Powered By Blogger

Welcome to Villa Speranza.

Welcome to Villa Speranza.

Search This Blog

Translate

Monday, January 6, 2025

GRICE E CONSOLI

  ■*f.     i\     w         vV     %l- .A*     Lpfrjc?^7     56arbarli College librarg      PERSIUS COLLECTION   GIFT OF   MORRIS HICKY MORGAN   [Class of x88x)   HROFfeSSOn OF CLASSICAL PHILOLOGY   JANUARY, 1910      by i^oogle     Digitized by CiiOOQIC     Digitized by CiiOOQIC     .^     SAIsTTI COITSOLI     ANNOTAZIONI CRITICHE     AIiIiE     satire II MI e IV di Persio     ^>4>^sK-V—     ROMA   ERMANNO LOESCHER & C.'>   (Bretschneider e Regenherg)   Librai di 8. M. la Regina d'Italia   1905  Prezzo L. l.     Digitized by CjOOQIC  m      i     Digitized byLjOOQlC     'à^.     SAiT'rx coM'sorii     HS^a,     Btevi Annotazioni Critiche     alle satire II III e IV di Persio Roma Er-  manno Loescher & C''. (Bretschneidei e  Regenberg) Librai di S. M.la Regina d' Italia  1905, S\ pp, z8. Af.     B f^ E V I   ANNOTAZIONI CRITICHE     HLiLi^     satire II MI e IV di Persio        ROMA   ERMANNO LOESCHER & C:^   (Bretschneider e R^gimherg)   Librai di S. M, In Reggina d* Italift   1905.     Digitized by     Google     IpW. \d3.T     H»*v«?ti CdUgi Utwy   Gìh ef   Mmri* H. Morgan   Jan. l Idia     Proprietà letteraria dell' autore  (Catania^ via Maddem, lu 160)     Tipogr&iia editrice Homa dei Fratelli Per rotta, in Catania,     Digitized by CjOOQIC     'imn^^''     cuy » -cg jAQO/N g» . -co^oor g»     Nel cod. Moatepessulano 125 (P) il Buecheler lesse indeciso  ' patru,. ' ; più chiaramente V Owen vi lesse * patruuin ' , che,  por correzione sovra pposta, osservasi, come sopra si è detto, nel  Monacense M 67. A ine pare che si debba restituire nel testo  di Persio la lezione ' patmuni ' presentata dal P. In fatto, tra  i voti immorali che si fanno alla divinità il poeta include quello  per primo, che si erediti preato dallo zio ; ma la crudezza di  tale voto, che muoia presto il parente per ereditare i beni di  lui, si vuole occultare con la finzione del decoro della famiglia,  in modo che non si chieda ^ o si ebuUiat patruus ', ^ espres-  sione troppo dura e volgare^ ancorché si accompagni tosto con.  l' espressione vanagloriosa ' praeclarum funus ! ' ; nemmeno si  chieda ' o si ebulliat patrui praeclarum funus ', frase meno cru-  da ^ senza dubbio , della precedente , ma che spiace perchè è  sempre il funerale dello zio, che ardentemente si desidera : si  chieda, invece, alladivinitàcheun ' praeclarum funus ', quando  che siaj * ebulliat ' cioè dia evidenza ai meriti civili, alle qua-  lità morali , alla distinzione della nobiltà e delle ricchezze ,  magnifichì insomma il nome autorevole del parente. Cosi non  si avrà V impudenza di cliiedere a Giove la morte dello zio ,  ma con un certo eufemiemo si manifesterà il desiderio che un  funerale splendido illustri, quando che sia, il nome e il casato  dello zìo^ e in tal modo il desiderio della morte del congiunto  appare subordinato o, dico meglio, con ipocrisia mascherato dal  voto, certamente lodevole, che sia splendidamente illustrato il  nome della famiglia, sebbene in circostanza luttuosa. Del resto,  il V, ^ obullirc 'j usato transitivamente, ebbe sempre, anche nella     ^ In tal caso accanto ad ^ ebulliat * si dovrebbe sottintendere la vo-  ce ^ animam \ la quale, invece^ appare espressa nelle frasi : * animam  ebulliit ' di Seneca, lud, de mori, Claudii 4, 2 e di Petronio, sat cap. 42  p, 189, 2; * animam ebulUui* dello e tesso Petronio, sat cap. 62 p. 313,  1 : per Ja prima volta Persio sarebbesi privato, senza ragione, di appor-  re V uùQ, * animam ' al v. ^ tsbuHire ' ?     Digitized by     GooQle     — 7 —   latinità classi cdj il sìgniricato di ^ ìactare^ ostentare^ praedicare ';  od lina conferma ci è dato osservarlfty come ebbi a scrivere nelle  annotazioni critiche al testo di Persio p. tì3^ nota 1, in un luo-  go delle Tuìsc. di Cic* III 18^ 42 ' tj^ui si uirfcntes ebollire 'uo-  lent et sapientiaa cet, '   Restituendo^ adunque, nel testo dì Persio la voce * patrnuni ^  non solo ai farà atto dì debito omaggio all' autorità del cod,  Jpf uìa, tra il contrasto dei codd. e delle edd.j si verrà a deter-  minare la lez, in modo meglio rispondente al pensiero che il  poeta volle significare nei versi 10 e segg.     SaL li 52,   Tutti i codd. di Perno, che finora sono stati collazionati o  soltanto consultati , danno costantemente per il v. 52 la voce  ^ incussaqne ^; lo stesso osservasi ncù codd, degli e^rcerpta^ noi  quali è contenuto il y. citato* Un solo cod. di Persio fa ecce-  zione ed è il P che presenta ' incusasque ' ; la coiTcttura ' in-  cusaaquo * che notasi nello stesao, è di seconda mano, T^a Ica.  ^ ineussaquo ^ fu dal Jahn (ed Ma la spiegazione data dallo sco-  liaste fu disapprovata anche dall' Achaintre (ed. Par. 1812  p. 57).   