Grice
e Romanoto: la ragione conversazionale e l’implicatura -- filosofia italiana –
Luigi Speranza (Roma). To be
identified.
Grice e Roncaglia: la ragione conversazionale alla
palestra – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo Italiano. Studia a Roma e Firenze
sotto GREGORY (si veda) e MAIERÙ (si veda). Insegna a Tuscia e Roma. Si dedica
alla storia logica fra il medio-evo e Leibniz. Saggi: “Intero e frammentazione”
(Roma, Laterza); Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e scienze
cognitive ; “Palaestra rationis: una discussione sulla copula e la modalità” (Firenze:
Olschki); Università Roma Tre. Dimissioni organi consultivi Mi BACT. Note a
margine del concorso per CCCCC funzionari del Ministero Beni Culturali: mezzo
bibliotecario per ogni biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi la
fa? Tuscia. Nel parlare di e-book per
la didattica, c'e un primo e fonda-
mentale quesito che occorre porsi: il formato 'libro elettronico' e davvero adatto a veicolare contenuti
didattici? II libro a stampa, lo
sappiamo bene, e ormai da secoli non solo
strumento per eccellenza di produzione e trasmissione culturale, ma anche strumento didattico di primaria
importanza: il concet- to stesso di
'libro di testo' basta a ricordarcelo. I nostri modelli di insegnamento sono figli della cultura del
libro, e si tratta - a mio awiso - di
un'impronta della quale non debbono affatto vergo- gnarsi.
II libro elettronico, che nasce per trasferire nel mondo dei nuovi media e dei supporti digitali
un'esperienza di lettura la piu vicina
possibile a quella del libro a stampa, sembra un candida- to naturale a veicolare anche contenuti
rivolti specificamente al mondo della
didattica e della formazione. E tuttavia, a mettere almeno in parte in dubbio questa apparente
certezza sono alcu- ni dati di fatto che
sarebbe sbagliato ignorare.
Innanzitutto, va considerato che esiste gia un vasto spettro di strumenti informatici e multimediali nati
come supporto alia 1 Una prima
versione di questo intervento era apparsa nel maggio 2001 nell'am- bito del forum di MediaMente dedicato ai
libri elettronici (tutti gli indirizzi
Web citati nel corso dell'articolo sono
stati verificati l'ultima volta nell'ottobre 2003). 113
Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca didattica. Si pud anzi affermare che il
campo della didattica e della formazione
costituisce uno dei settori trainanti dell'editoria multimediale. Ebbene, il punto di forza di
questi strumenti che viene piu spesso
sottolineato e proprio la loro capacita di supe- rare i limiti del libro a stampa in termini
di interattivita, flessibi- lita dei
percorsi, ricchezza multimediale dei contenuti. Se il libro elettronico si propone di fornire uno strumento
di lettura diret- tamente ispirato al
modello del libro a stampa, non vi e il rischio
di riproporre attraverso di esso tipologie di contenuti e modelli di organizzazione deH'informazione che il campo
dell'editoria didat- tica multimediale
ha gia superato? D'altro canto, e a
parziale conferma di questi timori, si puo
osservare come i primi libri elettronici realizzati (mi riferisco
qui specificamente al formato e-book,
owero a testi elettronici nati per
essere letti su 'lettori' portatili, dalle dimensioni e dal peso simili a quelli di un normale libro a stampa)
rientrino per lo piu nei settori della
letteratura e della saggistica: ambiti di produzio- ne testuale tradizionalmente caratterizzati
da un 'organizzazione fortemente lineare
deH'informazione, e da una decisa prevalenza
della scrittura rispetto ad altri codici comunicativi. Si tratta,
non a caso, dei settori che erano stati
finora meno direttamente influenzati
dalla rivoluzione digitale, dato che la scomodita delle interfacce di lettura (il monitor del
computer) non era stata com- pensata da
immediati ed evidenti vantaggi nella fruizione dei testi.
In buona sostanza, la situazione sembra quindi essere la seguente: esiste gran copia di software e di
strumenti didattici multimediali - in
una miriade di formati diversi, ma nella mag-
gior parte dei casi non in formato e-book - ed esiste ormai un 114
Gino Roncaglia, Quali ebook per la didattica? certo numero di e-book, nella maggior parte
dei casi non specifi- camente pensati
per la didattica. Questa situazione
impone qualche riflessione. A mio awiso,
potrebbe essere interpretata in due modi radicalmente diversi: 1. come testimonianza di una differenza
insanabile fra il modello di testualita
proprio del libro e quello proprio di altre
forme di editoria elettronica orientate all'interattivita,
all'iper- testualita e alia
multimedialita. Se si accetta questa prospet-
tiva, e si considera il formato e-book come specificamente orientato verso testi fondamentalmente
lineari e prevalente- mente scritti, i
libri elettronici conserveranno certo una pro-
pria e specifica utilita didattica, ma limitatamente alia realiz- zazione di strumenti testuali abbastanza
'tradizionali'. Corsi interattivi, test
di autovalutazione, sussidi didattici multime-
diali continueranno ad essere costruiti utilizzando strumenti diversi dal libro elettronico; 2. come testimonianza della relativa
'giovinezza' dei libri elet- tronici,
ancora limitati nelle proprie capacita e potenzialita espressive. Se si accetta questa
impostazione, l'orientamento iniziale
del formato e-book verso testi prevalentemente lineari e 'poveri' in termini di interattivita e
contenuti multimediali dipendera sia
dalla maggiore semplicita di tali modelli testua- li, piu adatti alle prime sperimentazioni con
strumenti ancora tecnicamente immaturi,
sia dal desiderio di estendere i van-
taggi della lettura elettronica a testi che, proprio per le loro caratteristiche di linearita e basso
contenuto multimediale, erano rimasti ai
margini della rivoluzione digitale. In questa
prospettiva, l'evoluzione futura potra portare a libri elettroni- ci che, pur mantenendo con l'eredita della
tradizione testuale 115 Libri elettronici. Pratiche della
didattica e della ricerca a stampa un legame
piu stretto di quello proprio di altri set-
tori dell'editoria multimediale, presenteranno un contenuto multimediale piu ricco, una maggiore
interattivita e la possi- bility di
strutturare l'informazione in maniera piu complessa e articolata. La scelta fra queste prospettive dipende,
come e owio, da due questioni ancor piu
radicali: da un lato, cosa si intenda per libro
elettronico; dall'altro, che livello di ricchezza multimediale,
inte- rattivita, complessita
ipertestuale si consideri piu adatto a veico-
lare contenuti didattici. Si
tratta di temi che richiederebbero evidentemente una dis- cussione piu articolata di quella possibile
in questa sede. Mi limi- tero ad
avanzare al riguardo tre tesi, piuttosto generali ma non per questo necessariamente condivisibili.
Qualora siano condivi- se, tali tesi
indirizzano - per vie in parte diverse - verso la secon- da delle prospettive sopra delineate. La prima tesi e che, anche se il concetto di
libro elettronico dovrebbe assumere il
libro a stampa come primo modello di orga-
nizzazione deH'informazione e di fruizione dei contenuti 2 ,
dovreb- be pero nel contempo accettare
di interpretare tale modello in maniera
flessibile e non rigida. In particolare, si dovrebbe accet- tare la possibilitd (il che non implica
owiamente la necessita) che un libro
elettronico comprenda, accanto a contenuti testuali, anche contenuti grafici, sonori o filmati.
Perche si continui a par- 2 Su questo
tema, cfr. G. Roncaglia, Libri elettronici: problemi e prospettive, in Bollettino AIB n. 4/2001, pp. 7-37, disponibile
anche in rete all'indirizzo , e Id., II libro elettronico in biblioteca,
Milano, Editrice Bibliografica, in corso di pub- blicazione.
116 Gino Roncaglia, Quali
ebook per la didattica? lare di libro
elettronico (e non di semplice e generico prodotto multimediale) , tuttavia, il ruolo del testo
dovrebbe restare fonda- mentale, in
particolare nel delineare il 'filo narrative-' dell'esposi- zione, e gli strumenti offerti dal
dispositivo di lettura dovrebbero essere
particolarmente orientati alia manipolazione testuale del- l'informazione. Analogamente, si dovrebbe accettare la
possibilitd di una strutturazione non
lineare ma ipertestuale deH'informazione, e
dunque la possibile presenza di snodi e articolazioni esplicita- mente interattivi, nei quali e richiesto
l'intervento diretto del let- tore per
scegliere uno dei percorsi di lettura proposti dall'autore. La seconda tesi e che - ferma restando la
grande varieta di tipologie e necessita
didattiche, alia quale corrisponde una (almeno)
altrettanto ampia varieta di possibili soluzioni sul piano delle modalita di articolazione
deH'informazione e delle scelte di
interfaccia e di funzionalita offerte dai software didattici - il
lavo- ro didattico e formativo vada
normalmente associato all'idea di
percorso, e dunque a un processo che, se non e necessariamen- te lineare, e quantomeno orientato, ha punti
di partenza, punti di arrivo, tappe
intermedie spesso obbligate. Cio implica che la
complessita ipertestuale tipica della maggior parte degli stru- menti didattici (testi, ma anche corsi
interattivi, strumenti di
autovalutazione ecc.) non possa essere di norma troppo elevata 3 . Chi usa questi strumenti ha a disposizione
alcune scelte, ma tali scelte (a
differenza di quanto puo accadere ad esempio nel caso 3 Sul concetto di complessita ipertestuale
cfr. G. Roncaglia, Ipertesti e argomen-
tazione, in Le comunita virtucdi e i saperi umanistici, a cura di Paola
Carbone e Paolo Ferri, Mimesis, Milano,
1999, pp. 219-242. 117 Libri elettronici. Pratiche della didattica e
della ricerca dei giochi 4 ) sono
disposte aH'interno di percorsi in larga parte
predeterminati, ed anzi accuratamente studiati da chi ha elabo- rate) i contenuti del prodotto
didattico. Questo tipo di limitata
complessita ipertestuale pud bene
associarsi a strumenti 'ibridi' che ereditino dal libro a stampa una impostazione fondamentalmente lineare a
livello di macro- struttura, ma
assorbano dalla lezione degli ipertesti la possibili- ty di un'articolazione interna in percorsi
differenziati in funzione delle scelte
(e dunque della preparazione, delle capacita, degli interessi specifier) del singolo utente. Se i
libri elettronici accet- teranno questo
allargamento di prospettiva, potranno rivelarsi
eccellenti strumenti didattici.
La terza tesi e ancor piu generale, per certi versi meno preci- sa, e forse piu radicale. Ha a che fare con i
dispositivi di lettura. Sappiamo che -
proprio come il termine libro' - l'espressione
'libro elettronico' puo essere utilizzato sia con riferimento al
testo e alle sue modalita di
presentazione, owero a una componente
strettamente informazionale, sia con riferimento al dispositivo di lettura, owero all'hardware utilizzato per
leggere. Ebbene, riten- go che anche nel
parlare dei contenuti, della loro strutturazione e delle loro tipologie, dovremmo prendere
molto sul serio la com- ponente
rappresentata dall'interfaccia hardware. Si tratta a mio awiso del campo piu delicato per
l'affermazione dei libri elettro- 4
Non intendo qui negare la possibile utilita didattica dei giochi di
simulazione, della quale sono anzi un
convinto sostenitore. Ritengo pero che i giochi di simu- lazione rappresentino una tipologia piuttosto
particolare di strumenti didattici, e
siano in grado di fornire i risultati migliori se integrati anche
dall'uso di materiali piu
tradizionali. 118 Gino Roncaglia, Quali ebook per la
didattica? nici, e di quelle- nel quale
- a fronte della 'perfezione ergonomica'
dei tradizionali libri a stampa - devono ancora essere fatti i mag- giori progressi. E alle carenze delle
interfacce hardware (oltre che alia
difficolta di individuare standard condivisi e politiche sem- plici e funzionali di gestione dei diritti)
che si deve a mio awiso in primo luogo
lo scarso successo conosciuto finora dai libri elet- tronici 5 . Gli strumenti di lettura per
libri elettronici che si affer- meranno
in future- potranno essere macchine strettamente dedi- cate e monofunzionali, ma piu probabilmente saranno
- e in parte gia sono - strumenti che
permetteranno di leggere libri
elettronici (auspicabilmente assegnando a tale funzione un'alta priorita a livello di progettazione
deH'interfaccia), ma che per- metteranno
anche di fare altre cose: ascoltare musica, telefona- re, controllare la posta elettronica, e cosi
via. Ora, credo che in casi di questo
genere la plurifunzionalita associata a un unico strumento hardware abbia la tendenza a
generare nuovi para- digmi
interpretativi 'ibridi' che fondono e intrecciano cio che in origine era distinto. Dove in partenza si
vedono funzionalita radi- calmente
diverse (libro elettronico, scrittura, navigazione in Internet, ascolto della musica...), alia
lunga si potranno vedere aspetti e
caratteristiche diverse di un unico strumento, al quale si verranno ad associare connotazioni nuove.
Se gli studenti uti- lizzeranno, a
scuola o all'universita, un unico dispositivo di let- tura per leggere libri elettronici ma anche
per ascoltare musica, guardare un filmato
o navigare in rete, il fattore decisivo non
5 Si veda al riguardo il capitolo dedicato ai libri elettronici in M.
Calvo, F. Ciotti, G. Roncaglia, M.A.
Zela, Internet 2004, Laterza, Roma-Bari 2003, pp. 424-255, e G. Roncaglia, II libro elettronico in
biblioteca cit.. 119 Libri elettronici. Pratiche della
didattica e della ricerca sara quale
particolare componente software debba essere utiliz- zata per 'leggere' un determinate) prodotto
didattico, ma il sem- plice fatto che
quel particolare prodotto didattico possa essere utilizzato su quel particolare lettore, su
quel particolare stru- mento hardware.
Chiamare o no 'libro elettronico' (nel primo
significato, quello relativo al contenuto informativo e alia sua articolazione) lo strumento didattico in
questione potra rivelarsi una questione
almeno in parte nominalistica. Cio non
significa, si badi, che sia opportuno o anche solo pos- sibile prescindere dalle questioni di
definizione e di indirizzo, limitandosi
a delegare all'evoluzione tecnica la nascita dei nuovi paradigmi di testualita (e di testualita
didattica). Al contrario, la lezione da
trarre e a mio awiso che anche gli aspetti di evoluzio- ne tecnologica, lo studio delle interfacce,
l'organizzazione delle funzionalita
offerte dagli strumenti hardware, vadano studiati con un'attenzione specifica, considerandone
le ricadute sulle forme di testualita e
sui modem didattici. In altri termini: se
vogliamo (come vogliamo) che gli e-book siano uno strumento per preservare e far crescere la cultura del
testo, dobbiamo essere noi a mettere i
testi nella macchina, dobbiamo sapere che la
macchina modifichera i testi, e dobbiamo pensare che questo processo puo essere studiato, interpretato,
indirizzato. 120 La comunicazione nelle scienze biomediche di Maurella Delia Seta 1. L'informazione nelle scienze
biomediche Preparare un intervento
dedicate alle scienze biomediche nel-
l'ambito di un convegno dedicate al libro elettronico non e com- pito facile. Infatti, mentre in altre
discipline il libro elettronico si e gia
affermato come strumento per la diffusione delle conoscen- ze, questa considerazione non e del tutto
valida per l'ambito che stiamo prendendo
in esame. Nel settore della scienza e della tec- nologia in generale, e in particolare per la
medicina, la classica monografia (a
stampa o in formate elettronico), per quanta sem- pre fonte insostituibile di conoscenza, non
riveste l'importanza che ha per altre
discipline; l'aggiornamento in campo medico
awiene prevalentemente tramite altri canali, tra cui la consulta- zione di articoli pubblicati su riviste e
quello piu comune: la tem- pestivita
nell'aggiornamento dei dati e la necessita di una pron- ta diffusione dei risultati privilegiano
infatti l'articolo rispetto al
libro. Prendendo spunto da
questa considerazione, in questo lavoro
si esamineranno le principali tipologie di fonti informative in ambito biomedico, soffermandosi in
particolare su quelle in for- mate
elettronico e sulla loro diffusione in Internet. Come primo punto e opportuno interrogarsi su
chi ricerca l'informazione medica in
rete. Da una parte il medico o il ricer-
catore, dall'altra l'uomo della strada, il paziente o i suoi
familia- 121 Libri elettronici. Pratiche della
didattica e della ricerca ri: le
esigenze di queste due categorie di utenti sono diverse e diverse sono le prospettive e le fonti a cui
rivolgersi al momenta di effettuare una
ricerca. Per quanta riguarda l'utente
non specializzato, e stato calco- lato
che "ogni giorno nel mondo vengono condotte su Internet dodici milioni di ricerche sui temi della
salute, che il ventuno per cento degli
europei, prima di andare dal medico, consulta la rete, che nei paesi occidentali il trentanove per
cento dei malati di cancro cerca
informazioni online" 1 . E anche noto, pero, che la ricerca di informazioni mediche in Internet
non sempre riesce ad ottenere i
risultati desiderati. Benche la ricerca di notizie su argomenti delicati come tutti quelli che
coinvolgono la salute sia una delle
motivazioni che piu frequentemente spingono al colle- gamento in rete 2 , la semplice immissione di
un termine medico in un motore di
ricerca produce spesso un numero di citazioni
elevatissimo. Non sempre, come e noto ai navigatori Internet, cio che piu potrebbe interessare compare tra i
primi risultati, ed e quindi inevitabile
lo scorrimento di pagine e pagine prima di
riuscire a ritrovare informazioni valide e pertinenti. Come orien- tarsi quindi nella scelta di risorse mediche,
come giudicare quali siano attendibili e
come districarsi nel mare magnum del Web?
La necessita di strumenti di guida e orientamento e tanto piu 1 Riccardo Renzi, Internet e salute: come
districarsi nella rete, in "Corriere Salute", 17 (2005), n. 10. 2 La medicina e anche l'argomento piu
trattato nei media, nelle trasmissioni tele-
visive e nelle rubriche scientifiche dei quotidiani. Si veda, a questo
proposito, B. Montolli, Osservatorio permanente
sulla comunicazione scientifica attraverso i
media, in "JCOM: Journal on science comunication", 1 (2002),
n. 3, .
122 Maurella Delia Seta, La
comunicazione nelle scienze biomediche
sentita se consideriamo che la diffusione in rete deH'informazio- ne nel settore della salute, rivolta sia al
professionista che al cit- tadino o al
paziente, e la possibility di accedervi liberamente costituiscono temi di grande interesse e
molto discussi nel decennio appena
trascorso. Ogni responsabile di politica sanita- ria si e ormai reso conto che rendere
accessibile al grande pub- blico
l'informazione sulla salute e sui farmaci potrebbe da una parte migliorare il livello di prestazioni
del sistema sanitario, in quanto un
paziente ben informato stimola il medico all'aggiorna- mento professionale; dall'altra garantire a
lungo termine un risparmio sui costi
della spesa pubblica, in quanto un innalza-
mento nel livello delle conoscenze potrebbe influire su una miglior utilizzazione dei farmaci, nonche
indurre una maggiore consapevolezza
dell'importanza della prevenzione e dell'adozione di stili di vita piu salutari. Si
indicheranno quindi nelle pagine
seguenti alcune realizzazioni di metasiti, cioe di selezioni di risor- se Internet affidabili e valutate secondo
criteri di qualita, parti- colarmente
indirizzate verso l'utente non professionale.
Passando adesso ad esaminare l'altra tipologia di utenti, cosa motiva il medico a ricercare informazioni su
un determinate argomento in rete? In
genere, la preparazione di una relazione
scientifica o un intervento a un convegno, oppure la risoluzione di un problema clinico strettamente correlato
ad un paziente: nell'ultimo caso la
necessita di reperire informazioni attendibili
ed aggiornate e ancora piu impellente 3 . 3 Franco Bagagli, EBM e ricerca
bibliografica in medicina generate, in "Societa ita- liana di medicina generale", (2003), n.
2, . 123 Libri elettronici. Pratiche della
didattica e della ricerca Gia nel XIX
secolo il moltiplicarsi del numero delle riviste scientifiche rendeva difficoltoso
l'aggiornamento del medico e del
ricercatore. Nascono in quel periodo i primi repertori di riviste, tra cui il piu celebre e Vlndex Medicus, che
inizia la pubblicazio- ne nel 1879,
grazie all'intuito del dottor John Shaw Billings, responsabile dal 1865 della piccola
biblioteca medica dell'ufficio del
Surgeon General of the Army, negli Stati Uniti. Fu lui infatti che, dopo qualche anno di direzione, comincio
a pubblicare un catalogo della
biblioteca e un indice periodico della letteratura corrente (Index Catalog of the Library of the
Surgeon General's Office), prototipo del
futuro Index Medicus, che corse peraltro il
rischio di cessare la pubblicazione gia dal volume 6, in quanto con la morte del primo editore vennero a
mancare i fondi neces- sari.
Fortunatamente venne trovato un nuovo editore e la pub- blicazione pote continuare senza
interruzioni, fino ai giorni nostri,
nonostante alcuni cambiamenti nel titolo e nella periodi- cita 4 . Lo sviluppo della tecnologia
informatica fece si che dal 1964
divenisse operativo il MEDLARS (Medical Literature Analysis and Retrieval System), un sistema di
analisi e di reperi- mento della
letteratura medica, che venne utilizzato, in un primo momenta, essenzialmente per registrare su
nastro e gestire i dati relativi alia
letteratura medica indicizzata per Vlndex Medicus, che aveva raggiunto una dimensione tale da
non poter essere piu trattata con
procedimenti manuali. Contemporaneamente il
sistema MEDLARS veniva usato a livello sperimentale per effet- 4 Per maggiori informazioni sulla storia
deW'Index Medicus e sul PubMed si veda:
Adriana Dracos, Maurella Della Seta, Rosaria Cammarano, PUBMED: guida pra- tica alia consultazione del Medline su
Internet, Roma, Di Renzo Editore, 1999.
124 Maurella Delia Seta, La
comunicazione nelle scienze biomediche Gino Roncaglia. Roncaglia. Keywords:
palestra. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Roncaglia” – The Swimming-Pool
Library.
Grice e Ronchi: la ragione conversazionale e la
ragione conversativa -- il conversativo, o, filosofia della comunicazione –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Forlì). Filosofo Italiano. Forli, Emilia-Romagna. Si laurea a Bologna e
consegue il dottorato a Milano sotto SINI. Insegna all’Aquila. Dirige “Filosofia
al presente” per Textus, di L’Aquila e “Canone minore” per Mimesis di Milano. Dirige
la scuola di filosofia Praxis. Si dedica alla passione -- “Sapere
passionale” (Spirali, Milano) e alla questione della comunicazione intesa
filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della
stessa pratica filosofica (“Teoria critica della comunicazione: dal modello vei-colare
al modello conversazionale” (Mondatori, Milano) -- Grice: “I like ‘conversativo,’
Almost a Spoonerism for ‘conservative’!” --; “Filosofia della comunicazione. Il
mondo come resto e come teo-gonia” (Boringheri, Torino). Propone una revisione del modello vei-colare o
standard della comunicazione e una critica al paradigma linguistico del
vivente. Al problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile nella
filosofia è invece dedicato “Il bastardo: figurazione dell’invisibile e comunicazione
indiretta” (Marinotti, Milano). Grice: “This shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call
indirect communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie ai suoi studi su Bergson si è segnalato
come una voce significativa della cosiddetta “Bergson renaissance”. – cf.
Grice, “Speranza e la cosidddetta “Grice renaissance””. In “L’interpretazione”
(Marietti, Genova) e “Una sintesi”
(Marinotti, Milano) guarda a Bergson come a un filosofo in grado di dare
risposta a questioni tuttora aperte del dibattito filosofico. Bergson non è un
filosofo irrazionalista, spiritualista, ostile alla scienza e ai suoi metodi.
Per lui la filosofia è un metodo rigorosamente empirista, che consente la
massima precisione possibile nella descrizione dei fenomeni. Bergson è anzi il
filosofo che cerca di emancipare la scienza da quanto di meta-fisico è ancora
inconsapevolmente presente nelle sue pratiche. Con le sue celebri nozioni di
“durata” e di “memoria” (cfr. Grice, “Personal identity: my debt to Bergson”) ha
costruito un nuovo modello di intelligibilità del divenire, alternativo a
quello del Lizio, in grado finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il
“vivente” quale e descritto dalla biologia evoluzionista. Il pensiero bergsoniano
è presentato come uno snodo essenziale della filosofia. La sua dirompente
attualità è mostrata attraverso un confronto sistematico con la fenomenologia,
l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e
l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però, Bergson è ricollocato dall’interno della
tradizione filosofica come un capitolo, tra i più alti, dell’indagine
filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei filosofi e di
quei teologi che, dai accademici a Cusano fino a Grice e GENTILE, hanno provato
a pensare la natura come vita vivente e come divinità immanente. Impegnato
in una definizione e ri-abilitazione del filosofico contro il pericolo della
sua dismissione (“Come fare: per una resistenza filosofica”, Feltrinelli,
Milano), proprio grazie al confronto con Bergson e ai filosofi amici di
quest’ultimo -- Grice, and Grice’s immediate sources: Gallie and Broad -- define
la sua posizione filosofica inscrivendola in una costellazione ben precisa,
ancorché minoritaria -- “Canone minore: verso una filosofia della natura” (Feltrinelli,
Milano). Empirismo radicale, realismo speculativo e “pragmatica”
“trascendentale” sono le definizioni che, più di altre, esprimono il senso e la
direzione della sua ricerca, improntata com'è a criticare quella che chiama “la
linea maggiore della filosofia” e che definisce dualistica, soggettivistica e
antropo-centrica. In una parola: moderna. Da Kant sino a Derrida, la filosofia
è stata infatti caratterizzata dal primato accordato alla finitudine, alla contingenza,
all'intenzionalità griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La
filosofia di questa linea maggiore è, in fondo, un’antropo-logia cui oppone una
filosofia del processo radicalmente monista e immanentista che contesta la tesi
dell'eccezione umana e che non pone come apriori il principio della
correlazione soggetto-mondo -- anche nella versione offertane dall'ermeneutica
e dalla fenomenologia. Alla svolta trascendentale kantiana è opposta quella
cosmologica whiteheadiana e, al dispositivo aristotelico del Lizio potenza/atto,
dispositivo insufficiente a cogliere la natura naturans, la nozione di
gentiliana di “actus purus”. La linea minore della filosofia è, infatti, anche
e soprattutto una linea megarica che, alla potenza logico-linguistica e umana
troppo umana dei contrari, sostituisce una potenza che non può non esercitarsi --
sia essa quella dell’uno di Plotino, della sostanza di Spinoza o della durata
di Bergson. La filosofia della linea minore è una filosofia del processo -- categoria
che oppone all’aristotelica Kinesis del Lizio -- che, pur confutando il nulla e
il possibile come pseudo-problemi, non sacrifica il carattere creativo e
dinamico del reale. Il problema filosofico del rapporto uno-molti da sempre al
centro della riflessione cioè risolto nei termini di una co-generazione
reciproca fra i differenti per natura, in cui questa differenza non di grado
tra il principio e il principiato funziona come causa
dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti dell’uno, ossia come la
causa di quella unità cangiante di tutte le cose che chiama immanenza assoluta. Altri saggi: “Luogo
comune: verso un'etica della scrittura” (Bocconi); “La scrittura della verità:
per una genealogia della teoria” (Jaca, Milano); – modello conversativo. Grice: “As I say, I like
‘conversativo;’ perhaps I should adopt it! ‘conversative,’ rather than the pompous
‘conversational’! -- Liberopensiero. Lessico filosofico della contemporaneità
(Fandango, Roma); Brecht. Introduzione alla filosofia (et al., Correggio )
Zombie outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus, L'Aquila ); Credere
nel reale (Feltrinelli, Milano); Dispositivi (Orthotes, Napoli) -- realismo speculativo,
Sini, Gentile. Ronchi. Keywords: filosofia della comunicazione, immanenza, in
defense of the minor league, natura naturans, Gentile, atto puro, implicatura
conversativa. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ronchi” – The Swimming-Pool
Library.
Grice e Rosa – la scuola di Susa – filosofia torinese – filosofia
piemontese – filosofia italiana – Luigi Speranza (Susa). Filosofo torinese. Filosofo piemontese.
Filosofo italiano. Susa, Torino, Piemonte. Scienziato naturalista, direttore
del museo zoologico di Torino, da alle stampe il suo progetto di lingua
internazionale nel Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia Comparata della
Regia Università di Torino col saggio, Le Nov Latin, international scientific
lingua super natural bases.’ Muore a Novi Ligure. Appassionato d’evoluzionismo
e ottimo conoscitore di lingue antiche e moderne, decide di basare il suo
studio di lingua a posteriori, come si deduce dallo stesso nome della lingua,
sul lessico latino. R. dichiara che la sua lingua può essere letta da qualsiasi
studioso senza che questi la abbia prima imparata - fondamentale caratteristica
che sola può rendere una lingua veramente internazionale - e può essere scritta
dopo appena poche pagine di spiegazione, senza il bisogno del dizionario. Vedasi PEI (vedasi), One
language for the world, New York, Biblo and Tannen. L'alfabeto è quello latino, con l'unica differenza che
non è presente la lettera «y», e la pronuncia dei grafemi e delle loro
combinazioni è quella italiana. Il sistema d’accenti segue le regole
dell'accento latino, per cui: le parole bisillabe hanno accento sempre sulla
prima sillaba (es. lat. LAUDO ['lawdo]). In parole con più di due sillabe,
l'accento tonico cade sulla penultima sillaba se questa è lunga (es. lat.
AUDIRE [aw dire]), altrimenti sulla terzultima (es. lat. ANIMUS [' animus]). L'accento
non cade mai prima della terzultima sillaba. Gl’articoli si dividono in
determinati, al singolare «le» e al plurale «les», e indeterminati, «un» di cui
non esiste la forma plurale – cf. Gric (Ex), “some, at least one” – “the ones”
--. I nomi e gl’aggettivi sono indeclinabili, ridotte alle loro sole radici. Le
funzioni dei casi sono espletate dalle preposizioni. S’ottengono eliminando le
lettere finali delle parole prese nella loro forma genitiva singolare latina,
fino ad ottenere la loro forma radicale (la cui costruzione risulta allora
chiara per i sostantivi di prima e seconda declinazione - es. lat. LUPI > «lup»
-, ma molto meno per i sostantivi di terza, quarta e quinta - lat. DIEI >
*«die»/*«di» - e forse, in definitiva, a discrezione del lettore, poiché non
specificato dall'autore. Il genere è naturale e solamente le persone e gl’animali
di sesso femminile sono indicati con terminazione «-a». Il plurale è ottenuto
grazie al suffisso «-s» o «-es», secondo regole di eufonia decise dall'autore.
Il plurale negl’aggettivi è indicato solamente se questi non sono legati a un
sostantivo. I gradi dell'aggettivo sono indicati con le parole «plus», «mult»,
«vere». I
numeri cardinali sono «un, du, tre, quat, quinq, sex, sept, oct, nov, dec,
dec-un, dec-du,... vigint, trigint, quadragint,... cent. mill,..un million». I numeri ordinali si formano regolarmente
aggiungendo ai numeri cardinali il suffisso «-esim» (es. «unesim, duesim,
treesim»). Tuttavia, sono presenti anche «prim, secund, terti». I numeri molti-plicativi
si conservano «semel, bis, ter» e gli altri si formano aggiungendo ai numeri
cardinali le parole «vices, tempors» (es. «tres vices»). I pro-nomi personali
sono «me – “me Tarzan, te Jane” --, te, il, ila, nos, vos, ils, ilas» ai quali
viene aggiunto «hom» alla maniera del “on” francese (es. fr. on parle, it. 'si
parla'). Il pro-nome riflessivo è «se». I pro-nomi sono tutti indeclinabili. I
pro-nomi (e aggettivi) possessivi sono «mei, tui, sui, nostr, vestr, lor». Vi
sono poi tutta una serie di pro-nomi, conformi a quelli latini, ma ridotti alle
loro radici («ist, il, id, alter, qui, aliq, quicunq, quidam, omn, null, nihil,
tal, qual, tant, quant, ips, - e, dal latino volgare *METIPSIMU(M) - medesim»)
che possono prendere il suffisso del femminile (se non sono legati a un nome
che già lo esprime) e del plurale.Vi sono poi tutta una serie di pro-nomi,
conformi a quelli latini, ma ridotti alle loro radici («ist, il, id, alter,
qui, aliq, quicung, quidam, omn, null, nihil, tal, qual, tant, quant, ips, - e,
dal latino volgare *METIPSIMU(M) - medesim») che possono prendere il suffisso
del femminile (se non sono legati a un nome che già lo esprime) e del plurale.
La forma dei verbi cambia in base al modo e al tempo, ma non in base alla
persona, secondo le seguenti regole. L'infinito termina in «ar, er, ir» - cioè
è come l'infinito latino meno la vocale finale - ed è uguale all'indicativo
(es. «me amar» 'io amo' e 'amare'). L'imperfetto termina in «aba, eba, iba»
(es. «me amaba» 'io amavo'). Il participio presente termina in «ant, ent, ient»
(es. «amant» 'amante'). Il participio passato termina in «a, e, i» (es. «ama»
'amato'). Il futuro si forma attraverso il prefisso «vol» (es. «me vol amar»
'io amerò'). Il condizionale si forma attraverso il prefisso «vell» (es. «me
vell amar» 'io amerei). Non vi sono né il congiuntivo né l'imperativo. I tempi
passati si formano tramite l'ausiliare «haber» seguito dal participio passato
(es. «me haber ama» 'io ho amato', «me habeba ama» 'io avevo amato', «me vol
haber ama» 'io avrò amato', «me vell haber ama» 'io avrei amato', «habent ama»
'avendo amato'). La forma passiva si forma coniugando il verbo «star» 'essere'
e aggiungendo il participio passato del verbo (es. «me star ama» 'io sono
amato' , «me staba ama» 'io ero amato'). Per quanto riguarda i verbi deponenti,
si trattano come se fossero attivi e si determina il loro infinito aggiungendo
la desinenza dell'infinito attivo alla forma presente indicativa della seconda
persona singolare, una volta eliminata la desinenza -IS (es. lat. HORTÄRIS >
«hortarar»). L'infinito dei verbi irregolari si ottiene dal tema
dell'imperfetto con applicazione del morfema della -r dell'infinito (es. lat.
VOLEBAM, inf. VELLE > «voleba», inf. «voler»). Il verbo 'essere' (lat.
ESSE), poiché troppo irregolare, è sostituito dal verbo regolare STARE, «star».
Gl’avverbi, le preposizioni, le congiunzioni, le interiezioni sono identici a
quelli del latino. La sintassi, che a detta dell'autore è simile a quella delle
lingue romanze e germaniche, deve seguire l'ordine più logico, evitare gli
idiotismi, le espressioni metaforiche (cf. Grice, “You are the cream in my
coffee”), in virtù della loro non universale intellegibilità, sopprimere tutte
le parole che non sono strettamente necessarie. A questi lemmi latini sono da
aggiungere, al bisogno: le parole di lingue derivanti da greco o latino,
opportunamente riportate alla loro forma originale e poi nuovamente mutate secondo
le regole del Nov Latin; le parole internazionali con ortografie particolari,
che si mantengono tali e quali (es. New York). Le parole internazionali che non
derivano né dal greco né dal latino e che hanno forme diverse in ogni lingua,
quanto più avvicinate alle regole della grammatica latina e, quindi, del Nov
Latin (potrebbero essere un esempio le onomatopee). L'autore con il termine
"parole internazionali" intende parole che si trovano almeno nelle
lingue romanze e germaniche insieme. Si veda un esempio di Nov Latin fornito
dall'autore stesso: Le nov latin non requirer pro le sui adoption aliq congress.
Omnes poter,
cum les precedent regulas, scriber statim ist lingua, etiam, si ils voler, cum
parv individual modifications. COUTURAT,
L. LEAU. Il progetto di R. si configura più come un breve elenco di indicazioni
generali che come una vera e propria grammatica. La critica che si può avanzare
ad un sistema di tal sorta è che non risponde veramente al problema
dell'universalità linguistica visto che per poter essere utilizzato è
necessario che i suoi fruitori conoscano già il latino. Posto anche che questi
lo padroneggino, il Nov Latin, più che lingua ausiliaria, si presenta come una
semplificazione di una lingua che già di per sé potrebbe essere indicata come
universale, almeno tra i dotti. Se lo scopo è una semplificazione in vista di
una comunicazione più veloce tra scienziati e studiosi, allora il fine può
considerarsi raggiunto. Se invece lo scopo è creare un sistema utilizzabile ex
novo da qualsiasi persona, l'operazione appare discutibile. BOLLETTINO
Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università
di Torino N. S9 pubblicato il 15 Ottobre 1890 VOLA D°
DANIELE Rosa Eu erp diettraa. international scientific lingua
super natural bases. I am convinced that any really efficient
new înternational language which is to be ela- bored for practical
use in science must be based upon a modified Latin vocabulary and a
simplified modern grammar. G. J. H\NDERSON — Lingua. N. B. —
Indications pour faciliter la lecture des pages qui vont suivre. Article
determine /e, plur. Zes; indeterminé un. Les substantifs sont de- rivés
du genitif singulier latin, en retranchant les desinences e, è, és, us.
Les adjectifs sont derivés, suivant la méme règle, du genitif singulier
masculin. Pluriel es ou s; signe du genitif de, signe du datif ad. Les
verbes ont pour toutes les personnes à l’indicatif présent la desinence ar,
er, ir, a ’imparfait ada, eba, iba, au participe present ant, ent, ient,
au participe passé d, é, > i am loved staba amd jPétais aimé i was
loved - haber sta amd Jai èté aimé i have been loved habeba sta ama
j'avais été aimé i had been loved vol star amà Je serai aimé i shall be
loved vol haber sta ama J'aurai été aimé i shall have been loved
vell star ama je serais aimé i should be loved vell haber sta amd
j/aurais été aimé i should bave been loved stant ama étant aimé being
loved habent sta ama ayant été aimé having been loved amd aimé
loved 21. Les m20ds et les tempors qui non star supra enumerd
star traducé cum les formas plus conveniént inter ils qui nos haber
supra retiné. 22. Le franformation de les latin verbs în
verbs de le nov latin desinént in ar er ?îr accider sequént ist
regulas: a) Les regular verbs perder solum le desinentia e. — Ex.:
amare), timer(e). b) Les irregular verbs star transformà
sequént le indicativ im- perfect — sic nos haber: poter, imperf. poteda
(lat. posse, potebam), voler, voleba (lat. velle, volebam), ferer (lat.
ferre, ferebam); praeterea nos haber les defectivs oder (lat. odisse),
meminer (meminisse) etc. Le verb esse nimis irregular star substitué cum
le verb star (hispan. estar). c) Les deponents star transformà
sequént le secund persona de le indicativ — sic fer (= utor, uter-is),
70rîr. (morior, morir-is), hortar (hortor, hortar-is) etc. d)
Les reflex verbs star obtiné adjungént ad le activ forma le pronomin
personal me, te, se etc. — sic: ramus frangiîtur devenir: le ram se
franger. e) Les impersonal verbs star traducé cum star (p. es,:
star dicé = lat. dicitur) aut cum Rom (hom dicer, fr. on dit, germ. man
sagt). 23. Les adverbdies star sicut in latin. — Hom poter
substituer ad les adverbies deriva ex adjectivs aut participies, les ips
nov-latin adje- ctivs aut participies. In les grades de comparation les
adverbies sequer le regula de les adjectivs (10). 24. Les
praeposttiones star sicut in latin, sed le signification de aliq inter
ils deber star limità acceptànt le plus commun sens: sic 7 significar
solum stat in loc (non contra), 00 exprimer causalitàt etc. — Plures
poter star traducé cum brev periphrases. 25. Conjuncliones et
interjectiones, sicut in latin, ee PART II. — Sintax.
Un quisq poter sequer le sintax de quilibet neo-latin aut
anglo-saxon lingua, observànt les sequént regulas: 1. Sequer le
ordin plus logic. 2. Evitar les idiotismes et les metaphoric expressions
qui non star universe intelligibil. 3. Aboler tot les vocabuls aut
particulas qui il vider non star ab- solute necessari ad le
comprehension. Ist ultim regula star mult importànt — sic les
praepositiones de (gen.) et ad (dativ) post un verb vel un alter
praeposition deber star omitté quand ils non star necessari.
Vocabulari. Un nov-latin lexiîc star complete inutit. — Un quisq
cum le even- tual auxili de un parv latin lexic poter formar sine
difficultàt les nov- latin vocabuls. Le nov-latin vocabulari deber
star formà cum les sequént elements : 1. Latin vocabuls (includént
les scientific, scholastic, legal etc. ter- mins). 2.
Vocabuls non vere latin sed derivà ex le latin (aut ex le graec). Ist
vocabuls deber star reducé ad le forma qui ils vell haber in latin et
deinde transformà in nov-latin vocabuls sequént les regulas qui nos haber
exponé supra. 3. Vocabuls non derivà ex le latin aut ex le graec
sed qui star jam international, et qui haber in les singul linguas divers
formas. Ist vo- cabuls star transformà aliquant arbitrarie reducént ils
ad le plus simplic forma. 4. International vocabuls, latin
aut non, qui in tot les linguas servar le forma qui ils haber in le
lingua unde ils haber stà deriva. Ist vocabuls star adoptaà sine
modification et cum le original orthographia. Les vocabuls de le
prim categoria deber praevaler super les alters. Sed quand’ils deficer
aut star nimis parum cognit hom deber adoptar ils qui pertiner ad les
sequént categorias seligént ils qui star plus in- ternational. Un vocabul
star international solum quand il star inveni simul in anglo-saxon et in
neo-latin linguas. Hom poter etiam formar composit vocabuls sicut
in german et in anglic. Ex.: dulc-aqua-pisces, vapor-machina etc.
Si hom deber introducer nov verbs ils deber desiner in ar. Ex.: te-
legraphar, telephonar, microscopar, etc. MSA Aliq latin verbs deber
mutar vel ampliar le lor signification. Ex. star significar in nov latin
esse, apparer significar videri , alter modifica- tiones poter
star successive introducé sed solum quand ils star absolute necessari,
Le « Lingua » de Y. G. Henderson. Hom haber proponé in ist ultim
tempors mult international linguas. Ist linguas, volapùk, pasilingua,
spélin, internacia etc., haber .un commun character; ils non star
absolute intelligibil si non ab il qui cognoscer le lor grammatica et le
lor special vocabulari. Ob ist character ils non poter star adoptà sicut scientific lingua,
nam le seriptor voler star intelligé ab le plus grand possibil numer de
lectores. Le « Lingua » de Henderson star contra sufficienter
intelligibil, il star fundà super les medesim bases sicut le nov-latin.
Nos voler hic comparar les du linguas et notar les plus notabil
differentias. Me haber implicite acceptà sine modification le latin
a/pradet et le latin pronunctation. In futur aliq modificationes vol
poter star introducé sed nunc star necessari non crear inutil obstaculs.
Henderson contra introducer modificationes in le alphabet quia il voler
saepe imitar le son de les exotic vocabuls qui il introducer in le
lingua. Id star, me creder, un error. Nos cognoscer saepe les exotic
vocabuls solum sicut ils star scribé, non sicut ils star pronuncià, ita
ut si ils star scribé se- quént le pronunciation nos non poter
recognoscere ils. Henderson derivarles substantivs et les
adjectives ex le genitiv plural omittént les desinentias 72 vel rw sic:
mensar(um), domino(rum), die(rum), gru(um), navi(um), ciner(um),
bono(rum), felici(um), divit(um). In le nov latin derivant ist vocabuls
ex le genitiv singular nos obtiner : mensa(e), domin(i), die(i), gru(is),
nav(is), ciner(is), bon(i), felic(i), di- vit(is). Le resultàt star saepe
identic sed le method de Henderson star plus difficil nam il qui non
cognoscere mult bene le latin star saepe incert si le genitiv plural star
orum, ium aut um etc.; star mult facil sumer cinerarum pro cinerum,
pauperorum pro pauperum etc. Praeterea non star facil scire quand nos
deber omitter w2 et quand rum, cur nos deber scriber puero(rum) et
melior(um). Le p/ura/ in le lingua star etiam s vel es, les cases star
etiam abolé , et indicà cum praepositiones. Ist praep. star pro le
genitiv o (ex le anglic 07) et pro le dativ « (arbitrari); me haber
contra adoptà de et ad qui star intelli- gibil sine explication; me
creder quod nos deber vitar grammatical par- ticulas de non latin origin
quia sic le selection vell star arbitrari. | _ Le articul determinà star etiam apud
Henderson /e, sed il admitter un articul indefini a, qui, ut in le anglic
lingua, star distingué ab un 00 = (definit unitàt). Ist distinction deficer in
omn les non anglic linguas, et me non haber acceptà il. Les
personal pronomins star apud Henderson me, tu, è, la, îd, nos, vos, ls;
me haber adoptà non ‘vu sed fe, nam me voleba vitar les discordànt
expressiones de fu, ad tu; il, ila, ils etc. star obtiné sequént le
general regula de les pronomins (16). Les nov-latin verbs star
omnino different ab ils de le Lingua de Henderson et, sicut me creder,
mult magis natural et intelligibil. Hic Henderson haber absolute relinqué
les natural bases et haber formà les verbal formas sequént processes qui
star sine exempl in les Arian linguas et qui pertiner ad les Turanic
agglutinativ methods. Sic ab le verb scr7d (= sceriber) il obtiner
les sequént formas: Me scri’b-num, me scri b-num-i, me
scri’b-num-ivi, me scri b-tum, me scri b-tum-i, me scri b-tum-ivi, me
scri’b-qum, me scri’b-qum-i, me scri’ b-qum-ivi, me scri b-num-ivi-i, me
sero b-tum-ivi-i, me scri’b- quum-ivi-i, scri'b-qu, es-scrib-tu
etc. ll haber etiam composit-verbs qui praesentar formas sicut:
/w-scî , fu-es-nosc, es-pati-i etc. Omn ist formas star
anti-arian et non intelligibil sine explication. In le nov latin
tot les verbes star reducé ad le forma de les activ regular verbes. Le
indicativ praesent star aequal ad le infinit. (Sic etiam in anglic: we love, you love,
they love = inf. to love; sic in german: wir lieben, sie lieben = inf.
lieben). Le
indic. imperfect star aequal ad le imperfect latin sine les desinentias
variabil secund les personas; ex.: amaba(m), amaba(s),
amaba(t),,amaba(mus) etc. Le
participi passiv star etiam aequal ad le participi latin sine le
desinentia; sic amd star derivà ex amatus, amata, amatum. Le participi activ derivar
ex le participi activ latin sequént le regula de les nomins et adjectivs;
sic amant ex amans, amant-is. Les alters mods et tempors star abolé
vel exprimé anteponént particulas aut auxiliaries sicut in les anglo-saxon
linguas et partim in les neo-latin linguas. Les alter discrepantias
inter me et Henderson star de parv moment et me non voler hic insister
super ils. Id qui me haber dicé star sufficiént ad demonstrar le
differentia et le plus grand facilitàt de le nov Zatin. Sed Henderson
haber stà le prim qui haber indicà ad nos le rect via, et non considerant
les defects de le sui Lîngua, nos deber star grat ad il pro le sui fecund
labor (°). (*) J. G. HENDERSON — Lingua, an international
language. Tribner and Co' London, 1888, SCI AD
LES LECTORES. Le nov-latin non requirer pro le sui adoption aliq
congress. Omnes poter, cum les praecedént regulas, scriber statim ist
lingua, etiam, si ils voler, cum parv individual modificationes, ils
deber solum anteponer ad le lor opuscul un parv praeliminari explication
sicut il qui star in le prim pagina de ist nota. Sic faciént ils vol
valide cooperar ad le uni- versal adoption de ist international lingua et
simul ils vol poter star legé ab un mult major numer de doctes quam si
ils haber scribé in quilibet alter vivént lingua. Les lectores
qui approbar ist schema star precà voler contribuer ad le sui diffusion
(le reproduction de ist opuscul star liber) et mitter ad le scribént un
visit-charta cum le littera A significànt solum approba- tion.
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VNCEUN 6 VR e Daniele Rosa. Rosa. Keywords: deutero-esperanto di Grice.
Refs.: “Grice e Rosa.”
Grice e Rosandro: la ragione conversazionale degl’amici filosofi – Roma
– filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo
italiano. A philosopher who becomes an acquaintance of Elio Aristide.
Grice e Rosatti: la ragione conversazionale e l’implicatura – filosofia
italiana – Luigi Speranza
(Roma). Filosofo italiano Marcello Vitali Rossati.
Grice e Rosselli: la filosofia
italiana nel ventennio fascista – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Important Italian philosopher. There
is a R. Circle in Rome. Teorico del socialismo liberale, un socialismo
riformista non marxista direttamente ispirato dal laburismo inglese e dalla
tradizione storico-politica del radicalismo liberale e libertario. Fonda a
Firenze il foglio clandestino “Non mollare e insieme a Nenni, la rivista
milanese “Il quarto stato”. Fonda il movimento anti-fascista “giustizia e libertà”,
che combatté per la repubblica nella guerra civile spagnola, all'interno della colonna
italiana R., costituita assieme agl’anarchici. Ucciso in Francia insieme con il
fratello R. da assassini legati al regime fascista. Nato da una famiglia politicamente
attiva, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento italiano: Pellegrino R.,
tra l'altro zio della futura moglie di Nathan, sindaco di Roma, è un seguace e
stretto collaboratore di MAZZINI (si veda) ed un Pincherle è nominato ministro nella
Repubblica di S. Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia
insurrezione anti-asburgica guidata da Manin e Tommaseo. I R. abitato per
un considerevole periodo a Vienna. Si trasferirono a Roma. Qui, dopo la propria
nascita, venne alla luce il fratello R. La madre, separata, si trasferì
con i suoi figli a Firenze, dove frequentarono la scuola. R. mostra in quel
periodo poco interesse per gli studi e la madre lo ritira dal ginnasio,
facendogli frequentare la scuola tecnica. L'entrata in guerra dell'Italia è
accolta con entusiasmo dai R., decisamente interventisti. Il fratello maggiore
è arruolato come ufficiale di fanteria e muore in combattimento. R. collabora al
foglio di propaganda «Noi», fondato dal fratello, anche se l'editoriale Il
nostro programma, è redatto con buone probabilità da lui. Il manifesto, che
l'ingenuità di due ragazzi indirizza verso una fiduciosa speranza in un mondo
migliore, propone sin da allora alcuni tratti fondamentali della sua personalità,
ossia un amore incondizionato per l'umanità e la spinta all'azione nel solco
dello spirito mazziniano, che lo inserisce nel filone dell'interventismo
democratico. Per «Noi», licenza saggi, uno sulla rivoluzione russa, altro sull'entrata
in guerra degli Stati Uniti. “Libera Russia” esalta il risveglio del paese
di Gorkij, Tolstoj e Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto
già dal secolo precedente, per cui la rivoluzione non e che il punto culminante
di una lunga preparazione all'avvento di una società più giusta. Vi è tutta una
massa che sale lentamente, inesorabilmente. La marcia si puo ritardare ma non
impedire. Dei recentissimi eventi, inoltre, viene esaltata la componente
pacifica, la loro attuazione relativamente non violenta. Il saggio “Wilson”
mostra tutta la fiducia nutrita per l'uomo che define il conflitto come “una
guerra per porre fine alle guerre”, uno slogan che rappresenta bene le sue speranze
di e di tutta la famiglia R.. È chiamato alle armi. Frequenta a Caserta
il corso allievi ufficiali e venne assegnato a un battaglione di alpini in
Valtellina. La guerra finisce senza che egli avesse dovuto sottomettersi al
battesimo del fuoco. Il contatto con militari e molto importante per lui. Apprezza
la massa furon posti in grado di comprendere tante cose che sarebbero loro
certamente sfuggite nel loro isolamento di classe o di professione. Diplomatosi
all'istituto tecnico, si iscrive a Firenze al corso di scienze sociali,
laureandosi a pieni voti con una tesi, Sindacalismo italiano,” e si prepara a
sostenere anche gl’esami di maturità classica per ottenere il diritto di
frequentare altri corsi universitari. Tramite il fratello, conosce Salvemini,
professore a Firenze, che e da allora un costante punto di riferimento per
entrambi i fratelli. Gli fa rivedere il suo saggio sul sindacalismo
rivoluzionario, che giudica non un saggio critico, equilibrato, sostanzioso, ma
in essa e incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un socialismo che fa
sua la dottrina liberale e non la ripudiasse. S’avvicina al partito socialista,
simpatizzando, in contrapposizione all'allora maggioritaria corrente
massimalista di Serrati, per quella riformista di Turati, che egli ha poi modo
di conoscere a Livorno durante lo svolgimento del congresso del partito, che
sance la definitiva scissione dell'ala di sinistra interna filo-bolscevica che
prende il nome di partito comunista, e scrive svariati saggi per “Critica
Sociale”. MUSSOLINI sale al potere. I riformisti di TURATI sono espulsi dal partito
socialista. Si trasfere a Torino, dove frequenta il gruppo della “rivoluzione
liberale», in quel momento fortemente impegnata in senso anti-fascista, e con
la quale incomincia a collaborare. Conosce Matteotti, del partito socialista unitario,
nel quale erano confluiti GOBETTI (si veda) e la componente riformista espulsa
dal partito socialista, come Rossi. A Firenze, il gruppo dei socialisti
liberali che si raccoglie intorno alla figura carismatica di Salvemini inaugura
un circolo di cultura. Oltre ai R. vi sono Calamandrei, Finzi, Frontali,
Jahier, Limentani, Niccoli e Rossi. Gli ex-combattenti del circolo adereno all'associazione
anti-fascista “Italia libera”. Si laurea a Siena, con “Prime linee di una teoria
economica dei sindacati operai” e parte per Londra, stimolato dal desiderio di
conoscere la capitale del laburismo, di seguire i seminari dei fabiani e di
assistere al congresso delle unioni operaie. Vi è anche Salvemini, che tene un seminario
sulla storia della politica estera italiana al King's. Tornato in Italia
grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si impiega come assistente
volontario a Milano. Prosegue la sua collaborazione a “Critica Sociale” di
Turati. Vi pubblica un articolo, invitando il partito socialista a rompere con
il marxismo, che giudicava espressione di cieco e tortuoso dogmatismo, per
mettersi piuttosto sulla linea di un sano empirismo all'inglese. Collabora con
la rivista del partito socialista unitario, «Libertà», scrivendo proprio un saggio
sul movimento laburista inglese. Dopo il delitto Matteotti s'iscrive al partito
socialista unitario. Spera invano che in Italia si costituisse una seria
opposizione anti-fascista moderata in grado di offrire un'alternativa politica
alla borghesia che guarda con simpatia al fascismo. Una di queste avrebbe
potuto essere l'unione democratica nazionale d’Amendola, alla quale adere il
fratello. D’Inghilterra invia al giornale del partito socialista unitario la
«Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della situazione politica
inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla rottura
dell'alleanza tra laburisti e liberali. E pessimista sulle condizioni
politiche dell'Italia. La secessione aventiniana non produce effetti, con i
suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i generali e i fascisti
dissidenti. Del resto, i fascisti stano re-agendo. Lo dimostrano anche
devastando il circolo di cultura, che, come non basta, venne chiuso dal
prefetto con una singolare motivazione. La sua attività provoca il giusto
risentimento del partito dominante. Lasciato l'incarico a Milano, insegna a Genova.
Scrive a Salvemini. Forse non ha apparentemente alcuna positiva efficacia, ma
io sento che abbiamo da assolvere una grande funzione, dando esempi di
carattere e di forza morale alla generazione che viene dopo di noi. Appare così
con la collaborazione di Rossi, Salvemini, Calamandrei, Traquandi, Vannucci e il
fratello, che ne ha proposto il nome, il foglio clandestino “Non mollare”. Alcuni
redattori della rivista sono Traquandi, Ramorino, Rossi, Emery, e i due R. La
denuncia di un tipografo provoca la repressione e la dispersione d’alcuni tra i
redattori del foglio. Rossi riusce a fuggire a Parigi, Vannucci in Brasile,
Salvemini è arrestato a Roma è denunciato per vilipendio del governo fascista. In
attesa del processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle minacce dei
fascisti, passa la notte a Firenze, in casa dei R., che non sono ancora fra i
sospettati. Gli squadristi però, venuti a conoscenza del fatto, devastano
l'abitazione il giorno dopo. Scrive R. ad Ansaldo. Io sono di ottimo umore e
l'altra sera ho financo bevuto alla distruzione compiuta! Se i signori fascisti
non hanno altri moccoli, possono andare a dormire. Aspetteranno a lungo la mia
rinuncia alla lotta. Ormai preso di mira dai fascisti, è aggredito a Genova
mentre si reca all'università e poi disturbato durante la sua lezione, con la
richiesta del suo allontanamento. Si attiva infine lo stesso ministro
dell'economia, Belluzzo, che chiede il suo licenziamento. A questo punto,
prefere dimettersi. Pochi giorni dopo, a Firenze, sposò con rito civile
una laburista venuta a Firenze a insegnare nel British Institute, conosciuta da
R. al circolo della cultur. Lapide commemorativa: «In via Ancona vive il
martire anti-fascista e qui ha sede la redazione del ‘Quarto stato,’ rivista
socialista a difesa della libertà e della democrazia. R. vive a Milano, dove fonda
con Nenni la rivista «Il quarto stato’. La rivista ha vita breve, venendo
chiusa con l'entrata in vigore della legge sui provvedimenti per la difesa
dello stato fascista italiano. Scopo della pubblicazione è il tentativo di
rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare
temi di politica culturale al cui centro e il perfezionamento degl’uomini e
l'elevamento della vita dei cittadini. Con Treves e Saragat costitue un
trium-virato che, costitue clandestinamente il partito socialista dei lavoratori,
che prende il posto del partito socialista unitario, sciolto d'imperio dal
regime fascista a causa del FALLITO ATTENTATO A MUSSOLINI da parte del suo
iscritto ZANIBONI. Bova, Turati, R., Pertini e Parri a Calvi in Corsica dopo la
fuga in motoscafo da Savona. Oganizza con Oxilia, Pertini e Parri l'es-patrio
di Turati a Calvi in Corsica, con un moto-scafo partito da Savona. Mentre
Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e Rosselli, ritornati
con il moto-scafo a Marina di Carrara, SONO ARRESTATI, nonostante tentassero di
sostenere d’essere reduci d’una gita di piacere. È accusato anche di aver
favorito la fuga d’Ansaldo, di Silvestri, di Treves e di Saragat. Venne
detenuto nelle carceri di Como, poi inviato al confino di Lipari in attesa del
processo. Quando e ricondotto da Lipari a Savona per essere processato,
nell'isola siciliana giunge il fratello, condannato a V anni di confino.
Al processo si difende attaccando il regime fascista. Il responsabile primo e
unico, che la coscienza degl’uomini liberi incrimina è il fascismo che con LA
LEGGE DEL BASTONE, strumento della sua potenza e della sua nemesi, inchioda in
servitù milioni di cittadini, gettandoli nella tragica alternativa della supina
acquiescenza o della fame o dell'esilio. La sentenza, rispetto alle previsioni,
e mite: X mesi di reclusione e, avendone già scontati VIII, avrebbe potuto
essere presto libero. Ma una nuova legge speciale permisero alla polizia di
infliggergli *altri* III anni di confino da scontare a Lipari. La vita al
confino trascorre con le letture filosofiche di Croce, Mondolfo, l’epistolario
di Marx ed Engels, e Kant. Intanto, si prepara la fuga, che venne
organizzata dall'amico di Salvemini Tarchiani. Evase da Lipari con Nitti e
Lussu, con un moto-scafo guidato dall'amico Oxilia diretto in Tunisia, da cui
poi i fuggiaschi raggiunsero la Francia. Nitti narra l'avventurosa evasione in “Le nostre prigioni --
e la nostra evasione”, mentre R. racconta le vicende del confino e
dell'evasione in “Fuga in IV tempi”. A Parigi, con Lussu, Nitti, e un gruppo di
fuoriusciti organizzati da Salvemini, e fra i fondatori del movimento anti-fascista
"Giustizia e libertà". “Giustizia e Liberta” pubblica diversi numeri
della rivista e dei quaderni omonimi ed e attiva nell'organizzazione di diverse azioni
dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di Bassanesi. Critica appassionatamente
il marxismo ortodosso, colonna portante della stragrande maggioranza dei vari
schieramenti politici socialisti. Il socialismo liberale propugnato da R. si
caratterizza quale una creativa sintesi della tradizione del marxismo
revisionista, democratico e riformista -- quello, tra gli altri, di Bernstein,
Sombart, Turati e Treves -- ed il socialismo non marxista, libertario e de-centralista
-- come quello di Merlino, Salvemini, Cole, Tawney e Jászi. Attacca dirompente contro lo stalinismo della terza
internazionale che, con la formula del “social-fascismo” accomuna social-democrazia, liberalismo borghese e
fascismo. Non stupisce perciò che uno fra i più importanti stalinisti,
Togliatti, define il socialismo liberale
un magro libello anti-socialista e R. un ideologo REAZIONARIO che nessuna cosa
lega alla classe operaia. “Giustizia e libertà” adere alla concentrazione anti-fascista, unione di
tutte le forze anti-fasciste non comuniste – REPUBBLICANI, socialisti, CGL -- che
intende promuovere e coordinare ogni possibile azione di lotta al fascismo. Pubblica
i "Quaderni di giustizia e libertà". Dopo l'avvento del nazismo
in Germania, “Giustizia e liberta” sostenne la necessità di una rivoluzione
preventiva per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che questi
portassero a una nuova tragica guerra, che a “Giustizia e Liberta” sembra l'inevitabile
destino dei due regimi. Bandiera della colonna italiana, nota anche come centuria
giustizia e libertà, che sostenne i repubblicani nella guerra civile spagnola. Scoppie
in Spagna la guerra civile tra i rivoltosi dell'esercito filo-monarchico, che
effettuarono un colpo di stato, e il LEGITTIMO GOVERNO REPUBBLICANO del fronte popolare
di ispirazione marxista. È subito attivo nel sostegno alle forze repubblicane,
criticando l'immobilismo di Francia e Inghilterra. I fascisti aiutano FRANCO
con uomini e armi agl’insorti. Combatte la sua prima battaglia. Cerca poi
di costituire un vero e proprio battaglione -- intitolato a Matteotti. La
prima formazione italiana, che prende poi, dopo l'uccisione dei due fratelli,
il nome di colonna italiana R., annovera tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra
gl’esuli italiani in Francia dal movimento “Giustizia e libertà” e dal comitato
anarchico. Tra questi c'erano anche gl’anarchici Marzocchi e Berneri. Marzocchi
scrive sulla comune esperienza anti-fascista di anarchici e di militanti di “Giustizia
e Libertà”, "R. e gl’anarchici". In un discorso, pronuncia la
frase che poi diverrà il motto degli anti-fascisti italiani: "Oggi in
Francia, domani in Italia". È con questa speranza segreta che siamo
accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli, compagni italiani,
ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla radio. Non prestate fede
alle notizie bugiarde della stampa fascista, che dipinge i rivoluzionari come
orde di pazzi sanguinari alla vigilia della sconfitta. A contrasti con gl’anarchici
si dimette da comandante della colonna e fonda il battaglione Matteotti. Soggiorna
a Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali, dove è raggiunto dal fratello.
Sono uccisi da una squadra di miliziani della Cagoule, formazione eversiva di
destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Ciano. Con
un pretesto sono fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di
pistola. R. muore sul colpo; il suo fratello, colpito per primo, venne finito
con un'arma da taglio. I corpi vennero trovati due giorni dopo. I colpevoli,
dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere prosciolti. I R.
sono sepolti nel cimitero monumentale parigino del Père Lachaise. I familiari
ne traslarono le salme in Italia, a Trespiano. Salvemini tenne il discorso
commemorativo alla presenza del presidente della Repubblica. La tomba riporta
il simbolo della spada di fiamma, emblema di “Giustizia e Liberta”, e l'epitaffio
scritto da Calamandrei. Giustizia e liberta. Per questo morirono per questo
vivono. L'unico saggio pubblicato da R. mentre è in vita è
"Socialismo liberale", scritto durante il confino a Lipari, in una
situazione di semi-prigionia. “Socialismo liberale” si pone in una posizione
eretica rispetto ai partiti della sinistra italiana del suo tempo -- per i
quali “Il capitale” di Marx, variamente interpretato, è ancora considerato come
la bibbia. Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da lui
ben conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito laburista, R. è
infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale sono
essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua concreta
realizzazione -- mentre nella tattica leninista queste regole, una volta preso
il potere, debbono essere accantonate. Pertanto, la sintesi del pensiero
rosselliano è: "il liberalismo come metodo o mezzo, il socialismo come
fine". Pisacane, L'idea di rivoluzione propria della dottrina
marxista è fondata sulla concezione della dittatura del proletariato -- che, in
realtà, già ai tempi di R. si sta traducendo, in unione sovietica, nella
dittatura del vertice di un solo partito. Essa viene respinta da R., a favore
di una rivoluzione che, come si nota nel programma di “Giustizia e liberta”, è
un sistema coerente di riforme strutturali mirate alla costruzione di un
sistema socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e
associativa. Alla luce dell'esperienza spagnola -- difesa dell'organizzazione
sociale di Barcellona compiuta dagli anarchici durante la guerra civile -- e
dell'avanzata del nazismo, R. radicalizza la sua posizione libertaria. Influenzato
dalle idee di Mazzini e di Pisacane, R. propugna il socialismo liberale: il
fine è il socialismo, il metodo o mezzo il liberalismo, un metodo o mezzo che
garantisce la democrazia e l'autogoverno dei cittadini. Il liberalismo deve
svolgere una funzione democratica, il "metodo o mezzo liberale" è il
complesso di regole del gioco che tutte le parti in lotta si impegnano a
rispettare, regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini,
delle classi, degli stati, a contenere le lotte -- peraltro desiderabili se
limitate. La violenza è giustificabile come risposta ad altra violenza -- per
questo è giusta la lotta contro il franchismo e sarebbe stata auspicabile in
Italia una rivoluzione violenta in risposta al fascismo. Il socialismo è una
logica conclusione del liberalismo. Socialismo significa libertà per tutti. R.
ha fiducia che la classe del futuro è la classe proletaria, la borghesia deve
fare da guida al proletariato. Il fine è la libertà per tutte le classi. Archivio
R. Bio. Tranfaglia, Dall'interventismo a “Giustizia e Libertà” (Bari, Laterza).
Il circolo di cultura a Firenze, chiuso da Mussolini, e rifondato a liberazione di Firenze appena
avvenuta, per iniziativa del Partito d'Azione e dei soci superstiti e
intitolato ai R.. Assunse così il nome di circolo di cultura politica R. La sua
prima manifestazione è presieduta da Calamandrei. Con decreto del presidente
della repubblica è stata costituita ed eretta in ente morale la Fondazione
Circolo R. per sostenerne l'attività. Martino:
Fuorusciti e confinati dopo l'espatrio clandestino di Turati nelle carte della
R. Questura di Savona in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia
Patria, Savona, e Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura,
Gruppo editoriale L'espresso, Roma. Commissione di Milano, ordinanza contro lui
(“Intensa attività antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino “Non
mollare” uscito a Firenze. Favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”),
Pont, Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino
emesse dalle Commissioni provinciali, Milano, ANPPIA, La Pietra, Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza contro
N. R. (“Attività antifascista”), Pont, Carolini,
L'Italia al confino Le ordinanze di
assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano, ANPPIA, La Pietra, Cfr. La storia
sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai
Storia. Il discorso di R. su Roma civica.net in.
Fiori, Casa R., Einaudi); Franzinelli, “Il delitto R.: anatomia di un
omicidio politico” (Mondadori, Milano). Altre saggi: “Oggi in Spagna, domani in
Italia” (Einaudi, Torino); “Scritti politici e auto-biografici (Polis, Napoli);
Ciuffoletti e Caciulli (Lacaita, Manduria); Lettere Salvemini, Tranfaglia,
«Annali della Fondazione Einaudi, (Torino); “Socialismo liberale” (Einaudi); Il
Quarto Stato» di Nenni e Rosselli, Zucàro, Sugar Co, Milano, Epistolario
familiar (SugarCo, Milano); Socialismo liberale, J. Rosselli (Einaudi, Torino);
Socialismo liberale, J. Rosselli, introduzione e commento di Bobbio, «Attualità
del socialismo liberale» e «Tradizione ed eredità del liberal-socialismo»,
Einaudi Tascabili. Saggi, Scritti dell'esilio. «Giustizia e libertà» e la
concentrazione anti-fascista Costanzo Casucci, Collana Opere scelte” (Einaudi,
Torino); “Scritti politici, Ciuffoletti e Bagnoli, Guida, Napoli, -- una grossa
anteprima del libri. Scritti dell'esilio. Lo scioglimento della concentrazione
anti-fascista, Casucci (Einaudi, Torino); Liberalismo socialista e socialismo
liberale, Terraciano (Galzerano, Casalvelino Scalo), Giustizia e libertà,
Limiti e Napoli, prefazione di Larizza, Roma, con la tesi sul sindacalismo (Firenze).
Scritti scelti, Furiozzi, “Quaderni del Circolo R.” (Alinea Editrice, Firenze);
Salvemini, “Scritti Vari”, Agosti e Garrone, Feltrinelli, Milano, Opere scelte,
Cultura e società nella formazione, buona anteprima del pensiero di Salvemini
con i rapporti e la grangia politica correlata Gremmo "Alla Cagoule"
Silenzi e segreti d'un oscuro delitto politico. Storia Ribelle, Biella.
