■*f. i\ w vV %l- .A* Lpfrjc?^7 56arbarli College librarg PERSIUS COLLECTION GIFT OF MORRIS HICKY MORGAN [Class of x88x) HROFfeSSOn OF CLASSICAL PHILOLOGY JANUARY, 1910 by i^oogle Digitized by CiiOOQIC Digitized by CiiOOQIC .^ SAIsTTI COITSOLI ANNOTAZIONI CRITICHE AIiIiE satire II MI e IV di Persio ^>4>^sK-V— ROMA ERMANNO LOESCHER & C.'> (Bretschneider e Regenherg) Librai di 8. M. la Regina d'Italia 1905 Prezzo L. l. Digitized by CjOOQIC m i Digitized byLjOOQlC 'à^. SAiT'rx coM'sorii HS^a, Btevi Annotazioni Critiche alle satire II III e IV di Persio Roma Er- manno Loescher & C''. (Bretschneidei e Regenberg) Librai di S. M.la Regina d' Italia 1905, S\ pp, z8. Af. B f^ E V I ANNOTAZIONI CRITICHE HLiLi^ satire II MI e IV di Persio ROMA ERMANNO LOESCHER & C:^ (Bretschneider e R^gimherg) Librai di S. M, In Reggina d* Italift 1905. Digitized by Google IpW. \d3.T H»*v«?ti CdUgi Utwy Gìh ef Mmri* H. Morgan Jan. l Idia Proprietà letteraria dell' autore (Catania^ via Maddem, lu 160) Tipogr&iia editrice Homa dei Fratelli Per rotta, in Catania, Digitized by CjOOQIC 'imn^^'' cuy » -cg jAQO/N g» . -co^oor g» Nel cod. Moatepessulano 125 (P) il Buecheler lesse indeciso ' patru,. ' ; più chiaramente V Owen vi lesse * patruuin ' , che, por correzione sovra pposta, osservasi, come sopra si è detto, nel Monacense M 67. A ine pare che si debba restituire nel testo di Persio la lezione ' patmuni ' presentata dal P. In fatto, tra i voti immorali che si fanno alla divinità il poeta include quello per primo, che si erediti preato dallo zio ; ma la crudezza di tale voto, che muoia presto il parente per ereditare i beni di lui, si vuole occultare con la finzione del decoro della famiglia, in modo che non si chieda ^ o si ebuUiat patruus ', ^ espres- sione troppo dura e volgare^ ancorché si accompagni tosto con. l' espressione vanagloriosa ' praeclarum funus ! ' ; nemmeno si chieda ' o si ebulliat patrui praeclarum funus ', frase meno cru- da ^ senza dubbio , della precedente , ma che spiace perchè è sempre il funerale dello zio, che ardentemente si desidera : si chieda, invece, alladivinitàcheun ' praeclarum funus ', quando che siaj * ebulliat ' cioè dia evidenza ai meriti civili, alle qua- lità morali , alla distinzione della nobiltà e delle ricchezze , magnifichì insomma il nome autorevole del parente. Cosi non si avrà V impudenza di cliiedere a Giove la morte dello zio , ma con un certo eufemiemo si manifesterà il desiderio che un funerale splendido illustri, quando che sia, il nome e il casato dello zìo^ e in tal modo il desiderio della morte del congiunto appare subordinato o, dico meglio, con ipocrisia mascherato dal voto, certamente lodevole, che sia splendidamente illustrato il nome della famiglia, sebbene in circostanza luttuosa. Del resto, il V, ^ obullirc 'j usato transitivamente, ebbe sempre, anche nella ^ In tal caso accanto ad ^ ebulliat * si dovrebbe sottintendere la vo- ce ^ animam \ la quale, invece^ appare espressa nelle frasi : * animam ebulliit ' di Seneca, lud, de mori, Claudii 4, 2 e di Petronio, sat cap. 42 p, 189, 2; * animam ebulUui* dello e tesso Petronio, sat cap. 62 p. 313, 1 : per Ja prima volta Persio sarebbesi privato, senza ragione, di appor- re V uùQ, * animam ' al v. ^ tsbuHire ' ? Digitized by GooQle — 7 — latinità classi cdj il sìgniricato di ^ ìactare^ ostentare^ praedicare '; od lina conferma ci è dato osservarlfty come ebbi a scrivere nelle annotazioni critiche al testo di Persio p. tì3^ nota 1, in un luo- go delle Tuìsc. di Cic* III 18^ 42 ' tj^ui si uirfcntes ebollire 'uo- lent et sapientiaa cet, ' Restituendo^ adunque, nel testo dì Persio la voce * patrnuni ^ non solo ai farà atto dì debito omaggio all' autorità del cod, Jpf uìa, tra il contrasto dei codd. e delle edd.j si verrà a deter- minare la lez, in modo meglio rispondente al pensiero che il poeta volle significare nei versi 10 e segg. SaL li 52, Tutti i codd. di Perno, che finora sono stati collazionati o soltanto consultati , danno costantemente per il v. 52 la voce ^ incussaqne ^; lo stesso osservasi ncù codd, degli e^rcerpta^ noi quali è contenuto il y. citato* Un solo cod. di Persio fa ecce- zione ed è il P che presenta ' incusasque ' ; la coiTcttura ' in- cusaaquo * che notasi nello stesao, è di seconda mano, T^a Ica. ^ ineussaquo ^ fu dal Jahn (ed Ma la spiegazione data dallo sco- liaste fu disapprovata anche dall' Achaintre (ed. Par. 1812 p. 57). A me pare che si debba preferire la lez. ^ laeto ' non solo perchè ha per fondamento V autorità del cod. P. , ^ ma ezian- dio perchè è nell' ordine naturale delle cose che , al riceversi un ricco dono,- il cuore per la grande gioia o , come dice una ^ La vecchia interpretazione dello scoliaste fu confermata dal Beni- ley, m Hor, carm. II 19 , 6 con le parole * pect. laeu . s. sinistra parte pectoris, ubi cor salit et sudor erumpere solet ' ; e dal Koenig * cor in laetitiam pronum in sinistra pectoris parte lacrumas tibi excutiat ipso gaudio ' : e a' nostri giorni è stata ripetuta dal prof. Geyza Nómethy nel comm. alle satire di Pers. edito a Budapest nel 1903 p. 143. Alla medesima attenendosi tradussero il Monti « il cor nel lato manco >; il Wagner * aus der linken Brust » ; il Kayser * unter der linken Brust » ; il Weber « zur linken Brust » ; il Binder « links aus der Brust » ; il Duentzer « die Brust dir zur Linken » ; il Hemphill « drops beneath your left breast». Sfuggi la questione il Fuelleborn (ed. Wien 1794 p. 61) , che tradusse « wie schlaegt vor uebergrosser Freude dir | das Herz empor ! Schweiss rollt von deiner Wange, | und Freudenthrae- nen stroemen dir herab » : e la sfuggirono anche i due traduttori fran- cesi di Persio, F. Duboys - Lamolignière (ed. Par. 1801 p. 11: « je vois le trouble de vos sens, | et votre coeur s' épuise en longs remercfmens » ) e Vict. Develay (ed. Par. 1897 p. 1G2: « tu te pàmerais de joie et ton coeur bondirait d' allégresse ». 