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Wednesday, January 1, 2025

GRICE E GUASTELLA A

 Grice e Guastella:  all’isola -- la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale della conoscenza – filosofia siciliana – filosofia italiana -- Luigi Speranza  (Misilmeri). Filosofo italiano. Misilmeri, Palermo, Sicilia. Grice: “Guastella is an interesting philosopher. A system-builder! He wrote on epistemology and metaphyusics in a clear style.” Cosmo Guastella (Misilmeri), filosofo. Figlio di Vincenzo farmacista e da Marianna Piazza, uno dei quattro figli della coppia, ancorché di famiglia borghese non ebbe un'infanzia agiata. Sudia con l'ausilio di borse di studio fino a laurearsi a Palermo. È ritenuto il capostipite del fenomenismo. Insegna a Palermo. Opere: “La conoscenza”; “Metafisica”; e  “Il fenomenismo”. Fonda la Biblioteca filosofica. Dizionario Biografico degli Italiani, Dizionario di filosofia. Cause empiriche: e cause metaempiriche. La causa nel senso scientifico. Distinzione tra la causa nel senso metafisico (causa efficiente) e la causa nel senso scientifico. I filosofi hanno ammesso generalmente questa distinzione. Impossibilità di provare la dottrina di Comte sulle cause efficienti. L’ANTROPOMORFISMO. La  Filosofia  teologica.  La filosofia teologica nel periodo prescientifico. Funzioni della divinità come principio esplicativo dei fenomeni. La divinità come principio motore. La divinitàcomeprincipiodiunaspiegazione teleologica dei fenomeni. Le prove dell'esistenza  della  divinità. I concetti della teologia trascendentale. Immutabilità ed extra-temporalità di Dio. Dio come l'Infinito o l'Assoluto. Il dualismo e il panteismo nella filosofìa antica e nella moderna. Il valore delle prove dell'esistenza della divinità  dipende da quello del concetto   di causa efficiente. L'animismo come spiegazione dei fenomeni  biologici. Osservazioni  generali  suU'animismo  come   ipotesi  biologica. La  spiegazione animista dei fenomeni biologici. Estensione del dominio della coscienza in conseguenza  dei  principii  dell'animismo. Spiegazione intellettualista  dell'istinto. L'ilozoismo. Osservazioni  generali  sull'ilozoismo. L' ilozoismo nella filosofia antica e moderna. L'ilozoismo  nella filosofia contemporanea. Il panpsichismo. Osservazioni generali sul panpsichismo. La monadologia di Leibnitz. I panpsichìsti moderni. L'idealismo. Osservazioni generali sull'idealismo. L'idealiijino  di  Kant L'idealismo assoluto, dei successori di Kant. Il concetto di causalità dell’antropomorfismo. Le oda volizionale della causazione e teorie affini. Osservazioni su queste teorie. La filosofia meccanica o impulsionista.   Della filosofia meccanica o impulsionista in generale. Il  principio,  su  cui  è  fondata  la  filosofia  meccanica,  in  Cartesio  e  i  cartesiani,  in  Hobbes,  in  Spinoza,  in  Newton, nei  primi  newtoniani,  in  Locke,  in  Leibnitz,  in  Clarke, in Huygens, Bernouilli, Eulero, d'Alembert, Hume, Reid, Dugald-Stewart, Hamilton, GALLUPPI, SERBATI,  Cuvier, nei  fisici  e  filosofi  contemporanei. La proposizione che l’azione a distanza è inconcepibile, assurda e  contraddittoria. Origine e sviluppo  dell'idea  di  causa efficiente.  