Garosci, "Vita", U, Roma, Giustizia e Libertà, Levi, "Ricordi” La
Nuova Italia, Firenze («Quaderni del Ponte»). Merli, "Il dibattito
socialista sotto il fascismo. Lettere di Morandi, Rivista storica del
socialismo», ricompreso in Id., "Fronte anti-fascista e politica di
classe. Socialisti e comunisti in Italia,
Donato, Bari, Movimento operaio; Tranfaglia, "Dall'interventismo
all'antifascismo", «Dialoghi del XX», Cfr. il informazioni su volume "R. e l'Aventino:
l'eredità di Matteotti", «Il movimento di liberazione in Italia», Cfr.
stralcio di "L’Aventino. L'opposizione diventava per la prima volta
opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi una psicologia
virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo appesantita da
uomini che avevano gustato le gioie del potere e della popolarità.» «Fu
questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter vincere con le armi
legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della forza. Pregustare le
gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare tutti i problemi.
Gobetti dice. L’Aventino ha un mito, il mito della cautela" -- sperando
che la borghesia dimentichi Quanto alle masse popolari, che si mostravano nei
primi giorni in stato di effervescenza, guai a chi avesse tentato metterle in
movimento! Solo i comunisti e le minoranze giovani chiesero lo sciopero
generale. Ma le opposizioni non vollero, per non spaventare la borghesia e il
sovrano. R. dall'interventismo a «Giustizia e Libertà»" (Laterza, Bari, Biblioteca
di cultura moderna); in appendice: scritti di R. e Lettera di R. a Nenni; "Dal
processo di Savona alla fondazione di Gustizia e Liberta, Le fonti di
«Socialismo liberale»", «Il movimento di liberazione in Italia», Lolli,
"Alcuni appunti per una lettura del «Socialismo liberale» di R.", «Il pensiero politico», Fedele,
"Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà», Belfagor, Bagnoli,
"L'esperienza liberale di R.,, Italia Contemporanea, L'antifascismo
rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche»,
Santi Fedele, "Storia della concentrazione anti-fascista prefazione di Tranfaglia
(Feltrinelli, Milano); Garbari, "I «vinti» della Resistenza. Nel
quarantesimo del sacrificio di R. e R.", «Studi Trentini di Scienze
Storiche», a"«Quarto Stato» di Nenni e R.", Tavola rotonda fra Bauer,
Grimaldi, Spadolini, Zucàro, «Critica Sociale», Valiani, "Il pensiero e
l'azione”, Nuova Antologia, Tranfaglia, "L'anti-fascismo", «Mondo
Operaio», Vivarelli, "Salvemini", «Il pensiero politico», Poi
compreso Spadolini, "R. nella lotta per la libertà", con lettere tra
Reale e R., «Nuova Antologia», Colombo, "R. e il «Quarto Stato»",
«Nord e Sud», "Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storia
d'Italia", Atti del convegno internazionale organizzato a Firenze dall'Istituto
storico della Resistenza in Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune
di Firenze, dalla Provincia di Firenze (Nuova Italia, Firenze); Bauer, "R.
e la nascita di Giustizia e Liberta in Italia". Petersen, “Giustizia e
Libertà in Germania”; Guillen, "La risonanza in Francia dell'azione di Giustizia
e Liberta e dell'assassinio dei R.”; Rosengarten, "R. e Trentin, teorici
della rivoluzione italiana”; Salvadori, "Giellisti e loro amici degli
Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale". Fedele, "Giellisti e
socialisti dalla fondazione di GL alla politica dei fronti popolari”; Zunino,
"Giustizia e Libertà e i cattolici”; Garosci, "Le diverse fasi dell'intervento
di Giustizia e Libertà”; Marzocchi, “Gli’anarchici"; citazione sottostante
da un articolo di Finetti. Infatti considera una barbarie le stragi di
anarchici in Catalogna, tra cui l'uccisione di Berneri, l'anarchico che lo affiancava nella
guida della prima colonna italiana formata da MMM anti-fascisti, i primi
accorsi -- e si ricorda, nel prosieguo, anche la ferma presa di posizione delle
brigate partigiane di Giustizia e Libertà quando Canzi e rimosso da comandante
unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa presa di
posizione e reintegrato dopo un breve arresto. Le brigate partigiane di
Giustizia e Libertà sono in gran parte
influenzate dal pensiero di R.. Tommasini, "Testimonianza -- L'eredità di Giustizia e Libertà". Piane,
"Rapporti tra socialismo liberale e liberalsocialismo". Codignola, “Giustizia
e Liberta e Partito d'azione". Tranfaglia, "R.", in "Il
movimento operaio italiano; “Dizionario biografico", Andreucci e Detti,
Editori, Roma, Colombo, "R. e il socialismo liberale", «Il Politico»,
Bagnoli, "Di un dissidio in «Giustizia e Libertà». Lettere di Levi, Giua,
Chiaromonte, Garosci «Mezzosecolo»,
Centro studi Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio
Nazionale Cinematografico della Resistenza, Annali Cirillo, "Il socialismo",
Fasano, Cosenza); Lussu, "Lettere e
altri scritti di «Giustizia e Libertà»", Brigaglia, Libreria Dessì,
Sassari. informazioni su Storia della Sardegna di Brigaglia, son presenti
correlazioni fra i succitati personaggi. "Le componenti mazziniana e
cattaneanea in Salvemini e nei R.. Belloni", Convegno, Domus Mazziniana, Pisa. Arti
Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa, Comprende: Colombo, "Il «Quarto
Stato»" Varni, "Derivazioni mazziniane nella concezione sindacalista
di R.", Ceva, "Aspetti politici dell'azione di R. in
Spagna", Tramarollo, "R. e il regime",
Bagnoli, "Il revisionismo di R.",
in "Guida alla storia del partito socialista. La ripresa del pensiero
socialista tra eresia e tradizione", Talluri, «Quaderni del Circolo R.», Galasso,
"La democrazia da CATTANEO (si veda) a R.", (Monnier, Firenze); «Quaderni
di storia», R. , Una tragedia italiana" (Bompiani, Milano); Kostner,
"R. e il suo socialismo liberale", Lalli, Poggibonsi, Linee politiche;
Bagnoli, "Tra pensiero politico e azione", Passigli, Firenze, Colombo,
"R. e il socialismo liberale", in "Padri della patria.
Protagonisti e testimoni di un'altra Italia", Angeli, Milano, («Ricerche
storiche» ). Invernici, "L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia
e politica nei progetti del gruppo di R.", Angeli, Milano («Studi e
ricerche storiche»). Valiani, "Da Mazzini alla lotta di liberazione",
«Nuova Antologia», Scacchi, Colombo, presentazione di Spadolini, Casagrande,
Lugano, («Quaderni europei»). Vivarelli,
"Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Salvemini, R. e R., i, Rossi",
«Rivista Storica Italiana», Spadolini, "R. e R.: le radici mazziniane del
loro pensiero", Passigli, Firenze («Letture R.»). Malandrino,
"Socialismo e libertà. Autonomie, federalismo, Europa da R. a Silone"
(Angeli, Milano); Bandini, "Il cono
d'ombra: chi armò la mano degl’assassini dei fratelli R.?", SugarCo,
Milano, Colombo, "I R., due guardiani per l'albero della libertà", "Voci
e volti della democrazia. Cultura e impegno civile da Gobetti a Bauer", Monnier,
Firenze («Quaderni di storia»), Nel nome dei R.. Quaderni del Circolo R.»,
Angeli, Milano, Muzzi. "A più voci,
Arfé, Casucci, Garosci, Malgeri, Rapone, “Scritti dell'esilio", Il Ponte, Il
carteggio dei R. con Silvestri", Gabrielli, «Storia Contemporanea», Fedele,
"E verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e
Libertà»" (Angeli, Milano, Collana di Fondazione di studi storici Turati);
Ciuffoletti, Il mito della rivoluzione russa e il comunismo", in
"Socialismo e Comunismo, Il Ponte, Bagnoli,
"La lezione di R., La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del
socialismo liberale, Festina Lente, FNicola Tranfaglia, "Sul socialismo
liberale"; "Dilemmi del liberalsocialismo", Bovero, Mura,
Sbarberi (Nuova Italia, Roma, «Studi Superiori, Scienze Sociali»). Atti del convegno
"Liberal-socialismo: OSSIMORO o sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento
di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il
primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento
antifascista, il sottotitolo fu la frase di Marx ed Engels: Alla società
borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà
un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione
del libero sviluppo di tutti e, su invito Treves, Mondolfo e Levi, Rosselli
scrive un articolo “Il partito del lavoro in Inghilterra” in cui R. riafferma una
parte del suo pensiero del periodo. Il partito laburista in base agl’elementi
che lo compongono può definirsi come una federazione di gruppi economici e di
gruppi politici. In realtà è l'organizzazione politica federativa ed
associativa del movimento operaio più vecchio e potente del mondo. Suppa,
"Note su R.: temi per due tradizioni", in I volume "dilemmi del
liberal-socialismo, Puppo, Il Quarto Stato, L'attualità di R. e del socialismo
liberale. Dialoghi tra: Bosetti, Foa, Maffettone, Marzo, Tranfaglia, Supplemento
a di Croce Via, Edizioni Italiane, Napoli, Atti del dibattito svoltosi a Napoli
in occasione della presentazione
italiana del volume "Liberal socialism", lavoro di Urbinati, tradotto
da William McCuaig, Princeton, Princeton, Urbinati, "La democrazia come
fede comune", «il Vieusseux», Bagnoli,
Rosselli, "Gobetti e la rivoluzione democratica. Uomini e idee tra
liberalismo e socialismo", La Nuova Italia, Firenze («Biblioteca di
Storia»). Casucci, "La caratteristica ", con un vademecum,
«Belfagor», Visciola, Limone, "I Rosselli. Eresia creativa, eredità originale",
Napoli, Guida, Graglia, "Unità europea e federalismo. Da Giustizia e
Libertà a Spinelli", il Mulino, Bologna) "Il dibattito europeista e
federalista in «Giustizia e Libertà»", «Storia Contemporanea», Lisetto, Le
élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e la democrazia partecipativa",
«Scienza & Politica», Pagine scelte di economia, Visciola e Ruggiero,
Firenze, Le Monnier, Mastellone,
"Il partito politico nel socialismo liberale «Il pensiero politico», Furlozzi,
"R. e Sorel", «Il pensiero politico», L'eredità democratica da
Bignami a R.", Angeli, Milano, Mastellone, La rivoluzione liberale del
socialismo»". Con scritti e documenti inediti. Olschki, Son riportati
testi pubblicati da R. non inseriti nel
I delle «Opere scelte». R., “Dizionario delle idee", Bucchi, Riuniti,
Martino, Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura,
Roma, Gruppo editoriale L'espresso, Franzinelli, "Il delitto R.: anatomia
di un omicidio politico" (Mondadori, Milano); Dilettoso, "La Parigi e
La Francia di R.: sulle orme di un umanista in esilio", Biblion, Milano. Bagnoli.
Il socialismo delle libertà. Polistampa, Milano, Bagnoli. Socialismo, giustizia
e libertà. Biblion, Milano, Treccani Dizionario biografico degl’italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Iacchini, Socialismo liberale ma... vero!,
Movimento Radical Socialista brigata Garibaldi. Archivio dei R.. I fratelli R.,
genesi di un delitto impunito. Berneri. Vite parallele d’Ortalli (da
"Umanità Nova" Fondazione R., Centro di ricerca, Circolo R. Firenze, "Pecora" Socialista e liberale. Bilancio
critico di un grande italiano, su politica magazine. Spini, "Perché i R.
parlano ancora a questa Italia", sul sito repubblica. Carlo Alberto
Rosselli. Keywords: sindacalismo, sindacalismo revoluzionario, laburismo, partito
laburista, I fabiani, Mill, Bonini, liberalismo, sindacato, sindicato nella
storia italiana, sindacato in Roma antica, socialismo liberale – l’ossimoro di
R.. Refs.: Luigi Speranza, “Rosselli e Grice,”
per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia. Rosselli.
Grice
e Rosselli – scuola di Firenze – filosofia toscana -- filosofia italiana --
fLuigi Speranza (Firenze).
Filosofo italiano. Firenze, Toscana. Per
limitarsi agl'italiani, di mnemotecnica si occuparono DOLCE (si veda) (Della
memoria); il domenicano fiorentino R. (Thesaurus artificiosae memoriae,
Venezia), Bruno (si veda), che nella sua opera De umbris idearum (Parigi), da
lui dedicata a Enrico IlI di Francia e che gli procura una cattedra, espone
l'Ars magna di Lullo e dà un fondamento metafisico-gnoseologico alla
mnemotecnica che appoggia sempre al sistema topologico-simbolico. Del resto,
l'insegnamento di quest'arte, della cui efficacia egli porta a testimonio la
propria memoria eccezionale, gli diede spesso i mezzi per vivere. Altr’italiani
che scrisveo di mnemotecnica sono Porta (si veda) (Ars reminiscendi,
Napoli), Marafiot (si veda)i, di
Polistena (Ars memoriae, Venezia), e il palermitano Brancaccio (si veda) (Ars memoriae
vindicata, Palermo 1702). THESAVRVS
ARTIFICIOSAE MEMORIAE,
Concionatoribus , Philofophis . Medicis, Iuriftis, Oratori- bus , Procuratoribus,czterisd; bonarum littera- rum amatoribus: | Wigocisfócibn, infüper ,alijsd; fimilibus ,
tenacem,, ac firmam rerum MrzMoR:IAM
cupientibus, perutilis. vc omnes [ui
amatores,» po[feffores valde locuplesansyinfimnla, decoranss Cum rerum celeftium atq; terreflrium tenax,ac
tutum fcrinium effe poffit; AKFTHORE
R. P. F. COSM.AÁA ROSSELLIO Florentino ,
Sacri Ord. Pradic. minimo Profe[ore .
Cum Indicibus locupletiffimis,tum Capitum, tum rerum omnium
infigniorum; CVM PAIVILEGIO: VENETIIS, M D LXXIX. Apud Antonium Paduanium, Billiopolam
Florentinum. Y Vet vtae kh VG 4 mI TT. ie S» :
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SUY CPC Eos beriganiots bibsM, didi Ol: "i ern Mepoionols f Ron dA Gu zn iud qpetzarsoei idi pt8s03011
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DOMINO CARDINALI | IVSILNPANUO EF .DAMIANFVS ROSSELLIFS Ordinis Pradicatorum ,(alutem eo — felicitatem... E004
MNIAJjam in promptu
erantllluítriffime, ac Re-
uerendiffime, Domine, , quz circa
artificiofz TM morix opus Frater
Cof- : "| mas
Roflellius;germanus meus is chariffürus,
non paruo tempore;ac ftu- dio ETE] Ac
vero improba mors,que 2. i
inceptis inceptis vt plurimum inuidere
folet,(cum no ftrorum operum 1am
protenfam telam gla- dio fuo fxuiffimo
fepe numero fuccindere, nofcitur ) huic
etiam operi , à multis erudi- tiffimis
viris concupito , acnon paucis par-
uisá; laboribus ipfius autoris,confe&o , clare inuidit.Nam,& ft operis profe&ionem
mini- me abítulit,cum ipfiextrema iam
manus im pofita fuerit;candore
tamen,& luce, & gloria totum
illud pro viribus priuare eft aufa. uod
vtiq; obtinuit, cum in lucem fub tuis
gloriofiffimis, clariffimisd; aufpicijs edi fua fxuitia omnino negauit. Iccirco meum
erat, Illuftriffimejaac Reuerendiffime
Domine,fra- tris mei labores vna cum
corpore pene mor- tuos impreffioni
tradere, vt ad vitam à nor paucis
optatam euocarentur'. Quod opti- me
accidit , cum fub alarum tuarum prote-
&uone pofiti exiftant , ficuti in epiftola, am- pliffimo Dominationis tue nomini, vnà cum opcre dicata, iá aperte videre licet. Qua
inre, humilibus ac ardenuffimis
precibusmmen- fam humanitatem , atq;
tuam benignitatem, cx intimis deprecor,
nefratris mei defuncti | "d
"Tu tam paruum ac
minimum,magnitudini tz, donum defpiciat
: fed fimulque cum illo ma-. gnam
voluntatem ,latumQque cor meum be-
nignitatis fuz: oculo infpicere dignetur ; ac me ipfim denique in feruorum fuorum nu- mero , licet indignum & inutilem ,
habeat. Quod fauoriglorizQue gratiffime
afcribam. Florentiz ex Sandi Marci
cenobio , Pridie idus Aprilis. M. D.
LXXVIII. IFLLDVSTRISSTMO Ls REVERENDISSIMO ADD M TIN :
DOMINO CARDINALI j JW S
TINMIBNO Ex Ordine Pradicatorum
a[fuzmpto ,F .Cofmaa Roffellius Florentinus
y ordinis em[demn. alfecla [alutem
plurimam dicit : Foelicitatemque tum
temporalem in totius Chriftianc Republic
bonum,tum fpi ritalem atq; perpetuam
vehe- menter exoptat'. FTIV M,immo€S9 flagitium «niuer[rs bominibus infenfi[- fimumyes busmanapolitia ac confuetudimi admodum obio XIumyac ipfi Ln[uper Deo-val NU) Aur de contrarium, et abomina- bir. Yr AC euer D. beneficiorum exiflit obliuto , €9' tngrat.tido, qua etiam
pietatisfontem exic- exiccareperbibetur cia voniuev[os bomines
eius re- dandantia €9 diffafionis
abundantia reddat indi qnos. At cui
noftrum (mifortefabulofo letbe bibe-
rit)fabrapere poteft obliuto eorum qua nobis,no[tro que ordini, vel olim , vel nunc temporis
indulta - funt,et cotiuuo indulgentur à
D T. llluftriff-ac Re
uerendi[.beneficiorum ? Quis ne[ciat ,velquis obli u10nls ommo ita inueniatur arveptus atqy
percu[- fus;&9 eims deufisfimis
tenebris fic obfitus, e9 obuo lutusqui
non apprime recordetur bumanitatis bo
nitatis benignitatis, Illuftrif-ac Reuerendi]J. D. q.dum quonda Dominicanam rempublica
1,777; affaliliue zodo (cunctis profecto
gratiffimo ac [a lnberrimo ) gubernaret
, ac moderaretur ? Has fer mé ingenij,
€59 anima-vires atqyvirtutes tunc ma
ximopere oftendit,cum nostram banc Romanam prouinciamyac ordimempené vniuer[um,
eiu[dem ue patres, acfratves, vifitantis
perfungens officio ; binc €9
indepertran[iensgnuieret humanitus,dul
citer alloqueretur.fructuose con[olaretur elo Dei feruidus conflanter hortaretur, foueret
bonum,fa ueret hu dtofis vetula
vestauraret : restaurata
conjirmavet:[apienter ordinaret,qua oportuit:pra denter qua dirigi debuerantyinue[ligaret. Ea
pro- pter pteryot putoyoniuerfi noftri ordinis
profeffores;tua Milufirisfimasac
Reuerendisfima Dominationi de- Litas
per[olueve gratesyvel extera-voce, vel (altem
£ntima admoniti recognitione , fe fatentur oLftri- &os. INon nullis tamen,aliquam nattis
occafione (quamdinimpen[e de[iderio
praflolabantur ) con- - ceffum
est,quibu[dam etiam beneuolentia frenis,be
neficiorum memoriamses exinde animi ambrem, veluti fi iliceignem abfcon[nsn.foris excutere,et
cor disintima affectionis fcintillas
emittere .. Quibus profecto remises"
[I mon quantum voluerint,gman turn
[altem voaluerint ,obliutonis noxam ,extero
ctiam fecalca[fe pede desnonfirant . Inter bos for j fan numerari dignus extiterim ,fi quod.
cogitaui , fouere, ac benigno digneris
amplectifauore. ln- tur eqosminimus [ane
inter noftri ordimis profejfo- res ,
beneficiorum in «niuer(ali ac im particulari
(cumopus fuit) nobis exbibitorum particeps , ac minimeimmemor pre[ens opu[culum , breue
mau- mu[culum:[ummatamen beneuolétia
fignum, amo vis indicium deuotionis, mea
qualecumque mont mentumyofferre geftio,
ac veipfa nunc gefliensoffe- — | Yo,
atq; [ub tuo nomine dedico .. Quod beneuolen-
Ha fignum (nom inanivatione deductus) Speroyat- que
que confidoyac in[rper vehementer defidero, Domi nationi tua gratumtua fore bentgnitate:Quod
eg abstefatisefllagito, cum [at
miifuturum exifti mem fi oeleoerbo
audierimyvel (altem figno perci-
piamgratum quid tibi feciffe . Nam , €9' fi debita exili boc snumu[culo haud me per[olutffe non
igno- vemyattamen pro debitis tfleper[oluendis,
ac ga tiarum actionereddenda:Dominatione
tuam ala eviter (afcepiffe evatulari
potero , 9" iterumgau- dens
ingentes tibi reddere gratias. Comtenientisfi
ye ergo, ob rationes adductas [uperius ,tratlatus | efle pra[ens de artificio[a memoria Tua
Illuffrifa- ma ,ac Reueredifma D.olim
patri,munc domino, beneficentia , ac
munificentia baud immemori : à tuoolim
[nbdito,atque religionis gratia,au[im di-
cere ,filto : nunc autem ob Apo[lolica dignitatis e- minentiam (qua fulges) etiam feruo , dicari
de- buerat . Cut nam ,qua[o ,
poteramyaut debueram artificiofa memoria
tratkatum dicaffe melius.quz tibi, qui
naturali , felicique (*vt omnes pernoui-
mus) memoria pollens , 9 fulgens omni in flatu officio eradu. dignitateqs confhitutus,omnium
no-- Siri ordimis. profejforum immemor.
nequaquam nec olim extiterisnec
impra[entiarum exiflistNón Hi- mo igitur ot remini[carisyoel tua augeatur
me- moria, ad te tratkatulus ifle nofler
diretius csl: ci quem Pius V. Felicifima
memoria pie cogitando euexit:quem
fingularis dignitas digne auxit | que
gradus itte extulit quem merito mundus bono- ratnunquam obliuto (qua crebro magnatum
fun- brepit mentes ,€9' obliuionem
incutit illis ) a nobis abítulerit;vel
longe con[Ituerit:mec immemore «l
ladignitas fecerit , nec tuam bemgnitatem minute rityvel affabilitatem prolibuerit:fed ideo ad
te opu fculuiflud direximus : ot bac
artificio[a memo- via tibifelicis
memoria Iluffrif. ac Reuerendifo no
dicata domino aterna quide digno memoria
ac identidem o mnium noslrum baud immemor decoretur ,illnftretur , perficiatur ..
AÀccipiat ergo atque (ufcipiat D.tua
Illofhrifüme ac Reuerendifn me domine,
boc exile munu[culum ,nec illud dum
taxat, verum, €9 beneuolum ammumsac intima mea affectionis [rena perno[cat,e9 amet.V ale
Illa ffrifüme, ac Reuerendi(üme mi
Domaine. Aluftriffj-eg?
Reuerendiff-Dom.tua feruus | F.Cofma
Or4. Pras4. FRATER NICOLAVS ALESXIVS PERVSINVS. Ordinis Predicatorum. ; $5 Sicre Theologix Bo. ac Sandhilfing Inquifitionis Commiffarius : Cofmno Reffellio P. Reurendo.. $. D. BRUCH D metam vai difcutiendo perduxi AC P.Z. quod reliquum erat lucubra tionum tuarum. €quidem illas om BA mes agno[co , c probo : ee nihil in |. hiseffe arbitror , quod non cum fiz de Catholica recle confentiat ; ] Quin non Cleantis AUR oleat , e EN: (quod aiunt ) fapiat unguem.
"Dignum itaq; opus existimo , quod
publice commoditati propediem edaz tur.
Multa [unt qua bic admirer , (9 que mihichariorem eo reddant. Jod amenitas ingenij tui , que
non medio- criter hic clare[cit : Deinde
eruditionis besar cum liber ifle
tuuscvaria te leclionis e[fe hominem plane testetur : uippe cum te Pbilofopbie rece[[us , 1
beologie adyta. , cAflrologie arcana ,
Poetarum carmina , Oratorum Diaz tribem
, EU I UR faluta[Je : [cd penitus. funditus, per uafi[[c , "veram multtudo prafe ferat .
T rabit "ec in P2 AGnt - Y d N
AN ja S : S S " EA
ja v S Ny TJ N
ATI EEDEL admirationem maiorem, fermo
concinnus , eo- lepidus , qai evel Ciceronis
facundiam , eo» phrafin emuletur . 9 uamo
brem , etiam fi te numquam de facie noui[Jem , mihies iam ifto nomine longe amicisfrmus:nam , e» fi
quando de te [rz to incidat , te ipfum
commendare non defiflo. c 4rrident ergo
mibi , que [cripfifli omnia , e» meo illa probo cuna calculo; bertorá,ut quam primum illa in
lucemadas. "Ua
le. Datum Peru[ia. Yi. Kalendas Iunias, 1 5 7 5. Carmen ad Léctores in operis encomium:
eiufdem Magift. Nic. Alexij Com.S.Inquifttionis, SE Vid prodeft [ludijs , fi nocte dieq;
"vacando Protinus ex animo que
didiciflis eunt ? | N2q; ea ditaxat,
memori mente tenemus, JCATMEDMD qeimusat
oblitis tempus inane fuit. Hunc igitur ,
fladiofa cobórs ver[ate libellum: estate
bunc "ve[lro nocte dieq; fina : Q
uem Rofeus ('o[fmas vobismunc adit ; ibidem
Adnemofinen mira prouidus arte iuuat ;
Et loca perquirit , totum quoq; fpe£lra per orbem Fa[ce breui : Mundi Machina "va[ta
patet. Dumq, bomines Cofmas,rerum docet
e[fe tenaces : ente oculos illis cuncla
creata locat . Hinc memores fieri ,
doctiqs probiq; valemus , T anta viri
virtus: tanta Camena fuit. Jure igitur
Co[mas vocitatur , (Cofmicus baros Iure
Rofa , buic Rofeo , nomen habere licet .
Eiufdem : in laudem operis Vid
prodeft ludis noctesq; díesq; vacare
Voluendisq; diu [e macerare libris:
$i mox ex animo qua legeris illarecedant? Sic impen[a perit ; T empus inane fluit . Ergo , 9 ui[quisaues , tanto [uccurrere
morbo: E xhibet y excellens boc
opusczdntydotum ; Kl anc tacitus
retinens Cofmas RofJellius artem ,
Communem vt faciat publicus urget amor. REVERENDI PATRIS PRATATS 1| OSM E DE-R.O-5 S-E-E.I $£.15 FLORENITTTWNI, ORDINIS PRAEDICATORVM. Epiftola ad Candidum Le&orem. ————m|MSNISZBVS hbominilus liquido NS UN patet ( candide lector ) naturam eorum fingulis baud tribui[e : fed aliquibus eorum, diflribuilfe potius naturalia [ua quedam dona, pers fectioness. Etenim , quamuis [ua E omnia, omnibus in genere bominiz bus tribuerit : non tamen eorum fingulis , ea
ipfa omnia, lar gita efl. Homoenim
bomini prestat. eapropter , quod boc in
bomine,natura deficiende fecir abiectum; illud in alio, ez minentiori modo fecit exiflere. 9 uamobrem »
quod abiectis in Uno: id in alio,infi
igne ,excelle ntiféimi ue con[bicimus. Pro
pterea , quodcunque abiectum , vel etiam nobile ex ipfa na tura , nobis in ee nouerimus , quam primum
vigilanti anis mo, diligenti studio ,
induftria , arte , exercitiog; excolen-
dum erit ; ut quod abiectum qz) minimum , nobile eo infi gne; co quod magnum , e illuflre, egregium,
excellentifei mumae fieri queat.
Profect) qui arte artisque labore Agros
frhueftreis A ES S filueflveis etiam uelit excolere; eorum
fructus tberrimos pe detentum letus.
accipiet . Dubitabit ergo nullus , quod per
fécliones quis nancifci poftit. diuer[as : fi habitibus vel arti- bus ue "viresexcolat mentis vel anime.
" Pelagus bic im- men[um [icco
pertran[eundum pede percen[eo , «ox [ub filen
tio claudere , diuer[arum artium emolumenta ; quibus vel natura operiuntur defectus , vel eifdem
babitibus , que nis mium abietla
fuerint,eadem in re nobiliffima appareant om
nibus. efrtem enim nsturam perficere : ac multa complez re , que nequaquam natura perficere poteft ,
philofophorum omnium princeps
a[[euerauit eAriflot. € ua etenim «vis ani
miuo[lri , que potentia , qui fenfus , quod denique membri arte , ac ingeni inuentu perfici non poterit
?. 9 uare cenfo- res libelli buius
nolumus cos , qui "vix operis iflius infpetlo titulo ( ne dicam perlecto opere ) tanquam
Cicerone, € uin tiliano , c» Seneca
pratermiféis quampluribus alijs doctifGi-
mis "viris fapientiores vel artem fimpliciter,vel in bunc orz dinem à nobis digeflam defpiciunt , quia
for[(an memoria naturaliter clarent, qua
bac confirmaret praceptio,clarioréz que
redderet , quia ars perficit naturam , fi ezarifloteli cec ditur , vt [upra diximus. "Nec illos
admittimus , qui pri- ma philofophie
elementa non attendentes , aut applicare ne
fGientes , vel for[am non intelligentes : [enfibiles hauras,bo- na fronte negant, prodeffe po[fe memorie :
affirmant; hanc per fenlibiles figuras
memorandi artem laboriofiorem effe ,
quàm frmplicitereg naturaliter memoriter baurire , €?» re tipere : quibus , c [i rationibusrefpondere
po[[umus , dediz. gnamur namur quidem . Hoc tantum
illisve[bondentes, quid iuxs ta illos
exempla que dantur , fimilitudinesue , qu& à docen tibus traduntur di[centibus , "vt
aliquid difficile, mente ca piant eo
intelligant: fuperuacaneum,ac laboriofifcimum e[fe 04, vltra dotlrinam,exempla etiam , eo
fimilitudines eos intelligere co»
retinere oporteat. A aior etiam labor evit(pro
pe iflorum errorem) acu [uere quàm abs, illo, co quid && az cumyeo filum,per foramen trabere debeat
utor. Non ne pueri infantili curru a
eAMatre demiffi,melius ambulare
difcunt,quam fs ibidem non ponerentur ? Attamé
fe ipfos regere , co currum eos in[uper fecum trabere opor- tet. Intelligant quafo ili, memoria fenfum
magis à fenfiLi- libus mouerieo figuras
buiu[modi artis , noflrum infiruere
fenfum,ut facilius ac velocius recordemur.. A tne nos à pro pofito abera[[e quis exislimet , de memoria
nam, dicturi : quid perficiatur arte,
quid nobilitetur artificio &&* augeatur
indu[iria affirmamus,quod ex antea dictis,eomin bis,que fc. quentur per[Picuum e[Je poterit. uave,fi
multo labore , e indaflria conati [unt
quamplurimi corporis aut animi vires
arte perficere ; nequaquam erit indignum, banc memorandi artem addi[cere,qua dormiens memoria
excitatur à [onno; labilis fit tenax:
ignobilis nobilitate donatur ; abic£la clare-
fcit parua accipit incrementum;mouetur immobilis, mortua reuiui[cit: que memoria, [i natura,vigilans
ac tenax nobilis e? clara,mobilis &*
viuax aliquo inbomine extiterit:in co
ipfo artificio,eo induflria praflantifsSimam foresequo animo pollicemur.Q uis igitur tam egregium memoria donum,
cius que que multiplices fru&lus, bac breui avte
cape[feve moli? Nul. jn ? enim [cire
appetant omnes,omnes itidcm memini[[e ue
lint neceffe eft. T unc enim arbitramur [cire , cum memoria tenemus.[nter ceteros autem illi maximopere
meminifJe de Ridcrant, qui diuer[arit
artium liberalium , "vel fciétiarü fta
dijs affolent inuigilare;v t que auide bau[erint, firmiter veti pert queant. Eodem defidevio , acinfuper
cvebementiori te- nentur illi,qui alios
docere "vel hortari voluerint vel qui aj
quomodo apud alios [unt verba facturi.) uis enim intrepi- do ac constanti animo, alios docere vel
hortari poterit: [i di. cenda à [ua
excidere memoria facile dubitat £rgo bis omni
bus adiumento effe, e maximo quidem, boc noflro in opere promittimus, quod ad amuf'im pref affe illi
qui av;i buic ali quatenus
inuigilauerint cognofcere poterunt 7 fateri. Ef ac igitur artem, qua prateriterummemini[fe e» ea
tanquam li teris exarata,vel in marmore
(culpta ob oculos babere pofei mus (^
quod ab omnibus concupitifeimi eft) amplexamini "vos omncs,qui cupitis [cire (]/ memorie [cita qua
plura manda re,ac cum oportunum fuerit
vobis vel Alijs,ea ipfa foris vo ce,ac
lingua proferre defideratis. Atq; exinde in vobis, vel natur ueftra benignitatem in memorando
pro[picientes, bac freti arte propéfiora
dona [Perate :eveletiam noxam eiu[dé ac
defectus confiderantes,eadem arte complete.Deoá, ma ximo , qui optimis viribus mentem "vef
vara donauit , quid, 1n» ca omnium
artium naturam perf. cientium femina » benis
gnusinfudit, immortales reddite gratias.F ale. " | ELENs. ELENCHVS EORV M QVJE IN TRACTATV DE artificiofa Memoria continentur Ordine Alphabetico à c4
SESS] QV AE diuiftones [fecundum . diuerfa que ERN SW SY . . . . " . ut ANE diuerfis in partibus eius
inueniuntur. par. ON pri capit.s. fol16 MxDoSp ees) CAPUT IS regiones tres quarum
"Unaqueque iux- ta meteorologicos
in tres portiones diuiditur Ppes a
equas imprefsiones p.p. cap.s. 1g
Aerea impre[fiones. ibi cap.3. 18
edqua partiiiones ub figura.cap.s. 20
c Aeris partitiones [ub fisura cap.5. ibid. e/fngelorum nouem chori.p.p.cap.s. 32 eAngelorum quilibet ordo quo preciofo lapide
defignetur,eo quaratione p.p.cap 5. | 33 eIngelorum veftes metbaphoricé quomodo colore
[ii precio ft lapidis [blendeat. p.p.
cap. 5. EET e-4ngelorum nomina ad choros
eorum pertinentia. p. p. ca- | picelo LL
33 c/drbor «vita p.p.cap.. 30 c Animalia quatuor circa (bristi thronum
p-p.eap.s. |. 35 e-drbores celebres in
facra [criptura p.p.cap.s. 48
Arbores Arbores que diuerfis
[antlorum agminibus quodam myle- rio
a(fignantur,ad boc "vt artis nostr loca qz figura mul tiplicentur. ibid. efmpliimorum locorum «v[us in communi
p.p.cap.6. — 5t e^fmpliora loca que
dicantur p.p cap 7. $i Ampliorum locorum
partitio p.p.cap.7. L Ampliorum locorum
"Uus p.p.cap.7. $3 Ampla loca qua [int p.p.cap.8. $4. Ampliorum locorum "U[us.p.p.cap.8. $4 Apothece
diuer[& p p. cap.1o. $7 Artifices
diuerfi p p cap.10. $6 Artifices diuerft
fvernaculo fermone.cap.xo. $7 Animalia
quadrupedia diuerfa alphabetico ordine. p. p. ca- pitulo I$. i 66 Animalium pradi&torum vel fimilium
partitio arti accomo da p.p.cap.iz.
65 Animalium pradiclorum diuifiones fub
figura p.p.c11.. 67 Arborum diuer[arum
nomina p-p.cap 12. 69 e/Arborum
aromaticarum nomina p.p cap.12. 69 edrbor;, vulgari nomina-vernaculo idiomate
p.p.c.a. 69 Arborum omnium portiones
fingula Pp capas. 7;0 Arborum omnium
"v[us p.p cap.12. ipi.
Animaduer[iones circa loca.p p.caa3. 71
Alphabeti Hebraici Graci co» Latini characferes.1 p oUpi- tulo 6. ! | 91.92 Animalium terreflrium. paruorum ac
"vermium quorunz dam nomina
alphabetico ordine.1.p.cap.5. 86 e 1A A qua- stibqearilbvo animalium quorundam nomina
talpbabeticoor dine.1.p.c.4- . 8€ eduium quarumdam nomina ordine alphabeti s
:.parte caz pitulo 4. 88 eInimalium quorundam nomina ordine alpbabeti
2.p.capi tulo 4. 89 Alphabeta EAPoilouni: Gracum: Caldeum:
Arabum. a.p. cap. 6. 91.91 A lphabetum de rebus naturalibus,vel
artificialib.in figuris fimilibus
de[umptum.x..p.cap.6. 94. A lpbabetum
aliud de[(umptum ab humanis membris figura
retinentibus in fui difbo[itione naturali characterum al- | phabeticorum. .p.c.7 . 98 WAT weil aliud "varia digitorum bominis
compofitione extrabitur.1.p.c.7.
10I Alphaberum à à "vocibus
quibu[dam hominis.[ccunda parte, capituo
7. 105 Alphabetum à [onitibus,e7:
uocibus quarumdam rerum,co -—
animalium.» .par.cap.7. 106 Animalium
voces diuerf& pro alphabetis. fecunda parte ca pirulo 7. 106
C 3 Ocli undecim ppp. (lorum nomina. | ibid. (lorum
Celorum feptimum planetarum portiones. 2L Celi [eptimo planetarum quomodo et quo ordine
feptem me to -galliefameant.. ian) ox
Nom etse ee eA ue Celorum cuilibet
figura datur ut loca. arti de[eruientia atq;
figure multiplicentur. : » ibid.
(lorum quodlibet eo f ab angelo moueatur, tamen folum -trescalos pof uimus,quibus angeli prae[fe
dicimus. ad bo tantum "Ut
diuerfificaretur e [ic arti noflra de[eruiret.
ppp. EY 22.€7* 218 Celorum
quodlibet quo colore in bac arte. oportet imaginari coloratum.p.p.cap.a. | 14. Celorum omnium ordo fub figura... 28 Celi empyrei fitus fupra omnes.p.p.c.s.
38 (eli empyrei partes prout modo
deferuiumt negocio capiz tulo 5. '
49 Celi empyrei, Muri T urres
*Porte Plates
a/D.lob.Euang.pofite.p.p.c.s. — 4o Celum
empyreum [ub ciwitatis figura difpofitum.prima par te.cap.5. 40 (uiratis cuiuslibet partes communts.p.p.c.8.
—— $4 Ciuitatibus quomodo vtimur
p.p.c.8. $4 Cenobiorum
petitiones.p.p.c.9. 55 4 onditiones
quamplures locorum omnium.prima p^rte, capi-
tulo 13.c.14. | 71.72 Celeflinm
figurarum nominis 2.p.cap.5. 89.90
D D d ^ D Amnatorum pene noftro de[eruientes
propofrto.p.p.ca itulo 1. 3. 4-5 Demonum diuer[a [petra prout arti noflre
de[eruiant.2. ar.C.T. 4 Diuites alphabetico ordine pofiti.p.p.cap.it.
64 E
Lementa quot.p.p..cap.s. I$ E
Elementorum partitio iuxta ea querealiter continen- tur in eis. ibid. Elementorum alia diuifio
memorabilior.p.p.cap.. 19 Elementorum
omnium ac eorumdem diuifiones multipliz
ces fub figura.p.p.cap.s. 10
Ecclefiarum bac in arte u[us.p.cap.o. $5
Elementa quomodo in corpore noflro inueniantur 1. p.c.8. F F
Ons vita in celo ponitur p.p.c.$. 30
Flumen Dei inparadi[o quomodo circuire illum fumilitu- dinarie dicatur p.p.cap.s. 30 Fortifeimi fortitudine corporea. p.p.cap.nt.
63 Figurarum in bac arte deferuientium
diffinitio , diuifiones , c
fubdiuiftones.z.parte.cap.x. SES 77 |
Figure Figura infernales qua. in bac:
arte f tnt imaginanda.a. "AT :
pitulo A 77 Figura in bac arte diuer(a
ion: 2p per totum. : Fruticum nomina
ordine alphabetico.2.p.cap.5. 94 Figura
celestes quadraginta, eg ocfo.2. p.cap.5. 85
G G 'Ummarum quarundam nomina
ordine alphabetico.z.. p^r-cap.3. |
85 924
EH Omihum , As ni D .cap.u. Vutew
Hominis cuiuslibet diuer[ portiones:diuerfis modis af fumpta p.p. np. 61 Efominis partitiones fub figura p.p.capaa..
67 4ominibus quomodo «utamur bac in
arte. p.p.cAs. ,.c. 67 Herbarum
"vulgarium nomina ordine alphabetico. 1.p.c4- pitulo 5. * 84 Hominis geflus,membra & difpo[itio eg)
voces non deartiz culata varias
alphabeti literas pra[cferentes.z.p.c.7..98
KEforio quomodo contineat omnescreaturas 2.p.c.8. — 107 I ]
eNferni feélioin communi.p.p.c.1. 2 Infe
rni difbofitio. ibid. . Inferii locus [fecundum
doctores. 3 loferni nfeyni flumen. | 6 Anferni totius figura arti nofira deferuiens.
12 Jgnea impre(fiones in aeve.p.p.c.s. |
19 dgpneirum imprefcionum multitudo
ibi. J4gnis partitiones quomodo in bac
arte poffint affignari. - ibi. 1gnis
diuifiones fub figura. 19 Iris in
circuitu fedis Chrifli po[itus.p.b.c.5.
lacob (cala exponitur.p.p.c.5. jo
IHtinerum feciio bac in arte p.p.c.7 . | $3 IFEmagines deferuientes noflra arti.2. p
per totum. Imaginum d uerfitas.vide [ub
nomine figura . Infernalia [pe£lra in
bac arte .2.p.c.1. 78 Impre[Ssionum
aerearum aquearum , e ignitarum thomina
«fub alphabeto:1.p.c.4. | 87
P L Ocorum omnium artificio[e
memorie de[zruiendum dif finitio,diuifio
eo fubdiuifio,prima parte c.1. 1 Loca
tmplifima in bac arte que fit.p.p.z«c. 2
Lymbus [anélorum patrum ubi. Py
Lymbus infantium. ibid. Locorum
ampliffimorum in bac arte efus i in communis pri- . ma parte capitulo 6. $1 Locis ampliffimis quibu[dam regulis utimur.
p Loa ampliora bd AULAR Lg. | $2 Loca ampla que fint.p.p.c .8.- cnt $4 Loca
gqlks di JL oca mediocria qua
frnt.p p.c.8. Me s : $4. | Locorum
ampliorum u[usp p.c.7. $53 "Locorum
mediocrium vfus Pp j4 Locorum minorum
diffinitiormumerus partitiones, ex eu[us
ppp. ' ! | $6 JL. oca minima qua
fint ee eorum partitiones et ufus in arte
| P peapau- | 6o Literarum
amantiffimi.p.p.c. 1. x Loca minima alia
a [uprapofrtis eo» eerum partitiones pp
| pitulo T 66 "Locorum
minimorum ev[us p.p.c.iz. 67 "
Leguminum quorundam nomina.1.p.c.5. 85 |
(M | N Emoria artificio vtilitas in
proemio per totum. E: M ZMemorie
artificiof laus. : ibid. JMineralia
quedam numerantur p.p.c.3. 16 eZMetalla
in particulari numerata. ibid. AMetalla
ac mineralia actione [lellarum eo precipue folis in terra "vi[cera compenetrante
gignuntur.p.p.c.s. 16 AMortium [céliones
celebres. p.p.c.7. $3 Medici
excellentiffimi ordine alphabeticop.p.c.i. — 62
eMineralia 2. p.c.2.. 82
eZMetalla omnia.z.p.c.2. ds ^ ON
: N Vmerorum. aliquorum facratorum recitatio
, [ecunda | arte.c.8. : 109 d O
E ? 204 TUNET O Fficine diuerfa &'9 earum vo
[ut,primaparte capitulo decimo.
a, | a
P Vieus inferni.p.p.c.z. 3
Purgatorium p-p.c.2. : 6
Purgatorij locus [ecundum dolores. : ilid. Purgatorium [ub figura arti nostra
de[eruiente.e.s. — 10 Paradifi quedam
apta difpofitio metbaphorica quidem, fcd
.« Sollro propofito [eruiens.p.p.c.s. 30
*Paradifi figura arti buic fauens.p.p.c.5. 37 Paradifi terreftvis diuifto. D Paradifi terrestris Lignum vita | Lignum fcientie boni,cox mali Fluuij quatuor. $3 Planitici cuiuslibet portio arti
deferuiens.p.p.c.7. $3 *Poffcffionum
partes. ilid. Palatiorum partitiones p.p.c.9. QUU VIE- $5 Pala tiorum uus p. p.c:9. $6 *Plitearum partitio,co "vfus Pp-69-
$6 "P hylofophi ordine alphabetico
p. p.c.11- 6i Poeta fecundum alphabeti
ordinem. E . Partium vvniuer[arum in
hominc cxiftentiam fitus C0: n0o-
mina:-velconfideratio. —— 64
Pifces alphabetico ordine .p.c.a. — 86
Pradicamentorum omnium ad propofitum applicatio.s.p. — cepitulo 5.per totum. . 10v. C7 infra. | Planete,
Planete,eo fina celestia quibus faueat corporis membris. 2.p.cap.8. III | n S
Anclorum omnium quedam d;[Pofitio ez fituatio noftra arti de[eruiens.p.p.c.s. 3j Sanélorum bominum diuerft gradus Pp. 36 Solium [anta trinitatis ab Ezechiele quomodo
pofitum.p.p. cap. j-
3I cala lacob qua:et eius graduum quedam
intelligentia Pp. cap. $- 3j ftagnorum parter affigmanda in hac arte.p.p.
j3 daxa,eox gemma.z.p.c.2. : 8o Serpentium nomina ordine alphabetico.1.p.c.s.
85 Begetum nomina ordine alphabetico.
g Similitudoradix applicationum
figurarum ad memoranda. 2.p.capitulo 8.
107 Simile aliquod alicui dicitur
multipliciter &* nunc fimilitu dine
aliquo pradicamento.z.p.c.8. 109 T-
Érrepartes varie affignantur p.p.c.3. 16
4 Terre partesafsienantur fecundum diuer[a,qia in eis ve periuntur.p.p.c.5. 16-
T ronus ChrifHiad inflar illius a Salomone fabrefaéli poni- tury'ot noftro de[eruiat propofito p.p.c.s.
"na ! M y T ilitas artificio memorie in proemio per
totum. 1 V "Ufusampliffimorum
locorum p.p.c.6.— $1 : 4j. vj "U [us ampliorum locorum p.p.cap.7..
$r 'U fis ampliorum locorum p.p.cap.8.
$4. V fus locorum mediocrium p.p.cap.9.
$4 Vfus omnium locorum minimorum
p.p.cap.12. 66 Vfus locorum omnium in
communi,eg» animaduerfiones cir. ca
"Ufum, ez) quibus cum conditionibus eifdem locis uta- iur. p.p. cap.13.6.14. 71.6) 72. Vermium quorundam nomina alphabetico ordine.
(ecunda s paraps. (0 86 'L'olatiliam c2 auium nomina [ub alpbabetis.
[ecunda par- t€ cap. 4. j lu Aa 88.c9
89 Voces animalium diuer[&e pro
alpbabetis.a p. c.7 106. Voces litteras
non dearticulare pro alphabetis.s p.c. 105
Principalium materierum in hoc opuículo tractata | rum ordinata con geries. i . Inprima parte. M Emorie artificio[a vutilitas necefcitas eo
laus in proe | mio narratur.p.p.
1 J:Memoria quomodo locis,c imaginibus
conflat pb a Loca quomodo fint
multiplicia ac diuer[a. ibid. De
inferno,eo eius partibus, Damonibu:: Damnatis: eo Pe nis tratlamus in cap.2. TES A De elementis: eo impre(Gionibus , qua in eis
vecipiuntur «a . itulo 5. | 1 De celis, eo flellis , co imaginibus, quas
eis affigimus caz. pitulo 4. yw [S De
De celo empyreo:folio Dei : Y brono Chrifli : fedecvirginis, angelorum choris,[anélorum manfi
onibus,ceterisá, , vel realiter,velper
wetbapboram , e fimilitudine accipien
-" dacapitulo s. 29
Depradittorum locorum v [u.c.c. $1
De paradifo terre[tri, R egionibus, prouinciis f milibusqi , €o* | eorum partitione.c.7. | $2 De cenobijs,ecclefiis, palatijs et ffi
milibus, eeeorum partitio ne cov [nu in
artec.9. 53 De cAtrtificibus
diuerfis:e) eorum officinis, e) "v[u ecrun- dem:c.1o. $6 De hominibus diuer[arum conditionum.c.w.
6 De Philofophis.litterarum amatoribus:
Medicis : Fortibus: Diuitibus.c 11.
62 De membrorum principalium in bomine
numero ac nomini bus;c.i1. 64. De diuerfis s animalibus eo eorum
portionibus.c. (2. 66.67 De diuerfis
arboribus cov eorum diuifionibus.c.ia., 69
De animadaerfionibus circa loca.c.15. 7r
De conditionibus locorum.c 14. : 7i
In fecunda parte agitur. De
multiplici denominatione , eo partitione fieurarum in bacarte., 77
Defigurisinfernalibuse.a. — - 8 |
OD De figuristerreds, Metallis,e
mineralibusc.o ^ — 82 De figuris
[ubterraneis animatisatq; [erpentibus.c.1. —.8,
De freticibus Herbis: Giemis: Segetibus: Legutmninibus.c. 5.84, "De quibu[dam animalibus paruulis.e)
vermibus... — 86 De figuris
aquatilibus: pifcibus €7c.C. 4. 86.87 De figuris aereis co impre[sionibus AEreit,
Aqueis igneis . caz : pitulo 4. |
ibid. De cuibus,co aliquibus alijs
volatilibus.c. 4: IET. De quadraginta,ee
octo figuris.c 5. 89 De cAlphabetis:
Hebraico: Greco: Latino e2. c.6. 91 De
elphabeticis literis [umptis a vebusnaturalibus, vel ar tificialibus.c.6; 94
De alphabeto à membris bumanis.c.7. is 98 De alphabeto à diuer[a digitorum
di[pofitione.c.7; | 101 De alphabeto
à*vocibus bominis diuer[is.c.7. 10f
"De alphabeto a quibuf dam [onitibus,ee "vocibus.c.7. -
Yo6 De figuris in quolibet
pradicamentorum genere ,co* de appliz
catione earum ad memoranda.c.8. 107
De figuris alijs modi a fuperioris fa bi fimilibus: eo de appli- . €«atione earum.c. 9. 113 De applicatione quorundam [pecialium
memorandorum. ad fuuras.cio.,.. 123 Deanimaduer[ionibus circa figuras.c.11. 129 De conditionibus figurarum. c.12. I3I Exempla multayquibus bac ars intelligi
pofcit.c.3. — 152 Deampliftimorum
locorum vv[uyexemplum concionatoribus
peretile . 133 De-v[um locorum
minimorum. — 135.136 De humanorum
digitorum u[ujin bac arte. 139 "De vv[ii quorundam membrorit bominis,
ac fc&lionibus. 139 De quibu[dam
figuris buius artis. 140 De motibus
«variarum rerum ec. AI De vfu
alpbabetorum omnium,egc. 141.142 De vfu
alphabetorum ex litteris, eo characleribus. — 142. De vilitate alphabeti bebraici. 143 Interpretatio duplex litterarum bebraicarum.
— 143.144, Authoris intentio 2
excu[atio. 145 EORUM OD 49 a
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t zi ^4 - : Mo aw Ter .- [4 Á RE E s * * *
pw a rPIGOIOS Prima pars. e A a —
AVTORE R. P. COSMA ROSELLO,
ORDINIS PRAEDICA TORVM.
PRAEFATIO. ———ozuxc32) Emori«
tbe[aurum, adeo omnes di ENSE eA (o |
fertifsimi rethores communi a[Jen- : 1 |
fa celebrauere,cot corum quzm plu op |
rimi, minime dubitarint : oratoria Ves
( artis [(ummam , in ip[o confislere. S)
t» | eandem perinde fententiam cono eT»)
firi T beologi ferunt de concionanz
diarte difputantes . Dei etenim donis [upernaturalibus , in Cancionatare [uppofitis: Inter naturalia eiuf
dcm; ft pronun ciatio 71
Thefauri memoriz artificiofe
eiatiopyimum . Memoria fecundum fibi vendicat locum. Q uod cum ita effe babeamus omnes , ac
identidem in non pullis multum i in
aliquibus veroparum , Memoria fenz fum
vigere fciamus : regalas atqi precepta, quibus ip[4 in «Utrisque maximum accipit incrementum, in
niedium pros firamus./U erum enim vero,
locorum atq; figurarum artiz ficio,
memoria comparari;apud huius artis gnaros,proditum ef : 9 uamobrem localis memoria
"vocitatur ab aliquibus; a plerisqi
autem artificialis : que e» à Tullio, quarto retho ricorum libro , artificiofa dicitur.
Eapropter de locis primo: de figuris
deinde, diflinle dicemus . Ideoqs traciatum no-
firum in duas [ecamus partes , in prima quarum de locis:in fecunda de figuris agemus . * Prima partis
capitula , quaz tuordecim erunt: [uis
diflincta titulis. Delocorum
diffinitione; in communi:diui- fione
fubdiuifioneq; cum declaratio- ne
fingulorum membrorum. Cap. I 35 Gl Ocus noflro propofito in[eruiens
dicitur omma Eel illud , quod figuras
naturales, [eu etia artifrs NÉ | ciales
, reales velfiélas : recipere. pote[E ata;
à) feruare : «vt bicetngulus, bac columna; rvel talis chimera talem rem : puta vas.
2964 .. 4 wo ad diuiftanem Locorum quedam communia *vos camas : quadam particularia. Loca communia
funt illa ; que Pars prima. 2 qua particularia continent, in que co
diuiduntur ; quaf. ge mus in [pecies
[uas .c/dliter. Loca c; munia fant, qiue partes
magnas babent eo infignes vel Efomogeneas,vt, elemen tum quodlibet: celi «ubi flelle non funt
eoc.fiue Heteroge neas,ut corpus
bumanit: "vt arbor: vt domus ciuitas €oc.
Loca particularia , unt. pradi&lorum locorum partes, qua loca eo» ipf dicuntur; quia fiquras
ambire «9 continez re poffunt.
V'elaliter : Loca particularia fant, qua(vvt plus rimumnyon autem [emper )imagines immediate ,
continere folent: «ut hic e dngulus ,
banc flatuam. Locorum vero communium ,
quedam minima [unt , quedam mediocria: S
wedamhis maiora : c/Alia ampla : e/4lia predictis am- pliora . 9 uedam "vero amplifsima . orum
autem locos rum vna quedam communis
conditio eft , quid [cilicet ma fora
minora continent ; vel po[unt aut faltim a[folent, cos titere: "De quibus omnibus e fingulis
dicluri,ab Ampliffis mis tanquam
roniuer[alioribus incipiemus. | Delocis Ampliffimis , que & quot fint,
& dc partitione eorum :figuriíq; in
| eifdem contentis. "2 3y[0« communia ampliffima , funt ,
quie alios (EM rum omnium funt capati
fima , qued; alia 1 multa; Ium
communia,tum particularia; €on / e
S » 9 hs tinere po[junc. vf £ Locorum Thefauri memoriz artificiofe Locorum vero communium amplifimorum: Q
uedam funt inferiora e) [ubterranea : €
uedam dictis fuperiora o contigua:
(eleflia alia: fi upercelefliacultima : de qui-
bus omnibus figillatim dicendum est. |
. Locaautem communia ampliffima Irferiora ; funt Ins ernus damnatorum ; Purgatorium purgandorum ; Lymz bus fan&lorum patrum ; Lymbus infantium
defunctorum, in originali peccato. £ uo ad partitionem , notato. Infernus diuidi
poteft in fe&liones vndecim : In
«vna quarum (qua prima nobis erit)
puteus inferni exiflimetur: quem in medioinferni fez vé pun£tnaliter ponimus: de quo infra. (rca
ipfum puteum quatuor gradus inibi
exiflentes pro tot inferuicut partibus.
Septem alias inferni portiones € partes ( de quibus infra) fuperioribus adijcimus , iuxta Jeptem
peccatorum genera , '" in damnatis
diuer[avim poenarum generibus , gradis
ufq; puniuntur -Varietas enim penarum , iuxta, peccas torum diuerfitat£ inflictasez ipforum
damnatorum diuer- fa fituatio eo
difpofitio; varijqs gestus eorum : multum
Jd emorid proderunt;pluraq; loca dabunt.
"De varietate ergopaenarum: feétionumq, inferni d'ffo fitione eorundemque paktium eonuenienti
fituatione mul ta dicemus . 5 et de loco fi tu; di[bofitioneq; inferni, co
eius cuiu[libe partis , "ubi
bi-velilli puniuntur daniati , pertractantess
eon[onum erit infi pul edicere, quas diuerfis in partibus inz férni luant penas , varijs peccatorum
generibus obftricti. : Verum Pars prima. EE Verum de infirno daemonibus ded, damnatoYum
pani agentes, à facra ( quoad
fieripotefl ) volumus , qua dicis
mus;baurire fcriptura. verum rislta metbaphorice gp fimilitudinem tantum intelligenda ponere
nosoportet. Ins fuper cg multafingere
hoc in noflro negocio meliori ac cona
uenientiori , quo potuimus modo , coacli [umus , non vt fanclifimue aliquid addamus
[cripturz,[antiorumq: ac ca tholicorum
doélorum illam exponentium inteligentia , nec
ita effe vt finxerimus, credamus, [ed vt facilius recordes mar locorum atq; figurarum, quibus cuti
voluerimus. rca igitur terra centrum ,
vva[lifSimus ac pene planus. fit tibi
locus, rotundae crcularifa: figura, borribili &2 tenc- brofa luce perfu[us... MM In cuins rotundi loci medio puteus altiffimus
[it , veles ynenti eMluans igne,
flammi[que fumo permixtis:quiq; ignis
demones inibi veclufos excruciet : extrad, ospuiei , quaft. lamboens egrediatur : Co per «vniuer[um
infernum eiusd pertes quafi
ferpenszincedendo diffundatur,palmogae tauz
tum à terra furgens co profiliens ( ne damnatos nobis occul. tct) eof dem cruciet €» torqueat. - cft circa ip[um puteis , quatuor gradus
lapideos brachio: rum triam velquatuor
latitudinis ; duorum, «vel circiter
altitudinis ; ipm circumquaq: puteum ambientes. e) cirz eundantes;rumum alio [uperiorem exiflimato.in
quorum fu periore,qui orificio putei
proximior efl : Ldefl in primo barez
tici fint [acros [criptura libros difcerpentes nam perquam ffequenter [anctas ifi peruerterant
Jeripturas | In fequenz ti,qui 'Thefauri memori: artificio(ze ti, qui medius eft, Iudei fint &reis vel
ferreis frontibus , vt eorum obfLinatio
fi gifs cetur , velvelatis oculis, evt corum
cacitas demonflretur:"velinclinata ceruiceyvt cordis duris tia declaretur corum, confingantur. In tertio
idolatre cum fuis proftrati idolis
imaginentur. Kyppocrite in quarto gra da
ponantur qui cvltimus eft . 1gne "vehementi predicli damnati à putei ore egrediente torqueantur.
upra os putei Lucifer quafi à puteo
egrediens , figura appareat inis Lili,
flammis quaft infidens , ac ab eis circundatus Des feenfis autem quatuor pradiélis gradibus,
circa nteum exi flentibus, ip[umq; 4
parte extera circundantibus ; feptem
lineas pertrabes,a planta cvltimi gradus, [qs ad platea cir cunferentiam fluentes, ipamq;
proportionabiliter diuidenz tcs. In
quolibet autem [pacio inter lineam e lineam : vel mlius inter murum eos murum(nam loco linearum
muros, latitudinis unius brachij finges:
à terra. tribus aut quatuor palmis
fargentes) : In quolibet igitur [acio inter murum e» muram conslituto , ptem damnatorum genera
iuxta fe- ptem peccata mortalia co
llocabis: Ffoctamen ordine, quód f'perbi
in illo collocentur [patio , quod dextris Luciferi e pa. teo cgredientis,velpotius ab umbilico &g)
fs ur[um egre cisft- tualiter
conrefpondet. "Destras enim mn Dei fed Démos: nis , bac peccatorum maximo quo damoniacam
malitiam: imitati funt. fibi antea in
uita pofiti wendicauérunt. - Depenis
autem fuperborum , noftro inflituto de[eruiet
Efaia fententia «4. capite fcripta , Derralta eft ad inferos fuperbia tua:concidit cadautr tuum. Et illud.
à. 2f ach... Incbriate Pars prima. | 4 Incbriaté eum calice ire domini,quomiam
contra dominum erecius csl. Ifi ergoin
bac eorum inferni partitione, qua in
ordine-qu'nta efl ; imterram deiécli, ac proflrati imaginenz tin, validifsimo.cruciatiigne. — — TH Inter quos appareant damoues(iuxta illud
Iob,cvenient: fuper eum horribiles)
Leonum effigieni babentes, atq; ron-
guibus L uperborum corpora per terram trabentes , eo infiz: mulea di[cerpentes eg dilaniantes . Leonibus
enim fua in fuperbia ifl [imiles fuere.
! ! 1n [ecundo [bacio , quod fua
poftione eo» frtu. dextram: Lwiferi
coxam, non in recía pror[ne linea , [cd parumper pendente refpicit int auari:&) uorum
(extra banc poft tio nem)recte
recordaberis,quia in dextro coxe pradicie; locus los eg mar[upium ( quod ifH [emper concupiere
) tenere [os lent bomines. uiEnY iro
Rd Ifi waltibusin terram deprefQis
exiflimenturjtotoq; in-" clinati
corpore.cld terram emm terrenaqi ve[bexerunt ifti dum *viuerent . laxta illud Hieremia.vx.ei ui
Vero octis li egcor ad auaritiam.Hflorum
ctiam fanguis in loco ona rum, ac i
diuer[is corporis partibus, à [anguifugis eliciatur. Anter bos admixti [iit dmones,vultibus
lupimisuelbu fonum apparentes, qui
baculis iflorum dor(a percutiant. Hi
enim tanquam lupi «9» ceu bufones eg [evpentes terrazin(a turabiles auro £9 argento extiterunt. |
"9 In tertio [bacio ideft ante
Luciferum veia linea; laxu- riof
ponantur cuius pofitionis rationem, quilibet ex fe bone sle confideret. TERN | ibt: | T ales
'Thefauri memoriz arttificiofx T
ales corrodantur à uermibus in pe£tore. tuditb 16 ."IDa Lis ignem c9: vermem in carnem eorum , vt
vrantur fem per. Et Efd.vltimoyvermis
eorum non morietur : €» ignis corum non
extinguetur.De «verme proprié diclo,non negat.
Se Augullinus boc intelligi poffe Sicut. D. e.4nton.vefert.4. parte tit.14.(Cap.s.De vermibus etiam E [aias
quarto di cit, fubter te [lernetur tinea
, &o* operimentum tuum erunt vermes
Caie.in "D Marci Cap.9. metaphorice vermcm
fami tradit, cum dicitur , vermis eorum non morietur. iz ce etiam ardenti iflorum corpora perfundantur
:quia carnis delitijs [eruierunt.eMpoc.-vlt.
9 wantum [e exaltauit , e in delitijs
fuit, tantum date ei tormentum eo luctum . De fimilibus, Efa.5. In die illa auferet
dominusornamentum calciamentorum ,
&e* lunulas ex torques eo* monilia cc.
€) erit pro (uaui odore feetor,e9* pro zona funiculus, eo pro crifbanti crine caluitium;e pro fafcia
pectorali cilicium;ta libus ergo ifi aut
fimilibus agitentur penis . Erecli autem
flent boc in [pacio homines gj mulieres cincli colubris eo rum mordentibus carnes:maxime eo in loco, vbi
iam carna les fibi dele£fationes
admouerunt.Calui in[uper [rnt,ez) pro
compta coma a[pides , vipera ce T hyra ev. a capite dc- fluant; vermes infuper carnes corrodant
corum. . Inter bos demones adfint quorum
aliqui porcorum forz n24m pra[cferant :
lj mulorum z Hircorum-*ve ceteri, qui
eorum carnes ficut [upra pralibauimus,ardenti pice per- Jundant: Interq; pedes corum flercura eo
limus, fordidifsi mumq; perip[ema
inueniantur. | | In [p4cie Parsprimadt o [ In [bacio quarto, quod ad fi nifira coxam
fitum e$t, iras cundi difponantur. nam
finiflvo in terra offirmato pede, ad
effandendum f anguinem,pluries iratus bomofe mouet. Hi autem vunguibusyUultum pectusq; dilanient
e: exz corient:oreqs aperto "Deum
blaphemantes i far[um ereélis eultibus
fpumantesqimanu[qs proprias pre rabie morden
tes, imaginentur. c/dpoc.t6 b. ( ommanducauerunt linguas fuas pradolorz , eo blafphemauerunt Deum
celipra dolo re, eo vulneribus [uis.Per
os autem, na[um e oculos, fuz mus
borribilis, igne admixtus, egrediatur.C uo ad fitum po fitionemqi pradiclorum , Hj pedibus "vno
ab altero longe feiunclis,[lent. Damones multi,in rabidorum canum
-vr[orumqi,aqui- larum etiam figura
inter ip[os apparere fingantur ; qui ferz
reis "Uncinis vunguibu[q; retortis, dor[a, renesq; totas excoz rient,excarnificentqi. — In [bacio quinto,quod finiftro Luciferi
humero corre[pon det,gulofi fedeant.
Horum finiflramembra,rut brachia, T i
bis;inhirmiora cateris membris, in gulofis e vvoracibus effe folent:ac ob dejluentes bumores à crapula
genevatos ; multis teneri cruciatibus.
1d circo boc fitu, finiftram Luciferi refpi
ciente : eorum aliquatenus memini[fe cvalebis . Ml intro ia gatture linguaq;, igne ardentifsimo
crucientur; ficut e) de epalone logitur:
LucA6.crucior in hac flamma. Potum ama
viffimum eAb[ynthio eg felle permixtum; feculentumue bi bere à demonibus compellantur, Ffierc.1.3.
Ecce ego cibabo co5 ab[ ynthio, co
potabo cos felle. Exgc.2 Et calicem maroz
5 ris Thefauri memoriz
artificiofze yis triflitia bibes co
potabis v[q; ad faces.Sedeant ifiimaci
lenti , extenuati , quorum cutisofibus tantum adbareat, e[urientes fitientesque credantur , co pre
fame «9:fiti taz befcant. à Inter iflos gulofos , demonia furgant
figuram bolorum ev felium babentia : que
in borum damnatorum ora cvi emarifsima
pocula,eliquatumq; plumbum, effundant: Hoz
rum peccatorum aliqui, euomant interiora ex «vifcera. Retro in [pacio, inter lineas à
posterioribus partibus, fiz nifiri
humeri ad circunferentiam pradicla platea defluenz tes,inuidi maneant: Q) ui bene retro
collocati exiflimentur: quia &
[lercore malo.fbroximi, letati [unt: &) d contra bos num illius , «velut flercus reputauere , dum
illud vilipende runt, vituperauerunt
ab[conderuntq;. s Inuidi autem in toto
corpore varios liuores babeant: pal
lidieoc. Hos autem Ouidius pinxit . Pallor in ore fedet: macies in corpore toto: ]N'u[quam recía
acies, liaent rubigiz ne
dentes./U'ifcera felle virent:lingua est fuffua -veneno. Hiproflrati in terra iaceant;atq; duriffimis
flagellis,ut puta taurinis atque
plumbatis à dimonibus pa[ferum vel
"Draconum figuram habentibus, durifime verberentur . In feptimo (pacio dextro Luciferi
corre[pondéti bumero pigrosponimus
acediaque percu[Jos : € ui in tali inferni loco
conflituti;ligati fint manibus e pedibus: Iuxta illud; liga- tis manibus eg* pedibus proijcite eum. ide[l
Seruum inuti- lem, in tenebras
exterviorcs.Iaceant bi, in avena: pedibus in
compedibus reclufismanici[q; ferreis ligatis manibus:catbe- nifq;
Pars prima. 6 ni[qy multis
vintli eg cireundat?. Inter iflos diabolifint, fa cies mergonum «oelmerguum babentes.afr noram
aliqui: qui acut ifsimis Siismalis
pradictos pangendo torqueant. D«moz
numq; aliqui, merguum "vel mergonura efhiciem babentes, tanquam [mper eos [edentes € equitantes ,
calcaribus co. rumconfigant, eg)
compenetveni latera; baculifa; pofteriores
eorum percutiant partes. Impleta platea damnatis predis Cis, gelidarum aquarum vapidum flumen [ua
inter littera fluens, co plateam
predictam ambiens,ponimus. c^dt hic
notato , quid inter finem platea infex ut dixiz
nus diuif& /pacia, eo arenarium litus interius buius flumiz nis quemdam murum, terra tribus furgentem
palmis, e plateam claudentem , cg» ab
arenario eam diuidentem féparantem,te
oportet confingere:te loca indiflincla confu-
fionem noftre ingerant menti FPofl quem murum plateam recludentem litus fequitur:totam circundans
plateam: De- inde flumen : nigras
fecibusá, permixtasa fundo ebulliens
aquas . | 1n boc autem flumine :in
ante.f. Luciferi Cymbam, ani marum
plenam exiflima : In qua atrocifimus fit d«mon,
nauim ip[am gubermans , eg» animas peccatis oncratas di- uerfis, deportans: mon ob id ( barontis
claffem admittimus, ftd bec metaphorice
[umimu. Mflas aiit predictas animas,
damones multi in pradicla naui exiflentes, in varias pr«- dicle platea c inferni portiones eo
[paciaymaximo impea tu proijciunt
"vel deportant. Extra flumen
pradicium, quod totum circuit infernum
NET à parte Thefauri memoriz
artificio k parte dextera l uciferi ,1n
cripta Lymbum infantium: 0845. : Retro Luciferum, Purgatorium:incripta et TA
tras f'umen pofitumcexiflimetur. 2L miftri 35 in cripta Lymbum [antforum
patrum: Ho | | vUmrationem pofitionis
breuitati ['udens omitto. ct ciendum ,
quód Lymbus infantium mortuorum in
originali peccato locus efl [ubterraneus continuus cum infer no,ee parsinferni.[ed tamen fuperior eoloco,
quem infers num dicimus : locum autem
iflum, in duas diuidimus par- tes: in
quarum «vna infantes mares [int : in altera femelle morentur/De boc Lymbo,vide.$.T bo.