2 La postilla marginale * uel leuo * (sic) del cod. P. è dovuta ad un correttore antichissimo il quale, negli emendamenti apportati alle le- zioni genuine del cod. P, dovette aver presente qualche esemplare della recensione Sabiniana. Digitized by LjOOQ IC — il — ^loBsa del cod, Ottoburano , ^ ^ prac g:amlio esliìlaratuiu ' sì sprema in gocce dentro il petto , che non può non sentir la letìzia di cni eanlta il cuore. Né C' 6 ripetizione di concetto dieendoBi ^ pectore laeto ' accanto a * laetari praetrcpidum ' ^ poi- ché in questa ultima ea press ione è indicata soltanto una con- dizione o tendenza dell' animo commosso per il dono ricevuto, mentre con ^ pectore laeto ' si esprime quel che ne consegue in realtà per effetto dell' offerta dei doni. All' accoglimento della lez- * laeto ' nemmeno osta la vicinanza delle due voci * laeto ' * laetari \ in quanto che è noto che ai Romani non riuBci sgradita la prossimità di parole provenienti da una stessa radice, ^ Leggo^ per ciò^ col Pithou : I . 38i^ siano chiari e * V.^ Alattliias ^illober, eim^ neiw Handschrift der nf'chs Satìrm dfx A. Pers. FI , Augsburg 18tì^2 p, 24, col. l^ 2 VJ per es. * omnibus ]aetitiis laetam. ' Cic. df fin. Il 4^ IB ; * Ime purgati one purgatus erifc ' Cat. de a. e. 157, Vò ' gauisurum gfiudia ' Ter. Andr. 9Gi (V 5, B) ; * qvianfca gaudia. ... gattdeat * CatuU. 61, llìi-116; * gaudi um gauderemuis * Cnel. ap- Cìc. fuìn. Vili 2, 1: cf. BiòL Toh, 11, 21 *cum gaudio magno gauiai sunt ' ; lùan. 3, 29 * gaudio gaudet ' ; eoe. Digitized by CjOOQ IC — 12 — veridici e d'efficacia maggiore quanto alla previsione del futuro, più esplicitamente egli soggiunge : « per somnia enim siue in- somnia intellegit praemonstratas curationes ac ^^py-nalo^c; ». Ma il Plum bene avverte che all' interpretazione del Casaubon osta « ipsa series orationis , cura in praecedente commate non de corpore curando agitur , sed de re struenda , quae potius ad Mercurium quam ad Aesculapiura pertinet ». Ne ci si parli di sogni incatarrati o non incatarrati, da inferirne, come pensò il Turnèbe, che « pituita purgatissima » valga « maxime carentia pituita », o, come scrisse Eilhard Lubin, « omni pituita uacua et carentia, id est nera, certa, non nana et temeraria »; peroc- ché possono bensì gli uomini essere oppressi dalla ^ pituita ' o malore catarrale, ma non i loro sogni. Lo scoliaste di Pers. 2, 57 indica chiaramente in che consista la ' pituita * ( ^ purgatio cerebri uel morbus gallinarum ' ), ma ne conclude che gli uomini gravati da essa ^ non bona somnia uideant '; sicché egli associa ' pituita ' con ' homines ', non con ^ somnia ' : e sulP avviamento dello scoliaste i commenta- tori moderni di Persio parlano degli uomini che ^ pituita sto- machi grauantur ' (ved. Némethy op. e. p. 147 ; e cfr. Hor. sat. II 2, 75 sg.), ma evitano di congiungere in istretto lega- me ^ somnia ' con ' pituita '. Questo però non dovette essere il pensiero di Persio che mise in istretta relazione ' somnia ' con ' pituita ' ; e per tanto V epiteto ' purgatissima \ al quale si attengono tutte le edd. delle satire di Persio, perchè confer- mato da quasi tutti i codd. , non può rappresentarci la tradi- zione sincera di ciò che scrisse il poeta e si lesse dagli antichi sino al tempo della recensione di Tryfoniano Sabino e forse anche dopo. Per buona fortuna il cod. P, col quale concorda in questo luogo il cod. Trevirens. del sec. IX/X, rappresenta la lezione più sicura e genuina ' purgantissima ', la quale ve- desi penetrare anche nelle letture del medio evo , come ce ne fa fede il vestigio ' purgantis ' presentato dal cod. B àe\V opus pì'osodiacum di Micene , verso 300 , in cui si cita appunto il Digitized by LjOOQ IC r- — 13 — veraci di Peri, 2, 57. * Or ^ con V epiteto * purgantissima * tutta^ a mio parare, si rende chiaro, tanto lo stretto legame eli ' somuìa ' con ^ pituita \ ostuIantea oracula per som- nani '; ed è noto^ come osservava Ci e* nelle Tnsv. IV lOj 23 che ^ cum aanguis corruptus est a ut pituita redmidat aut bilis^ in corpo re morbi aegrotatlnneaque nascuntur '. Sat. II 71:5. Codici j editori e imitatori di Persio non sono di accordo sulla forma definitiva con cui debba essere fissata la voce * animxis ^ nel V. 73. La tradizione man user itta che muove dalla recen- sione Sabiniana afterma la lez, ^ animo \ che si osserva nei codd* A Eh sopra citati j - nei tre codd. del sec. XI Laurentian- pi. LXVIII 2% Paris, no. S049j Paria, no. ^^:?72; nel Monacens, e. B del sec. XII e nel fìerolineus. no. 2 del see, XII o XIII; nel Bernens* no. 648 del scc. XIII; nei due codd. del sec. XIV Paris, no. 8050 e Rehdigeran. I; nei cinque codd. del sec. XV Berolinenss. no. *-)H e no. .