Grice e Ferretti: la ragione conversazionale e l’implicatura
conversazionale dell’inter-soggetivo – scuola di Brusasco – filosofia torinese
– scuola di Torino – filosofia piemontese -- filosofia italiana – Luigi
Speranza (Brusasco). Filosofo italiano. Brusasco,
Torino, Piemonte. Grice: “I like Ferretti, for one, he wrote on
intersubjectivity which is a problem for Husserl: cogitamus; nobody speaks of
‘cogitamus --; one has to distinguish between my favoured –‘inter-subjectivity’
and ‘alterity’!” – Grice: “Ferretti has also philosophised on the infinite,
which poses a problem to my principle of conversational helpfulness.” Si laurea a Milano. Insegna a Milano, Torino,
Macerata. Altre opere: Persona (Milano). Storia della filosofia romana (SEI,
Torino), “L’ntersoggettivo (Macerata); “L’ontologia di Kant” (Rosenberg et Sellier,
Torino). Ricerca Soggetto (filosofia) termine Lingua Segui Modifica (LA)
«Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas.»
(«Non uscire da te stesso, rientra in te: nell'intimo dell'uomo risiede la
verità.» (da La vera religione di Sant'Agostino) Il termine soggetto che
deriva dal latino subiectus(participio passato di subicere, composto da sub,
sotto e iacere gettare, quindi assoggettare) letteralmente significa
"quello posto sotto", "ciò che sta sotto". Nella
speculazione filosofica il termine ha assunto una varietà di significati:
un essere, sostrato sostanziale di qualità che lo configurano particolarmente e
accidentalmente; elemento soggettivo che determina una data sostanza nella sua
singolare peculiarità; termine che, in età moderna, viene riferito alla
coscienza individuale e all'autocoscienza intesa come attività consapevole
dell'io. Il ribaltamento di significato nella storia del concettoModifica In
filosofia il concetto di soggetto ha subito un ribaltamento del suo significato
originario. Inizialmente il termine si riferisce a un concetto di essenzialità
immutabile, ad una "oggettività" ben determinata e certa.
Successivamente il significato si capovolge assumendo il valore di ciò che è
apparentemente vero nell'ambito della soggettività individuale. Il termine
latino infatti traduce l'originario greco ὑποκείμενον(hypokeimenon), che vuol
dire appunto "ciò che sta sotto", ciò che secondo il pensiero antico
è nascosto all'interno della cosa sensibile come suo fondamento
ontologico. Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio:
Calogero. La teoria sul pensiero greco arcaico. Quindi soggetto (ὑποκείμενον/subiectus)
è la sostanza (sub stantia), ciò che di un ente non muta mai, ciò che
propriamente e primariamente è inteso come elemento ineliminabile, costitutivo
di ogni cosa per cui lo si distingue da ciò che è accessorio, contingente, e
che Aristotele chiama "accidente": anzi, è proprio la sostanza che
sorregge gli accidenti rappresentati da quelle qualità sensibili che mutano la
loro apparenza nel tempo e nello spazio. Sempre in Aristotele, poi, il
soggetto assume anche una funzione sul piano logico-linguistico che corrisponde
al piano del soggetto nella sua realtà: il soggetto nel giudizio è il punto di
partenza, la base a cui viene attribuito, affermativamente o negativamente, il
predicato mutevole. E sostanza è il sostrato, il quale, in un senso,
significa la materia (dico materia ciò che non è un alcunché di determinato in
atto, ma un alcunché di determinato solo in potenza), in un secondo senso
significa l'essenza e la forma (la quale, essendo un alcunché di determinato,
può essere separata con il pensiero), e, in un terzo senso, significa il
composto di materia e di forma.» Un terzo aspetto particolare del
soggetto in Aristotele è che questi non è soltanto sostanza, il sostrato
materiale delle cose ma poiché ad ogni materia è inevitabilmente connessa una
forma, il soggetto-sostanza è "sinolo" (synolon), unione
indissolubile di materia e forma: «Questo primo sostrato suole essere
identificato in primo luogo con la materia, in secondo luogo con la forma e in
terzo luogo con il composto di entrambe». Il ribaltamento
soggetto-oggetto inizia con Cartesioche pure mantiene una realtà sostanziale al
pensiero soggettivo che definisca res cogitans, sostanza pensante. Ma poiché
l'attività senziente viene concepita inizialmente come attributo del soggetto
corporeo cui inerisce, «il termine soggetto è adoperato per designare, in
genere, la coscienza e il pensiero, mentre il suo opposto passa a indicare la
realtà che esiste in sé e che quindi è il termine cui il pensiero deve
adeguarsi. Di conseguenza, nella stessa realtà si presenta come soggetto ciò
che non si può pensare esistente se non in funzione del pensiero, e come
oggettivo ciò che invece sussiste in sé indipendentemente dal suo essere
conosciuto.» Nel lessico moderno, allora, "soggetto" fa coppia con
"oggetto": da una parte c'è qualcuno che pensa, vuole, accetta,
respinge, desidera, teme, ecc. (soggetto); dall'altra, necessariamente, c'è
qualcosa che è pensato, voluto, accettato, respinto, desiderato, temuto, ecc.