:fen.dif.45.quaz fio. 1 im ratione ad
eandem qu&fiienen. | Purgatorium, qui locus purgandorum est , in
altitudine füperior fit predicto
Lymbo;qui locus rotundus fit, quaft pu
teus fed latin. Et ibi fint ( lerici Presbyteri: E pifcopi ec. A eligioft, Monachis Abbates coc.bomines
prinati mulie res. Locus ifle flammis
excande[cat eg fumo: Et tanquam balnea;
fedi ignem non aquam cbulliens exifHinetur. In
mez dio fupra quandam exisimatam petram
vel in porta:uel melius in balnea
circuitu «vel vltimo per aerem : cfngeli-
confortantes exiflimentur..
Lyiibus [anéborum patrum; locus fubterraneus eft; pa lo fuperior Purgatorio exiflimandus. Santi
enim patres;in quibus. minimum erat de
ratione culpa, [upremum ee mis nus
tenebrofum locum habuerunt,prout a [antlo T homa.4. fen.dift. 45. uni ar. diste haurire
po[Jumus.. Locum. Pars prima. 7 Locum autem bunc quadratum exiflimemus , eo
in pi »70 angalo [int [ anti
Patriarchae: in fecundo fancti *Pro-:
pheta:intertio [ancli:eo: Iu[li bomines: In quarto infantes circuncifi: omnes ifli ibidem aliquando
fletere , v[que.[- adi Chrifli
defcen[um, e& ab inferis a[cenfum . |
A dditiones operi infert ab codem authore. F. Cofma Roffello, ad ampliorem noti- timeorum, qua fupra pofuimus:&
adlc- gentium maiorem vtilitatem : &
vberius oblectamentm. e| Oft quam pra[enti operi de memoria
artificio JJ fa. finem dedimus : placuit
co nobis, vut ea, qu& de
inferno,elementis celeflibus.[bberis, QU
celos, Empyrto diximus, ac feripfmus spi.
&ura commendarentur: bac nempe de caufa , ut videlicet. tum in[hetlori maximo e[fent emolumento:tum,
vt illis c. [picientium animus
oblectaretur ac hifce fludijs peram na
uare,vel"vtili, vel voluptate, vel certe "Utrod, permotus pene compelleretur. Igitur curantes, vt
Infernus , Paradi- usd, omni, qua
potuimus diligentia, pingerentursmelius edo
Cli,addere quedam, aliqua in melius commutare, paucifriz mac, excludere, neceffe fuit. Et,rvt eorum
omnium, qua de pila fuerunt , notitia
plenior haberetur omnium pradictoz fum
declarationem , ibidem a latere. appofuimus : cut que. pittura includeret;feriptura declaventur. Ef
as ergo Inferni pne "Paradifi
7 Thefauri memoriz artificiofe Paradifiá, declarationes pleniores eo locu;
letiores, non om nes,ne iam [cripta
replicentur [cd e duntaxat, que im mo
fro libro minus plene po[uimusi buic nojtro operi, inferimus &) [ «bncclimus. DeInferno in communi,& de damnato- rum poenis in vniuerfali. qr&me ug LN terra medio centro,
Infernnm damnatos J| num effe,etft mon
certo probabiliter, tamcn fa » [| eri
afferunt doclores,vt 5. T bo.in 4-quilibet
g «elol] "videre poteft. qui locus vviliffimus eft .Ut pos te qui "vilium mancipiorum , perpetuus
incolatus exiflat , "Profundus.nam
circa centrum e[Je creditur. Hforribilis ex
viftone demonum.*vt'D.Greg.autumat.P auperie egestaz ted, omnium bonorum a[berrimus, verme
con[cientiam cor rodente intolerabilis,
P'ermibusá, forfan corporeis fatis plez
nus, quod ee D.efuguftinus non negat.nam etfi naturali- ter ibidem , pre[ertim pofl. iudicium immoto
primo molili e[Je non poffint, Dei tamum
miraculo in damnatorum pena ade[Je
poterunt: uod gg tunc litteraliter de ipfis damna ris exponeretur illud. "Dabis vermes in
carnes ipforum.Inz faper locus ifle
inextricabili confuftone plenus ef : ibidem.
enim nullus ordo,fed [empiternus borror inbabitat.1gne ve bementifimo exefluans: Putridus maleq, olens
: Gelu ae frigore indicibili flridorem
dentium incuriente vepletus: flez
tucinlatu, clamoribusq, auditui infenfr[imis, [be longe la- 4 ted
Pars prima. 8 req [emotus.
T'enebris gratie ac gloria plenifeime opacus ác
in[uper lucis extera admodum priuatus . Ita qud ignis ille im Inferno exiftens,non ad leuemen, fed ad
penam videri poféit,isq, horribili fumo
permiflus flammae, fabrübea, vel t mili
terrorem incutiens,penamiá, damnatis in ffüigens. € ui denid, locus,carcer eft apo[Fatarum [birituum
ficut de eoer uator no[Ler a[Jerit . Q
aiparatus et. diabolo c: cngelis,
eius;in[uper [celeflum bominum habitatio: Perpetuum ve - proborum exilium:pra[citorume digna
cauerna.[pelunca. fla bulum, bominum
illorum: qui, vt animalia irrationalilia
in boc mundo vixerunt exitlit, Q
uidamnati bominesomnes er finguli, fi non equa
li modo: (quia [ecundum.magis [altem ee minus) attamen eifdem penarum [Deciebus excruciantur, cum
pene damni pena, [enfus «niuevft
[ubiaceant:iU'erum enim vero, di- uerfos
danmatos diuer[as luere pemas,coruma, peccatis [ac tis contienientes,ex [acra [criptura, «ut
plurimum decerpfi- mus:quas cadem
[criptura, evelproprie, evel per metaphora
dixit;cut eft illud E[aie .Erit pro Zona funiculus , co pro erilbanticrine caluitium:vel in toto,vcl in
perte accipitur, ut eft illud, Ibi erit
fletus.quod per finechdoché idcft won pro
emifsione lacrimarum:[ed pro dolore cayitis, eo» contortioue panniculi cerebri, accipi debet.fecundum D.
Lo. elias in[uper penas non finximus, vt
in[Pector , vel ip[as penas ifl is uel
illis damnatis conuenientes conf deret,
"vel certe ipfe idem le&lor ex fe excogitet quofdam
cruciaz tis pradictis fcripto fignatis
vel depictis perfimiles: fed lonz 4t
atrocios Thefauri memoric
áitificiofx ge atrociores : ipfistamen
damnatorum peccatis corre]bonz: dentes,A
Dco inflictos , vel infligendos e[e . Nam clarifti-: mum ex [acra deprompfimus [criptura , penas
peccatis con: uenire debere.€) uod «9
rationi [atis confonum eft. D.
etia T ho. dicit, quàd nil in damnatis
erit quod eis non fit mates ria
triflitie : nec deerit aliquid pertinens ad triflitiam. Ca. propter, fuperbos in Inferno proflratos
conculcatosá, à deme: nibus difhofuimus:
"vt qui in "vita gloriam humanam affez élauere conf ufi, eg omnium de[peclifimi (
ficut vei mil eris. probabit euentus )
con[sderentur in Inferno damnati: ficá,
de ceteris cruciatis eo cruciatibus intelligas .SNec te chaz vifsime leéfor fallere poteft pi&lura,
qua aliquando nostro in uentu diuer[os
diuerfimode excruciatos oflendit. Nam coz
gita fi potes omnia atrocifcima tormentaya[perrimasá, pez uas àmundo condito à diuerfis tyrannis
bominibus infli ctas etiam (Chriflo
domino, illas et omnes, qua bumano inz
uentu infligi po[Jent, nec tamen parem "ollam inuenies, qua etia minima infernipena-vel [enfus,vel damni
coaquari po[sit:quod cox doctor nofter
c/4ngelicus afJerit, rationibus, probat.
Idcirco qualibet bac in pi&fura data pena, damnaz ds quedam [ingulis, [ed longe maior erit
excogitanda : qua eminenter ba[ce
depiclas continere credatur. 94
parz Pars prima. M De pattibus Inferni hac in charta
depi&ti,de- que diuerfis damnatis
pradictis in por —. tionibus,ac de
diuerfis eorun- dem cruciatibus. SN tartari obfcuriffimo loco. eo lacu , ac
inz e. fuper in putei cenofa profundad,
"voragine, innumeros demones ibidem
excruciatos atz Ic tendito. Luciferum
etiam omnium demos um principem, flammis
fumod, ex puteo egredientibus cir. cundatum,
Qj à putei ore prodeuntem,animasá, torquentes
con[idera. e/4 puteo pradiéfo
ucbementiftima egreditur flamma , qua
per totius Infernipartes debaccatur , omnesá, damnaz zos iuxta [ingulorum merita torquet. quia dei
inflrumétum e[?. Ligat autem ignis ifte
animas, eruciatá ,ac miro tormis
ecomnium damnatorum impenetrat corpora
Hleretici in primo [unt pofiti gradu, qui [acros libroscom burunt d ilacerantá,: [acrarum enim
[cripturarum germaz nos fenfus in bac
luce conflituti,deprauare folebant. peruer
tere in[uper,et cas aliquando abolere aufi funt. Secus istos, Iudaeos obflinatos, duraá,
ceruice ac mentis eculos obcecatos
habentes , ignis idem [pro eorum excruciat
sheruis. Idolatras in terram
prostratos, uebemens à puteo egrcfz f^
flamma excr uciat. 4H» ppocritas im
quarto grada circa puteum conflitutos Z
locauimus, hefauri memortz artificiofe locauimus , à quibus demones laruas ouinas
detrahere, eo feces turpiftimas denudare
finguntur. Retro Luciferi dextram ,rvsd,
ad frmiflram circulaviter progredientes,
feptem mortalibus capitalibus culpis obno-
xios difbonimus.bos omnes «varijs penis cruciatibusue diuer fs defatigatos cernere poteris: ficut gj
[uperius abunde diximus. De flumine vel ftagno Infernum
ambiente. I uS Elidarum aquarum flumen
Infernum am- | $25; sh| biens po[uimus.
proinde 10b.s4. de quolibet : Ua"
damnato fcriptum efl.c-4d nimium calorem,
hem] manfiet ab aquis niuium . Conficiant. ergo aqua i4 , vel paludem ; «vel flumen, vel
aliud quid : ita quid feparata fint ab
igne , vel pluribus in partibus Inferni
ea iple aqua appareant : "vel virtus duntaxat eorumiq, geluip quadam confufione e? permixtione, ot
Doctores di cunt, damnatos ipfos
excruciet : nibnoftra refert . fat cnim
tobis cfl, abfonum non efe immo con[onum fuiffe, [criptus req, lancla con[entaneum, aquas in Inferno
po[uifJe. Cocytum autem flumen eas
appellare , quod luctum [oz pat
,uelpaludem.fLigiosq, lacus,quod me[iitiam [igna tucl Lethe,quod obliuionem importat, ron est
inconueniens:im- $no. nomina ifla
my[lerijs baud carentiquod c palam a[Jes
rimus,non «vt Poetarum figmentis f aueve velimus ; [ed vt quod illi muffitantes dixere ; hoc nos
(brifliana "veritate
plerifjime A ES
Pars prima. HE: 10 pleniffime
eruditi declaremus, e tanqu&m ab iniquis po[- féfforibus,ut D. Hieronimus ait, qu« «vera
dixerunt a fs menti extrabentes in
noflram referamus e'tilitatcm. De
Lymbo Puerorum. 9] Imbum puerorit,
extra preditium fumé -oel V Hlagnum in
crypta difbofitum inuenies . ui SA |
locus, cum Inferno continuus efl, ac inter eius
a asse] partes a docloribus connumeratur;[ed tamen eo [uperiorem difpo[uimus. In quo exiflentes
anime, dupliz ces tenebras patiuntur
gratie [cilicet :eo- glorie.e 4t iflipez
na [en[us moleflias non patiuntur.Hfic defcendebant infan tesilli, qui in nature lege ab originali non
abluti peccato, de cedebant: llli
in[uper;qui olim in priori tefl amento incircum
cifi & vita migrabant : nunc "vero omnes , qui ante
rationis evfum facro non fignati
bapti[mate moriuntur. De
Purgatorio. x] Urgatorium est locus
purgandarum anima- J rum:quod L»ymbo
predicto fuperior intcl/iga tur : nà
longe [uperiores gradu animabus pue 2j
rorum existunt ife puyganda.cizd qué pors
—— ro locum, pr&dicle anime
deducuntur ab cZngelis : Comis
tantibusramen co afiftentibus daemonibus.) uo in loco £lo rie tantum, non tamen gratie tenebras
fubflinent , 6) pas a Ve set 1
tiuntur, T hefauri mcemorix
artificiofic diuntur , ignei, cox fi non
perpetuo, temporáliter tamen per maxime
affiguntur eo craciantur. Igitur pena danni pe
nad, fenfus tempovaliter torquentur, «bi cj: demones , etfi non torquentes ; attamen illudentes €)
conuiciantes conuez niunt Nam ratio
expostulat ,"t viclores à «viélis minime
torquentur, et fi aliquantulum ab eif demilludantur. Efoc proinde in loco anima exiftentes,nofl ris
[acrificijs orationi bus,
leiunijs,uigilijs, peregrinationibus,flagell ationibus, E lce "mofinis ceterisd, fimilibus bonis,à
parmis [ubleuantur. ua iuxta.
y.cdug.[ententiam,pradictis animabus profunt:uel, «vt ipf pena tempore ,rvel intenfione
diminuantur,vel ab eifdem ipf anima
penitus ab[oluantur. Aliud leuamé eo» ee
anima con[equuntur . nam ibi non de[unt. c/dngeli , qui ps gratas apimas bortentur , «9 quafi [ua
pra[entia 0HeAnt. De Lymbo San&orum Patrum. V] zdnélorum patrum Lymbus paulo
fuperior | eff Purgatorio, ee pradiétis
locis minus obfcu gebantur: [ed glorie
tantum fplendore;fez cundum prefinitum
tempus priuabantur.9) u& locum [ubito
pofl mortem adit Iefus [lendore beatiffime anime locum animasd, illuftrans eo illuminans , bean:á,
omnes illas vix fione fs diuinitatis .
£) ui locus, educlis inde patribus, cau
in poslerum fuit ac perpetuo erit. T
5M "De fN aii Pars prima.
| Hu De Naui Animas deferente. 8T 7 fi naui non indigent anima , ned,
veclori- | Gus cateris,cut pote
demonibus: "vt ad fua loa ca pro
meritis , iuflitia «urgente diuina perue
niant ce perducant:attamen ad celos, ange portaretur ab efngclis. Et Ecclefia boc
fere ide demon[lra re "videtur ,
dii dicit "Data e[l e/dtchangelo Michaelipote flas [per omnes animas [anclorum
[u[cipiendas. fic de qui bufdlam prauis
bominibus, quid ad infernum à daemonibus
perducantur, [ epius legimus. Q uod etiam de [acra [criptuz ra te[limonium baberi videtur, dum dicitur.
Ecce repetent animam tuam à tec alibi,
Tradidit ei tortoribus quou[- ue
redderet «vniuer[um debitum . Ideoó, actas à demoni- | ds naues pinximus , quibus animas ad
portiones diuer[as infirni, damones ipfi
deferant, e proijciant.e *vt boc fis gno
multorum. bominum anima etiam «v ifibiliter sd, ad Infermum per datla intelligantur , cum quibus
€ perpetua focietatem inuite
pertrabent. Dc Cryptajin qua cauerna
& aditus ponitur. Axes] U'amuis
anime Infernum petentes. fouca sel MC
aliquo huius modi , "vt in infernum impenez j/4] trent es defcendant, ee) ab eo diglutiantur, NeeeA] non indigeant : attamen expostulabat
ratio, CCS vt illorum 'T hefauri memoriz artificiofe vt illorum infelicium animarum ad. Infernum
de[cenfu:, qui pingi non poterat , bec
figno in[bectori^us declaretur. cetcmnmn
iadicij tempus aducnerit, quo «niuer[ & anima cor pore denuo "ve[lHicturit»c freut olim
[upra Datbaan et Abi ron
congregationesá, eorum cos uiuos deglutiens terra aperta eft: Ita cg peracto extremo vvniner[aliá, iudicio,ea
ipfa ter ra cora damatis magno aperietur
hiatu eo abyfci magna pu teus fuper cos
urgcbir os [uum , e viuos deglutiens perpez
tuis ibidem tenebris veclufos eruciabit . Q uefo vosomnes lectores in[beGloresa, viuentes: ad inferni
profunda cogitas tu "ve[tro
defcendite, penasá, «niuer[ as perpenditeyut eru ciatibus predictis admoniti, c7 bac invita
illis quafi "vul neribus
percufisatà, perfofet, a peccatorum fomno,iam hora exifleute, furgatis. 9). uo [obrij eo
"vigilantes,atá, precincti libero
patétio, ince[J: u, virtut4 omni femitas peurrere poe tis, «o ad eterna beatitudiné in calo
perfruéda pertingere. Omniam
praedictorum locorum figuram ad maiorem
euidentiam pono. in qua fane figura-vniuer[a quia [uperius féripta funt, dijpofita inuenies-fed mon
precife eo quo fupes rius diximus, modo:
nam in melius qua fcriptaerat mutare
(rut in bis additionitus uides.) fapientis erat , e» tilitati con[alentis: In eadem figura,candem ob caufam
, quedam addita inuenies . Nec ob id
miretur lector , nam [cripto boc opere
absa, figuris, ess iterum illi Wacantes,ut pro maiore dez claratione in ip[o orit, qe
[cripfimus,ponerétür figura. qua dà
mutare:queda addcre placuit nobis. €) uod et in [equéti bus,ne eade repetere i1eneamur nos ferua [Je
animaduertito. ALlodd queen YT AT ER bU P " AUC WUCAMECS Axes UE V REENC IT VE MI Miiisiecviá ws, CIA Hm e
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"" F3 res Las uigne PER uteri
mieu SUC. T ACT ADRIAG ST app V VAR
MORES qe Me DR, ETC ce ADR xpi ei xu o d ed ei oen Thefanri memoriz artificiofx 7| /oniam in. carminum compofttione
minus JJ] apti minu[ue eruditi [umus,ea
propter ne ali j| quid noftro defit
operi , quod lectoribus fore (NES 9)
gratum € vtile exifhimemus : ideo qu
profa diximus, xut carmine comprehenderetur ,curauimus. 4 uapropter. R./P.F.SNicolai Alextj Perufini
celeberri mi in (acra T beologia
profe[Joris, ac [anct Inquifitionis di
ligentiffimi commi[[arij opem € operam efflagitantes , [ua tum benignitate tum praclara in [ludis ommbus
eruditio- ne,meruimus quantocyus
exaudiri. litur que cito, fed ele- ganti
copiofoá fbylo profudit carmina , hic infraa nobis poz nentur:tie buius noflri operis lectores,ac
figurarum in[pecto- res , bac ( quam
carmina donant ) animi oblectatione priz
uéturimmo que pro[ayt diximus, declarata uiderintycar sine bec eadem [e babuilJe letentur: vt qua
animi oblecta mento auide legerint : ea
ab eif dem iocundius € "vtilius [n
[cipiantur , co fixius in corum figantur qo rccondamur semoria.
RP. * P? M. NICOLAI ALEXII BB R.VoOS LOU
ORDINIS PRAED. COMMISS,
S.Inquifitionis, Carmina. DE
OENFERNOS SS DAMNATORVM GENERATIM. d ades , iam fi ifle gradum, circum [pice formam
j| Tartaream , € penas pedore conde
truces ; C-ARCER atrox Nerterd d
grauis,uer TT o meid Voraces T'errifica facies, borrida Monflra, ('Fuces
; Eftcalor intenfusyriget intolerabile
frigus , eNunc buc,nunc illbuc perdita T
urba ruit ; Lutlus co Virrices Cura,
[bes nulla falutis, — Styx nigra fax
pallens, Pax procul;acl 4 quies
"Dira fames,violenta fitis, truculenta cupido , E xplere at nallis,bic,[ua ota datur ;. Sic femper miferi cupiunt,numquamq,
cupita. Percipiunt, Thefauri memorie artificiofx Percipiunt ira binc bisrabio[a furit. Hac tibi [ab varijs [unt bic defcripta
figeuris, "Ut mage ftc no[cas, £ ue
grauiora manent : eNam nec Praxireles
fcelpat,nec pinzat c-Apelles
"Penarum [pecies.E) uas locus ite tenet. DE RV
ITO. A Lius hic eft "Puteus, T
enebris oppletus eo igne , Q uil
emurescruciat. Lucifer ora tenet,
Hovribili a[pe£tu, ( unclos torquere paratus : e tá hicjatá illhic, fors "variataviget.
; — | In primo Fzretici. H Ic fant Fíerttici Q) ui (acra Volumina
[cindunt &. 1 c/4ur pedibus calcant,
Dogmata falfa ferunt. " In (ecundo
Iudzi. H Ic natio Iudaea gemit, Cui
ferrea ceruix: Kl Cuiclau[us
Mo[es,luminayvelat egunt. Intertio gradu
iuxta Puteum Idololatrz F eAlforum hic
confraGla iacent fimulachra "Deorum.
X. Q uorum cultores v[tulat ignis edax. In quarto Hyppoctitx H Ic funt byppocrite, ficlapr obitate doloft
, XJ Laruis depofitis,iam [ua Damna
videm. In Pars prima. 14. in quinto Superbi. Hhos trabit,bos trudit,ora Leonis
babens. "wee À Vla fuperborum adDextram Plutonis
.eórima; In fexto Auari. Ic curuos
ceras "vacuosá, numi[mate auaros, H
£) uos [ab fronte Lupi, [eua Megera quatit.
dNaná, "vorax Lupus est,fic nec fatiatus auarus ; Vt Bulfo,defit,ne fibi terra,timens. Infíeptimo Luxuriofi. Oram Lucifero, Veneris quos fcda
libido e Perdidit,Ignis inefl turpia
membra creans, cAnguibus oratument
colubris coma colla cerastis, ircorum
effigie:quos lemures domitant. In
octauo Iracundi. Cce bic irati
lacerant fibi "Petlus, et exit b
eNaribus,atq; oculis flammeus ccce uapor.
En mordent fibi dente manus, pia numina carpunt, "Portenta bos vexant Lurida,more canum
, In nono Gulofi. E Suriunt,fitiuntá, Dapes,abfintbia
felle Et fecemisia Grues,P oculad, atra
ferunt. Diues adeft epulo , guttam petit
,€e* nequit cUnquam " P
e4ccipere, b * Ld . & Thefauri.memorix'àrtificiofz eAciptre, Unde ardet iugiter ille fiti. In decimo Inuidi.- I 3 I1refident quos Hio. edit , qui i T abe
matrefcunt , "Dum mala auent alijs
, nec bona ferre qucunt y Hhs in (ublimi
tractos fera pulfat Erymnis, F nde his
ies U erbere térga fonant. . In
vodécitnio Accidiofi. H Ic "
cgnes berent manibus pedibusd reuin&lis ) ;
Rupibus in flygijs,ad P blegetontis aquas, 405 .$ Ma afinos mentiri, pulfi bus
furgent, egi us Aleéo verberat "vs
JV. Eia De du si inesqu od am bitin
GPS s. Gniuomum obuallat cirtumfii
tatartara flumen, TS ] 9 uod multis
cAnimis caleat onujta R atis. €xonerant
Claffes Loca dat [ua cui, C barontes,
*Proqi (a uo Penas (rimine qud luunt. ^ 1n Purgatorij oftio.: : 1 1 Ic z hài eft animis purgandis tempore
certe: — e Angelica , exter[as portat ad
Mise uar Lyrnbus Patrum...: ^ «4 H Ic "vetus ille manet Lymbus, quem
Chriflus adiuit. dd din occlufos extulit inde Patres. Lis jte
Pars prinva. in 1j
LymbusPuerorum. ^ | Y À ec
Pueris eft dicla Domus, Q uibus ante perire
H Contigit,ac labes prifca veuul[a foret. "Dant penam "Damni, non
[en[usynanq; videre Haud unquam po[Junt
numina clara Dei. Idem ad Amicum fium
F. Cof. Roffellu m. A (cipe T hefpiadum
fubito deprompta furore. Proq; mco
tantum redde Labore preces. Yt tantas
Eereli nobis euadere penas; Det Deus,Co
valeat mens meapace frui. .De locis
ampliffimis communibus fuperio ribus pre
diétis:ded; corum diffini-- tione
parutione & numero. Ar «| Oca
communia amplif'ima es fuperiora illa 4
funt,que [uprà inferiora [unt pofita, eo [unt
CAE quatuor elementa: T erra: equa: c/4er: ea P mLLN Ignis. Eorum autem elementorum uni
'quod- qut: in P ERUAN fecernitur
partes:qua quidem partes in[Hituz o
noflro perutiles erunt . ]Nullus tamen miretur, quid boz dum bomogentorum partes , qua fibi [imillima
funt, pro loz cis bac in arte(qua
locorum varietatem quantum poteflrez
quirit)deféraiani Nam duo funt, qua diuifionibus ca nobis ! 4pta
Thefauri memoriz artificiofze
epta reddunt. Primo ves, qua diuerfis in partibus elementos rum vclimueniuntur: «vel inueniri po[Junt:
«vel faciliter in eifdem imaginari
valemus(ct infra uidebis.) fecundo eo-
rum notabilis magnitudo, quam attendentes diwifr ones faci liter predicla eleméta recipere poffe
cognocimus . uorum quidem notabiles
portiones, à uobis aufugere nequeunt. T er
ra enim [ecundum [e totam,a nobis def umpta (fi Alphagra no credimus)girat triginta millia;[upcr
emille quingenta mil liariaqui numerus
[ub aritbmeticorum figuris pofitus atque
redactus , talis eft 315060. Groffities «vero eiu[dem atque diameter mille ej) viginti duobus miliaribus
conslat.( um iuxta Archimedis fententiam
diameter tertia fere pars fit circularis
circumferentiareicuiufübet orbicularis figura.Se midiameter autem terre (qui noflro propofito
maxime dez feruiet,cum bac fubeelefles
J[pheras ic infra fub figuris Ca non
integras fed medias duntaxat demonfirantibus pona- us , quod non. tantum nobis noflroà, negocio
fufficit : fed clariorem plane noflram
reddit doctrinam)erit quinq, mil- lia co
voxdecimmilliaria. ur autem de
milliaribus loquimur. bic,eos infra deno
Sis intelligimus. Ad noflra cnim milliaria recentiores, que veteres po[uerunt , laboriofa fupputatione
reduxerunt. Az qua "verotamva[ta
amplitudinz atq; magnitudine fuperz
eminet terra. ac tam grandicam [ua excedit quantitate , quid iia decuplum pradiéius Alphagranus
cateriq; (eidem ceu bac in re doctiffimo
adberentes) terram ipfam excedat,
autument. Eadera quantitatis proportione er A quam: et Jenis
Pars prima. 16 Ignis c/feré
excedit,eg: fuperat. Ita quód dotfiffimi c/A$lro nomimaxime cAlpbagranus, à Terza ad evsá,
Lune cali numerent triginta €? duos
terre [ernidiametros.qui,cut di- ximus ,
ex quinque mill ibus "undecim milliaribus conflat. Q uamobrem iuxta corum [upputationem, Lune
celum à terracentum [exaginta millibus
&z* quadringentis «viginti feptem
milliaribus diflat.16o 41.7. bfonum ergo non erit , imó eg) quamplurimum con[onum atq; perutile
inucniendis locis atq; figuris predicta
elementa diuidere.Q uantltatum eiiam
pradiczarum ifLorum elementorum , vt experientia di[ics, aliquando ia noflro negocio memimi[fe
iuuabit. B d r& autem noftram
redcuntes,ab[omum non erit,imo e9: «valde
confonum extiterit atque perutile, inueniendás «o con[litué dis locis atá, figuris, predicta elementa in
[uas(qua in jfra po nontur)diuidere
partes. € uod crgo ad corum [Pectat parti
tionem, ierra incipientes, in [ex portiones dicimus eam dis uidi pofJc.
T'erra prima pars fit illa, aue prope ex immediate fuz pr^ lufernum efe, que pars pure clemétum e[l,
cum miflioz nem aque non recipiat, neq;
alterius vei, qua pars ficca exi- fit et
frigida, colore etiam differens a ceteris terra partibus, fecunda pars et, ubi aquarum funi meatus,ubi
aque mine rales [ulfuvee e calide etiam
pertran[cunt,et bac pars [n perior e[fe
pradicia exifl netur. Y ertia ct fuperior [ecida: in qua metalla ee mineralia omnia actione
[olis ac flellarss maximeq, planetarum
gianuntur influxu. Q uartaterrepartem
affignancus co in loco, ubi Hie es T hefauri memoriz artificiofe Ies aque defluunt de[cenduntà in qua &o*
maximarum avz. borum radices
pertran[eunt: Vbi eo quedam mineralia,ut
Gypfi us, T upbus,$axaymarmora.
-Q uinta pars ibi ef,yubi Serpentes excauant,eg» anima. lium latibula inueniuntur,cvt [erpentium,vt
formicarum, "Ut Soricum,ut
rubetarum vel bufonum, «vt talparum,ce :
zerorumé, fi milium. exta pars,
qua, &) berbiseviret eo» floribus videt, calca tar ab bominibus, teriturà be[Lijs,in qua
eeneratur germa, eo apparent arbores. Q
ue percutitur grandine eo incbriaz £ur
pluuia, eTluat S ole,albe[cit niue ,conflringitur glacie eo f'igefcit ventis.Hec autemterre pars,que
fuperficies eft ,di uiditur in tres
partes im Á fia, Africa, eo» Europam.V'el fic,
in orientalem plagam, occidentalem , meridionalem ev [es prentrionalem; vvelfic inpartem qua eft
"ubi nos [umus, eo in aliam
oppofitam pedibus noftris, ubi antipodes; 'Uel frc, In Plauities e9x in montes. - Deminoribus autem eius partibus. regionibus
e» pros sincijsinfra fumus dicturi. ! Partes uerb elementi aqua [unt [ecundum
pra[enté [bez culationem.Profundum
maris,in quo lutum,quodá, vapoz res
fpirat flelarum lumine 5$ olisq,, qui "Uapores ebulliétes,in procellas erampunt ita vt efundo Saxa corum
impetu [ur fem moueantur.ut docet
Albertus illemagnus. AMedium aquarum pro
altera parte affignamus, in qua beflie
marine, ceta evcperambulant. à Tertia
pars paterit accipi in ea parte aquarum, «ulivez e€.-
ta i ] Pars prima. | r7 tia iaciuntur ad capiendos pi[es, inqua e»
mintrespis fics dicimus p. s Q uarta p^'5 fupzrficies 4quarum eft, fvepra
quam perz tran[cunt naMucs, que extera
quatitur zempe[late 3 "uli Ius
mentes flulus apparent , vli mirabiles videntur mari elationesyvbi venti maxime dominantur. - Quinta autem pars eius, fint naues ibi
imaginata, qua contigua [ant cum aquis,
ideod, quaft pro altero aquarum lo có
qualibet earam baberi poteft ; 9Nauium autem portes fentina: medium-vbi «varie merces; ('amerula
nauta, alie, manfiones: f'«perior
pars,que est dif cooperta, rcbi inz fire
métabellica.Q uinta cubi velum.funes, malus. exta corona ubi uexillum columen... : ! e Acris partes, [unt multa, ac notifime mobis
que pro lo eis baberi po[Junt . In tres
auteyn pracipue [ecatur partes. ^.
fPrima pars eius:prima regio aeris efl ;cov eft illa, que no. bó propior esl,et terre, co 4qua cvicina ez
contigua, € ue calida co» illuminata
est. ex radiorum folis eo» flellarum re
flexione; (ed mon femper eodem modo fcfe babet, fed diuerft mode diuerfis anti. temporibus , propter.
propinquitatem folis eec. ! -" Secundapars eft [ecunda regio , qu e»
media dicitur, a terra e» ab igne
femota, frigida ez tencbrofa, quia cft ab
dgneremota, ad quam [lellarum vad/j à [uperficie terra ve flexi minime perueniunt . T'empefluofa etiam
efl . tertia. pars, fuprema vegio $1,
que prope ignem efl e ipfi contigua 631,
ey à terra maxime diflans : tranquilla , quia in ea.nec E «vent us
'Thefauri menksoriz dttificiofz
eventus efl nec pluuia « Calida ab igne ;eo Wellis vicinis ej) mota , Pura , (non cut prima) ex cuius
fubeiliori parta generatur ignis. R dra;
quia in [uà perfetlioneconfiflit..Lu
cida, propter ignem : Mo ilis , quiacireunducitur ad moz. tum ignis , em bec pass eAefhus , dici folet.
qualibet autem. harum regionum in tres
partes diuiditur. E PNE
Prima,vbiyapparent "Uapores , aterra egredientes, qua attrabimus cg re|piramus,qua vve[ cimur , quam
peruolant apes , mu[cay ve[pes , feci gi
aues quedamparuula: cobi apparct ignis
fatuus fequens, coel antecedens bomines. Can, dela circa cemitcriacateraq, fimilia. dn . Secunda esl illa aeris portio , qua
peruolant quada aues magna. 'Ut
c.4quile, AMilui,cornices turmatim, (igni It
ordine volantes. austin "EM
| Tertiaef illa,robiros fecundum Commentatorem gi gnitur : non autem fecundum c-dlbertum magnum
. à nhac etiam generatur pruina;
fecundum ilis PO al T'res autem pradicla
partes: portiones. prime regionis aeris,
fecundum pra[entem [peculationem ponantur, ——
2 uarta media regio tresetiam ipfa pofcidet partes fs cut ee prima. de quibus partibus , eg fi
metbeorologici diz fincte eg figilatim
mention minime faciant: de regione tamen
tota fimul c9 in communi, deq; impreffionibus que ibidem fiunt fatis fuper, loquuntur..Quarum
imprefGiones aliquas in prima
con[lituemus parte buius regionis, que no-
bis quarta cfl. in ordine, € boc non immerito,vt ipfe teffa tur fenfus AMeteorologicorum doclor «s
director. Sunt era go inibi »
Pars prima. 18 go inibi nubes;
funt pluuia: Apparent fulywra, fulgoves,cor
rufcationes ; Generantur fnlmina, atq; ab eain terra vi de[cendunt ; 4bi tonitrua fiunt . Et ex
eoloco in terra evés torum de[cendumt
turbines, iuxta c/driflot.[emtentiam fez
cundo AMeteore qc. | Q uinta.In
fecunda parte buius regionis media, que eo
in ordine quinta eft ez media,quo velis ordine.(. £) uoniam ab ignis fulgore € celi lumine distat, Et
item à reflexione radiorum folis ac
[lellarum terram percutientium «valde
remota efL,unde tenebrofa exiflit): ponimus demones effe, quos hanc partem cueleirciter , babitare
exploratiftimum eft ut eft videre apud
A) T bom..4.6 A-Art. 4.€9* apud Jj.
efug.[uper Gem. ad literam, Li dicitquid aer caliginoz fus eft quafi carcer damonibus,v[que ad
tempus iudicij. ^i de etiam eumdem
libr.8.de ciuit. cap. fecundo. Et libro de
e/4gone Chrifliano ad Deogratias psbyterit . "Demoneser «go banc regionem inbabitantes in [ccunda €
media buim fecunda co medie regionis
ponamus. | Sexta in tertia parte
regionis pradicle,que [exta efl in
erdine,reliquas impreffionese[fe dicamus, quas metheorolo gici in hac cadem constituunt regione, quauis
diftintle non - dicant nec loquatur, nec
tute affirmare poffint, eas ipfas im
prefeiones hic fieri tantum, nec fupra nec infra , quonia boc difficilimum eft affignare . Reliquas ergo
imprefGiones,quee hac in fexta parte vel
prope ca inueniuntur, funt Halo, qd
Jatine corona dicitur , qua corona in talis acris regione etia flens,nofiris oculis apparet taquam circulus
circa folem soel SSTY 2 lunam Thefauti memorie artificiofx - lanam vcl aliam flellam infrsnam. Hic
notatojquid fas lorum fpecies plures
[ant,quadam fubnigra: quedam alba:
quedam virides eec. Hic etia biatus; eo vvoragines, Hic diuerfi colores videntur,ob quos apparent
a[lva. [ub «umo nunc colore , nunc fub
alio. f. ubofcuro «vel rubeo «vel allo
vvel viridi. Iris etiam hic appart. Item cviroa albe:lucide vvclnigre:aliquando virides: etiam punicee,
Hac circa foz lem cffe apparent , In
fuper *Paraylij.i.[Emilitudines «vel -
effigies folis. | Septima. Sequitur nunc
de partibus tertia regionis, que ficut
procedentes fe , im tres fecatur portiones ; Prima er- &o pars buius vltima qj [upreme regionis
( qua in ordine feptima erit) illa e(l,
in qua fecund' M etheorologicos ec. apparent [Hipule ardentes ; domus incen[ce , candele
flam ma rutilantes , 1gnis
perpendicularis , lanceaardens , Et
fcintille tanquam qua a fornace egrediantur. : . Oclaua. JAMedia buius fuprema regionis
pars,que oclas ua eft inordine illaefl,
inqua videntur capra [altantes ,
"Draco tortuofus , volantia $ydeva .. Hic esiam fecundum c^ loer.mag, a. lib. trac primo,cap.tertio
Meteor.ez)c.G ez neraturros: edt
fecandum Commentatorem fit infra. Nona.
Suprema pars buius fupreme regionis, qua nona
eft inordine, ignis [Dherz contigua eft , Et inifla apparent Comct&barbat e Crinite : Caudate
diuer[orum colorg: (olumna piramidales:
Candeal accen[: Columne arden t6 : Et
titio , qui arabice dicitur Afub : Hac de Aeris
partibus. | ja 60s dus war
Suprá Parsprima. "E.
19 ur Supra ederet Regio eff ignis,
quam in tres f[ecernimus portiones . In
bac ergo regione notato , quid [eeundwum pro-
fpettiua c tutborem lib. vltimo,propofitione vltima ,cum fuo (Lommentatore recipitur galaxia, qua
fecundi vutrosd, «via latfea efl
lucidarum eo albarum concurfu nubium fà
la. 9 ui quidem author duas a[ferit Galaxias, ficut in[i- cientibus nocle celo fereno patere pote[E 5 Q
uarum vna, («vt ipfe ait ) intercifa e$t
, e fuperior : Altera continua eov
inferior. — - SNosergo noftro negocio
attendentes, eo regionem pras
"diclam diuidentes, dicimus, quid A . Prima eg inferior pars ignis illaefl, qua
ipft contigua eft co ex qua ignis defcendit,
a[cenfos vapores incenden:. 2. Secunda
pars , qua co mediae[t , in ipfa Galaxiam
recipi nunc concedimus. 3.
T'ertia,qua orbi lune contigua efl mobilis valde pre diclis purior rarior [ubiilior , in qua
Galaxiam alteram.i. interci[am recipi
dicimus, [eceundum c/Authorem profpetti-
ue ,non ilum bac in. ve fequentes (nam in o&laua [hera fc- cundum Albertum mag. case[fe ponimus) fed
noflro atten dentes negocio : Ignis enim
partes talibus infignite impre[3
Jionibus occurrent celerius , memorandarum , quamverum magis receptibiles erunt. Alio autem modo tum breuiori tum faciliori
ac memo: rabiliori, aeris partes aff
ignamus. ' Primam ergo aeris partem
dicimus eam , qua re[iraz mus, quaue
aues paruule peruolant qg)c. vt fupra.
Secundam: "T hefauri
memoriz ártificiofe ^ Secundam : Ubi
aues magna pertranfeunt , de quibus
fuperius. Tertiam immediate [ub
nubibus conflituimus, [ub quiz bu: fluit
aqua, que in grandinem aliquando congelatur in
grandenulam eo niuem Ubi pruina gre. | Q uartam
"vbi nubes [un: fulgores: fulgura € cetera
alia,de quibus [upradiximus. | - Q uinta fit, bi demones manent. | Sexta, vobi impreffiones ignee vt plurimum
apparent. Jgnis partes eo modo, quo
[upradiximus,diftinguantur. Predicforum
elementorum f(céliones fub figura ferm circus
lari difpofitas hic infra reperies.
| E D CONTINVAAPPARETIY J $
x- SCEND ad AS fce E coils: e AO eec DRACO CADENTIA svpE PA ENTESACANDEE Acc CR EUR à
SERES NA AN : SV . j Y AND. «S 0L [aS ANSA «92 CE. VESPES "AUS e r .» x MS BNSENT-INOS EOULEY ; e US
74 ESI VREIMINO, OE SN bg NATA
ON Je NE FU d QUO CUERS a NON v5 APA E AMA BEES ANENENCN | VS ADAE LANG El : ESO
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cAlicra] parar minus JUcnas tenth,
p M meatus; RÀ P nde Minerales
A qnadi lira n mit- tit aquas. "
Y» ! Tertia producit n nobis g qenus o
omne : Mtetalli, Latages cese.
"turum, ! E agentium. : martiaé, arma perit. ONE 9r eART cA, Domum prabet Buffonibus, atá,
ceraftis, AMuribus d alpis; UN at
iflalatent.. — "m In fumma «vero
facie, 8 ofa a, Lilia. herba. M Vexà
Medea Planie ora iid, e arua uirtnt. x
Bit T , L ^ 250 89^
Hqua Thefauri memorix
artificiofze Aqua. | D Elluri [uccedit À qua, et quatuor quod
partibus ambi, Et circundat eam limite
cintla (uo. Prima profunda, paritá, fole trabente «vapores. Vnde fluunt nubes, lympha, procella,miues. —
. Altera. fert pi[ces.eov mon[tra [ub E
quore multa, — Hic Balena natat, cetus,
tz orca, Boues. ——— $N'on ita Pars
grandes, Pelagi dat tertia, ifces, Hic
Anguilla, Lupus, T incha, Locufla, Lepus.
Q UARTA velit claffes,tumidas quoq; fugit 3 vndas. depius in preces, "Naufraga puppis
abit. Aereo DR D Ebhinc cer f[uccedit à que, Repionea trina
, In totidem fed pars, Queq, re[ecla
manet. Jnde rouem [urgunt, Qua
viuimus,infima pars eft, Qua F uci '?*
Mu[ca,quaue agitantur Apes. Portio
Pbanices Aquilas, Miluosq fecunda , Prouebit
, bic etiam per iuga tranfit olor,
T'ertia progenerat Rores, tenuesá, pruinas Frigore concretas, qua*vaga terra madet
e Quarta gerit nubes pluuias largitur e
imbres Fulninat,eo fufa grandine vo
aflat &gros. AMurmurat bic celum
fonitu,tonitrud, remugit , €t "Notus
to» Boreas bella cruenta cient. Efl data
demonibus Pars quinta, cubi pralia mifcent,
ANoffrad, Pars prima; 2 eNoftraá, follicitant pectora mille
mods. d'exta nitet varijs formis, bic
gignitur balo, Iris, hiatus adeft
,rvirga,rvorago,color. d'eptimapars
[lHipulas, candelas edit eo» baflas,
Ignem pendentem, flammea tela, Domos.
Saltante: gignit capreas octaua, Dracones, Labentes fTellas cernere epe licet . *N'ona faces affert torres, rutilasd,
cometas. Pyramis co flammis feta columna
nitet. Ignis : Era flat fupra vulcanus,concaua lune T'angens, gp) com[l at partibus ille
tribus, €t furfum raptos accendir prima
vapores c/Altera laclentem, T ertiad,
ipa viam. Cap. 4. delocis communibus
amplif- fimis coeleftibus , &
eorum diffinitione & numero. Oca communia ampliféima celeflia, funt
ils | Jaque [upra predicla omnia fita
[unt: vns decim.f-celorum [here . In
primisá feptem | planctars celi:
videlicet celum lune, quod eft primum
cteli ab. inferioribus incipiendo: Celum Merz
eurij , quod eft fecundum. Tertium celum cfl "veneris: Q uartum e(l Solis, co efl medium inter fepté
planetarum celos: T hefauri memoriz artificiofze celos: Q uintwes Martis: Sextum Iouis:
Septimum Saturz nici: Oclaua feheraque
fixas continet flellgs: SNonum celum:
Primum wobile;Celum empyreum. Q uo ad
partitionems, (Jelorur feptem planetarum par
tes non afrignamusi quoniam frmillima [unit (quod memorie officit). & uodhbet ergo celum pro vro
loco erit :pro altero planeta eiu[dé
accipi poterit : pro tertio loco imago rei illius (a quo planeta 'boc vel illud nomen accepit)
[upra ipfum di fpofíta,deferaiet... Velcerte pro tertio loco ,
motorispradicliceliimaginas ta figura
in[eruire poterit. Verum , *vt eorundem
remini[camur facilius , vnum quoda,
[éptemplanetarum celum, ex illorum metalli maz
teria con[Lare fngamus, [upra quam vel quod boc planeta «velillud dominium babet eo: virtutem influit
'Tafis enim diuerfitas noftra conducit
memorie,ne in id pluries incidaz mus,fi
fimiles fi biinuicem illos e(fe crederezmus. $unt autem feptem JMetallorum genera principalia, feptem
planetis ee planetarum calis
corrcfpondentia tanquam effecius can
fis: Quequidem metalla (quibus planete fauent e incres menta pr&ftant,eóuiuoce corum virtutem
párticipant ,ac «vim corum [ufcipiunt.
| Celum lune in argétum [olidum
influit. Colum Mer- curij in argentum
"viuum. Ceelum vveneri in Aes.
(elum Solis virtute operatur in Aurum, (clum var tis imprimit in ferro. ('elum Iouis fauet
flanno.Celum $a turni dominatur plumbi
metallo. vi da g. , uods Dars prima. 22, Q uodlibet igitur celum imaginenur illius
conflare me tallo,cui vim imprimit . C
lum ergo lune crit. ex argento folido:
Mercurij ex argento *viuo: 'eneris ex aere: $ olis «tu reum: Marti ferreum: louis flanneum: Saturni
plumber. "Unumquodá, autem corum
conum tibi tantum locum daz Lit. Et
quoniam cuilibet predictorum celorum affixum eft Planeta "vnii, quodlibet corum
planctarum pro altero erit loco . Iterum
fupra quodlibet planeta «vel alatere imagis
pem runam ponimus tali planete talis Celi conueniens , vt fupra pralibauimus : Planeta luna,
pulcherrime mulieris imago refideat, qua
luna pulchritudine tibi "Dianam de-
wotet,quam [upra lune partem latere [eius [edentcm,eo» argenteis cveflibus rutilantem
finges,quomiamargéteum cfl celum , cui
illa ?nfidet: "Planete Mercurij infideat ipfe Mercurius alatis pedibus [labit,cur[orisá,
figuram. ve[tiz bui coveffigie
prafeferet;cuius quidem we[les quoad fub[/
tiam eg colorem lucide fint argento "viuo fimiles. | Super Planetam voeneris ,cveuus ipa erecla
apparcet erine [ubtili [Farfo, ef oie
pulcherrima;cultu muliebri mii o ornata
modo , «ve[libus talibus circumamitia , qualibus nimpha circumamiciuntur . Supra S olem «'eleius
caelum, *Pbhalbus ael e4pollo curri
igneoad currédum difpofito, ap pareat,
ot apud poetas inuenies. /A latere planeta Martis, Mays armati ardenti infi deàt equo. Iuxta
planetam 1oz nis, fedes eburnea poftta
fit; fupra qua Iouem Deorum ma aimum
("vt falfo erat apad Gentiles) locato, vel fupra pra dictam federn Iouis imhaginern flanneam
[latuas.9) ui Tup- | py. pier "Thefauri memorix attificiofz piter planetam fuum pedibus tangat , ipfo,
pro [cabello «vtatur.Saturniplanete,
ftatua Saturni plumbea, fcné calz uum
canum eo tardum prefeferens refi dcat.
Celum otlauum diuerfis coloribus rutilanté confinges , quandoquidem ipfum celum eg ineo contenta
[ydera va rís co penz infinitis rebus
corporeis(que diuer[orum colori exilunt)
in cas influendo corre]pondeant : Philofophorum
enimnon nulli dixere nil pene efe in terris , quod inochaua fphera maxime ficllam fiti dominantem c7
influentem non babeat. Olaus aute. [here partes multa [unt ; Q
uoniz quod E liber fignorum duodecim
poteft [altem provo loco feruire. Signa
autem pradicla, [unt ifla. c/dries, T'aurus y Gemini, (acer, Leo, irgo, Libra, Scorpius,
Sagittarius, Capricor nus ,crdquarius,
Pifces.Q uelibet etiam reliquarum 4$. f-
gnrarum ceeleftium , qua omnes inoclaua [hera fixe perz manent . Et quil ibet aliarum [lellarum Globus et qualibet infignis flella,pro tot locis haberi poffunt.
Siquis ergo erranz tium [')derà
aliarumq, ft ellarum notitia baberet, ac earune
dem cogno[ceret difinétionem & differentiam,multos fiti acquireret locos. eMetrodorus namá, fe in duodecim Signis, per
que fol incat;tricenos eg» [exagenos
inueni[Je iactauit. Supra Celum hoc
Angelum cius motorem imaginalez ri effe,
flola indutum aurca , [tells qua pluribus diflincia micantibus, Q ui tibi pro altero loco poterit
effe . eNone [pher&, noni fcilicet
(/eli partes non ponimus, ob
gimiam Parsprinma. 057 13 pimiamintra fc inuicem [imilitudint. fit tibi
evgo tale Cae ]um pro uno duntaxat
loco. uod quidem C alum quod aqueum
dicitur, quaft ets darum fimilitudimes
babens finges.S upra boc ( elu: quod
aqucum cflyimaginemur c^fngelum efe cvefle cerulea ira cumami£lum,vcl aqueum colorem babent. Et.
quemads modum cum 'vndi aqua pinguntur,
ita ft illa veflis,n- dis per totum
depicla « &) wid, c^fngelus motu eius (ali, qd mouct, moueatur [it ergo ibi quaft qui in
[umimitate currus triumphalis pofiuus
eft . Ertalis cdngelus "n tibi pn alio
loco. | | Decime itidem partes
non damus.camdem ob. caufam fphera ifta
primum mobile dicitur, moueturá motu diurno.
qui motis motus raptus dicitur ,refpectu inferiorum orbium ab ipfo motorum,cotitra cuiu[libet orbis
particularem matuz valemá, motum . €
ue [bhera cerulei ('eleftisé, coloris fir,
"velcerte imaginetur ex chryflallo conflaretur , qua pro "Uno loco baberi potest. TS DÀ Decimo buic celo infideat c/4ngelus motor
eiu[dé', qu£ maiorem exiflimabimus
duobus [upraditlis , € vve[libus
difcoloratis indutum, uel chryflalli [bendorem pra[efeven- tibus.er) ft tibi pro altero loco a Célo ciu|
dem. RUNG "Undecime autem [phare
partes.i.C eli empyreimon po nimus;
propter carundem inter [e inuicem fr militudincm. fit engo tibi pro vno loco tantum. e S uoniam c&le[libus iflis corporibus
[apemumera diuerfa eccafione qj) tempore
bac in arte «ti cogimur , non tantum I"? Thefauri memorix artificiofze pr loci: , fed eo pro multiplicibus
memorandorum- figuris (rut infra
videbis) idcirco de eismulta [cire admodum uti
le erit: quandoquidem qui circaea diucr[a nouerit , pro diz werfis ea ipfa fibi in[eruire experietur . 1d
enim cui multa atq, diuer[a ine[e vel
conuenire nouerimus: boc dubio pros S
Hai diuer(a à nobisinuenta,intelle£la eo confide rata:diuer(a (prout voluerimus gg) figno
notauerimus) vez prafentabir,atá, ita
figuras nobis quidem perautiles pro mes
miorandis multiplicabit.'De bis infra. |
Hac autem funt, qua in bis corporibus cele[Tibus princi- paliora,in[igniora, notiora eo noflra arti
magis conducens tia inueniuntur, e9* de
eifdem dicuntur SNomina: Motus :
Colores: Magnitudines:charatferes, quibus Planete atque duodecim Caleflis Lodiaici fi na
motantur:z-Prafidentia; Fauor in
fabcaleftia caterad, fimilia. YXESCUEA
De nominibus coelorum atque planetatum,
V Ltraeaq upra cripfimus celorum atd, *Planetavis, V. vulgatanomina, Mercurius Stelbon dicitur:
Ienus , Hhe[perus: Lucifer,
wve[per:quamauis de veneris flelle atá
planeta nomine diuev(a diuerfi [entiant e? affwrment:qu& noftro negocio baud officiunt - Mars P
byrioma eo Pyrois. Tappiter Phatonta .
Saturnus P baton «vel. Pbanum . De
multiplicibus. quadraginta. ev o&lo figuris firmamenti infra [ecundaparte capit. quinto , fub
alphabeti ordine ad lungurn fceipfrmus "De
oir Pars prima, «ccnconm 24. ^7
"Deeelorum motibus. 47v clum
Empyven baud mouetur pct infra ex S.T bo.
C uirium Primum mobile , quod abaliquibus aqueum €) chryflallinum dicitur; viginti quatuor
horarurn [Dacio fuum pficit motum.
Percurrit auté [upra mundi polos ab
Oriente in Occidentem declinan:yac [ecu inferiores orbes vvniuer[os circulariter trahit... MS *Nrona [hbaraé comuerfo ab Occidente in
Orientem ab A ugelo mota, gradum:vix
vnum in centum amnis percurs rit,qua
omneseo ip[a subi inferiores celos [uo rapit tHotti. - Qólaua:atque etiam inferiores onmes €
fingula ab Oc «eidente in Orientem
mouentur.. Flac atitem obfaua [pbara,
qua co firmamentum dicitur, trepidat e7 trepidando iux ta cAllphagrani € cdlbuma[far. affertionem
centum. az norum [bacio ac tempore gradum
unum & ipfa folummoz «do cornplet y
«t4, ita in tributatinorum. millibus unum f
gnum percurrit: 'umá, duodecim fint figuasquorum quod'- libet eviginta continet gradus, ex gradus
quilibet fexagins tà minuta patere
omnibus pote[l quid in triginta [ex milli
bus annis, motum [aum complere po[Jet. Hic autem eft mas gnus ille annus, de quo multa qe «vana
(ne[cientes eo» [lul tif apictes eo
naniloqui P hilofophi:) dixerunt,e infipide
a[[cruerunt:2Ne te moueat leclor, quüd notiaetiam viia oclaua quidem maior longioris,
eircunferentia(iuxta proa batosautbores
incétium Beluact[em Alexadrum Pics
colomincum aliosá complures ) moueri dicatur (fi tamen oes Deus
à T. ns. ud "hefaunri
memorisz artificiofx "Deus
opt.max.hoc fineret) quafi eodem temporis interual- lo,quo mouetur ociana:Cum ipfaotCfaua [phera
cétum atis nis gradum perficiat «onum:
nona «unum. eos ipfa syadum, fedvix
compleat. SNam caleftiumorbium moles magnitu
do atq; circunferentia baud cst velocioris vel tardioris mo tus vadix € caua. Alioquin Primum mobile
omnes infez riores molis magnitudine ce
longifima circuitus quantita- ec
[aperans , morofiori,imo co» tardiffmo motu,C9* non fpa cio viginti quatuor borarum moueri debuerat.
ES Saturni calum triginta annis, [uum
circulum complet . Juppiter duodecim
annis ad fui circuli punclum, à quo ince
pit moueri,reuertitur. Mars duobus annis.Sol trecentis fes xaginta quinque diebus atque fex boris.evezus
trecentis eo quadrraginta ocfo diebus...
Mercurius trecentis triginta nouem
diebus Luna viginti feptem diebus , €» quaft. de- cem boris. ! i «odit Omnes uere ifl feptem inferiores Orbes ab
Occidente in Orientem circulariter
girant. Fforumetia celorum nullum
fibiinferiores orbes [uo girat motu : quamuis illis cibus fus periores fphera fcilicet oclaua nona (9)
decima omnes infez riores fecum moueat.
— in De coloribus feptem Plonetarum.. I
"Une color blandus efl: Mercurij radians: "veneris can & dens refulgens:Solis ardens ; Martis
igneus : Iouis cla- rut faturni
candidus, E.x lfido. Mutant aut£' colores non
infe fad refpecluno[lri propter variam aeris difpofitionem (4 qua-
Dars prima, 1j eo qualitatem:
ficutide Halo € flellis rubicundis eo ni
gri, ceteris, fimilibus docli "IMeteorologici affeuerant. De eorundem Planetarum magnitudine. Olomnium celeflium luminum maximus, Terra
mas b jor exiflit cetwn [2x aginta fex
uicibus. Saturnus nona- finta eg quinque
vicibus . luppiter nonaginta c2 "vna.
Mars fere duabus vicibus eam [ua excedit magnitudine. Venus Ü'erra ipfa minor c[E, «2s in
quantitate [ua vna efl triginta feptem T
erra partium. L una «vna feré eft trigina
ta nouem T'errepartium eMercurij *P laneta omnium mi- nimum [ua im quantitate "Una fere efl
trium millium. cens tum quadraginta
trium terre partium. Deduodecim
coeleftium fignorum Zodiaci fupra
citatorum nominum interpretatio- ne
& eorundem fignificationibus, qua
fumuntur à varijs effe &ibus Solis, cum in ifto aut illo figno curfum peragens fuum pertranfic . : Rietis [renum fic appellatum eft, quonia
fol ad. inflar Arietis, quod animal tota
c^fe[late dextro in late- rc cubat ; ita
e fol. fub illo tranfiens fígno dexteram cali
partem percurrit . T'aurus
celestis fic diclus efi quia fol fub illo difcurrens, G
eeu Thefauri memoriz art
iciofe ceu tatrus, corna in igneum
calorem eigié ,ac terram aras bile
veddit.Gemini fic [unt «vocitati ,eüqd. [ub illis aradies fol diem geminat . [ub illis namq, ducbis
amplius dicbus , quà fab alijs moratur
.('ancer frc diclus,co quid in ipfo,-vel
melius dixerim,fub ip[o fol curfum peragems veluti cancer retrocedit. ! i pu | Leo fic appellatus. *N am [ol fub eiu
principio ardentes emittit radios fub
fine quafi friget quoáii. A uaufto contin
git: Leo enimin anteriori parte calidus i pofleyiori autem frigiduseft. : | U'irgo propterea appellatus , quia foi fub
boc piraf és ft - gno, "velut virgo
, quafi Hferiliscst : nam eo tépore , fcilicet
Septembri nil fere gignit. | | Libra fic dicitur, quoniam fol librando
equinoclium faz €it in Oclobri. Scorpius
ita evocatus, quia fub co fol pluribus
in locis srandines multas progignit:quod QNouembris menfe euenire folet . Sagittarius boc nomine
appellatus e[t , quia fol fagittas ideft
fulminum i&fus excitare folet-9) uod mez
fc "Decembri quibu[dam in locis folet euenire. Capricornus boc nomine dignas efl, quia fol
tanquá Ca- pra, alta petens a[cendit : definit
-oero in Pi[ces , quia finis pliaialis
eft. ed anarius ita nominatur, quoniam
fub eo fol folutis mu- Libus imbres
emittit. i Pifces,quia fub ipfis (ole
percurrente, tempus pluuiale fo let effe
Hic potato,qu)d alij aliter ifla interpretatur nomi na,vt infra dicemus. Horum fignorum prima
fex foptenz trionalid: Pars prima. ig 16 erionalia.Catera non fant
feptemtrietalia. Dequadam eorum prx
fidentia.. Vi, elementotriafigna
refpondet igni cries: Leo:Sa e
gittarius.T'erre, T'aurus: V irgo Capricornus :DoeVftri Gemini: Libra:c Aquarius. 4que Cancer
Scorpio: P ifces. . Luna argento praeft
: £Mercurius argento rUiuo. lentus eri :
Sol auro . Mars ferro .. Iuppiter Slanno . Saturnus pluméo.
Le numero ftellarum à nobis cognitarum. ! Xceptis, planetis, qua erratica flele
nuncupantur,milz E le c2» viginti duarum
diuer[ magnitudimis flellarum tam
"veteres quam noui recentesq, A ftrologi cognitionem habuere. His autem figurauerunt eo [ua
formauerunt ima ginatione , quadraginta
e oclo figuras cele[les in oclaua fp
hera: tN'on tamen bac rationeyvt putarunt quidam, quia earum in fremamento frtuatio e difbofitio
predicias ima gines eff ngerent eo
fugurarent cum earum fituatio eg: di
fpofttioetiamres alias figurare videatur : ficut apud Afro "logie gnaros exploratifimum e[t:[ed
wvelnec quia carum fu pra fubealeflia
profidentiaatq, dominium [imilitudinem
quandam peculiarm babeat. prediclis cum animalibus : tum quia nec omnes if! e caleftes figura
animalium nomine vvocitentur:tum quoniam
nec longa ab A firologis obferua- tione
: cautum fit arum, qu& animalium nomine appellaz t funt, dominium pr«dicis animalibus
corref/ponderve non GG. ergo T hefauri memoriz artificiofe ergo predictis rationibus vvelpotius
imaginationibus A fl ro logi
permotitalibus eftes figura animalium nomine
vvocitentur:tum quoniam nec longa ab A firologis obferua- tione : cautum fit arum, qu& animalium
nomine appellaz t funt, dominium
pr«dicis animalibus corref/ponderve non
GG. ergo T hefauri memoriz
artificiofe ergo predictis rationibus
vvelpotius imaginationibus A fl ro logi
permotitalibuseas nominil vs uuncupauerc: [ed ideo t4 tum, "vt aliquos ilaffres bomines
nominibus iflis [empiters nis flellis
aftignatis qz) commédatis , immortales(-ot ipfi pu garant) redderent: e» corum ab ei[dem egregie
factorum memoriam fere fempitermam
facerent , e» eam [eculis fua
peruenientibus relinquerent. Ef
c efl verior de celeflium figurarum nominibus ad- dutia fententia , non tantum cAlexandro
*Piccolomineo, bac in re diligentiféimo
fcrutatori:cverum & alijs complu-
ribus admodum arridet ,e placet.
"De diuer[a magnitudine flellarum pradiclarum mille uiginti duarum in firmamento fixarum. In fex ordines iuxta fex diuer[os
quantitatis gradus in predictis [lellis
ob(eruatos:eas omnes, quas ob[eruaueritt,
€? quarum cognitione babuerunt , diuiferunt. cAflvologi, maxime cAlbuma/[ar caterid, : Reliquarum
autem in firz snaméto [lellarij minorum
pdiclis métioné A fTrologi non fe
ccrant, tum quia difficile admodum erat ey* laboriofam , flellas alias minoris quantitatis ob[eruare:
tum quia carum influxum parum in bac
inferiora agere iudicauere : quauis
pallatenus fit a[ferendum [uperfluuma quid, uel diminutum aliquid in "Dei operibus (nift natura
defecluyut in inferioz ribus islis
corporibus pala eft videre ) euenire po[Je . telle ev £o fuprema quantitatis , eo prime
magnitudinis, funt ille, qu& l'erram
continent cvicibus u$. Secunda quantitatis flelle vicibus 86. T ertit
Patéprinidsii.cixo 5175 der
Tertie quantitatis «vicibus. 71.
Q uarte magnitudinis vicibus. go.
9 uinta magnitudinis «vicibus.46.
Sexi& eg vltima vicibus 10.terram continent. De caracteribus feptem Planetarü &
duo- decim fignorum infra fuo loco dum
de fi- guris loquimur in fecundo
tra&atu capit. nono,füb eiufdem fine
capituli ponuntur atque fignantur. H Orum ergo calefli corporum ( quibus pro
amplifeimis A. 3 focis evtimur) cognitio
ee fuper eifdem «varia ee dis uer[a
meditatio ee confideratio memorie artificio[z, fatis fuperá, conducere poteftquamobrem breuiter
praditia de eis perflvinximus . Iflorum autem. amplifsimorum eg caleflium
locorum , quamdam figuram ponere
curauimusque et fi non omnia nobis
[cripta repre[entet: principaliora tamen o[lendet , ac itae , qua [uperius diximus, leGlores
intelligent facilius, co eorum
remini[centur celerius, | Figura Figura coeleftium omnium fpherarum. R- p. M NICOLAI ALEXII PERVYSINA |
ORDINIS .P.RAED. COMMISS. S.
Inquifitionis Carmina. "baden
COELIS5. Luna.. SPHAERAE C OELESTE S. XE Roximus iic mox" Luna
argenteus M orbis. ^ 2,4 (m Argento f Je celitus illa fauet . EA Mercurij Addio i Qui tegmi- M ne miuum
m ROS ez prafidet In-
enio, M "Uenus
"veflita nitet quia »^af T» &rí,
Illius é caflo fodere [irat amor.
e/dureus eft autem Pbabuinand, 4 incubat e
Auro, Curribus auratis, aurea feeptra
tenens. Ferreus
eb Mauors, ibi cui cura Metalli eft,
cBilem T hefauti memoriz
artificiofx Jilem faccendens,ore
manud, minax. Srannca flella louis,cui
f| anni credita cura cAtá, ^ nimis
no[tris effe benigna [olet.' "P
lymbeus es demum $ A TV REN'U S,trilis Co» aber 4AMorofusá, fenex tergora curua
gerens. Octaua fphzra. Pberacfl innumeris oClaua coloribus vt
que Innumeris A ftris hec redimita
micet, Hic Aquila, bic C ignus manet ^
f'ianacta Bootes, Delphinus,C biron,
Cimba, 7M edu[a.chelis. Angelus hanc propria Spheram virtute reuoluit , Lodiaciq, amplus circulus ambit cam. Li bi funt c Arics, Taurus, Gemini, (acer,
Leo,V'irgo, -— Libra Nepa, ^ reitenens,
T ifcis to» curna, Caper. Eoc trepidare
folet, dum paruo "voluitur orbe . E
t [éptem annorum millibus explet eum. LH
LANC G lobus efl [Nonus circum , cui eNomé. aquarum "Ponitur, curfu tardior effe (olet. AMillibus ^ nnorum tricenis,atá, nouenis l'urriculum peragit fi Deus boc fineret. Sphara fubit decima,bac motu exagitata
volucri, Secum retror[um,fydera cuncta
rapit. Alger hanc "vertens numquam
la[Jatur, €7 hoc eft Adobile, quod
primum iam [cbola docta vocat. At Globus
Empyreus cuncris [opereminet : «des lfta
Beatorum eft , dalcis,amena Domus, O
felix, Pars prima, 19 Ofelix,o faufta "Domus/Domus-vndi
plena Delitifs,opibus, gaudia plena
ferens. fec (ammi celebranda modisyvrb;
optima abun dans (nibus, bac [ummis
pollet vbique bon is. Fertilis in msdio
€ vernans attollitur — Aybor U'iuificans
omnes,cfurea poma ger ens. Fons
liquidis emanat aquis: binc flumen inundat,
9 uod vitreis riuis Atria latarigat.
Fons de monte venit,media 9 wi furgit in P'vbe, Q uet tu bic fub Regis fede manere
"vides. Arboris in [ummo magnus
Sol-vertice feet, Cui triplex facies,
lumine cuncla fouens. Jtant circum
Seraphim, precincti vefte rubenti , (um
[enis alis, Carmina leta canunt. M REX
fedet in folio CHR IST'U $,cui fubditur orbis,
Cuius ad Imperium nutat "uterá, Polu. Zfunc circum Cherubinus ouat, (acer ordo
colore (elefli prope quos flat pia
'U'irgo parens. Hec Regina,caput
Liffenis [Mendicat afhris, Sceptra
manu-vibrat, f. oled amiécía nitet.
Ecce thronoscernis flabiles, cernisa fequentes, Hos quibus Imperium, feu Dominatus
adeft. "Virtutes [abeunt edant qua
mira ,mouentá, Calorum celeri corpora
vasta manu . Inde Poteflatum gradus
emicat.be quibus omnes Subduntur
lemures, "verbera, acta pauent.