-^9 , Monacenss. no. 260 e no. \y2ij^ Kehdigeran, II; ^ nel cod, Berolinens, no, 9 del aec. XVI e nel- * V'^edi i Carmina Ct^nluìeiìsm p, ù^O^ moinun. Germ^ hùtt^ poeL Lat ii^ui Caroìini tom. IH ex recens, Lud. Traobe, BeroU 1B96. ^ Si scoree anche ' animo ' nella lez. ^ animimo ^ presentata dnl cod. B di fonte oabmìana- ^ I due codd, della biblioteca Jiehdigerana , Turio in pergamena del sec. XIV e l'altro cartaceo del sec. XV, furono collazionati dallo TzRchirner in servizio dell' ed, del KauthaJ : della collazione usufruì il Jahn per la ' ed. maior ' del 1843. Digitized by GooQle -9 — 14 - 1' Erlangens. anch' esso di data recente. La tradizione degli imi- tatori di Persio, che si prolungò per tutto il medio evo, si at- tenne alla lez. ' animi ' , la quale, in fatti, si legge nelle cita- zioni di Lattanzio (diu.instit. II 4 p. 126 1. 1 Lut. Paris. 1748), dello scoliaste di Stazio (Theb. II 247 p. 81 Par. 1618), di Gio- vanni di Salisbury (poi. V 16 p. 319 Lugd. Bat. 1639) e del Petrarca (epist. de rebus fam. VI 1 p. 309 voi. I ed. Fracassetti, Firenze 1859); e si legge nei codd. degli excerpta Paris. 7647, Paris. 17903 e Vatic. Reg. 1428 (deflorationes Persii), e nei ri- manenti codd. di Persio, finora noti, eccetto il cod. P ed il Monacens. no. 83 del sec. XII, i quali danno ' animos '. Nemmeno gli editori di Persio, antichi e moderni, sono con- cordi sulla scelta : alcuni preferiscono la lez. ' animo ' , ^ altri la lez. ' animi ' ; ^ nessuno ha scelto la lez. ' animos ' , la quale credo che debba essere restituita nel testo, perchè è ge- nuina e meglio adatta al contesto della frase in cui è collocata. Che sia genuina, non alterata dalla recensione Sabiniana, ce ne affida V autorità del cod. P che la presenta ; che si adatti meglio alla frase risulta dalle segg. considerazioni. Il pensiero dell' autore intorno agli elementi costitutivi della santità dei costumi e della perfezione morale è evidente: col ^ compositum ius fasque ' ha voluto significare, anzi tutto, V e- lemento estemo e formale, ossia l'elemento giuridico-religioso, il più importante per le funzioni dell' organismo sociale róma- i Vi le edd. Casaub. 1647 p. 8; Schrevel. 1648 p. 573 e 1664 p. 542 Wetsten. (1684) p. 50 ; Prateus 1699 p. 335 ; Walth. 1765 p. 28 ; Bipon- tina del 1785 p. 11 ; Passow 1808 p. 13 e 1809 I p. 24 ; Weber 1826 p. 11; Hauthal 1837 p. 22; Jahn 1843 p. 28, 1851 p. 15, 1868 p. 21 ; Jahn -Buecheler 1893 p. 22; Owen (Oxford, senza data e senza pag. nam.); Némethy 19C6 p. 27 ; ecc. « VM e edd. Monti p. 638; Achaintre 1812 p. 61; Casaub. 1889 (Dueb- ner) p. XXV ; Duentzer 1844 p. 32 ; Hermann 1879 p. 7 ; Bucoiarelli 1888 p. 51; Kamorino 1905 p. 37; ecc. 11 Hermann aggiunge (praef, ed. Lps. 1879 p. XIV) che * genetiuum tuebuntur etiam * uerba animi > luuen. I 4, 91 ': cf. dello stesso Hermann lect. Pera., Marb. 1 842 III p. 12» Digitized by VjOOQ IC p«^lt* - 15 - ilo, con ^ anim. sanctosque recessus mentis ' V eleùietito psichico o intimo ; e con 1' ' incoctura generoso pectus honesto ' V ele- mento etico dipendente dalla legge morale universale. Or, ciò che è enunciato nel v. 73 si presenta costituito di due parti, di cui la prima è ' compositum ius fasque ', la seconda ^ anim. sanctosque recessus mentis \ Nessun dubbio che la prima parte sia bimembre, cioè: a) ^ compositum ius '; b) ^ et fas ': perchè si conservi la disposizione simmetrica della frase, è necessario che anche la seconda parte sia pure formata di due elementi coor- dinati; e se uno di questi elementi è ' sanctosque recessus men- tis ', V altro non può non essere costituito dall' idea espressa mediante la voce ^ animus '.' La quale , coordinandosi , quanto alla declinazione, nello stesso caso in cui sono espressi i ' sanctos recessus mentis ', come prima il ^ compositum ius fasque % deve essere nella forma dell' acc. 'animos', non del genit. 'animi' né dell' abl. ' animo ', che se, rispetto alla sintassi, possono tollerarsi, per quel che spetta alla disposizione simmetrica della frase ed all'espressione del concetto, non sono, a mio parere, sostenibi- li. ^ Del resto , 1' avvicinamento di ' animus' con ' mens ', che potrebbe parere una espressione sovrabbondante, per la prossi- mità di significato delle due voci considerate , non era per i Romani cosa insolita. Plauto scrisse (trin. 454 [II 4, 53]): ' satin tu's sanus mentis aut animi tui '; ^ e Cicerone (Cat. m. 11, 36): ' nec nero corpori solum subueniendum est, sed menti atque animo multo magis'; e Virgilio (Aen. VI 11 sg.): ' magnam cui men- tem animumque | Delius inspirat uates ' ; e Orazio (epist. I 14, 8 sg.) : ' istuc mens animusque | fert '; e Stazio (silu. II 1, 102 ^ Per tal motivo gli edd. sono stati costretti a metterà il gen. ' a- nimi ' o V abl. ' animo ' in dipendenza da ^ fasque ', disquilibrando cosi tutta la frase e confondendo quanto si attiene ai sentimenti deir animo con le esteriorità del formalismo religioso: cf. Servio, camm. in Verg. georg, I 269, p. 193 , voi. Ili Th. * ad religionem fas, ad homlnes iura pertinent. ' 2 Neil' ed. Ck>ccbia , Torino 1886 p. 69, 4 è scritto: * satin tu sanu's m. a. a. t. ' Digitized by CiiOOQIC _ 16 — 9g,) : ' et te iara fecerat ilH [ men^ aniinusque patroni * : altri ess, per brevità cimmetto. Leggo, per tanto, i