Le causazioni più familiari ci sembrano spiegarsi da se stesse e potere  spiegare tutte le altre. Proposizioni di filosofi che hanno riconoscinto questo fenomeno psicoloco (di Bacone, Stuart-Mill, Bain,  GiiffopA,  Pag.Stallo). L' idea  di  causa  efficiente  deriva,  dall' «et  sperienza  delle  causazioni  più  famlliani. Le causazioni  più  familiari  non  sembrano,  misteriose  che  nella  riflessione  scientifica. Perchè l’azione volontaria diventa misteriosa Perchè diventa misteriosa,  in generale, l'azionem utua tra  lo  spirito e  il  corpo. Perchè  diventa  misteriosa  1'  attività  interiore dello  spirito Perchè diventano misteriose IMnipulsione e le altre azioni fisiche  più familiari. Conclusione  sulle  ragioni  per  cui  le  causazioni più  familiari perdono la loro  intelligibilità. La tendenza naturale a spiegare le sequenze non familiari riconducendole alle familiari, e quindi il principio di causalità efficiente nella sua forma primitiva e spontanea, non possono avere alcun valore obbiettivo Forma secondaria del principio  di causalità efficiente. Il principio di causalità efficiente è un'induzione incosciente dalle causazioni più familiari. Origine comune e differenziazione prògressiva dei concetti fisico e metafisico i' deWsL causalità. La dottrina dbll'inconoscibilb b l'idea di CAUSA EFFICIENTE. La dottrina dell'inconoscibile come appliéàzìone del principio di causalità efficiente 'tiella sua forma secondaria. La proposizione che non conosciamo l'essenzal disile cose il fondamento principale della teoria  dell'ÌDCon<6scibìl'e è il principio di causalità efficiènte. Questo fóndamente non può pretendere ad alcun calore obbiettivo. Ciò è provato più chiaramente dalTesame dell'inferenza incosciente di cui è la conclusion. Noi conosciamo o possiamo conoscere l'essenza delle cose e il modo essenziale della produzione dei fenomeniLa Forza nel senso metafisico. La  filosofia  apriorista.  Lo sforzo di ricostruire la realtà a priori è una delle tendenze più generali della speculazione metafisica. La filosofìa apriorista è sovratutto un'applicazione del principio di causalità  efficiente  La  filosofìa  apriorista  in  Cartesio, in Malebranche 4 (ìy-in  Spinoza in Leibnitz, in  Locke, in Condillac, in  d'Alembert, in Hume, in Kant, in Fichte, Schelling, Hegel, in Reid, Ehigald-Stewart, GALLUPPI, SERBATI, GIOBERTI, ROVERE, in Taine e Spencer e in  Hartmann. Le pretese dimostrazioni  dei  principii  della  meccanica. La filosofia apriorista  al  di  fuori  della  ricerca della causa efficiente. Dottrine della filosofia apriorista sulla essenza e la definizione. Dottrine di Aristotile e di  Platone  in  particolare. Dottrine  analoghe e particolarmente  quella di Cuvier della correlazione  organica. Spiegazioni della filosofia apriorista della costituzione del cosmos (e particolarmente quelle  di  Platone e  di  Aristotile). L'argomento ontologico come applicazione della spiegazione apriorista. IL REALISMO DIALETTICO. Perchè si realizzano le astrazioni. Spiegazioni correnti e precisasione della  qaistione. Il realismo, in quanto  è una  spiegazione del  mondo (realismo dialettico),  ha Io scopo di  identificare  il  rapporto  logico  tra  il  principio  e  la  conseguenza  al'  rapporto  ontologic tra la causa efficiente  e l’effetto. Origine del realismo degti scolantici. Il sistema di Hegel. Il sisttema di Taine. Realismo (realizzazione dei concetti) del Taine. Il suo metodo dialettico (cioè di dedurre i concetti realizzati). L'idea fondamentale di questo sistema è l’dentificazione del rapporto tra il principio e la conseguenza a quello tra la causa efficiente