Principibus datur ordo alius. Q uibus addita cura efl, | A. Prbibus Thefauri memotix artificiofze Vibibusrotpvefint,nofl vag, Regna
regant. AMagnarum e[l eerum interpres A
rchangelusata; | olesrthana in Mundo
nunciat alta Dei; 0 Anzelicus c borus
extremus, cuflodia mofira, 07 Et fuus
à-vitie limine cuid, datur. ——— (rne
beatorum [edes miroordine.*P atres, Abs
Co forti milite caftra Dei. Partbeazos,
caflidy thori connubia, faclo, . €t qui
fe abdcntes;terga dedere malo. En
3aprisla foris,comes cft buic Angelus, vrlcm
Cui calaini certo limite, dextra meat . ; Parte alia Exechicl, filo metitur
candem, Ad valias oenint agmina
magna-virum, AMiificis exculta capat,
titulisá coronis, He: qj 3b Anzelicis
[unt comitata choris. is dfe A as | Cap. 5. de locis ampliffimis fupercoe- lcitibus , difpofitioneque co- | rum ac partitione. "CI Uprà. celum empyreum multa loca
babez masque fuperceleflia nominamus.Hec
au ten loca [unt imaginat« [ituationes eg
diz Parsprima, | ze ons gp) Arbor vite: Muri Porte Plates
Co'c.que omnia quaft celo pradicto
affixa, Co in eo immobilia erunt exifíi
manda ,ne noflra in recen[endo vacillet memoria . Ad intelligédum autem loca pradicia,
imaginare,quüd in medio immen[z plate«
celi empyrei murus quidam ft rotundus,
ac circularis figure ad modum rotunda mola az
pidibus pulcherrimis preciofis fulgétibusg, intextus,aureoz que conglutinatus cemento; cuius diameter
vigintiquinque brachiorum frt in
latitudine:ex uero cubitis à praditia pla
tca in altumextendatur , ej confurgat : ita vt "vniuer[ predicte platee, ac inea habitantibus
promineat , ac fus pev eos cleuetur. | |
| "Medium autem pradicli circuitus,
non vacuum, fed plenum , e lapide pario.
fardonico ceterisque flatum exiflimetur.
: - dupra bunc locum fic difbofitum co»
eleuatum ceu fupra montem T hbronus C
HRASTJ con[lituatur, ct abomni bus faciliter
contempletur . Retro 7] bronum Arbor vite
maxima pulcherrimaue in altum [upra 7 bronii C R I- STI "Utgintiquinque brachijs eleuetur ,
vvirideso fresdos fd, ramos pomis
innumerabilibus oneratos proteudat. ^ d
radices arboris 1 parte oppofita C HR IST 4 7 brono fons vite limpidifimus; undis argenteis rutilans ,
con[urgat ct ebulliat: T hronum C HR AS
T JHcircumiens onnesq pas radifi
portiones ("vt infra per figmam di]]unemus) quef. per canales co» aquedutius, dicoopertos tarnen,
tranfeat.[otn- éosá, letificet. £Q
uoniam apud te efl fons vite figuraliter
Zu dicit "'Thefauri
memoriz artificiofx dicit fcriptura. Et
alibi de effeélu [anclarum aquarum fcri
bitur.F luminis impetus letificat ciuiatem Dei. Et orrente «voluptatis tue potabis £05. e^4t fupra arborem T rinitatis $ anclifsima
folium col. loca Solis lucentifSimi
fpeciem baben:. Q ui Sol magne acroti
d« exiflat figura (ficut [phare atque
tres pulcherrima reuerédaq, facies fic in pdiclo igneo globo ac [plendidiffimo .$ ole, e in qualibet
eius parte appa reant:quid à cunclis
[anis omni ex parte paradifi Solem
diclum cernentibus con[bici queat. 9 uamquam enim figu rabilis in fe fit "Deus ac T
rinitas:tamen vt facilius di[caz mus,
banc illi figuram effingimus . (rca
autempradicum Solem multitudint Seraphim
difponas,que quidem quaft [ertum circa ipfum faciant,coz ronamque conficiant : ita tamen , quod mec
Seraphin non totum ambiant Solem, ne
illum nobit occultent :'Sed [n pra
Solem, ac [ub codem, «o» ab "vtroque duntaxat latere dextro [cilicet gg fimiflro: appareant ficut
in [uppofita figu ra patebit. | i De boc folio E[aias fexto cap.vidi dominum
fedenz tem fuper folium excelfum co
eleuatum,e7 plena erat do mus à
maie[late eius : e&* qua fub ipfo erant replebant tem plum: Seraphin labant fuper illud; [ex ala
«vni, et fex ale alteri:duabus velabant
faciem eius: e duabus -velabant pedem
cius:eo duabus volabat.Et clamabant alter ad alz terum,eo dicebant. San&lus . Sanclus.
Sanéius. "Dominus Deus exercituum,
plea eft omnia terra gloria eius Cg c.Et
» AU Pars prima. il s Regni capitulo Adicheas propb.-vidi dominum
[edens tem [uper folium [uum,eg omnem
exercitum celi afciftenz tem ci,à
dextris gj à finisris. (berubin autem
CHRIST 1H bumanati ambiant tbros num à
dexaris fcilicet et finifiris eius, eo» fuper ipfiuscaput fertum aliud,oblongum tamen circum ipfum
conficiant.vt infra in figura
patcbir. De throno autem CHR IST I
multa imaginari po[fuz mus eo
debemus,rot rnagis fenum moueat, eo: memoriam
excitet. Fingamus igitur
tbronummaterialem in "Paradifo,
vbirefidcat Chriftus ad instar T broni Salomonis, de quo fancta [irptura 3. Reg. x. fecit rex Salomon
T hronum de ebore grandem , e
"vesliuit eum auro fuluo nimis, qui ba-
bebat [2x gradus,eo [ummitas throni rotunda erat in pars tc pofleriori: Et due manus hinc,atq, inde
tenétes fedile, et duo Leones labant
iuxta manus fingulas : «9 duodecim
leunculi flantes fuper fex gradus , binc atq; inde . Non cfl factum
tale opus in vvniuer[ts regnis eec. 2. .Par.9.c Addit. fecit etiam [cabellum aureum. Varia autem eo
pulcherris ma [chemata in biblis facris
eg) figuratis inuenies. Hic
animaduertito, quód ebur primo: Aurum: Rotun-
ditas: Due Manus bincees inde: Duo principales Lcones: Duo ordines leunculorum: fcx gradus:
[cabellum aureum , eum [int throni
partes(quando fuerit opus)tot nobis loca da
re poterunt. In ip[othbrono CHRIST VS fpeciofus pfilijs bominum refideat,, cuins facies Solis fuper
ey [plendorem: cuius 'Thefauri memorizc artificiofze cuius utes niuis candoré excedant. Et in f
amore fcriptum babeat, Rex regum c9
dominus dominatium. In manu vei gale
f[ceptrum gemmis corru[cans:e9 in capite coronam auz ream preciofis in[culptam lapidibus babeat
. Sub thronoplanum quoddam fit , à
platea eleuatum , quaft mola
quedam,[iratum lapidibus preciofts , «vt dixis
emus , «o in bac montis planitie ante prediclum thronum 0H5 "Viutts emanet . | Defcenfo autem bac quaft monte, ad eius
radices in anz. te Chrifli eo fub
pedibus eius Beate 7Marie [em per vvirz
ginis "Dei Matris Sancti[ sime [edes con[picua fit ipft monz ti contigua ba«ens eg appodiata . At circa
ipfum montcm binc cox inde à latere
dextro eo: frnifivo , | irginis M arie
fedes multas, e& bas quidem infignes eo nobiles per circuiz tum pradicli montis difponimus,culi throni
fedentes ( Qui fpiritus fedes Dei
dicuntur ) collocamus : 1ta temen , quid
virginis fedes , qua in boc circuitu , qui montis radices cir cuit,eo ante ( hrifli pedes fita esl , alijs
excelftor pulchrior infignior fit, cubi
celorum regina, ornatu regio fulgens ,
coronam [lellarum 11 .in capite babens , Lumamq, pedibus comprimens , folis, vestita [plendore
ponatur. Aeliatos autem [ex Angelorum
ordines in reliquo buius plate diro
nimus. . S uamplateam,ceuro[am
fingimus: quam fic diuif «m
affignabimus, quafi fit ro[a quedam im ocio diuifa folia.I1a. quod rof medium fit locus ille. eleuatus,obi
CER 1T I thronum exifl it, Co circa quem
vvirgo.&) [piritus , qui diz
cuniur , Pars prima. | 3L cutitur tbroni;difpofiti (unt. | Odo aatem predicta folia: per plateam.
extendantur ad modum eorum, qua a voa
fluunt foliorum.£) urit prin cipium co
coniunctio cum rofaà pedibus T bronorum inz
eipiat. | cPrimum eo vltimum
folium «vtrique partium renun Chrifli
directe correfondeant .In primo erit: innocentium martiram multitudo [anguine rübricata . In
vltimo folio quod dextro renum Chrisli
corre[pondet: paruulorum cirz cunciforum
eg) baptizatorum vel fub lege natura per aliud
à Deo ablutorum ab original ipeccato cetus confiflat «2Mul torura autem iflorum pazuulorum capita vvix
videri pote runt, eg: ab imaginatione
inuc[ligari t quia retro thronum fant.
at aliquos videre fat erit noftro negocio.
Secundum folium dextro corref[bondeat humero Chriz fli boc tamen modo, quid retro humerum cius
aliquantuli extendatur, £o «U[quea
latere pradicti bumeri perucniat. In
boc "Dominationes fint, qui reliquis angelorum agmini bus downinatur : € uorum facilis erit memoria
, quia eas in loco digniori,e in Chrifli
dextro conftituti, co eo in loco in quo
corporalium «virium noflrarum [edes a natura confts tuta eft.
Uirtutes in [equenti folio, quod Chriflicox« correfFonz lir ponantur:[upra quam regni (ui virgam
appodiat. Hoc €rgo verbam.[-virga, «vbi
[int virtutes erit in ditium:proz pier
trorum, vverbor * [fimile principium . Pote[lates in «quarto eruat folio, quod [ura ( hrifti
dextre corre[Pondet: fura 'T hefauri memorix artificiofz fura autem quia. P figuram conficit: ideo ea; poteflates [as tis ignari po[funt . "Principatus in gue
quod finiflra cor- refpondet ure: cuius
fure figura alterum * P. dabit. quo fce
gno [atis commotus eorum recordaberis.
c/Arcbangelos in [exto ponimus, quod iviflre cox« cor- re[pondet , upra quem brachium finiflrum
retortum ad modumarcus
,c"Afrchangelos demonstrabit.
edngelos in feptimo folio , quod yumero fimiflro correa f[pondet,locamus. Hac de fitu omnium Angelorum. verum , «0t
memorie fenfus vehementius excitetur,de
ge[lis ornatu eft vestibus eorundem
multa loquemur: quibus illorum officia eo de eis qu&dam archana nobis aperientur. Dum dc -veilibus dicemus , de geslu e ornatu
eorunz dem multa fubnetlere volumus: De
vve[libus ergo [anctoz rum [pirituum
principaliter et primo dicedo , dicimus, quid
vunu[auifque ordinum Angelorum veflibus illis bunc vel illum colorem habentibus , eft induendus:
qualem colorem lapis ille preciofus babet
, qui talem defignat ordinem: aut certe
"ve[libus unuqui[que cooperiatur, gemmis lapidibusQ, illis contextis, que cuid, ordini
afsignantur.De his lapidibus preciofis ,
uniuer[os Angelos fignantes , extat vaticinium
É/ai.. 8. omnis lapispreciofus operimentum tuum . Sardius Topatius co Lafbis. (bryfolitusonix eo
berillus . Saphirus carbunculus ee
Smaragdus . € ui nouem lapides, nouem
choros ^ ngelorum demon[lrant ideft 5 eraphin, Cherubin, T bronos, Dominationcs,/ irtutes, Pote[lates,
Principatus, Archanz Pars P rima. 33 efrchangelos, Ancelos. Primusergo ordo [pirituum beatorum , efl
Sanclorum Seraphin: Primum ergo
preciofum lapidem eifdem affigna
mus.i.Sardium T'opation Cherubinis, ac [ic de ceteris.Ses vaphin igitur qua circa T rinitatis S
acliftime folium funt, accéfis vultibus
, (ficut & pinguntur) propter feruoré chari
tatis imaginentur , alisq, rubentibus : (cuius coloris eft lapis fardius) vel certe fardis contextis eg
ornatis , aut depi£tis eonfingütur :ore
itidem aperto,ac diuina laude repleto, an
us; Sancius Sancius proclamantia. |
Alarum autem numerus earum, geflus: extenfro eo: ue latio:color:eo* clamor; Seraphinorum eorum
declarant offi ea eo dignitates. Be
dena -— Cherubin , qui T hromum ((hriffi
, eo quo fuptadiximus ordine, ab «vno
latere Chrisli afcendendo [upra caput eius;
eo ad aliud latus de[cendendo ambiunt: duas alas babere; ficut eo piclores fingunt , imaginentur. que
ale virore auz ri pulcherrimo, ad
vviriditatem tendente re[blendeant:cvel
iopatijsornatae et intexta exifimentur:ac fub cuiusQ, C bez yubin facie ac mento libellum apertum C7:
minimis caratíe dibus infcriptum e[fe
confinge: qua eorum [ubtilis &2* acris
denotetur [Gientia , aut certe eorundem pennas fingulas in inferiori parte literis in[criptas effe
exifiimato. à T hroni qui fub throno
Chrifli eg) ad ipfius montis radit ces
in girum, [uper [edes difbo[iti unt, ve[libusexiflimenz tur indati rübeiset albis lineis
diflin&lis: ac guttulis refpers [is
fimilibus, [icut im diuevfi generis Iafpidicus eft «videre. F. Ed
Thefauri memoria attificiofz Vel
veflibus isli fpiritus imaginentur ex la[pidibus con textis indati. | "Dominationes fequuntur. , qua in folio
qucd dextrum ve[picit bumerum Chrifli
locanimus: veflibus chryfolitis in
textis indate ponantur: vel f*lgentibus ardentibus, [civil lis auroq. fimilibus: talisevenim coloris eft
chryfolitus. Ef & coronas aure.
chry[oliris flgentesin capite babeant: et in
manibus in/lrumenta d.uer(a, que per[onent.v.g. iram: Spadicen: P [alterium.C ymbalum, T impanum :
Chara: T esludineum in'rumentum, quod
«vocat l iuto. Cortilos: Epigeneum c7
illud. quod FTarpe dicitur. Virtutes in
equentifolio locata vestibus induantur oni
cibus intextis: cvel[ubcandidum colorem habentibus . talis eft enim onix . edtquia ifli [piritus celi
[pheras mouent: €a propter fub manu
dextra vel [imiflva, vel ambabus cuz
iu/libet corum:orbes effe magnos piclos in charta aut certe pi las qua[dam infignes ex. marmore
vvelalabaflro «vel fer- pentino vel porpbyrite,
celos reprafentanics ima ginaberis,
Pote[lates in altero folio predicto contiquo eve[l ita fimt indumitis berillis intextis,vel pallorem in
auri colorem de clinantem habentibus: T
alis efl enim Berillus.G eft ibus iftà
Jic di ponantur, qud demones ab energumenis e ab arrez piitijs (quos inter ipfos ponimus)expellere
cvideantur, ficut fupra diximus . Ob
poteslaté quam aduer[us demones exz
ercent fecundum D.Greg. pradicli [piriwus potestates nut £upntur, i;
"Principatus in fequenti folio , "vestes $ apphiris
ornatas babeant, Pars prima. 24. babeat,rvel ceruleo colore depictas. Ifli
fDiritus in manibus babeant regiones
&& regna cec. in charta depicía vvelin pe trayvel marmore vel quauis materia [culpta:nam
genti diuzr[arum regnorum nationumq,
rvariarum moderatores €) gubernatores
exiflunt, vt facri "Doclores affirmant.
Archangeli in alio no[lre rofa folio , prediéfo proximo, eo contiguo:cve[les carbunculis micantes
babeant vel ignis f'lgorem babentes,
qualis eft carbunculus. £) ui(vt praliba
umus ) "Ducibus , Principibus E Regibus j Imperatoribus, Praelatis, E pif copis, ( ardinalibus
eecinter ipfos exiflenti bus,in auvibus
loquantur:atq, ex eis aliqui:quo/dam ex diz
élis [uperioribus manducant: alij , viam digito "vel manu demo[lrent . Inter iflos]biritus ,
Michaelarmis coopertus appareat: G.
abriel cum lilio: Raphael cum "unguenti alaba flro fingatur: Et ex predicto Choro Aliqui
buccinis ad ors pofitis confingantur . Archagelus
enim «voce e» tuba dei ca net eo
mortuirefargent. Angeli in penultimo
folio, quod Jinistro humero Chrifli
re[bondet vt fupra diximus, pofiti veflibus induantur ex fmaragdis contextis -vel notulis diuer[orum
colorum conz Jperfis, qualiseft
[maragdus : quorum diuerfitate colorum,
quia diuerfis rerum [peciebus con[eruandis praponuntur tt di. f hom.docet,admonemur.Yflorum Sanélorum
Spirituis aliqui fimplices priuatosq,
viros manu ducant:alij alios am
plexentur : alij obices et [axa tollant e abijciant ,ue forte. offendant bominesad lapidem pedes fuos. Incvltimo folio, quod vetro renes (brifli
eiat , fint,vot 3 I 4 diximus, Thefaurimemorrx artificiofx diximus, Sautli circuncifione uel [cro
fignati leptifmate, *velfubloge natura
conflitati ab originali noxa, alio Dco
placatimodoyabluti, albisindwftjs circumamitii,firtisque, Albis ex floribus lilijsd confeclis,
vedimiti. Hi fimiles ^ nge lis fuereytum
propter inocentiam,tum ob corum virgin ilg
munditiam: ea 0b cau[am prope angelos non incongrue co[- demiocamus. Inter hoc vltimum folium,quod ab
«vno late re.contiguum eft primo.fons
[uperius ante Chrifli tbrenum, pofitus
pes alueum binc de[cendens trancat per difcoopertis aquaduclumyv[aue ad extremitatem «vtriu[que
folij- ea inde tanquam torrens cuel
flumen circularviter extendatur. ipaque
extremitatibus foliorum moflre rof propinquus, ima unb contiguus exiftimetur. Torrente enim
vvoluptatis potas Lis. Sanclos [uos
Deus .&2s, Q uoniam apud te c[ fons uita;
cdit propheta. | wy E ..
Finitisautem folijs nostravofz. eo pradiclorum c/nge. lorum [an&lorumq, infantium vepletis
agminibus, eo* predi &o tórréte vel
flumine reclufisco quaft munitisextra torz
rentem bunc, quem per canalem fluere finxcimus, [ex circus los fex intermedijs noftra rofa folijs
corre[bondentes imagiz naberis. | In hovum primo;qui refpondet fua fituatione
folio fecun do,vbipo[uimus dominationes
fint p a[lent c 4postoli: In fecundo
Patriarcha: In tertio* P ropheta:In quarto Marz
tires: In quinto Confe[[ores: In [exto I/irgines. "erum los:
€u5,qui contra primum eo vltimum folium, qu& retro thro. wu funt, inuenitur y hebreorum illa
roultitudine repletus Ma SIN
exiflat, Parsprima. .— 35 exiftat , de qua. fcriptum cfl, Et erat
multitudo corum. 144. millia [ignats ex
omni tribufiliorum 1/rael. Hac de fria
Numc de veflibusegveorum infiguibus , ut magis me- moriam exeitent, dicemus... : zx Sancti à pojtoli et Euangelifla: difcipulia.
domini, ui in prinio circulo [unt , Eo
amicti ndo , quo eo pingsmury
imaginentur , cum eorum inf nibus : Jdcirco.S. Petruscum clauions aftet . Paulus cum euaginato enfe, co» libro.e dns drcas cum cruce. Iacobus cum pilco,eo
peregrinantium bacu lo.Iohznnes cum
calamo atramentario, libro, &?* aquila fex:
cus pedes fuos commorante.T homas, qui manum digitum, protendatzBartholomeus cum gladio e corio
proprio fuper bumerum finisirum reiecto:
«AM. attheus cum libro c9 4n
gelovvelbomine: Simon TAaddeus cumvretibus: Lucas cum libro eg) boue. : Marcus cum libro £o Leone .
$int autem animalia bec quepropé
Euangeliftas difonimus, £uange-
li&karumque omnium veflimenta oculis vndiá, plena. co «unumquodá, corum [enas babeat alas. In [ecundo ('irculo, «vbi funt * Patriarcha
et Sancti Pa tres veteris teflamenti:
Abraam [it cum magno gladio. Ifaac cum
fa[ ce lignorum e ariete.Iacob cum [cala,quam
vviderat,eo lapide fuper quo dormiuit,g9 baculo quo "Utez batur.SN'oc cwm archa lignea. Iofeph cum
corona [ceptrod : Moyfes cum lapideis
tabulis eg* cornuis fulgentibus cum
virga pc.e bel cum baculoyeo* agno. Iob cum cicatricibus filsétibus.lofuue loricatus cum enfe: Bhinees
cum gladio uel. mucron-eSan['on cum
columnis:el'afimi maxilla, ucl val :
uis:et 'Thefíauri memorixz artificio(c uis:et cum Leone mortuo . fNaboth cum
lapidibus . Gedcon cum "vellere
buccina ados pofita,lagena , &) Fiydriacum
lumine in ea abfcondito . Iepbte , Caleb, Eleazar, T obias, Baracb,alij 4, cum torum ivfignibus. In tertio (Circulo, vbi funt Vrophete.Dauid
aflet cultu regio fplendens cum cithara
-velp[alterio: Heligs Zona in- dutus
pellicea,cum igneo curru . Helifeus caluus cum. Helie pallio,baculod .Samuelgrandeuus cum olei
cornus gemensa, fingatur.1[2ias cum
erra. bacuc cum Angelo, qui eum in. capillo
capitis in Babilonem a[portauit. fieremias cum laz pidibusDaniel cum pila evel ma[Ja quam fecit
ex. pice adi pe «v pilis,eg coctam in os
draconis proiecit , ac fic interfez cit.
Dan. 1 4.cAfmos cum vecte, qua ab Oziaper tempora transfixus efl.Ionascum cete, ac
hederevamo.Hi omnes in manibus ramos
babeat oliuarum,quibus Victoria, quam de
mundo per[equente adepti [unt , fignificetur. In quarto Circulo Martires Sanctirubeis
fericeisá, «vez fHiantur indumentis,
manuq, palmarum ramos tenentes:et cam
infrgnibus imaginentur.ru.g. Stephanus cum lapidibus: Laurentius cum crate ferrea: Clemens cum
anchora: Sela $lianus cum telis eo
fagittis : Cofmas eg: "Damianus cum
aureis ua[culis. Ignatius cum corde in[cripto . * anctus Pez trus mart.cum. gladio fupra bumerum .Blafius
cum pecti- tibus.G eorgius armatus. In
ilis autem principaliores cica- trices
(quibus aloriofum pro "Domino fanguinem fuderunt) fplendentes appareant. | In quinto, Sanctorum ConfeJforum catus,
viridibus ins duti Pars prima. | 36 dui fint ve[libus ; fericeisq, eo cum eorum
infignibus exis ynentur .Idco.S.
SN'icolaus cum tribus pilis vel fpharulis
evel mafsis aureis afciflat Martinus cum gladio [cindente clamidis partem. Gregorius cum regno eg
celumla ad au. res. lofeph cum virga
florente . Ludouicus cum corona egj
feaptro.S. Hieromymus rubeis vestibus indutus , et pileo, nuz dopeclore,[axumq, manu tenens,et cum Lcone.5.
Domini cus fuo indutus Palin cum lilio:
Stella in frontesmundo fub edibus: cane
aculam accen[am ore tenente JT boraas no-
fier cum cappa stellis vndique plena.V'incentius cum manu digito, ad modum concionantis minantisá,
protenfis.S.Fra cif cus cum [ligmatibus.
S. Bernardinus cum nomine YESV. in
libro depicto. Inter C onfe[fores:
Epifcopi Mitra ornentur: à rchicpiz fpi
Arce: Patriarcha cum arce [upra pectus tran[uer[a: Pontifices maximi regno C7 pluuiali,cvel
cappa fericea.£ b bates curn difciplina
fingantur. In fexto irculo ; qui finiftrum CHRIST! Jbuneriz re[Picic, proximus inuenitur foiio, in tton
e^ ngc iy5 ir gines [ant,qua albis
induta fint veflibus,liliaá manibus te
pentes imaginentur: Interqs pedes corum [ibtusq ,Z erra ui re[Gat fronde[cat. c floreat. Ibi . (
baterina A arüir ca rotis appareat: ^
gnes cum agno: Cecilia cumorganis Lucia
cum oculis c9 pugione in gula: Margarita cum dracone: Do rotb. a cum Jportula fiorumm: Barbara cum turri:
à gatha cit forpicibus. c be omnes cum
palmis. $. € 'atherina de Sc nis cum
libro: cracifucoQ uin manibus. etera[que V. irgiues et Am
'] hefauri memoria artificiofze
etiam non martires,bocin loco difbonimus. etro thronum in magno circulo illa bebreorum
maxis ma multitudo ab ce » de qua
[upradiximus : vve[tibus fit induta
viridibus : nam fide «7 gratia pleni ffe
futori Meffia [alui facti funt.
Hos omnes [peciales circulos , in quibus diuer[os [an&los repo[uimus : ('irculus quidam eos omnes ab
extra ambiens eo includens imaginetur
latitudinis decem «vel viginti cus
bitorum:perquam circuli latitudinem ,"vclut per a'ueum et di[coopertum aquedutium aqua fuperius pofita,
eo per ca- nalem ibi de[cendens, per
totum circulum perfluat ej) diz fcurrat
: ot qui fuperius [unt Sancli: e qui infra ponenz tur à facris vnda quafi letificari pofcint
prout figuraliter dictum efl, Fluminis
impetus laetificat ciuitatem Dei. Extra
bunc circulum,in quo aqua di[currés,omnes alios
ambit eo circuit: extra inquam circulum,co: circa omuem fuipartem , omnium Sanélorum innumerabilis
multitudo appareat: uirorum fac
mulierum, paruulorum ,Iuuenum, fenum oc.
de qua [criptum eft ^ pocalypfis. [eptimo cas
itulo. : Vidi turbam magná ,
quam dinumerare nemo poterat, ex omnibus
gentibus ez) tribubus co populis & linguis flam: tes ante thronum: [n quorum copioftfc
imamultitudine ,aliz. qui fimt auratis
induti veflibus Adulti indumentis glauco.
colore depictis: e/lij croceo achanto: Á lij dif coloratis vefli bus: eo ali alijs eoc. | Aetro bos [anélos, [pacio quinquaginta vel
potius cena 8n ! tum pez Pars prima. um tum pedum, murus quidam omnem circuiems
clauden[aue plateam, imaginetnr.qui
lapidibus expolitis eryflallinifque
compactus eo contratius oxislimetur. bc eo in loco, qui dis recle contra thronum ve[pondet : ideft in
throni faciem rc- fpicitampliffima
porta:pulcherrimad, imaginetur, plena in
troeuntibus viris ee mulieribus , qui omnes albis veftibus: fertisq, in capite pofitis,credantur introire. T'urres auters inprediclo muro Paradi[um
circundana té;quodam interuallo
interpofitoue bacio difpofite lapidia
bus pr«eciofts edificate imaginentur.
Hec de ampliffimis locis di&fa fint, quibus addere «vel eninuere quifque fue arbitrio poterit. ; "s
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Jun - P, r m Dassprima. - v 38 .ADDITIONES QVAEDAM AB eodem. F.Cof.Roff.in vberiorem Ce-. :r li empyrei declarationem, . 7e Icut [uperius, de inferno agentes ,
quedam «ROI addidimus, ratione ibidem
addulia:fic eo A de Paradi[b
[cribentes,qua ad eius amplioa , xi rem
notitiam pertinent C que eruditione
nostram ad augeant, bic infra addere eo [ubneclere-volu mur: evt non dumtaxat leclori memoria
artificioe notitias detur: verum gy)
eorum , q eius gratia ponuntur, inferatur
declaratio,e** conferatur notitia: €) uod eg ab[onum mini ve erit: cum eorundem plenior intelligentia
&7 copioftor de "laratio (que
alias nobis perutiles funt) noftre ctiam memo
rie multum prode[fe pofint .. Sic etenim artificiofius fubti- lius atque celerius pro locis atque verum
commini[cendarum imaginibus eis vti
poterimus:Q uod fiquis amplius contens
dat: afferens illud Hhratij Flacci dicti :SNon erat biclocus: audacter illi repondemus: Prater cam,quam
diximus uti litatem,etia m bisque nunc
addimus, ft confiderare uelint, inueniri
multa non fuperius pofita , qu& noflra arti defer- :Wwiat.Ceterum 2 quibu[dam amicis (quibus bac
negare nez cefitudinis gratia baud
potuimus , fed nec debuimus ) ue idum
impulfi:(ed eo pene coacti fuimus, R eplicare auté qua «dam fuperius dictanos ip[c rerum ordo
coegit.In[erere vez -rohéec egxea inter
illa difbonere,qua de eodemcelo Espy
«rto fuperius diximus, qi fuo proprio ponere loco,ip[a teme xax ; ES pors 6
" Theíaurimemoris artificiofix
poris breuitate eo inflantis negocij occupatione: a aua iam im profiioni intendimus prohibiti fumus. Diligés
autem lector, qua ad pxopius mernoria
avtificio[e attinent incrementum,
extraher 6,7 reliqua. linqucre,que alio tempore: alio coma modo atjue occafi one legere poterit, De Caclo Émpyseo Péndiógde Beatorum, .: quem bic.à latere: pingere fecimus: deá ;xdiftinétione partium, manfionumq; Sur ac de Sanctotum omnium in eo ditpofito rüm, », diuerfis ordinibus. 3: 19^ "3 3 M Oclum E Mbyéuh fupremum e eft:cUt pott
fu per omnes alios celos,in ipfa
creatione con ditos pofitum eg)
conflitutum:quod Ph5lo- wwe) [o phii
ignorauere . IN et fi naturale quodda
'exiflar: materiamá, "vt cetera alia (licet excellétifimam) babeat, ct concernat , quia tamen fenfui à à
quo noflra orar «cognitio (vut Arifl.
ait ) nec directe vel indirecte [ubieélis
Worunt : idcirco id non intellexere.e[l ergo hac de caufa: ot *D.T bo.placet: 9 uid intelleciuale , quod
bumana ratione dnuefligari non poteft
cum non [ubijciatur vifui.[ed "Diui-
^nus ille Plato in Pbedone à átq; quaplurimi ex academicis ip fum Platonem [zquentes,tam pro male,quàm pro
bene me wentibus : alias alibi iflis
terre[lribus manfionibus vel in[rs
quiores cv excellentiores , veletiam deteriores «9 vilioz 1 » y^ res pif Pars prima. : 39 ret: pijs elimpijs praparatas e[fe € viquad.m
veritatis occulta commoti) fateantur .
Mercurius quoq; T vif megi- flus, dum
moreretur hac derc(aliquid veritatis eo ipfc pvo cul olfaciens) ad optimam illam beatamá,
Ciuitatem vez gredi ee ingredi [e po[Je
(Calcidio referente) ex iflimauit , €)
a[[crit. Pytbagore infuper fententia ad metrum reduz a, boc ipfum re[onat et demon[irat. Corpore
(inquit) depo fito,cum liber ad etbera
perges , €uades bominem , fatlus
"Deus aetheris almi. (um quo Platoeadem difciplina imbuz tus in P bedone dixerat. € ui pie pra cateris
vixilfe inuez miuntur, biex bis terrenis
locisitanquam 6 carcere foluti ad
«ltiora tran[cédunt, puramá, fupra terram babitant regioz nem, cvLi premium pulchrum eft, ce fpes
ingens. | De hoc ergo noftri Theologi ,
facris difciplinis imbuti,fe curius
latius e. expre[fius differentes co pertra&lantes, id J'upremum celum , ficut c9 nos fupra diximus
. ee in loco dumtaxat per accidens , ac
per partes: eg beatorum bomi- num magis,
quam c/fngelorum locum e[fe;ad congruitatem
contemplationis, non nece[sitatem e[[e a[ferunt :concreatum an[aper materie informi Immobile maxime :
formale: 1n -«orruptibile :
Lucidum,quamuis radios vifibiles nobis non
emittat: Influens in inferiores: eg» in ipío influxu ad ordine [ubflatiarum pertingens,cum [ine motu
influat,ut D.T ba. in quolib. afferit .
V'irtuefiffimumque et maximum corpos rum
e[fe affeuerant. ——— X Et boc: in loco
corpora beatorum futura. e[fe dicunt . ^
uod cm iam olim illico creatum Angelis, iuxta Strabon TA e pes
"l'hefauri memóritz attiAciofte
eo Bedam, repletum fuiffe dixerunt. Ffoc éro celum in facra fcriptura eo à [acris doctoribus
diuerfis ominibus ob diuer[a myfleria
nuncupatur. ]NL'am locus [anlus dicitur,
quia vere fantla [actorum exiflit:in quo [an&li omues, fan élum [anctorum perpetuo facie ad facicm
intuentur Qo» con templantur. | Mons domini , monscoagulatus , nons pinguis
dicitur. Mons inqua, quia à terra maxime
eleuatur;et a terra terz renisd, as
exemptos recipit. | *"Domus eterni
patris,quia ibidem omnes e/Angeli e) bo
wines fw "Uno et fupremo patrefamilias *Unius Ynoris €xz iflentes,recepti funt,recipiuntur, c in
futurum recipiétur, «t ait Diuinus
P(altes,Q wi habitare facit vnius moris in
domo.et lili: In domii domini ibimus. Et Seruator nofler, Andomopatris mei manfiones multa [unt. Kierufalem propter eternam claramá, pacis
fuprema *vifionem et fruitionem.'De qua
D. Paulus:illa que furz fum eft.
ferufalem Ciuitas [ancta . Ciuitas "Dei dicitur , propter oniuer[orum , fupernorum Ciuium
"vnitatem.Glo riofa, ait
"Propheta, dicta [unt de te ('iuitas Dei . De qua (imitate Excechiel atque Iobannes
Euangelifla. , mira los quuntur ,et "vndiq;
plenamyflerijsque fere omnia, bacinpi
&turaponere enixe curaumus.
T'erra in[uper "viuentium appellatur : quia illorum eft , qui Aqua "viua, gratia.[.C H R 1S T lin
vitam eternam falieate,in bacuita
mortali de gentes potati et repleti fuere.
Quia in ('elacviuentes dicuntur, quiarvita naturale que zd qynione
Pars prima. Wr 4 «nione anima ad
corpus conurgit, fed tamen reformata et.
fpirituali feliciffima c7: beata perpetuo viuent. € ui ue inz : faper uita gloriofa on folum corpus, [ed
amimam beante in. eiernum viuent. Q ui
demum deo viuo omnium "vita bea. tifima:cviuunt et perfruumtur. T'erraitem promifionis dicitur quia fanctis
bominibus. repromilJa
, et ab ip[a mundi conflitutione preparata, ab ip fà Saluatore afferitur. Beati inquit Mies,
quonia ipfi po - frdebunt terram. Regnum celefle,in quo Rex Regit, et Dominus
domis nantium, [uam fuis gloriam regni
perpetuo donat . € uo in: ANeguo reges
omnes illos confliruet, quos benedicit, dicendo. V'enite benedicti patris mei , percipite
regnum eec. De hoe .
autem pluribusin locis facra [cripture mentiofit.t ibi, Re gnum meum non eft de boc mundo. Memento
meidum ve neris in regnum tuum. Ego
dilbono «vobis ficut difbofuit mi. bi
pater meus regnum,cc. Coelum celi ctia
vocatur , vt ibizCelum celi domino. (e
licelorum te capere non poterunt. uet
Caluns Empyreum.i igneum à T beologis dicitur, nom propter ardorem ignis , fed propter corporale
lumen in co diffs[um. | "Paradifus uoluptatis, vt in Caechiel.
Im Paradifo Dei mei fuifliet in delirijs
paradifi dei-et Chriftus: Elodie mez e;
eris in Paradi[o.*Na et fi de Lymbo [anctorum Patrik dixerit VE S V S, obi Dei gloria reuclata eft
[anctis,mul- zo magis de carla empyreo
hoc nomen conuenit : cum ibidem
[upra Thefauri memorix
attificiofe fs pra perpetuo fint Dei
maie[latem contemplatusi. ; — Hortus
delitiarum prafiguratus in [acro Genefcos lis
bro. De quo Iocl.1.a-quafi hortus uoluptatis.e7 cant.s.a.cve ui in bortum meum [oror mea, [bon[us [bon[«
dicebat. In boc
autem (slo [unt cAltaria illa,de quibus, c/Altaz: ria tua domine coirtutum funt Manfiones diuev(e
. [anélis c^fngelis &o bominibus
date vel dade [unt e illa felicifz: fima
tabernacula, ad 2 [u[pirans Dauid, aiebat, Q uam de. lila tabernacula tua domine virtutum
»concupi[cit eo dez . ficit anima
mea.Esl eo men[a, de qua, [edebitis fuper méz
fans meam in regno.-meo . &* fuper qua cibus €» potus inu: wifibiles , qui ab bominibus "videri non
po[Junt , exiflunt - funt et ibi [edes
et throni, vbi [edebimus,et difctumbemnu:,
pracincfo domino et tran[eunte, et miniflrante vt ipfemet clariffime a[[eruit, dicens : Amen dico
vobis, quid pracinz get,fe et faciet eos
difcumbere et tranfiens miniflraLit illis.
Hoc ergo Celum pingttes, et in cius figura, et in bisque ia co gontinetur ea [equentes , que a [acra
[criptura, maxi sne Ezechiele, et
Iobanne Cuangelifla de eo, nb nomine Ci
uitatis Sancte et Hieru[alem nous, defcripta funt:in qua- tuor partes dinidimus iuxta quatuor T
urres,quas proportio. nabiliter et eque
diflantes,in circuitu ('iwitatis, diuerfts in
locis diflinximus Nam ct fi B. Iobannes dicat in quadro initatem pofitam e[fe nonin civculojmos
pifure atque pis Gori confentientes ,
circularis figura, "ut pote,capacioris ea
finsimus,et pingere fecimus : fed tamen. eius circuitum in quatuor difinximus partes,iuxtà quatuor
turres,u t dixi- APR us vt Pars prima. 41 must [faltim boc viodo ciuitatem in quadro
pofrtam effe: fgnificemm. à In eiufdem autem ciuitatis [uprema parte ,
fupraarbos. rem vita ameniffimam:qua
fupra monté in "Paradifi mez dio,vt
E sangelifta Iohannes docet locauimus [olium fans £e Trinitatis eleuatum et excel[um,iuxta E
[aie *vaticis nium : quod multis
[erapbinorum [ertis circundatum poniz
mus . Quod folium inaccefüibile gloriam dicimus, qua Deus inbabitat,iuxta D.Pauli fententiam . uilucern inbabiz tat inaccefsibilem.De bac autem luce eo
lumine, dominum amiclum dixerat Dauid:
Amitfus lumine, [icut uefliméto. Flac
ergo in lucem , eo in igneo , ut ita dicam, globo (nam "Deuswoster eft ignis ardens) e in boc
fupra mundano So- le,à quo lumen omne.
creatum emanat , tres [eciofiffimas
facies , tres per[omas in*vna deitatis fabflantia: perfonali. dumtaxat. differentia, diuer[as finximus non
quid T'riniz. tas peronarum effingi
pofsit, fed vt ex hoc aliquid maxiz, mé
noftro negocio de[eruiés addi[camus . Ab hoc aut& fupra celefti fole ceumundus à noftro: ita ( fed
faliciori m odo): vvniuerf a fanéla noua
cox [uperna illa. Ciuitas illuftratur. Q
uod nempe lumen diuina gloria nobilifeimi illi ciues fus perne (Ciuitatis perpetui babitatores
po[fe[Jores ac comprehé fores, indefelJe
ac perpetuo contemplatur, fub boc folio arbe
rem vite prediclam , fraclibus duodecim exuberantem , videbis. E CHEM (s x | Dein montem , domini montem coagulatum et
pingue, montem in quo beneplacitum efl
Deo babitare in co , confi- 4L derato: Thefauri memoriz artificiofe derato:[upra montem C H R TS TH, T bronum
iride pul cherrimo.ot lobanni
[ancliffimo placet, circundatum pin
ximus:in quo [cdere Ecclefia confbexit,quem adorat mlt tudo c Angelorum . Hunc etiam ad inflar
illius,quem $ aloa. mon fecit,ob multa
myfleria difpo[uimus. Atcirca CHRIST 0H
7 hbronum,in terra,ut ita dica.i. circa
locum illum , in quo predicta fedes pofita efl, quatuor illa animalia Euangeliflas fignificantia,
oculis vndis, ples n4, fenas alas
babentia cernes. | e/Ante vero T
bronum, e fecus e/dgni "Dei pedes, fons
«viuus emanat. ui fons in torrentem totius voluptatis pro E lapfus, per omnes Celi Empyrei partes,ad
electorum omz nimodam [ocietatem,
[obriamá, ebrietatem difcurrit. Sub fonte, nec non (9) [ub monte, qui vniuer[
celefli prominet urbi, eo in medio T
bronorum quos binc c2: inde fedentes
diflinximus l'irginem Dei param,duodecim ful-
gentium flellarum ornatam. corona , amitfam Sole [ub pedibus Lunam habentem ,rofarum falcitam
floribus; fli patam malis.vite florente,
[uauitatem odoris fruélificante,
candidisá lilijs circundatam. Palma €) Cedriiucundifüi- yia wnbra prote£lam . Cinamomo ce Balfamo
mirum odo vem fragrantibus obfitam,multa
ob myfteria confiderato... ub monte, in
quo refidet Chriflus:ac ipfius montis cir
cuita, T bronos locauimus, En[em et lances tenentes quibus duflitiam Dei [uper illos [edentis e Jua
iudicia deceruétis, prefeforant er)
fignificent. —— | Jub T bronis,quos ad
radicesin circuitu fedentesfinxiz
mus Parts prinia. 4 ymus [ese
veliquos ordines conflitutos "videbis in fex artificio fisfolijs quaft cuin[dam vof? C HRAS T Ly
Thronum eo» montem in anteriori parte
dumtaxat ambientibus. cl dextris autem
CH R I S T l incipientes et inantez
riorem partem paulatim c [ucceffine procedentes , fecuna da Hierarchie Angelos ponimus,loca vero
finiflr is Saluaz toris corre[Pondentia
vltima Hierarchia [Diritibus repleta
pro[picies. Uerum bic animaduertito diuerfitatem fitus e loci varietatem geftuum e infignium
"ve[liumá,, diuerfos colores
eorundem diner[os ordimes : propria ac principaliora officia (prout in piclura fieri potuit)
declarare. Illorum ergo Angelorum ordines
, qui ad fuprema pertis nent Hierarchiam
, quoniam in Deo primo ez: vniuer[ali
principio,rerum cau[as immediate contemplatur, idcirco in fublinsioribus locis in tres ordines
diflinclos , c2 Deo vici- niores
pofuimus. Nam et Seraphin Dei folium ambientes,
*vvt E[aias dixerat, fignauimus: ( berubin vero T bronum Chrifli à [ummo vv[que deor[um ambientes
finximus . eJ demum T bronos monti
Chriflum Dei ee bominem exciz picnti
proximiores,immo co contiguos con[Hituimus.
Secundam Hierarchiam , qua rerum cau[as vationesi, tanquam ab vniuer[alibus caufis dependentes intelligit
in inferiori frtu.i. ad (brifli dextram
locanimus. T'ertiam,quavationesrerum
tanquam à proprijs caufis dependentes ,
&» quatinus ad particularia applicaz tu, in
tuenturyad eius fi niflram fi 'gnauimus. : Colores autem vvellium pradiclorum
Angelorur, a: ge 1 fu; L
Thefauri memori áttificiofze flus
corum diuerfi 1 quadam ipf orum Leatorum [firituum |offic ia Arc an44 multa nobis referant atqi
declarant. Nam (o curauimius "ot
ve[Lium colores quilus diuerfos e-4ngelo
rum: induimus choros ignitis illiscorre[bonderent lapidibus, qui bunc vel ilum chorum defignare po[Jent . |Nouem au- tem
praciofi lapides funt , ut im Ezechiele legimus, qui noz uem. Angelorum ordines: Gregorio
fancloexponente figuz rant,eg fignant .
"De quibus ipfe vates 28. capitulolóqués
aiebat: Omnis lapis pracio[us operimentum tuum: Sardius T'opatius, gj Iafpis: Cryfolitus Onix ev
Berillus : Sapbi- rus Carbunculus cé»
$maragdus: N [upremo igitur pracioz fà
lapide incipiétes cvnicuid, ordinum vnum affignauimus, quem e in [erto cuiu[libet [iritus in ipfo
frontis medio. ful gentem anneximus , co
in[eruimus. Florum vverolapidum colores
diligenter exquirentes veftes cuniu[cuiusa ordimum ei[dem coloribus tinximus, quibus ipfi
lapides emicant e refalgent Sed ne de
coloribus praediorum lapidum oriatur
pagnasmexe ta ipfe fallaris,memento quid fere omnium la- pidum ignitorum atq, fulgentium non una
tantum, fed di- uer[z funt [pecies eo colores.)
uorum lapidum colores illos elegimus,
qui vel varietatem ponerent, vel myflerium f
gnificarent .c/4t cuius coloris vnufqui[que illorum exiftat; in libro noflro de avtificiofa memoria.
diffufe traclauimus. ibidem ergo
pradictos calores qui voluerit requirere. eg lez gerepoterit . Hic autem [at erit incAngelerum
vveflibus eos micantes pro[picere. C
oloribus ergo pradictorum lapidi, qui
tam facile ab infpectoribus con|biciuntur, —
ad eo- Pats prima. 43 ad eorum fignificationes proprietates
effectus, properates: quo my[Lerio
lapides ifli preciofi Angelorum ordinibus con-
ueniant , paululum infiunare , cg breuiter libare in aniz "De Seraphin loguentes,quos circum dei
folium in [arti modum difbof uimus,islis
Sardius myslerio conuenit. Hos autem
finximus omnium pulcherrimos,ac rubeo colore ful gentes:quo colore itarum ceele[Hium métium
feliciféimos av dores , eg» ignitum
amore gratia Dei bonitate fignificarez
mus.Seraphin enim ardentes vel incendentes dicuntur . In corde [axi praditli fardij lapis imenitur: Et
gaudium act" dit: T'imorem
repellit: Reddit audaces: E xacuat mentem:
€ [ anguinis fluxum re[lvingit: At per fimilitudinem Sera phicus ordo in (/briflo petra , per quem ipfi
c omnia «9 in qua principio vt cfurelius
Aug. exponit, creata fant. flabi le
funtlamentum habet: eo tanto ceteris cdngelorum ordi nibus excellentius, quanto pra illis in
natura, c gratia ] uülz limiorem
obtinuit gradum:In corde autem deicateris omni
bus pre magnitudine amoris "viciniores inueniuntur. Q uid, [Diritus ficut pre cateris A ngelorum
agminibus in dei amoz rem feruntur
ardentius: ita €» pre cateris letantur iocutiz
dius.Ceterum pradictas [ardij proprietates effectus perfez «&lionesq, [upereminenter tamen ita
continent poffident & con[eruant:rut
non tantum illas perfecliffimo modo(rvt poz
tefupereminentia) illi d fed occulta quadam cvi vniz uer[as illas ab inaflimabili ea qua ardent
charitate ( à qua denominantur ) fi
per[Picaciter confideraueris, liquido
noueris "I hefauri
memoris& artificiofíx noueris
emanare. Q uod longum effet edicere Fla auté fav- dij proprietates preditle co clarius $
eraphbin incffe a noflro materiali
intellectu(cot Dyon-*vtar vverbis)eor[picicntur:fs bominum illorum, qui boc feraphico per
participationem arz dent amore;
perfectiones confiderétur . ui cnim feraphico
c7 diuino ardet ainore : gaudet in domino femper:nec unz quam tristi [uccumbit cogitatui: €) uia non
contriflabit iu- Slam quicquid acciderit
ei. qN'on timet quia charitas foras
amittit timorem.cfudax velmelius fortis redditur, quo arz daa pracipue pro dei amore aggrediatur. ]N à
operatur maz gna, fi amor eft
dixir.S.G1eg. Acumé poffidet mentis:quia
unctio eg [piritus paracletus,quo dei amor , e charitas in cordibus noftris diffunditur:omnem edocet
"virtute, eo: oma nia.(uggerit
[anuinem,velut [ardius amor ifle, fi in corde
geftetur,reslringit:immo e7- voluptatem omne reftringit: nam omnia [peruit, eg ceu ffercora carnem €)
[anguincm cov vniuerfatemporalia
arbitratur. "Predicta Seraphin
fenas alas babentia, vt £faias.6.
edocet, pinximus. ]N' dua ale, qua extédantur in altum, diuinorum contemplationemyqua corum naturam
tran[cen dant fignificant: qua
"vero circa eorum corpora : cognitione
propriam ac naturalem defignant.Postremo ale ille, que in inferius protenduntur , e profluunt
inferiorum rerum coz gnitionem
denotant. ( berubin (quos a fummo
"v[que deor[um: ab vtraque parte T
bromi e fedis ('hrifli quaft deflu£tes fignauimus. ) | J'opation datar. Ergo colore etbereo ata,
in auri pakorcm declinante, Pars prima. uT 44 declinante,refulgeant.T alis efl
.m.T'opation. Hunc autége minis coloré
illam non tantum corum,'vt ita dica, Etberca
fcicntiam naturalem, ep propriam, qua «9 pra cateris,in férioribus firitibus egregius potiuntur ,
defignare. dicimus, Jed principaliter
[uper celeflem eo» [uper naturalem. bea
tá atq, diuinam,'ot pote charitate fulcitam,qua adepti illi o fuere,cum primum ad beatitudinis gloriam
peruenerunt. Hanc autem [icut co priorem pra inferioribus
fhiritibus frm. gularius eg) egregius
pofsident. | — Jflam vero geminam [cientiam:
qua pre ceteris excels. lentius pleni
funt, cum-vicinius quam cateri inferiores Dci.
claritatem contemplentar: non folum gemino colore: fed & duabus alis in ei[dem depiclis : ac infuper
pennis alphabeti. caraclevióus
infcriptis : a demum libro aperto fub mento
difpofito , legentibus «9« in[picientibus demon[lrare coacti , fmmms. c n yis d "Pradicla autem gemma T'opation
dicla,quam C he-. rubinis afsignauimus,omnium
gemmarum. amplifima cl, ee "velut
[peculum circunflantia, atq, pra[entia recipit eg» reprefcntat: qua co Lunaticam pa[éionem
amouct. Tiff iz tiam ambigit. Iram
fedat.Dominatur libidini. ('outra moz
xios motus, frenefim,e fubitanea mortem «valet. Vndas etiam feruentes compe[cit,ee ebullire
probibet. In borum enim e^Zngelorum
egregia [cientia,qua eclut
clarifiimum,necnon e puriftimis Jpeculum fulget,pre[cnz. tia omuia,nec dicam multa
futura:tum inferiora : tum [uz periora;
(que tamen ad illorum pertinent gloriam)emicant. Q ue ue
Thefauri memoriz artificiofx 9
ueue fcientia amplifima quidem cfl , nam eo naturas lia ifle celeftes effentia norunt: eo fuper
celeflia pra cetez ris inferioribus
per[picacius intelligunt : eo contemplantur.
Verum qnia pa[fionibus quibu[dam, vt pote concupi[cé tie vel fimilium: nec tenetur, nec propter
[piritalem natus ram teneripo[Junt : ideo
ille que T opation attribuuntur per
fééliones, qua buiu[cemodi paffiones [upereminenter tàtum iftis [piritibus conuenire credantur . Eorum
enim [cientia auro charitatis decora
excellentiffimi gaudij in eis cumulii
generat. Letatus [um, quoniam antecedebat me isla [apie- tia Dixit qui ciuft dem aliquantulum
particeps erat. Mun: disfimos etiam eos
atque purisfimos reddit, non contra libi-
diné,a qualonge aliena eft eorum natura, fed contra ignora tiam.) uod eorum nomen defignat. [Nam C
berub. Pleni- tudo fcientie dicitur. — |
ing Nec nobis obflat qd Iob.v.dicitur.
(Celi non [unt mun di in con]peálu
ciuset alibi.2 s.capituloflelle non funt m&- d« in con[peclueius immo nec lucent . co
illud quarto cap. In cAngelis [uis
reperit prauitatem.Cum eiu[modi nom per
realem pofitionem,fcd per comparationem dumtaxat intel tellisi debeant .[Nameelorum at, Stellarum. .
c mgeloz rum munditia eo puritas : Lum
eg: [plendor f Gientie:bo- nitas eo
anclitas eorundem; ad Dei ineffabilem mundie
tiam, puritatem, claritatem lucem inacce[sibilem, fcientia eminente bonitate, fanétitudinemq, relata
immunditia et impuritas, tenebra et
ipnor&tia, atque prauitas pene appaz:
rent etreputantur. Hanc autem munditiam et puritatem, 5 qua
Pars prima, 43 uA ifle preciofus
lapis operari dicitur, quifquis noftrum k
| [oa (herubice fcientia particeps fuerit nanci[ci poterit. namo: de diuina fapientia dicitur .
"Primi ej puriféimi frutlus
illius.pro.3. €7 attigit vvubiá propter [uam mundis tiam . 9) ua ce mundos ca praditos
conflituere poterit. Re liqua in[uper
perfectiones attribute T opatio.per quandam
excellétiam ei[ dem cngelis attribui debent. erum enim evero in bominibus buius [cientie
participibus e& omnes et fingula
apparent manife[Hus et intelliguntur, faciliu: ficug ev quilibet ex [(z deducere, eo intelligere
poterit. T hronis,quas ad radices montis ipfum circumdantes
los canimus, Iafpis conuenit. Hi
cve[libus gattulis vubeis atque
fanguineis re[berfis veflHiuntur. uo colore ipa diuina iu[1i tia, cuius ipft [unt [edes, fignificatur.Q)
ue etiam in gladio eg lance: qua in
eorum po[uimus manibus apparere poteft:
ifli enim [untycvt 'D.Greg.ait;in quibus,-vel per quos iudiz cia [ua decernit "Deus. Hos autem
[edentesfinximus,ut ta li L tu ac poft
tione nominis corum ratio eg interpretatio ba
beatur.]Nam Y bronus fedes,cvel folium dicitur. A ttendiz te que[o qualis fit [edentis iudicantisq,
dignitas : cum fedes eum excipientes
nobilifima inueniantur. Iajpis autem
febres propul[at: FIydrapem fugat:fanta[-
mata pellit T utum bominem reddit -Infirmitateso, dicerz nere facit. Index ergo ille,qui [uper thronos
iudicas iuslitit refidet, laj]ide boc
[piritus ornans , cvniuer[os infiruit iudi
ces:vt ab anima fecbribus,ab Ef ydropi maxime:que auari tia efl alieni : timore "ullo pauidi:
nec ullo agitati exiftant | | | A
amore: | Thefauti memorix
artificiofx amore:eos domum vt
infirmitatum iudicandorum diuerz fas
fpecies grauitatemq, diligenter exquirant:deinde petptz dant ,di[cernant,ee» iudicent. Iu JFerum,ne in longum hec nostra protrabatur
oratio, eo declaratio , ne3e acri
ingenio preditis inferre mle[lia, nec
non co defi dibus «2 cra[J Minerua bominibus nimis f? uere videamur: de inferioribus ordinibus ad
mcdiam et po firemam Hierarchiam
pertinentibus traclaturi, methodo
"Uti in animo eft. ' | | |
Dominationesad C HR I1 $T I dextra difbofite , q alijs dominantur [piritibus, qued, alijs
imperam e impe rio dirigunt, auro e)
gemmis ornatas e cveftibus vetinétes
fimilitudinem auri atque marini coloris: quibus cbryfoliti colores imitentur ,pinximus . In borum
Angelorum proprio! nomine dominium , quo
alijs pre[unt liquido intcl'igitur. 9
uod ee [upercelefle effe. qp) charitate perfufum a[Jerit iphus cbryfolitbi marinus ee celeftis color
,in auri pallorem declinans. 065,
SURAN Vna autem (hbryfolithi-virtus, vt
de cateris tacea, efl contra no£lurnos
valere timores, co: tanquam ignis fcintilz
lare, radiosá, [plendentes emittere. Ergo [pendere virtutis bus:eo contra timores cvniuer[os etiam
maximos : per noz &lurnos pauores
fignatos conf lanti animo qui alijs domina
tur exiflant,co intelligant predicto chry[oliti colore celes fli quomodo à celorum domino data eft illis
omnis regnandi pote[las: Per me reges
regnant. |
F'irtutes, qua celorum mouent C agitant ide ob ; id it
Par$phONA oU! ^ 46 id in eorum
manilus vides effe depiclos . Q ud, virtutes
miracula faciunt : vt D.Greg placet ,ve[l ibus circuman is ciuntur,buman& ronguis fimilitudinem
retinentiLus. «7: oz nicis colere
micantibus. Hoc autem colore pene bumano ofué
ditur:quia predica officijs in bominum bonum funguntur, cum il!a virtutes bumanis tum internis: cum
exteruis(licet diucrfi mode )faueant
viribus atque virtutibus . € uisncz
[ciat eas fuere. corporibus cum celos moutant,atque cof dé animabus fuccurrere noslris, cum miracula
faciunt? — Onix autem triflitiam
excitat: T imorem ee pall'orcm incutit:
fentafr mata generat: Rixas ev lites accendit. Eia "Vero virtutes effeciusq i&i f«lices
[Diritus, per quada wm ez thaphoram in
rebus illis,quibus [e applicant, vt [uis pradiz
is fungantur officiis, demonslrat,et operatur N à quia di uer[a illa naturalia, quibus vt miracula
fiat, Deo primo et principaliter fautte et
operate paguntur , [ecer bic ordo ]bi
rituum [c[e applicat: cum commotionem imitatione ,cvcl alterationem ab ei[dem patiantur fpiritibus ,
dum ab illis vvel trabuntur &)
extenduntur: vel comprimuntur, e pri
uantur ;"vel faltim ordinantur ee diriguntur , praeparatur c7 difbonuntur:commotionem, vel immutationem
vel al terationem co quidem maximam
extracvel[upra uel ccn tranaturam
patiatur:quafi f[ubmurmurari €grixári: tri-
[Lari "vel pallere:in litem accendi,vel in timorem à pr«di- is [piritibus induci dicuntur. "Demum in malis bominibus dum harum
vvirtutum mi - tilllerio miracula fiunt;
Lis cox difcordia : Pal'or e T is. JM mor: Thefauri memori artificiofz ynor:e diuerfa a[folent oriri
phantafrnata:ficut cum (bri flus
miracula operaretur diuer[a, varia in prauis bominis bus oricbantur phanta[mata eo opiniones ,
di[cordia et liz 1es:dum alij dicebant,
quia bonus: al;j non, ed [educit tur-
bas:alij cumoculos caci nati aperiret, dicebat,non efl bic bo mo à Deo'et fchifma erat inter illos. A [jj
timore malopau£ tes dicebat,quid
facimus, quia hic bomo multa figna facit.
In bonis autem [anélus oriebatur timor: nam cum 'U idue filium [ufcitafet, fcriptura
[ubiunxit:c/Accepit aut£ omnes timor,et
glorificabar Deum dicétes, quia propheta magnus
furrexit innobis.
Pote[latesyBerillo,qui oleo vel aquis marinis f; milis uio laceic colorisexiflit, ornantur. c/4t [i de
praciofis lapidibus tra&lantibus
credimus , contra capitis dolorem , fu[piria,et
contra boslium pericula "valet Berillus: quaobrem perqua optime Pote[latibus Anglicis contra demones
dimicantiz bus, affignari debet. SNam et
fi potestatum officium [it ordi nare, ficut
ex "D. P au.Doclor nofler deducit: ad eos ét per tinet demonum audaciam refrenaresin[ultws
probibere:uir ratem corum reprimere : et
nobis aduer[arum poteflatum nequitiam et
dolum pertimefcentibus et pra dolore fu[piras
tibus, fubuenire:et fu[piria tollere.Capiti etia et noftro corz di , videlicet perturbatione commoto ,
adhibere medelam. Principatibus [aphirus
refpondet. Hic autem ordo veffi bus
collucet ceruleo, cum purpura admixto colore:fulgentiz bus , aureos, pulueres [par[os habentibus.
Ffi autem prouin.. cias, regiouts et
regna in chartis depitla demonflrant:nam
nationibus Pars prima. |
47 pationibus diuerfis prefunt;ac
regnis. US aphirus contra fraudem,
inuidiam,terroresá, que om- nia ip[a
regnaconturbant, valere dicitur,et ad pacem gra- tiofus exi[tit . Heec
auté omnia egregius ac clarius in regna
fibicommi[fa operantur ifle diuine Mentes. Archangeli , intelligentia [unt,qui [umma
nunciant [rz ent de fancto Gabriele
proditum efl. *Pralatos ac [uperioz res
quofque gubernant: ea propter Pontifices, Cardinales, A eges, Principes, "Dominos, caterosá,
alijs prafcálos inter' €o5 locauimus .
His afsignatur carbunculus [emper ardens ,
qui nocle minime «vincitur, fcd quaft noctis vigilias cufloz diens, [emper ardet . ui etfguram [ui ipfius
omni lapidi imprimere poteft, et e
comuer[e:et lapidum figillum dicitur.
Horum enim. hrchangelorum cuftodia fuper prafidentes maxime Pralatos,nec nocle tacet. De quibus intelligi pfet
illud Ef2.62. [uper muros tuos hierufalem conflitui cuftos des,tota die et tota mo&le mon tacebunt:
cum fere femp Pre latos illuminent: et
erudiant: et eorum Lux et illuminatio
tenebris non occultetur. 9 ui et qu& bona norunt nofiris im primenda mentibus non dedignantur imprimere,
et [igillis. no[trum exislerc. ! c/Angeli, Smaragdi colore refuloent : Quo
circa viridiz bus "ve[libus , Smara
di «videlicet colorem imitantibus ,
circumamitti con[piciuntur: qui poflremus ordo,bumano ge neri à (ummo conditore conceditur . Ita quód
cuilibet boz minum vnus ex boc ordine
efngelus , ad illum cu[lodiens dum
deputatus fit:ut talibus ducibus atque magislris:tuto- ribus,
Thefauri memoriz artificiofe
ribus eo» focijs,quibus quilibet ad vitam perducig of it eter nam, ea propter inter illos diuer[arum
condition: bomines di[pofuimus.D'e borum
cu[lodia dicitur: ? ngclis [uis man-dauit de te, vt cuflodiant te in o3bus vijs
tuis. e q [equi zur. Et Saluator
nofler:c/Zmen dico uobis, qu.d ^ ngeli eos
vum in celis, [emper vident faciem patris mei , qui incez li eil.
"De [maragdis Solinus loquens dicit: fmaragdis nil iocun. dius, nil-vtilius vident oculi, nam
defatigatos reficiunt ocu los: in umbra
fulgent : longius nitent.e7 fecundum Diofcoz
ridem, .Morbum caducum, eo: bemitritheum curat .: vis fum debilem confortat: ill'efumá,
con[eruat:lafciuos motus
compe[citzmemoriam reddit: T'empeflatem auertit: fertur (47N diuitias augere: gratum bominem in
verbis facere: perz fnafionem in omni
negocio operari: dentes firmare: prode[fe
parturientibus. eost c/driflo.placet ,ft [uper arteriam poz natur,temperare calorem. In(uper contra
demcniacas vaz lere illufiones
affirmant. Hic [uperfluum puto ha: virtutes
e[fectusd, predictis [Piritibus applicare :cum mon [olum tales effeclus (ed co alij tum fimiles, tum diuerfi
namero ac noli litate memoratos longe
excedentes , e [uperantes in molis eorum
operari minijlerio vtilitate fentiamus ; €? mtchntc f evelimus intelligamus. | |. AManfionibus c/4ngelis diffributis ad
[an&lor? boninit ordines
tranfcamus:quos ideo ab e-4ngelis [aparatos ponis pmus,tion "Ut "D. Greg. qui
[an&los pro meritis diuerfis, diuer
fis edngelorum agminibus coniungit,contra dicerc uelirmus: ed
79 Pars prima. 49 ftd,t diflin£lins(quo ad nos inquam)
procedétes, tum ocu- lo fatisfacere,tum
memorie prode[fe pofimus. ( «terum c7
Ecclefia in omnium [an&lorum festo, Angelos prius quam c^Apoflolos caterosq, [anélos
commemorat. edd CHRISTI dextram
locauimus noui teflamé ti Patres:
principes populorum à Deo con[litutos : Ecclefie fundamentum:lucem mundi: fal terra: Indices
[eculi: Dei amicos ac dome[Hicos ab ipfo
nimis bonoratos.i.duodecim di feipulos ,
qus GHRISTVSAÀ po[lolos nominauit. Ffoj
aute prefignarit duodecim filij Iacob. 2! fontes aquarum in Heli.2.dariffimi lapides ex medio Iordanis
à luco feles Bio Terra [anéda ex ploratoves.vy
prafetfioperum à a3 lomone conflituti.
2, leunculi flantes in T broni yalomonis
'radibus.ti. boues mare tépli Dei tenétes.2 Prophetarum o[fa pullultia As: bore uere
dici-i.(brisli.Y2. Cophini fragz
mentorum2, Margarite € preciofi lapides ciuitatis [an la. ficut D. T bo.defcribit. AUN ; In borum medio "vitem pulcherrimam
floribus fuauita tem odoris [Dirantem,
fructus ferentem voberrimos , "Uiris -
desq palmites [aper illos protendentem, &) obumbrantem, conytitwimus. Hoc autem figno commonemus
in[Dicientes lez gentesQ, Apoftolos
palmites fuiffe, co» viti, Chrifto videlis
cet inbafiffe , ej) exinde multum frutlificantes , ficut olim predixerat illis Saluator nofler. "Patriarchas fecus A postolos
pofuimus,rUt patres evete-. ris
teflamenti,velut [anctifimi, ac Deo chariftimi Patriz bus nouitefLamenti pene coniungantur.
"Patriarche autem A pofLolos "T hefauri memoria artificiofz e/fpoftolos tempore prace[Jerunt
."Uerantamen ab ei[dem A
postolis,officio && dignitate pcelluntur..Fios Patriarchaa «ve[tibus celeftem colorem prafeferentibus
induimusquibus eorum in terris celeslis
conuer[atio «2» vita figmarentur..
Inter P atriarchas Micem pofuimus. )Nam ad Micem eMambre Abraam Patriarcha Deo dilecfiimus
tres An gelos vidit , &o*vnum
adorauit , ac myflerium Trinitatis
agnouit. illos bofbitio recepit, ez» de A4 efeia fa liciftima proz mifsionem accepit . Fiuius ergo Ilicis
depitía [pecies, tot nos bis
myfleriapandit : bac bo[bitalitate Patriarchas infignes tile commemorat : nosá, admonet talibus
bofTjs promere- ri Deus.Item lici
tberebintum adiunximus:propterca quia
e^dbraa [anctiffimus nepos Patriarcha lacob ,idola [ubter T herebintum infodit, «vt Dei ad fc loquentis
imperium ad impleret:quod fidei
finceriftime Patriarcharum,eg: maxiz me
lacob inditium extitit.que arbor (ua extentione ampliz radinem meritorum" Patriarcharum oft
enait 4 [ub quaruto combra,per
imitationem degentes ab oniuer(a buius munz
di aeris intemperie protegentur.
In tertio coetu. €? loco anctos illos bomines , ad uetuste flamentum pertinentes, locauimus:quos prophetie
doni de- corauit, ac
excelfoscon[lituit.Q) ui propter iuflitiam perfez cutionem pafsi, eg) propter cveritatem corum
multi mortem fmslinentes : E xcellentis
victoria vel certe martirij corona
adepti funt. "De his autem Protbomartir Stepbanus dixez rat, Indorum exprobrando duritiam,atá, [
euitiam. €) w€ prophetarum non funt pere
cuti patres ucsiri? Et Jeruator
illis Pars prima. UD Y illis comminando, dicebat . Hieru[alexm,
Hieru[alem, qua occidis prophetas, e
lapidas eos, qui ad te mifi [umt. Hhos
tanquam "viéloresin tribulationibus pro Deo € "veritate equanimiter toleratis, e&«
eorum multos bijfz dem de caufis, morte
etiam "violenta percuf[os, f ub oliuo des
gentes po[uimus. | - eMartires
rubro ve[flimento circumtecli eo quaft proz
prio [anguine rubricati [ub palma euidentiffimo victoris f gno ponuntur. SN'am clarius celeriu(q, calum
intuentes , et viclorie premia propius
pro[picientes, poft mortem ,ad celi
lucidiffimas [edes euolaueve. Palma ergo qua infigne ac noz bili Firmum eft «vittoria figuum, Martirum
noui tefl amen ti excellentis viclorie
[Mendorem, glorie coronam, Martiz ri
aureolam,eo certaminum *uniuer[orum premia proxis miora demon[lrat:nam pro Deo occifi
"Propheta ad Lym bum Sanctorum
de[cenderunt . eat: martires noflri agone
felicis mortis expleto;illico a[Jumuntur in celum |, vt ibid gloria perfruantur eterna. fequuntur Sancti Confe[Jores , quorum. multi
doGlores extiterunt. € ui doctrinaet
vita celefli communiti: qua- ft
Cipreffus exaltati [unt fupra Dei populum : quem Viren ti pabulopa[centes, eternam docuerunt [perave
[alutem-". F'irgines Deo dicata,
lilijs fragrantes eg vofis,fub malo
granato:cuius [rmilitudinem tanquam C H RAS T | fpon [e retinuerunt.cut (ant. fienificatur:
choreas ducétes con fidera. Ft arum
aliquas indumentis albis virginitatern fi-
gnantibus, ve[liuimus: reliquas ob fanguinem ob.C HR Í- yet eND o
Thefauri memoriz artificiofz S
T I amorem efufum,rubricatis induimu:. Sancli
, qui in veteri teflamento floruere , in fronte
T. hau fignati : poftti funt in fexto circulo , (ub viridi uro . (Nam boc in mundo «velut fpe longa
concertanz tes , egvevita fublati :
itidem fub fpe in fima cabraba id efl
Sanclorum. Lymbo reclufi perfeueranere. |
- Aetrodextrum CH R IST I armum , funt. Innocen- ies , qui pro €o occifi ab Eferode fuerunt.