A me pare che si debba preferire la lez. ^ laeto ' non solo  perchè ha per fondamento V autorità del cod. P. , ^ ma ezian-  dio perchè è nell' ordine naturale delle cose che , al riceversi  un ricco dono,- il cuore per la grande gioia o , come dice una     ^ La vecchia interpretazione dello scoliaste fu confermata dal Beni-  ley, m Hor, carm. II 19 , 6 con le parole * pect. laeu . s. sinistra parte  pectoris, ubi cor salit et sudor erumpere solet ' ; e dal Koenig * cor in  laetitiam pronum in sinistra pectoris parte lacrumas tibi excutiat ipso  gaudio ' : e a' nostri giorni è stata ripetuta dal prof. Geyza Nómethy  nel comm. alle satire di Pers. edito a Budapest nel 1903 p. 143. Alla  medesima attenendosi tradussero il Monti « il cor nel lato manco >;  il Wagner * aus der linken Brust » ; il Kayser * unter der linken  Brust » ; il Weber « zur linken Brust » ; il Binder « links aus der  Brust » ; il Duentzer « die Brust dir zur Linken » ; il Hemphill « drops  beneath your left breast». Sfuggi la questione il Fuelleborn (ed. Wien  1794 p. 61) , che tradusse « wie schlaegt vor uebergrosser Freude dir |  das Herz empor ! Schweiss rollt von deiner Wange, | und Freudenthrae-  nen stroemen dir herab » : e la sfuggirono anche i due traduttori fran-  cesi di Persio, F. Duboys - Lamolignière (ed. Par. 1801 p. 11: « je vois  le trouble de vos sens, | et votre coeur s' épuise en longs remercfmens » )  e Vict. Develay (ed. Par. 1897 p. 1G2: « tu te pàmerais de joie et ton  coeur bondirait d' allégresse ».   2 La postilla marginale * uel leuo * (sic) del cod. P. è dovuta ad un  correttore antichissimo il quale, negli emendamenti apportati alle le-  zioni genuine del cod. P, dovette aver presente qualche esemplare della  recensione Sabiniana.     Digitized by LjOOQ IC     — il —   ^loBsa del cod, Ottoburano , ^ ^ prac g:amlio esliìlaratuiu ' sì  sprema in gocce dentro il petto , che non può non sentir la  letìzia di cni eanlta il cuore. Né C' 6 ripetizione di concetto  dieendoBi ^ pectore laeto ' accanto a * laetari praetrcpidum ' ^ poi-  ché in questa ultima ea press ione è indicata soltanto una con-  dizione o tendenza dell' animo commosso per il dono ricevuto,  mentre con ^ pectore laeto ' si esprime quel che ne consegue  in realtà per effetto dell' offerta dei doni. All' accoglimento  della lez- * laeto ' nemmeno osta la vicinanza delle due voci  * laeto ' * laetari \ in quanto che è noto che ai Romani non  riuBci sgradita la prossimità di parole provenienti da una stessa  radice, ^ Leggo^ per ciò^ col Pithou :   I . 38i^ siano chiari e     * V.^ Alattliias ^illober, eim^ neiw Handschrift der nf'chs Satìrm dfx  A. Pers. FI , Augsburg 18tì^2 p, 24, col. l^   2 VJ per es. * omnibus ]aetitiis laetam. ' Cic. df fin. Il 4^ IB ; * Ime  purgati one purgatus erifc ' Cat. de a. e. 157, Vò ' gauisurum gfiudia ' Ter.  Andr. 9Gi (V 5, B) ; * qvianfca gaudia. ... gattdeat * CatuU. 61, llìi-116;  * gaudi um gauderemuis * Cnel. ap- Cìc. fuìn. Vili 2, 1: cf. BiòL Toh, 11,  21 *cum gaudio magno gauiai sunt ' ; lùan. 3, 29 * gaudio gaudet ' ; eoe.     Digitized by CjOOQ IC     — 12 —   veridici e d'efficacia maggiore quanto alla previsione del futuro,  più esplicitamente egli soggiunge : « per somnia enim siue in-  somnia intellegit praemonstratas curationes ac ^^py-nalo^c; ». Ma  il Plum bene avverte che all' interpretazione del Casaubon osta  « ipsa series orationis , cura in praecedente commate non de  corpore curando agitur , sed de re struenda , quae potius ad  Mercurium quam ad Aesculapiura pertinet ». Ne ci si parli di  sogni incatarrati o non incatarrati, da inferirne, come pensò il  Turnèbe, che « pituita purgatissima » valga « maxime carentia  pituita », o, come scrisse Eilhard Lubin, « omni pituita uacua  et carentia, id est nera, certa, non nana et temeraria »; peroc-  ché possono bensì gli uomini essere oppressi dalla ^ pituita ' o  malore catarrale, ma non i loro sogni.   Lo scoliaste di Pers. 2, 57 indica chiaramente in che consista  la ' pituita * ( ^ purgatio cerebri uel morbus gallinarum ' ), ma  ne conclude che gli uomini gravati da essa ^ non bona somnia  uideant '; sicché egli associa ' pituita ' con ' homines ', non  con ^ somnia ' : e sulP avviamento dello scoliaste i commenta-  tori moderni di Persio parlano degli uomini che ^ pituita sto-  machi grauantur ' (ved. Némethy op. e. p. 147 ; e cfr. Hor.  sat. II 2, 75 sg.), ma evitano di congiungere in istretto lega-  me ^ somnia ' con ' pituita '. Questo però non dovette essere  il pensiero di Persio che mise in istretta relazione ' somnia '  con ' pituita ' ; e per tanto V epiteto ' purgatissima \ al quale  si attengono tutte le edd. delle satire di Persio, perchè confer-  mato da quasi tutti i codd. , non può rappresentarci la tradi-  zione sincera di ciò che scrisse il poeta e si lesse dagli antichi  sino al tempo della recensione di Tryfoniano Sabino e forse  anche dopo. Per buona fortuna il cod. P, col quale concorda  in questo luogo il cod. Trevirens. del sec. IX/X, rappresenta  la lezione più sicura e genuina ' purgantissima ', la quale ve-  desi penetrare anche nelle letture del medio evo , come ce ne  fa fede il vestigio ' purgantis ' presentato dal cod. B àe\V opus  pì'osodiacum di Micene , verso 300 , in cui si cita appunto il     Digitized by LjOOQ IC     r-     — 13 —     veraci di Peri, 2, 57. * Or ^ con V epiteto * purgantissima *  tutta^ a mio parare, si rende chiaro, tanto lo stretto legame eli  ' somuìa ' con ^ pituita \ ostuIantea oracula per som-  nani '; ed è noto^ come osservava Ci e* nelle Tnsv. IV lOj 23  che ^ cum aanguis corruptus est a ut pituita redmidat aut bilis^  in corpo re morbi aegrotatlnneaque nascuntur '.     Sat. II 71:5.   Codici j editori e imitatori di Persio non sono di accordo sulla  forma definitiva con cui debba essere fissata la voce * animxis ^  nel V. 73. La tradizione man user itta che muove dalla recen-  sione Sabiniana afterma la lez, ^ animo \ che si osserva nei codd*  A Eh sopra citati j - nei tre codd. del sec. XI Laurentian-  pi. LXVIII 2% Paris, no. S049j Paria, no. ^^:?72; nel Monacens,  e. B del sec. XII e nel fìerolineus. no. 2 del see, XII o XIII;  nel Bernens* no. 648 del scc. XIII; nei due codd. del sec. XIV  Paris, no. 8050 e Rehdigeran. I; nei cinque codd. del sec. XV  Berolinenss. no. *-)H e no. .