(oggetto). Soggetto assume una serie di nuovi significati come "interiorità",
"libertà" o anche "umanità", in quanto contrapposte alla
Natura ed alla cieca materia. Dualismi come libertà/necessità, Spirito/Materia,
Uomo/Natura, si possono ricondurre a quello fondamentale soggetto/oggetto.
Questo insieme di significati è relativamente recente. Oggi si potrebbe meglio
parlare di "autocoscienza" o anche "mente" contrapposta a
"realtà esterna". Gli antichiModifica Nel pensiero antico,
almeno tra i presocratici, l'interiorità come già accennato non viene
contrapposta alla "realtà esterna": uomo e cosmosono concepiti in
stretta unità. Pertanto il primo pensiero greco non tematizza il soggetto. Il
primo concetto filosofico, archè, indica il fondamento della legge naturale e
di quella umana. Eraclito vede un'unica legge, un'armonia generale, operante
nella natura e nella mente umana, il Lògos. Parmenide afferma che lo stesso è
pensare ed essere, ed «è necessario che il dire ed il pensare siano essere. Per
Anassagora il Noùs è l'intelletto che governa il cosmo e che, a livello umano,
pensa ed agisce. In tutti questi casi non si ha una chiara distinzione tra
soggetto ed oggetto. I Sofisti occupano un posto a parte: essi rifiutano
in generale il concetto di realtà, verso la quale ostentano uno scetticismo o
un relativismo che è la loro caratteristica peculiare, per concentrarsi sul
mondo umano. Socrate prosegue con il suo celebre "so di non sapere"
al quale viene riportata l'autocoscienza. La Natura è inconoscibile, ed il
compito proprio del filosofo diventa: conosci te stesso». La ricerca si orienta
verso l'interiorità dove troviamo il concetto universale di bene e male, virtù
e vizio, giusto ed ingiusto, ecc. Con Platone il concetto diventa Idea,
da sempre presente nell'Iperuranio, mondo trascendente eterno e divino. Platone
afferma la separazione tra pensiero (le Idee) e materia (le loro copie
sensibili), ma attribuisce realtà oggettiva solo alle Idee: viene confermata
l'unità tra soggetto ed oggetto, tra pensiero e realtà, ma tale unità viene
sottratta alla sfera propriamente umana. La vita individuale è sede della dòxa,
apparenza ed errore, mentre solo l'anamnesi, ovvero la visione dell'essere
ideale, porta alla Verità. Così la filosofia, dal punto di vista della dòxa, si
presenta come "fuga dal mondo" ed "esercizio di morte".
Aristotele elabora un'ampia teoria sul soggetto, che coincide appunto con
l'upo-kéimenon: è il substrato, il fondamento su cui poggiano le qualità
accidentali (soggetto metafisico); è il soggetto grammaticale, di cui si dicono
i vari predicati (soggetto logico). Aristotele afferma che la sostanza pare che
sia in primo luogo il soggetto di ogni cosa. Alla sostanza competono numerosi
altri aspetti (potenza, atto, materia, forma, entelechia ecc.), a seconda del
contesto; ma tutti questi aspetti o significati afferiscono a quello
fondamentale, che è la sostanza come soggetto. Perciò il soggetto umano, nel
senso moderno, è solo un caso particolare di sostanza e di soggetto.
