Grice e Rignano: la ragione conversazionale della
teleo-nomia -- filosofia fascista – filosofia italo-giudea – la scuola di
Livorno -- filosofia toscana -- filosofia italiana -- Luigi Speranza (Livorno). FIlosofo toscano. Filosofo italiano. Livorno, Toscana. Grice: “I love Rignano, but
I would not consider him a philosopher, in that he never attended a course on
philosophy!” Studia a Pisa e Torino.
Laureato, si interessa subito ai problemi filosofici collegati alla ricerca scientifica.
Fondatore della Rivista di Scienza. Fonda a Bologna “Rivista di Scienza” per Zanichelli.
La rivista assunse il nuovo titolo di “Rivista di sintesi scientifica” -- cf.
Grice on einheit der wissenschaft. La rivista nasce con il proposito di opporsi
alla eccessiva specializzazione a cui era giunta la ricerca scientifica
danneggiata per questo da criteri troppo specifici e restrittivi. Gli fondatori, e in particolare R., si proponeno
di superare il particolarismo delle scienze per una visione più estesa gettando
un ponte fra cultura umanistica e quella scientifica ed elaborando una
"sintesi" -- o unità o continuita -- tra le scienze della natura e le
scienze dell'uomo. In questo modo la
filosofia, libera da legami nei confronti dei sistemi prefissati, poteva
dedicarsi a promuovere la coordinazione del lavoro, la critica dei metodi e
delle teorie, e ad impostare in modo più ampio i problemi delle teorie. Nei
saggi che pubblica su “La rivista de sintesi scientifica” ha modo di mettere in
rilievo le sue capacità di divulgatore e di condurre i suoi studi in completa
autonomia dal mondo accademico ufficiale elaborando la sua concezione
filosofica ispirata soprattutto dalla corrente positivistica. Chiede a Freud
un'esposizione della psicoanalisi con le indicazioni di quali rami del sapere
potessero essere interessati alle teorie e all'esperienze psicoanalitiche.
Freud scrive “Das Interesse an der Psycho-analyse”, pubblicato sulla rivista. Si
interessa di psicologia e biologia ed è noto soprattutto per la sua ipotesi
della proprietà mnemonica, secondo la quale la sostanza vivente sarebbe in
grado di ricordare le condizioni fisiologiche dell’iniziali situazioni fisiche
determinate dall'ambiente esterno e quindi di riprodurle nel prosieguo della
vita biologica. Questa sua teoria
consente a lui di operare nella biologia un compromesso tra una visione meccanicistica
della realtà naturale e una finalistica, vitalistica. Per il meccanicismo
infatti non è possibile pensare che nell'ambito degli organismi viventi vi sia
il proposito immanente di conseguire una finalità ma d'altra parte è innegabile
he nel mondo organico sia presente una sorta di TELEO-NOMIA particolare per
ogni essere vivente tale da giustificare l'idea che, durante il periodo di
adattamento all'ambiente, questi conservi una specie di traccia fisica
mnemonica persistente e trasferibile ereditariamente. Si interessa anche di
filosofia della psicologia – o psicologia filosofica -- ma quando intese indicare lo statuto
epistemologico della teoria psicologica, il tipo di scientificità che ad essa
compete, in modo da definire i rapporti con la scienza naturale da una parte e
con quella umana dall'altra, si orienta verso soluzioni intermedie, che spesso
complicavano più che risolvere i problemi. Coerentemente al suo programma di
sintetizzare opposti sistemi, elabora anche una concezione economica di tipo
socialista marxista che è in accordo con il liberismo. Altre saggi: “Per una
