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Tuesday, December 24, 2024

GRICE ITALO A-Z R RO

 

Grice e Romanoto: la ragione conversazionale e l’implicatura -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). To be identified.

 

Grice e Roncaglia: la ragione conversazionale alla palestra – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo Italiano. Studia a Roma e Firenze sotto GREGORY (si veda) e MAIERÙ (si veda). Insegna a Tuscia e Roma. Si dedica alla storia logica fra il medio-evo e Leibniz. Saggi: “Intero e frammentazione” (Roma, Laterza); Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e scienze cognitive ; “Palaestra rationis: una discussione sulla copula e la modalità” (Firenze: Olschki); Università Roma Tre. Dimissioni organi consultivi Mi BACT. Note a margine del concorso per CCCCC funzionari del Ministero Beni Culturali: mezzo bibliotecario per ogni biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi la fa? Tuscia.   Nel parlare di e-book per la didattica, c'e un primo e fonda-  mentale quesito che occorre porsi: il formato 'libro elettronico' e  davvero adatto a veicolare contenuti didattici?   II libro a stampa, lo sappiamo bene, e ormai da secoli non solo  strumento per eccellenza di produzione e trasmissione culturale,  ma anche strumento didattico di primaria importanza: il concet-  to stesso di 'libro di testo' basta a ricordarcelo. I nostri modelli di  insegnamento sono figli della cultura del libro, e si tratta - a mio  awiso - di un'impronta della quale non debbono affatto vergo-  gnarsi.   II libro elettronico, che nasce per trasferire nel mondo dei  nuovi media e dei supporti digitali un'esperienza di lettura la piu  vicina possibile a quella del libro a stampa, sembra un candida-  to naturale a veicolare anche contenuti rivolti specificamente al  mondo della didattica e della formazione. E tuttavia, a mettere  almeno in parte in dubbio questa apparente certezza sono alcu-  ni dati di fatto che sarebbe sbagliato ignorare.   Innanzitutto, va considerato che esiste gia un vasto spettro di  strumenti informatici e multimediali nati come supporto alia     1 Una prima versione di questo intervento era apparsa nel maggio 2001 nell'am-  bito del forum di MediaMente dedicato ai libri elettronici  (tutti gli indirizzi Web citati nel corso dell'articolo  sono stati verificati l'ultima volta nell'ottobre 2003).     113     Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   didattica. Si pud anzi affermare che il campo della didattica e  della formazione costituisce uno dei settori trainanti dell'editoria  multimediale. Ebbene, il punto di forza di questi strumenti che  viene piu spesso sottolineato e proprio la loro capacita di supe-  rare i limiti del libro a stampa in termini di interattivita, flessibi-  lita dei percorsi, ricchezza multimediale dei contenuti. Se il libro  elettronico si propone di fornire uno strumento di lettura diret-  tamente ispirato al modello del libro a stampa, non vi e il rischio  di riproporre attraverso di esso tipologie di contenuti e modelli di  organizzazione deH'informazione che il campo dell'editoria didat-  tica multimediale ha gia superato?   D'altro canto, e a parziale conferma di questi timori, si puo  osservare come i primi libri elettronici realizzati (mi riferisco qui  specificamente al formato e-book, owero a testi elettronici nati  per essere letti su 'lettori' portatili, dalle dimensioni e dal peso  simili a quelli di un normale libro a stampa) rientrino per lo piu  nei settori della letteratura e della saggistica: ambiti di produzio-  ne testuale tradizionalmente caratterizzati da un 'organizzazione  fortemente lineare deH'informazione, e da una decisa prevalenza  della scrittura rispetto ad altri codici comunicativi. Si tratta, non  a caso, dei settori che erano stati finora meno direttamente  influenzati dalla rivoluzione digitale, dato che la scomodita delle  interfacce di lettura (il monitor del computer) non era stata com-  pensata da immediati ed evidenti vantaggi nella fruizione dei  testi.   In buona sostanza, la situazione sembra quindi essere la  seguente: esiste gran copia di software e di strumenti didattici  multimediali - in una miriade di formati diversi, ma nella mag-  gior parte dei casi non in formato e-book - ed esiste ormai un   114     Gino Roncaglia, Quali ebook per la didattica?   certo numero di e-book, nella maggior parte dei casi non specifi-  camente pensati per la didattica.   Questa situazione impone qualche riflessione. A mio awiso,  potrebbe essere interpretata in due modi radicalmente diversi:   1. come testimonianza di una differenza insanabile fra il  modello di testualita proprio del libro e quello proprio di altre  forme di editoria elettronica orientate all'interattivita, all'iper-  testualita e alia multimedialita. Se si accetta questa prospet-  tiva, e si considera il formato e-book come specificamente  orientato verso testi fondamentalmente lineari e prevalente-  mente scritti, i libri elettronici conserveranno certo una pro-  pria e specifica utilita didattica, ma limitatamente alia realiz-  zazione di strumenti testuali abbastanza 'tradizionali'. Corsi  interattivi, test di autovalutazione, sussidi didattici multime-  diali continueranno ad essere costruiti utilizzando strumenti  diversi dal libro elettronico;   2. come testimonianza della relativa 'giovinezza' dei libri elet-  tronici, ancora limitati nelle proprie capacita e potenzialita  espressive. Se si accetta questa impostazione, l'orientamento  iniziale del formato e-book verso testi prevalentemente lineari  e 'poveri' in termini di interattivita e contenuti multimediali  dipendera sia dalla maggiore semplicita di tali modelli testua-  li, piu adatti alle prime sperimentazioni con strumenti ancora  tecnicamente immaturi, sia dal desiderio di estendere i van-  taggi della lettura elettronica a testi che, proprio per le loro  caratteristiche di linearita e basso contenuto multimediale,  erano rimasti ai margini della rivoluzione digitale. In questa  prospettiva, l'evoluzione futura potra portare a libri elettroni-  ci che, pur mantenendo con l'eredita della tradizione testuale   115     Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   a stampa un legame piu stretto di quello proprio di altri set-  tori dell'editoria multimediale, presenteranno un contenuto  multimediale piu ricco, una maggiore interattivita e la possi-  bility di strutturare l'informazione in maniera piu complessa  e articolata.   La scelta fra queste prospettive dipende, come e owio, da due  questioni ancor piu radicali: da un lato, cosa si intenda per libro  elettronico; dall'altro, che livello di ricchezza multimediale, inte-  rattivita, complessita ipertestuale si consideri piu adatto a veico-  lare contenuti didattici.   Si tratta di temi che richiederebbero evidentemente una dis-  cussione piu articolata di quella possibile in questa sede. Mi limi-  tero ad avanzare al riguardo tre tesi, piuttosto generali ma non  per questo necessariamente condivisibili. Qualora siano condivi-  se, tali tesi indirizzano - per vie in parte diverse - verso la secon-  da delle prospettive sopra delineate.   La prima tesi e che, anche se il concetto di libro elettronico  dovrebbe assumere il libro a stampa come primo modello di orga-  nizzazione deH'informazione e di fruizione dei contenuti 2 , dovreb-  be pero nel contempo accettare di interpretare tale modello in  maniera flessibile e non rigida. In particolare, si dovrebbe accet-  tare la possibilitd (il che non implica owiamente la necessita) che  un libro elettronico comprenda, accanto a contenuti testuali,  anche contenuti grafici, sonori o filmati. Perche si continui a par-   2 Su questo tema, cfr. G. Roncaglia, Libri elettronici: problemi e prospettive, in  Bollettino AIB n. 4/2001, pp. 7-37, disponibile anche in rete all'indirizzo  , e  Id., II libro elettronico in biblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, in corso di pub-  blicazione.   116     Gino Roncaglia, Quali ebook per la didattica?   lare di libro elettronico (e non di semplice e generico prodotto  multimediale) , tuttavia, il ruolo del testo dovrebbe restare fonda-  mentale, in particolare nel delineare il 'filo narrative-' dell'esposi-  zione, e gli strumenti offerti dal dispositivo di lettura dovrebbero  essere particolarmente orientati alia manipolazione testuale del-  l'informazione.   Analogamente, si dovrebbe accettare la possibilitd di una  strutturazione non lineare ma ipertestuale deH'informazione, e  dunque la possibile presenza di snodi e articolazioni esplicita-  mente interattivi, nei quali e richiesto l'intervento diretto del let-  tore per scegliere uno dei percorsi di lettura proposti dall'autore.   La seconda tesi e che - ferma restando la grande varieta di  tipologie e necessita didattiche, alia quale corrisponde una  (almeno) altrettanto ampia varieta di possibili soluzioni sul piano  delle modalita di articolazione deH'informazione e delle scelte di  interfaccia e di funzionalita offerte dai software didattici - il lavo-  ro didattico e formativo vada normalmente associato all'idea di  percorso, e dunque a un processo che, se non e necessariamen-  te lineare, e quantomeno orientato, ha punti di partenza, punti di  arrivo, tappe intermedie spesso obbligate. Cio implica che la  complessita ipertestuale tipica della maggior parte degli stru-  menti didattici (testi, ma anche corsi interattivi, strumenti di  autovalutazione ecc.) non possa essere di norma troppo elevata 3 .  Chi usa questi strumenti ha a disposizione alcune scelte, ma tali  scelte (a differenza di quanto puo accadere ad esempio nel caso   3 Sul concetto di complessita ipertestuale cfr. G. Roncaglia, Ipertesti e argomen-  tazione, in Le comunita virtucdi e i saperi umanistici, a cura di Paola Carbone e  Paolo Ferri, Mimesis, Milano, 1999, pp. 219-242.   117     Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   dei giochi 4 ) sono disposte aH'interno di percorsi in larga parte  predeterminati, ed anzi accuratamente studiati da chi ha elabo-  rate) i contenuti del prodotto didattico.   Questo tipo di limitata complessita ipertestuale pud bene  associarsi a strumenti 'ibridi' che ereditino dal libro a stampa  una impostazione fondamentalmente lineare a livello di macro-  struttura, ma assorbano dalla lezione degli ipertesti la possibili-  ty di un'articolazione interna in percorsi differenziati in funzione  delle scelte (e dunque della preparazione, delle capacita, degli  interessi specifier) del singolo utente. Se i libri elettronici accet-  teranno questo allargamento di prospettiva, potranno rivelarsi  eccellenti strumenti didattici.   La terza tesi e ancor piu generale, per certi versi meno preci-  sa, e forse piu radicale. Ha a che fare con i dispositivi di lettura.  Sappiamo che - proprio come il termine libro' - l'espressione  'libro elettronico' puo essere utilizzato sia con riferimento al testo  e alle sue modalita di presentazione, owero a una componente  strettamente informazionale, sia con riferimento al dispositivo di  lettura, owero all'hardware utilizzato per leggere. Ebbene, riten-  go che anche nel parlare dei contenuti, della loro strutturazione  e delle loro tipologie, dovremmo prendere molto sul serio la com-  ponente rappresentata dall'interfaccia hardware. Si tratta a mio  awiso del campo piu delicato per l'affermazione dei libri elettro-     4 Non intendo qui negare la possibile utilita didattica dei giochi di simulazione,  della quale sono anzi un convinto sostenitore. Ritengo pero che i giochi di simu-  lazione rappresentino una tipologia piuttosto particolare di strumenti didattici, e  siano in grado di fornire i risultati migliori se integrati anche dall'uso di materiali  piu tradizionali.   118     Gino Roncaglia, Quali ebook per la didattica?   nici, e di quelle- nel quale - a fronte della 'perfezione ergonomica'  dei tradizionali libri a stampa - devono ancora essere fatti i mag-  giori progressi. E alle carenze delle interfacce hardware (oltre che  alia difficolta di individuare standard condivisi e politiche sem-  plici e funzionali di gestione dei diritti) che si deve a mio awiso  in primo luogo lo scarso successo conosciuto finora dai libri elet-  tronici 5 . Gli strumenti di lettura per libri elettronici che si affer-  meranno in future- potranno essere macchine strettamente dedi-  cate e monofunzionali, ma piu probabilmente saranno - e in  parte gia sono - strumenti che permetteranno di leggere libri  elettronici (auspicabilmente assegnando a tale funzione un'alta  priorita a livello di progettazione deH'interfaccia), ma che per-  metteranno anche di fare altre cose: ascoltare musica, telefona-  re, controllare la posta elettronica, e cosi via. Ora, credo che in  casi di questo genere la plurifunzionalita associata a un unico  strumento hardware abbia la tendenza a generare nuovi para-  digmi interpretativi 'ibridi' che fondono e intrecciano cio che in  origine era distinto. Dove in partenza si vedono funzionalita radi-  calmente diverse (libro elettronico, scrittura, navigazione in  Internet, ascolto della musica...), alia lunga si potranno vedere  aspetti e caratteristiche diverse di un unico strumento, al quale  si verranno ad associare connotazioni nuove. Se gli studenti uti-  lizzeranno, a scuola o all'universita, un unico dispositivo di let-  tura per leggere libri elettronici ma anche per ascoltare musica,  guardare un filmato o navigare in rete, il fattore decisivo non     5 Si veda al riguardo il capitolo dedicato ai libri elettronici in M. Calvo, F. Ciotti,  G. Roncaglia, M.A. Zela, Internet 2004, Laterza, Roma-Bari 2003, pp. 424-255, e  G. Roncaglia, II libro elettronico in biblioteca cit..   119     Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   sara quale particolare componente software debba essere utiliz-  zata per 'leggere' un determinate) prodotto didattico, ma il sem-  plice fatto che quel particolare prodotto didattico possa essere  utilizzato su quel particolare lettore, su quel particolare stru-  mento hardware. Chiamare o no 'libro elettronico' (nel primo  significato, quello relativo al contenuto informativo e alia sua  articolazione) lo strumento didattico in questione potra rivelarsi  una questione almeno in parte nominalistica.   Cio non significa, si badi, che sia opportuno o anche solo pos-  sibile prescindere dalle questioni di definizione e di indirizzo,  limitandosi a delegare all'evoluzione tecnica la nascita dei nuovi  paradigmi di testualita (e di testualita didattica). Al contrario, la  lezione da trarre e a mio awiso che anche gli aspetti di evoluzio-  ne tecnologica, lo studio delle interfacce, l'organizzazione delle  funzionalita offerte dagli strumenti hardware, vadano studiati  con un'attenzione specifica, considerandone le ricadute sulle  forme di testualita e sui modem didattici. In altri termini: se  vogliamo (come vogliamo) che gli e-book siano uno strumento per  preservare e far crescere la cultura del testo, dobbiamo essere  noi a mettere i testi nella macchina, dobbiamo sapere che la  macchina modifichera i testi, e dobbiamo pensare che questo  processo puo essere studiato, interpretato, indirizzato.     120     La comunicazione nelle scienze biomediche  di Maurella Delia Seta     1. L'informazione nelle scienze biomediche   Preparare un intervento dedicate alle scienze biomediche nel-  l'ambito di un convegno dedicate al libro elettronico non e com-  pito facile. Infatti, mentre in altre discipline il libro elettronico si  e gia affermato come strumento per la diffusione delle conoscen-  ze, questa considerazione non e del tutto valida per l'ambito che  stiamo prendendo in esame. Nel settore della scienza e della tec-  nologia in generale, e in particolare per la medicina, la classica  monografia (a stampa o in formate elettronico), per quanta sem-  pre fonte insostituibile di conoscenza, non riveste l'importanza  che ha per altre discipline; l'aggiornamento in campo medico  awiene prevalentemente tramite altri canali, tra cui la consulta-  zione di articoli pubblicati su riviste e quello piu comune: la tem-  pestivita nell'aggiornamento dei dati e la necessita di una pron-  ta diffusione dei risultati privilegiano infatti l'articolo rispetto al  libro.   Prendendo spunto da questa considerazione, in questo lavoro  si esamineranno le principali tipologie di fonti informative in  ambito biomedico, soffermandosi in particolare su quelle in for-  mate elettronico e sulla loro diffusione in Internet.   Come primo punto e opportuno interrogarsi su chi ricerca  l'informazione medica in rete. Da una parte il medico o il ricer-  catore, dall'altra l'uomo della strada, il paziente o i suoi familia-   121     Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   ri: le esigenze di queste due categorie di utenti sono diverse e  diverse sono le prospettive e le fonti a cui rivolgersi al momenta  di effettuare una ricerca.   Per quanta riguarda l'utente non specializzato, e stato calco-  lato che "ogni giorno nel mondo vengono condotte su Internet  dodici milioni di ricerche sui temi della salute, che il ventuno per  cento degli europei, prima di andare dal medico, consulta la rete,  che nei paesi occidentali il trentanove per cento dei malati di  cancro cerca informazioni online" 1 . E anche noto, pero, che la  ricerca di informazioni mediche in Internet non sempre riesce ad  ottenere i risultati desiderati. Benche la ricerca di notizie su  argomenti delicati come tutti quelli che coinvolgono la salute sia  una delle motivazioni che piu frequentemente spingono al colle-  gamento in rete 2 , la semplice immissione di un termine medico  in un motore di ricerca produce spesso un numero di citazioni  elevatissimo. Non sempre, come e noto ai navigatori Internet, cio  che piu potrebbe interessare compare tra i primi risultati, ed e  quindi inevitabile lo scorrimento di pagine e pagine prima di  riuscire a ritrovare informazioni valide e pertinenti. Come orien-  tarsi quindi nella scelta di risorse mediche, come giudicare quali  siano attendibili e come districarsi nel mare magnum del Web?  La necessita di strumenti di guida e orientamento e tanto piu   1 Riccardo Renzi, Internet e salute: come districarsi nella rete, in "Corriere Salute",  17 (2005), n. 10.   2 La medicina e anche l'argomento piu trattato nei media, nelle trasmissioni tele-  visive e nelle rubriche scientifiche dei quotidiani. Si veda, a questo proposito, B.  Montolli, Osservatorio permanente sulla comunicazione scientifica attraverso i  media, in "JCOM: Journal on science comunication", 1 (2002), n. 3,  .   122     Maurella Delia Seta, La comunicazione nelle scienze biomediche   sentita se consideriamo che la diffusione in rete deH'informazio-  ne nel settore della salute, rivolta sia al professionista che al cit-  tadino o al paziente, e la possibility di accedervi liberamente  costituiscono temi di grande interesse e molto discussi nel  decennio appena trascorso. Ogni responsabile di politica sanita-  ria si e ormai reso conto che rendere accessibile al grande pub-  blico l'informazione sulla salute e sui farmaci potrebbe da una  parte migliorare il livello di prestazioni del sistema sanitario, in  quanto un paziente ben informato stimola il medico all'aggiorna-  mento professionale; dall'altra garantire a lungo termine un  risparmio sui costi della spesa pubblica, in quanto un innalza-  mento nel livello delle conoscenze potrebbe influire su una  miglior utilizzazione dei farmaci, nonche indurre una maggiore  consapevolezza dell'importanza della prevenzione e dell'adozione  di stili di vita piu salutari. Si indicheranno quindi nelle pagine  seguenti alcune realizzazioni di metasiti, cioe di selezioni di risor-  se Internet affidabili e valutate secondo criteri di qualita, parti-  colarmente indirizzate verso l'utente non professionale.   Passando adesso ad esaminare l'altra tipologia di utenti, cosa  motiva il medico a ricercare informazioni su un determinate  argomento in rete? In genere, la preparazione di una relazione  scientifica o un intervento a un convegno, oppure la risoluzione  di un problema clinico strettamente correlato ad un paziente:  nell'ultimo caso la necessita di reperire informazioni attendibili  ed aggiornate e ancora piu impellente 3 .     3 Franco Bagagli, EBM e ricerca bibliografica in medicina generate, in "Societa ita-  liana di medicina generale", (2003), n. 2, .   123     Libri elettronici. Pratiche della didattica e della ricerca   Gia nel XIX secolo il moltiplicarsi del numero delle riviste  scientifiche rendeva difficoltoso l'aggiornamento del medico e del  ricercatore. Nascono in quel periodo i primi repertori di riviste,  tra cui il piu celebre e Vlndex Medicus, che inizia la pubblicazio-  ne nel 1879, grazie all'intuito del dottor John Shaw Billings,  responsabile dal 1865 della piccola biblioteca medica dell'ufficio  del Surgeon General of the Army, negli Stati Uniti. Fu lui infatti  che, dopo qualche anno di direzione, comincio a pubblicare un  catalogo della biblioteca e un indice periodico della letteratura  corrente (Index Catalog of the Library of the Surgeon General's  Office), prototipo del futuro Index Medicus, che corse peraltro il  rischio di cessare la pubblicazione gia dal volume 6, in quanto  con la morte del primo editore vennero a mancare i fondi neces-  sari. Fortunatamente venne trovato un nuovo editore e la pub-  blicazione pote continuare senza interruzioni, fino ai giorni  nostri, nonostante alcuni cambiamenti nel titolo e nella periodi-  cita 4 . Lo sviluppo della tecnologia informatica fece si che dal  1964 divenisse operativo il MEDLARS (Medical Literature  Analysis and Retrieval System), un sistema di analisi e di reperi-  mento della letteratura medica, che venne utilizzato, in un primo  momenta, essenzialmente per registrare su nastro e gestire i dati  relativi alia letteratura medica indicizzata per Vlndex Medicus,  che aveva raggiunto una dimensione tale da non poter essere piu  trattata con procedimenti manuali. Contemporaneamente il  sistema MEDLARS veniva usato a livello sperimentale per effet-     4 Per maggiori informazioni sulla storia deW'Index Medicus e sul PubMed si veda:  Adriana Dracos, Maurella Della Seta, Rosaria Cammarano, PUBMED: guida pra-  tica alia consultazione del Medline su Internet, Roma, Di Renzo Editore, 1999.   124     Maurella Delia Seta, La comunicazione nelle scienze biomediche Gino Roncaglia. Roncaglia. Keywords: palestra. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Roncaglia” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Ronchi: la ragione conversazionale e la ragione conversativa -- il conversativo, o, filosofia della comunicazione – filosofia italiana – Luigi Speranza (Forlì). Filosofo Italiano. Forli, Emilia-Romagna. Si laurea a Bologna e consegue il dottorato a Milano sotto SINI. Insegna all’Aquila. Dirige “Filosofia al presente” per Textus, di L’Aquila e “Canone minore” per Mimesis di Milano. Dirige la scuola di filosofia Praxis. Si dedica alla passione -- “Sapere passionale” (Spirali, Milano) e alla questione della comunicazione intesa filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della stessa pratica filosofica (“Teoria critica della comunicazione: dal modello vei-colare al modello conversazionale” (Mondatori, Milano) -- Grice: “I like ‘conversativo,’ Almost a Spoonerism for ‘conservative’!” --; “Filosofia della comunicazione. Il mondo come resto e come teo-gonia” (Boringheri, Torino). Propone  una revisione del modello vei-colare o standard della comunicazione e una critica al paradigma linguistico del vivente. Al problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile nella filosofia è invece dedicato “Il bastardo: figurazione dell’invisibile e comunicazione indiretta” (Marinotti, Milano). Grice: “This shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call indirect communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie ai suoi studi su Bergson si è segnalato come una voce significativa della cosiddetta “Bergson renaissance”. – cf. Grice, “Speranza e la cosidddetta “Grice renaissance””. In “L’interpretazione” (Marietti, Genova) e  “Una sintesi” (Marinotti, Milano) guarda a Bergson come a un filosofo in grado di dare risposta a questioni tuttora aperte del dibattito filosofico. Bergson non è un filosofo irrazionalista, spiritualista, ostile alla scienza e ai suoi metodi. Per lui la filosofia è un metodo rigorosamente empirista, che consente la massima precisione possibile nella descrizione dei fenomeni. Bergson è anzi il filosofo che cerca di emancipare la scienza da quanto di meta-fisico è ancora inconsapevolmente presente nelle sue pratiche. Con le sue celebri nozioni di “durata” e di “memoria” (cfr. Grice, “Personal identity: my debt to Bergson”) ha costruito un nuovo modello di intelligibilità del divenire, alternativo a quello del Lizio, in grado finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il “vivente” quale e descritto dalla biologia evoluzionista.  Il pensiero bergsoniano è presentato come uno snodo essenziale della filosofia. La sua dirompente attualità è mostrata attraverso un confronto sistematico con la fenomenologia, l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però,  Bergson è ricollocato dall’interno della tradizione filosofica come un capitolo, tra i più alti, dell’indagine filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei filosofi e di quei teologi che, dai accademici a Cusano fino a Grice e GENTILE, hanno provato a pensare la natura come vita vivente e come divinità immanente.  Impegnato in una definizione e ri-abilitazione del filosofico contro il pericolo della sua dismissione (“Come fare: per una resistenza filosofica”, Feltrinelli, Milano), proprio grazie al confronto con Bergson e ai filosofi amici di quest’ultimo -- Grice, and Grice’s immediate sources: Gallie and Broad -- define la sua posizione filosofica inscrivendola in una costellazione ben precisa, ancorché minoritaria -- “Canone minore: verso una filosofia della natura” (Feltrinelli, Milano). Empirismo radicale, realismo speculativo e “pragmatica” “trascendentale” sono le definizioni che, più di altre, esprimono il senso e la direzione della sua ricerca, improntata com'è a criticare quella che chiama “la linea maggiore della filosofia” e che definisce dualistica, soggettivistica e antropo-centrica. In una parola: moderna.  Da Kant sino a Derrida, la filosofia è stata infatti caratterizzata dal primato accordato alla finitudine, alla contingenza, all'intenzionalità griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La filosofia di questa linea maggiore è, in fondo, un’antropo-logia cui oppone una filosofia del processo radicalmente monista e immanentista che contesta la tesi dell'eccezione umana e che non pone come apriori il principio della correlazione soggetto-mondo -- anche nella versione offertane dall'ermeneutica e dalla fenomenologia. Alla svolta trascendentale kantiana è opposta quella cosmologica whiteheadiana e, al dispositivo aristotelico del Lizio potenza/atto, dispositivo insufficiente a cogliere la natura naturans, la nozione di gentiliana di “actus purus”. La linea minore della filosofia è, infatti, anche e soprattutto una linea megarica che, alla potenza logico-linguistica e umana troppo umana dei contrari, sostituisce una potenza che non può non esercitarsi -- sia essa quella dell’uno di Plotino, della sostanza di Spinoza o della durata di Bergson. La filosofia della linea minore è una filosofia del processo -- categoria che oppone all’aristotelica Kinesis del Lizio -- che, pur confutando il nulla e il possibile come pseudo-problemi, non sacrifica il carattere creativo e dinamico del reale. Il problema filosofico del rapporto uno-molti da sempre al centro della riflessione cioè risolto nei termini di una co-generazione reciproca fra i differenti per natura, in cui questa differenza non di grado tra il principio e il principiato funziona come causa dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti dell’uno, ossia come la causa di quella unità cangiante di tutte le cose che  chiama immanenza assoluta.  Altri saggi: “Luogo comune: verso un'etica della scrittura” (Bocconi); “La scrittura della verità: per una genealogia della teoria” (Jaca, Milano);  – modello conversativo. Grice: “As I say, I like ‘conversativo;’ perhaps I should adopt it! ‘conversative,’ rather than the pompous ‘conversational’! -- Liberopensiero. Lessico filosofico della contemporaneità (Fandango, Roma); Brecht. Introduzione alla filosofia (et al., Correggio ) Zombie outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus, L'Aquila ); Credere nel reale (Feltrinelli, Milano); Dispositivi (Orthotes, Napoli) -- realismo speculativo, Sini, Gentile. Ronchi. Keywords: filosofia della comunicazione, immanenza, in defense of the minor league, natura naturans, Gentile, atto puro, implicatura conversativa. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ronchi” – The Swimming-Pool Library.

 

Grice e Rosa – la scuola di Susa – filosofia torinese – filosofia piemontese – filosofia italiana – Luigi Speranza (Susa). Filosofo torinese. Filosofo piemontese. Filosofo italiano. Susa, Torino, Piemonte. Scienziato naturalista, direttore del museo zoologico di Torino, da alle stampe il suo progetto di lingua internazionale nel Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia Comparata della Regia Università di Torino col saggio, Le Nov Latin, international scientific lingua super natural bases.’ Muore a Novi Ligure. Appassionato d’evoluzionismo e ottimo conoscitore di lingue antiche e moderne, decide di basare il suo studio di lingua a posteriori, come si deduce dallo stesso nome della lingua, sul lessico latino. R. dichiara che la sua lingua può essere letta da qualsiasi studioso senza che questi la abbia prima imparata - fondamentale caratteristica che sola può rendere una lingua veramente internazionale - e può essere scritta dopo appena poche pagine di spiegazione, senza il bisogno del dizionario. Vedasi PEI (vedasi), One language for the world, New York, Biblo and Tannen. L'alfabeto è quello latino, con l'unica differenza che non è presente la lettera «y», e la pronuncia dei grafemi e delle loro combinazioni è quella italiana. Il sistema d’accenti segue le regole dell'accento latino, per cui: le parole bisillabe hanno accento sempre sulla prima sillaba (es. lat. LAUDO ['lawdo]). In parole con più di due sillabe, l'accento tonico cade sulla penultima sillaba se questa è lunga (es. lat. AUDIRE [aw dire]), altrimenti sulla terzultima (es. lat. ANIMUS [' animus]). L'accento non cade mai prima della terzultima sillaba. Gl’articoli si dividono in determinati, al singolare «le» e al plurale «les», e indeterminati, «un» di cui non esiste la forma plurale – cf. Gric (Ex), “some, at least one” – “the ones” --. I nomi e gl’aggettivi sono indeclinabili, ridotte alle loro sole radici. Le funzioni dei casi sono espletate dalle preposizioni. S’ottengono eliminando le lettere finali delle parole prese nella loro forma genitiva singolare latina, fino ad ottenere la loro forma radicale (la cui costruzione risulta allora chiara per i sostantivi di prima e seconda declinazione - es. lat. LUPI > «lup» -, ma molto meno per i sostantivi di terza, quarta e quinta - lat. DIEI > *«die»/*«di» - e forse, in definitiva, a discrezione del lettore, poiché non specificato dall'autore. Il genere è naturale e solamente le persone e gl’animali di sesso femminile sono indicati con terminazione «-a». Il plurale è ottenuto grazie al suffisso «-s» o «-es», secondo regole di eufonia decise dall'autore. Il plurale negl’aggettivi è indicato solamente se questi non sono legati a un sostantivo. I gradi dell'aggettivo sono indicati con le parole «plus», «mult», «vere». I numeri cardinali sono «un, du, tre, quat, quinq, sex, sept, oct, nov, dec, dec-un, dec-du,... vigint, trigint, quadragint,... cent. mill,..un million». I numeri ordinali si formano regolarmente aggiungendo ai numeri cardinali il suffisso «-esim» (es. «unesim, duesim, treesim»). Tuttavia, sono presenti anche «prim, secund, terti». I numeri molti-plicativi si conservano «semel, bis, ter» e gli altri si formano aggiungendo ai numeri cardinali le parole «vices, tempors» (es. «tres vices»). I pro-nomi personali sono «me – “me Tarzan, te Jane” --, te, il, ila, nos, vos, ils, ilas» ai quali viene aggiunto «hom» alla maniera del “on” francese (es. fr. on parle, it. 'si parla'). Il pro-nome riflessivo è «se». I pro-nomi sono tutti indeclinabili. I pro-nomi (e aggettivi) possessivi sono «mei, tui, sui, nostr, vestr, lor». Vi sono poi tutta una serie di pro-nomi, conformi a quelli latini, ma ridotti alle loro radici («ist, il, id, alter, qui, aliq, quicunq, quidam, omn, null, nihil, tal, qual, tant, quant, ips, - e, dal latino volgare *METIPSIMU(M) - medesim») che possono prendere il suffisso del femminile (se non sono legati a un nome che già lo esprime) e del plurale.Vi sono poi tutta una serie di pro-nomi, conformi a quelli latini, ma ridotti alle loro radici («ist, il, id, alter, qui, aliq, quicung, quidam, omn, null, nihil, tal, qual, tant, quant, ips, - e, dal latino volgare *METIPSIMU(M) - medesim») che possono prendere il suffisso del femminile (se non sono legati a un nome che già lo esprime) e del plurale. La forma dei verbi cambia in base al modo e al tempo, ma non in base alla persona, secondo le seguenti regole. L'infinito termina in «ar, er, ir» - cioè è come l'infinito latino meno la vocale finale - ed è uguale all'indicativo (es. «me amar» 'io amo' e 'amare'). L'imperfetto termina in «aba, eba, iba» (es. «me amaba» 'io amavo'). Il participio presente termina in «ant, ent, ient» (es. «amant» 'amante'). Il participio passato termina in «a, e, i» (es. «ama» 'amato'). Il futuro si forma attraverso il prefisso «vol» (es. «me vol amar» 'io amerò'). Il condizionale si forma attraverso il prefisso «vell» (es. «me vell amar» 'io amerei). Non vi sono né il congiuntivo né l'imperativo. I tempi passati si formano tramite l'ausiliare «haber» seguito dal participio passato (es. «me haber ama» 'io ho amato', «me habeba ama» 'io avevo amato', «me vol haber ama» 'io avrò amato', «me vell haber ama» 'io avrei amato', «habent ama» 'avendo amato'). La forma passiva si forma coniugando il verbo «star» 'essere' e aggiungendo il participio passato del verbo (es. «me star ama» 'io sono amato' , «me staba ama» 'io ero amato'). Per quanto riguarda i verbi deponenti, si trattano come se fossero attivi e si determina il loro infinito aggiungendo la desinenza dell'infinito attivo alla forma presente indicativa della seconda persona singolare, una volta eliminata la desinenza -IS (es. lat. HORTÄRIS > «hortarar»). L'infinito dei verbi irregolari si ottiene dal tema dell'imperfetto con applicazione del morfema della -r dell'infinito (es. lat. VOLEBAM, inf. VELLE > «voleba», inf. «voler»). Il verbo 'essere' (lat. ESSE), poiché troppo irregolare, è sostituito dal verbo regolare STARE, «star». Gl’avverbi, le preposizioni, le congiunzioni, le interiezioni sono identici a quelli del latino. La sintassi, che a detta dell'autore è simile a quella delle lingue romanze e germaniche, deve seguire l'ordine più logico, evitare gli idiotismi, le espressioni metaforiche (cf. Grice, “You are the cream in my coffee”), in virtù della loro non universale intellegibilità, sopprimere tutte le parole che non sono strettamente necessarie. A questi lemmi latini sono da aggiungere, al bisogno: le parole di lingue derivanti da greco o latino, opportunamente riportate alla loro forma originale e poi nuovamente mutate secondo le regole del Nov Latin; le parole internazionali con ortografie particolari, che si mantengono tali e quali (es. New York). Le parole internazionali che non derivano né dal greco né dal latino e che hanno forme diverse in ogni lingua, quanto più avvicinate alle regole della grammatica latina e, quindi, del Nov Latin (potrebbero essere un esempio le onomatopee). L'autore con il termine "parole internazionali" intende parole che si trovano almeno nelle lingue romanze e germaniche insieme. Si veda un esempio di Nov Latin fornito dall'autore stesso: Le nov latin non requirer pro le sui adoption aliq congress. Omnes poter, cum les precedent regulas, scriber statim ist lingua, etiam, si ils voler, cum parv individual modifications. COUTURAT, L. LEAU. Il progetto di R. si configura più come un breve elenco di indicazioni generali che come una vera e propria grammatica. La critica che si può avanzare ad un sistema di tal sorta è che non risponde veramente al problema dell'universalità linguistica visto che per poter essere utilizzato è necessario che i suoi fruitori conoscano già il latino. Posto anche che questi lo padroneggino, il Nov Latin, più che lingua ausiliaria, si presenta come una semplificazione di una lingua che già di per sé potrebbe essere indicata come universale, almeno tra i dotti. Se lo scopo è una semplificazione in vista di una comunicazione più veloce tra scienziati e studiosi, allora il fine può considerarsi raggiunto. Se invece lo scopo è creare un sistema utilizzabile ex novo da qualsiasi persona, l'operazione appare discutibile.  BOLLETTINO    Musei di Zoologia ed Anatomia comparata    della R. Università di Torino    N. S9 pubblicato il 15 Ottobre 1890 VOLA    D° DANIELE Rosa    Eu erp diettraa.    international scientific lingua super natural bases.    I am convinced that any really efficient new  înternational language which is to be ela-  bored for practical use in science must be  based upon a modified Latin vocabulary and  a simplified modern grammar.   G. J. H\NDERSON — Lingua.   N. B. — Indications pour faciliter la lecture des pages qui vont suivre.  Article determine /e, plur. Zes; indeterminé un. Les substantifs sont de-  rivés du genitif singulier latin, en retranchant les desinences e, è, és, us. Les  adjectifs sont derivés, suivant la méme règle, du genitif singulier masculin.  Pluriel es ou s; signe du genitif de, signe du datif ad. Les verbes ont pour toutes  les personnes à l’indicatif présent la desinence ar, er, ir, a ’imparfait ada,  eba, iba, au participe present ant, ent, ient, au participe passé d, é, > i am loved  staba amd jPétais aimé i was loved  - haber sta amd Jai èté aimé i have been loved  habeba sta ama j'avais été aimé i had been loved  vol star amà Je serai aimé i shall be loved  vol haber sta ama J'aurai été aimé i shall have been loved  vell star ama je serais aimé i should be loved  vell haber sta amd j/aurais été aimé i should bave been loved  stant ama étant aimé being loved  habent sta ama ayant été aimé having been loved  amd aimé loved    21. Les m20ds et les tempors qui non star supra enumerd star  traducé cum les formas plus conveniént inter ils qui nos haber supra  retiné.   22. Le franformation de les latin verbs în verbs de le nov latin  desinént in ar er ?îr accider sequént ist regulas:   a) Les regular verbs perder solum le desinentia e. — Ex.: amare),  timer(e).   b) Les irregular verbs star transformà sequént le indicativ im-  perfect — sic nos haber: poter, imperf. poteda (lat. posse, potebam),  voler, voleba (lat. velle, volebam), ferer (lat. ferre, ferebam); praeterea  nos haber les defectivs oder (lat. odisse), meminer (meminisse) etc. Le  verb esse nimis irregular star substitué cum le verb star (hispan. estar).   c) Les deponents star transformà sequént le secund persona de  le indicativ — sic fer (= utor, uter-is), 70rîr. (morior, morir-is),  hortar (hortor, hortar-is) etc.   d) Les reflex verbs star obtiné adjungént ad le activ forma le  pronomin personal me, te, se etc. — sic: ramus frangiîtur devenir: le  ram se franger.   e) Les impersonal verbs star traducé cum star (p. es,: star dicé  = lat. dicitur) aut cum Rom (hom dicer, fr. on dit, germ. man sagt).   23. Les adverbdies star sicut in latin. — Hom poter substituer ad  les adverbies deriva ex adjectivs aut participies, les ips nov-latin adje-  ctivs aut participies. In les grades de comparation les adverbies sequer  le regula de les adjectivs (10).   24. Les praeposttiones star sicut in latin, sed le signification de  aliq inter ils deber star limità acceptànt le plus commun sens: sic 7  significar solum stat in loc (non contra), 00 exprimer causalitàt etc. —  Plures poter star traducé cum brev periphrases.   25. Conjuncliones et interjectiones, sicut in latin,    ee  PART II. — Sintax.    Un quisq poter sequer le sintax de quilibet neo-latin aut anglo-saxon  lingua, observànt les sequént regulas:  1. Sequer le ordin plus logic.  2. Evitar les idiotismes et les metaphoric expressions qui non star  universe intelligibil.  3. Aboler tot les vocabuls aut particulas qui il vider non star ab-  solute necessari ad le comprehension.  Ist ultim regula star mult importànt — sic les praepositiones de (gen.)  et ad (dativ) post un verb vel un alter praeposition deber star omitté  quand ils non star necessari.    Vocabulari.    Un nov-latin lexiîc star complete inutit. — Un quisq cum le even-  tual auxili de un parv latin lexic poter formar sine difficultàt les nov-  latin vocabuls.   Le nov-latin vocabulari deber star formà cum les sequént elements :   1. Latin vocabuls (includént les scientific, scholastic, legal etc. ter-  mins).   2. Vocabuls non vere latin sed derivà ex le latin (aut ex le graec).  Ist vocabuls deber star reducé ad le forma qui ils vell haber in latin  et deinde transformà in nov-latin vocabuls sequént les regulas qui nos  haber exponé supra.   3. Vocabuls non derivà ex le latin aut ex le graec sed qui star jam  international, et qui haber in les singul linguas divers formas. Ist vo-  cabuls star transformà aliquant arbitrarie reducént ils ad le plus simplic  forma.   4. International vocabuls, latin aut non, qui in tot les linguas servar  le forma qui ils haber in le lingua unde ils haber stà deriva. Ist vocabuls  star adoptaà sine modification et cum le original orthographia.   Les vocabuls de le prim categoria deber praevaler super les alters.  Sed quand’ils deficer aut star nimis parum cognit hom deber adoptar  ils qui pertiner ad les sequént categorias seligént ils qui star plus in-  ternational. Un vocabul star international solum quand il star inveni  simul in anglo-saxon et in neo-latin linguas.   Hom poter etiam formar composit vocabuls sicut in german et in anglic.  Ex.: dulc-aqua-pisces, vapor-machina etc.   Si hom deber introducer nov verbs ils deber desiner in ar. Ex.: te-  legraphar, telephonar, microscopar, etc.    MSA  Aliq latin verbs deber mutar vel ampliar le lor signification. Ex. star  significar in nov latin esse, apparer significar videri , alter modifica-    tiones poter star successive introducé sed solum quand ils star absolute  necessari,    Le « Lingua » de Y. G. Henderson.    Hom haber proponé in ist ultim tempors mult international linguas.  Ist linguas, volapùk, pasilingua, spélin, internacia etc., haber  .un commun character; ils non star absolute intelligibil si non ab il qui  cognoscer le lor grammatica et le lor special vocabulari. Ob ist character  ils non poter star adoptà sicut scientific lingua, nam le seriptor voler  star intelligé ab le plus grand possibil numer de lectores.   Le « Lingua » de Henderson star contra sufficienter intelligibil, il  star fundà super les medesim bases sicut le nov-latin. Nos voler hic  comparar les du linguas et notar les plus notabil differentias.   Me haber implicite acceptà sine modification le latin a/pradet et le  latin pronunctation. In futur aliq modificationes vol poter star introducé  sed nunc star necessari non crear inutil obstaculs. Henderson contra  introducer modificationes in le alphabet quia il voler saepe imitar le  son de les exotic vocabuls qui il introducer in le lingua. Id star, me  creder, un error. Nos cognoscer saepe les exotic vocabuls solum sicut  ils star scribé, non sicut ils star pronuncià, ita ut si ils star scribé se-  quént le pronunciation nos non poter recognoscere ils.   Henderson derivarles substantivs et les adjectives ex le genitiv plural  omittént les desinentias 72 vel rw sic: mensar(um), domino(rum),  die(rum), gru(um), navi(um), ciner(um), bono(rum), felici(um), divit(um).  In le nov latin derivant ist vocabuls ex le genitiv singular nos obtiner :  mensa(e), domin(i), die(i), gru(is), nav(is), ciner(is), bon(i), felic(i), di-  vit(is). Le resultàt star saepe identic sed le method de Henderson star  plus difficil nam il qui non cognoscere mult bene le latin star saepe  incert si le genitiv plural star orum, ium aut um etc.; star mult  facil sumer cinerarum pro cinerum, pauperorum pro pauperum etc.  Praeterea non star facil scire quand nos deber omitter w2 et quand  rum, cur nos deber scriber puero(rum) et melior(um). Le p/ura/ in le  lingua star etiam s vel es, les cases star etiam abolé , et indicà cum  praepositiones. Ist praep. star pro le genitiv o (ex le anglic 07) et pro le  dativ « (arbitrari); me haber contra adoptà de et ad qui star intelli-  gibil sine explication; me creder quod nos deber vitar grammatical par-  ticulas de non latin origin quia sic le selection vell star arbitrari. |  _ Le articul determinà star etiam apud Henderson /e, sed il admitter  un articul indefini a, qui, ut in le anglic lingua, star distingué ab un    00 =    (definit unitàt). Ist distinction deficer in omn les non anglic linguas, et  me non haber acceptà il.   Les personal pronomins star apud Henderson me, tu, è, la, îd, nos,  vos, ls; me haber adoptà non ‘vu sed fe, nam me voleba vitar les  discordànt expressiones de fu, ad tu; il, ila, ils etc. star obtiné sequént  le general regula de les pronomins (16).   Les nov-latin verbs star omnino different ab ils de le Lingua de  Henderson et, sicut me creder, mult magis natural et intelligibil. Hic  Henderson haber absolute relinqué les natural bases et haber formà les  verbal formas sequént processes qui star sine exempl in les Arian linguas  et qui pertiner ad les Turanic agglutinativ methods.   Sic ab le verb scr7d (= sceriber) il obtiner les sequént formas:   Me scri’b-num, me scri b-num-i, me scri’b-num-ivi, me scri b-tum,  me scri b-tum-i, me scri b-tum-ivi, me scri’b-qum, me scri’b-qum-i,  me scri’ b-qum-ivi, me scri b-num-ivi-i, me sero b-tum-ivi-i, me scri’b-  quum-ivi-i, scri'b-qu, es-scrib-tu etc.   ll haber etiam composit-verbs qui praesentar formas sicut: /w-scî ,  fu-es-nosc, es-pati-i etc.   Omn ist formas star anti-arian et non intelligibil sine explication.   In le nov latin tot les verbes star reducé ad le forma de les activ  regular verbes. Le indicativ praesent star aequal ad le infinit. (Sic etiam  in anglic: we love, you love, they love = inf. to love; sic in german:  wir lieben, sie lieben = inf. lieben). Le indic. imperfect star aequal ad  le imperfect latin sine les desinentias variabil secund les personas;  ex.: amaba(m), amaba(s), amaba(t),,amaba(mus) etc. Le participi passiv  star etiam aequal ad le participi latin sine le desinentia; sic amd star  derivà ex amatus, amata, amatum. Le participi activ derivar ex le  participi activ latin sequént le regula de les nomins et adjectivs; sic  amant ex amans, amant-is. Les alters mods et tempors star abolé vel  exprimé anteponént particulas aut auxiliaries sicut in les anglo-saxon  linguas et partim in les neo-latin linguas.   Les alter discrepantias inter me et Henderson star de parv moment  et me non voler hic insister super ils.   Id qui me haber dicé star sufficiént ad demonstrar le differentia et  le plus grand facilitàt de le nov Zatin. Sed Henderson haber stà le prim  qui haber indicà ad nos le rect via, et non considerant les defects de  le sui Lîngua, nos deber star grat ad il pro le sui fecund labor (°).    (*) J. G. HENDERSON — Lingua, an international language. Tribner and Co'  London, 1888,    SCI    AD LES LECTORES.    Le nov-latin non requirer pro le sui adoption aliq congress. Omnes  poter, cum les praecedént regulas, scriber statim ist lingua, etiam, si ils  voler, cum parv individual modificationes, ils deber solum anteponer ad  le lor opuscul un parv praeliminari explication sicut il qui star in le  prim pagina de ist nota. Sic faciént ils vol valide cooperar ad le uni-  versal adoption de ist international lingua et simul ils vol poter star  legé ab un mult major numer de doctes quam si ils haber scribé in  quilibet alter vivént lingua.    Les lectores qui approbar ist schema star precà voler contribuer ad  le sui diffusion (le reproduction de ist opuscul star liber) et mitter ad  le scribént un visit-charta cum le littera A significànt solum approba-  tion.    D" DANIEL ROSA    R. Zoologic Museum  Torino (Italia).    En vente chez Carlo Clausen, succ. Loescher - Turin,    3633 - Tip. Guadagnini e Candellero, via Gaudenzio Ferrari, 3 - Torina    IR praa GAY    Q    n° MASTODONTE di Cagli so  9A ce Mi, AS TERAN î di trade alora; sth nidi    y    NUIT. TRE RATIVA    dns di gv apo P9)  Mi toro My; ag nea + Rini di od AS  wii A Baht, US: i atlete alovtalzig rta sais ra Atti  ser ia if atifotato Eri “tettoia. *  i LIg di, esere - Lula Atto Mira  anni algo sii CORK Ali Fugi de “iter  ci "È af Mira Faces «canti ribalta. it  pi dh Te Nfliveria Cio puri tion 46 riri dre  ae i lagnoatra 2h itato; de    î : | a  ter" n Pi da 7 3 si Spia after    Pi iinoriti _e-_ d Ò  Mr - hg. Biiadiagiiri + pda aiena sr posi    VNCEUN 6 VR e  Daniele Rosa. Rosa. Keywords: deutero-esperanto di Grice. Refs.: “Grice e Rosa.”

 

Grice e Rosandro: la ragione conversazionale degl’amici filosofi – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano. A philosopher who becomes an acquaintance of Elio Aristide.

 

Grice e Rosatti: la ragione conversazionale e l’implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo italiano Marcello Vitali Rossati.

 

Grice e Rosselli: la filosofia italiana nel ventennio fascista – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Important Italian philosopher. There is a R. Circle in Rome. Teorico del socialismo liberale, un socialismo riformista non marxista direttamente ispirato dal laburismo inglese e dalla tradizione storico-politica del radicalismo liberale e libertario. Fonda a Firenze il foglio clandestino “Non mollare e insieme a Nenni, la rivista milanese “Il quarto stato”. Fonda il movimento anti-fascista “giustizia e libertà”, che combatté per la repubblica nella guerra civile spagnola, all'interno della colonna italiana R., costituita assieme agl’anarchici. Ucciso in Francia insieme con il fratello R. da assassini legati al regime fascista. Nato da una famiglia politicamente attiva, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento italiano: Pellegrino R., tra l'altro zio della futura moglie di Nathan, sindaco di Roma, è un seguace e stretto collaboratore di MAZZINI (si veda) ed un Pincherle è nominato ministro nella Repubblica di S. Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da Manin e Tommaseo.  I R. abitato per un considerevole periodo a Vienna. Si trasferirono a Roma. Qui, dopo la propria nascita, venne alla luce il fratello R.  La madre, separata, si trasferì con i suoi figli a Firenze, dove frequentarono la scuola. R. mostra in quel periodo poco interesse per gli studi e la madre lo ritira dal ginnasio, facendogli frequentare la scuola tecnica. L'entrata in guerra dell'Italia è accolta con entusiasmo dai R., decisamente interventisti. Il fratello maggiore è arruolato come ufficiale di fanteria e muore in combattimento. R. collabora al foglio di propaganda «Noi», fondato dal fratello, anche se l'editoriale Il nostro programma, è redatto con buone probabilità da lui. Il manifesto, che l'ingenuità di due ragazzi indirizza verso una fiduciosa speranza in un mondo migliore, propone sin da allora alcuni tratti fondamentali della sua personalità, ossia un amore incondizionato per l'umanità e la spinta all'azione nel solco dello spirito mazziniano, che lo inserisce nel filone dell'interventismo democratico. Per «Noi», licenza saggi, uno sulla rivoluzione russa, altro sull'entrata in guerra degli Stati Uniti. “Libera Russia” esalta il risveglio del paese di Gorkij, Tolstoj e Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto già dal secolo precedente, per cui la rivoluzione non e che il punto culminante di una lunga preparazione all'avvento di una società più giusta. Vi è tutta una massa che sale lentamente, inesorabilmente. La marcia si puo ritardare ma non impedire. Dei recentissimi eventi, inoltre, viene esaltata la componente pacifica, la loro attuazione relativamente non violenta.  Il saggio “Wilson” mostra tutta la fiducia nutrita per l'uomo che define il conflitto come “una guerra per porre fine alle guerre”, uno slogan che rappresenta bene le sue speranze di e di tutta la famiglia R..  È chiamato alle armi. Frequenta a Caserta il corso allievi ufficiali e venne assegnato a un battaglione di alpini in Valtellina. La guerra finisce senza che egli avesse dovuto sottomettersi al battesimo del fuoco. Il contatto con militari e molto importante per lui. Apprezza la massa furon posti in grado di comprendere tante cose che sarebbero loro certamente sfuggite nel loro isolamento di classe o di professione. Diplomatosi all'istituto tecnico, si iscrive a Firenze al corso di scienze sociali, laureandosi a pieni voti con una tesi, Sindacalismo italiano,” e si prepara a sostenere anche gl’esami di maturità classica per ottenere il diritto di frequentare altri corsi universitari. Tramite il fratello, conosce Salvemini, professore a Firenze, che e da allora un costante punto di riferimento per entrambi i fratelli. Gli fa rivedere il suo saggio sul sindacalismo rivoluzionario, che giudica non un saggio critico, equilibrato, sostanzioso, ma in essa e incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un socialismo che fa sua la dottrina liberale e non la ripudiasse. S’avvicina al partito socialista, simpatizzando, in contrapposizione all'allora maggioritaria corrente massimalista di Serrati, per quella riformista di Turati, che egli ha poi modo di conoscere a Livorno durante lo svolgimento del congresso del partito, che sance la definitiva scissione dell'ala di sinistra interna filo-bolscevica che prende il nome di partito comunista, e scrive svariati saggi per “Critica Sociale”. MUSSOLINI sale al potere. I riformisti di TURATI sono espulsi dal partito socialista. Si trasfere a Torino, dove frequenta il gruppo della “rivoluzione liberale», in quel momento fortemente impegnata in senso anti-fascista, e con la quale incomincia a collaborare. Conosce Matteotti, del partito socialista unitario, nel quale erano confluiti GOBETTI (si veda) e la componente riformista espulsa dal partito socialista, come Rossi. A Firenze, il gruppo dei socialisti liberali che si raccoglie intorno alla figura carismatica di Salvemini inaugura un circolo di cultura. Oltre ai R. vi sono Calamandrei, Finzi, Frontali, Jahier, Limentani, Niccoli e Rossi. Gli ex-combattenti del circolo adereno all'associazione anti-fascista “Italia libera”. Si laurea a Siena, con “Prime linee di una teoria economica dei sindacati operai” e parte per Londra, stimolato dal desiderio di conoscere la capitale del laburismo, di seguire i seminari dei fabiani e di assistere al congresso delle unioni operaie. Vi è anche Salvemini, che tene un seminario sulla storia della politica estera italiana al King's. Tornato in Italia grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si impiega come assistente volontario a Milano. Prosegue la sua collaborazione a “Critica Sociale” di Turati. Vi pubblica un articolo, invitando il partito socialista a rompere con il marxismo, che giudicava espressione di cieco e tortuoso dogmatismo, per mettersi piuttosto sulla linea di un sano empirismo all'inglese. Collabora con la rivista del partito socialista unitario, «Libertà», scrivendo proprio un saggio sul movimento laburista inglese. Dopo il delitto Matteotti s'iscrive al partito socialista unitario. Spera invano che in Italia si costituisse una seria opposizione anti-fascista moderata in grado di offrire un'alternativa politica alla borghesia che guarda con simpatia al fascismo. Una di queste avrebbe potuto essere l'unione democratica nazionale d’Amendola, alla quale adere il fratello. D’Inghilterra invia al giornale del partito socialista unitario la «Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della situazione politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali. E pessimista sulle condizioni politiche dell'Italia. La secessione aventiniana non produce effetti, con i suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i generali e i fascisti dissidenti. Del resto, i fascisti stano re-agendo. Lo dimostrano anche devastando il circolo di cultura, che, come non basta, venne chiuso dal prefetto con una singolare motivazione. La sua attività provoca il giusto risentimento del partito dominante. Lasciato l'incarico a Milano, insegna a Genova. Scrive a Salvemini. Forse non ha apparentemente alcuna positiva efficacia, ma io sento che abbiamo da assolvere una grande funzione, dando esempi di carattere e di forza morale alla generazione che viene dopo di noi. Appare così con la collaborazione di Rossi, Salvemini, Calamandrei, Traquandi, Vannucci e il fratello, che ne ha proposto il nome, il foglio clandestino “Non mollare”. Alcuni redattori della rivista sono Traquandi, Ramorino, Rossi, Emery, e i due R. La denuncia di un tipografo provoca la repressione e la dispersione d’alcuni tra i redattori del foglio. Rossi riusce a fuggire a Parigi, Vannucci in Brasile, Salvemini è arrestato a Roma è denunciato per vilipendio del governo fascista. In attesa del processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle minacce dei fascisti, passa la notte a Firenze, in casa dei R., che non sono ancora fra i sospettati. Gli squadristi però, venuti a conoscenza del fatto, devastano l'abitazione il giorno dopo. Scrive R. ad Ansaldo. Io sono di ottimo umore e l'altra sera ho financo bevuto alla distruzione compiuta! Se i signori fascisti non hanno altri moccoli, possono andare a dormire. Aspetteranno a lungo la mia rinuncia alla lotta. Ormai preso di mira dai fascisti, è aggredito a Genova mentre si reca all'università e poi disturbato durante la sua lezione, con la richiesta del suo allontanamento. Si attiva infine lo stesso ministro dell'economia, Belluzzo, che chiede il suo licenziamento. A questo punto, prefere dimettersi.  Pochi giorni dopo, a Firenze, sposò con rito civile una laburista venuta a Firenze a insegnare nel British Institute, conosciuta da R. al circolo della cultur. Lapide commemorativa: «In via Ancona vive il martire anti-fascista e qui ha sede la redazione del ‘Quarto stato,’ rivista socialista a difesa della libertà e della democrazia. R. vive a Milano, dove fonda con Nenni la rivista «Il quarto stato’. La rivista ha vita breve, venendo chiusa con l'entrata in vigore della legge sui provvedimenti per la difesa dello stato fascista italiano. Scopo della pubblicazione è il tentativo di rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare temi di politica culturale al cui centro e il perfezionamento degl’uomini e l'elevamento della vita dei cittadini.  Con Treves e Saragat costitue un trium-virato che, costitue clandestinamente il partito socialista dei lavoratori, che prende il posto del partito socialista unitario, sciolto d'imperio dal regime fascista a causa del FALLITO ATTENTATO A MUSSOLINI da parte del suo iscritto ZANIBONI. Bova, Turati, R., Pertini e Parri a Calvi in Corsica dopo la fuga in motoscafo da Savona.  Oganizza con Oxilia, Pertini e Parri l'es-patrio di Turati a Calvi in Corsica, con un moto-scafo partito da Savona. Mentre Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e Rosselli, ritornati con il moto-scafo a Marina di Carrara, SONO ARRESTATI, nonostante tentassero di sostenere d’essere reduci d’una gita di piacere. È accusato anche di aver favorito la fuga d’Ansaldo, di Silvestri, di Treves e di Saragat.  Venne detenuto nelle carceri di Como, poi inviato al confino di Lipari in attesa del processo. Quando e ricondotto da Lipari a Savona per essere processato, nell'isola siciliana giunge il fratello, condannato a V anni di confino.  Al processo si difende attaccando il regime fascista. Il responsabile primo e unico, che la coscienza degl’uomini liberi incrimina è il fascismo che con LA LEGGE DEL BASTONE, strumento della sua potenza e della sua nemesi, inchioda in servitù milioni di cittadini, gettandoli nella tragica alternativa della supina acquiescenza o della fame o dell'esilio. La sentenza, rispetto alle previsioni, e mite: X mesi di reclusione e, avendone già scontati VIII, avrebbe potuto essere presto libero. Ma una nuova legge speciale permisero alla polizia di infliggergli *altri* III anni di confino da scontare a Lipari. La vita al confino trascorre con le letture filosofiche di Croce, Mondolfo, l’epistolario di Marx ed Engels, e Kant. Intanto, si prepara la fuga, che venne organizzata dall'amico di Salvemini Tarchiani. Evase da Lipari con Nitti e Lussu, con un moto-scafo guidato dall'amico Oxilia diretto in Tunisia, da cui poi i fuggiaschi raggiunsero la Francia.  Nitti narra  l'avventurosa evasione in “Le nostre prigioni -- e la nostra evasione”, mentre R. racconta le vicende del confino e dell'evasione in “Fuga in IV tempi”. A Parigi, con Lussu, Nitti, e un gruppo di fuoriusciti organizzati da Salvemini, e fra i fondatori del movimento anti-fascista "Giustizia e libertà". “Giustizia e Liberta” pubblica diversi numeri della rivista e dei quaderni omonimi ed e  attiva nell'organizzazione di diverse azioni dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di Bassanesi. Critica appassionatamente il marxismo ortodosso, colonna portante della stragrande maggioranza dei vari schieramenti politici socialisti. Il socialismo liberale propugnato da R. si caratterizza quale una creativa sintesi della tradizione del marxismo revisionista, democratico e riformista -- quello, tra gli altri, di Bernstein, Sombart, Turati e Treves -- ed il socialismo non marxista, libertario e de-centralista -- come quello di Merlino, Salvemini, Cole, Tawney e Jászi.  Attacca dirompente contro lo stalinismo della terza internazionale che, con la formula del “social-fascismo” accomuna  social-democrazia, liberalismo borghese e fascismo. Non stupisce perciò che uno fra i più importanti stalinisti, Togliatti,  define il socialismo liberale un magro libello anti-socialista e R. un ideologo REAZIONARIO che nessuna cosa lega alla classe operaia. “Giustizia e libertà” adere  alla concentrazione anti-fascista, unione di tutte le forze anti-fasciste non comuniste – REPUBBLICANI, socialisti, CGL -- che intende promuovere e coordinare ogni possibile azione di lotta al fascismo. Pubblica i "Quaderni di giustizia e libertà".  Dopo l'avvento del nazismo in Germania, “Giustizia e liberta” sostenne la necessità di una rivoluzione preventiva per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che questi portassero a una nuova tragica guerra, che a “Giustizia e Liberta” sembra l'inevitabile destino dei due regimi.  Bandiera della colonna italiana, nota anche come centuria giustizia e libertà, che sostenne i repubblicani nella guerra civile spagnola. Scoppie in Spagna la guerra civile tra i rivoltosi dell'esercito filo-monarchico, che effettuarono un colpo di stato, e il LEGITTIMO GOVERNO REPUBBLICANO del fronte popolare di ispirazione marxista. È subito attivo nel sostegno alle forze repubblicane, criticando l'immobilismo di Francia e Inghilterra. I fascisti aiutano FRANCO con uomini e armi agl’insorti. Combatte la sua prima battaglia. Cerca poi di costituire un vero e proprio battaglione -- intitolato a Matteotti.  La prima formazione italiana, che prende poi, dopo l'uccisione dei due fratelli, il nome di colonna italiana R., annovera tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra gl’esuli italiani in Francia dal movimento “Giustizia e libertà” e dal comitato anarchico. Tra questi c'erano anche gl’anarchici Marzocchi e Berneri. Marzocchi scrive sulla comune esperienza anti-fascista di anarchici e di militanti di “Giustizia e Libertà”, "R. e gl’anarchici".  In un discorso, pronuncia la frase che poi diverrà il motto degli anti-fascisti italiani: "Oggi in Francia, domani in Italia". È con questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla radio. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista, che dipinge i rivoluzionari come orde di pazzi sanguinari alla vigilia della sconfitta. A contrasti con gl’anarchici si dimette da comandante della colonna e fonda il battaglione Matteotti. Soggiorna a Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali, dove è raggiunto dal fratello. Sono uccisi da una squadra di miliziani della Cagoule, formazione eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Ciano. Con un pretesto sono fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola. R. muore sul colpo; il suo fratello, colpito per primo, venne finito con un'arma da taglio. I corpi vennero trovati due giorni dopo. I colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere prosciolti. I R. sono sepolti nel cimitero monumentale parigino del Père Lachaise. I familiari ne traslarono le salme in Italia, a Trespiano. Salvemini tenne il discorso commemorativo alla presenza del presidente della Repubblica. La tomba riporta il simbolo della spada di fiamma, emblema di “Giustizia e Liberta”, e l'epitaffio scritto da Calamandrei. Giustizia e liberta. Per questo morirono per questo vivono. L'unico saggio pubblicato da R. mentre è in vita è "Socialismo liberale", scritto durante il confino a Lipari, in una situazione di semi-prigionia. “Socialismo liberale” si pone in una posizione eretica rispetto ai partiti della sinistra italiana del suo tempo -- per i quali “Il capitale” di Marx, variamente interpretato, è ancora considerato come la bibbia. Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da lui ben conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito laburista, R. è infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale sono essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua concreta realizzazione -- mentre nella tattica leninista queste regole, una volta preso il potere, debbono essere accantonate. Pertanto, la sintesi del pensiero rosselliano è: "il liberalismo come metodo o mezzo, il socialismo come fine". Pisacane, L'idea di rivoluzione propria della dottrina marxista è fondata sulla concezione della dittatura del proletariato -- che, in realtà, già ai tempi di R. si sta traducendo, in unione sovietica, nella dittatura del vertice di un solo partito. Essa viene respinta da R., a favore di una rivoluzione che, come si nota nel programma di “Giustizia e liberta”, è un sistema coerente di riforme strutturali mirate alla costruzione di un sistema socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e associativa. Alla luce dell'esperienza spagnola -- difesa dell'organizzazione sociale di Barcellona compiuta dagli anarchici durante la guerra civile -- e dell'avanzata del nazismo, R. radicalizza la sua posizione libertaria. Influenzato dalle idee di Mazzini e di Pisacane, R. propugna il socialismo liberale: il fine è il socialismo, il metodo o mezzo il liberalismo, un metodo o mezzo che garantisce la democrazia e l'autogoverno dei cittadini. Il liberalismo deve svolgere una funzione democratica, il "metodo o mezzo liberale" è il complesso di regole del gioco che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli stati, a contenere le lotte -- peraltro desiderabili se limitate. La violenza è giustificabile come risposta ad altra violenza -- per questo è giusta la lotta contro il franchismo e sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al fascismo. Il socialismo è una logica conclusione del liberalismo. Socialismo significa libertà per tutti. R. ha fiducia che la classe del futuro è la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al proletariato. Il fine è la libertà per tutte le classi.  Archivio R. Bio. Tranfaglia, Dall'interventismo a “Giustizia e Libertà” (Bari, Laterza). Il circolo di cultura a Firenze, chiuso da Mussolini, e  rifondato a liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del Partito d'Azione e dei soci superstiti e intitolato ai R.. Assunse così il nome di circolo di cultura politica R. La sua prima manifestazione è presieduta da Calamandrei. Con decreto del presidente della repubblica è stata costituita ed eretta in ente morale la Fondazione Circolo R. per sostenerne l'attività.  Martino: Fuorusciti e confinati dopo l'espatrio clandestino di Turati nelle carte della R. Questura di Savona in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria, Savona, e Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Gruppo editoriale L'espresso, Roma. Commissione di Milano, ordinanza contro lui (“Intensa attività antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino “Non mollare” uscito a Firenze. Favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”), Pont, Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano, ANPPIA, La Pietra,  Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza contro N. R.  (“Attività antifascista”), Pont, Carolini, L'Italia al confino  Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali,  Milano, ANPPIA, La Pietra, Cfr. La storia sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai Storia. Il discorso di R. su Roma civica.net  in.  Fiori, Casa R., Einaudi); Franzinelli, “Il delitto R.: anatomia di un omicidio politico” (Mondadori, Milano). Altre saggi: “Oggi in Spagna, domani in Italia” (Einaudi, Torino); “Scritti politici e auto-biografici (Polis, Napoli); Ciuffoletti e Caciulli (Lacaita, Manduria); Lettere Salvemini, Tranfaglia, «Annali della Fondazione Einaudi, (Torino); “Socialismo liberale” (Einaudi); Il Quarto Stato» di Nenni e Rosselli, Zucàro, Sugar Co, Milano, Epistolario familiar (SugarCo, Milano); Socialismo liberale, J. Rosselli (Einaudi, Torino); Socialismo liberale, J. Rosselli, introduzione e commento di Bobbio, «Attualità del socialismo liberale» e «Tradizione ed eredità del liberal-socialismo», Einaudi Tascabili. Saggi, Scritti dell'esilio. «Giustizia e libertà» e la concentrazione anti-fascista Costanzo Casucci, Collana Opere scelte” (Einaudi, Torino); “Scritti politici, Ciuffoletti e Bagnoli, Guida, Napoli, -- una grossa anteprima del libri. Scritti dell'esilio. Lo scioglimento della concentrazione anti-fascista, Casucci (Einaudi, Torino); Liberalismo socialista e socialismo liberale, Terraciano (Galzerano, Casalvelino Scalo), Giustizia e libertà, Limiti e Napoli, prefazione di Larizza, Roma, con la tesi sul sindacalismo (Firenze). Scritti scelti, Furiozzi, “Quaderni del Circolo R.” (Alinea Editrice, Firenze); Salvemini, “Scritti Vari”, Agosti e Garrone, Feltrinelli, Milano, Opere scelte, Cultura e società nella formazione, buona anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti e la grangia politica correlata Gremmo "Alla Cagoule" Silenzi e segreti d'un oscuro delitto politico. Storia Ribelle, Biella. Garosci, "Vita", U, Roma, Giustizia e Libertà, Levi, "Ricordi” La Nuova Italia, Firenze («Quaderni del Ponte»). Merli, "Il dibattito socialista sotto il fascismo. Lettere di Morandi, Rivista storica del socialismo», ricompreso in Id., "Fronte anti-fascista e politica di classe. Socialisti e comunisti in Italia,  Donato, Bari, Movimento operaio; Tranfaglia, "Dall'interventismo all'antifascismo", «Dialoghi del XX», Cfr. il  informazioni su volume "R. e l'Aventino: l'eredità di Matteotti", «Il movimento di liberazione in Italia», Cfr. stralcio di "L’Aventino. L'opposizione diventava per la prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi una psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della popolarità.»  «Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare tutti i problemi. Gobetti dice. L’Aventino ha un mito, il mito della cautela" -- sperando che la borghesia dimentichi Quanto alle masse popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non spaventare la borghesia e il sovrano. R. dall'interventismo a «Giustizia e Libertà»" (Laterza, Bari, Biblioteca di cultura moderna); in appendice: scritti di R. e Lettera di R. a Nenni; "Dal processo di Savona alla fondazione di Gustizia e Liberta, Le fonti di «Socialismo liberale»", «Il movimento di liberazione in Italia», Lolli, "Alcuni appunti per una lettura del «Socialismo liberale»  di R.", «Il pensiero politico», Fedele, "Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà», Belfagor, Bagnoli, "L'esperienza liberale di R.,, Italia Contemporanea, L'antifascismo rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche», Santi Fedele, "Storia della concentrazione anti-fascista prefazione di Tranfaglia (Feltrinelli, Milano); Garbari, "I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo del sacrificio di R. e R.", «Studi Trentini di Scienze Storiche», a"«Quarto Stato» di Nenni e R.", Tavola rotonda fra Bauer, Grimaldi, Spadolini, Zucàro, «Critica Sociale», Valiani, "Il pensiero e l'azione”, Nuova Antologia, Tranfaglia, "L'anti-fascismo", «Mondo Operaio», Vivarelli, "Salvemini", «Il pensiero politico», Poi compreso Spadolini, "R. nella lotta per la libertà", con lettere tra Reale e R., «Nuova Antologia», Colombo, "R. e il «Quarto Stato»", «Nord e Sud», "Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storia d'Italia", Atti del convegno internazionale organizzato a Firenze dall'Istituto storico della Resistenza in Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune di Firenze, dalla Provincia di Firenze (Nuova Italia, Firenze); Bauer, "R. e la nascita di Giustizia e Liberta in Italia". Petersen, “Giustizia e Libertà in Germania”; Guillen, "La risonanza in Francia dell'azione di Giustizia e Liberta e dell'assassinio dei R.”; Rosengarten, "R. e Trentin, teorici della rivoluzione italiana”; Salvadori, "Giellisti e loro amici degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale". Fedele, "Giellisti e socialisti dalla fondazione di GL alla politica dei fronti popolari”; Zunino, "Giustizia e Libertà e i cattolici”;  Garosci, "Le diverse fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà”; Marzocchi, “Gli’anarchici"; citazione sottostante da un articolo di Finetti. Infatti considera una barbarie le stragi di anarchici in Catalogna, tra cui l'uccisione di  Berneri, l'anarchico che lo affiancava nella guida della prima colonna italiana formata da MMM anti-fascisti, i primi accorsi -- e si ricorda, nel prosieguo, anche la ferma presa di posizione delle brigate partigiane di Giustizia e Libertà quando Canzi e rimosso da comandante unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa presa di posizione e reintegrato dopo un breve arresto. Le brigate partigiane di Giustizia e Libertà sono  in gran parte influenzate dal pensiero di R.. Tommasini, "Testimonianza --  L'eredità di Giustizia e Libertà". Piane, "Rapporti tra socialismo liberale e liberalsocialismo". Codignola, “Giustizia e Liberta e Partito d'azione". Tranfaglia, "R.", in "Il movimento operaio italiano; “Dizionario biografico", Andreucci e Detti, Editori, Roma, Colombo, "R. e il socialismo liberale", «Il Politico», Bagnoli, "Di un dissidio in «Giustizia e Libertà». Lettere di Levi, Giua, Chiaromonte, Garosci  «Mezzosecolo», Centro studi Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Annali Cirillo, "Il socialismo", Fasano, Cosenza); Lussu, "Lettere  e altri scritti di «Giustizia e Libertà»", Brigaglia, Libreria Dessì, Sassari. informazioni su Storia della Sardegna di Brigaglia, son presenti correlazioni fra i succitati personaggi. "Le componenti mazziniana e cattaneanea in Salvemini e nei R.. Belloni",   Convegno, Domus Mazziniana, Pisa. Arti Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa,  Comprende: Colombo, "Il «Quarto Stato»" Varni, "Derivazioni mazziniane nella concezione sindacalista di R.", Ceva, "Aspetti politici dell'azione di R. in Spagna",  Tramarollo, "R. e il regime",  Bagnoli, "Il revisionismo di R.", in "Guida alla storia del partito socialista. La ripresa del pensiero socialista tra eresia e tradizione", Talluri, «Quaderni del Circolo R.», Galasso, "La democrazia da CATTANEO (si veda) a R.", (Monnier, Firenze); «Quaderni di storia», R. , Una tragedia italiana" (Bompiani, Milano); Kostner, "R. e il suo socialismo liberale", Lalli, Poggibonsi, Linee politiche; Bagnoli, "Tra pensiero politico e azione", Passigli, Firenze, Colombo, "R. e il socialismo liberale", in "Padri della patria. Protagonisti e testimoni di un'altra Italia", Angeli, Milano, («Ricerche storiche» ). Invernici, "L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia e politica nei progetti del gruppo di R.", Angeli, Milano («Studi e ricerche storiche»). Valiani, "Da Mazzini alla lotta di liberazione", «Nuova Antologia», Scacchi, Colombo, presentazione di Spadolini, Casagrande, Lugano,  («Quaderni europei»). Vivarelli, "Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Salvemini, R. e R., i, Rossi", «Rivista Storica Italiana», Spadolini, "R. e R.: le radici mazziniane del loro pensiero", Passigli, Firenze («Letture R.»). Malandrino, "Socialismo e libertà. Autonomie, federalismo, Europa da R. a Silone" (Angeli, Milano);  Bandini, "Il cono d'ombra: chi armò la mano degl’assassini dei fratelli R.?", SugarCo, Milano, Colombo, "I R., due guardiani per l'albero della libertà", "Voci e volti della democrazia. Cultura e impegno civile da Gobetti a Bauer", Monnier, Firenze («Quaderni di storia»), Nel nome dei R.. Quaderni del Circolo R.», Angeli, Milano,  Muzzi. "A più voci, Arfé, Casucci, Garosci, Malgeri, Rapone, “Scritti dell'esilio", Il Ponte, Il carteggio dei R. con Silvestri", Gabrielli, «Storia Contemporanea», Fedele, "E verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e Libertà»" (Angeli, Milano, Collana di Fondazione di studi storici Turati); Ciuffoletti, Il mito della rivoluzione russa e il comunismo", in "Socialismo e Comunismo,  Il Ponte, Bagnoli, "La lezione di R., La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del socialismo liberale, Festina Lente, FNicola Tranfaglia, "Sul socialismo liberale"; "Dilemmi del liberalsocialismo", Bovero, Mura, Sbarberi (Nuova Italia, Roma, «Studi Superiori,  Scienze Sociali»). Atti del convegno "Liberal-socialismo: OSSIMORO o sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento antifascista, il sottotitolo fu la frase di Marx ed Engels: Alla società borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione del libero sviluppo di tutti e, su invito Treves, Mondolfo e Levi, Rosselli scrive un articolo “Il partito del lavoro in Inghilterra” in cui R. riafferma una parte del suo pensiero del periodo. Il partito laburista in base agl’elementi che lo compongono può definirsi come una federazione di gruppi economici e di gruppi politici. In realtà è l'organizzazione politica federativa ed associativa del movimento operaio più vecchio e potente del mondo.  Suppa, "Note su R.: temi per due tradizioni", in I volume "dilemmi del liberal-socialismo, Puppo, Il Quarto Stato, L'attualità di R. e del socialismo liberale. Dialoghi tra: Bosetti, Foa, Maffettone, Marzo, Tranfaglia, Supplemento a di Croce Via, Edizioni Italiane, Napoli, Atti del dibattito svoltosi a Napoli  in occasione della presentazione italiana del volume "Liberal socialism", lavoro di Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton, Princeton, Urbinati, "La democrazia come fede comune", «il Vieusseux»,  Bagnoli, Rosselli, "Gobetti e la rivoluzione democratica. Uomini e idee tra liberalismo e socialismo", La Nuova Italia, Firenze («Biblioteca di Storia»). Casucci, "La caratteristica ", con un vademecum, «Belfagor», Visciola, Limone, "I Rosselli. Eresia creativa, eredità originale", Napoli, Guida, Graglia, "Unità europea e federalismo. Da Giustizia e Libertà a Spinelli", il Mulino, Bologna) "Il dibattito europeista e federalista in «Giustizia e Libertà»", «Storia Contemporanea», Lisetto, Le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e la democrazia partecipativa", «Scienza & Politica», Pagine scelte di economia, Visciola e Ruggiero, Firenze, Le Monnier,  Mastellone, "Il partito politico nel socialismo liberale «Il pensiero politico», Furlozzi, "R. e Sorel", «Il pensiero politico», L'eredità democratica da Bignami a R.", Angeli, Milano, Mastellone, La rivoluzione liberale del socialismo»". Con scritti e documenti inediti. Olschki, Son riportati testi pubblicati da R. non inseriti nel  I delle «Opere scelte». R., “Dizionario delle idee", Bucchi, Riuniti, Martino, Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Roma, Gruppo editoriale L'espresso, Franzinelli, "Il delitto R.: anatomia di un omicidio politico" (Mondadori, Milano); Dilettoso, "La Parigi e La Francia di R.: sulle orme di un umanista in esilio", Biblion, Milano. Bagnoli. Il socialismo delle libertà. Polistampa, Milano, Bagnoli. Socialismo, giustizia e libertà. Biblion, Milano, Treccani Dizionario biografico degl’italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Iacchini, Socialismo liberale ma... vero!, Movimento Radical Socialista brigata Garibaldi. Archivio dei R.. I fratelli R., genesi di un delitto impunito. Berneri. Vite parallele d’Ortalli (da "Umanità Nova" Fondazione R., Centro di ricerca, Circolo R. Firenze,  "Pecora" Socialista e liberale. Bilancio critico di un grande italiano, su politica magazine. Spini, "Perché i R. parlano ancora a questa Italia", sul sito repubblica. Carlo Alberto Rosselli. Keywords: sindacalismo, sindacalismo revoluzionario, laburismo, partito laburista, I fabiani, Mill, Bonini, liberalismo, sindacato, sindicato nella storia italiana, sindacato in Roma antica, socialismo liberale – l’ossimoro di R.. Refs.: Luigi Speranza, “Rosselli e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Rosselli.

