Grice e Gronda: la ragione conversazionale e
l’implicatura conversazionale -- l’intersoggetivo di Vico – la scuola di Milano
-- filosofia lombarda – filosofia milanese – scuola di Milano. filosofia
italiana – Luigi Speranza (Milano).
Filosofo italiano. Grice: “I like Gronda – for one, he helped me understand
Vico when stating that what Vico is after is a ‘science of the inter-subjective
world;’ since I’m also into that I suppose I am Vico!” – Profondo conoscitore
delle lingue antiche (greco, latino, sanscrito, ma anche pali e avestico) e di
numerose lingue occidentali (ne parla sette ed è in grado di leggerne dodici).
Si laura con la tesi “Verità e storia: uno studio sulla struttura della STORIA
DELLA FILOSOFIA sulla base di un'analisi paradigmatica dell'evoluzione da
Parmenide di VELIA a Platone” (Milano, Guerini, A. Tassi, Istituto Italiano per
gli Studi Filosofici, Hegeliana). Alla scoperta di H. contribuì in modo
determinante l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che lo chiama a
Napoli. Imposta in maniera originale il problema dei rapporti tra dimensione
sistematica (unita latitudinale) e dimensione storica (unita longitudinale)
della filosofia, analizzando lo sviluppo – dice progresso, regresso,
‘evoluzione’ -- da Parmenide di Velia a Platone. In “Il compimento della
tragedia nell'opera tarda di Sofocle: un’osservazione storico-estetica”
(Gargano, Napoli, Bibliopolis, Memorie dell’Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici) combina l'approccio estetico con l'approccio filosofico, cerca di
individuare una logica di sviluppo nella storia della tragedia e, in contrasto
con l'approccio consueto, considera Sofocle come il compimento sintetico di
questa storia. Il pensiero fondamentale espresso nell'opera tarda di Sofocle è
sintesi dei principi che sono alla base dell'arte di Eschilo e di Euripide,
principi che vengono fatti valere insieme da Sofocle e così portati alla loro
verità". Alievo di Toth, si occupa anche del problema della
matematica in Platone (“ I fondamenti dell'aritmetica e della geometria in
Platone” – Milano, Cattanei, Vita e pensiero). In “Interpretare Platone”
(Milano, Guerini, Istituto Italiano per
gli Studi Filosofici), e in “Il dialogo
filosofic: poetica di un genere” analizza il genere del dialogo mettendo in
connessione il punto di vista filosofico con il punto di vista letterario. Al
problema della tragedia è dedicato “La gerarchia dei tragici. A Napoli tenne
una serie di seminari sull'idealismo (“Lo stato in Mussolini e in Hegel”, La
città del Sole). La riflessione sull'idealimo si sviluppa in stretta
connessione colla fondazione ultima riflessiva e con la soluzione fornita a
tale problema dalla pragmatica trascendentale. L'unica alternativa consistente
al relativismo scettico, dominante nel panorama della filosofia contemporanea
ed assurto oggi ad una sorta di principio dell'opinione pubblica, consiste
nell'impostazione riflessiva presente negl’idealisti, che è necessario
sviluppare. Alla pragmatica trascendentale – del tipo di Grice -- va
riconosciuto il merito di aver riproposto la fondazione ultima riflessiva. Tale
fondazione va ripensata nella sua portata ontologica, superando il formalismo
nella direzione di una formulazione ri-elaborata dell'idealismo (“La fondazione
dell'idealismo” – Milano, Guerini, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici,
Hegeliana). Della pragmatica trascendentale, in relazione al problema di questa
fondazione ultima riflessiva H. torna in “La crisi della contemporaneità e la
responsabilità della filosofia”. Apel viene analizzato all'interno delle più
importanti tendenze della filosofia, viene esposta in modo dettagliato la prova
della fondazione ultima riflessiva ("prova apagogica") e vengono
discussi questioni relative al linguaggio privato, alla controversia
spiegare-comprendere e alla fondazione dell'etica. Cura “La Scienza nuova”
di VICO, compito affidatogli dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
La cura è preceduta da “Introduzione a VICO: l’inter-soggetivo” (Milano,
Guerini, Istittuo Italiano per gli Studi Filosofici). -- una introduzione filologica e teoretica in
cui H. illustra il significato della concezione vichiana per una teoria delle
scienze della cultura filosoficamente fondata. La rilessione culmina nella
ri-formulazione dell'idealismo: “L’intersoggettivo” (Napoli, La Scuola di
Pitagora). Sostiene che l'aporia di Hegel consiste nell'aver tras-curato
l’inter-soggetivo nella logica, la parte fondativa del Sistema. Questa lacuna
comporta un grave squilibrio nella struttura complessiva del sistema, in
particolare, nel concetto dello spirito oggettivo e nel concetto dello spirito
assoluto – cf. Grice, ABSOLUTES --, che restano scoperte sul piano logico, senza
un co-rispettivo categoriale in grado di fondare la struttura inter-soggettiva
di cui trattano. Questa aporia è alla radice di sub-aporie come, ad esempio,
l'appiattimento del “dover-essere” sull'”essere” con la conseguente visione
passatista e la questione della conclusione del sistema. Cerca di mostrare come
l'idea fondamentale dell'idealismo sia indispensabile sia per fondare in modo
rigoroso il“discorso” sia per superare la scissione tra scienze della natura e
scienze dello spirito che caratterizza in modo aporetico la filosofia, promossa
dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e per "La scuola di
Pitagora", è uscita una Postfazione. Sposta la sua riflessione dalla
"filosofia prima" di GRICE -- alla "filosofia seconda",
occupandosi di problemi morali e politici, tra cui ha un posto di rilievo la
questione dell'ecologia (“Filosofia della crisi ecologica” – Torino, Einaudi).
I suoi studi delle moderne scienze sociali, politologia ed economia
soprattutto, sono poi confluiti “Morale e politica. Fondamento di un'etica
politica”. Vanno ricordati, innanzi tutto, i lavori sul significato filosofico
della teoria dell'evoluzione (“Portata e limiti della teoria evoluzionistica
della conoscenza” – Napoli, La Città del Sole). Saggi: “Aristotele e il
dinosauro” (Torino, Einaudi); “Sulla comicità” a riprova del costante interesse
nutrito per le forme d'arte, come il teatro e il cinema, in cui
l'inter-soggettività -- la categoria centrale della sua riflessione -- gioca un
ruolo determinante. “Il concetto di filosofia della religione” (Napoli, La
Scuola di Pitagora); “La legittimità del politico” (Milano, Guerini, Istituto
Italiano per gli Studi Filosofici); “Per una lettura non riduttiva di Platone”
(Napoli, La scuola di Pitagora). Eberhard Karls Tübingen; Habilitation.
Habilitationsschrift: „Subjektivität und Intersubjektivität. Untersuchungen zu
Hegels System“ Eberhard Karls Tübingen; Ph.D. summa cum laude; Major:
Philosophy; First Dissertation: “Wahrheit und Geschichte. Studien zur Struktur
der Philosophiegeschichte unter paradigmatischer Analyse der Entwicklung von
Parmenides bis Platon“ Albert Ludwigs Freiburg, Ruhr Bochum, Eberhard Karls
Tübingen, Regensburg. Che cosa sono le scienze umane e a quale scopo si
studiano, La scuola di Pitagora: Napoli; Per una lettura non riduttiva di
Platone, La scuola di Pitagora: Napoli; Russland Kultur, Selbstbild und Gefahr,
Schwabe: Basel (Reflexe); Rohmer. Film maker and Philosopher, Bloomsbury: London Rohmer,
Regisseur und Philosoph der erotischen Liebe, appears Wilhelm Fink Verlag:
Paderborn Idealismusheute. Aktuelle Perspektiven und neue Impulse, ed. H. and
F. Current. Suarez Müller,
Wissenschaftliche Buchgesellschaft: Darmstadt; Forms of Truth and the Unity of
Knowledge, ed. H. Notre Dame; ALIGHERI Commedia und Goethes Faust: Ein
Vergleich der beiden wichtigsten philosophischen Dichtungen Europas, Schwabe:
Basel (Reflexe). Zur Geschichteder Ästhetik und Poetik, Schwabe: Basel
(=Reflexe); Dimensions of Goodness, ed. H., Cambridge Scholars, Newcastle upon
Tyne; The Many Faces of Beauty, ed. H., Notre Dame Press; God as Reason,
University of Notre Dame; Eine kurze Geschichte der deutschen Philosophie.
Rückblick auf den deutschen Geist, Beck: München; Dokil Chulhaksa - Dokil
Jeunghshinun Jonjaehanunga, Eco Livres: Seoul; A Short History of German
Philosophy, Princeton; Bookzone Beijing; Die Vernunft an der Macht. Ein
Streitgespräch zwischen Boris Groys und H., ed. Blasi e Jongen, Turia+Kant:
Wien La razón al poder, Pre-textos:
Valencia; The Idea of a Catholic Institute for Advanced Study, ed. H. E Stelluto (Notre Dame); Die Rangordnung der drei
griechischen Tragiker. Ein Problem aus der Geschichte der Ästhetik als
Lackmustest ästhetischer Theorien, Schwabe: Basel (= Jacob Burckhardt-Gespräche
auf Castelen; Der philosophische Dialog. Eine Poetik und Hermeneutik, Beck Verlag, München; The
Philosophical Dialogue, Notre Dame; Eco livres: Seoul Darwinism and Philosophy,
ed. H. e Illies, Notre Dame; Platon interpretieren, Ferdinand Schöningh:
Paderborn Interpretare Platone, Guerini: Milano; Interpretar Platão, Edições
Loyola: São Paulo; Logik Mathematik und Natur im objektiven Idealismus.
Festschrift für Wandschneider, hg. von W.Neuser und H. unter Mitwirkung von R.
Brassl und in Verbindung mit dem Istituto Italiano per gli Studi Filosofici,
Königshausen et Neumann, Würzburg; Philosophie und Öffentlichkeit, Königshausen
et Neumann, Würzburg; Metaphysik, hg. von H., Frommann-Holzboog: Stuttgart-Bad
Cannstatt; Nachhaltigkeit in der Ökologie. Wege in eine zukunftsfähige Welt,
hg. von L. di Blasi, B.Goebel und H., C.H.Beck Verlag: München (=Beck’sche
Reihe; Allen. Versuch über das Komische, Beck Verlag: München; dtv: München,
Allen. Filosofía del humor, Tusquets Editores: Barcelona; Allen. An Essay on
the Nature of the Comical, Notre Dame; Die Aufgaben der Philosophie heute, hg.
von H., P.Koslowski, R.Schenk, Passagen Verlag: Wien Darwin (together with
Ch.Illies), Herder: Freiburg/Basel/Wien (=Spektrum), 190 p., C. C. Buchner:
Bamberg Die Philosophie und die
Wissenschaften, C.H.Beck Verlag: München
(= Beck’sche Reihe 21saegiui gaeggoanjongoannyomron, Eco livres: Seoul
Korean translation of papers Llull, Lo desconhort/Der Desconhort, auf Grundlage
der Ausgabe von J.Romeu i Figueras und einschließlich der Varianten der Ausgabe
von A.Pagès übersetzt und mit einer Einleitung versehen von J. und V.Hösle,
Wilhelm Fink Verlag: München Klassische Texte des Romanischen Mittelalters in
zweisprachigen Ausgaben; Objective Idealism, Ethics and Politics, University of
Notre Dame Press: Notre Dame St. Augustine’s Press: South Bend Moral und
Politik. Grundlagen einer Politischen Ethik für das 21. Jahrhundert, C.H.Beck
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lectures on the basis of „Morals and Politics“ with the replies of colleagues,
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30.Portata e limiti della teoria evoluzionistica della conoscenza, La Città del
Sole: Napoli Philosophiegeschichte und objektiver Idealismus, C.H.Beck Verlag:
München 1996 (= Beck’sche Reihe Entwicklung mit menschlichem Antlitz. Die Dritte und die Erste Welt im Dialog, hg. von
K.Leisinger und V.Hösle, C.H.Beck Verlag: München; Contro lo scetticismo per la
filosofia, La Città del Sole: Napoli; I fondamenti dell’aritmetica e della
geometria in Platone, Introduzione di Reale, Vita e pensiero: Milano,
Pubblicazioni del centro di ricerche di metafisica; Гении фнлософии нового
времени, Nauka: Moskau Praktische Philosophie in der modernen Welt, C.H.Beck
Verlag: München 1992, 21995 (=Beck’sche Reihe, 140) 36a. El tercer mundo como
problema filosófico y otros ensayos, CEJA: Bogotá Практична філософія в сучасному світі, Libra:
Kiev Philosophie der ökologischen Krise. Moskauer Vorträge, C.H.Beck Verlag:
München Beck’sche Reihe Filosofia della crisi ecologica, Giulio Einaudi
editore: Torino Einaudi Contemporanea Филосфия и экология, Nauka: Moskau Filozofija
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Italiano per gli Studi Filosofici. Hegeliana L’idealisme objectif, Les editions
du cerf: Paris Geggoanchok goannyomrongoa gugungochisgi, Eco lives : Seoul Die
Krise der Gegenwart und die Verantwortung der Philosophie.
Transzendentalpragmatik, Letztbegründung, Ethik, C.H.Beck Verlag: München Ethik
im technischen Zeitalter Beck’sche ReiheLa crise du présent et la
résponsabilité de la philosophie, Théétète editions: Nîmes Tagadnes krîze un
filozofijas atbildîba, LU: Riga Hyondeui uigiwa cholhagui chaegim Seoul LA
LEGITTIMITÀ DEL POLITICO. Guerini: Milano, Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici. Saggi; Vico, Prinzipien einer neuen Wissenschaft über die
gemeinsame Natur der Völker, übs. von V.Hösle und Ch.Jermann und mit
Textverweisen von Ch.Jermann, mit einer Einleitung „Vico und die Idee der
Kulturwissenschaft“ von H. Felix Meiner Verlag: Hamburg Philosophische
Bibliothek Introduzione a Vico. LA SCIENZA DEL MONDO INTER-SOGGETIVO Guerini e
Associati: MilanoIstituto Italiano per gli Studi Filosofici. Saggi Vico’s New
Science of the Intersubjective World, University of Notre Dame Press: Notre
Dame; Die Rechtsphilosophie des deutschen Idealismus, in Verbindung mit dem
Istituto Italiano per gli Studi Filosofici hg. von V.Hösle, Felix Meiner
Verlag: Hamburg 1989 (=Schriften zur Transzendentalphilosophie Hegels System.
Der Idealismus der Subjektivität und das Problem der Intersubjektivität, 2
Bde., Felix Meiner Verlag: Hamburg, Studienausgabe Wissenschaftliche Buchgesellschaft Darmstadt Il
concetto di filosofia della religione in Hegel, La Scuola di Pitagora: Napoli
Il sistema di Hegel, La Scuola di Pitagora: Napoli O sistema de Hegel. O
idealismo da subjetividade e o problema da intersubjetividade, Edições Loyola:
São Paulo Iesulun chinchongchōngonul gōhessnunga?, in: Iesului chūkumgōa būhōal,
ed. by M.Kim und D.Kūon, Seoul Hegelui chaegae, Hangilsa: Seoul Hangil Great
Books Raimundus Lullus, Die neue Logik. Logica Nova, textkritisch hg. von
Ch.Lohr, übs. von V.Hösle und W.Büchel, mit einer Einführung von V.Hösle Felix
Meiner Verlag: Hamburg Philosophische Bibliothek Die Vollendung der Tragödie im
Spätwerk des Sophokles. Ästhetisch-historische Bemerkungen zur Struktur der
attischen Tragödie, Frommann-Holzboog: Stuttgart- Bad Cannstatt problemata Il
compimento della tragedia nell’opera tarda di Sofocle. Osservazioni storico-
estetiche sulla struttura della tragedia attica, Bibliopolis: Napoli Memorie
dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici Wahrheit und Geschichte.