e l’effetto. Il sistema di Platone. Cenni generali sulla filosofia di Platone. Apriorismo di Platone. Suo metodo puramente  deduttivo. Importanza  capitale  attribuita  al  metodo;  universalità della filosofia e sua sìstemftticìtà. Affinità del metodo dialettico col metodo matematico.C aratteri prepri del metodo dialettico, per cui differisce dal matematico. Tutte le altre Idee si deducono da quella del Bene. L'Idea del Bene non è solo il principio logico ma anche il principio ontologico (la  causa  produttrice)  delle  altreldee, enonne è il principio ontologico che in quanto ne è  il principio logico. La deduzione progressiva delle Idee le une dalle altre é una derivazione reale delle Idee che si deducono da quelle da cui si deducono.  L'Idea del Bene è la più generale di tutte. Contenuto di quest'Idea. Metodo di divisione e gerarchia delle Idee. Teoria della definizione.La dieresi è una deduzione in cui l’Idea divisa funge da principio, e le Idee in cui si divide da conseguenza. Come  la  dieresi  è  una  deduzione,  e  come si trovino in essa 1 caratteri distintivi del metodo dialettico. Il metodo indiretto di PARMENIDE DI VELIA. É con questo metodo che deve dimostrarsi il primo principio (cioè l'Idea del Bene). Un'Idea generale non è solo il principio logico ma anche ontologico (la causa), clelle Idee più particolari in cui si divide. L'obbiettivazione dei concetti e il metodo dialettico hanno per Iacopo l’identiflcazione del rapporto tra il princìpio e la conseguenza a quello tra la causa efficiente e l’effetto. n  iftiema. Idea generale della filosofia di Spinoza.Il  concetto del parallelismo psico-fisico e suoi sviluppi. Metodo puramente deduttivo. Identità dello sviluppo logico e dello sviluppo ontologico. Le cose considerale sua specie aetemitatis. L’essere, secondo Spinoza, è una serie di astrazioni realizzate che  derivano logicamente e ontologicamente le une dalle altre, in modo che il rapporto tra il principio e la conseguenza é identico con quello tra la causa (efficiente) e l’efi'etto. Difi'erenze e omologia fra tutti questi sistemi. Come il realismo dialettico deriva dalla tendenza naturale del nostro spìrito da cui derivano tutti gli altri concetti metafisici. NIHIL ORITUR, NIHIL INTERIT. Tendenza naturale a supporre che il reale nella sua essenza é immutabile. I fisici greci in generale. Dottrine di Empedocle e di Anassagora. Il sistema degli atomisti. Dottrine dei fisici che ammettevano una sostanza unica. Dottrina d’Eraclito dell’identità dei contrari  Dottrina degl’Eleati. Spiegazioni meccaniche dei fisici in generale. Dottrine dei filosofi indiani. Dottrine di BRUNO e di TELESIO.  La teoria meccanica  (cioè  laridnrione di tutti i fenomeni a quelli meccanici) nella scienza moderna. Applicazione della teoria alla costituzione della materia. Ancora della teoria meccanica. Applicazione ai fenomeni psichici. Spiegazione meccanica dei fenomeni  della vita. Il principio della persistenza delle cose nelle stesse proprietà nell'atomismo metafisico, nei sistemi monisti,  nel realismo, nel criticismo. Dottrine di Herbart e di CORLEO Dottrina  dell’identità della causa e dell'efletto. IL CONCETTO DELL'ANIMA. L'animismo (sostantificazione dell’anima) è il  prodotto d'una tendenza naturale dello spirito umano. Le prove della sostanzialità dell’anima. Materialiià dell’anima Della forma primitiva dell’anìmismo. L'animismo è anch'esso un'applicazione