w. 73-74 della sat. II di Persio ; * composi tuta ìus fasqae, anitnos sanctosqua recessus mentiS} et in eoe tutu generoso pdctua honesto \ Bai, II T:). Dalla recensione 8abiniana dovette prendere le mosse la lez, * adiiioueani ' che ^W editori di Persio, quasi tuttij ^ fissarono nel V* 75 della sat. II : e se noi cod. B^ di tonte, conte si è dettOj Habiniana , appare ^ adinoucani \ la quale lez, riappare circa cinque secoli dopo^ nel cod, Rebdigeran, I, ciò si deve , giusta la nota avvertenza del Criisiusj - al fatto che nei codd- antichi non si distinzione chiaramente le forme del verbo ^admoucù^ da quelle del verbo ^admoneo \ La lez. *adnìoneani' trovasi semplificata in Mnoueani' nei codd. del sec. XI Pariss, nobenhavn) no* 2028, Monacens. no. Ìì80; nel cod. Ebneriano del sec* XI/XII, collazionato dal Hermann; nel Bernens. no. 048 del sec. XIIT, nel Paris, no. 80p")0 dfd sec. XIV: e sono variazioni dovixtc a deviazioni di copista negligfontc u troppo dotto le forme ' uoueam ' del cod. Bernens. no. f-ì98 del sec* X, * moneas ' del cod. Paris» no. 8055 del sec. XI e *admoueas' del cod. Einsied- lens. no. i\2% del sec* XV. Anteriore alla recensione Sabiniana dovette essere la lez. ' admoueant ', di cui ci dà una preziosa testimonianza il cod. ' Dico n quaìi tutti > ^ perchè ho letto * advnouoant ' soltant3 nelle due edd. 1048 e 1GG4 delio Sdire veli us e uell* e^l. preparata dal Wetste- nius. * Crusius , in Sueton. dia. Clmtd. 39^ (ir cf, K F. C. Wunderlich j in TiòulL IV Ij 189 Cpaneg. Mesmllat^)- Digitized by LjOOQ IC — 17 — F^ * confermata , molto tempo dopo ^ dal cod. BeroliOp no, 49 del sec, XVI j e, nella forma semplificata ' moucant \ dal cod, Monacens, M 67 del sec* XV* La lez, del P si adatta meglio alla frase esaminata, poiché, disponendone in modo diretto le parole , bì ha ^ cedo ut admoiieant (se. homines) templi^ haec i. e. composìtum ìua fasqne, anim. sanct. ree. ment. ^ et incoct, gen* p ect. hon.j et farro litabo \ Sicché il pensiero del- l' autore sarebbe: lascia che gli uomini ai accostino al tempio, avendo nell'animo i nobili sentimenti dì giustizia, di pietà, di onestà ecc., ed allora anch' io farò un sacrificio semplice e gra- dito di farro. Le parole ' conipositum Ìu3 fasque cet* * sono usate nel 1. cit. con la funzione sintattica di coniplcm* oggetto di * admoueant ', e la sintesi delle stesse si compendia nel pron, * haec 'ì e però non si deve distìnguere con forte interpunzione la fine del v, 74 dal principio del v. 75, dove il prou, ' liaec ' serve , come ho detto , di riepìlogo ai due versi precedenti : * basta la vìrgola, leggendosi così il testo: ' e. i. f., a. s. r. | m.^ et Ìp g, p, honesto, | haec cedo ut admoueant tempi is, et farre litabo ', * II Buecheler riconosce che il /* dà ' admoueant * , ma, quasi petf confortare con la tastimoniaaza del F la le^. ^ adnioueam \ che egli ha scelta^ soggiunge che le due lettere finali nt rassomigliano alla m; ras^ somiglianza che non osservò , e perciò non ne prese nota , V Owen , il qnale^ dopo il Buecheler, riesaminò e collazionò il cod. F. * Perciò segnarono inopportunamente il punto fermo dopo * honesto * il Waltbard, il Monti, il Passo w, il Casaubon (ed. Duebner, 1839), il Jahn (edd. 1851 e 1368), il Hermann, il Bucoìarelli, ecc. ; il punto interroga- tivo il Casaub. (od. 1647), lo Scbrevel.^ il Wetsten*, 1^ ed, Biponfc. , V A^ chaintre^ il Kamorino, ecc.; il punto interrogativo insieme con V ammi- rativo il Hauthal; il segno dì due punti il Prateus , il Weber , il Bue^ cheler (III ed. del 1B93), l'Owen, il NémethVj ecc. La virgola dopo la V. ' houesto ' fa segnata dal Jahn neir ed. del 1843 e dal Duentzer nell'ed. 1644. Gongoli, BreiJÌ aimot crit alle satin II, Iti e IV di Fersw, Digitized by C:rOOQ IC À — 18 — Sat. Ili 23. La tradizione manoscritta, sia quella che muove dalla recen- sione Sabiniana ed ha i suoi più autorevoli rappresentanti nei codd. A B, sia quella che proviene da una recensione anteriore alla Sabiniana ed è rappresentata dal cod, P, dà concorde- mente per il V. 23 della sat. III la lez. ^ udura et molle lu- tum est': presentano anche ^ est ' il cod. reg. Londinens. e due codd. del sec. XV, cioè il Monacens. M 67 ed il Basileens. F. III. 6. Quante edd. di Persio ho avuto sott' occhio, sino alle tre più recenti, cioè Ted. inglese delPOwen, Ted. ungherese del Némethy e Ped. italiana del Ramorino, presentano costantemente, invece di *'est', la lez. ^es', la quale si osserva in alcune imita- zioni della frase di Persio fatte nel medio evo, come p, es. in quello che scrissero Hildeberto, vescovo Cenomanense, nella mordi, philos. quaest. I n. 40 col. 1037 B t. CLXXI ed. Migne, e Gio- vanni di Salisbury nel polìcrat, lib. VII cap. 19 p, 484 ed, Lugd. Bat. 1639. Ma Pietro di Blois, che cita lo stesso luogo di Per- sio jxqW epist, LXXIV ad G. archidiaconum p. Ili col. 1* ed. Sim. Piget, Par. 1667, ommette il verbo, scrivendo ^ udum et molle lutum nunc nunc properandus, cet. '; e da tale ommissione è facile argomentare che egli abbia letto ' est ' nel testo di Persio , forma verbale più agevole a sottintendersi che non ' es '. La stessa ommissione notasi nel cod. Berolinens. no. 2 del sec. XII o XIII, che presenta ' lutum nunc es properandus ' ; sicché con ' lutum ' si chiude la prima proposizione