Riassumendo la posizione greca: con l'eccezione dei Sofisti, si riteneva che
nella realtà del Cosmo l'Uomo e la Natura costituissero una unità o un'armonìa,
o un rapporto di tensione, dove un principio unico (arché) li univa, e dove in
ogni caso la sostanza (ciò che è esterno alla nostra mente) prevale
ontologicamente sul soggetto (la mente). Con il Neoplatonismo la coppia
soggetto/oggetto si presenta a livello cosmico, dove il polo soggettivo della
realtà (che si manifesta ovunque, dall'Uomo al mondo divino) è unito a quello
oggettivo (Essere), ma sono entrambi subordinati al Principio unico o Uno, anzi
sono derivati da esso per emanazione. L'autocoscienza umana, il «so di
esistere» non è che un riflesso, una manifestazione particolare
dell'autocoscienza dell'Uno, che anche Plotino chiama Noùs (Intelletto). Si ha
di nuovo la coincidenza tra soggetto e oggetto e l'"assorbimento"
dell'intelletto umano in una dimensione intellettiva universale. Sulla
scorta di Aristotele, nel Medioevo il soggetto assume un significato oggettivo:
il soggetto del discorso, l'argomento di cui si parla. Questo uso è corrente
nel mondo anglosassone (subject, sinonimo di matter). Nonostante le apparenze,
nemmeno Agostino si oppone al realismo filosofico: il suo protagonista è sì
l'anima, l'interiorità; ma, come per Platone, l'anima vive e pensa grazie
all'illuminazionedivina: il soggetto umano dipende in tutto da una Verità che
lo trascende. Col Cristianesimo si ha comunque ad una nuova concezione di
Dio rispetto a quella greca: non più come entità impersonale, o semplice
fondamento oggettivo della natura, ma come Soggetto vivo e pensante, di cui
l'uomo è immagine e somiglianza. Nella disputa sugli universali, Aquino prende
posizione a favore del realismo, nel contesto tuttavia di un'autocoscienza del
soggetto ricondotta alla trascendenza divina. Su questa strada anche il
Rinascimento descrive variamente l'interiorità come contatto con l'universale
che si riflette nell'umano. Anima mundi (Ficino), Mens insita omnibus (Bruno),
Intelletto (Cusano), sono espressioni e dottrine che esprimono quest'adesione
del soggetto umano alla dimensione cosmica del Soggetto assoluto: l'uomo è un
microcosmo che contiene in sé gli estremi opposti dell'universo, in quanto
specchio dell'Uno dal quale proviene tutta la realtà. La natura partecipa di
questa soggettività universale, essendo tutta viva e animata, non un meccanismo
automatizzato ma abitata da forze e presenze nascoste. Si verificano due
processi paralleli: con Galilei si inaugura la visione scientifico-matematica
della Natura; con Cartesio viene inaugurata la visione moderna del soggetto.
Questo duplice processo costituisce la base del dualismosoggetto/oggetto, e
riflette la nuova consapevolezza da parte dell'uomo europeo del proprio potere
sulla Natura. Cartesio parte dall'evidenza che nella mia mente vi sono
molteplici Idee, di varia natura (il significato cartesiano è differente da
quello platonico: esse sono solo nella mia mente). Io non posso essere sicuro
che a queste Idee corrisponda una realtà esterna al mio pensiero. Nel rapporto
tra il mio pensiero e le Idee spesso l'oggetto (di cui l'idea è la mia
rappresentazione mentale) non esiste materialmente: esso può essere immaginato,
inventato, anticipato, ecc. Ma vi è soprattutto l'errore, ovvero la
non-esistenza reale dell'oggetto pensato come reale. Quindi si può esercitare un
costante dubbio circa la esistenza reale dell'oggetto, ma non si può mai
dubitare della presenza delle Idee nella mente né dell'esistenza dell'io che
dubita. Cartesio ha fortemente sbilanciato la coppia soggetto/oggetto a favore
del primo termine. La celebre proposizione del "Cogito, ergo sum"
riassume un lungo ragionamento che si può esprimere così: Posso dubitare
di essere ingannato riguardo qualunque verità (dubbio iperbolico), ma non posso
ingannarmi sul fatto di essere io il soggetto ingannato; Se sto dubitando e
ponendomi queste domande è necessario che io esista almeno quando me le pongo;
Poiché infatti posso liberamente dubitare di tutto, non posso invece dubitare
del mio libero atto del dubitare, di essere un pensiero che dubita; L'attributo
necessario alla mia sostanza è il pensiero, poiché non sono in grado di
concepirmi distinto da esso. Su questa base Cartesio costruisce un prototipo di
quella che si può definire "metafisica del soggetto", dove l'io
individuale diventa la prima sostanza, in ordine logico, e l'unica che possa
costituire il fondamento dell'esistenza di tutte le altre. Determinante per la