Reiro aute Slat quoniam velut virgines
vivginem C HR 1S 'T V M fequuntur non
[olum. munditia. decorati , fed. proprio
etiam rabricati [anguine . Hi rubeis floribus ornati funt. Retro finiflrum armum , illos po[uimus
infantes , qui circuncifione in
"veteri, ee baptifmate , in nouo. teila-
mento fignati funt. bos floribus. albis lilijsqueredimitos. cernes. |
In "vltimo circuitu [cecus Ciuitatis fuperna excelfa maz via , turbam innumerabilem con[hice ; de qua
: *Uidi tur- bam magnam , quam
dinumerave nemo poterat: , ex omz gibus
gentibus eo tribubus € populis, ev linguis flantes ante T hbronum. Demi murorit Ciuitatis pradicla Ieru(ale ,
latitudine altitudiné atq; longitudinem
equales e[fe confi derato. Fios rum
murorum firuclura ex. la]bide conflat. fundamenta eiufdem "vrbis , ex duodecim preciofis
lapidilus, videliz cet Lafpide : Saphiro
: ((alcedonio : .5 maragdo : .$ ardoz
nio : Sardio : Chry[olite : erillo: T'opatio : (y[opafvo: Hyacinto : edmetbi[lo.in qua ein murorum
flru£tura Ine | 12.port& Pars prima. [^ 12.portde funt, quas ff ngulas fingule
exormant Margarita. "Platza
(Ciuitatisex auro mundo fimile «vitro perlucido. Hac autem omnia, dum in altum "volat
Aquila caleflis et vidit ce teftificata
cst. VHS US Schalam,quam ante Paradift
fores pofuimus,illam ef- fe confiderato
, quam lacob raptus [omno vvidit.buius fcha
Le gradus: diuer[2 [unt immundo creatura , pecie e pera féeélione diuev[s. Efos creaturarum gradus
diuer[os, ^ ngez lici Diritus
afcendentes gg) de[cendentes gubernant , atque
custodiunt . quibus creaturarum gradibus intelleclis , ad "Dei fuprema cau[& cognitionem , qui
in celis habitat, per- uenimus,ui dixit
"D. Paul. inuifivilia enim ipfis à crea
tura mundi per eaqua facla [unt intellecta con[biciuntur, eo cetera . Hac autem cognitio, fi fide
augeatur c illuflre tur , Charitateque
ornetur , eg perficiatur , celeflis nos
regni baredes conflituet , eo diuine con[ortes glorie effi- ciet.Uerum.n.uero quoniam quatuor elementa,
eo ndez cin celi totius orbis cum
c/dngelis tamen principales partes
exiflunt: ideo. prediéía buius noflra [chale gradus exis Want: fupra quos gradus [Diritualis
profe&fus nostri pedem ponimus,cum
fupra illos , per quodda donum, "vel per qua- dam [ocietatem , (ut cam Angelorum gradum
pertingi- mus )a[cendimus , vt "Deo
in vita coniungamur «terna: Supra terram
, que primus noflra fchala gradus exiflit ,
a[cendimus,dum corpus ieiuniis, vigiliis ev ceteris fimili- busterimus. Tu per catevos pradicle fchale
gradus, fimili modo difcurras. v, MEO Ad
T hefauri memoriz artificiofx
Ad hanc. Cinitatem nos dignetur perducere ille à quo : omnis nofira [alus dependet . uico
mirabilis efl in maz ieflate [ua ,
terribilis atque laudabilis ce faciens prodigia , eo in [an&lis fuis admirandu exiflit.
eo bac in Ciuitate magnus €) laudabiliá
ritnis inuenitur , Deus fcilicet , per
. omnia benedictus. d'equitur
Figura (nitatis Sancl«. mg -—G—GÀ edd 2 134 4 MY "S |D—-—— —— LO 7 AC ] -— — — ; NT nu rj Sce SSULTED AS : TAPPA ZA c3 Thefauri memoriz artificiofz c/Armina boc in loco inter[erenda: quia
iterum pofita C funt , pofl carmina de
ocfaua f[phara , pagina 28.-vLi incipit,
c^t globus empyreus ec.v[que ad finem : con[ul-
to dimifimus, ne cadem [epiusrepetamus. Cap. 6. de vfu ampliffimorum locorum. e Timur locis predictis, modo infra dicédo.
Lo ER] camus enim rem primo recen[endam
«vltiz r9 VA «| mo loco,verbi gratia,in
vltima inferni p^ rev Qi te in puteo. f:
ee deinde alias in locis fuperio ribus
[uccfeiue ponimus: "U[que dum ad "Dei [nlium peruez niamus , prapo[tero etiam ordine procedere
po[Jumus , vt [incipiamus à fuperiori
loco, e ab illo in inferiores ordina te
de[cendamus: *vel alio modo.[. à loco medio a[cendendo: "v[que ad [upremumyvel de[cendédo v[q;
ad infimum:pro ut locande figura, ac
memorandarum fpecies exigunt : vcl etiam
commini[cédarum rerum ratio expo[Lulare «videtur. Sienim in [ermonis tui principio, pro
memoranda vei figno, locandus fit c
Angelussin Caelo potius qua in inferno et. eius
imago ponenda. A lia deinde alijs in locis unt [ucceffiue e ordinate, conslituenda. Et quamuis locis quibu[libet non omna
memoranda, nec vniuer[ c memorandorum
figura, (quas locare evolucz ris
)conueniant:arte tamen qz) exercitio, e cyebeméti ima ginatione ita id poterimus comparare , *ut
cuilibet loco rem omnem cuius memini[[e
volumus, eiusq, propriam figuram
inuenire Pars prima. Td es inuenire eo accommodare. [ciamsus. €). uod
fieri et experti. fiunt, manifc[le
fatentur . Cuius autem imagines con- rra
naturam eg e[fe rerum aut artem vel vfum, ab imaz ginatione locata funt , frequentius oportcbit
rcbetere , vut exercitio a[Jequamur ,
quod longe à naturali ordine rerum con[picimus
à nobis e[Je locatum. Vr autem locis
fugure ponenda conueniant (quoad fieri
pote[) 'atagere oportetvt fr figure quinto loco ponéde fex ro potius loco comueniant, magis ibidem in
fexto ponantur . Et qua in fexto alias
reponi debuerat, in quinto collocttur.
Zfoc autem dixerim , fi permutatione banc repetendaz vum verum ratio patiatur:ficuti in aliquarum
rerum di[cur fà fieri contingit. Siquis
enim duodecim iciunij fruclus dicez re
propo[ uerit, vefert nihil fi quintum Sexto preponat , vcl poft ponat abfolute loquendo: A b[olute
inquam, quonia aliz quando(quamwuis
ravo)in coni milibus ordinem dicendorum
cogimur ob[eruare. | In vfu ctia
pradiclorum ampliftimorum locorum, illud
oportet animaduertere:nece(Jum nequaqua e[[e, vt in una eadem, oratione vo el concione uel
leélione,vel alia rerum recitatione
prediclis omnibus, e fingulis utamur locis.T'ot
enim loca fumenda dicimus,quot pro figuris ponendis [uffiz cere pojJunt aliad, linquenda. Si enim
paucorum meminiffe «volueris : fat tibi
erit aliquando folum principalia [umere
loca ab(que corum partibus. verbi gratia [umere infernum pro *ouo loco tantum, Purgatorium pro alio
ec. "el pote- ris [umere locum «oni
principalem, verbi gratia infernum, |
cum The(auri memoriis
artificiofze cum fais partibus pro tot
locis, ee alia linquere, qua for(an
vvice alia, (cum multa in diclis locis reponere "volueris)mas ximo commodo erunt-Q ue autem figna fint bis
locis ponen da acil dicemus. | Cap.7. Delocisamplioribus
diffinitione, numeto, partitione & vfu. 5 Y Oca communia ampliora illa funt, qu&
inam 4 DmRM plif(imis continentur,et ipa
[uis in partitus, «B XE y ampla loca,
Mediocria, Minora,e9: AMiniz LÍ BE AX oma queque continere poffunt. Loca
autem talia;[ant bac. Regiones ez
prouinc ie: fecundo * Paradi[us
terre[Iris: tertio Itinera ab-vna in aliam Preuinciam «vel (juitatem:quarto Montes ej omnes colles:
quinto Planiz ties'fexto *
Poffeféiones:Septimo Lille: OClauo Fluminum
decur[us : nono Stagna cum corum circuitu . uo ad par- titionem borum locorum in partes: que partes
pro tot dez feruient locis, quod
quilibet corum diuiditur, a[Jerimus . Et
quo ad primum Regionum ee:
Prouinciarum partes potez tunt
e[fe Flumina: .$ tagna: Silue: T vactus, €7 [hacia terz. rarum slerilia:culta quoque pinguia atque
fertilia loca:C i- uitates: Caflella: P
agi : vel vici: P o[feféiones infrgnes:doz,
minia diuer[orum Principum : Montes THAN, nomina. ti.Vie
celebres:Balnea: P lanities. — . : ^
fParadifi Terreflris spartes,illa poterunt ef quas fucra. fep in codem effe commemorát . Ut multitudo
lignoz; ) rum Pars prima. MA WÀ run fractiferorum, palchrorum vifu, eo ad
ue[cendum. fuauium.
| 1. Lignum vita in medio
Paradifi. 5$. Lignum infuper [centia
boni cz mali. ^ dg M 4-Fluuius,qui inde
diuiditur in quatuor capita . N'ome vni
Phifon: SNomen fecun di Gion: SNomen terti] D'igris: uartus Eufrates.ex Gen.[ecunao. if Malta praterea. ineo loca poteris imaginari,
nec incons ueniéter,ut letiftima
nemora,vt ameniffimos montes, flos
ventes agros , ridentia prata , pulcherrima planities , cetez ra fimilia. pan | RN v 03. Ommnt iter ac via ab "vna
Prouincia , "vel (Ciuitate in aliam
[nas partes baber , ee funt" Po[feffiones celebres: (muitates (Caflella:vilLo: P agi: c edificia
infignia: H'o[bi talia:eccle[ie:montes:
planities:fluuij:Biuit: triuiziS tabla
diuerfa: Q uelibet caupona. Q uelibet officina co apothez tha; Quéque aliaa nobis euntibus per illam
vel redeuntiz bus obujant zo
occurruntyvt lapidum acerui [upra depras datos peregrinos comportati: Pontes:Silus :
illeq, maxime , que infidiantibus
latronibus latibula funt loca infuper fle
trilia: Fertiliaetiam eg fruclibus accommodata. 77 7o 4 Montisui collium, fecliones ab eor
inferioribus par tibu; incipiendo, funt
flumina «vel omnes ad coru vidfz ces: T
'orrentes ex ipfi $1n m4 fluentes. Etiam ea,que in c0- rum a[cen[u-vel defcenfu oceurrunt,cvt
"Domus ,P alatia, Ecclefte: Monafteria:aliaue
edificia . Infuper po[fefriones, hor.
t,pomeria,namora Jftlua, Supercilium montis: ciui catu i n O men
Thefauri memoris artificiofx m.
Infupcr. Jantes putei aquarum: "Decipule co fóuea ad "capienda animalia . Loca laqueorum
tuenanri aMGÉ memorabile, quod occurrit
in COCWRIMBODU 1 $- Plaviticipartes,
Domus, «dcs hui Lacw: La- fter lunii,
fend lios 6. PofJeffiones habent p» partes; apud 'Agrós: vineas: V ilias: :Oliueta: Frutleta., 'e-fucuparia.
vel MARIAE laco, Semitas fontes,
torrentes.eo«. . « 2. Fluminum decur[us
partes [unt: rh m A silia, Jéapuluf as
de[céfus, AM olendina,Pifcineectrbores drcums
quaque: oca Pifcantium. — ,..
RStagnorum partes po[[unt'e[fe tot, quot maris, de quo fagradiximus praterea Portus: sinus:
Ciuitates : C aftella; mirteta: Oliucta.
einen, ca pi[cantium » m n ád E777
9 4.0c4 autem Bi cn omnia, qué elt ss Leonie o- Kamaus,ndis notifftima e[fe debent; qua
lcaseg locorum par tes ft minae nouifli
vel vidi f fimilia. ijs confingere lie
«dit, ct Cicero dicit, . ..... .
Ufus autem taliseft , vot hisin UE auia figuras
(que ibidem funt vel e[[c, de ABE Jut plurimum pes [ludeamus , / cut ie C Midi locis
dic XÜHMS ou *
Cap Pars prima. $4. Cap.8.Delocis communibus ampliff. &
par titione,& víu,&
difinitione,& numero. id () Oca communia ampla funt, que in
ampliféía mis continentur , et ipfaetiam
continent in p fuispartibus alia
loca.[-minora co:minima. Y NI
Hofpitalia, locus officinarum,cArcus infignes,T efludines &dificiorum,cAfrcts, ^vieres,
Propusmaenla. ^0 00s o x, Locaautem.
iflasxtea: ('inirates,mon debent effe vont,
Thefaurt memoria attificiofz
gnis ciuitatibuscUti(quoniam tibi faltem mote [unt , qui f: paruarum notitiam minime babes) [ume in illis
vias prinz cipaliores : eov infigniora
edificia : Forum aliasq partes et loca
notiora, dimifsis alijs. uo ad-v[um..——
Hac loca ficut [uperiora omnia congrua funt reponendis figuris omnibus naturalibus, qua ibidem funt
, vel po[[unt ibi effe:zNaturalibus
autem figuris, que ibid? non funt , nec
naturaliter effe po[Junt: Infuper &j artificialibus , eg ima. ginarijs,non ita, (ed minus conuenientia
funt. Attamen inz duflrius bomo, c&
ad imaginandas figuras locis conuenien-
ges idoneus,omuibus quibullibet locis ad quecunque memoz randa poterit vti: ut apud expertes:
exploratifsimum cit. Ád quacunque ergo
memoranda commini[cendasd, res om nes ,
figuris mediantibus aptiffima [unt loca pradicía, ficut precedentia omuia co fab[equentia. -. Delocis communibus
mediocribus, & ^sdeeorum
diffinitione, numero; ^^ partitione
& vfu. Cap.I X. PEU] Oca commutiia
mediocria [unt,qua in [upra- ERU
:diilisaut continenturyaut contineri po[unt;
SA que «7 alialoca.[.minima poffunt continez M eA] reset funt Cenobia; Ecclefie; Palatia,
Doz mus mediocres Aedificia alia, P
latee, Diuerforia, Diuer ticula, Pie. oo
| lows - c Canobiorumy inferiores partes
[amt : Clauffra , ave ds p um: tc 4
v Parsprimas $$ Ium: Schola.
Officina: RefeClorium : Cella uinaria: Et ora,
TED he partes fuas babent. 2 tielibet enim manf o di uiditur in quatuor angulos : cg omne etiam
infigne in tali bus manfionibus pofitum
poteft [eruire pro loco,cot porticus, vt
[l'atuayut [cala cec. Cenobia habent partes
[speriores, € [unt
dormitoria,Bibliorbecam,eo alias manfiones prz.
ter cellulas fratrum,qua ob nimiam mfra [c ip[as frmilituz dinem difficillime pro locis deferunt;
fimilitudo enim men. tem errare
facit:eo» ex boc loco in alium fibi fimilem tranf meare:quod experientia millies comprobatum
e[t. | c^4t ft quifpiam eis vti
"voluerit , in ofl io cuiuflibet illas
rum fignum aliquod ponat,quo una ab alia differre caideus tur.Signa autem bac imaginariaeruntyer) inibi
babitantiz. bus
(quoad fieri pote[]) conuenientia, «vt memoriam ma-. gis excitent o[lium, vuerbi gratia, Sacrifl a
boc modo poterit. obfignari.c/4ppendam
per imaginationem in eius oflio claz
nium multitudinem in catenula ferrea infixam : qua catez. nula etiamper foramen alicuius Spherule
lignea vel marz more« tran[eat,rvt meliustot
[igna memoriam excitent.In. oft io
indici pones librum rationum mathematicarum, vel rátiocinationum prouétuum conuentus vel
('enobij. Et fic de cateriscellulis
officialium . A ljs autem cellulis priuato
rum fratrum vti, cg eorum o[lia fignare, difficile aliquan- ulum erit Uerum enimuero ipfis etiam uti co
eas frgnaz ve poterimus.In "vno
enim o[lio immaginare , qui d [it in[criz
prus numerus talis cella.In altero, quid fit nomen fratrisin- dabitantis: In alio, quid aliquis [anclus fit
depictus, eo ca^ m £erá
The(íauri memoriz attificiofx
tera fimilia in illis ponere «vales,qua ibi aliquando funt,vel f«cile effe po(funt. ^ cidunt f'epe [pius
multa in boc vel il - loloco,qua pro
fignis tibi poterunt de[eruire , Ut patet. Sis
gnum etiam memorabile erit:quia aliquardo«vidifli in iflo. «velillo ii qa in terra cecidi[Je, "vel
uas vupiffe , vel eleunm effadiffe:-vel
fimilia eo in loco contigiffe. mW Ne
Ecclefiarum partes funt gradus ante porta introitum , "Porticus et vesisbulumyfi adfint.
Porte,Va[cula lapidea «el marmorta aque
Sancie, qui introeunt ibus primooccur.
runt.c/frguli principales: Sacella fingula: aliaue, qu& diuer frtatemin fua figura eo diffofitione ey)
magnitudine prz feferant . 1n quoliber
autem (acello babes quatuor A ngulos ord
inate:ee c/dlrare e medium [acelli, qu& omnia pro tot deferuient locis: Spaciaitidem inter pradicla
Sacella tot los ۈ dabunt: 'olumues
Sepulchra. in[igniora: que in pariete
exislentia,foris [apereminent. Sepultura erce uel marmo rt21 terra ceteris infigniores. Sculpture:
Pictura:feneflre principales: Poflica. Gradus
presbyteri dlrare maius.cho vus cum
angulis cos-ombone:Orcana:" Prefepealiaque inz fignia, que Di extiterimt partes funt
Ecclefiarum. io "Palatiorum gj
Domuum partes, oflia principalia ex
onmes manfroncs cum angulis fuis, vo«omnibus vebnainfis qnibus in ipfis existentibus, verbi gratia,
columnis;imagim i bu, Seulpturis, Mis,
fedilibus, Menf r: difbenfatoria, (.a
nino, Ofliolis, AElutorio, Strath, eo fimilibus aljs : fene- Jis: Armaris, ("apfis eot. ym Wer
urtease s oat ^ CPlatearam pagórumue
partes f^ nnt plare: officine tuel t
contigu Patsprima. .;^-07D — 56 eontigue "vel (eparata, "Putei,
fontes, exitué Uiatum., Sa- tlla
Ecclefiarum: co P alatiorumzez Domuum; aliorum,
aedificiorum facies extrinfeca : Columna : Statue, qua ibi funt; cc. utt 3? De à; TUM - G uoad v[um,loca ba inter omnia alia
fuperius dicla, eptima [unt ad omnia
locanda. Hic animaduertas qua fuz pra de
ciuitatibus loquendo notauimus , ne.[.in cadem loca particularia bis incidas,circumeundo
manfiones,e ne sla- tuendo vária loca in
"vna cademq, manfione vel domo,mi
?is appropries locis iam à te pof. tis vel confi itutis , Co tuis iam replendis figuris (e imaginibus ; ne
confufioncm ingez Tani inenti loca iàm
fibi propinqua, (y) ne imagines ibi à te
reponenda [ecomprimant. —' 000 00 007 : Cap. ro. Délocis communibus minoribus, "^7. "difiniuonejnumero & víu.
| Y Oca communia minora. : minima , de
quibus | : ler 4 infra CMMSREUR cel nie
pn. cel 1 le a pls | realiter vel
[ecundum imaginationem. Fac Der X9 autem
poterunt e[Je owines officime diuerfoz
rumartificum: quarum multas infra ponimus fecundum c dIpbabeti ordinem plures Íab qualibet if
tus litera , t "ex ei /ymamus quas
co quot fuerint nobis nece[faria." D of
fmmus autem fumere 7 iginti officinas , f. ul qualibet litera "Unam quarum «ona queque loca quinque
dabit , ct infra "dicengus.ex
quibus centur oca pro memorandis, figurisque
OWBaW reponendis — "I hefauri memoris artificiofze reponendis babebimus que fat erunt noftro
negocio. Plura autem bis babere nece[e
mon efl neq tutum:ne locor muls
titudine nimis grauetur memoria. |
L Oca auté bac [epe mente inuifere,et imaginatione pers currere opus ef1, cut familiaria nobis fi
at,quo ad ficri po tefl, con eis
faciliter vti po[[umus, ibiq, noflras collocare fis £uras,prorebui memorandis quatiaocunque
«voluerimus. - Sequuntur diuerforum
artificum denomi- nationes, fecundum
Alphabeti ordinem; quorum officinis pro
locis minoribus vti
mur.Suntauteminfrafcripu. ——— |
iRehitetlores, WAee|
Aromatarij. SN jJ Alutarij.i.(7o Aen AES riarij. Aurifiz ces,acupictores, uocatur Phry giones , qui aurum e colores «vefl ibus intertexunt. Braclearij , qui bracicas faciunt, quiq; aurum,rnalleis raum, ej) ad quauistenuita tem daclile, rebus inauradis reducitBalneatoresyBalnca ramminiflratores. la Stwfa. Chirurgi Medici uulne- rarij. (eroplafte : Cereas rum imaginis Artifices. (i- nerarij cg C iniflones dicun tur , T on[orcs, Calceolarij qui calceos con[uunt et con ficiunt, Coriarij , Crepida- rij, Fabrilignarij, qui Carpe taconficiant.. 0 Duliarij. Piflcres.Plaz centarij. "Darda nartj dicup tur propole, qui omnia prz | emunt. , "vt charius poslea vendant.
l'ars prima. vendant. E (fc darij dic cuntur f^ li effedorum ehiculorum. Fartlores,qui | farcimina faciunt, ex in [echa carne et adipe "
Ferramentarij: Ferraz mentorum
Faclores : F| urz hio eG angaba ', qui SH otiera portant : Gemmarij : | Gemmarum venditorcs. orrearij, (wflodes bor reorum dicuntur. In itores,rerum delicaz tarum -venditores,Ce* nego- ciatores.
: Librarij, Lanarij qui la
"as curat. AMen[arij ,
Trapezite, AMolirores,qui vulgo, Mo
- lendinarij; Macheropij gla: diorum fabri. N'ouacularij , qui fti0uaz culas;feuraforios cultros con ficiunt.
t Odorarij, qui odores con^ Sas
EI 7
fíciamt eo cvédunt , Cencos poe
qui taberna vin: expo nunt, C rganici
Organorum au ifices. "Pigmentarij,qui pigme tacvendunt aut conficit. *P iflores , feu in[ores dia cuntur Furnari, Pharmaz copole -Ollicacitét um ue ditores. "P lumarij , qui acu pingunt feu polynita rij. Ratiari] ; amgréitorer, qu ex ipfa rate qrajium f^ ciunt.
Sal/ametarij, alfarij.a "d
ditores ciborum, [ale dre rum,eo
Sellularij fedentas rij,qui opus aliq
uod ad fcdé um conficiunt ..$
tatuarify qui Slatuas fingunt. T
helonarij,ct T lelines, dici po[Junt
tributorum colle éores. — : - Uulnerarij, qui (o (bis. rurgij."veteramélari,qui ue teres ueiles calceosque refiz ciunt,
P Si -— . Thefauri memoriz
artificio (ze » autem:alicui placuerit
oficinas diuerfa "fecundum eundem
Alphabcti otdinem. ^vernaculo habere
fermone, vt occurrant facilius, ex
intrafcriptisquas & quot vo- ,
lüerit fü mere pone It. * Rmarulo
5 | eMgguindo- t4, ccauis gliah eg | Arrotatore , AL- : ba: 03: jsAguchiatore. Santo, Bartiloro /Berret. tai, Barbiere)Beccaio, Bic dhieraio, orta, Bande: ran. à AC . Cappellaio. , : io, Cinzia.
- Dipintore, Dogana. * Fabhro,
Fornaio. Forlis ! ciaio, Filaioio, F
atidaco, Formyiaio, Giielliere.
- Hole, Horiolaio, » M ..
latore di fe- - Cartolaio, | P alzolaio,/ eraiuolo, ('ialda. baio, C alderaio, Colrellina | Ld
* PAIR negli. tore.
- Lana, Lanaiuolo, Li ina ies 3
Latternaio, Lanz: ciaia. : acManiseleo ddaniéus, e Merciaio,
Muratore, Mi : i niatore,
Mugnaio, Aate- ra[faio. (o EAT à 55 SN'otaio, SNotatore.: i» , -Qrafo,Oliendolo;Ottoz t4io , Ochialaio ; Qrtolaza no,
xProfiniari: qi lieder, lo; Pelliccinia
y Pollsiualo, Pe[cheria, —-.- s E c uoiaio.
, Aicanatore ipei Riuendilor C.
Asa Sculptorty fcarpellino, eta iuole
Pavsprirt: ;8 iolo,Sarto,
Spetial, Spada — T'reccone; l'o rbidto; Tira
io, Sellaio , Segaiuolo; Sar ^ telo, P'iraferro, T'iraloro. | giaio,yeggiodlaio. —— ^ Ueletalo , P'afaio
; T'e[fitor dipapi;di drap |. 'aiaio.
Num pi d'efracarie » Tine: os
Zeccolaio,Lecea.. | T dex] Uoad vfum
vtimur locis predictis frequen VI tius
alijs f'apra pofrtis , cum pro memorandis
: ^e / Jj] occurrentibus aptiftima inutniantur.proptez REN e rea , quia in cás babemus
locafamiliaria, e not ifsima nobis,eo
que fenfum excitent y ez fatitafiaimo-
G04At E872 propier diuerfitatem inflrumcentorum €o* "vas rietatem -vendililium , 4 inibi [unt,ti
propter operationes, q 4b cMrtificibus
exercétur in ipfis.Q ue locaetiam adfis:
guras inacfHisandas eov fimulachra inuenienda pro diners fis memorandis commodiffima [unt; eo quXd
"varijs natura ' libus rebus alique
iflarum apothecarum artificialibus ms . nes-rutrisque fimul multe plene inueniantur; quibus
amnis bus ,prout fuerit opus; pro notis
atque figuris optime poterant ^
eferaire. (33 POS tA ji - Ordo
autem in eorum v[u eft , ot prius affumas offici - nam,cuius nomen incipit à prima liteva.[.c/4.
[cundo offici. nam [ub [ecunda literae
fic deinzeps.o.g. ^ E^: Prius pro locis
particularibus comparandis fura ; banc
officinam Armaiolo,"vel aliam, proutevolueris, fub eadem ^ litera incipientem.pofl banc aliam Barbieve,
«vel aliam ut" uolueris ciu[ dem
littera : et fic deiuceps [umas, tot quot tb?
a d ud fuerint : LJ 9. Thefauri memoriz artificiofx f«crint Aece[faria; M^q- TANT d) ue fi noninueniantur in. Ciuitate vel
Terra boc or dine digefla,eo* boc fitu
difpofita v f'abrefatta: pofJumus €as
noflro marte di[bonere &&* ordiare: eg earum multis modis pradictam. difpofitionem , ordinem
cAlphabeti, reminifci. | o Primo ; [i literarum c/Alpbabeti ordinem
fic mente vez tineamus,ut pofl. talem
literam,verbi gratia.cA [ciamus, que
[equaturyverbi gratia, B.eo* fic deinceps-quarum fi ve Gle ac celeriter remini[ camur, fubito
officine quorum nomi na [ub ipfis
literis incipiétoccurrét,exépli.g.recordor litere. cd. (ubito occurret officinaillius litere,
que eft in tali Ciuis " tatis
locoyputa platea:cvelforo , vel via . "Deinde pofl. A. [cia quid fequitur. B. tunc occurrit officina
alia,litera pdiz Gs. B. qua for[an in
alio loco Ciuitatis erit, qua ft forte con.
tigua c[[ent melius, gg) velocius
remini[ceremur carum, et fic de alijs
omnibus... | - Arf alique prediclarum
c/Apothecarit , diuer[orum ta. men
artificum [iviul e» contigue in rei veritate , in Ciui tate aliqua extiterint: "velocius carum
recordaberis,ab[que boc, quid pro ipfis
inuenicridis ad literas carum cogaris on
fugere; quibus ad officinas mann ducaris . ! Secundo . predicto ordine c/Alpbabetico
Officinarum di uer(aram. recordabimur ,
fi per imaginem veletiampitta ram in vna
magna manfione vel duabus, wvel etiampluri
bus ordinate et [uccefiue plures artifices diuer[arum artis fib qualibet litera num ,- quos nouifie
oportebit , ponas. mit « Pars prínra. ET $9 muss. efrtilices autem in duas proprijs
cellibu z7 Labin- bus: iffi aliquod,
«vcl aliqu. ; fua artis inlrumenta in manis
Lus ye Q uorum omnium artificum quolibet corum ui fà ab imaginatione ad ciu[dem officinam
[latim animus po terit éuolare ibique
[ua laca e ni T277, imagines perdus
firare. | - Tertioreminifcemur
officinarum odisii ia ditio.f. eAl
phaleei fi earum nomina ucl principia diclorum nominum, fcilicez literas,à quibus ipa nomina
incipiunt in parietibus "vnius cel
plurium man[iomum literis,eo: caratferibus na-- gnis fcrip[erimus vel atramento,cvelrubeo
colore;«vel aliox 4ui ctiam opere
celatorio Jculpferimus, uel cereis literis,vel
alteriss rei. caracleribus in 4ngulis manfionum , wel certe interfHirjs parietum inter angalum , ej
angulum alicuias manfiopis
impre[ferimus. Vel faltem fi talia nomina wel ea rum principia [cripta vel [culpta. efe
inpradiclis manftom bus imaginati
fuerimus. Q) wolibet autem «vifo nomine «vel
litera,adl eiu(dem nominis vel litere officinam in tali ciuis tatis loco pofi itam. protinus tranfire
poterimus. Q warroviam mente confingere
po[umus,im qua cogita tus nostri opere
viginti fabricemum officinas , [ub qualibet
Alphabeti litera, "vnam quam «voluerimus ordine aped tico. €) wod faciuntmulti, quos nouimus.
: - Rterum , f has officinas aliquoi in
loco,et quidem optime malam memorabili
fingere «velis : duo fratrum claustra:
fumes,in quibus casomnes locare poteris . qN'am quodlibet" UM tredecim officinas , cvel[altem decem
continere poterit: Thefauri memoriz ártifi cio fc poterit: In quolibet; fcilicet angulo duas e
ininterflitio fci dicet inter angulum
£g) angulum,unam (excepto intcrflitio
llo, inquo porta vel quedam apertura fingenda eff , «val per quam intra in meditullium clauflri ;
mente ingrédi 9 egredi poffit.) Et
iterum umama fimiflrisyalteram a dextris
pdi&te porta uel apertura , boc infrafcripto ordine localis. 4ngredicsido uim predicium meditullium à
finifiris prope | porta
locabiscunamofficinam,cuerbi gratiayofficinam aros watarij: infequenti angulo ponam aliam, verbi
gratia, ofs ficinam Traclearij : ineodem
angulo fed corre[bondenti az teri parti
claufivi aliam, puta (Coriarij: in medio aliam : frc. deinceps: v[que dum deuetias ád partem
dextramporta , per quam mente ingve[Jus
espradiélum meditullium ;et inz
termedium clauflri,quod.(ub dio eft ... ev c^t tiotato; quód amnes bas officinas intra
cdlauft H9 ;. quod coopertum efl,
ponimus , (ed tamen earum aperturas
«verfus meditullium di]bonimus , quod tanquam plateam, «vel forum negociantium imaginato.. sss Wh es Q uinto nomina veleorum principia , elementa
fcilicet literarum;a quibus incipiunt in
digitorum noflrorum articu lis effe
depicla vel [cripta imagineris : evelcerte ca calamo iidem defcribas bore vnius (bacio perman[ura
, quo ad vu[que videlicet corum
runiu[cuiusq, in tali articulo cffe, vbi
illud [cripfifhi cosaddifcas facillime vemini[ci.£ia au tem modas optimus $1, fi diclarii memini[fe
velis officina. . rum, [ecundum
pradiclum A lphaberiordinem. : -
QNotandum.tamen, qud ft plures nouisli officinas &uf- em »
Parsprima3. 077 6o dem
artis,verbi gratiasplures aromataviorum officinas sn udrijs ciuitatislocis pofitas,derelihis alis
cogitatum tuum, ) mentem in "vna
tantum obfirmes , a ramen opibus alijs
infigmior tibi fit eg morior... S0 ED c
Diéxbpus ob[eruandum, quód vnam tamcn apad
vel officinas habeas cox teneaneiufc dem artis, e litevs;et non plurcs. puta.fs / fub. A. litera babes
officinam. aromatus rj ;nàn [umas;nec
queras aliam (ub eadem litera imcipienz
kem,verbi gratia officinam & lutartj. Et adiecimus , quód ordo A lphabeticusobferuetur , vt post
apetheca incipient | ab a, [amas aliam
incipiertem.. A Begin 1ron. incipientem 4
litera. f. vel D. Hoc autem ad eos pertiner , qu/d-utvez cordentur talis: apatheta. pua Caupone.
C-tantura litérafrá pfi uerunt. € ui enim
po[uit integrum nom£ "vel. ipfum. r
tificem vel inflramentum illius artis, alteram eriam eiu[- dem litera;puta Apotheca Co oríarij poterit
[umere e alias etiam quot. "voluerit. eiuíd dem littere. Item esiam post
Apo- thecam littera, p Jumere poterit
aliam , littere «videlicet. Se T. eo.
quia ratio [ui ordinis nom [unt ^ lphaleti
líera: fid Artifices: E in frumenta corum hic vei ibi dis : [of MATS IA pA "fi quis enim vighiti P cina disci 14.
1n "Una eadem 1 eia vel duabus
nofceret e]fe [ecas, nn oporteret imo offi ^
ceret , ordinem alphabeti retinere , e fitum earum ve- rum , coxrealem relinquere . ^ nimaduertendum
efl, quod in v14'Uia , vbi [unt multa
officine ein[dem artis, po[u- "may
dibemus,vna [umpta, alias linquere, ct ad d.uers [as
Thefaurt memortz artificiofz
fas fequentes apothecas tran[mearc.
4n vu eiiam eorum [cire deberrus, centum loca particu laria fufficere nobis, pro occurrentibus
memorandis, T ot aw tem loca. 100. videlicet
in. vo. officinis babere pojjumus &
ualibet officina quatuor ^ ngulos babet (jj medium: qui anguli c? medium quinque luca dant.cviginti
ergo dir boc modo. ioo-loca dabunt...
IE Omnes officinas in una Ciuitate vel
opido ec pa- tueris, babeas,ne magna
diflantia oblivionem inducat vel faltim
tot barum habeas, quot pro uva lectione ,veloratio: nc,cvel recitatione occurrentis diei
deferuire poterunt. De locis communibus minimis,& diffinitio ne eorum , que &€ quot fintin numeto
& ^ víueorundem. La 1I. ER d 'Ocacommunia minima funt, que in
omnibus 51€ alijs locis [upradiclis
contineri poffunt. Sunt.— i jn li auté
multa : uolumus "vero ponere plwa eoz
9 9 rum, que notiora [unt nobisalijs pretermi[- r 5, € (ab c dlphabeti ordine claudere , vet
quado €: il (P quibas voluerimus vti
poffimus. Pars primá. 61 Hxc autem loca (unt homines, Aní- malia & Arbores. O mines autem (unt aut ma[culini [exus, co
[ic omnes & «iri, aut feminini,ut
mulieres . 1. 9 uidam eiu[demna tionis Co rcgionis , vt Hiz fpani-eoc.
2. eli eiu[dem Pros uincie,ot
T'a[cis qoe. — 5. Aj ciufaem
Patri£, zvt Florentia. 4c Alij eiu(dem ("omma -tonis.
5 Alij eiu(dem Patris. Multi
eorumdem vel 4i Pad diuitiarum. 7. Multi fimilis 2Nobi- itatis:
-. 8 Alij fimilis Domi ] : vog. Alrj frwnilis pulchriz tudini.
10. fimiles Ingenij. 1. Einfdem religionis; | 1:. Eiu(dem affeclionis eo factionis.
TC Ewfdem dbi. tionis. I4. PACTIS profe "fion nis Co arti s mechanicz. 15. Eiufdem artis libez ralis.
16. Eiu[dem fele: 17. Eiu(dem
«virtutis , 18. Ciu(dem vits. 19. iuf dem babitus. . £0. Eiu(dem Infortus nj "vel Ewufortunij. ednimaz
2 t Thefaurimemoriz artificiofz SW EE
AN U 2t^ M BUZZ
eNimaduertendum, quid fecundum quam.Is
3| Get condition bomiwum , potevis formare zc feEANS)E fcribere Alphabetum nominum eorum
bomi IBN] mum eandem conditionem babentinn,
verz bigratia bominum alphabetum, in quo
fiut nomina bomiz an, qui babuerunt
talem vel talem conditionem ,nobilita
tem, "vel diuitias g)e. Hortamur autem buius. artis cupis dosis nhoditoordinationes bominum diuer[arum
éondi- tionum formare co pre manibus
habere.£) uosautem fuz vélus, qua ve.
commoda [int percepturi , qui. coordinatiomi-
bus pradictis aliquantulum inuigilauerint, tacere uolumus. Fyrastuum eum borum effc praecones eos
dumtaxat vvoluz maus, qui buius non [unt
atis expertes,cvel infuturum moz nar
eos;qai eiuf dem.artis exercitio nauavint operam. AIn coordinationibus autem preditlis folum
bomines ili feribantar $ quorum notitiam
babes ; vel quia éos "vidisti, «vel
quia plura de illis audifli, aut quia multa. de ipfislegiz fli aur certe quia erum imagines pluries
con[pexifli . Proz pterea cotilifimum
erit. dita fcripta. gesla, vitamq, pradi
&orum bominum. apud varios authores videre ,maxime apud Diogenem Laertium. Cum enim corum dicla
«vel fac la cognoneris erit baud
difficile de eis aliquam figuram:
fimilitudinem vel fimulachrum cuiu[libet conueniens men te concipere eo excogitare. | Coordination auté iflarit alique infigniores,
«vtiliores, et notiores bic infra à
nobis ponetur, ptermiffis alijs quaplus
vimis: Leilores enim noftros ad Ioanis Rauifij textoris o cinam
gm Pars prima. » 6,
cinam romittimus, in qua diuer[arum conditionum Lbomis num -vberem copiam eft videre. Philofophi Alphabetico ordine. SESS Rrifloteles , »M Anaxagoz:
ras, Anaxi- : mander, Az naximenes , cfrchelaus Ariflippus ,' Arcefilaus , cntillenes , Alemo , ez nAXAYCHÁ. |
Bias,Dio. Chilo ,
("leobol", iub Cebes, Crates,
Crantor,Car neades, (C litomacus,leanz tes, Crifrppus, Clearcus. Diodorus , "Demetrius, Diogenes (inicus , "Dio- nyfius, Democritus , Dioz genes.
Epimenides, E [chines, Euclides ,
Erillus, Empe- docles, Epicarmus,
Eudoz ' Xus,Cpicurus. *
Q341 — Ferecides, Fedo , Filoz laus.
Glauco. H'iparchus, Hippafus,
Hes racletus, Efevaclites. L acides,
Leucippus. AMifo, Menedemus , Moz nimus, Menippus ; mt trocles.
- Ontficritus ; Onedjres.
Periander, Plato, Pols 220,
"Pythagoras, Protagoz ras,
Parmenides, Pittacus. Solon, Socrates ,
Stilpo, Simo , Simonides , Simia , Speufs ppus, Strato. - Tales, T'heophraflus j Y dno.
Zenophon, Lenocrates, Ze.
BOCILEACUS CHO. PRN iri
m Thefaurimemoriz artificiof:e c
Mirrdoái& literam amantifz fs eodem
ordine.. F5 xi Leibiadei |, Lx NS cufonius , Eye -ehriflides : eV grat
Bularchus, Burfas, Bef f
Arion. (Claudianus, Cicero, Cy dias, Cyrus poeta, Cato. nep. .
E wipides. | - Homerus, Hf
ppoerates frxss «5 soigne " muapgndne Jfocrates, Iulius Caefar. Ouidius.
"Pindaras ,. Plinius Ius
nior, Petravcha, P bilo.
Quintilianus. 4 opbocles,
Statius. 7 ucidides , T bemiftos cles:
- Tertullianus. Terentius
"U'ayro. U'irgilius,varro. LA Ueptfianus ila ot aee epe bland ocHise Alphabetico. SU e Pollo, eJefcula- WC pius,c/fefclepia : A des, Arab, Anci vanus, Auicenna. 7] tius, Berofus. iron , Cornelius (els fnis, ('rifippus , Cofreas eo Damianus Sancli. - Diofcorides , "Dexips pus, Diodes.
Epiclamus , Erafifiraz mus
Enforbius;—— Galenus Pars prima. Galenus |
FH ermogene:. Lucas. $.
€uangclifia. Lyeus SNcapolitanus,
epud Pünium. eM enecrates. SNicas medicus.P yrri. Oribafius Sardianus y qui [cripfi 7t 7idibros mez dicine Ocularius in c 4egi- pto pra antiffimus: À utboz MD so PE ET E rec 14vcrüaugíQ., 63
Pacon, P etriclius, spud
Plin.libro fecundo , Pródis cus
Medicus , E [culapijid fepulus , t bili
ift ion, de quo Gellius lib.v7.cap. x j.
Poda briusflius Ef. culapi. 7 bemifon,de quo Plin. €o Iuuenalis , T beombroz tus, de quoidem.T be[jalusy de quo idem,
F. eft ius. i Poetz ordine
Alphabcetico. S1 Lceus, Aratus, Architas, Arz
chilocus, * bius, 5 vul Aurelius
Praude- | tius, a Miflophanes. SB acchilides,Battus. ( berillus, Callias, ( als liznacus.
"Disdóraus , Dioxippus, |
"Discles Democlus.
Euripides , upbronius, Rie. arl
Qin Ennius, Vudoxius, Eumenides, Fabius Frfinus, Faus fius G albus. | Germanus Brixius. . Homerus , Hippomax. E phefrus,
1 deus Rhodius. . I.
ycophron. - eMo/lcus Siracufanus , AMenader..ielitus. * 2Neflor , Nicollratus , *Nicandrus colophonius. | Oppianus,
'Thefaurt memortz artificiofze
Oppianus , Orpbeus cro toniata ,
Olympius , Ouiz dius. | Phocilides, Phormius, PAilocdes, Pindarus, Proper tius , Politianus ,| Pontaz nus. |
9 nintus Catullus. € . *Nonius.Q
. Atta.Q.Corni ficius. . Horatius. Flac- Cus. I NEED
Sappho, Steficorus, Simo nides,
Sophocles, Sillinas. . T'riphiodorus,
T'imocles; Thales, T be[pis,
Tibullus, "Virgilius, Voconius,
Iis &lór Roma floruit , Adria- no Imperante , Venantius. Xenarcus.
Zenodotus. Fortiffimi
fortitudine corporea. Gat bo ,
Ariflo- menes , Atbana- tus, Attilius, Ame- longus.
Jiitbon. Cleomedes,Caccus,
(Ci neyius , Carolus magnus , Corbulo florentinus. Dioxippus .
£utbymius. . Firmius , Fuluius
Sal. uius, Freficus. : Gratianus Glaucus. Aercules,. |. 0. AMilo,eMonicus, Ma- ximinus eM. Seruilius. - SNe[lor.
Odenatus. Peleus,
Periclimenus. | A boetus. Scinis latro, Szfon, Sabi nus ;Syrus,Scillis, Sonerdis, Seleuchus.Siodus. T he[eus, itormus, Tau rea lubellius ,'Yritanus, Ti deus, Telamon. Ufo.
Alphabetum Y Pars prima. Alphabetum,Diuitum.., : Efopus Antiochus. Crefus, Cacilius , Claudius , Calliz Tfus, Camertes, Cyrus, Cez far: (Antonius. C. Gal'igu . Ja, Cifamis, Callicrates. Dorilas, Dion, Dauid, Darius.
£ufobopes. Gale[us. Herodes,
Helio gaba- lus, . Iob.
Licinius, Lentulus, L. t Lucius,
Lucrius: Aruera 64 nus.
eMidas, M. Cra[fus, AMurena,
Mamurra, Mi- nyas, Menander. "Narcilfus , SNicamor. Pallas, Ptolomeus, Pys thius, Bithiniu perfeus. s *P. Claudius , *P linius Junior. Í Abampfinitus,
— Sycheus, T lla, Seneca, Aefoffris, Semiramis alos »on.
Tariusrufus, Tantalus.
Volunx. E Hiftorias
T hefauri memoriz àrtificiofx
Hiftoriesautem przdictorum hominum in
Alphabeto,;& fuperioribus ordinibus po fitorum videre poterisapud Ioán. texto- rcm infua oficina;Et apud Plin Etino- cabulario Ambrofij Calepini : & ed Vincentium Bcluacenfem... ] Etc periran[eat amice lector alia A
Iphales ta bominum a te cognitorum,
formare rhjje» qua quidem "maiori
commodo erunt , quim pracedetia:
propterea quia tibi familiariora erani»
sz wart hortamur ,*vt [cribas. Alphabetum. bomiz num diuitum, quos tu nofi i aliud [apiétium:
À lind talium: militum eec. ceterarama,
conditionum , vut cum [uerit opus, adl
ip(a recurras, uo ad partitiongeoris in
partes |^ "AS : Y 7 partes jn. fot
locis inferuiét: € uod uniufcuiufa; conditionis bómo in TM pertes diuidatur,dicimus . Ejus autem partes,
ba infrafcri pre ez fimiles poterunt
e[fe. Manibra ev partes dextij lateris
adi ibet bominis, M abimo dextri.
latetis [pnt Prima pars. Caltangwn ;
Secunda cauum inferius. Lm tia digiti, Q
uaria tütaparsfuperior ufque ad collum
imi i pedis, eo talos, et litt m eiu[dem. 1. Cris. dextrum e7 eius partes,que funt
.Prima,col dao pes; à talis vel ligatura,
"U[que ad [uram exclufiue. Secunda, X2 (9
e LL. Pars prima, 65 Secunda, tibia, que eft os cruris. T'ertia Sura,qua ell caro eius
po[lerior. 3. Coxendix «velcoxa dextra,
cuius prima pars, à genu "v[a; ad
femur, fecunda femur , qua [uperior pars efl cox, à quo enfis dependet, qua vv [aue ad
cincluram procedit. 4.
Latus, quepars à cinclura "U[que ad inferiorem par tem, [ub brachio,qua proprie c/Axilla
vocatur.c4xilla ergo altera pars fit,
aliusq, locus. | 5. Scapularum una
-velarmorum alterum.i.bumerus, eneri
aptus. 6-Brachium e partes eius. Prima
pars, qu& ab humero fluit víaue. ad
iunfluram inbrachij medio. c/4lia pars 4
pradicla iunélura v [que ad Aliam , qua ci coniungitur manus. i;
o qMan alia pars efl, Cuius portiones, Vola «vel pals ma,qua efl media pars manus , eo digiti, vel
fimulomnes "vel diuifim eorum
finguli. | 8.Genarum altera dextra
fcilicet. Tempus dextrum. 9.c duris
dextra. 10.24embra [iniftri lateris tot
erunt , quot in dextero numerauimus,
fcilicet decem. Et primo auris fmiftra
eo: cetera membra defcendendo. "v
[quc ad pedem imum [inilrum incluftue inuev[o ordine, € numerando frillatim 'unumquodque;ficut
afcendendo ecimus. o1 - Pofl ifla locain bomine , que particularia
pominamus, quia partes [unt bominis,
[amer alia in codem po[[urcs in NECS
ECT a cipiendo PS | Thefaurimemoriz artificiofie cipien do ab ambolits poplitibus 1 que funt
partes genibus oppojt t que cursantur:fi
c dici quàd poft plicentur. i 1:54
-Poplites ergo pro aliolocoi bomine. ^ s
23-Natessqua Junt conglobataváro «uerfus os facrum 4d [effionem apiifsimaa . "Sus dst nad
Sh pn^ 2.4. Lunnbi,qui à natibus , «|
que ad cincluram a 'fcenz dunt , co» à
cincluraad nates profluumi . 2 5.
(Cinctura ipfa. Aaol d A6 Remphudines
velvenes , que à cinclura vv[que ad
fumimitatem earum fub collo , afcédunt,que diuiduntur in olas c [binam. | a7. Collum vbi nerui. ! bh, vus 8.Ocaiput; vel occipitium, quod ef?
poflerior pars capi tisin qua memoria.
PSUM :. 23. Vértex velcorona vel
[ummitas eiufdem capitis. 30 Frons
anterior capitis pars occipitio oppofita EN
31.7terque oculus 52. eNa[ us , 9 S$N'ayes. 33. Oscum partibus dentibus,palato lingua, fandibu.epc.
^c 34. Mentum eoxbarba.ss. Guttur,
Gula.56. Peclus , quod ex coflis con[Lat
cum mammillis. | 37.Stomacus,qui
immediate ft ub pe&lore in cauo f ub co-
fis innenitur. WB 3 * (Corpus cum
umbilico pro vno loco. 39. Ima pars
corporis. 40-Gremium.i.coxendicum partes
anteriores. 4n.Genua,que [unt
commifsiones ee coniunctiones fez morum
ac crurum. yequantur alie (echionet , e? diuiftones M rum 3 membrorum Pars prim 2. 66 membrorum (cu
partium, eo» portionum bominks, incipiens
do à partibus,que foris apparent , et procedendo vfque ad interiora.
1. (apilli capitis, Pili aliorum membrorum. ». Pellis cutis.3 .(Caro.4 V ena.s.eo
fanguis. 6. Muftuli,qui [unt
mollia.7.INerui,qui dusa funt liga
menta.8.lacerti o[fa,et corum medulla.
10. Arteria.1i.Pinguedo. 12. Panniculi. 5. Cerebrum. fequuntur intetina quedam. 14. Lien,velSplen.i s. Fela6. Iecur,vel
bepar. 17."Uenter,'vel
ceterusA8.Pulmonesi9.Cor,à quo cfr
teris. Lo.Rete.21.vejtca.
Sequuntur alie partes[biritualiores. —— | axsSen[us commuhis.13.F atajta. 2
4-cogitatiua. a s. Me moria. NIS | »6.Intelletlus & potentie
eius.[intelle&fus pofübilis,in
telleiusasens. 777 E norum !
27.Foluntas,qua efl appetitus rationalis 28.4 nima tota "vniuer[aliter
confiderata. Inpauciores e
principaliores portes diuiderc poteri bo
minem pro "ut tibi pro occurrentibus memorandis neceffe fuerit-2N'on enim tot bominis dimenfiones, eo
portiunculas pofiimus,ot ijf dem omnibus
et fimgulis [emper debeas uti: fed ad
boctantumut necefitatzs tépore, quando multorum
recordari volueris, locis abundes,cubi figuras multas vepoz perepofis, 707 : -—
- s As De Thefíauri memoriz artificiofze De alis: locis mitimis.i.de Animalibus
& x. arboribus, Alialoca minima funt
ani- malia & arbores. Cap.X] (3
gl Onimus autem fub qualibet litera multa anima lia,eo« Arbores, A Ipbabetico Ordine, vt ex
mul «l| ris fub qualibet. litera
pofitis [(umamus «vnum keen] evel
Arboreim quamcunque voluerimus notiorem .
nobis, ce propofito nofiro aptiorem.
iisrnn Animalium ; và bed
"s Eg gonoceros. . Ug 3Bos
Bubalus, Jionacon, Boza[us. 3.Camelus, Capi Ces : uns, (l'anis, ('aniculus, ('atz tue, aper , Centaurus, Ca. melopardus , Cercipitecus (tor.
4. Dromedarius, Damz mula,
Dromeda , "Duran. s. Equus,
Elephas Eriz uacius , Eale,
Euchires, | qud T auro eff h
mile. 6.F. alena, F iber,qui co? caflor. dicitur. Furo, Fu runculus. — .. . g.Gali, tui 8. ]5 d$be Hadas, H;- l;- flrix , Eryena , Hippolaz pss, Efinnulus.. t E
9. Ibis Innulus ; kinus | quod
idem eft quod eripaz cius.
Inachlin. 10. Leo ,- Leopardus, Linx, Lupus, Lutfira; La pus, Lamia, Leuiatam. ii. Malus
ificiofze i menori« art T hefaur
BM ! / n j
ju BA E eH 4 / 7 AAT Á z () iA e , | "d (;)7 / [P | ETT
VuT Pars prima. / 7
p i 1) «c ih
1 / (^ t f
1 | Q7 72
D Pars p rima. 11. Mulus, Mula, 2M ticora , e Monoceros , ZMus quilibet , 4 quo mu[cus gene ratur.
12. Quis, Oricentaurus,
Orix,Ora[ius, Onager,Ono
centaurus. z1 3.Pardus ,
Panthera, Por:us, Pocphagus, Paeanz 67
L4. Pinoceros, R binoce phalus. Aansiuer, Rofurelz la.
15 Simia, Sus,Storco. (bi nca, Sciurus, Sphinx. | 16.7 aurus,T igris, T ava drus, T Axus, T'efludo. 17/Urfus,'U acca, CU itu lusyU'eruex, I1 ulpis , rus der. ! Bol agreflis in Germania. "Nimauda utem pradaicla e [imilia bis
, diuidaniur A; fnas partes, quas eo
ordine quo eas hic ponimus (uel alio, vt
tibi libuerit,conuenienti tamen ex memorabili mo do) (quando fuerit opus) mente inuifere c
perluflrare de- best ibi vel figuras à
te pofitas cernas, eo» ves , quas figu
ris illis commendasli,tuo cogitatu éxtrabendo recipias. AB 'ANTERÍORIBVS PARTIBVS ANIMNELISIINGIPIENTES 1 Prima pars "Uterq; pes imus, eg»
crura cum genibus funt. 2 Peílus — 7
Aures 12 T'ergus 3 Guttar 8 Cornua ft
afint. — 13.Pofleriora tergoris 4 0: 9
Caput 14. Cauda $Nafus — 1o (Collum
1$. Pedes pofleriores. 6 Oculi Ii
"Dorfi prima pars uli offa. Ul
incipe apilis ficat fpra de bomine diximus.
Q uo Thefauri memoriz
artificiofz Ó uo clarius bominis
portiones ceterorumque animas lium
corporum mole. [pectabilium nente percipiantur, hic infra [upra depicto: bomines e) animalia
[cripto e? lineis diflinélas inuenies :
In[uper ibidem cernes quo ordine quas
rundam grandium auium (fi "velimus ) affignari debeant partes. edrborum etiam partes per
anticipationem antea quam enumerentur
ipf-e arbores,po[uimus impre[Jorum eg
imprimentium commodo conde[cendentes.
Sequuntur figura. Thefaurt
memortiz artificiofz Sequitur Alphabetum
arborum,quz pro lo- cis & ipfx
defcruient, & optime quide.
NN ANANAS LEUTE zl
" 4 1 21d ha un
" 2. ; [ü*we. idis Ric DEVE
me cn Ó—Q— n! Ó€— MÀ vlt nhu N Padi PNCAR S ETt : [/)
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j E] i4
i DL) Pars prima. SBuxtis,Bdellium, Bac« Cus.
Cedrus , Cipreffus vel Cupre[Jus
, aut. C ipari[Jus ,
Caflanea, Cera[us , Cidoz
»ia,Cedrus,Cornus. Dipítws,
Dalilus. €bamus, Efculus. Fagms, Fraxinus , Fi» Cus.
Genesa, Geneflula, ZLfedlera,
Flarundo. Ilex , Inniper. Lenti[cus, Laurus , Liz . cios. Lotibos, Larix. eAMirtus, M alungrana 69
tii, Malus cotoniut , Me- Jpilus,
Mirabolanua. Nux , Nux mu[cata, pinea. |
Olea , Oleafter , Olcoz
sella. *Palma,Populus,
Pirus, Pinus,Platanus, Perficus, Prunus.
E uercus. — Aofmarinus ,
Ram- nus, Kubus, Robur. falix , Sicomorus, Senz tix, Sorbus, Suber vvelSuz beries fecundum fidorum Spina alba. s Tamarix , vvel'Tama- rifceus , Taxus , Tilia, Tarbitb . | — 'Ulmus, "Vimen, V itis. Alphabetum Arborum aromaticarum.. Loes, Amomum. Bal/amus.
Calamus , afia,
(inanomum.Cyperus. |
AFiflula. X sgLibatus. | $ 6.24atir,
E ' I hefauri memoria artificiofze
6. Adatir, 14 óreba. 7Nar
dus. 8.Piper, Piflacius, iz C4, 4 quà pix emanat. 9. Storax. |
10. Thus, Therebintus . Vulgari
idiomate placet nobis ponere arbo- rum
multitudine fub eodem ordine, vt fa
cilius & promptius nobis (qui vernacuas lo fermone fxpius de eis mentionem fa- cerefolemus) occurrunt. A AS Peto, Alloro, I Arancio, Arz MA Licocco, Arbo D bSeuen r0, ACETO. uff, 2 dellio. Cipre[fo, Cedro, Ciriez gio ( orguolo, C érbezolo, (a agno.
Dattilo. - €bano. Frafino, Fagpgio, Fic. Gelfo, Ginepro, Griugz giuolo, Ginestra, - Helera.
Leccio, Limone,Lazza ruolo,
Lentifco. AMor tine , «Mandorlo, eMelagrano , Melangolo, eMiliaco, «Melo Meloco - tognoy ZMelappio. SN'efpolo, 2Noce , SNoc- ciuolo.
Oldmo,Ontano, "Palma, Pino ,
Poppio, Pero ,Pi[lachio. uercia.
Temite : Runiflico, Ro^ore. Salcio,Sicomoro , Sorbo, Sufino,S enti Sent T bamerigo, d im The rebintho.
«U'etrice,I liuo, vpe Vinco. HÀ RVAM
Pars prima. 70 HARVMAVTEMPART TES
HOC ordine poni debent &
recenferi. Primo Radices. 6.F olia. 2. T rancus. 7.Fruclus. 3. A amus. 8. Vertex e apex, vbini- A-Surculi e ramu[culi. dificant aues. Figuram y.Gemma. fuperius pofuimus.— psoome gum e l
! ux] E vu omnium prediclorum
locorum miniz NIENS | SAM morum dicimus, quid omnibus pro locis
vti J| po[Jumus e2* eos affigere. (nam
loca nimis | ES i] |
(— (o NI mobilia funt ) ee dilbonere pluribus in
locis, «verbi gratia,in officinis,in
ecclefi js,in foro mari et fimili- bus
in locis: we loca, ad qualibet memoranda aptifii- | mayip[a comprobabis experientiaDe
animalibus autem et arboribus
dlicimus,quid ifla in agro : "vel borto uelnemore fimili funt ordine di[bonenda , quo c
apothecas diflinxi- mus."veruntamen
[cito, qud admodum facilis memorabi-
lisq, modus radica difbonendi erit, fi aliqua fratrum clau fira [umas eo intro fub dio ingrediens tu per
aliquam porz tam "vel aperturam
quam finges in medio vnius quatuor
partium. clauflri a finiflris locaueris una arboré prima litte r& alphabeti fi co ordine procedere
"velis) wverbi gratia, Abietem co
[ub abiete vnum animal eiu[dem littere ,ver
bi gratia afinum. Et [upra auem eiuf dem litera, verbi gra 237.2 ti4
Thefauri memorizx artificiofz tia
cq ula v Sed notato, quod animal tibiyprimo cccurrat memori deinde arbor e$ tam animali quam
arbore(cum fuis dwifionibus,de quibus
fupra ) vti poteris. In angulo
propinquo. aliud animal verbi gratia, QSubaz
lum:eo [ecus eum arborem, verbi gratia ,buxum : icq, in intermedio inter angulum € angulum , donec
veuertaris, apertum, ubi intrafli.
Inmedio autem aliud animal , e aliam
arborem ponas. | Verum [cito , qu d hic
aptiffime «vti poteris multis locis
amplifcimis. nam [ub arbore c/Abietis in imo «venas auri et argenti conflitues,qua per a littera
incipiunt.fic reliqua mi neralia ,
qu& infra inuenies difboft ta ordine alphabetico : Et [arfum procedendo [ub radicibus arboris
pones quedam fubterranca animalia eodem
alphabeti ordine , ficut infrà babes.1d
f2ntias de reliquis arboribus, [ub quibus reliqua mi neralia alpbabeti ordine pones. At fub arbore qua in medio efl loca
ampliftima infcrioz ra co infernalia
recenfere poteris . Reliquas arbores
qua ex alphabeto tibi abundant , in
alijs reponas claufiris. Missi |
Pars prim às 71 De
animaduerfionibus circa prxdicta loca.
Cap. XIII. 39] Vlta circa locos
animaduerficne fant digna, quorum quadam
iam fuis proprus locis futt dicla,quadam
hic infra ponenda [un:. In primis
animaduertedum , quod entia omnia tum
vcalia tum etia imaginaria (dummodo partes
habeant infignes) eo magnas "vel mediocres (altem,ita ut aliquarum fi nt receptiue figurarum) pro
locis babere po[juz mns, quapropter
formice caput, vel os veletiam ipfa to1&
pro locis inferuire non poterit nobis , alioquin ft utamur illa evel eius partibus, difcrimini magno ipfi nos
ponimus,na par HA res e memoria noftra
faciliter effugere poteft. | 2 Etfi
omnibus fere memorandis loca omnia apta fint
(ot infra dicemus cum de figurispertraclabimus ) attame i/His velillis memorandis, e? mediantibus
figuris reponédis in locis, quedam loca
aptiora, quadam ineptiora €: minus
idonea inueniuntur. | | 5i quis
enim cvefHimentorum f(acerdotalium memini[fe
«velit, acrarium vel facrifliam e2» eius partes, ej) non Coz quinam bonoris caufa [umere debet . 5i quis
impre[Sionum ignitarum "vel
aquearam ant etia aerearum «voluerit recor
dari,melius evit vt aerem cum fuis partibus ,"vhinaturaz liter isle flunt,eo generantur, quam domum
ucl plateam, C? [ic de ceteris. 3 Propterea elaborandum,vt multa baleamus
loca di- utr[A Thefauri memoriz artificiofze uer[a,eo variat diuerfis, (prout
occurrerit;) memoran- dis,diuer[a loca
correfpondeant ,quo ad fieri poteft. 4
Eifdem locispro diuerfis memoradis , ee pro alijs fi guris ponendis eodem die vel (equenti non
vtimur, [ed tri bus vel quatuor
tran[actis diebus vel pluribus, quou[4, «ve
terum fimulacrorum ibidé pofitorum penitus obliuifcamur. Loca cadem iam figuris impleta ad alia
reponenda non vez fumimus,ne forte in
eifdem locis diuer[e pofita note [e inui
cem prepedientes y) prauenientes, menti noflra ultro [cfe obijciant,ac fimul omnes occurrant memoria, e
confufioz nem ingerant non mediocrem,dum
e? praeteritorum, quoz rum pro nanc
recordari: € illorum,que pro tunc meminif-
fe volumus imagines, figüra indifferenter occurrunt. 5 Siergo babeas cétum loca vel plura, e te oporteat
fin gulis dicbus aliquibus corum vti pro
occurrentibus quotidie memorandis,in
tres evel quatuor partes numerum locorum
diuidas, e locis primi numeri primo «vtaris.[ecunda «vice fecundi , tertia tertij numeri locis qc. Deinde reuertaris
ad primos locos , boc dixerim, quia talis vel fimilis diflanz tia téporb: quatuor.[. dierum antequa eifdem
locis iterum «vti cogaris,ad
obliui[cendum priorum imaginum fufficere
poterit , eg ad alias figuras ponendas idonea reddere loca valet. |
6 Contigit autem,quüd figurarum aliquarum, qua con- uenientis[imo artificio boc «vel illo leco
pofita crant pro me- morandis difficile
obliuifcamur , vt eorum loca longo tem
pore ami[Ja, «o» pro alijs reponendis inepta cen[eamus , c.t ou non
Pars prima. 75 aon ita ef],
quoniam frequens eXercit atio, fortis imaginatio «ox à memoria facía, freqaies
repetitio,nouarum fgurarum nuper
fabrefactavum, ey) talibus in locis pofitarum-veteres figuras ita diflurbat, eo delet.-vt vbi erant
ille maneant ifle. 4t de
delendis fsguris infra traéiabimus.
DEMICA, qua pro his , quorum [emper memorari "vola mus,eg* babere pre manibus con[lituimus,ad
alia reponen da , non erunt idonea , ea
qua fuperius dicam, eo vatione. 8.9
uidam pro locis particularibus ubi immediate (rut in pluribus) figura ponuntur angulos babent
mafionum: qui da «vero intermedia inter
angulos ipfos , quod vltimum won [aiis
approbo, p'opierea quia iam didicimus in una ma
Jtone (maxime fi parua fit) imagines pofte in intermedijs € interftitijs predictis nimás illam replere,
et propterea ali quando confujionem non
paruam generare: Q we autem in angulis
[unt pofita figure duplicem nobis pra[lant "utilitas tem. primo quoniam nón ita vt prime manfionem
repleue vveloccupant, aut offufcant,
immo eam expedita reddunt, & latam
effe demonfirant-[ecundo quia fixius angulis pre diclis inberere figura nobis "viditur ,
quam in intcrmedijs. &) uod tenacem
ac firma veddit memoriam. Verum [fi ma
gna fit in longitudine ce latitudine manfio, non [oluman- gulis, [ed e interflitijs ipfis prolocis uti
poterimus. " 9 Platcayvie,
Itinera,et reliqua buiu[modiminus apta
loca dicimus ecclefi js: domibus fimilibusue locis , propterea quia nimio[dbendore refalgent,eo: immoderata
[unt magni tudine,quod "Vtrum
imaginationi nocet. eNeé Thefauri memoriz artificiofz *Nec propterea dicimus ita inepta effe loca,
ut illis alis uando utinon debeamus,
quod contra Ciceronem e alio: e[fet:fed
vt raro cvtamur ifia docemur amimaduerfrone .
De conditionibuslocorum. Cap. XIIII.