Studien zur Struktur der Philosophiegeschichte unter 6-VH 8/9/17 paradigmatischer
Analyse der Entwicklung von Parmenides bis Platon, Frommann-Holzboog:
Stuttgart-Bad Cannstatt Elea Verità e storia. Studi sulla struttura della
storia della filosofia sulla base di un’analisi paradigmatica dell’evoluzione
da Parmenide a Platone, Guerini e Associati: Milano 1998 (=Istituto Italiano
per gli Studi Filosofici. Hegeliana Mein Onkel, der Latinist und
Weltrevolutionär. Ein Nachruf auf Mario Geymonat, Allitera: München Nora
K./V.Hösle: Das Café der toten Philosophen. Ein philosophischer Briefwechsel
für Kinder und Erwachsene, C.H.Beck Verlag: München Beck’sche Reihe Het meisje
en de filosoof, Bert Bakker: Amsterdam Ooievaar: Amsterdam Cholhagi algosipojo,
Munhak Sasang: Seoul Chugin Cholhakchadurui khaphe, Woongjin: Seoul O Café dos
Filósofos Mortos, Círculo de Leitores: Lisboa 1997, Temas e Debates: Lisboa El
Café de los filósofos muertos, Grupo Anaya: Madrid El Café dels filósofs morts,
Editorial Barcanova: Barcelona Aristotele e IL DINOSAURO, Einaudi: Torino
Kawade Shobo Sinsha: Tokyo The Dead Philosopher’s Café, University of Notre
Dame Press: Notre Dame Ölü filozoflar kahvesi, Arion Yayinevi: Istanbul Athena
Press: Taipeh O Café dos Filosofos Mortos, Editora Angra: São Paulo Shanghai
Bertelsmann: Shanghai Das Café der toten Philosophen. Minum kopi bersama Arwah
Para Filosof dari Sokrates hongga al-Ghazali, Tannenbaum: Bekasi Mahfele
filsoofane khamosh, Hermes: Teheran Principles of morals, 2. Neoplatonic Philosophy of
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auf die Replik Franz von Kutscheras in „Philosophiegeschichte und Logische
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Philosophische Facetten. ... Festschrift für Peter Novak, ed by. N.Leißner und R.Breuninger, Ulm Psychologie
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Sattler, ed. by G. von Sivers und U.Diehl, Würzburg Philosophy and its
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Was kann man von Hegel objektiv-idealistischer Theorie des Beriffs noch lernen,
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Allgemeine Zeitschrift für Philosophie The Dimensions of Hegel’s Dialectic, ed.
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Philosophie und ihre literarischen Formen – Versuch einer Taxonomie, in: Das
Geistige und das Sinnliche in der Kunst, ed. by D.Wandschneider, Würzburg
Berufsethik der Geheimdienste und Krise der hohen Politik. Philosophische
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Vierteljahrsschrift Replik auf Ursula Hoyningen-Süess’ Kommentar, in: Pädagogik
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Gesprächsgeschehen und Gesprächsgegenstand in Platons “Euthydemos”, in:
Rheinisches Museum für Philologie Great Books Programs.“ Die Rolle der
Klassiker im Bildungsprozeß, in: Kultur, Bildung oder Geist?, ed. by
R.Benedikter, Innsbruck Interreligious Dialogues during the Middle Ages and
Early Modernity, in: Educating for Democracy: Paideia in an Age of Uncertainty,
ed. by A.M.Olson, D.M.Steiner, and I.S.Tuuli, Lanham Dialog und Verstehen, ed.
by G.Damschen and A.G. Vigo, Berlin Eine Form der Selbsttranszendierung
philosophischer Dialoge bei Cicero und Platon und ihre Bedeutung für die
Philologie, in: Hermes Graduate Faculty Philosophy Journal Wie soll man
Philosophiegeschichte betreiben? Kritische Bemerkungen zu Kurt Flaschs
philosophiehistorischer Methodologie, in: Philosophisches Jahrbuch Wahrheit und Verstehen. Davidson, Gadamer und
das Desiderat einer objektiv- idealistischen Hermeneutik, in: Logik, Mathematik
und Natur im objektiven Idealismus. Festschrift für Dieter Wandschneider, ed.
by W.Neuser und V.Hösle, Würzburg Metaphysik und Hermeneutik. Festschrift für Hans-Georg
Flickinger zum 60. Geburtstag, ed. by H. Eidam/ F. Hermenau/ D. de Souza,
Kassel Between Description and Interpretation: The Hermeneutic Turn in
Phenomenology, ed. by A.Wierciński, Toronto Hermeneutica Variationen,
Korollarien und Gegenaphorismen zum ersten Band der “Escolios a un texto
implicito” von Nicolás Gómez Dávila, in: Die Ausnahme denken. Festschrift zum
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Süddeutsche Zeitung Zeiten des Übergangs. Die grüne Lehre: Die Politik muss
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Frankfurter Allgemeine Zeitung Der Ethikrat. Philosophische Hilfestellungen.
Diesmal für: Silvio Berlusconi, blendend schön, in: DIE ZEIT Der Ethikrat.
Philosophische Hilfestellungen. Diesmal für: Nackte Studenten, in: DIE ZEIT Der
Ethikrat. Philosophische Hilfestellungen. Diesmal für: Norbert Blüm, Rentner
und Philosoph, in: DIE ZEIT Der Ethikrat. Philosophische Hilfestellungen.
Diesmal für: Paul Wolfowitz, plaudernder Stratege, in: DIE ZEIT Der Ethikrat.
Philosophische Hilfestellungen Wahlbetrugsuntersucher, in: DIE ZEIT Der
Ethikrat. Philosophische Hilfestellungen Diesmal für Ludwig Stiegler Deutsche
Sozialdemokraten, in: DIE ZEIT Der Ethikrat. Philosophische Hilfestellungen
Diesmal für: UN-Delegierte, zwischen Austern und Austerität, in: DIE ZEIT Der
Ethikrat. Philosophische Hilfestellungen Diesmal für: Grüne Pazifisten,
Entscheidungsträger, in: DIE ZEIT oDer Ethikrat. Philosophische Hilfestellungen
Diesmal fur: Rudolf Scharping und seine Kritiker, in: DIE ZEIT Die Irrtümer der
Denker, in: DER SPIEGEL SPIEGEL SPECIAL 1/2001: Die Gegenwart der
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zuspricht, kann sie einem Embryo nicht nehmen, in: DIE ZEIT reprinted in: ZEIT document
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Auf dem Weg zur Reue - Eine Tagung fragt nach den sowjetischen Lektionen, in:
Frankfurter Allgemeine Zeitung Religion, State and Society Verzweifelte Suche
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Frankfurter Allgemeine Zeitung Einstein filosofo, in: L’altra Campania
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European Interview, in: Shanghai review of Books Duli Yuedu Die ökologische
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values, and recognition as different dimensions in the efforts on nuclear
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Kunstforum Platon heute, in: zur debatte The Idea of Justice and the Global
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Wahrheiten, ed. by M. Grammatikopoulos, R. Hoogvliet, Berlin 100 Et’udov o
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Intervju in: Axess Was ist Kultur?, in: think on. Das Magazin der ALTANA AG 1
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LayReport 6/2 answer), in: Quo vadis, Philosophie? Antworten der Philosophen.
Dokumentation einer Weltumfrage, ed. by R.Fornet-Betancourt, Aachen Zehn Thesen
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in: Munhak Sasang Norwegische Philosophie, in: Aletheia as well as in: Information
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Steinherr, Flüstergalerie, München Preface to: Ludwig Steinherr, Das Mädchen
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Preface to: I.Tóth, Fragmente und Spuren nichteuklidischer Geometrie bei
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Überlegungen zur Reihe „Faszination Philosophie“, in Quine, Philosophie der
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Anderwelten, Weinheim Postscript to: M.Kantor. Ödland. Atlas, Ostfildern-Ruit
Kantor, Atlas, Ostfildern-Ruit Preface to: A.Weston, Einladung zu ethischem
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to: G. Stelli, La ricerca del fondamento, Milano Dissertations, books, and
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Neubewertung, in: Revue de philosophie ancienne Wellistony C. Viana, Das
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forsøk på å tolke og å vurdere Descartes’, Apels of Hösles gjendrivelser av
skeptisismen, dissertation Trondheim Goebel/Manfred Wetzel (Eds.), Eine
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Ética intencionalista-teleológica em Vittorio Hösle, in: Correntes fundamentais
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Riflessioni sui recenti contributi di
Vittorio Hösle alla fondazione di un’etica della società tecnologica e del
28-VH rischio ecologico, in: Teoria politica Documentary films about
myself 1. Hans Steinbichler, DerMoralist–G. entdeckt Amerika BR Boehm,
“Einganzgewöhnliches Genie.” Jung philosoph G. (WDR) Papers 1. “On the conection between
form and content in the philosophical dialogue” (at the 2. “On the Neoplatonic
Philosophy of Novum in Frascati The study of language as tool of the
reconstruction of values. Paul Thieme’s linguistic methododology and implicit
philosophy of language” (at the conference “ 4. “Principles of morals, natural
law, and politics in dealing with refugees” (at the conference “Solidarity in
global societies” in Munich in October 2016; repeated at the Plenary Session of
the Pontifical Academy of the Social Sciences How much is the interpreter of an
artwork bound by the author’s intentions?” (at the 20th International Congress
of Aesthetics in Seoul The Special
Nature of the Soviet Revolution: An Evaluation from the Point of View of the
Philosophy of History” (at the Max Planck Institute for Comparative Public Law
and International Law and at the University of Passau; repeated at the
University of Bamberg Objective idealism as an alternative to both naturalism
and constructivism” (at the University of Heidelberg Morals and Politics” (at
Fudan university in Shanghai in December 2014) 9. “Vocation between self-love
and demands regarding oneself” (at the Meckatzer Philosophy Award ceremony in
Bad Hindelang iWhat are and why does one study humanities?” (at the conference
“Humanities” in Vienna repeated at the Gadamer conference in Santiago de Chile
in April 2015, at the Istituto Italiano per gli Studi Filosofici in Naples (in
the following: IISFN) and at the Albertus Magnus Forum in Regensburg in
February Order and disorder in intercultural dialogue “ (at the conference
“Order and Disorder in the Age of Globalization(s)” in Johannesburg repeated at
the Goethe Institute Munich On the relation between Dante’s Commedia and
Goethe’s Faust” (at the conference “Philosophia transalpina” at the University
of Munich Academy Vivarium Novum in Frascati iMathematics” (at the Academy Vivarium
“Indology Nowadays: A Winter School on the Legacy of Paul Thieme”
at the university Tübingen What remains of Hegel’s theory of the social world?”
(at the University of Jena How did 20th century philosophy contribute to the
current crisis?” (at the conference “Volcano” at the University of Oxford How
did Western culture subdivide its various forms of knowledge? Historical
reflections on the metamorphoses of the tree of knowledge” (at the conference
“Conceptions of Truth and the Unity of Knowledge” at the University of Notre
Dame Reductionisms in hermeneutics” (at the workshop “Knowledge and Meaning in
Literature” at the University of Regensburg repeated at the University of
Vienna at Purdue University at Duke at the University of Nebraska in Omaha Innovation
and creative destruction” (at the Heidelberg conference “Genius and Charisma”
in Can a plausible story be told of the history of ethics? An alternative to
MacIntyre’s After Virtue“ (at the conference “Dimensions of Goodness” at the
University of Notre Dame Sociobiology” (at King’s University College in London,
Ontario Ethics and Economics, or How Much Egoism Does Modern Capitalism Need?
Machiavelli’s, Mandeville’s, and Malthus’s New Insight and Its Challenge” (in
the Plenary Session of the Pontifical Academy of Social Sciences repeated at
the University of Regensburg at the Lumen Christi Institute at the University
of Chicago at Michigan at the University of Munich iat Yale at Ulm University
in In which sense is the concept of spirit of German Idealism a legitimate
successor of the concept of pneuma of the New Testament?” (at the
Forschungsinstitut für Philosophie Hannover in Interests, values, and
recognition as different dimensions in the efforts on nuclear disarmament and
non-proliferation” (at the conference “Nuclear disarmament, non- proliferation,
and development” in the Vatican in What are the main steps in the historical
evolution of aesthetic theories from ancient civilizations to the present and
the driving forces behind this evolution?” (at the conference “Beauty” at the
University of Notre Dame in January 2010) 24. “A metaphysical history of
atheism” (at the University Bamberg On the rank order of the three Greek
tragedians” (at the University of Jena repeated in Castelen near Basel Why teleological
principles are inevitable for reason” (at the Evolution Conference of the
Gregoriana in Rome in March 2009; repeated at the University of Vienna at Duke
University The USA and the European Union as two modern forms of empire” (at
the University of Bielefeld repeated at the University of Notre Dame
30-VH and at the University of Uppsala in May 2009) 28. “Why does the
environmental problem challenge ethics and political philosophy?” (at the World
Conference for Philosophy in Seoul On the philosophy of history of the
philosophy of history” (at the conference “Pneumatologia politica” in Trento
Did Goethe influence Dickens?” (at Cambridge University Why do we laugh?” (at
the Casa Rosmini in Rovereto L’etica e il dialogo Urbino in Childhood and
philosophy” (at the Casa Rosmini in Rovereto in The Idea of a Rationalist
Philosophy of Religion” (at the Catholic Academy Berlin repeated at the
University of Trento in at the Antonianum in Rome in June 2008 and at the
Divinity School of Yale UExpectations and Grace. On Charles Dickens’ Great
Expectations” (at the Catholic Academy Berlin Gómez Dávila” (at the
Karl-Rahner-Akademie in Köln Plato today” (at the Catholic Academy in Munich in
Dickens as a critic of Goethe?” (at the University of Bamberg in Religion of
art, self-mythicization and the function of the church year in Goethe’s
Italienische Reise” (at the Theologische Fakultät Fulda Pre-established harmony
between parental and free choice of the partners. Masked encounters in Ludvig
Holberg’s Mascarade, Carlo Goldoni’s I Rusteghi, and Georg Büchner’s Leonce und
Lena” (at the Goldoni conference of Saint Mary’s College and the University of
Notre Dame iIL PLATONE DI CICERONE (at the Cicero conference of the University
of Notre Dame repeated at the MPSA in Chicago Politics of science and of
immigration in the USA” (at the DAI Heidelberg Space and Time of the
philosophical dialogue” (at the Theological Faculty Fulda in May 2005) 44. “On
the forms of the philosophical dialogue” (at the University of Bamberg repeated
at the University of Beijing inOn the history of the philosophical dialogue”
(at the University of Halle The role of the classics in education” (for the
500-year-anniversary of the Allbertus-Magnus-Gymnasiums in Regensburg
Schiller’s “The Conspiracy of Fiasco in Genua”” (at the University of Wisconsin
repeated at the University of Bielefeld What can one learn from Hegel’s
objective-idealist doctrine of the concept?” (at the University of Munich repeated
at the University Valencia What are philosophical dialogues, and why do people
write them?” (at the Institute for Advanced Study repeated at the University of
Rome A form of self-transcendence of philosophical dialogues in Cicero and
Plato” (at the New School University Intersubjectivity and subjectivity in
Hegel” (at the University of Venice
“Interpreting Plato” at the IISFN Plato’s Protrepticus” (at the Scuola
di Heidelberg of the IISFN The superiority of the American university system”
(at the DAI Heidelberg Philosophy and Its Literary Forms” (at the conference
“Das Geistige und das Sinnliche in der Kunst” in Aachen Philosophy and its
Languages. A Philosopher’s Reflections on the Rise of English as Universal
Academic Language” at Circolo Italo-Britannico in Venedig; repeated at Ehwa in
Seoul Reasons, emotions and God’s presence in AOSTA (si veda) “Cur deus homo”“
(at the University of Notre Dame Jonas’ position in the history of German
philosophy” (at the Northern Institute of Technology in Hamburg repeated in Italian
at the University of Venice and in German at the Evangelische Akademie Tutzing
What can we learn from the interreligious dialogues of the Middle Ages and
early Modernity?” (at the conference “Paideia and Religion” in Boston in March
2003; repeated in Italian at the IISFN The function of the classics in the
process of education” (at the University of Vienna Davidson, Gadamer and the
necessity of an objective-idealististic hermeneutics” (at the university of
Vienna repeated at the Scuola di Heidelberg of the IISFN and at the University
of Notre Dame Globalization and US-American hegemony” (at the DAI Heidelberg in
repeated at the IISFN at the University of Urbino and in Imperia Platonism and
Its Interpretations. The Three Paradigms and Their Place in the History of
Hermeneutics” (in German at the RWTH Aachen repeated at the University of
Heidelberg in January 2003 und in English at the conference “Eriugena, Berkeley
and the Idealist Tradition” in Dublin Philosophy and the Interpretation of the
Bible” (at Clemson University in South Carolina in February 2002; repeated at
Holy Cross College, Worcester and at the University of Trento Hegel’s and
Brandom’s inferentialism” (at the conference “Hegel contemporaneo” in Venice in
Platonism and Darwinism” (at the conference “The metaphysical implications of
Darwinism” in Notre Dame; repeated at the University of Vienna Is There
Progress in the History of Philosophy?" (at the conference on
"Hegel’s History of Philosophy" in New York Why Do We Laugh at and
with Allen?” (at New York repeated at Ohio University in Athens Interpreting
Philosophical Dialogues" (at the conference on Hermeneutics as Basic
Discipline" at Notre Dame; repeated at the New School for Social Research
On the relation between metaphysics of life and general metaphysics.