successiva elaborazione sul soggetto è il dualismo res cogitans/res extensa. Il
pensiero è contrapposto alla Natura ed alla materia, che Cartesio identifica
con l'estensione spaziale degli oggetti. Dal dualismo res cogitans/res extensa
si svilupperà il meccanicismo come visione matematica e deterministica della
Natura. Dopo Cartesio restano alcuni punti fermi: L'autocoscienza umana
non si aggiunge alla coscienza delle altre cose, ma è, per definizione,
antecedente ad esse (Kant dirà: a priori) poiché soltanto nell'autocoscienza si
manifesta tutto il resto; Le cose, che il senso comune vuole esistenti di per
sé, esistono anzitutto nella coscienza; la loro esistenza indipendente come
sostanze va invece dimostrata; L'autocoscienza è perciò il sub-iectum delle
altre cose, poiché mi viene data preliminarmente rispetto ad esse ed è capace
di interrogarsi sulla loro esistenza. Anzi, la sostanza vera diviene la
sostanza che si interroga sulla Verità. Con Leibniz tuttavia si ha una nuova
metafisica del soggetto, più complessa del semplice dualismo cartesiano, basata
sulla pluralità delle sostanze, che torna a riunificare la dimensione del
pensiero con quella dell'essere secondo l'ottica platonico-aristotelica; le
idee, vere e proprie realtà pensanti che si esprimono nel soggetto metafisico
(la monade, corrispondente nell'uomo alla sua mente) hanno di nuovo il ruolo di
fondamento della verità. Infatti il giudizio, nella sua forma logica “S è P”, è
vero quando il predicato è già contenuto nel soggetto, che è la sua causa o,
per dirla con Leibniz, la sua ragion sufficiente. Il soggetto logico S esprime
la sostanza reale o monade, che quindi è la causa della verità, sia in senso
logico (come soggetto del giudizio), che ontologico (come ragion sufficiente
del predicato). Se è vero che «Colombo scoprì l'America» (nel celebre esempio
di Leibniz), la ragione di tale scoperta risiede nel soggetto, cioè in Colombo
stesso. Leibniz descrive un soggetto già simile all'uomo moderno, come
individuo indipendente dagli altri («la monade non ha porte né finestre»),
dotato di una sua energia vitale (appetitus) e di una libertà e finalità sua
propria (l'entelechiaaristotelica), ma inserendolo entro un quadro organico
d'insieme, fondato sul concetto scolastico di armonia prestabilita.
L'empirismo inglese, prima con John Locke e poi più decisamente con Hume,
reagisce a questa sostanzializzazione del soggetto criticando sia la nozione di
sostanza (Locke), che poi quella stessa di soggetto (Hume). Ma in tal modo
l'empirismo perviene allo scetticismo, all'impossibilità di poggiare la
concordanza tra soggetto e predicato su solide basi: ne va di mezzo la
possibilità della conoscenza scientifica. Come in Cartesio, seppur partendo da
una prospettiva opposta, gli empiristi giungono così a un dualismo, ad una
frattura tra la dimensione soggettiva dell'esperienza, e quella oggettiva della
realtà esterna.Questa frattura tra la realtà e le sue rappresentazioni
soggettive derivanti dall'esperienza verrà radicalizzata da Kant come
opposizione tra fenomeno e cosa in sé (vedi oltre). Concludendo sul
pensiero moderno: all'opposto di quello antico, ora è il soggetto a prevalere
sull'oggetto esterno, fino a diventare esso stesso un'entità metafisica
autonoma (Cartesio), generando per reazione la negazione della sostanza
(empirismo). Kant e l'IdealismoModifica Con Kant si ha la
"rivoluzione copernicana" che mette il soggetto al centro del sistema
della conoscenza, facendo ruotare gli oggetti intorno alle sue forme a priori
(quelle sensibili, cioè spazio e tempo, e le dodici categorie dell'intelletto).
Il soggetto da individuo si fa soggetto trascendentale o puro: l'Io penso. Le
forme a priori, infatti, su cui si fonda l'oggettività delle conoscenze
empiriche, a loro volta poggiano su una forma universale, che è appunto il
soggetto puro. Scrive Kant: «L'Io penso deve poter accompagnare tutte le mie
rappresentazioni, poiché altrimenti in me verrebbe rappresentato qualcosa che
non potrebbe affatto venir pensato. Il pensare dunque è un atto originario
dell'io puro. Scrive ancora Kant. La chiamo originaria, poiché essa è quella
autocoscienza che, col produrre la rappresentazione "Io penso", non
può essere preceduta da nessun'altra rappresentazione, poiché condizione a
priori di tutte le altre rappresentazioni». Il soggetto empirico, l'io in carne
ed ossa, deve la sua stessa identità (per cui io so di essere io) alla forma
preesistente dell'io penso, che è la medesima per tutti i soggetti empirici.