e, comin- ciando con ^ nunc ' la seconda , non si può prescindere dallo accompagnare ^ es ' con ^ properandus ' anziché con ^ lutum '. Credo, per tanto, che si debba restituire nel testo di Persio la lez. presentata dai codd. PAB e da altri codd. di minore autorità, leggendosi nel 1. e. ' udum et molle lutum est ' come una considerazione in generale , che fa il censore , introdotto nel discorso dall' autore, sul tempo più opportuno per ottenere il maggior profitto dall' educazione e dall' istruzione. Poi lo stesso interlocutore, volgendosi al giovane neghittoso, lo ammo- nisce , come passando dalla considerazione generale al caso Digitized by LjOOQ IC — 19 — particolare di lui : ' nunc nunc properandus es ' ; ed insistendo neir immagine tratta dalP arte del vasellaio , soggiunge : ^ et acri fingendus es sine fine rota \ Cosi si viene a dare alle voci ' udum et molle ' una funzione predicativa di ' lutum ' {' lutum est udum et molle '), come se dicesse: la creta è umida e morbida e adatta ad essere maneggiata dal vasellaio. Quale necessità di rivolgersi all' adolescente per fare una considera- zione generale e impersonale, che la creta è pronta ? E oppor- tuno, invece, il rivolgere la parola al giovane per esortarlo a educarsi ed istruirsi , essendone in tempo. L' imbarazzo degli edd. dovette essere, se mal non mi appongo, quell'incontro di ^ udum et molle lutum est ' con le due forme participiali di gen. maschile ^ properandus ' e ^ fingendus '; e però s'indussero a fare di ^ udum et molle ' un attributo di ' lutum ' , costi- tuendo ' tu ' soggetto sottinteso anche della proposizione che deve conservare un carattere objettivo di concetto generico e indipendente dalle condizioni degli interlocutori. Ma la diffi- coltà si elimina agevolmente fissando da prima una forte pun- teggiatura dopo ^ est ' , perchè resti nettamente determinato il concetto generale dell' età più adatta all' educazione intellettuale e morale; e poi, sulla traccia della lez. ' nunc es properandus ' presentata dal cod. Berolinens. no. 2 sopra citato , scrivendo properandu's e fingendu's. Sai. Ili 60. La lez. ' dirigis ', accolta dal maggior numero dei codd. e degli edd. di Persio, piglia le mosse dalla recensione Sabiniana e fondasi sui due codd. A B, Il correttore antichissimo del cod. P, il quale, come sopra ho dimostrato , dovette avere a guida per le sue emendazioni un esemplare di fonte Sabiniana, accettò anch' egli la lez. ' dirigis '. Un' emendazione di seconda mano fatta sul cod. A mutò ' dirigis ' in ' derigis ' , lezione approvata e accolta dai recenti edd. di Persio, Buecheler (III ed. Beri. 1893), Owen, Némethy. Il cod. P presenta, invece, Digitized by LjOOQ IC — 20 — In lez. dì modo soggiuntivo ^ dirìgas ', la quale, sebbene tras- curata da tutti gli edd.j a me pare che debba essere restituita nel testo di Persio, in quanto clie vale a denotare la possibilità che ci sia qualche cosa verso cui si diriga V arco, dello stesso modo come più sotto è detto ^ securus quo pes ferat '* Maj per- chè bene si adatti il v. ' dirigas ' in dipendenza dalla frase * est aliquid ', è necessario, per rispondenza simmetrica delle parti nello stesso perìodo sintattico, che il verbo precedente ' tendis \ posto anch'esso in una relativa subordinata, si muti in ^tendas'; cosicché j ove si voglia fare lieta accoglienza alla lez. presen- tata dal cod, Pf è necessario che il verso citato sìa lotto : ^ est alìquìd quo tend&s et ìd quod dirlgas arcani \ JSat, III 93. Nulla avrei da osservare sulla legittimità della fonna chiusa di part. futuro ^ loturo ', che loggesi in quasi tutte le edd, di Persio nel v, cit., ne della forma aperta * lauturo ^, la quale fu accolta dal Hauthat (ed. Lps. 1837 p, 32) : ^ questa ultima è presentata dai codd. del sec. XI Paris, no. 8049; Paris, no. 8272, Monaeens. F//, Monaceus, no. 330; da altri due codd. Monacensi del sec. XII , cioè Ìl cod. e. 3 e quello contenuto nel cod. segnato Kr/89. a ; e dal cod. Guelferbyt. Aug, 29. 12 del sec. XIII. La forma chiusa ^ loturo ' risale ad un' emenda- zione di seconda mano fatta al cod. A. , poiché tanto questo i[uantQ il cod. B hanno ^ locu}>o ' , in cui il Buecheler credette scorgere ' locnro '; ed osservasi anche nel cod. XXXVII 19 della bibl. Laurenzianaj del ecc. XI, esaminato di recente dal Kamorino. Leggesi * laturo ' nel cod. P e noi due codd. del sec, XI Paris, no, 8048 e Bemcns, no. 327: nel cod. mutilo Bernens. no. 542 del sec. X si legge ^ laturo ' con la lettera ù sopra- * Egli però non ne addusse le ragioni nelle Anmerkufìgen ^sur drUten iSatirej p. 226 sg. Digitized by LjOOQ IC — 21 — scritta all' a ; e perciò la lez. si ricongiungerebbe con V emen- dazione antica segnata da seconda mano nel cod. A. Ma, se le forme ^ lauturo ' e ' loturo ' non sono da rifiutarsi , si può di- chiarare senz' altro come inaccettabile la forma ' laturo ', scritta prima, come pare probabile, ^ luturo ' nel cod. P ? Io credo che no ; perciocché , se accanto al v. ^ lauere ' fu accolto nella lingua il v. ^ lauare ' , la forma del supino preclassica e classica ^ fu sempre ^ lauatum ' , come la forma classica del part. perfetto fu sempre ^ lautus '. Non e' è dubbio che dal tema del supino classico ' lauatum ' sia nato il part. futuro ' lauaturus ' , che si osserva in