Reflections on Schopenhauer" (at the conference on metaphysics in
Hildesheim The environmental problem in the twenty-first century" (at the
lecture series "Gedanken zur Nachhaltigkeit" of the Forschungsinstitut
für Philosophie; repeated at the Casa Rosmini in Rovereto and at the university
of Louvaine Llull’a Desconhort”" (at the University of Regensburgrepeated
at the Medieval Conference in Kalamazoo On the philosophy of history of the
social sciences" (at the University of Essen repeated at the University of
Regensburg What constitutes the extraordinary value of the Russian literature
of the 19th century?" (at the Freie Akademie der Künste in Hamburg Hegel’s
Esthetics" (at National Seoul University Darwinism as Metaphysics"
(at Sogang University in Seoul repeated in English at the University of
Stanford Religion, Theology, Philosophy" (at the University of Hannover
Present and future tasks of a moral economy" (at the University of
Hannover in Chances and dangers of talent" (at the celebration of the
Evangelische Studienwerk Villigst in Villigst Theodicy strategies in Leibniz,
Hegel, Jonas" (in Italian at the conference on monotheism in Jerusalem;
repeated in Hannover Rationalism, determinism and freedom" (at the
Forschungsinstitut für Philosophie Hannover repeated at the University of Mainz
in English at the University of Notre Dame Universal ethics and natural
law" (at the second conference of the Universal Ethics Project of the
UNESCO in Naples; repeated at the Bucerius Law School in Hamburg iThe state and
its history" [at the IISFN in Italian Conditions of multicultural
societies and states" (at the University of Bielefeld repeated at the
Königsteiner Forum Philosophical foundations of a future humanism" (in
Basel; repeated in English at the University of Notre Dame and at the
University of Oslo at the Tübinger Stift iat the University of Erfurt and at
the University of Essen) Politics and morality facing global challenges"
(at the Hochschule für Philosophie in München; Moral und Politik in the
European Parliament in Brussels; repeated at the University of Essen, at the
Musikhochschule Hannover at the Korean Hegel Society in Seoul, at the
University of Greifswald as well as, in English, at the American Philosophical
Association in Boston at the University of Urbino at the University of Bamberg
Who has right?" (at the Hochschule für Wirtschaft und Politik in Hamburg
Just wars" (at the University of Hamburg; repeated in English at Loyola
University in Chicago Ethics and history" (at the University of Nijmegen
Hegel and Spinoza" (at the University of Tübingen Biological
presuppositions of moral behavior of humans" (at the Forschungsinstitut
für Philosophie Hannover On the concept of cratology" (at the Kulturwissenschaftliche
Institut Essen Rationalism, intersubjectivity and loneliness: Heraclitus,
Lullus, and Nietzsche" (at the Ohio State University in Philosophy in an
age of overinformation" (at the Philosophy conference of the UNESCO in
March 1995 in Paris, repeated at the Ohio State University at the Goethe
Institute Ankara at the University of Leipzig What are presuppositions of a
rational ethics?" (at the University of Essen in November 1994) 96.
"Vico’s sources" (at the Naples conference in Bielefeld) Morality and
politics" (at the IISFN in Italian Llull’s rationalism" (in Spanish
at the Lull conference in Trujillo; repeated at the University of São Paulo On
the indispensability of republican virtues" (at the European Colloquium in
Regensburg "Ought developing countries to develop? And if yes, how?"
(at the University of Marburg and the University of Jena) The intellectual
background of Reiner Schürmann's Heidegger interpretation" (at the Reiner
Schürmann Memorial Symposium in New York Moral ends and means of global
demographic policy" (at the symposium "Weltbevölkerung und
Welternährung" of the Deutsche Welthungerhilfe in Bonn; repeated in
English at the World Conference for Sociology in Bielefeld and at the
University of Münster Sociobiology and ethics" (at the University of
Essen; repeated at the University of Mainz at the University of Witten-
Herdecke at the ETH Zürich and at the University of Innsbruck at the University
of Ulm, in the Forschungszentrum Jülich in October 1996, in English at the Ohio
State University at the University of Oslo and at the State University of
Florida in Jacksonville in February in Italian at the University of Trento How
much genetic engineering, protection of animals and of the environment do we
need?" (discussion at the Tagung der Gesellschaft Deutscher Chemiker in
Bonn Philosophy and its media" (in English at the World Congress of
Philosophy in Moscow; repeated at the Tübinger Symposium "Platonisches
Philosophieren" in Hannover and in English at the University of Sankt
Gallen Power and morality" (at the University of Zürich; repeated in
English at the University of Oslo and at the University of Bergen; at the
University of Hamburg at the University of Ulm Ethics and ontology in Hans
Jonas" (at the University of Konstanz repeated at the Hofgeismarer conference
on Hans Jonas in June 1993, in Italian at the Lateran University in Rom in
January 1996, before the Wissenschaftlicher Verein Mönchengladbach Ethics and
system theory" (discussion with Niklas Luhmann at the ETH Zürich Socrates,
Plato and "The essential differences between ancient and modern
philosophy" (in English and Norwegian at the University of Oslo; the last
lecture was repeated at the University of München, one of the lectures on Plato
in French at the University of Tours) Ethical principles of peace politics lecture
during the award of the price The Glass of Reason toWeizsäcker in Kassel
repeated at the Salzburger Humanismusgespräche at the University
Witten-Herdecke in June 1993, in English at the University of Trondheim
Individual and collective identity crises" (at the conference "Trauma
and Tragedy" in Amsterdam; repeated at the Philosophisch-Theologische
Hochschule Walberberg, at Carleton and at the Ohio, at the World Conference
"Medicine and Philosophy" in Paris at the University of Ulm, at the
University of Notre Dame in French at the Ecole Normale in Paris, Ultimate
foundation and categories" (at the conference "Letztbegründung als
System?" in Prague, The idea of the university in face of the challenges
of the 21st century" (lecture at the conference of the presidents of
German universities in Rostock; repeated at Kiel at Kaiserslautern, at
Nimwegen, at Trondheim) Can Abraham be saved? And: Can Søren Kierkegaard be
saved?" (in Norwegian at the University Oslo; repeated in German before
the Leibniz-Society in Hannover at the University of Köln in English at Notre
Dame, Descartes and Spinoza" (in English and Norwegian at Trondheim Being
and subjectivity. On the metaphysics of the ecological crisis" (at the
Kulturwissenschaftliches Institut Essen; repeated at the University of Vienna,
at the ETH Zürich in English at the Internordic Conference in Odense in French
at Laval in Québec, On the dialectic of strategical and communicative
rationality" (at the Dubrovnik Workshop "Diskurs und
Rationalität" The Third World as a philosophical problem" (at the
Ohio; repeated at the conference Transcendental Pragmatics and North-South
Ethical Problems in Mexico at Tromsrin and in Spanish at the Javeriana in
Bogotá and at the University of Fortaleza in April Ethical aspects of
capitalism” (at the conference "Wirtschaftsethik" in Ulm; repeated at
the Technische Hochschule Aachen, at the Technische Hogeschool Twente in
Enschede in June 1992 and in Spanish at the Javeriana in Bogotá and at the
University of Fortaleza lectures on "Vico’s philosophy of culture"
(at the Moscow State University MGU Five lectures on "The philosophy of
the ecological crisis" as well as five lectures on "The Essence of
Modern Metaphysics (Descartes, Spinoza, Kant, Fichte, Hegel)" (at the
Institute of Philosophy of the Academy of Sciences in Moscow during a visiting
professorship from April till June 1990; two lectures each were repeated at the
University of Rostov at Don as well as at the University of Minsk and at the
University of Novosibirsk in June 1990; one of the ecological lectures was
repeated at the New School for Social Research in New York at the IISFN at
Tromsö and Trondheim at the Center for the Study of Developing Societies in
Delhi at the Technische Hogeschool Twente in Enschede at the Wuppertalinstitut
at the National Seoul University, the Yonsei and the Myongji Universität in
Seoul, the Hannam University in Taejong and the Keimyung University in Taegu at
Essen; the lecture on Descartes was repeated at the University Essen, the lecture
on Spinoza at the Technische Hochschule Aachen; Intersubjectivity and freedom
of the will in Fichte’s System of Ethics"" (at the conference
"Fichtes Rechtsphilosophie: Die ersten drei Lehrsätze der Grundlage des
Naturrechts in Frankfurt Heidegger’s philosophy of technology at the conference
on Heidegger in Moscow Why has technology become a philosophical problem?"
