.f.g.ft il centro
e d.cfjeil diameno
fuo e.s.pofuntefe futa
>afa.b-cin
pudo.e.e.b.e.s.tiradalcentro.d.d.b.d.c.d
e.df.d.g.tu ai per
apenultimidel primo de
Euclidecbe.b.dpoquantopo.b.eft.e.d.tu
fai ebe -b.e.e.6.cbepo.3-.ft
.d e.e
trucco diametro ebe e. 4.
epo.ió- giontocon ;6.fa
5t.f ^.y.e.b.d maidoitrianguli.b d-e.gb.df.cbefnnofimilif eqli nei quali
(éjé tira la
linea. e.f.jégantc la linea.bd-inpùdo.bla |egaraorto-
gonalrnéte e Tira
f.b.c iteto del
t: iigulo-b-d-f.f.c-.b.fira cateto
dei'triagu'.o . bd.e.bora fé
vole trouare la
quantità de quefli
cateti cofi mai.b.d.cB
e p:. Si.t?»f.d.|?Jó.rnultiplicaciafciinain |egiontemjemi (ano.6s.del qualetra
la pofdnci de.b.f.
ebe e.36. ufo
.31. il quale
reca a $
.fa. 1014- parti
perlo doppio de
la bafc.b.d.ebi e
^de.a.adoppu corno .fa
jos.eoiqua!ipar
ti.ioi4«neue;ie.4;f trailo dda
popinca de fd cbee>i
>.re{fa.u*,.i P?»n;T.e
fb.il quale radoppia
corno p Jn.44fj.f
62.44j-..e f.e.bora auemo
il trii gu'o
del qlevolemo il
cateto, f i.m
ai il hto.f.e.'cb
e p. 44^'f.b.e.g.b» f .feno
ecjli tra luno
de Ultra ref!a
nulla adunqua^ ax&44lypu lo
doppio TERTIVS i7
Scb.e.chefinn
neuene.3£T.trallo'de.6.rejfa«rff.mca!o
in fé jn.s^-
tratto dela fòrja
de,b,f»ebe
e.36.remàe«30?£;v.e#.30^*.ne il cateto, f.t.bora fé
vo le troiiare
il cateto cbe cafca
da.g.fopra.Ia bafù'b.c.tu ai lineato
,dcla qle doi
trianguti.c.d.e.f
«cd-g-fimili è equalt
linea-g.e.cbedeuidira »d.c.i pu
• fio.K.adangulo refi
o Jìra.g. fc.cateto
del tiiangtilo.c.d.g. €-e«K.
cateto del friangulo.c.d.e.tuai.c.e.cbee,8'Clapof bagroffa
Gomme quella de
meso del .A, e la detta
lettera noi effer
largamesa delfuo quadroni
fic erit pfecriffima. Queftalittera ,FXe
forma aquel modo
come la Ira
.E. ne pìunemacho.exceptoche .F.
Gèfenzalaterzagamba:co me denàci
hauefb" dirrufàmente alluoco
de dicco iE,
cum tuctefue proportiont
pero qui quello
te baffr. Queftaletera.GXeformacSmel.C.delfuo
tondo equa dro.
La gamba deritta
de fotto uol
effer alta un
terso del fuo
quadro : e
grolla de le
noue parti luna
de laltesa del
fuo quadrato/ .
Quefta lettera.H.fe caua
del tódo e
del Tuo quadro.lefue
gambe grotte fé
fanno per mezo
le crofiere cioedouefe
interfecano li diametri
del tondo e
fuo quadro. La
grotte Sa de
ditte gambe uoleffer
de le noue
parti una delalteza
E quella demezofefa
pmezeldìametroJafua groffeza uoleffer
la terga parte
de la gamba
grolla commeltrauer lo
del. A. Quella
lettera.l le caua
dei tondo, e
del quadro la
Tua grò fera
uol eHer de
le noue parti
luna che facil
Sa fua forma
tionefralaltre.
Queftal.ettera.JK.fecaua del tondo
edelfuo quadiotira dounalineaper
diametro del quadro
i quella linea
fefer ma e
termina le due
gambe per meso
la gamba grotta.
La gamba defotto
uol effèr grotta
comme lalcre' gambe una
parte de le
noue. Quella de
(opra la mita
de la grotta
com melafiniftra del,A.
Quella defotto uol
efferlonga fin ala
crociera ouer di
fora,Quella de l'opra dentro
la eroderà; Quella
lettera . L.fe caua
del, tondo e
del Tuo quadro
. La fuagr
offesa uol effer
de le noue
ptiuna de [altezza.