riforma socialista del diritto successorio” (Bologna, Zanichelli); “Di un socialismo in accordo colla dottrina
economica liberale” (Torino, Bocca); “Sulla trasmissibilità dei caratteri
acquisiti: ipo-tesi d'una centro-epigenesi” (Bologna, Zanichelli); “L'adattamento
funzionale e la teleologia psico-fisica” (Bologna: Zanichelli); “Che cos'è la
co-scienza?” (Bologna, Zanichelli); “Il fenomeno religioso” (Bologna,
Zanichelli); “Il socialismo” (Bologna, Zanichelli); “Dell'attenzione: contrasto
affettivo e unità di co-scienza” (Bologna, Zanichelli); “Dell'origine e natura
mnemonica delle tendenze affettive” (Bologna, Zanichelli); “Per accrescere
diffusione ed efficacia all’università popolari” (Milano, Compositrice); “La
vera funzione delle università popolari” (Roma, Antologia); “Vividità e
connessione” (Bologna, Zanichelli); “L'evoluzione del ragionamento” (Bologna,
Zanichelli); Il nuovo programma dell'Un. pop. milanese: primo anno
d'esperimento, Como, Cooperativa comense; Bari; Le forme superiori del
ragionamento” (Bologna, Zanichelli); “Democrazia e fascismo” (Milano, Alpes). “Dizionario
di filosofia, Treccani Dizionario biografico degl’italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Il ragionamento in rapporto
al finalismo della vita. Brevi
parole ci basteranno per trarre la conclusione del nostro lavoro. L'analisi di questa facoltà
suprema della mente, quale è il
ragionamento, ci ha condotto a constatare come
esso sia tutto costituito, in definitiva, dal giuoco reciproco delle due ‘attività fondamentali e
primordiali della nostra psiche : le
intellettive e le aftettive; le prime consistenti nella semplice evocazione mnemonica di percezioni
od imagini del passato ; le seconde
manifestantisi come tendenze o aspirazioni
dell'animo nostro verso un dato fine, al cui raggiungimento è rivolto il ragionamento stesso. Abbiamo visto l’attività affettiva entrare
in giuoco nel ragionamento, non solo
direttamente colla sua opera evocatrice
e selettrice ed escluditrice delle imagini sensoriali, bensì anche sotto forma di altre facoltà dello spirito
che da essa derivano. Così la facoltà di
fare attenzione a quanto si pensa, e quindi
di mantenere la coerenza del pensiero -e. di esercitare lo spi- rito critico, quella di imaginare
combinazioni nuove a mezzo di elementi
mnemonici vecchi, la facoltà di classificare e di porre un po’ d’ordine nell’infinita e caotica
congerie di fatti che cadono sotto i
nostri sensi, quella di creare concetti sempre
più generali ed astratti, e così via: tutte queste facoltà di attenzione, di’ coerenza, di critica, d’
imaginazione, di classi- ficazione e
d’astrazione, che elevano a mano a mano il ragio- namento dalle sne forme intuitive primordiali
alle più alte deduzioni della scienza,
si sono palesate alla nostra analisi avere tutte un sostrato di natura
affettiva. Abbiamo visto, parimente,
avere origine affettiva anche la deformazione che subisce il ragionamento, quando dalla sua
forma costruttrice e creatrice passa
all’altra intenzionale, puramente classifica-
toria, per lo più sterile, di cui le manifestazioni più tipiche sono il ragionamento dialettico e il
ragionamento metafisico. Abbiamo visto,
in seguito, l’ influenza che le tendenze affettive hanno nel determinare le varie forme di
mentalità logica. Abbiamo visto, infine,
le forme patologiche stesse del ragio-
namento essere dovute, esse pure, a cause di pretta natura affettiva.