-^9 , Monacenss. no. 260 e no. \y2ij^  Kehdigeran, II; ^ nel cod, Berolinens, no, 9 del aec. XVI e nel-     * V'^edi i Carmina Ct^nluìeiìsm p, ù^O^ moinun. Germ^ hùtt^ poeL Lat  ii^ui Caroìini tom. IH ex recens, Lud. Traobe, BeroU 1B96.   ^ Si scoree anche ' animo ' nella lez. ^ animimo ^ presentata dnl cod.  B di fonte oabmìana-   ^ I due codd, della biblioteca Jiehdigerana , Turio in pergamena del  sec. XIV e l'altro cartaceo del sec. XV, furono collazionati dallo  TzRchirner in servizio dell' ed, del KauthaJ : della collazione usufruì il  Jahn per la ' ed. maior ' del 1843.     Digitized by      GooQle     -9     — 14 -   1' Erlangens. anch' esso di data recente. La tradizione degli imi-  tatori di Persio, che si prolungò per tutto il medio evo, si at-  tenne alla lez. ' animi ' , la quale, in fatti, si legge nelle cita-  zioni di Lattanzio (diu.instit. II 4 p. 126 1. 1 Lut. Paris. 1748),  dello scoliaste di Stazio (Theb. II 247 p. 81 Par. 1618), di Gio-  vanni di Salisbury (poi. V 16 p. 319 Lugd. Bat. 1639) e del  Petrarca (epist. de rebus fam. VI 1 p. 309 voi. I ed. Fracassetti,  Firenze 1859); e si legge nei codd. degli excerpta Paris. 7647,  Paris. 17903 e Vatic. Reg. 1428 (deflorationes Persii), e nei ri-  manenti codd. di Persio, finora noti, eccetto il cod. P ed il  Monacens. no. 83 del sec. XII, i quali danno ' animos '.   Nemmeno gli editori di Persio, antichi e moderni, sono con-  cordi sulla scelta : alcuni preferiscono la lez. ' animo ' , ^ altri  la lez. ' animi ' ; ^ nessuno ha scelto la lez. ' animos ' , la  quale credo che debba essere restituita nel testo, perchè è ge-  nuina e meglio adatta al contesto della frase in cui è collocata.  Che sia genuina, non alterata dalla recensione Sabiniana, ce  ne affida V autorità del cod. P che la presenta ; che si adatti  meglio alla frase risulta dalle segg. considerazioni.   Il pensiero dell' autore intorno agli elementi costitutivi della  santità dei costumi e della perfezione morale è evidente: col  ^ compositum ius fasque ' ha voluto significare, anzi tutto, V e-  lemento estemo e formale, ossia l'elemento giuridico-religioso,  il più importante per le funzioni dell' organismo sociale róma-     i Vi le edd. Casaub. 1647 p. 8; Schrevel. 1648 p. 573 e 1664 p. 542  Wetsten. (1684) p. 50 ; Prateus 1699 p. 335 ; Walth. 1765 p. 28 ; Bipon-  tina del 1785 p. 11 ; Passow 1808 p. 13 e 1809 I p. 24 ; Weber 1826 p.  11; Hauthal 1837 p. 22; Jahn 1843 p. 28, 1851 p. 15, 1868 p. 21 ; Jahn  -Buecheler 1893 p. 22; Owen (Oxford, senza data e senza pag. nam.);  Némethy 19C6 p. 27 ; ecc.   « VM e edd. Monti p. 638; Achaintre 1812 p. 61; Casaub. 1889 (Dueb-  ner) p. XXV ; Duentzer 1844 p. 32 ; Hermann 1879 p. 7 ; Bucoiarelli  1888 p. 51; Kamorino 1905 p. 37; ecc. 11 Hermann aggiunge (praef, ed.  Lps. 1879 p. XIV) che * genetiuum tuebuntur etiam * uerba animi >  luuen. I 4, 91 ': cf. dello stesso Hermann lect. Pera., Marb. 1 842 III p. 12»     Digitized by VjOOQ IC     p«^lt*     - 15 -   ilo, con ^ anim. sanctosque recessus mentis ' V eleùietito psichico  o intimo ; e con 1' ' incoctura generoso pectus honesto ' V ele-  mento etico dipendente dalla legge morale universale. Or, ciò  che è enunciato nel v. 73 si presenta costituito di due parti,  di cui la prima è ' compositum ius fasque ', la seconda ^ anim.  sanctosque recessus mentis \ Nessun dubbio che la prima parte  sia bimembre, cioè: a) ^ compositum ius '; b) ^ et fas ': perchè si  conservi la disposizione simmetrica della frase, è necessario che  anche la seconda parte sia pure formata di due elementi coor-  dinati; e se uno di questi elementi è ' sanctosque recessus men-  tis ', V altro non può non essere costituito dall' idea espressa  mediante la voce ^ animus '.' La quale , coordinandosi , quanto  alla declinazione, nello stesso caso in cui sono espressi i ' sanctos  recessus mentis ', come prima il ^ compositum ius fasque % deve  essere nella forma dell' acc. 'animos', non del genit. 'animi' né  dell' abl. ' animo ', che se, rispetto alla sintassi, possono tollerarsi,  per quel che spetta alla disposizione simmetrica della frase ed  all'espressione del concetto, non sono, a mio parere, sostenibi-  li. ^ Del resto , 1' avvicinamento di ' animus' con ' mens ', che  potrebbe parere una espressione sovrabbondante, per la prossi-  mità di significato delle due voci considerate , non era per i  Romani cosa insolita. Plauto scrisse (trin. 454 [II 4, 53]): ' satin  tu's sanus mentis aut animi tui '; ^ e Cicerone (Cat. m. 11, 36):  ' nec nero corpori solum subueniendum est, sed menti atque animo  multo magis'; e Virgilio (Aen. VI 11 sg.): ' magnam cui men-  tem animumque | Delius inspirat uates ' ; e Orazio (epist. I 14,  8 sg.) : ' istuc mens animusque | fert '; e Stazio (silu. II 1, 102     ^ Per tal motivo gli edd. sono stati costretti a metterà il gen. ' a-  nimi ' o V abl. ' animo ' in dipendenza da ^ fasque ', disquilibrando cosi  tutta la frase e confondendo quanto si attiene ai sentimenti deir animo  con le esteriorità del formalismo religioso: cf. Servio, camm. in Verg.  georg, I 269, p. 193 , voi. Ili Th. * ad religionem fas, ad homlnes iura  pertinent. '   2 Neil' ed. Ck>ccbia , Torino 1886 p. 69, 4 è scritto: * satin tu sanu's  m. a. a. t. '     Digitized by CiiOOQIC     _ 16 —   9g,) : ' et te iara fecerat ilH [ men^ aniinusque patroni * : altri  ess, per brevità cimmetto.   