378] V Itas effe locorum conditiones ip(a experiétia do JB V| cuit, fine quibus multos buius artis
cupidos erraf- i2 M fe circa
locaeligenda, quam plures buius artis ex
pertes nouerunt, cox confefi funt . De conditionibus ergo lo- corum, quas noflro experimento didicimus
pertratlantes, di cimus rk criptas, e
hifce fimiles effe videlicet primo: In
uariabilitatem:[ecundo Immutabilitaté; fiue firmitatéiterz t10 ANumerum:quarto proportionem:quinto
continuitatem: fexto diuerfitatem:
[eptimo Q uantitatem continuam mo
deratam:otlauo Claritatem mediocrem:nouo Succeffioné, Ordinem, diflantiam notabilem, folitudinem,
Poffeffionem, de quibus figillatim. 1 Circa primam conditionem, qua efl
inuariabilitas [ci to,quia multum
memorie officit, fs locum nunc fub vna frs
gura e[Je videas, verbi gratia, triangulari : munc [ub alia, «verbi gratia, quadrangulari: «vel
quomodolibet notabiliter evaratum.
ficutie[[et,ft nunc inillo angálo tali uel talis pla re&;,officinam fabri carpentarij,
paulopo[l "vnguentarij ape thecam
e[Jé videres: quam ft [emel "vel bis videas ita imz mutatam e[[e, dubio procul prioris tátum
recordaberis ,vls la ab(que difficultate
: nec tibi talis variatio confufionem |
ingerere Pars prima. 73 ingerere poterit. unde fic ca poteris vti,
quafi immutata non fit . e/At fi epe
[epis eam te «videre oporteat , "vnum €
duobus f«cito, vel multiplici repetitione mente priorem res cen[eas (ut eius non obliuifcaris) [ed fixe
priorem retinea:: «vel certe, (quod
potius [uadeo tibi ) prioris forme loci illius
obliuifcens, mentem fige in posleriori forma pradiéli iam vvariati loci. Et fi talis loci puta officine
cav pentarij partes dam figuris
imple[li, perpetuo man[uris , propter quada que
femper pra manibus te oportet babere:commuta figuras , et memoranda nowis fieuris comménda, qua in
poslerioris offe cine partibus [unt,
vvel e[fe poffunt. SN am im diuerfis officin
tis diner[ a [unt ajJumende fygure pro memoradis que locis copueniant,ut infra dicemus. € uod fr loco
illo non perpetuo memorandis, [ed
prooccurrentibus tantum quotidie uteris,
nullatenus priorem loci modum vel figuram re[erues, [ed ta li modo predicli loci dimiffo,locum iam
"variatum oculis, ac mente
inuifere, eo«in illo mentem figere: «7 firmare memo riam debes. ! | 2 Circa immutabilitaté, que [ecunda conditio
ef, anis maduertito loca immobilia, uel
faltem firma e[[c debere jte im ipfis
recen[endis mensnoflra. poft illa-vagetur : Et dez mum rvagando ab eius memoria excidant cum
figuris et memoeradis. Idcirco, fi qua
loca habeas, que molilia [int ffe cuti
ef] bomo, Leo, Arbor eo. ( cum cis pro locis non pro figuris vteris) im immobilibus locis uerbi
gratia, angulis pla tarum vel domuum
caterisá fimilibus locis ea ponendo e
figendo.fir mitatem dones . SNauim etiam f [ro loco acciz | jd pi^^
| T hefauri memoriz arttficiofa
fi^". veleamfirma [upradiélo modo fngevco eam intali "angulo effe, vel ponendo ibidem eius
depiciam imaginem, «vel certe in portu
tali,ubi aliquando haue vidifi aliga
«tam ejJe arbitrcris, evel denique anchora fundatam et obfiv matam ibidem in portu,aut alibiin mari
immobilem exifle rc imagineris fi enm
loca flua nt figure in eis locate à mez
moria labi nece[Je eft. : — 34
Numerum vero locorum babeas talem,ne laboret ni
mium mens in ei[dem retinendis e recen[endis,numero[a nimium locorum multitudine pregrauata, co
maxime fie tem non dum fueris
expertus:quapropter Cicero dixit cenz
twm loca fufficere po[Je.quem numerum prestare cuna etia mediocris ecclefia cum aliquibus manfionibus
circum ea exi flentibus verbi gratia
[acri[!ia, Capitulo, ( laufiro,nos ipz
Jf experti [umus.Centum autem loca [ufficere poffe pro ocz currentibus memorandis tantum, etiam
experimento fate- mur. ct [i quis non
[olum occurrentium rerum memoriam babere
uelit uerbi gratia concionum,[ermonum, le£tionum, collationum, qu& omnia quot idie
occurrunt fed multa pre- ter occurrentia
illa cupit memoria mandare: 9N ece[fe erit il
li ce alia babere multa. ficut qui multa fcribere "voluerit , plucima-vellongiori indiget cartba . Petrus.
R auennas, in bac arte exercitatiffmus,
dece fee millia babuit loca;aliaz que
prater illa fe fabricare dicebat.quod mea ententia pro. fit iTi, quia memoria infigni vigebat.quod co
fi memoria &lariscon(alendum e[fe,
eo nos ipft dicimus: attameé his qui Ao
Lantum mediocri, verum etia infirma funt donatimez | "oria, i: Pars primo 55x 74. moria, ne dum dicam prodeffet "verum
officeret nimium Jf «uitra mille locos
baberent. 4 De quarta conditione dicius
, proportionem: locorum cum
memorandis(cum fieri commode poterit) feruada e[fe ; vt ip/aeligantur loca,que memorandis pro bac
vel illa ma teria fernanda conuenientia
['nt: "vt eiusrecordemur facis
lias,cu»m proprijs "utimur locis.ae qua conditione «vide in fc cunda animaduer[ione. - 5 Continua aut contigua aut faltem vicina
et proxima fibi inuicem debent e[Je loca
illa, tum communia,tum parti eularía,
quibus «uteris pro conferuanda «vna atque eadcm
concione [eu lermone aut collatione eg»c.me erret mens recen fendo memor da,qua fub figuris in locis
remotifimis et & prioribus valde
diflantibus po[uifli . Itaque impleta vna
apotheca uel domo aut ecclefia aut alio quolibet fimili locos figuris eo femulacris verum , quarum
recordari "veli: ad alium locum
vicinum eo proximum qj) collateralem, ft fie
ri pote/!, procedas,co* mon ad remota loca,ni for/an concios nem,vellectimem in partes diuidas , eo primam
partem in taliloco repmas:eo« aliam in
alio à priore,remotifimo lo: co. Poterit
enim mens aliqua facla paufa ad-remotiftima
etiam loca: tranfmeare. €-uod fi inteydum aliqua ex cau- [^ti remotifmis locis cóncedismus, (puta quia
cosiuenict- tiora [unt talibus
memorandis,loca veémota proximis eo ui
cinis "vel quiaimplefli vicina loca, eex adbuc funt ej) alia memoranda : -oel quia remota melius no[li quati;
vicima , qua [equantur) attamen quod
raro. facias intadem ates hi9 £52 ria
lo- .^ — Thefauri memorie ártificiofe vialocanda , «9 commini[iendà dicimus &o«
hortamur. -— 6 Loca communia , diuev[a e
diffimilia fintalioquin dun fueris in
primo loco,cverbi gratia,tali manftone vel ec
clefia eec.ad aliam illi fimilem facile mens tua tran[uolaz- re poterit,quod omnes experiuntur.'Unde apud
omnes con fnltifimum e[l neminem
cellulis fratrum aut fimilibus lox- cis
vti debere, propter nimiam inter [c ip[as fimilitadin. - Cellularum oflia, aliqui fignis notant
quibu[dam vt [upra diximus, At tutum
e[Je illo modo «vti dei exiflimamu . Ni
ergo defint tibi loca, ea dimi[fa facias. |
as 7 Ecdefie co domuum manfiones, ez) quelibet alia los ca.comimunia, oportet; quid in. quantitate
continua medios. critatem babeant : nam
ficut in amplis locis res ibi exiflenz^
t£ 5 ab oculis nostris aufugiunt,ft milimodo à mentis oculo iw ipfis elabuntur imaginate figura c Ampla emim
loca vagas- reddunt imagines, ca
occultant Necnimis arcla delent efa fe
loca, tiam imaginum collocationem angu[la loca c idene tar capere non po[[e.loci ergo mediocres
[int. x ..8 Claritatem, (cd mediocrem ,
babeant loca omnia , ne aut occultentur
tcnebris imagines ponenda , aut |blendore
prafulgeant nimis.-Ut enim corporis oculus , ita c9» mentis, nimio luminis [plendore offufcavi videtur
bancob cau[an, Jilicet [blendorem
nimium: P lateayvig. Itinera,eo eiufz.
mo lireliqua loca minus idonea [unt ecclefris, domibus ; e». of cinis eic que lumé moderatum [ufcipiunt et
Petinent:: "Unde gg clara monflrant
pofita fimulacra claritate mon opprimene
intellectus nofiri vi[um , [ed excitante mentis
: | nofir& b Pars prima. uni c E nofira [énfum v aciem. 9 Sicut
in.locis communibus comtintitas;et propinquitas
obfernanda efl, ita in particularibus locis. [uccefcio locorum: tenenda eft. ! "nga Loca communia funt Ecclefia Domus
Cc.particularia autempartespradiclorum
eg«[nmilium locorum; vut czilta ria,
dnguli, Columna erc. tlle ergolocus.qui tibi introtum ti,uerbi grat !4, ecclefiam, primo occurrerit
pro primo baben. das efl. ille
autevo,qui primo fuccedit,eo poft ium fequi
tur , quia, collateralis efl ili y pro [ecundo locoiqui tertio ter tius, €g frc de alijs.Sic autem procedens
circum eas totà eca cteftam, cx
omniaparticularia loca sotabis,et qualibet fa
cella, & raria, Portas,callaterales;presbiteria ez/c.donec cin cumeundo reuertaris ad prioré locum, à quo
recefcifri-) uod f Ecclefia tot
quot*volueris loca non dederit, dum eam cir.
cais, particularia loca notando , f facilem ingre[fum báa beasyintra facrarium,Camiterium, Clauf rum,
€7 ceteras collaterales e&&
propinquas, ac contiguas man[iones , co» nes
tatis particularibus locis corum ordinate e [uccef'iue reuer tere in Ecclefiam,et figna reliquae
parteseiu[dem ecclefia, quou/que
circumeundorewertaris prope primum locum; «vt
diximus. uod de ecclefia diximus, de alis etiam fimilis bus locis intelligas. ! : "s 10. Cum intras loca communia «t in éifdem
notes parti cularia, bic ordo tibi
[eruandus ; t.f.à latere frniflro mme
rare incipias particularia loca, víque dum tircumeundo de acnias ad "ulumpun [igiflri lazeris,
cumdbunc ordinem com wHI muniter I hefauri memoria attificiofe muniter [cribentes obferuent ,
quosvoslibentevin bze arte, fequimur,cum
locare figuras fere differat nibiiab avte fcis
bendiyvt ait Cic.confuetudo emim talimodo c2» ordine [cri bendi,eo in collocandis figuris promptos e
faciles nos veda det: à finiflro incipere
lateremaxime cum aliqua in parieti bus
[cribere ip(a nos cogat nece[sitas, ut dicemus.5N'e ergo in. uer[o ordine cogitatu noflro fcribere, ey)
fcripta repetere coz gamur;à fimiflro
incipiamus..5i quis autem bebreos [criptoz
res [equens,à dextro incipiat, in finiflrum procedédo, quod omniex parte erret non dicimus, motus cnim
& dextro inci pit;ait
c/Avifloteles.Q wolibet modo procedas, "vel à finiflvo incipiens,vel à dextro, illum [equere [emper
, ne dimittas pifi maxima -vrgente
cau[a,netalimutatione oriatur con ffo eo
furrepat obliuio. | s n "Diflantia
locorum particularium ab inuiccm paulo
plus aut minus pedi trigenum fit . nà. ut afpacius ,ita cogita tio minus "valet : Siab uno loco ad
aliii nimisremotum per tranfire debeat:
quod fi vvehementer prope admoueris , id
quod videri, velcuius recordari "volucris , «9 locum loco quafi coniunxeris: propinquitate
conturbaberis .pyediéiem autem difl
antiam à Cicerone traditam ob[eruandam: dici
mus,quandoloca [unt ampla.Diflantia enim quindecim,et «etiam vundecim pedum at erit,cum apotbecii
uel aliquibus mediocribus manftonibus
evtimur,cvt [ape probawin us. Similiter
probamus frequenter , quod fi cna e? eadem
mafione plura fint loca particularia. ab inuicem differétia, vt femdfire edblutorium manuum, (
aminus,osiium Tas à tua Parsprima, .-— 76 tua zo talibus rebus infr gnita loca, quzuir
propinqua conz fionem non ingerunt, fcd
memoriam [ua excitant varies "tate.
si autem in man[ionibus aliquibus mon e[fet aliquid in figno, fed parietes tantum, profecto anguli
folum ,*veletia intermedia,fi oportuerit
, € ft loca amp!a fuerint pro locis
inferuient. €) uod fi in eif dem alia particularia componere loca vvellemus,ce laboriofum opus c
periculofum a[Jumez - remus. | : 1: Cum loca communia intras,non tantum loca
particu Maria in eif dem con[ideres
notes, tov ob[erues [ed eo: qua in -
illis [unt ob(ernato.contingit enim («pe [pius loca. fi expoli 14 non [unt, [ed rebus aliquibus referta ,
non [olum locandi figuras facultatem
praberc, (ed figuras multas vealiter no-
bis offerre ut armaria, fedilia,[canna,[lrata ceteraq, [imi lia,quibus pn figuris quorumlibet
memorandorum uti omni diligentia c9 arte
nitimur: relictis imaginaris figuris,quas
p memorandis querere, inuenire , e per imaginationem in pradiclis locis nos ponere , eg) frngere
oporteret , non nift cum magno labore
Duo auté commoda,nobis proueniunt , ft
furis in locisinuentis "Utamur.primo enim non tenemus no uas qu&rere, e locare:feciido quia
facilius recordamur fiz gurarum realiter
pofitarum,quàm fi Clitiarum.N erum non
negamus, quód memoradis rebus multoties confingé da ima gines magis conueniat quam ibidem inuenta
figura: [ed fa temur etiam indu[lrium
bominem,eo in bac arte aliquan tisper
expertum. feré figuras omnes [uis memorandis adaz piare po[Je . quod fi aliquando non valeat
quis , ad libirum conj.ngat Thefauri memoriz artificiofz consingat De bis autem diffuftus infra
dicemus. 15 Solitaria debent effe
loca.Solitudo cnim locorum cogi tatwn
noflrum aggregat e» ecollizit. at loca bominum fe quentia occupata confufionem faciunt
memoranti, cox men tem diflurbant. 1d
circo commmnes platea, ej) fora pro los
eis tibi raro deferuiant. | |
Verum experti [ant aliqui,vt Petrus Rauennas.[uf- ficere aliquando talia loca-vidi[fe vacua,
quod e7:nos tez flamur. | Loca quibus vticvolumus,antequa ipfiscotamur,oporz tet [epe [.epius oculis inui[ere,eox
cogitatione percurrere rut féciliora
nobis reddatur,ne cum figuras ponere uoluerimus, - tunc primo ea familiariter pofsidere
fludeamus . Prudens fcriptor chartas
[emper praparatas babet eo tenet. | E
xplicit prima pars tra&latus de Memoria artificiali. PE
d TRACTATVS DE MEMORIA
UAXTUEICIO SA, Secunda pars. PRAEPHATIVNCVLA ON folum locis, verum etiam fiz guris(cut diximus) artificiofa COfi-- Sat memoria. £)
uapropter cum in faperioribus
delocis.[atis fuperq, di Glum fucrit, de
figuris ordine infra pofito dicluri
[umus. P1imo enim f guras,non omnes
Jed notiores nobis, e» psum qua noflra
memoria pr ode[fe p ofcint,porez re
cvolumus , ee» exinde illarum applicationé ad diuer[a me moranda gene ralibus quibu[dam regulis
trademus. U af ecundo, Thefauri memoriz art 'ficioíz Secundo , de applicatione figurarum: in
communi , ad res xenoraudas,eo e
conuer[o. fA T'ertio,de
animaducrfionibus circa figuras, eo conditios
nibus earandem. y ^ EM | ) vh. |
Q uarto, de v[u quorumdam locorum eo figurarum , in particulari , [ub.cxemplis, quibus
intelleHlis quilibet locis vti e?
figuris ad quecunque memoranda, idoneas inuenire po[- fit De quibus omnibus ordinaté tratlabimus;ut
in primo bu ius fecunda partis capitulo
patere poteft. Secundi tra&atus de
diffinitione figurarum. . "oco
tali "ponam. ^ In diffinitione nota
ly Immediate: quod ponite ad dif-
ferentiam Pats fecunda.. VEN
A ferentiam locorum qui non nifi
mediantibus figuris memos randaretinent
ej conferuant.atque ex inde, nobis feruata
pra[entant, quaudo fcilicet pradiclarum figurarum recore dati fuerimus... ) uo ad [ecundum,id efl fisurarum
multiplices denonci pationes , evt
fequentium intelligentiam habere pofsimus,
«oportet nofcere, quod ba [upradicla figura, buic noflra arti in[eruientes multiplici appellatione , ab
buius artis peritis, denominantur.
Dicuntur enim etiam imagincs:Simulacra,
-€9* Idola:.$ igha quodi, fimilitudines , ac J[pecies , Not ctia evacitantur,eg« memorandorum vvmbr a. j £ uo ad diifionem figurarum, (ciendum, quod
illarum - quadam (unt naturales, quadam
artificiales , €» quadam . BRAgIBATIA. o
ss VOTE CRISIS MEOLGE 1 Naturalium
quedam maxima,quadam minores. AMaximarum
quedam inferiores, vt Infernus, Purga -
torium 9 vuterq, Limbis . | 9 uedam
fuperiores,vt elementa omnia. - £uedam Celeflescvt
Celi,eo eAdslra. Q9) uedam [uper
Celefles , «vt ea qua [upra Empyreum '
clum e[fe iam [upradiximus, quorum omnium partcs inz ter figuras computari poterunt. | De quibus vide in prima parte , cum de locis
tra£taui- mui ^N mireris, quod qua pro
locis fupra pofuimusypro figu vriánunc
Apta e[fe dicamus. Locaenim pradicía pro
figuris , | (fecundum diuerv[os
ve/Pecius) [eruire poterunt. (
quamuis minu fint apta [équétibus, cum
fi pro figuris ca babere tec Q
limus ! Thefaurimemortz artificiofz limus,vix locus aliquis ilnueniatur, qui
tales figuras capere, pofiit) Dicimus
enim nos, extra Celum embyreum, omnia
locata e[fe , co eapropter pro figuris etiam pradiéla baberi po[eimmoe illud po[Je pro figura vvelfiguris
deferuire,st infra dicemus. reos i03 bi
mass n oy 3 ^ SNaturalium autem
figurarum minorum. | *
—— 9 uedam inferiores cut infernaler.-vt Diaboli . Dame nati,eorumq, varia tormenta egc. MS Q uedam [unt [uperiores praditlis, fub terram
tamen, . quarum alique funt inanimate;ut
eMetalla, et Mineraa lia:alique animata,ut animantia [ub terra
commorantia, "eer [erpenteseo. tV
UY X 5: hs on T voc Quedam materieterra
brüiniores eo fimiliores , evt qua fapra
terram [unt ,cvelqua inprima terre [uperficie
commorantur,'ót Lapides pretiofr." hy] "u^ Quedam etiam [unt terre adberétes,
gp) ipfa impenez trantes, eg: tamen ab
ea exeuntes, eo procedentes , eo fw
praipíam furgentes, vt Arbores fru£lices ev berba .. 9 uedam terreftres, e fuper terram
ambulantes , vt ' animalia,quorum
aliqua funt magna aliqua parua. £ uedam
quee vel aquatiles,cut qua in mari inucni-
ri po[Junt vt *Pifces,conchilia ev. i
Quadam autem aeree, quarum alique animata (ibidem pertran[euntes,non tanquam in proprio loce
flantes)ut aues omnes cz "volucres
parue vel magna. clique inanimata ibi
generate tanquam in proprio loco,ee ibidem aliquantu- lun perimanentes,vt imprefsiones varia , qua
ibidem funt ignea, Pars (ecunda., 79 ignt&,vtl aduea ec. 225 01 Quedam C eleftes,"ut Stella. Q uada
[upercele[les , vt an&li et corum ordines ec. -; x1eZfrtificiales autem figure funt, qua
humano inuenz tu con[urgunt eg» fiunt ,
eo proizunc funt! "varia «dificia
"varia apotheca . Insflrumenta artificum diuer(a. 9 uaz zum omnium verum , que pro figuris babere
po[Junt , le gentibus copiam dare in
animo cfl, nc negligentia inquiren- die
difficultate inueniendi prapediti multi,ab buius ope E ftudio auertantur eiusQ, optata careant
vvtilitate. Pra oculisenim omnia
quodamodo ponere volumus,ut cuilibet
huius artis cupido diuer[& et multiplices imagines, occurrere pofsint,quas pro memorádis rebus,
ponere valeat, . prout fibi placuerit.
| «0 wofatlo, ip[arum applicationem ad
memoráda, me- — fiori, quo poterit
modofieri fub aliquibus regulis co inslituz
tis,tradere volumus. | | | ...
Nuncautem frgillatim de [upradiclis figuris dicendam eB, em omijfis hguris maximis , naturalibus,
de quibus in , primo traclatu
differuimus, [ub nomine locorum de minori-
bus loqui in [zquentibus capitulis intendimus. Thefauri memoriz artificiofx De ffigutis naturalibus minoribus. Et
primo de his,qua inferiores vel
naturales dicun- tur. Secundo de figuris
terreis. Tertio de fubterraneis i
inanimatis.C uarto fubterra- "
pmeisanimatis "^ (Qap" TE
lgure infernales funt diuer[a "Daemonum [pe S Ln imaginesd, ; eorundem "varie t [ub
diuerfis | animalium gj befliarum
figuris danatis ap- ' E e parentibus. V
ide in [uperiori parte tratlatus in Pe
" locis inferioribus, diuer[as eorum imagines , e deformiores et turpiores illis, tu confingere
poteris,prout pro memorandis
occurrentibus, tibi vifum fuerit oportunum.
(Ex fcriptura autem [acra figuras conuenientiores dea . mon imaginaberis. P't quid aliqui demones
fint [miles lu pis. Secundum iZud, quod
de damonibus, ait Abac primo:
"velociores lupis vve[pertinis. —
c Aliqui Leonibus , Secundum illud: "Togun Leo "u- qiens rime Petri quinto. A liqui À quilis. Secundum illud
:-velociores fuerunt prr fecutores
nostri, dquilis Celi*Tbrenorum quarto:
cliqui fimiles [erpentibus. tertio G'enc.ed ferpés erat callidior cunclis animantibus. Ali; jin forma Draconum, c9: ^ [pidum , co
Bafilifcoz run E^ 9o.Super Afbidem eo
Bafilifcum.zo c. - 4nfguris etiam
Coruorum apparent. G enc. 8. Capitulo,
post Parsfecunda.. | 8o pol diluui decrementum [cribitur: Aperiens
Noe feneftra, dimifit coruum. c/dAdde ctiam,quo et ipfi "Damones fint
iu forma Stra kbionyn, fecundum il'nd
Deuteronomi quartodecimo Ca- pitub.
"Na firuthioi inter aues immundas computatur : Et in ibo alijs borrend's formis eos conf
ngas. "Damnati etiam varijs
penis(prout ia predicto loco pri mi
tracfatus pofuimus) pro figuris deferuir e eco femi liaá, his fingere poterimme. - "Supplicia etiam diuer[a, rot ignis
calidifimus VANS Tnt xtinguibilis , fons
borribilis,odor peflilens, ob[curitas
borrida, gelidiféima aqua fletus, flridor détium, Voces flebi Jés, Chaos magnum, V ociferationes
altiffime,Coniortio ocn lorum, Faciei
deprefsio, totius corporis cruciatus. 2M altituz do etiam damnatorum , eo corum confu[a
congeries. T w- multus ,&) «varia
tormenta pro figuris baberi poffunt. In
Purgatorio bomines «vultu maflifsimo , fed patien- Liffimo animo cruciati tormentis varijs, et
igne,promeritis, £A ngeli eos
confortantes, pro ima cinibus defcruiett.
In Lymbo infantes svarij, diucrfis vninbéi; c? coloriz bus,prout bicvidemus. —— SUE DE TERREIÍS IM AGINIBVS. T'errez veroimagines, fum: [axorum et
petrarum cva- ria genera, lapides etiam
pretiofi quorum nminum aliquos i»
1gniores ordine Alphabetica ponimus: T t reliquos in lapi . dario-viderepoteris, Et in [Fecalo naturali
Vincentij- A Iphabcrum 'Thefauri memoriz artificiofz Ed aod lapidum fimul & Gemmarunr. Www] Aenacius la- MEN pis fiu libus b. s i E xS contritus eft maris. Alabafrites. Achaz tes, Adamas, Ametiflus. Al lecorius.
2, Berillus, Borax lapis, qui
&j) Nofe, Carbunculus, Chryfolitus ,
Corallus , Cryftallus, Celidonia,
Coz tis qui lapis [eciidum fido. [ic diclus , eo quid ferrum ad incidendum acuat : cotis enim grace inciftoest: Cari fieus lapis , qui viridis eft, "unaque esi marmoris [pes cies.
3 D«emenius, "Draconti des,
Daicodos , Daymantiz ««o5, Dionyfia,
Drofelitus. 4 Ebanus, qui lapis
al- Rs efl, Emathites lapis ru- boris fanguinei , Etbites pez tra aquilina eft, Elo pro lapide ft placet , £matbites, Enidros, Efcflis. $ Falcanus, Filaterus, F longites, F luuiatilis,Edift tjs aptus lapis e 6 Galiclites lp alius est , qui attritus [fuccum red dit,faporem lactis babente, Galacies lapis ad fimilitudi nem grandinis, et frigidifis "mus.
7 Hiena lapis, qui in Lie na
beflie oculi inuenitur ,
HhYyeratites. 8 Ja[pis,
lacintus,I acinz tizonta. 9 Kacabre , JOE NM Kamam.
ro Lapis Lazuli , Liz [chinis ,
Lapis efl refulgens, "Ut lucerna
ardens. | 11 eAMarmor , 7Molaris Lapis , ex quo fiunt mola. eMargarita ^
-Parsfecunda;i- Margarita
lapis,qui ex ma vinis colligitur conchis
, AMelotbites. 12 "Nitrum ,. lapis est fabalbidus eo perfpicuus . eNofe, qui «9 Borax [upra [ub itera B.
13 Onix ,Opalus, Optal- lius
,Orithes,Oflratites. 14 Pumex ,
Pipirinus, Porfidus , Pantberus.
ig 44 Jrmilitudinem P anthez ra, Paragont , quo "verum probatur aurum afalfo.—. . 1) Q wirinu lapis, ua nidros. . |
. 16 Ramnivel vali , id quod
bolus armenicus , Raz daym, qui
donatides etia di citur , inuenitur
in. capite-. Galli ez. . Y Serpentinum,mvelOz - phitis. Serpentium enim,ma., gulis con[ber(us efl, unde et á "vülgo etiam ferpentinum dicitur, ilex, Spongia,Spez 81
cularis lapis, faphyrus, Sara
dius, Sardonicus , Smaraga dus ,
Succinum , vel fnccis
nus,"uulgariter dicitur Am
bra. 18 T ilurtinus lzpis,
To phus, T'opation , T urchois, T beogolitus. | ty "Uarabc. feu fanguis draconis. [ecundum. Arift, lapis efl, Venix valet cona tra mieiancholiam, egeta naitalica gemma e[, "nio, efl quidam lapis. 10 7 ris, Iridi fimilis. - 21 Zimeniellazuri-vales contra melacholiam, €t con tra quartanam ej) Sincoz pim. idem esl cum lapis laa guli. too im
21 Zignites lapis ell «vi
treicoloris , ee fanguinem
fringit eg) mentis alienatio. ncm
depellit : flamam ignis extinguit. :
X: "'Thefauri memoriz
artificiofz Ub-vna eadéa littera plures
lapides vel faxa mo || etiam aliquando
po wimtus , «vt eifdem indigeat AA
nemo.es ad boc,vt quifque quem «voluerit , €
quem [uo propofito viderit, accommodatum [fe e deferz uire, eligat, eo tollat, ceteris pro illa
vice dimiféis . Eorum autem ez
fequentium quorum c/4lpbabetum ponimus ,cver
bi gratia, animantium crborum tum f. guras ,tumnatuz vas, tum commoda ex ipfis [i nouerimus
optimo,e7 eficaz ciféimo adiumento nobis
in bac arte eas e[fe probabimus. 1d-
circo "vtile admodum erit in naturalium eo Phificorum libris eorundem naturas perquirere, vt pro
figuris ocurren tium niemorandorum
audacler ea ponere , €2* locare po[-
fim. | Inter figuras terreflres e
terreas placet nolis feces et excrementa
rerum diuer[arum ponere : tamquam cateris
compofitis. infra ponendis minus [uperiorum elementorum «virtutem retinentia:immo illis omnibus terre
materiei proz "seimiora:"vel
certe tanquam indigna obtutibus noslris praz
fentari: vel [altem minus bumano*v (ui apta:(ed penc diz gna dumtaxat terraip[a recondi. [unt autem
bac c7 fimiz lia bis. ! | c4 cAmurca,que faex est olei: Analecla,qua
ciborum funt purgamenta: Apluda, que
purgamentum ea. Milli: Panicieo
fi[ame:cA[[ule,quas "vitruuius vocat fragmen ta, qua ex operibus deijciunt
Marmorarij. 93
"Bolytus-cvel'BolytonBubulum flercus eft.
F Fufur farina cfl purgamentum, Floces purgamenz £4'vuarum
Pars fecunda... $2 ta vuarum
eos vini: Flaces purgamenta [unt oliuarum.
G Gra[um fignificat lanarum [ardes in ouibus. E Helcifma;[coria efl ex argento. I Ipeleuthrum, fuis flercus. M. Magmata,vnguenti faeces dicuntur. eMuccus
, narium fordesefl. Mu[cerda. Murium
flercus eft. M etys, purgamentum esf
caera. O Onida gg Onthon ,
eAfiniretrimenta (Celius dicit. Oiptoten
ouium fLercus eft. P. Prefegmina c?
Re[cgmina, que ex "onguibus pras
fecantur . i; | — SScoria ,
Spurcitia omnis meialii. Sparyle ,flercus bos
minis.Spyrada e& Spyrathia caprarum. Sciri , Sordes e fpurcitie cafei. Schidia fragmenta lignorum
, que veijciuns tur ab abictarijs. T Tartarum :Faex vini eft. j -DE SVBTERRANEIS NON tamen penitus terreis figuris. " — MIS FERE. U bterrance autern figure inanimate
que minus - "rediclis terree
matericiproximiora [unt ac ces ANSA gri
terorum elementorum naturam excellentius par
"uot metalla uniuer[a: vt aurum ec. eo que cx r ^
1 f. mE Q
ticipant,iu ipfis arte fiunt , ut
auricalcum: Et mineralia cuncla, vt
Sulphur. de quibus omnibus vide aliqua , qua ivfra po puntur. | c
eMctalla principalia funt. Aggentum folidum, &sgenz Pl tum
Thefíauri memoriz art' ficiofx
tun viuum. As, Aurum, Ferrum, S tannum, P luyibusn: Q uaaatem ex ipfis arte fiunt, funt [equétia,
ien: Aes,quod "vulgo dicitur
Bronzo. Extra [eptem metalla -( que
inter mineralia primum obtinent locum)
bac ue infra ordine alphabetico di s anus,ab.
Alberto .ZMagso eo» Mi numerantur aut bai
Ads Alphabetum Miselatíum ; ex ,
Alberto Magno. : nare pani Alidena WC feri fpecies i inoz N riepte, Aurum ui Aum, quod e ex argento nimis incenfo fit, Auricalcum, Ar fenicum, quod co Auri piga mentum dicitur, eo colligi : tur ex auraria materia , in "Ponto, Atramétu quod Pli *nio tefle fit vel arte hama. a, vel terra fulpburea, An qimonium, quod fecundisa plumbi mortui e[t , Arena, Aes quod Bronzp. Bitumen,
quod c faxo profluit. eun 3 oem; quod valgo ' Rn
e Peltro dicitur Chal, Cre t4;C eru(a,quod flos plumbi eft, Chalcites , Calcantum, Cernfa.
4 Difriges, quod. ect -
eotloeremanet: ^^ v -s Electrum feu
[nccint/, Fu Bituminis genus cfi € faxo profluens: non arboris n | lacryma, vt peo "Ucteres. 6 H.
alitis, qe lapis e, de quo ipfum «s
coquitur , , Hidrargirum. 7 Lytargirium, quod ji ex argento eg) ploibo quod - nos argenti JL Hocamue. $.A4etala Pars fecunda. $ Atetallii, quod mixtu vaefl,ex qud conflántur ca ca pana: Minium.
9 "Nitrum. YO Ocrea, n
AnA,yvis eri genus et. u Pomex, Porph igo e
3 IL Sulphur , Salnilifüss, quod ee Salpeftre FW "Nritro differens, de quo ali- qui opinantur (beciem e[Je ni tri,Sandaracha. 15
Tupbus, Tubal, quod eris coria. 14 U'itrum.* -
"Aimate autem C MA »s r7 Men funt Sors . Y ,
peter 0mnes,co- quadam alia animalia paruula,
edlphaberic dicemus. |
Alphabetum, fcrpentiun,. i UA
Es pisc atmphilofes naycfnger, Amps
. dites. 2
Bafilifcus ,'Boa , Bec- mot. 3 Cotrodilus , Cecula , Cenchris,C Ws C erasies, Cantarides. 4 Draco, Dipfas, Tra- gocompides.
s Enydris , Emorrois, Exidaa. qu& fub terra me de quibu; Rgilitim
ordine 6 Fetnatrix. «4 7 Glandofa .
v BS ermorrois , Ffydrts, £r
ydra. 9 laculus, Ichneumon. 10 Lacertus, Leuiatam. ^ mNea,Natrix. 12 Olites.
13 Pharias , *Prefler,
Porphyrus. 14 Rutila, R egulus. 1 Salpinga, .$ rellio, Sae lamaudras
"I hefauri memoriz artificiofx lamandra, Syrena,qua Ser- pers eft in Arabia, i 16 Taranta , Tyrus, Tortuca.
17 Vipera. Alphabetum paruorum
animalium fub terra degentium. : f Neuilla.
Bufones, Dorax, ! Sotracha.
—.— s ((unicula, Caflio, Clo-. chea, Cancer, Cuniculus. AFormice.
s Glires fi placet, Gama lcon,G
urgulio. 6 Herinacins. 7
Locusle nigra;que in «vere nocle canunt,
Lums bricus. 8 Muflella , Mufaraz neus, lv ures, e7Martires. o Rane, Ruletz. to ftellio,Sciurus , Sa- lamandra,Sorex. — 1
Talpa, Tefludo. 12 J/ermces etiam
omz pes , qui [ub terra condunz HT. Pe
Pars fecunda... 94. De figuris
terre(tribusaniimatis tantum, qua funt
vegctabilia , & de figuris verreítri-
bus animatis fenfibilibus , qux funtani-
malia. | Cap. ELE : Me. 3|
Rbores m herbe: Animalia etiam omz 3
aia, eo magna, e? parua pro figuris, et.notis
N u erunt in bac arte nobis perutilia: d'ímodo coz e: de^ y rum naturas,eo proprietates [ciamusyvt
f ieiiimlbon dicendorum facilius in eis
inuenire poffimus, tex pro memorandorum
Tismulaceis in locis dfbonere.: 1dco2
que nos inordinem Alpbabeticum difponimu &g). vedigiz mus ea folum "vel TE Bor , "vel qua
de facili nofcere pol[umus. c drborum autem eo: animalium magnorum bic c
AL- phabeta non ponimus cum [upra in
primo tra&latu , ea viz dere liceat.
Frué£ficum ergo 7 herbarum ac paruorum «ni
malium terresirium coordinat;ones fub Alphabeto bicss f^ redigimus. Alphabetum fru&icum. | Dfintbium , quod — briofa,que vulgo
canapac- ee ponticum dicis — cia,
Artemifia mmor,il mas tur, Altea, que
co — ciale, ^ rundo. | enaluafilueflris,
Artemis — ^ i Brofia. fia wel Ambria
,"velàmz — : 3 Canabum. h | 4
Dipfeua Thefauri memoriz
artificio 4 Dipfcu:. E. s
Feniculum. 6 Gine[la,vel gue € g ineftula. yi Liquiritia , que co Glicoria, c9 Glicoritia diz citur.
8 Malua. " 9 Rubus, PB m quod e ali lithos vocant. Ao[a, Rannus. | 1C Jentix , -Sambucu. Saluia, Symapis. uU itis, Vepres. E T inter frutlices predi£la numerantur à
naturalibus , «vt apud co: pa[eim el
«videre ,ex quorum e & alia
extrahere poteris. Alphabetum herbarum
vulgarium & plantarum. | CHMMiÉ: Pyos AS Allium, Az
pium, A[paragus , efuena,
Atruneolus, Amaz ranthi.i.[ciamitini.
| 2 Bleta, Beta, Borago, Bulbus , Buglo[Ja , 'Battis tula...
3 Camonilla , C. pilus eUeneris,
Capparis , Cepa ^ Crocus , Cucumer ,
Carz [TU l b [
duus, (enti foeni, Corono pus
Calendula. (ichorim. .4 Dracontea, T
argone, $ Endiuia, E linee , qe intybu: dicitur eruca. 6 Filix , Fumus terre, Faba, Far, Fafcolum;Fra go; Fabecula ,.F arpnota dium . hes "T 7 Gragmé, Gáfifliná d Aelitrapium , Elexbn pireris
Pars fecunda.. piperis, Hf
fonus. 9 (uncus, Intybus i. En- diuia, Intybum erraticum.i. cichorium.
10 Lappa, Lacíuca, l i- lium,
Linum, Lens , Lupiz num; Lanceola,
Langenia; Lupoli. . n cMaiorana, Meli ifa ipa efi Citraria berba , aMeiba ,«Milium, Marra biun,M elomes. I 2 /Nepa , vel nepita, eNaflurcium.
13 Ordewm , Origanum, Ocymum.
8; 14. "Plantago ,
Pauper, Pepo, P astinaca, Pidrofeliz non.Porrus, Pifum , Paniz cum, Pulegium, "Portulaca. 15 Radix , Raphanum, Rapa, Ruta, Rubia ; Aiz fum, R obelia. 16 Semper viua berba, ipfae[l Louisbarba, S cirpus, Satureia, Serpillum, Saxiz fragia, Siligo, Sanfucus. —oiz Tuifolion , Yirimaiz lus, Trina Triticum. 18 Vifcus, Viola , 'Urti- €4,V acia, vicinia. 1 19 Fus /[opus. E "iila fermone quilibet fili poterit
herbarum nota V rum abundantiimum
Alphabetum formare,quod et fuademus,
0nusq, hoc leuiffimum le&lori relinquimus , tum quia herbarum nomina apud. diuexfa loca
permaxime uaz riantur ("vt fere
omnibus compertum efl) tum ne tractatus
lus nosler optata a nobis breuitate priuetur. "E Alphabetum T hefauti memorisz artificiofx Alphabetum Gummarunmb. AMoniacus cf a2 fetid«.
| L DBernix, Borax, diidella.
| ; Campbora , Cedria , Colofonia.
4 Dragantum. y Eaforbium. 6 Gummiarabicum. 7 Karabe vulgo. Labra. $ Laíla, Licium. 9 AMaflix Myrrha : 1o Opobal[amum, Bal [ami fuccus eft. n Pinca reina : t? Refina lacrima cft arboris cuiufcunque vel fru ticis (uccum. | fudantis c exhalantis. | 13 Jarcocolla,Stacte, ft rax ,Sanguis draconis. 14. Thus, T berebentinz.. 15 P'ifcus. : 16. Zuccharum , quod infra cannam generatur in Hyfbania.
S Imiles autem guttas co lacrimas in arboribus fcife- ris,"ut in cerafio, pruna
qe-requiras. Alphabetum (eminum
fegetum vel leguminum,vel &c. "Doreum, quod eft tritici genus, Aniz fum, ^ uena.
2 Bromos,Branx , genus Farris.
('andreos,genus tritici: ^. . e
* (minum, Coriadram, Ci- cer. 4
Daucus, [umen banz ci&. $ Eurus,
Pars fecunda. 3 Curus ,
Erifmui- 6 Faba, Far, Farrago, Fafcolus,F eniculum, F az Aum H4 r&cum. 7 Gith.genus leguminis: cimino fimilis. 8 €rbum fiue Orobum, uod "vicia dicitur. 9 Lens,Lupinus, Lo- lium.l ini [emen . 10 Milium.
i Ocynuri , Ordeuni, Ocymum ,
quod bafilicum 96 vocant.
11 Panicum , Pifo, Paz
poser. 13 Risum, Rubelia..—.— 14 Sefema ex Indiaaz [portatur Siligo, cenus triti- ci: Siliqua genus leguminis, Sifamum,Synapis. 15 Triticum. 16 Vela, icia. 17 Zea, Lizania , quod fecundum S. E'iero.Lo- lium eft.
Lphaletum florum eo frutluum ab berbis eo arbori A bus [upra pf tis quilibet ex fe formare
poterit. Alphabetzum animantium
terre- ftrium paruorum. Rantus;c Afcaris A des.
2 Bufo » Borax , drucus,Bratla,
Bupre[tis. 3 Cimex,Culex,Cama leon, Centipeda-vermis pis lofus eft , Cryfalis , Coffus, Cicidile,( ofli, (nips.qui in ligno vvermiculus eft, Cips frumenta corrodig, («ree lio.
A4 Eruca , Emigraneus. Viidr s
Gura Thefauri memoriz
artificiofze s Gurgulio, qui in faba efi.Gryllus, Galba. 6 Hepacontinus , Herz: pes
lps "vermis — eff,
Idibis. 8 Lita, Locu[la ,
Lum- bricus , Londes, Tier Leoneephos.
9 AMelolantha, Milipe da,
Milochos, Mida , qui in fan me.
AMirz smicoleon . 10 Opimacus, Olobygon, it Pulex,Pediculus. 12 Ricizus, « qui canum: auribus inberet. 15 Scerpius ,Sanguifuga. u4
Tarmus, Teredo, Tinea. ^ 15 Vfía , qui vermis est porcorum y eos urens , viz: werd.
H À ec dicía fint de pu qua e quomodolibe
adterra pertinent:nunc de
aquatilibus.ezc. Defigurisaquatilibus
Aereis & igneis, qux in aquis , in
Igne & aere inueniuntur pro figuris
nobisiníeruient.Primo igitur hzc
inueniuntur In aquis. x
$) guilla , Aras NE nea, Allec, mS Ariens, Arni. ? i Barchorá , Talena, Cap. III.
*Borbotha, Botha, Brenta. 3 Caab,
(anis, ( ancer, (etus : de quo. 5.
Ambrof. qu d [i quando [upernatet fluclibus, ambulare infulas putes
Pars fecunda; putes, Coruus,
Conger, (n che .- 4 "Draco , "Delphinus, : "Dentrix,Dies,qui Una tà: tum die viuit. 15 Equus, Echinus, Effi mieron, Eccola , concha efl margaritifcra. | & Felco,Foca , Faflaz leon, F icis, Faflen. 7 Galata, G ammacus,Go bio, Granus, Gladius. ^8 Hirundo, Hircus, Haz ig.
9 Karabo, Kilon, Kolchi.
5óf^" | | 1 Lacíus; Lupus,
Lepus , ro Iricius , Icinus mari- 97
Leo, Locuffa. iz Mulus, Muflella,
AM ugilis, Miluus, M «na. 5
Narcor, Nubes, Nau tilos. 14 Offrea, Orca, Orbis. : 15 Porcus , Purpura, * "Pinna, Plais, Perna , Pi rix.
16 Rombus, Raba, Raz na marina. |
; 1 7 Stella, Scorpio , Stuz: rio, Salmo,Scolependra. 1$ T'orpedo
Irucía, T hinnus, T enca,
Trcbio. 19 Vulpis, P itulus mari nus.Uentb..- — 20 Zedrofus, Zefio. Et plura alia qua breuitatis caufa
omittuntur. | Q ua in aere inueniuntur
in duplici differentia , que- dam ibi
generantur, cz per aliquod tempus ilidem mant, €) apparent quadam [olum ibipertran[cunt
. Qus ibi generatur [unt impreffiones
c/Aerea uel A quorum omnium Alphabetum
ponimus, "vt eorum facilius:
rimini[camur, & eis cum "voluerimus, pro figuris memorat. dorum vti fuo loco pofei dora i [o loco po[simus, A fub,
Thefauri memoriz artificiofz A)
ub,c/fqua. 2 Barbata [lella, qu& ex cometarum genere cf Bruma. 3 Crinitaflella, qua ex cometarum genere eft . Coz lumna ardens , Capra (alta tes, l'orru/cationes. 4 Domus ardens, Draz ca volans.
$ Fatuus ignis, Fulgura, Fotamina
cali. 6. Grando , Gradenula. .3 ZHalo.i.corona circa Solem. Lunam | vel alis quam sellam.
8 Ignis cadens, Iris. 9 Lancea
ardés. o Manna, Mellis que dam [pecics, qui "'vulro dici- tur melata. ! 1 Nimbus ventorum, *Nix,SNubes varia. 12. Perpendicularis ignis "Pruina,Paraylij. 13 Aos.
—— 14 sintille tanquam à fornace.
egredientes , Stella cadentes. 15 Turbines ventorum. 16 "U'irge rubea, c Alba , VU'irides aliorumque caloriz. enti vartj,'U apores "ua- vij a[cendentes . Extra bac diaboliibidem [unt ,tanqua incarcere , vut upra dixiz mus, quibus pro figuris( eo f finc inuifibiles ) vti poteri- mus.
V2 aute tibi per aereyn [-pertran[cunt, fimt «volu- Q"' cres pennate eo "volatilia
cetera, que optime pro furis vti
poterimus. [ecatur autcm animalia bac in: ani-
malia Adaiora (o minora: de utrique autem. A Iphabeta ponimus tum voulgariter,tum latino
fermone. Alpbabeto Parsfecunda.. 88
Alphabeto de vcelli, Lodola ,
e"fccegs gia, Ánitra, Ajfloz re, Allocho, Accerz tello o. ^ ffiolo, A uoltoio. Bubbola, Barbagianni , Buzago, Brauieri, che e picz colo , :Bonicola fimile alla flarna, Bechafico. ^ Cicorna,Cigni, Colomz Lelle,Cuculio, [ ecero Cors bo, Cornacchia , Capinera, Cingallegra, Calézuolo, Cal derino,Cutretala . Formicone , Folagbe , Fagiano, Fringuello,F orci. glione, Fioralifo , Frufone; Fanello.
Germani, Gru, Gallo , Grifone,G
azza, Gaza ma- rina, Ghiandaia :
Geppio, ufo. Lucherini, Lufignoli. aM origlioni
Mozzetti : «vccelli d'acque tutti
duoi : Merle,Mergoni,o Mugnaij, Montanelli.
Nibbio. Ocha. P a[fzre de diuerfe fhecir, Pagone, Papagallo,Pi/ p Pettiroffo.
$ uaplia. AR ivogoli, R aperini,
Ron 011. Smerizlo, Jtarne , Stors nello, Struzolo , $1erlo, che piglia le allodole , Scricz ciülo, :
"Terzuolo, Tordo, T ortole.
Zigoli. Alpbaletun "Thefauri memorisz artificiofe Alphabetum Auium latino fermore,. 9 uila, Ardea, Ac cipiter, Anas, A lau da, Achantis , qui et iur fecundum 1[id. Á criophilon , Alcedo , Az Sar, ^ pos, ^ egoncephalus 2. 'Bubo,Botaurus, qui in genere eft accipitrum,Biflar da,Beno[a,Berencha . 3 Ciconia, Cuculus, (Co chilus, qui € rex auium di citur, Coruus, Cornix,Capo Cygnus, que eft. olor, Colum ba, Coturnix ; Calandriw, C ypfellus. | n PU Diomedis,que eo hes rodius.
S Egythus, Emeria, Er cinia,C
rythacus.. Falco-velherodius, vel Girifalco vel Diomedis,Fi cedula, Fringilla, Faftanus. Grues,Gallus
, Gracuz los, Grippes, 1Lis auis Nili fluminis. - Harpia, auisrapax in Arabia, fere [emper in[atia bilis, H'irundo, nee br. c
an X bin epe cornix , iden e[t. Linachos , Lucinia , La gus, Laro, Leucon.. Ad co A Mos
sedula, Merula. — : Niclicorax,
Nifus. :Onocrotalus, O:hus,af- f olo Oft ifiaga, Opimachus, Oriolus ,Ofina,Otis, | — €Palumbus, T auo, Pelli catus, Perdix; | Penix, Piz C4, "Picus, Pf tt4Cus, T4 [er- $
uerquedula. Regulus, R iparia , Ru fica.
Strutbio, Sturnus,Selen
tidis,Strophilus. T'ur dus, Pars fecunda. 39 Turdus, T urtur , T ar2 da , Tragompan , T'erraa ncola.
"Upupa, "Uultur Velia,
"'efpertilio, U anclius, V lu
lay'U ipio. Alphabetum paruorum
volatilium.. Pes, À filus. A Jibio.
Canthbaris , Cinis fex, Cinomia,
Culex,Cicaz da,Conops, Cicindula ,
qua e) nitedsla. 4 Engula.
$ Fucus, Formicoleon. 6
Grillus. 7 Ibcneumon,vefpa ma ior.
8 Lampyrides, ex genes ve [unt
[carabaorum. 9 AMuf[ca.
10 IN Gitedula, e) *Nocli
luca. 1 Papilio,Pbalena, Far f^lla.
12 Scaraleus , Jcabro,
Sphalangio. 13 Tabanus. 14. U/efpis. F Igure autem , que injgne inueniuntur
[unt. Galaxia intercifa, eo Galaxia
continua, qu in ignis regione, fes eundum
Autborem profpecliue veficiunturton autem fes
cundum Albertun eMagnum.
Thefauri memotizx artificio(z De
figuris coeleftibus Qe fupra
ceeleftibus; "Cap. V. ^
SUN Ocli omnes extra Empireum non folum pro SZ] locis,cverum-etiam profiguris eruient:
Imn: o | e Empireum.ft extra illud c
fupra,aliud sere quid (ipfum
continens)imaginaberis. Celi aw tem
[unt. xj. Q worum primi feptem planetis [eptem in- figniti funt;à quibus cg denominantur. Celum
enim «Li Luna ell, Celum dicitur Luna:
eo fic de ceteris : Os auz tem celi eo
fepté errantia )dira, 9 uadraginta € octo
figura firmaméti,et easquas fupra in prima parte cap.4 fe guras [upra celum quodlibet finximus,pro tot
noflra artis figurisinferuient. | MOM TO
queas q EY 2, S
Quadraginta autem & octo figuris o&auz Spherz fub ordinc alphabeti, ca hic infra
di- gcffimus , ratione quà fuperius
adduximus. ^ À Rie, À quarius :
Artbofilax , quod : et Arclurum
, eo. Jiootes dicitur , Anguis ,
An dromeda, Anguis ophiuchi, . Aquila, equus alatus , quod pega[us, Avgo , quod eo . tuis dicitur, Ara. 2 Bootes, quod c7 arciu |. Caffiopea, Caput Medu[u, | crum vtdiximus. — 3. Conofura , quod e? *Planice, c2 vr[a maior, | Cygnus , quod cox EHolor , Circulus Iunonius, Cepheus, | Canicula,quod eft canis ma | ior , quod procion, Cancer , | ( apricornus , Cetus, quod Parsfecunda.. eo Piftrix , Chiron , quod phillyrides, Ciphus, Coruus. 4 Draco, Delphin, Dels toton , quod ez triangulus. y Elice , quod «o "vría minor,Cngona[is, quod Gez nunixus, Eridanus, E goce- ros , quod ee Capricornus , Ericthonius, quod co Hec niochus,e9* c/duriga. 6 Fidicula,quod €? Ly 74. 7
Gemini, Genunixus fu pra En
gonafis. 8 Ffolor , quod e» Cy- gnus. E niochos, de quibus fu pro; Hydra.
9 Lyra, [upra fub nomi- ne
fidicule, Lepus, Lugule, «eliugula, quod
€ Orion, 9o Leo, Libra.
10 SN'auis fupra Argo, Notius
pifcis. | I Ophiuchus, A nguifer, Orion de quo.f. Lugule. 12 IPer[eus , Pega[us .;. equus alatus , Pici, Pba- nice , quod «e ur[a minor , &) cynofura; vt fupra di- Cum est, Piflrix , quod eo (etus, Procyon,quod ee ca nis minor, vr (upra, P hilly- rides,quod qz) chiron, P i[cis MotiusyUt[upra. — — 13 Sagitta , Sagittarius, Sinus, Scorpius. 14. T aurus. 15 Vr[amaior, Vr[ami nor,I'irgo.
Vper celefles autem figure [unt,c.4ngelici fpiritus fan 2 Cli homines eo «Mulieres, cox qua ibidem
difbo[i tiones, ordines, co Gradus
inter illos Junt, cut fupra diximus.Item
platea ex auro purifimo: fons arbor "vita: Porte: Comiuis qp men[«: T'urres 'c.de quibus fupra. 2 o£ 'De
'Thefauri memoriz artificiofz De
Artificialibus heuris. Cap | V7. SS Rtficialesfigure funt que arte , non
natura PM con[urgutt, ca autem ab
artificibus facta in * * QE nofiram-vtilitatem a(Jumimus . funt
autem esos eae Palatia, Domus,
Manfiones,e 4pothece ee fingula bis
[srailia, que fupra pro locis enumerauimus. Nec
dedecet inbac arte(ut iam fupra diximus)quod illud, quod pro loco aliquando babuimus, pro figura
altera vice babeaz mus:dummodo, quod pro
loco antea babuimus , fr aliquado pro
figura babere velimus, loco alicui affigatur , qui tamen locus ita fit capax, quod continere ee»
capere pofit figuram. (Cuius medi autem
loca , que pro figuris "volueris , (fcilicet &dificia diner[a coc.) vel ibidem, vbi
funt, pro figuris dez féruient ,
"veletiam per imaginationem alicubi transferre poteris,ft tibi opus fuerit. Q uod raro vel
nunqua fieri conz fultiffimum erit. Inter figuras artificiales computantur etiam
voniuer[a , que in praditlis enumeratis,
aut fimilibus enumeradh adi ficijs
conduntur e referantur, V t puta qua in palatijs , in monaflerijs,in domibus,in apothbecis eec.
inueniuntur.quaz uis illorum multa
naturalia fint, ficuti funt frumentum , vi
num, Panni: Et domus, aut palatij [upelleclilia queque. Inter pradi/Las artificiales figuras
connumerantur in- flrumista omnia
cuinfuis artificis, eut ferra,ut malleus e.
Hac autem inflrumenta procomperto babeas in bac arte valere
Pars fecunda: ! 9t «valere
quamplurimum , e) ea tibipermaximeprofutura
e[Je pollitcimur : qua propter buius artis cupidum , monitum e([e volumus,vt multorum artificum
inflrumenta pernos fcat y c in fcriptoea
ardisie alphabetico redigat Co confer
et, quou[q; familiaria fibi reddantur, vt cum fuerit opor- zunum aliquod vel aliqua illorum
infirumentorum produ- cate eo vel eb profiguris
valeat vuti : "Diximus autem, quod
multarum artium inslrumenta in alpbabetiordinem
vedigenda [unt,cuius dicti ratio praflo eft. Si quis enim fabrilignarij infirumenta
cognofcat alpba betico ordine. facilius
eorum cum "voluerit eminifci poterit
(cwm ordo memoriam adiuuet,tefle Ariflo.eo (cerone)ac in[uper eis pro literis vti velit (vut infra
dicimus) ea magis in promptu babere
poterit, que [uo [erwire poffint bropofito.
Figuras ctiam artificiales appellamus , e/Alphabeti €le- menta-[unt auté tria principalia alphabeta
notifsima muls tis. latinum, quod
constat notis Vigintitribus. ABCD
EFGHIKLMNOPQRSTVXY L. Grzcum, quod conftat
literis infrafcriptis . ABRyS$en6Óix^
uvriompeTuxqQdLs 'Thefauri rnemoriz
artificiofz Alphabetum Hebraicum. Virinint" : ar.
HEBRA* Parsfecunda.::5.0527
92 Alphabetum,;Períaru m, Turcarum
om- niumqQ; Arabum. :
dJIT3|WN^1l HD 4865 jJ |Hav5| Jar] wv] RIW (25
nn | Cz| veru» 33 EA | i em |
m NE) Rs| i4 i2] Thefaurt
memoriae artificiofz Alphabetum
Caldaicum.) : ; *
Pars fecunda. | 93 Ocin loco ne
te pertran[cat alia. plura alphaleta r
H naturalibus rebus nos accipere po[Je : Ctenim ab animaz: libus alphabetum «unum accipimus boc mod o. P
ro litera. A. Sumimus animalcuius nom ab
eadem incipiat littera,ver: Li 2ratia, e
dgnum-pro B.bouem, pro C.C apram esc. -
€ uod fane alphabetum voberrimum efl, dum in eo que libet littera nobis multiplicatur : quoniam
fi ub cade littera y: plurium animalium
nomina incipere no[cimus, verbi gras.
ti, fub a.littera [cimus effe bac Nomina animalium. [. A2 gni,c Arietis, ^ fini boc autem esl. nobis
commodo gj) nece[-. frati mam [i plurium
litterarum fpecies e figuras volu mts
:eis abundamus. Eodem autem modo à cateris fimilis: bus naturalium rerum ordinibus alphabeta
accipere. pofus. mus. Q uapropter bic te
meminif[e oportet naturalium illaz. rum
rerum , cg mineralium ee lapidum , eo animalium. eo berbarum,eo arborum, eo volucrum,ee
Celestium fi furarum, eo ceterorum omnium,
quorum fupra mentione fecimus, 7
alphabeta pofuimus , in prima: € in fecunda:
bac parte:qua ibidem ipfa-videre pots. ^ bae wer . eft for[an tibi illa minime [ufficiunt yel
in promptu (tibi inquam non
[unt,cveletiam [emper eis*uti mon liber)
a4 diuer[orum artificum mercimonia confugias, €) cuiu[li bet artifi cis mercimonia in alphabeti
ordinem digesta baz beas, quibus pro
litteris vti poteris, fi corum nominum qui-
bus. a nobis appellantur principia [umas : vt de Animali- bus, co e diboribus, alijsq, rebus fupra
diximus. CuinllibetetPam
artificisinflrumenta, fab alphabeti 0f«
] cda dine ^-^
Y T hefauri mémoriz
artificiofx dine congrégabis,qua eo
modo quo fupra de alijs rebus dixiz
pus,pro literis inferuient. | .'
Alio autem modo, ee quidem optimo, prater alphal.eta pradiclaalterii formare e habere poterimus,
fi videlicet. figuram talis littere,
vverbi gratia. C-diligenter confiderez
mus,eo ad naturalia feu avtificialia confugientes , ac figu- ram tantum illorum attendentes, quod eiu(dem
figura ,vel . faltem fimilis efe
iudicabimus , pro tali littera, cuius [imis
litudinem restalis babet, [umamus uerbi gratia, pro.C.litz tera [emicirculum:cuius.(". littera
fimilitudinem babet. Verum experti
fumus inter cetera alphabeta iflius moz
dialphabetum pro maiori parte [ui ab. artificialibus [ums pi? inflrumentis, maiore quà alia aphabeta
nobis "vtilitaté"
praflare.quod euenit,tum quia inflrumenta artificum ,"Ut . in pluribus familiariora [unt nobis, eorum,
multa [ape [ec pius c7 pra manibus c7
pra oculis babere contingit: "Tum
demum, quia à [z inuicem figura diuerfificantur: quod pluri snum noftre conducit memorie.e?* propterca
hic infra id uo lumus ordinare , € illud
quidem «vernaculo idiomate poz sere, ne
corum aliquod circum[cribere cogamur, quod clare aliquis babere, c9 aperto "vocabulo
imelligere vellet. I eAlphabetum Parsíecunda.. 24
Alphabetum fümptum à fimilibus figuris
rerum artificialium,vel etiam aliquando naturalium. . $quadra de mura- - tori, Archipendo lo de medefimi (ompaffo c efle, grande di legno. da legnaiuoli. Vna Feala in tre hie che f uf; 49^ à potare e cogliere frutti. 3B. Acciaiuolo, Ceppi di ferro ritti da vnabada: fe ro da finefIre, doue ft tengo- noe pannelli.ezc. C. Corno : mezo cerchio : ferro da cauallo: Luna quan do c piccola. D. Meza luna,Bigonci- solo,co' manichi diflefo. Ma náia , Ceftone bocconi , cioe rimboccato in terra. E.'Unamezaruota una. c^dncora p il trauer(o vitta, [ga col legno dalla parte del lacorda, Capellinaio , Raz flrello, Pettini: Forcone,tut te quattro queste cofe vitz te per canto, ti vapprefente ranno la lettera E. volte all'ingiula lettera. 2M. Av chetto da fonare la lira an- Chor potrà [eruir pr£. € F. Fnafalce fenaia col ferro volto all'infu, una [ci mitarra fitta interra. G.'Una chiocciola, V na cornamu[a, Una Gucchia ra da muratori i. Cazuola, ó me[lola «volta all'infu, "Una [ega da fegar grano col piede all'ingiu, fiafchets to XIrozato.
Hf. vna botte sbarrata. "Dua
colonne legate com una fune nel mezg
. c4 1 1.Vno ) Thefauri memoria art'ficiofx 1. Vno oncino da corre i futi, «na Colonna , "Un Pe[ce attaccato, rvnabacs chettaritta , Vno fbontone. da' Peregrini, na Torre, Vncampanile..— L. Scura,o acetta col fer ro alli ingiu , 5 quadra da fear. pellin ino d oitonc c ritta, Alareo Capo fuoco . M. Vn. T repic da cals daie, Defchetto , Corona uol ta all'ingin, ^ quila che voz li alTinfuytutte q[le co[e che feruano per E volte all inz [2
feruiranno per M. N.Vna fum
legata à due "Colonne à ) pali,
"n paio. di forche, "vn paio
di Molle. O. Cerchio da botte, V n | popone mela pe[cas à fimili frais, ai i fi milfigura rotonz da, yonaglio, Mondo di ipin- to,e molte altre cofe. p."Paflorale Bandiera mezaripicgata, Meza for- bicia da farto col ma: nico al l'infu, 0 da cimatori an hora. . DO.
Q . Vnaparte di fuis cia da
cimatori , con tutto quel torto,che ba
da lato do ue [1 ticne 1n mano,eg que- fla fta wolta per il trauer[o. R. Vn'paio ditanaglie, Vs freno torte da. vno de picdi, e [lien "volte al'infa alquanto aperte. .. 9. SETPE, T romba tortá, (ada di porco. T. Martello, Martel lina, Beccaflrino da murato: riySucchiello, Anchudine. | V. Ra[oio mezo apertoal- T in[u, Vn paio di Sefle mez "c aperte. all infu: :ferettoio da libri : molle uolte all'in[a dua dita aperte ali in[u,c fimilia. T |
X. Vna Croce , 9Naue con la vela
raccolta atra- uer[o allo arboro. Y. Vitticcio di vite , Zuccba,eg« col quale fi As I5]
Parsíecunda; — ^ 95 pA, €
Pattacahpali,che — lingin , me[fa à. trauer[o,
li fono dati per regimento. cioe à fliancio. ZL.Lappa col manico " | Ecundum ordinem iflum pradiclis litterarum
figuris , S alias addere poteris, e forf
an conuenientiores, qua;tia bi
[altem,magis fupradictis «tiles erunt.
sN'otandum e[t autem circa pradiclas figuras , fitum il larum valere quamplurimum- Refert enim
multum.fi i[lo «el illo modo ponantur.
4d alleus enim nunquam.T /ittez vam
demonilrabit , nifi erectus ponatur alicubi , ficque de alijs. At fi iffarum multa figura tibi minime
placeat , alias qu&tt, CP memineris
diéli Ciceronis , quüd eade figura vez
rum memorandarum , omnibus baud placent. Facile cnim erit inuentis addere. PRG equuttur F igura. ficio fie
1 mmemoriz arti q Thefaur
Mae 2 cuyas Uus. AEG P. Ner A hr PEE US IIR IRAE Ce e - Te i e ep "ERAT Ww. 4 DLE - ; A
ai: HGGKUAT. ARENFOSL AA Dr. tht Nae runs : x ip X——.— " "Thefauri memori artificlofz | COMI (4
eNWWSA Pars fecunda. h 1
T hefauri memorisz artificiofx
Parsfecunda.. .— 98 -Ttetum
defigurisartificialibusa'is à pra diáis
Cap. VII. Vnt quedam res naturales
"vel artificiales, Q que literas
Alphabeticas nobis reprefcniae
[pofitione , varias praeferens literas erga te imagination£ videlicet tuam, bicuel ibilocatus fit: ita
quod tu ipfc facie evel venes eius vel
humerum rocl eo caterva prout opus
fuerit afpicias. Situs enim varius
diuer[aq, pofitiomultum nofiro negocio
«vel prodest vel obefl. A. igitar: buius caracte ris dabit bomo ante [uam imaginationem
locatus : feiunclis ab inuicem
cruribussimisq, pedibus flans vel fedens.
Item NK dabit cauum imi pedis cuiu[libet bominis. «. LH uius caratferis [i ligatis manibus ante
pectus appaz reat: "vel brachijs fuper
alterutrum diffofitis. e. Iterum [utor
evel L'urca [edens pedibus in crucis moz
Bb a dum T hefauri memoria
arttficiofx dn collecfis. A .talis
chara£leris flomaci donat figuta. 8.
Dabit na[us aquilinus. b. Huius
charatleris dabit bomoretortum fup bumerum
[init rum brachium tenens. : C.
In amplexum conico vel duobus brachiis ruens.
d.$i dextrum brachium [upra dextrum humerum rea tortum teneat . o. Huius caracleris fi [iniftrum brachium
[upra caput ve[lexerit.d. buius
charatteris fi dextrum veflexerit [upra
caput. D.buius figni:corpus
hominis prominens. E.Simaxum velpedem
nudum digitis a fe inuicem [e iunélis
oftendet. | T . Sidextrum in altum
erexevit brachium ; finistro in eius
medio in modum crucis tran[uer[o . Iterum ft finistro pede in terra defixo tran[uer[aliter
fimiflrum [uper illum retorftrit..— | G. 5i
finiflrum ad petlus brachium veflexum tenuerit
dextroin figura (J.proten[o . Item : qu&libet auricula ean- dem preJefert literam . H. $i inter gena dextri. fi nillrumq,
baculum aut aliud quid ca quaft aperiens
pof ueris. - Li in altum protenderit
brachium. j. uius figura fi extenfoin
altum brachio manum paz rumper
reflexerit. | K.5i brachij finiftri cubitum
cin&lura. laterió, contiguit
tencat,rcliquo brachij à cubitu f. 7 fur[um in ante "- um:
Pars fecunda; : 99 fum: Item
eodem modo coxa fuper coxam difbofita: Iterum
membra qua «.. dant. L.Si
extera fimiflro brachio:uel pede , ft in alto vel am bobus pedibus fi in terra [deat homo,
dabit. AM. Sibrachium inter crura
deflexerit . "vel fi in moz dum
mifericordiam pofcentis deor[um «vtraque deflexerit brachia:uel fi manus "vel pedis digitos
deorfum extenderit. n. Si in loco [ablimi
[edenspedes pendentes teneat. NL.
Fl'uins figura fi inter cos aliquid tran[uer[aliter poz f uerit.
O.rachia circulum componétia: uel Caput: Os aperti. o.' Paruum-vterq; oculusumbilicus, cateraq
id genus. P.'Utraque coxendicum propter
conglobatam carné «ver fusos [acrum :.
Iterum qualibet [ura cum tibia, qua eft os
ruris. | p.Paruum dabit cvterq;
pollox. q.Huius charatleris ea membra
dabunt, que [upra b.de dere:dummodo
diuerfo di/ponamur fituseo dextris pro [iz
niflris utamur. R. J) t ^
» Dabunt capilli retorti
S.Iterit dabit bomo pede vetro veflexo, e in ante capite inclinans co pendens ficut qui reuerentiam
alicui prabet, f«cese fola. T Manus [uper caput dilbofita dabit: vel
bomo fedis, furamá, (upra genu
tenens. Vtraqi brachia uel pedes in
alti ereli et extéfi donat.
ificiofze ü "Thefauri memori ar AC
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' ! Pars fecunda. ic TEE Re leq
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— Thefíauri memorie artificiofx Alphabetum à varia digitorum difpo- fitione defüumptun, : a. Juins praccdentis characleris compones ;
fi pollicem fupra indicem tran[uer[um
aliquo in bomine confinxeris. A.Si
indice ) minimo terram ver[us protenfis alios ad colam plizatos homo tenuerit: € uod
in-vtraque manu fe ri facilimepoterit ,
a minorem habebis , fi pollicem dextre
manus pradiclus bomo in terram extenderit indice tamen fub codem curuato . b.Si pollicem dextrum in figuram cuiu. dam
arcus ad in dicem deflexerit . Ate
conuer(oin finiflra eueniet manu , eNa
in altum pollice exten[oindicem ad pollicem incurua- re oportet.- - (Si index et pollex cuius vis manus [e in
femicirculi figuram retor[erint. d.Dabit index dexter, fi fe ad pollicis
vetor[erit medint. D. autem huius
figura dabit index i[dem ad «uertice
pollicis deflexus. E.Si digitos
trescvel e fimul oés extenderit bomo non
in altum non in terra. nam 7M .daret:[ed erga te verterit. F. Si digito medio ad celum erecto,index (in
predicto bomine ante te, vel
imaginationem, pofito) tran[uerfus in.
crucis modum confingatur.
G.Dabit index aliquantulum retortus , e fub eo pol- lex curnatus, quafi ad c. figuram
componendam:dummodo tamen plus in fe
ip[um idem pollex retor[erit,quam ipn |
| | az Parsfecunda.. I05 .. K.Eadem digitorum compofitio dabit:que
A. talischa racleris dedit. boc tamen
ob[eruato : quod index eq minia mus
fur[um eleuentur, non deor(um incuruentur.
1.Q uilibet digitorum in altum proten[us. L.Figurabitur, fi index vel pollex in altum
, in qualis bet manu fe
eleuauerint,runo corum in latus exten[o
AM.Sicut eo E componitur : [itu tamen manus varias tot [upra diximus. Nn.
Index co medias vver[us terram extentivelme
lius. «Pollex ee index «verus
terram difbofiti , ab inuicem tamen
[eiuncii. | O.Si pollex cum indice in
[ummitate (e. comiunxerit, in uauis
manu. P.p.Si indici dextro bominis ad
terram extenfo polle fe
retorferit. q.