(at the University of Ulm; repeated at the Technische Hochschule Aachen and at
the ETH Zürich Three lectures "Hegel’s System", "Morality and
politics: Machiavelli’s problem", "Transcendental pragmatics" at
the Goethe Institute in Porto Alegre (in Spanish; the first lecture was
repeated at the University of Campinas, the third at the Goethe Institute in
Sâo Paulo) From Kant to Hegel" as well as a three week seminar (4 hours a
week) "Antinomies and dialectic" (together with Cirne-Lima and
Kesselring) (at the Universidade Federal de Rio Grande do Sul in Porto
Alegre/Brasilien during a visiting professorship in Italian) "Vico’s idea of the science of
culture" (at the University of Vienna in April 1989; repeated in Italian
at the IISFN and in French at the University of Tours; at the presentation of
the German and Spanish translations of Vicos "Scienza nuova" in the
European Parliament in Strasbourg Nature and natural sciences in Vico’s new
science of the spirit" (at the II. Colloquium "Natur in den
Geisteswissenschaften in Blaubeuren) The greatness and limits of Kant's
practical philosophy" (at the conference on "The Critique of
Practical Reason" at the New School for Social Research in New York;
repeated in German at the Technische Hochschule Aachen and at the Universität
Ulm, in English at the School of Architecture in London at the University of
Louisville and at Tromsö as well as before the Hegel Society of Korea in Seoul,
in Spanish at the Javeriana in Bogotá, the Centro de Extensno Universitaria in
São Paulo and the University Fortaleza; The philosophy of mathematics of
Nicolaus Cusanus" (at the conference of the American Cusanus Society in
Gettysburg) On the impossibility of a naturalistic foundation of ethics:
Idealism and Materialism" (at the conference "Die ethische und
politische Verantwortung des Wissenschaftlers" in Köln Morality and
politics: Machiavelli’s problem" (at the University of Saarbrücken;
repeated in English at the New School for Social Research in April 1988, at
Pennsylvania State University, at the New York State University in Purchase in
November 1988; in Italian at the IISFN; in German at the University of
Regensburg in November 1989; in English at the University Trondheim lectures on
"La logica di Hegel" (at the IISFN Law and history in G.Vico"
(at Mannheim The figurative arts in the esthetics of German idealism" (at
the Hochschule für bildende Künste in Braunschweig, Hegel's idea of right"
(at the New School for Social Research; On the dialectic of enlightenment in
Vico’s philosophy of history" (at the University of Frankfurt in November
1986; repeated in Italian at the Circolo George Sadoul in Ischia; An attempt to
locate the historical Socrates" (at Williams College, lectures on
"The development of German idealism" (at the IISFN in Italian, Foundational
questions of objective idealism" (at the conference "Philosophie und
Begründung" in Bad Homburg, Bergen; Moral reflection and decay of
institutions. On the dialectic of enlightenment and counter enlightenment"
(at the conference of the International Hegel-Gesellschaftm in Zürich; repeated
at Princeton; What may and what must the state punish? Reflections based on
Fichte’s and Hegel’s theories of punishment" (at the conference
"Moralität und Sittlichkeit in Hamburg) lectures on "Hegel’s lectures
on the philosophy of religion" (at the IISFN in Italian); Schmitts criticism
of the self-cancelation of a valuefree constitution in "Legalität und
Legitimität"" (at the conference "Il pensiero politico di Schmitt"
in Naples in Italian) Tasks of philosophy between relativism and
dogmatism" (at the conference "Per un pluralismo non relativistico in
filosofia" in in NAPOLI) An immoral ethical life. Hegel’s interpretation
of Indian culture" (at the conference "Moralität und
Sittlichkeit" in Frankfurt) lectures on "The development of Greek
philosophy from Parmenides till Platon", two lectures on "Principle
of contradiction and dialectic" and one lecture on "The so-called
Münchhausentrilemma" (at the Technische Hogeschool Twente in Enschede/ Netherlands
Anthropology in Fichte" (at the II European-Latin American symposium for
philosophical anthropology in Tübingen); The position of Hegel’s philosophy of
objective spirit in the system and its aporia"; "Abstract
Right"; "The State" (at the conference "Anspruch und
Leistung von Hegels "Rechtsphilosophie" in Naples Space, time,
movement"; "Plant and animal" (at the conference "Hegel und
die Naturwissenschaften" in October 1983 in Tübingen) L’estetica della
tragedia greca, IISFN; Theories of the history of philosophy" (at the
IISFN in Italian) At the University of Notre Dame: Nietzsche Political and
Constitutional Theory: Ancient and Modern (Aristotle, Locke, The Federalist
Papers) Schopenhauer, The World as Will and Representation The Philosophical
Importance of Darwin Mann Philosophical Dialogues (Plato, Abelard, Ficino,
Hume, Fichte, Kierkegaard, Feyerabend Theory of Comedy Philosophy of Power
Kant’s Political Philosophy; Core Course on Ecology and Ethics Heidegger, Jonas,
Ibsen, Callenbach) (Brown, Malthus, Bacon, Descartes, Philosophical Dialogues
(Plato, Cicero, Anselm of Canterbury, Bodin, Diderot, Schelling, Murdoch)
Hume’s Practical Philosophy Dramas on Political Conflicts (Aeschylus,
Sophocles, Euripides, Goethe, Schiller, Büchner, Grillparzer, Hebbel,
Dürrenmatt) Plato before the “Republic” Goethe’s Lives Aristotle’s “Nicomachean
Ethics”, “Politics”, “Rhetorics; Philosophy of mind in the twentieth century
(James, Freud, Husserl, Ryle, McGinn, Kim, Chalmers, Searle, Dennett) Ethics
and Politics in Italian Renaissance The German Quest for God from Goethe to
Nietzsche and Kafka Philosophical Autobiographies (Plato, Isocrates, Augustine,
Abelard, Petrarca, Vico, Rousseau, Hume, Mill, Newman, Nietzsche, Feyerabend)
Faust (Marlowe, Goethe, Grabbe, Mann) Hegel’s Political Philosophy. The Birth
of the Humanities from the Spirit of German Idealism (Schlegel, August Wilhelm
Schlegel, Schleiermacher, Schelling, Hegel) Vico (Autobiography, On the Method
of Studies of Our Time, New Science); Literary Criticism from Aristotle to
Jakobson (Aristotle, Horace, Longinus, Dante, Boileau, Pope, Schiller, Hegel,
Nietzsche, Adorno, Jakobson) Kant’s Three Critiques Faith, Hope, and Love:
Thomas Aquinas and Kierkegaard on Christian Ethics Plato, Republic and
Statesman German Philosophy in the 20th century (Husserl, Reichenbach, Gehlen,
Habermas) Aquinas on the Cardinal Virtues Humanities in the 20th century
(Dilthey, Freud, Ingarden, Panofsky, Strauss, von Wright, Foucault, Dworkin,
Sontag); The late Plato (“Cratylus,” Theaetetus, Sophist, Philebus) The essay
(Montaigne, Bacon, Hume, Kant, Schiller, Nietzsche, Eliot, Hans Jonas) The
German Quest for God (Hartmann von Aue, Meister Eckhart, Luther,
Grimmelshausen, Lessing, Hegel, Mann, Steinherr), STORIA DELL’ERMENEUTICA
(Philo of Alexandria, Origen, Augustine, Maimonides, Spinoza, Schleiermacher,
Droysen, Ricœur, H. P. GRICE, Auerbach); Neo-Platonism: Plotinus and Proclus;
Plato, Laws 38. Making Sense of a Life: Biography and Autobiography (Plutarch,
Tacitus, Hildegard of Bingen, Vasari, Boswell, Rousseau, Bismarck, Tolstoy,
Henry Adams) The late Husserl; Greek Drama (Aeschylus, Sophocles, Euripides,
Aristophanes); Ancient Drama (Aeschylus, Sophocles, Euripides, Aristophanes,
Menander, Plautus, Terence, Seneca) At Heidelberg; Hermeneutics Hegel,
Phenomenology of Spirit Plato, Parmenides (together with Jens Halfwassen) At
the University of Trento in Morals and Politics At the Northern Institute of
Technology in Hamburg Business Ethics in
a Globalized World At the Hamburg School of Logistics, Ethics of Power At
Kampala International University: 1. Ethics of Development At the Research
Institute for Philosophy in Hannover: 1Classics of the philosophy of biology
(Aristotle, Leibniz, Kant, Darwin, Bergson, Portmann, Mayr) Driesch, At Ohio:
Hegel's Philosophyof Right At the Universität Essen; Morals and Politics
Descartes, Meditations Jonas' philosophy of life and ethics; Aristotle, Physics
Rawls, A theory of justice; Hermeneutics Plato, Apologyof Socrates
Wittgenstein, Philosophical Investigations; Kierkegaard, Either – Or 10.
Ancient Philosophy; The fragments of Parmenides; Augustine, The City of God;
Plato, The Republic Sextus Empiricus 15. Epistemology; Locke, An essay
concerning human understanding; Leibniz, Discourse on Metaphysics Rationalism
and negative anthropology: Descartes's Les passions de l'âme, Pascal's Pensées,
La Rochefoucauld's "Maximes" (together with Galle) Gadamer, Truth and
Method Montesquieu, The Spirit of the Laws Concept and function of the
beautiful in Schiller (together with Galle) Hegel, Philosophy of Right .
Philosophy of history; Burckhardt, Considerations on World History; Heidegger,
Being and Time Early modern utopias, e Münch. Morals and Politics New texts on
determinism (Austin, Chisholm, van Inwagen, Planck, Strawson) Evolution, Knowledge, Ethics (together with
Wuketits and Klauer) Popper/Eccles, The Self and its Brain Interreligious
Dialogues in the Middle Ages (Abelard, Llull) Philosophy of Religion of the
Renaissance At the ETH Zürich: Ethics and Politics facing the ecological crisis
University Ulm, Transcendental Pragmatics and contemporary philosophy 2.
Aristotle, Nicomachean Ethics Philosophy of Technology: Heidegger, Gehlen,
Habermas, Jonas At the New School for Social Research: Plato's Unwritten
Doctrine; From Kant to Hegel; VICO, New Science Moral Philosophy since Kant 5.
Machiavelli, Discourses; Prince; Nicolaus Cusanus. Honors and Grants As Tutor:
Horkheimer Adorno, Dialectics of Enlightenment Plato, Late dialogues Theories
of the history of philosophy; Hegel, Encyclopedia of the philosophical
sciences; Hegel, Encyclopedia of philosophical sciences; Fichte, Foundations of
natural law; Schelling, Philosophy of art 8. Structural problems of objective
idealism After Accreditation as University Lecturer: Schopenhauer’s work on
freedom as an introduction to the debate on determinism VICO, On the method of
studies of our time Transcendental Pragmatics LUCREZIO, On the nature of things
Aristotle,Politics 6. Spinoza,Ethics; Hobbes, Leviathan; Scheler, Essence and
forms of SIMPATIA; Locke, TwoTreatisesof Government; Leibniz, Theodicy;
Tocqueville, On the democracy in America !Member of “Ethics in Action,”
founded, among others, by the Pontifical Academies of Sciences and of Social
Sciences as well as by the UN Sustainable Development Solutions Network Kant's
Moral Thought Professorship at Heidelberg, Meckatzer Philosophy Award Appointed
by Pope Francis as Ordinary Academician to the Pontifical Academy of Social
Sciences Taught Master Course at the University of Munich and Research Workshop
at the University Duisburg-Essen, Acquired together with Associate Director Don
Stelluto Templeton Foundation for fellowships at the Notre Dame Institute for
Advanced Study Offer to become Director of the Centro di Scienze Religiose of
the Bruno Kessler Foundation in Trent/Italy Offer to become member of the
Strategic Committee of the Wissenschaftsrat for the second part of the German
“Exzellenzinitiative”, (declined) !Best Teacher Award of the Northern Institute
of Technology, Research Achievement Award of
from the University of Notre Dame, Rosmini SERBATTI Chair at the
University of Trent/Italy Taught Master Course at the Forschungsinstitut für
Philosophie Hannover, Member at the Historical School of the Institute for
Advanced Study, Princeton, Key Professor at the Northern Institute of
Technology in Hamburg, Fellowship at the Erasmus Institute of the University of
Notre Dame, Offer of a chair position in Political Science from the University
of Regensburg, Offer of a Fellowship at the Kultur Wissenschaftliches Institut
Essen, Max Kade Distinguished Visiting Professor, Department of Philosophy
aService !Humboldt Professor at the University of Ulm, Visiting Professor at
South Korean universities, financed by DAAD !Fellow at the
Kulturwissenschaftliches Institut Essen, Fritz Winter Award for outstanding
academic achievements Visiting Professor at the Department of Ecology,
Eidgenössische Technische Hochschule Zürich, Affiliation with the Sociology
Department of the University of Delhi, Affiliation with the Philosophy
Department of the University of Trondheim, Affiliation with the German
Department of Ohio State University Visiting Professor at the Academy of
Sciences and at the Lomonossov University in Moscow (financed by DAAD)
!Visiting Professor in Ulm, Visiting Professor at the University of Porto
Alegre, Brazil (financed by DAAD)
!Heisenberg Fellowship, Fellow at the ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI
Visiting Lecturer at the Technische Hogeschool Twente in Enschede, Research
fellowship of the Deutsche Forschung Gemeinschaft, Fellowship of the
Studienstiftung des deutschen Volks, Fellowship of the Bavarian
Begabtenförderung, Member of the Commissione giudicatrice della valutazione comparativa
of the University Trento Director of the new Notre Dame Institute for Advanced
Study Member of the two Strategic Academic Planning Committees of the
University of Notre Dame Member of the UNESCO/COMEST group on the precautionary
Department of German, Ohio State University Member of the Norwegian commission
to promote candidates for full professorship in philosophy Organized with Christian Illies a conference
on “The Metaphysical implications of Darwinism” at the University of Notre Dame
Editor of the series “Faszination Philosophie” with the publisher C.C. Buchner
Organized a conference on hermeneutics at the University of Notre Dame
Organizsd lecture series on sustainability in Hannover in connection with EXPO
Organized conference on metaphysics in Hildesheim Member of the Board of
Trustees of the European College of Liberal Arts in Berlin Service in many
committees at the University of Notre Dame (both departmental, college and
university level, among which in the Strategic Academic Planning Committee)
Organized lecture series on Leibniz in Hannover Member of the Kuratorium of the
Jakob-Kaiser-Stiftung Responsible
Director of the Forschungsinstitut für Philosophie Hannover Member of the
Kuratorium of the Stiftung fur die Rechte zukünftiger Generationen Member of
the Stiftungsrat of the Petra Kelly-Stiftung Member of the group “Coherence” of
the Common Conference Church and Development Member of the Kuratorium of the
Akademie Gesellschaft und Wissenschaft Member of the group “Economy and
Ecology” of the state minister of ecology of Baden-Württemberg Member of the
Fachbereichsrat and the Konvent at the University of Essen; Chair of the
Magisterprüfungsasschuss des Fachbereichs Member of the Wissenschaftlicher
Beirat and corresponding member of the Humboldt-Studienzentrum of the
University of Ulm Editor of the monograph series “Ethik im technischen
Zeitalter” with C.H. Beck publishing house, Munich Advisor for several
dissertations and master’s theses at the New School for Social Research, the
University of Tübingen, the University of Essen Member of the DAAD-Kommission
for Southern Europe Languages Employment History Member of the Commission on
the Ethical Evaluation of the abortion pill (RU 486), Hoechst Offered seminars
on the Ethics of Business to Top Executives and Managers of Beiersdorff,
Hoechst, Bosch and other larger German firms Elaborated the general plan for
the Multimedia Encyclopedia of Philosophy for the Italian State Television
(RAI); directed interviews with leading philosophers such as Apel, Feyerabend,
Føllesdal, Rorty, Thieme, Goodman, Hintikka, Jonas, gave interviews on the
history of philosophy and on systematic issues Participation in the
administrative work of the Istituto Italiano per gli Studi Filosofici,
including the review of manuscripts and the planning of conferences Wrote four
papers for the Office of the Chancellor, Federal Republic of Germany Organized
a Kant conference at the New School for Social Research Active knowledge of
German, Italian, English, Spanish, Russian, Norwegian, and French; passive
knowledge of Latin, Greek, Sanskrit, Pali, Avestan, Portuguese, Catalan, Modern
Greek, Swedish, and Danish Director of the Notre Dame Institute for Advanced
Study Paul Kimball Professor of Arts and Letters at the University of Notre
Dame (in the Departments of German, Philosophy, and Political Science); Fellow
of the Nanovic Institute for European Studies and of the Kroc Institute for
International Peace Studies Director of the Research Institute of Philosophy in
Hannover Professor, University of Essen Heisenberg Fellow, Deutsche
Forschungsgemeinschaft Visiting Professor, University of Ulm Associate
Professor with tenure, New School for Social Research Visiting Assistant
Professor, New School for Social Research. Vittorio Gronda-Hösle. Gronda-Hösle. Keywords:
“L’inter-soggetivo di Vico” “filosofia prima” “filosofia seconda”. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Gronda-Hösle: l’implicatura di Vico” – The Swimming-Pool
Library.
Grice e Gruppi: la ragione conversazionale e la via
italiana al socialismo – filosofia piemontese – filosofia torinese – la scuola
di Torino -- filosofia italiana – Luigi Speranza, pel gruppo di gioco di Grice,
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza (Torino). Filosofo italiano. Torino, Piemonte. Grice:
“Gruppi is an Italian philosopher; at Oxford, someone who writes only on
politics is not considered usually one!” -- Il concetto di egemonia in Gramsci,
Gramsci è senza alcun dubbio quello che, tra i teorici del marxismo, ha
maggiormente insistito sul concetto di egemonia; e lo ha fatto in modo
particolare richiamandosi a Lenin. Anzi, direi che, se vogliamo vedere il punto
di contatto più costante, più scavato, di Gramsci con Lenin, questo mi pare
essere il concetto di egemonia. L'egemonia è il punto di approccio di Gramsci
con Lenin. Citazioni La scienza si ha
quando si supera il dato immediato, l'apparenza; si ha con un salto dialettico.