Ovid. fast. Ili 12 ^ sacra lauaturas mane petebat aquas ' : e da ' lauaturus ' , per il tra- mite normale *laaturus, ebbe origine per contrazione la forma ' laturus ' , di cui il cod. P ed altri codd. sopra notati ci dan- no conferma. Non sarebbe, dunque, contrario alle leggi fone- tiche dell'idioma latino l'accogliere nel testo di Persio la lez. ^ laturo ', che ha per fondamento l' autorità del cod. P : e della presente annotazione vorranno tener conto, mi auguro, i lessi- grafi della lingua latina. Sat. Ili 97. Il cod. P dà ^ sepellitur istas ' per il v. 97 della sat. Ili: nei codd. ^ JS si legge ^ sepeliit urestas', che gli edd. tutti di Persio hanno interpretato ' sepeli: tu restas ' , aggiunto o non il punto interrogativo in fine. Per ispiegare la frase ^ tu re- stas ' , alcuni commentatori di Persio ricorrono al sottinteso ' mihi sepeliendus ' ; ^ altri equiparano ^ tu restas ' a ' uiuis adhuc et uiuis , ut mihi grauia praecipias ' ^ ovvero a ' tu A Vedi Terent. hautt. 655 (IV 1, 42) ; Hor. sat 1 3, 137. * Il Némethy, ed. cit. p. 200, a conferma delle voci da sottintendersi ^ mihi sepeliendus ' adduce il confronto con Hor. sat l 9, 28 : ' omnes conposui. felices! nunc ego resto '. 3 Vi V ed. del Prateus, Lond. 1699 p. 348 &. Digitized by CiiOOQIC — 22 — iiiìlii adlmc tutor restaa ': * altri ancora, come Tommaso Far- nal)io itA. 1012) , interpretano ' tu cout(?m[)tnr pliiloi^opliorum r4 p. 557 t, e dal Wetsteu. p. l>5 &. ^ V* i luoghi Gitati delle edd, SchreveL e Wetsten. ■J Forse per tal motivo, o non per nuovo e più diligente esame del cod. , il Jabn s^ indusse it scrivere nelle note critiche delU sua ed. del 18G8 p. 24 ' sepsi i tur istas ' C, che iìqIP ei. IBJl p* 20 aveva scritto * seppelHtur istag ' C. ^ La ragione metrica rifiuta altresì Del Inogo commentato la formu. * sepe.lil ' j morfologicamente corretta, che dmmo due codd. del sec. X, cioè il Bernens, no. 257 ed il Leìdoiis. no. 7H; due codd. del se&. XI, ossia il Bernens. no, ^J2T ed il Paria. 8070; il Behdigerdu. II del sec. XVj e inoltre il cod. reg. Londinens , la cui collazioaej fatta dal Bentley, fu pubblicata nel Chtìisk. Jouni, XVIII p. 62 sgg- Il cod. Beroens, no, 643 del sec. XIII, che presenta ' sepeliui * , om mette di couseguenza il ' tu ' a fin d' evitare che un piede deir esametro dattilico sia di tre sillabe lunghe. ■'■ Debbo notare che vi è incertezza intorno alla parola in esame, ci- tata da Nonio Marcello. L' ed. Aldina Vea, 1513 dà ' riisitatis *; T ed. Digitized by CjOOQIC — 23 — dicativo di ^ risito ' la seconda pers. sing. dovrebbe essere stata, secondo la flessione normale, *risitas, da cui, per sincope della i breve della penultima sillaba, gradita forse nel linguaggio fa- miliare, sarebbe nata ' ristas ' = « ridi spesso, ridi di frequen- te ». E però nel v. cit. di Persio ben si adatta ' tu ristas ?' per significare il pensiero del giovane avido di piaceri anche presso a morire, il quale al monitore risponde : " non essermi come un tutore ; da più tempo V ho fatto seppellire „ : e, quasi accorgendosi d' un sorriso ironico sulle labbra dell' interlocutore che lo vede morente per intemperanza, gli chiede : « tu ne rid i spesso ? » Talché il monitore, annoiato di tanta persistenza nel male, gli risponde : ^ perge, tacebo '. Concludendo, io son d' opinione che si debba rendere anche per il V. 97 il dovuto omaggio al cod. P, leggendo : ' iam pridem hunc sepeli. tu ristas ? * ' perge, tacebo '. Sai. Ili 107. Gli edd. di Persio leggono, tutti concordemente, il v. su in- dicato : ^ tange, miser, uenas et pone in pectore dextram ' . Non nego che si possa leggere bene cosi il v. di Persio ; ma il cod. P invece di ' dextram ' presenta ^ dextra ' : non si può in alcun modo far posto a tale lez. ? I concetti espressi nel verso sono due, ben distinti V uno dall' altro : a) tocca i polsi ; b) metti la destra sul petto : il complem. oggetto del primo verbo ^ tange ' è ' uenas ' ; del secondo verbo ^ pone ' è ^ dextram ' . Nulla però vieta che si possa intendere che i polsi si tocchino con la de- stra ; né e' è nulla che vieti che la destra, dopo aver tastati i luniana Antv. 1565 * risitant * (e cosi è citata nel Ipssìco Forcellini-De Vit t. V p. 245 b)] la 2^. ed. Merceriana Par. 1614 * risitantis '. Carrio lesse * risitantes ', donde la congettura del Bothe ' missitantes % gra- dita al Georges, ausfUhrl. Handtvb, II col- 2141 : al Vossio piacque con- getturare ' usitant '. Digitized by CiiOOQIC — 24 — polsi, si poggi sul petto dell* ammalato. Può^ quindi^ il primo concetto mettersi in istretto legame col secondo mediante il aervizio comune della mano deatra j come se T autore dicesse: ^ Ungej mìser, uenas dextra ot pone («e, eam) in pectore \ E ciò può ben risultare dal verso considerato, leggendolo : * tange, miser^ uenaa (et pooe in pectore) dexfcra ^ , Cosi nulla vieta che si dia posto alla lez. * dextra ' del cod. P\ sebbene da quello inciso ' et pone in pectore ' derivi , uè convengo anch' io^ un che di stenta to^ cUe^ del rcsto^ non sa- rebbe alieno dallo stile di Persio e di altri poeti satirici latini. SaL IV 9. Son d- opinione che nel cit. y, 9 si debba restituire il pron, ' il] ut % nella fonna appunto che è presentata dal cod» P, e la restituzione debba farai in tutti e due i luoghi^ nei quali