Figurabitur ft é conuer(o pollex ad terram in eodem bomine difpofito, ad eum [e veflexerit index
. Reliquas li- teras varia digitorum
compofitione conficere poteris. Hic
que[o notato, qu)d barum , quas fcripfimus literaz rum qua[dam in "vtraque manu bominis
ante tuam imagi nationem pofiti,vel e in
qualibet tuarum manuum ab[ai aliqua
"variatione videre potes : qua[ dd tamé in vna ma nu non in alteracernes : € uod fitus
diuerftate contingit : ficut [upra de
b.litera notauimus.-verum eo animaduertis
to quod bas literas, quas infra digitorum varia di[bofitios nt formatas inuenies , in manutua [iniflra vt
plurimum Üc 2a difbofi uimus: 'Thefauri memoriz arttficiofz d fo fuimusyco tamen qua [cripfimus in manu
dextra bos minis "velbomini ante te
pofitorum formauimus: bac ratio ne
permoti.ut illarum quas fcripfimus legendo,e in]Picien do,iflarum quas lineas formauimus infpicien
do tantum evberem copiam babeas,et
*otri[qs demum abundes : aba; nostri
operis optata detrimento breuitatis.
Sequuntur Figura. 103 Pars fecunda. 'lhefauri memoriz artificiofz 104
YA dh i ] o" | MU yf mamme :
bi at omar P a
Tars fecunda.. Thefauri
memoriis artificiofze IO $ laletum
Ab bd Pars fecunda.. Thefauri memoriz artificiofzx Alphabetum àvocibus hominis
naturaliter fignificantibus:vel faltem
non perfecte de articulatis extractum...
| A — Dalit bominis quedam "Uox
exprobrantis «el | eriam minaztis: vel
iterum bominis dignum inis mico
[upplicium tion inuenientis , idcirco conquez
entis. | 9. dabit indignati
bominis minantisq, vox: eandem. 4, li
teram veplicantis, addita litera vocali.a.«vel e. C.Ft infra. |
TNrinfa. (1 "eras. E.Uox
aliquem al incepto opere vel [euitia eoe pra-
textu milericordia retrabere cupientis:cvel-vox ad «oerez cundiam inaucentis. ut | F.vox ventum vvalidum:-vel arcus bellici
[onum exz primere tentantis:addita tamen
vocali litera v. "vox tediam
interius uel infirmitatem gemitu quoz
dam demonflrantis. j Zt. vox
citbaredum male pulfantem deridens : addita
«vocali.o.vel a. | Reliauas
alphabeti literas eo duplicatas €) triplicaz
tas: [upraditlasd, infuper ingeminatas: eg) «ct plurimum follabátas, quod maxinzo adiumento efl,
exprimunt bomi nes diuer[as aues «9
animalia aduocando:expeliendo:oncz
rando:[limulando:percutiendo cz «.
Has Pars(ecunda.. 106 FEfas ergo bominum «voces diuer[as, e ft
negocio tioflvo perutiles effe
fateamur:attamen bic infra posere volumus:
9 uwilibetergo artis huius percupidus eas fibi profuturas ex cogitet :. [ciatq, hanc artem in [uo effeciu
quidem egregiam nobilem defiderabilemq,
existere: verumtamen in vfu ips fius cam
quandoquidem in quibufdam «vilibus abie£lisd,
rebus ej) prope deridendis valere multum:cvigere qua plus rimum cg [«pius confistere: Nec fime vatione
autboritated, loquimur . SNam imagines,
que admirationem e rifum) "utl
aliquid buiu[modi («vt ('icero &&* Rauemas a[ferunt, excitarint, aliis meliores inueniuntur .
: Alphabetum a quorundam animalium
vo- cibus, & quibufdam rerum
fonitibus ex. preffum:defumptum. i A ni Dabunte nates, — culus frigulans:
Gallus 7 | |. dum iretinunt ,- COUR edhnferes , dum curiens.eox G allina Jac il, JaPEA T S ONPM gratitant : Iterum Aféllus. /— D. Campana paulatim rudens eo oncans. pul/ate fonus. | B. Bos vel Taurus muz F. Fragor efrborum
: iens: Ouis balan:.Canislas —
Felisvixans : ventus va» trans;
"vulpis ganiens: Bubo bubans:
"vpupa [uo cantu. '* Coruus crocitans.Gra4 lide proflans à G .Grus dum gruit Sues grunnientes : Grilli dum Qd 2 grillant. hs
grillant. I.Equus
Efinniens: L.'Uox cuiu[dam aui- cule .
JM. eMiluus dum lips p^ P.P affer pipiens . Plau- fus manuum: [onus exuf- flantis. —
-..Q . SNoGlua cucubans: (culus
cuculans. | R.Rana coaxans: Ruz beta conclamantes. S. Jtrix ve[pertilio Thefauri memoriz artificiofz Slridentes : ferpens fibillans; AMurium flridores. | j p^ Clangor buccina: fo- nus cornu. |
T Sonus gutte [uper pes tram
cadentis : vel faxi in terram. U. Vllula vel fecundi alios ulula vlulans . Z. edpes. bombilantes: Regulus (o merops zinzus lilantes:[carabei : ve[pes foz num [uum emittentes. A Lias pent infinit às figuras quilibet bis
vifisexcogita (Xre poterit diuerfis [uis
conceptibus commimcédis infer sientes:
SNam figuris abundare diuerfis quilibet huius artis cupidus: quique quam plurima memoria mandare
defides rat,nece[Jarium admodum e[fz
perno[cet. o0
XXe Parsfecunda;i:0:57 7 107 De applicatione in communi figurarum
pre di&arum ad memoranda: & €
conuerío memorandorum adfiguras. Cap. V
II. v7 Ofttis figuris, nunc
confequenter quomodo ad 7a d) memoranda
applicentur dicendum reflat.5i- militado
autem in ve bac figurarum ad memo 2
randa ege conuer[o: tota eft ratio iftiufmodi
applications. Ea propter quot modis ves aliqua alteri fit fi milis indicare conabimur.V erum enim vero
antequam «vl tra progrediamur,,
pratereundum non e1,quid [i aliquod,
cuius memini[Je "uolo , pre manibus babeoyeius fimilitudin£ non queram, (ed ip[ummet , tali loco,vel
angulo reponam: «ut puta fi repetenda
e[Jent à me "vniuer(a , quein bac noz
Slra man[ione eg cella, conduntur:omnia illa (uis locis ordi tate difbonere: e tempore fuo:ordine quo [unt
difbofita , mente percurrerem fimul, ac
memoriter retinere conarer.
Caterum,quoniam «ut plurimum querum recordari-vo lumus copiam nou babemus:idcirco ad fimiles
res debemus recurrere, qu& aliquo
modo pradicla no[lre mentivepre[enz tare
"valeant e per fimilitudinem,quam babent ad ea:il lorum imagines fieri: quibus uifis
mens,corum(quorum [unt imagines, et
fimilitudinem reprefentant) recordari ualeat.
Similitudo ergo bac in arte, tota efl ratio mucniendi «p plicandi4 ; ad memorada figuras: Ea propter
quom ado mul tisiodis , Aliqua. res
alteri [it fimilis ratione (gj. apertis
€X€in pus Thefauri memoriz
artificiofz exemplis declarare
tentabimus. Et boc expleto , quomodo ad
literas, (etentias conceptusque commini/cendos, appliz centar figura: fubinde docebimus. i. Efl autemres aliqua alteri fimilis in
fubfl antia velcor porali , vel
ab[lratla: quamobrem vvnaw: pro alia fumere
otero. «"Ponamus difcurfum
aliquem e? fubneGlamusapplica
tionem:quod nobis pro exemplo eripi ts 4 e "De excellentia bominis locuturus [um,
de quamulta di cendo,ad bunc difcur(um
deuenio, quod [cilicet. | Homo
creaturarum omnium corporalium 9» fubceles
fiium maxima efl. F/omo eft enim praftatifimum animal, ait 4riflo. Q uid aio? qj) etiam corpora.
celeftia fua dis gnitate e nobilitate
pracellit : ip[osque attingit angelos,
cum [it medius inter corporea, c7 pura intellectualia. Etéz nim bomo non immerito. dicitur eMicrocofmos.
i paruus mundus , omniumq, creaturarum
nexus pulcherrimus , qui omnium
[ubcelefliura pfe&tiones miro in fe modo recludit . "Difcurrite, que[o,per fingula quaque
/U'idete terram, ac inde noftras
per[picite carnes, binc ee attendite illa, quo
dam excellenti modo in noflra carné tecludi: T etro 6; im colore in fe ipfa terra. nigre[cit : at
carnibusin noftris ipfa erlucet. Ages in
ied da | In oféibus lapides faluantur,et
marmora: In carne, ifla: in
terraillaconclufa. | ENSE T'erra aqua
perfunditur. Flegma; humores quoque om-
965 aque pre[eferunt clementum,ac multoties circumquaz que
Parsfecundas; 57207 108 que
abundanti (udore membra noflra madida efficiuntur, tanquam Aegyptus Nilo c. TS eferem rejbirat hbomo,ac in fe calorem
retinet ignis. -Ceeloinfupex ip(o., in.
(uo corpore excellétior! [i tamen ce lun
ab[qua anima efe fateamur) inuenitur:proinde in ani ma [ue [ub[lantia angelis etia, qui [eparata
dicuntur [ubs flantia , ac à materia
prorfus abilracta, comparantur e
fimilantur. | | - T'otum bunc
di[cur[um locare poteris in locis , qui fupra:
amplifimi "vocitantur: Ita-vt primo terram [umas.deinde elementa cetera: celum etiam, demum angelos
,qui [upr celos fait so uma | VENIT
: T'erra ergo carnem: lapides offa,
Aqua. bumeres,z Aer ba. litum: Ignis
calorem:celum corpus: c4nge lus animaim hoz
minis reprefentabit. Hinc per totum dilcur(wn vnam [ubz- flantiam poni pro altera cernisseos vides
utpote terram pro carne, aquamypro
bumoribus eec. quod c9» clarius appavt
in /apradiidis vltimis daabus collatienibus , pradicli cis fcurfus. ! MT | Obiter autern [cias fimiles difcur(us.
("vtetiamtu ipfe experientia
comprobabis) duo loca apriffima vbi locentur,
babere. diner[. usd, higuras etenim difiurfus pradiciu alid Jivmles in bomine locari polfant , in cius
carne terram : in ofsibus lax a:in
anhelitu aerem - quorum omnium predicia
fi militadinem babent , quamobrem co figura infuper ejje poffunt, Caro./ offa, anbelitus c9 cetera iam
dicía: Ita ta«. men ,qu d vbi prius
terra Carnem mibi reprefentabat e €id$ * 'Thefauri memortz artificiofz eiuserat f. gura:eo. aqua humores, e fic de
alijs:modocaro terram vepre[entat
,bumores aquam ege. I ipid Nec mireris,
quàd eedera res , qua pro lecis feruiunt in
«uno cgxeodem difcur(u misime alterato,ac in codem tema pore , etiam pro figuris de[eruient. in
con[imilibus enim diz fcurfibus eafdem
ves eo» figuras effe € locanon dedecet;
fatis eft enim tales illas ves , ab aliquo alio contineri, verbi gratia, in boc difcur[uprapoftto,[atis est
bominem(in cuius. partibus locauimus, ce
defignauimus carnem terram vepre
fentantem:o[Ja lapides: «gc. )ponere et obfirmare in tali uel tali angulo. Forte dubitas in codem
di[cur(uycum terra car nem reprfentat,
4qua humores cz. vt [upra:ubi ifiu[mo di
elementa ee celos pro figuris babes, quis locus talesconti nere poft figuras, (atis efl inquam,
ip[am-[-terram aquan& aerem egc.(cum
f(umuntur mon pro locis , fed pro figuris) a
fnis contineri co» ambiri partibus , que partes "vicem locoz rum gerunt. Et tamen in pdicfo difcur[u
pofito,cverbi gra tia in terra
ifliusclauttri velplatea, ea terga mibi fufficit proterra,qu carnem repre[entet, queque carnis
commini- feenda exiflat figura: que
profecto terra portio, ab alijs reli
quis terre partibus, ("verbi gratiareliqua terra )continetur, €) circundatur tanquam à [uo loco ec. 4dem de
alijs ele snentis fimilibus dicimus, eo»
de celis eoc.te cadem [pius cogamur repetere.
: 2 Similitudo etiam inuenitur in
diuerfis rebus , fimilis autem
quantitatis di[creta : fimilis inquam non eiu[dem y quando quidem q fi [ecumdum abstractionem
"Aem " AMT inaria Pars fecunda. 109 binario minime [pecie differat , fed
idenifceturtin concrea to tamen
confideratum et [umptum , ficut et v os [um inzus) iflud binarium, quo numerantur dueiflg
nuces,fim ile ,non idem efl ifi, quo
numerantur hec duo mala panica. €
uapropter iffas res talis numeri poni poterunt pro dis uer[is rebus ciu[dem tamcn numeri. E xemplum
ponamus. Eioc mane concioni adfui ,
atque concionator in [uo quoda propoft
to,de facrorum mifleriorum numcro loquens , talem fecit difcurfum, dicens:SNouem [unt bominis
fen[us,quinz: que exteriores, et
interiores quatuor. S. T bo.p.q.78. |
Decem (unt pracepta legis,quatuor cardinales uirtutes: T'res E beologales.7. dona
Spiritus.7.Sacramenta:quatuorz decim
articuli fidei.duo caritatis pracepta:vmum ( aput Ec clefie Chriflus.omnium tamen istorum finis
vnus.'Una có rona pro iu[litia de
reliquo repo[ita ec Unum lumé Deus,
Vna-vifio , Vnus denique omnium 5 anclorum bominum locus, (lum empyreum : N na cum [an£liset
Angelis perz petua focietas ..F.ec autem
omnia Concionator ampliauit
vverbis:dilatauit circumlocutionibus:ornauit [ententijs Gen tilium, corroborauit c confirmauit
[criptura,quorum e f non omnium tamen
multorum recordabor:Si diclorum cas pita
principalia, puncta, aliquo in loco reponam fs ub certis figuris , ipf areprefemantibus . Horum ergo
dictorum talis erit memoria. Sratuo bominem (fupra quem omnia bac ponere
"volo ) in talilocoputa apud
parietem , qui alteratim nudos pedes
agitet,atq; corum nobis [ammitates demonflret:ex qua diz | Et giti
| Thefauri memorix artificiofx
giti procedunt ex prominent . quinque ergo digiti finiflri pe dis (qui ignobilior ef? dextro)quinque [en[us
cxteriores(qui interioribus ignobiliores
funt)demonsirabunt: Digiti autem dextri
pedisinteriores fenus : eo quod nobiliores a nobiliori. fianificari con[onA fit . At quoniam. [en[us
imtevni quatuor funt:digiti quinque :
ideo vnus corum, verbi gratia, mini
"mus ab[ci[Jus exiflimetur.
e4t fi tu paruam e[fe banc conuenientiam. inter figuras. eo figurata iudicabis: [citoquod non
omniumrerum f, gu- ras proprias , habere
po[Jumus : in[uper fi auditor concionis
immemor omnino non fuerit di£lorum à concionatore: etia minimo figno commotus, facillime
recordabitur. Atque hic le&lor
animaduertito artem banc ignaris verum omnium
ez«vniuer[orum penitus obliui[centibus minime dari: Opor tet enim talibus , non vemini[cendi artem
tribuere, [cd me- suorie potius fenfum
prabere : "Pro decem praceptis pone
iflum bominem vtráfc que f mulprotendentem manus,exa tendentemá, digitos omnes, quorum
mumerus,praceptorum numerum emonf rabit,
to maxime cum manibus co ope- rationibus
Dei precepta compleatur, fecundi illud, Leuaui
sanus mcas ad mandata tua, qua dilexi."Duotum autem brachiorum partes,in quibus nofira corporales
coirtutes:i.ui res apparent, quaque
numerum conficiunt quaternarium,
cvirtutes quatuor indicant cardinales.
A fcendendo autem «venio ad faciem talis hominis, ibiq, in [ua inferiori parte confidero tres efe
fen[us inferiores , et yuum fuperius, tres
illi, tres tbeologales virtutes fignificae
im unt, Parsfecunda.. |
I10 bunt , Guflus charitatem, eod,
dulcis fit Amor , e» fapida
charitasodoraus fpem, etenim celi gaudia iufli;in "Domi no jperantes leuiter olfaciunt[: atiabuntur
autem cum appa ruerit. Auditus fi dem
demon[lrat ,quia fides ex auditu . In
ore autem muli bomines, quatuordecim dentes babent, in fuperiori parte, totidemá, in inferiori:in
duos ergo feptenaz rios,uperiorempartem
diuidentes, in una ponimus numez rum
[eptem donorum [an£li (piritus : in altera [eptem Ecz clefie [acramentorum numerum. Inferiores
autem dentes, 14-f/ant , qui numerus
quatuordecim articulos demonflras bit.
Aliam barum figurarum cum figuratis predictis conue nientiam preter numeralem (fi illa non
[ufficit) ex [e quili bct excogitet. Sur[um procedendo, «vides illius bominis duos
oculos ex cuna tantum manantes potentia
, vvelcerte melius in vna Humtaxat
potentiam concurrentes: qui duo charitatis pres
cepta ab «vna manantia charitate motabunt: Oculibene fiz gnificant. duo precepta Amoris , fime quibus
bomo manu tentat,eo: in tenebris efl,vt
ait [criptura.[ur[um a[cenden do
inuenitur iflius bominis caput , Caput autem noslrum (Chriftus efl. Evgo caput Chriflum ostendet
. In capite autem fit. [acerdotalis
corona, qua eternam fignificabit ,
l'apra caput bominis percutiat e ve[blendeat
Sol.itle lust repre[entabit diuinum,in quo videbimus lu men eoc.[upra Solem celum empireum, locatum
e[Je credi f?us nos omnes. In ip[o communio, et focietas [anclorum
inuenitur, que EM: duo Thefauri memoriz artificiofz duo quoniam (unt illamet, quorum recordari
voluxaus,fe fe - nobis offerent. lis
d: Multa praterea funt in quantitate
continua, fi milem - uel quafi fimilem
quantitatem habentia . Recordaricvolo
certaminis Dauidis cum G oliat cuius hiftoriam [cio : fuffi- cit 4, mihi in communi eiu[dem certaminis
vecordari:pono er qo vtrorumque imaginem
rverifimilem congruamq "Vel f -moui
bominem magnum , pono pro Golia t puerumaq rufum gro "Dauide ponam : illum armatum,Et
galeam,e9 bafla imaginor:iflum funda
munitum,eo baculo.N erum dubitas forfan,
ac dicis, f bominem magnum [ine bala, eo puerum
fine fanda, ponere, neutrius recordarer,vidédo coris [olumz modo quantitatem:Ca propter quantitas [ime
babitu hoc in oco parum prodeffet: O0 id
non diximus figuras bas, "vel Ji
miles borum e fumilium occurrentium memorandorum;in quaititare tantum continua conuenire debere.
Aliquando -enim eo fi non [emper:alia
ctiam requiritur fimilitudo. Similitudo
etiam e[l in vtroque correlatiuorum , runde
illorum quodlibet alterum repra[entat. At quia relatiua in triplici [ant differentia, vel quia [unt
equiparantie rvel [uz per pofitionis vel
[uppofitionis: ideo cuiu[libet [beciei relatiz
num pro altero poni,e& pro figura [ui correlaeiui afJummi poz terit, cut in fuppofitis exemplis , etiam
ignorantibus logicen manifestum e[t. :
| Hominem puta. Siluefl vum, Petro
vicinum vel amiz cum aut inimicum, «vel
collegam wel comuiuam,con[obvinu, Co
mpatrem, ( lientemcou[ortem,velcondifcipslum, vel aliqui
Darts fecunda. tH aliquid
buiu[modi pro ipfo Petro reponam .. uod euenit
propter [imilitudinem relatiozis alterius ad alterum,qua fiz ilitudine, alterum pro altero nobis offertur
. | In fecunda [pecie patrem profilio,
Dominum pro feruo, vMagiflrum pro
di[cipalo babere po[Jum. Ité pro-casfato
cau[am,vt in artificialibuspermaxime fit
quapropter in vna T'u[ciz ciuitate quandam numisma tis [beciem à quodam artifice tufam ej)
impre[Jam , ipfius artificis nominc "vocitabant
omes , quo in cafu caufatum procaufa
(umebatur. xxl U'oniam Planeta gj frgna
cele[lia et fi uniuersa 3p [ales caufe
[rmt et equiuoce re[peéiu inferiorum
Apes) eos fubceleftium corporum: quibuf: dam tamé bg mani; membris bominumá, partibus apblicátur
(vnde eo inflaunt illis et fa uent) id
circo boc in loco,ubi cau[a pro cau [ato
ponitur , ex € conuer[o : mon incongrue eo ipfa pro cis ponentur , ee é conuerfo . Planetis ergo e»
cele[libus [iz gnis atque figuris ;
multis noflro negocio defernientibus noz
dis,vutimur: Inter quos «unus efl, «vt planeta quodlibet, Et Jignorum cvnamquodque:aliquam noflri corporis
parté cui faucet fua figura, demon[lret.
Eficergo Planete eo figna;et quibus
bominum faucant partes enumerentur. 1.
Sol capiti cg: cordi conferre dicitur. à
Mercurius lingua cg» ori. 3. Saturnus
[Pleni. e 4-Tuppiter Epati. jd dars fanguini. 6.Venus
Thefauri memoriz a rtificio(ze
6.Venus renibus co femini genitali.
7. Luna [lomacho. Ex Crin.lib.i2. Capa.
"Duodecim figna que mébris bumanis fauere. dicuntur, eandem vtilitatem noflre memorie pre[lamt ,
quam co planeta donant. Le/drieti
caput bumanum fube[fe autumant . 2.7
auro Ceruicem. 3.Geminis humores. 4-Cancro Cor. $. Leoni Peélus e$: flomachum. 6.U'irgim "ventrem. 7. Libro renes vertebrasQ. 8.Scorpioni genitalia. 9-Sagittario femoralia. 10. Capricorno genua. I1. A quario tibias. 1. Pi[cibus Pedes. Manilius &9 Crini.vbi
[upra.i. lib. 12.Cap.*. | Iterum,quia Authore eodem Crin.ubi fupra , 4€
quamz pluribus alijs. 1. Caro à terra prouenit. 2. Humor ab c^fqua. 3. Anbelitus ab c Aere. 4. Feruor ab igne. $- Ingenium a "Deo: c/4 quo bona cuncía
procedunt: Ideo ergo caro terram in bac
arterepre[entat e e connerfo, ej f/« de
ceteris. £ uoniam Pars fecun da.. It - Q uoniam elemento cuilibet tria iuxta
cAflvologos Zos diaci figna re[pondent
eg) pre[unt , bac ergo de caufa Eles
mentum quodlibet im bac arte pro quolibet trium fibiprafi- dentium fignorum figillatim atque diuifim :
«velpro oibus tribus fimul [umptis poni
potefl, e: € comuer[o. Igni praet Aries:
Leo: Sagittarius : À eri Gemini: Libra : Aquarius: Aqua, Cancer: Scorpio:Pifces: T'erre, T
aurus: V ingo: Caz pricornus. Iterum
pro fordida, «vel pulchra figura, vel Jculptura , vvel [cripto, vel alia quauis ve artificio
fabrefacta , ipfum eius artificem tuo
loco repones. €
conuer[o in tertia [pecie fit, quia pictura "velfculptura fium repra[znta: artificem. SNam [i à pidlura quis fibi nomen aliud à
proprio aliz quando vendicat (^ut
piclori illi contingit, qui à pingenz
dis auibus miro mido, Magifler ucellosmuncupabatur)quaz re ctiam, ipf a pidlura, alicubi pofita per
realem pofitionem vvelimaginariam, ip[um
picloré non repre[entet:que quan oque
fe pingentam prater proprium alio nomine donat : Amplius: diur[arum qualitatum [becies,
l'ecund quas bomines "vel aliares,
quales e(Je dicuntur € funt, faculta-
tem non mediocrem nobis inueniendi pro memorandàs figu ras conuenientes, prabent eo donat. LH abitum
vel difpojrz tionem(qua in prima
qualitatis [becie computantur ) baben
tes,pro alijs, qui ciu[dem funt qualitatis , nom incomueniéter ponuntur . deo (im prima qualitatis [becic
commorando ) edilronomum, pro altero
eiu[dem babitus [ciétifici ponam,
Thefauri memoriz artificiofz eo
babcamyverbi gratia, A tblanté;cvel Prbolomeum (qui iam pridem in astronomica floruerunt [ciétia)
pro tali astro nomoputa Iobanne babere
poteris C7 e conucr[o.Sic idetiz dem
inter omnes illos bomines, qui babitibus intelle£fualiz bus fiuc moralibus, fiue naturalibus, [eu
diuinis refulgent, . evel reful[ere,
fimilitudinem talem efl inuenirc,qua bic pro
illo ponatur, € isle atium repr&fentet,in noflra artificiofa memoria. Similiter idem de "vitis, qua
in hac reponuntur fpecie;
fantiendum.*unde pro adultero Paridem ponas «vel Phocam Imperatorem vcl Ce[arem Buguflnum pro
gulofo:. Claudium (Ce[arem , vel
Holofernem , vel Cambyf[em. Pro crudeli:
Eferodem: Diocletianum "Domitianum ; *vcl
Neronem vel Madeam: vel Athilam.fíc de ceteriseo e conuer[o:nam rvitiofum quem nofii, pro
quolibet fimili poz nere
"vales. Improprie autem animalia
quedam hifce e fimilibus paffiombus
pradominata: diuer[os uitio[os repre[cntabunt.
Uude vrfumpro bomine irofo , Leonem pro fuperbo : pro auaro [erpentem:pro luxuriofo,columba:pro
«vanagloriofo, equum eg pauoné:pro
gulofo,'voracem lupum «(J[umam . Hic te
no[[e oportet, qualitates in abfiracto, fr 'gnificari po[]e per illa, qua in concreto nouimus aut
etia (cn[u «videa mus co ca propter, fi
qualitatum aliquarum recordari eve-
lis,aliqua tales qualitates babentiaspro figuris ponere utis le admodum erit : Idcirco, ut [ub exéplis
loquamur de qua litatibus dumtaxat
fpiritualibus (idé aut£ erit iudicium de
ceteris [eciebus qualitatis) diciumus, quod, | M,
Ed a Parsfecunda ; 15 Si multarum [cientiarum "vel artium
nomina, vecenfere mos oporteat, ucl eiu[
dem callentes,cvelearum inuentores, aut
etiam amatorts , non dedecet pro carum poni figuris. «Unde Laurentium V allam, vel Prifcianum,pro
Grama tice pono: MT ull.pro Retborica :
pro Dialeclica,e driflo. € pro
Philefophia: Platoné;pro T beologia: Galenum vel Iippocratem, pro e edicina: Alchimedonem, pro
fculptus ra: Pbyadam vel zeufim ,
propitiura : Democratem , pro
Architettura: Atblantem, Zoroafte,rvel Ptholomeum pre e Aflrologia: Archimedem.pro Geometria: A
ppollinem,Orz leum,vel Iopam, pro
Muftca: Penelopem vel Lucretia vel
Iudith procaflitate: Cacum vvel Neflorem,vel T he- feum, ucl H'erculem,vel Milonem, aut certe Sanfonem, «vel Goliat pr fortitudine etiam animi.
"Pitbagoram, Zoos roaslé, Simonem,
Samarcum pro Magia: T'raianum «vel
Ca[arem, aut T itum , ey Vefpaftanum , aut Antoninum pium.pro Clementia £o humanitate.
'Themifloclem, Pomz peium pro
modeflia,cvel-verecundia: Socratem, Zenonem,
pr fobrietate, co temperantia. Item A ppollonium, lohan- nem Baptitlam, Heliam,c/fmos, pro
auckoritate. Aliud bic infra exemplum
ponere volumus, concionato vifor[an baud
ingratum , &j) boc quidem materno. [ermoz
ne ficut to concionaturus vti a[folet.
Sicome un bel prato di wvagbi e diuerft ftori 'adorna; et come il corpo noflro di ricche e nobil vefli
coperto, e) varie parte di quellocome
corpo, collo,braccia,mane , eo dita di
varij ornamenti. vi[blendenti danno gran confolatione Ff all ocs | Thefauri memoriz artificiofz All occhio che li miras cofi il prato
dell'anima noflra con tut 1 le fae nobil
parti, quando fi troua delli odoriferi fiori dcl- la «virtu coperto; &g* la noflra
incorporea [uftanza quando ff tona delle
nobile ricche «ve[li delle [pirituali perfettioni veslitayeo delli eterniornamentivifhlendente
dona inesti mabile vtile al poffeffore »
€2* à i vigmardanti con[olatione, eo
infino quafi à gli Angeli marauiglia. :
Che "vago , €» odorifero fiore € l' bumiltà , ch'infino ne aggiugn: al Cielo. MORI 3 - SNardas mea berba bumile, e piccola, dedit
fuauitatem odoris,dice la V ergine.
| T rouafi pia leggiadra rofa,cbe
lapatientia,che alle tem pefte (empre €
cvigorofayanzi quanto piu neuica,0 grandina,
pin bella ne appari[ce,et fi trouaficut aur probari igne etc. "Vedete di to7. ( onftderate di Y
obia. .— Haute mai inte[o vna
conditione di vefte,piu maraui
&lio/a di quella della pouertá, che quanto piu fei pouero;tan. £o meglio ti copra, anzi vve[le,che quafi
infinitivicchi:fbrez. zate le loro,banno
pre[a qfl1a per e[fer meglio coperti,come il
Santiffimo Aleffio : dellaquale ancho il. R icchiffimio "Dio prendendo carne humana [& ne vvolfe
ve[Hire . £) ui cum di ues e[fct, pro
nobis egenus factus eft. Rare eo
fignalate ve[li la elemoftna, e hofpitalità:la
«vaghezza delle quali tir nol tabernacolo di Abraba itre Angeli. riceuerno nello ho[pitio d' Emaus —-
briflo, cg cifan no meritare Dio ,
T'alibus enim bo[hijs promeretur. Deus,
die San P olo. | | Era Pars fecunda; 114 Era Giouabattifla nc] deferto non mollibus
«ve[litus , ma della bonorata veste e da
Chrifto lodata austerità,dal capo à
piedi coperto : chi vorra.opporre à questa «ve[te loda ta da Chriflo? Q uid exiftis in de[cretii
nidere bominé mol libus v elitum? uata ricca gioia € quella dell'anello della
[anta fede, con la quale Dio [pofa l'
anime nostre . "Defbon[abo te mibi
in fide; (Come refplendeua di quella il Centurione, che vibe deua pev quella come di fplendidiftimo
carboncolo trà tutto [' ifraelitico
popolo: SN'on inueni tatam fidem in Mrael,diffe
C/hriflo. At | ual Corallo che in
ornamento al collo fi tiene , che à chi
loporta,[econdo i F ilofofr dona allegrezza , ft puo ag guagliare D, quello ornamento della
[peranza,che & tiene in feflaSpe
gaudentes: Eccoui "Dauid:l atatus fum e.
*Pretiofiffimo metallo, e belliffimo ornamento, l'oro,che doue fi troua , ogni cofa ra[fetta : che i
Signori intorno alle braccia , à al
collo per collane tengono . ma dicattiuo conio
ee di ba[[a lega fi troua à comparatione del. Celesle oro dellacharità, che perfettiffimamente adorna
lamima:per- che efl vinculum
perfzclionis:onde,[nadco ribi à me emere
aurum ignitum,probatumyt locuples fras.dile San Gioua. nel Apocalipft. | Oxnium barum virtutum optime recordaberis.fi
homi ncs illos,in eifdem florentes ,
quos dedita opera in predicto difcurfu
pofuimus pro imaginibus talium «virtutum, babue
ris: Malta preterea inueniuntur animalia: Aineralia,lepi F fF 2 des T hefauri memoria artificiofz des: Avbores,eo bis fimilia, que propter
corum varios effez &us,virtutes, f
apores,colores ceterad, fimilia, diuer[as vir
tutes reprafentare poterunt . Quapropter Bal[amum Graa tiam: Aurum charitaté.fmaragdus [pem: ^vgétum
cbariz tatem: Nardus bumilitatem: lilia
virginitatem:Carbunz culus feruoré.£bur
ca[litatemr. Mirra mortificationem c.
repre[entat. 1d ip[um iudicium feras de vitijs. | De habentibus etiam corporales
babitus.[-[anitatem , robur , elegantiam
, agilitatem, idem dicendum efl .[-quod
"Unum pro altero pori pofiit. Hominem robuflum proSan* fone.polchbrum pro Dauide: Nifum,aut Eurialum
pro agili, ac fic de cateris:eo- é
conuer[o. Multa preterea f milia funt
inter cayqua babent uctu talem potentiam,
wvelimpotentiam,que [ecundaeft [pecies
qualitatis,qua aliquod potentiam habet *velinclinationem faciendi velpatiendi vel alicui refiflendi,
qua propter pro altero [(umimus.I/nde
(uem, ponimus,pro muliere multos gi
gnente liberos , Ciconia promutriente patrem. Hac autem exempla impropria cg» nos fcimus in bac
qualitatis [pecie ; fed etiam noflro
apta negocio nouimus , propterea ponimus .
Fungum "vel fruticem cito à terra profilientem pro ve. cito ere[cente: Lacertum, Mufcas pro obliuiofis,
deficientibu: in bac naturali potentia :
fed «ut aptioribus vtamur exemplis
dicimus,quüd Cyneam: Mitridatem:T bemifloclem: Horz tenfium: pro aliquo vel aliquibw memoria
claris: Meffala: qui ui nominis oblitus
fuit,pro obliuiofo. Méte captum pro
flulto:Cacum pro Tobia; (laudi pro Miphibofet : Durum ]'?
Patsfecuhdaz ^ 75 ang po duro,
quod reftfien di facultatem habet.
Interca item, qua fi milem paffionem vel pafübile quas . litatem (qu&tertia [eciese[? eiufe dem
pradlicámenti) obtiz nent :requirenda
ell fimilitudo , vt «onum poffit pro altero -
poni. Hinc nigri coruum, pro c/fetiope earegie ponimus. C y. gnum,pro albo -velcano bomiae .c-4marum
ab[yntbium, pro aliave amara,ot puta
agarico,c/Aloes ec. Pallidam,eco
f"lzid ; auricalchum, quod forfan pra ma
nibus habes, pro auri imagine (quod forte non babes) talilos co puta méfa, locabis: Mclpro manna (quod
forte nunqua vvidifli (ee confequenter
fguram difficaler fabricare poz te A
wmor,Murmur, e Twnultas,pro defluentibus aquis,
vel [onitu maris. Rofaredlolens,prove alia [nauem odorem fpirante d € comuerfo ec. Sicinter cetera qualitatibus buiufs modi
qualificata.[. humido ficco, frigido
grami leui, & alijs ef? fimilitudo rez
quirenda,-ot exemplis imnentis ej datis , erit addere haud difficile. i: Iterum in tertia [pecie pafsione iracundia
aliquis agita tus , pro alio poni
poterit, vt pro aliquo iracundo Alexana
drum "vel Herculem vel Ae[chinem ponam: fic e conuer[o faciam.
Animalia etiam bis predominata pafionibus: Ut
fupra de vitis diximus, nobis inferuient
, ut homines ipfis fimi- les fignent. €9
repre[entent: unde equus co mulus. pro fuz
rio[o:Vr[uspro ira[cente ponatur.QQ uia timet lepus,pro ti - mido erit. T riftis (7 melancolica eft
felis,pro triftis homi- n15 "2
'Thefauri memoriz artificiofz
nis figura deferuiet., eo é contrario , T'imidum pro Lepore ponimás:egsfié de alijs... | "T -- Addere que figura cel forma (que quarta
[pecies e[D)ft. bi fimilia fint;
[uperfluum puto,cum bac omtiium notifcima
Etiam in agere vel aclione inter ea qua diuerfa funt fpecie vel indiuiduo adeft
fimilitudo,eo:-unum alterum ve
pra[entare-valet. V nde in [uo ince[Ju,leo &) Inuis ales,eo« equus, ei in [na rota pauo [uperbum "vel
[uperbiam vepraz fentabunt, Bufo ac
ferpens deuorans terram , auarum terz.
renisin[iflentem ac inbiantem lucris: Canis ad vomitum rediens, peccator em recidiuantem . Leana buc
illucque diz.
furrensiiracundum,velimpatientem . Homo manus frez quenter mouentem, fe in diuerfa «vertentem,
et ora ad ( ae lum erigentem: iram
patientem Nuda brachia protendens
aliquis , lacertos, [uos acoffa fubinde demon[lrans , coin pugnos fuas manus refkring eus, fortitudinis
eel fortis ima ginem tua offeret
menti.Cancer, T'efludo,eo e/4finus , c9
3Bos lento incedentes gradu : vel Hotno manus [ub afcella reponens,pigri bominis nos admonet recordari.
A d men[am per imaginationem poft tus
bomo , parum bibens, eo» comez dens,vel
aliud animalpaulatim aquam in vafe;velflumi
ne bibens: parcum ac temperatum vvelparcitatem €? tem perantiam. | j Antiquitus duodecim men[es anmi: duodecim
bominum imaginibus (qui fere omnes
«varijs geflibus e acl.onibus fe fe
circa diuer[à occupabant officie )pingebantur , tt eX tva riarum
UrsParfecunda. 5 116 riarum
lelionum [ylua colligitur : e abalijs extrabitur «authoribus. Idcirco boc in pradicamento,
prediclorum men fium imagines
videntur(eo fi non omties ) pro maiori [als
tim eorum parte ponendze: quarum qualibet ab imaginatio nc "vifa, menfis fibi ipfi
correfbondentis recordabitur , «9 e
comueríó. — 7 0 1d gu EUM, r-
Januarius fianificabatur per bosniné piclum ad men fam fplendidam opulemtamá, [edentem,ac auide
comedenz tem : manumq, ad crateram mera
plenam, tanquam quid bibere velit,
extendsté: tlloenim in tempore cum feeundu
Hippocratem [lomachi calidiffimi fint: faciliter cibos [um ptos digerunt, e ad alios [umendos frutluofe
anhelant. 2. Februarius, perfenem igni
fe calefacientem:Cuius ra tio freni,
efl, "vel quia menfis bic reliqua frigoris ventorum ac int:periei,que Ianuario debebatur, fepe
numerovetinet: vel quia iam in co
vltima hyemis [enechus adueneritz- 7 3.
Martius per bortulanamCuius ratio omnibus: prati- pue ipfi hortos feréti plana e[V. Q uis
ne[ciat hortos Martio operoftas coli,
eg) tunc carlo fauente bolerum [ufcipere [eri
n4: z) quantocyus herbas multas progignere? 4. 5 prilis.per iuuenem flores manu tenentem
,cum tune temporis vniuer[:e fer?
arbores ex herbe flores emittere fo
lite, iam cosemifi[Je cernantur?
$-Maius,per iuuenem equitantem mollibus veflitum, €o mann accipitrem tenentem :quo
frenificabant il'ud tem pss vagandi
[patiandi,equitandi,itinerandiue aptum:cco-
luptatis inf: uper principium effe c2: a4 indulgendum uniuer | "t cora Thefauri memori artificiofze fis corporis commoditatibus atis idoneum.
! 6. Iunius.per c gricolam falcem
grandem, qua fenum fécatur, manibus
arripientem «vel arreptam tenentem. 7-
Iulius, per alium, minorem falcem, qua [ecatur f t/a menta,tenentem. 8. Augufius,per bominem currui inf
dentem:nam tcm pore illo frumenta
equorum fuper illa difcurrentium terunz
tur pedibus,rveliterum per bominem -ventilabrum tenenté ad purgandum aream e. c September , quo men[e iam vindemia tempw
adest, per bominem «vuas legentern. 1o. OClober, per bominem (accum [uper
bumerum reiez &Wum babentem,eg
[emine plenum:nam eo tempore [emi-
"4 terra conduntur. x1.
SNouember , per bominem glandes à. uercu baculo
deijcientem:SNam co in tempore matura glandes inucniume tur,e7 [uibus impinguandis (olent
offerri. 12.
"December, per hominem [uem cccidentem et exen- terantem: Pradiclarum imaginum [um in noflra
memo ria [uperius diximus. Apes ab aluearibus gregatim currentes ad
florea rura: Formica euntes «9 redeuntes
onera, portantes, prudentis
«velprudentia memini[]e nos excitant :in ceteris , vifa bac vvia,tu ipfe di[curras. 6. ue aliquando pa[Jus eft aliquis , (in
fcflo predicaz »mento loquentes)alterum
in boc fibi fimilem [ua demonflra bit
imagine:pauper bomo fcabie plenus, 10b :vlcerofus, Las zari
yotonbiar sfecundas 0: oT ] 17
zári erit figura-Obedientis vecórdaberis, fr bóminim capite demi[[o.«? v intlum manibus c9 ab alio duclum
imagine. rispatientie,fi bominem
percu[Jum, [capulas «vel genas ofa ferre
confinis: vis sow won esi ctn ome 7. ue
boc in tempore «velillo à natura gignuntur in
terra, tempora*varia poterunt demon[lrare: Flores Maj men[em, Amigdala viridia: Cerafa Iunium:
(iceves recen tes, Iulium:
Pepones,sAugu[lum:V ua; Ficus, Septembrem:
"Dira, Mala,Oclobrem:Sorbes, Mefbila, SNouembrem : Iterum-vetu[laves , vt Columna,
lignum,fene[lra annos fa quercus,
anno[ad, pinus , bominem longeuum,vel aliud " quid peruetustum cuius recordari ccolueris.
| --.,8.Locus locatum demonftrat: 1gitur
(colaféolaves (ias: rus uinum, Menf[a
epulas, C'aminus ignem, fuo abfle pofita:
femulacro reprefentabunt. EL 9."Pofitione fua fimia, bominem
demon[lrat: que feffio: si
"velutbomo]e aptat. | jet
10.Inbabitu multa funt digna confideratione .nam ve flitus bominum:ac ornatus mulierum, fpecies
quam pluris mas, co imagines rerum
commini[cendarum nolis alunz de
miniflrant . "Uirgo niuis indumentis fidem : viris dibus [pem: Auratis j ier Cinereis cel
pallidis bumi litatem;iN igris
mortificationem: pannofis, Co refarc itis pau
pertatem veprafentat . Regis etiam optime recordaboris. fr — Coronam:€pi[copi,fi Mitram: Doctoris, [i
"T unicam talas rem vel pratextam:
Religioft fi habitum alicubi pofuerisz.
[altem per imaginationem. quit UN
er 9 uoniam cit. Thefauri memoriz
artificiofze v uoniam Aegypti «vice
literarum: (qua tumc teyporis
inusnt& non erant )immo non.folum litevarum,everum etia - C9 "vice nominum c conceptum anirnalibus
alis rela maltis vtebantur , que arti
nofira non mediocriter prodez?
runtádcirco hicinfia ponentur,eo«iflarum notarum [imiles quilibet perquirere poteritzaliqua tamen
ratione deductus. fiet e pafim boc i in
noflro traélatu maxime in boc capitu lo
e$) *rniuerfis in purtibus eins nos [pius feciffe omnis lez | gens videre potefe - Flas autem notas idcirco
infine. buius capituli [ubnectimus:
quoniam barum notarum fimilitudo. . cwn
rebusmemoradis:non un& tatum, [ed plura circuit pre dicamenta:cum illarum queda feipfis:quedam
[ua actione: quadam naturali potentia:
Alia paféione: cla f. d effigie.
diuer(a. nobis offerunt. eg repre[cntant.
Exempla igitur aliquot Hierogliphicarum notarum, qui, bus Aegyptij rütebantur, [unt infrafcripta ,
teftibus &pol- lonio, interprete
Beroaldo, Crin. lib. 7.cap. 2 e Macrobio lib;
3- cap. v7. Celi. libiY6 capias. Diodiro alis "vt puta Stra- vefibus bo fept. lib. «Plinio. aru
(fignificat . Wen. derpéscauda fibi
mordens: A: "nj; airs torii, difcur[us
iiir ^ Ocul«s luflitie feruator et corporiscuflos i interpretatur. fuus ^ Auris memoria ['ignificat Aures
leparis erecta : magna E owes igaraleonis;
Furorem indicat... (memoriam. jo" ^
Amteriorespartes conis: Fortitudinem divoruón:
Ine- . Mufca impudentem . Canis, quia blanditur e nren cA fpem:futurum tempus ez. denia. F ermica: C du c» prouidentia. y GS
4otsuPanfeeundal 02077 —— n8 ! Cáput leonis: «vigilantes aut Cuffodes :
velfecundum vigi alios tempus pra[ens.
, | ram - QCelum pictumrorem
eijciens:Difciplinam evelartem. ig (d
Pellicani forma: infidiantem. Infidiz.
C ucuf. £ effigies: i ngratitudinem. S pn ( conia: parentum amatores defignat. dan
or Columba: tngratitudinem: l upustempus
prateritum , V7 quia caret memoria. 007
| rib Vipera: Muliere m «viro
infidiantem. — "icm f yena picta:
Incon[Lamem bominem. oen neos Pellis
Hyens: Fortune co« calamitatis contemptorem. —
Capra figaraoptime audientem. oe.
c efnguilla: omnibus inuifum, vel alijs inuidenté: 9 uia bomi. boc animal aliorum pifcium focietatem non
babet. peus (amclus: Pigrum. Sw s
Pigritis; | Apiseffigies: Regem indicat.
— Cni Valtur. Genium et AMaieflatem,
velnaturam.Amias *- n0 Marcellino c
Authore. *"Bouis figura: T'erram.
Terra; Sceptrum cum oculi [becie: O syrim
feu folem. Sol. Perdicescontumeliofos
bomines. b ( . ; f, at . * ippopotani "ungule deor[um ver/e; Impium
Inia- lor hi fluma, [rgnificat: :
ju. A
ccipiter:rem denotat cito fatlam. dur.
TO REMIT ow . Solicitu- Dextera
manus paffis digitis:libertatem fronificat. do. Siniflra comprefüs: T'enacitatem: Hec tamen
Ultima ceaa- quatuor,de Acthiopibus
Diod.intelligit. "n Gg; i C
pedis dI Thefauri inemoriz attificiofze Malum: "Cocodrilus Malum notat :
Baptifta in annotatióiibus etia)
prioribus . Literarum Ajieroglyphicarum nieminit Lucax soo ams libadis verfibus. SNon dum flumimeas
Memphi conte xere biblos nouerat: Et
faxis tátum-volucresi, ferzá: Scul pad,
[ernabant magicas animalia linguas . E: Apul. libr. | euliino Afini Aurei De opertis aditi
profert quofdam liz bros literis
ignorabilibus prenotatos: partim figuris huiu[cez modi animalium concepti fermonis compendiofa
uerba [ug | gerentes:partim nodis cain
modum rote tortuofi capreolaz | timq;
conden/is ait curiofitate prophanorum leclione muni- ta Et Gornelius T'acitus.Primi, inquit, ^
egyptij per K guras | animalium [cenfus
mentis effingebamt x €otamiquifima rio i
numinta memoriz bümane faxisimpre[[a cernuntur. li - erárit inuentores perhibentur «.Pradicta
litere potius note - fignad, conceptus
mentis explicantia effent dicenidasct, aus
: thoritatibus predictis patere pótefl: cveruntanien quia litez | gis nomina Cos cvtrba [cripta componuntur
, € ita nomi- nibus eo verbis conceptus
mentis explicantur : ideo quod . everbis
vel nominibus attribuitur(quia mediantibus literis - boc fit. )etiam literis verba componentibus
attribui poteft . Hac ergo vatione
litere Aegyptiace dicla [unt pradicta
animalia cateraq, rem aliquam ad rationem fpectantem , . ideft conceptum mentis explicantia: cum
potius note «uel fr (2 gna conceptuum
dici debui[femt. Q9) uiatrgo ad explicandos,
. vel melius dixerim,ad [cribendos conceptus mentis c "vo «ees eos literas nou babebant
Aegyptij,animalibus pradiclis que rebus
co bis fimilibus vfi [unt,loco &g) vice literaruns »omind
Passfedinda sS] 7 ^ 79 omina cz
verbaque fcribi debeant componentium , atà
que exinde conceptus mentis demenflrantium ...Hoc auté. dixerim , *vtnemo exiflimet buinfcemodi nota
^ egyptioz «um pro literis , [ed
pro'conceptus mentis explicantibus, poni
polfe-1deo ab illis non litera: [ed Hieroglyplice litere: ditla funtideft nota quorumdam animalium ,
uelaliarum vea rum £c-quibus vice
literarum vtebantur. | De
fimilitudine,& confequenter de applica-
.. tionc figurarum ad memoranda fub alijs modisà przdicus. | .Cap. IX. QE Ei ad rem fimilitudinem exquirentes in
[u- periori capitulo diximus,rem aliquam
altcri || conius cg eiufdem pradicamenti
fimilem ef tu WO SW] fe, eovconfequenter
repra[entare pofJe :c.At nunc operofius
ac [ubtilius rerum inter fc inuicem fimilituz
dinem per[crutantes,alias infuper [imilitudines , quibus Yes fe nobis offerant. , et altera [uo
fimulacroreprefcntare po[- fimi,
indagare «volumus, «vt nobis vndequaque [uppetant menorandoramfigure. — Res ergo primo quafi per fe ip[am
twerepre[entarimez smorj« poterit, ficut
fupra prelibauimus - Quod tunc audaz ler
fecerés, cum ip[iuspra[entiam babes: fi ergo que tua in manfione "vel cella-velin tua [unt
pote[late recen[ere figils latins
debeas, fuo in loco ordinate cuncla difpones,viu perz : lastres
The(auri memoriz ártificiofe
luflves, deinde mente vecen[eas: "Non enim alie ab illis fum abfle tunc pro memorandis confingenda
figura. Secundario per [peciem rel iam
pridemabste vie, eg) in mtinoria fenfu
feruatam,e per imaginationem in tali loz-
cataps angulo, vcrbi gratia Equi , quoniam eum multoties evidi memorabor. fi in tali loco, «vbi mili
placuerit, eius fis mulacrum e[fo,
imaginatus fuero. 3| Tertioper imaginem
pilam vel [culptam. Vnde [i Vir ginis
Marie recordari vvoluero,eius illic [uam ponam imaz ginem realiter vel per imaginationem. uarto per literam vnamyvt Dei recordabor fi
D.se tam in tali loco reponam,In(uper
per literas omnes illius no minis, quo
resnominatur : quas oportet e[fe infignes : "Ut j^ uoluero T abule vecordari,in [cribam vel
[culpam realiter, «ucl per imaginationem
in pariete, literis aurcis,rvel nigris ,
evel rubis boc nomen, TABVL A. Li
Q uinto per literas fíélas, ([umptas ab alphabeto anis maliam,velauiumyvel arborum,vel herbarum,vel
lapis dun velaliarum rerum,de quibus
[upradiximus)qua com ponant nomen illius
rei, cuius memorari volueris:nderez
&le adinodum recordabor buius nominis, aer.[i pro. A.pona A finum.pro €. Elefanté;pro. R. R inoceroté.N
erum enim vero ,rot melius alphabeta.
tibi de[eruiant : cum aliquod eorum literis,
nomen componere volueris, [ume primam li
IerAm ab vno alphabetoyverbi gratia,animalium:alteram «vel duas (equentes ab alphabeto c/Arborum ,
pro ut tibi [ia buerit.nam experientia
difces pro futuram tibi non prem, ! |
banc Parsfecundaz 065817 — m0. banc abste literarum fiélarum diuerfitatem
offampram. fi enim quod agant aliquid
figura nece[fc fit,cvt diximus, e
dicemus: eor a nobis, im ponendis figuris a[Jumpta diuerfi - tas, quamplurimum no[lro negocio proderit. [i
eim litere: JM eov C. vecordari
«volueris, murem corrodentem ciceres.
(«o* bac acbione tuam excitantem memoriam faciliter) fin. ges.Quod fi pro JM milium, ej) pro C.Ciceres
poneres,quid apere inter [2 ifla
poterunt,quo tua excitetur memoria? — —
| Sexto reprefenzatur res nobis per aliquod [olo nomine fi- mile fibi,ut in equiuocis di[currentibus
patere poteft jfi etez- nim Canis
Celeflis recordari voluero, ('anem auimal terz
reflve,"vel pif cem pro cius afJuinain fcgura. - Hc tibi im equiuoco. laborare ne timeas :
comextus. enim dictorum fuperius,
dicendorumue inferius, te aberras renon
finet - te ese ELSE CADAENY Septimo per
ironiam, quado fcilicet pro f apiente pono fa
tuum. Et Pocte denfum nemus vocant Lucum;eo quod ng luceat.1tem bellum , eo quod minime bellum
.Et Pifcinam dicimus,quibuf dam
terminis,reulu[am aquam,pi[cibus cas.
rentem. : Oclauo per (beciem
impre[Jam aliquandoin aqua vel eculo
"vel terra vel niue:-unde recordor T tij , eo quod in tali loco «ubi fbecalum efl vidi eum [e
contemplantem: lus pisquia cius ip niue
cernuntur impre[[a vvefligia. INono per
aliam rem nominis eiu(dem, fed noneiu[dem
pronuntiationis:ut pro porr), porrum ponam:pro «ver, 'U/c- rum, pro fane:[anum qgc-« € conuer [oye 6.
ups wach | Decimo 'Thefauri memortzartificiof ^ "Decimoper aliquam fimilitudinem, qua
babet in prin. cipioynomen unius rei,cum
alio nomine altevius-rei... Unde
procAriflotele ponam Ariflam: ein vulgari Vna Avifla. e'arrofloo Rofla, e* é conuer[o.pro locetiam
uerbo Aupus: ponam Asum.Per fi militudinem
quam babet nomen, cura alio nomine ,in
medio uel fine,ut pro boc nomine ambo ipone
tur a me N mbo, Hominem babentem faniem egc.pro fané. babeam. Ffic modus inuenitdi figuras primus
efl omnium, . ce admodum facilis, quo ut
plurimum ego utor: eiusd utilis tatem
pernofco. aie Sum Undecimo per
[imilitudinem uel identitatem, quam ba.
bet cum [uo genere [pecies, e € conuer[o.V nde fi woluero ve . cordari huius nominis, e/4nimal, ponam
Leopardum. ('onz fultum tamenerit,quod
fi quando generis alicuius vecordari:
uelis,multas [pecies in [imul uno in loco imagineris , V nde. Bos, eo Afinus e» Gallus eg* Cuniculi vc. in
ftabulo poz fiti, melius tibi pro figura
animalis in[evuicnt. SUPE Duodecimo,
inflrumenti, quibus artifices tuntur, eof.
dem artifices nobis pra[entant in [uper egs artem: vt Ruffi ci, eo Agriculture recordor , fiin angulo
Ligonem ponam uel uideam.erjc.
Mruteti-62130 8. "093 Qni Iterum
infignia inanium Deorum ut feeptra , t tela
efues, arbores ee fimiliayà Gentibus eo infidelibus eifdem dicat«,eos repra[entant, e € conuer[o:
Yn[uper pradicta,ea. nobis repre[entaripo[Junt, ob que talia illis aktributa
fuere. nde fingularitatem natura
excellentis, [plendorisá, [oliss. Phenix
nobis iufipuat,cum in mundo una [ila , fingularisq, orsias Xl "Phenix L
Parsfecunda.. | I2Í Dhenix
inueniri dicatur [olidemtidem Phenicem indica.
vt poteft. "Uitis, «o ex uite uinum, Bacchuns Liberumq, p4 trem: Et iterum Bacchus vinum indicat. ( iem
enim pluries eiu/dem rei , vel nominis
vel vtriusq, : diuer[is in locis «vs
nius er) einsdem orationi «e concionis recordari, € confe- quenter pro talibus memorandis figuras poncve
uoluerimus, ne pluries in idempenitus,
c7 eodem modo propter eamdem in diuerfis
locis difPofitam figuram incidas : &&* ex: boc loco in alium vel fuperius poft tum vel infra
locatum abso, orz dine pertranfire
cogarissoportet "Ut eiusdem vei vel nominis diuer[as figuras babeas,que diuerfis in locis
difbofite,camz dem rem [ub alio
conceptu, vel alio ordine recitandam fub
miniftrent , Co porrigant . Hoc autem terminos intellieenti absa, alio exernplo clariffimum efc pote[l Ut
evgo abunde mus figuris: bac funt, que
Dij: prediclis attribuuntur. loui :
c/fquila , [ceptrum e Fulmen : c/fefculus eo
Quercus arbores eMarti: Picus
eo* Framea Mercurio : Harpe , quod
gladius e$t. falcatus : Q uod &)
Oyllenides dicitur. foli: Pbenix eo»
Currus. "Ueneri: Columba, Cycnus
&) Mirtus Iunoni: Pauo. Plutoni: ('upre[fus. *Pano'Deonature : Venus, AMinerue "vel Palladii N ochua: Et afla
quam "tibrat: oleum -veloliua: cox
lana. : : Hb Neptuno: Thefauri memoriz artificiofx -* Neptuno: Fu[cina, que eo Tridens|—
500000004 *-. efpollini vel "Pbabo:
Coruus €» Cyenus : Laurus e: Loto ee
Palma arbores: Lyra: Gryaneum: Arcus Sagitta.
€^ Clipeus. V IS ro qmeR ist :
Herculi : Claua y Leonis pellis ac baculus : Et Populus arbor, :
"Diomedi: Cataracle aues. €T
hetidi: c4lciones. " "Baccho:
Hedera ,'U'itis e» Ferula tefle Plinio. T byr-
fuscetiam. | à; - Palamedi:
Grües, que eo dicuntur SNaupliada. (bel:
Pinus data efl. 55 rerum infignia
gentium ac eorundem T ela:vel uiua
»modiillis aliqua attributarationeeamdem «vilitatem pra flant mam eafdem demonfirabunt gentes , €x é
conuer[os Fulmen ergo Scythas
demon[lvabit. G allos olim Buffone: , nunc
Lilia: Romanos Aquila. [us Phrygios: Arcus t9 Pha retra Perfas : Anglos Leonesem Ro[e.Senas
Lupa: Floren diam Leo:Lucam Panthera
coc. Grypbos Perufiam: Fra- mea
Germanos. R omp bea T braces. Lacea Kifbanos: Pila Romanos: 16 'Boios.Sari[Te Macedones:Sibini
Llliricos dez enon[lrant,e esonuerfo.— 7 LEM Iterum
Populive aliqua infignes , illam reprefcutant ,
ev é conuer[o. Populi ergo infra[criptiinfrapofitis rebus ce- lebres extitere. Scytha equitatus gloria:
Seresorientales po- puli noliles [ant
"vellere.Itburei : Medi «9 "Parthi [agit- tis: T'u(ci falsi, c drufpicio infignes ab
infidelibus diccbans Iur. Addis
Pars fecunda.. | 122, bur:
Phoenices literarum in uentione: fnderurmn: e Nana liume ac bellicarum artium: Marfi-umbri : *Pylli
venenis clari fuere Aegiptij fiftro: eg)
iterum Nemptii 7 Babilogi e 4-
ffrologia: Lacones breuitate:Scytbe, Cretenfes eo» Geloy ifa gittis: Curetes ^ eve T yffaceta eo» Lyrce
venatibus, quibus €? viuunt: Beotij
palestra (o pymnych exercitationilus :
e/ftbenien[es naualibus ej) Geometria: Lacederznones legis bus:Greci ingenio.c Alexandrini dolis.
4mazones pelti eos fecuri: (rotoniate
medicina: Aegenire Atbletica:7 bel ani,
Tibiarum modulis. eMitylenei arte citbaredica. Iterum caratiberes quibus apud ^ f!'rologos
feptem plas netayam, ee daodecim [igna
Zodiacinotantur: eadcm fis gna ég
planetas demon[lrant:€o € conuer[o: ey: plurimun noftro de[eruiem negotio. | vau robin 000€
Hb i (uas T hefauri memoriz
artificiofz "CAR ACT TERES : PLANE
TAG] ERTSOLIS. n
zm zi RE
LED inENET Xu
&ua- Pars fecunda...
113 T'ertiodecimo, organum alicuius
fen[us,puta oculus tc. alicubi pofitus
pilus uel imaginatus, admonet dc uifiua pos
sentia,eo de aclu,qui e[] "videre.
Q uartodecimo (| bimere quedam, à nofira imaginatione confecla, cut equus cum capite aureo,pedibus
eburneis Cg. memoranda repre[entare
po[[Junt. Harum autem machinationum ((
himerarumque. coz piam dare baud decet.
multitudinem enim talium figu rarum fi
quis uoluerit in promptu babet, unde accipere ques at: Q uocirca mi[Ja bec facere volumus :
admonentes intez rim predicfatunc ualere
quam plurimum : cum alie tibi figure
non f'uppetunt. De applicatione
quorundam memorando- rum ad figuras.
Cap.X. - "Ptime recordaberis rei
, ff. cam figuris quafi ] SW
depinxeris:quod facile erit , fi ea ves [enfibus D NS «0 A exrerisemaxime uiui taclui £u! eiq,
tempe P OS 23 re elapíoosqeipotuerit D
uod inomnibus bis y 0677 : | slorijs recen endis, fatis cà mode fieri
affoiet . Eapropter f byfloriarum
ueteris tell amc nti aut noui wel certe e ctbnis caruwn [ecalariumq, meminilfe velis : fimiles
gura» in tuis locis repones: quarum
attionibus seflisqi gre. ilarum facile
ecord iberis. Exempla tamen lic ponere nol'amus auandoz quidem i4 omuibus artis bains cupidis
facizima e[fe [ciamuse Senicna Thefauri memoris artificiofz Sententiarum aut? [acre [oripture "vel
fanclori dotTes run cum recordari
voluerimus: e« im duas vel tres partés
evelplures fecanda [unt . Et memineris, quód non quodlia bet verbum nece[[e cfl [na nos obfignare
figura : (. exceptis quibu[dam, rt infra
dicemus) [ed «vna figura pofita trius
«vel quatuor "velplurium uerborum ad [c inuicem quadam chatena colligatorum,vt puta quia alind eft
[ubflantiuum, aliud adiecliuum,aliud
verbum eo: pronomen ; que omnia «verba
cum nece[Jariam colligationem ad [e inuicem bas
beant, memori faciliter eccurrent .
- eft inquibu(dam fententijs, quorum unum uerbum cum alio ligari baud apparet : multiplicare
figuras , €» cuilibet. everbo
fuum donare fimulacrum cogimur : fi enim illius pul cherrime [fententia Rom.1. Tradidit illosin
reprobum fen fum," faciant ea, qua
non conueniunt; R epletos omni ini
quitate , malitia &7«. cuilibet verbo [uam affignabofrgus ram: qua eorum quodlibet repre[entetur . Et
pro principio 7 fententieimaginabor deum
bomines multos babitu philofoz phico,
indutos (nam de philofophis eft [ermo. ) ex pellentem illos 2 (ua facie, impellemtemq; in rupem
[entibus plenam , qui ibiobícena multa
patrant: Ecce prima vcrba figuris do
mata. [tradidit illos inveprobum fenfum:vt faciam ca,qu& son conueniunt. nam rupis : [entes ee
facinora qua ibidem p nbi v regulas,
[upra in oCLauo Capitulo pofitas prae
dicla verba repra[entant. fequitur in [ententia : Repletos omni iniquitate : malitia . Provverbo
Repletosomni iniqui tate y fecus
illoscva[a plena, inequaliatamen: tamumdem:
| enim Pars fecunda. 114. enim fignificat iniquitas.idefl nom aequitas,
non «qualitas : Pro verbo
malitia,quendam bominem huius nominis , qu£
noui,in aliquo loco dif[ponam , «vel inum malis repletum. "Pro. verbo nequitia,pigrum bominem
ocio[umq;. nam nox quitia inertiam
fignificat eo. | | - Siillius fententia
diui" Pauli 1.ad Corinthios.ij . ter vir
giscafus [um:[emel lapidatus [um:ter naufragium feci coc. recordari velis , fingulis tantum dictionibus
vna efl confiz gnanda figura, reliqua
autemnaturali commendanda mez morie :
"Unde uno in loco pro prima diclione pones bomiz. nes virgis hominem alium vverberantes : pro
fecunda lapis dantes : pro tertia nauim
periclitantem : "Nocle e? die [ub
«una feneftra fila uel era, qua modo aperiatur, modo clau datur. pro in profundo maris fui:fub
fcneflva ab intra maz gnum-o0as aqua fal[e,co
in profundo funis pro fà ey)c. In
itineribus [pe pro bac dictione innumeras formicas ad dis. uer[a loca procedentia confinges.vel mures:
vol peregrinos: dammodo fui loci
limites nullus tran[grediatur . At
fcito buiufmodi [zntentie (upra bominem «vel aniz- mal,'vel arborem:vel edificium, vt puta
turrim , pertesq, eorumdem ab imo
incipiendo, ac in ei dem partibus multipli
cándo,figuras poni co locari po[fe , €) perquam conueniens. terne loca absqs neceffitate
multiplicentur.1dcirco prior fen tétia,
Wepletos omui iniquitate: malitiae 7c.imaginabor ba minem in pedum digitis [cabie repletum: qui
digitiinequaz les funt pro hoc verbo.
Malitia.pedis collum melle inanctit,
Nequitia inter tibia e tibiam fuperius. fN. confinximus : | idco
'T'hefaari memoriz artificiofx
idco bac litera totius vverbi nequitia erit inditium ec. Nominum autem ( feu fint [ecierum,cut
arborum , vut animalium diuer[orurm ec.
(eu indiwiduorum,cvt elemenz
torum,celorum, Stellarum,aliquorum angelorum : bominis ceterorumq,
fimilium ) recordamur , [i primas eorum
literas vel fyllabas, fub aliqua figura difbofue imus. verun tamen egregie [upra bominem talium nominum
imagines lo care experientia comprobatum
efl: € uod propter imnumez ras pene
diuifiones ee figuras, qua inibi reperiuntur, vut fu pra diximus: a[Jolet euenire . Ver[us vergilij eu aliorum poetarum , i
principia tans mum eorumdem figuris
noflris exarauerimus:eof dem facili ter
recen[ere poterimus : Nec elaborandum (*vt in pluribus loquor ) ut fingulis verbis fingula dentur
figura, nc innume rabiliam figurarum
congeflio, aut oneret [en[um nofiri vl
tra quam oportet: aut naturalem memoriam «/tili [uo exer citio priact. Numeri "vero bis fequentibus
fimilibusq: fignis figuram ti,occurrent
memoria. *Pro vvnitatis figura,omnia
illa poni pofJunt ,qu& fupra pro
figuris litere coc. pofuimus : illisq; fimilia - Pro numero binario vnitatis figura
duplicato, € fic de reliquis . Pro codem
binario figure arithmetica [ignatopis
fern os aperiettem uel erpenteryel aliquid huiufmodi, co dabit duo quafi buius figura 1. Pro tersario tripadé ponas : vel aliud quid
triangularis figure: REitide
quadrangularé , pro quatuor [rc de cateris .
Pro Pats fecunda.. | 1j Pro numero quaternario poni feretrum poteft,
quo mor- tüi deferuntur : vel aliud quid
: ot quedam [edium [pez cies , que
quatuor pedibus con[lant : vel animal quadra
pe ec. Pro quinario anguem : c?
ea omnia, que [upra profigus ris litera.
S. pofuimus. Iterum que pro bypfilon figura fupra pofuimus, ea quinarium dabunt buius figura.v.
| Pro fenario tripodem [upra tripodem
pones. Pro feptena rio, ex quatuor
boftij angulis unum eorum:quod fi quatuor
ponas, eg obfignes,cviginti «e oclo dabunt :[t duo, quatuorz decim: fi tres,rviginti eg vnum. Iterum pro
[eptenario vez ftis fab figura huius
caratleris 7. confracta vel fciffa : Poz
mum [upra pomum difpofitum .. O Clo dabit buius figure 8. Nouenarium dabit pomorum "vncinus. Denarium buius fgura.x .crux dabit: buius
autem alte rius 10. malum velpepo vel
aliud fimile [pherice figure, [e ens
baculum ere&lumpofitum. .—— |
Cateras numeri fpecies fub figuris huius artis quilizet ex fe reducere poteritcum figura eedem in
ceteris [equentibus numeris veplicentur.
' - Jterum'vnitas per pollicem dextrum
figura bominis an e te locati
fignificabitur. Binarius per indicem erect, fica, de fingulis "Us, ad decem : boc tamen
ordine, quod cum «ve neris ad pollicem
alterius manus , qui pro [enario ponitur ,
ad volam manus plicerar, reliquiq; [equentes, vt bac pera motus differentia, tua non vacillet memoria:
À liqui etiam codem ordine pedum digitos
attendentes, v[q, ad «viginti, li
mnanez Thefauti memoria artificio
fze pumcrando perueniunt. Menfes
bifce idolis reprefentabuntur.Nam Aaiw, fo-
ves repr&/cntant : vel bomo magna Slatura:cvel virgo flos ribus redimita. Iunium : Iuuenis[peciofus :
evel [Lecies agri frages metendas
continens. Iulium,talis Imperatoris
imago,'vel cerafa, amig dala: aliac
fimilia,que co tempore mature[cunt esc.
Augufum,ein[dem Imperatoris figura, pepones.eec. Septembrem:vua ficus: Mala perfica
ez«c.indicabunt. Oclobrem,mala cotlonea.
punica eo. Nouembris atQ,
"Decembris ,mumerus proprius erit ins
dicium. Ianuarium, lanus bifrons : vel pauper algens : vel nix reprafentant.Februarius,memoria occurret,
ft roo bo minem "ventrem purgantem
ponas : febri enim idem ef , quid purgo.
Martium, infita,uel Romuli pater indicabgt.