In tutte le analisi che Gramsci conduce, io trovo la presenza di un filo rosso
che le guida, presente in tutti i Quaderni. G. Il concetto di egemonia in
Gramsci, Riuniti, Roma. Gramsci è senza dubbio quello che allaccia, se
così si può dire, congiunge il movimento operaio italiano agli insegnamenti di
Lenin, è giustamente il primo bolscevico italiano, come disse Togliatti, il
primo leniniano del nostro paese. Attraverso un processo che fu complicato e
che parte dalla sua comprensione non completa, ma sostanzialmente giusta del
valore della rivoluzione d'Ottobre, arriva ad affermare che la rivoluzione
d'Ottobre è una rivoluzione contro Il capitale di Marx, cioè contro
un'interpretazione meccanica, schematica del Capitale, secondo cui bisognava
aspettare lo sviluppo delle forze produttive del capitalismo, ecc. ecc. Già
coglie l'importanza dell'elemento soggettivo, della funzione del partito come
guida dei processi rivoluzionari. Gramsci sempre più si avvicina ad una
comprensione del pensiero di Lenin con un processo che anche nei Quaderni del
carcere è un approfondimento del pensiero di Lenin. Gramsci si aggancia
direttamente al concetto di dittatura del proletariato come si trova in Lenin,
individuando nella dittatura del proletariato, non solo un profondo mutamento
della struttura economica e politica del paese, ma una profonda rivoluzione
culturale, una profonda trasformazione del modo di pensare degli uomini non
solo in Russia, ma in tutto il mondo. Il pensiero degli uomini non può più
essere la stessa cosa dopo l'instaurazione della dittatura del proletariato in
Russia. La dittatura non è soltanto un fatto politico, ma di cultura e di
pensiero, secondo quello stretto nesso che Gramsci stabilisce tra politica e
filosofia affermando che la filosofia vera di ciascuno sta nel suo modo di
agire, sta nella sua politica più che nelle dichiarazioni teoriche. Da questo
egli ricava che il principio teorico-pratico dell' egemonia (e qui egemonia
significa dittatura del proletariato) ha anch'esso una portata gnoseologica,
cioè di conoscenza, e pertanto in questo campo è da ricercare l'apporto teorico
massimo di Lenin alla filosofia della prassi, cioè al marxismo. Lenin
avrebbe fatto progredire la filosofia come filosofia in quanto fece progredire
la dottrina e la pratica politica. C'è stretto nesso, quindi, tra i due
elementi. In un altro punto dei Quaderni dice: «Tutto è politico, anche
la filosofia o le filosofie. La sola filosofia è la storia in atto, cioè è la
vita stessa. In questo senso si può interpretare la tesi del proletariato
tedesco erede della filosofia classica tedesca, come aveva detto Engels, e si
può affermare che la teorizzazione e la realizzazione dell'egemonia fatta da
Lenin, è stato anche un grande avvenimento metafisico, cioè nel senso di
pensiero generale, non nel senso negativo di filosofia astratta. Il
processo attraverso cui Gramsci nei Quaderni arriva a queste conclusioni è
complesso. Gramsci al tempo dell'Ordine nuovo parte da una riflessione sullo
Stato che non è una riflessione sullo Stato in generale, ma sullo STATO
BORGHESE ITALIANO, una individuazione della sua specificità. In un
articolo dell'Ordine nuovo scrive, Lo Stato italiano che - secondo un
parlamentare - starebbe alla repubblica dei Soviet come la città all'orda
barbarica, non ha mai neppure tentato di mascherare la natura spietata della
classe proprietaria. Si può dire che lo statuto albertino sia servito ad
un solo fine preciso: a legare fortemente le sorti della corona alle sorti
della proprietà privata. I soli freni che funzionano nella macchina statale per
limitare gli arbitri del governo dei ministri del re sono quelli che
interessano la proprietà privata del capitale. Soltanto qui si pongono limiti
all'esercizio del potere per garantire la proprietà, la libera
iniziativa. Lo statuto albertino non ha creato nessun istituto che
presidi almeno formalmente le grandi libertà dei cittadini: la libertà
individuale, la libertà di parola e di stampa, la libertà di associazione e di
riunione, mentre negli altri Stati democratico-borghesi almeno una garanzia,
almeno formale, esiste, in Italia non c'è neanche la garanzia
formale. Negli Stati capitalistici che si chiamano liberal-democratici
l'istituto massimo di presidio delle libertà popolari è il potere giudiziario.
Nello STATO ITALIANO la giustizia non è un potere, è uno strumento del potere
esecutivo, è uno strumento della corona e della classe proprietaria, cioè è
agli ordini del ministro della giustizia. Si pensi che ancor oggi la nomina del
pubblico ministero avviene ad opera del ministro della giustizia. La direzione
generale delle carceri, le direzioni particolari, gli agenti della pubblica
sicurezza, tutto l'apparato repressivo dello Stato dipendono dal ministero
degli Interni, si capisce perché in Italia il presidente del consiglio si
riservi sempre il ministero degl’interni, come era tipico nello Stato
prefascista, in modo che tutto l'apparato di forza armata del paese sia
completamente nelle sue mani. Il presidente del consiglio è l'uomo di
fiducia della classe proprietaria - alla sua scelta collaborano le grandi
banche, i grandi industriali, i grandi proprietari terrieri e lo Stato
maggiore. Egli si prepara a conquistare la maggioranza parlamentare con la
frode e con la corruzione; il suo potere è illimitato non solo di fatto - come
è indubbiamente in tutti i paesi capitalistici - ma anche di diritto, il
presidente del consiglio è l'unico potere dello STATO ITALIANO. La classe
dominante italiana non ha avuto neppure l'ipocrisia di mascherare la sua
dittatura, il popolo lavoratore è stato da essa considerato un popolo di razza
inferiore che si può governare senza complimenti, come una colonia africana. Il
Paese è sottoposto ad un permanente regime di stato d'assedio: in ogni ora del
giorno e della notte un ordine del ministro dell'interno ai prefetti può fare
entrare in movimento l'amministrazione poliziesca, gli agenti vengono
sguinzagliati nelle case, nei locali di riunione, senza mandato dei giudici,
che sono passivi. In pura via amministrativa la libertà individuale e di
domicilio è violata, i cittadini sono ammanettati, confusi coi delinquenti comuni
in carceri luride e nauseabonde, la loro integrità fisiologica è in difesa
contro la brutalità ed i contatti, i loro affari sono interrotti o rovinati.
Per il semplice ordine di un commissario di polizia un locale di riunione viene
invaso e perquisito, una riunione viene sciolta, per il semplice ordine del
prefetto un censore cancella uno scritto il cui contenuto non rientra affatto
nelle proibizioni contemplate dai decreti generali [c'era la censura sulla
stampa] per il semplice ordine di un prefetto i dirigenti di un sindacato
vengono arrestati, cioè si tenta di sciogliere un'associazione, ecc.. È
un'analisi spietata dei limiti liberali e democratici dello Stato liberale
italiano, della sovrapposizione del potere esecutivo sul potere legislativo,
sul potere giudiziario, è una descrizione di questo ordinamento che discende
dall'esecutivo ai prefetti, ai questori e sospende in qualsiasi momento ogni
libertà. Ora a questa visione, a questa definizione, a questa analisi
dello Stato italiano, Gramsci ne contrappone un'altra che nasce dal movimento
reale. Anche per lui, come per Lenin, la conquista dello Stato non è puramente
un momento negativo, di distruzione, ma è il processo di crescita di un nuovo
tipo di Stato, che si organizza sin da prima della conquista dello Stato. E la
rivoluzione, come per Lenin, viene concepita come un processo, non come un atto
subitaneo che si compie in un determinato momento. La domanda infatti,
che egli si pone, la domanda da cui parte con tutto il lavoro del giornale,
dell'Ordine nuovo, è precisamente questa: se ci sia in Italia, a Torino, un
embrione di Soviet, un inizio di Soviet, e la risposta è: sì, sono le
commissioni interne. E aggiunge: bisogna trasformare le commissioni interne in
qualche cosa di piu, bisogna far nascere dalle commissioni interne, cioè
dall'esistenza dei Consigli di fabbrica eletti da tutti i lavoratori
indipendentemente o meno dalla loro iscrizione al sindacato. Con rappresentanti
quindi per reparti, per officina, per mestieri, e cosi via, in modo che il
Consiglio di fabbrica sia il momento non solo della difesa dei diritti
sindacali o delle conquiste sindacali, ma un organismo attraverso cui gli
operai si impadroniscono del processo della produzione, della organizzazione
del lavoro, intervengono sul processo della produzione, stabiliscono un potere
nella fabbrica, un potere democratico della fabbrica e un potere che poi dalla
fabbrica si irradi alle campagne e salga a diventare potere nella società e
nello Stato. indice I consigli di fabbrica Gramsci dice che
questo trasforma l'operaio da semplice salariato - schiavo del capitale, non
cosciente della funzione storica della propria classe - in produttore (egli
prende da Sorel questo termine), ma esso è presente anche in Marx quando parla
della Comune come l'autogoverno dei produttori e non più degli operai
salariati, cioè dell'operaio che ha superato ogni limite corporativo, che non
ragiona più come mentalità di categoria, di classe sociale chiusa in sé, intesa
solo alla difesa dei propri interessi immediati di classe, ma che si sente come
produttore, protagonista e interprete degli interessi generali della società e
quindi come componente essenziale, forza dirigente del nuovo Stato che si vuole
costruire. Egli scrive nell'Ordine nuovo: l'officina con le sue
commissioni interne, i circoli socialisti e le comunità contadine sono i centri
di vita proletaria nei quali occorre direttamente lavorare, le commissioni
interne sono organi di democrazia operaia che occorre liberare dalle
limitazioni imposte dagli imprenditori, e ai quali occorre infondere vita nuova
ed energia. Oggi le commissioni interne limitano il potere del capitalista
nella fabbrica e svolgono funzioni di arbitraggio e di disciplina, sviluppate
ed arricchite dovranno essere domani come organi del potere proletario che
sostituisce il capitalista in tutte le sue funzioni utili di direzione e di
amministrazione. Cioè bisogna imparare prima a dirigere le fabbriche se
vogliamo abolire il capitalismo. Fin d'ora gli operai dovrebbero procedere
già all'elezione di vaste assemblee di delegati scelti tra i migliori e più
consapevoli compagni sulla parola d'ordine: tutto il potere all'officina, ai
comitati d'officina, coordinata all'altra: «tutto il potere dello Stato ai
consigli operai e contadini. Vi è, quindi, un tentativo di risposta alla
domanda: come facciamo in Italia a fare come in Russia, dove ci sono i Soviet?
E i Soviet li inventa Gramsci: li va a cercare nel movimento reale, li va a
cercare in quello che già esiste, cioè le commissioni operaie da sviluppare in
organismi con molto più potere e molta più capacità rappresentativa. A
questa concezione di elevamento della funzione dirigente della classe operaia
prima della conquista del potere, come condizione della conquista del potere,
qui Gramsci ragiona già alla leniniana, a questa sua concezione si contrappone
un'obiezione di BORDIGA e del suo giornale, Il Soviet, sul quale egli dice: è
illusorio, utopico pensare che la classe operaia possa avere una funzione
dirigente nella fabbrica prima della conquista del potere, fino ad allora resta
subalterna ai capitalisti, solo quando la classe operaia prenderà il potere
essa potrà esercitare il potere nella fabbrica. Ma BORDIGA non risponde alla
domanda: il potere come lo prendi? Questo perché Bordiga vede il processo
sociale come il processo di crescenti contraddizioni dell'economia
capitalistica, finché si arriva alla grande crisi che è il momento fatale della
rivoluzione proletaria, a cui il proletariato e il Partito comunista devono
prepararsi mantenendosi puri, intatti, non contaminando si in alleanze, in
compromessi e in cose del genere. Vi è cioè in BORDIGA una visione
meccanicistica, di materialismo volgare, meccanicistico del processo
rivoluzionario che ignora la funzione del soggetto, del partito. Non a
caso BORDIGA (si veda) dice che non bisogna partecipare alle elezioni
parlamentari. Il parlamento è borghese e quindi non interessa il proletariato.
Riprende cioè una tesi di Bakunin e degl’anarchici contro cui già Marx ed
Engels polemizzano, come Lenin polemizza inEstremismo malattia infantile del
comunismo contro queste posizioni di BORDIGA. Per Gramsci, invece,
ripeto, la rivoluzione è intesa come processo. Non sto ad illustrare tutte le
vicende dell'Ordine nuovo, le grandi lotte, lo sciopero, detto lo sciopero
delle lancette, che poneva proprio la questione dell'autorità e del potere dei
consigli di fabbrica perché il padronato decise di passare dall'ora legale,
usata in guerra, all'ora solare senza avvertire i consigli di fabbrica.
Gli operai arrivarono in fabbrica e trovarono le lancette dell'orologio
spostate e fu lo sciopero. Era in gioco una questione di principio: il potere
democratico del consiglio di fabbrica. L'ingenuità fu il non aver unito alla
questione altre rivendicazioni piu sostanziose che potessero legare a questa
lotta le masse operaie. Fu solo una lotta di principio che poi fini con una
sconfitta grave, dopo di che la classe padronale passò all'attacco e
l'occupazione delle fabbriche fu, è vero, il momento più avanzato della lotta,
ma un momento di difesa. Funzionarono, però, i consigli di fabbrica,
diressero la produzione, tennero la disciplina, ma nell'occupazione delle
fabbriche appare chiaramente un elemento cioè il movimento dei consigli
fallisce per essere rimasto troppo torinese, non essersi esteso alle altre
regioni italiane, per essere rimasto chiuso all'interno della fabbrica, e anche
per una debolezza nel vedere un'alleanza con i contadini e soprattutto una
grave debolezza nel vedere l'alleanza con i ceti medi, tipico limite
dell'Ordine nuovo. Dalla sconfitta, quindi, del movimento dei consigli
con l'occupazione delle fabbriche si pone l'esigenza del partito, come momento
unificante di tutto il movimento a livello nazionale, cosa che Gramsci aveva
visto, ma in modo incompleto, e aveva privilegiato un movimento, aveva
privilegiato i consigli rispetto alla questione del partito stesso.
indice Necessità della ricognizione nazionale La riflessione di
Gramsci, però, va oltre e in un articolo: Che fare? scritto per una rivista di
studenti comunisti, si pone l'interrogativo: perché siamo stati
sconfitti? Siamo stati sconfitti perché il movimento operaio non conosce
il proprio Paese, non conosce l'Italia, non è uscito fino ad oggi un libro
sulle stratificazioni sociali, sulle classi in Italia, sulla storia delle
classi, non è uscito un libro sulla storia dei partiti italiani, c'è
un'infinità di domande a cui non sappiamo rispondere: perché in Sicilia i
contadini sono autonomisti e in Sardegna no, mentre in Sardegna sono
autonomisti i latifondisti e in Sicilia non altrettanto, perché dove son forti
gli anarchici sono forti i repubblicani? e così via. Non sappiamo rispondere
perché non conosciamo il nostro Paese. Eppure abbiamo un metodo, il marxismo,
che Marx ed Engels hanno impiegato per conoscere la realtà concreta. Ecco
l'esigenza di usare il marxismo non come strumento di propaganda, ma come
strumento di analisi, di comprensione della realtà. Certo, spiegare la
sconfitta col fatto che non si conoscesse bene l'ITALIA è insufficiente, è
unilaterale, è polemico, però è senza dubbio uno degli elementi della
verità. Il gruppo dell'ordine nuovo, alla testa del partito, cercherà di
arrivare ad un'analisi dell'Italia, ad una conoscenza del processo storico
italiano. Le tesi del Congresso di Lione sono un'analisi del processo
attraverso cui si è formato lo Stato unitario italiano per individuare da
questa analisi concreta, storica, le forze motrici della rivoluzione nella
classe operaia del nord e nei contadini del mezzogiorno e delle isole. Si veda
il saggio sulla questione meridionale, contemporaneo alle tesi di
Lione. Gramsci riprende un concetto di egemonia che aveva già usato in
polemica contro BORDIGA dicendo: BORDIGA non ha capito il concetto leniniano
dell'egemonia, dell'alleanza della classe operaia con gli altri ceti e
soprattutto con i contadini e si è attenuto ad una posizione astratta per cui
la classe operaia deve restare chiusa in se stessa, ha temuto che ogni alleanza
fosse una contaminazione piccoloborghese della classe operaia, per questo non
ha capito l'essenziale di quello che è il leninismo, alleanza operai contadini,
costruzione dell'egemonia. Nella questione meridionale inoltre Gramsci
pone non solo la questione meridionale come elemento nazionale decisivo e
quindi chiave della egemonia della classe operaia, ma entra in una definizione
pili precisa della egemonia. Che la questione meridionale sia elemento decisivo
della egemonia è un momento molto importante, perché non aver capito questo
aveva reso il movimento socialista subalterno alla politica della borghesia e
di GIOLITTI GIOBETTI, cioè aveva accettato la politica di Giolitti assai
limitata, da un lato, e, dall'altro, riformistica senza riforme in un certo
senso, che però fa concessioni alle cooperative del nord, al diritto di
associazione, alla funzione dei sindacati, non interveniva come Stato nei
conflitti del lavoro, ecc., facendo pagare tutto questo al mezzogiorno. Nel mezzogiorno
fa la politica della camorra, degl’ascari, cioè dei deputati che andano in parlamento
per votare sempre Sì, reclutati attraverso le clientele, ecc. Il modo in cui si
spezza l'egemonia della borghesia è il modo in cui si rompe questo blocco
industriale e agrario tra la borghesia capitalistica del nord e i grandi
proprietari terrieri, latifondisti del sud, e si salva l'alleanza classe
operaia del nord e contadini del sud. A questo proposito Gramsci dice: il
proletariato può diventare classe dirigente e dominante, nella misura in cui
riesce a creare un sistema di alleanze di classe che gli permetta di mobilitare
contro il capitalismo e lo Stato borghese la maggioranza della popolazione
lavoratrice, il che significa in Italia (nei reali rapporti di classe esistenti
in Italia): nella misura in cui riesce a ottenere il consenso delle larghe
masse contadine. La questione delle alleanze, quindi, è vista come
questione decisiva per conquistare il dominio e la direzione, e la questione
contadina viene vista come essenziale. Ma non la questione contadina in
generale (tra l'altro non esiste). La questione contadina in ITALIA è
storicamente determinata, non è la questione contadina ed agraria in generale,
in Italia la questione contadina ha, dice Gramsci, per la tradizione italiana,
per il determinato sviluppo della storia italiana, assunto due forme tipiche e
peculiari: la questione meridionale e la questione vaticana, cioè il rapporto
con i contadini del Sud e con i contadini legati alla chiesa cattolica, di
ispirazione cattolica. Ora che cosa si può dire in proposito? Si può dire
che c'è un altro passo in cui egli si richiama alla dittatura del proletariato,
che l'egemonia viene vista come una direzione che si conquista nella società
civile e la dittatura del proletariato è concepita come la forma statale,
politica dell'egemonia, anzi essenzialmente come la forma.