 

Grice e Rosselli – scuola di Firenze – filosofia toscana -- filosofia italiana -- fLuigi Speranza (Firenze). Filosofo italiano. Firenze, Toscana.   Per limitarsi agl'italiani, di mnemotecnica si occuparono DOLCE (si veda) (Della memoria); il domenicano fiorentino R. (Thesaurus artificiosae memoriae, Venezia), Bruno (si veda), che nella sua opera De umbris idearum (Parigi), da lui dedicata a Enrico IlI di Francia e che gli procura una cattedra, espone l'Ars magna di Lullo e dà un fondamento metafisico-gnoseologico alla mnemotecnica che appoggia sempre al sistema topologico-simbolico. Del resto, l'insegnamento di quest'arte, della cui efficacia egli porta a testimonio la propria memoria eccezionale, gli diede spesso i mezzi per vivere. Altr’italiani che scrisveo di mnemotecnica sono Porta (si veda) (Ars reminiscendi, Napoli),  Marafiot (si veda)i, di Polistena (Ars memoriae, Venezia), e il palermitano Brancaccio (si veda) (Ars memoriae vindicata, Palermo 1702). THESAVRVS  ARTIFICIOSAE MEMORIAE,    Concionatoribus , Philofophis . Medicis, Iuriftis, Oratori-  bus , Procuratoribus,czterisd; bonarum littera-  rum amatoribus: |  Wigocisfócibn, infüper ,alijsd; fimilibus , tenacem,, ac firmam rerum  MrzMoR:IAM cupientibus, perutilis.  vc omnes [ui amatores,» po[feffores valde locuplesansyinfimnla, decoranss  Cum rerum celeftium atq; terreflrium tenax,ac tutum fcrinium effe poffit;    AKFTHORE R. P. F. COSM.AÁA ROSSELLIO  Florentino , Sacri Ord. Pradic. minimo Profe[ore .    Cum Indicibus locupletiffimis,tum Capitum, tum rerum omnium infigniorum;  CVM PAIVILEGIO:    VENETIIS, M D LXXIX.  Apud Antonium Paduanium, Billiopolam Florentinum.    Y Vet  vtae kh VG 4 mI TT.  ie S» :    i  &    , 8    SUY CPC Eos beriganiots bibsM, didi Ol: "i ern Mepoionols  f Ron dA Gu zn iud qpetzarsoei idi pt8s03011 , zr  Lo Sub. PEMQPOSGENE C17  3 H eR i iendino minos 1  » AeMz l4  ; : Ed sae TIPS  : | :p18. iet E em mum  e Y La 34 1 "5 28 Y NC  i i Me p po Asus | i  ^ venera eu Tow mite. iip nius kt pot Fendisiba? mu    $    GENET n / * ,    Fr aram iilerte    T $    Es PCTNCMEOS. ^    ^f    ILLVSTRISSIMO,  "sv b TN PIRE PAN    D.O.M TWO    DOMINO CARDINALI  | IVSILNPANUO    EF .DAMIANFVS ROSSELLIFS  Ordinis Pradicatorum ,(alutem eo —  felicitatem...    E004    MNIAJjam in promptu  erantllluítriffime, ac Re-  uerendiffime, Domine, ,  quz circa artificiofz TM  morix opus Frater Cof-   : "| mas Roflellius;germanus  meus is chariffürus, non paruo tempore;ac ftu-  dio ETE] Ac vero improba mors,que   2. i inceptis    inceptis vt plurimum inuidere folet,(cum no  ftrorum operum 1am protenfam telam gla-  dio fuo fxuiffimo fepe numero fuccindere,  nofcitur ) huic etiam operi , à multis erudi-  tiffimis viris concupito , acnon paucis par-  uisá; laboribus ipfius autoris,confe&o , clare  inuidit.Nam,& ft operis profe&ionem mini-  me abítulit,cum ipfiextrema iam manus im  pofita fuerit;candore tamen,& luce, & gloria  totum illud pro viribus priuare eft aufa.  uod vtiq; obtinuit, cum in lucem fub tuis  gloriofiffimis, clariffimisd; aufpicijs edi fua  fxuitia omnino negauit. Iccirco meum erat,  Illuftriffimejaac Reuerendiffime Domine,fra-  tris mei labores vna cum corpore pene mor-  tuos impreffioni tradere, vt ad vitam à nor  paucis optatam euocarentur'. Quod opti-  me accidit , cum fub alarum tuarum prote-  &uone pofiti exiftant , ficuti in epiftola, am-  pliffimo Dominationis tue nomini, vnà cum  opcre dicata, iá aperte videre licet. Qua inre,  humilibus ac ardenuffimis precibusmmen-  fam humanitatem , atq; tuam benignitatem,  cx intimis deprecor, nefratris mei defuncti  | "d "Tu    tam paruum ac minimum,magnitudini tz,  donum defpiciat : fed fimulque cum illo ma-.  gnam voluntatem ,latumQque cor meum be-  nignitatis fuz: oculo infpicere dignetur ; ac  me ipfim denique in feruorum fuorum nu-  mero , licet indignum & inutilem , habeat.  Quod fauoriglorizQue gratiffime afcribam.  Florentiz ex Sandi Marci cenobio , Pridie    idus Aprilis. M. D. LXXVIII.    IFLLDVSTRISSTMO  Ls REVERENDISSIMO  ADD M TIN :    DOMINO CARDINALI  j JW S TINMIBNO    Ex Ordine Pradicatorum a[fuzmpto ,F .Cofmaa  Roffellius Florentinus y ordinis em[demn.  alfecla [alutem plurimam dicit :    Foelicitatemque tum temporalem in totius  Chriftianc Republic bonum,tum fpi  ritalem atq; perpetuam vehe-  menter exoptat'.    FTIV M,immo€S9 flagitium  «niuer[rs bominibus infenfi[-  fimumyes busmanapolitia ac  confuetudimi admodum obio  XIumyac ipfi Ln[uper Deo-val   NU) Aur de contrarium, et abomina-  bir. Yr AC euer D. beneficiorum exiflit  obliuto , €9' tngrat.tido, qua etiam pietatisfontem  exic-    exiccareperbibetur cia voniuev[os bomines eius re-  dandantia €9 diffafionis abundantia reddat indi  qnos. At cui noftrum (mifortefabulofo letbe bibe-  rit)fabrapere poteft obliuto eorum qua nobis,no[tro  que ordini, vel olim , vel nunc temporis indulta  - funt,et cotiuuo indulgentur à D T. llluftriff-ac Re  uerendi[.beneficiorum ? Quis ne[ciat ,velquis obli  u10nls ommo ita inueniatur arveptus atqy percu[-  fus;&9 eims deufisfimis tenebris fic obfitus, e9 obuo  lutusqui non apprime recordetur bumanitatis bo  nitatis benignitatis, Illuftrif-ac Reuerendi]J. D.   q.dum quonda Dominicanam rempublica 1,777;  affaliliue zodo (cunctis profecto gratiffimo ac [a  lnberrimo ) gubernaret , ac moderaretur ? Has fer  mé ingenij, €59 anima-vires atqyvirtutes tunc ma  ximopere oftendit,cum nostram banc Romanam  prouinciamyac ordimempené vniuer[um, eiu[dem  ue patres, acfratves, vifitantis perfungens officio ;  binc €9 indepertran[iensgnuieret humanitus,dul  citer alloqueretur.fructuose con[olaretur elo Dei  feruidus conflanter hortaretur, foueret bonum,fa  ueret hu dtofis vetula vestauraret : restaurata  conjirmavet:[apienter ordinaret,qua oportuit:pra  denter qua dirigi debuerantyinue[ligaret. Ea pro-   pter    pteryot putoyoniuerfi noftri ordinis profeffores;tua  Milufirisfimasac Reuerendisfima Dominationi de-  Litas per[olueve gratesyvel extera-voce, vel (altem  £ntima admoniti recognitione , fe fatentur oLftri-  &os. INon nullis tamen,aliquam nattis occafione  (quamdinimpen[e de[iderio praflolabantur ) con- -  ceffum est,quibu[dam etiam beneuolentia frenis,be  neficiorum memoriamses exinde animi ambrem,  veluti fi iliceignem abfcon[nsn.foris excutere,et cor  disintima affectionis fcintillas emittere .. Quibus  profecto remises" [I mon quantum voluerint,gman  turn [altem voaluerint ,obliutonis noxam ,extero  ctiam fecalca[fe pede desnonfirant . Inter bos for j  fan numerari dignus extiterim ,fi quod. cogitaui ,  fouere, ac benigno digneris amplectifauore. ln-  tur eqosminimus [ane inter noftri ordimis profejfo-  res , beneficiorum in «niuer(ali ac im particulari  (cumopus fuit) nobis exbibitorum particeps , ac  minimeimmemor pre[ens opu[culum , breue mau-  mu[culum:[ummatamen beneuolétia fignum, amo  vis indicium deuotionis, mea qualecumque mont  mentumyofferre geftio, ac veipfa nunc gefliensoffe- — |  Yo, atq; [ub tuo nomine dedico .. Quod beneuolen-  Ha fignum (nom inanivatione deductus) Speroyat-  que    que confidoyac in[rper vehementer defidero, Domi  nationi tua gratumtua fore bentgnitate:Quod eg  abstefatisefllagito, cum [at miifuturum exifti  mem fi oeleoerbo audierimyvel (altem figno perci-  piamgratum quid tibi feciffe . Nam , €9' fi debita  exili boc snumu[culo haud me per[olutffe non igno-  vemyattamen pro debitis tfleper[oluendis, ac ga  tiarum actionereddenda:Dominatione tuam ala  eviter (afcepiffe evatulari potero , 9" iterumgau-  dens ingentes tibi reddere gratias. Comtenientisfi  ye ergo, ob rationes adductas [uperius ,tratlatus |  efle pra[ens de artificio[a memoria Tua Illuffrifa-  ma ,ac Reueredifma D.olim patri,munc domino,  beneficentia , ac munificentia baud immemori : à  tuoolim [nbdito,atque religionis gratia,au[im di-  cere ,filto : nunc autem ob Apo[lolica dignitatis e-  minentiam (qua fulges) etiam feruo , dicari de-  buerat . Cut nam ,qua[o , poteramyaut debueram  artificiofa memoria tratkatum dicaffe melius.quz  tibi, qui naturali , felicique (*vt omnes pernoui-  mus) memoria pollens , 9 fulgens omni in flatu  officio eradu. dignitateqs confhitutus,omnium no--  Siri ordimis. profejforum immemor. nequaquam  nec olim extiterisnec impra[entiarum exiflistNón    Hi-    mo igitur ot remini[carisyoel tua augeatur me-  moria, ad te tratkatulus ifle nofler diretius csl: ci  quem Pius V. Felicifima memoria pie cogitando  euexit:quem fingularis dignitas digne auxit | que  gradus itte extulit quem merito mundus bono-  ratnunquam obliuto (qua crebro magnatum fun-  brepit mentes ,€9' obliuionem incutit illis ) a nobis  abítulerit;vel longe con[Ituerit:mec immemore «l  ladignitas fecerit , nec tuam bemgnitatem minute  rityvel affabilitatem prolibuerit:fed ideo ad te opu  fculuiflud direximus : ot bac artificio[a memo-  via tibifelicis memoria Iluffrif. ac Reuerendifo  no dicata domino aterna quide digno memoria  ac identidem o mnium noslrum baud immemor  decoretur ,illnftretur , perficiatur .. AÀccipiat ergo  atque (ufcipiat D.tua Illofhrifüme ac Reuerendifn  me domine, boc exile munu[culum ,nec illud dum  taxat, verum, €9 beneuolum ammumsac intima  mea affectionis [rena perno[cat,e9 amet.V ale Illa  ffrifüme, ac Reuerendi(üme mi Domaine.    Aluftriffj-eg? Reuerendiff-Dom.tua feruus  | F.Cofma Or4. Pras4.    FRATER NICOLAVS  ALESXIVS PERVSINVS.  Ordinis Predicatorum. ; $5    Sicre Theologix Bo. ac Sandhilfing  Inquifitionis Commiffarius :    Cofmno Reffellio P. Reurendo.. $. D.    BRUCH D metam vai difcutiendo perduxi   AC P.Z. quod reliquum erat lucubra  tionum tuarum. €quidem illas om  BA mes agno[co , c probo : ee nihil in  |. hiseffe arbitror , quod non cum fiz  de Catholica recle confentiat ;  ] Quin non Cleantis AUR oleat ,  e EN: (quod aiunt ) fapiat unguem. "Dignum itaq;  opus existimo , quod publice commoditati propediem edaz  tur. Multa [unt qua bic admirer , (9 que mihichariorem  eo reddant. Jod amenitas ingenij tui , que non medio-  criter hic clare[cit : Deinde eruditionis besar cum liber  ifle tuuscvaria te leclionis e[fe hominem plane testetur :   uippe cum te Pbilofopbie rece[[us , 1 beologie adyta. ,  cAflrologie arcana , Poetarum carmina , Oratorum Diaz  tribem , EU I UR faluta[Je : [cd penitus. funditus, per  uafi[[c , "veram multtudo prafe ferat . T rabit "ec in   P2 AGnt -    Y  d  N  AN  ja S : S  S " EA    ja    v S Ny  TJ  N ATI EEDEL    admirationem maiorem, fermo concinnus , eo- lepidus , qai  evel Ciceronis facundiam , eo» phrafin emuletur . 9 uamo  brem , etiam fi te numquam de facie noui[Jem , mihies iam  ifto nomine longe amicisfrmus:nam , e» fi quando de te [rz  to incidat , te ipfum commendare non defiflo. c 4rrident  ergo mibi , que [cripfifli omnia , e» meo illa probo cuna  calculo; bertorá,ut quam primum illa in lucemadas. "Ua  le. Datum Peru[ia. Yi. Kalendas Iunias, 1 5 7 5.    Carmen ad Léctores in operis encomium: eiufdem  Magift. Nic. Alexij Com.S.Inquifttionis,    SE Vid prodeft [ludijs , fi nocte dieq; "vacando  Protinus ex animo que didiciflis eunt ?  | N2q; ea ditaxat, memori mente tenemus,  JCATMEDMD qeimusat oblitis tempus inane fuit.  Hunc igitur , fladiofa cobórs ver[ate libellum:  estate bunc "ve[lro nocte dieq; fina :  Q uem Rofeus ('o[fmas vobismunc adit ; ibidem  Adnemofinen mira prouidus arte iuuat ;  Et loca perquirit , totum quoq; fpe£lra per orbem  Fa[ce breui : Mundi Machina "va[ta patet.  Dumq, bomines Cofmas,rerum docet e[fe tenaces :  ente oculos illis cuncla creata locat .  Hinc memores fieri , doctiqs probiq; valemus ,  T anta viri virtus: tanta Camena fuit.  Jure igitur Co[mas vocitatur , (Cofmicus baros  Iure Rofa , buic Rofeo , nomen habere licet .  Eiufdem : in laudem operis  Vid prodeft ludis noctesq; díesq; vacare  Voluendisq; diu [e macerare libris:  $i mox ex animo qua legeris illarecedant?  Sic impen[a perit ; T empus inane fluit .  Ergo , 9 ui[quisaues , tanto [uccurrere morbo:  E xhibet y excellens boc opusczdntydotum ;  Kl anc tacitus retinens Cofmas RofJellius artem ,  Communem vt faciat publicus urget amor.    REVERENDI PATRIS    PRATATS 1| OSM E    DE-R.O-5 S-E-E.I $£.15  FLORENITTTWNI,    ORDINIS PRAEDICATORVM.  Epiftola ad Candidum Le&orem.    ————m|MSNISZBVS hbominilus liquido  NS UN patet ( candide lector ) naturam  eorum fingulis baud tribui[e : fed  aliquibus eorum, diflribuilfe potius  naturalia [ua quedam dona, pers  fectioness. Etenim , quamuis [ua  E omnia, omnibus in genere bominiz  bus tribuerit : non tamen eorum fingulis , ea ipfa omnia, lar  gita efl. Homoenim bomini prestat. eapropter , quod boc  in bomine,natura deficiende fecir abiectum; illud in alio, ez   minentiori modo fecit exiflere. 9 uamobrem » quod abiectis  in Uno: id in alio,infi igne ,excelle ntiféimi ue con[bicimus. Pro  pterea , quodcunque abiectum , vel etiam nobile ex ipfa na  tura , nobis in ee nouerimus , quam primum vigilanti anis  mo, diligenti studio , induftria , arte , exercitiog; excolen-  dum erit ; ut quod abiectum qz) minimum , nobile eo infi  gne; co quod magnum , e illuflre, egregium, excellentifei  mumae fieri queat. Profect) qui arte artisque labore Agros    frhueftreis    A ES S    filueflveis etiam uelit excolere; eorum fructus tberrimos pe  detentum letus. accipiet . Dubitabit ergo nullus , quod per  fécliones quis nancifci poftit. diuer[as : fi habitibus vel arti-  bus ue "viresexcolat mentis vel anime. " Pelagus bic im-  men[um [icco pertran[eundum pede percen[eo , «ox [ub filen  tio claudere , diuer[arum artium emolumenta ; quibus vel  natura operiuntur defectus , vel eifdem babitibus , que nis  mium abietla fuerint,eadem in re nobiliffima appareant om  nibus. efrtem enim nsturam perficere : ac multa complez  re , que nequaquam natura perficere poteft , philofophorum  omnium princeps a[[euerauit eAriflot. € ua etenim «vis ani  miuo[lri , que potentia , qui fenfus , quod denique membri  arte , ac ingeni inuentu perfici non poterit ?. 9 uare cenfo-  res libelli buius nolumus cos , qui "vix operis iflius infpetlo   titulo ( ne dicam perlecto opere ) tanquam Cicerone, € uin   tiliano , c» Seneca pratermiféis quampluribus alijs doctifGi-   mis "viris fapientiores vel artem fimpliciter,vel in bunc orz  dinem à nobis digeflam defpiciunt , quia for[(an memoria  naturaliter clarent, qua bac confirmaret praceptio,clarioréz  que redderet , quia ars perficit naturam , fi ezarifloteli cec  ditur , vt [upra diximus. "Nec illos admittimus , qui pri-   ma philofophie elementa non attendentes , aut applicare ne  fGientes , vel for[am non intelligentes : [enfibiles hauras,bo-  na fronte negant, prodeffe po[fe memorie : affirmant; hanc  per fenlibiles figuras memorandi artem laboriofiorem effe ,  quàm frmplicitereg naturaliter memoriter baurire , €?» re  tipere : quibus , c [i rationibusrefpondere po[[umus , dediz.   gnamur    namur quidem . Hoc tantum illisve[bondentes, quid iuxs  ta illos exempla que dantur , fimilitudinesue , qu& à docen  tibus traduntur di[centibus , "vt aliquid difficile, mente ca  piant eo intelligant: fuperuacaneum,ac laboriofifcimum e[fe  04, vltra dotlrinam,exempla etiam , eo fimilitudines eos  intelligere co» retinere oporteat. A aior etiam labor evit(pro  pe iflorum errorem) acu [uere quàm abs, illo, co quid && az  cumyeo filum,per foramen trabere debeat utor.   Non ne pueri infantili curru a eAMatre demiffi,melius  ambulare difcunt,quam fs ibidem non ponerentur ? Attamé  fe ipfos regere , co currum eos in[uper fecum trabere opor-  tet. Intelligant quafo ili, memoria fenfum magis à fenfiLi-  libus mouerieo figuras buiu[modi artis , noflrum infiruere  fenfum,ut facilius ac velocius recordemur.. A tne nos à pro  pofito abera[[e quis exislimet , de memoria nam, dicturi :  quid perficiatur arte, quid nobilitetur artificio &&* augeatur  indu[iria affirmamus,quod ex antea dictis,eomin bis,que fc.  quentur per[Picuum e[Je poterit. uave,fi multo labore , e  indaflria conati [unt quamplurimi corporis aut animi vires  arte perficere ; nequaquam erit indignum, banc memorandi  artem addi[cere,qua dormiens memoria excitatur à [onno;  labilis fit tenax: ignobilis nobilitate donatur ; abic£la clare-  fcit parua accipit incrementum;mouetur immobilis, mortua  reuiui[cit: que memoria, [i natura,vigilans ac tenax nobilis  e? clara,mobilis &* viuax aliquo inbomine extiterit:in co  ipfo artificio,eo induflria praflantifsSimam foresequo animo  pollicemur.Q uis igitur tam egregium memoria donum, cius    que    que multiplices fru&lus, bac breui avte cape[feve moli? Nul.  jn ? enim [cire appetant omnes,omnes itidcm memini[[e ue  lint neceffe eft. T unc enim arbitramur [cire , cum memoria  tenemus.[nter ceteros autem illi maximopere meminifJe de  Ridcrant, qui diuer[arit artium liberalium , "vel fciétiarü fta  dijs affolent inuigilare;v t que auide bau[erint, firmiter veti  pert queant. Eodem defidevio , acinfuper cvebementiori te-  nentur illi,qui alios docere "vel hortari voluerint vel qui aj  quomodo apud alios [unt verba facturi.) uis enim intrepi-  do ac constanti animo, alios docere vel hortari poterit: [i di.  cenda à [ua excidere memoria facile dubitat £rgo bis omni  bus adiumento effe, e maximo quidem, boc noflro in opere  promittimus, quod ad amuf'im pref affe illi qui av;i buic ali  quatenus inuigilauerint cognofcere poterunt 7 fateri. Ef ac  igitur artem, qua prateriterummemini[fe e» ea tanquam li  teris exarata,vel in marmore (culpta ob oculos babere pofei  mus (^ quod ab omnibus concupitifeimi eft) amplexamini "vos  omncs,qui cupitis [cire (]/ memorie [cita qua plura manda  re,ac cum oportunum fuerit vobis vel Alijs,ea ipfa foris vo  ce,ac lingua proferre defideratis. Atq; exinde in vobis, vel  natur ueftra benignitatem in memorando pro[picientes, bac  freti arte propéfiora dona [Perate :eveletiam noxam eiu[dé  ac defectus confiderantes,eadem arte complete.Deoá, ma  ximo , qui optimis viribus mentem "vef vara donauit , quid,  1n» ca omnium artium naturam perf. cientium femina » benis  gnusinfudit, immortales reddite gratias.F ale.    " | ELENs.    ELENCHVS EORV M  QVJE IN TRACTATV DE  artificiofa Memoria continentur    Ordine Alphabetico à    c4    SESS] QV AE diuiftones [fecundum . diuerfa que  ERN SW SY . . . . " .   ut ANE diuerfis in partibus eius inueniuntur. par.   ON pri capit.s. fol16   MxDoSp ees) CAPUT IS regiones tres quarum "Unaqueque iux-   ta meteorologicos in tres portiones diuiditur Ppes a    equas imprefsiones p.p. cap.s. 1g  Aerea impre[fiones. ibi cap.3. 18  edqua partiiiones ub figura.cap.s. 20  c Aeris partitiones [ub fisura cap.5. ibid.  e/fngelorum nouem chori.p.p.cap.s. 32  eAngelorum quilibet ordo quo preciofo lapide defignetur,eo  quaratione p.p.cap 5. | 33  eIngelorum veftes metbaphoricé quomodo colore [ii precio  ft lapidis [blendeat. p.p. cap. 5. EET  e-4ngelorum nomina ad choros eorum pertinentia. p. p. ca-  | picelo LL 33  c/drbor «vita p.p.cap.. 30  c Animalia quatuor circa (bristi thronum p-p.eap.s. |. 35  e-drbores celebres in facra [criptura p.p.cap.s. 48    Arbores    Arbores que diuerfis [antlorum agminibus quodam myle-    rio a(fignantur,ad boc "vt artis nostr loca qz figura mul    tiplicentur. ibid.  efmpliimorum locorum «v[us in communi p.p.cap.6. — 5t  e^fmpliora loca que dicantur p.p cap 7. $i  Ampliorum locorum partitio p.p.cap.7. L  Ampliorum locorum "Uus p.p.cap.7. $3  Ampla loca qua [int p.p.cap.8. $4.  Ampliorum locorum "U[us.p.p.cap.8. $4  Apothece diuer[& p p. cap.1o. $7  Artifices diuerfi p p cap.10. $6  Artifices diuerft fvernaculo fermone.cap.xo. $7    Animalia quadrupedia diuerfa alphabetico ordine. p. p. ca-  pitulo I$. i 66  Animalium pradi&torum vel fimilium partitio arti accomo    da p.p.cap.iz. 65  Animalium pradiclorum diuifiones fub figura p.p.c11.. 67  Arborum diuer[arum nomina p-p.cap 12. 69  e/Arborum aromaticarum nomina p.p cap.12. 69  edrbor;, vulgari nomina-vernaculo idiomate p.p.c.a. 69  Arborum omnium portiones fingula Pp capas. 7;0  Arborum omnium "v[us p.p cap.12. ipi.  Animaduer[iones circa loca.p p.caa3. 71  Alphabeti Hebraici Graci co» Latini characferes.1 p oUpi-   tulo 6. ! | 91.92  Animalium terreflrium. paruorum ac "vermium quorunz   dam nomina alphabetico ordine.1.p.cap.5. 86    e 1A A qua-    stibqearilbvo animalium quorundam nomina talpbabeticoor  dine.1.p.c.4- . 8€  eduium quarumdam nomina ordine alphabeti s :.parte caz  pitulo 4. 88  eInimalium quorundam nomina ordine alpbabeti 2.p.capi  tulo 4. 89  Alphabeta EAPoilouni: Gracum: Caldeum: Arabum. a.p.  cap. 6. 91.91  A lphabetum de rebus naturalibus,vel artificialib.in figuris  fimilibus de[umptum.x..p.cap.6. 94.  A lpbabetum aliud de[(umptum ab humanis membris figura    retinentibus in fui difbo[itione naturali characterum al-    | phabeticorum. .p.c.7 . 98  WAT weil aliud "varia digitorum bominis compofitione  extrabitur.1.p.c.7. 10I  Alphaberum à à "vocibus quibu[dam hominis.[ccunda parte,  capituo 7. 105  Alphabetum à [onitibus,e7: uocibus quarumdam rerum,co  -— animalium.» .par.cap.7. 106  Animalium voces diuerf& pro alphabetis. fecunda parte ca  pirulo 7. 106  C   3 Ocli undecim ppp.   (lorum nomina. | ibid.    (lorum    Celorum feptimum planetarum portiones. 2L  Celi [eptimo planetarum quomodo et quo ordine feptem me  to -galliefameant.. ian) ox Nom etse ee eA ue  Celorum cuilibet figura datur ut loca. arti de[eruientia atq;   figure multiplicentur. : » ibid.  (lorum quodlibet eo f ab angelo moueatur, tamen folum  -trescalos pof uimus,quibus angeli prae[fe dicimus. ad bo   tantum "Ut diuerfificaretur e [ic arti noflra de[eruiret.   ppp. EY 22.€7* 218  Celorum quodlibet quo colore in bac arte. oportet imaginari    coloratum.p.p.cap.a. | 14.  Celorum omnium ordo fub figura... 28  Celi empyrei fitus fupra omnes.p.p.c.s. 38  (eli empyrei partes prout modo deferuiumt negocio capiz   tulo 5. ' 49  Celi empyrei, Muri   T urres  *Porte    Plates a/D.lob.Euang.pofite.p.p.c.s. — 4o  Celum empyreum [ub ciwitatis figura difpofitum.prima par    te.cap.5. 40  (uiratis cuiuslibet partes communts.p.p.c.8. —— $4  Ciuitatibus quomodo vtimur p.p.c.8. $4  Cenobiorum petitiones.p.p.c.9. 55  4 onditiones quamplures locorum omnium.prima p^rte, capi-   tulo 13.c.14. | 71.72  Celeflinm figurarum nominis 2.p.cap.5. 89.90    D    D d ^    D Amnatorum pene noftro de[eruientes propofrto.p.p.ca    itulo 1. 3. 4-5  Demonum diuer[a [petra prout arti noflre de[eruiant.2.  ar.C.T. 4  Diuites alphabetico ordine pofiti.p.p.cap.it. 64  E  Lementa quot.p.p..cap.s. I$  E Elementorum partitio iuxta ea querealiter continen-  tur in eis. ibid.  Elementorum alia diuifio memorabilior.p.p.cap.. 19  Elementorum omnium ac eorumdem diuifiones multipliz  ces fub figura.p.p.cap.s. 10  Ecclefiarum bac in arte u[us.p.cap.o. $5  Elementa quomodo in corpore noflro inueniantur 1. p.c.8.  F  F Ons vita in celo ponitur p.p.c.$. 30  Flumen Dei inparadi[o quomodo circuire illum fumilitu-  dinarie dicatur p.p.cap.s. 30  Fortifeimi fortitudine corporea. p.p.cap.nt. 63  Figurarum in bac arte deferuientium diffinitio , diuifiones ,  c fubdiuiftones.z.parte.cap.x. SES 77    | Figure    Figura infernales qua. in bac: arte f tnt imaginanda.a. "AT    : pitulo A 77  Figura in bac arte diuer(a ion: 2p per totum. :  Fruticum nomina ordine alphabetico.2.p.cap.5. 94  Figura celestes quadraginta, eg ocfo.2. p.cap.5. 85   G  G 'Ummarum quarundam nomina ordine alphabetico.z..  p^r-cap.3. | 85   924  EH Omihum , As ni D .cap.u. Vutew  Hominis cuiuslibet diuer[ portiones:diuerfis modis af  fumpta p.p. np. 61  Efominis partitiones fub figura p.p.capaa.. 67  4ominibus quomodo «utamur bac in arte. p.p.cAs. ,.c. 67  Herbarum "vulgarium nomina ordine alphabetico. 1.p.c4-  pitulo 5. * 84    Hominis geflus,membra & difpo[itio eg) voces non deartiz  culata varias alphabeti literas pra[cferentes.z.p.c.7..98  KEforio quomodo contineat omnescreaturas 2.p.c.8. — 107    I  ] eNferni feélioin communi.p.p.c.1. 2  Infe rni difbofitio. ibid. .    Inferii locus [fecundum doctores. 3  loferni    nfeyni flumen. | 6  Anferni totius figura arti nofira deferuiens. 12  Jgnea impre(fiones in aeve.p.p.c.s. | 19  dgpneirum imprefcionum multitudo ibi.   J4gnis partitiones quomodo in bac arte poffint affignari. - ibi.    1gnis diuifiones fub figura. 19  Iris in circuitu fedis Chrifli po[itus.p.b.c.5.   lacob (cala exponitur.p.p.c.5. jo  IHtinerum feciio bac in arte p.p.c.7 . | $3    IFEmagines deferuientes noflra arti.2. p per totum.  Imaginum d uerfitas.vide [ub nomine figura .    Infernalia [pe£lra in bac arte .2.p.c.1. 78  Impre[Ssionum aerearum aquearum , e ignitarum thomina  «fub alphabeto:1.p.c.4. | 87   P    L Ocorum omnium artificio[e memorie de[zruiendum dif  finitio,diuifio eo fubdiuifio,prima parte c.1. 1    Loca tmplifima in bac arte que fit.p.p.z«c. 2  Lymbus [anélorum patrum ubi. Py  Lymbus infantium. ibid.  Locorum ampliffimorum in bac arte efus i in communis pri-   . ma parte capitulo 6. $1  Locis ampliffimis quibu[dam regulis utimur. p  Loa ampliora bd AULAR Lg. | $2  Loca ampla que fint.p.p.c .8.- cnt $4    Loca    gqlks di    JL oca mediocria qua frnt.p p.c.8. Me s : $4.    | Locorum ampliorum u[usp p.c.7. $53  "Locorum mediocrium vfus Pp j4  Locorum minorum diffinitiormumerus partitiones, ex eu[us  ppp. ' ! | $6  JL. oca minima qua fint ee eorum partitiones et ufus in arte  | P peapau- | 6o  Literarum amantiffimi.p.p.c. 1. x  Loca minima alia a [uprapofrtis eo» eerum partitiones pp  | pitulo T 66  "Locorum minimorum ev[us p.p.c.iz. 67  " Leguminum quorundam nomina.1.p.c.5. 85  | (M |  N Emoria artificio vtilitas in proemio per totum.  E: M ZMemorie artificiof laus. : ibid.  JMineralia quedam numerantur p.p.c.3. 16  eZMetalla in particulari numerata. ibid.  AMetalla ac mineralia actione [lellarum eo precipue folis in  terra "vi[cera compenetrante gignuntur.p.p.c.s. 16  AMortium [céliones celebres. p.p.c.7. $3  Medici excellentiffimi ordine alphabeticop.p.c.i. — 62  eMineralia 2. p.c.2.. 82  eZMetalla omnia.z.p.c.2. ds ^  ON :  N Vmerorum. aliquorum facratorum recitatio , [ecunda  | arte.c.8. : 109    d O    E ?    204 TUNET  O Fficine diuerfa &'9 earum vo [ut,primaparte capitulo    decimo. a,  | a  P Vieus inferni.p.p.c.z. 3  Purgatorium p-p.c.2. : 6  Purgatorij locus [ecundum dolores. : ilid.  Purgatorium [ub figura arti nostra de[eruiente.e.s. — 10  Paradifi quedam apta difpofitio metbaphorica quidem, fcd  .« Sollro propofito [eruiens.p.p.c.s. 30  *Paradifi figura arti buic fauens.p.p.c.5. 37  Paradifi terreftvis diuifto. D  Paradifi terrestris Lignum vita  | Lignum fcientie boni,cox mali  Fluuij quatuor. $3   Planitici cuiuslibet portio arti deferuiens.p.p.c.7. $3  *Poffcffionum partes. ilid.  Palatiorum partitiones p.p.c.9. QUU VIE- $5  Pala tiorum uus p. p.c:9. $6  *Plitearum partitio,co "vfus Pp-69- $6  "P hylofophi ordine alphabetico p. p.c.11- 6i  Poeta fecundum alphabeti ordinem. E  . Partium vvniuer[arum in hominc cxiftentiam fitus C0: n0o-  mina:-velconfideratio. —— 64  Pifces alphabetico ordine .p.c.a. — 86  Pradicamentorum omnium ad propofitum applicatio.s.p. —  cepitulo 5.per totum. . 10v. C7 infra. |    Planete,    Planete,eo fina celestia quibus faueat corporis membris.    2.p.cap.8. III  | n  S Anclorum omnium quedam d;[Pofitio ez fituatio noftra  arti de[eruiens.p.p.c.s. 3j  Sanélorum bominum diuerft gradus Pp. 36  Solium [anta trinitatis ab Ezechiele quomodo pofitum.p.p.  cap. j- 3I  cala lacob qua:et eius graduum quedam intelligentia Pp.  cap. $- 3j  ftagnorum parter affigmanda in hac arte.p.p. j3  daxa,eox gemma.z.p.c.2. : 8o  Serpentium nomina ordine alphabetico.1.p.c.s. 85  Begetum nomina ordine alphabetico. g  Similitudoradix applicationum figurarum ad memoranda.  2.p.capitulo 8. 107  Simile aliquod alicui dicitur multipliciter &* nunc fimilitu  dine aliquo pradicamento.z.p.c.8. 109  T- Érrepartes varie affignantur p.p.c.3. 16    4 Terre partesafsienantur fecundum diuer[a,qia in eis ve  periuntur.p.p.c.5.    16-  T ronus ChrifHiad inflar illius a Salomone fabrefaéli poni-  tury'ot noftro de[eruiat propofito p.p.c.s. "na  ! M    y T ilitas artificio memorie in proemio per totum. 1  V "Ufusampliffimorum locorum p.p.c.6.— $1  : 4j. vj    "U [us ampliorum locorum p.p.cap.7.. $r    'U fis ampliorum locorum p.p.cap.8. $4.  V fus locorum mediocrium p.p.cap.9. $4  Vfus omnium locorum minimorum p.p.cap.12. 66    Vfus locorum omnium in communi,eg» animaduerfiones cir.  ca "Ufum, ez) quibus cum conditionibus eifdem locis uta-  iur. p.p. cap.13.6.14. 71.6) 72.  Vermium quorundam nomina alphabetico ordine. (ecunda  s paraps. (0 86  'L'olatiliam c2 auium nomina [ub alpbabetis. [ecunda par-  t€ cap. 4. j lu Aa 88.c9 89  Voces animalium diuer[&e pro alpbabetis.a p. c.7 106.  Voces litteras non dearticulare pro alphabetis.s p.c. 105    Principalium materierum in hoc opuículo tractata  | rum ordinata con geries.   i . Inprima parte.   M Emorie artificio[a vutilitas necefcitas eo laus in proe    | mio narratur.p.p. 1  J:Memoria quomodo locis,c imaginibus conflat pb a  Loca quomodo fint multiplicia ac diuer[a. ibid.  De inferno,eo eius partibus, Damonibu:: Damnatis: eo Pe   nis tratlamus in cap.2. TES A  De elementis: eo impre(Gionibus , qua in eis vecipiuntur «a .  itulo 5. | 1    De celis, eo flellis , co imaginibus, quas eis affigimus caz.  pitulo 4. yw  [S De    De celo empyreo:folio Dei : Y brono Chrifli : fedecvirginis,  angelorum choris,[anélorum manfi onibus,ceterisá, , vel  realiter,velper wetbapboram , e fimilitudine accipien    -" dacapitulo s. 29  Depradittorum locorum v [u.c.c. $1   De paradifo terre[tri, R egionibus, prouinciis f milibusqi , €o*  | eorum partitione.c.7. | $2  De cenobijs,ecclefiis, palatijs et ffi milibus, eeeorum partitio  ne cov [nu in artec.9. 53    De cAtrtificibus diuerfis:e) eorum officinis, e) "v[u ecrun-    dem:c.1o. $6  De hominibus diuer[arum conditionum.c.w. 6  De Philofophis.litterarum amatoribus: Medicis : Fortibus:   Diuitibus.c 11. 62  De membrorum principalium in bomine numero ac nomini   bus;c.i1. 64.  De diuerfis s animalibus eo eorum portionibus.c. (2. 66.67  De diuerfis arboribus cov eorum diuifionibus.c.ia., 69  De animadaerfionibus circa loca.c.15. 7r  De conditionibus locorum.c 14. : 7i    In fecunda parte agitur.    De multiplici denominatione , eo partitione fieurarum in  bacarte., 77  Defigurisinfernalibuse.a. — - 8  | OD    De figuristerreds, Metallis,e mineralibusc.o ^ — 82  De figuris [ubterraneis animatisatq; [erpentibus.c.1. —.8,  De freticibus Herbis: Giemis: Segetibus: Legutmninibus.c. 5.84,  "De quibu[dam animalibus paruulis.e) vermibus... — 86    De figuris aquatilibus: pifcibus €7c.C. 4. 86.87  De figuris aereis co impre[sionibus AEreit, Aqueis igneis . caz   : pitulo 4. | ibid.  De cuibus,co aliquibus alijs volatilibus.c. 4: IET.  De quadraginta,ee octo figuris.c 5. 89    De cAlphabetis: Hebraico: Greco: Latino e2. c.6. 91    De elphabeticis literis [umptis a vebusnaturalibus, vel ar  tificialibus.c.6;    94  De alphabeto à membris bumanis.c.7. is 98  De alphabeto à diuer[a digitorum di[pofitione.c.7; | 101  De alphabeto à*vocibus bominis diuer[is.c.7. 10f    "De alphabeto a quibuf dam [onitibus,ee "vocibus.c.7. - Yo6  De figuris in quolibet pradicamentorum genere ,co* de appliz    catione earum ad memoranda.c.8. 107  De figuris alijs modi a fuperioris fa bi fimilibus: eo de appli-  . €«atione earum.c. 9. 113  De applicatione quorundam [pecialium memorandorum. ad  fuuras.cio.,.. 123  Deanimaduer[ionibus circa figuras.c.11. 129  De conditionibus figurarum. c.12. I3I    Exempla multayquibus bac ars intelligi pofcit.c.3. — 152  Deampliftimorum locorum vv[uyexemplum concionatoribus  peretile . 133    De-v[um locorum minimorum. — 135.136    De humanorum digitorum u[ujin bac arte. 139  "De vv[ii quorundam membrorit bominis, ac fc&lionibus. 139  De quibu[dam figuris buius artis. 140  De motibus «variarum rerum ec. AI  De vfu alpbabetorum omnium,egc. 141.142  De vfu alphabetorum ex litteris, eo characleribus. — 142.  De vilitate alphabeti bebraici. 143  Interpretatio duplex litterarum bebraicarum. — 143.144,  Authoris intentio 2 excu[atio. 145    EORUM OD 49    a  i1  f    ^  -  taf  "  i  ^.  E    INPS S  "x  i]    ONORBIS S  NUN    *    à    &Y  AY    Van: CI    AURA    ^  A  S    cael ee    -— *  s  " " p  T $ ÁS g  eq » w- » í  re 4 ey Laid A d n  avt "ueri teri ii  jd de" v-v€9-—7 CE DL  denn z  "a. — mo - ps5  LE m Hber HP" AT"  mnc Ene 1 E  wr Bert ; » evt    à    EN    93    SNO rte    ct  ud    wow d*    | qe    A    -    E E    "T. Y  E LN.  TEN    ^    La K    *-  b  v"^ 4  AS   TE    M    M    *  »  à  LT  B    "  E    OMS    L]  3YmN t    b    Li    E]    0535    ^    -  D  E   M p   -—    [|    "ao Mn    k]  '    ES    2-2  *.x  j    44  H3    4S    '   El  DIM  y.    NE    A F.Rk 22 IE  "a Jj es LN "m    "    »  4  : "  Y  ^ rg ues ae f  Ee  ww ;  -  air  ite.  ,  ' :  AM  t  &  '  ' N :  * - . ed Es  "d » * * ^c ap a EET P»  A AED v" TR z^  "s € N k "  n - P »"  fae X  es à .  we  - AR «^w  -  aio rntodigions  e * Arm  *. » e  Ld  t  » Pt n  "s - , Gu qu n m BUR  Oe p, o : - pe ce  £ wo. eee po- ym : "es t  zi ^4 - : Mo aw Ter .-  [4 Á RE E  s * * *    pw a rPIGOIOS    Prima pars.    e A a —    AVTORE R. P. COSMA ROSELLO,  ORDINIS PRAEDICA TORVM.    PRAEFATIO.    ———ozuxc32) Emori« tbe[aurum, adeo omnes di  ENSE eA (o | fertifsimi rethores communi a[Jen-  : 1 | fa celebrauere,cot corum quzm plu  op | rimi, minime dubitarint : oratoria   Ves ( artis [(ummam , in ip[o confislere.  S) t» | eandem perinde fententiam cono  eT») firi T beologi ferunt de concionanz  diarte difputantes . Dei etenim donis [upernaturalibus , in  Cancionatare [uppofitis: Inter naturalia eiuf dcm; ft pronun    ciatio    71    Thefauri memoriz artificiofe  eiatiopyimum . Memoria fecundum fibi vendicat locum.  Q uod cum ita effe babeamus omnes , ac identidem in non  pullis multum i in aliquibus veroparum , Memoria fenz  fum vigere fciamus : regalas atqi precepta, quibus ip[4 in  «Utrisque maximum accipit incrementum, in niedium pros  firamus./U erum enim vero, locorum atq; figurarum artiz  ficio, memoria comparari;apud huius artis gnaros,proditum  ef : 9 uamobrem localis memoria "vocitatur ab aliquibus;  a plerisqi autem artificialis : que e» à Tullio, quarto retho  ricorum libro , artificiofa dicitur. Eapropter de locis primo:  de figuris deinde, diflinle dicemus . Ideoqs traciatum no-  firum in duas [ecamus partes , in prima quarum de locis:in  fecunda de figuris agemus . * Prima partis capitula , quaz  tuordecim erunt: [uis diflincta titulis.    Delocorum diffinitione; in communi:diui-  fione fubdiuifioneq; cum declaratio-  ne fingulorum membrorum.    Cap. I    35 Gl Ocus noflro propofito in[eruiens dicitur omma  Eel illud , quod figuras naturales, [eu etia artifrs  NÉ | ciales , reales velfiélas : recipere. pote[E ata;  à) feruare : «vt bicetngulus, bac columna; rvel   talis chimera talem rem : puta vas. 2964  .. 4 wo ad diuiftanem Locorum quedam communia *vos  camas : quadam particularia. Loca communia funt illa ;  que    Pars prima. 2  qua particularia continent, in que co diuiduntur ; quaf. ge  mus in [pecies [uas .c/dliter. Loca c; munia fant, qiue partes  magnas babent eo infignes vel Efomogeneas,vt, elemen   tum quodlibet: celi «ubi flelle non funt eoc.fiue Heteroge  neas,ut corpus bumanit: "vt arbor: vt domus ciuitas €oc.  Loca particularia , unt. pradi&lorum locorum partes,  qua loca eo» ipf dicuntur; quia fiquras ambire «9 continez  re poffunt. V'elaliter : Loca particularia fant, qua(vvt plus  rimumnyon autem [emper )imagines immediate , continere  folent: «ut hic e dngulus , banc flatuam. Locorum vero  communium , quedam minima [unt , quedam mediocria:  S wedamhis maiora : c/Alia ampla : e/4lia predictis am-  pliora . 9 uedam "vero amplifsima . orum autem locos  rum vna quedam communis conditio eft , quid [cilicet ma  fora minora continent ; vel po[unt aut faltim a[folent, cos  titere: "De quibus omnibus e fingulis dicluri,ab Ampliffis  mis tanquam roniuer[alioribus incipiemus. |    Delocis Ampliffimis , que & quot fint, &  dc partitione eorum :figuriíq; in |  eifdem contentis.    "2 3y[0« communia ampliffima , funt , quie alios  (EM rum omnium funt capati fima , qued; alia  1 multa; Ium communia,tum particularia; €on    / e S  » 9 hs tinere po[junc.    vf £ Locorum    Thefauri memoriz artificiofe  Locorum vero communium amplifimorum: Q uedam  funt inferiora e) [ubterranea : € uedam dictis fuperiora  o contigua: (eleflia alia: fi upercelefliacultima : de qui-  bus omnibus figillatim dicendum est. |  . Locaautem communia ampliffima Irferiora ; funt Ins  ernus damnatorum ;  Purgatorium purgandorum ; Lymz  bus fan&lorum patrum ; Lymbus infantium defunctorum,  in originali peccato.  £ uo ad partitionem , notato. Infernus diuidi poteft in  fe&liones vndecim : In «vna quarum (qua prima nobis  erit) puteus inferni exiflimetur: quem in medioinferni fez  vé pun£tnaliter ponimus: de quo infra. (rca ipfum puteum  quatuor gradus inibi exiflentes pro tot inferuicut partibus.  Septem alias inferni portiones € partes ( de quibus infra)  fuperioribus adijcimus , iuxta Jeptem peccatorum genera ,  '" in damnatis diuer[avim poenarum generibus , gradis  ufq; puniuntur -Varietas enim penarum , iuxta, peccas  torum diuerfitat£ inflictasez ipforum damnatorum diuer-  fa fituatio eo difpofitio; varijqs gestus eorum : multum  Jd emorid proderunt;pluraq; loca dabunt.  "De varietate ergopaenarum: feétionumq, inferni d'ffo  fitione eorundemque paktium eonuenienti fituatione mul  ta dicemus . 5  et de loco fi tu; di[bofitioneq; inferni, co eius cuiu[libe  partis , "ubi bi-velilli puniuntur daniati , pertractantess  eon[onum erit infi pul edicere, quas diuerfis in partibus inz  férni luant penas , varijs peccatorum generibus obftricti.  : Verum    Pars prima. EE  Verum de infirno daemonibus ded, damnatoYum pani  agentes, à facra ( quoad fieripotefl ) volumus , qua dicis  mus;baurire fcriptura. verum rislta metbaphorice gp  fimilitudinem tantum intelligenda ponere nosoportet. Ins  fuper cg multafingere hoc in noflro negocio meliori ac cona  uenientiori , quo potuimus modo , coacli [umus , non vt  fanclifimue aliquid addamus [cripturz,[antiorumq: ac ca  tholicorum doélorum illam exponentium inteligentia , nec  ita effe vt finxerimus, credamus, [ed vt facilius recordes  mar locorum atq; figurarum, quibus cuti voluerimus.  rca igitur terra centrum , vva[lifSimus ac pene planus.  fit tibi locus, rotundae crcularifa: figura, borribili &2 tenc-  brofa luce perfu[us... MM  In cuins rotundi loci medio puteus altiffimus [it , veles  ynenti eMluans igne, flammi[que fumo permixtis:quiq; ignis  demones inibi veclufos excruciet : extrad, ospuiei , quaft.  lamboens egrediatur : Co per «vniuer[um infernum eiusd  pertes quafi ferpenszincedendo diffundatur,palmogae tauz  tum à terra furgens co profiliens ( ne damnatos nobis occul.  tct) eof dem cruciet €» torqueat. -  cft circa ip[um puteis , quatuor gradus lapideos brachio:  rum triam velquatuor latitudinis ; duorum, «vel circiter  altitudinis ; ipm circumquaq: puteum ambientes. e) cirz  eundantes;rumum alio [uperiorem exiflimato.in quorum fu  periore,qui orificio putei proximior efl : Ldefl in primo barez  tici fint [acros [criptura libros difcerpentes nam perquam  ffequenter [anctas ifi peruerterant Jeripturas | In fequenz  ti,qui    'Thefauri memori: artificio(ze  ti, qui medius eft, Iudei fint &reis vel ferreis frontibus , vt  eorum obfLinatio fi gifs cetur , velvelatis oculis, evt corum  cacitas demonflretur:"velinclinata ceruiceyvt cordis duris  tia declaretur corum, confingantur. In tertio idolatre cum  fuis proftrati idolis imaginentur. Kyppocrite in quarto gra  da ponantur qui cvltimus eft . 1gne "vehementi predicli  damnati à putei ore egrediente torqueantur. upra os putei  Lucifer quafi à puteo egrediens , figura appareat inis  Lili, flammis quaft infidens , ac ab eis circundatus Des  feenfis autem quatuor pradiélis gradibus, circa nteum exi  flentibus, ip[umq; 4 parte extera circundantibus ; feptem  lineas pertrabes,a planta cvltimi gradus, [qs ad platea cir  cunferentiam fluentes, ipamq; proportionabiliter diuidenz  tcs. In quolibet autem [pacio inter lineam e lineam : vel  mlius inter murum eos murum(nam loco linearum muros,  latitudinis unius brachij finges: à terra. tribus aut quatuor  palmis fargentes) : In quolibet igitur [acio inter murum e»  muram conslituto , ptem damnatorum genera iuxta fe-  ptem peccata mortalia co llocabis: Ffoctamen ordine, quód  f'perbi in illo collocentur [patio , quod dextris Luciferi e pa.  teo cgredientis,velpotius ab umbilico &g) fs ur[um egre cisft-  tualiter conrefpondet. "Destras enim mn Dei fed Démos:  nis , bac peccatorum maximo quo damoniacam malitiam:  imitati funt. fibi antea in uita pofiti wendicauérunt.   - Depenis autem fuperborum , noftro inflituto de[eruiet  Efaia fententia «4. capite fcripta , Derralta eft ad inferos  fuperbia tua:concidit cadautr tuum. Et illud. à. 2f ach...   Incbriate    Pars prima. | 4  Incbriaté eum calice ire domini,quomiam contra dominum  erecius csl. Ifi ergoin bac eorum inferni partitione, qua in  ordine-qu'nta efl ; imterram deiécli, ac proflrati imaginenz  tin, validifsimo.cruciatiigne. — — TH  Inter quos appareant damoues(iuxta illud Iob,cvenient:  fuper eum horribiles) Leonum effigieni babentes, atq; ron-  guibus L uperborum corpora per terram trabentes , eo infiz:  mulea di[cerpentes eg dilaniantes . Leonibus enim fua in  fuperbia ifl [imiles fuere. ! !  1n [ecundo [bacio , quod fua poftione eo» frtu. dextram:  Lwiferi coxam, non in recía pror[ne linea , [cd parumper  pendente refpicit int auari:&) uorum (extra banc poft tio  nem)recte recordaberis,quia in dextro coxe pradicie; locus  los eg mar[upium ( quod ifH [emper concupiere ) tenere [os  lent bomines. uiEnY iro Rd  Ifi waltibusin terram deprefQis exiflimenturjtotoq; in-"  clinati corpore.cld terram emm terrenaqi ve[bexerunt ifti  dum *viuerent . laxta illud Hieremia.vx.ei ui Vero octis  li egcor ad auaritiam.Hflorum ctiam fanguis in loco ona  rum, ac i diuer[is corporis partibus, à [anguifugis eliciatur.   Anter bos admixti [iit dmones,vultibus lupimisuelbu  fonum apparentes, qui baculis iflorum dor(a percutiant. Hi  enim tanquam lupi «9» ceu bufones eg [evpentes terrazin(a  turabiles auro £9 argento extiterunt. | "9  In tertio [bacio ideft ante Luciferum veia linea; laxu-  riof ponantur cuius pofitionis rationem, quilibet ex fe bone  sle confideret. TERN | ibt:  | T ales    'Thefauri memoriz arttificiofx  T ales corrodantur à uermibus in pe£tore. tuditb 16 ."IDa  Lis ignem c9: vermem in carnem eorum , vt vrantur fem  per. Et Efd.vltimoyvermis eorum non morietur : €» ignis  corum non extinguetur.De «verme proprié diclo,non negat.  Se Augullinus boc intelligi poffe Sicut. D. e.4nton.vefert.4.  parte tit.14.(Cap.s.De vermibus etiam E [aias quarto di  cit, fubter te [lernetur tinea , &o* operimentum tuum erunt  vermes Caie.in "D Marci Cap.9. metaphorice vermcm  fami tradit, cum dicitur , vermis eorum non morietur. iz  ce etiam ardenti iflorum corpora perfundantur :quia carnis  delitijs [eruierunt.eMpoc.-vlt. 9 wantum [e exaltauit , e  in delitijs fuit, tantum date ei tormentum eo luctum . De  fimilibus, Efa.5. In die illa auferet dominusornamentum  calciamentorum , &e* lunulas ex torques eo* monilia cc.  €) erit pro (uaui odore feetor,e9* pro zona funiculus, eo pro  crifbanti crine caluitium;e pro fafcia pectorali cilicium;ta  libus ergo ifi aut fimilibus agitentur penis . Erecli autem  flent boc in [pacio homines gj mulieres cincli colubris eo  rum mordentibus carnes:maxime eo in loco, vbi iam carna  les fibi dele£fationes admouerunt.Calui in[uper [rnt,ez) pro  compta coma a[pides , vipera ce T hyra ev. a capite dc-  fluant; vermes infuper carnes corrodant corum.  . Inter bos demones adfint quorum aliqui porcorum forz  n24m pra[cferant : lj mulorum z Hircorum-*ve ceteri,  qui eorum carnes ficut [upra pralibauimus,ardenti pice per-  Jundant: Interq; pedes corum flercura eo limus, fordidifsi  mumq; perip[ema inueniantur. | |  In [p4cie    Parsprimadt o [    In [bacio quarto, quod ad fi nifira coxam fitum e$t, iras  cundi difponantur. nam finiflvo in terra offirmato pede, ad  effandendum f anguinem,pluries iratus bomofe mouet.   Hi autem vunguibusyUultum pectusq; dilanient e: exz  corient:oreqs aperto "Deum blaphemantes i far[um ereélis  eultibus fpumantesqimanu[qs proprias pre rabie morden  tes, imaginentur. c/dpoc.t6 b. ( ommanducauerunt linguas  fuas pradolorz , eo blafphemauerunt Deum celipra dolo  re, eo vulneribus [uis.Per os autem, na[um e oculos, fuz  mus borribilis, igne admixtus, egrediatur.C uo ad fitum po  fitionemqi pradiclorum , Hj pedibus "vno ab altero longe  feiunclis,[lent.   Damones multi,in rabidorum canum -vr[orumqi,aqui-  larum etiam figura inter ip[os apparere fingantur ; qui ferz  reis "Uncinis vunguibu[q; retortis, dor[a, renesq; totas excoz  rient,excarnificentqi. —   In [bacio quinto,quod finiftro Luciferi humero corre[pon  det,gulofi fedeant. Horum finiflramembra,rut brachia, T i  bis;inhirmiora cateris membris, in gulofis e vvoracibus effe  folent:ac ob dejluentes bumores à crapula genevatos ; multis  teneri cruciatibus. 1d circo boc fitu, finiftram Luciferi refpi  ciente : eorum aliquatenus memini[fe cvalebis . Ml intro ia  gatture linguaq;, igne ardentifsimo crucientur; ficut e) de  epalone logitur: LucA6.crucior in hac flamma. Potum ama  viffimum eAb[ynthio eg felle permixtum; feculentumue bi  bere à demonibus compellantur, Ffierc.1.3. Ecce ego cibabo  co5 ab[ ynthio, co potabo cos felle. Exgc.2 Et calicem maroz   5 ris    Thefauri memoriz artificiofze   yis triflitia bibes co potabis v[q; ad faces.Sedeant ifiimaci  lenti , extenuati , quorum cutisofibus tantum adbareat,  e[urientes fitientesque credantur , co pre fame «9:fiti taz  befcant. à   Inter iflos gulofos , demonia furgant figuram bolorum  ev felium babentia : que in borum damnatorum ora cvi  emarifsima pocula,eliquatumq; plumbum, effundant: Hoz  rum peccatorum aliqui, euomant interiora ex «vifcera.   Retro in [pacio, inter lineas à posterioribus partibus, fiz  nifiri humeri ad circunferentiam pradicla platea defluenz  tes,inuidi maneant: Q) ui bene retro collocati exiflimentur:  quia & [lercore malo.fbroximi, letati [unt: &) d contra bos  num illius , «velut flercus reputauere , dum illud vilipende  runt, vituperauerunt ab[conderuntq;. s   Inuidi autem in toto corpore varios liuores babeant: pal  lidieoc. Hos autem Ouidius pinxit . Pallor in ore fedet:  macies in corpore toto: ]N'u[quam recía acies, liaent rubigiz  ne dentes./U'ifcera felle virent:lingua est fuffua -veneno.   Hiproflrati in terra iaceant;atq; duriffimis flagellis,ut  puta taurinis atque plumbatis à dimonibus pa[ferum vel  "Draconum figuram habentibus, durifime verberentur .   In feptimo (pacio dextro Luciferi corre[pondéti bumero   pigrosponimus acediaque percu[Jos : € ui in tali inferni loco  conflituti;ligati fint manibus e pedibus: Iuxta illud; liga-  tis manibus eg* pedibus proijcite eum. ide[l Seruum inuti-  lem, in tenebras exterviorcs.Iaceant bi, in avena: pedibus in  compedibus reclufismanici[q; ferreis ligatis manibus:catbe-    nifq;    Pars prima. 6    ni[qy multis vintli eg cireundat?. Inter iflos diabolifint, fa  cies mergonum «oelmerguum babentes.afr noram aliqui: qui  acut ifsimis Siismalis pradictos pangendo torqueant. D«moz  numq; aliqui, merguum "vel mergonura efhiciem babentes,  tanquam [mper eos [edentes € equitantes , calcaribus co.  rumconfigant, eg) compenetveni latera; baculifa; pofteriores  eorum percutiant partes. Impleta platea damnatis predis  Cis, gelidarum aquarum vapidum flumen [ua inter littera  fluens, co plateam predictam ambiens,ponimus.  c^dt hic notato , quid inter finem platea infex ut dixiz  nus diuif& /pacia, eo arenarium litus interius buius flumiz  nis quemdam murum, terra tribus furgentem palmis, e  plateam claudentem , cg» ab arenario eam diuidentem  féparantem,te oportet confingere:te loca indiflincla confu-  fionem noftre ingerant menti FPofl quem murum plateam  recludentem litus fequitur:totam circundans plateam: De-  inde flumen : nigras fecibusá, permixtasa fundo ebulliens  aquas . |  1n boc autem flumine :in ante.f. Luciferi Cymbam, ani  marum plenam exiflima : In qua atrocifimus fit d«mon,  nauim ip[am gubermans , eg» animas peccatis oncratas di-  uerfis, deportans: mon ob id ( barontis claffem admittimus,  ftd bec metaphorice [umimu. Mflas aiit predictas animas,  damones multi in pradicla naui exiflentes, in varias pr«-  dicle platea c inferni portiones eo [paciaymaximo impea  tu proijciunt "vel deportant.  Extra flumen pradicium, quod totum circuit infernum  NET à parte    Thefauri memoriz artificio  k parte dextera l uciferi ,1n cripta Lymbum infantium:  0845. :  Retro Luciferum, Purgatorium:incripta et TA tras  f'umen pofitumcexiflimetur.   2L miftri 35 in cripta Lymbum [antforum patrum: Ho |  | vUmrationem pofitionis breuitati ['udens omitto.   ct ciendum , quód Lymbus infantium mortuorum in  originali peccato locus efl [ubterraneus continuus cum infer  no,ee parsinferni.[ed tamen fuperior eoloco, quem infers  num dicimus : locum autem iflum, in duas diuidimus par-  tes: in quarum «vna infantes mares [int : in altera femelle   morentur/De boc Lymbo,vide.$.T bo. :fen.dif.45.quaz  fio. 1 im ratione ad eandem qu&fiienen. |   Purgatorium, qui locus purgandorum est , in altitudine  füperior fit predicto Lymbo;qui locus rotundus fit, quaft pu  teus fed latin. Et ibi fint ( lerici Presbyteri: E pifcopi ec.  A eligioft, Monachis Abbates coc.bomines prinati mulie  res. Locus ifle flammis excande[cat eg fumo: Et tanquam  balnea; fedi ignem non aquam cbulliens exifHinetur. In mez  dio fupra quandam exisimatam petram vel in porta:uel  melius in balnea circuitu «vel vltimo per aerem : cfngeli-  confortantes exiflimentur..   Lyiibus [anéborum patrum; locus fubterraneus eft; pa  lo fuperior Purgatorio exiflimandus. Santi enim patres;in  quibus. minimum erat de ratione culpa, [upremum ee mis  nus tenebrofum locum habuerunt,prout a [antlo T homa.4.  fen.dift. 45. uni ar. diste haurire po[Jumus..    Locum.    Pars prima. 7  Locum autem bunc quadratum exiflimemus , eo in pi  »70 angalo [int [ anti Patriarchae: in fecundo fancti *Pro-:  pheta:intertio [ancli:eo: Iu[li bomines: In quarto infantes  circuncifi: omnes ifli ibidem aliquando fletere , v[que.[- adi  Chrifli defcen[um, e& ab inferis a[cenfum . |    A dditiones operi infert ab codem authore.  F. Cofma Roffello, ad ampliorem noti-   timeorum, qua fupra pofuimus:& adlc-  gentium maiorem vtilitatem : & vberius  oblectamentm.    e| Oft quam pra[enti operi de memoria artificio  JJ fa. finem dedimus : placuit co nobis, vut ea,  qu& de inferno,elementis celeflibus.[bberis,  QU celos, Empyrto diximus, ac feripfmus spi.  &ura commendarentur: bac nempe de caufa , ut videlicet.  tum in[hetlori maximo e[fent emolumento:tum, vt illis c.  [picientium animus oblectaretur ac hifce fludijs peram na  uare,vel"vtili, vel voluptate, vel certe "Utrod, permotus  pene compelleretur. Igitur curantes, vt Infernus , Paradi-  usd, omni, qua potuimus diligentia, pingerentursmelius edo  Cli,addere quedam, aliqua in melius commutare, paucifriz  mac, excludere, neceffe fuit. Et,rvt eorum omnium, qua de  pila fuerunt , notitia plenior haberetur omnium pradictoz  fum declarationem , ibidem a latere. appofuimus : cut que.  pittura includeret;feriptura declaventur. Ef as ergo Inferni  pne "Paradifi 7    Thefauri memoriz artificiofe  Paradifiá, declarationes pleniores eo locu; letiores, non om  nes,ne iam [cripta replicentur [cd e duntaxat, que im mo  fro libro minus plene po[uimusi buic nojtro operi, inferimus    &) [ «bncclimus.    DeInferno in communi,& de damnato-  rum poenis in vniuerfali.    qr&me ug LN terra medio centro, Infernnm damnatos  J| num effe,etft mon certo probabiliter, tamcn fa  » [| eri afferunt doclores,vt 5. T bo.in 4-quilibet  g «elol] "videre poteft. qui locus vviliffimus eft .Ut pos    te qui "vilium mancipiorum , perpetuus incolatus exiflat ,  "Profundus.nam circa centrum e[Je creditur. Hforribilis ex  viftone demonum.*vt'D.Greg.autumat.P auperie egestaz  ted, omnium bonorum a[berrimus, verme con[cientiam cor  rodente intolerabilis, P'ermibusá, forfan corporeis fatis plez  nus, quod ee D.efuguftinus non negat.nam etfi naturali-  ter ibidem , pre[ertim pofl. iudicium immoto primo molili  e[Je non poffint, Dei tamum miraculo in damnatorum pena  ade[Je poterunt: uod gg tunc litteraliter de ipfis damna  ris exponeretur illud. "Dabis vermes in carnes ipforum.Inz  faper locus ifle inextricabili confuftone plenus ef : ibidem.  enim nullus ordo,fed [empiternus borror inbabitat.1gne ve  bementifimo exefluans: Putridus maleq, olens : Gelu ae  frigore indicibili flridorem dentium incuriente vepletus: flez  tucinlatu, clamoribusq, auditui infenfr[imis, [be longe la-  4 ted    Pars prima. 8  req [emotus. T'enebris gratie ac gloria plenifeime opacus ác  in[uper lucis extera admodum priuatus . Ita qud ignis ille  im Inferno exiftens,non ad leuemen, fed ad penam videri  poféit,isq, horribili fumo permiflus flammae, fabrübea, vel  t mili terrorem incutiens,penamiá, damnatis in ffüigens. € ui  denid, locus,carcer eft apo[Fatarum [birituum ficut de eoer  uator no[Ler a[Jerit . Q aiparatus et. diabolo c: cngelis,  eius;in[uper [celeflum bominum habitatio: Perpetuum ve -  proborum exilium:pra[citorume digna cauerna.[pelunca. fla  bulum, bominum illorum: qui, vt animalia irrationalilia  in boc mundo vixerunt exitlit,   Q uidamnati bominesomnes er finguli, fi non equa  li modo: (quia [ecundum.magis [altem ee minus) attamen  eifdem penarum [Deciebus excruciantur, cum pene damni  pena, [enfus «niuevft [ubiaceant:iU'erum enim vero, di-  uerfos danmatos diuer[as luere pemas,coruma, peccatis [ac  tis contienientes,ex [acra [criptura, «ut plurimum decerpfi-  mus:quas cadem [criptura, evelproprie, evel per metaphora  dixit;cut eft illud E[aie .Erit pro Zona funiculus , co pro  erilbanticrine caluitium:vel in toto,vcl in perte accipitur,  ut eft illud, Ibi erit fletus.quod per finechdoché idcft won pro  emifsione lacrimarum:[ed pro dolore cayitis, eo» contortioue  panniculi cerebri, accipi debet.fecundum D. Lo.  elias in[uper penas non finximus, vt in[Pector , vel  ip[as penas ifl is uel illis damnatis conuenientes conf deret,  "vel certe ipfe idem le&lor ex fe excogitet quofdam cruciaz  tis pradictis fcripto fignatis vel depictis perfimiles: fed lonz    4t atrocios    Thefauri memoric áitificiofx    ge atrociores : ipfistamen damnatorum peccatis corre]bonz:  dentes,A Dco inflictos , vel infligendos e[e . Nam clarifti-:  mum ex [acra deprompfimus [criptura , penas peccatis con:  uenire debere.€) uod «9 rationi [atis confonum eft. D. etia  T ho. dicit, quàd nil in damnatis erit quod eis non fit mates  ria triflitie : nec deerit aliquid pertinens ad triflitiam. Ca.  propter, fuperbos in Inferno proflratos conculcatosá, à deme:  nibus difhofuimus: "vt qui in "vita gloriam humanam affez  élauere conf ufi, eg omnium de[peclifimi ( ficut vei mil eris.  probabit euentus ) con[sderentur in Inferno damnati: ficá,  de ceteris cruciatis eo cruciatibus intelligas .SNec te chaz  vifsime leéfor fallere poteft pi&lura, qua aliquando nostro in  uentu diuer[os diuerfimode excruciatos oflendit. Nam coz  gita fi potes omnia atrocifcima tormentaya[perrimasá, pez  uas àmundo condito à diuerfis tyrannis bominibus infli  ctas etiam (Chriflo domino, illas et omnes, qua bumano inz  uentu infligi po[Jent, nec tamen parem "ollam inuenies, qua  etia minima infernipena-vel [enfus,vel damni coaquari  po[sit:quod cox doctor nofter c/4ngelicus afJerit, rationibus,  probat. Idcirco qualibet bac in pi&fura data pena, damnaz  ds quedam [ingulis, [ed longe maior erit excogitanda : qua  eminenter ba[ce depiclas continere credatur.    94 parz    Pars prima. M  De pattibus Inferni hac in charta depi&ti,de-  que diuerfis damnatis pradictis in por  —. tionibus,ac de diuerfis eorun-  dem cruciatibus.    SN tartari obfcuriffimo loco. eo lacu , ac inz  e. fuper in putei cenofa profundad, "voragine,  innumeros demones ibidem excruciatos atz  Ic tendito. Luciferum etiam omnium demos  um principem, flammis fumod, ex puteo egredientibus cir.  cundatum, Qj à putei ore prodeuntem,animasá, torquentes  con[idera.   e/4 puteo pradiéfo ucbementiftima egreditur flamma ,  qua per totius Infernipartes debaccatur , omnesá, damnaz  zos iuxta [ingulorum merita torquet. quia dei inflrumétum  e[?. Ligat autem ignis ifte animas, eruciatá ,ac miro tormis  ecomnium damnatorum impenetrat corpora   Hleretici in primo [unt pofiti gradu, qui [acros libroscom  burunt d ilacerantá,: [acrarum enim [cripturarum germaz  nos fenfus in bac luce conflituti,deprauare folebant. peruer  tere in[uper,et cas aliquando abolere aufi funt.   