La Tua larghezamezo
quadro cum queftitondifoprafcripala ga
ba futile de
Cotto uol effer
per la mita
de la groffa
comme quella deLE.&dei,E> '
. Quefta lettera
,M. fé caua
del. tondo e
del fuo quadro
le gambe furali
uogliaoeffer per mezo
de le graffe
corame la feniftradeLA.le extremegambe
uogli'ano efier alquan
to dentro al
quadro le mediefra
quelle e le
interfecationi de tf
diametri lorgroffese ♦
groffe e furili
fereferefcanoai quelle
del,A^cóniedifoprainfiguraapertopoicompreii aere.
■. ■ -
- ' ■
Quefìra lettera.N.fe caua
delfuo tondo &
etiam quadro La
prima gamba uol
efler fora de
ìa interfecatióe de
li dia mecri.Latrauerfademezouol e(Ter
grolla delenoue par
ri luna prefa
diametraliter.La terza gamba
uol effer fora
de la crotiera,Prima gamba
& Vlrima uogliao
effer grop .fé
la mica delagamba
graffa cioè duna
celta. . ■-.
, :• -
' Quefto.O.epejfedliffimo. >
?: Quella lettera,
O, fé caua
del tondo e
del fuo quadro.fe
diuide inquatroparti cioè
incroce. per mezo le quatro
li riti
el corpo fuo
uol effergroifo dele
noue parti i lunati corpo
fuo de fopra
uol effer p
mezo del fuo
graffo. Le fue
pance una uol
pender in fu
laltra in giù
el futile del
corpo uol elfer
per la terza
parte de la fua
paria . E per
che diluì fonno
doi opinioni pò
dinanze te no
póllo unaltró ami©
piacere perfecliffim o
e tu prendi
qual te pare
e di loro
f or iRsataifil.
Q^omme difetto intenderai
a fuo luoco.
' Quella lettera
.P. ficaua deltondoedel
fuo quadro , La
fua gamba grotta
uol effer de
le n oue
partiluna la forma
de), tondo uol
effer grande comme
quella del . B, da baffo
e la fua
groffesa de la
pancia uol effer
tanto quanto la
ga bagroffa e
fi uol principiar
ditta lettera da
le erodere del
tondograndedoeda le interfecarioni deli
diametri &fic critperfecTiffin» Queftaletera.Q.cóme difopra
ditti fé caua
del. O.tertiiinahdo fua
gamba ne tefte
de fua altezza
Cotto et qdrato
cioè de le
no/ uè para
letre del fuo
quadrato ouero diametro
delfuo ródo co
me qui appare
pportiomta.guidando le pance
graffe e fue
futi li oppoute
apó&o cóme del,
O.fo dicto.Eiafuagaba uol
efTer longanoue tefte
cioè qaantoel fuo
quadralo areclanguJo.ela fine
uoiefTeraltalapon&ain fu un
nono de foltezza
fequendo la camita
de la penna
co la degradatone
de la fua
groffezza. Quella lettera. R
fecauadela lettera B.
el fuo tondo
fie defotto dal
centro una mesa
gamba.Tutta quefìra lettera
uolefferdétrodelecrociexceptola
gaba (torta uol
ufcir f or
de le croci
fin al fin
del quadro. Dieta gaba (torta
uol cfiergroffadelenoue parti
luna terminata futile
in pota nellagulo
del quadro amododecuruelinee uthicin
exé plopatet. /
- I$orE'aW£cfOK VX.W
II O m
r» §• Tctraedron
planar» Vscuum TtTgote^oy
«•a-OTtT/AHftfm «-e^eo? Y/2
W%z%%%# ta: a § o
Q 3 Tetraedron
Abfdfum folidura , T€T£a£-*
r» CU >
o ri n
3' S o
n 3 Tetrafdron
Abfdfum Vacuimi '
\ Ttr$«i£-%iv vm^mv
artici Tecr^dron Ekuarum
Soliduw L^^fJLlVOV KiVOV.
VI i I
i 3 3
Tetraedron.eleuatutn uacuum, Horum
inuentor.Magifter
Lucas.Pariolus de bur
go. Sanai SepulchriOrdinis Minorimi,
tf «t^ov ,h.
ku>6o? t-ari-arfJ'fl» ari^iav
VII X m
X n O
g o fcn
J? t3 o
a. o i?
I Hexaedron.SiueCubus Pianum
Solidum* fffi-i'm «•S-OTtTjUHjUtVOI/ É-Bn^/UffO?
eTi^ldV XJIJ a
X o O
B io C
n e cr
o Et 8
rv i s
§ s s
? 8 Hexaedron,Siue Cubus
Abfdfum Eleuatum folidum.
. ,2 r>
O o n
t;- o rt
^ c 3
T^ ì- _.
*-. n Un
o 3 — ■
n o ti
e rr e
3 O 3
Uj ■n >
cr r» i-.