L'Io penso kantiano non ha però un carattere sostanziale o metafisico come
quello cartesiano, poiché è soltanto una forma, un contenitore: mentre i suoi
contenuti sono i pensieri che i singoli soggetti empirici costruiscono sulla
realtà fenomenica, ben distinta dalla cosa-in-sé; quest'ultima sussiste
indipendentemente e al di fuori del soggetto, ed è pertanto inconoscibile. In
questo limite conoscitivo del soggetto si manifestano il criticismo e
l'avversione di Kant per la metafisica razionalistica. In Kant non abbiamo una
metafisica del soggetto vera e propria, ma piuttosto una visione
antropocentrica della Natura, in cui i nessi (logici e fisici) tra gli oggetti
naturali non valgono di per sé, ma solo in relazione ad un soggetto generale,
generico. La Natura è tale in relazione all'Uomo. Da Kant all'idealismo
il passo è breve: è sufficiente rimuovere la cosa-in-sé. Avremo così un
soggetto trascendentale dotato di forma e contenuto, principio metafisico della
realtà, sia di quella del soggetto (libertà, conoscenza) sia di quella
dell'oggetto (Natura, materia). Così in Fichte e Schelling l'Ioassoluto è
l'origine non solo dell'autocoscienza umana ma anche del non-io o Natura:
l'identità di questi due termini è un'unione "immediata", attingibile
solo al di là dell'opera mediatrice della ragione, tramite intuizione. Veniva
perciò ripristinata l'unità indissolubile di soggetto e oggetto tipica della
metafisica neoplatonica. La dialettica soggetto/oggetto Soggetto e
oggetto, pensiero ed essere, vengono unificati secondo Hegel nel momento in cui
la ragioneprende coscienza che l'uno non può esistere senza l'altro, che un
oggetto è tale solo in rapporto a un soggetto, e viceversa. A differenza di
Schelling e delle filosofie precedenti, che pure ben conoscevano una tale
dialettica soggetto/oggetto, nel sistema hegeliano è la ragione stessa che
opera quest'unificazione, via via che ne prende coscienza, mentre nella
metafisica tradizionale si trattava di un'unità già data a priori, sin dall'inizio,
che la ragione si limitava a riconoscere, non a costruire da sola. Ne consegue
in Hegel un'identità composita, non più immediata, dei due termini
contrapposti. Hegel identifica esplicitamente il soggetto con l'Assoluto,
ed infine col divino cristiano, ma diversamente dai suoi predecessori li
congiunge in forma "mediata", generando quindi nuovamente un
dualismo. Secondo Hegel, «che la sostanza sia essenzialmente Soggetto, ciò è
espresso nell'enunciazione dell'Assoluto come Spirito», ma quel che ancora
mancava al soggetto puro era la concretezza dello svolgersi della vita umana
nella dimensione storico-culturale, sociale, politica. Così egli elabora la
nozione di "Spirito" (Geist) come soggetto unico ed assoluto che però
inizialmente non sa di esserlo, per cui tutta la storia umana consiste in un
progressivo prendere coscienza di sé da parte dello Spirito, proprio attraverso
le vicende (politiche, culturali, religiose) degli uomini e dei popoli. Le
diverse figure attraverso cui lo Spirito si autoconosce sono narrate nella
Fenomenologia dello spirito, che è una sorta di storia romanzata della
autocoscienza: essa inizia come semplice io empirico (certezza sensibile), ma
poi attraverso numerosi passaggi dialettici diviene sempre più universale.