Secus istos, Iudaeos obflinatos, duraá, ceruice ac mentis  eculos obcecatos habentes , ignis idem [pro eorum excruciat  sheruis.   Idolatras in terram prostratos, uebemens à puteo egrcfz  f^ flamma excr uciat.   4H» ppocritas im quarto grada circa puteum conflitutos   Z locauimus,    hefauri memortz artificiofe  locauimus , à quibus demones laruas ouinas detrahere, eo  feces turpiftimas denudare finguntur.  Retro Luciferi dextram ,rvsd, ad frmiflram circulaviter  progredientes, feptem mortalibus capitalibus culpis obno-  xios difbonimus.bos omnes «varijs penis cruciatibusue diuer    fs defatigatos cernere poteris: ficut gj [uperius abunde    diximus.    De flumine vel ftagno Infernum ambiente.    I uS Elidarum aquarum flumen Infernum am-  | $25; sh| biens po[uimus. proinde 10b.s4. de quolibet  : Ua" damnato fcriptum efl.c-4d nimium calorem,   hem] manfiet ab aquis niuium . Conficiant. ergo  aqua i4 , vel paludem ; «vel flumen, vel aliud quid : ita  quid feparata fint ab igne , vel pluribus in partibus Inferni  ea iple aqua appareant : "vel virtus duntaxat eorumiq,   geluip quadam confufione e? permixtione, ot Doctores di  cunt, damnatos ipfos excruciet : nibnoftra refert . fat cnim   tobis cfl, abfonum non efe immo con[onum fuiffe, [criptus  req, lancla con[entaneum, aquas in Inferno po[uifJe.  Cocytum autem flumen eas appellare , quod luctum [oz  pat ,uelpaludem.fLigiosq, lacus,quod me[iitiam [igna tucl  Lethe,quod obliuionem importat, ron est inconueniens:im-  $no. nomina ifla my[lerijs baud carentiquod c palam a[Jes  rimus,non «vt Poetarum figmentis f aueve velimus ; [ed vt  quod illi muffitantes dixere ; hoc nos (brifliana "veritate    plerifjime    A  ES    Pars prima. HE: 10  pleniffime eruditi declaremus, e tanqu&m ab iniquis po[-  féfforibus,ut D. Hieronimus ait, qu« «vera dixerunt a fs  menti extrabentes in noflram referamus e'tilitatcm.    De Lymbo Puerorum.    9] Imbum puerorit, extra preditium fumé -oel  V Hlagnum in crypta difbofitum inuenies . ui  SA | locus, cum Inferno continuus efl, ac inter eius  a asse] partes a docloribus connumeratur;[ed tamen  eo [uperiorem difpo[uimus. In quo exiflentes anime, dupliz  ces tenebras patiuntur gratie [cilicet :eo- glorie.e 4t iflipez  na [en[us moleflias non patiuntur.Hfic defcendebant infan  tesilli, qui in nature lege ab originali non abluti peccato, de  cedebant: llli in[uper;qui olim in priori tefl amento incircum  cifi & vita migrabant : nunc "vero omnes , qui ante rationis  evfum facro non fignati bapti[mate moriuntur.    De Purgatorio.    x] Urgatorium est locus purgandarum anima-  J rum:quod L»ymbo predicto fuperior intcl/iga  tur : nà longe [uperiores gradu animabus pue  2j rorum existunt ife puyganda.cizd qué pors    ——    ro locum, pr&dicle anime deducuntur ab cZngelis : Comis  tantibusramen co afiftentibus daemonibus.) uo in loco £lo  rie tantum, non tamen gratie tenebras fubflinent , 6) pas  a Ve set 1 tiuntur,    T hefauri mcemorix artificiofic  diuntur , ignei, cox fi non perpetuo, temporáliter tamen per  maxime affiguntur eo craciantur. Igitur pena danni pe  nad, fenfus tempovaliter torquentur, «bi cj: demones , etfi  non torquentes ; attamen illudentes €) conuiciantes conuez  niunt Nam ratio expostulat ,"t viclores à «viélis minime  torquentur, et fi aliquantulum ab eif demilludantur. Efoc  proinde in loco anima exiftentes,nofl ris [acrificijs orationi  bus, leiunijs,uigilijs, peregrinationibus,flagell ationibus, E lce  "mofinis ceterisd, fimilibus bonis,à parmis [ubleuantur. ua  iuxta. y.cdug.[ententiam,pradictis animabus profunt:uel,  «vt ipf pena tempore ,rvel intenfione diminuantur,vel ab  eifdem ipf anima penitus ab[oluantur. Aliud leuamé eo»  ee anima con[equuntur . nam ibi non de[unt. c/dngeli , qui  ps gratas apimas bortentur , «9 quafi [ua pra[entia  0HeAnt.    De Lymbo San&orum Patrum.    V] zdnélorum patrum Lymbus paulo fuperior  | eff Purgatorio, ee pradiétis locis minus obfcu    gebantur: [ed glorie tantum fplendore;fez  cundum prefinitum tempus priuabantur.9) u& locum [ubito  pofl mortem adit Iefus [lendore beatiffime anime locum  animasd, illuftrans eo illuminans , bean:á, omnes illas vix  fione fs diuinitatis . £) ui locus, educlis inde patribus, cau  in poslerum fuit ac perpetuo erit. T   5M "De fN aii    Pars prima. | Hu  De Naui Animas deferente.    8T 7 fi naui non indigent anima , ned, veclori-  | Gus cateris,cut pote demonibus: "vt ad fua loa  ca pro meritis , iuflitia «urgente diuina perue  niant ce perducant:attamen ad celos, ange    portaretur ab efngclis. Et Ecclefia boc fere ide demon[lra  re "videtur , dii dicit "Data e[l e/dtchangelo Michaelipote  flas [per omnes animas [anclorum [u[cipiendas. fic de qui  bufdlam prauis bominibus, quid ad infernum à daemonibus  perducantur, [ epius legimus. Q uod etiam de [acra [criptuz  ra te[limonium baberi videtur, dum dicitur. Ecce repetent  animam tuam à tec alibi, Tradidit ei tortoribus quou[-   ue redderet «vniuer[um debitum . Ideoó, actas à demoni-  | ds naues pinximus , quibus animas ad portiones diuer[as   infirni, damones ipfi deferant, e proijciant.e *vt boc fis  gno multorum. bominum anima etiam «v ifibiliter sd, ad  Infermum per datla intelligantur , cum quibus € perpetua  focietatem inuite pertrabent.    Dc Cryptajin qua cauerna & aditus ponitur.    Axes] U'amuis anime Infernum petentes. fouca sel  MC aliquo huius modi , "vt in infernum impenez   j/4] trent es defcendant, ee) ab eo diglutiantur,  NeeeA] non indigeant : attamen expostulabat ratio,  CCS vt illorum    'T hefauri memoriz artificiofe   vt illorum infelicium animarum ad. Infernum de[cenfu:,  qui pingi non poterat , bec figno in[bectori^us declaretur.  cetcmnmn iadicij tempus aducnerit, quo «niuer[ & anima cor  pore denuo "ve[lHicturit»c freut olim [upra Datbaan et Abi  ron congregationesá, eorum cos uiuos deglutiens terra aperta  eft: Ita cg peracto extremo vvniner[aliá, iudicio,ea ipfa ter  ra cora damatis magno aperietur hiatu eo abyfci magna pu  teus fuper cos urgcbir os [uum , e viuos deglutiens perpez  tuis ibidem tenebris veclufos eruciabit . Q uefo vosomnes  lectores in[beGloresa, viuentes: ad inferni profunda cogitas  tu "ve[tro defcendite, penasá, «niuer[ as perpenditeyut eru  ciatibus predictis admoniti, c7 bac invita illis quafi "vul  neribus percufisatà, perfofet, a peccatorum fomno,iam hora  exifleute, furgatis. 9). uo [obrij eo "vigilantes,atá, precincti  libero patétio, ince[J: u, virtut4 omni femitas peurrere poe  tis, «o ad eterna beatitudiné in calo perfruéda pertingere.   Omniam praedictorum locorum figuram ad maiorem  euidentiam pono. in qua fane figura-vniuer[a quia [uperius  féripta funt, dijpofita inuenies-fed mon precife eo quo fupes  rius diximus, modo: nam in melius qua fcriptaerat mutare  (rut in bis additionitus uides.) fapientis erat , e» tilitati  con[alentis: In eadem figura,candem ob caufam , quedam  addita inuenies . Nec ob id miretur lector , nam [cripto boc  opere absa, figuris, ess iterum illi Wacantes,ut pro maiore dez  claratione in ip[o orit, qe [cripfimus,ponerétür figura. qua  dà mutare:queda addcre placuit nobis. €) uod et in [equéti  bus,ne eade repetere i1eneamur nos ferua [Je animaduertito.    ALlodd  queen YT AT ER    bU P " AUC WUCAMECS  Axes UE V REENC IT VE MI    Miiisiecviá ws, CIA  Hm  e "1    Y Y3CAY W    ER    ; FE  SETS    pe  Tr    EIE e    E. QA  y  EI    —o—    4| — S 8NOlV5odA CO AESES NI    V "" F3  res Las uigne PER uteri mieu SUC. T ACT ADRIAG ST app  V VAR MORES qe Me DR, ETC ce ADR xpi ei xu o d ed ei oen    Thefanri memoriz artificiofx    7| /oniam in. carminum compofttione minus  JJ] apti minu[ue eruditi [umus,ea propter ne ali  j| quid noftro defit operi , quod lectoribus fore   (NES 9) gratum € vtile exifhimemus : ideo qu  profa diximus, xut carmine comprehenderetur ,curauimus.  4 uapropter. R./P.F.SNicolai Alextj Perufini celeberri  mi in (acra T beologia profe[Joris, ac [anct Inquifitionis di  ligentiffimi commi[[arij opem € operam efflagitantes , [ua  tum benignitate tum praclara in [ludis ommbus eruditio-  ne,meruimus quantocyus exaudiri. litur que cito, fed ele-  ganti copiofoá fbylo profudit carmina , hic infraa nobis poz  nentur:tie buius noflri operis lectores,ac figurarum in[pecto-  res , bac ( quam carmina donant ) animi oblectatione priz  uéturimmo que pro[ayt diximus, declarata uiderintycar  sine bec eadem [e babuilJe letentur: vt qua animi oblecta  mento auide legerint : ea ab eif dem iocundius € "vtilius [n  [cipiantur , co fixius in corum figantur qo rccondamur  semoria.    RP.    * P? M. NICOLAI ALEXII  BB R.VoOS LOU  ORDINIS PRAED. COMMISS,    S.Inquifitionis, Carmina.  DE OENFERNOS SS  DAMNATORVM GENERATIM.    d ades , iam fi ifle gradum, circum  [pice formam  j| Tartaream , € penas pedore conde  truces ;  C-ARCER atrox Nerterd d grauis,uer  TT o meid Voraces  T'errifica facies, borrida Monflra, ('Fuces ;  Eftcalor intenfusyriget intolerabile frigus ,  eNunc buc,nunc illbuc perdita T urba ruit ;  Lutlus co Virrices Cura, [bes nulla falutis, —  Styx nigra fax pallens, Pax procul;acl 4 quies  "Dira fames,violenta fitis, truculenta cupido ,  E xplere at nallis,bic,[ua ota datur ;.  Sic femper miferi cupiunt,numquamq, cupita.    Percipiunt,    Thefauri memorie artificiofx  Percipiunt ira binc bisrabio[a furit.  Hac tibi [ab varijs [unt bic defcripta figeuris,  "Ut mage ftc no[cas, £ ue grauiora manent :  eNam nec Praxireles fcelpat,nec pinzat c-Apelles  "Penarum [pecies.E) uas locus ite tenet.    DE RV ITO.  A Lius hic eft "Puteus, T enebris oppletus eo igne ,    Q uil emurescruciat. Lucifer ora tenet,  Hovribili a[pe£tu, ( unclos torquere paratus :  e tá hicjatá illhic, fors "variataviget. ; — |    In primo Fzretici.  H Ic fant Fíerttici Q) ui (acra Volumina [cindunt  &. 1 c/4ur pedibus calcant, Dogmata falfa ferunt.  " In (ecundo Iudzi.  H Ic natio Iudaea gemit, Cui ferrea ceruix:  Kl Cuiclau[us Mo[es,luminayvelat egunt.  Intertio gradu iuxta Puteum Idololatrz    F eAlforum hic confraGla iacent fimulachra "Deorum.  X. Q uorum cultores v[tulat ignis edax.    In quarto Hyppoctitx  H Ic funt byppocrite, ficlapr obitate doloft ,  XJ Laruis depofitis,iam [ua Damna videm.  In    Pars prima. 14.  in quinto Superbi.    Hhos trabit,bos trudit,ora Leonis babens.    "wee    À Vla fuperborum adDextram Plutonis .eórima;    In fexto Auari.    Ic curuos ceras "vacuosá, numi[mate auaros,  H £) uos [ab fronte Lupi, [eua Megera quatit.  dNaná, "vorax Lupus est,fic nec fatiatus auarus ;  Vt Bulfo,defit,ne fibi terra,timens.    Infíeptimo Luxuriofi.    Oram Lucifero, Veneris quos fcda libido  e Perdidit,Ignis inefl turpia membra creans,  cAnguibus oratument colubris coma colla cerastis,  ircorum effigie:quos lemures domitant.    In octauo Iracundi.    Cce bic irati lacerant fibi "Petlus, et exit   b eNaribus,atq; oculis flammeus ccce uapor.   En mordent fibi dente manus, pia numina carpunt,  "Portenta bos vexant Lurida,more canum ,    In nono Gulofi.    E Suriunt,fitiuntá, Dapes,abfintbia felle  Et fecemisia Grues,P oculad, atra ferunt.  Diues adeft epulo , guttam petit ,€e* nequit cUnquam  " P e4ccipere,    b *  Ld .  &    Thefauri.memorix'àrtificiofz  eAciptre, Unde ardet iugiter ille fiti.    In decimo Inuidi.-    I 3 I1refident quos Hio. edit , qui i T abe matrefcunt ,  "Dum mala auent alijs , nec bona ferre qucunt y  Hhs in (ublimi tractos fera pulfat Erymnis,  F nde his ies U erbere térga fonant.    . In vodécitnio Accidiofi.    H Ic " cgnes berent manibus pedibusd reuin&lis ) ;  Rupibus in flygijs,ad P blegetontis aquas,  405 .$ Ma afinos mentiri, pulfi bus furgent,  egi us Aleéo verberat "vs JV. Eia    De du si inesqu od am bitin GPS s.    Gniuomum obuallat cirtumfii tatartara flumen, TS   ] 9 uod multis cAnimis caleat onujta R atis.   €xonerant Claffes Loca dat [ua cui, C barontes,  *Proqi (a uo Penas (rimine qud luunt. ^    1n Purgatorij oftio.: :    1 1 Ic z hài eft animis purgandis tempore certe: —  e Angelica , exter[as portat ad Mise uar    Lyrnbus Patrum...: ^ «4  H Ic "vetus ille manet Lymbus, quem Chriflus adiuit.  dd din occlufos extulit inde Patres. Lis  jte    Pars prinva. in 1j  LymbusPuerorum. ^    | Y À ec Pueris eft dicla Domus, Q uibus ante perire   H Contigit,ac labes prifca veuul[a foret.   "Dant penam "Damni, non [en[usynanq; videre  Haud unquam po[Junt numina clara Dei.    Idem ad Amicum fium F. Cof. Roffellu m.  A (cipe T hefpiadum fubito deprompta furore.    Proq; mco tantum redde Labore preces.  Yt tantas Eereli nobis euadere penas;  Det Deus,Co valeat mens meapace frui.    .De locis ampliffimis communibus fuperio  ribus pre diétis:ded; corum diffini--    tione parutione & numero.    Ar «| Oca communia amplif'ima es fuperiora illa   4 funt,que [uprà inferiora [unt pofita, eo [unt  CAE quatuor elementa: T erra: equa: c/4er: ea   P mLLN Ignis. Eorum autem elementorum uni 'quod-   qut: in P ERUAN fecernitur partes:qua quidem partes in[Hituz  o noflro perutiles erunt . ]Nullus tamen miretur, quid boz  dum bomogentorum partes , qua fibi [imillima funt, pro loz  cis bac in arte(qua locorum varietatem quantum poteflrez  quirit)deféraiani Nam duo funt, qua diuifionibus ca nobis  ! 4pta    Thefauri memoriz artificiofze    epta reddunt. Primo ves, qua diuerfis in partibus elementos  rum vclimueniuntur: «vel inueniri po[Junt: «vel faciliter in  eifdem imaginari valemus(ct infra uidebis.) fecundo eo-  rum notabilis magnitudo, quam attendentes diwifr ones faci  liter predicla eleméta recipere poffe cognocimus . uorum  quidem notabiles portiones, à uobis aufugere nequeunt. T er  ra enim [ecundum [e totam,a nobis def umpta (fi Alphagra  no credimus)girat triginta millia;[upcr emille quingenta mil  liariaqui numerus [ub aritbmeticorum figuris pofitus atque  redactus , talis eft 315060. Groffities «vero eiu[dem atque  diameter mille ej) viginti duobus miliaribus conslat.( um  iuxta Archimedis fententiam diameter tertia fere pars fit  circularis circumferentiareicuiufübet orbicularis figura.Se  midiameter autem terre (qui noflro propofito maxime dez  feruiet,cum bac fubeelefles J[pheras ic infra fub figuris Ca  non integras fed medias duntaxat demonfirantibus pona-  us , quod non. tantum nobis noflroà, negocio fufficit : fed  clariorem plane noflram reddit doctrinam)erit quinq, mil-  lia co voxdecimmilliaria.  ur autem de milliaribus loquimur. bic,eos infra deno  Sis intelligimus. Ad noflra cnim milliaria recentiores, que  veteres po[uerunt , laboriofa fupputatione reduxerunt. Az  qua "verotamva[ta amplitudinz atq; magnitudine fuperz  eminet terra. ac tam grandicam [ua excedit quantitate ,  quid iia decuplum pradiéius Alphagranus cateriq; (eidem  ceu bac in re doctiffimo adberentes) terram ipfam excedat,  autument. Eadera quantitatis proportione er A quam: et  Jenis    Pars prima. 16  Ignis c/feré excedit,eg: fuperat. Ita quód dotfiffimi c/A$lro  nomimaxime cAlpbagranus, à Terza ad evsá, Lune cali  numerent triginta €? duos terre [ernidiametros.qui,cut di-  ximus , ex quinque mill ibus "undecim milliaribus conflat.  Q uamobrem iuxta corum [upputationem, Lune celum à  terracentum [exaginta millibus &z* quadringentis «viginti  feptem milliaribus diflat.16o 41.7. bfonum ergo non erit ,  imó eg) quamplurimum con[onum atq; perutile inucniendis  locis atq; figuris predicta elementa diuidere.Q uantltatum  eiiam pradiczarum ifLorum elementorum , vt experientia  di[ics, aliquando ia noflro negocio memimi[fe iuuabit. B d r&  autem noftram redcuntes,ab[omum non erit,imo e9: «valde  confonum extiterit atque perutile, inueniendás «o con[litué  dis locis atá, figuris, predicta elementa in [uas(qua in jfra po  nontur)diuidere partes. € uod crgo ad corum [Pectat parti  tionem, ierra incipientes, in [ex portiones dicimus eam dis  uidi pofJc.  T'erra prima pars fit illa, aue prope ex immediate fuz  pr^ lufernum efe, que pars pure clemétum e[l, cum miflioz  nem aque non recipiat, neq; alterius vei, qua pars ficca exi-  fit et frigida, colore etiam differens a ceteris terra partibus,  fecunda pars et, ubi aquarum funi meatus,ubi aque mine  rales [ulfuvee e calide etiam pertran[cunt,et bac pars [n  perior e[fe pradicia exifl netur. Y ertia ct fuperior [ecida:  in qua metalla ee mineralia omnia actione [olis ac flellarss  maximeq, planetarum gianuntur influxu.  Q uartaterrepartem affignancus co in loco, ubi Hie  es    T hefauri memoriz artificiofe  Ies aque defluunt de[cenduntà in qua &o* maximarum avz.  borum radices pertran[eunt: Vbi eo quedam mineralia,ut  Gypfi us, T upbus,$axaymarmora.  -Q uinta pars ibi ef,yubi Serpentes excauant,eg» anima.  lium latibula inueniuntur,cvt [erpentium,vt formicarum,    "Ut Soricum,ut rubetarum vel bufonum, «vt talparum,ce :  zerorumé, fi milium.    exta pars, qua, &) berbiseviret eo» floribus videt, calca  tar ab bominibus, teriturà be[Lijs,in qua eeneratur germa,  eo apparent arbores. Q ue percutitur grandine eo incbriaz  £ur pluuia, eTluat S ole,albe[cit niue ,conflringitur glacie eo  f'igefcit ventis.Hec autemterre pars,que fuperficies eft ,di  uiditur in tres partes im Á fia, Africa, eo» Europam.V'el fic,  in orientalem plagam, occidentalem , meridionalem ev [es  prentrionalem; vvelfic inpartem qua eft "ubi nos [umus, eo  in aliam oppofitam pedibus noftris, ubi antipodes; 'Uel frc,  In Plauities e9x in montes.  - Deminoribus autem eius partibus. regionibus e» pros  sincijsinfra fumus dicturi. !  Partes uerb elementi aqua [unt [ecundum pra[enté [bez  culationem.Profundum maris,in quo lutum,quodá, vapoz  res fpirat flelarum lumine 5$ olisq,, qui "Uapores ebulliétes,in  procellas erampunt ita vt efundo Saxa corum impetu [ur  fem moueantur.ut docet Albertus illemagnus.  AMedium aquarum pro altera parte affignamus, in qua  beflie marine, ceta evcperambulant. à  Tertia pars paterit accipi in ea parte aquarum, «ulivez    e€.-    ta    i ]  Pars prima. | r7  tia iaciuntur ad capiendos pi[es, inqua e» mintrespis  fics dicimus p. s  Q uarta p^'5 fupzrficies 4quarum eft, fvepra quam perz  tran[cunt naMucs, que extera quatitur zempe[late 3 "uli Ius  mentes flulus apparent , vli mirabiles videntur mari  elationesyvbi venti maxime dominantur.  - Quinta autem pars eius, fint naues ibi imaginata, qua  contigua [ant cum aquis, ideod, quaft pro altero aquarum lo  có qualibet earam baberi poteft ; 9Nauium autem portes  fentina: medium-vbi «varie merces; ('amerula nauta,  alie, manfiones: f'«perior pars,que est dif cooperta, rcbi inz  fire métabellica.Q uinta cubi velum.funes, malus. exta  corona ubi uexillum columen... : !  e Acris partes, [unt multa, ac notifime mobis que pro lo  eis baberi po[Junt . In tres auteyn pracipue [ecatur partes.  ^. fPrima pars eius:prima regio aeris efl ;cov eft illa, que no.  bó propior esl,et terre, co 4qua cvicina ez contigua, € ue  calida co» illuminata est. ex radiorum folis eo» flellarum re  flexione; (ed mon femper eodem modo fcfe babet, fed diuerft  mode diuerfis anti. temporibus , propter. propinquitatem  folis eec. !  -" Secundapars eft [ecunda regio , qu e» media dicitur,  a terra e» ab igne femota, frigida ez tencbrofa, quia cft ab  dgneremota, ad quam [lellarum vad/j à [uperficie terra ve  flexi minime perueniunt . T'empefluofa etiam efl . tertia.  pars, fuprema vegio $1, que prope ignem efl e ipfi contigua  631, ey à terra maxime diflans : tranquilla , quia in ea.nec  E «vent us    'Thefauri menksoriz dttificiofz    eventus efl nec pluuia « Calida ab igne ;eo Wellis vicinis ej)  mota , Pura , (non cut prima) ex cuius fubeiliori parta  generatur ignis. R dra; quia in [uà perfetlioneconfiflit..Lu  cida, propter ignem : Mo ilis , quiacireunducitur ad moz.  tum ignis , em bec pass eAefhus , dici folet. qualibet autem.  harum regionum in tres partes diuiditur. E PNE  Prima,vbiyapparent "Uapores , aterra egredientes, qua  attrabimus cg re|piramus,qua vve[ cimur , quam peruolant  apes , mu[cay ve[pes , feci gi aues quedamparuula: cobi  apparct ignis fatuus fequens, coel antecedens bomines. Can,  dela circa cemitcriacateraq, fimilia. dn  . Secunda esl illa aeris portio , qua peruolant quada aues  magna. 'Ut c.4quile, AMilui,cornices turmatim, (igni It  ordine volantes. austin "EM  | Tertiaef illa,robiros fecundum Commentatorem gi  gnitur : non autem fecundum c-dlbertum magnum . à nhac  etiam generatur pruina; fecundum ilis PO al  T'res autem pradicla partes: portiones. prime regionis  aeris, fecundum pra[entem [peculationem ponantur, ——   2 uarta media regio tresetiam ipfa pofcidet partes fs  cut ee prima. de quibus partibus , eg fi metbeorologici diz  fincte eg figilatim mention minime faciant: de regione  tamen tota fimul c9 in communi, deq; impreffionibus que  ibidem fiunt fatis fuper, loquuntur..Quarum imprefGiones  aliquas in prima con[lituemus parte buius regionis, que no-  bis quarta cfl. in ordine, € boc non immerito,vt ipfe teffa  tur fenfus AMeteorologicorum doclor «s director. Sunt era    go inibi    »    Pars prima. 18  go inibi nubes; funt pluuia: Apparent fulywra, fulgoves,cor  rufcationes ; Generantur fnlmina, atq; ab eain terra vi  de[cendunt ; 4bi tonitrua fiunt . Et ex eoloco in terra evés  torum de[cendumt turbines, iuxta c/driflot.[emtentiam fez  cundo AMeteore qc. |   Q uinta.In fecunda parte buius regionis media, que eo  in ordine quinta eft ez media,quo velis ordine.(. £) uoniam  ab ignis fulgore € celi lumine distat, Et item à reflexione  radiorum folis ac [lellarum terram percutientium «valde  remota efL,unde tenebrofa exiflit): ponimus demones effe,  quos hanc partem cueleirciter , babitare exploratiftimum  eft ut eft videre apud A) T bom..4.6 A-Art. 4.€9* apud Jj.  efug.[uper Gem. ad literam, Li dicitquid aer caliginoz  fus eft quafi carcer damonibus,v[que ad tempus iudicij. ^i  de etiam eumdem libr.8.de ciuit. cap. fecundo. Et libro de  e/4gone Chrifliano ad Deogratias psbyterit . "Demoneser  «go banc regionem inbabitantes in [ccunda € media buim  fecunda co medie regionis ponamus. |   Sexta in tertia parte regionis pradicle,que [exta efl in  erdine,reliquas impreffionese[fe dicamus, quas metheorolo  gici in hac cadem constituunt regione, quauis diftintle non  - dicant nec loquatur, nec tute affirmare poffint, eas ipfas im  prefeiones hic fieri tantum, nec fupra nec infra , quonia boc  difficilimum eft affignare . Reliquas ergo imprefGiones,quee  hac in fexta parte vel prope ca inueniuntur, funt Halo, qd  Jatine corona dicitur , qua corona in talis acris regione etia  flens,nofiris oculis apparet taquam circulus circa folem soel  SSTY 2 lunam    Thefauti memorie artificiofx  - lanam vcl aliam flellam infrsnam. Hic notatojquid fas  lorum fpecies plures [ant,quadam fubnigra: quedam alba:  quedam virides eec. Hic etia biatus; eo vvoragines, Hic   diuerfi colores videntur,ob quos apparent a[lva. [ub «umo  nunc colore , nunc fub alio. f. ubofcuro «vel rubeo «vel allo  vvel viridi. Iris etiam hic appart. Item cviroa albe:lucide  vvclnigre:aliquando virides: etiam punicee, Hac circa foz  lem cffe apparent , In fuper *Paraylij.i.[Emilitudines «vel  - effigies folis. |  Septima. Sequitur nunc de partibus tertia regionis, que  ficut procedentes fe , im tres fecatur portiones ; Prima er-  &o pars buius vltima qj [upreme regionis ( qua in ordine  feptima erit) illa e(l, in qua fecund' M etheorologicos ec.  apparent [Hipule ardentes ; domus incen[ce , candele flam  ma rutilantes , 1gnis perpendicularis , lanceaardens , Et  fcintille tanquam qua a fornace egrediantur. :   . Oclaua. JAMedia buius fuprema regionis pars,que oclas  ua eft inordine illaefl, inqua videntur capra [altantes ,  "Draco tortuofus , volantia $ydeva .. Hic esiam fecundum  c^ loer.mag, a. lib. trac primo,cap.tertio Meteor.ez)c.G ez  neraturros: edt fecandum Commentatorem fit infra.   Nona. Suprema pars buius fupreme regionis, qua nona  eft inordine, ignis [Dherz contigua eft , Et inifla apparent  Comct&barbat e Crinite : Caudate diuer[orum colorg:  (olumna piramidales: Candeal accen[: Columne arden  t6 : Et titio , qui arabice dicitur Afub : Hac de Aeris  partibus. | ja 60s dus war   Suprá    Parsprima. "E. 19    ur Supra ederet Regio eff ignis, quam in tres f[ecernimus  portiones . In bac ergo regione notato , quid [eeundwum pro-  fpettiua c tutborem lib. vltimo,propofitione vltima ,cum  fuo (Lommentatore recipitur galaxia, qua fecundi vutrosd,  «via latfea efl lucidarum eo albarum concurfu nubium fà  la. 9 ui quidem author duas a[ferit Galaxias, ficut in[i-  cientibus nocle celo fereno patere pote[E 5 Q uarum vna,  («vt ipfe ait ) intercifa e$t , e fuperior : Altera continua  eov inferior. —   - SNosergo noftro negocio attendentes, eo regionem pras  "diclam diuidentes, dicimus, quid A   . Prima eg inferior pars ignis illaefl, qua ipft contigua  eft co ex qua ignis defcendit, a[cenfos vapores incenden:.   2. Secunda pars , qua co mediae[t , in ipfa Galaxiam  recipi nunc concedimus.   3. T'ertia,qua orbi lune contigua efl mobilis valde pre  diclis purior rarior [ubiilior , in qua Galaxiam alteram.i.  interci[am recipi dicimus, [eceundum c/Authorem profpetti-  ue ,non ilum bac in. ve fequentes (nam in o&laua [hera fc-  cundum Albertum mag. case[fe ponimus) fed noflro atten  dentes negocio : Ignis enim partes talibus infignite impre[3   Jionibus occurrent celerius , memorandarum , quamverum  magis receptibiles erunt.   Alio autem modo tum breuiori tum faciliori ac memo:  rabiliori, aeris partes aff ignamus. '   Primam ergo aeris partem dicimus eam , qua re[iraz  mus, quaue aues paruule peruolant qg)c. vt fupra.   Secundam:    "T hefauri memoriz ártificiofe    ^ Secundam : Ubi aues magna pertranfeunt , de quibus  fuperius.  Tertiam immediate [ub nubibus conflituimus, [ub quiz  bu: fluit aqua, que in grandinem aliquando congelatur in  grandenulam eo niuem Ubi pruina gre. |  Q uartam "vbi nubes [un: fulgores: fulgura € cetera  alia,de quibus [upradiximus. |  - Q uinta fit, bi demones manent. |  Sexta, vobi impreffiones ignee vt plurimum apparent.  Jgnis partes eo modo, quo [upradiximus,diftinguantur.  Predicforum elementorum f(céliones fub figura ferm circus    lari difpofitas hic infra reperies.    | E D CONTINVAAPPARETIY  J $ x- SCEND ad  AS fce E coils:  e AO eec DRACO CADENTIA svpE  PA ENTESACANDEE Acc    CR EUR à    SERES NA    AN : SV .   j Y AND. «S 0L   [aS ANSA «92 CE. VESPES "AUS   e r .» x MS BNSENT-INOS EOULEY    ; e US  74 ESI VREIMINO, OE SN  bg NATA ON  Je NE FU d QUO CUERS a NON  v5 APA E AMA BEES ANENENCN  | VS ADAE LANG  El : ESO  Bil ARAS  dislal WA an  — er$ m    (Ee.    , ; Y 4 ; : ^i n cei  T EM aep t y pP, [Mean "C5? tá CTEOU YE OXFAEN IT 84  Es At us » m q^ TET hi ,    ; ael    OY    ed    Á&    Mt  i    ET Ther  PU ,    [4    zd   f. ( d   » ag 56D i e nra  1 Lf P. D d    /    m » -  onnaitivero i í  F—9 4 - E 2 —  " zr x  Ey e IN  —R à wisi    U-    2t. MESE icis    EN   ^ , ive,   1 ji : : " - ài * ur v jiu a.   y 1 i * 85 1 :] ;   vá udo e. y he (d 321451. V ^9 n airo": 1 1 i UE  viri Passi r ; xis f a (M Ls AL "De 4C, DIACUS E Eu WU : d m  CLHBIRSICENIETURU TUE NOCLOHDIN UNIS cai ELA aiino m ARESGUR RSS ONUR ri D RERD ER de - LP    HN    ^    RPM 4 NICOLAI ALEXII  x E: JA e M S. At. AN be    ORDINIS:PRAED, CO MMISS,  »:Snquifitionis, "Catmina.. ek Rai    yr DE, EBEMENE |  OTOERRR e a ET ei |    fas ]| Se fuper —— Tellus pe  TN b « aue dirempta, ^   Partibus. £t t d et eit, pur té  ,Paxá, i.   cAlicra] parar minus JUcnas tenth,  p M meatus;    RÀ P nde Minerales A qnadi lira n mit-    tit aquas. " Y» !  Tertia producit n nobis g qenus o omne : Mtetalli, Latages  cese. "turum, ! E agentium. : martiaé, arma perit. ONE  9r eART cA, Domum prabet Buffonibus, atá, ceraftis,  AMuribus d alpis; UN at iflalatent.. — "m  In fumma «vero facie, 8 ofa a, Lilia. herba. M Vexà  Medea Planie ora iid, e arua uirtnt. x    Bit T ,    L    ^ 250 89^    Hqua    Thefauri memorix artificiofze    Aqua. |  D Elluri [uccedit À qua, et quatuor quod partibus ambi,    Et circundat eam limite cintla (uo.  Prima profunda, paritá, fole trabente «vapores.  Vnde fluunt nubes, lympha, procella,miues. — .  Altera. fert pi[ces.eov mon[tra [ub E quore multa, —  Hic Balena natat, cetus, tz orca, Boues. ———  $N'on ita Pars grandes, Pelagi dat tertia, ifces,  Hic Anguilla, Lupus, T incha, Locufla, Lepus.  Q UARTA velit claffes,tumidas quoq; fugit 3 vndas.  depius in preces, "Naufraga puppis abit.  Aereo DR  D Ebhinc cer f[uccedit à que, Repionea trina ,  In totidem fed pars, Queq, re[ecla manet.  Jnde rouem [urgunt, Qua viuimus,infima pars eft,  Qua F uci '?* Mu[ca,quaue agitantur Apes.  Portio Pbanices Aquilas, Miluosq fecunda ,  Prouebit , bic etiam per iuga tranfit olor,  T'ertia progenerat Rores, tenuesá, pruinas  Frigore concretas, qua*vaga terra madet e  Quarta gerit nubes pluuias largitur e imbres  Fulninat,eo fufa grandine vo aflat &gros.  AMurmurat bic celum fonitu,tonitrud, remugit ,  €t "Notus to» Boreas bella cruenta cient.  Efl data demonibus Pars quinta, cubi pralia mifcent,    ANoffrad,    Pars prima; 2  eNoftraá, follicitant pectora mille mods.  d'exta nitet varijs formis, bic gignitur balo,  Iris, hiatus adeft ,rvirga,rvorago,color.  d'eptimapars [lHipulas, candelas edit eo» baflas,  Ignem pendentem, flammea tela, Domos.  Saltante: gignit capreas octaua, Dracones,  Labentes fTellas cernere epe licet .  *N'ona faces affert torres, rutilasd, cometas.  Pyramis co flammis feta columna nitet.    Ignis :    Era flat fupra vulcanus,concaua lune  T'angens, gp) com[l at partibus ille tribus,  €t furfum raptos accendir prima vapores  c/Altera laclentem, T ertiad, ipa viam.    Cap. 4. delocis communibus amplif-  fimis coeleftibus , & eorum  diffinitione & numero.    Oca communia ampliféima celeflia, funt ils  | Jaque [upra predicla omnia fita [unt: vns  decim.f-celorum [here . In primisá feptem  | planctars celi: videlicet celum lune, quod  eft primum cteli ab. inferioribus incipiendo: Celum Merz  eurij , quod eft fecundum. Tertium celum cfl "veneris:  Q uartum e(l Solis, co efl medium inter fepté planetarum  celos:    T hefauri memoriz artificiofze    celos: Q uintwes Martis: Sextum Iouis: Septimum Saturz  nici: Oclaua feheraque fixas continet flellgs: SNonum  celum: Primum wobile;Celum empyreum.   Q uo ad partitionems, (Jelorur feptem planetarum par  tes non afrignamusi quoniam frmillima [unit (quod memorie  officit). & uodhbet ergo celum pro vro loco erit :pro altero  planeta eiu[dé accipi poterit : pro tertio loco imago rei illius  (a quo planeta 'boc vel illud nomen accepit) [upra ipfum di  fpofíta,deferaiet...   Velcerte pro tertio loco , motorispradicliceliimaginas  ta figura in[eruire poterit.   Verum , *vt eorundem remini[camur facilius , vnum  quoda, [éptemplanetarum celum, ex illorum metalli maz  teria con[Lare fngamus, [upra quam vel quod boc planeta  «velillud dominium babet eo: virtutem influit 'Tafis enim  diuerfitas noftra conducit memorie,ne in id pluries incidaz   mus,fi fimiles fi biinuicem illos e(fe crederezmus. $unt autem  feptem JMetallorum genera principalia, feptem planetis  ee planetarum calis corrcfpondentia tanquam effecius can  fis: Quequidem metalla (quibus planete fauent e incres  menta pr&ftant,eóuiuoce corum virtutem párticipant ,ac  «vim corum [ufcipiunt. |   Celum lune in argétum [olidum influit. Colum Mer-  curij in argentum "viuum. Ceelum vveneri in Aes.   (elum Solis virtute operatur in Aurum, (clum var  tis imprimit in ferro. ('elum Iouis fauet flanno.Celum $a   turni dominatur plumbi metallo. vi da g. ,  uods    Dars prima. 22,    Q uodlibet igitur celum imaginenur illius conflare me  tallo,cui vim imprimit . C lum ergo lune crit. ex argento  folido: Mercurij ex argento *viuo: 'eneris ex aere: $ olis «tu  reum: Marti ferreum: louis flanneum: Saturni plumber.  "Unumquodá, autem corum conum tibi tantum locum daz  Lit. Et quoniam cuilibet predictorum celorum affixum eft  Planeta "vnii, quodlibet corum planctarum pro altero erit  loco . Iterum fupra quodlibet planeta «vel alatere imagis  pem runam ponimus tali planete talis Celi conueniens , vt  fupra pralibauimus : Planeta luna, pulcherrime mulieris  imago refideat, qua luna pulchritudine tibi "Dianam de-  wotet,quam [upra lune partem latere [eius [edentcm,eo»  argenteis cveflibus rutilantem finges,quomiamargéteum cfl  celum , cui illa ?nfidet: "Planete Mercurij infideat ipfe  Mercurius alatis pedibus [labit,cur[orisá, figuram. ve[tiz  bui coveffigie prafeferet;cuius quidem we[les quoad fub[/  tiam eg colorem lucide fint argento "viuo fimiles. |   Super Planetam voeneris ,cveuus ipa erecla apparcet  erine [ubtili [Farfo, ef oie pulcherrima;cultu muliebri mii o  ornata modo , «ve[libus talibus circumamitia , qualibus  nimpha circumamiciuntur . Supra S olem «'eleius caelum,  *Pbhalbus ael e4pollo curri igneoad currédum difpofito, ap  pareat, ot apud poetas inuenies. /A latere planeta Martis,  Mays armati ardenti infi deàt equo. Iuxta planetam 1oz  nis, fedes eburnea poftta fit; fupra qua Iouem Deorum ma  aimum ("vt falfo erat apad Gentiles) locato, vel fupra pra  dictam federn Iouis imhaginern flanneam [latuas.9) ui Tup-  | py. pier    "Thefauri memorix attificiofz  piter planetam fuum pedibus tangat , ipfo, pro [cabello  «vtatur.Saturniplanete, ftatua Saturni plumbea, fcné calz  uum canum eo tardum prefeferens refi dcat.   Celum otlauum diuerfis coloribus rutilanté confinges ,  quandoquidem ipfum celum eg ineo contenta [ydera va  rís co penz infinitis rebus corporeis(que diuer[orum colori  exilunt) in cas influendo corre]pondeant : Philofophorum  enimnon nulli dixere nil pene efe in terris , quod inochaua  fphera maxime ficllam fiti dominantem c7 influentem  non babeat.   Olaus aute. [here partes multa [unt ; Q uoniz quod E  liber fignorum duodecim poteft [altem provo loco feruire.  Signa autem pradicla, [unt ifla. c/dries, T'aurus y Gemini,  (acer, Leo, irgo, Libra, Scorpius, Sagittarius, Capricor  nus ,crdquarius, Pifces.Q uelibet etiam reliquarum 4$. f-  gnrarum ceeleftium , qua omnes inoclaua [hera fixe perz  manent . Et quil ibet aliarum [lellarum Globus et qualibet  infignis flella,pro tot locis haberi poffunt. Siquis ergo erranz  tium [')derà aliarumq, ft ellarum notitia baberet, ac earune  dem cogno[ceret difinétionem & differentiam,multos fiti  acquireret locos.   eMetrodorus namá, fe in duodecim Signis, per que fol  incat;tricenos eg» [exagenos inueni[Je iactauit.   Supra Celum hoc Angelum cius motorem imaginalez  ri effe, flola indutum aurca , [tells qua pluribus diflincia  micantibus, Q ui tibi pro altero loco poterit effe .   eNone [pher&, noni fcilicet (/eli partes non ponimus, ob   gimiam    Parsprinma. 057 13  pimiamintra fc inuicem [imilitudint. fit tibi evgo tale Cae  ]um pro uno duntaxat loco.   uod quidem C alum quod aqueum dicitur, quaft ets   darum fimilitudimes babens finges.S upra boc ( elu: quod  aqucum cflyimaginemur c^fngelum efe cvefle cerulea ira  cumami£lum,vcl aqueum colorem babent. Et. quemads  modum cum 'vndi aqua pinguntur, ita ft illa veflis,n-  dis per totum depicla « &) wid, c^fngelus motu eius (ali, qd  mouct, moueatur [it ergo ibi quaft qui in [umimitate currus  triumphalis pofiuus eft . Ertalis cdngelus "n tibi pn alio  loco. | |   Decime itidem partes non damus.camdem ob. caufam  fphera ifta primum mobile dicitur, moueturá motu diurno.  qui motis motus raptus dicitur ,refpectu inferiorum orbium  ab ipfo motorum,cotitra cuiu[libet orbis particularem matuz  valemá, motum . € ue [bhera cerulei ('eleftisé, coloris fir,  "velcerte imaginetur ex chryflallo conflaretur , qua pro  "Uno loco baberi potest. TS DÀ   Decimo buic celo infideat c/4ngelus motor eiu[dé', qu£  maiorem exiflimabimus duobus [upraditlis , € vve[libus  difcoloratis indutum, uel chryflalli [bendorem pra[efeven-  tibus.er) ft tibi pro altero loco a Célo ciu| dem. RUNG   "Undecime autem [phare partes.i.C eli empyreimon po  nimus; propter carundem inter [e inuicem fr militudincm.  fit engo tibi pro vno loco tantum. e   S uoniam c&le[libus iflis corporibus [apemumera diuerfa  eccafione qj) tempore bac in arte «ti cogimur , non tantum    I"?    Thefauri memorix artificiofze  pr loci: , fed eo pro multiplicibus memorandorum- figuris  (rut infra videbis) idcirco de eismulta [cire admodum uti  le erit: quandoquidem qui circaea diucr[a nouerit , pro diz  werfis ea ipfa fibi in[eruire experietur . 1d enim cui multa  atq, diuer[a ine[e vel conuenire nouerimus: boc dubio pros  S Hai diuer(a à nobisinuenta,intelle£la eo confide  rata:diuer(a (prout voluerimus gg) figno notauerimus) vez  prafentabir,atá, ita figuras nobis quidem perautiles pro mes  miorandis multiplicabit.'De bis infra. |  Hac autem funt, qua in bis corporibus cele[Tibus princi-  paliora,in[igniora, notiora eo noflra arti magis conducens  tia inueniuntur, e9* de eifdem dicuntur SNomina: Motus :  Colores: Magnitudines:charatferes, quibus Planete atque  duodecim Caleflis Lodiaici fi na motantur:z-Prafidentia;  Fauor in fabcaleftia caterad, fimilia. YXESCUEA  De nominibus coelorum atque planetatum,  V Ltraeaq upra cripfimus celorum atd, *Planetavis,  V. vulgatanomina, Mercurius Stelbon dicitur: Ienus ,  Hhe[perus: Lucifer, wve[per:quamauis de veneris flelle atá  planeta nomine diuev(a diuerfi [entiant e? affwrment:qu&  noftro negocio baud officiunt - Mars P byrioma eo Pyrois.  Tappiter Phatonta . Saturnus P baton «vel. Pbanum . De  multiplicibus. quadraginta. ev o&lo figuris firmamenti  infra [ecundaparte capit. quinto , fub alphabeti ordine ad  lungurn fceipfrmus    "De    oir Pars prima, «ccnconm 24.    ^7 "Deeelorum motibus.    47v clum Empyven baud mouetur pct infra ex S.T bo.  C uirium Primum mobile , quod abaliquibus aqueum  €) chryflallinum dicitur; viginti quatuor horarurn [Dacio  fuum pficit motum. Percurrit auté [upra mundi polos ab  Oriente in Occidentem declinan:yac [ecu inferiores orbes  vvniuer[os circulariter trahit... MS  *Nrona [hbaraé comuerfo ab Occidente in Orientem ab  A ugelo mota, gradum:vix vnum in centum amnis percurs  rit,qua omneseo ip[a subi inferiores celos [uo rapit tHotti.  - Qólaua:atque etiam inferiores onmes € fingula ab Oc  «eidente in Orientem mouentur.. Flac atitem obfaua [pbara,  qua co firmamentum dicitur, trepidat e7 trepidando iux  ta cAllphagrani € cdlbuma[far. affertionem centum. az  norum [bacio ac tempore gradum unum & ipfa folummoz  «do cornplet y «t4, ita in tributatinorum. millibus unum f  gnum percurrit: 'umá, duodecim fint figuasquorum quod'-  libet eviginta continet gradus, ex gradus quilibet fexagins  tà minuta patere omnibus pote[l quid in triginta [ex milli  bus annis, motum [aum complere po[Jet. Hic autem eft mas  gnus ille annus, de quo multa qe «vana (ne[cientes eo» [lul  tif apictes eo naniloqui P hilofophi:) dixerunt,e infipide  a[[cruerunt:2Ne te moueat leclor, quüd notiaetiam viia  oclaua quidem maior longioris, eircunferentia(iuxta proa  batosautbores incétium Beluact[em Alexadrum Pics  colomincum aliosá complures ) moueri dicatur (fi tamen  oes Deus    à T. ns. ud    "hefaunri memorisz artificiofx    "Deus opt.max.hoc fineret) quafi eodem temporis interual-  lo,quo mouetur ociana:Cum ipfaotCfaua [phera cétum atis  nis gradum perficiat «onum: nona «unum. eos ipfa syadum,  fedvix compleat. SNam caleftiumorbium moles magnitu  do atq; circunferentia baud cst velocioris vel tardioris mo  tus vadix € caua. Alioquin Primum mobile omnes infez  riores molis magnitudine ce longifima circuitus quantita-  ec [aperans , morofiori,imo co» tardiffmo motu,C9* non fpa  cio viginti quatuor borarum moueri debuerat. ES  Saturni calum triginta annis, [uum circulum complet .  Juppiter duodecim annis ad fui circuli punclum, à quo ince  pit moueri,reuertitur. Mars duobus annis.Sol trecentis fes  xaginta quinque diebus atque fex boris.evezus trecentis eo  quadrraginta ocfo diebus... Mercurius trecentis triginta  nouem diebus Luna viginti feptem diebus , €» quaft. de-  cem boris. ! i «odit  Omnes uere ifl feptem inferiores Orbes ab Occidente in  Orientem circulariter girant. Fforumetia celorum nullum  fibiinferiores orbes [uo girat motu : quamuis illis cibus fus  periores fphera fcilicet oclaua nona (9) decima omnes infez  riores fecum moueat. — in    De coloribus feptem Plonetarum..    I "Une color blandus efl: Mercurij radians: "veneris can  & dens refulgens:Solis ardens ; Martis igneus : Iouis cla-  rut faturni candidus, E.x lfido. Mutant aut£' colores non  infe fad refpecluno[lri propter variam aeris difpofitionem   (4 qua-    Dars prima, 1j  eo qualitatem: ficutide Halo € flellis rubicundis eo ni  gri, ceteris, fimilibus docli "IMeteorologici affeuerant.    De eorundem Planetarum magnitudine.    Olomnium celeflium luminum maximus, Terra mas  b jor exiflit cetwn [2x aginta fex uicibus. Saturnus nona-  finta eg quinque vicibus . luppiter nonaginta c2 "vna.  Mars fere duabus vicibus eam [ua excedit magnitudine.  Venus Ü'erra ipfa minor c[E, «2s in quantitate [ua vna efl  triginta feptem T erra partium. L una «vna feré eft trigina  ta nouem T'errepartium eMercurij *P laneta omnium mi-  nimum [ua im quantitate "Una fere efl trium millium. cens  tum quadraginta trium terre partium.    Deduodecim coeleftium fignorum Zodiaci  fupra citatorum nominum interpretatio-  ne & eorundem fignificationibus, qua  fumuntur à varijs effe &ibus Solis, cum  in ifto aut illo figno curfum peragens  fuum pertranfic .    : Rietis [renum fic appellatum eft, quonia fol ad. inflar  Arietis, quod animal tota c^fe[late dextro in late-  rc cubat ; ita e fol. fub illo tranfiens fígno dexteram cali  partem percurrit .  T'aurus celestis fic diclus efi quia fol fub illo difcurrens,  G    eeu    Thefauri memoriz art iciofe  ceu tatrus, corna in igneum calorem eigié ,ac terram aras  bile veddit.Gemini fic [unt «vocitati ,eüqd. [ub illis aradies  fol diem geminat . [ub illis namq, ducbis amplius dicbus ,  quà fab alijs moratur .('ancer frc diclus,co quid in ipfo,-vel  melius dixerim,fub ip[o fol curfum peragems veluti cancer  retrocedit. ! i pu |  Leo fic appellatus. *N am [ol fub eiu principio ardentes  emittit radios fub fine quafi friget quoáii. A uaufto contin  git: Leo enimin anteriori parte calidus i pofleyiori autem  frigiduseft. : |  U'irgo propterea appellatus , quia foi fub boc piraf és ft -  gno, "velut virgo , quafi Hferiliscst : nam eo tépore , fcilicet  Septembri nil fere gignit. | |  Libra fic dicitur, quoniam fol librando equinoclium faz  €it in Oclobri. Scorpius ita evocatus, quia fub co fol pluribus  in locis srandines multas progignit:quod QNouembris menfe  euenire folet . Sagittarius boc nomine appellatus e[t , quia  fol fagittas ideft fulminum i&fus excitare folet-9) uod mez  fc "Decembri quibu[dam in locis folet euenire.  Capricornus boc nomine dignas efl, quia fol tanquá Ca-  pra, alta petens a[cendit : definit -oero in Pi[ces , quia finis  pliaialis eft.  ed anarius ita nominatur, quoniam fub eo fol folutis mu-  Libus imbres emittit. i  Pifces,quia fub ipfis (ole percurrente, tempus pluuiale fo  let effe Hic potato,qu)d alij aliter ifla interpretatur nomi    na,vt infra dicemus. Horum fignorum prima fex foptenz  trionalid:    Pars prima. ig 16  erionalia.Catera non fant feptemtrietalia.    Dequadam eorum prx fidentia..    Vi, elementotriafigna refpondet igni cries: Leo:Sa   e gittarius.T'erre, T'aurus: V irgo Capricornus :DoeVftri  Gemini: Libra:c Aquarius. 4que Cancer Scorpio: P ifces.  . Luna argento praeft : £Mercurius argento rUiuo. lentus  eri : Sol auro . Mars ferro .. Iuppiter Slanno . Saturnus    pluméo.  Le numero ftellarum à nobis cognitarum.    ! Xceptis, planetis, qua erratica flele nuncupantur,milz  E le c2» viginti duarum diuer[ magnitudimis flellarum  tam "veteres quam noui recentesq, A ftrologi cognitionem  habuere. His autem figurauerunt eo [ua formauerunt ima  ginatione , quadraginta e oclo figuras cele[les in oclaua  fp hera: tN'on tamen bac rationeyvt putarunt quidam, quia  earum in fremamento frtuatio e difbofitio predicias ima  gines eff ngerent eo fugurarent cum earum fituatio eg: di  fpofttioetiamres alias figurare videatur : ficut apud Afro  "logie gnaros exploratifimum e[t:[ed wvelnec quia carum fu  pra fubealeflia profidentiaatq, dominium [imilitudinem  quandam peculiarm babeat. prediclis cum animalibus :  tum quia nec omnes if! e caleftes figura animalium nomine  vvocitentur:tum quoniam nec longa ab A firologis obferua-  tione : cautum fit arum, qu& animalium nomine appellaz  t funt, dominium pr«dicis animalibus corref/ponderve non    GG. ergo    T hefauri memoriz artificiofe   ergo predictis rationibus vvelpotius imaginationibus A fl ro  logi permotitalibus eftes figura animalium nomine  vvocitentur:tum quoniam nec longa ab A firologis obferua-  tione : cautum fit arum, qu& animalium nomine appellaz  t funt, dominium pr«dicis animalibus corref/ponderve non    GG. ergo    T hefauri memoriz artificiofe   ergo predictis rationibus vvelpotius imaginationibus A fl ro  logi permotitalibuseas nominil vs uuncupauerc: [ed ideo t4  tum, "vt aliquos ilaffres bomines nominibus iflis [empiters  nis flellis aftignatis qz) commédatis , immortales(-ot ipfi pu  garant) redderent: e» corum ab ei[dem egregie factorum  memoriam fere fempitermam facerent , e» eam [eculis fua  peruenientibus relinquerent.   Ef c efl verior de celeflium figurarum nominibus ad-  dutia fententia , non tantum cAlexandro *Piccolomineo,  bac in re diligentiféimo fcrutatori:cverum & alijs complu-  ribus admodum arridet ,e placet.   "De diuer[a magnitudine flellarum pradiclarum mille  uiginti duarum in firmamento fixarum.   In fex ordines iuxta fex diuer[os quantitatis gradus  in predictis [lellis ob(eruatos:eas omnes, quas ob[eruaueritt,  €? quarum cognitione babuerunt , diuiferunt. cAflvologi,  maxime cAlbuma/[ar caterid, : Reliquarum autem in firz  snaméto [lellarij minorum pdiclis métioné A fTrologi non fe  ccrant, tum quia difficile admodum erat ey* laboriofam ,  flellas alias minoris quantitatis ob[eruare: tum quia carum  influxum parum in bac inferiora agere iudicauere : quauis  pallatenus fit a[ferendum [uperfluuma quid, uel diminutum  aliquid in "Dei operibus (nift natura defecluyut in inferioz  ribus islis corporibus pala eft videre ) euenire po[Je . telle ev   £o fuprema quantitatis , eo prime magnitudinis, funt ille,  qu& l'erram continent cvicibus u$.   Secunda quantitatis flelle vicibus 86.   T ertit    Patéprinidsii.cixo 5175 der  Tertie quantitatis «vicibus. 71.  Q uarte magnitudinis vicibus. go.  9 uinta magnitudinis «vicibus.46.  Sexi& eg vltima vicibus 10.terram continent.    De caracteribus feptem Planetarü & duo-  decim fignorum infra fuo loco dum de fi-  guris loquimur in fecundo tra&atu capit.  nono,füb eiufdem fine capituli ponuntur  atque fignantur.    H Orum ergo calefli corporum ( quibus pro amplifeimis  A. 3 focis evtimur) cognitio ee fuper eifdem «varia ee dis  uer[a meditatio ee confideratio memorie artificio[z, fatis  fuperá, conducere poteftquamobrem breuiter praditia de  eis perflvinximus .   Iflorum autem. amplifsimorum eg caleflium locorum ,  quamdam figuram ponere curauimusque et fi non omnia  nobis [cripta repre[entet: principaliora tamen o[lendet , ac  itae , qua [uperius diximus, leGlores intelligent facilius,  co eorum remini[centur celerius, |    Figura    Figura coeleftium omnium fpherarum.    R- p. M NICOLAI ALEXII    PERVYSINA |  ORDINIS .P.RAED. COMMISS.    S. Inquifitionis Carmina.    "baden COELIS5.    Luna..  SPHAERAE C OELESTE S.    XE Roximus iic mox" Luna argenteus  M orbis. ^  2,4 (m Argento f Je celitus illa fauet .  EA Mercurij Addio i Qui tegmi-  M ne miuum    m ROS ez prafidet In-    enio,   M "Uenus "veflita nitet quia »^af T» &rí,  Illius é caflo fodere [irat amor.   e/dureus eft autem Pbabuinand, 4 incubat e Auro,  Curribus auratis, aurea feeptra tenens.   Ferreus eb Mauors, ibi cui cura Metalli eft,    cBilem    T hefauti memoriz artificiofx    Jilem faccendens,ore manud, minax.  Srannca flella louis,cui f| anni credita cura  cAtá, ^ nimis no[tris effe benigna [olet.'  "P lymbeus es demum $ A TV REN'U S,trilis Co» aber    4AMorofusá, fenex tergora curua gerens.  Octaua fphzra.    Pberacfl innumeris oClaua coloribus vt que  Innumeris A ftris hec redimita micet,  Hic Aquila, bic C ignus manet ^ f'ianacta Bootes,  Delphinus,C biron, Cimba, 7M edu[a.chelis.  Angelus hanc propria Spheram virtute reuoluit ,  Lodiaciq, amplus circulus ambit cam.  Li bi funt c Arics, Taurus, Gemini, (acer, Leo,V'irgo,  -— Libra Nepa, ^ reitenens, T ifcis to» curna, Caper.  Eoc trepidare folet, dum paruo "voluitur orbe .  E t [éptem annorum millibus explet eum.  LH LANC G lobus efl [Nonus circum , cui eNomé. aquarum  "Ponitur, curfu tardior effe (olet.  AMillibus ^ nnorum tricenis,atá, nouenis  l'urriculum peragit fi Deus boc fineret.  Sphara fubit decima,bac motu exagitata volucri,  Secum retror[um,fydera cuncta rapit.  Alger hanc "vertens numquam la[Jatur, €7 hoc eft  Adobile, quod primum iam [cbola docta vocat.  At Globus Empyreus cuncris [opereminet : «des  lfta Beatorum eft , dalcis,amena Domus,  O felix,    Pars prima, 19    Ofelix,o faufta "Domus/Domus-vndi plena  Delitifs,opibus, gaudia plena ferens.   fec (ammi celebranda modisyvrb; optima abun dans  (nibus, bac [ummis pollet vbique bon is.   Fertilis in msdio € vernans attollitur — Aybor  U'iuificans omnes,cfurea poma ger ens.   Fons liquidis emanat aquis: binc flumen inundat,  9 uod vitreis riuis Atria latarigat.   Fons de monte venit,media 9 wi furgit in P'vbe,  Q uet tu bic fub Regis fede manere "vides.   Arboris in [ummo magnus Sol-vertice feet,  Cui triplex facies, lumine cuncla fouens.   Jtant circum Seraphim, precincti vefte rubenti ,  (um [enis alis, Carmina leta canunt. M   REX fedet in folio CHR IST'U $,cui fubditur orbis,  Cuius ad Imperium nutat "uterá, Polu.   Zfunc circum Cherubinus ouat, (acer ordo colore  (elefli prope quos flat pia 'U'irgo parens.   Hec Regina,caput Liffenis [Mendicat afhris,  Sceptra manu-vibrat, f. oled amiécía nitet.   Ecce thronoscernis flabiles, cernisa fequentes,  Hos quibus Imperium, feu Dominatus adeft.   "Virtutes [abeunt edant qua mira ,mouentá,  Calorum celeri corpora vasta manu .   Inde Poteflatum gradus emicat.be quibus omnes  Subduntur lemures, "verbera, acta pauent.   Principibus datur ordo alius. Q uibus addita cura efl,   | A. Prbibus    Thefauri memotix artificiofze  Vibibusrotpvefint,nofl vag, Regna regant.  AMagnarum e[l eerum interpres A rchangelusata; |  olesrthana in Mundo nunciat alta Dei; 0  Anzelicus c borus extremus, cuflodia mofira, 07  Et fuus à-vitie limine cuid, datur. ———  (rne beatorum [edes miroordine.*P atres,  Abs Co forti milite caftra Dei.  Partbeazos, caflidy thori connubia, faclo, .  €t qui fe abdcntes;terga dedere malo.  En 3aprisla foris,comes cft buic Angelus, vrlcm  Cui calaini certo limite, dextra meat . ;  Parte alia Exechicl, filo metitur candem,  Ad valias oenint agmina magna-virum,  AMiificis exculta capat, titulisá coronis,  He: qj 3b Anzelicis [unt comitata choris.  is dfe A as |  Cap. 5. de locis ampliffimis fupercoe-  lcitibus , difpofitioneque co- |  rum ac partitione.    "CI Uprà. celum empyreum multa loca babez  masque fuperceleflia nominamus.Hec au  ten loca [unt imaginat« [ituationes eg diz    Parsprima, | ze  ons gp) Arbor vite: Muri Porte Plates Co'c.que omnia  quaft celo pradicto affixa, Co in eo immobilia erunt exifíi  manda ,ne noflra in recen[endo vacillet memoria .   Ad intelligédum autem loca pradicia, imaginare,quüd  in medio immen[z plate« celi empyrei murus quidam ft  rotundus, ac circularis figure ad modum rotunda mola az   pidibus pulcherrimis preciofis fulgétibusg, intextus,aureoz  que conglutinatus cemento; cuius diameter vigintiquinque  brachiorum frt in latitudine:ex uero cubitis à praditia pla  tca in altumextendatur , ej confurgat : ita vt "vniuer[  predicte platee, ac inea habitantibus promineat , ac fus  pev eos cleuetur. | | |  "Medium autem pradicli circuitus, non vacuum, fed  plenum , e lapide pario. fardonico ceterisque flatum  exiflimetur. :  - dupra bunc locum fic difbofitum co» eleuatum ceu fupra  montem T hbronus C HRASTJ con[lituatur, ct abomni  bus faciliter contempletur . Retro 7] bronum Arbor vite  maxima pulcherrimaue in altum [upra 7 bronii C R I-  STI "Utgintiquinque brachijs eleuetur , vvirideso fresdos  fd, ramos pomis innumerabilibus oneratos proteudat. ^ d  radices arboris 1 parte oppofita C HR IST 4 7 brono fons  vite limpidifimus; undis argenteis rutilans , con[urgat ct  ebulliat: T hronum C HR AS T JHcircumiens onnesq pas  radifi portiones ("vt infra per figmam di]]unemus) quef. per  canales co» aquedutius, dicoopertos tarnen, tranfeat.[otn-  éosá, letificet. £Q uoniam apud te efl fons vite figuraliter  Zu dicit    "'Thefauri memoriz artificiofx  dicit fcriptura. Et alibi de effeélu [anclarum aquarum fcri    bitur.F luminis impetus letificat ciuiatem Dei. Et orrente  «voluptatis tue potabis £05.   e^4t fupra arborem T rinitatis $ anclifsima folium col.  loca Solis lucentifSimi fpeciem baben:.   Q ui Sol magne acroti d« exiflat figura (ficut [phare  atque tres pulcherrima reuerédaq, facies fic in pdiclo igneo  globo ac [plendidiffimo .$ ole, e in qualibet eius parte appa  reant:quid à cunclis [anis omni ex parte paradifi Solem  diclum cernentibus con[bici queat. 9 uamquam enim figu  rabilis in fe fit "Deus ac T rinitas:tamen vt facilius di[caz  mus, banc illi figuram effingimus .   (rca autempradicum Solem multitudint Seraphim  difponas,que quidem quaft [ertum circa ipfum faciant,coz  ronamque conficiant : ita tamen , quod mec Seraphin  non totum ambiant Solem, ne illum nobit occultent :'Sed [n  pra Solem, ac [ub codem, «o» ab "vtroque duntaxat latere  dextro [cilicet gg fimiflro: appareant ficut in [uppofita figu  ra patebit. | i   De boc folio E[aias fexto cap.vidi dominum fedenz  tem fuper folium excelfum co eleuatum,e7 plena erat do  mus à maie[late eius : e&* qua fub ipfo erant replebant tem  plum: Seraphin labant fuper illud; [ex ala «vni, et fex ale  alteri:duabus velabant faciem eius: e duabus -velabant   pedem cius:eo duabus volabat.Et clamabant alter ad alz  terum,eo dicebant. San&lus . Sanclus. Sanéius. "Dominus  Deus exercituum, plea eft omnia terra gloria eius Cg c.Et    » AU    Pars prima. il  s Regni capitulo Adicheas propb.-vidi dominum [edens  tem [uper folium [uum,eg omnem exercitum celi afciftenz  tem ci,à dextris gj à finisris.   (berubin autem CHRIST 1H bumanati ambiant tbros   num à dexaris fcilicet et finifiris eius, eo» fuper ipfiuscaput  fertum aliud,oblongum tamen circum ipfum conficiant.vt  infra in figura patcbir.   De throno autem CHR IST I multa imaginari po[fuz  mus eo debemus,rot rnagis fenum moueat, eo: memoriam  excitet.   Fingamus igitur tbronummaterialem in "Paradifo,  vbirefidcat Chriftus ad instar T broni Salomonis, de quo  fancta [irptura 3. Reg. x. fecit rex Salomon T hronum de  ebore grandem , e "vesliuit eum auro fuluo nimis, qui ba-  bebat [2x gradus,eo [ummitas throni rotunda erat in pars  tc pofleriori: Et due manus hinc,atq, inde tenétes fedile, et  duo Leones labant iuxta manus fingulas : «9 duodecim  leunculi flantes fuper fex gradus , binc atq; inde . Non cfl   factum tale opus in vvniuer[ts regnis eec. 2. .Par.9.c Addit.  fecit etiam [cabellum aureum. Varia autem eo pulcherris  ma [chemata in biblis facris eg) figuratis inuenies.   Hic animaduertito, quód ebur primo: Aurum: Rotun-  ditas: Due Manus bincees inde: Duo principales Lcones:  Duo ordines leunculorum: fcx gradus: [cabellum aureum ,  eum [int throni partes(quando fuerit opus)tot nobis loca da  re poterunt. In ip[othbrono CHRIST VS fpeciofus pfilijs  bominum refideat,, cuins facies Solis fuper ey [plendorem:   cuius    'Thefauri memorizc artificiofze    cuius utes niuis candoré excedant. Et in f amore fcriptum  babeat, Rex regum c9 dominus dominatium. In manu vei   gale f[ceptrum gemmis corru[cans:e9 in capite coronam auz  ream preciofis in[culptam lapidibus babeat .   Sub thronoplanum quoddam fit , à platea eleuatum ,  quaft mola quedam,[iratum lapidibus preciofts , «vt dixis  emus , «o in bac montis planitie ante prediclum thronum   0H5 "Viutts emanet . |   Defcenfo autem bac quaft monte, ad eius radices in anz.  te Chrifli eo fub pedibus eius Beate 7Marie [em per vvirz  ginis "Dei Matris Sancti[ sime [edes con[picua fit ipft monz  ti contigua ba«ens eg appodiata . At circa ipfum montcm  binc cox inde à latere dextro eo: frnifivo , | irginis M arie   fedes multas, e& bas quidem infignes eo nobiles per circuiz  tum pradicli montis difponimus,culi throni fedentes ( Qui  fpiritus fedes Dei dicuntur ) collocamus : 1ta temen , quid  virginis fedes , qua in boc circuitu , qui montis radices cir  cuit,eo ante ( hrifli pedes fita esl , alijs excelftor pulchrior   infignior fit, cubi celorum regina, ornatu regio fulgens ,  coronam [lellarum 11 .in capite babens , Lumamq, pedibus  comprimens , folis, vestita [plendore ponatur. Aeliatos  autem [ex Angelorum ordines in reliquo buius plate diro  nimus.   . S uamplateam,ceuro[am fingimus: quam fic diuif «m  affignabimus, quafi fit ro[a quedam im ocio diuifa folia.I1a.  quod rof medium fit locus ille. eleuatus,obi CER 1T I  thronum exifl it, Co circa quem vvirgo.&) [piritus , qui diz   cuniur    ,    Pars prima. | 3L  cutitur tbroni;difpofiti (unt. |   Odo aatem predicta folia: per plateam. extendantur  ad modum eorum, qua a voa fluunt foliorum.£) urit prin  cipium co coniunctio cum rofaà pedibus T bronorum inz  eipiat. |   cPrimum eo vltimum folium «vtrique partium renun   Chrifli directe correfondeant .In primo erit: innocentium  martiram multitudo [anguine rübricata . In vltimo folio  quod dextro renum Chrisli corre[pondet: paruulorum cirz  cunciforum eg) baptizatorum vel fub lege natura per aliud  à Deo ablutorum ab original ipeccato cetus confiflat «2Mul  torura autem iflorum pazuulorum capita vvix videri pote  runt, eg: ab imaginatione inuc[ligari t quia retro thronum  fant. at aliquos videre fat erit noftro negocio.   Secundum folium dextro corref[bondeat humero Chriz  fli boc tamen modo, quid retro humerum cius aliquantuli  extendatur, £o «U[quea latere pradicti bumeri perucniat.   In boc "Dominationes fint, qui reliquis angelorum agmini  bus downinatur : € uorum facilis erit memoria , quia eas in  loco digniori,e in Chrifli dextro conftituti, co eo in loco in  quo corporalium «virium noflrarum [edes a natura confts  tuta eft.   Uirtutes in [equenti folio, quod Chriflicox« correfFonz  lir ponantur:[upra quam regni (ui virgam appodiat. Hoc   €rgo verbam.[-virga, «vbi [int virtutes erit in ditium:proz  pier trorum, vverbor * [fimile principium . Pote[lates in  «quarto eruat folio, quod [ura ( hrifti dextre corre[Pondet:    fura    'T hefauri memorix artificiofz    fura autem quia. P figuram conficit: ideo ea; poteflates [as  tis ignari po[funt . "Principatus in gue quod finiflra cor-  refpondet ure: cuius fure figura alterum * P. dabit. quo fce  gno [atis commotus eorum recordaberis.   c/Arcbangelos in [exto ponimus, quod iviflre cox« cor-  re[pondet , upra quem brachium finiflrum retortum ad  modumarcus ,c"Afrchangelos demonstrabit.   edngelos in feptimo folio , quod yumero fimiflro correa   f[pondet,locamus.   Hac de fitu omnium Angelorum. verum , «0t memorie   fenfus vehementius excitetur,de ge[lis ornatu eft vestibus  eorundem multa loquemur: quibus illorum officia eo de eis  qu&dam archana nobis aperientur.   Dum dc -veilibus dicemus , de geslu e ornatu eorunz  dem multa fubnetlere volumus: De vve[libus ergo [anctoz  rum [pirituum principaliter et primo dicedo , dicimus, quid  vunu[auifque ordinum Angelorum veflibus illis bunc vel  illum colorem habentibus , eft induendus: qualem colorem  lapis ille preciofus babet , qui talem defignat ordinem: aut  certe "ve[libus unuqui[que cooperiatur, gemmis lapidibusQ,  illis contextis, que cuid, ordini afsignantur.De his lapidibus  preciofis , uniuer[os Angelos fignantes , extat vaticinium  É/ai.. 8. omnis lapispreciofus operimentum tuum . Sardius  Topatius co Lafbis. (bryfolitusonix eo berillus . Saphirus  carbunculus ee Smaragdus . € ui nouem lapides, nouem  choros ^ ngelorum demon[lrant ideft 5 eraphin, Cherubin,  T bronos, Dominationcs,/ irtutes, Pote[lates, Principatus,   Archanz    Pars P rima. 33  efrchangelos, Ancelos.   Primusergo ordo [pirituum beatorum , efl Sanclorum  Seraphin: Primum ergo preciofum lapidem eifdem affigna  mus.i.Sardium T'opation Cherubinis, ac [ic de ceteris.Ses  vaphin igitur qua circa T rinitatis S acliftime folium funt,  accéfis vultibus , (ficut & pinguntur) propter feruoré chari  tatis imaginentur , alisq, rubentibus : (cuius coloris eft lapis  fardius) vel certe fardis contextis eg ornatis , aut depi£tis  eonfingütur :ore itidem aperto,ac diuina laude repleto, an  us; Sancius Sancius proclamantia. |   Alarum autem numerus earum, geflus: extenfro eo: ue  latio:color:eo* clamor; Seraphinorum eorum declarant offi  ea eo dignitates. Be dena  -— Cherubin , qui T hromum ((hriffi , eo quo fuptadiximus  ordine, ab «vno latere Chrisli afcendendo [upra caput eius;  eo ad aliud latus de[cendendo ambiunt: duas alas babere;  ficut eo piclores fingunt , imaginentur. que ale virore auz  ri pulcherrimo, ad vviriditatem tendente re[blendeant:cvel  iopatijsornatae et intexta exifimentur:ac fub cuiusQ, C bez  yubin facie ac mento libellum apertum C7: minimis caratíe  dibus infcriptum e[fe confinge: qua eorum [ubtilis &2* acris  denotetur [Gientia , aut certe eorundem pennas fingulas in  inferiori parte literis in[criptas effe exifiimato. à   T hroni qui fub throno Chrifli eg) ad ipfius montis radit  ces in girum, [uper [edes difbo[iti unt, ve[libusexiflimenz  tur indati rübeiset albis lineis diflin&lis: ac guttulis refpers  [is fimilibus, [icut im diuevfi generis Iafpidicus eft «videre.   F. Ed    Thefauri memoria attificiofz  Vel veflibus isli fpiritus imaginentur ex la[pidibus con  textis indati. |   "Dominationes fequuntur. , qua in folio qucd dextrum  ve[picit bumerum Chrifli locanimus: veflibus chryfolitis in  textis indate ponantur: vel f*lgentibus ardentibus, [civil  lis auroq. fimilibus: talisevenim coloris eft chryfolitus. Ef &  coronas aure. chry[oliris flgentesin capite babeant: et in  manibus in/lrumenta d.uer(a, que per[onent.v.g. iram:  Spadicen: P [alterium.C ymbalum, T impanum : Chara:  T esludineum in'rumentum, quod «vocat l iuto. Cortilos:  Epigeneum c7 illud. quod FTarpe dicitur.   Virtutes in equentifolio locata vestibus induantur oni  cibus intextis: cvel[ubcandidum colorem habentibus . talis  eft enim onix . edtquia ifli [piritus celi [pheras mouent:  €a propter fub manu dextra vel [imiflva, vel ambabus cuz  iu/libet corum:orbes effe magnos piclos in charta aut certe pi  las qua[dam infignes ex. marmore vvelalabaflro «vel fer-  pentino vel porpbyrite, celos reprafentanics ima ginaberis,   Pote[lates in altero folio predicto contiquo eve[l ita fimt  indumitis berillis intextis,vel pallorem in auri colorem de  clinantem habentibus: T alis efl enim Berillus.G eft ibus iftà   Jic di ponantur, qud demones ab energumenis e ab arrez  piitijs (quos inter ipfos ponimus)expellere cvideantur, ficut  fupra diximus . Ob poteslaté quam aduer[us demones exz  ercent fecundum D.Greg. pradicli [piriwus potestates nut  £upntur, i;   "Principatus in fequenti folio , "vestes $ apphiris ornatas   babeant,    Pars prima. 24.  babeat,rvel ceruleo colore depictas. Ifli fDiritus in manibus  babeant regiones && regna cec. in charta depicía vvelin pe  trayvel marmore vel quauis materia [culpta:nam genti  diuzr[arum regnorum nationumq, rvariarum moderatores  €) gubernatores exiflunt, vt facri "Doclores affirmant.   Archangeli in alio no[lre rofa folio , prediéfo proximo,  eo contiguo:cve[les carbunculis micantes babeant vel ignis  f'lgorem babentes, qualis eft carbunculus. £) ui(vt praliba  umus ) "Ducibus , Principibus E Regibus j Imperatoribus,  Praelatis, E pif copis, ( ardinalibus eecinter ipfos exiflenti  bus,in auvibus loquantur:atq, ex eis aliqui:quo/dam ex diz  élis [uperioribus manducant: alij , viam digito "vel manu  demo[lrent . Inter iflos]biritus , Michaelarmis coopertus  appareat: G. abriel cum lilio: Raphael cum "unguenti alaba  flro fingatur: Et ex predicto Choro Aliqui buccinis ad ors  pofitis confingantur . Archagelus enim «voce e» tuba dei ca  net eo mortuirefargent.   Angeli in penultimo folio, quod Jinistro humero Chrifli  re[bondet vt fupra diximus, pofiti veflibus induantur ex  fmaragdis contextis -vel notulis diuer[orum colorum conz  Jperfis, qualiseft [maragdus : quorum diuerfitate colorum,  quia diuerfis rerum [peciebus con[eruandis praponuntur tt  di. f hom.docet,admonemur.Yflorum Sanélorum Spirituis  aliqui fimplices priuatosq, viros manu ducant:alij alios am  plexentur : alij obices et [axa tollant e abijciant ,ue forte.  offendant bominesad lapidem pedes fuos.   Incvltimo folio, quod vetro renes (brifli eiat , fint,vot   3 I 4 diximus,    Thefaurimemorrx artificiofx  diximus, Sautli circuncifione uel [cro fignati leptifmate,  *velfubloge natura conflitati ab originali noxa, alio Dco  placatimodoyabluti, albisindwftjs circumamitii,firtisque,  Albis ex floribus lilijsd confeclis, vedimiti. Hi fimiles ^ nge  lis fuereytum propter inocentiam,tum ob corum virgin ilg  munditiam: ea 0b cau[am prope angelos non incongrue co[-  demiocamus. Inter hoc vltimum folium,quod ab «vno late  re.contiguum eft primo.fons [uperius ante Chrifli tbrenum,  pofitus pes alueum binc de[cendens trancat per difcoopertis  aquaduclumyv[aue ad extremitatem «vtriu[que folij- ea  inde tanquam torrens cuel flumen circularviter extendatur.  ipaque extremitatibus foliorum moflre rof propinquus, ima  unb contiguus exiftimetur. Torrente enim vvoluptatis potas   Lis. Sanclos [uos Deus .&2s, Q uoniam apud te c[ fons uita;  cdit propheta. | wy E   .. Finitisautem folijs nostravofz. eo pradiclorum c/nge.  lorum [an&lorumq, infantium vepletis agminibus, eo* predi  &o tórréte vel flumine reclufisco quaft munitisextra torz  rentem bunc, quem per canalem fluere finxcimus, [ex circus  los fex intermedijs noftra rofa folijs corre[bondentes imagiz  naberis. |   In hovum primo;qui refpondet fua fituatione folio fecun   do,vbipo[uimus dominationes fint p a[lent c 4postoli: In  fecundo Patriarcha: In tertio* P ropheta:In quarto Marz  tires: In quinto Confe[[ores: In [exto I/irgines. "erum los:  €u5,qui contra primum eo vltimum folium, qu& retro thro.  wu funt, inuenitur y hebreorum illa roultitudine repletus  Ma SIN exiflat,    Parsprima. .— 35  exiftat , de qua. fcriptum cfl, Et erat multitudo corum.  144. millia [ignats ex omni tribufiliorum 1/rael. Hac de  fria Numc de veflibusegveorum infiguibus , ut magis me-  moriam exeitent, dicemus... : zx   Sancti à pojtoli et Euangelifla: difcipulia. domini, ui  in prinio circulo [unt , Eo amicti ndo , quo eo pingsmury  imaginentur , cum eorum inf nibus : Jdcirco.S. Petruscum  clauions aftet . Paulus cum euaginato enfe, co» libro.e dns  drcas cum cruce. Iacobus cum pilco,eo peregrinantium bacu  lo.Iohznnes cum calamo atramentario, libro, &?* aquila fex:  cus pedes fuos commorante.T homas, qui manum digitum,  protendatzBartholomeus cum gladio e corio proprio fuper  bumerum finisirum reiecto: «AM. attheus cum libro c9 4n  gelovvelbomine: Simon TAaddeus cumvretibus: Lucas cum  libro eg) boue. : Marcus cum libro £o Leone . $int autem  animalia bec quepropé Euangeliftas difonimus, £uange-  li&karumque omnium veflimenta oculis vndiá, plena. co  «unumquodá, corum [enas babeat alas.   In [ecundo ('irculo, «vbi funt * Patriarcha et Sancti Pa  tres veteris teflamenti: Abraam [it cum magno gladio.  Ifaac cum fa[ ce lignorum e ariete.Iacob cum [cala,quam  vviderat,eo lapide fuper quo dormiuit,g9 baculo quo "Utez  batur.SN'oc cwm archa lignea. Iofeph cum corona [ceptrod :  Moyfes cum lapideis tabulis eg* cornuis fulgentibus cum  virga pc.e bel cum baculoyeo* agno. Iob cum cicatricibus  filsétibus.lofuue loricatus cum enfe: Bhinees cum gladio uel.  mucron-eSan['on cum columnis:el'afimi maxilla, ucl val   : uis:et    'Thefíauri memorixz artificio(c    uis:et cum Leone mortuo . fNaboth cum lapidibus . Gedcon  cum "vellere buccina ados pofita,lagena , &) Fiydriacum  lumine in ea abfcondito . Iepbte , Caleb, Eleazar, T obias,  Baracb,alij 4, cum torum ivfignibus.   In tertio (Circulo, vbi funt Vrophete.Dauid aflet cultu  regio fplendens cum cithara -velp[alterio: Heligs Zona in-  dutus pellicea,cum igneo curru . Helifeus caluus cum. Helie  pallio,baculod .Samuelgrandeuus cum olei cornus gemensa,  fingatur.1[2ias cum erra. bacuc cum Angelo, qui eum in.  capillo capitis in Babilonem a[portauit. fieremias cum laz  pidibusDaniel cum pila evel ma[Ja quam fecit ex. pice adi  pe «v pilis,eg coctam in os draconis proiecit , ac fic interfez  cit. Dan. 1 4.cAfmos cum vecte, qua ab Oziaper tempora  transfixus efl.Ionascum cete, ac hederevamo.Hi omnes in  manibus ramos babeat oliuarum,quibus Victoria, quam de  mundo per[equente adepti [unt , fignificetur.   In quarto Circulo Martires Sanctirubeis fericeisá, «vez  fHiantur indumentis, manuq, palmarum ramos tenentes:et  cam infrgnibus imaginentur.ru.g. Stephanus cum lapidibus:  Laurentius cum crate ferrea: Clemens cum anchora: Sela  $lianus cum telis eo fagittis : Cofmas eg: "Damianus cum  aureis ua[culis. Ignatius cum corde in[cripto . * anctus Pez  trus mart.cum. gladio fupra bumerum .Blafius cum pecti-  tibus.G eorgius armatus. In ilis autem principaliores cica-  trices (quibus aloriofum pro "Domino fanguinem fuderunt)  fplendentes appareant. |   In quinto, Sanctorum ConfeJforum catus, viridibus ins    duti    Pars prima. | 36   dui fint ve[libus ; fericeisq, eo cum eorum infignibus exis  ynentur .Idco.S. SN'icolaus cum tribus pilis vel fpharulis  evel mafsis aureis afciflat Martinus cum gladio [cindente  clamidis partem. Gregorius cum regno eg celumla ad au.  res. lofeph cum virga florente . Ludouicus cum corona egj  feaptro.S. Hieromymus rubeis vestibus indutus , et pileo, nuz  dopeclore,[axumq, manu tenens,et cum Lcone.5. Domini  cus fuo indutus Palin cum lilio: Stella in frontesmundo fub  edibus: cane aculam accen[am ore tenente JT boraas no-  fier cum cappa stellis vndique plena.V'incentius cum manu  digito, ad modum concionantis minantisá, protenfis.S.Fra   cif cus cum [ligmatibus. S. Bernardinus cum nomine YESV.   in libro depicto.   Inter C onfe[fores: Epifcopi Mitra ornentur: à rchicpiz  fpi Arce: Patriarcha cum arce [upra pectus tran[uer[a:  Pontifices maximi regno C7 pluuiali,cvel cappa fericea.£ b  bates curn difciplina fingantur.   In fexto  irculo ; qui finiftrum CHRIST! Jbuneriz  re[Picic, proximus inuenitur foiio, in tton e^ ngc iy5 ir  gines [ant,qua albis induta fint veflibus,liliaá manibus te  pentes imaginentur: Interqs pedes corum [ibtusq ,Z erra ui  re[Gat fronde[cat. c floreat. Ibi . ( baterina A arüir ca  rotis appareat: ^ gnes cum agno: Cecilia cumorganis Lucia  cum oculis c9 pugione in gula: Margarita cum dracone: Do  rotb. a cum Jportula fiorumm: Barbara cum turri: à gatha cit  forpicibus. c be omnes cum palmis. $. € 'atherina de Sc  nis cum libro: cracifucoQ uin manibus. etera[que V. irgiues   et Am    '] hefauri memoria artificiofze    etiam non martires,bocin loco difbonimus.   etro thronum in magno circulo illa bebreorum maxis  ma multitudo ab ce » de qua [upradiximus :  vve[tibus fit induta viridibus : nam fide «7 gratia pleni ffe  futori Meffia [alui facti funt.   Hos omnes [peciales circulos , in quibus diuer[os [an&los  repo[uimus : ('irculus quidam eos omnes ab extra ambiens  eo includens imaginetur latitudinis decem «vel viginti cus  bitorum:perquam circuli latitudinem ,"vclut per a'ueum et  di[coopertum aquedutium aqua fuperius pofita, eo per ca-  nalem ibi de[cendens, per totum circulum perfluat ej) diz  fcurrat : ot qui fuperius [unt Sancli: e qui infra ponenz  tur à facris vnda quafi letificari pofcint prout figuraliter  dictum efl, Fluminis impetus laetificat ciuitatem Dei.   Extra bunc circulum,in quo aqua di[currés,omnes alios  ambit eo circuit: extra inquam circulum,co: circa omuem  fuipartem , omnium Sanélorum innumerabilis multitudo  appareat: uirorum fac mulierum, paruulorum ,Iuuenum,  fenum oc. de qua [criptum eft ^ pocalypfis. [eptimo cas   itulo. :   Vidi turbam magná , quam dinumerare nemo poterat,  ex omnibus gentibus ez) tribubus co populis & linguis flam:  tes ante thronum: [n quorum copioftfc imamultitudine ,aliz.  qui fimt auratis induti veflibus Adulti indumentis glauco.  colore depictis: e/lij croceo achanto: Á lij dif coloratis vefli  bus: eo ali alijs eoc. |   Aetro bos [anélos, [pacio quinquaginta vel potius cena   8n ! tum pez    Pars prima. um  tum pedum, murus quidam omnem circuiems clauden[aue  plateam, imaginetnr.qui lapidibus expolitis eryflallinifque  compactus eo contratius oxislimetur. bc eo in loco, qui dis  recle contra thronum ve[pondet : ideft in throni faciem rc-  fpicitampliffima porta:pulcherrimad, imaginetur, plena in  troeuntibus viris ee mulieribus , qui omnes albis veftibus:  fertisq, in capite pofitis,credantur introire.   T'urres auters inprediclo muro Paradi[um circundana  té;quodam interuallo interpofitoue bacio difpofite lapidia  bus pr«eciofts edificate imaginentur.   Hec de ampliffimis locis di&fa fint, quibus addere «vel  eninuere quifque fue arbitrio poterit. ;    "s    0E a  iai ? H Ib l "  VM TAI U.    à  : 3 i  A iens  mm ih  $7 ON e ) :  drmSNx f    !  M  Ne  Mm  NZ   zi  all    Y  N  S  "A 3  -  |^ a (  eu p  *    4    V  d x  SN 4;    ato nig    Es    inr  i ZA  Jun - P, r  m    Dassprima. - v 38  .ADDITIONES QVAEDAM AB  eodem. F.Cof.Roff.in vberiorem Ce-.   :r li empyrei declarationem, .    7e Icut [uperius, de inferno agentes , quedam  «ROI addidimus, ratione ibidem addulia:fic eo  A de Paradi[b [cribentes,qua ad eius amplioa  , xi rem notitiam pertinent C que eruditione  nostram ad augeant, bic infra addere eo [ubneclere-volu  mur: evt non dumtaxat leclori memoria artificioe notitias  detur: verum gy) eorum , q eius gratia ponuntur, inferatur  declaratio,e** conferatur notitia: €) uod eg ab[onum mini  ve erit: cum eorundem plenior intelligentia &7 copioftor de  "laratio (que alias nobis perutiles funt) noftre ctiam memo  rie multum prode[fe pofint .. Sic etenim artificiofius fubti-  lius atque celerius pro locis atque verum commini[cendarum  imaginibus eis vti poterimus:Q uod fiquis amplius contens  dat: afferens illud Hhratij Flacci dicti :SNon erat biclocus:  audacter illi repondemus: Prater cam,quam diximus uti  litatem,etia m bisque nunc addimus, ft confiderare uelint,  inueniri multa non fuperius pofita , qu& noflra arti defer-  :Wwiat.Ceterum 2 quibu[dam amicis (quibus bac negare nez  cefitudinis gratia baud potuimus , fed nec debuimus ) ue  idum impulfi:(ed eo pene coacti fuimus, R eplicare auté qua  «dam fuperius dictanos ip[c rerum ordo coegit.In[erere vez  -rohéec egxea inter illa difbonere,qua de eodemcelo Espy  «rto fuperius diximus, qi fuo proprio ponere loco,ip[a teme  xax ; ES pors    6    " Theíaurimemoris artificiofix   poris breuitate eo inflantis negocij occupatione: a aua iam im  profiioni intendimus prohibiti fumus. Diligés autem lector,  qua ad pxopius mernoria avtificio[e attinent incrementum,  extraher 6,7 reliqua. linqucre,que alio tempore: alio coma  modo atjue occafi one legere poterit,    De Caclo Émpyseo Péndiógde Beatorum,  .: quem bic.à latere: pingere fecimus: deá  ;xdiftinétione partium, manfionumq; Sur  ac de Sanctotum omnium in eo ditpofito  rüm, », diuerfis ordinibus.    3: 19^ "3 3 M    Oclum E Mbyéuh fupremum e eft:cUt pott fu  per omnes alios celos,in ipfa creatione con  ditos pofitum eg) conflitutum:quod Ph5lo-   wwe) [o phii ignorauere . IN et fi naturale quodda   'exiflar: materiamá, "vt cetera alia (licet excellétifimam)  babeat, ct concernat , quia tamen fenfui à à quo noflra orar   «cognitio (vut Arifl. ait ) nec directe vel indirecte [ubieélis  Worunt : idcirco id non intellexere.e[l ergo hac de caufa: ot  *D.T bo.placet: 9 uid intelleciuale , quod bumana ratione  dnuefligari non poteft cum non [ubijciatur vifui.[ed "Diui-   ^nus ille Plato in Pbedone à átq; quaplurimi ex academicis ip  fum Platonem [zquentes,tam pro male,quàm pro bene me   wentibus : alias alibi iflis terre[lribus manfionibus vel in[rs  quiores cv excellentiores , veletiam deteriores «9 vilioz    1 » y^ res pif    Pars prima. : 39  ret: pijs elimpijs praparatas e[fe € viquad.m veritatis  occulta commoti) fateantur . Mercurius quoq; T vif megi-  flus, dum moreretur hac derc(aliquid veritatis eo ipfc pvo  cul olfaciens) ad optimam illam beatamá, Ciuitatem vez  gredi ee ingredi [e po[Je (Calcidio referente) ex iflimauit ,  €) a[[crit. Pytbagore infuper fententia ad metrum reduz   a, boc ipfum re[onat et demon[irat. Corpore (inquit) depo  fito,cum liber ad etbera perges , €uades bominem , fatlus  "Deus aetheris almi. (um quo Platoeadem difciplina imbuz  tus in P bedone dixerat. € ui pie pra cateris vixilfe inuez  miuntur, biex bis terrenis locisitanquam 6 carcere foluti ad  «ltiora tran[cédunt, puramá, fupra terram babitant regioz  nem, cvLi premium pulchrum eft, ce fpes ingens. |  De hoc ergo noftri Theologi , facris difciplinis imbuti,fe  curius latius e. expre[fius differentes co pertra&lantes, id  J'upremum celum , ficut c9 nos fupra diximus . ee in loco  dumtaxat per accidens , ac per partes: eg beatorum bomi-  num magis, quam c/fngelorum locum e[fe;ad congruitatem  contemplationis, non nece[sitatem e[[e a[ferunt :concreatum  an[aper materie informi Immobile maxime : formale: 1n  -«orruptibile : Lucidum,quamuis radios vifibiles nobis non  emittat: Influens in inferiores: eg» in ipío influxu ad ordine  [ubflatiarum pertingens,cum [ine motu influat,ut D.T ba.  in quolib. afferit . V'irtuefiffimumque et maximum corpos  rum e[fe affeuerant. ——— X  Et boc: in loco corpora beatorum futura. e[fe dicunt .  ^ uod cm iam olim illico creatum Angelis, iuxta Strabon  TA e pes    "l'hefauri memóritz attiAciofte    eo Bedam, repletum fuiffe dixerunt. Ffoc éro celum in  facra fcriptura eo à [acris doctoribus diuerfis ominibus ob  diuer[a myfleria nuncupatur. ]NL'am locus [anlus dicitur,  quia vere fantla [actorum exiflit:in quo [an&li omues, fan  élum [anctorum perpetuo facie ad facicm intuentur Qo» con  templantur. |   Mons domini , monscoagulatus , nons pinguis dicitur.  Mons inqua, quia à terra maxime eleuatur;et a terra terz  renisd, as exemptos recipit. |   *"Domus eterni patris,quia ibidem omnes e/Angeli e) bo  wines fw "Uno et fupremo patrefamilias *Unius Ynoris €xz  iflentes,recepti funt,recipiuntur, c in futurum recipiétur,  «t ait Diuinus P(altes,Q wi habitare facit vnius moris in  domo.et lili: In domii domini ibimus. Et Seruator nofler,  Andomopatris mei manfiones multa [unt.   Kierufalem propter eternam claramá, pacis fuprema  *vifionem et fruitionem.'De qua D. Paulus:illa que furz  fum eft. ferufalem Ciuitas [ancta . Ciuitas "Dei dicitur ,  propter oniuer[orum , fupernorum Ciuium "vnitatem.Glo  riofa, ait "Propheta, dicta [unt de te ('iuitas Dei . De qua  (imitate Excechiel atque Iobannes Euangelifla. , mira los  quuntur ,et "vndiq; plenamyflerijsque fere omnia, bacinpi  &turaponere enixe curaumus.   T'erra in[uper "viuentium appellatur : quia illorum eft ,  qui Aqua "viua, gratia.[.C H R 1S T lin vitam eternam  falieate,in bacuita mortali de gentes potati et repleti fuere.   Quia in ('elacviuentes dicuntur, quiarvita naturale que  zd qynione    Pars prima. Wr 4  «nione anima ad corpus conurgit, fed tamen reformata et.  fpirituali feliciffima c7: beata perpetuo viuent. € ui ue inz :  faper uita gloriofa on folum corpus, [ed amimam beante in.  eiernum viuent. Q ui demum deo viuo omnium "vita bea.  tifima:cviuunt et perfruumtur.  T'erraitem promifionis dicitur quia fanctis bominibus.  repromilJa , et ab ip[a mundi conflitutione preparata, ab ip  fà Saluatore afferitur. Beati inquit Mies, quonia ipfi po -  frdebunt terram.  Regnum celefle,in quo Rex Regit, et Dominus domis  nantium, [uam fuis gloriam regni perpetuo donat . € uo in:  ANeguo reges omnes illos confliruet, quos benedicit, dicendo.  V'enite benedicti patris mei , percipite regnum eec. De hoe .  autem pluribusin locis facra [cripture mentiofit.t ibi, Re  gnum meum non eft de boc mundo. Memento meidum ve  neris in regnum tuum. Ego dilbono «vobis ficut difbofuit mi.  bi pater meus regnum,cc.  Coelum celi ctia vocatur , vt ibizCelum celi domino.  (e licelorum te capere non poterunt. uet  Caluns Empyreum.i igneum à T beologis dicitur, nom  propter ardorem ignis , fed propter corporale lumen in co  diffs[um. |  "Paradifus uoluptatis, vt in Caechiel. Im Paradifo Dei  mei fuifliet in delirijs paradifi dei-et Chriftus: Elodie mez  e; eris in Paradi[o.*Na et fi de Lymbo [anctorum Patrik  dixerit VE S V S, obi Dei gloria reuclata eft [anctis,mul-  zo magis de carla empyreo hoc nomen conuenit : cum ibidem    [upra    Thefauri memorix attificiofe  fs pra perpetuo fint Dei maie[latem contemplatusi. ;  — Hortus delitiarum prafiguratus in [acro Genefcos lis  bro. De quo Iocl.1.a-quafi hortus uoluptatis.e7 cant.s.a.cve  ui in bortum meum [oror mea, [bon[us [bon[« dicebat.   In boc autem (slo [unt cAltaria illa,de quibus, c/Altaz:  ria tua domine coirtutum funt Manfiones diuev(e . [anélis  c^fngelis &o bominibus date vel dade [unt e illa felicifz:  fima tabernacula, ad 2 [u[pirans Dauid, aiebat, Q uam de.  lila tabernacula tua domine virtutum »concupi[cit eo dez .  ficit anima mea.Esl eo men[a, de qua, [edebitis fuper méz  fans meam in regno.-meo . &* fuper qua cibus €» potus inu:  wifibiles , qui ab bominibus "videri non po[Junt , exiflunt -  funt et ibi [edes et throni, vbi [edebimus,et difctumbemnu:,  pracincfo domino et tran[eunte, et miniflrante vt ipfemet  clariffime a[[eruit, dicens : Amen dico vobis, quid pracinz  get,fe et faciet eos difcumbere et tranfiens miniflraLit illis.   Hoc ergo Celum pingttes, et in cius figura, et in bisque  ia co gontinetur ea [equentes , que a [acra [criptura, maxi  sne Ezechiele, et Iobanne Cuangelifla de eo, nb nomine Ci  uitatis Sancte et Hieru[alem nous, defcripta funt:in qua-  tuor partes dinidimus iuxta quatuor T urres,quas proportio.  nabiliter et eque diflantes,in circuitu ('iwitatis, diuerfts in  locis diflinximus Nam ct fi B. Iobannes dicat in quadro  initatem pofitam e[fe nonin civculojmos pifure atque pis  Gori confentientes , circularis figura, "ut pote,capacioris ea  finsimus,et pingere fecimus : fed tamen. eius circuitum in  quatuor difinximus partes,iuxtà quatuor turres,u t dixi-   APR us vt    Pars prima. 41  must [faltim boc viodo ciuitatem in quadro pofrtam effe:  fgnificemm. à   In eiufdem autem ciuitatis [uprema parte , fupraarbos.  rem vita ameniffimam:qua fupra monté in "Paradifi mez  dio,vt E sangelifta Iohannes docet locauimus [olium fans  £e Trinitatis eleuatum et excel[um,iuxta E [aie *vaticis  nium : quod multis [erapbinorum [ertis circundatum poniz  mus . Quod folium inaccefüibile gloriam dicimus, qua Deus  inbabitat,iuxta D.Pauli fententiam .  uilucern inbabiz  tat inaccefsibilem.De bac autem luce eo lumine, dominum  amiclum dixerat Dauid: Amitfus lumine, [icut uefliméto.  Flac ergo in lucem , eo in igneo , ut ita dicam, globo (nam  "Deuswoster eft ignis ardens) e in boc fupra mundano So-  le,à quo lumen omne. creatum emanat , tres [eciofiffimas  facies , tres per[omas in*vna deitatis fabflantia: perfonali.  dumtaxat. differentia, diuer[as finximus non quid T'riniz.  tas peronarum effingi pofsit, fed vt ex hoc aliquid maxiz,  mé noftro negocio de[eruiés addi[camus . Ab hoc aut& fupra  celefti fole ceumundus à noftro: ita ( fed faliciori m odo):  vvniuerf a fanéla noua cox [uperna illa. Ciuitas illuftratur.  Q uod nempe lumen diuina gloria nobilifeimi illi ciues fus  perne (Ciuitatis perpetui babitatores po[fe[Jores ac comprehé  fores, indefelJe ac perpetuo contemplatur, fub boc folio arbe  rem vite prediclam , fraclibus duodecim exuberantem ,  videbis. E CHEM (s x |   Dein montem , domini montem coagulatum et pingue,  montem in quo beneplacitum efl Deo babitare in co , confi-    4L derato:    Thefauri memoriz artificiofe    derato:[upra montem C H R TS TH, T bronum iride pul  cherrimo.ot lobanni [ancliffimo placet, circundatum pin  ximus:in quo [cdere Ecclefia confbexit,quem adorat mlt  tudo c Angelorum . Hunc etiam ad inflar illius,quem $ aloa.  mon fecit,ob multa myfleria difpo[uimus.   Atcirca CHRIST 0H 7 hbronum,in terra,ut ita dica.i.  circa locum illum , in quo predicta fedes pofita efl, quatuor  illa animalia Euangeliflas fignificantia, oculis vndis, ples  n4, fenas alas babentia cernes. |   e/Ante vero T bronum, e fecus e/dgni "Dei pedes, fons  «viuus emanat. ui fons in torrentem totius voluptatis pro    E lapfus, per omnes Celi Empyrei partes,ad electorum omz    nimodam [ocietatem, [obriamá, ebrietatem difcurrit.   Sub fonte, nec non (9) [ub monte, qui vniuer[ celefli  prominet urbi, eo in medio T bronorum quos binc c2: inde  fedentes diflinximus l'irginem Dei param,duodecim ful-  gentium flellarum ornatam. corona , amitfam Sole [ub  pedibus Lunam habentem ,rofarum falcitam floribus; fli  patam malis.vite florente, [uauitatem odoris fruélificante,  candidisá lilijs circundatam. Palma €) Cedriiucundifüi-  yia wnbra prote£lam . Cinamomo ce Balfamo mirum odo  vem fragrantibus obfitam,multa ob myfteria confiderato...   ub monte, in quo refidet Chriflus:ac ipfius montis cir  cuita, T bronos locauimus, En[em et lances tenentes quibus    duflitiam Dei [uper illos [edentis e Jua iudicia deceruétis,    prefeforant er) fignificent. —— |  Jub T bronis,quos ad radicesin circuitu fedentesfinxiz  mus    Parts prinia. 4  ymus [ese veliquos ordines conflitutos "videbis in fex artificio  fisfolijs quaft cuin[dam vof? C HRAS T Ly Thronum eo»  montem in anteriori parte dumtaxat ambientibus.   cl dextris autem CH R I S T l incipientes et inantez  riorem partem paulatim c [ucceffine procedentes , fecuna  da Hierarchie Angelos ponimus,loca vero finiflr is Saluaz  toris corre[Pondentia vltima Hierarchia [Diritibus repleta  pro[picies. Uerum bic animaduertito diuerfitatem fitus e  loci varietatem geftuum e infignium "ve[liumá,, diuerfos  colores eorundem diner[os ordimes : propria ac principaliora  officia (prout in piclura fieri potuit) declarare.   Illorum ergo Angelorum ordines , qui ad fuprema pertis  nent Hierarchiam , quoniam in Deo primo ez: vniuer[ali  principio,rerum cau[as immediate contemplatur, idcirco in  fublinsioribus locis in tres ordines diflinclos , c2 Deo vici-  niores pofuimus. Nam et Seraphin Dei folium ambientes,  *vvt E[aias dixerat, fignauimus: ( berubin vero T bronum  Chrifli à [ummo vv[que deor[um ambientes finximus . eJ  demum T bronos monti Chriflum Dei ee bominem exciz  picnti proximiores,immo co contiguos con[Hituimus.   Secundam Hierarchiam , qua rerum cau[as vationesi,  tanquam ab vniuer[alibus caufis dependentes intelligit in  inferiori frtu.i. ad (brifli dextram locanimus.   T'ertiam,quavationesrerum tanquam à proprijs caufis  dependentes , &» quatinus ad particularia applicaz tu, in  tuenturyad eius fi niflram fi 'gnauimus. :   Colores autem vvellium pradiclorum Angelorur, a: ge    1 fu;    L    Thefauri memori áttificiofze  flus corum diuerfi 1 quadam ipf orum Leatorum [firituum  |offic ia Arc an44 multa nobis referant atqi declarant. Nam  (o curauimius "ot ve[Lium colores quilus diuerfos e-4ngelo  rum: induimus choros ignitis illiscorre[bonderent lapidibus,  qui bunc vel ilum chorum defignare po[Jent . |Nouem au-  tem praciofi lapides funt , ut im Ezechiele legimus, qui noz  uem. Angelorum ordines: Gregorio fancloexponente figuz  rant,eg fignant . "De quibus ipfe vates 28. capitulolóqués  aiebat: Omnis lapis pracio[us operimentum tuum: Sardius  T'opatius, gj Iafpis: Cryfolitus Onix ev Berillus : Sapbi-  rus Carbunculus cé» $maragdus: N [upremo igitur pracioz  fà lapide incipiétes cvnicuid, ordinum vnum affignauimus,  quem e in [erto cuiu[libet [iritus in ipfo frontis medio. ful  gentem anneximus , co in[eruimus. Florum vverolapidum  colores diligenter exquirentes veftes cuniu[cuiusa ordimum  ei[dem coloribus tinximus, quibus ipfi lapides emicant e  refalgent Sed ne de coloribus praediorum lapidum oriatur  pagnasmexe ta ipfe fallaris,memento quid fere omnium la-  pidum ignitorum atq, fulgentium non una tantum, fed di-  uer[z funt [pecies eo colores.) uorum lapidum colores illos  elegimus, qui vel varietatem ponerent, vel myflerium f  gnificarent .c/4t cuius coloris vnufqui[que illorum exiftat;  in libro noflro de avtificiofa memoria. diffufe traclauimus.  ibidem ergo pradictos calores qui voluerit requirere. eg lez  gerepoterit . Hic autem [at erit incAngelerum vveflibus  eos micantes pro[picere. C oloribus ergo pradictorum lapidi,  qui tam facile ab infpectoribus con|biciuntur, —  ad eo-    Pats prima. 43  ad eorum fignificationes proprietates effectus, properates:  quo my[Lerio lapides ifli preciofi Angelorum ordinibus con-  ueniant , paululum infiunare , cg breuiter libare in aniz   "De Seraphin loguentes,quos circum dei folium in [arti  modum difbof uimus,islis Sardius myslerio conuenit. Hos  autem finximus omnium pulcherrimos,ac rubeo colore ful  gentes:quo colore itarum ceele[Hium métium feliciféimos av  dores , eg» ignitum amore gratia Dei bonitate fignificarez  mus.Seraphin enim ardentes vel incendentes dicuntur . In  corde [axi praditli fardij lapis imenitur: Et gaudium act"  dit: T'imorem repellit: Reddit audaces: E xacuat mentem:  € [ anguinis fluxum re[lvingit: At per fimilitudinem Sera  phicus ordo in (/briflo petra , per quem ipfi c omnia «9 in  qua principio vt cfurelius Aug. exponit, creata fant. flabi  le funtlamentum habet: eo tanto ceteris cdngelorum ordi  nibus excellentius, quanto pra illis in natura, c gratia ] uülz  limiorem obtinuit gradum:In corde autem deicateris omni  bus pre magnitudine amoris "viciniores inueniuntur. Q uid,  [Diritus ficut pre cateris A ngelorum agminibus in dei amoz  rem feruntur ardentius: ita €» pre cateris letantur iocutiz  dius.Ceterum pradictas [ardij proprietates effectus perfez  «&lionesq, [upereminenter tamen ita continent poffident &  con[eruant:rut non tantum illas perfecliffimo modo(rvt poz  tefupereminentia) illi d fed occulta quadam cvi vniz  uer[as illas ab inaflimabili ea qua ardent charitate ( à  qua denominantur ) fi per[Picaciter confideraueris, liquido  noueris    "I hefauri memoris& artificiofíx    noueris emanare. Q uod longum effet edicere Fla auté fav-  dij proprietates preditle co clarius $ eraphbin incffe a noflro  materiali intellectu(cot Dyon-*vtar vverbis)eor[picicntur:fs  bominum illorum, qui boc feraphico per participationem arz  dent amore; perfectiones confiderétur . ui cnim feraphico  c7 diuino ardet ainore : gaudet in domino femper:nec unz  quam tristi [uccumbit cogitatui: €) uia non contriflabit iu-  Slam quicquid acciderit ei. qN'on timet quia charitas foras  amittit timorem.cfudax velmelius fortis redditur, quo arz  daa pracipue pro dei amore aggrediatur. ]N à operatur maz  gna, fi amor eft dixir.S.G1eg. Acumé poffidet mentis:quia  unctio eg [piritus paracletus,quo dei amor , e charitas in  cordibus noftris diffunditur:omnem edocet "virtute, eo: oma  nia.(uggerit [anuinem,velut [ardius amor ifle, fi in corde  geftetur,reslringit:immo e7- voluptatem omne reftringit:  nam omnia [peruit, eg ceu ffercora carnem €) [anguincm  cov vniuerfatemporalia arbitratur.   "Predicta Seraphin fenas alas babentia, vt £faias.6.  edocet, pinximus. ]N' dua ale, qua extédantur in altum,  diuinorum contemplationemyqua corum naturam tran[cen  dant fignificant: qua "vero circa eorum corpora : cognitione  propriam ac naturalem defignant.Postremo ale ille, que in  inferius protenduntur , e profluunt inferiorum rerum coz  gnitionem denotant.   ( berubin (quos a fummo "v[que deor[um: ab vtraque  parte T bromi e fedis ('hrifli quaft deflu£tes fignauimus. )   | J'opation datar. Ergo colore etbereo ata, in auri pakorcm  declinante,    Pars prima. uT 44    declinante,refulgeant.T alis efl .m.T'opation. Hunc autége  minis coloré illam non tantum corum,'vt ita dica, Etberca  fcicntiam naturalem, ep propriam, qua «9 pra cateris,in  férioribus firitibus egregius potiuntur , defignare. dicimus,  Jed principaliter [uper celeflem eo» [uper naturalem. bea  tá atq, diuinam,'ot pote charitate fulcitam,qua adepti illi  o fuere,cum primum ad beatitudinis gloriam peruenerunt.  Hanc autem [icut co priorem pra inferioribus fhiritibus frm.  gularius eg) egregius pofsident. |   — Jflam vero geminam [cientiam: qua pre ceteris excels.  lentius pleni funt, cum-vicinius quam cateri inferiores Dci.  claritatem contemplentar: non folum gemino colore: fed &  duabus alis in ei[dem depiclis : ac infuper pennis alphabeti.  caraclevióus infcriptis : a demum libro aperto fub mento  difpofito , legentibus «9« in[picientibus demon[lrare coacti ,  fmmms. c n yis d   "Pradicla autem gemma T'opation dicla,quam C he-.  rubinis afsignauimus,omnium gemmarum. amplifima cl,  ee "velut [peculum circunflantia, atq, pra[entia recipit eg»  reprefcntat: qua co Lunaticam pa[éionem amouct. Tiff iz  tiam ambigit. Iram fedat.Dominatur libidini. ('outra moz  xios motus, frenefim,e fubitanea mortem «valet. Vndas  etiam feruentes compe[cit,ee ebullire probibet.   In borum enim e^Zngelorum egregia [cientia,qua eclut  clarifiimum,necnon e puriftimis Jpeculum fulget,pre[cnz.  tia omuia,nec dicam multa futura:tum inferiora : tum [uz  periora; (que tamen ad illorum pertinent gloriam)emicant.   Q ue ue    Thefauri memoriz artificiofx    9 ueue fcientia amplifima quidem cfl , nam eo naturas  lia ifle celeftes effentia norunt: eo fuper celeflia pra cetez  ris inferioribus per[picacius intelligunt : eo contemplantur.  Verum qnia pa[fionibus quibu[dam, vt pote concupi[cé  tie vel fimilium: nec tenetur, nec propter [piritalem natus  ram teneripo[Junt : ideo ille que T opation attribuuntur per  fééliones, qua buiu[cemodi paffiones [upereminenter tàtum  iftis [piritibus conuenire credantur . Eorum enim [cientia  auro charitatis decora excellentiffimi gaudij in eis cumulii  generat. Letatus [um, quoniam antecedebat me isla [apie-  tia Dixit qui ciuft dem aliquantulum particeps erat. Mun:  disfimos etiam eos atque purisfimos reddit, non contra libi-  diné,a qualonge aliena eft eorum natura, fed contra ignora  tiam.) uod eorum nomen defignat. [Nam C berub. Pleni-  tudo fcientie dicitur. — | ing  Nec nobis obflat qd Iob.v.dicitur. (Celi non [unt mun  di in con]peálu ciuset alibi.2 s.capituloflelle non funt m&-  d« in con[peclueius immo nec lucent . co illud quarto cap.  In cAngelis [uis reperit prauitatem.Cum eiu[modi nom per  realem pofitionem,fcd per comparationem dumtaxat intel  tellisi debeant .[Nameelorum at, Stellarum. . c mgeloz  rum munditia eo puritas : Lum eg: [plendor f Gientie:bo-  nitas eo anclitas eorundem; ad Dei ineffabilem mundie  tiam, puritatem, claritatem lucem inacce[sibilem, fcientia  eminente bonitate, fanétitudinemq, relata immunditia et  impuritas, tenebra et ipnor&tia, atque prauitas pene appaz:  rent etreputantur. Hanc autem munditiam et puritatem,  5 qua    Pars prima, 43  uA ifle preciofus lapis operari dicitur, quifquis noftrum k  | [oa (herubice fcientia particeps fuerit nanci[ci poterit.  namo: de diuina fapientia dicitur . "Primi ej puriféimi  frutlus illius.pro.3. €7 attigit vvubiá propter [uam mundis  tiam . 9) ua ce mundos ca praditos conflituere poterit. Re  liqua in[uper perfectiones attribute T opatio.per quandam  excellétiam ei[ dem cngelis attribui debent. erum enim  evero in bominibus buius [cientie participibus e& omnes et  fingula apparent manife[Hus et intelliguntur, faciliu: ficug  ev quilibet ex [(z deducere, eo intelligere poterit.   T hronis,quas ad radices montis ipfum circumdantes los  canimus, Iafpis conuenit. Hi cve[libus gattulis vubeis atque  fanguineis re[berfis veflHiuntur. uo colore ipa diuina iu[1i  tia, cuius ipft [unt [edes, fignificatur.Q) ue etiam in gladio  eg lance: qua in eorum po[uimus manibus apparere poteft:  ifli enim [untycvt 'D.Greg.ait;in quibus,-vel per quos iudiz  cia [ua decernit "Deus. Hos autem [edentesfinximus,ut ta  li L tu ac poft tione nominis corum ratio eg interpretatio ba  beatur.]Nam Y bronus fedes,cvel folium dicitur. A ttendiz  te que[o qualis fit [edentis iudicantisq, dignitas : cum fedes  eum excipientes nobilifima inueniantur.   Iajpis autem febres propul[at: FIydrapem fugat:fanta[-  mata pellit T utum bominem reddit -Infirmitateso, dicerz  nere facit. Index ergo ille,qui [uper thronos iudicas iuslitit  refidet, laj]ide boc [piritus ornans , cvniuer[os infiruit iudi  ces:vt ab anima fecbribus,ab Ef ydropi maxime:que auari  tia efl alieni : timore "ullo pauidi: nec ullo agitati exiftant   | | | A amore:    | Thefauti memorix artificiofx  amore:eos domum vt infirmitatum iudicandorum diuerz  fas fpecies grauitatemq, diligenter exquirant:deinde petptz  dant ,di[cernant,ee» iudicent. Iu  JFerum,ne in longum hec nostra protrabatur oratio, eo  declaratio , ne3e acri ingenio preditis inferre mle[lia, nec  non co defi dibus «2 cra[J Minerua bominibus nimis f?  uere videamur: de inferioribus ordinibus ad mcdiam et po  firemam Hierarchiam pertinentibus traclaturi, methodo  "Uti in animo eft. ' | | |  Dominationesad C HR I1 $T I dextra difbofite , q  alijs dominantur [piritibus, qued, alijs imperam e impe  rio dirigunt, auro e) gemmis ornatas e cveftibus vetinétes  fimilitudinem auri atque marini coloris: quibus cbryfoliti  colores imitentur ,pinximus . In borum Angelorum proprio!  nomine dominium , quo alijs pre[unt liquido intcl'igitur.  9 uod ee [upercelefle effe. qp) charitate perfufum a[Jerit  iphus cbryfolitbi marinus ee celeftis color ,in auri pallorem  declinans. 065, SURAN  Vna autem (hbryfolithi-virtus, vt de cateris tacea, efl  contra no£lurnos valere timores, co: tanquam ignis fcintilz  lare, radiosá, [plendentes emittere. Ergo [pendere virtutis  bus:eo contra timores cvniuer[os etiam maximos : per noz  &lurnos pauores fignatos conf lanti animo qui alijs domina  tur exiflant,co intelligant predicto chry[oliti colore celes  fli quomodo à celorum domino data eft illis omnis regnandi  pote[las: Per me reges regnant. |  F'irtutes, qua celorum mouent C agitant ide ob  ; id it    Par$phONA oU! ^ 46  id in eorum manilus vides effe depiclos . Q ud, virtutes  miracula faciunt : vt D.Greg placet ,ve[l ibus circuman is  ciuntur,buman& ronguis fimilitudinem retinentiLus. «7: oz  nicis colere micantibus. Hoc autem colore pene bumano ofué  ditur:quia predica officijs in bominum bonum funguntur,  cum il!a virtutes bumanis tum internis: cum exteruis(licet  diucrfi mode )faueant viribus atque virtutibus . € uisncz  [ciat eas fuere. corporibus cum celos moutant,atque cof dé  animabus fuccurrere noslris, cum miracula faciunt?  — Onix autem triflitiam excitat: T imorem ee pall'orcm  incutit: fentafr mata generat: Rixas ev lites accendit. Eia  "Vero virtutes effeciusq i&i f«lices [Diritus, per quada wm ez  thaphoram in rebus illis,quibus [e applicant, vt [uis pradiz  is fungantur officiis, demonslrat,et operatur N à quia di  uer[a illa naturalia, quibus vt miracula fiat, Deo primo et  principaliter fautte et operate paguntur , [ecer bic ordo ]bi  rituum [c[e applicat: cum commotionem imitatione ,cvcl  alterationem ab ei[dem patiantur fpiritibus , dum ab illis  vvel trabuntur &) extenduntur: vel comprimuntur, e pri  uantur ;"vel faltim ordinantur ee diriguntur , praeparatur  c7 difbonuntur:commotionem, vel immutationem vel al  terationem co quidem maximam extracvel[upra uel ccn  tranaturam patiatur:quafi f[ubmurmurari €grixári: tri-  [Lari "vel pallere:in litem accendi,vel in timorem à pr«di-  is [piritibus induci dicuntur.  "Demum in malis bominibus dum harum vvirtutum mi  - tilllerio miracula fiunt; Lis cox difcordia : Pal'or e T is.  JM mor:    Thefauri memori artificiofz   ynor:e diuerfa a[folent oriri phantafrnata:ficut cum (bri  flus miracula operaretur diuer[a, varia in prauis bominis  bus oricbantur phanta[mata eo opiniones , di[cordia et liz  1es:dum alij dicebant, quia bonus: al;j non, ed [educit tur-  bas:alij cumoculos caci nati aperiret, dicebat,non efl bic bo  mo à Deo'et fchifma erat inter illos. A [jj timore malopau£  tes dicebat,quid facimus, quia hic bomo multa figna facit.  In bonis autem [anélus oriebatur timor: nam cum 'U idue  filium [ufcitafet, fcriptura [ubiunxit:c/Accepit aut£ omnes  timor,et glorificabar Deum dicétes, quia propheta magnus  furrexit innobis.   Pote[latesyBerillo,qui oleo vel aquis marinis f; milis uio  laceic colorisexiflit, ornantur. c/4t [i de praciofis lapidibus  tra&lantibus credimus , contra capitis dolorem , fu[piria,et  contra boslium pericula "valet Berillus: quaobrem perqua  optime Pote[latibus Anglicis contra demones dimicantiz  bus, affignari debet. SNam et fi potestatum officium [it ordi  nare, ficut ex "D. P au.Doclor nofler deducit: ad eos ét per  tinet demonum audaciam refrenaresin[ultws probibere:uir  ratem corum reprimere : et nobis aduer[arum poteflatum  nequitiam et dolum pertimefcentibus et pra dolore fu[piras  tibus, fubuenire:et fu[piria tollere.Capiti etia et noftro corz  di , videlicet perturbatione commoto , adhibere medelam.   Principatibus [aphirus refpondet. Hic autem ordo veffi  bus collucet ceruleo, cum purpura admixto colore:fulgentiz  bus , aureos, pulueres [par[os habentibus. Ffi autem prouin..  cias, regiouts et regna in chartis depitla demonflrant:nam   nationibus    Pars prima. | 47    pationibus diuerfis prefunt;ac regnis.   US aphirus contra fraudem, inuidiam,terroresá, que om-  nia ip[a regnaconturbant, valere dicitur,et ad pacem gra-  tiofus exi[tit . Heec auté omnia egregius ac clarius in regna  fibicommi[fa operantur ifle diuine Mentes.   Archangeli , intelligentia [unt,qui [umma nunciant [rz  ent de fancto Gabriele proditum efl. *Pralatos ac [uperioz  res quofque gubernant: ea propter Pontifices, Cardinales,  A eges, Principes, "Dominos, caterosá, alijs prafcálos inter'  €o5 locauimus . His afsignatur carbunculus [emper ardens ,  qui nocle minime «vincitur, fcd quaft noctis vigilias cufloz  diens, [emper ardet . ui etfguram [ui ipfius omni lapidi  imprimere poteft, et e comuer[e:et lapidum figillum dicitur.  Horum enim. hrchangelorum cuftodia fuper prafidentes  maxime Pralatos,nec nocle tacet. De quibus intelligi pfet  illud Ef2.62. [uper muros tuos hierufalem conflitui cuftos  des,tota die et tota mo&le mon tacebunt: cum fere femp Pre  latos illuminent: et erudiant: et eorum Lux et illuminatio  tenebris non occultetur. 9 ui et qu& bona norunt nofiris im  primenda mentibus non dedignantur imprimere, et [igillis.  no[trum exislerc. !   c/Angeli, Smaragdi colore refuloent : Quo circa viridiz  bus "ve[libus , Smara di «videlicet colorem imitantibus ,  circumamitti con[piciuntur: qui poflremus ordo,bumano ge  neri à (ummo conditore conceditur . Ita quód cuilibet boz  minum vnus ex boc ordine efngelus , ad illum cu[lodiens  dum deputatus fit:ut talibus ducibus atque magislris:tuto-   ribus,    Thefauri memoriz artificiofe   ribus eo» focijs,quibus quilibet ad vitam perducig of it eter  nam, ea propter inter illos diuer[arum condition: bomines  di[pofuimus.D'e borum cu[lodia dicitur: ? ngclis [uis man-dauit de te, vt cuflodiant te in o3bus vijs tuis. e q [equi  zur. Et Saluator nofler:c/Zmen dico uobis, qu.d ^ ngeli eos  vum in celis, [emper vident faciem patris mei , qui incez  li eil.  "De [maragdis Solinus loquens dicit: fmaragdis nil iocun.  dius, nil-vtilius vident oculi, nam defatigatos reficiunt ocu  los: in umbra fulgent : longius nitent.e7 fecundum Diofcoz  ridem, .Morbum caducum, eo: bemitritheum curat .: vis  fum debilem confortat: ill'efumá, con[eruat:lafciuos motus  compe[citzmemoriam reddit: T'empeflatem auertit: fertur  (47N diuitias augere: gratum bominem in verbis facere: perz  fnafionem in omni negocio operari: dentes firmare: prode[fe  parturientibus. eost c/driflo.placet ,ft [uper arteriam poz  natur,temperare calorem. In(uper contra demcniacas vaz  lere illufiones affirmant. Hic [uperfluum puto ha: virtutes  e[fectusd, predictis [Piritibus applicare :cum mon [olum tales  effeclus (ed co alij tum fimiles, tum diuerfi namero ac noli  litate memoratos longe excedentes , e [uperantes in molis  eorum operari minijlerio vtilitate fentiamus ; €? mtchntc f  evelimus intelligamus. |  |. AManfionibus c/4ngelis diffributis ad [an&lor? boninit  ordines tranfcamus:quos ideo ab e-4ngelis [aparatos ponis  pmus,tion "Ut "D. Greg. qui [an&los pro meritis diuerfis, diuer  fis edngelorum agminibus coniungit,contra dicerc uelirmus:    ed    79    Pars prima. 49  ftd,t diflin£lins(quo ad nos inquam) procedétes, tum ocu-  lo fatisfacere,tum memorie prode[fe pofimus. ( «terum c7  Ecclefia in omnium [an&lorum festo, Angelos prius quam  c^Apoflolos caterosq, [anélos commemorat.   edd CHRISTI dextram locauimus noui teflamé  ti Patres: principes populorum à Deo con[litutos : Ecclefie  fundamentum:lucem mundi: fal terra: Indices [eculi: Dei  amicos ac dome[Hicos ab ipfo nimis bonoratos.i.duodecim di  feipulos , qus GHRISTVSAÀ po[lolos nominauit. Ffoj  aute prefignarit duodecim filij Iacob. 2! fontes aquarum  in Heli.2.dariffimi lapides ex medio Iordanis à luco feles  Bio Terra [anéda ex ploratoves.vy prafetfioperum à a3  lomone conflituti. 2, leunculi flantes in T broni yalomonis  'radibus.ti. boues mare tépli Dei tenétes.2 Prophetarum  o[fa pullultia As: bore uere dici-i.(brisli.Y2. Cophini fragz  mentorum2, Margarite € preciofi lapides ciuitatis [an  la. ficut D. T bo.defcribit. AUN ;   In borum medio "vitem pulcherrimam floribus fuauita  tem odoris [Dirantem, fructus ferentem voberrimos , "Uiris -  desq palmites [aper illos protendentem, &) obumbrantem,  conytitwimus. Hoc autem figno commonemus in[Dicientes lez  gentesQ, Apoftolos palmites fuiffe, co» viti, Chrifto videlis  cet inbafiffe , ej) exinde multum frutlificantes , ficut olim  predixerat illis Saluator nofler.   "Patriarchas fecus A postolos pofuimus,rUt patres evete-.  ris teflamenti,velut [anctifimi, ac Deo chariftimi Patriz  bus nouitefLamenti pene coniungantur. "Patriarche autem    A pofLolos    "T hefauri memoria artificiofz    e/fpoftolos tempore prace[Jerunt ."Uerantamen ab ei[dem  A postolis,officio && dignitate pcelluntur..Fios Patriarchaa  «ve[tibus celeftem colorem prafeferentibus induimusquibus  eorum in terris celeslis conuer[atio «2» vita figmarentur..   Inter P atriarchas Micem pofuimus. )Nam ad Micem  eMambre Abraam Patriarcha Deo dilecfiimus tres An  gelos vidit , &o*vnum adorauit , ac myflerium Trinitatis  agnouit. illos bofbitio recepit, ez» de A4 efeia fa liciftima proz  mifsionem accepit . Fiuius ergo Ilicis depitía [pecies, tot nos  bis myfleriapandit : bac bo[bitalitate Patriarchas infignes   tile commemorat : nosá, admonet talibus bofTjs promere-  ri Deus.Item lici tberebintum adiunximus:propterca quia  e^dbraa [anctiffimus nepos Patriarcha lacob ,idola [ubter  T herebintum infodit, «vt Dei ad fc loquentis imperium ad  impleret:quod fidei finceriftime Patriarcharum,eg: maxiz  me lacob inditium extitit.que arbor (ua extentione ampliz  radinem meritorum" Patriarcharum oft enait 4 [ub quaruto  combra,per imitationem degentes ab oniuer(a buius munz  di aeris intemperie protegentur.   In tertio coetu. €? loco anctos illos bomines , ad uetuste  flamentum pertinentes, locauimus:quos prophetie doni de-  corauit, ac excelfoscon[lituit.Q) ui propter iuflitiam perfez  cutionem pafsi, eg) propter cveritatem corum multi mortem   fmslinentes : E xcellentis victoria vel certe martirij corona  adepti funt. "De his autem Protbomartir Stepbanus dixez  rat, Indorum exprobrando duritiam,atá, [ euitiam. €) w€  prophetarum non funt pere cuti patres ucsiri? Et Jeruator    illis    Pars prima. UD Y  illis comminando, dicebat . Hieru[alexm, Hieru[alem, qua  occidis prophetas, e lapidas eos, qui ad te mifi [umt.   Hhos tanquam "viéloresin tribulationibus pro Deo €  "veritate equanimiter toleratis, e&« eorum multos bijfz  dem de caufis, morte etiam "violenta percuf[os, f ub oliuo des  gentes po[uimus. |  - eMartires rubro ve[flimento circumtecli eo quaft proz  prio [anguine rubricati [ub palma euidentiffimo victoris f  gno ponuntur. SN'am clarius celeriu(q, calum intuentes , et  viclorie premia propius pro[picientes, poft mortem ,ad celi  lucidiffimas [edes euolaueve. Palma ergo qua infigne ac noz  bili Firmum eft «vittoria figuum, Martirum noui tefl amen  ti excellentis viclorie [Mendorem, glorie coronam, Martiz  ri aureolam,eo certaminum *uniuer[orum premia proxis  miora demon[lrat:nam pro Deo occifi "Propheta ad Lym  bum Sanctorum de[cenderunt . eat: martires noflri agone  felicis mortis expleto;illico a[Jumuntur in celum |, vt ibid  gloria perfruantur eterna.   fequuntur Sancti Confe[Jores , quorum. multi doGlores  extiterunt. € ui doctrinaet vita celefli communiti: qua-  ft Cipreffus exaltati [unt fupra Dei populum : quem Viren  ti pabulopa[centes, eternam docuerunt [perave [alutem-".   F'irgines Deo dicata, lilijs fragrantes eg vofis,fub malo  granato:cuius [rmilitudinem tanquam C H RAS T | fpon  [e retinuerunt.cut (ant. fienificatur: choreas ducétes con  fidera. Ft arum aliquas indumentis albis virginitatern fi-  gnantibus, ve[liuimus: reliquas ob fanguinem ob.C HR Í-  yet eND o    Thefauri memoriz artificiofz    S T I amorem efufum,rubricatis induimu:.  Sancli , qui in veteri teflamento floruere , in fronte  T. hau fignati : poftti funt in fexto circulo , (ub viridi  uro . (Nam boc in mundo «velut fpe longa concertanz  tes , egvevita fublati : itidem fub fpe in fima cabraba  id efl Sanclorum. Lymbo reclufi perfeueranere. |  - Aetrodextrum CH R IST I armum , funt. Innocen-  ies , qui pro €o occifi ab Eferode fuerunt. Reiro aute  Slat quoniam velut virgines vivginem C HR 1S 'T V M  fequuntur non [olum. munditia. decorati , fed. proprio  etiam rabricati [anguine . Hi rubeis floribus ornati funt.   Retro finiflrum armum , illos po[uimus infantes , qui  circuncifione in "veteri, ee baptifmate , in nouo. teila-  mento fignati funt. bos floribus. albis lilijsqueredimitos.  cernes. |   In "vltimo circuitu [cecus Ciuitatis fuperna excelfa maz  via , turbam innumerabilem con[hice ; de qua : *Uidi tur-  bam magnam , quam dinumerave nemo poterat: , ex omz  gibus gentibus eo tribubus € populis, ev linguis flantes  ante T hbronum.   Demi murorit Ciuitatis pradicla Ieru(ale , latitudine  altitudiné atq; longitudinem equales e[fe confi derato. Fios  rum murorum firuclura ex. la]bide conflat. fundamenta  eiufdem "vrbis , ex duodecim preciofis lapidilus, videliz  cet Lafpide : Saphiro : ((alcedonio : .5 maragdo : .$ ardoz  nio : Sardio : Chry[olite : erillo: T'opatio : (y[opafvo:  Hyacinto : edmetbi[lo.in qua ein murorum flru£tura  Ine | 12.port&    Pars prima. [^  12.portde funt, quas ff ngulas fingule exormant Margarita.  "Platza (Ciuitatisex auro mundo fimile «vitro perlucido.  Hac autem omnia, dum in altum "volat Aquila caleflis et  vidit ce teftificata cst. VHS US   Schalam,quam ante Paradift fores pofuimus,illam ef-  fe confiderato , quam lacob raptus [omno vvidit.buius fcha  Le gradus: diuer[2 [unt immundo creatura , pecie e pera  féeélione diuev[s. Efos creaturarum gradus diuer[os, ^ ngez  lici Diritus afcendentes gg) de[cendentes gubernant , atque  custodiunt . quibus creaturarum gradibus intelleclis , ad  "Dei fuprema cau[& cognitionem , qui in celis habitat, per-  uenimus,ui dixit "D. Paul. inuifivilia enim ipfis à crea  tura mundi per eaqua facla [unt intellecta con[biciuntur,  eo cetera . Hac autem cognitio, fi fide augeatur c illuflre  tur , Charitateque ornetur , eg perficiatur , celeflis nos  regni baredes conflituet , eo diuine con[ortes glorie effi-  ciet.Uerum.n.uero quoniam quatuor elementa, eo ndez  cin celi totius orbis cum c/dngelis tamen principales partes  exiflunt: ideo. prediéía buius noflra [chale gradus exis  Want: fupra quos gradus [Diritualis profe&fus nostri pedem  ponimus,cum fupra illos , per quodda donum, "vel per qua-  dam [ocietatem , (ut cam Angelorum gradum pertingi-  mus )a[cendimus , vt "Deo in vita coniungamur «terna:  Supra terram , que primus noflra fchala gradus exiflit ,  a[cendimus,dum corpus ieiuniis, vigiliis ev ceteris fimili-  busterimus. Tu per catevos pradicle fchale gradus, fimili  modo difcurras.    v, MEO Ad    T hefauri memoriz artificiofx    Ad hanc. Cinitatem nos dignetur perducere ille à quo    : omnis nofira [alus dependet . uico mirabilis efl in maz  ieflate [ua , terribilis atque laudabilis ce faciens prodigia ,    eo in [an&lis fuis admirandu exiflit. eo bac in Ciuitate  magnus €) laudabiliá ritnis inuenitur , Deus fcilicet , per    . omnia benedictus.    d'equitur Figura (nitatis Sancl«.    mg    -—G—GÀ edd 2 134 4 MY "S   |D—-—— —— LO 7 AC   ] -— — — ; NT nu rj  Sce SSULTED AS :    TAPPA ZA c3    Thefauri memoriz artificiofz    c/Armina boc in loco inter[erenda: quia iterum pofita  C funt , pofl carmina de ocfaua f[phara , pagina 28.-vLi  incipit, c^t globus empyreus ec.v[que ad finem : con[ul-  to dimifimus, ne cadem [epiusrepetamus.    Cap. 6. de vfu ampliffimorum locorum.    