Leggo, per tanto, i w. 73-74 della sat. II di Persio ;   * composi tuta ìus fasqae, anitnos sanctosqua recessus  mentiS} et in eoe tutu generoso pdctua honesto \     Bai, II T:).   Dalla recensione 8abiniana dovette prendere le mosse la lez,  * adiiioueani ' che ^W editori di Persio, quasi tuttij ^ fissarono  nel V* 75 della sat. II : e se noi cod. B^ di tonte, conte si è  dettOj Habiniana , appare ^ adinoucani \ la quale lez, riappare  circa cinque secoli dopo^ nel cod, Rebdigeran, I, ciò si deve ,  giusta la nota avvertenza del Criisiusj - al fatto che nei codd-  antichi non si distinzione chiaramente le forme del verbo  ^admoucù^ da quelle del verbo ^admoneo \ La lez. *adnìoneani'  trovasi semplificata in Mnoueani' nei codd. del sec. XI Pariss,  nobenhavn)  no* 2028, Monacens. no. Ìì80; nel cod. Ebneriano del sec* XI/XII,  collazionato dal Hermann; nel Bernens. no. 048 del sec. XIIT,  nel Paris, no. 80p")0 dfd sec. XIV: e sono variazioni dovixtc a  deviazioni di copista negligfontc u troppo dotto le forme  ' uoueam ' del cod. Bernens. no. f-ì98 del sec* X, * moneas ' del  cod. Paris» no. 8055 del sec. XI e *admoueas' del cod. Einsied-  lens. no. i\2% del sec* XV.   Anteriore alla recensione Sabiniana dovette essere la lez.  ' admoueant ', di cui ci dà una preziosa testimonianza il cod.     ' Dico n quaìi tutti > ^ perchè ho letto * advnouoant ' soltant3 nelle  due edd. 1048 e 1GG4 delio Sdire veli us e uell* e^l. preparata dal Wetste-  nius.   * Crusius , in Sueton. dia. Clmtd. 39^ (ir cf, K F. C. Wunderlich j in  TiòulL IV Ij 189 Cpaneg. Mesmllat^)-     Digitized by LjOOQ IC     — 17 —   F^ * confermata , molto tempo dopo ^ dal cod. BeroliOp no, 49  del sec, XVI j e, nella forma semplificata ' moucant \ dal cod,  Monacens, M 67 del sec* XV* La lez, del P si adatta meglio  alla frase esaminata, poiché, disponendone in modo diretto  le parole , bì ha ^ cedo ut admoiieant (se. homines) templi^  haec i. e. composìtum ìua fasqne, anim. sanct. ree. ment. ^ et  incoct, gen* p ect. hon.j et farro litabo \ Sicché il pensiero del-  l' autore sarebbe: lascia che gli uomini ai accostino al tempio,  avendo nell'animo i nobili sentimenti dì giustizia, di pietà, di  onestà ecc., ed allora anch' io farò un sacrificio semplice e gra-  dito di farro. Le parole ' conipositum Ìu3 fasque cet* * sono  usate nel 1. cit. con la funzione sintattica di coniplcm* oggetto  di * admoueant ', e la sintesi delle stesse si compendia nel pron,  * haec 'ì e però non si deve distìnguere con forte interpunzione  la fine del v, 74 dal principio del v. 75, dove il prou, ' liaec '  serve , come ho detto , di riepìlogo ai due versi precedenti : *  basta la vìrgola, leggendosi così il testo: ' e. i. f., a. s. r. | m.^  et Ìp g, p, honesto, | haec cedo ut admoueant tempi is, et farre  litabo ',     * II Buecheler riconosce che il /* dà ' admoueant * , ma, quasi petf  confortare con la tastimoniaaza del F la le^. ^ adnioueam \ che egli ha  scelta^ soggiunge che le due lettere finali nt rassomigliano alla m; ras^  somiglianza che non osservò , e perciò non ne prese nota , V Owen , il  qnale^ dopo il Buecheler, riesaminò e collazionò il cod. F.   * Perciò segnarono inopportunamente il punto fermo dopo * honesto *  il Waltbard, il Monti, il Passo w, il Casaubon (ed. Duebner, 1839), il Jahn  (edd. 1851 e 1368), il Hermann, il Bucoìarelli, ecc. ; il punto interroga-  tivo il Casaub. (od. 1647), lo Scbrevel.^ il Wetsten*, 1^ ed, Biponfc. , V A^  chaintre^ il Kamorino, ecc.; il punto interrogativo insieme con V ammi-  rativo il Hauthal; il segno dì due punti il Prateus , il Weber , il Bue^  cheler (III ed. del 1B93), l'Owen, il NémethVj ecc. La virgola dopo la  V. ' houesto ' fa segnata dal Jahn neir ed. del 1843 e dal Duentzer  nell'ed. 1644.     Gongoli, BreiJÌ aimot crit alle satin II, Iti e IV di Fersw,     Digitized by C:rOOQ IC   À      — 18 —  Sat. Ili 23.   La tradizione manoscritta, sia quella che muove dalla recen-  sione Sabiniana ed ha i suoi più autorevoli rappresentanti nei  codd. A B, sia quella che proviene da una recensione anteriore  alla Sabiniana ed è rappresentata dal cod, P, dà concorde-  mente per il V. 23 della sat. III la lez. ^ udura et molle lu-  tum est': presentano anche ^ est ' il cod. reg. Londinens. e  due codd. del sec. XV, cioè il Monacens. M 67 ed il Basileens.  F. III. 6. Quante edd. di Persio ho avuto sott' occhio, sino alle  tre più recenti, cioè Ted. inglese delPOwen, Ted. ungherese del  Némethy e Ped. italiana del Ramorino, presentano costantemente,  invece di *'est', la lez. ^es', la quale si osserva in alcune imita-  zioni della frase di Persio fatte nel medio evo, come p, es. in  quello che scrissero Hildeberto, vescovo Cenomanense, nella mordi,  philos. quaest. I n. 40 col. 1037 B t. CLXXI ed. Migne, e Gio-  vanni di Salisbury nel polìcrat, lib. VII cap. 19 p, 484 ed, Lugd.  Bat. 1639. Ma Pietro di Blois, che cita lo stesso luogo di Per-  sio jxqW epist, LXXIV ad G. archidiaconum p. Ili col. 1* ed.  Sim. Piget, Par. 1667, ommette il verbo, scrivendo ^ udum et  molle lutum nunc nunc properandus, cet. '; e da tale ommissione  è facile argomentare che egli abbia letto ' est ' nel testo di  Persio , forma verbale più agevole a sottintendersi che non  ' es '. La stessa ommissione notasi nel cod. Berolinens. no. 2  del sec. XII o XIII, che presenta ' lutum nunc es properandus ' ;  sicché con ' lutum ' si chiude la prima proposizione e, comin-  ciando con ^ nunc ' la seconda , non si può prescindere dallo  accompagnare ^ es ' con ^ properandus ' anziché con ^ lutum '.  