statale. Inserisce qui una distinzione tra società civile e Stato. Nella
società civile l'egemonia, nello Stato la dittatura del proletariato, che però
in Gramsci non è così schematica. I due momenti sono fusi e Gramsci, nei
Quaderni, avverte che la distinzione tra Stato e società civile, società
politica e società civile è una distinzione puramente di metodo, metodologica,
non organica, perché in realtà questi due elementi sono fusi. Società civile e
Stato non SI separano nella realtà. Come è noto la parola egemonia deriva
da un verbo greco che significa dirigere, guidare, condurre. Gramsci usa il
termine egemonia non nel significato tradizionale che sottolinea soprattutto il
DOMINIO, ma nel senso originario, etimologico, greco: direzione, guida. Trae
questo termine da Lenin, perché Lenin l'aveva impiegato proprio per indicare la
funzione dirigente della classe operaia nella rivoluzione democratico-borghese,
Lenin non lo usa più quando usa ormai il concetto di dittatura del
proletariato. Ma non c'è dubbio che la capacità dirigente della classe operaia
nel processo rivoluzionario congiunge strettamente la rivoluzione democratica
alla rivoluzione proletaria, in modo che la dittatura del proletariato si
assume gli obiettivi della rivoluzione democratica, quegli obiettivi che la
borghesia non sa realizzare, e nella dittatura del proletariato vengono infatti
indicati, come obiettivi primi, obiettivi democratici e non obiettivi
socialisti: la terra ai contadini, la nazionalizzazione delle banche e cose di
questo tipo. indice Egemonia e blocco storico Gramsci riprende nei quaderni il
concetto di dittatura del proletariato, ma riferendosi alla dittatura del
proletariato teorizzata e realizzata da Lenin. Poiché l'egemonia della classe
operaia nella rivoluzione è sconfitta, significa che Gramsci usa il termine di
egemonia nel senso di dittatura del proletariato, quella teorizzata e
realizzata. Ora Gramsci sa bene che nella dittatura del proletariato c'è
il dominio e il consenso, la coercizione e la persuasione, ma perché la chiama
egemonia? La chiama egemonia perché vuole sottolineare nella dittatura del
proletariato la funzione dirigente, la conquista del consenso, l'azione di tipo
culturale e ideale che l'egemonia deve compiere, non c'è altra spiegazione a
questo diverso uso dei termini. Sottolinea questo elemento, nella dittatura del
proletariato, sia perché era quello rimasto più in ombra, quello che si era
capito di meno (si era sempre intesa la dittatura soprattutto come violenza,
limitazione delle libertà, e non come l'essenziale capacità dirigente, come
Lenin aveva sempre più sottolineato, man mano che veniva avanti la costruzione
del regime sovietico negli ultimi anni della sua vita). Gramsci usa questo
termine, la egemonia, perché egli conduce una riflessione sulle esperienze e si
pone ancora la famosa domanda: perché non abbiamo vinto? Non abbiamo
vinto, dice Gramsci, perché bisogna capire le differenze che esistono tra una
società e un potere politico come quello russo, zarista, e un potere politico
in una società come esiste in Italia e nei paesi capitalisticamente sviluppati.
La domanda - si poteva fare la rivoluzione? c'erano le condizioni oggettive?
non c'erano? cosa è mancato? - trova in realtà una risposta in questa analisi
di Gramsci. Gramsci dice: in Oriente, cioè in Russia, lo stato è tutto,
la società civile era primordiale e gelatina sa (ecco il punto). Nell'occidente
tra stato e società civile c'è un giusto rapporto e nel tremoli o dello stato
si scorgeva subito una robusta struttura della società civile, lo stato era
solo una trincea avanzata dietro a cui stava una robusta catena di fortezze, di
casematte (più o meno diversa da stato a stato) ma questo richiedeva
un'accurata ricognizione di carattere nazionale. Ecco la grande differenza: in
Russia lo Stato era tutto, ed era indubbiamente casi, in una società molto
fluida, gelatinosa, non articolata, non robusta, una enorme burocrazia zarista
gestiva ogni momento della vita statale per cui quando lo Stato andava in crisi
o in sfacelo a causa ovviamente della disfatta militare e durante la grande guerra,
dietro allo Stato non c'era più niente che resisteva. In Occidente è
diverso, dietro al tremolio dello Stato, e LO STATO ITALIANO trema fortemente,
c'era però la robusta struttura della società civile, c'era l'apporto del
capitalismo, le sue organizzazioni, la sua tenuta culturale e cosi via.
Questo, secondo me, è un tentativo di risposta di Gramsci al perché siamo stati
sconfitti, ma è al tempo stesso una riflessione molto più generale sul modo in
cui si pone il problema della rivoluzione in Paesi capitalisticamente
sviluppati. Di qui egli trae la necessità di una diversa strategia
rivoluzionaria, dice in altre pagine. Mentre in Russia la società civile era
fluida ed embrionale, gelatinosa, era possibile la guerra manovrata, cioè lo
scontro di classe rapidamente risolutivo, in Occidente è necessaria la guerra
di posizione, che qui non significa stare fermi. 'è un altro passo in cui con
guerra di posizione Gramsci indica una relativa staticità dei processi sociali
e politici, qui non significa questo, qui guerra di posizione è la guerra di
trincea, per cui vai all'assalto delle trincee, delle fortezze, delle
casematte, cioè individui i gangli essenziali della vita sociale e statale e
conduci quindi una politica (attualizzando un po') che investe la totalità
della società e che tiene conto di tutte le complesse articolazioni della
società. Cioè Gramsci pone l'esigenza di una nuova strategia rivoluzionaria, di
un modo nuovo di concepire la rivoluzione. Questo è l'enorme passo che
egli ha fatto partendo dall'Ordine Nuovo, attraverso La questione meridionale
per arrivare ai Quaderni, perché il problema dell'Ordine Nuovo era: come
facciamo a fare anche in Italia come in Russia? Ma il problema era fare come in
Russia partendo dal movimento reale, non astrattamente. Individuiamo che
cosa distingue la questione contadina in ITALIA dalla questione contadina in
Russia. Come noi risolviamo questo problema decisivo della egemonia proletaria
che Lenin risolse in Russia con l'alleanza con i contadini? Qui che cosa è
l'alleanza con i contadini? Qui è questione meridionale, qui è questione
vaticana che l'origina. Nei Quaderni del carcere Gramsci pone l'esigenza
di una strategia, cioè dice: non possiamo fare come in Russia, abbiamo bisogno
di una ricognizione del terreno nazionale, cioè di una analisi concreta della
situazione concreta italiana, di calarci nel processo storico, nella
originalità dei processi sociali, politici e culturali del nostro Paese.
L'interessante è, però, che egli si riferisca a Lenin quando dice: «mi pare che
Lenin avesse compreso che occorreva un mutamento della guerra manovrata)
applicata vittoriosamente in Oriente alla guerra di posizione che era la sola
possibile in Occidente, cioè Gramsci attribuisce alla tattica del fronte unico
della classe operaia, proposta dai bolscevichi, da Lenin alla Internazionale,
al suo congresso, la individuazione di un tipo diverso di lotta rivoluzionaria,
di lotta di posizione. Fa dire a Lenin, a mio parere, molto di più di quanto
Lenin non volesse dire, forza il suo pensiero, lo porta oltre. Lo porta
oltre però partendo da intuizioni che in Lenin ci sono, perché vi sono scritti
di Lenin che forse Gramsci nemmeno conosceva in cui Lenin dice: in Occidente
tutti i lavoratori sono organizzati, non è come in Russia dove non c'erano
sindacati, dove i partiti avevano scarse radici, non avevano avuto una vita
legale, ci sono cooperative, sindacati, partiti, municipi, ecc. Cioè Lenin
dice: in Occidente tutti i cittadini partecipano in qualche modo alla
democrazia, non è come in Russia, quindi Lenin intuisce delle diversità in
Occidente e propone una tattica, non una strategia, diversa, cioè il fronte
unico. Gramsci parte da questa intuizione di Lenin e la porta, secondo
me, molto oltre e sottolinea fortemente la necessità di una ricognizione del
terreno nazionale: una classe di carattere internazionale, cioè il
proletariato, in quanto guida strati sociali strettamente nazionali e anzi
spesso meno ancora che nazionali, particolaristici e municipalistici, come i
contadini, deve nazionalizzarsi in un certo senso, cioè deve calarsi
profondamente nella realtà nazionale se è internazionalista, in quanto è INTER-NAZIONALISTA,
se vuole dirigere i contadini, gli intellettuali, ecc., deve individuare la
specificità del processo rivoluzionario. Dove si vede che l'egemonia è
impensabile al di fuori della ricognizione nazionale, la egemonia è proprio la
capacità di individuare la specificità nazionale, i caratteri specifici di una
determinata società, l'egemonia è conoscenza, oltre che azione, e quindi è
conquista di un nuovo livello di cultura, scoperta di cose che non si
conoscevano. Questo nazionalizzarsi, questo calarsi nella realtà nazionale
e la conquista dell'egemonia sono in Gramsci strettamente congiunti. L'egemonia
è individuazione della tattica e della strategia nuove che si devono usare in
determinate situazioni. Come nasce in Gramsci l'idea dell'egemonia? Marx
aveva detto nella Ideologia tedesca che le idee dominanti in una società sono
le idee della classe dominante, cioè la classe dominante diffonde le sue idee,
la sua cultura, la sua ideologia in tutta la società. più esattamente Marx dirà
nella prefazione a Per la critica dell'economia politica del '59, che sono i
rapporti di produzione, quindi il modo di proprietà prevalente, che determinano
non solo le istituzioni politiche e statali, ma il modo di pensare, la
coscienza. Il modo di produzione però - i rapporti di produzione e il loro
nesso con le forze produttive - è contraddittorio e quindi questa
contraddizione, la contraddizione che esiste nel modo di produzione
capitalistico, tra classe operaia e capitalisti per esempio, pone in
discussione non solo la politica economica, le questioni sindacali immediate,
ma anche la politica e la cultura delle idee della classe dominante. Non
appena la classe antagonistica nel sistema capitalistico, il proletariato,
assume coscienza del suo antagonismo al sistema capitalistico, elabora non
soltanto delle lotte sindacali immediate, ma anche una linea politica e una
concezione del mondo, il marxismo, l'ideale socialista, una nuova morale che
contrappone ai valori ed alla morale della società dominante. Attraverso un
processo enormemente faticoso, attraverso una piccola avanguardia, poco alla
volta, cerca di strappare all'egemonia ideale e politica della classe dominante
una parte sempre più grande della classe operaia e dei suoi alleati, contadini,
ceti medi, cerca di conquistare gli intellettuali. Ora Gramsci si chiede
come si tiene insieme una determinata società, cioè un determinato blocco
storico, un nesso di forze politiche e sociali, come si tiene insieme questo
rapporto tra la struttura economica, i rapporti di produzione e di scambio, e
lo Stato, come si può spiegare insomma che un determinato Stato, una
determinata classe dominante tenga insieme e abbia il consenso di forze i cui
interessi sono opposti. Questo blocco storico trova il consenso tra gli
operai, tra i contadini, i cui interessi sono opposti a quelli della società
capitalistica, non solo con l'influenza politica, dice Gramsci, ma con
l'ideologia. È l'ideologia che tiene insieme il blocco storico, che lo salda,
che consente di tenere insieme classi sociali non solo di tipo differente, ma
con interessi addirittura opposti, antagonistici. L'ideologia è il grande
cemento del blocco storico, ed è momento della sua edificazione, che non è solo
ideologica, è culturale, è politica in primo luogo, ma non può essere
dissociata dal momento dell'ideologia e delle idee. Noi allora abbiamo un
processo per cui le classi, antagoniste per interessi, sono subalterne
all'origine, Cloe non hanno una propria concezione del mondo, una propria
cultura, ma hanno assorbito la cultura delle classi dominanti, in un modo
eterogeneo, disorganico, passivo. Cosicché, il modo di pensare delle classi
subalterne è privo di organicità, di capacità critica. Le classi subalterne sono
però spinte alla ribellione, ma tale ribellione è un sussulto che non riesce ad
organizzarsi in una politica perché c'è subalternità ideale, culturale. È
necessario tutto un processo perché le classi subalterne diventino autonome, si
diano un partito, una linea politica, una concezione culturale, e allora da
autonome lottano per diventare egemoni, dirigenti. Già prima della conquista
del potere possono diventare egemoni, cioè. diffondere la propria concezione
non solo politica, ma culturale, in tutta la società. L'egemonia si
conquista prima della conquista del potere ed è una condizione essenziale per
la conquista del potere. Il processo di egemonia è quindi un processo di
unificazione del pensiero e dell' azione perché - quando le classi sono
subalterne - può esserci per esempio una insurrezione contadina unita
all'affermazione che i proprietari della terra ci sono sempre stati, e magari
sempre ci saranno, un'insurrezione che spera nel re per sistemare le cose. Può
accadere che gli operai di Pietroburgo vadano in corteo al palazzo dello zar
perché lo zar intervenga e faccia finire le ingiustizie. E lo zar pensa bene di
farli mitragliare e allora gli operai cambiano idea. Prima erano subalterni,
pensavano che lo zar fosse un piccolo padre, il padre della chiesa ortodossa,
che la soluzione delle ingiustizie dipendesse da lui. Gramsci allora
dice: c'è nelle classi subalterne una filosofia reale che è quella della loro
azione, del loro comportamento. C'è una filosofia dichiarata che vive nella
coscienza, che è in contraddizione con la filosofia reale. Bisogna sogna
congiungere questi due elementi attraverso un processo di educazione critica
per cui la filosofia reale di ciascuno, la sua politica, diventi anche la
filosofia cosciente, la filosofia dichiarata. Per giungere a quel processo di
unificazione di teoria e pratica, di costruzione di una cultura nuova,
rivoluzionaria, di riforma intellettuale e morale. Le due cose sono
strettamente congiunte per Gramsci. Gramsci riprende questo concetto di riforma
intellettuale e morale ancora una volta da Sorel, ma cambiandone completamente
i contenuti. Riprende anche un tema tipico della cultura italiana del suo tempo
che si ritrova nella destra, in Alfredo Oriani, per esempio, come nella
sinistra, in GOBETTI (si veda): l'idea cioè che all'ITALIA sia mancato qualcosa
di simile alla riforma protestante, cioè una riforma della concezione del mondo
e morale che arrivasse in profondità, nel popolo. In Italia c'è stata invece la
controriforma, il distacco della chiesa dal popolo, la sovrapposizione del
dogma, l'irrigidimento gerarchico della chiesa, la limitazione della libertà
scientifica, di espressione artistica, c'è stata l'Inquisizione, l'ipocrisia,
che ha viziato profondamente il carattere degli italiani, ne ha fatto dei
cortigiani, ne ha fatto dei servi. È mancata una riforma protestante.