e Timur locis predictis, modo infra dicédo. Lo  ER] camus enim rem primo recen[endam «vltiz  r9 VA «| mo loco,verbi gratia,in vltima inferni p^  rev Qi te in puteo. f: ee deinde alias in locis fuperio  ribus [uccfeiue ponimus: "U[que dum ad "Dei [nlium peruez  niamus , prapo[tero etiam ordine procedere po[Jumus , vt  [incipiamus à fuperiori loco, e ab illo in inferiores ordina  te de[cendamus: *vel alio modo.[. à loco medio a[cendendo:  "v[que ad [upremumyvel de[cendédo v[q; ad infimum:pro  ut locande figura, ac memorandarum fpecies exigunt : vcl  etiam commini[cédarum rerum ratio expo[Lulare «videtur.  Sienim in [ermonis tui principio, pro memoranda vei figno,  locandus fit c Angelussin Caelo potius qua in inferno et. eius  imago ponenda. A lia deinde alijs in locis unt [ucceffiue e  ordinate, conslituenda.   Et quamuis locis quibu[libet non omna memoranda,  nec vniuer[ c memorandorum figura, (quas locare evolucz  ris )conueniant:arte tamen qz) exercitio, e cyebeméti ima  ginatione ita id poterimus comparare , *ut cuilibet loco rem  omnem cuius memini[[e volumus, eiusq, propriam figuram  inuenire    Pars prima. Td es  inuenire eo accommodare. [ciamsus. €). uod fieri et experti.  fiunt, manifc[le fatentur . Cuius autem imagines con-  rra naturam eg e[fe rerum aut artem vel vfum, ab imaz  ginatione locata funt , frequentius oportcbit rcbetere , vut  exercitio a[Jequamur , quod longe à naturali ordine rerum  con[picimus à nobis e[Je locatum.   Vr autem locis fugure ponenda conueniant (quoad fieri  pote[) 'atagere oportetvt fr figure quinto loco ponéde fex  ro potius loco comueniant, magis ibidem in fexto ponantur .   Et qua in fexto alias reponi debuerat, in quinto collocttur.  Zfoc autem dixerim , fi permutatione banc repetendaz  vum verum ratio patiatur:ficuti in aliquarum rerum di[cur   fà fieri contingit. Siquis enim duodecim iciunij fruclus dicez  re propo[ uerit, vefert nihil fi quintum Sexto preponat , vcl  poft ponat abfolute loquendo: A b[olute inquam, quonia aliz  quando(quamwuis ravo)in coni milibus ordinem dicendorum  cogimur ob[eruare. |   In vfu ctia pradiclorum ampliftimorum locorum, illud  oportet animaduertere:nece(Jum nequaqua e[[e, vt in una  eadem, oratione vo el concione uel leélione,vel alia rerum  recitatione prediclis omnibus, e fingulis utamur locis.T'ot  enim loca fumenda dicimus,quot pro figuris ponendis [uffiz  cere pojJunt aliad, linquenda. Si enim paucorum meminiffe  «volueris : fat tibi erit aliquando folum principalia [umere  loca ab(que corum partibus. verbi gratia [umere infernum  pro *ouo loco tantum, Purgatorium pro alio ec. "el pote-  ris [umere locum «oni principalem, verbi gratia infernum,   | cum    The(auri memoriis artificiofze  cum fais partibus pro tot locis, ee alia linquere, qua for(an  vvice alia, (cum multa in diclis locis reponere "volueris)mas  ximo commodo erunt-Q ue autem figna fint bis locis ponen    da acil dicemus.    | Cap.7. Delocisamplioribus diffinitione,    numeto, partitione & vfu.  5 Y Oca communia ampliora illa funt, qu& inam  4 DmRM plif(imis continentur,et ipa [uis in partitus,  «B XE y ampla loca, Mediocria, Minora,e9:  AMiniz  LÍ BE AX oma queque continere poffunt. Loca autem  talia;[ant bac. Regiones ez prouinc ie: fecundo * Paradi[us  terre[Iris: tertio Itinera ab-vna in aliam Preuinciam «vel  (juitatem:quarto Montes ej omnes colles: quinto Planiz  ties'fexto * Poffeféiones:Septimo Lille: OClauo Fluminum  decur[us : nono Stagna cum corum circuitu . uo ad par-  titionem borum locorum in partes: que partes pro tot dez  feruient locis, quod quilibet corum diuiditur, a[Jerimus . Et  quo ad primum Regionum ee:  Prouinciarum partes potez  tunt e[fe Flumina: .$ tagna: Silue: T vactus, €7 [hacia terz.  rarum slerilia:culta quoque pinguia atque fertilia loca:C i-  uitates: Caflella: P agi : vel vici: P o[feféiones infrgnes:doz,  minia diuer[orum Principum : Montes THAN, nomina.  ti.Vie celebres:Balnea: P lanities. — . :  ^ fParadifi Terreflris spartes,illa poterunt ef quas fucra.  fep in codem effe commemorát . Ut multitudo lignoz;  ) rum    Pars prima. MA WÀ  run fractiferorum, palchrorum vifu, eo ad ue[cendum.  fuauium. |   1. Lignum vita in medio Paradifi.  5$. Lignum infuper [centia boni cz mali. ^ dg M  4-Fluuius,qui inde diuiditur in quatuor capita . N'ome  vni Phifon: SNomen fecun di Gion: SNomen terti] D'igris:  uartus Eufrates.ex Gen.[ecunao. if  Malta praterea. ineo loca poteris imaginari, nec incons  ueniéter,ut letiftima nemora,vt ameniffimos montes, flos  ventes agros , ridentia prata , pulcherrima planities , cetez  ra fimilia. pan | RN  v 03. Ommnt iter ac via ab "vna Prouincia , "vel (Ciuitate  in aliam [nas partes baber , ee funt" Po[feffiones celebres:  (muitates (Caflella:vilLo: P agi: c edificia infignia: H'o[bi  talia:eccle[ie:montes: planities:fluuij:Biuit: triuiziS tabla  diuerfa: Q uelibet caupona. Q uelibet officina co apothez  tha; Quéque aliaa nobis euntibus per illam vel redeuntiz  bus obujant zo occurruntyvt lapidum acerui [upra depras  datos peregrinos comportati: Pontes:Silus : illeq, maxime ,  que infidiantibus latronibus latibula funt loca infuper fle  trilia: Fertiliaetiam eg fruclibus accommodata. 77  7o 4 Montisui collium, fecliones ab eor inferioribus par  tibu; incipiendo, funt flumina «vel omnes ad coru vidfz  ces: T 'orrentes ex ipfi $1n m4 fluentes. Etiam ea,que in c0-  rum a[cen[u-vel defcenfu oceurrunt,cvt "Domus ,P alatia,  Ecclefte: Monafteria:aliaue edificia . Infuper po[fefriones,  hor. t,pomeria,namora Jftlua, Supercilium montis: ciui catu  i n O men    Thefauri memoris artificiofx  m. Infupcr. Jantes putei aquarum: "Decipule co fóuea ad    "capienda animalia . Loca laqueorum tuenanri aMGÉ  memorabile, quod occurrit in COCWRIMBODU 1   $- Plaviticipartes, Domus, «dcs hui Lacw: La-  fter lunii, fend lios   6. PofJeffiones habent p» partes; apud 'Agrós: vineas:  V ilias: :Oliueta: Frutleta., 'e-fucuparia. vel MARIAE  laco, Semitas fontes, torrentes.eo«. . «   2. Fluminum decur[us partes [unt: rh m A silia,  Jéapuluf as de[céfus, AM olendina,Pifcineectrbores drcums  quaque: oca Pifcantium. —   ,.. RStagnorum partes po[[unt'e[fe tot, quot maris, de quo  fagradiximus praterea Portus: sinus: Ciuitates : C aftella;  mirteta: Oliucta. einen, ca  pi[cantium » m n ád  E777   9 4.0c4 autem Bi cn omnia, qué elt ss Leonie o-  Kamaus,ndis notifftima e[fe debent; qua lcaseg locorum par  tes ft minae nouifli vel vidi f fimilia. ijs confingere lie  «dit, ct Cicero dicit, . .....   . Ufus autem taliseft , vot hisin UE auia figuras  (que ibidem funt vel e[[c, de ABE Jut plurimum  pes [ludeamus , / cut ie C Midi locis dic  XÜHMS ou    *    Cap    Pars prima. $4.  Cap.8.Delocis communibus ampliff. & par  titione,& víu,& difinitione,& numero.    id ()    Oca communia ampla funt, que in ampliféía  mis continentur , et ipfaetiam continent in  p fuispartibus alia loca.[-minora co:minima.    Y    NI    Hofpitalia, locus officinarum,cArcus infignes,T efludines  &dificiorum,cAfrcts, ^vieres, Propusmaenla. ^0 00s o    x, Locaautem. iflasxtea: ('inirates,mon debent effe vont,    Thefaurt memoria attificiofz   gnis ciuitatibuscUti(quoniam tibi faltem mote [unt , qui f:  paruarum notitiam minime babes) [ume in illis vias prinz  cipaliores : eov infigniora edificia : Forum aliasq partes et  loca notiora, dimifsis alijs. uo ad-v[um..——   Hac loca ficut [uperiora omnia congrua funt reponendis  figuris omnibus naturalibus, qua ibidem funt , vel po[[unt  ibi effe:zNaturalibus autem figuris, que ibid? non funt , nec  naturaliter effe po[Junt: Infuper &j artificialibus , eg ima.  ginarijs,non ita, (ed minus conuenientia funt. Attamen inz  duflrius bomo, c& ad imaginandas figuras locis conuenien-  ges idoneus,omuibus quibullibet locis ad quecunque memoz  randa poterit vti: ut apud expertes: exploratifsimum cit.  Ád quacunque ergo memoranda commini[cendasd, res om  nes , figuris mediantibus aptiffima [unt loca pradicía, ficut  precedentia omuia co fab[equentia.    -. Delocis communibus mediocribus, &   ^sdeeorum diffinitione, numero;   ^^ partitione & vfu. Cap.I X.   PEU] Oca commutiia mediocria [unt,qua in [upra-   ERU :diilisaut continenturyaut contineri po[unt;  SA que «7 alialoca.[.minima poffunt continez  M eA] reset funt Cenobia; Ecclefie; Palatia, Doz  mus mediocres Aedificia alia, P latee, Diuerforia, Diuer  ticula, Pie. oo | lows  - c Canobiorumy inferiores partes [amt : Clauffra , ave  ds p um:    tc 4    v Parsprimas $$  Ium: Schola. Officina: RefeClorium : Cella uinaria: Et ora,  TED he partes fuas babent. 2 tielibet enim manf o di  uiditur in quatuor angulos : cg omne etiam infigne in tali  bus manfionibus pofitum poteft [eruire pro loco,cot porticus,  vt [l'atuayut [cala cec. Cenobia habent partes [speriores,  € [unt dormitoria,Bibliorbecam,eo alias manfiones prz.  ter cellulas fratrum,qua ob nimiam mfra [c ip[as frmilituz  dinem difficillime pro locis deferunt; fimilitudo enim men.  tem errare facit:eo» ex boc loco in alium fibi fimilem tranf  meare:quod experientia millies comprobatum e[t. |  c^4t ft quifpiam eis vti "voluerit , in ofl io cuiuflibet illas  rum fignum aliquod ponat,quo una ab alia differre caideus  tur.Signa autem bac imaginariaeruntyer) inibi babitantiz.  bus (quoad fieri pote[]) conuenientia, «vt memoriam ma-.  gis excitent o[lium, vuerbi gratia, Sacrifl a boc modo poterit.  obfignari.c/4ppendam per imaginationem in eius oflio claz  nium multitudinem in catenula ferrea infixam : qua catez.  nula etiamper foramen alicuius Spherule lignea vel marz  more« tran[eat,rvt meliustot [igna memoriam excitent.In.  oft io indici pones librum rationum mathematicarum, vel  rátiocinationum prouétuum conuentus vel ('enobij. Et fic  de cateriscellulis officialium . A ljs autem cellulis priuato  rum fratrum vti, cg eorum o[lia fignare, difficile aliquan-  ulum erit Uerum enimuero ipfis etiam uti co eas frgnaz  ve poterimus.In "vno enim o[lio immaginare , qui d [it in[criz  prus numerus talis cella.In altero, quid fit nomen fratrisin-  dabitantis: In alio, quid aliquis [anclus fit depictus,  eo ca^    m £erá    The(íauri memoriz attificiofx   tera fimilia in illis ponere «vales,qua ibi aliquando funt,vel  f«cile effe po(funt. ^ cidunt f'epe [pius multa in boc vel il -  loloco,qua pro fignis tibi poterunt de[eruire , Ut patet. Sis  gnum etiam memorabile erit:quia aliquardo«vidifli in iflo.  «velillo ii qa in terra cecidi[Je, "vel uas vupiffe , vel  eleunm effadiffe:-vel fimilia eo in loco contigiffe. mW Ne  Ecclefiarum partes funt gradus ante porta introitum ,  "Porticus et vesisbulumyfi adfint. Porte,Va[cula lapidea  «el marmorta aque Sancie, qui introeunt ibus primooccur.  runt.c/frguli principales: Sacella fingula: aliaue, qu& diuer  frtatemin fua figura eo diffofitione ey) magnitudine prz  feferant . 1n quoliber autem (acello babes quatuor A ngulos  ord inate:ee c/dlrare e medium [acelli, qu& omnia pro tot  deferuient locis: Spaciaitidem inter pradicla Sacella tot los  €à dabunt: 'olumues Sepulchra. in[igniora: que in pariete  exislentia,foris [apereminent. Sepultura erce uel marmo  rt21 terra ceteris infigniores. Sculpture: Pictura:feneflre  principales: Poflica. Gradus presbyteri dlrare maius.cho  vus cum angulis cos-ombone:Orcana:" Prefepealiaque inz  fignia, que Di extiterimt partes funt Ecclefiarum. io  "Palatiorum gj Domuum partes, oflia principalia ex  onmes manfroncs cum angulis fuis, vo«omnibus vebnainfis  qnibus in ipfis existentibus, verbi gratia, columnis;imagim i  bu, Seulpturis, Mis, fedilibus, Menf r: difbenfatoria, (.a  nino, Ofliolis, AElutorio, Strath, eo fimilibus aljs : fene-  Jis: Armaris, ("apfis eot. ym Wer urtease s oat  ^ CPlatearam pagórumue partes f^ nnt plare: officine tuel    t contigu    Patsprima. .;^-07D — 56  eontigue "vel (eparata, "Putei, fontes, exitué Uiatum., Sa-  tlla Ecclefiarum: co P alatiorumzez Domuum; aliorum,  aedificiorum facies extrinfeca : Columna : Statue, qua  ibi funt; cc. utt 3? De à; TUM  - G uoad v[um,loca ba inter omnia alia fuperius dicla,  eptima [unt ad omnia locanda. Hic animaduertas qua fuz  pra de ciuitatibus loquendo notauimus , ne.[.in cadem loca  particularia bis incidas,circumeundo manfiones,e ne sla-  tuendo vária loca in "vna cademq, manfione vel domo,mi  ?is appropries locis iam à te pof. tis vel confi itutis , Co tuis  iam replendis figuris (e imaginibus ; ne confufioncm ingez  Tani inenti loca iàm fibi propinqua, (y) ne imagines ibi à te  reponenda [ecomprimant. —' 000 00 007 :    Cap. ro. Délocis communibus minoribus,  "^7. "difiniuonejnumero & víu. |    Y Oca communia minora. : minima , de quibus  | : ler 4 infra CMMSREUR cel nie pn. cel  1 le a pls | realiter vel [ecundum imaginationem. Fac  Der X9 autem poterunt e[Je owines officime diuerfoz  rumartificum: quarum multas infra ponimus fecundum  c dIpbabeti ordinem plures Íab qualibet if tus litera , t  "ex ei /ymamus quas co quot fuerint nobis nece[faria." D of  fmmus autem fumere 7 iginti officinas , f. ul qualibet litera  "Unam quarum «ona queque loca quinque dabit , ct infra  "dicengus.ex quibus centur oca pro memorandis, figurisque   OWBaW reponendis        "I hefauri memoris artificiofze    reponendis babebimus que fat erunt noftro negocio. Plura  autem bis babere nece[e mon efl neq tutum:ne locor muls    titudine nimis grauetur memoria. |  L Oca auté bac [epe mente inuifere,et imaginatione pers   currere opus ef1, cut familiaria nobis fi at,quo ad ficri po  tefl, con eis faciliter vti po[[umus, ibiq, noflras collocare fis  £uras,prorebui memorandis quatiaocunque «voluerimus. -    Sequuntur diuerforum artificum denomi-  nationes, fecundum Alphabeti ordinem;  quorum officinis pro locis minoribus vti  mur.Suntauteminfrafcripu. ——— |    iRehitetlores,   WAee| Aromatarij.  SN jJ Alutarij.i.(7o  Aen AES riarij. Aurifiz    ces,acupictores, uocatur Phry  giones , qui aurum e colores  «vefl ibus intertexunt.  Braclearij , qui bracicas  faciunt, quiq; aurum,rnalleis  raum, ej) ad quauistenuita  tem daclile, rebus inauradis  reducitBalneatoresyBalnca  ramminiflratores. la Stwfa.    Chirurgi Medici uulne-  rarij. (eroplafte : Cereas  rum imaginis Artifices. (i-  nerarij cg C iniflones dicun  tur , T on[orcs, Calceolarij  qui calceos con[uunt et con  ficiunt, Coriarij , Crepida-  rij, Fabrilignarij, qui Carpe  taconficiant.. 0   Duliarij. Piflcres.Plaz  centarij. "Darda nartj dicup  tur propole, qui omnia prz    | emunt. , "vt charius poslea    vendant.    l'ars prima.    vendant.   E (fc darij dic cuntur f^  li effedorum ehiculorum.   Fartlores,qui | farcimina  faciunt, ex in [echa carne et  adipe "   Ferramentarij: Ferraz  mentorum Faclores : F| urz  hio    eG angaba ', qui SH    otiera portant : Gemmarij : |    Gemmarum venditorcs.  orrearij, (wflodes bor  reorum dicuntur.  In itores,rerum delicaz    tarum -venditores,Ce* nego-    ciatores.  : Librarij, Lanarij qui la  "as curat.  AMen[arij , Trapezite,  AMolirores,qui vulgo, Mo -    lendinarij; Macheropij gla:    diorum fabri.  N'ouacularij , qui fti0uaz    culas;feuraforios cultros con    ficiunt.    t Odorarij, qui odores con^    Sas EI    7   fíciamt eo cvédunt , Cencos  poe qui taberna vin: expo  nunt, C rganici Organorum  au ifices.   "Pigmentarij,qui pigme  tacvendunt aut conficit.  *P iflores , feu in[ores dia  cuntur Furnari, Pharmaz  copole -Ollicacitét um ue  ditores. "P lumarij , qui acu  pingunt feu polynita rij.   Ratiari] ; amgréitorer,  qu ex ipfa rate qrajium f^  ciunt.   Sal/ametarij, alfarij.a "d  ditores ciborum, [ale dre  rum,eo Sellularij fedentas  rij,qui opus aliq uod ad fcdé   um conficiunt ..$ tatuarify  qui Slatuas fingunt.   T helonarij,ct T lelines,  dici po[Junt tributorum colle  éores. — :   - Uulnerarij, qui (o (bis.  rurgij."veteramélari,qui ue  teres ueiles calceosque refiz  ciunt,    P Si    -— . Thefauri memoriz artificio (ze    » autem:alicui placuerit oficinas diuerfa  "fecundum eundem Alphabcti otdinem.  ^vernaculo habere fermone, vt occurrant  facilius, ex intrafcriptisquas & quot vo-  , lüerit fü mere pone It. *    Rmarulo 5  | eMgguindo-    t4, ccauis    gliah eg | Arrotatore , AL- :    ba: 03: jsAguchiatore.    Santo, Bartiloro /Berret.  tai, Barbiere)Beccaio, Bic  dhieraio, orta, Bande:    ran. à AC .   Cappellaio. , :    io, Cinzia.  - Dipintore, Dogana.    * Fabhro, Fornaio. Forlis !  ciaio, Filaioio, F atidaco,    Formyiaio,  Giielliere.  - Hole, Horiolaio,    » M .. latore di fe-    - Cartolaio, |  P alzolaio,/ eraiuolo, ('ialda.  baio, C alderaio, Colrellina |    Ld  *    PAIR negli.  tore.   - Lana, Lanaiuolo, Li ina  ies 3 Latternaio, Lanz:  ciaia. :  acManiseleo ddaniéus,  e Merciaio,  Muratore, Mi : i  niatore, Mugnaio, Aate-  ra[faio. (o EAT à 55  SN'otaio, SNotatore.: i»  , -Qrafo,Oliendolo;Ottoz  t4io , Ochialaio ; Qrtolaza  no,   xProfiniari: qi lieder,  lo; Pelliccinia y Pollsiualo,  Pe[cheria, —-.- s E   c uoiaio.   , Aicanatore ipei  Riuendilor C. Asa  Sculptorty fcarpellino, eta   iuole    Pavsprirt: ;8  iolo,Sarto, Spetial, Spada — T'reccone; l'o rbidto; Tira  io, Sellaio , Segaiuolo; Sar ^ telo, P'iraferro, T'iraloro. |  giaio,yeggiodlaio. —— ^ Ueletalo , P'afaio ;   T'e[fitor dipapi;di drap |. 'aiaio. Num  pi d'efracarie » Tine: os Zeccolaio,Lecea.. | T    dex] Uoad vfum vtimur locis predictis frequen  VI tius alijs f'apra pofrtis , cum pro memorandis  : ^e / Jj] occurrentibus aptiftima inutniantur.proptez  REN e rea , quia in cás babemus locafamiliaria, e  not ifsima nobis,eo que fenfum excitent y ez fatitafiaimo-  G04At E872 propier diuerfitatem inflrumcentorum €o* "vas  rietatem -vendililium , 4 inibi [unt,ti propter operationes,  q 4b cMrtificibus exercétur in ipfis.Q ue locaetiam adfis:  guras inacfHisandas eov fimulachra inuenienda pro diners  fis memorandis commodiffima [unt; eo quXd "varijs natura '  libus rebus alique iflarum apothecarum artificialibus ms .  nes-rutrisque fimul multe plene inueniantur; quibus amnis  bus ,prout fuerit opus; pro notis atque figuris optime poterant ^   eferaire. (33 POS tA ji   - Ordo autem in eorum v[u eft , ot prius affumas offici -  nam,cuius nomen incipit à prima liteva.[.c/4. [cundo offici.  nam [ub [ecunda literae fic deinzeps.o.g. ^ E^:  Prius pro locis particularibus comparandis fura ; banc  officinam Armaiolo,"vel aliam, proutevolueris, fub eadem ^  litera incipientem.pofl banc aliam Barbieve, «vel aliam ut"  uolueris ciu[ dem littera : et fic deiuceps [umas, tot quot tb?  a d ud fuerint :    LJ    9. Thefauri memoriz artificiofx  f«crint Aece[faria; M^q- TANT  d) ue fi noninueniantur in. Ciuitate vel Terra boc or  dine digefla,eo* boc fitu difpofita v f'abrefatta: pofJumus  €as noflro marte di[bonere &&* ordiare: eg earum multis  modis pradictam. difpofitionem , ordinem cAlphabeti,  reminifci. |  o Primo ; [i literarum c/Alpbabeti ordinem fic mente vez  tineamus,ut pofl. talem literam,verbi gratia.cA [ciamus,  que [equaturyverbi gratia, B.eo* fic deinceps-quarum fi ve  Gle ac celeriter remini[ camur, fubito officine quorum nomi  na [ub ipfis literis incipiétoccurrét,exépli.g.recordor litere.  cd. (ubito occurret officinaillius litere, que eft in tali Ciuis "  tatis locoyputa platea:cvelforo , vel via . "Deinde pofl. A.  [cia quid fequitur. B. tunc occurrit officina alia,litera pdiz  Gs. B. qua for[an in alio loco Ciuitatis erit, qua ft forte con.  tigua c[[ent melius, gg) velocius remini[ceremur carum, et  fic de alijs omnibus... |  - Arf alique prediclarum c/Apothecarit , diuer[orum ta.  men artificum [iviul e» contigue in rei veritate , in Ciui  tate aliqua extiterint: "velocius carum recordaberis,ab[que  boc, quid pro ipfis inuenicridis ad literas carum cogaris on  fugere; quibus ad officinas mann ducaris . !  Secundo . predicto ordine c/Alpbabetico Officinarum di  uer(aram. recordabimur , fi per imaginem veletiampitta  ram in vna magna manfione vel duabus, wvel etiampluri  bus ordinate et [uccefiue plures artifices diuer[arum artis  fib qualibet litera num ,- quos nouifie oportebit , ponas.    mit «    Pars prínra. ET $9  muss. efrtilices autem in duas proprijs cellibu z7 Labin-  bus: iffi aliquod, «vcl aliqu. ; fua artis inlrumenta in manis  Lus ye Q uorum omnium artificum quolibet corum ui  fà ab imaginatione ad ciu[dem officinam [latim animus po  terit éuolare ibique [ua laca e ni T277, imagines perdus  firare. |  - Tertioreminifcemur officinarum odisii ia ditio.f. eAl  phaleei fi earum nomina ucl principia diclorum nominum,  fcilicez literas,à quibus ipa nomina incipiunt in parietibus  "vnius cel plurium man[iomum literis,eo: caratferibus na--   gnis fcrip[erimus vel atramento,cvelrubeo colore;«vel aliox  4ui ctiam opere celatorio Jculpferimus, uel cereis literis,vel  alteriss rei. caracleribus in 4ngulis manfionum , wel certe  interfHirjs parietum inter angalum , ej angulum alicuias  manfiopis impre[ferimus. Vel faltem fi talia nomina wel ea  rum principia [cripta vel [culpta. efe inpradiclis manftom  bus imaginati fuerimus. Q) wolibet autem «vifo nomine «vel  litera,adl eiu(dem nominis vel litere officinam in tali ciuis  tatis loco pofi itam. protinus tranfire poterimus.   Q warroviam mente confingere po[umus,im qua cogita  tus nostri opere viginti fabricemum officinas , [ub qualibet  Alphabeti litera, "vnam quam «voluerimus ordine aped  tico. €) wod faciuntmulti, quos nouimus. :   - Rterum , f has officinas aliquoi in loco,et quidem optime  malam memorabili fingere «velis : duo fratrum claustra:  fumes,in quibus casomnes locare poteris . qN'am quodlibet"  UM tredecim officinas , cvel[altem decem continere   poterit:    Thefauri memoriz ártifi cio fc  poterit: In quolibet; fcilicet angulo duas e ininterflitio fci  dicet inter angulum £g) angulum,unam (excepto intcrflitio  llo, inquo porta vel quedam apertura fingenda eff , «val  per quam intra in meditullium clauflri ; mente ingrédi 9  egredi poffit.) Et iterum umama fimiflrisyalteram a dextris  pdi&te porta uel apertura , boc infrafcripto ordine localis.  4ngredicsido uim predicium meditullium à finifiris prope |  porta locabiscunamofficinam,cuerbi gratiayofficinam aros  watarij: infequenti angulo ponam aliam, verbi gratia, ofs  ficinam Traclearij : ineodem angulo fed corre[bondenti az  teri parti claufivi aliam, puta (Coriarij: in medio aliam : frc.  deinceps: v[que dum deuetias ád partem dextramporta ,  per quam mente ingve[Jus espradiélum meditullium ;et inz  termedium clauflri,quod.(ub dio eft ... ev  c^t tiotato; quód amnes bas officinas intra cdlauft H9 ;.  quod coopertum efl, ponimus , (ed tamen earum aperturas  «verfus meditullium di]bonimus , quod tanquam plateam,  «vel forum negociantium imaginato.. sss Wh es  Q uinto nomina veleorum principia , elementa fcilicet  literarum;a quibus incipiunt in digitorum noflrorum articu  lis effe depicla vel [cripta imagineris : evelcerte ca calamo  iidem defcribas bore vnius (bacio perman[ura , quo ad  vu[que videlicet corum runiu[cuiusq, in tali articulo cffe,  vbi illud [cripfifhi cosaddifcas facillime vemini[ci.£ia au  tem modas optimus $1, fi diclarii memini[fe velis officina. .  rum, [ecundum pradiclum A lphaberiordinem. :  - QNotandum.tamen, qud ft plures nouisli officinas &uf- em    »    Parsprima3. 077 6o  dem artis,verbi gratiasplures aromataviorum officinas sn  udrijs ciuitatislocis pofitas,derelihis alis cogitatum tuum,   ) mentem in "vna tantum obfirmes , a ramen opibus  alijs infigmior tibi fit eg morior... S0 ED  c Diéxbpus ob[eruandum, quód vnam tamcn apad  vel officinas habeas cox teneaneiufc dem artis, e litevs;et  non plurcs. puta.fs / fub. A. litera babes officinam. aromatus  rj ;nàn [umas;nec queras aliam (ub eadem litera imcipienz  kem,verbi gratia officinam & lutartj. Et adiecimus , quód  ordo A lphabeticusobferuetur , vt post apetheca incipient |  ab a, [amas aliam incipiertem.. A Begin 1ron. incipientem 4  litera. f. vel D. Hoc autem ad eos pertiner , qu/d-utvez  cordentur talis: apatheta. pua Caupone. C-tantura litérafrá  pfi uerunt. € ui enim po[uit integrum nom£ "vel. ipfum. r  tificem vel inflramentum illius artis, alteram eriam eiu[-  dem litera;puta Apotheca Co oríarij poterit [umere e alias  etiam quot. "voluerit. eiuíd dem littere. Item esiam post Apo-  thecam littera, p Jumere poterit aliam , littere «videlicet.  Se T. eo. quia ratio [ui ordinis nom [unt ^ lphaleti  líera: fid Artifices: E in frumenta corum hic vei ibi dis :  [of MATS IA pA  "fi quis enim vighiti P cina disci 14. 1n "Una eadem 1  eia vel duabus nofceret e]fe [ecas, nn oporteret imo offi ^  ceret , ordinem alphabeti retinere , e fitum earum ve-  rum , coxrealem relinquere . ^ nimaduertendum efl, quod  in v14'Uia , vbi [unt multa officine ein[dem artis, po[u-  "may dibemus,vna [umpta, alias linquere, ct ad d.uers  [as    Thefaurt memortz artificiofz    fas fequentes apothecas tran[mearc.   4n vu eiiam eorum [cire deberrus, centum loca particu  laria fufficere nobis, pro occurrentibus memorandis, T ot aw  tem loca. 100. videlicet in. vo. officinis babere pojjumus  & ualibet officina quatuor ^ ngulos babet (jj medium: qui  anguli c? medium quinque luca dant.cviginti ergo dir  boc modo. ioo-loca dabunt... IE   Omnes officinas in una Ciuitate vel opido ec pa-  tueris, babeas,ne magna diflantia oblivionem inducat vel  faltim tot barum habeas, quot pro uva lectione ,veloratio:  nc,cvel recitatione occurrentis diei deferuire poterunt.    De locis communibus minimis,& diffinitio  ne eorum , que &€ quot fintin numeto &  ^ víueorundem. La 1I. ER d    'Ocacommunia minima funt, que in omnibus  51€ alijs locis [upradiclis contineri poffunt. Sunt.—  i jn li auté multa : uolumus "vero ponere plwa eoz   9 9 rum, que notiora [unt nobisalijs pretermi[-  r 5, € (ab c dlphabeti ordine claudere , vet quado €: il  (P quibas voluerimus vti poffimus.    Pars primá. 61    Hxc autem loca (unt homines, Aní-  malia & Arbores.    O mines autem (unt aut ma[culini [exus, co [ic omnes  & «iri, aut feminini,ut mulieres .    1. 9 uidam eiu[demna    tionis Co rcgionis , vt Hiz  fpani-eoc.   2. eli eiu[dem Pros  uincie,ot T'a[cis qoe. —   5. Aj ciufaem Patri£,  zvt Florentia.   4c Alij eiu(dem ("omma  -tonis.   5 Alij eiu(dem Patris.   Multi eorumdem vel   4i Pad diuitiarum.   7. Multi fimilis 2Nobi-  itatis:  -. 8 Alij fimilis Domi    ] :  vog. Alrj frwnilis pulchriz    tudini.  10. fimiles Ingenij.  1. Einfdem religionis; |  1:. Eiu(dem affeclionis  eo factionis.  TC Ewfdem dbi.  tionis.  I4. PACTIS profe "fion  nis Co arti s mechanicz.  15. Eiufdem artis libez  ralis.  16. Eiu[dem fele:  17. Eiu(dem «virtutis ,  18. Ciu(dem vits.  19. iuf dem babitus.  . £0. Eiu(dem Infortus  nj "vel Ewufortunij.    ednimaz    2    t Thefaurimemoriz artificiofz    SW EE  AN U  2t^ M   BUZZ    eNimaduertendum, quid fecundum quam.Is  3| Get condition bomiwum , potevis formare zc  feEANS)E fcribere Alphabetum nominum eorum bomi  IBN] mum eandem conditionem babentinn, verz  bigratia bominum alphabetum, in quo fiut nomina bomiz  an, qui babuerunt talem vel talem conditionem ,nobilita  tem, "vel diuitias g)e. Hortamur autem buius. artis cupis  dosis nhoditoordinationes bominum diuer[arum éondi-  tionum formare co pre manibus habere.£) uosautem fuz  vélus, qua ve. commoda [int percepturi , qui. coordinatiomi-  bus pradictis aliquantulum inuigilauerint, tacere uolumus.  Fyrastuum eum borum effc praecones eos dumtaxat vvoluz  maus, qui buius non [unt atis expertes,cvel infuturum moz  nar eos;qai eiuf dem.artis exercitio nauavint operam.  AIn coordinationibus autem preditlis folum bomines ili  feribantar $ quorum notitiam babes ; vel quia éos "vidisti,  «vel quia plura de illis audifli, aut quia multa. de ipfislegiz  fli aur certe quia erum imagines pluries con[pexifli . Proz  pterea cotilifimum erit. dita fcripta. gesla, vitamq, pradi  &orum bominum. apud varios authores videre ,maxime  apud Diogenem Laertium. Cum enim corum dicla «vel fac  la cognoneris erit baud difficile de eis aliquam figuram:  fimilitudinem vel fimulachrum cuiu[libet conueniens men  te concipere eo excogitare. |  Coordination auté iflarit alique infigniores, «vtiliores,  et notiores bic infra à nobis ponetur, ptermiffis alijs quaplus  vimis: Leilores enim noftros ad Ioanis Rauifij textoris o  cinam    gm    Pars prima.    » 6,    cinam romittimus, in qua diuer[arum conditionum Lbomis  num -vberem copiam eft videre.    Philofophi Alphabetico ordine.    SESS Rrifloteles ,  »M Anaxagoz:  ras, Anaxi-  : mander, Az  naximenes , cfrchelaus  Ariflippus ,' Arcefilaus ,  cntillenes , Alemo , ez  nAXAYCHÁ. |   Bias,Dio.   Chilo , ("leobol", iub  Cebes, Crates, Crantor,Car  neades, (C litomacus,leanz  tes, Crifrppus, Clearcus.   Diodorus , "Demetrius,  Diogenes (inicus , "Dio-  nyfius, Democritus , Dioz  genes.    Epimenides, E [chines,  Euclides , Erillus, Empe-    docles, Epicarmus, Eudoz '    Xus,Cpicurus.    *  Q341        Ferecides, Fedo , Filoz  laus.   Glauco.   H'iparchus, Hippafus, Hes  racletus, Efevaclites.   L acides, Leucippus.  AMifo, Menedemus , Moz  nimus, Menippus ; mt  trocles.   - Ontficritus ; Onedjres.   Periander, Plato, Pols  220, "Pythagoras, Protagoz  ras, Parmenides, Pittacus.   Solon, Socrates , Stilpo,  Simo , Simonides , Simia ,   Speufs ppus, Strato. -   Tales, T'heophraflus j  Y dno.   Zenophon, Lenocrates, Ze.  BOCILEACUS CHO.    PRN    iri    m Thefaurimemoriz artificiof:e  c Mirrdoái& literam amantifz  fs eodem ordine..    F5 xi Leibiadei |,  Lx NS cufonius ,  Eye -ehriflides  : eV grat  Bularchus, Burfas, Bef  f Arion.  (Claudianus, Cicero, Cy  dias, Cyrus poeta, Cato.    nep. .    E wipides. |    - Homerus, Hf ppoerates    frxss «5    soigne " muapgndne    Jfocrates, Iulius Caefar.  Ouidius.  "Pindaras ,. Plinius Ius  nior, Petravcha, P bilo.  Quintilianus.  4 opbocles, Statius.  7 ucidides , T bemiftos  cles:  - Tertullianus.  Terentius "U'ayro.  U'irgilius,varro.  LA Ueptfianus    ila ot aee epe bland ocHise  Alphabetico.    SU e Pollo, eJefcula-  WC pius,c/fefclepia  : A des, Arab, Anci  vanus, Auicenna.    7] tius, Berofus.    iron , Cornelius (els    fnis, ('rifippus , Cofreas eo  Damianus Sancli.  - Diofcorides , "Dexips  pus, Diodes.  Epiclamus , Erafifiraz  mus Enforbius;——  Galenus    Pars prima.    Galenus |   FH ermogene:.   Lucas. $. €uangclifia.  Lyeus SNcapolitanus, epud  Pünium.   eM enecrates.   SNicas medicus.P yrri.   Oribafius Sardianus y  qui [cripfi 7t 7idibros mez  dicine Ocularius in c 4egi-   pto pra antiffimus: À utboz    MD so PE ET E  rec 14vcrüaugíQ.,    63  Pacon, P etriclius, spud  Plin.libro fecundo , Pródis  cus Medicus , E [culapijid  fepulus , t bili ift ion, de quo  Gellius lib.v7.cap. x j. Poda  briusflius Ef. culapi.   7 bemifon,de quo Plin.  €o Iuuenalis , T beombroz  tus, de quoidem.T be[jalusy  de quo idem,   F. eft ius.    i Poetz ordine Alphabcetico.    S1 Lceus, Aratus,  Architas, Arz  chilocus, * bius,  5 vul Aurelius Praude-  | tius, a Miflophanes.   SB acchilides,Battus.   ( berillus, Callias, ( als  liznacus.   "Disdóraus , Dioxippus, |  "Discles Democlus.   Euripides , upbronius,  Rie. arl Qin Ennius,    Vudoxius, Eumenides,  Fabius Frfinus, Faus  fius G albus. |  Germanus Brixius.  . Homerus , Hippomax.  E phefrus,  1 deus Rhodius. .  I. ycophron.  - eMo/lcus Siracufanus ,  AMenader..ielitus. *  2Neflor , Nicollratus ,  *Nicandrus colophonius. |  Oppianus,    'Thefaurt memortz artificiofze    Oppianus , Orpbeus cro  toniata , Olympius , Ouiz  dius. |   Phocilides, Phormius,  PAilocdes, Pindarus, Proper  tius , Politianus ,| Pontaz  nus. |   9 nintus Catullus. € .  *Nonius.Q . Atta.Q.Corni  ficius.  . Horatius. Flac-    Cus. I NEED  Sappho, Steficorus, Simo  nides, Sophocles, Sillinas.  . T'riphiodorus, T'imocles;  Thales, T be[pis, Tibullus,   "Virgilius, Voconius, Iis  &lór Roma floruit , Adria-  no Imperante , Venantius.   Xenarcus.   Zenodotus.    Fortiffimi fortitudine corporea.    Gat bo , Ariflo-  menes , Atbana-  tus, Attilius, Ame-  longus.  Jiitbon.    Cleomedes,Caccus, (Ci    neyius , Carolus magnus ,  Corbulo florentinus.  Dioxippus .  £utbymius.  . Firmius , Fuluius Sal.  uius, Freficus.  : Gratianus Glaucus.    Aercules,. |. 0.    AMilo,eMonicus, Ma-  ximinus eM. Seruilius.  - SNe[lor.   Odenatus.   Peleus, Periclimenus.   | A boetus.   Scinis latro, Szfon, Sabi  nus ;Syrus,Scillis, Sonerdis,  Seleuchus.Siodus.   T he[eus, itormus, Tau  rea lubellius ,'Yritanus, Ti  deus, Telamon.    Ufo.  Alphabetum Y    Pars prima.  Alphabetum,Diuitum..,    : Efopus Antiochus.  Crefus, Cacilius ,  Claudius , Calliz    Tfus, Camertes, Cyrus, Cez  far: (Antonius. C. Gal'igu  . Ja, Cifamis, Callicrates.   Dorilas, Dion, Dauid,  Darius.   £ufobopes.   Gale[us.   Herodes, Helio gaba-  lus,  . Iob.   Licinius, Lentulus, L.  t Lucius, Lucrius: Aruera    64    nus.  eMidas, M. Cra[fus,  AMurena, Mamurra, Mi-  nyas, Menander.  "Narcilfus , SNicamor.  Pallas, Ptolomeus, Pys  thius, Bithiniu perfeus. s  *P. Claudius , *P linius  Junior. Í  Abampfinitus, —  Sycheus, T lla, Seneca,  Aefoffris, Semiramis alos  »on.  Tariusrufus, Tantalus.  Volunx.    E    Hiftorias    T hefauri memoriz àrtificiofx    Hiftoriesautem przdictorum hominum in  Alphabeto,;& fuperioribus ordinibus po  fitorum videre poterisapud Ioán. texto-  rcm infua oficina;Et apud Plin Etino-    cabulario Ambrofij Calepini : & ed    Vincentium Bcluacenfem...    ] Etc periran[eat amice lector alia A Iphales  ta bominum a te cognitorum, formare rhjje»  qua quidem "maiori commodo erunt , quim  pracedetia: propterea quia tibi familiariora  erani» sz wart hortamur ,*vt [cribas. Alphabetum. bomiz  num diuitum, quos tu nofi i aliud [apiétium: À lind talium:  militum eec. ceterarama, conditionum , vut cum [uerit  opus, adl ip(a recurras,  uo ad partitiongeoris in partes |^ "AS : Y 7 partes jn. fot  locis inferuiét: € uod uniufcuiufa; conditionis bómo in TM  pertes diuidatur,dicimus . Ejus autem partes, ba infrafcri  pre ez fimiles poterunt e[fe.  Manibra ev partes dextij lateris adi ibet bominis,  M abimo dextri. latetis [pnt  Prima pars. Caltangwn ; Secunda cauum inferius.  Lm tia digiti, Q uaria tütaparsfuperior ufque ad collum  imi i pedis, eo talos, et litt m eiu[dem.  1. Cris. dextrum e7 eius partes,que funt .Prima,col    dao pes; à talis vel ligatura, "U[que ad [uram exclufiue.  Secunda,    X2 (9 e    LL.    Pars prima, 65    Secunda, tibia, que eft os cruris.  T'ertia Sura,qua ell caro eius po[lerior.  3. Coxendix «velcoxa dextra, cuius prima pars, à genu  "v[a; ad femur, fecunda femur , qua [uperior pars efl cox,  à quo enfis dependet, qua vv [aue ad cincluram procedit.  4. Latus, quepars à cinclura "U[que ad inferiorem par  tem, [ub brachio,qua proprie c/Axilla vocatur.c4xilla ergo  altera pars fit, aliusq, locus. |  5. Scapularum una -velarmorum alterum.i.bumerus,  eneri aptus.  6-Brachium e partes eius. Prima pars, qu& ab humero  fluit víaue. ad iunfluram inbrachij medio. c/4lia pars  4 pradicla iunélura v [que ad Aliam , qua ci coniungitur  manus. i;  o qMan alia pars efl, Cuius portiones, Vola «vel pals  ma,qua efl media pars manus , eo digiti, vel fimulomnes  "vel diuifim eorum finguli. |  8.Genarum altera dextra fcilicet. Tempus dextrum.  9.c duris dextra.  10.24embra [iniftri lateris tot erunt , quot in dextero  numerauimus, fcilicet decem.  Et primo auris fmiftra eo: cetera membra defcendendo.  "v [quc ad pedem imum [inilrum incluftue inuev[o ordine,  € numerando frillatim 'unumquodque;ficut afcendendo  ecimus. o1  - Pofl ifla locain bomine , que particularia pominamus,  quia partes [unt bominis, [amer alia in codem po[[urcs in    NECS ECT a cipiendo    PS    | Thefaurimemoriz artificiofie   cipien do ab ambolits poplitibus 1 que funt partes genibus  oppojt t que cursantur:fi c dici quàd poft plicentur. i  1:54 -Poplites ergo pro aliolocoi bomine. ^  s 23-Natessqua Junt conglobataváro «uerfus os facrum  4d [effionem apiifsimaa . "Sus dst nad Sh pn^  2.4. Lunnbi,qui à natibus , «| que ad cincluram a 'fcenz  dunt , co» à cincluraad nates profluumi .  2 5. (Cinctura ipfa. Aaol d  A6 Remphudines velvenes , que à cinclura vv[que ad  fumimitatem earum fub collo , afcédunt,que diuiduntur in  olas c [binam. |  a7. Collum vbi nerui. ! bh,  vus 8.Ocaiput; vel occipitium, quod ef? poflerior pars capi  tisin qua memoria. PSUM  :. 23. Vértex velcorona vel [ummitas eiufdem capitis.  30 Frons anterior capitis pars occipitio oppofita EN  31.7terque oculus 52. eNa[ us , 9 S$N'ayes. 33. Oscum  partibus dentibus,palato lingua, fandibu.epc. ^c  34. Mentum eoxbarba.ss. Guttur, Gula.56. Peclus ,  quod ex coflis con[Lat cum mammillis. |  37.Stomacus,qui immediate ft ub pe&lore in cauo f ub co-  fis innenitur. WB  3 * (Corpus cum umbilico pro vno loco.  39. Ima pars corporis.  40-Gremium.i.coxendicum partes anteriores.   4n.Genua,que [unt commifsiones ee coniunctiones fez  morum ac crurum. yequantur alie (echionet , e? diuiftones  M rum 3 membrorum    Pars prim 2. 66    membrorum (cu partium, eo» portionum bominks, incipiens  do à partibus,que foris apparent , et procedendo vfque ad  interiora.   1. (apilli capitis, Pili aliorum membrorum.   ». Pellis cutis.3 .(Caro.4 V ena.s.eo fanguis.   6. Muftuli,qui [unt mollia.7.INerui,qui dusa funt liga  menta.8.lacerti o[fa,et corum medulla.   10. Arteria.1i.Pinguedo. 12. Panniculi. 5. Cerebrum.  fequuntur intetina quedam.   14. Lien,velSplen.i s. Fela6. Iecur,vel bepar.   17."Uenter,'vel ceterusA8.Pulmonesi9.Cor,à quo cfr  teris. Lo.Rete.21.vejtca.   Sequuntur alie partes[biritualiores. —— |    axsSen[us commuhis.13.F atajta. 2 4-cogitatiua. a s. Me   moria. NIS |   »6.Intelletlus & potentie eius.[intelle&fus pofübilis,in  telleiusasens. 777 E norum !   27.Foluntas,qua efl appetitus rationalis   28.4 nima tota "vniuer[aliter confiderata.   Inpauciores e principaliores portes diuiderc poteri bo  minem pro "ut tibi pro occurrentibus memorandis neceffe  fuerit-2N'on enim tot bominis dimenfiones, eo portiunculas  pofiimus,ot ijf dem omnibus et fimgulis [emper debeas uti:  fed ad boctantumut necefitatzs tépore, quando multorum  recordari volueris, locis abundes,cubi figuras multas vepoz  perepofis, 707 :    -—    -    s As De    Thefíauri memoriz artificiofze    De alis: locis mitimis.i.de Animalibus &  x. arboribus, Alialoca minima funt ani-    malia & arbores.    Cap.X] (3    gl Onimus autem fub qualibet litera multa anima  lia,eo« Arbores, A Ipbabetico Ordine, vt ex mul    «l| ris fub qualibet. litera pofitis [(umamus «vnum  keen] evel Arboreim quamcunque voluerimus notiorem .    nobis, ce propofito nofiro aptiorem.    iisrnn Animalium ;    và bed "s  Eg gonoceros. .   Ug 3Bos Bubalus, Jionacon,  Boza[us.    3.Camelus, Capi Ces :    uns, (l'anis, ('aniculus, ('atz  tue, aper , Centaurus, Ca.  melopardus , Cercipitecus  (tor.   4. Dromedarius, Damz  mula, Dromeda , "Duran.   s. Equus, Elephas Eriz  uacius , Eale, Euchires,    | qud T auro eff h mile.    6.F. alena, F iber,qui co?  caflor. dicitur. Furo, Fu  runculus. — ..   . g.Gali, tui   8. ]5 d$be Hadas, H;- l;-  flrix , Eryena , Hippolaz  pss, Efinnulus.. t    E    9. Ibis Innulus ; kinus    | quod idem eft quod eripaz    cius. Inachlin.   10. Leo ,- Leopardus,  Linx, Lupus, Lutfira; La  pus, Lamia, Leuiatam.   ii. Malus    ificiofze    i menori« art    T hefaur    BM    !    / n j  ju BA E  eH 4 / 7 AAT Á  z () iA e , | "d (;)7 / [P |    ETT    VuT    Pars prima.    /    7  p    i 1) «c  ih    1    /    (^ t f  1    |  Q7 72    D    Pars p rima.    11. Mulus, Mula, 2M  ticora , e Monoceros , ZMus  quilibet , 4 quo mu[cus gene  ratur.   12. Quis, Oricentaurus,  Orix,Ora[ius, Onager,Ono  centaurus.   z1 3.Pardus , Panthera,  Por:us, Pocphagus, Paeanz    67  L4. Pinoceros, R binoce    phalus. Aansiuer, Rofurelz  la.    15 Simia, Sus,Storco. (bi  nca, Sciurus, Sphinx. |   16.7 aurus,T igris, T ava  drus, T Axus, T'efludo.   17/Urfus,'U acca, CU itu  lusyU'eruex, I1 ulpis , rus    der. ! Bol agreflis in Germania.    "Nimauda utem pradaicla e [imilia bis , diuidaniur  A; fnas partes, quas eo ordine quo eas hic ponimus (uel  alio, vt tibi libuerit,conuenienti tamen ex memorabili mo  do) (quando fuerit opus) mente inuifere c perluflrare de-  best ibi vel figuras à te pofitas cernas, eo» ves , quas figu  ris illis commendasli,tuo cogitatu éxtrabendo recipias.    AB 'ANTERÍORIBVS PARTIBVS  ANIMNELISIINGIPIENTES    1 Prima pars "Uterq; pes imus, eg» crura cum genibus funt.    2 Peílus — 7 Aures 12 T'ergus   3 Guttar 8 Cornua ft afint. — 13.Pofleriora tergoris  4 0: 9 Caput 14. Cauda   $Nafus — 1o (Collum 1$. Pedes pofleriores.  6 Oculi Ii "Dorfi prima pars uli offa.    Ul incipe apilis ficat fpra de bomine diximus.    Q uo    Thefauri memoriz artificiofz    Ó uo clarius bominis portiones ceterorumque animas  lium corporum mole. [pectabilium nente percipiantur, hic  infra [upra depicto: bomines e) animalia [cripto e? lineis  diflinélas inuenies : In[uper ibidem cernes quo ordine quas  rundam grandium auium (fi "velimus ) affignari debeant  partes. edrborum etiam partes per anticipationem antea  quam enumerentur ipf-e arbores,po[uimus impre[Jorum eg  imprimentium commodo conde[cendentes.    Sequuntur figura.    Thefaurt memortiz artificiofz  Sequitur Alphabetum arborum,quz pro lo-  cis & ipfx defcruient, & optime quide.    NN  ANANAS    LEUTE zl    "  4 1 21d   ha un   " 2. ; [ü*we.  idis Ric DEVE me cn  Ó—Q— n! Ó€— MÀ vlt nhu   N Padi PNCAR S ETt    : [/)  Un  M    d  |  í  j  |  |  i  j  E]  i4  i  DL)    Pars prima.    SBuxtis,Bdellium, Bac«  Cus.   Cedrus , Cipreffus vel  Cupre[Jus , aut. C ipari[Jus ,  Caflanea, Cera[us , Cidoz  »ia,Cedrus,Cornus.   Dipítws, Dalilus.   €bamus, Efculus.   Fagms, Fraxinus , Fi»  Cus.  Genesa, Geneflula,  ZLfedlera, Flarundo.  Ilex , Inniper.  Lenti[cus, Laurus , Liz  . cios. Lotibos, Larix.   eAMirtus, M alungrana    69  tii, Malus cotoniut , Me-  Jpilus, Mirabolanua.   Nux , Nux mu[cata,  pinea. |   Olea , Oleafter , Olcoz  sella.   *Palma,Populus, Pirus,  Pinus,Platanus, Perficus,  Prunus.    E uercus.  — Aofmarinus , Ram-  nus, Kubus, Robur.   falix , Sicomorus, Senz  tix, Sorbus, Suber vvelSuz  beries fecundum fidorum  Spina alba. s   Tamarix , vvel'Tama-  rifceus , Taxus , Tilia,  Tarbitb . |   — 'Ulmus, "Vimen, V itis.    Alphabetum Arborum aromaticarum..    Loes, Amomum.  Bal/amus.    Calamus , afia,    (inanomum.Cyperus.   | AFiflula.   X sgLibatus. |  $ 6.24atir,    E ' I hefauri memoria artificiofze    6. Adatir, 14 óreba.  7Nar dus.  8.Piper, Piflacius, iz    C4, 4 quà pix emanat.  9. Storax. |  10. Thus, Therebintus .    Vulgari idiomate placet nobis ponere arbo-  rum multitudine fub eodem ordine, vt fa  cilius & promptius nobis (qui vernacuas  lo fermone fxpius de eis mentionem fa-  cerefolemus) occurrunt.    A AS Peto, Alloro,    I Arancio, Arz  MA Licocco, Arbo  D bSeuen r0, ACETO.  uff, 2 dellio.  Cipre[fo, Cedro, Ciriez  gio ( orguolo, C érbezolo, (a  agno.  Dattilo.  - €bano.  Frafino, Fagpgio, Fic.  Gelfo, Ginepro, Griugz  giuolo, Ginestra,  - Helera.  Leccio, Limone,Lazza  ruolo, Lentifco.    AMor tine , «Mandorlo,    eMelagrano , Melangolo,  eMiliaco, «Melo Meloco -  tognoy ZMelappio.  SN'efpolo, 2Noce , SNoc-  ciuolo.  Oldmo,Ontano,  "Palma, Pino , Poppio,  Pero ,Pi[lachio.     uercia.    Temite : Runiflico,  Ro^ore.    Salcio,Sicomoro , Sorbo,    Sufino,S enti Sent    T bamerigo, d im The  rebintho.  «U'etrice,I liuo, vpe  Vinco.    HÀ RVAM    Pars prima. 70  HARVMAVTEMPART TES HOC    ordine poni debent & recenferi.    Primo Radices. 6.F olia.   2. T rancus. 7.Fruclus.   3. A amus. 8. Vertex e apex, vbini-  A-Surculi e ramu[culi. dificant aues. Figuram  y.Gemma. fuperius pofuimus.—    psoome gum e  l  !    ux] E vu omnium prediclorum locorum miniz  NIENS |  SAM morum dicimus, quid omnibus pro locis vti    J| po[Jumus e2* eos affigere. (nam loca nimis    | ES  i] |    (—    (o    NI mobilia funt ) ee dilbonere pluribus in locis,   «verbi gratia,in officinis,in ecclefi js,in foro mari et fimili-  bus in locis: we loca, ad qualibet memoranda aptifii-  | mayip[a comprobabis experientiaDe animalibus autem et  arboribus dlicimus,quid ifla in agro : "vel borto uelnemore  fimili funt ordine di[bonenda , quo c apothecas diflinxi-  mus."veruntamen [cito, qud admodum facilis memorabi-  lisq, modus radica difbonendi erit, fi aliqua fratrum clau  fira [umas eo intro fub dio ingrediens tu per aliquam porz  tam "vel aperturam quam finges in medio vnius quatuor   partium. clauflri a finiflris locaueris una arboré prima litte  r& alphabeti fi co ordine procedere "velis) wverbi gratia,   Abietem co [ub abiete vnum animal eiu[dem littere ,ver   bi gratia afinum. Et [upra auem eiuf dem litera, verbi gra  237.2 ti4    Thefauri memorizx artificiofz  tia cq ula v Sed notato, quod animal tibiyprimo cccurrat  memori deinde arbor e$ tam animali quam arbore(cum  fuis dwifionibus,de quibus fupra ) vti poteris.   In angulo propinquo. aliud animal verbi gratia, QSubaz  lum:eo [ecus eum arborem, verbi gratia ,buxum : icq, in  intermedio inter angulum € angulum , donec veuertaris,  apertum, ubi intrafli. Inmedio autem aliud animal , e  aliam arborem ponas. |   Verum [cito , qu d hic aptiffime «vti poteris multis locis  amplifcimis. nam [ub arbore c/Abietis in imo «venas auri et  argenti conflitues,qua per a littera incipiunt.fic reliqua mi  neralia , qu& infra inuenies difboft ta ordine alphabetico :  Et [arfum procedendo [ub radicibus arboris pones quedam   fubterranca animalia eodem alphabeti ordine , ficut infrà  babes.1d f2ntias de reliquis arboribus, [ub quibus reliqua mi  neralia alpbabeti ordine pones.   At fub arbore qua in medio efl loca ampliftima infcrioz  ra co infernalia recenfere poteris .   Reliquas arbores qua ex alphabeto tibi abundant , in  alijs reponas claufiris. Missi |    Pars prim às 71  De animaduerfionibus circa prxdicta loca.    Cap. XIII.    39] Vlta circa locos animaduerficne fant digna,  quorum quadam iam fuis proprus locis futt  dicla,quadam hic infra ponenda [un:.  In primis animaduertedum , quod entia  omnia tum vcalia tum etia imaginaria (dummodo partes  habeant infignes) eo magnas "vel mediocres (altem,ita ut  aliquarum fi nt receptiue figurarum) pro locis babere po[juz  mns, quapropter formice caput, vel os veletiam ipfa to1&  pro locis inferuire non poterit nobis , alioquin ft utamur illa  evel eius partibus, difcrimini magno ipfi nos ponimus,na par  HA res e memoria noftra faciliter effugere poteft. |  2 Etfi omnibus fere memorandis loca omnia apta fint  (ot infra dicemus cum de figurispertraclabimus ) attame  i/His velillis memorandis, e? mediantibus figuris reponédis  in locis, quedam loca aptiora, quadam ineptiora €: minus  idonea inueniuntur. | |  5i quis enim cvefHimentorum f(acerdotalium memini[fe  «velit, acrarium vel facrifliam e2» eius partes, ej) non Coz  quinam bonoris caufa [umere debet . 5i quis impre[Sionum  ignitarum "vel aquearam ant etia aerearum «voluerit recor  dari,melius evit vt aerem cum fuis partibus ,"vhinaturaz  liter isle flunt,eo generantur, quam domum ucl plateam,  C? [ic de ceteris.    3 Propterea elaborandum,vt multa baleamus loca di-    utr[A    Thefauri memoriz artificiofze    uer[a,eo variat diuerfis, (prout occurrerit;) memoran-  dis,diuer[a loca correfpondeant ,quo ad fieri poteft.   4 Eifdem locispro diuerfis memoradis , ee pro alijs fi  guris ponendis eodem die vel (equenti non vtimur, [ed tri  bus vel quatuor tran[actis diebus vel pluribus, quou[4, «ve  terum fimulacrorum ibidé pofitorum penitus obliuifcamur.  Loca cadem iam figuris impleta ad alia reponenda non vez  fumimus,ne forte in eifdem locis diuer[e pofita note [e inui  cem prepedientes y) prauenientes, menti noflra ultro [cfe  obijciant,ac fimul omnes occurrant memoria, e confufioz  nem ingerant non mediocrem,dum e? praeteritorum, quoz  rum pro nanc recordari: € illorum,que pro tunc meminif-  fe volumus imagines, figüra indifferenter occurrunt.   5 Siergo babeas cétum loca vel plura, e te oporteat fin  gulis dicbus aliquibus corum vti pro occurrentibus quotidie  memorandis,in tres evel quatuor partes numerum locorum  diuidas, e locis primi numeri primo «vtaris.[ecunda «vice  fecundi , tertia tertij numeri locis qc. Deinde reuertaris  ad primos locos , boc dixerim, quia talis vel fimilis diflanz  tia téporb: quatuor.[. dierum antequa eifdem locis iterum  «vti cogaris,ad obliui[cendum priorum imaginum fufficere  poterit , eg ad alias figuras ponendas idonea reddere loca   valet. |   6 Contigit autem,quüd figurarum aliquarum, qua con-  uenientis[imo artificio boc «vel illo leco pofita crant pro me-  morandis difficile obliuifcamur , vt eorum loca longo tem  pore ami[Ja, «o» pro alijs reponendis inepta cen[eamus , c.t  ou non    Pars prima. 75  aon ita ef], quoniam frequens eXercit atio, fortis imaginatio  «ox à memoria facía, freqaies repetitio,nouarum fgurarum  nuper fabrefactavum, ey) talibus in locis pofitarum-veteres  figuras ita diflurbat, eo delet.-vt vbi erant ille maneant  ifle. 4t de delendis fsguris infra traéiabimus.   DEMICA, qua pro his , quorum [emper memorari "vola  mus,eg* babere pre manibus con[lituimus,ad alia reponen  da , non erunt idonea , ea qua fuperius dicam, eo vatione.   8.9 uidam pro locis particularibus ubi immediate (rut  in pluribus) figura ponuntur angulos babent mafionum: qui  da «vero intermedia inter angulos ipfos , quod vltimum  won [aiis approbo, p'opierea quia iam didicimus in una ma  Jtone (maxime fi parua fit) imagines pofte in intermedijs  € interftitijs predictis nimás illam replere, et propterea ali  quando confujionem non paruam generare: Q we autem in  angulis [unt pofita figure duplicem nobis pra[lant "utilitas  tem. primo quoniam nón ita vt prime manfionem repleue  vveloccupant, aut offufcant, immo eam expedita reddunt,  & latam effe demonfirant-[ecundo quia fixius angulis pre  diclis inberere figura nobis "viditur , quam in intcrmedijs.  &) uod tenacem ac firma veddit memoriam. Verum [fi ma  gna fit in longitudine ce latitudine manfio, non [oluman-  gulis, [ed e interflitijs ipfis prolocis uti poterimus. "   9 Platcayvie, Itinera,et reliqua buiu[modiminus apta  loca dicimus ecclefi js: domibus fimilibusue locis , propterea  quia nimio[dbendore refalgent,eo: immoderata [unt magni  tudine,quod "Vtrum imaginationi nocet.    eNeé    Thefauri memoriz artificiofz  *Nec propterea dicimus ita inepta effe loca, ut illis alis  uando utinon debeamus, quod contra Ciceronem e alio:  e[fet:fed vt raro cvtamur ifia docemur amimaduerfrone .    De conditionibuslocorum. Cap. XIIII.    378] V Itas effe locorum conditiones ip(a experiétia do  JB V| cuit, fine quibus multos buius artis cupidos erraf-  i2 M fe circa locaeligenda, quam plures buius artis ex  pertes nouerunt, cox confefi funt . De conditionibus ergo lo-  corum, quas noflro experimento didicimus pertratlantes, di  cimus rk criptas, e hifce fimiles effe videlicet primo: In  uariabilitatem:[ecundo Immutabilitaté; fiue firmitatéiterz  t10 ANumerum:quarto proportionem:quinto continuitatem:  fexto diuerfitatem: [eptimo Q uantitatem continuam mo  deratam:otlauo Claritatem mediocrem:nouo Succeffioné,  Ordinem, diflantiam notabilem, folitudinem, Poffeffionem,  de quibus figillatim.  1 Circa primam conditionem, qua efl inuariabilitas [ci  to,quia multum memorie officit, fs locum nunc fub vna frs  gura e[Je videas, verbi gratia, triangulari : munc [ub alia,  «verbi gratia, quadrangulari: «vel quomodolibet notabiliter  evaratum. ficutie[[et,ft nunc inillo angálo tali uel talis pla  re&;,officinam fabri carpentarij, paulopo[l "vnguentarij ape  thecam e[Jé videres: quam ft [emel "vel bis videas ita imz  mutatam e[[e, dubio procul prioris tátum recordaberis ,vls  la ab(que difficultate : nec tibi talis variatio confufionem  | ingerere    Pars prima. 73  ingerere poterit. unde fic ca poteris vti, quafi immutata  non fit . e/At fi epe [epis eam te «videre oporteat , "vnum €  duobus f«cito, vel multiplici repetitione mente priorem res  cen[eas (ut eius non obliuifcaris) [ed fixe priorem retinea::  «vel certe, (quod potius [uadeo tibi ) prioris forme loci illius  obliuifcens, mentem fige in posleriori forma pradiéli iam  vvariati loci. Et fi talis loci puta officine cav pentarij partes   dam figuris imple[li, perpetuo man[uris , propter quada que  femper pra manibus te oportet babere:commuta figuras , et  memoranda nowis fieuris comménda, qua in poslerioris offe  cine partibus [unt, vvel e[fe poffunt. SN am im diuerfis officin  tis diner[ a [unt ajJumende fygure pro memoradis que locis  copueniant,ut infra dicemus. € uod fr loco illo non perpetuo  memorandis, [ed prooccurrentibus tantum quotidie uteris,  nullatenus priorem loci modum vel figuram re[erues, [ed ta  li modo predicli loci dimiffo,locum iam "variatum oculis, ac  mente inuifere, eo«in illo mentem figere: «7 firmare memo  riam debes. ! |  2 Circa immutabilitaté, que [ecunda conditio ef, anis  maduertito loca immobilia, uel faltem firma e[[c debere jte  im ipfis recen[endis mensnoflra. poft illa-vagetur : Et dez  mum rvagando ab eius memoria excidant cum figuris et  memoeradis. Idcirco, fi qua loca habeas, que molilia [int ffe  cuti ef] bomo, Leo, Arbor eo. ( cum cis pro locis non pro  figuris vteris) im immobilibus locis uerbi gratia, angulis pla  tarum vel domuum caterisá fimilibus locis ea ponendo e    figendo.fir mitatem dones . SNauim etiam f [ro loco acciz  | jd pi^^    | T hefauri memoriz arttficiofa    fi^". veleamfirma [upradiélo modo fngevco eam intali  "angulo effe, vel ponendo ibidem eius depiciam imaginem,  «vel certe in portu tali,ubi aliquando haue vidifi aliga  «tam ejJe arbitrcris, evel denique anchora fundatam et obfiv  matam ibidem in portu,aut alibiin mari immobilem exifle  rc imagineris fi enm loca flua nt figure in eis locate à mez   moria labi nece[Je eft. :  — 34 Numerum vero locorum babeas talem,ne laboret ni  mium mens in ei[dem retinendis e recen[endis,numero[a  nimium locorum multitudine pregrauata, co maxime fie  tem non dum fueris expertus:quapropter Cicero dixit cenz  twm loca fufficere po[Je.quem numerum prestare cuna etia  mediocris ecclefia cum aliquibus manfionibus circum ea exi  flentibus verbi gratia [acri[!ia, Capitulo, ( laufiro,nos ipz  Jf experti [umus.Centum autem loca [ufficere poffe pro ocz  currentibus memorandis tantum, etiam experimento fate-  mur. ct [i quis non [olum occurrentium rerum memoriam  babere uelit uerbi gratia concionum,[ermonum, le£tionum,  collationum, qu& omnia quot idie occurrunt fed multa pre-  ter occurrentia illa cupit memoria mandare: 9N ece[fe erit il  li ce alia babere multa. ficut qui multa fcribere "voluerit ,  plucima-vellongiori indiget cartba . Petrus. R auennas, in  bac arte exercitatiffmus, dece fee millia babuit loca;aliaz  que prater illa fe fabricare dicebat.quod mea ententia pro.  fit iTi, quia memoria infigni vigebat.quod co fi memoria  &lariscon(alendum e[fe, eo nos ipft dicimus: attameé his qui  Ao Lantum mediocri, verum etia infirma funt donatimez  | "oria,    i: Pars primo 55x 74.    moria, ne dum dicam prodeffet "verum officeret nimium Jf  «uitra mille locos baberent.   4 De quarta conditione dicius , proportionem: locorum  cum memorandis(cum fieri commode poterit) feruada e[fe ;  vt ip/aeligantur loca,que memorandis pro bac vel illa ma  teria fernanda conuenientia ['nt: "vt eiusrecordemur facis  lias,cu»m proprijs "utimur locis.ae qua conditione «vide in fc  cunda animaduer[ione.   - 5 Continua aut contigua aut faltem vicina et proxima  fibi inuicem debent e[Je loca illa, tum communia,tum parti  eularía, quibus «uteris pro conferuanda «vna atque eadcm  concione [eu lermone aut collatione eg»c.me erret mens recen  fendo memor da,qua fub figuris in locis remotifimis et &  prioribus valde diflantibus po[uifli . Itaque impleta vna  apotheca uel domo aut ecclefia aut alio quolibet fimili locos  figuris eo femulacris verum , quarum recordari "veli: ad  alium locum vicinum eo proximum qj) collateralem, ft fie  ri pote/!, procedas,co* mon ad remota loca,ni for/an concios  nem,vellectimem in partes diuidas , eo primam partem  in taliloco repmas:eo« aliam in alio à priore,remotifimo lo:  co. Poterit enim mens aliqua facla paufa ad-remotiftima  etiam loca: tranfmeare. €-uod fi inteydum aliqua ex cau-  [^ti remotifmis locis cóncedismus, (puta quia cosiuenict-  tiora [unt talibus memorandis,loca veémota proximis eo ui  cinis "vel quiaimplefli vicina loca, eex adbuc funt ej) alia  memoranda : -oel quia remota melius no[li quati; vicima ,  qua [equantur) attamen quod raro. facias intadem ates  hi9 £52 ria lo-    .^ — Thefauri memorie ártificiofe  vialocanda , «9 commini[iendà dicimus &o« hortamur. -—  6 Loca communia , diuev[a e diffimilia fintalioquin  dun fueris in primo loco,cverbi gratia,tali manftone vel ec  clefia eec.ad aliam illi fimilem facile mens tua tran[uolaz-  re poterit,quod omnes experiuntur.'Unde apud omnes con  fnltifimum e[l neminem cellulis fratrum aut fimilibus lox-  cis vti debere, propter nimiam inter [c ip[as fimilitadin. -  Cellularum oflia, aliqui fignis notant quibu[dam vt [upra  diximus, At tutum e[Je illo modo «vti dei exiflimamu .  