Credo, per tanto, che si debba restituire nel testo di Persio  la lez. presentata dai codd. PAB e da altri codd. di minore  autorità, leggendosi nel 1. e. ' udum et molle lutum est ' come  una considerazione in generale , che fa il censore , introdotto  nel discorso dall' autore, sul tempo più opportuno per ottenere  il maggior profitto dall' educazione e dall' istruzione. Poi lo  stesso interlocutore, volgendosi al giovane neghittoso, lo ammo-  nisce , come passando dalla considerazione generale al caso     Digitized by LjOOQ IC     — 19 —   particolare di lui : ' nunc nunc properandus es ' ; ed insistendo  neir immagine tratta dalP arte del vasellaio , soggiunge : ^ et  acri fingendus es sine fine rota \ Cosi si viene a dare alle  voci ' udum et molle ' una funzione predicativa di ' lutum '  {' lutum est udum et molle '), come se dicesse: la creta è umida  e morbida e adatta ad essere maneggiata dal vasellaio. Quale  necessità di rivolgersi all' adolescente per fare una considera-  zione generale e impersonale, che la creta è pronta ? E oppor-  tuno, invece, il rivolgere la parola al giovane per esortarlo a  educarsi ed istruirsi , essendone in tempo. L' imbarazzo degli  edd. dovette essere, se mal non mi appongo, quell'incontro di  ^ udum et molle lutum est ' con le due forme participiali di  gen. maschile ^ properandus ' e ^ fingendus '; e però s'indussero  a fare di ^ udum et molle ' un attributo di ' lutum ' , costi-  tuendo ' tu ' soggetto sottinteso anche della proposizione che  deve conservare un carattere objettivo di concetto generico e  indipendente dalle condizioni degli interlocutori. Ma la diffi-  coltà si elimina agevolmente fissando da prima una forte pun-  teggiatura dopo ^ est ' , perchè resti nettamente determinato il  concetto generale dell' età più adatta all' educazione intellettuale  e morale; e poi, sulla traccia della lez. ' nunc es properandus '  presentata dal cod. Berolinens. no. 2 sopra citato , scrivendo  properandu's e fingendu's.     Sai. Ili 60.   La lez. ' dirigis ', accolta dal maggior numero dei codd. e  degli edd. di Persio, piglia le mosse dalla recensione Sabiniana  e fondasi sui due codd. A B, Il correttore antichissimo del  cod. P, il quale, come sopra ho dimostrato , dovette avere a  guida per le sue emendazioni un esemplare di fonte Sabiniana,  accettò anch' egli la lez. ' dirigis '. Un' emendazione di seconda  mano fatta sul cod. A mutò ' dirigis ' in ' derigis ' , lezione  approvata e accolta dai recenti edd. di Persio, Buecheler (III  ed. Beri. 1893), Owen, Némethy. Il cod. P presenta, invece,     Digitized by LjOOQ IC     — 20 —   In lez. dì modo soggiuntivo ^ dirìgas ', la quale, sebbene tras-  curata da tutti gli edd.j a me pare che debba essere restituita  nel testo di Persio, in quanto clie vale a denotare la possibilità  che ci sia qualche cosa verso cui si diriga V arco, dello stesso  modo come più sotto è detto ^ securus quo pes ferat '* Maj per-  chè bene si adatti il v. ' dirigas ' in dipendenza dalla frase  * est aliquid ', è necessario, per rispondenza simmetrica delle parti  nello stesso perìodo sintattico, che il verbo precedente ' tendis \  posto anch'esso in una relativa subordinata, si muti in ^tendas';  cosicché j ove si voglia fare lieta accoglienza alla lez. presen-  tata dal cod, Pf è necessario che il verso citato sìa lotto :   ^ est alìquìd quo tend&s et ìd quod dirlgas arcani \     JSat, III 93.   Nulla avrei da osservare sulla legittimità della fonna chiusa  di part. futuro ^ loturo ', che loggesi in quasi tutte le edd, di  Persio nel v, cit., ne della forma aperta * lauturo ^, la quale fu  accolta dal Hauthat (ed. Lps. 1837 p, 32) : ^ questa ultima  è presentata dai codd. del sec. XI Paris, no. 8049; Paris, no.  8272, Monaeens. F//, Monaceus, no. 330; da altri due codd.  Monacensi del sec. XII , cioè Ìl cod. e. 3 e quello contenuto  nel cod. segnato Kr/89. a ; e dal cod. Guelferbyt. Aug, 29. 12  del sec. XIII. La forma chiusa ^ loturo ' risale ad un' emenda-  zione di seconda mano fatta al cod. A. , poiché tanto questo  i[uantQ il cod. B hanno ^ locu}>o ' , in cui il Buecheler credette  scorgere ' locnro '; ed osservasi anche nel cod. XXXVII 19  della bibl. Laurenzianaj del ecc. XI, esaminato di recente dal  Kamorino.   Leggesi * laturo ' nel cod. P e noi due codd. del sec, XI  Paris, no, 8048 e Bemcns, no. 327: nel cod. mutilo Bernens.  no. 542 del sec. X si legge ^ laturo ' con la lettera ù sopra-     * Egli però non ne addusse le ragioni nelle Anmerkufìgen ^sur drUten  iSatirej p. 226 sg.     Digitized by LjOOQ IC     — 21 —   scritta all' a ; e perciò la lez. si ricongiungerebbe con V emen-  dazione antica segnata da seconda mano nel cod. A. Ma, se le  forme ^ lauturo ' e ' loturo ' non sono da rifiutarsi , si può di-  chiarare senz' altro come inaccettabile la forma ' laturo ', scritta  prima, come pare probabile, ^ luturo ' nel cod. P ?   