Gramsci dice che non solo è mancata una riforma protestante, ma è mancato
qualche cosa ben di più della riforma protestante; qualche cosa di analogo
all'illuminismo francese del settecento che preparò la rivoluzione francese,
qualche cosa di simile alla rivoluzione democratico-borghese. indice La nozione
di intellettuale Gramsci aggiunge: in Italia i laici hanno fallito il loro
compito che era di diffondere una nuova concezione culturale, un nuovo
umanesimo :fino agli strati più profondi e più incolti del popolo. Come era
necessario fare. Gli intellettuali democratici laici non l'hanno fatto perché
si sono mantenuti come una casta separata, con un suo linguaggio separato, con
una sua vita culturale separata. È mancato l'elemento essenziale della
costruzione democratica e di una riforma intellettuale e morale nel nostro
Paese, cosa che solo la classe operaia può fare, non la chiesa cattolica,
perché la chiesa cattolica tiene separati gli intellettuali e i semplici, parla
due linguaggi, uno per gli intellettuali ed un altro per i semplici, ma sta
bene attenta che gli intellettuali non rompano il rapporto con i semplici al
tempo stesso. Gli idealisti, Benedetto Croce, Gentile, hanno fatto una
riforma intellettuale per i grandi intellettuali, non per il popolo. Al popolo
lasciano la religione che è la filosofia di quelli che non hanno filosofia
cosciente. Questo processo di unificazione tra intellettuali e semplici
lo può fare la classe operaia guidata dal marxismo, grazie al marxismo, e
creando nuovi quadri intellettuali, organici alla classe operaia, che sono i
suoi quadri, i suoi dirigenti. Qui muta completamente la nozione di
intellettuale, l'intellettuale non è chi sa il latino o il greco, lo scrittore
o cose del genere, l'intellettuale è il dirigente della società, il quadro
sociale. Un caporale dell'esercito anche se analfabeta è un intellettuale,
secondo Gramsci, perché dirige i soldati, un intellettuale è il capo-lega
bracciante, anche se analfabeta, come tanti lo erano al tempo di Gramsci,
perché organizza i braccianti, perché li guida, perché li educa. Questi sono
gli intellettuali secondo Gramsci, il tessuto connettivo del blocco storico,
gli elaboratori della egemonia della classe dominante la quale senza gli
intellettuali non potrebbe essere egemone, dirigente: sarebbe solo dominante e
oppressiva e le mancherebbe la base di massa, il consenso necessario per
esercitare il suo dominio. La cosa interessante è che Gramsci elabora
queste idee attraverso un'analisi del processo storico italiano. C'è sempre
concretezza nel suo pensiero. Ad esempio analizza come si sia formata in ITALIA
l'egemonia dei liberali, come i liberali con un'azione molecolare ed empirica
abbiano assimilato, isterilito le forze repubblicane, mazziniane, ecc., e
disgregato il blocco opposto con un'opera, egli dice, di direzione
intellettuale e morale. Gramsci sottolinea l'importanza di questo momento
ideale e morale nella direzione dei liberali moderati. Ed è qui che egli
introduce il concetto di supremazia. Un gruppo sociale, una classe ha una
supremazia in quanto ha la direzione e il dominio, la classe che è
all'opposizione non ha ancora il dominio, ma deve conquistare la direzione,
cioè l'egemonia, se vuole conquistare anche il dominio e una volta conquistato
il dominio deve mantenere la direzione. Come si presenta, quindi, per
Gramsci la rivoluzione? La rivoluzione si presenta in realtà come una c risi di
egemonia, cioè come una crisi di capacità dirigente da parte di coloro che
hanno il dominio perché non riescono più a risolvere i problemi del paese, non
riescono più a tenerlo insieme con l'ideologia. Pensate ai processi che oggi si
sono compiuti. Lo spostamento a sinistra degli studenti, pur caotico ed anche
pericoloso che sia, contiene molti elementi di individualismo borghese
esasperato - e quindi resta nel quadro dell' egemonia culturale borghese molto
più di quanto non si pensi -, ma è anche il segno della disgregazione di questa
egemonia culturale, una disgregazione che non riesce ad uscire da se stessa,
che si rigira e si tormenta intorno a se stessa. Ma che è il segno di questa
crisi. Basta vedere come le idee del marxismo si sono diffuse e si
diffondono. Qui c'è un allargamento della nozione di rivoluzione.
Marx aveva detto: la rivoluzione si ha quando le forze produttive entrano in
una contraddizione incontenibile con i rapporti di produzione. (Gramsci parte
di qui, ma vede la totalità sociale). Lenin aveva detto: la rivoluzione si ha
quando la classe dominante non riesce più a dominare, quando le classi oppresse
non accettano più di essere dirette e oppresse alla vecchia maniera e abbiamo
una grande ribellione di massa. Gramsci, in modo più preciso, la definisce la
crisi di egemonia, come uno scollarsi tra dominio e direzione, come il venir
meno della direzione, quindi come una crisi che investe tutta la totalità
sociale, in cui il momento culturale, morale, ideale ha un'enorme
importanza. Noi stiamo vivendo un momento di questo genere. Si è rotto il
vecchio blocco di potere che aveva come asse la Democrazia cristiana, è venuta
meno la capacità dirigente del vecchio blocco di potere (che è sempre stata
molto limitata del resto), non si è ancora costruito un nuovo blocco di potere
che possa portare ad un nuovo blocco storico. Blocco di potere è un'espressione
che GRAMSCI non usa, la usa TOGLIATTI, intendendo la fase di preparazione di un
nuovo blocco storico e di una nuova società, di una nuova base sociale, di un
nuovo tipo di Stato, di un nuovo rapporto tra base sociale e Stato. Il
momento di questa crisi di egemonia è dunque un momento anche di crisi ideale,
di crisi culturale, di crisi morale. Gramsci dà grande valore al momento del
soggetto, della coscienza, delle idee nel processo rivoluzionario. L'egemonia è
iniziativa, è intervento sul processo e guida del proletariato, come già Lenin
aveva detto quando rimproverava ai menscevichi di alterare il materialismo
storico, di deformarlo perché non capivano la funzione dei partiti i quali,
avendo individuato e compreso la realtà oggettiva, intervengono nel processo
per condur1o in una determinata direzione. Lenin dice: i menscevichi non hanno
capito la prima tesi su Feuerbach, la funzione del rapporto soggetto-oggetto.
Non è a caso che Gramsci chiama il marxismo FILOSOFIA della prassi, usando una
terminologia che e usata da GENTILE (si veda). Però Gramsci l'usa in tutt'altro
senso; non la prassi dell'intelletto, come intende GENTILE, ma la prassi
trasformatrice, rivoluzionaria, unità di soggetto-oggetto, intervento del
soggetto sulla realtà. Attenzione però. Gramsci parla sempre di egemonia
della CLASSE operaia, non del partito, perché Gramsci non ha mai rinnegato
l'esperienza dei consigli di fabbrica e ritiene che la classe operaia debba
darsi una molteplicità di organizzazioni per conquistare il potere. Mai Gramsci
ha pensato che la classe operaia conquisti il potere solo col partito, essa
deve avere altri collegamenti, altre organizzazioni, deve essere presente nelle
istituzioni statali oltre che di massa. Inoltre Gramsci non mortifica mai
il movimento, dice che l'elemento cosciente deve saper depurare il movimento
spontaneo da quanto c'è in esso di contraddittorio, di arretrato, di
reazionario anche, deve depurarlo e portarlo al livello della scienza moderna,
cioè del marxismo. Ma non si deve né disprezzare, né trascurare la spontaneità,
che bisogna però aiutare. Bisogna partire da quello che egli chiama il senso
comune e vedere quanto c'è di sano in questo senso comune, nelle sue
contraddizioni, nelle sue superstizioni, nelle sue posizioni arretrate.
indice Il partito, moderno «Principe» È compito del partito
cogliere questo elemento sano, tirarlo fuori dal guscio (il nocciolo razionale,
direbbe Marx) e portarlo al livello di una coscienza scientifica della realtà.
Il partito è il momento decisivo della formazione dell'egemonia della classe
operaia; non è possibile egemonia della classe operaia senza il partito, perché
esso è l'unificatore dell'azione e del pensiero, della FILOSOFIA istintiva, non
consapevole, presente nell'azione, e della filosofia consapevole che bisogna
fare acquisire, dando la prospettiva, dando la visione dell'insieme. In
questo senso egli chiama il partito il moderno principe, riferendosi a
MACHIAVELLI e valorizzando enormemente MACHIAVELLI. Un PRINCIPE moderno non più
come individuo, perché nella società moderna questo non è più possibile, ma
come intelligenza e VOLONTA COLLETTIVA personificazione di una grande volontà
collettiva: il partito è il moderno principe. Del partito Gramsci mette
molto in rilievo l'elemento della coscienza e della direzione. In ogni partito,
secondo Gramsci, ci sono tre strati: uno di dirigenti, molto ristretto, a
livello nazionale, uno di base che aderisce soprattutto per entusiasmo o per
fede, e uno intermedio che collega questi due elementi. Senza questi tre
elementi il partito non c'è, però Gramsci dice: attenzione, con l'elemento di
base voi non formerete nulla, non formerete mai il partito; occorre l'elemento
dirigente. Ovvero, un esercito non forma il capitano, ma alcuni capitani
formano l'esercito. Per Gramsci la formazione del partito va dall'alto in
basso, come per Lenin, cioè parte dal congresso, parte dal punto più alto della
consapevolezza, il che non è una visione burocratica, ma è una visione di
intervento della coscienza, della direzione sul movimento spontaneo. Educazione
del movimento spontaneo, perché tutta la concezione pedagogica di Gramsci,
dell'educazione come sforzo, come disciplina, dello studio anche come fatica,
ci dice chiaramente come egli intenda la direzione. Il partito è il
grande riformatore intellettuale e morale, quello che supera la vecchia
concezione e ne costruisce una nuova. C'è in GRAMSCI il superamento del
meccanicismo materialistico tipico di BORDIGA, di tutto il movimento socialista
da cui lui veniva. Il suo ragionamento sul blocco storico è un ragionamento
sulla totalità sociale, su gli elementi sociali, politici e culturali:
l'egemonia costruisce un determinato blocco storico e il blocco storico si
tiene insieme grazie all'egemonia, grazie alla direzione. L'egemonia è il
momento di saldatura. Ecco quindi un'egemonia che rompe il precedente
blocco storico. Rompe il vecchio tipo di totalità sociale ormai in crisi e
costruisce un nuovo tipo di totalità sociale, anzi, direi, sociale, politica e
culturale. Dicevo che Gramsci pone l'esigenza di una nuova strategia, non
di più. A mio parere di più non poteva fare negli anni trenta: ha smesso di
scrivere i Quaderni, quando la sua malattia si era tanto aggravata da
togliergli la forza fisica di scrivere. In questa elaborazione noi siamo
andati avanti, cercando di dare una risposta a che cosa è la strategia
rivoluzionaria in paesi capitalisticamente sviluppati. L'abbiamo cominciato a
fare durante la guerra di Liberazione, parlando di democrazia progressiva, di
democrazia di tipo nuovo, come diceTogliatti. Secondo Togliatti non ci si
puo più rifare al modello russo della rivoluzione perché la rivoluzione ha modi
e scadenze diverse a seconda dei paesi, non c'è un unico modello. La ricerca
del nuovo modello avrebbe potuto avvenire attraverso l'azione dei Comitati di
Liberazione Nazionale che Togliatti valorizza quando dice: avremmo preso una
strada più rapida e più sicura se avessimo potuto mantenere in piedi questi
comitati. Lo afferma al quinto congresso del PCI. Lavorando su questa
indicazione di Gramsci, e non solo, lavorando sulla realtà oggettiva,
riprendendo l'esperienza della guerra di liberazione, siamo venuti costruendo
quella strategia che è, che chiamiamo la via italiana al socialismo. Questa
strategia non può grettamente rinchiudersi in una sola nazione, deve per forza
avere delle convergenze con la strategia di altri partiti, del movimento
operaio in altri paesi capitalistici. Quello che gli altri chiamano euro-comunismo
è fatto di accordi tra noi e il partito comunista francese, il partito spagnolo
ed altri partiti. Abbiamo naturalmente esteso il concetto di egemonia.Per
noi l'egemonia, la capacità dirigente della classe operaia è capacità di
realizzare tutte quelle alleanze che sono indispensabili affinché la classe
operaia abbia accesso al potere in una società di capitalismo monopolistico e
di capitalismo monopolistico statale. Perciò la classe operaia deve andare al
di là dell'alleanza operai-contadini poveri (tra l'altro i contadini oggi sono
solo il 15% della popolazione, comprendendo anche quelli ricchi), ma deve
arrivare ai ceti medi delle città e delle campagne, deve arrivare al settore
della piccola e media industria. Si tratta di un sistema di alleanze assai
articolate e, badate bene, contraddittorio. perché, tra gli operai della
piccola e media industria e il proprietario della piccola e media industria c'è
indubbiamente una contraddizione, una contraddizione che noi dobbiamo
indirizzare verso la contraddizione principale, come direbbe Mao-Tse-Tung,
ovvero contro il capitalismo monopolistico. Ora alleanze sociali cosi
ampie non possono che esprimersi a livello politico, cioè in partiti politici.