Q o *
n Pertafportantia e
varietà di queffi
nomi ala tauola
ordì' nata nelp'ncipio
del libro re'
corri eqlla te
man darà alfuo
capitalo. Doueapié infederai
lor dfia antica
moderna fc« Benché
tre fieno (e
forti principali dele
Colone dalianticbicelebratecioe Ioni'
caDortcae Corinta.Non dimeno
mot te altre
più oltra fpeculàdo
(bnno dali praticiretrouate alocbio vaghe
e a li
be difteii baftanti
ale qli ancora
non ben a
pieno ftael nome
aflegnato eoe nel
do mo de
Pijd e in
Firéce.S .Spó e.s.
Loré. digno pronato
de la cafa
di Medici. Non
fi pò qui
lepore a pieno
de tar cbitectiira
parlare co me
per te lo
inge gno accomodatijfimo li
poi preftare delqualinnul
aparte me diffido.
E benché qui
fol depfa vn
ceno te fi
pò gaCpleragionidijottoafeo luegoi
quejtoadducho non pero
deueel lo pito
ingegno in qllo
al tutto fèrmirjè
cóme pm dime
non fipojfiper effer
Ida e arte
Ccjtuq, Jubalternata; degra
diurna pjerutatione al
mdicio de chi
bé in lei expto fi
troua. Ma chi
m le £
portioni e fportionalita non beino
nito fu a
torto el uoftro
Wtruuio bùi firn
ino. Ideo lector
ercute fomuurm qin
vigilatici* coronàfmittit any.g
nó,j dormire poteri;
ad alta venire.
Queffo Vitru' mo
io chiama Stillobata.eda li
Moderni fh dato
Pilajfrel' lo ouero
baia," mento- £l
fùndiméto foto terra
fin al fùo
piano largo quàto
jua bafa fta
detto Sterio baia,
J ?V ■^n^>Ttft,>mij,i,l|inr,AWf L
i an ticbi
li dicio Den
ricoll L i
moderni denticelli e
Rajlro Q aefb
cadauo li dice
C imacio del
fregio ef opboro
^J E^,$ THnc^
2wLw-£ r2 Sra1var*tadc
proporriome proportionalitacbeinfoe lHmedclnojrrodeinoAnticbo Archilo
VitraùoPotlione.Dcme bS
^atoicoeMegarmlfPbylojopbo
EVCL IDEtal tutto
Letìfere feremet Snnf^/1! nna
nC"? C P°1,lblle
in a*** t*f Pntbice
f Tbeorice Inlajèquéte
figura del* Porta
detta Speciofà le
dot parti qui
aduSre Cioè di.-
la C olona
rotondi co fra capitello
BafàStiloba taSSteriobiti Lpiffclio
coinfuoZjpboroeCor'
nicionemirendo certoLe fiore
ebe alintellefifo dSi
tammte'ocbiodelmopj
regrìnoigegnolo reprejèn ta
co [ir ecordi ebe di fotto
perlataiioUtrouaraiSc, • Agfoiunttchi
dicano Scotbica Limo.Goladelarcbiffawe Queffo
da lianticbi fia
detto Ecbino e
da li 6
( mo.Huonofo 7
8 Lianticbi aqjro
dicano Fafcia ealetaolte
Faffcgio e cofi
li mo. tmmam
*•*'» ^m "••muovimi
*.h, %. ■ìi
m •" aa»
Kafcìa ouer FafEigio
e * me de
fbptójb detto da
cadaun* raggio ower
Fafcia da li
Antichi e moderni
y t (apra
/ e U^n1S^'^0pf,0,r0-Ìn^daIi AnticbifiadettoEpi^ioedalimo, derni
Arckttaueetutt0e!copojb|bpradepfoii,A,comiccemo.Comicione. «TS-OTETjUHjU^OV ttyt^jUEW
V.ÌV6V XflII o
Si o o
3' e tn
g- e s
Hexaedron, AbfrifumEkuatum Vacuum
Ok.t«^§»v tréir&tS'M artqav
XV a. «
s rn a
§ LO QàacdcotìPlmxn Sokdum
■ Oh.T«£ Q
r- 3 o
P 3 o
3 Ocffeedron Abfafum
Vacuum OHTce.lfr$0V tt?H%lJM6V
iTt^iOV xix Si
CL. 3 B
o 3 o a. Odtaedron
JEkuatum Solidum tsrH§M£y0V
Ktm XX c
Cu O 3
s n n
O 3 Oftaedron.Eleuatum, Vacuum.