Dics fic occurrent. Pro die luna: Luna uel Dianam: ffc de cateris:de quibus [upra inprima parte
tratlatus locuti fumus, capitulo quarto
. i 1 INegociorum,qua quotidie nobis
occurrunt, memoria: in - locis,puta
ecclefits, apotbecis,manfionibus, ponitur. Infuper optimie in digitis manuum vel in digitorum
articulis multi | ponunt eorumdem [igna
: ita quod cuiuslibet negocij momen per
primam tantum literam geflu digitorum confecta expri mant:-velpropter quandam conuenientiam,quas
multi ada inueniunt inter digitos,eorumq;
articulos,ad (ua negocia:ut aliquibus
iam diclum , e ab eifdem experientia pofimos
dum comprobatum eft. Si Parsfecunda.. 125 Si multa argumenta abfte fuerint
replicanda, fufficit , vut pro corum de
memoria media tantum [ub figuris vepo-
nas,cetera faciliter occurrent : Q uid fi volueris utramq; extremitatem concluftonemq, locare : Primam
extremita- tem in capite bominis
alicuius (ft [upra bominem difponere
solueris,ficuti eg) confilium eft ) [ub aliqua reponas figura : fecundam in peclore : conclufionem (ub
pedibus locato, wel éconuer[o. [.
Maiorem inter pedes, JMinorem in pecore ,
Conclufionem in capite. Geflu autemcapitis evel manus fu prapecfus mota vvelpedis illius , quod
affirmatum vel af- firmandum fuerit ,
«vel negatum aut negandum recordaz beris
. Scias autem prudens leGlor, argumenta
multa fupra ei- dem hominem, qui in
difputationibus contra te , vel coram te
fitus efl vel in tali angulo tibiprefenti,vel alibi per ima ginationem abfle locatus vel locandusest,poni
p^[fe - :Nam nilprobibet,ac nilobe[l
immo eo quam plurimum prodefl, primum
argumentum circa pedem imum [iniflri lateris pra dicli bominis, [ub aliqua uel aliquibus
figuris reponere: [ecia dum [ub a[cella
in eodem tamen latere.Tertium circa manü
brachíjq dextri partes: € uartum fupra bumerum. Q uinz tum in capite vel fupra caput . Cum autem ib;
perueneris , ne defcendas [uper finiti
lateris partes, alia argumenta: (ft
forte alia fuper[unt ) ibidem locando : ni forte tibi [appetat tempus, quo figuras, morofe eo conuenienter
inuenire , e inuentas artificio eo
audacter locare ac bene difboneve : e»
d'ilpofitas bis vel ter ante quam alijs profundas, tu ipfe tez CET cum
Thefauri memoriz artificiofz cum
vecitare pofsis : Cur ergo fuper caput borniris quintum argumétum locauerisad faciem decendito, in
qua [éxtum difbones. Im pe&lore
obbauum,circa corpus nonum eec.Et f
vvolueris non tantum medium argumenti, [ed eo maiorem £p) minorem diflincle locare,et [ub figuris
veponere:quamz libet predi&larum
partium in duas diuidito portianes:quaz
rum prima-vbi maiorem extremitatem reponere debes illa fit qua prim) ab imo incipientibus &)
[ur[um numerando a[cendentibus nobis
occurrit: fit ergo prima extremitas pris
mi argumentifub pede dextro pradicli bominis fecunda in ipfo pede vel circa ipfum fub vel [upra vel
circatalos: Et frc deinceps de alijs
argumentisxemplo autem,vt morem. geramus
amicis petentibus, e lectoribus cupientibus, hac do Cina clare[cet . Sit ergo tale primum
argumentum. Omne quod ex materia
conslat,eft corruptibile. Caelum
con[lat ex materia. Ergo ez. T'erre
cumulus in pila uel fphere fieuravotundus imagiz pgatusmateriei figuram eo: imaginem gerere
poterit : cum fb diuerfis formis
plufquam catera elementa elementataqi
uniuer[a [ape f apius appareat.eo feciidi d.T ba.q.66.ar.1. infra. Materia terra dicitur,quia informis
eft. Intra rotun dà terra glebam,
corruptos cvermes ex ip[a capofitos,exifle
re imaginaberis:Ly autem omne. fignum vUniuer[ale adhaz rens [ubieclo, ipfumq; determinans per
rotundam figuram pradicti terrei globi
defignabitur . Ergo figura pradicta ly
omne demonf[lvat .'Yerra materiam osten dit, intro corrupti "Vermts ly corruptibile, "Pes autem
imus ( dexter yii : alicuius — | Pars fecunda- 117 alicdius hominis [upra pradiclam terram
aliquantulum i? arcum ve[lexus. C
literam , € confequenter per regulas [i
prapofitas celum demonf[irabit : quàd fi tibi bac litera pro celinon fufficit figno, flellis pedem e[fe
depiclum , vt claré calum reprefzntet,
imaginato. fi autem "Utramq, extremi-
tatem probationibus munire cvelisquoniam ee etiam medio criingenio memoriaq praditis faciliter
occurrent: ideo nai ralifunt commendanda
memoria. 'U erum e fi pro proba-
tionibus memoratu difficilibus figuras babere , eg «ubi boe in exemplo ee fimilibus poni posfint , cire
de[ideras: Nota t0 probationes cuiusqs
extremitatis, prope diclas extremita
tes,tamquam ad illas pertinentes poni debere. Probatio er goprime extremitatis predicli argumentistalis
effe potest . Materia per cAriflo.
[emper machinatur ad malum .'Uel,.
"Materia efl in potentia,ergo fatis idoneis familiaribusq, ho rum ab c drift. diclorum figuris omifgis: (
quas ratione [atis digna exprimere
nolumus:[ed oretenus [icut alia multarefe
randa co explicanda feruamus ) dicimus , quid pradiclus terre cumulus materiam pre[eferens
inflrumento quodam (quo moles aliqua
impelli folet, que e2* machina dicitur) ta
4i agitari eg circum uolui credatur , quod inflrumentum a manu culuf dam bominis melle linita
comprehendi fingatur. Sufficit ergo, cot
buius uerbiymachinatur, aliquo frgno pmo-
tus recorderis, vut totius fententia [emus occurrat: Manus autem eg 2d elbper ly Malum in propofitione
predicta fygni ficabitur. fi autem pro
probatione velis illud: Materia est in
potétia cc. prope pradicium cumulum puteum fine oriz. cio , Thefauri memorie attificiofe ficio, quo faciliter ipfe cumulus intra eum
impelli eo immit ti poffit imaginato.
Probatio minoris.i.celum con[lat ex ma
eeria.fi caufa exempli bac minor probari debeat , e) prope eam,vt diximus, probationem poni oporteat :
prope digitos evel ad talos vel [upra
pedem imum eft fub aliqua vedigen da
figura. Poterit ergo talis e[fe probatio . Omne corpus con ^ flatex materia: Cel efl corpus.ergo, vut
totius argumenti eistibioccurrat,
(ufficere tibi poterit,ut recorderis, quód ce
lum corpuseft .. "Partis ergo humani corporis ( qua vulgo corpus dicitur,quod [ub ftomacho fitum
e[t,e& prominet eo turget ) [pecierm
fimilitudinem figuramq; egregie gerit imi
pedis fuperior parsqua cum comuexo 9 cauo pedis, quod pro celo po uimus,correfbondet :quod celum eft
corpus indicat . Lficautem timeo,ne
legens.perdifficilem, tedioplenam,eo
numquam nifi magno cum labore e? longo exercitio fibi banc artem comparandam fore arbitretur
propter infinitas feréfauras
fimilitudinem memorandorum vetinentes,quas
in bacarte inuenire eo uti compellimur.atq; itá poft longam pradicla artis le&lioné, animo deiectus
ab incepto defiflat , opere eg optata ab
illo vtilitate priuetur . [cito ergomi le-
&lor , qud poslquam fex menfium [bacio uel circiter operam buic artinauaueris , exercitiog; qua legifli
a[fequi e comz plere conatus fueris, qud
tam facile,tam celeriter, tam cos piofe
tibi memorandorum occurrent figure: quam facile, di aliquid cribis, literarum alpbabeticarum tibi
[upperumt no t&: Quod ideo
dicimus,non vt cuiusq, minime rei femper
guram ponere «uel vilitate debeas vel neceffitate cogaris: (nam
| Pars fecunda. 18 (nam pro
vebusprincipalibus duntaxat funt neceffitate con fiugéda figura, atq; pro di[curfibus £f
rerum multarum ve plicationibus pro
reliquis dicendis e recitandis figuras pos
nere non impellimur ) fed ut artis buius vim exercitiíjqi uti litatem perno[Cas . [ed ad vem noftram
reuertamur . Fore fan memini[[c
defideras fub qua figura &&* in quo figura mo- docompofita fit argumentatio facla. ft verbi
gratia in pris ma figura cec. fi. in
barbara vel darij ege. Eorum remis
nifceris, fi tecum ip[e antequam in medium diffutationis de fcendas figurarum co: modorum : tales
confinxeris imagiz nes, que illos
repre[entent modos, qua prope argumenta pro
fignis [unt difponenda figurarum atq; modorum. | cft fi multiplicentur argumentavecen[enda:
multipli centur bomines [upra quibus bac
[ub figuris collocentur. «ve rum alio
gestu diuer[oq; motu, moueri, aliaq; opera facere , fecundum bominemyvbi reliqualoca[H argumenta,
confitz gasfic de ceteris. Q uoniam in difbutationibus: corum
queneganda aut ntgata,C o corum que
affirmanda-vel affirmata funt ano bis
velab alijs,remini[ci uolumus: idcirco €» ea fignis quis bu[dam funt obfignanda.cverum quoniam
fapenumero boc contingit ideo plures (
e» diuer[as multoties. ) affirmatios nis
eg negationis figuras €) modos pramanibus nos oportet babere:Éapropter pro affirmationum ee
negationum fignis atq; figuris,ea ft
wolumusya[Jumere po[Jumus, quibus antiqui
pro ab[oluendis «vel damnandis:pro fauore vel denegatios ne "vti [olebant: Fac autem erant
buiu[cemodi. I (alculus 'Thefauri memorie attificiofe 1: Calculus albus in. ab[oz lutione .
3 Fabe albe in abfoluz tione .
| $ Litera c4 in abfolu- tione.
7 Litera T.cumvesplaz ceret .
Et nota ab[olutionis . 9 Pollex pra[Jus fauorisft gnum.
1 Calculus nigerin dame
natione. 4 Fabanigra in damnaz tione .
6 LiteraK in damnas tionc. !
8. Litera Thitadamnas
tiohiserat. to Pollex «verus
denegan tium esl fignum. ip Creta motarunt ruetez 1». Q ue viciffim
fugiens rt5,qu& fequenda erant. da,
carbone. "Perfius fatyra
quinta.(Crindli.6 6.8. aler.de in[li.anti. Plut. Polit.eoc. Rebus.geflis eo fignis, quibus in
ab[oluendo «vel fauenz do-vtebantur ,
pro affirmatione vel afhrmatis velaffir
mandis a[Jumes: Eis autem qua in damnando "vel negando «ptebantur , pro negatione , vel nogandis vel
negatis; tu ip fe tuisin di[putationibus
vti poteris : ita vt ei[ dem «vti fim.
gas: vel circaea aliquid agere imagineris figuras illas, bos mines.[.*vel animalia cetera ,cvel alia que
viua aliquo mo do dicuntur ,cut ignem,
«vt aquam : qua pro predictis affirz
mationibus uel negatiomibus locandis a[Jumph li. Mille etia modis alijs, fisnamus qua affirmata
«velnegata [unt , vt eo tu legens
experientiadifces. : | | : Si entiz Parsfecunda.. 129 - dientimemati recordaricvolueris,vel
comfequentiaruns multarum, fimilifque
generis avgumentationumypar erit eas rum
fingulis fingulas donare figuras.
Exempla autem ponere baud e[fet difficileveri regulis exemplifque [uperius datis noua apponere [uperfluum
effc puto:co maxime, quia tedio non
[olum acri ingenio le&lores
praditos:everum eo mediocri pollentes 2M inerua nos 4ffi- cere po[e , timemus : ea propter dimi[Jeis
eifdem , ad finem tracfatuli
properamus. Deanimaduerfionibus
circa figu tas, ^ Cap. XI. Vm rebus paruulis pro figuris cuti
cvolue- rà: Ut puta formicis, apibus
eoc.multiz tudinem copiofam
a[[umas. Sicut locis non eodem die, nec
fequenti "vtimur , ita nec hguris
implemus : «vt fu- pra de locis.
. 3 Rem aliquam,qua beri
v[us fuifli pro figura ne tam cis cito
«v g.bodie pro alterius rei imagine loces , ne forte menti * tue, quod prius illi dedifli , redonet.
Sienim malum punici; pro cibo egroto
conuenienti,collocafli,ne altera die ipfum po-
nas pro Kege pomorum omnium , eoqu! d Coronam babeat. Si quercus pro alicuius walidi[ simi ligni
figura;pofita fit, poft tam parui
temporis interuallum, non cfl pro figno cibum por corum repre[entante,ponenda. ! | | | Kk. Ao Pros 'Thefauri memoriz attificiof:e 4 Priores figuras à fuis locis delere
difficile nonerit , ali quo interit£lo
tempore.Verum fi alijs poft paululum [imt ves
plendafiguris:bominem man[ionem intrare , cuntiaque fiz mulacraad terram prosjcere, c7 inde foris
emittere,cvel per feneftram protjcere
fingas : eAMented, coneris fepius noua.
uiferc fimulacra,cut memoria tenacius bareant. | AMemoranda vesprius,quàm figura con[cruanti
donetur: bis velter, diflincle
legatur.[icut &&x Ciceroni placet.
6 Figuris naturalibus uel [alternm ab[(que intellectus neftri opere cz pra[entiimaginatione ex iflentibus:
(vot [unt natu ralia omnia,co artificum
manibus fabrefacta) quo ad fieri potefl
uti nitaris: Et iterum ea qua tibi in loco, quem figuris implere conaris,occurrunt, [unt pro figuris
a[Jumenda : nam femper imaginarijs vti
figuris imaginationem nofiram nia | mis
laborare compellit . Fatigatur enim tam ipfas querenz do,quam inuentas conuenienter locando,cz
locatas per ima ginationem recen[endo .
& uod noflvo experimento didiciz
mus, ej) fatemurycum pro figuris res, que in manfi onibus no flris vel locis vbi babiramus,occurrunt
inquirimus, c9» los camus;parum velnibil
nos laborare. | 7
Figuris autem illis uti laborandum est que loco (quern implere volucris) apte conueniant. Q) uod exercitio cor paz
ratur,z» admodum vtile reperies. |
8 Cum igitur proloco Uteris terra,terreis figurissutaris, cit. — aqua aquatilibus, cum Carlo celeflibus eg:
Nu[qua aut r4 roin cdere edurum
imaginandam erit, 9 *Natura docet
locatum loco,e» é conuer[o, conuenire des
| | | bcrc. Pars fecunda.
To bere.£t ea propter,nec in Cella aut
Ecclefia afinusper imas ginationem
ponendus . "Ni forfan depitium : «vel aufugiffe conn igA$. |
10. //patantum litera vera vel fifa(. fab alpbabetis ani malium «vel fimilium verum [umpta) totam unam
[enteuz tia vel-ver(um integrum
repre[ent«t,quod fufficit multis. Ji
quis.n.V'irgilij verfus quámplurimos repetere debeat,[at forte illi erit. primà lizera cuiullibet
poneres uerfus uel carmi nis pro uer[u
evgo,0 R egina nouam, cui condere Iuppiter etc,
ponet onagrit ; [equitur, Iuflitiaq; dedit gentes frenare;pone ilice. T roes te miferi ec. pone
taurii.Oramus prohibe etc po nc olearum
montem.s Alium modum locandi, et confi ngedi
fuguras pro [milibus infra ponimus fub codem exemplo. Cii figura defunt , cuius recordari velis ,
vocabulum fcribas, quod euenire facile
efe , cum locare nos conuenit nomina fta
cunda intentionis , vel res [pirituales: deprimoyvt cum vez mini[ci volumus buius wocabuli [ubieGlum pred
catum con clufto eec. De fecundo ,
"vt cum recordari cupimus intclles
lus rationis Mentis ec. | 1c
Aifigurarepre[cntare debeat vé, quam [ub [exu ma[cuz lino "vel feminino nominamus,eiu[dem fit
ipfa fexus: vn de fi paupertatis
meminif]e volo , non pauperem bominem,
fed paupercalam mulierem pro figura fuo loco veponam. 1L Si
forte difcurfus aliquis cverbotenus ate fit memoria retinendus. V erbum quod primo occurrit,
illud locato: fit i lud [ubieclum
praedicatum , adietlinum nomen «vel fub.
flantiuum:prepofitio:interietlio vel aliud quid: deinde ca. mi. Kk 2 tera Thefauri memorisz aitificiofze teractrba. 0 dus 13. eft notato,qu d fi locato "umo
verbo. v.g. primo tui di- [curfus
eg)c.facile [equentis vel plurium [equentium vecor- daris,neceffam non effe, qud pro illis,
quorum facile recorda. ris,alias
adinueuias figuras: [ed tran[cas ad alia, qua memo ratu [unt difficilia , eo illa tuis notis
obfiena , «vt q fupra diximus. 14 emimaduertito nece[farium baud effe vut
quilibet los cus na tantum impleatur
figura: nam experientia difces in eodem
angulo uel alio loco plures figuras memorandorum deberi, ee» po[Je reponi:ni fov[an iu dicendo
aliquis notabilis tran[itus fiat:ot
contingit in dicendorum principalibus pun-
lis et capitibus:que vut plurimum fingularia expetunt loca. I$ dienim quidam diui Thome articulus ftt
memoria icti. nendas-v.g.-vtrum Deum
c[fe fit neceJarium: cA firmati. uam
conclufionem e corpore a[|umptam vno in loco fab fn ra reponam. E t ibidem (fi potuero) vel in
loco fequenti figu Y45,142 quinque
rationes ( quibus ea probatur concluft 0) re-
prelentantzordinate difponcre po[Jum .
16 Ineadem leclione,feu concione, [iue oratione , feu qua- rum uis rerumrecitatione,caue ne bis candem
a[[umas ima- ginem pro diuerfis, nec
etiam pro eif dem memorandis e» rc.
petendisyne forte contingat retrogradi propterea evgo pluris bus atque diuerfis abundare figuris :
literarumque diuerfis e vvarijr affluere
caracleribus eo fignis, quibus ip[a litere
fignificentur , confultiféimum erit : De bis Juperius abunde locuti fumus. : 16 In
Pars fecunda. TUS 16. In bacarte
nouitij pro principalibus punttis duntaxat
figuras confingant : ne multip licibus figuris corum grauetur moeinoria.[at eximerit pro qualibet lectione
«uel czcione etc. dccem «vel quindecim
vveladplus viginti principalium me
morandorum [pecies € imagines fnis locis ordinate di[po- faifi
17 Q uorum vt in pluribus euenire folet,cot memorari ve lis, corum longe antea [unt confingenda
figura: bac ideo de caufa, "vt cum
in tua fuerint condenda reponendaque me-
moria, tuis in locis, [uis [ub figuris quantocyus reponi ualeat. Etenim ft [nrifle terminos: vel fimplicium
berbarum: feu diuer[orum bominum vel
regionum "vel Stellarum nomina
fimiliumque rerum [ciasste in breui auditurum, memoriaq, ca retinere ez) repetere uelis,vel cogaris ,
earundem rerum. — figuras adinuenire
debts , «vt tantummodo cum audieris non
adinuenire figuras , (ed ordinate eas locare. e difpo- nere pofGis. — | 18. (Cum in codem loco,puta ecclefia vel
palatio e. diuer fa locara debeas,memento
, «vt cum contingit de difcur[u in
difcur[um tran[ire , cuel de materia, dicendorum in mate- ria alia, in principio illius rei, uidelicet
conceptus "vel difcur fs a primo
diuerfi, talem figuram componas, qua conceptus
variationé diuerfitatemq in[inuet. co.g fi de e[feclibus cha ritatis,quos D.Pau.enumerat dicés,C barita:
patiens e[l, be pigna efL, charitas non
emulatur , non agit perperam ec. t-afire velim paucis interiectis uerbis ad fructus
fpiritus enu mcrandos:quos ipíe met. D.P
aul. alibi ponit : tunc inter ef-
fecum Thefautimemoris
artificiofze fec uus charitatis:
fpiritusd, fructuum figuras : arborem
pooeisoneratam ponam, qua fructuum omnium [4 ubfequen- zer dicendorum erit figura: Deinde prope
illam ponas figu- ram primi fructus, qui
efl pax : duo uidelicet feofculantes, em
fc deinceps: Etenim ft ab[as predicta arboris figura: dco fé tibi oculantes occurrant , quid tua quefo
indicabunt mes morie? Nil ; uel fi
aliquid concepti obtruncatum , aut cum
fuperiore continuationem oflendent : quod exrore pleniffiz mum eft.
19. eAMulta alia. animadwerfione. digna. circa. figuras inueniendas [iue locandas fuis in locis [upra
digeffimus . De conditionibus
figuratum.Cap.XII. | a Maginaria , vel
reales figure mediocris flature
[umáturjmaxime fi loca, in quia bus
figure [unt collocande , ampla non font
, ne locamimisvepleta , confufionem p
inducant memoria:ft autem loca fint am
pla,magnas ibidem figuras locari nil vetat : immo 2: con- uenit. |
z Ineoaltitudinisgradutua fimulacraponantur vt abf. 4 nimia oculorum cleuationeaut eorundé depre[fione,ea
cun- cta perluflrare "valeas. | 5 "Nota
&) imagines mediocri fint luce perfu[u, ficut [upra de locis a[feruimus. 4 Dillent ab. inuicem figure [patio decem cubitorum
, ni forte Pars fecunda... 131 forte locusnotiffimus fit tunc enim fsgura
figurat propior pos terit e[[;. Ef oc
autern dixerim nece[fe fore, cum fit tranfitus
ab una in aliam rem:mamy,vt diximus , in codem loco n res fyguras ponere non deaecet. | : $ Cera vel aliquo buiufmodi imagines conf
ngere , quam plirimimultum prode[fe
memoria experti funt. 6 (uwnfiguras
locas,videas que[o,ne prima qua occurrit,
fubito in loco ponaturymift frt tibi conuemientiféima nam poft quam cam locaueris (clariffimum e$t ) per
difHicilem effe (fi occurrerit alia
comuenientior,) primam 4 fuo loco proijcere. 4
7 Figura aliquid agere imaginentur , alioquin memoriam non excitant.fi equus ponendussungula terram
fodiat; fi ln pus; deuovet:ft bomo,
aliquo geflu capitis manus uel pedis uel
corporis [e moueat. motus autem fit talis , quid fe a fuo loco. nequaquam remoueat. 8 Siplures figuras fimul ponere te oporteat
(ficut contingit, cum mome:, aliquod
litteris animalium «vel auium componé
duin efl ) inter fe inuicem figure ordinate imaginentur , eo nain aliam aliquid agere confingatur:fi boc
nomen, Deus, . componendus fit, pro*D.
Draconem, pro.E Elefa ntem , pro V
Uv[um,pro,S-Serpentem ponam. Draconem exten[um
ponam in terra, Elefantem eum conculcantem pedibus anz terioribus, quem V r(us in po[leriora mordeat
dentibus , eg: vvnguibus excarnificet,
& Ur pedem ferpens «vel (uscorz
rodere exiflimetur. 9
Poftisfiruris mel faltem, amequam alijs vepetere dez. beas,tuipfévecenfeas. — pe
T hefauri memoriz ártificiofze De
vía in particulari quorundam locorum '
&figurarum fub exemplis. Cap. XIII.
Cito prudens lector, quid alphabetamulta
1 fupra pofuimus, ut pote flellarum, impre[- Lonum aercarum caterarumá ue anima« | zeros) | Igm,arborum, lapidum co cetera. 9
uo- rum (us efl ut omne illud , quod fub
aliqua litterarum al- phabeti vedegimus,ad
compofitionem dictionis vel nominis
deferuire poterit . "vnde [i componere
«voluero. boc nomen etrium , pro a ,
[umam arietem vel abietem , vel egc. po.
taurum vel ezc. 2 eZliquandoip[a nomina
rerum , que fub. alpbabetis po-
fnimus,velin parte vel in toto «vel fecundum mmen dunz taxat eam rem cuius memini[[e uolo,
repre[entant; ficut est in equiuocis
videre;ficut fuperius diximus;idcirco, malum,
quod pomum eft : malum quod morbus efl, velrem malam repre[entabit:eox canis terreflris:celeflem
e. 3 "Tertio cffetius operationes
natura, diuerfitas corum,que fub
alphabetis pradiclis reduximus,de[eruicnt,ut frmilium rerum(in aliquo [altim fimilium)recordari
pofSim , ficut [u- pra inotkauo capitulo
[cripfimus. 4. Officinis diuer[orum
artificum artificibusá ue eartdem
animalibus, quadrupediLus, arboribus, auibus: deinde herbis: locique omnibus ampliffimis optime wvtimur:fi
quodam orz dine in duobus fratrum
claustris per imaginationem, omnia
predicta di[pofuerimus. | | $À y;
4n Parsfecund..- 57507 13 $ 1n quolibet enim angulo deambulatorij
claustri eo dua [unt ordinanda officine
, quarum apertura co oflit platea, vliberba,
claustrique meditullio centróque corres
[pondeas Anter angulum deinde priorem, [equentemá, una tantum,e? fic deinceps 5 o boc fecundum
alpbabetiordi- nem. itaque primo loco
vnam officinam [ub nomine a: v.g.
edbaco, cdritbmetici fcbolam, fecundo loco 'Barbiton[oris apothecam. e fic deinceps. : 6 Inmedioueloflio quarumlibet
officinarum,cArtificem ipfum fub eadem
litera difpones. e Ante uero quamlibet of
ficinamyarborem,fub arbore animal, fupra arborem auem: qu& omnia ab eadem incipiant litera ,
collocato. Impleto fic clauftro,tum in
parte interiori, tum exteriori , inmedio fa-
utam imaginato,qualu[que ad infernum pertingere videa- tur:ex qua apertura infima eo: ampliféima
cernes loca:qui- bus tuis obfignatis
figuris,ad [uperiora perges;cu[aue ad fus
perceleflia. inclufiue:ft opus tibi fucrit. eio nS 7 Jibocordine pradiclis locis utiuelismaximo
tibi emolu méto e4 , effe
promittimus.c/Alioetiam modo, vt fapradis
€um e[L:prediclis vrimur locis. Hk .. Omifsis con[ultó exemplis, que ad loca
ampla pertinent, "Ut puta ciuitates
, caslella eoc. "Uel ad loca mediocria,
«vt puta eccleflassedificia:vel minora , vt officinas diuerz. fas(quoniam apud diner[os diuerfis inlocis
diuerfrficantur ) de reliquis locis in
prima. tra&latus parte citatis: qua loca
epud omnes eodem [émper modo [e babent:eo exempla [uz pra dedimus , c» quedam infuper pro artis
buius pleniore à : Ei declas Thefauri memorix artificiofx declaratione ampliori, intelligentia in
pre[entiarum addi mus cox [ubneclimus:
Q) uibus pofitis,quedam exempla de
quarundam figurarum "vfu , vut amicis quibu[dam morem geramus,in medium adducemus. Dcampliffimorum locorum vfu tale nobis
occur- rtexem plum,quod
Concionatoribus haud erit inutile. rius [imilitudiné [pecificam babeat:
propterea quia. ! omnia.bumana corda fab
«vna cademque, ficut eo ipfi bomines
omne [Deciesreponuntur. V eruntamé in genere
mori, diuer(a diuerfis hominibus ine[Je corda fateri cogia mur:e: ea diuerfis nominibus iuxta corum
diuer[(as qualis tates conditione[que,nuncupari,e
epitheta diuerfa [ortiris eAliquorum
enim bominum propter [celefüifimos cogitatus
e» obfcuri[fima defi deria,quibus agitátur , cor profundum «velut inferno fimile dicitur. veh qui
profundi eflis corde . J/aie
primo. cAliorum graue appellatur, Fili bomini v(q, quo graui corde . * P [al.s. 4i enim terrena
[ubfl antia. «vel inbiant irrationabiliter
: uela celo cecleflibus «ve rebus ab-
flracli atque feclufi in terram corde. fere [emper inueniuna tur deprefsi:diffolutum eft cor eorum Iofu.5.
dicitur de illis, qui in multos atque.
diuerfos [ape [pius cogitatu atque af-
factu dilabuntur errores : Q uicvelut [nperabundans aqua — Yogiones multaá infundit, fi ctales fuis
fluidis cogitatibur af- L ids. E T fi (ecundum naturam cor cuiu[libet
bominis altes ^ Parsfecunda.. | 134. féGlionibusd, per diuerfa. quafi inumdantes
aqua labuntur: Immo £g) velut
amariffimum mare ebullive dicuntur. Cor.
impij quafi mare fernens . E[a. 57. edliquorii corda vana gloria velut aere inflata vvefica
diflenduntur:q ét ttao faci lius
eleudtur in aere, quanto inani fubtili leuique re pleniora inueniuntur: De eorum quolibet Iudith. primo
Cor eius ele- uati efl. Q ueda vero
corda fic inflatur fuperbia, quüd ad
celum "v[que elata dicantur 1. Par. 16. Eleuatum efl cor eius t anteritum [uum:et indurabitur quafi
lapis, tob. 4 .A lij diui[um cor babent:
Diuifum efl cor eorum,O[e« decimo: bi
fant, quiin duas claudicant partes: Quiue duobus dominis feruire ge[fliunt.Cor durum alij retinent :
Cor eius induraz bitur quaft lapis, Iob.
41. eAlij [ptem peccatorum nequitia. impurum cor pofsident: feptem nequitia funt in corde
illius, : "Pro. x6. A lij cecum,de
quibus. Eph.a tenebris ob(curatum
babentes intelle&Ium, alienati avita "Deiper ignoratiam, qua eft in illis;propter cecitatem cordis
ipforum. Cor uanum.
retinent multi , de quibus Pfal. 4. Corcorum vanum eit. evacuum, videlicet meditatione
inarde[cente:eo» aL [aue bo ni
affelione:quo fit,ne bona quidem loquatur, [ed t4quam fapulcrum patens cor corum exiflat , in[nauem
exbalans odorem.Peruer[um etia cor
inuenitur, quo && nature, deiq,
ordinem difpofitionemque peruertere in [eip[o molitur : c rebus pene vniuerfis inuerfo vti nititur
ordine.Veb autem pr omnibus eis, qui
peféimum habuerint Cor :quo etiam con-
tra Deum ipfum eleuantur eg eretlo callo,vt fcriptura di- cit , contra dominum quaft procedant , dum
aduerfus eum . | Ex cogitas Thefauri memorisxe ártificiofze cogitationes pefimas machinantur: Hoc ergo
cor Deo infenz f fimum exiftit, ficut eo
[acra(Prou.6.)f criptura comme - morat.
Cor machinas cogitationes be[fimas.1a ergo audiflis cordium diuer[orum bominum variam
malignitatem,imz probitatem atq;
nequitia UVUCrUIm qui voluerit cti (os Deus
annceritcontra bas omnes mali cordis pesfimas conditiones: 4 nalitatesq moliri bellum,dimicare:etia eo
illas oppugnas rec expugnare poterit: ee
"Deiroboratus munimine, vi- tiorum
cvice totidé virtutibus id orare valebit. Eapropter. quiprofundi cordis erat,celeflibut repletus
edulijs, (quee fur fim eleuant: mentem )
a/cen[iones im corde fuo difonat -- wi
graui diuina imbutus [cientia uel fapientia exaltabiz tur apad proximos fuos, qj) nomé bavcditabit
aternit:Gra--. «i corde beside tale
quid. D. * P[(altes [uadere wvoluir s:
fabiungédo.Et fcitote quoniam mirificauit ec. Q) ui enim. gloriam [anclorum nouerit, gg quomodo deus
eos in celo fit: honeflaturus à f acra
[criptura cognouerit, graui cacitatis et
dgnorantie onere in terra demiffo , celeriter rapietur incez: lum-CPer ceteras mali cordisconditiones
qualitatesá ,quas fupra citauimus,
di[currens concionator , &» contrarias cx
aduer[o cum predictis conferens:eas mon folum exaggerare: «verum eo audientium animis [uadere, et pene
in[erere ni- titur: FLarum autem
diuer(arum conditionum cordium ad
inuicem ab cafaéta collatio,eundem concionatorem bis ex integro a fummo vv [ue deor[um("vel quo
«voluerit ordine) pra litum difcur[um
repetere cogit.c t predicti difcuvfus
iterata vecitatio Cg» repetitio , [ub «vna cademá, vecladetur sii iX artificio -
Pars fecunda. | 155 artificiofa
memoria, ac eif de in locis [ub eifdem figuris con- feruabitur. SNam poflquam prima vice loca
perluflzaue- ri oniuer[a , in quibus fub
figuris bac predicta difhofui-
fti:aliquo [igno vltimo in loco difbofito,puta manu regref fum demon[lvante: vel bomine obfiflente ne
vlterius pros grediaris, fed gefíu pedis
vel alterius membri de vepetitioz ne co
reuerfione admonéteseadem loca pertranfire, figuras inuifere ee» conceptus peneseas
difpofitosextrabere poteris. Loca autem
buius difcurfus [unt infra[cripti . Profundum
inferni deferuict , pro corde prima conditionis: Elementum terra, quod inter cetera eleméta grauisfimum
efl, pro corde fecunde conditionis. Pro
tertio corde,ideft diffolutoe 4qua
propter [ui diffuffonem. Pro quarto aer,quod elemétum pri- mun eft , quod upra noseleuari con[picimus .
Pro quinte ignis de[eruict, qui omnium
[ubceleflium corporum primus esf eo loco
catcris [ublimior. Pro (exto corde ideft diuifo, nobis de[eruiet celi Lime infima fuperficies
terram ver[us difpoftta:qua e
fubceleflia terminaris , eo ibidem cele
ftia inchoare,co quafi "vtraque diuidere, «o ea ab inuicem feparari cogitato. Pro corde epté
nequitiarum: Planeta ois, qui feptem
fant,poni bac in arte conuenientiffimo poterunt. . "Pro corde excacato, celum fixarum
slellarum, que cales fles oculi dici
affolent, es per ezantip brafimcacum cor,tale
celum demonfivat. ( lum nonit,cvanum cor indicabit:na, "vanum ac [uperflu) pofitum à quibua ee
inuentum a[- ferunt multi: Pro peruer[o
primum mobile, quia peruer-- Jo vel
melius inuer[o vefpetu tamen inferiorum orbium, contra-
- "T hefauri memorixz
attificiofz contrarioque motu mouetur.
Cum id ab oriente inoccidenz téferatur :
reliquis Jpheris ab occidente in orientalem plaga tendentibus. Celum empyrcum vbi Incifer
eleuauit fe con- tra Deum,;pro pesfimo
corde audacler reponitur. Exempla ponere
quomodo fingulis ampliffimorum locorum partibus
vti pofsimus [uper(luum,tedio plenum.graue nobis , lecfo- ri grauisimum, co noflri tra&latuli
breuitati (atis contraz rium exiflimo,
ac ideo deditaopera ea dimittimus. €) uod
€? de aliorum locorum infra dicendorum portionibus vvni- uerfis,nos feciffe intelligas. Devíulocorum minimorum, qui homines funt
, quzdam nunc exempla fubnecto . O Cto euagelice beatitudines,que funt
«voluntaria pau- M pras Mititas Luclus:
E[uries.Mifericordia: ( ordis
vunditiapacificatiosmalorum toleratia,et eorum voly.nta ria (f lata perpefsio,[upra bommem ( quem
tamé noueris:) fic locato. Sicut apud
[acros doclores capilli capitis , pro fus
perfluis rebus, ac diuitijs(ft affluant)poni [olent:fic eorum uo l'itaria à nobis abrafío fa&la
paupertatem indicare poterit: | 1n
capite ergo pradicli bom'nis capillis abra[o paupertatis fignum Atque Jfugura poterit apparere.
Deor([um autem gra- datim ac pedetentim
à capite iam [epe dicli bominis in inz
fériores partes defcendendo, Mititatis recordabimur:fi am borum [uperciliorum in arcus in. ipfrus medio
deflexi figu- ram co: quaft charaélerem
M figurantium co[pexerimus. Lucium oculi
. Osexuriem, Brachia deor[um — eni
ubin- Parsfecunda.. — ^ — m6 fbinde Manus aperta mi[ericordiam.e Atque fub
ipf. co intei ipfas cor locatum,atque
ànatura in medio fere difpoz fitum
pettore, eius munditiam demonslrat . Crarum utro3 ramque figura duplicem P.tali figno
demon[lvantes pacifia. cationis Co
per[ecutionis exi[tere po[Junt figura.
Iterum decorundem minimorum locorum vfu . D E bonis , qua in terra uiuentium perfruuntur
Leati,los quens concionator,multa,qua à
[acraextraxit fcripta va, populo
deprompfit , dicens. ( um de veliquo repofita fit no bis corona Iulitie,qua in illa die reddet
nobis iulus Iudex: 1dco post bac (in
calo videlicet) corona aurea gemmis com,
pluribus circum ornata micantibus,perpetuo coronati inuee piemur. In celo gaudium eternum cii angelis
poffidebimus. Gaudent in celis anima
[ancforum, canit ecclefia. In Paz radi[o
Dei noflri, Leetitia inenarrabili perfruemur:nam [is eut la£fantium omnium babitatio eft in te,
dixerat Dauid: Et alibi, Letamini in
domino,co: exultate iusti. 9 ui les
tabuntur in cubiculis fuis. Yerum ergo ibi magna erit beato- rum exultatioin domino,dum exultabunt [ancli
in gloria; Pf-149.In "Domo patris
domini noftri, eli man[iones mul t [unt
perfectiftima ( «vt pote beata) [ciem:ia decorati eris mus: & wando fcilicet Deus perfetle
fcientiam [anctorum, dederit nobis, ex)
boneflauerit in laboribus ee compleuerit
labores noftros, ficut $ap. vo. fcriptum eft. V ifione infuper Dei ,vvt clariori vtamur [ermone;ip[o,in loco
[anto eius,. aperiiftima beatiféimad,
ppete? pfruemur. ua co p maz xin Thefauri memoriz ártificiofze xime letificabimur: letificabis me in gaudio
cii "vultu tuos eNam bac efl
"vita eterna, vt aperta atque beata vifione, ze uerum Deum cognocant , «o quem mififli
Lefum Chri- | fiumi oh.17. t Q uid inquam?Beatiqui babitant in domo tua
domine, in fecula feculorum laudabunt
te:Os nostrum ergo inferius exteriusQ
laude diuina (dulciori quidem [vper mel e fa-
uum )repletum erit.Inibi igitur laus in Deum refonabit ater na. Suauifcimietia cantus.dulciffimumque
Melos,latifiz mumue.cAlleluia,eo« F/armonici
concétus audiétur.Cibus. €? potus beatos
uniuer[os in eterna uita con[eruanies inuiz
fibiles erunt, [icut eo R apbael c/4ngelus dixerat de (c. £go cibo ej potu, qui ab bominibus videri non pt,
utor: qui ci- bus 7 potus
"vniuerfis animabus conuenire credendi [unt . Nec exteriorapa[cua deficient , quà oniuerfi
[en[us noslri vefecti permaneant : nam
ingrediemur e9- egrediemur ,D iz.
uinitatem contemplantes eo perfrwentes:et egrediemur bu manitaté Chrifli [ublimé in gloria
con[picientes, et pafcua inueniemus:
[en[us. n. noflri Chrisli bumanitate maxime
oblectabuntur.Cibus , frumenti adeps erit:cibabit eos ex az dipe frumenti: P[al.8o.Et alibi: adipe
frumenti [atiat tte] qua autem [apientie
[alutaris,potus erit. Et aqua faz
pientie [alutaris potabit nos Deus . Ecclvg De [anctaauz && ac fobria ebrietate, qua
inebriabuntur fancti ab ubertate domus
Dci: «Ac de faturat:one , qua fatiabuntur cum apz parucrit gloriaeius, uullus [atis,nerno digne
loqui potefl .In- fuper im monte boc
[ancto Dei, fummus inerit ac perpetuus
"x necp cord; Pars
fecunda. 17 cordi Iubilus, quem apprime
ac perfecliftime Dei populus im celo
exiflens , uere inre folix dicipote[l. Beatus populus , qui [it iubilationem. P 21.88. IfHs,in
ciuitatis [upernataz ernaculis omnimoda
ab[(que fastidio inuenitur vepletio:
"Nam replebimur in bonis domus tua : predixerat "Dauid Pfal.6 4.1llic in [apercelefti Hieru[alem.)
uoniam confor tauit dominus [eras
portarum [uarum.[ecuva [effio erit pul-
cherrimum pacis [ubfellium babens : fedebit. enim populus meus in pulchritudine pacis,ait
[criptura.E[/aie 31. Pax au tem erit
continua. wes noninterrupta , [omnus fuauiffis
mus non interci(us : alienationem mentis non operans : nec intellectus (peculationem minuens uel
interpellans: [ed viz gilem
continuumque:quietum atq, [ecurum beatifima cons templationi animum con[lituens . Inibi merces magna nis
mis, Deusin fecula benedictus : Ego ero merces magna ni. misipfz olim Fabrae loquens, promi[erat,
Gen.14.. vide. te quefo coagitata eo»
[uperfluenté meritis vestris menfu- ra
in finum veflrum dandam, ev A*vobis letanter fufcis piendam. Videte magnificam munificamue
retributionem: Denarij fuperceleflis,in
quoconueni[lis, praciofttatem at- tendite, eterna glorie pondus , quod modo
operatur in noz bis: (leue quid ac
momentaneum tribulationis noflra) quod
quidem in aterma gloria posfidebitis,confiderate ,Cocatera. CPrediélorum decem eo» nouem capitum buius
difcur[us. memoriam [upra quendam
bominem tibi notum e in ta-
lilocopofitum, hoc infra dicédi modo, locabis.Imaginata co. rona anro fulgens gémi[que maxime in [wiipfus
[ummita-. eim te co- "T hefauri memoriz artificiofze ec coru[catis corona in celo perfruence, ac
conditionis cif dem erit indicium .
Galerum autem fipra «velcirca qsod
predicta corona difbonimus, gaudij extiterit f. gnam prigu — las in 9. cap.[ecund« buius partis traditas .
G alerurn esté praditfum aurea
gemmataque ornatum corowa [upcrpra-
dicli bominis caput locatum imaginaleris. Per vegulas (uz pracitatas latitie figuram babebis fi
morbicuiuf dam capi- ti aduenientis
bumano gp) primas letitia fllabas vetinentis
recordatus fueris, quo e predicti bominum caput languens imaginaberir. E xaltatio autem qua quis
exultans vel ad- mirans frontis in altum
erigit ee eleuat rugas , exultatioz uem
indicabit [anclorum. Interiorum [enfuum in capite lo- catorii, quorum primus communis dicisur
fenfus circa frin tis partem interiorem
refidés confideratio fcientia qualem-
cunque fimilitudinem dabit cur nil [dentiam , ni illud qd per illos ordine quodam pertranfierit: Circa
ac intvopar- zem interiorem frontis ,
cuius frontis in [uperiori capite di-
fcur[us pre[entis mentionem fecifli ordinate € fuccefüiue difponuntur à fen[u communi incipiendo:
Ordinem evzo tes nemus in noflra
memoriadum exultationem in fronte, c^
féientiam immediate [ub fronte fub citatis figuris reponis mus . eA capite iflius bominis im anteriores
partes eiufdem ordinate de[cendendo
occurrunt oculi. Q ui beatifica viz
fionis poterunt effe figura labia laudem demonfivant , tum quia in os lingua reuerberante laus exterius
e[fonat : tum praterea, quia labia
ca[dem «votriu[que nominis primas rez
einent literas . fonus autem à labijs inguad repercu[sione COH.
Parsfecunda.. . 58 confeclus,
eo ab illis ad nos exiliens cantus exiftit fioura . Interiores autem ipfius oris partes, vbi,
ac quibus nadinus cibum deglutimusd
potis, cibi nos admen et potusá, celeflis.
Thefauri memortz artificiofz
Inore autem flomaci, quod pradictis fnccedit ac fubefl partium:in quo eo primi facillime (aturatio
redundat, e digno[citur ebrietas : V'triufque
"vocabuli veiq, indicium exi[lere
poterit.Cor,'vt ita dicamyexterius, carneum [Gili cet,in pe£loris parte, [i fupra
flomachumytamen [ub ipz fius ore , ab
ip[o uulgo non incongrue penitus credito , pofi- tum : quodq, iuxta Ffippocratem, benigno
affluens [angui- no,letitie ctiam
exterioris in carne redundantis caufa eft .
Interioris iubiliin celo perfruendi erit imago.V'enter ,qui in inferiori noftri corporis portione
conslitutus eft, repletionem indicat ni
forte fuperius dum [aturationis mentionem fez
cifli,repletionis etiam recordatus fueris . Siautem [edeat homoprediclus:eius fc[fio fe[fionem illam
fuperius citatam indicare poterit
utraque fura cum utroq; tamen offe cruris
propter figuram. "P . [imilem:quam exprimunt; pacem in pra[entiarum demon[lrant. €) ua £t ratione
pes imus à taz lis incipiens,e ad
digitos u[qs profluens.Q -buiusfigure de
monflrat,indicatá, quietem:cfnte buius bominis pedes in- terea effufa pecunia mercedem fignificabit:
Modius autem fecus pecuniam ordinate,
gj) [ucceffiue locatus men[uram : fupra
ipfam denarium "vel multa denaria collocata. : eAeternum denarium [ignificabunt; circa
uidelicet os eius : Pro ponderis
figura flatera deferuiet;fi [upra uel fecus pra diéía ordinate locetur. Q uomodo
Parsfecunda.. | | 19 Quomodo
humanis digitis noftra hac vtamur in
arte . Q/amplures [acra fcriptura
expofirores,ac catholici . declamatores,
quinque afferunt impedimenta,qui bus
"Damon,tanquam inimicus bomo, quinque digitis maz nus os peccatoris obfiruere foler ne
Confeffario in [ui [alut£ fua pandat
peccata: € uorum primum impedimentum ,
iuxta lob. Raulin : Impotentia efl , qua ipfe peccator , Dei mifericordiam non attédens,peccato [e
credit non pof fe vefifleve. Secundum:
Fidei fractio tépore elapfo pluries
reiterata: Longioris-vite [pes fallax e$l flulta pra[umptio: edmor fii ipfius amicorum-ve."U
erecundie moleflia, dum quis qua fecit,
vel cogitauit obf tara ore confiteri compelli
tur. Digitus,pollex dicitur;quia cateris potentior e[I:per anz tiphra[im impotentiam o endit.Index,quo celum
verfus. erecto iuramus,codem figura
fidei fra&tionem figurat. Me
dius,qui ceteris longior eft longa -vite nos admonet.e 4nuz laris ( ad quem-v[que , iuxta M acrobium eo c
Albertum magnum, cvena à corde procedens
profluit co extenditur ; ob quod etiam
anulo infignitur. ad matrimonij fidem amo-
remá, indicandum ): amorem: proprium peccatoris extez rumq, , quo amicos amat, demomflrat:
AMinimus, qui oms nium de[pecii imus eb
, eo auricularis dicitur , quia eo
mundantur aures: P'erecundia caufas talemrve paffionem trobis oftendit. Iterum
'Thefauri memoriz attificiof
Iterum de vfu eorundem digitorum
exemplum aliud. . *NL oclaua
quatlione prima partis "DT bo. a[ferit omni- ] bus in rebus Deum tribus ine[Je modis: Per
potentia prs fentiam eo e(fentiam :
Poles evgo potentiam: Index quo
pra[entia demonstrantur pre[entiam; Medius,qui ab alijs compre[[us vallatusà, pene occulituryvix 4,
«videtur,e[fenz tiam,que "videri
non potest,indicant. Iterum in bonis bo-
minibus per gratiam ej) charitatem inbabitat Dew: . In fanélis per gloriam.cAAnularis, quia
amoris,cvt diximus,in dicium e[l,
gratiam e&* charitatemeAMinimus, qui poflrez mus eft , gloriam quam po[lremà dat Deus
qualitercunque vepre[entare pote[? : per
antiphrafim autem digitusinglo- rius, co
ignobilis aloria fignum memorabile erit. ;
De modo quo quibufdam hominis membris ac
Ícctionibus eiufdem fupra in cap. xj.
Secunda partis pofitis utimur.
Embra diuer[a bumani corporis, diuer[a nobis indi- M cant . Digiti pedum eorum, articuli
velocem , e« evelocitatem nobis
ofkendunt : Ofium crurum reclitudo,
furis oppofita ve&lum, veclitudinem. Genua timorem tre- smorem vel bumilitatem. Gremium fouentem vel
fauen- tem cvelfauorem "vel
verenda lca verecundiam : az Flitatem,
pudicitiamyuel aliquos,tales conditiones pofidéz i te5:
Parsfecundu: 2:57 - i140 tes :
Iteyum generationem «vel generatum: filium,patrem, matrem,egc E mbilicus centrá rei cuiuslibet,
medium «vel medictatem ; Omnem im
communi virtutem,que confislit in medio:
Stomachus fobrietatem «vel [obrium , ieiunium ,
«uel iciunum eec P etluus conlantiam:iterum: Peclus di« fcoapertum [inceritatem : coopertum
duplicitatem. Omnia autem membra
interiora diuer[as fignificabunt ves noflro
propofito deferuientes Nam cor amorem. Feliram. Puls enones animo deicélum,pufillanimitatem: 7d
anus e» bra- chia binc eo inde deorum pendentes:
petentem mi[ericorz diam, vel ipfam
mi[ericordiam. Manus iniuncle eo ele-
nate orationem: eXMamus cancellata , ideft digitis infertis compofite admirantem, admirationem ..
Brachium in al- zum extentum eo»
inpugnum complicata manus pugnam , iram,
fortitudinem Brachia nuda:virtutes,cutres.Ffume- ripatientiam.:onus Charütatem ac *Pietatem ..
Collum,in quo neruorum omnium, qui dura
(unt corporis ligamenta , Cg à capite in
totum corpus defluunt : R ei alicuius vel re-
vum colligantiam:coniunclionem, conuenientiam;atque fi- silia defignant. Senfus oymnes ac eorundem
organa preter atlus ipforum [en[uum,
quos apertiftime demonflvant, alia etiam
nobis indicant . Ociuli,qui iuxta e/dri[l.reiá, verita- tem inucntioni deferuiunit ,rem inuentam vel
inuentorem fanificant: Iterum
intellügentiam, intelleclum, fcientiam,
curiofitatem,peiulantiam,luxuriam.fatuitatem, frmiliad, qua oculis facillime demom[trari folent.
e4uris inflrumenz tum eg [abictfum
auditus, Difcipline nos admonet;atque à
Pa 'Thefauri memoriz artificiofz dolhrina: difc ipuli etiam atque do£lovis
imago poterit e[fe : e/fuditus enim
di[ciplinam à doclore traditam indicar :
Iterum auris obedientiam bumilitatemue pra [e fert . Os, cuins in pártibus exercetur gustus, «
obrietatem,parcitatem, abflinentiam.eo
iterum,quia ore loquimur, locutione. atque
filentium/Nafus odorum di[cretiuus, difcretionem , iuxta D.c/dntoninum .. Frons difcooperta, nulla
notatuminfa- mia:cooperta infamem :
Reneseo lumbi, caflitatem vel luxum.
fNates igpauum defidemqa, : conglobata enim caro ad fcffionem apta buiu[cemodi bominem
fignificare potez vit." Poplites,qui [ic dicti [unt,quid posl plicentur,
duplici. tatem fraudemá pratendunt. Q ue
membra "virtutes fi gnificare
diximus , quia contraria debent fieri circa idem : idcirco uitia oppofita demonflrare
poterunt.Q) uadam auté »nembsa alia
ratione contraria finificant;[cilicet per antis hrafim,ut intuéti patet. Hic tertio
animaduertito, quid 3 in ab[lracto
aliquid fignificare diximus, inconcreto eadem
fignificare intelligas, eo € conuer(o: Pectus enim non tans tum con[lantem;fed gj con[lantiam fignificare
potefl , e fe de c&teris. De quibufdam huiusartis fi guris. Et primo
dehu- manis digitis, ac co rundem
nominibus, &. , eorum víu in hacarte
prafenti H Vmani digitiin qualibet
manu funt quinque: Primus, A. A qui
cateris breuior, [ed cunctis potentior, unde e: Pol lex
Pars (ecunda.. I41
lex dicitur:eAppellatur etiam ez) Ffallux quia fuper alios faltat «e [candit . Secundus Index efl , quem
alio nomine veteres falutaré dixerunt.
Ffoc digito filentium etiam anz tiquitus
indicebatur ft ad os compre[Jus € [uppofitus oflen- fus fuiffet , Martia. libro de Nup. *P bil. T
ertius medius efl,qui ce alias uerpus à
"verrendo podice diclusefl. nde —
eo terri) infamis vvelfamofus , vel impudicus diclus eft : $ uartus Medicus evel medicinalis e? anularis
appellaz tur: uintus,qui minimus €? auricularis
nominatur.Pol- lex ergo
potentiam.faltum,[canftonem vel a[cenftonem fi
gnificare potefl: Index [alutem:e falutare,falutiferà etc. filentium,iuramentum c7 fidem.ZMedius,quia
medium te inet,bonorem uel
bonoratum:regem:prafidentem:Q) uia lon
Jor eg maior ceteris:maiorem vvelmaioritaté: longitudi- nem:excellentiam qualibet "Uel quia
wverpus dicitur infa- em , impudicumá,
demon[lvat: MedicussZMedicii,mez dicina
. €) wia anularis:matrimonium:amorem, fidelitate, obfignaturam eo obfignatum: M inimus bumilem
atq, dez eCfum : cvel obedientem, quia
auri deferuit:evelimmun- dum:*Nlec arti
noflra officit, quod idem membrum diuer(a
€» aliquando ctiam contraria fignificet : nam diuerfo bro- pofitodiuer[is in locis : tempore diuer[o:
pro diuerfis eodem «uti membro,ac etiam
qualibet artisno[lre figura res rez
[cferente diuer(as nom dedecet , mon inconucnit , immo boc fapius ipfa nece[sitate compellimur. eN n Iterum : Thefauri memorrie artificiofx Itérum motus diueríi corporis. variarum
rerum : nobisimagines donant. .. ^ Eeuatum igitur caput [uperbiat indicat:
Os apertum; E celum, blafphemiam ,
bla[phemantem eec. AManus complicata
auaritiam: Malus aperta liberalitatem: Yte-
rum dextra liberalitatemymunificentiam s finiftra auari- tiam,cupiditatem;tenacitatom: Dextra iterum
bonor em, profperitatem:finistra
ignominiamjinfortunium. "Pes. dex
ter affeilionem eo afectum bonum : finifler in malum ac- cipi ur . "Pes defixus immobilitatem,
firmitatem,con[lan- tiam.Oculus in
terram depre[Jus , «verecundiam, honéfta-
tem . Oculorumautem motus diuerfi plura interiora cordis oftendunt pafsionesq, multas bominis indicant
nobis. Pedes: ad fugiendum compofiti,
fugam, timorem:commordens fibi digitum,
'vindiclam vuelbla(bbemiam.Primi dextre maz
nus digiti, quafi ad numerandum compofiti,&el ad [criben dum deflexi,numerorum vel [cripturarum: vel
numeran ti vel [cribentis indicia
[unt.fic de cateris .... | De vfu
alphabetorum omnium fiue characteribus.
conftantium, vt füht alphabet grzcum:hebrai cum:Latinum ; ceteraque: vel ipfis
naturalibus rebus: vt fun t alphabeta
mineralium, lapidum; gemmarum,
herbarüm,arborum; jummatü:pi
Ícium,auiü,imprefsionü, ftellarum, horum &c. é: Vn qua locanda [unt , «vt memoriter
teneantur:qua vel effe non babent
prater opus intellectus , "vt inten-
tionalia Pars fecunda.
141. riohalia omnia *vel pure [piritalia
funtzct gratiatvt virz tutes feré omnes,
qua vix éxterius apparentyvixq, compre
bendi po[Junt:. uorum omnium [imilitudo ac exterior figu ra excogitari eg inueniri baud occurrit: tunc
ad alphabeta predicta fuperiusque
ordinate difbofita confugiendum res
flat; quibus praedictarum [piritualium rerum , eo fecunda intentionis nomina componas. fi cut fupra |
prelibauimus eo bic denuo tanquam
memoratu necc[Jarium con[ulto vepe-
timus . ; De vfa alphabetorum
ex literis & caractheribus :
compofitorum. |. 7 ss y Rocuiuslibet
rei figura , per regulas [uperius ditas in
p nono capitulo omne illud poni pote[! , cuius nomen inis tium babet ab eadem litera, à quaves cuius
memorari vvo- lueris , incipit:
Quapropter apte recordor peffimorum ludi
fi«iuum effe&tuumq,, fi infbiciam in manuum articulis uel Alibi difpofitas per imaginationem literas
illas;à quibus pra diclorum frulunm
nomina initium babét .'Unde quidam
declamans,e ludi errores exaggerans co» commemoras fe cundum albbabeti literas viginti , tot
enumerauit errores ; quot apud
Gabri.Barl.eoj Paral. D.czaninuenies. N»e5
a Iterum Thefauri memortz artificio
fz Iterum de eifdem alphabetis ex
characteribus compofitis. . qox sIMnes litera: cuiuslibet fint
alphabeti, numerum di- Ó quem denotant :
ed prima noflri alphabeti litera :
e4lpha prima in greco: ac Aleph prima in bebraico,vii- tatem eg principium numeri denotant: B
binarium : C.tr- narium numerum, e fic
de ceteris alphabetis ; C9 alpia.
betorum literis . "Uer enimuero figuris caracteribusq, qi- bus aritbmetici numeros fignant,cUti
pofJumus: In[uper cia quibu[dam alijs
modis, [icut [aperius prolixe [atis diximus,
praedicti numeri notaripo[Junt. ez4t quia uarietas €g* duer fítas,qua diuer[os notamus numeros,conducit
memorie go eam tenacem reddere
valer:ideo dicimus, quód fi [piu di
uer[orum numerorum. [pecies haurire memoria cvelis vel ea[dem pluries replicare , e ab[que tadio.«v
fine ervrris nagationisque periculo eas
&ud celerius occurrere menti de- fi
deres , omifis quibus atitbmetici vtuntur figuris : vel ea[ dem pluries replicare fpecies , quibus
non frequétius vvti- mur , cum uon [atis
memorabili figno ab inuicem . difinz
guantur , ad predicla alphabeta vecurreré peteris , chara- Geres atque figuras : eg quodlibet elementum
ez liera numerum aliquem tibi donare
poterit, prater primam , que prima vice
in figuram defumpta , non numerum , [ed nu-
meri principium co unitatem donalit . * Prima ergo e4l- phaberi litera v. £. e]. nitatem: 9. Linarium
numerum donat.ce [ic deinceps.
cvniuerfis aiit literis prima «vice dez
curfis, Párs fecünda,. 55)
343 curfis,ad eA iterum redeas,
&& duplicata figura pro vigez
nario [upra "nitatem deferuiet numero: fic de reliquis lite ris alphabeti pradicli dicimus, In infinitum
boc modo litez ras replicando procedere
po[Jes,[ed tutum baud efl :nec arti
noftra con[cntaneum; idcirco duplicatis characleribws litte raríjs, quibus nos cvtimur,per bebraicum
atque gracum eos dem modo
di[curras. De Alphabeti hebraici
vtilitate, . A 9 Hebraico alpbabeto
aliam vtilitatem noftro defer- uiente
negotio extrabere po[jumus:-nam quia my[Teris
multis haud caret, et quoniam eiu[dem qualibet littera fiz gnificartionem ctiam duplicatam qj
triplicatam babet: id circo tales
charatleres ; diuer[arum verum per ipfos fignifi- catarum indicia ce [igna erunt, co é
comuer[o: Harum aus tem litterarum eg»
pradiclorum charatlerum nomina eo
appellationes:e fi fuperius po[uimus cum bebraicos chavaz eres difboneremus : hic tamen eafdem
replicamus litteras litterarumque nomina
bac dum taxat de cau. 4, "Ut pene il
las earumdem fignificationesponeremus, tum ad noflra ar tis pleniorem notitiam , tum ad legentium
«vtilitatem e eorundem animi
obleclamentum. eN n 3 Alpha- t
Thefauri memoriz artificiofz
"Alphabetum, Hebraicam. z
E Ames le Lo — Q0 HÀ AVN SAMECH NVN vw v SADE
—————— — —— —— ALPHABE-, TAV Tnterpretátio Hebraicarum litterarum Diui
Ámbrofii 1. Alepb. 2.
Beth. 3. Giumel. 4. Dalet.
s. He. 6. Vau. fuper Pfalnum CXVIII. dicitur Do&rina. interpretatur Confufio. dicitur Retributio. fignificat Timorem , feu natiuitatem. denotat effe vel viuere. Interpretatur vt ille;vel non eft. 7. Zain
22. 23* 24.
$4. 26. 27.
Int I. 2.
3* . Teth..|. interpretatio eft
Exclufio. . Lameth.fiue Lamed.
interpretatur Cor. vel Parsíecingdai.
oir — 144 Zain. .. fiue Saen
fignificat Ducte, vel huc. . Heth.
dicitur Pauor. ipd mech Ioth. figüificatione confeffio vel defolatio
dicitür. Caph.. fignificat Curuati
funt... 5 s Caph. iterum fiue fecüdum
idem fignificare poteft. | rra quodeft verbum.i.íeruo,feruas. -.— - Mem. - fignificat:ex intimis,velignis ex vltimis: Mem. fecundum.idem fignificat. Nun.
Interpretatur vnicus.vel pafcua eorum.
Nun. fecundum.vt fuperior littera.
Samech. dicitur, Audi,fiue firmamentum.
Ayn. . Oculus feu fons interpretatur.
Pe. Interpretatur;erraui,fiue os aperui. Phe.
Interpretatur forfan vtlittera fuperior. Zadich. dicitur Coníolatio. |... Zadich. fiueZade,vt praecedens
interpretatur. |. . Coph. fiue
Cuph.Interpretatur cóclufio,vel Afpice.
Res. | Caput fiue primatus dicitur. Schin. feu fin. Interpretatur fuper
vulnus. Téu.ss errauit;fiue
confumauit. erpretatur Hebraicarum
litterarum Iuxta Do- mini Vgonis
Cardinalis expofitionem fu- pe Cap. X
X X I Pro- uerbiorum. Aleph. interpretatur. Mille vel doctrina
interpre- tattonum. E Beth. — interpretatur domus vel habitaculum. Gimel. Interpretatur Retributio vel
Plenitudo. 4. Daleth ND T" |^ "Thefauri memoriz attificiofe 4. Dalet. Interpretatur
tabulz vcl tabulatum, aut Ta- 5.
He. 6. Vau. "7. Zain. ' | 8. Heth.
9. Teth. 16. Toth. 11. Caph.
12. Caph. nua. Interpretatur Ele vel viuere , vel üfci
cipiens velfufceptio. —— .Interpretatur Hec vel ipfa fiuc ipfe aut
ille. Interpretatur Ducte.velhuc, fiue
oliua;aut fornicatio;vel arma,fecuhdum
quendam, Interpretatur vita vel pauor. Interpretatur fubter. vel infra fiue bonum
. aut exclufio. Interpretatur fcientia vel dominatio. Interpretatur Inclinatio;fecundum alium vo la feu palma manus. iterum;interpretatur vt dictum
eft. 13. Lamed. Interpretatur Doctrina
difciplina. 14. Mem. 15. Mem.
16. Nun. 17. Nun. Interpretatur vifcera. iterum.interpretatur vt fupra. Tnterpretatur Pifcis vnicus aut
fempiternus: Iterum; Interpretatur vt
ante. | 18. Samech.Interpretatur
erectio fiue fübftentatio. 19. Ayn. 20. Pe.
31, Phe. 23. Zarils 23. Zade.
24. Coph.
25. Res. 26. Schin. 27. Tau.
Interpretatur fons vel oculus.
Interpretatüur.Eructatio velabore. |.
Nihil fignificat nifi forfan quod de Pé di- ctum eft. -
velZade.Interpretatur venatio.
iterum vt fupra Interpretatur.
fiue Cuph. Interpretatur coriclufio feu exclu fio, vel fecundum quemdam fcimia. Interpretatur fapientia. fiue fih; Interpfecatur fuper vulnus; Interpretatur fignum. "Pradiz Parsíecunda;.. ^. ^ — r4; P Radiclis exemplis de diuer[orum locorum
atque figuz rarum v [u, eos ad
"vtrorumá ad cà,qua memini[Je «uo
luerivaus applicatione ad noflra artis: pleniorem. notitiam (^et in principio ecunda buius partis
promi[eramus ) poft tis:ad finem [aue
1ralfatulus ifle nofler peruenit. E.a au
tem exempla hoc in prafenti capitulo eo alibi bac in (ecun- da adduximus parteiqua Concionatoribus
de[eruiant, cum precipue iftis
adiumento. e[fe defideremus . P hilofopbus :
Lurifla: Medicus: Procurator ceterid, ipfi fibi conuenientes figuras excogitent. e confingant, atque [uis
in locis ptodi- ueris memorandis
ordinent eg) difhonaut . /ia etenim inz
ueniendi locos atqua figuras y €» eas applicandi rebus illis ,. quarum recordari "voluerimus , [atis
[uperá, [upradiclis exemplis omnibw
patefacta e[l. $i quis autern plus forté iu
flo in dandis exemplis proceffiffe * e&x in applicandis locis atque figuris prolixius quam par erat nos
extendi[Je [ermo- nem incu[et :
meminerit ómnium legentium defiderijs nos
baud occurrerepotuife. Flanc enim artem "'oebémenter cus pientibus , co* à nobis fepe ['epius eam
cflagitantibus : eg uantocyus eamdem
cape[Jere,eg ea vti po[Je defideranti-
ls fatisfacere in animo érat. Exemplis enim datis , quili- bet legens, quas in communi dedimus regulas ,
celerius fuo applicare propofito poterit
. Q ue fi à nobis appofita proliz xius
non fui[[ent multo cum t«dio,labore,exercitio , ac [a- tis longo temporisinteruallo, vix eam artem
noltri lectores a[[equi potuiffent.F
tilitati ergo legentium intendentes, bu-
cusQ, traclatuli noflri artem protraximus . Hie autem [ub ifo
(RC "'Thefauri memoriz artificiofe
ipfo pre[entis operis fine con[lituti 1 «vniuer[os buius noflri operis admonemus le&lores,ot fi qua forte
inuenerint à no. : h fcripta , qua
"vel non illis [atis vel etiam minime plaz. ceant: quod Jf non opus laboresá, noftros
confiderare velint: altem nimis auidum
cunclis [atisfaciendi animum confi.
derent , eo attendant : f qua autem boc in opere legerint ; qua cvtl (atis vtiliaexifliment vel
delectabilia, vel aliz quo modo fibi
grata perno[cant : in Deum ipfam referant
«vniuer(a , à quo Lona cuncla protedunt : 1n cuius laudem prafens opu[culum laboresá, nostros 2 omnia
tum interio- ratum exteriora noflra, gp)
nos etiam ipfos veferimus,ac in pofterum
veferre , ipfo anmuente;proponimus . ' Cui laus e bonor in fecula. voee Fitieaot wu 3j 6 Acta,
Finis T'raclatus de memoria artificio[a editi &. R.*P. F. Co(ma RofJello Florentino
Ordinis Predicatorum. Errata
ERRATA SIC CORRIGITO. Pagina
r. pag.7. a. pag.1o.b.
pag. 1 1.2. pag. 1 3. b. pag. t f. b.
pag.ead. pag.23.2. pag.24.b.
pag.5o.b. pag. 52.2. pag.ead.
p32.3 4.4. pag.37.a. pag. 42.2.
pag.43.a. pag.44.b. pag.45.b.
pag.6o.a. pag.72.b. lin.7.
lin.4. lin.4. lin.1o.
lin.t1. lin. 17. libezh
lin.10. Iin.i7. lin.18.
lin.12. lin.8. liti. 14.
lin.9. lin. f. lin. 1.
lin. j. lin.2t. pag.68.poft fig. Equi, & Aquilz,locandz
funt figure hominum ; que, quia per
errorem pofitz funtad pag. rco.& ror.idcirco ibi delineabis, lege,
lin. pen.lege, lege, lage,
lege, lege, lege,
lege, lege, lege,
lege, lege, lege,
lege, lege, lege,
lege, lege, lege,
& repones prout dixi.
pag.of. & 96. ez duz pri in
Titulo, lege Auttore F. Cofima R.offello.
notitiam. claufus. perducantur. fculpat.
31500. decemmillia, conftare.
moueant. infigurabilis, ad latus.
quz reliquis.& lin.feq.lege, dominantur. nmanuducant., circundantes.
contemplantur. gratiz dei. tenentur.
& demum. duximus. uariatum.
quaz.n.eft prior,debet effe pofterior.
pag.rrr.a. lin.zr. lege,
pag.irz.a. lin.rr. lege,
pag.r18.a. lin.25. lege, , pag,
127.2. lin.vlt. lege, pag.156.a. lin.16.
lege, lege, pag.ead. b, lin.6. partibus.
fuo loco. fparfis digitis; fiue orificium, latantium.
interius. mz figurz funt
przpoftero ordine pofita . ^ "o
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er — MEMORIA 'ARTIFICIOSA Cosimo Rosselli. Keywords:
mnenomico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli.”
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