Ni ergo defint tibi loca, ea dimi[fa facias. |  as 7 Ecdefie co domuum manfiones, ez) quelibet alia los  ca.comimunia, oportet; quid in. quantitate continua medios.  critatem babeant : nam ficut in amplis locis res ibi exiflenz^  t£ 5 ab oculis nostris aufugiunt,ft milimodo à mentis oculo iw  ipfis elabuntur imaginate figura c Ampla emim loca vagas-  reddunt imagines, ca occultant Necnimis arcla delent efa  fe loca, tiam imaginum collocationem angu[la loca c idene  tar capere non po[[e.loci ergo mediocres [int. x  ..8 Claritatem, (cd mediocrem , babeant loca omnia , ne  aut occultentur tcnebris imagines ponenda , aut |blendore  prafulgeant nimis.-Ut enim corporis oculus , ita c9» mentis,  nimio luminis [plendore offufcavi videtur bancob cau[an,  Jilicet [blendorem nimium: P lateayvig. Itinera,eo eiufz.  mo lireliqua loca minus idonea [unt ecclefris, domibus ; e».  of cinis eic que lumé moderatum [ufcipiunt et Petinent::  "Unde gg clara monflrant pofita fimulacra claritate mon  opprimene intellectus nofiri vi[um , [ed excitante mentis  : | nofir&    b    Pars prima. uni c E  nofira [énfum v aciem.   9 Sicut in.locis communibus comtintitas;et propinquitas  obfernanda efl, ita in particularibus locis. [uccefcio locorum:  tenenda eft. ! "nga   Loca communia funt Ecclefia Domus Cc.particularia  autempartespradiclorum eg«[nmilium locorum; vut czilta  ria, dnguli, Columna erc. tlle ergolocus.qui tibi introtum  ti,uerbi grat !4, ecclefiam, primo occurrerit pro primo baben.  das efl. ille autevo,qui primo fuccedit,eo poft ium fequi  tur , quia, collateralis efl ili y pro [ecundo locoiqui tertio ter  tius, €g frc de alijs.Sic autem procedens circum eas totà eca  cteftam, cx omniaparticularia loca sotabis,et qualibet fa  cella, & raria, Portas,callaterales;presbiteria ez/c.donec cin  cumeundo reuertaris ad prioré locum, à quo recefcifri-) uod  f Ecclefia tot quot*volueris loca non dederit, dum eam cir.  cais, particularia loca notando , f facilem ingre[fum báa  beasyintra facrarium,Camiterium, Clauf rum, €7 ceteras  collaterales e&& propinquas, ac contiguas man[iones , co» nes  tatis particularibus locis corum ordinate e [uccef'iue reuer  tere in Ecclefiam,et figna reliquae parteseiu[dem ecclefia,  quou/que circumeundorewertaris prope primum locum; «vt  diximus. uod de ecclefia diximus, de alis etiam fimilis  bus locis intelligas. ! : "s   10. Cum intras loca communia «t in éifdem notes parti  cularia, bic ordo tibi [eruandus ; t.f.à latere frniflro mme  rare incipias particularia loca, víque dum tircumeundo de  acnias ad "ulumpun [igiflri lazeris, cumdbunc ordinem com   wHI muniter    I hefauri memoria attificiofe    muniter [cribentes obferuent , quosvoslibentevin bze arte,  fequimur,cum locare figuras fere differat nibiiab avte fcis  bendiyvt ait Cic.confuetudo emim talimodo c2» ordine [cri  bendi,eo in collocandis figuris promptos e faciles nos veda  det: à finiflro incipere lateremaxime cum aliqua in parieti  bus [cribere ip(a nos cogat nece[sitas, ut dicemus.5N'e ergo in.  uer[o ordine cogitatu noflro fcribere, ey) fcripta repetere coz  gamur;à fimiflro incipiamus..5i quis autem bebreos [criptoz  res [equens,à dextro incipiat, in finiflrum procedédo, quod  omniex parte erret non dicimus, motus cnim & dextro inci  pit;ait c/Avifloteles.Q wolibet modo procedas, "vel à finiflvo  incipiens,vel à dextro, illum [equere [emper , ne dimittas  pifi maxima -vrgente cau[a,netalimutatione oriatur con  ffo eo furrepat obliuio. | s  n "Diflantia locorum particularium ab inuiccm paulo  plus aut minus pedi trigenum fit . nà. ut afpacius ,ita cogita  tio minus "valet : Siab uno loco ad aliii nimisremotum per  tranfire debeat: quod fi vvehementer prope admoueris , id  quod videri, velcuius recordari "volucris , «9 locum loco  quafi coniunxeris: propinquitate conturbaberis .pyediéiem  autem difl antiam à Cicerone traditam ob[eruandam: dici  mus,quandoloca [unt ampla.Diflantia enim quindecim,et  «etiam vundecim pedum at erit,cum apotbecii uel aliquibus  mediocribus manftonibus evtimur,cvt [ape probawin us.  Similiter probamus frequenter , quod fi cna e? eadem  mafione plura fint loca particularia. ab inuicem differétia,  vt femdfire edblutorium manuum, ( aminus,osiium Tas  à tua    Parsprima, .-— 76  tua zo talibus rebus infr gnita loca, quzuir propinqua conz  fionem non ingerunt, fcd memoriam [ua excitant varies  "tate. si autem in man[ionibus aliquibus mon e[fet aliquid in  figno, fed parietes tantum, profecto anguli folum ,*veletia  intermedia,fi oportuerit , € ft loca amp!a fuerint pro locis  inferuient. €) uod fi in eif dem alia particularia componere  loca vvellemus,ce laboriofum opus c periculofum a[Jumez   - remus. | :   1: Cum loca communia intras,non tantum loca particu  Maria in eif dem con[ideres notes, tov ob[erues [ed eo: qua in  - illis [unt ob(ernato.contingit enim («pe [pius loca. fi expoli  14 non [unt, [ed rebus aliquibus referta , non [olum locandi  figuras facultatem praberc, (ed figuras multas vealiter no-   bis offerre ut armaria, fedilia,[canna,[lrata ceteraq, [imi  lia,quibus pn figuris quorumlibet memorandorum uti omni  diligentia c9 arte nitimur: relictis imaginaris figuris,quas  p memorandis querere, inuenire , e per imaginationem  in pradiclis locis nos ponere , eg) frngere oporteret , non nift  cum magno labore Duo auté commoda,nobis proueniunt , ft  furis in locisinuentis "Utamur.primo enim non tenemus no  uas qu&rere, e locare:feciido quia facilius recordamur fiz  gurarum realiter pofitarum,quàm fi Clitiarum.N erum non  negamus, quód memoradis rebus multoties confingé da ima  gines magis conueniat quam ibidem inuenta figura: [ed fa  temur etiam indu[lrium bominem,eo in bac arte aliquan  tisper expertum. feré figuras omnes [uis memorandis adaz  piare po[Je . quod fi aliquando non valeat quis , ad libirum   conj.ngat    Thefauri memoriz artificiofz    consingat De bis autem diffuftus infra dicemus.   15 Solitaria debent effe loca.Solitudo cnim locorum cogi  tatwn noflrum aggregat e» ecollizit. at loca bominum fe  quentia occupata confufionem faciunt memoranti, cox men  tem diflurbant. 1d circo commmnes platea, ej) fora pro los   eis tibi raro deferuiant. |   | Verum experti [ant aliqui,vt Petrus Rauennas.[uf-  ficere aliquando talia loca-vidi[fe vacua, quod e7:nos tez    flamur. |   Loca quibus vticvolumus,antequa ipfiscotamur,oporz  tet [epe [.epius oculis inui[ere,eox cogitatione percurrere rut    féciliora nobis reddatur,ne cum figuras ponere uoluerimus,  - tunc primo ea familiariter pofsidere fludeamus . Prudens  fcriptor chartas [emper praparatas babet eo tenet. |    E xplicit prima pars tra&latus de Memoria artificiali.    PE  d    TRACTATVS DE  MEMORIA  UAXTUEICIO SA,    Secunda pars.    PRAEPHATIVNCVLA    ON folum locis, verum etiam fiz  guris(cut diximus) artificiofa COfi--  Sat memoria. £) uapropter cum in   faperioribus delocis.[atis fuperq, di  Glum fucrit, de figuris ordine infra  pofito dicluri [umus. P1imo enim f    guras,non omnes Jed notiores nobis,  e» psum qua noflra memoria pr ode[fe p ofcint,porez  re cvolumus , ee» exinde illarum applicationé ad diuer[a me    moranda gene ralibus quibu[dam regulis trademus.    U af ecundo,    Thefauri memoriz art 'ficioíz   Secundo , de applicatione figurarum: in communi , ad res  xenoraudas,eo e conuer[o. fA   T'ertio,de animaducrfionibus circa figuras, eo conditios  nibus earandem. y ^ EM | ) vh. |   Q uarto, de v[u quorumdam locorum eo figurarum , in  particulari , [ub.cxemplis, quibus intelleHlis quilibet locis vti  e? figuris ad quecunque memoranda, idoneas inuenire po[-  fit De quibus omnibus ordinaté tratlabimus;ut in primo bu  ius fecunda partis capitulo patere poteft.    Secundi tra&atus de diffinitione figurarum. .    "oco tali "ponam. ^  In diffinitione nota ly Immediate: quod ponite ad dif-    ferentiam    Pats fecunda.. VEN A  ferentiam locorum qui non nifi mediantibus figuris memos  randaretinent ej conferuant.atque ex inde, nobis feruata  pra[entant, quaudo fcilicet pradiclarum figurarum recore  dati fuerimus...   ) uo ad [ecundum,id efl fisurarum multiplices denonci  pationes , evt fequentium intelligentiam habere pofsimus,  «oportet nofcere, quod ba [upradicla figura, buic noflra arti  in[eruientes multiplici appellatione , ab buius artis peritis,  denominantur. Dicuntur enim etiam imagincs:Simulacra,  -€9* Idola:.$ igha quodi, fimilitudines , ac J[pecies , Not ctia  evacitantur,eg« memorandorum vvmbr a. j   £ uo ad diifionem figurarum, (ciendum, quod illarum  - quadam (unt naturales, quadam artificiales , €» quadam  . BRAgIBATIA. o ss VOTE CRISIS MEOLGE  1 Naturalium quedam maxima,quadam minores.  AMaximarum quedam inferiores, vt Infernus, Purga  - torium 9 vuterq, Limbis . |   9 uedam fuperiores,vt elementa omnia.  - £uedam Celeflescvt Celi,eo eAdslra.   Q9) uedam [uper Celefles , «vt ea qua [upra Empyreum  ' clum e[fe iam [upradiximus, quorum omnium partcs inz  ter figuras computari poterunt. |   De quibus vide in prima parte , cum de locis tra£taui-  mui ^N mireris, quod qua pro locis fupra pofuimusypro figu  vriánunc Apta e[fe dicamus. Locaenim pradicía pro figuris ,  | (fecundum diuerv[os ve/Pecius) [eruire poterunt. ( quamuis  minu fint apta [équétibus, cum fi pro figuris ca babere tec   Q limus    ! Thefaurimemortz artificiofz  limus,vix locus aliquis ilnueniatur, qui tales figuras capere,  pofiit) Dicimus enim nos, extra Celum embyreum, omnia  locata e[fe , co eapropter pro figuris etiam pradiéla baberi  po[eimmoe illud po[Je pro figura vvelfiguris deferuire,st  infra dicemus. reos i03 bi mass n oy 3  ^ SNaturalium autem figurarum minorum. | *  —— 9 uedam inferiores cut infernaler.-vt Diaboli . Dame  nati,eorumq, varia tormenta egc. MS   Q uedam [unt [uperiores praditlis, fub terram tamen,  . quarum alique funt inanimate;ut eMetalla, et  Mineraa  lia:alique animata,ut animantia [ub terra commorantia,   "eer [erpenteseo. tV UY X 5: hs on T   voc Quedam materieterra brüiniores eo fimiliores , evt  qua fapra terram [unt ,cvelqua inprima terre [uperficie  commorantur,'ót Lapides pretiofr." hy]   "u^ Quedam etiam [unt terre adberétes, gp) ipfa impenez  trantes, eg: tamen ab ea exeuntes, eo procedentes , eo fw  praipíam furgentes, vt Arbores fru£lices ev berba ..   9 uedam terreftres, e fuper terram ambulantes , vt   ' animalia,quorum aliqua funt magna aliqua parua.   £ uedam quee vel aquatiles,cut qua in mari inucni-   ri po[Junt vt *Pifces,conchilia ev. i  Quadam autem aeree, quarum alique animata (ibidem  pertran[euntes,non tanquam in proprio loce flantes)ut aues  omnes cz "volucres parue vel magna. clique inanimata  ibi generate tanquam in proprio loco,ee ibidem aliquantu-  lun perimanentes,vt imprefsiones varia , qua ibidem funt  ignea,    Pars (ecunda., 79  ignt&,vtl aduea ec. 225 01  Quedam C eleftes,"ut Stella.  Q uada [upercele[les , vt an&li et corum ordines ec.  -; x1eZfrtificiales autem figure funt, qua humano inuenz  tu con[urgunt eg» fiunt , eo proizunc funt! "varia «dificia  "varia apotheca . Insflrumenta artificum diuer(a. 9 uaz  zum omnium verum , que pro figuris babere po[Junt , le  gentibus copiam dare in animo cfl, nc negligentia inquiren-  die difficultate inueniendi prapediti multi,ab buius ope  E ftudio auertantur eiusQ, optata careant vvtilitate.  Pra oculisenim omnia quodamodo ponere volumus,ut  cuilibet huius artis cupido diuer[& et multiplices imagines,  occurrere pofsint,quas pro memorádis rebus, ponere valeat,  . prout fibi placuerit. |  «0 wofatlo, ip[arum applicationem ad memoráda, me-  — fiori, quo poterit modofieri fub aliquibus regulis co inslituz   tis,tradere volumus. | | |  ... Nuncautem frgillatim de [upradiclis figuris dicendam  eB, em omijfis hguris maximis , naturalibus, de quibus in  , primo traclatu differuimus, [ub nomine locorum de minori-  bus loqui in [zquentibus capitulis intendimus.    Thefauri memoriz artificiofx    De ffigutis naturalibus minoribus. Et primo  de his,qua inferiores vel naturales dicun-  tur. Secundo de figuris terreis. Tertio de  fubterraneis i inanimatis.C uarto fubterra-   " pmeisanimatis "^ (Qap" TE    lgure infernales funt diuer[a "Daemonum [pe  S Ln imaginesd, ; eorundem "varie t [ub diuerfis  | animalium gj befliarum figuris danatis ap-  ' E e parentibus. V ide in [uperiori parte tratlatus  in Pe " locis inferioribus, diuer[as eorum imagines , e  deformiores et turpiores illis, tu confingere poteris,prout pro  memorandis occurrentibus, tibi vifum fuerit oportunum.  (Ex fcriptura autem [acra figuras conuenientiores dea  . mon imaginaberis. P't quid aliqui demones fint [miles lu  pis. Secundum iZud, quod de damonibus, ait Abac primo:  "velociores lupis vve[pertinis. —   c Aliqui Leonibus , Secundum illud: "Togun Leo "u-  qiens rime Petri quinto.   A liqui À quilis. Secundum illud :-velociores fuerunt prr  fecutores nostri, dquilis Celi*Tbrenorum quarto:   cliqui fimiles [erpentibus. tertio G'enc.ed ferpés erat  callidior cunclis animantibus.   Ali; jin forma Draconum, c9: ^ [pidum , co Bafilifcoz  run E^ 9o.Super Afbidem eo Bafilifcum.zo c.  - 4nfguris etiam Coruorum apparent. G enc. 8. Capitulo,    post    Parsfecunda.. | 8o  pol diluui decrementum [cribitur: Aperiens Noe feneftra,  dimifit coruum.   c/dAdde ctiam,quo et ipfi "Damones fint iu forma Stra  kbionyn, fecundum il'nd Deuteronomi quartodecimo Ca-  pitub. "Na firuthioi inter aues immundas computatur : Et  in ibo alijs borrend's formis eos conf ngas.   "Damnati etiam varijs penis(prout ia predicto loco pri   mi tracfatus pofuimus) pro figuris deferuir e eco femi  liaá, his fingere poterimme.  - "Supplicia etiam diuer[a, rot ignis calidifimus VANS  Tnt xtinguibilis , fons borribilis,odor peflilens, ob[curitas  borrida, gelidiféima aqua fletus, flridor détium, Voces flebi  Jés, Chaos magnum, V ociferationes altiffime,Coniortio ocn  lorum, Faciei deprefsio, totius corporis cruciatus. 2M altituz  do etiam damnatorum , eo corum confu[a congeries. T w-  multus ,&) «varia tormenta pro figuris baberi poffunt.   In Purgatorio bomines «vultu maflifsimo , fed patien-  Liffimo animo cruciati tormentis varijs, et igne,promeritis,  £A ngeli eos confortantes, pro ima cinibus defcruiett.   In Lymbo infantes svarij, diucrfis vninbéi; c? coloriz  bus,prout bicvidemus. —— SUE  DE TERREIÍS IM AGINIBVS.   T'errez veroimagines, fum: [axorum et petrarum cva-  ria genera, lapides etiam pretiofi quorum nminum aliquos  i» 1gniores ordine Alphabetica ponimus: T t reliquos in lapi  . dario-viderepoteris, Et in [Fecalo naturali Vincentij-    A Iphabcrum    'Thefauri memoriz artificiofz  Ed aod lapidum fimul &    Gemmarunr.    Www] Aenacius la-  MEN pis fiu libus  b. s i E xS contritus eft    maris. Alabafrites. Achaz  tes, Adamas, Ametiflus. Al  lecorius.   2, Berillus, Borax lapis,   qui &j) Nofe, Carbunculus,  Chryfolitus , Corallus ,  Cryftallus, Celidonia, Coz  tis qui lapis [eciidum fido.  [ic diclus , eo quid ferrum  ad incidendum acuat : cotis  enim grace inciftoest: Cari  fieus lapis , qui viridis eft,  "unaque esi marmoris [pes   cies.  3 D«emenius, "Draconti  des, Daicodos , Daymantiz  ««o5, Dionyfia, Drofelitus.   4 Ebanus, qui lapis al-   Rs efl, Emathites lapis ru-  boris fanguinei , Etbites pez    tra aquilina eft, Elo pro    lapide ft placet , £matbites,  Enidros, Efcflis.  $ Falcanus, Filaterus,  F longites, F luuiatilis,Edift  tjs aptus lapis e  6 Galiclites lp alius  est , qui attritus [fuccum red  dit,faporem lactis babente,  Galacies lapis ad fimilitudi  nem grandinis, et frigidifis  "mus.  7 Hiena lapis, qui in Lie  na beflie oculi inuenitur ,  HhYyeratites.  8 Ja[pis, lacintus,I acinz  tizonta.  9 Kacabre , JOE NM  Kamam.  ro Lapis Lazuli , Liz  [chinis , Lapis efl refulgens,  "Ut lucerna ardens. |  11 eAMarmor , 7Molaris    Lapis , ex quo fiunt mola.    eMargarita    ^    -Parsfecunda;i-    Margarita lapis,qui ex ma  vinis colligitur conchis ,  AMelotbites.   12 "Nitrum ,. lapis est  fabalbidus eo perfpicuus .  eNofe, qui «9 Borax [upra  [ub itera B.   13 Onix ,Opalus, Optal-  lius ,Orithes,Oflratites.   14 Pumex , Pipirinus,   Porfidus , Pantberus. ig  44 Jrmilitudinem P anthez  ra, Paragont , quo "verum  probatur aurum afalfo.—.  . 1) Q wirinu lapis, ua  nidros. . |  . 16 Ramnivel vali , id  quod bolus armenicus , Raz  daym, qui donatides etia di    citur , inuenitur in. capite-.    Galli ez.    . Y Serpentinum,mvelOz -    phitis. Serpentium enim,ma.,    gulis con[ber(us efl, unde et    á "vülgo etiam ferpentinum    dicitur, ilex, Spongia,Spez    81  cularis lapis, faphyrus, Sara  dius, Sardonicus , Smaraga  dus , Succinum , vel fnccis  nus,"uulgariter dicitur Am  bra.  18 T ilurtinus lzpis, To  phus, T'opation , T urchois,  T beogolitus. |  ty "Uarabc. feu fanguis  draconis. [ecundum. Arift,  lapis efl, Venix valet cona  tra mieiancholiam, egeta  naitalica gemma e[, "nio,  efl quidam lapis.  10 7 ris, Iridi fimilis. -  21 Zimeniellazuri-vales  contra melacholiam, €t con  tra quartanam ej) Sincoz  pim. idem esl cum lapis laa  guli. too im  21 Zignites lapis ell «vi  treicoloris , ee fanguinem  fringit eg) mentis alienatio.  ncm depellit : flamam ignis  extinguit. : X:    "'Thefauri memoriz artificiofz  Ub-vna eadéa littera plures lapides vel faxa  mo || etiam aliquando po wimtus , «vt eifdem indigeat  AA nemo.es ad boc,vt quifque quem «voluerit , €  quem [uo propofito viderit, accommodatum [fe e deferz  uire, eligat, eo tollat, ceteris pro illa vice dimiféis . Eorum  autem ez fequentium quorum c/4lpbabetum ponimus ,cver  bi gratia, animantium crborum tum f. guras ,tumnatuz  vas, tum commoda ex ipfis [i nouerimus optimo,e7 eficaz  ciféimo adiumento nobis in bac arte eas e[fe probabimus. 1d-  circo "vtile admodum erit in naturalium eo Phificorum  libris eorundem naturas perquirere, vt pro figuris ocurren  tium niemorandorum audacler ea ponere , €2* locare po[-  fim. |  Inter figuras terreflres e terreas placet nolis feces et  excrementa rerum diuer[arum ponere : tamquam cateris  compofitis. infra ponendis minus [uperiorum elementorum  «virtutem retinentia:immo illis omnibus terre materiei proz  "seimiora:"vel certe tanquam indigna obtutibus noslris praz  fentari: vel [altem minus bumano*v (ui apta:(ed penc diz  gna dumtaxat terraip[a recondi. [unt autem bac c7 fimiz  lia bis. ! |  c4 cAmurca,que faex est olei: Analecla,qua ciborum  funt purgamenta: Apluda, que purgamentum ea. Milli:  Panicieo fi[ame:cA[[ule,quas "vitruuius vocat fragmen  ta, qua ex operibus deijciunt Marmorarij.  93 "Bolytus-cvel'BolytonBubulum flercus eft.  F Fufur farina cfl purgamentum, Floces purgamenz    £4'vuarum    Pars fecunda... $2    ta vuarum eos vini: Flaces purgamenta [unt oliuarum.  G Gra[um fignificat lanarum [ardes in ouibus.  E Helcifma;[coria efl ex argento.  I Ipeleuthrum, fuis flercus.  M. Magmata,vnguenti faeces dicuntur. eMuccus ,  narium fordesefl. Mu[cerda. Murium flercus eft. M etys,  purgamentum esf caera.    O Onida gg Onthon , eAfiniretrimenta (Celius dicit.  Oiptoten ouium fLercus eft.   P. Prefegmina c? Re[cgmina, que ex "onguibus pras  fecantur . i; |  — SScoria , Spurcitia omnis meialii. Sparyle ,flercus bos  minis.Spyrada e& Spyrathia caprarum. Sciri , Sordes e    fpurcitie cafei. Schidia fragmenta lignorum , que veijciuns  tur ab abictarijs.    T Tartarum :Faex vini eft. j  -DE SVBTERRANEIS NON    tamen penitus terreis figuris.    " — MIS    FERE. U bterrance autern figure inanimate que minus  - "rediclis terree matericiproximiora [unt ac ces   ANSA gri terorum elementorum naturam excellentius par  "uot metalla uniuer[a: vt aurum ec. eo que cx    r ^  1 f.  mE   Q    ticipant,iu  ipfis arte fiunt , ut auricalcum: Et mineralia cuncla, vt  Sulphur. de quibus omnibus vide aliqua , qua ivfra po  puntur. | c  eMctalla principalia funt. Aggentum folidum, &sgenz    Pl tum    Thefíauri memoriz art' ficiofx  tun viuum. As, Aurum, Ferrum, S tannum, P luyibusn:  Q uaaatem ex ipfis arte fiunt, funt [equétia, ien:    Aes,quod "vulgo dicitur Bronzo.   Extra [eptem metalla -( que inter mineralia primum  obtinent locum) bac ue infra ordine alphabetico di s  anus,ab. Alberto .ZMagso eo» Mi numerantur aut bai    Ads Alphabetum Miselatíum ; ex  , Alberto Magno. :    nare pani Alidena   WC feri fpecies i inoz  N riepte, Aurum ui  Aum, quod e ex argento nimis  incenfo fit, Auricalcum, Ar  fenicum, quod co Auri piga    mentum dicitur, eo colligi :    tur ex auraria materia , in  "Ponto, Atramétu quod Pli    *nio tefle fit vel arte hama.  a, vel terra fulpburea, An  qimonium, quod fecundisa  plumbi mortui e[t , Arena,    Aes quod Bronzp.     Bitumen, quod c faxo    profluit.  eun 3 oem; quod valgo    '  Rn e    Peltro dicitur Chal, Cre     t4;C eru(a,quod flos plumbi    eft, Chalcites , Calcantum,  Cernfa.    4 Difriges, quod. ect    - eotloeremanet: ^^ v    -s Electrum feu [nccint/,  Fu Bituminis genus cfi €  faxo profluens: non arboris  n | lacryma, vt peo  "Ucteres.   6 H. alitis, qe lapis e,  de quo ipfum «s coquitur , ,  Hidrargirum.   7 Lytargirium, quod ji  ex argento eg) ploibo quod    - nos argenti JL Hocamue.    $.A4etala    Pars fecunda.    $ Atetallii, quod mixtu  vaefl,ex qud conflántur ca ca  pana: Minium.  9 "Nitrum.  YO Ocrea, n AnA,yvis  eri genus et.  u Pomex, Porph igo    e    3  IL Sulphur , Salnilifüss,  quod ee Salpeftre FW    "Nritro differens, de quo ali-    qui opinantur (beciem e[Je ni  tri,Sandaracha.   15 Tupbus, Tubal, quod  eris coria.   14 U'itrum.*    -    "Aimate autem C MA »s r7 Men funt Sors    . Y , peter 0mnes,co- quadam alia animalia paruula,    edlphaberic dicemus. |    Alphabetum, fcrpentiun,. i    UA Es pisc atmphilofes  naycfnger, Amps .  dites.   2 Bafilifcus ,'Boa , Bec-  mot.  3 Cotrodilus , Cecula ,   Cenchris,C Ws C erasies,   Cantarides.    4 Draco, Dipfas, Tra-    gocompides.  s Enydris , Emorrois,  Exidaa.    qu& fub terra me de quibu; Rgilitim ordine    6 Fetnatrix. «4  7 Glandofa .  v BS ermorrois , Ffydrts,  £r ydra.  9 laculus, Ichneumon.  10 Lacertus, Leuiatam.    ^ mNea,Natrix.    12 Olites.  13 Pharias , *Prefler,  Porphyrus.  14 Rutila, R egulus.  1 Salpinga, .$ rellio, Sae  lamaudras    "I hefauri memoriz artificiofx    lamandra, Syrena,qua Ser-    pers eft in Arabia, i  16 Taranta , Tyrus,    Tortuca.  17 Vipera.    Alphabetum paruorum animalium  fub terra degentium. :    f Neuilla.  Bufones, Dorax,  ! Sotracha. —.—    s ((unicula, Caflio, Clo-.    chea, Cancer, Cuniculus.   AFormice.   s Glires fi placet, Gama  lcon,G urgulio.   6 Herinacins.   7 Locusle nigra;que in  «vere nocle canunt, Lums    bricus.   8 Muflella , Mufaraz  neus, lv ures, e7Martires.   o Rane, Ruletz.   to ftellio,Sciurus , Sa-  lamandra,Sorex. —   1 Talpa, Tefludo.    12 J/ermces etiam omz    pes , qui [ub terra condunz  HT. Pe    Pars fecunda... 94.   De figuris terre(tribusaniimatis tantum, qua   funt vegctabilia , & de figuris verreítri-   bus animatis fenfibilibus , qux funtani-  malia. | Cap. ELE :    Me. 3| Rbores m herbe: Animalia etiam omz  3 aia, eo magna, e? parua pro figuris, et.notis  N u erunt in bac arte nobis perutilia: d'ímodo coz  e: de^ y rum naturas,eo proprietates [ciamusyvt f  ieiiimlbon dicendorum facilius in eis inuenire poffimus,  tex pro memorandorum Tismulaceis in locis dfbonere.: 1dco2  que nos inordinem Alpbabeticum difponimu &g). vedigiz  mus ea folum "vel TE Bor , "vel qua de facili nofcere  pol[umus.   c drborum autem eo: animalium magnorum bic c AL-  phabeta non ponimus cum [upra in primo tra&latu , ea viz  dere liceat. Frué£ficum ergo 7 herbarum ac paruorum «ni  malium terresirium coordinat;ones fub Alphabeto bicss    f^ redigimus.    Alphabetum fru&icum. |    Dfintbium , quod — briofa,que vulgo canapac-   ee ponticum dicis — cia, Artemifia mmor,il mas   tur, Altea, que co — ciale, ^ rundo. |  enaluafilueflris, Artemis — ^ i Brofia.  fia wel Ambria ,"velàmz — : 3 Canabum. h  | 4 Dipfeua    Thefauri memoriz artificio    4 Dipfcu:.   E.   s Feniculum.   6 Gine[la,vel gue  € g ineftula.   yi Liquiritia , que co  Glicoria, c9 Glicoritia diz  citur.    8 Malua. "   9 Rubus, PB m  quod e ali lithos vocant.  Ao[a, Rannus. |   1C Jentix , -Sambucu.  Saluia, Symapis.   uU itis, Vepres.    E T inter frutlices predi£la numerantur à naturalibus ,  «vt apud co: pa[eim el «videre ,ex quorum e &    alia extrahere poteris.    Alphabetum herbarum vulgarium  & plantarum. |    CHMMiÉ: Pyos  AS Allium, Az  pium, A[paragus ,  efuena, Atruneolus, Amaz  ranthi.i.[ciamitini. |  2 Bleta, Beta, Borago,  Bulbus , Buglo[Ja , 'Battis  tula...  3 Camonilla , C. pilus  eUeneris, Capparis , Cepa ^  Crocus , Cucumer , Carz    [TU l b  [    duus, (enti foeni, Corono  pus Calendula. (ichorim.   .4 Dracontea, T argone,   $ Endiuia, E linee , qe  intybu: dicitur eruca.   6 Filix , Fumus terre,  Faba, Far, Fafcolum;Fra  go; Fabecula ,.F arpnota  dium . hes "T   7 Gragmé, Gáfifliná   d Aelitrapium , Elexbn    pireris    Pars fecunda..    piperis, Hf fonus.   9 (uncus, Intybus i. En-  diuia, Intybum erraticum.i.  cichorium.   10 Lappa, Lacíuca, l i-  lium, Linum, Lens , Lupiz  num; Lanceola, Langenia;  Lupoli.   . n cMaiorana, Meli ifa  ipa efi Citraria berba ,  aMeiba ,«Milium, Marra  biun,M elomes.   I 2 /Nepa , vel nepita,  eNaflurcium.   13 Ordewm , Origanum,    Ocymum.    8;  14. "Plantago , Pauper,  Pepo, P astinaca, Pidrofeliz  non.Porrus, Pifum , Paniz  cum, Pulegium, "Portulaca.   15 Radix , Raphanum,  Rapa, Ruta, Rubia ; Aiz  fum, R obelia.   16 Semper viua berba,  ipfae[l Louisbarba, S cirpus,  Satureia, Serpillum, Saxiz  fragia, Siligo, Sanfucus.  —oiz Tuifolion , Yirimaiz  lus, Trina Triticum.   18 Vifcus, Viola , 'Urti-  €4,V acia, vicinia. 1    19 Fus /[opus.    E "iila fermone quilibet fili poterit herbarum nota  V rum abundantiimum Alphabetum formare,quod et  fuademus, 0nusq, hoc leuiffimum le&lori relinquimus , tum  quia herbarum nomina apud. diuexfa loca permaxime uaz    riantur ("vt fere omnibus compertum efl) tum ne tractatus  lus nosler optata a nobis breuitate priuetur.    "E Alphabetum    T hefauti memorisz artificiofx  Alphabetum Gummarunmb.    AMoniacus cf a2  fetid«.  | L DBernix, Borax,  diidella. |  ; Campbora , Cedria ,  Colofonia.  4 Dragantum.  y Eaforbium.  6 Gummiarabicum.  7 Karabe vulgo. Labra.  $ Laíla, Licium.  9 AMaflix Myrrha :  1o Opobal[amum, Bal    [ami fuccus eft.   n Pinca reina :   t? Refina lacrima cft  arboris cuiufcunque vel fru  ticis (uccum. | fudantis c  exhalantis. |   13 Jarcocolla,Stacte, ft  rax ,Sanguis draconis.   14. Thus, T berebentinz..   15 P'ifcus. :   16. Zuccharum , quod  infra cannam generatur in    Hyfbania.    S Imiles autem guttas co lacrimas in arboribus fcife-    ris,"ut in cerafio, pruna qe-requiras.    Alphabetum (eminum fegetum vel  leguminum,vel &c.    "Doreum, quod eft  tritici genus, Aniz  fum, ^ uena.  2 Bromos,Branx , genus  Farris.     ('andreos,genus tritici:  ^. . e *  (minum, Coriadram, Ci-  cer.  4 Daucus, [umen banz  ci&.  $ Eurus,    Pars fecunda.    3 Curus , Erifmui-   6 Faba, Far, Farrago,  Fafcolus,F eniculum, F az  Aum H4 r&cum.   7 Gith.genus leguminis:  cimino fimilis.   8 €rbum fiue Orobum,   uod "vicia dicitur.   9 Lens,Lupinus, Lo-  lium.l ini [emen .   10 Milium.   i Ocynuri , Ordeuni,    Ocymum , quod bafilicum    96    vocant.   11 Panicum , Pifo, Paz  poser.   13 Risum, Rubelia..—.—   14 Sefema ex Indiaaz  [portatur Siligo, cenus triti-  ci: Siliqua genus leguminis,  Sifamum,Synapis.   15 Triticum.   16 Vela, icia.   17 Zea, Lizania , quod   fecundum S. E'iero.Lo-    lium eft.    Lphaletum florum eo frutluum ab berbis eo arbori  A bus [upra pf tis quilibet ex fe formare poterit.    Alphabetzum animantium terre-  ftrium paruorum.    Rantus;c Afcaris  A des.  2 Bufo » Borax ,  drucus,Bratla, Bupre[tis.  3 Cimex,Culex,Cama  leon, Centipeda-vermis pis    lofus eft , Cryfalis , Coffus,  Cicidile,( ofli, (nips.qui in  ligno vvermiculus eft, Cips    frumenta corrodig, («ree    lio.  A4 Eruca , Emigraneus.  Viidr s Gura    Thefauri memoriz artificiofze    s Gurgulio, qui in faba    efi.Gryllus, Galba.    6 Hepacontinus , Herz:    pes  lps "vermis — eff,  Idibis.   8 Lita, Locu[la , Lum-  bricus , Londes, Tier  Leoneephos.   9 AMelolantha, Milipe  da, Milochos, Mida , qui  in fan me. AMirz    smicoleon .  10 Opimacus, Olobygon,  it Pulex,Pediculus.  12 Ricizus, « qui canum:  auribus inberet.   15 Scerpius ,Sanguifuga.  u4 Tarmus, Teredo,  Tinea. ^  15 Vfía , qui vermis est  porcorum y eos urens , viz:   werd.    H À ec dicía fint de pu qua e quomodolibe adterra    pertinent:nunc de aquatilibus.ezc.    Defigurisaquatilibus Aereis & igneis, qux  in aquis , in Igne & aere inueniuntur pro  figuris nobisiníeruient.Primo igitur hzc    inueniuntur In aquis.    x $) guilla , Aras    NE nea, Allec,  mS Ariens, Arni.  ? i Barchorá , Talena,    Cap. III.  *Borbotha, Botha, Brenta.  3 Caab, (anis, ( ancer,  (etus : de quo. 5. Ambrof.  qu d [i quando [upernatet  fluclibus, ambulare infulas    putes    Pars fecunda;    putes, Coruus, Conger, (n  che .-    4 "Draco , "Delphinus, :    "Dentrix,Dies,qui Una tà:  tum die viuit.   15 Equus, Echinus, Effi  mieron, Eccola , concha efl  margaritifcra. |   & Felco,Foca , Faflaz  leon, F icis, Faflen.    7 Galata, G ammacus,Go    bio, Granus, Gladius.    ^8 Hirundo, Hircus, Haz    ig.  9 Karabo, Kilon, Kolchi.    5óf^" | |  1 Lacíus; Lupus, Lepus ,    ro Iricius , Icinus mari-    97  Leo, Locuffa.  iz Mulus, Muflella,  AM ugilis, Miluus, M «na.  5 Narcor, Nubes, Nau  tilos.  14 Offrea, Orca, Orbis. :  15 Porcus , Purpura, *  "Pinna, Plais, Perna , Pi  rix.  16 Rombus, Raba, Raz  na marina. | ;  1 7 Stella, Scorpio , Stuz:  rio, Salmo,Scolependra.  1$ T'orpedo  Irucía,  T hinnus, T enca, Trcbio.  19 Vulpis, P itulus mari  nus.Uentb..- —  20 Zedrofus, Zefio.    Et plura alia qua breuitatis caufa omittuntur. |  Q ua in aere inueniuntur in duplici differentia , que-  dam ibi generantur, cz per aliquod tempus ilidem mant,    €) apparent quadam [olum ibipertran[cunt .    Qus ibi generatur [unt impreffiones c/Aerea uel A  quorum omnium Alphabetum ponimus, "vt eorum facilius:  rimini[camur, & eis cum "voluerimus, pro figuris memorat.    dorum vti fuo loco pofei  dora i [o loco po[simus,    A fub,    Thefauri memoriz artificiofz    A) ub,c/fqua.   2 Barbata [lella,   qu& ex cometarum  genere cf Bruma.   3 Crinitaflella, qua ex  cometarum genere eft . Coz  lumna ardens , Capra (alta  tes, l'orru/cationes.   4 Domus ardens, Draz  ca volans.   $ Fatuus ignis, Fulgura,  Fotamina cali.    6. Grando , Gradenula.    .3 ZHalo.i.corona circa  Solem. Lunam | vel alis  quam sellam.   8 Ignis cadens, Iris.   9 Lancea ardés.   o Manna, Mellis que  dam [pecics, qui "'vulro dici-    tur melata. !   1 Nimbus ventorum,  *Nix,SNubes varia.   12. Perpendicularis ignis  "Pruina,Paraylij.   13 Aos.  —— 14 sintille tanquam à  fornace. egredientes , Stella  cadentes.   15 Turbines ventorum.   16 "U'irge rubea, c Alba ,  VU'irides aliorumque caloriz.  enti vartj,'U apores "ua-  vij a[cendentes . Extra bac  diaboliibidem [unt ,tanqua  incarcere , vut upra dixiz  mus, quibus pro figuris( eo f  finc inuifibiles ) vti poteri-    mus.    V2 aute tibi per aereyn [-pertran[cunt, fimt «volu-  Q"' cres pennate eo "volatilia cetera, que optime pro  furis vti poterimus. [ecatur autcm animalia bac in: ani-  malia Adaiora (o minora: de utrique autem. A Iphabeta  ponimus tum voulgariter,tum latino fermone.    Alpbabeto    Parsfecunda..    88    Alphabeto de vcelli,    Lodola , e"fccegs  gia, Ánitra, Ajfloz  re, Allocho, Accerz  tello o. ^ ffiolo, A uoltoio.  Bubbola, Barbagianni ,  Buzago, Brauieri, che e picz  colo , :Bonicola fimile alla  flarna, Bechafico.  ^ Cicorna,Cigni, Colomz  Lelle,Cuculio, [ ecero Cors  bo, Cornacchia , Capinera,  Cingallegra, Calézuolo, Cal  derino,Cutretala .  Formicone , Folagbe ,  Fagiano, Fringuello,F orci.  glione, Fioralifo , Frufone;  Fanello.  Germani, Gru, Gallo ,  Grifone,G azza, Gaza ma-  rina, Ghiandaia : Geppio,    ufo.   Lucherini, Lufignoli.   aM origlioni  Mozzetti :  «vccelli d'acque tutti duoi :  Merle,Mergoni,o Mugnaij,  Montanelli.   Nibbio.   Ocha.   P a[fzre de diuerfe fhecir,  Pagone, Papagallo,Pi/ p  Pettiroffo.   $ uaplia.   AR ivogoli, R aperini, Ron   011.   Smerizlo, Jtarne , Stors  nello, Struzolo , $1erlo, che  piglia le allodole , Scricz  ciülo, :   "Terzuolo, Tordo, T ortole.   Zigoli.    Alpbaletun    "Thefauri memorisz artificiofe    Alphabetum Auium latino fermore,.    9 uila, Ardea, Ac   cipiter, Anas, A lau   da, Achantis , qui   et iur fecundum 1[id.   Á criophilon , Alcedo , Az   Sar, ^ pos, ^ egoncephalus   2. 'Bubo,Botaurus, qui in   genere eft accipitrum,Biflar  da,Beno[a,Berencha .   3 Ciconia, Cuculus, (Co  chilus, qui € rex auium di  citur, Coruus, Cornix,Capo  Cygnus, que eft. olor, Colum  ba, Coturnix ; Calandriw,  C ypfellus. | n   PU Diomedis,que eo hes  rodius.   S Egythus, Emeria, Er  cinia,C rythacus..   Falco-velherodius, vel  Girifalco vel Diomedis,Fi  cedula, Fringilla, Faftanus.   Grues,Gallus , Gracuz  los, Grippes,    1Lis auis Nili fluminis.  - Harpia, auisrapax in  Arabia, fere [emper in[atia  bilis, H'irundo, nee  br. c  an X bin epe cornix , iden  e[t.  Linachos , Lucinia , La  gus, Laro, Leucon..  Ad co A Mos  sedula, Merula. — :  Niclicorax, Nifus.  :Onocrotalus, O:hus,af-  f olo Oft ifiaga, Opimachus,  Oriolus ,Ofina,Otis, |  — €Palumbus, T auo, Pelli  catus, Perdix; | Penix, Piz  C4, "Picus, Pf tt4Cus, T4  [er-  $ uerquedula.  Regulus, R iparia , Ru  fica.    Strutbio, Sturnus,Selen  tidis,Strophilus.  T'ur dus,    Pars fecunda. 39    Turdus, T urtur , T ar2  da , Tragompan , T'erraa  ncola.    "Upupa, "Uultur Velia,  "'efpertilio, U anclius, V lu  lay'U ipio.    Alphabetum paruorum volatilium..    Pes, À filus.  A Jibio.   Canthbaris , Cinis  fex, Cinomia, Culex,Cicaz  da,Conops, Cicindula , qua  e) nitedsla.   4 Engula.   $ Fucus, Formicoleon.   6 Grillus.   7 Ibcneumon,vefpa ma  ior.    8 Lampyrides, ex genes  ve [unt [carabaorum.   9 AMuf[ca.   10 IN Gitedula, e) *Nocli   luca.   1 Papilio,Pbalena, Far    f^lla.    12 Scaraleus , Jcabro,  Sphalangio.  13 Tabanus.    14. U/efpis.    F Igure autem , que injgne inueniuntur [unt. Galaxia   intercifa, eo Galaxia continua, qu in ignis regione, fes  eundum Autborem profpecliue veficiunturton autem fes  cundum Albertun eMagnum.    Thefauri memotizx artificio(z  De figuris coeleftibus Qe fupra  ceeleftibus; "Cap. V. ^    SUN Ocli omnes extra Empireum non folum pro  SZ] locis,cverum-etiam profiguris eruient: Imn: o  | e Empireum.ft extra illud c fupra,aliud  sere quid (ipfum continens)imaginaberis. Celi aw  tem [unt. xj. Q worum primi feptem planetis [eptem in-  figniti funt;à quibus cg denominantur. Celum enim «Li  Luna ell, Celum dicitur Luna: eo fic de ceteris : Os auz  tem celi eo fepté errantia )dira, 9 uadraginta € octo  figura firmaméti,et easquas fupra in prima parte cap.4 fe  guras [upra celum quodlibet finximus,pro tot noflra artis  figurisinferuient. | MOM TO queas q    EY  2, S    Quadraginta autem & octo figuris o&auz  Spherz fub ordinc alphabeti, ca hic infra di-    gcffimus , ratione quà fuperius adduximus.    ^ À Rie, À quarius :  Artbofilax , quod    : et Arclurum , eo.    Jiootes dicitur , Anguis , An  dromeda, Anguis ophiuchi,  . Aquila, equus alatus , quod  pega[us, Avgo , quod eo  . tuis dicitur, Ara.    2 Bootes, quod c7 arciu    |. Caffiopea, Caput Medu[u, |    crum vtdiximus. —   3. Conofura , quod e?  *Planice, c2 vr[a maior, |  Cygnus , quod cox EHolor ,  Circulus Iunonius, Cepheus, |    Canicula,quod eft canis ma |  ior , quod procion, Cancer , |  ( apricornus , Cetus, quod    Parsfecunda..    eo Piftrix , Chiron , quod  phillyrides, Ciphus, Coruus.   4 Draco, Delphin, Dels  toton , quod ez triangulus.   y Elice , quod «o "vría  minor,Cngona[is, quod Gez  nunixus, Eridanus, E goce-  ros , quod ee Capricornus ,  Ericthonius, quod co Hec  niochus,e9* c/duriga.   6 Fidicula,quod €? Ly  74.   7 Gemini, Genunixus fu  pra En gonafis.   8 Ffolor , quod e» Cy-  gnus. E niochos, de quibus fu  pro; Hydra.   9 Lyra, [upra fub nomi-  ne fidicule, Lepus, Lugule,  «eliugula, quod € Orion,    9o  Leo, Libra.   10 SN'auis fupra Argo,  Notius pifcis. |   I Ophiuchus, A nguifer,  Orion de quo.f. Lugule.   12 IPer[eus , Pega[us .;.  equus alatus , Pici, Pba-  nice , quod «e ur[a minor ,  &) cynofura; vt fupra di-  Cum est, Piflrix , quod eo  (etus, Procyon,quod ee ca  nis minor, vr (upra, P hilly-  rides,quod qz) chiron, P i[cis  MotiusyUt[upra. — —   13 Sagitta , Sagittarius,  Sinus, Scorpius.   14. T aurus.   15 Vr[amaior, Vr[ami  nor,I'irgo.    Vper celefles autem figure [unt,c.4ngelici fpiritus fan   2 Cli homines eo «Mulieres, cox qua ibidem difbo[i tiones,   ordines, co Gradus inter illos Junt, cut fupra diximus.Item   platea ex auro purifimo: fons arbor "vita: Porte: Comiuis  qp men[«: T'urres 'c.de quibus fupra.    2 o£ 'De    'Thefauri memoriz artificiofz  De Artificialibus heuris.    Cap | V7.    SS Rtficialesfigure funt que arte , non natura    PM con[urgutt, ca autem ab artificibus facta in    * *    QE nofiram-vtilitatem a(Jumimus . funt autem  esos eae Palatia, Domus, Manfiones,e 4pothece ee  fingula bis [srailia, que fupra pro locis enumerauimus. Nec  dedecet inbac arte(ut iam fupra diximus)quod illud, quod  pro loco aliquando babuimus, pro figura altera vice babeaz  mus:dummodo, quod pro loco antea babuimus , fr aliquado  pro figura babere velimus, loco alicui affigatur , qui tamen  locus ita fit capax, quod continere ee» capere pofit figuram.  (Cuius medi autem loca , que pro figuris "volueris , (fcilicet  &dificia diner[a coc.) vel ibidem, vbi funt, pro figuris dez  féruient , "veletiam per imaginationem alicubi transferre  poteris,ft tibi opus fuerit. Q uod raro vel nunqua fieri conz  fultiffimum erit.   Inter figuras artificiales computantur etiam voniuer[a ,  que in praditlis enumeratis, aut fimilibus enumeradh adi  ficijs conduntur e referantur, V t puta qua in palatijs , in  monaflerijs,in domibus,in apothbecis eec. inueniuntur.quaz  uis illorum multa naturalia fint, ficuti funt frumentum , vi   num, Panni: Et domus, aut palatij [upelleclilia queque.  Inter pradi/Las artificiales figuras connumerantur in-  flrumista omnia cuinfuis artificis, eut ferra,ut malleus e.  Hac autem inflrumenta procomperto babeas in bac arte  valere    Pars fecunda: ! 9t    «valere quamplurimum , e) ea tibipermaximeprofutura  e[Je pollitcimur : qua propter buius artis cupidum , monitum  e([e volumus,vt multorum artificum inflrumenta pernos  fcat y c in fcriptoea ardisie alphabetico redigat Co confer  et, quou[q; familiaria fibi reddantur, vt cum fuerit opor-  zunum aliquod vel aliqua illorum infirumentorum produ-  cate eo vel eb profiguris valeat vuti : "Diximus autem,  quod multarum artium inslrumenta in alpbabetiordinem  vedigenda [unt,cuius dicti ratio praflo eft.   Si quis enim fabrilignarij infirumenta cognofcat alpba  betico ordine. facilius eorum cum "voluerit eminifci poterit  (cwm ordo memoriam adiuuet,tefle Ariflo.eo (cerone)ac  in[uper eis pro literis vti velit (vut infra dicimus) ea magis  in promptu babere poterit, que [uo [erwire poffint bropofito.   Figuras ctiam artificiales appellamus , e/Alphabeti €le-  menta-[unt auté tria principalia alphabeta notifsima muls  tis. latinum, quod constat notis Vigintitribus.    ABCD EFGHIKLMNOPQRSTVXY L.    Grzcum, quod conftat literis infrafcriptis .  ABRyS$en6Óix^ uvriompeTuxqQdLs    'Thefauri rnemoriz artificiofz    Alphabetum Hebraicum.    Virinint"    : ar.    HEBRA*    Parsfecunda.::5.0527 92    Alphabetum,;Períaru m, Turcarum om-  niumqQ; Arabum.    :  dJIT3|WN^1l HD  4865 jJ  |Hav5| Jar] wv] RIW  (25    nn    | Cz| veru» 33    EA | i em |  m NE) Rs| i4 i2]    Thefaurt memoriae artificiofz    Alphabetum Caldaicum.) :    ;    *    Pars fecunda. | 93    Ocin loco ne te pertran[cat alia. plura alphaleta r   H naturalibus rebus nos accipere po[Je : Ctenim ab animaz:  libus alphabetum «unum accipimus boc mod o. P ro litera. A.  Sumimus animalcuius nom ab eadem incipiat littera,ver:  Li 2ratia, e dgnum-pro B.bouem, pro C.C apram esc.  - € uod fane alphabetum voberrimum efl, dum in eo que  libet littera nobis multiplicatur : quoniam fi ub cade littera y:  plurium animalium nomina incipere no[cimus, verbi gras.  ti, fub a.littera [cimus effe bac Nomina animalium. [. A2  gni,c Arietis, ^ fini boc autem esl. nobis commodo gj) nece[-.  frati mam [i plurium litterarum fpecies e figuras volu  mts :eis abundamus. Eodem autem modo à cateris fimilis:  bus naturalium rerum ordinibus alphabeta accipere. pofus.  mus. Q uapropter bic te meminif[e oportet naturalium illaz.  rum rerum , cg mineralium ee lapidum , eo animalium.  eo berbarum,eo arborum, eo volucrum,ee Celestium fi  furarum, eo ceterorum omnium, quorum fupra mentione  fecimus, 7 alphabeta pofuimus , in prima: € in fecunda:  bac parte:qua ibidem ipfa-videre pots. ^ bae wer   . eft for[an tibi illa minime [ufficiunt yel in promptu  (tibi inquam non [unt,cveletiam [emper eis*uti mon liber)  a4 diuer[orum artificum mercimonia confugias, €) cuiu[li  bet artifi cis mercimonia in alphabeti ordinem digesta baz  beas, quibus pro litteris vti poteris, fi corum nominum qui-  bus. a nobis appellantur principia [umas : vt de Animali-  bus, co e diboribus, alijsq, rebus fupra diximus.  CuinllibetetPam artificisinflrumenta, fab alphabeti 0f«    ]    cda dine    ^-^  Y    T hefauri mémoriz artificiofx   dine congrégabis,qua eo modo quo fupra de alijs rebus dixiz  pus,pro literis inferuient. |   .' Alio autem modo, ee quidem optimo, prater alphal.eta  pradiclaalterii formare e habere poterimus, fi videlicet.  figuram talis littere, vverbi gratia. C-diligenter confiderez  mus,eo ad naturalia feu avtificialia confugientes , ac figu-  ram tantum illorum attendentes, quod eiu(dem figura ,vel .  faltem fimilis efe iudicabimus , pro tali littera, cuius [imis  litudinem restalis babet, [umamus uerbi gratia, pro.C.litz  tera [emicirculum:cuius.(". littera fimilitudinem babet.   Verum experti fumus inter cetera alphabeta iflius moz   dialphabetum pro maiori parte [ui ab. artificialibus [ums  pi? inflrumentis, maiore quà alia aphabeta nobis "vtilitaté"  praflare.quod euenit,tum quia inflrumenta artificum ,"Ut .  in pluribus familiariora [unt nobis, eorum, multa [ape [ec  pius c7 pra manibus c7 pra oculis babere contingit: "Tum  demum, quia à [z inuicem figura diuerfificantur: quod pluri  snum noftre conducit memorie.e?* propterca hic infra id uo  lumus ordinare , € illud quidem «vernaculo idiomate poz  sere, ne corum aliquod circum[cribere cogamur, quod clare  aliquis babere, c9 aperto "vocabulo imelligere vellet.    I    eAlphabetum    Parsíecunda..    24    Alphabetum fümptum à fimilibus figuris  rerum artificialium,vel etiam aliquando    naturalium. .    $quadra de mura-  - tori, Archipendo  lo de medefimi    (ompaffo c efle, grande di  legno. da legnaiuoli. Vna  Feala in tre hie che f uf; 49^  à potare e cogliere frutti.   3B. Acciaiuolo, Ceppi di  ferro ritti da vnabada: fe  ro da finefIre, doue ft tengo-  noe pannelli.ezc.   C. Corno : mezo cerchio :   ferro da cauallo: Luna quan  do c piccola.   D. Meza luna,Bigonci-  solo,co' manichi diflefo. Ma  náia , Ceftone bocconi , cioe  rimboccato in terra.   E.'Unamezaruota una.  c^dncora p il trauer(o vitta,    [ga col legno dalla parte del    lacorda, Capellinaio , Raz  flrello, Pettini: Forcone,tut  te quattro queste cofe vitz  te per canto, ti vapprefente  ranno la lettera E. volte  all'ingiula lettera. 2M. Av  chetto da fonare la lira an-  Chor potrà [eruir pr£. €  F. Fnafalce fenaia col  ferro volto all'infu, una [ci  mitarra fitta interra.  G.'Una chiocciola, V na  cornamu[a, Una Gucchia  ra da muratori i. Cazuola,  ó me[lola «volta all'infu,  "Una [ega da fegar grano  col piede all'ingiu, fiafchets  to XIrozato.  Hf. vna botte sbarrata.  "Dua colonne legate com  una fune nel mezg .    c4 1 1.Vno    ) Thefauri memoria art'ficiofx    1. Vno oncino da corre i  futi, «na Colonna , "Un  Pe[ce attaccato, rvnabacs    chettaritta , Vno fbontone.    da' Peregrini, na Torre,  Vncampanile..—   L. Scura,o acetta col fer  ro alli ingiu , 5 quadra da  fear. pellin ino d oitonc c ritta,  Alareo Capo fuoco .   M. Vn. T repic da cals  daie, Defchetto , Corona uol  ta all'ingin, ^ quila che voz  li alTinfuytutte q[le co[e che  feruano per E volte all inz  [2  feruiranno per M.  N.Vna fum legata à due  "Colonne à ) pali, "n paio. di  forche, "vn paio di Molle.   O. Cerchio da botte, V n  | popone mela pe[cas à fimili   frais, ai i fi milfigura rotonz  da, yonaglio, Mondo di ipin-  to,e molte altre cofe.  p."Paflorale Bandiera  mezaripicgata, Meza for-  bicia da farto col ma: nico al    l'infu, 0 da cimatori an  hora. . DO.   Q . Vnaparte di fuis  cia da cimatori , con tutto  quel torto,che ba da lato do  ue [1 ticne 1n mano,eg que-  fla fta wolta per il trauer[o.   R. Vn'paio ditanaglie,  Vs freno torte da. vno de  picdi, e [lien "volte al'infa  alquanto aperte.   .. 9. SETPE, T romba tortá,  (ada di porco.   T. Martello, Martel  lina, Beccaflrino da murato:  riySucchiello, Anchudine. |  V. Ra[oio mezo apertoal-  T in[u, Vn paio di Sefle mez  "c aperte. all infu: :ferettoio  da libri : molle uolte all'in[a  dua dita aperte ali in[u,c  fimilia. T |   X. Vna Croce , 9Naue  con la vela raccolta atra-  uer[o allo arboro.   Y. Vitticcio di vite ,     Zuccba,eg« col quale fi As    I5]    Parsíecunda; — ^ 95    pA, € Pattacahpali,che — lingin , me[fa à. trauer[o,  li fono dati per regimento. cioe à fliancio.  ZL.Lappa col manico " |    Ecundum ordinem iflum pradiclis litterarum figuris ,  S alias addere poteris, e forf an conuenientiores, qua;tia  bi [altem,magis fupradictis «tiles erunt.   sN'otandum e[t autem circa pradiclas figuras , fitum il  larum valere quamplurimum- Refert enim multum.fi i[lo  «el illo modo ponantur. 4d alleus enim nunquam.T /ittez  vam demonilrabit , nifi erectus ponatur alicubi , ficque de  alijs. At fi iffarum multa figura tibi minime placeat , alias  qu&tt, CP memineris diéli Ciceronis , quüd eade figura vez  rum memorandarum , omnibus baud placent. Facile cnim  erit inuentis addere.    PRG equuttur F igura.    ficio fie    1 mmemoriz arti    q    Thefaur    Mae 2 cuyas Uus. AEG P. Ner A hr PEE US IIR IRAE Ce e  - Te i e ep "ERAT Ww. 4 DLE  - ; A    ai: HGGKUAT. ARENFOSL AA Dr. tht Nae runs  : x ip X——.— "    "Thefauri memori artificlofz    | COMI (4    eNWWSA    Pars fecunda.    h 1    T hefauri memorisz artificiofx    Parsfecunda.. .— 98  -Ttetum defigurisartificialibusa'is à  pra diáis Cap. VII.    Vnt quedam res naturales "vel artificiales,  Q que literas Alphabeticas nobis reprefcniae    [pofitione , varias praeferens literas erga te imagination£  videlicet tuam, bicuel ibilocatus fit: ita quod tu ipfc facie  evel venes eius vel humerum rocl eo caterva prout opus  fuerit afpicias. Situs enim varius diuer[aq, pofitiomultum  nofiro negocio «vel prodest vel obefl. A. igitar: buius caracte  ris dabit bomo ante [uam imaginationem locatus : feiunclis  ab inuicem cruribussimisq, pedibus flans vel fedens.  Item NK dabit cauum imi pedis cuiu[libet bominis.  «. LH uius caratferis [i ligatis manibus ante pectus appaz  reat: "vel brachijs fuper alterutrum diffofitis.  e. Iterum [utor evel L'urca [edens pedibus in crucis moz    Bb a dum    T hefauri memoria arttficiofx    dn collecfis. A .talis chara£leris flomaci donat figuta.   8. Dabit na[us aquilinus.   b. Huius charatleris dabit bomoretortum fup bumerum  [init rum brachium tenens. :   C. In amplexum conico vel duobus brachiis ruens.   d.$i dextrum brachium [upra dextrum humerum rea  tortum teneat .   o. Huius caracleris fi [iniftrum brachium [upra caput  ve[lexerit.d. buius charatteris fi dextrum veflexerit [upra  caput.   D.buius figni:corpus hominis prominens.   E.Simaxum velpedem nudum digitis a fe inuicem [e  iunélis oftendet. |   T . Sidextrum in altum erexevit brachium ; finistro in  eius medio in modum crucis tran[uer[o . Iterum ft finistro   pede in terra defixo tran[uer[aliter fimiflrum [uper illum  retorftrit..— |   G. 5i finiflrum ad petlus brachium veflexum tenuerit  dextroin figura (J.proten[o . Item : qu&libet auricula ean-  dem preJefert literam .   H. $i inter gena dextri. fi nillrumq, baculum aut aliud  quid ca quaft aperiens pof ueris. -   Li in altum protenderit brachium.   j. uius figura fi extenfoin altum brachio manum paz  rumper reflexerit. |   K.5i brachij finiftri cubitum cin&lura. laterió, contiguit  tencat,rcliquo brachij à cubitu f. 7 fur[um in ante "-   um:    Pars fecunda; : 99    fum: Item eodem modo coxa fuper coxam difbofita: Iterum  membra qua «.. dant.   L.Si extera fimiflro brachio:uel pede , ft in alto vel am  bobus pedibus fi in terra [deat homo, dabit.   AM. Sibrachium inter crura deflexerit . "vel fi in moz  dum mifericordiam pofcentis deor[um «vtraque deflexerit  brachia:uel fi manus "vel pedis digitos deorfum extenderit.   n. Si in loco [ablimi [edenspedes pendentes teneat.   NL. Fl'uins figura fi inter cos aliquid tran[uer[aliter poz   f uerit.   O.rachia circulum componétia: uel Caput: Os aperti.   o.' Paruum-vterq; oculusumbilicus, cateraq id genus.   P.'Utraque coxendicum propter conglobatam carné «ver   fusos [acrum :. Iterum qualibet [ura cum tibia, qua eft os  ruris. |  p.Paruum dabit cvterq; pollox.   q.Huius charatleris ea membra dabunt, que [upra b.de  dere:dummodo diuerfo di/ponamur fituseo dextris pro [iz    niflris utamur.    R.    J) t ^  » Dabunt capilli retorti    S.Iterit dabit bomo pede vetro veflexo, e in ante capite  inclinans co pendens ficut qui reuerentiam alicui prabet,  f«cese fola.   T Manus [uper caput dilbofita dabit: vel bomo fedis,  furamá, (upra genu tenens.   Vtraqi brachia uel pedes in alti ereli et extéfi donat.    ificiofze    ü    "Thefauri memori ar    AC    B  :3i    dye  '    !    Pars fecunda. ic    TEE Re leq  j C^    Q7 3777 2-5    ^  Sa  S  S  IN  Ni    en Pg Ll  hos    d]    Thefauri memoriz artificio(ze    E 7771/7,    11e 5  — (4 ? 7 : (MÀ á * $  UA 775 dau eye pata air pn  v A174, e a M  " í W : wuET id  ST itt L^ € X!  S4 MJ /7 :  p ut 162^ // ; À   n ANC  M, i ez    B 47,    -   : ES   ; t   -— . RAS   co - UC 5n   jondese] -:   es | So   3 Qo  e  [es  es  Oo  nh   Me ?   rn  [s  Ca    . ; x! :  Lis b Mecul UIT: mri [LM mpm    :  ds —    Thefíauri memorie artificiofx  Alphabetum à varia digitorum difpo-  fitione defüumptun, :    a. Juins praccdentis characleris compones ; fi pollicem  fupra indicem tran[uer[um aliquo in bomine confinxeris.   A.Si indice ) minimo terram ver[us protenfis alios ad  colam plizatos homo tenuerit: € uod in-vtraque manu fe  ri facilimepoterit , a minorem habebis , fi pollicem dextre  manus pradiclus bomo in terram extenderit indice tamen  fub codem curuato .   b.Si pollicem dextrum in figuram cuiu. dam arcus ad in  dicem deflexerit . Ate conuer(oin finiflra eueniet manu ,  eNa in altum pollice exten[oindicem ad pollicem incurua-  re oportet.- -    (Si index et pollex cuius vis manus [e in femicirculi  figuram retor[erint.   d.Dabit index dexter, fi fe ad pollicis vetor[erit medint.   D. autem huius figura dabit index i[dem ad «uertice  pollicis deflexus.   E.Si digitos trescvel e fimul oés extenderit bomo non  in altum non in terra. nam 7M .daret:[ed erga te verterit.   F. Si digito medio ad celum erecto,index (in predicto  bomine ante te, vel imaginationem, pofito) tran[uerfus in.  crucis modum confingatur.   G.Dabit index aliquantulum retortus , e fub eo pol-  lex curnatus, quafi ad c. figuram componendam:dummodo  tamen plus in fe ip[um idem pollex retor[erit,quam ipn   | | | az    Parsfecunda.. I05    .. K.Eadem digitorum compofitio dabit:que A. talischa  racleris dedit. boc tamen ob[eruato : quod index eq minia  mus fur[um eleuentur, non deor(um incuruentur.   1.Q uilibet digitorum in altum proten[us.   L.Figurabitur, fi index vel pollex in altum , in qualis   bet manu fe eleuauerint,runo corum in latus exten[o   AM.Sicut eo E componitur : [itu tamen manus varias  tot [upra diximus.   Nn. Index co medias vver[us terram extentivelme  lius.   «Pollex ee index «verus terram difbofiti , ab inuicem  tamen [eiuncii. |   O.Si pollex cum indice in [ummitate (e. comiunxerit, in   uauis manu.   P.p.Si indici dextro bominis ad terram extenfo polle   fe retorferit.   q. Figurabitur ft é conuer(o pollex ad terram in eodem  bomine difpofito, ad eum [e veflexerit index . Reliquas li-  teras varia digitorum compofitione conficere poteris.   Hic que[o notato, qu)d barum , quas fcripfimus literaz  rum qua[dam in "vtraque manu bominis ante tuam imagi  nationem pofiti,vel e in qualibet tuarum manuum ab[ai  aliqua "variatione videre potes : qua[ dd tamé in vna ma  nu non in alteracernes : € uod fitus diuerftate contingit :   ficut [upra de b.litera notauimus.-verum eo animaduertis  to quod bas literas, quas infra digitorum varia di[bofitios  nt formatas inuenies , in manutua [iniflra vt plurimum    Üc 2a difbofi uimus:    'Thefauri memoriz arttficiofz  d fo fuimusyco tamen qua [cripfimus in manu dextra bos  minis "velbomini ante te pofitorum formauimus: bac ratio  ne permoti.ut illarum quas fcripfimus legendo,e in]Picien  do,iflarum quas lineas formauimus infpicien do tantum  evberem copiam babeas,et *otri[qs demum abundes : aba;  nostri operis optata detrimento breuitatis.    Sequuntur Figura.    103    Pars fecunda.    'lhefauri memoriz artificiofz    104    YA dh  i ] o" |  MU yf mamme :  bi  at omar  P a    Tars fecunda..    Thefauri memoriis artificiofze    IO $  laletum    Ab    bd    Pars fecunda..    Thefauri memoriz artificiofzx    Alphabetum àvocibus hominis naturaliter  fignificantibus:vel faltem non perfecte de  articulatis extractum... |    A — Dalit bominis quedam "Uox exprobrantis «el    | eriam minaztis: vel iterum bominis dignum inis  mico [upplicium tion inuenientis , idcirco conquez  entis. |  9. dabit indignati bominis minantisq, vox: eandem. 4, li  teram veplicantis, addita litera vocali.a.«vel e.  C.Ft infra. |  TNrinfa. (1 "eras.  E.Uox aliquem al incepto opere vel [euitia eoe pra-  textu milericordia retrabere cupientis:cvel-vox ad «oerez  cundiam inaucentis. ut |  F.vox ventum vvalidum:-vel arcus bellici [onum exz  primere tentantis:addita tamen vocali litera v.  "vox tediam interius uel infirmitatem gemitu quoz  dam demonflrantis. j  Zt. vox citbaredum male pulfantem deridens : addita  «vocali.o.vel a. |  Reliauas alphabeti literas eo duplicatas €) triplicaz  tas: [upraditlasd, infuper ingeminatas: eg) «ct plurimum  follabátas, quod maxinzo adiumento efl, exprimunt bomi  nes diuer[as aues «9 animalia aduocando:expeliendo:oncz  rando:[limulando:percutiendo cz «.    Has    Pars(ecunda.. 106    FEfas ergo bominum «voces diuer[as, e ft negocio tioflvo  perutiles effe fateamur:attamen bic infra posere volumus:  9 uwilibetergo artis huius percupidus eas fibi profuturas ex  cogitet :. [ciatq, hanc artem in [uo effeciu quidem egregiam  nobilem defiderabilemq, existere: verumtamen in vfu ips  fius cam quandoquidem in quibufdam «vilibus abie£lisd,  rebus ej) prope deridendis valere multum:cvigere qua plus  rimum cg [«pius confistere: Nec fime vatione autboritated,  loquimur . SNam imagines, que admirationem e rifum)  "utl aliquid buiu[modi («vt ('icero &&* Rauemas a[ferunt,  excitarint, aliis meliores inueniuntur . :    Alphabetum a quorundam animalium vo-  cibus, & quibufdam rerum fonitibus ex.  preffum:defumptum.   i A ni Dabunte nates, — culus frigulans: Gallus 7  | |. dum iretinunt ,-   COUR edhnferes , dum    curiens.eox G allina Jac il,    JaPEA T S ONPM  gratitant : Iterum Aféllus. /— D. Campana paulatim  rudens eo oncans. pul/ate fonus. |  B. Bos vel Taurus muz F. Fragor efrborum :    iens: Ouis balan:.Canislas — Felisvixans : ventus va»    trans; "vulpis ganiens: Bubo  bubans: "vpupa [uo cantu.  '* Coruus crocitans.Gra4    lide proflans à  G .Grus dum gruit Sues  grunnientes : Grilli dum  Qd 2 grillant.    hs    grillant.   I.Equus Efinniens:   L.'Uox cuiu[dam aui-  cule .   JM. eMiluus dum lips  p^   P.P affer pipiens . Plau-  fus manuum: [onus exuf-  flantis. —  -..Q . SNoGlua cucubans:  (culus cuculans. |   R.Rana coaxans: Ruz  beta conclamantes.   S. Jtrix ve[pertilio    Thefauri memoriz artificiofz    Slridentes : ferpens fibillans;  AMurium flridores. |  j p^ Clangor buccina: fo-  nus cornu. |  T Sonus gutte [uper pes  tram cadentis : vel faxi in  terram.  U. Vllula vel fecundi  alios ulula vlulans .  Z. edpes. bombilantes:    Regulus (o merops zinzus    lilantes:[carabei : ve[pes foz    num [uum emittentes.    