ivi è adoperato; ^ cosicché il v, di Persio sia da leggersi: *■ hoo puta non ìustum est^ illat male, recti ub illut ^ . Né osta all' accoglimento di ^ illnt ^ la singolarità della forma con la desinenza in -tj che non è rara , come a prima vista potrebbe parere* In fatto^ come è notOj altri ess, di ^ illut ' ci porgono i coddp Plautini ^ uetus ' o Vatìcan. no, 1615 del sec, X (B) e ^ decurtatus ^ del se e» XI (C) al presente di nuovo in Heidelberg ; il cod. Tereuziano Bembin. o Vatican, 32 26 del sec. IV/A-^ (A) ; il palinsesto torinese del sec. IV/V (orazione dì Cic. prò Tuli.) ; il palinsesto Vatican. Reg. 2077 del sec. ^ Avverto^ in nota, che nel 2^* dei due IL indicati sostituiscono * istud ' al pron. dimostrativo che ivi è adoperato quattro codd. del sec, XI^ cioè i Monacenss, Ffl e no. 330 ed i Pari ss. no- 8048 e no* 8070 ; tre codd. del sec. XII, che sono il Monacens. no. 83, il Paris. 8246, il Berolinena, no. 2; ed altri codd, più recenti. Digitized by CjOOQ IC f — 25 — IV (?) contenente le Verrin. di Cic. ; il cod. Vatican. - Basilio . H 25 del sec. IX, in cui si contengono le Philipp, di Cic. ; ^ il cod. Paris. 5764 del s. XI/XII, che contiene i comm. de 6. ciu. di Cesare; il palinsesto veronese del sec. V delle institutiones di Gaio ; ecc. ^ Altri ess. presenta il Corpus inscr. Lat. : V 532. VI 266. ecc. Sat IV 13. Tanto il cod. P quanto i codd. A B danno concordemente ' potis est ' per il v. 13 : la stessa lez. si ripete nel florilegio contenuto nel cod. Monacens. no. 4423 del sec. XV. Una cor- rezione di seconda mano fatta sul cod. A sostituisce ' potis es ' ; e questa lez. osservasi nel cod. Laurenziano XXXVII 19 del sec. XI e, sotto cancellatura, nel cod. Paris, no. 8272 del me- desimo sec. ^ Gli edd. di Persio hanno tutti accettato V emen- dazione del correttore del cod. A, scrivendo il v. di Persio : * et potis es nigrum uitio praefigere theta '. Io credo che si debba ritornare alla lez. dei codd. P A B, restituendo nel testo di Persio V espressione ' potis est ' : e mi conferma in questa opinione, anzi tutto, il fatto che i dotti del medio evo lessero ^ potis est ' nel verso citato , come ne fanno fede Isidoro (sec. VI -VII) * e Giovanni di Salisbury (sec. XII) ; ^ e in secondo luogo una ragione ermeneutica. Al gio- A Vi Mai, class, auct t. II pp. 7 e 810. * Il Neue (Formenlehre der lateinischen Sprache, III Auflage von C. Wagener, Beri. Calvary 1892, Bd. II p. 425) nelP elenco degli ess. sopra menzionati trascura la lez. del cod. P di Persio. ^ Non si può tener conto della lez. , evidentemente errata , * potis e nigrum ' , che presenta il cod. Paris, no. 8048 del sec. XI. 4 Isidorus, on'g. I 23, 1 col. 837, 18 : * et potis est nigrum uitio prae- figere tbeta '. 5 Ioannes Saresberiensis , policrat VI 18 p. 371, 36, ed. Io. Maire ^ Lugd. Bat. 1639 : * et potis est nigrum uitiis praefigere theta '. Digitized by CiiOOQIC ~ 2ù — vnìm aiiibizinso, ^il qua lo * inveii ìum e è rerum prudentia Meìùi I ante pìlos neiut ' , il saggio pn^cettore dico : ^ scia etenim iu-^ ttum geuiina suspendere [unee | ancipiti^ librac '5 e tosto 90"^*i giunge : ^ rectuui diseeniis ' ; e di taile discernimento fa, quanta air obietto, tre ipotesi: a) * ubi inter curmi aubit ' (^c. roc*' tuiuj , cioè, couie spiega il prof. Geyza Németh^j * ^ etiam tuTii, cum difficìlo est rectum a non recto discern^ra * ; ò) ^ nel cuui fa Hit pedo regula uaro ' , perehn il ^ aumnium iua ' è non di rad^ì ^ aumina iniurjfi \ donde la necossità di mitigare U ri- gore delle leggi eoi principi dell'equità; e) ^ et potis est Jii- gi'Uin uitio praefigere tlieta % ossia la possibilità, in generale^ di punire ì colpevoli. Questa terza ipotesi v in istretto legame, logieo e sintattico, con la precedente; e su il poeta ha preferito avvalersi generalmente de IT espressione ^ uel cum fnllit \ non potevasi, tanto per V unità di concetto quanto per la diretta di- pendenza di ^ potis ,.. ' dalla stessa espressione ' nel cum ' eli e regge il ' fallìt * precedente, non poteviisi^ dicevo^ venire al verbo di feconda pers. * es ' , ma era da con servarsi, per V ob- biettività (mi si conceda V uso, qui necessario, della voce nuo- va) della considerazione generale, la stessa terza pers. che si V notata tanto in 'fallii ' quanto in * subit \ 1 jCggo , d un q ne, coi miglio r i co dfl . di Pc r sio e sccond o la tra - dizione conservata dai dntti nell'etìi di mezzo; * et potis est nigrum uitio praefigere thefca *, Jn tutte le edd. di Persio si leggr; ' ingetntfc ^ hoc bene sìt ' tunicatum ciirn stile mordens cae|)e ^ , ^ Kémethy, op, eìt. p* 21% Digitized by Google ;.