Questa è una cosa che GRAMSCI non aveva presente, per lui un partito solo
faceva la rivoluzione: il Partito comunista. Al Partito socialista bisognava
tagliare le radici.Gramsci non arrivava a questa visione cosi ampia delle
alleanze, non ci poteva arrivare. indice Quale pluralismo Per
noi invece questa visione si esprime in una pluralità di partiti, e d'altra
parte le democrazie popolari ci danno un esempio di pluralità di partiti. In
Polonia, nella RDT, vi sono partiti che hanno una scarsa autonomia forse, ma
esistono realmente. Come mandare oltre questa esperienza? Sviluppando un
sistema di alleanze, anche a livello politico, che è fatto di contrasto, che è
fatto di confronto, che è fatto di lotta. Ad 'esempio, la nostra alleanza col
partito socialista è anche lotta, è anche discussione non priva di asprezze,
naturalmente. Questo sistema lo possiamo chiamare pluralismo, pluralismo
sociale e politico, assumendo un termine che non è nostro, che è estraneo al
marxismo, ma che viene dalla sociologia cattolica e dalla sociologia
americana. La sociologia cattolica intende per pluralismo una pluralità
di istituzioni che si equilibrano l'uno con l'altra: la famiglia, la chiesa, lo
STATO ITALIANO, la scuola e cosi via. Il suo pluralismo è fondato
sull'interclassismo, cioè sulla collaborazione tra classe operaia e capitalisti
e sul superamento della contraddizione tra l'una e gli altri. La
sociologia americana dice: il pluralismo è una pluralità di istituti che
impedisce a una sola forza di avere l'egemonia, il dominio, la
prevalenza. Per noi il pluralismo è invece un'ampiezza di alleanze
sociali e politiche tale da isolare il grande capitale monopolistico, la sua
logica e la logica da cui oggi è dominato il capitalismo di stato in questa
società, 1ìno a sconfiggerlo. Cosi si realizza il vero pluralismo, perché noi
diciamo che fino a quando esiste il grande capitale il pluralismo reale nella
società non ci sarà mai, sarà sempre apparente. La costituzione è
pluralistica, ma il pluralismo reale della nostra vita è apparente. Invece vi è
il monopolio dei mezzi di informazione, dell'economia e cosi via. Ad
esempio il pluralismo della società americana nasconde la realtà di una società
in cui il potere economico e politico è al massimo grado concentrato, e la
partecipazione democratica dei cittadini è puramente formale. In realtà, devono
votare per due partiti che si confondo l'un con l'altro, che si mescolano, non
si sa bene che differenza ci sia tra democratici e repubblicani. A volte i
democratici su certe cose sono d'accordo con i repubblicani, su altre sono
d'accordo solo con certi repubblicani. Si può dire che negli Usa ci sia un
pieno trasformismo. Un reale pluralismo si ha quanto più si batte il
capitalismo, quanto più si avviano forme di autogoverno della società, di
partecipazione. Il nostro pluralismo è anche statale, di istituzioni statali e
sociali. L'autonomia del sindacato, poi, è un momento decisivo. Quando diciamo
pluralismo delle istituzioni statali intendiamo parlamento, regioni, comuni
autonomi, comprensori, consigli di quartiere o di circoscrizione, sino ad
arrivare ai consigli di fabbrica che non sono un istituto statale, ma sono
sanciti dai contratti e riconosciuti dallo Statuto dei lavoratori. Perciò
pluralità di istituzioni sociali e politiche. Inoltrel'autonomia dei sindacati
significa che il pluralismo è già dentro la classe operaia, che esso non
caratterizza semplicemente il rapporto della classe operaia con forze sociali
non proletarie e il rapporto del Partito comunista con partiti non proletari,
ma che vive nella classe operaia. Infatti nella classe operaia ci sono i
comunisti, ci sono i socialisti, ci sono anche i democristiani, c'è anche il
sindacato autonomo, c'è il consiglio di fabbrica, che ha anche esso una sua
dialettica nei rapporti col sindacato e coi partiti. Il pluralismo vive
nella classe operaia e per questo può attuarsi nella società. Egemonia nel
pluralismo, dunque, e non: egemonia e pluralismo, come diceva bene Ingrao, e
fra i due termini c'è un rapporto dialettico. Più egemonia c'è, e più c'è
pluralismo, non come confusione di forze, ma come forma di lotta, la più ampia,
la più acuta, la più caratterizzata dal punto di vista di classe oggi. D'altra
parte, senza pluralismo non si ha egemonia, ma isolamento della classe operaia
e suo ritorno a posizioni subalterne. Di tale nesso dialettica tra i due
termini i nostri avversari ovviamente non capiscono nulla, e dicono: se parlate
di egemonia non potete parlare di pluralismo, e viceversa. Dal punto di
vista della sociologia cattolica e americana hanno ragione, ma noi usiamo
questo termine con tutt'altro significato. Legato a questo si pone anche il
tema della dittatura del proletariato. Come ci collochiamo? Quando i
socialdemocratici escludevano la dittatura del proletariato, e anche Kautsky la
escluse dopo la rivoluzione d'Ottobre, in realtà dilatavano una concezione
della democrazia tale per cui nell'esercizio della democrazia si arriva al
socialismo, ma smarrivano la questione dell'autonomia e dell'egemonia della
classe operaia, concepivano il processo come puramente elettorale e non come
un'egemonia che rompe il blocco avversario, che aggrega e costruisce un nuovo
fronte, quindi un'egemonia fondata sull'iniziativa e sulla lotta. Noi abbiamo
parlato di dittatura del proletariato nella Dichiarazione programmatica del
congresso per sottolineare come cambino le forme della dittatura del
proletariato a seconda dei paesi. Abbiamo mantenuto il concetto, ma abbiamo
sottolineato questo elemento: cambiano le forme. Abbiamo ripreso questo
concetto al decimo congresso, per sottolineare che della dittatura del
proletariato emerge sempre di più l'elemento della direzione e del consenso. In
seguito non abbiamo più ripreso questa nozione, l'abbiamo lasciata cadere.
Mi chiedo se sia compito dei documenti del partito affrontare questa questione
tipicamente teorica o se invece non si debba sviluppare la discussione e il
dibattito a livello teorico su questo problema. Ad ogni modo la mia
opinione, che altri possono naturalmente confutare, è che la nozione della
dittatura del proletariato è nella situazione italiana dialetticamente
superata, il che può voler dire assunta ad un livello superiore. Cosa
significa? Significa che la classe operaia deve, at· traverso tutto un processo
(oggi un accordo programmatico, poi un governo unitario), costruire un nuovo
blocco di potere in cui essa sappia avere una funzione dirigente. D'altra
parte, un nuovo blocco di potere o si costituisce sotto la direzione della
classe operaia o non si costituisce. Blocco di potere certamente
contraddittorio dal punto di vista sociale e politico che dovrà saper risolvere
le sue stesse contraddizioni in modo progressivo se ne sarà capace. L'egemonia
si conquista, la direzione si conquista ogni giorno. Ecco allora che è il
blocco di potere ad esercitare la coercizione sulla società attraverso la
legalità dello Stato. L'elemento della coercizione non può essere eliminato,
non si costruisce il socialismo senza coercizione, anche dura, ma essa viene
esercitata dal blocco del potere, non direttamente dalla classe operaia.
Del resto anche nella concezione di Lenin e nella realtà, la classe operaia ha
esercitato la coercizione contro i nemici di classe e non verso i contadini
poveri, non verso gli intellettuali. Lenin diceva: gli specialisti li dobbiamo
conquistare, qui la coercizione non serve, li dobbiamo convincere a lavorare
per noi, bisogna pagarli molto, ecc. ecc. Anche allora nel blocco di potere c'è
un elemento di consenso e un elemento di costrizione. Se si allarga il
blocco di potere, come da noi deve allargarsi, si allarga anche la sfera del
consenso, ma di un consenso molto travagliato, ottenuto con le lotte, tra
contrasti, anche, tutt'altro che scontato. L'altro elemento è che non solo la
classe operaia non esercita direttamente la coercizione, ma non impone nemmeno
il suo modello di Stato a tutta la società. Nella rivoluzione russa è avvenuto
questo: i Soviet, che sono un istituto tipicamente operaio, nato dal movimento
operaio russo, si sono estesi ai contadini e ai soldati, e poi son diventati
l'istituto statale. La classe operaia ha creato cioè la società a sua immagine
e somiglianza, per riprendere una frase biblica, cioè ha impresso la sua
visione statale su tutta la società. Noi questo non lo facciamo e non lo
proponiamo, noi assumiamo il parlamento dalla storia della democrazia ateniese,
noi assumiamo i comuni, le stesse regioni derivano da una tradizione non
nostra, e introduciamo, come elementi nostri invece, i consigli di fabbrica, il
decentramento nei quartieri e cosi via, i quali sono gli elementi di una
democrazia diretta che supera il parlamentarismo. In questo senso allora
mi pare che non si possa parlare di dittatura del proletariato, perché della
dittatura del proletariato cade un elemento: la coercizione esercitata
direttamente dalla classe operaia nelle sue forme e nei suoi modi. La
coercizione resta ma è di tutto il blocco di potere che esercita anche la
direzione sulla società, non sola la coercizione. Inoltre all'interno del
blocco di potere la classe operaia deve sapere esercitare la sua funzione
dirigente per costruire lo stesso blocco di potere, per tenerlo insieme, per
trasformarlo in senso progressivo. Mano a mano che si va avanti nel senso del
socialismo, anche il blocco di potere si trasforma e diventa più avanzato, più
omogeneo dal punto di vista di classe e cosi via. Allora si mantiene della
dittatura del proletariato questo elemento essenziale: l'autonomia e l'egemonia
o direzione della classe operaia, superando l'altro elemento, lo elemento della
coercizione inquadrandolo in un ambito più ampio. Questa è soltanto la
mia opinione in proposito. C’è in molti giovani comunisti uno stile di
serietà riflessiva, di maturità e di chiarezza responsabile, che stupisce, se confrontato
al tono un pò vacuo, avventato o ciondolone, che è tradizionale di molta
gioventù italiana. Sono giovani che, usciti dalla dura scuola che i tempi
impartiscono – sia pur con diverso profitto – a ciascuno, son passati alla
scuola del partito, e diventano in breve dirigenti : acquistano quel piglio,
quel polso, quella quadratura, quasi non avessero fatto altro da molti anni, o
come se tutto in loro da tempo tendesse a farne dei quadri comunisti, o non
altro. Un dirigente di questo tipo è G., segretario della Federazione di
Torino. Laureato in FILOSOFIA, e questa è una delle chiavi della sua
personalità, ma proprio in un senso che smentisce nel modo più assoluto il
concetto che del FILOSOFO s’ha volgarmente. Tutto in G. è esattezza logica,
ragionamento filato, rigore razionale. Un matematico, potrebbe anche essere, se
i numeri non fossero entità troppo astratte per il suo bisogno di concretezza.
Così Calvino, dalle pagine de l’Unità piemontese, descriveva G. Mi sembra
giusto rendere onore ad un grande compagno, anche se non ho avuto la fortuna di
conoscere se non attraverso i suoi scritti. G. è stato per lungo tempo il
responsabile della Sezione culturale del PCI e successivamente direttore
dell’Istituto di studi comunisti Togliatti, la famosa scuola di Frattocchie. Pubblica
saggi su Rinascita, su l’Unità, su Critica marxista -- di cui è stato
vicedirettore --, assieme ad altre pubblicazioni. Il suo lavoro, nel partito
ed all’istituto, è stato fondamentale nel costruire quadri e militanti e nello
sviluppare quella teoria rivoluzionaria che a noi, comunisti del XXI secolo,
così manca. Una testimonianza diretta da mio padre Marco. “Conobbi G,
alla scuola di Partito di Frattocchie, In quel periodo il partito si era
impegnato molto nella formazione dei gruppi dirigenti. Io insieme ad altri
compagni della gloriosa Federbraccianti delle varie regioni d’Italia, avevamo
partecipato, orgogliosamente, a quella settimana di studi e approfondimenti
sulla questione agraria e economica del mezzogiorno. Ci colpi’ molto la
preparazione e la competenza di G., ma soprattutto il suo linguaggio e la sua
dialettica, coerentemente alineata a sani principi etico-morali. E uno che
volava alto, ogni tanto si lasciava andare in ragionamenti filosofici che a
noi, ancora politicamente acerbi, sembravano un pò difficili. Una settimana
intensa e ricca che ci forni strumenti di analisi, di critica e di
proposta.” Qualche cenno biografico per i compagni che non lo conoscono,
dal sito biografico gestito dalla moglie e da suo nipote Bonavoglia
http://digilander.libero.it/lucianogruppi/ : Iscritto al Partito comunista.
Partecipa alla Resistenza. Dopo la Liberazione è membro della Segreteria e
responsabile della Commissione giovanile della Federazione di Torino. Responsabile
della Commissione giovanile, poi della Sezione di stampa e propaganda, membro
della Segreteria della Federazione di Milano. Responsabile della Sezione
d’organizzazione e vicesegretario della Federazione di Torino. Segretario della
Federazione di Torino. Fa parte della Segreteria regionale del Piemonte. Membro
della segreteria del Consiglio mondiale del Movimento dei partigiani della pace
a Praga e a Vienna. Vice responsabile della Sezione di stampa e propaganda
del Comitato centrale del PCI. Fa parte della segreteria della Federazione di
Torino ed è capogruppo consiliare al Comune di Torino. Rappresentante del
PCI nel Comitato di redazione della rivista internazionale Problemi della pace
e del socialismo, a Praga. Vice responsabile della Sezione culturale del
Comitato centrale del PCI. Dal ’64 al ’66 responsabile della Sezione per
le scuole di partito. Vice responsabile della Sezione culturale del
Comitato centrale del PCI. Vicedirettore della rivista Critica
marxista. Direttore dell’Istituto di studi comunisti Togliatti
(Frattocchie). Presidente dello stesso istituto. Membro del Comitato
centrale, Membro della Commissione centrale di controllo. Al congresso ha
chiesto di non essere riproposto per organismi dirigenti del PCI; Ha
restituito la tessera dei Democratici di Sinistra; Iscritto al Partito
della Rifondazione Comunista; Nello stesso sito è possibile trovare
l’importantissimo “La concezione marxista dello Stato”, che riunisce le lezioni
tenute presso Frattocchie. digilander. libero.it/ lucianogruppi/
concezionedellostato/ la_concezione_dello_STATO ITALIANO. Per finire, la
commemorazione su “L’Ernesto” .marx21.it/rivista/- marx-dalla- democrazia-radicale-al-comunismo rivoluzionario.html
Un breve estratto da quest’ultimo articolo, ancora oggi attualissimo, di Torsi
e Giannini, che mi sento di condividere in pieno : “Due propensioni,
quella dello studio teorico e della formazione, quanto mai necessarie ed
attuali oggi, in questa fase caratterizzata sia dalla povertà teorica che segna
di sé una parte significativa del movimento comunista che dalla grave
sottovalutazione del valore della formazione politico-teorica ( la scuola
quadri) che si manifesta anche in Rifondazione comunista. G., dunque, non
solo nel ricordo: ma per il lavoro futuro, come è destino dei grandi. Grice: “In retrospect, I can
imagine that it may have been torture for my pupils to have to endure my
tutorials on ordinary language philosophy, when none of them ‘parled’ it!” -- Luciano
Gruppi. Gruppi. Keyword: la via italiana al
socialismo, egemonia della filosofia del linguaggio ordinario -- Refs.: Luigi
Speranza: Grice e Gruppi” – The Swimming-Pool Library.
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