I ' £nto$«£»
«WOTSTJMHJUJyO? WtgtOff XXIII
O cu o
3 > o
ri O 3
r» 3 o
3 co a
3 kofaedron abfafum
Sob'dutn «lkó?*6(^§W «,S,OT6TjUHJueyOf X.£M
XXTIII n o
CU O a
3 »— *« 3
§ fcofaedron abftifum
Vacuimi
tULA^Bt^élttffiqftSISt
aTt^iW XXV n
I- I 1
s o lcofaedron
Eleuatum Solidum ÉinosaEtS^oc i-zH$iJ.ivor
neper XXVI o
o ni 9*
o 3 -f?
3 o 3
P o 3
icofaedronEieuatum Vacuum *•*««*««
«**^of ^ SO»
xxvn a o
£» R i
o 3 m
& e» 9
Dodecae&pn Pianam Sdito
(JWtiwc^ot! e-sriwe^oif m»?
XX VII f
o o a.
8 r 3
Dodecaedro!! Planum Y«cuum
$>ofrilLott$'$6t
0t7S,aTiT^^"tVùt arl^iof
xxrx o g
r> CU >-t
o a r»
3 O §
Dodecaedron abfdfuin Solidum
s . ^0^'Ì!J«J^OV «■SfaTÉTjUHjUtt'OV ìLitèV
XXX I >
o ff 9
o Q Dodecaedro*! Abfcifum
Vacuimi ^o^eKfliÉ^or ivn^iAtiiàv
&s-tt>ut ? XXXI
O o a.
I 3 »
8 Dodecaedro*! Eleuatum
5 oliami .Mawtfgo'tf
fffH^mt Mot JtXXII|
& S 8
8 Dodccaedron Eieuatum
Vacuimi f afr&t.aLtfyùv «TSTET^Hpefcy
f-^jusm est^icv XXXIII
o p- n
n w rt
O. s >
«T3 r-f 3'
a § S'
o O Dodecaedron
Abfcifum Eleaatuna Sob'dusi
dWataE^gfl» «TyoTtTpHjuft'ev tTwqiJLdcv
ruvev XXXI I Jl O o
fi SU O
3 e* 3
§ Dodecaedro*! Abfciium
EUuatum Vacuum tlKWil
ri § yfgfntifcx
bafium planum Solidi»»
eistei;it£*iOV i-^h^ivov we§£oy
. XXXVII n
S5 p- l-t
o o 3
a I 8
re 3 o I— — ■
s g Vigintifexbafiuttì Abfcifum
Elcuaram Solidura £lK.o;U*«E^OY «■arOTETjUH/tECOV £-3TH§jUEVi)V
K.EW XXX7III K
o fi su
o I §
s Q 9
s Vigmtifex'baQum Abfofam
Eieuatum Vaoium f>>
' i //;
i >,'/ 'il
I !'/'>/. Iti
i Hi! >l
I n I — ■
e O &
fc-i H i-t
era o *-*
o c/i «-»
Q O 3
Coluti, na LaterataTriangula Solida
kicjv ■srAav§oHY&>vo o"
C rt O
». i/3 o O n
a. uà Cotonina
Lacerata Triangula Vacua •zri^tfjutg
"sr-Uvgiy^HS ar£§?« XLrn
1 io s
o & SD
OS- CI 3
c/i o o
Fyramis Iterata Triahgiila
So j'ds» s ■ZS-UgofJLU? •3rAEV§GJ»VH?
T§iy SJVOi; K.EFH XLHII
H3 I fr
H a$TlT$#yiMS$ ars^'s*
xLvir ? G 3 ha
H I ere
s o in
C/1 u 2
PyramisLateraraQuadrangula
Solida ■sri^ajUJS wA«y§ajy
TSfgaiyiWS urtila XLvir
9 r» G
3 e? ut
H n I
s o 8
PyramisLaterata Quadrangola Solida
■sruo«jUi-t o 9*
r» 3 M
O 3 O
Vi 9 Pyramis
JUterata pentagona Vacua
Kl(ùt ■KtevPwfrui; tla.yovoq
arl^ot; LI IT O 3
C i-t o
(4 X ,8*.
O LI s
V5 r»
O Coluima LaterataExagcna Solida
KI&39 ITAÉVg&xN? £;«yO)V0(;
K.6P0; LUI! »
0 ra 3
2 o p
o Cclurcna Larerara
Exngom Vacua m>§«jUH o
pyramis Latcrata Tr;an£u'a
requìlatera i:acua fitaflf^tvyìiAèi «vre^É»?
LVH § p
co Columna Romilda
follda \ r
- > ■Brvgotjui?
orgoifyuAi «-£§£« LVIII
) so C/1
r» § 2
PyramìsRotunda Solida (
. I '
; ■ m
» S $
s 1 %
/ r •
. <* t*
r* i »
I \ . £ ■ffó'
AXPII \ \\\t
' 2«5* ■
IH »*:• 3
* 4' ( Pacioli. Luca Pacioli. Keywords:
implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pacioli”. Pacioli.
No comments:
Post a Comment