Io credo che no ; perciocché , se accanto al v. ^ lauere '  fu accolto nella lingua il v. ^ lauare ' , la forma del supino  preclassica e classica ^ fu sempre ^ lauatum ' , come la forma  classica del part. perfetto fu sempre ^ lautus '. Non e' è dubbio  che dal tema del supino classico ' lauatum ' sia nato il part.  futuro ' lauaturus ' , che si osserva in Ovid. fast. Ili 12 ^ sacra  lauaturas mane petebat aquas ' : e da ' lauaturus ' , per il tra-  mite normale *laaturus, ebbe origine per contrazione la forma  ' laturus ' , di cui il cod. P ed altri codd. sopra notati ci dan-  no conferma. Non sarebbe, dunque, contrario alle leggi fone-  tiche dell'idioma latino l'accogliere nel testo di Persio la lez.  ^ laturo ', che ha per fondamento l' autorità del cod. P : e della  presente annotazione vorranno tener conto, mi auguro, i lessi-  grafi della lingua latina.     Sat. Ili 97.   Il cod. P dà ^ sepellitur istas ' per il v. 97 della sat. Ili:  nei codd. ^ JS si legge ^ sepeliit urestas', che gli edd. tutti di  Persio hanno interpretato ' sepeli: tu restas ' , aggiunto o non  il punto interrogativo in fine. Per ispiegare la frase ^ tu re-  stas ' , alcuni commentatori di Persio ricorrono al sottinteso  ' mihi sepeliendus ' ; ^ altri equiparano ^ tu restas ' a ' uiuis  adhuc et uiuis , ut mihi grauia praecipias ' ^ ovvero a ' tu     A Vedi Terent. hautt. 655 (IV 1, 42) ; Hor. sat 1 3, 137.   * Il Némethy, ed. cit. p. 200, a conferma delle voci da sottintendersi  ^ mihi sepeliendus ' adduce il confronto con Hor. sat l 9, 28 : ' omnes  conposui. felices! nunc ego resto '.   3 Vi V ed. del Prateus, Lond. 1699 p. 348 &.     Digitized by CiiOOQIC      — 22 —   iiiìlii adlmc tutor restaa ': * altri ancora, come Tommaso Far-  nal)io itA. 1012) , interpretano ' tu cout(?m[)tnr pliiloi^opliorum  r4 p. 557 t, e dal Wetsteu. p. l>5 &.   ^ V* i luoghi Gitati delle edd, SchreveL e Wetsten.   ■J Forse per tal motivo, o non per nuovo e più diligente esame del  cod. , il Jabn s^ indusse it scrivere nelle note critiche delU sua ed. del  18G8 p. 24 ' sepsi i tur istas ' C, che iìqIP ei. IBJl p* 20 aveva scritto   * seppelHtur istag ' C.   ^ La ragione metrica rifiuta altresì Del Inogo commentato la formu.   * sepe.lil ' j morfologicamente corretta, che dmmo due codd. del sec. X,  cioè il Bernens, no. 257 ed il Leìdoiis. no. 7H; due codd. del se&. XI,  ossia il Bernens. no, ^J2T ed il Paria. 8070; il Behdigerdu. II del sec. XVj  e inoltre il cod. reg. Londinens , la cui collazioaej fatta dal Bentley, fu  pubblicata nel Chtìisk. Jouni, XVIII p. 62 sgg- Il cod. Beroens, no, 643  del sec. XIII, che presenta ' sepeliui * , om mette di couseguenza il ' tu '  a fin d' evitare che un piede deir esametro dattilico sia di tre sillabe  lunghe.   ■'■ Debbo notare che vi è incertezza intorno alla parola in esame, ci-  tata da Nonio Marcello. L' ed. Aldina Vea, 1513 dà ' riisitatis *; T ed.     Digitized by CjOOQIC     — 23 —   dicativo di ^ risito ' la seconda pers. sing. dovrebbe essere stata,  secondo la flessione normale, *risitas, da cui, per sincope della  i breve della penultima sillaba, gradita forse nel linguaggio fa-  miliare, sarebbe nata ' ristas ' = « ridi spesso, ridi di frequen-  te ». E però nel v. cit. di Persio ben si adatta ' tu ristas ?'  per significare il pensiero del giovane avido di piaceri anche  presso a morire, il quale al monitore risponde : " non essermi  come un tutore ; da più tempo V ho fatto seppellire „ : e, quasi  accorgendosi d' un sorriso ironico sulle labbra dell' interlocutore  che lo vede morente per intemperanza, gli chiede : « tu ne rid i  spesso ? » Talché il monitore, annoiato di tanta persistenza nel  male, gli risponde : ^ perge, tacebo '.   Concludendo, io son d' opinione che si debba rendere anche  per il V. 97 il dovuto omaggio al cod. P, leggendo :   ' iam pridem hunc sepeli. tu ristas ? * ' perge, tacebo '.     Sai. Ili 107.   Gli edd. di Persio leggono, tutti concordemente, il v. su in-  dicato : ^ tange, miser, uenas et pone in pectore dextram ' . Non  nego che si possa leggere bene cosi il v. di Persio ; ma il cod.  P invece di ' dextram ' presenta ^ dextra ' : non si può in alcun  modo far posto a tale lez. ? I concetti espressi nel verso sono  due, ben distinti V uno dall' altro : a) tocca i polsi ; b) metti  la destra sul petto : il complem. oggetto del primo verbo ^ tange '  è ' uenas ' ; del secondo verbo ^ pone ' è ^ dextram ' . Nulla però  vieta che si possa intendere che i polsi si tocchino con la de-  stra ; né e' è nulla che vieti che la destra, dopo aver tastati i     luniana Antv. 1565 * risitant * (e cosi è citata nel Ipssìco Forcellini-De  Vit t. V p. 245 b)] la 2^. ed. Merceriana Par. 1614 * risitantis '. Carrio  lesse * risitantes ', donde la congettura del Bothe ' missitantes % gra-  dita al Georges, ausfUhrl. Handtvb, II col- 2141 : al Vossio piacque con-  getturare ' usitant '.     Digitized by CiiOOQIC     — 24 —   polsi, si poggi sul petto dell* ammalato. Può^ quindi^ il primo  concetto mettersi in istretto legame col secondo mediante il  aervizio comune della mano deatra j come se T autore dicesse:  ^ Ungej mìser, uenas dextra ot pone («e, eam) in pectore \ E  ciò può ben risultare dal verso considerato, leggendolo :   * tange, miser^ uenaa (et pooe in pectore) dexfcra ^ ,   Cosi nulla vieta che si dia posto alla lez. * dextra ' del cod.  P\ sebbene da quello inciso ' et pone in pectore ' derivi , uè  convengo anch' io^ un che di stenta to^ cUe^ del rcsto^ non sa-  rebbe alieno dallo stile di Persio e di altri poeti satirici latini.     SaL IV 9.   