L'attività affettiva ci appare, lina come impregnante per così dire di sè tutte le manifestazioni
del nostro pensiero. Si può dire, anzi,
essere essa l’unica ed effettiva costruttrice
che, servendosi del materiale intellettivo di puri ricordi imaginativi,
immagazzinati nelle nostre accumulazioni mnemoniche sensoriali, erige ogni e qualsiasi edificio
del nostro raziocinio, dal più umile
dell’animale più infimo al più sublime dell’uomo di genio. Ma questa facoltà affettiva, che
così ci appare il grande artefice,
incitatore e moderatore ad un tempo, della nostra mente, vedemmo essere alla sua volta dovuta
alla proprietà mnemonica fondamentale;
anzi, di questa proprietà mnemo- nica
della sostanza vivente essere essa la manifestazione più genuina e più diretta. Di guisa che questa
facoltà mnemonica, che già vedemmo in altre nostre opere spiegarci i fenomeni
biologici più fon: damentali, — dal
preordinato adattamento morfologico degli
organismi e dall’inconsciamente preveggente comportamento-istinto degli
animali alla trasmissibilità dei caratteri acquisiti, della quale tanto l’evoluzione filogenetica
che lo sviluppo ontogenetico sono la
diretta conseguenza, — questa facoltà
mnemonica ci si appalesa ora come capace di fornirci, da sola, anche
tutte le manifestazioni più svariate della psiche. Se ad Archimede bastava un sol punto
d'appoggio per sol- levare il mondo,
alla energia vitale basta questa sua proprietà
mnemonica per dar luogo a tutte le manifestazioni finalistiche più caratteristiche della vita e per creare
tutto il meccanismo pensante e
ragionante della mente. Già vedemmo
questa facoltà mnemonica potersi definire
come la capacità di riprodurre, per cause interne, quegli stessi stati fisiologici specifici, a produrre i
quali la prima volta fu necessaria l’azione delle energie del mondo esterno. Tentammo
anche di precisarne il meccanismo coll’ammettere a base di ogni fenomeno vitale
l’energia nervosa e col dotare quest’ultima della proprietà dell’accumulazione
specifica, cioè a dire col supporre che
ciascuna accumulazione nervosa sia atta a
dare come scarica unicamente quella medesima specificità della corrente nervosa di carica, dalla quale
l’ accumula- zione stessa sia stata
deposta. Ma mettiamo pur da banda tale
ipotesi; l’importante sta in ciò, che per avere le mani- festazioni biologiche e psicologiche più
fondamentali della vita basta supporre
nell’ energia nervosa, in più delle proprietà
comuni a tutte le energie del mondo inorganico, néent’ alt70 che la proprietà mnemonica. Non è, infatti,
come molti sostengono, la proprietà di
adattamento all'ambiente ciò che distingue energia vitale dalle energie del mondo inorganico. Tale
proprietà di adattamento è comune a queste come a quella. È ciò che
dimostra qualsiasi sistema fisico-chimico,
il quale, ove venga ad avere disturbato
il suo equilibrio dinamico da qualche mutamento
sopraggiunto nelle condizioni esterne, si dispone con esse in un equilibrio dinamico nuovo, cioè a dire
reagisce e si adatta a queste condizioni ambientali mutate. Così, p. es., se fermiamo a metà colle dita la
corda di un pendolo che oscilla, questo
si adatta alle nuove condizioni mettendosi
ad oscillare più rapidamente. Se le pile d’un ponte vengono a restringere la sezione d’un fiume, l’acqua
rigurgita a monte fino a che l’aumentata
sua velocità fra le pile la fincecia de-
tluire nella stessa quantità di prima. Il raggio di luce al mo- mento di entrare in un mezzo trasparente più
denso si rifrange. E l’intensità della
corrente elettrica, ferma restando la diffe-
renza di potenziale ai poli, si commisura alla resistenza del circuito. Tutte queste sono altrettante forme
di adattamento a mutate circostanze
esterne da parte delle energie del mondo
inorganico, le quali, prima di trasformarsi in altre forme ener- getiche, assumono piuttosto, finchè è
possibile, le più diverse modalità, che
permettano loro di proseguire nella forma stessa in cui già si trovano attive. Ciò che manca