del principio deirimmutabilità dell'essenza delle cose. Le concezioni moniste si fondano su questo principio egualmente che le dualiste. È per esso che deve spiegarsi anche Tanimismo del'uomo primitive. Il concetto dell'immortalità dell'anima e quello della sua immaterialità sono degli sviluppi naturali della teoria animista. Il substratum, supposto indisponsabile j dei fenomeni psichici non è che il fantasma del corpo La terza forma dell'animismo, cioè la dottrina che la sostanza dello spirito è un fatto psichico permanente che è il substratum di tutti gli altri. DOTTRINA DI ROSMINI SULLA SOSTANZA  DELL'ANIMA  carte. IMMANENZA DELLE IDEE PLATONICHE.Prove di qoeatimmanetiixa. I termini designanti le Idee in generale. I  termini  designanti  ciascen'Idea.  carte Il  concetto e la conoscenza generale si  riferiscono  airidea» La definizione e la dieresi, che hanno per oggetto le Idee, si riferiscono alle cose considerate d'una maniera generale ed astratta L'idea  è l’universale, ciò che è lo steiso in tutti gl'individui del genere.VLa  napouoCa, la  (léBe^i^ e le altre espressioni dell'inerenza nelle Idee nelle  cose. Contenenza reciproca tra le Idee generiche e le Idee specifiche. Gl’elementi dell’dee sono anche gl’elementi delle cose. Tutto il reale si risolve nelle Idee. L'essere non 6 fuori del divenire, ma nel divenire stesso. BlMeuMione degli argomenti contro l’immanenza  La sostanzialità delle Idee. La distinzione fra l’Idee e le cose interpretata come una separazione. ni. Le Idee considerate come esemplari a cui le cose non si conformano che approssimativamente. Le allegorie del Fedro e del Timeo. La  testimonianza d'Aristotile. IL PITAGORISMO PLATONICO. Cenni snlle dottrine del Pitagorici  e  sul pitagorismo di Platone In generale. I namert ideali  carte  I due elementi. La forma e la materia delle Idee. La forma e la materia delle cose. Le entlUi  matematiche  (come intermediarie fra le Idee e le cose. Il pitagorismo nel Timeo e nel Filebo. Motivi deireTolnzione di Platone verso il pitagorismo. II pitagorismo nel Timeo (Carattere simbolico della cosmogonia del Timeo e suo significato). La dottrina della setta di CROTONE nel Timeo (il limite e l’illimitato di questo dialogo). Il pitagorismo nel discepoli di Platone. Le tre dottrine dei platonici sui numeri carta. La dottrina di Xenocrate carte La dottrina di Speusippo. DOTTRINE DI PLATONE SULL'ANIMA E LA DIVINITÀ NEL LORO RAPPORTO COL SISTEMA DELLE IDEE. L'anima e suo rapporto eon le Idee e eoi fenomeni (l’anima individuale carte l’anima cosmica carte L'interpretaslone teistica del sistema dell’Idee (che l’Idee sono i pensieri della divinità creatrice) liO idee e il pensiero (Interpretazione di Hegel e di Teichmùller dell'immortalità dell'anima e altre dottrine connesse. Platone non ammette l’identità dell'essere e del pensiero, e la sua idea è un’entità puramente obbiettiva. Saggi sulla  teoria  della  conooccnr.a. Palermo D.  v    \~  l'  ^ Contenta Sui   limiti    e  l'oggetto   della  conoscenza  a priori Filocofia  della  r--^nfir-ica  ])t  1-!^ 1  'i^f^fì^rT"," ^^'^Eondict^^dolln  parto  prima ->-♦'•).)  U.)  Palermo, SAGGI SULLA Teoria  della  Conoscenza. Sui  limiti  e  l'oggetto  della conoseenza  a  priori PALERMO REMO   SANDRON 4<Blm«l..illh....«„...„.riilim<;)i,i(|||„ ..lÉiiillniill). ■■.,illi..rili„illi'.' iir'iirtiii— • ''iff''iiii'iiiii"'— "■• mt''mi'siii" <T|f<ii;i'i|)|i"-""-<»"»<«tgi4q «u..iiiii..iiii,.,iii„..