Son d- opinione che nel cit. y, 9 si debba restituire il pron,  ' il] ut % nella fonna appunto che è presentata dal cod» P, e  la restituzione debba farai in tutti e due i luoghi^ nei quali ivi  è adoperato; ^ cosicché il v, di Persio sia da leggersi:   *■ hoo puta non ìustum est^ illat male, recti ub illut ^ .   Né osta all' accoglimento di ^ illnt ^ la singolarità della forma  con la desinenza in -tj che non è rara , come a prima vista  potrebbe parere* In fatto^ come è notOj altri ess, di ^ illut ' ci  porgono i coddp Plautini ^ uetus ' o Vatìcan. no, 1615 del sec,  X (B) e ^ decurtatus ^ del se e» XI (C) al presente di nuovo in  Heidelberg ; il cod. Tereuziano Bembin. o Vatican, 32 26 del  sec. IV/A-^ (A) ; il palinsesto torinese del sec. IV/V (orazione  dì Cic. prò Tuli.) ; il palinsesto Vatican. Reg. 2077 del sec.     ^ Avverto^ in nota, che nel 2^* dei due IL indicati sostituiscono * istud '  al pron. dimostrativo che ivi è adoperato quattro codd. del sec, XI^ cioè  i Monacenss, Ffl e no. 330 ed i Pari ss. no- 8048 e no* 8070 ; tre codd.  del sec. XII, che sono il Monacens. no. 83, il Paris. 8246, il Berolinena,  no. 2; ed altri codd, più recenti.     Digitized by CjOOQ IC     f     — 25 —   IV (?) contenente le Verrin. di Cic. ; il cod. Vatican. - Basilio .  H 25 del sec. IX, in cui si contengono le Philipp, di Cic. ; ^  il cod. Paris. 5764 del s. XI/XII, che contiene i comm. de 6.  ciu. di Cesare; il palinsesto veronese del sec. V delle institutiones  di Gaio ; ecc. ^ Altri ess. presenta il Corpus inscr. Lat. : V  532. VI 266. ecc.     Sat IV 13.   Tanto il cod. P quanto i codd. A B danno concordemente  ' potis est ' per il v. 13 : la stessa lez. si ripete nel florilegio  contenuto nel cod. Monacens. no. 4423 del sec. XV. Una cor-  rezione di seconda mano fatta sul cod. A sostituisce ' potis es ' ;  e questa lez. osservasi nel cod. Laurenziano XXXVII 19 del  sec. XI e, sotto cancellatura, nel cod. Paris, no. 8272 del me-  desimo sec. ^ Gli edd. di Persio hanno tutti accettato V emen-  dazione del correttore del cod. A, scrivendo il v. di Persio :   * et potis es nigrum uitio praefigere theta '.   Io credo che si debba ritornare alla lez. dei codd. P A B,  restituendo nel testo di Persio V espressione ' potis est ' : e mi  conferma in questa opinione, anzi tutto, il fatto che i dotti del  medio evo lessero ^ potis est ' nel verso citato , come ne fanno  fede Isidoro (sec. VI -VII) * e Giovanni di Salisbury (sec.  XII) ; ^ e in secondo luogo una ragione ermeneutica. Al gio-     A Vi Mai, class, auct t. II pp. 7 e 810.   * Il Neue (Formenlehre der lateinischen Sprache, III Auflage von C.  Wagener, Beri. Calvary 1892, Bd. II p. 425) nelP elenco degli ess. sopra  menzionati trascura la lez. del cod. P di Persio.   ^ Non si può tener conto della lez. , evidentemente errata , * potis e  nigrum ' , che presenta il cod. Paris, no. 8048 del sec. XI.   4 Isidorus, on'g. I 23, 1 col. 837, 18 : * et potis est nigrum uitio prae-  figere tbeta '.   5 Ioannes Saresberiensis , policrat VI 18 p. 371, 36, ed. Io. Maire ^  Lugd. Bat. 1639 : * et potis est nigrum uitiis praefigere theta '.     Digitized by CiiOOQIC     ~ 2ù —   vnìm aiiibizinso, ^il qua lo * inveii ìum e è rerum prudentia Meìùi  I ante pìlos neiut ' , il saggio pn^cettore dico : ^ scia etenim iu-^  ttum geuiina suspendere [unee | ancipiti^ librac '5 e tosto 90"^*i  giunge : ^ rectuui diseeniis ' ; e di taile discernimento fa, quanta  air obietto, tre ipotesi: a) * ubi inter curmi aubit ' (^c. roc*'  tuiuj , cioè, couie spiega il prof. Geyza Németh^j * ^ etiam  tuTii, cum difficìlo est rectum a non recto discern^ra * ; ò) ^ nel  cuui fa Hit pedo regula uaro ' , perehn il ^ aumnium iua ' è non  di rad^ì ^ aumina iniurjfi \ donde la necossità di mitigare U ri-  gore delle leggi eoi principi dell'equità; e) ^ et potis est Jii-  gi'Uin uitio praefigere tlieta % ossia la possibilità, in generale^  di punire ì colpevoli. Questa terza ipotesi v in istretto legame,  logieo e sintattico, con la precedente; e su il poeta ha preferito  avvalersi generalmente de IT espressione ^ uel cum fnllit \ non  potevasi, tanto per V unità di concetto quanto per la diretta di-  pendenza di ^ potis ,.. ' dalla stessa espressione ' nel cum ' eli e  regge il ' fallìt * precedente, non poteviisi^ dicevo^ venire al  verbo di feconda pers. * es ' , ma era da con servarsi, per V ob-  biettività (mi si conceda V uso, qui necessario, della voce nuo-  va) della considerazione generale, la stessa terza pers. che si  V notata tanto in 'fallii ' quanto in * subit \   1 jCggo , d un q ne, coi miglio r i co dfl . di Pc r sio e sccond o la tra -  dizione conservata dai dntti nell'etìi di mezzo;   * et potis est nigrum uitio praefigere thefca *,     Jn tutte le edd. di Persio si leggr;   ' ingetntfc ^ hoc bene sìt ' tunicatum ciirn stile mordens  cae|)e ^ ,     ^ Kémethy, op, eìt. p* 21%     Digitized by     Google     ;.^'     — 27 —   Ma il cod. P dà ' mordes ' invece di ^ mordens ' ; e , tutto-  ché il correttore antichissimo vi abbia apposto V emciidazioiui  ' mordens ' , fondata sulla recensione Sabiniana , io non credo  che la lez. genuina del P si possa senz' altro rifiutare. Tutti i  commentatori spiegano il passo cit. che V autore ci voglia pre-  sentare un tristo avaro , il quale , mordendo una cipolla con  sale, mormori soddisfatto ' hoc bene sit '. Secondo la lez, del  cod. P appare, invece, che l'avaro non si congratuli soltanto  con sé stesso del vilissimo cibo che mangia, ma ne faccia quasi  un'esortazione a chi conversi con lui, sulla bontà dei cibi fru-  gali, di poca o nessuna spesa; onde il verso dovrebbe leggersi:   * ingemit « hoc bene, si tunicatum cum sale mordes  caepe » ' .   