loro, in confronto all'energia vitale e
nervosa, è unicamente la facoltà mnemonica, cioè la facoltà, ripetiamo, di
riprodurre queste modalità energetiche
di adattamento per sole cause interne, senza bisogno che si ripresentino nella
loro integrità quelle circostanze am-
bientali che la prima volta costrinsero la rispettiva forma di energia ad assumere queste modalità di
adattamento. Ora abbiamo visto questa proprietà mnemonica essere appunto ciò che dà alla vita il suo aspetto
finalistico, cioè quello di essere mossa
da forze a fronte anzichè dalle sole
forze a tergo. Il fine verso cui gravita l’uomo colle sue tendenze affettive, le circostanze esterne ad
affrontare le quali si avvia inconscio l’animale col suo comportamento complesso
dettatogli dall’istinto, il rapporto ambientale ‘al quale sarà adatto l’organo che l'embrione plasma nell’
utero materno fungono ora da vis a
fronte in quanto furono vis a tergo nel passato e in quanto le attività
fisiologiche, allora determinate nell’organismo da queste circostanze esterne e
da questi rapporti ambientali, hanno
lasciato un’accumulazione mnemonica di
sè, la quale costituisce ora, essa stessa, la vera ed effettiva « vis a tergo » che dirige e
muove lo sviluppo e l'istinto e la
condotta cosciente dell’essere vivente. E il ragionamento, messo in moto
dall’una o dall’ altra affettività
primaria, controllato di continuo dall’affettività secondaria del relativo
stato d’attenzione, e poi dalla primaria
stessa e da altre affettività ad essa strettamente connesse sospinto verso le forme più elevate e più
astratte, è di questo aspetto
finalistico della vita la manifestazione più alta e più complessa. Da ciò il tragico eterno contrasto
fra la nostra vita interiore, tutta impegnata di finalismo, che sente questo
finalismo essere carne della propria
carne e sangue del proprio sangue, e
l’inanimato mondo esterno, che, per quanto ansiosamente scrutato per secoli e secoli, da nessuna
finalità sembra in- vece essere mosso.
Tragico ed eterno contrasto, questo, fra
il microcosmo essenzialmente finalistico e il macrocosmo pu- ramente meccanico, che costituisce il
sostrato profondo della lotta più che
millenaria fra la scienza e la religione, la prima costretta dalla ragione basata sui fatti a
negare una finalità all’universo, la
seconda invece irresistibilmente sospinta dalle
più intime fibre del sentimento ad affermarla. Questo contrasto fra la ragione e il
sentimento non avrà forse mai fine, a
meno che l’uomo si rassegni a cercare, non
più nell’universo tutto, bensì entro l’ambito più ristretto del solo mondo della vita, col quale ha comunanza
di origine e CAPITOLO XVII. 399 di natura, la ragione ultima della propria
condotta, la finalità suprema della
propria esistenza. E questa comunanza di ori-
gine e di natura, se profondamente intesa, non mancherà al- lora di infondergli un sentimento di simpatia
e di solidarietà verso tutti gli esseri,
in genere, capaci di godere e di sof-
frire, e di amore e di altruismo verso la famiglia umana, in ispecie, in cui più forte e ‘più conscio,
perchè all’apice del- l'evoluzione
organica, batte il ritmo della vita. Sarà tratto pertanto dal più profondo senso stesso del
dovere a combat- tere ovunque, con opere
di bene e di equità, ogni causa di
dolore e a favorire ogni occasione di letizia, — diminuzione l’uno e aumento l’altra di attività vitale, —
e a promuovere nel tempo stesso ogni
forma di progresso sociale, ogni mani-
festazione di bellezza, ogni slancio verso l’ideale, aftinchè sempre più completa e più serena e più
elevata si svolga l’esistenza umana e
sempre più radiosa e più pura risplenda
nell'universo la face della vita. Eugenio Rignano. Rignano. Keywords:
diritto successorio, vitalismo, democrazia e fascismo, liberismo, liberalismo,
socialismo, “Scientia”, filosofia italo-giudea, teleo-nomia. -- Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rignano” – The Swimming-Pool Library.
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