A Lias pent infinit às figuras quilibet bis vifisexcogita  (Xre poterit diuerfis [uis conceptibus commimcédis infer  sientes: SNam figuris abundare diuerfis quilibet huius artis  cupidus: quique quam plurima memoria mandare defides  rat,nece[Jarium admodum e[fz perno[cet.    o0 XXe    Parsfecunda;i:0:57 7 107   De applicatione in communi figurarum pre  di&arum ad memoranda: & € conuerío  memorandorum adfiguras. Cap. V II.    v7 Ofttis figuris, nunc confequenter quomodo ad  7a d) memoranda applicentur dicendum reflat.5i-  militado autem in ve bac figurarum ad memo  2 randa ege conuer[o: tota eft ratio iftiufmodi  applications. Ea propter quot modis ves aliqua alteri fit fi  milis indicare conabimur.V erum enim vero antequam «vl  tra progrediamur,, pratereundum non e1,quid [i aliquod,  cuius memini[Je "uolo , pre manibus babeoyeius fimilitudin£  non queram, (ed ip[ummet , tali loco,vel angulo reponam:  «ut puta fi repetenda e[Jent à me "vniuer(a , quein bac noz  Slra man[ione eg cella, conduntur:omnia illa (uis locis ordi  tate difbonere: e tempore fuo:ordine quo [unt difbofita ,  mente percurrerem fimul, ac memoriter retinere conarer.  Caterum,quoniam «ut plurimum querum recordari-vo  lumus copiam nou babemus:idcirco ad fimiles res debemus  recurrere, qu& aliquo modo pradicla no[lre mentivepre[enz  tare "valeant e per fimilitudinem,quam babent ad ea:il  lorum imagines fieri: quibus uifis mens,corum(quorum [unt  imagines, et fimilitudinem reprefentant) recordari ualeat.  Similitudo ergo bac in arte, tota efl ratio mucniendi «p  plicandi4 ; ad memorada figuras: Ea propter quom ado mul  tisiodis , Aliqua. res alteri [it fimilis ratione (gj. apertis  €X€in pus    Thefauri memoriz artificiofz    exemplis declarare tentabimus. Et boc expleto , quomodo  ad literas, (etentias conceptusque commini/cendos, appliz  centar figura: fubinde docebimus.  i. Efl autemres aliqua alteri fimilis in fubfl antia velcor  porali , vel ab[lratla: quamobrem vvnaw: pro alia fumere  otero.  «"Ponamus difcurfum aliquem e? fubneGlamusapplica  tionem:quod nobis pro exemplo eripi ts 4 e  "De excellentia bominis locuturus [um, de quamulta di  cendo,ad bunc difcur(um deuenio, quod [cilicet. |  Homo creaturarum omnium corporalium 9» fubceles  fiium maxima efl. F/omo eft enim praftatifimum animal,  ait 4riflo. Q uid aio? qj) etiam corpora. celeftia fua dis  gnitate e nobilitate pracellit : ip[osque attingit angelos,  cum [it medius inter corporea, c7 pura intellectualia. Etéz  nim bomo non immerito. dicitur eMicrocofmos. i paruus  mundus , omniumq, creaturarum nexus pulcherrimus , qui  omnium [ubcelefliura pfe&tiones miro in fe modo recludit .  "Difcurrite, que[o,per fingula quaque /U'idete terram,  ac inde noftras per[picite carnes, binc ee attendite illa, quo  dam excellenti modo in noflra carné tecludi: T etro 6; im  colore in fe ipfa terra. nigre[cit : at carnibusin noftris ipfa  erlucet. Ages in ied da |  In oféibus lapides faluantur,et marmora: In carne, ifla:  in terraillaconclufa. | ENSE  T'erra aqua perfunditur. Flegma; humores quoque om-  965 aque pre[eferunt clementum,ac multoties circumquaz  que    Parsfecundas; 57207 108    que abundanti (udore membra noflra madida efficiuntur,  tanquam Aegyptus Nilo c. TS  eferem rejbirat hbomo,ac in fe calorem retinet ignis.  -Ceeloinfupex ip(o., in. (uo corpore excellétior! [i tamen ce  lun ab[qua anima efe fateamur) inuenitur:proinde in ani  ma [ue [ub[lantia angelis etia, qui [eparata dicuntur [ubs  flantia , ac à materia prorfus abilracta, comparantur e  fimilantur. | |  - T'otum bunc di[cur[um locare poteris in locis , qui fupra:  amplifimi "vocitantur: Ita-vt primo terram [umas.deinde  elementa cetera: celum etiam, demum angelos ,qui [upr  celos fait so uma | VENIT :  T'erra ergo carnem: lapides offa, Aqua. bumeres,z Aer ba.  litum: Ignis calorem:celum corpus: c4nge lus animaim hoz  minis reprefentabit. Hinc per totum dilcur(wn vnam [ubz-  flantiam poni pro altera cernisseos vides utpote terram pro  carne, aquamypro bumoribus eec. quod c9» clarius appavt  in /apradiidis vltimis daabus collatienibus , pradicli cis  fcurfus. ! MT |  Obiter autern [cias fimiles difcur(us. ("vtetiamtu ipfe  experientia comprobabis) duo loca apriffima vbi locentur,  babere. diner[. usd, higuras etenim difiurfus pradiciu alid  Jivmles in bomine locari polfant , in cius carne terram : in  ofsibus lax a:in anhelitu aerem - quorum omnium predicia  fi militadinem babent , quamobrem co figura infuper ejje  poffunt, Caro./ offa, anbelitus c9 cetera iam dicía: Ita ta«.  men ,qu d vbi prius terra Carnem mibi reprefentabat e  €id$    * 'Thefauri memortz artificiofz  eiuserat f. gura:eo. aqua humores, e fic de alijs:modocaro  terram vepre[entat ,bumores aquam ege. I ipid   Nec mireris, quàd eedera res , qua pro lecis feruiunt in  «uno cgxeodem difcur(u misime alterato,ac in codem tema  pore , etiam pro figuris de[eruient. in con[imilibus enim diz  fcurfibus eafdem ves eo» figuras effe € locanon dedecet;  fatis eft enim tales illas ves , ab aliquo alio contineri, verbi  gratia, in boc difcur[uprapoftto,[atis est bominem(in cuius.  partibus locauimus, ce defignauimus carnem terram vepre  fentantem:o[Ja lapides: «gc. )ponere et obfirmare in tali uel  tali angulo. Forte dubitas in codem di[cur(uycum terra car  nem reprfentat, 4qua humores cz. vt [upra:ubi ifiu[mo  di elementa ee celos pro figuris babes, quis locus talesconti  nere poft figuras, (atis efl inquam, ip[am-[-terram aquan&  aerem egc.(cum f(umuntur mon pro locis , fed pro figuris) a  fnis contineri co» ambiri partibus , que partes "vicem locoz  rum gerunt. Et tamen in pdicfo difcur[u pofito,cverbi gra  tia in terra ifliusclauttri velplatea, ea terga mibi fufficit  proterra,qu carnem repre[entet, queque carnis commini-  feenda exiflat figura: que profecto terra portio, ab alijs reli  quis terre partibus, ("verbi gratiareliqua terra )continetur,  €) circundatur tanquam à [uo loco ec. 4dem de alijs ele  snentis fimilibus dicimus, eo» de celis eoc.te cadem [pius  cogamur repetere. :   2 Similitudo etiam inuenitur in diuerfis rebus , fimilis  autem quantitatis di[creta : fimilis inquam non eiu[dem y  quando quidem q fi [ecumdum abstractionem "Aem "   AMT inaria    Pars fecunda. 109  binario minime [pecie differat , fed idenifceturtin concrea  to tamen confideratum et [umptum , ficut et v os [um inzus)  iflud binarium, quo numerantur dueiflg nuces,fim ile ,non  idem efl ifi, quo numerantur hec duo mala panica.   € uapropter iffas res talis numeri poni poterunt pro dis  uer[is rebus ciu[dem tamcn numeri. E xemplum ponamus.  Eioc mane concioni adfui , atque concionator in [uo quoda  propoft to,de facrorum mifleriorum numcro loquens , talem   fecit difcurfum, dicens:SNouem [unt bominis fen[us,quinz:  que exteriores, et interiores quatuor. S. T bo.p.q.78. |   Decem (unt pracepta legis,quatuor cardinales uirtutes:  T'res E beologales.7. dona Spiritus.7.Sacramenta:quatuorz  decim articuli fidei.duo caritatis pracepta:vmum ( aput Ec  clefie Chriflus.omnium tamen istorum finis vnus.'Una có  rona pro iu[litia de reliquo repo[ita ec Unum lumé Deus,  Vna-vifio , Vnus denique omnium 5 anclorum bominum  locus, (lum empyreum : N na cum [an£liset Angelis perz  petua focietas ..F.ec autem omnia Concionator ampliauit  vverbis:dilatauit circumlocutionibus:ornauit [ententijs Gen  tilium, corroborauit c confirmauit [criptura,quorum e f  non omnium tamen multorum recordabor:Si diclorum cas  pita principalia, puncta, aliquo in loco reponam fs ub certis  figuris , ipf areprefemantibus . Horum ergo dictorum talis  erit memoria.   Sratuo bominem (fupra quem omnia bac ponere "volo )  in talilocoputa apud parietem , qui alteratim nudos pedes  agitet,atq; corum nobis [ammitates demonflret:ex qua diz   | Et giti    | Thefauri memorix artificiofx  giti procedunt ex prominent . quinque ergo digiti finiflri pe  dis (qui ignobilior ef? dextro)quinque [en[us cxteriores(qui  interioribus ignobiliores funt)demonsirabunt: Digiti autem  dextri pedisinteriores fenus : eo quod nobiliores a nobiliori.  fianificari con[onA fit . At quoniam. [en[us imtevni quatuor  funt:digiti quinque : ideo vnus corum, verbi gratia, mini  "mus ab[ci[Jus exiflimetur.   e4t fi tu paruam e[fe banc conuenientiam. inter figuras.  eo figurata iudicabis: [citoquod non omniumrerum f, gu-  ras proprias , habere po[Jumus : in[uper fi auditor concionis  immemor omnino non fuerit di£lorum à concionatore: etia  minimo figno commotus, facillime recordabitur. Atque hic  le&lor animaduertito artem banc ignaris verum omnium  ez«vniuer[orum penitus obliui[centibus minime dari: Opor  tet enim talibus , non vemini[cendi artem tribuere, [cd me-  suorie potius fenfum prabere : "Pro decem praceptis pone  iflum bominem vtráfc que f mulprotendentem manus,exa  tendentemá, digitos omnes, quorum mumerus,praceptorum  numerum emonf rabit, to maxime cum manibus co ope-  rationibus Dei precepta compleatur, fecundi illud, Leuaui  sanus mcas ad mandata tua, qua dilexi."Duotum autem  brachiorum partes,in quibus nofira corporales coirtutes:i.ui  res apparent, quaque numerum conficiunt quaternarium,  cvirtutes quatuor indicant cardinales.   A fcendendo autem «venio ad faciem talis hominis, ibiq,  in [ua inferiori parte confidero tres efe fen[us inferiores , et  yuum fuperius, tres illi, tres tbeologales virtutes fignificae  im unt,    Parsfecunda.. | I10    bunt , Guflus charitatem, eod, dulcis fit Amor , e» fapida  charitasodoraus fpem, etenim celi gaudia iufli;in "Domi  no jperantes leuiter olfaciunt[: atiabuntur autem cum appa  ruerit. Auditus fi dem demon[lrat ,quia fides ex auditu . In  ore autem muli bomines, quatuordecim dentes babent, in  fuperiori parte, totidemá, in inferiori:in duos ergo feptenaz  rios,uperiorempartem diuidentes, in una ponimus numez  rum [eptem donorum [an£li (piritus : in altera [eptem Ecz  clefie [acramentorum numerum. Inferiores autem dentes,  14-f/ant , qui numerus quatuordecim articulos demonflras  bit. Aliam barum figurarum cum figuratis predictis conue  nientiam preter numeralem (fi illa non [ufficit) ex [e quili  bct excogitet.  Sur[um procedendo, «vides illius bominis duos oculos ex  cuna tantum manantes potentia , vvelcerte melius in vna   Humtaxat potentiam concurrentes: qui duo charitatis pres  cepta ab «vna manantia charitate motabunt: Oculibene fiz  gnificant. duo precepta Amoris , fime quibus bomo manu  tentat,eo: in tenebris efl,vt ait [criptura.[ur[um a[cenden  do inuenitur iflius bominis caput , Caput autem noslrum  (Chriftus efl. Evgo caput Chriflum ostendet .  In capite autem fit. [acerdotalis corona, qua eternam  fignificabit , l'apra caput bominis percutiat e ve[blendeat  Sol.itle lust repre[entabit diuinum,in quo videbimus lu  men eoc.[upra Solem celum empireum, locatum e[Je credi  f?us nos omnes.  In ip[o communio, et focietas [anclorum inuenitur, que  EM: duo    Thefauri memoriz artificiofz    duo quoniam (unt illamet, quorum recordari voluxaus,fe fe  - nobis offerent. lis d:  Multa praterea funt in quantitate continua, fi milem  - uel quafi fimilem quantitatem habentia . Recordaricvolo  certaminis Dauidis cum G oliat cuius hiftoriam [cio : fuffi-  cit 4, mihi in communi eiu[dem certaminis vecordari:pono er  qo vtrorumque imaginem rverifimilem congruamq "Vel f  -moui bominem magnum , pono pro Golia t puerumaq rufum  gro "Dauide ponam : illum armatum,Et galeam,e9 bafla  imaginor:iflum funda munitum,eo baculo.N erum dubitas  forfan, ac dicis, f bominem magnum [ine bala, eo puerum  fine fanda, ponere, neutrius recordarer,vidédo coris [olumz  modo quantitatem:Ca propter quantitas [ime babitu hoc in  oco parum prodeffet: O0 id non diximus figuras bas, "vel Ji  miles borum e fumilium occurrentium memorandorum;in  quaititare tantum continua conuenire debere. Aliquando  -enim eo fi non [emper:alia ctiam requiritur fimilitudo.  Similitudo etiam e[l in vtroque correlatiuorum , runde  illorum quodlibet alterum repra[entat. At quia relatiua in  triplici [ant differentia, vel quia [unt equiparantie rvel [uz  per pofitionis vel [uppofitionis: ideo cuiu[libet [beciei relatiz  num pro altero poni,e& pro figura [ui correlaeiui afJummi poz  terit, cut in fuppofitis exemplis , etiam ignorantibus logicen  manifestum e[t. : |  Hominem puta. Siluefl vum, Petro vicinum vel amiz  cum aut inimicum, «vel collegam wel comuiuam,con[obvinu,  Co mpatrem, ( lientemcou[ortem,velcondifcipslum, vel  aliqui    Darts fecunda. tH    aliquid buiu[modi pro ipfo Petro reponam .. uod euenit  propter [imilitudinem relatiozis alterius ad alterum,qua fiz  ilitudine, alterum pro altero nobis offertur . |  In fecunda [pecie patrem profilio, Dominum pro feruo,  vMagiflrum pro di[cipalo babere po[Jum.  Ité pro-casfato cau[am,vt in artificialibuspermaxime  fit quapropter in vna T'u[ciz ciuitate quandam numisma  tis [beciem à quodam artifice tufam ej) impre[Jam , ipfius  artificis nominc "vocitabant omes , quo in cafu caufatum  procaufa (umebatur.  xxl U'oniam Planeta gj frgna cele[lia et fi uniuersa  3p [ales caufe [rmt et equiuoce re[peéiu inferiorum  Apes) eos fubceleftium corporum: quibuf: dam tamé bg  mani; membris bominumá, partibus apblicátur (vnde eo  inflaunt illis et fa uent) id circo boc in loco,ubi cau[a pro cau  [ato ponitur , ex € conuer[o : mon incongrue eo ipfa pro cis  ponentur , ee é conuerfo . Planetis ergo e» cele[libus [iz  gnis atque figuris ; multis noflro negocio defernientibus noz  dis,vutimur: Inter quos «unus efl, «vt planeta quodlibet, Et  Jignorum cvnamquodque:aliquam noflri corporis parté cui  faucet fua figura, demon[lret. Eficergo Planete eo figna;et  quibus bominum faucant partes enumerentur.  1. Sol capiti cg: cordi conferre dicitur.  à Mercurius lingua cg» ori.  3. Saturnus [Pleni. e  4-Tuppiter Epati.  jd dars fanguini.    6.Venus    Thefauri memoriz a rtificio(ze    6.Venus renibus co femini genitali.   7. Luna [lomacho. Ex Crin.lib.i2. Capa.   "Duodecim figna que mébris bumanis fauere. dicuntur,  eandem vtilitatem noflre memorie pre[lamt , quam co  planeta donant.   Le/drieti caput bumanum fube[fe autumant .   2.7 auro Ceruicem.   3.Geminis humores.   4-Cancro Cor.   $. Leoni Peélus e$: flomachum.   6.U'irgim "ventrem.   7. Libro renes vertebrasQ.   8.Scorpioni genitalia.   9-Sagittario femoralia.   10. Capricorno genua.   I1. A quario tibias.   1. Pi[cibus Pedes. Manilius &9 Crini.vbi [upra.i. lib.  12.Cap.*. |   Iterum,quia Authore eodem Crin.ubi fupra , 4€ quamz  pluribus alijs.   1. Caro à terra prouenit.   2. Humor ab c^fqua.   3. Anbelitus ab c Aere.   4. Feruor ab igne.   $- Ingenium a "Deo: c/4 quo bona cuncía procedunt: Ideo  ergo caro terram in bac arterepre[entat e e connerfo, ej   f/« de ceteris.  £ uoniam    Pars fecun da.. It    - Q uoniam elemento cuilibet tria iuxta cAflvologos Zos  diaci figna re[pondent eg) pre[unt , bac ergo de caufa Eles  mentum quodlibet im bac arte pro quolibet trium fibiprafi-  dentium fignorum figillatim atque diuifim : «velpro oibus  tribus fimul [umptis poni potefl, e: € comuer[o. Igni praet  Aries: Leo: Sagittarius : À eri Gemini: Libra : Aquarius:  Aqua, Cancer: Scorpio:Pifces: T'erre, T aurus: V ingo: Caz  pricornus.   Iterum pro fordida, «vel pulchra figura, vel Jculptura ,  vvel [cripto, vel alia quauis ve artificio fabrefacta , ipfum  eius artificem tuo loco repones.   € conuer[o in tertia [pecie fit, quia pictura "velfculptura  fium repra[znta: artificem.   SNam [i à pidlura quis fibi nomen aliud à proprio aliz  quando vendicat (^ut piclori illi contingit, qui à pingenz  dis auibus miro mido, Magifler ucellosmuncupabatur)quaz  re ctiam, ipf a pidlura, alicubi pofita per realem pofitionem  vvelimaginariam, ip[um picloré non repre[entet:que quan   oque fe pingentam prater proprium alio nomine donat :   Amplius: diur[arum qualitatum [becies, l'ecund quas  bomines "vel aliares, quales e(Je dicuntur € funt, faculta-   tem non mediocrem nobis inueniendi pro memorandàs figu  ras conuenientes, prabent eo donat. LH abitum vel difpojrz  tionem(qua in prima qualitatis [becie computantur ) baben  tes,pro alijs, qui ciu[dem funt qualitatis , nom incomueniéter  ponuntur . deo (im prima qualitatis [becic commorando )  edilronomum, pro altero eiu[dem babitus [ciétifici ponam,    Thefauri memoriz artificiofz    eo babcamyverbi gratia, A tblanté;cvel Prbolomeum (qui  iam pridem in astronomica floruerunt [ciétia) pro tali astro  nomoputa Iobanne babere poteris C7 e conucr[o.Sic idetiz  dem inter omnes illos bomines, qui babitibus intelle£fualiz  bus fiuc moralibus, fiue naturalibus, [eu diuinis refulgent, .  evel reful[ere, fimilitudinem talem efl inuenirc,qua bic pro  illo ponatur, € isle atium repr&fentet,in noflra artificiofa  memoria. Similiter idem de "vitis, qua in hac reponuntur  fpecie; fantiendum.*unde pro adultero Paridem ponas «vel  Phocam Imperatorem vcl Ce[arem Buguflnum pro gulofo:.  Claudium (Ce[arem , vel Holofernem , vel Cambyf[em.  Pro crudeli: Eferodem: Diocletianum "Domitianum ; *vcl  Neronem vel Madeam: vel Athilam.fíc de ceteriseo e  conuer[o:nam rvitiofum quem nofii, pro quolibet fimili poz  nere "vales.  Improprie autem animalia quedam hifce e fimilibus  paffiombus pradominata: diuer[os uitio[os repre[cntabunt.  Uude vrfumpro bomine irofo , Leonem pro fuperbo : pro  auaro [erpentem:pro luxuriofo,columba:pro «vanagloriofo,  equum eg pauoné:pro gulofo,'voracem lupum «(J[umam .  Hic te no[[e oportet, qualitates in abfiracto, fr 'gnificari  po[]e per illa, qua in concreto nouimus aut etia (cn[u «videa  mus co ca propter, fi qualitatum aliquarum recordari eve-  lis,aliqua tales qualitates babentiaspro figuris ponere utis  le admodum erit : Idcirco, ut [ub exéplis loquamur de qua  litatibus dumtaxat fpiritualibus (idé aut£ erit iudicium de  ceteris [eciebus qualitatis) diciumus, quod,  | M,    Ed a    Parsfecunda ; 15    Si multarum [cientiarum "vel artium nomina, vecenfere  mos oporteat, ucl eiu[ dem callentes,cvelearum inuentores,  aut etiam amatorts , non dedecet pro carum poni figuris.  «Unde Laurentium V allam, vel Prifcianum,pro Grama  tice pono: MT ull.pro Retborica : pro Dialeclica,e driflo.  € pro Philefophia: Platoné;pro T beologia: Galenum vel  Iippocratem, pro e edicina: Alchimedonem, pro fculptus  ra: Pbyadam vel zeufim , propitiura : Democratem , pro  Architettura: Atblantem, Zoroafte,rvel Ptholomeum pre  e Aflrologia: Archimedem.pro Geometria: A ppollinem,Orz   leum,vel Iopam, pro Muftca: Penelopem vel Lucretia  vel Iudith procaflitate: Cacum vvel Neflorem,vel T he-  feum, ucl H'erculem,vel Milonem, aut certe Sanfonem,  «vel Goliat pr fortitudine etiam animi. "Pitbagoram, Zoos  roaslé, Simonem, Samarcum pro Magia: T'raianum «vel  Ca[arem, aut T itum , ey Vefpaftanum , aut Antoninum  pium.pro Clementia £o humanitate. 'Themifloclem, Pomz  peium pro modeflia,cvel-verecundia: Socratem, Zenonem,  pr fobrietate, co temperantia. Item A ppollonium, lohan-  nem Baptitlam, Heliam,c/fmos, pro auckoritate.   Aliud bic infra exemplum ponere volumus, concionato  vifor[an baud ingratum , &j) boc quidem materno. [ermoz  ne ficut to concionaturus vti a[folet.   Sicome un bel prato di wvagbi e diuerft ftori 'adorna; et  come il corpo noflro di ricche e nobil vefli coperto, e) varie  parte di quellocome corpo, collo,braccia,mane , eo dita di  varij ornamenti. vi[blendenti danno gran confolatione    Ff all ocs    | Thefauri memoriz artificiofz  All occhio che li miras cofi il prato dell'anima noflra con tut  1 le fae nobil parti, quando fi troua delli odoriferi fiori dcl-  la «virtu coperto; &g* la noflra incorporea [uftanza quando  ff tona delle nobile ricche «ve[li delle [pirituali perfettioni  veslitayeo delli eterniornamentivifhlendente dona inesti  mabile vtile al poffeffore » €2* à i vigmardanti con[olatione,  eo infino quafi à gli Angeli marauiglia. :   Che "vago , €» odorifero fiore € l' bumiltà , ch'infino ne  aggiugn: al Cielo. MORI 3   - SNardas mea berba bumile, e piccola, dedit fuauitatem  odoris,dice la V ergine. |   T rouafi pia leggiadra rofa,cbe lapatientia,che alle tem  pefte (empre € cvigorofayanzi quanto piu neuica,0 grandina,   pin bella ne appari[ce,et fi trouaficut aur probari igne etc.   "Vedete di to7. ( onftderate di Y obia.   .— Haute mai inte[o vna conditione di vefte,piu maraui  &lio/a di quella della pouertá, che quanto piu fei pouero;tan.  £o meglio ti copra, anzi vve[le,che quafi infinitivicchi:fbrez.  zate le loro,banno pre[a qfl1a per e[fer meglio coperti,come il  Santiffimo Aleffio : dellaquale ancho il. R icchiffimio "Dio  prendendo carne humana [& ne vvolfe ve[Hire . £) ui cum di  ues e[fct, pro nobis egenus factus eft.   Rare eo fignalate ve[li la elemoftna, e hofpitalità:la  «vaghezza delle quali tir nol tabernacolo di Abraba itre  Angeli. riceuerno nello ho[pitio d' Emaus —- briflo, cg cifan  no meritare Dio , T'alibus enim bo[hijs promeretur. Deus,    die San P olo. |  | Era    Pars fecunda; 114    Era Giouabattifla nc] deferto non mollibus «ve[litus ,  ma della bonorata veste e da Chrifto lodata austerità,dal  capo à piedi coperto : chi vorra.opporre à questa «ve[te loda  ta da Chriflo? Q uid exiftis in de[cretii nidere bominé mol  libus v elitum?   uata ricca gioia € quella dell'anello della [anta fede,  con la quale Dio [pofa l' anime nostre . "Defbon[abo te mibi  in fide; (Come refplendeua di quella il Centurione, che vibe  deua pev quella come di fplendidiftimo carboncolo trà tutto  [' ifraelitico popolo: SN'on inueni tatam fidem in Mrael,diffe  C/hriflo. At |  ual Corallo che in ornamento al collo fi tiene , che à  chi loporta,[econdo i F ilofofr dona allegrezza , ft puo ag  guagliare D, quello ornamento della [peranza,che & tiene in  feflaSpe gaudentes: Eccoui "Dauid:l atatus fum e.  *Pretiofiffimo metallo, e belliffimo ornamento, l'oro,che  doue fi troua , ogni cofa ra[fetta : che i Signori intorno alle  braccia , à al collo per collane tengono . ma dicattiuo conio  ee di ba[[a lega fi troua à comparatione del. Celesle oro  dellacharità, che perfettiffimamente adorna lamima:per-  che efl vinculum perfzclionis:onde,[nadco ribi à me emere  aurum ignitum,probatumyt locuples fras.dile San Gioua.  nel Apocalipft. |  Oxnium barum virtutum optime recordaberis.fi homi  ncs illos,in eifdem florentes , quos dedita opera in predicto   difcurfu pofuimus pro imaginibus talium «virtutum, babue  ris: Malta preterea inueniuntur animalia: Aineralia,lepi    F fF 2 des    T hefauri memoria artificiofz    des: Avbores,eo bis fimilia, que propter corum varios effez  &us,virtutes, f apores,colores ceterad, fimilia, diuer[as vir  tutes reprafentare poterunt . Quapropter Bal[amum Graa  tiam: Aurum charitaté.fmaragdus [pem: ^vgétum cbariz  tatem: Nardus bumilitatem: lilia virginitatem:Carbunz  culus feruoré.£bur ca[litatemr. Mirra mortificationem c.  repre[entat. 1d ip[um iudicium feras de vitijs. |   De habentibus etiam corporales babitus.[-[anitatem ,  robur , elegantiam , agilitatem, idem dicendum efl .[-quod  "Unum pro altero pori pofiit. Hominem robuflum proSan*  fone.polchbrum pro Dauide: Nifum,aut Eurialum pro agili,  ac fic de cateris:eo- é conuer[o.   Multa preterea f milia funt inter cayqua babent uctu  talem potentiam, wvelimpotentiam,que [ecundaeft [pecies  qualitatis,qua aliquod potentiam habet *velinclinationem  faciendi velpatiendi vel alicui refiflendi, qua propter pro  altero [(umimus.I/nde (uem, ponimus,pro muliere multos gi  gnente liberos , Ciconia promutriente patrem. Hac autem  exempla impropria cg» nos fcimus in bac qualitatis [pecie ;   fed etiam noflro apta negocio nouimus , propterea ponimus .  Fungum "vel fruticem cito à terra profilientem pro ve. cito  ere[cente: Lacertum, Mufcas pro obliuiofis, deficientibu: in  bac naturali potentia : fed «ut aptioribus vtamur exemplis  dicimus,quüd Cyneam: Mitridatem:T bemifloclem: Horz  tenfium: pro aliquo vel aliquibw memoria claris: Meffala:  qui ui nominis oblitus fuit,pro obliuiofo. Méte captum pro  flulto:Cacum pro Tobia; (laudi pro Miphibofet : Durum    ]'?    Patsfecuhdaz ^ 75 ang  po duro, quod reftfien di facultatem habet.   Interca item, qua fi milem paffionem vel pafübile quas .  litatem (qu&tertia [eciese[? eiufe dem pradlicámenti) obtiz  nent :requirenda ell fimilitudo , vt «onum poffit pro altero -   poni. Hinc nigri coruum, pro c/fetiope earegie ponimus. C y.  gnum,pro albo -velcano bomiae .c-4marum ab[yntbium,  pro aliave amara,ot puta agarico,c/Aloes ec.   Pallidam,eco f"lzid ; auricalchum, quod forfan pra ma  nibus habes, pro auri imagine (quod forte non babes) talilos  co puta méfa, locabis: Mclpro manna (quod forte nunqua  vvidifli (ee confequenter fguram difficaler fabricare poz  te A wmor,Murmur, e Twnultas,pro defluentibus aquis,  vel [onitu maris. Rofaredlolens,prove alia [nauem odorem   fpirante d € comuerfo ec.   Sicinter cetera qualitatibus buiufs modi qualificata.[.  humido ficco, frigido grami leui, & alijs ef? fimilitudo rez  quirenda,-ot exemplis imnentis ej datis , erit addere haud  difficile. i:   Iterum in tertia [pecie pafsione iracundia aliquis agita  tus , pro alio poni poterit, vt pro aliquo iracundo Alexana  drum "vel Herculem vel Ae[chinem ponam: fic e conuer[o  faciam.   Animalia etiam bis predominata pafionibus: Ut fupra  de vitis diximus, nobis inferuient , ut homines ipfis fimi-  les fignent. €9 repre[entent: unde equus co mulus. pro fuz  rio[o:Vr[uspro ira[cente ponatur.QQ uia timet lepus,pro ti -  mido erit. T riftis (7 melancolica eft felis,pro triftis homi-   n15    "2    'Thefauri memoriz artificiofz    nis figura deferuiet., eo é contrario , T'imidum pro Lepore  ponimás:egsfié de alijs... | "T  -- Addere que figura cel forma (que quarta [pecies e[D)ft.  bi fimilia fint; [uperfluum puto,cum bac omtiium notifcima  Etiam in agere vel aclione inter ea qua diuerfa funt  fpecie vel indiuiduo adeft fimilitudo,eo:-unum alterum ve  pra[entare-valet. V nde in [uo ince[Ju,leo &) Inuis ales,eo«  equus, ei in [na rota pauo [uperbum "vel [uperbiam vepraz  fentabunt, Bufo ac ferpens deuorans terram , auarum terz.  renisin[iflentem ac inbiantem lucris: Canis ad vomitum  rediens, peccator em recidiuantem . Leana buc illucque diz.  furrensiiracundum,velimpatientem . Homo manus frez  quenter mouentem, fe in diuerfa «vertentem, et ora ad ( ae  lum erigentem: iram patientem Nuda brachia protendens  aliquis , lacertos, [uos acoffa fubinde demon[lrans , coin  pugnos fuas manus refkring eus, fortitudinis eel fortis ima  ginem tua offeret menti.Cancer, T'efludo,eo e/4finus , c9  3Bos lento incedentes gradu : vel Hotno manus [ub afcella  reponens,pigri bominis nos admonet recordari. A d men[am  per imaginationem poft tus bomo , parum bibens, eo» comez  dens,vel aliud animalpaulatim aquam in vafe;velflumi  ne bibens: parcum ac temperatum vvelparcitatem €? tem  perantiam. | j  Antiquitus duodecim men[es anmi: duodecim bominum  imaginibus (qui fere omnes «varijs geflibus e acl.onibus fe  fe circa diuer[à occupabant officie )pingebantur , tt eX tva  riarum    UrsParfecunda. 5 116   riarum lelionum [ylua colligitur : e abalijs extrabitur   «authoribus. Idcirco boc in pradicamento, prediclorum men   fium imagines videntur(eo fi non omties ) pro maiori [als   tim eorum parte ponendze: quarum qualibet ab imaginatio   nc "vifa, menfis fibi ipfi correfbondentis recordabitur , «9 e  comueríó. — 7 0 1d gu EUM,   r- Januarius fianificabatur per bosniné piclum ad men  fam fplendidam opulemtamá, [edentem,ac auide comedenz  tem : manumq, ad crateram mera plenam, tanquam quid  bibere velit, extendsté: tlloenim in tempore cum feeundu  Hippocratem [lomachi calidiffimi fint: faciliter cibos [um  ptos digerunt, e ad alios [umendos frutluofe anhelant.   2. Februarius, perfenem igni fe calefacientem:Cuius ra  tio freni, efl, "vel quia menfis bic reliqua frigoris ventorum  ac int:periei,que Ianuario debebatur, fepe numerovetinet:   vel quia iam in co vltima hyemis [enechus adueneritz- 7   3. Martius per bortulanamCuius ratio omnibus: prati-  pue ipfi hortos feréti plana e[V. Q uis ne[ciat hortos Martio  operoftas coli, eg) tunc carlo fauente bolerum [ufcipere [eri  n4: z) quantocyus herbas multas progignere?   4. 5 prilis.per iuuenem flores manu tenentem ,cum tune  temporis vniuer[:e fer? arbores ex herbe flores emittere fo  lite, iam cosemifi[Je cernantur?   $-Maius,per iuuenem equitantem mollibus veflitum,  €o mann accipitrem tenentem :quo frenificabant il'ud tem  pss vagandi [patiandi,equitandi,itinerandiue aptum:cco-  luptatis inf: uper principium effe c2: a4 indulgendum uniuer |    "t cora    Thefauri memori artificiofze  fis corporis commoditatibus atis idoneum. !   6. Iunius.per c gricolam falcem grandem, qua fenum  fécatur, manibus arripientem «vel arreptam tenentem.   7- Iulius, per alium, minorem falcem, qua [ecatur f t/a  menta,tenentem.   8. Augufius,per bominem currui inf dentem:nam tcm  pore illo frumenta equorum fuper illa difcurrentium terunz  tur pedibus,rveliterum per bominem -ventilabrum tenenté  ad purgandum aream e.   c September , quo men[e iam vindemia tempw adest,  per bominem «vuas legentern.   1o. OClober, per bominem (accum [uper bumerum reiez  &Wum babentem,eg [emine plenum:nam eo tempore [emi-  "4 terra conduntur.   x1. SNouember , per bominem glandes à. uercu baculo  deijcientem:SNam co in tempore matura glandes inucniume  tur,e7 [uibus impinguandis (olent offerri.   12. "December, per hominem [uem cccidentem et exen-  terantem: Pradiclarum imaginum [um in noflra memo  ria [uperius diximus.   Apes ab aluearibus gregatim currentes ad florea rura:  Formica euntes «9 redeuntes onera, portantes, prudentis  «velprudentia memini[]e nos excitant :in ceteris , vifa bac  vvia,tu ipfe di[curras.   6. ue aliquando pa[Jus eft aliquis , (in fcflo predicaz  »mento loquentes)alterum in boc fibi fimilem [ua demonflra  bit imagine:pauper bomo fcabie plenus, 10b :vlcerofus, Las   zari    yotonbiar sfecundas 0: oT ] 17  zári erit figura-Obedientis vecórdaberis, fr bóminim capite  demi[[o.«? v intlum manibus c9 ab alio duclum imagine.  rispatientie,fi bominem percu[Jum, [capulas «vel genas ofa  ferre confinis: vis sow won esi ctn ome   7. ue boc in tempore «velillo à natura gignuntur in  terra, tempora*varia poterunt demon[lrare: Flores Maj  men[em, Amigdala viridia: Cerafa Iunium: (iceves recen  tes, Iulium: Pepones,sAugu[lum:V ua; Ficus, Septembrem:  "Dira, Mala,Oclobrem:Sorbes, Mefbila, SNouembrem :  Iterum-vetu[laves , vt Columna, lignum,fene[lra annos  fa quercus, anno[ad, pinus , bominem longeuum,vel aliud "  quid peruetustum cuius recordari ccolueris. |  --.,8.Locus locatum demonftrat: 1gitur (colaféolaves (ias:  rus uinum, Menf[a epulas, C'aminus ignem, fuo abfle pofita:  femulacro reprefentabunt. EL   9."Pofitione fua fimia, bominem demon[lrat: que feffio:  si "velutbomo]e aptat. | jet   10.Inbabitu multa funt digna confideratione .nam ve  flitus bominum:ac ornatus mulierum, fpecies quam pluris  mas, co imagines rerum commini[cendarum nolis alunz  de miniflrant . "Uirgo niuis indumentis fidem : viris  dibus [pem: Auratis j ier Cinereis cel pallidis bumi  litatem;iN igris mortificationem: pannofis, Co refarc itis pau  pertatem veprafentat . Regis etiam optime recordaboris. fr —  Coronam:€pi[copi,fi Mitram: Doctoris, [i "T unicam talas  rem vel pratextam: Religioft fi habitum alicubi pofuerisz.  [altem per imaginationem. quit  UN er 9 uoniam    cit. Thefauri memoriz artificiofze    v uoniam Aegypti «vice literarum: (qua tumc teyporis  inusnt& non erant )immo non.folum litevarum,everum etia -  C9 "vice nominum c conceptum anirnalibus alis rela  maltis vtebantur , que arti nofira non mediocriter prodez?  runtádcirco hicinfia ponentur,eo«iflarum notarum [imiles  quilibet perquirere poteritzaliqua tamen ratione deductus.  fiet e pafim boc i in noflro traélatu maxime in boc capitu  lo e$) *rniuerfis in purtibus eins nos [pius feciffe omnis lez |  gens videre potefe - Flas autem notas idcirco infine. buius  capituli [ubnectimus: quoniam barum notarum fimilitudo. .  cwn rebusmemoradis:non un& tatum, [ed plura circuit pre  dicamenta:cum illarum queda feipfis:quedam [ua actione:  quadam naturali potentia: Alia paféione: cla f. d  effigie. diuer(a. nobis offerunt. eg repre[cntant.   Exempla igitur aliquot Hierogliphicarum notarum, qui,  bus Aegyptij rütebantur, [unt infrafcripta , teftibus &pol-  lonio, interprete Beroaldo, Crin. lib. 7.cap. 2 e Macrobio lib;  3- cap. v7. Celi. libiY6 capias. Diodiro alis "vt puta Stra-    vefibus bo fept. lib. «Plinio. aru (fignificat .  Wen. derpéscauda fibi mordens: A: "nj; airs torii, difcur[us  iiir ^ Ocul«s luflitie feruator et corporiscuflos i interpretatur.  fuus ^ Auris memoria ['ignificat Aures leparis erecta : magna  E owes igaraleonis; Furorem indicat... (memoriam.  jo" ^ Amteriorespartes conis: Fortitudinem divoruón:  Ine- . Mufca impudentem . Canis, quia blanditur e nren  cA fpem:futurum tempus ez.  denia. F ermica: C du c» prouidentia.    y GS    4otsuPanfeeundal 02077  —— n8  ! Cáput leonis: «vigilantes aut Cuffodes : velfecundum vigi    alios tempus pra[ens. , | ram  - QCelum pictumrorem eijciens:Difciplinam evelartem. ig (d  Pellicani forma: infidiantem. Infidiz.  C ucuf. £ effigies: i ngratitudinem. S pn  ( conia: parentum amatores defignat. dan or  Columba: tngratitudinem: l upustempus prateritum , V7  quia caret memoria. 007 | rib  Vipera: Muliere m «viro infidiantem. — "icm  f yena picta: Incon[Lamem bominem. oen neos  Pellis Hyens: Fortune co« calamitatis contemptorem. —  Capra figaraoptime audientem. oe.    c efnguilla: omnibus inuifum, vel alijs inuidenté: 9 uia bomi.  boc animal aliorum pifcium focietatem non babet. peus    (amclus: Pigrum. Sw s Pigritis;  | Apiseffigies: Regem indicat. — Cni    Valtur. Genium et AMaieflatem, velnaturam.Amias *-  n0 Marcellino c Authore.    *"Bouis figura: T'erram. Terra;  Sceptrum cum oculi [becie: O syrim feu folem. Sol.  Perdicescontumeliofos bomines. b   ( . ; f, at . *  ippopotani "ungule deor[um ver/e; Impium Inia- lor hi  fluma, [rgnificat: : ju.    A ccipiter:rem denotat cito fatlam. dur.   TO REMIT ow . Solicitu-   Dextera manus paffis digitis:libertatem fronificat. do.   Siniflra comprefüs: T'enacitatem: Hec tamen Ultima ceaa-  quatuor,de Acthiopibus Diod.intelligit. "n    Gg; i C pedis    dI Thefauri inemoriz attificiofze   Malum: "Cocodrilus Malum notat : Baptifta in annotatióiibus  etia) prioribus . Literarum Ajieroglyphicarum nieminit Lucax  soo ams libadis verfibus. SNon dum flumimeas Memphi conte   xere biblos nouerat: Et faxis tátum-volucresi, ferzá: Scul  pad, [ernabant magicas animalia linguas . E: Apul. libr.  | euliino Afini Aurei De opertis aditi profert quofdam liz  bros literis ignorabilibus prenotatos: partim figuris huiu[cez  modi animalium concepti fermonis compendiofa uerba [ug  | gerentes:partim nodis cain modum rote tortuofi capreolaz  | timq; conden/is ait curiofitate prophanorum leclione muni-  ta Et Gornelius T'acitus.Primi, inquit, ^ egyptij per K guras  | animalium [cenfus mentis effingebamt x €otamiquifima rio  i numinta memoriz bümane faxisimpre[[a cernuntur. li  - erárit inuentores perhibentur «.Pradicta litere potius note  - fignad, conceptus mentis explicantia effent dicenidasct, aus  : thoritatibus predictis patere pótefl: cveruntanien quia litez   | gis nomina Cos cvtrba [cripta componuntur , € ita nomi-  nibus eo verbis conceptus mentis explicantur : ideo quod  . everbis vel nominibus attribuitur(quia mediantibus literis  - boc fit. )etiam literis verba componentibus attribui poteft .  Hac ergo vatione litere Aegyptiace dicla [unt pradicta  animalia cateraq, rem aliquam ad rationem fpectantem ,  . ideft conceptum mentis explicantia: cum potius note «uel fr  (2 gna conceptuum dici debui[femt. Q9) uiatrgo ad explicandos,  . vel melius dixerim,ad [cribendos conceptus mentis c "vo  «ees eos literas nou babebant Aegyptij,animalibus pradiclis  que rebus co bis fimilibus vfi [unt,loco &g) vice literaruns    »omind    Passfedinda sS] 7 ^ 79  omina cz verbaque fcribi debeant componentium , atà  que exinde conceptus mentis demenflrantium ...Hoc auté.  dixerim , *vtnemo exiflimet buinfcemodi nota ^ egyptioz   «um pro literis , [ed pro'conceptus mentis explicantibus, poni  polfe-1deo ab illis non litera: [ed Hieroglyplice litere: ditla  funtideft nota quorumdam animalium , uelaliarum vea  rum £c-quibus vice literarum vtebantur. |    De fimilitudine,& confequenter de applica-  .. tionc figurarum ad memoranda fub alijs  modisà przdicus. | .Cap. IX.    QE Ei ad rem fimilitudinem exquirentes in [u-  periori capitulo diximus,rem aliquam altcri  || conius cg eiufdem pradicamenti fimilem ef  tu WO SW] fe, eovconfequenter repra[entare pofJe :c.At  nunc operofius ac [ubtilius rerum inter fc inuicem fimilituz  dinem per[crutantes,alias infuper [imilitudines , quibus Yes  fe nobis offerant. , et altera [uo fimulacroreprefcntare po[-  fimi, indagare «volumus, «vt nobis vndequaque [uppetant  menorandoramfigure. —   Res ergo primo quafi per fe ip[am twerepre[entarimez  smorj« poterit, ficut fupra prelibauimus - Quod tunc audaz  ler fecerés, cum ip[iuspra[entiam babes: fi ergo que tua in  manfione "vel cella-velin tua [unt pote[late recen[ere figils  latins debeas, fuo in loco ordinate cuncla difpones,viu perz  : lastres    The(auri memoriz ártificiofe    luflves, deinde mente vecen[eas: "Non enim alie ab illis fum  abfle tunc pro memorandis confingenda figura.  Secundario per [peciem rel iam pridemabste vie, eg) in  mtinoria fenfu feruatam,e per imaginationem in tali loz-  cataps angulo, vcrbi gratia Equi , quoniam eum multoties  evidi memorabor. fi in tali loco, «vbi mili placuerit, eius fis  mulacrum e[fo, imaginatus fuero. 3|  Tertioper imaginem pilam vel [culptam. Vnde [i Vir  ginis Marie recordari vvoluero,eius illic [uam ponam imaz  ginem realiter vel per imaginationem.   uarto per literam vnamyvt Dei recordabor fi D.se  tam in tali loco reponam,In(uper per literas omnes illius no  minis, quo resnominatur : quas oportet e[fe infignes : "Ut j^  uoluero T abule vecordari,in [cribam vel [culpam realiter,  «ucl per imaginationem in pariete, literis aurcis,rvel nigris ,  evel rubis boc nomen, TABVL A. Li  Q uinto per literas fíélas, ([umptas ab alphabeto anis  maliam,velauiumyvel arborum,vel herbarum,vel lapis  dun velaliarum rerum,de quibus [upradiximus)qua com  ponant nomen illius rei, cuius memorari volueris:nderez  &le adinodum recordabor buius nominis, aer.[i pro. A.pona  A finum.pro €. Elefanté;pro. R. R inoceroté.N erum enim  vero ,rot melius alphabeta. tibi de[eruiant : cum aliquod  eorum literis, nomen componere volueris, [ume primam li  IerAm ab vno alphabetoyverbi gratia,animalium:alteram  «vel duas (equentes ab alphabeto c/Arborum , pro ut tibi [ia  buerit.nam experientia difces pro futuram tibi non prem,  ! | banc    Parsfecundaz 065817 — m0.  banc abste literarum fiélarum diuerfitatem offampram. fi  enim quod agant aliquid figura nece[fc fit,cvt diximus, e  dicemus: eor a nobis, im ponendis figuris a[Jumpta diuerfi -  tas, quamplurimum no[lro negocio proderit. [i eim litere:  JM eov C. vecordari «volueris, murem corrodentem ciceres.  («o* bac acbione tuam excitantem memoriam faciliter) fin.  ges.Quod fi pro JM milium, ej) pro C.Ciceres poneres,quid  apere inter [2 ifla poterunt,quo tua excitetur memoria? — —   | Sexto reprefenzatur res nobis per aliquod [olo nomine fi-  mile fibi,ut in equiuocis di[currentibus patere poteft jfi etez-  nim Canis Celeflis recordari voluero, ('anem auimal terz  reflve,"vel pif cem pro cius afJuinain fcgura.   - Hc tibi im equiuoco. laborare ne timeas : comextus.  enim dictorum fuperius, dicendorumue inferius, te aberras  renon finet - te ese ELSE CADAENY   Septimo per ironiam, quado fcilicet pro f apiente pono fa  tuum. Et Pocte denfum nemus vocant Lucum;eo quod ng  luceat.1tem bellum , eo quod minime bellum .Et Pifcinam  dicimus,quibuf dam terminis,reulu[am aquam,pi[cibus cas.  rentem. :   Oclauo per (beciem impre[Jam aliquandoin aqua vel   eculo "vel terra vel niue:-unde recordor T tij , eo quod in  tali loco «ubi fbecalum efl vidi eum [e contemplantem: lus  pisquia cius ip niue cernuntur impre[[a vvefligia.   INono per aliam rem nominis eiu(dem, fed noneiu[dem  pronuntiationis:ut pro porr), porrum ponam:pro «ver, 'U/c-  rum, pro fane:[anum qgc-« € conuer [oye 6. ups   wach | Decimo    'Thefauri memortzartificiof  ^ "Decimoper aliquam fimilitudinem, qua babet in prin.  cipioynomen unius rei,cum alio nomine altevius-rei... Unde  procAriflotele ponam Ariflam: ein vulgari Vna Avifla.  e'arrofloo Rofla, e* é conuer[o.pro locetiam uerbo Aupus:  ponam Asum.Per fi militudinem quam babet nomen, cura  alio nomine ,in medio uel fine,ut pro boc nomine ambo ipone  tur a me N mbo, Hominem babentem faniem egc.pro fané.  babeam. Ffic modus inuenitdi figuras primus efl omnium, .  ce admodum facilis, quo ut plurimum ego utor: eiusd utilis  tatem pernofco. aie Sum  Undecimo per [imilitudinem uel identitatem, quam ba.  bet cum [uo genere [pecies, e € conuer[o.V nde fi woluero ve .  cordari huius nominis, e/4nimal, ponam Leopardum. ('onz  fultum tamenerit,quod fi quando generis alicuius vecordari:  uelis,multas [pecies in [imul uno in loco imagineris , V nde.  Bos, eo Afinus e» Gallus eg* Cuniculi vc. in ftabulo poz  fiti, melius tibi pro figura animalis in[evuicnt. SUPE  Duodecimo, inflrumenti, quibus artifices tuntur, eof.  dem artifices nobis pra[entant in [uper egs artem: vt Ruffi  ci, eo Agriculture recordor , fiin angulo Ligonem ponam  uel uideam.erjc. Mruteti-62130 8. "093 Qni  Iterum infignia inanium Deorum ut feeptra , t tela  efues, arbores ee fimiliayà Gentibus eo infidelibus eifdem  dicat«,eos repra[entant, e € conuer[o: Yn[uper pradicta,ea.  nobis repre[entaripo[Junt, ob que talia illis aktributa fuere.  nde fingularitatem natura excellentis, [plendorisá, [oliss.  Phenix nobis iufipuat,cum in mundo una [ila , fingularisq,  orsias Xl "Phenix    L    Parsfecunda.. | I2Í    Dhenix inueniri dicatur [olidemtidem Phenicem indica.  vt poteft. "Uitis, «o ex uite uinum, Bacchuns Liberumq, p4  trem: Et iterum Bacchus vinum indicat. ( iem enim pluries  eiu/dem rei , vel nominis vel vtriusq, : diuer[is in locis «vs  nius er) einsdem orationi «e concionis recordari, € confe-  quenter pro talibus memorandis figuras poncve uoluerimus,  ne pluries in idempenitus, c7 eodem modo propter eamdem  in diuerfis locis difPofitam figuram incidas : &&* ex: boc loco  in alium vel fuperius poft tum vel infra locatum abso, orz  dine pertranfire cogarissoportet "Ut eiusdem vei vel nominis  diuer[as figuras babeas,que diuerfis in locis difbofite,camz  dem rem [ub alio conceptu, vel alio ordine recitandam fub  miniftrent , Co porrigant . Hoc autem terminos intellieenti  absa, alio exernplo clariffimum efc pote[l Ut evgo abunde  mus figuris: bac funt, que Dij: prediclis attribuuntur.   loui : c/fquila , [ceptrum e Fulmen : c/fefculus eo  Quercus arbores   eMarti: Picus eo* Framea   Mercurio : Harpe , quod gladius e$t. falcatus : Q uod  &) Oyllenides dicitur.   foli: Pbenix eo» Currus.   "Ueneri: Columba, Cycnus &) Mirtus   Iunoni: Pauo.   Plutoni: ('upre[fus.   *Pano'Deonature : Venus,   AMinerue "vel Palladii N ochua: Et afla quam "tibrat:  oleum -veloliua: cox lana. :   : Hb Neptuno:    Thefauri memoriz artificiofx  -* Neptuno: Fu[cina, que eo Tridens|— 500000004  *-. efpollini vel "Pbabo: Coruus €» Cyenus : Laurus e:  Loto ee Palma arbores: Lyra: Gryaneum: Arcus Sagitta.  €^ Clipeus. V IS ro qmeR ist :  Herculi : Claua y Leonis pellis ac baculus : Et Populus  arbor, :  "Diomedi: Cataracle aues.  €T hetidi: c4lciones. "  "Baccho: Hedera ,'U'itis e» Ferula tefle Plinio. T byr-  fuscetiam. | à;  - Palamedi: Grües, que eo dicuntur SNaupliada.  (bel: Pinus data efl.  55 rerum infignia gentium ac eorundem T ela:vel uiua  »modiillis aliqua attributarationeeamdem «vilitatem pra  flant mam eafdem demonfirabunt gentes , €x é conuer[os  Fulmen ergo Scythas demon[lvabit. G allos olim Buffone: ,  nunc Lilia: Romanos Aquila. [us Phrygios: Arcus t9 Pha  retra Perfas : Anglos Leonesem Ro[e.Senas Lupa: Floren  diam Leo:Lucam Panthera coc. Grypbos Perufiam: Fra-  mea Germanos. R omp bea T braces. Lacea Kifbanos: Pila  Romanos: 16 'Boios.Sari[Te Macedones:Sibini Llliricos dez  enon[lrant,e esonuerfo.— 7 LEM  Iterum Populive aliqua infignes , illam reprefcutant ,  ev é conuer[o. Populi ergo infra[criptiinfrapofitis rebus ce-  lebres extitere. Scytha equitatus gloria: Seresorientales po-  puli noliles [ant "vellere.Itburei : Medi «9 "Parthi [agit-  tis: T'u(ci falsi, c drufpicio infignes ab infidelibus diccbans    Iur.    Addis    Pars fecunda.. | 122,    bur: Phoenices literarum in uentione: fnderurmn: e Nana liume  ac bellicarum artium: Marfi-umbri : *Pylli venenis clari  fuere Aegiptij fiftro: eg) iterum Nemptii 7 Babilogi e 4-  ffrologia: Lacones breuitate:Scytbe, Cretenfes eo» Geloy ifa  gittis: Curetes ^ eve T yffaceta eo» Lyrce venatibus, quibus  €? viuunt: Beotij palestra (o pymnych exercitationilus :  e/ftbenien[es naualibus ej) Geometria: Lacederznones legis  bus:Greci ingenio.c Alexandrini dolis. 4mazones pelti eos  fecuri: (rotoniate medicina: Aegenire Atbletica:7 bel ani,  Tibiarum modulis. eMitylenei arte citbaredica.   Iterum caratiberes quibus apud ^ f!'rologos feptem plas  netayam, ee daodecim [igna Zodiacinotantur: eadcm fis  gna ég planetas demon[lrant:€o € conuer[o: ey: plurimun  noftro de[eruiem negotio. | vau robin    000€    Hb i (uas    T hefauri memoriz artificiofz  "CAR ACT TERES : PLANE TAG]    ERTSOLIS.  n    zm    zi  RE    LED  inENET  Xu    &ua-    Pars fecunda... 113    T'ertiodecimo, organum alicuius fen[us,puta oculus tc.  alicubi pofitus pilus uel imaginatus, admonet dc uifiua pos  sentia,eo de aclu,qui e[] "videre.   Q uartodecimo (| bimere quedam, à nofira imaginatione  confecla, cut equus cum capite aureo,pedibus eburneis Cg.  memoranda repre[entare po[[Junt.   Harum autem machinationum (( himerarumque. coz  piam dare baud decet. multitudinem enim talium figu  rarum fi quis uoluerit in promptu babet, unde accipere ques  at: Q uocirca mi[Ja bec facere volumus : admonentes intez  rim predicfatunc ualere quam plurimum : cum alie tibi    figure non f'uppetunt.    De applicatione quorundam memorando-  rum ad figuras. Cap.X.    - "Ptime recordaberis rei , ff. cam figuris quafi  ] SW depinxeris:quod facile erit , fi ea ves [enfibus  D NS «0 A exrerisemaxime uiui taclui £u! eiq, tempe  P OS 23 re elapíoosqeipotuerit D uod inomnibus bis  y 0677 : |   slorijs recen endis, fatis cà mode fieri affoiet . Eapropter f  byfloriarum ueteris tell amc nti aut noui wel certe e ctbnis  caruwn [ecalariumq, meminilfe velis : fimiles gura» in tuis  locis repones: quarum attionibus seflisqi gre. ilarum facile  ecord iberis. Exempla tamen lic ponere nol'amus auandoz  quidem i4 omuibus artis bains cupidis facizima e[fe [ciamuse  Senicna    Thefauri memoris artificiofz  Sententiarum aut? [acre [oripture "vel fanclori dotTes  run cum recordari voluerimus: e« im duas vel tres partés  evelplures fecanda [unt . Et memineris, quód non quodlia  bet verbum nece[[e cfl [na nos obfignare figura : (. exceptis  quibu[dam, rt infra dicemus) [ed «vna figura pofita trius  «vel quatuor "velplurium uerborum ad [c inuicem quadam  chatena colligatorum,vt puta quia alind eft [ubflantiuum,  aliud adiecliuum,aliud verbum eo: pronomen ; que omnia  «verba cum nece[Jariam colligationem ad [e inuicem bas  beant, memori faciliter eccurrent .  - eft inquibu(dam fententijs, quorum unum uerbum cum  alio ligari baud apparet : multiplicare figuras , €» cuilibet.  everbo fuum donare fimulacrum cogimur : fi enim illius pul  cherrime [fententia Rom.1. Tradidit illosin reprobum fen  fum," faciant ea, qua non conueniunt; R epletos omni ini  quitate , malitia &7«. cuilibet verbo [uam affignabofrgus  ram: qua eorum quodlibet repre[entetur . Et pro principio  7 fententieimaginabor deum bomines multos babitu philofoz  phico, indutos (nam de philofophis eft [ermo. ) ex pellentem  illos 2 (ua facie, impellemtemq; in rupem [entibus plenam ,  qui ibiobícena multa patrant: Ecce prima vcrba figuris do  mata. [tradidit illos inveprobum fenfum:vt faciam ca,qu&  son conueniunt. nam rupis : [entes ee facinora qua ibidem  p nbi v regulas, [upra in oCLauo Capitulo pofitas prae  dicla verba repra[entant. fequitur in [ententia : Repletos  omni iniquitate : malitia . Provverbo Repletosomni iniqui  tate y fecus illoscva[a plena, inequaliatamen: tamumdem:  | enim    Pars fecunda. 114.  enim fignificat iniquitas.idefl nom aequitas, non «qualitas :  Pro verbo malitia,quendam bominem huius nominis , qu£  noui,in aliquo loco dif[ponam , «vel inum malis repletum.  "Pro. verbo nequitia,pigrum bominem ocio[umq;. nam nox  quitia inertiam fignificat eo. | | -   Siillius fententia diui" Pauli 1.ad Corinthios.ij . ter vir   giscafus [um:[emel lapidatus [um:ter naufragium feci coc.  recordari velis , fingulis tantum dictionibus vna efl confiz   gnanda figura, reliqua autemnaturali commendanda mez   morie : "Unde uno in loco pro prima diclione pones bomiz.  nes virgis hominem alium vverberantes : pro fecunda lapis   dantes : pro tertia nauim periclitantem : "Nocle e? die [ub   «una feneftra fila uel era, qua modo aperiatur, modo clau   datur. pro in profundo maris fui:fub fcneflva ab intra maz   gnum-o0as aqua fal[e,co in profundo funis pro fà ey)c. In   itineribus [pe pro bac dictione innumeras formicas ad dis.  uer[a loca procedentia confinges.vel mures: vol peregrinos:   dammodo fui loci limites nullus tran[grediatur .   At fcito buiufmodi [zntentie (upra bominem «vel aniz-  mal,'vel arborem:vel edificium, vt puta turrim , pertesq,  eorumdem ab imo incipiendo, ac in ei dem partibus multipli  cándo,figuras poni co locari po[fe , €) perquam conueniens.  terne loca absqs neceffitate multiplicentur.1dcirco prior fen  tétia, Wepletos omui iniquitate: malitiae 7c.imaginabor ba  minem in pedum digitis [cabie repletum: qui digitiinequaz  les funt pro hoc verbo. Malitia.pedis collum melle inanctit,  Nequitia inter tibia e tibiam fuperius. fN. confinximus :   | idco    'T'hefaari memoriz artificiofx    idco bac litera totius vverbi nequitia erit inditium ec.   Nominum autem ( feu fint [ecierum,cut arborum , vut  animalium diuer[orurm ec. (eu indiwiduorum,cvt elemenz  torum,celorum, Stellarum,aliquorum angelorum : bominis  ceterorumq,  fimilium ) recordamur , [i primas eorum  literas vel fyllabas, fub aliqua figura difbofue imus. verun  tamen egregie [upra bominem talium nominum imagines lo  care experientia comprobatum efl: € uod propter imnumez  ras pene diuifiones ee figuras, qua inibi reperiuntur, vut fu  pra diximus: a[Jolet euenire .   Ver[us vergilij eu aliorum poetarum , i principia tans  mum eorumdem figuris noflris exarauerimus:eof dem facili  ter recen[ere poterimus : Nec elaborandum (*vt in pluribus  loquor ) ut fingulis verbis fingula dentur figura, nc innume  rabiliam figurarum congeflio, aut oneret [en[um nofiri vl  tra quam oportet: aut naturalem memoriam «/tili [uo exer  citio priact.   Numeri "vero bis fequentibus fimilibusq: fignis figuram  ti,occurrent memoria.   *Pro vvnitatis figura,omnia illa poni pofJunt ,qu& fupra  pro figuris litere coc. pofuimus : illisq; fimilia -   Pro numero binario vnitatis figura duplicato, € fic de  reliquis . Pro codem binario figure arithmetica [ignatopis  fern os aperiettem uel erpenteryel aliquid huiufmodi,  co dabit duo quafi buius figura 1.   Pro tersario tripadé ponas : vel aliud quid triangularis  figure: REitide quadrangularé , pro quatuor [rc de cateris .    Pro    Pats fecunda.. | 1j   Pro numero quaternario poni feretrum poteft, quo mor-  tüi deferuntur : vel aliud quid : ot quedam [edium [pez  cies , que quatuor pedibus con[lant : vel animal quadra  pe ec.   Pro quinario anguem : c? ea omnia, que [upra profigus  ris litera. S. pofuimus. Iterum que pro bypfilon figura fupra  pofuimus, ea quinarium dabunt buius figura.v. |   Pro fenario tripodem [upra tripodem pones. Pro feptena  rio, ex quatuor boftij angulis unum eorum:quod fi quatuor  ponas, eg obfignes,cviginti «e oclo dabunt :[t duo, quatuorz  decim: fi tres,rviginti eg vnum. Iterum pro [eptenario vez  ftis fab figura huius caratleris 7. confracta vel fciffa : Poz  mum [upra pomum difpofitum .. O Clo dabit buius figure 8.  Nouenarium dabit pomorum "vncinus.   Denarium buius fgura.x .crux dabit: buius autem alte  rius 10. malum velpepo vel aliud fimile [pherice figure, [e  ens baculum ere&lumpofitum. .—— |   Cateras numeri fpecies fub figuris huius artis quilizet ex  fe reducere poteritcum figura eedem in ceteris [equentibus  numeris veplicentur. '   - Jterum'vnitas per pollicem dextrum figura bominis an  e te locati fignificabitur. Binarius per indicem erect, fica,  de fingulis "Us, ad decem : boc tamen ordine, quod cum «ve  neris ad pollicem alterius manus , qui pro [enario ponitur ,  ad volam manus plicerar, reliquiq; [equentes, vt bac pera  motus differentia, tua non vacillet memoria: À liqui etiam  codem ordine pedum digitos attendentes, v[q, ad «viginti,   li mnanez    Thefauti memoria artificio fze    pumcrando perueniunt.   Menfes bifce idolis reprefentabuntur.Nam Aaiw, fo-  ves repr&/cntant : vel bomo magna Slatura:cvel virgo flos  ribus redimita. Iunium : Iuuenis[peciofus : evel [Lecies agri   frages metendas continens.  Iulium,talis Imperatoris imago,'vel cerafa, amig dala:  aliac fimilia,que co tempore mature[cunt esc.  Augufum,ein[dem Imperatoris figura, pepones.eec.  Septembrem:vua ficus: Mala perfica ez«c.indicabunt.  Oclobrem,mala cotlonea. punica eo.  Nouembris atQ, "Decembris ,mumerus proprius erit ins  dicium. Ianuarium, lanus bifrons : vel pauper algens : vel  nix reprafentant.Februarius,memoria occurret, ft roo bo  minem "ventrem purgantem ponas : febri enim idem ef ,  quid purgo. Martium, infita,uel Romuli pater indicabgt.  Dics fic occurrent. Pro die luna: Luna uel Dianam:  ffc de cateris:de quibus [upra inprima parte tratlatus locuti  fumus, capitulo quarto . i 1   INegociorum,qua quotidie nobis occurrunt, memoria: in  - locis,puta ecclefits, apotbecis,manfionibus, ponitur. Infuper  optimie in digitis manuum vel in digitorum articulis multi |  ponunt eorumdem [igna : ita quod cuiuslibet negocij momen  per primam tantum literam geflu digitorum confecta expri  mant:-velpropter quandam conuenientiam,quas multi ada  inueniunt inter digitos,eorumq; articulos,ad (ua negocia:ut  aliquibus iam diclum , e ab eifdem experientia pofimos  dum comprobatum eft.   Si    Parsfecunda.. 125    Si multa argumenta abfte fuerint replicanda, fufficit ,  vut pro corum de memoria media tantum [ub figuris vepo-  nas,cetera faciliter occurrent : Q uid fi volueris utramq;  extremitatem concluftonemq, locare : Primam extremita-  tem in capite bominis alicuius (ft [upra bominem difponere  solueris,ficuti eg) confilium eft ) [ub aliqua reponas figura :  fecundam in peclore : conclufionem (ub pedibus locato, wel  éconuer[o. [. Maiorem inter pedes, JMinorem in pecore ,  Conclufionem in capite. Geflu autemcapitis evel manus fu  prapecfus mota vvelpedis illius , quod affirmatum vel af-  firmandum fuerit , «vel negatum aut negandum recordaz  beris .   Scias autem prudens leGlor, argumenta multa fupra ei-  dem hominem, qui in difputationibus contra te , vel coram  te fitus efl vel in tali angulo tibiprefenti,vel alibi per ima  ginationem abfle locatus vel locandusest,poni p^[fe - :Nam  nilprobibet,ac nilobe[l immo eo quam plurimum prodefl,  primum argumentum circa pedem imum [iniflri lateris pra  dicli bominis, [ub aliqua uel aliquibus figuris reponere: [ecia  dum [ub a[cella in eodem tamen latere.Tertium circa manü  brachíjq dextri partes: € uartum fupra bumerum. Q uinz  tum in capite vel fupra caput . Cum autem ib; perueneris ,  ne defcendas [uper finiti lateris partes, alia argumenta: (ft  forte alia fuper[unt ) ibidem locando : ni forte tibi [appetat  tempus, quo figuras, morofe eo conuenienter inuenire , e  inuentas artificio eo audacter locare ac bene difboneve : e»  d'ilpofitas bis vel ter ante quam alijs profundas, tu ipfe tez    CET cum    Thefauri memoriz artificiofz   cum vecitare pofsis : Cur ergo fuper caput borniris quintum  argumétum locauerisad faciem decendito, in qua [éxtum  difbones. Im pe&lore obbauum,circa corpus nonum eec.Et f  vvolueris non tantum medium argumenti, [ed eo maiorem  £p) minorem diflincle locare,et [ub figuris veponere:quamz  libet predi&larum partium in duas diuidito portianes:quaz  rum prima-vbi maiorem extremitatem reponere debes illa  fit qua prim) ab imo incipientibus &) [ur[um numerando  a[cendentibus nobis occurrit: fit ergo prima extremitas pris  mi argumentifub pede dextro pradicli bominis fecunda in  ipfo pede vel circa ipfum fub vel [upra vel circatalos: Et  frc deinceps de alijs argumentisxemplo autem,vt morem.  