E in tal modo si rende necessario mutare ^ sit ' ì\\ ^ si ' ;  ma con ciò io non credo che si venga a forzare la parchi per  coordinarla con la lez. del P ^ mordes ' , poiché a me pare di  essere nel vero ammettendo che la t finale di ^ sit ' sia dovuta  air efficacia della pronunzia dejla lettera iniziale della voce  seg. ^ tunicatum ' : e non é improbabile che chi scrisse il P  abbia trovato, nelP esemplare da cui traeva V apografo, il nesso  ^ situnicatum ' e V abbia diviso, senza ben riflettere al * mordes '  seg. , in ^ sit tunicatum '. Laonde non credo di essere in fallo  riconoscendo per vero che Tryfoniano Sabino, quando i^i accinse  ad emendare il testo di Persio, siasi trovato , recensendo il v.  *-50, dinanzi alla difficoltà del ' sit ' coordinato con * mordes '  e che abbia opinato di superarla lasciando ' sit ' e correggendo  ^ mordes ' in ^ mordens ' , che poi si ripetè nei codd. che ebbero  a fondamento la recensione di lui.   D'altro canto, non sarebbe sintatticamente inesatto se ai la-  sciasse coesistere il ^ sit ' col ^ mordes ' , leggendo :   * ingemit « hon (bene sit !) tunicatum cum sale mordes  caepe t;   ma spiace quell' indicazione di un fatto come realmente avve-     Digitized by CiiOOQIC     — 28 —   mitoj mediante il ^ inordos ' di modo indicativo, laddove s' in-  tenda t* eprime re un invito o consiglio o sollecitazione a man-  g"iare cipolle con sale.   La restituzione della lez. presentata dal P, con la sostila-  aion© della voce ^ si ' al v. * sit \ ha questo di vantaggio sulla  lez. coin un eniente segui taj che, oltre al dare maggiore evidenza  alla tìgura delP avaro che predica agli altri la bontà dei cibi  tiomplici y naturali e di poco o nessun costo ^ ha il merito di  evitare il cumolo dei due participi ' metuena ' e ^ niordens ' (o  * incidens ' come è scritto nel cod, Paris, no. 8050 dell' a. 1321}  e di conservare meglio la simmetria della frase.     Sat- IV 51.   La lez. * est ' invece di ' es ' nel v. 51 è data tanto dal  cod- P quanto dai codd, di fonte tSabiniana A B; e si osserva  ripetuta nel cod* Paris, no, 80oO scr. nel sec. XTV e nel cod.  Basileens. f\ III. 6 dtjl sec, XV, Olì edd, tutti l'hanno rifiu-  tata, ma a torto ^ ed hanno ammesso la lez. * es ' che appare  la prima volta in nn^ emendazione di seconda mano notata nel  cod, A e si ripete nel cod. Laurenziano XXXVII 19 del sec.  XL Dico eh a gli edd. l'hanno rifiutata a torto ^ perche il  pensiero dell' autore non è di consigliare il rifiuto dì ciò che  una perso uà non èj ma il disdegno per tutto quello che in real-  tà non t% cioè il disdegno per lo vane apjiarenze e per le cose  che non hanno valore alcuno: insomuia, il contenuto del consi-  glio che da 1' autore ha un* estensione objettiva maggiore chn  non resti espressa col verbo in seconda persoua * es \ Io cre-  do, per tanto ^ che si debba ritornare alla lez, presentata dai  codd, pili autorevoli, leggendo il verso su indicato di Pera io:   * respue quod non estj tolUt sua muoera cerdo **     Digitized by     Google     A      Digitized by LjOÒQIC   i     K\in opere del Prof. Dott. Santi CirasDli :     IIuIIòitkIc sninimntlk Ul brng for Koriitke og Danske, — Catania , 1BB4.  L. 3. (in Oì?itu presso E. Ilaul'fs boghantlel, Krif>tiauìaj in Norvegia).   MHit/Aoiil di Ihii^nm kitmti espoF^te, fieeondo il mefcoLlo scientìfico , agli  al u imi dille scuole secondarie olaasicho. — Ci^taaia^ F, Tropea, 18BT«  L. :i, 50 (esaurito),   Iiitrodii/ioue il Ilo studio del l>. K. — Torino^ Fratelli Bocca, ItiSH. L. Ci  (esaurito).   Fotioloiriu lutimu — 2'' ediz. riveduta e migliorata. — Milano, U. Hoepli.  im-2. L. 1, 50.   Lettera! lira no r ventati» > — Milano^ U. Hoepli, 1891, L. 1^ 50.   De Cp Ffìiiiì CiiceilH 8ceiiiidl rlietorick s^tudll^, — Catiuae , C. Galatola ,  18^7, L 3 (esaurito).   Il neoloferismo iioflì Berltti di Plinio lì giovane. Contributo agli studi sulla  Uitiiiit^'i ar^outeti. ^ Palermo, A. Reber^ 1900. L. 3.   Neidosrìsnii 1)otiimei nei earinì biieoUei e g^jorgricl di Yì Icilio, Contributo  agli ytudl sulla latlcitfi dell' evo augusteo» — Palermo , A* ftebor ,  190L L, 3.   Té* tt Ilio re ilei libro *^ De origine et sitn (Teruiauorum ,| ; ricercke critiche,  Jtioma, E. Loeseher & a-, 1902. L. 8.   li^ ^^ Oermauia ,^ comparata con la '^ Natni'alis lilstoria ^, di Plinio e eoli   lo opero di Tnelto : ricerche lessigrafiche e sìutiitticbe. — E orna, E.  Loe^cher & C", 19(Xl L a   ^^otc eritieiic e liìbilogi^Uciie di lettemtura latina^ puutata. I. — Catania^  Barba gai lo Lt Scuderi, 1903. L. 1.   A« Pernii FI aeei saturartim libtr ; recensuit, adnotatione critica instruxit,  te stimolila usque ad saeculum XV addidlt Santi Consoli. Editio  maior. llomae, apud Hermannurn Loescher et socium, 1904, L. 5.   Note eritlelio e bibUoj^i'atìclie di lettemtuni latina, puntata II. — Catania,  Fratelli Perrotta, MM, L 1,   A. Pei-sil Flacei satnrariini Hbcr ; recensuit Santi Consoli. Editio miaor.  EomaOi apud Hermann uni Loescher et socium, 19CM. L. 1,     Di prossima pubblicasiione :  Le fonti delie satire di Persio.     '^>-     Digitized by     Google     Digitized by VjOOQIC     Digitized by CjOOQIC     i      ■ uigitizedby VjOOQIC     Up 15.103.7   Bf«v! afinm^lonE (critiche alle Set   ìWidunef Library 004465096     3 2044 085 217 214 

No comments:

Post a Comment