Infine Hegel identifica lo Spirito con la stessa filosofia, che è
l'autocoscienza dell'intera umanità e dove forma e contenuto coincidono, grazie
all'opera mediatrice della razionalità; così Hegel si ritiene colui che ha dato
alla Ragione illuministica il suo significato più pieno. Il successivo
"sistema filosofico" dell'Enciclopedia delle scienze filosofiche in
compendio, basato sulla "dialettica" e suddiviso in Idea, Natura e
Spirito, descrive le forme, progressivamente più vere e concrete, attraverso
cui la realtà (o Idea, che Hegel definisce classicamente come "i pensieri
di Dio") viene pensata e diviene così contenuto dell'autocoscienza
universale o Spirito. Dallo Spirito hegeliano all'uomo concreto, sociale,
storico, economico, il passo è di nuovo breve. La sinistra hegeliana e
soprattutto Marx traducono l'idealismo in materialismo storico. Se per
l'idealismo il soggetto è l'origine dell'autocoscienza e della Natura, per Marx
il soggetto della storia è la classe sociale, ovvero un'autocoscienza
collettiva costituita dalla sua dimensione economica, dalla sua posizione nel
sistema produttivo. Marx traduce in forma consapevole il dominio dell'uomo
sulla Natura ed infine sulla società, ovvero su sé stesso. I suoi strumenti non
sono più (o non solo) il puro pensiero e la "scienza" newtoniana, ma
piuttosto il lavoro e la tecnica come forme di umanizzazione della Natura. Il
Progresso è il destino inevitabile del soggetto umano e storico. Il soggetto si
lega inestricabilmente alla dimensione della tecnica, cosa non certo priva di
significato. Heidegger rileva lo stretto legame tra l'affermarsi del dominio
filosofico del soggetto e l'affermarsi della tecnica come orizzonte
esistenziale dell'uomo moderno. Il soggetto oggi La filosofia già da un
secolo va annunciando in varie forme la "morte del soggetto". Il
soggetto ha fatto da supporto alla Rivoluzione scientifica e poi
all'Illuminismo ed in generale al periodo storico in cui l'Europa è stata (e si
è messa) al centro del mondo. La rivoluzione copernicana esprime un ottimismo
della ragione che oggi per molti aspetti è entrato in crisi. La filosofia e
l'epistemologia contemporanee hanno in vari modi portato oltre la relazione
soggetto/oggetto quale unico fondamento della conoscenza della Natura. Secondo
Aristotele costituito da una materialità informe, originaria e primitiva, pura
potenza priva di atto. Aristotele, Metafisica,
Aristotele, Enciclopedia Treccani, Dizionario di filosofia Parmenide,
Perì Phýseos (Sulla natura), Platone, Fedone, Aristotele, Metafisica,
Salatiello, L'autocoscienza come riflessione originaria del soggetto su di sé
in san Tommaso d'Aquino, Pontificia Università Gregoriana, Roma. Ad esempio
Paracelso nel suo Liber de nymphis, sylphis, pygmaeis et salamandris et de
caeteris spiritibus parla apertamente di entità spirituali responsabili di ogni
legge e avvenimento di natura. Piro, Spontaneità e ragion sufficiente.
Determinismo e filosofia dell'azione in Leibniz, Edizioni di Storia e
Letteratura, Roma Homo Laicus: Berkeley. Kant, Critica della Ragion pura,
Hegel, Fenomenologia dello spirito, introduzione Vedere introduzione alla
Scienza della Logica. Boulnois, Généalogies du sujet. De saint Anselme AOSTA (si veda) à
Malebranche, Parigi, Vrin, Alain de Libera, Naissance du Sujet (Archéologie du
Sujet I), Parigi, Vrin, Libera, La quête de l'identité (Archéologie du Sujet),
Parigi, Vrin, Alain de Libera, La double révolution. L'acte de penser I (Archéologie du Sujet), Parigi,
Vrin. MONDOLFO, La comprensione del soggetto umano nella cultura antica La
Nuova Italia, Milano, Bompiani. Parisoli, Il soggetto e la sua identità. Mente
e norma, Medioevo e Modernità, Palermo, Officina di Studi Medievali,
Salatiello, Il soggetto religioso. Introduzione alla ricerca
fenomenologico-filosofica, Roma, Pontificia Università Gregoriana, Thiel, The
Early Modern Subject. Self-Consciousness and Personal Identity from Descartes
to Hume, New York, Oxford Individuo Oggetto (filosofia) Portale Filosofia:
accedi alle voci che trattano di filosofia
Idealismo corrente filosofica che nega la realtà al di fuori del
pensiero Autocoscienza Appercezione l’atto riflessivo attraverso cui
l’uomo diviene consapevole delle proprie percezioni (coscienza, io) Il
contenuto. While
subjectivity and objectivity are pompous, intersubjectivity seems fine, only
that it can always be replaced by the Italian ‘l’intersoggetivo’. “The
inter-subjective” sounds Butlerian in English! Keywords: ‘l’intersoggetivo’, I
soggetti, soggetto e oggeto, inter soggetti – la questione dell’oggetto
nell’intersoggetivo – ‘the common ground’ -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ferretti” –
The Swimming-Pool Library. Giovanni
Ferretti. Ferretti.
No comments:
Post a Comment