geramus amicis petentibus, e lectoribus cupientibus, hac do  Cina clare[cet . Sit ergo tale primum argumentum.   Omne quod ex materia conslat,eft corruptibile.   Caelum con[lat ex materia. Ergo ez.   T'erre cumulus in pila uel fphere fieuravotundus imagiz  pgatusmateriei figuram eo: imaginem gerere poterit : cum  fb diuerfis formis plufquam catera elementa elementataqi  uniuer[a [ape f apius appareat.eo feciidi d.T ba.q.66.ar.1.  infra. Materia terra dicitur,quia informis eft. Intra rotun  dà terra glebam, corruptos cvermes ex ip[a capofitos,exifle  re imaginaberis:Ly autem omne. fignum vUniuer[ale adhaz  rens [ubieclo, ipfumq; determinans per rotundam figuram  pradicti terrei globi defignabitur . Ergo figura pradicta ly  omne demonf[lvat .'Yerra materiam osten dit, intro corrupti  "Vermts ly corruptibile, "Pes autem imus ( dexter yii :   alicuius —    | Pars fecunda- 117  alicdius hominis [upra pradiclam terram aliquantulum i?  arcum ve[lexus. C literam , € confequenter per regulas [i  prapofitas celum demonf[irabit : quàd fi tibi bac litera pro  celinon fufficit figno, flellis pedem e[fe depiclum , vt claré  calum reprefzntet, imaginato. fi autem "Utramq, extremi-  tatem probationibus munire cvelisquoniam ee etiam medio  criingenio memoriaq praditis faciliter occurrent: ideo nai  ralifunt commendanda memoria. 'U erum e fi pro proba-  tionibus memoratu difficilibus figuras babere , eg «ubi boe  in exemplo ee fimilibus poni posfint , cire de[ideras: Nota  t0 probationes cuiusqs extremitatis, prope diclas extremita  tes,tamquam ad illas pertinentes poni debere. Probatio er  goprime extremitatis predicli argumentistalis effe potest .  Materia per cAriflo. [emper machinatur ad malum .'Uel,.  "Materia efl in potentia,ergo fatis idoneis familiaribusq, ho  rum ab c drift. diclorum figuris omifgis: ( quas ratione [atis  digna exprimere nolumus:[ed oretenus [icut alia multarefe  randa co explicanda feruamus ) dicimus , quid pradiclus  terre cumulus materiam pre[eferens inflrumento quodam  (quo moles aliqua impelli folet, que e2* machina dicitur) ta  4i agitari eg circum uolui credatur , quod inflrumentum a  manu culuf dam bominis melle linita comprehendi fingatur.  Sufficit ergo, cot buius uerbiymachinatur, aliquo frgno pmo-  tus recorderis, vut totius fententia [emus occurrat: Manus  autem eg 2d elbper ly Malum in propofitione predicta fygni  ficabitur. fi autem pro probatione velis illud: Materia est  in potétia cc. prope pradicium cumulum puteum fine oriz.  cio ,    Thefauri memorie attificiofe  ficio, quo faciliter ipfe cumulus intra eum impelli eo immit  ti poffit imaginato. Probatio minoris.i.celum con[lat ex ma  eeria.fi caufa exempli bac minor probari debeat , e) prope  eam,vt diximus, probationem poni oporteat : prope digitos  evel ad talos vel [upra pedem imum eft fub aliqua vedigen  da figura. Poterit ergo talis e[fe probatio . Omne corpus con  ^ flatex materia: Cel efl corpus.ergo, vut totius argumenti  eistibioccurrat, (ufficere tibi poterit,ut recorderis, quód ce  lum corpuseft .. "Partis ergo humani corporis ( qua vulgo  corpus dicitur,quod [ub ftomacho fitum e[t,e& prominet eo  turget ) [pecierm fimilitudinem figuramq; egregie gerit imi  pedis fuperior parsqua cum comuexo 9 cauo pedis, quod pro  celo po uimus,correfbondet :quod celum eft corpus indicat .  Lficautem timeo,ne legens.perdifficilem, tedioplenam,eo  numquam nifi magno cum labore e? longo exercitio fibi  banc artem comparandam fore arbitretur propter infinitas  feréfauras fimilitudinem memorandorum vetinentes,quas  in bacarte inuenire eo uti compellimur.atq; itá poft longam  pradicla artis le&lioné, animo deiectus ab incepto defiflat ,  opere eg optata ab illo vtilitate priuetur . [cito ergomi le-  &lor , qud poslquam fex menfium [bacio uel circiter operam  buic artinauaueris , exercitiog; qua legifli a[fequi e comz  plere conatus fueris, qud tam facile,tam celeriter, tam cos  piofe tibi memorandorum occurrent figure: quam facile, di  aliquid cribis, literarum alpbabeticarum tibi [upperumt no  t&: Quod ideo dicimus,non vt cuiusq, minime rei femper  guram ponere «uel vilitate debeas vel neceffitate cogaris:  (nam    | Pars fecunda. 18  (nam pro vebusprincipalibus duntaxat funt neceffitate con    fiugéda figura, atq; pro di[curfibus £f rerum multarum ve  plicationibus pro reliquis dicendis e recitandis figuras pos  nere non impellimur ) fed ut artis buius vim exercitiíjqi uti  litatem perno[Cas . [ed ad vem noftram reuertamur . Fore  fan memini[[c defideras fub qua figura &&* in quo figura mo-  docompofita fit argumentatio facla. ft verbi gratia in pris  ma figura cec. fi. in barbara vel darij ege. Eorum remis  nifceris, fi tecum ip[e antequam in medium diffutationis de  fcendas figurarum co: modorum : tales confinxeris imagiz  nes, que illos repre[entent modos, qua prope argumenta pro  fignis [unt difponenda figurarum atq; modorum. |   cft fi multiplicentur argumentavecen[enda: multipli  centur bomines [upra quibus bac [ub figuris collocentur. «ve  rum alio gestu diuer[oq; motu, moueri, aliaq; opera facere ,  fecundum bominemyvbi reliqualoca[H argumenta, confitz  gasfic de ceteris.   Q uoniam in difbutationibus: corum queneganda aut  ntgata,C o corum que affirmanda-vel affirmata funt ano  bis velab alijs,remini[ci uolumus: idcirco €» ea fignis quis  bu[dam funt obfignanda.cverum quoniam fapenumero boc  contingit ideo plures ( e» diuer[as multoties. ) affirmatios  nis eg negationis figuras €) modos pramanibus nos oportet  babere:Éapropter pro affirmationum ee negationum fignis  atq; figuris,ea ft wolumusya[Jumere po[Jumus, quibus antiqui  pro ab[oluendis «vel damnandis:pro fauore vel denegatios  ne "vti [olebant: Fac autem erant buiu[cemodi.    I (alculus    'Thefauri memorie attificiofe    1: Calculus albus in. ab[oz  lutione .   3 Fabe albe in abfoluz  tione . |   $ Litera c4 in abfolu-  tione.   7 Litera T.cumvesplaz  ceret .    Et nota ab[olutionis .  9  Pollex pra[Jus fauorisft  gnum.    1 Calculus nigerin dame  natione.   4  Fabanigra in damnaz  tione .   6  LiteraK in damnas  tionc. !  8. Litera Thitadamnas  tiohiserat.    to Pollex «verus denegan  tium esl fignum.    ip Creta motarunt ruetez 1». Q ue viciffim fugiens  rt5,qu& fequenda erant. da, carbone. "Perfius fatyra  quinta.(Crindli.6 6.8. aler.de in[li.anti. Plut. Polit.eoc.    Rebus.geflis eo fignis, quibus in ab[oluendo «vel fauenz  do-vtebantur , pro affirmatione vel afhrmatis velaffir  mandis a[Jumes: Eis autem qua in damnando "vel negando  «ptebantur , pro negatione , vel nogandis vel negatis; tu ip  fe tuisin di[putationibus vti poteris : ita vt ei[ dem «vti fim.  gas: vel circaea aliquid agere imagineris figuras illas, bos  mines.[.*vel animalia cetera ,cvel alia que viua aliquo mo  do dicuntur ,cut ignem, «vt aquam : qua pro predictis affirz  mationibus uel negatiomibus locandis a[Jumph li. Mille etia  modis alijs, fisnamus qua affirmata «velnegata [unt , vt  eo tu legens experientiadifces. :   | | : Si entiz    Parsfecunda.. 129    - dientimemati recordaricvolueris,vel comfequentiaruns  multarum, fimilifque generis avgumentationumypar erit eas  rum fingulis fingulas donare figuras.   Exempla autem ponere baud e[fet difficileveri regulis  exemplifque [uperius datis noua apponere [uperfluum effc  puto:co maxime, quia tedio non [olum acri ingenio le&lores  praditos:everum eo mediocri pollentes 2M inerua nos 4ffi-  cere po[e , timemus : ea propter dimi[Jeis eifdem , ad finem    tracfatuli properamus.    Deanimaduerfionibus circa  figu tas, ^ Cap. XI.    Vm rebus paruulis pro figuris cuti cvolue-  rà: Ut puta formicis, apibus eoc.multiz  tudinem copiofam a[[umas.   Sicut locis non eodem die, nec fequenti   "vtimur , ita nec hguris implemus : «vt fu-    pra de locis. .  3 Rem aliquam,qua beri v[us fuifli pro figura ne tam cis  cito «v g.bodie pro alterius rei imagine loces , ne forte menti   * tue, quod prius illi dedifli , redonet. Sienim malum punici;  pro cibo egroto conuenienti,collocafli,ne altera die ipfum po-  nas pro Kege pomorum omnium , eoqu! d Coronam babeat.  Si quercus pro alicuius walidi[ simi ligni figura;pofita fit, poft  tam parui temporis interuallum, non cfl pro figno cibum por  corum repre[entante,ponenda. ! | |   | Kk. Ao Pros    'Thefauri memoriz attificiof:e   4 Priores figuras à fuis locis delere difficile nonerit , ali  quo interit£lo tempore.Verum fi alijs poft paululum [imt ves  plendafiguris:bominem man[ionem intrare , cuntiaque fiz  mulacraad terram prosjcere, c7 inde foris emittere,cvel per  feneftram protjcere fingas : eAMented, coneris fepius noua.  uiferc fimulacra,cut memoria tenacius bareant. |   AMemoranda vesprius,quàm figura con[cruanti donetur:  bis velter, diflincle legatur.[icut &&x Ciceroni placet.  6 Figuris naturalibus uel [alternm ab[(que intellectus neftri  opere cz pra[entiimaginatione ex iflentibus: (vot [unt natu  ralia omnia,co artificum manibus fabrefacta) quo ad fieri  potefl uti nitaris: Et iterum ea qua tibi in loco, quem figuris  implere conaris,occurrunt, [unt pro figuris a[Jumenda : nam  femper imaginarijs vti figuris imaginationem nofiram nia  | mis laborare compellit . Fatigatur enim tam ipfas querenz  do,quam inuentas conuenienter locando,cz locatas per ima  ginationem recen[endo . & uod noflvo experimento didiciz  mus, ej) fatemurycum pro figuris res, que in manfi onibus no  flris vel locis vbi babiramus,occurrunt inquirimus, c9» los  camus;parum velnibil nos laborare. |  7 Figuris autem illis uti laborandum est que loco (quern  implere volucris) apte conueniant. Q) uod exercitio cor paz  ratur,z» admodum vtile reperies. |  8 Cum igitur proloco Uteris terra,terreis figurissutaris, cit. —  aqua aquatilibus, cum Carlo celeflibus eg: Nu[qua aut r4  roin cdere edurum imaginandam erit,  9 *Natura docet locatum loco,e» é conuer[o, conuenire des  | | | bcrc.    Pars fecunda. To  bere.£t ea propter,nec in Cella aut Ecclefia afinusper imas    ginationem ponendus . "Ni forfan depitium : «vel aufugiffe  conn igA$. |  10. //patantum litera vera vel fifa(. fab alpbabetis ani  malium «vel fimilium verum [umpta) totam unam [enteuz  tia vel-ver(um integrum repre[ent«t,quod fufficit multis.  Ji quis.n.V'irgilij verfus quámplurimos repetere debeat,[at  forte illi erit. primà lizera cuiullibet poneres uerfus uel carmi  nis pro uer[u evgo,0 R egina nouam, cui condere Iuppiter etc,  ponet onagrit ; [equitur, Iuflitiaq; dedit gentes frenare;pone  ilice. T roes te miferi ec. pone taurii.Oramus prohibe etc po  nc olearum montem.s Alium modum locandi, et confi ngedi  fuguras pro [milibus infra ponimus fub codem exemplo. Cii  figura defunt , cuius recordari velis , vocabulum fcribas,  quod euenire facile efe , cum locare nos conuenit nomina fta  cunda intentionis , vel res [pirituales: deprimoyvt cum vez  mini[ci volumus buius wocabuli [ubieGlum pred catum con  clufto eec. De fecundo , "vt cum recordari cupimus intclles  lus rationis Mentis ec. |  1c Aifigurarepre[cntare debeat vé, quam [ub [exu ma[cuz  lino "vel feminino nominamus,eiu[dem fit ipfa fexus: vn  de fi paupertatis meminif]e volo , non pauperem bominem,  fed paupercalam mulierem pro figura fuo loco veponam.  1L Si forte difcurfus aliquis cverbotenus ate fit memoria  retinendus. V erbum quod primo occurrit, illud locato: fit i  lud [ubieclum praedicatum , adietlinum nomen «vel fub.  flantiuum:prepofitio:interietlio vel aliud quid: deinde ca.  mi. Kk 2 tera    Thefauri memorisz aitificiofze  teractrba. 0 dus  13. eft notato,qu d fi locato "umo verbo. v.g. primo tui di-  [curfus eg)c.facile [equentis vel plurium [equentium vecor-  daris,neceffam non effe, qud pro illis, quorum facile recorda.  ris,alias adinueuias figuras: [ed tran[cas ad alia, qua memo  ratu [unt difficilia , eo illa tuis notis obfiena , «vt q fupra  diximus.  14 emimaduertito nece[farium baud effe vut quilibet los  cus na tantum impleatur figura: nam experientia difces  in eodem angulo uel alio loco plures figuras memorandorum  deberi, ee» po[Je reponi:ni fov[an iu dicendo aliquis notabilis  tran[itus fiat:ot contingit in dicendorum principalibus pun-  lis et capitibus:que vut plurimum fingularia expetunt loca.  I$ dienim quidam diui Thome articulus ftt memoria icti.  nendas-v.g.-vtrum Deum c[fe fit neceJarium: cA firmati.  uam conclufionem e corpore a[|umptam vno in loco fab fn  ra reponam. E t ibidem (fi potuero) vel in loco fequenti figu  Y45,142 quinque rationes ( quibus ea probatur concluft 0) re-  prelentantzordinate difponcre po[Jum .  16 Ineadem leclione,feu concione, [iue oratione , feu qua-  rum uis rerumrecitatione,caue ne bis candem a[[umas ima-  ginem pro diuerfis, nec etiam pro eif dem memorandis e» rc.  petendisyne forte contingat retrogradi propterea evgo pluris  bus atque diuerfis abundare figuris : literarumque diuerfis  e vvarijr affluere caracleribus eo fignis, quibus ip[a litere  fignificentur , confultiféimum erit : De bis Juperius abunde  locuti fumus. :  16 In    Pars fecunda. TUS  16. In bacarte nouitij pro principalibus punttis duntaxat  figuras confingant : ne multip licibus figuris corum grauetur  moeinoria.[at eximerit pro qualibet lectione «uel czcione etc.  dccem «vel quindecim vveladplus viginti principalium me  morandorum [pecies € imagines fnis locis ordinate di[po-  faifi  17 Q uorum vt in pluribus euenire folet,cot memorari ve  lis, corum longe antea [unt confingenda figura: bac ideo de  caufa, "vt cum in tua fuerint condenda reponendaque me-  moria, tuis in locis, [uis [ub figuris quantocyus reponi ualeat.  Etenim ft [nrifle terminos: vel fimplicium berbarum: feu  diuer[orum bominum vel regionum "vel Stellarum nomina  fimiliumque rerum [ciasste in breui auditurum, memoriaq,  ca retinere ez) repetere uelis,vel cogaris , earundem rerum. —  figuras adinuenire debts , «vt tantummodo cum audieris  non adinuenire figuras , (ed ordinate eas locare. e difpo-  nere pofGis. — |  18. (Cum in codem loco,puta ecclefia vel palatio e. diuer  fa locara debeas,memento , «vt cum contingit de difcur[u in  difcur[um tran[ire , cuel de materia, dicendorum in mate-  ria alia, in principio illius rei, uidelicet conceptus "vel difcur  fs a primo diuerfi, talem figuram componas, qua conceptus  variationé diuerfitatemq in[inuet. co.g fi de e[feclibus cha  ritatis,quos D.Pau.enumerat dicés,C barita: patiens e[l, be  pigna efL, charitas non emulatur , non agit perperam ec.  t-afire velim paucis interiectis uerbis ad fructus fpiritus enu  mcrandos:quos ipíe met. D.P aul. alibi ponit : tunc inter ef-  fecum    Thefautimemoris artificiofze    fec uus charitatis: fpiritusd, fructuum figuras : arborem  pooeisoneratam ponam, qua fructuum omnium [4 ubfequen-  zer dicendorum erit figura: Deinde prope illam ponas figu-  ram primi fructus, qui efl pax : duo uidelicet feofculantes,  em fc deinceps: Etenim ft ab[as predicta arboris figura: dco  fé tibi oculantes occurrant , quid tua quefo indicabunt mes  morie? Nil ; uel fi aliquid concepti obtruncatum , aut cum  fuperiore continuationem oflendent : quod exrore pleniffiz  mum eft.   19. eAMulta alia. animadwerfione. digna. circa. figuras  inueniendas [iue locandas fuis in locis [upra digeffimus .    De conditionibus figuratum.Cap.XII. |    a Maginaria , vel reales figure mediocris  flature [umáturjmaxime fi loca, in quia  bus figure [unt collocande , ampla non  font , ne locamimisvepleta , confufionem  p inducant memoria:ft autem loca fint am  pla,magnas ibidem figuras locari nil vetat : immo 2: con-  uenit. |  z Ineoaltitudinisgradutua fimulacraponantur vt abf. 4  nimia oculorum cleuationeaut eorundé depre[fione,ea cun-  cta perluflrare "valeas. |  5 "Nota &) imagines mediocri fint luce perfu[u, ficut [upra  de locis a[feruimus.  4 Dillent ab. inuicem figure [patio decem cubitorum , ni    forte    Pars fecunda... 131  forte locusnotiffimus fit tunc enim fsgura figurat propior pos  terit e[[;. Ef oc autern dixerim nece[fe fore, cum fit tranfitus  ab una in aliam rem:mamy,vt diximus , in codem loco n  res fyguras ponere non deaecet. | :  $ Cera vel aliquo buiufmodi imagines conf ngere , quam  plirimimultum prode[fe memoria experti funt.  6 (uwnfiguras locas,videas que[o,ne prima qua occurrit,  fubito in loco ponaturymift frt tibi conuemientiféima nam poft  quam cam locaueris (clariffimum e$t ) per difHicilem effe (fi  occurrerit alia comuenientior,) primam 4 fuo loco proijcere. 4  7 Figura aliquid agere imaginentur , alioquin memoriam  non excitant.fi equus ponendussungula terram fodiat; fi ln  pus; deuovet:ft bomo, aliquo geflu capitis manus uel pedis uel  corporis [e moueat. motus autem fit talis , quid fe a fuo loco.  nequaquam remoueat.  8 Siplures figuras fimul ponere te oporteat (ficut contingit,  cum mome:, aliquod litteris animalium «vel auium componé  duin efl ) inter fe inuicem figure ordinate imaginentur , eo  nain aliam aliquid agere confingatur:fi boc nomen, Deus, .  componendus fit, pro*D. Draconem, pro.E Elefa ntem , pro  V Uv[um,pro,S-Serpentem ponam. Draconem exten[um  ponam in terra, Elefantem eum conculcantem pedibus anz  terioribus, quem V r(us in po[leriora mordeat dentibus , eg:  vvnguibus excarnificet, & Ur pedem ferpens «vel (uscorz  rodere exiflimetur.  9 Poftisfiruris mel faltem, amequam alijs vepetere dez.  beas,tuipfévecenfeas. —    pe    T hefauri memoriz ártificiofze  De vía in particulari quorundam locorum  ' &figurarum fub exemplis. Cap. XIII.    Cito prudens lector, quid alphabetamulta  1 fupra pofuimus, ut pote flellarum, impre[-  Lonum aercarum caterarumá ue anima«  | zeros) | Igm,arborum, lapidum co cetera. 9 uo-  rum (us efl ut omne illud , quod fub aliqua litterarum al-  phabeti vedegimus,ad compofitionem dictionis vel nominis  deferuire poterit . "vnde [i componere «voluero. boc nomen  etrium , pro a , [umam arietem vel abietem , vel egc.  po. taurum vel ezc.   2 eZliquandoip[a nomina rerum , que fub. alpbabetis po-  fnimus,velin parte vel in toto «vel fecundum mmen dunz  taxat eam rem cuius memini[[e uolo, repre[entant; ficut est  in equiuocis videre;ficut fuperius diximus;idcirco, malum,  quod pomum eft : malum quod morbus efl, velrem malam  repre[entabit:eox canis terreflris:celeflem e.   3 "Tertio cffetius operationes natura, diuerfitas corum,que  fub alphabetis pradiclis reduximus,de[eruicnt,ut frmilium  rerum(in aliquo [altim fimilium)recordari pofSim , ficut [u-  pra inotkauo capitulo [cripfimus.   4. Officinis diuer[orum artificum artificibusá ue eartdem  animalibus, quadrupediLus, arboribus, auibus: deinde herbis:  locique omnibus ampliffimis optime wvtimur:fi quodam orz  dine in duobus fratrum claustris per imaginationem, omnia  predicta di[pofuerimus. | |  $À y; 4n    Parsfecund..- 57507 13    $ 1n quolibet enim angulo deambulatorij claustri eo  dua [unt ordinanda officine , quarum apertura co oflit  platea, vliberba, claustrique meditullio centróque corres  [pondeas Anter angulum deinde priorem, [equentemá, una  tantum,e? fic deinceps 5 o boc fecundum alpbabetiordi-  nem. itaque primo loco vnam officinam [ub nomine a: v.g.  edbaco, cdritbmetici fcbolam, fecundo loco 'Barbiton[oris  apothecam. e fic deinceps. :  6 Inmedioueloflio quarumlibet officinarum,cArtificem  ipfum fub eadem litera difpones. e Ante uero quamlibet of  ficinamyarborem,fub arbore animal, fupra arborem auem:  qu& omnia ab eadem incipiant litera , collocato. Impleto fic  clauftro,tum in parte interiori, tum exteriori , inmedio fa-  utam imaginato,qualu[que ad infernum pertingere videa-  tur:ex qua apertura infima eo: ampliféima cernes loca:qui-  bus tuis obfignatis figuris,ad [uperiora perges;cu[aue ad fus  perceleflia. inclufiue:ft opus tibi fucrit. eio nS  7 Jibocordine pradiclis locis utiuelismaximo tibi emolu  méto e4 , effe promittimus.c/Alioetiam modo, vt fapradis  €um e[L:prediclis vrimur locis. Hk  .. Omifsis con[ultó exemplis, que ad loca ampla pertinent,  "Ut puta ciuitates , caslella eoc. "Uel ad loca mediocria,  «vt puta eccleflassedificia:vel minora , vt officinas diuerz.  fas(quoniam apud diner[os diuerfis inlocis diuerfrficantur )  de reliquis locis in prima. tra&latus parte citatis: qua loca  epud omnes eodem [émper modo [e babent:eo exempla [uz  pra dedimus , c» quedam infuper pro artis buius pleniore    à : Ei declas    Thefauri memorix artificiofx  declaratione ampliori, intelligentia in pre[entiarum addi  mus cox [ubneclimus: Q) uibus pofitis,quedam exempla de  quarundam figurarum "vfu , vut amicis quibu[dam morem  geramus,in medium adducemus.    Dcampliffimorum locorum vfu tale nobis occur-  rtexem plum,quod Concionatoribus  haud erit inutile.    rius [imilitudiné [pecificam babeat: propterea quia.  ! omnia.bumana corda fab «vna cademque, ficut eo  ipfi bomines omne [Deciesreponuntur. V eruntamé in genere  mori, diuer(a diuerfis hominibus ine[Je corda fateri cogia  mur:e: ea diuerfis nominibus iuxta corum diuer[(as qualis  tates conditione[que,nuncupari,e epitheta diuerfa [ortiris  eAliquorum enim bominum propter [celefüifimos cogitatus  e» obfcuri[fima defi deria,quibus agitátur , cor profundum  «velut inferno fimile dicitur. veh qui profundi eflis corde .  J/aie primo. cAliorum graue appellatur, Fili bomini v(q,  quo graui corde . * P [al.s. 4i enim terrena [ubfl antia. «vel  inbiant irrationabiliter : uela celo cecleflibus «ve rebus ab-  flracli atque feclufi in terram corde. fere [emper inueniuna  tur deprefsi:diffolutum eft cor eorum Iofu.5. dicitur de illis,  qui in multos atque. diuerfos [ape [pius cogitatu atque af-  factu dilabuntur errores : Q uicvelut [nperabundans aqua —  Yogiones multaá infundit, fi ctales fuis fluidis cogitatibur af-    L ids.    E T fi (ecundum naturam cor cuiu[libet bominis altes    ^    Parsfecunda.. | 134.    féGlionibusd, per diuerfa. quafi inumdantes aqua labuntur:  Immo £g) velut amariffimum mare ebullive dicuntur. Cor.  impij quafi mare fernens . E[a. 57. edliquorii corda vana  gloria velut aere inflata vvefica diflenduntur:q ét ttao faci  lius eleudtur in aere, quanto inani fubtili leuique re pleniora  inueniuntur: De eorum quolibet Iudith. primo Cor eius ele-  uati efl. Q ueda vero corda fic inflatur fuperbia, quüd ad  celum "v[que elata dicantur 1. Par. 16. Eleuatum efl cor  eius t anteritum [uum:et indurabitur quafi lapis, tob. 4 .A lij  diui[um cor babent: Diuifum efl cor eorum,O[e« decimo: bi  fant, quiin duas claudicant partes: Quiue duobus dominis  feruire ge[fliunt.Cor durum alij retinent : Cor eius induraz  bitur quaft lapis, Iob. 41. eAlij [ptem peccatorum nequitia.  impurum cor pofsident: feptem nequitia funt in corde illius, :  "Pro. x6. A lij cecum,de quibus. Eph.a tenebris ob(curatum  babentes intelle&Ium, alienati avita "Deiper ignoratiam,  qua eft in illis;propter cecitatem cordis ipforum. Cor uanum.  retinent multi , de quibus Pfal. 4. Corcorum vanum eit.  evacuum, videlicet meditatione inarde[cente:eo» aL [aue bo  ni affelione:quo fit,ne bona quidem loquatur, [ed t4quam  fapulcrum patens cor corum exiflat , in[nauem exbalans  odorem.Peruer[um etia cor inuenitur, quo && nature, deiq,  ordinem difpofitionemque peruertere in [eip[o molitur : c  rebus pene vniuerfis inuerfo vti nititur ordine.Veb autem  pr omnibus eis, qui peféimum habuerint Cor :quo etiam con-  tra Deum ipfum eleuantur eg eretlo callo,vt fcriptura di-  cit , contra dominum quaft procedant , dum aduerfus eum .  | Ex cogitas    Thefauri memorisxe ártificiofze  cogitationes pefimas machinantur: Hoc ergo cor Deo infenz  f fimum exiftit, ficut eo [acra(Prou.6.)f criptura comme -  morat. Cor machinas cogitationes be[fimas.1a ergo audiflis  cordium diuer[orum bominum variam malignitatem,imz  probitatem atq; nequitia UVUCrUIm qui voluerit cti (os Deus  annceritcontra bas omnes mali cordis pesfimas conditiones:  4 nalitatesq moliri bellum,dimicare:etia eo illas oppugnas  rec expugnare poterit: ee "Deiroboratus munimine, vi-  tiorum cvice totidé virtutibus id orare valebit. Eapropter.  quiprofundi cordis erat,celeflibut repletus edulijs, (quee fur  fim eleuant: mentem ) a/cen[iones im corde fuo difonat --  wi graui diuina imbutus [cientia uel fapientia exaltabiz  tur apad proximos fuos, qj) nomé bavcditabit aternit:Gra--.  «i corde beside tale quid. D. * P[(altes [uadere wvoluir s:  fabiungédo.Et fcitote quoniam mirificauit ec. Q) ui enim.  gloriam [anclorum nouerit, gg quomodo deus eos in celo fit:   honeflaturus à f acra [criptura cognouerit, graui cacitatis et  dgnorantie onere in terra demiffo , celeriter rapietur incez:  lum-CPer ceteras mali cordisconditiones qualitatesá ,quas  fupra citauimus, di[currens concionator , &» contrarias cx  aduer[o cum predictis conferens:eas mon folum exaggerare:  «verum eo audientium animis [uadere, et pene in[erere ni-  titur: FLarum autem diuer(arum conditionum cordium ad  inuicem ab cafaéta collatio,eundem concionatorem bis ex  integro a fummo vv [ue deor[um("vel quo «voluerit ordine)  pra litum difcur[um repetere cogit.c t predicti difcuvfus  iterata vecitatio Cg» repetitio , [ub «vna cademá, vecladetur   sii iX artificio    -    Pars fecunda. | 155  artificiofa memoria, ac eif de in locis [ub eifdem figuris con-  feruabitur. SNam poflquam prima vice loca perluflzaue-  ri oniuer[a , in quibus fub figuris bac predicta difhofui-  fti:aliquo [igno vltimo in loco difbofito,puta manu regref  fum demon[lvante: vel bomine obfiflente ne vlterius pros  grediaris, fed gefíu pedis vel alterius membri de vepetitioz  ne co reuerfione admonéteseadem loca pertranfire, figuras  inuifere ee» conceptus peneseas difpofitosextrabere poteris.  Loca autem buius difcurfus [unt infra[cripti . Profundum  inferni deferuict , pro corde prima conditionis: Elementum  terra, quod inter cetera eleméta grauisfimum efl, pro corde  fecunde conditionis. Pro tertio corde,ideft diffolutoe 4qua  propter [ui diffuffonem. Pro quarto aer,quod elemétum pri-  mun eft , quod upra noseleuari con[picimus . Pro quinte  ignis de[eruict, qui omnium [ubceleflium corporum primus  esf eo loco catcris [ublimior. Pro (exto corde ideft diuifo,  nobis de[eruiet celi Lime infima fuperficies terram ver[us  difpoftta:qua e fubceleflia terminaris , eo ibidem cele  ftia inchoare,co quafi "vtraque diuidere, «o ea ab inuicem  feparari cogitato. Pro corde epté nequitiarum: Planeta ois,  qui feptem fant,poni bac in arte conuenientiffimo poterunt. .  "Pro corde excacato, celum fixarum slellarum, que cales  fles oculi dici affolent, es per ezantip brafimcacum cor,tale  celum demonfivat. ( lum nonit,cvanum cor indicabit:na,  "vanum ac [uperflu) pofitum à quibua ee inuentum a[-  ferunt multi: Pro peruer[o primum mobile, quia peruer--  Jo vel melius inuer[o vefpetu tamen inferiorum orbium,   contra-    -    "T hefauri memorixz attificiofz    contrarioque motu mouetur. Cum id ab oriente inoccidenz  téferatur : reliquis Jpheris ab occidente in orientalem plaga  tendentibus. Celum empyrcum vbi Incifer eleuauit fe con-  tra Deum,;pro pesfimo corde audacler reponitur. Exempla  ponere quomodo fingulis ampliffimorum locorum partibus  vti pofsimus [uper(luum,tedio plenum.graue nobis , lecfo-  ri grauisimum, co noflri tra&latuli breuitati (atis contraz  rium exiflimo, ac ideo deditaopera ea dimittimus. €) uod  €? de aliorum locorum infra dicendorum portionibus vvni-    uerfis,nos feciffe intelligas.    Devíulocorum minimorum, qui homines funt ,  quzdam nunc exempla fubnecto .    O Cto euagelice beatitudines,que funt «voluntaria pau-  M pras Mititas Luclus: E[uries.Mifericordia: ( ordis  vunditiapacificatiosmalorum toleratia,et eorum voly.nta  ria (f lata perpefsio,[upra bommem ( quem tamé noueris:)  fic locato. Sicut apud [acros doclores capilli capitis , pro fus  perfluis rebus, ac diuitijs(ft affluant)poni [olent:fic eorum uo  l'itaria à nobis abrafío fa&la paupertatem indicare poterit: |  1n capite ergo pradicli bom'nis capillis abra[o paupertatis  fignum Atque Jfugura poterit apparere. Deor([um autem gra-  datim ac pedetentim à capite iam [epe dicli bominis in inz  fériores partes defcendendo, Mititatis recordabimur:fi am  borum [uperciliorum in arcus in. ipfrus medio deflexi figu-  ram co: quaft charaélerem M figurantium co[pexerimus.  Lucium oculi . Osexuriem, Brachia deor[um —  eni ubin-    Parsfecunda.. — ^ — m6  fbinde Manus aperta mi[ericordiam.e Atque fub ipf. co    intei ipfas cor locatum,atque ànatura in medio fere difpoz  fitum pettore, eius munditiam demonslrat . Crarum utro3  ramque figura duplicem P.tali figno demon[lvantes pacifia.  cationis Co per[ecutionis exi[tere po[Junt figura.    Iterum decorundem minimorum locorum vfu .    D E bonis , qua in terra uiuentium perfruuntur Leati,los  quens concionator,multa,qua à [acraextraxit fcripta  va, populo deprompfit , dicens. ( um de veliquo repofita fit no  bis corona Iulitie,qua in illa die reddet nobis iulus Iudex:  1dco post bac (in calo videlicet) corona aurea gemmis com,  pluribus circum ornata micantibus,perpetuo coronati inuee  piemur. In celo gaudium eternum cii angelis poffidebimus.  Gaudent in celis anima [ancforum, canit ecclefia. In Paz  radi[o Dei noflri, Leetitia inenarrabili perfruemur:nam [is  eut la£fantium omnium babitatio eft in te, dixerat Dauid:  Et alibi, Letamini in domino,co: exultate iusti. 9 ui les  tabuntur in cubiculis fuis. Yerum ergo ibi magna erit beato-  rum exultatioin domino,dum exultabunt [ancli in gloria;  Pf-149.In "Domo patris domini noftri, eli man[iones mul  t [unt perfectiftima ( «vt pote beata) [ciem:ia decorati eris  mus: & wando fcilicet Deus perfetle fcientiam [anctorum,  dederit nobis, ex) boneflauerit in laboribus ee compleuerit  labores noftros, ficut $ap. vo. fcriptum eft. V ifione infuper  Dei ,vvt clariori vtamur [ermone;ip[o,in loco [anto eius,.  aperiiftima beatiféimad, ppete? pfruemur. ua co p maz    xin    Thefauri memoriz ártificiofze   xime letificabimur: letificabis me in gaudio cii "vultu tuos  eNam bac efl "vita eterna, vt aperta atque beata vifione,  ze uerum Deum cognocant , «o quem mififli Lefum Chri-  | fiumi oh.17. t   Q uid inquam?Beatiqui babitant in domo tua domine,  in fecula feculorum laudabunt te:Os nostrum ergo inferius  exteriusQ laude diuina (dulciori quidem [vper mel e fa-  uum )repletum erit.Inibi igitur laus in Deum refonabit ater  na. Suauifcimietia cantus.dulciffimumque Melos,latifiz  mumue.cAlleluia,eo« F/armonici concétus audiétur.Cibus.  €? potus beatos uniuer[os in eterna uita con[eruanies inuiz  fibiles erunt, [icut eo R apbael c/4ngelus dixerat de (c. £go  cibo ej potu, qui ab bominibus videri non pt, utor: qui ci-  bus 7 potus "vniuerfis animabus conuenire credendi [unt .  Nec exteriorapa[cua deficient , quà oniuerfi [en[us noslri  vefecti permaneant : nam ingrediemur e9- egrediemur ,D iz.  uinitatem contemplantes eo perfrwentes:et egrediemur bu  manitaté Chrifli [ublimé in gloria con[picientes, et pafcua  inueniemus: [en[us. n. noflri Chrisli bumanitate maxime  oblectabuntur.Cibus , frumenti adeps erit:cibabit eos ex az  dipe frumenti: P[al.8o.Et alibi: adipe frumenti [atiat  tte] qua autem [apientie [alutaris,potus erit. Et aqua faz  pientie [alutaris potabit nos Deus . Ecclvg De [anctaauz  && ac fobria ebrietate, qua inebriabuntur fancti ab ubertate  domus Dci: «Ac de faturat:one , qua fatiabuntur cum apz  parucrit gloriaeius, uullus [atis,nerno digne loqui potefl .In-  fuper im monte boc [ancto Dei, fummus inerit ac perpetuus  "x necp cord;    Pars fecunda. 17  cordi Iubilus, quem apprime ac perfecliftime Dei populus im  celo exiflens , uere inre folix dicipote[l. Beatus populus ,  qui [it iubilationem. P 21.88. IfHs,in ciuitatis [upernataz  ernaculis omnimoda ab[(que fastidio inuenitur vepletio:  "Nam replebimur in bonis domus tua : predixerat "Dauid  Pfal.6 4.1llic in [apercelefti Hieru[alem.) uoniam confor  tauit dominus [eras portarum [uarum.[ecuva [effio erit pul-  cherrimum pacis [ubfellium babens : fedebit. enim populus  meus in pulchritudine pacis,ait [criptura.E[/aie 31. Pax au  tem erit continua. wes noninterrupta , [omnus fuauiffis  mus non interci(us : alienationem mentis non operans : nec  intellectus (peculationem minuens uel interpellans: [ed viz  gilem continuumque:quietum atq, [ecurum beatifima cons  templationi animum con[lituens . Inibi merces magna nis  mis, Deusin fecula benedictus : Ego ero merces magna ni.  misipfz olim Fabrae loquens, promi[erat, Gen.14.. vide.  te quefo coagitata eo» [uperfluenté meritis vestris menfu-  ra in finum veflrum dandam, ev A*vobis letanter fufcis  piendam. Videte magnificam munificamue retributionem:  Denarij fuperceleflis,in quoconueni[lis, praciofttatem at-  tendite, eterna glorie pondus , quod modo operatur in noz  bis: (leue quid ac momentaneum tribulationis noflra) quod  quidem in aterma gloria posfidebitis,confiderate ,Cocatera.  CPrediélorum decem eo» nouem capitum buius difcur[us.  memoriam [upra quendam bominem tibi notum e in ta-  lilocopofitum, hoc infra dicédi modo, locabis.Imaginata co.  rona anro fulgens gémi[que maxime in [wiipfus [ummita-.    eim te co-    "T hefauri memoriz artificiofze    ec coru[catis corona in celo perfruence, ac conditionis cif  dem erit indicium . Galerum autem fipra «velcirca qsod  predicta corona difbonimus, gaudij extiterit f. gnam prigu —  las in 9. cap.[ecund« buius partis traditas . G alerurn esté  praditfum aurea gemmataque ornatum corowa [upcrpra-  dicli bominis caput locatum imaginaleris. Per vegulas (uz  pracitatas latitie figuram babebis fi morbicuiuf dam capi-  ti aduenientis bumano gp) primas letitia fllabas vetinentis  recordatus fueris, quo e predicti bominum caput languens  imaginaberir. E xaltatio autem qua quis exultans vel ad-  mirans frontis in altum erigit ee eleuat rugas , exultatioz  uem indicabit [anclorum. Interiorum [enfuum in capite lo-  catorii, quorum primus communis dicisur fenfus circa frin  tis partem interiorem refidés confideratio fcientia qualem-  cunque fimilitudinem dabit cur nil [dentiam , ni illud qd  per illos ordine quodam pertranfierit: Circa ac intvopar-  zem interiorem frontis , cuius frontis in [uperiori capite di-  fcur[us pre[entis mentionem fecifli ordinate € fuccefüiue  difponuntur à fen[u communi incipiendo: Ordinem evzo tes  nemus in noflra memoriadum exultationem in fronte, c^  féientiam immediate [ub fronte fub citatis figuris reponis  mus . eA capite iflius bominis im anteriores partes eiufdem  ordinate de[cendendo occurrunt oculi. Q ui beatifica viz  fionis poterunt effe figura labia laudem demonfivant , tum  quia in os lingua reuerberante laus exterius e[fonat : tum  praterea, quia labia ca[dem «votriu[que nominis primas rez  einent literas . fonus autem à labijs inguad repercu[sione  COH.    Parsfecunda.. . 58    confeclus, eo ab illis ad nos exiliens cantus exiftit fioura .    Interiores autem ipfius oris partes, vbi, ac quibus nadinus  cibum deglutimusd potis, cibi nos admen et potusá, celeflis.    Thefauri memortz artificiofz   Inore autem flomaci, quod pradictis fnccedit ac fubefl  partium:in quo eo primi facillime (aturatio redundat, e  digno[citur ebrietas : V'triufque "vocabuli veiq, indicium  exi[lere poterit.Cor,'vt ita dicamyexterius, carneum [Gili  cet,in pe£loris parte, [i fupra flomachumytamen [ub ipz  fius ore , ab ip[o uulgo non incongrue penitus credito , pofi-  tum : quodq, iuxta Ffippocratem, benigno affluens [angui-  no,letitie ctiam exterioris in carne redundantis caufa eft .  Interioris iubiliin celo perfruendi erit imago.V'enter ,qui in  inferiori noftri corporis portione conslitutus eft, repletionem  indicat ni forte fuperius dum [aturationis mentionem fez  cifli,repletionis etiam recordatus fueris . Siautem [edeat  homoprediclus:eius fc[fio fe[fionem illam fuperius citatam  indicare poterit utraque fura cum utroq; tamen offe cruris  propter figuram. "P . [imilem:quam exprimunt; pacem in  pra[entiarum demon[lrant. €) ua £t ratione pes imus à taz  lis incipiens,e ad digitos u[qs profluens.Q -buiusfigure de  monflrat,indicatá, quietem:cfnte buius bominis pedes in-  terea effufa pecunia mercedem fignificabit: Modius autem  fecus pecuniam ordinate, gj) [ucceffiue locatus men[uram :   fupra ipfam denarium "vel multa denaria collocata. :  eAeternum denarium [ignificabunt; circa uidelicet os eius :    Pro ponderis figura flatera deferuiet;fi [upra uel fecus pra    diéía ordinate locetur.    Q uomodo    Parsfecunda.. | | 19    Quomodo humanis digitis noftra hac vtamur  in arte .    Q/amplures [acra fcriptura expofirores,ac catholici  . declamatores, quinque afferunt impedimenta,qui  bus "Damon,tanquam inimicus bomo, quinque digitis maz  nus os peccatoris obfiruere foler ne Confeffario in [ui [alut£  fua pandat peccata: € uorum primum impedimentum ,  iuxta lob. Raulin : Impotentia efl , qua ipfe peccator ,  Dei mifericordiam non attédens,peccato [e credit non pof  fe vefifleve. Secundum: Fidei fractio tépore elapfo pluries  reiterata: Longioris-vite [pes fallax e$l flulta pra[umptio:  edmor fii ipfius amicorum-ve."U erecundie moleflia, dum  quis qua fecit, vel cogitauit obf tara ore confiteri compelli  tur. Digitus,pollex dicitur;quia cateris potentior e[I:per anz  tiphra[im impotentiam o endit.Index,quo celum verfus.  erecto iuramus,codem figura fidei fra&tionem figurat. Me  dius,qui ceteris longior eft longa -vite nos admonet.e 4nuz  laris ( ad quem-v[que , iuxta M acrobium eo c Albertum  magnum, cvena à corde procedens profluit co extenditur ;  ob quod etiam anulo infignitur. ad matrimonij fidem amo-  remá, indicandum ): amorem: proprium peccatoris extez  rumq, , quo amicos amat, demomflrat: AMinimus, qui oms  nium de[pecii imus eb , eo auricularis dicitur , quia eo  mundantur aures: P'erecundia caufas talemrve paffionem    trobis oftendit.    Iterum    'Thefauri memoriz attificiof    Iterum de vfu eorundem digitorum  exemplum aliud. .    *NL oclaua quatlione prima partis "DT bo. a[ferit omni-  ] bus in rebus Deum tribus ine[Je modis: Per potentia prs  fentiam eo e(fentiam : Poles evgo potentiam: Index quo  pra[entia demonstrantur pre[entiam; Medius,qui ab alijs  compre[[us vallatusà, pene occulituryvix 4, «videtur,e[fenz  tiam,que "videri non potest,indicant. Iterum in bonis bo-  minibus per gratiam ej) charitatem inbabitat Dew: . In  fanélis per gloriam.cAAnularis, quia amoris,cvt diximus,in  dicium e[l, gratiam e&* charitatemeAMinimus, qui poflrez  mus eft , gloriam quam po[lremà dat Deus qualitercunque  vepre[entare pote[? : per antiphrafim autem digitusinglo-  rius, co ignobilis aloria fignum memorabile erit. ;    De modo quo quibufdam hominis membris ac  Ícctionibus eiufdem fupra in cap. xj.  Secunda partis pofitis utimur.   Embra diuer[a bumani corporis, diuer[a nobis indi-   M cant . Digiti pedum eorum, articuli velocem , e«  evelocitatem nobis ofkendunt : Ofium crurum reclitudo,   furis oppofita ve&lum, veclitudinem. Genua timorem tre-  smorem vel bumilitatem. Gremium fouentem vel fauen-   tem cvelfauorem "vel verenda lca verecundiam : az   Flitatem, pudicitiamyuel aliquos,tales conditiones pofidéz   i te5:    Parsfecundu: 2:57 - i140    tes : Iteyum generationem «vel generatum: filium,patrem,  matrem,egc E mbilicus centrá rei cuiuslibet, medium «vel  medictatem ; Omnem im communi virtutem,que confislit  in medio: Stomachus fobrietatem «vel [obrium , ieiunium ,  «uel iciunum eec P etluus conlantiam:iterum: Peclus di«  fcoapertum [inceritatem : coopertum duplicitatem. Omnia  autem membra interiora diuer[as fignificabunt ves noflro  propofito deferuientes Nam cor amorem. Feliram. Puls  enones animo deicélum,pufillanimitatem: 7d anus e» bra-  chia binc eo inde deorum pendentes: petentem mi[ericorz  diam, vel ipfam mi[ericordiam. Manus iniuncle eo ele-  nate orationem: eXMamus cancellata , ideft digitis infertis  compofite admirantem, admirationem .. Brachium in al-  zum extentum eo» inpugnum complicata manus pugnam ,  iram, fortitudinem Brachia nuda:virtutes,cutres.Ffume-  ripatientiam.:onus Charütatem ac *Pietatem .. Collum,in  quo neruorum omnium, qui dura (unt corporis ligamenta ,  Cg à capite in totum corpus defluunt : R ei alicuius vel re-  vum colligantiam:coniunclionem, conuenientiam;atque fi-  silia defignant. Senfus oymnes ac eorundem organa preter  atlus ipforum [en[uum, quos apertiftime demonflvant, alia  etiam nobis indicant . Ociuli,qui iuxta e/dri[l.reiá, verita-  tem inucntioni deferuiunit ,rem inuentam vel inuentorem  fanificant: Iterum intellügentiam, intelleclum, fcientiam,  curiofitatem,peiulantiam,luxuriam.fatuitatem, frmiliad,  qua oculis facillime demom[trari folent. e4uris inflrumenz  tum eg [abictfum auditus, Difcipline nos admonet;atque  à Pa    'Thefauri memoriz artificiofz  dolhrina: difc ipuli etiam atque do£lovis imago poterit e[fe :  e/fuditus enim di[ciplinam à doclore traditam indicar :  Iterum auris obedientiam bumilitatemue pra [e fert . Os,  cuins in pártibus exercetur gustus, « obrietatem,parcitatem,  abflinentiam.eo iterum,quia ore loquimur, locutione. atque  filentium/Nafus odorum di[cretiuus, difcretionem , iuxta  D.c/dntoninum .. Frons difcooperta, nulla notatuminfa-  mia:cooperta infamem : Reneseo lumbi, caflitatem vel  luxum. fNates igpauum defidemqa, : conglobata enim caro  ad fcffionem apta buiu[cemodi bominem fignificare potez  vit." Poplites,qui [ic dicti [unt,quid posl plicentur, duplici.  tatem fraudemá pratendunt. Q ue membra "virtutes fi  gnificare diximus , quia contraria debent fieri circa idem :  idcirco uitia oppofita demonflrare poterunt.Q) uadam auté  »nembsa alia ratione contraria finificant;[cilicet per antis   hrafim,ut intuéti patet. Hic tertio animaduertito, quid 3  in ab[lracto aliquid fignificare diximus, inconcreto eadem  fignificare intelligas, eo € conuer(o: Pectus enim non tans  tum con[lantem;fed gj con[lantiam fignificare potefl , e    fe de c&teris.  De quibufdam huiusartis fi guris. Et primo dehu-  manis digitis, ac co rundem nominibus, &. ,  eorum víu in hacarte prafenti    H Vmani digitiin qualibet manu funt quinque: Primus,  A. A qui cateris breuior, [ed cunctis potentior, unde e: Pol  lex    Pars (ecunda.. I41    lex dicitur:eAppellatur etiam ez) Ffallux quia fuper alios  faltat «e [candit . Secundus Index efl , quem alio nomine  veteres falutaré dixerunt. Ffoc digito filentium etiam anz  tiquitus indicebatur ft ad os compre[Jus € [uppofitus oflen-  fus fuiffet , Martia. libro de Nup. *P bil. T ertius medius  efl,qui ce alias uerpus à "verrendo podice diclusefl. nde —  eo terri) infamis vvelfamofus , vel impudicus diclus eft :  $ uartus Medicus evel medicinalis e? anularis appellaz  tur:  uintus,qui minimus €? auricularis nominatur.Pol-  lex ergo potentiam.faltum,[canftonem vel a[cenftonem fi  gnificare potefl: Index [alutem:e falutare,falutiferà etc.  filentium,iuramentum c7 fidem.ZMedius,quia medium te  inet,bonorem uel bonoratum:regem:prafidentem:Q) uia lon  Jor eg maior ceteris:maiorem vvelmaioritaté: longitudi-  nem:excellentiam qualibet "Uel quia wverpus dicitur infa-  em , impudicumá, demon[lvat: MedicussZMedicii,mez  dicina . €) wia anularis:matrimonium:amorem, fidelitate,  obfignaturam eo obfignatum: M inimus bumilem atq, dez  eCfum : cvel obedientem, quia auri deferuit:evelimmun-  dum:*Nlec arti noflra officit, quod idem membrum diuer(a  €» aliquando ctiam contraria fignificet : nam diuerfo bro-  pofitodiuer[is in locis : tempore diuer[o: pro diuerfis eodem  «uti membro,ac etiam qualibet artisno[lre figura res rez  [cferente diuer(as nom dedecet , mon inconucnit , immo  boc fapius ipfa nece[sitate compellimur.    eN n Iterum    : Thefauri memorrie artificiofx  Itérum motus diueríi corporis. variarum rerum  : nobisimagines donant. ..    ^ Eeuatum igitur caput [uperbiat indicat: Os apertum;  E celum, blafphemiam , bla[phemantem eec. AManus  complicata auaritiam: Malus aperta liberalitatem: Yte-  rum dextra liberalitatemymunificentiam s finiftra auari-  tiam,cupiditatem;tenacitatom: Dextra iterum bonor em,  profperitatem:finistra ignominiamjinfortunium. "Pes. dex  ter affeilionem eo afectum bonum : finifler in malum ac-  cipi ur . "Pes defixus immobilitatem, firmitatem,con[lan-  tiam.Oculus in terram depre[Jus , «verecundiam, honéfta-  tem . Oculorumautem motus diuerfi plura interiora cordis  oftendunt pafsionesq, multas bominis indicant nobis. Pedes:  ad fugiendum compofiti, fugam, timorem:commordens fibi  digitum, 'vindiclam vuelbla(bbemiam.Primi dextre maz  nus digiti, quafi ad numerandum compofiti,&el ad [criben  dum deflexi,numerorum vel [cripturarum: vel numeran  ti vel [cribentis indicia [unt.fic de cateris .... |    De vfu alphabetorum omnium fiue characteribus.  conftantium, vt füht alphabet grzcum:hebrai  cum:Latinum ; ceteraque: vel ipfis naturalibus  rebus: vt fun t alphabeta mineralium, lapidum;  gemmarum, herbarüm,arborum; jummatü:pi  Ícium,auiü,imprefsionü, ftellarum, horum &c.   é: Vn qua locanda [unt , «vt memoriter teneantur:qua   vel effe non babent prater opus intellectus , "vt inten-  tionalia    Pars fecunda. 141.  riohalia omnia *vel pure [piritalia funtzct gratiatvt virz  tutes feré omnes, qua vix éxterius apparentyvixq, compre  bendi po[Junt:. uorum omnium [imilitudo ac exterior figu  ra excogitari eg inueniri baud occurrit: tunc ad alphabeta  predicta fuperiusque ordinate difbofita confugiendum res   flat; quibus praedictarum [piritualium rerum , eo fecunda  intentionis nomina componas. fi cut fupra | prelibauimus eo  bic denuo tanquam memoratu necc[Jarium con[ulto vepe-  timus . ;    De vfa alphabetorum ex literis & caractheribus  : compofitorum. |. 7 ss    y Rocuiuslibet rei figura , per regulas [uperius ditas in  p nono capitulo omne illud poni pote[! , cuius nomen inis  tium babet ab eadem litera, à quaves cuius memorari vvo-  lueris , incipit: Quapropter apte recordor peffimorum ludi  fi«iuum effe&tuumq,, fi infbiciam in manuum articulis uel  Alibi difpofitas per imaginationem literas illas;à quibus pra  diclorum frulunm nomina initium babét .'Unde quidam  declamans,e ludi errores exaggerans co» commemoras fe  cundum albbabeti literas viginti , tot enumerauit errores ;  quot apud Gabri.Barl.eoj Paral. D.czaninuenies.    N»e5 a Iterum    Thefauri memortz artificio fz    Iterum de eifdem alphabetis ex characteribus  compofitis. .    qox sIMnes litera: cuiuslibet fint alphabeti, numerum di-  Ó quem denotant : ed prima noflri alphabeti litera :  e4lpha prima in greco: ac Aleph prima in bebraico,vii-  tatem eg principium numeri denotant: B binarium : C.tr-  narium numerum, e fic de ceteris alphabetis ; C9 alpia.  betorum literis . "Uer enimuero figuris caracteribusq, qi-  bus aritbmetici numeros fignant,cUti pofJumus: In[uper cia  quibu[dam alijs modis, [icut [aperius prolixe [atis diximus,  praedicti numeri notaripo[Junt. ez4t quia uarietas €g* duer  fítas,qua diuer[os notamus numeros,conducit memorie go  eam tenacem reddere valer:ideo dicimus, quód fi [piu di  uer[orum numerorum. [pecies haurire memoria cvelis vel  ea[dem pluries replicare , e ab[que tadio.«v fine ervrris  nagationisque periculo eas &ud celerius occurrere menti de-  fi deres , omifis quibus atitbmetici vtuntur figuris : vel  ea[ dem pluries replicare fpecies , quibus non frequétius vvti-  mur , cum uon [atis memorabili figno ab inuicem . difinz  guantur , ad predicla alphabeta vecurreré peteris , chara-  Geres atque figuras : eg quodlibet elementum ez liera  numerum aliquem tibi donare poterit, prater primam , que  prima vice in figuram defumpta , non numerum , [ed nu-  meri principium co unitatem donalit . * Prima ergo e4l-  phaberi litera v. £. e]. nitatem: 9. Linarium numerum  donat.ce [ic deinceps. cvniuerfis aiit literis prima «vice dez    curfis,    Párs fecünda,. 55) 343  curfis,ad eA iterum redeas, && duplicata figura pro vigez  nario [upra "nitatem deferuiet numero: fic de reliquis lite  ris alphabeti pradicli dicimus, In infinitum boc modo litez  ras replicando procedere po[Jes,[ed tutum baud efl :nec arti  noftra con[cntaneum; idcirco duplicatis characleribws litte  raríjs, quibus nos cvtimur,per bebraicum atque gracum eos  dem modo di[curras.    De Alphabeti hebraici vtilitate, .    A 9 Hebraico alpbabeto aliam vtilitatem noftro defer-   uiente negotio extrabere po[jumus:-nam quia my[Teris  multis haud caret, et quoniam eiu[dem qualibet littera fiz  gnificartionem ctiam duplicatam qj triplicatam babet: id  circo tales charatleres ; diuer[arum verum per ipfos fignifi-  catarum indicia ce [igna erunt, co é comuer[o: Harum aus  tem litterarum eg» pradiclorum charatlerum nomina eo  appellationes:e fi fuperius po[uimus cum bebraicos chavaz  eres difboneremus : hic tamen eafdem replicamus litteras  litterarumque nomina bac dum taxat de cau. 4, "Ut pene il  las earumdem fignificationesponeremus, tum ad noflra ar  tis pleniorem notitiam , tum ad legentium «vtilitatem e  eorundem animi obleclamentum.    eN n 3 Alpha-    t    Thefauri memoriz artificiofz    "Alphabetum, Hebraicam. z    E Ames    le Lo — Q0 HÀ    AVN SAMECH NVN    vw v SADE  —————— — —— ——  ALPHABE-, TAV    Tnterpretátio Hebraicarum litterarum Diui Ámbrofii    1. Alepb.  2. Beth.    3. Giumel.    4. Dalet.  s. He.  6. Vau.    fuper Pfalnum CXVIII.    dicitur Do&rina.  interpretatur Confufio.  dicitur Retributio.  fignificat Timorem , feu natiuitatem.  denotat effe vel viuere.  Interpretatur vt ille;vel non eft.  7. Zain    22.  23*  24.  $4.  26.    27.    Int    I.    2.  3*    . Teth..|. interpretatio eft Exclufio.    . Lameth.fiue Lamed. interpretatur Cor. vel    Parsíecingdai. oir — 144    Zain. .. fiue Saen fignificat Ducte, vel huc. .  Heth. dicitur Pauor. ipd mech  Ioth.  figüificatione confeffio vel defolatio dicitür.  Caph.. fignificat Curuati funt... 5 s  Caph. iterum fiue fecüdum idem fignificare poteft.  | rra  quodeft verbum.i.íeruo,feruas. -.— -   Mem. - fignificat:ex intimis,velignis ex vltimis:   Mem. fecundum.idem fignificat.   Nun.  Interpretatur vnicus.vel pafcua eorum.  Nun. fecundum.vt fuperior littera.   Samech. dicitur, Audi,fiue firmamentum.   Ayn. . Oculus feu fons interpretatur.   Pe. Interpretatur;erraui,fiue os aperui.   Phe.  Interpretatur forfan vtlittera fuperior.   Zadich. dicitur Coníolatio. |...   Zadich. fiueZade,vt praecedens interpretatur. |. .   Coph. fiue Cuph.Interpretatur cóclufio,vel Afpice.   Res. | Caput fiue primatus dicitur.   Schin. feu fin. Interpretatur fuper vulnus.   Téu.ss errauit;fiue confumauit.    erpretatur Hebraicarum litterarum Iuxta Do-  mini Vgonis Cardinalis expofitionem fu-  pe Cap. X X X I Pro-  uerbiorum.  Aleph. interpretatur. Mille vel doctrina interpre-  tattonum. E  Beth. — interpretatur domus vel habitaculum.  Gimel. Interpretatur Retributio vel Plenitudo.  4. Daleth    ND T"    |^ "Thefauri memoriz attificiofe  4. Dalet. Interpretatur tabulz vcl tabulatum, aut Ta-    5. He.    6. Vau.    "7. Zain. '    | 8. Heth.  9. Teth.    16. Toth.  11. Caph.    12. Caph.    nua.  Interpretatur Ele vel viuere , vel üfci cipiens  velfufceptio. ——  .Interpretatur Hec vel ipfa fiuc ipfe aut ille.   Interpretatur Ducte.velhuc, fiue oliua;aut  fornicatio;vel arma,fecuhdum quendam,  Interpretatur vita vel pauor.  Interpretatur fubter. vel infra fiue bonum .  aut exclufio.  Interpretatur fcientia vel dominatio.  Interpretatur Inclinatio;fecundum alium vo  la feu palma manus.  iterum;interpretatur vt dictum eft.    13. Lamed. Interpretatur Doctrina difciplina.    14. Mem.  15. Mem.  16. Nun.  17. Nun.    Interpretatur vifcera.   iterum.interpretatur vt fupra.  Tnterpretatur Pifcis vnicus aut fempiternus:  Iterum; Interpretatur vt ante. |    18. Samech.Interpretatur erectio fiue fübftentatio.    19. Ayn.  20. Pe.  31, Phe.    23. Zarils    23. Zade.    24. Coph.    25. Res.  26. Schin.    27. Tau.    Interpretatur fons vel oculus.   Interpretatüur.Eructatio velabore. |.   Nihil fignificat nifi forfan quod de Pé di-  ctum eft. -   velZade.Interpretatur venatio.   iterum vt fupra Interpretatur.   fiue Cuph. Interpretatur coriclufio feu exclu  fio, vel fecundum quemdam fcimia.   Interpretatur fapientia.    fiue fih; Interpfecatur fuper vulnus;    Interpretatur fignum.    "Pradiz    Parsíecunda;.. ^. ^ — r4;  P Radiclis exemplis de diuer[orum locorum atque figuz    rarum v [u, eos ad "vtrorumá ad cà,qua memini[Je «uo  luerivaus applicatione ad noflra artis: pleniorem. notitiam  (^et in principio ecunda buius partis promi[eramus ) poft  tis:ad finem [aue 1ralfatulus ifle nofler peruenit. E.a au  tem exempla hoc in prafenti capitulo eo alibi bac in (ecun-  da adduximus parteiqua Concionatoribus de[eruiant, cum  precipue iftis adiumento. e[fe defideremus . P hilofopbus :  Lurifla: Medicus: Procurator ceterid, ipfi fibi conuenientes  figuras excogitent. e confingant, atque [uis in locis ptodi-  ueris memorandis ordinent eg) difhonaut . /ia etenim inz  ueniendi locos atqua figuras y €» eas applicandi rebus illis ,.    quarum recordari "voluerimus , [atis [uperá, [upradiclis    exemplis omnibw patefacta e[l. $i quis autern plus forté iu  flo in dandis exemplis proceffiffe * e&x in applicandis locis  atque figuris prolixius quam par erat nos extendi[Je [ermo-  nem incu[et : meminerit ómnium legentium defiderijs nos  baud occurrerepotuife. Flanc enim artem "'oebémenter cus  pientibus , co* à nobis fepe ['epius eam cflagitantibus : eg   uantocyus eamdem cape[Jere,eg ea vti po[Je defideranti-  ls fatisfacere in animo érat. Exemplis enim datis , quili-  bet legens, quas in communi dedimus regulas , celerius fuo  applicare propofito poterit . Q ue fi à nobis appofita proliz  xius non fui[[ent multo cum t«dio,labore,exercitio , ac [a-  tis longo temporisinteruallo, vix eam artem noltri lectores  a[[equi potuiffent.F tilitati ergo legentium intendentes, bu-    cusQ, traclatuli noflri artem protraximus . Hie autem [ub    ifo    (RC "'Thefauri memoriz artificiofe  ipfo pre[entis operis fine con[lituti 1 «vniuer[os buius noflri  operis admonemus le&lores,ot fi qua forte inuenerint à no.  : h fcripta , qua "vel non illis [atis vel etiam minime plaz.  ceant: quod Jf non opus laboresá, noftros confiderare velint:  altem nimis auidum cunclis [atisfaciendi animum confi.  derent , eo attendant : f qua autem boc in opere legerint ;  qua cvtl (atis vtiliaexifliment vel delectabilia, vel aliz  quo modo fibi grata perno[cant : in Deum ipfam referant  «vniuer(a , à quo Lona cuncla protedunt : 1n cuius laudem  prafens opu[culum laboresá, nostros 2 omnia tum interio-  ratum exteriora noflra, gp) nos etiam ipfos veferimus,ac in  pofterum veferre , ipfo anmuente;proponimus . ' Cui laus e  bonor in fecula. voee Fitieaot wu    3j 6 Acta,  Finis T'raclatus de memoria artificio[a editi &. R.*P. F.    Co(ma RofJello Florentino Ordinis  Predicatorum.    Errata    ERRATA SIC CORRIGITO.    Pagina r.  pag.7. a.  pag.1o.b.  pag. 1 1.2.  pag. 1 3. b.  pag. t f. b.  pag.ead.   pag.23.2.  pag.24.b.  pag.5o.b.  pag. 52.2.  pag.ead.   p32.3 4.4.  pag.37.a.  pag. 42.2.  pag.43.a.  pag.44.b.  pag.45.b.  pag.6o.a.  pag.72.b.    lin.7.    lin.4.  lin.4.  lin.1o.  lin.t1.  lin. 17.  libezh  lin.10.  Iin.i7.  lin.18.  lin.12.  lin.8.  liti. 14.  lin.9.  lin. f.  lin. 1.  lin. j.  lin.2t.    pag.68.poft fig. Equi, & Aquilz,locandz funt figure hominum ; que,  quia per errorem pofitz funtad pag. rco.& ror.idcirco ibi delineabis,    lege,    lin. pen.lege,    lege,  lage,  lege,  lege,  lege,  lege,  lege,  lege,  lege,  lege,  lege,  lege,  lege,  lege,  lege,  lege,    lege,    & repones prout dixi.    pag.of. & 96. ez duz pri    in Titulo, lege Auttore F. Cofima R.offello.    notitiam.  claufus.  perducantur.    fculpat.    31500.  decemmillia,  conftare.  moueant.  infigurabilis,  ad latus.    quz reliquis.& lin.feq.lege, dominantur.    nmanuducant.,  circundantes.  contemplantur.  gratiz dei.  tenentur.   & demum.  duximus.  uariatum.    quaz.n.eft prior,debet effe pofterior.    pag.rrr.a. lin.zr. lege,  pag.irz.a. lin.rr. lege,  pag.r18.a. lin.25. lege,  , pag, 127.2. lin.vlt. lege,  pag.156.a. lin.16. lege,  lege,    pag.ead. b, lin.6.    partibus.   fuo loco.  fparfis digitis;  fiue orificium,  latantium.  interius.    mz figurz funt przpoftero ordine pofita .    ^  "o  us    ^  — qe nem    —e 5st  Cil 1211 H i  «Cididcli € i  s  i  E    wr Qr WO T T 4  -  * "  *. p  *  E  1 .  j -  1 --  i : .  LU  * * a  f B  4 á & :  ». .  * » "  ^ - . :  ,    Dotux eb | DO V  E 0 0n LC E  GETTY CENTER !IBRARY ios d    vei mus    -— z^ NACIME I SM SLDU em E. py e Ta ni iaxalis "iar «d Fir edasptt enisi o a aser ie cus S ap cp ^9 Jh  gi 5 2708 "ao CNSSSERGAN PSU NR QN i ip rn. 2^ OE op nie. QE aC Pl e Ws (oda pedi d. « vom i iii 1  xd    w—— Là    t  J  ig  i  - Je»    er —    MEMORIA  'ARTIFICIOSA Cosimo Rosselli. Keywords: mnenomico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli.”

 

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