^i,~7,«„*i,.iii(„iiji,.^ 'v Ud L'ipotesi  (lei  coneetti. i'\ G/. V   ' I no. Uno  degli  aspetti  più  caratteristici  del  modo  di pensare  metafisico  é  lo  sforzo  di  conoscere  il  reale  a  priori, di  costruirlo  ;  anzi  possiamo  dire,  d  una  maniera  generale,' che  a  priorismo   è  il  sinonimo  di  metafìsica,  come   empirismo è  il  sinonimo  di  positivismo -almeno  del  vero  positivismo,  cioè  quello  che  non  ammette,  rigorosamente,  che i  tatti,  ì fenomeni,  e  le  loro  relazioni.  Noi  vedrenio  in effetto  nel  8^  Saggio  che,  mentre  il  presupposto  su  cui  si fonda  il  modo  .positivo  di  pensare,  è  che  non  dobbiamo ammettere  alcuna  proposizione  senza  prova,  non  essendovi altra  prova  che  la  sperimentale,  cioè  Tinduzione,  la  generalizzazione dei  casi  osservati,  e,  se  la  proposizione  è  particolare, la  deduzione  (il  sillogismo)  fondata  sovra  un^induzione  antecedente;  il  modo  metafisico  si  fonda  invece,  consapevolmente o  inconsapevolmente,  sul  presupposto'  contrario, cioè  che  vi  hanno  dei  principii  che  noi  dobbiamo ammettere  per  la  loro  evidenza  intrinseca,  senza  prova,  e per  conseguenza  indipendentemente  dalf  esperienza  e  dall’induzione,  in  altri  termini,  a  priori.  Non  vi  ha  dunque quistione  più  importante  per  la  teoria  della  conoscenza,  che  quella  sulla  possi]:>ilità  e  sui  limiti  della  conoscenza a  priori.  E  siccome  la  metafisica  si  propone  di  stabilire resistenza  delle  cose  e  il  come  di  quest'esistenza  non  i loro  rapporti  nascenti  da  una  veduta  della  mente  che  le com[)ara  le  une  con  le  altre  —  cosi  questa  quistione  può circoscriversi  per  noi  dentro  confini  più  determinati  :  possiamo noi  acquistare  delle  conoscenze  a/)r/or/ suiresistenza delle  cose  ?  o  in  altre  parole  :  questa  esistenza  può  formare Toggetto  di  giudizi  a  priori  ?  L'oggetto  di  questo  prima Saggio  sarà  di  dare  una  risposta  a  (jucsta  domanda.  Perciò noi  non  ricercheremo  innnediatamente  se  le  conoscenze o  pretese  conoscenze  a  priori  che  oltrepassano  il  mondo deiresperienza,  siano  o  no  legittime:  il  nostro  esame  si restringerà,  al  contrario,  nel  dominio  delle  conoscenze  positive, fenomenali;  il  lettore  potrà  fare  da  se  stesso  le  sue inferenze  su  (luelle  che  stanno  al  di  là  di  questo  dominio. Ora  un  pò  di  riflessione  mostrerà  che  la  nostra  quistione,. cioè  se  noi  possiamo  formare  dei  giudizii  a  priori  concernenti resistenza  delle  cose,  non  si  può  risolvere  senza prima  esaminare  la  natura  del  giudizio  e  la  sua  classificazione. Ma  gli  elementi  del  giudizio  sono  le  idee,  e  si avrà  necessariamente  una  o  un  altra  teorica  del  giudizio, se  per  elementi  di  esso  si  daranno  le  idee  astratte,  come fanno  le  dottrine  da  lungo  tempo  dominanti,  oppure  le idee  concrete.  Vi  ha  dunque,  prima  di  tutto,  una  quistione preliminare  che  ci  s  impone  :  esistono  o  no  delle  idee  astratte,  dei  concetti  ì  Sarà  questo  Targomento  di  questo primo  capitolo. Tutti  i  termini,  se  si  eccettuino  i  nomi  propri, sono  generali  ;  vale  a  dire  essi  si  applicano,  non  ad  un solo  oggetto  particolare,  ma  a  qualsisia  di  tutti  gli  oggetti appartenenti  ad  una  classe.  