^' — 27 — Ma il cod. P dà ' mordes ' invece di ^ mordens ' ; e , tutto- ché il correttore antichissimo vi abbia apposto V emciidazioiui ' mordens ' , fondata sulla recensione Sabiniana , io non credo che la lez. genuina del P si possa senz' altro rifiutare. Tutti i commentatori spiegano il passo cit. che V autore ci voglia pre- sentare un tristo avaro , il quale , mordendo una cipolla con sale, mormori soddisfatto ' hoc bene sit '. Secondo la lez, del cod. P appare, invece, che l'avaro non si congratuli soltanto con sé stesso del vilissimo cibo che mangia, ma ne faccia quasi un'esortazione a chi conversi con lui, sulla bontà dei cibi fru- gali, di poca o nessuna spesa; onde il verso dovrebbe leggersi: * ingemit « hoc bene, si tunicatum cum sale mordes caepe » ' . E in tal modo si rende necessario mutare ^ sit ' ì\\ ^ si ' ; ma con ciò io non credo che si venga a forzare la parchi per coordinarla con la lez. del P ^ mordes ' , poiché a me pare di essere nel vero ammettendo che la t finale di ^ sit ' sia dovuta air efficacia della pronunzia dejla lettera iniziale della voce seg. ^ tunicatum ' : e non é improbabile che chi scrisse il P abbia trovato, nelP esemplare da cui traeva V apografo, il nesso ^ situnicatum ' e V abbia diviso, senza ben riflettere al * mordes ' seg. , in ^ sit tunicatum '. Laonde non credo di essere in fallo riconoscendo per vero che Tryfoniano Sabino, quando i^i accinse ad emendare il testo di Persio, siasi trovato , recensendo il v. *-50, dinanzi alla difficoltà del ' sit ' coordinato con * mordes ' e che abbia opinato di superarla lasciando ' sit ' e correggendo ^ mordes ' in ^ mordens ' , che poi si ripetè nei codd. che ebbero a fondamento la recensione di lui. D'altro canto, non sarebbe sintatticamente inesatto se ai la- sciasse coesistere il ^ sit ' col ^ mordes ' , leggendo : * ingemit « hon (bene sit !) tunicatum cum sale mordes caepe t; ma spiace quell' indicazione di un fatto come realmente avve- Digitized by CiiOOQIC — 28 — mitoj mediante il ^ inordos ' di modo indicativo, laddove s' in- tenda t* eprime re un invito o consiglio o sollecitazione a man- g"iare cipolle con sale. La restituzione della lez. presentata dal P, con la sostila- aion© della voce ^ si ' al v. * sit \ ha questo di vantaggio sulla lez. coin un eniente segui taj che, oltre al dare maggiore evidenza alla tìgura delP avaro che predica agli altri la bontà dei cibi tiomplici y naturali e di poco o nessun costo ^ ha il merito di evitare il cumolo dei due participi ' metuena ' e ^ niordens ' (o * incidens ' come è scritto nel cod, Paris, no. 8050 dell' a. 1321} e di conservare meglio la simmetria della frase. Sat- IV 51. La lez. * est ' invece di ' es ' nel v. 51 è data tanto dal cod- P quanto dai codd, di fonte tSabiniana A B; e si osserva ripetuta nel cod* Paris, no, 80oO scr. nel sec. XTV e nel cod. Basileens. f\ III. 6 dtjl sec, XV, Olì edd, tutti l'hanno rifiu- tata, ma a torto ^ ed hanno ammesso la lez. * es ' che appare la prima volta in nn^ emendazione di seconda mano notata nel cod, A e si ripete nel cod. Laurenziano XXXVII 19 del sec. XL Dico eh a gli edd. l'hanno rifiutata a torto ^ perche il pensiero dell' autore non è di consigliare il rifiuto dì ciò che una perso uà non èj ma il disdegno per tutto quello che in real- tà non t% cioè il disdegno per lo vane apjiarenze e per le cose che non hanno valore alcuno: insomuia, il contenuto del consi- glio che da 1' autore ha un* estensione objettiva maggiore chn non resti espressa col verbo in seconda persoua * es \ Io cre- do, per tanto ^ che si debba ritornare alla lez, presentata dai codd, pili autorevoli, leggendo il verso su indicato di Pera io: * respue quod non estj tolUt sua muoera cerdo ** Digitized by Google A Digitized by LjOÒQIC i K\in opere del Prof. Dott. Santi CirasDli : IIuIIòitkIc sninimntlk Ul brng for Koriitke og Danske, — Catania , 1BB4. L. 3. (in Oì?itu presso E. Ilaul'fs boghantlel, Krif>tiauìaj in Norvegia). MHit/Aoiil di Ihii^nm kitmti espoF^te, fieeondo il mefcoLlo scientìfico , agli al u imi dille scuole secondarie olaasicho. — Ci^taaia^ F, Tropea, 18BT« L. :i, 50 (esaurito), Iiitrodii/ioue il Ilo studio del l>. K. — Torino^ Fratelli Bocca, ItiSH. L. Ci (esaurito). Fotioloiriu lutimu — 2'' ediz. riveduta e migliorata. — Milano, U. Hoepli. im-2. L. 1, 50. Lettera! lira no r ventati» > — Milano^ U. Hoepli, 1891, L. 1^ 50. De Cp Ffìiiiì CiiceilH 8ceiiiidl rlietorick s^tudll^, — Catiuae , C. Galatola , 18^7, L 3 (esaurito). Il neoloferismo iioflì Berltti di Plinio lì giovane. Contributo agli studi sulla Uitiiiit^'i ar^outeti. ^ Palermo, A. Reber^ 1900. L. 3. Neidosrìsnii 1)otiimei nei earinì biieoUei e g^jorgricl di Yì Icilio, Contributo agli ytudl sulla latlcitfi dell' evo augusteo» — Palermo , A* ftebor , 190L L, 3. Té* tt Ilio re ilei libro *^ De origine et sitn (Teruiauorum ,| ; ricercke critiche, Jtioma, E. Loeseher & a-, 1902. L. 8. li^ ^^ Oermauia ,^ comparata con la '^ Natni'alis lilstoria ^, di Plinio e eoli lo opero di Tnelto : ricerche lessigrafiche e sìutiitticbe. — E orna, E. Loe^cher & C", 19(Xl L a ^^otc eritieiic e liìbilogi^Uciie di lettemtura latina^ puutata. I. — Catania^ Barba gai lo Lt Scuderi, 1903. L. 1. A« Pernii FI aeei saturartim libtr ; recensuit, adnotatione critica instruxit, te stimolila usque ad saeculum XV addidlt Santi Consoli. Editio maior. llomae, apud Hermannurn Loescher et socium, 1904, L. 5. Note eritlelio e bibUoj^i'atìclie di lettemtuni latina, puntata II. — Catania, Fratelli Perrotta, MM, L 1, A. Pei-sil Flacei satnrariini Hbcr ; recensuit Santi Consoli. Editio miaor. EomaOi apud Hermann uni Loescher et socium, 19CM. L. 1, Di prossima pubblicasiione : Le fonti delie satire di Persio. '^>- Digitized by Google Digitized by VjOOQIC Digitized by CjOOQIC i ■ uigitizedby VjOOQIC Up 15.103.7 Bf«v! afinm^lonE (critiche alle Set ìWidunef Library 004465096 3 2044 085 217 214
Monday, January 6, 2025
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