Ora  le  parole  essendo  segni delle  idee,  si  domanda  quaU  siano  le  idee  significate  dai nomi  generali.  Non  vi  hanno  che  due  risposte  ;  Tuna  è  : Un  termine  generale  non  significa  che  delle  idee  particolari,  cioè  delle  idee  di  oggetti  individuali  e  concreti  ;  solamente, mentre  un  nome  proprio  non  suggerisce  allo  spirito che  una  sola  idea  particolare,  un  nome  generale  può suggerire  ugualmente  una  o  un  altra  delle  idee  degli  oggetti particolari  appartenenti  ad  una  classe.  Cosi IL SIGNIFICATO di  questi  nomi  non  è  generale  che  potenzialmente, in  quanto  possono  richiamarci  questo  o  quello  degli  oggetti della  classe  ;  ma  il  loro  significato  attuale,  appartar propriamente,  è  sempre  particolare,  in  quanto  non  ci  richiamano effettivamente  che  un  solo  o  alcuni  di  questi oggetti.  Questa  teoria  si  chiama  nominahsta.  Ma  secondo l'altra  teoria,  che  chiameremo  concettuahsta,  a  un  termine generale  corrisponde,  non  delle  rappresentazioni  particolari, ma  una  nozione  generale  o  idea  astratta,  che  è  come la  rappresentazione  di  ciò  che  gl'individui  di  una  classe hanno  di  comune,  negligendo  i  tratti  particolari  che  sono propri  a  ciascuno.  La  grande  maggioranza  dei  filosofi  hanno adottato  la  teoria  concettualista  :  alcuni,  tra  cui  lo  stesso Mill,  quantunque  si  siano  professati  nominalisti, pure  in  fondo  hanno  ammesso  il  concettualismo,  o  almeno spesso  hanno  esposto  le  operazioni  del  pensiero  in  termini che  implicano  quest'ultima  dottrina  (1).  Cosi  non  esitiamo [Mill non  ammette  che  noi  possiamo  formarci  delle idee  separate  delle  proprietà  astratte  delle  cose;  egli  non  accorda allo  spirito  che  delle  rappresentazioni  concrete  e  particolari  :  ma «econdo  lui  noi  abbiamo  il  potere  di  prendere  per  oggetto  della nostra  attenzione  una  parte  o  un  elemento  astratto  della  rappresentazione concreta,  quantunque  ci  sia  impossibile  di  separarlo  completamente (V.  §  5.)  Non  è  evidentemente  che  un'altra  forma  del concettualismo. Bain  intende  per  idea  astratta  un  caso  tipico  o  uno  specimen, cioè  un  individuo  particolare,  il  quale  rappresenta  per  noi  tutti  i  casi o  individui  della  classe  ;  ovvero  un  simbolo  verbale  applicato alla  classe  (Dei  sensi  e  deW intelligenza,  parte  2.  e.  2.  V.)  Qui  egli sembra  parlare  perfettamente  da  nominalista  ;  ma  altrove  (w  Logica, Introduzione,  9)  egli  ammette,  come  il  Mill,  che  lo  spirito ad  asserire  che  i  tatti  deirintelligenza  non  sono  mai  stati studiati  ad  un  punto  di  vista  rigorosamente  nominalista  ; per  cui,  accingendoci  a  dare  una  classificazione  del   giudizio fondata  esclusivamente  su  questo  punto  di  vista,  siamo obbligati  a  discutere  il  concettualismo  d  una  maniera  più larga^clie  non  abbiano  latto  fin  qui  gli  autori  nominalisti. Fra  i  pensatori  moderni  è  Berkeley  che  ha  dato  i  colpi più  forti  alla  teoria  dei  concetti;  ecco  che  cosa  dice  in  sostanza questo  filosofo.  Noi  vediamo  un  oggetto  esteso,  colorato e  in  movimento:  tutti  ammettono  che  queste  tre  qualità non  esistono  ciascuna  per  se  stessa,  ciascuna  distinta  e separata  dalle  altre  ;  ma,  secondo  i  filosofi  concettualisti,  lo spirito  può  considerare  isolatamente  ciascuna  di  queste qualità,  e  astratta  dalle  altre  due,   il   che  si  chiama  formarsi un^dea  astratta.   Cosi  lo  spirito  può  formarsi  la idea  di  colore  air  esclusione  di  quella  di  estensione,  e  Tidea di  movimento  air  esclusione  al  tempo  stesso  di  quelle  di colore  e  d'estensione.  Inoltre,  osservando  che  tutte  le  estensioni particolari  percepite  dai  sensi  hanno  questa  proprietà comune  o  questo  punto  di  somiglianza,  di  essere  estese. nbbia  il  potere  di  accordare  la  preferenza  della  sua  attenzione  all'uno o  all'altro  dej^H  attril)uti  d'un  oggetto  concrelo  (p.  e.  uno scellino  o  una  ruota  ;  noi  possiamo,  egli  dice,  dare  più  attenzione alla  rotondità  e  meno  alla  grandezza,  ma  è  imi)0ssibiie  che  noi pensiamo  alla  rotondità,  senza  pensare  a  una  certa  grandezza  o a  un  certo  colore)., Spencer,  ammettendo  che  gli  elementi  dello  spunto  non  sono^ che  le  sensazioni  e  i  rapporti  fra  le  sensazioni,  non  potrebbe  ammettere le  idee  astratte  :  tuttavia  egli  atterma  che  i  temimi  del pensiero  possono  essere  anche,  non  delle  cose  particolari  e  delle azioni  particolari  compiute  da  esse,  ma  i  caratteri  generali  delle co^e  e  delle  classi  di  cose,  considerati  separatamente  dalle  cose ste'^^^e  (V  p.  e.  PrinclpU  di  psf colorila,  §  487).  Cosi  la  sua  opmione. sembra  i>ure,  al  fondo,  la  stessa  che  (luella  di  Stu.\rt-Mill. Questo  semi-concettualismo  è  comune  a  tanti   altri  filosoll  inglesi. ma  differiscono  perchè  questo  ha  una  certa  figura,  quello un'altra,  questo  una  grandezza,  quello  un'altra,  lo  spirito  si forma  Fidea  astratta  di  estensione,  senza  una  figura  o  una grandezza  determinata.  Cosi  può  formarsi  pure  l'idea  del colore  in  astratto,  che  non  è  né  il  rosso  né  V  azzuro  né il  bianco  nò  alcun  altro  colore  determinato.  Ma  il  fatto, dice  Berkeley,  non  va  cosi.  Noi  possiamo  formarci  Tidea d'un  uomo  avente  una  grandezza,  una  figura,  un  colore determinato;  ma  non  quella  d'un  uomo  astratto,  che  non sia  né  Ijianco  né  nero  né  bruno  né  di  un  altro  colore  qualunque, né  piccolo  né  grande  né  di  statura  media.  Noi  non possiamo,  per  qualunque  sforzo  di  pensiero,  concepire  quest'idea astratta.  Noi  possiamo  considerare  la  mano,  l'occhio, il  naso,  l'uno  dopo  l'altro,  separati  dal  resto  del  corpo.  Ma (jualunque  sia  la  mano  o  qualunque  sia  l'occhio  a  cui  pen- siamo, Ijisogna  ch'essi  abbiano  una  forma,  un  colore  par- ticolari. Cosi  noi  possiamo  rappresentarci  un  colore  parti- colare e  con  una  gradazione  determinata;  ma  non  ci  é  pos- sibile di  formarci  l'idea  del  colore  astratto.  Ci  é  ugualmente impossibile  di  formarci  l'idea  astratta  di  movimento,  di- stinto dal  corpo  che  si  muove,  e  che  non  sia  né  rapido né  lento,  né  curvihneo,  né  rettilineo,  ecc.;  e  lo  stesso  deve dirsi  di  tutte  le  idee  generali  o  astratte  (Priticlpil  della conoscenza  umana,  Indrodazione), Il  ragionamento  di  Berkeley  non  é  che  un  appello  di- retto alla  coscienza  :  ci  é  impossibile,  esaminando  noi  stessi, di  sorprender

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